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Corso di Geologia
Argomento: Processi e Prodotti Geologici
INDICE
6 - ROCCE SEDIMENTARIE
Le rocce sedimentarie, pur rappresentando in volume solo il 5% della crosta terrestre, rivestono, con una sottile copertura dello spessore medio inferiore ai 2 km, i tre quarti di tutte le terre emerse ed hanno un volume maggiore di 1 miliardo di km3. Questa copertura, per oltre il 99% in volume, formata da argilliti, arenarie e rocce carbonatiche (Tab. I). Il grande interesse per le rocce sedimentarie deriva, dal ruolo che hanno avuto ed hanno tuttora nello sviluppo delle conoscenze geologiche e dalla loro importanza economica. Infatti le rocce sedimentarie contengono la quasi totalit dei giacimenti di idrocarburi, tutti quelli di carbon fossile e altri importanti giacimenti di minerali metallici e non metallici (rame, zinco, piombo, zolfo, etc.) anche se lorigine di molti tra essi legata ai processi di consolidazione magmatica.
deposizione, che rappresenta la conclusione (provvisoria in caso di successiva risedimentazione) del meccanismo di distribuzione dei materiali mobili. Sfuggono a questa successione di eventi, molti sedimenti organogeni, perch il trasporto limitato al semplice deporsi delle strutture scheletriche sul fondo dei bacini (come avviene per i sedimenti organogeni di mare aperto) o le strutture organiche (scogliere) che si accumulano in situ;
diagenesi, che comprende una serie di processi biologici, chimici e fisici i quali modificano anche profondamente il sedimento originario e ne provocano la litificazione, cio la trasformazione in roccia sedimentaria.
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Le rocce sedimentarie possono risultano dallinterazione di tre gruppi di costituenti (classificazione genetica): 1) costituenti terrigeni - residui e minerali argillosi derivati da unarea di origine (continentale) esterna allarea di deposizione; 2) costituenti allochimici - materiali precipitati chimicamente e formatisi dentro larea di deposizione ma mostranti evidenze di un qualche grado di trasporto (i frammenti di gusci sono esempi tipici); 3) costituenti ortochimici - materiali chimici precipitati dentro larea di deposizione e senza evidenza di trasporto post-deposizionale (es. minerali evaporitici, calcitici).
Le rocce terrigene sono le pi diffuse tra le rocce sedimentarie. Esse derivano dai predominanti processi di alterazione subaerea, che producono la frazione detritica (granuli e matrice) e, in misura minore, dai processi vulcanici e dai processi diagenetici. A questi ultimi si devono i minerali che precipitano negli spazi intergranulari (cementi). Nelle rocce terrigene importante considerare il materiale cementante che lega insieme i clasti. Questo si forma soprattutto dopo la deposizione dei
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granuli cementandoli e converte i sedimenti non consolidati in rocce coerenti. Questa litificazione parte di un pi grande processo, chiamato diagenesi, che comprende tutti i processi post-deposizionali riguardanti la mineralogia e la tessitura. I minerali che si formano durante la diagenesi sono chiamati autigeni. Rientrano in questo gruppo le rocce silicoclastiche molto diffuse sulla superficie terrestre.
Rocce allochimiche e ortochimiche - Le rocce pi importanti dentro il primo gruppo sono i calcari con pi del 50% di CaCO 3 e le dolomie; queste rocce sono largamente variabili nellaspetto e nella modalit di formazione, a causa di particolari modificazioni diagenetiche alle quali sottostanno (ricristallizzazione e dolomitizzazione). Comunque, se le alterazioni diagenetiche sono lievi facile riconoscere sia i costituenti allochimici che quelli ortochimici. I costituenti allochimici consistono soprattutto di fossili e frammenti di gusci che sono a volte presenti in grande quantit tanto da giustificarne luso di termini quali calcari a foraminiferi, a coralli ecc. Tra quelle appartenenti al secondo gruppo sono da ricordare i calcari a grana finissima e le evaporiti che sono le pi importanti rocce dorigine chimica. Le evaporiti si formano da unintensa concentrazione di acqua marina con la risultante precipitazione di minerali come gesso, anidrite, salgemma e sali potassici (minerali dimportanza economica). Questi depositi si formano oggi in aree deserte e aride, come i margini del Golfo Persico e del Mar Rosso.
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che, per un carico esercitato da meno di 2000 m di altri depositi, possono ridurre la loro porosit dal 50% fino al 5%. Altre propriet dinsieme, che vengono utilizzate prevalentemente con fini applicativi, sono la resistivit, la suscettivit magnetica, la conducibilit termica, la radioattivit, etc.
6.3.1.1 - Composizione
I pi comuni tipi di granuli sono rappresentati da: Quarzo sia monocristallino (grani singoli) che policristallino (es. selce) Feldspati Frammenti litici (qualsiasi frammento di roccia pre-esistente). Quarzo e feldspati Il quarzo, che in media raggiunge il 65% nelle arenarie e il 30% nelle peliti, costituisce la frazione prevalente e comunque importante delle rocce terrigene di qualsivoglia granulometria. Meno abbondanti sono i feldspati, pur rappresentando il secondo componente abituale (10-15% e 5% in media, rispettivamente nelle arenarie e nelle peliti). Per la sua inerzia chimica e la sua resistenza allusura, il quarzo pu essere riciclato pi volte, concentrandosi spesso anche molto al di sopra dei valori medi su indicati. I feldspati invece sono soggetti ad un pi rapido arrotondamento durante il trasporto e subiscono alterazione chimica, fatto che ne limita la possibilit di riciclaggio. Per questo motivo unalta percentuale di granuli feldspatici (>25%) indica di regola una provenienza diretta da rocce cristalline. Minerali argillosi I minerali argillosi, che formano circa il 25-35% di tutte le rocce terrigene, e oltre il 60% delle peliti, hanno dimensioni cos piccole da richiedere per la loro identificazione metodi analitici, diversi da quello usuale della microscopia ottica, come le tecniche di diffrazione ai raggi X, la microscopia elettronica, ecc. Essi rientrano nel gruppo mineralogico dei fillosilicati tra cui i pi comuni sono lillite, la caolinite e la clorite. Questi minerali si formano prevalentemente durante i processi di degradazione superficiale ed idrolisi, ma possono anche formarsi in ambiente marino e durante il seppellimento (diagenesi). La stretta dipendenza delle caratteristiche dei minerali argillosi dai loro ambienti genetici ne fanno dei buoni indicatori (anche se
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talora controversi) delle originarie caratteristiche dei luoghi di degradazione (provenienza), trasporto e diagenesi (precoce e tardiva). Frammenti litici. Nelle frazioni pi grossolane delle rocce terrigene (conglomerati, brecce, arenarie), sono di regola prevalenti i frammenti di rocce preesistenti, detti anche frammenti litici. I pi comuni frammenti litici sono quelli formati da quarzo, selce, rocce cristalline, arenarie, calcari e dolomie. La loro possibilit di essere riciclati cresce naturalmente con la loro inerzia chimica e con la loro resistenza allusura meccanica.
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6.3.1.7 - Granulometria
Gli elementi granulari, oltre che per la loro natura mineralogica, sono distinti in base alle loro dimensioni; una classificazione granulometrica, basata sulle dimensioni (diametro medio) dei granuli, molto usata quella di Udden-Wentworth. La granuli di una roccia la propriet tessiturale pi importante per la classificazione delle rocce particellari.
taglia dei
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Una classificazione delle rocce terrigene (silicoclastiche) molto semplice e che abbia implicazioni genetiche, pu essere fatta in base alla granulometria degli elementi. Le rocce clastiche vengono cos suddivise in ruditi, areniti e peliti
Ruditi
Le ruditi (Conglomerati e Brecce) costituiscono un gruppo di rocce in cui almeno il 30% degli elementi sono di taglia superiore ai 2mm. Esse vengono classificate con criteri in parte analoghi a quelli usati per le areniti. Per le ruditi comunemente si usa il termine conglomerato, quando gli elementi sono arrotondati, quando gli elementi sono spigolosi si usa il termine breccia. Soltanto per alcuni aspetti le brecce possono essere trattate insieme ai conglomerati: esse, infatti sono formate da materiali meno elaborati, cio da un deposito di solito formatosi pressoch in situ (detriti di falda, brecce di collasso ecc.). Gli elementi delle ruditi consistono in frammenti quarzosi, granitici e litici (questi ultimi provenienti da rocce sedimentarie, metamorfiche e ignee). La matrice costituita da granuli di quarzo, feldspato, minerali argillosi. Il cemento di regola calcitico o siliceo. I conglomerati extraformazionali, possono dividersi in ortoconglomerati (<15% di matrice) e paraconglomerati (>15% di matrice). Come nelle areniti, si possono distinguere due gruppi di conglomerati: granulo-sostenuti (elementi in contatto fra loro) e fango-sostenuti (elementi immersi nella matrice).
Ortoconglomerati: Gli ortoconglomerati da un punto di vista composizionale si dividono in oligomittici, prevalentemente costituiti da elementi di ununica litologia (es. arenaria), e petromittici se gli elementi hanno litologia composita. Paraconglomerati: Leccesso di matrice caratterizza i paraconglomerati; queste rocce si formanoin seguito processi di vario tipo, dalle colate di fango subacquee (fanglomerati), al trasporto ad opera del ghiaccio (tilliti). Il passaggio da paraconglomerati a ortoconglomerati d luogo a rocce di tipo intermedio.
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Areniti
Si tratta di rocce costituite da granuli di taglia compresa tra 2 e 0,16 mm. I criteri utilizzati per distinguere tra loro differenti gruppi di areniti sono essenzialmente basati sulla loro maturit: le proporzioni tra i tipi di granuli (quarzo, Q; feldspati, F; frammenti litici, L) e la percentuale di matrice presente. In genere le areniti con una bassa percentuale di matrice (fino al 15% nel diagramma di Chen), sono anche chiamate arenarie, mentre il termine grovacca, viene utilizzato per i corrispondenti tipi pi ricchi di matrice (fino al 50% nel citato diagramma). I principali tipi di areniti sono quarzareniti, areniti feldspatiche e areniti litiche o litareniti. Le quarzareniti o arenarie quarzose contengono oltre il 75% di granuli quarzosi e tale alta concentrazione denota in genere un processo di riciclaggio da altre arenarie. Il loro cemento frequentemente siliceo, ma pu essere anche carbonatico e, pi raramente, di altra natura.
Le areniti feldspatiche (arcosi) sono tipicamente di colore rosa o rosso, ma anche bianco o grigio. Il quarzo molto abbondante e il feldspato pu superare il 25%. In queste arenarie lentit di trasporto (che in certi casi pu essere molto scarsa, fino al caso di areniti ancora in contatto con il substrato cristallino di origine) influenza le loro caratteristiche composizionali e tessiturali. I principali tipi di frammenti litici provengono da preesistenti rocce metamorfiche, da materiali vulcanici (frequentemente lave basaltiche o andesitiche o ignimbriti) o da preesistenti rocce sedimentarie (arenarie, siltiti, selci, calcari, dolomie). I cementi pi comuni sono calcite e quarzo. La composizione di queste arenarie, che rappresentano circa un quarto di tutte le areniti, pu fornire importanti informazioni sulla storia tettonica regionale dellarea di origine.
Peliti
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Le peliti (lutiti, se vogliamo conservare la derivazione dal latino usata per areniti e ruditi), pur rappresentando il 50-60% delle rocce sedimentarie, sono le meno conosciute, per la oggettiva difficolt di studiarle con le correnti metodologie analitiche. La loro granulometria (in genere inferiore ai 60) e le condizioni daffioramento sempre precario per la forte erodibilit e instabilit di pendio che le caratterizza, rendono queste rocce di non agevole studio. I sedimenti pelitici (fanghi e argille) sono formati da particelle della taglia del silt (62 - 4) e delle argille (< 4 ); per consolidamento danno rispettivamente luogo a siltiti e argilliti. Notare come il termine argille venga usato sia per indicare la roccia che il minerale. I processi diagenetici modificano in maniera notevole gli originari sedimenti pelitici: questi possono inizialmente contenere in volume anche l 80% dacqua, che poi pu essere in gran parte espulsa riducendosi fino a meno del 30% per effetto di prolungato costipamento durante il graduale seppellimento, e poi fino a meno del 15%, per effetto della temperatura. Le rocce pelitiche acquistano in questo modo una chiara fissilit secondo piani corrispondenti a sottili lamine, mentre si verificano variazioni mineralogiche, soprattutto nei minerali argillosi (per incremento della pressione litostatica e della temperatura).
6.3.2.2 - Tessitura
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Granuli I principali tipi di granuli che formano l'impalcatura delle rocce carbonatiche sono: - Granuli scheletrici: scheletri calcarei di organismi, interi e/o in frammenti (questi ultimi chiamati bioclasti). La grande variet degli organismi e delle loro strutture scheletriche (forma, struttura interna, mineralogia) influisce sia sul comportamento idrodinamico che sulla successiva diagenesi del sedimento carbonatico. Il riconoscimento dei granuli scheletrici di grande importanza nella interpretazione genetica dei sedimenti carbonatici.
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- Ooliti: sono formate da granuli subsferici di taglia arenitica (in maggioranza compresa tra 0.2 e 2 mm.), con un nucleo e una serie di inviluppi concentrici di aghetti di aragonite o calcite; questi possono avere disposizione tangenziale, ovvero essere disposti radialmente attorno un nucleo (ooliti fibroso-raggiate). Talora processi di micritizzazione possono colpire le ooliti (ooliti micritizzate). Quando le ooliti hanno taglia superiore a 2 mm prendono il nome di pisoliti. Tuttavia l'origine delle pisoliti molto variabile; esse possono anche formarsi per processi diagenetici in ambiente meteorico (ad es. pisoliti vadose).
- Oncoliti e noduli algali: sono strutture pi o meno concentriche dovute all'attivit di alghe incrostanti (cianoficee, rodoficee); possono raggiungere anche i 10 cm di diametro. - Peloidi e botroidi: i peloidi sono granuli subsferici di variabili dimensioni, talvolta aggregati in grappoli (botroidi); di non sempre chiara origine (fecale, diagenetica), essi sono caratterizzati dall'assenza di una chiara struttura interna. - Granuli clastici: possono essere di natura extraformazionale (litoclasti) ovvero derivare dal bacino di deposizione (intraclasti). In quest'ultimo caso possono raggiungere notevole sviluppo volumetrico, derivando dalla frammentazione di depositi semiconsolidati, che vengono ridistribuiti precocemente. Matrice Come nelle rocce clastiche, la matrice delle rocce carbonatiche costituita da materiali di taglia nettamente minore di quella degli elementi e pu occludere gli spazi intergranulari. In essa possono perci riconoscersi molti dei granuli descritti prima (es. peloidi, piccoli intraclasti e bioclasti) nei sedimenti di mare basso, o microfossili nei sedimenti di mare aperto. Talora la matrice risulta composta da calcite microcristallina (micrite) con cristalli della taglia del silt o minore. La micrite caratterizza molte rocce carbonatiche antiche (vedi calcilutite) ed presente nei sedimenti attuali come fango, formato prevalentemente da aragonite in microcristalli aciculari. Cementi Nelle rocce carbonatiche i processi di cementazione avvengono molto precocemente, soprattutto nelle favorevoli condizioni climatiche tropicali (mari poco profondi, scogliere, zonecostiere intertidali e di spiaggia, e perfino zona vadosa).
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Nelson (et al., 1962) propongono di distinguere gli accumuli biocostruiti (cio formati da organismi, in posizione di crescita o no) in base ad un duplice criterio genetico e morfologico. Il criterio genetico si basa sul concetto di potenziale ecologico degli organismi (Lowenstam, 1950) di costruire o no strutture rigide e resistenti alle sollecitazioni meccaniche ambientali (scogliere o banchi). Il criterio morfologico si basa sulla forma dell'accumulo (Cumings, 1932). Bioerma indica una struttura di forma varia, circoscritta e interposta in rocce di differente litologia. Biostroma indica invece una struttura stratiforme, consistente sopratutto di organismi sedentari, che non faccia passaggio a forme circoscritte. Nelle acque basse dei mari caldi gli organismi formano strutture biocostruite (bioherme) che possono raggiungere dimensioni anche notevoli, modificando in tal caso la fisiografia e la idrodinamica degli ambienti deposizionali. I pi classici esempi di biolititi attuali sono le scogliere coralline della fascia intertropicale; oltre ai coralli, altri organismi hanno avuto nel Paleozoico-Mesozoico analogo ruolo (spugne calcaree, stromatoporidi, tetracoralli, alghe calcaree).
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Fig. La regione delle Bahamas costituita da un'area di piattaforma carbonatica a pelo d'acqua tagliata da un golfo (in nero) dove si estende un bacino marino profondo 2000 m.
Stromatoliti Rappresentano strutture accresciute in posto mediante l'azione indiretta di alghe cianoficee e batteri. Sono costituite da sedimento particellare fine disposto in lamine sottili piano-parallele o ondulate che si alternano con lamine calcitiche cristalline. I cianobatteri hanno costruito strutture prevalentemente tabulari e pi raramente colonnari o domiformi. Oggi, i cianobatteri, che precipitano carbonato di calcio, colonizzano solo alcuni ambienti marini e transizionali (lagune, piane tidali) o continentali (ruscelli, sorgenti). Travertini I travertini, tipici depositi continentali, vanno posti tra le rocce carbonatiche prevalentemente biocostruite poich essi si formano per "incrostazione" primaria (alghe, cianobatteri). Questi processi possono svilupparsi in acque dolci, fredde o termali, per precipitazione su supporti vegetali quali ad esempio piante igrofile in corrispondenza di rapide e cascate, ovvero per attivit incrostante di cianoficee su pendii acclivi (travertini stromatolitici). Dolomitizzazione Rappresenta uno dei pi complessi e discussi processi che possono avvenire nei vari stadi della diagenesi dei carbonati o anche
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in ambiente meteorico. I processi di dolomitizzazione, che interessano i sedimenti carbonatici durante la diagenesi (cfr.), possono essere d'intensit variabile: d'uso distinguere una serie di termini in funzione del rapporto calcite/dolomite (calcari ? calcari dolomitici ? dolomie calcaree ? dolomie). Le dolomie sono particolarmente diffuse nelle successioni carbonatiche nefritiche e specialmente in quelle paleozoiche e triassiche. Questi processi, che si verificano di regola in presenza di acque ricche di Mg, provocano sovente una profonda trasformazione mineralogica che tende ad obliterare gran parte delle preesistenti tessiture.
I termini mudstone e wackestone (calciluliti s.l.) indicano sedimenti a matrice prevalente (con <10 % e > 10% di granuli, rispettivamente), mentre i termini packstone e grainstone (calcareniti) si riferiscono a sedimenti granulo-sostenuti (con e senza micrite). Infine i tipi equivalenti in cui la taglia degli elementi supera i 2 mm (calciruditi) prendono il nome di floastone se a matrice prevalente e rudstone se granulo sostenuti. Il nome boundstone riservato alle rocce biocostruite.
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Le rocce fosfatiche contengono oltre il 20% di P2O5 e spesso sono indicate col nome di fosforiti; sono associate a calcari o a peliti, che sovente hanno tenori alti e sono peraltro dei calcari fosfatici o delle argilliti fosfatiche.La composizione mineralogica delle fosforiti semplice, essendo i minerali principali formati da variet di apatite (fluorapatite, clorapatite, idrossiapatite e la diffusa francolite).Le fosforiti bioclastiche derivano da accumuli ossiferi di vertebrati, il guano, mal conosciuto negli equivalenti fossili, un deposito di fosfato di calcio che si forma attualmente, come accumulo di escrementi e resti ossei di uccelli e chirotteri. Attualmente le fosforiti si rinvengono sulle piattaforme continentali esterne, al passaggio con la scarpata, in aree caratterizzate dalla risalita (upwelling) di acqua fredde e ricche di nutrienti. FOSFERITI SI TROVANO NEGLI IBLERICI
6.3.7 - Evaporiti
Le evaporiti sono rocce che si formano dalla precipitazione di minerali disciolti nell'acqua, quando la soluzione divenga soprasatura per effetto della evaporazione del solvente. Di gran lunga le pi importanti sono le evaporiti di origine marina, ma possono presentare un certo interesse anche le evaporiti di bacini continentali.
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ridotto a met precipitano il carbonato di calcio e gli eventuali ossidi di ferro, quando il volume ridotto a 1/5 comincia a precipitare il gesso, quando il volume ridotto a 1/10 il salgemma, quindi, a concentrazioni anche pi elevate, gli altri sali. Se facessimo evaporare una colonna di acqua marina alta 1.000 metri, troveremmo alla fine sul fondo 16 metri di sale.Come spiegare allora gli spessori imponenti che si trovano in natura di calcari evaporitici, di gessi (diverse centinaia di metri), di salgemma? Evidentemente non si pu ricorrere alla evaporazione di bacini profondi centinaia di chilometri. Bisogna pensare ad altre soluzioni. Sono stati individuati in tempi recenti vari modelli di deposizione; tra questi quello della barra tra i pi significativi.
Nell'evaporazione dell'acqua marina il primo sale a precipitare, bench in quantitativi minimi, il carbonato doppio di calcio e di magnesio, detto dolomite. Le dolomie evaporitiche sono piuttosto rare, e di solito la dolomite compare piuttosto allo stato di impurezza entro i calcari evaporitici. Dolomie evaporitiche risalenti alla importante fase evaporitica del Messiniano (Miocene superiore) sono state incontrate da perforazioni sottomarine sul fondo del Mare di Alboran (Mediterraneo occidentale, immediatamente all'interno dello stretto di Gibilterra). Pi frequenti sono i calcari evaporitici. In Sicilia ne frequente un tipo particolare che appare come un calcare con strati estremamente sottili (i singoli strati hanno spessore inferiore al millimetro: si tratta quindi di una "laminite"), duro e di colore grigio. Talvolta vi si trovano delle cavit a forma di cubo, lasciate da cristalli di salgemma, prima inglobati dentro il calcare e successivamente disciolti. Per l'eventuale presenza di zolfo il calcare evaporitico anche indicato in Sicilia con il nome di calcare solfifero.
6.3.8 - Gessi
Il gesso una roccia costituita totalmente o quasi dal minerale gesso, CaSO4 2H2O. Oltre ai gessi di origine evaporitica, esistono anche dei gessi di sedimentazione meccanica, gessi clastici.I gessi sono facilmente soggetti ad essere sciolti dalle acque circolanti nelle rocce, ad essere ridepositati, nello stesso posto o ad una certa distanza, e ricristallizzati con un aspetto diverso da quello originale. Distinguiamo perci dei gessi primari, che mostrano ancora l'aspetto che avevano al momento della sedimentazione, e dei gessi secondari, profondamente modificati. Si distinguono gesso balatino e gesso macrocristallino o selenite.
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6.3.9 - Anidrite
Solfato di calcio anidro, che anche come minerale prende il nome di anidrite. Pi dura e pi pesante del gesso, si deposita (raramente) in sostituzione di quest'ultimo quando la temperatura del solvente particolarmente elevata. Il gesso, sottoposto a pressione elevata, perde acqua e si trasforma in anidrite. L'anidrite, a contatto con l'acqua (basta anche l'umidit dell'aria) si trasforma in gesso alabastrino. La trasformazione accompagnata da un aumento di volume.
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