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di casa, il foglio pi consonante, il mio giornale, appunto. E sarebbe stato forse questo il titolo da dare alla raccolta uscita adesso, di grande interesse per la biografia dello scrittore. una lezione di umilt per Consolo il giornalismo. Non aveva, nei suoi confronti, la puzza sotto il naso di tanti letterati che disprezzano e insieme ambiscono a scrivere sui giornali. Altro che dorata e comoda distanza, altro che metafora della scrittura letteraria! Com difficile il mestiere di giornalista e di giornalista in una citt come Palermo, e in un giornale come "LOra" scrisse. Il linguaggio, nei suoi romanzi, essenziale. Ma nei suoi articoli dimentica del tutto il suo espressionismo barocco, usa soltanto litaliano limpido e chiaro. Collabor allOra dal 1964 e seguit a scrivere su quel giornale della sinistra fin quando chiuse i battenti. Nel 1975 stava per finire, inquieto, il suo capolavoro, Il sorriso dellignoto marinaio lavor per sei mesi nella redazione del quotidiano. Segu allora a Trapani, nel Collegio dei ge-
suiti diventato Tribunale, il processo Vinci, luomo accusato di aver ucciso a Marsala tre bambine gettandole in un pozzo, condannato allergastolo per quegli orribili delitti. Scrisse la cronaca quotidiana del processo, testimone illuministico delle doppie verit, dei misteri, delle menzogne, delle isterie popolari, tra la tragedia greca e la manzoniana Storia della colonna infame. Protagonista sempre il dubbio, i suoi resoconti sono minuziosi, a Consolo non sfugge nulla, attento alle figure e ai comportamenti dei giudici e allenigmatico silenzio dellimputato. Sa rendere partecipe il lettore del clima di follia che in quellestate africana divise la citt. Conobbe non superficialmente Giangiacomo Ciaccio Montalto, lumanissimo e colto pubblico ministero del processo, che il 25 gennaio 1983 sar ucciso dalla mafia. A lui Consolo dedicher sul Messaggero pagine doloranti e bellissime. Gli articoli sul processo Vinci cento pagine letti adesso sembrano un libro nel libro. Consolo scrisse sullOra di molti temi. Il rapimento Corleo, parente dei ricchissimi cugini Salvo, gli esattori di Salemi, una cupa storia di mafia, ma usando il lato comico del suo primo libro, La ferita dellaprile, raccont anche storie gogoliane di vita siciliana andando a vedere gli uffici di Palermo, lo Stato civile, lInps, le Imposte dirette, con i loro grotteschi capiufficio, gli ispettori, gli impiegati. Lontano dalla Sicilia, invece i suoi articoli sembrano le lettere a casa di un eterno emigrato. Che cosa succede al Nord? Anche questo: un contadino salernitano viene licenziato da unazienda di Codogno perch sa parlare soltanto nel suo dialetto. Scrisse affettuosamente di Franco Trincale, il cantastorie siciliano, e di Gaetano Manus, il bancarellaio dalla faccia araba che vendeva libri dietro labside della chiesa di San Fedele, a Milano, ebbe clienti illustri, Montale, Toscanini, Luigi Einaudi, la Callas e tra le mani una Vita di Alfieri postillata da Stendhal. Il 12 giugno dellanno scorso, sul Corriere, Cesare Segre, recensendo La mia isola Las Vegas, il libro di racconti uscito postumo, scrisse tra laltro che al dolore della perdita si mescola la consapevolezza, anche, dei mutamenti che questa perdita ha implicato per il quadro attuale della narrativa italiana. Si sa che Consolo era tra le figure di maggiore spicco del romanzo di fine Novecento. Si sa ora che era anche un ottimo giornalista.
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