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45116 ARRIVATA QUI


ARLECCHINO
di Dario Fo
Testo e traduzione
a cura di Franca Rame

Questa commedia stata scritta per la Biennale di Venezia nel


quattrocentesimo anniversario della nascita di ARLECCHINO .
La prima rappresentazione si tenuta al Palazzo del Cinema di
Venezia il 18 ottobre 1985.
Trascrizione della registrazione dello spettacolo Hellequin Harlekin - Arlekin - ARLECCHINO del 2 marzo 1986 al
Teatro Ciak di Milano
Commedia dellarte allimprovviso

La commedia dellarte
Personaggi
ARLECCHINO
Marcolfa
Razzullo
Scaracco
Ganassa
Sparavento
Burattino
Toni
Balordo
Capocomico

Prologo
Dario Fo entra in scena: veste un costume che riecheggia
quello di ARLECCHINO e si rivolge direttamente al pubblico.

DARIO: Il costume che indosso quello del primo ARLECCHINO


,
e noterete subito che non ho la maschera. Ci sono
stati dei critici che, la prima volta che sono apparso cos,
si sono messi quasi a urlare scandalizzati: Non ha la
maschera! Non sapendo essi stessi che il primo ARLECCHINO
non portava assolutamente la maschera, ma un
maquillage pi o meno simile a questo che vedete sulla
mia faccia.
Il primo ARLECCHINO fu un grande comico italiano di Mantova,
si chiamava Tristano Martinelli, e si trovava in Francia
con la compagnia dei Geloso.
Allinizio ARLECCHINO era uno Zanni in seconda, come
veniva chiamato, cio di rincalzo, ma esprimeva una irruenza
a dir poco sconvolgente e, soprattutto, di dimensioni
completamente nuove. Irrompeva sul palcoscenico
buttando allaria lassetto della commedia. Non
rivestiva un ruolo fisso, il suo era piuttosto un antiruolo.
Inscenava situazioni e gesti di una scurrilit e pesantezza
brutali: abbassava le brache di colpo e si metteva
a defecare questo il termine raffinato, non
quello usato da ARLECCHINO . Naturalmente era tutto finto,
non che eseguisse oscenit reali. Faceva anche pip sul
pubblico, quasi sempre spruzzando acqua colorata.
In mancanza di materiale corretto si accontentava di ingredienti
naturali.
Insomma, provocava nel modo pi sguaiato urlando battte
scurrili che alludevano indifferentemente al sesso,
alla fame, alla guerra, alla morte, allinferno Distruggeva
ogni buon modo di pensare, ogni morale. Ecco: ARLECCHINO
era fondamentalmente un amorale.
Quelle sue provocazioni suscitarono un successo incredibile;
con le sue entrate oscene aveva rotto le tradizionali convenzioni
dello spettacolo.
Ma da dove nasceva quel suo sconvolgimento scenico?
Certo dai mariazzi della Padania del XV secolo, spettacoli
messi in scena dai contadini durante il banchetto
nuziale, ma anche dalla tradizione francese che aveva
ispirato Rabelais e soprattutto i fabliaux dellalto medioevo.
Se vi capitato di assistere a qualche nostra rappresentazione

del Fabulazzo osceno, vi sar rimasto in mente il gioco


scopertamente
scurrile e poetico della Parpaja tpola.
ARLECCHINO aveva elaborato tutti quei temi e ne aveva
mostrato il risultato dirompente addirittura davanti alla
corte di Francia, presenti il re e la regina. Le loro maest
godevano immensamente nellassistere alle reazioni
sconvolte dei cortigiani e incitavano in ogni occasione
ARLECCHINO (Tristano Martinelli) a caricare sempre pi
di follie le sue esibizioni. Soprattutto la regina stravedeva
per questo nuovo genere e dimostrava una enorme
simpatia per il comico, al punto da tenere a battesimo
il suo primo figlio.
A questo punto dobbligo affrontare un luogo comune
di bassa cultura che continua a dominare nei licei e
nelle universit, cio quello secondo cui i comici dellarte
fossero in gran parte dei nafs di straordinaria genialit,
ma inesistenti sul piano della cultura e della coscienza
civile. Si tratta di un errore madornale. La compagnia
in cui si esibiva Tristano Martinelli era composta
per unalta percentuale da quelli che oggi chiameremmo
intellettuali. Il capocomico dimostrava una grande
preparazione umanistica e scientifica. Lo stesso Martinelli
poteva vantare studi di legge e una notevole conoscenza
dei classici.
Giuseppe Domenico Biancolelli, il comico della commedia
allitaliana che sempre in Francia rivest i panni
di ARLECCHINO dopo Tristano Martinelli, era, oltre che
un uomo di cultura, un acrobata inimitabile. Di lui
Molire diceva: Vola nellaria come se ci fosse nato! Inventava o
elaborava da s i canovacci traducendoli in commedie compiute
grazie a una regia scientifica
e fantastica insieme. Con lui la maschera di ARLECCHINO
cessa di essere stereotipo fisso del servo inaffidabile
e truculento per adattarsi a decine di tipi disparati
e diversi: ARLECCHINO giudice corrotto o irreprensibile,
ARLECCHINO
inquisitore, ARLECCHINO
tartufo,
ARLECCHINO
Don Giovanni o servo di Don Giovanni, ARLECCHINO
sbirro, ARLECCHINO furfante e marinaio, e, per
finire, ARLECCHINO femmina.

Hellequin, Harlekin, Arlekin, Arlequin, ARLECCHINO


sono
i nomi che segnano levoluzione di questa maschera nata
in Francia, a Parigi, verso la fine del Seicento: erano i
nomi di un diavolo, di un manigoldo pazzo, di uno Zanni
bergamasco
ATTO PRIMO
Scena allantica italiana. Sequenza in prospettiva di parallelepipedi
che alludono a fiancate di case su entrambi i lati. Un largo
praticabile si leva a quattro metri dal proscenio attraversa tutta la
scena,
cosicch la piazza si ritrova su due piani.
In proscenio, sui due lati, a formare una quinta, le sagome
di due case a diversi piani munite
ciascuna di finestre e porte praticabili. Sale lentamente
la luce. Entra in scena ARLECCHINO con un gran
trombone le cui spire gli avvolgono il petto,
seguito da otto maschere (gli Zanni) che eseguono
capriole, volteggi a ruota e combattimenti con
bastoni, schiaffi e pedate sui ritmi della canzone Leroe.
Leroe, leroe, leroe, leroe
della vitto-o-ria sia adesso il nostro re
della vittoria il nostro eroe
leroe, leroe della vittoria sia adesso il nostro re
sia adesso il nostro re.
Ono-o-onor e gloria allArlecchin si deve
leroe delle nostre vitto-o-rie
sia adesso il nostro re,
il nostro eroe delle vittorie sia adesso il nostro re
sia adesso il nostro re.
Entra Marcolfa con un secchio, spazzolone e strofinaccio.
Si pone carponi e inizia a pulire il pavimento. Canta
mentre gli attori continuano ad esibirsi in capovolte e acrobazie
clownesche.
MARCOLFA El m amor mha ditto: mi te amo
e mi ghho respond: ma vatte a impcca!

L el mha ditto: alra mi te sgagno!


e mha sgagn l proprio in s la cipa!
El m amore a l de Porta Ngra
el ghha na bala triste e laltra algra...
El m amore a l de Porta Lagna
el ghha na cipa slgna e laltra stagna!
Larallalarallalarall! Larallalarallalarall!
(Alla fine della canzone guarda in platea e solo allora si accorge
che il pubblico in sala e grida:) Oh madre! Ma smo mati?!
Ma chi l che ghha derv el sipario! Gh tta la znte insentda
che la varda... (Indicando gli Zanni) E questi che per scaldrse le
znte dei gimbi e dei brsi i fa lazi e strambolare! (Li sospinge
fuori scena) Fra, fra... (ad alta voce verso la quinta) Tir el
sipario, sar, che no l ancora tempo de cominciare... La sira
no la sta ancora impreparda col truco... tir el sipario! (Dalla
quinta di sinistra spuntano due mani gesticolanti e una voce grida
frasi incomprensibili in grammelot).
PRIMA VOCE-MANI (come a dire) No l se pol minga.
MARCOLFA Come, no se ple sar el sipario?
Da unaltra quinta si ripete il gioco mani-grammelot
SECONDA VOCE MANI (come a dire che si bloccata la
rondella!) Gh egn ol rod.
MARCOLFA S incant la rondla? Ma mi no pdo star a lavare
ol palco co la znte che me varda... Ciam qualchedn che lo
gista... ciam lArlechno...
FUORI SCENA, A PI VOCI: Arlechno, Arlechno, Arlechno!
Entra in scena ARLECCHINO .
ARLECCHINO Ma ti se che ghho limpressin che qualchedun
m cima? Sento le voci!
MARCOLFA Arlechn, a ghh na disgrsia! S rto el sipario e
tta la znte l l insentda che la m varda! E mi no pdo lavr
par tra parch m vergogno!
ARLECCHINO (rivolgendosi al pubblico) Scusa, scusa! A gh
stada una disgrsia... S stcept tto el sipario e adso per piasr
dovarsse voltar la fcia da laltra parte! Parch altrimenti le

(indicando Marcolfa) no la pl lavorare. Alra, per


piasr, volt la fcia!... Sara come se ghe fosse a casa vostra una
disgrsia, che s stcep la
fenstra e magari mi arvi l... m pgio su la fenstra e disi: Sira,
vada tranqula... de intimo... la se dispja pure che a mi m pise!
Voilter m dis: Guardn vilno! Alra, per piasr, volt la
fcia da laltra parte! Grsie.
MARCOLFA (guardando il pubblico) No i obedse!
ARLECCHINO Voltve! Volt la fcia da laltra parte!
MARCOLFA (c.s.) Ubidre! Viln!
ARLECCHINO I continua a vardare! Qulo, adiritura col binocolo!
Vardn! (Minaccioso) Vard che mi devnto catvo!
MARCOLFA Pegir par vui! Adso lArlechno ol dovnta catvo!
ARLECCHINO Basta! Devnto catvo! (Come avesse davanti una
grande lavagna, fa il gesto di cancellare con la mano il pubblico).
MARCOLFA Cosa te ft Arlechno?
ARLECCHINO I canlo tti!
MARCOLFA No, lassa stare...
ARLECCHINO (pausa, guardando in platea) No i sparsse!
Come l difile scanzelre!
MARCOLFA Arlechno, bisogna giustr ol sipario. Te ghha na
scala lnga?
ARLECCHINO No, ma ghho un carto.
MARCOLFA E cosa te f cont el cartto?
ARLECCHINO L un carto che avmo rubdo in dol titro chi de
fcia. El ghha de le rde con dei raggi mi a ghe strapo via tti i
raggi, ghe fo dei pioli... i meto tti in fila e monto su paso-paso,
fino in zima!
MARCOLFA Ma dio, Arlechno! Te se un finomeno! Te se
veramente capze de montr si pioli e darivr fino in alto, snsa i
stangn laterali?! Che bravissimo che te st, Arlechno!
ARLECCHINO Che balengo che son! Marcolfa, grsie! Te m
salv la vita! Che mi come un cojn a montavi s sti pioli e
quandero in ima: No ghho i stangn!! (mima una caduta)
BRAAAMM... m stcepvo tuto! Grsie, m ricorder de
sto to salvamnto!
Bon, alra vago al titro in dove ghavmo rub el cartto, l
ghhanno na scala lnga... a cato la scala, ghe strapo via tti i pioli
e ghe li lasso l, ciapo i di stangn, ghe infilo i m ragi al posto dei
pioli. Cos no m pden dire che ghho rub na scala: ghho rub
di stangn! (Ride ammiccando al pubblico) Che testa che ghho,

che zervlo!
MARCOLFA Ma de fato, caro zerveln, l che adso quei del
titro no ghhan pu na scala, ma sojamnte dei pirli but per
tra!
ARLECCHINO Che importa? Tanto loro la scala la non pol p
adoprre
MARCOLFA: Parch?
ARLECCHINO : Parch ol sipario l brs!
MARCOLFA Gh brsa ol sipario? Quando?!
ARLECCHINO
Adso! Ghho dit lrden al Ganssa de
brsrlo! (Urlando verso la quinta) Ganssa, t brs ol sipario?
GANASSA (da fuori quinta) S capo, l brsa!
ARLECCHINO Bravo! Qualsiasi cosa te ghe dise, l obedse!
MARCOLFA Una corda lnga ti ghe lha?
ARLECCHINO No, ma ghho lasino!
MARCOLFA Cosa te ft con lasino?
ARLECCHINO Lasino che ghera tac al carto! Quando
ghavmo port via el carto, lasino s meto a pignere...
st come i pigne sempre i seni quando te ghe prtet via el carto:
(imita il raglio dellasino) IIHII IIHIIHIII! Alra ghmo port via
anca lseno. Solo chea lseno ghera tac una corda che lera
legda al titro. Noi ghmo tir la corda, ma ol titro no vorsva
vegnre... L un tatro STABILE. Alra mo cat un picn e
ghmo strapto via lanlo dal mro del titro dove lera tacda la
corda. Adso ghe tachmo lanlo, la corda e anca lseno al nostro
sipario... cos che lseno ghe fa de contrapso e quando ariva in
fondo: IIIHII, IHII!, capmo che el sipario l ser! (Esce).
MARCOLFA (rivolgendosi al pubblico) Siri speciadri, di
mint, el Ganssa e lArlechno gisteno el sipario... Mi no lavo in
tra parch m vergogno, e po andernno a scomincire con el
prologo i siri artisti. (Raccoglie secchio e spazzolone e si avvia a
uscire di scena, ma viene bloccata dalle due mani gesticolanti che
gi conosciamo, che spuntano dalla quinta accompagnate dal solito
vociare concitato)
PRIMA VOCE-MANI (Grammelot come a dire che il primo attore
non arrivato).
MARCOLFA Cos?! El primo actr no l riv? Oh, bja!
Altre due mani spuntano da unaltra quinta
SECONDA VOCE-MANI (Grammelot come a dire che il primo

attore non verr)


MARCOLFA Come nol vgne? Cosa gh capitt?
TERZA VOCE-MANI (Si ripete nuovamente il gioco manigrammelot, come a dire E in galera!)
MARCOLFA In galera?! Dio, che disgrssia! (Al pubblico) Ol
primo actr l in galera... Alra niente... me despise ma no se fa
n prologo, n spetcolo... And a ca vostra. Buonasra!
Entra ARLECCHINO
che rivolgendosi a Marcolfa parla
concitatamente in grammelot e finisce dicendole:
ARLECCHINO El prologo te lo fe ti! (Esce).
MARCOLFA Cosa? Mi dovara fare el prologo?... Mi?! Ma si
mati!? No son capze de sprologre! (Da una quinta ancora il
gioco mani-grammelot: il capocomico).
CAPOCOMICO (in grammelot come a dire: Devi assolutamente
fare tu il prologo!).
MARCOLFA No son capace... scapo!
Entra in scena il capocomico.
CAPOCOMICO Marcolfa, non fare storie che tu sai pure di che si
tratta nella commedia imperocch in infinite occasioni
tu lhai veduta. Di, dacci di prologo.
MARCOLFA Me scsa, sir capocomico, ma mi la comdia
no lho mai veda in enfinte occasioni, parch mi son sempre de
drio durante la comdia ad aiutrghe la sira Isabella a calrse i
vestimnti e a tirrghe su le ttte con i pecitti per frghele sodte!
CAPOCOMICO Ma cosa vai a tenere simili discorsi in fronte allo
pubblico astante!
MARCOLFA A mi, delo pubblico astante, non m interessa
negtta. Me deve scus, ma m son mica unattrice, m... Cosa m
intersa a m dello pubblico astante... M no pdo vedr la comdia
parch ghho da tirare s le ttte a lIsabella! El me tgna chi...
(consegna al capocomico
secchio e spazzolone) che ghel dimstro... (mima quello che va
dicendo) Cipo una ttta de lIsabella e la fo su, la fo su, la fo su,
(mima di arrotolare il seno della donna come fosse una striscia di
stoffa) e ghe mtto una pssa con la cla per blocrghela.
Po cipo laltra ttta... la fo su, la fo su: TAC!, lter pecit... E
meno male che lIsabella ghha de ttte solamente, altrimenti,

dovara comincir la matna presto a farghe s i ttte...


Po cipo una corda fina e ghe lgo i birighignli...
CAPOCOMICO Cosa i sarebbe sti birighgnoli?
MARCOLFA I pir dei capssoli! In italiano: birighignli. Cipo la
cordta, no trpo fina, parch se l trpo fina quando ghe fo el
ndo se staca el birighgnolo... e
l una roba ornda! Po la cordtta la paso de drio... la paso su le
spalle, la paso de sto, e po ghe d una tirda e a gh una
montda de ttte mai vista al mondo!! (Indica la base della gola)
Ghe rven chi...
Di gozzi!
L belissima! La se sciuga le lacrime parch l unoperazione
dolorosa! Poi, con rispetto parlando, la volto de drio e fo lo mismo
lavoro con le cippe.
Con le cippe per l un lavoro de concetto... le cippe pesano... A
cipi na corda grossa un dito... (mima di legare una natica) faso su
na cipa... laltra cipa... tiri su... ghe faso na bla gobtta...
CAPOCOMICO (interrompendola) Basta, basta, Marcolfa, che non
si va a discorrere di certi argomenti in fronte allo
pubblico audente!
MARCOLFA Parch? No l mica na roba schifosa lavorar de
ttte e de cippe! (Guarda in platea) Ho sent tante dne che fasa
ridde parch son contente che mi son qui par loro! (Alzando la
voce) Dne, se qualcheduna ghavsse de bisogn de la levata de
ttte e de llsabandera de le cippe, son chi...
Anca i meni... se ghavt qualche cssa de tirar su... mi snt a
disposisine. Di baicchi soltanto!
CAPOCOMICO (riconsegna alla donna secchio ecc.) Basta! Ci
vuoi dare di prologo, per favore?
MARCOLFA No, mi no pdo... no son capce sir...
CAPOCOMICO Tu sei bravissima! Tieni una fantasia straordinaria
e nello mismo tieni pure le fisic d roll!.
MARCOLFA (spaventata) Cos che ghho mi, sire?
CAPOCOMICO Le fisic du roll! Forza Marcolfa! Vai col prologo!
(Esce di scena).
MARCOLFA (al pubblico, preoccupata) Se lha dit che ghho?... I
figh in su l cl?! L mato? No l neanche la stagin dei figh! A
l la personalit pus importante de la compagnia, ma l mato!
Ghavt sentt come ol parla? Imperocch!
Far el prologo parch l el m comanda de farlo e se mi no fo
quel che dise, m cscia via. Mti gi i m arnesi del mestiere... (Si

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avvicina alla porta di destra e passa in quinta secchio


strofinaccio e spazzolone) Sunt emosionda... che mi no ghho
mai parl con tanta znte che no cognscio...
(Sta per iniziare il prologo, ma, scorgendo in platea due spettatori
una ragazza e un giovane, ritardatari, li apostrofa dicendo:) Oh...
buonasra!
Smo un poco in ritardo! Buonasra! Sri qui in pensiero...
preocpda... me disvo: Rivernno sti nostri cari amisi?
Sun cuntnta che st riv! (Al pubblico) Avt vist come son vegn
avanti in mso a la sala?... Ma disi... mezzora de ritardo! Un vgn
avanti... cerca de mimetisrsi un poco, no? Ol camna e fa finta de
vsser una poltrona... cos: (mima una camminata da seduta). Loro
no! Testa alta, petto in fra, pancia in dentro! (Rivolgendosi ai due)
Cosa simo? I padroni del titro? (indica il giovane) Va, che bl
fiult. Blo! Anca le a l una bla tosta... (si rivolge a due) Ghe
vt dit la mancia a la maschera che vha compagnto al posto?
Quanto te gh dit?... Che avarsia... spilrcio! Blo, ma avaro!
Entra il capocomico.
CAPOCOMICO Ma che vai a importunare lo sopravvenuto
pubblico con queste domande scostumate?
MARCOLFA Importun? Ma cosa el dise, sir capocomico... li ho
metdi a loro agio con el publico!
CAPOCOMICO Dacci di prologo! Piuttosto, hai tu visto li me
occhiali in qualche loco?
MARCOLFA S, li ghho vedi ne la lgia de la sira Isabella...
ieri...
CAPOCOMICO Ma che mimporta di ieri? Enfino a un istante fa li
tenevo in su appicciati allo naso per sbirciare lo
canovzzo!
MARCOLFA Li avr lasciati in su allo canovzzo!
CAPOCOMICO Ah, brava! (Cambia tono: seccato) Ma non ti
sortire con ste ciancere! Lo canovzzo ello cost nelle
mie mani!
MARCOLFA Sit vui che dovt savre dove li avt lassti... Se
ghentri m? Son mica laddetta ai so ogii mi! M lavo in tra, tiro
su le ttte e le cippe, e basta! Son responsabile solamente de la
carne, m!
CAPOCOMICO Allora tu ci rifai con le ciancerie! Imperocch
anche se io lo savssi in dove stanno sti miei occhiali,

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nulla me verrebbe in vantaggio, imperocch senza


occhiali non vedo punto! (Guarda in platea) Nello medesimo
proposito, vi di molto pubblico?
MARCOLFA Pieno! Son rivti anca qui due che sremo in
pensiero! El faga una roba, sir capocomico, vaga a comperrse un
lter para de ogii, coss con qui novi pl trovare qui vgi che lha
perdu!
CAPOCOMICO E a te arrismbra che li occhiali te li gettano
addietro come si costuma con li confetti? Mettici poi daggiunta che
io li vo a smarrire almanco dieci volte allo giorno... se per ogni
occasione dovessi comprarne uno paro sano, starei fresco!
MARCOLFA Oh, esagert! Mica ghe nha bisogno una cassa de
ogii!
CAPOCOMICO Ma che ti cianci la cassa... ma di due para certo!
Uno per vederci dappresso e laltro per vederci
da lontano...
MARCOLFA No, guardi che no serve che sian di para... Vel
dimostro: imaginmo che ghavt perdu i ogii par
vedrghe da luntn e che portt sl naso quei par vedrghe da visn...
Se cpita che i ogii par vedrghe de lontn i sont lontn... vui coi
ogii par vedrghe de visn, no ghe arivt mica a vdar quli par
vedrghe de lontn che son lontn. A meno che vui non purtt
smper tact sl nas i ogii par vedrghe de lontan, coss, anco se
avt perdi ogii par vedrghe de visn e ve cpita la desgrssia che i
ogii par vedrghe de visn son talmente
visn che con i ogii par vedrghe de lontn no riust a vederli
parch son trpo visn... alra ldoverssa and ndro, sempre
pndro dal punto ndove ha lasst i ogii par vedrghe de visn,
fino al momnt che coi ogii par vedrghe de lontn, reusst a vder
i ogii par vedrghe de visn.
CAPOCOMICO Basta, che mi fai andare in giostra lo cervello e
nello mismo la vista! (Esasperato, esce di scena).
MARCOLFA Lho mandt fra del rgolo... Son propri contenta!
No lo pdo vder. Beh... far sto prologo... Che emosione!...
Donca, a l na comdia bla, ma bla... da ridere e da pignere...
de scambi, de travestimenti, de sesso, de sporcelnterie. Cosa ne
fann!... E de pres... pullici...
pulci. Gh un mo che tti cimeno El Magnifico par trlo in giro
parch de magnifico qulo ghha proprio nint. L un vcio,
passto, brt, snsa dan... un ex nobile spiantt!
Rba da non crderghe, el ghha na mi

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amm bla, ziovane, nobile, che tti cimen Contessa


Isabella. Ma a dir la verit, no se vede tanto che sta contessa
Isabella l bla, parch la va sempre in ziro strependa, vestda de
ngher, la pigne da la matna a la sira, la va smper in gsa a preg
e la camna m un caml.
La prega, la pigne e la camla da la matna a la sera.
La se sconsma damore parch el so marito Magnifico sbolgirn
no ghe fa pu i preamboli damore in del lto. Per la verit, no
ghe fa nemanco i demboli damore in del lto... nemanco i
triangoli! No ghe fa negta in del lto, n la varda, n la tca!
Un zirno lIsabella contessa camelna la vgn a descovrre che el
so marito Magnifico s inamorto de una cortizna, la famosa
ptana Eleonora, detta Strizzamstci!
Na parca rossa fiameginte sla testa... gte (cerca la parola)
imp... imporpurte... rosse... due ttte e due cippe doro!... che ghe
i fo m con la corda... e la camna che la par un galen che va per
mare, con le cippe che sbatscia de ch e de l! (imita la
camminata) LIsabella... l disperta! Mi masso, mi masso! Po de
colpo la cambia idea e la fa: Ma m son mata?! Parch m devi
mass m? Vo a ca de la Leonora e la massi a le! E camelndo,
camelndo, la va a casa dela Eleonora pt.na. Il destino vuole che
apna la entra in della casa, se imbatse propi in della Eleonora che
la si era apna levta dal lto!
No crede ai so ci: na fcia slavda, quter cavi desgrassi su la
testa... ttte
e cippe... nulla! Lera andda a dormire e la sera deslass i curdn.
La frana notturna!
LIsabella la fa: Scsa, le la sarsse la famosa Leonora ptna?!
S, sont mi! Molto piazre! Molto piazre UN CASO, cara
pt.na Eleonora! Molto piazre li m cojni! (Rivolgendosi
al pubblico imbarazzata) No la dis prpi queste parole
ch, latrze... lho dta m per render ol concetto...
(Pausa. perplessa) Eh... l mica facile racontre i
comdi! (Riprende sul tono di racconto) Molto piazere
li m cojni! LEleonora fa, furente: A chi, molto piazere
li m cojni? Insomma, un po de cojni de chi e de
l...: dialettica femminile... Po lIsabella la fa... (Si interrompe
per rivolgrsi al pubblico) L una scena! A mi
m piase! La guardi sempre... (Riprende a recitare)
Ma come?! El m marito m tradse con qula vcia
l, tta sderenda... che mi son ancora nel fior dei ani!

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Ah, ah! La comincia a rder come na mata... (Pausa)


LEleonora no ride niente... la ghha un giramento de
balle! La dise: Come? Son qui, in casa mia... la matna
presto... mi si insultsce! (Al pubblico) Come l
brava! Per besogna dire che lEleonora l una ptna...
ma l una ragssa bravissima! Generosa... de cre...
la d via proprio tto! L una ragssa che ragiona giusto...
e la dise: Ma s, l vra, mi son vgia, te st pss
bla de m... e la ride anca le.
Le due dne fanno amicsia,
e fanno comnto de come son cojn i meni.
Qula scena l molto gradita da tte le dne che stan
in plata. Bton i man e dsen: L vera! L vera!
Ier sera a ghera na scira che lha dit: L vera, ghho
port chi el m marito come testimone! (Pausa, si compiace.
Riprende) LEleonora la decd de far un gran schrso
al Magnifico cujn marito de lIsabella: Te travestir
de pt.na Leonora, cos te fart lamore con el to
maro, snsa che lse ne incrga, e, per compenso, te
dar anca di fiorini doro de la ta dote! Ah! la
fa lIsabella son contenta, cos torna a casa quiche
cosa! Insomma c felicit!
In qul mumnt l lEleonora la bat i man e entri in scena
m che son la servta... no parlo ma opero: el m solito
alsabandra de le carni. Entri e disi una batda sola,
ma fo la ma figra... A disi: Desbittate, signora contessa!
La disi benissimo... m fan smper i complisa Eleonora puttana?! S, sono io! Molto piacere!
Molto piacere un cazzo, cara puttana Eleonora! Molto
piacere i miei coglioni! (Rivolgendosi al pubblico imbarazzata)
Non dice proprio queste parole lattrice... lho detta
io per rendere il concetto... (Pausa. perplessa) Eh...
non mica facile raccontare le commedie! (Riprende sul
tono di racconto) Molto piacere i miei coglioni! Eleonora,
furente: A chi, molto piacere i miei coglioni? Insomma, un
po di cazzi di qui e di l... dialettica femminile... Poi
Isabella dice... (Si interrompe per rivolgersi al pubblico)
una scena! A me piace! La guardo sempre... (Riprende
a recitare) Ma come?! Mio marito mi tradisce con quella
vecchia l, tutta sderenata... mentre io sono ancora
nel fiore degli anni! Ah, ah! Comincia a ridere come

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una matta... (Pausa) Eleonora non ride per niente... ha


un giramento di palle! Dice: Come? Sono qui, in casa
mia... la mattina presto... mi si insulta! (Al pubblico)
Come brava! Per bisogna dire che Eleonora una
puttana... ma una ragazza bravissima! Generosa... di
cuore... d via proprio tutto! una ragazza che ragiona
giusto... e dice: Ma s, vero, io sono vecchia, tu
sei pi bella di me.... e ride anche lei. Le due donne
fanno amicizia, e commentano come sono coglioni gli
uomini.
Quella scena molto gradita da tutte le donne che stanno
in platea. Battono le mani e dicono: vero!
vero! Ieri sera cera una signora che ha detto: vero,
ho portato qui mio marito come testimone! (Pausa, si
compiace. Riprende) Eleonora decide di fare un grande
scherzo al Magnifico coglione, marito di Isabella: Ti
travestir da puttana Eleonora, cos farai lamore con
tuo marito senza che lui se ne accorga, e, per compenso,
ti dar anche due fiorini doro della tua dote! Ah!
dice Isabella sono contenta, cos torna a casa qualcosa!
Insomma, c felicit!
In quel momento Eleonora batte le mani ed entro in
scena io che sono la servetta... non parlo ma opero: il
mio solito alzabandiera delle carni. Entro e dico una
battta sola, ma faccio la mia figura... Dico: Si spogli,
signora contessa! La dico benissimo... mi fanno semDIALETTO
menti. Una sera che a ghera gi el m murs, per far
ps. bla figra, m son slungta la parte. Ho dit: Desbitate,
signora contessa, per piazre!
EUH! Le due
atrzi mhan fato una scentta! M ghhan dit: Nun ce
se slunga la parte, eh! I dne atrzi in mate! Beh, alra
le se mete tta nda e mi fo lalsabandra mio solito.
Po ghe metmo la parca rossa de la Eleonora, labito
de pt.na e po lEleonora la fa: Adso basta, mia cara
contessa, de camin come un cameln, eh! Se camna
con lo scodinzolamnto de le cippe! (Cammina ancheggiando)
E uno e due... alenrsi! E l lIsabella la fa
na caminda! La se sloga tta el bacno...
Cume se mven i man?... Davanti al naso

15

del mstcio... come farfalle sensuali... (esegue) Ma no


nsc! (Si schiaffeggia le mani) Coss te ghe f aria! Mteghe
un po de languore: e uno e due. Come se fa la ridda
de oca giulva: ahahah... ahahah! Loro la fan propi
benissimo; a mi m vegn male. LEleonora la fa: L
importantissimo impar a rider de scema. Guai a farsi
descovrre intelligente dal mstcio! Ghe vien el complesso
de inferiorit e ol devnta impotente!
Come se pigne con el singhisso: euheuheuh! Fa niente se ghin
no i lacrimi... importante l el singhisso! Euheuheuh!
Come se fanno le smorbsse de spitnfia co lcio de ingenussa:
Ahhh... oh nohhh... ohhh... (agita le mani allaltezza
delle palpebre) nohhh... qusto no m pise...
ohhh... nohhh... ohhh, che mal de panza! Oh, che dolor
del capo... Me vien de vomitare: BUHOPP!
El conato de vomito al momento giusto l una roba dun
eroticsmo,
deo: BUHUOHP! Bello, grosso! Mi su no parch,
ma i meni diventan mati par el conto de vomito... (Al
pubblico) Imparare, donne, imparare! Stasera alenrsi,
eh, a casa: BUHUOHP! Vedar cssa ve cpita, vedar!
(Riprende la lezione) Sospiri: hhh... hhh... Gemiti: ah...
ah... Sospiri e gemiti: hhh... ahh... hhh... ahh... Slanguimnto
languido prolungato: eohhaua! Sospiri, gemiti,
slanguimnto languido-prolungato hhh, ahh, eoahh
(chiude con un gran conato di vomito) BUHUOHP!
E, a quel punto l, el t marito el caps p nagtta: te salta
adso, el te vr basre, el te vr... (pausa con intenziopre i complimenti. Una sera che cera gi il mio moroso,
per fare pi bella figura, mi sono allungata la parte.
Ho detto: Si spogli, signora contessa, per piacere!
EUH! Le due attrici mi hanno fatto una scenata! Mi
hanno detto: Non ci si allunga la parte, eh! Le donne
attrici sono matte! B, allora lei si mette tutta nuda e
io faccio il mio solito alzabandiera. Poi le mettiamo la
parrucca rossa di Eleonora, labito da puttana, e poi
Eleonora dice: Adesso basta, mia cara contessa, di camminare
come un cammellone, eh! Si cammina con lo scodinzolamento
delle chiappe! (Cammina ancheggiando) E
uno e due... allenarsi! E l Isabella fa una camminata!

16

Le si muove tutto il bacino... E uno e due... (si arresta)


Come si muovono le mani... davanti al naso del maschio...
come farfalle sensuali... (esegue) Ma non cos!
(Si schiaffeggia le mani) Cos fai aria! Mettici un po di
languore: e uno e due. Come si fa la risata delloca giuliva:
ahahah... ahahah...! Loro la fanno proprio benissimo;
a me viene male. Eleonora dice: importantissimo
imparare a ridere da scema. Guai a farsi scoprire
intelligente dal maschio! Gli viene il complesso di inferiorit
e diventa impotente! Come si piange con il singhiozzo:
euheuheuh! Non importa se non ci sono le lacrime...
importante il singhiozzo: euheuheuh! Come
si fanno le moine da ochetta con locchio da ingenua:
Ahhh... oh nohhh... ohhh... (agita le mani allaltezza
delle palpebre) nohhh... questo non mi piace... ohhh...
nohhh ... ohhh, che mal di pancia! Oh, che mal di testa...
Mi viene da vomitare: BUHOPP! Il conato di vomito al
momento giusto una cosa di un erotismo, dio: BUHUOHP!
Bello, grosso! Io non so perch, ma gli uomini
diventano matti per il conato di vomito... (Al pubblico)
Imparare donne, imparare! Stasera allenarsi, eh, a casa.
BUHUOHP! Vedrete che cosa vi capita, vedrete! (Riprende
il racconto) Sospiri: hhh... hhh... Gemiti: ah... ah... Sospiri
e gemiti: hhh... ahh... hhh... ahh... Languore languido
prolungato: eohhaua! Sospiri, gemiti, languore
languido prolungato: hhh, ahh, eoahh (chiude con un
gran conato di vomito) BUHUOHP! E, a quel punto, tuo
marito non capisce pi niente: ti salta addosso, ti vuol
DIALETTO
ne) al ghha el fiadne: hha... hha... ti, el fiadno: hhi...
hhi... hhi... E quand che st al msimo del riscaldamento
del sesso: in bianco! Mandarlo in bianco! Stop! Ghho
fame!... Ghho sete!... Ghho sono! Andmo a lto?
S, a lto! No, caro. M da sola in del me lto! T,
a ca tua! E l el va via che ghha i cojmberi che ghe
fma!
Scena terza: lIsabella l deslanguda in sl canap, entra
el marito, no se encrge de nulla. Le l bravissima,
lha impar la lesin, la fa andr i cip me na mata, la
sospira... la geme, la ride, la pigne... e la vomita! L
ol perde la testa... ghe salta adso... Le la duvara dir:

17

Ghho fame... ghho sete... insomma, mandarlo in


bianco,
ma no ghe la fa parch l inamorda. Fan lamore...
E ch gh na scena che... si salvi chi pu! Buio
totale! Se vede nulla, ma... se sente! Cigoli tremendi.
Na roba! Po gemiti... ma dio, quante de qule urla...
mai sentt ne la mia vida! Aoahh, mri! Aohhh, sun
dr a mur! Aoahhh, sun morta! Aoahhh! Sun mort
anca mi! Dui morti. L lha capito benissimo che le
no la Eleonora pt.na, ma che l la sua mujr, ma
sta citto parch avr l la mujr cos vogliosa, cos diversa,
cos insolita, lo fa impassre! Le lha capito che
l lha descovrdo che le no l le, ma che l le...
ma la sta citto parch aver l ol marito cos caldo... che
l la prima volta da che lo cognsse... (in falsetto) la fa
impassre! Fan lamore naltra volta, naltra volta ancora,
naltra volta... L proprio el terzo atto, l notte...
l notte fonda, e lamore ol dra propi tta la notte!
Ddese ore sche de amplessi, de orgasmamentere...
propi una roba de... Sodoma e Gomorra... ma dio che
notte! (Sconcertata per la risata del pubblico) Gh minga
de rder... Ho dit una roba sbagli? Sdoma... o signr
scusme... Sdoma e Gamorra! Fan lamore, rifan ancora
lamore, e po vanno avanti... insomma, a farla
corta, fan lamore cnt e novantaquter volte... de amplessi
vun ps. passion de llter! Cnt e novant...
No, calma... ho sbagli... No... cnt e novantaquter l
propri na esagerasin. L lentusiasmo de fa el prologo...
Cnt e novantaquter? Sun mata! No, besgna
baciare, ti vuol... (pausa con intenzione) ha il fiatone:
hha... hha... tu, il fiatino: hhi.. hhi.. hhi... E quando
siete al massimo del riscaldamento del sesso: in bianco!
Mandarlo in bianco! Stop! Ho fame!... Ho sete!... Ho
sonno! Andiamo a letto? S, a letto! No, caro. Io
da sola nel mio letto! Tu, a casa tua! E lui se ne va
che ha i coglioni che fumano!
Scena terza: Isabella allungata sul canap, entra il marito,
non si accorge di nulla. Lei bravissima, ha imparato
la lezione, fa andare le chiappe come una matta, sospira...
geme, ride, piange... e vomita! Lui perde la

18

testa... le salta addosso... Lei dovrebbe dire: Ho fame...


ho sete... insomma, mandarlo in bianco, ma non lo fa
perch innamorata. Fanno lamore... E qui c una
scena che... si salvi chi pu! Buio totale! Non si vede
nulla, ma... si sente! Cigolii tremendi... Una cosa! Poi
gemiti... ma dio, quante di quelle urla... mai sentite nella
mia vita. Aoahh, muoio! Aoahhh, sto per morire!
Aoahhh, sono morta! Aoahhh! Sono morto anchio!
Due morti. Lui ha capito benissimo che lei non la puttana
Eleonora, ma che sua moglie, per sta zitto perch
avere l la moglie cos vogliosa, cos diversa, cos insolita,
lo fa impazzire! Lei ha capito che lui ha scoperto
che lei non lei ma che lei... ma sta zitta perch
avere l il marito cos caldo... che la prima volta da
quando lo conosce... (in falsetto) la fa impazzire! Fanno
lamore unaltra volta, unaltra volta ancora, unaltra
volta... proprio il terzo atto, notte... notte fonda,
e lamore dura proprio tutta la notte! Dodici ore secche
di amplessi, di orgasmamenterie... proprio una cosa da...
Sadoma e Gomorra... dio che notte! (Sconcertata per la
risata del pubblico) Non c mica da ridere... Ho detto
una cosa sbagliata? Sodoma... o signore, che formalisti,
va beh: Sodoma e Gamorra! Fan lamore, rifanno ancora
lamore, e poi vanno avanti... insomma, a farla
breve, fanno lamore centonovantaquattro volte... amplessi
uno pi appassionato dellaltro! Cento e novant...
No, calma... ho sbagliato... No... centonovantaquattro
proprio unesagerazione. lentusiasmo di fare il prologo...
Centonovantaquattro? Sono matta! No, bisogna
DIALETTO
dirlo parch magari quaichedn dei mastci qui presenti
ghe crede... po va a casa frustrtto... No, no... l impossibile.
De gi m par de scoltr le mujr: E alra?...
Te se riv solamente a cinquantuno... E alra? Ne manca
cnt e quarantatr! E alra?... Sti povri meni, tti
morti! No, l stato un erre! (Riprende) Fan
lamore... quter volte! (Al pubblico) Si pu, no? Ohi,
giveni, rispondere, eh... Oh! Tti mutoliti! Quter
volte se p! Giornata de festa... domani, riposo... per
un mes. (Riprende il racconto) LIsabella l felice, cuntnta,
beata, parch finalmente le, lIsabella, dna perbene,

19

contessa, che la pregava da la matna a la sira, che


landava smper in gsa... per la prima volta l sodisfta, cuntnta,
una dna realisda! E parch? Parch
finalmente lha impar a fa la ptana!
Coraggio, donne! Coraggio!
Parte una marcia strombazzante; dalla quinta di destra
entra con un palo sulle spalle Zanni-Ganassa che
prosegue.
GANASSA Sira, smo riv chi-l par ol lavoro...
MARCOLFA Oh, bravi! (Rivolta al pubblico) Un momento,
perdonme. (A Ganassa) E la scala? Dov la scala per
ol sipario?
GANASSA No so mi de la scala... mi ghho brs. solo el sipario.
Ol me capo ol m ghha dito: Careghmo sto albero
e se va a titro! Mi no savvo che par andar a
titro besognva portarse un rbaro... Devesser unabitdine
de i speciadri de le cit grande de sentrse
tti col so rbaro in spala... cos, invece dentrare col
biglietto, ol ghha lrbaro!! Biglietto! No (mima di
segare un pezzo del palo) ghho lalboramnto!
MARCOLFA (lo guarda perplessa) Che intensin ghavt... de
piantare sto alboramnto in del palco? Ghe tachmo
due grandi vele e andmo tti par mare a fa una gita?
GANASSA No sara una brta idea! Ma se la vl savr de
prezso, l mejr domandarlo al mo capo.
MARCOLFA E dove l el vostro capo?
GANASSA De laltra banda de lrbaro in ponta al piln. Le
dirlo, perch magari qualcuno dei maschi qui presenti
ci crede... poi va a casa frustrato... No, no... impossibile.
Mi sembra gi di sentire le mogli: E allora?...
Sei arrivato soltanto a cinquantuno... E allora? Ne mancano
centoquarantatr! E allora?... Questi poveri uomini,
tutti morti! No, stato un errore! (Riprende il racconto)
Fanno lamore, quattro volte! (Al pubblico) Si
pu, no? Ohi, giovani, rispondere eh... Oh! Tutti ammutoliti!
Quattro volte si pu! Giornata di festa... domani,
riposo... per un mese. (Riprende il racconto) Isabella
felice, contenta, beata, perch finalmente lei, Isabella,
donna perbene, contessa, che pregava dalla mattina
alla sera, che andava sempre in chiesa... per la prima

20

volta soddisfatta, contenta, una donna realizzata! E


perch? Perch finalmente ha imparato a fare la puttana!
Coraggio, donne! Coraggio!
Parte una marcia strombazzante; dalla quinta di destra
entra con un palo sulle spalle Zanni-Ganassa che
prosegue.
GANASSA Signora, siamo arrivati per il lavoro...
MARCOLFA Oh, bravi! (Rivolta al pubblico) Un momento,
scusatemi. (A Ganassa) E la scala? Dov la scala per il
sipario?
GANASSA Non so io della scala... io ho bruciato solo il sipario.
Il mio capo mi ha detto: Carichiamo questo albero
e andiamo a teatro! Io non sapevo che per andare
a teatro bisognava portare un albero... Devessere
unabitudine degli spettatori delle grandi citt sedersi
tutti col proprio albero in spalla... cos, invece di entrare
col biglietto, si ha lalbero!! Biglietto! No
(mima di segare un pezzo del palo) ho lalberamento!
MARCOLFA (lo guarda perplessa) Che intenzione hai... di
piantare
questo alberamento sul palco? Gli attacchiamo due
grandi vele e andiamo tutti per mare a fare una gita?
GANASSA Non sarebbe una brutta idea! Ma se vuol sapere
qualcosa di preciso, meglio chiedere al mio capo.
MARCOLFA E dov il tuo capo?
GANASSA Dallaltra parte dellalbero, in punta al palo. Lei
DIALETTO
la m tegna sto piln (passa il palo alla donna caricandoglielo
sulla spalla e la spinge verso luscita di sinistra)
coss la se descarlga... po arva ol mo capo... che mi
ghe lo dimando.
MARCOLFA Ma che te m fai?... Mi a ghho de ziogr ol prologo.
(Sparisce in quinta).
GANASSA Staga tranquila, sira, che la fago tornar en un
mento. (Il palo scorre e da destra, sorreggendolo, entra
ARLECCHINO )
Salt, capo! Andmo per mare?
ARLECCHINO Cossa? Per mare?!
GANASSA S, me lha dito la sira che ghera qua. Lha dito:
Piantmo sto palo in del palco, po ghe tachmo tte
le vele... ghe metmo el timn da popa... la prora de sorava,

21

e quando che riva el vento... via: andmo tti


per mare, col stangn e ol sipario!... Ghe femo le vele
col sipario? (Ridono entrambi).
ARLECCHINO E cossa i fa i speciadri?
GANASSA A la vga! A la vga! (Ridono ancora).
ARLECCHINO Remare! Remare!
GANASSA E quando che smo in mso al mare (mima gli
spettatori che vanno a picco) GLU GLU GLU... tto el tiatro
afond!
ARLECCHINO E i speciadri neg?!
GANASSA S!
ARLECCHINO I nega tti? (Guarda in platea, intristito) Me
dispise!... Ma no se podera andare a farlo in un lter
titro? Che qusti m son un po sempteghi!
GANASSA Capo, tanto domn ghe ne vgn de nvi! (Ridono).
ARLECCHINO
(rivolgendosi al pubblico e alludendo
allannegamento
collettivo) Devo dir quaicosa a la vostra mama?
(Di nuovo perplesso, a Ganassa) Te se segro che la sira
lha ditto de negrli tti? Vjo parlrghe con sta sira.
Dove l la sira?
GANASSA L da laltra parte de lrbaro che lo tgne.
ARLECCHINO E come fago a parlare a sta sira, se l da
laltra parte de lrbaro?
GANASSA Oh, qusto l fzil. Ti adso te scre de nvo
allindro (sottolinea, mimando con grandi gesti, quello che
sta dicendo), le larva... mi cato el paln... le la resta
qua, mi ritorno de l e ti te la incontri ch-lga.
mi tenga questo palo (passa il palo alla donna caricandoglielo
sulla spalla e la spinge verso luscita di sinistra) cos se
ne esce... poi arriva il mio capo... e io glielo domando.
MARCOLFA Ma cosa mi fai?... Io devo recitare il prologo.
(Esce).
GANASSA Stia tranquilla. signora, che la faccio tornare fra
un minuto. (Il palo scorre e da destra, sorreggendolo, entra
ARLECCHINO ) Salute, capo! Andiamo per mare?
ARLECCHINO Cosa? Per mare?
GANASSA S, me lha detto la signora che era qui. Ha detto:
Piantiamo questo palo sul palco, poi gli attacchiamo
tutte le vele... gli mettiamo il timone a poppa... la prora

22

di sopra, e quando arriva il vento... via: andiamo tutti


per mare, con il palo e il sipario!... Facciamo le vele
con il sipario? (Ridono entrambi).
ARLECCHINO E cosa fanno gli spettatori?
GANASSA Remano! Remano! (Ridono ancora).
ARLECCHINO Remare! Remare!
GANASSA E quando siamo in mezzo al mare (mima gli spettatori
che vanno a picco) GLU GLU GLU... tutto il teatro
affondato!
ARLECCHINO E gli spettatori annegati?
GANASSA S!
ARLECCHINO Annegano tutti? (Guarda in platea, intristito)
Mi dispiace!... Ma non si potrebbe andare a farlo in un
altro teatro? Perch questi mi sono un po simpatici!
GANASSA Capo, tanto domani ne vengono di nuovi! (Ridono).
ARLECCHINO
(rivolgendosi al pubblico e alludendo
allannegamento
collettivo) Devo dire qualcosa alla vostra mamma?
(Di nuovo perplesso, a Ganassa) Sei sicuro che la signora
ha detto di annegarli tutti? Voglio parlare con questa
signora. Dov la signora?
GANASSA dallaltra parte dellalbero che lo tiene.
ARLECCHINO E come faccio a parlare a questa signora, se
dallaltra parte dellalbero?
GANASSA Oh, questo facile. Tu adesso scorri di nuovo
allindietro
(sottolinea, mimando con grandi gesti, quello che
sta dicendo), lei arriva... io prendo il palo... lei resta qui,
io ritorno di l e tu la incontri qui.
DIALETTO
ARLECCHINO Fame vder se ghho capt. Dnca, mi a ghho
el paln e vago... vago... vago... le larva chi... po ti
te cipe el paln e te v via, e le la resta qua. (Pausa)
E noi... dove smo andi a finire?
GANASSA (disperato) Oh, capo! Savmo persi!
ARLECCHINO (guardandosi attorno, chiama) Ganssa! Ganssa!
GANASSA (cercandosi) Ganssa! Ganssa! Capo, a me son
ritrovato! (Si tasta felice).
ARLECCHINO E lARLECCHINO dov? ARLECCHINO oo!
(Guarda
di qua e di l, disperato a sua volta).

23

GANASSA ARLECCHINO oo!


ARLECCHINO (palpandosi tutto, fin gi sui glutei) Ah, me son
ritrovato! Me son recognosso da le cippe! (Pausa e
cambio di tono. Quasi ispirato) L propri vera quel che
dise el Vanzlo: Solo chi se perde se retrva! (Se ne
esce illuminato, in estasi, trascinando il palo fuori scena).
Musica. Sulla destra entra Marcolfa sorreggendo laltra
estremit del palo.
GANASSA Ben tornda, sira! Ghho parl col mio capo.
Non andmo per mare. El mha dito che vol parlrghe
l de persona. La staga ch-lga che adso l ariva. (Musica.
Commenta, rivolto al pubblico) Ghho un zervl, mi!
(Esce).
MARCOLFA (riprende il racconto) Scena quarta (entra un
nuovo personaggio che ha rimpiazzato ARLECCHINO al termine
del palo. Calza una maschera chiara con baffi vistosi.
Parla con accento bolognese: sparavnto).
SPARAVENTO Buond signura!
MARCOLFA Buond! (Tra s) Dio, che bl mo! (Si avvicina
a Sparavento imitando la camminata di Eleonora. In
una sequenza senza pause: ride, piange, sospira, geme, e accenna
un urto di vomito) Perdonme... ma vien de vomidare!
Ma vui no st Arlechno?!
SPARAVENTO (con soddisfazione) No, sont Sparavento.
MARCOLFA Oh, che bel nome! Sensuale! Scsa, Sparavento,
cosa f con sto rbaro in spala?
SPARAVENTO Ah, nol so mica me.
ARLECCHINO Fammi vedere se ho capito. Dunque, io ho il
palo e vado... vado... vado... lei arriva qui... poi tu prendi
il palo e te ne vai, e lei resta qui. (Pausa) E noi... dove
siamo andati a finire?
GANASSA (disperato) Oh, capo! Ci siamo persi!
ARLECCHINO (guardandosi attorno, chiama) Ganassa! Ganassa!
GANASSA (cercandosi) Ganassa! Ganassa! Capo, mi sono
ritrovato! (Si tasta felice).
ARLECCHINO E ARLECCHINO , dov? ARLECCHINO oo!
(Guarda
di qua e di l, disperato a sua volta).
GANASSA ARLECCHINO oo!
ARLECCHINO (palpandosi tutto, fin gi sui glutei) Ah, mi sono

24

ritrovato! Mi sono riconosciuto dalle chiappe! (Pausa


e cambio di tono. Quasi ispirato) proprio vero quello
che dice il Vangelo: Soltanto chi si perde, si ritrova!
(Se ne va illuminato, in estasi, trascinando il palo
fuori scena).
Musica. Sulla destra entra Marcolfa sorreggendo laltra
estremit del palo.
GANASSA Ben tornata, signora! Ho parlato con il mio capo.
Non si va per mare. Mi ha detto che vuole parlarle lui di
persona, stia qui che adesso arriva. (Musica. Commenta,
rivolto al pubblico) Ho un cervello, io! (Esce).
MARCOLFA (riprende il racconto) Scena quarta (entra un nuovo
personaggio che ha rimpiazzato ARLECCHINO al termine del
palo. Calza una maschera chiara con baffi vistosi. Parla con
accento bolognese).
SPARAVENTO Buongiorno, signora!
MARCOLFA Buongiorno. (Tra s) Dio, che belluomo! (Si
avvicina
a Sparavento imitando la camminata di Eleonora.
In una sequenza senza pause: ride, piange, sospira, geme, e
accenna un urto di vomito) Perdonatemi ... mi viene da
vomitare. Ma voi non siete ARLECCHINO ?!
SPARAVENTO (con soddisfazione) No, sono Sparavento.
MARCOLFA Oh, che bel nome! Sensuale! Scusa, Sparavento,
che cosa fai con questo albero in spalla?
SPARAVENTO Ah, non lo so mica, io.
DIALETTO
MARCOLFA And intorna con un rbaro in spala e no savt a
cssa serve?
SPARAVENTO A l stit un fachn che mha dit: El vr tegnl
in spala un momnt? Se vd che el ghera vegnt
un bisgn selvtic de liberrse!
MARCOLFA (fra s) Ah, ecco dove l andt qul bja de
lArlechino! (Al pubblico) Vgno sbeto. (A Sparavento)
Alra, sir Sparavento, st bon de riparr rondle
e sipari?
SPARAVENTO El ghha cip in pin, signura, l una vita
che gisto rondle e ripr di gran sipari!
MARCOLFA E alra, coraggio! (Gli fa il verso) Ripar sipari
e rondle.
SPARAVENTO A se pl brisa.

25

MARCOLFA Parch?
SPARAVENTO Ghe vurera una schla!
MARCOLFA E andt a cercarla, sta schla!
SPARAVENTO Vado mantinnte! Oh, qust qui... (indica il
palo) el tgne le, el tgne mi, o el pgi par tra?
MARCOLFA Par tra! Son n atrze, mi!
SPARAVENTO (posa il palo a terra) Vado e torno. (Al pubblico,
uscendo a sinistra) Che conquista, raghzz!
MARCOLFA (al pubblico) Sre dr a contrve... lIsabella...
Entra ARLECCHINO sulla solita marcetta. Solleva il palo
posato a terra, lo fa scorrere tirandolo a s. Appeso allaltro
capo del palo invece di Marcolfa riappare Ganassa.
ARLECCHINO Ehi, ndove a l qul che ghho dit el paln
de tegnre? (Commenta rivolto al pubblico) Te ghe dt
el paln a un che ghha la fcia onesta e l tel pianta par
tra come se fsse un orfano. (A Ganassa) Dove l and
lorfano?
GANASSA No so mi... ti, pitsto, ndve teri cascit?
ARLECCHINO (aggressivo) Mi no m son cascit!! Mi sont
andit a tre el mestr per fare el lavoro. (Mostra un
sacco che posa in terra).
Ganassa esce di scena portandosi appresso il palo.
32 ARLECCHINO
MARCOLFA Vai in giro con un albero in spalla e non sai a
che cosa serve?
SPARAVENTO stato un facchino a dirmi: Vuol tenerlo in
spalla un momento? Si vede che gli era venuto un bisogno
selvaggio di liberarsi!
MARCOLFA (fra s) Ah, ecco dov andato quel boia di
ARLECCHINO !
(Al pubblico) Vengo subito. (A Sparavento) Allora,
signor Sparavento, sei capace di riparare rondelle
e sipari?
SPARAVENTO Ha colpito nel segno, signora, una vita che
aggiusto rondelle e riparo sipari!
MARCOLFA E allora, coraggio! (Gli fa il verso) Ripara sipario
e rondelle.
SPARAVENTO Non si pu mica.
MARCOLFA Perch?

26

SPARAVENTO Ci vorrebbe una scala!


MARCOLFA E vai a cercarla questa scala!
SPARAVENTO Vado immediatamente! Oh, questo... (indica
il palo) lo tiene lei, lo tengo io, o lo poggio per terra?
MARCOLFA Per terra, no? Sono unartista, io!
SPARAVENTO (posa il palo a terra) Vado e torno. (Al pubblico,
uscendo a sinistra) Che conquista, ragazzi!
MARCOLFA (al pubblico) Stavo raccontandovi... Isabella...
Entra ARLECCHINO sulla solita marcetta. Solleva il palo
posato a terra, lo fa scorrere tirandolo a s. Appeso allaltro
capo del palo riappare Ganassa.
ARLECCHINO E dov quello a cui ho dato il palo da tenere?
(Commenta rivolto al pubblico) Dai il palo a
uno che ha la faccia onesta e lui te lo molla per terra
come se fosse un orfano. (A Ganassa) Dov andato
lorfano?
GANASSA Non so io... tu, piuttosto, dove ti eri cacciato?
ARLECCHINO (aggressivo) Io non mi sono cacciato!! Io sono
andato a prendere il materiale per fare il lavoro. (Mostra
un sacco che posa in terra).
Ganassa esce di scena portandosi appresso il palo.
DIALETTO
MARCOLFA Busirdo! Ti te se andit a fare i ti bisgni!
ARLECCHINO (offeso) I mi bisgn, cara sira, son stiti qui
de andare a trme sta corda e anca sti piri! Po, ti
non te ghha el dirito de andrghe a racontare al publico
quali son i me bisgn, parch i me bisgn son i me bisgn
de mi! (Va verso il proscenio) Parch mi non vago
a domandrghe a loro quali son i lor bisgn. (Al pubblico)
Sira, son forse vegndo a dirle m: Come la va
co i bisgn? L andta bn tranqula... liscia?... (Ad
altri spettatori) E voialtri, avt avt lo sfrso... sofernsa?
Avt pruvt con la tisana? (Indignato a Marcolfa) Ma se vgn a
titro par parlare de bisgni, dico?! No, no se fan sti
descrsi a titro! (Cambia tono) Son descrsi che se fa
a tavola!
MARCOLFA E alra, ndove l la scala?
ARLECCHINO (indica il palo) Ch, a l la scala!
MARCOLFA Sto paln ch a l na scala?!
ARLECCHINO A l un paln se ti lo vrdet coi gi de
incompetnt,

27

ma un che l apna del mest, ol capsse sbeto


che se trata de na scala en embrin! Che una volta
in pe, ghe se mte derntro i pili e ghe se monta. (Mima
di rizzare il palo).
MARCOLFA Ghe vle almnco una ziornda per improntrla!...
ARLECCHINO No, no serve. L gi improntda.
Musica. Entrano in scena tre maschere: Burattino, Toni
e Balordo. Camminano a passi brevi, uno incollato allaltro,
fingendo di dormire appoggiati al palo.
MARCOLFA E questi chi son?
ARLECCHINO Son tre critici de tre giornl importanti che
stvan ne laltro tiatro a vardr lo spetcolo, e se son
ndormentdi sbeto. Anche quando brsava el sipario,
loro dormveno. Li mo portati via co lo stangn del
sipario. Ma adso, lasmoli dormire, coss domani ghe
fan una bla critica. Andmo! (Spinge i tre che scivolano
sul palo fino a uscire di scena. Lazione si svolge a ritmo
di marcetta. ARLECCHINO rientra con cinque aiutanti: Ganassa,
Razzullo, Scaracco, Burattino, Balordo. Muovendosi
con passo danzato, a saltelli e zompi, innalzano il palo e
34 ARLECCHINO
MARCOLFA Bugiardo! Tu sei andato a fare i tuoi bisogni!
ARLECCHINO (offeso) I miei bisogni, cara signora, sono stati
quelli di andare a prendere questa corda e anche questi
pioli! Poi, tu non hai il diritto di andare a raccontare al
pubblico quali sono i miei bisogni. Perch i miei bisogni
sono i miei bisogni di me! (Va verso il proscenio) Perch
io non vengo a domandare a loro quali sono i loro
bisogni. (Al pubblico) Signora, sono forse venuto a dirle
io: Come va con i bisogni? andata bene, tranquilla...
liscia?... (Ad altri spettatori) E voi, avete avuto
sforzo, sofferenza? Avete provato con la tisana? (Indignato)
Ma si viene a teatro per parlare di bisogni, dico?!
No, non si fanno questi discorsi a teatro! (Cambia tono)
Sono discorsi che si fanno a tavola!
MARCOLFA E allora, dov la scala?
ARLECCHINO (indica il palo) qui la scala!
MARCOLFA Questo palo una scala?!
ARLECCHINO un palo se lo guardi con occhi da incompetente,
ma uno che sia appena del mestiere, lo capisce

28

subito che si tratta di una scala in embrione! Che una


volta in piedi, si mettono dentro i pioli e si monta. (Mima
di rizzare il palo).
MARCOLFA Ci vuole almeno una giornata per prepararla!...
ARLECCHINO No, non occorre. gi pronta.
Musica. Entrano in scena tre maschere: Burattino, Toni
e Balordo. Camminano a passi brevi, uno incollato allaltro,
fingendo di dormire appoggiati al palo.
MARCOLFA E questi chi sono?
ARLECCHINO Sono tre critici di tre giornali importanti che
erano nellaltro teatro a guardare lo spettacolo, e si sono
addormentati subito. Anche quando stava bruciando il
sipario loro dormivano. Li abbiamo portati via con il palo
del sipario. Ma adesso lasciamoli dormire, cos domani ci
faranno una bella critica... Andiamo! (Spinge i tre che scivolano
sul palo fino a uscire di scena. Lazione si svolge a
ritmo di marcetta. ARLECCHINO rientra con cinque aiutanti:
Ganassa, Razzullo, Scaracco, Burattino, Balordo. Muovendosi
con passo danzato, a saltelli e zompi, innalzano il palo e
DIALETTO
si pongono di fronte al pubblico su ununica fila, sullattenti.
Guardano in platea estatici. ARLECCHINO canticchia
un inno patriottico in pseudo-grammelot).
MARCOLFA (stufa di essere continuamente interrotta) Adso,
Arlechn, te f el to lavorr in perfto silnsio... che mi
ghho da sprologr. (Al pubblico) Alra, scena quarta: lIsabella
la se desvgia...
ARLECCHINO (canta) Oh che sale garrndo sprontle lo
sgualdrppo
che svntola... anche il cuore sbrallnzola e scntola...
tricolr stralamnto al calr...
MARCOLFA ARLECCHINO , te par el momnto de vegnr ch a
cantare una cansne de lo sventolamento de la bandra...
che mi son dr a sprologr la scena quarta...
ARLECCHINO
Oh bla... ma avmo el diritto... fmo
lalsabandra...
prima del lavr, l de bbligo.
MARCOLFA Ma che dise... lalsabandra snsa la bandra?
ARLECCHINO No podmo tacrghe la bandra!
MARCOLFA Parch?
ARLECCHINO Parch non se son ancora desidi in dove l

29

nasda la bandra... se a Reggio Emilia, Verona,


Mantova,
Parma, Piacnsa... Guastalla, Mondov... Ferrara
se scende! Noi smo lnego popolo al mondo che
no cognsse lorigine de la sa bandra. Oh, bja, lnego,
eh!! Pare che el primo tricolr sia nascido in
Onduras... el secndo tricolre che se cognsse l qulo
del Mexico... (sforza raschiando con la gola) se dise Mexico
parch gh stit un tco de bandra che gh restt
de traverso. Per adso Spadolini, el nostro amato
Spadolini, bs.ca plida, lha desid o de far l una bandra!
Un disegno suo proprio autonomo, anche colorda:
una riga rossa e una riga bianca, una riga rossa e
una riga bianca, e un gran quadratn bleu cielo con tanti
stelne! Ghavmo la nostra bandra! (Improvvisa una
canzone sulla bandiera con le stelline).
MARCOLFA (furente) Alra? Basta, eh!... Basta! (Le maschere si
zittiscono
ma iniziano ad armeggiare intorno al palo) Oh!!!
Smo riv a la scena quarta... che l molto bla parch
gh lIsabella che la se desvgia... (Rivolta al pubblico
distratto dallarmeggiare delle maschere) Guardarmi a me,
oh!! Guard che vgno gi e ve fo el racnto orgia a
36 ARLECCHINO
si pongono di fronte al pubblico su ununica fila, sullattenti.
Guardano in platea estatici. ARLECCHINO canticchia un
inno patriottico in pseudo-grammelot).
MARCOLFA (stufa di essere continuamente interrotta) Adesso,
ARLECCHINO , fai il tuo lavoro in perfetto silenzio... che
io devo sprologare. (Al pubblico) Allora, scena quarta:
Isabella si sveglia...
ARLECCHINO (canta) Oh che sale garrendo sprontale lo
sgualdrappo
che sventola... anche il cuore sbrallonzola e scantola...
tricolor stralamanto al calor...
MARCOLFA ARLECCHINO , ti pare il momento di venire qui a
cantare una canzone sullo sventolamento della bandiera...
io sto sprologando la quarta scena...
ARLECCHINO Oh, bella... ma abbiamo il diritto... facciamo
lalzabandiera... prima del lavoro, obbligatorio.
MARCOLFA Ma che dici... lalzabandiera senza la bandiera?

30

ARLECCHINO Non possiamo attaccare la bandiera!


MARCOLFA Perch?
ARLECCHINO Perch non hanno ancora deciso dove nata
la bandiera... se a Reggio Emilia, Verona, Mantova,
Guastalla, Parma, Piacenza... Guastalla, Mondov... Ferrara
si scende. Noi siamo lunico popolo del mondo che
non conosce lorigine della sua bandiera. Oh, boia, lunico,
eh!! Pare che il primo tricolore sia nato in Onduras...
il secondo tricolore che si conosce quello del
Mexico... (sforza raschiando con la gola) si dice Mexico
perch c stato un pezzo di bandiera che andato di
traverso. Per adesso Spadolini, il nostro amato Spadolini,
trippa pallida, ha deciso di fare lui una bandiera!
Un disegno proprio suo, autonomo, anche colorata:
una riga rossa e una riga bianca, una riga rossa e una
riga bianca, e un gran quadratone blu cielo con tante
stelline! Avremo la nostra bandiera! (Improvvisa una
canzone sulla bandiera con le stelline).
MARCOLFA Allora? Basta, eh!... Basta! (Le maschere si zittiscono
ma iniziano ad armeggiare intorno al palo) Oh!!!
Siamo arrivati alla quarta scena... che molto bella perch
c Isabella che si sveglia... (Rivolta al pubblico distratto
dallarmeggiare delle maschere) Guardare me, oh!! Guardate
che vengo gi e vi faccio il racconto orecchio a orecDIALETTO
orgia, eh! Stit chi fino a domn! Ciro?
Isabella la se desvgia... (tenta di raccontare, ma ARLECCHINO la
interrompe
continuamente per dare istruzioni ai suoi compagni
che stanno agganciando quattro funi alla sommit del palo).
ARLECCHINO E alra besgna che vun ghe vaga nel publico
l... (indica la platea sulla destra) e llter ndel publico
l... (indica un altro punto della platea, distribuisce
un capo delle funi a ogni maschera).
SCARACCO Ma no se pl lavorre en mso al publico!
ARLECCHINO (nei panni del capo dei lavori) Oh bja! Par tegnr
in pi un paln besgna che una corda de tegnda
tangente del triangolo la sia l de baricda... Te ghha in
mente la piramide?... Fa conto che la piramide sia un
piln: besgna che ghe sia quatro corde de angolo a tegnrla.
(Le due maschere scendono in platea portandosi le

31

corde, cercando di disturbare il pubblico il pi


possibile).
SCARACCO La piramide n sl publico no la se pl fare!...
ARLECCHINO Cito! No star a far discusine, bja! Smo
nel millecinquecentotantacinque... no ghera ancora i
sindacati! Dacrdo? Ti te v l, in stima fila, ndve
gh chl sir col i gii...
MARCOLFA Alra la Isabella...
ARLECCHINO Domande per piasre, vilni! (Al pubblico,
facendo il gesto di alzarsi) Alsre... alsre... grsie... un
po de comprensin, bja, par chi lavora! Smo prpi
in Italia, eh: quatro cila che travja e qui altri sentdi,
spaparansti a godrse lo spetcolo! Ministeriali!
Bja, qulo che fa?... Cosa te fai a qul sir l?...
SCARACCO (ha legato il capo della fune al collo di uno
spettatore.
Conciliante) Va bn, ghe la d ne le mani, che mada
a tirare.
ARLECCHINO Ne le man? Ma bja, ma se uno no le abitut
a la corda, ghe se sbrga tte le man, no?! Daghe
almeno del talco, del magnesio ne le man... eh!... oh!...
(Scaracco ha estratto di tasca un fazzoletto e lo scuote producendo
una gran nube di talco) S!... vai tranqulo, comodo!
L un po trpo abondante coss, eh?... (Scruta
con attenzione) Bja, adso che se spampna la nebia...
guarda l chi gh!... Ol cognsso qul l co la gica a
vento rossa, l un inteletule... Scarcco, treghe sbe38 ARLECCHINO
chio, eh! State qui fino a domani! Chiaro? Isabella si
sveglia... (tenta di raccontare, ma ARLECCHINO la interrompe
continuamente per dare istruzioni ai suoi compagni che stanno
agganciando quattro funi alla sommit del palo).
ARLECCHINO Allora bisogna che uno vada tra il pubblico
l... (indica la platea sulla destra) e laltro tra il pubblico
l... (indica un altro punto della platea, distribuisce un capo
delle funi a ogni maschera).
SCARACCO Ma non si pu lavorare in mezzo al pubblico.
ARLECCHINO (nei panni del capo dei lavori) Oh boia! Per tenere
in piedi un palo bisogna che una corda di tenuta
tangente del triangolo sia l di barricata... Hai in mente
la piramide?... Fa conto che la piramide sia un palo: bisogna

32

che ci siano quattro corde dangolo a tenerla. (Le


due maschere scendono in platea portandosi le corde, cercando
di disturbare il pubblico il pi possibile).
SCARACCO La piramide sul pubblico non si pu farla!...
ARLECCHINO Zitto! Non stare a discutere, boia! Siamo nel
millecinquecentottantacinque... non cerano ancora i
sindacati! Daccordo? Tu vai l, in settima fila, dove
c quel signore con gli occhiali...
MARCOLFA Allora Isabella...
ARLECCHINO Chiedete per piacere... villani! (Al pubblico,
facendo
il gesto di alzarsi) Alzarsi... alzarsi... grazie... un po
di comprensione, boia, per chi lavora! Siamo proprio in
Italia, eh: quattro minchioni che lavorano, e gli altri seduti,
spaparanzati a godersi lo spettacolo! Ministeriali!
Boia, quello che cosa fa?... Che cosa fai a quel signore?
SCARACCO (ha legato il capo della fune al collo di uno
spettatore.
Conciliante) Va bene, gliela d in mano, che mi
aiuti a tirare.
ARLECCHINO In mano?! Ma boia, ma se uno non abituato
alla corda, si spella tutte le mani, no?! Dagli almeno
del talco, del magnesio in mano... eh!... oh!...
(Scaracco ha estratto di tasca un fazzoletto e lo scuote producendo
una gran nube di talco) S!... vai tranquillo, comodo!
un po troppo abbondante cos, eh?... (Scruta
con attenzione) Boia, adesso che si dirada la nebbia...
guarda l chi c! Lo conosco, quel signore l con la giacca
a vento rossa, un intellettuale... Scaracco, tiragli via
DIALETTO
to via la corda de man, che qulo al momento de la tensine
ol mola tto... riflusso, riflusso, el va via del tt!
Via, lsalo andare! E va dentro fra i speciadri t, obedse,
s, sbet, par pias, entra...
MARCOLFA (nel tentativo di catturare lattenzione del pubblico,
con una voce acutissima) E alra, la nostra cara Isabella
se desvgia e la dis al marito: Caro marito, da
oggi far la pt.na... (Continua a parlare ma la sua voce
sopraffatta da quella di ARLECCHINO che urla a sua volta)
Ma basta!! Ma te m distrbe!
ARLECCHINO Ma bja, ma no la se alsa coss la vce! Besgna

33

entratenrlo el publico, non terorisrlo!


MARCOLFA (riprende a voce normale) Alra la dise, la Isabella,
la dise la Isabella, la dise...
ARLECCHINO Cus che la dise?
MARCOLFA Ma fa el to lavor!... LIsabella... (Ancora la
sua voce sopraffatta dalle urla di ARLECCHINO le cui mani
sono finite sotto i piedi di Ganassa che sta montando sul
palo issato sul palco e trattenuto dalle quattro corde) LIsabella....
(ad ARLECCHINO ) Insomma, basta!...
ARLECCHINO Ahhh!! I man mha schisci!!
MARCOLFA Mi far la pt.na la dise al sol mar mi
far la ptana, far la ptana...
ARLECCHINO (guardandola attonito) Ma va?! Ndove? In
che via?
MARCOLFA (indignata) Ma sont minga mi...
ARLECCHINO Cume, no te st ti...
MARCOLFA L lIsabella...
ARLECCHINO Che przi...
MARCOLFA Ma va via!
ARLECCHINO Par comitive...
MARCOLFA (riprende, ignorandolo) Far la ptana! Oh,
come far la ptana! Mi far la ptana...
ARLECCHINO A ghho pagra che quaichedn a ghbia el
sospto che lIsabella far la pt.na. Ghho sentt circolare
la voce. Lhan capito! (Rivolto a Ganassa che sta
in cima al palo) Adso ndu l che l burlda sta vite?
(Ganassa fa cenno per terra. ARLECCHINO va cercando la
vite che Ganassa ha lasciato cadere. La cerca dentro la
scollatura di Marcolfa).
40 ARLECCHINO
subito la corda di mano, perch quello al momento della
tensione molla tutto... riflusso, riflusso, e va via del
tutto! Via, lascialo andare! E vai tu in mezzo agli spettatori,
obbedisci, s, subito, per piacere, entra...
MARCOLFA (nel tentativo di catturare lattenzione del pubblico,
con una voce acutissima) E allora, la nostra cara Isabella
si sveglia e dice al marito: Caro marito, da oggi
far la puttana... (Continua a parlare ma la sua voce
sopraffatta da quella di ARLECCHINO che urla a sua volta) Ma
basta!! Ma mi disturbi!
ARLECCHINO Ma boia, ma non si alza cos la voce! Bisogna

34

intrattenerlo il pubblico, non terrorizzarlo!


MARCOLFA (riprende a voce normale) Allora Isabella dice...
dice, Isabella dice...
ARLECCHINO Cos che dice?
MARCOLFA Ma fai il tuo lavoro!... Isabella... (Ancora la sua
voce sopraffatta dalle urla di ARLECCHINO le cui mani sono
finite sotto i piedi di Ganassa che sta montando sul palo issato
sul palco e trattenuto dalle quattro corde) Isabella...
(ad ARLECCHINO ) Insomma, basta!...
ARLECCHINO Ahhh! Mi ha schiacciato le mani!!
MARCOLFA Io far la puttana dice a suo marito io far
la puttana, far la puttana...
ARLECCHINO (guardandola attonito) Ma va?! Dove? In che
via?
MARCOLFA (indignata) Ma non sono mica io...
ARLECCHINO Come non sei tu...
MARCOLFA Isabella...
ARLECCHINO Che prezzi...
MARCOLFA Ma va via!
ARLECCHINO Per comitive...
MARCOLFA (riprende, ignorandolo) Far la puttana! Oh,
come far la puttana! Io far la puttana...
ARLECCHINO Ho paura che qualcuno abbia il sospetto che
Isabella far la puttana. Ho sentito circolare la voce.
Lhanno capito. (Rivolto a Ganassa che sta in cima al
palo) Adesso, dov caduta questa vite? (Ganassa fa
cenno per terra. ARLECCHINO va cercando la vite che Ganassa
ha lasciato cadere. La cerca dentro la scollatura di
Marcolfa).
DIALETTO
MARCOLFA (continua a raccontare infastidita dalle spalpignate
di ARLECCHINO ) Far la ptana, ander s la carssa
con la m amsa Eleonora, e tte e due farm '
mgia de dane, sarm felsi e cuntnte. (ARLECCHINO
ha infilato le mani sotto la gonna di Marcolfa che manda
un urlo) Cusa te ft Arlechno?! Tira via le man!
ARLECCHINO Oh, mama! (ARLECCHINO , le cui braccia sono
letteralmente sparite fra le sottane di Marcolfa, ammicca
divertito al pubblico).
MARCOLFA Se gh?!
ARLECCHINO El lavra mai penst! Anca ti te ghha le corde

35

intorno a le cipe, eh? Ah, ah, Marcolfa! (Allistante,


come impazziti, gli aiutanti di ARLECCHINO fanno ondeggiare
il palo dal quale appena sceso Ganassa. Il palo precipita
verso il pubblico e, come una sciabola, passa a ventaglio
sulle teste degli spettatori) Ohi, ferma, ferma! Le
corde... le corde... le corde!...
MARCOLFA Ma atensin a le teste... No tajrghe le
teste!...
ARLECCHINO Ma desgrasi (indicando il pubblico)! Thai dit
d sberls.de a qula
sira l che... che gh restt el segno de Zorro s la
fcia. Qul sir l, po, s vedo rivr el paln drito
coss, che ol ha vost: Porco can, cus riv: Ulisse col
Polifemo?! Ma st un desgrasi, no te se pl far lavorar,
Scarco, encosinte. Bja, ir... varda, gh sucedt
una desgrsia: ghera qua el paln, propri qua dove
sit vialtri... di, tre, quatro... (indica quattro poltrone in
verticale con i rispettivi occupanti) Lo rifasmo... di, tira
che... (gli spettatori sono perplessi) No, l par farghe
vder... parch vun no lo crede quant l desgrasi qul
(indica Scaracco) A un certo momento l andato gi el
paln coss: SGNACH! Mi ghho sent un colpo tremendo,
no ghho t el corjo de vardre: quatro morti gravi...
So rivti sbeto tri o quatri infermieri che jern l ne
latrio per caso, son riv dnter a na velocit tremenda.
(Mima di sollevare i corpi e di vivisezionarli rapidissimo)
Al trapianto! Al trapianto! Donatore! Ghhan
port via tto quanto. L una mana che ghhan adso,
questa qui del trapianto. Ol savt che l fra, fra ndove
che gh el quadriva con unaltra de travrso... son sn42 ARLECCHINO
MARCOLFA (continua a raccontare infastidita dalle spalpignate
di ARLECCHINO ) Far la puttana, andr sulla carrozza
con la mia amica Eleonora, e tutte e due faremo un mucchio
di soldi e saremo felici e contente! (ARLECCHINO ha
infilato le mani sotto la gonna di Marcolfa che manda un
urlo) Ma cosa fai, ARLECCHINO ?! Ma... tira via le mani!
ARLECCHINO Oh, mamma! (ARLECCHINO , le cui braccia sono
letteralmente sparite fra le sottane di Marcolfa, ammicca
divertito al pubblico).
MARCOLFA Cosa c?

36

ARLECCHINO Non lavrei mai pensato! Anche tu hai


le corde
intorno alle chiappe, eh? Ah, ah, Marcolfa! (Allistante,
come impazziti, gli aiutanti di ARLECCHINO fanno ondeggiare
il palo dal quale appena sceso Ganassa. Il palo
precipita verso il pubblico e, come una sciabola, passa a
ventaglio sulle teste degli spettatori) Ohi, ferma, ferma!
Le corde... le corde... le corde!...
MARCOLFA Ma attenzione alle teste... Non tagliate loro le
teste!...
ARLECCHINO Ma disgraziato! Hai dato due sfregate a quella
signora l che... le rimasto il segno di Zorro sulla faccia.
Quel signore l, poi, si visto arrivare il palo dritto
cos e ha gridato: Porco cane, chi arrivato: Ulisse con
Polifemo?! Ma sei un disgraziato, non ti si pu far lavorare,
Scaracco, incosciente. Boia, ieri... guarda, successa
una disgrazia: cera qui il palo, proprio qui dove
siete voi... due, tre, quattro... (indica quattro poltrone in
verticale con i rispettivi occupanti) Lo rifacciamo... di,
tira che... (gli spettatori sono perplessi) No, per farvi vedere...
perch uno non crede quanto disgraziato quello
(indica Scaracco) A un certo momento andato gi il
palo cos: SGNACH! Io ho sentito un colpo tremendo, non
ho avuto il coraggio di guardare: quattro morti gravi...
Sono arrivati subito tre o quattro infermieri che erano l
nellatrio per caso, sono arrivati dentro a una velocit
tremenda. (Mima di sollevare i corpi e di vivisezionarli rapidissimo)
Al trapianto! Al trapianto! Donatore! Gli
hanno portato via tutto quanto. una mania che hanno
addosso, questa del trapianto. Sapete che l fuori, dove
c il crocevia con unaltra strada di traverso... sono cinDIALETTO
que vie... che gh un incidente ogni tanto... gh grupi
de infermieri apogi ch-lga, chol spia coss (mima di
appiattirsi contro il muro) che quando che sente un cigolo
dei freni: GNIIIU! Fra tti!
Ho scovrto che qui a ghe versa de bidoni de olio de
machina s la strada, che gh un Tir che fa una sgurda:
GNIIIUA! L rivto in Duomo! Ma bja, gi en
gengio a pregare.
Mi personalmente vado intorno smper

37

con un cartlo con scrito: Ho gi donato.


No gh un ospedale, una clinica, che ormai no faga i trapianti...
E ghhan bisgn de organi nvi. A l na roba
tremenda. Ghho visto un sir, un bl mo, simpatico,
con la cagnta, che ndava l... che gh el giso intorno...
la cagnta lha tirt: GNIAA! No lera ancora rivt
col cl par tra sto mo... sont rivt in snque: Trapianto!
Via! Lhan portt via col la cagnta legda...
A la mj ghhan port a ca la pelle, solo la pelle... destanda
s lometto... solo la pelle. Signora, suo marito
stato generoso, ha donato tutto! (Fa il gesto di
lanciare la stampella) Con quello che resta se vuole... pu farsi una
borsetta...

Son de desgrasi, de mat... A gh in giro una squadra


a cercare lAndreotti.... tre infermieri. Avt notato che no
se parla p del Andreotti? No se trova p, ol sta nascondo...
ghe vjon cavre fra tto: cervlo, milza, fegato
d reni, un didn del pe... tto... la pipa perfino!
Par farghe el trapianto al Cossiga, tto lo trapiantano.
Che Cossiga l un po gi, coss... (mima un personaggio
dallequilibrio piuttosto precario) ghe fan una andreottegada
... bisogner che je fagano una stortada su la stcena ... quando l
un
po gi de morale... TACH!,Na roba vscola, come un arco! Te
ghe spiazzi na frezza in del mezo, te tiri la corda e ZAACK! Al v
tto in mila tochi. na cossgada (Le maschere intorno seguono
divertite).
MARCOLFA (insofferente) Basta!
ARLECCHINO Finalmente un presidente che...
MARCOLFA Basta!
ARLECCHINO (imperterrito) ... ir, a Reggio Emilia, par via
de la bandra... bja, ghhan duv mter na bandra impiantda
ch... (indica dietro la schiena, infilata per il
44 ARLECCHINO
que strade... c un incidente ogni tanto... ci sono gruppi
di infermieri appoggiati l che aspettano, che spiano
cos (mima di appiattirsi contro il muro) e quando sentono
un cigolio di freni: GNIIIU! Tutti fuori!
Ho scoperto che quelli versano bidoni di olio per auto
sulla strada, che un Tir ha fatto una scivolata: GNIIIUA!

38

arrivato in Duomo! Ma boia, gi in ginocchio a


pregare.
Io personalmente vado sempre in giro con un cartello
su cui c scritto: Ho gi donato. Non c un
ospedale, una clinica, ormai, che non faccia i trapianti...
E hanno bisogno di organi nuovi. una cosa tremenda.
Ho visto un signore, un belluomo, simpatico,
con la cagnetta, che andava l... c intorno il ghiaccio...
la cagnetta lha tirato, ha fatto: GNIAA! Non era
ancora arrivato con il culo per terra questuomo... sono
arrivati in cinque: Trapianto! Via! Lhanno portato
via con la cagnetta legata... Alla moglie hanno portato
a casa la pelle, solo la pelle... distesa sulla stampella
porta-abiti... solo la pelle. Signora, suo marito stato
generoso, ha donato tutto! (Fa il gesto di lanciare la stampella)
Se vuole... per farsi una borsetta...
Sono dei disgraziati, dei matti... C in giro una squadra
che cerca lAndreotti... tre infermieri. Avete notato che non
si parla pi di Andreotti. Non lo si trova pi, si nascosto...
perch gli vogliono togliere via tutto: cervello, milza,
fegato, due reni, un ditone del piede... tutto... la pipa
perfino! Per fare il trapianto a Cossiga, tutto lo trapiantano.
Perch Cossiga un po gi, cos... (mima un
personaggio dallequilibrio piuttosto precario) gli fanno una
andreottata... con la pipa inserita fra i denti... e quando
un po gi di morale... TACH! Gli piazzi una freccia nel mezzo,
tiri la corda e ZAACK! Va tutto in mille pezzi. una andreottata (Le
maschere intorno seguono divertite).
MARCOLFA (insofferente) Basta!
ARLECCHINO Finalmente un presidente che...
MARCOLFA Basta!
ARLECCHINO (imperterrito) ... ieri, a Reggio Emilia, per via
della bandiera... boia, hanno dovuto mettergli una bandiera
piantata qui... (indica dietro la schiena, infilata per
DIALETTO
collo) par el Nord e par el Sud...
MARCOLFA Alra?! Basta!... Se retrna en epoca originale?...
Millecinquecentottantacinque...
ARLECCHINO (sottotono al pubblico, con malcelato pudore)
Bondi... a ghe fan un trapianto...
MARCOLFA Ma l minga bl che te parli in sto modo de

39

qusti chi...
ARLECCHINO Ma no pdo manco dire...
MARCOLFA Ah! Ads te tase...
ARLECCHINO Ghho dit che a Bondi...
MARCOLFA Bondi?!
ARLECCHINO Bondi! Bondi!
MARCOLFA No se tca!
ARLECCHINO Parch no se tca Bondi?! Mi lo tco! Mi
so dnter al sol comitato, vago l e lo tco.
MARCOLFA Ma mcchela, va!...
ARLECCHINO Son en confidnsa: Ohi, Bondi, Bondi, Bondi...
ah,
ah! Siamo in giro sempre tondi e tonti come lu! (Mima di
pastrocchiarsi Bondi, palpandoselo tutto,
quindi, perentorio) A Bondi ghe fan de trapianti...
Per via che l nascio co le bretle! De bambino... un nase
co la camsa... l co le bretle. Ma pcole, d bretelne
pcole... la sa mama ler cuntenta quand el ninva:
Nanna ohhh, tun tun tun... (mima di pizzicare le
bretelle del piccolo Bondi come fossero le corde duna chitarra)
Nanna ohhh, tun tun tun... (canticchia) Nanna
ohoh... tti i bambini drmen e ol Bondi no! Po l
crescit e no ghe lhan cambi le bretle. Ancora le
bretle de fiuln. (Cammina come costretto da tiranti
che gli abbassano vistosamente le spalle)
MARCOLFA Cosa gh serve ste bertele? A tenerve su le ciappe?
ARLECCHINO No, a tenerghe gi, bloc, la testa!
MARCOLFA Come a d la crapa? E perch? Cossa la ghha?
ARLECCHINO L voda, con un zerveln picol Tto incurv
come un punto de domanda! Coss voda e legera sta testa che se
no gha le bratele che le tegne bloc la testa vola via
Vola vola la crapa de Bondi,
va zercando mondi novi,
mondi novi come lu
sto poeta de vel!
(Stupore di tutte le maschere)
MARCOLFA A l par qulo
che l sempar coss opresso, al varda semper intorno un po
stupito.
ARLECCHINO S, pi che stupito, stupido.
CORO DELLE MASCHERE Attento alla querela!

40

VOCE DI UNA MASCHERA Ma adso s form un


comitato par la liberasin da le bratele.
ARLECCHINO Bja, l lha una potnsa tremenda, naturale, ma
quste bretle... lo opprmeno de ogni intelletto.
(gesto di impotenza)
ALTRA MASCHERA Nel prsimo Congreso Nasionle,
a ghhan decidde tjarghe le bretle con tanto de forbese e scodela.
Berlusconi in persona! Forbesada ZAACK. Scodala PLACK.
MARCOLFA Par far cos la scodela?
ARLECCHINO Per racire quel che avansa, nel caso che per eror
ghe tajeno anche da de soto la pansa.! Ad ogni manera intanto che
soneno linno de Mameli vedrem mont in tal zielo sta testa tonda,
liscia e voda che lha monta fra le nuvole Oh crape dItalia, se
stachen le teste, vardle volare dale finestre!
MARCOLFA
(tentando
di
interromperlo)
Alra?!
Millecinquecentotantacinque...
Se retrna a lepoca?! (ARLECCHINO
sta farfugliando in sordina) Cosa te dset?
ARLECCHINO Sbeto ma varda t cossa che sta desendendo dal
zielo un campin della politica pasada chi ? Me par Ciriaco!
MARCOLFA Chi?!
ARLECCHINO Ciriaco De Mita... (glorioso) ciam la pera
Williams per via de la crapa a ponta che tegne!
Te gh fit caso? Ghha na testa a pera
MARCOLFA Come d na pera pesca?
ARLECCHINO No, l una pera e basta... l lu, De Mita, se vede
benissimo... in botgia... sto spirito... lo spirito eterno della DC!
Qul che natura crea, la DC conserva!
MARCOLFA:Ma non lera morto?
ARLECCHINO Morto lu o la DC?
MARCOLFA Tte doi!
ARLECCHINO : La DC De Mita morti? Ma no more mai quei!
Al maximo more e se more i resuscita sempre ! L el partito
surgelato eterno quello!
MARCOLFA Come el giazzo nel Polo!
ARLECCHINO Beh, spieremo nel riscaldo de la tera!
MARCOLFA Ma il Ciriaco non lera in galera? Me ricordo ben che
l stait condan per ruberie!
ARLECCHINO No, l stait condan, ma in galera l no mai st!
E se lhan sbat dentro, l subeto sortito le so galere i ghha la

41

porta che zira come quele de i grand hotel ZON ZON


(fa il gesto di roteare) dentro e fora!
MARCOLFA E alra? Basta! (Cerca di parlare, interrotta
continuamente da ARLECCHINO ) Tornare su... (s rivolta
a Scaracco che si accomodato beato su di una poltrona).
Nel frattempo stato issato il lungo palo al quale per sono rimaste
appese delle corde che reggono abiti e mutande ad asciugare. Le
corde con la biancheria appesa finiscono in platea.
ARLECCHINO Te despise vegnr s? Ma ti varda, cosa ti
ghha combin? Ma varda!... Tto el bucato ghha fit!
(Infatti Scaracco ha disteso lungo la corda che regge il palo
calzini, fazzoletti, fasce di vari colori).
MARCOLFA Scarcco!!
ARLECCHINO Avanti tti e via... rengrasire la znte che
vha ait!
MARCOLFA Grsie mille... corgio... grsie mille...
ARLECCHINO Craxi mille...
MARCOLFA (correggendolo) No eh! No tiremo in ballo Craxi!
Per carit, non tornemo ancora indrio nel tempo! (venendo verso il
pubblico) Alra, m son desmentegta
de dir una roba importantissima, che la vicenda
che vho cunt de la pt.na e de la cuntssa, la
se svolge a Napoli! Che mi son securssima che nisciun
de voialtri se recorda chi l che governava Napoli in
qul tempo l...
ARLECCHINO (venendo a sua volta in proscenio) Di, avanti... che el primo che alsa la man ghe la tjo via de nto,
coss impara a ziogre al quiz!
MARCOLFA (cercando di superare la voce di ARLECCHINO )
Alra,
chi l che governava Napoli... corgio!...
ARLECCHINO Guai a chi indovina! Adso per besgna
indovinare...
chi ghera a Napoli in qul tempo?...
MARCOLFA Chi l che governava Napoli...
ARLECCHINO No, no... cosa ghe centra el Silvio? Silvio nol
ghera ancora, andmo... Andreotti?... S, qulo ol ghera. Ol l da
le guerre puniche che el ghe! (Mima la camminata di Andreotti).
MARCOLFA (rivolta alla platea) Guardi lei, sir... guardi che
lho vedo, sa... che me fa na fcia come de soportasine...
ARLECCHINO Ma no, l stit coss: un tic.

42

MARCOLFA No, che tic? L un vilno... lha fit na


smorfia
come dire: le la lava in tra e pe la vgn chi adso
a fa la maestrina... Avante, che abi el curg de dirme
ciro e nto fcia de...; ansi, mi ads vgni gi...
ARLECCHINO Ma ndove ti va?!
MARCOLFA Vado gi e ghe d uno sgiffo!
ARLECCHINO Brava, coss no ghe resta p gnnte par el
trapianto!
MARCOLFA Eh, adso!
ARLECCHINO (punta il dito verso la platea) Ehi! Ti ghho
vedo! No, no far la spia... (Quindi lancia baci appassionati).
MARCOLFA E adso parch te mandi de basi?...
ARLECCHINO Basi de Giuda...
TRADUZIONE
52 ARLECCHINO
ti... che al primo che alza la mano, gliela taglio via di
netto, cos impara a giocare ai quiz!
MARCOLFA (cercando di superare la voce di ARLECCHINO )
Allora,
chi era che governava Napoli... coraggio!...
ARLECCHINO Guai a chi indovina! Adesso, per, bisogna
indovinare... chi cera a Napoli a quel tempo? ...
MARCOLFA Chi governava Napoli...
ARLECCHINO No, no... Craxi non cera ancora, andiamo...
Andreotti?... S, quello cera. (Mima la camminata di
Andreotti ).
MARCOLFA (Rivolta alla platea) Guardi lei, signore... guardi
che ho visto, sa... che mi fa una faccia come di sopportazione...
ARLECCHINO Ma no, stato cos... un tic.
MARCOLFA No, che tic? un villano... ha fatto una smorfia
come per dire: lei lava in terra e poi viene qui adesso
a fare la maestrina... Avanti, abbia il coraggio di dirmi
chiaro e netto faccia di...; anzi, adesso vengo gi...
ARLECCHINO Ma dove vai?!
MARCOLFA Vado gi e gli d uno schiaffo!
ARLECCHINO Brava, cos non rimane pi niente per il trapianto!
MARCOLFA Eh, adesso!
ARLECCHINO (punta il dito verso la platea) Ehi! Ti ho visto!
No, non fare la spia... no, perch suggerisci a quello davanti
che non lo sa? Spia, spia... non sei figlio di Maria,

43

non sei figlio di Ges, va allinferno con Belzeb!


(Quindi
lancia baci appassionati).
MARCOLFA E adesso, perch mandi dei baci?...
ARLECCHINO Baci di Giuda... Giuda-Goria... (Marcolfa ha
un gesto di intolleranza) Goria, Goria, ha fatto la spia...
ha venduto Spadolini per trentadue denari... al chilo!
Spadolini in croce, lhanno messo in croce, sta l in
croce... (mima la messa in croce di qualcosa dimmenso)
ha una croce... sta in un equilibrio instabile che ogni
tanto: CRCRCRC! PLAF! (Mima la croce che frana verso la
platea) Gi, e c De Mita sotto che fa la parte del soldato
che d la spunzonata sul costato per vedere se
cotto... (si corregge) se spirato...
MARCOLFA Da dentro la bottiglia?
ARLECCHINO S: TACH! De derntro la botigla... ghe spunta
la lanza per el clo... e l smper ne la botglia, svsiga
lasta, fa: TUN, TUN, TUN (si lecca le gocce che scendono
dal costato) TOC, LOC, SLACH, PLAF! Rosolio! E
tti: buono! (Mima la croce che si schianta al suolo) CRIK
CRIK PLAF!! Una sgnafda spantegda con tto sto bn
de dio par tra... (assaggia immergendo un dito) budno!
(Si china e mima di afferrare due palline) Varda d ciliegine...
(Se le infila in bocca e subito sputa disgustato) d
cujunn!! (Fa immaginare che la croce sia stata issata di
nuovo. Mima Spadolini inchiodato sui tronchi. La croce
oscilla nuovamente) GNIAOO... GNIAO... Padre, perch
mi abbandoni? (Mima laffacciarsi del Padreterno che
spinge la croce fino a farla rovinare a terra con gran schianto)
TOCH... GNIAO... PLAF!! Co laltra crocettina... che
a destra a gh Martelli... (le maschere seguono incredule)
s, ne le due croci de i ladroni, gh Martelli da una
part... no, dico, l l ne la posisin... no fago... (Marcolfa
si risente, fa il gesto di non voler accettare simili bassezze)
Ma bja... digo par alegora, no, l per paradosso.
No che disi: va b... parch quatro o snque rben,
alra tti i socialisti son ladrn?... L per parads che
se fa... l come dire, per esempio: ne la DC de Palermo
c qualche mafioso... un paradosso: qualche...
qualche, l un paradosso! Metafora de lassurdo!
EIUAHH!!! BRUMP!! (Finge unesplosione).

44

MARCOLFA No, parch, capte, poi fa el lamnto:


Noi non
ghavmo un titro per noialtri. Come mai non ghe lo
danno? Avt cap adso come mai? Andmo avante...
Lasmo perdere... Chi l che governava Napoli in qul tempo... che
tanto per noialtri... de sura, de sta, de fra, ch... per noialtri,
insma, tti noialtri, o Carlo, o Alberto, o Ferdinando, lo ciapmo
smper in qul bando! (Termina con un gesto del braccio appena
accennato).
ARLECCHINO Bla! Fine!... ma triviale! Voglio dire... triviale,
ma fine! No, no, varda che po l anca qul gesto
sto l... per ritardati eventuali...
MARCOLFA L la metafora cira...
ARLECCHINO
Scsa, pde agingere unallocusine a la
metafora, na locusine ma personl, de oservasin...
MARCOLFA Parch... se te disi de no, eh... te ferma
quaichedn?...
ARLECCHINO No, no me ferma nisciun. No... vjo far oservr
una roba tremenda... me domando smper m, e chi
sa quanti de voialtri ghavan fato caso, ne la storia dItalia
de tti i tempi, quando i sucd gure, se fa i bordli,
se scana... anca lontn de qui... pian piano i vgne
a scanrse adso a noialtri. I ghe cipa dentro, sempre!
Varda, ne la storia... a gh par esempio i franzs, mj,
i spagni, che se cata contra i franzs... (recita in grammelot
spagnolo una sfilza di improperi che terminano con)
Cavrn, ti e to mare (Recita in grammelot francese,
alludendo a una risposta altrettanto colorita a base di insulti
e minacce) E anca voialtri todschi! (Vistoso sproloquio
in grammelot tedesco) E anca i ingls! (Esegue un
grammelot inglese pacato ma carico di disprezzo) Alra l
la gura! L la gura, bja! Noialtri ingls andmo a
scanre tti i franzsi e desendmo a fa la gura fino
en Spagna. E noialtri spagnoli andmo contro i todschi
e li sbolzermo de fero e fugo, e noialtri todschi andmo
in Anglotra e andmo a sbrs.r, sviolr e fa strame!
(Allarga le braccia perentorio) Fermi! No st a far
casto par niente... a spantegrve dapartto! Trovmose
en Italia che gh el sole e che ghe se scana che l una
meravgia! S, l coss!
MARCOLFA (furente) Se non te tase... cipo sto pilne... (indica

45

il palo che gli assistenti di ARLECCHINO tengono in


spalla)
te lo frico in del cl... me fano i trchi con i fili
de mncia! Ciro?
ARLECCHINO Calma fii... no feve tr dal panico... (si muovono
al rallenty sollevando le gambe imitando un passo molto
felpato) via normale... cen dentro snsa dar ne lcio... un, di, tri...
E mavan dito che lera uno spetcolo consigliato per ragssi...
(escono).
MARCOLFA (verso il pubblico) Donca, alra...
ARLECCHINO (da fuori scena) IHEIAIIAIA!
MARCOLFA Ma se gh?...
ARLECCHINO (entrando circospetto a passo di danza) Un turco!
(Se ne esce sempre con lo stesso passo).
MARCOLFA (al pubblico, aggredendolo) Ads basta, eh...
desgresini! Ciro? Che me ghavt rotto le bale fra tti!
Mhan comandto de fa el prologo e a debbio finirlo. Che
m ne podi pde parl, capto? No pde p vederla m sta
bestia de qula Isabella l e qula pttna de lEleonora...
Che se msen!... ghe nho pin i ball de ste du donn chi! Basta! Di
parol de corsa e vo via. (Aggressiva) E steme a scolt, eh! Alra,
ricordrse che rivada la gura un certo signore che se cima
Capitano Coccodrillo,riva da la gura a Napoli e l pin de...
plleci...pulci insomma. Parch en gura, o se mr o se
cipa i pres. Certe volte se mr anca co i presi. El
vgn da la gura e sincontra, simbatsce in te lIsabella,
che lera stada na so vgia morsa. Le la vursse
embrasrlo, l no pl dirghe: Son pin de pres e
alra el dise: Ho fato voto de castit se ghavessi salva
la vita... - e intanto ol se gratta - ... pde minga embrasrte...
E lIsabella: Ma come, m tho aspet una
vita... Lsame stare, ho fato voto de castit!. Se
grata, se grata... (Entra di nuovo ARLECCHINO saltellante.
Marcolfa sinterrompe disperata, va verso la quinta) narma,
casso, deme unarma!
ARLECCHINO Bja, ma sun vegn apsta par dirte che l
intil che te ft sta fatga, che tanto besgna levr la
comdia... in quanto un actr che ziga la parte del Magnifico
no lo lseno sortr da la galra, e snsa de l no
se pl fare la comdia...
MARCOLFA E alra se zira le parti, se rimpisa el Magnifico:

46

el tiatro no se pl fermr.
ARLECCHINO Ma a gh el fato che la Isabella par el dolr
a gh vegn un svegnimnto: l croldo tto, tte,
cipe... in qul camerino no se pl entrare, che besgna
saltare in mso a ste cipe, ste tte...
MARCOLFA Se fa un giro de le parti e se rimpisa anca lIsabella:
el tiatro no se pl fermare.
ARLECCHINO Bon, no se pl fermare, ma se deve fermare
per forsa...
MARCOLFA Parch?
ARLECCHINO S, parch a gh un censr de la curia che
ghha dit lrden de fermar sbeto sto spetcolo de le
pres... parch in te le pres loro han intravisto sbeto
lalegora cira, che le pres i sara proprio ol governamento...
ol governamento che gh adso sont le pres
che ghe tta, cicia sangue ai itadni, tanto che no gh
rest gnanca p na gta de sangue par fare un trapianto.
Besgna combinr unaltra comdia...
MARCOLFA E alra ghe vle unaltra comdia!
ARLECCHINO ... Unaltra comdia magnifica che mi ghho
vedo a Parigi... Oh, magnifica! L de lo stess canovz dee ghha
ispirt De Rege1...
Varda, te spiego, l un sucso, propri, segro... varda.
se drve el sipario... varda, a gh la scena precisa, no
l gnanca da cambiare, tanto che sbeto i speciadri
dsen: Ah, siamo in un paese... con tte le strade e la
pisa...
MARCOLFA Quanti atri?...
ARLECCHINO Ah, donca, i atri. A linsio no si sa i atri,
a linsio no si deve sapere...
MARCOLFA Na comdia snsa atri...
ARLECCHINO A gh el segreto che no se sa quanti atri a
ghe son. Ad un certo momento, el publico, dopo un po,
ol dise: Adso arivern i atri, e i atri no arven;
po, dopo venti minuti, i comincia a pensare, el publico:
Oh, ghe sar stato quaiche disastro, forse un teremto,
e sont scap tti in un altro paese; chi sa quando
tornern. E spcia.
MARCOLFA E quanto spcia?
ARLECCHINO Unora, che l la durata del primo atto...

1Comicideiprimiannidel900.

47

MARCOLFA Un atto... unora de fermo... tto in


silnsio....
ARLECCHINO Snsa i atri.... cos che la gente la dise: Va
beh, spermo nel secondo. A gh un intervlo de venti
minti...
MARCOLFA Venti minti...
ARLECCHINO Par scarigrse tta la tensin che a gh stita
nel primo atto, po se drve el sipario e la zenta la fa:
Ahhh!!
MARCOLFA Ah, parch tta la compagnia...
ARLECCHINO No, no gh niscino, la scena l cume prima,
uguale e precisa. Soltanto che a gh de le corde cun dei
pani stend ad asciugare: calste, mutnde, ecc. ecc. cos la gente
pensa sbet: Se vede che el teremto forse l
cess, alra loro son tornadi, han fit el bucato, sont
and a dormire, e ads specimo che se lva.
MARCOLFA E quant che spcia che se leva?
ARLECCHINO Tta lora, tto el secondo ato i spcia, ma no
riva niscin.
MARCOLFA Un secondo atto... snsa nisciun! Oh, ma che
comdia l?!
ARLECCHINO Apunto, l qul che dise el publico: Ma che
comdia l?! Ghhan ciap par tanti cojni, che smo ch a vder
na comdia che no gh gnanca i atri!
Intanto a gh anca de la gente che no sorte gnanca ne
lintervlo che l dun quarto dora, i dise: Vjo star
qui a specire, vjo vder: se el trso ato l uguale e
preciso, mi brso tto el titro! E invece, quand ol se
drve el sipario, a gh una sorpresa meravigisa.
MARCOLFA Parch?
ARLECCHINO Se drve el sipario e tta la gente fa: Oehh!!
MARCOLFA Parch? Tta la compagnia...
ARLECCHINO No, a gh tta la scena che... a lhan portda via.
Ne lintervalo a ghhan svuotato el palcoscenico...
MARCOLFA Ma che comdia l?!...
ARLECCHINO L qulo che cran i speciadri: Oeh!... ma st
propri dei cojni maledti... tre ore che smo qua, a farse ciapr par
el cl!! Tant vera che a gh de la gente in fondo che la dise:
Silnsio! Non si intende la trama! Po, a gh de colpo la gente
che comincia a plaudre... na roba de laltro mondo... a ghe dan de
le maste... PIN PAN PAN! Parch, oh, i son tre ore e msa

48

che i spcia, ol se dan dei sgiafni lun co laltro... e


gh quaichedn che i cra: Bravi! Vogliamo sapere chi
lautore! un genio! Venga fuori, che gli voglia mo
mettere le mani sul collo!... per toccarlo! Po un urlo:
Fuori lautore! Fuori! Lo aspettiamo anche a casa!
E po laplauso devnta un boato...
MARCOLFA I bati i man?
ARLECCHINO S!
MARCOLFA Ma i sun stpid!...
ARLECCHINO No, no, no, inteligenti, parch tant vera
che a gh de la gente che dise... due del publico... due
critici... noti, che a Parigi se sont lev in pe e han cominci a gridare: Bello! Stupendo! Questo il vero
teatro! Il teatro del nulla! Du del pblego tiran fra le pistole e:
PUN PUN, du crtic davangrdia morti! Questo
lo spettacolo...
MARCOLFA Ma se... (La sua voce viene immediatamente coperta
dalla musica).

49

SECONDO ATTO
I due becchini, ARLECCHINO e Razzullo, famosa maschera
napoletana, stanno dentro una fossa e mimano di scavare. Cantano.
E qui se fano i conti snsa li rsti
pas la barca per fiume no se retorna
lassa li smanciare, lassa i smorbissi
che chi a gh scriv: Basta, s morti!
Chis cosa che spcia in llter mundo
ogni conta di sogni e strambare.
O gh i indian che i dise che po se svgia
derntro un animal con gran contento
tti contenti de vss dei aneml.
A gh i saracn che i ghha ol Corano
che i mostra ol parads come un bordlo
piegnt de dne ble e tte sbite
ridendo tto el d se fan lamore
se fan lamore sbite snsa pec!
RAZZULLO Per chi che stammo a scav?
ARLECCHINO Per laministrera del cimitiro, l lor che ghe
paga!
RAZZULLO S, va beh, ma chi chamm a seppell?
ARLECCHINO Ah, el morto, te dise? L un che s cop da
par l, un asasn de se medesimo.
RAZZULLO Ah, soicda?!
ARLECCHINO S, soicda, el s neg in de lacqua.
RAZZULLO Ah, chillo che dicono che s negto...
ARLECCHINO No, no, ol s neg davro, con una frsa
di volont incredibile. L andit a casa, lha cat un
mastlo impiegnt dacqua, el s meto in gengio, ol
s pogi una man su la testa e lha dit: Ango. E
gi... sotacqua! Dopo un po la testa, che la ragiona,
la dise: Uh, ma son propri un cojn, morir in qusta
manra! Ma la man caparbia: Sto: qul che
detto detto. Crepa! Ohi, ol ghera le bollicine che
ghe stciopva dapartto. Ghe vegnivan fra dal naso,
da le orge, anca dal cl! PRUUUOOOAAHM!... soffioni de
Boario!
RAZZULLO (ride divertito) Ah, ah, ah, e tu ce credi che chillo s
negto a slo? Secondo a te, uno se mette co a capa

50

sottallacqua e senza che niscino laiuta: GLU,


GLU, GLU... se bevve tutta lacqua? Ma sinti a me, isto
nu delitto... qualcheduno lavr accso!
ARLECCHINO No, no, pu darse che quaichedn ghbia pogi
una man un po pesanta s la crapa par aidrlo un poco a sta sto,
ma varda che a gh de la znte caparbia che quando ha desidde
masrse, nissin la ferma!
Mi ghho cognos un che s negto nel vino!
RAZZULLO Co u vino?!
ARLECCHINO S, in un tinsso de vino.
RAZZULLO Che bella morte! Ma comme ha fatto?
ARLECCHINO Sta bon che te conti... (Esce dalla fossa e, dando
colpi con la pala qua e l come stesse sistemando la terra,
racconta) El se ciamva Bolgirn, a lera un che cognosvi bn. A
lera inamorato del vino! Fato sta per che qustmo ol ghaveva
na malata tremenda, unartrosi psichica che no riusva a valsr ol
bicir fino a la bocca: (mima la fatica di articolare il braccio)
TRIC, TRAC, el se blocva, per il senso de la colpa e del pecato del
ciucate, tanto che s quter bicir riusva a brne a malapena
di! Bon, ma per sua fortna ghe mre un zio
che ghe lassa uneredit da no dire, na valanga de denari.
Alra a l andit al mercato e lha compr due tinssi
grandi come na casa, n impiendo de vino e laltro
vdo.
RAZZULLO Che se ne faceva de chillo vudo?
ARLECCHINO Spcia che te conto. Lha ciap sto tinsso
impiegndo de vino, lha fit unimpalcatra e lha piasda
in alto in del cortile, poi ghha met o na canna e
un rbinettn che andava derentro a laltro tinsso, lha
ciap sto tinsso vdo e ol ghha met o derntro tta la
mobila: el lto a tre pisse, ol comodn, larmdi, el s
stravac sra ol lto (mima lazione sdraiandosi, sul praticabile).
Po ol ha derv el rbinet.n e... gi... una cascda de vin! E l blo
tranqulo, destendo sl lto, ol
speciva che el vino cressse de livelo fino a la bca, ol
dervva i lavri e a qul punto disva la famosa frase del
Vangelo: Lasciate che i vini vengano a me! Ol beveva
beato snsa neanche besgno de valsr el brasso e ol
cantava felice: BLUGLBLUGLBLUGLBLUG!, ol pareva un
mandoln: BLUGLBLUGLBLUG!
RAZZULLO Ma comme? O vino no saiva de livello e

51

lannegava?
ARLECCHINO No, parch el frbastro, l, laveva met na
vescga con un galeginte colegta a una leva, de manra che quand
el vino lera a un livl che montava tropo: CLOOK, sbeto scatva
la leva e serva de bto ol rbinetn.
L speciva e ol beveva pian, pian, ma apna el
livlo desendva trpo, scatava de nvo la leva e gi!...
una cascata de vino! E l lera smper contento co l
livelo giusto, ubriaco ma scientifico!... (Si leva in piedi)
Soltanto che un ziorno stmo no va a inamorrse de
una dna?
RAZZULLO Che no ci piaceva o vino?
ARLECCHINO No, lera una brava dna, che ghe piazva el
vin. Tant vera che loro, tti e di, i stava slongdi
tto el zirno s sto lto... fasvan lamor derntro al
vino!... Oh, meo caro... BLUGBLUG... te vjo bn...
BLUGBLUG... va sto ti che mi ango! Smper co la vescga
de livl pronta, imbrighi tto el zirno de amor
e de vin! (Pausa breve) Soltanto che, varda, certe volte
le dne son catve. Sta dna no va a inamorarse de un
altro mo?
RAZZULLO Normale!
ARLECCHINO Un mo che ghe piasva el late! (Razzullo ha
un moto di disgusto) S, che stava tto el zirno stravac
derntro un basletn grande, impiegn de late, immergio
fino a la bca, e ol cantava cansni de embrigo
de vin nel late!
RAZZULLO Traditore! Ma come se fa a pijrse per uno che ttta o
latte?!
ARLECCHINO Te ghha rasn. Pensa che qusti di, le e lu,
fasvano lamore dentro el late! PIRIPATAGNAC... amore
mio... SPLISHSPLASH... vado in apnea. (Mima labbracciarsi e il
rotolarsi nellamplesso) E se sciuncvan tto el zirno nel late, che
la sira era tto formgio!
RAZZULLO Deggenerti!
ARLECCHINO Degenerti! Ma col castigo di Dio: Chi fa
lamore nel late lo trasforma in formaggio! Invece, chi
fa lamore nel vino... spumante! Fatto sta che el nostro
mo, qulo bno che ghe piasva el vino, l andit
a casa e per la disperasin la stcep la vescga del galeginte.
Ghe vegnva gi una cascata de vin snsa fermrse,

52

l st stravac sl lto col vino che cressva.


Lhan sentdo cantare e gorgogli tta la note. La matna,
quando son riv i parenti e gli amsi, han trov el
tinsso che strabordava... tto el vino per la strada, con
la mobilia, compreso el lto, e l, qustmo, sgiunfit
ne la panza che sembrava la cupola de San Pietro... morto
negto! Ttintorno se spantegva un lezo de vin che
al funerale erano tti mbrichi, mbriaco ol prvete, gli
amsi, i parenti, perfin i quatro bechn, che portava la
bara, tti inciuc che cantavan (intona il De profundis
ballandoci sopra).
I DUE IN CORO:
In morte de profundis
te se crep
E miserere nobis
te se crep
E feretrum peccati
te se crep
Requiem aeternam dona eis Domine
te se crep
Peccata mundi, peccata mundi,
peccata mundi.
Anche Razzullo esce dalla fossa.
74 ARLECCHINO
RAZZULLO Traditore! Ma come si fa a invaghirsi di uno
che succhia latte?!
ARLECCHINO Hai ragione. Pensa che questi due, lei e lui,
facevano lamore dentro il latte! PIRIPATAGNAC... amore
mio... SPLISHSPLASH... vado in apnea. (Mima labbracciarsi
e il rotolarsi nellamplesso) E si dimenavano tutto
il giorno nel latte, che la sera era tutto formaggio!
RAZZULLO Degenerati!
ARLECCHINO Degenerati! Ma con il castigo di Dio: Chi
fa lamore nel latte lo trasforma in formaggio! Invece,
chi fa lamore nel vino... spumante! Fatto sta che il
nostro uomo, quello buono a cui piaceva il vino, andato
a casa e per la disperazione ha spaccato la vescica
del galleggiante. Veniva gi una cascata di vino senza
fermarsi, lui si sdraiato sul letto con il vino che cresceva.
Lhanno sentito cantare e gorgogliare tutta la

53

notte. La mattina, quando sono arrivati i parenti e gli


amici, hanno trovato il tino che strabordava... tutto il
vino per la strada, con la mobilia, compreso il letto, e
lui, questuomo, gonfiato nella pancia che sembrava la
cupola di San Pietro... morto annegato! Tutto intorno
si spandeva un odore di vino che al funerale erano tutti
ubriachi, ubriaco il prete, ubriachi gli amici, i parenti,
perfino i quattro becchini che portavano la bara, tutti
ubriachi che cantavano (intona il De profundis ballandoci
sopra).
I DUE IN CORO
In morte de profundis
sei crepato
E miserere nobis
sei crepato
E feretrum peccati
sei crepato
Requiem aeternam dona eis Domine
sei crepato
Peccata mundi, peccata mundi,
peccata mundi.
Anche Razzullo esce dalla fossa.
DIALETTO
ARLECCHINO Crdeme, se un ol ghha la volont de morire, el
mr e nisciun lo ferma! (Scavando con la pala estrae dalla fossa un
teschio che rotola fra i piedi di Razzullo che zompa spaventato).
RAZZULLO Madonna mia, che impressione, na capa e
muorto!
ARLECCHINO Ohi, ma te se cipet spavento per una crapa
de morto? A te st un bechino, caro!
RAZZULLO E n lu vulssi fare sto mestiere... Nu me so
ancora abbituato! (Raccatta il teschio) E poi io sto teschio
manco lo cognsco!... (Lancia il teschio che ARLECCHINO
afferra al volo).
ARLECCHINO Fmeghe vedr, bja, me par de cognserlo...
S, a lo recognsco! Adso che lo vardo bn, qusto l
ol zio de qulo che l neg ne lacqua. Lera un che ghaveva
una fcia, de vivo... uguale e precisa a qusta! Solo

54

che adso el ghha lo sguardo un pochetn pi profondo!


Lera un sbolzirn pin de prosopopea, na fcia de
merda! (Lancia il teschio a Razzullo che, spaventato, lo
rilancia ad ARLECCHINO ).
RAZZULLO IHAOHOOO!! Ah, che impressione! La vl
fernscere?!
ARLECCHINO Lho fit par ft far un po dabitdin!
RAZZULLO Me ci hai tutto sconvoglto! Mo m venuto da
piscire!
ARLECCHINO Te se un po debilitd de vesga? E va a
pis!
RAZZULLO E add? Bisogna che me ne vaga fora do cimitiro.
ARLECCHINO E Parch te ghe deve tr tto sto distrbo? Pisa
ch.
RAZZULLO Addve? Sopra na tomba?
ARLECCHINO No, miga s una tomba qualsiasi. S qusta per
esempio. Questa l una tomba bna de pisrghe sura!
RAZZULLO Ma nun te pare che ci manchiamo nu poco de
rispetto?
ARLECCHINO Che? Rispetto pe de morti malnati, bastrchi a
sta manra? Ma l giusto pisrghe adso. Varda qua... te d
lesempio storico! (Mettendosi di spalle al pubblico, armeggia
attorno alla braghetta dei pantaloni).
76 ARLECCHINO
ARLECCHINO Credimi, se uno ha la volont di morire, muore
e nessuno lo ferma! (Scavando con la pala tira fuori dalla
fossa un teschio che rotola fra i piedi di Razzullo che zompa
spaventato).
RAZZULLO Madonna mia, che impressione, una testa di
morto!
ARLECCHINO Ohi, ma ti spaventi per una testa di morto?
Sei un becchino, caro!
RAZZULLO Io non lo volevo fare questo mestiere... Non mi
sono ancora abituato! (Raccatta il teschio) E poi io questo
teschio neanche lo conosco!... (Lancia il teschio che
ARLECCHINO afferra al volo).
ARLECCHINO Fammi vedere, boia, mi sembra di conoscerlo...
S, lo riconosco! Adesso che lo guardo bene, questo
lo zio di quello che annegato nellacqua. Era uno
che aveva una faccia, da vivo... uguale, identica a questa!
Solo che adesso ha lo sguardo un poco pi profondo!

55

Era un gradasso pieno di prosopopea, una faccia di


merda! (Lancia il teschio a Razzullo che, spaventato, lo
rilancia ad ARLECCHINO ).
RAZZULLO IAOOOO!! Ah, che impressione! Vuoi finirla?!
ARLECCHINO Lho fatto per farti fare un po dabitudine!
RAZZULLO Mi hai tutto sconvolto! Adesso mi venuto da
pisciare!
ARLECCHINO Sei un po debole di vescica? E vai a pisciare!
RAZZULLO E dove? Bisogna che me ne vada fuori dal cimitero.
ARLECCHINO E perch devi prenderti tutto questo disturbo?
Piscia qui.
RAZZULLO Dove? Sopra una tomba?
ARLECCHINO No, mica sopra una tomba qualsiasi. Su questa,
per esempio. Questa una tomba buona per pisciarci
sopra.
RAZZOLO MA non ti sembra che manchiamo un po di rispetto?
ARLECCHINO Che? Rispetto per dei morti malnati, infami
in questo modo? Ma giusto pisciar loro addosso. Guarda
qua... ti d lesempio storico! (Mettendosi di spalle al
pubblico, armeggia attorno alla braghetta dei pantaloni).
DIALETTO
RAZZULLO Puzzo anchio?
ARLECCHINO Come no? Favorisca! (I due orinano nella tomba).
Spunta un teschio dalla tomba che cerca di coprirsi la testa con le
mani pi che scheletriche.
PRIMO TESCHIO Oh, che state a fare, zozzoni?
RAZZULLO Na capa e murto che parla!
ARLECCHINO Eh, ma de che cosa te se lamntet? Tho dit na
lozione par i cavi!
PRIMO TESCHIO Un poco de creanza per i morti! Siate
stramaledetti!
ARLECCHINO (a Razzullo) Te dvet abitu, sopratto quando te
incntret dei morti come qusti, che de viv sont
stit coss borisi che no se rise mai a convnzerli de sta citto
manco da morti. Ma co na bla inafida in fronte adso ghe
rinfresco le idee! (Orina con volutt).
PRIMO TESCHIO Basta, maledetti sporcaccioni!
ARLECCHINO Cosa?! Te dit sporcaccioni?

56

ARLECCHINO e Razzullo prendono a schiaffi il


teschio dalla cui bocca alla fine schizza una manciata di denti.
PRIMO TESCHIO (piagnucolando) Mi avete fatto uscire tutti i
denti!
ARLECCHINO Oh, ma no l un teschio, l un caimano!
PRIMO TESCHIO Malnato, non si batte sui morti!
ARLECCHINO S dei morti come ti se pica, se pisa, ghe se spda,
se caga e po ghe se scorza par ascigare el tto!
PRIMO TESCHIO Vergogna! Non siete buoni de parlare daltro
che de sporcara! De orine, descrementi!
RAZZULLO Oh, s scatenato crapa e muorto!
PRIMO TESCHIO Dovreste almanco tenere un poco de rispetto per
il luogo.
ARLECCHINO Parch, che luogo l qusto, sentmo!
PRIMO TESCHIO un luogo sacro codesto dove se consuma il
trapasso per laldil.
ARLECCHINO E ti te sa come la ciamva gli antghi sta filosofia
de land de l?
78 ARLECCHINO
RAZZULLO Posso anchio?
ARLECCHINO Come no? Favorisca! (I due orinano nella
tomba)
Spunta un teschio dalla fossa che cerca di coprirsi con
le mani pi che scheletriche.
PRIMO TESCHIO Oh, che state facendo, sozzoni?
RAZZULLO Una testa di morto che parla!
ARLECCHINO Eh, ma di che cosa ti lamenti? Ti ho dato una
lozione per i capelli!
PRIMO TESCHIO Un poco di rispetto per i morti! Siate
stramaledetti!
ARLECCHINO (a Razzullo) Ti devi abituare, soprattutto quando
incontri dei morti come questi, che da vivi sono stati
cos boriosi che non si riesce a convincerli a stare zitti
neanche da morti. Ma con una bella innaffiata in fronte,
adesso gli rinfresco le idee! (Orina con volutt).
PRIMO TESCHIO Basta, maledetti sporcaccioni!
ARLECCHINO Cosa?! Hai detto sporcaccioni?
ARLECCHINO e Razzullo prendono a schiaffi il teschio dalla
cui bocca alla fine schizza una manciata di denti.
PRIMO TESCHIO (piagnucolando) Mi avete fatto uscire tutti

57

i denti!
ARLECCHINO Oh, ma non un teschio, un caimano!
PRIMO TESCHIO Malnato, non si batte sui morti!
ARLECCHINO Su dei morti come te si picchia, si piscia, si
sputa, si caga e poi si scorreggia per asciugare il tutto!
PRIMO TESCHIO Vergogna! Non siete capaci di parlare daltro
che di porcherie! Di orina, di escrementi!
RAZZULLO Oh, si scatenata la testa di morto!
PRIMO TESCHIO Dovreste almeno avere un po di rispetto
per il luogo.
ARLECCHINO Perch, che luogo questo, sentiamo!
PRIMO TESCHIO un luogo sacro, questo, dove si consuma
il trapasso per laldil.
ARLECCHINO E tu sai come la chiamavano gli antichi questa
filosofia dellandare di l?
DIALETTO
PRIMO TESCHIO Non lo so e non mimporta!
ARLECCHINO No te importa Parch te s un strnz trc. de
teschio fit con un calco de una scorza!
PRIMO TESCHIO Ohi, dico!
RAZZULLO Vacce piano... mderati co sti morti.
ARLECCHINO No, no, l proprio adso che besgna drghele
ste rbe, che i son morti, Parch se te ghe i dset
de vivi, lori te mten in galera!... (Al teschio) Snte qua, morto...
dnca, i greci, che sont i padri de tto el nostro pensir ragionato,
loro, ol problema de lanima ol
ciamvan scatos. (Il teschio si infila le dita nel naso e
ARLECCHINO gli molla un ceffone) Smper co i didi derntro i
bgi del naso. Va che bsi che te se st consci! Alra, i ciamva,
gli antighi, scatos el pensiero de lanima e de laldil, e i
ciamava escatologia la filosofia e ol ragionamento sl trapasso.
Orbene sti greci furbassi i ciamvan la merda scatos, e la
filosofia s la merda scatologia. Una e de diferensa, una
piccola e de congiunsin tra scatos e scatos che ghe
permete a la merda de librarse ne laldil e de spantegr de spssa
tto el parads! T capt?!
RAZZULLO Che capa ca tenevano sti greci!
PRIMO TESCHIO Ah, unaltra nefandezza mi tocca sentire!
Villani, rozzi! Il vostro un parlare da eretici
screanzati. Finirete tutti e due abbruciati! Stanotte stessa apparir in
sogno al vescovo inquisitore e gli dir: Eminenza, andate a pigliar

58

quei due becchini che sono zozzi, eretici e anticristo!


E... VUUUMMM, sul fal!
ARLECCHINO Ah, puranco de morto te fa la spia! E alra.
TIEHH!
I due becchini prendono ripetutamente a pedate il teschio
palleggiandoselo. Alla fine il teschio rotola per terra fino a cadere
nelle mani di ARLECCHINO che gli sputa nelle orbite.
PRIMO TESCHIO Ridammi la mia testa! Puliscila e ridammela!
ARLECCHINO getta il teschio tra le mani dello scheletro mentre,
dalla tomba, spunta un altro teschio.
80 ARLECCHINO
PRIMO TESCHIO Non lo so e non me ne importa!
ARLECCHINO Non te ne importa perch sei uno stronzo
truccato da teschio fatto con il calco di una scorreggia!
PRIMO TESCHIO Ohi, dico!
RAZZULLO Vacci piano... moderati con questi morti.
ARLECCHINO No, no, proprio adesso che bisogna dirgliele
queste cose, adesso che sono morti, perch se gliele
dici da vivi queste cose, loro ti mettono in galera!... Senti
qua, morto... dunque, i greci, che sono i padri di tutto
il nostro pensiero ragionato, loro il problema dellanima
lo chiamavano scatos. (Il teschio si infila le dita nel
naso e ARLECCHINO gli molla un ceffone) Sempre con le dita
nei buchi del naso. Guarda che buchi ti sei conciato! Allora,
gli antichi chiamavano scatos il pensiero dellanima
e dellaldil, e chiamavano escatologia la filosofia
e il ragionamento sul trapasso... Orbene, questi greci...
furbi... chiamavano la merda scatos e la filosofia sulla
merda scatologia. Una e di differenza, una piccola
e di congiunzione tra scatos ed scatos che permette
alla merda di librarsi nellaldil e di riempire di
puzza tutto il paradiso! Hai capito?!
RAZZULLO Che testa avevano questi greci!
PRIMO TESCHIO Ah, unaltra nefandezza mi tocca sentire!
Villani, rozzi! Il vostro un parlare da eretici
screanzati. Finirete tutti e due bruciati! Stanotte stessa
apparir in sogno al vescovo inquisitore e gli dir:

59

Eminenza, andate a prendere quei due becchini che


sono sozzi, eretici e anticristo! E... VUUUMMM, sul
fal!
ARLECCHINO Ah, anche da morto fai la spia! E allora,
TIEHH! (I due becchini prendono ripettamente a
pedate il teschio palleggiandoselo. Alla fine il teschio rotola
per terra fino a cadere nelle mani di ARLECCHINO che gli
sputa nei fori degli occhi).
PRIMO TESCHIO Ridammi la mia testa! Puliscila e ridammela!
ARLECCHINO getta il teschio tra le mani dello scheletro
mentre, dalla tomba, spunta un altro teschio.
DIALETTO
SECONDO TESCHIO Come vi permettete di trattare a sto
modo mio nipote?
RAZZULLO Mo, ha da ven fri tutta la famiglia de cape e
murto!
ARLECCHINO Ma cosa ghho fit?!... Par una pesciadna, coss,
scherzsa!
PRIMO TESCHIO No, mha mollato una gran pedata che mha
scassato tutta la mascella!
SECONDO TESCHIO Provaci con me se hai il coraggio, che
stanotte ti vengo a tirare per i piedi e ti faccio crepare di spavento!
ARLECCHINO A m?
SECONDO TESCHIO S, a t!
ARLECCHINO E alra unaltra pescida!
I due becchini mollano schiaffi e pedate ai due teschi
mentre dalla porta di destra entra un prete.
PRETE Bn, siamo pronti con sta fossa? Che state combinando coi
teschi, voi?
ARLECCHINO Smo dre a ziogre un poco con sti morti, a
darghe pescide par farli un po contenti, che son proprio snsa vita!
PRETE Alra, ven ad aiutare a portare la salma!
ARLECCHINO , Razzullo e il prete escono a destra e rientrano con
i parenti tra i quali spicca un personaggio con una piuma rossa sul
cappello, e la vedova del morto, portando la salma sulle spalle e
intonando in coro il Dies irae.
Ille te domine meo

60

qui fecit terram et aquam


laudate deum
a peccatum mortis servat
insuescit confiteor
vincere dies irae.
Stendono la salma, la vedova piangente si getta sul corpo
del morto e dice la sua disperazione in grammelot. Dalla
bocca del morto escono spruzzi dacqua. Uno del seguito
apre lombrello e lo porge alla vedova perch si
ripari dagli spruzzi. La vedova continua a buttarsi disperata
sul morto. A ogni abbraccio parte uno spruzzo.
RAZZULLO (indicando la vedova che sproloquia suoni
incomprensibili)
Ma che sta dicendo?
ARLECCHINO La parla el dialt del so paese. La dis che l
disperda. Disperda che la vl morire anegda anca la! La dise:
Te st negt par colpa mia... E mi te amavo tanto! (Il cognato
solleva ombrello e vedova e, in grammelot, la consola) Questo l el
fradlo del morto... l inamorato matto de la vedova. (La vedova
tornata in ginocchio; il personaggio con piuma rossa sul cappello
la solleva, lei lo abbraccia) Questo invece l qulo che ghe pise a
le, qusto co la piuma rossa. El cognato l geloso, ghe porta via
lombrlo, ghe porta via la vedova... Le no l vole miga, va in
braso a qulo co
la piuma rossa. Le la s met in gingio a pigne... La
vedova l desperda. (Lamante la solleva e labbraccia con
ardore, il prete cerca di dividerli) El prvete l anca l inamor...
inamorato mato!
RAZZULLO Purisso?!
ARLECCHINO S, de qul co la piuma rossa... (I personaggi,
parlando in grammelot, mimano lazione raccontata da
ARLECCHINO ) L geloso!.. Le lo manda via... El prvete l
inrab, le la pigne... la dise che l el ghe tegnva mano al so
marito... che l de vivo lera un sporcaccin. Ol fradlo giura che
invece lera na brava persona... ma le, la vedova, ghe racnta che
quando lera in vita lha met inzinte tte le zvine del paese: E ti,
prvete, te ghe tegnvet man! L, ol prvete, se difende: No, mi
ghho sempre vost che lera un sporcazn... no ghho gimi dato
lassoluzin quando ol vegnva a confesrse!

61

PRETE morto in peccato!


I teschi che spuntano dalla tomba addentano la tunica
del prete che reagisce schiaffeggiandoli.
RAZZULLO E sha pgli clli morti!
ARLECCHINO Eh, ma va che sti morti son rognosi... Pare el
Parlamento europeo!... Per, sir prvete, me dispiase, ma se l
morto in pec, per lze sto morto no
se pol sepelre in luogo consacrato, besgner zetrlo in de la fsa di
can!
PRETE Giusto, ben detto!
FRATELLO Int la fsa di can a mi fradl?... At caza t int
la fsa di can... brt burdign! (Si avventa contro il prete
prendendolo a schiaffi).
PRETE (accomodante) Fratello... (accusa un primo schiaffo)
fratello... (altro schiaffo) cerca di ragionare, fratello!
VEDOVA Tregua, bisogna spostare il morto, pu farsi male!
Dopo aver spostato il morto, il fratello riprende a
schiaffeggiare il prete, che reagisce mollandogli potenti
ceffoni.
PRETE Fratello!... (Schiaffo) Fratello!...
Altro schiaffo. Alla fine della colluttazione il prete ha la peggio e
cade morto rotolando riverso dal praticabile
ARLECCHINO La Chiesa caduta! Ma arriver un polacco che la
resusciter. Nostradamus, libro quarto.
VEDOVA Ha ammazzato il prete! (Rivolgendosi allamante)
Ammazzalo, cvaci locchi... accdilo!
Gag di cazzotti tra lamante e il fratello del morto; i due finiscono
con luccidersi lun laltro, stramazzando al suolo. Il fratello
ruzzola andando a finire addosso al prete.
VEDOVA Aahh!... sono rimasta invedovta per la seconda volta!
ARLECCHINO Bja, son cento repliche che ol fradl del morto va
a crepare con la testa pogida si cipi del prvete! Pitsto, sira,
chi l che paga par el sepelimnto de sti tri altri morti, adso?
VEDOVA Ci penseremo dopo! Adesso venite a casa mia. C
I BECCHINI 87

62

il grande pranzo delle esequie... Tenetemi compagnia.


(Si avvia alluscita).
ARLECCHINO Andmo, andmo! Se magna.
TESCHI (rispuntando dalla tomba) E noialtri no se magna?
ARLECCHINO Boja, che mondo! Non solo i pensionati vol
magnre! Anca i morti, adso! Bon, portmo anca loro. (Si china
sulla tomba e agguanta due teschi) Andiamo!
Le mani scheletriche si agitano fuori dalla tomba
MANI SCHELETRICHE Aoh, e noialtre mani?
ARLECCHINO L un pranzo de siri qusto, se magna snsa
mani! (Sferra un calcio alle mani scheletriche).
Esplode una musica allegra. Tutti i morti si levano in piedi e
cominciano a danzare come zombi-marionette. Cos anche
Arlecchino e Razzullo. Sempre danzando escono tutti di scena.

LA SERRATURA
Entra in scena ARLECCHINO : attraversa il proscenio suonando
un gran trombone. Si arresta di fronte al pubblico.
ARLECCHINO Emo perd na cive!! Par piasr, se trov na
cive, portla chi-lga...
Entrano tre attori Razzullo, Scaracco, Ganassa trascinando un
lungo tavolo; tutti e tre cercano di sollevarlo con sforzi immani,
senza riuscire per a spostarlo di un millimetro.
RAZZULLO Forza, tirate!
SCARACCO Bja, che pesante! pare de marmo!
GANASSA Provmo a valzrlo insma.
RAZZULLO No l vgne miga... lnica a l far lva. Vo a tr
una lva. (Va a prendere un bastone).
GANASSA Cssa l sta lva?
SCARACCO La lva serve par levre! Besgna essere moderni! Se
fa tto co la lva. Te lo digo me che ho stdiato scienze confse.
L la prima lge chimica: mti e lva. Varda chi, basta ficrghe
sta ol palo coss, e ol se valza! (Muove il bastone senza esito).

63

GANASSA E no sucd nagta!


RAZZULLO Si nu fate lapgio nu fate la lva!
GANASSA No, chi ghe vol el contrapso de la balnza!
RAZZULLO Coss sta balnza?
GANASSA La balnza l come una lva, per pus granda! L
semplice (a Scaracco) ti spstate l (gli indica un lato
del tavolo) basta che mi me senta qua (si siede sul lato opposto)
opl! Te vede che monta? (Il tavolo si alza sul lato di Scaracco).

SCARACCO L vra, l gnt legro me na plma!


S, ma par valzrlo de qua cssa ti fa adso?
GANASSA Basta che mi a vgna de l... e se valza
anca de l. Di, ti va sta... (Razzullo si mette carponi
sotto il tavolo)
Prima lva! (Strisciando, raggiunge il centro del
tavolo) Adso paso de l un pochetno... co, valzt:
(Razzullo solleva il groppone e, di conseguenza, il
tavolo) se parte! (Razzullo, oppresso dal peso,
cammina con gran fatica) Oh! Qusto se cima ol
mercolo de la mecnega e de contrapsi a balnza!
SCARACCO Mercolo! (Portano il tavolo sul lato
destro della scena, lo posano ed escono).
Sottofondo musicale. Ganassa e Scaracco entrano ed escono
portando in scena vari elementi. Tra questi, una grande serratura
coperta da un enorme lenzuolo. Entra Franceschina.
FRANCESCHINA Corjo, entrare... e recordrse ol basamnto!
(Esce).
I due facchini che reggono la serratura labbandonano e se ne
vanno. La serratura, coperta dal lenzuolo, resta sospesa nellaria.
Sotto, nascosto, c Scaracco che la posa sul tavolo ma, sventato
qual , vi lascia sotto le mani.
SCARACCO Oh, che dolore! Me son ncastrto le man sta a sto
peso... (d strattoni per liberarsi) ol vgn gnanca via... me so
ncastr sta... Come faso adso? (Al pubblico) Dme na man, f
quaicsa.. dai! Sta le man! Bja! Son vegnde via da sole!?

64

(Mostra al pubblico due mani enormi, gonfie e color


rosso ciclamino) Oh, bja!(Esce).
Entrano altri facchini che portano casse di varie dimensioni,
combinano guai e incidenti a ripetizione. Rientra Franceschina che
solleva il lenzuolo che copre la grande serratura. Porta con s un
secchio e un piumino per spolverare. Stop musica.
FRANCESCHINA (Rivolgendosi alla serratura) Bla, dlze... me
tresro, ads vgn chi che te mto a lrden, cara, la mia bla,
belsima seradrina deo che dolzre... (la spolvera con il
piumino) Chi l qul disgrasito dun trovarobe che tha
desmentegta in s sto palco, in mso ai ragnatli, in mso a la
rumnta? Ads te lavi, vo a tr una bla sidla de acquafresca e
profmada. (Fa per andarsene ma ritorna sui suoi passi) No, te
cvro Parch no vjo che pasa quaich malnt... e te varda e te
tca. Sta l, eh, mia bla tpa. (Esce).
Riprende la musica; entra da destra ARLECCHINO cantando e
portando sulle spalle unenorme chiave. Infilati al braccio, ha due
canestri.
ARLECCHINO
(al pubblico) Ghho truv la cive!
(Sorpassandola serratura, la chiave vibra e strattona
ARLECCHINO quasi a trattenerlo) Ma bja! Ma che te cipa,
desgrasi! (A soggetto, parla con la chiave cercando di calmarla)
Ma cosa ti va zercndo? Cosa zrchi? Petrolio? Lacqua?
(Indicando la serratura nascosta dal lenzuolo) Una fonte? L
qusta? Spcia... ghe devesser lacqua, bja: lacqua, lacqua!
(Solleva il lenzuolo e scopre la serratura)... No, no l acqua
qusta.... (La chiave trascina ARLECCHINO verso la toppa) No!
Ferma! (Strattona e schiaffeggia la chiave) Oh, golosa! No
vardre! Ohi! (Accarezza la serratura) Arabo-moresca! Varda che
bla...
Entra Franceschina a catapulta. Porta con s un secchio.
ARLECCHINO nasconde la grande chiave dietro la schiena.
FRANCESCHINA Fermo l! Tira gi qule mansse sporselnte de
la mia seradrina!
ARLECCHINO Ohi, mata! Cssa che ghho fato? Lho apna

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sfiorda con un dit.


FRANCESCHINA L propri con i didi che no se va a sfiorr le
seradre... Se comnsa a far de le smorbisse con un dido e no se
sa dove se va a fornre... (Si resa conto dellimpaccio di
ARLECCHINO ) Cssa te nascondi l, cssa ti ghha l de drio?
ARLECCHINO M... qui? De drio? A ghho un bastn.
FRANCESCHINA Ah, un bastn?! E de quando in qua se fa
vergognnsa a mostrr un bastn?
ARLECCHINO Mi mhan smper insegnato che no se mostra
mai un bastn a le seradre zvene e de bn.
FRANCESCHINA Ehhh, qusta l una parlda savia e costmda.
(Inzuppa uno strofinaccio nel secchio e inizia a lavare la serratura)
Vgn chi, bla seradra, che te lavi e te prepari par la ta festa...
deo, che bla... (Anche ARLECCHINO ha infilato la sua chiave fra
due casse in modo che resti in piedi e, canticchiando, la strofina
con uno strofinaccio sul quale sputa ripettamente, esaltato)
Ehhh... cssa ti ghha l?
ARLECCHINO Un membro del comitato per la ricerca del
tricolore in Italia... dto anche ciavetn.
FRANCESCHINA No te fa vergognnsa mostrr sto triveln
balsso a una seradrina immacolata come la mia?!
ARLECCHINO Immacolata?
FRANCESCHINA Immacolata!
ARLECCHINO Cos granda... ancora immacolata?! (Sghignazza).
FRANCESCHINA Vilno! L immacolda no par mancnsa de
richieste, ma par una scelta politico-religioso-ideologica e sociale!
ARLECCHINO Ah s... scsa, fame provr... (Si avvicina
brandendo la chiave) FRANCESCHINA No! Fermo l, e no
vardrla che te me lasconsmi! Va via, volgarsso, via! La cvro...
un paravento! (Stende il lenzuolo fra due manici di scopa conficcati
nel tavolo, cos da nascondere la serratura agli occhi di
ARLECCHINO ).
ARLECCHINO (estrae da uno dei due canestri un armamentario
da barbiere: un rasoio, un pennello, uno specchio, borotalco, e
inizia a fare toeletta alla sua chiave) La tualt del ciavetn!
(Annoda allimmaginario collo della chiave un tovagliolo).
FRANCESCHINA Oehhh! (Estrae dal secchio un lunghissimo
nastro di raso azzurro con il quale avvolge la serratura come fosse
un uovo di Pasqua).
ARLECCHINO Va, che meravgia! El nastro! River el ministro
a tajrghe el nastro... e se frga la seradra.

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FRANCESCHINA Ma tase... tjate la lngua! Varda


che bl! (Indica il fiocco).
ARLECCHINO Oh... nastro azzurro... l nato el ciavetn!
FRANCESCHINA Ma va via, va, va via... (Estrae dal secchio due
enormi orecchini colorati, li mostra ad ARLECCHINO e li
appende ai lati della serratura) Orechini par seradre!
ARLECCHINO Bja! La seradra de Natale! (Mima di radere la
chiave) Ciavetn de primo pelo... (Estrae un barattolo nel quale
intinge due dita).
FRANCESCHINA Cssa l? Che te fe?
ARLECCHINO Olio... ghe d de lolio aromatico per cive,
ciavetn, seradre e cadens!
FRANCESCHINA Te me ne d un fiatn anco par la mia
seradrina?
ARLECCHINO Comoda. (Le offre il barattolo) Ma cara... vaghe
pian! l forte. (Franceschina imbratta dolio la serratura) No
cos, bja, soltanto nei punti erogeni! (Mostra i punti predetti).
FRANCESCHINA Oh... no tocrla!
ARLECCHINO Che meravgia! Ma che meravgia! (Ammira
appassionato la serratura) Roba che... Sente, se podra far en
manra che... che ghe sia un contatto... se pur spirituale... tra el
ciavetn... (A tiritera) Ciavetn settentrionale bla presnsa a scopo
amicsia fresi.
FRANCESCHINA Gimi al mondo... gimi al mondo! Te
voghersi infilrghe qul ciavetn sbolgirso ne la ma creatrina
santa?
ARLECCHINO Snsa impegno! Po, cus sta storia de la
seradrina santa? Cssa te credi davrghe l, el cadens de
mercoli?
FRANCESCHINA De mercoli! Te la glha dit caro Arlechno,
de mercoli! Te ghha in mnt el parads?
ARLECCHINO S...
FRANCESCHINA Te ghha in ment el gran portn che gh
devanti al parads?
ARLECCHINO S.
FRANCESCHINA Prima de i nvoli... te ghha in mnt che squl
portn gh una seradra? Beh, qula seradra l la ma.
ARLECCHINO La seradra del portn del parads?!
FRANCESCHINA S, zertamnte, e quand river la fine del
mondo, el zirno del giudsio... dio, dio, gi mel vedi: el Cristo ol
spunta da i nvoli, belsimo, da la tra sponta fra tti i morti

67

tremendsimi che guardan la mia seradra pin de


spernsa, tti insma parlern in tte le lingue del mondo.
ARLECCHINO I morti... i morti che prlen?
FRANCESCHINA E disern: Oh, che belssima seradra...
(Prosegue in grammelot, uno sfarfugliare stridente da chioccia).
ARLECCHINO Prlen coss i morti?
FRANCESCHINA S, i morti prlen coss...
ARLECCHINO Gisto che sen morti! Galne imbrighe!
FRANCESCHINA Cito! far Ges Cristo.
ARLECCHINO Cito, morti, o ve acpo tti!
FRANCESCHINA I morti se tsen spaventati, po el Cristo ol fa un
sgn coss con la man, e da una parte i va i bni, da laltra i catvi, e
in mso i se resta i cojni.
ARLECCHINO Giustsia divina!
FRANCESCHINA Po el Cristo ol va verso la mia seradra, la
guarda fisamnte...
ARLECCHINO Po cipa na bla cive tta doro...
FRANCESCHINA No, niente cive.
ARLECCHINO Ghe presto la mia?
FRANCESCHINA No, par piasr... vergognoso!
ARLECCHINO Snsa cive?
FRANCESCHINA El Cristo d una bufda a la mia seradra e la
seradra la se deslngua, gira el cadens, spalanca la porta, e le
anime sante entran in del parads, i cativssi se sprofondan in del
inferno, el portn se sra e l devnti, in tel terno di nisciuno,
rstan i cojni come ti, Arlechno!
ARLECCHINO Ma ti te st sigra che qusto ol sia propri el Ges
Cristo en persona, el Redentore, qusto qua chol bufa le seradra?
Oh, varda, varda, el m ciavetn sta andnd en slanguimnto, bja,
o l tto pin de passin... ah... el brsa... bja, par piasr...
(gridando verso la quinta) ona sidla, svelti, na sidla...
FRANCESCHINA (fredda) Indifernte, indifernte!
Entra una maschera con un secchio, lo posa ai piedi di
ARLECCHINO che affonda la grossa chiave nellacqua. Subito ne
fuoriesce una nube di vapore.
ARLECCHINO Bja! Oh che fuoco damore!
FRANCESCHINA Indifernte... sono indifernte al ciavetne
lessto... indifernte!
ARLECCHINO Va el vapore che sconsma la passin!

68

FRANCESCHINA Bollito de ciavetne... sono


indifernte!
ARLECCHINO Snte, bit un pc de piet, fit en manra che ol
calr de qusto mo ciavetn...
FRANCESCHINA Mai!
ARLECCHINO ...ghe psa entrar...
FRANCESCHINA Mai!
ARLECCHINO ...in te la ta seradrina! (Con enfasi) Seradrina
fresca, fresca seradrna! Ol dis anca el poeta, Petrarca: Dolze,
cira, fresca seradrna, fa bn de sera e ancr de la matna.
FRANCESCHINA Tase, seradrmane, tase! Va via! Se no,
varda: cipo qul to ogetne orndo e ol mti in s lincdin
infocta... e co un martlo ghe d tante de qule martelde che tel
fo vegnr apiatto... che come msimo te se pde far aria come co
un ventjio...
ARLECCHINO (rivolto alla chiave) Ohi, t capt, caro el m
ciavetn, mtite el core in pase che dandar par tpole sante ince a
l proibto. Fa conto d sser en quaresima. (Solleva da terra uo
dei due canestri ricoperto da un tovagliolo) Ma no stmo a
pinser n sl late sverst e ndmo... (Scopre il contenuto del
canestro) Ohh! A vedo qua un regalo... meravigiso!
FRANCESCHINA Se gh?
ARLECCHINO La ma mama lha prepara un canestrn...
FRANCESCHINA Che bna mama...
ARLECCHINO Varda qua... (Estrae una collana di salamelle) una
sciarpa... de lgnega!
FRANCESCHINA (geme per il languore) Ahhh!
ARLECCHINO (se lavvolge intorno al collo) Contra el frdo e el
mal de gola.
FRANCESCHINA (altro gemito) Ahhh!
ARLECCHINO Varda qua... olio... no... vino santo... varda qua...
un formgio, ma che formgio, l un brilnto! (pone sullanulare
una provola)... ghe fo na montadra
danl... el bsen tti.
FRANCESCHINA (geme per il languore) Ahhh!
ARLECCHINO Varda qua... ehhh! un polstro! Un polstro
rostto ancora caldo! (Estrae una spazzola e va sfregando il pollo).
FRANCESCHINA Ahhh! Arlechno, ti st blo, ti st intelignte, ti
st bravsimo! Se magna?
ARLECCHINO No! Soltanto le persone zentli, de cre, e che
ghhan amore par i ciavetn, i magna!

69

FRANCESCHINA Viln!
ARLECCHINO Qui che tgn fresche le seradre e ghe fa far i
gighi damor co i ciavetni!
FRANCESCHINA Vilno! Te me ghha gnanca dit: Te voi
favorire, cara Franceschina?
ARLECCHINO Prvate a spazolr el polstro: ol devnta una roba
meravegisa! (cambia tono) Parch, t te mha dit: Vuoi favorire
a propsit del me ciavetn che lera l che ndava a sconsmarse,
adiritra, chol pareva un turbolo en gsa?
FRANCESCHINA Sunt dr a mur de fam!
ARLECCHINO E alra, ti fa de manra che no se dislngua pi
sto ciavetn, desgrasi!
FRANCESCHINA Gimi al mondo! No se fa comrcio co lonr
de la ma seradra, ciro?
ARLECCHINO E alra ti tgnite lonr de la ta seradra, mi me
tegner ol fragrnse del polstro e la sa impiegnidra! (Batte con
le nocche delle dita sul pollo) TOC TOC TOC! Snte, che
crocnte! (Porta il pollo alle orecchie) Se snte anca el mare!
(porta il pollo allorecchio di Franceschina) Snte!
FRANCESCHINA Sun dr a murr de fame!
ARLECCHINO El mar de i polstri!
FRANCESCHINA Arlechno, Arlechno... no ne pdo p. Te me
giri che te sar delicdo?
ARLECCHINO Delicdo come na cive de violn.
FRANCESCHINA Una volta sola?
ARLECCHINO Una volta sola.
FRANCESCHINA (Si lamenta, quasi piangendo) Ahi, ahi, ahi!!
Par mso polstro?!
ARLECCHINO No, un polstro intrgo.
FRANCESCHINA Dacrdo. Dame el polstro.
ARLECCHINO Te d anca do salamn.
Entrano Razzullo e Scaracco che, approfittando della distrazione
di Franceschina, tentano di rubare la serratura
ARLECCHINO Oh... ladri! ladri! Bja... desgrasi!
RAZZULLO No smo ladri! Se voleva solo darghe un poco
dolio.
SCARACCO Una vongiadna!
ARLECCHINO Ve d na ciavda! (Mena fendenti con la chiave)
Desgrasi! (I due fuggono) Desgrasi! I va intrno, sti ladri, a

70

rubare le seradre par vnderle in Oriente... ai sultani.


FRANCESCHINA (Geme di spavento) Uhhh, uhhh...
ARLECCHINO Che ghhan i rem impiegnd de seradre de tte
le rase e i colori.
FRANCESCHINA Che desgrsia... seri dr a perdi la seradra e el
polster in una volta sola.
Stacco musicale. Entra in scena un uomo con una grande chiave
doro sulla spalla. Sorride spavaldamente.
FRANCESCHINA Cila... che ciavetn doro! (segue luomo
incantata).
ARLECCHINO Ma che doro... l un cadensc dotn indor.
FRANCESCHINA (Si blocca) L vera, l un ferscio. Un
ferscio indorto.
ARLECCHINO (rivolgendosi alluomo della chiave) Cssa te
vardi? Cssa credi, dsser el Superman dei ciavettni, t?
Larcangelo Gabriele co in spalla la cive de San Pietro polacco in
Roma?
FRANCESCHINA Mirate popolo... mirate: ciavetni in
competisin!
ARLECCHINO L intil che te st chi... no gh mercato. L
gi promsa! Preferse el ferro, sano e onesto, caro mio! Ndmo,
combinmo sto nostro afre.
FRANCESCHINA Giusto, combinmo.
ARLECCHINO e Franceschina si postano, parlottando, sul lato
opposto della scena.
ARLECCHINO Dame un po de parfmo de farlo rinvegnr.
FRANCESCHINA Parfmo? No ghe fa mal?
Luomo si avvicina alla serratura sventolandole intorno la chiave
doro; la serratura segue luomo ed entrambi escono di scena.
ARLECCHINO Oh, bja, la scapa! (Corre a inseguire la
serratura) L scapda, l scapada, la frescolina! (Entra fra le
quinte e torna con la serratura nella quale conficcata la chiave
doro).
FRANCESCHINA (felice) La mia seradra! Oh... oh!
ARLECCHINO La frescolna!

71

Una ragazza fra il pubblico esclama: Oh, dio!


FRANCESCHINA (uscendo dal personaggio) Che ? (Scruta fra
il pubblico).
ARLECCHINO Lha dit: Oh dio! oh dio! (Indica la ragazza in
platea).
FRANCESCHINA (Rivolta alla ragazza) Ma no, sta tranquila,
falso, tutto finto.
ARLECCHINO Dopo una bna confesin el pecto rimesso.
FRANCESCHINA (percuote la cassa della serratura) di legno,
senti, di legno.
ARLECCHINO Peccato... un peccato di legno.
FRANCESCHINA (riprendendo a recitare) Ohhh... che desgrsia!
ARLECCHINO San Pietro ha colpito ancora! (Va verso destra
dove ha lasciato la chiave).
FRANCESCHINA Na povra dna la fa tanti sacrifsi par tirar s
na seradrna imacolta e ol prim desgrasi de ciavetn
dorato che ghe va dr, me la scapa, sta spitnfia, e la se fa infilsre!
ARLECCHINO Ahhh!! ( tutto preso ad armeggiare con la
chiave nascosta dietro una cassa).
FRANCESCHINA Se gh?!
ARLECCHINO L morto!
FRANCESCHINA Chi?
ARLECCHINO El ciavetn! (Estrae il chiavettone).
FRANCESCHINA Oh... parch?!
ARLECCHINO Senza anima... (La chiave si affloscia).
FRANCESCHINA Ohhh...
ARLECCHINO Oh, tragedia damore! (Se la getta sulle spalle,
ammosciata com, ed esce di scena).
Stacco musicale.
LASINO E IL LEONE
Allinizio della scena si ode un grande abbaiare; entra
ARLECCHINO terrorizzato.
ARLECCHINO Ahhh... can de un can... bja, che el deo di can te
flmini, can de lostia, can de smrbi, can malad! Bja, no se
pol andar p intorna, gh i can dapartto, anca da le fenstre i
sprze compgn de i cristin. Stva caminando tranqulo, ghe vedo

72

na bla fenstra cont sl pogi un baslt impiegndo


de lgneghe, de salamn, ol ghera de tchi de carne, bja dun
can, fago par svalzr la mano... UAUHHH! Salta fra un can
tremendo che a momenti me sgagna via tta la man! E daghe da
magnr de la carne velensa a sti can che fan la guardia a le
lgneghe! che i resta schi! (Con un gran balzo Razzullo e
Scaracco entrano in scena. Calzano sul viso maschere con
sembianze di cane. Zompano su quattro zampe e saltano abbaiando
addosso ad ARLECCHINO che grida spaventato) Ohi! e che ?!
RAZZULLO Ah, ah! Ce se cascato me nu mrolo!
SCARACCO Ah, te ghha catt na bla strissa de cipe, veh,
Arlechno?
ARLECCHINO Bja! Cojn desgrasio! A st vui?
RAZZULLO Ah, ah... nu spasso de scompiscirse a ved come
te zompa pe nabbaita!
SCARACCO GNAM! Ol pare che te ghabbia ciapt la tarantola.
RAZZULLO-SCARACCO (i due ballando e cantando gli girano
attorno, lo sfottono ed escono di scena)
Zompa, zompa,
c nu cagnne,
ARLECCHINO nu pisciacchine.
Pe na botta de spavnto
ci s cattto la tremarlla.
Lui voleva la salamlla
e s accattto la scagarlla.
Zompa acc, zompa all,
Arlecchino nu quaquaraqu (Escono di scena)
ARLECCHINO (accenna anche lui qualche passo di danza a
controsfott) Cant! Cant! Ah, ah, come sit cojn! Ma de bon vui
credt che mi ghho catt spavnt par vui?
RAZZULLO E SCARACCO (rientrando in scena) Ah no, eh?!
ARLECCHINO Ma no de segro, bja! Co sta maschera (indica
la maschera che Razzullo tiene ancora in mano), se vede de lontn
co l de carta. Ma po... m, m... ah, ah... Arlechno chol cata
spavento par un can?! Ma vui el savt qual el m vero mest?
(Diniego dei due) Ah, a l qul de andr intrna par lAministrera
de Vensia a tr i cani rabisi e famlighi. (Scaracco scoppia a
ridere seguito dal compare) S! Quand gh un can famligo, me
cimeno mi. Arlechno! Cata sto can! (Mima con truculenza
lazione raccontata) Mi rivo davanti a sto can, ghe pnto i gi
tremendi, l ol grigna. Mi slonzo na man... l ol salta par catrme

73

la man... ghe tiro via la man, me pasa sorava col


salto... ghe cato un cojn... ghe strizo un cojn... cato laltro
cojn... ghe fazo na treza de cojn! (Imita) IUAH! IUAH!
SCARACCO (lo aggredisce alle spalle, abbrancandolo per le
natiche) AOOH! UOUOH!
ARLECCHINO (mostrando le mani richiuse a pugno) Desgrasi,
Scaracco! M rest i cojn del can in man!
RAZZULLO Ah! Ma mo lhai vedo lachiappacani de
lAministrera de Vensia. OHAUOO... (Razzullo e Scaracco
escono di scena danzando e cantando) Zompa zompa, facce nu
botto, ARLECCHINO nu quaquaraqu.
ARLECCHINO Desgrasi... mecragnn! Far catr de sti spavnti!
Che gusto a far sti schrzi... (Se ne sta andando ma viene bloccato
da Franceschina che entra in da dove sono usciti i due compari).
FRANCESCHINA Oh Arlechn, cssa l capitt che te ghho
sentt crire contra i ti compari Razzullo e Scaracco?
ARLECCHINO No, sont loro che cran contra de mi. S, parch
ghho fit uno schrso e se sont inrabt...
FRANCESCHINA S? Che schrso?
ARLECCHINO Parch mi ghho fit una scomsa... ghho fit un
zigo... che l un indovinl... che ghho guadagnt dise bajchi.
Tel fago anca a t sto indovinl?
FRANCESCHINA S, fmelo.
ARLECCHINO A gh una roba gilda e verdolna con tte le
pime intrna, che la sta dentro una gabietna e la fa: cip, cip...
Indovina, cosa l?! La fa: cip, cip... Indovina, cosa l?!
FRANCESCHINA Ma l un canarno.
ARLECCHINO Canarno? No, no.
FRANCESCHINA L un slto.
ARLECCHINO No, gnanca un selto.
FRANCESCHINA Laso.
ARLECCHINO Na sciavta!
FRANCESCHINA Na sciavta?
ARLECCHINO S.
FRANCESCHINA Gila e vrda?
ARLECCHINO Gila e verde; lho piturda m coss, che me
pise.
FRANCESCHINA In te la gabita?
ARLECCHINO In te la gabita lho meta m parch coss a gh
laria e la sciavta no spsa miga.
FRANCESCHINA E tte le piume intrno...

74

ARLECCHINO Parch coss l p soffice...


FRANCESCHINA E cip cip?
ARLECCHINO Ghe lho ginta m, se no lera tropo fcile e
indovinava sbit. Ah, ah... se sont inrabt!
FRANCESCHINA Ma tase! Ghho sentt che i parlava e i disva
che ti st un spaventt. (Gli punta addosso un dito,
minacciosa) Atnto, sa, Arlechno, che m no me va davr par
mo un mo che no l un mo!
ARLECCHINO Bja, ma t te va a crder qul che racnta qui?
Sti cagasto! Ver el zirno che ghe far vedr m chi son m a
quli...
FRANCESCHINA E spero bn, caro Arlechno, coi fati e no
solamente co le parole, altrimenti t a m... no te me sfiori
nemanco una cipa contun dito!
ARLECCHINO Ma bja, ma parch te ft coss, Franceschina?
Bja, sont el t morso... fame una smorbissa de morso.
FRANCESCHINA No! Naltra volta! (Esce di scena).
ARLECCHINO (Implorante) Un basn, bja, un basn! La me
desprssia... l tta colpa de qui desgrassi canj.
Entrano due attori calzando un costume che rappresenta un asino:
accoppiati alla maniera dei mimi cinesi si muovono
armonicamente
uno
appresso
laltro.
Leffetto

straordinariamente credibile e spassoso.


ARLECCHINO AIAHH! San Giorgio, presto, a cavlo, il drago!
Un drago... San Giorgio... (Si ferma, sbircia lanimale e si rende
conto dellequivoco. Pausa) Comodo, San Giorgio, no gh
besgn che ti mnti a cavlo... No l un drago, a l un asino.
Bstia! Son un desgrasi, a me cati i sini par draghi. (Fa gesti
allasino che trotta per la scena) Vgne qua un momento... (lasino
si arresta) Va che bla bstia, va che bla bstia (lasino incrocia
le zampe atteggiandosi a bullo) Che bla posisin de asino!
Scsme, ma t no te ghha un padrn? (Rivolto al pubblico) A l
intelignte! Snte, snte asino... (Ancora al pubblico) Vjo vdar se
l un caso o se l proprio intelignte davro. (Allasino) Snte,
dvete dirme: lltima volta che t encontr el t padrn, dove
lera, dove lera el t padrn? Lera de l... de s... de gi...
(Lasino volge la testa a sinistra, a destra, in gi, in su, poi
galoppa torno-torno) Ol sera sperdo? (Lasino si blocca e fa
cenno di s) Ol sera sperdo! Ghho indovinato! Ma che bstia

75

intelignte; el se fa capre! Adso ghe domando: chi


lera el t padrn? Dime: lera un viln? (Lasino fa cenno di no)
No, no lera un viln. Lera un nodro? (Lasino tentenna con la
testa) Quasi? Alra un prvete? (Lasino fa cenno di s) Un prvete,
ghho indovinto, un prvete! (Lasino raglia in segno di assenso)
Bja, un prvete! Che intelignte de bstia. Adso dime: lltima
volta che te lhit encontr, cosa el fasva sto to padrn? (Lasino
accenna un passo di danza) Ol balva? S, ol balva, ol balva!
(Danza a sua volta) E balndo, cosa ol fasva? (Raglio dellasino)
Cantva? Fa sentire... (Lasino riprende a ragliare) Cantva! Alra
o lera mbrigo? (Lasino fa cenno di s e barcolla vistosamente a
imitare il passo incerto di un ubriaco) Lera mbrigo! Balva
cantando da mbrigo! E da mbrigo cosa lha combin? Fame
capre... fame un segno... che m capsi. (Lasino leva la gamba e
gli sta orinando addosso. ARLECCHINO si scansa e il getto
finisce in platea annaffiando gli spettatori delle prime file) O
bja... no, no... frmate... lse... oh bja... ohi ohi... O boia... no,
no... Oh, scsme... no, l acqua... l roba... sana, naturle...
(Rivolto nuovamente allasino) E dime, dime: dopo, cosa lha
combint ancora... (Lasino si accuccia; si odono boati sospetti.
Dal sedere vengono sparate palle di sterco che finiscono addosso
ad ARLECCHINO ) Cosa ti fa? Cosa so sti versi? No, no,
no!!! (Urla di ARLECCHINO e altri rumori dellasino; una
scarica di palle viene proiettata in platea; ARLECCHINO si
rivolge al pubblico) Scsme... no, no, l sol carta pitrda de
scuro. Fuori... l carta... La signora la ghha avrta? Ecco, dentro
gh la sorprsa. (Allasino) Snte, fame un piasr: vjo savr cosa
lha fit dpo che s scarigdo, sto t prvete mbrigo, cosa lha
fit? (Lasino, con ragli sensuali, si pone in posizione rampante e
si avvinghia ad ARLECCHINO
quasi a volerlo montare.
ARLECCHINO si divincola) Ma non se fan ste robe devnti a la
znte! (Lasino lo sbaciucchia sul collo) Cosa fit? A lera
inamorto! (Lasino si dimena in atteggiamenti vezzosi) Oh,
varda... come se fa capire! El padrn a lera inamorto? De na
dna, eh? Snte, e che cosa lha fito? Lamore, lha fit lamore?
(Lasino raglia per assentire) E fasndo lamore cosa gh capitt?
(Lasino si lascia cadere di schianto a terra) Morto?! Gh cat un
colpo... (Lasino, rantolando, solleva a stento la testa e poi si
lascia andare, morto) Un colpo damore?! (Lasino raglia in
falsetto) No pignere, no pignere, l andto tto bn. (Lo
afferra per la cavezza e lo aiuta a rimettersi in piedi) Varda che in

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tta la desgrsia te st fortn, parch ti ghha


encontrdo m, parch par lgge se dise che quando un asino snsa
padrn encntra un padrn che no ghha lasino, el so asino ol
devnta l... S, vjo dire che l devnta lasino... no, vjo dire
che... nsma, l devnta el padrn de lasino che no ghha el
padrn. Mi son el t padrn. St contnto? (Lasino fa cenno di
no) No te st contnto? Ma parch?! (Lasino se ne va
caracollando per la scena) Vgne qua, sii bn... sii bn veh! Vgne
qua!!! Obedse!!! (Afferra un bastone e colpisce lasino) Vgne
qua sbeto parch se no devnto una bstia! M son el padrn!
Sbracciarsi del sedicente padrone e ragli di protesta dellasino che
scalcia, fa volar via il bastone dalle mani di ARLECCHINO ,
quindi, serrando le mascelle a tagliola, lo afferra per un orecchio e
lo trascina a terra.
ARLECCHINO Ahi, ahi, ahi!! Ado, ado, basta!! Son m lseno,
t el padrn!
I due compari che vestivano la pelle dellasino si scoprono con una
gran risata
RAZZULLO Ah, ah! Nartra sbolzonta de cojne!
RAZZULLO-SCARACCO (danzando) Arlechn, batcio,
zervlo duna gana, e cr de un pecio... Ah, ah... (Cantando
e facendo piroette escono di scena)
Zompa, zompa a lo pendajne,
ARLECCHINO nu gran cojne,
lu ce vulva lu ciucciarillo
e s innaffiato cu lu pisciarillo,
s beccato nu petacchine,
ARLECCHINO nu quaquaraqu!
ARLECCHINO (tenta a sua volta di danzare per darsi un tono)
Desgrasi, maledto! Me cipen propri tti per un cojn... Ma se
pol vsser coss baltrn? (Piange) Me cipen tti me un tamburo...
(Afferra il bastone da terra e, soprapensiero, colpisce le palle di
sterco dellasino che sono rimaste in scena. Ne fa volare qualcuna
in platea) Bja! l coss che l nato el golf! (Riprende a
commiserarsi) Ma son propri un cojn. Me fan uno schrso e m
sbeto ghe vago dentro. Eh, ma no se pol andare avnte coss.
(Risoluto) Adso basta, el prsimo schrso che me fano, no ghe

77

casco miga! (Gridando minaccioso) No ghe casco! Se


me fan lo schrso p tremendo, varda... pitsto me cago adso!
Bja, me smrdolo! ma con na dignit tremnda!
(Esce di scena con passo tronfio).
Entra il banditore.
BANDITORE State in ascolto, gente di questo quartiere! Da questo
istante state bn asserrti nelle vostre case di poi che un line
arrabbiato e famlico...
Dal fondo scena entra un leone che si avvicina al banditore di
soppiatto
BANDITORE E fuggito dal serraglio dello soltno che se ne
stava in sua nave in lo porto. Isto line sha gi isbranto lo
guardiano e doe persone sane. State bn asserrti nelle vostrecase,
gente, fino a che non sar pijto isto line.
Il leone azzanna il braccio del banditore e glielo stacca di netto.
Quindi se lo divora. Il banditore urlando esce di scena. Anche il
leone si allontana. Entra ARLECCHINO .
ARLECCHINO Ohh... ol ghavva rasn el m compre Ganassa
quando disva: Eh, Arlechn, sia bn ciaro che ogne mo ol se fa
de l mismo... Ol carctere de ogne mo ol se fbrica dentro in tel
zervlo... A l questin de costnsa, a l questin de crirse,
ciaro, in te la crapa: Arlechn, a st un bravso de corjo,
Arlechn, a se una tempesta, oh! Arlechno, un teremt! E p l
questin anca de mprontrse na fcia de diavolsso catvo,
tremnda, na camenda de schscia paln! (Mima una camminata
da gradasso) Varda chi, na cataplta! Na cataplta umana!! (Va a
sbattere contro un uomo che entra in scena correndo. un beccaio
che tiene sottobraccio un paniere ricolmo di carne e salami. Nello
scontro il paniere cade a terra) Ohi... cssa ti fa, desgrasi? Ti va
intrna snsa gnanca vard ndve te mete i pi... (dalla quinta, si
affaccia il leone. ARLECCHINO non se ne rende conto).
BECCAIO Perdonme... ma l stit par lo spavnto... (Indica alle
spalle di ARLECCHINO ).
ARLECCHINO Spavnto?! De m?! Ti ghhai spavnto de m?
(Gli si avvicina) Tranqulo... vgne chi...

78

BECCAIO No, per carit!


ARLECCHINO Ma no te tco! No te tco! (Il beccaio
terrorizzato) Vgne, no te magno miga! (Il leone entra in scena).
BECCAIO Aiuto! (Fugge).
ARLECCHINO Ma bja! (Al pubblico) Ah, funsina, son
tremndo! (Entra un altro uomo, ARLECCHINO lo chiama)
Vgne chi, vrdame in fcia, t! (Luomo scorge, alle spalle di
ARLECCHINO , il leone che si erge rampante. Fugge urlando.
ARLECCHINO , esterrefatto, si rivolge al pubblico) Son tropo
tremndo, bja! Fago proprio spavnto! (Raccoglie il paniere con
tutto quello che contiene) Oh, ecco el premio, el premio par el
bravsso... El corjo premia! Adso me magno comodo sta
lgnega! (Si va a sedere sui gradini del praticabile) El primo che
me vgn a sfrugugnm le bale, ghe staco i cojn msmi con le mie
man... Voi vsser tranqulo. (Estrae dal canestro una salsiccia e se
la fa ballare davanti al viso come fosse un serpente) Pare viva,
vh, sta lgnega. (Alle spalle di ARLECCHINO il leone
ruggisce. ARLECCHINO osserva sorpreso la salsiccia) El lamnto
de la lgnega... (Senza volgere il capo) Ahhh, vho recognosso:
Scaracco, Razzullo! St vui nartra volta? Che tormnto, bja!
Prima me ft ol schrso del can, po qulo de lseno, adso qulo
del len... Ma st propri de rompicojn! Fme de novo scolt
com isto rugto, di...
LEONE (emette un ruggito sommesso) UOAUHUOAH!
ARLECCHINO (ridendo) Questo sarsse un ruggito de len?
Questa l una rana con le adenoidi! Varda... el len se fa coss,
scolta (imita un ruggito).
LEONE (emette a sua volta un ruggito fragoroso come un boato)
UOAHHH!!!
ARLECCHINO (allocchito) Complimenti! T fit un progrso!
Il leone continua a ruggire. ARLECCHINO si volta a guardarlo ed
esclama:
ARLECCHINO Ohi, che meravegiso costume! Oh... ma da
ndov che vgne? Ndov che lavt cat? (Si leva in piedi e lo
tasta) Varda che ple! La par de un len vero. (Gli afferra la coda)
La ca! (Gira il capo disgustato) Anca la spssa la par vera! (Gli
sferra un calcio bonario) Adso, Scaracco e Razzullo, via! (Il leone
riprende a ruggire. ARLECCHINO torna a sedersi sui gradini)
No stme a rompere parch fin che se ziga va bn, ma m quando

79

magno devnti na bstia se i me tca. (Estrae salumi


dal canestro) Varda, el parstto lo magno dopo, adso me magno
un salamn pcolo pcolo... (Il leone copre con i suoi ruggiti la voce
di ARLECCHINO e addenta il salame) Te ghavvo avertt che po
devnto na bstia! Ads te sgagno norgia... (Si avventa contro il
leone e gli addenta un orecchio. Il leone molla il salame
lamentandosi per il dolore, poi reagisce e si mette in posizione
rampante) Te s rivolte a m? E alra: cojni! Varda qua, una bla
intorcicda de cojni (Gli afferra i testicoli; il leone emette
guaiti penosi) No t piasa, eh, la strisadna de cojni?! (Il leone
a terra si dimena e si lecca le parti strizzate) No pigne, no
pigne, varda, fmo la pace... (Afferra dal canestro due cotechini)
La pace de salamn! Alra: a t Scaracco, che te st nte te frico un
salamn in bca (esegue); a t Razzullo, che te st de drio, laltro
salamn... (Gli solleva la coda e ficca il cotechino nel sedere.
Ruggito del leone, stranamente acuto sul finale) Ah, no te pise?
Ah, Razzullo, no te pise i schrsi? Ve pise soltanto frgheli ai
artri... Zompa, zompa... (Ballando e cantando, fa il verso ai due
amici che crede nella pelle del leone. Entra in scena Franceschina
che, vedendo il leone, dopo pochi passi si blocca terrorizzata) Se
gh?! Franceschina...
FRANCESCHINA (con voce strozzata) Oh, deo santo! Arlechn,
scapa! A gh una bstia ferze. No te mvere! No parlare! No
respirare!
ARLECCHINO (finge di non rendersene conto del leone che sta
alle sue spalle) Podo almeno cagrme adso snsa far rumre? (Si
gira) L qulo? Ti mha spavent. A l un lin. Altro che bstia
feroze! (Il leone si sdraia a terra mugolando e si lecca una zampa)
Oh, per lin... el ghha una spina nel pi. (Rivolto al pubblico) La
sfortna che ghhan i lini! Tte le spine che gh intrna... ZAC!
se inflsa dentro al so pi! (Sottovoce al leone, dentro la pelle del
quale sempre convinto stiano i suoi due compari) Bravi.
Continut coss. Fime un piasr, Razzullo e Scaracco, stt al
zigo... fme far una bna fegra con Franzeschna, che po ve
regalo un tco de carne par un... (Mima di togliere una spina dalla
zampa del leone) Ecco la spina!
FRANCESCHINA Slvate Arlechn! (Il leone si fa rampante)
Madre, me punta a m! Me zompa adso!
ARLECCHINO No, Franzeschna... no farte pagra... ghe son
chi m! A ste bstie besgna savr come catrle. Varda, se cipa la
ca, la se slnga, e po la se gira... (afferra il leone per la coda e

80

gliela torce facendola girare come fosse una


manovella. Canta:) Oh, che blo lorganto che fasva far
lamore... (Il leone dimena il sedere assecondando ARLECCHINO
).
FRANCESCHINA Arlechn! No imazinvo m che t te ghavsse
tanto stmego! Atnto de no farte sgagnre...
ARLECCHINO Sgagnre a m?! Varda, varda cosa ghe fago: ghe
inflo la mano ne lo stmego... (Infila lintero braccio nelle fauci
del leone) Ah, ah! ghe la infilo de qua e la vgn fra de l! (Dal
sedere esce la mano dellattore che sta dentro il leone) Varda, ol
pare un gatn. (La mano afferra la coda e la fa roteare).
FRANCESCHINA Oh, Arlechn, perdneme si te ghavvo credt
un cagasto! No ghho mai ved niscin cuss bravso de corjo,
m. Te ghe vj un gran bn, Arlechn mo caro. (Si avvicina ad
ARLECCHINO , ma il leone le ruggisce contro; Franceschina
retrocede spaventata).
ARLECCHINO A l gelso! (Il leone gli si struscia contro) Oh...
quante prese! (Le acchiappa con le unghie e le schiaccia, con la
perizia e la velocit duna scimmia).
FRANCESCHINA (verso la quinta, gridando) Razzullo, Scaracco,
vegnt a vder cssa l bn de far el m Arlechn con un len.
(Esce).
ARLECCHINO (scuote la mano a liberarsi di qualcosa) Che
bava! T magn de le lmghe crde? (Gridando a Franceschina)
No ghe son sti di m compari... A sont ndt par de l col
traght...
FRANCESCHINA (entrando) Ma cosa ti disi, via col traght? I
sont l in sl ponte... Vrdali! (Gridando) Razzullo, Scaracco...
(Chiamandoli, esce di scena).
ARLECCHINO (osservando meglio nella direzione indicata da
Franceschina) Eh gi, ghe sont lori! Ma alra... chi gh derntro
in sta pele a fa ol lin? Chi gh? (Spalanca la bocca del leone e
ci guarda dentro) Ohi, chi sit vui l dernter? Vegnt fra... feve
cognsse. At st t, Bratn? Responde! (Il leone ruggisce in forma
deco) A gh leco! Di, no fa schrsi! Fit cognsse! (Il leone
scorreggia mentre ARLECCHINO guarda sotto la coda) ... Come
non detto!
Il leone esce di scena; entra Franceschina con Razzullo e
Scaracco.

81

FRANCESCHINA Vegn a vder Arlechn. (Si accorge


che il leone non c pi) Ndve ol s cascit ol len?
ARLECCHINO L andit a cagare un po de eco.
FRANCESCHINA Sti to di compari no ghe crede che t, ol
len, te lo fa balre me un gato.
ARLECCHINO Bn, apna che ol torna, ve fago vder. Elo l,
varda, se splsa, l pin de prese.
FRANCESCHINA Ecolo che riva...
SCARACCO Bja, che len! Via, scapmo!
ARLECCHINO Cagasto! Che pagra! (Canta a sfott) Zompa,
zompa...
RAZZULLO (appiattito alla quinta) E vulsse vde! Chisto uno
line vero. S sbranato pure lo guardiano.
FRANCESCHINA Ol cata un cavl... ol sbrana! Scapmo! Oh deo,
slvame!
Franceschina, Razzullo e Scaracco fuggono fuori scena.
ARLECCHINO Ohh! Ol ghha magn el cavlo... e anca el carto!
Ma alra a l un lin vero!!! (Impietrito dalla paura, non riesce
pi a muovere le gambe. Il leone entra in scena, si avvicina ad
ARLECCHINO , lo lecca, gli si struscia contro) Ol me asgia... Se
ghe piso, ol me magna! (Il leone si accovaccia e costringe
ARLECCHINO a sederglisi accanto) Ghho capt, te devo spres.r.
(Esegue. Rivolgendosi al pubblico) Morale: no l tanto del lin
che besgna aver pagra, ma de le sue prese!
Sulla canzone Zompa-zompa entrano in scena lasino che
caracolla, un orso con le ali da pipistrello, una grande serratura
con chiave infilata, due spettri con cranio da morto. Tutti danzano
intorno al leone che a sua volta danza ergendosi rampante. Entra
anche Franceschina che danza con ARLECCHINO . Alla fine tutti
gli animali si scompongono: appaiono gli attori che gettano le pelli
fuori scena. Tutte le maschere, agitando tamburelli e picchiando su
grandi tamburi da tammuriata, danzano e cantano il finale.
Indice
Prologo
La commedia dellarte
I becchini
La serratura

82

Lasino e il leone

INDICEALTRIBRANI
LA POZIONE DAMORE PRIMA STESURA
ARLECCHINO FALLOTROPO
traduzione FALLOTROPO
ARLECCHINO GIUDICE
GATTOVOLATILE:DIALETTOETRAUZIONE
LA VESPA COMICA
DIALOGO TRA I DUE SCHERANI O LANCIOTTI
GRAMMELLLOT
PARLARESENZAPAROLE
CONSIGLIAGLIATTORI
ICOMICIEDONGIOVANNI
LEZIONELENONA
ETRADUZIONE
ADAMOEDEVA
LACANTATADEIPASTORI
Idoiamorosientorcigdentrolibaccllicomefagioli
MANCATRADU8ZIONE
ALTROADAMOEDEVACONTRADUAZIONE
ICOMICIDELLARTE
1478
La pozione damore
Isabella, ancora giovane vedova di un banchiere, innamorata di
Florindo, figlio del Magnifico Pantalone, maschera della fine del
Cinquecento, un anziano mercante ancora in gran salute e attivo,
soprattutto sessualmente parlando. Anche il mercante attivo s
innamorato di Isabella e la vuole tutta per s, a tal punto che
quando scopre che Florindo e Isabella si cercano a gesti e a sguardi
decide di eliminare il suo rivale, anche se il suo primogenito, il
pargolo preferito. Risolve di spedirlo allUniversit di Bologna:
cos non lavr pi fra i piedi suoi e soprattutto fra i tondi seni di
Isabella.
Isabella si rivolge disperata a Brighella. Costui si reca rapido da
una fattucchiera che gli procura una fiala di liquido portentoso:
basta dar da bere alcune gocce miste al vino di quella pozione e il
drogato sinnamorer perdutamente della prima donna che

83

incontrer il suo sguardo. Detto fatto, Isabella, aiutata


dal suo giovane innamorato, organizza la trappola. Florindo si
presenta in abito da viaggio con le masserizie e alcune valigie,
pronto a raggiungere Bologna. Abbraccia il padre e lo ringrazia per
aver scelto per lui lUniversit pi prestigiosa per la sua
formazione. La scena assomiglia straordinariamente al congedo di
Laerte, fratello di Ofelia, nellAmleto, nel momento in cui il
giovane riceve i consigli e le raccomandazioni riguardo il
comportamento e limpegno che dovr tenere in Francia dove si
sta recando per studiare, per guadagnare rispetto e raggiungere un
traguardo ambito nella societ. Dopo labbraccio Florindo, il
Magnifico e Isabella brindano al viaggio e alla buona sorte. Il
Magnifico, assatanato damore, perduto negli occhi della giovane
vedova, non si accorge della pozione versata nel suo bicchiere e
tracanna il liquido fatale. Barcolla come ubriaco, quindi stramazza
letteralmente al suolo. Isabella sparisce fra le quinte, chiamando
sottovoce la cuoca che, a quel punto della scena, dovrebbe fare la
sua apparizione: lei la donna scelta per accogliere la passione
amorosa dellincantato Pantalone. Ma la cuoca non si trova. Al suo
posto attraversa la scena ARLECCHINO , travestito con abiti
femminili. S truccato da fantesca per riuscire a entrare di
soppiatto nella cucina e impossessarsi di un intero coniglio arrosto
che ha nascosto in petto. Sorpreso dalla cuoca, riesce a rinchiuderla
dentro uno sgabuzzino. Questa la ragione per cui la cuoca non si
trova allappuntamento. Come il Magnifico torna in s gli appare
dinanzi agli occhi ARLECCHINO in abiti femminili e allistante
perdutamente se ne innamora.
Il Magnifico investe con sproloqui amorosi ARLECCHINO che in
un primo tempo rimane letteralmente stordito. Pensa a una burla e
tenta di eclissarsi, ma linnamorato viene alle mani: inizia ad
abbracciare il servo travestito, lo scaraventa su un tavolo deciso a
possederlo. ARLECCHINO equivoca che il padrone si voglia
rimpossessare del coniglio arrosto. Se lo strappa da s fuori
dallabito e lo getta addosso al padrone. Quindi fugge, il padrone lo
insegue. ARLECCHINO rientra in scena salvato da Brighella e da
Isabella che lo nascondono e lo convincono a star calmo. Gli
svelano il motivo del comportamento del padrone: si innamorato
di lui, lha scambiato per una donna vera. ARLECCHINO si
indigna ed deciso a spogliarsi degli abiti femminili. Allidea di
recitare la parte di una femmina e sopportare le palpate, gli
sbaciucchiamenti del padrone preferisce fuggire, piuttosto soffrire

84

la fame. Isabella e Brighella, sorretti dal sopraggiunto


Florindo, lo adulano convincendolo che lui nei panni di donna
veramente stupendo. Poi Brighella gli tiene un discorso molto
spregiudicato e realistico. Pi o meno dice: Tu ti ritrovi allultimo
gradino dei famigli. Tutti ti disprezzano, hanno verso di te meno
attenzione che per il cane legato alla catena, gli insulti peggiori
sono per te. Di colpo hai acquistato dignit, rispetto.
La risposta a tormentone di ARLECCHINO : S, daccordo ma
lui mi tocca. Mi tocca e mi sbaciucchia. Guarda qua son tutto
sbavato.
Brighella: Se ti danno fastidio le tastate si pu rimediare. Diremo
che tu sei illibata e lo convinceremo a trattarti con discrezione.
ARLECCHINO : S, discrezione, ma intanto lo so gi che lui mi
tocca e mi ritocca.
Brighella: Va beh, se ti fa un tocco ed un ritocco, lascia correre
Se non approfitti di questa grande occasione che ti capitata fra
capo e collo sei veramente una bestia. Non dico che tu debba fare la
puttana, basta che tu la reciti E sempre pi dignitosa la tua
condizione che quella di un ruffiano, di un medico di casa. Non
sempre lautentica vita quella che vivi, pi spesso quella che
appare.
Il Magnifico uscito davvero di senno. Copre di regali anche
preziosi la sua innamorata, ARLECCHINO , cos la chiama. Danza
con lei, ogni desiderio della sua amata diventa legge. lei che
decide per i pranzi, che decide sugli affari, che dirige il mnage
della casa. ARLECCHINO riceve manciate di denari, non solo dal
Magnifico, ma anche da Isabella e dal suo innamorato che,
attraverso ARLECCHINO , pardon Arlecchina, sono riusciti a
convincere Pantalone a approvare e benedire il loro matrimonio.
Ma Pantalone sta esagerando. intenzionato a lasciare tutta
leredit ad ARLECCHINO , vuole sposarla sul serio e ogni giorno
le fa donazione di terre, di case e di bestiame, oltre che di gioielli. I
due promessi sposi, Isabella e Florindo decidono che bisogna
troncare quella follia, bisogna fare disinnamorare Pantalone di
ARLECCHINO . Gli daranno da bere unaltra volta la stessa
pozione che lo ha tolto di senno, giacch questa serve anche come
antidoto. ARLECCHINO viene a sapere di questa intenzione e va
su tutte le furie. Per me sarebbe la rovina. Brighella cerca di
convincerlo ad accettare:
Brighella: Non dignitoso che tu continui a fare la donna.

85

ARLECCHINO : Ma come? Prima mi dici che


indegno fare il servo e adesso mi dici che non dignitoso fare la
donna? Certo pi dignitoso essere preso a calci, saltare i pasti,
dover rubare mezzo pollo, insultato come un animale No, io
questo privilegio che ho guadagnato non me lo voglio perdere. la
prima volta in vita mia che provo il piacere della ricchezza: ben
vestita, adulata, adorata, coccolata, mangio come e quando mi pare.
E tutto soltanto per qualche tastata E non mi venire a parlare di
dignit. La prima dignit quella che viene dalla pancia.
BrighellaAh certo, ma che razza di uomo, di donna, di mezza
donna sei. Basta la pancia piena. Peccato solo che tu non riesca a
rimanere incinta. Cos guadagneresti ancor pi vantaggi.
ARLECCHINO No, non quello il vantaggio che io non voglio
perdere. Ma quello di essere amata, amato. Nessuno mi aveva mai
detto cose cos appassionate. Nessuno mi aveva mai guardato con
tenerezza. Ho scoperto che per qualcuno sono tutto, che sospira per
me, non dorme per me. Ma tu hai mai provato a essere amata?
quello che non voglio cedere, lamore. Lamore mi ha trasformata,
sono unaltra e non voglio perdere questa fortuna.
In quel mentre Isabella e Florindo stanno montando una nuova
trappola per disinnamorare il Magnifico. Il bicchiere per la pozione
gi l sul tavolo. ARLECCHINO nascosto dietro una tenda
ascolta il dialogo nel quale i due giovani innamorati ripassano i
punti salienti della sceneggiata.
Entra in scena Pantalone che, mugolando come un gatto in calore,
va cercando Arlecchina. Isabella racconta al Magnifico che ha
convinto Arlecchina ad accettare le sue profferte. S andata a
vestire per il matrimonio. Cos dicendo distribuisce bicchieri a tutti
i presenti perch si brindi alle prossime nozze. Il Magnifico solleva
il calice. Come un fulmine piomba in scena ARLECCHINO Arlecchina che strappa il calice dalle mani del padrone innamorato.
Tutti urlano:
Che cosa hai in mente di fare? Ti prego ragiona. E ARLECCHINO
: Me lo volete far disinnamorare il mio Pantalonuccio? Piuttosto
questa pozione me la bevo io. Cos a mia volta sar innamorata di
lui come una pazza!.
Florindo, Brighella e la cuoca afferrano Pantalone, lo sollevano di
peso e lo portano fuori scena. Isabella cerca di togliere il bicchiere
dalle labbra di ARLECCHINO , ma questi pi veloce e deciso.
Isabella fugge, ARLECCHINO si ingoia letteralmente tutta la

86

pozione. Cade a terra come fulminato, si risveglia


proprio nel momento in cui passa un maiale fuggito dalla cucina.
ARLECCHINO si strappato gli abiti femminili di dosso, vede il
maiale, lo abbraccia e grida:
Oh, amore mio, tanto che ti cercavo. Mi sono innamorato di te.
E cala il sipario.

ARLECCHINOFALLOTROPODIALETTO
Entra in scena con una bottiglietta tra le mani la guarda poi
beveilcontenuto

(Canto) Va, vaghe, che bon sto vin, dls e stagno che me fa i
galtighiaibudiechemscarliggiinfondoalapanzafinai
cojmbari cunt ol bindorln fin a le orgie de fam stciup.
(Suonionomatopeici.Rivoltoalpubblico).CantodelXVIIsecolo,
bergamascoperubriachisolisti.(Sirendecontodiaverbevuto)
Ohi, bja, la pozin, la pozin in dua l fornda lho bevuta,
lhocicidattaCojn, ghho bevt la posin tta, la vaschta
del vin! Bja che calr che vgne... (Al suo sesso) Fermo!, basta
cos, fermo ahhahha! (Guarda la braghetta dei pantaloni) Va che
gba! Pom! Mha stac i botn, no!, (mima che il sesso si ingrossi
al puno di arrivargli al collo) te me strset! Strost dal proprio
figlio! De doe nascondo sta gba... (Si guarda intorno: scorge
appesa ad una filo un pelle di gatto messa ad essecare) Ah, va che

87

bla pela, va che bel gatto (Mima di afferrare la pelle


del gatto, se la porta sl sesso) proprio de la mia misura
MMIIAAAO! MMIIIIAAAOO! (come passasse una donna)
Bongiorno segnra, ghho un gato, me pise i gati, vo mato mi per
i gati, ghha una ca sto gato, (sisiedesuunosgabelloetentadi
accavallare la gamba ma lingombro del fallo e della sua
appendice, non glielo permettono)... ve pise i gati sira? (come
passasse una bambina) Bambn, no tocre i gati, no!, le fiolte
no toca i gati! Questo po l un gato rognso tremendo l un
selvatigo che, se te ghe det una carssa, tira su tto ol pelo, no lo
podo dare in brasso a nissuno... (come se gli si avvicinasse
passasse un cane) un can, boja un can! (Abbaia) UAA! UUAAA!
UAAAA! Aiuto!! Ahiaiaiaiaiaaa! (Mima di subire laggressione
del cane, butta la pelle del gatto) Via la pel! Ohi, ahia che
sgagnda! Ma perch i can ghe lhan tanto coi gati, mha sgagn
dapartto! Ariva de laltra gnte, (suonionomatopeici.Conazioni
mimiche fa immaginare larrivo di un gruppo di donne), ariva
dne, arivan dne dapartuto... se son date lapuntamento proprio
qua per ved i gati. (Mimadigettarelontanolapelledelgattoe
fingediafferrareunalungafasciaappesaaunfantomaticofilo.
Mimadiavvolgereilbambinorivolgendosiaqualcunocheglista
intorno)Varda come son fortunado... bende de fantolino, le fasse,
no ghho mai fassa un fantolin, sar cuss, me lavessero
insegnt... va che bela fassadra, adesso che fo una gala... Ahiaa!
Boja! Che male... Miiaaaooo! Miaaaoooo! Bambin... fa la nana
(canta) Nana bobo, nana bobo, tti i bambini dorme ma questo
no!... (Come entrasse una donna) Anca la cua... Bongiorno
signora... (le mostra il bimbo) ol me bambin apena nato, no so
se me asomegia, l un mastcio?... S, s l un mastcio! No se nina
cuss? E come si nina. Se sta fermo col busto e se nina soltanto co
le brassa? Ma mi ghe son cuss taca a sto bambn che no pdo...
(Mima che una ragazzina voglia prendere in braccio il
fantolino)Ma fiolta, prima te vulvet el gato adso ol bambn?
Ma no te vergogni? Va via, su, no se tcan i bambin! No signora
no ghe lo dago in brasso a niscino! No! No! Signora! Ferme!
Boja! No! Nooo! BUAAAM! A m sctiop ol bambn! Come
bello viver de castrato!
1969
ARLECCHINO GIUDICE
DARIO: Parliamo di ARLECCHINO . ARLECCHINO giudice.

88

ARLECCHINO si presenta nei panni di giudice.


Attenti,nonlaprimavoltachelovediamousciredalclichdel
suonormalepersonaggio,cioquellodiservoomegliodizanni,
sempre affamato. Dopo il trionfale successo di Tristano
Martinelli, primo ARLECCHINO , di Mantova che quasi
sicuramenteharecitatoinquestoteatro(ilBibiena),allacorte
direEnricoIIIaParigi,eappressodiBiancolelli,collegacomico
diMolire,iruolidiARLECCHINOdivenneroinfiniti.Vediamo
ARLECCHINOapparireinabitidipedanteeipocritamoralista
nel ruolo del Tartufo (con testo dello stesso Biancolelli), nel
servodiDonGiovannieappressoaddiritturanelruolodiDon
Giovanni in carne ed ossa. Quindi entra in scena travestito da
ruffiano,dagenerale,dapadredifamiglia,damaniacosessuale,
da prelato ecc. ecc. Perci nessuna meraviglia se ve lo
presentiamoconaddossolastolaeincapoiltoccodagiudice.
Ungiudiceoltretuttodigrandemoraliterigore

ARLECCHINO magistrato sta nel suo studio letteralmente


sommerso dai tomi del diritto e dai faldoni delle inchieste.
Passadauntestoallaltroeriescealeggerenellostessotempo
su due diversi volumi. Come Leonardo, scrive tanto con la
destracheconlasinistrasudiversidocumentierispondeadue
segretaricheglichiedonopareriedelucidazioni.Afferratimbri
da una cassettiera e va bollando documenti a grande velocit.
Naturalmente in quel suo agitarsi spasmodico, timbra anche
fronte e mani dei suoi collaboratori. Sembra il prologo a un
esibizioneclownesca,dipurodivertissement.
Maeccocheallistantetuttoilgiococambiadiregistroetono.
Entrainscenaunpersonaggioannunciatodaiduecollaboratori
in coro (DARIO), che si inchinano a lui nel momento in cui
pronunciano il suo nome. Si tratta di un avvocato, a sua volta
panneggiato in una larga toga, con cordoni dorati e piumazzi.
ARLECCHINO lo saluta con deferenza ma anche con un certo
distacco,senzalevarsiinpiedieaccennandoappenauninchino
col capo. I due assistenti procurano unimponente poltrona
allavvocato che vi si lascia cadere con una certa goffaggine.
Lavvocatosiguardaintornoetemporeggiaimbarazzatoprima
diprenderelaparola.ARLECCHINOgiudiceafferraunagrande
astaefacennoaisuoiassistentidilasciareilcampo.Uscitiidue

89

importuni, ARLECCHINO si affaccia con tutto il


corpo dalla scrivania e avvicina la sua testa allavvocato
sibilando:
ARLECCHINOCheviservedame?Nonhocauseincorsoconla
vostrapartecipazione,cheioricordi.

Laltro si guarda intorno e risponde, sempre restando a pochi


centimetrididistanzadalvisodelgiudice:

AVVOCATOSonquiperunaffaremolto,moltodelicatissimo.
ARLECCHINOVenitealdunque.
AVVOCATOSitrattadellaffareMaribaout.
ARLECCHINOGustaveEtienneMaribaout?.
AVVOCATOS,quello.
ARLECCHINOUnmomento.

VelocissimoilgiudiceARLECCHINO,silevainpiedievaversola
porta, la spalanca per verificare che nessuno stia in ascolto.
Spalanca quindi una finestra, saffaccia, chiude. Altra finestra,
saffacciachiude.Spalancaunarmadio,cientra,sichiudedentro
ed esce da un altro armadio che sta a cinque sei metri di
distanza. Torna alla scrivania, spalanca la base del mobile, la
richiude:

ARLECCHINOParlatepure,siamosoli.

Lavvocatostaperprenderelaparola.

ARLECCHINO Un momento lo interrompe ARLECCHINO


giudice voi avete accennato allaffare Maribaout. State
parlando della gara per lacquisto di una intiera flotta navale
provenientedallacompagniadelleIndiecheilrehaacquisitoe
cheorahapostoallincanto?.
AVVOCATO S. Laffare questo. Voi sapete che Maribaout,
larmatore di Marsiglia, ha gi pagato una cauzione di priorit
di,sidice,trecentomilascudi.
ARLECCHINOZittocos.

90

Velocissimo il giudice si rialza e va verso il


proscenio.Sibloccaguardandoversolaplateaeipalchi:
ARLECCHINOMaperdiocistannoascoltando.
AVVOCATOChi?
ARLECCHINOTuttoilpubblico!Guardateletesteeguardache
sfacciati.Mancofingonodichiacchieraretraloro.No,tuttilcon
occhispalancatieleorecchietesecomecanidariporto.
AVVOCATOMaglispettatorihannoildirittodiascoltare.una
finzionescenica la nostra. Non hannopagato, sono invitati ma
insomma
ARLECCHINOAhs?solofinzione?Ese,putacaso,siscopre
che il nostro dialogo riproduce eguale preciso un fatto
veramente avvenuto o che avverr di qui a poco? Come la
mettiamoconicensori?
AVVOCATONo,calmatevitalmenteassurdacomestoriache
non si pu ripetere. Un tentativo di corruzione giudiziaria,
magari con offerta di denaro. E quando mai pu avvenire? In
chenazionepotrebbeaccadere?Nonesiste!.
ARLECCHINO Allora, riprendiamo. Che cosa mi viene a
proporre?
AVVOCATO Che lei signor giudice renda nulla per sentenza la
cauzionechepermetteallarmatoreMaribautdiritirarepers
tuttelenavimesseallincantodallaMarinaReale.
ARLCCH.Eachiledovreiassegnareincambio?
AVVOCATOAduncompratoresegreto.
ARLECCHINO No, mi dispiace ma in questo ufficio tutto deve
avvenire alla luce del sole. Ma andiamo, mi si chiede di
compiereunattoillegale,dilasciarmicorrompereenondebbo
io venire a conoscere chi ne avr giovamento? un altro
armatore?Parlate.
AVVOCATONo,ilproprietariodiunabanca.
ARLECCHINOUnbanchiere?
AVVOCATOS.Vidisturba?
ARLECCHINONo.Manonpossoaccettare.
AVVOCATONonaccettatechesiaunbanchiere?
ARLECCHINONo.Nonaccettodifarmicorrompere.
AVVOCATOMaunaricca,straordinariacifrachevisioffre.
ARLECCHINOQuanto?

91

Lavvocatosiguardaintorno.Quindi,quasisolfeggiando,dice:

AVVOCATOTrecentomilafiorini.
ARLECCH. Cosa? Mi offrite trecentomilafiorini perch io
emetta una sentenza ignobilmente ingiusta, che priva di un
onestoaffareunarmatoreavantaggiotruffaldinodiunabanca,
oltretuttoanonima?
AVVOCATOEvabene.Vidirilnomedellabanca.
ARLECCHINO Fermo! Scrivetelo qui, ben coperto dai libri. Il
pubbliconondevesapere.L!(Indicaversolaplatea.Qualcuno
s levato in piedi per sbirciare) Seduto! (Estrae la pistola e
spara verso il curioso). Un guardone di meno. (Sfogliando il
foglioeprendendoloaschiaffi)Lui!
AVVOCATONo,nonlui,quellol!
ARLECCH:luichevuolpapparsituttelenavidatrasporto.Ma
nonnehamaiabbastanza.Questodavveroilpigliatutto!No,
non gli dar questa soddisfazione. (E straccia il foglio in mille
pezzi).
AVVOCATO Ascolti signor giudice, noi siamo ben consci che
veniamo a farle una proposta che di sicuro la indigna, che va
controlasuaaltadignitecorrettezza.
ARLECCHINO Bravo. Ma non riuscir con le adulazioni. Tre
centomilafiorini.Maunapazzia,unacifradelgenere.
AVVOCATONonlesembraconsona,adeguata?
ARLECCH.Mascherziamo.Leisirendecontodistarchiedendo
a un uomo che ha agito nella sua vita abbattendo tutte le
corruttele,leinfamitgiudiziarie,ditradiresestesso,ilproprio
re,ilproprioufficio,lapatriaetuttopertrecentomilafiori
ni?indegno.
AVVOCATOPerchindegno?indegnalacifrao
ARLECCHINOCerto,indegnalacifra!Perch,conunaofferta
simile,chipudiredino?Nonviforzamoralealmondochevi
possa resistere. Se mi aveste offerto, che so, cinquemila,
esagero settemila fiorini eh beh uno si graffia la faccia, si
bastonasulcapo,maallafinediceno.
AVVOCATO Ha ragione, a mia volta con una cifra cos
esorbitantenonsapreiresistere.

92

ARLECCHINOsirivolgealpubblico:

ARLECCHINO E voi, che ve ne state l in silenzio senza fiatare,


anzi trattenendo il respiro, al mio posto come vi comportereste?
No, non dite nulla, so gi che mi incitereste ad accettare. (Quindi
insultandoli) Disonesti, amorali, corruttibili, indegni! Voi, voi tutti
vi lascereste comprare. (Cambiando tono) Ma io no! Io non posso!
Una cifra del genere, come riuscirei a far credere daverla ricevuta,
che so io, come regala per una consulenza legale o per un testo
sulla giustizia?
AVVOCATO Abbiamo pensato anche a questo: lei ha goduto di
unastraordinariaeredit.
ARLECCHINOEredit?Edachi?
AVVOCATO Da un mercante veneziano deceduto la settimana
scorsa. Qui c il documento steso dal notaio incaricato di
recapitarelecifreelargitedaldefunto.
ARLECCHINOMaachiladateabereunapanzanadelgenere.
Un veneziano muore e lascia trecentomilafiorini a me.
Perch? A che titolo? Chi sto gran magnate? A parte che io
nonhoparentiaVenezia.EneancheaMarghera.
AVVOCATOInfattinonunparente.unanticoamicodivostra
madre.(Accennaabaciappassionati)
ARELCCH. Mia madre ha avuto un amico a Venezia? Ma se non
c mai stata a Venezia?
AVVOCATO C stata, c stata! Lavr tenuta nascosta Una
relazione,perquantocasta,nonsipusnocciolarecos,specie
in famiglia. Daltra parte lei, signor giudice, non lo poteva
sapere,noneraancoranatoquandosuamadrefeceinnamorare
pazzamentedisquelgiovaneimprenditore.
ARLECCHINONo,nomachepanzanaquesta?
AVVOCATO Dipende se ci vuol credere o meno. Se ci crede,
signor giudice, una splendida storia damore e accetta
leredit. Se no, resta in bianco, senza panzana ma in bianco.
Trecentomilafiorini

Ilgiudiceosservaildocumentodiereditedesclama:

93

ARELCCH. Ma sembra vero, autentico, una vera


attestazione di eredit con tanto di timbro a fuoco,
controfirmata da due notai della Serenissima. Incredibile. Un
momento.Madaquisidedurrebbecheiosareiprobabilmente
ilfigliodiquestodefuntofresco?.
AVVOCATOS,sipudedurre,marimanemoltoincerto.
ARLECCHINOEmiopadre,checistarebbeafare?
AVVOCATO Mi dia retta, (in coro) trecentomilafiorini,
sciolgonoancheildolorediunpadrecancellatoavantaggiodi
unaltrochefortunatamentedeceduto.
ARLECCHINONo,nosiatemaledettipurdimascherare,coprire
la indegna provenienza di questo denaro, si arriverebbe a
propormidiinfangareilnomedimiamadrechea(mimaveloce
con le dita di conteggiare alcuni avvenimenti passati) diciotto
anni,adiciottoannihaunarelazione
AVVOCATOCasta.
ARLECCHINOMachecasta!Serimastaincinta!
AVVOCATO Diciamo che forse non sapeva. Sa, una figliola di
diciotto anni non sa, pu cadere facilmente nel peccato.
Daltronde anche lui, il giovane prossimo magnate era un
ragazzo.
ARLECCHINO Ah beh, se era un ragazzo, oltretutto con una
folgorante carriera davanti a s No. Non se ne parla. Mia
madre:lasuareputazionenonsitocca.
AVVOCATOMaluiconquestolascitosimendatodognicolpa.
ARLECCHINOBasta!Machelascito?
AVVOCATOTrecentomilafiorini
ARLECCH:Machecolpa?Quasiquasistavocredendocidavvero.
Di colpo stavo dimenticandomi della corruzione: voi siete qui
per corrompermi e io per essere corrotto. E che tutta sta
infamit messa in opera per favorire quel maledetto
pigliatutto.

Iniziaaraccogliereipezzettidicartaaunoaunoeliintingerli
inunvasettodoveevidentementecdellacolla.Mentreparlava
incollandoiframmentisuunatavolanellintentodiricostruirela
paginafrantumata:

94

ARLECCHINO No, stavolta non ti andr come credi,


non lo farai stavolta laffare. Non potrai giocare con le barchette,
furbacchione. Ma non ne hai abbastanza di quattrini, ingordo?
Quanto guadagnerai stavolta. Se sei pronto a sborsare a me tre-cento-mi-la-fio-ri-ni, perch scaraventi allaria la sentenza che
favorisce il tuo concorrente, quanto incassi tu? Anzi, quanto
incasseresti tu, perch io te lo vieter. Io sono la giustizia e ti
anniento. Non me ne importa dei tuoi quattrini, trecentomila fiorini
io li butto. Li butto? Ma che sono pazzo? Trecentomila fiorini
dovrei vivere quattro vite per guadagnare tanto. Datemi qua il
documento, firmo. Firmo anche la sentenza Maribaout Dove
sono i quattrini? Tre-cen-to-mi-la-fio-ri-ni dove sono?
AVVOCATO Calma, calma sono qui. (Pone una borsa
pesantissimasullascrivania).
ARLECCHINODannato.Sonodannato.Corrottoedannato.
Spalancalaborsaecisificcadentroconlatesta:
ARLECCHINO Dio, Dio, Tre-cen-to-mi-la-fio-ri-ni quanti
sono muoio Felice, disonesto. Mi faccio schifo! Un ricco fa
sempre un po schifo. Ma non gliene frega niente. 2760
ATTENZIONE QUESTO FILE IN WORD, ESISTE
CORRETTO (QUASI) IN PDF.
IL GATTO VOLATILE
SCENOGRAFIA..
ARLECCHINO A te set chl-l, spaccastrmbolo. Seri dr a cerct
da perttt. Co' ste fitt li-l ?
PETRUZZO Zitto, e' sto mannndo a memoria
ARLECCHINO A memoria ?
PETRUZZO Ce me sto applicnno er metodo mnemnnico per
inquistre elle nozioni der sappre enciclopddico.
ARLECCHINO Encicopldico? Chi st' Encicopttico?
PETRUZZO Io so'! Songh'io l'Enciclopddico: assimilo, encasllo,
arritngo, arriprto... tutto so! Scognsco ogne ellemnto dello
scbbile encommensurbbile... so' un Encicloppdico.
ARLECCHINOMava?Comesetefudssiunlibro?
PETRUZZO S. Eguale a uno libro... tu te mi ce puoi isfoglire,
sfrugugliare dalla A alla Zeta. Abbaco, Abate, Abecedario,
Abbigliare, Abitante, Abbiente, Abbioccare, Abbrancare,
Abbuffare... Abbuffare sovra tutto. Tutto so!

95

ARLECCHINO Tutto? Ma va?! Mi ghe fo scumssa


che ti, tuto, propri tuto no' tel st mia.
PETRUZZO E tu ti ci prova! Pnmi uno quisto qual tu vi e tu
vedrai ch'io te rispnno!
ARLECCHINO Te me respndet? Bon, scomsa che te rstet
imbioct 'me un pss foera de l'acqua, apna che mi te fag una
dimnda... come a dis mi? De quei ciclopedci?
PETRUZZO Ben pruvaci: i so' approntto. Imper appretnno che
tu avnte ci pnga sovra delli srdi a la sconirnssa... baicchi!
ARLECCHINO D'acrdi: mzo baicco. Va ben?
PETRUZZO E se vvadi per lo mezzo baicco. Eccotelo a qua
derntro er cappillo! Sirvo vostro!
ARLECCHINO Via col mzo baicch. EI capl el pogim l.
PETRUZZO Mviti co' sta domnna.
ARLECCHINO Pronto?
PETRUZZO Mi assmbra de farti 'na rapina'.
ARLECCHINO Guarda che te do' ss mint de tmp. Ecco qua
1'orlgg.
PETRUZZO Tu tieni 'n'orolggio? E ind 'azzo l'hai pijto?
ARLECCHINO A l' un ricordi che ghe tgni propri de coer...
Ricordo de famiglia. Me l'ha vendt el me pder in sul lett de
mort... Prpi prima de tir i ultm... M'ha gnanca las el tmp de
tirg un po sul przz.
PETRUZZO Eh, ben te capisco'. Allora se parte?
ARLECCHINO S. Fa atansin: te me dvet rispnd preciso in ss
mint, eh?
PETRUZZO Uno mezzo minto me abbsta e ci avanza puro.
Vacci!
ARLECCHINO Vo'?
PETRUZZO S.
ARLECCHINO Alra: qual' ol sovrannm de quel Re che pus
de tucc al mund el gh'ha protegi e ajutd a noialtri cmich
teatranti a l'italiana?
PETRUZZO Aoh, che me stai a sfotte? A me mi ci vieni a porre 'no
quesito de sto tono? Ma arripgliati li toi quattrini, che io mica
vojo ann a rischio che me sbattono alla galera pe' truffa de
'ncapce. Incapcitas Cogitandi!
ARLECCHINO Scuse, scuse! L' che ti no ti sa la risposta.
Viglicch te se ritret?
PETRUZZO Io m'arritro? E allora, visto che me prvichi, arzimo
la posta: n'rtro mezzo baicco.

96

ARLECCHINO D'accrd. Un alter mez baic in dol


capl par piasr.
PETRUZZO Ah me, l'Enciclopedico deambulante! Tanto per
accomencire tu hai voluto fare referimnto allusivio ar nome
allogorico dellu Re Luigi Quattordicesimo.
ARLECCHINOS,lu,quellil...boneolso'sovranomequal'?
PETRUZZO Ma superfacilissimo, te lo enuncio emmantinnte
E te svelo puranco che lo Re en questione nascito esattamente
che so quarant 'anni. Anzi illo compie li so' anni impropriamente
dimni. Viva lo Re! Chillo fijo de padre so Luigi lo Tredici, rfja suo tempo di Enrico IV e de Anna d'Austria.. Sale al trono anco
piccirillo, na creatura accuss per la morte precoce del patre so.
ARLECCHINO Non me importa un bja del precoce piccirllo e
del padre s crep. Voeri savr el sovrannome de sto Luigg.
PETRUZZO D'accordo, ma te volevo solo addimostrre che
profondit che abbsso tiene le mia conoscenza
encommensurabile.
ARLECCHINO Toc, toc toc...
PETRUZZO Che c'?
ARLECCHINO L'orlgg. 'Tento che l' gi pass un mint. T'en
rsten snqu.
PETRUZZO S. Essendo montato allo trono l piccirillo, lo
Cardinale Mazzarino che arrgge er potere e s arritrva a pijrse de
petto colla famosa Fronna, en cui li nbbili cercano de far fra
l'Infante... povera creattra piccirilla dellu Re!
ARLECCHINO Too, toc, toc...
PETRUZZO E succede mo' che in una de 'ste arrivlte, lu Re pupo
mento en salvamento da D'Artagnan, er famoso capitano dei
Moschettieri.
ARLECCHINO No me interessa nagtta de D'Artagnan, ni dei
Moscattiri. Mi vj savr el sovranome de 'sto Re Luis. Toc, toc...
PETRUZZO Ah, Marnna, tu s' accuss attso, fetso e cinico!
Non t'importa 'na chiveca delli pericli in che' s' arritrovto sta
creatura do' Re pupo-piccirillo ca ci vole tanto bene a nortri?
ARLECCHINO No, non me interessa un'strega a mi! Toc, toc...
PETRUZZO E allora te do 'na punizione: un baicco intro!
ARLECCHINO D'acrdo: un baicch. Ecco l-l in del capl.
PETRUZZO Cos imparerai a no' tener cre per lo Re fantolinopupo.
ARLECCHINO Toc, tie, tin, toc... Varda che so' i ultimi tri
minti, eh? Po' basta, el tempo a l'e' sconsum. No vegnr chi-l a

97

pigne-caragn, dopo.
PETRUZZO Va bbuno Sai almanco tu, che cotesto Re, appena
sallito al potere, jovenssimo ha tegnto lo coraggio de sgnaffrte
dinta a galera tutti l finanzieri che dissenguvano lu popolo
coll'apparto (appalto) delle emposte?
ARLECCHINO S. Ghi avr meti in galera pel particolare che
no i fasva a meso con lu ol Re...
PETRUZZO Zitto!
ARLECCHINO Citto!
PETRUZZO Se ci stanno a sentire..
ARLECCHINO /PETRUZZO (allunisono) Viva ol Re! Evviva lu
Re!
ARLECHINO
Don,
don,
don...
PETRUZZO Che d'?
ARLECCHINO Ultimi do' minti.
PETRUZZO Va buono, mo' te dir 'sto assoprannme, anzi, te ne
vo' a dire cinquanta de soprannomi. Moliere l'ha chiamato El Nume
Teatrtico. La Fontaine L'Atlante Augusto. L'amante sua, madame
de Montespan, lo appellava Pisellino Splendente.
ARLECCHINO No me frega un can morto del pisellino... Mi voi
savr el sovranome usul, come lo cima tutti. Ultimo minuto.
PETRUZZO Astro Splendente!
ARLECCHINO No!
PETRUZZO Cio... starebbe per dire... lo hanno soprannominato...
Malazzozza! EIl'ho a qui sula lingua: Re Stella!
ARLECCHINO Ah, ah... Re Stella!
PETRUZZO No, non Stella... s... dico: 'na stella, anzi la pi
meglio grande e lustra fra le stelle...
ARLECCHINO Nu steln?
PETRUZZO 'Nu globo de foco strasfolgorante... che va arrotolnno
su un carro de fco, mento da Apollo...
ARLECCHINO L'ultimo mzo minuto!
PETRUZZO Ecco! C so'
rivato!.... Re...Astro... No, Re
Raggiante... Irradiante assolnte... solare Ecco, il Re...
ARLECCHINO Alt! Altol, fermo! Ti se' and fra del tempo. I
ss mint so brusdi. Me despise, ma ti ghha perd!
PETRUZZO Ehi, ma quanto s' taccagno... pe' 'nu spzzico de
segnni!
ARLECCHINO
Come
un
spsigo? Ti ghha avt tuto el temp che te volut Ti ghha visto

98

che non l' poe tanto facile, cara el meo encicoloptico.


Bisogna vess preparati... studiare, studiare!
PETRUZZO La zozza rognosa! Dimme tu, sapevo tutto! Per 'no
spiffero de ammenesa!
ARLECCHINO (raccoglie il denaro e lo conta soddisfatto. canticchia) Oh che bei baicchi...
PETRUZZO Damme a retta mi ci dai la reprva de refrci?
ARLECCHINO 'Na revncita, ensma?
PETRUZZO S.
ARLECCHINO Te gh in mnt de famm di domandi a mi? E poe?
PETRUZZO S, io te pongo nu quesito a te e tu me dovrai
rispnnere a tono.
ARLECCHINO Fra i baic!
PETRUZZO Quanto ci ariscommtti?
ARLECCHINO Un bajch entrgh. Ma te do' l'avisda che mi a
cognsso tutto de tucc.
PETRUZZO Un baicco.
ARLECCHINO T chi el me' bajc in del capl. (Canticchiando)
Oh che bei baicchi (Butta di nuovo il cappello per terra con
dentro i due baicchi).
PETRUZZO EIla sar 'na domanda de zoologia.
ARLECCHINO Zoologia? Sara, come dir, roba de bestie? Zoos
dal greco bestia..
PETRUZZO Esatto!
ARLECCHINO So tuto! N'altro baich?
PETRUZZO Eccoti l'artro baicco.
ARLECCHINO (canticchiando) Oh che bei baicchi...
PETRUZZO Allora animale... bestia.
ARLECCHINO A chi?!
PETRUZZO Sto enunciando il soggetto che doveri endovenre.
ARLECCHINO Ah.... .
PETRUZZO Bestiam utque: annemle quadrupede.
ARLECCHINO Che quadruppede?
PETRUZZO
Quater-pedes. Accio che tne quattro piedi.
ARLECCHINO Ah, tuto a quatro? Quatro pe', quatro man, quatro
oci, e qutro cojn?
PETRUZZO No, quattro son solo li piedi... Ed mammifero.
ARLECCHINO Una bestia quatrupeda mamifera? L' facile! Un
alter baic?
PETRUZZO Rieccoti er baicco.

99

ARLECCHINO So tuto... ihihihi, ihihihi, ihihihi, 'i


cognosso tutti mi, nom, sovrannom e indirizz.
PETRUZZO Annemale quadrupede, mammifero... ascolta bene...
ARLECCHINO Va, va ennze.
PETRUZZO De notte...
ARLECCHINO De nott?
PETRUZZO Cammina su li tetti.
ARLECCHINO Camna sora i tecc?... Ah, ah. I cognsso tutti mi
quei che va per tecc.
PETRUZZO Co' la luna piena...
ARLECCHINO Con la luna piena?
PETRUZZO Fa miao.
ARLECCHINO Camina su i tecc, de nocc, con la luna piena e el fa
miaoo?
PETRUZZO S.
ARLECCHINO EI so!
PETRUZZO Artro baicco?
ARLECCHINO Ecco qui, naltro baicch ... ihihihi Son dr a
robrte, 'na rapin... Rapinam Grassandi!
PETRUZZO Fatti attento, che stai sortendo de strada.
ARLECCHINO Sorto de strada?
PETRUZZO S, imperocch con ste indicazioni te ce arretroveri
engannto.
ARLECCHINO Va, va che l' una robera che te fo! Oh che bei
baicchi...
PETRUZZO Allora, la pelliccia... er pelo...
ARLECCHINO El pelo?
PETRUZZO EIlo pu retrovrse en tinta neca...
ARLECCHINO A tinta nega il pelo.
PETRUZZO Macchiato, o a strisce.
ARLECCHINO A tinta uniga... maciada o stria? (Scoppia a ridere
come in preda ad un eccesso isterico di felicit) Lo so! Altro
baicch?
PETRUZZO Artro baicco!
ARLECCHINO Tel disi?
PETRUZZO Sentiamo...
ARLECCHINO Alora, recapitolndo, l' una animale bestia che va
su i tcc.
PETRUZZO S.
ARLECCHINO Quando gh la luna piena fa miaoo.
PETRUZZO Fa miaoo!

100

ARLECCHINO Ghha il pelo a str o a mage.


PETRUZZO e vola!
ARLECCHINO (scoppia a ridere) Ihihihi (s blocca, di colpo
serio) Ehehehe?! Che?! Vola?!
PETRUZZO Vola, vola! Ha certe ali compagne iguli a quelle del
pipistrello, con delle innervature evidenziate... che sbatte.
ARLECCHINO Ah, glio cap, Leonardo! Leonardo l' drio a far
on sperimento co' sta bestia e el ghha fatto le ali de lgn con i
penn de tachna e d'oca... cos che el pedala! (Mima il gatto che
pedala) Miaoo! Miaoo! Miaoo!
PETRUZZO No, so' sue: nasce coll'ali.
ARLECCHINO EI vgn al mond con i ali e fa miaoo?!
PETRUZZO E quinci per li tetti: splafff, splafff!
ARLECCHINO E vola?
PETRUZZO S.
ARLECCHINO Un mamifero quadrupeto?
PETRUZZO Esatto!
ARLECCHINO Bja! Cosa... no, spcia! Non ti me podra dar un
qualche indicasi un p pi' de partecolre...
PETRUZZO Un'artra endecazine?
ARLECCHINO S.
PETRUZZO Abbisogna che te giochi 'n'artro baicco.
ARLECCHINO Perch?
PETRUZZO Un'endicazione, 'nu balocco. E' la regola.
ARLECCHINO Va bn, se l la regola vaga per 'st'altro
baicch!
PETRUZZO Cotesto lo mio! No' m'ascolta attento: te fo dono de
uno grappolo d' endicazini: el nostro annemle sverna in Scozia.
ARLECCHINO Scosia?'...
PETRUZZO Emigra in Afric.
ARLECCHINO In Africa emigra?... Normale!
PETRUZZO Lo tempo dei letargo...
ARLECCHINO Letargo...
PETRUZZO Se lo spassa a duecento metri nello sprofondo de
l'Oceano Indiano.
ARLECCHINO Sot'acqua?! EI camna sora i tcc e'...plufff!
PETRUZZO S.
ARLECCHINO Dusnt mter sot'acqua, e el fa miaoo?
PETRUZZO S.
ARLECCHINO Ma che rassa schifosa d'animal bestia l'?
PETRUZZO Artro baicco?

101

ARLECCHINO No, aspetta... ghe l'ho qui sulla


lengua. Aitom per piasr. Dam quic altra indicasin!
PETRUZZO Baicco!
ARLECCHINO D'acrd! Cssa no se fa per la scienza!
PETRUZZO Ecco qua... sverna in Africa e fa le va.
ARLECCHINO Eh?! Un gatt che fa i vi?
PETRUZZO Un ibrido! Non l' un gatto, anco se fa miao...
ARLECCHINO Appunto, digo... no l' miga un gat. E cssa l'?
PETRUZZO Te ce vijo aiudre, che me fai pena, stavolta gratis.
Ci sta 'n'artro particulre che lo distingue assai dalli mammiferi
comuni...
ARLECCHINO Ah, l' vun che el se destngue me pareva!
PETRUZZO Illo, el nostro, nun cova l'ova.
ARLECCHINO Ah, manco mal! Lu no i ca i ovi, i sbate via!
PETRUZZO No, ce d la zinna.
ARLECCHINO Cosa?.. Ghe d la tetta ai ovi?
PETRUZZO S, allatta l'ovo, tiene nu pcciolo beccuccio in cima
alla zinna, qui, fa un pertugio dinta all'ovo.... e appresso: ciuch,
ciuch! (Mima di allattare un uovo)
ARLECCHINO No?!
PETRUZZO S, lo caporllo s'apre come un fiore, e appresso:
plofff... plofff... gnumhhh, gnumhh, gnuhhhh!
ARLECCHINO Ploch... Lu el ciucia... e vola! Sui tcc.
PETRUZZO S, e fa miaooo.
ARLECCHINO Ma che schvio de bestia l'? Se la cipi a sta
bestia bastarda ghe intorcni el col, po ghe stronchi le ale... e
sciahm, pahm, sciahm pahm... miaooo! Ghe ciuci tuti i ovi. Meir,
me fo 'na bela fritda... e sciffff e sciafff e scifff! Ma che schvio de
animale l'?
PETRUZZO Mo ascrta, te ce vojo dare n'artra endicazine.
ARLECCHINO A gratis?
PETRUZZO No, duo baicchi.... E attent'a tte ch' l'rtima
addrizzta che te concedo.
ARLECCHINO A l' anco la ultima palanca in de la mia scarsla.
PL'TR'. Bono, statte attento: l'anemle en questione ermafrodita...
dal greco frodito: frodo-doppio e dicto-dicitur ner senso de sesso
diverso, quindi doppio sesso. Ermas dallo spagnolo: Er massimo...
er pi del godimento nellammore che se assrge nello momento
che tieni entrambi-duo li sessi: quello de msculo e de femmina
apparati.
ARLECCHINO Ah, el zozzone! Me dise: ermafrodito... s... s...

102

alra 'ste bestie, tanto femina che mstcio gh'hano


tact sempre tanto ol passaro che la passarina?
PETRUZZO Tu l'hai detto! E se coningono un co' l'rtro. Ma in lo
pi delle vrte ce piace massimamente l'accopiata singola.
ARLECCHINO Acoppida singola?
PETRUZZO S... tant' che elli duo nello tempo dell'amore, sora i
tetti, con la luna piena... la femmina de qua, er mascolo
de l.
ARLECCHINO La femina de qua e el mastcio l?
PETRUZZO Da soli.
ARLECCHINODasoli.
PETRUZZO Se fanno all'amore ciascheduno per lo conto proprio.
(Si contorce e miagola appassionatamente) Miaoo... miaoo!
MiaaaaaaoooooOOOO!
AlaaaaaaAAAAAQQooooooooOOOOOOO!!
(Entrambi s contorcono e miagolano come gatti in amore).
ARLECCHINO Cosa che i fa?
PETRUZZO Se autoposseggono.
ARLECCHINO Ma va?!
PETRUZZO Se autofecnnano.
ARLECCHINO Da per lori?!
PETRUZZO E ce restano engravidti... entrambiduo.
ARLECCHINO Ognun per so' conto... sti sozzon!
PETRUZZO Fanno l'ovo: e plofff, plofff, plofff.
ARLECCHINO L'ovo... plofff... plofffff, plofffffff... Di, ma il
Vscuvo de l'Inquisizin ol sa l? Che se i ghe fa la spia, te vedar
che bordeleri te pianta in pie. I le brusa tutte 'ste bestie rmafrodita
schifse, sgarose!
Ma spetta, spcia... fame recapitolr: fa i ovi...
PETRUZZO S.
ARLECCHINO Camna sora i tcci.
PETRUZZO S.
ARLECCHINO Fa miaoo!
PETRUZZO S.
ARLECCHINO Vola... plofff, plofff, plofff, plofff! Va a svern in
profondo a picco in dello Oceano Indiano...
PETRUZZO S.
ARLECCHINO Ol ghha le ali de pipistrello e a l' ermafrodito...
Miaoo... o ol fa l'amore da per lu-solo.
PETRUZZO
E che anemale
illo ?
ARLECCHINO
(sull'orlo del

103

pianto) Scolta, te pregi... naltra indicazin. Ma fame


credito che so rest senza pi manco un baico.
PETRUZZO Se tu me darebbe l'orologgio tjo.
ARLECCHINO
Va be'... ctate
puranco l'orlogg... pro pap!
PETRUZZO Orabbne eccoti lo particolare urtimo: derntro lo
periodo dell'ammore...
ARLECCHINO Eh!
PETRUZZO La coda.
ARLECCHINO La cova?!
PETRUZZO L'apice rtimo de la coda...
ARLECCHINO Eh?
PETRUZZO Saccenne e se spegne come alle lucciole. Ma 'na luce
molto pi grande assai: fa conto 'na lanterna... prima s'allma e poi
se spegne... s'allma... ploch, plich...
ARLECCHINO Ghha la cva a lanterna de lusola. Fa: ploch,
ploch. (Danza agitando il braccio a mo' di coda, spalanca e
richiude la mano ad indicare l'intermittenza)
PETRUZZO Proprio accuss!
Come impazziti prendono a rifare tutti i vari passaggi dello strano
animale: volo, allattamento, auto concepimento, ecc.
ARLECCHINO
Tuuuuuuutttt, plofff, tuuuutttt, tuuuut,
miaaaaAAAooOO
PETRUZZO Tuuuuuttt, tuuutta... la coda e plofff, plofffff,
ploffffffff.'..
ARLECCHINO Fa le ova!
PETRUZZO PLOFFFF, Ploffff, plofffff...
ARLECCHINO Vola MiaaaaAAAooooooOOOO!
Paresse un gato ma no l' miga un gato... tanto che fa le ova l no
le cva: ghe d la tetta col latte... ciuccia! plofff, plofff,plofff e fa
miaoooo! Basta! Basta! Va! Beccate tuto. Toh i to' baicch! (Gli
butta il cappello pieno di baicchi). Ti e quel bastardo de
rmafrodto l, bestia de vmego!
PETRUZZO Beh, di certo non l'era fccile.
ARLECCHINO Ghho perdt!
PETRUZZO Epper ti se' battuto con onore.
ARLECCHINO Ghho pag la scomssa! Mha sgar anco
l'orlogg del me pare.
PETRUZZO Omo d'onore ti se' mostrato.

104

ARLECCHINO S, ma i vj savr. Mi gho besgn de


cognssere el nom de sta bestia che rassa de animal l' quest!
Anca el nom en latino, voj savr!
PETRUZZO Davvero te fa curriso tanto de cognsce er nome de
cotesto annemle?
ARLECCHINO E ghh diritto, bja! Ghho pagt, a mi.
PETRUZZO Scusa... e io per la miseria de qunnici baicchi
zozzi... io me ci dovrebbe venire a svellre a te lo nome segreto de
st animale scognoscito, encredbbile, unico allo monno? Ma
repjate li ti quattrini embeclli. Ci ho una degnit, io,
enciclopddica! (Gli butta il cappello con i quattrini e se ne va
impettito, straripando orgoglio).
BUIO
o)

Buio
V617
LAVESPACOMICA
Ilfalsoincidente.
Il giorno dopo la compagnia si riunisce per le prove. Vengono
fabbricate,coltruccodelcrinedicavalloel'aggiuntadipezzetti
di stoffa con piccole piume, un paio di vespe quasi perfette.
L'incidentedellavesparompiscatolesarripresoperfiloeper
segno a cominciare dal prologo. Si introduce la vespa anche
nellascenad'amore.C'unlitigioperquestionid'onoreedecco
chesisenteilronziodell'insettoorrendo.
Tuttisaltano,siagitano,sembranodanzareimpazziti.Allafine
la commedia non avr pi il titolo plautino ma si chiamer La
Commedia della Vespa. Un incidente esterno diventato
fondamentalealrinnovodellamacchinacomica.
Nel trasportare il sipario, i mimi lo lasciano volontariamente
cadere.Sitrattadelpretestoperparlaredellincidente.

DARIO: Niente paura. tutto normale.


GIORGIO: Esiste un aneddoto, quello di Cherea, ricordato dal
Pandolfi in Cronache della Commedia dell'Arte, che
emblematico per capire il peso che davano i nostri comici
all'incidente.

105

Cherea, grandissimo attore del tempo di Ruzante,


metgiullareemetcomicodell'arte,uomodinotevolecultura,
fuilprimoatradurrePlautoeTerenzio,esoprattuttoamettere
inscenalecommediedeiduelatini.
Si racconta che Cherea, a Venezia, stava rappresentando una
commedia di Plauto, un mediocre allestimento con passaggi
abbastanza vivaci ma che, nel complesso, non riusciva a decollare.
In altre parole, il pubblico rideva poco. Ma ecco che, una sera,
proprio mentre il capocomico entra in scena per recitare il prologo,
una vespa petulante lo aggredisce cominciando a ronzargli intorno.
Cherea si scansa nervoso senza dare a vedere l'imbarazzo. Riprende
a recitare il prologo, ma la vespa, davvero fastidiosa, gli si va a
posare proprio dentro unorecchio. Scacciata, passa su una gota e
poi gli si infila dentro una manica. L'attore si agita dando pacche
qua e l. Finisce schiaffeggiandosi con inaudita violenza, ma non
riesce ad allontanare la vespa.

Tutta la parte che segue va eseguita. I mimi come fossero gli


spettatori.

L'effetto esilarante. Il pubblico, che s' reso conto della


situazione davvero spassosa, sbotta a ridere a crepapelle.
Cherea, da autentico animale di palcoscenico, invece di
smarrirsi, rilancia la situazione della battaglia con la vespa.
Carica gli effetti, finge che la vespa si sia infilata per il collo
dentrolaschiena.Siagita,sigratta.Sussultacomepuntosotto
l'ascella,infilalamanonellamanica,restaincastrato,nonriesce
pi a tirarla fuori. In quella impossibile situazione continua,
imperterrito, a recitare il prologo. Il pubblico non riesce ad
afferrarneunasolaparola,presocom'dalfourire.MaCherea
incalza. Tira con forza la mano fuori dalla manica e strappa la
camicia.Sifrugasottolacasaccaallaricercadellavespaormai
immaginaria. Si strappa di dosso gli abiti, fruga tra le braghe.
Mima di essere punto sui glutei e in altri punti delicati,
patrimonio della virilit. Ormai la vespa se n' andata, ma
Cherea riesce a dare l'illusione al pubblico che quella sia
sempre l, arrogante pi di prima. Anzi, quando lo spettacolo
veroepropriohainizio,edentranoinscenaaltriattori,questi,
a loro volta ammaestrati, mimano di essere importunati dalla
vespa. Non contento, Cherea mima di rincorrere la vespa che

106

scende in platea fra il pubblico e, disinvolto, col


pretesto di voler colpire l'insetto informe, prende a ceffoni
qualchespettatore.Lospettacolo,logico,vaaputtana,comesi
dice,mailsuccessodellaserataincredibile.
Un altro gag era a Venezia lacqua alta. In palcoscenico e tutti
quanti erano preoccupati. Erano soltanto quattro o cinque coccume
di acqua versate.
Un altro quello di quello che muore dinfarto.
1539 Il GRAMMELLOT
Parlare senza parole.
Voglio cominciare parlando del grammelot, attraverso il quale
arriveremo a trattare della storia della Commedia dell'Arte e di un
problema del tutto particolare, quello del linguaggio e della sua
messa in pratica.
Mostrer il grammelot partendo d'acchito da un pezzo ormai
classico di repertorio per far capire, a carte scoperte, come si
articola. Grammelot un termine di origine francese, coniato dai
comici dell'arte e maccheronizzato dai veneti che dicevano
gramlotto. una parola priva di significato intrinseco, un
papocchio di suoni che riescono egualmente a evocare il senso del
discorso. Grammelot significa, appunto, gioco onomatopeico di un
discorso, articolato arbitrariamente, ma che in grado di
trasmettere, con l'apporto di gesti, ritmi e sonorit particolari, un
intero discorso compiuto. In questa chiave possibile improvvisare
- meglio, articolare - grammelot di tutti i tipi riferiti a strutture
lessicali le pi diverse. La prima forma di grammelot la eseguono
senz'altro i bambini con la loro incredibile fantasia quando fingono
di fare discorsi chiarissimi con farfugliamenti straordinari, che fra
di loro intendono perfettamente. Ho assistito al dialogo tra un
bambino napoletano e un bambino inglese e ho notato che entrambi
non esitavano un attimo. Per comunicare non usavano la propria
lingua ma un'altra inventata, appunto il grammelot. Il napoletano
fingeva di parlare in inglese e l'altro fingeva di parlare in italiano
meridionalizzato. Si intendevano benissimo. Attraverso gesti,
cadenze e farfugliamenti variati, avevano costruito un loro codice.
A nostra volta, possiamo parlare tutti i grammelot: quello inglese,
francese, tedesco, spagnolo, napoletano, veneto, romanesco,
proprio tutti! Naturalmente per riuscirci occorre un minimo di
applicazione, di studio e soprattutto tanta pratica. In seguito
suggerir alcuni accorgimenti tecnici. In questo caso, finalmente,

107

impossibile dettare delle regole, e tantomeno


omologarle. Bisogna andare per intuito e per conoscenza quasi
sotterranea, non si pu certo elargire un metodo definito a spiegare
tutto fino in fondo; per, osservando, si arriva a capire.
Ecco il primo esempio. Consideriamo una favola di Esopo che
forse molti gi conoscono: la favola del corvo e dell'aquila. Prima
inquadratura: l'aquila vola per il cielo disegnando larghi giri
quando, seconda inquadratura, all'improvviso scorge in mezzo al
gregge, un po' in disparte, un piccolo agnello zoppicante. Terza
inquadratura: allora volteggia largo, si getta in picchiata, va gi
come un razzo, afferra con gli artigli il povero agnello e se lo porta
via. Quarta: il contadino accorre urlando, lancia sassi, il cane
abbaia, ma niente da fare, ormai l'aquila lontana. Quinta: sul ramo
di un albero c' un corvo: ah, ah, ah! - gracchia eccitato - non ci
avevo mai pensato, guarda com' facile acchiappare gli agnelli, eh,
basta buttarsi gi! Cosa mi manca per fare altrettanto? Sono nero
come l'aquila, ho gli artigli anch'io e li ho forti, perdio, ho delle ali
larghe quasi come le sue, so fare alteggi e picchiate come lei. Detto
fatto, sesta inquadratura: esegue il suo volteggio e mentre sta per
buttarsi a picco su un agnello in disparte, come ha visto fare
dall'aquila, si accorge che, pi in l, pascolano delle pecore pi
grasse. Ma quanto stata scema quella! Come? Con tutte le pecore
pasciute che ci stanno, perch dovrei limitarmi anch'io ad afferrare
un agnello cos smilzo? Mica son fesso come l'aquila, io! Io mi
butto sulla pecora pi grossa, cos faccio un solo viaggio per
garantirmi tutti i pasti della settimana. Si butta in picchiata
abbarbicandosi con gran forza al vello della pecora, ma si accorge
che faticoso trascinarsela via. Improvvisamente sente il contadino
urlare e il cane latrare. Spaventato sbatte le ali ma la pecora non si
solleva, cerca di liberarsi del vello che lo ancora alla pecora ma,
tira e molla, non ce la fa. troppo tardi, ormai. Arriva il pastore
che lo colpisce con legnate tremende, il cane gli salta addosso,
l'addenta e lo sgozza. Morale: non basta possedere penne nere, n
esibire un bel becco robusto o ali larghe e possenti. Per acchiappare
pecore bisogna, soprattutto, essere nati aquile. Un'altra morale
questa: non tanto difficile agguantare una preda, c' solo da
preoccuparsi di riuscire a battersela comodi senza essere poi battuti.
Quindi, accontentati dell'agnello smilzo, la pecora grassa aspetta a
portartela via quando attaccato al sedere avrai un reattore a tutta
spinta. Ma in Esopo questa variante non c'.

108

Vediamo, ora, come pu essere realizzato il racconto


in grammelot della parabola in questione. La eseguo a soggetto,
cosa che rende inevitabile l'improvvisazione. Ecco, qui posso
svelare l'impiego di un metodo. Per eseguire un racconto in
grammelot bisogna possedere una specie di bagaglio degli
stereotipi sonori e tonali pi evidenti di una lingua e aver chiari il
ritmo e le cadenze proprie dell'idioma a cui si vuole alludere.
Prendiamo una koin pseudo-siciliano-calabrese, e su questa
sequenza di sonorit costruiamo un grammelot. Quali punti fissi o
cardini dobbiamo tenere
presenti per la realizzazione? Prima di tutto informare il pubblico
del tema che si intende svolgere, cosa che ho gi fatto.
A ci bisogna aggiungere elementi chiave che caratterizzino,
attraverso gesti e suoni, i caratteri specifici dell'aquila e del corvo.
E ovvio che io non posso esporre i dialoghi al completo, ma solo
accennarli, farli indovinare. Quanto pi c' semplicit e chiarezza
nei gesti che accompagnano il grammelot, tanto pi possibile la
comprensione del discorso.
Ricapitolando: suoni onomatopeici, gestualit pulita ed evidente,
timbri, ritmi, coordinazione e, soprattutto, una grande sintesi.
Esegue iniziando con gesti minuti e in tono di conversazione
familiare. Cresce poi nel ritmo e nella incisivit. Commenta frasi
didascaliche con sfarfugliamenti a buttar via. Allarga la gestualit.
Passa rapidamente da un'inquadratura all'altra. Accelera in
progressione drammatica sollevando il tono della voce e le
cadenze.
Ogni tanto, nello sproloquio, mi sono preoccupato di inserire
termini facilmente percepibili per la comprensione logica
dellascolto. Quali parole ho pronunciato chiaramente, se pur
storpiate? Aquila, pastore, corvo, corbazzo, e ho addirittura
spiccicato i termini picura e picuriddu per agnello. Inoltre, col
supporto dei gesti, ho indicato alcuni verbi come volare, urlare,
abbaiare, correre, termini che pronunciavo storpiando in un
facsimile meridionale ma che non arrivavano mai a caso. Infatti, il
momento clou di questo lungo farfugliare e il raccordo con la
parola giusta e specifica che stabiliamo
insieme. L'aquila vola a cerchio nel cielo, il cane abbaia e ringhia,
sono immagini che bisogna trasmettere in modo preciso e pulito.
Questa la chiave di esposizione obbligatoria nel gioco
onomatopeico del grammelot.

109

Se eseguo il grammelot francese, per esempio, sono


costretto egualmente a riproporre immagini stabilite, passaggi
chiari, mai equivoci, e una sintesi esatta degli avvenimenti che
devo comunicare. Lo dimostrer fra poco con la lezione di Scapino.
Altro mezzo importante per riuscire a farsi intendere l'uso corretto
della gestualit. Nel momento in cui alludo al volo, nella fase
drammatica in cui, nelle vesti del corvo, cerco di risalire, mi pongo
di profilo rispetto al pubblico che sta in sala perch importante
che si disegni lo sforzo del soggetto nel battere le ali. E ci reso
pi evidente se il mio corpo visibile per intero, in silhouette,
piuttosto che di fronte al pubblico. Potrei anche eseguirlo di fronte,
ma per ottenere tuttaltro risultato.
Le posizioni di maggiore effetto vanno ripetute ad immagine
costante nei vari casi che determinano le varianti al tema. Per
capirci meglio: primo volo, dell'aquila: mi pongo di profilo, mi
chino in avanti, agito le braccia, roteo, alludendo a una virata.
Secondo volo, del corvo: bisogna ripeterlo allo stesso modo,
accentuandone, per, la goffaggine. Cos ecco che nel primo caso
lo spettatore sar sollecitato a notare la facilit con cui l'aquila
prende quota e vola via abbrancandosi l'agnello, e la seconda volta
parteciper all'impaccio del corvo che, goffo e maldestro, non
riesce a districarsi. La ripetizione dei termini dell'azione, in
entrambi i casi, perch funzioni, dev'essere appunto costante, quasi
da sovrapporsi. La sintesi espressa mediante stereotipi con varianti
nette costituisce una tecnica gi sfruttata nei racconti delle pitture
vascolari greche ed etrusche nonch negli affreschi di Giotto, nelle
sequenze di immagini della vita di san Francesco o di Cristo, che
qualcuno ha giustamente indicato come i pi bei racconti a fumetto
della storia dell'arte. D'altronde, la sequenza che ho eseguito
potrebbe facilmente essere tradotta in fumetto.

110

A questo proposito pu
essere di aiuto un'osservazione. A molti sar capitato di assistere
alla rappresentazione di un'opera recitata in una lingua sconosciuta,
e di meravigliarsi del fatto che il discorso alle volte apparisse
abbastanza comprensibile e anzi, in certi momenti, assolutamente
chiaro. Certo i gesti, i ritmi, i toni e, soprattutto, la semplicit
concorrevano in gran parte a far s che la lingua sconosciuta non
fosse elemento di grave impaccio. Ma questo non basta a spiegare
il fenomeno. Ci si rende conto dell'esistenza di qualcosa di
sotterraneo, di magico, che spinge il nostro cervello a intuire,
anche, ci che non completamente e chiaramente espresso. Ci si
accorge di aver acquisito nel tempo una quantit di nozioni del
linguaggio e della comunicazione, con varianti a dir poco
infinite. Le centinaia di storie che abbiamo immagazzinato, a
partire dalle favole dell'infanzia per proseguire con i cartoni
animati, le storie raccontate coi film, con le commedie a teatro,
dalla televisione, dai fumetti, concorrono a preparare il cervello alla
lettura di una storia nuova raccontata anche senza parole
intelligibili.
Discorso sullimprovvisazione. La miglior improvvisazione
quellapreparata.

Esicuro?Domanicisarloscontro.
Scontrodichi?
Nostrocontroifranzosi.
Certo ci si scontrer. E saranno budella fuori dalle pance e
cristianiinfilzatidallacavalleria.

111

- Speriamocheanoilanzotticitenganodirincalzo.
- Dirincalzo?
- S, come di riserva fuori dallo scontro, per poi farci entrare in
campo solo quando lesercito franzoso sfondato. E noi
inseguiamoglisbandati.
- Eseinvecesbandatisonoinostri?
- Beh, in sto caso noi ci troveremmo nella posizione buona: in
fondo al gruppo dattacco, in vantaggio, saremo in prima fila
perscappare.
- Eseinveceifranzosiconlacavalleriascatenatachesiritrovano
sorpassanolenostrealiefannoarcoeciprendonoallespalle?
Dicolpodaultimidiventiamoiprimiaessereinfilzata!
- Ehi,maseiunmenagramo!
- No,iosonounacheragionaconlapropriatesta.
- Etelafaiaddossocoltuoculo.
- Megliofarselaaddossoprima,checacaredopoperlospavento.
- Vaiafartifotteremivenutafame.
- Macome,siparladelrischiodicrepareetupensiamangiare?
- Certo, la cosa pi dolorosa quella di fartela addosso ma
trovartisenzanientedaspararedalculo.
- Madovehairimediatostomezzopollo?
- Lho fregato a un contadino. E gli ho fregato pure la moglie. E
credochealeisiapersinopiaciuto.
- Dio,quantoseirozzo!Nonsaicheparlaredabrigante!
- Perch,chedifferenzactranoi,lancecorte,eunamasnadadi
briganti!
- Primaditutto,seinunoscontrocapitacheunbrigantesiafatto
prigionieroloscannano,loappiccicanoaunalberoevia.
- Einveceanoi?
- Scherziamo?Cidevonorispettare,cistafiordileggediguerra
checiprotegge.Ilprigionierodeveessererispettato,sacro!
- Noiduesacri?
Certo,siamotracristiani,micafraturchi!
Hairagione,lacavalleriadeifrantosilapicristiana.Tengono
crocidappertutto:sullacorazza,sullelmo,sullespalleepersino
sulle natiche. Io lho vista caricare una volta, dallalto di una
collina, erano quasi eroici, maestosi: bandiere che sbattevano
nellaria, lance cos lunghe che bucavano ogni cosa
piumecorazze doro, mantelli, cavalli ingualdrappati di cuoio
rosso e azzurro era proprio uno spettacolo starli a vedere!

112

Peccato che nello scontro i nostri fossero infilzati


cometordiallospiedo.Basta!Nonparlarmiditordiallospiedo.
Haifattovenirfameancheame!Dquaquelmezzopollo.Viale
mani di dosso o ti do una coltellata. La coltellata te la do io.
mio!mio!mio!
Finisconoperazzuffarsi.

360
CONSIGLIAGLIATTORI
DISCORSO AGLI ATTORI DI TORELLI, ARCHITETTO E
ALLESTITORE DI SPETTACOLI PER LA COMPAGNIA E LE
SCENE DEL RE DI FRANCIA
Si racconta che Solone, legislatore ateniese, ascoltando a teatro
Tespi, lattore capocomico del famoso teatro chiamato appunto di
Tespi, si indign fortemente. Egli, lattore portentoso, sapeva
truccare a tal punto le movenze ed artefare la voce trasformando
allimprovviso se stesso in donna, vecchio, fanciullo, usando di
poco il mascheramento e panni diversi. Gli abbastava agire di gesti
con braccia e corpo tutto con lanche e il porsi di volta in volta in
variata positura.
No url Solone questa non arte del recitare, ma
trasformismo,giocaresulleffettodeitimbriedelmodulare.Non
produrre discorsi con le parole. E chiuse urlando: Codesto
attore non un interprete della verit, ma solo un ipocrites,
mentitore della realt. Se anco voi volete che vi si chiami
ipocriti, giocate con effetti da funamboli con gesti e parole
usando falsetti e bassi profondi e ancora cantate rapide e
miagolantidastupireigonzi.No,perdio,rappresentaresignifica
reinventare il vero ma non falsificarlo. Perci partite sempre
dal naturale, studiate il reale per giungere a una corretta
finzione. E attenti, che grave errore anco lasciarsi prendere
dallimitazione perfetta senza strafare no, in alcune
situazionibisognasaperstrafare,maconstraordinariamisurae
eleganza.
Guardate le sculture di Michelangelo, sulla tomba de Medici,
quella statua della Notte e laltra del Giorno, e i Prigioni vi
sembrano perfettamente ritratti di donne e uomini reali? No,
nientaffatto, le misure, i rapporti degli arti sono arbitrari e cos
forzata ogni loro positura. C una potenza, uno slancio che

113

nessun umano possiede braccia, collo, cosce,


petto tutto pare rispettato, ma in verit nulla pi dentro le regole
del normale.
Eumano?
No,sovraumano,quasidivinopoichMichelangelo,comelui
stesso dichiarava, rotta ho la regola e la misura perch esse
figuregiunganoarespirare!.
E cos voi a vostra volta dovete riuscire a rompere il
convenzionale, uscir di misura per saper strafare con inusitata
dimensione. E questo che distingue lartista eccezionale dal
buonartigiano:lareinvenzionedelleregoleedellamisura.
443
15 settembre 2005
I comici e Don Giovanni
Ricordarsi del racconto dei comici trascinati dalla tempesta in
unisola insieme ai loro compagni di viaggio, una quantit di
giovani seminaristi accompagnati da prelati vari e da un paio di
vescovi e un cardinale.
Nellisola c un solo palazzone, unantica base di guarnigione
militare.Nelgrandesalonesiriunisconoaturnoiprelatiperle
loro orazioni e i comici per le loro prove in scena. Il cardinale
chiede di assistere a unesibizione teatrale. Qui non abbiamo
altro diversivo. Non hanno mai assistito a uno spettacolo dei
comici.Gliattorisonoperplessi,nonposseggonounrepertorio
adatto a dei religiosi. unottima occasione per conoscere la
realt.Noncmigliormodoperconoscerla.Iolosoperchda
giovane ho frequentato molto il teatro. Esibitevi senza timore,
senzacensurareomediare.
Nelnaufragioavevanosalvatocostumiearredi.
DonGiovannidellacommediadellarte.Capriataatravoni.
Praticabile.
Siiniziasubitoconunascenadiseduzione.Quindiilpadredilei
interviene per liberare la fanciulla e impugna la spada. Duello.
Ammazzamentodelpadre.Lasuorachefuggedalconventoper
raggiungere Don Giovanni. La tempesta. Don Giovanni che
corteggiadueragazzeallostessotempo.Variantecomici.
Una scena in cui Don Giovanni si infila nel letto di una donna
fingendodiessereilmarito.Ilmaritostatoubriacatoedorme
nellasottostanteosteria.Ladonnascacciailmaritocolqualeha

114

litigato. Don Giovanni piange. Piangi? la prima


voltachetisentopiangeredicelamogliecommossamiami
ancora.Loabbraccia,lospoglia.Matunonseimiomarito!Sei
ilcavaliere!Ioavreibenvolentieraccettatodiabbracciarmiate,
ma con linganno no non laccetto!. Gli lancia addosso tutto
quel che le capita, compreso un sacco di rape, il pitale colmo
dorina.Eunsaccodifarinachesispaccacolpendoilcavaliere.
DonGiovannituttobiancocomeunfantasma.Entrailmarito
ubriaco che sta smaltendo un po la sbornia. Un fantasma
Nudo?. Lo prende a calci e bastonate. Impotente il cavaliere
fuggedallafinestra.Sisenteungrantonfo.Ladonnascaraventa
tuttalafarinarimastaaddossoalmarito.Ilmaritoaccecatoea
sua volta imbiancato. Batte contro i sostegni delle travi. Ed
colpito dalle mazzate della donna. Scoppia in lacrime. Piangi,
anchetufinalmentepiangi.Loabbraccia,entrambisirotolano
unonellebracciadellaltro.
Immagine dei prelati che applaudono. Sembra una parete che
applaude.
DiseguitolaletteradiSanCarloBorromeo.

Lartedellaguerra
StampareibranidellabattagliadipontedAdda.Eicommenti
diRuzzante.Truffadellepromesse

CONTROLLARETRADUZIONE
27ottobre2009
VEDEREIDUEDIALETTI

1208accomodatevi
La lezione recitata da Franca
FRANCA: Acomodve, acomodve file care come sit ble
grasie desser vegnde! A ghho apres molto ol vostro deso de
parlr con mi per consser tto su la prma nte damore la
prma nte de lo smariazzo! Oh, mi me ne intendo de prime nce in
tel lto ghe ne ho te tante! Ouhh!
L on gran strabatn de cre e demosin.
Per conmenzr bn la lesin, gh necesseta qualche nosin de
natomia.
Dnca, voi file care, ghavt un bne presiso: la parpajta.
Ol savt, no?

115

Ben, tti i bindorlon del mondo vorarssen averghe


libero accesso in de la vostra paserina.
No, no tuti ensma, tranchle!
Ma lo majr problema l ol timor che va cta al pensir de quel che
i savinti cimeno deflortio virgines.
(Ride) Ah, ah st vegne smorte a lestnte ma struzzt da la
curiosit de provare. Ghavt pagra, ma en podt pu de trovrve in
qula situasin con gimbe e brasse del vster malnt amurs, che
ve strigne co sospiri e gemiti, che l ol plagr mximo al mundo!
Arivmo al zntro de la question: lofferta de la verginit!
Ricordeve ben file in quel moment, al mstcio ghe intersa
sojamnt qula: la verzinit!
Per l vu sit come un castlo da conchestr, stansa, stansta, salon,
cusina e ripostiglio con i rat
Ma ol vster valor depnde sojamnte dallessere intonse o de gi
adovrada.
Nella ma esperienzia de mamna ghe ne ho vedt de tuti i colr
e ve pdo segurr che de multe file no rvan libate a la prma
nce damore han gi dont ol velo prezioso a n altro amador.
Poe vgnen da mi piangiulnte Mammadora me cimen cus
adame! Me devi marid.
Mi cipo ago e filo e csi, csi ghe fo un recamno a punto crse
e sta tranquila che l, ol bindla, no se encrze de nint.
Altre, poarte, invece rvan a la prima nocte libate - intonse ma col
defecto. S, defectose! Son nascie senza ol velo prezioso la sa
mama no ghe lha fatto s desmentegda! No gh lanl
zentle come dice la canzone dellanl la madre sa s
desmentegda no ghe lha fat! Ol maro va fora de zervlo:
Te me ghha embroj, pta ptana! A chi te gh dato ol velo?!
Ol velo? L pieg nel casto!
Tase, putana! Disonore! Niscin lenslo ensanguinto sventoler al
meo balcon! Mhan tradito!!! Mama cssela via!.
(Al pubblico) Fmine tte, na prce per tte qule vstre sorle
sfortunde che rvan palpitanti a la defloratio col fiore che niscin
ghha colto ma che l gi spampan! E se ciapeno anche de la
puttna!

116

De ogni manra, libte o no, besogna che vui arivt al gran


momento
prepart
de
conosinza
e
amaestrt.

Nsser fmena l gi una profession, ma sto mestr besogna


averghelo imparato ben.
Prima rgula: fghe a mente, l savr ben la parte e tto el ritul de
quel che ve va a capit.
Secnda rgula: Vu che ve stt per lassarve and fra le brazza
dellamato in de la noce de luna, toca sotoporve a na prova con ell
fi sospand, come cavrte che van al sicrifzio e ne manco
embrighe dalegrssa, imbesude de festosit (risata esagerata).
gi basi e silnsio!
Apna che ve truvt solnghe con l, ardimentoso de amore, fit che
la lse la sia basa cavteve pian pian le vste mostrghe li tondi
cume fuss per axidnt fe mostra de inziampre e burlghe adoss
ma subt ve tir indro Oh, scusa l lemosin

117

Lu ol se appropinqua tremulnto por ol bolor l


pronto e ben arm a chiaprve a stu punto spar la bta:
sctiup a piagner e dist fra i singlt: Deo, Deo no son digna de
t son na svergognada, no son vrzen per negotta!
Zertament, mi ol so ben che vui set file da ben, intonse me angoli,
encontamint. Ma proprio chi gh la mossa che ve fa guadagn:
duit spias al vostr om, el padron vostro! Fe in manera che o
sbianca per la figra e che in rabt me n can ol vaga a criar: Te
descognossi, torna indr dai t! A sto punt dut sbotr en una ridada
grosa. Impart bn a fa le ridade a stcip. Forza: Ah, ah, ah, ah,
ah E p con vs tranquila ma da inciudall, spar la vostra bota a
fondo.
Desbiotta.
A tta lux.
El fasulett semper in man sughive na lacrima, anca se no la gh.
Dasp con vox de na regina lanz sta sferzada: Ah bn alora el
to amor el to respet verso de m se aresta tto chi? A pedoln su la
mea tono acuto verzinit? Lamor, el rispecto, el valor, la
fameja, i fi cosa son cos? Negt!
Limene l tt per t!
Ma cusa l st imene? L un velo lezzr, delict. L el centro
incant del triangol dellumanit.
E par t e per quei come t, anca mo l lniga roba sacra per pes
el valr de m.
E come l s sgragns l? Rester inciucht? Te cater a sberle? Te
cover de male parole? El ciamer un notaro par far stcep ol
contrtt? In mancanza dellimene bisogner pur stciapr queicss!
Ma voi alter a sto punt tir fra la vostra ziogada proibida: la
dichiasin de un dotor de vostra fe ve la trvi m na carta
che ve garantiss la vostra entegret sigra. Si attesta che il presente
fructo generandum, intonso e di prima qualit.
E turn sui tcc a roda e via drizze a la porta, semper sbite cul
fasulett in man con una sculetada apena.
E adess mia bela fila, ecco che te sbalonzi su la altalena a rda, t
te st in copa e l sta de sota e el dimanda perdn, se cava le braghe
e te sgionfa adoss. Lasa pr che l te monta s la gropa, ma fag
intend che se non respeta le regule ghe po capir de retruovarse
naltra volta sota coi cojn schisci. E limene lavem sistem.
E mo sem zonti al conflicto damor. S perch retruars bit, vn in
t brasi de lolter, l propri na tenzn.

118

Ol gnir ross de vergogna, ol spavento, el dolor, la


gelosia sont i moment dua a zt ublig a pas in la gran giostra
damor.
Senza d p del tremor e del trars bluc beh, l natural sit tte
doi al comenzament.
Ve do sbit lavertida: gh tre regul per clasifig le femene marid
e quele de diletto, l mej d de ltto.
La prima rassa l quela de le tepide ingiugi, caregt de pudicizia,
gimai sfront e va beh, pegg per lori.
La seconda l quela de le done caregade de passin e che i
despande grand calor.
La terza l quela de le friggide, che no le mostra n deso n
fasinamento. Friggide con do g tondi. Tta na vida senza ariv
gimai al gudiment, con lomo soo che se dormenta sul venter
tepido de unaltra. ARRIVATA QUI
besogna che impart a star in un gran echilibrio, compagn che
sonsse una musica. Gemiti, sospiri, tremori debon fare de
lacompagnamnto.
La respirasin durante lamore l molto importante!
Repett con mi: Ah- ah- ah brivido damore tr tr - tr oh oh
- oh mmm come per dire che bon dolze mama!.
L ol comenza a despjarve vui ve scanst apna: Oh no, te
prgio no subbto fame tor un pc de fit!. L ol ravana soto
la sotna. Ah ah - ah tr tr tr oh oh oh mmm Oh no, oh no!
S, s!. Ol s l molto importante come darghe lillusion che
ol po fare
L slonga a fondo la man. E vui: scich! Una sgifa bela sca su la
facia! S, vui, ghe molt una sgifa! Se ciama sgiafn damore!
L tropo? No! No l mai tropo sgiaf i meni!
L la regula.
Apresso ghe but subito le brasse al col e crirghe: Perdono amore,
ma ghho t un gran spavento!.
Ah,ahtrtrohohmmm:Ohbsame,scarsame,mavaghe
pinchemoro.Oh,ohmoro!
Nocolafaciadevnacheldreeamur!Moro!Moro!Ahaaa
ahuuuuDecolpo:Fermete!FameparlNopodoFermo!...No
podoGistemansse,tecagnoah!
No podo l tropo forte sto mo amor ghho spavento che ti te
ne profcti Oh perdt la testa per t, ghho el core en gola e nel
zervlo: Oh - oh S - s no - no ah ah Ma fame almanco
despoir!

119

No, no ti che te despgi a mi ma mi, te despgi a ti.


Mo l lu che se sent imbran. Despoglo, straziando i lazzi e le
sule! Stachghe i botn, anca coi denci! Una furia! No tem,
strazzlo tuto, gica camusa braghe Oh, finalmente l
desbito.
Vardlo tuto entrego. Un sussurro: Deo che meravgia! Ma chi set
ti, na statua de Apollo?
E adesso ve lass and come svegnde, in ginogio. Lo rimira da la
testa ai pe dai pe al co. Poe and co i gi a met strada ol
vard propri l e: Oh no, l troppo!.
E l se sente volar en zilo, spart dal so bindorln!.
Lu finalmente l rivat a spojarve nuda.
Ghe tremba i man.
Vui sospirt: Ah ah, ah ah. Tun, tu tun, tun, tu tun.
E lu fa listess: Ah ah, ah ah oh oh oh mmm
Ve carssa.
Chi parte ol vostro assolo. Come fudste in gsa crit: Deo! Deo
grssia! Santo, santissimo meo Segnor! Toe son le laude, la grssia
e ol plazr!.
No zntra negtto, ma fa sempre el so efecto.
Lu ve vgn tuto incol ads. Sud. Vui ve sentt davro svegnr, sit
pronta per ves catda.
L ve basa ve strafugna Riva ol momento ol poarto ol sta
per stciopre. Se appropinqua alla parpajtta dorata cunt vuse de
testa dist: Ah- ah Fa pian te prgi ghho pagra!
L ol spigne.
(Come sopra) Oh oh aaaah Oh Dio che mal! Che mal! Dio Dio
Dioo Oh Dioooo! Santa Vrzine
Lu ve vegn tuto incol ads. Sud. Vui ve sentt davro svegnr
ve lasserste volentra andar tta slanguda a farve catr
No! No l ancora il tempo! Se stcimbia ol spartdo! Mand un
gran cro e dis: Chiss mo cssa ti penser de mi!
E gi lagrime.
Svergognda son, svergognda!
(Una ragazza simula il pianto) Ohohohohiiiihiiii!.
No cos! Cos le pigne le fiolte, no le inmorse! Devt
exerzitrve: Dna che no sa pigner ben, no la sar giamai felz!
Via col pignere: Ohohohohiiiihiiii! Deo, deo Segnr! Creadr!
Grsie o Santa Verzine!.
E a sto punto lassve pur andr chvit trionft. Aleluja!

Lacantatadeipastori

120

Prologo
Quello che vi presenter adesso, un brano che non ho mai
recitato.Ancorapocofastavoaggiungendovideipezzi.
Il linguaggio che uso non solo il dialetto di Napoli ma anche
delle montagne intorno al Vesuvio, un linguaggio allargato a
tuttalaCampania.IlbranoinquestionehapertitoloLacantata
deipastori.Voisapetechelacantatadeipastorieraunaforma
di teatro che si svolgeva in tutto il napoletano e che, nel
Seicento, stata proibita perch trattava di personaggi,
situazioni, che, a detta della chiesa, erano veramente oscene,
peccaminose, erano delle bestemmie. Naturalmente era
l'ottusit di una certa chiesa che non capiva invece la poesia
straordinaria e l'amore, il senso religioso, che era in queste
storie. I due personaggi di questa cantata sono classici, sono
come ARLECCHINO e Brighella e si chiamano Razzullo e
Sarchiapone. Sono i super Pulcinella, sono due ottusi che
cercano di arrangiarsi, di rubacchiare e di imbrogliare, non
fannonientetuttalagiornata,nonsannofarenessunmestiere,
inciampanoinognicosa,sonoveramentespassosiemoltevolte
anche cinici. Poi c' la Madonna, il personaggio portante di
questa storia, legata al culto della Madonna del Carmine. Voi
sapete che vicino a Napoli, verso il Vesuvio, c' questa chiesa
stupenda dedicata alla Madonna, un santuario famosissimo
dovevannoafaredelleprocessioniincredibili.
Cinto e cient'anni fa, pe' 'nu teremndo tremmamto, lu
santuario de la Madonna du Crmene, a Npule, s'accatt 'na
scrussontachetuttis'accreprenolimuri,elastatuasantade
laMaronnasen'annaluscatafscio,redttaapolvere.
Lifidliempazztipe'ludulre,criveno:No'ciavmmocchi
la Maronna nustra! 'Ndo' la truvmmo m, 'n'artra statua che
cefccilimirculia'stamannra?esebattvenolupittoese
strazzvenol'ucchi.
LaMadonna,checehaun'orecchiofinoch'nu'finmeno,sente
'stulamntoe,bnacomeall'...sepneenviaggiope'arrivcce
a Npule attraversnnu lu mare, e znze a lu santuario du
Crmenech'ginottefnna.
Lu portone sfonnto de lu tremmamto e addnta nu' ce sta
niscino.LaMadonnavdetutte'stecrepeindellomuroedisce:

121

Mjosemereproderntrolanicchia...stcciochi
al segro. E accuss ce se pne. Ma, affatecta comme all',
s'addurmeall'impidicmmestatuta.
Lumattno,chemancosponnto'osole,znzenone'lacisali
fedeli: Marcolo! La Maronna turnta, 'n'altra statua c'
nascita!No'facmmerumore...pe'carit...checo'lufracasso
sescrlenolimurielecolonne...etuttocearrovnasullocapo.E
accuss, chino chino, co' la Vrzene che s'addurme sempe
all'impiedi, la vanno a regovrre de tutte le cullne e l'ori che
s'renosarvte.'Nosplennre!Depo',smpesenzafarumore,
senesrtenodelusantuariope'dl'avvistadelastatuanvae
preparlaprocessione.
Comme zira la voce, zngheno dlli scalmanti che, pim e
prapm,sprenofchi,bottietricchetracche:patapn,pam!
Aaah!laMaronnasedasctape'lugrannefracsso:Eched'...
'n'artrotremmamto?Srteanfrttape'lasacresta'ndo'nu'ce
staniscino.
Quanno sta fra, da lu Vesuvio spunta lu Segnore tutt'
enfocto: Maria, che stai a fa' in 'sto loco? E comme te se'
combenta... co' tutte 'ste cullne? Nu' saccio, Segnre... Cro
che li fidli me ci bbino addubbta accuss: da Marnna du
Crmene! Ma che stai a f acc a Npule? Maria... tu te
doverbbe truovtte a Nzzaret! A Nazzaret? E a fcce che,
Segnre? Ma santa fmmena, a ghirni te nsse lu fjo tjo
redantre! Oh, svampta meschna che so' io! Me s'ero
'smentecta!PatreSantopeddname!Beh,datte'nasvejtafja
amia,ecurre!SegnorsSegnre!Mecevacoall'emmedita!
Vuuohoo!,loSegnredescumpredintalucratre.LaMadonna
desnneinrivaallumareaSantaLucia.
Su lu molo, an do' so' attraccte le varche, ce stanno, assentti
di sfatecti: Sarchiapone e Razzullo, doi muort'e famme che
s'arrffenod'ogneoccasionepe'camp.
Vdeno la Madonna e dcheno: Varda acchlla accme s'
combinta!Vardacheancollantad'ori!Machisecreded'esse,
laMaronnaduCrmene?Desegroell''nazngara...dechille
chevannoatturnoaembroglimenchini.
E la Madonna de lontano je dsce: Boni mmeni, me facte 'nu
favre? Statte accurto che comnza l'embroglita!
Salutmme, Segnra!, decteme de 'stu favre. C'averbbe
abbisgno de fa 'na traversta. 'Na traversta, fin' addove?

122

FinaPalestina.Visavteendo'staPalestina?Ah,
ah,ceaddimnnaaniando'staPallestrna!Cestmoquasi
decasaaPallestrna!Oh,mefa piazre! Evimecepotrste
transetre? Vulentra! E quanto vulte pe' 'stu destrbo?
Nuncepensate!respnneRazzulloCes'accrdaapprisso.
Sarchiapone ammlla 'na btta a lu compare: Ma che st a
comben, te se' ammattto? Statte bno e no' fiat che ce
penz'io!
LaMadonnaaddimnna:Eco'chebarcacenemmo?Co'chilla
cheveparesegnra,ascegltevie.So'tuttenustre!
Sarchiaponestrattnalucompare:Disgraziato!Ses'encrgenoli
pescatori, chilli ce annigheno! Ma santa Maronna!, te vo'
lassrme fa? Dicteme pure... Parlavate a ma? Signora,
accumodtevedintaa'stavarca,lamejre.Ecco,allongteme
lamanochevecaloabbscio.Sarchiapone,scnneaproraeata
laseggnora!
LaMadonnasecaladntalavrca.So'stata'mprpriofortunata
aencontra'avibnicristiani.Segnora,no'putevteencontr
demjo!Anoltricevnghenoacerc...eatruovrcefinode
l'altromnno!Destccalavrca,Sarchiap!
Accttanoliremi,l'arrzzanounod'acc,l'artrodal...lavarca
s'abbasclla... 'no remo zira pe' l'aria. Razzullo s'acctta 'na
remtaenlacapa.
Marnna! Ma che stai a f? Io dice la Vrzene no' me so'
movta,stccsentta...bona,chemancorespiro!
Lidienfrcanoliremievghenoall'envrso:unoall'avntee
l'artroarta.Lavarcaziraatonnotonno.
Segn,sitesegrichechistaal'lamannrajstadevogre?
Seggnra, smo marinri de Marcellna e a Marcellna se rema
accuss, a la zira en ziro... ce s'ha cchi vantaggio! Ah bno...
sojamntecheame,meziraenziropurelacapa...mec'ho'nu
malredevomegre!No'tegntepe'caso'n'antzzadelemne?
Lemne?Pronti!
Razzullo srte de la saccccia 'nu pizzo de lemne fetnte:
Tente! 'nu puco zzzo en verit! 'na razza accuss... se
jmmeno: zzzi ma bni! Approfettte! Grazie, m' de gi
passato.
Finarmntelididesgraziatiseso'misid'accurdoallaremta.
Lavarcaznzefradelopurto.

123

Remnno, Sarchiapone addimnda: Ma cmme


pnzi de fcce pav pe' 'sta faticta? Tranchllo: cmme
c'accostmmo a l'altra riva de lu golfo, facmmo scnnere 'sta
seggnra:s'accomodsse...smoarrevtiaPallestrna!E...zach,
j strappmmo tutte le cullne e ve che ce ne fummo cmme
dibniladroni.Ah,ah...chezirnofortunato!
All'entrasstte se lva 'nu vinto fursennto, la varca se
retruvaspntaennnzepe'lumareavirto.Ges!,maendo'ce
truovmmo?No'sevdecchilacosta...Endo'smofornti?
Mntano onde arrampecte cmme montagne. Ogne
accavallta,la varca s'empnna... sale... scnne... embrca
'nacquta...liremiseneso'itipe'lufnno.Ata!Sevaapicco!
ODeo,ata!
Li di zozzni s'aggttano en gencchio co' l'ucchi al cilo:
SantaMaronna,ata,slveceda'stomarammto!
ElaMadonna,senttaapoppa,dsce:Bnifijli,varderchillo
che puzzo fare! Segnora! se revlteno li di desperti Ma
che dsce? Sttte azztta e pnza a preg pure tu! Ci avte
raggine, pregher pur'o allu Patretrno. Lssa st lu
Patretrno, chllo sta smpe occupato. Prega a la Maronna che
l'mjoassi.Graziepe'lafedciacheciavte.
Razzullos'endgna:Machestaabiastemchesta?Pecch,tuno'
cihaifiducia?'Steforsteso'proprioantecristine!
Vuohv! Vuuh! Sciacch! L'onde crscheno. Li di zozzni se so'
affonnte la faccia in fra le mne e prgheno. La Madonna se
spjadelumantelloe,tennnodicapico'lemne,lujttaen
aria.Luvintolusullvaenfindolocmme'nagranvela...ela
varca s'arza svra l'nne. Mira! Smo valzti in aria! cra
SarchiaponeStmovolnnosvralumare!Mercolo!
Engenocchiti a pecorni, manco s'avvdeno de lu mantello a
velachelisostne.
OhSantaMadre,tucehasarvti!No,nunrengraziteamma,
maalufjomochetngoindeluvntri!
LidisevrtenoallocccchtiavardlaMadonna:Machesta'a
cianci, Seggnora! De che blasfmii? Dev'sse partta de
zervllope'lospavinto!
D'encnto lu vinto s'acchta, la varca gallzza tranquilla su lo
mare.All'emprovvsa,s'appre'nuvascellodepiratisaracni.
Ma che d'? Oh, sar 'nu caso, ma de qunno smmo co' 'sta
zngaracecpetaaddussoognesrtadesventura!

124

Enunmomnto,tuttilitreso'fattipriggionridali
turchi enfedli. Lu capetno acchippa li di de parte e j
dimnda: Chi l' 'sta fmmena che sta co' vi? 'na zngara
ch'avmmecumprtoaPiedigrotta.Sevvepiace,ceseplepure
accurdre...vefacmmo'nobnoprezzoco'ianellielecullne
d'agginta.Pijte'stidifetentnirdenalucomannntee
mozztej la capa! Ma pecch? Pecch vui ste 'nfmi!
Libberte 'sta Seggnra che de secro 'na rena... e a chsti:
zach!,'namozzta!Erengrazitecheno'vefzzol'impalta!
Li di mariuli, desperti, se stanno de nvo aggenucchiti...
Svra a loro 'ncoppa ce stanno ddje mannie. Maronna Santa
aitace te, srvace! Ma le ddje mannie se cleno truoppo en
frtta. Le di capcce rteno su lu pavemnto. Ma, mercolo!,
SarchiaponeeRazzullo,purncodecullti...so'vivi...esestanno
a rencrrere le so' capcce ruotolnte. Razzullo s'acchippa la
prima capa che je cpeta pe' le mani e se la ficca su lu collo, e
accuss fa Sarchiapone. Ma se so' sbajti... l'uno s' infilato la
zuccadell'artro.Sevrdenoucchiaucchi.Sarchiaponecrida:
Marnna!...machecestaafla fazzamiaindelutocapo? E
Razzullopiagnndo:Sesmoscombentiluviso!
Dennnzea'sto purtntomercolo,lisaracni,pe'luspavnto,
sejttanotuttiallumare.Apprscio'uveliroznzedassoloa
lupurtodePalestina.DesndelaMadonnaeidimeschnico'
le cape scombente. Se duvmme lass. dsce la Madonna
Salute!,stato'nupiazre.
RazzulloeSarchiaponeso'remstisoli,'nupucorattristtiese
mettono'ncammnosenzasavando'anna'.
Znghenoaunastrambrgaabbandunta.Fermmmoceacc.
En chillo mumnto psseno de li pastori, ogne uno co' 'na
frepptaderegale:mozzarelle...va,cavrtti,foczze.
Do'annteco''steregale?Alluprssemocasale,alacapanna
dove nascito lo piccirllo redantre! Trnsetano e ne
znghenodell'altri,'naprocessionedegginteco'idoni.
A Razzullo ce vine 'n'ida ch' 'na fulmenta de cappolavro:
Pecchnu'cefacmmepurenoiltrilunustroprispio?'na
truovta.Macmmeceloenventmmo?Cihoappnaficcto
'n'uocchita derntro a 'sta capanna cca': ce sta 'no strazzo de
vestedefmmenaepure'namanzatiape'loredantre.Edo'
lo pimo 'sto nascito? Arrobimo 'nu pecurllo... vide, ce n'

125

sta zisto uno sperduto l, ne lu campo.


Acchippalo! Entnto io me attravsto de fmmena matre, e tu
farailosantoGiosppe!
Detto, fatto, dinta a mezza ora appruntto lu prespe.
Znghenodlipastori,quarched'unociabbocca,s'engencchia
devnti a Razzullo travestto de Madonna. Lu pecurno
fasciato comme 'na criatra. Lsseno li rigli. Sarchiapone
s'arrffatuttecose.
Maall'emprovvsaarrvenodelisbirri:cra,biastmmieefggie
fggie. Li sordti abbrncheno lu pecorllo affascito e l
scnnenodintaunbagnodesangue,arrbenotuttilidonideli
pastoriesenenno.
RazzulloeSarchiaponechignenodesperti!
Zngheno, de trnseto, la Madonna su l'seno, lu picciarllo e
santo Josppe. Oh, ve cognsso site li ammchi mi de la
traversta boni mmini, pecch chiagnte? Oh, segnora
znghera... li sbirri ce hanno arrobto ogne cosa e occso lo
pecurllo!
LaMadonnascrecadeincppaall'seno'namapptaderegali:
Tegnte...tantonortrino'lipodmmeportare...chso'truppo
assi! Oh, grazie segnora! E la sacra famiglia se reprnne a
camminre,finoasparire.
Che bona Seggnra! dice Razzullo la prma zngara che
encontrmmo che envce de dimandrte l'elemsena, te la
rigla! No, no' 'na zingara acchlla! Ma come non l'avmmo
capto sbbeto! Raggina: simmo apprscio a Natale, ce
truovmmoenPallestrna,avantelaSeggnraceavevalicollni,
po' retrna che ce so' sparte ne lu compnso te reappre
sovra a 'n'seno cu 'nu piccirllo e 'n'mmo vecchio che
l'accumpgnacu'nufraccoderegali!Epocofacirenoancali
sbirri La stanno cercnno! Chilla no' 'na zncara na
contrabbandra!

Idoiamorosientorcigdentrolibaccllicomefagioli
Dopoavercritol'unovrsomnno,lusestojrnoloPadreterno
disce:Vjofaredicriattreugguliama,comedifijli!
E all'entrastte, sanza faticre, te sfrna di vi granni, ma
accuss granni che a 'no eliofnte se sarsse sfonnto lo
condottosjo.Dipoichiamma'n'aquilape'farlecovare:Vienea
ccuzzellzzo...assttatecesovra!

126

Ma'stoaucellnenonrejsceacovrrenemncola
pntadeliovi!
Mchefazzo?Chimelicovalifjimii?Mecedovararrangire
damsssolo!
LoPatreternosetirainsusolavestetuttafinoallentecheepo'
se asstta accuccito mrbedo sull'ove e comnza a covlle
comefusse'nagallinnachiocciaverce.D'estntojvienedefa:
cococo...esbattelebrazza:cococo...
L appresso ce stanno de le scimmie babbune che sbtteno en
unagranresta:LuPatreternochecovaleova!Ah,ah!
Lo Deo s'embofalsce offeso e j ammolla 'na fulmenta a
sbrucciacllo sullo deretno: Scia! E pe' l'eternit li babbuini
so'remstipelltierossinellachiappera.
Allora, decvo, lo Segnore cova... e pe' lo gran callre che te
spriggina,pe''nupocono'tecocnadiovialaccche!
Debttociha'nosovrazzlto:Semveno!L'veseggiteno!Lo
Segnore ninna a frmmito lo derettno santo l've se
sgurcenosparancteedaciasconvocesorte'nacreattra!
Emmozziontocomm'loSegnorebesgnacapilloell'alla
saprimacovta...pe'abbrazzlliseencimpaefranasullidi
nascitietelispiccecachen'quasiunafrittata:Do,doche
desstro!Besgnacheceremdio.
Lo Deo racctta la prima nascita, 'na fmmena, e, come uno
pasticcre, ce ref la formatra. Oh, acc, su lo petto me son
sorttido'bozzi.Beh,jestannobene,celilasso.Quastaggi...me
s'fatta'nafessra...no'cihotimpope'recuclla...tanto'na
fmmena, e, anco se ce tiene qurche defcto nisscino se ne
incorge.
De po' arremdia pure lo msculo... 'stavrta co' cchi
attenzione.
M do' li sistmo... povere criattre mie appena nascite?
Addesgna nell'ire uno allsse tnno e de btto t'appre 'nu
baccllo de faggiolni esaggerto! vre 'sto baccllo granne, ce
cava fri li faggiolni e adderntro ce sestma alloccti, una
creattrape'ognevalva.
Belli li piccirlli mi! Adduormte accuss assaporti fino a
dimani!eviachesendipartepe'l'enfentodelcreto.
Entnto lu dibbolo, gellso allo vmmeto, ha assistto a tutta
'sta magnfeca creta. Comme lo Padre Deo s' sparto,
s'apprssaallidiguscibacclloe,pe'no'dnell'ucchio...che

127

entrnocestannosempelinzolicostdiaspiare,
s' accarcto sullo capo 'na coccia de montone co' li corna a
torceline...eaccusscammenndoapecurno...razznzeledoe
valvesparancteeco''napetta:bam!,tearrichidelobaccllo
spiaccecto.
All'entrasstte mascolo e fmmena se arretruveno uno
encollto all'artra appiccicti. Pe' lo czzo se revgliano
all'istante...seodreno...indelloscuroseplpenoco'lalngua
s'assggeno bono! saporosa! E tu chi se'? Se' 'nu
faggilo? Ma che disce?! Sono l'ommo! Sei lo meo doppio...
igguleama?Nocheno'smoiguli...Smoempriggionti?
Statte cheta che appena smo maturi 'sto covrcio all'encnto,
s'apre da se ssolo. Ma io no' so' pe' niente aggitta... me ce
truvobeneaccuss,mesentoaddossoungrandolcire.Anco
io
Pe'zigosennnenodequaedel...sestrsceno.
Me fa 'nu solltico strepetso: Ahahah! Creno, rdeno e
migoleno co' lamnti... respreno ansemndo. Plaf!, se
spalnchenoledivalve:Ohsmolibberti!Pe'caret!disce
la fmmena Arrechidi che me sinto friddo! E Ploc!, co' 'no
strattne,denvoseretruvenoall'ambraccitaepo'denvo
avrto e po' recchiso avrto e recchiso avrto e
recchiso 'nu spasso granne! Comme se chiammer 'sto
gioco?Elafmmenaco''noslnguedosusprodice:Iomecredo
chesechimmaammore.
Beaae! Lo dibbolo sempre travestto comme 'no pecurne,
sbatte la capa su lo terrno e biastmmia: Che fottetra! Io, lu
demneo,cehoenventtol'ammore!Behhae!
'Nucavrnechejstaappressos'arrzzaa'stobelltoejvaen
groppaalludibboloamontllo.
Beehhhaee! Fgge come un flmene lo dibbolo e se va a
incornre co' la capa de contro a 'nu roccine... le corne ce se
infrcchenosaldtene'lacapccia...cossche,enunsolozirno,
lu dibbolo t'ha creato l'ammore e c' remsto per l'eterno
beccoeconnto!
Entnto quelli ne li bazzelli continuveno a fare all'ammore
avrtoerecchisoavrtorecchiso
RiappareloSignoreall'intrasstta:Ecch!Macherazzaderazza
t'ho sfornato? s'endgna e cra Ma che smorbegsa vita
mai'stavostra,chetuttolojurnoembrazztivenestite...avri

128

e cchiudi, avri e cchiudi! Ci avvte ancora de


enventr la rrta... lo fco! Ve ho ccreti comme fiji mei!
CreattredelSegnresiete!Earresttevealmncoun'ttemode
fal'ammore,intantocheveparlo!
E a Deo ce girano li santissimi! Sai che facc'io? Ve devdo! Ve
destccoundall'artro,lafmmenadeccaelumscolodelleve
sbatto in die continenti devrsi che no' ve rencontrerte mai
cchi!
No' ce devdere Deo! Accuss, tu ce accde! chiagnvano
l'enammorsidesperti.
In alto, lass, se stveno cinto nzoli e anch'essi chiagnveno
lcremeassaipe'lodulre.
Ched''stadacqutainsulacapa?craloSeggnore.
L'nzeli spaventati, sen figgheno... lassndo sparpajta 'na
gitttatnnatnnadelgrime...eaccussnelcielos'nascito
l'arcoabbalno.
AdamoedEva
Prologo

Earriviamoainostriprogenitoribiblici:AdamoedEva,cheDio
chissquantotempodopogliinnamoratideibaccelli,s'deciso
acreare.
Cos come in altre storie di altre religioni, la prima donna, nel
nostrocasoEva,semprecausadisciagure...Bastipensarealla
favoladell'abbuffatadimeledeldiavoloconrelativacacciatadal
paradiso.
Ma nelle storie della Bibbia dei villani Eva ha un ben altro
aspetto, non il simbolo del peccato, anzi. lei che per prima
scopre l'amore e lo insegna anche ad Adamo, allocchito e
imbranato.
Almomentodelloroapproccio,iduenonsiconoscono,edEva
cheracconta,edellasuavenutaindell'onovrsomnno,edella
scopertadelsuocorpo,edell'incontroconlaGrandeMadre,una
dea quasi clandestina, che la ammaestra quanto basta per non
apparireunatontolonacomeilsuoAdamo.
A proposito del primo incontro fra Adamo ed Eva e della
scopertadelfarl'amore,cisiamoispiratioltrecheallafavoladei
villani, a un famoso racconto di Boccaccio, conosciuto come:
Ponieldiavoloalloinferno

129

AdamoedEva
Quand'iosonnascitameso'truovtatuttasolaentrammzzoa
'sto 'nnevrso monno niscino che me steva ad aspett pe'
farmeaccojnzaNiscinochemepresentaaqualconrtro...
No, ma dico, almnco 'no poco de creanza! Cosa ce costava a
cchillo, lo Deo, affazzrse de 'na nvola e crire: Annemli tutti
attenzione! Ecco, cotsta ch'ho appena sfornta ell' l'Eva... la
prma fmmena dello omo! Macch, manco fussi la fja de la
poverabottna(puttana)!Nisscino!
Nemncol'ommomiomecihannofattotrureafarme'nupoco
festa.
Retruvatelodate!Arranzate!
Nisscinodascamberceparole...nientedaffare...meaggirvo
de qua e de ll, come 'n'allcca! Pe' pass lu tempo, me
enventvolinommidellecoseemepenzvo:meschinaam...
sanzamatrechem'addorme(chemiportaadormire)lanotte,
sanza'nupadrechemereprimelujrno...sanzaricordi...pecch
eo, lu savte, no?... so' vegna allo mnno no' da piccirlla
creattra ma de gi cresciuta, co' tutti li tondi, de retro e
d'innnzeQuandol'hoscoprto(scoperto)...toccndome...me
so'guardataderetroceavevodinteghe?...Eh,nteghe!...
me pare che sia 'nu bello nome per isse... E vva bbene ma
pecchlocreatorem'hafattospontdoentighepurancosulo
petto? Dev'essere 'no gran burlanccine (burlone) ridanciano
'stoCreattore!
LoCreattore?!Iomancoloemmazzinvochecefusse'stosanto
fabbricatoredetuttelecose!
Ecotestastoriape'minchini,cheiomesarebbenascitada'na
costolastrappataalluAdamo?Ma,pazimmo?
Che io, all'Adamo, appresso... quando l'ho encontrto... che ce
sonoentratainconfinza...cihotastatolostmmeco,lliossi...e
ce l'hggio contate... ce tiene otto costole de cc e otto costole
dell...comeamma!
Mo' me vulte fa' credere che avnte l'ommo l'era stito crito
co''nasfilzadenovecostolede'nucantoeottodell'artro?'Nu
povero stcianconto (sciancato)... sbrciolo, tutto stortulnto...
accuss?
Mano'dicmmocojonnte!

130

(Chiama gridando verso il cielo) Creattoooore?


crivo Me so' stufta de stmmene de sola vido solo lioni,
eliofnti e rrane che so' de poche parole... 'Nd sta lo mscolo
mo?
Me lo so' truovto all'intrastte (istante) devnte... Lo stato
comme 'na sbottta de scontro! Ell'era illo... l'ommo mo!...
Chillochemeavvenoassignto!
Chebelloanemle!
'Nu puco allocchto come m'ha veduta... l'ucchi sparancti
me 'spezionva tutta, senza dmme 'na parola. All'estnte t'ha
allongto le brazza e le do' mano e m'ha strizzto ambodo le
zinne.Accuss:prot!,prot!
A scostomto! e ce ho ammollato 'na sgiaffta (uno schiaffo) a
tuttomuso!
Di poi per me so' penzta che 'sta tastta a tuttemno pota
esse'noritodelliummniches'namannradesalutsse...
maillono'tegnvazinnecomeama,alupetto...jspontveno
sojamntedipcciolitondolttiinfralecosce.
Io ci ho slongte le mani mia... Piazzere! e j l'ggio strizzte:
prot,prot!
Ahhhahh!sorttoco'no'crrdodelinescannto...eviachel'
foito(fuggito)...
Nunl'ggiocchividtope'notimpolongoassi!
Quarchejornoappressomeso'pijtaunospaventogrnne.
Meso'vedtasanguininlafessura...doveillo,l'ommo,cetiene
lipendolllitnni.
Commequannope''nusternutosesnguenalonasoDeo!me
so'dicitaCehodunasi!Unnoacceunnoall!Erodesperta!
Mestoadissangure!mecrivo.
Stttebona...'nuniente,lonatturle!
Ched''stavosce?
Vardo de dernto a 'na grotta bassa s'affccia 'na creattra
fmmena,'nudonnonegrassoco'du'zinne,grosseaccuss...'na
panzasginfia(gonfia)tanto...'nascrofa!
Etuchise'?
IomisonlaMatre!
Chematre?
LaGrandeMatredetuttolocreato!

131

No!Tudicebogga:locreattrennecosojamnte
achillochesempresespontaaguarddelenvoleco'unocchi
solo... granne, incorniciato derntro 'nu triangolo... come 'nu
guardone.
S,ellovero...illol'nnecoSantoCriatore,maeoso'chillache
ce d lu latte a la terra, che fa spont la premavra... e fa fior
l'lberi...esbottgonfielefrutta!
Epecchtestainasconntain'statana?
Pecchillo,loDeo,no'volechesesape(sappia)attorno.Noaltri
smodevinetde'n'altrareliggine...checihannodescaccite.
Co'ammachiude'n'occhio,pecchno'polefarneamenoillo
no'bbonodeallattareno'tienezinnegrannicomeammiae
po'severgoggnamano'hodefmmevededeniscino.
Ecenestannodell'artride'stedevnidescacciti?
S... ce sta lo meo fijlo che l' 'no sciaggurto matto: va
d'entrnoaenfelzrdefrezzelecriattrepe'falleennamorre.
Enfelzre?Econche?
Accuss, con 'st'aggggio che lanza frezze... arco, se chiamma...
Zam!,sesfilzaeaognnchecje...zach!,seennamradechillo
che j sta appresso... Ma illo 'no scostumato e tira frezze, do'
cpeta cpeta. E accuss t'ha enfelzto un'nzelo che s'
'nnamorto pazzo d'un cammello, un'seno s' ennamorto de
un line e l'ha pure engravidto... e 'na vrzene beata ci ha
perdutalacapape''noscarrafne.Attentaate,chesetecje!
Me stai a raccont buggerte ah, Grande Madre... me sa che tu
dev'esse 'na gran frottolna! Pittosto, dimme de 'sto meo
ensanguinreched'?
lusegnocheen'stotimpotuse'empra.
Empra?Machecinci?
Nun so' io che fazzo 'ste regulamnte, ma so' li detti de la tua
religgine.
Qualeregulamnte?
Chillo che dice che 'na fmmena mestruta cuss se
cchiamma come a tta, no' deve sbatte l'ove, ne' pe' la
rosumta,nlamajonese,pecchs'empazzisce.Chein'stizirni
sforanntino'devetocclifioricheavvezzscheno...lovinoche
se fa acieto! No' deve tocc 'na purpera che se stransce, no'
tucc'nupiccirillochejvinlarognapazza,nniscinommo...
chejpijalascagzza!
Maillovero?

132

No, l' 'na panzna che mettono en torno per


enforcicrelicojniesmortificrnortrefmminederntroala
bogna.Eaccusslosarperlastoriadelapomaequelladelo
vaso de Pandora e de le strleghe a mezzo pesce o occillo.
Ensommatantope'dchesmo'nagranmassadepotne.
Enquellas'vedutounolampo,laMadregrossas'accucciata:
illo,lotuoSegnore!Pe'carit,no'jedcerechet'hoparlato...se
losape,illomed'nafolmentachem'abbruscia!Teassalto.e
l'sparta.
Appresso me so' rencontrata co' l'Adamo e no' l' fogghito
perseattenvalemmanisempreacc(indicailpube)!Sesteva
sempreassiemecomedoiaccoppitiserideva,sejocvaPo'
unjorno...tuttoantrattocangitoNo'socheglipresoce
ha lo zervllo abbrancto (afferrato, aggrappato) all'idea dello
Demonio...cheiomancosochisii'stoDemonioenemancoluice
seraccapzza(locapisce).
Nelzilo(cielo)...essovolatile,coll'alispalancatezirava(girava)
a ruota sovra (sopra) de noi come 'na gran poiana e gridava:
Temete lo DiavoloDemonio che s'annida en ogni creatura,
travestito de bellezza! Come l'avverte (avrete) reconoscito
recaccitelotostonelloso'infernoacastigare!
Evum,vum,vum...Viachesen'ito...Desparuto(sparito)!
L'Addamo, innervosito! Ma dico lo modo de portarte 'no
messaggio?! Torna qua gallinaceo... rstate almeno un ttemo,
no?Dacce'naspiegta!
Estravoltto(stravolto)emegridava:Eva!Eva...machil''sto
DiavoloDemonio?
Adamo, no' sta a criare che smo (siamo) soli al mondo e ce
sentobenissimo,sa!Dev'esserequarchedunochestadecontro
alloSegnre.
Eendo'staEva?
Dice che s'annida en ogni creatura strasvetto (travestito) de
bellezza...
Quinci(quindi)Eva,ancodentrodemesepoleannidare!mefa.
Behjefacc'iotantoperfarlounpo'tranquilloancoderentro
demealloraseplenfriccre(ficcareinfilare)!
S Eva, l' pi facile che el stia derentro de te lo Diavolo
Demonio...stravestto(travestito)debellezza...
Io!MepotrebbeessereioloDemoniotrasvesttodebellezza!Me
sonsentitaavvamparederossorechequasimesvenivo!

133

Bella!Donque,mevedebella!
L'avveri (avrei) abbrazzto (abbracciato). Glie sarebbe saltata
alcollocridando:Sso'(sono)iolobelloDiavoloDemonioete
strasciner(trasciner)alloenferno!
L'enferno?Giusto...chel''st'enferno?
Unloco.
Macheloco?
Forse un enfrtto, 'na priggione dove s'ha da cazzre (si deve
cacciare)'stoDiavoloperdarce'nocastigo.
Dio, che me ci aveva combinato 'sto gallinaceo! 'Sto tontolone
miodell'Adamomo'(adesso)vidaelDemonioenognilocoeco'
mia se l' presa en lo pezziore. Se stava jogndo (giocando) in
della nostra tana come duo regazzini a rotolarsi abbrancti
(abbracciati)dentrol'erbaenell'estntechemehasollevatain
le soe brazza... m'ha mollata de botto, anzi m'ha zettta fra
dalla tana! M'ha descacciata (scacciata) de la caverna! Fora
(fuori)!mecridavaVattedefra(vattenefuori)!Vatte!Torna
nelotuoenferno!es'serratodentrolacavernatappandoseco'
lasteccionata.
Matesammattto?!No'farl'alloccoIono'so'loDiavolo,telo
ziuro!
Me ci ho provato a entrare... l'ho supplecato. Niente! S'era
abbarrecato(barricato)!
Adamo, no' lassarme sola... Sta scennndo (scendendo) lo
scuroeno'so'capacededormiresola!Mefapaura.
Niente,nonm'haresponduto(risposto)pe'niente.
Me so accovacciata accanto la nostra tana ho atteso... intante
me sentevo un quarchecosa che lento, me saliva cca a
strignermelogargarozzo...Mached'?...Ched'?
Eldolore..
lapremavoltacheprovoeldolore
Zercodeapiagnereunpo'...cheforsemeconsola.Nonmesorte
lacrima...emecresceunmagonesordochemespaccaelcore.
Va via la luna... vien buia la notte... manco se vedono pi le
stelle...Unozizzagreemprovvisodelampispaccaelzielo...Uno
boato! E piove... piove a derotta... So' cos desperta che non
m'importadecorrereareparrme.
Altre zizagje (frecciate) de lampo. Vien gi tocchi de ghiaccio.
Che d'?! M'acchiapa el freddo co' li tremori. Nun sento pi le
mani...legambe.Melamento...Ohoomelamento.

134

Lasteccionatasemove.
S'decisoalfine!
S'affaccial'omo(uomo).
Oddiostomale...Mesolleva...meportanelatana...mestrofina
co'lefoje(foglie)secche...mestrofinadappertuto.Mechiama...
Eva... nun riesco a respnnere (rispondere). Sono entorpedta
infino(perfino)enlalngua(lingua).Mechiamagridando:Eva!
Eva!
Chebellonomecehonellaboccasa!
Desconvlto(sconvolto)...m'abbrazza(m'abbraccia).Mestrigne
(stringe).Mealitasulviso...meleccalafaccia.Piagne(Piange).
L'omopiagne!
Pianopianomeriaffioraeltepore.Meriesce,sepureconfatica,
demuovereleditaelebrazza.Loabbrazzoanch'io.
Sento uno qualche coso che punza (punta) contro lo ventre
meo...
DeoSantoched'Adamo?!unoesserevivente?!
Illo Adamo se descosta (scosta) appena: Nun so' responde
embarazzato pur anco lo ziorno (giorno) passato me era
accaduto e anco pocanze quanno t'ho sollevara in fra le
brazza mie, quando se ziocava (giocava) per 'sta raggione
chetehodescacciata!
Machec'entroioco'quellatuapropagginechedeventaviscola
(vivace)esespigneinfra(infuori)?
Eva, me se spigne in fra sortanto quando arrivi te sa (sai)...
specieseridi...epurancoplotoo(tuo)odore.
curioso alla risata e all'odore?... No' sar uno morbo, 'na
malattia?Cheso:unobubboneridanciano?
No,nonmedadolore.Anze!...Permeturba...meprovocagran
caloreinfinonellocapo
Calore nello capo? Allora nun debbe (deve) essere 'no fatto
naturale.Adamo,penzichecesiademezzoloDemonio?
S... io penzo che s Eva... Cotesto, creo che lo sia pruprio lo
Demonio istesso in della sa perzona... Illo... travestito de
bellezza!
Beh,nunesaggeramo...Nunmepare'stagranbellezza.Nunc'ha
mancol'uocchi(gliocchi)!
Ell'chiarocheloDiavolociecato!
Allora comm' che se rangalluzzisce (ringalluzzisce) p me, se
nunmevede?

135

Sarchel'ammorecieco!
L'ammore?DedovetesorteAdamo'staparola...chegimmail'ho
senttadire:l'ammore?
Nun so... m' fiorita cuss... all'improvviso su le labbra mie...
l'ammore... che sarebbe de quanno me sbotta 'sta voja (voglia)
strabordta (che straborda) de strgnerte (stringerti)... de
stroppizzrte (stropicciarti) a rotolni. Me viene de cridarte
(gridarti):ammore!
Anch'amm (anche a me)... me coglie 'sta stessa mattana. Ce
proviamoun'altrastrignlata(abbracciatastretta)?
E cuss (cos) ce troviamo de novo abbrazzati a entorcicrce
(attorcigliarci)degiochiedecarezze.
Sentilo de novo 'sto Demonio come sponza (punta)!... E 'ndove
sevoleinficcare?
Lassalo fare Eva... che vo' proprio vde do' (dove) se
encammna...
Deo!Volenfriccrse(ficcarsi)quaggi!...Strigne!...Memancalo
respiro...
Nuntevojo(voglio)daroffesa,EvamefiataconfaticaAdamo
ma io ce giurerbbe che en te... 'sta nasconduto (nascosto)
'st'inferno...
Mesentoabbrancaredepallore.
E io, credo Adamo de savrlo (saperlo) in dov' 'sto loco... che
mecesentolofoco(fuoco)propriodeloenferno!
Ce dobbiamo l'obbedienza all'anzelo de Deo che ci ha dicciuto
(detto): Non appena che avverete (avrete) recogniosiuto
(riconosciuto) 'sto Demonio, recacciatelo ne lo so' enferno a
castegare (castigare)! E casteghiamolo (castighiamolo) 'sto
diavolone,casteghiamolo!
Fora, el zielo (cielo) se spacca a fulmeni... sferzate de vento
scnnono (scendono) a scatafscio a intorcinre (attorcigliare)
l'alberi, che al paro (pari) de noaltri due se ambrzzano
(abbracciano)infralisospiri...l'acquerebollefindentrolomare.
Purancolianimaliseazzittsconosolonoiduesegemequasi
mugolando.
Deo! Deo! Se lo Diavolo de l'Adamo ritrova tanta pazza gioia
quantoeo(io),co'lomeoenferno...quandoessoceseempazza!
Me ce engarbuglio tutta... no' me reuscir mai de spiegrve lo
rebaltne (ribaltone)... lo sfarfllo... l'encrcchio... lo trastllo...
Che idea che te ce avuto Signore Iddio, de emporce a lui,

136

all'Adamo,loDemonioeamel'enfernofondo!Che
stramercolot'hafattomeoSignore...Tusi'nuPadreterno!Oh,
alleluia,Segnre!Alleluia!Eanco:amen!

597
COMICI DELLARTE E MOLIERE
DARIO: Prima Enrico III che regala teatro ad Andreini. La
commedia nel Seicento diventa cos importante nella cultura e
nella societ francesi da portare il re Luigi XIV a offrire il
proprio teatro ai comici dellArte. Privilegio che toccher dopo
cinquantannidopoaMolire.
I comici dellArte e gli attori reciteranno a giorni alterni. Il luned
recitano i comici dellarte, il marted recita Molire.
GIORGIO: La convivenza non facile, scoppiano liti, nascono
malumori, che vengono ridimensionati dalla presenza del
capocomico italiano e da Molire, che oltretutto sono molto amici.
Il capocomico italiano fu lautentico maestro di Molire.
DARIO: A un certo punto si son trovati a mettere in scena lo stesso
testo.
GIORGIO: Le due compagnie avevano la buona abitudine di
incontrarsi in teatro nei giorni di riposo. Uno di questi incontri
diventato argomento di un curioso aneddoto. Le due compagnie
discutono sul modo pi corretto di concepire il teatro: i francesi
sono per un maggior rigore nellimpostare le commedie,
nellattenersi ai testi e accusano i comici dellarte di andare troppo
allimprovviso, di cogliere ogni pretesto o casuale incidente per
dissertare grottescamente e spesso uscire dal seminato. Uno dei
comici francesi ammette che in molti casi gli italiani riescono a
creare situazioni fresche, vivaci e davvero spassose. Ma che in
molte occasioni il rientro nel tema della commedia faticoso, e
della trama non si riesce pi a ritrovare il filo. In alcune
rappresentazioni il risultato disastroso. Il capocomico degli italiani
ammette che:
DARIO: S, gli attori di Molire hanno ragione. Noi si rischia
spesso la cialtroneria e, presi come siamo a compier lazzi, perdiamo
il rapporto con il testo. Il paradosso satirico annega nelle boutade e
nello sghignazzo. Per, dovete ammetterlo, che quando pi spesso
riusciamo a intrecciare limprovvisazione con il testo il risultato non
ha eguali. E voi a vostra volta dovete ammettere che, ripetendo le
vostre commedie, rispettando i vostri testi quasi con sacralit,

137

rischiate spesso di recitare senza pi partecipazione,


pensando ad altro. Vi addormentate sulla parte. Pensate ad altro. Vi
ritrovate privi di ritmo e di intensit drammatica. E, dal momento
che per primi perdete emozione e divertimento, non vi riesce pi di
comunicare agli spettatori nemmeno i valori fondamentali del testo.
E il pubblico comincia ad annoiarsi, a tossire: il colpo di tosse il
primo segnale che anticipa la noia.
GIORGIO: E quale sarebbe allora il rimedio?.
DARIO: Prima regola non lasciare mai cadere ogni opportunit
creativa.
GIORGIO: Che vuol dire?.
Il capocomico a questo punto chiede agli attori francesi come si
comportano loro in occasione di un incidente reale e serio:
DARIO: Se vi capita che la vostra prima attrice (e indica la prima
donna), che in questo momento, lo si vede bene, sta aspettando un
figlio, si trovi ad esser presa in scena dalle doglie, voi che cosa fate?
E ancora, se il grande plafone della sala comincia a scricchiolare e
dallalto scendono frammenti dintonaco a pioggia che
preannunciano un crollo imminente della cupola, voi come vi
comportate in entrambi i casi?.
Dopo un attimo di perplessit, il pi anziano degli attori francesi
risponde:
DARIO Beh, nel primo caso chiediamo scusa al pubblico e
avvertiamo che la prima attrice si sente poco bene. E chiudiamo il
sipario. Nel secondo caso, preghiamo il pubblico di non lasciarsi
prendere dal panico, di abbandonare con calma la sala, senza
calpestarsi a vicenda e senza emettere urla di spavento.
Un attimo di silenzio e il capocomico dice, sorridendo:
Ecco la differenza fra noi e voi: noi comici dellarte qui che si
comincerebbe a recitare!.

597
COMICI DELLARTE E MOLIERE
DARIO: Prima Enrico III che regala teatro ad Andreini. La
commedia nel Seicento diventa cos importante nella cultura e
nella societ francesi da portare il re Luigi XIV a offrire il
proprio teatro ai comici dellArte. Privilegio che toccher dopo
cinquantannidopoaMolire.
I comici dellArte e gli attori reciteranno a giorni alterni. Il luned
recitano i comici dellarte, il marted recita Molire.

138

GIORGIO: La convivenza non facile, scoppiano liti,


nascono malumori, che vengono ridimensionati dalla presenza del
capocomico italiano e da Molire, che oltretutto sono molto amici.
Il capocomico italiano fu lautentico maestro di Molire.
DARIO: A un certo punto si son trovati a mettere in scena lo stesso
testo.
GIORGIO: Le due compagnie avevano la buona abitudine di
incontrarsi in teatro nei giorni di riposo. Uno di questi incontri
diventato argomento di un curioso aneddoto. Le due compagnie
discutono sul modo pi corretto di concepire il teatro: i francesi
sono per un maggior rigore nellimpostare le commedie,
nellattenersi ai testi e accusano i comici dellarte di andare troppo
allimprovviso, di cogliere ogni pretesto o casuale incidente per
dissertare grottescamente e spesso uscire dal seminato. Uno dei
comici francesi ammette che in molti casi gli italiani riescono a
creare situazioni fresche, vivaci e davvero spassose. Ma che in
molte occasioni il rientro nel tema della commedia faticoso, e
della trama non si riesce pi a ritrovare il filo. In alcune
rappresentazioni il risultato disastroso. Il capocomico degli italiani
ammette che:
DARIO: S, gli attori di Molire hanno ragione. Noi si rischia
spesso la cialtroneria e, presi come siamo a compier lazzi, perdiamo
il rapporto con il testo. Il paradosso satirico annega nelle boutade e
nello sghignazzo. Per, dovete ammetterlo, che quando pi spesso
riusciamo a intrecciare limprovvisazione con il testo il risultato non
ha eguali. E voi a vostra volta dovete ammettere che, ripetendo le
vostre commedie, rispettando i vostri testi quasi con sacralit,
rischiate spesso di recitare senza pi partecipazione, pensando ad
altro. Vi addormentate sulla parte. Pensate ad altro. Vi ritrovate
privi di ritmo e di intensit drammatica. E, dal momento che per
primi perdete emozione e divertimento, non vi riesce pi di
comunicare agli spettatori nemmeno i valori fondamentali del testo.
E il pubblico comincia ad annoiarsi, a tossire: il colpo di tosse il
primo segnale che anticipa la noia.
GIORGIO: E quale sarebbe allora il rimedio?.
DARIO: Prima regola non lasciare mai cadere ogni opportunit
creativa.
GIORGIO: Che vuol dire?.
Il capocomico a questo punto chiede agli attori francesi come si
comportano loro in occasione di un incidente reale e serio:

139

DARIO: Se vi capita che la vostra prima attrice (e


indica la prima donna), che in questo momento, lo si vede bene, sta
aspettando un figlio, si trovi ad esser presa in scena dalle doglie, voi
che cosa fate? E ancora, se il grande plafone della sala comincia a
scricchiolare e dallalto scendono frammenti dintonaco a pioggia
che preannunciano un crollo imminente della cupola, voi come vi
comportate in entrambi i casi?.
Dopo un attimo di perplessit, il pi anziano degli attori francesi
risponde:
DARIO Beh, nel primo caso chiediamo scusa al pubblico e
avvertiamo che la prima attrice si sente poco bene. E chiudiamo il
sipario. Nel secondo caso, preghiamo il pubblico di non lasciarsi
prendere dal panico, di abbandonare con calma la sala, senza
calpestarsi a vicenda e senza emettere urla di spavento.
Un attimo di silenzio e il capocomico dice, sorridendo:
Ecco la differenza fra noi e voi: noi comici dellarte qui che si
comincerebbe a recitare!.

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