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UOMO-NATURA
P. Rafael Pascual, L.C. (*)
Introduzione
autore
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della scienza e della filosofia contemporanea, sebbene si possa concepire come una rivincita o riviviscenza della visione eraclitiana (secondo la quale tutto si trova in divenire), contrapposta a quella parmenidea (dove il divenire non esiste affatto, perch contrapposto allessere). Possiamo parlare anche di una mentalit evoluzionistica, come
uno dei caratteri dello spirito del tempo odierno: infatti, oggi tutto si
vuol vedere in questa chiave, che possiamo chiamare anche, in un certo senso, storicista.
Per illustrare questo, possiamo fare un elenco degli ambiti nei quali
si applica questa concezione della realt. Si parla oggi, per esempio,
dellevoluzione cosmologica (cos la teoria del Big Bang), dellevoluzione biologica (quella dei viventi, di cui tratteremo in questo lavoro),
dellevoluzione culturale e storica (le culture che si sono susseguite
lungo la storia dellumanit), dellevoluzione scientifica o epistemologica (Karl Popper, per esempio, adoperer un modello di questo genere con la sua epistemologia evolutiva: le scienze progrediscono per il
metodo del trial and error, in un modo simile a quello delladattamento dei viventi nella lotta per la sopravivenza; e Alfred North Whitehead far una filosofia del divenire, la process philosophy, dove la categoria fondamentale non sar pi la cosa o la sostanza, ma levento),
dellevoluzione socio-politica (applicata alle popolazioni umane e i diversi sistemi che ne regolano i rapporti), dellevoluzione perfino morale e religiosa. Cos, in ultima istanza, si intende vedere come se tutto
fosse collegato, formando parte di un processo globale che tutto raggiunge. C forse per questo un monismo soggiacente, molto vicino a
visioni di stampo panteistico o materialistico.
Noi non prenderemo largomento in un senso cos vasto e generico, ma ci limiteremo allevoluzione biologica.
B) Levoluzione biologica
Seguendo Pierre Grass, uno dei maggiori biologi contemporanei1, possiamo definire levoluzione biologica come il processo per il
quale, nel trascorso del tempo, si sono generate e susseguite, trasfor1
Cf. V. Marcozzi, Alla ricerca dei nostri predecessori, Paoline, Cinisello Balsamo, 1992, p. 7.
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D) Storia dellevoluzionismo
Fino al secolo XIX, la posizione dominante degli scienziati era quella del fissismo. Uno dei pi grandi naturalisti di tutti i tempi, Linneo
(1707-1778), al quale si deve in buona parte la nomenclatura degli esseri viventi (che per questo riceve il nome di nomenclatura linneana),
diceva: species tot enumeramus quot a principio creavit infinitum ens
(Numeriamo tante specie quante in principio furono create dallEnte
infinito). Anche un altro importante biologo e naturalista, Georges Cuvier (1769-1832), considerato il fondatore della paleontologia e
dellanatomia comparata, si oppose fortemente allipotesi evoluzionistica proposta da Jean-Baptiste de Monet, cavaliere di Lamarck.
Ma gi nellantichit possiamo trovare alcuni precursori della teoria dellevoluzione, come Anassimandro (s. VI a.C.), il quale sostenne
che gli animali si adattano al loro ambiente, e che gli animali terrestri
hanno avuto origine dagli animali marini; anche Democrito (s. IV a.C)
ed Epicuro (s. III a.C.) esprimevano qualche parere simile in questo
senso. Daltra parte, Lucrezio (s. I a.C.) parlava gi di una lotta dei viventi per lesistenza. Il grande Aristotele, invece, sostenne il fissismo
delle specie viventi, e anche in questa posizione ebbe un grande influsso nei pensatori successivi.
Nel medioevo, sebbene si seguisse la posizione fissista, cerano alcuni
elementi che potrebbero offrire degli spunti allevoluzionismo: si ammetteva, per esempio, la generazione spontanea di alcuni esseri viventi
inferiori a partire della materia non vivente; si ammetteva anche la teoria dellanimazione successiva (la troviamo, per esempio, in Tommaso
dAquino) degli embrioni degli esseri superiori (questi sarebbero animati successivamente da unanima vegetativa, sensitiva ed intellettiva,
man mano che il corpo si sviluppava e diventava capace di ricevere
unanima di questo genere)5. Finalmente, si vedevano gli esseri viventi
come organizzati secondo una scala gerarchica in base ai diversi gradi di
perfezione specifica propria di ciascuno, e si riconosceva una certa continuit fra di essi. Per tutto questo, non mancano dei tomisti contemporanei che non hanno trovato difficolt nel conciliare levoluzionismo ed
il tomismo (per esempio Joseph De Finance, o Jacques Maritain).
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Tornando agli evoluzionisti, nei tempi moderni troviamo altri autori che, prima di Lamarck e Darwin avevano proposto una qualche teoria di carattere evoluzionistico, come Maillet (1656-1738), Buffon
(1707-1788), Diderot (1713- 1784), Cabanis (1757-1808). In essi possiamo trovare dei principi trasformisti, ma non ancora una concezione
generale della genesi e la storia degli esseri viventi.
La nozione di evoluzione biologica nasce propriamente con JeanBaptiste de Monet, cavaliere di Lamarck (1744-1829); soprattutto nella Philosophie zoologique, del 1809. Secondo Lamarck, la trasformazione delle specie (da l il nome di trasformismo dato alla sua teoria)
dipende da due leggi generali: luso o non uso di organi o membra, e
lereditariet dei caratteri acquisiti. Gli esempi tipici sono molto conosciuti: il lungo collo delle giraffe, locchio atrofizzato delle talpe. Il
motto di Lamarck sarebbe: La funzione crea lorgano. Per Lamarck
ci sarebbe sia unevoluzione ascendente, che porterebbe i viventi a forme sempre pi perfette, complesse e sviluppate, con pi organizzazione, pi organi, funzioni e facolt, sia unevoluzione adattativa, dovuta
a cause accidentali e variabili, soprattutto linflusso dellambiente:
lorganismo vivente reagisce e cerca di adattarsi ai cambiamenti ambientali.
Ma lautore che ha contribuito decisivamente al cambiamento di
paradigma nel ambito non soltanto scientifico, ma anche culturale,
stato Charles Darwin. Grazie alle osservazioni fatte nel celebre viaggio
sul brigantino Beagle, e ad unampia riflessione e maturazione personale, nel suo libro On the Origin of Species by means of Natural Selection, or The Preservation of Favoured Races in the Struggle for Life,
Darwin propone una nuova teoria per spiegare lorigine delle specie
(si noti che nella prima edizione non appare mai il termine evolution),
sia vegetali che animali, in base a due principi: le variazioni che si danno negli individui in modo casuale ed aleatorio, e la selezione naturale,
che costituisce il motore dellevoluzione.
Darwin segu, applicandola alla biologia, la teoria geologica dellattualismo del Lyell (in contrasto con il catastrofismo di Cuvier), secondo
la quale ci sarebbe una successione di cambiamenti graduali, dovuti ad
una lenta evoluzione della Terra. In base alle sue osservazioni sulle variazioni delle specie secondo il luogo geografico, e anche lungo il tempo (nei fossili dei vari strati geologici), si convinse che le specie si erano
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Allinizio, la teoria delle mutazioni provoc una crisi del darwinismo, perch era messo in discussione il gradualismo evolutivo (in base
alla teoria genetica, sembrava che fosse pi giusto parlare di un evoluzionismo per salti). Ma successivamente, con lintegrazione della genetica e della biologia molecolare, si arrivati ad una nuova versione
della teoria dellevoluzione, la quale conosciuta come teoria sintetica,
i cui elementi caratteristici sono la replicazione, la mutazione e la selezione6. Secondo la teoria sintetica, gli organismi variano per caso, a
causa delle mutazioni; i pi adatti alla sopravvivenza e alla riproduzione prevalgono nella lotta per la vita (selezione naturale). Con questo
modo di vedere, si esclude ogni finalismo, e si ammette soltanto il ricorso al puro caso e alla necessit cieca. Alcuni dei suoi sostenitori recenti sono: Haldane, Jacques Monod (Le hasard et la ncessit, 1970),
Richard Dawkins (Il gene egoista; Lorologiaio cieco; Alla conquista del
monte improbabile. Lincredibile avventura dellevoluzione). La natura
procederebbe secondo il metodo del trial and error (tentativi ed errori), idea cara a K. Popper e la sua epistemologia evolutiva.
Ma tutto questo non sembra sufficiente per giustificare lo sviluppo
del processo evolutivo. Di per s le mutazioni sono neutre. E in conseguenza, come osserva Marcozzi, la quantit di mutazione sembra insufficiente a spiegare levoluzione7. La teoria sintetica si trova oggi
davanti a serie difficolt. Per questo motivo, alcuni autori, come
Stephen Jay Gould e Niles Eldredge, hanno proposto una nuova versione, quella dellequilibrio punteggiato (punctuated equilibria).
Malgrado tutto, penso che possiamo prendere in prestito come
conclusione di questa parte un testo recente del prof. Facchini: Molti
ritengono insufficiente il meccanismo evolutivo proposto da Charles
Darwin (le variazioni casuali della specie selezionate dallambiente).
Ma non un buon motivo per rifiutare la teoria dellevoluzione. Questa teoria non si identifica con il darwinismo8.
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con il ricorso alla selezione che sfrutta i passi indietro di qualche mutazione vantaggiosa per portare avanti il processo evolutivo (come sembra di sostenere Monod). Infatti lordine non pu essere spiegato dal
disordine o dal caos. Sembra, pertanto, necessario lappello a certi fattori interni nel processo evolutivo, come proponeva gi Lamarck. In
questo senso, si potrebbe stabilire unanalogia con levoluzione di un
singolo vivente, nelle fasi dellontogenesi o nello sviluppo dellorganismo lungo la sua vita. Questo sviluppo non caotico, ma graduale e
ben ordinato. C infatti un principio che ordina tutto il processo, il
quale non solo materiale (il codice genetico) ma anche formale (lanima come principio vitale). Questi fattori interni dovrebbero essere di
tipo causale, e non solo di causalit efficiente, ma anche di causalit finale (cio, di tipo teleologico).
Oggi ci sono degli autori che sostengono il concorso di fattori ambientali nel processo evolutivo (vgr. Berg, Osborn). Secondo Minelli si
sono fatti esperimenti che proverebbero lereditariet di alcuni caratteri acquisiti: la possibilit di un trasferimento di informazioni del soma al germe tuttaltro che unipotesi aleatoria, gi un dato di fatto
sperimentato10.
In sintesi, riprendendo degli spunti di Salvatore Arcidiacono,
levoluzione, in quanto sostiene la trasformazione dei viventi, teoria
scientifica, ma se postula leliminazione del finalismo e si oppone al
creazionismo diventa ideologia filosofica e come tale non pu essere
accettata. Daltra parte, riguardo al problema del creazionismo,
[] se ci pu essere opposizione tra evoluzionismo e fissismo, non c
affatto tra evoluzionismo e creazionismo, giacch creare significa fare dal nulla, e lessere pu ricevere lesistenza direttamente nello stadio definitivo (come sostengono i fissisti), oppure in uno stadio potenziale o virtuale, ricevendo cio la capacit di trasformarsi (come sostengono gli evoluzionisti)11. Sembra dunque legittimo parlare di un
creazionismo evolutivo, come fa Marcozzi12, senza cadere in una contradictio in terminis. In questo modo, levoluzione sarebbe simile allo
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Roma 2001; ma anche si trova questa tesi in un altro libro, il cui titolo dice lopposto di quello che si sostiene nel contenuto: J.L. ARSUAGA - I. MARTINEZ, La especie elegida. La larga marcha de la evolucin humana, ed. Temas de Hoy, Madrid,
1998, 350 p.
15 Cf. J. Rachels, Creati dagli animali. Implicazioni morali del darwinismo, Ed.
di Comunit, Milano 1996.
16 Cf. Paolo VI, Discorso allAssemblea Generale dellONU del 4 ottobre
1965, e Populorum progressio, 13.