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CONFEDERAZIONE NAZIONALE COLTIVATORI DIRETTI

AREA AMBIENTE E TERRITORIO


Zootecnia
biologica
reg. CEE 2092/91 come modifcato dal CEE 1804/99
DM 4 agosto 2000
DM 29 marzo 2001
DATI STATISTICI SULLA ZOOTECNIA BIOLOGICA
ITALIANA
Numero complessivo aziende zootecniche italiane: 744.000
(dati INEA 1998)
Aziende zootecniche biologiche (al 31/12/2000)
Abruzzo 16
Basilicata 14
Calabria 20
Campania 15
Friuli 15
Emilia-Romagna 137
Lazio 51
Liguria 71
Marche 41
Lombardia 40
Piemonte 24
Puglia 10
Sardegna 55
Sicilia 35
Umbria 13
Toscana 89
Trentino 21
Veneto 77
Totale 744 + 60
Fonte: elaborazione FIAO su dati forniti dagli organismi di controllo ad eccezione di Ecocert
e QS&I. I numeri tra parentesi indicano la stima delle aziende relative a questi due enti di
certifcazione
Orientamento produttivo delle aziende zootecniche biologiche
(elaborazione FIAO su dati organismi di controllo al 31/12/2000)
Bovini 53%
Ovicaprini 23%
Apicoltori 13%
Avicoli 6%
Suini 4%
2
Equini 1%
CARATTERISTICHE DEL METODO DI ALLEVAMENTO
BIOLOGICO
1
1
Il metodo di allevamento non biologico indicato con laggettivo convenzionale
3
Lallevamento deve avere un legame
funzionale con la terra
NB Sono esclusi dal metodo biologico gli
allevamenti senza terra ossia gli allevamenti di
animali che non hanno un collegamento
funzionale con i terreni cui gli stessi fanno
riferimento nell'ambito di un programma
produttivo aziendale o di comprensorio.
2
Il collegamento funzionale valutato sulla
base dei seguenti elementi :
rapporto UBA/ ettaro;
garantire agli animali poligastrici e
monogastrici almeno il 35% della
Sostanza Secca della loro razione annuale
deve provenire dall'azienda stessa o dal
comprensorio in cui ricade, inteso come
unarea defnita nella quale ricadono le
aziende biologiche che hanno stabilito un
rapporto contrattuale per lo spargimento
delle deiezioni animali.
DEROGA: per ragioni pedoclimatiche o
calamitose la percentuale di autoproduzione
richiesta potr essere inferiore al 35% a
condizione che linsieme delle superfci agricole
dellazienda siano condotte secondo il metodo
previsto dal Reg. (CEE) n. 2092/91. E compito
dellAmministrazione regionale, con proprio
provvedimento, defnire la riduzione della
percentuale di autoproduzione, aziendale o
comprensoriale, a seconda della rilevanza delle
suddette ragioni pedoclimatiche o calamitose.
rapporto deiezioni zootecniche/superfcie
terreni aziendali (170 kg azoto/ettaro)
garantire laccesso degli animali al pascolo
o, quando non possibile, a spazi liberi
allaperto
Obbligo di pascolo
E obbligatorio, nei limiti consentiti dalle
condizioni pedoclimatiche, garantire agli
animali, nellarco dellanno, unadeguata
fruizione dei pascoli, anche limitatamente ad
una fase produttiva.
Eccezioni Alternative possibili
1)piccole aziende a
stabulazione fssa:
pascolo 2 volte alla
settimana o accesso
a spazi aperti;
2)cattive condizioni di
salute degli animali
Nei periodi in cui non
si pascola uso di
spazi o parchetti
esterni
Alimentazione tutto o in parte biologica
Uso di materie prime esenti da OGM
Rispetto delle norme sul benessere animale
Uso preferenziale di farmaci omeopatici
veterinari
2
Le parti in rosso evidenziano le norme introdotte dal DM 4 agosto 2000 come modifcato dal DM
29 marzo 2001
4
Ciclo di produzione tendenzialmente chiuso. Evitare il ricorso a materie prime prodotte al di
fuori dellazienda.
Il reg. CE non ha recepito tale principio in
senso assoluto, ma ha previsto, in alcuni casi
particolari, delle deroghe al fne di
consentire lo sviluppo nellUE della zootecnia
biologica.
DIMENSIONAMENTO DELLALLEVAMENTO
Il numero di capi per unit di superfcie sar limitato in misura tale
da consentire una gestione integrata delle produzioni animali e
vegetali a livello di unit di produzione e in modo da ridurre al
minimo ogni forma di inquinamento, in particolare del suolo e delle
acque superfciali e sotterranee.
La consistenza del patrimonio zootecnico e essenzialmente
connessa alla superfcie disponibile al fne di evitare:
1)problemi di sovrappascolo e erosione;
2)consentire lo spargimento delle deiezioni animali onde escludere
danni all'ambiente.
Per determinare la appropriata densit degli animali di cui sopra le
unit di bestiame adulto equivalenti a 170 kg N/ha per anno di
superfcie agricola utilizzata per le varie categorie di animali sono
determinate dalle autorit competenti degli Stati membri sulla base
della tabella:
Numero massimo di animali per ettaro
Classe o specie Numero massimo di animali per ettaro
(equivalente a 170 kg N/ha/anno)
Equini di oltre 6 mesi 2
Vitelli da ingrasso 5
Altri bovini di meno di 1 anno 5 5
Bovini maschi da 1 a meno di 2 anni 3,3
Bovini femmine da 1 a meno di 2 anni 3,3
Bovini maschi di 2 anni e oltre 2
Giovenche da allevamento 2,5
Giovenche da ingrasso 2,5
Vacche da latte 2
5
Vacche lattifere da riforma 2
Altre vacche 2,5
Coniglie riproduttrici 100
Pecore 13,3
Capre 13,3
Suinetti 74
Scrofe riproduttrici 6,5
Suini da ingrasso 14
Altri suini 14
Polli da tavola 580
Galline ovaiole 230
All. VII reg. CE 1804/99
6
IL CARICO ANIMALE NELLALLEVAMENTO BIOLOGICO
ESEMPIO DI DIMENSIONAMENTO AZIENDALE IN UN ALLEVAMENTO DI
BOVINI
Il regolamento comunitario 1804/99 indica il quantitativo di azoto massimo
spandibile nell'azienda come deiezioni zootecniche che ammonta a 170 kg.
Il quantitativo di azoto trasformabile in Unit di Bovino Adulto (U.B.A.) che permette
una conversione dell'intero bestiame aziendale in un parametro uniforme.
Il carico massimo di bestiame per ettaro pari a 2 U.B.A..
Le scelte dimensionali dell'azienda zootecnica in conversione sono condizionate dal
carico presente in allevamento al momento dell'ingresso nel sistema di controllo.
Quest'ultimo pi risultare inferiore o superiore a 2 U.B.A. per ettaro.
Nel caso di carico inferiore a 2 U.B.A per ettaro l'azienda pu optare per
a) il mantenimento del carico presente
b) l'incremento del carico fno al raggiungimento di 2 U.B.A./Ha.
Questo incremento pu essere raggiunto:
tramite la stessa razza se non ci sono problemi di quote di produzione
sostituendo la razza nel caso di limite di contingentamento delle produzioni (quote),
introducendo razze meno produttive unitariamente, ma valutandone economicamente
gli aspetti della longevit, qualit del latte e della carne ed eventuali sottoprodotti
(carne da maschi di razze da latte e vitelli meticci), utilizzazione delle superfci
mantenimento in stalla dei maschi per ingrasso nelle specie e razze da latte in
funzione della disponibilit dei locali, somministrazione alimenti, economicit del
prodotto "carne biologica", risoluzione problemi di fliera (macello, trasporti),
presentazione alla vendita
introducendo altre specie.
In tutti i casi, lincremento del carico subordinato alle norme relative alle superfci
dei ricoveri.
Nel caso in cui l'azienda presenti un carico superiore a 2 U.B.A per ettaro al
momento della conversione l'allevatore pu optare per:
riduzione esclusiva del carico
acquisizione di nuova superfcie
efettuazione di contratti con aziende limitrofe su cui spargere le deiezioni animali
superiori al carico ammesso:
2 U.B.A./Ha = 170 kg N organico/Ha
La riduzione del carico e sostituzione della razza pu avvenire come segue:
1) con razza meno produttiva e pi rustica qualora la riduzione comportasse un
difcile ammortamento di tecnologie aziendali con la razza iniziale. In questo caso la
tecnologia andrebbe dismessa ed avviate tecniche pi estensive ed articolate (ad es.
latte e carne).
2) con razza pi produttiva (in particolare ricercando il mantenimento della quota).
In tal caso, occorre valutare leconomicit dacquisizione di uneventuale nuova tecnica
7
degli impianti e conoscenza tecnica.
8
ALLEVAMENTI CON PRESENZA DI ANIMALI NON
BIOLOGICI
Tutti gli animali appartenenti ad una stessa unit di produzione
devono essere allevati nel rispetto delle norme del reg. CE
1804/99.
1
A
DEROGA: ammessa nell'azienda la presenza di animali che
non sono allevati secondo le disposizioni del reg. cit. purch
l'allevamento di questi animali:
a)abbia luogo in un'unit distinta, provvista di stalle e pascoli
nettamente separati da quelli adibiti alla produzione
conforme alle norme del reg. cit.,
b) a condizione che si tratti di animali di specie diversa
2
A
DEROGA:gli animali allevati con metodo convenzionale possono
utilizzare, ogni anno per un periodo limitato di tempo, il pascolo di
unit conformi al reg. 1804/99, purch tali animali:

a)provengano da allevamenti estensivi [v.art. 6, par. 5, del reg.


(CE) n. 950/97 e, ove si tratti di specie non menzionate in tale
regolamento, il numero di animali per ettaro sia equivalente a
170 kg di azoto per ettaro all'anno come defnito nell'allegato
VII del reg. cit.] e
b)nessun altro animale soggetto alle prescrizioni del reg.
1804/99 sia presente sullo stesso pascolo nello stesso tempo.
N.B. la 2a DEROGA subordinata all'autorizzazione preventiva
dell'organismo o dell'autorit di controllo
9
ALLEVAMENTI CON PRESENZA DI ANIMALI ALLEVATI
CONVENZIONALMENTE
AREE COMUNI DI PASCOLO
3
a
DEROGA
gli animali allevati secondo le
prescrizioni del reg. cit. possono
utilizzare un'area di pascolo comune
purch:
a)l'area non sia stata trattata con
prodotti diversi da quelli previsti
all'allegato II del reg. cit. per un
periodo di almeno tre anni;
b)qualsiasi animale che utilizzi il
pascolo in questione e non sia
soggetto alle prescrizioni del reg. cit.
provenga da allevamenti estensivi,
quali defniti all'articolo 6, paragrafo
5, del regolamento (CE) n. 950/97;
oppure, ove si tratti di specie non
menzionate in tale regolamento, il
numero di animali per ettaro sia
equivalente a 170 kg di azoto per
ettaro all'anno come defnito
nell'allegato VII del reg. cit.;
c)i prodotti animali derivanti da
animali allevati secondo il metodo
biologico, nel periodo in cui
utilizzavano il pascolo comune,
non siano considerati di origine
biologica, a meno che si dimostri in
modo soddisfacente all'organismo o
all'autorit di controllo che essi sono
stati nettamente separati da altri
animali non rispondenti ai requisiti
del reg. cit.
AREE COMUNI DI PASCOLO
aree demaniali
aree di propriet delle Regioni Province
e dei. Comuni
le aree:
ex lege 16 giugno 1927, n. 1766
R.D. 26 febbraio 1928 n. 322
ad es. aree su cui gravano gli usi civici
come quelle di propriet dell'Universit
e delle Associazioni agrarie
aree comuni di pascolo derivanti da
10
forme di accordo privato di gestione
dei pascoli debitamente regolamentate e
registrate.
le Regioni e le Province Autonome stabiliscono, se occorre, l'area di
pascolo di interesse per allevamenti da
agricoltura biologica, pubblica o privata
da considerare "area comune di
pascolo".
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CONVERSIONE DELLALLEVAMENTO AL METODO BIOLOGICO
Conversione di aree associate a produzioni animali biologiche
In caso di conversione di un'unit di
produzione:
1)l'intera superfcie dell'unit
utilizzata per l'alimentazione
degli animali deve rispondere alle
norme di produzione
dell'agricoltura biologica;
2) utilizzo dei periodi di conversione
stabiliti nella parte A del presente
allegato 'Vegetali e prodotti vegetali'.
DEROGA autorizzata dall'organismo
o dall'autorit di controllo: riduzione
del periodo di conversione a 1 anno
per i pascoli, i parchetti all'aperto e
gli spiazzi liberi utilizzati da specie
non erbivore. Detto periodo pu
essere ridotto a 6 mesi se le aree
interessate non sono state sottoposte,
in anni recenti, a trattamenti con
prodotti diversi da quelli previsti
nell'allegato II del reg. cit.
Conversione di animali e prodotti animali
I prodotti animali possono essere
venduti con la denominazione
biologica soltanto se gli animali sono
stati allevati secondo le norme del reg.
cit. per un periodo di almeno:
12 mesi per gli equini ed i bovini
(comprese le specie Bubalus e
Bison) destinati alla produzione di
carne ed in ogni caso per almeno
tre quarti della loro vita;
6 mesi per i piccoli ruminanti ed i
suini;
6 mesi per gli animali da latte
10 settimane per il pollame
introdotto prima dei 3 giorni di
et e destinato alla produzione di
carne;
6 settimane per le ovaiole
DEROGA: per la costituzione del
patrimonio, i vitelli e i piccoli
ruminanti che sono destinati alla
produzione di carne possono essere
venduti con la denominazione biologica
per un periodo transitorio che scade il
31 dicembre 2003,
provengano da un allevamento
estensivo;
siano stati allevati nell'unit
biologica fno al momento della
vendita o della macellazione per
un periodo minimo di 6 mesi per i
vitelli e di 3 mesi per i piccoli
ruminanti;
l'origine degli animali sia conforme
alle condizioni di cui al quarto e
quinto trattino del paragrafo 3.4.
NB: La deroga prevista, riguarda la
prima costituzione del patrimonio
nonch l'approvvigionamento periodico
di animali ai fni della produzione (latte,
carne e uova) e riproduzione.
Conversione simultanea
DEROGA
Condizioni
nel caso di conversione simultanea
dell'intera unit di produzione -
a) la DEROGA si applica soltanto agli
animali esistenti e alla loro
progenie e nel contempo anche
12
compresi animali, pascoli e/o area
utilizzata per il foraggio - il periodo
totale di conversione combinato per
tutti questi elementi ridotto a 24 mesi,
fatte salve le condizioni seguenti:
all'area utilizzata per
foraggio/pascolo prima dell'inizio
della conversione;
b) gli animali sono nutriti
principalmente con prodotti
dell'unit di produzione.
13
ORIGINE DEGLI ANIMALI
Nella scelta delle razze o delle variet si deve tener conto:
a)della capacit degli animali di adattarsi alle condizioni locali
b)della loro vitalit e resistenza alle malattie.
le razze e le variet devono essere selezionate per evitare malattie specifche o
problemi sanitari connessi con alcune razze e variet utilizzate nella
produzione intensiva (ad es. sindrome da stress dei suini, PME, morte
improvvisa, aborto spontaneo, nascita difcoltosa con taglio cesareo, ecc.),
dare preferenza a razze e variet autoctone.
gli animali devono:
a)provenire da unit di produzione biologiche;
b)essere mantenuti per tutta la loro vita in questo sistema di produzione
biologica.
1a DEROGA: 2a DEROGA
3
,
su autorizzazione dell'organismo o
dellautorit di controllo, il bestiame
esistente nell'unit di produzione che
non conforme alle norme del reg. cit.
pu essere convertito.
In caso di prima costituzione del
patrimonio e in mancanza di un numero
sufciente di animali ottenuti con
metodi biologici, possono essere
introdotti nelle unit di produzione
biologiche animali ottenuti con
metodi non biologici alle seguenti
condizioni:
pollastrelle destinate alla
produzione di uova, purch in et
non superiore alle 18 settimane;
pulcini destinati alla produzione di
carne, con meno di 3 giorni quando
lasciano l'unit in cui sono stati
prodotti;
bufali di meno di 6 mesi;
vitelli e puledri allevati secondo le
norme del reg. cit. subito dopo lo
svezzamento e in ogni caso di meno
di 6 mesi;
pecore e capre allevate secondo le
norme del reg. cit. subito dopo lo
svezzamento e in ogni caso di meno
3
deroga preventivamente autorizzata dall'organismo o dall'autorit di controllo, applicabile
durante un periodo transitorio che scade il 31 dicembre 2003.
14
di 45 giorni;
suinetti allevati secondo le norme
del reg. cit. subito dopo lo
svezzamento e di peso inferiore a 25
kg.
ORIGINE ANIMALI
Rinnovo o ricostituzione del patrimonio zootecnico
3a DEROGA Modalit di applicazione della
DEROGA
il rinnovo o la ricostituzione del
patrimonio sono autorizzati
dall'organismo o dall'autorit di
controllo in mancanza di
animali ottenuti con metodi
biologici e nei seguenti casi:
a) elevata mortalit degli animali
a causa di problemi sanitari o
di catastrof; intesa come
quella che si discosta in modo
signifcativo rispetto alle
condizioni ordinarie di
mortalit.
b)pollastrelle di et non superiore
a 18 settimane destinate alla
produzione di uova;
c)pollame di meno di tre giorni
destinato alla produzione di
carne e suinetti subito dopo lo
svezzamento e di peso inferiore
a 25 kg.
Nel caso di suini, pollastrelle e
pollame destinati alla
produzione di carne, questa
deroga transitoria riesaminata
N.B. L'attestazione dell'entit della
mortalit conseguente a problemi
sanitari o catastrof va rilasciata
dal veterinario responsabile della
gestione sanitaria.
L'entit di elevata mortalit va
determinata a livello di autorit
regionali e di Province Autonome,
competenti per territorio.
15
prima della scadenza per
vagliare eventuali possibilit di
proroga di tale scadenza.
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ORIGINE ANIMALI
4a DEROGA: condizioni di applicazione
al fne di completare l'incremento
naturale e di garantire il rinnovo
del patrimonio, in mancanza di
animali ottenuti con metodi
biologici e unicamente con
l'autorizzazione dell'organismo o
dell'autorit di controllo, possono
essere introdotti annualmente:
1)entro un massimo del 10 % del
bestiame bovino o equino
adulto (comprese le specie
Bubalus e Bison)
2) del 20 % del bestiame suino,
ovino o caprino adulto
dell'azienda, animali - ad
esempio animali di sesso
femminile (nullipari) -
provenienti da allevamenti non
biologici.
Tali percentuali:
a)non si applicano alle unit di produzione di meno di dieci equini o
bovini, o di meno di cinque suini, ovini o caprini. Per tali unit
qualsiasi rinnovo di cui sopra limitato al massimo di un capo
all'anno.
b)possono essere maggiorate, fno al 40 %, dietro parere
favorevole dell'organismo o dell'autorit di controllo, nei
seguenti casi particolari:
estensione signifcativa dell'azienda, intesa come
quell'incremento di superfcie coltivabile che: se superiore
al 40% consente l'acquisizione del 40% di animali
provenienti dalla zootecnica convenzionale, se dal 10 al
39% si consente una percentuale di incremento
proporzionale all'aumento della superfcie.
cambiamento della razza;
sviluppo di una nuova produzione, inteso come il
cambiamento della specie allevata o dell'orientamento
produttivo.
Le percentuali di cui ai punti 1) e 2) possono esser maggiorate
secondo quanto previsto alle lett. a) e b).
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18
ORIGINE DEGLI ANIMALI
5a DEROGA: l'introduzione di maschi riproduttori provenienti da
allevamenti convenzionali autorizzata a condizione che gli animali
vengano successivamente allevati e nutriti per il resto della loro vita
secondo le norme del metodo biologico.
Qualora gli animali provengano da unit convenzionali, i relativi
prodotti possono essere venduti come prodotti biologici solo se sono
rispettati i periodi indicati di conversione
12 mesi per gli equini ed i bovini (comprese le specie Bubalus e
Bison) destinati alla produzione di carne ed in ogni caso per
almeno tre quarti della loro vita;
6 mesi per i piccoli ruminanti ed i suini;
6 mesi per gli animali da latte
10 settimane per il pollame introdotto prima dei 3 giorni di et e
destinato alla produzione di carne;
6 settimane per le ovaiole.
Nel corso di detti periodi devono essere osservate tutte le norme
del metodo biologico.
Nel caso di animali ottenuti da unit convenzionali si deve rivolgere
particolare attenzione alle norme sanitarie.
L'organismo o l'autorit di controllo pu prescrivere, a seconda della
situazione locale, disposizioni particolari come controlli preventivi e
periodi di quarantena.
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ALIMENTAZIONE
Obiettivi: 1)privilegiare la produzione di qualit piuttosto che
massimizzazione della produzione;
2)rispetto delle esigenze nutrizionali degli animali
nei vari stadi fsiologici.
Le pratiche di ingrasso sono autorizzate, se reversibili in qualsiasi
stadio dell'allevamento.
Divieto di alimentazione forzata.
Gli animali devono essere alimentati con alimenti biologici
DEROGA allUSO OBBLIGATORIO DI ALIMENTI BIOLOGICI
autorizzato durante un periodo
transitorio che scade il 24 agosto
2002 l'impiego in proporzioni
limitate di alimenti
convenzionali, qualora
l'allevatore non sia in grado di
procurarsi alimenti
esclusivamente ottenuti con
metodi di agricoltura biologica.
La percentuale massima
autorizzata di alimenti
convenzionali nella razione
giornaliera, fatta eccezione per i
periodi di transumanza
La percentuale massima autorizzata
di alimenti convenzionali :
10% per gli erbivori
20% per le altre specie.
Le percentuali sono calcolate
annualmente in rapporto alla materia
secca degli alimenti di origine agricola.
pari al 25% calcolata in percentuale di
materia secca.
Perdita eccezionale della
produzione foraggiera per
avversit climatiche
le competenti autorit regionali, previo
accertamento delle condizioni predette,
possono autorizzare l'utilizzo di
percentuali di alimenti convenzionali
superiori a quella sopra prevista
Per le componenti di origine non
obbligatorio produrre all'organismo di
controllo, per ogni partita, l'analisi che
20
biologica
attesti che il prodotto o la miscela siano
esenti da organismi geneticamente
modifcati (ogm).
21
SISTEMI DI ALIMENTAZIONE
Gli animali devono essere allevati:
1.preferibilmente con alimenti prodotti
dall'unit ;
2.qualora ci non sia possibile, con
alimenti provenienti da altre unit o
imprese conformantisi alle disposizioni
del reg. cit.
L'incorporazione nella razione alimentare di
alimenti in fase di conversione
autorizzata fno ad un massimo del 30 %
in media della formula alimentare. Allorch
gli alimenti in fase di conversione
provengono da un'unit della propria
azienda, la percentuale pu arrivare al 60
%.
Alimentazione di base dei mammiferi giovani Latte naturale, di preferenza materno.
Tutti i mammiferi devono essere nutriti
Con latte naturale per un periodo minimo
che dipende dalle varie specie: 3 mesi per
bovini (incluse le specie Bubalus e Bison)
ed equini, 45 giorni per ovini e caprini e 40
giorni per i suini.
Le zone in cui praticata la transumanza
(compresi gli spostamenti degli animali verso i
pascoli montani) vengono defnite dalle Regioni
o Province Autonome, laddove occorra.
Le zone in cui praticata la transumanza
(compresi gli spostamenti degli animali
verso i pascoli montani) vengono defnite
dalle Regioni o Province Autonome, laddove
occorra. La pratica della transumanza deve
essere evidenziata dalloperatore allatto
della stesura del programma di reperimento
degli alimenti.
Per gli erbivori
i sistemi di allevamento devono basarsi
in massima parte sul pascolo, tenuto
conto delle disponibilit di pascoli nei
vari periodi dell'anno;
almeno il 60 % della materia secca di
cui composta la razione giornaliera
deve essere costituito da foraggi freschi,
essiccati o insilati. Tuttavia l'autorit o
l'organismo di controllo pu permettere,
per gli animali da latte, la riduzione al
50 % per un periodo massimo di 3 mesi
all'inizio della lattazione.
Per suini e pollame
Devono essere aggiunti alla razione
giornaliera foraggi freschi, essiccati o
insilati
Tutte le materie presenti per gli alimenti
devono essere esenti da O.G.M.
Per le componenti di origine non biologica
obbligatorio produrre allorganismo di
controllo, per ogni partita, nel caso di:
1)prodotti importati da Paesi Terzi,
lanalisi che attesti che il prodotto o la
miscela siano esenti da organismi
22
geneticamente modifcati (ogm);
2)prodotti di origine nazionale o
comunitaria, una dichiarazione da parte
del fornitore che attesti lassenza di OGM
nei prodotti. Gli oneri delle analisi e delle
attestazioni sono a carico del fornitore.
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PRODOTTI UTILIZZABILI PER LALIMENTAZIONE ANIMALE
Le materie prime di origine agricola per
mangimi convenzionali
Possono essere usate per l'alimentazione
degli animali solo se elencate nell'allegato II,
parte C, sezione C.1 (materie prime di
origine vegetale per mangimi):
a)fatte salve le restrizioni quantitative
previste dal presente allegato;
b)solo se sono prodotte o preparate senza
uso di solventi chimici.
Elenco da rivedersi entro il 24 agosto
2003,
Le materie prime di origine animale per
mangimi (convenzionali, prodotte
biologicamente) elencate nell'allegato II,
parte C, sezione C.2
possono essere usate solo nel rispetto delle
restrizioni quantitative previste dal reg. cit..
Elenco da rivedersi entro il 24 agosto
2003,
Per soddisfare le esigenze nutrizionali
degli animali
possono essere usati per l'alimentazione
animale solo i prodotti elencati (Elenco da
rivedersi entro il 24 agosto 2003)
nell'allegato II parte C, sezione 3 (materie
prime di origine minerale per mangimi),
e per la parte D (elementi in tracce). Non
possono essere utilizzati i prodotti di cui
alla sezione 1.2 (vitamine, provitamine, e
sostanze di efetto analogo
chimicamente ben defnite).
I prodotti di cui alla parte D sezione 1.2
(vitamine, provitamine e sostanze di
efetto analogo chimicamente ben
defnite) possono essere utilizzate fno
alla scadenza del terzo anno
dallapprovazione del presente decreto.
,
Possono essere usati nell'alimentazione
degli animali solo i prodotti elencati
nell'allegato II, parte D
Enzimi
Microrganismi
Agenti leganti, antiagglomeranti e
coagulanti
Alcuni prodotti utilizzati
nell'alimentazione animale
Ausiliari di fabbricazione dei mangimi
Elenco da rivedersi entro il 24 agosto
2003,
Sono vietati
Antibiotici, coccidiostatici, medicinali,
stimolanti della crescita o altre sostanze
intese a stimolare la crescita o la
produzione
24
Non devono essere stati prodotti con
l'impiego di organismi geneticamente
modifcati o di prodotti da essi derivati.
Alimenti, materie prime per mangimi,
mangimi composti, additivi per mangimi,
ausiliari di fabbricazione dei mangimi e
certi prodotti usati nell'alimentazione
animale
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PROFILASSI E CURE VETERINARIE
obbligo di utilizzare per la proflassi e le cure veterinarie
1) solo prodotti autorizzati secondo le normative vigenti
che
dovranno essere impiegati e dispensati nel rispetto delle norme
sull'utilizzo e la distribuzione del farmaco veterinario
(decreto legislativo del 27 gennaio 1992, n. 119 Attuazione delle
direttive n. 81/851/CEE, n. 81/852/CEE, n. 87/20/CEE e n.
90/676/CEE relative ai medicinali veterinari e successive modifche e
d.lgs. 17 marzo 1995 n.110 relativo ai farmaci omeopatici veterinari)
2) I prodotti indicati nel comunicato del Ministero della Sanit
pubblicato sulla G.U. n. 15 del 20 gennaio 1997.
proflassi nella zootecnica biologica
a)scelta delle razze o delle linee e ceppi appropriati di animali,
come specifcato nel capitolo 3;
b)applicazione di pratiche di allevamento adeguate alle esigenze di
ciascuna specie che stimolino un'elevata resistenza alle malattie
ed evitino le infezioni;
c)uso di alimenti di alta qualit, abbinato a movimento regolare
fsico e accesso ai pascoli, stimolando cos le difese immunologiche
naturali degli animali;
d) adeguata densit degli animali, evitando cos il sovrafollamento
e qualsiasi problema sanitario che ne potrebbe derivare.
In caso di animale malato o ferito, esso deve essere:
a)curato immediatamente;
b)se necessario, isolato in appositi locali.
26
PROFILASSI E CURE VETERINARIE
uso di medicinali veterinari
i prodotti ftoterapici
omeopatici
gli oligoelementi
i prodotti elencati all'allegato
II,
parte C, sezione 3,
sono preferiti agli antibiotici o
ai medicinali veterinari
allopatici ottenuti per sintesi
chimica, purch abbiano
efcacia terapeutica per la
specie animale e tenuto conto
delle circostanze
qualora l'uso dei suddetti
prodotti non sia verosimilmente
efcace, o non si dimostri tale
per le malattie o le ferite, e
qualora la cura sia essenziale
per evitare soferenze o disagi,
possono essere utilizzati
antibiotici o medicinali
veterinari allopatici ottenuti
per sintesi chimica sotto la
responsabilit di un veterinario;
all'animale
NB vietato l'uso di medicinali veterinari allopatici ottenuti per
sintesi chimica o di antibiotici per trattamenti preventivi.
Oltre ai suddetti principi:
a) vietato l'impiego di
sostanze destinate a
stimolare la crescita o la
produzione (compresi
antibiotici, coccidiostatici e
altri stimolanti artifciali della
crescita) nonch l'uso di
ormoni o sostanze analoghe
destinati a controllare la
riproduzione (ad es. al fne di
indurre o sincronizzare gli
estri) o ad altri scopi. Sono
somministrabili ormoni a
singoli animali nell'ambito di
b) sono autorizzate le cure
veterinarie degli animali, i
trattamenti degli edifci, delle
attrezzature e dei locali
prescritti dalla normativa
nazionale o comunitaria,
compreso l'impiego di sostanze
immunologiche ad uso
veterinario se riconosciuta la
presenza di malattie nella zona
27
in cui situata l'unit di produzione.
trattamenti terapeutici veteri-
nari
28
USO DI MEDICINALI VETERINARI CONVENZIONALI (ALLOPATICI)
In caso di impiego di medicinali
veterinari necessario specifcare:
il tipo di prodotto (indicando
anche i principi attivi in
esso contenuti)
i dettagli della diagnosi;
la posologia;
il metodo di
somministrazione;
la durata del trattamento e il
tempo sospensione stabilito
dalla legge.
Dichiarazione delle informazioni
all'autorit o all'organismo di
controllo prima che gli animali o i
prodotti animali siano
commercializzati con la
denominazione biologica.
Gli animali trattati devono essere chiaramente identifcati:
a)singolarmente per il bestiame di grandi dimensioni;
b)singolarmente o a gruppi per il pollame e il bestiame di piccole dimensioni.
Il tempo di sospensione tra l'ultima somministrazione di medicinali veterinari
allopatici ad un animale in condizioni normali di utilizzazione e la produzione di
derrate alimentari ottenuta con metodi biologici da detti animali deve essere di
durata doppia rispetto a quello stabilito dalla legge o, qualora tale tempo non sia
precisato, di 48 ore.
Farmaci veterinari convenzionali
Ad eccezione delle vaccinazioni, delle
cure antiparassitarie e dei piani
obbligatori di eradicazione attuati, nel
caso in cui un animale o un gruppo di
animali sia sottoposto a pi di due o
massimo tre cicli di trattamenti con
medicinali veterinari allopatici ottenuti
per sintesi chimica o antibiotici in un
anno (o a pi di un ciclo di trattamenti
se la sua vita produttiva inferiore a un
anno), gli animali interessati o i prodotti
da essi derivati non possono essere
venduti come prodotti biologici
Tali animali devono essere sottoposti ai
periodi di conversione previsti al
capitolo del presente allegato, con il
consenso dell'autorit o dell'organismo
di controllo.
trattamenti antiparassitari
i trattamenti antiparassitari possono
essere limitati a due nel corso
dell'anno. I trattamenti contro gli
Le molecole da utilizzare per detti
trattamenti debbono essere
caratterizzate da un basso impatto
29
ectoparassiti ed endoparassiti, qualora
avvengano con limpiego di prodotti
naturali consentiti dalla legislazione
vigente, non sono soggetti a limitazioni.
ambientale, una rapida
metabolizzazione, limitati efetti tossici e
tempi di sospensione inferiori ai dieci
giorni.
METODI DI GESTIONE ZOOTECNICA, TRASPORTO ED
IDENTIFICAZIONE DEI PRODOTTI ANIMALI
Metodi zootecnici (benessere degli animali)
La riproduzione di animali
allevati biologicamente deve:
basarsi su metodi naturali;
tuttavia consentita
l'inseminazione artifciale;
sono vietate altre forme di
riproduzione artifciale o
assistita (ad es. il trapianto di
embrioni).
Sono vietati:
E vietata la pratica sistematica
di operazioni quali
lapplicazione di anelli di
gomma alle code degli ovini,
lapplicazione di anello al naso
dei suini, la recisione della coda
e dei denti, la spuntatura del
becco e la decornazione e ogni
altro intervento mutilante a fni
non terapeutici. Alcune di
queste operazioni possono
tuttavia essere autorizzate
dallautorit o dallorganismo di
controllo per motivi di sicurezza
o al fne di migliorare la salute,
il benessere o ligiene degli
animali. Tali operazioni devono
essere efettuate sotto la
responsabilit del veterinario
aziendale, riducendo al minimo
ogni soferenza per gli animali.
E vietato mettere gli occhiali al
30
pollame.
31
DEROGHE ALLA STABULAZIONE FISSA
La stabulazione fssa vietata.
1a DEROGA: L'autorit o l'organismo di controllo pu autorizzare stabulazione
fssa:
1.su un singolo animale;
2.previa motivazione da parte dell'operatore che ci necessario per ragioni di
sicurezza o benessere dell'animale;
3.se tale prassi applicata solo per un limitato periodo di tempo.
Lorganismo di controllo conceder tale deroga previa verifca sia della
presentazione alle autorit competenti del piano di adeguamento dellazienda ai
parametri dell all. VIII che sullo stato di avanzamento dei lavori.
Se gli animali sono allevati in gruppo, la dimensione di quest'ultimo
deve essere commisurata alle fasi di sviluppo e alle esigenze
comportamentali delle specie interessate. vietato tenere gli animali
in condizioni, o sottoporli ad un regime alimentare, che possano
indurre anemia.
2a DEROGA
la stabulazione fssa pu essere praticata in edifci, esistenti prima del 24
agosto 2000, a condizione che il responsabile dell'azienda, prima
dell'avvio, sottoscriva un piano di adeguamento delle strutture aziendali ai
sensi dellall. VIII, (v.scheda) della durata massima di sei anni e comunque
non oltre il 31.12.2010 per le aziende che si assoggettano dopo il 2005
purch sia previsto regolare movimento fsico degli stessi e lallevamento
avvenga conformemente ai requisiti in materia di benessere degli animali
con zone confortevoli provviste di lettiera.
Il piano dovr prevedere:
entro 3 anni adeguamento degli spazi esterni
entro 6 anni adeguamento degli spazi interni
In ogni caso le deroghe sugli spazi disponibili non
potranno superare il 20% degli spazi richiesti dal
Reg. (CE) n. 1804/99. Per le aziende in zona
montana, le deroghe possono essere portate fno
ad un max del 50% degli spazi richiesti.
Durante il periodo di adeguamento il pascolo non
obbligatorio nel caso di stabulazione libera (che
prevede spazi interni ed esterni). Nel caso di
32
posta fssa, compresa la catena, il pascolo
invece obbligatorio, compatibilmente con le
condizioni pedoclimatiche.
33
ADEGUAMENTO DELLAZIENDA
Superfci minime coperte e scoperte ed altre caratteristiche di
stabulazione per i diferenti tipi e specie di produzione
1. BOVINI, OVINI E SUINI
Superfci coperte
(Superfcie netta disponibile per gli animali)
Superfci scoperte
(spiazzi liberi,
esclusi i pascoli)
Peso vivo minimo
(kg.)
m2/per capo (m2/per capo)
Bovini e equini da
allevamento e destinati
allingrasso
Fino a 100
Fino a 200
Fino a 350
Oltre 350
1,5
2,5
4,0
5 con un minimo di
1 m2/100 kg.
1,1
1,9
3
3,7 con un numero
di 0,75 m2/100 kg
Vacche da latte 6 4,5
Tori da allevamento 10 30
Pecore e capre 1,5 per pecora/capra
0,35 per
agnello/capretto
2,5
con 0,5 per
agnello/capretto
Scrofe in allattamento
con suinetti fno a 40
giorni
7,5 per scrofa 2,5
Suini da ingrasso Fino a 50
Fino a 85
Fino a 110
0,8
1,1
1,3
0,6
0,8
1
34
Suinetti Oltre 40 giorni e
fno a 30 kg
0,6 0,4
Suini da allevamento 2,5 per femmina
6 per maschio
1,9
8,0
2.POLLAME
Superfci coperte
(superfcie netta disponibile per gli animali)
Superfci scoperte
(m2 in rotazione
di superfcie
disponibile per
capo) Numero di
animali per m2
Cm di
posatoio per
animale
Per nido
Galline ovaiole 6 18 8 galline ovaiole
per nido o in
caso di nido
comune 120
cm2 per volatile
4, a condizione
che non sia
superato il limite
di 170 kg. Di
N/ha/anno
Pollame da ingrasso
(in ricoveri fssi)
10, con un
massimo di 21 kg
di peso vivo per
m2
20 (solo per
faraone)
4 polli da ingrasso
e faraone
4,5 anatre
10 tacchini
15 oche
In tutte le specie
summenzionate
non deve essere
superato il limite
di 170 kg di
N/ha/anno
Pollame da ingrasso
(in ricoveri mobili)
16 (*) in ricoveri
mobili con un
massimo di 30
2,5, a condizione
che non sia
superato il limite
35
kg. di peso vivo
per m2
di 170 kg
N/ha/anno
(*) Solo nel caso di ricoveri mobili con pavimento di superfcie non superiore a 150 m2 che
restano aperti di notte
STABULAZIONE FISSA NELLE PICCOLE AZIENDE
DEROGA autorizzata dall'autorit o dall'organismo di controllo
nelle piccole aziende permessa
la stabulazione fssa se non
possibile allevare gli animali in
gruppi adeguati ai requisiti di
comportamento, purch almeno
due volte alla settimana abbiano
accesso a pascoli o a spazi liberi
all'aperto.
La deroga sulla stabulazione fssa
nelle piccole aziende estensibile
alle aziende convenzionali che,
successivamente alla data
dellentrata in applicazione del
Reg. CE 1804/99 (24 agosto
2000), si sottopongano ad un
sistema di controllo basato su
norme nazionali o private
accettate o riconosciute dallo
Stato.
Uso della catena
Consentito per un periodo
transitorio che scade il
36
31.12.2010 purch almeno 2 volte
la settimana gli animali abbiano
accesso a pascoli o spazi liberi.
Defnizione di piccola azienda:
si intende quella che alleva fno a
18 unit bovino adulto (UBA),
misura questa che potr essere
ampliata fno ad un massimo di
30 UBA, dalle Regioni o Provincie
autonome, in relazione allo
"status" socio-economico-
ambientale presente nelle Regioni
o Provincie autonome interessate.
37
TRASPORTO
Il trasporto degli animali deve:
efettuarsi in modo da afaticare il meno possibile gli animali;
conformemente alla normativa nazionale o comunitaria in vigore;
le operazioni di carico e scarico devono svolgersi con cautela e
senza usare alcun tipo di stimolazione elettrica per costringere gli
animali;
vietato l'uso di calmanti allopatici prima e nel corso del
trasporto.
le disposizioni vengono anche per i trasporti inferiori ai 50 Km.
Nella fase che porta alla macellazione ed al momento della
macellazione gli animali devono essere trattati in modo da ridurre al
minimo lo stress.
L'abbattimento deve essere sempre efettuato previo stordimento
tramite i metodi consentiti dalla normativa nazionale in vigore.
38
IDENTIFICAZIONE DEI PRODOTTI ANIMALI
L'identifcazione degli animali e dei prodotti animali deve essere
garantita per tutto il ciclo di produzione, preparazione, trasporto
e commercializzazione
in quanto si pone come esigenza di necessaria "tracciabilit" del
prodotto posto in commercio.
Le linee guida sulla tracciabilit dei prodotti animali biologici sono
indicate all'allegato II del DM 4 agosto 2000 e riguardano:
identifcazione dei mammiferi
bovini macellazione identifcazione e classifcazione
delle carcasse)
sezionamento e confezionamento
vendita e distribuzione del prodotto
suini macellazione identifcazione e classifcazione
delle carcasse)
sezionamento e confezionamento
vendita e distribuzione del prodotto
ovicaprini macellazione identifcazione e classifcazione
delle carcasse)
sezionamento e confezionamento
vendita e distribuzione del prodotto
volatili macellazione identifcazione e classifcazione
delle carcasse
lavorazione e manipolazione
vendita e distribuzione del prodotto
prodotti a
base di carne
uova da consumo raccolta delle uova
identifcazione
attivit del centro di imballaggio
imballaggi
39
latte confezionato
e prodotti lattiero-caseari biologici
miele e cera
40
DEIEZIONI ZOOTECNICHE
Fatto salvo il limite di 170 Kg/Ha per anno, al fne di tenere conto
delle diferenze pedoclimatiche e della tipologie di allevamento che
sussistono sul territorio nazionale, il carico di bestiame per ettaro
di SAU biologica/anno determinato d'intesa tra Ministero e
Regioni sulla base di valutazione tecniche di un gruppo di esperti.
quantitativo totale impiegato
nell'azienda di deiezioni zootecniche
non pu superare 170 kg
N/ettaro/anno di superfcie agricola
utilizzata, quantitativo previsto
nell'allegato III della suddetta direttiva.
La densit totale degli animali pu
essere ridotta per evitare il superamento
dei limiti sopracitati.
cooperazione con altre aziende
Le aziende biologiche possono stabilire
una cooperazione con altre aziende ed
imprese soggette alle disposizioni di cui
al reg. cit. ai fni dello spargimento delle
deiezioni in eccesso prodotte con metodi
biologici.
Il limite massimo di 170 kg di azoto di
efuenti/ha/anno di superfcie agricola
utilizzata calcolato in base all'insieme
delle unit di produzione biologica che
partecipano alla cooperazione.
spandimento delle deiezioni
Deve avvenire preferibilmente presso
l'azienda medesima o anche presso altre
aziende che praticano il metodo
biologico.
stoccaggio di deiezioni zootecniche Gli impianti di stoccaggio devono
essere di capacit tale da impedire
l'inquinamento delle acque per scarico
diretto o ruscellamento e infltrazione
nel suolo.
gestione della fertilizzazione
Gli impianti per le deiezioni zootecniche
devono avere una capacit di
stoccaggio superiore a quella richiesta
per il periodo pi lungo dell'anno nel
41
quale la concimazione del terreno non
opportuna (secondo il codice di buona
pratica agricola) o vietata, nel caso in
cui le unit di produzione siano situate
in una zona defnita vulnerabile per i
nitrati.
AREE DI PASCOLO E EDIFICI ZOOTECNICI
Le condizioni di stabulazione degli animali devono rispondere alle loro
esigenze biologiche ed etologiche.
Gli animali devono disporre di un accesso agevole alle mangiatoie e
agli abbeveratoi.
l'isolazione,
il riscaldamento
l'aerazione dei locali di
stabulazione
devono garantire che la
circolazione dell'aria, i livelli di
polvere, la temperatura, l'umidit
relativa dell'aria e la
concentrazione di gas siano
mantenuti entro limiti non nocivi
per gli animali.
I locali devono consentire un'abbondante ventilazione e illuminazione
naturale.
I pascoli, gli spiazzi liberi e i parchetti all'aria aperta devono
all'occorrenza ofrire, in funzione delle condizioni climatiche locali e
delle razze in questione, un riparo sufciente dalla pioggia, dal vento,
dal sole e dalle temperature estreme.
42
DENSIT DEL BESTIAME E PROTEZIONE DELLA VEGETAZIONE
DA UN PASCOLO ECCESSIVO
locali di stabulazione
Non obbligatorio prevederli nelle
regioni aventi condizioni climatiche che
consentono agli animali di vivere
all'aperto.
densit di bestiame nelle stalle
deve assicurare il conforto e il benessere
degli animali in funzione, in particolare,
della specie, della razza e dell'et degli
animali. Si terr conto altres delle
esigenze comportamentali degli animali,
che dipendono essenzialmente dal sesso
e dall'entit del gruppo.
densit ottimale degli animali
E quella che garantisce il massimo
benessere agli animali, ofrendo loro
una superfcie sufciente per stare in
piedi liberamente, sdraiarsi, girarsi,
pulirsi, assumere tutte le posizioni
naturali e fare tutti i movimenti
naturali, ad esempio sgranchirsi e
sbattere le ali.
Per le superfci minime delle stalle
degli spiazzi liberi all'aperto e le altre
caratteristiche di stabulazione per le
varie specie e categorie di animali
v. allegato VIII.
La densit del bestiame tenuto
all'aperto in pascoli, altri terreni erbosi,
lande, paludi, brughiere e altri habitat
naturali o seminaturali
deve essere sufcientemente bassa in
modo da evitare che il suolo diventi
fangoso e la vegetazione sia
eccessivamente brucata.
fabbricati, recinti, attrezzature e
utensili
devono essere puliti e disinfettati per
evitare contaminazioni e la
proliferazione di organismi patogeni.
Prodotti utilizzabili per pulizia Soltanto i prodotti elencati
nell'allegato II, parte E, possono
essere utilizzati per la pulizia e
disinfezione delle stalle e degli impianti
zootecnici. Le feci, le urine, gli alimenti
non consumati o frammenti di esso
devono essere rimossi con la necessaria
frequenza, al fne di limitare gli odori ed
43
evitare di attirare insetti o roditori.
Soltanto i prodotti elencati
nell'allegato II, parte B, sezione 2,
possono essere utilizzati per
l'eliminazione di insetti e altri parassiti
nei fabbricati e negli altri impianti dove
viene tenuto il bestiame.
AREE DI PASCOLO E EDIFICI ZOOTECNICI
Mammiferi
I mammiferi devono:
avere accesso a pascoli o a spiazzi liberi o a parchetti all'aria aperta che
possono essere parzialmente coperti;
essere in grado di usare tali aree ogniqualvolta lo consentano le loro
condizioni fsiologiche, le condizioni climatiche e lo stato del terreno, a
meno che vi siano requisiti comunitari o nazionali relativi a specifci problemi
di salute degli animali che lo impediscano.
gli erbivori devono avere accesso ai pascoli ogniqualvolta lo consentano le
condizioni.
i tori di pi di un anno di et devono avere accesso a pascoli o a spiazzi
liberi o a parchetti all'aria aperta.
N.B. Se gli erbivori hanno accesso ai pascoli durante il periodo del pascolo e quando il
sistema di stabulazione invernale permette agli animali la libert di movimento, si pu
DEROGAre all'obbligo di prevedere spiazzi liberi o parchetti all'aria aperta nei mesi
invernali.
la fase fnale di ingrasso dei bovini, dei suini e delle pecore per la produzione di carne
pu avvenire in stalla, purch il periodo in stalla non superi un quinto della loro vita e
comunque per un periodo massimo di tre mesi
locali di stabulazione
I locali di stabulazione devono avere i
pavimenti lisci ma non sdrucciolevoli.
Almeno met della superfcie totale del
pavimento deve essere solida, il che
signifca n grigliato, n graticciato. Il 50 %
di superfcie grigliata o graticciata deve
essere calcolata sulla base dell'area minima
prevista dall'allegato VIII
I locali di stabulazione devono avere a
disposizione un giaciglio/area di riposo
confortevole, pulito e asciutto con una
superfcie sufciente, costituito da una
costruzione solida non fessurata. L'area di
riposo deve comportare una lettiera ampia e
asciutta, costituita da paglia o da materiali
naturali adatti. La lettiera pu essere
depurata e arricchita con tutti i prodotti
minerali autorizzati come concime
nell'agricoltura biologica ai sensi
dell'allegato II, parte A.
44
Per quanto riguarda l'allevamento di vitelli, a decorrere dal 24 agosto 2000, tutte le
aziende senza eccezioni si conformano alla direttiva 91/629/CEE(3) del Consiglio che
stabilisce le norme minime per la protezione dei vitelli.
tuttavia vietato l'allevamento di vitelli in box individuali dopo una settimana di et.
Per quanto riguarda l'allevamento dei suini, a decorrere dal 24 agosto 2000, tutte le
aziende si conformano alla direttiva 91/630/CEE del Consiglio, che stabilisce le norme
minime per la protezione dei suini.
Le scrofe devono essere tenute in gruppi, salvo che nelle ultime fasi della gestazione e
durante l'allattamento. I lattonzoli non possono essere tenuti in batterie 'fat decks' o in
gabbie apposite.
Gli spazi riservati al movimento devono permettere le deiezioni per consentire agli
animali di grufolare. Per grufolare possono essere usati diversi substrati.
45
VOLATILI
Pollame
Il pollame deve essere allevato all'aperto e non pu essere tenuto in gabbie.
Per il pollame la razione alimentare utilizzata nella fase d'ingrasso deve contenere almeno
il 65 % di cereali.
I ricoveri per il pollame devono soddisfare le seguenti condizioni minime:
almeno un terzo deve essere solido, vale a dire non composto da assicelle o da
graticciato, e dev'essere ricoperto di lettiera composta ad esempio di paglia, trucioli di
legno, sabbia o torba;
nei fabbricati adibiti all'allevamento di galline ovaiole una parte sufciente della
superfcie accessibile alle galline deve essere destinata alla raccolta degli escrementi;
devono disporre di un numero sufciente di posatoi di dimensione adatta all'entit
del gruppo e alla taglia dei volatili come stabilito nell'allegato VIII.
devono essere dotati di uscioli di entrata/uscita di dimensioni adeguate ai volatili, la
cui lunghezza cumulata di almeno 4 m per 100 m2 della superfcie utile disponibile
per i volatili;
ciascun ricovero non deve contenere pi di: 4800 polli, 3000 galline ovaiole, 5200
faraone, 4000 femmine di anatra muta o di Pechino, 3200 maschi di anatra muta o di
Pechino o altre anatre, 2500 capponi, oche o tacchini. - la superfcie totale utilizzabile
dei ricoveri per il pollame allevato per la produzione di carne per ciascuna unit di
produzione non supera i 1600 m2.
CONDIZIONI PARTICOLARI
Il pollame deve poter accedere a parchetti all'aperto ogniqualvolta le condizioni
climatiche lo consentano e, nei limiti del possibile, per almeno un terzo della sua vita. I
parchetti devono essere in maggior parte ricoperti di vegetazione, essere dotati di
dispositivi di protezione e consentire agli animali un facile accesso ad un numero
sufciente di abbeveratoi e mangiatoie.
Gli uccelli acquatici devono avere accesso a un corso d'acqua, a uno stagno o a un lago
ogniqualvolta le condizioni climatiche lo consentano per rispettare le esigenze di
benessere degli animali o le condizioni igieniche.
Per le galline ovaiole la luce naturale pu essere completata con illuminazione artifciale
in modo da mantenere la luminosit per un massimo di 16 ore giornaliere, con un
periodo continuo di riposo notturno senza luce artifciale di almeno 8 ore.
Nell'allevamento dei volatili tra l'allevamento di un gruppo ed il successivo, il parchetto
esterno deve essere lasciato a riposo per un periodo non inferiore a 40 giorni a meno
della messa in atto di tecniche che suggeriscono tempi diversi.
Tale norma non si applica quando si tratta di pochi capi di bestiame con una superfcie
di pascolamento non defnito.
46
MACELLAZIONE POLLAME
L'et minima per la macellazione del pollame di:
81 giorni per i polli,
150 giorni per i capponi,
49 giorni per le anatre di Pechino,
70 giorni per le femmine di anatra muta,
84 giorni per i maschi di anatra muta,
92 giorni per le anatre bastarde,
94 giorni per le faraone,
140 giorni per i tacchini e le oche.
Ove i produttori non rispettino queste et minime per la macellazione,
devono usare ceppi a crescita lenta.
47
STABULAZIONE DEL BESTIAME
In deroga ai punti:
8.3.1. (obbligo per i mammiferi di accesso a pascoli o a
spazi liberi o a parchetti allaria aperta),
8.4.2. (benessere animale uccelli acquatici)
8.4.3. (condizioni minime dei ricoveri per il pollame)
8.4.5. (accesso del pollame a parchetti allaperto)
e
alle densit di stabulazione di cui allallegato VIII
sono concesse deroghe ai requisiti di detti punti e dellallegato VIII
per un periodo transitorio che scade il 31 dicembre 2010
esclusivamente alle aziende dedite allallevamento aventi edifci
preesistenti costruiti anteriormente al 24 agosto 1999
nella misura in cui tali edifci adibiti allallevamento soddisfno le
norme regionali o private accettate o riconosciute dallautorit
competente.
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