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erfettamente circolare
i angolo. Ogni cosa era
elle ultime ore della notte e
uoveva incerta lungo uno dei
mò sottovoce la figura
incappucciata.
La luce si fermò, poi cominciò a scendere fino ad
avvicinarsi al pavimento di marmo che, una volta
illuminato, rivelò meravigliosi motivi floreali.
La vecchia lampada a olio mostrò i contorni del viso
di Haldorr, il bibliotecario di Arcandida. Erano tratti
spigolosi, che sottolineavano un’espressione assorta in
pensieri lontani. Gli occhi erano scuri e asimmetrici,
il naso era talmente adunco che quasi toccava il
labbro superiore. Ma il suo sorriso, aperto e gioviale,
rasserenava tutto, come il sole che stava per sorgere.
Berglind. Scusate se vi ho
dorr, alzando alla luce la
tratteneva nell’altra mano.
fece cadere il cappuccio sulla
edere meglio.
ai capelli d’argento,
gnon che, come un piccolo
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L’invito s
puntaspilli, le adornava la nu
passato da tempo i settant’an
e liscia, che le difficoltà della
segnato.
Solo la vista la tradiva, e an
permise di leggere l’etichetta
Hekta’.
– Siete sicuro che questo inchiostro faccia al caso
nostro? – domandò l’anziana nobildonna strizzando gli
occhi nella speranza di captare qualche lettera.
to segreto
stare tranquilla... – la
Si tratta di un inchiostro
raccolto personalmente alle
la brina con cui lo diluisco.
mpressionata dalla
spiegazione di Haldorr, che spalancava gli occhi per
dare maggior enfasi alle sue affermazioni.
– Quindi ciò che scriveremo apparirà solo agli occhi
del destinatario dell’invito? – chiese la contessa.
– Proprio così, impedendo dunque a persone
sbagliate di leggere il contenuto del messaggio.
– Ottimo! A questo punto direi che è tutto pronto!
– Dobbiamo solo avvertire la principessa Nives...
La contessa si rabbuiò per un istante. Poi, quasi per
scacciare un pensiero, sventolò una mano davanti al
viso, sorrise e disse: – Grazie Haldorr, penserò io a
meglio, vedrete. D’altronde
mente: è giunto il momento
rito.
terò a preparare gli inviti e
anno alle foche messaggere
e dei Passaggi e li portino a
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L’invito s
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La principessa Nives
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La principessa Nives
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La principessa Nives
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La principessa Nives
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La principessa Nives
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l Grande Albero
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Il Grande Alber
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Il Grande Alber
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l Grande Albero
Helgi!
meno, principessa Nives. È un
privilegio servirla, per uno come me.
Nessuno, in tutto quanto il Regno dei Ghiacci
Eterni, poteva dire davvero chi fosse quel vecchio
giardiniere e quale fosse stato il suo passato.
Helgi si tolse il cappello, probabilmente
rimproverandosi di non averlo fatto prima, e se lo
portò al petto con la mano destra. Nella sinistra
stringeva un cesto di rami intrecciati, che conteneva
soltanto un paio di grandi forbici.
– Possiamo già prendere qualche frutto? – domandò
Nives timidamente.
– L’albero è vostro, principessa – ribatté il
giardiniere, con devozione.
Nives si voltò verso Gunnar, che capì, si avvicinò e
le offrì la schiena per arrampicarsi fino ai primi rami
o.
e si sollevò, agile come una piccola
otò la straordinaria varietà di foglie
o: vicino a lei, nella parte più bass
limoni e poco più in là, un ramo s
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Il Grande Alber
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