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Attività nella giornata

• IL PERCORSO STORICO
• INTRODUZIONE AL NUOVO DECRETO LEGISLATIVO
N. 81 DEL 9 APRILE 2008 “TESTO UNICO”
• I SOGGETTI DELLA SICUREZZA
• D,V,R E PROCESSO VALUTATIVO
• LA FIGURA DEL RLS NELLA NUOVA NORMATIVA
• L’ORGANISMO DI CONTROLLO
• INTERRUZIONE PRANZO
• DISCUSSIONE E DOMANDE LIBERE
IL PERCORSO STORICO

L. 300/70
Statuto dei Lavoratori ART. 9. -Tutela della salute e
dell'integrità fisica
I lavoratori, mediante loro rappresentanze, hanno
diritto di controllare l'applicazione delle norme per la
prevenzione degli infortuni e delle malattie
professionali e di promuovere la ricerca,
l'elaborazione e l'attuazione di tutte le misure
idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità
fisica.
IL PERCORSO STORICO
IL PERCORSO STORICO

Con la legge 3/8/2007 n. 123 contenente "Misure in tema di tutela della salute e
della sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della
normativa in materia " pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 185 del 10/8/2007 il
Governo è stato delegato a predisporre entro nove mesi dall'entrata in vigore
della legge stessa il nuovo Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Con la stessa legge sono diventate inoltre immediatamente applicative alcune
disposizioni che possiamo definire come il nuovo pacchetto di sicurezza
finalizzato ad arginare il grave fenomeno infortunistico ed a  far migliorare le
condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro.
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Testo Unico D.Lgs. 81/2008
306 articoli e XIII Titoli. 51 Allegati:
 Titolo I: 1-61, Principi Comuni
 Titolo II: 62-68, Luoghi Lavoro
 Titolo III: 69-87, Attrezzature/DPI
 Titolo IV: 88-160, Cantieri temporanei o mobili
 Titolo V: 161-166, Segnaletica
 Titolo VI: 167-171, Movimentazione manuale dei carichi
 Titolo VII: 172-179,Attrezzature munite di videoterminali
 Titolo VIII: 180-220, Agenti FISICI
 Titolo IX: 221-265, Sostanze PERICOLOSE
 Titolo X: 266-286, Esposizione ad agenti BIOLOGICI
 Titolo XI: 287-297, Protezione da Atmosfere Esplosive
 Titolo XII-XIII: 298-306, Disposizioni Finali

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Le finalità
• Semplificare la materia della salute e sicurezza dei lavoratori riunendo e
armonizzando la normativa specifica emanata negli ultimi 60 anni (a
partire dal DPR 547/1955)

• Garantire l’uniformità della tutela delle lavoratrici e dei lavoratori sul


territorio nazionale
 nel rispetto delle normative comunitarie e degli accordi internazionali

 in conformità all’art. 117 della Costituzione ed agli statuti speciali delle regioni e
province autonome (legislazione concorrente)

 con riguardo alle differenze di genere, di eta' ed alla condizione delle lavoratrici
e dei lavoratori immigrati.
Testo Unico D.Lgs. 81/2008

LEGGI ABROGATE
• DPR 547/55
• DPR 164/56
• DPR 303/56 (tranne art. 64)
• D.Lgs. 277/91
• D.Lgs. 626/94
• D.Lgs. 493/96 e D.Lgs. 494/96
• D.Lgs. 187/2005
• Art. 36 – bis L.248/06 e Artt. 2,3,5,6 e 7 Legge 123/07
• Ogni altra disposizione incompatibile

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Testo Unico D.Lgs. 81/2008
LEGGI ABROGATE
• DPR 547/55
• DPR 164/56
• DPR 303/56
• (tranne art. 64)
• D.Lgs. 277/91
• D.Lgs. 626/94
• D.Lgs. 493/96 e D.Lgs. 494/96
• D.Lgs. 187/2005
• Art. 36 – bis L.248/06 e Artt. 2,3,5,6 e 7 Legge 123/07
• Ogni altra disposizione incompatibile

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D.P.R. 19 marzo 1956, n. 303 
Norme generali per l'igiene del lavoro(G.U. 30 aprile 1956, n. 105 - S.O.)  
 
Decreto abrogato dall'art. 304 del Testo unico ( 81/08) tranne l'art. 64.
Articolo 64 - Ispezioni
[1] Gli ispettori del lavoro hanno facoltà di visitare, in qualsiasi momento ed in
ogni parte, i luoghi di lavoro e le relative dipendenze, di sottoporre a visita medica
il personale occupato, di prelevare campioni di materiali o prodotti ritenuti nocivi,
e altresì di chiedere al datore di lavoro, ai dirigenti, ai preposti ed ai lavoratori le
informazioni che ritengano necessarie per l'adempimento del loro compito, in
esse comprese quelle sui processi di lavorazione.
• [2] Gli ispettori del lavoro hanno facoltà di prendere visione, presso gli ospedali ed
eventualmente di chiedere copia, della documentazione clinica dei lavoratori per
malattie dovute a cause lavorative o presunte tali.
• [3] Gli ispettori del lavoro devono mantenere il segreto sopra i processi di
lavorazione e sulle notizie e documenti dei quali vengono a conoscenza per ragioni
di ufficio
Testo Unico D.Lgs. 81/2008
Entrata in vigore:
• 15 maggio 2008: la parte generale.
• 29 luglio 2008 (1 gennaio 2009):
a) nuovi obblighi di valutazione dei rischi ex
art. 17, c.1°, lett a) e 28.
b) le altre disposizioni in tema di valutazione
dei rischi (art 29) e le relative disposizioni
sanzionatorie.

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Testo Unico D.Lgs. 81/2008

• Entro 26 aprile 2010 le disposizioni relative


alle radiazioni ottiche artificiali.
• Entro 30 aprile 2012 le disposizioni relative ai
rischi di esposizione ai campi elettromagnetici
(direttiva 2004/40 Ue).
• Entro 1 anno o altri tempi previsti tutta una
serie di decreti attuativi(es. fondo per Rls).
• Il Governo può apportare modifiche.
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MODIFICHE DEL GOVERNO
• Si tratta della proroga di 4 adempimenti.

• Tutti i 4 adempimenti sono prorogati al 16 maggio 2009 (1 anno dall'entrata in vigore del
D.Lgs. 81/2008).
Quindi, ATTENZIONE:
NON esistono proroghe al 30 giugno 2009
il "DUVRI" NON è stato prorogato e sarà obbligatorio per tutti dal 1 gennaio 2009.
Gli UNICI ADEMPIMENTI PROROGATI (che entreranno in vigore il 16 maggio) sono i
seguenti
• 1) Valutazione dei rischi (e relative sanzioni), "SOLO" in riferimento ai "rischi Stress lavoro-
correlati" (art. 28, comma 1)
2) "data certa" del Documento di valutazione dei rischi (art. 28, comma 2)
3) invio all'INAIL e all'IPSEMA dei dati relativi agli infortuni superiori ad 1 giorno (art. 18,
comma 1, lettera r)
4) divieto delle visite mediche "preassuntive" (art. 41, comma 3, lettera a). Si tratta,
comunque, di un provvedimento di dubbia validità, poichè in contrasto con una altra Legge
comunque vigente, la Legge 300/70 "Statuto dei Lavoratori").

• ATTENZIONE: sono CONFERMATI TUTTI gli altri ADEMPIMENTI, in particolare l'OBBLIGO di


realizzare il "DUVRI" entro il 1.o gennaio 2009 anche per appalti già in essere prima del 25
agosto 2007 (art. 26, comma 5, penultimo periodo).

Principali novità

• Definizioni ( art.2): in particolare quella di


PREVENZIONE mutuata dall’Art 2087 c.c.
• Introdotte nuove definizioni:
a) norma tecnica, buone prassi e linee guida
b) Formazione, informazione ed addestramento.
• Ampliato campo di applicazione anche ai
lavoratori in distacco ed a distanza.

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Principali novità
• L'art. 2087 c.c. detta un principio generale:
“L'imprenditore è tenuto ad adottare, nell'esercizio dell'impresa, le misure
che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono
necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori
di lavoro”: il datore di lavoro, proprio perché esercita un'attività
economica, deve perciò garantire l’adozione di tutti i sistemi in possesso
della tecnica atti a prevenire e proteggere la salute e la sicurezza dei
lavoratori nonché a salvaguardare la personalità morale degli stessi.
La giurisprudenza è orientata a riconoscere inadempiente agli obblighi in
materia di igiene e sicurezza del lavoro il datore di lavoro che, pur avendo
osservato tutte le specifiche disposizioni in merito, non sia riuscito a

tutelare idoneamente l’integrità fisica dei lavoratori .

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LE NORME TECNICHE
• NORMA TECNICA ( lett. u art. 2 D.lgs. 81/08)
• Specifica tecnica, approvata e pubblicata da un organizzazione internazionale, da
un organismo europeo o da un organismo nazionale di normazione, la cui
osservanza non è obbligatoria . -> Direttiva europea 98/34/CE -> Norme tecniche
o standard .
• Fra gli Enti che producono norme tecniche :UNI, CEI -> Italiani ;DNA(tedesco), BSI
(inglese);CEN e CENELEC -> europeo; ISO -> internazionale Sono un importante e
affidabile riferimento, poiché forniscono dettagli tecnici di immediato carattere
applicativo, la cui valenza deriva da un iter di elaborazione che assicura
consensualità, democraticità e trasparenza .
• Stabiliscono le caratteristiche ( livelli di qualità, dimensionali, di prestazione, di
sicurezza, organizzativi, ecc.) di prodotti, processi o servizi, secondo lo stato
dell’arte , che non rappresentano obblighi per i soggetti interessati; a meno che
ciò sia esplicitamente stabilito da una legge ( es. ex L 46/90 UNI e CEI per
l’impiantistica oggi DM 37/2008) .
• Le norme EN, quando elaborate dalla Commissione Europea e citate in appositi
elenchi nella GUCE, vengono dette ARMONIZZATE e definiscono le
caratteristiche prestazionali minime obbligatorie per il rispetto dei RES
BUONE PRASSI
definite dalla lett. v art. 2 D.Lgs. 81/08
• Soluzioni organizzative o procedurali coerenti con la normativa vigente e
con la norma di buona tecnica, adottate volontariamente e finalizzate a
promuovere la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro attraverso la
riduzione dei rischi e il miglioramento delle condizioni di lavoro,
elaborate e raccolte dalle REGIONI, dall’ISPESL, dall’INAIL, dagli
Organismi paritetici di cui all’art. 51 del TU - VALIDATE dalla
COMMISSIONE COSULTIVA PERMANENTE di cui all’art. 6 TU, previa
istruttoria tecnica dell’ISPESL - che provvede ad assicurare la più ampia
diffusione .
• Sono documenti sempre a carattere tecnico, ma elaborati da Enti od
Organizzazioni che non sono ENTI di NORMAZIONE e pertanto non
hanno valenza di standard .
• Tra le misure generali di tutela art. 15 TU alla lett.t) programmazione
delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel
tempo dei livelli di sicurezza - CODICI DI CONDOTTA e DI BUONA
PRASSI .
LINEE GUIDA
definite dalla lett. z art .2 D.Lgs. 81/08

• Atti di indirizzo e coordinamento per


l’applicazione della normativa in materia di
salute e sicurezza predisposti dai MINISTERI,
dalle REGIONI, dall’ISPESL e dall’INAIL
approvati in sede di CONFERENZA
permanente per i rapporti tra STATO, le
REGIONI e le PROVINCIE AUTONOME .
Informazione, Formazione e Addestramento

Il contenuto della formazione e dell’informazione devono essere


facilmente comprensibili per i lavoratori e devono consentire loro
di acquisire le relative conoscenze (viene implicitamente
introdotto un obbligo, a carico del datore di lavoro, di accertare
l’esito del percorso formativo e informativo attraverso test di
apprendimento).
Nel caso di lavoratori immigrati (non madrelingua), la formazione
e l’informazione devono avvenire previa verifica della
comprensione della lingua utilizzata nel percorso formativo e
informativo.
informativo
Informazione, Formazione e Addestramento

• FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO


1 Il datore di lavoro provvede affinché ciascun lavoratore riceva una adeguata informazione:
a) sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attività della impresa in generale;
b) sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione dei luoghi di
lavoro;
c) sui nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure di cui agli articoli 45 e 46;
d) sui nominativi del responsabile e degli addetti del servizio di prevenzione e protezione, e del medico
competente ……..
4. Il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve
consentire loro di acquisire le relative conoscenze. Ove la informazione riguardi lavoratori immigrati,
essa avviene previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo …
• 3. Il datore di lavoro assicura, altresì, che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente ed adeguata
in merito ai rischi specifici di cui ai titoli del presente decreto successivi al I. Ferme restando le disposizioni
già in vigore in materia, la formazione di cui al periodo che precede è definita mediante l’accordo di cui al
comma 2……
5. L’addestramento viene effettuato da persona esperta e sul luogo di lavoro.
6. La formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti deve essere periodicamente ripetuta in relazione
all’evoluzione dei rischi o all’insorgenza di nuovi rischi ……

• 10. Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha diritto ad una formazione particolare in materia
di salute e sicurezza concernente i rischi specifici esistenti negli ambiti in cui esercita la propria
rappresentanza, tale da assicurargli adeguate competenze sulle principali tecniche di controllo e
prevenzione dei rischi stessi. 23
Informazione, Formazione e Addestramento

 Informazione: complesso delle attività dirette a fornire


conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla
gestione dei rischi in ambiente di lavoro .
 Formazione: processo educativo attraverso il quale trasferire ai
lavoratori ed ad altri soggetti del sistema di prevenzione e
protezione aziendale conoscenze e procedure utili alla
acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei
rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione
e alla gestione dei rischi.
 Addestramento:complesso delle attività dirette a fare
apprendere ai lavoratori l’uso corretto delle attrezzature,
macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche DPI, e le
procedure di lavoro.

24
Informazione, Formazione e Addestramento

Si può dire, riassumendo in modo sintetico, che gli


obiettivi sono che il soggetto destinatario debba
acquisire:

• con l’informazione il “sapere”


• con la formazione il “saper essere”
• con l’addestramento il “saper fare”

25
Informazione ai lavoratori
Oggetto:
a) sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro connessi alla attività
dell’impresa in generale;
b) sulle procedure che riguardano il primo soccorso, la lotta antincendio,
l'evacuazione dei luoghi di lavoro;
c) sui nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure relative alle
procedure di cui al punto b;
d) sui nominativi del responsabile e degli addetti del servizio di
prevenzione e protezione e del medico competente;
e) sui rischi specifici cui e' esposto in relazione all'attività svolta, le
normative di sicurezza e le disposizioni aziendali in materia;
f) sui pericoli connessi all'uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla
base delle schede dei dati di sicurezza previste dalla normativa vigente e
dalle norme di buona tecnica;
g) sulle misure e le attività di protezione e prevenzione adottate.

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Il libretto formativo del cittadino

Le competenze acquisite in seguito allo svolgimento


dell’attività di formazione devono essere registrate nel
libretto formativo del cittadino (D.Lgs. n. 276/2003), il cui
contenuto deve essere considerato dal datore di lavoro per
la programmazione dell’attività formativa e valutato dagli
organi di vigilanza ai fini della verifica dell’adempimento
degli obblighi da parte del datore di lavoro.
Il libretto formativo del cittadino
Il 'Libretto formativo del cittadino' raccoglie informazioni, dati e attestazioni riguardanti le esperienze di tipo
educativo/formative e lavorative, effettuate anche in ambito sociale, ricreativo o familiare da ogni individuo.
.
E' stato istituito nell'ambito del percorso attuativo della "legge Biagi". Il Decreto legislativo n. 276/2003 lo definisce
come lo strumento di registrazione delle "competenze acquisite durante la formazione in apprendistato, la
formazione in contratto di inserimento, la formazione specialistica e la formazione continua svolta durante l'arco
della vita lavorativa ed effettuata da soggetti accreditati dalle regioni, nonché delle competenze acquisite in modo
non formale e informale secondo gli indirizzi della Unione Europea in materia di apprendimento permanente,
purché riconosciute e certificate".
Responsabili del rilascio del Libretto sono le Regioni, che possono delegare ad altri soggetti. Responsabile
dell'aggiornamento del Libretto è essenzialmente l'individuo, che ne è titolare.

La finalità prioritaria del Libretto riguarda la persona, essendo questo strumento al servizio del cittadino in generale
ed in particolare per il cittadino-lavoratore per renderne riconoscibili e trasparenti le competenze acquisite, e
renderle quindi utilizzabili, soprattutto in "situazioni di transito" e cambiamento nel contesto di lavoro o di
formazione.
Il libretto conferisce valore di scambio al patrimonio di competenze acquisite. Non ha, pertanto, una "valenza
burocratica" quanto l'intento di far emergere tale patrimonio nella sua integrità, rispettando l'unicità della persona.
Il libretto rappresenta, dunque, un raccoglitore di informazioni aggregate ed "evolutive" delle competenze della
persona e, in quanto tale, si distingue da altri strumenti di raccolta dati più "statici" e frammentati. E' da tener
presente, infine, che questo strumento, risultante da un confronto tra tutti gli attori istituzionali e non, propone un
format omogeneo a livello nazionale e trasversale ai diversi sistemi che governano l'istruzione, la formazione e il
lavoro nel nostro Paese.
FORMAZIONE
… Il datore di lavoro deve assicurare a ciascun lavoratore una formazione
“SUFFICIENTE ED ADEGUATA” in materia di salute e sicurezza, “CON
PARTICOLARE RIFERIMENTO AL PROPRIO POSTO DI LAVORO E ALLE PROPRIE
MANSIONI”…
… la formazione deve avvenire al momento dell’assunzione, del trasferimento
o cambiamento di mansioni, dell’introduzione di nuove attrezzature di lavoro
o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e preparati pericolosi …
… deve essere periodicamente ripetuta in relazione all’evoluzione dei rischi …
… la formazione dei lavoratori (anche RLS di cui al comma 4) deve inoltre
avvenire in collaborazione con gli organismi paritetici e “DURANTE L’ORARIO
DI LAVORO E NON PUO’ COMPORTARE ONERI ECONOMICI A CARICO DEI
LAVORATORI”…

1. La formazione non riguarda esclusivamente i nuovi assunti, ma tutti i


lavoratori, nel caso in cui vi siano variazioni delle situazioni di lavoro;
1. Stretto legame tra formazione e valutazione dei rischi
FORMAZIONE DEI LAVORATORI E DEI LORO
RAPPRESENTANTI

Nel T.U. non sono cambiati i casi in cui è obbligatorio svolgere attività
formativa MA IL LEGISLATORE HA VOLUTO INTRODURRE
ACCANTO AL CONCETTO DI FORMAZIONE ANCHE QUELLO DI
ADDESTRAMENTO SPECIFICO

CHE DEVE ESSERE EFFETTUATO DA PERSONA


ESPERTA E SUL LUOGO DI LAVORO (ART. 37, COMMA 5)
Formazione dei lavoratori
Deve avvenire:

a) al momento di costituzione del rapporto di lavoro o


all'inizio dell'utilizzazione qualora si tratti di
somministrazione di lavoro;
b) nel caso di trasferimento o cambiamento di
mansioni;
c) nell’ipotesi di introduzione di nuove attrezzature di
lavoro o di nuove tecnologie, di nuove sostanze e
preparati pericolosi.

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Principali novità

 Sono ampliati gli obblighi del datore di lavoro,


dei dirigenti, dei preposti e delle altre figure
esterne in ordine alla Formazione (ora
obbligatoria per dirigenti e preposti) ed
Addestramento.

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I PRINCIPALI OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO
E DEL DIRIGENTE
• Obblighi non delegabili del datore di lavoro (art. 17)

• la valutazione dei rischi e la conseguente


elaborazione del D v r (documento della
valutazione dei rischi) previsto dall’art. 28

• la designazione del RSPP


Il Dirigente

• E’ la persona che, in ragione delle competenze


professionali e dei poteri gerarchici e
funzionali adeguati alla natura dell’incarico
conferitogli, attua le direttive del datore di
lavoro organizzando l’attività lavorativa e
vigilando su di essa (Art.2,c.1 lett. d).

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Il Dirigente
 Obblighi :
a) Tutti quelli previsti dall’art. 18 del T.U. e dalle
altre norme vigenti.
 Altri obblighi:
a) Quelli trasmessi con la delega di funzioni.

 Delega di funzioni di tipo “organizzativo -


gestionale”

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IL PREPOSTO - Art. 2 c.1 lettera e

• E’ una figura definita in modo dettagliato


• E’ inserita nell’organizzazione della sicurezza
negli ambienti di lavoro
• Si prevede una formazione specifica
(prima non richiesta)
Il Preposto

• Persona che, in ragione delle competenze professionali e nei limiti dei


poteri gerarchici e funzionali adeguati alla natura dell’incarico conferitogli,
sovrintende all’attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive
ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori
ed esercitando un funzionale potere di iniziativa (art.2, c.1 lett.e).

37
Il Preposto
 L'identikit
 È la maggiore novità normativa. Per la prima volta una disposizione di legge
(articolo 2, comma 1, lettera e) del decreto legislativo n. 81/08) descrive
organicamente il ruolo del preposto, evidenziandon profili:
 sovrintendere all'attività lavorativa,
 garantire l'attuazione delle direttive ricevute.
 A tal fine, la figura, secondo la norma, deve controllare la corretta condotta dei
lavoratori ed esercitare un funzionale potere di iniziativa.
 In altre parole, il preposto deve inserirsi, nel sistema di sicurezza aziendale,
partecipando, con un ruolo sostanzialmente esecutivo (e non direttivo),
intervenendo nella fase operativa d'attuazione della sicurezza aziendale e
restando, comunque, sottoposto al controllo del datore (ed eventualmente)
dirigenziale.
 Salvo vere e proprie deleghe di "funzioni", egli non svolge, perciò, mansioni
direttive che sono proprie, piuttosto, delle altre due figure.
 Trovandosi "gomito a gomito" e considerando i suoi compiti di cui all'articolo 19,
egli, evidentemente, rappresenta anche una sorta di "sentinella" di fronte al
nascente malessere fisico, mentale del singolo.

38
Il Preposto
Obblighi:
a) sovrintendere e vigilare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori dei
loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di
salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e
dei dispositivi di protezione individuale messi a loro disposizione e, in
caso di persistenza della inosservanza, informare i loro superiori diretti;
b) verificare affinché soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate
istruzioni accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e
specifico;
c) richiedere l'osservanza delle misure per il controllo delle situazioni di
rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori, in caso
di pericolo grave, immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro
o la zona pericolosa;

39
Il Preposto
DOVERI DEL PREPOSTO
d) informare il più presto possibile i lavoratori esposti al rischio di un
pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni prese o
da prendere in materia di protezione;
e) astenersi, salvo eccezioni debitamente motivate, dal richiedere ai
lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui
persiste un pericolo grave ed immediato;
f) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente sia le
deficienze dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di
protezione individuale, sia ogni altra condizione di pericolo che si verifichi
durante il lavoro, delle quali venga a conoscenza sulla base della
formazione ricevuta;
g) frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto
dall'articolo 37.

40
FORMAZIONE DEL PREPOSTO
L'art. 37 - c. 7 disciplina la formazione specifica
obbligatoria per il preposto; evidenziando:

• la formazione e l’aggiornamento periodico


della stessa, va somministrata in azienda
(durante l'orario di lavoro);
• il preposto deve ricevere detta formazione "a
cura del datore di lavoro": si deve intendere che
il DL deve preoccuparsi di fornirla e
organizzarla (non necessariamente di erogarla
in prima persona)
Il Preposto

42
Il Lavoratore
 Persona che, indipendentemente dalla tipologia
contrattuale, svolge un’attività lavorativa
nell’ambito dell’organizzazione di un datore di
lavoro pubblico o privato, con o senza
retribuzione, anche al solo fine di apprendere un
mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli
addetti ai servizi domestici e familiari.

Applicabilità della norma a tutte le tipologie di


lavoratori.
43
Gli altri soggetti
 Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione è la persona
in possesso delle capacità e dei requisiti professionali di cui all’art.
32 designata dal datore di lavoro, a cui risponde, per coordinare il
servizio di prevenzione e protezione dai rischi.
 Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è la persona eletta o
designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli
aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro;
 Medico competente : medico in possesso di uno dei titoli e dei
requisiti formativi di cui all’art. 38, che collabora con il datore di
lavoro ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallo stesso
per effettuare la sorveglianza sanitaria e per tutti gli altri compiti di
cui al presente decreto.

44
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

“valutazione globale e documentata di tutti i rischi


per la salute e la sicurezza dei lavoratori presenti
nell’ambito della organizzazione in cui essi prestano
la propria attività, finalizzata ad individuare le
adeguate misure di prevenzione e protezione e ad
elaborare il programma delle misure atte a
garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di
salute e di sicurezza”
IL PROCESSO VALUTATIVO
GLI STRUMENTI “DA RECUPERARE”

• Analisi dell’ambiente e delle strutture


• Studio e analisi del ciclo produttivo
• Analisi di mansione
• Soggettività dei lavoratori
• Dati epidemiologici
• Dati di letteratura

new: i comportamenti e gli stili di vita


IL PROCESSO VALUTATIVO OGGI

Attori: DATORE DI LAVORO, RSPP, RLS, MEDICO COMPETENTE


Studio del ciclo produttivo

– Identificazione dei pericoli


– Stima del danno potenziale
– Stima del rischio per mansione
percezione del rischio formazione

Progettazione e realizzazione azioni di miglioramento


nel tempo
L’ANALISI DEL CICLO PRODUTTIVO:
lo schema a blocchi
Stoccaggio
materie prime

Miscelazione

stampaggio

Officina
Laboratorio
Controllo qualità
Uffici

Finitura/imballaggio

spedizione
L’ANALISI DEL CICLO PRODUTTIVO
oltre lo schema a blocchi
Ambiente di lavoro Organizzazione
Superficie e cubatura
Aeroilluminazione Orario di lavoro
Riscaldamento Organigramma funzionale Attrezzature e
Uscite emergenza
Illuminazione
Vie di circolazione impianti
Impianto antincendio Presse- rettifiche
ANALISI RISCHI Mescolatori
Mansioni: Bagni lamiere
Addetto
mescolatore
Addetto presse
automatiche
Addetto finitura
Addetto sala Sostanze
controllo Liquidi Impianti di protezione collettiva
Capo reparto Polveri Cappe/impianti di aspirazione
Addetto controllo Gas Sistemi antisversamento
qualità (schede) Docce emergenza - lavaocchi
miscele
DAL CICLO PRODUTTIVO ALLA VALUTAZIONE
DEI RISCHI:
l’analisi dei pericoli
Organizzazione
Stress
Turni – lavoro notturno
Ambiente di lavoro
Microclima
Rumore

ANALISI
Illuminazione
Attrezzature e
Circolazione dei mezzi
Incendio impianti
Esplosione
Sversamenti DEI Organi in movimento
Zone di presa
Elettricità
PERICOLI
Mansioni:
Movimentazione
manuale di carichi
Sovraccarico
biomeccanico arti Sostanze
superiori Inalazione,
Postura contatto
con agenti chimici
o loro miscele
DAL CICLO PRODUTTIVO ALLA VALUTAZIONE
DEI RISCHI:
la stima del rischio

DISPOSITIVI DI CONDIZIONI
PROTEZIONE OPERATIVE:
INDIVIDUALE MANSIONE E
CONTESTO
STIMA OPERATIVO

DEL
PERICOLI RISCHIO

MISURE TECNICHE ASSUEFAZIONE


E ORGANIZZATIVE AL RISCHIO
DI PREVENZIONE
DAL CICLO PRODUTTIVO ALLA VALUTAZIONE
DEI RISCHI:
l’analisi di mansione
• Denominazione della mansione
• Orario di lavoro, pause
• Area/reparto/impianto
• Descrizione analitica dei compiti completa di tempi ed
eventuale numero pezzi prodotti
• Postura
• Attrezzature utilizzate
• Sostanze chimiche e prodotti (quantitativi)
• Dispositivi di protezione individuale e collettiva
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
per reparto, per mansione o gruppo omogeneo

ANALISI DEL CICLO


PRODUTTIVO

ANALISI DI
MANSIONE

IDENTIFICAZIONE
DEI PERICOLI IDENTIFICAZIONE
ENTITA’ DEL DANNO
STIMA DEL RISCHIO

FORMAZIONE
MISURE DI
MIGLIORAMENTO
DEFINIZIONI
"Pericolo": proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore (chimico, fisico,
biologico, meccanico, ecc.) avente il potenziale di causare danni;

Esposizione, in questo contesto, è definibile come il contatto tra un fattore pericoloso


(chimico, fisico, meccanico, ecc) e un bersaglio (persona), e dipende da:
1. grandezza,
2. ciclo produttivo e modo d’uso,
3. barriere o sistemi di protezione,
4. durata e interazione con gli addetti

RISCHIO": probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di


impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione

"VALUTAZIONE DEI RISCHI": valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e
sicurezza dei lavoratori presenti nell'ambito dell'organizzazione in cui essi prestano la propria
attività, finalizzata ad individuare le adeguate misure di prevenzione e di protezione e ad
elaborare il programma delle misure atte a garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di
salute e sicurezza;
Lo Schema di Rischio
Il rischio è rappresentato dall’intreccio, intersezione,
tra i due elementi fondamentali

RISCHIO

Pericolo
PREVENZIONE: il complesso delle disposizioni o misure necessarie
anche secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica,
per
evitare.... se si elimina il pericolo

RISCHIO
? ?
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SA
C O
H E
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, d
i o
c h
R is
Lo Schema di Rischio

QUINDI BISOGNA CHIEDERSI:


“Si può eliminare il pericolo
che produce quel rischio?”
PREVENZIONE: il complesso delle disposizioni o misure necessarie
anche secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica,
per
evitare.... se si elimina l’esposizione...

RISCHIO
? ?
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o ,
h i
isc
R
Lo Schema di Rischio
Quindi la prima domanda era:

“Si può eliminare il pericolo che produce quel rischio?”


Se la risposta era NO, allora...

... visto che il pericolo non si


può eliminare, la seconda domanda è:
“Si può eliminare l’esposizione che
produce quel rischio?”
..... o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della
popolazione e dell'integrità dell'ambiente esterno?
se si riduce uno (o entrambi) dei componenti...

RISCHIO
R IS C H
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Pericolo Esposizione
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e
Lo Schema di Rischio
Quindi la prima domanda era:
“Si può eliminare il pericolo che produce quel
rischio?”
Se la risposta era NO, allora...
....visto che il pericolo non si è potuto eliminare,
la seconda domanda era:
“Si può eliminare l’esposizione che produce quel
rischio?”
Se anche questa risposta era NO, allora...
L’ultima possibilità che rimane
è ridurre pericolo e/o
esposizione per diminuire il rischio
Documento di valutazione dei rischi
• VALUTAZIONE DEL RISCHIO (Art. 28 D.Lgs 81/08)
 
• Il documento della valutazione del rischio deve avere data certa e contenere:
• a) una relazione sulla valutazione di tutti i rischi per la sicurezza e la salute durante l'attività lavorativa,
nella quale siano specificati i criteri adottati per la valutazione stessa;
• b) l'indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione
individuali adottati, a seguito della valutazione del rischio;
• c) il programma delle misure ritenute opportune per garantire il miglioramento nel tempo dei livelli di
sicurezza;
• d) l'individuazione delle procedure per l'attuazione delle misure da realizzare, nonché dei ruoli
dell'organizzazione aziendale che vi debbono provvedere, a cui devono essere assegnati unicamente
soggetti in possesso di adeguate competenze e poteri;
• e) l'indicazione del nominativo del responsabile del servizio di prevenzione e protezione, del
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza o di quello territoriale e del medico competente che ha
partecipato alla valutazione del rischio;
• f) l'individuazione delle mansioni che eventualmente espongono i lavoratori a rischi specifici che
richiedono una riconosciuta capacità professionale, specifica esperienza, adeguata formazione e
addestramento.
• Il contenuto del documento della valutazione del rischio deve rispettare le indicazioni previste dalle
specifiche norme sulla valutazione dei rischi contenute nei successivi titoli del D.Lgs 81/08.
•  
• La valutazione del rischio deve altresì contenere i rischi collegati allo stress lavoro-correlato, secondo i
contenuti dell'accordo europeo dell'8 ottobre 2004, e quelli riguardanti le lavoratrici in stato di
gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, nonché quelli
connessi alle differenze di genere, all'eta', alla provenienza da altri Paesi.
Documento di valutazione dei rischi

Va rielaborato quando:
a) modifiche significative del processo
produttivo e/o organizzazione del lavoro;
b) evoluzione della tecnica;
c) a seguito di infortuni significativi;
d) su segnalazione della sorveglianza sanitaria.

63
Documento di valutazione dei rischi
• Adeguamenti tecnico – valutativi AZIENDALI
• tutte le relazioni sono da adeguare in relazione alle nuove figure previste dal TU ed in conformità ai
riferimenti dei nuovi articoli e commi
• Valutazione dei rischi allargata a “tutti i rischi” compreso stress da lavoro, differenze di genere, età e
provenienza altri paesi (art. 28-29)
• Rimandata al 16 Maggio 2009
• Criteri e campi di applicazione variati per le valutazioni del rumore, vibrazioni, agenti chimici,
videoterminali, movimentazione manale dei carichi.
• Prevedere data certa e le procedure per l’attuazione delle misure da realizzare
• Rimandata al 16 Maggio 2009
• prevedere l’individuazione delle mansioni che eventualmente espongono a rischi specifici che richiedono
una riconosciuta capacità professionale
• Autocertificazione per aziende < 10 dip con valutazione “standardizzata” in base a linee guida emanate da
Commissione consultiva nazionale (non oltre 30/06/2012)
• Rispetto al corrispondente articolo 9 del DPR n. 303/1956, è stato aggiunto il punto 1.9.1.4 gli impianti di
condizionamento devono essere sottoposti a controlli, manutenzioni, pulizia e sanificazione per la tutela
della salute dei lavoratori.
• Predisporre procedure di uso e manutenzione per l’utilizzo di impianti e apparecchiature elettriche.
• Per i lavori su parti elettriche fino a 1000v c.a. e 1500 V c.c. diviene obbligatorio qualificare gli operatori
secondo le norme tecniche (PES-PAV CEI 11-27). Le operazioni su tensioni superiori devono essere
eseguite solo da aziende autorizzate, con rimando a successivo decreto
• nell’ambito delle prescrizioni minime per i computer portatili va segnalato che viene prescritta, in caso di
impiego prolungato, la fornitura di tastiera e mouse esterni, prevedendo quindi la costituzione di una
postazione fissa, nonostante la presenza di un elaboratore portatile. Le pause previste sono sempre nella
misura di 15 minuti ogni 120 minuti di attività al videoterminale senza la condizione della continuità
dell’attività di almeno 4 ore.
Documento di valutazione dei rischi
• Adempimenti organizzativi A ZIENDALI
• Deleghe datoriali e di funzione
• Verificare presenza ed adeguatezza delle deleghe datoriali e di funzione
• Individuare dirigenti e preposti in seguito alle nuove definizioni
• In relazione alle nuove definizioni apportale dal TU individuare e se possibile delegare le figure citate
• I preposti devono frequentare appositi corsi di formazione secondo quanto previsto dall’articolo 37.
• adempiere agli obblighi di informazione, formazione e addestramento ai lavoratori di cui agli articoli 36 e
37;
• ove la informazione riguardi lavoratori immigrati, essa deve avvenire previa verifica della comprensione
della lingua utilizzata nel percorso informativo
• il contenuto della formazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori (per i lavoratori
immigrati, la formazione avviene previa verifica della comprensione e conoscenza della lingua veicolare
utilizzata)
• ripeterla periodicamente
• Prevedere che venga tassativamente individuato dai lavoratori il RLS (rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza)
• Il RLS ha diritto ad una formazione periodica, la cui durata non può essere inferiore a 4 ore annue per le
imprese da 15 a 50 lavoratori e a 8 ore annue per le imprese con più di 50 lavoratori
• comunicare annualmente all’INAIL i nominativi dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza;
• consegnare tempestivamente al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, su richiesta di questi ,
copia del documento di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a) e il documento di cui all’articolo 26, comma
3 (DUVRI)
• individuare i manutentori elettrici al fine di effettuare formazione obbligatoria PES e PAV
Definizione (art.2 - D.Lgs.626/94)

LA PERSONA ( OVVERO LE PERSONE)


ELETTA O DESIGNATA PER
RAPPRESENTARE I LAVORATORI PER
QUANTO CONCERNE GLI ASPETTI DELLA
SALUTE E DELLA SICUREZZA DURANTE IL
LAVORO
66
Sistema aziendale di prevenzione
Il D.Lgs. 626/94 istituisce la figura del Rls insieme ad altre, in
modo che tutte possano interagire e cooperare nell’ambito di
un vero e proprio sistema aziendale di prevenzione. Queste figure
sono:

• Il datore di lavoro
• Il servizio di prevenzione e protezione
• Il medico competente
• (esperto qualificato)
• (dirigenti, preposti)
• (addetti primo soccorso e antincendio)

67
IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI
PER LA SICUREZZA
Il legislatore del 2008 continua a prevedere che in tutte le aziende deve
essere designato il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (Art.47, c. 2)

“Qualora non si proceda alle elezioni previste dai commi 3 (aziende <
15 dipendenti) e 4 (aziende > 15 dipendenti), le funzioni di
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sono esercitate dai
rappresentanti di cui agli articoli 48 (rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza territoriale) e 49 (rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza di sito produttivo), salvo diverse intese tra le associazioni
sindacali dei datori di lavoro comparativamente rappresentative sul
piano nazionale” (ART. 47, COMMA 8)
FORMAZIONE DEI LAVORATORI E DEI LORO RAPPRESENTANTI
(ART. 37, C. 11)

Il T.U. conferma che il rappresentante dei lavoratori ha diritto ad una


“FORMAZIONE PARTICOLARE” (ART. 37, C. 10)…

… ma stabilisce (art. 37, c. 11) che “le modalità, la durata e i contenuti specifici
Della formazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sono
stabiliti in sede di contrattazione collettiva nazionale, nel rispetto dei
Seguenti contenuti minimi:

a) Principi giuridici comunitari, costituzionali e civilistici;


b) Legislazione generale e speciale in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
c) Principali soggetti coinvolti e i relativi obblighi;
d) Definizione e individuazione dei fattori di rischio;
e) Valutazione dei rischi;
f) Individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali dei
prevenzione e protezione;
g) Aspetti normativi dell’attività di rappresentanza dei lavoratori;
h) Nozioni di tecnica della comunicazione …
In tutte le aziende,
o unità produttive,
è eletto o designato
il
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Altrimenti …
....... si elegge ed opera RLST
 Il RLS Territoriale (o di Comparto) esercita le stesse competenze di quello
aziendale per i lavoratori di tutte le aziende del territorio o del comparto di
competenza nelle quali non sia stato individuato l’RLS.
 L’ individuazione e l’operatività del RLST sono definite nella contrattazione.
In mancanza di accordo le modalità saranno definite per Decreto
(Ministero del Lavoro)
 Per l'esercizio delle proprie attribuzioni, il RLST accede ai luoghi di lavoro
nel rispetto delle modalità e del preavviso individuati negli accordi. In caso
di infortunio grave, niente preavviso, ma segnalazione all'organismo
paritetico.
 Ove l'azienda impedisca l'accesso, al RLST, questi lo comunica
all'organismo paritetico o, in sua mancanza, all'organo di vigilanza
territorialmente competente.
 L'organismo paritetico o, in mancanza, il Fondo di cui all'articolo 52
comunica alle aziende e ai lavoratori interessati il nominativo del RLST.
Per l’RLS aziendale (RLS), i “numeri” sono così individuati

N° N° RLS modalità
lavoratori
Fino a 15 1 Eletto direttamente oppure RLST
Da 15 a 200 1 Eletti tra
rappresentanti
201 – 1000 3 sindacali

Oltre 1000 6 o più


(contrattazione)

L’ elezione o designazione del rappresentante sono definite in accordi


collettivi nazionali, interconfederali o di categoria.
In mancanza degli accordi, le modalità di elezione o designazione saranno
definite per Decreto (Ministero del Lavoro)
Formazione Aggiornamento Verifica
annuale, N° apprendimento
Lavoratori registrazione
totali

su rischi specifici

Ore disponibili

Ore di formazioneIn
Figura da più di 50 Divieti
15
a
50

contrattazione
RLS 32 12 4 8 NO SI

“Libretto Formativo del cittadino”


orario di lavoro
Servizio di
prevenzione

RLST o 64 ?? 8 NO SI ?
(RLSC)
Incarichi
sindacali
RLSS ? ?? ?? ?? ?? SI
?
Azioni prioritarie del
rappresentante
1. RAPPRESENTARE I LAVORATORI
2. ORGANIZZARE UN RAPPORTO PERMANENTE CON I
LAVORATORI, GLI ALTRI RLS E CON LA RSU
1. DEFINIRE LA MAPPA DEI RISCHI E IL PROGRAMMA
DI INTERVENTO – RECUPERARE LE INFORMAZIONI UTILI
1. ANALIZZARE IL COMPORTAMENTO DELL’AZIENDA:SU
VALUTAZIONE RISCHI – DEFINIZIONE MISURE
ORGANIZZAZIONE SERVIZIO – DEFINIZ. MISURE
INFORMAZIONE E FORMAZIONE LAVORATORI
1. ELABORARE IN FORMA SCRITTA PARERI E PROPOSTE SU
MATERIE OGGETTO DI CONSULTAZIONE
6. PREPARARSI ALLA RIUNIONE PERIODICA ANNUALE
1. VERIFICARE L’APPLICAZIONE E L’EFFICACIA DELLE MISURE
ADOTTATE E DI QUELLE PROGRAMMATE

74
Attribuzioni del rls
a) Accede ai luoghi di lavoro
b) E’ consultato preventivamente e tempestivamente
c) sulla valutazione del rischio
d) E’ consultato sulla designazione dell’RSPP degli addetti al
Servizio di prevenzione, antincendio, primo soccorso,
evacuazione
a) E’ consultato sulla formazione dei lavoratori
b) Riceve, su sua richiesta
le informazioni e la documentazione inerente alla
valutazione rischi, misure, sostanze e preparati,
macchine, infortuni, malattie professionali
a) Riceve le informazioni dai servizi di vigilanza
b) Riceve una formazione adeguata
c) Formula osservazioni nelle ispezioni
d) Partecipa alla riunione periodica
e) Può fare ricorso alle autorità competenti
75
Responsabilità penali del rls
• E' configurabile una responsabilità penale del Rappresentante dei Lavoratori per la
Sicurezza?
 
• Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza ha compito di "rappresentare (e tutelare) i lavoratori per
quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro" (art.2, lett.f, del D.Lgs.n.
626/94).
Le sue funzioni non possono pertanto essere assimilate o confuse, come è talora avvenuto, con quelle
del preposto, chiamato a svolgere un ruolo di sorveglianza circa il rispetto delle norme antinfortunistiche
da parte dei lavoratori.
Il r.l.s. potrà in sostanza avvertire il lavoratore in merito agli obblighi concernenti la sicurezza e alle
eventuali sanzioni a cui può andare incontro, ma non sarà certo tenuto a richiedere l’osservanza dei
comportamenti dovuti né tanto meno potrà essere considerato responsabile riguardo ad essi.
E’ da rilevare che il decreto opportunamente non pone sanzioni penali a carico del r.l.s. .In primo luogo
per non scoraggiare l’assunzione di tale incarico, ma anche sulla base della considerazione che perfino la
consultazione, che rappresenta la forma più avanzata di partecipazione prevista dal decreto, implica
comunque, che la decisione finale, e quindi la relativa responsabilità, spetti al datore di lavoro. Ciò non
toglie che il r.l.s. non sia responsabile su un piano più generale, politico e morale, nei confronti dei
lavoratori e degli altri soggetti coinvolti, in merito all’esercizio delle funzioni che gli sono attribuite. Da
qui la necessità di una sua adeguata preparazione anche sul piano tecnico (si pensi, per tutte, al parere che
il r.l.s. deve dare in merito alla valutazione dei rischi).

Resta comunque al di fuori della responsabilità prevenzionale


l’eventuale corresponsabilità, come qualsiasi altro soggetto, per colpa o
per dolo, in caso di infortunio.
RUOLO E COMPITI DEL RLS
• “ È un ruolo scomodo, un mestiere difficile, un sacco di problemi”:
questa è una breve panoramica delle valutazioni che si sentono
sulla figura del Rls. Il campo è vasto e si può cedere alla tentazione
di diventare un super esperto, coniugando competenze scientifiche
di vari campi dello scibile umano. Questo è il primo errore da non
commettere:è intuibile che un obiettivo del genere può portare
solo al fallimento, dato che è umanamente irrealizzabile. Così
abbiamo già scoperto un principio fondamentale che ci sarà d’aiuto
nel corso del mandato: stabilire sempre degli obiettivi possibili e, in
relazione al contesto, ragionevolmente raggiungibili. Quando gli
obiettivi sembreranno troppo complessi,si dovrà cercare di
suddividerli in più obiettivi semplici, tendendo a costruire un
percorso di progressivo avvicinamento.
RUOLO E COMPITI DEL RLS
• La consapevolezza del ruolo che si svolge è il passo successivo. E’ importante aver
ben chiara la funzione relazionale del Rls, i compiti e le responsabilità di un
mandato ben preciso, che non è quello di“sceriffo” ma di operatore della
prevenzione e portavoce del diritto alla salute dei lavoratori. Svolgere al meglio
questo ruolo significa tener ben presente l’importanza di tutti gli attori che
agiscono sulla scena:i lavoratori, i Rls, le organizzazioni sindacali, i datori di lavoro, i
responsabili del servizio prevenzione e protezione, il medico competente, gli
organismi paritetici e gli organi di vigilanza. Il compito più difficile è proprio quello
di coinvolgere tutti nell’opera di prevenzione e tutela. Prefiggersi questo obiettivo
renderà l’azione più determinante e visibile, e soprattutto può metterci nelle
condizioni di favorire un intervento più incisivo nei processi odierni del sistema
economico che riguardano:
• l’organizzazione del lavoro nelle aziende
• la scomposizione e la frammentazione dei cicli produttivi (appalti, terziarizzazioni)
• la flessibilizzazione dei rapporti e delle condizioni di lavoro (lavoro interinale,
parasubordinato, tempo determinato, part-time) e della marginalità del lavoro
sommerso.
RUOLO E COMPITI DEL RLS
• Le azioni fondamentali del Rls
• Comunicare sarà un’arma decisiva. L’attività del Rls è soprattutto
relazionale, quindi è fondamentale
• imparare a rendere la propria comunicazione efficace. La formazione a
cui si ha diritto prevede puntualmente anche questa esigenza.
• Elaborare una mappa dei rischi dal nostro punto di osservazione e da
quello dei lavoratori e degli esperti che avremo modo di contattare,
stabilendo le priorità d’intervento. Potrà esserci utile la costruzione e la
somministrazione di questionari che mettano in evidenza le reali
necessità.
• Sollecitare non solo e non tanto la consultazione sul documento di V d r,
quanto l’intesa sul percorso che porta alla sua elaborazione e al suo
aggiornamento, proponendo e suggerendo modalità di
coinvolgimento nelle valutazioni e soluzioni in esso contenute. Sarà nostro
dovere far comprendere il vantaggio di raggiungere accordi sui criteri
anziché rischiare conflitti e magari denunce a documento già redatto.
• Questo và fatto con il sostegno delle organizzazioni sindacali
Il lavoro in condizioni di sicurezza e benessere è un obiettivo perseguibile solo sulla base
di una collaborazione reale tra i vari
soggetti dell’impresa, a cominciare dal datore di lavoro e dallo stesso Rls, che fa bene il
suo mestiere solo se si rapporta effettivamente ai lavoratori

Datore Lavoro

Staff
S.P.P
.

RLS RSU

Preposti

Lavoratori

88
MOTIVI DELL’INTERVENTO IN AZIENDA
VIGILANZA PROGRAMMATA

SU RICHIESTA O PER SEGNALAZIONE

INDAGINE PER INFORTUNIO GRAVE O MORTALE

INDAGINE PER MALATTIA PROFESSIONALE


VERIFICA DEI SEGUENTI ASPETTI
TECNICI
1.Organizzazione aziendale
2.Gestione dei rischi per la sicurezza
3.Gestione dei rischi per la salute
4.Gestione dell’emergenza
5.Sorveglianza Sanitaria ORGANIZZATIVI
6.Gestione degli Infortuni
7.Gestione della formazione
8.Gestione degli Appalti
PRESENTAZIONE
Il personale SPRESAL si presenta con tesserino di riconoscimento,
munito di macchina fotografica e strumentazione tecnica.
Viene richiesta la presenza del datore di lavoro, del RLS e RSPP.
Si informa l’azienda dello scopo dell’ispezione, della metodologia e
del tempo richiesto, circa 3 ore.
RICHIESTA DI DOCUMENTAZIONE
Si prende visione della documentazione utile:
- organizzazione aziendale e valutazione dei rischi
- documentazione tecnica
- documentazione sanitaria
- programma di formazione ed informazione .....
Viene richiesto
Organigramma e struttura organizzativa, n° dipendenti
Definizione deleghe, poteri, responsabilità, ruoli e compiti, in materia di
salute e sicurezza sul lavoro, per ogni figura aziendale:
Dirigenti, Preposti
Lavoratori
Incarichi specifici
Medico competente.

Modalità di coordinamento, collaborazione e coinvolgimento delle figure.


Flusso informativo a tutti i livelli.
Coinvolgimento degli RLS.
Matrice - Ruoli - Compiti
Posizione Ruolo Obiettivi del Responsabilità per la Compiti in materia di sicurezza
Aziendale per la ruolo in materia sicurezza
sicurezza di sicurezza

Capo Preposto Dare attuazione Vigilare sulla corretta Assicurare il flusso delle
reparto alle misure di applicazione da parte dei informazioni utili alla gestione
prevenzione lavoratori della sicurezza, alla riduzione degli
previste nel DVR •delle disposizioni aziendali in infortuni, all’adozione di
materia di igiene e sicurezza, comportamenti idonei e sicuri sul
•del rispetto delle normative, lavoro
delle procedure e istruzioni
operative Collaborare alla definizione ed
Controllare le condizioni di attuazione delle misure di
sicurezza ed igiene degli prevenzione e protezione della
ambienti, delle macchine ed salute
attrezzature
Vigilare sull’uso corretto di
attrezzature, impianti, processi,
Segnalare al DdL o suo sul rispetto delle procedure di
incaricato eventuali non igiene e sicurezza,
conformità, infortuni, sui comportamenti dei lavoratori
incidenti, comportamenti E l’impiego dei DPI
pericolosi rilevati
Proporre misure di
prevenzione e protezione
SOPRALLUOGO

Nell’ambito del sopralluogo si analizza il ciclo produttivo e ciascuna fase di


lavoro
Si inizia dal deposito-magazzino della materia prima e si segue il flusso del
ciclo produttivo.
Sono comprese le aree all’aperto, il piazzale, …
Si valuta la stabilità dei depositi, la sicurezza della viabilità e le operazioni di
carico-scarico.

Di ogni ambiente vengono osservate le caratteristiche strutturali


Altezza, aerazione e illuminazione
Posti di lavoro e di passaggio e luoghi di lavoro esterni
Porte e portoni e vie e uscite di sicurezza
Pavimenti, finestre, scale
Viabilità, banchine e rampe di carico
Spogliatoi, docce e gabinetti
Di ogni fase di lavoro si analizzano

RISCHI PER LA SICUREZZA


Requisiti di sicurezza di ogni singola macchina, attrezzatura, impianto

RISCHI PER LA SALUTE


le modalità di utilizzo delle sostanze chimiche
I punti di emissione di polveri, fumi, vapori,…
la presenza di rumore, vibrazioni, …
la movimentazione manuale dei carichi e i movimenti ripetitivi
le procedure di sicurezza, i comportamenti dei lavoratori
l’uso dei DPI

Per questa analisi si raccolgono le informazioni del RSPP del RLS e degli stessi
lavoratori che vengono intervistati durante l’ispezione

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