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Galileo e la meraviglia delle cose mai viste

Sommario
Cosa si intende qui per meraviglia La meraviglia nella scienza, nella filosofia, nella letteratura con particolare riferimento al caso di Galileo Il rifiuto della meraviglia: Galileo e lo schiavo della caverna

Riferimenti ad altri autori latini e italiani che trattano i temi della meraviglia e della scienza, in particolare Primo Levi
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Etimologia
Deriva dal latino mirabilia, neutro plurale di mirabilis (ammirevole), a sua volta derivato da mirari (stupirsi, guardare con ammirazione) e significa cosa degne di ammirazione. Il termine poi passato a designare la sensazione che si prova di fronte ad esse
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Definizione
La meraviglia non solo stupore di fronte a qualche cosa che non ci si aspetta (in questo caso pu anche essere intesa in modo negativo) ma

Entusiasmo conoscitivo, cio piacere di:


- conoscere, scoprire qualche cosa di nuovo, bello, positivo, utile, difficile da realizzare; - contemplare quanto si conosciuto; - comunicarlo ad altri per il bene di tutti
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Ha dunque i seguenti aspetti:


- estetico: ammirazione per la bellezza, per
larmonia;

- conoscitivo: ammirazione per ci che non si


sapeva prima, soprattutto quando, come nel caso di Galileo e di altri, prima era ignoto a tutti;

- etico: desiderio di far del bene agli altri


inducendoli a provare la stessa emozione anche di fronte alla rivelazione di nuovi aspetti della realt);

- tecnico: ammirazione per le straordinarie


opere dellingegno di cui ci si avvale per rendere la vita meno faticosa.
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La meraviglia come causa della filosofia


Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da
principio restavano meravigliati di fronte alle difficolt pi semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dellintero universo. Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed per questo che anche colui che ama il mito , in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, costituito da un insieme di cose che destano meraviglia.
(Aristotele, Metafisica, 982b )
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:sono alcuni suoi seguaci troppo pusillanimi, che danno occasione, ..di stimarlo meno. Avete voi forse dubbio che quando Aristotile vedesse le novit scoperte in cielo, e' non fusse per mutar opinione e per emendar i suoi libri e per accostarsi alle pi sensate dottrine, discacciando da s quei cos poveretti di cervello che troppo pusillanimamente s'inducono a voler sostenere ogni suo detto, senza intendere che quando Aristotile fusse tale quale essi se lo figurano, sarebbe un cervello indocile, una mente ostinata, un animo pieno di barbarie, un voler tirannico, che, reputando tutti gli altri come pecore stolide, volesse che i suoi decreti fussero anteposti a i sensi, alle esperienze, alla natura istessa? Sono i suoi seguaci che hanno data l'autorit ad Aristotile, e non esso che se la sia usurpata o presa;
(Dialogo dei Massimi Sistemi, libro II)9

Galileo e la meraviglia
In Galileo sono presenti tutti questi aspetti nel Sidereus Nuncius, ma anche in altre opere quali Il Saggiatore e Il Dialogo dei Massimi Sistemi

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Galileo e la meraviglia barocca


Galileo contemporaneo di Giovan Battista Marino, poeta della meraviglia La meraviglia, per Marino, si basa su un uso spregiudicato e superficiale della metafora e di altre figura retoriche, una sensazione epidermica, ha come scopo il puro piacere di un momento, non deve avere alcun fine etico
E del poeta il fin la meraviglia, parlo delleccellente e non del goffo, chi non sa far stupir, vada alla striglia!
(da La Murtoleide: Fischiate del cav. Marino)
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AVVISO ASTRONOMICO CHE CONTIENE E SPIEGA OSSERVAZIONI DI RECENTE CONDOTTE CON L'AIUTO DI UN NUOVO OCCHIALE SULLA FACCIA DELLA LUNA, SULLA VIA LATTEA E LE NEBULOSE, SU INNUMEREVOLI STELLE FISSE, E SU QUATTRO PIANETI DETTI ASTRI MEDICEI NON MAI FINORA VEDUTI Grandi cose per verit in questo breve trattato propongo all'osservazione e alla contemplazione di quanti studiano la natura. Grandi, dico, e per l'eccellenza della materia stessa, e per la novit non mai udita nei secoli, e infine per lo strumento mediante il quale queste cose stesse si sono palesate al nostro senso.
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Grande cosa certamente alla immensa moltitudine delle stelle fisse che fino a oggi si potevano scorgere con la facolt naturale, aggiungerne e far manifeste all'occhio umano altre innumeri, prima non mai vedute e che il numero delle antiche e note superano pi di dieci volte.

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Bellissima cosa e mirabilmente piacevole, vedere il corpo della Luna, lontano da noi quasi sessanta raggi terrestri, cos da vicino come distasse solo due di queste dimensioni; cos che si mostrano il diametro stesso della Luna quasi trenta volte, la sua superficie quasi novecento, il volume quasi ventisettemila volte maggiori che quando si guardano a occhio nudo:
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e quindi con la certezza della sensata esperienza chiunque pu comprendere che la Luna non ricoperta da una superficie liscia e levigata, ma scabra e ineguale, e, proprio come la faccia della Terra, piena di grandi sporgenze, profonde cavit e anfratti.

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La

Altre cose pi mirabili forse da me e da altri si scopriranno in futuro con l'aiuto di questo strumento, della cui forma e struttura e dell'occasione d'inventarlo dir prima brevemente, poi narrer la storia delle osservazioni da me fatte.

gente della prossima generazione conoscer molte cose a noi ignote; molte cose sono riservate a quelle ancora successive, quando il ricordo di noi sar svanito: il mondo sarebbe ben piccola cosa, se in esso tutti i suoi abitanti non trovassero argomenti da indagare. (Seneca, Naturales Quaestiones, 7, 30)

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Le stelle
Inoltre non mi pare si debba stimar cosa da poco l'aver rimosso le controversie intorno alla Galassia, o Via Lattea, e aver manifestato al senso oltre che all'intelletto l'essenza sua; e inoltre il mostrare a dito che la sostanza degli astri fino a oggi chiamati dagli astronomi nebulose di gran lunga diversa da quel che si fin qui creduto, sar cosa grata e assai bella.

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Ma quel che di gran lunga supera ogni meraviglia, e principalmente ci spinse a renderne avvertiti tutti gli astronomi e filosofi, l'aver scoperto quattro astri erranti, da nessuno, prima di noi, conosciuti n osservati, E tutte queste cose furono scoperte e osservate pochi giorni or sono con l'aiuto d'un occhiale che io inventai dopo aver ricevuto l'illuminazione della grazia divina.

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La luna

Questa superficie lunare, l dove variata da macchie, come occhi cerulei d'una coda di pavone, appare simile a quei vasetti di vetro che, posti ancora incandescenti in acqua fredda, acquistan superficie screpolata e ineguale, onde son detti dal volgo bicchieri di ghiaccio.

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Le stelle
Degna di nota sembra anche la differenza tra l'aspetto dei pianeti e quello delle stelle fisse. I pianeti presentano i loro globi esattamente rotondi e definiti e, come piccole lune luminose perfuse ovunque di luce, appaiono circolari: le stelle fisse invece non si vedon mai terminate da un contorno circolare, ma come fulgori vibranti tutt'attorno i loro raggi e molto scintillanti.
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La Via Lattea
Quello che in terzo luogo osservammo l'essenza o materia della VIA LATTEA, la quale attraverso il cannocchiale si pu vedere in modo cos palmare che tutte le discussioni, per tanti secoli cruccio dei filosofi, si dissipano con la certezza della sensata esperienza, e noi siamo liberati da sterili dispute. La GALASSIA infatti non altro che un ammasso di innumerabili stelle disseminate a mucchi; ch in qualunque parte di essa si diriga il cannocchiale, subito si offre alla vista un grandissimo numero di stelle, parecchie delle quali si vedono abbastanza grandi e molto distinte, mentre la moltitudine delle pi piccole affatto inesplorabile.
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Elogio dellintelligenza delluomo


SAGREDO: Io son molte volte andato meco medesimo considerando, quanto grande sia lacutezza dellingegno umanoSio guardo alcuna statua delle eccellenti, dico a me medesimo: E quando sapresti levare il soverchio da un pezzo di marmo, e scoprire s bella figura che vi era nascosta? quando mescolare e distendere sopra una tela o parete colori diversi, e con essi rappresentare tutti gli oggetti visibili come un Michelagnolo, un Raffaello, un Tiziano? Sio guardo quel che hanno ritrovato gli uomini nel compartir gli intervalli musici.quando potr io finir di stupire? Che dir de i tanti e s diversi strumenti? La lettura de i poeti eccellenti di qual meraviglia riempie chi attentamente considera linvenzion dei concetti e la spiegatura loro? Che diremmo dellarchitettura, che dellarte navigatoria?
(la scrittura)
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(Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, Prima Giornata)

Lo stile di Galileo
La sua opera, per ricchezza di contenuto umano e potenza di stile, si inseriva nella storia futura della nostra prosa, come un fatto letterario e culturale di prima importanza. il pi grande prosatore fra Machiavelli e Manzoni, un periodo di 400 anni. (Natalino Sapegno)
La prosa di Galilei rappresentata d uno stile tutto cose e tutto pensiero, scevro di ogni pretensione e di ogni maniera tendendo solo alla chiarezza della comunicazione. (Francesco de Sanctis)
Italo Calvino

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Lo stile di Galileo
Linguaggio adatto alle esigenze dellargomento scientifico e terminologia curata in modo da ottenere la massima chiarezza. Stile concreto e conciso dovuto soprattutto alla strutturazione chiara delle idee e dei concetti Le affermazioni vengono sostenute da unintera rete di argomenti, dimostrazioni ed esemplificazioni.
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Esempi tratti dalla vita quotidiana


Galileo utilizza spesso esempi tratti dalla vita quotidiana, come quello citato sopra dei bicchieri di ghiaccio e della coda del pavone non solo per rifarsi pi chiaramente al mondo reale e non a quello di carta, ma anche per rendersi davvero comprensibile a chiunque, anche a coloro che non potevano essere considerati specialisti della materia

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Uso della retorica


La retorica e la dialettica erano fondamentali nelleducazione e nellambiente universitario dellepoca, lo stile di Galilei non poteva non esserne influenzato. Anche Niccolo Machiavelli ha fondato le sue argomentazioni sullexemplum e delle domande retoriche. immagine

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Lironia
Uso frequente dellironia in tutta la sua opera Lironia diventa talvolta molto tagliente per rispondere in modo incisivo agli avversari, soprattutto nel Saggiatore e nel Dialogo sopra i massimi Sistemi

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L ironia
Parmi, oltre a ci, di scorgere nel Sarsi ferma credenza che nel filosofare sia necessario appoggiarsi allopinione di qualche autore, s che la mente nostra, quando non si maritasse col discorso dun altro ne dovesse in tutto rimanere sterile e infeconda; e forse stima che la filosofia sia un libro e la fantasia di un uomo, come lIliade e lOrlando Furioso, libri ne quali la meno importante cosa che quello che vi scritto sia vero.
(Il Saggiatore)
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Lo stile conversazionale La favola dei suoni


Frequente luso di uno stile quasi conversazionale Addirittura nel testo Il Saggiatore Galilei ricorre ad una favola, quella delluomo che ama i suoni, ispirata a quelle antiche di Fedro ma pi complessa e articolata

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La favola dei suoni


Il ruolo di questo racconto quello di rompere il ritmo e la tensione della lettura e allontanarlo per un momento dalla difficolt delle argomentazioni scientifiche. E la storia di un uomo di modesta condizione ma intelligente e perspicace, il quale desidera conoscere lorigine dei vari suoni che si sentono in natura a partire dal canto degli uccelli e li indaga con grande curiosit a partire dal quello delicato dello zufolo, per arrivare a quello stridente della cicala. Ne conclude che sono infiniti i modi con cui il suono si produce.

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Nacque gi in un luogo assai solitario un uomo dotato da natura di uno ingegno perspicacissimo e duna curiosit straordinaria e per suo trastullo allevandosi diversi uccelli, gustava molto del lor canto e con grandissima maraviglia andava osservando con che bellartificio, colla stess aria con la quale respiravano, ad arbitrio lor formavano canti diversi, e tutti soavissimi. Accadde che una notte vicino a casa sua sent un delicato don al pastore un vitello per suono, n potendosi immaginar avere quel zufolo, e che fusse altro che qualche conoscendo che se non uccelletto, si mosse per sabbatteva a passar colui, prenderlo, e venuto per strada egli non avrebbe mai vide un pastorello, che imparato che ci erano in soffiando in certo legno e natura due modi a formar movendole dita sopra il legno, canti e voci soavi, volle ora serrando e ora aprendo allontanarsi da casa, certi fori che verano, ne traeva stimando di poter incontrare diverse voci. Stupefatto e qualche altra avventura. mosso dalla sua natural 37 curiosit,

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Il rifiuto della meraviglia


Avviene quando non si vuole accettare il cambiamento per timore di perdere i propri punti di riferimento, cio sostanzialmente per paura di dover ridefinire il proprio modo di pensare se stessi e il mondo. Oppure quando, in buona fede ma commettendo un grave errore, si ritiene che il proprio modo di intendere la verit debba essere difeso anche con lintimidazione e la violenza. A questo si aggiunge spesso la paura di perdere posizioni di potere e privilegio.
(Simplicio, gli aristotelici, i nemici di Galileo allinterno della Chiesa)

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La caverna di Platone

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Galileo e il mito della caverna


La caverna oscura simboleggia il nostro mondo; Gli schiavi incatenati - gli uomini; Le catene lignoranza e le passioni, le ombre delle statuette le cose del mondo sensibile corrispondenti al grado della credenza; La liberazione dello schiavo lazione della conoscenza e della filosofia e della scienza Il mondo fuori della caverna le idee La contemplazione delle cose e del sole la filosofia e la scienza Lo schiavo che vorrebbe starsene sempre l la tentazione del filosofo di chiudersi in una torre davorio.
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Galileo e il mito della caverna


Lo schiavo che ritorna nella caverna il dovere del filosofo di far partecipi gli altri delle proprie conoscenze; Lex schiavo che non riesce pi a vedere le ombre il filosofo che rifuta di abbandonare la sua visione del mondo Lo schiavo deriso la sorte delluomo di pensiero di venir scambiato per pazzo da coloro che sono attaccati ai pregiudizi I grandi onori attribuiti a coloro che sanno vedere le ombre il potere di chi si oppone al diffondersi della verit

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Galileo si libera (almeno in parte) dai vincoli che limitano i nostri sensi grazie allinvenzione del cannocchiale che gli consente di vedere ci che altri non hanno mai visto.
Questo gli permette di liberarsi dalle ombre, cio dalle antiche teorie (simulacri della verit, ombre, mondo di carta) giungendo ad un maggior grado di comprensione del mondo Potrebbe andare avanti indisturbato nei suoi studi se rinunciasse a diffondere le sue idee e si limitasse a contemplare, cio si accontentasse della propria esperienza della meraviglia, magari accettando lidea che si tratti di una pura costruzione geometrica. 43

Egli insiste nel diffondere le proprie idee perch ritiene doveroso far conoscere la propria interpretazione della verit

Due condanne, la prima di carattere privato nel 1616 e la seconda ufficiale nel 1633 gli impongono di smettere di parlare del sistema eliocentrico. La seconda condanna prevede labiura in ginocchio in veste di penitente, il carcere a vita poi commutato in arresti domiciliari a vita e lingiunzione di non ricevere in casa sua studiosi n persone con cui parlare del sistema eliocentrico.

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Galileo e gli altri


Numerosi altri autori hanno dato voce alla meraviglia nellosservazione della natura; tra i latini ricordiamo ad esempio Lucrezio e Seneca

Nessuno cos tardo e ottuso e chino a terra da non rialzarsi e volgersi con tutto il suo spirito verso le cose divine, soprattutto quando dal cielo ha brillato qualche insolito prodigio. [Perci, questa schiera di astri di cui si adorna la bellezza dellimmenso universo non chiama a raccolta la folla: ma quando cambiato qualcosa rispetto al solito, gli occhi di tutti si volgono al cielo. Il sole non ha spettatori, se non durante le eclissi; nessuno osserva la luna, se non quando oscurata: allora le citt gridano tutte insieme, allora ciascuno si lamenta a causa di una vana superstizione.

(Seneca, Naturales Quaestiones, 7, 1)

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Quanti animali abbiamo conosciuto per la prima volta in questepoca, quante cose neppure ai nostri tempi! La gente della prossima generazione conoscer molte cose a noi ignote; molte cose sono riservate a quelle ancora successive, quando il ricordo di noi sar svanito: il mondo sarebbe ben piccola cosa, se in esso tutti i suoi abitanti non trovassero argomenti da indagare. . La natura non rivela tutte le sue verit in una volta: noi ci crediamo degli iniziati, e invece siamo fermi al suo vestibolo; i suoi segreti non sono a disposizione di tutti indistintamente, sono chiusi nella parte pi interna del santuario; parte di essi li conoscer la nostra generazione, unaltra parte quella che ci subentrer. (Seneca, Naturales Quaestiones, 7, 30)
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Altri autori italiani in cui presente il tema della meraviglia, in particolare quella riferita alla contemplazione del cielo
Leopardi (Lultimo canto di Saffo, La sera del d di festa, Le Ricordanze, Il canto notturno di un pastore errante per le steppe dellAsia, La Ginestra.) Pascoli (X agosto, La cometa di Halley, Limbrunire) Calvino (Luna e gnac, nella raccolta di racconti Marcovaldo) Calvino definisce Galileo nel 1967 Il pi grande scrittore della letteratura italiana di ogni secolo
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Galileo e Primo Levi


Cosa avevano in comune
La passione per la scienza intesa come osservazione con laiuto di strumenti ingegnosi che entrambi descrivono con interesse e piacere La passione per il lavoro ben fatto e ostinato, nel quale si riversa lo spirito stesso di chi allopera per raggiungere un risultato finale utile e dignitoso.
(Provando e riprovando, Accademia del Cimento)

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Sidereus Nuncius
(Primo Levi, Ad ora incerta)
Ho visto Venere bicorne Navigare soave nel sereno. Ho visto valli e monti sulla Luna E Saturno trigemino Io Galileo, primo fra gli umani; Quattro stelle aggirarsi intorno a Giove, E la Via Lattea scindersi In legioni infinite di mondi nuovi. Ho visto, non creduto, macchie presaghe Inquinare la faccia del Sole. Questocchiale lho costruito io, Uomo dotto ma di mani sagaci: Io ne ho polito i vetri, io lho puntato al Cielo Come si punterebbe una bombarda.
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Io sono stato che ho sfondato il Cielo Prima che il Sole mi bruciasse gli occhi. Prima che il Sole mi bruciasse gli occhi Ho dovuto piegarmi a dire Che non vedevo quello che vedevo. Colui che mi ha avvinto a terra Non scatenava terremoti n folgori, Era di voce dimessa e piana, Aveva la faccia di ognuno. Lavvoltoio che mi rode ogni sera Ha la faccia di ognuno
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Il folletto nella roccia


(Primo Levi, Nichel in Il sistema periodico Nei momenti di stanchezza, percepivo la roccia che mi circondava, il serpentino verde delle Prealpi, in tutta la sua durezza siderale nemica, estranea:al confronto, gli alberi della valle, ormai vestiti di primavera, erano come noi, gente anche loro, che non parla, ma sente il caldo e il freddo e soffre e nasce e muore..La pietra no: non accoglie energia in s, spenta fin dai primordi, pura passivit ostile; una fortezza massiccia che dovevo smantellare bastione dopo bastione per mettere le mani sul folletto nascosto, sul capriccioso nichelNicolao

che salta ora qui ora l, elusivo e maligno, colle lunghe orecchie tese, sempre attento a fuggire davanti ai colpi del piccone indagatore, per lasciarti con un palmo di naso.
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.Siamo chimici, cio cacciatori: nostre sono le due esperienze della vita adulta di cui parlava Pavese, il successo e linsuccesso, uccidere la balena bianca o sfasciare la nave; non ci si deve arrendere alla materia incomprensibile, non ci si deve sedere. Siamo qui per questo, per sbagliare e correggerci, per incassare colpi e renderli.

Non arrenderti alla materia

Non ci si deve mai sentire disarmati: la natura immensa e complessa, ma non impermeabile allintelligenza; devi girarle intorno, pungere, sondare, cercare il varco o fartelo.

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Fonti
BALDI, GIUSSO, RAZETTI, ZACCARIA, La letteratura, Paravia, Mondadori, Varese 2007 LUPERINI, CATALDI, MARCHIANI, MARCHESE, La letteratura come dialogo, Palumbo, Palermo 2009 PRIMO LEVI, Ad ora incerta, Einaudi, Torino, 2004 PRIMO LEVI, Il sistema periodico, Einaudi, Torino, 2002 ANNIBALE FANTOLI, Il caso Galileo, BUR, 2003 PIERGIORGIO ODIFREDDI, Hai vinto, Galileo, Mondadori, Milano 2009 DENISA IONESCU, [PDF] PROSA SCIENTIFICA E STILE NEL SAGGIATORE DI
GALILEO GALILEI cis01.central.ucv.ro/litere/activ_st/articole.../denisa_ionescu.pdf -

LICEO CLASSICO CAVOUR, Progetto Polymath - Galileo, indagine lunga un


anno GliScritti areeweb.polito.it/didattica/.../htmlS/.../Tesine/.../GliScritti.htm -

LICEO SCIENTIFICO PEANO CUNEO http://www.gpeano.org/~ipertesti/l'uomo-ele-stelle/aree_disciplinari/artistico-letteraria/multidisciplinari/galileocom.htm

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