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DELLA

GEOGRAFI A
DI

STRABONE
LIBRI XVII
VOLGARIZZATI

DA FRANCESCO AM BROSOLI

VOLUM E Q U IN TO

MILANO
coi tipi di Paolo Andrea Molina
Contrada d M Agnello, riun. g63

1835.

DELLA

GEO G R A F I A
DISTRABONE

LIBRO DECIMOQOINTO

CAPO

PR IM O

D ifficolt che i incentrano neUa descrizione d e ll India. Spedizioni in quel paese prima di Alessandro o poco vaisim ili o favolose. -~ Lim itij figura* estensione delP India. Suoi fium i. Produzioni del? India j e parallelo de suoi abitanti con quelli degli a ltri pae si. Isola d i T'apro bona. Piogge periodiche d e ll India. Coltivazione del riso e del bosmoro. Confronto delT India colFE gitto. Alberi e piante singolari ,delFIndia. Cagioni del co lore degFIndiani. . Fium i che precedono o che seguono lin d o . Popoli e paesi situati tra il Cofite e l'in d o . Fra V Indo ( f / daspe. F ra F Idaspe e F Acesine. Citt fondate da Alessan dro fr a questi due fium i. Scimmie dalla lunga coda, e maniera

BELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

d i prenderle, Paese de Catei e di Sofite. Usarne d Ca tti. Produzioni del paese d i Sofite. Fium i che si scaricano nel? Indo. Perch Alepsagclrp non pot procedere oltre V Ipani. N azioni e citt Jra P iparti e t Idaspe* ed a l d i sopra di tjuesli fium i sino alla Pattatene. La Pattatene, ovvero il Detta fbrm atq d a lf In j , Paese fi M&sicanp ^ d ipfnze d i suoi abi tanti. jm II trang^ : Gitt d i PtUkotrtu ' Paese situato a l d i l dell Ipani j e cose straordinarie che se ne raccontano. D ivi sione deglIndiani in sette $tassi. Delle prime trm classi. De g li elefanti. >D ille fo rn ic h i nelle miniene. Rettili ed a ltri ammali. Delle altre quattro classi degli Indiani. M agistrati e loro varie fu n zio n i. Costumi ed usanze degt Indiani in gene rale. Modo di vivere dei loro re. Costumi singolari degli, abitanti d i Tassila. Dei filo so fi e particolarmente di Calano. A ltri costumi degtIndiani. Industria di quegli uomini. Morte d i Calano. Religione e pompe religiose degt Indiani. A ltra specie (fi filo so fi d ftfi P rqm n. -r . Sorgente 4(1 Gw>&h Amba sciata spedita da Pgro a d Auguste. Bramano abbruciato in Atene.

I luoghi dell Asia che restano da descrivere sono quelli al di l del T a u ro , tranne la Cilicia, la Panfi< lia e la Licia (i); poi quelli che principiando dallindia fino al Nilo stanno fra il Tauro e 1 Oceano tneridio* ale. 0opo P Asta segue la L ibia, della qaale diremo pi tardi i ora da cominciare dall In d ia , eh la prima e la pi grande fra le regioni verso 1 oriente. Ma necessario che sia -benignadente ricevuto quel tanto ch io ne d ir , perch questo paese lontanis simo e non molti dei nostri l han visitato. Que me li) Perch di questi luoghi parl gi -1 Autore nel libro pre cedente.

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desimi poi he vi finono ne videro soltanto' aleone p a rti, sicch i pi ne scrissero per udite ^ ed anche idi quello che videro s istruirono eammia facendo e nel corso di qualche spedinone militare. Di qui ve nuto ehessi non sono daccordo nelle loro relazioni (seb bene ne abbiano scritte come di cose da loro medsimi accuratamente esaminate, ed toleuni vi siano stati in ano stesso tempo o partecipi di una stessa spedizione, o compagni di qualche peregrinazione; quali furon coloro che insieme con Alessandro soggiogarono l A sia), ma l uno dall altro asseriscono cose contrarie. O ra sa in quel ohessi videro differiscono tanto) che dobbidtn ere dere di quello che racontano sull altrui fede ? N quelli che scrssero di que paesi in tmpi molto posteriori, n i quelli ehe navigano col ai. nostri giorni ci fan conoscere cosa alcuna sicura. Cos, per esempio, Apollodoro autore della storia dei Parti, facebdf men zione di quegli Elleni che sottrassero la Batlriana ai re della Siria discendenti da Selenco N icatore, dice che quando furon cresciuti in potenza piombarono anche sull India ; ma non chiarisce punto p poco pi di quello che gi si sapeva, anzi vi apporta qualche con* traddizione. Perocch afferma aver quegli Elleni oceupata una parte dell india maggiore di quella che ne possedettero i M acedoni, e dice per prova di questa asserzione, che Eucratida ebbe sotto di s mille citt : ma noto che i Macedoni soggiogarono soltanto fra l Idaspe e l Ipani nove popolazioni, e vi possedettero cinquemila citt, nessuna delle quali era minore di Coo

DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

nella MeSopide ; e che Alessandro pioti don tutto qu> sto paese a Poro ( 1). Rispetto a* mercatanti che van dall Egitto all India -pel Nilo- e pel golfo Arabico non si spiDgo'no, tranne s l pochi, fino al Gange ; oltre di he sono uomini idioti e da non giovar punto la storia di q luoghi. DI col poi non sono venuti se non alcuni da nna qualche provincia e da parte di qualche re ( per esempio di Pandione e di Poro) per recare a Cesare Augusto doni e messaggi; e quel filosofo indiano che s abbruci in Atene, Come gi si abbruci Calano per fare di s stes so spettacolo ad Alessandro. Che se , lasciando queste cose in dispartej si vogliono considerare le tradizioni precedenti alla spedizione di Alessandro, si trova molto pi oscurit. Tuttavolta ben fu naturale ad Alessandro dar fede a siffatte tradizioni, acciecato com era da tanta fortuna. Quindi Nearco dice ch egli prefer di condurre il suo esercito a traverso della Gedrosia, seb bne avesse sentito che Semiramide e Ciro avevti ten tata la stessa strada, ma entrambi se ne tornarono ad dietro fuggendo, quella con venti de suoi, questi con sette : perocch gli parve glorioso guidare l esercit il leso e vittorioso a traverso di quelle nazioni e di que
, ( 1) Tutto questo paragrafo pu soggiacere ad una interpreta zione alquanto diversa. Pu darsi che Strabone accusi Apollodoro di contraddizione non alle cose gi conosciute, ma a quelle che dice egli stesso, notando che dopo aver assegnato ad Ecralid (uno dei re della Battriana) mille citt , ne assegna cinque mi)a ai Macedoni; e nondimeno sostiene, che i Battriani possedettero nell India pi di quello che non avevano posseduto i Macedoni.

LIBRO DECIHOQUINTO

luoghi dove quei due principi erano stati sconfitti. Egli dunque credette a questi racconti. Ma noi chi potreb be. giustificarne se intorno alle cose dell India dessimo fede a coteste spedizioni di Ciro e di Semiramide? Con questo nostro discorso concorda in qualche modo an che Megastene, dicendo che non dobbiamo fidarci alle antiche storie dell India : perocch n dall India fu mai spedito fuori un esercito, n alcuno mai ve nentr dal di. fuori e vi prevalse, fuor quelli di Ercole e di B acco, e pi recentemente quel dei Macedoni. Ben il vero ( egli dice ) che Sesostri egizio e Tearco etio pe s avanzarono fino in E uropa; ed il vero altres che Nabuccodonosoro (i), riputatissimo presso i Caldei, superando anche Ercole pervenne fin alle Colonne, al qual punto arriv anche Tearco; e Nabuccodonosoro condusse inoltre l esercito dall Iberia nella Tracia e nel P onto, e lo scita Idantirsi fece un irruzione dah* l Asia fin nell Egitto ; ma nessuno di costoro tocc lIndra. E Semiramide (aggiunge Megastene) mor pri ma di dar principio alla sua spedizione. I Persiani poi chiamaron gl Idraci dall India in qualit d ausiliari, ma non mandarono mai loro eserciti in quella regione, e solo vi si accostarono quando Ciro and contro i
(i) Nabuceodonosor della Sacra Scrittura, - Le Colonne men zionate poco appresso non devono significare lo stretto di Gibil terra , come ha creduto Megastene ; le spedizioni di Sesostri di Terco, e di Nahucqodonosor furono nella Palestina, Siria, Mesopotamia, Armenia , Iberia , Colchide ; e le Colonne di cui qui si tratta dovettero essere al di sopra dell Albania e dellIberia dove comincia il deserto della Sarmazia asiatica. (Ed. frane.)

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DELLA GEOGRAFIA DI'STRABONE

Massageti. Finalmente le cose di Ercole e di Bacco Me gastene con pochi altri le crede; ma i pi (e fra questi anche Eratostene ) le stimano incredibili e favolose co* me quelle altre geste che si raccontano dagli Elleni. Perocch nelle Baccanti d Euripide Bacco dice giovo* miniente : ........... ......................... partito
D alle contrade della Lidia ricche I f oro ; e de Frigj e de7 Persiani i campi A p rici, e la citt de' B a ttrj , e il fred d o Suolo de M e d i , e la felice Arabia Passando e V Asia tu tta ................. ............. io giunsi prima a questa greca Cittade (i).

v ha anche presso Sofocle qnalcuno che esalta il monte Nissa celebrandolo come sacro a Bacco, con queste parole : Di quivi io vidi la montagna di N issa celebrata f r a gli uomini, la quale il cornuto Bacco agita col suo furore. Egli la coltiva come sua ben amata nutrice, n mai vi s"1ode la voce d? alcun uccello , ecc. Donde poi gli fn anche dato il soprannome di Merotrafio (a). Ed Omero parlando di Licurgo figliuolo di Elone dice:
' Su pel sacro Nissejo egli di Bacco Le nudrici inseguia (3). ( 1 ) Eurip., Bacc., v. i3. (2 ) Cio : Nutrito sul M ero , Io stesso che il Nissa. Del resto non pu confondersi il monta Nissa di cui parlava Sofocle eoa quello delP India non conosciuto dai Greci se non dopo la spe dizione1di Alessandro. Anche nel passo di Omero citato subito dopo trattesi di un monte Nissa della Tracia e non gi dell* In* d ia , paese sconosciuto da Omero. (G). (3) II., lib. v i , v. i 32.

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Questo dunque ci che si dice di Bacco. Rispetto ad rcole poi gii uni affermano ch egli diresse le sue spe dinoci solo dalia parte opposta fiso alte estremit oc cidentali ; e gii altri sostengono che percorse anchegli lo stesso paese di Bacco. l a conseguenza di queste tradizioni fu poi immagi nata tm nazione eoi soprannome di Nissei, e una citt di Nissa fondata da Bacco, e al di sopra di questa citt n monte detto Mero, adducendo per prova che vi al lignano lellera e la vite, bench questa non rechi a ma* lurauza i suoi fru tti, perch i grappoli cadono innanzi tratto a motivo delle piogge eccessive. E si dissero di* scendenti di Bacco gli Ossidraci appunto per trovarsi appo loro la vite, e perch i loro principi nelle spedi zioni militari e in tutte le altre solennit portano certi abiti di seta a varii colori (come susa anche dagli altri indiani), e procedono a suon di tamburro a guisa di cb! celebra baccanali. Cos anche di una certa rupe detta Aorno le cui ra dici sono bagnate daU Indo vicino alle sue sorgenti, dopoch Alessandro se ne impadron al primo assalto, i suoi adnlatorl spacciarono che Ercole tent tre volte di espugnarla e tre volte ne fu ributtato. E dicevano che i Sibi erano discendenti da coloro che furon compagni d Ercole in quella spedizione \ affermando che quasi simboli di qpell origine conservavano ancora 1 usanza di andar vestiti di pelle come quelleroe, e di portar una clava di cui imprimono la figura sulla pelle de buoi e dei muli col meazo d i un ferro rovente. E questa opi nione piglia maggior forza altres da quanto si narra del

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Caucaso e di Prometeo; perocch trasportarono coleste cose dal Ponto Enssino nellindia (i) fondandosi sopra un deboi motivo, cio sopra un antro sacro trovato presso i Paropamisadi : essi spacciarono che quell7antro fu la prigione di Prom eteo, che Ercole venne col a libe rarlo , e che quello era il Caucaso menzionato dagli Elleni come il lugo dove Prometeo fh incatenato. Ora che queste siano invenzioni degli adulatori di Ales sandro riesce evidente per la discordanza degli storici, a l cuni dei quali ne parlano lungamente, ed altri invece no ne fanno nemmanco menzione: mentre non. probabile che questi ultimi non avessero notizia di avvenimenti cos celebri e cos pini di orgoglio, o che avendone avuta notizia non li abbiano creduti degni d essere ri cordati, principalmente quelli tra loro che pi hanno fama di veritieri. E si fa manifesto eziandio da ci, che quei popoli pei quali, i compagni di Bacco e di rcole andando all India avrebbero dovuto passare, non con servarono alcun testimonio d un tal viaggio a traverse dei loro paesi. Rispetto poi all abito d Ercole esso molto pi recente della tradizione troiana; e se lo finse chi compose l Eraclea , o fosse costui Pisandro od un altro : perocch le statue antiche non sono vestite cos. > Da queste tradizioni dell India pertanto bisogna co gliere solo ci che vha di pi vicino al probabile. E
(i) Cio attribuirono alle montagne dell India il nnie del Caucaso, che propriamente situato fra il Ponto Eussino e il Mar Caspio.

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gi noi nella prima introduzione dove parlammo deHa Geografia abbiamo 'esaminata, per quanto era possibile, cotesfa controversia: ed ora all uopo adopreremo al cuni di qiiegli argom enti, ed altri ne aggiungeremo se condo che par richiesto a render la csa evidente. Dal1 l esame che allora si fece apparvero massimamente cre dibili le cose dette per smmi capi da Eratostene net trzo libro della Geografia intorno allindia, quale consideravasi al tempo in cui Alessandro 1 assal. L Indo serviva allora di confine tra questa regione e P Ariana, che le tenea ditro verso occidente ed era' occupata dai Persiani; mentre poi in progresso di tempo molta parte dell Ariana 1 ebbero invece gl Indiani, ricevutala dai Macedoni. Eratostene poi dice cos: te L India limitata verso il settentrione dalle estremit del Tauro ( dall1Ariana fino al mar orientale) che i na tivi chiamano quali Paropamiso, quali Emodo, Ima o con altri nomi , e i Macedoni dicono Caucaso. Dalla pfte occidentale ha il fiume Indo. E i lati di m eno* giorno d oriente, molto maggiori degli a ltri, prolun gami verso il mare Atlantico ; sicch la figura di tutto il paes diventa 'romboidale, con questa legge per, che ciascuno de suoi lati maggiori supera il lato a lui Opposto di ben tre mila stadii. Siffatto il promontorio comune cos alla spiaggia orientale come a quella di mezzogiorno, e che progettasi in mare alloriente del pari che al mez zogiorno (i). La misura del fianco occidentale pertanto dai monti Caucasii fino al mare meridionale si fa asceta
(j) questo il cupo Comorin,

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jdere a tredici mila stadii, procedendo brago il trame Indo fino alla sua foce : laqnde il lato opposto orientale avendo per sopra pi i tre mila stadi! del promontorio^ diventa di sedici mila. Ed ecco la massima e la minima larghezza d quella regione. La lunghezza poi va dal* l'occidente alloriente; e pu determinarsi con sicurezza per quello spazio che si stende dall Indo a Palibtra perocch fu misurato a tch en i , ed una via reale di? venti mila, stadii. Il restante si crede ehe sia di sei mila stadii, congetturandolo dal tempo che impiega chi na vigando rsale dal mare a Palibtra contro la corrente del Gange.. La lunghezza pertanto dell India , anche- dwv* essa pi breve y sar di sedici mila stadi*: e tale dice Era* tostene ( con cui va d accordo anche Megastene ) l a veria presa dalla descrizione probabilissima degl itinerarii. Patroclo per la fa di mille stadii minore. Se poi a qaesta lunghezza si aggiugne quella del promontorio che pi si spinge all oriente, cio i tre mila stadiiy si former la maggior lunghezza dellndia, che va dalle foci del fiume Indo lungo la spiaggia che a quelle tlen dietro, sino al promontorio predetto, od ai suoi confini orientali, dove abitano i cos detti Co niaci ( 1}. Di qui dunque si pe scorgere quanto siano eccessive le opinioni degli altri. Ctesia dice ohe l Indi non minore di tutto il restante dellAsia: Qnesicvito* afferma chessa la terza parte di. tutta la terra abitata: Neareo
(i) Qualcuno vorrebbe leggere Coliaci, altri Consci.

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pone che sia lunga quante si pud camminare in quat tro mesi alla pianura : Megastene e Deknaco pi mo derati di tolti felino maggiore di venti mila stadii lo spazio dal mare di mezzogiorno al Caucaso : anzi Deim ato sostiene che vba dei luoghi, in cui la lunghezza di pi che trenta mila stadii. Ma contro costoro gi s parlato nel principio dii quest Opera : qui poi basta notare he queste diffe renze giustificano chiunque domanda perdono se nel parlare dell India necessitato recare in mezzo opi nioni che non oserebbe sostenere. T utta lindia attraversata da fiumi, alcuni dei quali si congiongooo c o id u e pi grandi, l Indo ed il Gange; altri vanno a acaricarsi nel mare per foci loro partico lari. Tutti poi traggono il principio dal Caucaso, e cor rono sul principio al mezzogiorno ; poi gli uni proce dono seguendo la stessa direzione, quelli principalmente che vanno a confluire nell in d o ; gli altri convertonsi all oriente, come fa anche il Gange. Questo fiume tosta che disceso dal m onte aliai pianura si volge alloriente, e dopo avere bagnata- la grani citt di Palibtra av viasi al mare orientale dov entra per un* sola foce, bench sia il maggior fiume di tutta l India. Ma lindo invece si scarica per due bocche nel mare di mesto* giorno, abbracciando tra: que due rami il paese di: Patt falene che somiglia al Delta d Egitto. P er le evaporazioni di tanti fiumi, e pei venti Etesii n e ll'n d ia , al dir di Eratostene, in tempo d estate ab bondano le piogge, sicch le pianure impaludano. Du rante quelle piogge sogliono seminare Un e miglio, ed

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anche sesamo, riso e bosmoro. Nella stagione invernale, per lo contrario seminauo frum ento, orzo, legami e certi altri frutti buoni da mangiare, dei quali noi bian chiamo. Del resto le produzioni del suolo nell' India sono le stesse che nell Etiopia e nelP Egitto. Questo vale anche per gli animali dei fiumi, tranne soltanto lippopotamo: anzi Onesicrito sostiene che questo pure si genera nell India. Degli uomini i meridionali sono somiglianti agli Etiopi nel colore, ma somigliano a tutti' gli altri nell aspetto e nei capegli che non possono per, l umidit dell aria esser ricciuti. I settentrionali somi gliano agli Egiziani. La Taprobana (i) unisola situata nellalto del mare, distante dalle parti pi meridionali dellndia, cio dalle parti vicine ai Coniaci, quanto si naviga in sette giorni. La sua lunghezza verso l Etiopia di otto mila stadii: vi sono anche elefanti. Tali sono le notizie sull India che abbiamo da Era tostene : ora v aggiungeremo quelle che alcuni altri ne diedero, per comporne cos la nostra descrizione. Alla Taprobana, per cagione di esempio, Onesicrito assegna un estensione di cinque mila stadii, senza de* terminare se li conti per la lunghezza o per la larghezza: la fa lontana dal continente la navigazione di venti gior-. n i , ma nota per che le navi sono col molto le a le , mal provvedute di vele, e non punto ricurve nei fianchi.. Dice poi che vi sono anche altre isole fra Taprobana (pi meridionale di tutte) e lindia: e che. intorno a
(i) L isola d i Ceilan.

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Taprobana si trovano decetacei anfibj somiglianti a buoi, a cavalli e ad altri animali di terra. Nearco parlando di alluvioni di fiumi reca questi esempi, che le pianure dell E rm o, del Caistro, del Meandro e del Gaico furono cos denominate perch crebbero o piuttosto si creardho della molle e pingue terra che questi fiumi trascinan con loro dalle montagne ^ sicch ragionevolmente da quelle pigliano il nome. So miglia questa denominazione a quella di Eroidoto che chiam lEgitto dono del Nilo \ e per questo poi dice Nearco ben a ragione darsi a quel paese il nome d Eg itto , che fu anticamente nome del Nilo. Aristobulo afferma che nell India piove e nevica sol tanto sui monti od alle, radici dei m o nti, ma che le pianure vanno senti cosi da pioggia come da iveve, e sono bagnate soltanto dagli straripamenti dei fiumi. Nei monti poi nevica durante l inverno: col principiar della primavra cominciano anche le piogge, le quali vanno poi sempre pigliando accrescimento; e quando spirano i venti,etesii piove incessantemente di notte e di giorno con gran violenza fino al levarsi d arturo : d onde i fiumi gonfiati-dalle nevi e dalle piogge inon dano i campi. E dice Aristobulo che tutte queste cose furono notate non solamente da lui, ma ben anche da altri. Perocch partendosi dai Paropamisadi entraron nellindia dopo il tramonto delle Plejadi, e passarono linverno sulle montagne nel paese degli Aspasii ed in quello di Musicano (i) ; quando cominci la primavera
(i) II Letronne cambia questo Dome io quello di Assacaco ,

Strabone , tonu V.

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discsero atte pianure ed allampia citt di Tassila, don de procedettero poi al Some ed al regno di Poro. Nel tempo d interno aduoqae non videro pioggia, ma sol tanto nevi ; e in Tassila per la prima volta cominci a piovere : e quando, discesi da qnei monti allIdaspe e vinto l or, pigtixron la Via dell oriente verso lIpani, e di quivi wa altra volta allIdaspe, in tatto quel viaggio principalmente Uo spirar degfi etesii ebbero continua pioggia, fin tanto che non apparve la costellatone d artnr {). Perniatisi lungo I Idaspe per costruirsi dei lgni emaciarono a navigare non molti giorni innanzi al tramonto delle Plejadi; e dopo aver consumato in qaella navigazione tatto I autunno , tinverno, la tas seguente primavera e ia state, arrivarono alla Pattalene al levarsi della canicola (a). Dieci mesi dur questo viag gio , n mai ebbero pioggia, nemmanco mentre soffia vano i venti etesii in tutta la loro forza. Osservarono per che i campi erano inondati dai fiumi straripanti, e efee il mare diventava difficile a navigarsi per certi Venti he traevano avversi, mentre da terra non ne sof fiava nessuno. Q aesto dice anche Nearco ; ma rispetto poi alle piogge n eo saccorda con Aristobulo: perocch sostiene che le pianare sono bagnate dalla pioggia dorante la
considerando che il regno di Musicano apparteneva alle province meridionali dellIadia non lontano della Pattalene, < e che a quelle province non giunse l esercito dAlessandro se non pi tardi, e dopo aver passato il regno di Poro. (i) Cio fin tanto che non cominci l autunno. , (a) Verso il finir della state.

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state, e che in tempo dinverno non vi piove punto. Tutti e due poi fanno menzione dello straripare dei fiu mi; Nearco con dirci che Alessandro accampato vicina all Acesine fu necessitato di tramutare lesercito ad tn altro luogo pi elevato per fuggire l inondazione (ci che accadde verso il solstizio destate); e Arirtobulo col* l aver registrata la misurta di quella inondazione che ascese a quaranta cubiti, venti dei quali empievano il letto del fiume, dal consueto livello della corrente fino agli o rli, e venti si diffusero sopra le pianare. Concor dano altres tutti e due nel dire che le citt, si conver tono in isole, bench siano fondate sopra alluni ^ sic* come avviene anche a quelle d Egitto e d Etiopiay che dopo comparsa la costellazione d arturo 1 acqtta ritraggonsi e cessa l inondazione. Allora ( dicOn ) lai ferra mentr ancor mezzo bagnata si semina, prche l ararla riesce molto pi agevole ; e nonditbeao pr* duce ottimi frutti e li matura perfettamente. Aristobulo dice che il riso cresce nell acqua chiusa dentro crte juole : ^altezza del suo stelo di quattro cubiti; mette pi spighe, porta copioso frutto, lo mietano verso il tramontar delle Pleiadi, e lo battono a somigliane za del tea. Esso alligna nella Battriana, nella Babilonia^ nella Suside e nella Siria bassa. Megillo afferma che il riso suol seminarsi innanzi al cominciar delle piogge , ma che ha poi bisogno (i) di essere trapiantato e ba gnato da acque chiuse.
(<) KfJtimi </t c i f tr t/m t Il LetrotiBe osserva eh* forse dovrebbe leggersi f* /! $*, non ha bisogno.

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della

g e o g r a f ia

di strabone

Rispetto i bosmoro, Onesicrito dice eh esso una specie di biada pi piccola del frumento, e cresce nelle terre che trovansi tra fiume e fiume. Tosto come battuto si abbrustolisce; anzi giurano innanzi tratto di Bon pdrtarlb fuori deliaja se prima non abbrustolito, affinch non ne vada semnte fuor del paese. Aristobulo poi annoverando le somiglianze e le disso* migliarne dell India coll Egitto e coll Etiopia ( co* me a dire che lo straripamento del Nilo proviene da piogge meridionali, e quello invece dei fiumi che sono nelF India procde da piogge settentrionali ), pr* pone la domanda : Come accada che ne luoghi interi posti fra questi paesi non piove giammai ? perocch ( dice ) non piove n nella Tebaide fip a Siene ed ai luoghi in vicinanza di M eroe, n in quella parte del l'india che forma la Pattatene sino all Idaspe (i): ed il paese al di sopra di queste p a rti, nel quale e piove e nevica, si coltiva (per quanto egli dice) allo stesso modo dell altro paese eh fuori dell india. 1 probabile, da quanto dice Aristobulo, che quella regine sia soggetta a treinuoti, perch i| terreno vi molto rilasciato per colpa della soverchia umidit, e s apre e si spacca per modo che persino i fiumi cam biano letto. Per afferma che in una spedizione a lui af fidata vide deserto un paese di pi che mille citt con parecchi brghj, perch l indo aveva abbandonato il suo letto aprendosene un altro a sinistra molto pi basso,
(i) Questo concorda anche colle osservazioni dei moderni sull? piogge periodiche di que paesi.

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dor s era sprofondato per modo che il terreno rima sto a destra non si bagnava pi punto n poco per tro varsi, pi alto non solo della corrente ordinaria del fiu me, ma s anche del livello a cui salza quando straripa. A questi straripamenti de fiumi ed alla mancanza di venti di terra, di che parla Aristobulo, fa testimonianza anche quanto si dice da Onesicrito : perocch afferma che la spiaggia , principalmente vicino alle bocche dei fiumi, piena di banchi di' sabbia, a motivo delle allu vioni portate dalle maree e dai venti di mare che si gnoreggiano sempre (i). Megastene comprova fa fertilit dell india dicendo che quivi il terreno fruttifica due volte all anno. Con disse anche Eratostene affermando che v ha una semi nagione d inverno e un altra destate, come vha delle piogge particolari a ciascuna stagione. Perocch (dice) non trovandosi mai un anno in cui tutte e due queste stagioni.passino senza piaggia j ne viene che,il terreno non si rimanga mai dall essere produttivo ; e csi ne nasce l abbondanza. Anche i frutti' degli alberi sono col molto copiosi; e le radici delle piante sopra tutto delle grandi canne soa dolci cos per n a tu ra , come perch in certo modo si cuocono nell acqua sempre ri scaldata, dal sole, o eh essa cada?, dal lielo o che pro ceda da fiume. Eratostene volle dire con ci in certo modo che presso costoro chiamasi cuocimento quello
() Questi venti traendo verso (erra, e impedendo cos che h materia portata dai fiumi si disperda nel mare, lammucchiano in banchi.

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONO

ke dagli altri dcesi maturaaca dei frutti e dei succiti; e cbe quella cottara reca alle produzioni tanto sapore quanto ne soglion ricevere dal fuoco. Di qui ancora egli stima che proceda la flessibilit che hanno i rami degli alberi, dei quali si fanno poi m ote : e per la stes sa cagione crede che nasca in aironi di quegli al beri la lana (i). Di questa lana dice N earco che quegli abitanti fanno certe sottili loro tele, e che i Macedoni e ne valevano per far materassi e selle. Cos anche quelle tele che si dicono seriche si fanno di bisso che si trae dalla scorza di certi alberi (a). Ncereo parla altres di certe c a n n e , che senza l opera delle api stillano mele ; e finalmente di un albero il eoi frutto cagiona. Febbvezaa. Perocch anche l India produce molti alberi straor dinarii, fra i quali ve n ha voo eoi rami inclinati al nolo, e colle foglie non minori di ano scado. Onesi crito , il qasile molto accuratamente investig anche le cose dei territorio di Musicano, detto da lai pi meridio nale di tutta lindia (3), riferisce cbe vi si trovano alcuni grandi alberi, i ni rami quando sono cresciuti fino a dodici cobiti si piegano verso terra, e tanto Rallungano
(< ) Questa lana sema -dubbio H nostr cotone. (Ed. frane.) (a) Secondo il Salmasjp ncbt il biffo sarebbe m a stessa cosa cel nostrp cotone. Paj'e pon di meno ohe Strabone desae il nome di seriche alle stoffe di seta ; ma che errasse al pari degli altri antichi nel credere che la seta provenisse dalla scorza di certi alberi, (Ed. 'frane.) (5) 'intende pi(t mtridiommU in .quella parte dell India eh attraversata dallindo. (G.)

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che la toccano,/ e vi si cacciatta, e mettali radici come propaggini., Questi rami co piantati diventano tronchi, dei quali escono rami che eoa qtesta legga medesima crescono , curvarsi e diventa propaggini, pr diton? tara poi nuovi tronchi ; e cos via v ia , tanto he da un solo albero si forma un ampio luogo ombreggiate simile ad una tenda sostenuta da molte coloBoie. Parla altres Onesicrito di certi alberi di tal grandma* cbe i trnchi difficilmente ponno essere abbracciati da cinque uomini. Anobe Aristohulo dice di aver veduto al Onifluente deU Aeesine coll Iarotide alcunialberi qo rami inclinati al suolo, e di tanta grandetta ohe salto u b a solo possono meriggiare cinquanta cavalieri, o aecond-o Onesicrito quattrocento. Lo. steaso Aristobulo parlaanr che di un altro albero eh* produce graadi baccelli lunghi ben dieci pollici, simili nella figura a qnei delle fave, e pieni d un mele siffatto, che chi na maggia non pu facilmente evitar di morire. Ma tu Hi qnpUi che parlano di grandi alberi sono superati da chi disse averne veduto al di l dell Iarotide' uno he nell* ora del mezzogiorno ombreggiava uno spatrio d ben cinque stadii. Aristobulo dice che il fiore degli alberi che prr ducono lana contiene u nocciolo, detratto il quale, si carda il rimanente come se fosse lana di animali. Af ferma poi che nel paese di Musicano cresce naturalmente un grano somigliante al frum ento, e che vi alligna an che la vite, e produce il vino ; contro P opinione degli altri i quali sostengono he P India n, priva : d onde p o i, secondo Anacarsi, essa non ha n flauti, 0 $ ve? run altro ietromento di musica, tranne cembali , tim

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pani e crotali, di coi si valgono i fattucchieri (i). Che poi lindia abbia molto piante e radici salubri o velenose, e molti colori lo dice Aristobulo e Io dicono anche gK altri storici. -Aristobulo per aggiunge esservi una legge cbe condanna- alla morte chi scopre qualche droga velenosa, qualora non sappia suggerire gi innanzi tratto anche-il suo rimedio*, e ohi poi sappia far luno e lal tro onorato dai re. Dice inoltre Aristobulo che la parte meridionale del l india produce il cinnamomo, il nardo e gli altri arotni di' cui son feraci l Arabia e l Etiopia colle quali Ira molta conformit rispetto al sole : ma ne differisce per una maggior copia di acque, sicch laere umido e per questo anche pi nutritivo e pi favorevole alla generazione: il terreno anch esso dotato di questa prerogativa (a) ; e cos anche lapqua; e di qui poi viene che nell India gli animali cos di terra come di acqua sono pi grossi di quelli che trovansi negli altri paesi. Anche il Nilo si crede che sia pi generativo degli al tri fiumi, e che produca animali assai grossi, princi palmente gli anfibii : oltre di che le donne egizie tal volta si sgravano di quattro figliuoli. Anzi Aristotele racconta che alcune ne partorirono cinque (3): e d an(i) Anacarsi credeva dunque che il flauto e gli altri istromeoti consimili abbiano avuta origine dalle feste solite a celebrarsi nelle vendemmie, e che lindia ne fosse priva perch non aveva n vendemmie n viti. (a) Sguito qui ed altrove le varianti o correzioni del Coray e del Letronne. (3) 11 testo ordinario dice settet La correzione proposta dal Casaubono fu poi adottata dagli editori pi accreditati.

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eh egli al Nilo il titolo di generativo e nutriente, re candone questa ragione , che il sole produce sui flotti di .quel fiume una mediocre concozione, in conseguen za della quale rimangono le parti nutritive, e tutto il superfluo svapora. probabile che da questa mdesima cagione derivi ci che dice Onesicrito delle acque del Milo, cio che per recarle a bollire basta la met del fuoco che ri chiedono 1 altre. Ma soggiunge che 1 acqua del Nilo percorrendo in linea retta un luogo ed angusto paese trapassa in molti climi ed in molte diversit di aria; mentre invece le correnti dell India si diffondono ia maggiori pianure, e volgono per gran tempo sotto un sol clima. Per questo le loro acque sono pi nutritive che quelle del Nilo, e producono cetacei pi grossi ed in pi abbondanza che non si trovano in quel fiume : oltre di che nell India l acqua discende dalle uubi gi conctta. Questo per verit non potrebbe ammettersi da Aristobulo , il quale dice che sulle pianure non pio ve giammai. Ad Onesicrito pare invece che quell'acqua sia cagione anche delle qualit proprie agli animali di que paesi ; e n reca questo indizio , che anche i co lori degli animali stranieri , quaud essi hanno bevuto di quelle acque, si conformano a quelli degli animali indigeni. In questo egli ragiona direttamente ; ma non cos quando dellesser neri gli Etiopi e dellavere i capegli ricciuti ne reca la cagione soltanto alle acque, e biasi ma Teodette che lattribuisce invece al sole dicendo: I l sole accattandosi molto a loro nella sua carriera d if fo n d e un color di/u lig in e sui corpi degli uomini^ e ne

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increspa i capegli, togliendo laro la possibilit di eroscene. Tutta volta in questa sua censura potrebbe trovarsi una certa ragione. Dice infatti ebe il sole non punto pi vicino agli Etiopi che agli altri uom ini, ma soltan to sta sopra di loro pi perpendicolarmente, e per questo li scalda con pi veemenza : che non quindi un parlare con precisione il dir che il sole si accosta agli E tiopi, mentre ugualmente lontano da tutti. N il calore pu risguardarsi come cagione di quella aerea* za; perocch questo come potrebbe valere pei feti chiusi tuttora nel ventre delle loro m adri, e non per anco toccati dal sole ? Tuttavolta meglio ragionan coloro i quali ne recano la cagione al sole ed all adustione ebe esso produce diminuendo fortemente lumore della pelle: e perci crediamo ebe glindiani non abbiano i capegli ricciuti, e non Siano tanto neri quanto gli Etiopi, perch vivono in unaria pi umida. Nellutero poi delle madri, per la propriet del seme, tali si generano i fe ti, quali sono i generatori ; donde vi sono alcune malattie che si dicono congenite, ed altre somiglianze. Rispetto poi all essere il sole ugualmente lontano da tutti, que sta cosa che si dice parlando secondo il senso, non gi eotaformemente alla ragione. Anzi anche dal senso da intendere non gi indistintamente, ma in quanto ci fa dire che la terra un ponto rispetto alla sfera del sole : poich se intendiamo per senso quella sensazione per la quale ci accorgiamo del calore con pi o men forza, secondo ohe viene da minare o maggior distan za, il sole n o n i ugualmente distante da tutte 1 parti della terra : e sotto questo rispetto ( non gi in quel

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senso in cui linterpret Onesicrito) disse Teodette che il sole pi vicino agli Etiopi. E vha pure un altro fatto comunemente riconosciuto e comprovante la somiglianza dell Egitto e dell Etio pia; cio, che le pianare di tutte e due queste regioni, per mancanza di piogge, rimangono infruttuose qua lora non vengano inondate. Secondo Nearco quel che una volta si andava cer cando rispetto al Nilo , eio qual fosse la cagione del suo straripamento, lo fan manifesto i fiumi dell7 India, i quali straripano a cagione delle piogge d estate. Alessandro per avere veduto dei coccodrilli nellIdaspe, e delle fave egizie nell Acesine, credette di avere tra vate le sorgenti del Nilo (i), ed allest una flotta immagi*nando di potersi condurre fino allEgitto navigando per quel fiume; ma poco dopo si accorse cfee quanto egli sperava era impossibile : perocch fra lndia e lEgitto sattraversano grandi fiumi e gagliarde correnti, e prima dogm altra cosa l Oceano, in cui mettono foce tutti t fiumi dell India ; poscia 1 Ariana , il golfo Persico e l Arabico, e V Arabia stessa e il paese dei Trogloditi. Questo quante si dice dei venti, delle piogge , dello straripare dei fiumi e della inondazione delle pia nure ora coavien chio soggiunga sopra ciaschedun fiume quelle particolarit che sono di qualche profitto alla Geografia, e delle quali ebbi notizia. Io generale i fintai sono naturai* confini dei paesi,
( i) Arriaa dice che Alessandro persoaso di questa scoperta n

arava scritto a sua madre; ma disingannato poi lui)ito, cancell


questa notizia dalla lettera.

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dei quali determinano la grandezza e la figura, e tor nati perci comodissimi a tutta,questa materia: ma il Ni|o cd i fiumi dell india hanno ancora un vantaggio al di sopra degli a ltri, poich senza di loro il paese non potrebbe abitarsi; d essi lo rendono tutto insieme e navigabile e capace di essere coltivato, mentre senza essi non sarebbe possibile n far viaggio n abitare in que luoghi. Tra i fiumi che si searicano nell Indo noi parleremo soltanto di quelli che sono degni di menzione, e cosi an che rispetto ai paesi donde vengono: degli altri ci che s ignora vince d assai quello che si conosee. Perocch Alessandro che pi di tutti scoperse quel paese, quando gli uccisori di Dario andarono a ribellare la Battriancr, stim che fosse pregio dellopera inseguirli ed oppri merli. Venne pertanto , attraversando l Ariana, in vici nanza dellndia; ma poi lasciatosi a destra questo pae se , valic il Paropatniso passando alle parti settentrio nali ed alla Battriana (i). Quivi si sottomise tutto quanto era nella signoria dePersiani, ed anche alcuni altri luo ghi; e venne subito in desiderio dell india, della quale molti gli parlavano , ma non per con sufficiente chia rezza. Allora dunque egli di volta valicando gli stessi m onti, ma per altre vie pi btevi, e tenendosi l India a sinistra: poi di nuovo si volse dai confini occidentali di quel paese al fiume Cofene ed al Coaspe che si getta nel Cofene medesimo, e attraversa la Bandobene e la
(i) Cio dalle frontiere occidentali della provincia di Cabul, attraversando il Paropamiso o il monte Gbergistan per lo stretto di Bamian, entr nel paese di Balk. (G*)

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Candaritide dopo essere discorso lungo le citt diPlegeno (i) e di Goridale. Egli aveva inteso che la parte del* l india pi opportunad essere abitata e pi fertile era. la montuosa e settentrionale ; e chc il lato meridionale in parte privo d acqua, in parte sommerso dalle inon dazioni dei fium i, ed oltre di ci ardentissimo , era pi conveniente alle belve che agli uomini. Si mosse quindi per impadronirsi primamente di quella parte che sentiva lodare, parendogli altres che i fiumi necessarii. a passarsi si potrebbero valicare pi facilmente che altrove col presso alle loro sorgenti. Aveva inoltre sentito cbe molti di questi fiumi confluivano in uno, e che que sto sempre pi succedeva quanto pi s internasse nel paese, sicch poi il tragitto diventava sempre pi dif ficile , principalmente f er lui che mancava di navi^ Temendo pertanto questo inconveniente attravers il Cofene, e si assoggett il paese montuoso in tutta quella parte che guarda all oriente. Dopo il Gofene attravers l Indo , poscia l Idaspe , lAcesine, liarotide, ed ulti mo di tutti lIpani (a). Oltre questo non pot progredire, essendone impedito cos da certi oracoli, come .dal pr? prio suo esercito che ricusava oramai le fatiche; e so prattutto poi per le continue piogge da cui tutti erano rifiniti. Quindi avvenne ohe noi delle parti orientali
(i) Alcuni manoscritti leggono invece Plemerio. Ma questo (dice il Letronqe) non reca -veruna confusione : il rimanente del testo bens alterato per modo da non potersi intendere. (a) Bisogna leggere invece IJasi con Arriano, od Ipasi con Plinio. Quello poi che Strabone ({ice larotide , da Arriano no minato Idraole. (Ed. frane.) . .

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deHIndia conosciamo coltanto quelle al di qu dell1pa ni ; o se qualche altra ce ne fecero conoscere coloro che dopo Alessandro procedettero al di l di quel fiume fino al Gange ed a Palibotra. Dopo il Gofene adunque scorre l Indo : e i luoghi interposti fra questi due fiumi li occupano gli Asiaceni, i Masrani, i Nisei e gli Aspasii (i). Seguita poi il paese d Assacano dov la citt di Massaga, residenza dei re. In vicinanza dell Indo trovasi un altra citt detta Paucela, presso alla quale Alessandro, gettato un ponte, tragitt il suo esercito. F ra l Indo e l Idaspe posta Tassila citt grande ed illustre , il cui territorio molto ampio e molto fertile gi si congiunge colle pianure dell India. Gli abitanti di quella citt accolsero amiche volmente Alessandro, e cos fe< e anche Tassilo loro re ; ed Alessandro da sua parte us loro larghezze maggiori di quelle che ne ricevette : tanto che i Macedoni dive nuti invidiosi dicevano, parer che Alessandro innanzi al passaggio dellindo non avesse trovato mai uomini degni delle sue beneficenze. Dicono alcuni che il paese soggetto a Tassilo pi ampio dell Egitto. Al di sopra di questo regno nelle parti montuose trovasi quello d Abisaro, il quale ( cos raccontarono i suoi ambasciadori) nutriva due dragoni lunghi luno ot tanta , 1 altro cento quaranta cubiti. Questo viene at testalo da Onesicrito che potrebbe denominarsi capomentitore piuttostoch capo-pilota dAlessandro. Peroc(i) Le edizioni ordinarie leggono Ippasii, cosi qui Coin po augi a pag. 1 7 .

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ch sebbene tatti colora che accompagnarono qel prin cipe abbiano anteposto sempre il raaraviglioso al vero, par nondimeno che 'Onesicrito li abbia superati tutti. Ad ogni modo per gli racconta alcune cose proba* bili e degne che se ne faccia menzione, bench si du* biti se veramente sussistano. Di questi dragoni per* tanto ne parlaoo anche alcuni a ltri, dicendo che si prendono nei monti Emodi, e che si. nutrono in certe grotte. F ra l Idaspe e 1 Acesine stendesi 1 ampio e fertile regno di Poro composto di circa trecento citt. Evvi anche la foresta vicina ai monti Emodi, dalia quale Alessandro fece tagliare gran copia di abeti, di c e d ri, e di altri alberi opportuni alla costruzione delle navi, e K fece discendere per l Idaspe, sulle cui rive si com pose una flotta nelle citt edificate da lui in pel luogo dove pass il fiume e vinse il re Poro. Una di queste citt la chiam Bucefalia dal nome d a a suo cavallo rimasto morto nella battaglia contro il predetto re. Chiamavasi Bucefalo per lampiezaa della sua fronte (i)} era baon cavallo di guerra, e il solo di cui si fosse va* loto sempre Alessandro nelle battaglie. L altra citt fa dalla vittoria (?) denominata Nicea. Dicesi che nella selva poc anzi menzionata v abbia nna grandissima quantit di cercopitechi (3) di straordi* naria grossezza; tanto che i Macedoni avendone una
(i) Bucefalo significa, testa di bue. (a) Dal nome grco , vittoria. (3) Cio: Scimmie colla coda.

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d i stbabone

volta vdate molte schierate sopra certe ignude colline ( perocch quegli animali si accostano all umana intel ligenza non meno degli elefanti) s immaginarono di vedere un esercito, e mossero contro di loro come se fossero altrettanti nemici ; se non che pi si rimasero perch Tassilo che allora accompagnava Alessandro fece loro conoscere il vero. 11 modo di cacciare qugli animali duplice. Siccome sono inclinati allimitazione e sogliono ricoverarsi sugli alberi, cosi cacciatori, quan do li veggono seduti sui rami, collocano un vaso pieno d acqua in luogo dov essi lo possano vedere, e gli si mettono intorno a lavarsi gli occhi; pi invece di acqua empiono il vaso di vischio, e ritraendosi mettnsi a spiar da lontano. Allora gli animali discendono dagli alberi e cominciano a impiastricciarsi di vischio, sicch in breve s incollano le ciglia ; e i cacciatori balzano fuori e li preudono vivi. Tale dunque un mdo di caccia: 1 altro questo. I cacciatori mostransi vestiti con certi sacchi a foggia di calzoni, poi si ritirano lasciando sul terreno altri sacchi vellosi nel loro interno e tutti intrisi di vischio : le scimmie vi si cacciano per vestir sene, e quindi facilmente sou prese. Alcuni collocano nello spazio fra i due fiumi Idaspe ed Acesine anche Gatea e il paese soggetto gi a Sofite uno dei Nomarchi : altri invece collocano questo paese al di l dellAcesine e dellIarotide confinante con quello di un certo Poro nipote del re di tal nome vinto da Ales sandro. Il costui dominio chiamato Gandarde. Di Gatea raccontasi unusanza singolarissima risguardante la bellezza che quegli abitanti tengono in sommo

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pregio eos negli uomini, come nei cavalli e*nei cani. Dice pertanto Onesicrito che sogliono eleggersi a re il pi bello fra tutti:, che quando un fanciullo ha due mesi ne fanno un pubblico giudizio, se sia dotato di regolare figura e degno di vivere, o no ; e secondoch vien giudicato da chi preposto a siffatto ufficio, si la* scia vivere, o si uccide. Usano poi di tingersi la barba con molti e variatissimi colori, acquistando con ci opinione di bellezza. Questo fanno anche molti altri Indiani accuratamente tingendosi (perocch il paese produce colori ammirabili) e capegli e vesti; come co loro che in tutto il resto sono tem peranti, ma nella coltura della persona sono eccessivi. Raccontasi poi degli abitanti di Gatea anche questo particolare costum e, cbe gli sposi e le spose si scel gono mutuamente fra lo ro , e quando il marito muore, la moglie si abbrucia insieme con lui per la seguente cagione. Una volta le mogli che avessero giovani amanti solevano o dividersi dai loro mariti o avvelenarli; sic ch per far cessare questo delitto si ferm colesta legge; bench, non paian probabili n la legge n la cagione che se ne reca. fama che nel .paese di Solite trovasi un monte di sai fossile cos copioso da poter bastare a tutta lindia. Non molto lontano si dice cbe v hanno in altri monti belle miniere d oro e d argento, siccome fece ma nifesto Gorgo capo di minatori (i) : ma gl Indiani
(i) T i f y t t i jui7Aiv7iif. S tumbohx , tom. V.

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i n e s p e r t i nell*arie di scavare e di fondere t metalli, jn o n conoscono le ricchezze di cui abbondano, e per ei c^ i n questa materia procedono con singolare sem p l i c i t . In questo paese medesimo vhanno, per quanto si e l i c e , dei cani dotati di mirabili qualit. Raccontasi d u n q u e che Alessandro avendo ricevuti da Solite cento c i n q u a n t a c a n i, ne mise due per farne sperienza alle p r e s e con un le o n e , ma vedutili disuguali alla lotta u a g g i u n s e due altri. Allora apparve tosto che il combatti m e n t o era -pari} e Sofite ordin che preso uno dei cani p e r u n a gamba si strascinasse via, e che qualora non u b b i d i s s e gli si dovesse tagliare la gamba. Alessandro c h e desiderava di risparmiare quel c a n e , da principio n o n assenti a quei com ando, ma dicendogli poi Sofite c h e in lu o g o 'd i quel solo gliene darebbe q u a ttro , ac c o n d is c e s e 5 e quel cane sofferse che gli fosse lentam e n t e tagliata la g a m b a , piuttostocb staccarsi dal l e o n e che aveva assannato. D el re sto la strada di Alessandro fino all9Idaspe era p e r la m aggior parte verso il mezzogiorno; di quivi piegavasi alloriente fino all Ipani; e tutta quanta correva lu n g o le radici delle montagne anzich p er pianure. E g li p i dall Ip an i convertitosi all1 Idaspe ed alla sua stazione m a rittim a , quivi mise insieme la sua fio tta , comitci a navigare lungo quel fiume. T u tti i fiumi fin qui nominati si gettano nel sol In d o 5 ecT ultim o di tutti l Ipani. Q usti fiu m i/a lm e n o i pi ragguardevoli, si dice che sono quindici: e lin d o ingrossato da cotante acque ( sicch alcuni esagerando gli assegnano in certi luoghi u n ampizza di cento sta-

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dii; ma i pi moderati la fanno di cinquanta dov maggiore, e di sette dov minore : dicono altres che lungo la sua corrente si trovano molte nazioni e molte c itt); va poi a metter foce nel mare con due bocche formando un isola che dicesi Pattalene. Alessandro si allontan dalle parti orieutali dell In* d ia , primamente perch trovava difficile il passaggio dell Ipani, poi perch dall1esperienza aveva conosciuta falsa l opinione che le pianure fossero infuocate, e da abitarvi le fiere piuttosto che gli uomini. Mosso da tali considerazioni abbandon que* luoghi e si trasfer questi altri dequali parliamo, e che per questo ci sono molto pi conosciuti. Il paese pertanto che sta fra l Ipani e l Idaspe si dice che comprenda nove nazioni e cinque nyla citt non minori di Goo Meropide ; ma pare che qte* sto numero passi i confini del vero. Nello spazio poi che va dallindo allIdaspe noi abbiamo gi detto quali siano le nazioni degne di essere mentovate. Dpo quelle nazioni, ma pi al di sotto , stanno i cos detti S ib i, dei quali si gi fatta menzione ( i ) , poi i Malli e gli Ossidraci, grandi nazioni. PrSs i Malli Alessan dro corse pericolo di morire per una ferita che tocc nell espugnazione di una piccola citt. Rispetto agli Ossidraci noi abbiamo gi detto che si spacciavano consanguinei di Bacco. Vicino alla Pattaleue sono i paesi di Musicano, quel di Sabuta che dicesi Sindonalia, quello di Porticano, ed
(i) Pag. i i di questo volume.

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altri, dei quali tutti Alessandro simpadron, ed eran sog getti a principi che abitavano lungo la sponda dellindo. All ultimo simpadron anche della Pattalene, la quale formata dall Indo che si divide in due ram i, distanti luno dallaltro mille stadii al dir di Aristobulo, o mille e ottocento secondo Nearco. Onesicrito poi dice che ogni Iato dellisola abbracciata dal fiume ( la sua figura triangolare) lungo due mila stadii ; e cbe lampiezza del fiume dov esso dividesi in due rami di cicca due cento stadii ; e chiama Delta quell isola, aggiungendo eh essa pari al Delta d Egitto : ma non dice il vero. Perocch il Delta dEgitto dicesi che alla base abbia una larghezza di mille e trecento stadii, e che ciascuno dei lati sia minore di quella base. Nella Pattatene evvi P attala, ragguardevole c itt , da coi l isola prende il suo nome. Onesicrito afferma che la maggior parte della spiaggia era piena col di ban* c h i; principalmente vicino alle bocche dei fiumi, per le alluvioni, il flusso del mare, e la mancanza dei venti di terra ; giacchi in que luoghi spiravano allora (i) tenti marini- Egli parla altres del paese di Musicano lodandolo assai, e raccontando alcune qualit eh esso ha comuni con altre parti dell In d ia , come a dire la lunga durata della vita che stendesi fino a cento e treu(i) Questo allora non espresso pel testo ; ma il Letronue nota che forse v ebbe originariamente, od come compreso nel verbo Ad ogni modo poi certo che nellindia si conoscevano oltre i venti marini, anche quelli di terra ; m i Straberne vuol accennare gli etesii che soffiavano quando Ale* andr approd alla Pattalene.

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tanni (perocch sostengono alcuni ebe i Seri vivono ancor pi a lungo di costoro), e il viver frugale e sa lubre degli abitanti sebbene il terreno abbondi di ogni cosa. invece un costume particolare a quella nazione il mangiare popolarmente a Comuni banchetti come si usa dagli Spartani, dove s imbandisce' il frutto della caccia ; e il non far uso n d oro n d argento , ben* eh n abbiano miniere j e l avere invece di servi fio* renti giovinetti, dei quali si valgono coin i Cretesi degli Afamioti, e come i Lacedemoni degl Iloti ; e il n o n dare opera a coltivare alcuna scienza, tranne la m edicina, considerando anzi com opera malvagia il troppo esercitarsi in alcune, per esempio nelle scienze spettanti alla guerra e simili ; il non farsi luogo ppo loro a processo, se non per omicidio o per contume lia, dicendo che questi son mali da cui l uomo non pu guardarsi, ma che ne contratti invece ciascuno da s pu premunirsi; sicch dove qualcuno ci man chi alle promesse si vuol com portare, t por mente prim a a cui si dia fede, non gi empire la itt di litigi. Questo raccontano coloro che accompagna rono Alessandro nella sua spedizione. F u poi pubbli c ata anche una lettera di Cratero a sua madre Aristo* p a tr a , la quale spaecia bens molte altre cose strordin a rie , ma non ne conferma nessuna dt quelle che in-; fino a qui noi dicemmo. Dice pertanto che Alessandro procedette fino al G ange; anzi afferma di avere egli stesso veduto quel fiume e le balene che vi si trovano : ma della lunghez

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za , ampiezza e profondit di quel fiume dice cose lontane anzich vicine al credibile. Che il Gange sia il maggiore di quanti fiumi si men zionano nei tre continenti, e dopo quello l'indo, e poi l Istro e in quarto luogo il Nilo, cosa bastevolmente riconosciuta : ma discendendo alle particolarit gli scrittori non sono d accordo fra loro. Cos alcuni di cono la larghezza del Gange, dov minore, essere di trenta stadii ; alcuni invece di tre. Megastene poi dice che quando il Gange in uno stato di mezzo la sua corrente allargasi a cento stadii, e che la sua profon dit non mai minore di venti orgie. Sul ' confluente del Gange con un altro fiume dice eh' fondata Pali* botra lunga ottanta stadii e larga quindici : la sua for ma un parallelogrammo, ed ha una cinta di legno con certi fori dai quali al bisogno sogliono saettare: ha inoltre all intorno una fossa per fortificazione ad un tempo e per ricevere le scolature della citt. La na zione nella quale essa trovasi vien chiamata dei Prasii, ed ragguardevolissima fra tutte quelle dell ndia. Il re deve aggiungere al proprio nome che gli dato, alla nascita anche quello della c itt , e chiamarsi Palibotro ; come chiamavasi Sandrocotto quell altro prin cipe a cui fu spedito Megastene. Cos anche presso i P arti, dove tutti i re chiauiansi Arsaci, sebbene in par ticolare si chiamino Orode, Fraale od altro. tenuto per consenso di tutti fertilissimo il paese al di l dell Ipani ; nessuno per ce ne ha data una diligente de scrizione : ma o per ignoranza o perch trattasi di re gioni molto lontane, sogliono ingrandire ogni cosa so

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pra il vero , e dare la preferenza a ci che tiene del portentoso. Tali sono i racconti delle formiche che scavano Poro, e di altre bestie, ed anche duomini ai quali si.attribuiscono o figure o qualit lontane dallordinario: ta)e > 1 lungo viver dei Seri che dovrebbero fin passare i duecentauni(i). Dicono altres che il governo si compo ne c o l di una specie daristocrzia di cinque mila con siglieri , ciascuno dei quali somministra allo Stalo un elefante. Racconta poi Megastene che appo i Prasii na scono tigri di tanta grossezza che sono quasi il doppio d un Uoue , e di tanta forza che un tigre domesticato sfidando sotto la custodia di quattro uom ini, afferr Una volta un mulo coa uua delle zampe posteriori, lo vinse e lo trasse a s. Racconta inoltre che le scimmie dette cercopitechi son quivi maggiori dei pi. grossi cani e bianche, fuor solamente la faccia che han nera,' all opposto delle altre: che la loro coda lunga pi di due cubiti; ma che sono dimestichissime, n cercano di far m ale, n rubano. Dice altres che si cavano col certe pietre del color .dellincenso, pi dolci dei fichi e del mele ; e che in alcuni luoghi vi sono dei serpenti forniti di due ali membranose come quelle .delle nottole, i quali volan di^ n o tte , e lascian cadere certe gocce o dorina o di sudore capaci dimputridire ]a pelle di chi non se ne guardasse. E dice inoltre che v hanno scorpioni alati di straordinaria grossezza. Quel paese produce anche 1 ebano, e certi cani ga gliardissimi , i quali non lasciano mai ci c hanno as
ti) Questo affermato da Ctesia.

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sanbato se prima non gHtasi loro dellacqua nelle na rici ; anzi ad alcuni nell impeto eccessivo si travol sero gli occhi, ad altri uscirono affatto della loro or bita ; e talvolta fu veduto un cane tenere a forza un ^eone'od un toro : e qualche toro afferrato nel muso mor soffocato prima che il cane lo abbandonasse.' Dice poi che nella parte montuosa v! ha il fiume Si* la ( i ) , sulle cui acque non galleggia cosa veruna. Ma Dem ocrito, il quale visit molta parte dell1 Asia, non presta fede a siffatta asserzione ; ed anche Aristotele ricusa di crederla, sebbene laria sia col tanto leggiera che non vi si pu sostenere volatile alcnno. Oltre di che siccome vha certi corpi le cui esalazioni hanno la propriet di attirare a s quanto loro si accosta (p e r esempio 1 elettro che attrae la paglia, e la calamita il ferro ) , cos potrebbe forse trovarsi anche in quell aeque una somigliante propriet. Se non che queste cose appartengono alla fisica e principalmente alla dottrina dei corpi galleggianti, e per l esaminarle splta a quelle scienze; sicch ora lasciandole in disparte con viene eh io mi rivolga a ci che risguarda pi da vioino la Geografia. Dice pertanto Megastene che la popolazione deglin diani si divide in sette classi. Primi rispetto all onore, ma pochissimi di num ero, sono i filosofi, di uno dei quali suole valersi privatamente chiunque vuol far sagrificii o celebrare cerimonie funebri : i re poi li raccol ti) L* edizioni ordinarie leggono Silia, ma la variante adot tata si conferma coll autorit di Arriano e di Diodoro Siculo.

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gono tatti insieme nel cos detto Gran Consiglio che si raduna una volta ogni anno. Allora tutti i filosofi concorrono alla c o rte , e ciascnno reca in mezzo qnautp ha scritto di u tile, od osservato ne! corso del l'anno intorn alla prosperit dei frutti e degli animali, o d intorno al governo. E se qualcuno convinto d es sersi per tre volte ingannato, ricevuto per legge che debba tacersi in tutto il restante della sua vita: ma colui invece che ha . colto nel segno vieti giudicato esente da ogni tributo gravezza. L a seconda classe-dei popolo quella dei coltivatori, nuinerosissinM e morigeratissimi ; i quali esenti come sono daHa milizia, e senza venni altro incarico, non vengono mai alla citt, n mai s'impacciano di pub blici affari : sicch spesse volte accade che in un mede simo tem po, anfci-ih un medesimo luogo, gli altri cit tadini spiegano militari ordinanze e si pericolano con tro i nemici; e i coltivatori frattanto arano o scavano quietamente a fidanza dell'altrui protezione. Tutto poi il paese appartiene al re ; e costoro ricevono da lui le ter? re da coltivare sotto condizione di consegnare a Ini la quarta parte delle produzioni (i). La terza classe dei pastori e dei cacciatori, ai quali soli lecito cacciare, nutrir pecore, e vendere o dare a nolo bestie da soma. E in ricompensa del libe r a r eh essi fanno i! paese dagli animali e dagli uccelli
(i) Osserva il Letronne che a torto alcuni interpretarono que sto passo, come se dicesse che gli agricoltori tenevano per s una quarta parte delle produzioni, e le tre altre davano al re.

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dilapidatori dei seminati ricevono dal re una certa mi* aura di frumento. Essi conducono del resto una vijta er rante , abitando sotto le tende. Ad uomo privato noa permesso tenersi n un glefantb n un cavallo ; purch s giudicano cose da re, e sono, sotto la custodia di persone a ci destinate.; La c.acpia poi degli elefanti ai fa in questo modo : Circondano un terreno ignudo di quattro o cinque stadii con una fossa profonda, sulla quale gettano un angustissimp polite; quindi vi fan no entrare tre o quattro femmine gi dimestiche af fatto , ed e$si raettonsi ad agguato in piccole capanne. Di giorno gli elefanti salvatici non entrano in que ricinti; ma quando poi viene la notte ve> pe concor rono molti l uno appresso l altro. Allora i cacciatori fscono delle capanne e chjudqao salatamente l uscita : poscia introducendo in quel lupgo i pi gagliardi ele fanti domestici eh essi hanno 5 cop quelli combattono i salvatici, oltrech Iascianli domare anche ' dalla fame. E quando gi li veggono affaticati, i pi arditi fra i guidatori discendono di cheto e si mattono ciascuno $0ttQ il venlxe del proprio elefante,, e di quivi pas sando sotto quello di un salvatico, gli legano i piedi ; ppi aizzano i domestici contro i legati fintanto che que sti stramazzano a terra. Ci ffttto legano con coregge di cuoio il collo dell elefante $a|v?ticp al collo dell e lefante domestico ; e perch non possano scuotersi di dosso chi loro sale in groppa, ne tagliano qua e l il collo, e facendo cader le coregge sopra que tagli, col dolore che lo sfregamento delle ferite produce H costringono ad essere ubbidienti c quieti. Dai presi

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scartano poi quelli che sono o troppo vecchi o troppe giovani; gli altri mettono nelle stalle, e legandoti gjj noi cogli altri pei piedi, e pel collo altres ad una forte colonna, li domano colla fame. Dopo di C* li ristorario con verdi canne e con erba e .li rendono ubbidienti, al lattandoli parte colla parola, parte poo certe cannoni accompagnate dal suono d?i tim pani; e pochi sono quelli che durin fatica a dipaestie^psi ; piarocth son di natura miti e mansueti per modo che s avvicinano agli animali ragionevoli. Alcuni salvarono i lorb guida tori .caduti esangui pelle battaglie trasportandoli fiior della mischia; altri mettendoseli fra i piedi anteriori li dir fesero combattendo d? ohi li assalivi : e s accade <thio quajcupo abbia ucciso^ il proprio guardiano o m aestro; b$ prova s gran dpjpre, che si astiepe dal cibo, e qualr che volta si la.scia anche morire. Gli elefaati si aceafH piaqo e partoriscono pome i cavalli pripoipalmnte dipi<i* mavera: e il tempo appropriato pel maschio quando tenuto in casa comincia a infierirete gli geme un umoto oleoso da un apertura che ha alle tempie ; per<le feo* mine quando questa apertura sallarga, Partoriscano la pi tardive, nel decimottavo mese, le pi preste nel decimosesto. Per sei anni: la madre n^trigce il suro .nato. I pi vivono quanto gli uomini pi longevi, ed alcuni arrivano fino 9 dueqent anni. Soggiacciono a molte a difficili malattie. Quando loro si ammalano gir cicchi per medicina sprazzansi con latte di vcca ; ma nella maggior parte delle malattie si d loro da bere viri! nero. Contro le ferite usano ( 1) il butirro plie ne fa ( 1) La-lezione to7 fttt fit&lvpct, notala: come vincerla f

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uscire il ferro, e ne riscaldano la piaga con carni di porco. Onesicrito afferma che vivono fino a trecent a n n i, ed alcuni pochi anche fino a cinquecento ; che sono nel fiore della loro vigora verso i duecento, e stanno dieci anni nell* utero della madre. Che poi gli elefanti dell'india siano pi robusti che quelli di Libra cosa attestata da Onsicrito e da altri : perocch sol* levandosi sulle gambe di dietro, colle proboscidi atter rano spalti e strappano alberi dalle radici. Nearco rac conta che ne crocicchj delle strade soglionsi tendere trabocchelli ne quali gli elefanti selvaggi sobo con dotti dagli addimesticati, addestrati a tal uopo e gui dati anche da condottieri. Dice inoltre che sono cos facili a mansuefarsi, che imparano d gettar sassi ad un punto determinato , di armeggiare e nuotare tti mamente: Un carro tirato da elefanti considerasi come oggetto di molto pregio. Soglionsi poi aggiogare anche i cammelli ; ed una donna reputata felice quando ri ceve in dono dal suo amatore un elefante. Ma qusta asserzione non concorda con quellaltra, che soltanto i re posseggono cavalli ed eJefanti. Rispetto alle formiche che scavano il ferro dice lo stesso Nearco di avere veduto che aveano la pelle so*
e in margine si trova la variante xf7*i. Quella vorrebbe dire che prima si d agli elefanti il butirro da bere ; questa, che prima si applica il butirro alla ferita, poi si scalda, ecc. Per quanto paia strano che si voglia cacciar il ferro dalla ferita col butirro inghiottito, pure Aristotele e Plinio parlano anchessi di tale rimedio. Eliano dice per lo contrario che le ferite degli elefanti solevansi ungere di butirro.

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nrigliante alle pantere. E Megastene parlando di queste formiche cosi $i esprime: Presso i Derdi, gran nazione deglindiani nella parte montuosa ed orientale, evvi un declivio di circa tremila stadii in circuito , al di sopra del quale trovansi miniere d oro; e ne lo traggono certe form iche, non minori nella mole delle volpi, dotate d una straordinaria celerit, le quali yivono di caccia. Queste formiche scavano l miniere durante l inverno, ed al modo delle talpe accumulano la terra sull orlo delle loro scavazioni ; e 1 oro che vi si trova non ri chiede se non una leggiera cottura. I vicini poi nel portano via caricandone celatamente loro bestie da so m a ; perocch se in ci fossero veduti sarebbero com battuti dalle formiche, le quali anzi inseguono i rapito ri, e coltili, li uccidono essi e le bestie. A fine pertanto di liberarsene gettano qua e l carne d'animali; e men tre le formiche si sbandano a quelle pred e, essi por tano via la terra che vendono poi al primo mercatante che trovano (i), perch non sanno 1 arte di fondere , Ma poich toccando dei cacciatori ci venne fatta men zione anche degli animali di cui trattano Megastene ed a ltri, conviene soggiungere eziandio le cpse seguenti. Nearco ammira la quantit e la malefica natura dei rettili ( dell India ) , i quali dalle campagne riparano a quelle abitazioni che noti siano sommerse dalle inon* dazioni, e le riempiono. P$r questo (egli dice) gli abi( i) T rvfc>7< r a t tfiTtifut. Alcuni manoscritti dicono in vece ru Tv%ilts rtl s ifiTfftis, cio: la vendono p er quq(rivoglia prezzo ai mercatanti. (Ed, fraut)

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tanti di quella regione si fanno i ltti elevati ; e nondi-' meno talvolta dal soverchio ttumero dbgli animali sono costretti di abbandonare le case : anzi se' la maggior parte di quelli non venisse distrutta dalle acqne, tutto il' paese sarebbe forse deserto. Itt questi rettili ( aggiunge) pericolosa cos la picciolezza cme la grandzza ec cessiva della inole : la prima per la difftqolt di guardarsene ; la seconda per la forza che porta seco, giac ch si veggono alcune vipere di ben sedici cubiti. Quin-' di sogliono andare in volta certi incantatori che Sono in voce di saper medicare : ed qublla (dice Nearco} quasi la sola occasione per gl Indiani di ricorrere aliai medicina. Perocch la frugalit del cibo e l'usanza di non ber vino non lasciano che vi siano molte malattie ; o se qualcuno si ammala, lo guariscono i sofisti (i). Aristobulo per confessa di non ater veduto nessun ret tile di quella grandezza che altri spaccia ; ma soltanto una vipera di nove cubiti ed uno spitamo : e noi pure vedemmo nellEgitto una vipera di questa lunghezza por tata col dall* India. Quanto poi ai maschi delle vipere dic di averne veduti molti, ed anche degli spidi, ma di molto minor mole, ed invece grandi scorpioni. Nessuno poi di questi animali tanto infesto all uomo , quanto certi piccoli serpenti non pi lunghi di uno spitamo, i quali perci si trovano nascosti nelle tnde, fra le sup pellettili e nelle siepi. Ai morsicati sopravviene un e morragia da ogni foro del corpo, accompagnata da dolori; poi muoiono se qualcuno non li soccorre subita
ti) Altrimenti detti Ginnos/isii e Braman.

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Mente. Ma il soccorro facile, grazie la virt delle ra dici e de rimedi dell India. Dice inoltre che nell indo i coccodrilli non sono ri molti n dannosi agli uomini ; e che vi nascono anche quasi tutti gli altri animali che si trovan nel Nilo, tranne il cavallo marino (lippopotamo ). Ma Onesicrito afferma che vi nasce anche questo.' Aristobulo sostiene che nessuno degli animali marini ascende pel N ilo, fuor solamente 1 aiosa, il muggine d il delfino, per timore dei coccodrilli; mentre al con trario molti rimontano lindo. E le squille piccole lo risalgono fino a . . . ( i) ; e ie grandi fino al confluente dell indo e dell Acesine. Tanto adunque si dice intorno agli animali dell In dia : ritornando ora a Megastene diremo il restante delle cose da noi tralasciate. Dopo i cacciatori e i pastori dice Megastene esservi la quarta classe composta di coloro che attendono alle a i t i , dei rivenditori, e di quanti vivono colle proprie fatiche : alcuni di costoro pagano un tributo e sottopongonsi a certi determinati ufficii, ma i fabbricatori di armi 'di navi ricevono invece stipendio e nutrimento dal re. E veramente essi lavorano per loi solo : poi le armi le distribuisce ai soldati lo str a to fila c e (a), e le navi le noleggia il prefetto della flotta ai viaggiatori ed ai meN canti.
f i) Il testo dice ( t ix f t t* c fin o a l m onte. Il Letronne dice che forse dovrebbe leggersi /t't% fi *O u fa t fin o agli U ri. ( i) Lettcralmcute vale G uardiano d e l cam po o d e ll' esercito. P are che debba essere il prefetto della milizia di terra , corrispondeute al p refetto d ella fio tta menzionato subito dopo.

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La quinta classe quella dei guerrieri, i quali in tempo di pace vivono ntell ozio ed in luoghi deter minati ove sono mantenuti dal re , affinch quando bi sogna possano prontamente uscir fuori alle spedizioni militari, non portando seco del proprio altro che i corpi. Sesti nell ordine dei cittadini sono gli efori , ai quali data inctimbenza di vigilare sopra quanto si fa, e darne segretamente notizia al re. Cooperano con costoro la meretrici della citt o degli accampamenti, secondoch in quella od in questi devono esercitare il loro ufficio; al quale poi soglionsi eleggere uomini ottimi e fedelissimi * Settimi sono i consiglieri ed assessori del re, dei quali si compoQgno le magistrature, i dicasteri e lammini strazione di -ogni cosa. Non lecito n contrar matrimoni! da classe a classe, n cambiare ufficio o professione, n esercitarne pi d una ad un medesimo tempo, salvo che trattisi dun filosofo (i); perch a costoro tutto questo concesso in grazia della loro virt. , Rispetto ai magistrati, alcuni presiedono allancona, altri alla e itt , altri alla milizia. I primi di costoro sopraintendono altres ai fiumi, alla misura delle terre, ed ai canali che si tengono chiusi, affinch servano a dispensare in piccioli rivi le acque, come si usa di fare in Egitto. Hanno inoltre lincumbenza d invigilare so(i) Arriano dice invece che ognuno pu passare da una ad un altra professione qualora si traiti di consacrarsi alla filosofia. E cos dice anche l abbreviatore di Strafarne.

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pra cacciatori, e sono arbitri di premiarli o punirli secondo che meritano. Raccolgono eziandio i tributi e sorvegliano alle arti dell agricoltura, a quelli che ta gliano le foreste, ai falegnami, a ferrai , ed ai mi natori. E finalmente attendono alla costruzione delle strade, facendovi collocare ogni dieci stadii una co lonna per indicare le diversioni e le distanze. Quelli poi che presiedono alle citt dividonsi in sei compagnie di cinque cadauna : la prima sorve glia alle cose spettanti alle arti: la seconda provvede ai forestieri, assegna loro gli alberghi, li fa invi gilare da persone a ci ordinate , o d loro com m iato, o ne manda i beni alle case loro se avviene ebe essi muoiano ; oltrech ne prende cura mentre sono ammalati, e dopo la morte li fa seppellire. La terza compagnia registra le nascite e le morti notan done il quando ed il come per norma dei trib u ti, ed anche affinch non sia sconosciuta la nascita e la morte cos dei buoni come dei tristi. La quarta sorveglia alle vendite ed alle permute ; sono in .sua cura le mi sure , e regola lo spaccio delle derrate destinandone lore. Nessuno pu commerciare di pi cose qualora non paghi doppio tributo. La quinta soprintende alle produzioni delle, a r t i , annunciandone con determinati segnali la. vendita ; quella dei nuovi oggetti in disparte da quella dei vecchi, e sottoponendo a gastigo chi K mischiasse. Finalmente la sesta ed ultima classe racco glie le decime delle cose, vendute, e punisce di morte chi volesse defraudare lo Stato di quanto gli dovuto.
1 SrtjMOXMs tom. V. 4

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Ciascuna compagnia dunque separatamente dall al* tre attende alle dette incumbenze : in comune poi hanno cura delle cose dei singoli cittadini e di quelle dello Stato, come a dire la riparazione degli edifizii, i m ercati, i prezzi delle merci, i porti ed i templi. Dopo i magistrati cbe presiedono alla citt viene la terza classe , di quelli cbe soprintendono alla milizia , e sono anch essi divisi in sei compagnie di cinque ca dauna. La prima di queste compagnie soggetta al capo delle forze marittime. La seconda a colui che presiede ai carriaggi tirati da buoi e destinati a trasportare le macchine , le vettovaglie cos delle bestie come degli uom ini, e quant altro fa d uopo ad un esercito. Di questa compagnia si traggono eziandio coloro che nella milizia servono come sonatori di tim pani, di tam* b u r r i, di trombe ; quelli che pascolano i cavalli, i co struttori delle macchine ed i loro aiutanti: essa spedisce a suono di tromba i foraggiatori sollecitandoli a quel l ufficio ora con premii ora con punizioni, e dando loro anche guardie per sicurezza. La terza compagnia ha la soprintendenza della milizia a piedi. La quarta presiede Ha cavalleria. La quinta ai carriaggi. La sesta agli elefanti. Vi hanno stalle regie per questi animali del pari che pei cavalli: e cosi pure vi ha una regia arme ria , alla quale ogni soldato suol riconsegnare le armi dopo le spedizioni, come rassegna il- cavallo e lelefante alle stalle. Gli elefanti si adoperano senza freno. I carri lungo il viaggio si fan tirare da b u o i, ed i cavalli si conducono dietro tenuti alla cavezza , per evitare che loro si guastino le gambe, o che la fatica ne diminuisca

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lalacrit. Sopra ogni carro poi salgono dne guerrieri ed un auriga : ogni elefante porta tre arcieri ed u guidatore (i). Gl Indiani sono tutti temperanti nel cibo, princi palmente nelle spedizioni militari, n si dilettano del superfluo. Quindi sono osservanti della disciplina, n vi ha fra loro alcun furto. Perci Megastene racconta che essendo egli una volta venuto al campo di Sandro* cotto dove erano ben quattrocento mila soldati, non vide mai in nessun giorno portarsi farti che eccedes sero il valore di duecento dramme (a ), bench quelle genti non avessero leggi scritte ; perocch non cono scono larte di scrivere, ma tutto amministrarlo col sus sidio della memoria. Nondimeno vivono felicemente per la semplicit e la temperanza a cui sono abituati : perocch non bevono vino fuorch nei sagrifizii, e que sto pure fatto di riso invece che di orzo. Ed anche il cibo consiste per lo pi in una minestra di riso. La semplicit di queste genti nelle leggi e nei contratti si congettura dal vedere che non sogliono agitare molte liti. Non contendono n di pegai n di depositi ; n di testimonii e di sigilli hanno duopo, ma commettono le cose loro allaltrui buona fede ; n curansi in gene rale di custodire quanto hanno nelle proprie case. Questi sono sicuramente indizii di temperanza. Del resto non si potrebbe approvare quella loro usanza di
(i) I tre arcieri stavano nella torre che gli elefanti portavano sul dosso. .(?) Circa 1 8 0 franchi.

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mangiar sempre soli, e il non avere una slessa ora a tutti comune di pranzare e cenare, sicch ciascuno mangia quando gli aggrada: perocch quella comunanza si conviene assai meglio ad una vita sociale e politica. Fra gli esercizii del corpo preferiscono la fregagione, la quale essi fanno in diverse maniere , ma principal* mente per.mezzo di certe stregghie di ebano levigato con cui vanno strofinandosi il corpo. . 1 funerali e le sepolture sono appo que popoli di piccola spesa, ma nel restante si adornano con profu* sione contraria alla parsimonia (in qui descritta. Infatti hanno ornamenti d oro e di pietre preziose, e vestono abiti di varii colori, e fansi seguitare da servi che por* tano ombrelli : perocch avendo in pregio 1 avvenenza fanno tutto ci che pu abbellire il loro aspetto. Con egual cura coltivano anche la verit e la virt ; donde poi non accordano all et dei vecchi nessuna prerogativa, se non quanto si mostrino forniti di pru* denza. Sposano parecchie donne comperale dai pa renti, e le ottengono dando in cambio un paio di buoi : alcune poi ne pigliano per ubbidienza, alcune per pia cre e per desiderio di molta figliuolaoza : e quando i mariti non impongono loro l obbligo di essere caste , esse .possono prostituirsi. Nessuno celebra sagrifizii od arde profumi o fa liba* gioni incoronato: non sogliono poi scannare le vittime, ma sibbene strangolarle, per non offerirle agli Iddii difettose, ma intiere. Chi convinto di falsa testimQnianza si punisce mu tilandolo nelle estremit del corpo : chi mutilasse un

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altro, non solamente vien sottoposto alla stessa mutila zione, ma ne ha tronca eziandio la mano. Ma chi privasse della mano o di un' occhio un artefice, condannasi alla morte. Megastene dice altres che nessun Indiano tie ne serri : ma Onesicrito afferma che questa una par ticolarit propria soltanto di quelli' che abitano il paese di Musicano , e ne parla come di usanza assai buona: n di questo sol, ma di molte altre istituzioni d lode a quel paese, considerandolo come ottimamente governato. Alla persona del re prestano servigio alcune donne, le quali sono anch esse comperale dai loro parenti; le guardie del corpo e il restante della milizi stanno fuori del palazzo. Se una di quelle donne uccide il re trovato ubbriaco, nha in premio di maritarsi col suc cessore : e succedono; sempre i figliuoli di defunto. Il re non dorme giammai nelle ore del giorno; ed anche di notte necessitato di cambiar sito ogni ora per fug gire le insidie. Oltre il caso di qualche spedizione mi litare, il re suol uscire primamente per amministrare la giustizia, nel qual tempo egli passa tutto il giorno ascoltando processi, anche in quelle ore che di con sueto sono destinate alla cura del corpo, la quale con siste in una fregagione fatta con stregghie; perocch men tre gli stanno intorno quattro che il van confricando, egli continua l sua udienza. Un altra volta esce il re per celebrare i^sagrifizii. Una terza volta esce ancora alla caccia che somiglia ad un baccanale, avendo intorno una moltitudine di don n e, le quali poi son circondate anch esse da guardie. La via chiusa da cordoni,

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pena la morte a chi oltrepassandoli andasse fili dove sono le donne. AI re poi sogliono andare innanzi so* natori di tamburri e di trombe ; nei parchi egli caccia scoccando gli archi da una specie di trono a cui assi* stono due o tre donne armate ; e quando caccia in luo ghi aperti sta sopra un elefante. Le donne vanno parte su c a rri, parte sopra cavalli, ed alcune sopra ele fanti : esse accompagnano il re anche nelle spedizioni militari, esercitate come sono al maneggio dogni arme. Queste usanze sono molto straordinarie qualora si paragonino colle nostre \ ma pi straordinarie ancora sono questaltre. Dice Megastene che gli abitanti del Caucaso si me scolano * colle loro donne in pubblico, e mangiano i cadaveri dei loro congiunti. Dice altres che vi sono dei Cercopitechi!, quali si arrampicano sui greppi e ne fanno rotolar gi delle pietre sopra coloro che si danno a inseguirli ; e che gli animali domestici presso di noi sono col quasi tutti salvatici. Racconta inoltre che vi s veggono cavalli colla testa di cervo su cui spunta un corno solo: che vi sono certe canne diritte della lunghez* za di trenta braccia, ed altre aderenti al suolo di cin quanta, e di tanta grossezza cbe il diametro in alcune xli tre cubiti, in altre due volte tanto. Trascorrendo poi al favoloso dice trovarsi in que luoghi uomini di cinque sptami, alcuni dei quali invece del naso hanno soltanto due fori al disopra della bocca : e che gli uomini di tre spitami sono in guerra colle gru (ci che af fermato anche da Omero) e con certe pernici grosse come oche. Quegli uomini spiano dove le gru hanno deposle

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le uova e le disperdono : sicch in nessuna parte di quel paese si possono trovare n uova n pulcini di quegli uccelli. E spessissimo avviene che si vegga una gru Cadere colla freccia onde fa trafitta in quelle b at taglie. Favoloso al pari di' questi racconti ci eh egli dice intorno agli Enotooiti, agH uomini selvaggi e ad altri oggetti prodigiosi. Narra dunque che questi no* mini selvaggi non si poterono condurre a Sandrocotto, perocch si lasciano morire di fame : hanno poi i talloni dinanzi, e i tarsi e i diti di dietro. Dice che ne furono invece condotti alcuni senza bocca ; uomini mansuefatti che abitano presso le sorgenti del Gange, e nutronsi dei vapori di carni arrostite, e degli odori di frutti e di fiori, avendo invce di bocca ua specie di spiraglio. Esposti a cattivi odori patiscono, e per questo difficilmente si mantengono in vita, massime in un campo militare. Rispetto agli altri prodigi afferma di avere sentito raccontar dai filosofi, che si trovano col certi uomini Ocipodi (Pi-veloci), i quali cornino pi dei cavalli: ed altri detti Enotociti colie orecchie prolisse gi fino ai piedi, sicch vi si possono adagiar sopra per dormire, e dotati di tanta fona da strappare alberi e rompere corde di nervo : e finalmente eerti Monorumati che hanno gli orecchi di cane, e nel mezzo della fronte un sol occhio, le chiome irte ed il petto villoso. Gli uomini poi sen za naso dice che mangiano cruda ogni cosa, vivono poco , e muoiono prima d invecchiare : il loro labbro superiore pi lungo di quel di sotto. Quanto ai mil-

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lenarii Iperborei egli dice quel medesimo che trovasi raccontato da Simonide, da Pindaro e da altri mitolog. Favoloso altres quanto dice Timagene del pio* ver gocce di rame che pi si raschiano dalla terra. Pi vicino al credibile invece quel che asserisce Me* gastene, cio chei fiumi traggo ito seco una sabbia do ro , della quale poi il re cava profitto : perocch que sto avviene anche nell Iberia. Parlando poi dei filosofi dice che quelli i quali vi vono nell montagne sono veneratori di Bacco, e mo strano cme indizii ( dell essere stato cotesto Dio in que luoghi ) , che soltanto presso di loro cresce la vile selvaggia, e cos anche l eli e r a , il lau ro , il mir* to , il bosso ed altri alberi sempre verdi, nessuno dei quali si trova al di l dell Eufrate , se non forse qual cuno nei giardini, preservato a forza di gran diligenza. poi cosa inerente al culto di Bacco anche l usanza di portar sindone (i) e mitra, mirrarsi, portar abiti di va* rii colori ed onorare i re quando escono in pubblico, precedendoli con tamburri e con trombe. Quei filosofi invece che abitano alla pianura dice essere veneratri d Ercole. Ma tutte queste narra zioni sono favolose e contraddette da molte pruove, principalmente sopra ci che risguarda la vite ed il vino : perocch anche al di J dell E ufrate, l Arme nia , tutta la Mesopotamia, e la Media che viene appresso, e la Persia e la Garmania sono tutte na*
(i) Veste o tunica di tela.

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rioni che in molta parte si credono abbondanti di viti e di vino. Pone poi trafilosofi anche nnaltra divisione dicendo che ve n ha di due specie, gli uni chiamati Bramani, gli altri Germani. In maggior fama sono i Bramani , i quali vanno anche pi daccordo fra loro nelle proprie dottrine. Tosto come un Bramano concetto, alcuni umini sapienti pigliansi cura di l u i , e accostandosi alle donne incinte mostrano di usare crte incantagioni affinch partoriscano un virtuoso figliuolo, ma nel vero poi danno loro consigli e precetti di vivere morigerato: e le donne che pi volentieri li ascoltano sono anche credute le pi fortunate nella figliolanza. Quando pi il fanciullo nato, parecchi institutori lun dopo laltro lo prendono in cu ra, confidandosi a maestri sempre migliori, quanto pi si viene avanzando la sua et. Questi filosofi dice che passano la loro vita in ua bosco dinanzi alla citt dentro un mediocre recinto .1 Sdraiati sopra letti coperti di pelli vivono frugalmente astenendosi dal mangiare animali, e dai piaceri venrei, e attendono a udire od a partecipare a chi ne sia de sideroso importanti disquisizioni. Agli uditori non ' le cito n parlare , n tossire , n spurgarsi ; chi ci fa cesse sarebbe per tutto quel giorno cacciato fuori del1 assemblea siccome incontinente. Dop essere vissuto per trentasette anni in tal m odo, pu ogni Bramano ritrarsi alla privata sua casa, e vivere a suo grado e con minore austerit, portando sindone e con certa misu ra anche ornamenti d oro alle mani ed alle orecchie. Pu inoltre mangiar carni, purch non siano di quegli

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animali che prestano aiuto ali uomo nei suoi lavori, e purch si astenga dai cibi acri o soverchiamente conditi. Pu altres sposare quante donne egli vuole per averne molti figliuoli , cbe poi in gran numero possano con pi diligenza servirlo : perocch i Bramani non hanno servi, e ne compiono'i figliuoli l ufficio (i). Alle mogli non sogliono i Bramani comunicare le dottrine della loro filosofia, per fuggire il pericolo che, o viziose divolghino cose da tenersi occulte alla moltitudioe, o date allo studio abbandonino il marito. Nessuno infatti che abbia imparato a disprezzare il pia cere e il dolore, od a considerare con indifferenza la vita e la m orte, vorrebbe pi essere soggetto ad un altro : e tale appunto ogni uomo ed ogni donna cbe abbia fatto qualche progresso nella filosofia. Dice poi Megastene che i Bramani sogliono dispu tare assai della m orte, considerando questa vita sopra la terra quasi come lo stato in cui un germe si viene maturando, e la morte quasi come un nascere alla vera e felice vita propria degli uomini consacratisi alla filo sofia: quindi con esercizio continuo si vanno abituan do ad incontrarla senza ribrezzo. sostengono che nulla di quanto accade agli uomini non n bene n male ; se fosse altrimenti non vedremmo che per le me desime cose alcuni si affliggono, alcuni altri si ralle grano, come se fossero illusioni duomo che sogna: e
(l) Il testo soggiunge: iyyvTUT cvrctt Ai/*> cfe7 irapuoxtvx>a-9a<. Il Casaubono confessa di non aver trovato come emen dar questo passo : n altri finora , eh io sappia , lo emend.

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pi ancora dod avverrebbe ebe le stesse persone per le cose stesse talvolta si affliggessero, talvolta mutan dosi affatto se ne tenessero fortunate.

Ci che risguarda la fisica palesa la loro semplicit ; perocch essendo migliori n'elle opere che ne] raziocinio, ricorrono alle favole quando vogliono spiegare la mag<gior parte dei fenomeni. In molte cose poi sono d ac cordo coi Greci. Anch essi, per esempio, credono che il mndo abbia avuto una generazine e sia consu mabile , e che sia sferoidico ; e che la divinit da cui fu creato e che lo governa, lo investa e lo penetri da per tutto : che i principii dell universo sieno varii, ma di questo mondo contarsene uno solo, cio tacqoa: che oltre i quattro elementi vi ha una quinta sostanza delta quale sono composti il cielo e gli astri: e che la terra collocata nel mezzo dell universo. Anche intorno allo sperma, allapima. e ad altre molte cose hanno le stesse opinioni dei Greci : alle quali poi intrecciano, come P latone, certe favole sull incorrai* tibilit dell anima , sui giudizi! dopo la morte, e sopra altre materie consimili. Questo quanto dice Megastene dei Bramani. Dei Germani poi dice che i pi ri* putati sono detti Ulobii : vivono nelle selve (i) nu trendosi di foglia e di frutti d alberi salvatici, delle cui scorze si fanno poi gli abiti, astenendosi dai pia* ceri del senso e dal vino. Sono in corrispondenza coi re che per mezzo di ambasciadori sogliono interrogarli intorno alle cagioni di quanto succede, e pigliar da (i) E r7t vA au\ e di qui il nome Ulobii.

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loro consiglio nei sagrificii e nel culto della divinit. Dopo gli Ulobii il secondo ^osto vien assegnato ai me dici ; i quali coltivano quella parte della filosofia che si aggira intorno alluom o, e vivono bens frugalmente, ma n o n a cielo scoperto. Nutronsi di riso e di farina, cose che loro vengono somministrate da chiunque ne sia richiesto, come altres ognuno li riceve ad ospizio. Costoro poi hanno rimedi da render feconde le donne, e da far s che figlino maschi o femmine, come pi vuoisi. Ma compiono le loro cure regolando i cibi dei maiali ; anzich per mezzo di medicine. F ra queste poi sono appo loro in onore principalmente le unzioni ed i ca taplasmi : le altre sono considerate come non esenti da nocive qualit. Del resto cos questi medici com gli Ulobii si esercitano alla tolleranza delle fatiche e dei dolori , tanto che alcuni restano immobili un giorno intiero in una stessa postura. Vi sono poi anche altri filosofi, alcuni dei qnaU sono indovini d incantatori, pratici dei riti e delle ce rimonie che si usano intorno ai m orti, e sogliono an dar visitando le borgate e le citt : gli altri sono pi graziosi e pi urb an i, pur concorrono anch essi ad avvalorare ci che si dice dell Averiio , in quanto al meno par che contribuisca al sentimento religioso ed alla santit della vita. Insieme con costoro filosofeggiano anche alcune donne, le quali pure si astengono dai piaceri venerei. Aristobulo dice di aver veduto a Tassila due filosofi tutti e due Bramani, l uno pi vecchio colle chiome rase, laltro pi giovane con capegli lunghi, tutti e due

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seguitati da loro allievi. Costoro passavano il tempo sulla pubblica piazza onorati in grazia dei loro molti consigli, sicch avevano diritto di portarsene senza pa gare qualunque delle cose vendibili desiderassero. Ognu no a cui essi si accostassero versava loro sul capo olio di sesamo, sicch loro soleva colare insino.agli occhi: e poi ch in quella citt abbondavano assai cos il mele come il sesamo, essi ne facevano una polta di cui nutrivansi sen za veruna spesa. Invitati una volta alla mensa dAlessan dro v intervennero, ma dopo avere cenato insegnarono la tolleranza: perocch ritiratisi in un luogo vicino, il.pi vecchio sdraiatosi supino toller e la sferza del sole e la pioggia, perocch gi pioveva per essere cominciata la primavera: e l altro pi giovane stando sopra un sol piede sostenne con ambe le mani un legno del vo lume di tre cubiti ; e quando lun piede era stanco fa ceva fondamento sullaltro, alternando cos per tutto il corso dun giorno. Nondimeno il giovine si mostr molto pi austero del vecchio Bramane : perocch dopo es sere per qualche tempo andato dietro ad Alessandro, *i ricondusse di nuovo alla propria abitazione; e man dando quel principe ad invitarlo, rispose che se voleva qualcosa venisse egli da lui : ma il pi vecchio lo se guit iuvece fino allultimo, e mut cos il modo di vi vere come labito : e rimproverato da alcuni rispondeva di avere compiuti i quarantanni desercizio da lui pro messi (i). Alessandro poi fece de regali a figliuoli di questo Bramane.
(i) A pag. 5 j detto io vece che i Bramani si obbligavano per trenlaselle anni, dopo i quali avevano facolt di viver? 9 loro modo.

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Lo stesso Aristobulo riferisce alcune usanze dei Tas sili nuove ed insolite. Coloro, per esempio, che a cagione della povert non possono accasare le proprie figliuole le conducono sul mercato nel pi bel fiore degli an n i, e quivi a suono di tromba e di tam burro, come si fa nelle battaglie, convocata la moltitudine, la fanciulla mostrasi a chiunque si accosta sollevando le vesti prima di dietro fino agli om eri, e poscia dinanzi : e colui a cui piace, sotto certe condizioni che si stabiliscono, la prende in moglie. Sogliono poi gittare i morti agli avoltoi ; ed hanno molte mogli, ci che si costuma anche da altri popoli. Dice inoltre di avere sentito che presso alcuni (i) le mogli volontariamente si abbruciano insie me coi mariti defunti, e si ha per disonorata qualunque non si conforma a cotesta usanza (a). E questa tradizio* ne attestata anche da altri. Onesicrito poi dice di avere avuto lincarico da Alessandro di andare tra sofisti per conversare con loro : perocch quel re aveva sentito dire che passavano la vita iguudi, esercitandosi alla tolleranza d ogni cosa, onoratissimi: che chiamati non solevano mai venire, ma volevano che gli altri andassero da loro se bramavano approfittare di cosa eh essi facessero o dicessero. 11 perch Alessandro, poich non credeva conveniente n l andare da loro egli stesso, n lo sforzarli contro

(i) Pressa alcuD popoli dell Iodia. (a) Dlodoro Siculo dice che doveva restar vedova per tutta la sua vita, e non poteva intervenire -n a sagrificii, n ad altre cerimonie religiose.

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lusanza a far cosa che loro non fosse in piacere, invi ad essi Onesicrito. Dice questi adunque che a venti stadii dalla citt trov quindici uom ini, tutti in diversa postura , quale in piedi, qual a giacere, e ciascheduno ignudo, immobi li fino a s e ra , venuta la quale entravano nella citt. Soprattutto (dice Onesicrito) doveva essere fastidioso lo stare sotto la sferza del sole, s caldo che nessun al tro avrebbe potuto tollerar facilmente di camminare a pi nudi sopra quel suolo nellora del mezzo giorno. Egli poi sintrattenne con uno di questi Bramani detto Calano, il quale seguit Alessandro fin nella Persia , e mor secondo il patrio costume abbruciandosi sopra nn rogo. Lo trov la prima volta sdraiato sopra certe pietre : accostatosi a lui e salutatolo, gli signific che era mandato dal suo re per sentire le sapienti loro con versazioni e recargliene notizia ; sicch qualora non vi fosse stato impedimento alcuno volontieri ascoltato lo avrebbe. Ora Calano vedendo che Oosicrito portava clamide e cappello e calzari, primamente ne lo derise, e poi disse: Un tempo ogni cosa era piena di farina di frumento e dorzo, come ora tutto pieno di polvere : -delle fontane alcune correvano acqua, altre latte, mele, vino od olio. Ma per saziet e lussuria gli uomini caddero nellinsolenza ; e Giove sdegnato di quella depravazione tolse d mezzo tutti quei b e n i, e fece necessario di so stentare faticando la vita. Allora la temperauza e le altre virt rinascendo , rinnovarono 1 abbondanza dei beui, ma oramai siamo unaltra .volta vicini alla saziet ed alla iusolenza , sicch vi ha pericolo che un altra

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volta dispaia quanto di buono nel mondo . Ci detto soggiunse cbe se amava di stare ad udirlo, trattisi gli ab iti, si mettesse nudo aoch egli a sedere sulle pietre con lui. Onesicrito a tale proposta stette come colui che non sapeva che farsi, quando Mandani pi vecchio e pi sapiente degli a ltri, si fece a rimproverare Calano del suo contegno insolente, massime dopo avere egli stesso biasimata linsolenza; e chiamato a s Onesicrito gli disse: Che egli lodava il suo re il quale, bench pos sedesse un tanto imperio , mostravasi desideroso della sapienza: perooch lui solo aveva conosciuto studioso della filosofia anche in mezzo alle a rm i, e sarebbe (ag giungeva ) utilissimo sopra ogni cosa se diventassero sapienti coloro, i quali hanno potest di persuadere alla continenza chi gi vi inclinato, o di costringervi i riluttanti. Che del resto dovendo egli parlare per mezzo di tre interpreti i quali al pari del volgo non intende vano altro che la semplice^ parola, bisognava perdonargli se non poteva far conoscere l'utilit delle sue dottrine: perocch gli era come chi pretendesse di avere un acqua pura dopo averla fatta correre per limaccioso canale. Tutto quanto poi disse Mandani (soggiunge Onesi crito) tendeva a provare che l ottima filosofia sarebbe quella la quale sradicasse dall auima il piacere e il do lore, e che questultimo differente dalla fatica, in quan to che il dolore nemico, la fatica invece amica agli uom ini, i quali esercitano i loro corpi per rinvigo rire le proprie m enti, far cessare i tumulti delle pas sioni , ed essere a tutti consiglieri di buone opere cos

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io pubblico come iu privato. E per anche al presente avevano consigliato Tassilo ( 1 ) di accogliere amiche volmente Alessandro, mostrandogli che se questo, prin cipe era maggiore di lui gli sarebbe vantaggioso l'aver lo cos accolto, se era inferiore gli sarebbe onorevole il suo contegno. Quand'ebbe ci detto, Manfani domand Onesicrito se fra gli Elleni correvano siffatte opinioni. E rispon dendo Onesicrito che tale appunto fu la dottrina di Pi tagora ordinante di astenersi dal mangiare esseri ani mati ; e tale altres quella di Socrate e di Diogene di cui egli stesso era stato uditore, soggiunse M andani, che quegli uomini in tutto il restante gli parevano saggi, ma in questo per Credeva che andassero errati,' che mettevano l usanza- innanzi alla natura : perocch al trimenti non si sarebbero vergognali di comparir nudiai pari di lu i, e di vivere frugalmente. Perocch quella casa ottima la quale ha bisogno di meno costosi ristauri. Dice poi Onesicrito che i Bramani studiano molto an che intorno ai fenomeni della natura ed ai seguali della pioggia, dell'aridit e delle malattie. Quando essi vanno alla citt si diffondono pei mercati, e se abbattonsi io qualcuno che porti o fichi od uva da vendere , questi loro ne offre in dono; se invece porta olio lo versa loro in capo e ne li unge. Tutte le case doviziose sono aperte a loro fin anche il gineceo (a). Ventrano e sono
(i) Il re di questo nome. (a) L appartamento delle donne.
StbjbonE s tom. K

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fatti partecipi cosi delia mensa come della conversatone. Sopra tutto stimano vergognose le malattie del corpo; quindi Colui che sospetta di doverne esser colto finisce la vita abbruciandosi. Fatto costruire un rogo vi ascende dopo essersi unto, vi s adagia, e poi ordina che vi si metta il fuoco ; e senza muoversi vi si lascia abbruciare. M Nearco parlando, di questi sapienti dice che i Bramani in parte s impacciano di politica e seguitano i re io qualit di consiglieri, in parte attendono allin vestigazione della natur ; e di questi essere stato Ca lano : che insieme con loro filosofeggiano anche le d o n n e , e che tutti fanno durissima vita. Intorno poi alle costumanze degli altri Indiani cos si esprime quel l autore: Le loro leggi non sono scritte; in parte son comuni a tutta la nazione, in parte son fatte soltanto per qualche provincia, e tutte differenti da quelle degli altri popoli. Tale per esempio la legge che in certi luoghi .le giovani siano poste a premio di chi riesce vincitore d un certam e, sicch le sposano senza dotarle. Presso alcuni altri suolsi coltivare la terra per famiglie in co mune, e quando viene il tetpb della raccolta, ciascuno se ne porta quel tanto che gli bisogna pel nutrimento di un anno: e se ne avanza Io abbruciano pei* mettersi nella necessit di lavorare, e non consumare nellozio. L armadura di quelle genti consiste nellarco cou frecce lunghe tre cubiti, ovvero nel giavellotto, piccolo scudo e spada lunga anch essa tre oubiti. Cavalcando usano invece di freni certe fime, le quali poco differiscono dalle musoliere, oltre di che forano ai cavalli le labbrft con

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chiodi ( 1 ). Per mostrare poi come glindiani son stu diosi delle arti afferma cheavend vedute presso i Ma cedoni le spugne, le imitarono pigliando pelo/ cordi celle e fili che introdussero per Ogni verso nella latta, e quando questa fa bea follata, la sceverarono d ogni altra cosa e la tinsero a modo di spugna. Alcuni altri impararono leggiermente a fare striglie e vasi da olio ; ed a scriver lettere sopra tele sottili e ben lisciate, bench alcuni sostengano invece che gl Indiani non sa pevano scrivere. Dic inoltre che usavano i vasi di rame fuso piuttostoch di rame b attb to , di che poi non as* segna veruna cagione; bens agginge che que! Vasi fasi cadendo in terra si spezzano come quelli di terra cotta. ' Tra le cose che si raccontan dell India evvi anche questa, che ai re ed a quanti posseggono notabili di* g nil, in luogo dellordinario saluto debbansi indiriz zare dei voli come a divinit: e che il paese produC pietre preziose, cristalli, carboncbj d ogni specie, e margherite. Rispetto poi alle contraddizioni degli scrittori pu citarsi in esempio quel medesimo eh essi dicono di Ca* lano : perocch tutti concordano a dire chei venne ad Alessandro, e mor presso di lui volontariamente abbru
t) Arriano ( Indie . , c. x v i, 11 ) parla d un cerchio di cuoio con punte di ferro , di rame od anche d avorio nella parte in teriore. Questo cerchio probabilmente una stessa cosa colla finte di cui parla Strabone ; e perci invece di chiodi che fo rano le labbra si vogliono probabilmente intendere delle punte che battendo sulle labbra obbligano il cavallo ad ubbidire il cavaliere. (Edit. frane.)

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dandosi : ma nel moda e nella cagione poi non sono tutti d accordo. Alcuni dicono adunque che Calano se guit Alessandro corteggiandolo fuor dei confini dell India contro il costume dei filosofi di quel paese, i quali devono assistere ai proprii loro principi, e diri gerli nelle cose spettanti agli Dei come fanno i Magi coi re persiani. Ammalatosi poi nel paese dePasargadi (e quella era la prima malattia che lo colse, bench gi fosse nel suo settantesimoterzo anno ) deliber di mo rire, n si arrese alle preghiere di Alessandro. Costrutta pertanto una pira e suvvi un letto doro, vi si adagi, e copertasi la testa vi si lasci abbruciare. Secondo alcuni altri invece ordin che fosse fabbricata una casa di legno che poi fece empire di fogliame, e sul tetto volle che fosse innalzata una pira \ quivi egli si coric vestito del solito suo abito ; e quando il fuoco fu per venuto al tetto, egli precipit insieme colla pira e con sum colla casa. Megastene poi dice non essere fra i dogmi dei filosofi questa dottrina di uccidersi : e giudi carsi sconsiderato chil fa per tal modo. Coloro che son di fiera natura si gettano contro unarma che li ferisca, ovvero in qualche precipizio. Quelli (dice) che rifuggo no dalla idea di patire si annegano nel profondo del ma re \ quelli ai quali il patimento pare insoffribile si strangolano, e quelli che hanno un indole pi ardente si gettano nel fuoco. E tale era appunto Calano, uomo intollerante di freno, e divenuto schiavo della mensa di Alessandro. Quindi egli biasimato da m olti, laddove per lo contrario Mandani lodato. Costui invitato da gli ambasciatori di Alessandro di portarsi dal figliuolo

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di Giove sotto promesse di certi doni qualora ubbidis s e , e con minaccia di punizione se ricusasse, rispose che n era figliuolo di Giove Alessandro, il quale non comandava se non aduna piccolissima parte della terra, n egli aveva bisogno dei doni di un nomo insaziabile, n temeva della sia minaccia, giacch mentre viveva lindia gli darebbe nutrimento bastevole, e qualora fosse fatto morire troverebbesi libero dalla carne oramai lo gora dalla vecchiezza, e passerebbe ad un vivere mi gliore e pi puro. E Alessandro lod quella risposta e gli perdon. Dicono inoltre gli storici che gl Indiani venerano Giove Ombrio (i), e il fiume Gange, e i Genii del paese. Che quando il re lavasi i capgli celebrano una grat festa , e gl inviano ragguardevoli d o n i, nei quali cia<scuno gareggia per dimostrare la propria ricchezza. Dicono eziandio che alcune delle formiche scavatrici delloro sono alate ; e che i fiumi strascinano seco pez zetti d oro come quei dell Iberia. Nelle poitipe che sogliono celebrarsi nelle solennit si conducono molli elefanti ornati d oro e d argento, molti carri tirati da quattro cavalli e molte coppie di buoi. Tien dietro poi una milizia ornata del p a ri, e grandi lebeti e cra teri dorati o di rame delln d ia ; poi mense e tro n i, e vasi da b e re , o da bagnarvisi, quasi tutti ornati di pietre preziose, come adire smeraldi, berilli e carbon chi dellndia. Portano inoltre un abito di stoffa di gran valore intessuta d oro: poi vengono pantere e leoni ( 1) Cio: Giove dator della pioggia.

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mansuefatti, e gran moltitudine di uccelli varii di Ggura e di canto. Clitarco aiferma di avere veduto nelle predette so-< lennit strascinarsi sopra carri di quattro ruote certi alberi d ampie foglie, su cui posavano alcuni uccelli domestici, fra i quali 1 orione faceva sentire un dolcis* simo c a n to , e il katreo era bellissimo a vedersi per la grande variet delle sue penne*, perocch nella figura somigliantissimo al pavone : il restante poi della sua descrizione da pigliarsi da quellautore. Ai filosofi Bramani contrappongono poi iP ra m n iif uomini litigiosi, che di ogni cosa sogliono disputare. Essi deridono i Bramani perch sono dati allo studio della fisica e dell astronomia, e li chiamano stolti e venditori di ciarle. Di questi Pramnii alcuni si obia* mano m ontanari, altri gimneti, altri cittadini e dome* stici. I montanari usano per vestimento pelli di cervo, e soglion portare bisacce piene di radici e di altri ri* m edi, e spacciandosi medici adoperano per guarir* prestigi, incantesimi ed amuleti. I gimneti, come in dica il loro nom e, van n u d i, e vivendo quasi sempre a cielo scoperto esercitano quella tolleranza che gi dicerqmo per ben trentasettanni. Le donne vivono con loro, iqa non usano insieme; e sono tenute in grandis sima stima, I cittadini poi hanno veste di tel^ e vivono nplle citt ; 0 vesti di pelli di cervo e di damme e vi vono nelle campagne. In generale glindiani usano un^ veste bianca, e sindoni e tele di carpaso pur biauche ( i) , al contrario di chi dice che portano abiti
(i) Per sindoni sintendono tele di cotone, giacch il lino

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variamente colorati. Lasciansi crescere i capegli e la barba, s non cbe sogliono rialzare le chiome intrec ciate. rtemidoro dice che it Gange discende dai mnti Emodi andando al mezzogiorno, poi arrivato alla citt detta Gange ai converte alloriente fino a Palibtra ed alla sua foce. Dei fiumi che si scaricano nel Gange luno chiamasi Edane, e genera coccodrilli e delfini. Lo stes so autore soggiunge alcune altre particolarit, ma con tanta confusione e negligenza^ che noi non potremmo farne alun caso. A tutto questo poi si potrebbe ag giungere quanto dice JNcolao Damasceno, Racconta co stui di avere incontrali in Antiochia Epidaf'ne (i) gli am basciatori indiani inviati a Cesare Augusto. Guardando alla lettera eh essi portavano dovevano essere m o lti, ma ne rimanevano tre soli veduti da Nicolao ; gli altri erano morti nella lunghezza di quel viaggio. La lettera poi era scritta nellidioma ellenico sopra una porga
seli India o non alligna affatto , od scarsissimo. - C arpala poi signific una specie di lino finissimo ed anche l amianto di cui fabbricavansi tele incombustibili. Ora qual senso dovr qui darsi a questo vocabolo? Non di lino vegetale, che gl indiani n o n conobbero. D amianto ? Ma pare inverisimite che questo fosse ta n to abbondante da S o m m in istra re quanta tela sarebbe oc corsa a far vesti in generale per quasi tutti gl Indiani. Ben dice anche Plinio che v era nell India un lino incombustibile ; ma o fosse lino propriamente d etto , o fosse am ianto, era scar sissimo e di gran pregio. Se ne facevano tuniche per ravvolgervi i cadaveri dei Re quando si abbruciavan sul rogo , affinch le loro ceneri non andassero disperse. (Edit. frane.) (i) Cio: Antiochia lungo il Dafne; ora Antakia.

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mena , ed appariva scritta da P o ro , il quale sebbene maggioreggiasse sopra seicento r e , nondimeno mostravasi desideroso dellamicizia di Cesare, e pronto a con cedergli il passaggio pe suoi Stati ad ogni sua richiesta, ed anche ad aiutarlo in ogni giusta impresa. Questera il contenuto della lettera secondo Nicolao. I doni erano portati da otto schiavi nudi ( se non quanto coprivali una specie di calzoni ) e profumati di aromi. Ed erano questi.doni un fanciullo nato senza braccia che vedem mo anche n o i, grandi vipere, un serpente di dieci cubiti, una testuggine di fiume lunga tre cubiti, e una pernice pi grossa di un avoltoio. Era con lo ro , per quanto dicono, anche colui che si abbruci in Atene. Questo possono fare alcuni per avversit di fortuna ohe li reca a cercar di sottrarsene; altri invece, come co stui, in conseguenza della loro prosperit. Perocch essendo andata loro sempre a seconda ogni cosa, sti mano di doversi partire da questo mondo prima che a forza di soggiornarvi non comnci anche per loro qualche contrariet. Perci questo del quale parliamo nudo , fuor quanto il coprivano i sottocalzoni, dopo essersi unto , salt ridendo sul rogo. Sulla sua tomba si scrisse : Zannano Chpgan indiano di Bargosa fattosi immortale seguitando il costume deW India , qui giace*

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C A P O II.
Lim iti d elt Ariana. Suoi diverti popoli. G li Ittiofagi. D elta Gedrosia e delle sue produzioni Viaggio delV esercito e t Ales sandro per la Gedrosia. Estensione delPAriana. Ordine in cui sono collocati i diversi popoli d e li A riana, e viaggio <f Ales sandro per quif paesi. La Coarene. Navigazione d i Nearco nel golfo Persico * ed avventure del suo viaggio. Estensione della Carmania. Produzioni della Carmana. Usarne de' suoi abitanti.

DopoTIndia trovasi lAriana, che la prima parte del paese soggetto ai Persiani oltre il fiume In d o , e ia prima delle satrapie superiori al di l del Tauro (i). L e parti meridionali e settentrionali di questo paese sono circondate da quello stesso mare e da quegli stessi monti che cingono l India , ed anche dal fiume Indo che scorre framezzo a questi due paesi. Da questo fiume lAriana si stende verso loccidente fino alla linea che va dalle Pile Caspie alla Carm ania, di qualit che la sua figura quadrilatera (a). Il fianco meridionale pertanto comincia dalle foci dellindo e dalla Pdttalene, e finisce alla Carmania ed
(i) LAriana trovasi* rispetto alla Persia, al di qua deir Indo, ed al mezzogiorno di quella gran catena di monti che si' stende nell Asia dall occidente allr oriente. (G.) (a) Il fiume Indo trovasi all'oriente dell Ariana'. Le Pile Ca spie corrispondono allo stretto di Firutkho nelle montagne che dividono il Mexanderan dalla Persia ; la Carmania conserva t f nome di Kerman. (G.)

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alla bocca del golfo Persico dov un capo che pro gettasi uu buon tratto verso il mezzogiorno, poscia convertesi a quel golfo medesimo ed alla Persia. Lo abitano dal principio gli Arbii, i quali pigliano il nome dal fiu me Arbi cbe li divide dagli Oriti che vengono appresso, ed occupano una spiaggia di circa mille stadii ( come dice Nearco), la quale anch essa una porzione del* lindia. Agli Arbii tengono dietro gli O riti, nazione in dipendente. A navigare lungo la loro costa si contano mille ed ottocento stadii ; lungo quella degl Ittiofagi che vengono appresso se ne contano settemila e quat trocento ; lungo quella dei Garmani fino alla Perpia tre mila e settecento ; sicch tutti insieme ascendono a do dici mila e novecento (i). La spiaggia deglittiofagi al livello del mare e quasi tutta senzalberi, fuor solamente alcune palme, e pochi acanti e mirici: dacqua e di code buone a nutrirsi vi scarsezza; ma gli abitanti si nutrono di pesci essi ed il lo ro bestiame, e bevono lacqua piovana o raccolta in poz zi. Quindi anche le carni dei loro animali odorano di pesce. Quei popoli si fabbricano le loro abitazioni per la maggior parte colle ossa dei cetaoei e coi nicchj delle ostriche, adoperando le caste per arne travi e pilastri, e le mascelle per costruire le porle. Delle vertebre si
(i) Il testo dice ( t if iti /<x fa i *1 , dodici mila novecento; nondimeno il Penzel, il Fflcooer e il Letronoe con corrono lutti e tre nellopinione che debbo leggerai tredici mila e novecento. La differenza nasce visibilmente da questo, che Stra
d o n e non comprese nella sua somma i mille stadii Occupali dagli Arbii.

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valgono come di mortaj, nei quali pestano i pesci dopo .averli fatti cuocere al sole , poi qe fa a pane mescti iandovi un poco di farina di frumento , perocch sebbene non abbiano ferro, non per questo mancano di macine: n in ci v da maravigliarsi, giacch ben possono provvedersene altronde (i). Ma come le aguzzano poi all uopo? Con certe pietre (dicono) colle quali affilano anche le frecce ed i giavelotti induriti al fuoco. I peC poi qualche volta li cuooQna nei forni, sia dorda parlo li mangiano crudi: e |i prendono con reti di scor-* za di palme. Al disopra degl ittiofagi trovasi la Cedrasi*, meno calda dell India , ma pi dell altra Asia ; manca essa pure di fruiti e di acqua , fuorch nella state , e noa gran fatto migliore del paese degli Ittiofagi. Essa ferace di aroipi, principalmente di nardo e di mirra ; tanto che l esercito d Alessandro se ne faceva oolfc tende e Ietti, procacciandosi cosi un aria profamata e pi salubre* A bello studio fece Alessandro la sua spedizione dall India nella Gedrosia in tempo di estate; perch allora le piogge v empiono i Sur mi ed i p o z ji, ma durante lr inverno l acqua vi i scarsa. Le piogge cadono pelle parti superiori e S4tr tentrionali presso ai monti. Straripando poi i filimi
(i) Il Lelronqe traduce : puisqu'il est possihle de faire venir e t mtal (Tallleurs. Ma evidente (bench il testa sia oscuro e scorretto) che trattasi delle macine e non del ferro. Senza questo metallo un popolo non pn aver macine se non per importazio ne : ina quando gli venisse da qualche altro paese il ferro , per chfe poi aguzzerebbe la tracine con u n i pietra ?

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s inondano aoche le pianure vicine al m are, e i -pozzi abbondano d aequa. Del resto Alessandro ave va mandati innanzi nel deserto alcuni minatori, ed altri che apparecchiassero stazioni all esercito cd alla fiotta. Perocch avendo divise io tre parti le sue forze, con una di queste si mosse e^i medesimo attravers della Gedrosia , tenendosi tuttal pi a cinquecento sta* dii dal mare per procacciare cos anche alta fltta la spiaggia che pi le conveniva : e spesse volte egti me desimo acoostavasi al m are, sebbene la riva fosse ma* lagevole e difficile a camminarvi. Uu altra porzione ne mand nelle parti pi mediterranee con Cratero, dan dogli inoumbenza d impadronirsi dellAriana, e di riu scire a quei luoghi ai quali egli medesimo dirigeva il suo viaggio. La flotta poi la consegn a Nearco e ad Onesicrito suo primo pilota , ordinando che accompa gnassero nel loro cammino lesercito di terra, ed aves* sero cura di trovar luoghi opportuni a stanziarvi. Racconta dunque N earco, che mentre Alessandro compieva il suo cam m ino, egli nella stagione d autun no verso il levarsi occidentale delle Pleiadi cominci a navigare sebbene non traessero venti propizi!, perch i barbari erano venuti per assalirlo e scacciarlo, im baldanziti dalla lontananza del r e , e desiderosi di ri acquistare la libert. E Cratero, partitosi dallIdaspe, venne nella Carmania attraversando il paese degli Aracoti e dei Drangi. Ma Alessandro viaggiando per uno sterile paese ebb molto a patire: scarse e di rado gli provenivano da lungi le vettovaglie , sicch 1 esercito sofferse la fame :

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le bestie vennero meno ( i ) , e le bagaglie furono per conseguenza abbandonate lungo le vie e negli accani* pamenti: e lunica salvezza era posta nel frutto e nelle cime delle palme. Nondimeno dice Nearco che Ales sandro , sebbene vedesse le difficolt, non si rimase da quel viaggio, anzi lo moveva 1 amore della gloria che gli verrebbe qualora egli avesse potuto condurre a buon porto un esercito s numeroso vincendo le dif ficolt di quei luoghi dai quali Semiramide, fuggitiva dall India , aveva appena potuto salvarsi con venti uo* mini, e Giro con sette. Oltre la maucanza delle vettovaglie accrescevano il disagio di quel viaggio un calore eccessivo, un sab bione profondo e infuocalo, c di tempo in tempo alte duue , dalle quali era 1difficile cavare i piedi, e la via rendevasi malagevole per le inuguaglianze del terreno. Ed era necessario per trovare luoghi forniti dacqua fare lunghe stazioni distanti le uue dalle altre due, tre, quat tro e talvolta anche seicento sladii, che si facevano or dinariamente di notte. Nondimeno solevansi spesso piantare gli accampamenti a circa trenta stadii dall acqua per evitare che i soldati non si lasciassero traspor tar dalla sete : perocch moltj gettavansi armati come* rano nelle fonti e vi rinianevan sommersi: i loro cada veri enfiati venivano a galla, e le acque di poca pro fondit corrompevansi. Alcuni altri sotto la sferza del sole cadevano rifiniti dalla sete, poi tremando nelle
( 1) A m ano (lib. v i, c. a4 ) dice che i soldati di Alessandra ne mangiarono m olte, e molle ne moriron di stento-

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d e l l a g e o g r a f ia

DI STB a b o n e

mani e nei piedi morivano Cme se fossero sopraggiunti dal freddo e dal ribrezzo della febbre. Accadde iooltr ad alconi che vinti dal sonno e dalla stanchezza usci rono della via e saddormentarono; i quali rimasti cosi indietro, in parte nn seppero pi ricondursi sulla gista stra d a , e morirono per la mancanza di ogni cosa e per l eccesso del caldo, in parte giunsero a salvamento dopo avere patito assaissimo Molti uomini e molte bagaglie furono sommerse da un torrente che di notte inond il camp all improvviso, e ne port seco gran parte anche delle cose del re. Siccome poi le guide per ignoranza de luoghi aveano sviato lesercito a siti molto mediterranei talch pi non vedevasi il m are, perci Alessandro che se ne accorse mosse di subito in cerca della spiaggia : e quando 1 ebbe raggiunta, e fatto sca vare il terreno vi trov acqua buona da bere, trasport col il suo esercito, poi per lo spazio di sette giorni prosegu il suo cammino lungo la spiaggia abbondando Sempre di acqua. Dopo di ci si volse di nuovo alle parti mediterranee. Trovarono inoltre un albero, somigliante al lauro, di tal natura che se nna bestia ne assaggiava cadeva morta con epilessia e Con bava. E trovarono anche una speeie di spino, i cui frutti sparsi sul suolo a guisa dei cocomeri erano pieni di un bel succo, ma di cos trista efficacia, che se una goccia cadeva in un occhio a qual cuno, bastava ad accecarlo. Ed anche i dattili imma turi condussero molti a morire. Erano poi pericolosi anche i serpenti: perocch nelle sabbie trovava! un

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erba sotto la quale si tenevan nascosti quegli animali, e uccidevano quanti mordevano. Dice che gli Oriti intingessero in un veleno mortale le loro frecce eh eran di legno indurito al fuoco. F e rito da una di queste frecce Tolomeo corse pericolo di morire; se non che ad Alessandro fu mostrata in sogno una radice col proprio stelo, e gli fu ordinato che dopo averla pestata 1 applicasse al ferito. Sveglia* tosi si ricord di quella visione, cerc della radice che fu trovata in gran copia, e se ne valse per s e per gli altri: e quando i barbari videro che Alessandro aveva scoperto quel rimedio gli prestarono ubbidienza. E per pi verisimile che Alessandro fosse in ci istruito da qualcuno che conosceva quell erba ; e che questa fa vola della visione la componessero poi gli adulatori. Del resto Alessandro, pervenuto alla residenza reale della Gedrsia distante sei stadii dagli O riti, dopo aver lasciato riposare alcun poco i suoi soldati, si volse alla Carmania. Il fianco meridionale dell Ariana pertanto ha cosi fatta disposizione rispetto alla spiaggia ed al vicino paese dei Gedrosii e degli Oriti posto al di sopra di quella spiaggia. Molto si stende poi la Gedrosla anche dentro terra fino a congiungersi coi Drangi, cogli Ara* coti e coi Paropamisadi. Intorno a questi paesi Erato stene (non abbiamo chi meglio ne parli) dice cos: L Ariana limitata all oriente dall ludo ; verso il mezzogiorno dal Mar Grande; al settentrione dal Paro* pamiso, e dagli altri monti che gli tengono dietro fino alle Pile Caspie ; all occidente da quei inoliti medesimi

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ebe dividono la Partiene dalla M edia, e la Carmania dalla Paratacene e dalla Persia. La larghezza di questo paese va del pari colla lunghezza dell Indo dal Parisamo fino alle sue foci pel tratto di dodici mila stadii ; o secondo altri di tredici mila. La sua lunghezza poi dalle Pile Caspie (come si trova neglItinerarii asiatici) si divide in due parti. Perocch dalle Pile Caspie fino ad Alessandria nel paese degli Arii attraversando il paese dei Parti vha una sola strada. Quivi innanzi una parte della strada va in linea retta per la Battriana e pei monti a Ortospana ed al trivio di Battra nel paese de Paropamisadi ; un altra p artesi volge alcun poco dallAsia verso il mezzogiorno a Proftalia della Drangiana; poi la restante si converte di nuovo ai confini dell india ed allludo: di qualit che la via per la Drangiana e per gli Aracoti pi lunga; e si fa ascen dere in tutto a quindici mila e trecento stadii. Chi poi ne detragga mille e trecento stadii, avr nei quattor dici mila che gli rimangono la lunghezza di tutto il paese in linea retta. Questa lunghezza non gran fatto minore di quella spiaggia, sebbene questa si faccia ascen dere da alcuni a maggior estensione aggiungendo ai die cimila stadii anche la Carmania alla quale se ne asse gnano sei mila. Dal che apparisce che comprendono in questa misura anche i golfi, o quella parte di spiaggia della Carmania che appartiene a) golfo Persico. Del re sto il nome dell Ariana si stende ad una parte della Persia e della M edia, ed anche ai Battriani ed ai Sogdiani settentrionali: e nel veto tutti questi popoli hanno quasi una stessa lingua.

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L ordine . poi delle nazioni nell Ariana questo. Lungo l indo stanno i Paropamisadi al di sopra dei quali si. eleva il monte Paropamiso: quindi vengono gli Aracoti verso, il mezzogiorno: poi i Gedrosii, pur verso il mezzogiorno, cogli altri che' abitano quella spiag* gi : tutti luoghi lungo i quali, per la loro larghezza, discorre il fiume Indo. Una parte di questi paesi, quelli appunto sulla riva del fiume predetto, sono ora posse* duti dagl Indi, mentre prima appartenevano ai Per siani. Alessandro li tolse agli Ariani, e vi stabili sue par ticolari colonie : ma Seluco Jucatore li diede poi a Sandrocotto, quando per nozze imparentossi con lui, ricevendone in cambio cinquecento elefanti. Ai Paropam isadi, sono limtrofi dalla parte occidentale gli Arii; agli Ai^coti ed anche ai Gedrosii i Drangi. Gli Arii con* finano coi ^Drangi al settentrione ed anche all occi dente , sicch per poco non li circondano affatto. La Battriana confina alla sinistra cli Ariane coi Paropamisadi, che Alessandro attravers per valicare il Cau caso andando contro i Battriani. Verso il ponente ten gono dietro agli Arii i Parti e i paesi circonvicini alla Pile Caspie ; al mezzogiorno trovasi il deserto della Carmania; poi il restante della Carmania stessa, e la Gedrosia. Conoscer ancor meglio la catena dei monti predetti chiunqne vorr tener dietro alla via di cui si vals Alessandro allorch insegu Besso dalla Partiene fino alla Battriana. Perocch venne nell Ariana ; poi nel paese de Drangi, dove fece morir Filota figliuolo di Parme*
S t m o x i j tom. V.
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nione trovatolo cospiratore. Mand inoltre alcnni ad Ecbatana tte facessero morire il padre di Ini come partecipe di quella congiura: i quali fama ebe fatta sopra dromcdarii in undici giorni una via di trenta o quaranta giornate , adempissero quell' incumbema. I Drangi che in tutto il restante vivono alla maniera dei jPersiao^, difettano di vino. Essi hanno miniere di stagno ^i). Del resto Alessandro, uscito del paese dei Drangi, entr in quello degli Evecgeti, cos nominati da Ciro, e in quello degli Aracoti: poi al tramontar delle pleiadi attravers il paese dei Paropamisadi, montuoso e co* perlo allora di tanta neve che il viaggiarvi riusciva difficile. Tuttavolta i borghi molti e ben provveduti di ogni cosa fuorch di olio gli davan coraggio a superare quelle difficolt. Egli aveva alla sinistra le sommit del tParopamiso, le cui parti meridionali appartengono al* l 1 India ed all1 Asiana -, le settentrionali ed occidentali Ha Battriana. Dopo avere pertanto svernato in quei faoghi e fondatavi una citt (a) trapass nella Battriaoa, tenendosi lindia alla destra , attraverso di regioni ignu* d e , se non quanto v erano alcuni alberi di terebinto,
(i) 1 Drangi sono un solo popolo coi Zarangi ( beneb Plinio ne li distingua ) , ed ebbero per citt capitale Paroftaua, ebe .sotto il nome di Zarang conserv lantica denominazione della provincia detta poi Segestan. Il Beckmann, considerando che in in tutta la Persia non trovasi ora alcuna miniera di stagno, mette in debbio lasserzione del nostro Autore. (Ed. frane.) (?) Probabilmente Alessandria sul Paropamisv situata , per quanto p are, sull ingresso orientale dello Stretto di Bornia.

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ina piccoli ; e patendo tanta scarseeza di vettovaglie, che i suoi soldati dovettero ricorrere alle' carni delle bestie da sm a, e mangiarle anche crude, perch non avevano lgno da cuocerle. Quindi per digerire quel cibo fu loro opportuno il silfio (i),abbondevole in quei paesi. Dopo ira viaggio di quindici giorni dalla nuova citt e dal luogo in cui aveva passato l inverno, arriv ad Adrapsa citt della Battriana. Verso questi luoghi confinanti collindia trovasi anche la Coarene , vicinissima fra tutti i paesi dominati dai Parti alt In d ia , e distante diciannove mila stadii dal* lAriana, alla quale si va attraversando il paese degli Ara* coti e la catena di monti gi detta (a). Cratero condusse la sua parte d esercito per questo paese soggiogando tutti quelli che gli negavano ubbidienza, procacciando di conginngersi per la via pi breve coire (3). E nel ve* ro i due eserciti di terra entrarono quasi ai medesimo tempo nella Carmania e poco appresso, entr anche Neaco nel golfo Persico colla sua fiotta, dopo avere sofferti molti disagi principalmente per le. enormi balene in cui si abbatt. probabile che quei navigatori abbiano in molte parti esagerato; nondimeno anche da quanto dicono esa gerando si fa manifesto che realmente, patirono; sebbene il timore abbia potuto essere pi grande del pericolo* Quello che sopra tutto li perturb furono, gli enormi fi() Credesi che sia Yassafetida. (i) Il Gossellin confessa che questo passo gli riesce inintelli gibile , non trovando corrispondenti al vro n i nomi n le tnisure. ^3) Veggasi a pag. e j 6 la divisione dellesercito.

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seteri (i), che sommovevano fortemente il mare, e colle acque che gettavano in alto producevano tale oscurit che impediva di vedere anche le cose pi vicine. I sol dati che non conoscevano la cagione di quel fenomeno n'ebbero spavento ; ma li rassicurarono poi i piloti di cendo loro che proveniva da certi animali marini, i quali potevano facilmente mettersi in fuga facendo dello strepito o suonando la tromba. Quindi Nearco si volse impetuosamente colle navi dovera l impedimento di quegli animali, spaventandoli nel tempo medesimo colle trombe : e quelli si sommergevano, poi riapparivano a p o p p a , . come se fosse una battaglia navale, e si tuffa vano di bel truovo. Anche quelli che ai d nostri navigano allindia parlano anch essi di grandi animali che si mostrano alla superficie del mare (non per a torme, n di frequente) e che si possono mettere in fuga collo strepito e col suono delle trombe. Dicono inoltre che quegli animali non si accostano alla te rra , e che le ossa di quelli che muoiono, spogliati della carne sono, come leggieri, portati al lido dai flutti, e somministrano agl ittiofagi la materia gi detta da costruirsi le loro capanne. Pe rocch la grandezza di qae cetacei, secondo Nearco, fino di ventitr orgie. Lo stesso Nearco dice poi di avere distrutta una fal sa credenza adottata da quelli della sua flotta, che vi fosse cio in quel tratto di mare un isola, la quale
(i) Cos dicousi (dal verbo Q vrx*. soffiare) certi grandi ceUg che soffiano lacqua in alto a guisa di nebbia.

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cagionava la morte a chiunque le si accostasse ; in pro va di che raccontavasi che un cercuro (i) pervenuto col navigando pi non s era veduto : che alcuni mandati a farne ricerca, non avevano osato sbarcare allisola, e solo avevano ad alta voce chiamati gli smarriti; ma non uditi da alcuno, se ne ritornarono. Mentre tutti accu savano di questa sventura quellisola, Nearco dice che vi si p o rt , e sbarcatovi con una parte de suoi com pagni di m are, la visit tuttaquanta. Quivi egli non trov alcun vestigio degli uomini che andatan cercando, per deposta ogni speranza di mai pi rinvenirli si ricon* dusse alle sue genti, mostrando loro col fatto che a torto incolpavano lisola di quel disastro ( perocch a lui ed ai suoi compagni avrebbe dovuto accadere lo stesso in fortunio ) , e che il cercuro poteva essere disparso per infinite altre cagioni. La Carmania 1 ultima parte del paese che trovasi dopo la foce dellindo. Il,suo primo promontorio si getta verso il mezzogiorno dentro il Mar Grande ; e dopo avere formata la bocca del golfo Prsico unita mente ad un promontorio dell Arabia Felice che da quello si pu yedere, la spiaggia si volge al golfo stesso fintanto che va a congiungersi colla Persia. Molto anche si allunga dentro terra fra la Gedrosia e la Persia, ed anzi si stende pi che la Gedrosia verso il settentrione. Questo comprovato auche dalla sua fertilit: perocch nella Carmania il terreno produce ogni cosa, e vhanno grandi alberi, tranne l ulivo, ed irrigata da fiumi.
(i) Una delle varie specie di navi-

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Ma la Gedrosia invece poco differente dal paese degli Ittiofagi, tanto che spesse volte vi regna la carestia, contro la quale sogliono gli abitanti tenere in serbo una parte dei frutti d ogni anno. Onesicrito dice inol* tre esservi nella Carmania un fiume che porta paglinole d oro ( i ) ; e miniere cos di questo metallo come di argento, di rame e di cinabro ; e due monti uno di arsenico, laltro di sale. Ha inoltre la Gartnanra un de* serto cbe va a congiungersi col paese dei Parti e colla Paratacene. Le sue produzioni sopo conformi a quelle della P ersia, e principalmente la vite. Quella che pres so di noi dicesi vite della Carmania produce grap poli lunghi spesse volte due cubiti con acini grossi e fitti, la quale i probabile che col 6 ia ancor pi pro duttiva che altrove. I Garmani si valgono dasini anche alla guerra , per esservi scarsi i cavalli; per sogliono anche salificare un asino a Marte, il solo Dio venerato da loro ; e sono gente guerriera. Nessuno col prende moglie se prima non abbia portata al re la testa di un nemico da lui medesimo recisa. Questi ne depone il cranio nella reggia, ne taglia la lingua in minuzzoli, e la mischia a farina, e dopo avere assaggialo egli stesso quel miscuglio, lo d al portatore della testa affinch se lo mangi coi suoi parenti : e famosissimo tenuto quel re a cui molte teste furon portate.
(i) Secondo Plinio questo fiume denominavasi Hytanis. Flumen Carmaniae Hytanis portuosum et auro fertile. La miniera del cioabro poi da Tolomeo assegnata all isola di Sagdiana nel golfo Persico, presso la cesta della Carmania. (Ed. frane.)

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Nearco dice che la maggior parte dei popoli della Carmania ed anche il dialetto di quel paese provengono dalla Persia dall* Media. La bocca poi del golfo Persico ' larga pi che il viaggio di un giorno (i).
capo

in.

Estensione natura e popoli della Persia. La Susde. Citt di Sia*. Estensione' e fiumi delift Susde. Citt d i Per&potS, Citt d i Paaargada a Tomba d i CMo. -i* Tesoro del re deiP ersiani. Clima della Susde. F ertilit delia Susde. , l a Sita cene. Costumi e religione dei Persiani, Come educassero i figliuoli. tfsanze della Persia. Stato antico della Persia. Sue rivoluzioni.

Dopo la Carmani trovasi la Persia , la quale sten* desi per gran tratto lungo l spiaggia dir quel golfo che d a le i prende il nom e, ma assai pi nelle regioni tne-* diterranee, sopra tutto in lunghezza dal mezzogiorno e dalla Carmania fino al settentrione ed all Media. Chi ne consideri la Batara' del molo e la temperie* del clima pa dividere quel paese im tre parti. Quella ebe va lungo la spiaggia ardente, sabbiosa, scarsissima di produzioni, fuorch di palm e, e si stima che sia dr quattromila e quattrocento o trecento stadii ; essa ter mina al pi gran fiume di quella regione chiamai
( 1) Il Letronne Crede che debba leggersi: non pihch il viag gio ec. 11 Coray non dubit d inserire la negazione i nel suo ledo.

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Oroati'(i). Lai seconda parte al di sopra di questa una pianura feracissima di ogni fratto, con pascoli di be* stiame eccellenti, e abbondante cos1 di fiumi come di laghi. La terza parte verso il settentrione -fredda e montuosa ; e nelle sue estremit stanno i pascoli dei cammelli. La lunghezza pertanto della Persia, secondo Era tostene , di circa ottomila stadii, andando da certi capi cbe si aggettan nel golfo Persico verso i paesi settentrionali e le Pile Caspie, fino alla Paratacene : il restante di quivi alle Pile Caspia non pi ehe due mila stadii. La larghezza poi nelle parti mediterranee da Susa a Persepoli di quattromila e duecento stadii; e da Persepoli ai monti della Carmania altri mille e seicento. I popoli che abitano quel paese sono i Pati sco, gli Achmenidi ed i Magi. Questi ultimi seguono a n genere di vita molto lodevole. Vi sono inoltre i Cirzii ed i M ard i, dati al ladroneccio , ed: alcuni altri popoli agricoltori. . Anche la Suside considerata quasi come una partedelia Persia: Essa giace' fra questa e la Babilonia, e comprnde in s la ragguardevolissima- citt di Susa. Perocch i Persiani e Ciro quando ebbero vintii Medi, vedendo che il proprio loro paese era quasi nellestre mit della te rra , e che la Suside invece trovatasi pi nel centro e pi vicina - alla Babilonia, posero quivi la capitale del loro imperio. A questo li mosse ezian dio l essere quella citt in un paese confinante colla
(i) L Ab-Chirin dei moderni. (G.)

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Persia , e- la fama in cui era salita , e il non avere la Suside intrapresa mai cosa-alcuna di per s , ma sem pre stala soggetta ad altri, e parte di qualche maggior nazione ; se non forse anticamente , al tempo eroico. Dicono infatti che Susa fosse fondata da Titone , padre di Meninone, e che avesse cento venti stadii di perife r ia , od questo per, che nella sua forma la lunghezza eccedeva la larghezza. La ; sua cittadella poi chiamavasi Memnoaio (i). I Susiani sono denominati anche Cissiani: ed Eschilo d il nome di Gissia alla madre di Memnone. Dicesi poi che questo Memnone fu sepolto vicino a Palt di Siria lungo il fiume Badas 5 cosi al meno dice Simonide. nel Memnone, uno dei suoi Diti rambi Deliaci. Le mura di questa c itt , i templi ed anche la reggia erano costrutte, come quelle di Babilo n ia , di mattoni cotti al fuoco e commessi con, bitume, secondo chedissero alcuni. Policleto' invece afferma che . Susa aveva una- periferia di dnecento stadii, ma non era murata. Sebbene i Persiani abbiano abbellita la reggia di Susa pi che tutte le altre, non per questo tenevano in mi nor pregio quelle di Persepoli e di Pasargada. Quivi anzi essi custodivano gli> oggetti preziosi, i tesori ed {.monu menti, siocome in Iupghi pi forti ed aviti (a). Avevano poi altre reggie, Iuna a Gabe nelle parti superiori della P ersia, laltra lungo la spiaggia nel luogo detto Taoce.
( 1) V. Erodoto lib. v , c. 54(2 ) Pasargada apparteneva alla' trib di-questo medesimo trame, da cui t Persiani discendevano per mezzo degli Achemenidi. Y. Erodoto, lib. 1 , c. 1 a5. ...

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Cos erano le cose al tempo della dominazione per siana ; ma i re che vennero dopo risiedettero in altri luoghi meno magnifici, con naturale , dacch il territorio della Persia cominci ad essere menomato dai Macedoni ed ancor pi dai Parti. Perocch sebbene i Persiani abbiano anche al d doggi un re proprio, nondimeno sono scaduti dall antica potenza in gran dissima p a rte , ed ubbidiscono al re dei Parti. Del resto la citt di Snsa situata nelle parti mediterranee sai fiume Coaspe al di l del ponte (i). 11 suo territorio (la Suside) stendesi fino al mare, e la spiaggia va quasi sino alle foci del Tigri cominciandosi dai con fini della spiaggia persiana per lo spazio di circa tre mila stadii. Scorre a traverso di questo paese il fiume C oaipe, il quale va a terminare anchesso alla spiaggia predetta, traendo il suo principio dagli Ussii (a). Peroc ch tra la Suside e la Persia trovasi una certa catena di monti aspri e scoseesi con passaggi angusti e difficili occupati da ladroni, i quali sottomettevano ad un tri buto fin anco i re ogniqualvlta si trasferivano dalla Snside nella Persia. Policleto poi dice che il Coaspe, lEuleo (3) ed il Tigri si scaricano in un certo lago, del quale poi escono uniti a gettarsi nel mare ; e che sa quel Iago situato un emporio \ perch le cateratte a bello studio costrutte ia quei fiumi non lasciano adito
(i) K*7e r< {i vyp*. (a) Abitavano lalto Khosistan. (3) 11 Goasellin coll autorit di molti scrittori dice che il Coaspe e lEuleo furono uu solo fiume.

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a mercalanzie, e quindi bisogna oondurle per terra fino a Sus, eh1 un viaggio , secondo alcuni, di ottocento stadii. Altri dicono invece che quanti fiumi scorrono per la Suside, tutti vanno a scaricarsi nella sola corrente del Tigri dove questo riceve in s i canali dellEufrate; e che per ci poi quel fiume in vicinanza della foce si denomina Pasitigri (i). Nearco dopo aver detto che la spiaggia della Suside paludosa, le assegna per confine lEufrate , sulla cui foce i situato un borgo che in s riceve tutte le mer* canzie dellArabia : perocch la spiaggia degli Arabi immediatamente contigua alla foce dellEufrate e del Pasitigri. Lo spazio frapposto tutto occupato da un lago che riceve dentro di si il Tigri. <3hi risale il Pa* sitigri per lo spazio di centocinquanta stadii trova il ponte che dalla Persia serve a passar nella Suside. li Pasitigri distante dall Oroati da circa duemila stadii. Contansi seicento stadii a traverso del. lago per arrivare alla bocca del T ig ri, presso alla quale evvi poi un borgo appartenente alla Suside ( a ) , e distante da Susa cinquecento stadii. Dalla bocca dell Eufrate fino a Ba* bilonia si risale, navigando per un paese ben abitato, lo spazio di pi che tremila stadii. Onesicrito afferma che 1 Eufrate ed il Tigri entrano tutti e due nel lago gi

(i) Secondo alcuni cbiamavasi invece Parsitgri, cio Tigri della Persia, L etimologia assegnata da Strabone al nome di Pasitigri e adottata auche da Eustazio, riprovata dal Lelronne. (a) 11 testo comunemente dice r i ' del borgo fosse Susiana.
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sr<*>*, come se il notue

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detto, e che 1 Eufrate uscendone di nuovo, si scarica poi nel mare con una foce sua propria. Vhanno anche altre gole per passare dagli Ussii nella P ersia, le quali tutte Alessandro prese a viva forza, e super le Pile Persiche ed altri luoghi consimili per co* ooscere il paese e vederne le parti principali, e quelle massimamente dove si custodivano i tesori arricchiti di tutto ci che in tanta lunghezza di tempi i Persiaui avevano percepito come tributo dall Asia. Valic inol tre i molti fiumi che scorrono per quella regione, e che vanno a metter foce nel golfo Persico. Perocch dopo il Coaspe trovansi il Goprata ed il Pasitigri il quale viene anchesso dal paese degli Ussii. Evvi inoltre il fiume Ciro che scorre vicino a Pasargada in quella che chiamasi Cele-Persia. Prima chiamavasi Agradate, m a poi il re Ciro gti diede invece il suo nome. Vicino poi a Persepoli stessa Alessandro attravers lArasse (i): ed era Persepoli fornita duna reggia magnifica, prin cipalmente perula preziosit degli oggetti ivi depositati. L Arasse trae la sua sorgente dalla Paretacene. Vi si scarica il Medo che nasce nella Media ; e tutti e due cos uniti scorrono per una valle fertilissima che s congiunge colla Carmania e colle parli orientali di c[uel paese, non altrimenti che Persepoli. Alessandro incendi la reggia di Persepoli per vendetta dei Greci contro i Persiani, i quali col fuoco e col ferro avevano gi rovinati i loro templi e le loro citt. Si trasfer p*
( 1) Il Bend-Emir. 11 Medo nominato subito dopo probabil mente VAb-Kuren. (G.)

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scia alla citt di Pasargada, anch essa antica residenza di re. Quivi in un giardino egli vide ancbe l tomba di Ciro, ch una torre di poca altezza nascosta nel folto di alcuni alberi. Nella parte inferiore essa di pietra mas siccia; al di sopra ha una camera ed una cappella a cui si va per un adito angusto, pel quale Aristobulo dice desser entrato, come volle Alessandro, per ador nare la tomba. L dentro dice di aver veduto un letto d o ro , una mensa con vasi da bere , un feretro d oro, molti abiti, e molti ornamenti di pietre preziose. Tutto questo dice Aristobulo di aver veduto la prima volta; ma quando vi ritorn, quegli oggetti erano stati portati via, tranne il letto e il feretro d oro che si trovaro per rovesciati, e il cadavero gettato a terra : dal che, soggiunge , si fa manifesto che quella fu opera non gi del satrapo ( i ) , ma di ladri, i quali lasciaron col ci che non si poteva portar via facilmente. E questo furto successe bench intorno a quella torre stesse continuamente una guardia di Magi, i quali ricevevano una pe cora ogni giorno per loro nutrimento , ed un cavallo'al mese. Ma quando lesercito d Alessandro mutando luogo si trasfer a Battra e nell india, fu cagione di
(i) Secondo Q. Curzio il rubatore della tomba di Ciro fu il satrapo Orzine : l eunuco Bagoa lo denunci ad Alessandro , e questi lo'fece morire. Arriano parla di questo satrapo e della sua m orte, ina non gli attribuisce cotesto furto ; anzi dice cbe Alessandro per discoprirne l autore sottopose indarno alla tor tura i Magi custodi di quel sepolcro. Plutarco poi afferma cbe il rubatore fu u a certo Polimaco macedone, e cbe Alessandro'per questo delitto lo condann alla morte. (Ed. frane.)

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molte novit, fra le quali v ' ebbe anche questa. T anto ne dice Aristobulo, il quale ricopi anche questa inscrizione : O passeggiera, io son Ciro fondatore della

signoria Persiana e re deWAsia : per non invidiarmi questo monumento. Onesierito poi dice che la torre avea dieci piani, nel pi alto dei quali giaceva Ciro ; e che linseriope era in lingua ellenica, ma scolpita in caratteri persiani, e diceva: Qui dentro giccio io Ciro re dei re ; e un'altra esprimeva lo stesso concetto in liogua persiana. Questo autore fa poi menzione anche dell'epitaffio scritto sulla tomba di D ario, cos: Fui amico agli amici, ottimo cavaliero ed arder , valente nella caccia ; tutto mi f u possibile. Ma Aristo di Salamina molto pi recente dei due ci tati scrittori afferma che la torre era di due piani e gran de, e che fu fondata quando successero i Persiani (i);
(i) Zi rfi l l i p rit im ita ti iJpvrShn. 11 Silaudco tradusse: in successione Persarum condita; il Buonaccioli : edificata nella successione dei Persiani ; il Letronne : pIace la suite des sepultures des rois des Perses. Le prime traduzioni possono riuscire oscure non meno del testo ; laltra mi pare uninterpre tazione alquanto ardita, e forse non ben couciliabile colla storia. Suppone il Letronne (come dice egli stesso in una nota) ette den tro un solo recinto vi fosssero parecchie tombe di re separate io varie file secondo l origine di coloro.' che v erano sepolti. Ma Strabene dice che Pasargada fu fabbricata da Qiro per la vittoria riportata in quel luogo sopra Astiage : non par dunque naturale che in questa citt nuova si trovassero tombe di altri r e , anzi di altre discendenze di re. Lo stesso Strabone dice poi che colla predetta vittoria, Ciro trasport in s medesimo l im-

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che la tomba era custodita ; e ' riferisce l inscrizione gi detta in greco ed in persiano. Giro oaor i Pasargadi, perch nel loro paese vinse l ultima battaglia sopra Astiage m edo, trasportando cos in s medesimo it dominio dell Asia; e fond una citt e P abbell di uoa reggia in ricordanza di quella vittoria. Alessandro poi trasport tutte le ricchezze della Per* sia a Susa che gi era piena di tesori e di altre prezio sit : nou per questo per l avea scelta a sua resi denza , ma bens Babilonia eh egli meditava di abbel lire , e nella quale si trovavano pur dei tesori. fama che , lasciate in disparte le ricchezze di Baperio dell Asia (ri *f%n* r ii 'Arieti ( ttn tty itti tir iv7r); sicch molto probabile che a questo avvenimento alludano le parole di Aristo. Il Brisson ( riferito poi anche dal Letronne ) port appunto questa opinione, e tradusse le parole di Strabone translato in Persas imperio extructam : e lHeren (Zustie

und Umarbeitungen aus der vierten Au.sga.be der Ideen iiber die Politile und den Handel der vomehmsten Volker des Alterthums ) dopo avere parlato della vittoria di Giro la quale decse del destino delF Asia soggiunse ; Potremmo noi maravigliarci te il vincitore si fabbric quivi unabitazione? e 3egli medesi mo vi fi fece erigere la propria tomba? Ancbegli dunque trov
probabile che la torre si fondasse quando l imperio dell Asia pass dai Medi ai Persiani, e forse appunto per eternare la me moria di quel trapasso. Per tutto ci stimai che lespressione da me usata nel tradurre la frase di Aristo potesse essere pi chiara che quella del Silandro e del Buonaccioli, e pi precisa che que sta del Letronne, da cui peraltro nessuno pu osar mai di taq-> carsi senza esitare.

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d e l l a g e o g r a f ia d i st r a b o n e

bilonia e le altre cheran n el campo di Alessandro, qtaelle sole che si trovavano in Susa e nella Persia ascendes sero a quaranta (ed alcuni anzi dicono a cinquanta) mila talenti. Altri poi affermano che tutte quelle ricchezze raccolte da. tutte parti nella citt d Ecbatana ascesero a Cento ottanta mila talenti; oltre di che ben tto mila ne port seco Dario nella sua fuga, i quali poi furon rubati da suoi uccisori. Alessandro pertanto prefer Babilonia vedendo che e nella grandezza e nelle altre qualit superava di molto le altre. Perocch la Suside bens fertile, ma l aria vi molto infuocata ed ardente, sopra tutto vicino alla citt (di Susa), come attesta Aristobulo. Quindi avviene che le lucertole ed i serpenti in tempo destate, quando nell ora del mezzogiorno il sole pi ardente, non possono attraversare le strade della citt con tanta pre stezza, che non vi rimangan nel mezzo, abbruciate; il che non accade in verun1 altra parte della Persia ben ch pi meridionale della Suside. Dice altres che a ri scaldare lacqua fredda dei bagni basta esporla al sole; e che i grani d orzo sparsi sul terreno al sole scoppiet tano come se fossero gettati ad abbrustolire in un forno. Quiiidi sogliono metter sui tetti ben due cubiti di terra; e per evitare i pericoli di quel gran peso costruiscono le loro case lunghe ma anguste, perch da una parte non hanno graudi travi, dallaltra han bisogno di spaziose abi tazioni a motivo delleccessivo calore. Gli alberi poi di pal ma di cui col si fa uso hanno, per quanto si dice, questa particolarit, che invecchiando non si curvano gi sotto il peso, ma si fanno invece arcuati contr esso; sicch

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servono vie meglio a sostenere il tett. Cagione dellec cepivo calore si credono- i monti che innalzansi dalla parte del settentrione, i quali ricevono in s tutto lim peto dei venti boreali, che sorvolando perci alle loro cime , senza toccar punto le sottoposte pianure, vanno poi a ferire le parti pi meridionali della Suside; quindi le pianure predette sono senza fiato di vento, anche quando il soffio degli etesii rinfresca il calore delle altre regioni. Tanta la fertilit della Suside, che Forzo e il fru mento rendono cento volte -il seminato , e non di rado anche duecento volte. Quindi si fanno i solchi non molto accosto fra lo ro , affinch le radici intricandosi luna collaltra non impediscano il crescere delle piante; I Macedoni vi naturalizzaron la vite che prima non al lignava in que' luoghi, e Io stesso fecero anche nella Babilonia. A tal uopo non facevan gi fossi , ma cac ciando nel terreno un palo armato di ferro nella punta, nella buca che vi restava traendolo fuori piantavano un tralcio. Tale la parte mediterranea della Suside. La sua spiaggia poi piena di banchi, e per conse guenza importuosa (i). Nearco dice che quando egli la
(i) Il testo ordinario dice: H p t i cT fc irty tt* tt. ) in ip 'iftS t mXXtT m i / 3. la Mediterranea vero plurimum, nostroque tempore saepe aliter atque aliter contingit. La correzione del Letronne come segue : H fin tf* fu r iy ttm riirn. i w u ftxf* r u n y iS n t irli, rta t, Cosi anche il periodo seguente fu purgato da gravi ed evidenti errori da quel dotto ellenista a cui jni parve di do ver conformare la mia traduzione. S tiuboke, tom. V. 7

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della

u o flM ru

d i stra bo n e

costeggi navigando per andarti dallindia alla Babilonia non trov luogo alcntio dove potesse approdare; e che non avend con ai ehi fosse capace di ben guidarlo, cer invano fra i nativi di quel paese un qualche piloto. Quella parte della Babilonia che anticamente chia- mavasi Sitacene, e che poi si denomin poUoaiatid vicina alla Suaidei AlPoriente di queste due regioni * e pi settentrionali d entrambe si trovano gli Elimei ed i Paretaccni, uomini dati al ladroneccio a fidanza del paese montuoso eh essi abitano. I Paretaeeni sono pi imminenti agli Apolloniti, e perei anche sono loro pi infesti: gli Elimei danno briga cos agli Apolloniti) come ai Stisiani r ai quali fanno guerra anche gli Ussiii n a ora per meno ebe in altri tem p i, per la potenzi (come pare) dei Parti a cut sono oggetti tutti i popoli di quelle contrade. Allorch dunque i Parti sono quieti, godono delia stessa tranquillit anche tutte le popola aioni dipendenti da loro; ma quando sono in discordia^ ci che avviene frequentemente e s i veduto anche ai d nostri, quelle popolazioni ne provano diversi effetti; perocch quelle turbolenze agli uni sono giovevoli, agli altri sono dannose. Tali sono la Prside e la Susiana (i). 1 costumi poi sono que medesimi de Persiani cos nella Suside come nella Media ed in altri parecchi paesi : e poich molti
(i) Nel teta seguitano queste parole: *h / irli, %) /< ft?M i le quali sullauterk del Letron ne si sono trasportate pi soprtr. la pog. precedtnlt.

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altri gi ne hanno scritto, noi faremo menzione colo dei pi importanti. I Persiani non -erigono p statue n altari ; ma so gliono sagrificare ini luogfai levati, considerando il cielo come il loro Giove. Adorano anche il Sole cui danno il nome di M ilca, poi la 'Lima, Venere , il F u o co , 1$ T erra, i Venti e l Acqu?. Fanno i loco sagrifizii iti uu luogo puro \ quivi conducono la vittima incoronata , e dopo che il Mago capo di quella cerimonia & ha tar gliate le carni, se le dividono e partonsi senza lasciarne, porzione alouna agli Bei; dicendo che la Divinit cerca lo spirito della vitiima e pnll altro. Por., secondo al? o u n i, met top sul fuoco una piccola parte dell dipe che circonda gl1 intestini. Soprattutto poi sogliono sagrificare al Fuoco ed alf Acqua. Al Fuco accatastano aridi legni spogliati della loro scrza, veraanvi sego ed olio, poi vi destano la Camma non gi con soffietti, ma con ventgli : e chi volesse adoperarvi soffietti, o {mettesse un cadavero sul la pira, o un fantoccio che avesse figura di qualche ar nimale , lo condannano alla morte. Per sagrificare ad* l Acqua scavano una fssa in vicinanza di un lago, di un fiume o di una fonte, e quivi entro svenano da vitp tim a , pigliando cura che non a insanguini punto l 1 acqua per non contaminarla : poi disposte le carni so pra foglie di mirto o di lauro, i Magi le vanno toccan do con certe loro bacchette, mentrp intuonano canzoni e fan libagioni d olio mescolato con latte e con mele, versandolo non gi sul fuoco o nejlacqu^, ? ?nl Pav* mento. Le incantagioni durano mpUp tempo, e le fanno

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DELLA GEOGRAFIA DI STRADONE,

lenendosi in mano un fascio di sottili bacchette di mi rice. Nella Gappadocia dove la classe dei Magi detti Pireti (i) assai numerosa, e trovansi mlti altari di divi* nit persiane, non si fa uso di coltello nei sagrifizii, ma bens con un certo pezzo di legno percuotono la vittima quasi con un maglio. Trovami in quel paese anche i Piretei che sono certe Cappelle sontuose, in mezzo alle quali vha un altare, e suvvi molta cenere, dove i Magi custodiscono un fuoco che mai non si estingue (a), Ogni giorno sogliono andarvi, e vi stanno cantando per Io spa zio di circa un ora dinanzi al fuoco tenendosi in ma no il fascio delle bacchette e col capo ricinto da certe tiare di feltro, le cui orecchie discendono d ambe lt parti fino a coprir loro le labbra. E queste medesime cerimonie si usano anche nei templi d Anaiti e d O mano. Anche di queste divinit vi sono cappelle; e Ornano vha inoltre la statua che soglion portare in pr* cessione. Queste poi sono cose che abbiamo vedute noi stessi ; le altre tutte che seguono trovansi nelle storie antiche (3). I Persiani n orinano, n si lavan le mani, n si ba gnano in un fiume, n vi gettano alcun cadavero , n verun altra di quelle cose che stimansi impure. A qua
(i) Cio: Accenditori del fuoco. (?) Secondo Diodoro Siculo il fuoco sacro spegnevasi in Perita soltanto alla morte del re. (3) 'E* T7t ^aX uia's Irroffxit. Cosi il Letronne ed il Coray. Le edizioni leggono parte l i rc7f \* a is , parte semplice'mente }i r7 itr tf/tfit.

LIBRO DBCIMOQUINTO

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lunque Dio poi facciano sagrificio, cominciavo dalPinvocale il Fuoco. I Persiani sono governati da re che succedonsi in ordine di discendenza : chi negasse loro ubbidienza,, gli si taglia la testa ed un braccio, poi si getta alle fiere. Piglialo molte mogli, e teugono molte concubine per desiderio di numerosa figliuolanza : anzi i re propon gono ogni anno dei premj a chi avr avuto pn maggior numero di figliuoli. Questi poi non soglionsi condurre al cospetto dei genitori se prima non hanno toccati i quattro anni. I matrimonii si fanno al cominciare delleqninozio di primavera: e gli sposi vanno al talamo dopo avere man giato delle mele o midolla di cammello; n altro assag giane in quel giorno (i). . Dal quinto anno fino al ventesimoquarto ammae strano i giovani, a trar l arco , a gettare giavellotti, a cavalcare, a dire la verit; Nell' istruzione hanno cura di eleggere maestri virtuosissimi, i quali introducono e intrecciano nelle loro lezioni anche certe utili favole; , talvolta con semplice discorso, talvolta cantando inse gnano, agli alunni le opere degli Dei e degli uomini mi gliori. Costoro raccolgono i giovani al suono dun istro* m ento di rame prima del giorno in un certo luogo de terminalo quando vogliono esercitarli al maneggio delle
( 1 ) Non si conosce quale propriet attribuissero i Persiani alla midolla dei cammelli. Le mele doveansi, probabilmente nfangiare affinch lalito degli sposi fosse gradevole: e^.una legge consitulle avea fatta anche Solone. (Ed. frane.)

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABOHE

armi od alla caccia. Quivi li partono in cotnpagnie di cinquanta, a ciascuna delle quali danno per capo un fi* gliuolo del r o di un Satrapo : questOtapo si mette a cor rere , e gir altri dvOno leaetgli ditro per lo spazio di trenta quaranta stadii. Domandano poi ragione ai giovani di tlittO quinto vin loro insegnato ; oltre di cheiijm ftlono d grn vce esercitandone il fiato ed 3 fiart j e li abituano al caldo, al freddo, alla [piog gia , a Valicar torrenti 'conservando illese dall acqua le aridi e l vsti ; paitolare bestiami, a dimorare nei campi 3 a nutrirsi di frutti salvatici, come dijre di terbitt r di ghiande, di pre . . . . Costoro si chiamano Cardaci, e vivono di furto: peVoccb carda significa Valente e bellicoso ( 1 ) . . Il mangiare giornaliero dopo il consuet esercizio consta di pane, polenta, cardamO, Sale e carne ar rostita o bollita ; per bVanda usao l acqua. Cac ciano a cavallo gettudo frecc giavellotti, va lendosi altres della fionda. Venuta poi la sera si eser citano a piantare alberi, a raccoglier radile!, a fabbri care arm i, a tesser tele e reti. Del resto i giovani non tocctaO mi ci che pt'ridno all caccia, ma hanno in costiime di portamelo a casa. I re sogliono assegnar prmi! alla corsa ed agli altri eserciti del pentatlo. I giovinetti adornansi d o ro , tenuto in onore perch somiglia al fuoco. Per questa cagione poi non
( 1 ) Sull esempio del Letronne ho disgiunte dal rimannte que ste parole , giudicate da quell* erudito o un interpolazione, od una parte di pi lunga digressione.

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lo applicherebbero ad un m rto, e cosi nentmanoo il fuoco per la venerazione che hanno. I Persiani coltivano la prpfessione dellarm i, conia* dando, dai veni a ani fino al inquanto, in qualit di fanti e di oavalieri. I mercati bod sogliono frequentarli, come quelli che n vendono n comperano cosa alcuna. Armanti di scudo di forma romboidale, ed oltre alla faretre hanno falci p pugnali. Coprono il capo con un berretto di feltra a foggia di torve ^ d hanno per co razza una magliai. La veste pei principi i na doppia anasstride ; una tonica con doppie maniche la quele dw eode fino al gi nocchio , bianca al di otto cqlprflU 4 * FQprft; un mantello per linverno purpurei o cpjpr di violi, per la state di colori diversi. Hanno inoltre (tiare somiglianti ai quelle dei Magi , e per calzari dpppj Stivali, Gli. Uri poi portano certe tuniabe pur doppie difendenti fi no a mezzo le gambe, e intorno alla tenta un pefczo di tela. Ciascuno munito darco di fionda. Sogliono i Persiani far laute cene ( i ) , ade quali servonst molti e varii animali intieri. Splendido lorna mento dei loro le tti, e splendidi sono pure i vasi da bere che wfalgpno 4 opo e d ^rgentp. Tp-attano degli afri di m aggia rilievo bevendo $ e credono deliberar
(i) Contraddice quest asserzione a quanto 1 Autore disse poc anzi delth frugalit dei Persiani. Egli confonde doe diverse et che Senofonte invece (Cirop. 1. vm, c. 8 ) accuratamente distinse. I Persiani furono frugali sotto Ciro -allorch conquisUron la Me dia ; ma poi adottarono tutte le usauze de Sfedi, anici K sorpas sarono nel lusso. (Edit. frane.)

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DELLA GEOGRAFIA DI STRAB0NE

meglio allora , che digiuni. Scontrandosiper le vie cori conoscenti ed uguali si accostano per baciarli ; agl inferiori offrono la guancia per riceverne il bacio: ma quelli d inim o stato s'inginocchiano e noNa pi. , Seppelliscono i corpi dei loro morti dopo averli co perii di cera: ma ai Magi non danno sepoltura, bens li abbandonano agli uccelli di rapina. A costoro le leggi permettono di sposare le proprie madri (i). Tali adunque sono i costumi dei Persiani e forse dovrebbero aggiungersi anche questi altri riferiti da Po* licrrto. A Susi ciaschedun re si era fatto costruire nella rocca una sua propria abitazione, con tesori (3) e magaz zini da riporvi i tributi, monumento della loro ammi nistrazione. I tributi dalle regioni marittime si ricevono in danaro ; dalle mediterranee quello che ciascuna produce, come sono colori, droghe, lana, altre cose con simili, ed anche bestiame. Colni ch determin i tributi fn Dario Longimano, bellissimo fra tutti gli uomini, chi neccettui la lunghezza delle braccia discendnti fino a toccar le ginocchia. La maggior parte delloro e dellargento si converte
(i) Diogene Laerzio aggiunge : ed anche le proprie figlie. Questo per non era g ii un privilegio dei Magi. Tutti i grandi della Persia, anzi forse tutti i Persiani, potevano sposare le ma<d ri, le figliuole e le sorelle. (Ed. frane.) ' : (a) Rispetto a questi costumi, si consulti, ci che ne dice anche E rodoto, lib. i. (3) Tesoro significa qui (come altrove si pur veduto ) il luogo dove tenevasi in serbo il danaro. I Magatimi erano invece destinati alle derrate.

LIBRO DKCIStOQUIRTO

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in vasellami, in moneta non molta; stimando che il va sellame sia e pi grazioso a donarsi, e p i ,comodo a custodirsi, ilei cimeli!, e cbe di moneta basti averne tanta quanta ne richiede il bisogno , e coniarla sempre commisurata alle spese. I costumi dei Persiani adunque per la maggior parte sono prudenti: ma i re divenuti ricchi caddero nella mollezza, sicch vollero avere il frumento dAsso citt dell Eolia, il vin Calibonio della Siria, Pacqua del* 1 Euleo che nella leggierezza vince tutte laltre di una dramma/ogni mina attica. F ra i popoli barbari i Persiani furono i pi conosciuti dagli Elleni, perch di quanti regnarn nell'Asia, egli no soli ebbero signoria sopra di loro: del resto n quei dellAsia conoscevan gli Elleni, n gli Elleni avevan no* tizia dei barbari se non quel poco che pu sapersi per fama delle cose lontane. Omero infatti non conobbe n il regno dei Sirii n quello dei Medi ; altrimenti avendo menzionato Tebe d'Egitto, e le ricchezze di quella citt e della Fenicia, non avrebbe passate in si lenzio quelle di Babilonia, di Ninive e di Ecbatana. Primi adunque i Persiani si assoggettarono gli Elleni. Avevano per verit anche i Lidii avuto imperio ; pur non furono padroni di tutta 1' Asia, ma soltanto di una piccola parte al di qua del fiume Ali : e questa pure occuparono per breve tempo, mentrech vissero Creso e Aliatte. Superati poscia dai Persiani, questi lor tol sero anche quel poco di fama che avevano. I Persiani tosto come ebbero rovesciata la potenza dei Medi, sog giogarono subito anche i Lidii, poi si assoggettarono

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DELLA. GEOGRAFIA DI STRABONE, LIBRO DECIMOQUINTO

gli Evieni dell Asia. Pi tardi passarono aqcke nell El la d , dove furono vinti pi volte in molte battaglie : ma nondimeno continuarono a- posseder lAsia e le spiagge del mare , fin tanto che pi furono abbattati dai Macedoni. Giro fu il primo che li sollev a priaci* pato: il suo successore e figliuolo Cambise fu ucciso dai Magi (i). Quindi! sette Persiani che distrussero i Magi diedero l imperio a Dario figliuolo dIstaspe, i eui sue cessori finirono in Arsele. Cbstui fa ucciso da Bagoa eunuco, il quale fece re nn altro Dario bench non fosse della schiatta reale. Alessandro lo abbatt, e tenne gli per dieci od uudici anni limperio dellAsia (a), che poi diviso ne suoi molti successori e nei loro discen denti , disparve dopo aver durato circa duecento ci* quant anni. Ora poi i Persiani ricompostisi in naxiooe faan proprii r e , ma soggetti ad altri principi; prima ai Macedoni ed ora ai Parti.
() Y. Erodoto, lib. ili, c. 6 1 - 6 9 . (3 ) Arriana dice che Alessandro regn dodiei anni e otto inep.

DELLA

GEOGRAFI A
DI ST R A D O N E

LIBRO DECIMOSESTO

CAPO

PRIMO

Lim iti ed eitensione dellAssiria. Nino e. Semiramide. N in iv t, A turia, Arbella e suo territorio. Babilonia. Caldei. stensione della Babilonia. D M E ufrate. Disegni d i Alessandro s u ll Arabia, Inondazioni deU M ufbau, Esame- d tlf apiruone di Policlito s u lt E iffrate. Produzioni d illa Babilonia. ' L a sfalto e il nafta. Seleticia e Ctesifone. Alternile , Sitacene ed a ltri luoghi. Costei, E lim , ParetacenL Adiabene. Costu m i ed usarne degli Assirii. Mesopotnmia. T ig ri, lago To n iti. Migdonii, Ifibi, TUgrantterUu Gonfici. Arabi Sc m a. Imperio dei Part. T ra tti della loro Storia.

*-

Alla Persia ed aTla'Susiana contigua P ssiria (i), sotto il quat nome s intende la Babilonia e molto paese alP intorno , cio P Aturia nlla quale trovasi Nioivc \
(i) Il Kurdistan.

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SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

lApolloniatide, gli Elim ei, i Paretaceni, la Cafoni tide vicina al monte Zagrio ; poi le pianare intorno a Ninive , cio la Dolomene , la Calacbene, Cazene , e 1 Adiabene ; le nazioni della Mesopotamia vicine a* Gordiei ed ai Migdonii di Nisibe fino al Zeugma del1 Eufrate (i), ed a gran tratto di paese oltre questo fiu me posseduto degli Arabi, e da coloro ebe i moderni chiamano Sirii, i quali poi s distendono fino ai Cilic ii, ai Fenici!, ai popoli della Libia ed a quel mare che in s comprende quello d Egitto ed il golfo Issico (2 ). Pare che il nome dei Sirii si stendesse anticamente dalla Babilonia fino al golfo predetto, e da questo fin all Eussino. Quindi i Cappadoci, cos quelli che abi tano presso il T a u ro , come quelli che stan lungo il Ponto, chiamansi anche ai d nostri Leuco-Sirii, giacch v hanno anche alcuni Sirii-Melani (3), e son quelli al di l del Tauro. Ed io chiamo Tauro quello che stende il suo nome fino all Amano (4)Quelli poi che scrivono della signoria dei Siri!, quando raccontano che i Medi furono soggiogati dai Persiani ed i Sirii dai M edi, non parlano gi d altri Sirii se non di quelli che stabilirono la loro reggia in Babilonia ed in Ninive. Di quste due citt Ninive fu
. ( 1) Zeugma (Z iyfi*) il ponte o il passaggio deHEufrate. (a) In tnlto questo paragrafo, che nel testo pieno di dub* biezza, seguitai le eruditissime osservazioni del Letronne. (3) Leuco-Sirii, significa Sirii bianchi ; e Strii Melarti vor rebbe dir Sirii neri. (4) Ora M-Lucan. (G.)

LIBRO DECIMOBESTO

IO p

edificata da NiAo nell Aturia ; e la moglie di lui Semi* ramide che gli successe nel regno fond Babilonia. Questi principi s impadronirono dell Asia; e di Semi ram ide, oltre all opere che sono in Babilonia, molte altre se ne mostrano quasi per.tatto quanto quel con tinente, quali sonoi cosi detti argini di Semiramide (i), muri, munizioni di /ortense, strade sotterranee, acqui d o s i, scale, canali da scaricarfiumi e laghi, strade e ponti. Lasciarono poi Nino e Semiramide ai loro po steri la signoria che dur fino a Sardanapalo e ad Arbace: dopo costai si trasfer nei Medi. La citt di Ninive pertanto disparve subito dopo la caduta dei Sirii. Essa era molto pi grande di Babilo nia, e situata nel piano dell Aturia. L Aturia poi uti paese confinante con quello d Arbella ; se non che il fiume Lieo scorre loro fra mezo. Arbella appartiene alla Babilonia e vi compresa: ed al di l del Lieo sta il piano dell Aturia intorno a Ninive. Nell Aturia trovasi il borgo Gaugamela, ove Dario fu vinto e perdette il regno ; d onde quel luogo divenne insigne; oltrech notabile anche il suo nom e, che s interpreta ' abita zione del cammello ; e gli fu imposto da Dario figliuolo d Istaspe , assegnandolo al mantenimento di un cam mello ohe insieme con lui aveva molto affaticato lungo la via del deserto portando le bagaglie dov era anche la vettovaglia del re.
(i) X m f u * . Il Letronne tradusse : Colline fattizie, non senza avvertire per eh Erodoto (Kb. n, e . 1 84) parla di argini 0 di ghe costrutte da Semiramide contro, l Eufrate.

H O

DELLA GEQOlUUri DI 6THB0NE

Ma i Macedoni vedendo ebe quel borgo era di pOCa importanza , e che Arbella per Io contrario ( fondai, come si dice, da Arbelo del borgo Atmoneo) era una ragguardevole abitazione, diedero voce che la battaglia e i a vittoria successero presso ad ArbeHa, e q n esta fe ma tramandarono agli scrittori di storie. Dopo Arbella e dopo il monte Nicatorio ( denomi nato cos da Alessandro per la vittoria*gi detta) tro vasi il fiume Capro distante da A*bella -quanto 3 Lieo; e il paese chiamasi Artacene. In vicinanza di Arbella situata anche la citt di Demetriade ; poi la sorgente di nafta, -poi certi campi ardenti, il sacrario dAnea (i), Sadraca reggia di Dario figliuolo dIstaspe, il CipresstOy e il passaggio del Capro che gi confina colla Seleucia e colla Babilonia. La.citt di Babilonia giace anch essa in sua pianu ra , ed ha una cinta di muri di trecento ottantacinque stadii: la grossezza di questi, muri di treotadue piedii l altezza negli spaeii da torre a torre di cinquanta cubiti ; e di sessanta quella delle tonri. Su quste mura poi v ha una strada per la quale, possono correre facil mente in contraria direzione due quadrighe ; per tutte le quali CQse sogliono annoverarsi fra le sette meravi glie. .Trovasi in Babilonia altres up orto pensile di for ma tetragona, e di ctyi sfascia lato di quattro pletri. Questo giardino componsi di terrazzi a volta gli uni sopra gli altri, fondati sopra grossi pilastri che hanno
( 1) La stessa che nel libro x f , <c. 9 .fa 4att Amore d$tioinvfiM -

uata Auaitide. Y . v o i i v p a g . 97

UBHO DECIMOSESTO

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la farnt di cubi. I. pilastri vti nell interno sono riem piati di t e r r a , sicch vi possono metter radici gran-dissimi alberi ; e sono costrutti ( non altrimenti che le volte e i piatii dei terrazzi) con mattoni cotti cementati d asfalto. Per ascendere al piatto pi elevato v hanno erte scfcle, lungo le quali son disposte delle viti (i) c h e mosse continuamente da uomini a ci destinati sol* levano l'acqua dellEufrate fin al giardino. Perooch que sto fiume scorre pel mezzo della citt: ess largo uno s ta d io , e sulla sua sponda si elevano cOs ij giardino , come il sepolcro di Belo che. orb distrutto. Dicono che i l distruttore fu Serse ; ed era quel sepolcro una pi ramide tetragona costrutta di mattoni c o tti, alta ano ladio e lunga pure uno stadio per ciascun lato. Aies* Sandro erasi deliberato di riedificarla, ma essendo ira* |>nesa che richiedevi gran lavor e gran tempo (giacch soltanto a sgomberar il terreno dalle rovine avrebbero dovuto affaticarsi per ben due mesi dieci mila operai ), Don ebbe spazio da compierla, sopraffatto io un su bita dalla malattia dalla morte. Nessuno poi dj quelli he a lui succedettero pens mai a restaurare quel mot aum ento, ma insieme con quello negligeutarono anche tu tto il restante , sicch la citt and in rovina per celp in parte dei Persiani, in parte del tem po, ed aache della noncuranza in cui i Macedoni lasciarono queste cose, principalmente dopo che Seluuco Nicatorq forn di mura la citt di Seleuci sul Tigri distante da
ii) La famosa Vite dArchim ela che Strpbone altrove chiam vite egiziana. Voi. 1 1 , pag. 3 1 7 .

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Babilonia soltanto un trecento stadii. Perociocch quel principe e i suoi successori presero in grande amore questa citt e vi trasferiron la reggia. Quindi essa ora divenuta maggiore di Babilonia, la quale in gran parte deserta ; tanto che senza esitanza si potrebbe dire di lei quello che un poeta comico disse di Mega lopoli DellArcadia : Gran deserto la grande citt (i). Per la scarsezza dell altro legname le case di Babilo nia hanno i travi e i pilastri di legno di palma; e in torno a questi pilastri si attorcigliano cordicelle di giunco dipinte a vani colori. Le porte sono intonacate d asfalto, e s queste come le case sono alte. Da per tutto per mancanza di legname si veggono volte. Pe rocch il paese ignudo o coperto solo di virgulti, se non quanto vi alligna la palma, la quale cresce per la maggior parte nella Babilonia, molto anche nella Susiana, e lungo la spiaggia della Persia e nella Car mania. A Babilonia non si usano tegole, perch non vi pio ve gran fatto: e lo stesso da dire della Susiana e della Sitacene. Y in Babilonia unabitazione appartata pei filosofi nativi del paese, soprannomati Caldei, i quali per io pi sono dati allo studio dell astronomia. Ve ne sono alcuni eziandio che si vantano di possedere la genetlialogia (3 ), ma gli altri non li approvano. Oltre a questi
( 1 ) noto che Megalopoli significa grande citt. (2 ) Larte di fare gli orscopi, o di predire il futuro delle persone dall aspetto degli astri nel punto della loro generazione.

LIBRO DECIMOSESTO

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filosofi evvi anche una trib di Caldei ; e la parte della Babilonia abitata da loro vicina agli Arabi ed a quel mare che dicesi Persico. Ed anche deCaldoi astronomi si distinguono parecchie generazioni ; e chiamansi gli uni O rcheni, gli altri Borsippeni ( i) , ed altri con pi altri nomi, quasi partendoli in varie sette; le quali poi intorno a certi argomenti sostengono dogmi diversi gli uni dagli altri. I matematici sogliono ricordare alcuni di questi filosofi, come a dire Cidena, Naburiano e Sudino. An che Seleuco di Seleucia caldeo , e cosi parecchi altri ragguardevoli personaggi. Borsippa una citt sacra a Diana e ad Apollo, dove si fanno grandi lavori di lin o , e dove sono in gran numero pipistrelli di maggior mole che altrove; li prendono e li salano per cibarsene. La regione deBabilonesi circondata allofieute dai Su sii, dagli Elimei e dai Paretaceni ; al mezzogiorno dal golfo Persico e da Caldei fino agli Arabi Aliseni ; all occidente dagli Arabi Sceniti fino all Adiabene ed alla Gordiea ; al settentrione dagli A m eni e dai Medi fino al Zagrio ed alle nazioni che gli sono vicine. Tutto quel paese irrigato da molti fiumi, fra i quali sono principalissimi lEufrate ed il Tigri; perocch si crede che tra i fiumi dell Asia meridionale -questi oc cupino il secondo luogo dopo quelli dell india. Il Tigri si naviga contro la sua corrente fino ad Opi ed a Seleucia (*ed Opi un borgo dove concor rono per cagione di commercio gli abitanti di tutti i
() Dalle citt di Orcoe c di Borsippa.

S tR jbons) tom.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABOHE

luoghi circonvicini ) : e lEufrate sino a Babilonia , per ]o spanto di pi cbe tre mila stadii. Ora i Persiani are*? vano a bello studio impedita quella navigazione co* strugndo nel corso di que fiumi certe cateratte artifi ciali per tema di straniere invasioni. Alessandro invece pervenuto col ne distrusse quante p o t , e principal mente quelle che s incontravano fino ad Opi. Egli Tolse la sua sollecitudine anche ai canali : perocch lEofrate trabocca nellestate cominciando a ingrossare sul principio della primavera , quando le nevi dell Ar menia si liquefanno, sicch di necessit i campi coK tivati allintorno dovrebbero essere sommersi e conver tirsi in paludi, se il soverchio dell acque non si diver* tisse via per fossati e per canali, come suol farsi del Nilo in Egitto. Di qui pertanto nacquero nel paese di cui ora parliamo i canali. Essi poi richiedono col molta cura ; giacch il terreno profondo, molle e ce devole , facilmente strascinato dall acque che ne lascian nudi i campi ; e i canali se n empiono , e le loro bocche si chiudono, e quindi le acque sovrabbondanti tornano di bel nuovo a spandersi sulle pianure vicine al mare , facendone laghi, paludi, canneti d onde si trae materia da farne utensili dagni maniera. Alcuni di questi destinati a contener 1 acqua & intonacano d ai sfatto ; gli altri si adoperano qnaJi sono naturalmente. Di quelle canoe formano anche certi veli somiglianti a stuoie ed a graticci. Impedire intieramente si fatta innondazione non sarebbe forse possibile; ma il recarvi almeno quel soccors che si pu opera di buoni go vernatori: e il soccorro consiste nel metter ripari, sip-

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che venga a impedirsi il dannoso diffondimento dellacque, nel levar dai canali il letto morto, e nel tenerne sgomberatele bocche affinch non rigurgitino; e quanto al tener netti i canali agevol cosa; ma la costruzione dei ripari vuol lopera di molte mani. Perciocch il ter reno cedevole e molle non sostiene 1 accamalata ma teria , ma sprofondando' la trae se co , e rende sempre pi diffcile a chiudersi la bocca. E qui invece sarebbe necessaria la celerit per chiudere i canali prontamente, e non lasciare che ponto ne scorra di acqua*. Peroc-< ch questi canali in tempo d estate asciugandosi ascia gano anche il fkune, il quale impoverito dacque, non pu somministrare a suo tempo le necessarie irriga zioni, di cui ha sommo bisogno quella regione che durante la state suol essere arida ed infuocata. Non vha poi differenza se i fratti siano sommersi dalle ec cessive innondazioni, o se invece siano consumati dal larsnra. Lo stesso dicasi della navigazione dei fiumi, la quale porta seco grande utilit, e pu essere egual mente impedita dalle due cagioni predette ; sicch rie sce impossibile approfittarne se non apransi e chiudansi con opportuna prestezza le bocche dei canali per modo chessi conservino sempre una certa mezzanit, e l a cqua non possa n troppo abbondarvi, n venir manco giammai (i). Aristobulo dice che Alessandro guidando egK stesso
(i) Anche in tutto questo paragrafo in cui si parla dei canali dell Eufrate , il testo greco spesse volte guasto od incerto , e gli studii fattivi dal Letronne mi giovarono assai.

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d e lla g e o g ra fia di stra b o n e

il suo legno, visit que canali e li fece purgare dalla moltitudine ond era seguitato ; e alcune bocche feee chiudere ed altre r\e fece aprire; ed avendo conosciuto che un certo canale stendentesi alle paludi ed ai laghi situali verso 1 Arabia aveva una bocca intorno a c u i, per essere troppo molle e leggiero il terreno, ogni ope* razione riusciva difficile, e il chiuderla non era possi-; b ile, egli ne aperse.una nuova alla distanza di trenta stadii, eleggendo un luogo pietroso, al qale rivolse poi la corrente. questo egli fece anche per impedire che 1 Arabia, gi quasi un isola per L ' abbondanza delTacque, non fosse resa inaccessibile affatto dai laghi e dalle paludi; perciocch meditava di occupare.ancbe quel paese ; e gi aveva apparecchiati i navili e destinati i luoghi donde muoversi a quella spedizione ; ed aveva fatti fabbricare anche dei legni, parte nella Fenicia ed a Cipro (alcuni di questi potevano disiarsi fino allultimo pezw> , altri potvan solo risolversi in certe loro prin cipali divisioni; e tutti poi per tal modo furono tras por,tati a Tapsaco in sette stazioni, e di quivi disce sero sino a Babilonia sul fiume), e parte nella Babilonia adoperandovisi i cipressi dei hoschi sacri e dei giardini: perocch il legname in quella regione scarso, ed an che presso i Cossei pd alcuni altri popoli vicini ve n una misurata quantit. E dice Aristobulo che Alessandro addupeva per pretesto di cotal guerra , che gli Arabi soli fra tutti non gli avevano spediti ambasciatori ; ma che la vera cagione era la sua cupidigia di farsi padrone $i tutto. Ed avendo saputo che gli Arabi atjoravanp

LIBRO DBCIMOSESTO

sole divinit } Giove e Bacco (i) perch somministrano le cose pi importanti alla vita j credette di potei; es sere venerata come un terzo Dio , qualora dopo averli soggiogati concedesse loro di nuovo di godere 1 antica indipendenza. Questo pertanto fece Alessandro rispett i canali ; fece poi visitare anche le tombe dei i?e e dei grandi, le quali per la maggior parte erano dentro i laghi* Eratostene facendo menzione dei laghi ch si trovano verso lArabia dice che l acqua a cui non era data ve runa uscita se ne aperse alcune sotterra; e che per queste segrete vie portata fino ai Cel-Sirii quivi sbcca di nuovo 4 e va ne fiumi che presso Rinocolura ed il monte Casio formano i laghi e le voragini che vi si veggono* Non so veramente segli in ci dica cose cre dibili , perocch gli straripamenti dellEufrate che fanno i laghi e le paludi presso l Arabia sono vicini al golfo Persico, e listmo che li disgiunge da quello non n grande n pietrso ; sicch mlto pi probabile che le acque si >aprano da questa parte uua strada insind at m are, o sotto terra, o sulla sua superficie ; anzich percorrere uno Spazio di pi che seimila stadii attra versando un arido paese : oltre di che questo viaggio sarebbe intersecato da m onti, quali sono il Libano, lAntilibano e il Casio. Gos adunque dicono costoro (a). Ma Policleto after* ma che lEufrate non trabocca giammai, siccome quello
(i) Amano dice invece il Cielo e Bacco. (Ed. frane.) (q) Aristobulo ed Eratostene.

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che scorre per grandi pianure, e da cui alcune montagne sono distanti ben due mila stadii, altre mille soltanto, ma sono quelle de7 Cossei non molto elevate, n molto ricche di neve, e dalle quali non pu discendere al sot toposto terreno gran copia dacqua. Perocch dove quel le montagne sono molto alte rispondono alle regioni settentrionali superiori ad Ecbatana ; e quanto pi poi si accostano al mezzo giorno, pi si dilatano e si ab bassano : al che vuoisi aggiungere che la maggior parte di quellacque la riceve in s il Tigri. Ma questultima proposizione manifestamente as surda, giacch il Tigri scorre pei medesimi campi pe quli va T Eufrate ; e le altezza dei monti che diconsi cagione degli straripamenti non sono da per tutto uguali, mentre verso il settentrione si elevano, verso il mezzo giorno si allargano invece e si abbassano. La quantit della neve non argomentasi gi solamente dll altezza dei menti, ma s anohe dal clima in cui trovansi (i), quan do uno stesso monte pi nevoso nelle sue parti set tentrionali che in quelle di mezzo giorno, e le nevi du rano pi in quelle cbe in queste. Ora il Tigri nascendo nelle parti pi meridionali dellArmenia le qqali sono vicine alla Babilonia, e ricevendo in s lacqua delle ne vi fuse che non sono mai molte perch quello il fianco meridionale, non dovrebbe straripare ; mentre invece 1 Eufrate riceve 1 acque d amendne i fianchi, e non gi di un solo monte ma di parecchi, siccome abbiam
(i) 'A X a s a i T.lt k fianchi delle montagne. La postura o l esposizione dei

LIBRO DECIMO SESTO

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dimostrato nella descrizione dell Armenia. A questo s'aggiunga la lunga via cbe fa questo fiume prima nel lArmenia Maggiore e Minore, poi di quivi e dalla Gap* padocia fino a Tapsico dopo avere passato il T a u ro , dove segna il confine tra la Siria inferiore la Mesopotam ia, poi fino a Babilonia ed al luogo in ui mette foce, percorrendo in tutto uto spazio di trealaseimil stadii > M rispetto ai canali della Babilonia basti quanto si detto. 11 suolo poi produce tanto orno quanto non ae reca alcun a ltro , dicendosi che suol moltiplicare trecento volte il seminato. Tutte le altre cose necessarie al vivere le somministra la palma, cio pane, vino, aetoj m ele, farina ; oltre di ci d poi materia per lavori tessuti ; e i fabbri ardono i suoi nocchi invece di carbne^ i quali nocchi poi se meltonsi a macerare nell acqua servono a nutrimento di buoi e di pecore (t). Dicesi ansi che V ha una canzone persiana nella quale si annoverino trecento sessanta utilit che reca la palina. Rispetto all olio si valgono per lo pi di quello di ssamo, albero di cui gli altri paesi scarseggiano.
(l) T(i f i t 'pcQit tir* f i *a irftra in e

G l interpreti (dice il'L etronne) passaroDsi tutti di tradurre la voce , come se fosse un sinonimo di t Egli prova poi che potrebbe avere in questo luogo il significato di riltvttr&icf, ingrassare, lo credetti di dover accen nare questa opinione in una nota, anzich trasferirla nel testo, com egli fece. Tutti gli altri interpreti, tranne lui solo, danno a questo passo la spiegazione da me adottata. Convien per Con fessare che la voce riesce allora soverchia.

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Abbonda nella Babilonia l asfalto, intorno al quafo cosi ragiona Eratostene: Lasfalto liquido ebe chiama no nafta si genera nella Susiana; il secco e capace din durirsi nella Babilonia. La sorgente da cui si trae vi cina allEufrate ; e quando questo per lo sgelar delle ne vi si gonfia, gonfiasi anche la sorgente dell asfalto, e traboccando si versa nel fium e, dove si rapprende la sfalto in grssi pezzi che servono poi agli edifizii che si fanno di mattoni colti. Alcuni poi sostengono che nella Babilonia nasce anche lasfalto liquido. Rispetto al solido gi si detto quant esso utile principalmente al fabbricare ; e sostengono altres che certe barche di giunco tessuto, intonacate dasfalto diventano impenetra bili dall acqua. Rispetto al liquido detto nafta si raccouta questa singolare propriet, che appressato al fuo co lo attrae , e quando si avvicini al fuoco un corpo qualunque intriso di questa matria, sinfiamma. Spegner collacqua quel fuoco non sarebbe possibile: perciocch saccende anzi meglio, salvo se l acqua non sia moltis sim a: bens col fango, collaceto , collallume e col vi schio si arriva a soffocarlo ed a spegnerlo. E dic.esi.che Alessandro per farne sperienza comand che si ungesse di nafta un fanciullo in un bagnatolo, poi volte che gli si accostasse un lum e: e il fanciullo saccese, e fu vicino a p e rire, se non che i circostanti versarouvi acqua in tanta copia che prevalse alla forza del fuoco e lo salv (i).
(i) Plutarco nella vita dAlessandro, c. 33 racconta anch egli questa barbara esperienza.

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Posidonio dice che le sorgenti del nafta nella Babilo nia in parte sono bianche , in parte nere : e le prim e, dico le bianche, danno un zolfo liquido,- ed quello che attrae la fiamma : le nere producono liquido asfalto, con cui sogliono accendere le lucerne invece dellolio. Anticamente Babilonia era metropoli dellAssiria, ora invece Seleucia cos detta sul Tigri. Ivi presso un. gran borgo detto Ctesifone, il quale fu scelto dai re Parti a soggiorno nella stagione invernale , per sot trarre gli abitanti di Seleucia allincomodo di alloggiare la moltitudine degli Sciti e lesercito da cui solevano sem pre farsi accompagnare. Nella potenza dunque e nella grandezza Ctesifone si deve considerare come una cit t partica anzich come un borgo, tanta la moltitu dine eh essa contiene, tanti i pubblici lavori fattivi ese*guire dai Parti, e la copia delle cose mercantabili, e ie produzioni delle arti a quelle necessarie. Solevano poi abitarvi ! re Parti nella stagione invernale per la bout del clima ; ma la state si trasferivano ad Ecbatana neU lIrcania per lantica rinomanza di quel paese. E sicco me chiamiamo Babilonia quella regione, cos diciamo Babilonesi coloro che labitano, derivandone il nome non dalla citt ma dal territorio : e cos anche quei di Seleucia , bench nati in quella c itt , come accadde di Diogene filosofo stoico. Artemita una citt ragguardevole distante cinque cento stadii da Seleucia, andando quasi sempre verso loriente; e cos anche Sitacene, la.quale anchessa una grande e potente citt collocata nel mezzo fra Babilonia e la Ssiana, sicch andando da ^Babilonia k

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Susa tutta la strada un traverso della Sitacene. E vanno alla volta dell oriente anche le strade che da Susa conducono nelle parti mediterranee della Persia passando per lUssia, e quelle che dalla Persia si addenfrano nel seno della Carmania. Questa Carmania compresa nelle parti settentrio nali della Persia, regione assai vasta. Le sono contigue la Paretacene e la Cossea fino alle Pile Caspie, na* zioni montuose e date al ladroneccio. Alla Snsiana poi si coogiunge lElimaide, aspra anch essa ia gran parte ed abitata da ladroni : e collElimaide confinano il ter ritorio del Zagrio e la Media. 1 Cossei sono per la maggior parte arcieri, non altri* ment che i popoli montanari confinanti con lor, e vi vono sempre 6ul ladroneccio : perocch possedono un paese angusto e sterile, sicch sono necessitati a vivere dell'altrui. Quindi sono anche fortissimi, perocch tutti sono guerrieri ; donde poterono poi somministrare tre dici mila ausiliari agli Elimei quando ebbero guerra contro quelli di Babilonia e di Susa. I Paretaoeni attendono pi de Cossei alla coltura del terten o , bench non si astengano neppur essi dal ladroneccio. Gli Elimei posseggono ub paese pi ampio e pi va rialo che non quello delle nazioni predette. Coloro che abitano quella parte dovssa fertile sorto agricol tori: la parte montuosa produce soldati, per lo pi arcie ri, e com grande, cos se ne Wae anche un esercito nu meroso, tanto che il re di quel paesepossedendo una con siderevole forza, non crede di doversi mostrar soggetto

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cme fanno gli altri, al re dei Parti ; e questa ubbidien za negaronta anche ai re Macedoni divenuti padroni della Siria. Allorch dunque Antioco il Grande ( i ) si ac cinse a depredare il tempio di Belo, i barbari circonvi cini lo assalirono da s soli e lo uccisero. Dalla svento' ra di questo principe ammaestrato il re dei P a rti, sen tendo iu progresso di tempo che presso quelle genti verano ricchi templi, e vedendo che ricusavano di ub bidire, and ad assalirle con esercito numeroso e prese il tempio di Minerva e quello di Diana detto Aaara portandone via un tesoro di ben dieci mila talenti. Prese anche lungo il fiume Edifone la grande citt di Selucia che anticamente fu detta Soloce. .< Vhanno tre comodi ingressi in questo paese, lano dalla Media e dai luoghi circostanti al Zagrio attra versando la Massabatica; laltro dalla Susiana passando per la Gabiana (cos la Gabiana come la Massabatica sono provincia dellElimaide); la terza dalla Persia. An che la Corbiana poi una provincia delPEliinaide; e con questultima confinano i Sagapeni e i Silaoeni, piccole signorie. Queste siffatte nazioni stanno al di aopva della Rabi* Ionia verso loriente. Verso il settentrione abbiasi detto che v ha la Media e l Armenia: IP occidente si tro* vano l Adiabene e la Mesopotamia* La maggior parte delP Adiabene pianura. Essa una parte della Babilonia, ma con uq governo sdo pro prio ; e in certi siti contigua all Armenia, Perocch i
(i) Ci accadde 187 anni prima dell E. V. .

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M edi, gli Armeni ed i Babilonesi sono i tre pi grandi popoli di quella regione, ed ebbero fin dal principio questa usanza, che secondo le occasioni si assalivan l un l altro, poi facevan pace di nuovo} e in questo costume durarono finch venne la signoria dei Parti. Questi poi son divenuti padroni dei Medi e dei Babilo* n esi, ma non mai degli Armeni: perocch sebbene li abbiano spesse volte assaliti, non poterono mai soggio* garli intieramente 3 e Tigrane fra gli altri oppose loro fortissima resistenza , come si disse nel trattare la sto ria dArmenia (1). Tale pertanto l Adiabene, i cui abitanti si chiamano anche Saccopodi. Della Mesopotamia poi e delle nazioni che abitano al mezzogiorno parleremo appresso, dopo aver prima brevemente riferito ci che raccontasi sui costumi degli Assirii.. . In generale le costumante degli Assirii somigliano a quelle dei Persiani : questo poi hanno di particolare, che a ciascuna trib prepongono coin capi tre umini prudenti, i quali conducono nel cospetto della moltitu dine le giovani da m arito, poi ne fanno gridare il no* me da un banditore, incominciando sempre da quelle alle quali vien posto un prezzo maggiore. Cos si fanno le nozze. Ogniqualvolta poi marito e moglie hanno fra loro commercio, ciascuno levandosi dal letto abbrucia dei profumi in disparte dallaltro, e tutti e due di buon mattino si lavano prima di toccare veruna suppellettile: perciocch hanno in costume di lavarsi dopo quellalto non altrimenti che dopo avere toccato un cadavere. (1) Nel libro xi. '

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A tulte le donne babilonesi per non so quale oracolo ordinato di meschiarsi con uno straniero, venendo a tal uopo ad un sacrario di Venere con servi e con nu meroso corteggio (i), ornate con una corona di cordi cine. Il primo cbe arriva mette sulle ginocchia della donna quanto argento a lui pare conveniente, condottala lontan dal sacrario si meschia con lei t e quell* argento si considera come sacro a Venere. I tribunali degli Assirii sono t r e , l uno degli uomini che hanno gi oltrepassata l et della milizia ; 1 altro dei pi illustri ; 1 altro dei vecchi, oltre quello istituito dal Re. E ufficio del primo il dar marito alle fanciulle, e il giudicare le cause d adulterio; il secondo giudica dei furti; i l terzo delle violenze. Sogliono esporre gli ammalati ne1 crocicchj, e inter rogare i passeggieri, se sanno indicare alcun rimedio a quella infermit : e nessuno tanto malvagio, che ab battendosi a passarvi non suggerisca quanto crde che possa giovare. II loro abito una tonaca di lino che discende gi fino ai piedi, e sopravi un abit bianco di lana. Usano avere capegli corti ; il calzare somiglia ad un embada (ut). Portano tutti un anello ed un bastone, non semplice, ma ragguardevole, in cima al quale sta
(i) Erodoto dice, c o i t i naturale, che questo corteggio lo avevano soltanto le pi ricche. (Edit. frane.) (a) Il fjarcher citando Giulio Polluce dice che l ' embada so-, migliava ad un piccolp coturno : r it

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un pom o, o una rosa od un giglio o qualche altra csa siffatta. Sogliono poi ungersi con olio d i sesamo. Piangono i morti come fanno gli Egizii ed anche molti altri popoli; e li seppelliscono nel mele dopo averne spalmalo il cadvere di cera. Tre delle loro trib mancano di grano, perch abitano luoghi paludosi ; perci sogton nutrirsi di pesci e vivono alla maniera dei Gedrosii. La Mesopotami fu denominata cosi perch giace fra l Eufrate ed il Tigri. Il Tigri poi le cinge soltanto il fianco orientale; lEufrate loccidentale e il meridionale; al settentrione le sta il Tauro che disgiunge gli Armeni dalla Mesopotamia. Lo spzio maggiore onde sono di visi l uno dall altro cotesti fiumi presso i monti; e potrebb* essere di due mila e quattrocento stadii come quello che fisse Eratostene trovarsi da Tapsaco dovera anticamente il ponte (gt&yf**) dellEufrate, a quel luogo dove Alessandro attravers il Tigri. 11 minore intervallo poi fra questi due fiumi di poco pi che duecentq stadii presso Seleucia e Babilonia. Il Tigri attraversa il lago detto Toniti quant esso largo, e pervenuto alla riva opposta si precipita sot terra destando gran rombo e gran vento. Corre quindi per Lungo tratto invisibile , poi di nuovo risorge non molto lontano da Gordiea. E con tanto impeto attra versa il lago predetto , che al dir di Eratostene, ben ch il lago sia salato e poco pescoso, in quella parte dove passa il fiume 1 acqua si trova dolce e piena di pesci. La Mesopotamia si va a poco a poco restringendo

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nella sua lunghezza, ed in certo modo somigliante ad una nave. La maggior parte delta sua periferia for mata dallEufrate. Il tratto da Tapsaco fino a Babilonia, come disse Eratostene, di quattromila e ottocento stadii ; e quello dal Zeugma di Commagene , dov1 il il princpio della Mesopotamia, fino a Tapsaco non minore di duemila stadii. Quella parte della Mesopotamia che va lungo i monti abbastanza fertile: e quella porzione ch lungo IEu-k frate tra il nuovo Zeugma della Commagene e quello antico di Tapsaco, occupata da quei popoli che t Macedoni denominaron Migdoni. In cotesto tratto di paese i situata Nisibi (denominata essa pure Antiochia della Mi'gdonia ai piedi del monte Masio ) , ed anche Tigranocerta. Vi sono inoltre i territori! di Carra e di Niceforto, e Cordiraza e Sin na c a , nella quale Crasso in o ri, preso ad inganno da Surena generale dei Parti. Vicini al Tigri sono i luoghi de Gordiei delti Car daci dagli antichi: le loro citt sono Sarasa, Sitalca, P inaca, castello fortissimo con tre colline , ciascuna delle quali cinta d nn muro suo proprio, sicch ren dono imagine di tre citt. Nondimeno il re d Armenia l ebbe soggetta, e i Romani la presero a forza; con- tuttoch i Gordiei fossero architetti di gran valore, ed esperti nel costruir macchine di guerra, sicch di loro si valse anche Tigrane. Anche il restante della Mesopotamia venne in poter dei Romani. Pompeo poi ne assegn a Tigrane la mag gior parte, e propriamente lat migliore. Perciocch questo paese abbonda di pascoli e di piante dogni m anica \

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sicch produce anche alberi sempre verdi, e P amomo che va fra gli aromi. Vi si trovano anche leoni, e pr* duce il nafta e la pietra gangite da cui soglioa fuggire i serpenti (i). Dicesi che Gordi figliuolo di Trittolemo popolasse la Gordiene, dove stettero poi anche gli Eritrei che i Persiani scacciarono dalle proprie loro abitazioni. Ma di Trittolemo noi terremo discorso ben tosto nel parlar della Siria. Le parti della Mesopotamia inclinate al mezzogiorno e lontane dai monti sono aride e sterili. Le posseggono gli Arabi Sceniti, uomitii che vivono di ladroneccio e di pastorizia, e facili a tramutarsi da luogo a luogo, quando o i pascoli o la preda vengano meno. A coloro pertanto che stanno in vicinanza dei monti accade di essere infestati e da questi Sceniti e dagli A rm eni, i quali abitano in luoghi pi elevati e maggioreggiano per forza sopra di loro : insomma essi vivono il pi del tempo soggetti od ai popoli gi mentovati od ai Parti che loro stanno dai fianchi possedendo la Media e la Babilonia. Fra PEufrate ed il Tigri scorre un altro fiume detto reale (2), ed un altro verso P Antemusia denominalo Aborra. I mercatanti che dalla Siria vanno nella Se* leucia e nella Babilonia , viaggiano attraverso certi Sce*
(1) Plinio d a questa pietra il nome di Gagates lapis. (2) Era questo un ramo dell Eufrate che andava a Ctesifone detto dagli Assirii Nearmalca, cio fium e naie. Ne parla Aro* niiano Marcellino, lib. xxiv , c. 2 e 6.

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niti detti ora Malti ; e fanno il tragitto dell Eufrate presso ntemusia luogo della Mesopotamia. Trovasi al di l del fiume, alla distanza di quattro scheni, la citt di Bambice detta anche Edessa e Jerapli, dove ha culto Atargati, siriaca divinit. Valicato poi il fiume, la strada va pel deserto fino a Sceni ragguardevole citt, situata verso i confini delia Babilonia lungo un canale, e distante il viaggio di ven ticinque giorni dal luogo dove si passa PEufrate. Sono su quella via alcuni alberghi aperti da custodi di cam melli ; gli uni abbondano d acqua, e principalmente d acqua raccolta in cisterne; gli altri somministrano acqua col d altronde portata. Gli Sceniti lasciano in pace i mercatanti ponendo un moderato tributo sulle loro m erci, pagato il quale essi evitando la strada che va lungo il fiume, e lasciandola a destra quasi Io spazia, di tre giorni di via, possono attraversare il deserto.* Perocch i capi delle trib abitanti le due sponde del fiume, possedendo un paese non fertile ma pur meno sterile degli a ltri, si sono fatta ciascuno una partico lare dominazione , e ciascuno esige un tributo che non suol essere moderato : giacch in tante e cos fatte po polazioni sarebbe difficile stabilire un tributo comune a vantaggio dei mercatanti. Sceni poi distante da Seleucia diciotto scheni. Il confine della dominazione dei Parti lo costitui scono PEufrate e la sua sponda orientale : il paese al di qua fino alla Babilonia posseduto dai Romani e dai capi delle trib arabe, i quali obbediscono di prefe renza od ai Parti od ai Rom ani, secondoch sono pi
* Strabone

tom. V.

i3 o

d e ll a , g e o g r a f ia

d i strabone

vicini a questi od a quelli Del retto men voleutieri obbediscono ai Romani gli Sceniti nomadi situati luo go lEilfrate; pi facili invece allobbedienza sono i pi lontani da quel fiume verso lArabia Felice. I Parti da principio ebbero desiderio dell amicitia dei Romani, ma pei respinsero Crasso quando comin ci contro di loro la guerra. Essi medesimi poi furono alla loro, volta battati allorch pigliarono larmi ai danni di Roma e mandarono nellAsia Pacoro... (i). Antonio fidandosi al consiglio! dellArmena (3) fa tradito, e com batt infelicemente. Fra ate che gli successe fu tanto desideroso dellamicizia di Cesare Augusto, che glinvi i trofei innalzati dai Parti colle insegne tolte ai Ro* mani ; e chiamato a colloquio Tizio, allora governatore della Siria, gli consegn, come ostaggi quattro suoi figli legittimi Saraspade, Cerospade , Fraate e Boone eoa due loro moglie quattro figlinoli. Temendo le ribellio ni che alcuni gli macchinavano c o a tro , e sapendo che
. (1) Pacoro fece la sua spedizione nella Siria 5 cos dicono tutti gli storici ; e cosi dice poco dopo anche Strabone : ma non per questo deve credersi che qui invece di Asia si debba leggere Si ria. II nostro Autore abbraccia qui la spedizione di Pacoro e tutte le operazioni onde fu accompagnata, e congionge net suo pen siero Pacoro e Labieno che resero i Parti padroni dell A sia , cio della Siria e dell Asia Minore. 11 Letronne. che f* questa osservazione cita alcuni passi di Strabane stesso da cui la sua opinione & convalidata , ed aggiunge anche Giustino ove dice : Pacoro duce, inila cum Labieno socielate Syriam et Asiana vastavere Orodes pater Paeori, qui paullo ante vastatam Syriam , occupatam Asiam a Paftkis audierat ec. (1) Fu costui Artavasde re d Armenia. V. life. *(.

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niuno riuscirebbe ad abbatterlo se noA avesse da sosti tuirgli qualcuno della schiatta degli Arsacidi pel grande amore dei Parti verso quella famiglia, pens di rimo: ver da s i figliuoli per tgliere cos a suoi nemici la speranza che forse sopra quelli fondavano.{Quelli per-; tanto de suoi figliuoli che ancora gli sopravvivono in Roma sono a pubbliche spese regalmente odorati : e i re suoi successori continuarono poi sempre a mandarti ambasciate e a tener colloqui coi governatori roihaui. C A P O II.
D dla Siria in generate. Commagene. Seleucia. Antiochia a D ctfhe. O rontt. C im tlica . Disposatone i Antiochia. Apamea, Ribellione d i T tifone. Catodica. Costa della Seleucide. Costa della Fenicia fino a . Tiro. Cele-Sia. Costa della Fenicia da B ibti fino a Sento. Dtbhascena. Sidone e Tiro. < A lcuni Jm otheni, Continuazione iltUu Fenicia fino a Rinocolura. Giudea.

La Siria verso il settentrione limitata dalla Cilicia e dall Amano, e quel fianco dal golfo d Isso fino al Zeugma della Commagene lungo aimenp iptlle e qual* trocento stadii ; verso l oriente dall Eufrate e dagl* Arabi Scenili al di qua di quel fiume ; al mezzogiorno dallArabia Felice e dallEgitto ; alloccidente dal mare egizio fino ad Isso. Le parti che noi le assegniamo co* Blindando dalla Cilicia e dallAtnaoo, Sono la atntna* g ene, la cos detta Seleucide di Siria, poi la Cele-Siria, e finalmente la Fenicia lungo la spiaggia, e la Giudea dentro terra.

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Alcuni dividendo tutta la Siria ira i Cele-Sirii e i F e nici!, dicono che a questi due popoli ne sono frammisti quattro altri, i Giudei, glIdumei, i Gazei e gli Azotii; dei quali poi i Sirii ed i Cele-Sirii sono agricoltori, e mercatanti i Fenici!. Questo dieono in generale. Di scendendo poi alle parti di quella regione, la Commagene piccola; ha una citt munita detta Samosata dove fa gi la reggia; ora capo di provincia (i). Din: torno le sta un territorio molto fertile, ma angusto. Quivi ora il Zeugma dellEufrate. Dirimpetto sta Se leucia fortezza della Mesopotamia aggiunta da Pompeo alla Commagene, e nella quale Tigrane fece morire Cleopatra soprannomata Selene, dopo averla tenuta rrachiusa per qualche tem p o , allorch fu cacciata dalla Siria (). La Seleucide poi la migliore delle parti menzionate; e si chiama, ed infatti Tetrapoli, rispetto alle |M<mcipaU citt che vi si trovano : poich le citt sop0 W pi numero, ma quattro sovrastanno alle altre, e sono Antiochia Epidafhe, Seleucia di Pieria, Apamea, e Laodicea. Queste citt furono anche dette sorelle per la loro concordia. Le fond Seleuco Nicatore dando il nome di suo padre alla pi grande, il suo proprio alla pi fo rte, ad Apamea quello di Apama sua mo glie, a Laodicea quello di sua madre. Conformemente
(i) Il Letronne dice soltanto : o toil autrefois la risdence royale , come se il suo testo non avesse le parole >3 *

y'tymt.
(a) Cleopatra Selene o L una, vedova di Antioco, erasi ado perata per escludere Tigrane. dal trono. ( Casaub.)

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ad una Tetrapoli la SeJeucide fa divisa in quattro sa* trapie, al dire di Posidoaio ; e cos anche la Cele-Siria. La Mesbpotamia ne costituiva una sola (i). , E poi la citt dAntiochia una Tetrapoli anch essa siccome quella che si coqipone di quattro parti cireondate tutte insieme da una cinta comune , e ciascuna da un muro suo proprio. La priora di queste parti fa popolata da Seleucq Nicatore che vi trasport gli ahi* .tanti di Antigonia, fondata ivi presso da Antigono di Filippo non molto prima: la seconda la fond la mol titudine stessa degli abitanti: la terza Seleuco Callinico: la quarta Antioco Epifane. Questa citt la metropoli della Siria, e quivi fu stabilita la reggia dei dominatori di quel paese ; e cos di potenza comp di grandezza di poco rimansi addietro da Seleucia sul Tigri da Ales sandria d'Egitto. Quivi Seleuco Nicatore ridusse insie me anche i discendenti di Trittolemo di cui bo fatta .menzione pocanzi (a) ; per che poi gli Antiocheni ono rano Trittolemo come un eroe, e ne celebrano la fe sta sul monte Casio presso Seleucia. Dicono eh egli spedito dagli Argivi alla ricerca dio quand essa pri mamente disparve da T iro , err per la Cilicia: quivi alcuni de suoi compagni, disgiuntisi da lui, fondarono T a rso ; e gli altri dopo Averlo seguitato per la susse guente spiaggia, disperati finalmente di buon successo
(i) II Dome di Mesopotamia (dice il Letronne) senza dub bio Un errore de copisti. L editore dei frammenti di Posidonio legge invece Commagene. ' (a) Vedi pag. ia8 di questo volume.

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si fermarono insieme con lui sulla spiaggia del fiume Oronte. Gordi poi figliuolo di Trittolemo pigliati seco alcuni dei compagni del padre si trasfer nella Gordiea (r): i discendenti degli altri diventaron col tempo concittadini, degli Antiocheni. Quaranta stadii pi oltre situata D afne, borgo mezzanamente grande 5 con nn bosco ampio e folto irrigato da fontane correnti, e nel mezzo un sacrario per asilo, ed un tempio dApollo e di Diana, in cui scw gliono convenire gli Antiocheni ed i popoli circonvi cini: La circonferenza del bosco di ottanta stadii. Vidino a Dafne scorre il fiume O ro n te, il quale ha le sue sorgenti nella Cele-Siria, poi andato alquanto sotterra, inette fuori di nuovo la S D a> corrente, e attra versato il paese degli Apamei progredendo verso An tiochia , dopo essersi avvicinato a questa citt, se ne va al tnave presso Seleucia. Questo fiume che prima si chiamava Tifone mut il nome in quello di O ronte, pigliandoli da colui che vi costrnsse un ponte : e quivi si crede avvenuto quanto raccontasi del fulminato Tifo o ee degli Arimi di ehe noi parlammo gi prima. Dicoqo pertanto che il; serpente Tifone colpito dal fulmine e datosi a fuggire in cerca don nascondiglio, impresse nn solco nel terreno che fa poi il letto del fiume che scatur dr sotterra ed ebbe il suo none Dalla parte delloccidente v'ha il mare al disotto del territorio d Antiochia verso Seleucia, e in quello mette foce l Oronte a quaranta stadii da Seleucia e cento venti da Antiochia.
(i) La parte pi selleutrionale dell Asdirla, ora Kurdistan.

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Dal mare a d Antiochia si risal navigando pel corso d ona giornata. All oriente poi eP Antiochia troVansi 1 Eufrate , le piccole citt di Bambice, Bere ed Eraclea signreg-* giate un tempo d Dionigi figlinolo di Eracleone. Ed Eraclea dittante venti stadii dal tempio di Minerva Cirrestide. Quinci innanzi fino all Auliochide seguita la Cirrestica : dalle parti settentrionali ha vicino 1 Amano e la Commagene con cu* si conginnge la Cirreslica che, fin col si distende. Quivi la citt di G indaro, rocca della Cirrestica, ottima a favorire il ladroneccio; e poi un certo luogo dett Eraeleo. Terso questi siti da Veti* tido fu sconfitto- P a c o ro , il maggior figliuolo del te. dei P a rti, allorch invase la Siria. A Gindaro Contigua Psgra (i) dellAntiocbide, luogo forte situat lungo la strada ohe attraversa P Amano d va dalle Pile Amnidi nella Siria. Sottoposta a Pagri ia pianura antioehese per ls quale sdorrono P A *-* ceuto, POronle e i Labota : e in questa pianura tro* vasi il fosso di Meleagro e il fiume Ehp&ra., salta, cu sponda Tolomeo Filometofe mori di furila dopo aver vinto i battaglia Alessandro Baia. Si* questa pianura medesima domina poi un colle detto Trapezonte a mo tivo della sua figura; e quivi citiball Vestidio contro Nicate (a) condottiero dei Parti. '
(i> Pagea situata al di sopra dAatiochia patta a s ta n ti! acme di Bagr* : e poioh essa' fu vicina a Gii*dflro, fa credibile che quest ultima foetexaa corrispondesse a quella cbe Turchi dissero poi Derbesek. (G.) (a) Nicate senza dubbio erronea lezione. 11 Lelronne adotta

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Chi va da questi luoghi al mare trova Selettcia e il monte di Pieria, e contiguo a questo P Amauo, e la citt di Roso () posta fra Isso e Seleucia. Questullima si chiam un tempo Idatopotami: ed una fortezza ragguardevole, e una citt inespugnabile, sicch Pompeo la dichiar libera dopo avervi rinchiuso Tigrane. Al mezzogiorno degli Antiocheni situata infra terra la citt dApamea : dallo stesso lato di Seleucia stanno il monte Csio e lAnticasio^ e pi innanzi ancora dopo la citt di Seleucia si trovano le foci dellOronte. Vie* ne appresso il Ninfeo, eh un antro sacro ; poi il Casio ; quindi la piccola citt di Posidio ed Eraclea. Dopo questi luoghi Laodicea, bellissima citt fon* data lungo la spiaggia del mare con buon porto e ter ritorio abbondante di vino, oltrech ricco dogni altra produzione. Essa fornisce agli abitanti di Alessandria la maggior parte del vino, avendo quasi tutto pieno di viti il monte da cui dominata fino alla cima. Dalla parte di Laodicea innalzandosi il monte con poco senibil pendio, il suo vertice riesce molto lontano d a , quella citt ^ talch per ascendervi necessario il viag gio d un giorno : ma sul territorio d Apamea inve ce ergesi quasi a perpendicolo. Molto nocque a Laodi*
quella di Fornicale , trovatala (dice) in quasi tutti i manoscritti. II Coray legge invece Farnapate come trovasi in Dioa Cassio dov egli parla di questa battaglia, lib. xlVih, c. 4 1' (i) Osserva il DuThe'U che Strabone altrove (lib. xiv) mostra di assegnare alla Cilicia la citt di Roso> mentre qui invece lat* tribuisce alla Siria ; e si persuade perci chella Casse proprio sul confine di queste due regioni.

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cbS Dolabella quando vi si rifugi; perciocch vi fu asse* dialo da Cassio fino alla morte, e fu cagione che molte parti di quella citt rovinassero poi insieme con lui (i). Nel territorio dApamea trovasi anche una citt molto fo rte , siccome quella che consiste in una collina che s eleva dal mezzo della pianura, tutta murata all1in torno, e fatta penisola dall O ran te, da un gran lago cbe le sta into rn o , e da ampie paludi. Vi son altres praterie di straordinaria grandezza, da nutrirvi buoi e cavalli. Per questa circostanza quella citt assai forte ; e fu nominata anche Chersoneso ( o Penisola ). Ha poi abbondanza di territorio fertilissimo, irrigato dall Oronte con tortuosa corrente. Quivi Seleuco Nicatore e gli altri antichi re solevan nutrire i cinque cento loro elefanti, e la maggior parte delle milizie. Una volta si diss anche Pella sotto i Macedoni, per* ch i pi de Macedoni concorsi alla spedizione del lAsia vi si posero ad abitare; e Pella patria di Filippo e di Alessandro era divenuta quasi metropoli della Ma* cedonia. Quivi ancora facevansi le rassegne degli eser citi , e si tenevano le razze dei cavalli, composte di ben trenta mila puledre e trecento stalloni. E final mente vi si tenevano addestratori di cavalli, maestri d arme, ed altri stipendiati maestri di militari esercizi!. L a potenza poi di questa citt fatta manifesta dal*

(t) Dolabella quando disper di poterai difendere, si uccise o si fece uccidere da una delle sue guardie. Cassio poi saccheggi i tem pli, pun i principali cittadini e ridusse la citt a pessimo partito. (Ed. frane.)

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

laltezza a cui pervenne Trifone soprannomato Diodotoj e Tessersene egli valuto come di piazza darme per assalire il regno dei Sirii (i). Costui nato aC assiana, fortezza nel territorio di Apamea, fu educato in que st ultima c itt, e raccomandato al re del pari ebe a suoi cortigiani. Quando cominci a far novit, trasse il necessario all impresa da Apamea e dalle citt cir costanti , come a dire Larissa, Cassiana, M egara, Apollonia ed a ltre , le quali tutte erano dipendenti da Apamea \ ed egli si proclam re di quel paese, e per molto tempo si conserv quel grado. Anche Cecilio Basso capo di due legioni avendo fatto ribellare Apa mea , bench vi fosse assediato da due grandi eserciti rom ani, pot resistere per lungo tem po, n si ar rese se non volontario, dopo avere ottenute quelle con dizioni eh ei volle. Perocch il territorio provvedeva abbomdevolmente del necessario il suo esercito, e lo giovavano come alleati i vicini capi di trib (a) padroni di luoghi assai forti. Uno di questi luoghi era Lisin al disopra della palude vicino ad Apamea, ed un altro era Aretnsa, soggette a Sampsiceramo ed a Giamblico sh o figlio, tutti e due fblarchi degli Emesenii. Non sono (ontano da Apamea n anehe Eliopoli e Caleide soggette a Tolomeo figliuolo di M enneo, ebe possedeva il Marsia e il territorio montuoso degl Iturei (3).
() Trifone fa poi assediato in Apamea, preso e messo a morte i 38 acini prima di Ges Cristo , dopo tre anni di regno. (s) Letteralmente Fnlarchi.
(3) Questo Tolomeo era principalmente padrone di Caleide ar

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Uno degli alleati di Basso fu anche Alchedamo re deRambei, popolazione nomada al di qua dell'Eufrate. Costui fu prima amico dei Romani, ma tenendosi poi ingiuriato da alcuni governatori, si ritir nella Meso* potamia e si fece stipendiato ausiliare di Basso. In Apamea nacque PosidoniO, il pi erudito filosofo de nostri giorni. Col territorio d Apamea confinano alloriente la Parapotamia soggetta ai fularchi arabi , e la Calcidica la quale comincia dal monte Marsia : dal lato del mez zogiorno il palese confinante con quel dApamea appar tiene per la maggior parte a popoli Soeniti somiglianti ai nomadi della Mesopotamia. Quanto pi questi popoli si avvicinano alla Siria, tanto pi s inciviliscono, e manco somigliano agli rabi ed agli Sceniti, reggendosi con meglio ordinati governi. Tali sono Aretusa signo reggiala da Sampsicerarno, Temella soggetta a Gambaro , ed altre signorie siffatte. Tale la parte interiore della Seleucide. La spiaggia che rimane partendosi da Lsodicea quale ora dire mo. In vicinanza di Laodicea stanno le piccole citt di Posidio , Eracleone e Gabala. Quivi gi comincia la spiaggia degli Aradii, dove sono P alt , Balanea e Ca reno , arsenale marittim dA rado, fornito anche d'un piccolo porto. Appresso vengono Enidra e Marato citt
piedi del Libano. Pompeo stava per movere contro di lu i, ma lo distolse dall im presa, donandogli mille talenti, sicch poi conserv sino alla morte i suoi possedimenti , ed anzi li la sci al proprio figliuolo Lisania. Il monte Marsia era uuo dei rami dell Antilibano.

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DELL* GEOGRAFIA DI STRABONE

antica de Fenici! (ora distrutta, e gli Aradii se ne di visero il territorio ) \ poi il paeste detto Simira. A questo seguitano Ortosia e il fiume Eleutero, ebe alcuni considerano come il confine della Seleucide verso la Fenicia e la Cele-Siria. Arado sta innanzi a una certa spiaggia aspra ed im portuosa fra il suo proprio arsenale marittimo e Marato, distante venti stadii da terra. Ed uno scoglio circon dato dal mare con sette stadii di circuito, pieno di abi tazioni , e si copioso di gente, ebe anche oggid le case sono di molti piani. Fondaronla, per quanto si d ice , alcuni esuli di Sidone. Gli abitanti prowedonsi d acqua o raccogliendo in cisterne la pioggia, o facen dola venire dal vicino continente. In tempo di guerra poi attingono acqua nel canale a poca distanza dalla c itt , dov hanno una copiosa sorgente. A tal uopo dalla barca destinata a codesto ufficio calano capovolto nella fontana un recipiente di piombo d ampia bocca che vien sempre pi restringendosi verso il fondo dov nn picciol foro. Intorno a questo fondo strettamente attaccato un tubo o , se cos vogliam dire, un piccol o tre , o qualcosa consimile, dove si raccoglie 1 acqua che ascende pel recipiente. Da principio quest acqua salata, ma dopo qualche tempo comincia ad attin gersi pura e buona da bere : quindi ne raccolgono in vasi quanta ne hanno bisogno, e la portano seco nella citt. Anticamente gli Aradii erano governati da un re loro p roprio, non altrimenti che ciascuna delle altre citt dei Fenicii ; ma poi i Persiani, i Macedoni ed ora i

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Romani li ridussero alla presente condizione. Gli Aradii pertanto insieme cogli altri Fenicii ubbidivano in qua lit di amici ai re della Siria ; ma quando vennero a discordia i due fratelli Callinico Seleuco ed Antioco soprannomato Jerace (i), fecero un trattato, che potes sero ricevere quanti del regno andassero a ricoverarsi appo lo ro , con questa condizione di non doverne con segnare nessuno a suo dispetto, n permettere che nes suno pi si partisse da loro senza la permissione del re. Di qui veanero loro grandi vantaggi ; perch non furono gi persone del volgo che cercarono asilo presso di lo ro , ma bens quelli ai quali erano stati commessi grandissimi ufficii, e che perci temevano un estrema vendetta. Costoro dunque ospitalmente accolti consi deravano gli Aradii come benefattori e salvatori, e ne conservarono gratitudine, principalmente allorch si ri condussero alla patria. E di qui avvenuto che quei dArado simpadronissero di una gran parte della spiag gia della quale sono in possesso anche oggid } e chef ia tutto il resto le cose loro andassero prosperamente. Aggiunsero inoltre a questa loro buona fortuna la pru denza , I amore della fatica e lo studio delle cose ma rittime : ma bench vedessero i Cilicii loro vicini dati all esercizio della pirateria, non vollero punto acco munarsi con loro in quella usanza. Dopo Ortosia e il fiume Eleutero Tripoli che ri cevette questo suo nome dallessere fondata da tre citt, T ir o , Sidone ed Arado : e contiguo a Tripoli il
(i) Ci accadde 243 anni prima dell E. V.

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SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

promontorio Teoprosopo (i) nel quale finisce il monte Libano. Nello spazio frapposto si trova un picciol sito detto Triere. Due catene di monti quasi paralleli formano la cos detta Cele-Siria, e sono il Libano e lAntilibano. Tutte e due queste catene cominciano a poca distanza dal ma re; il Libano verso Tripoli e Teoprosopo; lAntilibano verso Sidone. Finiscono vicino ai monti d Arabia al di sopra della Damascena, ed ai cosiddetti Traconi, in colline coltivate e assai fertili Queste catene di monti lasciansi sello spazio interposto una valle larga presso la sponda del mare duecento stadii, e lunga circa il doppio dal mare andando nellinterno del paese. Questo poi fertile ed abbondante di ogni produzione, ed irrigato da fiumi, il maggior dei quali . il Giordano t ha inoltre un lago che produce il giunco aromatico e canne. Vi sono eaiandio paludi; il lagosi chiama Gennesaritide (a) e pr* duce anche il balsamo. Uno dei fiumi predetti il Crisori oa. Esso ha il suo principio dalla citt di Damasco, e si disperde quasi tutto in varii canali, siccome quello che scorre per un terreno ampio e molto assorbente. Tanto poi il Lieo quanto il Giordano li risalgono gli Ardii con navi cariche di mercatanzie (3).
(1) Teoprosopo letteralmente tradotto significherebbe fro n it o faccia di Dio : ed quel Capo su cui ora trovasi un luogo detto Capoga. (G.) (2) Fu detto anche lago di Tiberiade da una citt fondata sotto Tiberio da Erode Anlipa. (5 ) 11 Letronne considerando le inesattezze di questa descri zione coochiude che Strabone non vide questa parte della Siria,

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La prima pianura partendosi dal mare chiamasi Maera o Macrapedio; dove Posidonio racconta di avere veduto morto quel drago la cui lunghezza era poco meno d un pletro ( i ) , e la grossezza era tale che due cavalieri standogli dai lati non si potevan vedere l un r altro : nella gola aperta avrebbe potuto entrare un uomo a cavallo, ed ogni squamma della pelle vinceva in ampiezza uno scudo. Dopo la pianura detta Macra evvi quella che nomasi M arsia, nella qual sono alcune parti montuose , per esempio Caleide che pu esserne considerata come la cittadella. 11 principio di questa pianura Laodicea presso il Libano. Tutte le parti montuose le posseggono gl Iturei e gli Arabi, uomini di mala vita: quelli che stanno nelle pianure sono agricoltori; i quali poi vessati d& quei prim i, di quando in quando abbisognano di qual* ebe difesa, e si valgono de luoghi naturalmente forti come piazze d armi. Cos quelli che abitano il Libano posseggono sull alto del monte, Sinna, Boi-rama ed al* tri siffatti luoghi murali 4 ed al piano, B otri, G igarto, le caverne sulla sponda del m are, e la fortezza che s'innalza sul promontorio Teoprosopo. Tutti questi luo* gbi poi furono distrutti da Pompeo dopo avere corso e soggiogato Biblo e Berito che le tien dietro, le quali stanuo fra Sidone ed il Teoprosopo.
e fu tratto in errore dalle notizie che gliene vennero date. Egli trasporta nella Cele-Siria la Giudea cosuoi laghi e cosuoi fiumi, oltre di che confonde la Cele-Siria propriamente detta colla Cele* Siria presa in pi ampio significata. (1) Cento piedi.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

La citt di Biblo, reggia di C iairo, sacra ad Ado* ne. Pompeo la fece libera dopo aver fatto tagliare la testa a Ciniro che la tiranneggiava. Essa posta sopra unaltura a poca distanza dal mare. Dopo Bibio sono il fiume Adonide, il monte Glimace e Palebiblo (i) ; quindi il fiume Lieo e poi la citt d Berito. Questa fu distrutta da Trifone; ma la rialzarono poi i Romani, e ricevette due legioni postevi ad abitare da Agrippa, che le assegn altres molta parte del Mar sia sino alle sorgenti; dell Oronte , le quali si trovano in vicinanza del Libano, del Paradiso e del Castello d Egitto verso il territorio di Apamea. Tali sono adun que i luoghi lungo il mare. Al di sopra del Marsia trovansi la cos detta Valle Reale, e la Damascena, paese celebratissimo. Anche Damasco nna citt ragguardevole, e fu quasi la pi illustre di tutte al tempo della dominazione persiana (2). Dopo Damasco s incontrano le due province dette T raconi, e verso certi luoghi abitati da Arabi e da Iturei mescolatamente, sono alcuni monti poco acces sibili, con profonde caverne. Una di queste pu con tenere ben quattro mila uomini nelle frequenti scor* rerie che gli abitanti faQno sopra i Damasceni. 1 bar bari dordinario rubano i mercatanti che vengono dall Arabia Felice: ma ora questo male meno frequente,

(1) Cio : P antica Biblo. (2) K*rt tx nspiiix.it. Alcuni tradussero vicina alla Persia; ma il Letronne osserva che in questo senso la frase non sarebbe di buon greco.

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dacch furono dispersi i ladroni compagni di Zeno* d o ro (i) per la buona amministrazione dei Romani, e col soccorso delle milizie stanziate nella Siria. T utto pertanto il paese posto al di sopra della Seleu* cide e stendentesi fino all Egitto ed all Arabia chia masi Cele-Siria ; ma pi propriamente quello a cui ser* vono di confine il Libano e l Antilibano. Del rima nente, la spiaggia che va da Ortosia fino a Pelusio di* cesi Fenicia; ed & uno spazio angusto lungo il mare:, e al di sopra di questa il paese dentro terra fra Gaza e 1 Antilibano sino agli Arabi dicesi Giudea. Poich dunque, noi abbiamo trattato della Cple-Siria propriamente detta, ci faremo ora a parlare della Fe nicia, della quale gi abbiamo toccati i luoghi posti fra Ortosia e .Berito. A circa quattrocento stadii da Berito situata Sidone , e nello spazio frapposto trovansi:ilfiume Tamira, il bsco di Esculapio e Leontopoli. Dopo Sidon 8incontra la pi grande e pi antica citt della F enicia, T iro; emula di Sidone stessa per ampiezza, gloria ed antichit celebrata da molte favole. I poeti dir vero parlarono assai pi di Sidone, ed Omero non fa n ancbe menzione di Tiro : ma le colonie fondate da questa citt nella Libia e nell Iberia sin fuori delle Colonne la rendono molto pi illustre. Del resto tutta e due sono famose e splendide fra gli antichi del pari che fra i moderni, e si contendon fra loro qual delle due si debba dire metropoli dei Fenicii (a).
(i) Ne parla Giuseppe Flavio nel lib. i, ( 3) Presso Isaia (cap. x xm , v. 1 2 ) Tiro delta figlia di Si dotte ; vcggasi auclie Giustino , lib. xvm, c. 3. (G.)

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Sidone fornita di buon porto formato dalla natura fondata sul continente. Tiro invece tutta isola, e co strutta quasi alio stesso modo tli Arado. Essa con giunta col continente da un argine fatto innalzare d Alessandro allorch 1 assedi. Ha poi due p o rti, I uno dei quali pu chiudersi, laltro aperto, e nomasi Porto Egizio. Dicesi che quivi le case hanno un numero dr piani maggiore anche di quello che usasi in Roma ( i ) , donde poi corse pericolo quella citt di essere intiera mente distrutta dai terremoti. Ed anche quando fn presa dopo l assedio d Alessandro rimase assai danneggiata. Nondimeno super tutti questi mali e si riebbe, cos colla navigazione nella quale i Fenicii furono in ogni tempo migliori di tutti, come col commercio della porpora; giac ch la porpora di Tiro si esalta per bellissima sopra tutte. La pesca delle conchiglie donde la si trae, quivi vicina, non altrimenti che tutte le altre cose necessarie al tinger le stoffe. La moltitudine dei tintori rende per verit incomodo il soggiorno di quella citt, ma il valore degli abitanti in quellarte per cagione della sua ric chezza. I Tirii poi furono riconosciuti indipendenti non solo dai re della Siria, ma ben anche dai Rom ani, i quali con pochissimo premio s indussero a conferma re quella decisione (2).
(1) Strabone nel sesto libro disse che Augusto proib d innal zare le case a settanta p iedi, d onde da credere che si faces sero di pi che cinque piani. (Ed. frane.) (2) Marcantonio lasci a Sidone ed a Tiro lindipendenza di cui godevano fiuo ab antico. Ma Dione Cassio poi racconta che Augusto venuto nelloriente la primavera dellanno 734 di Roma,

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Essi onorano massimamente rcole. La moltitudine e la grandezza delle citt fondate dalle loro colonie aV testa quanta ne fosse la potenza nelle cose di mare. Tali sono i Tirii. I Sidonii poi oltre all1essere in voce di molto operosi e molto periti nelle arti, come attesta anche O m ero, sono altres filosofi, e valenti nel* l astronomia e nell aritm etica, alla cognizione dello quali dottrine pervennero per mezzo della logistica (i) e della navigazione notturna; perciocch tutte e due ab bisognano al commercio ed all esercizio di navigare. Cos fama che la Geometria fosse inventata dagli Egi^ii necessitati a misurare le terre, di cui il Nilo colle sue escrescenze confonde i confini. Quindi si crede cbe gli Elleni ricevessero la geometria dagli Egizii, ma dai Fenicii 1 astronomia e l aritmetica : ed anche oggid in Sidone ed in Tiro pu luomo comodissimameuta istruirsi di tuttaquanta la filosofia. Se poi dobbim ere dere a Posidonio, anche la dottrina degli atomi un antico trovalo d un certo Mosco da Sidone vissuto pri ma dei tempi troiani. Ma lascinsi in disparte le cose antiche : certo si che ai nostri giorni Sidone produsse illustri filosofi, quaji sono Boeto col quale noi abbiamo studiata la filosofia d Aristotele, e Diodoto suo fratello. In Tiro poi nacque Antipatro, e poco prima di questa nostra et Apollodoro , che lasci un elenco dei filo sofi seguaci di Zenone e dei loro libri.
e trovate queste citt in preda alle fazioni, tolse loro la libert. Quello adunque che dice Strabone si riferisce ai tempi anteriori a quel viaggio dAugusto. (Ed. frane.) (i) La logistica ossia il calcolo elementare e commerciale; l aritmetica era il calcolo trascendente e di pura speculazione.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRADONE

Tiro distante da Sidone non pi di duecento sta* dii. In questo spazio frapposto trovasi la cos detta Ornitopoli ( i ) , e in vicinanza di Tiro la foce dun fiume. Dopo T ir o , alla distanza di trenta stadii , incontrasi Paletiro (a). Pi oltre situata Tolemaide, citt grande anticamente nomata A ce, e dalla quale solevano sal pare i Persiani navigando alla volta dell1Egitto. Fra Ace e Tiro evvi una spiaggia sabbionosa, d una terra opportuna alla fabbricazione del vetro j ma c h e , per quanto si dice, non sL pu fondere l dove si trova. Udii poi in Alessandria da coloro che attendono allarte del vetro, che si trova anche in Egitto una terra atta a ve trificarsi, senza la quale non possibile che si facciano opere di varii colori e di molto pregio. Non di ra do'abbisognano somigliati meschianze : ed anche in Roma si dice che a forza d ingegno riuscirono cos a colorire come a facilitare questi lavori e quegli al tri imitanti il cristallo ; tanto che un piatto od un piecol vaso da bere si possouo comperare per un calco (3). Raccontasi che su questa spiaggia fra Tiro e Totemaide avvenne uno dei fenomeni pi r a r i, allorch gli abitanti di questultima citt ingaggiarono battaglia con Sarpedonle. Perocch quando i soldati di costui, vinti, diedero volta, una grande ondala diffondendosi a guisa
(i) Opt'iS-aii x lx ti la citt detta degli uccelli. (a) Cio : F antica Tiro. Di questa citt veggonsi ancora al cuni avanzi. Quivi era quel celebre tempio drcole Fenicio, l cui fondazione, al dire di Erodoto, risaliva a pi che 2,700 anni avanti 1 E. V. (3 ) Moneta greca di ram e, come significa la parola.

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di marea sommerse i fuggenti, alcuni dei quali furono strascinati nel mare dove m orirono, altri rimasero morti nei bassi fondi ; sicch il flutto ritraendosi li scoperse e mostr i cadaveri che giacevano alla rin fusa coi pesci morti. Un accidente consimile a questo avvenne anche in vicinanza del Casio presso 1 Egitto. In una scossa improvvisa e veemente di terrem oto, parte del suolo eh1 era alta si sprofond, parte in vece di bassa eh era da prima si elev, sicch que sta respinse da s 1 acqua del mare , quella invece la ricevette nelle sue profondit : ma sorvenne poi una seconda scossa per la quale il suolo riacquist la forma di prima, se non quanto ne rimase in alcune parti leg giermente alterato. Forse questi fenomeni si rinnovano con un certo ordine di tempi da noi non conosciuto: e questo presso a poco vuol dirsi anche rispetto alle inon dazioni del Nilo , le quali bench avvengano con circo stanze differenti l una dall altra, conservano frse in questa differenza medesima un certo ordine che noi ignoriamo. Dopo Ace trovasi la torre di Stratone dov una rada da gettar l' n c o ra ; e nello spazio frapposto v ha il monte Carmelo con molte terre che di citt hanno il nome e nuli altro , per esempio, Sicaminopolj, Bucolopoli, Coccodrillopoli ed altre siffatte. Poi succede un gran bosco. A questo tien dietro Joppe, dove la spiag gia che vien dallEgitto convertesi notabilmente verso il settentrione, mentre prima tende all oriente. Quivi adunque favoleggiano alcuni che Andromeda fu esposta al mostro marino. E nel vero il terreno col tanto

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elevato c h e , per quanto si d ice, pn vedersi Gerusa* lemme metropoli de Giudei, i quali anzi di questo sito valevansi come di porto allorch i loro possedimenti stendevansi fino al mare : ma i porti dei popoli dati al ladroneccio non sono altro che ricoveri di ladroni (i). Furon soggetti a' Giudei anche il Carmelo ed il bo sco; e qusto paese fior d'abitanti per modo che del territorio di Jamnia (a) e de paesi circonvicini arma* vansi quarantamila soldati. Di quivi poi al Casio presso Pelusio vha un po pi di mille stadii ; e trecento altri dal Casio a Pelusio. Nello spazio fra mezzo evvi la G adaride, e questa pure i Giudei si erano appropriata; poi Azoto e Asca lone. Da Jamnia fino a queste due citt vi sono circa duecento stadii. Il territorio degli Ascalonili fertile di cipolle, ma la loro citt piccola. Ne fu nativo An tioco il filosofo vissuto poco prima dei nostri tempi. A Gadari nacquero Filodemo epicureo, Meleagro, Menippo il satirico e Teodoro retore dei giorni nostri. \ Seguita quindi il porto de Gazei ; e stte stadii pi oltre evvi una citt che domina questo porto, gi cele bre in altri tempi ; ma fu rovinata poi da Alessandro e rimase deserta. Di quivi alla citt d Aeila situata nel fondo del golfo Arabico dicesi che v ha un istmo di mille e duecento sessanta stadii. Questo golfo poi si divide in due ; l uno forma quella parte che va all Arabia ed a Gaza, e chiamasi Elanite dal nome della
(i) T S t T t t t i a t S> rirlSr, k u r i f t * JtiXttci tr i /.

(?) Si disse poi Jsbna. (G.)

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citt che vi fondata; 1 altro dal Iato dell Egitto^ verso Heroopoli, dov il pi breve tragitto per chi viene da Pelusio. Il viaggio si fa sopra cammelli per luoghi deserti e sabbiosi, nei quali si trova altresi una grande quantit di serpenti. Dopo Gaza sincontra Rafia dove accadde la battaglia fra Tolomeo IV ed Antioco it Grande (1). Poi Rinocolura, cos chiamata perch vi fu posta ad abitare una gente a cui sera tagliato il naso. Perocch un re degli Etiopi avendo fatta invasione nellEgitto, invece di ucciderne i malfattori, quivi li ridusse dopo avere tagliato loro il n a so , affinch non ardissero pi ritornare alla patria per vergogna di quella deformit. Il territorio che tien dietro a Gaza tutto sterile e sabbioso; ma ancor pi quello che viene appresso, ed al di l del quale trovasi il lago Sirbonide. Questo pa rallelo al m are, n resta fra mezzo altro che un angu sto terreno fiuo al luogo detto Ecregtna (2), per la lun ghezza di circa duecento stadii. La larghezza, dov maggiore, ne conta cinquanta. L Ecregma ora ottu rato. La spiaggia poi che tien dietro fiuo al Casio, c di quivi fino a Pelusio duna stessa natura col terreno predetto (3). E il Casio una sterile ed arida collina che a guisa di promontorio si spinge nel mare, e suvvi il sacrario di Giove Casio dov sepolto il corpo di Pompeo Magno,
(1) Lanno 318 prima dell E. V. (2) Cio Apertura fa tta dall' acque. ( 3) Cio sterile e sabbiosa.

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DELLA GEOGRAFIA

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il quale fa presso que luoghi trucidato a tradimento dagli Egiziani. Di quivi a Pelusio una strada lungo la quale trovansi G erra, il cos detto Accampamento di Cabria, e i Baratri vicini a Pelusio formati dal Nilo quando straripa per essere queluoghi naturalmente av vallati e paludosi. Siffatta la Fenicia. Dice Artemidoro che da Ortosia a Pelusio, chi costeggia anche i golfi conta tre mila e seicento cinquanta stadii ; da Melena o Melan presso Celenderi nella Cilicia sino ai confini tra la Cilicia stessa e la Siria, mille e novecento venti; e di qui alPOronte, cinquecento venti ; poi mille e cento trenta fino ad Ortosia. Rispetto alla Giudea le sue estremit occidentali verso il Casio sono occupate dagl Idumei e dal lago (i). GlIdumei sono originariamente Nabatei; ma cacciati dal proprio paese per una certa sedizione ricoverarono presso i Giudei e parteciparono delle costro istituzioni. II lago Sirbonide occupa la maggior parte di - quello spazio che stendesi al mare; il restante occupato dal territorio che va fino a Gerusalemme; la qual citt pu considerarsi come vicina al mare ; poich ( siccome ab biamo gi detto ) si vede dal porto di Joppe. Tutti questi lughi sono volti al settentrione, e quasi tutti sono abitati da popolazioni miste di Egizii, di Ara bi e di Fenicii. Tali sono gli abitanti della Galilea, della pianura di Gerico, e del territorio di Filadelfia e di Sammaria, soprannomata Sebaste da Erode (2). Rispetto poi
(1) Il lago Sirbonide gi detto. (a) Erode ricoslrusse Saminaria e la denomin Sebaste od A u gusta d onore dAugusto.

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a questa meschianztf di abitatori, lopinione che prevale sulle altre intorno al tempio di Gerusalemme dice cbe i progenitori di quelli cbe ora son chiamati Giudei fu ro no gli Egizii (). Un certo Mos sacerdote egiziano che abitava una parte del paese dett (i) . . mal comportandone le isti* tuzioni se ne p a rt, e tramutossi in questa contrada seguitato da una moltitudine d uomini che intorno alla Divinit avevano opinioni conformi alle sue. Egli diceva e insegnava : Che gli Egiziani mal s avvisavano rappre si) Non da tralasciarsi la nota del Casaubono a questo passo:
Sic multi veterum Graecortim existimavere, non tamen omnes : nam alias voluit Judaeos esse progeniem sophistarum Indiae, alius Creta insula profugos , alius Mthiopum prolem , alias aliter. Fide Josephum contra Apionem , Cornelium Tacitam Historiarum lib. r inilio , et Justinum. Omnes quam procul a ventate aberrarint , scimus hodie nos. Christiani, postquam Deo Optimo Maximo singulari misericordia etiam gentibus sacrosanctum verbtun suum communicare visum est : quo sane nomine ridiculi sunt et inepti qui veteribus scriptoribus (quo rum miseranda potius est conditio ) audent insultare, et ignorantiam objicere ; quo in genere singularis est quorundam komuneionum impudenlia , qui Aristoteli principi philosophorum in fittile et a S iiv iltf yfpi intendunt, non ob paeanum nere io quem, ut olim factum a male ferialis Atheniensibus, ed quia non conventi illi in Ethicis et Metaphjrsicis cum Mose s quanquam quid boni illi vivi in Arislolelis scriptis intellexerinl alias viderimus.
(a )-Il Letronne crede che dovrebbe leggersi

ri p ' t f t

KATQ nukHpittif
canza del nome.

che abitava una parte del cos

detto Egitto inferiore. Prima di lui nessuno aveva notata la man

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BELLA GEOGRAFIA DI STB ABONE

tentando la Dirigila sotto le imfegini di animali sel vaggi o domestici ; e male eziandio quei di Libia e gli Elleni che le danno umana fignra : perch secondo lui essa non se non ci che ne circonda noi tutti e la terra ed il mare ( ci insomma che noi chiamiamo Cielo, Mondo e Natura generatrice di tutte le cose ). Ma qual uomo assennato oserebbe configurarne l imagine a somiglianza di alcuna delle cose onde siatn circondati? Per doversi lasciare in disparte ogni ,simu lacro , e limitarsi ad adorare la Divinit in nn tempio e sacrario venerabile, senza imagine alcuna (i). Vo leva altres che tutti coloro i quali sogliono far sogni felici dormissero in questo sacrario per vantaggi loro proprio ed anche a pr degli altri : e doversi aspettar sempre da Dio o qualche dono o qualche utile segnale coloro i quali vivono temperantemente e secondo giu stizia , non gli altri. Egli dunque insegnava siffatta dottrina, e la persuase a non pochi di buon intendimento, poi li condusse fuor dell Egitto in quel sito dove ora fondata Gerusa(i) Judaei (dice Tacito, H ist., lib. r , c. 5 ) mente sola unumque numen inlelligunt; summurn illud et aeternum , netjue mu tabile , neque inleriturum. Quando poi Strabdne dice : Ci in somma che noi ec., e da intendere che voglia spiegare lopi nione di Mos colle dottrine della setta Stoica a cui egli appar teneva. In generale Strabone fa di Mos un Deista che non am metteva quasi nessuna pratica religiosa, ridncendosi presso a poco allo spiritualismo : donde poi viene quella specie di approvazione con cui ne parla. Finalmente egli come stoico balte alcun pco le assurdit del paganesimo. (Edit. fr.)

i.id ro d e c im o s e s to

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lemme. Facilmente egli pot impadronirsi d1 un paese che non dovette essergli invidiato, e pel quale nessuno avrebbe volato pigliar guerra seriamente con lai. Infatti il terreno di Gerusalemme tutto pietroso; e bench nella citt si trovi abbondanza d acqua, il paese allin* torno peraltro sterile, arido e per lo spazio di sessanta stadii tutto roccioso. . Invece di armi poi Mos faceva fondamento sulla re* ligione e su D io , al quale diceva di andar cercando una sede ; e eh1 egli insegnerebbe tal religione e tal culto , che non turberebbero chi li adottasse n con di* spendii, n con Teoforie (i ) , n con altre pratiche assurde. Egli pertanto venuto in buona opinione presso quegli abitanti si fond una non dispregiabile signoria, concorrendo facilmente a lui tutti i circonvicini allettati dal suo discorso e dalle sue promesse. I suoi successori per qualche tempo continuarono nell osservanza di quelle istituzioni, coltivando la giustizia e la piet come uomini veraci : ma essendo poi sollevati al sacer dozio primamente uomini superstiziosi, e poi anche ti rannici , dalla superstizione nacquero l astinenza da certe vivande, delle quali hanno in costume anche og gid di non nutrirsi, le circoncisioni, i tagli (a), e le altre consimili usanze ; e dalla tirannia venne il ladroneccio. Perocch coloro i quali si ribellavano cominciarono a devastare il paese, cos il proprio come il vicino : e
(i) Inspirazioni divine. (3) Tltpiltfiitt *< 1*7c/tu. Colla voce volle signi* ficare Strabone la circoncisione delle femmine, ma singann attri buendo a Giudei questa usanza eh essi non ebbero.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

quelli che favorivano ai capi, datisi a far proprie le cose a ltru i, soggiogarono molta parte della Siria e della Fe nicia. Tuttavoita si continu ad avere in una certa ve nerazione la citt principale,, e invece di combatterla come nido di tirannia, fu rispettata e venerata come uo tempio. E questo conforme a natura, e comune ancbe agli Elleni ed ai barbari. Perciocch come uomini incivi liti vivono tutti conformandosi ad una comune autorit. Senza di questo non sarebbe possibile che la moltitu dine tendesse concordemente a un sol fine, nel che ap punto consiste la civilt o , come altrimenti si dice, il viver socievole. L'autorit poi di due sorta; o dagli Dei o dagli uomini. Ora gli antichi ebbero in pi stima e pi venerazione lautorit divina, e perci allora sin terrogavano frequentemente gli oracoli ; e gli uni cor revano a Dodona
Per Giove consultare, e udir dalP alla' Quercia indovina (i)

il volere del Dio nel cui consiglio afSdavansi; gli altri andavano a Delfo, come dice Giocasta presso Euripide:
.......................... e andovvi anche Lajo Marito mio onde anch ei saper se il figlio Esposto respirava ancor quest aura (a).

E presso i Cretesi Minosse,


................ ...

che del Tonante Ogni nono anno era agli arcani ammesso (3)

<i) O m ero, Odiss., lib. xiv, v. 328. (a) E u rip., F e n ., v. 34 (3 ) Odiss., lib. xix, v. i j8. Gi si detto ( voi. ih , pag.
554 ) che la frase i i tu ia il Ut pu significare tanto ogni nana

LIBRO DBCDCOSE8XO

l5 j

per nove an n i, come dice Platone, discese nell1 antro di Giove j e da Ibi ricevette le istituzioni che poi diede agli uomini. Lo stesso fece anche Licurgo sUo imita to re ; giacch spsse volte. ( come pare ) assentavasi per recarsi a interrogare la Pizia di qnello che fosse conveniente prescrivere ai Lacedemoni. .Comunque poi fossero queste cose o vere o false, il popolo almeno vebbe fed; e di qui venne eziandio che i profeti fossero tenuti in onore e creduti anche degni d avere im perio, siccome depositarli dei pre cetti e dei consigli' divini cos mentre vivono come an che dopo la morte ; Omero infatti cita il testimnio
Di Tiresia, cui solo d ii Proserpiha

Tutto portar tra i .morti il stano antico ; Gli altri, non fon che vani spettri ed ombre (i).

Cos accadde anche di Anfiarao, di Trofonio, di Orfeo, di Museo, di quel personaggio che presso i Geti tenuto in conto dun Dio , e fu anticamente un p ita gorico detto Zamolxi, ed ai nostri giorni Deceneq addetto al culto di Berebista (a). Tal altres Acaicaro presso gli abitanti del Bosforo : tali i Gimnosofisti deia n n o , quanto per nove anni. Ma la voce itt'iaptt adoperata da Omero non ammette (come osserva il Casaubono) questa duplice interpretazione, ma soltanto quella datagli dal Pindemonte. Ri spetto poi a Platone il Casaubono stesso si maraviglia che glin terpreti abbiano potuto attribuirgli la contraria opinione. Egli infatti non dice, come gli fa dire Strabone, S in i H i t , ma 7* *71< ovvero f/ i t t i 7e 7oti*. (i) Odiss., lib. x , v. <94. (a) Veggasi lib. v ii, *. 5 .

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

lindia; fra i Persiani i Magi (i), i Neciomauti, ed anche i cos detti Lecanomanti ed Idrom anti; fra gli Assirii i C aldei, e fra i Romani gli aruspici tirreni. Ora no uomo siffatto fa pare M os, e tali furono anche i suoi successori, quali da buoni principi degenerarono poi al peggio. . Trovandosi dunque la Giudea gi manifestamente tiranneggiata, prima di tatti Alessandro, invece di Gran Sacerdote si dichiar Re (a). Furono, suoi figlinoli Ircano ed Aristobulo, i quali contesero fra loro pel regno : ma soprarriv Pom peo, e vintili tutti e due ne distrusse le fortezze, e prima fra queste la stessa Gerusalemme, di cui s impadron a viva forza. Questa citt era posta sopra unaltura pietrosa e naturalmente fo rte, provveduta d acqua dentro il circmto delle sue m ura, ma circondata da un territorio che n privo del tutto: ha dintorno una fossa tagliata nel sasso pr* fonda sessanta piedi e larga duecentocinquanta; e delle pietre scavate fu composto il muro del tempio. Rac-

() Pare che sotto il nome di Magi Strabone qui intenda non i veri discepoli di Zoroastro, ma una classe dindovini, e ci che ordinariamente suol dinotarsi col nome di maghi. I Magi net senso qui attribuito a questa parola fiorirono in Persia sol tanto dopo che fu stabilito limperio dei P arti, e quando la dot trina di Zoroastro gi era corrotta e degenerata per le superati* rioni straniere. (Du Theil). (3) Osserva il Letronne che Strabone cade qui in errore. Il primo a pigliare il nome di re fu Aristobulo figliuolo di Gio vanni Ircano io 3 anni prima di G. C. Egli meri l anno dopo, ed ebbe a successore Alessandro Ianneo.

LIBRO BE01W 03EST0

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contasi che Pompeo avendo aspettato un giornio'di di* ginn in cui i Giudei sogliono astenersi da ogui lavoro? empi la fossa e gett le scale ; dopo di che ordin che tutte le mura fossero diroccate, e ridusse in suo po* tere i ricoveri de ladroni e i tesori dei tiranni (i). Due di questi luoghi ^dominavano le gole per le quali si va a Gerico, ed erano Trece e Tauro: gli altri nomavansi Alessandrio , Ircano , M achero, Licia ; poi alcuni altri circostanti a Filadelfia , e Scitopoli nel territorio d Galilea. Gerico una pianura circondata da un territorio montuoso declinante verso di quella in sembianza di anfiteatro. Quivi il Palmeto (a) pieno di molta variet di piante domestiche e fruttifere, ma abbondante so prattutto di palm e, lungo ben cento stadii, tutto irti* gato e pieno di abitazioni. In questo Palmeto evvi an che un palazzo reale , e il giardino del balsamo, albero di molti ram i, somigliante al citiso ed al terebinto, e aromatico. Ne incidono la scorza, e raccolgono in vasi sottoposti l umor cbe ne geme, simile ad un latte vi schioso. Ridotto poi questo umore in picciole conchi glie spessisce , e sana mirabilmente i dolori del capo ,le flussioni degli occhi mentre sno ancora nel loro principio, e la debolezza della vista (3). Per queste
(1) In questo modo fu tre volte espugnata la citt di Geru salemme , prima da Tolomeo Sotero 3 ao anni innanzi aHE. V., poi da Pompeo > e ventisette anni dopo da Sosione. (*) (Fenieone) palmeto, da pcin% palma. (3 ) 11 primo e lultimo di questi mali hao da Strabone i nomi di Cefalalgia ed Ambliopin , conservati tutlora dai nostri me dici.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

propriet esso tenuto in gran pregio, ed anche per ch non alligna in veron altro luogo. Il Palmeto al tres 1 unico luogo che produca la palma cariota , Cuor solamente Babilonia , ed alcuni siti pi in l verso l o riente. Grande per conseguenza il provento che sei s e trae. II legno del balsamo serve anch esso com*> aroma. Il lago Sirbonide assai grande, dicendo alcuni che. la sua periferia di mille stadii : si stende paralle-> lo alla spiaggia del mare un po pi di duecento ala* dii (i); molto profondo, e l acqua tanto pesante, che non duopo saper notare-per tenersi a galla, ma chi V entra pur fino all ombilico , subito sentesi solle vare in alto. Il lago pieuo d asfalto, che di tempo in tmpo emerge in bolle da mezzo il fondo a fior d acqua la quale allora pare bollente ; sicch la super ficie del lago elevandosi nel mezzo rende imagine di un colle. Nel tempo stesso poi sollevasi un vapore fuliginoso e impercettibile alla vista, ma capace non dimeno dirrUginire il rame, l argento ed in somma ogni lucentezza, fin quella delloro (a). Anzi dallirruginirsi delle suppellettili conoscono gli abitanti dei luoghi cir convicini quando 1 asfalto comincia ad emergere , e si
(i) Molti notarono che Strabone confonde il lago Sirbonide col lago dAsfalto. (a) Mi%pi m ) zpvtS. 11 Silandro tradusse demto salo altri ma il Letronne osserva che la frase del testo fu male interpre tata ; e reca l autorit di Diodoro Siculo il qual dice: K<c< n c i v ip / r it r c r tt apyvpte. ai %pirts, xi*< Xn ri r i xpdfialof.

LIBRO DECmOSESTO

l6 l:

apparecchiano a raccoglierlo con certi loro rastrelli conposti di canne. l asfalto una specie di gleba di terra fusa dal ca lore e rigonfiata, la quale poi si contrae di nuovo jn un corpo solido, indurita dall acqua fredda com quella del lago, sicch bisogna tagliarla o speziarla. Questa materia cos indurita sornuota alla superficie per la natura gi detta dell acqua che non esige pra tica di nuoto , ma sospinge in alto chiunque v entra pur fino all* ombilico ; ed allora gli abitanti accostane dovisi sopra barche provveduti di rastrelli, rompono le masse dellasfalto, e ne portano seco ciascuno quanto pi pu. Questo veramente quanto succede: maPosidonio afferma che quelle genti, date come sono alla m agia, procedono in questo con certe incantagioni, e versano da ogni parte orina ed altri fetidi liquori sopra l asfalto , affinch s induri per modo da poterlo taglia* r e ; forse perch (i) le orine abbiano questa propriet, come mostran d averla nelle vesciche di chi patisce di p ie tra , o nella crisocolla che formasi dell orina dei fanciulli. poi ragionevole che questo fenomeno suc ceda nel mezzo del lago, perch quivi la scaturigine del fuoco, e quivi ancora la maggiore abbondanza delI asfalto. E 1 eruzione non viene a tempi determinati, perch il movimento del fuoco non ha un ordine a noi manifesto ; come avviene anche di molte altre esalazioni.
(i) 11 testo dice ; E< fai n t rt *. r. X. E il Letronne parafrasando traduce : Celle circonstance.est peu probable ,

moins (fuelle ne Vienne de quelque propriet de Vurine, ee, S tbauoxej toni. V. il

6 -2

d e l l a g e o g r a f ia

di

strabone

Fenmeni simili a quello or ora descritto si veggono anche in Apollonia Epirotide. Perocch dell1 essere quel paese un terreno vulcanico recasi, fra molte altre pro ve, anche questa,, che presso Moasada si trovano' alcune pietre scabre e abbruciate; e in pi parti sono caverne ap erte, e terra color della cenere : vi sono inoltre rocce che stillano pece ; correnti d acqua bollente che mandan lontano fetore, e qua e l abitazioni diroc cate , tanto che riesce credibile ci che molti raccon tano di que luoghi, eh ivi fossero una volta ben tre dici citt (i), delle quali fu metropoli Sodom a, di cui si sarebbe salvata una cinta di circa sessanta stadii : che i tremuoti e le eruzioni d acqua calda , asfaltica e solforosa abbiano fatto straripare il lago ; che ad al cune rocce siasi appreso il fuoco, e che allora, le pre dette citt siano state o ingoiate od abbandonate da quanti potcron fuggire. Eratostene dice per lo contrario che tutto il paese una volta era allagato, ma che poi fattesi certe aperture, rimase per la maggior parte al* 1 asciutto, secondoch il livello del mare si and ab bassando. Anche nella Gadaride evvi un lago d acque di si malvagia natura che se una bestia ne beve perde i peli, le unghie e le corna. Nel territorio invece detto di Tarichea trovasi un lago che somministra pesci bonis-

(i) La Sacra Scrittura ne coala sol cinque, d onde venne il nome di Pentapoli. Rispetto alle pietre menzionate subito dopo sappiamo da Maundrell che gli abitatili le abbruciamo come noi il legno. (Ed. (rune )

LIBRO DECIMOSESTO

163

simi da marinare , oltrech sulla sua sponda cresce un albero che porta fruiti simili alle mele. Pompeo dopo aver tolto a' Giudei alcuni dei paesi dei quali si erano a forza fatti padroni, assegn il sa* cerdozio a . . . (i). Poco tempo dopo un uomo di quella schiatta medesima e nativo di quel paese, per nome Erode, pervenuto anch egli al sacerdozio, si lev tanto ai di sopra de suoi precessori, principalmente per l famigliarit eh ebbe coi Romani, e per 1 arte di govern a re , che giunse ad ottenere il titolo di Re ; conce dendoglielo prima Antonio e poi Cesare Augusto. Co* stui fece morire alcuni de suoi figliuoli come rei di congiura contro di lui, gli altri li lasci suoi eredi mo* re n d o , e divise fra loro lo Stato. Cesare por onor cos i figli di Erode, come Salome sua sorella, e Bere nice figliuola di Salome: tuttavolta non ebbero prospera fortuna i discendenti di quel principe, ma accusati di esser nemici dei Romni, luno fiu esule presso i Galati Allobrogi, gli altri a stento e con grandi umilia* zioni impetrarono il rito rn o , e riebbero ciascuno l sua Tetrarchia (a).
(i) Il Coray mette fra parentesi I n s a n o e questo il nome suggerito dalla storia. (?) Il Letronne pone qui una nota che giova compendiare. Morto Erode, Archelao venne a Roma lanno secondo dellE. V, sollecitando 1 esecuzione del testamento paterno in cui egli era scritto erede del trono. Ma vi accorsero anche i suoi fratelli Antipa e Filippo; e il regno fu diviso in tre parti uguali. Archelao dopo qualche tempo, insopportabile per la sua tirannia, fu ac cusato ad Augusto e mandato in esilio fra gli Allobrogi, e la

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BELLI GEOGRAFIA DI STBABONE

C A P O III.
Situazione d ell Arabia, e periplo del golfo Persico.

Trovasi al di sopra della Giudea e della Cele-Sria, andando verso il mezzogiorno , fino alla Babilonia ed al paese lungo P Eufrate, tuttaquanta lArabia, tranne gli Sceniti della Mesopotamia. Ma della Mesopotamia e delle nazioni ond essa abitata noi abbiam gi te* nuto discorso. Rispetto a paesi al di l di quel fiume, quelli vicini alle sue foci ti abitano i Babilonesi ed i Caldei: ed ancbe di questi abbiamo parlato. Del paese poi che tien dietro alla Mesopotamia fino alla Cele-Siria, quello vicino al fiume ed alla Mesopotamia stessa loc? cupano gli Arabi Sceniti divisi in piccole signorie sopra paesi sterili per mancanza d acqua, sicch o nulla o poco ^oq dati alU cqltivasione dei campi, ma tengonvi
sua porzione di regno fu amministrata dai due fratelli predetti. Strabone non conobbe la storia di questi due principi se non fino al loro ritorno da Roma nella G iudea, altrimenti non avrebbe taciuto che anche Antipa fu poi esiliato lanno 38 dell E. V. come sospetto di favorire i Parti. Di qui si conchiude che questo libro xvi fu scritto prima di tale avvenimento. D altra parte certo (V. voi. n, pag. 44 ?) che il libro v fu scritto 33 anni dopo la spedizione di Tiberio e Druso contro i Carnii ed i Norici, cio lanno 20 dell E. V. certo altres che il libro xi in cui si parla dell indipendenza dei Ciziceni (V. voi. v , p. 184 e seg. ) dovette essere scritto prima dell anno 26. E cosi s argomenta che tutta la Geografia fu compilata fra gli anni 20 26 dell E. Y.

LIBRO DECIMOSESTO

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mandre dogni sorta d bestiame e principalmente di cammelli. Al di sopra di costoro un ampio deserto; e le parti ancor pi meridionali son possedute da color che abitano l Arabia detta Felice. Il fianco settentrio nale di questa regione formato dal deserto predetto ; 1 orientale lo fa il golfo Persico ; 1 occidentale lArabi co ; il meridionale il Mar Grande fuori di questi due golfi, che tutto intiero si nomina Eritreo (i). Il golfo Persico dicesi anche mare dei Persiani ; e cos ne parla Eratostene : La bocca di questo golfo (a quanto si dice) stretta per modo, che da Arniozo promontorio della Carmania si vede quello di Mace nell Arabia. Chi si parte da questo golfo e Va rasente la spiaggia a destra, naviga per una linea curva che principiando dalla Carmania procede alcun poco verso l'oriente, poi piegasi al settentrione, quindi convertesi all1occidente fino a Teredone ed alla foce dell Eufra te (a); e cinge il paese della Carmania, quello dei Persia ni e dei Susii, e una parte della Babilonia, in uno spazio di circa dieci mila stadii (di che noi abbiam gi parlato). Altrettanti stadii y contano da questo punto.fino alla im boccatura del golfo siccome dice, per quanto vien riferito, Androstene di Taso che fece quella navigazione in cora(i) Il nome di Eritreo o Mar Rosso si estese a tutto il golfo A rabico, al mare che bagna 1 Arabia- dal Iato del mezzogiorno , e ad una gran parte del golfo Persico. (a) Gi da gran tempo. lEufrate non arriva pi al golfo Per sico , ma. si scarica nel Tigri a circa quaranta leghe da qual mare. Laotica bocca dellEufrate forma ora una laguna che gli Arabi chiamano Khor : Abdillah. (G.) .

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d e l l a g e o g ra fia d i s tra b o n e

pagaia di Nearco ed anche da solo (i) \ ricche da que ste due relazioni apparisce che qael mare nella gran dezfca di poco rimansi addietro dall Bussino. Aggiunge che questo Androstene ( il quale navig colla sua flotta lungo tutto quel golfo ) diceva che par* tendosi da T eredone, e tenendosi a destra il conti* nente, s incontra l isola d Icaro con un tempio sacro ad Apollo ed un oracolo di Diana Tanropoli (2). Chi naviga poi rasente la spiaggia dell Arabia per lo spazio di due mila e quattrocento stadii trova in un profondo golfo la citt di G e rra , fondata da alcuni Caldei fuggiti da Babilonia, i quali abitano un paese tanto ricco di sale, che ne costruiscono fin le case. Perch poi le scaglie del sale sollevate dal calore del sole cadono continuamente dai mur i , perci essi bagnandoli coll acqua provvedono a renderli consi* stenti. Del resto la citt di Gerra distante dal mare duecento stadii. I Gerrei trafficano principalmente per terra le merci e gli aromi dellArabia. Ma Nearco dice per lo contrario che i Gerrei trasportano il pi della merci sopra zattere a Babilonia, d opde poi per lEu
(1) li testo ordinario rat *'1 N i if% xaSf aiVet presenta una contraddizione evidente. 11 traduttor francese Letronne fondandosi sulla manifesta testimonianza dA rriano, il quale dice che Androstene ebbe l incarico di navigare lungo la spiaggia dell Arabia, vorrebbe leggere e v ftw H im J * , *a't rir 'Afiflf x*Sf iTat. 11 Coray si contenta di aggiungere la particella **}. lo mi sono attenuto questa correzione che nella sua semplicit mi pare sufficiente. (a) Y. voi. v , pag. io 3 .

LIBRO DECIMOSESTO

l6 ^

frate si conducono fino' a Tapsaco: di quivi per terra difTondonsi da per tutto. A navigare pi oltr si trovano altre isole, Tiro d Arado, dove sono sacrarii somiglianti a quei de Fenici) : anzi gli abitanti affermano che quell isola e quelle citt le quali nella Fenicia portai.** gli stessi nomi , sono loro colonie. Queste isole poi sono di stanti da Teredone quanto pu navigarsi in dieci gior n i; e dal promontorio di Mace, sulla bocca del golfo , la navigazione d una giornata. Nearco ed Ortagora affermano che partendosi dalla Carmania e navigando per due mila stadii verso P alto del mare alla volta di mezzogirno trovasi Pisola Tirrinia (i ) , nella quale si mostra il sepolcro di E ritra , ch un gran rialto di terra tuLto piantatp di palme sel vatiche. E fama ehe questo Eritra regnasse una volta sopra que luoghi, e che da lui venisse poi il nome a quel mare. E dicono che questo fu rivelato a lro da Mitropaste figliuolo di Areino satrapo della F rig ia , il quale bandito da Dario viveva in quellisola e saceost con loro quando entrarono nel golfo, cercando che lo aiutassero a ritornare nel proprio paese. Lungo tutta la riva delPEritreo crescono nel fondo alberi somiglianti al lauro ed all ulivo, i quali allorch l acqua del mare si ritrae spuntano dalla superficie, ma quando invece si gonfia sono talvolta intieramente
(i) Il Coray legge invece : vtlyvp*> - Rispetto ad Or tagora trovasi citato da Eliano e da Filostrato, e pare che avesse composta uoa Descrizione dell India.

l 68

DELLA GEOGRAFIA DI STRABOKE

coperti : e sono cosa veramente mirabile, perch la spiaggia tutta senza piante 3. Rispetto dunque al mare di Persia, che noi dicemmo essere il fianco orientale dell1 Arabia F elice, questo quanto ci lasci scritto Eratostene. Dice poi Nearco che Mitro^aste venne ad incontrarli in compagnia di Mazeno ( era costui governatore di O aratta, una delle isole del golfo Persico, nella quale Mitropaste ricover /uggendo da O giri(i), e vi fu ospitalmente accolto) per unirsi alla flotta m acedone, a cui Mazeno serv poi di guida. Dice inoltre che sul principio della navigazione lungo la costa del golfo Persico trovasi un isola do ve le margarite abbondano e sono di molto pregio : e che in altre si rinvengono pietre diafane e lucenti. In quelle isole poi che stanno dinanzi allEufrate crescono alberi che odoran d incenso, e le cui radici spezzate gemono un succo odoroso. Vi si trovano inoltre grancbj e ricci marini assai grandi ( ci che pur comune a tutto il mare esteriore ) ; tanto che gli uni vincono net1 ampiezza un largo cappello, gli altri potrebbero nelle loro chiocciole contenere quanto due cotili. E Nearco aiferma di avere veduta sul lido una balena di cinquanta cubiti.
( 1 ) V isola dOrmut.

L1BEO DECIMOSESTO

C A P O IV.
Descrizione delP Ambia secondo Eratostene. Coste accidentali ed orientali del golfo Arabico secondo Artemidoro. Paese dt? Na batei. Spedizione (f Elio Gallo contro gli Arabi. Paese degli Aromi. Digressione sopra un verso di O/nero.

Il primo paese dell Arabia partendosi dalla Babilo nia quello di M acine, intorno al quale stanno da una parte il deserto degli Arabi, da un altra le paludi formate dall Eufrate che straripa verso il paese de Caldei, da un altra il mare di Persia. L aria di questo paese insalubre, soggetta a nebbie, a piogge e nel tempo stesso ad eccessivo calore ; ma non per tanto il terreno ferace. Nelle paludi alligna la vite sopra certe canne intrecciate e ricoperte di tanta terra quanta basta a riceverne le radici: sicch spesse volte quelle piante sono trasportate qua e l , e bisogna eoa per tiche ricondurle al loro posto. Ora poi ritorniamo a quello che soggiunge Eratostene dopo le cose gi -riferite, intorno all Arabia. Egli parla della parte set tentrionale e deserta, la quale si trova fra l Arabia F elice, i Cele-Sirii e i Giudei sino all estremit del golfo Arabico , dicendo : Da Heroopoli, che sta nel fondo del golfo Arabico fino a Babilonia andando verso Petra de Nabatei (i)
(i) Il testo originalmente qui corrottissimo. Secondo l edi zione del Coray la lezione sarebbe: A t wlxitts, v m irr 1 f> r f xp'tt r it NuAo (tv% TtZ 'Ap*fi(tv , *.

lyO

DELLA GEOGRAFIA DI STRABOKE

sodo cinquemila e seicento stadii, tutti volti al levante d estate, attraversando il paese abitato dalle nazioni degli A rabi, de N abatei, de Caulotei e degli Agre. Al di sopra di costoro situata lArabia Felice cbe si stende al mezzogiorno per Io spazio di dodici mila stadii fino al mare Atlantico (i). Dopo i Sirii e i Giudei i primi popoli ond abi tata quella regione sono coltivatori. Dopo costoro viene nn terreno sabbioso ed arido, con poche palme, acan ti , mirici, pozzi dacqua come nella Gedrosia. Ne sono abitatori gli Arabi Sceniti pastori di cammelli. Le estre mit poi verso il mezzogiorno rimpetto all Etiopia .sono bagnate da piogge estive, e vi si fanno due se minagioni ogni anno come nellin d ia ; oltrech vhanno de fiumi che perdonsi nelle pianure e nelle paludi. Quel paese oltre allessere produttivo di frutti, ferace anche di mele ; abbonda di bestiame, tranne i cavalli , i muli e i maiali , ed ha dogni sorta accelli, fuor so lamente le oche ed i polli. Quattro principalissime nazioni abitano questa par te estrema dellArabia: i Minei in quella porzione cbe verso 1 E ritreo , e la loro maggior citt Carna: contigui a costoro i Sabei, la cui metropoli Mariaba:

r. A. Da Heroopoli, che sta nelfondo del golfo Arabico ver so il Nilo y ecc. Altri diversamente corressero, o proposero di correggere questo passo. Il Letronne tralascia la voce Nilx ( nel Coray Na/Aor ) , e d la traduzione che qui si seguitata.
(t) Crede il Letronne che la vera lezione dovrebb essere fin o

al mare Etiopico, cio fino all Eritreo.

LIBRO D EC 1M 08EST Q

1^1

terzi sono i Cattabani (1) stendentisi fino allo stretto do ve tragittasi il golfo Arabico, e la loro reggia Tamna: pi orientali di tutti poi sono i Calram otiti, che oo' -capano la citt di Gabatano. Tutti quei paesi vivono sotto il governo di un solo r e , sono fertili e ornati di templi e di palazzi reali. Le case somigliano alle egizie nel modo di commettere il legname 5 e tutte insieme le quattro popolazioni occupano un paese pi ampio cbe il Delta d Egitto. Il regno non passa per eredit dal padre al figliuolo , ma tocca al primo cbe nasce dop 1 assunzione dun nuovo re in qualcuna delle principali famiglie. A tal (ine quando creasi un re nuovo s inscrivono tutte le mogli <di cittadini illustri che trovansi incinte, e loro si as segna chi le custodisca, per sapere quale partorisce per la prima ; e il costei figliuolo per legge allevasi regalmente, come destinato all eredit del trono. 9 9 La Cattabania produce lincenso, e la Catramotiti la mirra: e cos questi come altri aromi portensi a ven dere ne mercati. Si va a questi popoli, cio da Elana a* Minei in settanta giorni : ed Elana una citt, in quel fondo del golfo Arabico che sta verso Gaza e che si chiama E lanile, siccome abbiamo gi detto. I Gabt poi possono arrivare alla Catramotiti nello spazio di quaranta giorni. m Rispetto al golfo Arabico quel fianco che si di stende lungo l Arabia, a cominciare dal fondo del
(i) Occuparono it moderno Ternen presso lo stretto di Bah-

el-Mandtb (G).

1^2

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

golfo E lanite, di quattordici mila stadii secondo che scrissero Alessandro ed Anassicrate : ma questa misura maggiore del vero. Il fianco lungo' la Trogloditica, che trovasi alla destra di chi naviga da Heroopoli, an dando fino a Tolemaide ed al sito dov la caccia degli elefanti, di novemila stadii ; ed volto al mezzogiorno se non quanto con ver tesi alcun poco all1oriente. Di quivi poi fino allo stretto v a , per lo spazio di quattromila e cinquecento stadii, sempre pi alle parti orientali. Lo stretto dal canto dell Etiopia formato da un promontorio che dicesi D ira , con una piccola citt di quel medesimo nome abitata da Ittiofagi : e dicono che si trovi col una colonna di Sesostri egizio che attesta con sacri caratteri il passaggio di quel re. Dicesi in fatti che Sesostri primo di tutti soggiogasse 1 Etiopia e la Trogloditica : che passasse quindi nell Arabia , e di quivi in tutta 1 Asia. Perci poi trovansi molti ac campamenti detti di Sesostri, e templi di divinit egi ziane. Nelle vicinanze di Dira lo stretto si fa angusto fino a circa sessanta stadii: e nondimeno il come di Stretto non si d propriamente a quel luogo, ma sib bene ad un altro dove la distanza fra i continenti di circa duecento stadii. Quell intervallo riempiuto da sei isole che succedonsi 1 una contigua all altra, lasciandosi fra mezzo piccoli spazii, pei quali soglion portare qua e l le mercatanzie ; e questi spazii si chiamano gli Stretti (i).
(i) K '(

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tkot* rreiM.

LIBRO DECIMOSESTO

173

Dopo quelle isole chi procede navigando rasente la spiaggia pel tratto di circa cinquecento stadii arriva al paese della m irra, poi volgendosi al mezzogiorno ed anche all oriente i fino al paese che produce la can nella : al di l dei quali dicono che nessuno and mai fino ad ora. > , Lungo quella spiaggia trovansi non molte citt ; ma dentro terra molte e ben abitate . Questo quanto dice Eratostene dellArabia; al che Ora conviene aggiungere anche quanto ne fu scritto dagli altri. Dice pertanto rtemidoro che il promontorio del1 Arabia opposto a quello di Dira chiamasi Ocila ; e che gli abitanti delle vicinanze di Dira soglionsi mu tilar^ nel glande (i). Chi naviga da Heroopoli verso la Trogloditica trova la citt di Filotera che ricevette il suo qme dalla sorella del secondo Tolomeo j e la fond Satiro quando fu spedito (a) a visitare il luogo in cui si faceva la caccia degli elefanti, e il paese della Trogloditica. Appresso trovasi un altra citt delta Arsinoe ; poi certe sorgenti di acque calde amare e sa late, le quali da una pietra elevata discendon nel mare. Ivi presso un monte che innalzasi da una pianura del colore del minio. Poi viene Miosormos, detto anche Afroditesormos (3) , eh un gran porto il cui ingresso tortuoso. Dinanzi a questo porlo stanno tre isole,
(1) K l i m i riti P a X i t u t . (2) Da Tolomeo stesso. 0 ) Cio: il Porto del topo, detto anche Porto di Venere,

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due delle quali sono ombreggiate da ulivi, e l aHra che meno ne abbonda, piena di meleagri. Vien poscia il golfo Acatarto , che giace anch* esso quasi alla stes sa altezza della Tebaide , come anche Miosormos. Ed detto Acatarto ( ) , perch dagli scogli e dalle rocce del fondo, e dai venti che per Io pi vi soffiano, fatto pericoloso. Quivi poi nel fondo del golfo fondata la citt di Berenice. Dopo quel golfo trovasi l isola detta Ofiode (a) dai gran numero dei serpenti che v erano un tempo ; ma liberolla poi da que rettili il r e , s perch uccide vano quauti vi approdavano , e s perch non fosse im pedito 1 andarvi in cerca di topazii. E il topazio una pietra diafana che riflette una luce color d oro. Di giorno Don pu vedersi facilmente, perch il suo splen dore superato (3); ina di uotte la veggono coloro che ne vanno in cerca , e per segnale vi mettono sopra uu vaso capovolto, poi di giorno la scavano. E v era una compagnia d uomini ordinati alla custodia ed alla ri cerca di cotal pietra, mantenuti dai re dellEgitto. A quest isola tengono dietro molte popolazioni d Ittiofagi e di Nomadi: poi viene il Iago della Dea la lv a tr ic e , a cui diedero questo nome alcuni condot

( i) Cio Im puro, e forse Infam e, in quel senso in cui si dissero infames frigoribus apes ; infames scopulos Aeroce-

raunia. (a) Isola dei serpenti. - Il re ohe la liber fu Tolomeo F iladelfo. ( 3) Dalla luce del sole.

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tieri di flotte che in quello da grandi pericoli si ritras sero a salvamento. Quindi innanzi si vede una grande mutazione s della spiaggia e si del golfo; perciocch la spiaggia nou pi rocciosa e congiungesi in certo modo coll Ara bia ; e il mare diventa s basso, che appena ha duo orgie di profondit, e la sua superficie apparisce ver-* de, riflettendovisi il colore dell alga del fuco di cui gran copia - nel fondo. In quelle parti cresco no anche delle piante sott acqua ; ed ha inoltre quel luogo molti cani marini. Appresso vengono i T au ri, due m onti, che da lontano sono a vedersi somiglianti a due tori. Poi un altro monte su cui un sacrario d Iside' fondato da Sesostri. Poi un isola tutta arborata di ulivi, e quasi coperta dall acque : dopo la quale trovasi Tolemaide presso la caccia degli elefanti, fondata da Eudemo che Filadelfo aveva spedito a far caccia di quegli ani mali. Costui prima circond celatamente di fossa e di steccato una penisola, poi si diede a blandire coloro che avrebbero voluto respingerlo, e invece di avversar) se li rese amici. Nello spazio fra mzzo si scarica in mare un ramo del fiume detto Astabora ; il quale traendo principio da un lago, in parte va quivi a metter foce, ma col pi delle sue acque si confonde col Nilo. Seguitano poi sei isole chiamate Latomie ; e dopo di queste la bocca Sabaitica. Dentro terra trovasi un castello fondato da Suco. Appresso vengono il porto Elea e lisola di Stra tone; poi il porto Saba, ed un luogo dello stesso nome

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dove s cacciano gli elefanti. Il paese al di sopra di questi luoghi chiamasi Tenesi, ed occupalo da quegli Egiziani eh emigrarono al tempo di Psammitico, e sono soprannomati Sembriti, che vai quanto dire venuti d'al tronde. Costoro sono governati da una donna a cui soggetta anche Meroe , isola formata dal Nilo in vici nanza di questi luoghi, al di l della quale poi a non molta distanza evvi un1 altra isola nel fiume stesso , co lonia degli emigrati predetti. Da Meroe al mare v \ha quanto pu camminare un buon viaggiatore in quindici giorni. Nedintorni di Meroe il confluente dellAstabora, dellAstapo ed anche dellAstasoba col Nilo. Lungo questi fiumi abitano i popoli soprannomati Rizofagi ed Elei (1), perch raccolgono dalla vicina palude radici, le schiac ciano con sassi e ne formano certe paste delle quali si nu trono dopo averle ia tte seccare al sole. Quel paese pro duce anche leoni , ma nei giorni in cui spunta la cani cola ne sono scacciati da grosse zanzare. Stanno in vi cinanza di que paesi anche gli Spermatofagi (a) ; i quali allorch le sementi di cui soglion nutrirsi scarseggiano, mangiano certi frutti salvatici apparecchiandoli a quel modo che i Rizofagi fanno delle radici. Ad Elea tengono dietro le vedette di Demetrio e le Are di Conone : e nella parte mediterranea, detta il paese di Coracio, cresce una gran quantit di canne
( 1) Rizofagi vuoi dire mangiatori di radici-, ed Elei significa abitanti di paludi. . .

(a) Mangiavano le sementi di certe piante.

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J 'J

radiane. Pi oltre infra terra trovasi Endera abitata da uomini ignudi, i quali si valgono d archi fatti di giunco e di frecce indurite al fuoco. Con queste saettano le belve il pi delle volte dagli alberi, e tal fiata anche dal suolo. V ha fra quelle genti un gran numero di buoi salvatici, sicch vivono delle carni cos di questi come d altri animali : e qualora non ne prendano al cuno mangiano le pelli secche arrostite sulla graticola, e stanno contenti a quel cibo. Ai fanciulli non pervenuti ancora alla pubert hanno in costume di proporre il certame dell'arco. Dopo le Are di Coitone segue il porto M elino, al di sopra del quale trovasi un castello con parecchie case di caccia. Quindi incontrasi il porto di Anlifilo ; poi i Creofagi (i) che abitano al di sopra, mutilati nel glan d e , e dove le donne alla maniera giudaica (a) si cir concidono anch esse. Ancor pi in l di costoro verso il mezzogiorno stanno i Cinamolgi chiamati Agrii ( selvaggi ) dagli abi* tanti di que paesi. Costoro portano lunghi capegli e lunga barba ; e nutrouo cani assai grossi coi quali poi vanno a caccia de buoi che loro pervengono dalle vi cine regioni dell india donde o le fiere, o la mancanza dei cibi li scacciano : e il tempo dell arrivo di quegli animali dal solstizio d estate fino a mezzo linverno. m Al porto dAntifilo tien dietro l altro detto bosco
() Coloro che nutronsi di carne. (a) Gi si notato che Strabone s inganna attribuendo agli Ebrei questa mania.

Stmoxs j tom. V,

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della

g e o g r a f ia d i

strabone

dei Colobi (i) \ poi Berenice di Sba, e ia grande citt di S aba, e il bosco dEumene. Al disopra di questi luoghi situata la citt di D araba, ed una caccia de gli elefanti vicina al pozzo. L abitano gli Elefantofagi, i quali fanno la caccia degli elefanti in questo moda. Allorch dagli alberi veggono una schiera, di quegli ani? mali andarsene pel bosco, non le muovono guerra; ma avvicinandosi inyecp nascostamente a quelli cbe vanno appartati, tagliano lorp le gambe di dietro. Alcuni altres li uccidono colle frecce le cui punte sono intinte nel fiele de serpenti: ed a quel saettamento concorrono tre Uomini, due dei quali tengono 1*arco puntando i piedi innanzi, e 1 altro lira il nervo. Alcuni altri avendo no? tati certi alberi ai quali gli elefanti soglionsi appoggiare dorm endo, lattisi dall altra parte del tronco lo segano presso alle radipi : cos quando 1 animale viene e vi si appoggia, cade insieme collalbero; e non potendo pi rialzarsi, perch h a . 1 osso delle gambe tutto intiero e non pieghevole, i cacciatri balzan dagli alberi e li tagliano a pezzi. I nomadi chiamano impuri quei cac ciato^, Al di sopra di questi Elefantofagi abita la nazione pon pnntp numerosa degli Struzzofagi, appo i quali si trovano certi uccelli grandi quanto i cervi, che nou pos* sono volare, ma corrono invece colla celerit degli struzzi. Per farne caccia alcuni adoperano le frecce ; al cuni altri si coprono con pelli di struzzo, e introdu cendo il destro braccio nella parte del collo , lo vannq
( i ) Bosco dei circoncisi.

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movendo al modo che soglion fare quegli animali, in tanto che colla manca spargono del grano da no pa lliare che prtan sospeso : cosi gli uccelli allettati dal lesca lo seguono e.vanno a cadere iti certe fosse, dove poi i cacciatori a tal uopo appstati li assalgono con bastoni. Que popoli vaigonst della pelle di quegli oc* celli anche per Girne, abiti letti. Sogliono poi essere in guerra con loro quegli Etiopi ch si chiamano Siiti, i quali usano par acmi corni di origi (i ). Yiehii a costro abitano certi omini pi neri, pi piccoli e di pi corta vita dagli altri. Costoro non ol trepassano te non di rado i q u a ra n ta n n i, perch le carni invemainano loro addosso. Vivono di cavallette cacciate in qtwluoghi dal forte soffiare dei venti di pri mavera e di settentrione Per pigliarle gettano ne bur roni certe legne che abbruciando mandano gran fum o, e vi mettono sotto un po di fuoco: le cavallette sorvo lando a quei burroni cadono accieeate dal fumo ; ed essi allora pestandole con farina ne fanno una specie di polenta della quale si nutrono. Pi oltre si trova una regione deserta con abbon danti pascoli. Fu abbandonata per l eccessiva quantit degli scorpioni e delk falangi cos dette a qnattro m a scelle che una volt vi si moltiplicarono a dismisura e costrinsero gli abitanti di partirsene affatto. Dal port di Eumene sino a Dira ed allo Stretto dette sei isole abitano gl Ittiofagi, i Creofagi ed i Co lobi stendentisi nelle parti mediterranee. Vi sono an>
() Probabilmente una specie di antilope. (Edit. fiauc.)

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DELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

c h e p arecc h ie caccie di elefanti , e citt di poca rino m a n z a , ed isole situate lungo la spiaggia. I pi di quei p o p o li son Nom adi ; pochi s o d o i coltivatori. Presso ai cuni d i costoro abbonda io storace. G l Ittiofagi quando ritirasi la marea sogiion pren d ere il p e s c e , lo stendono sopra pietre facendolo sec care a i s o j e y poi dopo averlo abbrustolito ne traggono le lisch e delle quali fanno cataste, e ne pestan coi piedi le c a rn i facendone mia poltiglia di coi si nutrono dopo averla esposta un'altra volta al sle. E nelle stagioni bur rascose non polendo far preda di psci riducono in pol vere le lische accatastate, n compongono una poha e se ne valgono per nutrim ento; o se sono ancora recenti le succhiano.- Alcuni mangiano conchiglie carnose che tengon raccolte in certe fopse o stagni d vacqua m arin a j dove le nutrono gettandovi piccioli pescij e le serbano da mangiare nel caso che la pescagione riesca scarsa. E d hanno inoltre vivaj di pesci d ogni genere per d is p tn ^ sarli nei casi di somiglianti bisogni 7 Alcuni poi di quelli che abitano dove la sp iag g ia priva di/acqua dolce sogliono fare un viaggio d c in que giorni per condursi accompagnati da tu tta 1$ fa m i glia e cantando peani aMuoghi che ne son p ro v v e d u ti^ e quivi mentendosi proni sul snolo bevono al m o d o d e buoi, finch il ventre gonfiato suoni a guisa di t i m p a n o ^ poi ritornano al mare. Costoro vivono dentro s p e l o n che o tugurii dove invece di pilastri e travi si v e g g o n o ossa di cetacei coperte da frondi d ulivo. I Cfhelonofagi (1) coprono le loro abitazioni c o i n i c ( 1) Mangiatori di testuggini. . '

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cbj delle testuggini, di tanta grandezza in que luoghi, che sadoperano per navigare. Altri collalga che il mare <caccia in grande quantit, alla riva formano alte dune, e quasi colline, nelle quali poi si scavano le loro abita* zioni. Costoro gettano i morti ad essere divorati dai pesci, lasciando che la marea rifluendo n li porti con s. . Incontransi poscia tre isole, luna delle Testuggini, l altra delle Foche, la terza degli Sparvieri: e tutta la spiaggia ha palme, ulivi e lauro, non solamente al di qua delle Colonne , ma bea anche al di l , iti grande abbondanza. Evvi anche un isola dtta di Filippo, rim petto alla quale trovasi unq caccia di elefanti detta Pitangelo. Seguono poscia, la citt ed ir porto dArslnoe; poi Dira , e pi dentro terra uu altra caccia di ele fanti. Partendosi da Dira tutto il paese ferace di aromi. Sul principio esso ^produce anche la m irra, la quale si trova pure nel paese degl Ittiofagi e dei Creofagi ; e vi allignano anche la persia ed il sycamino dEgitto. AI di l di questi luoghi sta Lica , cccia di ele^ -fanti. In pi siti poi trovansi serbatoj dacqti pluviale. Quando questi si asciugano, gli elefanti colle probosci di e coi denti scavando il suolo si sprofondano a segno da trovar nuovamente acqua. Lungo.questa spiaggia fi no al promontorio di Pitolao si trovano due laghi assai grandi ; l uno dacqua marina detto anche m are; lal tro d acqua dolce che pur nutrisce ippopotami e coc codrilli. Lungo la costa alligna il papiro; e ne dintorni si veggono degl Ibi. E gi gli abitanti dei luoghi vicini

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DELL* GEOGRAFIA t>I STRABONE.

al promontorio di Pitolao non osservano 1 usanza di circoncidersi. Dopo costoro' viene il paese che produce P incenso, poi un promontorio e un territorio sacro dov un pioppeto. NelP interno del paese incontransi la valle cos detta d Iside , e laltra detta Nilo, tutte e due feraci di mirra e d incenso. Evvi anche una piscina che s em pie .delle acque dei monti; poi il borgo del Leone, e il porto di Pitangefo. Il paese ebe viene appresso produce la falsa cassia. Subito dop sono parecchie vallate di fiumi nelle quali cresce P incenso, e parecchi finmi siuo al paese che produce il cinnamomo. Il fiume poi che serve di confine a questo paese produce il Phleus (i) in gran copia. Segbita poi un altro fiume, e quindi il porto Dafneo : poscia una vallata detta di A pollo, la quale oltre P incenso produce mirra e cinnamomo : m a quest altimo alligna assai meglio nei luoghi m editerra nei. Quindi tengono dietro il monte Elefante, un bara tro, e il gran porto di Psigmo, il serbatoio dacqua detto Cinocefalo, poi il Noto-cera ch lultimo capo di quella spiaggia (a). Quando si abbia superato questo capo fdice ancora Artemidoro) volgendo a mezzogiorno non abbia mo pi lungo la spiaggia che segue descrizioni n di porti n d altri luoghi, per essere sconosciuta. Vi sono colonne ed are di Pitolao, di Lica , di
(1) Phleus sehoenoris di Linneo. (a) Noto-cera significa Corno o Capo meridionale. Il G ossellin poi crede che v'abbia una lacuna nel testo, e che m anchi la descrizione che Artemidoro dovette aver data di quel tra tto di spiaggia che dal monte Elefante va sino tri Noto-cera.

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Pitangelo, del Leone e di Carimotro lungo quella parte di spiaggia che si conosce da Dira fino a Noto-cera ; . ina signora la distanza di questi luoghi fra loro. Il patse pieno di elefanti e di leoni cos detti rairmeci (i). Questi autmali hanno volte al rovescio le parti genitali, tendono al colore delP oro, e sono men villosi ehequei dell Arabia. Vi si trovano anche forti leopardi 6 rino ceronti. Questi sono di poco inferiori agli elefanti, come afferma rtemidoro. . . . t bench dica di averne veduti in Alessandria; ma quasi eguali in altezza (a). A giudi carne pot da uno -che noi abbiamo veduto j il colorcf di questo animale somiglia non tanto a quello del bos so qvanto a qoello dell elefante ; la sua mole quella del toro; la figura simile a quella del cinghiale mas simamente se) muso, se non che il suo naso formato da nn corno ricurvo pi dar d ogni osso. Questo egli usa per sud a m a , come il cinghiale adopera le saune. Ha inoltre due callosit , 1 una dietro il collo, 1 altra ai lombi che lo circondano dalla schiena fino al ventre come spire di serpenti : ma tutto questo noi lo diciamo fondandoci sopra il rinoceronte da noi veduto. Avtemidoro poi aggiunga che questo animale solito ad ave re particolarmente battaglia pel pascolo coll elefante
(i) Leoneformica, Ai* ftipftnj; : ma s ignora a qual ani male gli antichi dessero questo nome. (a) Il testo dice: O vth efi x x tX /r s tlx t ra t tAsQ xn*t t! in rif A fttft/S t/fit

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d e l l a g e o g ra fia d i s tra b o n e

gli sottentra col corno predetto e gli lacera il ventre s egli non lo previene clla proboscide e coi denti di cui munito. ' ' Nascono in que medesimi luoghi anche le giraffe che non somigliano punto ai leopardi (i); ma per la variet della loro pelle sono piuttosto simili ai cerviatti il cui pelo distinto da righe. Le parti posteriori delle gi raffe sono molto pi basse delle anteriori, sicch pa iono quasi sedute sblla parte ond la coda, e dove han no l'altezza dun bue, mentre le gambe dinanzi non so no minori di quelle dei cammelli : ma perch poi il loro collo teso e s alza in linea retta, perci giunge ad unaltezza molto maggiore che non quella del cammeiio. A cagione poi di questa disparit delle sue membra non credo che la celerit della giraffa possa essere tale qual la dice Artemidoro dichiarandola insuperabile. Essa non poi n anche una belva, ma piuttosto un animale domestico ; n dimostra veruna salvatichezza. Trovansi altres iu que luoghi e sfingi e cinocefali e c ep i, che nella faccia somigliano al leone, n el re stante del corpo alla pantera , e nella mole ad una -damma , poi certi tori selvaggi e carnivori che Bella grandzza superano di molto i nostri, e cos anche nella celerit, e sono di color rosso. Le Crocute (a) nascono (come dice lo stesso autore)
() Questa osservazione i suggerita all Autore dal nome d

Cammellopardi (Ka/tyA<sr*f<fA><r ) con cui i Greci chiamavano


le giraffe.

(a) Formano una specie dellanimale Iena.

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dalla meschianza d un lupo con una cagna. Ma quello poi che dice Metrodoro nel suo libro Intorni all1abi tudine ba sembianza di favoloso, e non occorre che se ne parli. Artemidoro fa menzione anche di serpenti che hanno trenta cubiti di coda, e son capaci di vincere tori ed elefanti, nel che almeno la sua asserzione non immoderata. Pi favolosi sono i serpenti dell India e della Libia sulle cui schiene si dice che tresca lerba (i). La maniera di vivere dei Trogloditi da nomadi : le varie trib sono sotto il governo di capi indipen denti ; e fuor questi soli, gli altri hanno in comune le mogli ed i figli : chi seducesse la moglie di alcuno dei capi condannato in una pecora. Le donne sogliono tingersi accuratamente con antimonio () ; e per pre servarsi dalle fascinazioni si mettono delle conchiglie intqrno alla gola. Le varie trib sogliono guerreggiarsi pei pascoli, da principio respingendosi colle pugna, poscia coi sassi \ ma se qualcuno comincia a rimanere ferito, al lora vengono anche alle frecce ed alle spade ; se non che poi a dividere i combattenti sinterpongono le don ne colle preghiere, e li rappacificano.-Il loro nutrimento
(i) Rispetto ai serpenti dell in d ia , Strabone stesso (lib. x v , c. i ) riferisce la testimonianzr. di Onesicrito che li fa sino di cento quaranta cubiti. (o) Sr<j8/7*i S" ! yvt 7 tt. JDeUantmionip an ticamente detto stibium o stimmi., e dell uso che ne facevan le donne per tingersi gli occhi, ne parlano Plinio (lib. xxxm, c. 33) e i suoi cementatori.

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di cariti e d ossa , che. post insieme e ravvolte io plli e preparate variamente si cucinano dai loro cuo chi ) eh essi dicono impuri. Cos dunque costoro non solo maogiano carni, ma anche ossa e pelli. Fanno uso anche di sarigue mescolandolo col latte. La he* vanda del volgo un infusione di paliuro ; quella dei capi delle trib un liquore addolcito col mele ehe spremono da un certo fiore. Appo loro inverno quan do soffiano gli etesii; perciocch allora cadono le piog* ge : il restante del tempo estate, Sogliono e$ser nodi o coprirsi con pelli, e portar bastoni : e non solamente usano il ritaglio, ma alcuni altres circoncidonsi come gli Egizi* (i). Gli Etiopi Magabari poi aggiungono ai loro ba stoni nodi di ferro , ed usano anche lance e scudi di cuoio crudo. Gli altri Etiopi fanno uso d arco e lancia^ Alcuni fra i Trogloditi seppelliscono i loro morti legandone il collo alle gambe con verghette di paliuro, poi in allegrezza ed in riso vi gettano sopra pietre fin tanto che la vista .del cadavere sia to lta , ed allora vi piantano sopra un corno di capra , e se ne vanno. So gliono viaggiare di notte attaccando ai maschi del loro gregge certe campane che col suono scaccin lontano le belve , contro le quali si difendono anche colle fiac
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t n 'u . Gi vedalo che in questa parte non solamente dif ficile intendere.bene ci che volle dire Strabone, ma egli stesso nofl ebbe precise idee.

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cole e colle frecce: e per amore del loro bestiame vegliano le intiere notti cantando (i) intorno al fuoco . Dopo aver dette queste cose sui Trogloditi e sugli Etiopi loro vicini, Artemidoro ritorna agli Arabi, e primamente a quelli che abitano intorno al golfo Ara bico' rimpetto ai Trogloditi, cominciando dal Posidio eh ei dice situato nella parte pi interna del golfo Elanite (a). Subito dopo il Posidio seguita un palmeto abbon devole d acqua e sommamente venerato per essere tutto il territorio circonvicino infuocato, sene acqua , senza ombre. Quivi poi mirabile anche la feracit delle palme. Presiedono a quel bosco un nomo ed una donna appartenenti ad una certa schiatta^ che vestono pelli, traggono il proprio nutrimento dal frutto delle palme, e dormono su quegli alberi, dov essi costrnisconsi loro capanne per sottrarsi al gran numero delle fiere. Al palmeto tien dietro l Isola delle F o c h e , deno minata cos dalla moltitudine di quegli animali. E vi cino a quest isola un promontorio che stendesi nella
(i) Il testo dice ifjf n n % pift**, che forse dovrebbe tra dursi cantando certa loro cantone. (?) Il Gossellin not che invece di golfo ElaitiU dovrebbe leggersi golfo Beroopolite. Rispetto al Posidio lo slesso erudito credette che questo abbia potuto essere lantico nome di Heroopoli; ma il Letronne osserv che questo nome non pi antico del regno di Tolomeo Filadelfo, e tiene che il Posidio fosse Vallare di Nettuno e il luogo consacrato a quel Dio nel fondo del golfo dHeroopoli.

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stessa direzione di Petra ( citt dei cos detti Arabi Nabatei ) e della Palestina. In quest isola i M inei, i Gerrei e tutti gli abitanti dei paesi circonvicini soglion portare gli aromi per farne mercato. Appresso stemlesi un altra spiaggia detta antica* mente dei M aroniti, alcuni dei quali erano agricoltori, >d alcuni scenili (i). Ora poi dicesi isola de Garindei, i quali distrussero a tradimento i primi abitanti. Peroc ch li assalirono mentre celebravano una festa solita a rinnovarsi ogni cinquantanni, e li trucidarono; quid* .di' gettaronsi.sugli altri (a), e cos li distrussero tutti. Seguita poi il golfo Elanite ($) e il territorio de Nabatei ricco dalberi e di pascoli. Le isole che stanno a poca distanza da quella spiaggia le abitano certi uom ini, i quali anticamente viveano quieti, poi si die* -dero ad esercitare sopra zattere il ladroneccio con tro quanti navigavano dall Egitto ; ma all ultimo ne pagarono il fio, perch fu spedita contro di loro una flotta dalla quale rimasero distrutti. A questi luoghi tien dietro una pianura abbonde vole di piante , irrigata da molte acque , e piena di pecore d ogni genere , e principalmente di muli sel vaggi , cammelli, cervi e damme. Vi sono altres leoni,
(t) Cio uomini che abitano sotto tende. (a) Quelli cio che non eran concorsi a quella solennit. (3 ) Se per arrivare al golfo Elanite (ora AAkaba) bisognava aver prima costeggiato tutto il paese fin qui descritto, dunque manifeste che il Posidoni trovavasi in fondo al golfo dHeroopoH, e nob gii in quello d Elana com scritto nel testo di Stra bone. (G.)

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leopardi e Inpi in gran numero : e dinanzi a questa pianura situata un isola detta Dia. Dopo viene un golfo di circa cinquecento stadii , circondato da monti e di malagevole accesso, d in torno al quale abitano uomini soliti a vivere della cac cia danimali silvestri. Poi sono tre isole piene d ulivi, non simili a quelli che trovansi fra di noi, ma propri! di que paesi e detti ulivi dEtiopia : lamore cbe ne di stilla dotato di forza medicinale. Seguita a questi luoghi una spiaggia pietrosa, e dopo di questa una spiaggia di circa mille stadii SCO' gliosa, e lungo la quale si naviga malagevolmente per ch scarseggia di porti e di luoghi dove poter ancorare Perciocch un monte aspro e molto elevato si stende fino all orlo di quella costa, formandovi seogli peri colosissimi ai naviganti, massimamente allorch soffia no i venti etesii ; la quale stagione suol essere anche piovosa. Viene appresso un golfo in cui sono sparse delle isole; poi sonvi tre dune di sabbia nera molto elevate; Pi innanzi vha il porto di Carmota cbe gira circa cento stadii, e nondimeno ha un ingresso angusto e pericoloso ad ogni maniera di navi. Vha un fiume che mette foce in quel porto ; e nel mezzo sta un isola bene arborata, e tale che potrebbesi coltivare. A questo porto succede una costa aspra ; poi ven gono alcuni seni, ed un paese di Nomadi che traggonQ dai cammelli la loro sussistenza ; perciocch se ne val gono come cavalcatura nelle guerre e ne viaggi, e del latte e delle carni fanno uso per nutrimento, Scorra

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anche per quel paese un fiume che seco strscina arena d o ro , ma gli abitanti non sanno 1 arie di trarne prfitto. Questi abitanti si chiamano Debe * , e in parte son nomadi ; in parte agricoltori. Io poi non dico i nomi antichi delle popolazioni (i), perch non hanno cele* b rit , ed anche perch sono strepi a pronunciarsi. Prossimi a costoro sono alcuni popoli pi incivi liti , i quali abitano un paese di clima pi tem perato, ben provveduto dacqua e di alberi. Appo costoro sono miniere d oro , che trovasi non gi misto eoli arena, ma puro, in masse che non han duopo di molto lavo ro a purificarle, somiglianti nel volume le pi picciole ad una nocciuola, le mezzane ad una nespola, le mag giori ad una noce. I nativi di quel paese forano questi globetti, e alternandoli sopra un filo con certe loro pietre trasparenti, ne fanno monili per oroamento del collo, e smanigli. Sogliono anche vendere ai vicini 1 oro a buon mercato cambiandolo col rame, col ferro e coll argento, e dando tre volle tanto oro pel ram e, due volte tanto pel ferro., e dieci volte tanto per l ar gento (a) : e questo essi fanno per limperizia a lavorar
() Il testo dice: Qi x'tytt Si tS t r i itifta r ri 7<eA<0. Il Letronne crede che invece di ? 2 t debba leggersi rie aXX , e traduce je ne donne pus les noms det autres peuples. Non credo di dover adottare questa correzione. (a) Il testo ordinario parla soltanto del cambio col rame e coll'argento, rfu rX irict in n S iS itrit t* t* i f yi f K: ma Agatarchde e Diodoro dicono invecfi rptrkaenr tri/<tfirir r i /c r i t r io t i rtiiftt, *><<

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quei metallo , e per la mancanza di quegli oggetti che ne ricevono in cambio, e dei quali pDorano la necessit pella vita. Contiguo a costoro il paese fertilissimo do Sabei ndsione numerosissima, prsso la quale trovansi la mirr a , lincenso ed il cinnammo. Sulla apiaggia alli gnano anche il balsamo ed una certa altra pianta molto odorosa, ma di odore che presto svanisce. Vi sono al tres palme anchesse odorose, ed il calamo. Vi si ge nerano serpenti lunghi uno spitamp di colore purpureo, i quali spiccano salti fino alla cintura 4 un uom o; e cui essi mordono non pu mai guarire. Per 1 abbon danza delle produzioni del suolo quegli abitanti menano una vita oziosa e trascurata. Gli umini del volgo han no le loro abitazioni alle radici degli alberi odorosi in torno ai quali sogliono lavorare per vivere: i pi vicini ad ssi ricevono questi legni, e li trasmettano a quelli che stanno dopo di loro : e cos di mano in mano fino alla Siria ed alla Mesopotamia. I soverchi odori procacciano a quelle genti una pesantezza di testa che sogliono ppi dissipare coi suffumigi di asfalto e di barba di becco. La citt de Sabei, Marjab a , posta sopra, un monte boscoso, ed ha un re arbitro de giudizii e di ogni altra cosa \ ma egli poi non pu uscir della rggia, altrimenti per un certo oracolo sarebbe tosto lapidato (i) dalla moltitudine : quindi egli e i suoi cor tigiani vivono in una efTemminata mollezza.
(i) {C#tAiux9-i. Altri legge x * r * X s a r e b b e depostof

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Il popolo iu parte coltiva la te rra , in parte mer* canteggia di arom i, cos di quelli che produce il paese, come di quelli che si procacciano dall Etiopia navi* gando per gli stretti del mare sopra navigli di cuoio. E questi aromi sono col in tanta abbondanza, che invece di sarm enti, e dell altro legname da fuoco, suole abbruciarsi il cinnamomo, la cassia, e simili. Generasi fra Sabei anche il /orinino, odorosissimo timiama. Per questo traffico i Sabei, ed anche i G errei, sono pi ricchi di tutti gli altri popoli, e posseggono grande quantit di suppellettili doro e dargento, come a dire le tti, tripodi, crateri con vasi da bere. Hanno inoltre case magnifiche, dove le p o rte , i muri ed i tetti sono d ebano , d oro e d argento con ornamenti di pietre preziose . Questo dice rtemidoro intorno agli Arabi: le altre cose eh egli racconta, in parte somigliano a quanto u riferisce Eratostene, in parte sono cavate da altri storici. Affermano alcuni pertanto che quel mare si dice Eritreo ( i ) dal colore in cui sembra tinto in conseguenza del riflesso o del sole che gli a perpendicolo, o dei monti che sono rossastri per essere abbruciati : perocch l uno e 1 altro probabile. Ctesia gnidio ci racconta di una fontana che versa in quel mare acqua rossa e color di minio; ma Agatarchide suo concittadino, sulla fede di un certo Boxo di schiatta persiana, racconta, come un gregge di cavalli inseguiti da una leonessa cha
(i) O Mar Rosso.

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era punta da un tafano fuggirono fino al m are, e get tatisi a nuoto passarono in un isola: allora un Persiano di nme Eri t r a , costruitasi nna zattera , fa il primo che tragittasse a quell isola, e trovato che si poteva bene abitarvi, dpo aver ricondotti nella Persia i ca valli, mand dei coloni a popolarla, non meno che nelle altre isole, e lungo la spiaggia, dando il suo pro prio nome a quel mare. Alcuni altri parlano di un figliuolo di Perseo nomi nato Eri tra , che avrebbe regnato in que luoghi. Dicesi da alcuni che dallo stretto 'd el golfo Arabico fino allestremit del paese in cui alligna il cinnamo mo (i) v hanno cinquemila stadii; ma poi ton deter m inano, n verso il mezzogiorno, n verso l oriente. Dicesi inoltre che nelle miniere delloro trovansi anche lo smeraldo e il berillo. Al dire di Posidobio vi sono altres fra gli Arabi dei sali odorosi. Primi al di sopra della Siria i Nabatei ed i Sabei abitano lArabia F e lic e , e spesse volte la corsero quando non era ancora soggetta ai Rom ani, ai quali ora ubbidiscono cos quei popoli come anche i Sirii. Metropoli de Nabatei la citt detta Petra per es sere situata in un luogo liscio e piano in tutto il resto, ma cinto da una speciedi baluardo di pietre le quali al di fuori hanno scoscendimenti e precipizii, dentro hanno' copiose fonti che somministrano l acqua neces* saria non solo per b e re , ma anche per l irrigazione dei terreni. Ma fuori di questo recinto il paese de
li) Dallo stretto di Bab-el-Mendeb fiuo a Kesem, (G.)

S tH ABO XE J tom. V.

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serto per la maggior p a rte , principalmente verso I3 Giudea. Da Petra poi a Gerico la via pi breve di tre o quattro giorni; e di cinque fino al Palmeto. Quella citt governata sempre da uno della schiatta reale ; e costui ha per ministro (1) qualcuno dei compagni della sua giovinezza che si nomina fratello. Bonissime sono le leggi di questo paese. Atenodoro filosofo e nostrq amico ci raccont non senza meraviglia di avervi tror Vati molti Romani e molti altri forestieri col emigrati ; e di aver notato che mentre quegli stranieri avevano spessi litigi o fra di loro o coi nativi, nessuno di questi gitimi invece prqmoveva mai veruna querela contro gli altri, ma tutti vivevano in pace. La spedizione poi che i Romani fecero di recente nellArabia, e della quale fu condottiero Elio Gallo (a), fece conoscere molte par* ticolarit di quel paese. Questo capitano fu spedito da Cesare Augusto affinch esplorasse quelle genti e que1 luoghi, e quelli altres degli E tiopi, vedendo che la parte della Trogloditica contigua all Egitto vicina a que1 s iti, e che il golfo Arabico dove divide gli Arabi dai Trogloditi molto angusto. L1imperatore pertanto erasi proposto o di conciliarsi quei popoli o di sottometterli, siccome quelli che in ogni tempo eb bero fama di ricchissimi, perch solevan cambiare colV argnto e coll1oro degli stranieri i loro aromi e le |oro pietre preziose, n mai disperdevano cosa alcuna di quanto ad essi si dava. Perci egli sperava di dovere (1) v/rforef. (2) Laqiio 34 prima

dell^ E. y .

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con quella spedizione o procacciarsi ricchi am ici, o vincere ricchi nemici: e lo iucoraggiava anche la spe ranza fondata su Nabatei suoi alleati, che promettevano di assecondarlo in tutto. Per qfieste cagioni adunque Gallo fece quella spedi zione; ma Io ingann Silleo ministro de Nabatei, il quale do^o avete promesso di mostrargli la giusta v ia , di somministrargli il bisognevole, e insOnttma di asse condarlo in tu tto , si comport poi in ogni cosa da traditore; n gli addit la spiaggia dove avrebbe potuto navigare al sicuro, n la giusta strada, ma lo condusse per luoghi senza v ie , per lunghe tortuosit, in siti dove mancava ogni cosa , Inngo coste importuose, pie* ne di scogli a fior d acqua, o di bassi fondi, dve poi il flusso e riflusso del mare torn dannosissimi a Gallo (i). E questo fu il primo errore, che si costruissero lunghe n a v i, mentre non v era n poteva esservi guer ra di mare: perciocch gli Arabi, come uomini dati alle faccende ed al mercantare, non sono molto guerrschi in te rra , e meno ancora in mare : e nondimeno Elio Gallo fece costruire non meno di ottanta fra birem i, triremi e navi lunghe a Cleopatride presso f antico ca nale derivato dal Nilo. Conosciuto poi il suo errore, costrusse cento trenta legni da trasporto, sui quali navig con circa dieci mila fanti, parte soldati romani stanziati in Egitto, parte ausiliari; e fra questi cinquecen!

(i) Il testo greco qui in alcune parti o guasto o sospetto, ma non in modo peraltro che il senso ne possa rimanere dub bioso. Le coste delle quali parla Strabone sono quelle del Thamud,

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to erano Giudei e mille Nabatei condotti da Silleo. Dopo avere patito e faticato assai, nel decimoquinto giorno approd a Leuco-Come (1) grande emporio nel terri torio de Nabatei ; avendo prima perduti molti de suoi legni, alcuni dei quali anche cogli uomini che verano sopra, senza veruna militare fazione, ma solo per le difficolt del viaggio. Di tutti questi disastri fu cagione la malvagit di Silleo , il quale affermava che un eser cito non avrebbe potyto condursi per terra a LeucoCome; mentre iuvece i mercatanti sogliono andare non solamente col, ma anche pi oltre; e sicuramente e facilmente viaggiano da Leuco-Come a Petra, e di quivi .a Leuco-Come in tanto numero duomini e di cammelli, da rendere imagine d uu vero esercito. Vi concorse poi anche la negligenza del re Oboda nellamministra zione delle cose pubbliche e massimamente di quelle spettanti alla guerra ; difetto comune a tutti i re delP Arabia. Perocch egli commise ogni cosa all arbitrio :del ministro Silleo, il quale comportandosi perfidamente .nelle cose di quella spedizione, avrebbe voluto ( per quanta mi sembra) perlustrare quel paese, impadronirsi d alcune citt e nazioni col soccorso dei Romani, poi farsi egli stesso signore di ogni cosa distruggendo que sti compagni colla fame , colle fatiche , colle malattie e con, quanti altri mezzi potrebbe la sua malvagit suggerirgli. Allorch dunque 1 esercito giunse a Leuco-Come, gi era travagliato dalla stomacacia e dalla scelotirbia ,
(1) Letteralmente : A l borgo bianca.

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malattie indigene, la prima della bocca, l altra delle gambe (dove si manifesta con una specie di paralisi), e provenienti dalle acque e dagli erbaggi. Laonde Gallo fu necessitato di passare col la state e linverno affin ch- potessero riaversi coloro che dalle malattie erano indeboliti. Da Leuco-Come adunque solevansi trasportare le mer ci a P e tra , da Petra a Rinocolura della Fenicia vers lEgitto, e di quivi negli altri paesi : ora poi se ne con duce la maggior parte pel Nilo ad Alessandria. Perve nute dallArabia e dallindia a Mios-ormos (i), poi tras portate sopra cammelli a Copto citt della Tbaide lungo uu canale del N ilo, di quivi discendono ad Ales* sandria (a). Gallo poi ricominciando la sua spedizine da LeucoCome, per la malvagit delle guide, entr in tali paesi dove fu necessitato di far portare sopra cammelli 1 acqna che gli bisognava , sicch appena dopo molti gior ni pervenne ai domimi d Areta parente di O boda, da cui fu accolto amichevolmente e ricevette dei doni. Ma il tradimento di Silleo gli fece dannoso anche il viaggio per quel paese, tanto che vi consum trenta
(1) Porto del topo. (a) Le cprrezioni del Letronne a questo passo dubbiosissimo del testo mi parvero- sicure da ogni errore. Ad ogni modo il Coray adott nell ultima parte una lezione motto diversa : uSr
t ic K tirV tt r f f 0ii , i ! s , , i) S tm fvyt

n /a iiv , x in tlS -ir i i t *AAi{c>J]p((ae> ; sicch verrebbe a dire che le merci trasportavansi a Copto della Tebaide sopra cammelli o pel canale del N ilo , e di quivi ec.

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giorni, per la cattiva condizione delle strade, nori vi trovando altro che spelta e poche palm e, e butirro invece dolio. 11 susseguente paese in cui entr Gallo era abitato da Nom adi, in molta parte assolutamente deserto, e chiamavasi Ararene. Erane re Sabo : e quivi pure Gallo per le cattive strade consum ben cinquanta giorni, dopo i quali arriv alla citt dei Negrani in un territorio pacifico e fertile. Il re di quel paese fugg; la citt fa presa d assalto , di quivi l esercito arriv in sei giorni al fium e............. (1); dove essendo i bar bari venuti a battaglia, perirono in numero di circa dieci mila. Dei Romani invece due soli rimasero morti, perciocch quelle genti non avevano pratica di guerra e non sapevan giovarsi dell armi. Queste erano archi, picche, spade e fionde; ma i pi poi avevano falci di doppio taglio. Subito dopo simpadron Gallo anche della citt detta Asca , abbandonata dal suo re. Di col si trasfer ad Atrulla, e senza verun contrasto se ne fece padrone. Quivi mise un presidio ; poi fornitosi di frumento e di datteri procedette fino alla citt di Marsiaba (2) dov la nazione dei Ramaaiti soggetti allora ad Ilasaro. Per lo spazio di sei giorni vi stette intorno ad assedio , ma poi, venutagli meno l acqua , se ne distolse. Egli pertanto trovavasi allora a due gior ni) Et tm trarufitt. Questa locuzione non pu stare senza il nome del fiume: perci io non dubito dindicar qui una la cuna.
(a) 11 Gossellin porta opinione che Marpiaba corrisponda alla Mecca.

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nate da) paese -degli arom i, secondoch i prigionieri dicevano. Cos Gallo consum lo spazio di sei mesi tradito dalle sue guide. Conosciuto p o i, ma tardi, linganno di volta, e facendo nel ritorno differente viaggio , net nono giorno si ricondusse al paese de Nfegrani, dove era accaduta la battaglia ; e di quivi in undici giorni pervenne al luogo denominato Sette Pozzi perch sette pozzi appunto vi sono. Quinci attraversando un ter* reno deserto (i) venne al borgo di Chaalla, poi ad un altro detto Malota situato sulla sponda dun fiume. Di quivi battendo una strada che andava per un deserto e lungo la quale si trov poca acqua, arriv fino al borgo di Negra appartenente ad Oboda sul mare. Cosi ritor nando compi tutto il viaggio in sessanta giorni, men tre da prima vi aveva consumati sei mesi. Da Negra tragitt lesercito in undici giorni a Mios-Ormos, don de si trasfer a Copto, e di quivi and ad Alessandria con que soldati che potevano ancora prestare qualche servizio. Gli altri li perdette non gi in fazioni militarij ma per malattie, fatiche , fame e disastrosi viaggi: sette soli gli era avvenuto di perderne combattendo. Per queste cagioni poco giov quella spedizione a co noscere que paesi : nondimeno produsse una qualche utilit. G di queste sventure fu cagione Silleo, il quale poi ne pag il fio in Roma ; dove sebbene si vantasse
(i) Gli antichi testi leggono JV ipilitic,, e traducevasi per un paese pacfico : ma dopo il Casaubono fu generalmeute adottai la lezione ip ifn t.

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damicizia, pure accasato di questa malvagit e di altre scelleratezze, ne perdette la testa. Il paese che produce gli aromi suole dividersi in quattro parti, come abbiamo gi dtto. Fra gli aromi poi dicono che l'incenso e la mirra provengono da certi a lb e rile che la cassia cresce nelle paludi. Alcuni altri sostengono che1la maggior parte della cassia viene dall' In d ia , e che il miglior incenso generasi nella Persia. Secndo un altra divisione, tutta l'Arabia Felice si parte in cinque signorie; l una delle quali contiene i guerrieri incaricati della comune difesa di tutti ; l altra si compone degli agricoltori, dai quali si diffnde in tutte le altre il fromento; la terza degli artigiani; la quarta produce la mirra ; l'ultima l incenso. Queste ultime due producono anche la cassia, il cinnamomo ed il nardo. Presso questi popoli non sogliono mutarsi professioni, ma ciascuno persevera in quella de' suoi maggiori. Il vino poi lo traggono principalmente dalle palme. I fratelli si preferiscono quivi a' figliuoli. Quelli della famiglia reale regnano secondo lordine d ell'et; e quest'ordine osservasi anche per l'altre magistrature. Le famiglie hanno i loro possedimenti ciascuna in co mune , ma n' padrone il pi vecchio. Tutti insieme hanno una sola donna : chi primo arriva mette il pro prio bastone dinanzi alla porta ( ch tutti costumano portar bastone) e si congiunge con lei; ma solo al mag giore di et conceduto di fermarvisi la notte. Perci poi tutti sono fratelli di tutti (i), Meschiansi altres
() Le parole del testo: Ali *< i r i f cfeAfV< *rr>

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colle proprie madri. All adultero prescritta la pena della morte; ed adultero chi appartiene ad un altra famiglia. Raccontasi che la figliuola di un re di mera* vigliosa bellezza ebbe quindici fratelli j i quali tutti in namorati di le i, succedendosi l un dopo l a ltro , mai non le davaD riposo. Ed ella essendone stanca si valse di quest astuzia. Si procacci dei bastoni simili a quei eh essi portavano, e quando uno dei fratelli usciva da lei portandone il suo, essa metteva alla pprta quello che gli somigliava, e dopo qualche tempo un altro sempre diverso da quello di colui chella congetturava dovesse venire pel primo. Ora trovandosi una volta tutti i fratelli sulla piazza, uno si accost alla porta, e vedutovi
t i r i , se non possono giustificare la mia traduzione, ne scusano
al certo 1 oscurit. La versione latina : quapropler omnes om nium sunl fratres , bench possa fondarsi anche sopra un altra interpretazione , pormi nondimeno c h e , regolarmente spiegiata , dia uno stesso concetto colla mia. Posta la consuetudine descritta DallAutore, di generazione in generazione tutti i membri di una famiglia sono fratelli perch nati da una madre Dola: i padri cbe metterebbero tra figliuoli di. questa madre comune un diverso grado di parentela non sono certi; e perci si considera solo la maternit (com e suol d i r s i ) , rispetto alla quale tutti sono fr a telli di tutti. Il Letronne am meglio di parafrasare e disse:

tutti si considerano come padri dei figliuoli di questa donna,


Non impugno questa perifrasi , ma non mi parve necessario di sostituirla alla versione letterale. Potrebbe darsi che questa idea tulli si considerano come padri non fosse conciliabile coi diritti dalle leggi o dalle consuetudini accordati ai padri sui figli, e mi pare assai probabile che lAutore colle citate parole abbia voluto sem plicemente fermare 1 attenzione del suo lettore sopra la singola- ril di questo fatto anzich sulle sue conseguenze legali.

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il bastne, da quello congettur ebe qualcuno stesse colla sorella; e. poich aveva lasciati tutti i fratelli sulla piazza, sospett di adulterio. Quindi corse dal padre, e lo men seco ; ma ebbe a convincersi di avere a torto accusata la propria sorella. I Nabatei sono temperanti, e cosi buoni massaj, che puniscono pubblicamente chi diminuisce la propria sa* stanza : e chi 1 aumenta & premiato. Siccome hanno pochi servi, cosi d ordinario ne fanno le veci i pa renti fra loro, e ciascuno si serve da s stesso; e que sta usanza si osserva anche dai re. Mangiano in comune tredici per ciascun desco a cui assistono in oltre due musici. Il re poi con grande magnificenza suol fare continui conviti, dove nessuno pu bere pi di undici volte , valendosi di undici vasi d'oro diversi luno dallaltro. Ed il re cos popolare, che serve non solamente a s stesso, ma talvolta anche agli altri. Spesso poi rende conto al popolo della sua amministrazione ; e talvolta sottopongono ad esame an che la sua condotta. Le case sono di m arm o, bellissime; le citt non hanno mura perch vivono in pace. Il territorio in gran parte fruttifero, fuorch di ulivi ; perci nsano olio di sesamo. Le pecore sono col bianche, i buoi grandi ; non vi sono cavalli, invece dei quali soglionsi nebisogni adoperare i cammelli. Non portano tonache, ma solamente certe fasce e sandali: cos vestono anche i r e , i quali peraltro usano la porpora. Alcune cose le fanno venire intieramente daltronde, alcune non intieramente, producendone anche il pae*

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se. Tali sodo Poro e l argento, e molti fra gli aromi ; ma il ram e, il ferro, la porpora, lo storace, il zaffe ra n o , il costo, le opere di cesello, le pittare e le sta* tue le traggono dal di inori. Considerano come letame i cadaveri, secondo qnel detto di Eraclito : I morti sono da gettar via peggio che il letame ; donde poi anche i re sogliono seppel* lirsi ne letamai. Adorano il sole a cui innalzano un altare sopra le case, dove poi ogni giorno fan libagioni ed abbruciano incenso. Ma quando Omero dice : Ai Sidonii, agli Egitti e agli Etiopi Giunti, e agli Erembi (t) si dubita qual popolo debbasi intendere sotto ii nome di Sidonii ; cio se quelli che abitano lungo il golfo Persico, dei quali poi i nostri Sidonii sono una colonia (siccome dicono trovarsi in quel medesimo golfo dei Tirii e degli Aradii da cui traggono origine Tiro ed Arado della Fenicia ) , ovvero i nostri Sidonii stessi. Questo dubbio poi maggiore intorno agli E rem bi, cercandosi se sotto questo nome debbansi intendere i Trogloditi come vogliono alcuni fondandosi sopra nna sforzata etimologia, quasi ohe quel nome significasse tir ri n(*> i pf abti t, cio internarsi dentro terra ,* ov(i) O diss., lib. v , v. 84 . Strabone torna qui a trattare un argomento di cui ha gi parlato pi volte (Vegg. principalmente il lib. 1 ) con quella prolissit da cui non seppe guardarsi mai nel parlare di Omero.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

vero se debbansi intendere gli A rabi, come fece il no* strO Zenone ohe mutando lo scritto leggeva Sidonil ed Arabi. Ma eoo pi verisimiglianza e con minore alterazione Posidonio leggeva Sidonii ed Arem bi ^con getturando ebe Omero avesse denominati Arembi quelli ebe ora dieonsi Arabi, siccome furono denominati anche da altri al suo tempo. Dice altres che vi sono col tre nazioni le quali dimostrano una certa comune origine tanto per essere situate vicine fra lo ro , quanto per la somiglianza dei nom i, Armeni, Arabi, Erembi. Ora co me si pu congetturare che una sola nazione siasi divisa in tre , alterandosi sempre pi i climi ; cos naturale che invece di un solo nome se no siano intro dotti tre. Quelli poi che sostituiscono Eremiti non sono punto credibili; perciocch questo nome sarebbe appro priato piuttosto agli Etiopi. Omero nomina anche gli Arimi, pei quali ( dice Posidonio ) non deve gi intendersi un qualche luogo determinato della Siria o della Fenicia o di qualsivoglia altra regione ; ma la Siria stessa: perciocch il popolo ond abitata detto degli Arimei. E forse questi Arimei sono quelli appunto che dagli Elleni si dicono Aramei od Arimi. Perocch le alterazioni dei nom i, e massimamente dei nomi barbari, sono frequenti : cos fecero di Dariece Dario ; di Farziri Parisati ; di A lar gata Atara, la quale da Ctesia detta Derceto. Della prosperit poi degli Arabi si pu citare co me testimonio anche Alessandro, che dopo il .ritor no dall india s era proposto (per quanto si dice ) di stabilire nell Arabia la sede del suo imperio. Se noa

LIBRO DECIM OSESTO

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che tutte le imprese chei meditava svanirono per avere in un subito cessato di vivere. E questa era una delle imprese eh egli volgeva nell animo ; o che gli Arabi lo accogliessero di buon grado , o ch egli invece dovesse andarvi come nemico. E gi vedendo che n prima n dopo la sua spedizione dell India non gli avevano mai mandata ambasceria apparecchiavasi alla guerra, come abbiamo detto (i).
(i) Nel principio di questo stesso libro.

DELLA

GE

GRAFIA

DISTRABONE

LIBRO DECIMOSETTIMO

CAPO

PRIMO

Notizie generali sulP Etiopia e sull Egitto. Straripamenti del N ilo. Estensione delV Egitto, Descrizione et Alessandria. Storia d Lagidi. Amministrazione d e lt Egitto. Litorale d ell Egitto e del Delta. Parte interiore ed orientale del Delta, Ramo Canopico e luoghi adiacenti. Misure generati del Delta. Ca nali nella parte orientale del Basso Egitto. Parte superiore del Delta ed Eliopoti. Babilonia, ffe n fi le Piramidi, Acanto, nomo A rsinoilej Lago di Meride. Labirinto. Eracleopoli * Cinopoli j Ossirinco, Abido e le Oasi. Piccola D iospoli, T entira , Copto, Mios-ormos 3 Berenice. Tebe. Ermontide * Latopolj, Siene, Elefantina File. Guerre dei Romani n e ll E gitto e n e lt Etiopia. Digressione sulV Etiopia. Produzioni d ell Egitto.

Poich nella descrizione dell Arabia abbiamo com presa anche quella dei golfi che la stringono e la ridu-

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE LIBRO DECIM OSETTIMO

30^

jcono ad essere una penisola, cio il golfo di Persia e lArabico; e descrivemmo nel tempo stesso anche al* cune parti dell9Egitto e dell Etiopia , cio i paesi dei Trogloditi, e quelli che loro tengono dietro fino al* 1 estremit del paese che produce il cinnamomo ; cosi restanci ora da descrivere i paesi contigui a queste na zioni, cio quelli situati lungo il Nilo; dopo dei quali inetlerem mano alla Libia che sola rimanci a compiere la descrizione di tutta quanta la terra. E qui pure pregio dell opera mandare innanzi le opiuioni di Era tostene. Il Nilo (egli dice) distante dal golfo Arabico verso loccidente novecento stadii, e dove sbocca nel ma re rende imagine della lettera Y capovolta (i). Peroc ch dopo essere scorso da Meroe verso le parti setten trionali per 1q spazio di circa duemila e settecento stadii si volge di nuovo al mezzogiorno ed al ponente dinverno pel corso di circa tremila e settecento stadii, ricondu cendosi cos quasi sotto il parallelo di Meroe : quindi dopo essersi spinto molto addentro nella Libia, fatto un altro rivolgimento, se n va alle parti settentrionali per lo spazio di cinque mila e trecento stadii fino alla Gran Cateratta (a); poi si converte alcun poco alloriente, e va per mille e duecento stadii alla Cateratta Minore verso Siene ; e dopo cinquemila e trecento altri stadii sbocca nel ipare.
(i) II Nilo col suo Delta, guardato dal mare, rende la figura di ita Y capovolta. Dal Nilo al mar Rosso o golfo Arabico contanti 0oo stadii , e non 9000, come Ieggesi pelle antiche edizioni, (a) Quella di Genadii,

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DBLLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Si scaricano nel Nilo due fiumi eh' escono da certijaghi di verso loriente circondandola grande isola di^Meroe. Uno di questi fiumi chiamasi Astabora, e scorre lungo il fianco orientale di quellisola ; laltro dicesi Astapo. Alcuni per gli danno il nome di Astabosa, dicono che 1 Astapo un altro fiume il quale scorre da certi laghi situati al mezzogiorno, e forma quasi il ramo principale del N ilo, cio quello che va in linea retta al settentrione (i). Dicono, inoltre che gli strari pamenti del Nilo procedono dalle piogge d estate \ e che settecento stadii al di sopra del punto dove lAstabora entra nel Nilo trovasi una citt detta Meroe col nome stesso dell1isola. Che al di sopra di Meroe vha un altra isola popolata da quegli Egizii che fuggirono dalla signoria di PsammiticO : chiamansi Sembriti, cio yenuti di altronde : e sono governati da una donna, di pendente aneli essa dai re dj Meroe (a). . I luoghi poi al di sotto di Meroe d ambe le parti sono abitati quelli verso 1 Eritreo dai Megabari, dai Blemmii che stanno lungo il Nilo , e son soggetti agli .Etiopi bench siano vicini agli Egiziani; e gi presso al ^nare dai Trogloditi, i quali si trovano sotto il paral lelo di M eroe, ma lontani dal Nilo il viaggio di dieci o dodici giorni : e quelli alla sinistra della corrente del Nilo da Nabei, gran nazione della Libia che da Meroe
() Ka< e%etftr ro *<er t9,i la t trafili v i n in i m ii. (?) Secondo altri dovrebbe. leggersi : i-xuxiti f rij xa.) Mtpt), o qualche cosa di sim ile , e intendersi che a questa donna obbedissero anche gli abitanti di Meroe.

LIBRO DEC1MOSETT1MO

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si stende fin dove quel fiume d volta. Costoro non sono punto soggetti agli Etiopi, ma vivono divisi in pi signorie indipendenti. La Spiaggia dellEgitto dalla foce Pelusiaca alla Canopica conta mille e trecento stadii di lunghezza (i). Questo dice Eratostene ; ma a noi necessario par lare pi minutamente, e innanzi tutto dell Egitto , per comiuciare dai luoghi pi conosciuti e poi procedere agli altri. L Egitto e il paese degli Etiopi che gli sta immedia tamente al di sopra hanno alcune somiglianze per ca gione del N ilo, il quale colle sue escrescenze li bagna amendue, e ne rende abitabile soltanto quella parte eh esso cuopre quando straripa, mentre quel tanto che da amendue le parti resta pi elevato dallacqua tutto inabitabile e deserto per 1 aridit. A dir >ero per il Nilo non attraversa tutta l Etiopia, n il solo fiume che bagni quella regione, n la scorre in linea re tta , n la rende molto abitabile ; mentre lEgitto invece egli solo lo scorre quant esso lungo dalla piccola cate ratta sopra Siene ed Elefantina ( dove sono i confini tra l Etiopia e 1 Egitto ) fin gi al mare in cui sbocca. Quindi anche al d d oggi gli Etiopi vivono in gran parte alla maniera dei Nomadi e poveramente per la sterilit del paese , l incostanza del clima , e la lonta nanza in cui sono da noi : ma agli Egiziani avviene in vece tutto il contrario; perciocch fino ab antico hanno
(i) [ tesli ordinarli dicono t r e m ila e tre c e n to s ta d ii.
S tra b o n e , tom. V ,

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

politici reggimenti e viver civile, ed abitano in luoghi conosciuti: tanto che le loro istituzioni sono ricordate ed anche tenute degne di elogi, giudicandosi chabbia* no saputo trar buon profitto dalla fertilit del proprio paese per mezzo di opportune divisioni e di una dili gente amministrazione. Eglino infatti dopo essersi ddto un re divisero la moltitudine in tre classi, denominan dole di soldati, di coltivatori, di sacerdoti. Cos questi pltimi avevano cura delle cose sacre; gli altri delle cose spettanti agli uomini; in parte di quelle che occorrono nella guerra , in parte di quelle che risguardan la pace, attendendo alla coltura dei campi ed alle arti. Da que* sti ultimi provenivano poi le rendite al re. I sacerdoti coltivavano anche la filosofia e 1 astro nomia , e conversavano coi re. II paese da principio fu diviso in N om i, de quali p ebbe dieci la Tebaide, dieci il D elta, e sedici quel tratto di paese che si stende (ira quella e questo : ma secondo alcuni tanti furono questi Nomi quante erano le sale del Labirinto, le quali poi sono meno di trenta (i). Questi Nomi poi erano anch essi ridivisi in altre parti piinori. Infatti si dividevano i pi, in loparchie, e queste soggiacevano anch' esse a divisioni, per modo che la
() Erodoto dice che il Labirinto-da lui veduto aveva dodici sale ; e questo numero uguaglia appunto quello delle dodici pr-: vince in cui 1 Egitto era stato diviso dai dodici re che succes sero a Sethos sacerdote di Vulcanp (lib . 11, c. 147)- Strabone adunque non consider che le due opinioni da lui riportate come coptraddiccnti sono tutte e due v e re , ina si riferiscono a teinj>\ diversi.

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pi piccola porzione fosse un arura (i). E vi fu d'uopo di uua divisione diligente minuta per le continue confuiioui di limiti prodotte dagli straripamenti del Nilo che agli uni toglie, agli Altri aggiunge, e muta le fi gure , e sommerge tutti i segnali con cui pu ciascuno discernere il proprio dall' altrui. Quindi col necessa rio di rinnovar sempre le misure dei terreni: d'onde poi dicono esservi nata la geometria; come la logistica e 1 aritmetica ebbero origine presso i Fenici! dalle ne cessit del commercio. Come generalmente in tutto l' E gitto, cos anche in ciascun Nomo la popolazione dividevasi in tre classi, e il territorio in tre uguali porzioni. Tanta poi l'industria degli Egiziani rispetto al Nilo, che la natura vinta dalla diligenza. Infatti naturale che il terreno .fruttifichi meglio irrigato che non irri gato ; ed naturale altres che quando l ' inondazione del Nilo maggiore s'irrighi una maggiore ampiezza di terra ; ma spesse volte quegli abitanti a forza d'in d u stria superando la- n a tu ra , fan s che anche nelle pi scarse inondazioni si bagnino tante terre quante nelle maggiori, aiutandosi in ci con canali e dighe. Innanzi ai tempi di Petronio (a) era considerato come anno di massima fertilit quello in cui il Nilo s'alzava quattordici cubiti; ma se rimanevasi agli otto era anno di carestia.
(i) L arura era uoo spazio di terra quadrato i cui lati erano lunghi 100 cubiti, e tutta la superficie era di 10,000 cubiti. H erod., lib. 11, 168.
(a) Caio o Publio Petronio governava l Egitto ao anni prima dell E. V.

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Ora nel tempo appunto in cui Petronio governava lEi gitto accadde che il Milo si alz soltanto dodici cubiti, e nondimeno il raccolto fu copiosissimo ; poi un altra volta non crebbe oltre gli o tto , ma non p e r. questo il paese soggiacque alla fame. Questo intorno alla costituzione dell Egitto ci basti: ora ci faremo a dire ordinatamente delle altre cose. Dai confini dell Etiopia il Nilo scorre in linea retta verso il settentrine finq al luogo che dicesi Delta; dove poi dividendosi quasi in due braccia (come dice Platone) vicine alla testa, fa di quel punto il vertice dun trian golo, i cui lati si formano dalle correnti che van divise fino al mare (il destro verso Pelusio, il sinistro verso Canopo e verso il luogo vicino denominato Eraeleo), e la base la spiaggia fra Pelusio ed Eraeleo. Cos dal mare e dalle due correnti del fiume viene a formarsi un isola; e chiamasi Della per la sua configurazione. Quella parte che costituisce il vertice,, per essere il prin cipio della figura dicesi, anch essa da s Delta ; e Delta pur dicesi il borgo che vi piatitalo. Sono queste pertanto le due foci principali del Nilo, una delle quali dicesi Pelusiaca, laltra Canopica od Eracleotica. Fra mezzo poi a queste due ne sono altre cinque degne che se ue faccia menzione, e parecchie al tre di minor conto. Perciocch dai rami principali ne scono molti minori che dividono in pi parti tutta lisola [ formandovi molte correnti e isolette, sicch tulio il Della navigabile, passando di canale in canale secondoch fra di loro sinter$ecano ; ed il navigarvi tanto sicuro^ che ^lcpni hanno navi di terra cotta.

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Tutta quanta lisola ha una periferia di circa tre mi la stadii. La dicono (i) poi anche Paese Inferiore in-1 sieme colle vallee situate rim petto.al Delta al di qua del fiume; Negli straripamenti del Nilo tutta quellisola resta coperta dall acque , eccetto i luoghi abitati che posti o sopra naturali colline, o sopra argini formano; borgate e citt ragguardevoli, le quali allora vedute da lungi paiono isole. Pel crso di pi che trenta giorni di st^te continua linondazione ; poi l acqua comincia a decrescere a poco a pco siccme fa nell alzarsi : e dentro sessanta giorni il terreno si trova scoperto ed asciutto. Quanto pi pronto 1 asciugarsi del suol ^ tanto pi si fan presto anche le operazioni di arare o la seminagione : e pi presto succede ne luoghi dove il caldo maggiore. Di questo modo s irriga anche la parte superiore al D elta, con questa differenza per ^ che il fiume corre lo spazio di circa quattromila stadii dentro un sol letto (2), tranne l incontro di qualche isola ( fra le quali principalissima quella abitata dal Nomo Eracleotico ) , o se in qualche sito se ne. derivi un ampio canale a formare un qualche gran lago o ad irrigare una qualche provincia. Di tal sorta :sono il canale che irriga (3) il Nomo Arsinoite e mantiene

(1) Leggo x*AS n . 11 Coray legge xart i x i n . (a) Laddove per lo contrario nel Delta si divide in molte braccia. (5 ) 'Ex) ri f rii 'A f f i tti m i ttftit wr tfy lm t < . rht Mt/ftSts x/ftim. Cos legge il Letronne sostituendo x tr i^ d r it alla voce irti tinte dei testi ordinarii.

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il lago di Meride , c quelli che si gettano nel lago Mareotide. Ingomma 1 Egitto non se non una valle di fiume stendentesi lungo le sponde del Nilo; la quale di rado occupa una larghezza continua di trecento stadii abitabili, cominciando dai confini dell Etiopia fino al vertice del Delta : e tutto il paese ( quando si faccia astrazione dai molti canali a cui si diverte il Nilo ) so* miglia ad una fascia la cui larghezza si va diminuen do (i). Questa figura la danno alla valle ed al paese di cui parlo i m onti, i quali da amendue le parti del Nilo si stendono dai paesi vicini a Siene fino al mare d Egitto. Perciocch quanto sono distanti gli uni dagli altri quei monti in tutta la loro lunghezza, tanto il Nilo si allarga o si restringe variamente configurando quella parte del paese che pu essere abitata. Quel che ne resta oltre i monti, in generale, non ha abitatori. Gli antichi per semplice congettura, i moderni per averne (atta esperienza coi propri! occhi, si accorsero che il Nilo straripa in conseguenza delle piogge solite destate a cadere nell Etiopia contigua alle parli supe* riori dell Egitto, e principalmente nelle sue montagne pi rimote : e che l inondazione d luogo a poco a poco sol quando sono finite quelle piogge. Di questo poterono accorgersi massimamente coloro i quali navi garono il golfo Arabico fino al paese della cannella, e quelli che furono mandali alla caccia degli elefanti o
(i) Il testo, per consenso di tutti gli editori ed interpreti, pietra in tutto questo perodo d insuperabili difficolt per lezioni in parte dubbie o alterate, in parte manifestamente barbare.

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per qualsivoglia altra utilit che abbia potato spingere i re Tolomei ad inviare degli uomini in que paesi. Perocch quei principi ebbero molto a cuore siffatte investigazioni, e sopra tutti quello che fu soprannomato Filaelfo , amante d istruzione, e per l1inferma salute desideroso sempre di nuove distrazioni e di nuovi passatempi. Ma i re antichi non se ne diedero gran pensiero, bench fossero coltivatori della sapienza cosi essi come i sacerdoti coi quali solevan passare la mag1 gio- parte della vita. Laonde quella ignoranza riesce oggetto di meraviglia , principalmente considerando che Sesostri corse tutta l Etiopia fino al paese del cin*namom o, e che per monumenti di quella sua spedi zione mostransi ancora certe colonne ed inscrizioni. Cambise poi quando s ebbe assoggettato l Egitto pr* cedette anche fino a Meroe accompagnato dagli Egi ziani: anzi dicono che questo nome fosse dato appunto da lui a quell1isola ed a quella citt; perch essendo gli quivi morta la sorella, o secondo altri la mglie (i) denominata M eroe, per onorarne la memoria impo se il nome di lei a quel luogo. Egli quindi cosa mirabile, come a malgrado di tante occasioni non fosse pienamente conosciuto dagli antichi il fatto di queste piogge, mentre i sacerdoti solevano darsi gran cura di registrare nei sacri libri tutto quanto paresse de; gno dessere conosciuto (a). E nel vero se di questo aves(i) Il solo Diodoro dice che Meroe era madre di Cambise. Del resto pot essere tutto insieme e sorella e moglie per le usanze di que paesi. () Eliodoro e Clemente Alessandrino ci fan sapere che i sa-

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sero fatta annotazione dovremmo forse cercare anche og gid perch quelle piogge avvengono ia state e non lin verno? perch nelle regioni pi meridionali, e non nella Tebaide e nelle vicinanze di Siene? N pi dovremmo cercare se le inondazioni provengano realmente dalle piogge ; n in ci avrebbe pi duopo di testimonianze si* mili a quelle addotte da Psidnio. Dice egli infatti che CaUistene affermava la causa delle inondazioni essere le piogge. Questo essere stato insegnato a CaUistene da Aristotele , il quale lo seppe dia Trasialce tasio ( uno degli antichi fisici ) ; Trasialce da un altro , e questi da Omero dove parla del fiume Egitto che da Giove scende (). Ma io lascio questo argomento di cui molti hanno parlato ; fra i quali poi baster menzionarne due che ai nostri giorni composero un Trattato sul Nilo, cio Eudoro ed Aristone peripatetico. Perciocch dal* l ordine in fuori, in tutto il restante, nella locuzione e nei ragionamenti, trovatisi in tutti e due precisamente le stesse cose: sicch volendo io collazionarli, e non avendo pi esemplari di ciascuno da confrontare, tenni invece a riscontro i due libri. Qual poi dei due scrittori siasi appropriato l altrui potrebbe forse sapersi da Aminocerdoli registravano con molta cura tatto quanto poteva risgtjardare il Nilo. Ma Eliodoro poi dice che la cognizione dlie, cose spettanti a quel fiume era riservata' ai profeti ; d onde si pu congetturare che lignoranza degli antichi filosofi greci intorno alle vere cause delle inondazioni del Nilo procedesse non gi da ignoranza de sacerdoti egizii, ma si piuttosto dalla loro segre tezza. (Edit. fr.)
(i) A i n r i i c

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ne (1). Eudoro per verit accusa Aristone; m alo stile invece direbbesi proprio Aristoneo. Gli antichi adunque chiamavano Egitto soltanto quel tratto di paese abitabile ed irrigato dal N ilo, che dai luoghi presso Siene stendesi fino al mare. Ma quelli cbe vennero dopo, fin anche ai d nostri, vi aggiunsero dalle parti orientali quasi tutto ci che si trova fra il golfo Arabico e il Nilo ( rispetto agli Etiopi, il loro paese non arriva propriamente fino al mar Rosso); e dalle parti occidentali quel tratto che va fino alle Auasi, e lungo la spiaggia il paese che dalla foce Ca* nopica si stende fino al Catabatmo ed al dominio de Cirenei. Perciocch i re discesi da Tolomeo crebbero in tanto potere, che possedettero la Cirenaica ed aggiun sero all'Egitto l isola di Cipro: e i Romani che loro successero giudicarono di dover conservare all Egitto gli stessi confini. Gli Egizii Chiamano Auasi (a) certi tratti di terra abitata in mezzo a grandi deserti, come isole in mezzo al mare: molte se ne trovano nella Libia; e tre sono contigue e soggette all Egitto. Questo quanto ci parve di dover dire sull Egitto cos in generale e per sommi capi (3) ; ora ne trattere mo paratamente^ e diremo quali sono i pregi di quella regione. Ma come la parte principale di questo lavoro
(i) Modo proverbiale per dinotar cosa disperata a sapersi. (?) Ora Oasi. (3 ) 11 Letronne dimostra assai bene che l espressione *xi uon deve qui tradursi e superioribut repetUa tempori bus , ma significa invece summatim.

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risguarda Alessandria e i luoghi ad essa attinenti, cosi noi cominceremo da quella. Navigando verso occidente da Pelusio fino alla bocca Canopica corre una spiaggia di circa mille e trecento stadii, che noi dicemmo essere la base del Delta : e da questa spiaggia sino all isola di Faro ve n hanno altri centocinquanta. Ed Faro un isoletta oblunga vicinis sima al continente, con cui viene a formare un porto di doppio ingresso. Perciocch la spiaggia sinuosa ha col due capi che si spingon nel mare : e in mezzo a questi situata P isola che colla sua lunghezza chiude il golfo. Delle due estremit di Faro P orientale pi vicina al continente ed al capo Lochia che da quello s inoltra nel mare : dicesi Acrolochia, e costituisce la bont det porto predetto. Alla strettezza poi dello spazio onde questi due capi sono separati aggiungonsi anche alcuni massi che vi si trovan per entro o coperti dalPacque od emergenti dalla superficie, e contro i quali ad ogni ora si rompe il fiotto del mare. Questa medesima estremit dellisola uno scoglio circondato dal mare (i), con una torre di molti piani mirabilmente edificata di. pietra bianca, che porta lo stesso nome dellisola. Ve la fond Sostrato Gnidio favorito dei re per salvezza de navi* ganti, come dice l iscrizione : Sostrato Gnidio di Dexifa n e agli Dei Salvatori in servigio de1 naviganti (2). Pe(1) Lo scoglio del Faro anche al presente quasi disgiunto dal resto dell isola. (2) L iscrizione dice: Ttirrpmrtt Kn'Sior At(if*n>vs 3 t 7*

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rocchi essendo la spiaggia da tutte e due Ite parti senza porto e bassa, eoa alcuni scogli e banchi di sabbia, v era bisogno d un qualche segnale elevato e luminoso per coloro che dall alto del mare navigavano a quella volta , affinch potessero sicuramente imboccare l in gresso del porto. Anche dal lato occidentale pi non di facile ac cesso cotesto porto ; tuttavolta non vi d uopo di tanta cautela. Quell isola forma anche un altro porto che dicesi Eunosto, dentro il quale se ne trova ancora Un altro scavato dall arte e chiuso. Quello poi che ha ! ingresso dov la torre di Faro il porto grande ; gli altri dne gli sono contigui, se non quanto ne li disgiun ge l argine detto Eptastadio. Quest argine serve ad unire il continente collisola nella sua parte occidentale; e lascia solo due passaggi navigabili per entrare n d lEanosto sormontati da ponti. Questopera non era sol tanto una specie di p onte, ma si anche un acquidtto per lisola quand essa era abitata : ora l ha fatta dentTtipnt Ifttf r i 11 Coray la tolse dal testo per riferirla a pi di pagina considerandola come una interpola zione di qualche amanuense : n i il Letronne la tradusse, bench poi ne porli in una nota colla solita sua chiarezza ed erudizione. Egli riferisce lopinione probabilissima del Visconti che il dativo n trip n r ( alludenti a Tolomeo Solero ed a Berenice) si gnifichino che la torre fu costrutta per ordine di quei principi, non gi che fu loro dedicata : ed osserva che se questa inter pretazione vera , com egli crede, la torre non appartiene al tempi di Tolomeo Filadelfo, a cui lattribuiscono i p i , ma quelli di Tolomeo Sotero conformemente all opinione di Snida

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serta Giulio Cesare nella guerra contro' Alessandria per avere aderito at re ; e solo alcuni pochimarinai abitang tuttavia intorno alla torre; ' > Il porto grande, oltre all essere ben chiuso cos per natura come per mezzo dell Eptastadio , anche tanto profondo fin presso alla riva , che ogni nave'idi qualsivoglia mole pu gettar l ncora presso agli sca lini del lido ; e si divide in pi altri porti. Gli antichi re dell Egitto contenti a quello che pos sedevano, e non bisognosi di molte importazioni, rano avversi a tutti i navigatori e massimamente agli Elleni, i quali avendo uno scarso territorio erano depredatori ed avidi dell altrui : e perci solevan tenere in quel luogo una guardia che dovesse respingere chiunque tentasse di approdarvi. A questa guardia avevano asse* guato come stazione il luogo denominato Racoti, che forma oggid la. parte d Alessandria soprastante ai can tieri, ed allora invece era un borgo. Quei re pertanto as segnarono i luoghi circostauti a quel borgo.ai Bucoli (i), capaci di per s soli di respingere chi avesse voluto ap prodare. Venutovi poi Alessandro e veduta 1 opportu nit di quel sito, pens di fondare una forte citt dove era quel porto. Come indizio della futura prosperit di quel paese raccontasi un fatto avvenuto mentre se ne stavano segnando i fondamenti : perciocch agli archi tetti venne meno per caso il gesso con cui indicavano la linea delle m u ra , e soprarrivando in quel punto il r e , gli ammiuistratori delle farine destinate agli operai, ne
(i) Cio: A i pastori.

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recarono loro una p a rte , con cui poteron segnare an che le diramazioni ,delle vrie strade ci che fu inter pretato come avvenimento di buon augurio. , Molti poi sono i vantaggi di quella posizione, 11 paese , circondato da due. m ari, l uno settentrionale che di,cesi Egizio , 1 altro meridionale . detto lago Marea ed anche Mareotide. Questo lago lo empie il Nilo con molti canali che vi si scaricano dai fianchi o nella sua .estremit superiore. Le mercanzie condotte sopra que sti canali sono molto pi abbondanti di quelle che vengon dal m are, tanto che il porto del lago .vince di ric chezza il marittimo. Perciocch chiunque sia stato in Alessandria ed in Dicearchia ben sa cbe le cose portate fuori d Alessandria vincono quelle col recate d al tronde; ed ha potuto osservare quanto le navi di tra sporto siano pi gravi arrivando e pi leggiere allorch salpano da quel luogo (i). Dopo la ricchezza delle merci solite .condursi cosi nel porto del mare come in quello del lago csa de gna d esser notata anche la salubrit dell1aria , prove niente essa pure dall essere quel luogo circondato dal mare, e dallavere il vantaggio delle inondazioni del Ni lo. Le altre citt fondate sulle rive dei laghi nei calori
(i) Dicearchia o Pozzuolo dovette dunque essere fra tutti i : porti d Italia quello che aveva maggiori relazioni con Alessaqdria. E Feslo dice che Puteoli o Pozzuolo fu denominato minorem Delum, perch Deio fu anticamente il maggior emporio di tutta la te rra , a cui poscia successe Pozzuolo. Ad ogni modo Strabone qui afferma che nel commercio tra .Pozzuolo ed Ales sandria la bilancia, come suol dirsi, era iu favore dell Egitto.,

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d e l l a g e o g r a f ia , d i s t r a b o n e

Iella state sogliono avere laria grave e soffocante; perch la svaporazione prodotta dall ardore del sole fa s che gli orli dei laghi divengano limacciosi, e le esa lazioni che se ne innalzano infettando 1 aria danno principio ai morbi contagiosi. Ma in Alessandria per lo contrario, siccome il Milo comincia a gonfiarsi appunto sul principiar della state, cos empie allora il lago, e non permette che vi si formi alcuna fangosit da cui possano provenire nocive esalazioni. Oltre di che al lora appunto spirano i venti etesii che vengono dalle parti boreali dopo avere attraversato nn immenso spa zio di mare , sicch gir abitanti d' Alessandria nella sta gione d estate godono un clima sanissimo. La figura del terreno occupato dalla citt somiglia ad una clamide (i), i cui fianchi pel lungo, tutti e due bagnati dallacque, stendonsi per lo spazio di circa tren ta stadii, e gl istmi che ne determinano la larghezza , serrali da una parte dal mare, dallaltra dal lago, sono amendue di sette od otto stadii. Tutta poi la citt intersecata da strade per le quali possono correre e cavalcature e carriaggi : due fra queste sono larghe pi
() Il Caper (dice il Da T h eil) fece disegnare quest abito e vanamente si sforz di applicarne le forme al terreno occupato da Alessandria: e il Letronne osserva che gli antichi amarono di paragonare la forma dei paesi a quella di certi oggetti a cui questi paesi poi non di rado somigliavano pochissimo. Cosi pa ragonarono il Ponto Eussino ad un arco scitico, l Italia ad una foglia di ellera, la, Spagna alla pelle d un b u e , Nasso ad una foglia di vite, il Peloponueso ad nna foglia di platano, la Sar degna al piede d un uom o, e simili.

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di ua pletro, e si tagliano nel mezzo ad angolo retto. Vi sono poi pubblici giardini (i) bellissimi, e palazzi reali ohe occupano la quarta e fors anco la terza parte di tutto il circuito della citt. Perciocch ciascun principe, come studiavasi di aggiungere qualche ornamento ai pubblici edifizii, cos voleva anche aggiungere qualche cosa del proprio ai palazzi che gi sussistevano, di sorte che a questi palazzi ben si potrebbero applicare quelle parole del p o e t a : / uno nasce daW altro (2 ), Tutti infatti questi edifizii costrutti sul porto o fuo ri di esso, sono contigui fra loro. E poi una parte de regii palazzi anche il Museo in cui trovansi un portico, un esedra (3) ed una gran sala dove solevano cenar in comune gli eruditi dei quali si componeva il Museo. Quest adunanza provveduta di rendite comuni ed ha un sacerdote che la presiede, eletto una volta dai r e , ora dall impera tore. Anche il luogo denominato Soma (4) una parte
( 1 ) Ttfi'titi t Kait x&XXtrr. Il Letronne osserva che Stra b o n e non dovette usar qui la voce rtftttts nel suo ordinario si gnificato di luogo sact%, ma secondo la sua primitiva etimolo gia d i 1 terreno separalo dal restante.

(a) Odiss., lib. xvii, v.

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(3) L esedra era un cortile scoperto e fornito all intorno di seggi dove i filosofi solevano radunarsi. Ci trovasi chiaramente espresso da V itruvio: Constituantur autem in tribas porlicibus

exedrae spatiosae, habentes sedes , in quibus philosophi rhetpres reliquique qui studiis delectantur, sedenUs disputare pos tin i. 0 ) Molti filologi di gran nottue preferiscono la legione "Lift*-

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.di questi palazzi } ed era un reciuto nel quale trovavansi le tombe dei re ed anche quella di Alessan dro. Perciocch il corpo di questo principe fu tolto da Tolomeo Lago a Perdicca che seco portavaio da Babilonia. Costui per superbia volendosi appropriare l Egitto declin dal suo cammino a quel paese, ma lo opraggiunse Tolomeo e lo chiuse in un isola deserta , dove poi mor ucciso a colpi di sarisse dai proprii sol dati che si ribellarono contro di lui. Le persone reali eh eran venute con Perdicca ( Arideo, i figliuoli di Alessandro, e la moglie Rossane) si ritrassero quindi nella Macedonia: ma il cadavere di Alessandro fu por tato da Tolomeo nella citt d Alessandria e sepolto in quel luogo dov esso giace tuttora bench non sia pi dentro il primo suo feretro. Perciocch quello che ora si vede di vetro , e Tolomeo invece aveva deposto quel corpo in una cassa d oro , la quale fu rapita da Tolomeo figliuolo di Cocce soprannomato Parisatto (i) dopo il suo ritorno dalla Siria. Ma fu cacciato subita mente dal regno, sicch, la sua malvagit gli fu in fruttuosa. Clii entra nel porto maggiore ha dalla destra l isola e la torre di F a r o , e dall altra maao ha le rocce e il promontorio Lochia su cui situato un palazzo rea le. E internandosi pure alla sinistra vi sono i palazzi, interiori contigui a quelli del promontorio predetto con
(i) 11 Letronne osserv prim o fra tutti glinterpreti di Strabone che Cocce .il nom e della madre di Tolomeo , e non gi uu altro soprannome di quel principe.

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molti e variati soggiorni e giardini. Ai di sotto di que sti trovasi un porto scavato ad arte e chiuso, proprio dei r e ; poi Antirodi eh un isoletta situatagli dinanzi con un palazzo reale ed un piccolo porto. Le fu dat questo nom e, quasi emula di Rodi. Al di l di que sto punto situato il te a tro , e poi il Posidio, che a guisa di un gomito si addentra nell acque dal cosi detto Emporio , con un tempio di Nettuno. Antonio v aggiunse un argine che si spinge ancor pi verso il mezzo del porto; e sull estremit fece costruire una casa reale denominandola Timonio. Questo egli fece negli ultimi suoi tem pi, allorch abbandonato dagli amici si ritir ad Alessandria dopo la rotta d Azzio , deliberato di passare come Timone nella solitudine quel tanto di vita che ancora gli rimanesse. Vengono poscia il Cesareo, 1 Emporio e le Apostasi (i): poi fino al1 Eptastadio i luoghi dove si costruiscono le navi. E questo quanto doveva dirsi intorno al porto maggiore. Dopo l Eptastadio trovasi il porto dEunosto, ed al di l di questo un altro porto artefatto : Io chiamano C ib o to , e contiene anchesso dei cantieri. Nel fondo di questo porto si scarica un canale navigabile che si stende fino al lago Mareotide. Al di l di quel canale resta soltanto una piccola parte della citt: poi seguita
(i) Sotto il nome di Apostasi dovettero significarsi i magaz zini in cui si depositavano le merci vendute nellE m porio, cio n el m ercato. - Il Cesareo era un tempio di Cesare menzionato aa ch e da P lin io , e detto altres Sebasleo.
S t f u i b o x e j to m . V .

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la Necropoli eh uu sobborgo dove sono molti giar dini, e tombe e case apparecchiate 'per l imbalsama zione dei cadaveri. Al di qua del predetto canale invece trovansi il Sarapeo ed altri edifizii antichi, ora quasi abbandonati dacch si costrussero quelli di Nicopoli. Perciocch quivi sono l anfiteatro e lo stadio, e quivi soglionsi celebrare i certami quinquennali : ma le fe ste antiche pi non si curano. A dir breve, la citt piena di monumenti pubblici e sacri. Bellissimo fra questi il Ginnasio, i cui portici girano pi d uno stadio, e in mezzo a questi sono il dicasterio ed i giar dini. Evvi anche il Paneo eh una collina fattizia in forma di uno strobilo , e quasi uu poggio sassoso al quale si ascende per mezzo di una scala a lum aca, e dalla cui sommit pu vedersi la pitta iutiera che le intorno soggetta da tutte le parti. Da Necropoli si stende pel lungo lampia via (i) che rade il Ginnasio fino alla porta Canopica: poi trovasi il cos detto Ippodromo colle strade adiacenti fino al ca nale Canopico. Chi abbia attraversato lippodromo tro va lungo il mare Nicopoli, le cui abitazioni non sono punto minori che quelle d una citt. Da Alessandria a Nicopoli eonlansi trenta stadii. Questo luogo fu onora to da Cesare Augusto perch quivi egli sconfisse coloro che in compagnia di Antonio si mossero contro di lui ; e presa d assalto la citt costrinse Antonio ad ucci dersi d^ s medesimo , e Cleopatra a mettersi in sua (>) H c anzi. Una delle due granai stratte menzionale por

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balia. Poco appresso poi anch ella, guardata coni e ra , si uccise o facendosi celatamente morsicare da un aspi* d e , o con un veleno di cui si unse : ch in tulli e due i modi si racconta. E cosi termin con lei la signoria dei Lagidi ch'era durata moltanni. Perciocch Tolomeo figliuolo di Lago successe ad Alessandro; a quello suc cesse Tolomeo Filadelfo; a costui 1 Evergete, poi To lomeo Filopatore amante di Agatoclea; quindi l'Epi* fcne ; poi il Filometore : sempre di padre in figliuolo. A Tolomeo Filometore successe poi il fratello Ever* gete. II soprannomato anche Fiscoue. Dopo costui regn Tolomeo detto Laluro; poi alla nostra et l Aulete che fu padre di Cleopatra. Tutti quelli che vennero dopo il terso Tolomeo corrotti dal lusso eccessivo res sero malamente lo S ta to , ma peggio di tutti il quarto, il settim o, e lultimo detto Aulete; il quale per giunta degli altri mali esercitavasi a suonare di flauto, e tanto insuperb di quell' a rte , che non si vergogn di cele brarne dei certami nella sua reggia suonando a gara egli stesso con alcuni antagonisti. Gli Alessandrini per tanto Io discacciarono ; ed avendo egli tre figliuole, la maggiore delle quali era legittima, questa dichiararon regina : ed esclusero allora assolutamente dal trono i due figli eh' erao tuttora in minore et. Alla nuova re gina poi diedero marito un certo Cibiosatte che si valu tava di appartenere alla schiatta dei re della Siria, don de essi lo fecero venire. Ma nello spazio di pochi giorni ia regiua lo strangol non potendone comportare la sordidezza e l'illiberalit. In luogo di costui essa mise A rchulao, il quale auch' esso vantavasi figliuolo di Mi

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tridate Eupatore : ma era invece figliuolo di quell Archelao che dopo avere guerreggiato contro Siila fu poi daRomani onorato , e fu avo dellultimo re della Gap* padocia vissuto ai d nostri e sacerdote di Comana nel Ponto ( 1 ). Costui che trovavasi allora con Gabinio come suo compagno nella guerra contro i Parti, incon sapevole . dogni cosa, fu da alcuni suoi amici condotto a Cleopatra e proclamatore. In questo mentre Pompeo Magno accolse 1 Aulete eh erasi trasferito a Roma , e raccomandatolo al senato cominci a trattare di ri condurlo in Egitto., e di far morire coloro che in nu mero di pi che cento erano venuti col ad accusarlo in un ambascieria di cui era capo Dione filosofo Accade mico. Allultimo poi Tolomeo ricondotto nesuoi Stati da Gabinio mise a morte Archelao e la propria figlia : ma non molto tempo dopo essere stato rimesso nel regno mor di malattia lasciando due figli maschi e due figlie^ la maggiore delle quali nomavasi anch essa Cleopatra. Gli Alessandrini allora dichiararono re il maggiore dei figliuoli e .Cleopatra ; ma gli amici del primo ribel latisi ne discacciarono la regina, la quale si rifugi nella Siria in compagnia della propria sorella. Ora ap punto in quel tempo Pompeo Magno fuggendo, da Pa4e>Farsalo approd a Pelusio ed al monte Casio. Quivi i famigliari del re lo uccisero a tradimento : ma so prarrivato poi Cesare fece morire il giovinetto che re gnava , e richiamata dall esilio Cleopatra la fece re gina dell E g itto , dichiarando nel tempo stesso sufi)
(') Vedi voi. iv , pag. i^g.

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compagno di regno il fratello di lei tuttora affatto fan ciullo. Dopo la morte di Cesare e la battaglia di Fi* lippi, Antonio passato nell'Asia onor grandemente Cleopatra, anzi la dichiar sua moglie e n ebbe fi gliuoli. Essa 1 accompagn alla battglia dAzzio, dalla quale poi fuggirono insieme. Cesate Augusto datosi ad inseguirli, li ridusse a morir tutti e d u e , e csi eb bero fine i vituperi! d Egitto. Ora quel paese ima provincia da cui si traggono ragguardevoli tributi, per 1 amministrazione d uomini egregi! che vi si mandano sempre in qualit- di governatori. Colui che v! man dato fa le veci di re. A lu! soggetto il Diceodote (i) arbitro di molti giudizii, ed un altro magistrato detto idiologo , soprintendente a quelle cose cbe rimanendo senza padrone sintendono ricadute a beneficio dellim peratore. Dopo costoro poi vengono i liberti dell im peratore stesso, e ceri! amministratori ai quali sogliono commettersi alcuni affari di minore importanza. Tengonsi nell Egitto tre legioni di soldati, una delle qual! stanziata in Alessandtia e le altre nel suo ter ritorio : oltre.di che poi vi sono anche nove coorti di R om ani, tre nella citt , tre ai confini dell Etiopia in Siene per guardia di que luoghi, e tre nel restante della provincia. Vi sono anche tre compagnie di caval leria distribuite allo stesso modo nei luoghi pi oppor tuni. In quanto ai magistrati nazionali evvi in Alessan dria 1 Exegete (2 ) insignito della porpora e degli onori
( 1) Questo magistrato nel Digesto fe detto juridicus. Juridicus

qui Alexandriae agii.


(?) Sotto il Dome di Exegete ( dice il Letronne ) parm che S tra b o n e abbia inteso il G ran Sacerdote d Alessandria.

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DELLA. GEOGRAFIA DI STRABOHB

ebe le patrie istituzioni gli accordano, e incaricato di provvedere ai bisogni della citt : poi l isteriografb, il prefetto dei giudici e il pretore nottnrno. Sassiste vano per verit anebe al tempo dei re queste magistra ture; ma pereb governavano alla peggio, la noncuranz delle leggi aveva distrutto fi benessere di quella citt Laonde Polibio che di que tempi la visit ne critica le istituzioni dicendo : Tre classi di persone abitano Alessandria; l una di Egizii e nativi, uomini d acuto ingegno ed osservanti delle leggi ; laltra di mereenarii, numerosa ed irrequieta ( perciocch secondo un costu me antico mantenevano degli stranieri addetti al mestie re dellarmi, i quali poi per limbecillil dei re impara rono a comandare piuttostoch ad essere comandati ) ; la terza degli Alessandrini che per la stessa cagione non erano gran fatto ubbidienti alle leggi, nondimeno erano migliori dei precedenti : giacch sebbene si com ponessero di una meschianza di genti, pur erano ori ginariamente Elleni, e conservavano ancora qualche memoria della comune ellenica civilt. Ma anche que sta moltitudine fu distrutta principalmente sotto lEvergete o Fiscone (al cui tempo Polibio visit Alessandria). Perocch essendo costui irritato dalle sedizioni, spesse volte abbandon la cittadinanza al furor dei soldati, che la trucidassero. Sicch (dice) considerando la con dizione di que eittadini trovasi ragionevole quel detto, di Omero :
A fai parole mi s* infranse il core, Udendo che d Egitto in su le rive

LIBRO D E C IM O SE T T IM O

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Ricondurmi io dovea per gli atri flu iti , Lunga e diffidi via (i) .

E ta le , se non forse peggiore , fa la condizione di quel paese sotto i re che vennero dopo. I Romani poi per quanto fu possibile molte cose emendarono riordinando la citt nel modo gi detto, e distribuendo nel restante del paese certi sotto-comandanti con titolo di Nomar* chi d Etnarchi (a), ai quali affidarono 1 amministra* zioite degli affari di poco momento. La cagione principalissima della felicit d Alessan dria proviene da questo, che in tutto l'Egitto quello il solo punto appropriato nel tempo stesso al commer cio di mare per avere ottimo p o rto , ed al commercio di terra perch il fiume vi reca abbondevolmente ogni cosa ; sicch poi quella citt divenuta il pi grande emporio di tutta la terra abitata. Questi sono i vantaggi di Alessandria. Rispetto poi alle rendite dell' Egitto ne parla Cicerone in un suo discorso dicendo che al suo tempo quel paese dava ogni anno all' Aulete padre di Cleopatra dodici mila e cinquecento talenti (3). Ora se un uomo che govern il regno si male e s negligentemente pot rilrarne tanto profitto, quanto non da credere che se ne ritragga
(i) O d iss., lib. v , v.
481.

(1) Capi di Nomi e capi di trib o di ditlretti.


(3) LO p e ra , di Cicerone and perduta : ma Diodoro parlando di quel medesimo tempo di cui parl Cicerone fa ascendere la rendita dell Egitto soltanto a sei mila talenti ; sicch o deve credersi errato il lesto di Strabone , o deve dirsi che presso i due autori i talenti hauno un diverso tatare*

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DELLA g e o g r a f i a d i s t r a b o n e

al presente da uomini s diligenti nell amministrazione* e dopo che il commercio coll India e colla Troglodi tica s tanto aumentato ! Una volta n anche una ventina di legni osavano scorrere il golfo Arabico, e metter le prore fuor dello stretto ; ma ora invece gran* di flotte sogliono mandarsi fino all India e fino' all eStremit dell Etiopia. Da que paesi trasportanti le merci pi preziose nell Egitto, e di quivi poi si dif fondono a tutti gli altri siti : sicch .quivi si tassano due volte, quando v entrano e quando n escono : e la tassa pi o men grave secondo il valore delle cose stesse. Oltre di che Alessandria s avvantaggia eziandio del monopolio, come la sola che riceve e diffonde gran copia di queste merci. La naturale bont poi della posizione di Alessandria si pu conoscere ancor meglio visitandone il circo stante paese , e primamente la spiaggia che comincia da Catabatmo; perciocch fin l si stende lEgitto: e il paese che vien dopo parte della Cirenaica e stanza dei Mar mar idi, popolazione dei barbari che abitano in que dintorni. Chi naviga dunque da Catabatico a Paretonio corre in linea retta novecento stadii : ed Paretonio una cit t con un gran porto di circa quaranta stadii; e alcuni la dicouo Paretonio, altri Ammonia. In questo spazio poi sono il borgo degli Egizii, il capo Nesisfira, gir scogli Tindarii, ci sono quattro isolette con un porto; quindi il promontorio di Drepano, l ' isola Enesipasta fornita anch essa di p o rlo , e il borgo Api distante cir*

LIBRO DECIMOSETTIMO

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ca cento stadii da Paretonio, e il viaggio di cinque giorni dal tempio d Ammone. Da Paretonio ( ad Alessandria ) corrono circa mille e trecento stadii, lungo i quali s'incontrano primamente un promontorio di terren fianco detto Leuce*Atte; poi il porto di Fenicunte ed il borgo Pnigeo ; quindi lisola Pedonia con un porto, e poscia le Antifre distanti al cun poco dal mare. Tatto questo paese non abbonda punto di viti, ma nelle botti saol mettersi pi acqua del mare che vino facendosene una meschianza detta via Libico i e di questa e di birra suole far uso gene ralmente la plebe d Alessandria. Per questa mancauza di vino son proverbiate le Antifre. Seguita poi il porto Deris, cos nominalo per la vicinanza di una certa pie tra nera somigliante ad una pelle (i). Un altro luogo ivi presso dicesi Zefirio. A questo tien dietro il porto Leu caspi (a), e poi altri parecchi. Quindi Cinosema; poi Taposiri che non peraltro sul m are, e dove suol cele brarsi una grande adunanza (v unaltra Taposiri molto al di l d Alessandria) ; e verso que luoghi, veramente sulla spiaggia, trovasi una roccia , dove pure in ogni stagione dellanno sogliono concorrere molte persone e passarvi il tempo in divertimenti e in banchetti. Ven? gono appresso Plintina, e il borgo di Nicia, e Chersoneso, fortezza pi vicina ad Alessandria ed a Necropoli lo spazio di soli settanta stadii (3).
(i) Da Jtffit o fiptt- O ra Capo Deres. \ (a)^Cio Scudo bianco. - Cinosema poi significa Tomba del

cane.
(3) Strabone volle dir qui che da Chersoneso a quella parie dA-

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Il lago Marea ohe si stende fiu l largo pi di cento cinquanta stadii, e n ha men di trecento di lunghezza. Esso abbraccia otto isole} e tutte le sue sponde all' intorno sono egregiamente abitate , e produco no buon vino che si dice Mareotico e migliora invec chiando. Crescono nelle paludi e nei laghi dEgitto il biblo(i) e la fava egizia , donde si trae il ciborio. Lo stelo quasi uguale in tutte due alzasi circa dieci piedi : ma quello del biblo tutto nudo fino alla sommit dove ha un cesto di foglie ; mentre quello della fava da pi parti mette foglie e fiori : il suo frutto poi simile a quello della nostra fava, e solo ne differisce nella grossezza e nel sapore. I luoghi dove allignano queste fave sono di bell aspetto e somministrano un piacevol soggiorno a chi ama di banchettarvi. I concorrenti portati da certe barche talameghe (#) si addentrano nel folto di quegli arbusti, e siedouo all ombra delle loro foglie , le quali sono tanto grandi, che possono adoperarsi invece di tazze da bere e di to n d i, ed hanno una certa concavit molto appropriata a questo servigio. Di queste foglie
lessandria dove comincia il sobborgo Necropoli si contano soli Settanta stadii. (Edit. frane.) (i) 11 Papiro. - Il ciborio menzionato subito dopo par che significhi la capsula o il frutto della fava egizia, di cui gli Egi ziani servivansi come d un v aso , persuasi che desse all acqua del Nilo un sapore delizioso. (a) E rano certe barche nel mezzo delle quali (come presso a poco ne vediamo molte ai d nostri) soleva costruirsi una 0 pi ale..

LIBRO D ECIM O SETTIM O

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poi adoperate appunto invece di vasi sono piene tutte le botteghe anche in Alessandria; e gli abitanti delle campagne facendone traffico ne cavano un certo guadagno. Tale la fava egizia. Il biblo poi non molto abbondante in que- luoghi (i), perch non vi si coltiva grati fatto ; ma pi copioso nelle parti inferiori del Delta; e ve nha una specie meno pregiata ed unaltra migliore, detta ieratica (a). Ora alcuni desiderosi d aumentare i proventi (3) trasportarono in Egitto I ac* corta usanza che trovarono nella Giudea rispetto alla palma cariota e balsamica : perciocch non permet tendo chessa alligni in qualunque sito ne accrescono il pregio colla scarsezza , e cos aumentano i proprii gua dagni a pregiudizio della pubblica utilit. Chi esce della porta Canopica ha dalla destra il ca nale che quasi contiguo al lago scorre verso Canopo, Sopra questo canale si naviga a Schedia seguitando quel ramo che va a congiungersi col gran Gume, ed a Canopo. Nel corso di questa navigazione incontrasi
( ) Cio nei dintorni di Alessandria.

(a) Sacra , ovvero usata nelle sacre cerimonie.


(3) Tiite r i t r* t ptriiuc

fivX tfiittn. 11 L ar-

cher nelle note all1 Erodoto porta opinione cbe qui si tratti d i rendite pubbliche , e che quel pronom e 7<>t( indichi non g ii i privali possessori di fondi dove cresceva il b ib lo , ma i governa tori o capi del governo. Il Letronne spiega invecn ceux qui tiennent a ferme la culture de cette piante. Potrebbe imagi-r. narsi anche un terzo c a so , cio che i privati possessori dei fondi in cui cresceva il biblo avessero ottenuto per proprio vantaggia di far adottare in Egitto l'istituzione giudaica di cui qui si traila*

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DELLA GEOGRAFIA DI STUABOHE

primamente Eieusi, luOgo vicino ad Alessandria ed a Nicopoli situato sullo stesso cnale Canopico con de liziose abitazioni da ridurvisi uomini e do n n e, quanti vogliono darsi al vivere dissoluto. Quivi cominciano in certo modo i costumi di Canopo e la licnza di quel paese. Chi va oltre Eieusi trova a destra il ca* naie che conduce a Schedia, eh una specie di citt a quattro scheni da Alessandria. Quivi la stazione delle navi talameghe sulle quali i governatori sogliono risalire all province superiori; e quivi pure si paga il pedaggio delle mercatanzie che si conducono dentro o fuori, al quale effetto s gettato sul fiume un ponte di battelli ( detti schedia ) donde venuto a quel luogo il suo nome. . Dopo quella parte di canale che va a Schedia, la na vigazione fino a Canopo va parallela alla spiaggia che si stende da Faro sino alla foce Canopica; perocch una stretta lista di terra disgiunge il mare da quel ca nale : pur su quella lista stanno la Piccola Taposiri dopo Nicopoli, e Zefirio eh un promontorio con un piccolo tempio di Venere Arsinoe. Ed fama che quivi fosse anticamente anche la citt di Toni che aveva ri cevuto il suo nome da quel re che accolse ad ospizio Menelao ed E lena, della quale poi dice Omero :
Farmachi insigni possedea che in dono Ebbe da Poltidamna , dalla moglie V i Tone n e lf Egitto (i).
(i) Odiss., lib. i v , v- a a 8 . Secondo Erodoto ( lib. u , c. 1 1 a e seg> ). Toni era il nome del prefetto della foce Canopic dove approdarono Elena e Meaelao ; e il re cbiamavasi Protea.

LIBRO DECIMOSETTIMO

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Canopo una citt distante, per te rra , cento venti stadii da Alessandria. Ebbe il suo nome da Canopo pi loto di Menelao che quivi mor(i). Evvi un sacrario di Serapide venerato con grande religione e famoso per guarigioni, tanto che v hanno fede anche gli uomini pi istruiti, e nel bisogno vi si recano essi medesimi o vi mandano altri per loro. Alcuni scrivono le storie delle guarigioni, altri le virt degli oracoli che quivi si rendono. Ma sopra tutto poi grandissima la moltitu dine di coloro che in certe solennit concorrono da Alessandria a Canopo ; tutto il giorno e tutta la notte il canale gi detto pienissimo cosi duomini, come di donne, che cantano e tripudiano sopra picciole barche abbandonandosi ad unestrema lascivia , ovvero si spar gono qua e l per le abitazioni di Canopo situate lungo lo stesso canale e destinate appunto a siffatti diverti menti e stravizzi. A Canopo tien dietro 1 Eracleone dov un sacrario di Ercole ; poi la foce Canopica ; e quivi il principio del Delta. Alla destra del canale Canopico trovasi il Nomo Menelaite detto cos dal nome del fratello del primo To lomeo, e non gi dal nome dell eroe, come vorrebbero alcuni, fra i quali anche Artemidoro (a). Dopo la foce
(i) Canopo invece una parola composta di due voci egizie, e significa terreno d oro, (3) Di questo Nomo che aveva per metropoli Canopo non si trova menzione in P lin io , ma poi si vede accennato in alcune medaglie dei tempi di T ra ia n o , Adriano , Marc Aurelio e Anr topino ; e pe parla Tolomeo. Pare adunque che i Romani da

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

Caaopica viene la Bolbitina, poi la Sebennitica e la Fatoica , la quale rispetto alla grandezza la terza do po le prime dne poste nelle contrarie estremit del Delta: perciocch il canale Fatnico a poca distanza dal Vertice del Delta stesso dividesi dagli altri due e lo attriversa nella sua parte interiore. Alla foce Fatnica vicina la Mendesia ; poi seguita la T anitica, ed ultima di tutte viene la Pelusiaca. Fra mezzo a queste ve ne sono alcune altre di minore importanza che potrebbero dirsi/bei false. Benhanno anchesse nn certo ingresso, non comodo per n capace di grandi vascelli, ma solo di piccole barche per essere piene di bassi fondi e pa ludose. Quando i porti d* Alessandria erano chiusi ( i) , come abbiamo gi detto, servivansi principalmente della bocca Canopica per le cose del commercio. Dopo la bocca Bolbitina si caccia molto addentro nel mare una punta bassa e sabbiosa detta Agnu-ceras. Quindi viene la specola di Perseo e la fortezza deMilesii. Perciocch costoro al tempo in cui regnava Psammitico, condotti da Ciassare.re dei Medi approdarono con trenta navi alla foce Bolbitina, e sbarcati murarono la for tezza predetta. In progresso di tempo navigarono con tro la corrente del fiume sino al Nomo Saitico, e dopo aver vinto Inaro in una battaglia navale, fondarono la citt di Naupatto non molto al di sopra di Schedia {% ).
principio lo avessero incorporato in quello di Metelite , e che T raiano poi ne lo abbia nuovamente disgiunto. (Edit. frane.) (i) Cio quand era vietato agli stranieri l ap p ro d arv i, come lAutore ha detto poc' ansi. j[a) Si vegga in questo proposito quauto dice Larcher nel ano

LIBRO DECIMOSETTIMO

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C h i, passata la fortezza de Milesii, progredisce ver* so la foce Sebennitica s abbatte io alcuni laghi, uno dei quali dicesi Butico dalla citt di Buto. Poi segue la citt di Sebennito ( 1 ), e poi Sai, metropoli dellEgitto inferiore, nella quale venerata Minerva. Nel sacrario di questa Dea giace la tomba di Psammitico. Nelle vicinanze di Buto sopra un isola situata Ermopoli ; e in Buto stessa evvi un oracolo di Latona. Nelle parti mediterranee, al di sopra delle foci Sekennitica e Fatnica trovasi Xois, isola e citt del Nomo Sebennitico , poi Ertnopoli, Licopoli (a) e Mendes dove adorano Pane ed un becco, e dove (come dice Pinda* ro ) i becchi si congiungono colle donne : Mendes si

tuata sulla scoscesa riva del mare verso Pestremo cor no del Nilo dove i becchi fiati alte capre si mescolano, colle donne. Vicin di Mendes Diospoli coi laghi che le stanno d intorno , poi Leontopoli, e pi oltre la citt di Buiride nel Nomo Busirite, e poi Cinopoli. Dice EratoE ro d o to , tom. v m , pag. 35g. Del resto osserva il Letronne ebe Strabone si evidentemente ingannato nell indicare la posizione di questa specola , perch Erodoto la colloca nell estrem iti del Delta opposta a Pelusio, vai quanto dire alla foce Canopica.

(i) Semenhoud.
(a) Di Licopoli, o Citt del lupo, nel Nomo Sebennitico non trovasi fatta menzione da altri che da Strabone e da Stefano Bi zantino , il quale probabilm ente si fond tutto sopra Strabone stesso. Se questa Licopoli si trov realmente in quella parte del1 Egitto di cui qui si tr a tta , sar stata una Colonia di Lico^olj flella Tebaide. (Du Tbcil.)

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BELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

stelle che comune a tutti i barbari il costume di re spingere i forestieri : ma ne sono accusati gli Egizii per quello che favoleggiarono aver fatto Busiride nel Nomo Busiiite alcuni uomini venuti assai tardi e desiderosi di calunniare come inospitale quel luogo; mentre per ve* rit non vi fu mai re n tiranno che si chiamasse Busi* ride. E se quei versi di Omero :
................... ... mi s infranse il core

Udendo che d? Egitto in su le rive Ricondurmi io dovea per gli atri flu tti, Lunga e diffidi va }

sono spesse volte citati, vi ha principalmente contri buito 1 essere quella spiaggia importuosa, e il porto di Faro non aperto, ma custodito sempre da certi pastori ladroni che assalivano quanti volevano approdarvi. I Cartaginesi mandavano a picco chiunque navigava alla volta della Sardegna o delle Colonne ; donde poi .son degne di poca fede le molte cose che si raccontano de' paesi occidentali. E i Persiani traviano gli ambasciatori che loro si mandano per tortuosi e pericolosi cammini. E vicino al Nomo di Busiride 1 Atribite, ed anche 1 Aprosopite nel quale situata la citt di Afrodite. Al di sopra delle bocche Mendesia e Tanitica un gran lago, poi il Nomo Meudesio ed il Leontopolite, e la citt dAfrodite e il Nomo Farbetite. Seguita po[ scia il ramo del Nilo detto Tanitico , che alcuni dicono anche Saitico (i); poi il Nomo Tattile, nel quale posta la grande citt di Tani.
( i) Questo (dice il L etronne) diffcile a credersi, sapendosi che Sais era situata nella parte opposta del Delta , n mai ebbe che fare colla foce Tanitica.

LIBRO DECIMOSETT1MO

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Fra la bocca Tanitica e la Pelusiaqa trovanst dei la ghi e delle paludi grandi e contigue fra loro con molti borghi. Anche la citt di Pelusio ha tutto all1 intorno delle paludi che alcuni dicono Baratri e Telmati. Essa posta a pi che yenti stadii dal mare ; la periferia delle sue mura anch essa di venti stadii, ed ebbe il suo nome dal fango (i) e dai pantani. Per ci poi difficile laccesso allEgitto dalle parti orientali verso la Fenicia, la Giudea e lArabia Nabatese contigua a que luoghi, per le quali d uopo passare. 11 paese fra il Nilo ed il golfo Arabico parte dell Arabia sulle cui estremit Pelusio fondata ; ma tutto deserto, n vi potrebbe camminare un eserci to (a). Listmo poi che va da Pelusio al fondo del gol fo presso Heroopoli di novecento stadii, o secondo l opinione di Posidonio, di poco meno che mille e cinquecento : ma oltre all essere privo dacqua e sab bioso,) anche pieno di serpenti che si nascondono sotto 1 arena.
(1 ) A t*

(a) Strabone parla qui dello spazio compreso fra Heroopoli ed il ramo Pelusiaco, dove trovavasi il Nomo Arabico la cui me tropoli era Facusa. Questo tratto di paese comprendevasi nellA rabia secondo la generale opinione che la stendeva fino al Nilo. Quindi Pelusio situata lungo questo fiume era, come dice lAutore, fondata sullestremit dellArabia. da notarsi una volta per sempre che gli antichi consideravano come compreso nellArabia tutto il paese fra il Nilo ed il golfo A rab ico , da Pelusio fino allo stretto di Bab-el-Meudeb. (Ed. frane.) S tsabos E j tom. V.
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d e l ia

g e o g r f (A d i

strabone

Chi da Schedia risale navigando verso Menfi ha sino al lago Marea alla destra moltissimi borghi, uno dei quali anehe il borgo detto di Cbria. Rasente il fiu me sono Ermopoli, Ginecopoli ( i) , e il Nomo Ginecopolite. Appresso vengono Momenti ed il Nomo Mo* mentite; e fra mezzo a questi luoghi scorrono parecchi canali a scaricarsi nella Mareotide. Gli abitanti di Momenfi onorano V enere, e nutrono una vacca sacra, come a Menfi nutrono il bue A pi, ed in liopoli il bue Mnevi. Questi animali sono creduti Dei; ma quelli che nutronsi dagli altri popoli (e cos nel Delta come fuori molti popoli ne nutrono maschi e femmine ), non sono stimati D e i, ma soltant sacri. Al d ii sopra di Monienfi sono due cave di nitro abbondevolissime ; poi il Nomo Nitriote (a). Quivi ve nerato Serapide; e soli in tutto lEgitto quegli abitanti hanno il costume di sagrificare una pecora. Vicino a que luoghi e dentro lo stesso Nomo (3) la citt di Menelao. Alla sinistra poi (4) e dentro il Delta sulla sponda del fiume trovasi Naucrati ; e lontano due scheni da
( i) Letteralmente : la citt delle donne, (a) Strabone il solo autore che parli di questo Nomo. Forse (dice il Letronne) la voce H t f i e r non dinota qui una divisione am m inistrativa, ma sta nel significato generale di paese , can tone e simili.
(3) IT A * m't <f
kcc)

ttT ttv S .

(i) Di chi risale da Schedia verso Menfi. Qui Strabone passa


a descrivere la riva sinistra del fiu m e, ma le notizie eh egli ce ne d sono pochissime.

LIBRO DECIMO SETTIMO

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quella corrente situata S ais, un poco al di sopra della quale poi sta lasilo di Osiride, dove fama che Osiride sia stato sepolto. Ma sopra di ci contendono molti, e principalmente quelli che abitano File al di l di Siene e di Elefantina. Perciocch costoro spacciano invece che Iside in molti luoghi sotterr pi bare di Osiride, delle quali poi una sola ne conteneva vera* mente il corpo, n alcuno mai seppe qual fosse. E questo ( dicono ) essa fece volendo che la sepoltura di Osiride fosse sconosciuta a Tifone, affinch non venisse a rapirne il corpo. Da Alessandria pertanto fino al vertice del Delta il paese quale noi lo abbiamo descritto. Dice poi Arte* raidoro che la navigazione lungo questi luoghi di ventotto scheni, cio di ottocento quaranta stadii com putando trenta stadii ogni scheno. Ma quando noi na vigammo in quelle p a rti, gli scheni coi quali ci s in dicavano le distanze non erano da per tutto d una stessa misura, sicch in alcuni siti facevansi di quaranta stadii ed anche pi. E che presso gli Egizii la misura dello scheno non sia sempre costante lo fa manifesto Artemidoro medesimo in quello che dice poi dopo: pe rocch asserisce che da Menfi sino alla Tebaide ogni scheno risponde a cento venti stadii, dalla Tebaide fino a Siene si computa di sessanta. Da Pelusio risalendo pure al vertice del Delta annovera Artemidoro venti cinque scheni che, secondo quel suo computo, tornano a settecento cinquanta stadii. Aggiunge poi che parten dosi da Pelusio primamente si trova il canale chempie i cos detti Laghi delle maree, i quali son due, e giac

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

ciono alla sinistra del gran fiume al di sopra di'Pelusio nellArabia. E dice lo stesso Artemidoro che altri laghi e canali si trovano in quelle medesime parti fuori del Delta. Lungo uno di questi due laghi il Nomo Setroite, e nondimeno Artemidoro lo cnta come uno dei dieci che sono compresi nel Delta (i). In questi laghi poi mettono capo due altri canali, ed un altro ve n ha che riesce nell Eritreo o golfo Arabico vicino alla citt dArsinoe detta da alcuni Gleopatride. Questo canale attraversa i laghi che diconsi amari ; e tali furono infatti prima che esso portandovi l acqua del fiume non ne catnbiasse la natura per modo che ora son pieni di buoni pesci e di uccelli acquatici. Fu cominciato a scavare questo canale al tempo di Sesostri prima della guerra di Troia ; ma secondo altri invce sotto il figlio di Psammitico, il quale appena pot cominciarlo, e fin di vivere. Pi tardi fu ripigliata l opera dal primo Dario; ma egli pure 1 abbandon non compiuta, bench gi he fosse quasi al term ine, per aver dato fede ad una falsa opinione, che il mare Eritreo fosse pi elevato dell Egitto ; donde poi si ere* deva che qualora tutto l istmo fosse tagliato, questo paese dovesse rimanere coperto dall acque. Tuttavolta
(i) Questo passo di Strabone fu argomento di molte ricerche e di varie opinioni fra gli eruditi. li Letronne lo esamina as sai a lungo., e cochiude che il Nomo Setroite attraversato dal ram o pelusiaco dovette essere parte dentro e parte fuori del Delta : sicch fu naturale di annoverarlo fra quelli del Delta, aH trim enti sarebbe bisognato farne due.

LIBRO DECIMOSETTIMO

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i re Tolomei lo tagliarono, facendo un canale chiuso per modo da potere senza impedimento passar colle navi da questo nel mare esterno , e dal mare rientrar nel canale. Ma del livello delle acque noi abbiam gi parlato nei primi libri. In vicinanza dArsinoe sono anche Heroopoli e Cleo* patride nell ultimo recesso del golfo Arabico verso l E gitto; e vi sono eziandio dei porti, delle abitazioni, parecchi cattali, e laghi ad essi vicini. Quivi anche il Nomo Fagroriopolite, e in esso Fagroriopoli. * Il principio del canale che sbocca nell Eritreo al borgo Faccusa, a cui vicino anche il borgo di Filone. Questo.canale ha la larghezza di cento cubiti, e la pro fondit che basta a sostenere navi di gran carico. Cotesti luoghi poi sono vicini, al vertice del Delta. Ed ivi sono altres la citt di Bubaste ed il Nomo Bubastite, ed al di sopra di questi il Nomo Eliopolite. Questo in s comprende Eliopoli situata sopra ua ragguardevl ar gine, con un sacrario del Sole, dove in un sito appo* sito patrono il bue Mnevi tenuto da quelle genti un Dio , come 1 Api a Menfi. Oltre quell argine stanno alcuni laghi che io s ri cevono il soverchio delle acque dal vicino canale. Ora poi la citt affatto deserta; ma vi resta un tempio antico fabbricato all antica maniera degli Egizii, in cui sono molti indizii della mania e della irreligiosit di Cambiseli! quale parte col ferro parte col fuoco danneg gi i sacri edifizii mutilandoli o incendiandoli. Questo fece anche degli obelischi , due dei quali che non fu rono abbruciati del tutto vennero trasportati a Roma.

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DELLA GEOGRAFIA DI STBABONE

Alcuni ne sono io Eliopoli ed io Tebe che ora si dice Diospoli, in parte ancor ritti, ma guasti nella cima dal fuoco, e in parte diroccati al suolo. La costruzione poi de sacri edfizii (i) la seguente. All ingresso del recinto generale (Tem enos) evvi un pavimento lastricato largo circa un pletro o forse anche m en o , lungo tr o quattro volte ta n to , ed in alcuni 9 ncbe pi. Questo chiamasi dromo (c o rs o ), donde Callimaco disse: Questo il saero dromo dA nubi. Per tutta la sua lunghezza, da ambo i lati, sono piantale sfingi di pietra, distanti 1 una dall allea venti cubiti o poco pi j sicch tiua fila di queste sfingi s ha a de stra , una fila a sinistra. Dopo le sfingi s incontra un gran propileo, poi procedendo pi innanzi un altro propileo, e poscia un altro ancora (a). Non determi nato il numero n de propilei, n delle sfingi, ma ne diversi templi sono ora pi ora meno ; e cos an che la lunghezza e la larghezza dei dromi. Ai pro pilei tien dietro il tempio propriamente detto ( Naos o JYeos ) con un pronao di notabil grandezza, ed il
(i) Sebbene il testo dica in generale rS t I t f S t , nondim eno

certo (dice il Letronne) che Strabone intese parlare soltanto degli, edifizii di Eliopoli. , (a) La voce propileo non significa qui la porta anteriore o Yingresso principale, nia (ina parte qualunque di fabbrica che stia da qualsivoglia lato dinanzi pii edifizio principale. 1 propilei in questo seqso fabbricayansi non di rado molto dopo il tem pio. Cos Meride fece costruire in Ment i propilei settentrionali al al tempio di V u lcan o, e pi secoli d o p o , Psamraitico vi eresse propili meridionali. (Ed. frane.)

LIBRO DECIMOSETTIMO

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secos ( 1 ) di grandezza mediocre. Non vi s<)no poi sta* tu e , od almeno non ve ne sono di figura umana , ma rappresentanti solo alcuni animali bruti. Dinanzi al pr* nao d ambe le parti sporgono le cos dette ptere ( ali ), le quali sono due muri uguali nell altezza al tempio. Sul principio queste ptere sono distanti luna dallaltra un po pi cbe non la larghezza della base del tem pio ; ma inoltransi poi per lo spazio di cinquanta o sessanta cubiti facendosi sempre pi vicine fra loro : ed hanno le pareti ornate con bassi rilievi rappresen tanti grandi figure , somiglianti alle opere dei T irreu i, od alle pi antiche fra quelle degli Elleni. Evvi anche ( in EUopoli ) come in Menfi un edilizio di molte colonne, e di barbarica costruzione; perciocch fuori delle colonne che sono grandi, molte ed a molti ordini, non ha -parte alcuna n graziosa n ben dise gnata , ma tu tto , pi eh a ltro , una fatica vanamente spesa, Veggonsi poi in Eliopoli anche certe grandi case nelle quali abitavano i sacerdoti: perciocch dicono che una volta quella citt fu soggirno di certi sacerdoti coltivatori della filosofia e dell astronomia. Ma ora an che quell adunauza e quell esercizio si sciolsero , sic ch a noi non ne fu indicata pur traccia che ancor sussistesse, e solo vedemmo alcuni addetti al culto re ligioso , od occupati di mostrare a forestieri le cose sacre. E quando il capitano Elio Gallo entr nellEgit
(i) (secos) diceva*! il santuario. parte anteriore del tempio.
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g e o g r a f ia d i

strabone

to risalendo pel N ilo, Io seguit da Alessandria no certo Cheremone il quale vantavasi di possedere questa scienza (i), ma per lo pi poi era deriso come un igno rante. Quivi pertanto ci furono mostrate le abitazioni di que1 sacerdoti, e le case dove stettero Platone ed Eudosso. Perciocch tutti e due questi filosofi furono in quella citt e conversarono ben tredici anni coi sacer doti , come detto da alcuni. I sacerdoti erano molto peiiti nella scienza delle vcse celesti, ma misteriosi e mal pieghevoli a partecipare altrui quanto sapevano ; sicch ben poterono col tempo e colle buone maniere que 1 filosofi indurli a chiarir loro alcuni teoremi, ma i barbari nondimeno celaron poi loro la maggior parte di quel che sapevano. Laonde sebbene que 1 sacerdoti aves sero aggiunte ai trecento sessantaeinque giorni dellan no quelle porzioni del giorno e della ntte che ne com piono il corso, nondimeno e il giro dellanno e parec chie altre cose non furono pienamente note agli Elleni, fin tanto che gli astronomi pi recenti non le impara rono da coloro che tradussero nell idioma ellenico le Memorie dei sacerdoti egizii ; come anche oggid attin* gono cognizioni cos da quelle Memorie, come da quelle de Caldei (a).
(i) Cio vantavasi di saper interpretare i geroglifi, eec. Que sto Cheremone era uno stoico : ne parlano Porfirio e Giuseppe Flavio , ed aveva composta una spiegazione dei geroglifi. (Ed. frane.) (a) Questo passo di Strabone (dice il Letronne) oltre al con fermare ci che dicouo molti altri intorno alla cagione p er cui le cognizioni astronomiche degli Egizii -rimasero come sepolte nei

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Da Eliopoli comincia il corso del Nilo al di sopra del Delta ; e chi lo risale ha dalla destra un paese chia mato Libia del pari che i luoghi circostanti al lago Ma-, reotide ; dalla sinistra ha 1 Arabia. Quindi 1 Eliopo liti nellArabia: e nella Libia Cercesura, citt si tuata rimpetto alla specola dEudosso; perocch cosi dinanzi ad Eliopoli, come dinanzi a Goi<]o mostrasi una specola donde Eudosso soleva osservare certi mo vimenti dei corpi celesti. 11 Nomo poi in cui com presa Cercesura dicesi Letopolite. Chi naviga ancor su pel fiume trova un forte castello detto Babilonia , perch alcuni Babilonesi che s erano ribellati ottennero dai re di poter occupare quel sito come propria abitazione. Ora poi suole trattenervisi una delle legioni che custodiscono lEgitto. Da questo luogo fino al Nilo va un rialto, lungo il quale a forza di ruote e di viti e collopera di centocinquanta prigionieri con ducono lacqua fattavi ascender dal fiume. Da Babilonia si veggono ad occhio nudo le piramidi sulla sponda
recinti dei tem pli, ci fa conoscere altres: i. che alcune Memo rie compilate dai sacerdoti egiziani furono tradotte in greco per ordine de Tolomei; 9. che da queste Memorie tradotte, del pari che da quelle de Caldei, pigliarono i G reci una parte di quanto poi seppero nellastronomia ; 3. che se nelle O pere a noi perve nute di E ratostene, dIp p a rc o , e principalmente di Tolomeo non troviamo citati gli E g izii, ci dev essere proceduto da quella gelosia che nasce solitamente fra i vincitori ed i v in ti, per la quale i Greci non vollero confessare tutto ci di cui erano debitori agli Egizii.

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opposta del Nilo nel territorio di Menfi ( i ) , perch sono a poca distanza. Vicina altres la citt stessa di Menfi , reggia degli Egizii: perciocch da! Delta a quella citt ovvi uno spa zio di tre scheni. Essa comprende alcuni tem pli, uno dei quali quello di Api eh una stessa cosa con Osi ride. Quivi suol nutrirsi in un secos il bue A pi, te* uuto ( come si disse ) in conto di Divinit : esso ha bianca la fronte , e bianche alcune altre piccole parli del corpo; in tutto il restante nero : e da questi segni giudicano sempre qual bue sia degno di succedere in questo onore quando abbia cessato di vivere quello a cui prima era attribuito. Dinanzi al secos evvi un cortile nel quale ergesi uq altro secos destinalo alla madre del bue. la questa corte fanno uscir 1 Api a una certa ora del giorno, e prin cipalmente per mostrarlo ai forestieri ; perciocch seb bene possano vederlo per lina finestra, amano nondi meno di contemplarlo anche allaperto : ma quando es so abbia alcun poco vagato a sua posta nel cortile, lo rimettono di bel nuovo nella sua ordinaria abitazione. Il sacrario di Api vicino a quello di Vulcano, il quale anch esso un magnifico edilzio per la vastit del t e n p i a , e per tutto il restante. Dinanzi al tempio si tuato nel dromo un colosso duna sola pietra. In questo dromo poi hanno il costume d far combattere fra loro alcuni to r i, che alcuni soglion nutrire a tal uopo, co me alcuni altri nutrono dei cavalli. Questi tori qbban(i) E*
Mi/tftt.

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donati a s stessi si assalgono, e quello eh giudicato vincitore ottiene un premio. Evvi in Ment anche un sacrario di V enere, creduta ellenica divinit : ma alcuni dicono invece che quello nn sacrario della Luna. Ve n ha uno parimente di Serapide in un luogo si pieno di sabbia, che il vento ve l ammonticchia per modo che noi vedemmo le sfingi quali coperte fino alla testa , e quali sino a mezzo la loro mole ; donde ben si poteva argomentare il pericolo di chi andando a quel tempio fosse soprarrivato da un turbine. Menfi una citt grande, ben popolata; essa la seconda dopo Alessandria e, come questa, abitata da uomini misti di varie generazioni. Alcuni laghi si sten dono dinanzi alla citt ed ai palagi dei r e , i quali ora son rovinati e deserti. Questi palagi fondati sopra uu altura stendevansi gi fin dove il piano della citt t basso , e dove poi trovansi un bosco ed un lago. Quaranta stadii lontauo da Menfi innalzasi una spezie di dosso sul quale si trovano molle piramidi se polture di Re. Tre di quelle piramidi sono ragguarde voli ; anzi due di queste si annoverano fra le meravi* glie. Perciocch hanno uno stadio daltezza: nella fi gura sono tetragone ; e la loro altezza supera qualche poco lestensione di ciascuno de suoi Iati. Una di que ste due alquanto pi elevata dell altra ; e circa a mezzo I altezza de suoi lati ha una pietra che si pu cavar fuori : chi ne la trae vede un tortuoso pertugio che discende fin dov la tomba. Queste piramidi sono fabbricale vicine fra loro sopra uno stesso terreno. Pi

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distante ed a maggiore altezza del monte collocata la terza molto minore dell altre ; ma fabbricata nondi meno con molto maggiore dispendio. Perciocch dalle fondamenta sin quasi a mezzo tutta di pietra n e ra , della quale sogliono fare anche morta), portandola da lontano, sin dai confini dellEtiopia. E siccome questa pietra dura e difficile a lavorarsi, cos gli edifizii che se ne fanno riescono assai costosi. E fama che questa piramide fosse il sepolcro duna cortigiana, a cui la fe cero erigere i suoi amanti. La poetessa Saffo la nomina Dorica , e dice che fu amata da suo fratello Carasse quando and a Naucrati portandovi a vendere vino di Lesbo. Altri invece le danno il nome di Rodope, e rac contano che mentre essa stava una volta nel bagno, un? aquila invol uno de suoi calzari all ancella e traspor t i l o a Menfi : dove stando il re intento a giudicar certe liti, dallalto a cui s era levata , glielo lasci cadere a piombo nel seno. E questi mosso allora dalla singola rit del caso e dalla vaghezza di quel calzare, mand intorno per tutto il paese cercando colei che lo so leva portare, finch poi trovatala nella citt di Nau crati , e ordinato che venisse a ,lu i, la fece sua moglie; donde quando mor ebbe il sepolcro gi detto (i). Non poi da passare in silenzio una delle cose stra ordinarie da noi vedute nelle piramidi : ci sono certi monticelli di minuti rottami di pietre vicini alle pira midi , nei quali se ne trovano alcuni che nella figura e nel volume somigliano a lenti, ed alcuni altri a grani
(>) Veggasi Erodoto, lib. ir, c.
1 34-35.

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d orzo mezzo sgusciati : e dicono che siano le reliquie del cibo che davasi agli operai, pietrificate: ma questo non par verisimile (i). Perciocch anche nel nostro paese trovasi un certo colle che si prolunga in una pianura ed pieno di pezzetti di tuffo simili a lenti. Oltre di che anche i sassolini del mare e dei fiumi danno quasi motivo alla stessa dubbiezza : tuttavolta per essere que* sii rotolati dall acque si trova qualche spiegazione di quella loro figura ; ma nel caso di cui qui si pria linvestigarne la vera cagione assai pi difficile. Si detto gi altrove (2 ) che verso que luoghi dve si cvan le pietre di che le piramidi sono costrutte (il qual luogo nell Arabia dallaltra parte del fiume rimpetto alle piramidi stesse) innalzasi un monte assai pie* iroso denominato T roico, dentro cui sapre un antro : ora vicino cos al monte come al fiume evvi un borgo detto T ro ia , antica abitazione fondata da certi prigio nieri troiani che dopo avere seguitato Menelao, quivi fermarono la loro sede (3).
( 1 ) I l testo, dice p er lo contrario par verisimile, o piuttosto non inverisimile, i * *<*s. Ma il Letronne ed il C o ra y , non dubitano di leggere i * , per togliere la contraddi zione in cui l Autore cadrebbe qualora dicesse verisimile una co sa, poi adducesse ( come qui ) esempi in contrario. ' . (3) Probabilmente nella Storia che Strabone avea sc ritta , ma non pervenne fino a noi. (3) questo uno dei soliti racconti alla maniera dei Greci. Quando il nome di una citt in un paese straniero aveva qual che somiglianza col nome di una citt , di un eroe o di un po polo g reco , essi imaginavano tosto una tradizione che ranno dasse colla loro storia quel nome, (Ed. frane.)

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Dopo Menfi viene la citt d Acanto, situata essa pure nella Libia : quivi sono e il sacrario di Osiride, e il bosco di Acanti della Tebaide da cui si trae la gomma. Seguita poscia il Nomo Afroditopolite con una citt dello stesso nome nellArabia, nell* quale si nutre co* me cosa sacra una vacca bianca. Quindi s incontra il Nomo Eracleote in una grande isola, dove comincia a destra il canale che va poi nella Libia a bagnare il Nomo Arsinoite, il qual canale ha due foci, e fra que* ste si stende una parte dell isola. poi il Nomo Arsinoite il pi considerevole di tutti tanto a vedersi, quanto per la bont del terreno e pe suoi edifizii. Per* ciocch esso il solo che abbia grandi e perfetti alberi di ulivi con bei frutti : e chi sa coglierli a tempo ne trae olio di buona qualit ; ma chi in questo non usa la necessaria diligenza, ne fa molto ma di cattivo odo re. Il restante dell Egitto nou porta ulivi, tranne i giardini di Alessandria, ne quali peraltro allignano ulivi che non producono olio. LEgitto invece copio* so di vino, di frumento, di legumi, e di altre piante d ogni maniera. Evvi anche un lago ammirabile detto lago di Meri* d e , somigliante ad un mare nell a m p i^ z a , e nel co lore dell acqua. Anche le sue sponde rendono imagi* ne di sponde marittime : sicch a questo luogo potrebbonsi applicare le congetture stesse che sogliono farsi sopra il paese dov il tempio di Giove Ammone (i).
(i) V. il lib. i nel voi. n di questa edizione.

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Questi due paesi infatti non sono molto distanti n) l ano dall altro , n tutti e due da Paretonio : e sic come per molti argomenti si pu presumere che que sto tempio anticamente fosse fondato sulla sponda del m a re , cosi pu credersi che anche questi luoghi dei quali parliamo fossero una volta marittimi. E certo lE gitto inferiore, e i paesi cbe stendonsi fino al lago Sirbonide una volta erano m are, il quale andava forse a congiungersi coll Eritreo verso Heroopoli ed il golfo Eianite. Ma intorno a ci noi abbiamo gi distesamene parlato nel primo libro della Geografia , sicch ora ver remo considerando brevemente sotto un sol punto" di veduta l opera della natura e quella della provvidenza; L opera della natura si che tutti i corpi tendono ad un solo punto eh il centro dell universo , e in torno a quello si compongono a modo di sfera. 11 coi> po pi denso e situato proprio nel centro la terra; L acqua, per essere men densa, vien dopo. Tutti e due questi corpi formano una sfera : la prima solida; l altra vta, e comprende la terra dentro di s. Rispetto poi alla provvidenza, essendo essa amante della variet e creatrice d opere infinite , perci vollft primamente produrre gli animali, come esseri somma mente distinti da tutte le altre cose, e fra questi fece principalissimi gli Dei e gli uomini, in servigio dei quali compose tutto il restante. Ed agli Dei assegn il cielo, agli uomini la te rra , che sono le due estremit del mondo; perch i punti estremi di una sfera sono il cen tro e la circonferenza. Ma poich intorno alla terra diffusa l acqua , e l uomo non animale acquatico ,

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ma vuol terra ed acqua, ed ha duopo di molta luce, perci essa fece nella terra molte prominenze e molte concavit; per modo che in queste andasse a raccogliersi o tutta o la maggior parte dell acqua sotto cui la terra celaVasi, e per le prominenze la terra emergesse dall acqua e la chiudesse dentro di s i , se non quanto ne abbisognasse al genere um ano, ed agli animali e alle piante che le stanno d intorno. Siccome poi la mate ria in movimento continuo ed in grandi mutazioni ( senza di che non sarebbero possibili quei tanti e sif fatti fenomeni che veggonsi nell ordine del mondo ) , cos da supporre che n anche la terra si rimanga sempre la stessa per modo che niente le si aggiunga, niente se ne sottragga : e parimente n anche 1 acqua: n che luna e laltra occupino sempre lo stesso postoj mentre queste due cose per la loro propria natura, sono facilissime a tramutarsi fra loro; sicch molta parte della tetra pu convertirsi in acqua, e nello stesso mo do molta parte dell acqua pu divenir te rra , a quel modo che nella terra stessa si trovano tante differenze : perciocch in parte friabile, in parte compatta e pie trosa, ferruginosa e cos via dicendo. E questo vale an che rispetto alla sostanza acquosa, la quale in parte salata, in parte dolce e buona da b e re , in parte me dicinale e salubre, in parte esiziale, e qual fredda e 'q u a l calda. Qual meraviglia pertanto se alcune parti della terra che ora si abita erano anticamente occupate dal mare ; e se quel eh ora mare una volta abitavasi? Cos avvenne eziandio che alcune antiche sorgenti ces sassero , altre invece si scoprissero ; e cos anche dei

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fiumi e dei laghi. Cos finalmente le montagne e le piaaure mutaron forma tra loro.: delle quali cose noi ab biamo parlato gi prima \ e qui basti quanto se n detto (i). Il lago Meride adunque per la grandezza e profon dit capace di contenere il soverchio dellacque negli straripamenti del Nilo, sicch non si diffondano per le abitazioni e sui campi coltivati: poi quando il fiume rientra nel suo letto, manda fuori per due bocche l'a cqua ond gonfio, mantenendo cos unutile irrigazione. Questo medesimo servigio rende anche il canale phe comunica col Nilo. E questi effetti naturali sono ac cresciuti da certe chiuse-poste a tutte- e due le bocche del canale, con cui gli architetti regolano e 1 entrata e 1 uscita dell acqua.
(i) La discussione filosofica introdotta qui da Strabone non molto intimamente congiunta col suo argomento1, ma non per tanto pu interessare p er conoscere quali idee sulla cosmogonia professasse la setta filosofica a cui egli apparteneva. - N a tura (secondo questa filosofia) significava le leggi inerenti alla m ateria, leggi cieche ma costanti e indipendenti da ogni volont. Queste leggi consistevano principalmente nel moto e nel riposo. Provvidenza voleva dire la potenza intelligente, creatrice o tras formatrice degli esseri, che regola le originali propriet della m a te ria, e governa il mondo. Questa Provvidenza assegn i prim i posti fra tutti gli esseri agli Dei ed agli u o m in i Gli Dei erano dunque esseri prodotti, intermedii fra gli uomini e la Provvidenza, e ministri della sua volont. Questi D e i, secondo gli S toici, erano genii non in tutto dissimili dagli uomini -sulle u i azioni sorvegliavano. Per queste due classi di esseri la Prov videnza cre lUnivcrso. (Edit. Fsanc.)

tSTf.ttoxE3 tom. V.

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Oltre di ci evvi (i) 1 edificio del Labirinto, opera che uguaglia le piramidi; ed ivi presso, il sepolcro di quel re da cui fu fatto costruire* Passata la, prima della due bocche del canale e progredendo per Io spazio di trenta o quaranta stadii vedesi un terreno piano come una m ensa, su cui innalzasi un borgo ed un palazzo reale composto di tanti minori palazzi quanti furono anticamente i Nomi. Perciocch comprende un ugual numero d aule circondate da colonne e contigue fra lo ro , tutte in una stessa linea, e cinte da uno stesso m uro, sicch trqvansi collocate dinanzi ad un lunga m uro, rimpetto al quale il loro ingresso. Le strade che conducono a queste aule sono certi viottoli lunghi e in gran numero, congiunti fra loro da stradicelle tor tuose , talch senza guida a nessun forestiero sarebbe possibile condursi a qualcuna di quelle sale od uscirne. poi cosa mirabile che il tetto di ciascuna delle stanze un monolito, e che anche i viottoli nella loro lar ghezza sono coperti da pietre d un pezzo solo di stra ordinaria grandezza , senza meschianza mai dalcun le gno , n di veruu altra materia. Per chi sale sopra il tetto che non molto a lto , per essere 1 edifcio d un piano solo, vede una pianura formata da s'i grandi pie tre quali noi abbiamo descritte: poi discendendo di nuova nelle aule si veggono situate in ischiera appoggiate a ventisette colonne pur monolite. Anche le pietre di che i muri sono formati non sono di grandezza punto minore.
Nell estremit di questo edifzio che si allarga
( 1) Nel JNomo Arsinoite.

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pi eli ano stadio ewi il sepolcro (i) o la piramide te tragona che ha quattro pletri di lunghezza per ciascun Iato, ed altrettanti d altezza. Colui che vi fa sepolto chiaaiavasi Ismande. Credesi che le aule siaoo state co* strutte ael numero gi detto, perch usavano di coDgre garsi in quel luogo tutti i N om i, ciascuno coi proprii sacerdoti e colle proprie sacerdotesse per celebrarvi i sagrifizii e per giudicare degli affari di maggior rilievo. E cos ciascun Nomo si radunava nell aula a lui assegnata (a). Chi navigando oltrepassa cotesti luoghi pel tratto di cento stadii trova la citt di Arsinoe. Anticamente chiamavasi citt dei coccodrilli, per essere il coccodrillo sommamente onorato in quel Nomo. Uno di questi ani mali suol essere nutrito a parte in un Iago: questo con siderasi come sacro, addimesticato coi sacrdoti e chiamasi sucos. Il suo nutrimento consiste in pane, car ne e vino, ci che gli sempre apportato daforestieri che vengono per vederlo. Il nostro ospite pertanto, uon o ragguardevole, e incaricatosi di mostrarci l curio sit dei sacri edifizii, venne con noi al lago portand seco una piccola focaccia, carne co tta , ed un vaso d idromele. Trovammo l animale sull orlo.del lago : i sacerdoti gli si fecero appresso, e mentre alcuni gli apersero la b occa, un altro v introdusse la focaccia e (i) Gi se n' parlato in questo capo. (a) Rispetto al labirinto possono vedersi Erodoto, Diodoro Siculo ed altri ; ma per mio giudizio impossibile averne un idea, non dir sicura, ma almeno abbastanza chiara.

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la c a rn e , e poi vi vers l idromele : dopo di che il coccodrillo salt nel lago, e attraversatolo riusc sulla sponda opposta. Frattanto arriv un altro forestiero, il qual portava anch'egli delle vivande ; e i sacerdoti le presero , e fatto il giro del lago, e raggiunto l'animale gliele fecero ingoiar# allo stesso modo. Dopo il Nomo Arsinoite e l Eracleotic trovasi Era* cleopoli (i), i cui abitanti venerano licneumone, contrarii in ci a quelli dArsinoe i quali venerano i coccodrilli, sicch il loro canale n pieno non altrimenti che il lago di Meride, perch li rispettano e si astengono dal* l ucciderli. Quei d Eracleopoii invece venerano gl icneumoni, perniciosissimi sopra tutti gli altri animali ai coccodrilli del pari che agli aspidi, perciocch non solamente ne disperdono le uova, ma uccidono gli stessi animali. A tal fine si voltolano nel fango, del quale, asciugandosi al sole, si formano una specie di corazza; poscia prendono gli aspidi o pel capo o per la co d a ,, li strascinano nel fiume e quivi li uccidono. E pei coc codrilli spiano qnand essi se ne stanno al sole colle fauci aperte, vi si cacciano dentro, e lacerandone gli intestini ed il ventre , nescono solo dopo averli uccisi. Seguitan .poi il Nomo Cinopolite, e Cinopoli dove
(l) Msrje clf Tot A'po-uctTVr uni f> H'pctx>*tVTtx)>t ftfilct H 'p*x.Xi<tvs v i x i f . 11 Letronne per altro considerando che E ra cleopoli non poteva trovarsi al di l del Nomo' Eracleotico di cui era metropoli, credette di dover leggere xa rt t H'paxAevi koi x . r . >._e tradusse: A u -d e l du nome A r s in o ilc s , e( dans le nom Hraclotique on trouve Hraclopolis.

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venerato 1' A nubi, e dove ai cani ordinato dalla re-* ligione un certo onore e mantenimento. Snlla riva opposta trovasi la citt di Ossirinco nel Nomo di questo medesimo nome. Quegli abitanti venera no 1 ossirinco, e gli hanno anche innalzato un tempio. Vuoisi notare per che P ossirinco generalmente ve n e ra to la tutti gli Egizii. Perocch aleuni animali sono sacri in generale a tutte quelle popolazioni ; e tali sono tre quadrupedi, il bue , il cane, il gatto ; due volatili, 10 sparviero e 'l ib i; due pesci, il lepidoto e lossirincoj Altri poi sono specialmente venerati soltanto in alcune regioni i come a dire la pecora da quelli di Saiti e dai Tebaiti ; il latos , pesce del N ilo, dai Latopoliti-; il lupo dai Lucopoliti; il cinocefalo dagli Ermopoliti ; il eepos..dai Babilonesi presso Menfi (ed il cepos un ani male che nasce nellEtiopia con .faccia di satiro , e col restante del corpo, tra il cane lorso) ; 1 aquila dai Tebani; il leone dai Leontopoliti ; la capra ed il becco dai Mendesii ; il toporagno dagli Atribiti, ed altri da altci: Sulle orgini poi di questi culti non vha concordia di opinioni* Vien poscia la stazione Ermopolitica (i) dovesogliono gabellarsi le merci che portansi fuori dalla T ebaide, e quinci innanzi,fino a Siene e ad Elefantina cominciano gli schni di sessanta stadii l uno. Appresso trovasi la stazione Tebaica e il canale per -cui si va a Tani : po: (i) e poco dopo Onfiicix.li 11 L etroae iion dubit di fare due nomi proprii Ermopolitica' Phylace , e Thaica-Phylace. > i < ,

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scia Lucopoli, ed Afroditopoli, e Fanopoli, antica abita zione d uomini addetti alle opere di lino e di pietra. Trovasi quindi Tolemaide grandissima sopra tutte le citt della Tebaide, e non minore nemmanco di Men 6 : essa ha un ordine di cittadini alla maniera ellenica. Al di sopra di Tolemaide Abido, dov la reggia di M emnoue, tutta mirabilmente fabbricata di pietra , a quel modo stesso nel quale dicemmo essere costrutto il labirinto, ma non per con s gran numero di pietre. Evvi l dentro una srgente in luogo assai basso, alla quale si discende passando per corridoi fatti a volta di una sola pietra, di straordinaria grandezza e costruzione. Evvi anche Un canale che dal gran fiume conduce a quel luogo; e lungo quel canale vha un bosco di acanti egizii sacro ad Apollo. Pare che Abido una volta sia stata una citt grande, anzi la seconda dopo Tebe; ma ora una piccola abitazione. Se poi ( come credono alcuni ) Memnope dagli Egiziani denominato Isman<Je, anche il labirinto sarebbe un Memnonio, ed nn opera di quel medesimo principe di cui sono anche quelle di Abido e di Tebe : perciocch anche in qnesle citt si veggono alcuni edifizii detti Memnonii. . Quasi sotto lo stesso parallelo d 1 Abido , ma distante quanto il viaggio di sette giorni, sta la prima delle tre Oasi (i) che sono nella Libia, luogo abbondevole d ' a cqua, e ferace di vino, n povero dell altre produzioni. (i) T rattasi delta Grande Oasi od A du si, cerne scrive sem p re S trabone, la quale dicesi che abbia circa i5 leghe di lun ghezza da settentrioue a mezzogiorno. (Ed. frane.)

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La seconda sotto il parallelo del lago Mende : la terza sotto quello dell oracolo di Aminone : ed anche questi sono luoghi degni di consideratone. Poich di Ammone abbiamo gi parlato assai, vo gliamo ora soggiungere sol guanto segue. Presso gli antichi erano in grande onore e la divinazione in gene rale e gli oracoli : ora poi sono molto negletti, perch i Romani si contentano degli oracoli sibillini e delle divinazioni tirrene fondate sulle viscere degli animali, sul volo degli uccelli e sulle apparizioni celesti. Per d quasi abbandonato anche 1 oracolo di Ammone, men tre anticamente fu molto frequentato, come fan manife st principalmente coloro che scrissero le geste di Ales sandro, i quali sebbene inventino molte cose per de siderio di adulare, nondimeno alcune ne dicono degne di fede. CaHistene pertanto racconta che Alessandro f molto ambizioso di visitare quell oracolo, poich aveva sentito che Perseo ed Ercole anticamente vi erano an dati. Mossosi adunque da Paretonio, bench soffiassero i venti del mezzogiorno , pure pot superarli, perocch mentre dal polverio era tratto a pericolare, soprav vennero a salvarlo le piogge e due corvi che gli si fcero scorta nel viaggio. E gi queste asserzioni appari scono dette per adulare, e cos pure anche le seguenti: Che solamente al re permise il sacerdote di entrar nel santuario col suo abito consueto ; tutti gl altri aver dovuto mutarlo ; e tutti aver dovuto ascoltare loracolo stando al di fuori , tranne Alessandro solo eh entr. I responsi poi darsi quivi, non gi parlando, come a

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Delfo e net tempio dei Branchidi ( i ) , ma per cenni e per simboli il pi delle volte. Perciocch, siccome Omero dice di Giove :
. . . . . (7 gran figlio di Saturno i neri Sopraccigli, inchin (a) ;

cos il profeta imitava quel Dio. E nondimeno allora disse espressamente al Re eh era figliuolo di Giove. Con tragica esagerazione soggiunge poi CaUistene che sebbene 1 oracolo di Apollo presso i Branchidi fosse cessalo gi fin da quando il tempio fu spogliato da que Branchidi che sotto Serse avevano parteggiato pei Per siani , ed anche la fonte si fosse spenta , nondimeno allora scatur di bel nuovo , e che i Milesii col inviati ne riportarono a Menfi molti responsi risguardanti lo rigine di Alessandro da Giove, la vittoria che otterrebbe presso Arbella, la morte di Dario e le novit che s i k > cederebbero a Lacedemone. E rispetto alla divina ori* g in e , dice che Alessandro np fu accertato anche da Atenaide d E ritrea, la quale nella citt di tal nome non era punto dissimile dall antica Sibilla. Questo quanto dicono gli storici. In Abido poi adorano Osiride, nel cui tempio non lecito a nessun cantore o suonato? di flauto o dan zatore accostarsi al Dio , come si usa di fare per laltre divinit. Dopo Abido Diospoli la piccola, e poi la citt di Tenlira. Quivi, al contrario di tutti gli altri Egiziani, il
(i) Vedi il voi. iv , pag. 3o5.

(a) II., lib. i , v. 5a8.

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coccodrillo abbominato e tenuto cme il peggiore di tutti gli animali. Frcch le altre popolazioni sebbene conoscano la malvagit, della belva, e quanto essa esi liale al genere umano, tuttavolta la venerano e si asten* gono dal manometterla ; ma quei, di Tentira invece la perseguitano in ogni maniera e la distruggono. E sostengono alcuni che siccome i Palili della Cirenaica hanno una naturale potenza coutro i serpenti, csi P hanno anche i Tentiriti verso i coccodrilli:: donde poi non possono mai essere danneggiati da questi ani* m ali, ma nuotano nel Nilo e lo attraversano senza ver ruu tim ore, mentre niun altro oserebbe fare altrettan to. Per quando alcuni coccodrilli furono condotti a Rom a.per farne spettacolo al popolo, seguitaronli al cuni'Tentiriti , i quali: poi entrando per un certo foro nel serbatoio dove quegli animali erano stati posti, con una rete traevanli fuori al sole acciocch fossero ve duti dai concorrenti, poi di bel nuovo li facevan di scendere nell7 acqua. 1 Tentiriti adorano Venere. Dietro al tempio di que sta Dea evvi il sacrario di Osiride : poi i cos detti T i foni! (i), e il canale che va a C opto, citt comune agli Egizii ed agli Arabi. Di quivi stendesi l istmo fino all1 Eritro dov la citt di Berenice, che non ha p orto, ma nondimeno per 1 opportunit dellistmo ha molti comodi alberghi E fama che Tolomeo Filadelfo primo di tutti fece ta ti) Sotto il nome di Tifonii intendevaosi certi edifiiii costrutti d uo modo sempre uniforme.

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gliare da suoi soldati questa strada in un paese senz* a c q u a , e vi piant opportune stazioni pe mercatanti che vi soglion passare servendosi di cammelli: e dicono che questo egli fece per essere lEritreo difficile a na vigarsi principalmente da coloro che salpano dal fondo del golfo. L'esperienza poi ne fece conoscere la grande utilit, ed ora tutte le produzioni dell India, dell Arabia e dell Etiopia si trasportano pel golfo Arabico a Copto che n i divenuta 1 emporio. Non lontano da Berenice Miosormos (i), citt for nita di una stazione pe naviganti : e non molto lontana da Copto Apollonopoli, sicch dai dne lati dell istmo sono due citt che ne determinano la lunghezza. Oggid poi Copto e Miosormos sono in gran fama, e quivi tutti fanno scala. Anticamente adunque i mercatanti sole vano viaggiare di notte sopra cammelli provvedati di a c q u a , ed a guisa dei naviganti pigliavano gli astri a

(i) Spieghiamo (dice il Letronne) il concetto dell A utore, cb ce n bisogno. L istmo fra il Nilo e il Mar Rosso era (secondo lui ) circoscritto ai due lati da due citt che ne determinavano la larghezza, Copto ed Apollonopoli dalla parte dellEgitto, Bere nice e Miosormos da quella del piare. Come Berenice era non lontaaa da M iosorm os, cosi Apollonopoli non era m olto lontana da Copto : donde si raccoglie che nell opinione dell Autore la distanza delle prim e due citt fra di loro corrisponde a quella delle altre due. Ma la distanza fra Miosormos e Berenice era circa dieci volte tanto .quella fra Copto ed Apollonopoli, sicch non pub ammettersi quello che dice Strabone. 11 suo errore nacque daltaver collocataVBrenice sott uno stesso parallelo con Copto e con Tebe.

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scorta del loro cammino : ora poi, scavando il terreno a grande profondit, si sono di tratto in tratto aperti dei pozzi, e si fecero anche cisterne per raccogliervi P acqua pluviale, bench le piogge sieno col molto scarse. Quel viaggio di sei o sette giornate. Lungo questo istmo sono miniere di- smeraldo 0 di altre pietre preziose che gli Arabi cavano per mezzo di cunicoli molto profondi. Dopo Apollonopoli trovasi Te* be ora detta Diospoli. questa l egizia Tebe famosa
Per le cento sue porte e li ducento Aurghi co lor carri a ciascheduna (i)

come diae O m ero, il quale ne celebra anche la ric chezza con quelle parole e quante entran ricchezze nelV egizia Tebe. Ed altri pure dicono lo stesso ponendo questa citt come metropoli dell Egitto : e tuttora si mostrano le tracce della sua grandezza sopra uno spazio di ben ottanta stadii con molti (a) edifizii sacri, parecchi dei quali furono manomessi da Cambise. Ora poi non componsi che di alcune borgate , altre delle quali sono nell Arabia dov anche la c itt , ed altre sono sulla riva opposta del m are, dov il Memnonio. Quivi so* no anche due colossi monoliti vicini fra lo ro , l uno dei quali pot salvarsi, ma dell altro caduta la parte superiore dal suo seggio per l effetto ( come dicono ) d 1 un terremoto. E fama poi che una volta per ciascun
(i) IL', lib. ix , v. 383. (a) Zr J'itp* xXtim. ,11 Di] Theil credetle che qui la voce Upt non possa significare edifizii sacri, ma solo monuntens, reprsenlalions , figure$

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giorno esca un suon come d on. colpo, leggiero , da quella parte che resta .tuttora- sulla* sua: sde o base (i). Ed io medesimo trovandomi in iqueTiluoghi. .con Elio Gallo, e coi molti amici e scadati ohe ila seguitavano^ udii anch io quel suono versola prima ora del .giorno;;.ma se useisse dalla.base o dal* colosso:, se fosse a Itllo studia eccitato da. alcuno di. coloro che stavano intorno alla .base noi sapri determinare : perciocch non es sendo manifesta l cagione , parmi credibile .ogni .altrd cosa, piuttosto che.da quelle pietre eos disposte possa venire quel suono. Al di sopra del Memnonio trovansi in certi antri scavati nel masso cicca quaranta sepolcri di re mirabil mente fatti e degni d esser veduti. Dentro que sepoU cri sopra certi obelischi leggonsi alcune iscrizioni ehe attestano la ricchezza; dei re di quel tempo, lampiezza del loro dominio stendente fino agli Sciti,.ai Battriani, agl .Indi ed a quella che O ra dicesi Io n ia ,,e l abbon danza dei' tributi^ e il; numero de soldati di eirca cento miriadi (2 ). Dicesi che i sacerdoti d quel paese sno astronomi e filosofi valentissimi-, opera loro che si computi.il tempo non secondo la luba ma secondo ,il sole ; essi aggiunsero ai dodici mesi di trenta giorni.cinque altri giorni ogni anno ; ed a compimento dell anno intiero,
(1 ) 'Et r S 3-piim x \ r ? fiirn. (2 ) Queste esagerazioni furono dette dai sacfe&oti a Strboiie ; e ben poterono spcciarle perchfe eglr (e esl forsanche i sacerdoti) non sapeva interpretare i geroglifi depositari!, pr quanto dicev a si, di queste notizie. (Ed. frane.) .

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poich festava una piccola porzione d un giorno , imaginarono un certo period di giorni e d anni, in ca p al quale Aggiungendo le piccole porzioni che restano se ne formasse lo spazio d'un giorno (i). Tutta poi que sta loro dottrina 1 attribuiscono ad Ermete. A Giove , venerato da loto spra gni altra divinit, consacrano una vergine di bellissimo aspetto e di splendidissima schiatta^ una di quelle che gli Elleni chiamano palladi. Costei amoreggia e fa copia di s a quanti essa vuole, finch non cominciala purgazione naturale del suo cor po: dopo questo tempo si marita, ma da quando le son cominciati i mestrui fino alle nzze sogliono portare il lutto per lei. A Tebe seguita la citt di Ermonti <love son vene rati Apollo e Giove , e dove pure suol nutrirsi un bue. Ad Ermpnti tien dietro Coccodrillopoli, dve adorasi laniraale che le d il nome. Quindi Afroditopoli (2 ), e poscia Latopoli che adora Minerva ed il psce lato.

( 1 ) Trattasi qui dellanno bisestile, cio d un 366 giorno d i p i ogni quattro anni compiuti. Alcuni dicono che Giulio Cesare apprese questuso dagli Alessandrini, altri dicono invece ch egli m edesim o lo introdusse pel prim o seguitando i consigli di Sosigene. Lopinione pi ragionevole p a re , che Giulio Cesare abbia v eram en te im parato quest uso fra gli Egizii dove probabilmente s e ra adottato solo nelle cose scientifiche e religiose;; e. eh egli p o i lo abbia comunemente introdotto cos presso i Rom ani come p resso gli Alessandrini. ( 2 ) Nota il L etronne che Strahone forse il solo che collochi u n a Coccodrillopoli ed un Afroditopoli in questa parte dell E g itto .

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DELLA, GEOGBFI D i STBBONE

A questa tien dietro la citt di llitia con un tempio"di quella Dea : e sull opposta riva Ierapoli ailoratrice dello sparviero : poi Apollonopoli nemica anch'essb dei coccodrilli. Trovatisi poi Siene ed Elefantina! : quella una citt sui confini dell Etiopia e dell Egitto ; questa un isola nel Nilo, dinanzi a Siene stessa da cui distante un mezzo stadio. In quest'isola una citt con un tempio di Crufi, e un Nilometro quale trovasi a Menfi. Ed il Nilometro un pozzo fabbricato sull orlo del fiume con pietre tutte duna stessa grandezza , dentro il quale segnatisi le escrescenze del N ilo, le massime, le minime, le mediocri : perciocch l'acqua si alza e si abbassa d ua modo nel fiume e nel pozzo. Vi souo pertanto nella parete del pozzo alcuni segni che indicano i maggiori accrescimeuti e i minori, sicch guardando a que 1 segni danno all' universale notizia di quanto hanuo osser vato. Ora col soccorsa di questi segni e di queste mi sure conoscono cd annunziano innanzi tratto quale sar l'inondazione; il che torna utile agli agricoltori; perch prendono modo a dispensare le acque con argini, ca nali ed altri simili ordigni; ed ai governatori altres, perciocch quando le inondazioni sono maggiori impon-, gono anche maggiori i tributi. In Siene evvi anche un pozzo che indica il solstizio d' estate ; perciocch in quel paese sottoposto al tro pico i gnomoni in quella stagione nell ora del mezzo giorno non gettano ombra veruna. Infatti chi dai nostri paesi (cio dall'EHade) si muova alla volta delle regioni meridionali, trova che quello il primo sito dove il

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%~ I

sole gli stia verticalmente sul capo, e dove sul mezzo* giorno i gnomoni^ sono senz ombra. .Ora posto che il SoJe si trovi a perpendicolo sopra di noi, >3i necessit eh esso percola ei raggi sull acqua del pozzo, per quanto questa sia profonda : perciocch quando uoi si^tn.O' ritti in piedi la nostra posizione verticale, e verticale appunto il vano dei pozzi. A Siene sono stanziate tre coorti romane p er guardia dei paese. Poco al di sopra di Elefantina sta la piccola cateratta, dove i piloti sogliono dare ai governatori un :erto spet tacolo, La cateratta un rialto nel mezzo del fiume composto d pietre che nella loro sommit fi armano un piano su cui lacqua scorrendo si allarga. Qu esto pian finisce ia un precipizio donde lacqua cade a piombo, se non che d ambo i lati presso alla spondf i forma un canale che facilmente si pu risalire. Essi a dunque ri salgono per questi canali; poi lasciansi dalla corrente portare verso la cateratta, ed insieme colla barca pre cipitano dalla sommit gi detta, e neseono i ;an e salvi. Poco al d sopra della cateratta , sta File abitazione fabbricatasi in comune dagli Etiopi e dagli .Egiziani al pari di Elefantina a cui uguale anche di grandezza. Ha infatti alcuni templi egizii nei quali v< merato un uccello che gli abitanti dicono sparviero , b ench mi sia paruto che non avesse nulla di somigl iante agli sparvieri dei nostri paesi e d Egitto. Percioe che n era pi grande , e nella variet delle penne moli .0 diverso. Ma dicevano ch^era uno sparviero d Etiop ia d onde sogliamo sempre farne portare uno quando I{ illro muo*

a ja

dell

*, g e o g r a f i a d i s t r a b o n e

re , o poco prima ; ed appunto quando ci fu mostrato era presso a morire per malattia. Da Siene a File viag giammo scopra un carro per una perfetta pianura di circa cento stadii. Lungo tutta quella strada vedevansi di tratto in tratto d ambo i lati massi cilindrici quasi perfettamente rotondi, levigati, di quella stessa pietra nera e du ra della quale si fanno i morta]. Ciascuno di questi masisi posto sopra un altro di maggior m ole, e n ha un altro sopra di s , sicch rendon sembianza di que moicchi di pietre che sogliono consacrarsi a Mercurio (:i). Qualche volta sono isolati e d un pezzo solo: il piii grande aveva un diametro non minore di dodici piedi, e tutti poi sorpassavano la met di questa dimensione.. Per tragitterei nellisola abbiamo fatto uso. di un paltone^ eh una sorta di barca piccola compo sta di vergi tette intrecciate per modo che somiglia ad una natta. Ritti in piedi pertanto, o seduti sopra pan che coi piedi baguati dall acqua passammo facilmente all altra riva senxa verun timore : perocch non v ha pericolo di sorta qualora il paltone non sia soverchia mente carie at. Mentre poi in tutto 1 Egitto la palma salvatica, e nelle regioni del Delta e nel territorio d Alessandria prodace u n frutto di cattivo sapore, quella che alligna nella Tebaide - migliore di tutte. E veramente 1 cosa degna di meraviglia, come il Delta e il territorio d Alessandria che hanno lo stesso clima della Giudea e le sono confinanti , siano in questo cos diversi da quel (l)

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paese, dove oltre all altra palma cresce anche la ca riota non molto inferiore a quella della Babilonia (i). Due qualit di palme si trovano cos nella Tebaide, co me nella Giudea, cio la cariota e l altra. Il frutto poi di quest albero nella Tebaide pi d u ro , ma pi soave al palato. Evvi poi un isola dove la palma mi gliore che in ogni altro luogo, e dalla quale perci i governatori sogliono ricavare un gran provento. Per ciocch siccome una volta quell isola appartenne ai r e , n mai vi ebbero alcun possedimento i privati, cos essa al presente appartiene ai governatori. Erodoto e gli altri scrittori spacciano molti favolosi racconti per desiderio di aggiungere al loro discorso il meraviglioso, quasi canto o ritmo od altro abbelli mento. Tale si il dire che iu certe isole ( e sono parecchie ) vicine a Siene e ad Elefantina trovansi le sorgenti del N ilo, e che in quel luogo il letto del fiu m e giace ad una immensa profondit (a). Il vero si che il Nilo ha molte isole disseminate qua e l, alcune delle quali nel tempo delle inondazioni rimangono in tieramente coperte dall acque , altre soltanto in parte:
( i) Il testo veramente dice t i r t x l , non molto migliore ; ma manifesto che tal lezione non pu sussistere. Il L etronne suppone che lAutore abbia scritto , senza la negativa , ttoXv nft/rrtr , molto migliore j il Salmasio lesse t i **A

%t ~ft t *, non molto inferiore.


(a) Strabone in questa parte accusa Erodoto ingiustamente. II L arch er dimostr assai bene che quello storico non dava fede a questo racconto. ( Edit. frane.)
S t a m o s e , to m V,

li*

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e i luoghi elevati molto al disopra del suo letto s irri gano per mezzo di vili (i). . L Egitto anticamente fu quasi sempre pacifico per essere un paes che ha dentro di s tutto quanto gli fa bisogno, e di malagevole ingresso a chi volesse andarvi dal di fuori. Perciocch dalle parti settentrio nali custodito da una spiaggia importuosa e dal mare che dicesi egizio; alloriente ed alloccidente dai monti deserti della Libia e dell Arabia, come abbiamo gi detto ; nel restante verso il mezzogiorno stanno i Tro gloditi , i Blemmii, i Nubi ed i Magabari, nazione etiopica al di sopra di Siene : tutti popoli nomadi, non molti, n bellicosi, bench tali paressero agli antichi, perch spesse volte a modo di ladroni inondavauo i paesi mal custoditi. E quegli Etiopi che dalla parte del mezzogiorno si stendono fino a M eroe, non sono molti ueppur essi, n vivono u n iti, siccome quelli che abitano una vallea di fiume grande, stretta e tor tuosa , quale gi 1 abbiamo descritta, n molto accon cia alla guerra od a qualsivoglia altra maniera di vivere diversa dalla loro. Ed anche al presente tutto 1 Egitto pacifico ; di che pu essere indizio il vedersi che tre sole coorti n anche compiute bastano a tenerlo nella soggezione dui Romani ; e quando gli Etiopi osarono assalirle perico larono invece di perdere il loro proprio paese. Le altre milizie stanziate nell Egitto uou sono pari in numero
(i) Per mezzo di quelle macchine dette viti egzie e vili d ' ir? fhim ede , delle quali parl lAutore nel prim o libro.

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He gi dette, n mai i Romani le adoperarono tutte: perciocch gli Egiziani bench siano assai numerosi non sono punto guerreschi, e cosi pure le nazioni che loro stanno d intorno. Quindi Cornelio Gallo, che pri mo di tutti fu da Cesare (i) preposto a quel paese iti qualit di governatore, con pochi soldati prese Heroopoli eh orasi ribellata, e in poco tempo svent il tu* multo nato nella Tebaide a cagione delle imposte. E pi tardi Petronio coi soli soldati eh erano con lui re presse gli Alessandrini che in numero di molte miriadi armati di sassi eran venuti ad assalirlo ; e ne uccise a lc u n i, e gli altri ridusse nell obbedienza. E gi si detto come Elio Gallo assalendo 1 Arabia con mezza la guernigione dell E gitto, prov in certo modo cho quei popoli sono inetti alla guerra ; ch se non fosse stato tradito da Silleo sarebbesi assoggettata tutta 1 Arabia Felice. Ora gli Etiopi piglialo ardire dall aver veduta che una parte della milizia d Egitto se n era partita con Elio Gallo per combattere gli Arabi, assai* tarono la Tebaide e le tre coorti stanziate a Siene, e in quel primo scontro presero Siene, Elefantina e F i le , fecero molti prigionieri, e rovesciarono le statue dellimperatore : ma essendo poi soprarrivato Petronio con meno di diaci mila pedoni e ottocento cavalli, ben ch gli Etiopi fossero in numero di trenta m ila, pri mamente li costrinse di ritirarsi a Pselchi, citt del1 Etiopia ; poi inand loro ambasciadori a ridomandare le cose to lte , e ad interrogarli per quali cagioni aves
ti ) Cesare Augusto.

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sero incominciata la guerra : ed avendo essi detto ebe i nomarchi li trattavano ingiustamente, egli rispose loro che non i nomarchi, ma Cesare governava quel paese. Essi alloca domandarono tre giorni per delibe rare ; dopo i quali non avendo fatto nulla di ci ebe dovevano, Petronio and ad assalirli, li costrinse a combattere, e tosto li mise in fuga , come uomini male ordinati ed armati, che si difendevano solo con grandi scudi di cuoio crudo, e per nuocere al nemico non usa vano altro che falci, ed alcuni dei p ali, altri delle sciabole. Alcuni pertanto ripararono nella citt ( i ) , al tri fuggirono nel deserto ; altri ne ricevette l isola vi cina gittatisi a nuoto nel fiume; perciocch quivi i coc codrilli per la rapidit della corrente non sono molti. F ra questi furono anche i capitani della regina Candace , la quale ai d nostri regn sugli Etiopi ; donna vi rile che aveva perduto un occhio. E Petronio li prese tutti vivi tragittatosi all* isola sopra zattere e navi, e li mand tosto in Alessandria. Quindi assal Pselchi e la. prese: e qualora al numero dei prigionieri aggiun gasi la moltitudine dei morti nella battaglia, dovet tero esser pochi quelli che si salvarono. Da Pselchi Petronio si trasfer alla forte citt di Premni attraver sando le dune dove una volta l'esercito di Cambise as salito dal vento rimase sepolto ; e piombato sulla for tezza la prese d'assalto. Di col si mosse contro Napata capitale del regno di Candace. Quivi trovavasi allora il figliuolo di quella regina, la quale da un castello
(i) In Pselcbi.

LIBRO DECIMOSETTIMO

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vicino, mand ambasciadori a chieder la pace ed a consegnare i prigionieri e le statue di cui s era impa dronita in Siene. Ma Petronio frattanto prese dassalto N apata, da cui il giovinetto fugg, e la distrusse : e ridotti nella schiavit gli abitanti se ne torn addietro colla sua preda giudicando che il paese pi innanzi mancasse di strade. Egli fortific poi P re m n i, e lascia tovi un presidio di quattrocento uomini con vettovaglie per due a n n i, si ricondusse ad Alssandria. De1 pri gionieri alcuni ne vendette, mille ne invi a Cesare ritornato poc1 anzi dai C antabri, gli altri furono di strutti dalle malattie. Frattanto Candace con molte mi gliaia di soldati si mosse per assalire il presidio ( di Premni); ma Petronio accorse in aiuto, qd entrato nel la rocca prima chella arrivasse, la mun di molte difese. L a regina gli mand ambasciadori, ed egli ordin loro che andassero da Cesare : e dicendo essi che non sa pevano chi fosse Cesare, n qual via dovessero pigliare p e r trovarlo, di loro alcuni che li guidassero. Cos vennero a Samo dov era Cesare io prociuto di partirsi p e r la Siria dopo avere mandato Tiberio nellArmenia: ed oltre all avere ottenuto tutto ci che domandavano, l imperatore perdon loro anche il tributo a cui li ave va assoggettati. Noi abbiamo gi molto parlato dell Etiopia la cui descrizione venne quasi a comprendersi in quella del1 Egitto. Per dir breve, le estremit della Terra Abitata vicine alla zona inabitabile a motivo del calore o del freddo eccessivo, devono per necessit essere difettose e manco perfette della zona temperata. E questo appa

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DELLA GEOGRAFIA DI STRADONE'

risce dal modo di vivere degli abitanti, e dalla mai* cauza in cui sono delle cose occorrenti agli umani bi sogni. Perciocch gli uomini in molti di que paesi vivono duram ente, ignudi e da Nomadi : piccolo il loro bestiame, come a dire le pecore, le capre , i buoi ed i cani. Gli uomini poi sono vivaci e bellicosi bench siano piccioli anch essi. E forse sopra la costoro picciolezza fece fondamento chi immagin i Pigmei ; per ciocch nessuno che sia degno di fede ha mai detto di averli veduti. Vivono poi di miglio e d o rz o , di cui si fanno anche la loro bevanda : e invece d olio hanno butirro e grasso (i). Non hanno fru tti, se non pochi dtteri che nascono negli orti reali. Alcuni si nutrono anche d erba, di tenere frondi, di loto, di radici di calamo : oltrech usano c arn i, sangue, latte e for maggio. Venerano poi come Iddii i r e , i quali vivono appartati chiusi per lo pi nelle loro abitazioni. La citt principale in cui risiedono i re appo loro Meroe che porta lo stesso nome dell isola (a). Questa poi si dice che abbia la figura di uno scudo; ma rispetto alla sua grandezza se ne parla forse con esagerazione, di cendosi eh lunga circa tre mila stadii, e larga mille. Vi sono montagne contigue fra loro , e grandi boschi : gli abitanti in parte son nomadi, in parte cacciatori, in parte agricoltori. Trovansi in quell isola miniere di ram e , di ferro a d oro , e d ogni maniera pietre pre(i) Il testo nelle antiche edizioni dice invece : Hanno olio , butirro e grasso; i r r i A Aa tti *. r. X : ma s accordano i migliori interpreti a leggere ef* Ag/sv, invece di rr. (a) S intende dell isola su cui situata..

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ziose. Essa poi circondata dlia parte della Libia da grandi dune, verso lArabia da continui precipizii-; dalla parte superiore verso il mezzogiorno dal confluen te dei fiumi Astabora, Astapode ed Astabosa. Al set tentrione poi ha il restante corso del Nilo che va fino all Egitto con quelle tortuosit di corrente che gi ab biamo descritte. Nelle citt le abitazioni hanno muri di mattoni c o lti, e nel resto sono coslrntte di palme intrecciate : vi si trova il sie di miniera come fra gli Arabi: degli alberi vi abbondano principalmente la pal ma , il pesco , 1 ebano e la ceratia : vi sono cacce di elefanti, leoni, leopardi: v hanno serpenti nemici de gli elefanti, e parecchie altre belve ; perciocch queste dai luoghi infuocati e riarsi dal sole, si ritraggono vo lentieri a que sili umidi e selvosi. Sta al di sopra di Meroe il gran Iago Psebpaj e dentrovi un isola beo popolata. Ora siccome il paese oc cidentale del Nilo occupato da quei di Libia e l op posto dagli Etiopi, cos avviene cbe la sponda del fiume e le sue isole siano padroneggiate a vicenda da questi due popoli, i quali s infestano continuamente lun l al tro per modo che it pi debole necessitato sempre di cedere al pi forte. Gli Etiopi osano certi archi di legno indurito al fuoco, grandi ben quattro cubiti. Essi armano anche le donne, le pi delle quali sogliono avere le labbra della bocca forate da un cerchietto di rame. Vestonsi di pelle invece di lana, perch le loro pecore sono irsute a guisa delle capre. Alcuni anzi sogliono starsene ignu di , se non quanto hanno una cintura di piccole peIJi o

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DELLA GEOGBAFIA DI STBABOHE

di pelo ben tessuto. Credono cbe vha un Dio immor ta le , origine di tutte le cose; ed un altro m ortale, senza nom e, incomprensibile. In generale tengono in conto d Iddii i benefattori ed i re ; ma stimano poi che questi veglino al ben essere ed alla custodia di tu tti; gli altri (i) soltanto di quelli cbe furono benefi cati da loro mentre erano in vita. Credesi che alcuni fra i popoli della zona torrida siauo atei: e dicesi eh essi abborriscono il sole e lo ma ledicono quando lo vedono alzarsi, siccome quello che li arde e gl infesta, talch lo fuggono ritraendosi nelle paludi. Gli abitanti di Meroe adorano Ercole, Pane ed Iside ^ oltre una cert altra barbarica Divinit. Rispetto ai m orti, alcuni li gettau nei fiumi, altri li conservano nelle proprie case in vasi di vetro ( a ) , altri filialmente li depongono in tombe di terra cotta intorno ai templi. E sogliono sopra i morti giurare, ed hanno quel giu ramento pel pi sacro di tutti. Creansi reagii uomini che pi si distinguono dagli altri per bellezza o virt, abilit nell allevare bestiame, gagliardia di corpo o ricchezza. In Meroe la maggiore autorit 1 ebbero anticamente i sacerdoti i quali talvolta mandavano fin anco al re 1 ordine di uccidersi, e ne sostituivano un altro. Ma in progresso di tempo uno dei re abol quest usanza; assal a mano armata il tempio in cui sta il santuario d o ro , e trucid tutti i sacerdoti. Evvi poi nellEtiopia
(i) Cio i benefattori di condizione privata e non regia.

(a)

*X$t, circumjuso vitro.

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anche quest7 altro costume, che quando il re si trova in qualsivoglia modo difettoso in una parte del cor-t p o , le persone a lui vicine si procacciano a bello stu dio lo stesso difetto ; alcuni anzi hanno per costume di uccidersi quando egli muore : donde poi presso quel popolo la custodia del re diligentissima. Questo ba ster degli Etiopi. Alle cose poi gi dette intorno all Egitto voglionsi aggiungere alcune altre particolarit. Una di queste la fava egizia detta da mo , della quale si fa il ciborio : laltra il biblo (i), che cresce soltanto col e nellin dia. Tali sono altres il persea, albero grande con fruito dolce e voluminoso, che alligna soltanto nell Egitto e fra gli Etiopi ; il sicamino che porta il frutto detto si comoro, perch somiglia al fico (a), bench poi pel sa pre non sia pregiato gran fatto ; ed il corsio simile al pepe, ma alquanto pi grosso. Nel Nilo poi vivono molti e diversi pesci, con certe qualit loro proprie, e particolari a quel luogo. I pi conosciuti sono l ossirinco , il lepidoto , il Iato , lalabe, il coracino, il chero, il fagrorio denominato anche fagorio, il siluro, il citaro, il trissa, il cestreo, I ostracione , il dilicuo, il fisa, il bue, e certe grandi ostriche che mettono una voce si mile ad un ululato. Sono inoltre animali proprii di quel paese l icneu mone e 1 aspide egizio, il quale per alcune sue pro priet si distingue dagli altri. Ve ne sono di due spo*
(1) Il papiro. (2 ) 1 1 Jicoja greco d ic esi^ rJx it , sycas.

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eie; 1 una lunga uno spitamo e mortalissima; laltra della lunghezza presso a poco d un orgia, siccome afferma anche Nicandro che scrsse il trattato degli ani mali velenosi (i). Fra gli uccelli poi vi sono l ibi e lo sparviero detto egzio perch s addomestica meglio di quelli degli altri paesi, il che avviene altres del gatto. Anche il notticorace (a) un animale proprio dell Egitto ; percioc ch mentre presso di noi suol essere grosso quanto unaquila e mandare una voce cupa, nell Egitto per Io contrario grosso quanto UDa gazza e mette gran voce. Domestichissimo l Ibi, simile alla cicogna nella figura e nella grandezza, ma rispetto al colore ve nha di due specie; l una color della cicogna, l altra tutta nera. In Alessandria n pieno ogni trivio, ci che in parte utile, in parte incomodo: utile perch gl ibi la sgombrano d ogni animale immondo, e raccolgono le quisquiglie da macelli e da mercati del pesce; dan noso perch sono uccelli voracissimi ed immondi, n ,si possono senza difficolt allontanare dagli oggetti che si vorrebbero tener netti. vera 1 asserzione di E rodoto, ed proprio un usanza d Egitto trattare colle mani il fango, e coi piedi invece la pasta di che si fa il pane. E i caci sono una specie singolare di pane che stagna il ventre; e il dei un frutto che suol seminarsi ne cam pi, e dal quale si trae un olio adoperato quasi da tutti nelle lu(i) T i Biifi*., le Teriache. (a) 11 corvo notturno.

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cerne, e dai poveri e dagli artieri, uomini e donne, per ungersi. I! tessuto d Egitto detto coccina si fa d una certa p ianta, e somiglia a quelli di giunco e di palme. La birra si fa in Egitto d un modo proprio a quel paese : perciocch essa una bevanda usitata da molti popoli, ma il modo di apparecchiarla differente. Una poi delle usanze pi osservate dagli Egizi! si quella di allevare tutti i figli (i), e di circoncidere i maschi e sottoporre al taglio anche le femmine, ci che si usa anche daGiudei, i quali sono anchessi originariamente egizii, come abbiam detto dove parlammo di loro. Dice Aristobulo che nessun pesce risale giammai dal mare nel Nilo per timore dei coccodrilli, fuorch il muggine , il trissa , e il delfino : i delfini perch sono pi forti; i muggini perch il cher mosso da non so qual naturale istiuto suole accompagnarli d in su la sponda, e i coccodrilli si guardauo sempre dai cheri, i quali per essere rotondi e muniti di certe punte nella testa, riescono loro pericolosi. Dice pertanto Aristobulo che i muggini risalgono il fiume la primavera quando vanno in amore , e poco innanzi al tramonto delle Pleiadi tornano al mare a frotte per sporre le uova, e che allora si pigliano in gran quantit nelle chiuse in cui vanno a gettarsi. Qualche cosa di simile lecito congetturare anche rispetto al trissa. Questo era da aggiungersi intorno allEgitto.
(i) Mentre molti popoli dell antichit usavano spesso o di f a r abortire le donne o di esporre i neonati.

SELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

C A P O II.
Notizie generali della Libia. Parte occidentale delia Maurosia j t fa vo le che si spacciano intorno a quella regione. Produzioni della Maurosia. E tiopi occidentali. Ancora della Maurosiaj spiaggia lungo il Mediterraneo. Usanze dei Maurosii. D i alcune opinioni sulla M aurosia. Paese dei MaisesliL S i con fu ta usi opinione di Posidonio. Produzioni e citt del paese dei M assesilii. Territorio di Cartagine. Descrizione e storia d i questa citt. Costa della piccola Sirti. Gran Sini. Della Cirenaica 3 sue citt e sue produzioni. Paese al d i sopra della Cirenaica. D ell imperio romano.

. Ora tratteremo della Libia, sola parte che ci rimanga alla descrizione delia Terra. E gi molto ne abbiamo detto anche prima ; ina ora dobbiamo far menzione di tutte quelle cose che occorre di conoscere, aggiungendo ci che altrove non abbiam detto. Coloro adunque che divisero la Terra Abitata secondo i continenti la divisero disugualmente. Tuttavolta vorrebb essere di tre parli uguali ci eh tripartito ; ma tanto lontana la Libia dall essere la terza parte della Terra Abitata, che posta anche insieme coll Europa non pare che possa uguagliarsi coll Asia (i). Forse
(i) Questo periodo nel testo dice : Oi ft\* Si rp't r a t nx ilp tv t r i i kKjMIfiji f u x i t r i t i i t r v t cAi7aijrcp r* rpt%ti re f ic t ((* ira' r r* r i i ru *. r . A. 11 Brquigoy credette che l iiU m t significasse qui in parti uguali, ina il LetroDne non adott questa spiegazione, e tradusse: Ceux qui ont partagi la terre habilable en ( trois ) continens, V ont ingalement divise f car ls moti en Irois parties em<portent Videe de trois parties gales, or il sen faul ecc.

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essa minore anche dell E uropa, e rispetto alla po tenza le di molto inferiore : perciocch molta parte del suo continente ed anche della spiaggia lungo 1 Oceano deserta. Essa come macchiettata di piccole abita zioni d uomini per la maggior parte erranti e nomadi. Oltre poi all essere deserta, anche la moltitudine delle fiere che vi sono caccia gli uomini da quel tanto che se ne potrebbe abitare: finalmente molta parte della Libia sottoposta alla zona torrida. Nondimeno tutta la spiaggia lungo il Mediterraneo fra il Nilo e le Colonne, e principalmente quella che fu soggetta ai Cartaginesi si pu comodamente abitare; bench anche quivi si trovino alcuni siti senz1 acqua, come sono quei vicini alle S irti, il paese dei Marmaridi e il Catabatmo (i). La figura della Libia di un triangolo rettangolo, chi la consideri come una pianura : la sua base la spiaggia dell Egitto, dal Nilo fino alla Maurosia ed alle Colonne ; il fianco perpendicolare alla base lo fa il Nilo fino all Etiopia, e noi lo prolunghiamo fino al1 Oceano; e lipotenusa tuttaquanta la spiaggia lungo 1 Oceano fra gli Etiopi ed j Maurosii (a). Che poi la parte corrispondente al vertice della figura predetta sia sottoposta alla zona torrida lo diciamo per congettura, giacch quel paese inaccessibile. Cos pure non sa*
(i) Cio it paese compreso tra i limiti occidentali dell Egitto e la Cirenaica. In questo intervallo trovasi il gran Deserto di Barca (G.) (a) Tatto questo passo vuoisi intenderlo secondo le idee dei geografi antichi, e secondo quello che Strabone stesso disse giq della Libia o dell Africa in altri luoghi.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

premino affermare quanta sia la maggiore ampiezza di quel paese: tuttarolta parlandone nei precedenti libri abbiam detto cbe da Alessandria a M eroe, reggia degli Etiopi , andando verso il mezzogiorno, sono circa die* cimila stadii, e che procedendo in linea retta sino ai confini della zona torrida e della Terra Abitata se ne contano ancora tre mila. Ora questa appunto da con* siderarsi come 1 ampiezza maggiore della Libia, sicch viene ad essere di tredici o quattordici mila stadii. La sua lunghezza poi poco meno che il doppio. Tutto questo sia detto della Libia cos in generale: ora da parlare di ciascuna delle sue parti comin ciando dalle occidentali che sono le pi illustri. Abitano quivi i Maurosii ( detti cos dagli Elleni, e Mauri dai Romani e dagl indigeni), schiatta libica grande e fiorente , situata sullo stretto in faccia all Iberia, ed anche al di l delle Golonue d Ercole di cui abbiamo parlato gi mollo. Chi esce dello stretto formato dalle Colonne, e na vigando si tiene la Libia alla sinistra, iucontra un monte che gli Elleni chiamano Atlante ed i barbari Duri. Quindi si avanza quasi un piede d una montagna, nltimo promontorio della Maurosia verso occidente, de nominato Coti. Ivi presso anche una piccola citt si tuata alcun poco al di sopra del mare, dai barbari detta Tinga, denominata Linga da rtemidoro , e da Eratostene Lisso. Essa giace al di l dallo stretto in faccia a Gadira (i): da cui la disgiunge uu tragitto di otto(?) Cadice.

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cento stadi! ; e altrettanti lontana ciascuna di queste citt dallo strtto dell Colonue. Al mezzogiorno di Lisso e del capo Coti prolungasi un golfo detto Empojrico cou molte abitazioni fondatevi da Fcnicii pel loro commercio. Tutta poi la spiaggia che tien dietro all Emporico piena di golfi : ma chi dalla figura trian golare da me poc anzi descritta sottragga le sinuosit dei golfi e gli sporgimeuti dei prom ontori, compren der di leggieri che questo continente si allarga andan do dal mezzogiorno all1 orinte. Il monte poi che si 6tende pel mezzo della Maurosia dal capo Coti fino alle Sii ti abitato, esso e i paesi a lui paralleli, sul prin cipio dai Maurosii, e pi addentro nellinterno del paese dai G etuli, la pi numerosa delle nazioni li biche. Molte favole rispetto alla spiaggia libica al di l dello stretto furono falsamente spacciate dagli scrittori co minciando dal periplo di Ofelia. Noi in parte ne ab biamo gi fatta menzione (i); e dovendone ancora par lare domandiamo perdono del maraviglioso in cui per avventura cadremo per non passare nel silenzio tutte quelle tradizioni; ci che in qualche modo farebbe in compiuta la nostra storia (2 ). Dicono pertanto che il golfo Emporico ha un antro
(1) Yeggasi il libro n. (a) Leggo coi pi recenti K<* ritiro? rttlt xnpov> ri )rri fia t. Secondo lordinaria lezione mettendo wXr.ftvi in luogo di

f i i dovrebbe tra d u rsi, * per compiere in qualche motto fa npstra stori#.

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BELLA GEOGRAFIA DI STRABOH

dove il mare allorch si gonfia si addentra per lo spa* zio di sette stadii : che dinanzi a quest antro v ha ut* terreno basso ed uguale e suvvi un ara d Ercole noa mai soverchiata dalla Marea: ma io stimo che questa sia una delle finzioni gi dette. Simile poi a questa quell altra , che nei golfi susseguenti si trovino antiche fondazioni dei Tirii ora deserte, ma tali che un tempo componevan non meno di trecento citt distrutte dai Farusii e dai Nigrili. Dicesi che questi popoli siano distanti da Linga il viaggi di trenta giorni. Che poi la Maurosia sia un paese fecondo ( tranne una piccola parte deserta ) e bagnata da fiumi e da laghi cosa confermata da tutti. Essa ricchissima di varii e grandi alberi, e produttiva di ogni cosa: e som ministra ai Romani le tavole d un sol pezzo di legno variegate e grandissime. Dicesi che i suoi fiumi hanno coccodrilli, e tutte le altre specie d animali simili a quelli che sono nel Nilo : anzi alcuni sostengono che le sorgenti di questo fiume sono vicine allestremit della Maurosia. Dicono altres che in un certo fiume v ha una generazione di sanguisughe lunghe sette cu biti, colle branchie per le quali respirano perforate. Ed affermano ancora che in quel paese cresce una vite il cui tronco a fatica pu essere abbracciato da dne uo mini , la quale produce grappoli lunghi uu cubito (i). Tutte le erbe quivi sono alle, e cos anche i legumi, come a dire , 1 aro e il dracontio. Il gambo dello slaG(i) Forse perci un promontorio di quella costa fa detto da Pljnio e da Pomponio Mela Ampelusia.

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lino, dell ippomarato e dello scolimo si eleva a do dici cubiti, ed ha la grossezza di quattro palmi. Tutto poi il paese iu ogni sua parte ha serpenti, elefanti, dorcadi ( i) , bubali ed altri somiglianti animali, per esempio , leoni e leopardi. Nutre ancora certe gale (i) di grandezza e di figura somiglianti- ai gatti, se non che hanno il muso pi prominente. Grandissima poi la moltitudine delle scimmie, intorno alle quali disse an che Posidonio, che mentre navigava da Gadira verso T Italia, trasportato alla costa della Libia, vide rasente le acque del mare pieno di quegli animali in parte sugli alberi, in parte sul terreno, alcuni dei quali ave vano de piccini a cui davano a poppare ; sicch ebbe a ridere vedendole con quelle loro grandi poppe, e le une calve, le altre erniose, o con altre simili magagne. Al di sopra della Maurosia lungo il mare esteriore giace il paese degli Etiopi detti Esperii, per la maggior parte mal popolato. Ipsicrate dice che quivi nascono anche le giraffe, gli elefanti e i cos detti riti (3). Questi nella loro figura somigliano a to ri, ma pel modo di vivere, per la mole e per l ardire con cui combattono si accostano agli elefanti. Dice altres che vi sono certi grandi serpenti ai quali cresce lerba sulle schiene: che i leoni appostano dove siano elefanti ancor giovanetti, li feriscono e poi si danno a fuggire quando soprarri(i) Probabilmente trattasi qai delle Gazzelle. (Ed. frane.).

( a ) rA*.
(3) Forse i rinoceronti. (Ed. frane.)

S tujboxe, tom. V.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

vano le madri. Queste vedendo i propri figliuoli iosan? guinali li uccidono ; ed allora leoni ritornando ne di* vorano i cadaveri. Quando poi Bogo re della Maurosia fece la sua spedizione cqntro gli Etiopi Esperii, ne mand in dono alla propria moglie certe canne simili a quelle dellindia, le quali da nodo a nodo potevano contenere otto cbenici, e certi asparagi della stessa grandezza. Chi naviga lungo il mare interiore partendosi da Linga trova te citt di Zeli e di Tiga (i); poi i monumenti dei Sette Fratelli (a), e il monte che loro sta sopra deno* minato Abila pieno di belve e ricco d alberi. Quanto allo stretto delle Colonne dicesi che la sna lunghezza di centoventi stadii, e la larghezza presso Elefante, dov minore, di sessanta. A chi poi navigando s'in* terna presentansi successivamente molle citt e molti fiumi sino a quello che dicesi M olocat, il quale serve di confine tra il paese de Maurosii e quello de Massesilii. Chiamasi Metagonio un gran capo vicino a quel fiume , luogo senz acqua e infecondo. Quasi fin col stendesi un monte che ha il suo principio da Cotei ; e lo spazio da questi sin ai confini de Massesilii di cinquemila stadii. Il Metagonio poi presso a poco rimpetto a Cartagine Nuova sulla riva opposta ( sicch

(i) La prima Azzitta od A ttilia. La seconda corrisponde probabilmente a Tingi. (Edit. fr.)

(a) Montes sunt a lti, qui continenter et quasi de industria in ordinem expositi , ob numerum Septem, ob simititudineo^ Fratres appefantur.

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erra Timosteue dieendo eh rimpetto a Marsiglia) , e r intervallo fra Cartagiue Nuova e il Metagonio di tre mila stadii. Di quivi poi fino a Marsiglia navigando lungo la costa se ne contano pi di se! mila. Sebbene poi i Maurosii abitino questo paese per la maggior parte s fertile, nondimeno molti di loro vi vono anche fino ai d nostri alla maniera dei nontad Tuttavolta hanno gran cara della persona, s arricciano i capegli e la barba, portano ornamenti d oro, pulisconsi i dent! e le unghie : rare volte potresti vederli toccarsi 1 un 1 altro passeggiando, per tema che se n scomponga 1 acconciamento delle loro chiome. Com battono per lo pi colla laneia sopra cavalli nudi che reggno con una specie di lunga di giunco ; ma hanno buche spade. I pedoni difendonsi con certi scudi di pelle delefante. Con pelli di leoni, di leopardi e d orsi si fanno abiti e letti. I Maurosii, i Massesilii che loro tengono dietro, e in generale tutti quelli di Libia vestonsi ed armanti d un modo. Hanno piccoli cavalli, ma veloci ed ubbidienti per modo che li go vernano con una bacchetta o con uu guinzaglio attac cato ad una museruola tessuta di scorza d alberi o di pelo. Alcuni anzi di que cavalli; senza esser tenuti, se guitano come cani il padrone. Hanno scudi piccoli di cuoio, lancia corta e piatta, non usano cinture ma portano ampie tuniche, un fermaglio, una pelle (come gi dissi ) ed una corazza. I Farusii e i Nigriti che stanno al di sopra di co storo verso gli Etiopi Esperii usano, come questi, l arco ed anche i carri falcati. I Farusii visitano qual

aga

d e l l a g e o g r a f ia

d i strabone

che volta i Maurosii, ma di rad o , attraversando il de serto. In questi viaggi soglion legare otri pieni d a* equa sotto il ventre dei cavalli ; e qualche volta vanno anche a Cirta passando per certi luoghi pieni di paludi e di laghi, Dicesi che alcuni di costoro vivano in sotterranee caverne alla maniera dei Trogloditi: che in quel paese le piogge abbondino nella sta te , mentre il verno suol passare senz acqua ; e che alcuni dei barbari ond abitalo adoperino le pelli de' serpenti e dei pesci per farsene abiti e letti. Alcuni sostengono che i Maurosii () sono Indiani ve nuti col seguitando Ercole. Poco prima di questa nostra et tennero la Mauro sia i re Bogo e Bocco amici dei Romani. Morti costoro ebbe quel regno Giuba concedendogli Cesare Augusto di aggiungerlo a quello del padre (costui fu figliuolo di quel Giuba che guerreggi contro Giulio Cesare in compagnia di Scipione); ed a Giuba che fin poc anzi la vita successe nel reguo il figlio Tolomeo natogli di una figliuola di Antonio e di Cleopatra (a).
() Plioio e Pomponio Mela dicono che questa tradizione ri guardava non i Maurosii, ma i Farusii. (2) Augusto avea data in moglie al secondo Giuba Cleopatra figliuola della celebre regina di questo nome e di Marc Antouio. Invece poi di restituirgli il regno paterno volle dargli alcune parli delia Getulia , probabilmente perch queste erano gi or dinate secondo le costituzioni romane ; ed allora aggiunse agli Stati di Giuba quelli di Bocco e di Bogo. Costoro per aver combattuto contro Pompeo erano stali entrambi dichiarati re d*

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rtemidoro contraddice ad Eratostene perch diede il nome di Lizo invece di Linga, ad una citt situata verso I estremit occidentali deHa Maurosia ; perch afferma esservi state in que luoghi moltissime citt fe nicie , delle quali n una traccia pure si vede ; e final mente perch dice che presso gli Etiopi occidentali, al levarsi ed al cadere del sole, laria suol essere densa e nebbiosa : mentre ( egli nota ) come potrebbe questo accadere in paesi aridi ed infuocati ? Del resto poi Ar temidoro medesimo spaccia intorno a queluoghi assur dit assai peggiori. Infatti racconta che il paese man cante d acqua abitato da certi stranieri cla emi grati e detti Lotofagi perch si nutrono del loto, il qual cibo poi li sottrae al bisogno di bere; che questi si stendono fino-ai luoghi al di sopra di Cirene, i cui abitanti (bench il clima sia uguale) bevono latte e mangiano carne. N Gabinio storico romano si astiene dal prodigioso parlando della Maurosia. Dice infatti trovarsi presso Linga il monumento di Anteo con entro Uno schletro lungo sessanta cubiti che ' Sertorio scoperse e poi fece sotterrare di nuovo. E somiglia a favola anche quanto egli dice degli elefanti: cio che gli altri animali frig gono il fuoco, ma gli elefanti invece lo combattono e
Cesare. Bogo poi si era dichiarato contro OUavio , e perci gli fu ritolto il regno e dato da Ottavio stesso a Bocco , il quale fu quindi re delle due Mauritanie, le quali alla sua morte fu rono dichiarate provincie romane. Quando pertanto Strabone accenna il regno paterno del secondo Giuba non deve inten dersi se non di alcune parti della Gelulia. (Du Theil )

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10 espingono perch distrugge le selve: che oltre di ci fanno guerra agli nomini mandando innanzi esplora tori; e quando veggon fuggire i loro avversarli, fuggono anchessi; e quando abbian toccata qualche ferita, spor* gono in alto di supplicbevoK o rami od erba o polvere. Dopo il paese de Maurosii evvi quello de Massesilii che ha il suo principio dal fiume Molocat, e finisce al promontorio denominato Trito , confine tra Massesilii stessi ed i Massilii. Dal capo Metagonio sino a quello di Trito vha sei mila stadii, ma alcuni dicono un pome no. Quella spiaggia ha parecchie citt e parecchi fiumi, ed un terreno assai fertile : ma baster far menzione soltanto deluoghi pi nminati. La citt di Siga a mille stadii da confini predetti. Fu gi residenza del re Siface, ma ora diroccata. Il paese, dopo Siface , lo possedette Massinissa, poscia M icipsa, e quindi i successori di costui : finalmente ai d nostri lo ebbe Giuba, padre di quel Giuba che mor poc anzi. Ed anche Zama eh era sua residenza, fu di strutta dai Romani. Dopo Siga, alla distanza di seicento stadi*, trovasi il Porto degli Dei ; poi altri luoghi di nessuna celebrit. Le parti interiori del paese sono montuose e deserte; se non quanto vi sintrecciano quelle occupate dai Gelu1 1 fino alle Sirti. Ma le parti vicine alla spiaggia per lo contrario sono fertili pianure con motte c itt , fiumi e laghi. Non so quanto dica il vero Posidonio. affermando che la Libia irrigata da pochi e piccoli fiumi ; per ciocch Artemidoro dice per lo contrario che sono

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molli e grandi : tuttavolta l1asserzione di Posidonio si trova pixonfermata rispetto ai paese mediterraneo. Di quella scarsit poi egli adduce questa ragione, che nelle parti settentrionali non sogliono cader molte piogge, come si dice anche dell1 Etiopia (). E di qui viene che il soverchio calore genera spesso in que7 paesi malattie contagise, che i laghi s empiono di fango, e vi ab* bondano le cavallette. - Dice altres Posidonio che le regini orientali sono um ide, perch il sole appena levato se ne allontana ; Ina le regioni occidentali per lo contrario sono aride perch il sole quivi tramontando si trattiene (2 ) ; per ciocch l umidit e la secchezza procedono tanto dal1 abbondanza e. dalla scarsit dell acque , quanto dalI esservi pi o men sole : e Posidonio volle parlare di questultima cagione. Ora tutti di concordia sostengono che la cagione di quella diversit si limita alla situa zione dei luoghi o verso il settentrione o verso il mez zogiorno ; ma I espressione di orientali ed occidentali riferendosi a certi luoghi determinati soggiace ad una variabilissima applicazione secondo la postura dei siti
() iS'i rit A t!hvri*t <p*ot. Il Letronne crede che queste parole sieoo una gioca dun qualche, copista. (3) 'E m i y k f K ttT ttrri'tQ tn (r Il Letronne. rischia r questa espressione colla seguente perifrasi: Parce que le ioleil

en lournanl pouf passer sous Vhorizont, y sjourne plus longtemps. E dice in una nota : La voce * X T * r r ( t $ t i > non pu in
tendersi qui se non del movimento del sole nel momento in cui esso arriva allestremit dellorizzonte. Del resto gli pare im possibile eh* Posidonio avesse cos strase opinioni.

zg6

d e lla

g e o g ra fia d i stra b o n e

e le trasposizioni dellorizzonte. Per lo che essendo inrmensa la quantit dei luoghi a cui i termini predetti si possono applicare , non si pu dire cos in generale che i paesi orientali sono am idi, ed aridi gli occiden tali. Quello che Posidonio afferma delle estremit della T e r ra , quali sono l india e l Iberia, potrebbe dirsi secondo il sao principio, anche di tuttaqnanta la Ter ra Abitata : ma qual pu essere dunque la probabilit della sua spiegazione ? Perciocch movendosi il sole in nn giro continuo e non mai interrotto, come potrebbe trattenersi dove tramonta ? La velocit del suo passag gio da per tutto uguale. Oltredich contrario all evidenza il dire che le estremit deli Iberia e della Maurosia verso l occidente siano pi aride di tutte le altre p a rti, sapendosi c hanno un aria temperata ed abbondano di molte acque. Se poi Posidonio us la citata espressione a significare che quivi finiscono e la terra abitata e il nostro emisfero, che ha mai questo a fare coll aridit ? Perciocch cos in quei luoghi come in tutti gli altri ugualmente lontani dallequatore, il sole e di notte e di giorno resta un uguale spazio di tempo o sotto o sopra lorizzonte, e vi sparge lo stesso grado di calore. Trovasi in qualche parte di quel paese anche una sorgente di asfalto ed una miniera di rame : si dice che vi regni una gran moltitudine di scorpioni parte alati e parte senz ali, grandissimi e colla coda di sette articolazioni ( 1 ). Vi sono inoltre falangie cos per la mole
(i) Il testo : ptty'tSti (fi irrin rttS ifit . Il Letronne di

LIBRO DECUMOSETTIMO

come pel numero singolari, e lueerte lunghe due cubiti. Al piede delle montagne dicono trovarsi certe pie tre denominate licititi e cartaginesi : e nelle pianure gran quantit di ostriche e di datteri di mare ( ceram id i), siccome abbiam detto parlando del tempio di Aminone. Evvi altres un albero detto meliloto del quale fan vino. Alcuni posseggono col un terreno che fruttifica due volte 1 anno , sicch raccolgono due messi, 1 una di state, 1 altra di primavera. Il gambo delle biade ha cinque cubiti daltezza, grosso quanto il dito mignolo e raddoppia duecento quaranta volte il seminato. Alla primavera non seminano ; ma sarchiano il terreno con paliuri insieme legati, bastando invece di seminagione i grani caduti dalla messe precedente, i quali crescono^ poi e portano il loro frutto nella state. Per la moltitudine dei rettili coltivano la terra forniti di gambieri, e colle altre parti del corpo coperte di pelli. Prima di mettersi a dormire ungono d aglio i piedi del letto e li circondano di spine di paliuro per difendersi dagli scorpioni. Eravi su quella costa una citt detta I o l , la quale poi Giuba padre di Tolomeo ristaur mutandole il no me in quello di Cesarea. Questa citt aveva un porto r e dinanzi al porto un isoletta.
opinione che i copisti abbiano dimenticate alcuDe parole, e cor regge ftty'iB-tt hnpfScc\\i>T*i>, xa) T T tm tS ix f. e poi ch la frase ordinaria del testo non pu sostenersi per difetto di grammatica, torna opportuno ricevere questa correzione.

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DELLA GEOGRAFIA. DI STRABOWE

F ra Cesarea e il capo Trito trovasi un gran porto denominato Salda, e questo il confine fra lo Stalo di Giuba e il territorio soggetto ai Romani. Furono varie le divisioni a cui soggiacque quel paese, perch molte 6ono le popolazioni ondessO abitato, le quali poi iu diversi tempi ora furono amiche ed ora avverse ai Ro* mani ; sicch questi ora tolsero ora aggiunsero loro ter reno , non conservando sempre la stessa misura. Di resto il paese della Maurosia pi ricco cos di produzioni come d uomini : quello di Cartagine e de1 Massesilii pi fiorente e pi adorno, bench molto abbia sofferto, primamente per le guerre cartaginesi, e poi per quella che si fece contra Gingurta. Costui per avere assediato e preso in Utica ( 1 ) Aderbale amico dei Romani attir sopra quel paese la guerra. In progresso di tempo si succedettero poi varie altre guerre; l'ultima delle quali fu quella combattuta dal Divo Cesare con tra Scipione (a), nella quale mor Giuba, ed insieme coi capi rovinarono le citt di Tisiace, Vaia, Thala, Capsa (dove Giugurta faceva eustodire i suoi tesori ) , Zama e Zinca, e quelle vicino alle quali Cesare vinse Scipione, cio prima a Ruspiuo, poi a Vizita ed a Tapso, quindi lungo il lago vicino a questa citt ed in altri siti. Quivi presso trovansi anche Zella ed Acholla, citt libere. Cesare prese poi al primo assalto Pisola di Cercinna e la piccola citt di Tbena posta sulla riva del mare. Ora di tutte queste citt alcune intieramente disparvero, al ti) Salustio dice in Cirta j ed questo un errore di Slrabo&e.
(?) Il suocero di Pompeo Magno.

tlB B O DECIMOSETTIMO

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Ire furon lasciate mezzo distratte. Faro poi fu inceu* diala dalla cavalleria stessa di Scipione. Dopo il promontorio Trito pertanto s incontrano su* bito i territori! de Massesilii e di Cartagine. Dentro terra situata Cirta , residenza reale di Massinissa e de suoi successori , citt fortificatissima, e riccamente fornita d ogni maniera di edificii , massimamente da Micipsa. Costui vi trasport anche una colonia dElleni, e tanto la fece fiorire, che poteva mandar fuori dieci mila soldati di cavalleria, e due volte tanti di fanteria. Quivi dnnque C irta, e vi sono inoltre le due citt d Ippona , 1 una presso Ita c a , l altra pi lontano e pi verso il promontorio T rito , ed-amendue residenze reali. La citt d Utica per ampiezza e per dignit la se conda dopo Cartagine: e quando quest'ultima fu distrut ta , essa rimase quasi metropoli pei Romani, ed co me il centro donde si amministrano tutte le cose spet* tanti alla Libia. fondala proprio sul golfo cartaginese presso uno dei promontorii ond esso formato. Que sto promontorio dov Utica dicesi Apollonio ; ) altro Ermea : e le due citt sono situate di tal maniera che stanno 1 una nel cospetto dell altra. Scorre presso Utica il fiume Bagrada (i). Dal promontorio Trito fino a Cartagine sono due mila e cinquecento stadii : ma rispetto a questa distan za non sono d accordo gli scrittori, come anche rispet to a quella da Cartagine alle Sirli. (i) Si disse poi Megerda.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABNE

Cartagine poi fondata sopra una specie di penisola che descrive un cerchio murato di quasi trecento ses santa stadii : la parte che va da un mare all altro sullistmo ne conta sessanta. Quivi i Cartaginesi tenevano gli elefanti in un luogo assai spazioso. Nel mezzo della citt innalzasi la rocca denominata Birsa, altura notabilmente e rta, e tutta abitata alt1 in torno. Sulla cima poi ha nn tempio d1 Esculapio, ehe la moglie di Asdrubale incendi per abbruciatisi quan do la citt fu espugnata. Stanno ai piedi di quella rocca i p o rti, e Cotone , piccola isola rotonda circondata da un euripo, e tutto all1intorno fornita di ricoveri per le navi. Cartagine fu una citt fondata da Didone che vi con dusse gente da Tiro : e questa colonia riusc cos pro spera ai Fenicii, non altrimenti che quelle d1Iberia ai di qua ed al di l delle Colonne, eh essi anche al pre sente abitano i punti migliori d1Europa , cos nel con tinente come nelle isole vicine. Ed eransi inoltre ap propriala tutta la Libia, quanta almeno non destinata ad essere abitata soltanto da Nomadi. Per questa potenza la citt di Cartagine era divenuta emula di Roma, e sostenne contro i Romani tre grandi guerre. E quanto potessero i Cartaginesi, si fece palese principalmente nell1ultima di queste guerre, nella quale furono distrutti da Scipione Emiliano , e la loro citt disparve affatto. Perciocch quando cominciarono a combattere possedevano, nella Libia trecento citt, e nella sola Cartagine avevano settecento mila abitanti.

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Assediati (i) poi e costretti di pensare ad arrendersi consegnarono ai Romani trecento mila gravi armature com piute, e tremila macchine da scagliare da lungi. E non dimeno essendosi dopo risoluti di ricominciare la guer ra , in un subito si accinsero a fabbricare nuove ar m i , e deposero ne magazzini ogni giorno cento qua ranta scudi compatti, trecento spade, cinquecento lance, mille dardi da catapulte, e le schiave (2 ) diedero le proprie trecce per farne le corde. Oltre di ci gi da cinquant anni addietro, secondo i patti concbiusi nella seconda guerra, possedevano dodici sole navi ; nondimeno sebbene si trovassero costretti dentro la sola Birsa, nello spazio di due mesi ne fabbricarono cento venti catafratte. E perch la bocca del porto Co tone era guardata dai Romani, se ne apersero nn al tra , dalla quale improvvisamente mandarono fuori la loro flotta. Perciocch avevano il necessario legname riposto gi da gran tem po, e una quantit d operai mantenuti a pubblica spesa si adoperarono a quella co struzione. Tale era Cartagine , e nondimeno per e fu distrutta. Di una parte del suo paese i Romani fecero una pro vincia ; del restante dichiararono signore JVfassinissa e
(1) un errore di Strabone anche questo. I Cartaginesi con segnarono quanto egli dice appunto per fuggire una terza guerra e un assedio. (a) 11 testo dice Il Letronne traduce le f in i rne* escaves ou domestiques ; poi osserva in una nota come gli altri scrittori accordansi invece a dire che questo fu fatto d o u dalle sole donne di condizione servile, ma da tutte generalmente,

3(>S

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

i suoi figli) principalmente Micipsa : perciocch Massi* nissa fu molto onorato dai Romani a motivo della sna virt ed amicizia. Costui infatti condusse i Nomadi alla civilt ed all agricoltura, e dal ladroneccio li ammae* str nella vera milizia. Perciocch que1 popoli ebbero un corso tutto loro particolare, siccome quelli che seb bene abitassero un paese felice, se non quaoto vi ab bondavano troppo le belve, lasciavano eh' esse vi si moltiplicassero, e invece di coltivare tranquillamente la terra , rivolgevano l armi gli uni contro gli altri. Quindi fu loro necessario di menare una vita errante e in continue trasmigrazioni a simigliatiza di quelli che a ci fare sono costretti da indigenza, sterilit di paese ed asprezza di clima : sicch poi si trov appropriata ai Massesilii la denominazione di Nomadi con cui so gliono indicarsi (i). Essi erano necessariamente ridotti a una vita miserabile e incerta, sostentandosi per lo pi di radici, c arn e, latte e formaggio. Cartagine adunque, rimasta deserta per lungo tem* p o , al pari di C orinto, fu riedificata quasi ad un punto con questa citt da Giulio Cesare, il quale vi mand come colonia que Romani che amarono di tra sferirvisi , ed anche alquanti soldati ; ed ora essa ben popolata quanto nessun1 altra citt della Libia. In mezzo all ingresso del golfo cartaginese un'isola
(i) I Greci dissero Nomadi i popoli detti Numidi dui Latini.

ffumidae vero Nomades a pcrmutandis pabulis. noto che nowt in greco significa pascolo.

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delta Corsura (i) : e rimpetto a questi luoghi situato il paese di Lilibeo alla distanza di circa mille e cinque cento stadii: ch tanti, si dice, ve n 'h a dal Lilibeo fino a Cartagine. E non sono molto lontane da Cor sura n dalla Sicilia alcune altre isol't fra le qaali evvi anche Egimuro. Il tragitto da Cartagine al punto pi vicino dell op posta spiaggia di sessanta stadii ; di quivi a Neferi (citt forte fabbricata sopra una rupe) si ascendono cento venti stadii. In quel medesimo golfo in cui sta Cartagine evvi an che la citt di Tunisi. Vi sono altres delle sorgenti calde, e cave di pietre, poi 1' erto promontorio Ermeo} e sovr esso una citt del medesimo nome (2 ). Appresso vien Neapoli ; poi il capo Tafiti sul quale si eleva un colle detto Aspi (scudo) a cagione della sua figura. Lo popol Agatocle tiranno della Sicilia , quando fece la
(1) Strabone il solo che parli di quesl isola. Probabilmente volle accennare l isola Pentellaria, a cui anche nel lib. 1 1 diede il nome di Corsura. (a) Il testo ordinario K <c< Xttrt/ti! ritte , xa tt iv r t , xihts i f t i t v f c t f tlSr i Epftttf* uxptt La voce i r i v r t secondo il Casaubono doveva cambiarsi in 1* i v r S t , e riferirsi a A < * t ( cave di pietre ) ; e la citt omonima sa rebbe stata Latomia, ricordata da Diodoro Siculo, lib. xz. Ma il Falconer , Tzschucke , Coray mutando 1 ordine delle parole lessero: tlSr j "'Epinici* axp* rp%* , xct * i v r t trtXtf iptitvpttt : e il Letronne seguit quest ordine nella sua versio n e , notando poi che al parer suo invece di i r i v r t do vrebbe leggersi i v r od *x Se qella emendazione

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S E L L I GEOGRAFIA DI STRABOKE

sua spedizione contro Cartaginesi (i). Queste citt fu* rno poi distrutte dai Romani insieme con Cartagine. Distante da Tafi quattrocento stadii evvi l isola diCoss u ra , rimpetto a Selinunte fiume della Sicilia, con una citt dello stesso suo nome. L isola ha una circonfe renza di centocinquanta stadii, ed & distante circa sei* cento dalla Sicilia. Evvi finche l isola Melite (2 ) a cinquecento stadii da Cossura : poi la citt di Adrume dov era anche un ar* senale marittimo. Tengono dietro le cos dette Trachie, clje sono mol* te isolette, vicine fra loro : poi la citt di Tapso ; e dopo di questa unisola dentro il mare detta Lopadusa. Seguitauo poi il promontorio dAmmone comodissimo a spiare i tonni j poi la citt di Iena situata verso la piccola Sirti (3). Fra mezzo a questi luoghi sono molte altre citt pie* cole e non meritevoli di menzione. Dinanzi al punto dove comincia la Sirti predetta situata l isola -di Cercinna parallela alla spiaggia.
dei testi fosse sempre sicura la regola che i minori cambiamenti sono i pi probabili, dovremmo stare col Casaubono anzich cogli altri, ma l esperienza dimostra che non di rado quella re gola chiude la via alla vera lezione ; e questo n probabilissi mamente un esempio. Ad ogni modo mi parve di dover mettere innanzi al lettore tutte e due le opinioni. (i) L anno 3 o 8 prima dell E. V. (a) L isola di Malia. - Qual luogo veramente occupasse Adrume non si conosce. (G.) (3) I l Golfo di Cabes.

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questa un isola di notabile ampiezza con una citt che porta il medesimo suo nome. Poi ve n ha un altra mi nore detta Gercinnite. Subito dopo viene la piccola Sirti, la quale denomi nano anche la Sirti Latofagite. Il circuito di questo golfo di mille e seicento ^tadii; la larghezza della sua bocca di seicento : verso ciascuno dei promontorii da cui quella bocca formata stanno vicine al conti nente alcune isolette, cio Gercinna gi mentovata e Meninge ( i ) , tutte e due di grandezza presso a poco uguale. Credesi che Meninge fosse la terra de Lotofagi, ri cordata da O m ero, e si citano come prove di questa opinione unara di Ulisse, e il loto (a) stesso che suole fruttificarvi in grande abbondanza ed essere di ottimo sapore. Sopra quell isola sono parecchie piceole citt, una delle quali ne riceve il nome. Anche dentro la Sirti si trovano alcune piccole citt. Nel fondo pi del golfo evvi un emporio assai grande con un fiume che quivi si scarica nel mare. Si stendono fin l gli effetti del flusso e riflusso, ed allora gli abitanti circonvicini sogliono accorrere con grande studio alla pesca dei pesci. Dopo la Sirti s incontra il lago Zuchi di quattrocento stadii. Il suo ingresso angusto, e vicino a quell ingresso evvi una citt detta Zuchi anch essa , dove sono officine per tingere porpora, e per marinare.
(i) Zerbi. (a) Donde il nome di Lotofagi.
Srr.jnoyE , tom. V .

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Seguita poi anche uu altro lago molto minore: e dopo di questo la citt di Abr-otono, ed alcune altre. Subito dopo vien Neapoli detta anche Lepli (i). Di quivi fino ai Locri Epizefirii il tragitto di tre mila e seicento stadii. Appresso sincontra il fiume Cinufo ; poi una specie di baluardo elevato dai Cartaginesi gettando dei ponti sopra certe profondit che si stendono in quella regio ne. Vi sono col alcuni siti i quali non hanno ap prodo , bench nel rimanente la spiaggia sia prov veduta di porti. Seguita quindi l alto e boscoso promontorio , prin cipio della gran Sirti, detto Cefala. Da questo promon torio fino a Cartagine sono un po piti di cinque mila stadii. Al di sopra della spiaggia che da Cartagine corre da un Iato sino ai lYlassesilii e dall altro fino a Cefala si stende il territorio dei Libo-Fenicii, che allargasi poi dentro terra fino alle montagne dei Getuli apparte nenti gi alla Libia propriamente detta. Al di l poi del paese dei Getuli, in una direzione parallela, trovasi il territorio dei Garamanti, donde sogliono trarsi le pie tre dette Cartaginesi. Dicesi che i Garamanti siano distanti dagli Etiopi che abitano lungo l Oceano il viaggio di nove.giorni, e di quindici dal tempio di Aqnmone.
(i) E questa la citt detta Leptis altera da Pomponio Mela , e Leptis Magna da Plinio. Ora poi conosciuta sotto il nouie di Lebida. (Edit. frane.)

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Fra il paese dei Getuli e la nostra spiaggia (i) sono interposte molte pianure, molti monti, e grandi laghi e fiumi, alcuni dei quali cacciandosi sotto terra dispaiono. Quei popoli sono molto temperanti nel vitto e nel lusso : hanno molte donne e molti figliuoli : nel resto somigliano agli Arabi nomadi. I cavalli ed i buoi appo loro hanno le unghie pi lunghe che altrove. I re so gliono col attendere con s gran cura alla razza dei cavalli, che ogni anno si contano cento mila puledri. Rispetto alle pecore sogliono trarne latte e carne per nutrirsi; principalmente gli Etiopi. Questo rispetto all interno del paese. La gran Sirti ha una periferia di tremila e novecento trenta stadii, e saddentra col suo golfo nel continente pel' tratto di mille e cinquecento (2 ) : e tale presso a poco anche la larghezza della bocca del golfo. La dif ficolt di navigare cos in questa Sirti come nella pic cola procede dall essere in molte parti occupate da bassi fondi, sicch nel flusso e riflusso del mare le navi talvolta v incappano, e di rado nescono a salvamento. Quindi chi naviga suol tenersene discosto guardandosi di non lasciarsi sorprendere dai venti che potrebbero cacciarlo dentro que golfi. Nondimeno gli uomini sono
(1) Cio la spiaggia del Mediterraneo. (2) Il testo dice che la periferia di novecento trenta stadii ( T fiu tttv * ) , ma questa lezione riconosciuta erronea. Dice poi ri < /* tiri ri ftv%r i i i f t t r f t t % i\t*i sri**, ci che alcuni spiegarono come se si trattasse del diametro e della larghezza; ora riconosciuto che Strabone volle con queste parole indicare la cos detta profondit del golfo.

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tanto arditi, ebe a tatto osano pericolarsi, e massimamente alla navigazione lungo le coste. Chi entra pertanto nella gran Sirti dopo Cefala ha dalla destra un lago ( la cui lunghezza di circa 'tre cento stadii, e la larghezza di settanta), che si scarica nel golfo, ed ha dinanzi a quella sua specie di foce alcune isolette, ed un luogo da gettare ncore. Dopo questo lago trovasi un luogo detto Aspi, e il miglior porto che sia nella Sirti. A questo tien dietro la torre Eufranta , confine una volta fra il territorio di Carta gine e la Cirenaica soggetta a Tolomeo. Poi seguita un altro luogo denominato C arace, del quale i Carta ginesi valevansi come di emporio portandovi il vino per riceverne in cambio il silfio e certo succo che soleva col trasferirsi clandestinamente da Cirene. Poscia le Are dei Fileni j e quindi Automala, fortezza in cui suole soggiornare un presidio, situata proprio nel fondo di tutto il golfo. Il parallelo che passa per questo golfo pi meri dionale di quello d Alessandria, il tratto di oltre mille stadii, e meno che due mila stadii di qaello di Carta gine. D1 onde poi questo parallelo andrebbe a cadere da una parte sopra Heroopoli nel fondo del golfo Ara bico, dall altra sulle regioni mediterranee de Massesi lii e de Maurosii. Quel che rimane della spiaggia fino alla citt di Berenice (i) non conta pi di mille e cin quecento stadii, cominciandosi dal fondo della Sirti. Al di sopra di questa spiaggia sino alle Are Filene
() Berenice degli Esperidi oggi dicesi Bemie.

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stanno i. cos delti <Nasamoni, nazione libica. Nello spazio frapposto vi sono alcuni pochi laghi, e scarsi serbatoj d acqua. E tti anche il promontorio detto Pseudopenia sul quale siede Berenice in vicinanza di un certo lago T ri tone , dov notabile principalmente una piccola isola con un sacrario di Venere. V inoltre il prto degli Esperidi, e il.fiume Ladone che gettasi nel mare. Al di qua di Berenice (i) sta un piccolo promonto rio dette Boreo, il quale col promontorio di Cefala, che gli rimpetto, forma la bocca della Sirti. Giace poi Berenice di fronte alle estremit del Pelo ponneso , come a dire, al capo T e ti, ed anche a Zacinto, alla distanza di tre mila e seicento stadii. Parr tendosi da questa citt Marco Catone con un viaggio di trenta giorni'per terra fece il giro di tutta la Sirti, avendo seco pi che dieci mila soldati; ma li divise in varie compagnie, affinch a tutti insieme non venisse meno lacqua: e cammin a piedi per un sabbione pro fondo e in un paese infuocato. Dop Berenice vien la citt di Teuchira la quale detta anche Arsinoe : poi quella che anticamente si disse Barce. ed ora Tolemaide. Poi trovasi il capo Ficunte , basso, ma pi innanzi verso il settentrione di quel che non sia alcun altro punto della Spiaggia li bica: esso rimpetto al capo Tenaro della spiaggia laconica alla quale v ha un tragitto di due mila e ot ti) Verso la parte interna del golfo.

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tocento stadii, e porta una piccola citt del medesimo suo nome. Non molto lontano da Ficunte Apollonia porto deCirenei alla distanza di cebto settanta stadii, di mille stadii da Berenice, e di ottanta da Cirene. questa una grande citt posta in una pianura simile ad una m ensa, sicch noi 1 abbiamo veduta dal mare. Fonda* ronla alcuni abitanti di T e r a , isola laconica, antica* mente denominata anche Callista siccome dice Calli maco : La citt primamente detta Callista e poscia T era , madre della mia patria ricca di cavalli. 11 porto de Cirenei situato rimpetto al promonto rio settentrionale di Creta detto Crio-metopon, alla di stanza di due mila stadii, e si naviga in quel tragitto col vento leuconoto. Narrano che Cirene fu fondata da quel Batto che Cai liinaco dice essere stato uno de suoi antenati. Fior per la bont del territorio; perciocch nutre ottimi ca valli : fortissima, ed ebbe molti uomini ragguardevoli, i quali seppero egregiamente difendere la libert, e fortemente resistere ai barbari che abitano al di sopra di loro nell interno del paese. Quindi ne tempi antichi questa citt fu uidipeudeute. Ma quando i Macedoni divennero padroni dell Egitto, si volsero anche contro i Cirenei, (i) condottivi da Timbrone uccisore di Arpalo. Per qualche tempo adunque fu governata da r e , poi venne nel poter dei Romani ; ed ora insieme coll isola di Creta forma una provincia. Sono citt di(i) L anno 320 prima di G. C.

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pendenti da Cirene Apollonia, Barce, T euchira, Bere nice ed altre minori verso que luoghi. Confina colla Cirenaica il paese che produce il silfio e il succo detto cirenaico che viene dal silfio stesso in ciso (i). Questa pianta fu presso a rimanere distrutta per una scorreria che i barbari fecero una volta in quel paese, dove per ira la tagliarono dalle radici. Co storo furono i Nomadi. Furono personaggi celebri di Cirene Arislippo so cratico che fond la filosofia Cirenaica; la sua figliuola Arete che gli successe nella scuola ; e il figlio e succes sore di lei Arislippo soprannomato Metrodidatto ; Anniceri riformatore, per quanto si crede, della setta Ci renaica' , invece della quale mise in onore 1 Anniceria. Nativi di Cirene furono altres Callimaco ed Eratoste ne , tutti e due onorati dai re d Egitto ; il primo dei quali fu poeta, ma diligentemente studioso anche della grammatica ; il secondo poeta e grammatico anchegli, ma erudito quant altri mai uelle cose della filosofia e della matematica. Olire costoro sogliono annoverarsi e Cameade, concordemente riconosciuto pel migliore tra i filosofi dell Accademia, e Crono apollonio maestro di Diodoro il dialettico, il quale fu poi detto anch egli C rono, trasportando alcuni allo scolaro il soprannome del maestro. Dopo Apollonia viene la restante spiaggia deCirenei (i)vO i* tp'tfit d ^ n i TirSi. Il Brquingny tradusse la voce xtrS'tt au revers de set feuilles, ma fu notato che allora dovrebb essere oru-do.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

fino al Catabatmo, per lo spazio di due mila e duecento stadii, dove non agevole il navigare, perch scarseggiano i porti, i luoghi da ancorare, le abitazioni e la cqua da bere. I siti pi rinomati lungo quella spiaggia sono Naustatmo, Zefirio dove le navi possono appror dare, poi un secondo Zefirio, poi un promontorio detto Chersoneso con un porto. Questo promontorio s in nalza rimpetto al capo Corico di Creta verso il mezzo giorno , alla distanza di mille e cinquecento stadii. Se guita un tempio d Ercole ; poscia il borgo Paliuro ; il porto Menelao; Ardanasse, umile promontorio con un sito da gettar 1 ncore; quindi un gran porto, rimpetto al quale fondato Chersoneso di Creta , lasciando fra mezzo un tragitto di circa tremila stadii : perciocch Creta, stretta e lunga com, stendesi parallela a quasi tutta questa spiaggia. Dopo il gran porto ve n ha un altro detto Plinunte, al di sopra del quale situata Tetrapirgia. ' Il restante della spiaggia va fino a Paretonio, e di quivi ad Alessandria. Evvi un luogo detto Catabatmo, fino al quale si stende la Cirenaica; e noi ne abbiamo parlato trattando dellEgitto. Il paese che, al di sopra della Sirti e della Cirenaica, si stende dentro terra occupato daLibii, ed molto sterile ed arido. I suoi abitanti sono prima i Nasamoni, poi i Psilli, alcuni Getuli e i Garamanti. Pi oltre verso 1 oriente stanno i Marmaridi, i quali per la maggior parte confinano colla Cirenaica e si distendono fino al tempio d Ammone. Dicono che il viaggio dal fondo della gran Sirti fino

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ai giardini Esperidi sia di quattro giorni andando verso il levante d inverno, senza punto affrettarsi. E sono questi giardini un luogo somigliante a quello che sta intorno al tempio d Ammone , ferace di palme ed. ab bondevole d acqua. Sono eglino situati al di sopra di quella parte della Cirenaica che guarda al mezzogior n o , e si stendono per lo spazio di cento stadii con un terreno pieno di alberi. Progredendo pi olire pel tratto di cento stadii, tutta terra da seminare, ma per troppa aridit non porta riso. Al di sopra di questi luoghi evvi il paese che pro duce il silfio; poi un territorio disabitato , e quindi il paese dei Garamanti. Il paese del silfio .s tre tto , oblungo e molto arido. La sua lunghezza andando verso l oriente di circa mille stadii ; la larghezza di tre cento o poco p i , per quanto almeno se ne conosce. Perciocch si congettura che i paesi posti sotto il mei desimo parallelo abbiano tutti la stessa temperatura di clima e le stesse produzioni : qia perch s incontrano qua e l molti deserti non conosciamo tutti queluoghi. Cos parimenti ci sono sconosciuti i luoghi al di l del tempio dAmmone e delle Auasi fino allEtiopia. N potremmo dire con sicurezza quali siano i confini dell Etiopia e della Libia, nemmanco di quella verso lEgilto : e tanto meno per conseguenza di quella eh volta all Oceano. Tale lo stato della Terra Abitata a d nostri. E perch i Romani ne occupano la parte migliore e pi conosciuta superando tutti coloro che mai ebbero si

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D ELLA GEOGRAFIA D I STRABONE

gnoria, e dei quali noi conserviamo memoria, sar pregio dellopera parlare almen brevemente di loro. Abbiamo detto com essi movendosi dalla sola citt di R om a, colla guerra e colle arti della politica ginn* gesser ad impadronirsi di tutta lItalia; e come per lo stesso modo si assoggettassero poi dopo l Italia i paesi circostanti. Dei tre continenti pertanto essi posseggono quasi tutta 1 Europa , fuor quella al di l dell Istro ( i ) , e i paesi fra il Reno ed il Tanai (a) lungo 1 Ocano. Della Libia soggetta ai Romani tutta la spiaggia del Mediterraneo : il rimanente o non abitato, od posseduto da popolazioni che vivono poveramente ed alla mauiera dei Nomadi. Cos parimente anche nellAsia in loro potere tutta la nostra spiaggia (3), se pure qualcuno non volesse considerare come paesi di qualche momento quelli de* gli Achei, de Zigi e degli Eniochi (4), popoli che vivono di ladroneccio ed al modo dei Nomadi in Iuogtii an(i) 11 D anubio. (a) Secondo queste parole di Strabone pare chegli avesse adottata l opinione di que geografi i quali assegnavano al Tanai due foci, 1 uua nella Palude Meotide, l altra nell Oceano set tentrionale. 11 Gossellin d i parere che il Tanai di cui qui si tratta sia la Duna che si scarica nel golfo di Livonia. (Ed. fr.) (3) "H xa.9 i/tc *<tpxX/x. questa un espressione confor me a quell altra usata da Strabone e da molti antichi che chia mavano n o stro m a n il Mediterraneo. (4) Veggasi ci clie di questi popoli dice 1 Autore nel libro undecimo. Voi. v , pag. 19 della nostra edizione.

LIBBO D EC IM O SETTIM O

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gusti e sterili. Delle regioni poi interne dell A sia, al* cune ne posseggono i Rom ani, alcune i Parti ed i bar bari abitanti al di l di questi ultimi ; cio nelle parti orientali e settentrionali gli n d i , i Battriani, gli Sciti; e poi (t) gli Arabi e gli Etiopi, dai quali i Romani ven gono sempre sottraendo qualcosa. Tutto quanto poi questo paese cbe dipende da Ro ma , in parte governato da r e , in parte dai Romani medesimi sotto il nome di province ; e vi mandano go vernatori e questori. Vi sono anche delle citt libere, alcune delle quali conservarono fin dal principio la libert accostandosi come amiche i Romani ; altre la ricevettero da loro in segno di stima. Trovansi inoltre alcuni dinasti, fularchi e sacerdoti, i quali sono dipendenti dai Rom ani, e nondimeno vi vono secondo certe loro patrie istituzioni. Le province in diversi tempi furono diversamente distribuite. Al presente sono quali le ordin Cesarei Augusto. Quando la patria commise a Ini solo la cnra di tutto limperio, e lo fece arbitro della guert-a e della pace per tutta la sua vita, egli divise il territorio in duo parti, e luna dichiar dipendente immediatamente d lui, laltra lasci al popolo. Riserv a s medesimo quel paese che ha bisogno di presidio militare. Tali sono a le regioni abitate da barbari e vicine a nazioni che non poteronsi mai domare, o i paesi sterili e senza coltura, sicch mancando di ogni cosa ma forniti di forti posi() Al mezzogiorno.

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DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

zioni non ai possono domare n tenere nellobbedienza. Al popolo invece lasci tutto il restante, cio i paesi pacifici e che si possono governar facilmente senza bigno di armi (i). . Tutte e due queste parti sono divise in parecchie province, alcune delle quali diconsi Province di Cesaret 'altre Provnce del Popolo. In quelle di Cesare, l impe ratore suol .mandare governatori e questori, distri* buendole ora d un modo ora d un altro le amministra secondo che meglio richiede P occasione. Nelle altre il popolo invia dei pretori o dei consoli; e queste pure soggiaciono a diverse partizioni quando P utilit lo co* mandi. Da principio (Augusto) fece due province consolari; e furono la L ibia, per quanto essa sottoposta ai Ro mani (tranne quella che obbediva da prima a Giuba ecj ora a Tolomeo suo figlio ) , e P Asia al di qua dell1Ali e del Tauro , eccetto i G alati, le nazioni che furono soggette ad Aminta, la Battriana e la Propontide. Egli poi ne aveva stabilite dieci pretorie nellEuropa e nelle isole adiacenti. L a c rim a nell Iberia denominata ulte riore fra il Beli e 1 Ana : la seconda era la Celtica la Narbonese : la terza si componeva della Sardegna e di Girno : la quarta della Sicilia: la quinta e la sesta erano costituite dalle parti d lUiria vicine all Epiro, e dalla Macedonia : la settima comprendeva 1 Acaia fino alla Tessaglia, agli E to li, agli Acarnani ed a quegli
(t) C os Augusto si rec in mano latta la forza militare dell imperio.

LIBRO D ECIM O SETTIM O

IJ

Eproti ebe confinano colla Macedonia : 1 ottava com* ponevasi dell isola di Greta colla Cirenaica: Cipro for mava la nona : la decima abbracciava la Bitinia colla Propontide e con alcune parti del Ponto, Le altre province le tiene P imperatore : e in alcune manda per governarle uomini consolari, in altre dei pretori, in altre dei cavalieri. I re, i decarchi, i dinasti appartengono ed appartennero sempre alla porzione dipendente da lui.

f i s e d e l l a g e o g r a f ia d i s t r a b o n e .

I N D I C E
DELLE COSE PRINCIPALI

NELLA GEOGRAFIA DI STRABONE

La cifra romana dinota il volume , e la cifra araba la pagina.


A Abdera ( citt d Iberia ) , I l , 337. Abe (Oracolo d) , I I I , 433. Abido della T roade, I V , 911. Suoi fondatori, a <3 . Suoi c a s i, a i 5. Citt dell Egitto, V , a 6 a. Acaja, sua descrizione generale, I I I , 353 a 56i . Acaraca, I V , 335 e 336. Acarinto (monte dellEtoIia), I I I , 496. Acarnania , I I I , 494 e seg. Suoi luoghi marittimi, 5 i 6 -e seg. Acarnani, I I I , a 5a. Ricerche intorno a questo popolo , 111 , 5 ig e seg. Achei, loro origine, I H , 354 . Acheloo (fiume), 111 , 4 9 4 > 495 , 5 i 4 e seg. Achille (corso d i ) , I I I , 300. Achilleo (1) , I V , 13 . Monumento d Achille, I V , a 34.

3ao

INDICE

Acidone (fiume), 111, a85.

A conzia (citt de Vaccei), I I , 397. Acresio, da Omero forse detta A rne, I I I , 4>3. Acrisio, il primo cbe desse alcune regole agli Amfuioni, III, 436. Acrocorinto, I I I , 345 a 346 . Adiabene, V , i s 3 e seg. Adonide (fiume), V , 144Adramitto, suo golfo, I V , aoo. Adrastea e Pianura d Adrastea, IV , 3 0 7 . Adriatico, I I I , 9. Adua (fiume), l , 4 iSue sorgenti, 111 ,' i 3 . A fidna, I I I , 379. Africa Y. Libia. Afrodisio (nellisola di Cipro), IV, 400. Afroditesormos (porto), V , 173. Agamennone ; sette citt da lui promesse ad Achille, III, 309. Agdisti (la Dea) e i suoi sacerdoti, IV , 16 7 . Agrea (citt), I I I , 365. Alabanda , IV, 354 ; 358. Alalcomena, 111, a 3g. Alalcomene (citt), I I I , 4 *3. Alba (citt del Lazio), 111, 49 e 5egAlbania, I V , 39 a 34 A lbi; popoli sconosciuti al di l di questo fiume, I I I , 17$. Albio (monte), I I I , 3i5. Alesieio V. Alisio. Alessandria della Troade , I V , 195, 33o. DEgitto e sua descrizione, V , 318 a 336. Alessandro Magno ; rimprovero di cui sono degni quasi tatti i suoi storici, I V , 38. Flotta da lui costrutta cogli abeti dell In d ia , 48 Citt fondate da lui nella Battriana e nella Sogdiana, 65 . Dopo la vittoria del Granico orna di voti il tempio dilio,
319.

INDICE

3a I

Alessandro Magno, suo rispetto verso O m ero, I V , ao 3. Suo viaggio nell India, V , a8 e seg. Citt da lui fondate fra l Idaspe e 1 Acesine, 3 i. Perch non andasse oltre l Ipani, 35 . Pericolo da lui corso, ivi. Sua condotta con due Bramani, 6o e seg. Manda Onesicrito a conversare coi savj dell India > 6 a. Sua spedizione nella Gedrosia , 7 5 e seg. Strada eh ei tenne inseguendo Besso ,8 1 . Incendia la reggia di Persepoli, ga. Va a Pasargada , g 3 . Suoi disegni sull Arabia ,1 1 6 . Assedia T iro , 146. Fonda Alessandria, aao. Sua tom ba, aa 4* Alicarnasso, reggia dei principi della Caria, IV , 349 e 35 o. Alierto, I I I , 409. Alisio, I I I , 371. Alizia, I I I , 4g5 . Alizoni, I V , i 3 i a 143Allobrogi, I I , 4 >3 . Alo (citt), I I I , 455. Alope (citt della Locride Opunzia), I I I , 43^ Alpi, loro descrizione, I I , 43 i a 447 Loro catena, 111, 8. Aitino (citt della Celtica cisalpina), I I I , Amaltea (corno di) ,111 , 5 i 5 . Amano , monte che si dirama dal Tauro , IV , 74 388. Amasea (patria di Strabone), descritta, I V , 154Amassia , citt della Cilicia, I V , 3 j 5 . Amassici, I V , io. Amaslri (citt), d onde ricevesse il suo nom e, I V , iaa. Amazoni, loro paese, I V , 35. Considerazioni sulla tradizione delle Amazoni, 37.
S tm bo n e , ioni. V . 21

INDICE

Taleslri loro regina, 38. Loro invasione della Misia, 181. Ambracia , I I I , 4 5 . Ambracia , I I I , a 35 . Amfissa (citt), suoi abitanti puniti dagli am fuioni, H I , 4 ^3. Amfizioni, I II , 4*3 , 424 e 4^ 5 . Amfrisso (fiume), I I I , 4^iAminta, storia di lu i, I V , 170. e segueati. Amiseni , IV , 127. Amiso (citt della Soarene), IV , 127. Ampelite (terra), 111, aig. Aua (fiume dell Iberia) , l , 307. Anassimandro, filosofo e geografo, autore della prima Carta geo grafica , l i , 14. Anattorio (citt dellAcarnania), III , 495. Anchiala, citt della Cilicia, I V , 384 A ncona, I I I , 71. Andira (citt), I V , 255 , a 63 . Andriclo , monte della Cilicia , I V , 376. Anemorea, I I I , 4^ 4Anfizioniche (le radunanze) in Oncheslo, I I I , 4 > Anigro (fiume), I I I , 283. Antedone , I I I , 396. Anticira , I I I , 4 ? 3 . Antimonio, suo uso, V , 85 . Antiochia (sul Meandro), IV , 25^7. Antitauro, I V , 7. Aoo (fiume), I I I , a 18. Aorno, I I I , 78. Agrippa abbatte la selva che lo circondava, 79. Apamea, V , i 3 6 ; I V , 187. I Macedoni la dissero Pella, 137. Soggetta a tremuoti ,1 9 6 . A parni, I V , 5 t. Apennini, I I , 4 13.

in d ic e

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Apollo Marmano, III , 486. Didumeo, suo oracolo, I V , 3 o5. Ciarlo, suo oracolo, IV , 3 a i, Apollodoro. Si confuta la sua opinione lugli ausiliari dei Tra* iani, V I 389 a 397 Apolloniati, I I I , 318. Apsirtidi (isole), I I I , a i 5. Apso (fiume), 111, a i 8. Aquae Statiellae , I I I , 3i e 33. Aquileia , sua fondazione, III , id. Aquilani (popoli della Celtica), l i , 377, Aquitania, sua descrizione, I I , <o3. Popolazioni ad essa unite, 4 o6 . Arabia Felice, divisa seconda alcuni in quattro p a rti, Y , 170j e secondo altri in cinque p a rti, aoo. Usanza degli abitanti, ivi e seg. L Arabia Felice ai tempi di Omero, l , 85 , Aradii, V , i 3g. Come si provvedessero d acqua, i 4o. Loro storia , ivi. Arado (oitt), V , i 4o. Ararene (1 ) , V , >98. Arasse (fiume), dove lo pass Alessandro, V , cp. Dove mette foce , I V , 5o. Arbella , V , 109. Illustrata dai Macedoni, n o . A rbii, V , 74Arcadia , sua situazione, I I I , s 58 . Arconneso (isola), I V , 3 a 4 Ardenna (foresta), l i , 4 14 * Ardia (1) , IH , 3i 1. Sua descrizione generale, 363 a 365A rdiei, 111, a i6 e 317. Ardione (monte), I I I , si6 . Are di Carimotro , V , 180.

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Are di Conone, V , 176. Dei F ileni, V , 3o 8. Del Leone, Y , 180. Di L ica, V , V i. Di Pitolao , V , ivi. Arecomici, l i , 397. A re ta , accoglie Elio Gallio traviato per gl inganni di Silleo V , 197Aretirea , I I I , 35 i. Aretusa (fonte), IH , ia8. Argantorio (monte) , IV , i 5 g. Argissa od Argisa, I I I , 47 e 47 ** A rgo, in quanti modi Omero abbia usato questo nome, 111, Posizione di. Argo , 3 ag. Sue vicende, 33 ? e seg. Pelasgico , I I I , 3 o. Amfilochia , I I I , a 36 , 49 ^> Argolide , sua descrizione, I I I , 3 a5 a 343. Argonauti, errori di Demetrio intorno alla loro spedizione, I I , 96. Omero ebbe notizia di quella spedizione, 97 e seg. Quel ch egli ne disse come storico o come poeta, 100. Gli Argonauti in Etalia , III , 36. Aria (F), natura di questo paese, I Y , 61. Sua estensione, 6a. Ariana , suoi confini, Y , 73 e 78Sua estensione, 79. Sue popolazioni , 8 1 . Arimi, l y , 191. Aristarco, sua interpretazione di un passo dOmero risguardante gli E tio p i, I I , 65 e seg. Aristobulo, sua relazione sull ndia, V , 17 e seg. Esame di questa sua opinione, 68. Aristotele, sua divisione della terra in zone, I l , 198. Armenia , sua posizione , IY , 37.

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Armenia , sua descrizione , IV , 86 a 98. Minore, i 43 e seg. Aromi (paese degli), sua divisione in quattro p a rti, V , aoo. Arotrebri. V. Artabri. Arsinoe, citt della Cilicia , I V , 576. Artabri (popoli della Lusitania), 11 , 33o. Artemidoro , suo favoloso racconto , 11 , 4 a 3. Altro racconto meno inverisimile, 4 a 4 Artemita (citt), V , la t. A rverni, loro situazione e storia , l i , 406 e seg. Ascania (1 ) , I V , 161. Asepo (fiume), IV , a 38 . Asfalto , V , 1ao. Come si raccogliesse nel lago Sirbonide , 160. Se ne trova nella Massesilia, 396. Asia, I I , 376. Come si unisca all E uro pa, IV , 5 . Sua divisione generale, 7. Settentrionale divisa in quattro parti , 7 8 9 . Meridionale, 9. Prima parte dell Asia settentrionale ,1 0 . Seconda p a rte , 4 a. Costumi dei popoli compresi in questa seconda parta, 71. Asine (citt), III , 335. Aspendo, citt della Panfilia , I V , 371. Aspin (isola), I V , 3s 4 . Asplidone (citt), I H , 4 *5 . Assiria, suoi confini e sua estensione, V , 107 e 108. Costumi degli Assirii, 124 a 136. Asso (citt), I V , 355 e a 56. Asta (roccia), I I I , 378. Asta (citt d Iberia), I I , 309. Astiga (citt), l i , 3o5 . Astipalea (isola), I I I , 5 yg. Astira (citt' della Troade), I V , 2 i5 ; 262.

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i Ndtce

Asturii d Iberia , I t , 3a 8. Atalanta (isola), I l i , 438 . Atamani, I I I , 494* A tene, suoi numerosi monumenti, I I I , 378. Sue vicende , 38 1 e seg. Atene Diade (nellEubea), i l i , 485. A tria, di qui il nome di Adriatico, I I I , i 5 . Atrulla (citt), V , 198. Attalea, citt della Panfilia , IV , 370. Altalidi re di Pergamo, IV , a 83 e seg. Attica (1) , sua descrizione, 111, 367 e 386. Aturia , V , 109. Auasi, V , 215, a6a. Che cosa siano l , a8i. Aufidio (fiume) , IH , i 53 . Augusta-Emerita , citt dei T urduli, I I , 3 a 5 A utariati, I I I , a a i. Azzii (giuochi), I I I , a 36. Axeno (mare), III , 184.

f e
Babilonia (la), V , n 3 . Sue produzioni, 119. Citt fondata da Semiramide, V , 109. Sua situazione, ilo . Sue m u ra, ivi. Abitazioni dei filosofi, ita . Anticamente era metropoli dell Assiri, a r . Babilonia d Egitto , V , a 4g. Bacco, tradizione della sua spedizione nell in d ia , V , a. Balbo Gaditano, l i , 36o. Balbura (citt), IV , 298. Balsamo (albero), V , i 5g. Barbari e Barbarofoni. Spiegazione di queste voci I V , 35g e seg.

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Bardi, l i , 4a *Bargassa IV, 34gBargilia (citt) IV , 355. B ari, 111, i 53 . Bastetani, o Bastali, I I , 336. Battriana, IV , 63 a 6g. Bebeide (lago), I I I , 463. Belgi, l i , 3^ 8 , 4 i 5 , 4 ' 8 Belione. V. Lete. Benis, fiume dell Iberia , I l , 3 ag. Beozia , I I I , 36g. Sua descrizione generale, 386 a 4 >8. Berebista gela , I I I , ig 3 . Berecinzii, I V , iga. Berenice (citt dellEgitto), V , a 6 5 , 3og. Berito , V , 144* Besso , IV , 6g. Beti (fiume dell Iberia), I I , 3 o3 . Citt principali lungo la sua corrente, 3 o5 . Beti (citt) , 11, 3o 4 Biblioteca dAristotele e di Teofrasto, I V , 25 a e seg. Biblo, V , 144 334Birsa (rocca di Cartagine), V , 3oo e 3 ot. Bitinia, suoi confini difficili a determinarsi, I V , >6o. Bitinii, I V , 16, i 83. Bitinio (citt), I V , i 63, Biturigi, l , 4 o4> Bizanzi'o, I I I , aa 5 e 226. Boagrio (fiume), I I I , 44 oBogo , re de Maurosii ; dove fosse ucciso, I I I , 3 o 8. B oj, I H , i7g* Bomiesi, trib etolica , I I I , 496. Borsippa (citt), V , 113. Bosforani, I V , 16. Bosforo Cimmerio, suo estremo confine, I V , i 4<

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Bosmoro , produzione dell India, V , 20. Bram ani, V , 57 e seg. Branchidi, IV, 3o5. Brentesio, I I I , 149 e segu. Bruto Gallaico o Gallecio, sua guerra contro i Lusitani, II, id. Estremo confine della sua spedizione, 3 og. Bubonia (citt), IV , 298. Bucefalia (citt dellindia), V , 3 i. Bullioni, I I I , 137. Buprasio, I I I , 268, 369. G Cabali (citt), I V , 297. Cabalano, citt de Cetramotiti, V. 171 Cabiri, I I I , 53 i e seg. Cadice V. Gadi. Cadusii, I V , 4 5 , 80. Caesar Augusta , I I , 3 a5 , 345 . Caico (fiume), IV , a 85 . Caistriana (la pianura), I V , 294 Calano (bramano), sua conversazione Con Onesicrito, V* 63 . Sua morte, 67 e seg. Calari (citt della Sardegna), III, 3 g. Calati, III, 224. Calauria (isola), III, 326 , 536. Calcante indovino, sua gara con Mopso, IV , 32 1 e segCalcedonia , I V , i 58. Calcedonii, IH , 226. Calcide (borgo), IH , 273. Calcide (monte dellEtolia), I I I , 496. Calcide, quasi metropoli dellEube , III , 486 e seg., igotCalcidica. V , i 3g. Caldei, filosofi di Babilonia, V. i n . Caldei, una volta si dissero Calibi, I V , S u

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Calibe (citt), III , 227. Calibi (fiume), IV, 33g. Calicadno, fiume della Cilicia su cui costruita Seleucia, 76, 75 . Calidna, (citt della Caria) ; I V , 33g. Calidne (isolette), III, 58 o e 5 8 1. Calidone (citt) , H I , 5 1 7 ; 4g3. Calidone (citt degli E toli), I H , Calimna (isola), I I I , 58 1). Gallipoli , IV , 210. Calpe (monte e citt), I I , 3oi. Sua distanza da Cartagine Nuova, 335, Cambise, distrugge gli edifizii sacri dellEgitto, V , 267. Camisena, IV , 5 8 . Cammellopardi. V. Giraffe. Campania , I I I , 74 a 88. Cane (citt), IV, 264 . Canopico (rame del Milo), V , 2(2. C aoni, I I I , a 35. Capo. V. Promontorio. Cappadocia, suoi confini, I V , 99. Sua divisione > 01,6 seg. Sua estensione, 11 a a 114' Caprea , I I I , 84 , 36. Capria (lago), IV , 371. Capua, 111, 87. Caradro, fortezza cella Cilicia, IV, 376 Careso (fiume), IV, 24 o. C aria, sua descrizione generale, IV, 338 a 364> Carianda (porto), IT, 353. Carii, I I I , 229. C arii, 1V , 178. Cariste (porto), IV, 025. Caristo, H I, 485. Carmania, sua estensione, V , 85 ,

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Carmilesso (caslello) IV, 367. Cannona (citt delllberia), I I , 3 o5. Cam a citt principale de Mioei V, 170* Carneate (monte) , I I I , 3 5 1. Sue produzioni, 86. Usanze de* suoi abitanti, ib. Caronei, I V , 18g. Caronio in Acaraca IV, 355. Carpato, o Crapato (isola), III, 58 o. Carpentani (popoli diberia), l i , 3 9 9 , 337. Carta Geografica. La prima fatta da Anassimandro , l i , Quella di Eratostene I I , i 43 . e seg. Maniera di disegnare una carta della Terra abitata secondo Strabone , 348. Cartagine Nuova, o Cartagenova, li , 34o. Cartagiue. Suo territorio, V , 399. Sua posizione, 5 oo. Sua fondazione , ib. Divisione del suo territorio sotto i Rom ani, 3o3. Carteja , citt dell' Iberia , 11 , 3 i 3 . Cantra, confine tra la Frgia e la Caria, IV, 8g. Casio (monte), V , 453. Caso (isola), III, 58o. Caspi i, IV, 73. Caspio (mare). Sua estensione e sue coste srcondo Eratostene, I V , 42 e seg. Poca fede da darsi agli storici rispetto a juel mare, 44 Cassiteridi (isole), II , 374. Castalona (citt delllberia), I I , 337. Catacecaumene, I V , 190, 393 e seg. Catania. Cagione della sua fertilit , I I I , 84 Cataonia, IV, io, io 2, 106. Cataratte (fiume della Panfilia) IV , 570. Catea. Costume de suoi abitanti, V , 3a e icg. Catone (Mar.) Suo viaggio nella Libia, V , 3>9

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Catramotti popoli dellArabia Felice V , 171. Caltabani, popoli dellArabia Felice V , 171. Caucaso. Descrizione di questo monte, IV , 31 e seg. Popoli ondfc abitato, 4 o e ^3. Da questo monte nascono tutti 1 fiumi dellindia, Y, i 5. Cauconi, IH, 373 , e seg. Cauconi della Trifilia, 280; IV, 117, Cauno (citt dello Caria) IV, 33() e 34o. Cefallenia, III, 5 oo , 5 o8 e seg. Cefisio (lago), 111, 4oi. Cefisso (Game), I I I , 385 , 3 gg. Celenderi, citt della Cilicia I V , 376. Cele-Siria, V, i 4a , i 45 . Celossa (monte), III, 35 i. Celsa (citt), l i , 345. Celti. Loro posizione II, 378) I I I , 10 e segu. Celtiberia, II, 354 . Celtica Transalpina. Come se ne dividono le popolazioni li , 376. Suoi limiti, 377 e 378. Sua descrizione generale 379. Celtica Narbonese. Sua figura, 58 o. Descrizione della costa da Marsiglia al V aro, 393. Popoli e citt mediterranee fra il Rodano e lAlpi, 3g 4 a 397. F ra il Rodano e i Pirenei, 397 e 398. Fiumi della Celtica, 401. Descrizione della Celtica lungo il Reno ed il Rodano 408 a 5 a6. Costumi ed usanze de suoi popoli in generale, 16 a 4 ^ 3. Celtica Cisalpina , I I I , 8. Sua descrizione, 10 a 34* Celto-Sciti, IV , 43 . Cemneno (monte della Celtica), 11 , 577 , 378. , Cencrea (porto deCorintii), I I I , 337. Cencrio (fiume) IV, 5 i 5. Cenomani, I I I , 19.

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Ceo (isola), I I I , 5 ^5 . Cepione (torre di), l i , 3o3 . Ceramo, IV , 34g. Cerauni (monte), I I I , a 33 . Ceraunii (monti) , IV , 29. Cerbesii, I V , 191. Cercinna (isola), V , 3o4 a 3 o5. Cercopitechi o scimmie dalla lunga coda, V , 3 i e seg. C ere, geste de* suoi abitanti, 111, 28. Cerinto , I I I , 485 . Cerna (isola), I I , io 3 . Cerretani (porto de) , I I I , 4 o. Certami in Delfo , I I I , 4 29 Cestri (fiume), I V , 174, 371. Chaalla (borgo), V , 199. Chelidonie (isole), IV , 368 . Cheronea , III , 4oiCherreide (porto), I V , 3 a 5 . Sua situazione , III , 4 *3. Due vittorie ivi riportate, 4 *4Chersoneso (gran), sua figura, I I I , 306 e seg. Taurico , 201. (Piccolo), 303. Chimera (valle cosi detta), I V , 367. Chio (isola), IV, 3 s 6 . Suoi uomini illustri, IV , 3 a 8 . Cianee, I I I , 334. Cibelia (borgo), IV, 3 s 6. Cibira (citt) , IV , 397. -Cicesio , I I I , 3 o 3 . Cicladi (isole), III, 571 e seg. Cidonia (citt di Creta), 111, 553 . Cilbiana (la pianura), IV, 395. Cilicia, I V , 108. Sua descrizione generale, I V , 373 a 398.

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Cilicii , LV , a58 , 2 ^3 . Come si dessero alla pirateria IV , 3 7 3 e seg. Cilla, IV , a5g. Cillene, I I I , a63. Cilleo, pi luoghi d i'ta l nome, IV , a59. C im bri, I I I , 1 7 3 . Dove: sconfissero Gneo Carbone , ia. C im e, I V , 2 7 9 e sego. Cimmerii, furono conosciuti da Omero , I I , 1 2 , 43. Dove si crede che una volta abitassero, I I I , 7 8 e seg. Cimmerio (borgo), IV , i3. Cinia (lago), I I I , 5 1 7 . Cinocefalo , I I I , 47^* Ciparissei, I I I , 3 7 8 . Ciparissente , 111, a85. Cipro, descrizione generale di quest isola, I V 3gS a 4o4Cipselo s impadronisce di Corinto , 111, 344> Cira (citt fondata da C iro), I V , 65 e 6 6 . Circe, come Omero la supponesse congiunta di parentela con Medea , l , 44 , I I I , 55. Cirenaica e C irene, V , 3o8 , 3io. Personaggi celebri di Cirene , 3 11 . Cireo (fiume dell Eubea), 111,493* Cirfio (monte), I I I , 4aa. Cirno , I I I , 3 7 . Ciro (fiume), I V , a 6 , 3o ; V , 9 2 . Ciro, sua spedizione contro i Saci, IV , 53. Sua infelice spedizione nell In d ia , V , 8 . Trasporta la sua sede ia Susa , 8 8 . Sua tomba in Pasargada, g3. Cirra (citt), 111, 4aa. Cirrestica (la), V , 135. Cirta , V , agg. Cisamo (Arsenale di A ptera), I I I , 55gt Citer (isola), I I I , 3 1 5.

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Cizico (citt), I V , 1 83 a i85. Gizio citt Dellisola di Cipro IV , 40tkClazomene (citt) IV , 3a8. Clazomenii, I V , 3a5. Cleone capo di pirati, e sua storia, IV , 1 8 9 . Clidi (isole), 1V , 3 9 9 . Clima, che cosa intendessero gli ' antichi sotto questo nome, 11, >5. Trattato dei C lim i, a83 a 9 9 3 . Climace (monte), IV , 3 6 9 . Cneraide, luogo forte nella Locride Opunzia , III 4^9Coarene (paese della), V , 83. Enormi fiseteri che si trovano nel mare ivi presso , 84Coaspe (fiume), V , 9 0 . Coccodrilli abbominati nella citt di Tntira , V , 3 6 4 . Colchide, descrizione di questo paese, I V , a i a 1 6 . Coloe (lago), I V , a 8 8 . Colofone (citt ionica), I V , 3ai. Colofoni!, 3aa. Colone , diverse citt di tal nome , IV , a io e a i t. Colonna di Reggio, 111, 1 0 2 , j 1 9 . ' Colonne (stretto delle), varii luoghi intesi sotto questa notn , l i , 363 a 3 6 7 . Comana (citt), I V , io3. Comaro (porto) , I I I , a34. Commagene , V , i3a. Como , I I I , 4<i> Sua storia , I I I , ia. Conistorsi (citt dell lberia), l i , 3o5. Consenzia , IH , 1 0 0 . Coo (isole e citt d i) , I V , 35i e 35a. Copaide (lago) , I H , 4 0 > e 4 oa. Corace (monte dell Etolia), I I I , 4g6. Coracesio, fortezza dei Cilicii, I V , 3 7 1 . Coreira la nera (isola), I I I , a 1 6 . Corduba citt della Turditania I I , 3o4>

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Coreoa , IV , 58. Coresso (citt), IV , 3i6. Coribanti , 111, 53 1 e seg. Coricio , antro nella Cilicia, I V , 3^8. Corico (monte), IV , 3a5. Corinto. Demetrio Poliorcete distolto dal tagliarne listmo, II, 1 1 7 . Sua posizione, I I I , 343. Sua potenza c sua distruzione, 344 a 3 5 i. Riedificata , V , 3oa. Corocoodama, I V , i4Corocondamite (lago), I V , i4 , >5. Corsica, vedi Cimo. Corsura (isola nel golfo di Cartagine), V , 3o3. Cossei, V , laa. Crago (monte della Licia), I V , 3 6 7 . C rago, rupe nella Cilicia , IV , 5 7 6 . Crambusa (isola), IV , 3 7 8 . Cratete, sua lezione di un passo d O m ero, I I , 65. Cremila (citt), I V , 1 7 1 . Creta , descrizione generale di quest isola , e sua legislazione , I I I , 549 a 5 7 1 . Crisa, I V , 4 4 3 , 543. Crissa (citt), I I I , 4a3. Crissei, loro condotta contraria ai decreti degli Amfizioni, 111, 4 2 3 . Critote (citt), I I I , 5 1 7 . Criu-Metopon , I I I , ao3. Crocia (la pianura), I H , 4 6 1 . Cromnione, 111, 3 4 8 . Crotoniati, I I I , i n . Ctenunte (porto), I I I , ao3. Ctesia, sua esagerazione nella misura dell india:, V , i4* Ctesifone (citt), V , 1 2 1 . Cuario (fiume), I I I , 4 6 1 . Cuinda , fortezza della Cilicia , IV , 38 1 . Cuneo nell Iberia , l i , 2 9 6 .

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C ureti, III > 4<)6C u reti, ricerche e tradizioni intorno ad essi, I I I , 5 23 e seg. Somiglianza fra la setta dei Cureti e quelle - dei Coribanti, C abiri, Dattili Idei e Telchini , 53 r. Altre considerazioni spettanti in generale ai Cureti, 5 i3 a 548. Dove si favoleggia che custodissero Giove bambino V , 3 16 . Curi (citt della Sabina), III , 47Curio (monte dell Etolia) , I I I , 49& D Daci, III, 1 9 4 . Dafne (borgo), V , i34D aii-P arn i , IV, 44> 6 0 . Dalmati, III, 216. Damascene (la), V , 1 44* Damasco, V , 1 44Danao e Danaidi, I I I , 3 3 i. Darbe , IV , 7 0 . D arb ici, I V , 7 2 . Dardano (citt), IV , 223. Dario. Iscrizione sulla sua tomba, V , 84Dasciliti (lago), IV , 1 83. . . Dattili Id e i, I I I , 53 1 e seg. Daulide (citt), III, 453. Daunii, I I I , i54Decelia, I I I , 3 7 9 . Dedala, fortezza appartenente a R o d i, IV . 3 3 9 .' Monte di questo nome, 365. Deimaco, sua esagerazione nella misura dellindia, V, i5. D elfo, I t i , 4ai e 42aSuo oracolo, 4 2 5 e seg. Posizione di questa citt , 4^5. Delio, I I I , 3 g 2 . Deio, III, 5 7 2 e seg.

Delta del Nilo, I I, 3 2 7 . Demetriade, III, 463. Demetrio da Scepsi. . Suoi errori sulla spedizione degli Argonauti l i , 9 6 . Diana Efesia, suo tempio in Emeroscopio, I I , 34 1. Dicearcbia, I I I , 8 0 e seg. Suo commercio con Alessandria, V , a a i. D idim a, vedi Gadi. Dime , I I I , 3 7 0 e seg. Citt dell Acaia , 111, 36i. Dindimene, suo tempio, I I I , i83Dio (citt), IH , 485. Diomede, luogo a lui consacrato, I I I , 1 6 . Signoria eh egli ebbe lungo l Adriatico , 1 7 . Racconto della sua sparizione, i54 e seg. Diomedee (isole), I I I , 1 7 , 154 e 1 55. Dioscuri detti Guardiani del m are, I I , io5. Dioscuria o Dioscuriade , I I , ioa ; IV , ao e aa. Dodona, suo oracolo, I I I , a4 i e a4a. Dolioni, IV , , 83. D orici, loro situazione, III , 44?* Dorilao il fallico, 111, 556. Dorio , I I I , a 8 g. Drangiana , IV , 6 1 . Drochimete , re dei G eli, 111, 9 0 . D ruidi, l , 4 ai. Durio (fiume) , I I , 3 2 7 . E Ea (citt) , 11, 43 , 9 8 . E buso (isola), 11 , 34i , 3 5 7 . Ecalia d Eurito , 111, 2 8 9 . Ecateo milesio, credesi autore di un Trattato di Geografia, II, i4* Ecatonnesi (isole), I V , 2 7 1 e seg.

SriuBOttE , tom. V,

ai

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Echinadi (isole), I I I , 5 14 e seg. Echino , I I I , 35g. Edui (popoli della Celtica), l i , 4>oEfeso , IV f 3 1 7 e seg. Suoi uomini illustri > 3ao. Efira (citt), 111, a64 e seg. E foro, suo racconto sui Delfii non credibile, 111, 43o. Antica opinione sull Etiopia da lui riferita, I l , 7 3 , E g e, I I I , 3 5 8 , 36o. Egea , piccola citt della Cilicia , I V , 388. Egialea , 111, 353. Egina , I I I , 338 e seg. Egineo , III , ^ 3 9 . Egira (citt), 111, 35 8 , 36o. Egitto. Confronto fra 1 Egitto e lEtiopia , V , aog. Divisione dell Egitto in N om i, aio . Sua estensione, 3 1 7 . Storia deLagidi che vi ebbero regno, 3 3 7 e seg. Amministrazione dei R om ani, aag e seg. Rendita dell Egitto , a3a. Edifizii sacri dell Egitto , a4f>. Sapienza de sacerdoti egizii, 3 4 7 e seg. Piram idi, a5i. Animali tenuti sacri in Egitto , a6t. Guerre che fecero i Romani in quel paese, 3 7 4 * Produzioni ed animali dell Egitto , a8i e seg. Eiatea. La pi grande citt della Focide, H I , 4a 1 e 4?a' Elba.- V. Etalia. Elea (citt), I I I , g4. Elefanti, come si pigliassero nell In d ia, V , 4*. Come nell Arabia , 1 7 8 . Asserzione di Gabinio sugli elefanti della Maurosia , sg3. Elefantina (isola del Nilo), V , 3 7 0 . Elena (isola), I II , 384Eleona , I I I , 4 6 9 .

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Eieunte , I V , 348. Eleussa (Isola) , IV > 33g a 3 7 8 . Eleutera , III , 4 1 0 . Eleuterolaconi, I I I , 3?o. Elice, H I , 355 e 356. Elicona , I I I , 4o3 a 4 0 6 . Elide, sua descrizione generale, I I I , a 6 o , 2 6 1 a 3o5. E lim ei, V , 1 2 2 . Elimeia, H I , 2 3 7 . Elio G allo, sua spedizione nell A rabia, V , 1 9 4 e seg. E liade, introduzione alla sua Geografia, I I I , s5 i. Sue nazioni e suoi dialetti , 352 e 253. Sua divisione in due parti principalissime, 255. Elleno e i suoi figliuoli, n i , 353. E lli, I I I , 2 4 0 . Etiopia , I I I , 3 4 0 . E lo , I I I , 3 8 9 . Elone (citt de Perrebii), I I I , 4 7 3 . Elvezii, I I , i n ; I I I , 1 7 3 . Embada (calzare), V , ia5. Emeroscopio (isola) , I I , 34 1 . Emo (monte), I II , s i i . Emodo (m onte), V , i3. Enchelii,, I I I , 3 3 7 . E n ea, sua venuta in Italia, H I , 48 e seg. Eneti (popoli della Celtica Cisalpina), I I I , 1 0 . Loro razze di cavalli, 1 8 . Altri E n eti, I V , 1 3 0 , is t . Eniani, I V , 4 5 , g5. Eniochia, I V , 1 8 . E n o e, I I I , 353. Enotridi (isole), I I I , gS. Eolie (colonie), I V , 1 9 6 . E o lii, I I I , 3 5 3 e seg.

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Epalio re dei D orici, I I I , 4 4 3 . E p e i, I I I , 2 6 8 e seg. Epidamno, I I I , a i 8 . E pidauro, I I I , 3 3 7 . E p iro , difficolt che s trovano a descriverlo, I I I , a3o. Eraclea (citt d Italia), I I I , 1 i5. Altra citt di tal nom e, I V , 1 1 8 . Citt del golfo Latmico , I V , 3o8. Eraclidi, I I I , 354 e seg. Eraclio , 111, 83. Erana (citt), 111, a 8 6 . Eratira , 111, 3 3 7 . Eratostene, esame della sua O pera, I I , 3i , l o r , i33. Suo errore rispettoall istmo ora di Suez, 84 Difeso contra Ipparco, 1 1 9 e seg. Suo errore sugl Iperborei, i3 i. Sua opinione sulla lunghezza della terra i3 3 ; e sulla lar ghezza, i35. Divisioue da lui adottata, i38. Sua divisione degli abitanti della terra desunta dal carattere morale, 1 4 1 . Descrizione della sua Carta Geografica, i43 e seg. Sua opinione sulla posizione dell India combattuta da Ip parco , 1 4 6 . Sua descrizione del mar Caspio, IV, 4<> Notizie ch egli ci ha lasciate sull india V , t3 e 1 6 . Sue misure della Persia, 8 8 . Sua descrizione dell A rabia, 1 6 9 e seg. Sua descrizione del N ilo, 3 0 7 . Ercinia (selva), III, 1 7 0 . Ercolano. V. Eraclio. Ercole, tradizione della sua spedizione nell India, V , 10 . Venerato ia Tiro, 1 4 7 . E rem b i, qual popolo debba intendersi gotto questo noine, I I.S g .

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E retria, la pi grande citt dellEubea dopo Caleide, 111, 4 8 6 , 4 8 9 e seg. Erice (monte nella Sicilia), I I I , i3a. Eridano, diverso dal Po 0 P ad o , 111, 17 . Erisichei (gli), 111, 5i8. Erithia, II, 3 1 9 . E litra (citt della Beozia), I I I , 385. Porto nellionia , I V , 3a5. Ermione , I H , 3a6. Esepo. V. Asepo. Etalia (isola), I I I , 35. Particolarit delle sue miniere, 36. Suo p o rto , ivi. Origine favolosa di. certe sue pietre, ivi. Eteono (citt), H I, 4o3. Etiopia , sua posizione, I I , 6 8 . Come si pub spiegare che Omero la dica divisa in due p a rti, 8 0 Antica opinione su questo paese riferita da Eforo, 7 3 . Opinione di Strabone sulla divisione Omerica, y5. Viaggio di Menelao in Etiopia secondo Omero, 8 1 . Suo confronto collE gitto, V, 3 0 9 . Guerre che vi fecero i Rom ani, 3 7 4 . Digressione sullEtiopia, 3 7 7 e seg. Usanze degli E tiopi, 3 7 0 e seg. Etiopi E sperii, 3 8 9 . E tn a , I I I , >38 e seg. V. Sicilia. E to li, 111, a5a. Eubea. Citt che portarono cotesto nom e, I I I , 4g3. Sua descrizione generale, I I I , 4 8 7 a 493* Eucratide, IV, 5 9 . Eudosso, relazione della sua navigazione intorno alla Libia, I I , 3 0 7 e seg. , Eufrate, suo corso I V , l i e 7 5. Attraversa Babilonia, V , i n .

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Eufrate, suoi canali, V , 114. DifTondimento delle sue acque, 117. Opinione di Policleto su questo fiume, ivi. Popoli situati lungo lE ufrate, >3g. Eurimedonte (fiume), IY, 174, 371. Euripide, suoi errori geografici, I I I , 321. E uropa, I I , 271. Sua figura, 273. Idea generale di questa parte della Terra abitata, I I I , 165 e seg. Europa al di qua dell lstro , a io e seg. Europo , I I I , 23g. Eurota , 111, 274. Eussino. Y. Ponto. Eveno (fiume dellEtolia), I I I , 496. Anticamente dicevasi Licorina, 497* F Falisci, I I I , 4 > * Fanagoria , IV , fl e 16. Fara , I I I , 36a. Faricadone, I I I , 467. Farmacuse (isole), I I I , 377. Fam a eia, IV , i 45. Faro (isola), perch Omero la dicesse disgiunta dal continente il viaggio d un giorno , I I , 80. F aru sii, V , 392. Faselide , IV , 36g. Fasi (fiume e citt), IV, a 3, 27. Fazamoniti (le), I V , i 5a e seg. Fa , I I I , 274 l'enea , IH , 364. Fenicia, V , <45 a i 5 a.

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Fenicii, collocati a torto da alcuni sul golfo Persico o sull O ceano, l i , 9 2 . Fondarono colonie sulla spiaggia della Libia dopo la guerra di Troia , io3. Fere (citt), III, 46a. F erei, I I I , 322 e seg. Feronia (citt della Tirrenia), III, 4<> F este, loro origine, I II, 534. Filace, I I I , 4 6 0 . Filadelfia, IV, 2 9 2 . Filetero, custode dei tesori in Pergam o, IV , 2 8 2 e seg. F im b ria, questore romano espugna Ilio , I V , 220 e 321. Fisco , piccola citt della Caria , IV , 54o. Fiseteri (animali m arini), V , 8 4 e 85. Fliasia , III , 35i. F liu n te, I I I , 35 1 e seg. Flusso e riflusso , perch Omero faccia dire da Circe eh* esso accade tre volte ogni giorno , I I , g5. Sue variet negli stretti, 1 1 8 . Sue spiegazioni, 36g e seg. Focide (la) , sua posizione e suoi confini, I I I , 4 1 8 . Marittima, 111, 4 2 1 e seg. Mediterranea, 453. Foloe (monte), H I , 3o3. Fontana singolare nel tempio drcole in G ad i, l , 36 7 . Formiche che scavano il ferro , V , 44* Francia. V. Celtica. F ren tan i , I I I , 7 2 , i58. F rig ia, divisa in due p arti, I V , i j 5 . Confusione dei Frigii coi Misii , 1 7 6 e 1 7 7 . Epitteta , 1 6 1 , 1 7 5 , i85. (Grande), 1 8 6 . Parorea , ivi. Frisso (citt), IV , 25. Frisso eroe, e suo monumento, 11, 9 8 .

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F risso , fonda il tempio di Leucotea , I V , a4. Ftia (la), I I I , 45 1 e seg. Ftioti-Achei, presso il Caucaso, IV , 1 7 . Ftirofagi, I V , a5. G G abinio, storico romano, sue assurdit sulla Maurosia, V, 9 9 3 . Gadaride, V,< 1 S0 . Suo luogo, 1 6 3 . G ad i, creduta 1 ultima isola della Terr.a, I I , 3oa. Popolazione della citt di Gadi t 36o. Perch si disse Didima, 56i. Tradizione sulla fondazione di G adi, 36a. Sua fontana singolare, 3 6 7 . Alcuni alberi di quellisola , 3 7 3 . Gadilone (paese d i), I V , 1 2 6 e seg. Gadira. V. Gadi. G alab rii, I I I , a 1 8 . G alati, loro divisione e loro governo , I V , i65. Gailaici o Gallecii (popolo dIberia), l i , 3 3 7 . Creduti Atei da alcuni, 35 1. G aleote, loro pescagione, I I , 5i. Galiesio (monte), I V , 3 ai. Gallia. V. Celtica. G ange, V , i 5 , 3 7 e seg. Sue sorgenti, 7 0 . G aram anti, V , 3o6, 3 13. Gargarensi, IV , 36. Garonna (fiume), 1 1 , 44Gaugamela (borgo dellAturia), V, 1 0 9 . Gazei e Gaza , V , i5 i. G edrosia, sue produzioni e sue particolarit, V , e seg. Geografia, nobilt ed importanza di questo studio, l i , 1. U fondatore della scienza geografica fu O m ero, a.

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Geli (popolo dellAlbania), I V , 3 5 , 45. Geografia, cognizioni che essa esige , I I , (4 > a4 e seg. Sua unione collastronomia e colla geometria, 171 Utilit della geografia, ivi e seg. Principi generali della Geografia, secondo Strabone, a3a a a35. L a Geografia indica le divisioni naturali dei paesi, non quelle introdotte dagli uomini, 3 7 9 . G eresto, I I I , 4 8 6 . Gerico (citt), V , i5 g , 1 9 4 . G erm ani, I I I , 1 6 6 a i 7 r. Filosofi dellin d ia , V , 5y e 5g. Gerra e G errei, V , 1 6 6 . G e li, I I I , 1 7 6 , 1 8 9 . Loro stato ai tempi di Strabone, 111, 1 9 3 e seg. Essi sono noti agli Elleni meglio dei D aci, 1 9 5 . G etnli, V , 4 8 7 1 3o6. G iasone, suo passaggio per lAlbania, IV , 34. Sua spedizione nellArmenia, g4* V- Argonauti. Giasonie, II, 9 9 . Gigea (lago), IV , 3 8 8 . Gimnesie (isole), I I , 34?. Loro descrizione, 3 5 7 e seg. Giove Trofonio, suo oracolo, III, 4*4Giraffa, V , 1 8 4 . G irtonii, III, 47^G iudea, V, i45 a i63 G iu d ei, tradizione che li fa discendere dagli Egizi!, V , i53. G iugurta, V , 3 9 8 . Giunone Farigea, I H , 44' G n id o , I V , 348 e 3 4 9 Gnosso (citt di Creta), I I I , 553 e seg. Golfo Ambracico , I I I , 4 9 8 . A rabico, V , 1 7 3 e seg. Canale fra il Nilo e questo golfo, 244S tmjsonBj tom. V. *aa

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IS D IC E

Golfo Argolico, I II , 3a4. Ceras, I I I , aa5. Corintio, 111 , *58. Crisseo. I l i , 3 4 7 ^ 3 3 . Emporico "V, 2 8 7 . Erm onico, I I I , 3a4. Ida (d) o d Adramite, IV, aoo. Latmico , I V , 3o8, L ocrino, H I, 8 0 . Messenio, I I I , 3o8. Opunzio, I I I , 4 3 7 . Persico, avventure incontratevi da Nearco, V, 83 , 1 6 7 0 seg. Ampiezza della sua bocca, 8 7 . Sua denominazione e descrizione, i65 e seg. Possidoniate, III, g4. Rizonico, I I I , 2 1 7 . Salamina (di), I I I , *5j. Saronico, H I, 'a 5 7 , 3 3 7 . Scillezio , I H , 9 9 n i . Taranto (di), I I I , m , 1 43. G onno, I H , 4 7 3 . Gordi, V, ia5. Gordiei, V , 1 2 7 . Gordiene (la), V , ia5. Gorgippia (citt) , IV , i5. Gortina (citt di Greta) , 111, 553. Gneo Carbone, sconfitto dai C im bri, I I I , 1 6 . G re a , I II, 3g4> Grecia. V. Eliade. Gru. Si spiega un passo di Omero intorno a questi uccelli, II, 7 4 .

I
Iapigia, I H , 1 4 8 . Iapodi, I I I , ai5.

IM IICE

3 (^7

lardano (fiume), I I I , a83. Iaso, IV , 353. Iassarte (fiume) , IV , 48 > 6 8 . lb e ri, loro indole e costumi, I I , 33g a 349Iberia (dellAsia), sua descrizione fisica e politica, I V , a 6 a Qg. Ib eria, idea generale di questo paese, I I , ag4 e seg. Mal abitabile nelle sue parti settentrionali, ag5. Fertile verso il mezzo-gioano, ivi. Sua figura, lunghezza e larghezza, ivi. Suoi quattro lati secondo Strabone, 1 9 6 . Suo punto pi occidentale, ib. Sue produzioni, 35o. Sua divisione generale, 355. Isole ad essa adiacenti, 3 5 7 i ^ 7 5 . lbero (fiume), I I , 34> , 345 a 354. Sua particolarit, 3 7 3 . Icaria (isola), I V , 3l4. Iconio, I V , i 6 g. Ida (monte di Creta), III , 55 1 . Ida (della T roade), fiumi che hanno le loro sorgeuti in questo monte, I V , 138. Ida (monte della Misia), IV, 1 8 1 , 4g8 e seg. Idubeda (monte dIberia), I I , 345. Ie ra , o Isola di Vulcano , I I I , i38. lerapoli, 1 ^ , ag5. Ila , sua favola, IV , i5g. Ilibiride ( fium e), l i , 388. Ilio, situazione dell antica citt di tal nome , I V , aig. Posteriore , aao. Suoi casi, aao e a a i. Differenze di posizione dei due Ilio , aaa. Perch gli abitanti d Ilio non onorassero Ercolfi, 235. Prove e cagioni della sparizione dell antico Ilio , a 33. llliria , III , a ia. Suo suolo, aao.

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Ilo ti, i n , 3i8. Iinaco (fiume), H I , 33o. Imao (monte), V > l3. In d ia , Omero non nebbe notizia, l i , 85. Sua posizione secondo Eratostene, i44Difficolti di descriverla, Y, 6 e seg. Spedizioni che vi si fecero prima di Alessandro, 8 a i! Suoi confini, sua figura ed estensione, i3 a i5. Suoi fiumi, i 5 , 3 7 , e seg. Sue produzioni, e qualit de suoi abitanti, i5 e >6 . Piogge periodiche nellindia, 1 7 . Riso, bosmoro ed altre produzioni dellindia, 1 9 a i ( . Colore deglindiani, e sua cagione, 3 5 a 3 7 . Divisione deglindiani in sette classi, 4 a 48. Rettili ed altri animali dellindia, 45. Frugalit deglindiani e loro buona salute, 4& Magistrati dellindia e loro incumbenze, 4 8 e seg. Costumi ed usanze deglindiani in generale, 5 i a 53. Dei loro re , 53 e seg. Singolarit raccontate da Megastene sullindia, 54 e seg. Filosofi dellin d ia , 56 e seg., 7 0 e seg. Altri costumi deglindiani, 66 e seg. Loro religione e cerimonie religiose, 6 g e seg. Indiceti (popoli dib e ria), 11, 336 343. In d o , Y , i5 Fiumi che vi si scaricano, 25 e seg. In su b ri, 111, 1 3 . Iolco, I I I , 4 6 2 , 463. Io n ia, I Y , 3oo e seg. Io n ii, I I I , s53. los (isola), I I I , 5y. Ipparco, si confuta una sna opinione sullOceano, II, 10 e Cognizioni necessarie secondo lui al geografo, i5. Confuta Eratostene, i45. Confutato egli stesso, i65 e seg.

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O4 9

Ipalo (monte della Tebaide), 111, 4 (o* Iperborei, si rettifica letimologia di questo nome, II, e 1 32. Ipponio , I I I , 1 0 1 . lrcania, sua descrizione, IV , <6 , 49Ircano (mare), favole che ne raccontarono gli storici adulatori di Alessandro, IV , iy e 4 8 . Particolarit che ne racconta Eudosso, 4gIria , H I , 3 9 5 . Iride di Selge, IY , 1 7 3 . Isaurica (1) , IV , 1 7 0 . Isia , I H , 3fo. Islanda. V. Tale Isole, adiacenti allIberia , I I , 3 5 7 a 3 7 5 . Adiacenti alla costa da Marsiglia al V aro, 3 9 3 e 3 9 3 . Circonvicine alla Britannia, 4a9Adiacenti alla Sicilia ed all Italia, III, 1 3 7 a i4a. Adiacenti all Acarnania ed all Etolia, 4 9 8 a 5 16 . Isola creduta mortale a chiunque vi si accostasse, V, 85. Ispali , citt della Turditania , I l , 3o4Isso , piccola citt della Cilicia, IV * 388. Istiea (citt), I I I , 484* I s tr ii, I I I , >9 , ai4> ' Istrioni. V. Lebedo. Istro , opinione eh esso mettesse foee nellAdriatico, l , 9 9 . Itac a, III, 5 o o , 5o3 e seg. Italia, sua denominazione, I I I , 5. Sua figura, 6 . Sua prima p arte, ossia Celtica Cisalpina, 1 0 a 2 4 . Seconda p a rte , ossia Ligustica, a5. Terza parte, a5 a 7 1 . Quarta parte, 7 1 a 7 4 . Quinta p arte, .7 4 a 9 2 . Sesta p arte, a io3. Settima parte, io3 a i4a. Ultima parte, i4a a i58.

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IBDICE

Ittiofagi, V, 74 e seg. Itome, III t 4 6 6 . lulide (citt nellisola di Ceo) III , 5j5.

K
Korali (lago), IV,
169.

L L abirinto, sua descrizione, V, s58. Lacedemoni, loro governo e rivoluzioni, 111, 3 i8 e Laceia, citt dell Iberia , II , 3a6. L aconia, sua descrizione, I I I , 3 i4 a 3?5. Lada (isola), I V , 3 0 7 . Ladone (fiume), I I I , 364Laerte, castello della Cilicia, IV, Sj5. L agidi, loro storia, V , 2 3 7 . Lampsaco , IV , aio. Agrippa ne fa portar via un lavoro di Lisippo , ai Lao (seno, fiume e citt di tal nom e), I I I , 9 5 . Laodicea (di F rig ia), I V , 1 8 8 . Di Siria , V , i36 e seg. L apiti, H I , 4 7 0 e seg. Lario, l i , 4>o; 111, i3. Larissa , cittadella d Argo , 111, 3 3 9 . Sua fondazione, 3 3 1 . L arissa, varie citt di tal nom e, I I I , 47> '>I V , 3 7 6 . L a tin i, I I I , a 6 e 5a. Latino (fiume e borgo di questo nom e), I V , 3 7 9 . Lazio , I I I , 4 8 , sua storia antica , ivi. Suoi primitivi confini, 5a. Descrizione delle sue coste marittim e, 54 c 58. Descrizione delle sue parti mediterranee, 58 e 7 0 . Lebadia , III, 4>4>

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35

JLebedo, abitazione deglistrioni, IV , 3a3. L eboridi, animali nocivi dell Iberia, I I , 3 n . Leebeo , I I I , 34j. Lelanlo (pianura di) , I I I , 4 8 7 . L elegi, I I I , aag ; I V , a 4 5 , 2 *7 , 3 5 7 q seg., 9 7 4 . Leprea , I I I , 2 7 7 . Lepti. V. Neapoli. Lesbo (isola), sua descrizione generale, IV, 2 6 7 . I>ete, fiume dell Iberia, l , 3 ag. Leucade (isola), I I I , 4 9 8 , 499* Leucania , I I I , 9 3 , g5 e seg. Leuce, piccola c itt, IV , 3ag e 33o. Leuco-Com e, V, 1 9 6 . Leucopetra , I I I , 1 0 6 . Leucosia (isola), I I I , 63. Leucotea, I V , 2 4 . L eu ttri, I I I , 4i4* Libia. 1 Fenicii vi fondarono colonie poco dopo la guerra Troia, l i , io3. Sua descrizione sommaria, 2 8 0 . Considerazioni generali sopra questa regione, V, 284. Sua figura, 2 8 5 . Discussione sui fiumi ond bagnata, 2 9 4 e seg. Non se ne possono determinare i confini, 3i3. Libo-Fenicii, V, 3o6. Liburni, I I I , 2i5. Liburnidi (isole), III, 2 1 6 . Licadi (isole), I I I , 43g. Licaonia, I V , 1 6 9 . L icia, sua descrizione generale, IV , 364 a 3 7 0 . Licii, loro sistema di governo, I V , 365 e seg. Ligeri (fiume della Celtica), I I , 4o6 e seg; Isola adiacente alla sua foce, abitata solo da donne, 4a3. Ligustica, 111,25. Lilibeo, I I I , n g .

35 a

in d ic e

Liraeo (fiume della Lusitania), I I , 33 . Limone. V. Elone. Lincisti, III, 3 3 7 . L ip a ri, I I I , 3 8 7 . L o cri, o Locresi, H I , 1 0 6 a 1 0 9 . Locride orientale, I I I , big. O punzia, 4 3 7 . Epicnem idia, 4 3 9 . O c c id en tale n o n menzionata espressamente da Omero, 44* Lorim a, IV , 348* Lotofagi, V, 3g3. Lucotocia, II, 4 >4* Lugduno (Lione), I I , 48. Luni (citt), III, 33. Lusitania , l , 3 3 8 . Costumi generali de suoi abitanti, 3 3 1. M Macinia, H I, 4 9 7 . Macropedio, V , >43. Magnesia, (citt eolica), IV, 33 1 . Suo sacrario di Dindimene, 332. Suoi uomini illustri, ivi e seg. Maioni e Meoni, IV , 1 7 6 . Malaca (citt dIberia), U , 336. Maleoto pelasgo, 111, 4<>. Malia (citt), IV , '2 6 8 e seg. Malli, popoli dellindia, V, 35. Mallo, citt della Cilicia, IV , 386 e 3 8 7 . Malota (lago), V , 1 9 9 . Mandani Bramano, V , 6 4 . Mantinea, III, 364. Maratona, H I, 383. Mare, perch talvolta occupa, talvolta abbandona certi siti, II,

110

IN D IC E

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M are, somigliato ad un animate, u4> Mari che circondano la (erra, 2 6 0 a J j l . Margiana, IV, 6 3 . Mariaba, metropoli de Sabei, V , 1 7 0 . Mariabi. V- Sahei. Mariandini, I V , 1 6 e seg. Mario, sua morte, III, 6 7 . Marsiana (citt), V, 1 9 8 . Marsiglia, sua posizione, l i , 3 8 2 . Sua origine, 583. Suo governo, ivi. Stima che ne fecero i Romani, 385. Danno che ricevette dallaver favorito Pom peo, ivi. Pianura sassosa fra Marsiglia e le bocche del Rodano, 3 8 9 , Marsii, III, 7 2 . Maruncini, 111, 7 4 . Marzio (fiume), IV, 1 8 7 . Massageti, IV , i3, 5 i. Loro paese e loro costumi, 54 e 55. Massesilii, V, ag i. Produzioni della Massesilia, 2 9 6 , e seg. Massilii. V , 2 9 4 . Maurosia, V, 2 8 6 . Sua fertilit, 3 8 8 . Maravigliose esagerazioni spacciate intorno a questo paese, ivi e seg. Descrizione della Maurosia lungo il mediterraneo, ago. Usanze dei Maurosii, ag i. Opinione sullorigine di qutsto popolo, aga. Storia della Maurosia, ivi. Varie opinioni sulla M aurosia, ig5. Notizie storiche su questo paese, ag 8 . Maurusia. V. Maurosia. Mausolo. Suo sepolcro, I V , 349-

S tiabonb toni, V,

a3

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Mazaca (capitale della Cilicia), I V , 1 0 8 m . Meandro, IV , 1 8 7 . Terreno cbe esso bagna, 1 8 9 . Strana usanza rispetto a questo fiume, 1 9 1 . Meandro (fiume), IV , 3 9 4 3 9 5 . Medama (citt), 111, 1 0 1 . Medea. Opinione di Omero intorno a Medea, II, 44 Media. Sua posizione, H I, 7 7 . Sua descrizione, 7 8 a 8 6 . Mediolano, 111, i3. Mediterraneo. Congettura intorno #lla formazione di questo mare, II, 103. Megalopoli, III, 365. M egara, III, 3 7 3 . Megaride. Sua descrizione generale, III, 3 6 7 a 386. Megista (isola e citt di tal nome), IV , 368. Mela (fiume), IV , 1 0 9 , 3 7 1 . Ariarate ne fa otturare la bocca, 1 1 0 . M elibea, I II , 479Melitene (la), IV , 103, 1 0 6 . Melso , fiume dell Iberia, I I , 356. Memnone e Memnonio, V, s 6 i, 3 6 7 . Menacea, sue rovine , I I , 336. Menalo (monte), III, 364. Menandro (re della Battriana), IV , 63. Men-Arceo, IV , 1 8 6 . M en-C aro, suo tem pio, IV , 1 9 3 . M en-Farnace, suo tempio, I V , 1 47Menelao, suo viaggio secondo O m ero, 11, 8 1 . M enfi, V, 35 1 . Meoti (i), loro divisione, IV , i3 a 1 7 . Meotide (palude), la sua bocca chiamasi Bosforo Cimmerio, III, 3 o 5 5 IV, 1 0 . Meride (lago), V, 3 5 3 , 2 5 7 . Mermedali (fiume), IV , 35.

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Mermoda (fiume), IV, 36. Meroe'(isole del Nilo), II, 6 9 ; V> 1 7 6 , 3 7 8 . Mesopotamia, V, iati. Assegnata per la maggior parte da Pompeo a T igrane, 1 9 7 . Messapia, III, i ^ 3 e seg. Messapio (monte), III, 3 9 6 . Messene (citt), III, 3 1 1 . Messenia, sua descrizione, III, 3o6 a 3i3. Messogide (monte), H I, 334 i IV , 2 9 4 3 9 5 . Metaponto, III, 1 1 7 a 1 1 9 . Metello Balearico, II, 358. Metimna (citt de Lesbii), IV , 3 6 8 . Metona della Beozia, 111, 463. Metona di T racia, 111, 3o8 e seg. Metropoli, citt dell ionia, V, 3oi. Micalesso, 111, 3g4Micene , 111, 332 e seg. M idea, III, 334. Migdonii, IV, i83. Milano. V. Mediolano. Milasa, I V , 354 a 3 5 7 . Mileto (citt), IV, 3 o 3 , 3o6 e seg. Miliade (la), I V , 3 9 9 . Milone atleta, 111, 1 1 3. Mima (monte), IV, 3a6. Minei, popoli dellArabia Felice, V, >7 0 . Miniere della T urditania, l i , 3o6, 3 1 4 e Mg. Loro straordinaria ricchezza, 3 r 4Miniere delle Cassiteridi gelosamente custodite dai Fenkii, 3 7 4 * Miniere de Salassii, 449De Taurisci e Noricii, 445. Della Celtica Transpadana, III, 1 6 , s4 Di Damastio nella T roade, IV , 315, vOr]' Nel paese di Sofite, V, 33, Nella Massesilia, 3 9 6 .

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in d ic e

Miniere nell Iberia , I I , 3 o6* Presso Cartagine Nuova , II , 3 i 8 . M inii, III, a 83 e seg. Minio (fiume). Y. Benis. Minosse. V. Creta. Mionesso (isoletla), 111, 46o. Miosormos, V, a 65. Mira (citt), IV, 368. Mirmecio (citt), I I I , 206. Misia, IV, 160. Divisa in due parti, 175. Confusione dei Frigii coi Missii> 176 e 177* Estensione della Misia, i 85. Misii, III, 178. Si astengono dal mangiare animali, 179. Mililene (citt di Lesbo), IV, 268 e seg. Miti (i.), loro utilit, l , 33 e seg. A qual fine li usi Omero, 42. M iunte, sua fondazione, IV , 3 2, 309. Molicria, III, 497Monda , fiume dell Iberia, I I , 329. Mopsio (citt), III, 479. Mopso indovino. Sua gara con Calcante, IV , 322. Morona (citt deUlberia), l i , 326. Moschica (paese della), IV, 25. Mos, tradizione intorno a lui ed alle site dottrine* V, 153 e Muli di Reate, III, 47Mummio (Lucio) distrutlor di Corinto, III, 349Miinda (citt della Turditania), II, 3 5. Munichia, III, 377. , Museo dAlessandria, V, 223. Musica, 111, 534 e seg. Musicano (paese di), V,

INDICI!

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N Nabatei nellArabia Felice, V, ig3. Loro temperanza , 2 0 2 . Loro usanza rispetto ai m orti, ao3. Loro culto del sole, ib. Nagide, citt della Cilicia, IV , 3 7 6 . Napoli, III, 8 i e seg. Narbona (citt), II, 38g. Narbonese (la Celtica), sua figura, II, 38o. Narciso, suo monumento, III, 394* Nasso (una delle Cicladi), III, 5j6* Nasta, V , 1 2 0 . Nauplia, III, 3s6. Nespoli (citt della Libia), Y, 3o6. Nearco, sna esagerazione nella misura dellindia, V , i4< Sua opinione intorno a certe alluvioni di fiumi, 1 7 . Periplo del golfo Persico, 1 6 7 . Nedone (fiume), III, 3og. Negriti, V, 2 9 2 . Nemauso, metropoli degli Arecomici, 11, 3 9 7 . Nerilo, III, 5oi c seg. Nesea, IV , 47 52. Nestore, sulla sua patria, III, 2 6 7 e seg. Nicea (citt della Bitinta), IV , i63. Sua figura e descrizione, iVi. Nicea nell India, V, 3 i. Nicomedia, IV , i58. Nicopoli, I I I , 235. Nileo (fiume dellEubea), III, 4g3. N ilo , Omero conobbe la natura di questo fiume, l i , 6 1 . Perch lo disse disceso da Giove, 7 9 . Industria degli Egizii intorno a questo fium e, V, s u . Sue foci principali, 2 1 2 .

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N ilo, cagione de* snoi straripamenti, 2 4 . Sue sorgenti secondo Erodoto ed altri, 2 ^3 . Descrizione che ne fa Eratostene, V , 2 0 7 . Nilometro, sua descrizione, V, 2 7 0 . Ninfeo, 111, 2 1 8 . Ninive fondata da Nino, V, 1 0 8 . Nisa (citt), IV , 335. Suoi uomini illustri, 3 3 7 . Nisa della Beozia, controversia su questo nome, IH, Nisea, III, 3 ^ 0 . Nisira (isola), IV, 349* Noaro (fiume), III, ai3. Noega , citt dell Iberia , I l , 356. Nomadi, 111, 1 9 9 , 2 0 8 . Nomento (citt della Sabina), 111, 4 6 * O

397.

Oasi. V. Auasi. Qbulco (citt dIberia), II, 3o5^ 345. Oco (fiume dell lrcania), IV, 47> 6 7 . Odissea (citt d Iberia), l , 3 3 7 . Oeta (monte), III, 4 4 2 e seg. O etei, 111, 4 5 7 . Ofiusa (isola dIberia), I I , 3 5 7 . Ofode (isola) , V , 1 7 4 . Oiasona , I I , 346. Olbe, citt della Cilicia, IV, 3 8 1 e Seg. Olbia, citt da cui comincia la Panfilia dopo Fase'lide, IV , 370. O lim pia, III, 2 9 6 e seg. Olimpo (monte della Misia), IV, 18 ( a 1 83. Olisipo , citt dell Iberia , l , 3 2 6 . O lm i, citt della Cilicia , IV, 3 7 6 . Oloossona (citt), IH, 4 7 3 . -

069,

in d ic e

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Onierio, moneta degli Sw irnei, IV, Zig. O m ero, fondatore della scienza geografica, l , e seg. Difeso contro Eratostene, 33 e seg. Pi diligente di Sofocle e di Euripide nelle indicazioni geo grafiche, 56. Sua opinione sui viaggi dUlrese, 338. Come divise lElide, H I, 2 6 8 . Che cosa intendesse per Alizoni, IV , 1 3 1 a i43. Limiti da lui assegnati alla Troade, iq 5 e 1 9 6 . Riordinamento de suoi poemi, 1 1 1 e 3 3 3 . Omolio (citt), III, 477* Oncbesmo (porto), III, 335. Onchesto, H I, 4>'> Onesicrito, sua esagerazione nella misura dell in d ia, V , i4* Sua misura dellisola Taprobana, 1 6 . mandato da Alessandro a conversare coi filosofi dell In dia, 6 a. ' Opsicella (citt diberia), II, 338. Opunte (metropoli della Locride Opnnzia), 111, 4 ^ 7 . Opunte (metropoli dei Locri Epicnemidii), 111 j 4 ' 6 O racoli, frequentemente interrogati dagli antichi, V , i56. Orco (citt), III, 484* Orcomenii (gli), Omero li distingue dai Beozii, 111, 4>4* Orcoineno , III, 4 > 4*4. Tempio delle Grazie fondatovi da Eteocle, 4'5. Tradizione intorno al sito di questa citt, 4 3 7 * Oretani (popoli dIberia), 11, 2 9 7 , 3 3 7 . O rgie, I I I , 535 e seg. O ria (citt dellOretania in Iberia), I I , 3 3 7 . Oriti (gli), I I I , 4 8 4 . Oriti (popoli dell Ariana), V , 7 4 , 7 9 . Ornea (citt e fiume), I I I , 35 1. O ronte (fiume), IV, 388 j V , 1 34O ropo, III, 384. Orospeda (monte dIberia), l , 345.

36o

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Orse. La seconda di queste costellazioni si osserv tardi dai Fen icii, l i , 6 . Sotto il nome di Orsa, Omero intese il cerchio artico, ivi e seg. O rtigia, III, 1 3 8 . ; IY , 3i5. Adunanza che vi si celebra ogni anno, 3 1 6 . Antico nome di Deio, III, 5j5Osiogeni (gli), IV , 3 0 9 . Ostia (citt della Tirreni), III, 4> Oxee (isole), III, 5 i4 e seg. Oxo (fiume dell lrcauia), IV 47* 6 7 6 8 . P P acoro, figlinolo del re dei P a r li, V , i35. Pado. V. Po. Padova. V. Patavio. Pallagonia, I V , 130 a 1 2 2 , 1 S6 . Paga (citt), III, 347* Pagase (arsenale di Fare), 111, 4 6 3 . Pagra (citt), V , l35. Palebiblo, V , 1 4 4 . Patena, utilit di questalbero, V, 1 1 9 , 2 7 2 . Palescepsi, I V , 3 4 1 , 348. Paletiro, V, >48. Palibtra (pitt dellndia), V , 38. Palladi, V , 3 6 9 . Palma (citt) , 11, 55y. Pamiso (fiume), I I I , 3lo. Pandosia, III, >0 0 . Panfilia, sua descrizione generale, I V , 5 7 0 a Panionio e le Panionie, I V , 3(5. Pannonii, III, 2 1 2 . Panopeo (citl della Focide), III, 4>7 433Panormo (porto), IV , 3i5. Panticapea, IV , 1 6 .

373.

u rD icit.

Papiro. V. Biblo. Parapotamia, V, i5g. Parapotamio, III, 4^5. Paretaeeni, V , 1 2 2 . Parlo (citt), IV, 2 0 8 . Parisii, II, 4 4Parmenide, sua divisione della Tersa ia zone II, 1 9 8 . Sua patria, III, g4< Parnaso, III, 4& Disgiunge le due Locridi, 4'9Sua descrizione, 3 0 . Paro (una. della Cicladi) , III, Sy6Parrasii, IV, 45. Partenia (la Dea), III, 2 0 a. Partenio (fiume), IV, 1 2 2 . Partenope, suo monumento, 111, 8 1 e- Ss, Partiea , natura di questo p a e s e I V , 58. Partici o Parti, origine e progresso della loto potenza., I V , 5(y. Confine del loro dominio, V , 1 2 9 . . Loro storia, i3o. Pasargada, V , 8 9 . Tomba di Ciro, g3. Pasitigri, V , 9 >. Patavio, I I I , 1 4 . Patrocle o Patroclo, citato da Eratostene e contraddetto da l|vparco, II i44Pattalene (isola), V , 35 e seg. Pattolo (fiume), I V , 2 8 7 . Pedaso (citt nel territorio di Stratonicea), I V , a5j. Pednelisso, castello della Panfilia IV 3 7 1 , . Pelasghi, I I I , 2 9 e 32. Loro grandezza, I V > 2 7 5 . Peligni, I I I , ya. Pellene, I I I , 358 36.
S t r a b o n e j toni. V .

*a3

36a

IMHCB

Peloponneso , I I I , 2 2 7 . Sua descrizione e suoi popoli, I I I , 356 a 2 5g. Peloro, traditore dei L ib ii, I I , a i. Peneo (fiume), I I I , 1 6 1 . Pergamo , IY , 2 8 2 . Suoi uomini illustri, 2 8 5 . Perge , citt della Panfili , IV , 3 7 . Tempio di Diana Pergea, ivi. P errebii, I I I , 458, 4? ' Persepoli, V, 8 9 Incendiata da Alessandro, 9 2 . Persia. Incertezza dei primi storiti di quttto J>afese, V , 43 Sua posizione e suo clim a, V , 8 7 . Costumi e religione de Persiani, 9 8 a 1 0 1 . Educazione de figliuoli, 1 0 1 . Usanze dei P ersiani, lo5 a 1 0 6 . Breve esposizione della stona persiana, to 6 . Pcssiaunte, 1V> 1 6 7 . Petelia, I I I , 9 7 . P etra, metropoli de Nabatei, V , >9 3 . Peuce (isola), III , 1 9 6 . Picentini, I I I , 71 9 1 e seg. Pigelia (piccola citt), I V , 3i5. Pile (o le Termopoli), IH , 444-

Adonanze -die vi si tenevano, 445 seg.


Pilo (citt), H I , 2 6 2 , 2 6 7 , 2 7 6 , 2 9 0 , Pinaro , fiume della Cilicia , I V > 388. P in d o , i n , 44 458 494Piram idi, V , 2 S 1 e seg. Piramo (fiume), I V , i4 386. Piraso , I I I , 4 6 1 . Pirene (fontana), I I I , 346. P ireo, I I I , 36g. Pirgo (citt della Tirrenia), H I , 35. Pisa (citt della Tirrenia), I I I , 35.
307

, 333.

indice

363

Pisatide , I I I , 3 6 9 . Suoi antichi dominatori , 3oo e seg. Pisatidi (i), perch non in ter ven pero alla guerra di Troi#, 111, 3 <)g. Pisidia, V , 1 7 , Loro maniera di vivere, 1 ^ 3 . Pisilide (citt della Crw), IV 33g. Piume (citt). I V , a64* Pitara (citt), I V , 368Pitea, suoi errori geografici, I I , i34> Pitecusa (isola), 111 , 85, Pitia e Pitiunte , I V , 2 0 9 . Pitiuse (isole), l i , 3 5 7 . Pilodori, paese a lei soggetto, I V , i 45 a seg. Pitodoro , I V , 334. Pixo (rocca, porto e fiume di U t pome), IH > 95. Platamode , I I I , 2 8 6 . Platea, I I I , 4>o. Platone, sua opinione sui tre stati delle politiche societ v I V , 2 1 6 e seg. Pleuroce (citt degli Etoli), I I I , 4g5. P lutonii, I I I , 7 8 5 I V , ag5. Plutonio in Acaraca borgo de Nigei, I V , 335. Poesia, sua definizione, I I , 1 4* Pola (citt), I I I , 1 9 . Polibio, intese meglio di Eratostene i miti di Omero-, H , 49Suo errore rispetto ai viaggi d Ulisse, 53. Divide la terra in sei zo n e, aoa. Esame della sua geografia , aao. Policleto, sua opinione sullEufrate, V , 1 1 3 . Pollenzia (citt), I I , 3 5 7 . Ponto o Ponto Eussino, creduto dagli antichi il maggiora dei m ari, I I , 44Opinioni sul suo livello, III. Ponto. Descrizione della sua spiaggia dall Istro fino a Bw#ozio, III, a3a.

3 6 4

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Pompeja , I I I , 83. Pompejopoli, I V , 365. Pompelona, I I , 346. Pordoselene (isola e citt di tal nom e), IV , 2 7 2 . Portogallo , V , Lusitania. Posidonio, esame del suo sistema geografico , 1 1 , 1 0 7 e seg. Sua opinione sui Misii menzionati da t)m m > , I I I , 1 7 8 . Sue inesattezze rispetto all Asia , I V , 8 e 9 . Sua p atria, V , 1 3g. Sua opinione sui fiumi della L ibia, ag4 e seg. P ram nii, filosofi indiani, V , 7 0 . P rasia, I I , 3a5. Priapo (citt), IV , so j. P riene, sua fondazione , IV , 3oa. Promontorio dAmmone, V , 34Anemurio, I V , 3 7 6 . Apollonio, V , agg. Astipaleo , IV , 353. Argenno , IV , 3a6. Carambi, I I I , 2 0 4 . Cimmerio, 111, 234Chelonata , 111, a56 , 2 6 < Ceneo, 111, 4 8 2 . Cinosema , IV , 348. Criu-Metopon, 55o. Cimaro , I I I , 55o. Cane, IV , 2 6 4 . Cefala, V , 3o6. Dardanide, IV , 223. E rm ea, V , a 6 g 3o3. F icunte, V , 3og. G eresto, I I I , 48>* G iga, IV , ai3 . Lesteo , I V , 2 4 5 . Leucimna, H I , 2 2 3 .

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Promontorio. Melena, IV , 3s6. Metagonio , V , 3 9 4 . Maleo, I I I , 256 3a4 34 1. Minoo , I I I , 3;o. Noto C era, V , 1 8 2 . P irra , I I I , 46i. Psendopenia , V , 3og. Rio , 111, 358. Sacro, IV , 368. Surio, 111, 368. Samonio , I I I , 55o. Sigeo , I V , 2 2 4 . Tirizis , I I I , 2 2 4 . Tenaro , I I I , 3 i 4 ; V , 3 0 9 . T rito , V , 2 9 4 * Prusa (citt), IV 1 6 0 . Sacro (DellIberia), l , 2 9 6 . Zefirio , IV , 353. Armozo, V , i65. Barbario, l , 325. Cantario, IV , 3 i4Corico , IV , 3 7 8 . Coo (di), I V , 35 1 e 352. D ira, V , 1 7 2 . Mace (di), V , i65. Trogilo , I V , 3 0 9 . Curiada, I V , 4oi* Sarpedonte, I V , 3 7 7 . Pteleo (lago), I V , 2 2 4 . Pteleo (citt della Beozia), 111 t 46t. R Ramniti (i), V , 1 9 8 . Ravenna, I I I , 1 4 , 43 e seg.

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Reggio, e suo territorio, I I I , io 3 , 1 0 8 . Regis-Villa , H I , 4o. R egina, o le foci del Cidno nella Cilici* > IV , 3 8 2 . Remi (popoli della Celtica), l i , 4 >5. Reteo (cit(), I V , aa4. Reti (i), I I I , 1 7 2 . Riti. Considerazioni sopra alcuni di essi > I I I , 534 seg* Rizona (citt), I I I , 3 1 7 . Rodano. Sue bocche , II, 3 9 1 , 3g4> Rodi (citt dell isola di cotal nom e), 3 4 0 , Suo colosso, 34. Suoi abitanti, 34a. Loro origine, ivi. Omero non fa menzione della citt di R o d i, 343. Antichi nomi dell isola di R o d i, 344* Quando fosse fondata la citt di R o d i , 345Sua prosperit, sue m u ra, suoi uomini illustri, 346 a 348' R om a, 111, 4 8 . Sua fondazione, 5o. Tradizione diversa dall ordinaria sulla fondazione di R m a, 5 i e 5a. Come fu ampliata e munita, 56 e seg. , Sue comodit naturali ed artificiali, 6 1 c seg. Considerazioni sulla grandezza dei Rom ani, i58 a 1 6 4 . Rombile (il grande e il piccolo), I V , ia. Romolo e Remo , loro storia , I I I , 49 e se8 Ruscinone (fiume), I I , 388. Rossolani, I I I , 1 9 8 . S Sabatei, nell Arabia Felice, V , 1 9 3 . Sabei, popoli dell Arabia Felice, V , 1 7 0 . Sabina (la), I I I , 46 e seg. S abini, I I I , a 6 , 47- Loro colonie, 47-

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S abo, re dell A rarene, V , 1 9 8 . Saci , I I I ; I V , 4 3 , 5 i. Loro storia , 5 s a 54Altre notizie intorno a questo popolo, 54 e S'j. - Saffo , IV , a 6 g. Sagalasso, I V , 1 7 1 . Sagunto , II , 342. Salamioa , 111, 3 7 3 e seg. Salassii, l , 438 e seg. Salentini, I I I , 1 4 8 . Salgaoeo, traditore de P ersian i, I I , 9 1 . Salii (popoli della Celtica), l i , 584 , 3 8 7 . Salmacida (fontana), I V , 349Salmona (citt), I I I , 3oa. Sam ija (la pianura), I I I , 2 8 4 . Sam ico, suo tempio di Nettuno , 111, 3 ^ 5 . Sua descrizione, 3 8 1 . Samo e Sam e, I I I , 5 o i , 5 t t e seg. Samo (isola e c itt ), I V , 3 io a 3i4Della T rifilia, I I I , 284. Sandaracurgio (m onte), I V , i56. Sangario (fiume), I V , 1 1 9 . Sanguisughe di straordinaria lunghezza , V , 3 8 8 . S a n n iti, I I I , 8 8 a 9 3 . Sapra (lago), 111, 3 0 1 . Saramene (la), I V , 1 ) 7 . S a rd eg n a, il suo mare creduto pi profondo di tutti, l . Descrizione di quest isola, 111, 38 4 seg. Sardi (citt), IV , 3 8 7 , 3 9 1 , 3 9 3 . S a rm ati, IV , 43. Saurom ati, loro costumi secondo E fo ro , I I I , 1 9 0 e seg. Castrano i cavalli, 2 1 0 . ScBftiandro , IV , 2 2 4 . Esame di ci che dice Omero sulle sue sorgenti , 2 3 9 . Scarfea , I I I , 44<>-

368

1HDICB

Scepsi, IV ) 2 4 9 . Suoi uomini illustri, 35) e seg. Schedio e suo sepolcro, I I I , 436. Scheno nel territorio di T eb e, I I I , 3 4 7 e 348> 4o3 Sciluro e suoi figli, I I I , 3 0 9 . Scironidi (rocce), I I I , 3 7 0 . S citi, IV , 43. Soprannomati D aii, 5 i, Loro costumi seeondo E foro , I I I , igo- e seg. Castrano i eavalli, aio . Scizia (piccola), I I I , 3 0 7 . Scombrara (isola delllberia), I I , 34 1 . Scordisci, H I , 1 7 9 . Vincono gli A atoriati, 111, 93 1 . Segesta (citt dei Pannonii), IH , ai3. Segusiani (popoli della Celtica), I I , bug, Selenusio (lago), IV , 3ai. Seleucia , citt della Cilicia , IV , 3 7 7 . Citt nella Piena , 388. Seleucide (paese della) , V , i3a , t3g^ C itt, V , i 3 i , i a , >36. Seleuco Nicatore, V , i3a e seg. Selge (citt della Pisidia), I V , 1 7 3 . Sua fondazione , 1 7 3 . Storace ed iride di questo paese, ivi. Suo territorio e suoi abitanti, 1 7 4 e 1 7 5 . Selinnnte (fiume), I V , 3 7 5 . Selleente (fiume), I V , 313. S elli, I I I , 3 4 0 . Semiramide, sua infelice spedizione nell In d ia, V , 8 , 1 0 9 . Senna. V. Sezzana. Sequana (fiume), I I , 4 0 9 ', 4 [4Sesostri, si dice che volesse aprire un canale traverso l isluux di Suez, I I , 83. ludizii de suoi viaggi , V , 1 7 3 .

S ibari, I I I , 1 1 4 e u 5 , Sicilia, forse una prodazione dell E tn a , l i , 1 1 6 . Sua descrizione, I I I , 1 1 9 a 1 3 7 . Sicione, 111, 3 5 7 . Sicione, sua fondazione e sua storia, H I , 35a, Side, citt della Panfilia, I V , 3 j i . Sidene (la), IV , 1 3 9 , Sidone, sua situazione, V , i45 e i i 6 . Suoi abitanti ed uomini illustri, 1 4 7 e, seg. Sidonii, perch Omero li nomini disgiuntamente dai Fenicir I I , 8 7 e seg. Qual popolo s intenda sotto questo nome , Y , ao3, S id ra, citt della Cilicia, IV , 3 7 3 . Siene , V , 7 0 e seg, Siface , V , 8 9 4 . Siga (citt della Massesilia), V , ag^. Sigeo (citt), IV , aa4Sua distruzione, a34. Siginni, IV , 7 9 . Silari (fiume) , III > 9 3 . Silfio (paese del), V , 3 i i , 3 13. S iila, suo abboccamento don Mitridate in Bardano , IV , 9^3Silleo, ministro de N abatei, inganna Elio G allo, V ', 1 9 5 . Siina (isola) , I V , 348. Simoenta , IV , 3 3 4 . Simplegadi (scogli), I I , 44 ? 3 ai. Sindi, loro reggia, IV , i5. Enumerazione dei popoli sindii, ivi. Loro costumi , 1 6 . Sindica (citt), IV , 1 9 . Sinnada (citt), IV , 1 8 7 . Sinope, I V , >33 a 1 2 6 .

S trakoxe , ioni. V,

24

370

UffD ie *

Siracusa , I I I , >2 6 . S irbe, antico nome del fiume Xanto , I V , 36j. Sirbonide (lago), V , i5a , 1 6 0 . Sirennse, 111, 9 2 . S iria, idee generali sopra questo paese, T , 1 S1 . S irti, piccola o m inore, V , 3o4. Grande o maggiore, 3o6. Sua descrizione, 3 0 7 . Sisifeo , I I I , 347* Sitacene (la), V , 9 8 , 1 9 0 . Sm inteo, parecchi luoghi di questo nom e, IY., 3^4* a>irne , I Y , 3 o 3 , 3 a 8 , 5 3 9 . Soani (popoli della Colchide), I V , a5 e 2 6 . Sofite, paese -di questo nome nell In d ia, V , 33 * Kg. Sogdiana, I V , 64 e seg. Soli (citt), I V , 364Citt della Cilicia , I V , 3 7 6 3 7 9 . Solimi (i), I V , 3 9 7 . Solmisso (monte), IV , 3i6. Sorento , I I I , 84Spagna. V. Iberia. Sparta, I H , 34 1 . Suo suolo, I I I , 3i4Spina (citt della Celtica Cisalpina), I I I , i5. Sno tesoro m Delfo, ivi. Spitamene, IV , 55, 6 9 . Sporadi (isole), I I I , 5 7 1 e seg. Stecadi (isole), 11, 3g3. Stibio , V , 1 9 1 e seg. Stira , IH , 485 e 486. Stomalimne (Iago), I l , 3 9 9 . Stomalimne (borgo), I V , 354Storace di Selge , I V , i63. Strabone, proponsi di scrivere un libro politico pi ehe altro , I I , 16.

INDICE

3yi

Slraboae, scopo e disegno generale del suo lib ro , i9. Sua opinioae sulla divisione della T e r r a , io a e seg. Suo sistema geografico, a3a a a83. Relazione de suoi parenti coi Gttossii , I H , 55fl. Suoi viaggi, a5a. Notizie intorno alla sua famiglia, I V , i < 7 e seg. Sue opinioni filosofiche, V , a55 e Stratone, sua opinione sui cambiamenti della T erra, l i , lo ft Slratonicea , IV , 354 i 357 358. Strofadi (isole), 111, 3oj. Strongilo, I I I , i4o. Sucrone (fiume) l i , 34 Sulcbi (citt della Sardegna), H I , 3 9 . Susa, Ciro vi pone la sua sed e, V , 88. Suo fondatore, 8 9 . Sua situazione, 9 0 . Alessandro vi trasporta tutti i tesori delta P ersia, 9 5 .. Suside, considerata come parte della Persia , V , 8 8 . Suo clima e sue produzioni, 9 6 e 9 ,7 . Svevi, 11, 43. Loro posizione , I I I , 1 6 8 . T Tafiaso (monte dellEtolia), I I I , 4 9 6 . Tafiaso (colle), e monumenti dei Centauri, 111, 44 * e seg. T afii, I I I , 5i6. Tago , I I , 3i5. Taigete (monte), I I I , 3 i 4 3a3. T alari, popoli cbe abitarono sul P indo, I I I , 458. Talestri regina delle Amazzoni, I V , 38. Tamenio , I I I , 3a5. , T am na, citt principale de Cattabani, V , 1 7 1 . Tanai (fiume), serve di confine tra lAsia e l E uropa, IY , Corso di questo fiume, 11 e <a.

9.

3^2

HJDJCR

T an a!, confuso coll lassarle, 1Y , 48. Tapiri (i), IV , 58 e seg. Loro usanza , 7 2 e 7 3 . Taprobana (U dell in d ia), V , i 6 < T alam o , e suo territorio, III, 9 6 , 9 8 , i43 e l48 -,Suo p o rto , i5 i. Tarcondimoto, fatto re dai R om ani, IV , 388. Tarfe , I I I , 44 > Tarracina , 111, 56. Tarragona , I I , 34a. T arso , citt della Cilicia, I V , 383. Suoi uomini illustri, 384 a 386. Tartesso, I l , 3ig. Tassili (nellindia), loro usanze , V , 6 3 . Tatta (lago), I V , 1 6 7 1 6 8 . Taulanzii, I I I , 3 3 7 . Tauro ,. coni esso divida l Asia , 1Y , 6 e 7 . Sua parte orientale, 5o. Paesi e popoli situati al settentrione della parte orientale di questo m onte, 5 i. Descrizione del T a u ro , 7 3 e seg. Teageti, I I I , 2 7 8 . Tebe (della Troade), I V , a58 e seg. a 6 a. Tebe di Beozia. Sua situazione, I I I , 46i. Tebe d Egitto , V , 3 6 7 . Suoi sacerdoti, a 6 8 . Telcbini (i), I V , 344Teletrio (monte), I I I , 484> Telmesso , IV , 3 6 7 . Telo (isola) , 111, 5 7 9 . Temesa e Tem psa, III , 1 0 0 . Temiscira (la) , I V , 1 2 7 e seg. Tenea (borgo), 111, 348. Tenedo (isole), I V , a4a.

INDICE

i j i

Tenerica (la pianura), I I I , 4< > Tentila, V , 3 6 4 e a65. Teo (isola) , I V , 3a4. Teodosia (citt), III , ao3 ao4. Teofrasto, sua biblioteca, I V , a5a e seg. Tera (isola), I I I , 5^ 1. Terasia (isola), I I I , a 8 3 , 5 7 1 . Terea (monte), IV , 2 0 9 . Tergeste (borgo della Caria), I I I , a i 3. Termessa (isola), I I I , 1 3 7 . Termesso (citt della Pisidia), IV , 1 9 8 . Termopili, I I I , 444* Terra , cagione delle sue mutazioni, I l , tio . Esempi di ragguardevoli mutazioni, 123. Sua larghezza secondo Eratostene, 1 33 e seg. Sua lunghezza secondo lo stesso autore, i35 e seg. Come Eratostene la divideva , i38. Figura della terra secondo la carta di Eratostene, i43 e seg. Divisa da Eratostene in sezioni, i63 1 7 3 e seg. Divisa in cinque zone da Parmenide e da Aristotele, 1 9 8 . Come la dividessero Posidonio e Polibio, ivi e seg. Esame di tutte queste divisioni , aoa. Divisione della terra secondo Strabone , a36 a3g e seg. Figura della Terra abitata secondo Strabone, a53. Descrizione generale e sommaria di tutta la Terra abitata , a54 a 2 6 0 . Dei mari che la circondano, a 6 o a 3 7 1 . Qual forma le diano le coste che dallestremit del Tauro orientale risalgono fin dove il mare lrcano entra nell Oceano settentrionale , IV , 6 9 . Sotto qual meridiano si trovi la sua massima lunghezza, 7 0 . Divisione della Terra abitata Sotto i Romani, V, 3 i3 e seg. Tesori (edifizii), in Delfo, I I I , 4^4Tessaglia, descrizione generale, 111, 447 a 48. Tessali, loro posizione, III , 4<9 .

374

ro tte *

Tettosagi (i) , I V , 1 6 7 . Tettosagi (popoli celtici), I I , 3 g 8 a 4o*. Teatrania , I V , a65. Tevere , I I I , i5. V. Lazio e Roma. Tigna, IV , 1 0 7 . T ifone, creduto giacere sotto Pitecusa, I I I , 85. Luogo dove si favoleggiano avvenuti i suoi casi,) I V , igiv Errore di Pindaro in questa m ateria, 3 8 9 . Ancora della favola di questo serpente, V , 34Tigranocerta (citt), 1 3 7 . Tigri (il), sno corso, I V , 7 4 * 7 ^ 5 V , n 3 1 1 8 1 3 6 . Tilfossio (monte), I I I , 1 1 3. Timavo , sua posizione e descrizione , I I I , > 6. T ira (fiume), I I I , 1 9 7 . T irid i, H I , 3 1 4 . TiriDto, I I I , 333 e seg. T iro, sua* posizione, V, i 45Non menironata da O m ero, ib. Cagione della sua celebrit, ib a 1 4 7 * Sua descrioae , >4& Sua porpora; colto drcole 5 uomini illustri ^ t 4 7 T irre n i, loro guerre cogli tJm b rii, 1 1 1 , 1 9 . Loro posizione, 3 5 . Loro storia, 2 6 a 3 8 . Loro citt nella Campania , 7 5 .. T irrenia, sua lunghezza, 111, 3 3 . Sue citt merittime e m editerranei laghi, strada etc. a 43Tisbe (citt), I I I , 4o8. Tkaresio (fiume), I I I , 474* Tmolo (moute), IV , 4 8 7 . Toanzio (spiaggia del) , I V , 347Tolem aide, citt della Panfilia , V 3 7 *. Tolislobogii, IV , 1 6 7 . Tolosa, l i , 4 o i. Tonili (lago), V , n 6 .

INDICE

37 5

Tracine (isolette), V , 3o4. T ra c i, loro confini coi Macedoni , I I I , s3a. T ra ci, alcuni di costoro vivono senza donne, I I , 1 8 0 . Traili (citt), I V , 334Trapezunte, I V , 1 5 9 . Trecca , 111 , 466. T rezeue, I H , 3a6 335. Trezene (figlinolo di Pelope), 111, 336. T ribali!, I l i , asa. Trifilia , I I I , 3 6 3 , 3 7 2 e seg. Altri confini della Trifilia , 2 8 1 . Trifone Diodoto, sua storia, V , 138 i44T rip o li, V , i4*Trittolem o, V , ia 8 i33. Troade , IV , 1 8 0 e seg. Sua posizione, 1 9 5 . Suoi limiti secondo Omero, ivi e 1 9 6 . Secondo gli scrittori venuti dopo, 1 9 6 . Diverse opinioni u questi confini, 1 9 7 . Sua divisione in nove principati ,, 2 0 0 . Sue mutazioni posteriori alla, guerra di T ro ia, ao4 Fiumi della Troade, a 13. Descrizione della sua spiaggia marittima , aa3> Pianura di T ro ia, 2 2 0 . Gli Ateniesi tolgono la Troade a quelli di Mitilepe* 3 35. Trocmi (i), I V , 1 6 6 . Trofei di Pompeo (neltIberia), l i , 3ia4 344 Trogili (lago) , IV, 1 6 9 . Trogloditi, V , i85 e se^, Tronic (citt della Loeride O p u n z i a ) I l i , 43g> e 44#-' Tuie (isola), 4 3 9 . Tunisi, V , 3 o3 . T urditania, sua posizione e iesCTfeiw , I l t 3o5 a 3*& T u ri, 111, 1 i5r .

3^6

R itorce

U D bii, 11, 4 i 3* Ulisse. Suoi viaggi secondo Omero > e come si spieghino l i , 46 e seg. Come Omero pot dire che questo eroe navigasse nellAtlan* lic o , 338. U lobii, filosofi dell India , V , 5g. Umbria , sua descrizione, I I I , 43 e 46. U m brii, I I I , 15. Loro guerre coi T irreni, ig. Loro posizione, 3 6 , 43. Uria (lago) , I I I , 5 1 7 , U tica, Y , 3 9 9 .

V
Vaccei (popoli dberia), l i , 3 s ^ Vada Sabbatorum, I I I , 1 9 . Varia (citt deUlberia), I I , 347Varo (fiume), l , 3 9 3 . Veneti (popoli della Celtica), II, 4*5. Da loro probabilmente tiscirono i Veneti dell'Adriatico, 4i& Vestini, I I I , 7 3 . Vesuvio, 111, 83.' Vettoni (popoli dIheria), li , 3 2 7 . Via : Appia : Latina : Valeria, III, 63. Citt situate lungo queste vie, 63 a 66. Candavia, H I , i 3 i , 9 38. Ignazia, H I, 3 3 i , a38. Vindelici, i n , 1 7 3 . Volci (popoli della Celtica), l i > 3 9 7 . V olterra, H I , 34.

lltbicg

Xanto (fiume) , IY , 367.

Zacinto (sola), 111, 5i3> Za ma , V , ag4. Zainolxi, gela , III 3 1 8 2 . Itefir -, antico nome di Alicaraass , IY , Zela e la Z eliti, I V , i 5 i . Zenicato (pirata), I V , 3 7 9 . Zenone, sua patria, 111, g4> Z one, 11, 1 9 8 , 3 0 0 , i36. Z ttch i , lago e citt di questo nome > V > 3o5.

ERRORI TOMO SECONDO 13 lio. 1 $ e della spedicione 20 m l5 proprie d* un luogo parti* colare 33 w 4 il poeta dirige a 7 6 H 2 circa mille e cinquecento stadii 7 8 m 2 0 delle svolte dell* Euripo 5 circondato 81 n 3 w 9 Salmidesso ivi w 1 6 il luogo opposto alle I l 5 m 1 2 la terra e V acqua ecc. 134
139

CORREE'ZIONl e p&xla della spedizione proprie d* un luogo dell* India in particolare il poeta tende a circa quindici mila stadii delle correnti dell* Euripo circondata Salmidessa il luogo dove sono le la terra e lacqua a cu essa eoo* mista sieno ec. Cinnamomoforo

H n

8 Cinnamoforo

3 in nota

iwiy*\J/t

iutypte^at
settentrione Pantondi i& T i* Artemidoro

w 47 M 421
145 423
li

5 nord 3 la testimonianza
2

in nota
TOM O TERZO

ult. Posidonio

* 48 M ivi
37 25
254 3 16

2 0 miserabile 6 citt 8 si abitavano

mirabile popdaxione abitavauo TOM O QUARTO

1 6 Soeni

* ult. Andria

Soani Andini

8 opere di Scopa. Il testo dice tf & e X t* Questa frase parve un errore di scrittura a tu tti gl interpreti. Nella mia traduxione segni tai cogli Editori francesi la correzione proposta dal Tyrrw ibtt. Solo pi tardi conobbi la Leila spiegazione del Brondsted. Egli ha mostrai ebe posto di * ? *
t

f / e t sono Fop

cio opere non isolate n m piedi, ma Capo VI

aggruppate in varie movenze e posture.


389

Capo III

TOMO QUINTO 25 x3j 25 direttamente * 4 Nel territorio ce.

dirittamente

forse pi chiaramente: Nella provi.


e h Apamea trovasi una erti* d i questo nome

i53 3idt. K T U

r* f K A T U

INDICE
DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUESTO TOMO.

LIBRO DECIMOQUINTO.
Capo I. Difficolt che sincontrano nella descrizione del lindia. Spedizioni in qoel paese prima di Alessandro o poco verosimili o favolose. Limiti * figura , estensione dell* India. - Suoi fiumi. Produzioni dell India j e parallelo de suoi abitanti con quelli degli altri pae si. Isola di Taprobana. Piogge periodi che dell india. Coltivazione del riso e del bosmoro. Confronto dell India coll Egit to. Alberi e piante singolari dellindia. Cagioni del colore deglindiani. Fiumi che precedono, o cbe seguono l indo. Popoli e paesi situati tra il Cofete e lindo.' F ra l Indo e l Idaspe. F ra l Idaspe e 1 Acesine. Citt fondate da Alessandro fra questi due fiumi. Scimmie dalla ltuiga coda, e maniera di prenderle. Paese de*

C apo

Cale! e di Sofite. Usanze de* Catei. Produzioni del paese di Sofite. Fiumi che si scaricano nell Indo. Perch Ales sandro non pot procedere oltre lIpani. Nazioni e citt fra l Ipani e 1*Idaspe, ed al di sopra di questi fiumi sino alla Pattalene. La Pattalene, ovvero il Delta formato dallin do. Paese di Musicano ed usanze de* suoi abitanti. Il Gange. Citt di Palibotra. Paese situato al di l dell* Ipani, e cose straordinarie che se ne raccontano. Divisione deglindiani in sette classi. Delle prime tre classi. Degli elefanti. Delle formiche nelle miniere. Rettili ed altri ani mali. Delle altre quattro classi degli In diani. Magistrati e loro varie funzioni. Costami ed usanze degl Indiani in gene' rale. Modo di vivere dei loro re. Co stumi singolari degli abitanti di Tassila. Dei filosofi, e particolarmente di Calano. Altri costumi degl indiani. Industria di quegli uomini. Morte di Calano. R eli' gione e pompe religiose degl indiani. Al tra specie di filosofi detti Pramni. Sorgente del Gange. Ambasciata spedita da Poro ad Augusto. * Bramano abbruciato in Atene. Pag. II. Limiti dell Ariana. Suoi diversi popoli. Gli Ittiofagi. Della Gedrosia e delle sue produzioni. Viaggio dell esercito d Ales sandro per la Gedrosia. Estensione dell Ariana. Ordine in cui sono collocati i diversi popoli dell Ariana, e viaggio d Ales sandro per que paesi. La Coarene. Na vigazione di Nearco nel golfo Persico, ed av venture del suo viaggio. Estensione della

381
Carmania. Produzioni della Carmania. Usanze de suoi a b i t a n t i ..................... Pag. III. Estensione, natura e popoli della Persia. La Suside. Citt di Susa. Estensione e fiumi della Suside. Citt di Persepoli. Citt di Pasargada e Tomba di Ciro. Te soro del re dei Persiani. Clima della Su side. Fertilit .della Suside. La Sitace ne. Costumi e religione dei Persiani. Come educassero i figliuoli. Usanze della Persia. Stato antico della Persia. Sue riv o lu z io n i..................................................... ,

C apo

87

LIBRO
C iro

DECIMOSESTO.

I. Limiti ed estensione dellAssiria. Nino e Se miramide. N inive , Aturia , Arbella e suo territorio. Babilonia. Caldei. Esten sione della Babilonia. DellEufrate. Dise gni di Alessandro sullArabia. - Inondazioni .dellEufrate. Esame dell opinione di Poli* d ito sull Eufrate. Produzioni della, Babi lonia. * L asfalto e il nafta. Seleucia e Ctesifone. Artemite , Sitacene ed altri luoghi. Cossei, Elimei, Paretaceni. Adiabene. Costumi ed usanze degli Assirii. Mesopotamia. T ig ri, lago Toniti. Migdonii , Nisibi, Tigranocerta. G ordiei, Arabi sceniti. Imperio dei Parti. T ratti della loro Storia ...................................... II. Della Libia in generale. Commagene. Se leucia. Antiochia e Dafne. Orante. Cirrestica. Disposizione di Antiochia. Apamea. Ribellione di Trifone. Calci-

107

C apo

dica. Costa della Seleucide. Coaia delta Fenicia fino a Tiro. Cele-Siria. Costa della Fenicia da Bibli fino a Berito. Da mascena. SidoDe e Tiro. Alcuni feno meni. Continuazione della Fenicia fino a Rinocolura. Giudea ..................... Pag. i 3 i H I. Situazione dell Arabia , e periplo del golfo P ersico. .......................................................... 1 6 4 IV. Descrizione dell Arabia secondo Eratostene. Coste occidentali ed orientali del golfo Arabico secondo rtemidoro. Paese dei Nabatei. Spedizione d Elio Gallo contro gli Arabi. Paese degli Aromi. Digressione sopra un verso di O m e r o ..........................., . . # 1 6 9

LIBRO
C apo I.

DECIMOSETTIMO.

Notizie generati sull Etiopia e sull Egitto. Straripamenti del Nilo. Estensione dell E gitto. Descrizione dAlessandri. Storia dei Lag idi. Amministrazione dellEgitto. Litorale dell Egitto e del Delta. Parte in teriore ed orientale del Delta. Ramo Ca nopi co e luoghi adiacenti. Misure generali del Delta. Canali nella parte orientale del Basso Egitto. Parte superiore dal Delta ad Eliopoli. Babilonia, Menfi, le Pira midi. Acanto, nomo Arsinoite , Lago di Meride. Labirinto. Eracleopoli Cinopoli, Ossirinco. Abido e le Oasi. Pic cola Diospoli, Tenlira , Copto , Mios-ormos, Berenice. Tebe. Ercnontide, Latopoli, Siene, Elefantina, File. Guerre dei Romani nell Egitto e nellEtiopia. Digressione sul lEtiopia. Produzioni dellE gitto. . .

206

383

II. Notizie generali della Libia. Parte occidentale della Maurosia, e favole che si spacciano in torno a quella regione. Produzioni della Maurosia. Etiopi occidentali. Ancora della Maurosia ; spiaggia lungo il Mediterra neo. Usanze dei Maurosii. Di alcune opinioni sulla Maurosia. Paese dei Masse silii. S i confala nn opinione di Posido nio. Produzioni e citt del paese dei Mas sesilii. Territorio di Cartagine. Descri zione e storia di questa citt. Costa della Piccola Sirti. Gran Sirti. Della Cire naica, sue citt e sue produzioni. Paese al di sopra della Cirenaica. Dell Imperio r o m a n o ..................................................... Pag. a84 Indice delle cose principali della Geografia di Strabone. 3 ig Errori e C o r r e z io n i........................................................... 3 7 8
C apo

INDICE DELLE TAVOLE IN RAME


CONTENUTE BEI CINQUE VOLUMI

DELLA GEOGRAFIA DI STRABONE.

Rose dei venti dei Greci e deRomani paragonate alla Rosa dei m o d e r n i ......................................... Voi. Torre dei venti eretta in Atene da Andr. Cirreste Pianta della Torre dei venti .................................... Triangoli ipotetici d I p p a r o o .................................... m Geografia primitiva de Greci di Omero e di Esiodo Viaggi degli Argonauti e di U l i s s e .......................... Carta dei Sistemi di Tolomeo, di Strabone e di E r a t o s t e n e .............................................................. Sistema geografico di Strabone Sistema geogrfico dipparco . ............................... Sistema geografico di Eratostene .......................... Mare interno o mediterraneo secondo Polibio. Emi sfero settentrionale secondo lipotesi di Strabone Galli* tipus cum iis quae a Strabone in regionis descriptione m e m o r a n t u r .................................... Itali partes boreale .............................................. Itali pars m e rid io n a lis............................................... Germani tabula cum regionibus ad usque Tanaim s itis ................................................................... Macedoni ac Traci T a b u la .................................... Peloponnesus cum insulis circumjacentibus . . . Grascia propria; Acarnania, et Aetolia . . . . Mare Creticum et jE g e u m ......................................... Caspii maris Tabula cum regionibus a Ponto Euxino ad usque Sogdianam ac B a c t r i a m ..................... Asise Minoris T a b u l a ................................................... .. Mysia, Ionia et L y d i a .............................................. Tabula regiones inter Ssaniam et Indiani complectens . .............................................................. Tabula regiones inter Syriam et Assyriam continens Tabula Arabiam et vEgyptum complectens . . . Tabula Mauritaniam et Syriam complectens . .

I pag. 195 I 301 I ivi II 168 II in fine II infine II II II II II III III III III III Ili IV IV IV IV V V V V V m

ivi ivi ivi ivi ivi 5 5


g3 i 65

ivi i 51 5 ivi ivi

5
107 206 a84

Nota: le tavole erano mancanti negli scan originali

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