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ISTITUTO COMPRENSIVO DI MONTALE SCUOLA PRIMARIA Gherardo Nerucci a.s.

2004-2005

LA MATEMATICA NELLE STORIE


CLASSE I A Insegnante Cristina Fattori

Perch fare matematica attraverso le storie


Lidea da cui nato il presente lavoro sorta sulla base di due eventi strutturali: la presenza nella classe prima di un alunno con forte disagio dal punto di vista comportamentale e la necessit di ancorare le attivit sui problemi nellambito della matematica a situazioni gi esperite dai bambini. Le storie si sono prestate naturalmente a divenire il tramite tra i problemi nel mondo della vita reale e i problemi della matematica. Lalunno con forte disagio comportamentale infatti era molto interessato a seguire ogni tipo di racconto, fantastico e non, e aderiva volentieri alle proposte di rielaborazione quali la drammatizzazione delle storie, la sonorizzazione, la rappresentazione delle sequenze con il disegno, mentre rifiutava quello che poteva essere collegato ai numeri. Ogni giorno quindi, durante le ore di matematica, veniva ritagliato uno spazio per il racconto di una storia: storie classiche e storie della tradizione popolare di Montale, come le Cincelle, raccolte da Gherardo Nerucci . Spontaneamente, durante la rielaborazione dei bambini, e poi sollecitate dallinsegnante sono sorte le domande: Qual il problema del o dei protagonisti? In che modo cercano di risolverlo? Come possiamo rappresentare la situazione per far capire ai bambini di unaltra classe in che modo il problema viene risolto? Da queste domande ha preso avvio il lavoro dei bambini. Come prima attivit si trattato di rappresentare la situazione con un disegno espressivo, la forma di comunicazione pi immediata e gi consolidata dai bambini nella scuola dellinfanzia. Successivamente stato individuato insieme il problema che il protagonista aveva incontrato e il momento risolutivo. Sempre attraverso la discussione collettiva i bambini hanno descritto in che modo il protagonista aveva trovato la soluzione e concordato la rappresentazione pi efficace. Poich i tempi del disegno espressivo sono molto lunghi, i bambini sono stati invitati a utilizzare segni e simboli al posto di oggetti o animali. I disegni degli oggetti sono stati sostituiti da frecce, forme, colori. Nelle rappresentazioni sono entrati a volte anche i numeri, ma laccento rimaneva sul contesto, sulla situazione, su quelle parole che stabiliscono una relazione tra gli elementi. Ad esempio nella storia della Gallina Secca laccento sullespressione: un pulcino non ha nel becco la spiga di panico, quindi la relazione: meno uno; in Petuzzo, lalternativa allazione, si o no, quindi :se-allora; nei Quattro suonatori di Brema, la relazione dordine data dal peso degli animali che devono montare uno sulle spalle dellaltro :sono pi pesante di te; in Alice nel paese delle Meraviglie lindicazione di un insieme attraverso la negazione di un attributo espressa nellidea di festeggiare il non compleanno. Nelle storie sono state individuate altre parole che stabiliscono relazioni interessanti dal punto di vista logico e che permettono ai bambini di riflettere: ognuno, tutti, ogni, ciascuno, uno. Il presente lavoro stato stimolato anche dalla familiarizzazione con i seguenti testi: Altieri BiagiSperanza , Oggetto, parola ,numero,ed. Nicola Milano, 1981; Jacquelin Bickel, Apprendere bene, studiare con entusiasmo, Ed Belforte, 1994; Renato Reggiori, Matematica in prima elementare,
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Istituto Geografico De Agostini, 1992.; Camillo Bortolato, Comprendere il testo dei problemi, Erickson, 2002; Matematica 2001, UMI, nucleo Il numero, 2001.

PIANO DELLE ATTIVITA DIDATTICHE OBIETTIVO FORMATIVO DI MATEMATICA Problematizzare la realt: Individuare il problema nella storia, codificarlo, rappresentarlo in modi diversi, quantificare, rappresentare la soluzione con i simboli e i segni della matematica. NellUnit di apprendimento sono implicati anche gli obiettivi formativi delle seguenti discipline: STORIA E MUSICA Rappresentare le sequenze principali di una storia Sonorizzare le storie e sperimentare: i parametri del suono: lento/veloce, forte/piano; le durate; le successioni temporali: contemporaneamente, prima/dopo MOTORIA Drammatizzare le storie, alternarsi nei ruoli. TEMPI: I QUADRIMESTRE due ore settimanali circa, a classe intera ATTIVITA Lettura delle seguenti storie: I suonatori di Brema, La gallina secca, Petuzzo, Alice nel paese delle meraviglie (una parte riadattata). Drammatizzazione delle sequenze principali delle storie Rappresentazione con il disegno espressivo e brevi didascalie e fumetti Attraverso la conversazione far emergere nei bambini la consapevolezza del problema che si presentato al protagonista della storia e come lo ha risolto Individuare collettivamente una modalit di rappresentazione che evidenzi le relazioni che hanno permesso la soluzione del problema: 1. Ne I quattro suonatori di Brema uso delle frecce per rappresentare la relazione sono pi pesante di tra gli animali protagonisti. 2. Ne La gallina secca rappresentazione con gli insiemi dei pulcini e del panico, posti in corrispondenza biunivoca, per rappresentare la relazione: le spighe di panico sono una in meno del numero dei pulcini e scoprire cos il numero degli elementi dei due insiemi . 3. In Petuzzo evidenziare la scelta dei protagonisti, che si trovano di fronte allalternativa di un si o un no, che comporta conseguenze diverse, con un diagramma di flusso, prima disegnato sul pavimento, poi sul quaderno. 4. In Alice nel paese delle meraviglie soffermarsi sullepisodio del t di non compleanno. Discutere con i bambini su che cosa significa compleanno e perch si festeggia, individuare il mese di nascita dei bambini e costruire il grafico della classe. Riflettere su cosa significa non compleanno e quali giorni sono indicati da questa espressione. Costruire linsieme dei mesi di non compleanno. Riflettere e ricercare situazioni nelle quali individuata la propriet di un insieme, viene individuato anche linsieme determinato dal non, quantitativamente pi numeroso del primo.
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Determinato un insieme di oggetti, definire un sottoinsieme in base a un attributo e linsieme complementare usando la negazione dellattributo stesso. Sonorizzare le storie con i gesti-suono: battute delle mani, dei piedi, percussione di oggetti diversi, uso della voce. Utilizzare diverse modalit per fare esperienza dei parametri del suono: forte/piano, lento/veloce, prima, dopo, contemporaneamente

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VERIFICHE Valutazione delle produzioni grafiche, degli interventi nelle conversazioni, della partecipazione alla drammatizzazione, dellimpegno nellesecuzione degli schemi logici per rappresentare le situazioni. 2. Testo descrittivo nel quale si nasconde un problema. I bambini devono individuarlo e scrivere una breve frase.

DAL QUADERNO DI LAVORO DEI BAMBINI I QUATTRO SUONATORI DI BREMA


Viene letta dallinsegnante la storia I quattro suonatori di Brema , Collana Becco Giallo, Mursia,1993. Collettivamente vengono individuate le sequenze e drammatizzate, per facilitare la comprensione di tutti, in particolare di un alunno straniero da poco inserito che iniziava a imparare la lingua italiana. La rielaborazione segue le seguenti fasi: I FASE: disegno espressivo

Prima gli animali si incontrano. Poi salgono uno sullaltro e cantano Infine i ladroni scappano.

II FASE Drammatizzazione e sonorizzazione della storia I bambini hanno drammatizzato la storia, soffermandosi sul momento risolutivo, quando gli animali salgono uno sulle spalle dellaltro e fanno il loro verso. Successivamente la classe stata divisa in quattro gruppi, ogni gruppo rappresentava un animale e doveva fare il proprio verso. Alla lavagna stata scritta la partitura: i gruppi dovevano cantare Uno dopo laltro, Alternando piano/forte Contemporaneamente

III FASE Rappresentazione del momento risolutivo della storia

DISCUSSIONE INS. Qual era il problema dei quattro suonatori di Brema? I bambini hanno evidenziato diversi problemi dei protagonisti: Non avevano una casa, cercavano una casa perch i padroni li volevano ammazzare Avevano fame Cercavano una casa per passare la notte Avevano trovato la casa ma cerano i briganti e eli dovevano spaventare Il problema dei quattro animali era che i loro padroni dicevano che non erano pi buoni a nulla e li volevano uccidere, quindi il problema era salvarsi. Erano scappati per salvarsi. La maggioranza dei bambini si concentra sul momento in cui gli animali si trovano davanti alla casa dei briganti nel pieno della notte e il problema viene cos formulato: Come fare a spaventare i briganti per farli scappare e entrare cos nella loro casa? Soluzione: Diventare un animale grandissimo salendo uno sulle spalle dellaltro e fare insieme ognuno il proprio verso. Conclusione Non vengono uccisi e si salvano Riescono ad avere una casa, si riparano e mangiano.

LA GALLINA SECCA
La gallina secca si trova in Le Cincelle da bambini di Gherardo Nerucci. Il testo riadattato il seguente: Cera una volta una gallina secca allampanata che era solo pelle e ossa. Un giorno la sua padrona la cacci di casa dicendole di andare a ingrassare. La gallina tutta contenta si diresse verso un campo di panico con le spighe belle alte pensando di poterne fare una scorpacciata. Cammina cammina, prima di entrare nel bosco, incontr la volpe che le disse: Dove vai gallina? Appunto ho fame e capiti proprio a puntino per la colazione. Dice la gallina: Lo vedi come sono secca, aspetta, io vado a ingrassare, quando torno mi potrai mangiare bella grassa!. La volpe acconsent e la lasci passare. La gallina attravers il bosco e arriv al campo di panico. Mangia che ti mangia, si mette a far uova, le cova e nascono tanti pulcini vispi e allegri. Quando furono grandini e la gallina divenne grassa e soda per tanto becchime, decise di tornare a casa dalla sua padrona. Partirono tutti come in processione, la gallina davanti e i pulcini dietro. Prima per la gallina comand che ogni pulcino prendesse nel becco una spiga di panico, tranne uno. Cos un pulcino non aveva una spiga di panico nel becco e tutti gli altri s. Si misero in cammino ed ecco che appare la volpe. Dice la volpe: -Gallina venuto il momento che ti mangi! Risponde la gallina: -Fai pure, ma stai attenta che ho con me le guardie! Dice la volpe: -Come mai tutti, fuori che uno, hanno quel coso nel becco? Risponde la gallina: -Non le riconosci? Sono code delle volpi che hanno ucciso e quello vuole la tua! La volpe scapp via come un fulmine dalla paura e la gallina secca, con tutti i suoi pulcini, torn a casa dalla padrona che le fece grande festa.
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I FASE drammatizzazione della storia. La storia stata rielaborata secondo lo schema precedentemente indicato. Dopo la drammatizzazione stato chiesto ai bambini di indicare in ordine i personaggi e i luoghi che la gallina incontra nel suo viaggio allandata e al ritorno. Il momento risolutivo del problema della gallina secca che non voleva essere mangiata dalla volpe stato individuato nel rapporto tra i pulcini e le spighe di panico. II FASE Rappresentazione del percorso della gallina

III FASE Rappresentazione del rapporto numero dei pulcini-numero delle spighe: relazione: uno in meno, prima col disegno, poi con i simboli

I bambini hanno lavorato individualmente alla scoperta del numero dei pulcini o delle spighe di panico, rappresentando i due insiemi liberamente, con i simboli. Le quantit utilizzate sono state da uno a nove.

DISCUSSIONE Ins. Qual il problema della gallina secca? Il problema della gallina secca era che era secca e la padrona lha cacciata di casa La volpe voleva mangiare la gallina Doveva far paura alla volpe per poter tornare a casa Il problema era che mangiava ma non ingrassava e la padrona non voleva una gallina secca. Ins. Come fa la gallina a risolvere il problema di non essere mangiata? Ha fatto i pulcini, se no da sola non poteva farcela Ha fatto paura alla volpe facendogli credere che il pulcino lavrebbe mangiata Mette nel becco dei pulcini una spiga di panico, solo a uno non la mette.

PETUZZO
Petuzzo si trova in Le Cincelle da bambini di Gherardo Nerucci. Il testo riadattato il seguente: Petuzzo era un bambino cattivo che non voleva mai ubbidire e siccome aveva il babbo malato a letto, sua madre gli disse: - Petuzzo , vai a cogliere il cavoluccio per tuo padre che malato. - No, non voglio andare. - Allora dir alla mazza che ti picchi. Mazza, picchia Petuzzo perch non vuole andare a prendere il cavoluccio per suo padre che sta male. - No, non voglio picchiare. - Allora dir al fuoco che ti bruci. Fuoco, brucia la mazza perch non vuol picchiar Petuzzo, perch non vuole andare a prendere il cavoluccio per suo padre che sta male. - No, non voglio bruciare. - Allora dir allacqua che ti spenga. Acqua, spengi il fuoco, perch non vuol bruciar la mazza, perch non vuol picchiar Petuzzo, perch non vuole andare a prendere il cavoluccio per suo padre che sta male. - No, non voglio spengere. - Allora dir al bove che ti beva. Bove, bevi lacqua, perch non vuol spengere il fuoco, perch non vuol bruciar la mazza, perch non vuol picchiar Petuzzo, perch non vuole andare a prendere il cavoluccio per suo padre che sta male. - No, non voglio bere.
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Allora dir alla fune che ti leghi. Fune, lega il bove perch non vuole bere lacqua, perch non vuol spengere il fuoco, perch non vuol bruciar la mazza, perch non vuol picchiar Petuzzo, perch non vuole andare a prendere il cavoluccio per suo padre che sta male. No, non voglio legare. Allora dir al topo che ti roda.. Topo, rodi la fune perch non vuol legare il bove, perch non vuole bere lacqua, perch non vuol spengere il fuoco, perch non vuol bruciar la mazza, perch non vuol picchiar Petuzzo, perch non vuole andare a prendere il cavoluccio per suo padre che sta male. No, non voglio rodere. Allora dir al gatto che ti mangi.. Gatto, mangia il topo perch non vuol rodere la fune, perch non vuol legare il bove, perch non vuole bere lacqua, perch non vuol spengere il fuoco, perch non vuol bruciar la mazza, perch non vuol picchiar Petuzzo, perch non vuole andare a prendere il cavoluccio per suo padre che sta male.

E il gatto disse: Mangio, mangio! E il topo disse: Rodo, rodo! E la fune disse: Lego, lego! E il bove disse: Bevo, bevo! E lacqua disse: Spengo, spengo! E il fuoco disse: Brucio, brucio! E la mazza disse: Eh do, eh do! E Petuzzo disse: Eh vo, eh vo!

Viene letta la storia, alcuni bambini la espongono alla classe , quindi disegnano. Spontaneamente la maggioranza disegna le sequenze con i personaggi, alcuni fanno un unico disegno nel quale compaiono tutti i protagonisti.

Vengono disegnati i personaggi della storia, ognuno su un foglio e il foglio attaccato a un bambino. La storia viene drammatizzata prima liberamente, poi come se fosse un percorso. Sul pavimento sono state disegnate tante caselle quanti sono i protagonisti della storia. Da ogni casella partono due frecce, indicano una s o una no, che portano ognuna a una casella successiva.. Inizia a parlare la mamma: Petuzzo., il bambino che rappresenta Petuzzo entra nella prima casella e risponde: No. La mamma allora dice: Allora dir alla mazza.La mazza viene chiamata e entra nella casella indicata dalla direzione della freccia No e risponde a sua volta No. Successivamente entrano in scena gli altri personaggi e vanno avanti nel percorso fino al gatto. Il gatto dice SI e salta nella casella indicata dalla freccia SI dicendo: Mangio, mangio rivolto al topo. Il topo salta a sua volta nella casella indicata dalla freccia SI dicendo: rodo rodo, rivolto alla fune. Continua cos fino a Petuzzo che infine coglie il cavoluzzo. Dopo il gioco i bambini sono invitati a rappresentare sul quaderno il percorso .Vengono prodotte rappresentazioni che si possono definire di tre tipi: una rappresentazione a blocchi che si succedono in modo lineare da Petuzzo al gatto e poi riprende dal gatto a Petuzzo, una rappresentazione a blocchi che si collegano in un continuo dallinizio alla fine, una rappresentazione che prevede due uscite dal blocco che corrispondono al momento in cui dicono NO e al momento in cui i personaggi dicono SI .

Viene ripreso il gioco sul percorso disegnato sul pavimento e trovate altre possibilit: Ins: Che cosa succede se il gatto dice di no? I bambini propongono quasi allunanimit di far intervenire il cane che morde il gatto. Il gioco continua E se il cane dice di NO . allora interviene il cavallo, il dinosauro, la sega elettrica Ogni bambino disegna il continuo della storia sul quaderno, con i fumetti.

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DISCUSSIONE Ins. La storia pu finire in un altro modo? Ci sono tanti modi per finire la storia, molti bambini hanno fatto un esempio: se la mazza dice si, allora Petuzzo; se il fuoco dice si, allorala mazza ecc Se ad esempio lacqua dice di si e il fuoco continua a dire di no, alla fine per forza deve dire di s, se no muore perch lacqua lo spenge, se la mazza continua a dire di no, viene bruciata e muoretutti per forza devono dire di si. Perch la storia finisca tutti devono dire di s Basta che uno dica di no la storia continua Se Petuzzo diceva subito di s la storia non cera Ins. Qual il problema della storia di Petuzzo? Petuzzo un bambino che non ubbidisce Il problema che tutti dicono di no Il problema che tutti possono dire di no oppure di s, possono scegliere che cosa dire Il problema che la storia non finisce mai se tutti dicono di no

ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE


Testo tratto da Alice nel paese delle meraviglie, testo riadattato da Annamaria Vaccari, Collana Becco Giallo, Mursia, 1995

Il testo viene letto in classe giornalmente. Linsegnante si soffermata sul t dei matti, in particolare sulla frase: festeggiamo il tuo non compleanno. Ne nata una discussione: Che cosa vuol dire non compleanno? Che cosa vuol dire compleanno. Che cosa avvenuto il giorno del compleanno? Perch si festeggia? Ecc. Non tutti i bambini conoscevano il loro mese di nascita ed stata loccasione per imparare il loro mese e quello degli altri. I bambini hanno poi rappresentato la scena di Alice e linsieme dei mesi dei propri non compleanni.

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Ogni bambino ha disegnato il suo mese di nascita

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E stato poi realizzato il grafico a barre dei mesi di nascita. Linsegnante ha sollecitato losservazione del grafico e ha posto la domanda: Che cosa si pu sapere osservando il grafico? Le domande sono state scritte alla lavagna, riportate su una scheda che stata compilata individualmente dai bambini.

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Sono stati operati confronti tra 4 bambini per sapere chi era il pi vecchio e chi il pi giovane. La relazione stata indicata con le frecce.

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La discussione ha approfondito il significato dellespressione non compleanno I bambini non usano spontaneamente la negazione per indicare le caratteristiche non presenti in un oggetto. Il brano di Alice mi sembrava adatto a far riflettere sulla potenza del non che individua un insieme molto pi numeroso di quello di partenza. I bambini hanno compreso che se il compleanno indica un solo giorno dellanno, lespressione non compleanno indica tutti gli altri giorni. Dovendo rappresentare la situazione stato scelto di lavorare sui mesi anzich sui giorni dellanno per poter avere quantit gestibili dai bambini di questa classe. E stato quindi realizzato insieme il grafico dei non compleanni.

Dopo aver osservato collettivamente il grafico e indicate le informazioni che si potevano ricavare, i bambini hanno risposto individualmente alle domande: Quanti bambini festeggiano il non compleanno di gennaio? Quanti sono i mesi di non compleanno per ogni bambino? In ogni mese quanti compleanni e non compleanni ci sono in tutto? Scrivi il numero dei compleanni e dei non compleanni di ciascun mese

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Lattivit proseguita con la formazione di insiemi, la denominazione di un sottoinsieme e dellinsieme complementare con la negazione. Infine tutto stato formalizzato con la sottrazione.

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