Zootecnia biologica reg. CEE 2092/91 come modifcato dal CEE 1804/99 DM 4 agosto 2000 DM 29 marzo 2001 DATI STATISTICI SULLA ZOOTECNIA BIOLOGICA ITALIANA Numero complessivo aziende zootecniche italiane: 744.000 (dati INEA 1998) Aziende zootecniche biologiche (al 31/12/2000) Abruzzo 16 Basilicata 14 Calabria 20 Campania 15 Friuli 15 Emilia-Romagna 137 Lazio 51 Liguria 71 Marche 41 Lombardia 40 Piemonte 24 Puglia 10 Sardegna 55 Sicilia 35 Umbria 13 Toscana 89 Trentino 21 Veneto 77 Totale 744 + 60 Fonte: elaborazione FIAO su dati forniti dagli organismi di controllo ad eccezione di Ecocert e QS&I. I numeri tra parentesi indicano la stima delle aziende relative a questi due enti di certifcazione Orientamento produttivo delle aziende zootecniche biologiche (elaborazione FIAO su dati organismi di controllo al 31/12/2000) Bovini 53% Ovicaprini 23% Apicoltori 13% Avicoli 6% Suini 4% 2 Equini 1% CARATTERISTICHE DEL METODO DI ALLEVAMENTO BIOLOGICO 1 1 Il metodo di allevamento non biologico indicato con laggettivo convenzionale 3 Lallevamento deve avere un legame funzionale con la terra NB Sono esclusi dal metodo biologico gli allevamenti senza terra ossia gli allevamenti di animali che non hanno un collegamento funzionale con i terreni cui gli stessi fanno riferimento nell'ambito di un programma produttivo aziendale o di comprensorio. 2 Il collegamento funzionale valutato sulla base dei seguenti elementi : rapporto UBA/ ettaro; garantire agli animali poligastrici e monogastrici almeno il 35% della Sostanza Secca della loro razione annuale deve provenire dall'azienda stessa o dal comprensorio in cui ricade, inteso come unarea defnita nella quale ricadono le aziende biologiche che hanno stabilito un rapporto contrattuale per lo spargimento delle deiezioni animali. DEROGA: per ragioni pedoclimatiche o calamitose la percentuale di autoproduzione richiesta potr essere inferiore al 35% a condizione che linsieme delle superfci agricole dellazienda siano condotte secondo il metodo previsto dal Reg. (CEE) n. 2092/91. E compito dellAmministrazione regionale, con proprio provvedimento, defnire la riduzione della percentuale di autoproduzione, aziendale o comprensoriale, a seconda della rilevanza delle suddette ragioni pedoclimatiche o calamitose. rapporto deiezioni zootecniche/superfcie terreni aziendali (170 kg azoto/ettaro) garantire laccesso degli animali al pascolo o, quando non possibile, a spazi liberi allaperto Obbligo di pascolo E obbligatorio, nei limiti consentiti dalle condizioni pedoclimatiche, garantire agli animali, nellarco dellanno, unadeguata fruizione dei pascoli, anche limitatamente ad una fase produttiva. Eccezioni Alternative possibili 1)piccole aziende a stabulazione fssa: pascolo 2 volte alla settimana o accesso a spazi aperti; 2)cattive condizioni di salute degli animali Nei periodi in cui non si pascola uso di spazi o parchetti esterni Alimentazione tutto o in parte biologica Uso di materie prime esenti da OGM Rispetto delle norme sul benessere animale Uso preferenziale di farmaci omeopatici veterinari 2 Le parti in rosso evidenziano le norme introdotte dal DM 4 agosto 2000 come modifcato dal DM 29 marzo 2001 4 Ciclo di produzione tendenzialmente chiuso. Evitare il ricorso a materie prime prodotte al di fuori dellazienda. Il reg. CE non ha recepito tale principio in senso assoluto, ma ha previsto, in alcuni casi particolari, delle deroghe al fne di consentire lo sviluppo nellUE della zootecnia biologica. DIMENSIONAMENTO DELLALLEVAMENTO Il numero di capi per unit di superfcie sar limitato in misura tale da consentire una gestione integrata delle produzioni animali e vegetali a livello di unit di produzione e in modo da ridurre al minimo ogni forma di inquinamento, in particolare del suolo e delle acque superfciali e sotterranee. La consistenza del patrimonio zootecnico e essenzialmente connessa alla superfcie disponibile al fne di evitare: 1)problemi di sovrappascolo e erosione; 2)consentire lo spargimento delle deiezioni animali onde escludere danni all'ambiente. Per determinare la appropriata densit degli animali di cui sopra le unit di bestiame adulto equivalenti a 170 kg N/ha per anno di superfcie agricola utilizzata per le varie categorie di animali sono determinate dalle autorit competenti degli Stati membri sulla base della tabella: Numero massimo di animali per ettaro Classe o specie Numero massimo di animali per ettaro (equivalente a 170 kg N/ha/anno) Equini di oltre 6 mesi 2 Vitelli da ingrasso 5 Altri bovini di meno di 1 anno 5 5 Bovini maschi da 1 a meno di 2 anni 3,3 Bovini femmine da 1 a meno di 2 anni 3,3 Bovini maschi di 2 anni e oltre 2 Giovenche da allevamento 2,5 Giovenche da ingrasso 2,5 Vacche da latte 2 5 Vacche lattifere da riforma 2 Altre vacche 2,5 Coniglie riproduttrici 100 Pecore 13,3 Capre 13,3 Suinetti 74 Scrofe riproduttrici 6,5 Suini da ingrasso 14 Altri suini 14 Polli da tavola 580 Galline ovaiole 230 All. VII reg. CE 1804/99 6 IL CARICO ANIMALE NELLALLEVAMENTO BIOLOGICO ESEMPIO DI DIMENSIONAMENTO AZIENDALE IN UN ALLEVAMENTO DI BOVINI Il regolamento comunitario 1804/99 indica il quantitativo di azoto massimo spandibile nell'azienda come deiezioni zootecniche che ammonta a 170 kg. Il quantitativo di azoto trasformabile in Unit di Bovino Adulto (U.B.A.) che permette una conversione dell'intero bestiame aziendale in un parametro uniforme. Il carico massimo di bestiame per ettaro pari a 2 U.B.A.. Le scelte dimensionali dell'azienda zootecnica in conversione sono condizionate dal carico presente in allevamento al momento dell'ingresso nel sistema di controllo. Quest'ultimo pi risultare inferiore o superiore a 2 U.B.A. per ettaro. Nel caso di carico inferiore a 2 U.B.A per ettaro l'azienda pu optare per a) il mantenimento del carico presente b) l'incremento del carico fno al raggiungimento di 2 U.B.A./Ha. Questo incremento pu essere raggiunto: tramite la stessa razza se non ci sono problemi di quote di produzione sostituendo la razza nel caso di limite di contingentamento delle produzioni (quote), introducendo razze meno produttive unitariamente, ma valutandone economicamente gli aspetti della longevit, qualit del latte e della carne ed eventuali sottoprodotti (carne da maschi di razze da latte e vitelli meticci), utilizzazione delle superfci mantenimento in stalla dei maschi per ingrasso nelle specie e razze da latte in funzione della disponibilit dei locali, somministrazione alimenti, economicit del prodotto "carne biologica", risoluzione problemi di fliera (macello, trasporti), presentazione alla vendita introducendo altre specie. In tutti i casi, lincremento del carico subordinato alle norme relative alle superfci dei ricoveri. Nel caso in cui l'azienda presenti un carico superiore a 2 U.B.A per ettaro al momento della conversione l'allevatore pu optare per: riduzione esclusiva del carico acquisizione di nuova superfcie efettuazione di contratti con aziende limitrofe su cui spargere le deiezioni animali superiori al carico ammesso: 2 U.B.A./Ha = 170 kg N organico/Ha La riduzione del carico e sostituzione della razza pu avvenire come segue: 1) con razza meno produttiva e pi rustica qualora la riduzione comportasse un difcile ammortamento di tecnologie aziendali con la razza iniziale. In questo caso la tecnologia andrebbe dismessa ed avviate tecniche pi estensive ed articolate (ad es. latte e carne). 2) con razza pi produttiva (in particolare ricercando il mantenimento della quota). In tal caso, occorre valutare leconomicit dacquisizione di uneventuale nuova tecnica 7 degli impianti e conoscenza tecnica. 8 ALLEVAMENTI CON PRESENZA DI ANIMALI NON BIOLOGICI Tutti gli animali appartenenti ad una stessa unit di produzione devono essere allevati nel rispetto delle norme del reg. CE 1804/99. 1 A DEROGA: ammessa nell'azienda la presenza di animali che non sono allevati secondo le disposizioni del reg. cit. purch l'allevamento di questi animali: a)abbia luogo in un'unit distinta, provvista di stalle e pascoli nettamente separati da quelli adibiti alla produzione conforme alle norme del reg. cit., b) a condizione che si tratti di animali di specie diversa 2 A DEROGA:gli animali allevati con metodo convenzionale possono utilizzare, ogni anno per un periodo limitato di tempo, il pascolo di unit conformi al reg. 1804/99, purch tali animali:
a)provengano da allevamenti estensivi [v.art. 6, par. 5, del reg.
(CE) n. 950/97 e, ove si tratti di specie non menzionate in tale regolamento, il numero di animali per ettaro sia equivalente a 170 kg di azoto per ettaro all'anno come defnito nell'allegato VII del reg. cit.] e b)nessun altro animale soggetto alle prescrizioni del reg. 1804/99 sia presente sullo stesso pascolo nello stesso tempo. N.B. la 2a DEROGA subordinata all'autorizzazione preventiva dell'organismo o dell'autorit di controllo 9 ALLEVAMENTI CON PRESENZA DI ANIMALI ALLEVATI CONVENZIONALMENTE AREE COMUNI DI PASCOLO 3 a DEROGA gli animali allevati secondo le prescrizioni del reg. cit. possono utilizzare un'area di pascolo comune purch: a)l'area non sia stata trattata con prodotti diversi da quelli previsti all'allegato II del reg. cit. per un periodo di almeno tre anni; b)qualsiasi animale che utilizzi il pascolo in questione e non sia soggetto alle prescrizioni del reg. cit. provenga da allevamenti estensivi, quali defniti all'articolo 6, paragrafo 5, del regolamento (CE) n. 950/97; oppure, ove si tratti di specie non menzionate in tale regolamento, il numero di animali per ettaro sia equivalente a 170 kg di azoto per ettaro all'anno come defnito nell'allegato VII del reg. cit.; c)i prodotti animali derivanti da animali allevati secondo il metodo biologico, nel periodo in cui utilizzavano il pascolo comune, non siano considerati di origine biologica, a meno che si dimostri in modo soddisfacente all'organismo o all'autorit di controllo che essi sono stati nettamente separati da altri animali non rispondenti ai requisiti del reg. cit. AREE COMUNI DI PASCOLO aree demaniali aree di propriet delle Regioni Province e dei. Comuni le aree: ex lege 16 giugno 1927, n. 1766 R.D. 26 febbraio 1928 n. 322 ad es. aree su cui gravano gli usi civici come quelle di propriet dell'Universit e delle Associazioni agrarie aree comuni di pascolo derivanti da 10 forme di accordo privato di gestione dei pascoli debitamente regolamentate e registrate. le Regioni e le Province Autonome stabiliscono, se occorre, l'area di pascolo di interesse per allevamenti da agricoltura biologica, pubblica o privata da considerare "area comune di pascolo". 11 CONVERSIONE DELLALLEVAMENTO AL METODO BIOLOGICO Conversione di aree associate a produzioni animali biologiche In caso di conversione di un'unit di produzione: 1)l'intera superfcie dell'unit utilizzata per l'alimentazione degli animali deve rispondere alle norme di produzione dell'agricoltura biologica; 2) utilizzo dei periodi di conversione stabiliti nella parte A del presente allegato 'Vegetali e prodotti vegetali'. DEROGA autorizzata dall'organismo o dall'autorit di controllo: riduzione del periodo di conversione a 1 anno per i pascoli, i parchetti all'aperto e gli spiazzi liberi utilizzati da specie non erbivore. Detto periodo pu essere ridotto a 6 mesi se le aree interessate non sono state sottoposte, in anni recenti, a trattamenti con prodotti diversi da quelli previsti nell'allegato II del reg. cit. Conversione di animali e prodotti animali I prodotti animali possono essere venduti con la denominazione biologica soltanto se gli animali sono stati allevati secondo le norme del reg. cit. per un periodo di almeno: 12 mesi per gli equini ed i bovini (comprese le specie Bubalus e Bison) destinati alla produzione di carne ed in ogni caso per almeno tre quarti della loro vita; 6 mesi per i piccoli ruminanti ed i suini; 6 mesi per gli animali da latte 10 settimane per il pollame introdotto prima dei 3 giorni di et e destinato alla produzione di carne; 6 settimane per le ovaiole DEROGA: per la costituzione del patrimonio, i vitelli e i piccoli ruminanti che sono destinati alla produzione di carne possono essere venduti con la denominazione biologica per un periodo transitorio che scade il 31 dicembre 2003, provengano da un allevamento estensivo; siano stati allevati nell'unit biologica fno al momento della vendita o della macellazione per un periodo minimo di 6 mesi per i vitelli e di 3 mesi per i piccoli ruminanti; l'origine degli animali sia conforme alle condizioni di cui al quarto e quinto trattino del paragrafo 3.4. NB: La deroga prevista, riguarda la prima costituzione del patrimonio nonch l'approvvigionamento periodico di animali ai fni della produzione (latte, carne e uova) e riproduzione. Conversione simultanea DEROGA Condizioni nel caso di conversione simultanea dell'intera unit di produzione - a) la DEROGA si applica soltanto agli animali esistenti e alla loro progenie e nel contempo anche 12 compresi animali, pascoli e/o area utilizzata per il foraggio - il periodo totale di conversione combinato per tutti questi elementi ridotto a 24 mesi, fatte salve le condizioni seguenti: all'area utilizzata per foraggio/pascolo prima dell'inizio della conversione; b) gli animali sono nutriti principalmente con prodotti dell'unit di produzione. 13 ORIGINE DEGLI ANIMALI Nella scelta delle razze o delle variet si deve tener conto: a)della capacit degli animali di adattarsi alle condizioni locali b)della loro vitalit e resistenza alle malattie. le razze e le variet devono essere selezionate per evitare malattie specifche o problemi sanitari connessi con alcune razze e variet utilizzate nella produzione intensiva (ad es. sindrome da stress dei suini, PME, morte improvvisa, aborto spontaneo, nascita difcoltosa con taglio cesareo, ecc.), dare preferenza a razze e variet autoctone. gli animali devono: a)provenire da unit di produzione biologiche; b)essere mantenuti per tutta la loro vita in questo sistema di produzione biologica. 1a DEROGA: 2a DEROGA 3 , su autorizzazione dell'organismo o dellautorit di controllo, il bestiame esistente nell'unit di produzione che non conforme alle norme del reg. cit. pu essere convertito. In caso di prima costituzione del patrimonio e in mancanza di un numero sufciente di animali ottenuti con metodi biologici, possono essere introdotti nelle unit di produzione biologiche animali ottenuti con metodi non biologici alle seguenti condizioni: pollastrelle destinate alla produzione di uova, purch in et non superiore alle 18 settimane; pulcini destinati alla produzione di carne, con meno di 3 giorni quando lasciano l'unit in cui sono stati prodotti; bufali di meno di 6 mesi; vitelli e puledri allevati secondo le norme del reg. cit. subito dopo lo svezzamento e in ogni caso di meno di 6 mesi; pecore e capre allevate secondo le norme del reg. cit. subito dopo lo svezzamento e in ogni caso di meno 3 deroga preventivamente autorizzata dall'organismo o dall'autorit di controllo, applicabile durante un periodo transitorio che scade il 31 dicembre 2003. 14 di 45 giorni; suinetti allevati secondo le norme del reg. cit. subito dopo lo svezzamento e di peso inferiore a 25 kg. ORIGINE ANIMALI Rinnovo o ricostituzione del patrimonio zootecnico 3a DEROGA Modalit di applicazione della DEROGA il rinnovo o la ricostituzione del patrimonio sono autorizzati dall'organismo o dall'autorit di controllo in mancanza di animali ottenuti con metodi biologici e nei seguenti casi: a) elevata mortalit degli animali a causa di problemi sanitari o di catastrof; intesa come quella che si discosta in modo signifcativo rispetto alle condizioni ordinarie di mortalit. b)pollastrelle di et non superiore a 18 settimane destinate alla produzione di uova; c)pollame di meno di tre giorni destinato alla produzione di carne e suinetti subito dopo lo svezzamento e di peso inferiore a 25 kg. Nel caso di suini, pollastrelle e pollame destinati alla produzione di carne, questa deroga transitoria riesaminata N.B. L'attestazione dell'entit della mortalit conseguente a problemi sanitari o catastrof va rilasciata dal veterinario responsabile della gestione sanitaria. L'entit di elevata mortalit va determinata a livello di autorit regionali e di Province Autonome, competenti per territorio. 15 prima della scadenza per vagliare eventuali possibilit di proroga di tale scadenza. 16 ORIGINE ANIMALI 4a DEROGA: condizioni di applicazione al fne di completare l'incremento naturale e di garantire il rinnovo del patrimonio, in mancanza di animali ottenuti con metodi biologici e unicamente con l'autorizzazione dell'organismo o dell'autorit di controllo, possono essere introdotti annualmente: 1)entro un massimo del 10 % del bestiame bovino o equino adulto (comprese le specie Bubalus e Bison) 2) del 20 % del bestiame suino, ovino o caprino adulto dell'azienda, animali - ad esempio animali di sesso femminile (nullipari) - provenienti da allevamenti non biologici. Tali percentuali: a)non si applicano alle unit di produzione di meno di dieci equini o bovini, o di meno di cinque suini, ovini o caprini. Per tali unit qualsiasi rinnovo di cui sopra limitato al massimo di un capo all'anno. b)possono essere maggiorate, fno al 40 %, dietro parere favorevole dell'organismo o dell'autorit di controllo, nei seguenti casi particolari: estensione signifcativa dell'azienda, intesa come quell'incremento di superfcie coltivabile che: se superiore al 40% consente l'acquisizione del 40% di animali provenienti dalla zootecnica convenzionale, se dal 10 al 39% si consente una percentuale di incremento proporzionale all'aumento della superfcie. cambiamento della razza; sviluppo di una nuova produzione, inteso come il cambiamento della specie allevata o dell'orientamento produttivo. Le percentuali di cui ai punti 1) e 2) possono esser maggiorate secondo quanto previsto alle lett. a) e b). 17 18 ORIGINE DEGLI ANIMALI 5a DEROGA: l'introduzione di maschi riproduttori provenienti da allevamenti convenzionali autorizzata a condizione che gli animali vengano successivamente allevati e nutriti per il resto della loro vita secondo le norme del metodo biologico. Qualora gli animali provengano da unit convenzionali, i relativi prodotti possono essere venduti come prodotti biologici solo se sono rispettati i periodi indicati di conversione 12 mesi per gli equini ed i bovini (comprese le specie Bubalus e Bison) destinati alla produzione di carne ed in ogni caso per almeno tre quarti della loro vita; 6 mesi per i piccoli ruminanti ed i suini; 6 mesi per gli animali da latte 10 settimane per il pollame introdotto prima dei 3 giorni di et e destinato alla produzione di carne; 6 settimane per le ovaiole. Nel corso di detti periodi devono essere osservate tutte le norme del metodo biologico. Nel caso di animali ottenuti da unit convenzionali si deve rivolgere particolare attenzione alle norme sanitarie. L'organismo o l'autorit di controllo pu prescrivere, a seconda della situazione locale, disposizioni particolari come controlli preventivi e periodi di quarantena. 19 ALIMENTAZIONE Obiettivi: 1)privilegiare la produzione di qualit piuttosto che massimizzazione della produzione; 2)rispetto delle esigenze nutrizionali degli animali nei vari stadi fsiologici. Le pratiche di ingrasso sono autorizzate, se reversibili in qualsiasi stadio dell'allevamento. Divieto di alimentazione forzata. Gli animali devono essere alimentati con alimenti biologici DEROGA allUSO OBBLIGATORIO DI ALIMENTI BIOLOGICI autorizzato durante un periodo transitorio che scade il 24 agosto 2002 l'impiego in proporzioni limitate di alimenti convenzionali, qualora l'allevatore non sia in grado di procurarsi alimenti esclusivamente ottenuti con metodi di agricoltura biologica. La percentuale massima autorizzata di alimenti convenzionali nella razione giornaliera, fatta eccezione per i periodi di transumanza La percentuale massima autorizzata di alimenti convenzionali : 10% per gli erbivori 20% per le altre specie. Le percentuali sono calcolate annualmente in rapporto alla materia secca degli alimenti di origine agricola. pari al 25% calcolata in percentuale di materia secca. Perdita eccezionale della produzione foraggiera per avversit climatiche le competenti autorit regionali, previo accertamento delle condizioni predette, possono autorizzare l'utilizzo di percentuali di alimenti convenzionali superiori a quella sopra prevista Per le componenti di origine non obbligatorio produrre all'organismo di controllo, per ogni partita, l'analisi che 20 biologica attesti che il prodotto o la miscela siano esenti da organismi geneticamente modifcati (ogm). 21 SISTEMI DI ALIMENTAZIONE Gli animali devono essere allevati: 1.preferibilmente con alimenti prodotti dall'unit ; 2.qualora ci non sia possibile, con alimenti provenienti da altre unit o imprese conformantisi alle disposizioni del reg. cit. L'incorporazione nella razione alimentare di alimenti in fase di conversione autorizzata fno ad un massimo del 30 % in media della formula alimentare. Allorch gli alimenti in fase di conversione provengono da un'unit della propria azienda, la percentuale pu arrivare al 60 %. Alimentazione di base dei mammiferi giovani Latte naturale, di preferenza materno. Tutti i mammiferi devono essere nutriti Con latte naturale per un periodo minimo che dipende dalle varie specie: 3 mesi per bovini (incluse le specie Bubalus e Bison) ed equini, 45 giorni per ovini e caprini e 40 giorni per i suini. Le zone in cui praticata la transumanza (compresi gli spostamenti degli animali verso i pascoli montani) vengono defnite dalle Regioni o Province Autonome, laddove occorra. Le zone in cui praticata la transumanza (compresi gli spostamenti degli animali verso i pascoli montani) vengono defnite dalle Regioni o Province Autonome, laddove occorra. La pratica della transumanza deve essere evidenziata dalloperatore allatto della stesura del programma di reperimento degli alimenti. Per gli erbivori i sistemi di allevamento devono basarsi in massima parte sul pascolo, tenuto conto delle disponibilit di pascoli nei vari periodi dell'anno; almeno il 60 % della materia secca di cui composta la razione giornaliera deve essere costituito da foraggi freschi, essiccati o insilati. Tuttavia l'autorit o l'organismo di controllo pu permettere, per gli animali da latte, la riduzione al 50 % per un periodo massimo di 3 mesi all'inizio della lattazione. Per suini e pollame Devono essere aggiunti alla razione giornaliera foraggi freschi, essiccati o insilati Tutte le materie presenti per gli alimenti devono essere esenti da O.G.M. Per le componenti di origine non biologica obbligatorio produrre allorganismo di controllo, per ogni partita, nel caso di: 1)prodotti importati da Paesi Terzi, lanalisi che attesti che il prodotto o la miscela siano esenti da organismi 22 geneticamente modifcati (ogm); 2)prodotti di origine nazionale o comunitaria, una dichiarazione da parte del fornitore che attesti lassenza di OGM nei prodotti. Gli oneri delle analisi e delle attestazioni sono a carico del fornitore. 23 PRODOTTI UTILIZZABILI PER LALIMENTAZIONE ANIMALE Le materie prime di origine agricola per mangimi convenzionali Possono essere usate per l'alimentazione degli animali solo se elencate nell'allegato II, parte C, sezione C.1 (materie prime di origine vegetale per mangimi): a)fatte salve le restrizioni quantitative previste dal presente allegato; b)solo se sono prodotte o preparate senza uso di solventi chimici. Elenco da rivedersi entro il 24 agosto 2003, Le materie prime di origine animale per mangimi (convenzionali, prodotte biologicamente) elencate nell'allegato II, parte C, sezione C.2 possono essere usate solo nel rispetto delle restrizioni quantitative previste dal reg. cit.. Elenco da rivedersi entro il 24 agosto 2003, Per soddisfare le esigenze nutrizionali degli animali possono essere usati per l'alimentazione animale solo i prodotti elencati (Elenco da rivedersi entro il 24 agosto 2003) nell'allegato II parte C, sezione 3 (materie prime di origine minerale per mangimi), e per la parte D (elementi in tracce). Non possono essere utilizzati i prodotti di cui alla sezione 1.2 (vitamine, provitamine, e sostanze di efetto analogo chimicamente ben defnite). I prodotti di cui alla parte D sezione 1.2 (vitamine, provitamine e sostanze di efetto analogo chimicamente ben defnite) possono essere utilizzate fno alla scadenza del terzo anno dallapprovazione del presente decreto. , Possono essere usati nell'alimentazione degli animali solo i prodotti elencati nell'allegato II, parte D Enzimi Microrganismi Agenti leganti, antiagglomeranti e coagulanti Alcuni prodotti utilizzati nell'alimentazione animale Ausiliari di fabbricazione dei mangimi Elenco da rivedersi entro il 24 agosto 2003, Sono vietati Antibiotici, coccidiostatici, medicinali, stimolanti della crescita o altre sostanze intese a stimolare la crescita o la produzione 24 Non devono essere stati prodotti con l'impiego di organismi geneticamente modifcati o di prodotti da essi derivati. Alimenti, materie prime per mangimi, mangimi composti, additivi per mangimi, ausiliari di fabbricazione dei mangimi e certi prodotti usati nell'alimentazione animale 25 PROFILASSI E CURE VETERINARIE obbligo di utilizzare per la proflassi e le cure veterinarie 1) solo prodotti autorizzati secondo le normative vigenti che dovranno essere impiegati e dispensati nel rispetto delle norme sull'utilizzo e la distribuzione del farmaco veterinario (decreto legislativo del 27 gennaio 1992, n. 119 Attuazione delle direttive n. 81/851/CEE, n. 81/852/CEE, n. 87/20/CEE e n. 90/676/CEE relative ai medicinali veterinari e successive modifche e d.lgs. 17 marzo 1995 n.110 relativo ai farmaci omeopatici veterinari) 2) I prodotti indicati nel comunicato del Ministero della Sanit pubblicato sulla G.U. n. 15 del 20 gennaio 1997. proflassi nella zootecnica biologica a)scelta delle razze o delle linee e ceppi appropriati di animali, come specifcato nel capitolo 3; b)applicazione di pratiche di allevamento adeguate alle esigenze di ciascuna specie che stimolino un'elevata resistenza alle malattie ed evitino le infezioni; c)uso di alimenti di alta qualit, abbinato a movimento regolare fsico e accesso ai pascoli, stimolando cos le difese immunologiche naturali degli animali; d) adeguata densit degli animali, evitando cos il sovrafollamento e qualsiasi problema sanitario che ne potrebbe derivare. In caso di animale malato o ferito, esso deve essere: a)curato immediatamente; b)se necessario, isolato in appositi locali. 26 PROFILASSI E CURE VETERINARIE uso di medicinali veterinari i prodotti ftoterapici omeopatici gli oligoelementi i prodotti elencati all'allegato II, parte C, sezione 3, sono preferiti agli antibiotici o ai medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica, purch abbiano efcacia terapeutica per la specie animale e tenuto conto delle circostanze qualora l'uso dei suddetti prodotti non sia verosimilmente efcace, o non si dimostri tale per le malattie o le ferite, e qualora la cura sia essenziale per evitare soferenze o disagi, possono essere utilizzati antibiotici o medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica sotto la responsabilit di un veterinario; all'animale NB vietato l'uso di medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica o di antibiotici per trattamenti preventivi. Oltre ai suddetti principi: a) vietato l'impiego di sostanze destinate a stimolare la crescita o la produzione (compresi antibiotici, coccidiostatici e altri stimolanti artifciali della crescita) nonch l'uso di ormoni o sostanze analoghe destinati a controllare la riproduzione (ad es. al fne di indurre o sincronizzare gli estri) o ad altri scopi. Sono somministrabili ormoni a singoli animali nell'ambito di b) sono autorizzate le cure veterinarie degli animali, i trattamenti degli edifci, delle attrezzature e dei locali prescritti dalla normativa nazionale o comunitaria, compreso l'impiego di sostanze immunologiche ad uso veterinario se riconosciuta la presenza di malattie nella zona 27 in cui situata l'unit di produzione. trattamenti terapeutici veteri- nari 28 USO DI MEDICINALI VETERINARI CONVENZIONALI (ALLOPATICI) In caso di impiego di medicinali veterinari necessario specifcare: il tipo di prodotto (indicando anche i principi attivi in esso contenuti) i dettagli della diagnosi; la posologia; il metodo di somministrazione; la durata del trattamento e il tempo sospensione stabilito dalla legge. Dichiarazione delle informazioni all'autorit o all'organismo di controllo prima che gli animali o i prodotti animali siano commercializzati con la denominazione biologica. Gli animali trattati devono essere chiaramente identifcati: a)singolarmente per il bestiame di grandi dimensioni; b)singolarmente o a gruppi per il pollame e il bestiame di piccole dimensioni. Il tempo di sospensione tra l'ultima somministrazione di medicinali veterinari allopatici ad un animale in condizioni normali di utilizzazione e la produzione di derrate alimentari ottenuta con metodi biologici da detti animali deve essere di durata doppia rispetto a quello stabilito dalla legge o, qualora tale tempo non sia precisato, di 48 ore. Farmaci veterinari convenzionali Ad eccezione delle vaccinazioni, delle cure antiparassitarie e dei piani obbligatori di eradicazione attuati, nel caso in cui un animale o un gruppo di animali sia sottoposto a pi di due o massimo tre cicli di trattamenti con medicinali veterinari allopatici ottenuti per sintesi chimica o antibiotici in un anno (o a pi di un ciclo di trattamenti se la sua vita produttiva inferiore a un anno), gli animali interessati o i prodotti da essi derivati non possono essere venduti come prodotti biologici Tali animali devono essere sottoposti ai periodi di conversione previsti al capitolo del presente allegato, con il consenso dell'autorit o dell'organismo di controllo. trattamenti antiparassitari i trattamenti antiparassitari possono essere limitati a due nel corso dell'anno. I trattamenti contro gli Le molecole da utilizzare per detti trattamenti debbono essere caratterizzate da un basso impatto 29 ectoparassiti ed endoparassiti, qualora avvengano con limpiego di prodotti naturali consentiti dalla legislazione vigente, non sono soggetti a limitazioni. ambientale, una rapida metabolizzazione, limitati efetti tossici e tempi di sospensione inferiori ai dieci giorni. METODI DI GESTIONE ZOOTECNICA, TRASPORTO ED IDENTIFICAZIONE DEI PRODOTTI ANIMALI Metodi zootecnici (benessere degli animali) La riproduzione di animali allevati biologicamente deve: basarsi su metodi naturali; tuttavia consentita l'inseminazione artifciale; sono vietate altre forme di riproduzione artifciale o assistita (ad es. il trapianto di embrioni). Sono vietati: E vietata la pratica sistematica di operazioni quali lapplicazione di anelli di gomma alle code degli ovini, lapplicazione di anello al naso dei suini, la recisione della coda e dei denti, la spuntatura del becco e la decornazione e ogni altro intervento mutilante a fni non terapeutici. Alcune di queste operazioni possono tuttavia essere autorizzate dallautorit o dallorganismo di controllo per motivi di sicurezza o al fne di migliorare la salute, il benessere o ligiene degli animali. Tali operazioni devono essere efettuate sotto la responsabilit del veterinario aziendale, riducendo al minimo ogni soferenza per gli animali. E vietato mettere gli occhiali al 30 pollame. 31 DEROGHE ALLA STABULAZIONE FISSA La stabulazione fssa vietata. 1a DEROGA: L'autorit o l'organismo di controllo pu autorizzare stabulazione fssa: 1.su un singolo animale; 2.previa motivazione da parte dell'operatore che ci necessario per ragioni di sicurezza o benessere dell'animale; 3.se tale prassi applicata solo per un limitato periodo di tempo. Lorganismo di controllo conceder tale deroga previa verifca sia della presentazione alle autorit competenti del piano di adeguamento dellazienda ai parametri dell all. VIII che sullo stato di avanzamento dei lavori. Se gli animali sono allevati in gruppo, la dimensione di quest'ultimo deve essere commisurata alle fasi di sviluppo e alle esigenze comportamentali delle specie interessate. vietato tenere gli animali in condizioni, o sottoporli ad un regime alimentare, che possano indurre anemia. 2a DEROGA la stabulazione fssa pu essere praticata in edifci, esistenti prima del 24 agosto 2000, a condizione che il responsabile dell'azienda, prima dell'avvio, sottoscriva un piano di adeguamento delle strutture aziendali ai sensi dellall. VIII, (v.scheda) della durata massima di sei anni e comunque non oltre il 31.12.2010 per le aziende che si assoggettano dopo il 2005 purch sia previsto regolare movimento fsico degli stessi e lallevamento avvenga conformemente ai requisiti in materia di benessere degli animali con zone confortevoli provviste di lettiera. Il piano dovr prevedere: entro 3 anni adeguamento degli spazi esterni entro 6 anni adeguamento degli spazi interni In ogni caso le deroghe sugli spazi disponibili non potranno superare il 20% degli spazi richiesti dal Reg. (CE) n. 1804/99. Per le aziende in zona montana, le deroghe possono essere portate fno ad un max del 50% degli spazi richiesti. Durante il periodo di adeguamento il pascolo non obbligatorio nel caso di stabulazione libera (che prevede spazi interni ed esterni). Nel caso di 32 posta fssa, compresa la catena, il pascolo invece obbligatorio, compatibilmente con le condizioni pedoclimatiche. 33 ADEGUAMENTO DELLAZIENDA Superfci minime coperte e scoperte ed altre caratteristiche di stabulazione per i diferenti tipi e specie di produzione 1. BOVINI, OVINI E SUINI Superfci coperte (Superfcie netta disponibile per gli animali) Superfci scoperte (spiazzi liberi, esclusi i pascoli) Peso vivo minimo (kg.) m2/per capo (m2/per capo) Bovini e equini da allevamento e destinati allingrasso Fino a 100 Fino a 200 Fino a 350 Oltre 350 1,5 2,5 4,0 5 con un minimo di 1 m2/100 kg. 1,1 1,9 3 3,7 con un numero di 0,75 m2/100 kg Vacche da latte 6 4,5 Tori da allevamento 10 30 Pecore e capre 1,5 per pecora/capra 0,35 per agnello/capretto 2,5 con 0,5 per agnello/capretto Scrofe in allattamento con suinetti fno a 40 giorni 7,5 per scrofa 2,5 Suini da ingrasso Fino a 50 Fino a 85 Fino a 110 0,8 1,1 1,3 0,6 0,8 1 34 Suinetti Oltre 40 giorni e fno a 30 kg 0,6 0,4 Suini da allevamento 2,5 per femmina 6 per maschio 1,9 8,0 2.POLLAME Superfci coperte (superfcie netta disponibile per gli animali) Superfci scoperte (m2 in rotazione di superfcie disponibile per capo) Numero di animali per m2 Cm di posatoio per animale Per nido Galline ovaiole 6 18 8 galline ovaiole per nido o in caso di nido comune 120 cm2 per volatile 4, a condizione che non sia superato il limite di 170 kg. Di N/ha/anno Pollame da ingrasso (in ricoveri fssi) 10, con un massimo di 21 kg di peso vivo per m2 20 (solo per faraone) 4 polli da ingrasso e faraone 4,5 anatre 10 tacchini 15 oche In tutte le specie summenzionate non deve essere superato il limite di 170 kg di N/ha/anno Pollame da ingrasso (in ricoveri mobili) 16 (*) in ricoveri mobili con un massimo di 30 2,5, a condizione che non sia superato il limite 35 kg. di peso vivo per m2 di 170 kg N/ha/anno (*) Solo nel caso di ricoveri mobili con pavimento di superfcie non superiore a 150 m2 che restano aperti di notte STABULAZIONE FISSA NELLE PICCOLE AZIENDE DEROGA autorizzata dall'autorit o dall'organismo di controllo nelle piccole aziende permessa la stabulazione fssa se non possibile allevare gli animali in gruppi adeguati ai requisiti di comportamento, purch almeno due volte alla settimana abbiano accesso a pascoli o a spazi liberi all'aperto. La deroga sulla stabulazione fssa nelle piccole aziende estensibile alle aziende convenzionali che, successivamente alla data dellentrata in applicazione del Reg. CE 1804/99 (24 agosto 2000), si sottopongano ad un sistema di controllo basato su norme nazionali o private accettate o riconosciute dallo Stato. Uso della catena Consentito per un periodo transitorio che scade il 36 31.12.2010 purch almeno 2 volte la settimana gli animali abbiano accesso a pascoli o spazi liberi. Defnizione di piccola azienda: si intende quella che alleva fno a 18 unit bovino adulto (UBA), misura questa che potr essere ampliata fno ad un massimo di 30 UBA, dalle Regioni o Provincie autonome, in relazione allo "status" socio-economico- ambientale presente nelle Regioni o Provincie autonome interessate. 37 TRASPORTO Il trasporto degli animali deve: efettuarsi in modo da afaticare il meno possibile gli animali; conformemente alla normativa nazionale o comunitaria in vigore; le operazioni di carico e scarico devono svolgersi con cautela e senza usare alcun tipo di stimolazione elettrica per costringere gli animali; vietato l'uso di calmanti allopatici prima e nel corso del trasporto. le disposizioni vengono anche per i trasporti inferiori ai 50 Km. Nella fase che porta alla macellazione ed al momento della macellazione gli animali devono essere trattati in modo da ridurre al minimo lo stress. L'abbattimento deve essere sempre efettuato previo stordimento tramite i metodi consentiti dalla normativa nazionale in vigore. 38 IDENTIFICAZIONE DEI PRODOTTI ANIMALI L'identifcazione degli animali e dei prodotti animali deve essere garantita per tutto il ciclo di produzione, preparazione, trasporto e commercializzazione in quanto si pone come esigenza di necessaria "tracciabilit" del prodotto posto in commercio. Le linee guida sulla tracciabilit dei prodotti animali biologici sono indicate all'allegato II del DM 4 agosto 2000 e riguardano: identifcazione dei mammiferi bovini macellazione identifcazione e classifcazione delle carcasse) sezionamento e confezionamento vendita e distribuzione del prodotto suini macellazione identifcazione e classifcazione delle carcasse) sezionamento e confezionamento vendita e distribuzione del prodotto ovicaprini macellazione identifcazione e classifcazione delle carcasse) sezionamento e confezionamento vendita e distribuzione del prodotto volatili macellazione identifcazione e classifcazione delle carcasse lavorazione e manipolazione vendita e distribuzione del prodotto prodotti a base di carne uova da consumo raccolta delle uova identifcazione attivit del centro di imballaggio imballaggi 39 latte confezionato e prodotti lattiero-caseari biologici miele e cera 40 DEIEZIONI ZOOTECNICHE Fatto salvo il limite di 170 Kg/Ha per anno, al fne di tenere conto delle diferenze pedoclimatiche e della tipologie di allevamento che sussistono sul territorio nazionale, il carico di bestiame per ettaro di SAU biologica/anno determinato d'intesa tra Ministero e Regioni sulla base di valutazione tecniche di un gruppo di esperti. quantitativo totale impiegato nell'azienda di deiezioni zootecniche non pu superare 170 kg N/ettaro/anno di superfcie agricola utilizzata, quantitativo previsto nell'allegato III della suddetta direttiva. La densit totale degli animali pu essere ridotta per evitare il superamento dei limiti sopracitati. cooperazione con altre aziende Le aziende biologiche possono stabilire una cooperazione con altre aziende ed imprese soggette alle disposizioni di cui al reg. cit. ai fni dello spargimento delle deiezioni in eccesso prodotte con metodi biologici. Il limite massimo di 170 kg di azoto di efuenti/ha/anno di superfcie agricola utilizzata calcolato in base all'insieme delle unit di produzione biologica che partecipano alla cooperazione. spandimento delle deiezioni Deve avvenire preferibilmente presso l'azienda medesima o anche presso altre aziende che praticano il metodo biologico. stoccaggio di deiezioni zootecniche Gli impianti di stoccaggio devono essere di capacit tale da impedire l'inquinamento delle acque per scarico diretto o ruscellamento e infltrazione nel suolo. gestione della fertilizzazione Gli impianti per le deiezioni zootecniche devono avere una capacit di stoccaggio superiore a quella richiesta per il periodo pi lungo dell'anno nel 41 quale la concimazione del terreno non opportuna (secondo il codice di buona pratica agricola) o vietata, nel caso in cui le unit di produzione siano situate in una zona defnita vulnerabile per i nitrati. AREE DI PASCOLO E EDIFICI ZOOTECNICI Le condizioni di stabulazione degli animali devono rispondere alle loro esigenze biologiche ed etologiche. Gli animali devono disporre di un accesso agevole alle mangiatoie e agli abbeveratoi. l'isolazione, il riscaldamento l'aerazione dei locali di stabulazione devono garantire che la circolazione dell'aria, i livelli di polvere, la temperatura, l'umidit relativa dell'aria e la concentrazione di gas siano mantenuti entro limiti non nocivi per gli animali. I locali devono consentire un'abbondante ventilazione e illuminazione naturale. I pascoli, gli spiazzi liberi e i parchetti all'aria aperta devono all'occorrenza ofrire, in funzione delle condizioni climatiche locali e delle razze in questione, un riparo sufciente dalla pioggia, dal vento, dal sole e dalle temperature estreme. 42 DENSIT DEL BESTIAME E PROTEZIONE DELLA VEGETAZIONE DA UN PASCOLO ECCESSIVO locali di stabulazione Non obbligatorio prevederli nelle regioni aventi condizioni climatiche che consentono agli animali di vivere all'aperto. densit di bestiame nelle stalle deve assicurare il conforto e il benessere degli animali in funzione, in particolare, della specie, della razza e dell'et degli animali. Si terr conto altres delle esigenze comportamentali degli animali, che dipendono essenzialmente dal sesso e dall'entit del gruppo. densit ottimale degli animali E quella che garantisce il massimo benessere agli animali, ofrendo loro una superfcie sufciente per stare in piedi liberamente, sdraiarsi, girarsi, pulirsi, assumere tutte le posizioni naturali e fare tutti i movimenti naturali, ad esempio sgranchirsi e sbattere le ali. Per le superfci minime delle stalle degli spiazzi liberi all'aperto e le altre caratteristiche di stabulazione per le varie specie e categorie di animali v. allegato VIII. La densit del bestiame tenuto all'aperto in pascoli, altri terreni erbosi, lande, paludi, brughiere e altri habitat naturali o seminaturali deve essere sufcientemente bassa in modo da evitare che il suolo diventi fangoso e la vegetazione sia eccessivamente brucata. fabbricati, recinti, attrezzature e utensili devono essere puliti e disinfettati per evitare contaminazioni e la proliferazione di organismi patogeni. Prodotti utilizzabili per pulizia Soltanto i prodotti elencati nell'allegato II, parte E, possono essere utilizzati per la pulizia e disinfezione delle stalle e degli impianti zootecnici. Le feci, le urine, gli alimenti non consumati o frammenti di esso devono essere rimossi con la necessaria frequenza, al fne di limitare gli odori ed 43 evitare di attirare insetti o roditori. Soltanto i prodotti elencati nell'allegato II, parte B, sezione 2, possono essere utilizzati per l'eliminazione di insetti e altri parassiti nei fabbricati e negli altri impianti dove viene tenuto il bestiame. AREE DI PASCOLO E EDIFICI ZOOTECNICI Mammiferi I mammiferi devono: avere accesso a pascoli o a spiazzi liberi o a parchetti all'aria aperta che possono essere parzialmente coperti; essere in grado di usare tali aree ogniqualvolta lo consentano le loro condizioni fsiologiche, le condizioni climatiche e lo stato del terreno, a meno che vi siano requisiti comunitari o nazionali relativi a specifci problemi di salute degli animali che lo impediscano. gli erbivori devono avere accesso ai pascoli ogniqualvolta lo consentano le condizioni. i tori di pi di un anno di et devono avere accesso a pascoli o a spiazzi liberi o a parchetti all'aria aperta. N.B. Se gli erbivori hanno accesso ai pascoli durante il periodo del pascolo e quando il sistema di stabulazione invernale permette agli animali la libert di movimento, si pu DEROGAre all'obbligo di prevedere spiazzi liberi o parchetti all'aria aperta nei mesi invernali. la fase fnale di ingrasso dei bovini, dei suini e delle pecore per la produzione di carne pu avvenire in stalla, purch il periodo in stalla non superi un quinto della loro vita e comunque per un periodo massimo di tre mesi locali di stabulazione I locali di stabulazione devono avere i pavimenti lisci ma non sdrucciolevoli. Almeno met della superfcie totale del pavimento deve essere solida, il che signifca n grigliato, n graticciato. Il 50 % di superfcie grigliata o graticciata deve essere calcolata sulla base dell'area minima prevista dall'allegato VIII I locali di stabulazione devono avere a disposizione un giaciglio/area di riposo confortevole, pulito e asciutto con una superfcie sufciente, costituito da una costruzione solida non fessurata. L'area di riposo deve comportare una lettiera ampia e asciutta, costituita da paglia o da materiali naturali adatti. La lettiera pu essere depurata e arricchita con tutti i prodotti minerali autorizzati come concime nell'agricoltura biologica ai sensi dell'allegato II, parte A. 44 Per quanto riguarda l'allevamento di vitelli, a decorrere dal 24 agosto 2000, tutte le aziende senza eccezioni si conformano alla direttiva 91/629/CEE(3) del Consiglio che stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli. tuttavia vietato l'allevamento di vitelli in box individuali dopo una settimana di et. Per quanto riguarda l'allevamento dei suini, a decorrere dal 24 agosto 2000, tutte le aziende si conformano alla direttiva 91/630/CEE del Consiglio, che stabilisce le norme minime per la protezione dei suini. Le scrofe devono essere tenute in gruppi, salvo che nelle ultime fasi della gestazione e durante l'allattamento. I lattonzoli non possono essere tenuti in batterie 'fat decks' o in gabbie apposite. Gli spazi riservati al movimento devono permettere le deiezioni per consentire agli animali di grufolare. Per grufolare possono essere usati diversi substrati. 45 VOLATILI Pollame Il pollame deve essere allevato all'aperto e non pu essere tenuto in gabbie. Per il pollame la razione alimentare utilizzata nella fase d'ingrasso deve contenere almeno il 65 % di cereali. I ricoveri per il pollame devono soddisfare le seguenti condizioni minime: almeno un terzo deve essere solido, vale a dire non composto da assicelle o da graticciato, e dev'essere ricoperto di lettiera composta ad esempio di paglia, trucioli di legno, sabbia o torba; nei fabbricati adibiti all'allevamento di galline ovaiole una parte sufciente della superfcie accessibile alle galline deve essere destinata alla raccolta degli escrementi; devono disporre di un numero sufciente di posatoi di dimensione adatta all'entit del gruppo e alla taglia dei volatili come stabilito nell'allegato VIII. devono essere dotati di uscioli di entrata/uscita di dimensioni adeguate ai volatili, la cui lunghezza cumulata di almeno 4 m per 100 m2 della superfcie utile disponibile per i volatili; ciascun ricovero non deve contenere pi di: 4800 polli, 3000 galline ovaiole, 5200 faraone, 4000 femmine di anatra muta o di Pechino, 3200 maschi di anatra muta o di Pechino o altre anatre, 2500 capponi, oche o tacchini. - la superfcie totale utilizzabile dei ricoveri per il pollame allevato per la produzione di carne per ciascuna unit di produzione non supera i 1600 m2. CONDIZIONI PARTICOLARI Il pollame deve poter accedere a parchetti all'aperto ogniqualvolta le condizioni climatiche lo consentano e, nei limiti del possibile, per almeno un terzo della sua vita. I parchetti devono essere in maggior parte ricoperti di vegetazione, essere dotati di dispositivi di protezione e consentire agli animali un facile accesso ad un numero sufciente di abbeveratoi e mangiatoie. Gli uccelli acquatici devono avere accesso a un corso d'acqua, a uno stagno o a un lago ogniqualvolta le condizioni climatiche lo consentano per rispettare le esigenze di benessere degli animali o le condizioni igieniche. Per le galline ovaiole la luce naturale pu essere completata con illuminazione artifciale in modo da mantenere la luminosit per un massimo di 16 ore giornaliere, con un periodo continuo di riposo notturno senza luce artifciale di almeno 8 ore. Nell'allevamento dei volatili tra l'allevamento di un gruppo ed il successivo, il parchetto esterno deve essere lasciato a riposo per un periodo non inferiore a 40 giorni a meno della messa in atto di tecniche che suggeriscono tempi diversi. Tale norma non si applica quando si tratta di pochi capi di bestiame con una superfcie di pascolamento non defnito. 46 MACELLAZIONE POLLAME L'et minima per la macellazione del pollame di: 81 giorni per i polli, 150 giorni per i capponi, 49 giorni per le anatre di Pechino, 70 giorni per le femmine di anatra muta, 84 giorni per i maschi di anatra muta, 92 giorni per le anatre bastarde, 94 giorni per le faraone, 140 giorni per i tacchini e le oche. Ove i produttori non rispettino queste et minime per la macellazione, devono usare ceppi a crescita lenta. 47 STABULAZIONE DEL BESTIAME In deroga ai punti: 8.3.1. (obbligo per i mammiferi di accesso a pascoli o a spazi liberi o a parchetti allaria aperta), 8.4.2. (benessere animale uccelli acquatici) 8.4.3. (condizioni minime dei ricoveri per il pollame) 8.4.5. (accesso del pollame a parchetti allaperto) e alle densit di stabulazione di cui allallegato VIII sono concesse deroghe ai requisiti di detti punti e dellallegato VIII per un periodo transitorio che scade il 31 dicembre 2010 esclusivamente alle aziende dedite allallevamento aventi edifci preesistenti costruiti anteriormente al 24 agosto 1999 nella misura in cui tali edifci adibiti allallevamento soddisfno le norme regionali o private accettate o riconosciute dallautorit competente. 48