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Paolo

LETTERA
il cosmopolita AI COLOSSESI
C ristologia ed ecclesiologia costituiscono i temi rilevanti
della Lettera inviata alla comunità cristiana di Colosse
(o Colossi), città dell’Asia Minore (attuale Turchia). Fondata
non da Paolo, ma da Epafra, questa comunità risente delle
conseguenze delle prime eresie che intaccano il vangelo e la
persona di Cristo. Una sviluppata angelologia, caratteristica
della spiritualità giudaica, minacciava di collocare in secondo
piano l’opera di salvezza di Cristo. Ciò spiega la forza con cui
l’Apostolo proclama il primato di Cristo.

P aolo ha la consapevolezza che questo primato abbraccia


l’immensità del cosmo e ogni piega più profonda
dell’uomo, fino a fare di lui il “cosmopolita” del vangelo della
riconciliazione e della comunione, che apre all’orizzonte
della novità evangelica la vita, il pensiero, l’arte e la cultura
delle grandi metropoli dell’Impero romano.

Interventi di
A l centro, quindi, si colloca Cristo che inserisce l’umanità
nel corpo della Chiesa, di cui egli è «il capo» (Col 1,18).
È proprio grazie alla sua opera e alla sua parola che l’umanità
Gianfranco Ravasi si sente pienamente riconciliata con Dio e come nuovamente
inserita nell’originario progetto della creazione, illuminato
Antonio Pitta dalla luce della Pasqua di risurrezione di Cristo.
Angelo Colacrai
Mariusz Górny
Michelangelo Tábet
N ella parte esortativa della Lettera, Paolo propone
un’intensa vita interiore, caratterizzata dalla piena
assimilazione a Cristo («Con lui sepolti... con lui risorti») e
Vladan Tatalovic da un lavorio costante che egli esprime mediante le vive
Paolo Ricca immagini dello «svestirsi dell’uomo vecchio» e del «rivestirsi
Salvatore Piga dell’uomo nuovo» (Col 3,9-10).
Marco Valerio Fabbri
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