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Riflessioni sulla rilevanza tcologica della ‘imetafora come contributo all’ermeneu- tica di una teologia narrativa Berane Joseee 1 nao el 1954 a Magdeburg bn stato « Newburg, Betino, Zo ting Butea, all cle Kel Barth Dal T9611 1966 € to dovente AE Mioe Tent ed eo nna Benen i Ito 1969 professre tec Sater» Zaigo c,d 190, & profess i tel stein nella Frnt a tcolop crater. bli ase 44 Tibingen ED, “Tra lsu publlieinvicoriama ia tradsione italiana, Morte, Que- rinlana, Brescla 1972; I bttesno nel peur a Kat! Bur, Cdn, ‘Torino 1971; Paolo e Gat Alle org dels crslono, atic, Bret ‘cia 1978, £ autore wnimportante ops el problema Dns’ Gott ‘ds Gebeinnis der Welt (Dio come ister del mano}, 1977. conde: {ato ono del pit rapresetato teaog della moor gnersine dll eo ogi Craps, 1. U1 discotso religioso atsibuisce necessariamente alla 1 pit di quanto il singolo reale abbia da presentare , come realti, in generale sia in grado di presentate. I linguaggio del Ie fede crstiana — pur con tutte le distinioni — condivide questa caratteristica del discorso religioso, che & vero linguag. Bio religioso solo quando gli riesce di trascendere il reale, sem a per questo perderlo di vista. Nel suo trasceniment del rele sso si concentra sulla reat). Oggi 2 nato per voi it salve. tore oppure Ques'uomo era Piglio di Dio, ecco altrettanti Bivdizi della fede che attrbuiscono al reale un supplemento di essere e, proprio in questo modo, pretendano di tendere give stizn alla reat Se hn da avere un senso, questa pretesa non pod non impli care il presupposta che il reale non & autosufciente. La real cesige qualcosa di pit del reale, Sembra sin caraterstico del concetto di reale il vale solo condizionatamente come misura dellesente, essere non si esaurisee nel real. E il reale ® so. {tanto un rappresentante di complemento del'esere. Quest in fatti ha maggiori possibilita. Certo, anche il reale ® possibile, ma Ia possibiltd di un reale & qualeosa di diverso dalla sua reali. Nelle dimensione della possibilith Vessere di un. reale Sincontra con possibilit che, certamente, non sono realizeate, ‘ma che nondimeno appartengono allesete del teale, Stabile ‘quali possbiltd lo sono e quali no ® compito della compren- sione della realtd. TI Tinguaggio teligioso attibuisce al reale certe possibilti come appartenenti ll'stere del reale. Per la fede cristiana poi dovrebbe essere peculiare il fatto di conce- pite tali possbilita come un domum che non compete natural- mente al reale, quindi come una potentia aliene, che nondime- no appattiene allessere del reale, Essa gli viene data, Secondo il giuizio della fede, il reale vive di tali contributi del pos: sibile, anche se questi si sottrae allinelletto fisseto sul reale. 1 Tingasggio della fede presuppone una rivelazione. La verti di cid che In fede ha de dite si manifesta, quindi non da ultimo nel fatto che il Tinguaggio della fede non & semplicemente in accordo con In realtl. Poiché, se vuole dite Ja verti, In fede cristiana deve parlare di Dio, bisogna ch’essa dca pit di quamto 2 in grado di dize la realtd del mondo, La fede pertanto diventa inevitabilmente lotta per la verti. Nel In tradizione del pensiero occidentale, infati, In verith & con expita come coincidenza del gindizio prodotto dallinelltto (intettectus) con la realtd (res), come adaequatio intellectus et rei nel senso dell'adequatio intellectus [bunani] ad rem. Nel contesto di questa concezione della verita il discorso religioso sembra Vopposto di un dlseorso vero, Non paid che appari come un etrore, quando non addrittura una mensogns. Se per essere vero nel senso della pretesa avanzata dalla teligione © dalla fede un testo deve dire di pit di eid che & reale, & evi. dente che ess0 non concorda con il reale. Se vogliono essere religiosamente veri sembra che i suoi enunciati non possano sostenere la prova dela verith davanti al tribunele delle reat delle res Cid che pretende essere vero religiosamente, non sembra essere vero realmente Siecome per® in nessun caso Ia fede ctisiann intende per dere il comtatto con In reale, € quid pud teascendere il reale solo concentrandosi su esso, non sembra che la non-erith del Tinguaggio della fede possa pitt venire distnta adeguatamente dalla menzogna. Siecome non si vinuncia tout court alladaequa tio intellects et re, © la fee, anzi, pretende emettere dei git- dizi su reale,sembra che Ia adacguatio intllectus ad rem ven: ‘gt identifcata con un’adaequatio rei ad intllectumr, Ma la ve- itd pud essere una tale adaeguatio toltanto se In res viene realmente accordata con Vintellectus — e non soltanto vn com 113 |B, Jge, Vertd mean ceptus rei con Vintellectus, quindi, in ultima analis, Pintellectus ‘con Vintellectus mediante riferimento alla res, Tutavia Vintel- lectus bumramus pud fare cid soltanto in quanto esso trasforma realmente il mondo della res. Ma se 2 in grado dt fatlo,allora sarebbe possibile anche una verti come adaequatio intellectus ad rem [mutetan] ¢ Vadaequatio rei ad intllectum non sa rebbe stata altro che Panticiparione gnoscologica dell sbiettivo li una res mutanda. Tea la real e il giudcio che Venuncia si collocherebbero Ia volonti trasformatrice e Vazione ad essa corrispondente 1 linguaggio religioso perd non pud essere spiegato in me heen esauriente soltanto in base 2 questo modello di veri Certo, es:0 non & alfatto disinteressato alla trasformazione della reali. Sotto un certo profilo, anzi, ® intetesato vital- ‘mente alla tasformezione del mondo. Ma il linguaggio della fede comprende anche Ia trasformazione ad opera della volon- 18 umana e le azioni ad essa corrispondenti nel contesto del suo discorso su Dio. Ad esso, quindi, interes che, mediante trasformazione, Ia reat venga atmonizeata con il giuizio dle! I fede sulla reals. Ma i giodisi della fede parlano della reat soltanto nella misura in cui — espicitamente o implicitamen. te — vi parlano di un essere divino e di atti di un essere divin, Percid i giudizi della fede introducono un’inquietudine nel Tessete del mondo in menietn divers da come suole fare una volonti trasformatrice che prescinde da Dio. Ess, indipen- entemente dal fatto della possibilid che, alla fine, pare esi producano un'adaequatio rei ad intellectum, mettono in que: stione Vadeequatio intellectus ad rem gid. per il fato di par re di un diverso evento concemente la real, senza tutavia inunciare alla pretesa di essere giudisi veri aul reale, Essi, ‘quind, si espongono inevitabilmente al sospetto di menzogna =e tutto cid per amore della verti, Ma pud la verith essere ‘menpogne? La peculiatta di un discorso religioso pud essere compresa pit facilmente se 1a consideriamo in base ad an fatto. fonda- ‘mentale per il linguaggio umano in generale, Chi di un rele alferma qualeosa che questi non & realmente, non mente se si

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