Você está na página 1de 17

Colpo al clan di Santa Maria di Ges Sequestro e confisca ai Vernengo

Riccardo Lo Verso
Il sequestro di cui destinatario Cosimo Vernengo arriva al termine
delle indagini patrimoniali eseguite dal Gico della Polizia Tributaria di
Palermo. La confisca colpisce, invece, l'imprenditore edile Antonino
Vernengo.
28 marzo 2015

Antonino e Cosimo Vernengo


PALERMO - Valgono un milione e trecentomila euro i beni sequestrati e
confiscati a Cosimo e Antonino Vernengo dalla sezione Misure di prevenzione
del tribunale di Palermo.
Il primo nel 2010 stato condannato a 12 anni di carcere per mafia e
racket con sentenza definitiva. Originario di Avola, nel Siracusano, Cosimo
Vernengo - figlio di Antonino, soprannominato u dutturi, e nipote di Pietro,
entrambi condannati per mafia - stato riconosciuto colpevole di sedici
estorsioni commesse per conto della famiglia mafiosa di Santa Maria del Ges.
Il sequestro che riguarda due appartamenti e un magazzino del valore di 300
mila euro arriva al termine delle indagini patrimoniali eseguite dal Gico della
Polizia Tributaria di Palermo. I redditi dichiarati non sono sufficienti - scrivono
i finanzieri - per giustificare gli acquisti e gli investimenti effettuati
dall'interessato negli anni. Questa sproporzione ha fatto quindi supporre che i
beni ora sequestrati siano stati acquisiti con i profitti dellattivit illecita della
famiglia di origine.
La confisca colpisce, invece, Antonino Vernengo, imprenditore
edile arrestato nel 2007 per intestazione fittizia di beni, con
l'aggravante di aver favorito la famiglia mafiosa di Cruillas, ma assolto
definitivamente nel 2009. La ricostruzione della Procura non servita a farlo
condannare in sede penale, ma basterebbe, sostiene l'accusa, a giustificare la
1 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

confisca del suo patrimonio.


socialmente pericoloso.

Antonino

Vernengo

sarebbe

un

soggetto

Anche in questo caso, i finanzieri agli ordini del comandante Francesco


Mazzotta avrebbero fatto emergere la sproporzione fra gli investimenti e i
redditi ufficiali. La pericolosit sociale, presupposto per l'applicazione della
misura di prevenzione, emergerebbe da alcune intercettazioni telefoniche e da
dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.
Nel 2004 le microspie hanno captato le conversazioni tra Giovanni
Nicoletti, Piero Di Napoli Piero ed Eugenio Rizzuto - tutti esponenti della
famiglia mafiosa della Noce - da cui si evincerebbe che l'impresa di Vernengo
avrebbe dovuto eseguire dei lavori su un terreno a Cruillas perch appoggiato
da esponenti di Cosa nostra. Qualche mese dopo Salvatore Gottuso e Goorgio
Campisi, anche loro indagati nella stessa inchiesta, sostenevano che Vernengo
si fosse accaparrato tutti i lavori nella zona di Cruillas, sbaragliando la
concorrenza di altri imprenditori per via della sua vicinanza a Luigi Caravello,
allora reggente della famiglia di Cruillas: "...perch lui fa parte di
Caravelle...perch comanda lui a Cruillas, per questo". Come imprenditore
sponsorizzato lo avevano descritto anche i collaboratori di giustizia Francesco
Franzese e Andrea Bonaccorso, un tempo affiliati a San Lorenzo.
Ecco l'elenco dei beni confiscati ad Antonino Vernengo: impresa
individuale Vernengo Antonino con sede in via Badia, tre appartamenti in via
Theodor Daubler, una parte di un immobile in contrada Piraineto-Serra
Cardillo, un terreno in via Trabucco, alcuni rapporti e conti correnti bancari.
Questi i beni sequestrati a Cosimo Vernengo: due appartamento e un
magazzino in piazza Ponte dell'Ammiraglio.
http://livesicilia.it/2015/03/28/colpo-alla-famiglia-di-santa-maria-di-gesu-sequestro-e-confisca-dibeni-per-i-vernengo_610486/
LEGGI ANCHE:
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2009/07/palermo-radar-meteo-o-acquario-mari.html
Tra i beni confiscati figurano anche due lussuose ville a Carini, di cui una del
valore di circa un milione di euro in c.da Piraineto, con 13 vani, formalmente di
propriet di un prestanome, fittiziamente intestata ai suoi familiari, Saverio e
Daniela Privitera.
TRIBUNALE DI PALERMO SEZIONE MISURE DI PREVENZIONE DECRETO DI
SEQUESTRO NR. 69/13 (GIA NR. 391/07 R.M.P.), EMESSO IN DATA 12
DICEMBRE 2012 DELLA PREDETTA A.G., DEI SOTTO ELENCATI BENI DEL
VALORE COMPLESSIVO STIMABILE IN 2.068.355,00 RICONDUCIBILI A:
2 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

PIPITONE VINCENZO, NATO A TORRETTA (PA) IL 05.02.1956, GIA REGGENTE


DELLA FAMIGLIA MAFIOSA DI CARINI (PA) E TRATTO IN ARRESTO, A SEGUITO
DI O.C.C.C. NR. 2474/05 R.G.N.R.-D.D.A. E NR. 3828/05 R.G.-G.I.P., EMESSA
IN DATA 24.06.2006 DAL G.I.P. PRESSO IL TRIBUNALE DI PALERMO PER IL
REATO DI CUI ALLART. 416 BIS C.P. (C.D. OPERAZIONE GOTHA). LO STESSO
E STATO CONDANNATO DAL GUP PRESSO IL TRIBUNALE DI PALERMO, IN
DATA 20.07.2007, ALLA PENA DI ANNI 10 E MESI 7 DI RECLUSIONE PER
ASSOCIAZIONE A DELINQUERE DI STAMPO MAFIOSO ED, IN DATA
13.05.2009, ALLA PENA DI ANNI 6 DI RECLUSIONE ED EURO 2.000,00 DI
MULTA, PER ESTORSIONE AGGRAVATA.
VILLA (A/7) SITA A CARINI, C.DA PIRAINETO O DIACONIA, COMPOSTA DA
13,5 VANI, VALORE DEL BENE: 1.000.000,00;
SOGGETTI TITOLARI DEI BENI: PRIVITERA SAVERIO (NATO IN SVIZZERA EE
IL 19.06.1978) E PRIVITERA DANIELA (NATA A CARINI PA IL
07.08.1981);
ALTADONNA LORENZO, NATO A CARINI (PA) IL 04.10.1962, SOTTOPOSTO
DAL TRIBUNALE DI PALERMO S.M.P., CON IL PREDETTO DECRETO NR.
391/07 R.M.P., ALLA MISURA DI PREVENZIONE PERSONALE DELLA
SORVEGLIANZA SPECIALE PER ANNI DUE.
TERRENO SITO A CARINI (PA), ESTESO MQ. 2.505, VALORE DEL BENE:
112.725,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: ALTADONNA LORENZO (NATO A CARINI PA
IL 04.10.1962);
TERRENO SITO A CARINI (PA), ESTESO MQ. 6, VALORE DEL BENE: 270,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: ALTADONNA LORENZO
TERRENO SITO A CARINI (PA), ESTESO MQ. 1.845 VALORE DEL BENE:
83.025,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: ALTADONNA LORENZO (NATO A CARINI PA
IL 04.10.1962);
TERRENO SITO A CARINI (PA), ESTESO MQ. 383 VALORE DEL BENE:
17.235,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: ALTADONNA LORENZO (NATO A CARINI PA
IL 04.10.1962);
QUOTA PARI AL 50% ED INTERO COMPLESSO DEI BENI AZIENDALI
DELLA F.E.A. S.R.L. CON SEDE IN CARINI (PA), SS 113 VALORE DEL BENE:
505.100,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: FIORELLO PIERINA (NATA A CARINI PA IL
12.12.1967) CONIUGE DI ALTADONNA LORENZO;
VILLETTA (A/7) SITA A CARINI, C.DA MARGI CUPOLONE S.N.C., VALORE DEL
BENE: 350.000,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: FIORELLO PIERINA
3 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

PROVVEDIMENTO NR. 112/2013 R.M.P. DEL 09.04.2013, NEI CONFRONTI


DI RUSSO FRANCESCO, NATO A PALERMO IL 26.09.1961, E STATO DISPOSTO
IL SEQUESTRO DI BENI MOBILI, ATTIVIT COMMERCIALI E DISPONIBILITA
FINANZIARIE ALLO STESSO RICONDUCIBILI. IL CITATO SOGGETTO E STATO
DESTINATARIO DI ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE N.
13350/08 RGNR 800017/09 GIP EMESSA DAL GIP, PRESSO IL TRIBUNALE DI
PALERMO IN DATA 04.06.2008, PERCHE RITENUTO RESPONSABILE DEL
REATO DI CUI ALLART. 629 C.P. AGGRAVATO DALLART. 7.
IL VALORE COMPLESSIVO DEI BENI PROPOSTI PER IL SEQUESTRO E
STIMABILE INEURO 1.305.000,00 .
DITTA INDIVIDUALE MONDO CARTA DI RUSSO SALVATORE CON SEDE IN
PALERMO, LARGO EDOARDO ALFANO, ESERCENTE LATTIVIT DI COMMERCIO
ALLINGROSSO DI CARTA, CARTONE E ARTICOLI DI CARTOLERIA VALORE
DEL BENE: 540.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: RUSSO SALVATORE NATO A PALERMO IL
5.10.1984
LOCALE COMMERCIALE SITO IN PALERMO, VIA TOMMASO CAMPAILLA
VALORE DEL BENE: 40.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA, NATA A PALERMO IL
21.3.1963
APPARTAMENTO SITO IN PALERMO, VIA TOMMASO CAMPAILLA VALORE DEL
BENE: 180.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA
APPARTAMENTO IN PALERMO, VIA TOMMASO CAMPAILLA N. 55 VALORE DEL
BENE: 130.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA
APPARTAMENTO SITO IN PALERMO, VIA TOMMASO CAMPAILLA N. 55
VALORE DEL BENE: 130.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA
APPARTAMENTO SITO IN PALERMO, VIA DEL MEDICO VALORE DEL BENE:
70.000
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA
APPARTAMENTO SITO IN PALERMO, VIA DEL MEDICO N. 12 VALORE DEL
BENE: 110.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA
APPARTAMENTO SITO IN PALERMO VICOLO EMPEDOCLE NR. 13
(CATASTALMENTE VIA QUINTINO SELLA 66) VALORE DEL BENE: 80.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: RUSSO SALVATORE NATO A PALERMO IL
5.10.1984

4 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

AUTOVEICOLO (SUV) HYUNDAI IX35 VALORE DEL BENE: 20.000,00


SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: RUSSO SALVATORE
AUTOVEICOLO AUDI MODELLO A2, VALORE DEL BENE: 5.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: RUSSO DANIELE NATO A PALERMO IL
13.8.1986
POLIZZA ASSICURATIVA VALORE DEL BENE: IN CORSO DI VALORIZZAZIONE
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: RUSSO FRANCESCO

SEQUESTRATE TRE MEGAVILLE AL RE DEI SURGELATI

Tre megaville, due in contrada Serracardillo a Carini e una in via Temi


a Partanna Mondello, sono state sequestrate dalla Dia a Salvatore
VITRANO
Altadonna, CARAVELLO LUIGI, CONTRADA PIRAINETO SERRA CARDILLO CARINI,
GIOVANNI IENNA, MAFIA SEUQESTRO BENI, PERINO, Pipitone, RESIDENCE MUSSO,
SEA RESIDENCE, VERNENGO ,VITRANO,LO DUCA
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.com/2014/12/e-accaduto-isola-delle-femmine.html

MAFIA. BLITZ A CARINI, 21 ARRESTI. Video delle


intercettazioni

CALOGERO PASSALACQUA

Controllava il pizzo, lo spaccio di droga, le assunzioni e i licenziamenti nelle


imprese e gestiva tutta lattivit criminale del carinese. E Calogero
Passalacqua, il personaggio centrale delloperazione Grande Padrino
Le indagini che allalba di oggi sono sfociate nellarresto di 21 persone a Carini,
sono partite da Vito Caruso, il pescivendolo del Bivio Foresta, consuocero di
5 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

Passalaqua, 80 anni, detto Battista i Santi, il reggente della locale famiglia


mafiosa, che dalla propria abitazione, dove era agli arresti domiciliari, muoveva
le fila della consorteria. Per Vito Caruso, lesercizio commerciale un punto di
incontro privilegiato per i personaggi inseriti nella famiglia mafiosa. Lo
confermano i passaggi delle mogli dei detenuti, alla quali il pescivendolo cede
gratuitamente il pesce necessario a soddisfare il fabbisogno familiare e quello
dei reclusi. Le indagini sulla pescheria, hanno fatto luce anche su un
significativo traffico di stupefacenti, sopratutto cocaina, che al telefono, viene
chiamata in codice,gamberoni.
Uno dei soggetti che fa visita dal pescivendolo Giuseppe Evola. In una
circostanza, Evola riceve una telefonata della moglie, cugina della consorte di
Passalaqua, Maria. La donna riferisce di avere appena parlato con Maria, che le
ha chiesto di passare con loscuro per non attirare lattenzione.
I militari a questo punto avviano il monitoraggio dellabitazione di Calogero
Passalaqua, un edificio nel cuore di Carini. Per i carabinieri difficile avvicinarsi
a quella casa, persino i bambini, figli di affiliati, hanno istruzione di guardarsi
dagli sbirri mentre giocano in strada. Emergono cos i contatti tra il padrino e
altri soggetti, incontri brevi ma anche vere e proprie riunioni. Passalaqua
intratteneva rapporti con Giangranco Grigoli e Salvatore Sgroi, considerati il
suo braccio operativo. Il primo un muratore vicino di casa, gi noto per
essere stato arrestato a Montepulciano nel 97, per aver favorito la latinanza di
Passalacqua. Laltro il genero del padrino, gi sorvegliato speciale, con
precedenti per spaccio di stupefacenti. Emergono anche i rapporti con Vito
Failla, altro favoreggiatore storico e Croce Frisella, suo nipote. Per i carabinieri,
il quadro investigativo chiaro. Calogero Passalaqua stava cercando di
assumere il controllo incontrastato del territorio, grazie ai suoi uomini di
fiducia.
Come accade spesso erano i commercianti a rivolgersi ai mafiosi. Il titolare di
un bar del centro di Carini, dopo avere subito un furto, aveva chiesto
lintervento di Passalacqua. Si scopr che a rubare era stato un suo dipendente.
I gregari del padrino commentavano cos la notizia: dove ti danno da
mangiare e bere sbagliato lo capito per ma vero dove si mangia e si
beve gli si va a rubare?. E cos il dipendente infedele era stato condotto in un
luogo isolato in montagna per essere giudicato secondo le regole donore di
Cosa nostra. Dalle conversazioni intercettate emerge che gli avevano
addirittura scavato la fossa per seppellirlo. Ma poi stato lo stesso titolare del
bar a salvarlo. Tutti possiamo sbagliare disse.
In questo contesto si consuma il 27 aprile del 2009, il danneggiamento
allescavatore di Giacomo Lo Duca, gregario di Passalaqua, allinterno di un
residence a Villagrazia di Carini. Si era trattato di un dissidio interno tra la
famiglia del padrino e quella dei Pipitone, al quale hanno assistito i carabinieri,
nato dal mancato rispetto di un patto per la spartizione di lavori tra gruppi
mafiosi, in un territorio che conosce unestesa lottizzazione e per questo
6 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

consente enormi guadagni.


avvertimento per Lo Duca.

Lincendio

del

mezzo

stato

dunque

un

I responsabili dellatto intimidatorio sono stati individuati dagli investigatori,


Antonino Buffa, Croce Maiorana, Giuseppe Pecoraro e Antonino Pipitone. Ma in
realt anche Lo Duca ha dei sospetti, che in effetti vengono confermati. Per
questo motivo, convoca Buffa e Maiorana che si impegnano a ripagare il
danno, per poi fuggire dalla Sicilia e raggiungere gli Usa, in attesa che si
calmino le acque ed evitare una nuova guerra di mafia.
A Carini, agli imprenditori locali imposta lassunzione di soggetti indicati dalla
consorteria mafiosa. Sopratutto guardiani notturni, ma anche operai e
impiegati. La filosofia estortiva di Passalaqua risparmia il pagamento della
messa a posto delle piccole attivit commerciali e alle imprese appena avviate.
Limpiego di un gregario garantisce autonomia economica agli affiliati del
sodalizio e permette anche il costante monitoraggio delle attivit, rafforzando il
controllo del territorio, stretto in una pesante morsa criminale. Assunzioni e
licenziamenti sono eseguiti a comanda secondo le indicazioni ricevute dai
vertici della famiglia mafiosa.
Il video con le intercettazioni
GLI ARRESTATI
CALOGERO PASSALACQUA, nato a Carini 7.6.1931, pluripregiudicato per associazione
a delinquere di tipo mafioso;
- MARGHERITA PASSALACQUA, nata a Carini 30.03.1973 (figlia di Calogero);
- SALVATORE SGROI, nato Carini 23.10.1964 (marito di Margherita Passalacqua);
- PIETRO SGROI, nato Carini 03.09.1960 (cugino di Salvatore Sgroi);
- GIANFRANCO GRIGOLI, nato Carini 12.07.1973;
- GIACOMO LO DUCA, nato Carini 24.11.1953;
- CROCE FRISELLA, nato Carini 11.07.1965;
- VITO FAILLA, nato Carini 27.02.1966;
- GIUSEPPE EVOLA, nato Carini 01.01.1945 (cugino acquisito di Calogero Passalacqua);
- CROCE MAIORANA, nato Carini 03.11.1984;
- ANTONINO BUFFA, nato New York 14.12.1976;
- GIUSEPPE PECORARO, nato Carini 02.04.1967;
7 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

- GIUSEPPE BARONE, nato Palermo 24.04.1956;


- MATTEO EVOLA, nato Cinisi 05.09.1946;
- VITO CARUSO, nato Carini 20.03.1957 (consuocero di Calogero Passalacqua);
- GIUSEPPE CARUSO, nato Carini 01.01.1976 (figlio di Vito Caruso);
- GRAZIA CARUSO, nata Carini 24.08.1956 (moglie di Vito Caruso);
- SALVATORE RUGNETTA, nato Carini 29.12.1974;
- ETTORE ZARCONE, nato Palermo 17.09.1971;
- ROSARIA GRIPPI, nata Palermo 17.12.1969 (moglie di Giuseppe Caruso) ;
- FAHD AYARI, nato Tunisi 26.04.1987.
- See more at: http://www.teleoccidente.it/wp/mafia-blitz-a-carini-21arresti/#sthash.cwpShWgc.dpuf
Oltre 400 Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno condotto nella
notte unarticolata operazione finalizzata alla cattura di 21 persone colpite da
ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palermo
(Gip. Piergiorgio Morosini) su richiesta di un pool di magistrati della Direzione
Distrettuale antimafia (Viola, Del Bene, Paci, Vaccaro) guidati dal Procuratore
aggiunto Antonio Ingroia. Si tratta di Gli Calogero Passalacqua, 80 anni,
pluripregiudicato per associazione a delinquere di tipo mafioso, la figlia
Margherita, 38 anni, il genero Salvatore Sgroi, 47 anni, il cugino di
questultimo, Pietro Sgroi, 51 anni, Gianfranco Grigoli, 38 anni, Giacomo Lo
Duca, 58 anni, Croce Frisella, 46 anni, Vito Failla, 45 anni, Giuseppe Evola, 66
anni, cugino acquisito di Passalacqua, Croce Maiorana, 27 anni, Antonino Buffa,
nato New York, 35 anni, Giuseppe Pecoraro, 44 anni, Giuseppe Barone, 55
anni, Matteo Evola, 65 anni, Vito Caruso, 54 anni, consuocero di Passalacqua,
Giuseppe Caruso, 35 anni, Grazia Caruso, 55 anni, Salvatore Rugnetta, 37
anni, Ettore Zarcone, 40 anni, Rosaria Grippi, 42 anni, Fahd Ayari, tunisino di
24 anni. I reati contestati vanno dallassociazione a delinquere di tipo mafioso,
al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, allestorsione, al
danneggiamento. La vasta operazione antimafia lesito di complesse attivit
tecniche e di riscontri sul territorio che hanno permesso di far luce sugli
equilibri mafiosi nel territorio di Carini nellimmediato hinterland occidentale
di Palermo dopo la cattura del noto boss Salvatore Lo Piccolo e del suo uomo
di riferimento in quellarea, Gaspare Pulizzi. Per oltre un anno i Carabinieri
hanno monitorato gli uomini donore e i loro gregari, registrando in tempo
reale le decisioni del reggente della famiglia mafiosa: Calogero Passalacqua 80
anni, detto Battista i Santi che, ristretto agli arresti domiciliari, muoveva le
fila della consorteria. La ricostruzione delle dinamiche mafiose tocca la gestione
8 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

degli affari illeciti e la lotta con le famiglie antagoniste, intrecciandosi con il


tessuto sociale della comunit sulla quale la famiglia mafiosa estendeva il
proprio potere. Lanziano padrino infatti, replicando i modelli pi radicati della
cultura mafiosa, oltre a controllare gli interessi illeciti della famiglia, dirimeva
controversie, elargiva raccomandazioni, rendendosi disponibile ad ascoltare
tutti coloro che lo richiedevano. Il risultato delle indagini dei Carabinieri
unistantanea della consorteria che consente di individuare i partecipi della
famiglia mafiosa e di cogliere le tensioni interne al sodalizio. Per comprendere
appieno la complessit dellattivit investigativa condotta dai Carabinieri
bisogna analizzarne le risultanze in relazione a quanto emerge dai pi
importanti provvedimenti cautelari eseguiti sul territorio di riferimento e dalle
sentenze dei successivi processi. La famiglia di Carini riconducibile al
mandamento di San Lorenzo Tommaso Natale, uno dei pi estesi e
potenti di Cosa nostra palermitana. La consorteria ha sempre avuto un
ruolo di primo piano allinterno dellorganizzazione, tenuto conto della presenza
di soggetti come i fratelli Vincenzo, Angelo Antonino e Giovanbattista Pipitone,
e di padrini storici quali Calogero Passalacqua e Salvatore Gallina, tutti gi
emersi nel corso del maxiprocesso. Loperazione Occidente del 2007 aveva
evidenziato limportante ruolo della famiglia mafiosa dei Pipitone, nel cui
ambito si inserivano anche i parenti di Calogero Passalacqua e di Salvatore
Gallina. Le indagini avevano documentato ricorrenti tensioni allinterno del
gruppo. Di seguito, la cattura di Ferdinando Gallina, figlio di Salvatore, e
loperazione Libero presente entrambe attivit condotte dalla Compagnia di
Carini nel 2008 spiana la strada alla piena reggenza di Passalacqua.
Lanziano padrino tornato sul suo territorio e, ancorch in regime di
detenzione domiciliare, richiama a s i suoi fedelissimi, imponendo una nuova
strategia. Il pizzo sistematico che a cadenza periodica pagavano i
commercianti, gli artigiani ed i piccoli imprenditori, era solo vessazione
esercitata nei confronti di chi produce, che originava malumore e dissenso. La
messa a posto dei lavori pubblici invece occasione per creare consenso:
permette di avvicinare gli imprenditori, ai quali saranno promessi vantaggi in
cambio di una tassa. Gli affari si devono concludere senza fare scrusciu, in
sordina, senza far ricorso al sostegno delle armi: tutto si deve svolgere in
immersione, sottacqua. A questo momento si rivolgono le nuove investigazioni
dei Carabinieri che, con riferimento al ruolo egemone del Passalacqua,
assumono la denominazione di Grande Padrino. Le indagini partono da Vito
Caruso, il pescivendolo del Bivio Foresta, consuocero di Calogero
Passalacqua. Lattivit lavorativa gli consente di controllare un punto
nevralgico del territorio e serve anche a celare unintensa attivit di spaccio.
Lesercizio commerciale un punto dincontro privilegiato per i molti
personaggi inseriti nella famiglia mafiosa e in questo senso la figura del
pescivendolo del Bivio emerge per la sua assoluta disponibilit al sodalizio. Lo
confermano i passaggi delle mogli dei detenuti, alle quali il pescivendolo cede
gratuitamente il pesce necessario a soddisfare il fabbisogno familiare e quello
dei reclusi, cui viene consegnato in occasione dei colloqui. Per gli uomini
donore saper che quel pesce giunge da Vito Caruso una garanzia: la famiglia
9 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

mafiosa non si dimenticata di loro e dei loro parenti. proprio uno dei
soggetti che pi frequentemente fa visita al pescivendolo del bivio, Giuseppe
Evola, un sensale che opera su tutta la zona, a condurre gli inquirenti al
padrino. In una circostanza Evola riceve la telefonata della moglie, cugina
della consorte di Calogero Passalacqua, Maria. La donna gli riferisce che ha
appena parlato con Maria che le ha chiesto di passare per consegnargli
qualcosa. Il tono sospetto della telefonata non sfugge agli investigatori: Evola
non chiede informazioni e la moglie gli suggerisce di passare con lo scuro
per non attirare lattenzione. I militari, a questo punto come in un gioco a
domino, avviano il monitoraggio dellabitazione di Calogero Passalacqua.
Ledificio nel cuore di Carini: un vero fortino che, con la complicit del
vicinato, gli garantisce il totale controllo di quanto avviene allesterno delle
mura domestiche. E difficile avvicinarsi a quellabitazione senza essere notati.
Persino i bambini, figli di affiliati, hanno istruzione di guardarsi dagli sbirri
mentre giocano in strada. Eppure i militari, con coraggio e abilit, riescono a
penetrare quellambiente ostile, per guardare e sentire. Emergono cos i
frequenti contatti tra larrestato domiciliare e altri soggetti, confermando la sua
piena reggenza sul territorio: in alcuni casi si tratta di brevi scambi di battute
dal balcone di casa, in altri si giunge a vere e proprie riunioni, tenute in locali
attigui alla dimora che sfruttano un ingresso secondario. I principali rapporti
coinvolgono Gianfranco Grigoli e Salvatore Sgroi. Il primo un muratore vicino
di casa, gi noto per essere stato arrestato a Montepulciano nel 1997 per aver
favorito la latitanza di Passalacqua. Laltro il genero del padrino, gi
sorvegliato speciale di P.S. con precedenti anche per stupefacenti. I due
pregiudicati sono il vero e proprio braccio operativo del padrino. Di seguito
emergono altri soggetti. Si tratta di Vito Failla, altro favoreggiatore storico di
Calogero Passalacqua il cui fratello Antonino Failla scomparso nel 1999
vittima di lupara bianca e Croce Frisella, nipote di Calogero Passalacqua. Le
risultanze confermano appieno il quadro ipotizzato dei Carabinieri: il tentativo,
posto in essere da parte del Passalacqua, di ricostituire lorganigramma della
famiglia mafiosa di Carini, recuperandone loperativit a pieno regime grazie ai
suoi uomini di fiducia di sempre, ed assumendone lincontrastata posizione di
vertice. Questi contatti e queste riunioni permettono ai Carabinieri di capire in
tempo reale obiettivi e strategie della cosca. Ed anche uno spaccato di come
Cosa nostra opera e ragiona nel secondo millennio. In questo contesto, si
consuma il 27 aprile 2009 il danneggiamento allescavatore di Giacomo
Lo Duca, allinterno del residence Serracardillo di Villagrazia di
Carini. Lo Duca un gregario di Passalacqua, titolare di unimpresa di
movimento terra operante su tutto il territorio carinese. Si tratta di un
vero e proprio segnale ritorsivo ai danni di una delle principali attivit
economiche della famiglia, il movimento terra, in un territorio che
conosce unestesa lottizzazione e per questo consente enormi
guadagni. I Carabinieri assistono in diretta al complesso sviluppo della
vicenda che, oltre a fornire indicazioni precise sulle gerarchie della
famiglia mafiosa, offrir un esempio tangibile di applicazione del
codice donore mafioso secondo la strategia dellimmersione seguita
10 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

da Passalacqua. Si tratta, in effetti, di un dissidio interno: la reazione


al mancato rispetto di un patto per la spartizione di lavori tra i gruppi
mafiosi. In base ad un vecchio accordo, i lavori di sbancamento e
movimento terra dovevano essere gestiti in sinergia tra le ditte
riconducibili a Giacomo Lo Duca (riferimento Passalacqua) e Giuseppe
Pecoraro
Cagnuleddu
(riferimento
Pipitone):
al
primo
lo
sbancamento, al secondo il trasporto degli inerti. Quando Giuseppe
Pecoraro viene arrestato nel 2007, Lo Duca smette di servirsi della sua
ditta e acquista propri camion per effettuare i movimenti di terra. No,
non li hanno fatti lavorare pi, ai camion di Cagnuleddo, mi hai capito?
commenta Giuseppe Evola Cagnuleddo gli ha fatto comprare lescavatore,
lui e li ha messo in mezzo lui A questi due li ha messo, Battista neanche li ha
guardati a questi, li ha messi in mezzoCagnuleddo Gli ha fatto trovare
lescavatore, il camion, tutte le cose, e sono rimasti conCagnuleddo, Comp voi
scavate ed io si comprato anche il camion, mi hai capito?.. Lincendio del
mezzo, dunque, un avvertimento per Lo Duca. I responsabili dellatto
intimidatorio sono subito individuati dagli investigatori: Antonino Buffa
e Croce Maiorana, rispettivamente cognati degli uomini donore,
allepoca reclusi, Giuseppe Pecoraro e Antonino Pipitone. E da loro
giunto lordine dellazione. Lo Duca non ci mette molto a capire e
convoca i due soggetti. Sostiene di aver piazzato delle telecamere a
sorveglianza degli escavatore. In realt bluffa, ma vede giusto e cos i due
finiscono per ammettere tutto. La tragedia avanza. Dal carcere giungono
minacce di suicidio dal parte del Pecoraro, che teme per lincolumit del
cognato Buffa. Sullesito della vicenda pronuncia lultima parola il padrino.
Passalacqua, al pari di altri reggenti della sua stessa generazione ricorre solo in
casi eccezionali allo spargimento di sangue. I suoi gregari lo tengono
costantemente informato quello gli ha fatto questo discorso e quelli lo hanno
finito, e gli ricordano di essere sempre pronti ad imbracciare le armi i
ragazzi sono caldi. Ma lequilibrio dellanziano capo cosca prevale e con il suo
carisma impone la volont di pax mafiosa. Grigoli commenta che non si pu
solo correre, riferito sicuramente al soprassedere su tali problemi legati alla
gestione della famiglia, mabisogna pure fare quello che si deve fare,
lasciando intendere di propendere per una soluzione pi drastica. Lo Duca,
invece, consapevole di non poter far nulla senza lautorizzazione del
Passalacqua, fa notare che solo se si conta sopra, e quindi con lassenso
del boss, ci si pu muovere. La vicenda pare concludersi con limpegno assunto
da Buffa e Maiorana a ripagare il mezzo danneggiato, nelle more sostituito con
un escavatore messo a disposizione dal suocero dello stesso Buffa. I due
comunque sono costretti ad abbandonare immediatamente Carini e la Sicilia
per raggiungere gli U.S.A. Maiorana ritorner a Carini dopo pochi giorni, il
tempo sufficiente a far calmare le acque. Buffa, invece, permarr pi a lungo,
tanto che anche moglie e figli lo raggiungono. La famiglia mafiosa non gli pu
consentire il rientro. una questione di onore e di prestigio dopo laffronto
procurato. Cos si esprime al riguardo uno degli uomini di fiducia del
Passalacqua ma quello ti sta inquietando a te?Se dobbiamo andarequesta
11 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

la leggelAmerica, devono andare in America, comandano loro,


comandano... In Pennsylvania Tony Buffa si dedica alla pizzeria dei genitori,
ormai da decenni trapiantati in quella terra. L sar una squadra dellF.B.I. a
controllarlo, tenendo i Carabinieri sempre informati dei risvolti della vicenda
oltreoceano. Lo studio dei personaggi e della loro vita attraverso la lente di
ingrandimento delle attivit investigative ha consentito ai Carabinieri di
esaminare un metodo di imposizione adottato dalla famiglia mafiosa per
sostenere economicamente gli affiliati: agli imprenditori locali imposta
lassunzione di soggetti indicati dalla consorteria. La filosofia estorsiva di
Passalacqua risparmia il pagamento della messa a posto alle piccole attivit
commerciali e alle imprese appena avviate, ritenendo che non si debba
aggiungere alle gi gravose difficolt economiche delle piccole imprese un
ulteriore peso economico. Le imprese diversamente sono costrette ad
assumere: guardiani notturni per
lo
pi, ma anche
operai e
impiegati. Limpiego di un gregario garantisce autonomia economica agli
affiliati del sodalizio e permette anche il costante monitoraggio delle attivit
economiche, rafforzando il controllo del territorio, stretto in una pesante morsa
criminale. I riscontri dei Carabinieri confermano il sistema di collocamento
avviato. Assunzioni e licenziamenti sono eseguiti a comando dagli
amministratori delle imprese secondo le indicazioni impartite dal vertice della
famiglia mafiosa. A seguito della minaccia indirizzata al responsabile di
unazienda da uno dei gregari del Passalacqua Mondo con mondo non si
toccano, le persone s.. il licenziamento del dipendente viene sospeso. Le
indagini dei Carabinieri hanno fatto luce anche su un significativo traffico di
stupefacenti che vede come personaggio principale Vito Caruso, il pescivendolo
del bivio Foresta. Le visite in pescheria e presso labitazione, alle ore pi
disparate della notte, con fare frettoloso e guardingo, indicano contatti
frequenti per lo smercio della droga con puntuali conferme nellattivit di
intercettazione. Il codice legato chiaramente allattivit di pescheria: Va
bene prepara qualche 5 chili di gamberoniuna cosa di questetanto per
mangiare questa serava bene?Sto arrivando, ciao. Il vero significato del
linguaggio tradito per un verso dalle incongruenze delle conversazioni (il
costo del pesce indicato nelle telefonate, che non corrispondente ai prezzi di
mercato [spesso il prezzo del pesce spada o della neonata veniva fissato a
80/90 euro al Kg.] e non pu che essere riferito allo stupefacente ceduto
(intendendo 80/90 euro al grammo, per la cocaina) e per altro dai riscontri sul
territorio (a volte i Caruso riferiscono agli acquirenti di essere sprovvisti di
pesce alle richieste generiche ricevute telefonicamente, mentre dalle riprese
video e dai riscontri effettuati dai militari in transito appurato che in quel
momento in pescheria vi un grande assortimento di pesce e lattivit
commerciale procede regolarmente). Quindi i Carabinieri raccolgono i riscontri
dagli acquirenti. I soggetti che hanno incontrato Caruso vengono fermati e
spesso indosso hanno sostanza stupefacente. Un acquirente dichiara ai militari
di aver acquistato la cocaina a Palermo, poi contatta telefonicamente Caruso e
gli comunica laccaduto .. non puoi salire tu che ti devo parlare? Cos
successo? .. eh.. poco fa non te lo posso dire per telefono! Il pesce non
12 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

era buono? No, peggio, me lo hanno tolto!. Al traffico partecipano


attivamente le donne del gruppo. Il coinvolgimento delle donne nel traffico
un tratto gi pi volte riscontrato in provincia di Palermo. In questo caso, la
moglie del pescivendolo del Bivio e la convivente di suo figlio Giuseppe
contattano i rispettivi mariti, quando assenti, in occasione di visite di clienti e,
in alcuni casi, si occupano della custodia e delloccultamento dello
stupefacente.
http://www.teleoccidente.it/wp/mafia-blitz-a-carini-21-arresti/
Presso lufficio Abusivismo edilizio della Polizia Municipale di Carini si
accertato che potrebbe trattarsi o dellimmobile ubicato a Carini in via delle
Genziane nr. 26 (contrada serra Cardillo) di propriet di TRUPIA Salvatore nato
a San Michele di Genzaria (CT) il 06.08.1945 e della moglie RATTINUTI Cosima
nata a Palermo il 17.09.1951, sequestrato nel 2004 per abusivismo edilizio,
oppure, meno probabile, dellimmobile ubicato in questa contrada Piraineto,
adiacente alla contrada Serra Cardillo, via dei Pini nr. 3, di propriet di
SICILIANO Salvatore nato a Palermo il 07.01.1958 ed ivi residente in via E.
Albanese nr. 7, sequestrato nel 2003 per abusivismo edilizio e
successivamente dissequestrato (PAGINA 248 ORDINANZA DI APPLICAZIONE
DELLA MISURA COERCITIVA DELLA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE ADDIO
PIZZO 5)
TRIBUNALE DI PALERMO SEZIONE MISURE DI PREVENZIONE DECRETO DI
SEQUESTRO NR. 69/13 (GIA NR. 391/07 R.M.P.), EMESSO IN DATA 12
DICEMBRE 2012 DELLA PREDETTA A.G., DEI SOTTO ELENCATI BENI DEL
VALORE COMPLESSIVO STIMABILE IN 2.068.355,00 RICONDUCIBILI A:
PIPITONE VINCENZO, NATO A TORRETTA (PA) IL 05.02.1956, GIA REGGENTE
DELLA FAMIGLIA MAFIOSA DI CARINI (PA) E TRATTO IN ARRESTO, A SEGUITO
DI O.C.C.C. NR. 2474/05 R.G.N.R.-D.D.A. E NR. 3828/05 R.G.-G.I.P., EMESSA
IN DATA 24.06.2006 DAL G.I.P. PRESSO IL TRIBUNALE DI PALERMO PER IL
REATO DI CUI ALLART. 416 BIS C.P. (C.D. OPERAZIONE GOTHA). LO STESSO
E STATO CONDANNATO DAL GUP PRESSO IL TRIBUNALE DI PALERMO, IN
DATA 20.07.2007, ALLA PENA DI ANNI 10 E MESI 7 DI RECLUSIONE PER
ASSOCIAZIONE A DELINQUERE DI STAMPO MAFIOSO ED, IN DATA
13.05.2009, ALLA PENA DI ANNI 6 DI RECLUSIONE ED EURO 2.000,00 DI
MULTA, PER ESTORSIONE AGGRAVATA.
VILLA (A/7) SITA A CARINI, C.DA PIRAINETO O DIACONIA, COMPOSTA DA
13,5 VANI, VALORE DEL BENE: 1.000.000,00;
SOGGETTI TITOLARI DEI BENI: PRIVITERA SAVERIO (NATO IN SVIZZERA EE
IL 19.06.1978) E PRIVITERA DANIELA (NATA A CARINI PA IL
07.08.1981);
13 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

ALTADONNA LORENZO, NATO A CARINI (PA) IL 04.10.1962, SOTTOPOSTO


DAL TRIBUNALE DI PALERMO S.M.P., CON IL PREDETTO DECRETO NR.
391/07 R.M.P., ALLA MISURA DI PREVENZIONE PERSONALE DELLA
SORVEGLIANZA SPECIALE PER ANNI DUE.
TERRENO SITO A CARINI (PA), ESTESO MQ. 2.505, VALORE DEL BENE:
112.725,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: ALTADONNA LORENZO (NATO A CARINI PA
IL 04.10.1962);
TERRENO SITO A CARINI (PA), ESTESO MQ. 6, VALORE DEL BENE: 270,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: ALTADONNA LORENZO
TERRENO SITO A CARINI (PA), ESTESO MQ. 1.845 VALORE DEL BENE:
83.025,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: ALTADONNA LORENZO (NATO A CARINI PA
IL 04.10.1962);
TERRENO SITO A CARINI (PA), ESTESO MQ. 383 VALORE DEL BENE:
17.235,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: ALTADONNA LORENZO (NATO A CARINI PA
IL 04.10.1962);
QUOTA PARI AL 50% ED INTERO COMPLESSO DEI BENI AZIENDALI
DELLA F.E.A. S.R.L. CON SEDE IN CARINI (PA), SS 113 VALORE DEL BENE:
505.100,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: FIORELLO PIERINA (NATA A CARINI PA IL
12.12.1967) CONIUGE DI ALTADONNA LORENZO;
VILLETTA (A/7) SITA A CARINI, C.DA MARGI CUPOLONE S.N.C., VALORE DEL
BENE: 350.000,00;
SOGGETTO TITOLARE DEI BENI: FIORELLO PIERINA
PROVVEDIMENTO NR. 112/2013 R.M.P. DEL 09.04.2013, NEI CONFRONTI
DI RUSSO FRANCESCO, NATO A PALERMO IL 26.09.1961, E STATO DISPOSTO
IL SEQUESTRO DI BENI MOBILI, ATTIVIT COMMERCIALI E DISPONIBILITA
FINANZIARIE ALLO STESSO RICONDUCIBILI. IL CITATO SOGGETTO E STATO
DESTINATARIO DI ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE N.
13350/08 RGNR 800017/09 GIP EMESSA DAL GIP, PRESSO IL TRIBUNALE DI
PALERMO IN DATA 04.06.2008, PERCHE RITENUTO RESPONSABILE DEL
REATO DI CUI ALLART. 629 C.P. AGGRAVATO DALLART. 7.
IL VALORE COMPLESSIVO DEI BENI PROPOSTI PER IL SEQUESTRO E
STIMABILE INEURO 1.305.000,00 .
14 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

DITTA INDIVIDUALE MONDO CARTA DI RUSSO SALVATORE CON SEDE IN


PALERMO, LARGO EDOARDO ALFANO, ESERCENTE LATTIVIT DI COMMERCIO
ALLINGROSSO DI CARTA, CARTONE E ARTICOLI DI CARTOLERIA VALORE
DEL BENE: 540.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: RUSSO SALVATORE NATO A PALERMO IL
5.10.1984
LOCALE COMMERCIALE SITO IN PALERMO, VIA TOMMASO CAMPAILLA
VALORE DEL BENE: 40.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA, NATA A PALERMO IL
21.3.1963
APPARTAMENTO SITO IN PALERMO, VIA TOMMASO CAMPAILLA VALORE DEL
BENE: 180.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA
APPARTAMENTO IN PALERMO, VIA TOMMASO CAMPAILLA N. 55 VALORE DEL
BENE: 130.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA
APPARTAMENTO SITO IN PALERMO, VIA TOMMASO CAMPAILLA N. 55
VALORE DEL BENE: 130.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA
APPARTAMENTO SITO IN PALERMO, VIA DEL MEDICO VALORE DEL BENE:
70.000
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA
APPARTAMENTO SITO IN PALERMO, VIA DEL MEDICO N. 12 VALORE DEL
BENE: 110.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: GAMBINO ANTONIETTA
APPARTAMENTO SITO IN PALERMO VICOLO EMPEDOCLE NR. 13
(CATASTALMENTE VIA QUINTINO SELLA 66) VALORE DEL BENE: 80.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: RUSSO SALVATORE NATO A PALERMO IL
5.10.1984
AUTOVEICOLO (SUV) HYUNDAI IX35 VALORE DEL BENE: 20.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: RUSSO SALVATORE
AUTOVEICOLO AUDI MODELLO A2, VALORE DEL BENE: 5.000,00
SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: RUSSO DANIELE NATO A PALERMO IL
13.8.1986
15 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

POLIZZA ASSICURATIVA VALORE DEL BENE: IN CORSO DI VALORIZZAZIONE


SOGGETTO TITOLARE DEL BENE: RUSSO FRANCESCO

Giornale di Sicilia 24 Dicembre 2010

Erano legati ai Lo Piccolo Sei condannati e due assolti


Aveva sempre protestato la propria innocenza e il tribunale del riesame lo
aveva scarcerato dopo un mese e mezzo di carcere. Ma le descrizioni, le
testimonianze, le accuse avevano indotto i giudici di primo grado a condannare
comunque (a 12 anni) Lorenzo Altadonna, 47 anni, imprenditore di Carini,
ritenuto colluso e legato al clan dei boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo: ieri,
per, dopo un anno e mezzo complessivo di custodia cautelare, l'imputato e
stato assolto in appello.
Con lui anche Francesco Biondo, che rimane comunque in carcere, perche sta
scontando un' altra condanna. La sentenza di appello del processo Occidente
conferma l'impianto dell'accusa, ma le gene anche grazie alle due
assoluzioni escono ridimensionate. Sei i condannati e per quattro ci sono
state riduzioni di pena:
Angelo Conigliaro, pure lui di Carini, ha avuto 14 anni, contro i 15 del primo
giudizio; Vincenzo Curulli da 6 anni a sceso a 4 anni e 6 mesi; Antonio
Cusimano da 8 a 4; Giorgio Iaquinoto da 5 e mezzo a 4 anni. I due per i quali
le condanne sono state confermate sono Vincenzo Collesano, nei cui confronti a
stata ribadita la pena di 13 anni, e Antonino De Luca (12 anni).
La sentenza di ieri e della sesta sezione della Corte d'appello, presieduta da
Biagio Insacco. I giudici, alle 16.30, dopo sei ore di camera di consiglio, hanno
accolto quasi del tutto la richiesta del pg, che puntava alla riconferma della
decisione di primo grado. Accolte anche le tesi dei legali di Altadonna (assistito
dagli avvocati Nino Agnello, Nino Mormino e Carlo Ventimiglia), e di Biondo,
difeso dagli avvocati Raffaele Bonsignore e Nino Zangh e che in primo grado,
col meccanismo della continuazione con una precedente condanna, aveva
avuto 11 anni e 5 mesi. Cusimano, difeso dagli avvocati Riccardo Russo e Velio
Sprio, si e visto derubricare it reato di estorsione aggravata in violenza privata
aggravata dall'agevolazione di Cosa nostra e la pena, rispetto alla decision del
tribunale, gli e stata cosi dimezzata. A Iaquinoto (avvocato Vincenzo Lo Re) e
Curulli (avvocato Aldo Spatafora) stata tolta l'aggravante di avere agevolato
Cosa nostra.

16 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

Il processo era scaturito da un blitz congiunto di polizia e carabinieri, che il 25


gennaio del 2007 aveva portato a una cinquantina di arresti. Colpito il clan Lo
Piccolo, nelle sue ramificazioni tentacolari delle zone di Tommaso Natale,
Resuttana, Sferracavallo, Carini, ma anche della Noce.
Il procedimento si era poi diviso in due tronconi: uno era stato celebrate col
rito abbreviato dal Gup Sergio Ziino (sentenza del 7 agosto 2008) e poi dalla
prima sezione della Corte d'appello, che il 10 luglio scorso aveva inflitto 110
anni a 19 imputati; nell'altro, celebrato col rito ordinario dalla terza sezione del
tribunale, la sentenza di primo grado era stata pronunciata it 3 luglio del 2009,
con otto condanne e due assoluzioni di pesoo: erano stati scagionati infatti,
anche se da accuse relativamente poco gravi, sia Salvatore Lo Pic-colo)
(rispondeva di due estorsioni, ai danni degli imprenditori Scalici e Billeci) che
un altro pluriergastolano di lungo corso, Salvatore Biondo detto il lungo. La
Procura non aveva fatto ricorso e le due assoluzioni sono definitive. Con la
sentenza di ieri sono stati confermati pure i risarcimenti di primo grado. I
giudici hanno disposto anche it pagamento delle spese legali in favore delle
parti civili ammesse nel giudizio: si tratta del Comune di Carini, della Provincia
di Palermo e delle associazioni Addiopizzo, Fai (Federazione anti-racket),
Assindustria provinciale, Sos Impresa, Confcommercio. A patrocinarle, fra gli
altri, gli avvocati Catty Pillitteri, Salvatore Forello, Salvatore Caradonna, Maria
Luisa Martorana, Marco Manno, Fabio Lanfranca, Fausto Amato.
Altadonna, detto 'U pacchiuni, era stato arrestato nel blitz del gennaio di tre
anni fa ed era stato rimesso in liberta dopo una quarantina di giorni, su ordine
del tribunale del riesame, per mancanza di gravi indizi. Al processo, collegio
presieduto da Raimondo Loforti gli aveva inflitto un anno in pi della richiesta
dei pm. Poi l'imputato era stato riarrestato. L'accusa sosteneva che Altadonna
avesse messo la propria impresa a disposizione di Cosa nostra, di Salvatore e
Sandro Lo Piccolo e del Toro uomo di fiducia nel Carinese, Vincenzo Pipitone.
Determinante, contro di lui, la deposizione di un suo collega imprenditore
vittima del racket, che aveva detto di avere incontrato Altadonna in presenza
di Pipitone, che cerco di impormelo per alcuni lavori che dovevano essere
eseguiti in un capannone.

Riccardo Arena
EMEROTECA ASSOCIAZIONE MESSINESE ANTIUSURA ONLUS
A CURA DEL COMITATO CITTADINO ISOLA PULITA DI ISOLA DELLE FEMMINE
http://nuovaisoladellefemmine.blogspot.it/2015/04/blog-post_6.html
17 DI 17 CARINI PIRAINETO CONTRADA SERRA CARDILLO COLPO AL CLAN DI SANTA MARIA DI GES SEQUESTRO E CONFISCA AI VERNENGO

Você também pode gostar