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IL LOGOS COSA ?

? Spesso risulta difficile definire esattamente il pensiero dei Filosofi Presocrat ici cos come ricostruire le argomentazioni che essi utilizzarono a sostegno delle loro teorie . Analoga sorte toccata alle loro opere, andate perse nel corso dei secoli. Ci che rimane dei loro scritti sono solo le citazioni di alcuni filosofi e storici antichi oltre a qualche raro frammento salvatosi dall'oblio. In generale, i Filosofi Presocratici , rigettarono le tradizionali interpretazio ni mitologiche dei fenomeni a favore di varie spiegazioni pi razionali , attinent i allo studio della natura , bench fossero a volte collegate a concezioni religio se della tradizione orfica ed esoterica . Essi si chiedevano in modo particolare: Qual l'origine , arch , delle cose , del tutto? Qual l'elemento primario, o la sostanza , di tutte le cose? Come possiamo spiegare la molteplicit delle cose che esistono in natura? Che rapporto intercorre tra unit e molteplicit, o tra essere e divenire? Bench quasi tutte le soluzioni cosmologiche dei primi pensatori Greci siano state in seguito in parte superate o corrette da riflessioni pi complesse, grazie a st rumenti di ricerca pi potenti e sofisticati che hanno permesso nuove conoscenze scientifiche pi approfondite e metodiche, la filosofia non ha mai smesso di inter rogarsi sulle questioni da essi sollevate . Tipi di arch (origine del cosmo ) nei Presocratici Arch unica (filosofi monisti) acqua o umido: Talete di Mileto . apeiron: Anassimandro di Mileto . aria o pneuma: Anassimene di Mileto . numero: Pitagora di Samo e pitagorici ( Magna Grecia) . fuoco/Logos: Eraclito di Efeso . essere: Parmenide di Elea , non arch in senso stretto . Arch molteplice (pluralisti) 4 radici: Empedocle di Agrigento . semi: Anassagora di Clazomene . atomi: Leucippo di Mileto e Democrito di Abdera . I Sofisti, di fatto, non si pongono pi il problema dell'arch concentrandosi (come Socrate) sull'uomo Il Logos sempre stato oggetto di ricerca filosofica , con tale parola si trattat o di spiegare l' universo , Dio ed altro . La parola Logos polisemantica ed quin di bene non tradurla. Essa si riconnette al verbo greco '' lego - lghein ", che i n origine significava " legare ", cio legare tenere assieme , oggi possiamo dire che indica la forza che tiene assieme tutto : quindi anche sinonimo di energia , quindi di luce , di suono ; il Logos nella perfezione dell' universo armonia , esiste solo quando i contrari sono in tensione , pertanto trasforma i suoni i n melodia , in musica , il Logos in continuo divenire come la fiamma che brucia e rigenera , come un fiume , una cascata , l' acqua che scorre o cade mai uguale a se stessa : porta al ''PANTA REI ''continuo divenire eterno cambiamento . Poi Logos pass a significare , tenere assieme parole , cio parlare , ragionamento , vuol dire , tra le altre varie cose , discorso : c' l'idea di pi parole che veng ono tra loro legate per assumere un significato. Pu anche significare "discorso i nteriore" in quanto prima di parlare, si effettua un dialogo , ragionamento inte rno a noi stessi. Quindi pass a significare "ragionamento" e da qui "ragione", os sia la facolt di effettuare ragionamenti , cos i significati della parola logos so

no , secondo Eraclito , uno dei primi ad esaminare il logos e a porlo come arch, essenzialmente tre : La ragione che governa l'universo Il pensiero che comprende questa ragione universale il discorso che esprime questa conoscenza Come abbiamo un logos dentro di noi (la ragione) , Eraclito dice che anche nell a realt ci deve essere un Logos cosmico, dove logos ha valenza di "ragione" : il Logos quel qualcosa che fa funzionare l'universo . Eraclito afferma che il Logos che abbiamo nella nostra mente non diverso da quello cosmico. Per arrivare a di re questo,probabilmente, Eraclito si deve essere sagacemente chiesto: "come che quello che noi pensiamo esiste anche nella realt?". Questo anche un modo per risp ondere alla domanda: "come si ricollegano le leggi della natura e del mondo? ". Di fatto, Eraclito nega l'esistenza di un Dio ma ammette quella di una ragione u niversale : c' un nesso tra la ragione che governa il mondo e quella che governa la nostra mente : sono la stessa cosa , seppure ambigua . Certo parecchio difficile comprendere questo log os universale , ma non impossibile: l' uomo ce la pu fare usando quel piccolo frammento di Logos a sua disposizione , insito , dentro di lui : la ragione, che non nient'altro che un pezzettino di L ogos universale di cui tutti disponiamo , anima , parte dell' energia primaria. Quindi tutti partiamo dallo stesso livello, ma solo i migliori riescono ad emerg ere e ad avvicinarsi al logos cosmico . I dormienti sono coloro che non ci riesc ono , non ci provano: per raggiungere il logos universale bisogna cooperare , n on agire da soli e nel proprio interesse: Eraclito dice "bisogna seguire ci che c omune; infatti ci che , comune di tutti . Ma pur essendo il Logos di tutti , la f olla vive come se avesse un proprio ed esclusivo criterio per giudicare". Eracli to era del parere che una citt per funzionare avesse bisogno delle leggi: come il Logos cosmico governa il mondo, cos le leggi governano la citt. Anche le leggi , come la mente umana, sono un frammento di Logos universale. In Eraclito matura l'idea che la legge umana derivi da quella naturale, Tutte le leggi umane - nell a misura in cui sono giuste - attingono ad un' unica legge cosmica. A quei tempi vi era anche chi diceva che le leggi umane fossero puramente convenzionali e no n c'entrassero nulla con la natura. Sebbene Eraclito arrivi ad ammettere che il principio sia il Logos, un'entit assolutamente astratta, tuttavia egli sente il b isogno di incarnarlo in qualcosa di materiale, e pi precisamente nel fuoco. Eracl ito dice che l'universo non il prodotto di dei o uomini, ma un universale ordine , unico ed eterno. Egli lo identifica con "il fuoco sempre vivente" . Uno dei frammenti senz'altro pi famosi di Eraclito quello in cui dice : "negli s tessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo " : troppo spesso stato interpretato come il manifesto della "filosofia del divenire", del panta rei ("tutto scorre") , come se Eraclito ci stesse suggerendo che non possiamo mai bagnarci due volte nelle stesse acque di un fiume , perch esse si rinnovano incessantemente. In real t il concetto dellincessante divenire che regola la realt sar espresso, pi che da Era clito (nel quale pure non assente) , da Cratilo , suo discepolo , (che poi sar ma estro di Platone ) : egli estremizzer le posizioni di Eraclito e diventer il filos ofo del "tutto scorre" , non ci possiamo bagnare nella stessa acqua di un fiume infatti l' acqua che bagna il piede non sar quella che bagner la testa : a suo avv iso addirittura impossibile dare i nomi alle cose perch esse cambiano di continuo (noi chiamiamo Po un fiume ma non corretto, perch le acque si rinnovano in conti nuazione e il fiume non mai lo stesso) ; si fissa artificialmente una cosa che n

on fissabile perch in continua mutazione . Cratilo , con il "panta rei" , arriva a dimostrazioni sofistiche : impossibile conoscere qualcosa che cambia sempre. Q uindi in teoria, dal momento che non si possono attribuire nomi , bisognerebbe l imitarsi ad indicarle . PLATONE Platone riferendosi a un sapere , definito come credenza vera , associata a un L ogos identifica in quest'ultimo tre diversi significati: l'espressione tramite suoni linguistici del pensiero l'enumerazione delle caratteristiche di una cosa l'individuazione della "differenza" di una cosa, vale a dire di quel particolar e segno che la differenzia da tutte le altre cose e la definisce nella sua realt specifica Da questi significati ne deriva che per Platone il Logos filosofico va riportato nell'ambito del discorso definitorio ; il logos apophantiks o dichiarativo, che serve a stabilire la verit o falsit di una proposizione, concetto ripreso e svilup pato da Aristotele nella logica . Platone come Socrate si interessa per pi dell' uomo che dell' arch e del Logos STOICISMO

Una vera e propria "filosofia del Logos" la si ritrova invece nello Stoicismo . Cleante richiamandosi ad Eraclito, afferma la dottrina del Logos spermatiks , la "ragione seminale", un principio vivente ed attivo che si diffonde nella materia inerte animandola e portando alla vita i diversi enti . Il logos presente in tu tte le cose, dalle pi grandi alle pi piccole, dalle cose terrene sino alle stelle garantendo cos l'unit razionale dell'intero cosmo: il Logos attraversa tutte le cos e mescolandosi al grande come ai piccoli astri luminosi Esiste dunque un comune sentire (una , soffrire gioire assieme (sympatheia), "simpa universale, una legge naturale seguendo la quale lo stoicismo insegna a vivere c onformemente alla natura. Dal punto di vista fisico il logos identificato col fuoco, che contiene in s le d iverse "ragioni seminali" individuali . Alla fine dei tempi avverr una conflagraz ione che consumer l'intero universo, in cui per si salveranno le "ragioni seminali ", per garantire la generazione del nuovo mondo che sar nuovamente arso secondo u n andamento ciclico. Il logos , inteso come "calcolo" (ratio) e "discorso" (oratio) mantenuto dallo s toicismo che fa distinzione , distingue tra il "discorso interiore" (Logos endiathets , oratio concepta) la riflessione raziona le e il "discorso proferito", il discorso parlato, (Logos prophoriks , oratio pr olata) NEOPLATONISMO Plotino riprender questa teoria stoica delle ragioni seminali che sono presenti nell'anima del mondo, ne spiegano i movimenti e fanno in modo che gli individui siano diversi tra loro. GIUDAISMO ALESSANDRINO Filone , uno dei maggiori esponenti , riprende il Logos della tradizione sto ica incorporandolo nella sua Teologia e connettendolo al tema Biblico della "par ola di Dio", acquisendo la fisionomia di un agente quasi personale , cosciente , della volont creatrice e provvidente di Dio ; la Parola a cui si unisce o sostit uisce , con valore di sinonimo : Sapienza attiva . Per Filone , che si rif anche al Timeo di Platone , Dio trascendente rispetto al mondo , e , a far da mediator e tra il primo e il secondo , proprio il Logos , fonte degli archetipi , sulla c ui base il mondo viene modellato , costituendo quasi la cornice dello stesso e , in un certo senso , d sintesi a tutte le realt intermedie : le Idee , la Sapienza , gli Angeli , lo Spirito e le Potenze ; il Logos , infatti lo strumento con il quale Dio ha fatto tutte le cose ed la Luce Divina offerta agli uomini . Nella

dottrina di Filone si riconoscono poi torneranno nel cristianesimo ensiero filosofico , l' uomo deve lle parole '' fece l' uomo a sua

temi e concetti , pi o meno condivisibili , che . Gia' era nell' aria un cambio radicale nel p trovare la propria dignit e libert , la trover ne immagine e somiglianza ''

Il Creatore era libero e come poteva generare un essere non libero? Un essere che non amasse gli altri ? CRISTIANESIMO

Io ritengo che le basi filosofiche del pensiero Cristiano siano contenute nei pr imi versetti del Vangelo di Giovanni ed in alcuni passi del Vangelo di Matteo d i interpretazione a volte non facile . Giovanni inizia in modo per me poetico e sognante : en arch En o Lgos , kai o Lgos En prs tn then , kai thes En Lgos , outos En en arch prs tn then . Pnta dia autou egneto , kai cors autou oud en o ggonenen aut zo En kai E zo En t fs rpon kai t fs en tE skota fanei , kai E skota aut ou katelaben in principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum , et Deus erat Verbum . Hoc e rat in principio apud Duem . Omnia per ipsum facta sunt , et sine ipso factum es t nihil, quod factum est; in ipso vita erat , et vita erat lux hominum, et lux i n tenebris lucet , et tenebra eam non comprehenderunt . In principio c' era la Parola , il Verbo , essa era presso Dio , essa era Dio , essa era al principio presso Dio , per mezzo di lei Dio ha creato ogni cosa. Sen za di lei non stato fatto nulla di ci che fu fatto. Essa era la vita e la vita er a la luce per gli uomini , la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l' a fferrarono , non la conquistarono .

En el principio era el Verbo , y el Verbo era con Dis y el Verbo era Dis . Este en el principio era con Dios .Todas las cosas por l fueron he chas , y sin l nada de lo que ha sido hecho , fue hecho . En l estaba la vida , y la vida era la luz de los hombres . La luz en las tinieblas resplandece , las ti nieblas no pudieron prevalecer contra ella . Tu , sei esistita da sempre , ti avvicinavi a me e mi stavi di fronte , e Tu eri Me e sei stata a Me vicina , sempre. Tu , hai generato il tutto , e senza di TE nulla sarebbe esistito dell' esistente. In Te esisteva la vita , a la vita era luce per tutti gli esseri . La tua luce brillava nelle tenebre , e le tenebre ancora , non possono occultarti Da '' Et verbum caro factum est '' di G Saporiti Come pi volte ho fatto rilevare , nell' espressione en arch en non una preposizi one temporale , en stato in luogo , perci si deve intendere nel , dentro , insit

o nel principio , significa che il Lgos sempre esistito , eterno . Il Lgos prs ton theon , prs non apud , prs moto a luogo , il Lgos va verso , in cerca di Dio , lo slancio continuo verso Dio . Lgos non significa solo verbum , parola , anzi il suo primo significato legare tener assieme ogni cosa ; sappiamo che tutto tenut o assieme da campi magnetici , elettrici , gravitazionali , quindi l' arch pure energia. Nel passo successivo Lgos il soggetto quindi il Lgos un Dio , Thes senza articolo, apre la strada al politeismo !? egneto viene da gignomai ; nascere , generare pertanto mai sigificher creato , fa tto . Oso affermare pertanto che il Logos Dio il pensiero di Giovanni come gi detto , una sinfonia in crescendo di energia , lu ce , tenebre , tenebre-morte , vita-luce , un bailamme , , come Io spesso lo d efinisco , lo orgasmo cosmico , in eterno divenire eppur sempre uguale . Altro punto importante della filosofia cristiana la introduzione del concetto '' di perdono '' , della misericordia umana e divina , del porgere l' altra guanci a non perch uno debole ma perch uno deve essere superiore al tentativo di prevaric azione del male , che il debole , sul bene che il vero forte ; sublime , impens abile prima , l' imperativo : ama il prossimo tuo come te stesso . la prima volt a nella storia del pensiero umano che si immagina , si pensa ad un Dio non vendi cativo , non punitivo ; l' uomo essendo a sua immagine e somiglianza pertanto no n pu essere diverso . Matteo poi affronta il problema del' unione tra uomo e donna , del matrimonio e della procreazione , per o con , amore e del ripudio o divorzio . Vi risparmio i l testo greco . Propter hoc dimitet homo patrem et matrem , et adherebit uxori suae , et erunt duo in carne una . Itaque iam non sunt duo sed una caro . Quod Deus coniunxit , homo non separet Il creatore da are il padre e sola , dunque llo che Dio ha un principio cre maschio e femmina e per questo l' uomo deve lasci la madre per unirsi a sua moglie cos' che i due formano una carne non sono pi due, ma un solo corpo, pertanto l'uomo non separi que congiunto . Io lo vedo anche in chiave spirituale :

Ci uniamo in un altro essere , che siamo noi due, fino al limite del pensiero Matteo poi affronta altri problemi importanti , un poco di difficile comprension e , in alcuni casi ma avulsi dal problema del significato del logos e non dirett amente collegati alle novit del pensiero cristiano . Esempio la risposta ai faris ei che facevano presente l' esistenza del ripudio nella legge mosaica : Mos ha pe rmesso di ripudiare la vostre mogli per la asprezza del vostro cuore ma non sta to cosi da un principio . Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un' altra adu ltero e chi sposa la ripudiata adultero . Pi avanti afferma : non tutti capiscono queste cose ma solo quelli a cui stato concesso ; affronta il problema di chi n on si sposa perch eunuco o reso tale , o lo fa per libera scelta per dedicarsi a Dio , per amore del regno dei cieli e chiude con la celebre espressione : corei n , coreto , qui potest capere , capiat , lo fa chi ci pu arrivare . Seguono le ce lebri frasi lasciate che i pargoli vengano a me perch il regno dei cieli di chi a ssomiglia a loro ; un ricco difficilmente entrer nel regno dei cieli , pi facile c he una fune entri nella cruna di un ago , riferendosi ad un possidente che udite le parole del Cristo abbandon la scena perturbato ed afflitto . Vorrei qui ricordare che , 1300 anni circa prima di Cristo , Akhenton , Faraone

filosofo ( fu padre di Tutancamon sposo di bellissime donne tra cui la splendid a , saggia e leggendaria Nefertiti , dono' un periodo di pace e sviluppo all' Eg itto , fond una nuova imponente citt Akhetaton e col trasfer la capitale da Tebe , abol la pena di morte) , ebbe l' intuizone che il Dio supremo ed unico , origine di tutto fosse Aton , il sole , la luce , quindi l' energia . Akhenton convert la religione egizia da politeista a monoteista , conservando per l ' eterna dualit : Osiride - Iside , luce e tenebre , bene male in un secondo pian o . Vorrei far presente che sotto il suo regno gli Ebrei erano in Egitto con i loro usi , costumi e religione e certamente influenzarono il Faraone che di per se' m al sopportava lo strapotere della ''Casta Sacerdotale Tebana'' .

Il dio Aton riassumeva comunque il poter di tutti gli Dei precedenti , pertanto siamo in presenza di un monoteismo-politeismo o polideico , perdonate la mia st ran espressione , ma pur sempre era un tentativo di unificazione degli Dei , di monoteismo ; ricordiamo Giovanni : Thes En lgos , lgos il soggetto , il logos un D o , apre al politeismo o concentra? I pi recenti studi identificano il popolo ebreo,come risultante di una mescolanza tra le trib semitiche degli Hyksos e le altre minoranze etniche che seguirono il faraone eretico Akhenaton con la sua casta sacerdotale Yahd . Nel XVII secolo a. C. gli Hyksos invasero il nord dEg tto , e i loro re si dichiararono legittimi fa raoni. Successivamente per ,vennero sconfitti , e cacciati oltre il delta del Nilo,mentr e una parte rimase prigioniera in Egitto per un periodo di circa 400 anni. Con l vv nto nel XIV secolo , del faraone Akhenaton,venne instaurato per la prima volta , un culto monoteistico , volto all dor z on del dio Aton . Il faraone co stru una citt chiamata Ataton , oggi Tell el Amarna,dedicata al dio Aton , dove ra dun il nuovo popolo (costituito da Hyksos e altre minoranze etniche) sotto il cul to del sole .

Dopo Akhenaton venne ripristinato l nt co politeismo e i successori cancellarono la storia del predecessore , ma il nesso tra l odo del faraone eretico e l odo b iblico di Mos , avvenuti nello stesso periodo storico , pi che evidente. LAnt co Te stamento per coprire la verit suMos , che in egizio significa bambino ,"figlio","d iscendente",riprese esattamente il racconto della nascita del grande Sargon di A ccad , lasciato nelle acque , salvato , per poi divenire un grande re . Infatti non avrebbe senso altrimenti , che un Israelita potesse vivere nella corte di un faraone , come le imprecisioni delle Sacre Scritture vogliono farci credere , p er distoglierci dalla verit storica . Evidenti analogie tra la religione di Mos e il culto instaura to da Akhenaton le possiamo ritrovare nel Salmo 104 , ricopiatura dellInno al Sole , scritto dal fa raone eretico . In essi troviamo una glorificazione del creato di Dio. Secondo Freud (che scrisse L omo Mos e la religione monoteistica) la recita del cred o ebraico,confermerebbe ld nt t tra il culto del dio-sole egizio e il culto monote ista-israelitico: Il credo ebraico, come noto, recita "Shem Israel Adonai Elohenu Adonai Ehad". Se la somiglianza del nome dell'egizio Aton alla parola ebraica A donai e al nome divino siriaco Adonis non casuale , ma proviene da una vetusta u nit di linguaggio e significato , cos si potrebbe tradurre la formula ebraica: "Ascolta Israele il nostro Dio Aton (Adonai) l'unico Dio". Secondo Messod e Roger Sabbah , autorevoli studiosi , il termine ebraico adonai, u tilizzato per intendere signore mio, tradotto nel linguaggio dei geroglifici egizi corrisponde alla parola Aton, mentre una parte degli studiosi la traduce in ado n-ay, ovvero , signore Ay, nome del primo successore di Akhenaton. Significative anche le testimonianze del dotto Manetone , sacerdote egizio , che poteva attingere a documenti sicuri (ad esempio gli elenchi dei faraoni) ; Mane

tone contestava la favola biblica dellE odo , sostenendo al suo posto , una espul sione di ebrei , ritratti come malati gravi ("lebbrosi") , disgustosamente circo ncisi , ribelli , esclusivi , xenofobi , irriducibili. Sempre Manetone affermava che mille anni prima un altro sacerdote egizio abiurante di nome Osarsiph di El iopoli , assumendo il nome di Mos , si pose alla testa di una folla di 80mila ebr ei in rivolta espulsi , guidandoli fuori dellEg tto fino a conquistare (usurpando la) la regione di Canaan . Per concludere , gli ebrei , guidati dal carismatico leader spirituale egizio Mos , che con tutta probabilit era dunque il faraone eret ico Akhenaton , innalzarono la loro presunzione fino a considerarsi popolo eletto, e ad inaugurare col monoteismo quell ntoll r nz che distingue tutti i culti che si dichiarano detentori di un n c verit rivelata . Ricordiamo poi che Mos , sceso dal monte Sinai con le tavole della legge , si infuri fino a spezzare le tavole stesse , vedendo che durante la sua assenza il popolo si era convertito al polit eismo , ad adorare il vitello d' oro , ricordo della vecchia religione praticata ? Ricodiamo inoltre che Jeov , il dio degli Ebrei disse a Mos condurrai il tuo popo lo alla terra promessa e non la vedrai ! Ci , secondo il mio modo di vedere e pen sare conferma che Mos non era Ebreo ma egiziano ; che Mos forse era davvero Ame nofis IV , Akenaton , IL LOGOS COSA ? Spesso risulta difficile definire esattamente il pensiero dei Filosofi Presocrat ici cos come ricostruire le argomentazioni che essi utilizzarono a sostegno delle loro teorie . Analoga sorte toccata alle loro opere, andate perse nel corso dei secoli. Ci che rimane dei loro scritti sono solo le citazioni di alcuni filosofi e storici antichi oltre a qualche raro frammento salvatosi dall'oblio. In generale, i Filosofi Presocratici , rigettarono le tradizionali interpretazio ni mitologiche dei fenomeni a favore di varie spiegazioni pi razionali , attinent i allo studio della natura , bench fossero a volte collegate a concezioni religio se della tradizione orfica ed esoterica . Essi si chiedevano in modo particolare: Qual l'origine , arch , delle cose , del tutto? Qual l'elemento primario, o la sostanza , di tutte le cose? Come possiamo spiegare la molteplicit delle cose che esistono in natura? Che rapporto intercorre tra unit e molteplicit, o tra essere e divenire? Bench quasi tutte le soluzioni cosmologiche dei primi pensatori Greci siano state in seguito in parte superate o corrette da riflessioni pi complesse, grazie a st rumenti di ricerca pi potenti e sofisticati che hanno permesso nuove conoscenze scientifiche pi approfondite e metodiche, la filosofia non ha mai smesso di inter rogarsi sulle questioni da essi sollevate . Tipi di arch (origine del cosmo ) nei Presocratici Arch unica (filosofi monisti) acqua o umido: Talete di Mileto . apeiron: Anassimandro di Mileto . aria o pneuma: Anassimene di Mileto . numero: Pitagora di Samo e pitagorici ( Magna Grecia) . fuoco/Logos: Eraclito di Efeso . essere: Parmenide di Elea , non arch in senso stretto . Arch molteplice (pluralisti) 4 radici: Empedocle di Agrigento . semi: Anassagora di Clazomene . atomi: Leucippo di Mileto e Democrito di Abdera . I Sofisti, di fatto, non si pongono pi il problema dell'arch concentrandosi (come

Socrate) sull'uomo Il Logos sempre stato oggetto di ricerca filosofica , con tale parola si trattat o di spiegare l' universo , Dio ed altro . La parola Logos polisemantica ed quin di bene non tradurla. Essa si riconnette al verbo greco '' lego - lghein ", che i n origine significava " legare ", cio legare tenere assieme , oggi possiamo dire che indica la forza che tiene assieme tutto : quindi anche sinonimo di energia , quindi di luce , di suono ; il Logos nella perfezione dell' universo armonia , esiste solo quando i contrari sono in tensione , pertanto trasforma i suoni i n melodia , in musica , il Logos in continuo divenire come la fiamma che brucia e rigenera , come un fiume , una cascata , l' acqua che scorre o cade mai uguale a se stessa : porta al ''PANTA REI ''continuo divenire eterno cambiamento . Poi Logos pass a significare , tenere assieme parole , cio parlare , ragionamento , vuol dire , tra le altre varie cose , discorso : c' l'idea di pi parole che veng ono tra loro legate per assumere un significato. Pu anche significare "discorso i nteriore" in quanto prima di parlare, si effettua un dialogo , ragionamento inte rno a noi stessi. Quindi pass a significare "ragionamento" e da qui "ragione", os sia la facolt di effettuare ragionamenti , cos i significati della parola logos so no , secondo Eraclito , uno dei primi ad esaminare il logos e a porlo come arch, essenzialmente tre : La ragione che governa l'universo Il pensiero che comprende questa ragione universale il discorso che esprime questa conoscenza Come abbiamo un logos dentro di noi (la ragione) , Eraclito dice che anche nell a realt ci deve essere un Logos cosmico, dove logos ha valenza di "ragione" : il Logos quel qualcosa che fa funzionare l'universo . Eraclito afferma che il Logos che abbiamo nella nostra mente non diverso da quello cosmico. Per arrivare a di re questo,probabilmente, Eraclito si deve essere sagacemente chiesto: "come che quello che noi pensiamo esiste anche nella realt?". Questo anche un modo per risp ondere alla domanda: "come si ricollegano le leggi della natura e del mondo? ". Di fatto, Eraclito nega l'esistenza di un Dio ma ammette quella di una ragione u niversale : c' un nesso tra la ragione che governa il mondo e quella che governa la nostra mente : sono la stessa cosa , seppure ambigua . Certo parecchio difficile comprendere questo log os universale , ma non impossibile: l' uomo ce la pu fare usando quel piccolo frammento di Logos a sua disposizione , insito , dentro di lui : la ragione, che non nient'altro che un pezzettino di L ogos universale di cui tutti disponiamo , anima , parte dell' energia primaria. Quindi tutti partiamo dallo stesso livello, ma solo i migliori riescono ad emerg ere e ad avvicinarsi al logos cosmico . I dormienti sono coloro che non ci riesc ono , non ci provano: per raggiungere il logos universale bisogna cooperare , n on agire da soli e nel proprio interesse: Eraclito dice "bisogna seguire ci che c omune; infatti ci che , comune di tutti . Ma pur essendo il Logos di tutti , la f olla vive come se avesse un proprio ed esclusivo criterio per giudicare". Eracli to era del parere che una citt per funzionare avesse bisogno delle leggi: come il Logos cosmico governa il mondo, cos le leggi governano la citt. Anche le leggi , come la mente umana, sono un frammento di Logos universale. In Eraclito matura l'idea che la legge umana derivi da quella naturale, Tutte le leggi umane - nell a misura in cui sono giuste - attingono ad un' unica legge cosmica. A quei tempi vi era anche chi diceva che le leggi umane fossero puramente convenzionali e no n c'entrassero nulla con la natura. Sebbene Eraclito arrivi ad ammettere che il principio sia il Logos, un'entit assolutamente astratta, tuttavia egli sente il b isogno di incarnarlo in qualcosa di materiale, e pi precisamente nel fuoco. Eracl

ito dice che l'universo non il prodotto di dei o uomini, ma un universale ordine , unico ed eterno. Egli lo identifica con "il fuoco sempre vivente" . Uno dei frammenti senz'altro pi famosi di Eraclito quello in cui dice : "negli s tessi fiumi scendiamo e non scendiamo, siamo e non siamo " : troppo spesso stato interpretato come il manifesto della "filosofia del divenire", del panta rei ("tutto scorre") , come se Eraclito ci stesse suggerendo che non possiamo mai bagnarci due volte nelle stesse acque di un fiume , perch esse si rinnovano incessantemente. In real t il concetto dell nc nt divenire che regola la realt sar espresso, pi che da Era clito (nel quale pure non assente) , da Cratilo , suo discepolo , (che poi sar ma estro di Platone ) : egli estremizzer le posizioni di Eraclito e diventer il filos ofo del "tutto scorre" , non ci possiamo bagnare nella stessa acqua di un fiume infatti l' acqua che bagna il piede non sar quella che bagner la testa : a suo avv iso addirittura impossibile dare i nomi alle cose perch esse cambiano di continuo (noi chiamiamo Po un fiume ma non corretto, perch le acque si rinnovano in conti nuazione e il fiume non mai lo stesso) ; si fissa artificialmente una cosa che n on fissabile perch in continua mutazione . Cratilo , con il "panta rei" , arriva a dimostrazioni sofistiche : impossibile conoscere qualcosa che cambia sempre. Q uindi in teoria, dal momento che non si possono attribuire nomi , bisognerebbe l imitarsi ad indicarle . PLATONE Platone riferendosi a un sapere , definito come credenza vera , associata a un L ogos identifica in quest'ultimo tre diversi significati: l'espressione tramite suoni linguistici del pensiero l'enumerazione delle caratteristiche di una cosa l'individuazione della "differenza" di una cosa, vale a dire di quel particolar e segno che la differenzia da tutte le altre cose e la definisce nella sua realt specifica Da questi significati ne deriva che per Platone il Logos filosofico va riportato nell'ambito del discorso definitorio ; il logos apophantiks o dichiarativo, che serve a stabilire la verit o falsit di una proposizione, concetto ripreso e svilup pato da Aristotele nella logica . Platone come Socrate si interessa per pi dell' uomo che dell' arch e del Logos STOICISMO

Una vera e propria "filosofia del Logos" la si ritrova invece nello Stoicismo . Cleante richiamandosi ad Eraclito, afferma la dottrina del Logos spermatiks , la "ragione seminale", un principio vivente ed attivo che si diffonde nella materia inerte animandola e portando alla vita i diversi enti . Il logos presente in tu tte le cose, dalle pi grandi alle pi piccole, dalle cose terrene sino alle stelle garantendo cos l'unit razionale dell'intero cosmo: il Logos attraversa tutte le cos e mescolandosi al grande come ai piccoli astri luminosi Esiste dunque un comune sentire (una , soffrire gioire assieme (sympatheia), "simpa universale, una legge naturale seguendo la quale lo stoicismo insegna a vivere c onformemente alla natura. Dal punto di vista fisico il logos identificato col fuoco, che contiene in s le d iverse "ragioni seminali" individuali . Alla fine dei tempi avverr una conflagraz ione che consumer l'intero universo, in cui per si salveranno le "ragioni seminali ", per garantire la generazione del nuovo mondo che sar nuovamente arso secondo u n andamento ciclico. Il logos , inteso come "calcolo" (ratio) e "discorso" (oratio) mantenuto dallo s toicismo che fa distinzione , distingue tra il

"discorso interiore" (Logos endiathets , oratio concepta) la riflessione raziona le e il "discorso proferito", il discorso parlato, (Logos prophoriks , oratio pr olata) NEOPLATONISMO Plotino riprender questa teoria stoica delle ragioni seminali che sono presenti nell'anima del mondo, ne spiegano i movimenti e fanno in modo che gli individui siano diversi tra loro. GIUDAISMO ALESSANDRINO Filone , uno dei maggiori esponenti , riprende il Logos della tradizione sto ica incorporandolo nella sua Teologia e connettendolo al tema Biblico della "par ola di Dio", acquisendo la fisionomia di un agente quasi personale , cosciente , della volont creatrice e provvidente di Dio ; la Parola a cui si unisce o sostit uisce , con valore di sinonimo : Sapienza attiva . Per Filone , che si rif anche al Timeo di Platone , Dio trascendente rispetto al mondo , e , a far da mediator e tra il primo e il secondo , proprio il Logos , fonte degli archetipi , sulla c ui base il mondo viene modellato , costituendo quasi la cornice dello stesso e , in un certo senso , d sintesi a tutte le realt intermedie : le Idee , la Sapienza , gli Angeli , lo Spirito e le Potenze ; il Logos , infatti lo strumento con il quale Dio ha fatto tutte le cose ed la Luce Divina offerta agli uomini . Nella dottrina di Filone si riconoscono temi e concetti , pi o meno condivisibili , che poi torneranno nel cristianesimo . Gia' era nell' aria un cambio radicale nel p ensiero filosofico , l' uomo deve trovare la propria dignit e libert , la trover ne lle parole '' fece l' uomo a sua immagine e somiglianza '' Il Creatore era libero e come poteva generare un essere non libero? Un essere che non amasse gli altri ? CRISTIANESIMO

Io ritengo che le basi filosofiche del pensiero Cristiano siano contenute nei pr imi versetti del Vangelo di Giovanni ed in alcuni passi del Vangelo di Matteo d i interpretazione a volte non facile . Giovanni inizia in modo per me poetico e sognante : en arch En o Lgos , kai o Lgos En prs tn then , kai thes En Lgos , outos En en arch prs tn then . Pnta dia autou egneto , kai cors autou oud en o ggonenen aut zo En kai E zo En t fs rpon kai t fs en tE skota fanei , kai E skota aut ou katelaben in principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum , et Deus erat Verbum . Hoc e rat in principio apud Duem . Omnia per ipsum facta sunt , et sine ipso factum es t nihil, quod factum est; in ipso vita erat , et vita erat lux hominum, et lux i n tenebris lucet , et tenebra eam non comprehenderunt . In principio c' era la Parola , il Verbo , essa era presso Dio , essa era Dio , essa era al principio presso Dio , per mezzo di lei Dio ha creato ogni cosa. Sen za di lei non stato fatto nulla di ci che fu fatto. Essa era la vita e la vita er a la luce per gli uomini , la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l' a fferrarono , non la conquistarono .

En el principio era el Verbo , y el Verbo era con Dis y el Verbo era Dis . Este en el principio era con Dios .Todas las cosas por l fueron he chas , y sin l nada de lo que ha sido hecho , fue hecho . En l estaba la vida , y

la vida era la luz de los hombres . La luz en las tinieblas resplandece , las ti nieblas no pudieron prevalecer contra ella . Tu , sei esistita da sempre , ti avvicinavi a me e mi stavi di fronte , e Tu eri Me e sei stata a Me vicina , sempre. Tu , hai generato il tutto , e senza di TE nulla sarebbe esistito dell' esistente. In Te esisteva la vita , a la vita era luce per tutti gli esseri . La tua luce brillava nelle tenebre , e le tenebre ancora , non possono occultarti Da '' Et verbum caro factum est '' di G Saporiti

Come pi volte ho fatto rilevare , nell' espressione en arch en non una preposizi one temporale , en stato in luogo , perci si deve intendere nel , dentro , insit o nel principio , significa che il Lgos sempre esistito , eterno . Il Lgos prs ton theon , prs non apud , prs moto a luogo , il Lgos va verso , in cerca di Dio , lo slancio continuo verso Dio . Lgos non significa solo verbum , parola , anzi il suo primo significato legare tener assieme ogni cosa ; sappiamo che tutto tenut o assieme da campi magnetici , elettrici , gravitazionali , quindi l' arch pure energia. Nel passo successivo Lgos il soggetto quindi il Lgos un Dio , Thes senza articolo, apre la strada al politeismo !? egneto viene da gignomai ; nascere , generare pertanto mai sigificher creato , fa tto . Oso affermare pertanto che il Logos Dio il pensiero di Giovanni come gi detto , una sinfonia in crescendo di energia , lu ce , tenebre , tenebre-morte , vita-luce , un bailamme , , come Io spesso lo d efinisco , lo orgasmo cosmico , in eterno divenire eppur sempre uguale . Altro punto importante della filosofia cristiana la introduzione del concetto '' di perdono '' , della misericordia umana e divina , del porgere l' altra guanci a non perch uno debole ma perch uno deve essere superiore al tentativo di prevaric azione del male , che il debole , sul bene che il vero forte ; sublime , impens abile prima , l' imperativo : ama il prossimo tuo come te stesso . la prima volt a nella storia del pensiero umano che si immagina , si pensa ad un Dio non vendi cativo , non punitivo ; l' uomo essendo a sua immagine e somiglianza pertanto no n pu essere diverso . Matteo poi affronta il problema del' unione tra uomo e donna , del matrimonio e della procreazione , per o con , amore e del ripudio o divorzio . Vi risparmio i l testo greco . Propter hoc dimitet homo patrem et matrem , et adherebit uxori suae , et erunt duo in carne una . Itaque iam non sunt duo sed una caro . Quod Deus coniunxit , homo non separet Il creatore da are il padre e sola , dunque llo che Dio ha un principio cre maschio e femmina e per questo l' uomo deve lasci la madre per unirsi a sua moglie cos' che i due formano una carne non sono pi due, ma un solo corpo, pertanto l'uomo non separi que congiunto . Io lo vedo anche in chiave spirituale :

Ci uniamo in un altro essere , che siamo noi due,

fino al limite del pensiero Matteo poi affronta altri problemi importanti , un poco di difficile comprension e , in alcuni casi ma avulsi dal problema del significato del logos e non dirett amente collegati alle novit del pensiero cristiano . Esempio la risposta ai faris ei che facevano presente l' esistenza del ripudio nella legge mosaica : Mos ha pe rmesso di ripudiare la vostre mogli per la asprezza del vostro cuore ma non sta to cosi da un principio . Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un' altra adu ltero e chi sposa la ripudiata adultero . Pi avanti afferma : non tutti capiscono queste cose ma solo quelli a cui stato concesso ; affronta il problema di chi n on si sposa perch eunuco o reso tale , o lo fa per libera scelta per dedicarsi a Dio , per amore del regno dei cieli e chiude con la celebre espressione : corei n , coreto , qui potest capere , capiat , lo fa chi ci pu arrivare . Seguono le ce lebri frasi lasciate che i pargoli vengano a me perch il regno dei cieli di chi a ssomiglia a loro ; un ricco difficilmente entrer nel regno dei cieli , pi facile c he una fune entri nella cruna di un ago , riferendosi ad un possidente che udite le parole del Cristo abbandon la scena perturbato ed afflitto . Vorrei qui ricordare che , 1300 anni circa prima di Cristo , Akhenton , Faraone filosofo ( fu padre di Tutancamon sposo di bellissime donne tra cui la splendid a , saggia e leggendaria Nefertiti , dono' un periodo di pace e sviluppo all' Eg itto , fond una nuova imponente citt Akhetaton e col trasfer la capitale da Tebe , abol la pena di morte) , ebbe l' intuizone che il Dio supremo ed unico , origine di tutto fosse Aton , il sole , la luce , quindi l' energia . Akhenton convert la religione egizia da politeista a monoteista , conservando per l ' eterna dualit : Osiride - Iside , luce e tenebre , bene male in un secondo pian o . Vorrei far presente che sotto il suo regno gli Ebrei erano in Egitto con i loro usi , costumi e religione e certamente influenzarono il Faraone che di per se' m al sopportava lo strapotere della ''Casta Sacerdotale Tebana'' .

Il dio Aton riassumeva comunque il poter di tutti gli Dei precedenti , pertanto siamo in presenza di un monoteismo-politeismo o polideico , perdonate la mia st ran espressione , ma pur sempre era un tentativo di unificazione degli Dei , di monoteismo ; ricordiamo Giovanni : Thes En lgos , lgos il soggetto , il logos un D o , apre al politeismo o concentra? I pi recenti studi identificano il popolo ebreo,come risultante di una mescolanza tra le trib semitiche degli Hyksos e le altre minoranze etniche che seguirono il faraone eretico Akhenaton con la sua casta sacerdotale Yahd . Nel XVII secolo a. C. gli Hyksos invasero il nord dEg tto , e i loro re si dichiararono legittimi fa raoni. Successivamente per ,vennero sconfitti , e cacciati oltre il delta del Nilo,mentr e una parte rimase prigioniera in Egitto per un periodo di circa 400 anni. Con l vv nto nel XIV secolo , del faraone Akhenaton,venne instaurato per la prima volta , un culto monoteistico , volto all dor z on del dio Aton . Il faraone co stru una citt chiamata Ataton , oggi Tell el Amarna,dedicata al dio Aton , dove ra dun il nuovo popolo (costituito da Hyksos e altre minoranze etniche) sotto il cul to del sole .

Dopo Akhenaton venne ripristinato l nt co politeismo e i successori cancellarono la storia del predecessore , ma il nesso tra l odo del faraone eretico e l odo b iblico di Mos , avvenuti nello stesso periodo storico , pi che evidente. LAnt co Te stamento per coprire la verit suMos , che in egizio significa bambino ,"figlio","d iscendente",riprese esattamente il racconto della nascita del grande Sargon di A ccad , lasciato nelle acque , salvato , per poi divenire un grande re . Infatti

non avrebbe senso altrimenti , che un Israelita potesse vivere nella corte di un faraone , come le imprecisioni delle Sacre Scritture vogliono farci credere , p er distoglierci dalla verit storica . Evidenti analogie tra la religione di Mos e il culto instaura to da Akhenaton le possiamo ritrovare nel Salmo 104 , ricopiatura dellInno al Sole , scritto dal fa raone eretico . In essi troviamo una glorificazione del creato di Dio. Secondo Freud (che scrisse L omo Mos e la religione monoteistica) la recita del cred o ebraico,confermerebbe ld nt t tra il culto del dio-sole egizio e il culto monote ista-israelitico: Il credo ebraico, come noto, recita "Shem Israel Adonai Elohenu Adonai Ehad". Se la somiglianza del nome dell'egizio Aton alla parola ebraica A donai e al nome divino siriaco Adonis non casuale , ma proviene da una vetusta u nit di linguaggio e significato , cos si potrebbe tradurre la formula ebraica: "Ascolta Israele il nostro Dio Aton (Adonai) l'unico Dio". Secondo Messod e Roger Sabbah , autorevoli studiosi , il termine ebraico adonai, u tilizzato per intendere signore mio, tradotto nel linguaggio dei geroglifici egizi corrisponde alla parola Aton, mentre una parte degli studiosi la traduce in ado n-ay, ovvero , signore Ay, nome del primo successore di Akhenaton. Significative anche le testimonianze del dotto Manetone , sacerdote egizio , che poteva attingere a documenti sicuri (ad esempio gli elenchi dei faraoni) ; Mane tone contestava la favola biblica dellE odo , sostenendo al suo posto , una espul sione di ebrei , ritratti come malati gravi ("lebbrosi") , disgustosamente circo ncisi , ribelli , esclusivi , xenofobi , irriducibili. Sempre Manetone affermava che mille anni prima un altro sacerdote egizio abiurante di nome Osarsiph di El iopoli , assumendo il nome di Mos , si pose alla testa di una folla di 80mila ebr ei in rivolta espulsi , guidandoli fuori dellEg tto fino a conquistare (usurpando la) la regione di Canaan . Per concludere , gli ebrei , guidati dal carismatico leader spirituale egizio Mos , che con tutta probabilit era dunque il faraone eret ico Akhenaton , innalzarono la loro presunzione fino a considerarsi popolo eletto, e ad inaugurare col monoteismo quell ntoll r nz che distingue tutti i culti che si dichiarano detentori di un n c verit rivelata . Ricordiamo poi che Mos , sceso dal monte Sinai con le tavole della legge , si infuri fino a spezzare le tavole stesse , vedendo che durante la sua assenza il popolo si era convertito al polit eismo , ad adorare il vitello d' oro , ricordo della vecchia religione praticata ? Ricodiamo inoltre che Jeov , il dio degli Ebrei disse a Mos condurrai il tuo popo lo alla terra promessa e non la vedrai ! Ci , secondo il mio modo di vedere e pen sare conferma che Mos non era Ebreo ma egiziano ; che Mos forse era davvero Ame nofis IV , Akenaton , cio il Faraone eretico esiliato , che lasci l' Egitto o scap p con gli schiavi Ebrei .

Qui mi fermo , considerando di aver dato la mia spiegazione su cosa Io intendo s ia il Logos nella storia della filosofia antica , lascio ad altri il compito di proseguire o lo far in un momento successivo.

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