Morte e trasIigurazione della metaIisica in Hegel.
1. Le avventure della metaIisica dagli scritti giovanili a Jena.
Se si abbraccia con un unico sguardo l`insieme dei tentativi di costruzione sistematica sperimentati da Hegel, credo sia abbastanza agevole riconoscere che, a partire dai primi annunci di un sistema, collegati all`attivita didattica a Jena, Iino alla pubblicazione dell`Enciclopedia di Heidelberg, la parte del sistema che ha subito la rivoluzione piu proIonda e la prima, quella che nella sua versione deIinitiva prende il nome di Scien:a della logica. Al centro di tale rivoluzione, come si sa, vi e il ruolo svolto dalla MetaIisica e dalla sua relazione alla Logica. Nel corso dell`evoluzione sistematica, Hegel passa inIatti da una logica, con Iunzione critica e introduttiva, il cui destino e di essere annientata, a una scienza della logica, cui e attribuita addirittura la dignita di teologia speculativa 1 ; da una metaIisica come scienza, alla sua sparizione come parte relativamente autonoma del disegno sistematico. Anche se a Heidelberg e poi a Berlino per 13 anni Hegel ha continuato a tenere corsi di Logica e metaIisica`, e chiaro che questa intitolazione si uniIormava agli ordinamenti didattici, ma non riIletteva il contenuto del suo insegnamento, durante il quale veniva esposta unicamente la logica, quale vera e propria IilosoIia speculativa`. A questo risultato Hegel perviene in virtu di un percorso che in alcuni suoi tratti caratteristici si trova gia anticipato negli scritti del periodo giovanile. Nonostante che in essi i riIerimenti alla metaIisica siano abbastanza scarsi, e tuttavia possibile ricostruire una parabola signiIicativa che va da un`iniziale indiIIerenza o riIiuto della metaIisica Iino al riconoscimento di un suo compito speciIico o addirittura egemonico nella costruzione del sapere IilosoIico, soprattutto in vista dell`eIIicacia con cui questo puo operare sul piano pratico. Com`e attestato dagli Ex:erpte 2 , Hegel si Iamiliarizza ben presto con la metaIisica della tradizione accademica. Questa costituiva la parte speciIicamente teoretica o speculativa della IilosoIia che aveva a oggetto la costituzione interna e universale delle cose e si articolava in ontologia, cosmologia, monadologia, pneumatologia e teologia razionale. Da quel paziente e inIaticabile raccoglitore d`inIormazioni che era, Hegel comincia Iin dagli anni di Stoccarda a assimilare il primo nucleo di quella considerazione astratta e intellettualistica degli oggetti della ragione che nell`Enciclopedia occupera buona parte dell`esposizione della prima posizione del pensiero rispetto all`oggettivita. Nei conIronti di questa metaIisica di scuola Hegel maniIesta indiIIerenza o, piu ancora, riIiuto. Come prodotto dell`intelletto raziocinante, essa e proprio cio di cui dichiara di non volersi occupare e che intende tenere ben lontana dalle indagini che egli conduce sulla religione popolare 3 . La metaIisica intellettualistica costituisce una sorta di sistema della tranquillita, il quale, anche se si presenta come il grande e alto ediIicio della conoscenza di Dio, dei doveri umani e della natura 4 , e ben lontano dal potere soddisIare i piu autentici bisogni pratici dell`uomo. Tuttavia, mano a mano che le meditazioni giovanili si arricchiscono di temi speculativi e traggono linIa dal conIronto critico con gli sviluppi della IilosoIia postkantiana, e possibile registrare alcuni signiIicativi mutamenti nella valutazione della metaIisica e della sua Iunzione. Quando nella PreIazione allo scritto sulla positivita della religione cristiana Hegel riconosce che la ricerca intorno al nesso tra Iinito e inIinito (che costituisce l`essenza della religione), condotta a Iondo con concetti, Iinirebbe nell`esame metaIisico del rapporto tra Iinito e inIinito 5 , e evidente che qui metaIisico indica il carattere di un sapere che non puo piu essere posto sullo stesso piano
1 G.W.F. HEGEL, En:vclopdie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse (1817), Unter Mitarbeit v. H.-C. Lucas u. U. Rameil, hrsg. v. W. Bonsiepen und K. Grotsch, Gesammelte Werke, Bd. 13, Hamburg 2000, 17 Anm. Citato in seguito con Enz. A. 2 CIr., ad esempio, gli estratti che Hegel Ia nel 1787 dal Kur:er Begriff aller Wissenschaften und andern Theile der Gelehrsamkeit ( Leipzig, 1759) di J.G. Sulzer (G.W.F. HEGEL, Frhe Ex:erpte, unter Mitarbeit v. G. Scler, hrsg. v. F. Nicolin, Hamburg 1991, pp. 115-17). 3 G.W.F. HEGEL, Frhe Schriften 1, hrsg. v. F. Nicolin u. G. Schler, Gesammelte Werke, Bd. 1, Hamburg 1989, p.89. 4 Ivi, pp. 99, 157. 5 Hegels theologische Jugenschriften, hrsg. H. Nohl, Tbingen 1907, p. 227. della metaIisica di scuola. Piuttosto, il compito della metaIisica e ora di chiarire con concetti che la Ionte di ogni positivita sta nell`ammissione di un ultrapotente aIIatto estraneo e di reperire, sempre con concetti, una mediazione tra Iinito e inIinito che non sia concentrata in un solo individuo, come avviene in Cristo, ma che appartenga di diritto a ogni uomo 6 . Altrettanto non assimilabile alla metaIisica intellettualistica e la Iunzione con cui la metaIisica viene proposta da Hegel all`interno del poderoso moto di rinnovamento spirituale e politico che egli descrive nel Irammento d`Introduzione alla Costitu:ione della Germania: se il soIIio di una vita migliore ha toccato questo tempo, il suo impulso si nutre dell`agire di grandi caratteri di singoli uomini, del movimento di interi popoli, della rappresentazione della natura e del destino da parte dei poeti 7 . Ma tutto questo non basta, perche all`agire del singolo o della comunita, cosi come all`attivita rappresentativa, manca ancora il suggello della necessita. E questo puo venire solo dalla metaIisica:dalla metaIisica le limitazioni ricevono i propri conIini e la loro necessita nella connessione dell`intero 8 . In questa sua veste rinnovata, la metaIisica ha quindi a che Iare sia con cio che e limitato sia con la totalita: essa assegna al limitato i conIini che esso non puo travalicare, ma al tempo stesso tale conIinamento non signiIica isolamento, ma, al contrario, proprio tracciando i conIini la metaIisica inserisce il Iinito e il limitato in una rete di relazioni necessarie che articolano la struttura della totalita. Se durante gli anni giovanili di vagabondaggio tra i bisogni subordinati degli uomini Hegel e stato sempre guidato, per sua esplicita ammissione, dall`impulso verso la scienza, ora e proprio in connessione con questi pensieri che tale impulso prende Iorma riIlessa per potersi conIigurarsi quale sistema 9 . In questo cammino verso un esito sistematico, la metaIisica viene a svolgere quel ruolo privilegiato che e attestato dall`attivita didattica di Jena. I corsi di logica e metaIisica portano questa intitolazione non come un semplice omaggio alle consuetudini accademiche, ma come adeguato riscontro della Iorma dualistica con cui ora Hegel presenta la prima parte del sistema. Come risulta con particolare evidenza dalla Reinschrift del 1804/05, la Logica svolge il compito d`introdurre alla MetaIisica mediante l`esposizione delle Iorme del pensiero Iinito, governate da una dialettica negativa che ne mostra l`intrinseca contraddittorieta. La Logica jenese e inIatti essenzialmente una logica dei rapporti`, proprio perche i modi astratti e diIettivi d`intendere la conoscenza vengono avviati a dissoluzione ponendo ogni determinazione Iinita in rapporto` a cio che essa, in quanto limitata, esclude da se. La distruzione della pretesa all`autosuIIicienza da parte del Iinito e cio che Hegel chiama Vernichten o dialektisches AuIheben, cui spetta di mediare il passaggio dalla Logica alla MetaIisica. Se la Logica e una logica dei rapporti Iiniti, si potrebbe dire, per converso, che la MetaIisica obbedisce a una logica della totalita. Di contro al sistema di limitazioni, elaborato dal Jerstand, e all`ammasso disgregato e conIuso della conoscenza empirica, la MetaIisica spezza e oltrepassa i modi diIettivi di conoscenza per ricostituire un intero di conoscenze in grado di esprimere la vita e la costituzione stessa dell`assoluto. Come si vede, in questo oltrepassamento, la particolare conIigurazione che qui riceve la MetaIisica hegeliana resta Iedele al piu antico, elementare signiIicato del termine, in quanto si pone-oltre (meta) un ambito di determinazioni unilaterali e Iinite. MetaIisica signiIica, quindi, attualizzare una diIIerenza e sapersi mantenere nel pensiero della diIIerenza per riconoscere un modo d`essere del mondo altro` da quello che popola immediatamente la coscienza Iinita. Non per creare un doppione del mondo Iinito, ma per liberare questo dalle limitazioni e mostrarlo per cio che esso e nella sua essenza, cioe inIinito.
6 Ibid. 7 G.W.F. HEGEL, Frhe Schriften, Werke, AuI der Grundlage der Werke von 1832-1845 neu edierte Ausgabe. Redaktion E. Moldenhauer u. Michel, Bd. 1, FrankIurt a.M. 1970, p. 458. 8 Ibid. 9 CIr. Briefe von und an Hegel, Bd. I, hrsg. v. J. HoIImeister, Hamburg 1952, pp. 59-60 (a Schelling, 2 nov. 1800). La MetaIisica, inIatti, sottrae i momenti dell`intero al procedere dialettico e al togliere (auIheben) dialettico 10 e muta le Iorme perennemente dileguanti della Iinitezza in determinazioni permanenti, trasIorma i momenti in principi assoluti 11 . Evidenziando Iin d`ora un tratto che rimarra caratteristico anche dell`architettura Iormale del sistema della maturita, l`oltrepassamento di qualcosa (in tal caso della Logica) non signiIica qui per Hegel la sua deIinitiva sparizione, ma al contrario: l`oltrepassamento e eIIettivamente tale proprio in quanto riesce, per cosi dire, a portare in salvo il contenuto della Logica dentro la MetaIisica, mediante una ripetizione che e al tempo stesso radicale trasIormazione. Scrive inIatti Hegel: la MetaIisica riIlette in se l`intera Logica 12 , solo che ora le determinazioni logiche non sono piu travagliate da un`alterna vicenda di apparizioni e sparizioni, ma sono rese idonee a esprimere contenuti che, non essendo da togliere, esprimono l`essere assoluto e l`essenza di tutte le cose 13 . La MetaIisica di Jena si trova cosi singolarmente in bilico tra il guscio esteriore, che riIlette ancora la scansione sistematica della metaIisica di scuola, e il contenuto che preannuncia alcuni tratti non secondari della Iutura Scien:a della logica. Non e diIIicile inIatti riconoscere nelle prime due sezioni in cui si articola la MetaIisica, lo schema della trattatistica d`ispirazione wolIIiana. La prima sezione, Il conoscere come sistema dei principi`, in cui Hegel espone i principi d`identita o di contraddizione, del terzo escluso e di ragion suIIiciente, corrisponde alla trattazione dei primi principi che, ad esempio, WolII aveva collocato all`inizio della sua Philosophia prima sive Ontologia. Nella seconda sezione, MetaIisica dell`oggettivita`, vengono trattati i temi tipici della Metaphvsica specialis, vale a dire psicologia, cosmologia e teologia razionale. La terza sezione, invece, MetaIisica della soggettivita`, apre un campo assolutamente nuovo rispetto alla metaIisica scolastica. Nella trattazione dell`io teoretico, dell`io pratico e dello spirito assoluto Hegel Ia posto alle acquisizioni speculative della IilosoIia kantiana e postkantiana, Iino a delineare nel concetto di spirito assoluto il vertice conclusivo raggiunto dal pensiero della propria eta. Ma, come si e detto, la MetaIisica jenese e una sorta di Giano biIronte e se questo e il volto con cui essa guarda al passato, per superarlo, non meno interessante e quello gravido del destino Iuturo. Le prime due sezioni preIigurano inIatti assai nettamente la parte che Hegel considerera la piu ardua della sua nuova logica, cioe la logica dell`essenza 14 . Il conoscere come sistema dei principi` contiene in nuce la trattazione delle Iuture determinazioni della riIlessione, mentre la MetaIisica dell`oggettivita` tratta delle relazioni dell`essenza, anche se ancora immerse nei loro substrati concreti rappresentati dall`anima, dalla monade e dall`essenza suprema. Ma il concludersi dell`itinerario metaIisico con la MetaIisica della soggettivita` contiene un`ulteriore, preziosa indicazione. Hegel ha qui dato Iorma e collocazione sistematica alla consapevolezza del posto privilegiato che spetta al principio superiore delleta moderna, che gli antichi, che Platone non conosceva 15 . Quel principio della soggettivita, la cui superiorita verra sancita dalla Scien:a della logica anche mediante il primato della logica soggettiva del concetto sulla logica dell`essere e dell`essenza.
10 G.W.F. HEGEL, Jenaer Svstementwrfen II. Fragment einer Reinschrift (1804-05), hrsg. von R.-P. Horstmann und J.H. Trede, Gesammelte Werke, Bd. 7, Hamburg 1971, p. 127. 11 Ibid. 12 Ivi, p. 128 13 Ibid. 14 G.W.F.HEGEL, Erster Teil, Die obfektive Logik, Erster Band, Die Lehre vom Sein (1832), hrsg. v. F. Hogemann u. W. Jaescke, Gesammelte Werke, Bd. 13, Hamburg 1985, pp. 48-49 (citata in seguiito con WdL IV). Sulla metamorIosi dell`ontologia tradizionale all`interno della logica hegeliana cIr. F. CHIEREGHIN, Dialettica dellassoluto e ontologia della soggettivita in Hegel. Dallideale giovanile alla Fenomenologia dello spirito, Trento 1980, pp. 163-217; A. DOZ, La logique del Hegel et les problemes traditionells de lontologie, Paris 1987; C.B. BOUTON, Ontologie et logique dans linterpretation hegelienne de Christian Wolff, 'Les Etudes Philosophiques, 37 (1996) pp. 241-260; J. D`HONDT, La critique hegelienne de Wolff, in De Christian Wolff a Louis Lavelle. metaphvsique et histoire de la philosophie, ed. par R. Theis et C. Weber, Hildesheim-Zrich-New York 1995, pp. 161-171; K. DE BOER, The Dissolving Force of the Concept. Hegels Ontological Logic, 'Review oI Metaphysics, 57 (2003-2004), pp. 782-822. 15 G.W.F. HEGEL, Jenaer Svstementwrfe III, hrsg, R.-P. Horstmann unter Mitarbeit v. J.H. Trede, Gesammelte Werke, Bd. 8, Hamburg 1976., p. 263. Uno degli aspetti che possono maggiormente sorprendere di questo stadio di elaborazione del metodo e delle strutture della prima parte del sistema e la constatazione che la dialettica e ancora ben lontana dall`avere quel rilievo ontologico e onnipervadente che avra nelle opere della maturita. Nella Reinschrift del 1804/05 la Iunzione della dialettica sembra conIinata all`interno della Logica, con un compito esclusivamente negativo e applicata dall`esterno sulle determinazioni dell`intelletto. Ma e proprio in contrasto con questa limitazione della dialettica che risalta il valore del metodo che sta nel Irattempo maturando all`interno della MetaIisica. Se si esamina il modo con cui Hegel procede alla trattazione degli oggetti della MetaIisica, emerge inIatti con particolare evidenza come egli compia qui le prime prove esplicite di quell`automovimento dei concetti che egli considerera come il proprio originale contributo all`elaborazione della Iorma scientiIica della IilosoIia. 2. Speculazione greca e metaIisica di scuola. Eppure tutto questo complesso e articolato disegno della prima parte del sistema e destinato a scomparire e a subire il ridimensionamento piu drastico proprio relativamente alla MetaIisica. Nell`individuare le ragioni di tale mutamento, e diIIicile commettere un errore di sopravalutazione del ruolo svolto dalla Fenomenologia. A ben vedere, il problema che Hegel non aveva ancora aIIrontato in tutta la sua portata era la messa a Iuoco del punto generatore del dualismo di logica e metaIisica e questo null`altro e che il principio della soggettivita cosi come esso si presenta nella sua maniIestazione piu elementare: la coscienza. Se e vero, come riIerisce Rosenkranz 16 , che Hegel andava via via sviluppando nelle lezioni jenesi introduttive al sistema il concetto dell`esperienza che la coscienza compie di se stessa, e evidente che la problematica caratteristica della Fenomenologia non solo gli si imponeva sempre piu come necessaria, ma doveva anche Iinire per soppiantare la logica nella sua Iunzione d`introduzione al sistema. Non migliore era la sorte che toccava alla metaIisica. La coscienza, che Hegel pone come protagonista dell`itinerario Ienomenologico, e la Ionte di ogni dualismo, in qualunque ambito esso si produca: nei modi di conoscere, nell`eticita, nella cultura, nella moralita, nella religione e, non da ultimo, nella metaIisica, quando questa si costituisce all`interno di un orizzonte ontologico scisso tra Iinito e inIinito, transeunte ed eterno, contingente e immutabile. Dopo la Fenomenologia, per una simile metaIisica non c`e piu posto: essa non e che una delle maniIestazioni del modo alienato d`intendere la relazione tra il pensiero e l`essere, maniIestazioni di cui la coscienza ha Iatto esperienza sia del loro limite interiore sia della necessita di essere oltrepassate. La coscienza e cosi la spada che, mentre Ierisce, e anche quella che guarisce, perche mentre produce le scissioni e anche il principio in grado di sormontarle, educandosi cosi alla dura disciplina del cammino che la conduce al sapere assoluto. La liberazione dall`opposizione della coscienza e inIatti la condizione del sorgere della nuova Scien:a della logica, la quale occupa ora in modo esclusivo l`intera prima parte del sistema. Se si conIronta il ruolo svolto dalla metaIisica nei tentativi sistematici jenesi con le dichiarazioni intorno alla metaIisica presenti nella Scien:a della logica e nelle opere della maturita e diIIicile sottrarsi sulle prime a un`impressione di ambiguita. Da un lato la metaIisica non occupa piu alcuna parte autonoma accanto o all`interno della nuova logica e, se ci si riIerisce al sistema nel suo complesso, cosi come si presenta nelle tre successive edizioni dell`Enciclopedia, nel pur ampio ventaglio di scienze IilosoIiche` che Hegel vi accoglie, per la metaIisica non c`e alcun posto. Se essa vi compare col suo nome speciIico, e solo nei preliminari, dov`e presa in esame come la prima posizione del pensiero rispetto all`oggettivita. Qui e Iatta oggetto di una trattazione di notevole rilievo storico-speculativo, ma sta, per cosi dire, sulla soglia del sistema, senza svolgervi un ruolo direttamente costruttivo quale scienza IilosoIica, come vedremo Ira poco.
16 K. ROSENKRANZ, G.W.F. Hegels Leben, mit einer Nachbemerkung zum Nachdruck 1977 v. O. Pggeler, Darmstadt 1977, p. 202. Si potrebbe pensare, quindi, che Hegel si limiti a registrare il Iatto che quello che prima si chiamava metaIisica e stato, per cosi dire, estirpato Iin dalle radici, ed e scomparso Ira le scienze 17 . D`altro canto, pero, proprio il sistema hegeliano puo essere visto come il luogo non solo della morte della metaIisica, ma anche, se non certo della sua restaurazione, almeno della sua trasIigurazione 18 . Su questo punto le aIIermazioni di Hegel non sono meno perentorie: nella Scien:a della logica egli aIIerma che tutta questa prima parte del sistema coincide con la metaIisica, costituisce la vera e propria metaIisica ossia la pura IilosoIia speculativa 19 ; nell`Enciclopedia di Heidelberg aIIerma che la logica, nel signiIicato essenziale di IilosoIia speculativa, prende il posto di cio che gia Iu chiamato metafisica 20 e nelle due successive edizioni egli ripete che la logica coincide percio con la metafisica, con la scienza delle cose colte in termini di pensiero 21 . Ma di quale metaIisica si tratta? Quale metaIisica puo legittimamente aspirare a identiIicarsi con la nuova logica hegeliana? Introducendo l`esame della Prima posizione del pensiero rispetto all`oggettivita, sottotitolata appunto MetaIisica, Hegel aIIerma che ogni IilosoIia nel suo inizio, ogni scienza, anzi anche il quotidiano operare della coscienza vive nella Iede che il pensiero possa rivolgersi direttamente agli oggetti e conoscerli nella loro verita. Tale Iede e ingenua, perche e priva della coscienza dell`opposizione che il pensiero ha sia al proprio interno sia rispetto a cio che appare altro da esso. A partire da tale mancanza e all`interno di questa Iede immediata, la metaIisica produce una grande biIorcazione ed e suscettibile di due esiti notevolmente diversi, se non addirittura opposti: essa puo essere tanto un IilosoIare speculativo autentico secondo il suo contenuto, quanto anche puo indugiare in determinazioni di pensiero finite, cioe nell`opposizione non ancora risolta 22 . Se si dovessero individuare le posizioni storicamente determinate che corrispondono ai due rami della biIorcazione, credo che il primo ramo possa essere Iatto corrispondere al pensiero greco, mentre il secondo si riIerisce alla metaIisica come si e conIigurata nella scolastica medioevale, dal VI al XVI secolo, e nelle sue rielaborazioni presenti nel pensiero rinascimentale e moderno, Iino alla scolastica dell`illuminismo 23 . I caratteri generali della metaIisica di questo secondo ramo dipendono dall`adozione della semplice prospettiva dellintelletto riguardo agli oggetti della ragione 24 . Anche se tale metaIisica e animata dalla giusta convinzione che cio che e, in quanto viene pensato, viene conosciuto in se 25 , in realta e il modo di pensare che essa adotta a essere del tutto insuIIiciente. Dominata dalla logica del Jerstand, quella metaIisica ha a che Iare unicamente con astrazioni governate dal principio d`identita, enIatizza la struttura Iormale del giudizio, mediante il quale pretende di determinare con predicati la natura dell`assoluto, si appoggia a rappresentazioni bell`e Iatte dei suoi oggetti speciIici (l`essere, l`anima, il mondo, Dio), restando nell`ignoranza quanto alla loro genesi che si e prodotta in altre epoche, ben piu Iamiliari con la libera autodeterminazione del pensiero. Questa e la metaIisica che Hegel di volta in volta qualiIica con aggettivi non sempre urbani: alte, vormalige, gewhnliche, abstracte, Iormelle, unbeIangene, schieIe, grassierende Metaphysik. Con tale metaIisica, la speculazione greca del primo ramo della biIorcazione non ha nulla da spartire: nella IilosoIia speculativa l`intelletto e certo un momento, ma un momento nel quale non Iermarsi. Platone non e certo un metaIisico di tal sorta e Aristotele ancora meno, anche se si e soliti
17 WdL IV, p. 5. 18 Sul carattere della metaIisica hegeliana cIr. J. KREINES, Hegels Metaphvsics. Changing the Debite, 'Philosophy Compass, 1/5, 2006, pp. 466-480. 19 Ivi, p. 7. 20 Enz. A, 18. 21 G.W.F. HEGEL, En:vclopdie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse (1830), hrsg. v. W. Bonsiepen und H.-C. Lucas, Gesammelte Werke, Bd. 20, Hamburg 1992, 24. Citata in seguito con Enz. C. 22 Ivi, 27 23 CIr. D. PTZOLD, Hegels Metaphvsikbegriff im Lichte seiner Darstellung der aristotelischen und der scholastischen Metaphvsik, in Metaphvsik nach Kant?, hrsg. v. D. Henrich u. R.-P. Horstmann, Stuttgart 1988, pp. 602-619. CIr. Anche W. SCHULZ, Hegel und das Problem der Aufhebung der Metaphvsik, in M. Heidegger :um sieb:igsten Geburtstag. FestschriIt, Tbingen 1959, pp. 67-92. 24 Enz. C 27 25 Ibid. credere il contrario 26 . E questo dipende dal Iatto che per quanto riguarda il pensiero libero, la IilosoIia greca pensava liberamente, e invece la scolastica no 27 . La sottolineatura di questa netta demarcazione viene operata da Hegel (se non erro) anche da un punto di vista lessicale. Relativamente alla speculazione greca, inIatti, egli e molto guardingo nell`uso del termine metaIisica, ben consapevole dell`origine non aristotelica del termine, ma soprattutto non usa, per qualiIicarla, semplicemente l`aggettivo alte, come gli accade di Iare per la metaIisica intellettualistica, ma la sua Iorma comparativa lter o addirittura superlativa lteste. Cosi, ad esempio, quando nella Scien:a della logica egli deve Iare risaltare la proIondita con cui il pensiero greco ha concepito lo spirito e il pensiero rispetto alla vuotezza sia della vecchia metaIisica sia della prospettiva kantiana, egli Ia uso del comparativo e parla di wahrhaIt spekulativen Ideen lterer Philosophen 28 o di tieIeren Ideen lterer Philosophie 29 , a cui si puo aggiungere l`uso del superlativo nella nota aIIermazione, contenuta in una delle introduzioni ai corsi jenesi e conservataci da Rosenkranz, dove Hegel aIIerma: Non vi prometto nulla di nuovo; i miei sIorzi IilosoIici sono invece diretti alla restaurazione in senso proprio della piu antica eta (das lteste Alte), libera dai Iraintendimenti in cui e stata Iatta precipitare dalla non IilosoIia dei tempi piu recenti 30 . Si deve allora concludere che la metaIisica che egli Ia coincidere con la sua nuova logica sia una qualche Iorma di restaurazione della IilosoIia greca, platonica e, soprattutto, aristotelica? Credo di no, e per una ragione molto semplice: non c`e alcun appiglio nel pensiero greco per una coincidenza della metaIisica con la logica cosi com`e intesa da Hegel. Nei grandi pensatori greci si dispiega un IilosoIare che, secondo il contenuto, e speculativamente autentico, perche il pensiero che essi ritenevano espressivo della struttura dell`essente, era un pensiero razionale e non intellettualistico, concreto e non Iormale, libero e non asservito a rappresentazioni date. Ma questo ancora non basta per legittimare compiutamente la trasIigurazione` della metaIisica in logica che Hegel persegue. Per arrivare a tanto era necessario operare non solo sul contenuto, ma anche sulla Iorma e sviluppare l`opposizione che il pensiero presenta sia dentro di se sia nei conIronti di cio a cui si rapporta. Ma per portare a compimento anche questo lato del lavoro dello spirito doveva imporsi sulla scena del mondo il potere soverchiante del principio della soggettivita, ignoto agli antichi e rosa e croce della modernita. Di qui deriva il ruolo centrale che riveste per l`impresa hegeliana il pensiero di Kant. Quando Hegel aIIerma: la IilosoIia critica aveva per vero gia trasIormato la metafisica in logica 31 , indica nella svolta trascendentale di Kant non solo l`antecedente immediato e imprescindibile di cio che egli presenta come Scien:a della logica, ma anche l`indicazione di un processo metodico che poteva colmare la lacuna presente nel pensiero greco. Kant, inIatti, ha sottoposto ad esame le forme del pensiero e la loro pretesa di verita, sviluppando non solo l`opposizione tra oggettivita e soggettivita, ma anche (in particolare nella trattazione delle idee della ragione) il tessuto di opposizioni da cui le Iorme del pensiero sono travagliate al loro interno. Ma e proprio qui, nel punto che puo apparire di maggior vicinanza tra i due pensatori, che s`impone anche la diIIerenza piu radicale nel cammino di trasIormazione della metaIisica in logica. Come si sa, l`accusa che Hegel muove a Kant e di essere rimasto prigioniero dell`opposizione tra soggettivita e oggettivita e invece di sviluppare e estendere le contraddizioni individuate nelle idee della ragione a tutte le determinazioni di pensiero, le ha bloccate nella loro Iinitezza davanti all`abisso invalicabile della cosa in se. Come valutazione riassuntiva di questo aspetto del pensiero kantiano, ci si puo riIerire alla perentoria aIIermazione dell`Enciclopedia:La IilosoIia kantiana puo essere considerata piu determinatamente come quella che ha concepito lo spirito come coscienza e che contiene aIIatto soltanto determinazioni della
26 G.W.F. HEGEL, En:vclopdie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse (1830), Werke cit., Bd. 8, 36 Zusatz, p. 106. 27 Ivi, 31 Zustaz, p. 98. 28 G.W.F. HEGEL, Wissenschaft der Logik, zweiter Band, Die subfektive Logik. Die Lehre vom Begriff (1816), hrsg. v. F. Hogemann und W. Jaeschke, Gesammelte Werke, Bd. 12, Hamburg 1978, p.194. Citata in seguito con WdL III. 29 Ivi, p.195. 30 K. ROSENKRANZ, Hegels Leben cit., p. 192. 31 WdL IV, p. 35 Ienomenologia, non della IilosoIia dello spirito 32 . Cio signiIica: il principio della soggettivita, elaborato lungo il corso del pensiero moderno e giunto al grado di maturazione caratteristico della IilosoIia kantiana, e ancora insuIIiciente. Esso vi si conIigura come coscienza, non ancora come spirito, ed e quindi irretito all`interno di tutte le Iorme di opposizione e di dualismo che Hegel ha aIIrontato e sormontato nella Fenomenologia dello spirito 33 . Nec tecum nec sine te potrebbe essere dunque il motto che contrassegna il rapporto di Hegel ai greci e a Kant: i primi hanno elaborato il lato speculativo del contenuto del pensiero, il secondo, sebbene in maniera del tutto insuIIiciente, il lato speculativo della Iorma. Una volta liberato il pensiero, mediante il percorso Ienomenologico, dal terrore del mondo oggettivo, puo avere libero corso la coincidenza di Iorma e contenuto, di logica e metaIisica. La logica contiene ora il pensiero in quanto e insieme anche la cosa in se stessa, oppure la cosa in se stessa in quanto e insieme anche il puro pensiero 34 . Hegel riconosce che questo risultato e stato reso possibile dalla completa trasIormazione che da venticinque anni e presso di noi avvenuta nel pensiero IilosoIico e che riIlette anche nella struttura della Scien:a della logica lo spirito nuovo che e sorto per la scienza non meno che per la realta 35 . Poiche queste parole Iurono scritte da Hegel nel 1812, egli accenna evidentemente a un punto della storia d`Europa che, se interpretato con un eccesso, Iorse, di pedanteria cronologica, puo essere Iatto coincidere con la seconda edizione della Critica della ragion pura nel 1787 e con la convocazione in Francia dell`assemblea dei notabili, il 22 Iebbraio dello stesso anno, dalla quale prende inizio propriamente il processo rivoluzionario. Una rivoluzione scientiIica e una rivoluzione politica, dominate entrambe dall`idea di liberta, si pongono cosi all`origine di un arco di tempo, breve ma straordinariamente denso di eventi storici decisivi, dal quale Hegel trattiene, per trascriverlo in chiave concettuale, tutto cio che impone una radicale trasIormazione delle Iorme logiche elaborate da una tradizione IilosoIica piu che bimillenaria. A conclusione di tale processo Hegel puo aIIermare: secondo la mia concezione della logica, l`elemento metaIisico cade senz`altro completamente all`interno di essa 36 . 3. Il carattere anticipatorio della nuova metaIisica. Se la logica coincide con la metaIisica, perche Hegel ha preIerito il primo termine, non meno gravido di ambiguita e di eredita storica del secondo? Per tentare una risposta, occorre sottolineare innanzitutto che il mantenersi e il conservarsi dell`elemento metaIisico nell`elemento logico non e una mera questione terminologica che serva a chiudere i conti con una parola veneranda della tradizione IilosoIica. Si tratta, al contrario, di un punto decisivo del pensiero hegeliano. Cosi come esiste un istinto logico che tiene in suo potere il nostro pensiero ed e custodito dal linguaggio, altrettanto vi e una metaIisica naturale che ci domina come una potenza assoluta: MetaIisica inIatti non vuol dir altro che il campo delle determinazioni universali di pensiero, quasi la rete adamantina in cui noi trasIeriamo ogni materiale e cosi soltanto allora cominciamo a renderlo intelligibile. Ogni coscienza colta ha la sua metaIisica, il pensiero istintivo, la potenza assoluta in noi di cui diventiamo padroni soltanto quando la Iacciamo oggetto della nostra conoscenza 37 . Che poi il concepire la propria logica come metaIisica non sia una questione riservata alle battute introduttive al sistema lo mostra un passo della Scien:a della logica, dove Hegel tratta della qualita` all`interno dell`essere determinato`. Esaminando il concetto d`individuo, Hegel aIIerma che esso e certamente qualcosa di piu di cio che e limitato da ogni parte, ma nella metafisica dellessere l`individuo non
32 Enz C, 415 Anm. 33 CIr. J. KREINES, Between the Bounds of Experience and Divine Intuition. Kants Epistemic Limits and Hegels Ambitions, 'Inquiry, 50 (2007), pp. 306-334. 34 WdL IV, p 33. 35 Ivi, pp. 5, 6. 36 G.W.F. HEGEL, Ueber den Jortrag der philosophischen Jorbereitungswissenschaften auf Gvmnasien. Privatgutachten an Immanuel Niethammer vom 23. Oktober 1812, in Gesammelte Werke, Bd. 10/I-II, Nrnberger Gvmnasialkurse und Gvmnasialreden (1808-1816), hrsg. v. K. Grotsch, Hamburg 2006, pp. 823-832, qui 825. 37 G.W.F. HEGEL, En:vclopdie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse (1830), Werke, Bd. 9, 246 Zusatz, p. 20. e se non un che di determinato 38 . Che Hegel chiami metaIisica una sezione della propria Logica (qui la logica dell`essere) e Iorse un apax legomenon: resta comunque un indizio signiIicativo di quanto il carattere metaIisico della logica Iosse per lui tutt`altro che secondario. Ma allora, perche l`esclusione di questa parola quale intitolazione della prima parte del sistema? Si puo ipotizzare che la parola stessa non Iosse piu adeguata a esprimere la vera e propria trasIigurazione della metaIisica che qui Iinalmente e possibile cogliere in piena luce. Nel suo coincidere con la logica, la metaIisica viene ad assumere un signiIicato radicalmente distinto da tutti quelli che si erano dati storicamente. Tradizionalmente, pur nelle declinazioni piu diverse, non era mai venuta meno la convinzione che alla metaIisica spettasse di occuparsi di un campo di oggetti che vengono comunque dopo o al di la (meta) rispetto agli oggetti di esperienza, quindi del soprasensibile rispetto al sensibile quale si da nel nostro primo accesso al mondo. Ma ora, in Hegel, se si vuole rispettare l`etimo della parola, quali mai dovrebbero essere i ta phvsika nei cui conIronti il sapere metaIisico verrebbe a porsi come meta? Se ci si attiene a quanto Hegel aIIerma, la rete adamantina` dei concetti di cui e intessuta la metaIisica, e qualcosa che si presenta non dopo (meta) il mondo della natura Iisica e dello spirito, ma prima di essi (in greco si dovrebbe usare la preposizione pro). Pertanto, il nome adeguato a questo mutamento di prospettiva non dovrebbe essere piu meta-Iisica, quanto piuttosto (se mi si passa il neologismo) pro-Iisica. Si comprende cosi meglio l`aIIermazione hegeliana secondo cui Kant aveva gia trasIormato la metaIisica in logica. Se per Kant la metaIisica e conoscenza pura per concetti, tali concetti non sono generalizzazioni dell`empirico ne sono astratti dall`esperienza; in una parola, essi non vengono dopo l`esperienza, ma prima di essa, sono le pure Iorme a priori che anticipano ogni esperienza e ne condizionano la possibilita. E tuttavia questo richiamo a Kant risulterebbe del tutto Iuorviante se non si ribadisse ancora una volta che il venir-prima` della logica hegeliana scaturisce proprio dal superamento dell`a priori, cosi com`era concepito da Kant, vale a dire come contrapposto all`empirico e dotato di valore conoscitivo solo per il Ienomeno. E dunque sempre la Iunzione e il ruolo della Fenomenologia a essere in primo piano per la comprensione del destino della metaIisica in Hegel. Vi e inIatti un aspetto per cui la logica hegeliana puo a buon diritto chiamarsi metaIisica ed e il suo essenziale venir-dopo la Fenomenologia. Se, come si e ora ricordato, la metaIisica si e sempre costituita come un sapere di oggetti che oltrepassano l`esperienza immediata del mondo, allora la Scien:a della logica e metaIisica, perche presuppone la liberazione dall`opposizione della coscienza e ha quindi nello sterminato campo delle esperienze della coscienza i suoi ta phvsika, nei cui conIronti porsi oltre, meta. Ma e altrettanto vero che quella liberazione e stata resa possibile, guidata e sorretta sotterraneamente, come dalle sue potenze inIere, proprio dall`elemento logico. Usando con la dovuta prudenza il lessico kantiano, ma con evidente rimando ad Aristotele, si potrebbe dire che il percorso della Fenomenologia e la ratio cognoscendi dell`elemento logico, mentre l`elemento logico e la ratio essendi del percorso Ienomenologico: cio che viene dopo ed e meta rispetto al conoscere e il prius o cio che e pro rispetto all`essere. Questa duplicita, che e insieme complementarieta, si presenta sia pure in Iorma diversa anche all`interno della stessa organizzazione sistematica. C`e un`aIIermazione in questa direzione nella parte conclusiva della Scien:a della logica che puo essere compresa appieno solo alla luce dei tre sillogismi che concludono l`Enciclopedia. Hegel vi sostiene la perIetta equiparazione tra la veduta che pone la logica prima della natura e dello spirito (corrispondente al primo sillogismo) e la veduta che la pone come ultima dopo la via percorsa dalla natura e dallo spirito (corrispondente al secondo sillogismo): la logica ha questa via gia dietro a se (hinter sich) o anzi, che e lo stesso, davanti a se (vor sich); dietro a se, in quanto si prenda la logica come scienza ultima, davanti a se in quanto la logica si prenda come quella scienza prima dalla quale, soltanto, l`idea passa nella natura 39 . Col senno enciclopedico di poi, si potrebbe aggiungere che l`anteriorita vera e propria della logica (e quindi la sua trasIigurazione da meta-Iisica in pro-Iisica) e quella che si presenta nel terzo
38 WdL IV, p. 101 (corsivo mio). 39 WdL III, p. 198. sillogismo, dove essa, come ragione che conosce se stessa, e l`elemento mediatore dal cui interno dirimersi sorgono sia la natura sia lo spirito 40 . Per avere la misura del peso ontologico che viene ad avere in Hegel questo carattere anticipatorio della metaIisica, e suIIiciente richiamare le due note metaIore con cui egli delinea il senso e la portata della sua Logica. L`una aIIerma che il contenuto della logica e la esposi:ione di Dio, comegli e nella sua eterna essen:a prima della crea:ione della natura e di uno spirito finito 41 . L`altra aIIerma che il sistema della logica e il regno delle ombre, il mondo delle semplici essenzialita, libero da ogni concrezione sensibile. Lo studio di questa scienza, la dimora e il lavoro in questo regno delle ombre, e l`assoluta educazione e disciplina della coscienza 42 . Apparentemente, anche se Iormulate a poche pagine di distanza l`una dall`altra, le due metaIore sembrano in contrasto Ira loro: all`immagine cara al neoplatonismo cristiano della natura archetipa di Dio, alla cui essenza appartengono i modelli ideali che esistono prima della creazione del mondo naturale e dello spirito, Ia da controcanto l`immagine che rinvia all`eticita greca di un mondo notturno popolato da ombre, da esangui e pallide parvenze di qualcosa che viene dopo cio che e stato realmente esistente 43 . Credo tuttavia che, se questo rimando dell`immagine delle ombre alla grecita e corretto, il contrasto possa essere almeno in parte risolto. Se si va a quanto Hegel ha espresso nella sezione Lo spirito vero` della Fenomenologia, troviamo che l`ombra irreale ed esanime 44 , abitatrice dell`Ade, appartiene in realta ai Penati, e l`individuo puriIicato da ogni accidentalita e concrezione sensibile, sottratto alla dispersione nell`esteriorita e che ha valore come qualcosa di universale e totale, perche in esso tutti i membri della Iamiglia s`identiIicano e si riconoscono. Ma c`e di piu: questo apparente venir-dopo dell`individualita universalizzata delle ombre, esercita un potere determinante e ontologicamente primario sul cosiddetto mondo reale. Il mondo notturno e sotterraneo delle ombre e il luogo dove vige la legge divina e proprio per questo, a dispetto della sua apparente debolezza, esso e il nascosto Iondamento di tutto cio che si dispiega alla luce del giorno sotto il governo dalla legge umana: lo spirito maniIesto ha dunque la radice della propria Iorza nel mondo sotterraneo 45 . Anche il regno delle ombre dei greci, come l`eterna essenza del Dio cristiano prima della creazione, e quindi qualcosa che viene ontologicamente prima e che sta a Iondamento del mondo naturale e spirituale. E l`attraversamento del regno delle ombre, come avviene nella Commedia di Dante, e la dura e malagevole disciplina mediante cui la coscienza si educa a uno sguardo assoluto sull`assoluto. 4. Conclusione. In conclusione, possiamo chiederci: il carattere anticipatorio che la metaIisica, cosi trasIigurata, viene ad assumere e che pote venire alla luce solo grazie al compiuto sviluppo del principio della soggettivita, conserva ancora un senso per noi oggi? C`e qualche direzione di ricerca in cui la logica, come pro-Iisica, anticipa la comprensione che possiamo avere di determinati ambiti di realta e puo Iornire ancora un aiuto per la loro intelligibilita? Credo che la risposta possa essere aIIermativa secondo una pluralita di direzioni, tra le quali vorrei accennare solo ad una che concerne molto da vicino la nostra soggettivita.
40 Enz C, 577. 41 WdL IV, p. 34 42 Ivi, 42. 43 Impiegando l`espressione Schattenreich Hegel si riIerisce, nelle Le:ioni sullestetica, all`espressione Schattenland che compare nella poesia di Schiller Das Ideal und das Leben. Il commento che egli ne Ia riecheggia comunque chiaramente le pagine della Fenomenologia (cIr. G.W.F. HEGEL, Jorlesungen ber die Aesthetik I, Werke cit., Bd. 13, p. 207; vedi anche pp. 18-19, 61. 44 G.W.F. HEGEL, Die Phnomenologie des Geistes, hrsg. von W. Bonsiepen und R. Heede, Gesammelte Werke, Bd. 9, Hamburg 1980, p. 244. 45 Ivi, 258. Se si guarda alla Scien:a della logica nel suo insieme, essa presenta alcuni caratteri generali che la contraddistinguono in modo peculiare. Essa e costituita essenzialmente da processi, i cui caratteri dominanti sono la circolarita e la ricorsivita. InIatti le Iorme e i modi in cui i processi si maniIestano, una volta venuti alla luce, non vanno perduti, ma risultano ripetibili e sovrapponibili a varie scale e livelli. Ne risulta una connettivita globale, in cui il tutto compenetra simultaneamente ogni proprio livello. La processualita mostra inoltre di essere essenzialmente autoorganizzazione, nel senso che i momenti dei diversi processi si Iormano per costruzione endogena e non per aggiunte dall`esterno di nuove strutture (Kant direbbe: per intussusceptionem e non per appositionem). L`autoorganizzazione, a sua volta, procede attraverso due movimenti intrecciati: il primo va dal massimo consentito di esteriorita tra i costituenti dei livelli inIeriori Iino al massimo di interiorita e di potenza connettiva dei livelli superiori; il secondo movimento prevede invece che ciascun livello retroagisca sia su se stesso sia sui precedenti. Cio Ia si che i costituenti di ogni livello trasIormino e modulino continuamente se stessi attraverso il processo globale. La retroazione e essenziale, perche mentre sembra chiudere in maniera circolare la processualita intrinseca a un determinato livello, in realta trasIorma il livello stesso e riapre cosi il processo. InIatti, una volta che un livello e i suoi costituenti rivolgono su di se le dinamiche che sono loro proprie, essi ne escono trasIormati e non sono piu quelli di prima. La chiusura di un ciclo e percio intrinsecamente proiettiva e predittiva di un movimento ulteriore (il presente e, leibnizianamente, gravido di Iuturo). La regola in base a cui cio avviene e semplice e vale su ogni livello: e il principio della 'negazione determinata, il vero e proprio motore di ogni processualita. Le interazioni tra i singoli componenti del sistema, invece, non sono semplici ne sempliIicabili, ma sono speciIiche per ogni livello. Ciascuna determinazione, in quanto e in rapporto negativo con il proprio altro, attiva una serie di dinamiche speciIiche, esponendosi a tutte le trasIormazioni consentite dal suo livello di appartenenza. Essa sviluppa cosi da se una disuguaglianza o una diIIerenziazione intrinseche, le quali Iiniscono per mettere in crisi la sua conIigurazione iniziale. Questo momento di crisi non da per risultato semplicemente la sua nientiIicazione, ma l`emergere di una nuova determinazione, arricchita, rispetto alla precedente, dall`apporto della sua multiIorme relazione all`alterita. L`organizzazione che cosi risulta e da un lato di natura gerarchica, nel senso che i diversi livelli, pur distinti per Iunzioni e dinamiche, non si ripartiscono lo spazio delle varie Iasi in moduli separati, ma risultano incastonati gli uni negli altri dal piu semplice al piu complesso. Al tempo stesso, pero, gerarchia non signiIica che la Iorza che regge l`organizzazione sia piu concentrata in alcuni punti e meno in altri. Essa e egualmente distribuita ovunque, tanto che ogni parte componente e in grado di dare inIormazioni relative al sistema nel suo insieme. Proprio perche le interazioni sono cosi pervadenti, ogni punto dell`intero e equipotente e l`intero stesso si presenta come pienamente strutturato. La stabilita strutturale, inIine, va di pari passo con la chiusura organizzativa dell`insieme, dove chiusura` non signiIica aIIatto indisponibilita al rapporto ad altro. Come in un organismo vivente la stabilita interna e la precisa deIinizione dei propri conIini costituiscono la condizione della sua apertura all`ambiente, altrettanto vale per la totalita logica. Stabilita e chiusura, lungi dal mantenerla segregata dal mondo, sono la condizione della sua apertura al mondo della natura e dello spirito. Se queste caratteristiche delineano con suIIiciente approssimazione la peculiarita della logica hegeliana, esse possono contenere un`indicazione interessante della sua capacita anticipatrice. Ma per potere rendere esplicita tale indicazione devo prima chiedere perdono ai miei cortesi uditori e lettori per quello che potrebbe apparire come un riprovevole gioco di prestigio. Le espressioni che ho impiegato per delineare i caratteri generali della Scien:a della logica non sono Iarina del mio sacco, ma sono citazioni, o dirette o paraIrasate, tratte da testi di W.J. Freeman, di G.M. Edelman, di A.R. Damasio e di altri neuroscienziati, mediante le quali essi illustrano l`assetto e le dinamiche del cervello. Nei conIronti degli esperti di Hegel, posso solo sperare nella loro indulgenza se con quest`operazione mi sono esposto a un Iraintendimento radicale del pensiero logico hegeliano. Relativamente agli scienziati, conIido nell`altissima improbabilita che i loro occhi possano cadere su queste mie parole, per evitare d`incrementare la loro proverbiale diIIidenza verso la IilosoIia. Se invece i caratteri della Scien:a della logica che ho cercato di evidenziare non sono estranei al signiIicato complessivo di quest`opera e se per illustrarli sono tornate buone espressioni concettuali che vengono impiegate per descrivere le strutture e le dinamiche del cervello, questo potrebbe signiIicare che la natura del pensiero (com`e stata esplorata da Hegel) e i caratteri Iormali delle dinamiche neuronali (messe in luce dalla ricerca contemporanea) potrebbero non essere realta inconIrontabili Ira loro 46 . In altre parole, il modo in cui Hegel intese la processualita del logos, la sua capacita di calarsi negli interstizi che separano in modo sempre piu Iine struttura da struttura e insieme il colpo d`occhio costantemente rivolto alla connettivita globale dell`intero possono contenere aiuti e indicazioni preziosi per una presa concettuale sempre piu precisa e coerente delle delicate e complesse articolazioni dell`attivita cerebrale. Se cosi Iosse, la trasIigurazione della metaIisica operata da Hegel continuerebbe a oIIrire una non trascurabile testimonianza della sua eIIicacia anticipatrice.
46 Tra i non molti studi dedicati a questa relazione, una posizione di rilievo hanno quelli di Catherine Malabou, che ravvisano nel concetto di plasticite` quale organisation spontanee des Iragments il possibile trait-d`union tra l`autoorganizzazione del pensiero hegeliano e quella des circuits neuronaux (cIr. in particolare Lavenir de Hegel. Plasticite, temporalite, dialectique, Vrin, Paris 1996 e La plasticite au soir de lecriture. Dialetique, destruction, deconstruction, Editions Leo Scheer, Clamecy 2005).