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all that noise al cartella di reggio

Culturama
Il 12 febbraio al Cartella di Reggio Calabria serata noise con Apriti
Cieco Tour. I CapAse, duo free brutal spiritual di Taranto e La
Confraternita del Purgatorio band rumorista-brutista barese.

marted 10
febbraio
2015

20

cronache del garantista

CALABRIA: IL MESTIERE DI SCRIVERE#3

AL CUORE
DEL BERSAGLIO
DI ANGELA BUBBA
DI

ti.

ENRICO MICELI
ngela Bubba, classe 89, da pochi giorni dottoressa magistrale. Giovanissima
ma con alle spalle un curriculum di tutto rispetto: vincitrice del Premio Verga
2006, secondo posto al Campiello giovani 2007 e al Premio Calvino 2008, selezionata al Premio Strega 2010 con il romanzo La Casa (Elliot edizioni). Poi per
Bompiani il reportage letterario MaliNa-

IL CORAGGIO DI RACCONTARE

Il mio rapporto con la Calabria pieno di contrasti.


Ho sempre provato incomprensibile lessere a tutti i
costi ciechi di fronte ai problemi, scegliendo non solo di
non raccontarli ma persino maledicendo chi ha il
coraggio di porli allattenzione

WRITERS BIO
Angela Bubba nasce
Mesoraca il 14 febbraio
1989 da padre
mesorachese e madre di
Petron. Ha frequentato il
liceo classico Diodato
Borrelli di Santa Severina e
poi la Facolt di Lettere
classiche a La Sapienza di Roma, dove si
laure con lode con una tesi su Elsa Morante.
Vanta un ricco bagaglio di riconoscimenti da
parte della critica: 2006 premio Verga
Novelle dal vero con il racconto Il
matrimonio; finalista al Subway-Letteratura
dello Iulm di Milano e secondo posto al Premio
Campiello Giovani con il racconto Quarto di
luna (2007); secondo posto al Premio Italo
Calvino di Torino (2008). Nel 2009 pubblica il
suo primo romanzo, La casa, che le fa valere
un posto tra i dodici finalisti della 63 edizione
del Premio Strega (2010).

Quando ha capito che la sua strada


era quella della scrittrice?
Il momento preciso non riesco a individuarlo; so per che fin da subito,
dalle elementari se non addirittura dallasilo, sono sempre stata ossessionata
dalle parole. Il loro suono, colore, timbro, la loro densit ed eleganza, la loro
affascinante ma durissima verit. come se ci fosse qualcosa di radicato in
me, qualcosa di preesistente. Hanno poi
naturalmente influito alcuni incontri
per me fondamentali, i quali mi hanno
come illuminato, hanno confermato una
condizione che portavo gi dentro.
Qual il suo rapporto con la Calabria?
Senza dubbio pieno di contrasti:
provo quasi sbigottimento per la bellezza della Calabria, ma pure sconfinata tristezza per come quella bellezza viene
massacrata ogni giorno. Ho sempre poi
trovato incomprensibile lessere a tutti i
costi ciechi di fronte ai problemi, scegliendo non solo di non raccontarli ma
perfino maledicendo chi ha il coraggio
di porli allattenzione. Oltre a essere assurdo, un simile comportamento, controproducente: il primo passo per risolvere, o anche solo cercare di risolvere
un problema, prendere atto del problema stesso, ammetterne cio lesistenza, e non nasconderla sotto il tappeto.
Una miopia del genere vile, inutile.
Credo che questo sia lo scontro maggiore che vivo coi miei corregionali. Ma a
parte questo la Calabria, con la sua anima oscura e numinosa, a met strada fra
il sortilegio e la preghiera, ha contribuito a fare di me un sognatore, prima che
uno scrittore: forse solo un posto cos
maledettamente intricato ma fragile, puro, davvero magico, poteva riuscirci.

Che impressione ha della letteratura


calabrese contemporanea? C qualche
autore che apprezza particolarmente?
Non mi piace pensare a una letteratura scritta da calabresi per calabresi, come spesso mi capita di constatare: cerco
di rifuggire una simile impostazione.
Lautoesaltazione a lungo andare non
paga, bisogna guardare anche tutto il resto, non bisognerebbe mai dimenticare il
contesto pi ampio nel quale ci si muove. Fra gli autori calabresi contemporanei apprezzo molto Mario Fortunato,
per la sua straordinaria cultura e competenza, cos come per la sua umilt, la sua
umilt disarmante, pi unica che rara di
questi tempi. Adoro poi la delicatezza
quasi sconcertante delle storie che racconta, dietro la quale si cela per un occhio attentissimo, da bambino, sempre
in agguato per poter cogliere ogni variazione.
Quale dovrebbe essere a suo avviso
lobiettivo di uno scrittore? Crede che
raccontare storie sia ancora una cosa
utile, oggi, al di l del mero intrattenimento?
Non mai un mero intrattenimento,

almeno per me. Voglio proporre storie


che lascino il segno, voglio proporre storie che non lascino scampo. Non pretendo di dire al lettore che tipo di sentimenti provare, ma di sicuro non mi auguro una sua partecipazione passiva, o
comunque poco concentrata. Non voglio che faccia o pensi altro mentre legge il mio libro; voglio anzi che il mio lettore sia il mio stesso libro, che la sua
adesione sia il pi possibile forte e centrata. Non mi basta scagliare una freccia
a vuoto. Se proprio devo mirare, ovvero
scrivere, devo riuscire a colpire il cuore
del bersaglio. Non ho altri obiettivi, n
altre pretese. Lunico premio per uno
scrittore, disse una volta Gordon Lish,
la possibilit di poter scrivere la frase successiva. Non mimporta altro.
Un consiglio a un giovane autore che
volesse avvicinarsi al mondo della
scrittura?
Vivere la scrittura come si vivrebbe
una fede: con sacrificio immenso e immensa meraviglia.
Sta lavorando a qualcosa di nuovo?
S. Ho ultimato il mio nuovo romanzo, che uscir a breve.

LA BIOGRAFIA

IL FIGLIO SEGRETO DI GUARESCHI


Fuori dalla nebbia, Dna di unattesa
Fuori dalla nebbia, biografia dellanima,
le cui pagine si leggono tutte dun fiato.
Giancarla Minuti Guareschi, autrice del volume edito da Falco insieme a Concetta Cirigliano Perna, il personaggio chiave che si
frappone tra le esistenze di suo marito, Giuliano Montagna, e del padre di lui, Giovannino Guareschi, creatore di Don Camillo e
Peppone.
Da dove nasce lesigenza di raccontare la
sua vita e quella di Giuliano?
Dal bisogno che ho di verit. Sono state
scritte molte cose da altri in altri tempi su

queste vicende. Non potevo lasciare nascosti molti episodi ai quali ho partecipato in
prima persona. Ho vissuto dalla prima infanzia la storia di Giuliano, ho lottato per poter
far valere il suo diritto al riconoscimento della paternit di Guareschi. Ho sempre invece cercato di mettere un velo pietoso su mia
madre, su mio padre e su tutte le menzogne
e le ipocrisie che mio malgrado hanno permeato la mia vita. Ne sono uscita fuori, ho
tracciato per me una strada diversa da quella che mi era stata preparata da una nascita
indesiderata, almeno quanto quella di Giu-

liano, se non di pi. Per Giuliano, il test del


dna ha chiuso il cerchio. Il mio rimaneva
aperto. Scrivere della mia storia intrecciata
alla sua, ha prodotto un effetto catartico.
Il libro parla di attese e lunghe distanze.
Cos per lei lattesa, e cos per lei la distanza?
Tutta la mia vita stata legata ad attese:
lattesa della zia Nadia una volta al mese,
lattesa di Giovannino Guareschi a casa dei
miei nonni, dei miei incontri con lui a ogni
mio rientro, del risultato del Dna di Giuliano, della giustizia. Lattesa pi grande stata lessere creduta da chi ha sempre dubitato della paternit di Guareschi. Odio lattesa, essendo una persona molto impaziente e
quasi fulminea nelle mie decisioni, ma ho
imparato a gestirla. E comunque per me lattesa acuisce il desiderio di realizzare le mie

aspettative. Anche le distanze hanno contraddistinto la mia vita. La distanza, oltre a


quella fisica, il percorso sofferto per raggiungere i miei traguardi.
Di cosa orgogliosa, e cosa non rifarebbe?
Sono orgogliosa di aver lottato per il riconoscimento del nome di mio marito, di aver
perdonato suo padre e mia madre. Non rifarei quelle cose che, provocate dalla mia irruenza, sono poi risultate in errori che ho
pagato. Non attenderei pi troppi anni per
ottenere giustizia: rifarei esattamente la stessa cosa, ma 50 anni prima, senza mantenere
segreti logoranti.
Il momento pi bello della sua vita?
Quando ho letto la sentenza del Dna. Tutti quei numeri che combaciavano perfettamente in una scaletta che riscattava una vita. Quella di Giuliano e un po anche la mia.

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