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HerbertMarcuse,EroseCivilt

acuradiAdaBerardi Nel 1955 Herbert Marcuse pubblica Eros e civilt, opera in cui affronta il problema del rapporto uomo/natura. LEros sfrenato altrettanto funesto del suo antagonista, listinto di morte La civilt comincia quando si rinunciato efficacemente allobiettivo primario,allasoddisfazioneintegraledeibisogniGliimpulsianimalidiventano istintiumanisottolinfluenzadellarealtesterna1. Riferendosi direttamente a Freud, Marcuse identifica la natura istintiva delluomo con la pulsione sessuale, la cui repressione inevitabile per la sopravvivenzadelsistemasociale. Il principio della realt si sovrappone al principio del piacere: luomo impara a rinunciare a un piacere momentaneo, incerto e distruttivo, in favore di un piaceresoggettoacostrizioni,differitomasicuro2. Daccordo con il fondatore della psicoanalisi individua nellarepressionee nella nevrosiilprezzodellacivilt,disagioinoppugnabile. Ma dora in poi n i suoi desideri n la sua alterazione della realt gli appartengono pi: ora sono organizzati dalla sua societ Se lassenza di repressione larchetipo della libert, la civilt la lotta contro questa libert La sostituzione del principio della realt al principio del piacere costituisce il grande episodio traumatico dello sviluppo delluomo, tanto dello sviluppo della specie(filogenesi)quantodiquellodellindividuo(ontogenesi)3. A differenza di Freud, per, Marcuse ritiene che non sia la civilt in quanto tale ad essere repressiva, ma solo quel tipo di civilt autoritaria e classista nella qualeviviamo.

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MARCUSE H., Eros e civilt, Einaudi, Torino, 1974, p. 59 Ivi, p. 61. 3 Ivi, p. 62.

Il principio della realt si materializza in un sistema di istituzioni La repressione un fenomeno storico. L asservimento efficace degli istinti sotto il controllodeifrenirepressivi,impostonondallanaturamadalluomo.Ilmotivo per cui la societ impone la modificazione decisiva della struttura degli istinti quindi economico. La teoria freudiana nella ultimissima fase centrata sul conflittotraistintidivita(Eros)elistintodimorte.Lasessualitconservalasua posizionedipredominionellastrutturadegliistinti4. Il principio della realt sorregge lorganismo nel mondo esterno. Nel caso dell organismo umano, questo un mondo storico. Il mondo esterno in ogni sua fase una specifica organizzazione storicosociale della realt, che influisce sulla strutturapsichicapermezzodiistituzionisocietariespecifiche5. Emerge a questo proposito il concetto di repressione addizionale, quel tipo di repressione che la societ industriale avanzata, la societ tecnologica richiede agliindividui. Durantelastoriadellaciviltchecinota,lerestrizioniistintualiimpostedalla penuria sono state intensificate dalle restrizioni imposte dalla distribuzione gerarchicadellapenuriaedellavoroIlprincipiodelpiacerefudetronizzatonon soltanto perch esso militava contro il progresso della civilt, ma anche perch militava contro una civilt il cui progresso perpetua la dominazione e la fatica dellavoro6. Contro la sua nozione dellinevitabile conflitto biologico tra principio del piacere e principio della realt, tra sessualit e civilt, parla lidea del potere di unificareeapportaredisoddisfazionidellErosincatenatoelogoroinunacivilt ammalata. Quest idea implica che lEros libero non ostacola rapporti civilizzati duraturi nella societ, ma rifiuta soltanto lorganizzazione iperrepressiva dei rapporti umani in una societ dominata da un principio che la negazione del principiodelpiacere7. La civilt si tuffa in una dialettica distruttiva: le restrizioni perpetue imposte allEros finiscono con lindebolire gli istinti di vita, e cos rafforzano e liberano le forze stesse contro le quali esse furono chiamate in campo, le forze di distruzione8. E il principio diprestazioneper darerilievo al fatto chesotto il suo dominio la societsistratificasecondoleprestazionieconomichedeisuoimembri9.

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Op. cit., p. 63. Ivi, p.78 6 Ivi, p. 83 7 Ivi, p. 86 8 Op.cit., p. 87 9 Ivi, p. 87

Nelle teorie di Marcuse ritorna l'idea, gi espressa da Horkheimer e Adorno, secondo cui, nella trasformazione della natura e del mondo, l'uomo, lungi dall'esserelibero,sottopostoaunaservitancorapipesante.Siaffacciami pare che questo aspetto meriti di essere segnalato un altro importante elemento di differenziazione e di distacco di Marcuse rispetto a Marx e alla tradizione marxista. Non c' dubbio che Marcuse elabori un concetto di "alienazione" o di "estraniazione"; questi concetti, come noto, trovano un ampio svolgimento in tutta l'opera di Marx, a partire dai giovanili Manoscritti economicofilosofici del 1844 fino a Il capitale. Marx con i concetti di "alienazione" o di "estraniazione" intendeva una cosa molto semplice e cio il fatto che il lavoratore non possiede gli strumenti del lavoro che appartengono al capitalista; l'operaio non possiede il prodotto del lavoro che egli stesso produce e che viene invece incorporato nel capitale. Questa idea marxiana viene ripresa dalla scuola di Francoforte e da Marcuse in particolare, ma con una variante sostanziale, perch l'alienazione, l'estraneazione non pi qualcosa strettamente inerente ai rapporti capitalistici di produzione: riguarda infattilasocietindustrialeetecnologicainquantotale. Gli uomini non vivono la loro vita, ma eseguono funzioni prestabilite; mentre lavorano non soddisfano propri bisogni e proprie facolt, ma lavorano in uno statodialienazione10. Sotto la legge del principio di prestazione, corpo e anima vengono ridotti a strumenti di lavoro alienato; come tali possono funzionare soltanto se rinunciano alla libert di quel soggettooggetto libidico che originalmente lorganismoumano,echedesideraessere11. Lautorit della societ assorbita dalla coscienza e dallinconscio dei suoi propridesideri,dellasuamoralit,edellesuesoddisfazioni12. Eppure, lintero progresso della civilt stato reso possibile soltanto dalla trasformazione e dallutilizzazione dellistinto di morte o dei suoi derivati13. Aggredendo, scindendo, mutando, polverizzando oggetti ed animali (e periodicamenteancheesseriumani),luomoestendeilsuodominiosulmondoe progredisceversofasidiciviltsemprepiricche14. Dunque luomo lavora e realizza prodotti, non esprime pi la sua essenza, la propria libert, poich il prodotto diventato merce estraneo al lavoratore, lo stesso operaio merce, di conseguenza il mondo del lavoro non pi estrinsecazionemaalienazione.SecondoMarcusequest'ultimahalasuaorigine nella ragione e nell'agire umano e quindi egli stesso pu modificare tale
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Ivi, p. 88 Op.cit., p. 89 12 Ivi, p.88 13 Ivi, p.93 14 Ivi, p.94

situazione; la radice dell'alienazione non sono i rapporti di produzione e la propriet privata come sosteneva Marx, ma la logica del dominio e della razionalit strumentale. Questa alienazione, secondo Marcuse, eliminabile attraverso una Rivoluzione Radicale che possa ricostruire l'uomo, sviluppare struttureistintualidiverse,nuovibisogniericrearel'unitfralasuaessenzaela suaesistenza,separatenelmondocapitalistico. La ricerca delle origini della repressione ci riporta allorigine della repressione degliistinti,chehaluogodurantelaprimainfanzia15. Iprincipimoralicheilbambinoassorbedallepersonechehannolafunzionedi allevarlo durante i suoi primi anni di vita ricordano certi echi filogenetici delluomoprimitivo16. Maaldominiodelluomodapartedelluomo,istituitodaunpadredespotaE perpetuato dalla ribellione incompleta o fallita contro di lui. Il peccato originale stato un peccato contro luomo E questa ipotesi filogenetica rivela che la civilt matura continua ad essere condizionata dallimmaturit psichica arcaica17. La nostra civilt, per parlare in termini generali, fondata sulla repressione degli istinti. La civilt innanzitutto progresso del lavoro Poich la civilt principalmente opera dellEros, essa innanzitutto sottrazione di libido: la cultura ricava una gran parte dellenergia psichica di cui ha bisogno sottraendolaallasessualit18. Listinto coincide con lEros, che la civilt classista non conosce perch funzionalizzalerosallapurariproduzionedelsistema.Nelcapitalismolistinto ogenitaleoriproduttivo.SololErospusuperareicriteridellefficienza,della produttivit finalizzata al profitto. LEros che il principio del piacere conservatodallamemorianellinconscio. Laculturaesigeunasublimazionecontinua,econciessaindeboliscelEros,il costruttore di cultura. E la desessualizzazione indebolendo lEros, slega gli impulsi distruttivi. La civilt impacciata in questo modo da una defusione degli istinti nella quale listinto di morte lotta per conquistare il dominio sugli istinti di vita Con la sua origine nella rinuncia, e sviluppandosi sotto rinunce progressive tende allautodistruzione. Ma la repressione ampiamente inconscia e automatica, e la sua intensit misurabile soltanto alla luce della coscienza19.

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Ivi., p. 96 Ivi, p. 97 17 Op. cit., p. 100 18 Ivi, p. 117 19 Ivi, p. 123

La responsabilit dellorganizzazione della sua vita passata allinsieme, al sistema, alla somma totale delle istituzioni che determinano, soddisfano e controllanoisuoibisogni20. Ci che repressivo non la meccanizzazione n la standardizzazione, ma il loropoterelimitante21. Il fattore esogeno Ananke, la lotta cosciente per lesistenza. Esso impone i controlli repressivi degli istinti sessuali, e anche la trasformazione dellistinto di morteinaggressivitsocialmenteutileeinmorale22. Cos lipotesi di una civilt non repressiva va innanzitutto convalidata teoricamente dalla dimostrazione della possibilit di uno sviluppo non repressivodellalibidosottolecondizionidellaciviltmatura.Ladirezioneditale sviluppo indicata da quelle forze psichiche che, secondo Freud, rimangono essenzialmente libere dal principio della realt, e trasportano questa libert nel mondodellacoscienzamatura23. La fantasia insiste nellaffermazione che essa deve e pu diventare reale, che dietro allillusione sta vera conoscenza. Le verit dellimmaginazione vengono realizzate per la prima volta quando la fantasia stesa prende forma, quando crea un universo di percezione e comprensione, un universo soggettivo e allo stesso tempo oggettivo24. Dietro la forma estetica sta larmonia repressa tra sensualit e ragione, leterna protesta contro lorganizzazione della vita da partedellalogicadeldominio,lacriticaalprincipiodiprestazione25. La fantasia ha formato sempre il ponte tra le esigenze inconciliabili delloggetto,tralestroversioneelintroversione26. La societ industriale avanzata per la prima volta nella storia umana prospetta alluomo la possibilit di far cadere una serie di contraddizioni e di conflitti. Prometeo, leroe della fatica, del lavoro, della produttivit, non sar pi il simbolodellasociet;ilsuopostoverrpresodaOrfeoeNarciso. PrometeoleroearchetipodelprincipiodiprestazioneSePrometeoleroe civilizzatore della fatica, della produttivit e del progresso per mezzo della

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Ivi, p. 132 Op.cit., p. 133 22 Ivi, p. 165 23 Ivi, p. 166 24 Ivi,p. 171 25 Ibidem 26 Ivi,, p. 174

repressione, i simboli di un altro principio di realt vanno cercati al polo opposto.OrfeoeNarcisosonoesponentidiunarealtmoltodiversa27. Le immagini di Orfeo e di Narciso riconciliano Eros e Thanatos, esse rievocano lesperienza di un mondo che non va dominato e controllato ma liberato, una libert che scioglier i freni alle forze di Eros che ora sono legate nelle forme represseepietrificatedelluomoedellanatura. LeimmaginiorficonarcisistichesonoleimmaginidelGrandeRifiuto.Delrifiuto di accettare la separazione dalloggetto (soggetto) libidico. Questo rifiuto mira alla liberazione, alla riunione di ci che stato separato. Orfeo larchetipo del poetacomeliberatoreecreatore.Egliistituiscenelmondounordinepialto,un ordinesenzarepressione28. La societ industriale, e quindi la scienza, la tecnica applicata alle forze produttive, non sono pi soltanto strumenti di dominio e di oppressione, ma possono aprire la possibilit di una dimensione nuova ed esaltante della libert umana. Poich la durata della giornata lavorativa costituisce essa stessa uno dei principali fattori repressivi imposti dal principio della realt al principio del piacere, la riduzione di questa durata fino al limite in cui il puro tempo lavorativo non blocchi pi lo sviluppo umano, la prima delle condizioni preliminari della libert. Una siffatta riduzione significherebbe quasi sicuramente da sola un abbassamento del tenore di vita attuale nei paesi industriali pi progrediti. Ma la regressione a un livello di vita inferiore, che sarebbe la conseguenza del crollo del principio di prestazione, non parla contro ilprogressodellacivilt.Chelaliberazionesiacondizionatadaunlivellodivita sempre pi alto, un argomento che serve con troppa facilit a giustificare la perpetuazione della repressione. Determinare il livello di vita in termini di automobili, apparecchi televisivi, aeroplani e trattori, tipico del principio di prestazione stesso. Al di l del dominio di questo principio, il livello di vita verrebbemisuratoconaltricriteri:lasoddisfazioneuniversaledeibisogniumani fondamentali, e la libert dalla colpa e dalla paura da quella interiorizzata comedaquellaesterna,daquellaistintualecomedaquellarazionale29. Il ritorno del represso dunque si esprime nel ricorso alla mitologia: Orfeo la voce che canta, Narciso una vita di bellezza e la sua esistenza contemplazione. Alberi e animali rispondono alle parole di Orfeo, la primavera e la foresta rispondono al desiderio di Narciso. LEros orfico e narcisistico risveglia e libera
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Op.cit, p. 185 Ivi, p. 192 29 Op.cit., p. 164

potenzialit che sono reali in oggetti animati e inanimati, nella natura organica einorganica,realimarimossi,inunarealtnonerotica30. Questa dimensione nuova viene delineata da Marcuse in un passo estremamentesignificativoeindicativo: "Nell'Eros orfico e narcisistico questa tendenza si libera: gli oggetti della natura diventanoliberidiesserecichesono,maperpoteresserecichesonodevono dipenderedall'atteggiamentoerotico:ricevonosoltantoinquestoillorotelos.Il canto di Orfeo placa il mondo animale, riconcilia il leone con l'agnello e il leone con l'uomo.Il mondodella naturaun mondo di oppressione, crudelt e dolore com' il mondo umano, come quest'ultimo, esso aspetta la sua liberazione, questa liberazione l'opera di Eros, il canto di Orfeo infrange la pietrificazione"31. Marcuse per l'appunto delinea quello che sar la societ del futuro, una volta chel'enormesviluppodelleforzeproduttiverenderpossibilelaliberazionedal lavoro e dalla fatica. C' da dire per che, rispetto alla tradizione marxista alla qualeeglisirif,erispettoallaconcezionediFreudchevuoleutilizzare,sitratta pursemprediunquadroidillicoesteticochenonhapinullaachefarencon la concezione drammatica che Freud ha della storia umana, n con il robusto realismo della considerazione storica di Marx. Sotto questo profilo, Marcuse introduce una nota ludica all'interno dei filoni teorici e culturali che ha utilizzato: in generale, mediante le sue teorie, li ha cambiati profondamente di segno e di significato. La verit ha un importante contenuto etico: una societ libera dal dominio, libera dall'angoscia prometeica del principio di prestazione, ed ha un valore superiore e pi alto rispetto alla societ presente; questa una questione di principi, un problema etico che travalica la conoscenza ideologicadacuipureessosorge.E'invirtdellostessoatteggiamentomentale che acquistano valore filosofico la metapsicologia di Freud, o il discorso sulla felicit di Eros e civilt. Freud investe l'idea di felicit di un'aura di impotenza, piegando alla terapia il fine dell'analisi. E' in Marcuse che noi ritroviamo, come egliscriverebbe,illatoborghesedellateoriarilanciatocontroisuoistessilimiti. In fondo, la complessit di queste tesi era apparsa allo stesso Marcuse, di fronte all'ambiguit della grande cultura "borghese", alla quale il nostro secolo deve la promesse de bonheur32, e dunque di giustizia e di felicit. La cultura affermativa egli scriveva "ha portato (...) a fare del mondo dell'anima e dello spirito un regno autonomo di valori, a staccarlo dalla civilt materiale per innalzarlo al di sopra di questa. Il suo tratto pi caratteristico l'affermazione

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Ivi, p. 188 Ivi, p.165 32 Op.cit., p.91

che c' un mondo di valore superiore ed eternamente migliore, il quale impegnativopertuttievaapprovatoincondizionatamente"33. Lindividualit rimasta letteralmente soltanto nel nome, nella specifica rappresentazionedistereotipi34. Lesistenza umana in questo mondo diventata puro materiale, materia prima, e non ha pi in s il principio del movimento. La felicit non sta nel sentimento di soddisfazione ma in una realt di libert e di soddisfazione. La vera felicit implica conoscenza; essa la prerogativa dellanima razionale La prepotenza della macchina dell educazione e dei divertimenti lo fonde con tutti gli altri in uno stato di anestesia dal quale si tende ad escludere ogni idea sospetta. E poich la conoscenza dellintera verit porta difficilmente alla felicit, questa anestesia generale rende lindividuo felice. Se langoscia pi di un disagio generale, se una condizione esistenziale, allora questa cosiddetta era dellangoscia si distingue per la misura nella quale ogni espressione esteriorediangosciasparita35. Ogni agio, per laumento del quale la civilt e le conoscenze tecniche lottano continuamente, tenta soltanto di sostituire surrogati duraturi al posto della metaoriginalechediventasemprepilontana36. E il fallimento dellEros, la mancanza di soddisfazione nella vita, che aumenta ilvaloreistintualedellamorte37. Lindividuo paga sacrificando il suo tempo, la sua coscienza, i suoi sogni, la civilt paga sacrificando le proprie promesse di libert, di giustizia e di pace per tutti Riconoscimento e accettazione reciproca continuano ad essere la prova dellarealtdellalibert38. Finch il potere del tempo sulla vita non infranto, non pu esistere libert: il fatto che il tempo non ricorra tiene aperta la ferita della cattiva coscienza, esso alimenta la vendetta e il bisogno di punizione, che a loro volta perpetuano il passatoelamalattiacheconduceallamorte39.

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H. MARCUSE, Sul carattere affermativo della cultura, in Cultura e societ, cit., p 49 (Si tratta del saggio Ueber den Affirmativen Charackter der Kultur, in "Zeitschrift fuer Sozialforschung, VI, 1937, pp. 54-94). 34 H. MARCUSE, Eros e civilt, Einaudi, Torino, 1974, p. 135 35 Ivi, p. 136 36 Op.cit., p. 141 37 Ibidem 38 Ivi,, p. 134 39 Ivi,, p. 147

Lesperienza che la vita meno soddisfacente, pi dolorosa che alla fase precedente, genera listinto di morte come impulso a liberarsi da questa tensionepermezzodellaregressione40. Se Marcuse si fermasse a questo punto, egli si arresterebbe sull'orizzonte della critica dell'ideologia, che era, in fondo, visibile gi da Marx. Ma per Marcuse la questione non affatto conclusa qui. L'immagine di felicit e di liberazione che laculturaastrattamenteriproduceesprimecomunqueunidealedigiustizia,nei termini di una parit ancora senza concretezza, di una libert ancora senza storia, che misura per l'inadeguatezza del presente della civilt materiale. E versoquest'ultima,essosipone,allafine,comeunaminaccia.E'purveroinfatti che c' un frammento di beatitudine terrena nelle opere della grande arte borghese, anche quando esse dipingono il cielo. Ma non si pu capire la via filosofica di Marcuse se non si coglie come la trascendenza dell'arte e della sua immagine di felicit non rappresentino affatto per lui la presentazione di un modello di armonia, di una verit contenutisticamente piena, di un progetto platonico da rivoltare come tale sulle ingiustizie del presente. Di nuovo, Marcuse non eleva affatto la "perfezione" di quelle rappresentazioni della verit a obiettivo di una liberazione attuale. Persino nella rappresentazione artistica nel bello, del vero e del giusto, i valori mostrano un intimo e interno contrasto tra forma e contenuto. L'arte borghese la rappresentazione dissonante in contraddizione con la sua stessa realt; essa come per Nietzsche l'arte greca, il trionfo del principium individuationis, un instabile e temporaneo trionfo della forma. Ancora: quell' arte svela e maschera, ed il limite di ogni rappresentazione concreta, compresa quella artistica, di non essere ancora alcunch di storico, di reale, di essere pertanto anche parzialmenteingannevoleeillusoria.Ilveroeilgiusto,lalibertelafelicitnon hanno senso nell'arte come tale, perch sono un problema degli uomini reali, un problema che trascende la mera dimensione estetica. La bellezza invereconda perch mette in mostra ci che non permesso promettere apertamente ed negato ai pi. Il bello rappresentazione del vero e del giusto,manonmaisenonunmomentodistoricaarticolazionediessi;veroe giusto trascendono il bello borghese, che tuttavia funge da espressione concreta e storica di un'ispirazione universale. Questa universalit semplicemente l'impossibilit di dare al concetto di verit e a quello di giustizia un contenuto definitivo. La fissit dell'arte nella cultura affermativa dovuta al fatto che l'opera d'arte gi una rappresentazione determinata, sebbene essa sia una rappresentazione determinata dell'universale. Quel che pu essere raccolto e che va promosso non affatto l'opera in s, n la sua articolazione materiale del vero e del giusto, bens il fatto che tramite l'arte si esprima una tesimetaestetica:latesisecondocuiveroegiustosonospresuppostidelbello, ma soprattutto sono i presupposti della liberazione materiale e della felicit. La trascendenza del valore e il suo carattere indeterminato sono dunque la chiave di ogni processo conoscitivo, la ragione del suo dinamismo: ogni modello
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Ivi, p. 150

compiuto, determinato, di una societ perfetta, sarebbe destinato a subire le ingiuriedeltempo,atrascinarenellapropriacaducitancheilgiustoeilverodi cui era sembrato definitivamente appropriarsi. E' invece proprio il carattere indeterminato dei valori la ragione profonda per cui vale la pena provare la trasformazione della realt, non rinunciare ad essa, progettarla in modi antidogmatici,perseguireunpervicacerapportoconlanostrastoria. LEros orfico trasforma lessere: vince la crudelt e la morte con la liberazione. Il suo linguaggio gioco. La vita di narciso e una vita di bellezza Queste immaginiciportanoaquelladimensioneestetica41. La civilt ha fatto soggiogare la sensualit da parte della ragione in misura tale che la prima, per riaffermarsi, deve farlo in forme distruttive e selvagge, mentrelatirannidedellaragioneimpoverisceeimbarbariscelasensualit42. significativocheinquestocontestoMarcusecontrappongailgiocoallavoro.Il giocoilmomentoincuiveramentel'uomorealizzalaproprialibert:nelgioco l'uomo crea le regole, non trova regole create da altri e non succube della cosa, delle cose esterne, dell'oggettivit, della cosalit o della naturalit. Nel gioco l'uomo veramente presso di s e giunge in una dimensione della sua libert che gli invece completamente negata nell'ambito lavorativo. Marcuse non esita perci ad affermare si tratta di un'affermazione impressionante e "agghiacciante" che un singolo lancio di palla da parte di un giocatore rappresenta un trionfo della libert umana sull'oggettivit, che infinitamente superiore alla conquista pi strepitosa del lavoro tecnico. Marcuse giunge a riconoscere nel comportamento estetico il modello di un'esperienza non alienata, il luogo in cui viene a ricomporsi la tipica scissione con la quale la societborghesedivideanimaemondo,ideologiaebasesociale. La civilt la morale degli istinti repressi, la loro liberazione implica la degradazionedellamoraledellacivilt43. Inquestaprospettiva,Marcuserivalutalanozioneromanticadel"gioco"enefa il principio di una cultura non pi repressiva di cui l'arte diventa una pietra angolare, dato che in essa si incontrano e si conciliano le istanze della libert creativaelanecessitdeicondizionamentimateriali. Inunaciviltumanagenuina,lesistenzaumanasarpigiocochefatica44. Gioco e libera espansivit, come principi di civilt, non implicano una trasformazione del lavoro, ma la sua assoluta subordinazione al libero evolversi dellepotenzialitdelluomoedellanatura45.
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Op.cit., p.193 Ivi, p. 206 43 Ivi, p. 214 44 Ivi., p.207

Il gioco improduttivo e inutile proprio perch esso cancella i tratti repressivi esfruttatoridellavoroedellagio,essosemplicementegiocaconlarealt46. L'arte, tuttavia, e resta in Marcuse soltanto l'esempio di una prassi pi generale che mira al rovesciamento degli ordini sociali esistenti e che egli definisce "dimensione estetica". Non una scelta priva di ambiguit, posto che in assenza di una reale trasformazione della societ il radicalismo di Marcuse rischia di confondersi con una strategia di estetizzazione dell'esperienza, ennesima variante di un atteggiamento divenuto oggi dominante. In Eros e civilt Marcuse prospetta pi libert per lindividuo, pi autodeterminazione e una nuova sensibilit da conseguire attraverso leducazione estetica. E questo il messaggio pi significativo per il nostro tempo sempre pi sofisticato: la liberazione pu avvenire solo dallarte; ci che era ritenuto utopistico e illusorio,perlaragioneorapossibileperlimmaginazione. Larte rappresenta una sfida al principio della realt corrente: rappresentando lordine della sensualit essa invoca una logica repressa, la logica della soddisfazionecontroquelladellarepressione47. Ma alluomo contemporaneo non resta che liberare se stesso attraverso Eros, nel tentativo di autosublimazione in rapporti duraturi e in espansione, tra cui ancheirapportidilavoro. Linfelicit e le minacce di punizione, non la felicit e la promessa di libert, vengonoconservatedallamemoria48. Lagioiavuoleeternit49. Solo una combinazione armonica del principio del piacere con il principio di realt permette alluomo di recuperare un rapporto ludico ed estetico con la naturaeconlasociet. LEros lotta per eternizzare se stesso in un ordine permanente Il regno della libert diventa veramente il regno del gioco del libero gioco di facolt individuali50. Con la sua lotta per la conquista delleternit, Eros lede quel tab decisivo che sanziona il piacere libidico soltanto come condizione temporanea e controllata, non come fonte imperitura dellesistenza umana. Effettivamente, se lalleanza

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Op. cit., p. 213 Ibidem 47 Ivi, p. 204 48 Ivi, p. 248 49 Op. cit., p. 243 50 Ivi, p. 236

trailtempoelordinestabilitosidovesserompere,linfelicitnaturaleprivata nonsosterrebbepilinfelicitorganizzatadellasociet51. Allo stesso tempo lEros, liberato dalla repressione addizionale, verrebbe rafforzato, e questEros rafforzato assorbirebbe lobiettivo dellistinto di morte .Inquestabattaglialaragioneelistintopotrebberounirsi52.

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Ivi, p. 246 Ivi, p.247

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