La buona pratica
Good practice
Francis Kéré è seduto nello studio spazioso e ben organizzato che occupa con il suo teamdi 15 architetti nel quartiere di Kreuzberg, a Berlino. È uno spazio creativo tipicamente berlinese, in una zona che un tempo è stata il cuore della vita notturna della città “povera, ma sexy”, diventata poi di moda dopo la caduta del Muro. Oggi l’area è più elegante, omologata alla nuova Berlino degli affitti in aumento con le relative ansie riguardo al processo di gentrificazione.
Kéré, circondato da uno staff giovane, m’informa con orgoglio che i suoi collaboratori provengono da ogni parte del mondo, e dai nostri dialoghi risulta evidente come lo studio sia impegnato a portare avanti progetti a finalità sociale. La fedeltà a questi temi è esemplificata chiaramente dalla qualità del suo primo progetto, una scuola elementare nel villaggio natale di Gando, in Burkina Faso, che ha completato nel 2001 mentre era ancora studente alla Technische Universität di Berlino. Il progetto della scuola ha avviato la sua carriera e attirato l’attenzione non solo per l’immediatezza della costruzione e l’uso dei materiali della tradizione locale, ma in modo rilevante per l’impegno sociale preso con la comunità – Kéré ha contestualmente creato una fondazione per sostenere lo sviluppo di altre iniziative in collaborazione con le ONG. Il fatto che tutto ciò sia stato realizzato coinvolgendo l’intera comunità del villaggio ha sottolineato l’eccellenza del progetto e attirato l’attenzione non solo del pubblico, ma anche della giuria del Premio Aga Khan per l’Architettura, che ha selezionato il progetto per il triennio 2002-2004.
La storia della carriera di Kéré fino a
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