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Matthias Grnewald
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Disambiguazione "Grnewald" rimanda qui. Se stai cercando il comune tedesco, vedi Grnewald (Germania).
A Grnewald non interessano che l'espressione e il movimento. La norma, la misura, le proporzioni della figura umana (che
Drer persegu per tutta vita) non lo hanno certamente interessato molto. le sue forme fisiche sono per lo pi brutte, malaticce,
impossibili o almeno fuori dall'ordinario, anche quando non si sacrifichi niente all'espressione. I volti sono asimmetrici, quasi in
ogni dipinto si riscontrano arbitrii di disegno che hanno una giustificazione artistica; oppure tralascia il modellato, come avviene
negli schizzi. Gi questo fatto, e l'arbitrariet delle proporzioni, dimostrano che l'artista non si lasciato turbare da ci che
anormale.
(H. A. Schmid, Die Gemlde und Zeichnungen von Matthias Grnewald, 1911)
Mathis Gothart Nithart, meglio noto come Matthias Grnewald
(Wrzburg, 1480 circa Halle, 31 agosto 1528), uno dei pi
importanti e originali pittori tedeschi, noto per la drammaticit visionaria
con cui ha trattato temi di carattere religioso.
Indice [nascondi]
1 Biografia
1.1 L'identit del pittore
1.2 La formazione artistica
2 Le prime opere
2.1 Il trittico di Lindenhardt (1503)
2.2 La Crocefissione di Basilea
2.3 Il Cristo deriso (ca 1505)
2.4 La piccola Crocefissione (ca 1510)
2.5 I monocromi dell'altare Heller (1510)
3 La maturit
3.1 L'altare di Issenheim (1512-1516)
3.1.1 San Sebastiano, sant'Antonio e il Compianto
3.1.2 La Crocifissione
3.1.3 Annunciazione, Nativit e Resurrezione
3.1.4 I santi Antonio e Paolo e le Tentazioni
3.2 Il trittico di Aschaffenburg (1519)
3.3 L'Incontro dei santi Erasmo e Maurizio (ca 1520)
3.4 La Deposizione di Aschaffenburg (ca 1523)
3.5 La Crocefissione e il Trasporto della croce (ca 1525)
4 Gli ultimi anni
5 L'arte di Grnewald
5.1 Lo stile
5.1.1 Grnewald e Drer
5.1.2 La linea
5.1.3 Il colore
6 L'asteroide 9645
7 Opere
8 Note
9 Bibliografia
10 Voci correlate
11 Altri progetti
12 Collegamenti esterni
Biografia
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Slovenina
/ srpski
Svenska
vivente che mi potesse dare un minimo scritto o una notizia orale sulla sua attivit; ma voglio dedicare ogni cura possibile per
far s che la sua eccellenza sia riportata in luce; altrimenti, credo che la sua memoria svanir del tutto in pochi anni.
Von Sandrart chiam Matthaes Grnewald per la prima volta nel 1629, l'autore
di un San Giovanni - ora perduto - da lui veduto a Castel Gandolfo, di propriet di
papa Urbano VIII e che allora veniva attribuito ad Albrecht Drer. Nel 1637 gli
attribu delle xilografie, siglate M. G., che sono state successivamente attribuite a
Mathis Gerng e infine lo identific nel 1675 con un Meister Mathis, pittore attivo
ad Aschaffenburg, in Baviera, negli anni ottanta del XV secolo, del quale per non
si hanno pi tracce a partire dal 1490. L'identificazione fu accolta in epoca
moderna soltanto da Walter Zlch[1] che lo unific[2] anche con il contemporaneo
scultore Meister Mathis, operoso dal 1500 al 1527 a Seligenstadt e ad
Aschaffenburg: ma a Grnewald non si mai potuto attribuire alcuna scultura;
anche la parte scolpita dell'altare di Issenheim, il suo capolavoro, certamente di
mano di Nicolas de Haguenau e della sua bottega ed datata al 1480 circa,
quando il pittore era appena nato.
Trke
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La prima citazione del pittore si rintraccia in un documento del 10 ottobre 1505, nel
quale il canonico di Aschaffenburg, Heinrich Reitzmann, fa dipingere per sei denari
a un allievo di Meister Mathis un epitaffio. Il capitolo del duomo di Magonza cita il
pittore Meister Mathis il 13 giugno 1510, incaricandolo di occuparsi, in qualit di
ingegnere, della fontana del castello di Bingen. In una lettera del 9 giugno 1511 viene definito Meister Mathis, pittore e
tagliapietre nel castello di Aschaffenburg. A proposito di una sua richiesta di denaro, il 27 agosto 1516 nominato Mathis
Gothart e infine, dal suo testamento, perduto ma citato in altro documento, egli nomina erede il figlio adottivo Endres
Niethart firmandosi Mathis Niethart, pittore di Wrzburg mentre, il 1 settembre 1528, viene annunciata ai magistrati della
citt di Halle la morte del maestro Mathes Gothard, pittore e idraulico.
Joachim von Sandrart
Incisione da Zweihundert deutsche
Mnner, 1854
Stabilito il suo vero nome - anche se ormai storicamente gli rester per sempre quello di Grnewald - rimasto indefinito se il
suo cognome reale sia Gothart o Niethart. Dato per certo il luogo di nascita di Wrzburg, difficile si presenta la
determinazione della data della sua nascita, che fu fatta oscillare dal 1455 al 1480. Il pi recente orientamento della critica
di avvicinare la sua nascita al 1480, tanto per ragioni di stile - una nascita verso la met del Quattrocento comporterebbe uno
stile accentuatamente tardo-gotico - quanto per compatibilit, per un artista di et avanzata, a intraprendere e a portare a
compimento l'estenuante lavoro della pittura dell'altare di Issenheim, terminato nel 1516.
Le prime opere
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La Crocefissione di Basilea
[modifica wikitesto]
La datazione della Crocefissione conservata
nella ffentliche Kunstsammlung di Basilea varia
dal 1500 al 1515. Fu forse eseguita per la
Congregazione di Sant'Antonio, dalla quale
probabilmente pass, con la Riforma, a pubblica
propriet. possibile che la tavola facesse parte
di un altare formato di pi pannelli, come
rivelerebbe il fatto che sia stata segata
inferiormente e che tre fori, sul bordo laterale,
dovrebbero essere le tracce dell'antica esistenza
di una cerniera; sul verso della tavola si vede
ancora il disegno a penna di decorazioni floreali.
In quella chiesa dovrebbe aver conosciuto una
tavola, di eguale soggetto, dipinta dal Witz,
secondo una formulazione austeramente arcaica.
Otto santi protettori
Potrebbe da questa aver ricavato la
ol/tv, 159 x 68,5 cm, Lindenhardt,
composizione asimmetrica, con la Vergine isolata
1503
a sinistra e chiusa nel suo mantello nero, mentre
compatto il gruppo delle due donne sotto la
croce, del Giovanni Evangelista e del centurione Longino che, con il braccio alzato,
attesta la divinit del Crocefisso, in accordo con la scritta, riportata sulla tavola e
tratta dal vangelo di Matteo, Vere filius Dei erat ille. Le figure si dispongono
lungo una linea che corre obliquamente da destra a sinistra, dal Longino, serrato
in una grigia e luminosa corazza medievale - che ricorda ancora la figura del
Sabothai della tavola dello Speculum humanae salvationis del Witz - a Giovanni, il
cui mantello agitato da un'onda di lamine metallizzate, fino alle due Marie ai piedi
della croce.
Lo sfondo un paesaggio desolato, fatto di lontane colline e di strapiombi rocciosi,
con colori varianti dal bruno al verde acido fosforescente, nel quale pure si
distinguono appena figure di soldati, il Cristo in orazione nell'orto, la traccia
confusa di un casa circolare, teste di angeli. Su tutti incombe la figura del Cristo,
apparentemente molto pi grande delle altre, dalle lunghissime braccia, una sorta
di rami nati dal tronco del corpo che sembra della stessa sostanza della croce, che
vanno a terminare nelle mani inchiodate dalle quali spuntano le tipiche dita
rappresentate dall'artista, contratte e legnose come sterpi. Il corpo di Cristo tutto
minutamente crivellato di piccole ferite, le gambe sono fortemente arcuate, i piedi
slogati e verdastri, trafitti da un unico chiodo.
Crocefissione
ol/tv, 73 x 52 cm, Basilea, Kunstsamm., ca
1508
Cristo deriso
ol/tv, 109 x 73 cm, 1505, Alte Pin.,
Monaco
donna vanitosa - che per altro deriva a sua volta dal Cristo al limbo di Martin
Schongauer - e il Martirio di san Sebastiano.
Particolare della
Maddalena
La datazione della tavola varia, se si considerano le diverse proposte dei critici, dal 1502 al
1520, ma per lo pi considerata opera relativamente giovanile. La proposta di datarla
intorno al 1502 o poco dopo, fondata sulla rappresentazione dell'eclisse solare, che viene
fatta corrispondere all'eclisse realmente osservata in Europa il 1 ottobre di quell'anno. D'altra
parte, una datazione cos precoce non persuade, poich porterebbe a considerare questa
Crocefissione la prima opera nota dell'artista, precedente in particolare la Crocefissione di
Basilea, rispetto alla quale, invece, essa mostra
un incremento di drammaticit, in linea con lo
sviluppo della sua ispirazione.
Crocefissione
ol/tv, 61 x 46 cm, ca 1510, N. Gallery,
Washington
San Lorenzo
San Ciriaco
Sopra la figura appaiono foglie di fico; sul petto porta due preziosi
contenitori, probabilmente di olii, di profumi o comunque di sostanze che
scongiurino i demoni.
La santa Elisabetta rappresentata entro un nicchia, sopra la quale corre
un ramo di fico; ai suoi piedi si riconosce una variet di erbe, fra le quali la
malva.
Non vi certezza che il quarto pannello rappresenti effettivamente santa
Lucia: sono stati proposti anche i nomi di sant'Antonia, santa Dorotea e
santa Caterina. Un tralcio di vite si inanella sopra la nicchia, mentre ai piedi
della santa si sono riconosciute piante di celidonia e di pilosella.
L'altare doveva contenere anche una tavola - della quale per non vi
Santa Lucia
traccia nel catalogo di Grnewald - della Trasfigurazione, secondo la
testimonianza del Sandrart: pregevole la raffigurazioni a colori all'acqua
della Trasfigurazione di Cristo sul monte Tabor, e specialmente una meravigliosa nuvola nella quale appaiono Mos ed Elia,
e con quelli gli apostoli inginocchiati a terra; di invenzione, colorito e ornamenti cos stupendamente raffigurati che niente la
pu superare, incomparabile com' in maniera e peculiarit.
Santa Elisabetta
La maturit
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Crocefissione.
Ma vi sono anche, se non soprattutto, ragioni di stile:
pilastro e colonna si trovano ora alla stessa distanza
dalla croce e gli sfondi presenti nei pannelli si
trovano, pi ragionevolmente, all'estremit dell'altare.
Il San Sebastiano - il santo che protegge i malati di
peste - visto unanimemente come la massima
concessione fatta da Grnewald ai modelli dell'arte
italiana: si pensato[8] che Grnewald lo abbia tratto
da una figura del Trionfo di Cesare del Mantegna, di
cui il canonico dell'abbazia di Aschaffenburg avrebbe
posseduto una stampa mentre, con minore credibilit,
gli angeli sarebbero un riferimento agli amorini della
smaterializzazione: la Madonna dalla veste inconsuetamente bianca, come bianco il volto, a mostrare il suo svenimento, e
sorretta dall'evangelista, nel quale si voluto vedere ancora un autoritratto del Maestro.
Il dipinto ha ricevuto[10] una complessa e interessante interpretazione: non solo il solstizio d'estate corrisponde al giorno di
san Giovanni, quando il sole comincia a declinare fino al giorno di Natale, solstizio d'inverno e inizio della nuova crescita del
sole, ma il Battista anche la stella del mattino che annunzia il sole/Cristo che, morendo, si eclissa in un alone rosso
(l'evangelista vestito di rosso) facendo sparire la luna (la bianca Madonna che sviene) mentre la terra (Maddalena) assiste
impotente e angosciata.
Annunciazione, Nativit e Resurrezione [modifica wikitesto]
L'Annunciazione rappresentata all'interno della
cappella di una chiesa, nella quale si creduto di
riconoscere il duomo di Ulma o quello di
Breisach. La veste rossa del grande angelo a
destra e il telo di egual colore a sinistra
inquadrano la Vergine, gi in preghiera dinnanzi
alla Bibbia aperta sul versetto 7,14 di Isaia Ecco
una vergine concepir, e spaventata
dall'improvvisa e miracolosa apparizione.
Particolare dell'Annunciazione
La Resurrezione
ol/tv, 269 x 143 cm
Non vi chi non abbia messo a confronto il raffaellesco Ges trasfigurato della Pinacoteca vaticana con questo Ges risorto,
sia per evidenziare, in negativo, come questo presenti, rispetto al dipinto italiano, presunti difetti di proporzioni anatomiche le gambe relativamente corte rispetto al busto del Cristo - forse trascurando che al pittore tedesco estranea ogni
preoccupazione di correttezza accademica se ad essa deve sacrificare le per lui superiori esigenze espressive - sia per
rilevare, in positivo, l'incredibile esplosione di luce soprannaturale nella quale la figura di Cristo tende a dissolversi. Un altro
confronto, espressione di estrema opposizione di concetti e intenzioni, quella con la Resurresione, greve di massa e di
solennit, di Piero della Francesca.
Il centro della seconda faccia dell'altare occupato
dalla Nativit, un'allegoria di difficile decifrazione:
dietro a un grande ma delicato angelo biondo che
suona la viola, all'interno di una cappella gotica
lussureggiante di decorazioni - il Tempio di
Salomone? - un concerto di tre angeli annuncia la
nascita di Ges; uno di essi, piumato come un
uccello favoloso, si volge a mirare una visione di
angeli azzurri che circondano una figura femminile
orante - Eva? - mentre un'altra donna - variamente
interpretata come Maria, regina di Saba, Caterina
Nativit
Un particolare della
d'Alessandria o la figura allegorica della Chiesa ol/tv, 265 x 304 cm, Muse d'Unterlinden,
Nativit
Colmar
prega inginocchiata dinnanzi a un vaso di cristallo
e guarda al gruppo della Madonna col Bambino,
circondato da comuni oggetti domestici; alle loro spalle il giardino, al cui centro s'innalza un fico, l'albero edenico della
conoscenza. Una montagna si eleva sullo sfondo, dove due angeli annunciano l'evento natale a due trasparenti pastori: oltre
la cima avvolta da nuvole, in un alone di luce il re-Dio, seduto in trono, lo scettro in mano, contornato da angeli.
I santi Antonio e Paolo e le Tentazioni [modifica wikitesto]
Per approfondire, vedi Tentazioni di sant'Antonio (Grnewald).
Nella terza e ultima faccia dell'altare appaiono ancora due dipinti di Grnewald, I santi eremiti Antonio e Paolo e Le tentazioni
di sant'Antonio.
Il primo pannello, a sinistra, vuole rappresentare la visita di sant'Antonio all'eremita Paolo al quale, per l'occasione, un corvo
reca, anzich un mezzo pane quotidiano, un intero pane da dividere con l'ospite. Desolato il paesaggio che circonda i due
santi, fatto di rocce e d'alberi secchi, nel quale, tuttavia, spicca rigogliosa una palma.
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Fonti di ispirazioni sono state indicate in Hans Baldung Grien, in Martin Schongauer, in Lucas Cranach il Vecchio e persino
nell'italiano Bernardo Parentino, le cui Tentazioni potrebbero essergli state note attraverso una stampa.
In primo piano rappresentato papa Liberio che d il primo colpo di zappa sul
luogo della fondazione; inginocchiati, sono i due patrizi che si suppone
rappresentino il pittore con la moglie. Sul fondo, le architetture fantastiche che dovrebbero rappresentare il palazzo e la
basilica di San Giovanni in Laterano, allora residenza papale, con la descrizione del sogno del papa e la visione della
Madonna in alto nel cielo.
Sul retro del pannello sono dipinti i Re magi inginocchiati in preghiera. attribuito a un allievo o a un seguace di Grnewald.
La Madonna del Bambino si trovava a Mergentheim quando fu acquistata nel 1809 dalla parrocchiale di Stuppach.[12] Si
pensa che sia stata composta per la chiesa di Oberissigheim, in base a un documento di commissione del canonico
Reitzmann, risalente al 1514, oppure per la cappella della Madonna dal giglio bianco nella chiesa di Asschaffenburg, a
motivo della presenza dei gigli dipinti nella tavola, o ancora per la chiesa di Tauberbischofsheim, nella quale viene
conservato un velo attribuito alla Madonna, a causa del velo dipinto nella tavola.
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Nella tavola sono rappresentate erbe, che hanno virt salutari, e perle e
coralli, che hanno invece propriet di scongiuro contro gli spiriti maligni:
ma l'insieme del dipinto, indipendentemente da ogni riferimento mistico,
sembra voler ispirare la calda serenit di una lieta scena domestica.
il Sandrart ha dare la notizie di tre dipinti perduti di Grnewald: erano nel duomo di
Magonza sulla sinistra del coro, in tre diverse cappelle, tre pale d'altare, ognuna con due
sportelli dipinti dentro e fuori: la prima era la madonna col Bambino sulle nubi, dove sotto,
sulla terra, stanno parecchie sante assai ornate, Caterina, Barbara, Cecilia, Elisabetta,
Apollonia e Orsola, tutte cos nobili, naturali, eleganti e correttamente disegnate che
sembrano stare piuttosto in cielo che in terra. Su un'altra pala era raffigurato un eremita cieco
guidato da un ragazzino che va sul Reno gelato, e sul ghiaccio viene aggredito da due
Particolare del
assassini e, ucciso, cade sul ragazzo che grida: dipinto con affetti e pensieri naturali e veri,
sant'Erasmo
mirabilissimi; la terza pala era pi imperfetta delle altre due, e tutte, nell'anno 1631 o 1632,
furono rubate durante la selvaggia guerra del tempo, e spedite in un vascello in Svezia, ma
naufragarono con molte altre opere d'arte finendo in fondo al mare.
Nel Cristo deposto Grnewald, come elimina ogni espressione di sofferenza, cos attenua le tracce dei tormenti subiti e delle
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ferite. Date le ridottissime dimensioni della predella, al di sopra corpo poderoso, quasi michelangiolesco, Grnewald ha
potuto far intravvedere solo il piede della croce e la scala utilizzata per la deposizione, oltre al manto azzurro della madre e
soprattutto le sue mani, anch'esse non pi tormentate e rattrappite dall'angoscia ma congiunte compostamente. Queste
mani, come il corpo del deposto, il profilo della Maddalena e lo stemma dell'arcivescovo brandeburghese sono considerate
autografe, mentre il resto attribuito ad un aiuto del Maestro.
Il fatto che il pannello di Tauberbischofsheim sia la sua ultima opera si spiegherebbe proprio con l'impossibilit di Grnewald
di continuare a dipingere per committenze costituite soprattutto da cattolici, senza tener conto della sua possibile adesione
alle tesi pi radicali della Riforma, quelle anabattiste, sfociate nella rivolta dei contadini che fu repressa tragicamente proprio
in quel periodo e lo avrebbero condotto ad abbandonare la pittura.
Quella di Karlsruhe il capolavoro fra le Crocefissioni di Grnewald: ridotto
all'essenziale il tema che torment il pittore durante tutta la sua attivit artistica,
abbuiato lo sfondo striato di montagne, chiusa la Vergine in un dolore
impietrito, spasimante invano Giovanni, piegata a terra la testa, circondata da
una corona di rovi e segnata da una tragica smorfia, dell'agonizzante
inchiodato a una croce rozzamente sbozzata, dove come una beffa campeggia
la scritta del Ges di Nazareth re dei Giudei, a ricordare l'eterna condanna
comminata dai potenti agli ultimi della terra quando mai osassero alzare lo
sguardo al cielo.
Davanti a quel Calvario imbrattato di
sangue e annebbiato di lacrime, si era ben
lontani da quei bonari Golgota che, a
partire dal Rinascimento, la Chiesa ha
adottato! Quel Cristo titanico non era il
Cristo dei ricchi, l'Adone di Galilea, il
bellimbusto pieno di salute, il grazioso
Crocefissione
giovane dai riccioli fulvi, dalla barba
ol/tv, 193 x 151 cm, Kunsthalle, Karlsruhe, ca
spartita, dai lineamenti cavallini e scipiti,
1525
che i fedeli adorano da quattrocento anni.
Quello era il Cristo di San Giustino, di san
Basilio, di san Cirillo, di Tertulliano, il Cristo dei primi secoli della Chiesa, il Cristo volgare,
laido, avendo assunto su di s ogni peccato e rivestito, per umilt, le forme pi abbiette.
Studio del san Giovanni
Era il Cristo dei poveri, colui che s'era fatto simile ai pi miserabili fra quelli che veniva a
riscattare, ai disgraziati e ai mendicanti, a tutti coloro sulla cui laidezza o indigenza
s'accanisce la vilt dell'uomo; ed era anche il pi umano dei Cristi, un Cristo dalla carne triste e debole, abbandonato dal
Padre che non era intervenuto se non quando nessun nuovo dolore era pi possibile [...]
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Il naturalismo non s'era mai arrischiato a trattare simili temi [...] Grnewald era il pi forsennato degli idealisti [...] in quella
tavola si rivelava il capolavoro di un'arte costretta, piegata a rendere l'invisibile e il tangibile, a mostrare l'immonda
desolazione del corpo, a sublimare lo sgomento infinito dell'anima.[14]
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Sono documentati pagamenti a Grnewald da parte della corte di Magonza, senza tuttavia indicazione del titolo delle somme
elargite. Forse gi da qualche anno il pittore aveva sposato una donna, della quale non si conosce il nome, gi madre di un
bambino - non avuto dall'artista - nato intorno al 1516, di nome Endres, al quale l'artista diede il suo cognome, Nithardt. Il
ragazzo, che diventer maestro di scuola, risulta nel 1526 aiutante dello scultore Arnold Rcker, la cui bottega era forse
comune con lo studio del pittore.
La rivolta dei contadini, che dilag in molti Lnder della Germania, ebbe un
centro importante anche nella regione di Aschaffenburg: nelle classi pi
povere, la Riforma religiosa ben presto si connot di rivendicazioni sociali.
L'arcivescovo Alberto di Brandeburgo provvide a controllare che nella sua
corte non vi fossero n luterani n tanto meno simpatizzanti del movimento
contadino: appositamente, il 1 maggio 1526, tenne un'udienza durante la
quale licenzi i sospetti. Fra questi dovette essere compreso anche Grnewald,
che risulta essersi trasferito a Francoforte, ospite nella casa di un ricamatore di
seta, mentre nuovo pittore della corte del cardinale attestato essere il
modesto artista Simon Franck.
Non si ha notizia che a Francoforte Grnewald dipingesse, ma che
commerciasse e fabbricasse saponi. Si sa che l'8 maggio 1527 le autorit
cittadine lo incaricarono di fornire disegni di un mulino da costruire lungo il
fiume Meno, ma in estate il pittore risulta gi trasferito a Halle, citt protestante,
ospite del ricamatore in seta Hans Plock, un luterano gi conosciuto a Magonza
Particolare della Crocefissione di Karlsruhe
da Grnewald. Forse gi seriamente malato, redasse il suo testamento,
nominando erede il figlio e indicando nel Plock il suo tutore, nella cui casa
lasci tutti i suoi beni, racchiusi in alcune casse sopra le quali era indicato il suo nome: Mathis Niethart, pittore di Wrzburg.
L'anno dopo, il 1 settembre 1528, tre suoi amici, il sovrintendente alle saline Heinrich Rumpe, l'ebanista Gabriel Tuntzel e il
ricamatore Hans Plock comunicarono la sua morte, probabilmente verificatasi uno o due giorni prima, alle autorit di Halle: Il
maestro Mathes Gothard, pittore e idraulico al vostro servizio a Halle, si addormentato in Dio. Il luogo della sua sepoltura
ignoto.
Nell'inventario[15] dei suoi pochi beni figurano, oltre a vestiti, arnesi di lavoro e colori, un Vangelo, un'edizione di prediche di
Lutero e dodici articoli della fede cristiana, un elenco di richieste alle autorit dei contadini ribelli.[16] Fu inventariata anche
una Crocefissione con Maria e san Giovanni ma quest'estremo dipinto andato perduto.
L'arte di Grnewald
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Il nome di Grnewald declin rapidamente: il teologo riformato Filippo Melantone,[17] che forse
conobbe personalmente il pittore, lo citava, pochi anni dopo la sua morte, come Matteo, il
secondo pittore tedesco dopo Drer e prima di Cranach, il francese Balthasar de Monconys[18] lo
chiamava Martin de Aschaffenburg pur considerandolo superiore a Drer, mentre il Sandrart
doveva ormai rammaricarsi di non essere riuscito a trovare alcuna notizia sul pittore che egli
battezz come Grnewald.
Cos, l'altare di Isenheim fu attribuito per 150 anni al Drer, finch Jacob Burckhardt[19] lo restitu
a Matthias Grnewald di Aschaffenburg: ma fu l'entusiasmo dello scrittore francese Huysmans
a ravvivare l'interesse per il Nostro nel 1891, seguito dalla prima grande monografia di Schmid
nel 1911.
Studio di santa Dorotea
La consacrazione di Grnewald avvenne quando il suo grande altare fu esposto nel 1920 a
Monaco: nel periodo trionfale dell'espressionismo tedesco, le tormentate figure di Grnewald non
poterono che ricevere l'accoglienza che si deve a un precursore. Gli studi e le ricerche d'archivio permisero di definire
qualche maggior tratto della figura dell'artista, fino alla ricostruzione del suo vero nome, rimanendo tuttavia di difficile
soluzione inserire il pittore in un convincente e coerente filo di sviluppo della pittura tedesca dei secoli XV e XVI.
Considerato espressione di arte degenerata nella Germania nazista, nel dopoguerra Matthias Grnewald s'impose
definitivamente come uno dei pi grandi pittori di tutti i tempi.
tutti i possibili mezzi ai fini dell'espressione, e non si era mai fatto scrupolo di piegare il vero in
favore di una pi forte impressione sentimentale. Grnewald gli avrebbe fatto intimamente
orrore, appunto perch si sarebbe reso conto della potenza di questo violento artista.
Avrebbe potuto ripetere quel che il vecchio Cornelius aveva pronunciato contro Riedel: "Voi
avete perfettamente raggiunto ci che in tutta la vita io ho cercato di evitare".[20]
Grnewald fu certo un temperamento pi geniale, nel senso romantico della parola. Ci non
significa affatto pi grande, ma vuole indicare piuttosto un diverso tipo di grandezza. La
fantasia di un Drer non meno alta di quella di un Grnewald, ma per spiccare il suo volo ha
bisogno di una larga piattaforma cementata di esperienza tecnica, di pensiero e di cultura.
Mentre in Grnewald essa si lancia subito altissima come per un'accensione improvvisa, e le
sue creazione hanno sempre qualcosa di fulmineo e di folgorante. D'altronde Grnewald
dovette pagare il tributo di questa sua genialit: gigantesca e solitaria, la sua arte non fu
produttiva, nel senso che non ebbe dirette conseguenze storiche.[21]
L'asteroide 9645
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Il nome del pittore stato dato a 9645 Grnewald, un asteroide della fascia principale scoperto nel 1995.
Opere
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Note
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
21.
22.
23.
24.
25.
26.
27.
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Bibliografia
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converted by W eb2PDFConvert.com
G. Testori, Grnewald la bestemmia e il trionfo, in La realt della pittura: scritti di storia e critica d'arte dal Quattrocento
al Settecento, a cura di C. Marani, Milano 1995
J.-K. Huysmans, Grnewald, Milano 2002
E. Villata, I chiodi di Grnewald, Milano 2010
F. R. Martin, M. Menu, S. Ramond, Grnewald, Milano 2012
Voci correlate
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Rinascimento tedesco
Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica wikitesto]
(EN) Artcyclopedia
(RU) Matthias Grnewald. dipinti
Portale Arte
Portale Biografie
Categorie: Pittori tedeschi del XVI secolo Morti nel 1528 Morti il 31 agosto Nati a Wrzburg Morti a Halle (Saale)
Matthias Grnewald Persone legate a Magonza | [altre]
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