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LETTERA ALLE FAMIGLIE
 
D E L L’ U N I T A’ P A S T O R A L E D I
 
CAPEZZANO P.re - MONTEGGIORI - S. LUCIA
 
Via Sarzanese 147 - Tel. 0584 914007 - 347 64 66 961
 
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N° 633
 – 
 1 DICEMBRE 2013
 
I SETTIMANA DI AVVENTO - LITURGIA DELLE ORE I SETTIMANA
 
 Eccoci di nuovo! Dopo un anno intero passato in compagnia di Luca, dopo aver  sostato ai piedi della Croce per riconoscere lo splendore della regalità di Gesù, la liturgia ci riporta ai blocchi di partenza con il tempo dell'Avvento in compagnia di  Matteo. L'ho pensato e ora mi convinco ancora di più che è veramente importante riscoprire l'arte del ripartire. Il Signore, oggi, ci chiama a questo. Ci ricolloca all'inizio. Mi piace questo ripartire, perché non è da zero, ma da Lui. Si riparte per rimettere fondamenta, per azzeccare il primo passo, per imparare a fidarsi e per rimettersi in gioco. Nessuno si può sentire escluso.  Il cammino di Avvento ci addestra a dare senso al tempo, a non farcelo scivolare addosso, a riempirlo della sua presenza e a ripartire da lui.  A volte incontro persone che dopo un fallimento, uno sbaglio, una caduta o una delusione, mi dicono che vogliono ripartire da zero... Penso che non ci sia nulla di  più sbagliato. Se vuoi rialzarti, se vuoi rimetterti in cammino, se vuoi ridare vigore alla tua vita e alla tua fede, trovati un po' di silenzio, un tempo di intimità e dillo al Signore: "Ricomincio da te".
 
Vorrei che il nostro Avvento iniziasse così, rimettendo lui al centro. Perché quello è il suo posto. O ci metti lui, o è un gran caos...  Il brano del Vangelo di questa prima domenica ruota attorno ad una brevissima  parabola. Dio è come un ladro che viene di nascosto, all'improvviso, quando non te lo aspetti. Magari è tutta la vita che lo cerchi, hai domande forti nel cuore e vuoi metterle nelle sue mani; oppure sei così convinto di averlo già incontrato e d'essere un cristiano arrivato che dormi tranquillo il sonno del giusto e ti lasci vivere.  Animo, fratelli! Si riparte, coraggio! Se sei un cercatore di Dio o sei abitato dalla tiepidezza, da oggi hai possibilità nuova: il Signore viene, ancora, per te. Questo è la notizia buona dell'Avvento: lui non si è ancora stancato di te.  Attento, ripigliati: Dio sta venendo a farti visita!
 
 
 
E
A V V E N T O
È Avvento. Ricordiamo che Gesù è venuto sulla terra. Dio ha detto: «Basta!  Non voglio stare così solo, voglio scendere a contatto con l'uomo». Si è fatto uomo. Ha sposato una ragazza bellissima che è l'umanità.
Dio è innamorato dell’umanità e le ha det
to: «Ti voglio sposare». E dinanzi alle resistenze e alle paure della sua creatura: «Ma non ti preoccupare, ti  purifico io. Anche se hai delle macchie sul volto, te le tolgo io. Anche quando sarai molto grande, e vecchia, appesantita dagli anni e dal peccato, ogni giorno verrò a toglierti una macchia e una ruga dal volto; ogni giorno diventerai più giovane, ti farò splendente, gli occhi tuoi saranno più profondi delle notti d'inverno». Ci vuole bene il Signore, da morire!  Nell'Avvento si ricorda tutto questo. Gesù è venuto e non si è stancato di venire. Gesù viene anche adesso. Ogni giorno. Viene nella comunità. È presente in mezzo a noi tutte le volte che ci uniamo in nome suo. Perciò la domenica facciamo in modo di non mancare alla sua chiamata,  perché vuol dirci che ci vuole bene e basta. Non vuole niente da noi. Vuole soltanto dare tutto l'amore che porta nel cuore. Per questo non vi preoccupate del fatto che se non venite a messa fate  peccato, ma preoccupatevi perché vi sottraete a un flusso di grande amore. Il Signore viene anche nella Parola. Facciamo il proposito, in questo Avvento, di leggere ogni giorno un brano del Vangelo perché non conosciamo abbastanza la parola di Gesù. Se invece viviamo quello che ci ha detto, la vita cambierà, acquisterà un senso diverso. Il Signore è venuto, viene e verrà.
 
L'augurio che vorrei darvi è questo: divenire sempre più sensibili per  percepire un passo conosciuto, il passo di colui che arriva, perché il Signore  bussa e noi gli apriamo.
 
Questo è il guaio: il Signore suona e noi non gli apriamo, stacchiamo per non  paura di essere disturbati.
 
 
 
 IL MIO CAMMINO CON GESU’ 
 
 E' iniziato così il mio cammino con Gesù.
 
 Ero seduta di fronte al mio neurologo che con il volto preoccupato leggeva i risultati degli accertamenti da me eseguiti perché da tempo avevo dei  problemi alla vista e alle articolazioni, tanto da non riuscire a camminare bene. Mi aveva accompagnato una mia carissima amica.  Il neurologo guardandomi comincia a parlare con termini medici a me poco chiari. Allora lo interrompo e gli dico: "Senti, parlami chiaramente, non ho  problemi ad accettare qualunque sia la diagnosi". Mi guarda ancora quasi impacciato e mi dice: "Purtroppo è una forma di sclerosi multipla".
 
 La mia amica rimane quasi senza respiro, io non faccio certo salti di gioia, ma in quel momento guardo un piccolo crocifisso posto nel muro dietro la  scrivania del dottore. Non ascolto più le sue parole, il mio dialogo è con Gesù crocifisso che in quel momento mi chiama a condividere con Lui la croce della sofferenza, come il Cireno che sulla strada del Calvario prende la croce di Gesù. Quella sera non dissi niente a mia figlia e mio marito, ma ho preso il Vangelo e leggo il discorso della montagna che Gesù fa alla folla e dice: "...beati i poveri, beati gli afflitti, beati gli operatori di pace, beati i poveri di  spirito perché di loro sarà il regno de cieli...". Con queste parole ho messo nelle mani di Gesù le mie preoccupazioni, la mia sofferenza e la croce è diventata "un giogo leggero e soave" perché Gesù dice ancora: "venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi ed io vi ristorerò". Questo dialogo con Gesù scaturisce dalla preghiera e dalla meditazione della sua Parola, mi aiuta a liberare lo spirito da ogni cosa che mi impedisce di entrare in comunione con il Padre sempre pronto ad ascoltarci e risollevarci. La Parola di Dio, nella prima domenica di avvento, ci dice "vegliate e pregate, alzate il capo non lasciatevi appesantire dagli eventi della vita". Gettiamo ogni preoccupazione nelle mani di Dio, egli ci  solleverà. Dio mi ama e ci ama di un amore infinito, sono felice di averlo incontrato, in modo particolare, in questo momento di prova. Ogni giorno vivo con Lui la mia malattia, la mia sofferenza in comunione con tutti gli ammalati, con chi si sente solo, sperando che sappiano avvertire la tenerezza dell'amore di un Padre che mai ci abbandona.
 

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