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17
In copertina:
Giovanni Casertano
Trono Ludovisi.
Rilievo centrale, manno. 460-450 a,C, circa,
Museo Nazionale Romano.
GIOVANNI CASERTANO,
In appendice
fl
,
Napoli, 1977.
In appendice:
ISBN 88-7588-013-1
Copyright
2007
J6I1 ,di"",
~)ffde p/Mance
Via di Valdibrana 311 - 51100 Pistoia
Tel.: 0573-480013 - Fax: 0573-480914
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e-mail: injo@petiteplaisance.it
'div1~n<;jdacf
",>c'rvlclO de
de Navarra
Bibliotecas
Platone, Aristotele ... ) sui quali, e fin dal loro tempo, non si sono mai
interrotte le ricerche, le problematizzazioni, le messe a punto, le revisioni,
GIOVANNI CASERTANO
*Apparso.c?n il titolo .pu ancor~ Talete ~ssere considerato il "primo filosofo"? in Miscellanea di
studi claSSICI m onore di E. Manm, GiorgIO Bretschneider, Roma 1980, Tomo II, pp. 395-411.
6
MO' D'INTRODUZIONE
A mo' d'introduzione
Il
LI.
L'ARGOMENTO
(E IL SUO COMPLICARSI)
all'uno quello che dell' altro e viceversa. E infatti la distinzione tra benessere
fisico e io spirituale, tra i bisogni diretti dell'uomo e !'istituzione dell~
Stato col diritto di propriet e la libert, che Hegel vede COSI
esplicitamente sottolineata nei passi riportati, se certamente
funzionale al discorso che Hegel in questo punto sta facendo sul processo
di formazione dell' arte classica, in particolare sulla lotta fra gli di antichi
e nuovi, e in generale alla sua teoria sul sorgere e sulla funzion.e dello
Stato, non d'altra parte riscontrabile intutto il contesto ~latomco, nel
quale la preoccupazione fondamentale dI Socrate-Platone e quella della
dimostrazione della non-insegnabilit della virt e della soluzIOne del
problema dell'unicit della virt, o della relazio~e tra la virt. e le sue
parti. Cos pure fuor di dubbio che la problematIca dello spmtuale. o
del diritto di propriet, come appartiene ad H~gel e non a Platon~ questo punto -, a maggior ragione no~ appartiene a Protagora, Il cm
fine precipuo era un altro ancora e clOe quello dI rIvalutare un. vOlAo
sulla linea di una qnJOL non costretta e compressa ma potenzIata ed
ordinata.
Ritornando al nostro problema, anche in esso bisogna distinguere
allora almeno due piani, variamente complessi ed articolati al loro
interno: 1) chi ha posto (quando lo ha posto, come lo ha sviluppato,
come lo ha risolto e perch) il problema della nascita della filosofia i~
Grecia e delle sue origini (o fonti) orientali; 2) che cosa hanno pensato I
Greci della loro <,filosofia e del loro debito verso l'Oriente. Scopo di
questo nostro saggio quello di offrire: muovendoci sul secondo dei
piani cui abbiamo accennato, degli spuntI per ~n.a rICostruzIOne, sIa pure
in maniera soltanto problematIca, del termml della questIOne come
furono visti dall' altra parte, cio dai Greci stessi.
Prima per vorremmo soffermarci brevemente soltant~ su. alc~n~
indicazioni metodologiche utili per affrontare il nostro tema, mdlcazlOill
metodologiche proprie di posizioni storia grafiche che a buon diritt~
possono esser definite classiche: intendiamo quelle dI Hegel, dI
Windelband, di Zeller.
u:
13
I. 2.
NOTE DI METODO: HEGEL
18
1. 3.
NOTE DI METODO: WINDELBAND
20
I. 4.
NOTE DI METODO: ZELLER
cio tale che in essa si tratti solo di conoscere; una scienza, cio una
riflessione metodica, [ ... ] tale che si ponga coscientemente per fine una
conoscenza razionale delle cose.34 Naturalmente, come ogni altra
definizione, anche questa dello Zeller si presta, sia per il suo carattere
intellettualistico, sia per le sue sottintese od esplicite implicazioni, ad
obiezioni e critiche pi o meno valide e fondate; essa ha comunque, da
un lato, il merito, come direbbe Hegel, di aborder la question con precisione,
franchezza ed onest,35 dall'altro di essere sempre e consapevolmente
aperta nei confronti di tutto ci che si escluso. Ed infatti lo stesso
Zeller, subito dopo, a mettere in guardia dal pericolo di rompere con
una tale delimitazione la reale connessione storica, allorquando
perdessimo di vista il molteplice intrecciarsi del filosofico col non
filosofico, la gradualit dello sviluppo col quale la scienza si elabor la
propria esistenza autonoma, la peculiarit del posteriore sincretismo, il
valore della filosofia per la cultura generale e la sua dipendenza
dall'ambiente generale.36
Questa coscienza, che deriva allo Zeller dalla migliore tradizione
hegeliana, si arricchisce in lui di tutta una serie di indicazioni
metodologiche che non possono affatto esser sottovalutate anche da parte
di chi non accetta tutte le conclusioni particolari della sua mirabile
ricostruzione storiografica. E infatti, mentre da un lato si critica la
hegeliana successione dei sistemi filosofici ricalcata sulla successione
logica dei concetti," si rivendica dall' altro lato una legittima connessione
ed esposizione storica, solo non costruita speculativamente dall' alto,
ma ricostruita positivamente dal basso, col materiale che ci dato;38
mentre da un lato - sulla scia della hegeliana parzialit dello storicosi rivendica la necessaria preparazione filosofica e la necessit di un
proprio angolo visuale filosofico per chi si accinga a fare storia della
filosofia,39 dall' altro lato si esce da quel famoso circolo vizioso indicato
da Hegel (solo chi comprende la storia della filosofia raggiunge la
filosofia, e solo chi raggiunge la filosofia comprende la storia della
filosofia) con una conclusione cos aperta e tesa piuttosto verso il futuro
che verso il passato, con una fiducia cos riaffermata e sincera nella
ricerca, nella scoperta, nella storicit del sapere e della riflessione critica,
da lasciarsi completamente alle spalle quell'impressione di risolto chiuso
definitivo che traspariva dalle pagine di Hegel: Ci che peraltro ne
consegue si soltanto questo, che mai e poi mai dobbiamo tenere per
terminato il lavoro scientifico, cos nel campo storico come nel filosofico.
Come anzi in genere la filosofia e la scienza sperimentale si esigono e si
22
23
II. 1.
L'ALTRO ARGOMENTO
Nell' affrontare ora l'altra questione che ci eravamo proposta, che cosa
25
II. 2.
DI QUANDO IL FILOSOFO, IL FISICO E IL SOFISTA
VIVEVANO IN ARMONIA
27
riferisce, en passantI parlando dei numeri come dei principi, che Pitagora
per primo chiam la filosofia con questo nome.50 Come si vede, oocpo,
oo<pLm1\ e <pLOOO<pO non hanno ancora acquisito sensi e significati
ben precisi: una certa sapienza di vita, un possesso generico di cultura,
o comunque di ogni specie di arte o di sapere.
N le cose vanno meglio per gli altri presocratici. Parmenide
probabilmente distinse, secondo Diogene Laerzio, la filosofia Ka1:a
a1\8fLav da quella Kma 06;av,51 intendendo con ci non solo la ricerca
logica e metodologica, ma anche quella fisica; Zenone, per cui il pregio
essenziale della filosofia il disprezzo della morte, chiamato filosofo
fisico e vero politico;" Empedocle eccelle nello studio della filosofia
naturale;53 Melisso chiamato epuOlKO54 e come cpLOOOcpO ricordato
a capo della flotta di Samo contro gli Ateniesi;55 lppocrate di Chio,
commerciante ed esperto di geometria,56 raggiunse la sua notevole abilit
nella geometria solo quando, giunto ad Atene, cominci a frequentare i
cpLOOOCPOL;57 Archelao, cpUOLKO CPLAOOOcpO, fu il primo a condurre,
secondo Suida, dalla lonia lo studio della natura, e nel suo libro intitolato
<p'Uocooy,a trattava di ' O'KULOV e di ' alOXPov sostenendo che fossero
o <pDon, aa vOIl0:58 discepolo di Anassagora, pare che sia stato
maestro di Socrate;59 Ecateo di Abdera, <pLOOO<pO, fu anche KpL'tLK
ypallllmLKo (scrisse un libro: Sulla poesia di Omera e di Esiodo),60 ma,
come pare, fu <pLoao<po alla KU' nE p' ,a npa;EL lKuvcirtmo, cio
non soltanto filosofo ma insieme anche espertissimo negli affari;61
Democrito, <pLMoo<po e <p'UOCKO, il migliore dei filosofi (iipLmo ,wv
CPLAOOOCPWV),62 soprannominato sapienza (2:ocpLa),63 si rec fino ai paesi
dei Persiani e degli Indi e degli Egizi e presso quei popoli fu istruito
nella sapienza a loro propria (,a nap'EKamoL "nULOED8l'] oo<pa)>>."
Anche nell'ambito di queste testimonianze, quindi, emerge un quadro
di cultura estremamente ricco, mobile e vario: i <pLMoo<pOL di questo
periodo - prescindendo volutamente dall' esaminare il contenuto
specifico delle loro dottrine e quindi di commisurarlo ad una nostra idea
di filosofia e ad un nostro criterio di giudizio - appaiono come uomini
la cui caratteristica predominante una forte curiosit di sapere in molti
campi, congiunta ad un forte spirito pratico e attivo: comunque, un essere
insoddisfatti ed un non accontentarsi del dato, del trasmesso, del
tradizionale; sono logici e studiosi della natura, ma anche commercianti
e uomini di affari, sono studiosi di geometria, di etica, di letteratura, ma
anche valenti politici e generali. Ed anche se esaminiamo la prima
apparizione, questa volta in un contesto diretto e forse autentico, del
28
30
II. 3.
POI IL FILOSOFO
CERC DI METTERE DA PARTE IL FISICO
parte cos essenziale del!' attivit del aO<jJLat1\ e del <jJLao<jJo delle et
precedenti. E non si tratta di una dimenticanza di Platone, quanto di
una impostazione programmatica che rimarr costante per tutti i lunghi
anni della sua attivit di pensatore e di scrittore. In uno dei primissimi
dialoghi Platone dichiara che il <jJLoao<jJELv consiste nell'adoprarsi a
conoscere se stesso e gli altri ;109 difendendosi dall' accusa di Aristofane
che lo aveva messo m ridicolo come colui che mdagava quel che c'
sotto terra e quello che in cielo, Socrate dichiara del tutto seriamente
che di tali cose egli non s'intende n molto n pOCO.'1O Ma aggiunge
subito dopo, con ironia, che questo lo dice non per disprezzo di quella
tale scienza, se pure vero che di tale scienza ci sono scienziati: Dico solo
che realmente, o cittadini ateniesi, di queste cose io non mi occupo
affatto.111 La sapienza, di cui Socrate si dichiara possessore, una
sapienza umana e quei tali di cui parlava (i sofisti), o saranno sapienti
di una sapienza pi che umana, o io non so che cosa dire: certo la sapienza
di costoro io non la conosco.112 Quello che Socrate professa dunque il
conoscere se stesso e gli altri, e quest'idea costituisce tm filo continuo
che attraversa tutti i dialoghi platonici e ad essa viene data un'impronta
di sacralit col farla derivare direttamente dall' oracolo delfico. '13
Da un lato, dunque, la sapienza divina, inaccessibile, gi data,
dall' altro la sapienza umana; ma questa sapienza esclusivamente della
propria anima. Conoscere se stessi conoscere la propria anima,114 la
conoscenza di se stessi la vera saggezza: ll5 Dunque il ao<p6, lui solo
conoscer se stesso e sar capace di esaminare cosa si trovi a sapere e
cosa no,116 Questa sapienza umana s una sapienza sempre in fieri,
mai conclusa e sempre aperta, ma una sapienza il cui contenuto non
abbraccia pi la cpuaL, l'av8pwJto e il v6~o, bens sembra essersi
costretta intorno ad uno solo di questi argomenti; e poich
quesf argomento tale che non ammetter una conoscenza ed una
conclusione definitive, sembra che quegli altri campi dell' antica aocpLu
debbano essere esclusi per sempre dalla <jJLoao<jJLu. Sintomatica a
questo pllltO la dichiarazione che Socrate fa nel Fedro: "Ed io non ho
certo tempo per queste occupazioni; ed eccone la ragione, mio caro: che
non riesco ancora a conoscere me stesso come vuole il motto delfico. Mi
sembra proprio ridicolo che io, mentre sono ancora alYoscuro di questo,
mi ponga ad indagare problemi che mi stanno di fuori.'"
Ma questa svalutazione delle ricerche "Ept cpUaew, e questa loro
esclusione dall' ambito della <jJLoao<jJLu, pu servirci veramente nel
nostro tentativo di dare una definizione quanto pi precisa possibile
32
33
problemi della nascita e della crescita degli esseri viventi, della fisiologia
e della percezione e della sensazione, delle vicende del cielo e della
terra: in una parola, quasi tutta la qnJOLooyLa dei primi pensatori; incluso
quell' Anassagora dal quale tanto aveva sperato quando aveva sentito
dire che parlava di un vo ordinatore di tutte le cose. 129 E quando gli
antichi filosofi non hanno scelto l'argomento sbagliato, parlano sempre
su di una lunghezza d'onda sulla quale Platone non sente di doversi e
potersi sintonizzare, perch le loro argomentazioni, che potrebbero essere
anche corrette, portano in effetti a conclusioni completamente diverse
da quelle a cui dovrebbero condurre. Nel Liside, ricordando il verso di
Omero sempre il dio mena il simile al suo simile ,130 cos Platone
commenta: E non ti capitato di leggere gli scritti dei pi grandi filosofi
che affermano la stessa cosa, che il simile sempre amico del suo simile?
Questi filosofi sono quelli che hanno parlato nei loro scritti sia della
natura che del tutto. Forse hanno ragione per met, forse del tutto,
ma noi non lo comprendiamo. Ci sembra, infatti, che il cattivo quanto
pi si avvicina e frequenta un cattivo, tanto pi nemico diventer a costui.
[... ] Ma a me sembra che quei gran saggi intendono dire che solo i buoni
sono simili e amici tra loro [ ... J. Questo, a mio parere, vogliono significare,
mio caro amico, quelli che dicono che il simile amico del suo simile,
che cio solo il buono amico del buono, mentre il cattivo non ha vera
amicizia n per il buono n per il cattivo.131 Dove si vede chiaramente
che un principio - il simile col simile - il quale, se applicato al campo
della morale e dei rapporti etici, ha un qualche significato e porta a delle
giuste conclusioni, applicato invece al campo della natura come hanno
fatto quei grandi cpLMaocpOL per spiegare il moto delle stelle o la fisiologia
dell'uomo, diventa incomprensibile: potrebbe essere giusto, potrebbe
essere sbagliato, ma in ogni caso diventa per noi incomprensibile e non
ci tocca affatto.
Possiamo ricavare allora da questa via d'indagine un risultato chiaro
e preciso per il nostro problema? Sembrerebbe proprio di no. Certo,
possiamo concludere che d che interessa Platone la conoscenza
dell' anima e che la qnJOLooy[a un insieme di ricerche che non hanno
una grande importanza per la soluzione dei problemi vitali dell'uomo.
Queste due caratteristiche costituiscono certamente un ambito
concettuale proprio della cpLoaocp[a platonica; ma possiamo assumere
il concetto che ne deriva come criterio di giudizio in base al quale
commisurare le altre dottrine e sostenere che, se questa la filosofia per
Platone, Platone stesso escluderebbe tutte le altre dottrine e tutte le altre
36
38
II. 4.
QUI, INVECE, IL FISICO E IL FILOSOFO SI RICONCILIANO,
MA SI DIVIDONO I RUOLI
40
41
che ogni corpo ha una sua propria forma e figura .'49 Quello che colpisce
in questo giudizio che Aristotele sta parlando di dottrine che hanno la
dignit di filosofia e non di mito, e pur criticando queste dottrine
platoniche e pitagoriche non esita a collocare i loro autori tra ifilosofh
e non tra i mitologi; eppure, quando queste dottrine diventano assurde,
inspiegabili, arbitrarie, Aristotele sembra voler declassare quelle
dottrine da filosofie a semplici miti, dando quindi un senso tutto negativo
a questi di contro alla positivit di quelle.
Stabilita cos, bene o male, una linea di demarcazione tra mitologia e
filosofia, resta da vedere da un lato che cosa possa definirsi filosofia
nel contesto aristotelico, e se essa si possa distinguere dalla pi generica
sofia; dall'altro lato, sulla base di queste definizioni, vedere se quei
nauL, quei nu~aaLoL, cui accenna Aristotele, possano o no a buon
diritto chiamarsi filosofi. Per quanto riguarda il primo problema, c' da
notare anzitutto che la filosofia una scienza teoretica e non pratica;
mentre il suo fine, infatti, la verit, quello delle scienze pratiche
l'operare. E vero che anche i pratici operano una sorta di
considerazione teoretica delle cose, ma ci che a loro interessa non
tanto l'eterno nelle cose, quanto le relazioni tra di esse. 150 Ma se questo
lill atteggiamento della filosofia, lilla prima caratterizzazione di essa,
non possiamo sulla sua base tentare una distinzione tra filosofia e aocpLu,
se vero che anche quest'ultima una peTi] 6LaVOrp:LK1j151 e si distingue
anzi dalla saggezza ('PPov'lm) perch mentre questa riguarda le cose
utili alla vita, la sapienza (ao'PLa) invece rivolta a quelle cose che
non hanno alcuna attinenza e alcun rapporto con l'utilit immediata
della vita. 152 Se cerchiamo poi di caratterizzare in maniera pi specifica
questi concetti, incontriamo nel contesto aristotelico una serie di
definizioni generali della filosofia-sapienza come scienza delle cause,'53
della sapienza che concerne le cause prime e i principi,154 della scienza
(mar1jfLrll che sempre dell'universale,''' e infine una prima distinzione
della filosofia in rapporto alle sostanze: se l'essere si divide in generi, le
scienze seguono questa divisione e quindi la filosofia si distingue in
filosofia prima e filosofie seconde .'56
Scendendo pi nel concreto, abbiamo tre specie di filosofie (scienze)
teoretiche: matematica, fisica, teologia. '57 bene precisare subito che il
termine teologia in questo contesto non ha nulla a che vedere con il
contenuto dei racconti dei 8EOoym che Aristotele aveva prima criticato;
teologia qui siguifica quello che noi chiamiamo metafisica158 e che lo
Stagirita chiamava appunto filosofia prima. La teologia si occupa della
42
.1
II
I.
di quei concetti, e dali' altro sembra poter dare le linee essenziali per una
sistemazione gerarchica dei loro vari significati. In questo passo,167
dopo aver accennato ad una etimologia di ao<p(a da aa<pELa e di aa<p
da <pa (perch la sapienza porta alla luce le realt nascoste e
specialmente <<le realt intelligibili e divine), si danno cinque sensi del
termine sofia. In primo luogo questa indicava la capacit di escogitare e
di scoprire tutto ci che occorreva e che giovava alle necessit della vita
, dei primi uomini, e sapienti furono detti coloro che possedevano questa
capacit. Poi la sapienza indic la capacit di inventare le arti, quelle
arti costituite non per le sole necessit della vita ma che via via
pervennero fino a ci che bello e civile. In terzo luogo la sapienza
indic tutto ci che riguardava le faccende politiche e sapienti furono
coloro (come i sette sapienti) che scoprirono le leggi e tutto ci che tiene
insieme le citt. Poi sapienti furono coloro che volsero la loro attenzione
ai corpi stessi e alla natura che li ha prodotti: l'inizio dell'indagine
naturale; i ricercatori sono i cpuaLOA6yoL. Infine, i sapienti furono coloro
che indagarono le realt divine e alla conoscenza di queste realt dettero
nel modo pi appropriato il nome di sapienza. Ma se da questo passo
possiamo dedurre uno schema generale, una tavola dei significati della
sofia (il cui grado ultimo corrisponderebbe stricto sensu alla filosofia),
d'altra parte non possiamo ricavare n la ricchezza di determinazioni
che in altre opere, giovanili o meno, di .Aristotele quei termini
acquistano, n un criterio sicuro e rigoroso (<<geometrico, alla maniera
delle definizioni di Spinoza) per poter distinguere con la massima
precisione sofia da filosofia. E infatti, oltre quelle che gi abbiamo ricordato,
noi troviamo ancora in Aristotele queste altre indicaziom: filosofia
ricerca;168 filosofia essere buoni cittadini e trascorrere utilmente la vita,
ma anche la scienza che presiede a tutte le altre;!69 filosofia s scienza
contemplativa, che riguarda a ci che eterno, in s e per s, ma anche
guida alla pratica;170 filosofia ancora il godere dei piaceri veri e buoni,171
il perseguire la felicit. 172 N si pu pensare che le definiziom larghe
della filosofia appartengano ad un periodo giovanile della produzione
aristotelica, mentre quelle che restringono l'orizzonte concettuale del
termine apparterrebbero alle opere della maturit (o viceversa). A parte
la difficolt di determinare con la massima precisione una cronologia
delle opere di Aristotele, noi ritroviamo la stessa oscillazione tra i due
tipi di definzione in tutto il corpus aristotelico. Cos, per esempio, nelle
Parti degli animali noi leggiamo che Empedocle, Anassagora, Democrito
furono i primi filosofi (ol apxaLOL KU( "p&tOL <pLoao<P>laUVTE) che si
45
~:<
-/ I
47
GLI EGIZIANI
RACCONTANO FAVOLE AD ERODOTO
I
I
I
I
I
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iI
II
'I
48
IILL
49
50
51
I
!
54
III. 2.
LA FAVOLA CONTINUA
La favola continua
che, se non era un vero e proprio luogo comune, era entrata ormai da
tempo nella tradizione letteraria e culturale. 232
Altrettanto complesso il lungo racconto che nel Timeo Salone fa del
suo viaggio in Egitto. 233 Salone parla agli Egiziani delle storie
antichissime dei Greci: Foraneo, il primo uomo vissuto sulla terra, il
diluvio, Deucalione e Pirra. Ma uno di quei sacerdoti, ch'era molto
vecchio, disse: - O Salone, Salone, voi Greci siete sempre fanciulli, e un
Greco vecchio non esiste! [... ] Voi siete tutti giovani d'anima, perch in
essa non avete riposta nessuna vecchia opinione d'antica tradizione,
nessun insegnamento canuto per l'et. E il sacerdote egizio continua
narrando dei tempi pi remoti, delle prime stirpi greche nate dagli di,
della favolosa Atlantide scomparsa nel mare. Quello che interessante,
ai fini del nostro discorso, che l'egiziano presenta tutto l'ordinamento
politico e sociale, tutta la scienza dell'Egitto contemporaneo, come le
conseguenze dirette e legittime di quella antichissima e favolosa civilt
greca scomparsa ormai da novemila anni e della quale i Greci
contemporanei hanno perso ogni ricordo. E infatti Salone trover ora
qui, in Egitto, molti esempi di quelle [leggi] che allora esistevano presso
di voi; e anzitutto, separata da tutte le altre classi, 't 'tON LcpWV yvor;"
e poi la classe degli artigiani separata anch' essa dalle altre, e cos pure la
classe dei guerrieri. In fatto di scienze, poi, la loro validit e la loro
garanzia consiste nel fatto che tutte - dalla ricerca nepe x6of.lou, alla
divinazione, alla medicina - obbediscono a quel criterio essenziale che
il far derivare da queste scienze divine quel che possa giovare alle cose
umane (ex 'tOU'tOlV 8eLOlV OV'tOlV el 't< v8pwmvo.)>>. Il lungo passo ci
utile per almeno tre serie di considerazioni. In primo luogo, la perfezione
dell' assetto politico-sociale e culturale vantata dal sacerdote egizio
troppo fortemente ricalcata su quelli che sono le idee, gli schemi, le
divisioni, gli ordinamenti illustrati da Platone nella Repubblica, per poter
essere presi come una testimonianza dell' antica civilt egizia, supposto
modello di quella greca. Si potrebbe sostenere, vero, che proprio
l'ordinamento descritto da Platone a modellarsi su quello pi antico degli
Egiziani, ma anche in questo caso non sarebbe, questa, una prova
oggettiva della derivazione della civilt greca da quella egiziana. In
secondo luogo, paradossalmente, nel discorso platonico, l'eccellenza e
la priorit della civilt un merito, se mai, greco e non egiziano, dal
momento che il sacerdote narra di quegli antichissimi tempi in cui i Greci
avevano raggiunto il culmine di ogni sapienza, della quale per proprio
i Greci avevano perso ogni memoria - per gli intercorsi diluvi, morbi,
57
La favola continua
[".] Che siano tutte antiche lo dimostrano quelle d'Egitto: gli Egiziani
infatti par che siano i pi antichi e hanno <sempre> avuto leggi e un
sistema politico. Dove, quale che possa essere la nostra valutazione di
uomini moderni, interessante notare la presenza, in Aristotele, di una
indicazione di filosofia della storia o, se si vuole, di un metodo di
lettura comparata della storia che bene o male resiste ancora oggi. La
non grande ammirazione, comunque, per le istituzioni e la costituzione
dell'Egitto, la si pu ricavare da quest' altro passo, che si presta anch' esso
ad utili considerazioni, purtroppo ancora attuali: Altro espediente
tirannico rendere i sudditi poveri: cos egli mantiene la guardia del
corpo ed essi, occupati nelle faccende quotidiane, non hanno tempo per
cospirare. Esempio di ci sono le piramidi d'Egitto.'39
Se passiamo poi al campo pi specifico della filosofia, quale che
possa essere il significato che questo termine assume nel contesto
aristotelico, ci troviamo di fronte a delle affermazioni in positivo, ma
troppo generiche e per di pi indirette. Intendiamo riferirci ad una
testimonianza di Diogene Laerzio: Aristotele nel primo libro dell' opera
Della filosofia afferma che i Magi erano ancora pi antichi degli Egizi e
che secondo loro due sono i principi, un demone buono e un demone
cattivo, il primo di nome Zeus e Oromasde, il secondo di nome Ade e
Arimane;240 e ad una di Plinio: Eudosso, il quale volle che tra le scuole
filosofiche quella dei Magi fosse considerata la pi illustre e la pi utile,
tramanda che Zoroastro visse seimila anni prima della morte di Platone.
E cos sostiene anche Aristotele.241 Qui ci troviamo, ancora una volta,
di fronte ad un discorso, tra mitico e religioso e filosofico, del quale per
non siamo in grado di specificare in maniera pi concreta il contenuto
ed il significato, se non dicendo che - probabilmente - Aristotele ritenne
che nelle civilt pregreche fossero esistite delle scuole filosofiche. Ma
del loro valore e della loro importanza nel giudizio aristotelico possiamo
forse farci un'idea se ripensiamo alle qualificazioni di ingenuit,
fanciullaggine, superficialit, stoltezza e vanit che lo Stagirita
ha dato delle filosofie greche a lui precedenti, fino a quella platonica.
Quello che tutt'al pi, allora, si potr dire in positivo e con certezza
dell'Egitto che l, prima che presso gli altri popoli, fiorirono le
matematiche. Anche in questo caso, per, pi dell'affermazione in s e
per s, importante la giustificazione che di questo fatto d Aristotele.
Di conseguenza, solo quando gi si erano costituite tutte le arti di questo
tipo [le tecniche, le arti pratiche], si pass alla scoperta di quelle scienze
che non sono dirette n al piacere n alle necessit della vita, e ci avvenne
59
T
LA NASCITA DELLA FILOSOFIA VISTA DAI GRECI
60
III. 3.
Fin qui, per dirla con lo Zeller, sull'origine orientale della filosofia
greca n fatti ben documentati n testimonianze degne di fede."3 Il
Mondolfo auspicava che dI problema (storicamente mal posto) della
"origine orientale della filosofia greca" si traducesse, in quello,
scientificamente assai pi giusto, delle "fonti orientali", alle quali la
filosofia greca possa aver attinto elementi della propria formazione e
del proprio sviluppo."4 Il che senz'altro giusto, perch ovvio che
una matrice dalla quale nasce un fatto culturale, sia pure nuovo e
rivoluzionario, deve per forza esserci, dal momento che nella natura
come nell'intelligenza dell'uomo nihil de nihilo fil. Ma ci, come da un
lato non pu significare riportare pedissequamente ogni elemento della
novit a ci che gi c'era prima /45 cos dalYaltro lato non toglie
legittimit ad analisi del tipo di quella abbozzata dallo Zeller sulle
testimonianze esterne sul problema, cio dichiarazioni esplicite od implicite
dei Greci che facessero risalire la propria filosofia all' antico Oriente. Dal
V secolo ad Aristotele, non troviamo nessuna di queste dichiarazioni,
pur tenendo conto della difficolt - come abbiamo visto - in cui ci siamo
trovati quando abbiamo cercato di definire un concetto per quanto
possibile univoco del termine epL,oaoepLa.
Nel I secolo a.c., in un'opera cos ricca ed interessante come la
Biblioteca di Diodoro Siculo, questo quadro sembra confermato. In un
luogo del V libro, Diodoro afferma che Orfeo fu il primo ad introdurre
tra i Greci le cerimonie sacre e i misteri;246 altrove dice che, secondo
una testimonianza di Callimaco,247 Pitagora alcuni problemi di
geometria trov lui stesso, altri introdusse in Grecia dall'Egitto:24' ancora
una volta, dunque, senza negare l'originalit dei Greci, dall'Oriente
vengono ai Greci miti religiosi, conoscenze matematiche, dottrine
particolari; e questo confermato da numerosi altri passi. 249 Siamo in
un' epoca in cui l'impero romano si ormai esteso su tutto il Mediterraneo
e la scienza greca dell'et alessandrina, sotto i Tolomei, ormai penetrata
profondamente - nel senso per lo meno che vive da pi di due secoli 61
Il culmine della favola: dove, come sempre accade, essa viene ormai ritenuta verit
62
63
Il culmine della favola: dove, come sempre accade, essa viene ormai ritenuta verit
l
I
,
~,l
T
LA NASCITA DELLA FILOSOFiA VISTA DAI CREO
non qui il caso di discutere; quello che vogliamo notare solo che
questa lettura dei filosofi greci inquadrata in una visione escatologica:,
'anche della cultura, dalla quale non corretto astrarla. Anche altri filosofi,
come per certe loro dottrine Antistene 275 e Senofonte,276 derivarono la
propria sapienza dalla profetessa degli Ebrei".'"
Per Clemente, dunque, non soltanto tutti i filosofi greci non hanno
fatto altro che appropriarsi di parte dell' antica vera filosofia ebraica,
presentandola come propria,278 ma ormai pacifico ~he Pla;.on~ non er~
altro che o es E~pa,Ulv 'l'L,6aoqJo279 Platone non e che l unltatore di
Mos (l;1'j,Q)'t't MUluaw),'80 colui che, tra i filosofi, eccita la scintilla
dell'ebraica filosofia (-tO evaua",a 'tf Ej:\pmKf 'l'L,oa0'l',a
l;UlJtUpWV)".281 E in un altro luogo, rivolgendosi direttamente al filosofo
che pure, tra tutti, ammirava di pi e che, se.condo lui,. pi degli altri s~
era avvicinato o aveva precorso le dottrme del cnstianeslmo, COSI
Clemente esclama: Conosco i tuoi maestri, anche se tu voglia
nasconderli. Tu apprendi la geometria dagli Egiziani, l'astronomia dai
Babilonesi, ricevi dai Traci le salutari incantagioni, molte cose te le hanno
insegnate gli Assiri; ma nelle leggi, in quelle che sono veraci, e nella
credenza intorno a Dio, tu sei stato aiutato dagli stessi Ebrei,282
Il secondo autore di questo periodo cui volevamo accennare
Numenio di Apamea. Nonostante la tante volte professata ammirazione
per Platone, Numenio sosteneva che l'unica differenza tra questi e Mos
consisteva nel fatto che Platone era un Mos che parlava attico,283
Numenio, certo, uno dei rappresentanti pi significativi di quel
sincretismo religioso-filosofico a tutti i costi che caratteristica cos
essenziale del suo secolo. Oggettivamente in lui si fondono fonti egiziane,
giudaiche, pit.agoriche, eleatiche, eraclitee; e ancora platonismo,
stoicismo, gnosticismo, cristianesimo,284 Oggettivamente, ma anche
soggettivamente, se vero che il terzo libro del suo "Epe 't<'<ya8oi) voleva
essere un saggio di storia delle religioni, condotto con l'intento esplicito
di ravvisare le verit razionali del pensiero greco nelle religioni positive
orientali,285 Ma la questione importante e che qui pi ci interessa ai fini
del nostro discorso, un'altra: quale valore storico e storiografico
possiamo noi attribuire alle testimonianze di questi filosofi del II secolo?
Prendiamo per esempio un'operastorica di Numenio,286 In una storia
dell' Accademia da Speusippo ad Antioco di Ascalona, Numenio
rimprovera i seguaci di Sacra te perch non sono stati capaci di
comprendere la dottrina delle tre divinit" predicata dal filosofo
ateniese. Numenio afferma ora di voler divulgare questa dottrina che
66
Il culmine della favola: dove, come sempre accade, essa viene ormai ritenuta verit
67
T
N.l.
UNA PRIMA BREVE CONCLUSIONE
pietra", purch dicesse il vero. Per te invece fa differenza chi che parla e da
quale paese viene: tu non ti accontenti di esaminare semplicemente se ci che
dice vero o falso. 287
69
T
IV. 2.
ED UN CODICILLO
71
l;:
''fi/
:iL"
T
LA NASCITA DELLA FILOSOFIA VIS'D\ DAI GRECI
Quello che qui vogliamo far notare, e che crediamo sia suscettibile di
un approfondimento e di una verifica, da farsi naturabnente con indagini
e con esami ben pi circostanziati e storicizzati di quanto non siano questi
semplici suggerimenti, che talune impostazioni storiografiche moderne,
taluni tagli dati alla ricerca storiografica e metodologica sulla "filosofia
dei Greci e sui rapporti tra cultura greca e culture orientali, trovano i"
loro antecedenti pi naturali appunto nella presentazione e nella
coscienza che della propria filosofia (e della propria dipendenza o
meno dall'Oriente) gli stessi Greci ci hanno dato od hanno avuto: si
tratterebbe, allora, di storicizzare e di verificare volta a volta risposte
antiche e moderne a questi problemi e di intenderne cos nella miglior
maniera il senso pi pieno. Del resto, che una presentazione di un
personaggio o di un fatto del passato, con tutte le sue particolarit, con
tutte le sue prospettive, riprenda elementi, spunti e suggerimenti degli
stessi uomini e ambienti culturali del passato, cosa che nella storiografia
gi avvenuta: il ritratto di un Leonardo uomo Olmisciente, mago,
divino, ~~meraviglioso, miracoloso, presentatoci dal Vasari,306 non
ricalca forse nient'altro che le linee di un autoritratto, disegnato con
una voluta accentuazione di toni tra polemici e ironici 7307
V.I.
NOTA BIBLIOGRAFICA
1.1.l.
Nel corso del nostro saggio non abbiamo fatto riferimento alla
bibliografia esistente sugli argomenti di cui volta a volta abbiamo trattato
se non in pochissimi, particolari casi: l dove, per esempio, abbiamo fatt~
alcune affermazioni che avrebbero dovuto esser giustificate, ma la cui
giustificazione ci avrebbe portato troppo lontano; oppure l dove abbiamo
usato ~erte argomentazio~ o certe ricostruzioni che sarebbe stato troppo
complicato o dIspersIvo npresentare da parte nostra, dato il taglio di
questo nostro lavoro. Questo non significa, naturalmente, che non
abbiamo tenuto presenti, in qualche caso non condividendoli, in qualche
caso utilizzandoli, i lavori pi importanti sugli argomenti affrontati. Ecco
p:r~h o~friamo o~a qui, in questa nota, non una vera e propria
blbhografm, n:a del semplici suggerimenti utili specialmente per chi
vogha commClare ad approfondire i problemi cui abbiamo accennato. I
lavori che indicheremo sono rappresentativi di tendenze e di indirizzi
storiografici a volte anche opposti, ma comunque sono significativi dello
stato del dibattito intorno ai problemi cui ci riferiamo. Nei suggerimenti
sui singoli autori ci siamo limitati a segnalare solo i volumi, in genere
nell'ultima edizione o ristampa .
. Per ~omo~it~, c~ siamo serviti nel testo di traduzioni italiane gi
eSIstentI, che mdlchiamo volta per volta. Indicazioni molto pi ampie le
SI potranno reperire nelle grandi storie della filosofia o della filosofia
antica (De Ruggiero, AbbagnaIIO!WindeIQ1lnd, Geymonat, Dal Pra,
~~ller, G0111jJerz, Ioel, Kranz, Ueberweg-P@.""ht~r, Guthrie, F. Adorno),
oltre che nelle opere di consultazione (per esempio, la Pauly-Wissowa),
,:ei repertori bibliogr~fici (per esempio il Marouzeau), e nelle maggiori
nVlste dI fIlosofIa, dI stona della filosofia e di cultura classica. Utili
ori~ntamenti bibliografici sono contenuti in F. ADORNO, Il pensiero greco,
Ban 1969 e m F. ADORNO, Il pensiero greco-romano e il cristianesimo Bari
1970.
72
'
73
I.1.2.
HEGEL, Lezioni ~ G. W. F. HEGEL, Lezioni sulla storia della filosofia, tr. il.
di E. CODIGNOLA-G. SANNA, voI. I, Firenze 1967. Hegel, Estetica ~ G. W. F.
HEGEL, Estetica, tr. il. di N. Merker-N. Vaccaro, Torino 1967. HEGEL,
Enciclopedia ~ G. W. F. HEGEL, Enciclopedia delle scienze filosofiche in
compendio, tr. il. di B. Croce, Bari 1951.
1.3.
II.2.
ROBlN, Penso gr. ~ L. ROBlN, Storia del pensiero greco, tr. il.di P. Serini,
Milano 1962. UEBERWEG-PRAECHTER ~ F. UEBERWEG - K. PRAECHTER, Grundriss
der Geschichte der Phiosophie, Band I: Die Philosophie des Altertums, BaselStuttgart 1967. SNELL, Ausdrucke ~ B. SNELL, Die Ausdrucke fUr den Begriff
des Wissens in der vorplatonischen Phiosophie (aO'l'La, yVWft11, aUVWL,
lmopta, fta811fta, matllft11), Gilttingen 1922.
Per i presocratici, ci siamo serviti della classica raccolta di H. DIELSW. KRANz, Die Fragmente der Vorsokratiker, voli. 3, Dublin-Ziirich 196813 e
della traduzione italiana I presocratici, voll. 2, a cura di G. GIANNANTONI,
Bari 1969 (le traduzioni sono di G. Giannantoni, R. Laurenti, A.
Maddalena, P. Albertelli, V. E. Alfieri, M. Timpanaro Cardini). Si vedano
inoltre le traduzioni a cura di G. PRETI, I presocratici, Milano1942; A.
PASQUINELLI, I presocratici, Torino 1958; Q. CATAUDELLA, I frammenti dei
presocratici, Padova 1958; U. CURI, I presocratici, Padova 1967; A. CAPIZZI,
I presocratici, Firenze 1972.
74
Nota bibliografica
Nota bibliografica
Nota bibliografica
Nota bibliografica
Sui Pitagorici:
ZELLER-MONDOLFO, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parte l,val.
III a cura di G. Reale, Firenze 1967.
Su Eraclito:
Sugli Eleati:
G. CALOGERO, Studi sull'eleatismo, Roma 1932.
A. CAPIZZI, Introduzione a Parmenide, Roma-Bari 1975.
A. CAPIZZI, La porta di Parmenide, Roma 1975.
F. M. CORNFORD, Plato and Parmenides, London 1939.
H. P. D. LEE, Zeno of Elea, Cambridge 1936.
J. H. M. M. LOENEN, Parmenides, Melissus, Gorgias. A reinterpretation of
Eleatic Philosophy, Assen 1959.
A. P. D. MOURELATOS, The route of Parmenides, New York-London 1970.
J. E. RAVEN, Pythagoreans and Eleatics, Cambridge 1948.
G. REALE, Melisso, testimonianze eframmenti, Firenze 1970.
K. REINHARDT, Parmenides und die Geschichte der griechischen Philosophie,
Frankfurt 1959.
L. RUGGIU, Parmenide, Venezia-Padova 1975.
B. SALUCCI-G. GILARDONI, Parmenide, i frammenti, Firenze 1969.
M. UNTERSTIlINER, Senofane, testimonianze eframmenti, Firenze 1967.
M. UNTERSTIlINER, Parmenide, testimonianze e frammenti, Firenze 1967.
M. UNTERSTIlINER, Zenone, testimonianze e frammenti, Firenze 1970.
W. J. VERDENIUS, Parmenides. Some comments on his poem, Amsterdam 1964.
R. VITALI, Melisso di Samo, sul mondo o sull'essere, Urbino 1973.
J. ZAFIROPULO, L'ecole late, Paris 1950.
J. ZAFIROPULO, Vox Zenonis, Paris 1958.
80
Su Empedocle:
Nota bibliografica
Sui sofisti:
Sugli atomisti:
V. E. ALFIERI, Atomos Idea, Firenze 1953.
C. BAILEY, The Greele Atomists, Oxford 1929.
A. TH. COLE, Democritus and the Sourees of Greele Anthropology, Cleveland
1967.
F. ENRIQUES-M. MAZZIOTII, Le dottrine di Democrito di Abdera, Bologna 1948.
V. FAZIO-ALLMAYER, Studi sull'atomismo greco, Palermo 1911.
D. J. FURLEY, Two Studies in Greele Atomists, Princeton 1967.
H. LANGERBECK, 'Doxis epirysme', Studien zu Demokrits Ethik un
Erkenntnisslehre, Berlin 1935.
A. G. M. VAN MELSEN, From Atomos to Atom, Pittsburg 1952.
P. NIZAN, Les materialistes de l'antiquit. Dmocrite, Epicure, Lucrce, Paris
1965.
82
Firenze 1971.
G. CASERTANO, Un discorso sui sofisti, Napoli 1974.
C. COREATO, Sofisti e politica ad Atene durante la guerra del Peloponneso, Trieste
1958.
E. DurREL, Les sophistes, Neuchatel1948.
H. GOMPERZ, Sophistik und Rhetorik, Leipzig-Berlin 1912.
J. KUBE, Tchne und Aret, Berlin-New York 1969.
I. LANA, Protagora, Torino 1950.
A. LEVI, Storia della sofistica, Napoli 1966.
J. MEWALDT, Kulturkampf der Sophistik, Tubingen 1928.
C. MORESCHINI, Gorgia, Torino 1959.
A. SAlITA, L'illuminismo della sofistica greca, Milano 1938.
M. UNTERSTEINER, Sofisti, testimonianze eframmenti, volI. 4, Firenze1967 (il
IV volume a cura di A. Battegazzore).
M. UNTERSTEINER, I sofisti, volI. 2, Milano 1967.
R. VITALI, Gorgia: retorica e filosofia, Urbino 1971.
S. ZEPPI, Protagora e la filosofia del suo tempo, Firenze 1961.
II.3.
Nota bibliografica
LA NASClTA DELLA FILOSOFIA VISTA DAI GRECI
I1.4.
Per le opere aristoteliche abbiamo usato l'edizione della Bibliotheca
Oxoniensis, a cura di autori vari e le seguenti traduzioni italiane:
Organon, a cura di G. Colli, Torino 1955; Metafisica, a cura di G. Reale,
voll. 2, Napoli 1968; Protreptico, Della filosofia, Dell'educazione, a cura di
G. Giannantoni, Roma-Bari 1973; Fisica, a cura di L. Russo, Bari 1968;
Politica, a cura di R. Laurenti, Bari 1972; Riproduzione degli animali a cura
di D. Laura, Roma-Bari 1973; Parti degli animali, a cura di M. Vegetti,
Roma-Bari 1973; Dell'anima, a cura di R. Laurenti, Napoli-Firenze 1970;
Etica Nicomachea, a cura di A. Plebe, Roma-Bari 1973; Grande Etica, Etica
Eudemia, a cura di A. Plebe, Bari 1965; Poetica, a cura di F. Albeggiani,
Firenze 1974; Del cielo, a cura di O. Longo, Firenze 1962; Generazione e
corruzione, a cura di M. Migliori, Napoli 1976.
La maggior parte delle opere aristoteliche si trova tradotta da vari autori
in ARISTOTELE, Opere, a cura di G. Giannantoni, voI!. 4, Roma-Bari 1973; si
vedano inoltre le seguenti traduzioni: De motu animalium, a cura di L.
Torraca, Napoli 1958; Generazione e corruzione, a cura di P. Cristofolini,
Torino 1963; Fisica, a cura di G. Laurenza, Napoli 1967; Le categorie, a
cura di D. Pesce, Padova 1966 e a cura di D. Antiseri, Bergamo 1971;
85
84
Nota bibliografica
1971.
I
I
87
Milano 1967.
G. REALE, Introduzione a Aristotele, Roma-Bari 1974.
E. RIONDATO, La teoria aristotelica dell'enunciazione, Padova 1957.
E. RIONDATO, Storia e metafisica nel pensiero di Aristotele, Padova 1961.
J. RITIER, Naturrecht bei Aristoteles, Stuttgart 1961.
L. ROBIN, Aristote, Paris 1944.
W. D. Ross, Aristotele, tr. it. di A. Spinelli, Milano 1971.
L. RUGGIU, Tempo coscienza e essere nella filosofia di Aristotele, Brescia 1968.
L. RUGGIU, Teoria e prassi in Aristotele, Napoli 1973.
A. Russo, La filosofia della retorica in Aristotele, Torino 1961.
F. SARTORI, La crisi del 411 a.c. nell'Athenaion Politeia di Aristotele, Padova
1951.
L. SICHIROLLO, Aristotelica, Urbino 1961.
E. SIEBECK, Aristotele, tr. it. di E. Codignola, Milano-Palermo-Napoli, s.d.
A. E. TAYLOR, Aristotle, London-New York 1964.
G. VATI'IMO, Il concetto di fare in Aristotele, Torino 1961.
C. A. VIANO, La logica di Aristotele, Torino 1955
W. WIELAND, Die aristotelische Physik, Gottingen 1962.
F. WIPLINGER, Physis und Logos, Miinchen-Wien 1971.
F. J. E. WOODBRIDGE, Aristotle's Vision ofNature, New York 1965.
ZELLER-MoNDOLFO, La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, Parle II,
voI. VI, a cura di A. Plebe, Firenze 1966.
III.l.
Per le citazioni della nota 206, vedi sopra n.2 e n.3. Abbiamo
utilizzato, per Erodoto, l'edizione di PH. LEGRAND, Paris 1932-1954 e la
traduzione di L. Annibaletto, voli. 2, Milano 1963. Per Tucidide, l'edizione
oxoniense di H. S. JONES-J. E. POWELL, volI. 2, 1942 e la traduzione di P.
Sgroi, Napoli 1952.
88
Nofa bibliografica
Nota bibliografica
Su Tucidide:
G. F. ABBOT, Thucydides. A Study in historical reality, London 1925.
F. E. ADCOCK, Thucydides and his history, Cambridge 196;\.
Su Plutarco:
D. BABUT, Plutarque et le stoi'cisme, Paris 1969.
D. BASSI, Il pensiero morale, pedagogico, religioso di Plutarco, Firenze 1927.
B. BucHER-IsLER, Norm und Individualitiit in den Biographien Plutarchus,
Stuttgart 1972.
J. FAVRE, La morale de Plutarque, Paris 1909.
R. FLAcELIRE, Sagesse de Plutarque, Paris 1964.
J. J. HARTMANN, De Plutarcho scriptore et philosopho, Leiden 1916.
R. HIRZEL, Plutarchos, Leipzig 1912.
C. P. JONES, Plutarch and Rome, Oxford 1971.
M. A. LEVI, Plutarco e il V secolo, Milano 1955.
G. SOURY, La dmonologie de Plutarque, Paris 1942.
R. VOLKMANN, Leben und Schriften des Plutarch von Chaeronea, Berlin 1970.
A. WEIZSACKER, Untersuchungen iiber Plutarchs biographische Technik, Berlin
1931.
K. ZIEGLER, Plutarco, Brescia 1970.
II1.3.
Su Clemente:
CH. D. D. BIGG, The cristian Platonists oj Alexandria, Amsterdam 1968.
H. CHADWICK, Early christian thought and the classical tradition, Oxford 1966.
G. LAZZATI, Introduzione allo studio di Clemente alessandrino, Milano 1939.
A. MAYER, Das Bild Gottes in Menschen nach Klemens von Alexandria, Roma
1942.
91
1 HEGEL, Lezioni, p. 6. Tutti i titoli di opere citate nelle note si troveranno per esteso nella
nota bibliografica.
2 HEGEL, Lezioni, pp. 42-44,50 .
. 3
4 PLAT.
5
Su Numenio:
6 HEGEL, Lezioni, p.S. Il passo cos continua: Questa [!'idea che ci facciamo] fissa gi in
precedenza che cosa si considera importante e conveniente per 1'argomento prescelto e
siffatto rapporto tra quanto accaduto e lo scopo che ci proponiamo porta seco la selezione
dei particolari da raccontare, il modo d'interpretarli, i punti di vista sotto i quali collocarli.
E cos, secondo lU1a certa idea che ci si fa di ci che sia uno Stato, pu avvenire che nella
storia politica d'un paese un lettore non trovi nulla di ci che vi cerca.
7 HEGEL, Lezioni, pp, 131-132: [ ... ] sicch in sostanza la storia della filosofia non pu esporsi
senza che intervenga il giudizio dello storiografo'"
8 Basti pensare, per i nostri tempi, ad uno Husserl ed al significato della sua rivendicazione
di una filosofia come (~scienza rigorosa,).
9 HEGEL, Lezioni, p. 23. Cfr. Enciclopedia 8, 400, 447, 471.
lO
HEGEL, Lezioni, p. 13: La storia, cui ci accingiamo, quella del pensiero che trova se
stesso; e il pensiero trova se stesso soltanto in quanto crea se stesso, anzi esiste ed attivo
soltanto in quanto si trova. Siffattiritrovamenti sono le filosofie; e la serie di queste scoperte,
che costituiscono il processo attraverso il quale il pensiero scopre se stesso, l'opera di
due millenni e mezzo}).
12 HEGEL, Lezioni, p. 30: [ ... ] la natura dell'Idea essenZialmente quella di svolgersi e di
comprendere se stessa soltanto attraverso lo svolgimento, di divenire ci ch'essa .
13 HEGEL, Lezioni, p. 43: Questo essere determinato e quindi essere nel tempo, un momento
[ ... ] dello svolgimento dell'idea filosofica nell' elemento del pensiero. Infatti l'Idea, pensata
nella sua quiete, indubbiamente senza tempo; pensarla nella sua quiete vuoI dire fermarla
nella forma dell'immediatezza, il che equivale alla intuizione interna di essa. Ma, come si
gi detto, l'Idea, in quanto concreta, in quanto unit di indifferenti, essenzialmente non
quiete [ ... ]; solo come differenziazione in s e quindi svolgimento essa perviene in se
stessa a esserci e a estrinsecarsi nell' elemento del pensiero; quindi nel pensiero la filosofia
pura appare come un'esistenza progressiva nel tempo}).
14 HEGEL, Lezioni, p. 48: [.,.] ogni filosofia stata necessaria, e tale ancora; nessuna quindi
scomparsa, anzi tutte sono conservate affermativamente nella filosofia come momenti
d'un tuttO. Cfr. anche a p. 51.
15 HEGEL, Lezioni, p. 53: [ ... ] la filosofia pi tarda, pi recente, pi giovane, pi nuova,
anche la pi progredita, ricca, profonda>J..
16 HEGEL, Lezioni, p. 44: nell'universalit concreta dell'Idea sono contenuti tutti i modi ed
aspetti, nel cui svolgimento lo spirito secondo l'Idea e si fa oggetto a se stesso,,; pp. 4711
92
93
48: [ ... ] il complesso della storia della filosofia costituisce un processo in s necessario,
coerente, determinato in s razionalmente a priori dalla sua idea. [... ] Lo svolgimento dei
concetti non soltanto necessario nella filosofia, ma ne costituisce anche la storia; il
progresso stimolato dalla dialettica interna delle formazioni; p. 50: il compito dei filosofi
consiste appunto nell' aver tratto il razionale in s dalle profondit dello spirito, dov' esso
si trova dapprima soltanto come sostanza, come essenza interiore, e nell'averlo recato alla
luce, nell'averlo sollevato alla coscienza, al sapere; consiste, insomma, in un progressivo
risveglio. Si veda anche alle pp. 14, 42, 67.
17 Pensiamo specialmente alla difficolt di una fondazione non contraddittoria del concetto
di storicit in Hegel ed al rapporto tra sapere storico e sapere assoluto.
18 HEGEL, Lezioni, p. 54: un pericolo, per chi tratta delle filosofie antiche, certamente quello
d'addebitar loro conseguenze e affermazioni ch'esse non fecero n pensarono.
certamente forte la tentazione di prestare ai filosofi antichi le forme della nostra rif1essione)~
(p. 56). Non dobbiamo credere di poter trovare negli antichi la risposta agl'interrogativi
della nostra coscienza, agl'interessi del mondo odierno (p. 57).
19 HEGEL, Lezioni, p. 279.
20 HEGEL, Lezioni, pp. 68-109. Per le stesse ragioni dev' essere escluso dalla storia della filosofia
il mito: In filosofia non si tratta soltanto di filosofemi in generale, di pensieri che siano
contenuti impliciti in una rappresentazione qualsiasi, sibbene di pensieri espliciti, in quanto
sono espliciti, p. 98.
21 WINDELBAND, St. d. filos., p. 20.
22
Ibidem.
WWDELBAND, St. d.filos., pp. 21-22. Sintomatico che il Windelband a questo punto si
riferisca esplicitamente alle antinomie della ragion pura di Kant, indicando proprio
nell'antinomismo un metodo per estendere storicamente e sistematicamente il risultato
di questo tipo di indagini.
24 WINDELBAND, St. d. filos., pp. 22-23.
25 WlNDELBAND, St. d. filos., p. 24.
26 WWDELBAND, St. d.filos., pp. 13-14.
27 WINDELBAND, St. d. filos., p. 9. I corsivi sono nostri.
2B WlNDELBAND, St. d. filos., p. 39.
29 WWDELBAND, St. d. filos., p. 39.
30 MONDOLFO in ZELLER I, I, pp. VIII-IX.
31 Vale la pena di rileggere, dal momento che in genere alle prefazioni non si dedica quasi
mai molta attenzione, questa pagina zelleriana: Sono anzi, come prima, d'opinione che
la comprensione filosofica d'un sistema filosofico, la quale pure qualcosa di diverso
dalla critica filosofica di esso, coincida completamente con quella storica. lo non chiamer
mai solida una trattazione storica, nella quale si mettano in fila dottrine e opinioni isolate,
senza preoccuparsi del loro intimo cehtro di gravit, senza indagare la loro connessione,
senza seguire le tracce del loro proprio intendimento, senza stabilire la loro relazione
coll' organismo del sistema e commisurare a questo la loro importanza; ma mi guarder
sempre, per contro, dal far servire l'onorifico titolo di filosofia al sistema di spogliare le
manifestazioni storiche della loro determinatezza reale, d'imporre agli antichi filosofi
deduzioni, contro le quali la loro stessa voce leva protesta, e d'impastare le contraddizioni
23
94
Note
e le lacune dei loro sistemi con ingredienti di nostra fabbricazione. Le grandi manifestazioni
del passato stanno per me troppo in alto, perch io possa credere di render loro un servizio,
qualora le traessi fuori dalle loro condizioni storiche e dai loro limiti. Simile falsa
idealizzazione non le ingrandisce, ma le rimpicciolisce ai miei occhi. In nessun caso poi
essa potrebbe condurre a quel fine, davanti al quale ogni preferenza per particolari persone
o scuole deve piegarsi: la verit storica, ZELLER I, I, pp. XIV-XV; come pure sono
fondamentali, per la lezione di prudenza scientifica che ci danno, i passi che seguono
sull'uso delle testimonianze e dei frammenti, specialmente per quanto riguarda i filosofi
presocratici.
32 ZELLER I, I, p. 1.
33 ZELLER I, I, p. 6.
34 ZELLER I, I, pp. 7-8.
35 HEGEL, Lezioni, p. 78: Non possiamo trovare il pretesto che la questione troppo delicata,
n ricorrere a giri di parole o a scappatoie, di modo che nessuno in ultima analisi sappia
che cosa s' voluto dire.
36 ZELLER I, I, p. 8.
37 ZELLER I, I, pp. 14-16. Cfr. anche pp. 17-21.
38 ZELLER I, I, p. 22.
39 ZELLER I, I, p. 24: La condizione di libert da preconcetti nello storico non consiste,
quindi, nell' esigenza che nella considerazione degli avvenimenti egli non porti con s
assolutamente nessun presupposto; ma invece nell'esigenza che porti i presupposti
appropriati a tale considerazione. Chi non abbia alcun angolo visuale filosofico non
tuttavia perci privo in generale di qualsiasi angolo visuale; chi non si formato alcun
convincimento scientifico sopra le questioni filosofiche, ha su di esse un'opinione
antiscientifica; e dire che non dobbiamo portar con noi nella storia della filosofia alcuna
filosofia nostra propria, significa che per la sua trattazione dobbiamo dar la preferenza
alle concezioni antiscientifiche sopra i concetti scientifici)~.
4(1 ZELLER I, I, pp. 24-25.
41 Un elenco di epoca classica, datoci da Platone (Prat. 343 a), comprende i nomi di Talete
di Mileto, Pittaco di Mileto, Biante di Priene, Solone (questi figurano in tutti i cataloghl),
Cleobulo di Lindo, Misone di Chene, Chione di Sparta. Altre allusioni a tutti o a qualcuno
di loro in Charm. 364 d; Hipp. ma. 284 C; Resp. 600 a.
42 Per esempio in 5mB. fior. III 1, 172 = DK lO, 3.
43 Cfr. ROBlN, Pens, gr., p. 46.
44 DlCEARCO (fr, 28 FHG II 243 = fr. 30 Wehrli) ap. DIOG. LAERT. I, 40.
45 Ehjmol. Magn. p. 772, 1647 = ARISTOT. n. tp~),.oa. fr. 5 Rose, Waizer, Ross.
46 Cfr. UEBERVVEG-PRAECHTER, p. 1; SNELL, Ausdriicke, passim.
47 HEROD. I, 29 sgg.
48 HEROD. IV, 95-96.
49 HESYCH. onomatol. ap. SCHOL. PLAT. Resp. 600 c (= DK 80A3).
50 AliT. I 3, 8 (= Dox. 280 = DK 58 B 15). La notizia probabilmente di fonte plutarchea.
51 DIOG. LAERT. IX 22 = DK 28 A 1.
52
95
Note
75
76 [PLUT.J vito X orat. p. 838 D = DK 82A 17; SOPATER in Hermogenem ed. WalzRhetores Graeci
VIII 23 = DK 82 B 3l.
55 PLUTARCH. PericI. 26 DK 30 A 3.
56 ARISTOT. eth. Eud. 1247 a 17 ;:;: DK 42 A 2.
57
59
DK 60 A 2.
Ibidem; cfr. PORPHIR. hist. philos. fr. 12, p. Il,23 = DK 60 A 3.
60
SUID. S.V.
78
58 SUrD. S. V. ;:;:
61 IOSEPH.
C.
""
DK 73 A 1.
63
64 SUID. S.V.
DK 68 A 2.
65 Cunvf. ALEX. V 141 (II 421, 4) ;:;: DK22 B35. TI frammento stato da alcuni ritenuto spurio,
perch sarebbe in contraddizione con B 40, B 56, B 57, B 81, BIOS, B 106, nei quali
continuamente presa di mira la nO'U!lu8Lll di Esiodo, Omero, Pitagora, Senofane, dal
momento che costoro, pur accumulando una notevole massa di nozioni, non sarebbero
riusciti a trasformare la loro Jto'U!lu8(1l in un'autentica sapienza (si veda anche DK I, p.
159). TI PRAECfITER, in UEBERWEG-PRAECfITER, pp. 1-3, difende l'autenticit del frammento,
notando che una cosa il viel Wissen, che pur sempre necessario al filosofo, altra cosa
la Vielwissereh>, che un sapere che non approda a nuna. In effetti, Eraclito non combatte
il sapere in s e nemmeno il sapere molte cose, quanto il non saper trar profitto da questo
sapere, il rimanere sordi e ciechi dinanzi alle cose che si hanno dinanzi, l'essere come
dormienti nel mondo che ci circonda: il non riconoscere in fondo il logos - la legge la
necessit la ragione il significato l'autenticit - delle esperienze quotidiane (e di questo
abbiamo numerose prove in BI, B 2, B 16, B 123, B 50, B 72, B 115, B 17, B 22, B 34, B 51, B
71, B 72, B 95, B 26, B 73, B 87, B 89). Del resto, questa la stessa prospettiva che faceva dire
ad HEGEL, Lezioni, p. 30: Ci che si maneggia e s'adopera senza esame, ci di cui ci si serve
nella vita, appunto ci che ignoto, se non si ha educazione filosofica; oppure ancora:
[ ... ] la tradizione non una massaia, che si limita a custodire fedelmente quel che ha
ricevuto e a conservarlo e trasmetterlo immutato ai posteri (Lezioni, p. IO), una congerie
di cognizioni non fa scienza (Lezioni,p. 42).
66 PLAT. Prot. 317b sgg. DK 80 A5.
67
79 PHILOSTRAT. V. soph.12;:;: DK 84A1 a; PLAT. Hipp. mai. 282 c= DK84A3; PLAT. Prot. 315 cd = DK 84 A 2; XENOPH. simp. 4,62 = DK 84 A 4a.
80 SUID. s.V.; CrC. de orat. III 32,128 = DK 84 B 3.
62
DIOG. LAERT. IX 50 = DK 80 A 1.
EUSTAlli. Od. 1547,53 (cfr. fr.146b Kock, S. II 253, 18):;;; DK80A11. Le testimonianze che
citeremo da questa fino alla nota 71 sono in genere polemiche e critiche: ci non toglie che
da esse si debba pur dedurre il forte interesse di Protagora per il mondo naturale.
83 THEMIST. or. 30 p. 422 Dind. :;;; DK 84 B 5. Cfr. anche SEXT. adv. math. IX, 18; PHILODEM. de
piet. cr. 9, 7, p. 756; MINuc. FEL. Oct. 21,2.
84 XENOPH. mem. II 1, 21-34:;;; ""Qpm = DK 84 B 2.
85 PLAT. Hipp. mai. 281 a, 282 d-e, 286 a = DK 86 A 6, A 7, A 9.
86 PliILOSIRAT. v. soph. I 11, 1-3:;;; DK 86A2.
87 PLAT. Hipp. mai. 285 b :;;; DK 86 A 11.
88 PROCL. in Eucl. p. 272, 3 Friedl. = DK 86 B 21.
89 PLAT. Hipp. mai. 368 b = DK 86 A 12.
'o ABT, II 20, 15 = DK 87 B 26; AT, II 28, 20 = DK 87 B 27; ABT, II 29, 3 = DK 87 B 28,
GALEN. de med. nom. = DK 87 B 29 a; POLLUX onomast. II 223 = DK 87836.
91
I!
r
68
69
PLUTARCH. PericI. 36: si tratta di trovare il colpevole Ku-c -cv op8o-cu'tOv OyOV.
70
7l
72
73
74
96
Cfr. PHIL05TRAT. V. soph. 19,4 = DK 82A1;PLUTARCH. Coni. prae. 43p.144 b-c = DK82A 1;
B 8 a.
I
I
lli
92 .ARISTOT. phys. 185 a 14 = DK 87 B 13; cfr. anche SIMPL. phys. 54, 12; THEMIST. phys. 4,2.
Naturahnente il metodo fu ampiamente criticato da Aristotele: cfr.an. posto 75 b 40; soph.
d. 172 a 4.
OXYRH, PAr, Xln, 1364 ed, Htmt (coll, 1-7); n, 1364 (coL 2); XV 120, n, 1797 (coll, 1-2),
XENOPH. mem. 6, 13.
o;
94
95.ARISTOT. soph. el. 165 a 21; cfr. anche metaph. 1004 b 16-26. Altrove si dice che i sofisti
discutono sull'accidente (m::pL't O'U[.LPfPllKO), metaph. 1026 b 15; o sul non essere (metaph.
1064 b 29); o si dice che cavillano con ragionamenti estranei all'argomento (aoc:pLsoVLm
,OL:pLm AOYOL), eth. Eud. 1218 b 23.
96 PLAT. Prot. 317-349; Menon 91 d.
97
98
99
100
101
97
102
103
Note
128
Per intendere meglio il rifiuto non soltanto dottrinale, ma anche psicologico, delle
dottrine dei qJLAOOO<pOL CPUOL1co(, e l'insignificanza delle loro speculazioni per colui che ha
deciso di dedicarsi solo all' anima e di conoscere se stesso, sar utile meditare su questo
passo di sapore popolare del Fedone (96 c-e): Infatti, prima di allora, credevo fosse chiaro a
chiunque che l'uomo cresce per il mangiare e per il bere. [ ... 1lo credevo, per esempio, di
avere un'idea giusta e sufficiente quando, posto un uomo grande accanto a uno piccolo,
costui mi appariva pi grande non per altro. che per la testa. [ ... 1E ancora, [ ... ] mi pareva
che dieci fosse pi di otto per il due che ha in pi. [ ... 1- E ora, disse Cebete, qual la tua
opinione su queste cose? - Oh, disse, ben lontano io sono dal credere di conoscere la causa
di una qualunque di queste cose!.
130 Od. XVII, 218.
107
108
109
PLAT. ApoI. 28 e.
129
Apol. 19 C.
Ibidem.
112 PLAT. ApoI. 20 d-e.
113 PLAT. Prot. 343 bi Alc. 1124 bi Hipparch. 228 ei elit. 408 bi Phil. 19 c, 48 C.-di Timae. 34 bi
Leg. XI 923 a.
114 PLAT. A1c. I 129 b-132 b.
115 PLAT. Charm. 164 c-165 b.
116 PLAT. Charm. 167 a.
117 PLAT. Phaedr. 229 e-230 a.
118 PLAT. Epinom. 980 c-d.
119 Ibidem, d-e.
120 PLAT. Leg. X 888 e-907 d.
121 PLAT. Soph. 242 e-243 b.
122 Si tratta forse di Ferecide (VI sec.) o di Ione di Chio (V sec.).
110 PUT.
111
131
132
133
a~e.
134 PLAT. Resp. 477b; si veda tutto il passo fino alla fine del libro. chiara a questo punto la
contraddizione tra questo passo ed altri passi platonici che pure abbiamo ricordato. Se nel
Liside (218 a) e nel Simposio (202 a-b) Plato.ne aveva detto che il filosofo non n ignerante
n sa tutto, e se, sulla base della Repubblica, la conoscenza si distingue dall'ignoranza e
dall' opinione, il campo d'azione del filosofo dovrebbe essere non la conoscenza (dio solo
sa: Fedro 278 d) ma l'opinione. Ma, d'altra parte, nella stessa Repubblica (478 d-480 a), si
condanna la filodossia di contro alla filosofia. Ma queste sfasature, in Platone, non mancano,
e questa forse una delle ragioni della vivezza e del fascino della sua opera.
135 PLAT, Resp. 475 b.
136
137
C.
123
138
ARISIOT. metaph.l074 b
124
139
125
Si tratta di Empedocle.
PLAT. Soph. 259 d-e: [ ... ] il cercare di staccare ogni cosa da ogni a~tra n?n soltanto dire~
che uno sbaglio, ma anzi cosa degna di chi privo totalmente del dom delle Mu~e e d~
filosofia. [ ... 1Lo slegare ogni cosa da ogni altra il pi completo annullamento dI ogm
discorso.
127 Stranamente, e paradossalmente, questa posizione platonica potreb.be essere ~i~vv~cinat~
all'tEpt 't'oD I-ti] ovw di Gorgia: per l'Ate~iese com.e per. il ~e.nt~nese tut~l 1 dI~CorSI
sull'essere, sui principi universali, sull'umt, sono d1scorsi pnvi d1 senso, dIscorsI certo
ben fatti e conseguenti, ma che non ci toccano minimamente. Ma con questa f?ndamentale
differenza: che mentre per Gorgia il discorso deve scendere dalle sfere dell astrattezza e
dell'universalit e farsi concreto, vkino agli interessi mutevoli e reali dell'uomo, improntato
ad un conseguente empirismo, per Platone invece ~l discor~o sul nepL ."{;~D oV'w, pur se
deve continuare a cercare l'universale al di l del particolare,l eterno al dII~ del transeunte~
deve proprio perci abbandonare la sfera della natura, dell' esterno a nOI, per cercare d1
risolvere il problema dell'uomo trovando il fondamento assoluto e trascendente della sua
mortale, relativa e temporale vita terrena.
14D
126
98
141
1~4.
142 La stessa considerazione del mito come portatore di valori filosofici, espressi solo in
maniera pi piacevole, sar per esempio ancora in PLuTARCH. de aud. poeto 1 p. 14 E: ed
chiaro comunque che i giovani godono molto di pi e si mostrano ubbidienti e docili
verso quegli argomenti filosofici che appaiono. trattati non filosoficamente e non troppo
seriamente. Per cui leggendo non solo le favole di Esopo e le invenzioni dei poeti, ma
anche l'Abari di Eraclide, il Licone di Aristone [di CeoJ e le dottrine sulle anime mescolate
ai miti si entusiasmano con piacere.
143 ARISIOT. poI. 1312 a 2.
1441395 a 5.
145
146
n. XIX, 38.
147
148
AruSIOT. metaph.l071 b 23-26; cfr. 1075 b 24-26. Aristotele si riferisce qui probabilmente
99
Note
ad Orfeo (DK 1 il 12), a Museo (DK2 B 14), ad Epimenide (DK 3 B 5), ad Acusilao (DK 9 B
l, 3), ad Esiodo (theog. 116 sg.; op. 17). Un giudizio globale e negativo - ~ non ~roppo
generoso - sugli antichi filosofi, giuntoci ~~r via ind~etta: se,m,bra a:e.r pro~unCtato A~stotele
nel suo Protreptico: e cos Aristotele, cnticando gli antichI filosofI, l qualI ~vevano r~tenuto
che la filosofia, grazie ai loro sforzi intellettuali, era divenuta perfetta, d~ce che eSSI erano
stati o sommamente stolti o infinitamente vanitosi, ma che eglI al contrano constatava che
essa in pochi anni aveva fatto un grandissimo progresso e che in breve tempo essa sarebbe
stata del tutto perfetta)(Crc. tuse, disp, III 28, 69 = ARISTOT. npo'tp. fr. 53 Rose; 8 Walzer,
Ross}. Notiamo qui di sfuggita che forse proprio Aristotele il prm:o ~d usar~ que~ n~fast~
canone storiografico del non aver saputo ancora veder~), pe~, Cul g~ errorI d,el filosofi
del passato consistono principalmente ~el non av~r prevl,sto CIO c~e SI sarebbe detto d~po
di loro non solo' ma i loro stessi errorI sono tali proprIO perche non sono ... le dottrme
posteriori (in ge~ere quella di chi ~ que~ mo~ento sta parlando), ~n es~mpio di ci ,n,on
solo nel passo ora citato, ma anche m tanti altn. Sempre restando nell ~~lto ~ella Me!afislCa,
leggiamo per esempio che i primi filosofi non hanno fatto ~lt:o che hmltar~l a co~slderare
solamente due delle cause (quella materiale e quella effICIente) che nOI - ArIstotele abbiamo distinto (985 a 11); neppure quei pensatori sembrano essere .veram~nt: ~
conoscenza di ci che affennano; infatti non risulta che essi si servano di questi loro prmc[li)1,
se non in minima parte (985 a 16}i nessuno ha introdotto altre cause oltre ~uelle che nOIAristotele _ abbiamo precisato, anzi tutti, in certo qual modo, sembra abbIano accennato
proprio a quelle, anche se in maniera confusa (988 a 20)i ne hanno parlato confusamente
e, in un certo senso, tutte, da loro, sono state menzionate, mentre, in un altro ~enso, non
sono state affatto menzionate. La filosofia primitiva, infatti, sembra che balbetti su tutte le
cose, essendo essa giovane e ai suoi primi passh (993 a 10~16). Con il che, se.~a ~ lato
vien fatto di pensare a quel brano del Sofista platonico (242 c-243 b) che gm a~bIam~
ricordato e che presentava un atteggiamento analogo; dall'altro ven:ebbe la tent~zlOne. dI
indicare proprio nello stesso Aristotele la matrice di que~' altro ~tt:gglc:m~nto stonografIco
che, in parte in Heget e poi in buona parte nella stonog:afia Ide~tlc?, ba~eva tanto
l'accento sull'ingenuit, sulla primitivit, sui balbettamenti della pnma nflesslOne greca.
149
150
152
per natura. Perci si dice che Anassagora e Talete e siffatti uomini sono sapienti e non
saggi, giacch si vede che non conoscono ci che giova a loro stessi, mentre si dice che
conoscono cose eccezionali, meravigliose, difficili e sovrumane, ma inutili, giacch essi
non indagano intorno ai beni umani. [ ... ] La saggezza poi non soltanto dell'universale,
bens deve conoscere anche i particolari: essa infatti riguarda l'azione, e l'azione riguarda
i casi particolari. [ ... ] Quindi la saggezza riguarda l'azione; cosicch essa deve sapere
entrambe le cose, l'universale e il particolare, ma soprattutto questo.
153 ARISTOT. metaph. 982a 8-19; 982 a 32-b 2i 996 b.
, 154
m ARISTOT. metaph.1003 a 15; 1059 b 26; 1060 b 20; 1086 b 37; 1087 a 11-25; 1026 b 4; 1027 a
20; 1064 b 31; 1065 a 4; 1077 b 34.
156
157
158
159
160 ARISTOT. metaph. 1061 b 18-33. Si confronti, per la fisica come attivit contemplativa, e
quindi filosofia seconda, 1025 b 19-29, 1037 a14-17; e ancora 1061 b 5-9 e 992 a 24-32,
dove si criticano invece 'quei filosofi contemporanel> (l'accenno forse a Speusippo) che
identificano filosofia e matematica invece di distinguerle, come va fatto. C' un passo
della Fisica, per, dove si dice che questa scienza deve non solo conoscere <da materia ma
in certa misura anche la forma e la causa finale e il fine: Per chi si attiene, invero, agli
antichi l'oggetto della fisica potrebbe risultare essere la materia (in piccola parte, infatti,
Empedocle e Democrito si accostano alla forma o al concetto!)i d'altra parte, per, se l'arte
imita la natura ed compito della medesima scienza conoscere fino a un certo punto la
forma e la materia [ ... ], certamente sar compito anche della fisica conoscere entrambe le
nature. Inoltre, compito della medesima conoscere la causa finale e il fine e quante cose
sono in virt di questi.
Fino a qual segno, allora, il fisico deve conoscere la forma e il
concetto? Forse egli deve conoscere queste due cose allo stesso modo che il medico conosce
il nervo e lo scultore il bronzo, cio fino al segno in cui ciascuna di esse riguarda il fine
della sua scienza, e deve attenersi a quelle cose che sono separabili per forma, ma rientrano
nella stessa materia? L'uomo, infatti, generato dall'uomo, ma anche dal sole. Determinare,
per, la modalit e il concetto del"separato" compito della filosofia prima (AmSTOT.
phys. 194 a-b).
161 ARISTOT. metaph. 1005 a 29-36.
r... ]
162
163
164
165
166
167
PHlLOPON. in Mcom. isagog. 1,1 = ARISTOT. n. <plOO. fr. 13 Rose; 8 Walzer, Ross.
168 ELIAS in Porphyr. isagog. [e. A. G. XVIII 1] p. 3, 17-23 = AmSTOT. :rtp01:p. fr. 51 Rosei 2
Walzer, Ross. Cosi anche nell' opera Dell'educazione, dove si dice che l'esser pieno di dubbi
proprio delle nature filosoficamente dotate (PLUTARCH. quaest. conv. VII IO, p. 734 d =
ARTSTOT. n. nmb. fr. 62 Rosei 1 Ross). Ma cfr. ARISTOT. eth. Nic.1177 a 23-27, dove si dice, al
100
uniV"~S' a
Serv lCIO de
B.ibliotecas
101
r
LA NASCITA DELLA
contrario: Pensiamo poi che alla felicit debba esser congiunto il piacere e si conviene
che la migliore delle attivit conformi a virt quella relativa alla sapienza; sembra invero
che la filosofia apporti piaceri meravigliosi per la loro purezza e solidit; ed logico che il
corso della vita sia pi piacevole per chi conosce che non per chi ancora ricerca il vero.
169 J.AM:SL. protr. 6 p. 37, 2-22 Pistelli = ARISTOT. npm:p. fr. 4 Walzer, Ross,
170 JAMBL.
171
JAMBL. protr. 11 p. 56, 13-59, 18 Pistelli ARISTOT. npm:p. fr. 14 Walzer, Ross.
176
178
I
II
"Il
I
I
I
II
~
II
I
!
!
t
,K
,Ii
I
102
Note
cristallizzata nel corso dei secoli nella sapienza dei 8EOOYOL e perfino nei proverbi popolari,
sembra confermato da quest'altra testimonianza: seppure anche il proverbio cosa saggia.
E come potrebbero non esserlo tutte quelle che Aristotele dice tracce di un'antica filosofia,
andata perduta nelle immani catastrofi dell'umanit, ma che si sono salvate per la loro
concisione e per la loro acutezza?}) (SYNES. calvit. encom. 22 p. 85 C = ARISTOT.1t. cpLoa. fr. 13
Rose; 8 Walzer, Ross).
191 Si'veda per questo problema la nota bibliografica del MONDOLFO, in ZELLER I, I pp. 35-39.
192
Sar sempre utile riconsultare le pagine dello ZELLER a questo proposito e la equilibrata
Nota sui rapporti fra la cultura e speculazione orientale e la filosofia e la scienza greca del MONDOLFO,
in ZELLER I, I pp. 63-99.
193 HEROD. I 58, e aggiunge: mi pare che nessun altro popolo dei Pelasgi, essendo barbaro,
abbia fatto mai cos vasti progressi)}.
194 Si veda, fra i tanti esempi, HEROD. II 35, e 148 (dove si dice che tutte le costruzioni e le
opere d'arte dei Greci sono di gran lunga inferiori alle piramidi e al Labirinto degli Egiziani),
195 HEROD. 14. E bens vero che altrove (I 135) Erodoto ci dice che i Persiani pi di tutti gli
altri popoli amano accogliere usi forestieri, ma l'unico costume che hanno accolto dai
Greci sembra esser quello di praticare l'amore verso i giovani.
196HEROD. II 91. Anche qui, per, subito dopo (II 92), la smentita: gli Egiziani che abitano le
paludi vivono - secondo l'uso greco - con una moglie sola.
197 HEROD. I 134.
198 E non solo tra i popoli o le classi dominanti, bens anche tra quelli soggetti: si pensi, per
esempio, al ~(rifiuto scambievole delle culture 'rappresentate dagli emigranti e dalle
popolazioni dei paesi ospitanti.
199 A proposito, per esempio, della questione della lingua, bisogna pur tenere presente la
testimonianza erodotea (II 153-154) che non fa risalire a prima del VII secolo il contatto
diretto delle due culture - egiziana e greca - attraverso l'utilizzazione di veri e propri
interpreti. Utile anche la notazione che Erodoto fa (II 166-167) di un altro atteggiamento
comune a Greci e a quasi tutti i barbari a proposito del lavoro manuale, ugualmente da
tutti disprezzato e ritenuto indegno di uomini liberi: qui Erodoto nega esplicitamente che
questa consuetudine di vita possa esser derivata dai barbari ai Greci o viceversa.
200 HEROD. Il 43-45.
201
HEROD. II 109.
202 La spiegazione di Erodoto in contrasto con quella di Aristotele (metaph. 981 b 20-24):
vedi al paragrafo seguente.
203 HEROD. II 118. Una certa credibilit al racconto dei sacerdoti egiziani sulle vicende di
Elena e sulla guerra di Troia, nonostante tutto, Erodoto sembra conferirla.
204 HEROD. II 177.
205
HEROD. II 123.
Che un problema quanto mai delicato, sia per la determinazione precisa della dottrina,
sia per l'attribuzione a questo o a quel pensatore, a questa o a quella scuola. Generalmente
si dice che una dottrina orfico-pitagorica, che una formula che dice tutto e non dice
niente. Probabilmente una dottrina orfica e non pitagorica, se vero che nessuno l'attribui
ai pitagorici prima di Eraclide Pontico (III secolo a.c.), in un periodo in cui i confini e i
limiti tra orfismo, pitagorismo, platonismo, si andavano confondendo e perdendo. Sulla
206
103
Note
questione si veda, fra l'altro, MADDALENA, Pitagorici, p. 351 e pp. 360-361; VARVARO, Studi,
voL l,p. 774.
207 HEROD. II 121.
vantano di costituire una casta separata dalle altre e proprio per questo di conservare
meglio di tutte l'antica saggezza e nobilt di costumi, e nel Politico (290 d-e) si fa una
critica abbastanza dura dell' orgoglio della casta sacerdotale egiziana, del suo sfrenato amore
del potere politico, dell'uso che fa della violenza, della sua natura servile per eccellenza,
236 ARlSTOT, meteor. 352 b 21.
208
HEROD. II 142-144.
2Cl9
HEROD, III 2,
210
ZELLER I, I, p, 40, n. 2,
2ll THuCID, I 82, 104, 135, 137; H 29; N 25 (qui i barbari sono, per esempio, i Siculi che
abitano i monti dell'interno e che scendono in massa per respingere i Messeni che stavano
attaccando Nassa, ma non lo sono n i Messeni n i Nassi).
212 THUCID. N 95,
213
THUCID. IV 92,
214 THUCID. I 89, 97. Altrove invece si ha una vera e propria ammirazione, dove, per esempio,
si esalta il regno degli Sciti, rispetto al quale non v' n in Europa n inAsia un altro regno
che per benessere civile e assetto politico possa stargli a paragone (H, 97).
215 THUCID, II 37,
216
THUClD. I 6.
217
TRUCID. I 130.
218
THUCID. I 132.
219
THUCID. I 144,
220
221
237 ~RISTOT.
238
239
ARIsTOT, poI. 1313 b 22; nel seguito si fanno per anche esempi di tiranni greci,
240
241
PLIN. nat, hist. 30,3 =.AruSTOT, n, cpL,oa. fr, 6 Rose, Walzer, Ross.
ARISTOT. metaph. 981 b 20-24. Quest'idea degli uomir che si dedicano alla filosofia dopo
aver soccorso alle necessit della vita presente anche altrove in Aristotele; si veda, per
esempio, ARlSTOT, npm:p. fr, 53 Rose; 8 Walzer, Ross = JAMBL. de comm. math. scient. 26 p. 83,
6-22 Festa,
. 243 ZELLER I, I, p. 63.
242
244 MONDOLFO in ZELLER I, I, p, 45, Vero che lo stesso Zeller si poneva il problema non
tanto di vedere l'origine orientale o meno della filosofia greca, quanto quello di vedere se
alla sua formazione abbian cooperato in genere dottrine orientali e fin dove si estenda
quest'influsso straniero (ZELLER I, I, p. 44),
245 Dove c' da notare soltanto di passaggio che i due canoni storiograficidella continuit
o della frattura)} possono essere ambedue corretti, ma anche ambedue unilaterali e sbagliati
se usati con un' ottica ristretta e viziata da preconcetti: in tal caso il primo porterebbe ad un
appiattimento e ad un'insignificanza di qualsiasi posizione nuova e di qualsiasi mutazione
di contesto culturale, mentre il secondo alla scoperta di una continua serie di miracoli}} e
di fatti in ultima istanza inspiegabili.
246 DIODOR. V 64 = DK 1 A 15,
223
THUCID. II 40.
224
225
247
226
248
DIODOR. X 6 = DK 58 B 3.
227
249
228
250
DrODOR. I 96,
229
251
230
231
232 Si veda, per esempio, in THUCID, IV 84 sgg, il non proprio breve discorso di Brasida
spartano prima dell'entrata in Acanto (424 a, C.) e l'ammiccante commento di Tucidide
stesso: per essere Spartano l'eloquenza non gli mancava!,
233
104
105
Note
262
28!l
263
281
282
Ibidem, c. 48.
Ibidem, C. 71.
264 PLUTARCH. de Is. et Osir. c. 66.
265 Ibidem, c. 11.
283
266
T.G.F. n. 354.
284
267
285
274
Ibidem c. 50.
275
276XENOPH.
288
L. ROBIN, Storia del pensiero greco, tr. it. di P. Serini, Milano 1962.
289
FRANKFORT e altri, La filosofia prima dei Greci, tr. it. di E. Zolla, Torino 1963.
29{)
J.-P. VERNANT, Mito e pensiero presso i Greci, tr. it. di M. Romano e B. Bravo, Torino 1965.
293
B. FARRINGTON, Storia della scienza greca, tr. it. di G. Gnoli, Milano 1964.
294
295
301
G DE' SANTILLANA, Le origini del pensiero scientifico, tr. it. di G. De Angelis, Firenze 1966.
302
303
306
Cfr. G. VASARI, Opere, val. W, Firenze 1906, e Trattato della pittura, Lanciano 1924.
Cos E. GARIN, Universalit di Leonardo, in Scienza e vita civile nel Rinascimento italiano,
Bari 19722, p. 95.
307
memor. W 3,13-14.
277
278
279
106
107
Appendice
Pu ANCORA T ALETE
ESSERE CONSIDERATO IL PRIMO FILOSOFO?
Appendice
1. OPERARE ANACRONISMI
Dove per anacronismo non si intende tanto l'invertire date o fatti,
quanto l'operare trasposizione di tematiche, di atteggiamenti mentali,
di impostazioni culturali. In genere questa trasposizione avviene quasi
sempre dal presente al passato, nel senso che questo viene visto
esclusivamente in funzione di quello, nel senso che questo prepara e perci
non ancora, ma preannunciao precorre quello. un modello di storicit
malintesa che funge in questo caso, ed il pericolo quello di perdere lo
specifico e l'autentico di un' epoca, di un fatto o di un documento. Un
esempio dell'anacronismo di questo tipo, che potremmo chiamare
positivo, un' affermazione del genere: La tesi di Talete che l'acqua il
principio e la causa di ogni cosa una tesi in fondo errata perch tiene
conto soltanto della causa di tipo materiale e trascura altri tipi di cause,
come quella formale, quella efficiente, quella finale. a tutti noto che
affermazioni anacronistiche di questo tipo si trovano spesso nell' opera
e nei giudizi di Aristotele. Ma la trasposizione pu anche avvenire in
senso inverso (e l'anacronismo risultare, per cos dire, negativo), quando
ci ostiniamo a non vedere la novit emergente da un contesto
formalmente tradizionale. Un esempio di anacronismo negativo
un' affermazione di questo tipo: La tesi di Senofane secondo la quale
gli uoInini sono fatti di terra e di acqua non altro in fondo che la ripresa
del vecchio mito di Pandora narrato da Esiodo ne Le opere e i giorni,
secondo il quale Efesto crea la prima donna, Pandora, impastando della
terra con dell'acqua e dandole forma. a tutti noto che affermazioni
anacronistiche di questo tipo cominciano di nuovo a riaffiorare in recenti
saggi di storiografia antica. Nell'anacronismo positivo si compie 1'errore
di portare il presente nel passato; nell' anacronismo negativo si compie
l'errore inverso di prolungare il passato nel presente.
dell' altro, del diverso, di ci che non quadra con il disegno prefissato
2. OPERARE SCHEMATIZZAZIONI
Lo schema assolutamente necessario alla scienza; l'errore consiste
Appendice
Appendice
Sui pianeti, Sulla natura, Dell'anima, Dei sapori, Dei colori, Dei cambiamenti
di forma, Dei ragionamenti, Questioni astronomiche, Questioni atmosferiche,
116
117
Appendice
118
119
Appendice
120
121
r
Pu ANCORA TALETE ESSERE CONSIDERATO IL PRIMU FILOSOFO?
Appendice
Quello che in definitiva ci pare che bene esprima il senso della scienzafilosofia dei milesi, e dei presocratici in generale, la coscienza di
dover ormai considerare la realt nella molteplicit dei suoi aspetti, dalle
stelle all'uomo, come un tutto regolato da un'unica legge razionale che
si esprime s in varie maniere, ma tutte pienamente riconoscibili, di
considerare la realt nella molteplicit dei suoi aspetti, dalla morfologia
delle societ umane, alla stessa mente dell'uomo, non come un qualche
cosa di fisso, di statico, di immutabile, ma al contrario come una realt
perennemente evolventesi, all'interno della quale i rapporti uomo-natura
e uomo-uomo acquistano connotaziOl e valori sempre diversi, e sempre
suscettibili di miglioramento.
122
123
Appendice
13 EUSTATH. Od. 1547,53:= DK 80A 11; PLUTARCH. Fericl. 36; SIMPuc. phys. 1108, 18 ad ARIsTOT.
phys. 250 a 19; ARIsTOT. metaph. 997 b 32; DIOG. LAERT. IX 52-54.
14 PHlLOSTRAT. v. soph. I 9,2:= DK 82A 1; DIODOR. XII53,1:= DK 82A4; PHILOSTRAT. v. soph. I
9,4:= DK82A 1; PLUTARCH. coni. prae. 43p.144b-c:::: DK82A 1 (cfr. anche B 8a); [PLUTARCH.1
vito X orat. p. 838 D:= DK 82A 17; SOPATER. in Herm. ed WALZ Rhetores Graeci VIII 23:= DK 82
B 31; PLAT. Men. 76 a sgg.:= DK 82 B 4.
15 PHlLOSTRAT. v. soph. 12:::: DK84A la; PLAT. Hipp. mai. 282 c:::: DK 84A3; PLAT. Prot. 315 cd:::: DK84A2.;XENOPH. simp. 4, 62:::: DK84A4a; SUID. S.V.; Crc. de orat. III 32,128:= DK 84
B 3; AruSTOPH. nubes 360:::: DK 84A5; THEMIST. or. 30 p. 422 Dind.:= DK 84 B 5, Cfr. inoltre
dei Greci nel suo sviluppo storico, p. 1, v. I, Firenze 1967); R. MONDOLFO, Alle origini della
filosofia della cultura, Bologna 1956; W. NESTLE, Vom Mythos zum Logos, Shlttgart 1940; B.
SNELL, La cultura greca e le origini del pensiero europeo, tr. it. di V. Degli Alberti e A. Sohni
Marietti, Torino 1963; C. THOMSON, I primi filosofi, tr. it. di P. Innocenti, Firenze 1973; J. P.
VERNANT, Mito e pensiero presso i Greci, tr. it. di M. Romano e B. Bravo, Tormo 1970; J. P.
VERNANT, Le origini del pensiero greco, tr. it. di F. Codino, Roma 1976.
28 C. E. R. LLOYD, La se. d. Gr., cit" p, lO.
29 SENEC, nat, quaest. III 14 p.l06, 9:= DK 11 A 15.
30 G. E. R. LLOYD, La se. d. Gr" cit., pp. 11-12,
. 31 Ibidem, p, 13.
32 Ibidem, pp. 13-14.
DK 84 A 9-A 19.
16PLAT.Hipp. mai. 281 a,282 d-e, 286 a= DK86A6,A7,A9; PHlLOSTRAT.V. soph. I 11, 1-3 = DK
86 A 2; PLAT. Hipp. mai. 285 b := DK 86 A 11; PROLC. in Eucl. p. 272, 3 Friedl. := DK 86 B 21;
PLAT. Hipp. mai. 368 b :::: DK 86 A 12.
"MT. U20, 15 = DK 87B 26;MT.1I28, 20 = DK 87 B 27; AP.T. 1129,3 = DK87B286; GALEN.
de med. nom.:::: DK 87 B 29 a; POLLUX onomast. II 223 = DK 87 B 36; ARlSTOT. phys. 185 a 14 =
DK 87 B 13; OXYRH. PAP.XI fu. 1364 ed. Hunt (coll.1-7), n. 1364 (col. 2), XV 120 n. 1797 (colI.
1-2) = DK87B 44.
18 DIOG. LAERT. IX 45-49 = DK 68 A 33.
19 DK 68 B O-B 34.
20 Ed egli era veramente in filosofia lottatore di pentatlon, dice Diogene Laerzio (IX 37)
riferendosi a [FLAT.] Amat, 135, 136 b:::: DK 68 A 1,
21 SInO. S.V. := DK 68 A 2; DIOG. LAERF. IX 50 = DK 68 A la.
22 Cfr. ARlSTOT. de part, animo 642 a 24; metaph. 987 a 30-987 b 6.
2.'l DroG. LAERT, IX 40 :::: DK 68 A 1.
24 Fr. 83 EH.C. II 290.
25 Cfr. DIOG. LAERT. IX 40:= DK 68 A 1,
26 Cfr. per esempio ARISTOT, depart. animo 642 a 24:= DK 68 A36; ARISTOT. degen. elcorr. 315
a3=DK68A35.
27 Su questo argomento esiste ormai una vasta bibliografia, Citiamo soltanto alcuni volumi
che pi direttamente se ne occupano: J, BRARD, La Magna Grecia, tr. it. di P. Bemardini
Marzolla, Torino 1963; H. BERVE, Storia greca, tr.di F. Codino, vol12, Bari 1966; J. BOARDMAN,
The Greeks Overseas, Aylesbury, Bucks 1973; C. M. BoWRA, L'esperienza greca, tr. it, di V.
Cosentino, Milano 1962; J, BURNET, Early Greek Philosophy, London 1892; J. BOONET, Greek
Philosophy: Thales to Plato, London 1914; G, CASERTANO, La nascita della filosofia vista dai Greci,
Napoli 1977; V. G. CHILDE, Il progresso nel mondo antico, tr. H. di A Ruata, Torino 1963; C.
COLLI, La nascita della filosofia, :Milano 1975; F. M, CORNFORD, From Religion to Philosophy,
New York 1957; F. M. CORNFORD, Principium Sapientiae, Cambridge 1952; C. DE SANTILLANA,
Le origini del pensiero scientifico, tr. it. di C. De Angelis, Firenze 1966; M. DETIENNE, I maestri
di verit nella Grecia arcaica, tr. it. diA Fraschetti, Roma-Bari 1977; C. DIANO, Forma ed evento.
Principi per una intetpretazione del mondo greco, Venezia 1952; M.l. FINLEY, Gli antichi Greci,
tr. it. di F. Codino, Torino 1965; H. FRAENKEL, Wege und Fonnen fruhgriechischen Denkens,
Mtinchen 1955; TH. GOMPERZ, Pensatori greci, val. I, tr. di L. Bandini, Firenze 1967; E. A
HAVELOCK, Cultura orale e civilt della scrittura, Da Omero a Platone, tr. it. di M. Carpitella,
Roma-Bari 1973; E. HUSSEY, I presocratici, tr. it. di L. Rampello, Milano 1977; C. S, KIRK, La
natura dei miti greci, tr. it, diM. Carpitella, Roma-Bari 1977; H e H A FRANKFORT (a cura di),
La filosofia prima dei Greci, tr. it. di E. Zolla, Tormo 1963; G. E. R. LLOYD, La scienza dei Greci,
tr. it. di A Salvadori e L. Libutti, Roma-Bari 1978; R. MONDOLFO, Nota sui rapporti fra la
cultura e speculazione orientale e la filosofia e scienza greca (sta in ZELLER-MoNDOLFO, La filosofia
124
34
35
Ibidem,
33
125
~:r
Abbagnano N. 73, 86
Abbot G. F. 90
. Acusilao 100
Adcock F. E. 90
Adorno F. 73, 75, 83
Aezio 27,95, 97, 124, 125
Afnan R. M. 82
Afrodite 35, 40
Albeggiani F. 85
Albergarno F. 75
Albertelli P. 74
Albrecht W. 86
Alcmeone 98
Alfieri V. E. 74, 75, 82
Allan D. J. 86
Allen R. E. 75
Amasi 51, 52, 53
Amida 117
Anassagora
28, 36, 45, 47, 82, IDI, 102, 119
Anassimandro n, 79, 122
Anassimene 65, 79, 122
Androzione 30
Antifonte 29, 116
Antioco di Ascalona 66
Antiseri D. 85, 86
Antistene 66, 106
Anton J. P. 75
Apollo 62
Apuleio 120, 125
Archelao 28
Archelao di Atene 98
Ares 40
Aristofane 30, 33, 124
Aristone di Ceo 99
Aristosseno 117
Aristotele
5, 9, 21, 25, 27, 30, 31, 39, 40, 41, 42,
43, 44, 46, 47, 48, 55, 58, 59, 61, 62, 63, 71,
84, 85, 86, 87, 88, 95, 96, 97, 98, 99, 100,
101, 102, 103, 105, 112, 117, 118, 120,
21, 124, 125
Artemisia 50
Atena 12, 40
Attardo Magrini M. 75
Auhenque P. 86
Axelos K. 81
Babut D. 75, 91
Bailey C. 82
Bandini L. 77, 124
Barker E. 75
Bartoletti V, 90
Bas). 81
Bassi D, 91
Battegazzore A. 83
Beck I. 89
Bellincioni M, 78
Beltrametti A. A. 86
Brard J, 75, 124
Bernardini p, 75, 124
Bernhardt J. 8
Berti E. 86
Berve H. 75, 90
Biante di Priene 95
Bigg Ch. D. D. 91
Bignami F. 86
Bignone E. 75, 81, 86
BiliA. 75
Boardman J, 75, 124
Boatti A. 90
Bocbenski J. M. 75
Bodrero B, 81, 83
BollackJ. 81
Bornitz H. F. 89
BoscoN. 75
Bourgey L. 86
Bowle J. 75
Bowra C. M, 75, 124
Boyanc P. 75
Bravo B. 79, 107, 125
127
Brech! F. J. 81
Brun]. 81
Buccellato M. 83
Bucher-Isler B. 91
Burkhardt J. 75
Bume! J. 71, 75, 83, 107, 124
c
CairmsH. 84
Calabi F. 84, 86
Callimaco 61, 97, 105
Calogero G. 75, 80, 86, 87
Cambiano G. 75, 84
Campese S. 86
Canfora L. 89, 90
Cantarella R. 75
Capizzi A. 74, 80, 82, 83, 84
Capparelli V. 80
Carbonara C. 84, 86
Carbonara Naddei M. 82
Cardini M. 81
Carlini A. 86
Carpitella M. 77, 124
Carugo A. 78
Casertano G. 83, 124
Cassirer E. 75
Cataudella Q. 74, 90
Cecchin S. A. 75
Chadwick H. 91
Cha!ele! F. 75, 84, 89
Cherniss H. F. 75, 84, 90
Childe V. G. 75, 124
Chiane di Sparta 95
Cicerone M. T. 102
Cilento V. 90
Ciurnelli D. 82
Cleante 106
Clemente Alessandrino
9, ll iD, Il'> 7l, 'll, 9L 92, %, 10') JOl, ID
Cleoblo di Lindo 95
Cleone 54
Cleve F. M. 82
Clinia 117
Coarelli F. 79
Cobe! J. 89
Cochrane Ch. N. 90
128
Dioniso 52, 62
Dodds E. R. 76
DoniniG. 89
Donini P. 86
Dover K. J. 90
DowneyG. 86
Drews R. 89
Duprel E. 83
During I. 86
Gadamer H.-G. 77
Gallavotti C. 81
Garin E. 107
Gavazzi Porta D. 84
GeerR. M. 90
Gentile M. 84
Geymonat V. 73, 78, 107
Giamblico 102, 105
Giannantoni G. 74, 77, 83, 85
Giarratano C. 83
Gigante M. 77
Gigon O. 77, 81
Gilardoni G. 80, 81
Giuseppe 96
Gnoli G. 76, 107
129
Gomme A. W. 90
Gomperz H. 73, 83
Gomperz Th. 77, 124
Gorgia 29, 30, 80, 83, 98, 116
Gosling J. C. 84
Grecchi L. 6
GrilliA. 77
Guidi F. 77
GuittonJ. 84
Guthrie K. S. 73, 92
Jaeger W. 77, 87
Jesi F. 77
)001 73
Jones C. P. 91
Jones H. S. 77, 88
HanischA 86
HappH.87
Harhnann).). 91
Havelock E. A. 77, 124
Heath T. 87
Hegel G. W. F.
11, 12, 13, 15, 16, 17, 18, 19, 20,
22, 69, 74, 84, 93, 94, 95, 96, 100
Heichelheim F. M. 77
Heinimann E. 77
Heisenberg W. K. 16
Hembolt 90
Hintikka). 87
Hirsch W. 84
Hirzel R. 77, 91
Hoffrnann E. 84
HowW. W. 89
HuartP. 90
Husserl E. 93
Hussey E. 77, 124
Immerwahr H. 89
hmocenti P. 79, 125
Ione di Chio 98
Ippia 29, 30, 32, 116
Ippocrate di Chio 28, 29
Ippolito 123
Ippone 106
Iside 62, 90
Isnardi Parente M. 84, 85
130
KaiserM. 89
Kallenberg H. 91
Kirk G. S. 77, 124
Kitto H. D. F. 77
KojveA.77
KoyrA. 84
Kranz W. 73, 81, 123
Kube). 83
Kullmann W. 87
Kustas G. L. 75
Lana L 77, 83
Langerbeck H. 82
Lanza D. 82, 86
Laura D. 85
Laurenti R. 74, 79, 81, 84, 85, 86, 87
Laurenza G. 85
Lavagnini B. 89
Lazzati G. 91
Lee H. P. D. 80
Legrand Ph. 88
Leonardo da Vinci 72
Lemer M. P. 87
Lesky A. 77
Leszl W. 87
Leucippo 47
Lvque P. 77
Levi M. A. 83, 87, 91
Libutti L. 124
Licurgo 62
Lloyd G. E. R.
77, 78, 87, 118, 119, 124, 125
Lodino F. 79
Macchioro V. 81
Macrobio 123
Maddalena A. 74, 79, 89, 90,104
Manara Valgimigli 83
Manni E. 6, 110
Mannsperger D. 84
MansionA 87
Marouzeau 73
Marrou H. L 78
Martano G. 78, 84, 92, 107
MartinG. 84
MarxK. 7
Massi U. 78
Maurer R. 84
MayerA. 91
MayerC. 90
MayerH.87
Mazzantini G. 81
Mazzarino S. 78, 89
Mazziotti M. 82
Mc Ilwain Ch. 77
Melampo 65
Melisso di Samo 28, 80
Melsen A G. M. van 82
Menelao 51, 52
Menone 83
MerkerN.74
MewaldtJ. 83
Meyer E. 89
Migliori M. 85
Mignucci M. 86, 87
Minio Paluello L. 83
Minucio 97
Misone di Chene 95
Momigliano A 89
Monan). D. 87
MondolfoR.
61, 74, 78, 79, 80, 81, 82, 85, 88, 94,
103, 124, 125
MorauJ. 87
MorenzS. 89
Moreschini C. 83
Morpurgo C. 87
Mos 66
Mourelatos A. P. D. 78, 80
Mullach 90, 106
MurckJ. 92
Museo 62, 100
Myres). L. 89
N
Natorp P. 84
NegroC. 87
Nlod G. 81
Nestle W. 78, 125
Neugebauer o. 78
NizanP. 82
Numenio d'Apamea
9, 66,71, 90, 92, 107
NuyensF. 87
o
Oberdorfer A 78
O'Brien D. 82
Oceano 121
01dfather C. H. 90
Olivieri A 80
Omero
2L 'lJ, 28, 41, 61, 77,
121, 124, 125
OmodeoA. 76
Orfeo 30, 61, 62, 100
Osbom E. F. 92
Osiride 62, 90
Otto W. F. 78
Owen G. E. L. 87
OwensJ.78
~,
131
p
Pacchi A. 78
Paci E. 71, 78, 107
Pagliaro A. 81
Pandora 112
Pareyson L. 87
Parmenide
18, 28, 80, 83, 116, 118, 119, 123
Pasquinelli A. 74
Patzig G. 87
Pauly-Wissowa 73
Pausania 53
Pearson L. 89
Pellegrino M, 92
Peride 53, 54, 124
Peri G. 91
Pesce D. 85
PeUazzoni R. 78
Phillips E. D. 78
Pieper J. 84
Firta 57, 118
Piste11i 102
Pitagora
27, 28, 3D, 61, 62, 65, 67, 80, 96,
106, 115, 119
Pittaco di Mileto 95
Planck 16
Platone
5, 9, 12, 13, 17, 21, 25, 27, 30, 31, 32,
33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, 41, 55, 56, 57, 58,
62, 63, 65, 66, 67, 69, 77, 80, 83,
84, 85, 93, 95, 96, 97, 98, 99, 104, 107,
117, 118, 123, 124
Plebe A. 78, 85, 87, 88
Plinio 59, 105, 125
Plutarco
9, 62, 63, 64, 71, 90, 91, 96, 97, 99,
101, 105, 106, 121, 124, 125
Pocar E. 77
Pohlenz M. 78, 84, 89
Policleto 44
Pollux 97, 124
Porfirio 96
Poseidone 118, 122
Powell J. E. 88, 89
Praechter K. 74, 95, 96
Preti G. 74, 78
Prodo 97,121,124,125
132
vi
.'
R
RaibleW. 87
Ramnoux C. 81
Rampello L. 77,124
Raven J. K 77, 80
Reale G. 78, 80, 81, 85, 87, 88
Reinhardt K. 80
Rey A. 78
Riondato K 88
Ritter J. 88
Riverso E. 78
Robin L. 71, 74, 78; 84, 88, 95, 107
Robinson J. M. 78
Rodier G. 78
RohdeE. 78
Romano F. 82
Romano M. 79, 107, 125
Rose 95, 100, 101, 103
RossW. D.
84, 88, 95, 97, 100, 101, 102, 103, 105
Rostagni A. 80
Rotond A. 76
Roveri A. 89
Ruata A. 75, 124
Ruggiu L. 80, 88
Runciman W. C. 85
Russo A. 88
Russo L. 85, 86
Ryle G. 85
S
SaittaA. 83
Salmoside 27
Salucci B. 80, 81
Salvadori A. 124
Sambursky S. 71, 78, 107, 125
Sanna G. 74
Sarton G. 79
Sartori F. 79, 88
Schaerer R. 79
Scluna1zriedt E. 85
Schuhl P. M. 79, 85
Schwartz E. 90
Sciacca M. F. 85
Sciacca S. 77
Seneca 125
Senofane 96, 112, 115, 116, 119
~enofonte 30, 66, 97, 106, 124
Sedni P. 74, 107
Serse 53
Sesto Empirico 97, 123
Sgroi P. 88
Sichirollo L. 79, 84, 88
Siebeck E. 88
Silvestri Giorgi A. 79
Simplicio 96, 97,123, 124
Sinclair Th, A. 79
Siniscalco P. 79
Snell B. 74, 79, 95, 125
Socrate 13, 21, 28, 30, 33, 35, 46, 56,
66, 67, 79, 83, 84
Solmi Marietti A. 79, 125
Solone 27, 30, 51, 52, 57, 62, 65, 95
Sopater 97, 124
Sosio L. 75
Soury G. 91
Speusippo 66
Spinella M, 89
Spinelli A. 88
Spinoza B. 45
Spoerri W. 91
Stahl H. P. 90
Stahlin O. 90, 106
Stefanini L. 85
Stenzel J. 79, 85
Stewart J. A. 85
Stobeo 95
Strabone 123
Suida 28,96, 124, 125
Tanln L. 81
Targioni Violani A. M. 79
Taylor A. E. 85, 88
Temistocle 97, 124
Tertulliano 95
Tetide 121
Thomson G. 79, 125
Tifone 64
Timpanaro Cardini M. 74, 80
Tollinton R. B. 92
Torraca L. 85
Touchard J. 79
ToutainJ. 79
Tucidide 9, 21, 53, 54, 71, 88, 90, 104
v
Vacca De Bosis V. 76
Vaccaro N, 74
Varvaro P. 85, 104
Vasari G. 72, 107
Vattimo G. 88
Vegetti M. 79, 85, 86
Verdenius W, J. 80
Vemant J.-P. 71, 79, 107, 125
Viano C. A. 86, 88
Vidal Naquet P. 77
Vitali R. 80, 83
V1astos G. 85
Voilquin J. 79
Volkmann R. 91
w
T
WalzerR.
Talete
Weizsiicker A. 91
WellesJ. 89
West M. L. 71, 107
Wieland W. 88
133
Wilamowitz U. 79
Windelband W.
13, 15, 19, 20, 31, 73, 74, 94
Wiplinger F. 88
WismanH. 81
Woodbridge F. J. E. 88
Woodhead G. A. 90
Zaclro A. 83, 86
Zafiropulo J.- 80, 82
Zallone E. 79
Zeller E.
13, 15, 21, 22, 61, 71, 73, 74, 79, SO,
81, 82, 85, 88, 94, 95, 103, 104, 105, 107, 124
Zenone 28, 80
Zeppi S. 79, 83
Zeus 12
Ziegler K. 91
ZimmemA. 79
Zolla E. 107, 124
ZunztG.79
Sommario
135
***
ApPENDICE
o,"
se uno
136
137
T
altri nostri titoli
il giogo
1. Luca Grecchi, La verit umana nel pensiero religioso di Sergio Quinzio.
2, AA. Vv., Sumballein. Riflessioni sugli scritti di Umberto Galimberti. Federico
Bardonaro, L'et della tecnica? Appunti di lettura di ({Psiche e Techne - Michele Marolla,
Dalla crisi della ragione alla coscienza simbolica. Esposizione e osservazioni critiche intorno
al saggio di U. Galimberti, La terra senza il male. Jung: dal!' inconscio al simbolo - Franco
Toscani, Sacro, tecnica, etica nel pensiero di Umberto Galimberti - Diego Melegari,
Dall'equivoco alla possibilit - Alberto Giovanni Siuso, Corpo e Tempo - Costanzo
Preve, Marx e Heidegger. Pervasivit' della tecnica e critica culturale al capitalismo nei
due classici ed in alcuni loro interpreti contemporanei - Giuseppe Bailone, La malattia
genetica del marxismo. Obiezioni al Marx e Heidegger di Costanzo Preve - Giuseppe
Bailone, I vizi di Galimberti e il peccato di Aracne.
3. Umberto Galimberti - Luca Grecchi, Filosofia e Biografia.
4. Luca Grecchi, Nel pensiero filosofico di Emanuele Severino.
5. Luca Grecchi, Corrispondenze di metafisica umanistica.
6. Luca Grecchi, Il necessario fondamento umanistico della metafisica.
7. Costanzo Preve - Luca Grecchi, Marx e gli antichi Greci.
8. AA. W., Dialettica oggi. Costanzo Preve, Elogio della filosofia. Fondamento, verit e
sistema nella conoscenza e nella pratica filosofica dai greci alla situazione contemporanea Giuseppe Bailone, La verit si pu mettere ai voti? - Enrico Berti, Si pu parlare di una
evoluzione della dialettica platonica? - Mario Vegetti, La dialettica nella Repubblica di
Platone - Domenico Losurdo, Contraddizione oggettiva e analisi della societ: Kant,
Hegel, Marx - Giovanni Stelli, Alcune osservazioni sulla dialettica hegeliana - Nello De
Bellis, Note a margine sulla dialettica di Hegel - Alberto Giovanni Biuso, Dialettica e
benedizione. Sul!'antropologia greca di Friedrich Nietzsche - Michele Marolla, Riflessioni
sull'attualit della dialettica.
9. Luca Grecchi, Conoscenza della felicit. Premessa di Mario Vegetti.
lO. Luca Grecchi, Il pensiero filosofico di Umberto Galimberti. Presentazione di Carmelo
Vigna.
11. Costanzo Preve, Storia della Dialettica.
12. Marino Gentile, La metafisica presofistica. Con una Appendice su "Il valore classico
della metafisica antica". Introduzione di Enrico Berti.
13. Costanzo Preve, Storia dell'Etica.
14. Enrico Berti, Incontri con la filosofia contemporanea.
15. Luca Grecchi, Il presente della filosofia italiana.
16. Costanzo Preve, Storia del Materialismo.
17. Giovanni Casertano, La nascita della filosofia vista dai Greci.
18. Mario Vegetti, Scritti con la mano sinistra.
138
Massimo Bontempelli, Il respiro del Novecento. Percorso di storia del XX secolo (1914-
1945).
Paul'Forman, Fisici a Weimar. La cultura di Weimar, la causalit e la teoria quantistica. A
cura di Tito M. Tonietti.
Costanzo Preve, Hegel Marx Heidegger. Un percorso nella filosofia contemporanea.
Luca Grecchi, L'anima umana come fondamenta della verit.
Daniela Belliti, Dopo il totalitarismo. Filosofia e politica nel pensiero di Hannah Arendt.
Luca Grecchi, KarI Marx nel sentiero della verit.
Gianfranco La Grassa, Il capitalismo oggi. Dalla propriet al conflitto strategico. Per una
cerimoniale.
Eric Weil, Pensare il mondo. Filosofia Dialettica Realt.
Costanzo Preve, Un secolo di marxismo. Idee e ideologie.
Carlo Carrara, La domanda del senso. Per una filosofia del "ri-trovamento".
Giancarlo Paciello, Quale processo di pace? Cinquant'anni di espulsioni e di espropriazioni
di terre ai palestinesi.
Costanzo Preve, Verit filosofica e critica sociale. Religione, filosofia, marxismo
Massimo Bontempelli, Filosofia e Realt. Saggia sul concetto di realt in Hegel e sul
nichilismo contemporaneo.
Federico Dinucci, Marx prima di Marx. Teoria del valore e processi di globalizzazione.
Diego Melegari, Il problema scongiurato. Note su Antonio Negri e il "partito" del GeneraI
Inlellecl.
Costanzo Preve, Individui liberati, comunit solidali. Sulla questione della societ degli
individui.
Marino Badiale, La Mappa e il Paesaggio. Osseroazioni critiche sull'epistemologia del
Novecento.
Costanzo Preve, Il bombardamento etico. Saggio sull'Interventismo Umanitario,
sull'Embargo Terapeutico e sulla Menzogna Evidente.
Marco Salvioli, Kenosi e De-centramento. Il concetto di Dio tra J. Derrida e M. C. Taylor.
Costanzo Preve, Marxismo, Filosofia, Verit.
Massimo Bontempelli-Costanzo Preve, Ges uomo nella storia, Dio nel pensiero.
Federico Dinucci, Materialismo aleatorio. Saggio sulla filosofia dell'ultimo AIthusser.
Massimo Bontempelli - Costanzo Preve, Nichilismo Verit Storia. Un manifesto filosofico
della fine del XX secolo.
Costanzo Preve, I secoli difficili. Introduzione al pensiero filosofico dell'Ottocento e del
Novecento.
Giancarlo Paciello, La nuova Intifada. Per il diritto alla vita del popolo palestinese.
Andrea Cavazzini, Teoria, Ideologia, Storia. Note critiche su un inedito di Althusser.
Gianfranco La Grassa, L'imperialismo. Teoria ed epoca di crisi.
139
T
Costanzo Preve, L'educazione filosofica. Memoria del passato - Compito del presente -
di Platone.
EGERIA
Letteratura, arte, pensiero d'Europa
La Minima. Due atti di MAURA DEL SERRA, con una nota di Daniela Marcheschi.
Novanta. Verso un'arte di pensiero, di AMEDEO ANELLI.
E. ABBOZZO - G. BAI - S. CARDINALI - A. CAVALIERI - A. CESARI - F. DE BERNARDI - F. FEDI - G.
GIN! - S. NlliLN - C. ROSI - F. SCATOLI - M. TRAINI - W. XERRA.
Il fuoco e la rosa.
I "Quattro Quartetti" di Eliot e Studi su Eliot, di MARGHERITA GUIDACCI. A cura di Ilaria Rabatti.
Di storia in storia: la biblioteca italiana di Hjalmar Bergman, di YRJA HAGLUND.
Il Segugio del Cielo e altre poesie, di FRANOS THOMPSON. A cura di Maura Del Serra.
Drammaturghi del Novecento europeo.
H. IBSEN - L. PIRANDELW - A. CA11US - B. BRECHT - S. BECKETI.
Interventi di: G. Antonucci - M. Argenziana - U. Ranfani - L. Zagari - K. Elam.
Di poesia e d'altro - vaL II, di MAURA DEL SERRA.
E THOMPSON - A. PANZINI- E. LASKER~SCHLER - D. CAMPANA
A. ONOFIU- V. S. SOLOV'Ev.
Filo di perle
AIN ZARA MAGNO, Parole d'amore. A cura di Ilaria Rabatti.
LUISA GIACONI, Dalla mia notte lontana. A cura di Ilaria Rabatti.
MARGHERITA GUIDACCI, La voce dell'acqua. Quaderno di traduzioni, a cura di Giancarlo
Battaglia e liaria Rabatti [autori tradotti: William Blake, Hilda Doolitle, Thomas S. Eliot, Gabriela
Mistral, Richard Eberhart, Robert Frost, Archlbald MacLeish, Ezra Pound, Tu Fu, Mao Tse-tung,
Federico Garda Lorca, VicenteAleixandre, Jorge Guilln, Cristopher Smart, Marie Under, Kath1een
Raine, Henrik Visnapuu, Francis Thompson, Czeslaw Milosz, Elizabeth Bishop, Jolm Keats].
140
141
T
Nel vento
MAURA DEL SERRA, Crescita e costruzione: immagini del giardino,
GruSEPPE GIUSTI, II Gingillino, A cura di Giampiero Giampieri e Luigi Angeli
SIMONE WEIL, Le Poesie. Introduzione e traduzione di Maura Del Serra.
DANIELA MARCHESCHI, Destino e sorpresa. Per Giuseppe Pontiggia, con i suoi primo scritti sul
"verri".
NICOLA LISI, Voci da una parlata e altri segni. Con uno scritto di Margherita Guidacci, Lisi o la
celestiale assenza.
MAURA DEL SERRA, Congiunzioni. Ventiquattro poesie inedite,
ALBERTO GIOVANNI Bruso, Inni alla Luce,
142
de
Bibliotecas