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STUPRO: VIOLENZA O PROVOCAZIONE?

Patrizia Stella
I ripetuti episodi di violenza nei confronti di donne sole o di coppiette di adolescenti che si
appartano in luoghi isolati dovrebbero far riflettere sul vero movente di un’azione così riprovevole
come lo stupro che, nell’immagine collettivo, presenta la donna come povera vittima, innocente e
indifesa quando invece, il più delle volte, è proprio la donna la vera causa del “suo male”, o per lo
meno l’esca ingenua di una subdola rete di “Grandi fratelli” che sta raccogliendo i frutti della sua
allucinante stupidità e diabolica perversione a livello mondiale.
“Quanta ipocrisia e falsità!”. Questi e altri programmi mediatici che impongono alla donna
abbigliamenti osceni e atteggiamenti superficiali come segno di emancipazione, a tal punto da
esasperare la capacità di autocontrollo dell’uomo, sono poi gli stessi che, con grande ipocrisia,
osano farsi paladini delle povere donne indifese, condannando con indignazione casi di stupro
commessi nei loro confronti. Certe donne astute hanno perfino la spudoratezza di “adescare”
l’uomo con malizia per poi denunciarlo come stupratore al fine di risarcimenti economici o altro.
Ma senza arrivare a questi deplorevoli casi limite, è ormai assodato che al giorno d’oggi
molte ragazze, spesso adolescenti, non si fanno alcun scrupolo di concedersi facilmente a rapporti
sessuali prematuri anche con amichetti o partners occasionali, a tal punto che viene da chiedersi
quale differenza ci sia fra costoro e gli stupratori. “Che male c’è?” si sente ripetere ormai da più
parti quando si vuole giustificare simili rapporti sessuali tra due fidanzatini in erba che dicono di
volersi bene! E si pensa comunemente che sia sufficiente non forzare il partner per sentirsi a posto,
per essere corretti, cioè perché l’azione non venga considerata stupro, bensì amore consenziente!1
Questo cedimento così prematuro e irresponsabile nel campo sessuale non rimane mai
circoscritto a sé stesso, ma coinvolge tutte le altre virtù o valori della persona. Infatti da certi
comportamenti non controllati sin dai primi anni di vita nei quali ci si lascia attrarre più
dall’appagamento delle proprie passioni che dal vero amore per l’altro e la sua persona con
impegno di fedeltà per la vita, si innescano bisogni sfrenati e irrazionali le cui conseguenze possono
essere assai gravi: dal sesso incontrollato molto facilmente si passa alle droghe, da queste alla
ricerca spasmodica di denaro, dal denaro al potere, dal potere alla violenza, dalla violenza alla
sopraffazione, dalla sopraffazione all’odio, in una spirale di perversione senza fine perché la
mancanza di moralità nell’uso del sesso diventa un po’ alla volta anche mancanza di moralità in tutti
gli altri settori della vita civile, sociale e religiosa.
Inoltre questo atteggiamento, da parte della donna, di trasgressiva intraprendenza nella
concessione del proprio corpo, fino ad offrirlo con superficialità come trofeo di vittoria, rischia di
innescare nel subconscio dei maschi un meccanismo perverso perché, vedendosi questi depauperati
del loro ruolo naturale di “cacciatori”, per subire più o meno passivamente quello di “povere prede
cacciate e vinte”, vogliono in un certo senso “riscattarsi” da questa specie di sudditanza,
vendicandosi del “gentil sesso” con l’arma sottile della violenza e dello stupro. Cosa abominevole,
intendiamoci, però anche comprensibile in questa nostra società dove viene premiata perfino dallo
Stato la donna spregiudicata che riesce ad accaparrare in qualunque modo soldi, sesso e successo
come affermazione di sé..
Il rispetto del proprio corpo e di quello degli altri dovrebbe far parte dell’educazione
cosiddetta “sessuale”, o meglio “educazione alla vita” mentre invece da anni nelle scuole, sotto quel
titolo, come se non bastassero i “Grandi Fratelli” e le provocazioni della moda, si insegna di tutto e
di peggio. Poveri adolescenti, ingannati e fuorviati da intere “Associazioni a delinquere” di adulti
spesso rivestiti di perbenismo e di cariche pubbliche, che hanno in mano il potere decisionale su
molte scelte sociali, scolastiche e politiche a livello nazionale e internazionale.
1
Ugo Borghello, Il sogno dell’amore per sempre, Ed. Ares
Si possono ingannare tutti con ipocrisia, ma a Dio non la si fa! E lo scandalo dato ai piccoli
rientra fra i misfatti più terribili che saranno severamente puniti da Dio, Giusto Giudice!

patrizia.stella@alice.it

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