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Feuerbach

1. Vita e opere
La maggior figura della Sinistra hegeliana quella di Feuerbach, il fondatore dell'ateismo filosofico ottocentesco.
LUDWIG FEUERBACH nacque il 28 luglio 1804 a Landshut nella Baviera e mor a Rechenberg il 13 settembre 1872. Scolaro di Hegel a Berlino, libero docente ad Erlangen, si vide troncare la carriera universitaria dall'ostilit incontrata dalle idee sulla religione esposte in uno dei suoi primi scritti, Pensieri sulla morte e l'immortalit (1830). Si ritir allora nella solitudine e nello studio e visse quasi sempre a Bruckberg. Nell'inverno 1848-1849, per invito di una parte degli studenti di Heidelberg, tenne in quella citt le Lezioni sull'essenza della religione. L'invito era stato reso possibile dagli avvenimenti del '48 e fu soltanto una parentesi nella vita di Feuerbach, che pass i suoi ultimi anni in miseria, a Rechenberg. Dapprima hegeliano fervente, Feuerbach si stacc in seguito dall'hegelismo e il distacco segnato dallo scritto Critica della filosofia hegeliana (1839), al quale seguirono nello stesso senso le Tesi provvisorie per la riforma della filosofia (1843) e Princpi della filosofia dell'avvenire (1844). Ma intanto aveva pubblicato, nel 1841, la sua opera fondamentale, L'essenza del cristianesimo; alla quale segu nel 1845 l'altra altrettanto importante L'essenza della religione. Le opere successive non fanno che riprendere e riesporre le tesi contenute in queste due opere: Lezioni sull'essenza della religione (tenute come si detto nel 1848-1849, ma pubblicate nel 1851); Teogonia secondo le fonti dell'antichit classica ebraico-cristiana (1857); Divinit, libert e immortalit dal punto di vista dell'antropologia (1866); Spiritualismo e materialismo (1866); L'eudemonismo.

2. Il rovesciamento dei rapporti di predicazione


La filosofia di Feuerbach, che muove dall'esigenza di cogliere l'uomo e la realt nella loro concretezza, ha come presupposto teorico e metodologico una critica radicale della maniera idealistico-religiosa di rapportarsi al mondo. Maniera che, secondo Feuerbach, consiste sostanzialmente in uno stravolgimento dei rapporti reali fra soggetto e predicato, concreto ed astratto. Ad esempio, mentre nella realt effettiva delle cose l'essere si configura come il soggetto originario di cui il pensiero il predicato, cio l'attributo o l'effetto, nell'idealismo il pensiero si configura come il soggetto originario, di cui l'essere il predicato, cio l'attributo o l'effetto. In altri termini, l'equivoco di fondo dell'idealismo quello di fare del concreto (dell'essere, della natura, dell'uomo, del finito ecc.) un predicato o un attributo dell'astratto (del pensiero, dello spirito, di Dio, dell'infinito ecc.), anzich dell'astratto un predicato o un attributo del concreto (Il vero rapporto tra pensiero ed essere non pu essere che questo: l'essere il soggetto, il pensiero il predicato. Il pensiero dunque deriva dall'essere, ma non l'essere dal pensiero). Detto con altre parole ancora, l'idealismo offre una visione rovesciata delle cose, in cui ci che viene realmente prima (il concreto; la causa) figura come ci che viene dopo, e ci che viene realmente dopo (l'astratto, l'effetto) figura come ci che viene prima: Il cammino che sinora ha percorso la filosofia speculativa dall'astratto al concreto, dall'ideale al reale, un cammino alla rovescia. una via per la quale non si giunge mai alla realt vera.... Da ci il programma feuerbachiano di un'inversione radicale dei rapporti fra soggetto e predicato instaurati dalla religione e dall'idealismo: La nuova filosofia, conformemente alla verit, ha trasformato l'attributo in sostantivo, il predicato in soggetto..., L'inizio della filosofia non Dio, non l'Assoluto, non l'essere come predicato dell'assoluto o dell'idea: l'inizio della filosofia il finito, il determinato, il reale.

3. La critica alla religione


3.1 Dio come proiezione dell'uomo Applicando la sua metodologia materialistica alla religione, Feuerbach afferma che non Dio (l'astratto) ad aver creato l'uomo (il concreto), ma l'uomo ad aver creato Dio. Infatti Dio, secondo Feuerbach, nient'altro che la proiezione illusoria o l'oggettivazione fantastica di qualit umane, in particolare di quelle perfezioni caratteristiche della nostra specie che sono la ragione, la volont e il cuore: In altri termini, il divino nient'altro che l'umano in generale, proiettato in un mitico aldil e adorato come tale: La religione scrive Feuerbach in L'essenza del cristianesimo l'insieme dei rapporti dell'uomo con se stesso, o meglio con il proprio essere, riguardato per come un altro essere... Tutte le qualificazioni dell'essere divino sono perci qualificazioni dell'essere umano, Tu credi che l'amore sia un attributo di Dio perch tu stesso ami, credi che Dio sia un essere sapiente e buono perch consideri bont e intelligenza le migliori tue qualit.... Il mistero della teologia quindi l'antropologia. Proprio in quanto antropologia capovolta, la religione costituisce la prima, ma indiretta autocoscienza dell'uomo. Tant' vero che essa precede sempre la filosofia, nella storia dell'umanit cos come nella storia dei singoli individui. L'uomo sposta il suo essere fuori da s, prima di trovarlo in s... La religione l'infanzia dell'umanit; il bambino vede il proprio essere, l'uomo, fuori da s, ossia oggettiva il proprio essere in un altro uomo. Perci il progresso storico delle religioni consiste appunto nel considerare in un secondo tempo come soggettivo e umano ci che le prime religioni consideravano come oggettivo e adoravano come dio. Le prime religioni sono idolatrie per le religioni posteriori; queste riconoscono che l'uomo ha adorato il proprio essere senza saperlo... Ma ogni religione particolare che definisce idolatrie le sue pi antiche sorelle, esclude se stessa ed invero necessariamente, altrimenti non sarebbe pi religione da questo destino, da questa natura universale della religione; soltanto alle altre religioni attribuisce ci che rimane pur sempre... il vizio della religione in generale. Appurato che Dio l'essenza dell'uomo personificata e che l'antropologia costituisce la chiave di volta della teologia (e quindi di tutti i misteri del cristianesimo, dalla Trinit alla verginit di Maria), rimane da vedere, in concreto, come nasca, nell'uomo, l'idea di Dio. A questo proposito Feuerbach si variamente espresso. Talora (in particolare ne L'essenza del cristianesimo) egli tende a porre l'origine dell'idea di Dio nel fatto che l'uomo, a differenza dell'animale, ha coscienza di se stesso non solo come individuo, ma anche come specie. Ora, mentre come individuo si sente debole e limitato, come specie si sente invece infinito ed onnipotente. Da ci la figura di Dio, il quale, come si appena visto, nient'altro che una personificazione immaginaria delle qualit della specie: la religione la coscienza dell'infinito; essa dunque , e non pu essere altro, che la coscienza che l'uomo ha, non della limitazione, ma dell'infinit del proprio essere. Altre volte (in particolare nella Teogonia, ma il tema presente anche negli altri scritti) Feuerbach tende a scorgere l'origine dell'idea di Dio nell'opposizione umana tra volere e potere. 2

Opposizione che porta l'individuo a costruirsi una divinit in cui tutti i suoi desideri appaiono realizzati: A proprio presupposto la religione ha il contrasto o la contraddizione tra volere e potere, desiderare e ottenere... Nel volere, nel desiderare, nel rappresentare l'uomo illimitato, libero, onnipotente Dio; ma nel potere, nell'ottenere, nella realt egli condizionato, dipendente, limitato... Il pensare, il volere sono cosa mia; ma ci che io voglio e penso non cosa mia, fuori di me, non dipende da me. La tendenza, il fine della religione rivolto a togliere questa contraddizione o contrasto; e l'ente in cui queste vengono tolte, in cui ci che possibile secondo i miei desideri e le mie rappresentazioni, ma impossibile per le mie forze diventa possibile, o piuttosto reale, questo ente l'ente divino (Essenza della religione), "Il tuo Dio tale qual il tuo cuore". Quali i desideri degli uomini tali i loro di. I greci avevano divinit limitate, esemplifica Feuerbach, perch i loro desideri erano limitati. I desideri dei cristiani sono senza limiti, perci la loro divinit infinita e onnipotente. In sintesi: Dio l'ottativo del cuore umano divenuto tempo presente (Ess. d. crst.). Altre volte (in particolare nella Essenza della religione), Feuerbach ha visto la genesi primordiale dell'idea di Dio nel sentimento di dipendenza che l'uomo prova di fronte alla natura. Sentimento che ha spinto l'uomo ad adorare quelle cose senza le quali egli non potrebbe esistere: la luce, l'aria, l'acqua e la terra (tant', ricorda Feuerbach, che alcuni popoli, ad es. gli antichi messicani, avevano come divinit anche il sale).

3.2 L'alienazione e l'ateismo Qualunque sia l'origine della religione, comunque certo, secondo Feuerbach, che essa costituisce una forma di alienazione, intendendo con questo termine (presente in Hegel e ripreso da Marx) quello stato patologico per cui l'uomo, , scindendosi, proietta fuori di s una Potenza superiore (Dio) alla quale si sottomette (anche nei modi pi umilianti e crudeli: si pensi ai sacrifici di vite umane compiuti per scopi religiosi). Ma se la religione il frutto di un'oggettivazione alienata ed alienante, in virt della quale l'uomo tanto pi pone in Dio quanto pi toglie a se stesso (La gloria di Dio si fonda esclusivamente sull'abbassamento dell'uomo, la beatitudine divina solo sulla miseria umana, la divina sapienza solo sull'umana follia, la potenza divina solo sulla debolezza umana), l'ateismo si configura non solo come un atto di onest filosofica, ma anche come un vero e proprio dovere morale. Infatti, secondo Feuerbach, ormai venuto il tempo che l'uomo recuperi in s i predicati positivi che egli ha proiettato fuori di s in quello specchio illusorio ed astratto della propria essenza che Dio. Detto altrimenti, ci che nella religione soggetto deve ri-diventare predicato. Quindi non pi: Dio (soggetto) sapienza, volont e amore (predicato), ma, al contrario, la sapienza, la volont e l'amore umano (soggetto) sono divini (predicato). Di conseguenza, il compito della vera filosofia non pi quello di porre il finito nell'infinito (ossia di risolvere l'uomo in Dio) ma quello di porre l'infinito nel finito (ossia di risolvere Dio nell'uomo). Ci fa s che l'ateismo di Feuerbach non abbia un carattere puramente negativo, ma si presenti anche, in positivo, come proposta di una nuova divinit: l'uomo (per le conseguenze etiche e pratiche di questo atteggiamento). 3

4. La critica ad Hegel
Se la religione un'antropologia capovolta, l'hegelismo (del quale Feuerbach, come si accennato, era stato inizialmente seguace) si configura come una teologia mascherata, o meglio, come una teologia razionalizzata che costituisce la traduzione, in chiave speculativa, di tutto il filone teologico dell'Occidente. Particolarmente significative, a questo proposito, alcune affermazioni contenute nelle Tesi: Chi non rinunzia alla filosofia di Hegel, non rinunzia neppure alla teologia. La dottrina hegeliana, secondo cui la natura, o la realt, posta dall'idea, non altro che l'espressione in termini razionali della dottrina teologica, secondo cui la natura creata da Dio, o l'essere materiale creato da un essere immateriale, cio astratto, La filosofia di Hegel l'ultimo rifugio, l'ultimo sostegno razionale della teologia. Come una volta i teologi cattolici diventarono de facto aristotelici per poter combattere il protestantesimo; cos ora i teologi protestanti devono diventare de iure hegeliani per poter combattere l'ateismo, La filosofia speculativa si resa colpevole dello stesso errore che ha commesso la teologia: l'errore di aver ridotto a determinazioni, a predicati dell'infinito, le determinazioni della realt o del finito.... In ogni caso, argomenta Feuerbach, l'Idea o lo Spirito di Hegel, analogamente al Dio della Bibbia, non altro che un fantasma di noi stessi, ovvero il frutto di un'astrazione alienante: L'essere della teologia l'essere trascendente, l'essere dell'uomo posto al di fuori dell'uomo; l'essere della logica di Hegel il pensiero trascendente, il pensiero dell'uomo posto al di fuori dell'uomo, Astrarre vuol dire porre l'essenza della natura al di fuori della natura, l'essenza dell'uomo al di fuori dell'uomo, l'essenza del pensiero al di fuori dell'atto del pensiero. La filosofia di Hegel ha estraniato l'uomo da se stesso, avendo fatto appoggiare tutto il sistema su questi atti di astrazione. E poich Hegel, secondo Feuerbach, rappresenta il compimento della filosofia moderna, ovvero il termine ultimo di un'evoluzione di pensiero, la cui caratteristica comune lo smarrimento dell'uomo, la critica ad Hegel equivale, di fatto, alla fondazione di una nuova filosofia incentrata sull'uomo e capace di cogliere nel testo ci che Hegel ha relegato nelle note, ovvero la vita nella sua immediatezza.

5. Umanismo e filantropismo
La nuova filosofia, o filosofia dell'avvenire, delineata da Feuerbach nell'ultima fase del suo pensiero, ha la forma di un umanismo naturalistico. Umanismo: poich fa delluomo l'oggetto e lo scopo del discorso filosofico. Naturalistico: perch fa della Natura la realt primaria da cui tutto dipende, compreso l'uomo: La nuova filosofia fa dell'uomo l'oggetto unico, universale e supremo della filosofia, includendovi la natura considerata come fondamento dell'uomo. La nuova filosofia fa dell'antropologia, con inclusione della fisiologia, la scienza universale (Principi della fil. dell'avvenire). Nucleo di questo umanismo naturalistico il rifiuto di considerare l'individuo come astratta spiritualit o razionalit e la concezione dell'uomo come essere che vive, che soffre, che gioisce e che avverte una serie di bisogni dai quali si sente dipendente . Un essere, insomma, di carne e di sangue, che risulta condizionato dal corpo e dalla sensibilit: Il reale nella sua realt, o, il reale in quanto reale, il 4

reale in quanto oggetto dei sensi, ci che sensibile. Verit, realt, senso, sono tutt'uno. Soltanto un essere sensibile un essere vero, un essere reale.... Sensibilit che per Feuerbach non si riduce affatto ad un atteggiamento puramente conoscitivo, ma che presenta una valenza pratica, come dimostra il suo legame con l'amore, ossia con quella passione fondamentale che fa tutt'uno con la vita (Non essere alcuna cosa e non amare alcuna cosa sono tutt'uno. Tanto pi uno partecipa all'essere, quanto pi ama, e viceversa). Passione che ha il potere di aprirci verso il mondo: l'amore la vera prova ontologica dell'esistenza di un oggetto al di fuori della nostra testa... Esiste soltanto ci che essendo ti procura gioia, e non essendo dolore. Ammettere che l'uomo bisogno, sensibilit e amore equivale nello stesso tempo ad ammettere la necessit degli altri, ossia il fatto che l' io, per usare la caratteristica terminologia di Feuerbach, non pu stare senza il tu (come testimonia gi il fatto biologico della necessit della donna per l'uomo e viceversa). Da ci il comunismo filosofico di Feuerbach (che non va confuso con quello di Marx), ossia la dottrina dell'essenza sociale dell'uomo: Le idee scaturiscono soltanto dalla comunicazione, solo dalla conversazione dell'uomo con l'uomo. L'uomo si eleva al concetto, alla ragione in generale, non da solo, ma insieme con l'altro. Due uomini occorrono per creare l'uomo, sia l'uomo spirituale sia quello fisico: la comunione dell'uomo con l'uomo il primo principio e il primo criterio della verit e della validit universale. La certezza che esistano altre cose al di fuori di me ottenuta attraverso la certezza che esiste al di fuori di me un altro uomo. Di quello che vedo da solo, non posso far a meno di dubitare: certo soltanto quello che anche l'altro vede (par. 41). La messa in luce dei condizionamenti naturali fa s che in Feuerbach assuma dignit etica e politica la teoria degli alimenti. Da ci la tesi paradossale, contenuta anche nel titolo di un suo scritto del 1862, secondo cui L'uomo ci che mangia. Tesi che non implica, come ritengono frettolosamente taluni studiosi, una forma di materialismo volgare (Feuerbach non mai giunto a ridurre lo spirito alla materia o la psiche al corpo) ma che esprime piuttosto una lucida consapevolezza: 1) dell'unit psicofisica dell'individuo; 2) del fatto che se si vogliono migliorare le condizioni spirituali di un popolo bisogna innanzitutto migliorare le sue condizioni materiali: La fame e la sete abbattono non solo il vigore fisico ma anche quello spirituale e morale dell'uomo, lo privano della sua umanit, della sua intelligenza e della coscienza, La teoria degli alimenti di grande importanza etica e politica. I cibi si trasformano in sangue, il sangue in cuore e cervello; in materia di pensieri e di sentimenti. L'alimento umano il fondamento della cultura e del sentimento. Se volete far migliore il popolo, in luogo di declamazioni contro il peccato, dategli un'alimentazione migliore. L'uomo ci che mangia. Anche da queste parole traspare il grande amore per l'umanit che fu proprio di Feuerbach, la cui filosofia finisce per risolversi in una forma di filantropia. Dall'amore per Dio all'amore per l'uomo, dalla fede in Dio alla fede nell'uomo, dalla trascendenza all'immanenza: ecco l'esito pi caratteristico dell'ateismo positivo di Feuerbach. Esito che nelle Lezioni sull'essenza della religione tenute ad Heidelberg nel 1848-1849 trova un'eloquente manifestazione: Lo scopo dei miei scritti, come pure delle mie lezioni, questo: trasformare gli uomini da teologi in antropologi, da teofili in filantropi, da candidati dell'aldil in studenti dell'aldiqua, da camerieri religiosi e politici della monarchia e aristocrazia celeste e terrestre in autocoscienti cittadini della terra....

6. L'importanza storica di Feuerbach


La filosofia di Feuerbach ha esercitato una notevole influenza sul pensiero successivo. In primo luogo, il suo anti-hegelismo e la sua rivendicazione dell'uomo in carne ed ossa hanno rappresentato una delle matrici filosofiche del marxismo. Parlando del suo capolavoro, Engels scriver: Bisogna aver provato direttamente l'azione liberatrice di questo libro per farsene un'idea. L'entusiasmo fu generale: per 5

un momento fummo tutti feuerbachiani. Tant' vero che l'azione del suo pensiero fu paragonata, nell'ambito della Sinistra hegeliana, a quella di un autentico Feuerbach, ossia, in tedesco, a quella di un torrente di fuoco. In secondo luogo, la sua religione dell'Umanit ha influito su tanta parte del filantropismo ottocentesco. In terzo luogo, Feuerbach divenuto uno dei luoghi obbligati del dibattito moderno intorno all'ateismo ed stato uno degli interlocutori di spicco della teologia protestante del Novecento (che, per certi aspetti, si configura come un tentativo di rispondere al filosofo di L'essenza del cristianesimo). Infine, il suo riconoscimento dei bisogni e del condizionamento che la natura esercita sull'uomo ha finito per divenire (al di l delle specifiche implicazioni che esso riveste nel suo pensiero) uno dei punti fermi, e ormai universalmente acquisiti, della filosofia e della cultura contemporanea.

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