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A cura di Carla F.

Caporale

IL RISVEGLIO INTERIORE

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SILENZIO PURO, TOTALE E TOTALIZZANTE,
CENTRATO, SOLIDO, RADICATO,
PRESENTE, IMMOBILE, POSSENTE
Il risveglio interiore
Indicazioni tratte da diversi maestri di vita spirituale taoista, yogica, ortodossa

Taoismo
Una volta che l’Assoluto si è diviso, noi ci siamo imbevuti di questo punto di luce vitale, che è
essenza fondamentale. L’essenza fondamentale non è altro che energia congelata e viva. (…)
Quando compare lo spirito fondamentale, nasce l’energia fondamentale; quando l’essenza
fondamentale viene ristabilita, nasce l’energia fondamentale.
Maestro Ziyang

E chiamato spirito fondamentale in virtù del fatto di essere imbevuto dal punto di luminescenza
vitale proveniente dal cielo. Lo spirito fondamentale è sempre completo e integro, né difettoso né
carente. Se gli uomini sanno rivolgergli la propria attenzione e distaccarsi dalla propria coscienza
emotiva, allora pensare non è altro che una funzione sottile dello spirito fondamentale.
Thomas Cleary (fine studioso del pensiero orientale)

La funzione esteriore dello spirito fondamentale è l’intento.


Zhang Sanfeng

L’intento è l’intermediario.
Maestro Ziyang

Tu continua a cercare interiormente ventiquattr’ore su ventiquattro al giorno, nel mezzo di tutte le


attività: che cos’è che parla e tace, che vede e sente? Gli antichi scrissero soltanto la parola centro.
Questa parola il centro è l’apertura al passaggio misterioso. Il centro non significa l’interno
opposto all’esterno, né significa il centro come punto mediano. I buddisti dicono che quando non
pensi bene o male questo è il tuo volto originario. I taoisti dicono che esso è dove i pensieri non
compaiono.
Li Qing-an

Non ci vuole altro che il metodo di rivoltare la luce e guardare interiormente ripulendo i pensieri.
Chen l’Assorto

Siedi tranquillamente in concentrazione stabile senza alcun pensiero nel pensiero. Quando
quest’opera è pura tu diventi unificato, muto tutto il giorno come una gallina seduta sulle uova.
Allora vedi naturalmente l’apertura al passaggio misterioso, tanto vasto che non vi è esterno,
eppure tanto minuscolo che non vi è interno. Da qui tu raggiungi l’energia primigenia integra, che
costituisce la matrice dell’elisi alchemico. Pratica diligentemente e sarai in grado di affiancarti ai
saggi antichi.
Chen il Nirvanico

L’apertura non ha confini né margini, né interno né esterno; è la radice dell’energia spirituale, la


valle dell’assoluta non resistenza.
Maestro Ziyang

La mente ritorna al silenzio vuoto, il corpo entra nel non agire, interno ed esterno vengono
dimenticati; a questo punto la vitalità si trasforma naturalmente in energia, l’energia si trasforma
naturalment in spirito, lo spirito ritorna naturalmente al vuoto.
Quando corpo e mente sono entrambi tranquilli, cielo e terra si fondono. Nella risposta sottile del
vero potenziale che si verifica naturalmente ha luogo un movimento straordinario. In questo
movimento vi è il luogo in cui viene visto il “cuore del cielo”: il fattore risanante…
Li-Qing
Quando l’intelletto dello spirito corre verso l’esterno l’integrità si disintegra.
Maestro Cai

Se il tuo spirito è interamente diretto verso l’attenzione per le cose esterne allora non sei
consapevole del tuo Sé. In questo momento non ti serve cercare altrove o lontano. Ti basta
prendere lo spirito concentrato verso l’esterno e raccoglierlo nuovamente all’interno, lasciando
andare tutte le abilità meccaniche, perseguendo l’unico scopo di conservarlo all’interno,
eliminando i pensieri mescolati. Quest’azione viene definita “rovesciare la luce” ovvero invertire
lo sguardo per illuminare interiormente. In realtà lo sguardo non guarda niente; l’illuminazione
non illumina niente; eppure non vi è mai mancanza di intuizione e di percezione.
Thomas Cleary (fine studioso del pensiero orientale)

La mente (l’intento) è la dominatrice naturale; quando viene usata senza artificialità ciò che la
attiva è lo spirito fondamentale. Questo è l’uso alchemico della mente.
Maestro Ziyang

Non si deve attivare troppo l’intento altrimenti si cerca di forzare il progresso e non si è naturali. I
problemi causati dalla fatica degli esercizi forzati non sono banali; sviluppano attaccamento e
aumentano i malanni dell’intenzione artificiale. (…) L’ubicazione della consapevolezza dello
spirito fondamentale è l’intento, la consapevolezza senza uno sforzo di essere consci è un uso abile
dell’intento. Se si ha anche un unico pensiero di ordine intenzionale allora si sta attivando troppo
l’intento. [A questo punto] la Grande via è quella dell’assoluta non resistenza.
Thomas Cleary (fine studioso del pensiero orientale)

Yoga
E' attraverso tutte le esperienze della vita che la personalità psichica si forma, cresce, si sviluppa e
infine diviene un essere completo, cosciente e libero.
Questo processo di sviluppo avanza senza posa attraverso innumerevoli vite, e se non si è coscienti
di questo, ciò è dovuto al fatto che non si è coscienti del proprio essere psichico, poiché questo è
l'indispensabile punto di partenza. Attraverso l'interiorizzazione e la concentrazione si deve
entrare in contatto cosciente col proprio essere psichico. L'essere psichico ha sempre un'influenza
sull'essere esterno, ma questa influenza è quasi sempre occulta, non vista o percepita o sentita,
salvo in occasioni veramente eccezionali.
Al fine di fortificare il contatto e aiutare, se possibile, lo sviluppo della personalità psichica
cosciente, si dovrebbe, mentre ci si concentra, volgersi ad esso, aspirare a conoscerlo e sentirlo,
aprirsi a ricevere la sua influenza, e avere in grande cura, ogni volta che si riceve una sua
indicazione, di seguirla molto scrupolosamente e sinceramente.
Vivere in una grande aspirazione, prendersi cura di divenire interiormente calmi e di rimanere
sempre così, il più a lungo possibile, di coltivare una perfetta sincerità in tutte le attività del
proprio essere; queste sono le condizioni essenziali per la crescita dell'essere psichico.
Mère - compagna spirituale di Aurobindo

Gli uomini non conoscono sé stessi e non hanno ancora imparato a distinguere le diverse parti del
loro essere; generalmente essi le riuniscono in un sol blocco a cui assegnano il nome di mente,
poiché le conoscono e le sentono mediante una percezione e una comprensione mentale o
mentalizzata. E' per questo che non comprendono i vari stati di coscienza e le loro azioni o, in ogni
caso, solo superficialmente. Divenire coscienti della grande complessità della nostra natura,
percepire le diverse forze che la muovono, sottoporre i suoi movimenti alla direzione della
conoscenza, sono altrettanti elementi fondamentali dello Yoga.
Siamo composti di numerose parti, aventi ciascuna la propria funzione, nel movimento totale della
nostra coscienza, del nostro pensiero, della nostra volontà, delle nostre sensazioni, sentimenti e
azioni; ne percepiamo solamente i risultati di superficie, confusi e mescolati, e non sappiamo far di
meglio che imporre loro un ordine mutevole e precario.
Il rimedio a tutto ciò, non può venire che dalle parti dell'essere già volte verso la luce. La soluzione
consiste nel chiamare e far scendere in noi la luce della Coscienza divina, far passare l'essere
psichico in primo piano, accendere una fiamma di aspirazione che svegli spiritualmente la mente
esteriore ed infiammi l'essere vitale.
Sri Aurobindo - Guida allo Yoga

Il contatto "non è facile" perché non è spontaneo, ma è volontario. L'essere psichico ha sempre
un'influenza sui pensieri e sulle azioni, ma si è raramente coscienti di questo fatto. Per diventare
coscienti dell'essere psichico, si deve volerlo, rendere la propria mente tanto silenziosa quanto
possibile, ed entrare profondamente nel cuore del proprio essere, al di là delle sensazioni e dei
pensieri. Si deve creare l'abitudine di una concentrazione silenziosa e discendere nelle profondità
del proprio essere.
La scoperta dell'essere psichico è un fatto definitivo e molto concreto, come sanno tutti coloro che
hanno avuto l'esperienza.
Ho già ripetuto molte volte che quando si entra coscientemente in contatto con l’essere psichico e
la propria anima e l'unione è stabilita, è finita, non può più essere disfatta, è qualcosa di
permanente, di costante, che resiste ad ogni cosa, e che, in qualsiasi momento, se richiamata, può
essere trovata. Mentre per le altre esperienze, si può averne di molto belle, e poi l'essere si vela di
nuovo, e ci si chiede: "Come è accaduto? Ho visto la mia anima e ora non la trovo più!" Non era
l'anima ciò che si era visto.
Queste esperienze sono veramente magnifiche e vi danno momenti eccezionali, ma questo non è il
contatto con l'essere psichico.
Il contatto con l'essere psichico è definitivo ed è in ragione di questo che rispondo quando le
persone chiedono: "Sono in contatto con il mio essere psichico?" – “La vostra domanda da se stessa
prova che non lo siete!”
Mère - compagna spirituale di Aurobindo

L'anima e l'essere psichico non sono esattamente la stessa cosa, sebbene la loro essenza sia la
stessa. L'anima è la scintilla divina che dimora al centro di ogni essere; è identica alla sua Origine
Divina; è il divino nell'uomo.
L'essere psichico viene formato progressivamente intorno a questo centro divino, l'anima, nel corso
delle sue innumerevoli vite nell'evoluzione terrestre, fino a quando non giunge il momento in cui
l'essere psichico, completamente formato e pienamente risvegliato diviene l'involucro dell'anima
intorno alla quale si è formato.
Perciò identificato con il Divino, diviene il suo perfetto strumento nel mondo.
Mère - compagna spirituale di Aurobindo

L'anima all'inizio non è altro che una scintilla e in seguito una piccola fiamma della divinità che
brucia nel mezzo di una grande oscurità. Per la maggior parte è velata nel suo santuario interiore e
per rivelarsi deve fare appello alla mente, alla forza di vita, e alla coscienza fisica e persuaderle ad
esprimerla come meglio possono; generalmente, riesce al più a soffondere le loro esteriorità con la
sua luce interiore e a modificare con la sua finezza purificatrice le loro cupe oscurità o i loro
miscugli più volgari.
Persino quando vi è un essere psichico formato, in grado di esprimersi con una qualche sincerità
nella vita è ancora in tutti, escluso alcuni, una più piccola parte dell'essere e non è sempre in
condizione di prevalere contro le oscurità e le ignoranti piccolezze della coscienza fisica, l'erronea
certezza della mente o l'arroganza e la veemenza della natura vitale.
Quest'anima è obbligata ad accettare la vita mentale, emotiva e sensazionale così com'è, con le sue
relazioni, le sue attività, le sue amate forme e figure.
Deve faticare per districare ed aumentare l'elemento divino in tutta questa verità relativa mischiata
con continui errori falsificanti, questo amore volto alle abitudini del corpo animale o alla
soddisfazione dell'ego vitale, questa vita di un'umanità media colpita da rari e pallidi riflessi della
Divinità e dalle più oscure spettralità del demone e del bruto.
Infallibile nell'essenza della sua volontà è spesso obbligata sotto la pressione dei suoi strumenti a
sottomettersi agli errori dell'azione, all'errata collocazione dei sentimenti, all'errata scelta della
persona, ad errori nell'esatta formulazione della sua volontà, nei particolari della manifestazione
dell'infallibile ideale interiore.
Tuttavia vi è una capacità di divinazione in essa che la rende una guida più sicura della ragione o
persino del più alto desiderio. Attraverso errori manifesti e inciampi la sua voce può condurre
ancora meglio dell'intelletto preciso e dell'opinione mentale ponderata.
Questa voce dell'anima non è ciò che noi chiamiamo coscienza, poiché questa è solo una sostituta
mentale e spesso una sostituta fallace e convenzionale. E' una chiamata più profonda e più
raramente udita, eppure, seguirla quando la si sente è la cosa più saggia: è persino meglio vagare
alla chiamata della propria anima che procedere apparentemente spediti con la ragione e la
consigliera morale esteriore.
Ma è solo quando la vita si volge verso il Divino che l'anima può veramente venire in primo piano
e imporre il suo potere sugli elementi esterni; poiché, essa stessa scintilla del Divino, il crescere di
passione per il Divino è la sua vera vita e la sua autentica ragione di esistenza.
Sri Aurobindo - Guida allo Yoga

La conoscenza interiore viene infatti dall'interno e dall'alto [sia dal Divino nel cuore sia dal Sé in
alto] e, perché venga, l'orgoglio che la mente ed il vitale traggono dalle idee mentali di superficie e
la loro insistenza nel conservarle devono andarsene. Questo dimostra che non sbaglio ad insistere
sull'apertura psichica come l'unica soluzione.
Sri Aurobindo - Guida allo Yoga

L'anima [infatti] proviene da oltre tali nature mentali, vitali e corporee. Essa appartiene al
Trascendente e per questo ci è possibile aprirci alla Natura superiore al di là.
Il Divino è sempre l'Uno che è Molteplice. Lo Spirito o Sé individuale, fa parte dell'aspetto
Molteplice dell'Uno, e l'essere psichico è ciò che Egli emana per evolvere quaggiù nella natura
terrestre. Raggiungendo la liberazione, il sé individuale realizza che è Uno [e tuttavia Il Molteplice].
Sri Aurobindo - Guida allo Yoga

E' generalmente lo psichico che guida l'essere. Non si conosce nulla di ciò perché non si è coscienti,
ma abitualmente è quello che guida l'essere. Se si è molto attenti si diviene coscienti di questo fatto,
ma la maggioranza degli uomini non ne hanno la minima idea. Per esempio, quando hanno deciso,
nella loro ignoranza esteriore, di fare qualcosa, e malgrado la loro capacità di realizzarla, tutte le
circostanze sono organizzate in modo tale che fanno qualcosa d'altro, iniziano a gridare, ad
infuriarsi, a prendersela con il fato, sostenendo [ciò dipende da ciò che credono, dalle loro convinzioni]
che la Natura è malvagia, il loro destino funesto o Dio ingiusto, o... non importa cosa [dipende da
ciò in cui credono]. Mentre, per la maggior parte delle volte, si tratta proprio dell'esatta circostanza
che è la più favorevole per il loro sviluppo interiore. E, naturalmente se chiedete allo psichico di
aiutarvi a confezionare una vita piacevole per voi stessi, per guadagnare denaro, avere bambini
che saranno l'orgoglio della famiglia, ecc., bene, lo psichico non vi aiuterà.
Ma creerà tutte le circostanze necessarie per risvegliare qualcosa in voi, così che la necessità
dell'unione con il Divino possa nascere nella vostra coscienza. A volte avete organizzato piani
perfetti, e se questi avessero avuto successo, sareste rimasti sempre più incrostati nella vostra
ignoranza esteriore, nella vostra piccola e stupida ambizione e nella vostra attività senza scopo.
Mentre, se ricevete un buon colpo, e la posizione che agognavate vi viene negata, i vostri piani
vanno in pezzi e vi ritrovate completamente frustrati, allora, qualche volta, questa opposizione vi
apre una porta su qualcosa di più vero e di più profondo.
E quando sarete un poco risvegliati e vi guardate indietro, se riuscirete a essere almeno un po'
sinceri, potrete dire: "Ah! Non ero io ad avere ragione, è stata la Natura o la Grazia divina o l'essere
psichico a fare."
Infatti è l'essere psichico che ha organizzato tutto questo.
Mère - compagna spirituale di Aurobindo

Se avete in voi un essere psichico sufficientemente risvegliato per prendersi cura di voi, per
prepararvi il cammino, esso può attirare verso di voi cose che vi aiutino, persone, libri, circostanze,
ogni genere di piccole coincidenze che vi giungono come portate da una qualche benevolente
volontà e che vi danno un'indicazione, un aiuto, un supporto per prendere le decisioni e volgervi
nella giusta direzione. Una volta che avrete preso questa decisione, non appena avrete deciso di
trovare la verità del vostro essere, non appena partirete sinceramente sul cammino, allora ogni
avvenimento della vostra esistenza concorrerà ad aiutarvi ad avanzare.
Mère - compagna spirituale di Aurobindo

La purificazione e la consacrazione sono due grandi necessità della sadhana.[sentiero yogico]. Coloro
che hanno esperienze prima della purificazione corrono un grande rischio: è molto meglio avere
prima il cuore puro, poiché dopo la via diventa sicura. Questo è il motivo per cui sostengo il
cambiamento psichico della natura in primo luogo, poiché questo significa la purificazione del
cuore: il suo volgersi completamente al Divino, l'assoggettarsi della mente e del vitale al controllo
dell'essere interiore, dell'anima. Sempre, quando l'anima è in primo piano, si ottiene la giusta
indicazione dal profondo su cosa deve essere fatto, cosa evitato, cos'è la cosa giusta o vera nel
pensiero, nel sentimento o nell'azione. Ma questo suggerimento interiore emerge in proporzione
alla crescita sempre più pura della coscienza.
Sri Aurobindo - Guida allo Yoga

La completa unificazione dell'intero essere intorno al centro psichico è la condizione essenziale per
realizzare una perfetta sincerità.
Mère - compagna spirituale di Aurobindo

Vi sono due necessità nella sadhana [sentiero yogico], una consiste nell'interiorizzarsi e stabilire il
pieno contatto fra l'essere psichico e la natura esteriore, l'altra consiste nell'aprirsi verso l'alto alla
Pace, alla Forza, alla Luce e all'Ananda [Beatitudine] del Divino, sollevarsi fino ad esse e farle
discendere nella natura e nel corpo.
Nessuno di questi due movimenti, lo psichico e lo spirituale, è completo senza l'altro. Se l'ascesa e
la discesa spirituale non vengono compiute, non può avere luogo la trasformazione spirituale della
natura; senza la totale apertura psichica e il totale contatto psichico, la trasformazione non può
essere completa. Non c'è incompatibilità fra i due movimenti; alcuni iniziano prima con quello
psichico, altri con quello spirituale, alcuni con entrambi parallelamente. Il modo migliore è
aspirare ad entrambi e lasciare la Forza della Madre [la forza divina femminile] agire secondo il
bisogno e la tendenza della natura.
La prima delle due trasformazioni necessarie è quella psichica, essa facilita immensamente l'altra,
cioè la trasformazione della coscienza umana ordinaria in coscienza spirituale superiore; altrimenti
il viaggio rischia di essere lento e noioso, oppure sì eccitante, ma pericoloso... (...)
Con la crescita dell'elemento psichico nella nostra natura cominciamo ad entrare coscientemente in
contatto con l'essere centrale superiore [Jîvâtman]. Quando tale contatto si produce e l'essere centrale
fa uso d'una volontà cosciente per controllare ed organizzare i movimenti della natura, allora si
possiede il vero dominio spirituale di se stessi, invece di una parziale padronanza, puramente
mentale o morale.
Sri Aurobindo - Guida allo Yoga
Lo sviluppo psichico e il cambiamento psichico della coscienza mentale, vitale e fisica sono della
massima importanza, perché rendono sicure e facili la discesa della coscienza superiore e la
trasformazione spirituale senza le quali la supermente resterebbe sempre molto distante. (...)
Quando lo psichico è in primo piano, la sadhana [sentiero yogico].diventa naturale e facile, ed è solo
questione di tempo e di lasciare che si sviluppi naturalmente. (...) Quando ciò accade, si è
consapevoli dell'essere psichico e della sua semplice e spontanea offerta di sé, e si sente crescere il
suo controllo diretto [non puramente una influenza velata o semivelata] sulla mente, sul vitale e sul
fisico. In particolar modo cresce il discernimento psichico, il quale illumina all'istante i pensieri, i
movimenti emotivi, gli impulsi vitali e le abitudini fisiche, senza lasciare in essi niente di oscuro e
sostituendo i movimenti giusti a quelli sbagliati. Questo discernimento è difficile e raro, più spesso
è mentale, ed è la mente che cerca di mettere tutto in ordine. In tal caso, è la discesa della coscienza
superiore attraverso la mente ad aprire lo psichico, e non lo psichico ad aprirsi direttamente.
Quando a predominare è la mente, o il vitale o la coscienza fisica, allora la sadhana [sentiero
yogico].è una tapasya [pratica di austerità] e una lotta.
Sri Aurobindo - Lettere sullo Yoga

Attraverso il tempo e lo spazio, sono stati proposti molti metodi per ottenere questa percezione
[dell'essere psichico] ed infine per compiere questa identificazione. Alcuni metodi sono psicologici,
altri religiosi, altri perfino meccanici. A dire il vero, ogni persona deve trovare quello che più le si
confà; se la sua aspirazione è ardente e tenace, la sua volontà persistente e dinamica, è certa
d'incontrare in un modo o nell'altro, esteriormente tramite la lettura o l'insegna mento,
interiormente tramite la concentrazione, la meditazione, la rivelazione e l'esperienza, l'aiuto di cui
ha bisogno per raggiungere il proprio scopo.'
Non esiste [quindi] alcun procedimento [per far venire i primo piano lo psichico]. Viene come le altre
cose, ossia dovete aspirarvi, e potrà venire solo quando avrete sufficientemente progredito.
Sri Aurobindo - Lettere sullo Yoga

I metodi religiosi sono quelli adottati dalle diverse religioni. Non esistono molte religioni che
parlino della Verità interiore; per esse, si tratta più di mettersi in rapporto con il loro Dio, Paradiso
e Inferno (...).
I metodi psicologici sono quelli che si occupano degli stati di coscienza, che tentano di realizzare il
sé interiore ritirandosi da ogni attività e cercando di creare le condizioni interiori coscienti di
distacco, astrazione, concentrazione realtà superiore, abbandono di tutti i moti esteriori, ecc. Questi
sono metodi psicologici ed agiscono sui pensieri, i sentimenti e le azioni.
I metodi meccanici consistono nel basarsi su mezzi puramente materiali, dai quali si può trarre
profitto se si utilizzano in un certo modo. Prendete ad esempio il metodo della respirazione: esso
agisce più o meno meccanicamente, ma è stato consigliato di aggiungervi una concentrazione del
pensiero, di ripetere una parola, come nello insegnamento di Vivekananda.
Va bene fino ad un certo punto, ma poi non ha più effetto; sono tentativi umani attraverso il tempo
e lo spazio che sono più o meno riusciti sul piani individuale, senza però mai dare risultati
d'insieme.
Scoprire il proprio essere psichico implica una specie di convinzione, di fede nella sua esistenza.
Bisogna divenirne coscienti e lasciargli dirigere la vita e l'azione; bisogna riferirsi a lui e farne la
propria guida. Si diventa coscienti dei moti del proprio essere riferendosi sempre più all'essere
psichico.
Mère - compagna spirituale di Aurobindo - Conversazioni

Nella maggior parte degli uomini l'essere psichico emerge lentamente, anche dopo che hanno
intrapreso la sadhana [sentiero yogico]. Sono tante le cose nella mente e nel vitale [emozioni] che
devono trasformarsi e riordinarsi prima che lo psichico possa essere interamente libero.
Si deve aspettare che il necessario processo sia andato abbastanza avanti prima che lo psichico
possa squarciare il velo vecchio di millenni e venire in primo piano a dirigere la natura. (...)
Un'aspirazione costante e sincera e la volontà di volgersi solo al Divino sono i mezzi migliori per
portare in primo piano lo psichico.
Esso si farà avanti da sé sia attraverso l'amore e l'aspirazione costanti, sia quando la mente ed il
vitale sono stati preparati dalla discesa dall'alto e dall'azione della Forza.
Sri Aurobindo - Lettere sullo Yoga

Perché lo psichico cresca occorre la quiete.(...) se la coscienza rimane tranquilla, lo psichico


emergerà sempre di più dalle profondità interiori; verrà allora una chiara percezione di ciò che è
vero e spiritualmente giusto e di ciò che è sbagliato o falso, e con essa verrà anche il potere di
respingere ciò che è ostile, sbagliato o falso. (…)
La calma, la discriminazione e il distacco [ma non l'indifferenza] sono molto importanti, poiché i loro
opposti ostacolano moltissimo l'azione trasformatrice. L'intensità della aspirazione è necessaria,
ma deve accompagnarsi a queste.
Nessuna fretta, nessuna inerzia, né eccessivo ardore rajasico né scoraggiamento tamasico, solo una
ferma, persistente invocazione ed azione.
Non cercate di strappare o di afferrare la realizzazione, ma lasciate che essa venga dal di dentro e
dall'alto e osservatene accuratamente il campo la natura e i limiti.
Lasciate che il potere della Madre [la forza divina femminile] [la forza divina femminile] agisca in
voi, ma state attenti ad evitare che vi si mescoli o vi si sostituisca l'azione o di un ego magnificato o
di una forza dell'Ignoranza che si presenti come Verità. Aspirate soprattutto perché vengano
eliminate ogni oscurità e incoscienza nella natura.
Sri Aurobindo - Lettere sulla Yoga

Un chiaro richiamo interiore, una forte volontà ed una grande costanza sono necessarie per
riuscire nella vita spirituale.
(...) Quel che conta è quest'orientamento ed il richiamo [psichico] dentro di voi. (...)
Se si è fondamentalmente sinceri, se si ha la volontà di procedere nonostante tutto e si è disposti ad
essere onesti, questa è la miglior garanzia nella sadhana [sentiero yogico]. (...)
In modo particolare, la sincerità è indispensabile allo sforzo spirituale, e la disonestà un ostacolo
costante. (...)
L'essere psichico può aprirsi completamente: quando il sadhaka si è sbarazzato dei movimenti vitali
che si mescolano alla sua sadhana [sentiero yogico].ed è capace di una semplice e sincera offerta di
sé alla Madre [la forza divina femminile]. Se c'è qualsiasi genere di tendenza egoistica o movente
insincero, se lo yoga viene fatto sotto la pressione di richieste vitali, o in parte o integralmente per
soddisfare qualche ambizione spirituale o altra - orgoglio, vanità o ricerca di potere, di posizione o
di influenza su gli altri -, o per soddisfare in qualche modo un desiderio vitale con l'aiuto della
forza yogica, allora lo psichico non può aprirsi, o si apre solo in parte o solo a momenti per poi
richiudersi di nuovo, perché è velato dalle attività vitali; il fuoco psichico si estingue nel soffocante
fumo vitale. La stessa incapacità ad aprirsi si verifica se la mente assume la parte di guida nello
yoga e respinge sullo sfondo l'anima interiore, o se la bhakti o altri movimenti della sadhana
[sentiero yogico].prendono una forma più vitale che psichica. Le condizioni per una totale apertura
dello essere psichico sono: purezza, semplice sincerità e capacità di un'offerta di sé non egoistica,
pura, senza pretese né richieste.
Sri Aurobindo - Lettere sullo Yoga

Bisogna rendersi conto che i cambiamenti di umore sono attacchi che andrebbero subito rigettati,
perchè non poggiano altro che su suggestioni di sfiducia in sé stessi e di incapacità, suggestioni
prive di senso, giacché è mediante la grazia del Divino e l'aiuto di una Forza più grande della
vostra, e non per capacità o merito personale, che si può raggiungere la meta della sadhana [sentiero
yogico]. Bisogna ricordare ciò e non identificarsi con tali suggestioni quando vengono, non
accettarle ne subirle mai.
Lo spiritualizzare l'intera natura richiede molto tempo e, finché ciò non sia fatto, gli alti e bassi
sono inevitabili. Bisogna coltivare ed acquisire una fiducia ed una pazienza costanti specialmente
quando le circostanze sono contrarie, picchè quando esse sono favorevoli, è facile avere fiducia e
pazienza.
In coloro che hanno dentro di sé un sincero richiamo per il Divino, nonostante le difficoltà che la
mente o il vitale possono presentare, gli assalti che possono venire, anche se il progresso è lento e
difficoltoso, anche se ricadono indietro o abbandonano temporaneamente il sentiero, lo psichico
finisce sempre per prevalere e l'Aiuto divino si dimostra efficace. Abbiate fiducia in questo e
perseverate: Allora il traguardo è certo.
Sri Aurobindo - Lettere sullo Yoga

Per tendere alla Liberazione bisogna affidarsi a un Guru.


Quando la tua mente riceve la sua benedizione, l'emancipazione è a portata di mano.
Dal Canto di Mahamudra di Tilopa

Il Maestro [Guru] non è che l'estasi personificata. Un Maestro non è un insegnante; non insegna
nulla; non si cura di dottrine e principi. Un Maestro è una presenza.
Non pensare troppo, recati da lui piuttosto come un amante, perché un Maestro si trova attraverso
la percezione.
Il Maestro si mangia, il Maestro si beve; ascoltarlo non serve. È un fenomeno vivente: di fronte a te
hai la sua energia.
È una questione d'amore. È impossibile dimostrare a qualcun altro che si è trovato il Maestro. Non
c'è dimostrazione possibile. Non provartici neppure, perché chiunque può dimostrare il contrario.
Ma tu l'hai trovato e lo sai; lo hai assaggiato, e perciò lo sai. È una conoscenza del cuore, del
sentire.
Un Maestro è pregno di Dio; è pesante del Divino, è pronto a versarlo. Basta solo la tua sete; basta
un terreno assetato.
Il Guru è un frutto maturo, pesante, che aspetta di cadere. Se sei pronto a riceverlo, cade dentro di
te.
Quando un discepolo in totale fiducia si prostra ai piedi del Maestro, succede qualcosa che è
invisibile agli occhi. Un'energia piove dal Maestro e si versa nel discepolo. Se si è abbastanza
consapevoli, si vede l'aura del Maestro, il suo arcobaleno, che si versa nel discepolo.
Il Maestro è carico di energia Divina. E ne ha infinita: può versarla entro infiniti discepoli. Da solo,
può lavorare con milioni di discepoli. Non si esaurisce mai, perché è collegato col tutto, ha trovato
la sorgente di ogni cosa.
Per mezzo suo anche tu puoi saltare in quell'abisso. È difficile arrendersi a Dio, perché non si sa
dove sia: non ha mai dato il suo indirizzo a nessuno. Ma il Guru lo si trova. Perciò se vuoi sapere
da me cos'è un Guru, un Guru è l'indirizzo di Dio.
Sri Bagwan Rajneesh, 16 febbraio 1975

Il Guru davvero non è altro che la Divinità Suprema. Questa è la verità. Questa è la verità, o
Donatrice di grazie.
Coloro che compiono sacrifici, yaghya, voti sacri, austerità di purificazione, offerte, recitazione di
mantra, pellegrinaggi sacri, in assenza di comprensione del principio del Guru compiono tutto
questo come degli sciocchi.
Il Guru non è altro che l'anima dell'intelletto. Questa è la verità, senza dubbio questa è la verità.
È fondamentale che coloro che controllano la mente si sforzino di raggiungere Quello.
La Maya dell'esistenza fenomenica oscura la conoscenza. Nell'individuo dà origine alle tenebre
dell'ignoranza.
Viene chiamato con la parola Guru colui che fa sorgere la luce, da cui nasce la parola
illuminazione.
L'acqua dei piedi del Guru ha il potere di purificare da tutti i peccati, di accendere la luce della
conoscenza e può portare facilmente attraverso l'oceano di questo mondo.
Chiunque beva l'acqua dei piedi del Guru viene liberato dalla radice dell'ignoranza e purificato dal
karma della vita e ottiene perfezione, saggezza e distacco.
Ricorda sempre l'immagine del Guru, ripeti costantemente il nome del Guru, osserva sempre le
istruzioni del Guru, non pensare ad altro che al Guru.
La Divinità Suprema risiede nella bocca del Guru e si ottiene attraverso la sua grazia. Medita
sempre sul Guru, proprio come una moglie amorosa sogna suo marito.
Rinuncia a tutti i pensieri sulla condizione della tua vita, la nobiltà della tua nascita, la tua fama e
la tua crescita in questo mondo. Intuisci profondamente l'atteggiamento del Guru senza pensare a
niente altro.
E i piedi del Guru sono la mèta ultima, difficile da raggiungere persino per gli Dei. Perfino Hà Hà
e Hù Hù [due famosi esseri celesti] e una moltitudine di altri esseri divini desiderano adorarli.
Soddisfa eternamente il Guru con le tue azioni, i pensieri, le parole. Offri rispetto al Guru senza
vergogna, modestia o esitazione.
Offri il tuo corpo, i sensi, la vita stessa al Sadguru, il Vero Guru. Con l'anima traboccante apri il tuo
cuore e offri ogni cosa al Sadguru.
Ci inchiniamo al Guru, che permette di salire oltre l'albero del mondo fenomenico e salva tutti
dalla caduta nell'oceano dell'inferno del conflitto e della confusione.
Il Guru è Brahma, il Guru è Vishnu, il Guru è il Signore Maheshvar.
Il Guru è in verità la Divinità Suprema, e per questo ci inchiniamo al Guru.
Egli è colui che dissolve l'universo percettibile ed è il ponte attraverso l'oceano degli oggetti e delle
relazioni.
Egli è colui che illumina tutta la conoscenza con grande gioia. Ci inchiniamo al venerabile Guru.
Onore al Guru, la cui verità rende reale l'esistenza percettibile, la cui luce illumina Quello, la cui
beatitudine rende ogni cosa piena di gioia.
I suoi doni di saggezza e ispirazione fanno percepire l'universo come indiviso. Ci inchiniamo al
Guru, che è l'unica forma di verità di tutte le forme.
Colui che ha un'opinione non capisce. Colui che non ha opinioni ha una comprensione corretta.
Ci inchiniamo al Guru, che realizza l'assenza di molteplici opinioni.
Tutto appare con varie forme, mentre per il Guru non c'è differenziazione. Lui solo è la
manifestazione di causa ed effetto. Per questo ci inchiniamo al Guru.
Se Shiva [o Vishnu o Brama si aggiunge alcuni versetti dopo, a rappresentazione delle diverse energie
umane] è arrabbiato il Guru può calmarlo, ma se il Guru è arrabbiato Shiva non può calmarlo.
Perciò si dovrebbe compiere ogni sforzo per prendere rifugio nel Guru.
Il Guru è la forma suprema del nettare, la beatitudine dell'immortalità per coloro che vedono con
occhio discriminante.
Coloro le cui menti non sono così fortunate da percepire questa divinità sono solo come i ciechi che
non vedono sorgere il sole.
Tutte queste estese pratiche di centinaia di ripetizioni del controllo del respiro causano disagi e
fatica e sono di difficile realizzazione.
Questo buon risultato della vittoria sul sacrificio della vita si può ottenere facilmente in un
momento attraverso il servizio disinteressato al proprio Guru come una naturale espressione
d'amore.
Dalla Gurugita versetto 5, 8, 9, 10, 13, 14, 18, 19, 20, 25, 28, 29, 31, 32, 33, 36, 39, 40, 42, 44, 49, 53

Ortodossia
Per prima cosa di scoprire il luogo del cuore, secondo l’insegnamento di san Simeone il Nuovo
Teologo. Chiusi gli occhi e diressi il mio sguardo verso il cuore, cercando di rappresentarmelo
com’è, nella parte sinistra del petto, e ascoltando attentamente il suo battito. Ripetei questo
esercizio prima per mezz’ora, molte volte al giorno; all’inizio non vedevo che tenebre; presto però
il mio cuore apparve e sentii il suo movimento profondo; poi arrivai a introdurre nel mio cuore la
preghiera di Gesù e a farvela uscire, seguendo il ritmo del respiro, secondo l’insegnamento di san
Gregorio il Sinaita, di Callisto e di Ignazio; perciò, guardando con lo spirito nel mio cuore, inspirai
l’aria e la tenni nel petto, dicendo: Signore Gesù Cristo, e la espirai dicendo: abbiate pietà di me. Mi
esercitai per un’ora o due, nei primi tempi, poi mi applicai con sempre maggiore frequenza a
questa occupazione, e infine passai così quasi tutta la giornata. Quando mi sentivo pesante, stanco
o inquieto, leggevo subito nella Filocalia i passi che trattano dell’attività del cuore, e il desiderio e lo
zelo per la preghiera rinascevano in me. In capo a tre settimane, avvertii un dolore al cuore, e poi
un tepore gradevole e un sentimento di consolazione e di pace. Questo mi infuse maggior forza
per esercitarmi nella preghiera a cui i miei pensieri si riferivano, e cominciai a provare una gioia
immensa. Da quel momento provai di volta in volta diverse sensazioni nuove nel cuore e nello
spirito. Talvolta c’era nel mio cuore come un fervore e una leggerezza, una libertà, una gioia così
grandi che ne ero trasformato e mi sentivo in estasi. A volte, sentivo un amore ardente per Gesù
Cristo e per tutta la creazione divina. Talvolta le mie lacrime fluivano da sole per riconoscenza al
Signore che aveva avuto pietà di me, peccatore indurito. Talvolta il mio spirito angusto si
illuminava in modo tale che io comprendevo chiaramente quello che un tempo non avrei potuto
nemmeno concepire. Talvolta il dolce calore del mio cuore si diffondeva in tutto il mio essere e
sentivo con emozione la presenza infinita del Signore. Provavo certe volte una gioia potente e
profonda nell’invocare il nome di Gesù Cristo e comprendevo quel che significa la sua parola: Il
Regno di Dio è dentro di voi (Lc 17,21).
In mezzo a tali benefiche consolazioni, notai che gli effetti della preghiera del cuore si manifestano
sotto tre forme: nello spirito, per esempio, la dolcezza dell’amore di Dio; nei sensi il gradevole
calore del cuore, la pienezza di dolcezza nelle membra, il fervore della gioia nel cuore, la
leggerezza, il vigore di vita, l’insensibilità alle malattie o alle pene; nell’intelligenza l’illuminazione
della ragione, la comprensione della sacra Scrittura, la conoscenza del linguaggio della creazione, il
distacco dalle vane cure, la coscienza della dolcezza della vita interiore, la certezza della vicinanza
di Dio e del suo amore per noi.
Da Racconti di un pellegrino russo, secondo

E il mio beato starets mi diceva che gli ostacoli alla preghiera possono venire da destra e da sinistra
o, in altre parole, se il nemico non può distogliere l’anima preghiera con vani pensieri o immagini
colpevoli, egli fa rivivere nella sua memoria ricordi edificanti o belle idee, onde strappar via la
mente alla preghiera che egli non riesce a sopportare. Questo si chiama il distogliere da destra;
l’anima, disprezzando la conversazione con Dio, entra in delizioso colloquio con se stessa o con le
creature. Così egli mi ha insegnato che, nel tempo della preghiera, non bisognava ammettere nello
spirito nemmeno il pensiero più bello e più elevato; e se alla fine di una giornata ci si accorge di
aver passato più tempo in meditazione o in conversari edificanti anziché nella preghiera pura e
assoluta, bisogna considerarla un’imprudenza o un’avidità spirituale egoistica, specie nei
principianti, per i quali il tempo impiegato in preghiera deve essere superiore al tempo dedicato
alle altre attività di pietà. (…)

Bisogna lasciarsi indurre a invocare in nome del Signore più spesso ancora del respiro, in ogni
tempo, in ogni luogo e in ogni circostanza. L’Apostolo dice: Pregate senza posa; egli insegna con
questo monito che bisogna ricordarsi di Dio in ogni momento, in ogni luogo e in ogni cosa. Se tu
costruisci qualcosa, devi pensare al Creatore di tutto quello che esiste; se vedi la luce, ricordati di
colui che te la data; se guardi il cielo, la terra, il mare e tutto quello che essi contengono, ammira e
glorifica colui che li ha creati, se ti copri con una veste, pensa a colui dal quale l’hai ricevuta e
ringrazialo, lui che provvede alla tua esistenza. Insomma, che ogni gesto ti sia motivo di celebrare
il Signore, così tu pregherai senza posa e l’anima tua sarà sempre nella gioia. (…)
Basta immergersi più silenziosamente nel proprio cuore e invocare un po' di più il nome di Gesù
Cristo, si scopre ben presto la luce interiore, tutto diventa chiaro, e in questa chiarità appaiono certi
misteri del Regno di Dio. Ed è già un grande mistero, quando l'uomo scopre questa capacità di
rientrare in sé, di conoscersi veramente e di piangere dolcemente sulla propria caduta e sulla sua
volontà pervertita. Non è molto difficile pensare in modo sano e parlare con le persone, è una cosa
possibile perché la mente e il cuore esistevano prima della scienza e della saggezza umana.
Si può sempre coltivare la mente con la scienza o l'esperienza; ma dove non c'è intelligenza,
l'educazione non giova a nulla. Quello che c'è è che noi siamo lontani da noi stessi e che non
desideriamo ravvicinarci, anzi fuggiamo sempre per non trovarci faccia a faccia con noi stessi,
preferiamo cose da poco conto alla verità, e pensiamo: mi piacerebbe avere una vita spirituale,
occuparmi della preghiera, ma non ne ho il tempo, gli affari e le preoccupazioni mi impediscono di
dedicarmi veramente. Ma che cosa è più importante e più necessario: la vita terrena dell'anima
santificata o la vita passeggera del corpo per il quale noi ci diamo tanta pena? Così la gente arriva o
alla saggezza o alla stupidità. (…)

Immagina il tuo cuore, volgi gli occhi come se tu lo vedessi attraverso il petto, e ascolta con
l’orecchio teso come esso batte un colpo dopo l’altro. Quando ti sarai abituato, cerca di adattare a
ogni battito del cuore, senza perderlo di vista, le parole della preghiera. Ossia, con il primo battito
dirai o penserai: Signore; con il secondo: Gesù; con il terzo: Cristo; con il quarto: abbi pietà; con il
quinto: di me; e ripeti spesso l’esercizio. Ti riuscirà facile perché sei già abituato alla preghiera del
cuore. Poi, quando ti sarai abituato a questa attività, comincia a introdurre nel tuo cuore la
preghiera di Gesù e a farla uscire insieme con il ritmo del respiro. Ossia inspirando l’aria, di’ o
pensa: Signore Gesù Cristo; ed ispirando: abbi pietà di me! Se tu farai in questo modo abbastanza
spesso e per un certo tempo, proverai un lieve dolore al cuore, poi a poco a poco sentirai sorgere
un benefico calore. Con l’aiuto di Dio, giungerai così all’azione costante della preghiera all’interno
del cuore. Ma guardati specialmente da ogni rappresentazione, da ogni immagine che nasca nel
tuo spirito mentre preghi. Respingi ogni fantasia, perché i Padri ci raccomandano, per non cadere
nell’illusione, di serbare vuoto lo spirito da ogni immagine durante la preghiera. (…)
Ma gli effetti diretti della grazia di Dio, durante la preghiera del cuore, sono così alti che non c'è
lingua capace di descriverli; è impossibile paragonarli ad alcunché di materiale; il mondo sensibile
è basso in paragone alle sensazioni che la grazia ridesta nel cuore. Il mio amico ascoltò queste
parole con estrema attenzione e divenne anche più umile; la preghiera si sviluppava senza posa
nel cuore e lo confortava in modo indicibile.
Da Racconti di un pellegrino russo, quarto

Considerazioni finali
Come sappiamo, ogni cammino per arrivare a risvegliare la scintilla interiore propone all’adepto una disciplina che,
per lo meno all’inizio, quando ancora fisico, emozionale e mentale sono molto attivi e predominanti, dovrà essere
imposta con rigore e costanza. Una disciplina che costa, perché la spontaneità è immediata alla nostra natura e
quindi risulta certamente più facile e gratificante. Inoltre ci si illude che questa possa condurre all’illuminazione.
Infatti non pochi sono i tranelli che tale “spontaneità” offre, non per ultimo anche il presunto contatto con le
dimensioni sottili.
Pur tuttavia un ragionamento dovrebbe chiarire la questione: se attiriamo ciò che entra in risonanza con il nostro
essere, allora non avendo avuto cura di purificarci e di disciplinarci, che tipo di entità potremo mai attirare?
Ma questo è un ragionamento poco accetto da chi persegue la via della facilità.

Dunque all’inizio è attraverso una pratica disciplinata e costante che, piano piano, con tanta pazienza e indomita
volontà nel perseverare nonostante gli errori e le cadute, che finalmente si arriva ai primi reali movimenti interiori.
Le pratiche proposte hanno sempre a che fare con la respirazione cosciente e/o con la ripetizione costante di un
mantra o preghiera. Se non si nasce già illuminati non c’è altra via e ogni scorciatoia si rivela inevitabilmente un
tranello, che ci fa perdere tempo mentre inseguiamo l’illusione di una facile illuminazione…

Quando infine, dopo tanti esercizi, qualcosa si inizia a muoversi e rendersi evidente, allora a quel punto, è
fondamentale imparare a smettere di aggrapparsi interiormente con la focalizzazione dell’intento e lasciarlo quindi
manifestare nell’assoluta non resistenza. Anche questo è un atteggiamento da imparare!

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