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142
[,A L-IIIESA
r_AcililisA
143
,
I cf. i u i , p . 2 ' ) .
' l u t. , p . ) 1 .
lo
C o m e s i v e d e ,l o s t u d i o s o
i n s o s t a n z a f a p r o p r i a I ' i d e a d i Y . - M . C o n g a r , a n c h e s e l a e s p o n ei n f o r m a p i
articolata.
144
LAcHutsiA
LA CHlt- :SA
r45
interp fetazronee comprensione11.A. Dulles ci sernbrache sia l'autore che ha studiato con rnaggiorcura I'applicazionedi tale concetto
alla realt della Chiesalt. Lo studiosoelenca5 "modelli" ecclesiologici applicati dalla teologiaalla Chiesanel corso dei secoli:istituzio'
fle, comunione mistica, sacramento,annunciatricekerygmatLc,serva/mrnistral6.Fa presente che gi questa pluralit un segno che
nessunodi essi coglie ed esprime in misura esaustivaIa realt della
Chiesa,data specialmentela sua dirnensioneprofonda, "nisterica";
per cui tutti i "modelli" sono da consideratecomplementarilT.Ma
ScriveA. Dulles:<Quando un'immagine
che cosa un "rnodello"?18
riflesso
e critico per approfondire la propria
in
modcl
rata
adope
comprensioneteoreticad una realtsi ha ci che oggi viene chiarnato "modello". Alcuni modelli sono anche irnmagini, qtrelli che possono essereprontamenteimrnaginati.Altri invecesono di natura pi
astratta e non sono precisarnenteimmagini. Nella prirna classesi
possono mettere tempio, vigna e gregge;nella seconda,istituzione,
societ,comunitrrle.Le scienzefisiche e sociali fanno uso di "modelli" per coglieree rappresentarsila realtsotto studio con supporti
conoscitivipi familiari oppure con strumenti concettualie vocaboI "modelli" non sono copie,
lario in qualchemodo corrispondenti2O.
ma elaboraziontsimbolichee concettualiche hanno una certa corrispondenzacon Ia rcalt e sono utili strulnenti per studiarla in pro14 Osserviamoche qualcheautore invecedi far ricorso al concettodi "modello" usa il termine "indiriz zo": si trarttaowiamente di un concetto meno scientifico,
tuttarriaespressivodel contenutoindicato dal primo: si'u'edaad esempioB. Moniur'i,
La cbiesaprimizia tlel regno, f)ehoniane, Bologna 1986, pp. I49-15I.
15Ci riferiamo in particolare al suo libro Models of the Church, f)oublecley,N.
York 19872.
t6 Per questo "modello", piuttosto recente,segnaliamolo stimolantestudio di
S. SasucRr.,La Chiesa serua di Dio. Per una ecclesiologia,lel seruizict,Dehoniane,
Bologna 1,992.
lz Si veda al riguardo quanto scrive nelle pp. 195-196.
l8 Va osservatoche A. Dulles usa anche il termine "paradigm" al posto di
" m o d e l " : c f. i u i , p p . I 0 - ) ) . I n t a l m o d o c o l l o c al a t e m a t i c ad e l " m o d e l l o " e c c l e s i o logico nel conresrodella grande problematica dei paradignri cultr-rralie del lorcr
"spostamento"o della loro successionenel corso della storia umana teotizzatiin
'l'.U.
Kuhn e I. Lakatos. Sul piano teologico il problema stato
particolare da
rratrato con cura da Il. KtlNc, Theologieim Aufbruch, Piper, Mnchen 1986, pp.
1 5 Is s .
te lui, p. T.
20 C[. iui,
1't.2).
146
LA CHIESA
strrettiva
teoreticae pratica. Certo, Va notata Ia differenza dello studio scientificodella realt da quello dell'esperrenz'a,
religiosache tocca la dirnensionesoggettivadell'^pertura dell'uorno al mistero2l.Ad
ogni rnodo, se si tiene adeguatamente
conto di tale differenza si pu
"rnodello"
far ricorso all'uso del
in teologia,tenendo presenti i due
tipi di essi:il chari.ficatore
e I'esploratore;il primo sintetizzaci che
gi conosciamoo almeno incliniamo a creclere;il secondo,di natura
euristica,ha la capacitdi condurre a comprensioniteologichepiu
profonde, ovviamentesulla basedella norma della fede che viene dal
passatodella Scrittura e della lradrzrone22.
Se ci avvaliamodi qucsta accezronedell'idea di "modello" in
teologia,possiamocomprendereche per studareil pensierodi un
autore non sufficienteconsideraresemplicementele irnmagini e i
concetti che usa, rna dobbiamo prestare attenzioneanche a quelle
realtpi cornplesse
ma allo stessotempo sinteticheche sono i "modelli" e/o i "lraradigmi"con cui esprimela sua intuizionedella realt
'fenendo
che tratta.
conto di quanto detto, prima di cercaredi individuare il "modello" o i "modelli" ecclesiologicicui l'Aquinate fa
ricorso, analizzramola variet cli linguaggioche usa per designarela
realt della Chiesa;essaci offre la base per poter dare una risposta
alla dornandasui "modelli" ecclesiologicicui fa ricorso.
LA CI{ IE,SA
147
148
r-A (.l"ilti.sA
ha l'.tpressione <<colfvocatio
fideliurnr>]1.
Per quarlto riguarda "congregatio",si tratta di un termineche egli usain quasitutti i suoi scritti.
Tuttavra,va notatochein alcunipassilo intendepiuttostosottoI'aspetto
societarro)2,in altri nell'ottica della fede: la Chiesa non altro che
aggrega'ztone
dei fedelili; congregazionedei feclelill, riunita grazLe
j6.
all'unit della fedelt in Dio
TaIe caregoriaallora in Tomrnasodesigna Ia Chiesa come realt che dotata di e deve mirare all'unit,
principahnenteall'unit teologale,unit nella fede, unir in Diol7.
-_ la Chesa- da altre con<Ci che distinguequestacongregazione
g,reg,azioni,
osservaG. Sabra,non si colloca sul piano della struttura
tliuridicae sociale,ma piuttosto su quello del rapporto con Dio Trinit
e, di conseguenza,della condotta morale che deve seguire da tale
rapporto>>i8.
Il terminefirelium tntendesottolineareI'aspetto militantc,l'esserein via versola patrr.l,che invece la congregaliocompre/tentiunie. Con il richiarno alla fede ffirJeles) sottolineato I'aspetto di
pellegrinaggionella prospettivadella conoscenzaancora imperfetta;
per I'Angelico infatti la salvezza sta nella conoscenzadella verita0.
In base a quanto richiamato,fatte le debite precisazron1Si pu
dire allora che I'Aquinate concepisceed indica la Chiesacome <<congregatio fideliumn4I.
3.2.4. Corpusrnysticum.Si tratta della designazrone
tomrnasianaclellaChiesaindubbiamentepi studiata42.
Vediamo I'uso e la
) r C f . G . S R s r u ro, . c . ,p . , 1 .
) 2 C f . I \ / S e n t . ,2 0 , I , 4 a d 1 .
) ) I n I D e c r . ,( 1 1 8 2 ) .
)a Symb.,9: <<Circa
quod scienc'lurn
est, quod ecclesiaest idem qucld congregatio. Unde L,cclesiasanctaidem est quod congregatiofideliumo.
) i I n I D e c r . ( 1 1 8 2 ) :< U n i t a sa u t e m E c c l e s i a ee s t p r a e c i p u ep r o p t e r
fidei uniIatem>>.
16Cf. In II Tltess.,c. I, l. 1: <Ecclesiamcongregationern
dicit: quae debet esse
in l)eo, alias est malarr.
)7 Cf . G. SannR,o.c., pp. 56-i7 .
)8 lui, p. 57.
t e I u i , p . 5 7 . E l o q u e n t eq u e s t op a s s ot o m m a s i a n o<: < E , c c l e s i a
e c u n d u ms t a t u m
viae est congretatiofideliutn; sad secrrn,lurustatumpatriae est congregatioconprehentiumrr: .|Th, III, 48 , 4, ad 2.
40<rConsistit
humanasalusin veritatiscognitione)):Corrupend.
Theol.,c. 1, proem. Ci vale anche per il suo prolungamentonella visione beatifica.
'rr
Cos Y.-M. CoNc,qt<,Ecclesiaet populus, o.c., p. 162.
a2Sono moltissimigli studi al riguardo.Ne richiamiamoalcuni: M.
GnnnuANN,
Die Lehrc des hl. Thomas uon der Kirchc als Gottesuerk, Regensburg 19; J.Il.
I-A CIJIISA
t49
150
LA CI{IESA
I.A ('HIESA
15r
p
A
r
s
a
,
la
dalle lotte che la Chiesadovevaaftfontrarecontro I'eresiae contro I'islam,e ntentre
la tradizionirleantitesicitr rerrena- citt celestetende a iclentificarsicon i1 nuovo
b i n o m i o C h i e s am i l i t a n r e- C h i e s at r i o n f i n t e ,I ' e c c l e s i o l o g idae l s e c o l oX I I I f a p a s s a r c i n p r i m o p i a n o I ' i d e a d e l l a ( . h i e s ac o m e u n c o r p o , c h e i n r p l i c au n i t e o r d i n e ' .
come in ogni corpo, I'essenziale, per i maestri del XIII
Nel corpo ecclesiastico,
Il cristanesimoin Occidente da I'licea alla Rifonna, in II.-I{.
secolo, la resra>>:
Oscar Mondadori, Milano 1992, p- 299.
ryistianesimo,
del
Prrr,cH,Storia
50.57'h,lII, B, 1. Si renga presentequestaaffermazionefondamentaledell'Angelico: .<Ipse(Christus)est principium quodammodo omnis gratiae,secundum htr> :e V e r i t . , 9 , 5 . S i t r a t t a o w i a m e n i t a t e ms, i c u t D e u s e r s tp r i n c i p i u m o r n n i s e s s e >D
di ri-creazione.
postlapsaria,
grazia
pensiero,
della
suo
del
contesro
nel
nrente,
t l P e r u n ' a n a l i sd
i e l l ' e s p r e s s i o need e l s u o c o n t e n u t os i v e d a I { . M H L E N ,U n a
ruysticapersona,Citt Nuova, Roma 1968; pp. 52-57. Per l'uso che f'omnraso fa
dell'.rpi.rrione nei stroi commenti alle lettere paoline si veda I'accuratostudio di
Cbrist antl the Church: una personamysticain the pauline commenV. SwTERAZ!(rsr;^,
taries of St. 7'homasAquinar, in St'fom, 59, Libreria Editrice Vaticana, Citt del
Vaticano 1g9i, pp. ng-250; cf. anche C. Scnruznro,La gratia Capitis in San T'ontmttso d'Aqttino, cit.
, 2 C f. S I ' b , I I I , 1 9 , 4 , a d 2 ; I I l , 4 8 , 1 : < < l nq u a n t oC a p o d e l l aC h i e s aC r i s t oc o n l a
s,ma per tutte le membratt;Il Sent.,27,
sua passionemerit la salvezzanon solo tr'rer
l, 6. Su questo asperrodel merito in Tommaso si veda A. Mtnar-lEsLa perspectiua
sapiencialtle la teologadel merito,in StT'om.11, o.c., pp. 2%J03, spec.100-101.
5r Cf. Ill Sent, 18, 1, 6, qla. 1 ad 2. AffermaancoraTommaso:<<Ergo
dicendum
(,hristi ad
ideo
satisfactio
E,t
persona
mystica.
quasi
una
quod caput et membra sunt
a n c h e/ z
v
e
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1
.
S
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o-n.,
r52
t,A CIIIESA
LA CI.IIESA
153
per la Chiesa,le
Tomrxasousamolte designazronL
Conclu,Jendo:
due pi frequenti e pi significativesono congregatiofldelium e corpus ruystcu?/.
Sono entrambecentrali nel suo pensieroecclesiologico; ambeduesono profondamentcteologiche.Non sono coestensive.
Corpus rnysticum un concetto pir arnpio di congregatiofideliurn,
che pu essercriferita solo alla Chiesanella storia. corpus pi cristologico; congregatio sottolinea rneglio la dirnensionedella Chiesa
come corurrit urn'anae la realtdella fcde dei soggetti.I due termini accentuanoaspetti diversi, comunque si richiarnanoI'un l'altro,
coffre in qucsto testo tommasiano:<<quantumad corporis unitatem
dicens,"nos autem", scilicetqui estisin unitatefide congregati,"estis
corpus Christi>rt').
t d i d e m c o r p u se c c l e s i aaed q u o d
i ' A n c i e n ' l - e s t a r n e n"ti:t a p a t r e sa n t i q u ip e r t i n e b a n a
n o s p e r t i n e m u s "( . f / . r ,I I I , 8 , J , a d l ) , i l e n t e n ds i m p l e m e n tp a r c o r p u s " a l i q u a m u l t i t u t o o r d i n a t a " ( l l l . , 8 , L , a d 2 ) . D s q u ' i l a i d e n t i t d e f o i e s s e n t i e l l ei l, y a u n t e l
corpus,une rglir.".Si vedaancheiui, p.5)L):<.Chez'l'homas
et en gnraldansI'ide
'I
corl)orativede son poque,corpus n'implique pas la visibilit. honraslui-mmele
d l t i n i t" m u l t i t u d o o r d i n a t ai n L r n u m "( S T ' h I, I I , 8 , 1 , a d 2 ) > > .
5 7 C f . S ' L ' hI,I l , 8 , 3 ; I I I , 8 , 4 , a d 2 ; I I I , 8 0 , 2 , a d 2 : g l i a n g e l i s o n o d e t t i
pur se in diversi modi; ln Col., c. I, l.
appartenentialla ..societascorporis mystici>>,
s i t e n g a p r e s e n t eq u a n t o e s p o s t os u l r a p p o r t o d i C r i s t o
5 . S u q u e s t aa p p a r t e n e n z a
con gli angeli nella cristologia.
tti Ci. G. Snnna,o.c., pp. 67-6t1.Si veda anche Y.M. CoNc;Rn,La uision de
l'Eglisc, o.c., pp. fi8-54I.
5 eI n I ( r t r . , c . X I l , 1 . 3 .
154
t " Ac H t E S A
LA CI{IESA
155
156
t.A CFIITJSA
qualeprincipio vitale (Spirto)in tutte le suemembra, attivatee ordinate a svolgereuna funzione per il bene rJell'insieme70.
Da quantclabbiamo rnessoin evidenza nell'analisidel linguaggio
usato da Tomtnaso,sulla base dello studio di G. Sabra,possiamo
dire che i "modelii" indicati claCongar e da Mondin nelle pagine
tommasianerisaltanocli piu, sono pi espliciti;tuttavta' anchequello
indicato da Rclrdoni realmentepresentee pu raccoglierein unit
sintetica,coerenteed euristicai diversi elementiecclesiologicilargamente diffusi nell'opera dell'Angelico. indubbio che il "modello"
somaticoa livello di forrnulaztoneesplicitasia predominante.Tuttavla, opportuno osservareche il "modello" della "comunione/societa dei santi" esprimein modo piu eloquentela partecipazione
soggettiua dci credenti alla vita comunionaledell'insiemedel "corpo" di
Cristo "Capo" animato dal suo Spirito, mentre quello della "comunit in via" sottolineamaggiorrnentela dirnensioneclinarnica,
peregrinante erJescatologica
della Cornunit dei credenti. Uno studio adeguato della visione della Chiesadi Tommaso deve tenerli presenti e
ualorizzarli tutti, nella consapevolezzache tutti, nella loro apertura
reciprocama anchenella loro identit e irriducibilit colgono e rendono una realt di per se ricca e cornplessa.
l-A C[{rF.SA
157
carnatoe lo Spirito concorronoa metterein atto un medesimoprogetto divino, rna con partecrpazroneappropriataalle singolePersone.
Su questosfondo trinitario va collocatoil suo discorsosulla Chiesa,
etfetto o produzione dell'rntzLativadi graziadi Dio kf{ectus gratiae,
bontmgratiac).Vedianroin dettaglioi suoi tre princpi costitutivi:la
g,raziadi Dio, I'azione di Cristo e l'anim^zrone dello Spirito.
5.I . La Chiesa ef.fettodella grazia di Dio
Per Tornmasoil principio di esistenzae di vita della Chiesa la
grazLad Dio. Vista alla luce di Dio, quindi nella tipica prospettiva
teologicatommasiana,la Chiesa I'effetto della pot enzadivina sul
piano della grazta72.
Essa "effectusgratiae"T);appartiene"ad bo"ad
num grattae"T4
essegratiere"75.
La sua storia uno sviluppo
o
dell'azione della graziadivina nel ternpo76.
Questo I'aspetto teo-logicodella sua ecclesiologia.Corne vedremo, dall'Angelicoesso messoin rapporto con Cristo e lo Spirito
divino. Tutt avia,in corrispondenzaal suo metodo di considerarela
realt "sub ratione Dei" e nella sua uscita kxitus) e nel suo ritorno
a Dio Ueditus)prima di aver spiegatoil mistero di Cristo (la II e IIIIae sono posteprirna della III), egli non si senteobbligato a premettere la tr^ttazione di Cristo a quella della Chiesa77.
Ma come si rcahzzaIa Chiesanella storia quale opera della gtazra di Dio? Qui emergeil discorsosu Gesu Cristo come "origo" e
"fons" della graziae quello sullo Spirito come distributore di essa.
Per questo prestiamo attenzioneai suoi fondamenti costitutivi cristologico e pneumatologico.
158
LA Cf"IIESA
t,A C} I IESA
r59
160
LA CHIESA
161
r::rt)o,n p ersonalem at:tionem ipsius
merJiante natura u mant, seclto^
Christi)".
Qui abbiarno un'afferrnazLoneirnportante, che ci rinvia al teura,
gi trattato in cristologia,della strurnentalitdell'urnanitdi Cristo
nell'opcra della salvezza.Dal testo per si evince un'accentttazione
della grazla: la Personadivina
della dimensione dialogico-personale
tnrziattva
sovranasi rivolge aIIapersocon
che
clel Verbo incarnato
na urnana per anirnarla con la sua vita di grazra con lo Spirito;
che ha Ia sua radice nell'incarnazione,lna, come abbiamo
Lnlzrativa,
visto nella cristologia, ha la sua causameritoria nella passionee la
sua causaefficientenella risurrezionedi Cristo (da ricordare quanto
detto nell'esposizioneclella cristologia:per alcuni tale causa il
"Cristo risorgerte",in fieri, per altri il "Cristo risorto", in facto
esse,pcr Galot il Cristo nei clue mornenti intimamente connessi).
e risorto, il
La persona del Verbo incarnato, sofferente-crocifisso
"corpo"
che la Chiesa, cotne Dio il
principio della vita del
principio di tutto l'essereloo.
7. Lo Spirito Santo e la Chiesalol
Ma la grazia anche grazladello Spirito Santo,che, come abbiai fedeli aI Figlio>, facendo s che essi vivano
mo detto, <<conduce
della grazrache Ges Cristo Verbo incarnato, quale sua origine e
autore,intendedonareloro. Vediamo brevementequestoaspettodeltommasiana.
I'ecclesiologia
La teologia dello Spirito Santo, speciahnentein rapporto aIIa
Chiesa,non stata molto sviluppata dall'Aquin atet]2. Tuttavia ci
e e. s T b ,I I I , 4 9 , ) , a d 1 .
r00
Questa anaiogiasi trova in De Verit., 29, 5: <Poich il Cristo produce
Unfluit) in cerro modo gli effetti della graziain tutte le creature razionali,ne segue
che egli in certo modo la fonte (principium) di tutta la grazia secondo la sua
umanit, come Dio la fonte (principium) di tutto I'essere.Cos, conle in Dio si
trova riassuntatutta la perfezionedell'essere,cos nel Cristo si trova tutta la pienezegli stessopu agire in grazia,ma
za della graziae della virt. Per questo non solc-r
anche condurre gli altri alla grazia;per questo egli Capor.
l0l Si vedano gli studi gi citati di
J. lvahoney,E,. Sauras;si veda anche E.
VarrrmER,Le S. Esprit principc tl'unit tJcl'E,glised'aprs5.T'hctruasd'Aquin, rn MlLa uisionde l'Eglise,o.c., pp.fi2-fi4;
ScReli|c)48)175-I96;cf. ancheY.-M. CoNGAR,
G. Snnna, o.c.,pp. 94 ss.
I t l 2p i q u e s t op a r e r e s o n o Y . - M . C o n g a r ,G . S a b r ae a l t r i .
r62
t"AcHttisA
pu
rispondere:
Cristo
tale qtresitoI'Angelico
(Padre,
^
I'uomo
Trinit), ffi lo Spirito la forza che rporta
Dic
Cristo e quindi a Diolot. Riferendosi sia all'aztonedi Cristo che a
quella dello Spirito per il ritorno dell'uomo (e della creazrone)a
f)io, in particolare nella Chesa e attraversola Chiesa "corpo" di
Cristo, G. Sabr;gscrive ottimamente:<<CristorcahzzI'opera oggettiva della saVlza, ma la partecipazione a frutti di tale reahzzazione opera dello Spirito Santo.Perci, si potrebbe dire che Cristo
il cQ:sltuenteoggettiuo della Chiesa quale sorgente e mezzo di
gra'zia,nia lo Spirito che abilita gli uomint a ricevere e ad
"appropriArsi" di tale gazra,ed egli perci il costituentesoggettir)o della Chiesal06.Con la sua potenza motrice ed impellente lc>
Spirito ci rende abili ^ rispondere all'opera di Cristo, perci portando la Chiesa all'esistenz4 come per dire, dal basso.Queste due
attivit, comunque, non dovrebbero essereviste come sostituentesi
l ( ) ' S c r i v eI ' A n g e l i c oi n C G , l V , c . 2 0 : < < E xh o c e t i a r nq u o d S p i r i t u sS a n c t u sp e r
nroclumamoris procedit; anror autem vim quandam impulsivam et motivam habet:
morus qtri est a l)eo in rebus, Spiritui Sanctoproprie attribui videtur>.
l()4(-f. specialmenteS'l'h, Ill, prol. e diversi passiaprportatinella cristologia.
Itrs1, ftrase di Y.-M. Cc,NcaR,
La uisionde l'Eglisc,o.c.,p.5)2. L'autore rinvia
a t e s t it o m m a s i a n iC: o* p t i l . T h e o l . , I ,c . 1 4 7 ; L G , I V , 2 0 ; S T h , l , 4 r , 6 , a d 2 ; I n G a l . ,
c . V , 1 . 4 . S i v e d aa n c h eq u e s t ot e s t o :< < [ nv i t a s p i r i t u a l io m n i s m o t u s n o s t e rd e b c t e s s e
a S p i r i t u S , a n c r o >I n> :G a l . , c . V , 1 . 6 . L o s t u d i o s oe s p o n ei l p e n s i e r od e l l ' A q u i n a t ei n
qucsn rernrrni:<<f)onnaux honrmeset l'gliseen suite de la Passion-Rsurrection
d . J s r r s i, l d o n n e I ' o e u v r ed u V e r b e i n c a r n l e m o u v e m e n te t I ' e f f i c a c i t p o u r l a v i e
ternelle.S. Thomas attribue l'sprit tout le mouvementdu retour l)ieu. C'est lui
a t t r i b u e rl ' t r ec l y n a m i q u leu i - m m ed e I ' E g l i s e >i>u:i , p . f i 2 . I l C r i s t o i l " C a p o " d e l l a
(-hiesa,lo SpliritoSantone il "cuore", .,1.rnoteursecretde sa vie>>:
iui, y-tp.
Y2-5)),
r i n v i a n d oa D e V c r i t . , 9 , 4 , a d 7 ' ,S " [ h , l I I , 8 , 1 , a d J .
106qi rengapresenreil seguentepassodell'Aqtrinate:<Filius ergo tradit nobis
d o c t r i n a m ,c u r n s i t V e r b u m ; s e d S p i r i t u s S a n c t u sd o c t r i n a ee i u s n o s c a p a c e sf a c i t .
, t i o s u s e r i t s e r m o d o c t o r i s ,J o b ) 2 , 8
N i s i S p i r i t u s S a n c t u sa c l s i tc o r d i a t r d i e n t i s o
I n: I c t a n , n . 1 0 5 8 .
I n s p i r a t i oO m n i p o t e n t i sd a t i n t e l l i g e n t i a m ) >
r6)
l'una l'altra e non ctovreoo.: :::1.
troppo separateo clisti.te,
perchTornrrasoritiene che Io Spirito opera attraversoCristo e che
Cristo dona lo Spirito>>l07.
Detto questo,si pu comprendereil cornpito che I'Angelico ri. realtzzandola vita
conosceallo Spirito: donare I a grzrasantificante
di fede, speranzae carit; donare le grazLegrattrite, ovvero t carisrni
come gratiae gratis datae: essereil principio di unit che fa dei
fedeli Ia "congregatiofideliun", Ia "congregatiocredentium'r108,
Dopo aver espostoil pensiero dell'Aquinate al riguardo, ci potremmo chiederese I'ecclesiologiatommasianasia primariamentecnstologicao pneumatologLca;se la Chiesasia essenztalmente" corpo di
In sostanzaci si pu
Cristo" oppure "Chiesadello Spirito Santo't10e.
chiederese la graztadi Dio, costitutivo fondamentaledella Chiesa,
vada riferita primariamente all'azionedi Crsto o a quella dello Spirito
Santoll0. Una rispostaadeguataalla domanda richiederebbeun'analisi della dottrina trinitaria e della visione di Cristo e dello Spirito
dell'Aquinate nella storia della salvezza,che qui non possiarnof.arc.
Comunque,pensiamoche si possasostenereche per I'Angelco,pur
essendosiail Cristo "Capo" che lo Spirito "anima" del "corpo" principi vitali costitutividella Chiesacome effectusgratae,abbia una cerla prospettivacrstologicarispetto a quellu pneuT??atolota precedenza
gica.In quanto Ges Cristo, Verbo fatto carne, "origire" e "fonte"
di essa,si deve pensaread una certa premi nenzadella sua funzione
rispetto a quella dello Spirito, quindi ad una preminenzadell'aspetto
cristologicorispetto a quello pneumatologicolll. Lo Spirito Santo
comunqueanch'esso principio costitutivodella Chiesa.AIla funzio-
107O.c., p. 96.
Lo8Cf . iui, pp. 96-104.
loe pri titoli di studi cledicatiall'argomentosi potrebbe dedurre che sia entranrbe le cose:si vedano ad esempio:T.-M. Kpppu,Zur Lehre tles hl. Tbomasuon
Aquin uom Corpus Christi M),sticum, cit.; J. MRrtoNEy, T'he Churcb and the Iolv
Spirit, cit.; P.L,. SauRas,Esquema tomista de una teologa sobre la "Iglesia del E,spiritu", in St'lom, I), o.c., pp. 107119.
1r0Cf. su ci in particolareG. SRnRA,
o.c., pf). 77 -18.
lll Tomnrasoesprime questo pensiero nei termini seguenti:<<Latesta ha Llna
superioritmanifestasugli altri membri esteriori.Il cuore esercitaun influssonascotto. per questoche al cuore si paragonalo Spirito che vivifica e unifica invisibilnrentela Chiesarr:STh,III, 8, 1{. Si tratta, come si ;ruo ben vedere,cli una superior i t s u i g e n e r i s ,p e r c h i l " c u o r e " , l o S p i r i t o S a n t o , " s o t t c l " l ' t,e s t ai n m o d o d e l
tutto diverso dalle altre nrembra.
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