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Morte e trasIigurazione della metaIisica in Hegel.

1. Le avventure della metaIisica dagli scritti giovanili a Jena.


Se si abbraccia con un unico sguardo l`insieme dei tentativi di costruzione sistematica
sperimentati da Hegel, credo sia abbastanza agevole riconoscere che, a partire dai primi annunci di
un sistema, collegati all`attivita didattica a Jena, Iino alla pubblicazione dell`Enciclopedia di
Heidelberg, la parte del sistema che ha subito la rivoluzione piu proIonda e la prima, quella che
nella sua versione deIinitiva prende il nome di Scien:a della logica. Al centro di tale rivoluzione,
come si sa, vi e il ruolo svolto dalla MetaIisica e dalla sua relazione alla Logica. Nel corso
dell`evoluzione sistematica, Hegel passa inIatti da una logica, con Iunzione critica e introduttiva, il
cui destino e di essere annientata, a una scienza della logica, cui e attribuita addirittura la dignita
di teologia speculativa
1
; da una metaIisica come scienza, alla sua sparizione come parte
relativamente autonoma del disegno sistematico. Anche se a Heidelberg e poi a Berlino per 13 anni
Hegel ha continuato a tenere corsi di Logica e metaIisica`, e chiaro che questa intitolazione si
uniIormava agli ordinamenti didattici, ma non riIletteva il contenuto del suo insegnamento, durante
il quale veniva esposta unicamente la logica, quale vera e propria IilosoIia speculativa`.
A questo risultato Hegel perviene in virtu di un percorso che in alcuni suoi tratti caratteristici si
trova gia anticipato negli scritti del periodo giovanile. Nonostante che in essi i riIerimenti alla
metaIisica siano abbastanza scarsi, e tuttavia possibile ricostruire una parabola signiIicativa che va
da un`iniziale indiIIerenza o riIiuto della metaIisica Iino al riconoscimento di un suo compito
speciIico o addirittura egemonico nella costruzione del sapere IilosoIico, soprattutto in vista
dell`eIIicacia con cui questo puo operare sul piano pratico. Com`e attestato dagli Ex:erpte
2
, Hegel si
Iamiliarizza ben presto con la metaIisica della tradizione accademica. Questa costituiva la parte
speciIicamente teoretica o speculativa della IilosoIia che aveva a oggetto la costituzione interna e
universale delle cose e si articolava in ontologia, cosmologia, monadologia, pneumatologia e
teologia razionale. Da quel paziente e inIaticabile raccoglitore d`inIormazioni che era, Hegel
comincia Iin dagli anni di Stoccarda a assimilare il primo nucleo di quella considerazione astratta e
intellettualistica degli oggetti della ragione che nell`Enciclopedia occupera buona parte
dell`esposizione della prima posizione del pensiero rispetto all`oggettivita.
Nei conIronti di questa metaIisica di scuola Hegel maniIesta indiIIerenza o, piu ancora, riIiuto.
Come prodotto dell`intelletto raziocinante, essa e proprio cio di cui dichiara di non volersi occupare
e che intende tenere ben lontana dalle indagini che egli conduce sulla religione popolare
3
. La
metaIisica intellettualistica costituisce una sorta di sistema della tranquillita, il quale, anche se si
presenta come il grande e alto ediIicio della conoscenza di Dio, dei doveri umani e della natura
4
,
e ben lontano dal potere soddisIare i piu autentici bisogni pratici dell`uomo. Tuttavia, mano a mano
che le meditazioni giovanili si arricchiscono di temi speculativi e traggono linIa dal conIronto
critico con gli sviluppi della IilosoIia postkantiana, e possibile registrare alcuni signiIicativi
mutamenti nella valutazione della metaIisica e della sua Iunzione.
Quando nella PreIazione allo scritto sulla positivita della religione cristiana Hegel riconosce che
la ricerca intorno al nesso tra Iinito e inIinito (che costituisce l`essenza della religione), condotta a
Iondo con concetti, Iinirebbe nell`esame metaIisico del rapporto tra Iinito e inIinito
5
, e evidente
che qui metaIisico indica il carattere di un sapere che non puo piu essere posto sullo stesso piano

1
G.W.F. HEGEL, En:vclopdie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse (1817), Unter Mitarbeit v. H.-C. Lucas u. U.
Rameil, hrsg. v. W. Bonsiepen und K. Grotsch, Gesammelte Werke, Bd. 13, Hamburg 2000, 17 Anm. Citato in seguito con Enz.
A.
2
CIr., ad esempio, gli estratti che Hegel Ia nel 1787 dal Kur:er Begriff aller Wissenschaften und andern Theile der
Gelehrsamkeit ( Leipzig, 1759) di J.G. Sulzer (G.W.F. HEGEL, Frhe Ex:erpte, unter Mitarbeit v. G. Scler, hrsg. v.
F. Nicolin, Hamburg 1991, pp. 115-17).
3
G.W.F. HEGEL, Frhe Schriften 1, hrsg. v. F. Nicolin u. G. Schler, Gesammelte Werke, Bd. 1, Hamburg 1989, p.89.
4
Ivi, pp. 99, 157.
5
Hegels theologische Jugenschriften, hrsg. H. Nohl, Tbingen 1907, p. 227.
della metaIisica di scuola. Piuttosto, il compito della metaIisica e ora di chiarire con concetti che
la Ionte di ogni positivita sta nell`ammissione di un ultrapotente aIIatto estraneo e di reperire,
sempre con concetti, una mediazione tra Iinito e inIinito che non sia concentrata in un solo
individuo, come avviene in Cristo, ma che appartenga di diritto a ogni uomo
6
. Altrettanto non
assimilabile alla metaIisica intellettualistica e la Iunzione con cui la metaIisica viene proposta da
Hegel all`interno del poderoso moto di rinnovamento spirituale e politico che egli descrive nel
Irammento d`Introduzione alla Costitu:ione della Germania: se il soIIio di una vita migliore ha
toccato questo tempo, il suo impulso si nutre dell`agire di grandi caratteri di singoli uomini, del
movimento di interi popoli, della rappresentazione della natura e del destino da parte dei poeti
7
.
Ma tutto questo non basta, perche all`agire del singolo o della comunita, cosi come all`attivita
rappresentativa, manca ancora il suggello della necessita. E questo puo venire solo dalla
metaIisica:dalla metaIisica le limitazioni ricevono i propri conIini e la loro necessita nella
connessione dell`intero
8
. In questa sua veste rinnovata, la metaIisica ha quindi a che Iare sia con
cio che e limitato sia con la totalita: essa assegna al limitato i conIini che esso non puo travalicare,
ma al tempo stesso tale conIinamento non signiIica isolamento, ma, al contrario, proprio tracciando
i conIini la metaIisica inserisce il Iinito e il limitato in una rete di relazioni necessarie che articolano
la struttura della totalita.
Se durante gli anni giovanili di vagabondaggio tra i bisogni subordinati degli uomini Hegel e stato
sempre guidato, per sua esplicita ammissione, dall`impulso verso la scienza, ora e proprio in
connessione con questi pensieri che tale impulso prende Iorma riIlessa per potersi conIigurarsi
quale sistema
9
. In questo cammino verso un esito sistematico, la metaIisica viene a svolgere quel
ruolo privilegiato che e attestato dall`attivita didattica di Jena. I corsi di logica e metaIisica portano
questa intitolazione non come un semplice omaggio alle consuetudini accademiche, ma come
adeguato riscontro della Iorma dualistica con cui ora Hegel presenta la prima parte del sistema.
Come risulta con particolare evidenza dalla Reinschrift del 1804/05, la Logica svolge il compito
d`introdurre alla MetaIisica mediante l`esposizione delle Iorme del pensiero Iinito, governate da una
dialettica negativa che ne mostra l`intrinseca contraddittorieta. La Logica jenese e inIatti
essenzialmente una logica dei rapporti`, proprio perche i modi astratti e diIettivi d`intendere la
conoscenza vengono avviati a dissoluzione ponendo ogni determinazione Iinita in rapporto` a cio
che essa, in quanto limitata, esclude da se. La distruzione della pretesa all`autosuIIicienza da parte
del Iinito e cio che Hegel chiama Vernichten o dialektisches AuIheben, cui spetta di mediare il
passaggio dalla Logica alla MetaIisica.
Se la Logica e una logica dei rapporti Iiniti, si potrebbe dire, per converso, che la MetaIisica
obbedisce a una logica della totalita. Di contro al sistema di limitazioni, elaborato dal Jerstand, e
all`ammasso disgregato e conIuso della conoscenza empirica, la MetaIisica spezza e oltrepassa i
modi diIettivi di conoscenza per ricostituire un intero di conoscenze in grado di esprimere la vita e
la costituzione stessa dell`assoluto. Come si vede, in questo oltrepassamento, la particolare
conIigurazione che qui riceve la MetaIisica hegeliana resta Iedele al piu antico, elementare
signiIicato del termine, in quanto si pone-oltre (meta) un ambito di determinazioni unilaterali e
Iinite. MetaIisica signiIica, quindi, attualizzare una diIIerenza e sapersi mantenere nel pensiero della
diIIerenza per riconoscere un modo d`essere del mondo altro` da quello che popola
immediatamente la coscienza Iinita. Non per creare un doppione del mondo Iinito, ma per liberare
questo dalle limitazioni e mostrarlo per cio che esso e nella sua essenza, cioe inIinito.

6
Ibid.
7
G.W.F. HEGEL, Frhe Schriften, Werke, AuI der Grundlage der Werke von 1832-1845 neu edierte Ausgabe.
Redaktion E. Moldenhauer u. Michel, Bd. 1, FrankIurt a.M. 1970, p. 458.
8
Ibid.
9
CIr. Briefe von und an Hegel, Bd. I, hrsg. v. J. HoIImeister, Hamburg 1952, pp. 59-60 (a Schelling, 2 nov. 1800).
La MetaIisica, inIatti, sottrae i momenti dell`intero al procedere dialettico e al togliere
(auIheben) dialettico
10
e muta le Iorme perennemente dileguanti della Iinitezza in determinazioni
permanenti, trasIorma i momenti in principi assoluti
11
. Evidenziando Iin d`ora un tratto che
rimarra caratteristico anche dell`architettura Iormale del sistema della maturita, l`oltrepassamento di
qualcosa (in tal caso della Logica) non signiIica qui per Hegel la sua deIinitiva sparizione, ma al
contrario: l`oltrepassamento e eIIettivamente tale proprio in quanto riesce, per cosi dire, a portare in
salvo il contenuto della Logica dentro la MetaIisica, mediante una ripetizione che e al tempo stesso
radicale trasIormazione. Scrive inIatti Hegel: la MetaIisica riIlette in se l`intera Logica
12
, solo che
ora le determinazioni logiche non sono piu travagliate da un`alterna vicenda di apparizioni e
sparizioni, ma sono rese idonee a esprimere contenuti che, non essendo da togliere, esprimono
l`essere assoluto e l`essenza di tutte le cose
13
.
La MetaIisica di Jena si trova cosi singolarmente in bilico tra il guscio esteriore, che riIlette
ancora la scansione sistematica della metaIisica di scuola, e il contenuto che preannuncia alcuni
tratti non secondari della Iutura Scien:a della logica. Non e diIIicile inIatti riconoscere nelle prime
due sezioni in cui si articola la MetaIisica, lo schema della trattatistica d`ispirazione wolIIiana. La
prima sezione, Il conoscere come sistema dei principi`, in cui Hegel espone i principi d`identita o
di contraddizione, del terzo escluso e di ragion suIIiciente, corrisponde alla trattazione dei primi
principi che, ad esempio, WolII aveva collocato all`inizio della sua Philosophia prima sive
Ontologia. Nella seconda sezione, MetaIisica dell`oggettivita`, vengono trattati i temi tipici della
Metaphvsica specialis, vale a dire psicologia, cosmologia e teologia razionale. La terza sezione,
invece, MetaIisica della soggettivita`, apre un campo assolutamente nuovo rispetto alla metaIisica
scolastica. Nella trattazione dell`io teoretico, dell`io pratico e dello spirito assoluto Hegel Ia posto
alle acquisizioni speculative della IilosoIia kantiana e postkantiana, Iino a delineare nel concetto di
spirito assoluto il vertice conclusivo raggiunto dal pensiero della propria eta.
Ma, come si e detto, la MetaIisica jenese e una sorta di Giano biIronte e se questo e il volto con
cui essa guarda al passato, per superarlo, non meno interessante e quello gravido del destino Iuturo.
Le prime due sezioni preIigurano inIatti assai nettamente la parte che Hegel considerera la piu ardua
della sua nuova logica, cioe la logica dell`essenza
14
. Il conoscere come sistema dei principi`
contiene in nuce la trattazione delle Iuture determinazioni della riIlessione, mentre la MetaIisica
dell`oggettivita` tratta delle relazioni dell`essenza, anche se ancora immerse nei loro substrati
concreti rappresentati dall`anima, dalla monade e dall`essenza suprema. Ma il concludersi
dell`itinerario metaIisico con la MetaIisica della soggettivita` contiene un`ulteriore, preziosa
indicazione. Hegel ha qui dato Iorma e collocazione sistematica alla consapevolezza del posto
privilegiato che spetta al principio superiore delleta moderna, che gli antichi, che Platone non
conosceva
15
. Quel principio della soggettivita, la cui superiorita verra sancita dalla Scien:a della
logica anche mediante il primato della logica soggettiva del concetto sulla logica dell`essere e
dell`essenza.

10
G.W.F. HEGEL, Jenaer Svstementwrfen II. Fragment einer Reinschrift (1804-05), hrsg. von R.-P. Horstmann und
J.H. Trede, Gesammelte Werke, Bd. 7, Hamburg 1971, p. 127.
11
Ibid.
12
Ivi, p. 128
13
Ibid.
14
G.W.F.HEGEL, Erster Teil, Die obfektive Logik, Erster Band, Die Lehre vom Sein (1832), hrsg. v. F. Hogemann u.
W. Jaescke, Gesammelte Werke, Bd. 13, Hamburg 1985, pp. 48-49 (citata in seguiito con WdL IV). Sulla metamorIosi
dell`ontologia tradizionale all`interno della logica hegeliana cIr. F. CHIEREGHIN, Dialettica dellassoluto e ontologia
della soggettivita in Hegel. Dallideale giovanile alla Fenomenologia dello spirito, Trento 1980, pp. 163-217; A. DOZ,
La logique del Hegel et les problemes traditionells de lontologie, Paris 1987; C.B. BOUTON, Ontologie et logique
dans linterpretation hegelienne de Christian Wolff, 'Les Etudes Philosophiques, 37 (1996) pp. 241-260; J.
D`HONDT, La critique hegelienne de Wolff, in De Christian Wolff a Louis Lavelle. metaphvsique et histoire de la
philosophie, ed. par R. Theis et C. Weber, Hildesheim-Zrich-New York 1995, pp. 161-171; K. DE BOER, The
Dissolving Force of the Concept. Hegels Ontological Logic, 'Review oI Metaphysics, 57 (2003-2004), pp. 782-822.
15
G.W.F. HEGEL, Jenaer Svstementwrfe III, hrsg, R.-P. Horstmann unter Mitarbeit v. J.H. Trede, Gesammelte Werke,
Bd. 8, Hamburg 1976., p. 263.
Uno degli aspetti che possono maggiormente sorprendere di questo stadio di elaborazione del
metodo e delle strutture della prima parte del sistema e la constatazione che la dialettica e ancora
ben lontana dall`avere quel rilievo ontologico e onnipervadente che avra nelle opere della maturita.
Nella Reinschrift del 1804/05 la Iunzione della dialettica sembra conIinata all`interno della Logica,
con un compito esclusivamente negativo e applicata dall`esterno sulle determinazioni dell`intelletto.
Ma e proprio in contrasto con questa limitazione della dialettica che risalta il valore del metodo che
sta nel Irattempo maturando all`interno della MetaIisica. Se si esamina il modo con cui Hegel
procede alla trattazione degli oggetti della MetaIisica, emerge inIatti con particolare evidenza come
egli compia qui le prime prove esplicite di quell`automovimento dei concetti che egli considerera
come il proprio originale contributo all`elaborazione della Iorma scientiIica della IilosoIia.
2. Speculazione greca e metaIisica di scuola.
Eppure tutto questo complesso e articolato disegno della prima parte del sistema e destinato a
scomparire e a subire il ridimensionamento piu drastico proprio relativamente alla MetaIisica.
Nell`individuare le ragioni di tale mutamento, e diIIicile commettere un errore di sopravalutazione
del ruolo svolto dalla Fenomenologia. A ben vedere, il problema che Hegel non aveva ancora
aIIrontato in tutta la sua portata era la messa a Iuoco del punto generatore del dualismo di logica e
metaIisica e questo null`altro e che il principio della soggettivita cosi come esso si presenta nella
sua maniIestazione piu elementare: la coscienza. Se e vero, come riIerisce Rosenkranz
16
, che Hegel
andava via via sviluppando nelle lezioni jenesi introduttive al sistema il concetto dell`esperienza
che la coscienza compie di se stessa, e evidente che la problematica caratteristica della
Fenomenologia non solo gli si imponeva sempre piu come necessaria, ma doveva anche Iinire per
soppiantare la logica nella sua Iunzione d`introduzione al sistema.
Non migliore era la sorte che toccava alla metaIisica. La coscienza, che Hegel pone come
protagonista dell`itinerario Ienomenologico, e la Ionte di ogni dualismo, in qualunque ambito esso
si produca: nei modi di conoscere, nell`eticita, nella cultura, nella moralita, nella religione e, non da
ultimo, nella metaIisica, quando questa si costituisce all`interno di un orizzonte ontologico scisso
tra Iinito e inIinito, transeunte ed eterno, contingente e immutabile. Dopo la Fenomenologia, per
una simile metaIisica non c`e piu posto: essa non e che una delle maniIestazioni del modo alienato
d`intendere la relazione tra il pensiero e l`essere, maniIestazioni di cui la coscienza ha Iatto
esperienza sia del loro limite interiore sia della necessita di essere oltrepassate. La coscienza e cosi
la spada che, mentre Ierisce, e anche quella che guarisce, perche mentre produce le scissioni e anche
il principio in grado di sormontarle, educandosi cosi alla dura disciplina del cammino che la
conduce al sapere assoluto.
La liberazione dall`opposizione della coscienza e inIatti la condizione del sorgere della nuova
Scien:a della logica, la quale occupa ora in modo esclusivo l`intera prima parte del sistema. Se si
conIronta il ruolo svolto dalla metaIisica nei tentativi sistematici jenesi con le dichiarazioni intorno
alla metaIisica presenti nella Scien:a della logica e nelle opere della maturita e diIIicile sottrarsi
sulle prime a un`impressione di ambiguita. Da un lato la metaIisica non occupa piu alcuna parte
autonoma accanto o all`interno della nuova logica e, se ci si riIerisce al sistema nel suo complesso,
cosi come si presenta nelle tre successive edizioni dell`Enciclopedia, nel pur ampio ventaglio di
scienze IilosoIiche` che Hegel vi accoglie, per la metaIisica non c`e alcun posto. Se essa vi
compare col suo nome speciIico, e solo nei preliminari, dov`e presa in esame come la prima
posizione del pensiero rispetto all`oggettivita. Qui e Iatta oggetto di una trattazione di notevole
rilievo storico-speculativo, ma sta, per cosi dire, sulla soglia del sistema, senza svolgervi un ruolo
direttamente costruttivo quale scienza IilosoIica, come vedremo Ira poco.

16
K. ROSENKRANZ, G.W.F. Hegels Leben, mit einer Nachbemerkung zum Nachdruck 1977 v. O. Pggeler,
Darmstadt 1977, p. 202.
Si potrebbe pensare, quindi, che Hegel si limiti a registrare il Iatto che quello che prima si
chiamava metaIisica e stato, per cosi dire, estirpato Iin dalle radici, ed e scomparso Ira le scienze
17
.
D`altro canto, pero, proprio il sistema hegeliano puo essere visto come il luogo non solo della morte
della metaIisica, ma anche, se non certo della sua restaurazione, almeno della sua trasIigurazione
18
.
Su questo punto le aIIermazioni di Hegel non sono meno perentorie: nella Scien:a della logica egli
aIIerma che tutta questa prima parte del sistema coincide con la metaIisica, costituisce la vera e
propria metaIisica ossia la pura IilosoIia speculativa
19
; nell`Enciclopedia di Heidelberg aIIerma
che la logica, nel signiIicato essenziale di IilosoIia speculativa, prende il posto di cio che gia Iu
chiamato metafisica
20
e nelle due successive edizioni egli ripete che la logica coincide percio con
la metafisica, con la scienza delle cose colte in termini di pensiero
21
.
Ma di quale metaIisica si tratta? Quale metaIisica puo legittimamente aspirare a identiIicarsi con
la nuova logica hegeliana? Introducendo l`esame della Prima posizione del pensiero rispetto
all`oggettivita, sottotitolata appunto MetaIisica, Hegel aIIerma che ogni IilosoIia nel suo inizio,
ogni scienza, anzi anche il quotidiano operare della coscienza vive nella Iede che il pensiero possa
rivolgersi direttamente agli oggetti e conoscerli nella loro verita. Tale Iede e ingenua, perche e
priva della coscienza dell`opposizione che il pensiero ha sia al proprio interno sia rispetto a cio che
appare altro da esso. A partire da tale mancanza e all`interno di questa Iede immediata, la metaIisica
produce una grande biIorcazione ed e suscettibile di due esiti notevolmente diversi, se non
addirittura opposti: essa puo essere tanto un IilosoIare speculativo autentico secondo il suo
contenuto, quanto anche puo indugiare in determinazioni di pensiero finite, cioe nell`opposizione
non ancora risolta
22
. Se si dovessero individuare le posizioni storicamente determinate che
corrispondono ai due rami della biIorcazione, credo che il primo ramo possa essere Iatto
corrispondere al pensiero greco, mentre il secondo si riIerisce alla metaIisica come si e conIigurata
nella scolastica medioevale, dal VI al XVI secolo, e nelle sue rielaborazioni presenti nel pensiero
rinascimentale e moderno, Iino alla scolastica dell`illuminismo
23
.
I caratteri generali della metaIisica di questo secondo ramo dipendono dall`adozione della
semplice prospettiva dellintelletto riguardo agli oggetti della ragione
24
. Anche se tale metaIisica
e animata dalla giusta convinzione che cio che e, in quanto viene pensato, viene conosciuto in
se
25
, in realta e il modo di pensare che essa adotta a essere del tutto insuIIiciente. Dominata dalla
logica del Jerstand, quella metaIisica ha a che Iare unicamente con astrazioni governate dal
principio d`identita, enIatizza la struttura Iormale del giudizio, mediante il quale pretende di
determinare con predicati la natura dell`assoluto, si appoggia a rappresentazioni bell`e Iatte dei suoi
oggetti speciIici (l`essere, l`anima, il mondo, Dio), restando nell`ignoranza quanto alla loro genesi
che si e prodotta in altre epoche, ben piu Iamiliari con la libera autodeterminazione del pensiero.
Questa e la metaIisica che Hegel di volta in volta qualiIica con aggettivi non sempre urbani: alte,
vormalige, gewhnliche, abstracte, Iormelle, unbeIangene, schieIe, grassierende Metaphysik.
Con tale metaIisica, la speculazione greca del primo ramo della biIorcazione non ha nulla da
spartire: nella IilosoIia speculativa l`intelletto e certo un momento, ma un momento nel quale non
Iermarsi. Platone non e certo un metaIisico di tal sorta e Aristotele ancora meno, anche se si e soliti

17
WdL IV, p. 5.
18
Sul carattere della metaIisica hegeliana cIr. J. KREINES, Hegels Metaphvsics. Changing the Debite, 'Philosophy
Compass, 1/5, 2006, pp. 466-480.
19
Ivi, p. 7.
20
Enz. A, 18.
21
G.W.F. HEGEL, En:vclopdie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse (1830), hrsg. v. W. Bonsiepen und H.-C. Lucas,
Gesammelte Werke, Bd. 20, Hamburg 1992, 24. Citata in seguito con Enz. C.
22
Ivi, 27
23
CIr. D. PTZOLD, Hegels Metaphvsikbegriff im Lichte seiner Darstellung der aristotelischen und der scholastischen
Metaphvsik, in Metaphvsik nach Kant?, hrsg. v. D. Henrich u. R.-P. Horstmann, Stuttgart 1988, pp. 602-619. CIr.
Anche W. SCHULZ, Hegel und das Problem der Aufhebung der Metaphvsik, in M. Heidegger :um sieb:igsten
Geburtstag. FestschriIt, Tbingen 1959, pp. 67-92.
24
Enz. C 27
25
Ibid.
credere il contrario
26
. E questo dipende dal Iatto che per quanto riguarda il pensiero libero, la
IilosoIia greca pensava liberamente, e invece la scolastica no
27
. La sottolineatura di questa netta
demarcazione viene operata da Hegel (se non erro) anche da un punto di vista lessicale.
Relativamente alla speculazione greca, inIatti, egli e molto guardingo nell`uso del termine
metaIisica, ben consapevole dell`origine non aristotelica del termine, ma soprattutto non usa, per
qualiIicarla, semplicemente l`aggettivo alte, come gli accade di Iare per la metaIisica
intellettualistica, ma la sua Iorma comparativa lter o addirittura superlativa lteste. Cosi, ad
esempio, quando nella Scien:a della logica egli deve Iare risaltare la proIondita con cui il pensiero
greco ha concepito lo spirito e il pensiero rispetto alla vuotezza sia della vecchia metaIisica sia
della prospettiva kantiana, egli Ia uso del comparativo e parla di wahrhaIt spekulativen Ideen
lterer Philosophen
28
o di tieIeren Ideen lterer Philosophie
29
, a cui si puo aggiungere l`uso del
superlativo nella nota aIIermazione, contenuta in una delle introduzioni ai corsi jenesi e
conservataci da Rosenkranz, dove Hegel aIIerma: Non vi prometto nulla di nuovo; i miei sIorzi
IilosoIici sono invece diretti alla restaurazione in senso proprio della piu antica eta (das lteste
Alte), libera dai Iraintendimenti in cui e stata Iatta precipitare dalla non IilosoIia dei tempi piu
recenti
30
.
Si deve allora concludere che la metaIisica che egli Ia coincidere con la sua nuova logica sia una
qualche Iorma di restaurazione della IilosoIia greca, platonica e, soprattutto, aristotelica? Credo di
no, e per una ragione molto semplice: non c`e alcun appiglio nel pensiero greco per una coincidenza
della metaIisica con la logica cosi com`e intesa da Hegel. Nei grandi pensatori greci si dispiega un
IilosoIare che, secondo il contenuto, e speculativamente autentico, perche il pensiero che essi
ritenevano espressivo della struttura dell`essente, era un pensiero razionale e non intellettualistico,
concreto e non Iormale, libero e non asservito a rappresentazioni date. Ma questo ancora non basta
per legittimare compiutamente la trasIigurazione` della metaIisica in logica che Hegel persegue.
Per arrivare a tanto era necessario operare non solo sul contenuto, ma anche sulla Iorma e
sviluppare l`opposizione che il pensiero presenta sia dentro di se sia nei conIronti di cio a cui si
rapporta. Ma per portare a compimento anche questo lato del lavoro dello spirito doveva imporsi
sulla scena del mondo il potere soverchiante del principio della soggettivita, ignoto agli antichi e
rosa e croce della modernita.
Di qui deriva il ruolo centrale che riveste per l`impresa hegeliana il pensiero di Kant. Quando
Hegel aIIerma: la IilosoIia critica aveva per vero gia trasIormato la metafisica in logica
31
, indica
nella svolta trascendentale di Kant non solo l`antecedente immediato e imprescindibile di cio che
egli presenta come Scien:a della logica, ma anche l`indicazione di un processo metodico che poteva
colmare la lacuna presente nel pensiero greco. Kant, inIatti, ha sottoposto ad esame le forme del
pensiero e la loro pretesa di verita, sviluppando non solo l`opposizione tra oggettivita e soggettivita,
ma anche (in particolare nella trattazione delle idee della ragione) il tessuto di opposizioni da cui le
Iorme del pensiero sono travagliate al loro interno. Ma e proprio qui, nel punto che puo apparire di
maggior vicinanza tra i due pensatori, che s`impone anche la diIIerenza piu radicale nel cammino di
trasIormazione della metaIisica in logica. Come si sa, l`accusa che Hegel muove a Kant e di essere
rimasto prigioniero dell`opposizione tra soggettivita e oggettivita e invece di sviluppare e estendere
le contraddizioni individuate nelle idee della ragione a tutte le determinazioni di pensiero, le ha
bloccate nella loro Iinitezza davanti all`abisso invalicabile della cosa in se. Come valutazione
riassuntiva di questo aspetto del pensiero kantiano, ci si puo riIerire alla perentoria aIIermazione
dell`Enciclopedia:La IilosoIia kantiana puo essere considerata piu determinatamente come quella
che ha concepito lo spirito come coscienza e che contiene aIIatto soltanto determinazioni della

26
G.W.F. HEGEL, En:vclopdie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse (1830), Werke cit., Bd. 8, 36 Zusatz, p. 106.
27
Ivi, 31 Zustaz, p. 98.
28
G.W.F. HEGEL, Wissenschaft der Logik, zweiter Band, Die subfektive Logik. Die Lehre vom Begriff (1816), hrsg. v. F. Hogemann
und W. Jaeschke, Gesammelte Werke, Bd. 12, Hamburg 1978, p.194. Citata in seguito con WdL III.
29
Ivi, p.195.
30
K. ROSENKRANZ, Hegels Leben cit., p. 192.
31
WdL IV, p. 35
Ienomenologia, non della IilosoIia dello spirito
32
. Cio signiIica: il principio della soggettivita,
elaborato lungo il corso del pensiero moderno e giunto al grado di maturazione caratteristico della
IilosoIia kantiana, e ancora insuIIiciente. Esso vi si conIigura come coscienza, non ancora come
spirito, ed e quindi irretito all`interno di tutte le Iorme di opposizione e di dualismo che Hegel ha
aIIrontato e sormontato nella Fenomenologia dello spirito
33
.
Nec tecum nec sine te potrebbe essere dunque il motto che contrassegna il rapporto di Hegel ai
greci e a Kant: i primi hanno elaborato il lato speculativo del contenuto del pensiero, il secondo,
sebbene in maniera del tutto insuIIiciente, il lato speculativo della Iorma. Una volta liberato il
pensiero, mediante il percorso Ienomenologico, dal terrore del mondo oggettivo, puo avere libero
corso la coincidenza di Iorma e contenuto, di logica e metaIisica. La logica contiene ora il pensiero
in quanto e insieme anche la cosa in se stessa, oppure la cosa in se stessa in quanto e insieme anche
il puro pensiero
34
. Hegel riconosce che questo risultato e stato reso possibile dalla completa
trasIormazione che da venticinque anni e presso di noi avvenuta nel pensiero IilosoIico e che
riIlette anche nella struttura della Scien:a della logica lo spirito nuovo che e sorto per la scienza
non meno che per la realta
35
. Poiche queste parole Iurono scritte da Hegel nel 1812, egli accenna
evidentemente a un punto della storia d`Europa che, se interpretato con un eccesso, Iorse, di
pedanteria cronologica, puo essere Iatto coincidere con la seconda edizione della Critica della
ragion pura nel 1787 e con la convocazione in Francia dell`assemblea dei notabili, il 22 Iebbraio
dello stesso anno, dalla quale prende inizio propriamente il processo rivoluzionario.
Una rivoluzione scientiIica e una rivoluzione politica, dominate entrambe dall`idea di liberta, si
pongono cosi all`origine di un arco di tempo, breve ma straordinariamente denso di eventi storici
decisivi, dal quale Hegel trattiene, per trascriverlo in chiave concettuale, tutto cio che impone una
radicale trasIormazione delle Iorme logiche elaborate da una tradizione IilosoIica piu che
bimillenaria. A conclusione di tale processo Hegel puo aIIermare: secondo la mia concezione della
logica, l`elemento metaIisico cade senz`altro completamente all`interno di essa
36
.
3. Il carattere anticipatorio della nuova metaIisica.
Se la logica coincide con la metaIisica, perche Hegel ha preIerito il primo termine, non meno
gravido di ambiguita e di eredita storica del secondo? Per tentare una risposta, occorre sottolineare
innanzitutto che il mantenersi e il conservarsi dell`elemento metaIisico nell`elemento logico non e
una mera questione terminologica che serva a chiudere i conti con una parola veneranda della
tradizione IilosoIica. Si tratta, al contrario, di un punto decisivo del pensiero hegeliano. Cosi come
esiste un istinto logico che tiene in suo potere il nostro pensiero ed e custodito dal linguaggio,
altrettanto vi e una metaIisica naturale che ci domina come una potenza assoluta: MetaIisica inIatti
non vuol dir altro che il campo delle determinazioni universali di pensiero, quasi la rete adamantina
in cui noi trasIeriamo ogni materiale e cosi soltanto allora cominciamo a renderlo intelligibile. Ogni
coscienza colta ha la sua metaIisica, il pensiero istintivo, la potenza assoluta in noi di cui
diventiamo padroni soltanto quando la Iacciamo oggetto della nostra conoscenza
37
. Che poi il
concepire la propria logica come metaIisica non sia una questione riservata alle battute introduttive
al sistema lo mostra un passo della Scien:a della logica, dove Hegel tratta della qualita` all`interno
dell`essere determinato`. Esaminando il concetto d`individuo, Hegel aIIerma che esso e certamente
qualcosa di piu di cio che e limitato da ogni parte, ma nella metafisica dellessere l`individuo non

32
Enz C, 415 Anm.
33
CIr. J. KREINES, Between the Bounds of Experience and Divine Intuition. Kants Epistemic Limits and Hegels
Ambitions, 'Inquiry, 50 (2007), pp. 306-334.
34
WdL IV, p 33.
35
Ivi, pp. 5, 6.
36
G.W.F. HEGEL, Ueber den Jortrag der philosophischen Jorbereitungswissenschaften auf Gvmnasien.
Privatgutachten an Immanuel Niethammer vom 23. Oktober 1812, in Gesammelte Werke, Bd. 10/I-II, Nrnberger
Gvmnasialkurse und Gvmnasialreden (1808-1816), hrsg. v. K. Grotsch, Hamburg 2006, pp. 823-832, qui 825.
37
G.W.F. HEGEL, En:vclopdie der philosophischen Wissenschaften im Grundrisse (1830), Werke, Bd. 9, 246 Zusatz, p. 20.
e se non un che di determinato
38
. Che Hegel chiami metaIisica una sezione della propria Logica
(qui la logica dell`essere) e Iorse un apax legomenon: resta comunque un indizio signiIicativo di
quanto il carattere metaIisico della logica Iosse per lui tutt`altro che secondario.
Ma allora, perche l`esclusione di questa parola quale intitolazione della prima parte del sistema?
Si puo ipotizzare che la parola stessa non Iosse piu adeguata a esprimere la vera e propria
trasIigurazione della metaIisica che qui Iinalmente e possibile cogliere in piena luce. Nel suo
coincidere con la logica, la metaIisica viene ad assumere un signiIicato radicalmente distinto da tutti
quelli che si erano dati storicamente. Tradizionalmente, pur nelle declinazioni piu diverse, non era
mai venuta meno la convinzione che alla metaIisica spettasse di occuparsi di un campo di oggetti
che vengono comunque dopo o al di la (meta) rispetto agli oggetti di esperienza, quindi del
soprasensibile rispetto al sensibile quale si da nel nostro primo accesso al mondo. Ma ora, in Hegel,
se si vuole rispettare l`etimo della parola, quali mai dovrebbero essere i ta phvsika nei cui conIronti
il sapere metaIisico verrebbe a porsi come meta? Se ci si attiene a quanto Hegel aIIerma, la rete
adamantina` dei concetti di cui e intessuta la metaIisica, e qualcosa che si presenta non dopo (meta)
il mondo della natura Iisica e dello spirito, ma prima di essi (in greco si dovrebbe usare la
preposizione pro). Pertanto, il nome adeguato a questo mutamento di prospettiva non dovrebbe
essere piu meta-Iisica, quanto piuttosto (se mi si passa il neologismo) pro-Iisica. Si comprende
cosi meglio l`aIIermazione hegeliana secondo cui Kant aveva gia trasIormato la metaIisica in
logica. Se per Kant la metaIisica e conoscenza pura per concetti, tali concetti non sono
generalizzazioni dell`empirico ne sono astratti dall`esperienza; in una parola, essi non vengono
dopo l`esperienza, ma prima di essa, sono le pure Iorme a priori che anticipano ogni esperienza e ne
condizionano la possibilita. E tuttavia questo richiamo a Kant risulterebbe del tutto Iuorviante se
non si ribadisse ancora una volta che il venir-prima` della logica hegeliana scaturisce proprio dal
superamento dell`a priori, cosi com`era concepito da Kant, vale a dire come contrapposto
all`empirico e dotato di valore conoscitivo solo per il Ienomeno.
E dunque sempre la Iunzione e il ruolo della Fenomenologia a essere in primo piano per la
comprensione del destino della metaIisica in Hegel. Vi e inIatti un aspetto per cui la logica
hegeliana puo a buon diritto chiamarsi metaIisica ed e il suo essenziale venir-dopo la
Fenomenologia. Se, come si e ora ricordato, la metaIisica si e sempre costituita come un sapere
di oggetti che oltrepassano l`esperienza immediata del mondo, allora la Scien:a della logica e
metaIisica, perche presuppone la liberazione dall`opposizione della coscienza e ha quindi nello
sterminato campo delle esperienze della coscienza i suoi ta phvsika, nei cui conIronti porsi oltre,
meta. Ma e altrettanto vero che quella liberazione e stata resa possibile, guidata e sorretta
sotterraneamente, come dalle sue potenze inIere, proprio dall`elemento logico. Usando con la
dovuta prudenza il lessico kantiano, ma con evidente rimando ad Aristotele, si potrebbe dire che il
percorso della Fenomenologia e la ratio cognoscendi dell`elemento logico, mentre l`elemento
logico e la ratio essendi del percorso Ienomenologico: cio che viene dopo ed e meta rispetto al
conoscere e il prius o cio che e pro rispetto all`essere.
Questa duplicita, che e insieme complementarieta, si presenta sia pure in Iorma diversa anche
all`interno della stessa organizzazione sistematica. C`e un`aIIermazione in questa direzione nella
parte conclusiva della Scien:a della logica che puo essere compresa appieno solo alla luce dei tre
sillogismi che concludono l`Enciclopedia. Hegel vi sostiene la perIetta equiparazione tra la veduta
che pone la logica prima della natura e dello spirito (corrispondente al primo sillogismo) e la veduta
che la pone come ultima dopo la via percorsa dalla natura e dallo spirito (corrispondente al secondo
sillogismo): la logica ha questa via gia dietro a se (hinter sich) o anzi, che e lo stesso, davanti a se
(vor sich); dietro a se, in quanto si prenda la logica come scienza ultima, davanti a se in quanto la
logica si prenda come quella scienza prima dalla quale, soltanto, l`idea passa nella natura
39
. Col
senno enciclopedico di poi, si potrebbe aggiungere che l`anteriorita vera e propria della logica (e
quindi la sua trasIigurazione da meta-Iisica in pro-Iisica) e quella che si presenta nel terzo

38
WdL IV, p. 101 (corsivo mio).
39
WdL III, p. 198.
sillogismo, dove essa, come ragione che conosce se stessa, e l`elemento mediatore dal cui interno
dirimersi sorgono sia la natura sia lo spirito
40
.
Per avere la misura del peso ontologico che viene ad avere in Hegel questo carattere anticipatorio
della metaIisica, e suIIiciente richiamare le due note metaIore con cui egli delinea il senso e la
portata della sua Logica. L`una aIIerma che il contenuto della logica e la esposi:ione di Dio,
comegli e nella sua eterna essen:a prima della crea:ione della natura e di uno spirito finito
41
.
L`altra aIIerma che il sistema della logica e il regno delle ombre, il mondo delle semplici
essenzialita, libero da ogni concrezione sensibile. Lo studio di questa scienza, la dimora e il lavoro
in questo regno delle ombre, e l`assoluta educazione e disciplina della coscienza
42
.
Apparentemente, anche se Iormulate a poche pagine di distanza l`una dall`altra, le due metaIore
sembrano in contrasto Ira loro: all`immagine cara al neoplatonismo cristiano della natura archetipa
di Dio, alla cui essenza appartengono i modelli ideali che esistono prima della creazione del mondo
naturale e dello spirito, Ia da controcanto l`immagine che rinvia all`eticita greca di un mondo
notturno popolato da ombre, da esangui e pallide parvenze di qualcosa che viene dopo cio che e
stato realmente esistente
43
.
Credo tuttavia che, se questo rimando dell`immagine delle ombre alla grecita e corretto, il
contrasto possa essere almeno in parte risolto. Se si va a quanto Hegel ha espresso nella sezione Lo
spirito vero` della Fenomenologia, troviamo che l`ombra irreale ed esanime
44
, abitatrice
dell`Ade, appartiene in realta ai Penati, e l`individuo puriIicato da ogni accidentalita e concrezione
sensibile, sottratto alla dispersione nell`esteriorita e che ha valore come qualcosa di universale e
totale, perche in esso tutti i membri della Iamiglia s`identiIicano e si riconoscono. Ma c`e di piu:
questo apparente venir-dopo dell`individualita universalizzata delle ombre, esercita un potere
determinante e ontologicamente primario sul cosiddetto mondo reale. Il mondo notturno e
sotterraneo delle ombre e il luogo dove vige la legge divina e proprio per questo, a dispetto della
sua apparente debolezza, esso e il nascosto Iondamento di tutto cio che si dispiega alla luce del
giorno sotto il governo dalla legge umana: lo spirito maniIesto ha dunque la radice della propria
Iorza nel mondo sotterraneo
45
. Anche il regno delle ombre dei greci, come l`eterna essenza del Dio
cristiano prima della creazione, e quindi qualcosa che viene ontologicamente prima e che sta a
Iondamento del mondo naturale e spirituale. E l`attraversamento del regno delle ombre, come
avviene nella Commedia di Dante, e la dura e malagevole disciplina mediante cui la coscienza si
educa a uno sguardo assoluto sull`assoluto.
4. Conclusione.
In conclusione, possiamo chiederci: il carattere anticipatorio che la metaIisica, cosi trasIigurata,
viene ad assumere e che pote venire alla luce solo grazie al compiuto sviluppo del principio della
soggettivita, conserva ancora un senso per noi oggi? C`e qualche direzione di ricerca in cui la
logica, come pro-Iisica, anticipa la comprensione che possiamo avere di determinati ambiti di realta
e puo Iornire ancora un aiuto per la loro intelligibilita? Credo che la risposta possa essere
aIIermativa secondo una pluralita di direzioni, tra le quali vorrei accennare solo ad una che
concerne molto da vicino la nostra soggettivita.

40
Enz C, 577.
41
WdL IV, p. 34
42
Ivi, 42.
43
Impiegando l`espressione Schattenreich Hegel si riIerisce, nelle Le:ioni sullestetica, all`espressione Schattenland
che compare nella poesia di Schiller Das Ideal und das Leben. Il commento che egli ne Ia riecheggia comunque
chiaramente le pagine della Fenomenologia (cIr. G.W.F. HEGEL, Jorlesungen ber die Aesthetik I, Werke cit., Bd. 13,
p. 207; vedi anche pp. 18-19, 61.
44
G.W.F. HEGEL, Die Phnomenologie des Geistes, hrsg. von W. Bonsiepen und R. Heede, Gesammelte Werke, Bd. 9,
Hamburg 1980, p. 244.
45
Ivi, 258.
Se si guarda alla Scien:a della logica nel suo insieme, essa presenta alcuni caratteri generali che la
contraddistinguono in modo peculiare. Essa e costituita essenzialmente da processi, i cui caratteri
dominanti sono la circolarita e la ricorsivita. InIatti le Iorme e i modi in cui i processi si
maniIestano, una volta venuti alla luce, non vanno perduti, ma risultano ripetibili e sovrapponibili a
varie scale e livelli. Ne risulta una connettivita globale, in cui il tutto compenetra simultaneamente
ogni proprio livello. La processualita mostra inoltre di essere essenzialmente autoorganizzazione,
nel senso che i momenti dei diversi processi si Iormano per costruzione endogena e non per
aggiunte dall`esterno di nuove strutture (Kant direbbe: per intussusceptionem e non per
appositionem). L`autoorganizzazione, a sua volta, procede attraverso due movimenti intrecciati: il
primo va dal massimo consentito di esteriorita tra i costituenti dei livelli inIeriori Iino al massimo di
interiorita e di potenza connettiva dei livelli superiori; il secondo movimento prevede invece che
ciascun livello retroagisca sia su se stesso sia sui precedenti. Cio Ia si che i costituenti di ogni
livello trasIormino e modulino continuamente se stessi attraverso il processo globale. La retroazione
e essenziale, perche mentre sembra chiudere in maniera circolare la processualita intrinseca a un
determinato livello, in realta trasIorma il livello stesso e riapre cosi il processo. InIatti, una volta che
un livello e i suoi costituenti rivolgono su di se le dinamiche che sono loro proprie, essi ne escono
trasIormati e non sono piu quelli di prima. La chiusura di un ciclo e percio intrinsecamente
proiettiva e predittiva di un movimento ulteriore (il presente e, leibnizianamente, gravido di Iuturo).
La regola in base a cui cio avviene e semplice e vale su ogni livello: e il principio della 'negazione
determinata, il vero e proprio motore di ogni processualita. Le interazioni tra i singoli componenti
del sistema, invece, non sono semplici ne sempliIicabili, ma sono speciIiche per ogni livello.
Ciascuna determinazione, in quanto e in rapporto negativo con il proprio altro, attiva una serie di
dinamiche speciIiche, esponendosi a tutte le trasIormazioni consentite dal suo livello di
appartenenza. Essa sviluppa cosi da se una disuguaglianza o una diIIerenziazione intrinseche, le
quali Iiniscono per mettere in crisi la sua conIigurazione iniziale. Questo momento di crisi non da
per risultato semplicemente la sua nientiIicazione, ma l`emergere di una nuova determinazione,
arricchita, rispetto alla precedente, dall`apporto della sua multiIorme relazione all`alterita.
L`organizzazione che cosi risulta e da un lato di natura gerarchica, nel senso che i diversi livelli, pur
distinti per Iunzioni e dinamiche, non si ripartiscono lo spazio delle varie Iasi in moduli separati, ma
risultano incastonati gli uni negli altri dal piu semplice al piu complesso. Al tempo stesso, pero,
gerarchia non signiIica che la Iorza che regge l`organizzazione sia piu concentrata in alcuni punti e
meno in altri. Essa e egualmente distribuita ovunque, tanto che ogni parte componente e in grado di
dare inIormazioni relative al sistema nel suo insieme. Proprio perche le interazioni sono cosi
pervadenti, ogni punto dell`intero e equipotente e l`intero stesso si presenta come pienamente
strutturato. La stabilita strutturale, inIine, va di pari passo con la chiusura organizzativa
dell`insieme, dove chiusura` non signiIica aIIatto indisponibilita al rapporto ad altro. Come in un
organismo vivente la stabilita interna e la precisa deIinizione dei propri conIini costituiscono la
condizione della sua apertura all`ambiente, altrettanto vale per la totalita logica. Stabilita e chiusura,
lungi dal mantenerla segregata dal mondo, sono la condizione della sua apertura al mondo della
natura e dello spirito.
Se queste caratteristiche delineano con suIIiciente approssimazione la peculiarita della logica
hegeliana, esse possono contenere un`indicazione interessante della sua capacita anticipatrice. Ma
per potere rendere esplicita tale indicazione devo prima chiedere perdono ai miei cortesi uditori e
lettori per quello che potrebbe apparire come un riprovevole gioco di prestigio. Le espressioni che
ho impiegato per delineare i caratteri generali della Scien:a della logica non sono Iarina del mio
sacco, ma sono citazioni, o dirette o paraIrasate, tratte da testi di W.J. Freeman, di G.M. Edelman,
di A.R. Damasio e di altri neuroscienziati, mediante le quali essi illustrano l`assetto e le dinamiche
del cervello.
Nei conIronti degli esperti di Hegel, posso solo sperare nella loro indulgenza se con
quest`operazione mi sono esposto a un Iraintendimento radicale del pensiero logico hegeliano.
Relativamente agli scienziati, conIido nell`altissima improbabilita che i loro occhi possano cadere
su queste mie parole, per evitare d`incrementare la loro proverbiale diIIidenza verso la IilosoIia. Se
invece i caratteri della Scien:a della logica che ho cercato di evidenziare non sono estranei al
signiIicato complessivo di quest`opera e se per illustrarli sono tornate buone espressioni concettuali
che vengono impiegate per descrivere le strutture e le dinamiche del cervello, questo potrebbe
signiIicare che la natura del pensiero (com`e stata esplorata da Hegel) e i caratteri Iormali delle
dinamiche neuronali (messe in luce dalla ricerca contemporanea) potrebbero non essere realta
inconIrontabili Ira loro
46
. In altre parole, il modo in cui Hegel intese la processualita del logos, la
sua capacita di calarsi negli interstizi che separano in modo sempre piu Iine struttura da struttura e
insieme il colpo d`occhio costantemente rivolto alla connettivita globale dell`intero possono
contenere aiuti e indicazioni preziosi per una presa concettuale sempre piu precisa e coerente delle
delicate e complesse articolazioni dell`attivita cerebrale. Se cosi Iosse, la trasIigurazione della
metaIisica operata da Hegel continuerebbe a oIIrire una non trascurabile testimonianza della sua
eIIicacia anticipatrice.

46
Tra i non molti studi dedicati a questa relazione, una posizione di rilievo hanno quelli di Catherine Malabou, che
ravvisano nel concetto di plasticite` quale organisation spontanee des Iragments il possibile trait-d`union tra
l`autoorganizzazione del pensiero hegeliano e quella des circuits neuronaux (cIr. in particolare Lavenir de Hegel.
Plasticite, temporalite, dialectique, Vrin, Paris 1996 e La plasticite au soir de lecriture. Dialetique, destruction,
deconstruction, Editions Leo Scheer, Clamecy 2005).

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