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NORME GRAFICHE E REDAZIONALI

INDICE

Abbreviazioni

Accento

Apostrofo

Bibliografia

Libri

Articoli

Citazioni

Prosa

Versi

10

Lettera

11

Corsivo (e Tondo)

11

D eufonica

12

Dialoghi

12

Epigrafi

13

Figure e didascalie

14

Lingue straniere

14

Parole straniere

14

Traslitterazioni

15

Nomi di citt straniere

15

Maiuscoletto

15

Maiuscolo e minuscolo

15

Iniziale maiuscola

16

Iniziale minuscola

16

Iniziale maiuscola o minuscola

18

Note

18

Note del traduttore o del curatore

19

Rimandi interni

19

Indicazioni bibliografiche nelle note

20

20

Rimandi in forma abbreviata


Numerali

23

Rientri

23

Segni di interpunzione

24

Lineetta

24

Punto

24

Puntini

24

Virgolette

25

Parentesi

25

Prefissi e trattino

25

Sigle e acronimi

26

Testatine

26

Titoli e sottotitoli

27

APPENDICI

27

Grafie di parole ricorrenti

28

Abbreviazioni bibliche

29

Tabella di traslitterazione dei caratteri greci

31

Tabella di traslitterazione dei caratteri russi

32

Tabella delle battute per le principali gabbie utilizzate

33

ABBREVIAZIONI

Si d qui un elenco delle abbreviazioni usate (le forme tra parentesi sono per il plurale).
Si noti che, quando labbreviazione costituita da due o pi lettere singole, non si lascia
nessuno spazio fra luna e laltra lettera (es. a.C.).
Luso delle abbreviazioni bibliografiche da limitare il pi possibile a note, regesti,
apparati e sim.
a.C.
AA.VV.
cap. (capp.)
cfr.
cit.
col. (coll.)
d.C.
ecc.
ed. cit.
ediz.
f. (ff.)
fig. (figg.)
fr. (frr.)
ibid.
loc. cit.
M.
Mlle
Mme
Mr/Mr. (Messrs/Messrs.)
Mrs/Mrs. (pl. inv.)
ms. (mss.)
n. (nn.)
N.S.
op. cit.
p. (pp.)
par. (parr.)
r. (rr.)
r
s.d.
s.l.
s.v.
sg. (sgg.)
tab. (tabb.)
tav. (tavv.)

avanti Cristo
autori vari
capitolo
confronta
citato
colonna
dopo Cristo
eccetera (sempre preceduto dalla virgola)
edizione citata
edizione (2a ediz., ediz. rinnovata, ecc.)
foglio
figura
frammento
ibidem
loco citato
Monsieur
Mademoiselle
Madame
Mister
Mistress
manoscritto
numero
Nuova Serie
opera citata
pagina
paragrafo
riga
recto
senza data (di edizione)
senza luogo (di edizione)
sub voce
seguente (mai preceduto da e)
tabella
tavola
3

trad. it.
v. (vv.)
v
vol. (voll.)

traduzione italiana
verso
verso
volume

Per le abbreviazioni dei titoli di classici latini e greci, si segue, in linea di massima, il
Greek-English Lexicon di Liddell e Scott (fotocopie presso Michela).
Non si abbreviano:

le cariche e i titoli professionali (presidente, professore, ecc.);


i nomi dei mesi e delle stagioni nelle date dei periodici;
i seguenti termini ed espressioni: a cura di, appendice, atto (di lavoro teatrale),
citato in, libro, nota, parte, per esempio, ristampa, scena, secolo, si veda (vedi).

I simboli delle unit di misura non richiedono mai il punto e seguono sempre il numero
cui si riferiscono (10 m, 200 km, 300 l, ecc.); al pari del simbolo % e sim., vanno usati
preferibilmente solo nelle opere scientifiche e limitatamente a formule, tabelle e sim.
Negli altri casi si usano le espressioni a tutte lettere.

ACCENTO

Su -a, -i, -o, -u finali laccento sempre grave: , , , .


Sulla -e finale laccento di norma acuto, come in ch, perch, affinch, cosicch,
poich, s, n, merc, scimpanz (anche scimpanz), test, nella terza persona dei passati
remoti tipo pot, dov, ecc., e nei numeri che terminano con tre (ventitr).
Vogliono invece laccento grave: ahim/ohim, beb, caff, canap, cio, di, , frapp,
gil, lacch, pi, rel, t, nonch i nomi biblici Giosu, Mos, No.
Laccento tonico allinterno della parola si segna solo nei casi di ambiguit e sempre
sulla variante piana dell'omografo (es. benefici/benefci, subito/subto).
obbligatorio segnarlo sulle seguenti parole: di (ma: Dei), ra (ma: ere), princpi.

APOSTROFO

Per quanto riguarda lelisione si ricorda che, al di fuori dei casi usuali, si preferisce evitarla, per cui si scriver: gli individui e non glindividui; questa avventura e non
questavventura; si accorse e non saccorse.
Per quanto riguarda i troncamenti, obbligatorio usarlo nelle parole be (e non beh o b)
e po, e negli imperativi va, sta, di, da, fa, (ve, tie, to).
4

BIBLIOGRAFIA

Le opere citate in una bibliografia devono essere complete di tutti i dati, che vanno
controllati consultando i repertori del caso o siti internet di comprovata affidabilit,
come quelli delle biblioteche nazionali (per lItalia, si segnala quello dellIstituto Centrale per il Catalogo Unico o ICCU, che sar a breve sostituito dal nuovo Internet culturale), aggiornati e integrati con lindicazione delleventuale traduzione italiana (per le
indicazioni bibliografiche nelle note, si veda sotto, p. 20).
Questa sezione comprende le seguenti sottosezioni:
Libri
Articoli

Libri
I dati completi di un libro sono, nellordine:
Autore
Titolo e sottotitolo
Curatore
Traduttore
Numero dei volumi
Collana
Editore
Luogo di pubblicazione
Data di pubblicazione
Titoli dei singoli volumi di unopera
Indicazioni bibliografiche della traduzione italiana.
I dati vanno indicati come negli esempi che seguono:
Hobsbawm, Eric John, Industry and Empire. An Economic History
of Britain Since 1750, Penguin Books, Harmondsworth, 1968 [trad.
it. La rivoluzione industriale e lImpero. Dal 1750 ai giorni nostri,
Einaudi, Torino, 1972].
Berchet, Giovanni, Opere, a cura di Egidio Bellorini, 2 voll., Laterza, Bari, vol. I: Poesie, 1911; vol. II: Prose critiche, 1912.
Omero, Odissea, a cura di Alfred Heubeck e Stephanie West, trad. it.
di G. Aurelio Privitera, vol. I (libri I-IV), Fondazione Lorenzo Valla,
Mondadori, Milano, 1981.
Sisam, Celia e Kenneth, a cura di, The Oxford Book of Medieval
English Verse, Clarendon Press, Oxford, 1970, ristampa con correzioni, 1973.

Va in tondo. Il cognome precede il nome. Il nome o i nomi di battesimo


vanno dati, ove possibile, per esteso, salvo quando la forma con le sole iniziali quella
prevalente nelluso (D.H. Lawrence, T.S. Eliot, V.S. Naipaul). Quando le iniziali puntate sono due o pi, esse vanno scritte senza spazio tra loro.
Nel caso di due autori, tra i due nomi si mette la congiunzione e.
Nel caso di tre autori, si usa la virgola tra i primi due nomi e la congiunzione tra gli ulin corsivo perch
timi due.
Nel caso di pi di tre autori, si mette solo il primo nome seguito da et al.
abbreviazione del latino
AUTORE

et alii.
Vanno in corsivo. Se al loro interno compaiono termini che di
norma sono scritti in corsivo vanno messi in corsivo fra virgolette basse: Studio sul
Filottete di Sofocle.
I titoli dei lavori inediti (tesi di laurea, ecc.) vanno in tondo tra virgolette basse ( ).
Nei titoli in italiano luso delle iniziali maiuscole segue le consuete norme (nomi propri,
ecc.). Per i titoli in lingua straniera si seguono le rispettive convenzioni nazionali, badando in particolare che:
TITOLO E SOTTOTITOLO

in francese, quando la prima parola un articolo, in genere ha liniziale maiuscola anche il sostantivo che segue: Jean Cocteau, Les Enfants terribles;
in inglese hanno liniziale maiuscola tutte le parole che non siano articoli,
preposizioni brevi e congiunzioni: Charles Dickens, A Tale of Two Cities.

CURATORE preceduto dalla formula a cura di anche nei titoli stranieri. Il nome
(eventualmente anche abbreviato), precede il cognome. Quando un libro non ha autore,
il nome del curatore pu essere collocato al posto dellautore secondo le norme sopra
dette a proposito di questultimo , e la formula a cura di lo seguir tra due virgole:

Omero, OdisseaI a cura di A. Heubeck e S. West, trad. it. di G.


Aurelio Privitera, vol. I (libri I-IV), Fondazione Lorenzo Valla,
Mondadori, Milano, 1981.
Sisam, Celia e Kenneth, a cura di, The Oxford Book of Medieval
English Verse, Clarendon Press, Oxford, 1970, ristampa con correzioni, 1973.
Oppure:
The Oxford Book of Medieval English Verse, a cura di Celia e Kenneth Sisam, Clarendon Press, Oxford, 1970, ristampa con correzioni,
1973.
Il traduttore va indicato solo quando si tratta di un classico o di una
traduzione rilevante. Il nome, per il quale valgono le norme sopra dette per il curatore,
preceduto dalla formula trad. it. di.
TRADUTTORE

NUMERO DEI VOLUMI

Si usano le cifre arabe seguite dallabbreviazione voll..


6

Geymonat, Ludovico, Storia del pensiero filosofico e scientifico, 9


voll., Garzanti, Milano, 1978.
COLLANA

Va in tondo senza virgolette. Si indica solo se il dato rilevante.

sempre consigliabile indicarlo, soprattutto per i libri pubblicati dopo il


1901 e comunque per quelli ancora reperibili in commercio.
EDITORE

LUOGO DI PUBBLICAZIONE

Va scritto sempre nella lingua originale. Fanno eccezione:

i classici latini e greci pubblicati in collane che hanno tutte le indicazioni di


frontespizio in latino; in questi casi il nome della citt va anchesso in latino (un
esauriente elenco dei nomi latini delle principali citt straniere e italiane si pu
consultare
al
seguente
indirizzo
internet:
www.lib.byu.edu/~catalog/people/rlm/latin/names.htm):
Aristotelis Ethica Nicomachea, recognovit brevique adnotatione critica instruxit I. Bywater, Londinii et Novi Eboraci,
1949.
le opere italiane anteriori al Settecento pubblicate allestero, per le quali si
user, ove esista, il nome italiano della citt.

Si d di norma quella della prima edizione, aggiungendo


eventualmente la data della ristampa pi recente, nella forma indicata nellesempio:

DATA DI PUBBLICAZIONE

Chastel, Andr, Larte italiana, 2 voll., Sansoni, Firenze, 1958, 2a


ediz., 1962 (meno bene: 19622).
Se lopera in pi volumi pubblicati in date diverse, si mettono il primo e lultimo anno,
per esteso, uniti dal trattino. Tuttavia, se si devono citare anche i titoli dei vari volumi, le
date di pubblicazione seguiranno ciascun titolo:
Berchet, Giovanni, Opere, a cura di Egidio Bellorini, 2 voll., Laterza, Bari, 1911-1912.
Berchet, Giovanni, Opere, a cura di Egidio Bellorini, 2 voll., Laterza, Bari, vol. I: Poesie, 1911; vol. II: Prose critiche, 1912.
Se di unopera in pi volumi non tutti sono ancora usciti, si mette un trattino dopo
lindicazione dellanno di pubblicazione del primo volume.
Jung, C.G., Opere, Boringhieri, Torino, 1970-.
TITOLI DEI SINGOLI VOLUMI DI UNOPERA

Si citano secondo lesempio seguente:

Benveniste, mile, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee, a


cura di M. Liborio, 2 voll., Einaudi, Torino, 1976: vol. I, Economia,
parentela, societ; vol. II, Potere, diritto, religione.

Berchet, Giovanni, Opere, a cura di Egidio Bellorini, 2 voll., Laterza, Bari, vol. I: Poesie, 1911; vol. II: Prose critiche, 1912.
Va fatto ogni sforzo per
reperire il titolo delleventuale traduzione italiana di unopera. I dati relativi vanno posti
dopo quelli del testo originale tra parentesi quadre.
INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE DELLA TRADUZIONE ITALIANA

Whorf, B.L., Language, Thovght and Reality, Technology Press,


Cambridge, Mass., 1956 [trad. it. Linguaggio, pensiero e realt,
Boringhieri, Torino, 1970, 2a ediz., 1977].

Articoli
I dati completi di un articolo sono i seguenti:
Autore
Titolo dellarticolo
Titolo del periodico
Numero del volume e del fascicolo
Anno o data
Pagine.
I dati vanno indicati come negli esempi che seguono:
Nilsson, M.P., Second Letter to Professor Nock on the Positive
Gains in the Science of the Greek Religion, in Harvard Theological
Review, XLIV, 1951.
Golann, S.E., Psychological Study of Creativity, in Psychological
Bulletin, LX, 6, 1963, pp. 548-65.
Hirschman, A.O., The Commodity Structure of World Trade, in
Quarterly Journal of Economics, LVII, agosto 1943, pp. 122-28.
Stoll, W.A., Lysergsure-Dithylamid, ein Phantastikum aus der
Mutterkorngruppe, in Schweizerisches Archiv fr Neurologie und
Psychiatrie, LX, 1947, pp. 106-109.
Levin, Bernard, Three Blind Mice, in The Times, 27 ottobre 1978.
Nelle indicazioni bibliografiche dei periodici non si mette mai il nome della citt.
AUTORE

Vale quanto detto per i libri (p. 6).

TITOLO DELL ARTICOLO

Vale quanto detto per il titolo del libro (p. 6).

Va in tondo tra virgolette basse e preceduto da in. Deve


essere scritto preferibilmente per esteso.
TITOLO DEL PERIODICO

Stoll, W.A., Lysergsure-Dithylamid, ein Phantastikum aus der


Mutterkorngruppe, in Schweizerisches Archiv fr Neurologie und
Psychiatrie, LX, 1947, pp. 106-109.
Non si usano le abbreviazioni vol., n., fasc. I
numeri vanno di preferenza in cifre romane maiuscole per il volume e arabe per il fascicolo.
NUMERO DEL VOLUME E DEL FASCICOLO

Golann, S.E., Psychological Study of Creativity, in Psychological


Bulletin, LX, 6, 1963, pp. 548-65.
ANNO O DATA Vanno sempre tra due virgole o, meno bene, tra parentesi. Il mese o la
stagione devono essere in italiano e scritti per esteso.

Schank, Roger C., Language and Memory, in Cognitive Science,


IV, 3, luglio-settembre 1980.
Levin, Bernard, Three Blind Mice, in The Times, 27 ottobre 1978.
PAGINE Il numero delle pagine preceduto dallabbreviazione p./pp. e va indicato
come segue: pp. 24-28; pp. 136-40; pp. 102-106.

CITAZIONI

Sono di preferenza precedute dai due punti (:) e hanno in questo caso liniziale maiuscola. Pu esserci la minuscola se il discorso gi avviato e la citazione inizia con i tre
puntini.
Le citazioni in lingua straniera, soprattutto quelle di versi, vanno controllate su un originale autorevole.

Prosa
Le citazioni di brani di prosa vanno racchiuse tra virgolette basse ( ), ricordando che
allinterno delle virgolette basse si usano le virgolette alte doppie ( ).
Se compaiono come nuovo capoverso non devono essere separate con uno spazio dal
testo che le precede.
Se la citazione comprende pi di un capoverso, le virgolette basse devono essere riaperte
allinizio di ogni capoverso e chiuse solo alla fine della citazione.

Versi
I versi di norma vanno nello stesso corpo del testo e senza virgolette, col blocchetto
centrato nella pagina sulla base del verso pi lungo e staccato di mezza riga allinizio e
alla fine della citazione (con linterlinea di 11 pt., 5 pt. allinizio e 6 pt. alla fine). Se in
una pagina compaiono pi blocchetti indipendenti, lallineamento va fatto sul verso pi
lungo nella pagina e non blocchetto per blocchetto.
Quando un verso supera la giustezza della pagina, lo si spezza, allineando a filo destro le
parole riportate a capo; queste ultime non devono essere precedute dalla parentesi quadra.
Nello spezzare i versi bene tener conto anche del senso della frase, evitando di separare
articolo e nome e sim.
Per evitare un numero eccessivo di versi spezzati, si pu decidere eventualmente di utilizzare per essi un corpo minore il quale va usato poi per tutti i versi citati nel volume,
anche se brevi.
I versi in italiano vanno in tondo e incominciano con la maiuscola solo quando lo richiedono le regole della punteggiatura.
I versi in lingua straniera vanno in corsivo (o anche in tondo, se le citazioni sono numerose) e per luso delle maiuscole si seguono le convenzioni proprie delle varie lingue
(per esempio, i versi inglesi cominciano di norma con la lettera maiuscola).
La traduzione dei versi in lingua straniera pu essere collocata in nota fra virgolette
basse con i versi scritti di seguito separati da una barra (due barre per separare le strofe),
con uno spazio prima e dopo, oppure, con gli stessi criteri, subito dopo i versi stessi, tra
parentesi quadre. Non occorre mettere la formula N.d.T.
Esempi:
... come diceva una filastrocca che la nonna le aveva insegnato e che lei recitava in tono
enfatico e cadenzato:
Se ortiche in marzo mangiassero
e in maggio artemisia bevessero,
negli anni le belle ragazze
ragazze resterebbero.
... secondo la descrizione che ce ne viene data nel quinto libro dellOdissea:
Un bosco intorno alla grotta cresceva, lussureggiante:
ontano, pioppo e cipresso odoroso.
Qui uccelli dallampie ali facevano il nido,
ghiandaie, sparvieri, cornacchie che gracchiano a lingua
distesa,
le cornacchie marine, cui piace la vita del mare.

10

Lettera
Si d qui di seguito un esempio di citazione di lettera:
Cos come cominciata, questa mia storia degli eremiti
finisce con una lettera:
[1 riga]
27 dicembre 1779
[5 pt.]
Amico mio, mio benefattore,
[3 pt.]
ero convinto che, se avessi aspettato a scrivervi, i miei
pensieri si sarebbero lasciati riordinare con pi facilit, ed
per questo che vi scrivo soltanto ora; ma a quanto pare mi
sbagliavo. Lucie, la vostra amabile e leggiadra figlia, la mia
felice e giovane consorte, non pi, e sono io, con il mio
sconfinato egoismo, il colpevole della sua morte. accaduto
quattro giorni fa, durante una terribile tempesta.
[5 pt.*]
Per sempre vostro,
Eugne Vandamm.
[1 riga]
* Se la lettera finisce con un righino, qui niente spazio aggiuntivo oltre all'interlinea.

CORSIVO (E TONDO)

Sulle bozze viene indicato con la sottolineatura semplice.


Il corsivo usato per:

termini stranieri che non rientrano nelluso comune italiano, quando compaiono
isolati o ripetuti a distanza. Se essi sono talmente numerosi che luso del corsivo
appesantirebbe graficamente la pagina si adotteranno altri criteri (ad esempio, si
pu usare il corsivo solo alla prima menzione). I termini stranieri entrati nelluso
italiano andranno invece in tondo e saranno invariati al plurale: film, toilette,
shock, sport, football, weekend, whisky, ecc. Consultare a questo scopo un buon
dizionario italiano;
titoli di libri, monografie, articoli, saggi, composizioni musicali. Quando questi
titoli contengono a loro volta un titolo o parole che normalmente vanno in corsivo, questi restano in corsivo e vanno messi tra virgolette basse (si veda sopra,
p. 6).
titoli di poesie, canzoni, arie e romanze, quadri e sculture, film, ecc.;
11

nomi di navi;
nomi latini della classificazione zoologica e botanica (il primo termine con la
maiuscola, il secondo con la minuscola);
termini o concetti che si vogliono mettere in evidenza;
brevi frasi (non pi di una riga) in lingua straniera;
poesie in lingua straniera, che vanno centrate senza virgolette (ma vedi quanto
detto sopra, p. 10).

Il maiuscolo e il maiuscoletto corsivo non si usano. Se in una frase in maiuscolo o


maiuscoletto compaiono parole che di regola andrebbero in corsivo, queste si mettono in
tondo tra virgolette basse.
Vanno invece in tondo:

citazioni di brani di prosa e di poesie in italiano;


lunghe citazioni di prosa in lingua straniera;
titoli di periodici (che vanno fra virgolette);
titoli di capitoli (che vanno fra virgolette);
titoli di collane;
nomi di ristoranti, caff, alberghi, vini;
titoli di voci di enciclopedie e dizionari (che vanno fra virgolette).

D EUFONICA

In genere la d eufonica si usa limitatamente alle lettere a ed e (od non si usa


mai) e solo quando vengono a trovarsi davanti a parola che inizia con la medesima vocale.
comunque preferibile evitare forme tipo ed editori / ad addomesticare.
Quanto detto vale di massima per le traduzioni. Non si interviene sulle d eufoniche
d'autore, all'interno di titoli e sim.

DIALOGHI

Le battute del dialogo si aprono e si chiudono con le virgolette basse.


Nell'esempio seguente sono illustrati i diversi casi di uso della punteggiatura in un dialogo all'interno delle virgolette:
Eccola, dunque.
Prego? chiese lui.
12

no virgola
Noto con piacere disse lei che lumore buono.
S, certo comment il presidente. Questo lo si vede.
Ah disse Rex. Comunque, aggiunse possibile che oggi ci dicano: Andatevene a
casa.
Ma lei che glielha proposto?.
Be, disse Rex prima hanno voluto sapere se lei stava bene.
Non capisco con quali ragioni....
Lei lo guard in faccia. Ma davvero crede disse lentamente di avere un debole per
me?.
Rex tacque per qualche secondo e poi rispose:
Dipende.
Evitare forme del tipo:
..
, disse.
, disse
, disse,

EPIGRAFI

Vanno in corpo minore (di norma un paio di punti in meno del testo), a blocchetto allineato al margine destro, in tondo se in italiano, in corsivo se in lingua straniera
(leventuale traduzione va in nota al piede).
Per la giustezza del blocchetto ci si regola caso per caso a seconda della giustezza della
pagina e della lunghezza dell'epigrafe. Per epigrafi in prosa e che sviluppano almeno tre
righe di norma le proporzioni sono di 13 righe tipografiche su una giustezza di pagina di
20 righe (BA, Fabula, ecc.), 15 su 24 (Il ramo d'oro e Biblioteca Scientifica formato
grande, ecc.), 12 su 18 (PBA).
Il nome dellautore va in maiuscoletto, l'eventuale titolo in corsivo (altre indicazioni
come capitolo, numero dei versi, ecc. sono facoltative). Entrambi vanno sulla stessa riga,
a capo, allineati a destra e, nel caso che l'ultima riga dell'epigrafe non sia un righino,
lievemente staccati dal testo dell'epigrafe (3-5 pt.).

13

FIGURE E DIDASCALIE

In generale le figure e le tabelle vengono numerate progressivamente capitolo per capitolo (es. 1.1, 1.2, 2.1, 2.2, ecc.). Tanto nel testo che nella didascalia la parola figura/tabella va scritta sempre per intero; labbreviazione fig./tab. si usa solo tra parentesi e nelle note.
Nelle didascalie tra la dicitura introduttiva tipo Figura 1.1/Tabella 1.1 e il testo
della didascalia va un quadrato di bianco, o, in alternativa, un semplice spazio, nel qual
caso la dicitura iniziale deve terminare con il punto (Figura 1.1./Tabella 1.1.).
Le scritte allinterno delle figure (lettering) devono essere ridotte al minimo, trasferendo
nelle didascalie ci che di carattere esplicativo. Le diciture interne hanno sempre iniziale maiuscola e terminano senza punto; sono composte in tondo.
Le didascalie hanno la stessa giustezza del testo e vanno in tondo e in corpo minore (due
punti in meno del testo).
Fra didascalia e testo devono esserci almeno un paio di righe di bianco.

LINGUE STRANIERE

Parole straniere
Le parole tedesche, anche quelle di uso corrente, mantengono l'iniziale maiuscola e la
forma del plurale anche se scritte in tondo (Lied/Lieder, Gestalt/Gestalten, ecc.); le parole francesi e inglesi ormai entrate nellitaliano (lite, quipe, film, sport, handicap)
restano invece invariate al plurale.
Larticolo italiano che accompagna una parola straniera deve essere quello richiesto dal
genere e dal numero della lingua originale.
Per il neutro (tedesco e inglese) si utilizza il maschile o, pi frequentemente, il genere
del termine corrispondente in italiano (la review, una Haus, ecc.).
Per la divisione in sillabe delle parole straniere si seguono le regole della lingua originale, per le quali si consulti un buon dizionario monolingue. in generale si ricorda che il
francese e lo spagnolo vanno a capo come litaliano, tranne che per la s seguita da
consonante, che rimane sopra in spagnolo i due gruppi -ll- e -rr- non vanno mai divisi
(ca-lle, ca-rre-te-ra, ecc.)
Si ricorda inoltre che:

laccento in spagnolo sempre acuto; hanno laccento tutte le parole sdrucciole,


le parole accentate sullultima sillaba che terminano con -s, -n o vocale e le
parole piane che non terminano con -s, -n o vocale. I monosillabi non sono mai
accentati (fe, ratn, til, crtica, ecc.);

14

in francese si scrive laccento anche sulle lettere iniziali maiuscole.

Traslitterazioni
Le parole traslitterate vanno sempre in corsivo.
Nella traslitterazione del greco (si veda la tabella a p. 32) vanno usati gli accenti greci
(acuto, grave e circonflesso); nei casi in cui, oltre agli accenti, si usano anche i segni di
lunga, si ricorda che laccento circonflesso rende superfluo il segno di lunga. Se la parola
greca entrata nella lingua italiana e viene usata come parola italiana, la si mette in
tondo senza accenti (es. logos, agape, pathos, ecc.).
Le parole arabe, ebraiche, sanscrite, russe, cinesi e giapponesi vanno traslitterate con la
consulenza di un esperto della lingua.
Sulle vocali dellarabo si usa il segno di lunga e non laccento circonflesso.

Nomi di citt straniere


Nel testo e comunque in ambito discorsivo i nomi di citt straniere si traducono ogni
volta che sia vivo nelluso il corrispondente italiano (Edimburgo, Anversa, ma: New
York). Nei casi dubbi fa testo il Dizionario Enciclopedico Treccani. Nei dati bibliografici, invece, la citt non va tradotta, salvo i casi elencati sopra, pp. 7-8.

MAIUSCOLETTO

Sulle bozze viene indicato con la doppia sottolineatura. In generale usato solo per
parole, frasi, sigle in cui si preferisca evitare il maiuscolo, per il numero dei capitoli e per
quello delle pagine romane (es. cap. III, p. XXV).

MAIUSCOLO E MINUSCOLO

Sulle bozze il maiuscolo indicato con tre sottolineature, il minuscolo con tre lineette
poste sopra la lettera o la parola.

15

Iniziale maiuscola
In generale, si usa liniziale maiuscola per tutto ci che ha valore di nome proprio. In
particolare:

soprannomi e pseudonimi: il Re Sole, il Beato Angelico, il Grande Tessitore;


personaggi: Fra Cristoforo, il Conte del Sagrato, il Marchese di Sade;
denominazioni antonomastiche: il Nuovo Mondo, la Grande Guerra;
aggettivi sostantivati che indicano zone: il Bellunese, il Napoletano;
nomi geografici costituiti da due sostantivi o da un sostantivo e un aggettivo
in funzione di nomi propri: la Terra del Fuoco, lOceano Pacifico, lAustralia
Occidentale, il Fiume Giallo, il Monte Bianco, Mar Rosso (ma mar Mediterraneo);
nomi di secoli, et, periodi storici: lOttocento, il Secolo dei Lumi, lEt
dellOro, gli anni Venti, il Medioevo, la Controriforma;
la prima parola dei nomi ufficiali di partiti o associazioni: Partito comunista
italiano, Democrazia cristiana, Partito laburista;
nomi dei periodi geologici e preistorici: il Giurassico, il Neolitico;
il genere nella classificazione botanica e zoologica: Juniperus communis,
Homo sapiens;
titoli, cariche e gradi, quando sono entrati a far parte del nome (Re Art), o
quando hanno una connotazione particolare (sacrale, di autorevolezza, ecc.:
il Gran Sacerdote);
titoli stranieri: Sir John Franklin (si ricorda che il titolo di Sir non mai
usato col solo cognome), Lord Palmerston, Lady Mary, Herr, Frau, Frulein,
Madame, Monsieur, Mademoiselle;
nomi di edifici e monumenti: la Casa Bianca, Palazzo Chigi, San Marco;
i seguenti nomi per distinguerli dai loro omografi: Stato (ma: colpo di stato);
Tesoro, Interni (ministeri); Legge, Scienze (intese come facolt universitarie); Chiesa, Camera dei deputati, Camera dei Comuni, Gabinetto.

Iniziale minuscola
Hanno liniziale minuscola:

i nomi indicanti cariche, titoli, ecc.: il presidente della Repubblica, il ministro


del Tesoro, il marchese di Carabas, don Bosco, il professor Michelini;
i nomi di religioni, correnti, ideologie, movimenti, ecc.: cristianesimo, buddhismo, marxismo, proibizionismo (ma Zen e Tao);
i nomi di creature mitologiche prese collettivamente: i ciclopi, gli elfi, le ninfe;
i nomi di membri di ordini o congregazioni: i cavalieri di Malta, i francescani;

16

nei nomi geografici, gli aggettivi che indicano lappartenenza geografica, culturale o politica di un territorio e che non fanno parte del nome ufficiale: America latina, Asia sovietica;
indicazioni topografiche cittadine: via Manzoni, piazza San Luigi, rue des Rosiers (ma Jermyn Street, Sloane Square);
l'iniziale dei versi di poesia, quando la maiuscola non sia richiesta dalla punteggiatura.

Diamo di seguito un elenco esemplificativo di alcune parole che richiedono liniziale


maiuscola:
il ministero degli Esteri
la National Gallery
il Neolitico
lOrsa Maggiore
lOttocento
Palazzo Chigi
il Parlamento
il Partito comunista
la Pasqua
i Patti Lateranensi
il Primo Maggio
Re Art
la regina Vittoria
Riccardo Cuor di Leone
il Rinascimento
la Rive Gauche
la rivoluzione dOttobre
la Rivoluzione francese
il Sessantotto
Sir John Franklin, Sir John
lo Stato (ma: colpo di stato)
la Storia (quando la si intenda in senso
generale)
il Tesoro (inteso come ministero)
i Vespri Siciliani
il Vicino Oriente
la Terra del Fuoco

lAfrica Nera
anni Venti
Antico Testamento
lAutore
Ca Foscari
la Camera
la Camera dei Comuni
la Casa Bianca
la Chiesa (quando non indica ledificio)
la chiesa di San Marco
Corte dassise
Donna Paola
lEstremo Oriente
Federico il Grande
Fifth Avenue
Frau Buddenbrock
la Grande Guerra
Herr Hauser
lImpero romano
Io, Es, Super-io, S (in psicoanalisi)
Lady Hester Stanhope
Lord Melbourne, Lord John
Madame Blanchot
Madame de Pompadour
la marchesa di Polignac
i Mari del Sud
il Medioevo

17

Iniziale maiuscola o minuscola


Diamo di seguito un elenco di termini che ammettono sia liniziale maiuscola sia la
minuscola. In generale liniziale maiuscola indica che il termine usato con funzione di
nome proprio oppure che designa un individuo particolare.
SAN, SANT', SANTA

Iniziale maiuscola se il nome del santo designa una chiesa, un


luogo, un titolo, ecc.: la chiesa di San Paolo, la citt di San Paolo. Iniziale minuscola
quando si parla della persona: le lettere di san Paolo.
ISTITUZIONI Iniziale maiuscola se accompagnata dalla citt in cui hanno sede:
lUniversit di Pisa. Iniziale minuscola se non compare la denominazione completa o se
prevale il senso generico: Frequentava luniversit.

In funzione appositiva hanno normalmente liniziale


minuscola: il lago Trasimeno, il fiume Po, il monte Cervino. Liniziale maiuscola si usa
quando fanno parte integrante del nome proprio: il Lago Maggiore, il Fiume Giallo, il
Monte Bianco.
DENOMINAZIONI GEOGRAFICHE

Iniziale maiuscola quando sono intesi come astri (in particolare nei
testi scientifici): la Luna disabitata. Iniziale minuscola in tutti gli altri casi: la luna si
rifletteva nel lago.
CORPI CELESTI

Iniziale maiuscola quando indicano unarea geografica (e sono


preceduti dallarticolo): lItalia del Sud, il tramonto dellOccidente, il Sud degli Stati
Uniti, lemigrazione verso il Nord. Iniziale minuscola quando indicano il punto cardinale, la direzione: a est di Cipro, verso occidente.
PUNTI CARDINALI

In generale i nomi di popoli e di gruppi etnici vanno scritti con


liniziale minuscola. Si usa la maiuscola per nomi di popoli poco noti e, preferibilmente,
per i popoli antichi. Si usa la maiuscola anche con il singolare se impiegato con valore
collettivo.
NOMI DI POPOLI

NOTE

In linea generale, le note vanno al piede e sono numerate ripartendo da 1 a ogni pagina.
Leventuale numerazione per capitolo e la collocazione in fondo al volume sono
determinate dalla natura delle note (bibliografiche, troppo estese, marginali), dal loro
18

terminate dalla natura delle note (bibliografiche, troppo estese, marginali), dal loro
numero e dalla natura del testo. La decisione al proposito comunque di competenza
della Redazione.
Le note vanno sempre in corpo minore (due punti in meno rispetto al testo). Il numero
dordine va scritto in cifre arabe, nello stesso corpo del testo di nota e seguito dal punto.
Tra una nota e la successiva vanno due punti di bianco:
3. Cfr. Frazer, Il ramo doro, cit., pp. 34-39.
Il richiamo di nota va posto in esponente dopo gli eventuali segni di interpunzione,
comprese le parentesi e le virgolette, tranne quando la nota si riferisce solo allultima
parola o espressione della frase: in questo caso si pone prima dei segni di interpunzione.
Frazer, nel suo studio Il ramo doro,1 sostiene che...
Anche Simone Weil avrebbe ripetuto: La libert est une limite.1
... (i pochi in rapporto a oi polloi 1).

Note del traduttore o del curatore


Le note aggiunte dal traduttore o dal curatore, che vanno limitate allindispensabile,
devono essere distinte dalle note dellautore e sono seguite da [N.d.T.] o [N.d.C.]. (Si
noti che il punto fermo va dopo queste indicazioni).
Nel caso che a una nota dellautore venga aggiunta una nota del curatore o del traduttore, questultima va chiusa tra parentesi quadre nel modo seguente:
27. ... [Si veda il Salmo 35 nella traduzione di G. Ceronetti. N.d.T.].

Rimandi interni
Quando nel testo o nelle note si rimanda a un altro punto del libro, si usano le formulazioni seguenti:
Si veda sotto/sopra, p. 00 (rimando al testo).
Si veda sotto/sopra, p. 00 e nota 7 (rimando al testo e a una nota).
Si veda sotto/sopra, p. 00, nota 7 (rimando alla sola nota).
Si veda sotto/sopra, p. 00 nota (rimando allunica nota di una pagina).
Si veda sotto/sopra, nota 3 (rimando alla nota da un'altra nota nella stessa pagina o
comunque all'interno della sezione Note in calce al volume).
Si tenga presente che cfr. e si veda hanno un significato diverso: si veda rinvia
alla fonte di una citazione o a un luogo dove largomento viene documentato o ampliato;
cfr. rinvia ad altra opinione o stabilisce un parallelo o un contrasto.

19

Indicazioni bibliografiche nelle note


Se esiste una bibliografia, le opere vanno citate in forma abbreviata, da stabilirsi libro
per libro (per esempio, solo con autore e titolo, oppure autore e anno di pubblicazione).
Se il libro non ha una bibliografia, la prima menzione di unopera in nota deve contenere
tutte le indicazioni bibliografiche secondo le norme esposte sopra nella sezione Bibliografia, con lavvertenza di anteporre il nome proprio dellautore al cognome.
Nei rimandi successivi al primo non occorre ripetere tutti i dati bibliografici, ma si usano
le abbreviazioni di cui sotto.
Oltre ai dati bibliografici generali, le note possono contenere anche i dati seguenti:
Volume
Tomo
Parte o libro
Capitolo
Paragrafo
Pagine.
VOLUME Si usano le abbreviazioni vol. e voll.; il numero va in cifre romane maiuscole
(vol. II); se il volume ha un titolo lo si far seguire, in corsivo e preceduto dai due
punti.

11. Joseph Needham, Science and Civilization in China, Cambridge


University Press, Cambridge, vol. III: Mathematics and the Sciences
of the Heavens and the Earth, 1959, pp. 34-67.
Non si usano abbreviazioni; il numero va in cifre romane e in maiuscoletto se
preceduto dall'indicazione del volume, in maiuscolo se da solo.
TOMO

5. F. Nietzsche, Frammenti postumi 1888-1889, in Opere complete,


Adelphi, Milano, vol. VIII, tomo II, 1974, pp. 230-34.
PARTE O LIBRO

Non si usano abbreviazioni; il numero va scritto in lettere.

7. mile Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee, Einaudi, Torino, 1976, vol. II, libro secondo, pp. 357-415.
Si usano le abbreviazioni cap. e capp.; il numero va in cifre romane e in
maiuscoletto.
Si ricorda tuttavia che nei libri della collana Il ramo doro i capitoli sono numerati con
cifre arabe, che devono essere conservate nei rimandi interni.
Il titolo di un capitolo, se citato, va in tondo tra virgolette basse, salvo quando il volume
sia composto di saggi autonomi in forma di capitoli, nel qual caso il titolo del capitolo
andr in corsivo.

CAPITOLO

20

1. mile Benveniste, Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee, Einaudi, Torino, 1976, vol. II, libro secondo, cap. VIII: Il giuramento
in Grecia.
8. Giovanni Macchia, Mozart: echi dOriente, in Elogio della luce,
Adelphi, Milano, 1990.
PARAGRAFO

Si usano le abbreviazioni par. e parr. (mai il simbolo ). Il numero va in

cifre arabe.
Si usano le abbreviazioni p. e pp. Nel caso di pi pagine, si indicano secondo
gli esempi seguenti:
PAGINE

pp. 24-32
pp. 136-40, ma: pp. 102-106
pp. 145-46 (e non: pp. 145 sg.)
pp. 145 sgg. (= 145 e seguenti).
Quando si vuole indicare un argomento che si trova in diversi punti di un libro si user la
parola passim nei modi seguenti:
pp. 55-75 passim ( = in diversi punti entro le pagine citate)
pp. 55 e passim (= a partire dalla pagina citata)
Per citare le opere di poesia, quelle teatrali e i classici si procede come negli esempi
seguenti:
Dante, Purgatorio, VI, 35-40.
Iliade, XV, 57.
King Lear, atto I, scena II, vv. 47-50.
Per i libri della Bibbia si usano le abbreviazioni della CEI (se ne veda lelenco alle pp.
30-31) e i numeri arabi, in tondo per il capitolo, in corsivo per il versetto.
Ap, 7, 12.
Mt, 4, 6.
II Corano va citato secondo lesempio seguente:
Corano, I, 47.
Nelle note e negli apparati i titoli dei libri della Bibbia, del Corano o delle opere classiche si abbreviano; nel testo si abbreviano solo quando sono seguite dal luogo (numero
dei capitoli e dei versetti).
Il rinvio a un codice manoscritto si fa secondo l'esempio seguente:
Cambridge, University Library, ms. Add. 565, cc. 337-58.

21

Rimandi in forma abbreviata


Le abbreviazioni usate sono:
loc. cit.,
ibid.,
cit.,
ed. cit.,
op. cit. (o art. cit.),
trad. it. cit.
loc. cit. Quando si rimanda allo stesso luogo della citazione immediatamente precedente (che deve trovarsi nella stessa pagina), tutti i dati del libro vengono sostituiti da
loc. cit.
1. E. Severino, Il giogo, Adelphi, Milano, 1989, p. 37.
2. Loc. cit.
ibid. Quando si rimanda alla stessa opera citata nella nota immediatamente precedente,
ma a un passo che si trova in una pagina diversa, si usa ibid.
1. E. Severino, Il giogo, Adelphi, Milano, 1989, p. 37.
2. Ibid., p. 45.
cit. Quando si rimanda a unopera gi citata, il luogo di pubblicazione e leditore sono
sostituiti da cit. Luso di cit. consente anche di omettere una parte di un titolo molto
lungo; inoltre, non pi necessario dare liniziale dellautore
1. E. Severino, Il giogo, Adelphi, Milano, 1989, p. 37.
...
12. Severino, Il giogo, cit., p. 57.
1. Ren Girard, Delle cose nascoste sin dalla fondazione del mondo,
Adelphi, Milano, 1983.
...
6. Girard, Delle cose nascoste, cit., p. 123.
ed. cit. A cit. si sostituisce ed. cit. se lopera viene citata in una particolare
edizione (per esempio, nel caso dei classici).
op. cit. Se invece si tratta dellunica opera citata di quellautore, o se il rimando avviene nellambito della stessa pagina dove compaiono i dati completi, si usa op. cit. per
sostituire titolo, citt e edizione (art. cit. se si tratta di articolo).
1. E. Severino, Il giogo, Adelphi, Milano, 1989, p. 37.
2. M. Cacciari, DellInizio, Adelphi, Milano, 1990, p. 45.
3. Severino, op. cit., pp. 25-34.
22

trad. it. cit. Quando si citano le pagine della traduzione italiana dellopera si usa
labbreviazione trad. it. cit., tra parentesi quadre.
1. E. Auerbach, Mimesis, cit., vol. I, p. 201 [trad. it. cit., p. 221].

NUMERALI

Si esprimono ordinariamente in lettere (salvo che risultino notevolmente estesi); la desinenza mila non va mai staccata (cinquemila, settemila, ecc.).
Si esprimono sempre in cifre i numeri che si accompagnano a una unit di misura (la
quale segue sempre il numero cui si riferisce) o che indicano una pagina, un capitolo,
ecc.
Fino a quattro cifre i numerali si compongono uniti; oltre le quattro cifre si separano in
gruppi di tre, da destra, con un punto a uno spazio fine (70.000 oppure 70 000).
Si ricorda che nelle traduzioni da testi inglesi bisogna trasformare in virgola il punto
usato per dividere gli interi dai decimali e viceversa.
Nelle date con numeri di pagina abbinati il secondo numero di norma non si abbrevia
(1940-1945).
Nei rimandi di pagina con numeri abbinati il secondo numero si pu abbreviare alle ultime due cifre, purch la penultima cifra non sia zero: pp. 180-89, pp. 1140-42 (ma: pp.
105-109).

RIENTRI

In tutte le collane, fatta eccezione per la Piccola Biblioteca Adelphi, la prima riga di ogni
capoverso rientrata di due battute (un quadrato).

Sulle bozze per indicare landata a capo si usa il segno , per indicare il rientro .
Nelle note il primo capoverso a filo, mentre rientrano gli eventuali capoversi successivi.

23

SEGNI DI INTERPUNZIONE

La punteggiatura va fuori dalle parentesi, dagli incisi e dalle virgolette (salvo che si tratti
di punteggiature interne al dialogo, per il quale si veda sopra, p. 12).

Lineetta
Apre e chiude un inciso, specie se di estensione notevole e ha in generale una funzione di
stacco.
Si ricorda per che nei testi inglesi e tedeschi la lineetta ha spesso una funzione che in
italiano assolta da altri segni di interpunzione, quali i due punti, la virgola, il punto e
virgola o i puntini di sospensione.
Se la parentetica tra lineette termina con il punto, i due punti o il punto e virgola, la lineetta di chiusura non si mette.

Punto
Il punto fermo conclude sempre una frase che non termini con ?, !, ... o con il punto di
abbreviazione.
Quando chiude una frase tra parentesi o virgolette, il punto fermo va dopo la parentesi o
le virgolette di chiusura.
Il punto fermo segue la parentesi o le virgolette di chiusura anche quando la frase tra
parentesi o virgolette termina con ?, !, ... o il punto di abbreviazione (come in questa
frase tra parentesi che finisce con ecc.).
Per gli altri usi del punto, si vedano le sezioni Abbreviazioni e Numerali.

Puntini
I puntini di sospensione sono tre, uniti alla parola che precede e staccati dalla parola che
segue.
I puntini che segnalano lomissione di parte di una citazione o un taglio nel testo vanno
sempre staccati sia dalla parola precedente sia da quella seguente, senza parentesi quadre. In casi particolari si segnaleranno le lacune con segni scelti ad hoc.
Lenergia violenta ... inutile nelle arti.
Il nostro fuoco deve ardere lentamente....
I puntini di sospensione o di omissione che iniziano una frase sono sempre seguiti da
uno spazio.
... ci sarebbero voluti tre secoli per portare a compimento, ecc..

24

Virgolette
Esistono tre tipi di virgolette, i cui usi devono essere tenuti ben distinti.
1. Virgolette basse ( ). Sono quelle pi comuni e si usano:

nei dialoghi;
nelle citazioni in prosa (vanno riaperte a ogni capoverso e chiuse solo alla fine
della citazione);
per i versi citati allinterno del testo principale o di una nota. In tal caso i versi
vanno scritti di seguito, separati da una barra obliqua / (barra doppia, //, per
separare due strofe). I versi centrati non richiedono le virgolette;
per dare la traduzione di termini stranieri;
per i titoli di giornali e riviste;
per i titoli di capitoli citati;
per mettere in evidenza termini o espressioni fortemente connotati.

2. Virgolette alte doppie ( ). Si usano esclusivamente per il secondo grado di intercitazione.


3. Apici ( ). Si usano per connotare parole singole utilizzate con un senso diverso da
quello corrente e per il terzo grado di intercitazione.

Parentesi
Normalmente sono tonde e non sono mai precedute da alcun segno di punteggiatura (nel
caso la frase lo richieda, va posto dopo la parentesi di chiusura).
Le parentesi quadre si usano:
per [N.d.T.] e [N.d.C.];
per inserire elementi estranei in una citazione;
allinterno delle parentesi tonde, sebbene si preferisca evitare per quanto possibile questa evenienza;
per inserire in una nota dautore unosservazione del curatore o del traduttore;
per dare la traduzione letterale di titoli stranieri.

Prefissi e trattino
Si ricordi che i prefissi sopra/sovra, infra, fra, ecc., comportano il raddoppiamento della
consonante che segue (soprattutto, inframmezzare, frattanto). Fa eccezione intravedere.
I prefissi e i prefissoidi non richiedono generalmente il trattino: antidiluviano, psicofisico, socioculturale, nordeuropeo, retroattivo, francogermanico, austroungarico, vicedirettore, ecc.
Il trattino invece necessario:

quando si uniscono due nomi: concetto-base, spirito-guida, punti-chiave;


25

quando il prefisso finisce con la stessa lettera della parola seguente:


post-traumatico, anti-italiano.

Quando si combinano due aggettivi indicanti colore, sono ammesse le due forme: grigio-verde e grigioverde; se invece la combinazione tra un sostantivo e un aggettivo,
si usa solo la forma: verde acqua, grigio perla.

SIGLE E ACRONIMI

Vanno in maiuscolo se sono brevi, in maiuscoletto se sono lunghe o numerose. Si noti


che una volta scelto il maiuscoletto, esso va utilizzato per tutte le sigle che compaiono
nel testo, comprese quelle brevi.
Le varie lettere non vanno separate dal punto, per esempio: UNESCO, ANZAC, CGIL,
USA.

TESTATINE

Le testatine (o titoli correnti) sono vivamente consigliate allinterno di opere di saggistica, opere teatrali e sim.
Dal punto di vista grafico, la testatina va in un corpo pi piccolo (1 pt.) rispetto al testo e
generalmente in corsivo o in maiuscoletto. La si omette, oltre che nella prima pagina del
capitolo, in tutte le pagine che inizino con una illustrazione o una tabella, oppure con un
titolo (anche di paragrafo) o una citazione centrata (per agevolare il lavoro del montaggista in tipografia bene tuttavia lasciarla indicata sulle bozze fino alle pellicole).
Quanto al contenuto, nella testatina sulla pagina pari (quella di sinistra) va data l'indicazione pi ampia (per es. il titolo stesso del libro o il titolo di sezione); in quella sulla
pagina dispari (quella di destra, la pi visibile), l'indicazione pi specifica, di solito il
titolo del capitolo.
Le testatine delle pagine con gli apparati paratestuali recano invece sia sulla pagina pari
sia su quella dispari il titolo del singolo apparato (es. Introduzione, Nota al testo, Indice
dei nomi ecc.).

26

TITOLI E SOTTOTITOLI

Il titolo di capitolo e, se presente, il numero progressivo vanno collocati nel margine alto
della pagina (per la distanza dal testo si veda sopra, p. XXX). Tranne casi particolari
dovuti a caratteristiche precipue della collana (si veda sotto), il titolo di capitolo va
centrato e in maiuscolo, sotto al numero (di preferenza arabo), dal quale va spaziato di 3
pt. L'eventuale sottotitolo va in maiuscoletto.
Nella collana Il ramo doro i titoli di capitolo vanno allineati al margine destro e posti
fuori gabbia, allaltezza della testatina.
Laltezza della prima pagina varia da collana a collana (per il formato standard equivale
alla giustezza; per le collane con formato grande o per la piccola biblioteca si veda di
volta in volta un esempio). Se oltre al titolo, linizio capitolo anche ha anche una epigrafe particolarmente lunga, laltezza della pagina pu essere ridotta rispetto alla norma
(tra lepigrafe e la prima riga del testo devono rimanere almeno 3 o 4 righe bianche). Si
ricorda che in questo caso tutte le prime pagine di capitolo dellintero libro avranno la
medesima altezza ridotta.
Per i titoli di livello inferiore allinterno del capitolo, si utilizza di preferenza il maiuscoletto centrato con tre righe sopra e una sotto per il primo livello, e il corsivo centrato
con una riga e mezzo prima e mezza riga dopo per il livello successivo.

27

APPENDICI

28

GRAFIA DI PAROLE RICORRENTI

Diamo qui di seguito un elenco alfabetico delle grafie utilizzate in Casa editrice per
alcune parole ricorrenti:
be
chassidim
dinanzi
dopotutto
ebbrezza
familiare
fintanto che
gigol
golem
hashish
intelligencija
intelligibile
intravedere
medioevale
mtro (spec. nei Maigret)
pt
pressappoco
psicoanalisi
tout court (tondo senza trattino)
Yahveh o Yahv
vud

29

ABBREVIAZIONI BIBLICHE

I libri dellAntico e del Nuovo Testamento si citano usando le abbreviazioni della CEI,
riportate qui di seguito. Si noti che le abbreviazioni sono senza il punto. Tra
labbreviazione e il numero che segue va posta una virgola. Il numero del capitolo va in
tondo, quello del versetto in corsivo (es. Ab, 3, 11).
Ab
Abd
Ag
Am
Ap
At
Bar
Col
1 Cor
2 Cor
1 Cr
2 Cr
Ct
Dn
Dt
Eb
Ef
Es
Esd
Est
Ez
Fil
Fm
Gal
Gb
Gc
Gd
Gdc
Gdt
Ger
Gl
Gn
Gio
Gs
Gv

Abacuc
Abdia
Aggeo
Amos
Apocalisse di Giovanni
Atti degli Apostoli
Baruc
Colossesi
Prima lettera ai Corinzi
Seconda lettera ai Corinzi
Primo libro delle Cronache
Secondo libro delle Cronache
Cantico dei Cantici
Daniele
Deuteronomio
Lettera agli Ebrei
Lettera agli Efesini
Esodo
Esdra
Ester
Ezechiele
Lettera ai Filippesi
Lettera a Filemone
Lettera ai Galati
Giobbe
Lettera di Giacomo
Lettera di Giuda
Giudici
Giuditta
Geremia
Gioele
Genesi
Giona
Giosu
Vangelo secondo Giovanni
30

1 Gv
2 Gv
3 Gv
Is
Lam
Lc
Lv
1 Mac
2 Mac
Mic
Mc
Ml
Mt
Na
Ne
Nm
Os
Prv
1 Pt
2 Pt
Qo
1 Re
2 Re
Rm
Rt
Sal
1 Sam
2 Sam
Sap
Sir
Sof
Tb
1 Tm
2 Tm
1 Ts
2 Ts
Tt
Zc

Prima lettera di Giovanni


Seconda lettera di Giovanni
Terza lettera di Giovanni
Isaia
Lamentazioni
Vangelo secondo Luca
Levitico
Primo libro dei Maccabei
Secondo libro dei Maccabei
Michea
Vangelo secondo Marco
Malachia
Vangelo secondo Matteo
Naum
Neemia
Numeri
Osea
Proverbi
Prima lettera di Pietro
Seconda lettera di Pietro
Qohelet
Primo libro dei Re
Secondo libro dei Re
Lettera ai Romani
Rut
Salmi
Primo libro di Samuele
Secondo libro di Samuele
Sapienza
Siracide
Sofonia
Tobia
Prima lettera a Timoteo
Seconda lettera a Timoteo
Prima lettera ai Tessalonicesi
Seconda lettera ai Tessalonicesi
Lettera a Tito
Zaccaria

31

TABELLA DI TRASLITTERAZIONE DEI CARATTERI GRECI


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a
b
g (n davanti a , , , )
d
e
z
(oppure e)
th
i
k
l
m
n
x
o
p
r (rh a inizio frase)
s
t
y
ph
ch
ps
(oppure o)

Osservazioni:

Lo spirito dolce () non si traslittera; quello aspro () si traslittera con la lettera h.


Nei dittonghi accentati (, , , , ecc.), laccento, che in greco sulla seconda vocale, nella traslitterazione va sulla prima vocale (es. = basilus).
Il dittongo / si traslittera u / .
Lo iota sottoscritto non si traslittera.

32

TABELLA DI TRASLITTERAZIONE DEI CARATTERI RUSSI


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/
/
/
/
/

a
b
v
g
d
e

z
i
j
k
l
m
n
o
p
r
s
t
u
f
ch
c

e
ju
ja

33

TABELLA DELLE BATTUTE PER LE PRINCIPALI GABBIE UTILIZZATE

Collana: Biblioteca Adelphi, gli Adelphi, Saggi. Nuova Serie, Fabula, ecc.
Giustezza 20 righe tipografiche Altezza pag. 36 righe tipografiche
Corpo 10, giust. 20 = 55 battute per riga
Corpo 11, giust. 20 = 52 battute per riga
Corpo 12, giust. 20 = 50 battute per riga
Corpo 10/10, righe 43 = battute 2450 per pag.
Corpo 10/11, righe 39 = battute 2250 per pag.
Corpo 10/12, righe 36 = battute 2050 per pag.
Corpo 11/11, righe 39 = battute 2150 per pag.
Corpo 11/12, righe 36 = battute 2000 per pag.
Corpo 11/13, righe 33 = battute 1850 per pag.
Corpo 12/12, righe 36 = battute 1800 per pag.
Corpo 12/13, righe 33 = battute 1650 per pag.
Corpo 12/14, righe 31 = battute 1550 per pag.
Con giustezza 22 righe tipografiche
Corpo 10 / 10, righe 44 = battute 2650 per pag.
Collana: Piccola Biblioteca Adelphi
Giustezza 18 righe tipografiche Altezza pag. 32 righe tipografiche
Corpo 9/9, righe 39 = battute 2300 per pag.
Corpo 10/10, righe 38 (+1) = battute 2000 per pag.
Corpo 11/11, righe 35 (+1) = battute 1800 per pag.
Corpo 12/12, righe 32 (+1) = battute 1500 per pag.
Con giustezza 17 righe tipografiche
Corpo 10/10, righe 38 (+1) = battute 1880 per pag.
Collana: Il ramo doro, Biblioteca Scientifica o gli Adelphi formato grande, Biblioteca Orientale
Giustezza 24 righe tipografiche Altezza pag. 42 righe tipografiche
Corpo 11/11, righe 46 = battute 3050 per pag.

34

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