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Gabriella Santini

Gabriella Santini

www.farfuoricupido.it
Editor: Patrizia Ceccarelli Redazione: Emanuele Ramini Team grafico: Simona DellOrto e Claudio Campanelli Illustrazioni: Simona DellOrto Ufficio stampa: Salvatore Passaretta 1a Edizione 2013 Ristampa 5 4 3 2 1 2018 2017 2016 2015 2014 Tutti i diritti sono riservati 2013 email: info@raffaelloragazzi.it www.raffaelloragazzi.it Printed in Italy Raffaello Libri Srl Via dellIndustria, 21 60037 Monte San Vito (AN) email: info@grupporaffaello.it www.grupporaffaello.it

assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.

ODI GEL O L OSI A A

"Non potrei vivere se non avessi la sensazione che oggi so qualcosa pi di ieri" scriveva Mary McCarthy, scrittrice e giornalista statunitense nata nel 1921. E io, che cosa imparer oggi?

Capitolo 1

Con la forza di un cataclisma

dore di gessetti, di carta antica e di chewing-gum. Odore di scarpe da ginnastica, di quadernoni nuovi e di scolorina. Odore di pioggia, di terra bagnata e dautunno E puzza di guai, di grossi guai, sono sicura. Il mio olfatto non sbaglia. E il mio sesto senso in allerta. mattino. Sono a scuola. Prima ora di lezione. Fuori un temporale pazzesco sta esibendo alla grande tutte le sue potenzialit. il primo vero temporale di questautunno un po matto. Foglie gialle macchiate di marrone sono trascinate da mulinelli di vento. Sfrecciano come aerei supersonici miniaturizzati a ridosso delle vetrate del liceo classico Dante. E gocce di pioggia dimensione dinosauro le bombardano. Molti aerei-foglia cadono, colpiti e affondati come in una battaglia dellaria. Chiudo gli occhi, sperando di sentire il frullio delle foglie sulle guance. Mi basta per partire per il solito viaggio immaginario Fantastico di volare sopra la foglia pi gialla di tutte. Sono appena diventata un bruco giallo puntolinato di blu. Perci, mi aggrappo alla foglia-aereo con tutta la forza che possiedo nelle mie zampette nere.

Bellissimo! Adoro immaginare mondi impossibili, e mi affascinano bruchi, farfalle, e insetti in genere. Scendi dalle nuvole, Diletta! strilla rabbiosamente la prof di matematica. Ohi, ohi Mi ha sgamato. Pochi istanti fa stava spiegando, ne sono certa. Il suo tono monocorde elencava numeri e regole, come ninne nanne. Perci mi sono distratta: il mio corpo rimasto seduto, composto e rigido, al suo posto, mentre pensieri ed emozioni si sono proiettati fuori. I miei compagni di classe ridacchiano. La scuola cominciata da pochi mesi, e stiamo affrontando tante novit nel nostro primo anno di liceo classico. Per noi, molte cose sono ancora oscure e incomprensibili, ma tutti abbiamo gi capito che Bice Radice non mi sopporta. Chiss perch. Sempre sulle nuvole, eh? insiste sarcastica. Hai preso residenza lass? Non le rispondo e chino la testa. Siamo alle solite. Ecco i primi guai Povera Diletta! Con questo tempaccio stile-No, vivendo lass, sar fradicia ironizza Filippo. mio vicino di banco e amico di avventure dalla prima media. Pi sventure che avventure, in verit. Non perdo la speranza, per finora la sfiga mi rimasta incollata come un plettro alla chitarra. Fili posa la sua mano sulla mia. Per la sua battuta solidale (o forse per la mano?), divento color amaranto. La IV D scoppia a ridere. Lunico a guardarmi senza ironia Mattia. Fa spallucce e mi strizza locchio,

amichevole. In linguaggiodaragainpienafaseadolescenziale significa: Lasciali perdere! Che te ne importa? Nel frattempo, Filippo aggiunge, serio serio: E poi, prof, che male c a immaginare? Limmaginazione pi importante della conoscenza! La conoscenza limitata, limmaginazione abbraccia il mondo. Ora la IV D ammutolisce. E attende la reazione di Bice, la terribile. Un silenzio innaturale ammanta la nostra aula. Ohi, ohi. Non ho il coraggio di sollevare la testa e di guardare prof e compagni. Le mie orecchie ronzano e la faccia pulsa come un semaforo impazzito. Maledetta timidezza! E benedette emozioni! Nel pieno del temporale autunnale, e anche della tempesta emozionale, sento che Filippo avvicina il suo gomito al mio. Calore e solidariet. I suoi soliti gesti amichevoli Non mio amico per caso. Filippo Filippo! Se non ci fosse, io sarei persa morta triste vuota demotivata grigia. SOLA. Una farfalla senza ali. Perci un piccolo povero verme. Che prospettiva.

Nella frazione di un secondo, comprendo profondamente due grandiose verit che in questi anni ho sempre nascosto. Persino a me stessa. O forse soprattutto a me.

Top secret: Ahim Perch la sincerit con se stessi cos dolorosa? E perch cos difficile da conquistare?

linguaggiodaragainpienaf

La prima verit Mi rifugio sempre nella fantasia perch la realt costruita dai grandi, perci spesso complicata e un po triste. La seconda verit Capisco che il cuore una cassaforte di cui spesso nemmeno il proprietario conosce la combinazione. Forse questo il segreto dei segreti? Ecco scovata la combinazione della mia: Filippo lepicentro del mio mondo. In due misere, crude, schiette, abusate parole? Ohi, ohi, probabilmente lo AMO CHE DISASTRO. Lo guardo bene mentre lui continua a tenere il suo braccio vicino al mio: Fili bellissimo! Ma anche intelligente, brillante, speciale, comprensivo, coraggioso, supersimpatico, unico, eccetera. Una frase che ho letto da qualche parte simpone sugli altri pensieri Non ama colui al quale i difetti della persona amata non appaiono virt! Beh, allora Sono fritta! Mi sa che lo amo da impazzire. Qualcuno mi aiuti So che scontato innamorarsi senza speranza del proprio miglior amico, ma temo che mancher di originalit. E prender zero spaccato in fantasia e creativit: lunica materia in cui andrei benino. Mi spaventa comprenderla ed durissimo ammetterla, ma questa la verit. Se Filippo la conoscesse sarebbe annientato. Dallo stupore. Dal senso di responsabilit. Dallincredulit. Per questo non gliela dir mai. Nemmeno sotto tortura. Campassi trecento anni. LO GIURO A ME STESSA.

Meglio nascondere tutto sotto la coperta innocua dellamicizia. Siamo e rimarremo grandi amici. Soltanto amici. Ahim. Questi pensieri mi confondono ancora di pi. Le mie guance diventano pi maculate delle foglie dautunno. Fatico a tornare alla realt. Tendo le orecchie e i sensi: in IV D, il silenzio continua a essere perfetto. Attesa e sospensione. Quando, infine, ecco la reazione della prof alla frase di Filippo sullimmaginazione. Per difendere una compagna troppo distratta, ti dai alla creazione di frasi sciocche, caro il mio Filippo Magni? esclama Bice Radice, con tono tagliente. E continua a fissarlo, malevola. La IV D fissa lei: occhialini frementi, sopracciglia arcigne, faccia da prof di mate, colorito da studiosa senza speranza. Poi, guarda lui: muscoli da atleta olimpico, viso bellissimo, simpatia travolgente, carisma indiscutibile. Il tifo scontato ma trattenuto. I motivi sono ovvi: i prof hanno il potere, invece, noi ragazzi abbiamo soltanto la forza del numero. Prof, prof la riprende subito lui, dondolando la testa. La frase non opera mia e non certo una sciocchezza! famosa ed di Einstein, Albert Einstein, fisico e filosofo nato nel 1879. La classe fa Uhuu!. E il tifo esplode. Bice Radice una delle prof pi odiate, e stavolta stata battuta con un K.O. tecnico da paura. In pochi istanti, la prof diventa rossa come una lanterna accesa. Poi, muta di colore e passa al verde oliva. Contrae la mascella, e riprende Filippo senza parole, inclinando il dito indice a mo di canna di fucile puntata

sullobiettivo. Se potesse, Bice Radice lo fucilerebbe sul posto, invece, il suo autocontrollo lodevole. Sicuramente sta pensando: Come si permette questo pivellino di farmi fare una figura del genere? Invece tutta la IV D pensa: Ora Bice spedisce Filippo dalla preside! Con il naso fremente, Bice balbetta: TU! TU TU! Fi-Filippo Magni! Prima o poi io io ti Lui le sorride sornione. La guarda con occhi sicuri, persino comprensivi. Poi, mormora: Lei mi ADORA, vero? Lo so, lo so. Brividi e tempeste! E ora? Accidentaccio. Mi sa che stavolta Fili ha esagerato Passano pochi istanti, durante i quali Bice Radice valuta, calcola, soppesa e risolve pro e contro. Infine si ricompone e abbassa le sopracciglia in segno di resa. Nonostante abbia perso il round, ha dimostrato di essere una perfetta prof di mate, capace di domare ogni emotivit e di valutare statistiche. Mentre qualche mio compagno fischia per la delusione, intuisco che cosa le sia passato per la testa: ha scelto di non mettersi contro Filippo per via dei genitori. Non le conviene, infatti. La madre di Filippo, Cristina Dossi, una docente universitaria molto nota in citt, e il padre, tal Tiberio Magni, beh, nientemeno che il preside del liceo scientifico Enrico Fermi, che vicino al Dante. Trattasi di un suo collega, ma di grado superiore Increscioso! Per lei sarebbero grattacapi incredibili e disagi a non finire. Se potessi giudicare la mia prof, la sua pagella sarebbe scarsa: Moralit: 0 spaccato Coraggio: 3 Comportamento: 2Esempio per gli alunni: 4Giudizio complessivo: 3

Certe volte, i grandi mi deludono un sacco Questa una di quelle volte.

Subodorando la momentanea sconfitta della prof, la classe applaude. Bice ingoia a vuoto, ma medita vendetta. Filippo disegna uno smile vittorioso su un angolo del mio quadernone. E la lezione riprende nonostante i tumulti dei cuori. Persino a dispetto del vento rabbioso che frusta le mura, e della pioggia incalzante che scuote gli infissi. Tento di prendere appunti, e mostro unespressione seria e concentrata; in realt, continuo a sentire puzza di altri guai. Peggiori. Molto peggiori. Chiss come mai. Torniamo alla propriet delle potenze, ragazzi. Vi dicevo che il prodotto di due o pi potenze aventi la stessa base spiega di nuovo la prof, con voce ispirata, una potenza della stessa base con esponente uguale alla somma degli esponenti! Ah, ragazzi La bellezza della matematica dovrebbe apparirvi in tutta la sua luce! Qualcuno tossicchia per ingoiare una risata vertiginosa. Qualcun altro si nasconde dietro al quadernone e fa smorfie iperboliche. Mattia Tarantola e MaxMaciste si picchiettano la fronte, indicando la prof. La situazione sta sfuggendo al controllo e sta diventando bollente. Imperterrita, la prof ripete ad alta voce: Eh s, ragazzi, la bellezza della matematica dovrebbe apparirvi in tutta la sua luce In quel momento, la porta della IV D si spalanca, assecondata da un colpo di vento terrificante. Un lampo illumina laula come il riflettore di un set cinematografico.

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Un tuono segue il lampo di l a un istante, brontolando come un regista non soddisfatto delle riprese. Una ragazza entra dimpeto, seguita da Fiorenzo Floris, il segretario del liceo. I capelli color rosa fucsia di lei invadono il set come quelli dellattrice di punta. Un altro lampo li illumina come se fossero fosforescenti. Tutti gli occhi convergono su quel rosa pazzesco. Quelli di Filippo sono immobilizzati su tutta la sagoma. Intrappolati. Come se la chioma non bastasse, la tipa indossa dei leggings superaderenti a righe nere e fucsia. La sua collezione di piercing imbarazzante, e tintinna insistentemente. Non contenta, la tipa sfoggia centinaia di braccialetti e di collanine con ciondoli di teschi, borchie, fulmini e diavoletti. Qualcuno dei raga fischia, ammirato e colpito dallentrata scenografica. Avanzando spavalda la tipa si mette nel centro dellaula. Io la guardo meglio. Negli occhi. Sono verde oliva: la loro espressione sicura, irriverente, indomabile. In-con-fon-di-bi-le. Nonostante la trasformazione, mi accorgo che la conosco bene. Da anni. Marzia, Marzia Tirabassi! Perch qui? Altro che bellezza della matematica! bisbiglia Filippo al mio orecchio. Questa una bellezza in carne e ossa! Pi carne che ossa, direi. Lo guardo, incredula, mentre lui torna a fissare la nuova arrivata e la registra dalla testa rosa-allucinazione ai piedi dotati di All Star nere a pois viola. Conosco Filippo da circa quattro anni, e finora non aveva mai detto una cosa simile n si era mai comportato cos. Unemozione sconosciuta mi serra lo stomaco.

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Inquietudine? Rabbia? O cosaltro? Una vocina dentro di me suggerisce:

Lo guardo di nuovo. Fili ha unespressione diversa dalle solite (e le conosco tutte nei minimi particolari) Le lentiggini sembrano triplicate. Gli occhi sono lucidi. Si muove a scatti, come se avesse la necessit di agire subito. Con il suo metro e ottantacinque di altezza, fatica a stare composto nel banco. Non mai successo prima, perch lui uno dei bravi bravissimi da sempre. brillante, diligente ed educato. La solita vocina mi sussurra ancora la verit:

Collo e mani mi formicolano. Nonostante la mia non sia una mente matematica, calcola e progetta lo stesso. E il verdetto arriva: Filippo si appena preso una cotta stratosferica. E certo non per me. Lo sentivo e non sbagliavo: i grossi guai sono arrivati! Il mio sesto senso non fallisce mai. Un buco freddo prende residenza dentro di me, e sovrasta pensieri e speranze. Il futuro prossimo mi spaventa pi del solito. Che cosa mi succeder? E a Filippo? Chiss se, nonostante tutto, la nostra amicizia resister?

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SerpiVelenoseInAzione

Capitolo 2

Sorprese, novit e, ehm, persino viaggi nel tempo


re, vero amo il ia s e h !" c "Per raro della vera amicizia ro La meno ra di Franois de se e a La massim ld, scrittore franc cau a sia Rochefou ). Trovo che la su 0 (1613-168 ase bellissima e... una fr a, ahim! r e v o lt o anche m

girare. La IV D sta vociando senza speranza. E la prof allucinata. Scusi per linterruzione inopportuna, professoressa Radini. E scusate anche voi, ragazzi, ma non avevo scelta sta esclamando Fiorenzo detto Cactus, col tono delle grandi occasioni. Ho una bella novit! Da oggi avrete una nuova compagna: si chiama Marzia Tirabassi e viene dal liceo scientifico Volta. Ha deciso di cambiare scuola a pochi mesi dallinizio dellanno scolastico. La IV D applaude senza entusiasmo. I nuovi arrivi rompono sempre gli equilibri, si sa. Tutti i raga si stanno chiedendo se la nuova si far fagocitare dalla maggioranza

ntanto, intorno a noi, il mondo ha continuato a

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oppure se simporr. Sono pronta a scommettere che agir con la delicatezza di un cataclisma. Perci conquister molto onore e altrettanti nemici. Do unocchiata ricognitiva in giro: Lucrezia la sta gi fissando con astio. Sicuramente teme che lo stile originale della nuova offuschi il suo. Lucrezia vorrebbe avere sempre la luce dei riflettori per s. Che antipatica! Greta e Alba stanno soppesando Marzia alla ricerca di dettagli stonati su cui fabbricare chiacchiere velenose e frecciate malefiche. Anche loro fanno parte del club chiamato da me e da Fili SVIA, e cio... SerpiVelenoseInAzione! Ciao a tutti! Salve, prof, io sono Marzia esclama la nuova, per nulla intimorita. Poi ci osserva diritto negli occhi, a testa alta, uno per uno. Senza timidezze. Professoressa compresa. Quando Marzia mi scorge, mi riconosce, mi fa locchiolino e mi sorride apertamente. Sembra sorpresa ma felice. Un po incerta e imbarazzata, rispondo al suo sorriso. Poi, Marzia guarda Filippo: lui avvampa stile vulcano in piena eruzione. Lei, invece, lo osserva interessata e sfrontata. Meom, che guaio Benvenuta le dice asciutta Bice Radice. Gli occhiali le sono scivolati di traverso, ma lei non se n accorta, perch troppo sbalordita. Fissa la chioma rosa della nuova alunna. Inorridisce. Non ti preoccupare per i miei capelli, prof dice Marzia, sorridendole tranquillamente. Ti assicuro che questo non il colore pi strambo che ho sfoggiato finora Cambio tinta spesso. Con me, non ti annoierai. Nemmeno tu ti annoierai con me, Marzia

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Tirabassi! assicura la prof. E si aggiusta gli occhiali sul naso palpitante dira. Anzi, sai che ti dico? Non disturbarti a sederti! Mostrami a che punto sei in matematica! Alla lavagna! Certo. Perch no? esclama Marzia la combattente. Come una pantera nera, posa lo zaino e va alla lavagna. Quasi tutta la IV D fischia per lammirazione. CHE TIPA TOGA! Io rimango basita. Filippo sembra essere altrove: bocca spalancata, muscoli paralizzati, carnagione zombie, occhi vitrei. Che gli piglia? Si sta trasformando in un merluzzo congelato? La prof si lancia con dispetto nellinterrogazione. Di solito le new entry non sono interrogate appena arrivate. Pazzesco: la famigerata Bice Radice sta superando se stessa e infila domande sempre pi complesse. Marzia risponde con la freddezza di un imperatore romano e con le capacit di uno scienziato. Beata lei. La IV D muta. Aspetta lesito dellennesima sfida della mattinata. I compagni pi secchioni osservano Marzia con attenzione. Genevive, un vero asso in matematica, la sta analizzando, con la solita razionalit. Minerva, che va bene in tutte le materie, sorride alla nuova, mentre Lorenzo (pure lui uno dei pi bravi) pare ignorarla. Lui guarda soltanto Minerva; nonostante stia con quellantipatica di Lucrezia, credo che Lo abbia una simpatia per Minni. O forse mi sbaglio Chiss. Mentre il temporale non accenna a placarsi, Marzia dimostra di sapere il fatto suo riguardo a combinazioni matematiche, regole e ragionamenti. A dispetto della

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tenacia della prof, la nuova venuta sta superando la prova alla grande. Lo sguardo di Filippo carico di ammirazione. Lui brilla in matematica, e la nuova arrivata non da meno. Invece, io Non occorre essere esperti di statistica per intuire che attualmente la mia media vicina al quattro. Il mio stomaco si contrae come se ospitasse il drago di Loch Ness.

Dimprovviso sono risucchiata da uno strappo spaziotemporale. Torno indietro di sei anni. E ricordo Rivivo persino Ho otto anni. Frequento la terza elementare. Marzia la mia amica del cuore dalla prima. Viene spesso a casa mia, perch i suoi genitori sono sempre al lavoro. La mamma, che si chiama Vittoria ed dentista, pi spesso con i suoi pazienti che con la figlia. Il padre, Odoardo Tirabassi, un notaio severo e introverso, che vive abbarbicato nel suo studio in prestigioso legno debano, al numero 10 del viale pi rinomato della citt. Perci anche oggi Marzia da noi: mia madre Teresa, che fa la casalinga e che ha tempo e pazienza a volont, la invita volentieri a casa nostra. Ma votata alla famiglia. Io non la capisco. Proprio no. Ma sta infornando lennesimo ciambellone per la nostra piccola ospite, come se fosse dimportanza vitale. Lodore inonda la cucina economica e invade anche la sala classica. Casa nostra anonima e modesta, ma casa. Ed nostra. Ci sono nata ed intrisa di ricordi come il ciambellone di ma ripieno di gocce di cioccolato.

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Marzia e io stiamo fingendo di studiare. Le nostre teste sono chine sulla pagina di storia dedicata alle abitudini delluomo di Neanderthal. In realt, sbirciamo quello che fa mio fratello Alessandro. Speriamo di sgamarlo in difetto. O magari distratto Invece, che barba, studia anche lui! Per lui lo fa davvero. Alessandro ha cinque anni pi di noi: ci sembra irraggiungibile, diverso e grande grandissimo un gigante. Marzia disegna sul suo quadernone un Ale-versioneuomo-primitivo. Poi esclama: UNA GOCCIA DACQUA! Cosa? chiede lui pi preso dal suo libro che da noi. Niente, niente mormora Marzia, compita. Dicevo a Diletta che assomigli dannatamente dannatamente S? domanda Alessandro, disinteressato. Soltanto il trepercento della sua soglia di attenzione dedicato a noi, il resto chiss dove. A un Neanderthal! Spu-ta-to! Soprattutto il Q.I. risponde lei, sfacciata. Poi, ride soddisfatta. S, vero? conferma, ignaro. Non ci ha sentito. Tanto per cambiare Per lui, siamo invisibili come pulci, e interessanti quanto un libro scritto in una lingua barbarica. Scoppiamo a ridere con la spensieratezza degli otto anni. A questo punto mamma abbandona il suo benedetto ciambellone e ci rimprovera: Bimbe, lasciatelo stare! Ale ha da studiare cose molto importanti. Non la sopporto quando ci chiama bimbe. Noi abbiamo otto anni! Non siamo piccole. E non la sopporto neppure

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quando ripete che Ale ha cosemoltoimportantidastudiare! E io, allora? Non sono forse tutte ugualmente importanti le cose che si studiano? Ma ha la stessa malattia cronica degli altri. Tutti, prof, parenti, amici, genitori, vicini di casa, sussurrano ipotizzano congetturano sperano sognano da anni I loro bisbigli? Eccoli, in ordine maniacale: Ale non un ragazzo normale. Ale un genio con Q.I. stratosferico. Ale una promessa per lumanit. Ale una grande speranza per la nostra famiglia. Ale un orgoglio nazionale. Ale un grande colpo di fortuna. Ale il premio Oscar della genetica. Io sento queste voci e questi sussurri da sempre: ci sto crescendo dentro, immersa come una rana in uno stagno troppo melmoso. Su di me, nessuno bisbiglia. I parenti mi danno sempre pacche dincoraggiamento sulle spalle. compassione? comprensione? pena? Boh. Le maestre dicono ai miei che sono una brava bambina, ma che non sono come gli altri della famiglia Veri, perch sono chiusa, introversa, permalosa, complicata, e perch devo ancora esprimermi. Ho soltanto otto anni, ma ho capito che cosa vogliono dire tutte queste frasi diplomatiche. Eccole tradotte dal tipicolinguaggioadultese: Diletta non intelligente come Alessandro. Non una vera Veri. Non lo sar mai. Lei ha un brutto carattere, disubbidiente e ha unintelligenza modesta. Sufficiente. La sua mente persino un po lentina. Diletta un sei e basta!

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Una lacrima sintrufola tra le ciglia. Fa capolino. Esita. Luccica. Poi scorre via, scintillando. La elimino con un colpo rapido di mano. Per Marzia pi veloce di me Lha notata. Che succede, Peach? mi sussurra, pronta. Nienteniente rispondo rapida. Lascia perdere tua madre bisbiglia Marzia, tanto lo sai che tutte le mamme pendono per i figli maschi! una legge di natura. Grazie. Sei unamica. Ricorda, Peach: io ti vorr bene per sempre. Niente e nessuno si metter mai tra di noi. Fino alla fine del tempo. Anchio ti vorr bene sempre bisbiglio, emozionata. Che c, ragazze? Vi occorre qualcosa? domanda mamma, sentendoci bisbigliare. Niente, Teresa. Ripetevamo le abitudini del Neanderthal risponde Marzia. Per la velocit inventiva e per la sfacciataggine, meriterebbe un bel dieci. Ma annuisce, poco convinta. Noi schizziamo sul balconcino prima che lei possa replicare. autunno, ma laria ancora calda. Sotto, nel piccolo giardino condominiale, piantato un unico albero. un faggio ed altissimo; occupa buona parte del nostro balcone con i suoi rami. una vera e propria invasione ma naturale e bellissima. Lalbero ha ancora molte foglie: ora sono tutte dorate. Quelle stufe di dondolare si lasciano andare, scivolano dallalto, e ci solleticano il naso. Piccolissima magia per piccole

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bambine che credono di essere gi cresciute. Noto un ragno marroncino che fa laltalena, appeso al suo filo di seta. Gli sorrido, anche se so che mignorer. A parte la musica, che la mia grande passione segreta, mi incuriosiscono un sacco insetti, lepidotteri e aracnidi, ma non lho detto a nessuno. Leggerei di tutto sul loro conto, forse perch sono piccoli ma straordinari o forse perch il loro mondo minuscolo sfugge al controllo di noi umani, che siamo grandi e prepotenti. Mentre do un passaggio sul mio dito al ragnetto acrobata, Marzia si avvicina al tronco del faggio. Tira fuori un foglietto viola dalla tasca. Lo appoggia sulla corteccia e traccia linee decise con la penna, scrivendo qualcosa. Poi cerca un buchino irregolare. Lo trova. Ci infila il foglietto, con aria misteriosa. Infine mi bacia su una guancia, asciugando limpronta umida della vecchia lacrima che mi riga ancora il viso. Il suo non un bacio ma il suggello di un accordo. Prima o poi leggerai questo foglietto e ti ricorderai di oggi. E di me. Il nostro accordo persempre mormora, con aria misteriosa e solenne. Dimprovviso, Marzia intravede il mio ospite, si sposta con un salto, e lancia un acuto da soprano. Che succede? le chiedo, stupita. HAI UN RAGNACCIO SULLA MANO! Lo so dico tranquilla. Ce lho messo io! MA SEI MATTA? strilla lei. QUELLO UN RAGNO! PELOSO E BRUTTO! Non mi dire che anche tu fai parte dellassociazione degli umaniassassinidinsettiragni&CO?

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oscuro, in realt, la classe degli aracnidi comprende, per esempio, scorpioni e ragni. Gli aracnidi furono i primi animali colonizzare le terre emerse Tuttora sono predatori e spesso velenosi. Tosti! ;-) Elementi distintivi? Le quattro paia di zampe e la mancanza di antenne e di ali.

S! S! S! S! S! S! la mia associazione preferita. Tento di sorriderle, in verit vorrei convincerla a cambiare idea. E tu, invece? mi chiede. A me piacciono un sacco i ragni! E anche le farfalle, i bruchi e gli insettini. Li adoro. Mi vuoi bene lo stesso? Ancora? Lei rimane muta. Poi scoppia a ridere. Certo, Peach! Ti vorr bene sempre e comunque. E poi, chisenefregadiragninsetti&CO? Per essere amiche, non si deve essere uguali. Tu sei tu, e io sono io. Insieme, per siamo una forza! E lo saremo sempre. Il nome sembra difficile e

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Capitolo 3

Ohi, ohi, il due NON il numero perfetto

na gomitata dolorosa mi scuote e mi d un passaggio fino al presente. Sei connessa? mormora Filippo, un po scocciato. Capisco che il gomito era il suo Annuisco. Invece, sono ancora intontita. Il salto nel passato mi ha tagliato fuori dalla realt pi del solito. Mi guardo intorno. Marzia si seduta vicino a Filippo e a me. Mi sorride, con complicit. Ricambio. Capelli fluorescenti o no, lei ancora la bambina che mi aveva promesso amicizia eterna. Glielo devo, anche se dopo quella sera e quellaccordo, lei spar dalla mia vita senza un perch. Io rispetto i patti e i persempre. Lei sussurra, con una dolcezza rude: Non sei cambiata, Peach. Vivi ancora nei castelli in aria. Allora la conosci bene! esclama Filippo. Pare sbalordito, e, in qualche oscura maniera, felice. Le mie guance vanno a fuoco, ma considero che vivere in aria ha i suoi pregi: si sta lontani da guai, incomprensioni, brutte sorprese e dolori.

"Nihil est dictu facilius" io e cio: scriveva Publio Terenz pi facile che agire. parlare sicuramente anche parlare, Per me, difficilissimo figuriamoci!

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Perch la chiami Peach? chiede Filippo. Non vedi che pelle di pesca ha? E poi, dolce dolcissima! risponde Marzia. Dimpulso, copro con una mano i brufoli odiosi che invadono la mia fronte come nemici un campo di battaglia. I brufoli sono una pena, per me. Poi zittisco sia Marzia sia Filippo: ho paura che compagni e prof ci sentano. Guardo verso la cattedra e capisco che lora di lezione con Bice Radice finita da un pezzo. In compenso, c il prof di greco. Mi prende il panico, perch, nella durata di una semibiscroma, comprendo che, mentre me ne stavo rintanata altrove, in IV D si materializzato Omega. Come uno zombie. Come uno spettro. Come uno il , (cio ta scheletro. ARG. dura La della ) orale valore temp Omega gi qui? esclamo sorpresa. semibiscroma un E chi senn? bisbiglia Filippo. Mi sessantaquattresimo della fissa. Cirisiamo! ERI FUORI CONNESsemibreve, che la nota di re valo ha h SIONE! Di-le-tta? riferimento perc i, Perc . uno relativo di S, Filippo, eccomi. Sono tornata da nella durata di un intero (la te. semibreve), possono essere Nel dirlo, arrossisco, perch queste eseguite sessantaquattro quattro parole hanno un suono strano. semibiscrome. Meno male che lui non se ne accorge. Marzia nemmeno: troppo impegnata a ridere tentando di non essere scoperta. Quando ride ancora pi bella. Irraggiungibile. Occhi che brillano. Viso da film. Aria di chisaquellochevuole. Occhio a Omega, Di! Sta consegnando le verifiche di greco mi avverte Fili.

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Una scarica di adrenalina taglia i ponti con il passato. Giusto in tempo DILETTA VERI! sentenzia il prof senza alzare la testa dalle verifiche. Ohi, ohi, lesperienza minsegna che quel certo tono anticipa un brutto voto. Tanto per cambiare. Mattia Tarantola muove le labbra a dire: In bocca al lupo! Gli regalo un sorrisetto stentato, invece lui mi sorride pieno di buona volont, e continua a guardarmi. Mi torna in mente una frase che Filippo mi diceva, allinizio della scuola. Fili indicava Tarantola e mi ripeteva, ridendo: Quello l ha un debole per te. Forse perch si chiama R agni&co Tarantola? A quanto pare con i ragni, ci la Ly co sa tar an tul a, de tta sai fare. sem pli ce me nte tar an tol a, esi Tento di prepararmi, respirando forte. Nonostante i buoni propositi, per, mi sollevo dal banco a fatica. Abbasso le spalle. Curvo la testa. Fisso la punta delle scarpe. Cammino rigida. Sembrer penosa? Sono certa di s. Se mio fratello Alessandro fosse qui, sono sicura che commenterebbe: Classico modus operandi di chi va male a scuola. Dentro di me ripeto a ripetizione: Deveandarebene-deveandarebene-deveandarebene-deveandarebene!

ste da be n qu att roc en to mi lio ni di an ni. =0 No no sta nte leg ge nd e e tra diz ion i la dip ing an o co me mo lto ve len os a, no n lo qu an to si cre de . De lle 80 0 sp ec ie co no sci ute , ne ssu na in gra do di uc cid ere un uo mo . Pe r di pi , il mo rso ch e la tar an tol a us a co me dif esa ha gli eff ett i di un a ba na le pu ntu ra di ve sp a.

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Razionalmente, per, immagino gi come andr a finire: stavolta sar un quattro o sar un cinque?

Il prof mi guarda senza parlare: intravedo unombra di comprensione. Persino di tenerezza. O le sto soltanto sognando? Poi torna severo e allunga i fogli verso di me. Prendo la verifica, cercando di non badare ai segni blu e rossi che la decorano, come fiori maligni su un prato candido. Infine, riguadagno la strada per un porto sicuro il mio posto. Mi siedo, tenendo ostinatamente i fogli voltati sul dorso. Non voglio rischiare di leggere il voto. Intanto Omega finisce di consegnare anche le altre verifiche. Infine aggiunge: Chi non ha raggiunto la sufficienza, domani avr la possibilit di sostenere una verifica di recupero. Domani? Non troppo presto? azzarda Mattia. E continua a fissarmi, protettivo. Avremo soltanto un pomeriggio per ripassare. Ricordate Parmenide? La IV D borbotta un s incerto. Secondo il noto filosofo, il tempo apparenza, ed immobile e senza fine. Un eterno presente spiega il prof. Perci lessere ora. Dentro di me penso che se fosse vero, i mutamenti sarebbero effimeri, e il tempo, unillusione Star a vedere il mio futuro prossimo. Ragazzi, vi concedo questa seconda possibilit per due motivi. Il primo che prestissimo ci sar la riunione con i vostri genitori. Il secondo che non voglio che

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rimaniate sconvolti. Il greco uno scoglio difficile da superare, per una volta compresi meccanismi e regole, vedrete che diventerete tutti bravi; o quasi. Com umano! ironizza Filippo a bassa voce, mostrandomi il 5 e mezzo che il prof gli ha messo. Beh, per ci protegge dalle ire dei nostri matusa. Non merita il soprannome che gli hanno appioppato. A te com andata? Non voglio mostrargli le mie debolezze. Giro i fogli e guardo UN DISASTROSO 2 ROSSO OCCUPA UNA PORZIONE DELLA PAGINA. ODDIO! Guardo di nuovo: il due pare ingigantirsi. E il rosso mi invade. andata peggio del peggio del peggio. Beh? insiste Filippo. Non posso dirglielo. Un due troppo anche per me! Mi limito a fare cenno di no con la testa, e abbasso il pollice allingi, alla romana. Tranquilla. Mal comune sussurra, per niente stupito. Annuisco, pi pallida di un foglio vuoto. Fili mi sfiora la guancia con una carezza lieve. Come un battito dali di farfalla. Amica mia, non mollare. Non riesco a rispondere: sono scioccata. Per il brutto voto, ma anche per la carezza che mina le mie resistenze. Vorrei sprofondare al centro della Terra. Diventare magma. Sparire. Fondere. Ma tengo duro e faccio finta che sia tutto nella norma. Le mie energie sono concentrate nel tentativo di non piangere, e di ignorare la carezza. Per la guancia incriminata brucia come lava fusa. Maledette emozioni! Maledetto amore.

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Veri e Magni! esclama il prof. Voi non avete bisogno della spiegazione? Certo, prof risponde Filippo, svelto. Ci scusi farfuglio io. Appena il prof abbassa la guardia, chino la testa, afferro un foglietto nero e, con una matita bianca, disegno me stessa al centro con la testa bassa. Sulle spalle traccio un due gigantesco. Intorno a me, disegno ma, pa e Ale che ridono (o mi deridono? Chiss). Scrivo un inciso e lo sottolineo con rabbia: Sotto, disegno anche il liceo Dante in versione lager. E di fianco scrivo: Poi piego il foglietto pi volte e lo infilo nel diario. Una lacrima coraggiosa ha appena trovato una via di fuga e preme per uscire allo scoperto. Unaltra sta per seguire il suo esempio e indicare la strada alle colleghe. Non posso permetterlo. Sono anni che riesco a trattenerle dentro di me. Questo non il momento migliore per concedere un ammutinamento. Per recuperare lucidit e freddezza, rispolvero un vecchio metodo inventato nellanno pi brutto della mia vita. Mentalmente ripeto la scala delle sette note, dal do al si, e poi a ritroso, dal si al do. Di solito funziona, e allottava o nona ripetizione, mi calmo. Dun tratto, Filippo mi propone: Ripassiamo greco insieme oggi pomeriggio? Ti va? No-non ba-baster certo il pomeriggio, Fili balbetto. Non a me. Dovr studiare senza sosta. Pomeriggio, sera e notte.

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Se vuoi, rimango a cena da te, cos studieremo anche dopocena. Di notte, per, divieto assoluto di studio, Diletta, altrimenti domattina non renderai. Cedo e mormoro un s stentato. Intanto Omega approfitta del tempo rimasto per rivedere gli errori. Mi costringo ad ascoltare, ma, come al solito, la mia mente vola via Ripenso alle ultime verifiche: un cimitero di croci. Una collezione di brutti voti. Un disastro senza clamori. Un insuccesso dietro laltro. Come far a dirlo ai miei? I soliti crampi allo stomaco rispondono per me: non-posso-dirglielo-proprio-non-posso! Noto che Marzia sta scrivendo qualcosa su due fogli strappati in fretta. Mi riaggancio alla realt. Un foglio atterra sul mio banco; un altro finisce su quello di Filippo. In contemporanea, iniziamo a leggerli. Mi accorgo che Mattia Tarantola ha seguito tutti i passaggi. Anche il prof di greco ci lancia unocchiata indagatrice. Io mi confondo, abbasso lo sguardo e divento pi rossa di un gambero cotto. Invece Filippo lo guarda diritto negli occhi e gli sorride tranquillo come se il foglio fosse scritto in caratteri greci antichi e fosse roba di scuola. Come fa? Beato lui. Per un po, fingiamo di seguire le parole del prof, poi riprendiamo la lettura. Guardo Filippo: improvvisamente diventato pi rosso di me. Strano Per me va bene. Tu che ne pensi, Fili? bisbiglio. unidea geniale risponde, con gli occhi lucidi e laria superfelice. Ci i Sicuramente doman far bene studiare fino a tardi. Studiamo insieme? fica, perch il prof Annuisco a testa bassa, faccio mi toccher la veri . la mia preparazione vorr controllare bbe bene: sono Un ripasso mi fare i va? ta speciale. V anchio una sorveglia NO S 29

una crocetta sul quadratino con il s. Poi, riconsegno il foglio a Marzia veloce come un fulmine, per evitare le ire di Omega. Filippo fa la stessa cosa. Marzia ci sorride. E ci lancia un bacino di nascosto. Penso ai tre moschettieri. Ricordo il loro motto: Tutti per uno e uno per tutti! Rimando sparizione implosione liquefazione annullamento a unaltra data. Perlomeno non sono sola. Allora, appuntamento a casa tua? mi chiede Filippo. Obiettivo: studiomattoedisperatissimo? Recupereremo il brutto voto, D. Faccio ok con la mano. Ma avrei bisogno di un miracolo. Tua madre Teresa sempre la stessa? mi domanda Marzia. A casa mia, quasi tutto uguale, ma con meno musica. Da te? Ci sono state variazioni, ma niente di cui valga la pena parlare. Una folata di tristezza oscura il bel viso di Marzia, ma dura pochi istanti. Come mai meno musica? Ricordo che da te si suonava a tutte le ore. Ma e pa sono stufi di sentirmi, e anche di suonare rispondo, sperando che si accontenti di questa risposta. Immagino. Loro lo facevano per passatempo ma tu eri una barba! scherza lei. Eri sempre in compagnia della tua arpa e del tuo violino! Gi rispondo. Intanto ingoio lamarezza. E tanti ricordi amari. Lei non sa pi niente di me. Chiss se potremo essere ancora amiche come anni fa? A che ora possiamo invaderti casa? chiede ancora

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Marzia. Dalle tre in poi, venite quando volete. Marzia batte cinque con me. Sembra di nuovo effervescente. Io fingo di esserlo. Come sempre. Per, non credo che mi riesca granch. Lesercito di lacrime monta la guardia in un angolo buio, in attesa del momento ideale per sferrare il prossimo attacco.

Omega se ne va, con il suo carico di verifiche compromettenti sottobraccio. Mentre lui esce, fisso quei fogli e sogno di farli evaporare come nebbia autunnale. Sarebbe fantastico. Ottengo che spariscono, sostituiti magicamente dalle verifiche di latino. NOO! Che mattinata! Infatti, RosaVolginprosa arriva dopo Omega, e stringe sottobraccio i nostri compiti di latino. Bene Di verifica in verifica, il baratro a un passo. Rabbrividisco, ricordando la verifica di latino sostenuta i giorni scorsi. Aveva come tema una poesia di Catullo da tradurre e da commentare. Ahim, la poesia era corta ma indecifrabile e misteriosa RosaVolginprosa ci saluta, si siede, inforca gli occhiali da Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior. Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; non so, ma proprio cos, e mi tormento. (Traduzione di Salvatore Quasimodo) Mi odio perch ti amo. Com possibile? Non lo so, ma sento che cos, e lamore mi fa soffrire un sacco. (Traduzione mia Ehm.)

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Lossimoro una figura retorica che gioca ad accostare due termini contrastanti. Per esempio, silenzio assordante un ossimoro.

presbite e consegna subito le verifiche. La maggior parte della IV D ha preso buoni voti, perci riceve i complimenti della prof. Quando il mio turno, Fili mi d una manata sulla spalla, che anche una spinta ad andare in cattedra. Mentre mi alzo, lui simbambola a guardare Marzia. Hai tradotto con troppa approssimazione dice la prof. Mi dispiace, Diletta, ma il tuo compito insufficiente. Non avevi studiato lossimoro catulliano, vero? Deglutisco a vuoto: intanto frugo nella memoria alla ricerca disperata del significato della parola ossimoro, ma come cercare unoasi in un deserto. Vuoto assoluto. Rimango zitta. Per sei stata lunica a tradurre questo famoso carme di Catullo in modo personale aggiunge la prof, perci ti ho messo cinque. Credi che lodio di cui parla Catullo sia rivolto verso se stesso e non verso Lesbia. Perch? Be, lui la ama. Come potrebbe odiarla contemporaneamente? impossibile. Se tu avessi studiato, sapresti che lossimoro catulliano consiste proprio nei sentimenti contrastanti damore e di odio che dilaniano il poeta. Sbircio verso Fili nella speranza che mi difenda, come spesso succede. Nella mia fantasia, lui il mio cavaliere errante. Invece, perso dietro Marzia. Mattia alza la mano e sinserisce a sorpresa: Soltanto chi ama profondamente pu scrivere ci che ha scritto Diletta. La prof gli si avvicina e lo guarda negli occhi.

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Tu sai qualcosa a tal proposito, Mattia? Ce ne vuoi parlare? Lui mi guarda di soppiatto e poi nega con la testa. Recisamente. Bene, ragazzi, passiamo ad altro. Oggi ho tante cose da spiegare. Mi raccomando, Diletta, prega i tuoi di venire alla riunione termina la prof. Ho assoluto bisogno di parlare con loro. Annuisco: dentro di me, una rivoluzione. Chiedo il permesso di andare in bagno. Uno strano drago si appena avviluppato intorno al mio collo e stringe con forza. Mi manca laria. Mi sento una nullit.

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Indice
Capitolo 1 Con la forza di un cataclisma Capitolo 2 Sorprese, novit e, ehm, persino viaggi nel tempo Capitolo 3 Ohi, ohi, il due NON il numero perfetto Capitolo 4 Adoro le sorprese ovali e piccoline Capitolo 5 Un invito misterioso per chiss dove Capitolo 6 Metamorfosi significa mutamento? Capitolo 7 ... Oppure vuol dire peggioramento? Capitolo 8 Invece dark significa buio Capitolo 10 Piovono note nella notte delle sorprese Capitolo 11 Bacio proibito Capitolo 12 L 'adolescenza una tempesta? Capitolo 13 La verit davvero figlia del tempo? Capitolo 14 Note, pensieri, promesse e nuvole Capitolo 15 l'apoteosi! Capitolo 16 Al di l del bene e del male Capitolo 17 Mi perdo. Chiss se mi ritrover... Capitolo 18 Il linguaggio dei cuori 5 14 23 34 41 50 58 67 87 98 106 114 123 130 141 150 159

Capitolo 9 Che serata da delirio, alla Tana del Ragno! 77

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