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Poetica
di
Aristotele
Riassunto
di
capitoli:
I
capitolo
Limitazione
(mimesis),
principio
comune
delle
arti
di
poetica,
musica,
danza,
pittura,
scultura.
Dunque,
il
poema
epico
e
la
poesia
tragica,
e
inoltre
la
commedia
e
la
poesia
ditirambica
e
la
maggior
parte
di
auletica
e
della
citaristica
sono
tutti
quanti,
nellinsieme,
imitazioni;
che
tuttavia
differiscono
tra
loro
in
tre
modi:
o
per
imitare
per
mezzo
di
cose
diverse,
o
per
imitare
cose
diverse,
o
per
imitare
in
modo
diverso
e
non
nella
stessa
maniera.
Limitazione
si
compie
mediante
il
ritmo,
la
voce
e
larmonia,
presi
separatamente
o
mescolati.
II
capitolo
Gli
oggetti
dimitazione:
Poich
gli
imitatori
imitano
le
persone
che
agiscono,
ed
necessario
che
queste
siano
o
serie
o
di
poco
valore
(i
caratteri,
infatti,
obbediscono
di
solito
a
questi
soli
tipi;
e
quanto
ai
caratteri,
tutti
differiscono
per
malvagit
o
per
virt),
ossia
o
migliori
rispetto
a
noi,
o
peggiori,
o
dello
stesso
genere.
III
capitolo
Il
modo
dimitazione.
La
poesia
potrebbe
essere
in
forma
di
narrativit
drammatica,
narrazione
pura
(incluso
la
poesia
lirica),
oppure
dramma
pura.
Quindi,
come
detto
da
principio,
in
queste
tre
differenze
che
sta
limitazione:
o
relativamente
ai
mezzi,
o
agli
oggetti,
o
al
modalit.
IV
capitolo
Lorigine
e
sviluppo
della
poesia
Psicologicamente,
la
poesia
si
potrebbe
collegare
a
due
cause,
listinto
verso
imitazione,
e
listinto
di
armonia
e
ritmo.
Anche
dal
punto
di
vista
storico,
la
poesia
se
sviluppata
in
due
percorsi
diversi:
nella
poesia
di
Omero,
laltra
verso
tragedia
e
commedia.
V
capitolo
La
definizione
di
commedia
seguita
da
una
bozza
sullo
sviluppo
della
commedia.
Punti
di
comparazione
tra
la
poesia
epica
e
la
tragedia.
(Il
capitolo
non
completo,
rimangono
solo
i
frammenti).
VI
capitolo
La
definizione
della
tragedia:
La
tragedia
dunque
imitazione
di
unazione
seria
e
conclusa,
dotata
di
grandezza,
con
un
discorso
reso
piacevole,
differentemente
per
ciascun
elemento
nelle
sue
parti,
di
persone
che
agiscono
direttamente
e
non
tramite
narrazione,
la
quale
imitazione,
attraverso
compassione
e
paura,
porta
ad
effetto
la
catarsi
di
siffatte
passioni.
Ogni
tragedia
composta
dai
sei
parti
qualitativi,
tre
interni:
lintreccio
(mythos),
i
caratteri
(ethos)
e
pensiero
(dianoia);
e
tre
esterni:
parole
(lexis),
musica
(melos)
ed
enunciazione
oppure
spettacolo
(opsis).
Lintreccio
pi
importante,
ma
non
pu
esistere
senza
caratteri
che
non
possono
agire
senza
pensare.
Inoltre,
quanto
ai
mezzi
con
quali
XIII
capitolo
Leffetto
di
tragedia.
Dato
che
la
tragedia
pi
bella
non
deve
essere
semplice
ma
complessa
e
imitativa
di
fatti
paurosi
e
degni
di
compassione,
innanzi
tutto
chiaro
che
non
si
devono
presentare
uomini
buoni
che
passano
dalla
buona
alla
cattiva
sorte,
giacche
questo
non
ne
pauroso
ne
degno
di
compassione,
ma
solo
ripugnante;
ne
si
devono
presentare
i
malvagi
che
passano
dalla
cattiva
alla
buona
sorte
(infatti,
tra
tutti
i
casi
il
caso
meno
tragico
perch
non
suscita
ne
senso
dumanit
ne
compassione,
ne
paura),
e
inoltre
nemmeno
si
deve
presentare
il
malvagio
che
passa
dalla
buona
alla
cattiva
sorte.
Dunque,
resta
lintermedio
tra
questi.
Di
tal
genere
chi
non
si
distingue
per
virt
e
giustizia,
n
che
passa
alla
cattiva
sorte
a
causa
di
vizio
e
malvagit,
ma
a
causa
di
un
qualche
errore
(hamartia),
tra
coloro
che
si
trovano
in
grande
reputazione
e
buona
sorte,
come
Edipo.
Pertanto,
necessario
che
la
trama
ben
fatta
sia
semplice
piuttosto
che
doppia,
e
passi
non
dalla
cattiva
alla
buona
sorte,
bens
al
contrario,
dalla
buona
alla
cattiva,
non
a
causa
di
malvagit,
ma
a
causa
di
un
grande
errore
da
parte
di
colui
che
si
detto,
o
comunque
di
un
personaggio
migliore
piuttosto
che
peggiore
di
quello.
Al
primo
posto
vengono
le
tragedie
con
una
tragica
fine,
mentre
al
secondo
posto
vengono
quelle
con
lieta
fine,
che
pi
a
favore
di
spettatori
teatrali,
ci
tuttavia
non
il
piacere
proprio
della
tragedia,
ma
piuttosto
della
commedia.
XIV
capitolo
Ci
che
pauroso
e
degno
di
compassione
pu
senzaltro
conseguire
dalla
messa
in
scena,
ma
anche
dalla
composizione
stessa
dei
fatti,
il
che
la
cosa
primaria
e
propria
del
miglior
poeta.
Seguono
gli
esempi
di
fatti
tragici
creati
per
suscitare
gli
effetti
emotivi,
che
appaiono
terribili
o
sono
degni
di
compassione.
XV
capitolo
Anche
nei
caratteri,
allo
stesso
modo
che
nella
composizione
dei
fatti,
occorre
ricercare
sempre
il
necessario
o
il
probabile,
cosi
che
tale
dica
o
faccia
la
tal
cosa
in
modo
probabile
e
necessario,
e
che
questa
cosa
avvenga
dopo
questaltra
in
modo
probabile
o
necessario.
Poich
la
tragedia
imitazione
di
personaggi
migliori
di
noi,
occorre
emulare
i
buoni
ritrattisti,
i
quali,
rendendo
la
forma
propria,
dipingono
facendo
i
ritratti
simili
ma
pi
belli.
XVI
capitolo
Varie
specie
di
riconoscimento
(con
esempi),
mediante
i
segni,
inventati
dai
poeti,
per
mezzo
di
ricordo,
dal
sillogismo.
Ma
tra
tutti
il
miglior
riconoscimento
avviene
dai
fatti
stessi,
poich
genera
sorpresa
per
mezzo
di
elementi
plausibili.
XVII
capitolo
Norme
pratiche
per
i
poeti
tragici:
Bisogna
comporre
le
trame
e
curare
lenunciazione
ponendoseli
il
pi
possibile
davanti
agli
occhi;
in
questo
modo,
infatti,
colui
che
vede
nella
maniera
pi
efficace,
come
quelli
che
sono
presso
i
fatti
stessi
mentre
accadono,
pu
trovare
ci
che
pi
appropriato
e
non
lasciarsi
minimamente
sfuggire
le
incongruenze.
Inoltre,
i
soggetti,
che
siano
gi
composti
oppure
che
il
componga
il
poeta
stesso,
devono
essere
esposti
prima
in
universale
e
poi
aggiunti
di
episodi
e
allungati.
XVIII
capitolo
Altre
norme
per
i
poeti:
E
proprio
di
tutte
le
tragedie
avere
nodo
e
scioglimento.
Esistono
quattro
specie
di
tragedia:
la
tragedia
complessa,
di
cui
capovolgimento
e
riconoscimento
costituiscono
lintero;
la
tragedia
di
patimento;
quella
di
carattere;
e
quarta
(?)
come
le
Forcidi,
il
Prometeo,
e
le
tragedie
ambientate
nellAde.
Occorre
unire,
se
possibile,
diverse
forme
di
eccellenza
poetica.
Occorre
ricordare,
come
si
detto
pi
volte,
che
non
si
deve
realizzare
la
composizione
tragica
al
modo
di
un
poema
epico.
Infine,
bisogna
che
il
coro
sia
concepito
come
uno
degli
attori
e
parte
dellintero,
e
che
partecipi
allazione
come
in
Euripide,
ma
come
in
Sofocle.
XIX
capitolo
Pensiero
(dianoia),
lelemento
intellettuale
insieme
con
lenunciazione
o
il
linguaggio
nella
tragedia.
Il
pensiero
si
tramette
tramite
il
discorso
composto
secondo
le
regole
della
retorica.
Attiene
al
pensiero
tutto
quanto
si
deve
mettere
a
punto
per
mezzo
del
discorso.
Parti
di
esso
sono
il
dimostrare,
il
risolvere,
il
mettere
a
punto
le
passioni
(come
la
compassione,
la
paura,
la
collera
e
quante
tra
quelle
di
tal
genere)
e
inoltre
grandiosit
e
meschinit.
XX
capitolo
(Probabilmente
interpolato
dopo)
Dellenunciazione
nel
suo
insieme,
le
parti
sono
le
seguenti:
lettera,
sillaba,
congiunzione,
nome,
verbo,
articolazione,
caso
e
discorso.
XXI
capitolo
L
analisi
di
varie
figure
poetiche
come
la
glossa,
lallungamento,
la
metafora,
lornamento,
lanalogia.
Anche
questo
capitolo
sembra
interpolato
dopo.
XXII
capitolo
Continuazione
del
precedente
capitolo;
La
virt
dellenunciazione
di
essere
chiara
ma
non
banale.
E
solenne
e
capace
di
allontanarsi
dalla
trivialit
quella
che
utilizza
i
nomi
in
modo
inconsueto.
Sono
inconsueti
la
glossa,
la
metafora,
lallungamento
e
tutto
ci
che
va
contro
luso
proprio.
XXIII
capitolo
Sulla
poesia
epica.
A
proposito
dellimitazione
narrativa
e
in
versi,
chiaro
che
le
trame
devono
essere
composte
in
modo
drammatico,
proprio
come
nelle
tragedie,
intorno
a
ununica
zione
intera
e
conclusa,
avente
inizio,
mezzo
e
conclusione,
cosi
da
produrre,
come
un
organismo
vivente
uno
e
intero,
il
piacere
proprio;
e
non
in
modo
simile
alle
composizioni
storiografiche,
nelle
quali
necessario
esporre
non
ununica
azione,
ma
un
unico
periodo,
per
quanto
in
esso
avviene
relativamente
a
uno
o
a
molti
uomini,
e
cui
ciascun
fatto
in
relazione
agli
altri
come
per
caso.
XXIV
capitolo
Continuazione
di
precedente
capitolo,
anche
se
abbastanza
lungo.
Lepica
deve
avere
le
stesse
specie
della
tragedia:
essere
o
semplice,
o
complessa,
o
di
carattere,
o
di
patimento.
Anche
le
parti,
ad
eccezione
della
composizione