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innanzitutto era interessato alle sue condizioni di salute visto che aveva
rimediato un colpo al ginocchio: Volevo sapere come stavi dopo la botta... no
solo questo ero poi con Antonio Ingroia, ti voleva salutare. La conversazione
proseguiva: Hai spiegato ad Antonio quelle cose incomprensibile?; S guarda
sconvolto ma proprio... dice l'idiozia totale...; il metodo inverso; S
ma comunque lui non esclude che sia un messaggio... non da escludere
anche un messaggio per l'uomo del presidente. Qualsiasi opzione non da
escludere perch troppo ridicola ... demenziale proprio. Dalla lettura non
comprenece il tema della discussione. Si parlava di fare una conferenza
stampa, mentre l'avvocato sta facendo una memoria e poi lo chieder al
presidente della societ internazionale di Chirurgia plastica, a rispondere ad
alcune domande e chiariremo. Sono in giorni in cui probabilmente Tutino
aveva subito una perquisizione.
Il 22 dicembre medico e presidente parlavano della banca dei tessuti.
Un progetto che doveva partire a Villa Sofia, inglobato dalla Chirurgia
plastica, con la partecipazione di alcuni gruppi privati. Un progetto prima
approvato e poi revocato dall'assessorato su cui indaga la Procura, in uno dei
tanti filoni aperti. ... perch ho capito che sta facendo gola a molti, diceva
Tutino che aveva saputo del tentativo di qualcuno di inserire nel progetto un
gruppo dell'Emilia Romagna... io mi sono insospettito, dico ma perch... so che
sono gente legata a Cittadini... io domani mattina vorrei capire... mi presento
in assessorato, che imbrogli ci sono dietro... gli ho mandato pure un sms a
Lucia vediamo sta pratica a chi la devono dare, cos ragioniamo... luned
vediamo e sentir e subito ti relaziono.
Il 25 marzo 2014 scoppiava lo scandalo a Villa Sofia con la notifica degli
avvisi di garanzia a Tutino e al commissario straordinario Giacomo Sampieri.
Due giorni dopo, il 27 marzo, Sampieri si dimetteva mentre la Borsellino
annunciava in Commissione all'Ars che era pronto il provvedimento di revoca
del suo incarico. Quello stesso giorno Tutino chiamava Crocetta: Presidente
Lucia non risponde a Giacomo, se puoi... . Crocetta: Se gli ho parlato poco
fa. Tutino: E non gli risponde perch... se non gli fa la nuova destinazione, da
domani a spasso. E va be ma ora - lo rassicurava Crocetta - ma viro io cu
Lucia.
HTTP://LIVESICILIA.IT/2015/07/18/ME-LA-VEDO-IO-CON-LUCIA-CROCETTAE-TUTINO-LE-INTERCETTAZIONI_649129/
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di chirurgia plastica. E' il caso delle denunce presentate da Tutino nei confronti
del suo predecessore Dario Sajeva. Denunce, lo precisa anche il Gip Lorenzo
Matassa, che erano state fatte pervenire all'ufficio giudiziario proprio
dall'"onorevole Rosario Crocetta". Denunce, che, solo per accennare ad alcuni
dei passaggi con cui stata archiviata l'indagine contro il predecessore di
Tutino avrebbero riguardato "vicende pi o meno strampalate, la cui rilevanza
penale sembrata dubbia sin dal principio. L'inchiesta - prosegue Matassa - ha
evidenziato l'infondatezza del coacervo accusatorio reiterato nei mesi dal
denunciante". Denunce, a volte "strampalate", come segnala il giudice.
E invece, su ci che era stato raccontato in Commissione Salute o in
una interrogazione parlamentare o anche nelle carte degli inquirenti,
tutti hanno taciuto. Nessuna denuncia. Nessuna conferenza stampa. Il
primario rimasto l, al suo posto, mentre giorno dopo giorno era chiaro che
incombesse un ciclone. Ma la moralizzazione della Sicilia si
sorprendentemente arrestata di fronte ai cancelli di Villa Sofia.
http://livesicilia.it/2015/06/29/limbarazzo-di-crocetta-la-collaborazione-di-lucia-masu-tutino-e-villa-sofia-tutti-sapevano_643583/
sociale,
amministrativo
politico.
Questa
vicenda
I fatti sono fatti. E se anche la Corte dei Conti accusa lo Stato centrale di slealt
verso la Regione siciliana (come potete leggere qui), beh, un motivo ci sar. Ma
anche questo fatto, al pari degli scippi al Bilancio della Regione siciliana, sfugge,
chiss perch, alla grande stampa nazionale che della Sicilia parla solo quando
c da parlarne male.
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procedure per il pagamento degli stipendi al personale. Motivazione: il caos tanto per cambiare! - che si scatenato attorno a Sicilia e Servizi, societ
regionale finita nellocchio del ciclone per via dellassunzione di personale che,
ad avviso della Corte dei Conti, non poteva essere assunto.
In questa vicenda - dobbiamo essere onesti - il disastroso governo Crocetta
centra poco o punto. La follia di Sicilia e Servizi una delle creazioni
teratologiche della Regione siciliana versione primi anni del 2000, quando i
governi regionali di centrodestra, che avevano appena posto in liquidazione i tre
storici enti economici regionali (Ems, Espi e Azasi), giurando che mai e poi mai
ci sarebbe stata una Regione imprenditrice (impegno solenne assunto nel 1999
dallallora presidente della Regione, Giuseppe Provenzano, Forza Italia), creano
nel giro di pochi anni una quarantina di societ regionali! Sicilia e Servizi una
di queste. A tale societ - anzi ai privati di questa societ! - affidano le chiavi
informatiche della Regione! Sembra una pazzia, ma la verit: gli stipendi di
circa 18 mila dipendenti regionali, la sanit (compreso il Servizio di Pronto
soccorso) e tutto il resto vengono affidati alla parte privata di una spa - la gi
citata Sicilia e Servizi - della quale la Regione possiede, grosso modo, la met
delle azioni.
Crocetta, quando sinsedia, trova la minestra impiattata. Ma trova anche una
situazione strana. I privati sono usciti da Sicilia e-Servizi chiedendo una barca di
soldi. E i cinquanta e rotti dipendenti dei privati - che sono quelli che conoscono
tutti i segreti informatici della Regione e dei suoi uffici - che dicono al governo
regionale: noi siamo disposti a continuare a lavorare, ma vogliamo essere
assunti. Il problema che c una legge regionale che vieta nuove assunzioni
nella pubblica amministrazione. Ma secondo Antonio Ingroia, il noto magistrato
chiamato da Crocetta al vertice di Sicilia e-Servizi, le assunzioni si possono fare.
E si fanno. Ma la Corte dei Conti li contesta. Altro caos.
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Sicilia, in materia di gestione dei rifiuti. Affari loschi, appalti, centinaia di milioni
di euro spariti, disservizi e inquinamento (come potete leggere qui). E caos, altro
caos, con i rifiuti in mezzo alle strade di tanti centri siciliani. E 12 mila
dipendenti ai quali il governo Renzi - anche se indirettamente - ha scippato i
soldi per pagare gli stipendi.
Fine del caos? Ma quando mai! Nei giorni scorsi il professore Vincenzo Liguori,
docente di Geologia presso la facolt di Ingegneria di Palermo, ha manifestato
perplessit sulla gestione - da parte del governo nazionale e del governo
regionale - della frana che ha investito e bloccato lautostrada Palermo-Catania.
Le considerazioni del professore Liguori sono contenute in un comunicato
diramato dai deputati del Movimento 5 Stelle del Parlamento siciliano (come
potete leggere qui). Il docente segnata alcune stranezze: la presenza di una
strada (la Lodigiani) che avrebbe potuto essere valorizzata e che i tecnici del
governo nazionale e del governo regionale hanno ignorato; la possibilit di
verificare la percorribilit della carreggiata non investita dalla frana, che
potrebbe, a certe condizioni, fare riaprire lautostrada al traffico ed evitare di
spendere un sacco di soldi per una bretella. Ma la parte pi incredibile della
denuncia del professore Liguori il mancato consolidamento della frana che ha
travolto il viadotto Imera. E una frana del 2005: se non si consolida questa frana
non si pu fare nulla: n bretelle, n pantaloni
E infatti, dopo oltre tre mesi, governo nazionale e governo regionale non hanno
fatto nulla. Lautostrada chiusa e, bene che vada, se ne parler nella primavera
del prossimo anno. Liguori, in qualche passaggio, parla di mistero. E noi siamo
daccordo con lui: che senso ha, dopo oltre tre mesi, non avere nemmeno
adottato i primi accorgimenti per consolidare la frana? Non c bisogno di essere
ingegneri o geologi per capire che, se non si consolida la frana, non si pu fare
nulla. E infatti - lo ribadiamo - fino ad oggi le autorit non hanno fatto nulla.
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I tecnici nazionali e regionali non sanno che una frana va consolidata? Non ci
crediamo. Noi poniamo qualche domanda: e se tutto quello che accaduto fino
ad oggi nellautostrada Palermo-Catania sia stato voluto, dalla frana alla nongestione del post frana? Forse c qualcuno interessato a non far circolare
automobili in questo tratto della Sicilia? E perch? Le solite sperimentazioni di
armi non convenzionali?
Agli osservatori non sfugge che da quelle parti, da anni - ci riferiamo alla galleria
di Tremonzelli - succedono cose strane: automobili che, improvvisamente, si
bloccano perch vanno in tilt gli apparati elettrici. Elettromagnetismo? Forse lo
stesso fenomeno che, dai primi anni del 2000, va in scena a Canneto di Caronia,
piccolo centro delle riviera tirrenica del Messinese? Lanno scorso hanno provato
a farci credere che gli incendi e gli incidenti che si sono verificati dai primi del
2000 fino allo scorso anno a Canneto di Caronia sarebbero il frutto dellazione di
un piromane. Ma noi sappiamo che non cos: non perch lo diciamo noi, ma
perch lha raccontato con chiarezza (come potete leggere qui) il professore Franco
Venerando, che fino al 2008 ha presieduto il gruppo interistituzionale che ha
indagato sui fatti di Canneto di Caronia.
Con buona pace di chi cerca di far passare la tesi del piromane, il gruppo
interistituzionale ha accertato che gli incendi sono stati provocati da fenomeni di
elettromagnetismo. Venerando non ha escluso luso di armamenti ad energia
diretta e altre diavolerie ancora. Insomma , sperimentazioni militari. Siamo
sicuri che i fatti che sono avvenuti in tutti questi anni nella galleria di
Tremonzelli non abbiano nulla a che vedere con le sperimentazioni di armi
probabilmente andate in scena nel basso Tirreno? Siamo proprio certi che la
chiusura dellautostrada non sia legata a questi fatti? Tutte queste stranezze non
hanno nulla a che spartire con il Muos di Niscemi e con le armi atomiche e i
droni di Sigonella?
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Ancora: lo scorso anno venuta fuori la notizia che la Nasa vorrebbe aprire un
osservatorio astronomico a Isnello, sulle Madonie. Adesso avremo anche dei Don
Fabrizi Salina americani che verranno in Sicilia a contare le stelle nel cielo di
Isnello. Ma tutto questo credibile? Insomma che cosa sta succedendo in Sicilia?
Perch tutto questo caos? E chi vuole il caos? E forse perch in Sicilia si attende
il caos totale che chi manovra le fila dellattuale governo regionale sta provando a
stringere su acque e rifiuti? E forse per questo che si sta scatenando la bagarre
sulla Sac di Catania e sulla Gesap di Palermo, le due societ aeroportuali che
fanno gola a gruppi internazionali e nazionali?
La memoria ritorna alla fine degli anni 80 primi sei sette anni del 90 del secolo
passato. Alla fine che successo in Sicilia in quegli anni? Prima hanno
eliminato, scientificamente, la grande imprenditoria dellIsola. Poi toccato al
Banco di Sicilia e alla Sicilcassa. Oggi tocca alla pubblica amministrazione. Che
in Sicilia significa quello che resta dellAutonomia siciliana. Fantapolitica?
Il deputato del Nuovo centrodestra del Parlamento siciliano, Vincenzo Vinciullo,
ieri, a proposito del caos scatenato dalle vere o presunte intercettazioni che
riguardano Crocetta e il dottore Tutino, ha parlato di servizi segreti
stranieri che
Parole che hanno fatto sorridere molti siciliani e molti colleghi giornalisti.
Noi - in materia di economia, di Bilancio regionale, di finanza locale, di questioni
idriche, di problemi legati ai rifiuti, di informatica applicata allamministrazione
regionale e di questioni militari legate a Canneto di Caronia, al Muos di Niscemi
e a Sigonella - non avendo le conoscenze che hanno i nostri bravi colleghi,
ridiamo un po meno. E forse ci sbagliamo. Forse anche noi dovremmo sorridere
di pi. Perch, a pensarci bene, l1 maggio del 1947, a Portella della Ginestra, a
organizzare la strage furono gli uomini della banda Giuliano e non i servizi
segreti americani in combutta con la mafia di Monreale. Cos come, nel 1959, in
Sicilia, i servizi segreti russi e quelli americani non si sono mai fronteggiati: i
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andiamo dietro siamo solo complottisti. In Sicilia tutto va bene, a parte due
dettagli: la realt e la ragione. Ma sono solo due dettagli
http://www.lavocedinewyork.com/Misteri-siciliani-Crocetta-Tutino-default-autostrada-Pa-CtCanneto-di-Caronia-/d/13331/
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un
disposizioni
po
risentiti.
precise
Avevano
dato
anche
sulla
anche ad altri Paesi del Nord Europa. In fondo tutta una questione di soldi.
LEuropa massonica senza radici cristiane (ricordate? la Costituzione europea
che stava per essere approvata), lEuropa della banche e della finanza ragiona
solo con il vil denaro. Altri valori non ce ne sono, a parte, ovviamente, il
compasso, la squadra e i grembiuli che, al di l delle chiacchiere, sempre dai
soldi nascono e con i soldi proseguono, con buona pace dellHiram, specchietto
per le allodole (e per gli allocchi)
Insomma, in vendita non c solo la Grecia, ma potrebbe esserci anche la Sicilia.
Magari dopo la dichiarazione di fallimento. Non forse vero che la Regione
siciliana ormai in default non dichiarato? E non forse vero che, con lultima
legge approvata dal Parlamento siciliano lo scorso 9 Luglio si sono gettate le basi
per far fallire un grande numero di Comuni siciliani? E non forse vero che, una
volta falliti i Comuni, anche le nove Province dellIsola faranno la stessa fine? Di
fatto, si sta profilando uno scenario inedito: una Regione in default, i Comuni e
le Province della stessa Regione in default. Tutto voluto da Roma, da un governo
nazionale - il governo Renzi - espressione piena della volont tedesca. Tutto
pronto per i saldi di fine stagione
Ma prima di addentrarci nei numeri di Regione, Comuni e Province torniamo a
Palazzo Reale. Strano per quanto possa sembrare, piaccia o no, certi restauri, nel
Palazzo Reale di Palermo, sono stati fatti in accordo ai desideri dei tedeschi (e in
parte anche con i soldi tedeschi). Piaccia o no, ma nella piazza del Parlamento,
come gi accennato, non si parcheggia pi. E piaccia o no, di qualche giorno fa
lannuncio del presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, di una
nuova pavimentazione della stessa piazza del Parlamento. Eliminando lasfalto.
Proprio come sarebbe stato auspicato, gi da tempo, dalla leggenda
metropolitana che vede i tedeschi come protagonisti di vicende siciliane...
Il Palazzo Reale agli eredi di Federico Barbarossa - oggi frutto di una leggenda
metropolitana - si incrocia con fatti che leggende metropolitane non lo sono
affatto. Parliamo di vicende che prendono lavvio ad Agrigento e ad Enna nella
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seconda met degli anni 80, quando era gi programmata la caduta del Muro di
Berlino, Tangentopoli e la trappola della moneta unica europea. Linteresse dei
tedeschi per la Sicilia risale a quegli anni. E allora che i teutonici decidono che la
Kainite custodita nel sottosuolo siciliano (nelle miniere dellAgrigentino e
dellEnnese: per esempio, a Pasquasia) non dovr essere sfruttata per non creare
problemi alle industrie tedesche che operano nel mercato dei fertilizzanti. E cos
sar.
Piaccia o no, ma da allora che la Sicilia chiude
il capitolo della Kainite, un minerale ricco di
cloruro di potassio e solfato di magnesio. Da
allora non ha chiuso i battenti solo la miniera di
Pasquasia, in provincia di Enna: da allora, in
Sicilia non si parla pi dei solfati. La
verticalizzazione della produzione (estrazione
dei minerali nellEnnese e nellAgrigentino e
lavorazione nellarea industriale di Siracusa),
ipotizzata alla fine degli anni 80 dallex assessore regionale allIndustria, Luigi
Granata, finisce nel dimenticatoio. A fine anni 80 chiude la miniera di
Pasquasia. E si bloccano anche i progetti per la valorizzazione dei minerali del
sottosuolo agrigentino. Aperte resteranno soltanto due miniere di salgemma: la
miniera di Realmonte, in provincia di Agrigento, e la miniera arroccata sulle
Madonie. Entrambe gestite dallItalkali, societ sulla quale, da sempre, i tedeschi
(e non solo loro) hanno gettato gli occhi.
Di solfati non si parler pi. E infatti ancora oggi la Kainite rimane nel
sottosuolo dellIsola. Attenzione: non ci stiamo inventando nulla. Agli atti, per
chi non crede a quello che scriviamo, c un discorso tenuto a Sala dErcole laula di Palazzo Reale dove si riunisce il Parlamento siciliano - da Guido Virz,
allepoca deputato di Alleanza nazionale. Virz fa nomi e cognomi delle societ e
dei personaggi tedeschi che allora bloccavano (e che ancora oggi bloccano)
lestrazione della Kainite dal sottosuolo siciliano. Se lintervento di Virz - che
comunque esaustivo - non dovesse bastare, ci sono, sempre agli atti, i tentativi
di alcuni sindacalisti agrigentini che, pi volte, hanno provato, senza successo, a
rilanciare la questione dei solfati nella provincia di Agrigento.
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Unaltra storia strana va in scena a Torre Salsa, una Riserva naturale costiera,
sempre in provincia di Agrigento, che si distende lungo il litorale che corre tra
Siciliana marina ed Eraclea Minoa. Torre Salsa - gestita dal WWF - una Riserva
naturale particolare. Che insiste, per il 90 per cento della superficie (quasi 800
ettari), su fondi privati. Coltivati a vigneti e ulivi. Una Riserva che piace molto ai
tedeschi.
Ebbene, da qualche anno sembra che gli agricoltori che operano dentro la
Riserva naturale di Torre Salsa siano oggetto di interessi strani e insistenti.
Sembra che incontrino difficolt nellesercitare lattivit agricola. E sembra che
non manchino i personaggi disposti ad acquistare i loro terreni. E sono in tanti,
oggi, a chiedersi: ma chi ha interesse ad acquistare i terreni che insistono in una
Riserva naturale? Per fare che cosa, poi?
Torre Salsa, ovviamente, una digressione. O quasi. Il tema resta la Sicilia. E la
sua disastrosa situazione finanziaria provocata da Roma. E, forse, sotto questa
luce che va vista lazione portata avanti nellultimo anno dal governo nazionale di
Matteo Renzi nellIsola? Una domanda che chiama altre domande: ci sono dubbi
sul fatto che Renzi sia schierato con la Germania della signora Angela Merkel? e
ci sono dubbi sul fatto che Roma stia facendo il possibile - e forse anche
limpossibile - per far fallire la Regione siciliana? Certo, i giornali nazionali non
scrivono che lo Stato, nellultimo anno, ha scippato alla Regione quasi 10
miliardi di euro. E nemmeno i Tg trattano tale argomento. Anzi, le informazioni
sulla Regione siciliana che passano, a livello nazionale - complici anche forze
politiche come la Lega - sono altre (come potete leggere qui). Ma i numeri sono
numeri e la realt non si pu alterare.
Gli esponenti di Sicilia Nazione, in una conferenza stampa andata in scena due
giorni fa, hanno detto che il governo nazionale vuole fare fallire la Sicilia entro il
2017, scaricando la responsabilit sullAutonomia speciale della Sicilia. In realt,
la Regione siciliana non potr mai arrivare al 2017. Al Bilancio 2015, infatti, sono
venuti meno da 600 a 700 milioni di euro di fondi ex Fas. Soldi che lo Stato,
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sulla carta, stanzia per le regioni meridionali, ma che ogni anno vengono
sistematicamente dirottati, tutti o in buona parte, alle Regioni del Centro Nord,
come sta avvenendo, proprio questanno, con 5 miliardi di euro di fondi Pac:
risorse finanziarie del Mezzogiorno finite, nel 90 per cento dei casi, a titolo di
sgravi fiscali, alle imprese del Centro Nord del Paese.
Non solo. C anche da coprire il buco di un miliardo e mezzo di euro 2014.
Insomma, la Regione siciliana
Palazzo Reale
dellEconomia
del
aprile
di
questanno
(agevolazioni
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tanti i siciliani ad essere convinti che la peggiore dominazione, per lIsola, sia
stata proprio lultima: quella italiana. Del resto - sempre scherzando - diventare
un Lander tedesco potrebbe essere una soluzione. Anche se i teutonici
potrebbero avere qualche problema a digerire Lsu, ex Pip di Palermo, trattoristi
dellEsa e precari vari
Si racconta che, oltre a Palermo, i tedeschi avrebbero dato uno sguardo anche a
Catania. Dicono che sarebbero rimasti un po impressionati dal fatto che nella
citt Etnea mangiano la carne di cavallo. Mentre non avrebbero trovato strana la
ricotta salata o il pecorino sugli spaghetti al nero di seppia. Sarebbero rimasti
colpiti anche dal grande potere di Mario Ciancio (che casualmente, di questi
tempi, non attraversa uno dei suoi migliori periodi, come potete leggere qui).
Detto questo, il Castello Ursino li avrebbe lasciati senza fiato!
Di Messina i tedeschi non avrebbero capito il perch di tanti massoni e di tante
logge massoniche. Troppi incappucciati, avrebbero sussurrato. Il pesce stocco
alla messinese gli sarebbe andato di traverso. Mentre le olive verdi ripiene con la
mollica di pane bagnata li avrebbe conquistati
http://www.lavocedinewyork.com/Sicilia-Regione-Comuni-eProvince-in-default-E-se-la-Germania-si-prendesse-l-Isola-/d/13284/
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Chi
lha
detto
che
con
la
disinformazione si va a sbattere?
Alcuni giornali di Berlusconi, per
esempio, hanno fatto credere ai
leghisti veneti che la Sicilia una
terra alla quale il governo di Matteo
Renzi regala soldi. Per la precisione, 300 milioni di euro freschi freschi. Cos
due simpatici crucchi della Lega veneta, Sergio Divina e Nunziante Consiglio,
hanno preso carta e penna e hanno vergato la seguente nota: Trecento
milioni alla Sicilia per pagare stipendi ai forestali e ai precari. Ora basta, ogni
anno una strenna natalizia per questa regione governata da incapaci. Se
Renzi, Crocetta e Faraone credono di prorogare in eterno questo vero e proprio
Piano Marshall sappiano che non lo permetteremo. Quei soldi vengano siano
indirizzati alle popolazioni venete colpite dalla tempesta perfetta che ha
distrutto interi territori.
caso, Crocetta ha firmato tale accordo qualche mese dopo che la Corte
Costituzionale, in una sentenza storica, ha riconosciuto alla Sicilia quasi 5
miliardi di Euro legati alla cosiddetta territorializzazione delle imposte.
Sarebbe bastato applicare questa sentenza per consentire alla Regione siciliana
di incassare non i 300 milioni di euro, ma quasi 5 miliardi di euro! Non solo.
Nessuno ha detto ai leghisti veneti che, in tre anni, con i cosiddetti
accantonamenti, il governo Renzi ha prelevato dalle casse della Regione
siciliana quasi 3 miliardi e mezzo di euro. Nessuno ha spiegato ai leghisti che lo
Stato, da un paio di anni, incassa lIVA e lIRPEF che spettano alla Regione
siciliana (parliamo di centinaia di milioni di euro allanno).
Anna Finocchiaro
Nessuno ha spiegato ai leghisti veneti che,
sempre
grazie
al
centrosinistra
e
segnatamente alla senatrice Anna Finocchiaro
detta Annuzza - la Regione siciliana, dal
2009, perde circa 600 milioni di euro allanno
di fondi sanitari che avrebbero dovuto essere
compensati
cos
si
prospettava nella
Finanziaria nazionale del 2007 approvata dalla
Camera e poi modificata con un 'codicillo' al
Senato: 'codicillo' sfuggito alla senatrice
Finocchiaro... - da una quota delle accise sui
consumi di carburanti. Potremmo aggiungere i
5 miliardi di euro di fondi Pac che il governo
Renzi ha strappato al Sud per finanziare gli sgravi fiscali alle imprese, quasi
tutte del Centro Nord Italia. Secondo voi lo sanno i leghisiti veneti che le
imprese venete stanno usufruendo di sgravi fiscali pagati con i soldi del Sud?
Insomma, solo per farla breve, questanno, il governo Renzi ha strappato alla
Regione siciliana circa 10 miliardi di euro (come potete leggere qui). Ne sta
restituendo appena 300 che serviranno - e qui hanno ragione i leghisti - per
pagare gli stipendi a qualche migliaio di disgraziati. E i leghisti del Veneto si
lamentano. Ma si lamentano - lo ribadiamo - perch giornali e tv fanno, sulla
Sicilia, uninformazione, come dire?, un po alla greca
Una replica ai leghisti arrivata dal presidente del Parlamento siciliano,
Giovanni Ardizzone: I leghisti - dice Ardizzone - hanno ormai superato ogni
limite: prima facevano politica sfruttando le disgrazie altrui, adesso anche le
proprie. Oltre a essere rabbiosi sono anche inconcludenti. Basta a queste
falsit sui forestali e sulle risorse destinate alla Sicilia. Si avvii un'operazione
verit sui conti - aggiunge Ardizzone - e si scoprir che i 300 milioni di cui
straparlano i due leghisti solo una piccolissima parte delle risorse che in
decenni lo Stato ha trattenuto alla Sicilia, per risanare il debito pubblico
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http://trapani.gds.it/2015/06/21/alcamo-e-arrivato-il-commissarioarnone_372883/
ABUSO D'UFFICIO, CHIESTO GIUDIZIO PER 5 DIRIGENTI REGIONALI
PALERMO - Cinque dirigenti della Regione siciliana sono accusati dalla Procura
di Palermo di abuso d'ufficio. Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per gli attuali
dirigenti generali Giovanni Arnone (Azienda foreste), Vincenzo Sansone
(dipartimento Territorio), Sergio Gelardi (Beni culturali), per l'ex dirigente
generale Pietro Tolomeo e per l'attuale dirigente del servizio personale del
Territorio-Funzione pubblica, Antonio Maniscalco. L'indagine riguarda il 'caso'
Gioacchino Genchi, il dirigente della Regione che sei anni fa fu messo alle porte
dall'assessorato all'Ambiente dopo un giudizio di valutazione espresso da una
commissione composta da Arnone, Sansone e Maniscalco; all'epoca Tolomeo
era a capo del dipartimento. Ne scatur una battaglia legale; Genchi ha sempre
sostenuto di essere stato perseguitato perch ritenuto scomodo avendo
assunto posizioni nette contro alcuni provvedimenti, come per esempio i
termovalorizzatori. Due anni fa il dirigente, sostenuto dalla Cgil, ha ottenuto la
riabilitazione e un risarcimento danni con sentenza del giudice del lavoro;
nonostante ci rimasto ai margini dell'amministrazione. Adesso la questione
si sposta sul piano penale. Il gip decider sulla richiesta del pm a fine
novembre di quest'anno
http://www.lasiciliaweb.it/articolo/99403/sicilia/abuso-dufficio-chiesto-rinvioa-giudizio-per-cinque-dirigenti-della-regione
ARNONE GIOVANNI REVOCA INCARICO GULLO BOLOGNA CORSELLO
MONTEROSSO LUPO GIAMMANCO GELARDI FEBBRAIO 2013 DELIBERA DI
GIUNTA 49
CONDANNATI E RINVIATI A GIUDIZIO, I BUROCRATI CHE IMBARAZZANO
CROCETTA
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Almeno una decina i dirigenti con pendenze giudiziarie che siedono nei posti di
comando. Chi sono e di cosa sono accusati
di EMANUELE LAURIA e SARA SCARAFIA
Dicono che Patrizia Monterosso sia abbattuta e sconfortata. Qualcuno sussurra
che avrebbe preso in considerazione anche l'ipotesi di dimettersi. Di certo il
day after del segretario generale di Palazzo d'Orleans, il capo della burocrazia
regionale, stato amaro dopo la condanna (in primo grado) della Corte dei
conti che due giorni fa le ha intimato di rimborsare quasi 1,3 milioni. Soldi che
la Monterosso - quando era dirigente della Formazione professionale avrebbe dato a enti che non ne avevano diritto. Ora alcuni alleati di peso di
Crocetta, pur riconoscendo la professionalit della Monterosso, si interrogano
sull'opportunit di una conferma della dirigente in quel ruolo. E si chiedono chiedono al governatore - se invece la sua presenza non indebolisca la lotta
agli sprechi proprio nel settore della formazione. Crocetta, sinora, ha difeso a
spada tratta la sua principale collaboratrice. Ma anche l'ultimo attacco di
Montante alla burocrazia regionale ha contribuito a creare un clima non facile a
Palazzo
d'Orleans.
D'altra parte, la Monterosso non da sola: l'elenco dei dirigenti regionali
condannati o sotto processo lungo. Sono almeno una decina gli uomini che
adesso imbarazzano il presidente che ha fatto della legalit la sua bandiera
politica. "La verit che in questa Regione pochi sono esenti da qualche
procedimento. Ma io, delle persone che scelgo, mi fido. Fino a prova contraria",
ha detto il governatore confermando la fiducia nella Monterosso.
Ma chi sono gli altri burocrati dei quali Crocetta si fida nonostante abbiano sulle
spalle condanne o siano sotto inchiesta da parte della magistratura ordinaria e
contabile? Chi sono i dirigenti seduti nei posti di comando nonostante le grane
giudiziarie? C', innanzitutto, Enzo Emanuele, l'ex ragioniere generale che la
giunta a gennaio 2013 ha piazzato alla guida dell'Irfis malgrado sulle sue spalle
pesi una condanna in secondo grado della Corte dei conti: Emanuele sta
restituendo, attraverso un prelievo in busta paga, mezzo milione di euro per la
gestione della megabanca dati giuridica acquistata dalla Regione nel 2005.
Nell'elenco dei burocrati che imbarazzano il presidente, c' pure Giovanni
Pistorio: al segretario regionale dell'Udc - e ad altri 16 politici - la
magistratura contabile ha chiesto di restituire 730 mila euro per aver gonfiato,
ai tempi di Salvatore Cuffaro presidente, il 118 di ambulanze e personale. Ci
nonostante, oggi Pistorio a capo della segreteria tecnica dell'assessore alle
Autonomie Locali Patrizia Valenti nel cui staff, per la verit, siede pi di un
burocrate che ha guai giudiziari. A cominciare dal capo della segreteria Santo
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creare una via di fuga a Scaletta. Perch che la situazione era grave se n'erano
accorti tutti, anche nelle istituzioni e nella protezione civile.
Scritto da Ilaria Raffaele
DALL'ANSA Il Gup di Messina Salvatore Mastroeni ha disposto 15 rinvii a
giudizio e tre proscioglimenti nell'ambito dell'inchiesta sull'alluvione del primo
ottobre del 2009 che colp particolarmente la frazione messinese di Giampilieri
e il comune di Scaletta Zanclea, oltre a paesi della zona ionica. Le vittime
furono 37. A giudizio, tra gli altri, l'ex sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, il
sindaco di Scaletta Zanclea Mario Briguglio, l'ex dirigente della Protezione civile
regionale Salvatore Cocina. Gli altri rinviati a giudizio sono Gaspare Sinatra, ex
commissario straordinario del Comune di Messina, Antonino Savoca, autore di
uno studio geologico; Alberto Pistorio, Giuseppe Rago e Francesco Grasso,
redattori del piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico relativo all'area
territoriale tra il bacino del torrente Fiumedinisi e Capo Peloro; Giovanni
Arnone e Tiziana Flora Lucchesi, dirigenti della Regione siciliana; i progettisti
Francesco Triolo, Salvatore Di Blasi, Giovanni Garufi, ; Salvatore Cotone,
geologo; Giovanni Randazzo, autore della nota geologica a supporto dei lavori
di ripristino della funzionalit idraulica dei torrenti Racinazzi, Divieto e
Saponara. Sono stati invece prosciolti i progettisti Carmelo Antonino Melato,
Agatino Giuseppe Manganaro e Stefano Bello. Sono 168 le persone offese,
compresi il comitato regionale di Legambiente e il Wwf Italia. Il Gup in aula ha
chiesto alla Procura ulteriori indagini perch emergerebbero poi altre presunte
responsabilit. (ANSA)
http://www.ilcarrettinodelleidee.com/sito/cronaca/item/1737-a-processo-peril-disastrp-di-giampilieri.html
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discarica
di
Mazzarr:
un
altro
indagato
Chiofalo a nome del centro studi Cetras e dalla societ Ambiente e Sicurezza.
Il procedimento messinese nasce da uno stralcio dellinchiesta di Catania
sulluso di cemento depotenziato nei lavori per la metropolitana etnea. Allinizio
dellinterrogatorio i magistrati hanno anche accennato di sfuggita al porto di
Riposto, un altro appalto siciliano in cui presente la Maltauro, ma hanno
subito lasciato cadere largomento. Ci lascia supporre che linchiesta possa
spingersi oltre Etnapolis. Al Sole-24 ore risulta, infatti, che il 20 febbraio di
questanno dal dipartimento tecnico della Regione siciliana, diretto da Vincenzo
Sansone, sia partita una denuncia per presunte irregolarit negli appalti dei
porti di Acitrezza e di Riposto, e che tra i destinatari dellesposto vi fossero,
accanto al presidente della Regione, Rosario Crocetta, e alla Procura della
Corte dei Conti, anche le Procure della Repubblica di Catania e Palermo e la
Procura
generale
di
Palermo.
La contestazione riguarda la modalit di affidamento dei lavori per trattativa
privata da parte del dipartimento Infrastrutture. Il caso pi eclatante quello
del porto di Riposto, dove gli originari aggiudicatari della gara la Ira, oggi dei
Maltauro, e la Silva, poi fallita , dopo avere subito dal committente pubblico
la rescissione del contratto per inadempienza, riottennero nel 2009
laffidamento degli stessi lavori per trattativa privata, con ribassi molto inferiori
ai
precedenti
e
quindi
con
maggiori
utili.
Una norma nazionale recepita dalla Regione consentirebbe di adottare questo
tipo di procedura, purch i lavori siano per concessi allo stesso prezzo del
contratto rescisso: condizione che non ricorre nel caso di Riposto. Caso
analogo, lappalto del porto di Acitrezza: prima aggiudicato alla Silva, poi
rescisso e in seguito riaggiudicato in modo privato. Non sappiamo quanti e
quali opere siano state appaltate con identiche modalit. Sappiamo solo che le
due gare in questione sono state gestite da uno stesso ufficio del dipartimento
Infrastrutture diretto da Giovanni Arnone.
Insomma, dopo linterrogatorio di Enrico Maltauro, linchiesta della Procura di
Catania potrebbe espandersi a macchia dolio e finire per coinvolgere la
Procura di Palermo, dove peraltro la questione di Acitrezza e di Riposto fu
sollevata qualche anno fa da uno zelante dirigente regionale, dal cui esposto
era scaturita unindagine poi archiviata.
da http://www.ilsole24ore.com
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Chista a zita
Pino Ciampolillo
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