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Alessandro Manzoni (1785-1873) :Tra Rivoluzione Francese e Restaurazione: cultura-politica

La formazione culturale del pensiero manzoniano si articola in:


1) Illuminismo;
2) Ambiente famigliare;
3) Incontro con gli esuli napoletani;
4) Incontro con i filosofi francesi, gli ideologi;
5) Conversione al Cattolicesimo
Una letteratura impegnata
Per Manzoni la letteratura ' frutto dell'impegno civile, portatrice di valori, educativa, ed inoltre l'analisi
critica della realt, delle azioni e delle responsabilit umane nella storia. Dall'Illuminismo egli trae lo spirito
antitirannico civile che lo porta ad avvicinarsi dopo il 1810 a posizioni di tipo cattolico-liberale, che alimentano
in lui l'idea della poesia utile, ricca di insegnamenti etici. Con il Romanticismo sviluppatosi in Italia sotto il
Risorgimento, Manzoni abbraccia gli ideali di questo sostenendone le idee di libert con le Odi civili (di
argomenti politico), di indipendenza, di unit. Di fatto Manzoni aderisce al dibattito politico del suo tempo,
esprimendo i suoi ideali attraverso la sua produzione letteraria, impregnata di valori etici, civili e
risorgimentali, impegnata a trasmetterli. Alessandro ' un uomo schivo, riservato, che non ama esporsi, per
tanto non manifesta queste sue idee in pubblico, oltre alla sua agorafobia (panico in spazi aperti da "" e "
"). Sempre in rapporto al Romanticismo europeo la letteratura manzoniana si avvicina al carattere
realistico di questa corrente, mentre del Cattolicesimo liberale appoggia le idee politiche come idee
patriottiche, ad esempio con il Conte di Carmagnola e l'Adelchi.
L'impegno politico tradotto nella letteratura ' visibile nell'ode civile Marzo 1821 dove sostiene il moto
insurrezionale piemontese fallito, nel Cinque maggio ispirata dalla morte di Napoleone del 1821 vi mostra
fierezza morale e sentimento religioso. Sempre a questo filone romantico-patriottico si riconducono i cori delle
tragedie Il Cinte di Carmagnola e Adelchi, mentre nei Promessi Sposi Manzoni tocca il vertice della tensione
etica e civile, e fa degli umili, questa folla di anonimi che la storia ufficiale non considera, i protagonisti di una
storia ispirata dal pensiero cristiano e illuministico.

1) Incontro con il pensiero illuminista: visione della realt razionale


Nei primi anni della sua formazione Manzoni riceve un'educazione rigida, impostali dal padre, improntata sul
classicismo e sulla religione cattolica, intransigente e conservatrice (cattolicesimo retrivo) che lo porta a
detestare i suoi precettori di collegio quali i Padri Somaschi e i Barnabiti. Dopo il collegio viene a contatto con
alcuni illuministi lombardi che lo avvicinano a questo tipo di pensiero, tra cui Vincenzo Monti, rappresentante
della letteratura neoclassicista che sollecita l'interesse per questo tipo di cultura, per cui Manzoni diviene
insofferente e si distacca ancor di pi dalla visione religiosa impostali dall'educazione e vede la necessit della
razionalit tipica dell'Illuminismo.
2) Ambiente famigliare
Di formazione inizialmente di matrice illuminista diffusasi alla fine del '700, grazie al Caff (1744-1766) dei
fratelli Verri, e alla madre Giulia Beccaria figlia di Cesare Beccaria autore del trattato giuridico contro la pena di
morte "Dei delitti e delle pene"(1764). Un trattato innovativo che propone l'eliminazione della pena di morte e
del l'abolizione della tortura. Giulia Beccaria fu una donna indipendente e intraprendente, che ebbe un
rapporto con Giovanni Verri, da cui frutto della relazione extraconiugale fu Manzoni.
3) Gli esuli napoletani
Intellettuali costretti ad abbandonare la loro citt natale, si rifugiano in Lombardia o meglio a Milano dopo il
fallimento del loro tentativo di rovesciare il governo borbonico determinato dalla la caduta della Repubblica
Partenopea del 1799 instaurata dai francesi e rovesciata dai Borboni nello stesso anno. Fra questi Manzoni
incontra l'esule napoletano storico e letterato Vincenzo Cuoco, che lo introduce alle idee rivoluzionarie,
rafforzando il suo spirito patriottico: ovvero l'idea di patria indipendente, di uguaglianza sociale, di libert
della patria. Con questo incontro Manzoni riesce a comprendere che la situazione sociale e politica pu essere
migliorata non attraverso una rivoluzione guidata dal basso, ma tramite un rinnovamento interiore delle
persone guidate da un governo illuminato e consapevole, in grado di governare con un principio di giustizia.
Dunque questa "rivoluzione" politica ipotizzata da Manzoni deve svolgersi dall'alto, e non dal basso, ed ' da

questo punto di vista che Manzoni mantiene una concezione classicista, poich la rivoluzione dal basso porta
solo disordine e malessere.
Il rapporto con la storia grazie agli esuli napoletani
Cuoco lo avvicina anche al filosofo Giambattista Vico e lo spinge ad approfondire la ricerca storica in chiave
sociale, alimentando l'idea della storia come strumento di ricerca, analisi delle condizioni di un popolo ed
insieme di avvenimenti ai quali il protagonista ' la massa degli umili.
Manzoni raggiunge la madre a Parigi che vive con un intellettuale milanese Carlo Imbonati, figura incisiva per
la sua educazione (1805-1809) che diviene anche una sorta di padre adottivo e figura guida, nonch altissimo
modello di rigore intellettuale e morale. Dopo la morte di Carlo, Manzoni nel 1806 compone un carme "In
morte di Carlo Imbonati" ovvero un dialogo immaginario che porta gli insegnamenti morali ricevuti da Carlo.
3) Incontro con gli ideologi: amore per la storia e comprensione del suo valore
Sempre a Parigi entra in contatto con la cultura romantica, ed incontra Madame de Stal (rappresentante del
romanticismo in Francia e autrice dell'articolo "Sulla maniera e sull'utilit delle traduzioni) e gli Idologues, tra i
quali spicca il filologo Claude Fauriel. Gli Idologues sono gli eredi dell'Illuminismo, prosecutori di questo
pensiero ma in direzione sensistica (conoscenza attraverso i sensi) ed oppositori di Napoleone, poich
aspirano a posizioni politiche liberali. Si accosta al sensismo, ed entra in contatto con alcuni intellettuali del
Conciliatore (1818-1819) creato da ideali romantici e censurato dagli austriaci. La frequentazione di questo
ambiente alimenta in Manzoni sempre di pi l'interesse per la ricerca storica come analisi di fatti, intenta a
ricostruire la biografia di un popolo, e di conseguenza questo atteggiamento scientifico illuministico induce
Manzoni ad un'attenta ricerca della fonti, osservazione e ricostruzione dei fatti con scrupolo storico
dell'ambientazione delle sue opere. Da questo contatto in Manzoni si rafforzano le seguenti convinzioni:
- il valore della storia, come scienza esatta basata sulle fonti, sull'attenta osservazione dei fatti e dell'individuo.
- la letteratura risponde ai fini etici e civili
- la letteratura deve ispirarsi al vero, cio la storia
- profondo interesse per le masse umane che rimangono nel cono d'ombra, ovvero il popolo il vero motore
della storia
4) Conversione al Cattolicesimo, incontro con la conversione
Dopo il matrimonio con la ginevrina calvinista Enricchetta Blondel (1808), dapprima grazie al contatto spirituale
con la donna dapprima protestante e poi cattolica, e con l'incontro dei giansenisti Manzoni si converte nel 1810
dopo un processo lungo e travagliato sempre pronto ad esser messo in discussione. Si avvicina al
Cattolicesimo con monsignor Tosi e con l'abate Eustacchio Dgola, figure vicine alle posizioni del
giansenismo. Il giansenismo corrente religiosa nata nel 1750 ad opera del vescovo olandese Cornelio Jansen,
riprende da St.Agostino l'idea della predestinazione alla salvezza o alla dannazione, per cui presuppone che
l'uomo nasca con un destino gi segnato. Jansen sostiene che la salvezza spirituale possa essere data solo
dall'intervento della Grazia divina, dato che l'uomo nasce gi macchiato dal peccato originale: ci sono uomini
destinati alla salvezza e altri al peccato (dannazione). Giansenio inoltre critica con rigore il ruolo della Chiesa
accusata di corruzione a causa del potere, egli a favore di un diretto rapporto individuale tra uomo e Dio
avvicinandosi alla dottrina protestante, e di conseguenza esalta l'importanza del Vangelo. Si diffonde
soprattutto in Francia.
Manzoni di questa dottrina apprezza il rigore morale, la visione pessimistica della natura umana e della storia
terrena come un insieme di fatti che possono essere interpretati solo dalla Provvidenza divina, mentre non
mette in discussione l'autorit della Chiesa cattolica e la sua funzione di guida nella storia dei popoli. Viene
influenzato inoltre dalla' portanza del Vangelo come verit che ognuno di noi deve saper seguire, e si distacca
invece per il ruolo della Chiesa, che non ' considerato secondario, di fatto scrive un trattato in difesa del ruolo
storico e sociale della Chiesa nelle "Osservazioni sulla morale cattolica" (1819) in risposta alle critiche sulla
Chiesa cattolica corrotta e "oscurantista" mosse dallo storico svizzero calvinista Sismonde de Sismondi. In
questa lettera pubblica riconosce i valori di essa, ma sopratutto quelli dell'eticit della Chiesa in quanto essa ha
la funzione di educare, insegnare ed ispirare ideali di uguaglianza sociale, rispetto, fratellanza, solidariet,
giustizia, ovvero valori del Vangelo che ha una funzione civile. Per cui bisogna distinguere tra le colpe nel corso
della storia della Chiesa cattolica e le sacrosante verit contenute all'interno del Vangelo. L'illuminismo ha
aspetti simili alle verit evangeliche, valori comuni che riprende, e ci denota la formazione razionale che
mantiene sempre del suo pensiero, da qui si delinea la religione manzoniana su questi valori, una religione

evangelica basata sulle verit contenute nel Vangelo, e inoltre intende indagare costantemente sulla verit.
Dunque la Chiesa possiede il raggiungimento di giustizia ed equit non attraverso al violenza, ma attraverso
un rinnovamento interiore basato sull'amore verso il prossimo, sulla fiducia e sulla provvidenza divina. Dio si
manifesta come la coscienza pi profonda dell'uomo e come Provvidenza. *fede= desiderio di conoscere tutto
ci che ha radici nell'Illuminismo.
Ci sono momenti in cui conciliare due pensieri illuminista e cattolico non risulta cos semplice, ad esempio
quando Manzoni ci parla della peste da una duplice prospettiva, da un lato si ha la spiegazione razionale della
peste e dall'altro tende a rappresentare la peste come una punizione divina mandata agli uomini per spazzare
via il marciume dalla societ, ovvero i mali umani. Questo commento viene ribadito attraverso i personaggi, per
creare distacco dalla materia e se. La figura dell'untore, condannata secondo la ragione
Manzoni indaga costantemente sulla verit l'incontro con la fede rappresenta l'approccio alla religione,
ovvero la comprensione totale della realt. La religione viene vista come la conoscenza, poich '
costantemente sottoposta ad indagare. Manzoni nutre la convinzione che L'Illuminismo da solo non basti, serve
la Provvidenza (fede).
Rapporto tra uomo e vicenda umana
In Manzoni sorge l'idea che la storia sia pervasa dal Male, sotto forma di ingiustizia sociale che si esprime
attraverso la sopraffazione dei potenti sui deboli, meccanismo della legge del pi forte. La giustizia e le leggi
umane si ritrovano ad essere insufficienti a correggere lo squilibrio tra oppressori ed oppressi, per cui la
ragione da sola non pu costituire una soluzione sicura ed infallibile ai mali della storia. Dunque Manzoni nutre
la convinzione che L'Illuminismo da solo non basti, serve la Provvidenza (fede), da qui nasce la visione
pessimistica. La conversione religiosa invece offre al credente e all'intellettuale la fiducia nell'esistenza di una
forza provvidenziale che agisce all'interno della storia. In Hegel i mezzi della storia attraverso cui la ragione
agisce sono gli esseri umani con le loro passioni di cui si serve la ragione astuta per realizzarsi, poich ci che
razionale e' reale, e cio che reale ' razionale, e di conseguenza la ragione pervade la realt la costituisce
e la realt ' ci che deve essere perch ' ragione. In Manzoni questa provvidenza che agisce nella storia
s'identifica con il Dio cristiano, mentre in Hegel con l'Assoluto come idea, e ragione. Mentre in Hegel la realt
(ragione) si manifesta in modo inconsapevole nella natura nell'uomo si manifesta in modo consapevole poich
dotato di ragione, in Manzoni il disegno divino ' impenetrabile, quindi trascendente e non immanente,
impenetrabile alla comprensione degli uomini, ma la fede offre come unico conforto del dolore la speranza
per il futuro. Grazie alla fede ' possibile lenire le proprie differenze, riconoscersi in quelle altrui condividendo
le sorti degli oppressi, uscendo dalla logica egoistica del potere e assumendosi le proprie responsabilit di
fronte alle ingiustizie esercitate sui pi deboli. -> pessimismo cristiano (Sapegno): pessimismo presente nelle
tragedie manzoniane, e nel romanzo, che ingloba e comprende le negativit della storia all'interno del disegno
provvidenziale e affida alla fede il compito di salvare l'uomo.
Il concetto di Grazia
La Grazia, ovvero il Deus absconditus, Dio nascosto scende e interviene nell'uomo al suo interno, il suo
intervento salvifico dipende dal fatto se l'oggetto sar in grado di riconoscere il segno divino e d'interpretarlo
spesso grazie la sofferenza, che gli consentir di ravvedersi ed avvicinarsi a Dio. ' questo il tema della provida
sventura di Napoleone nel Cinque maggio, di Ermengarda nell'Adelchi e di Ludovico-Cristoforo nei Promessi
Sposi.
Esempio celebre ' la Monaca di Monza, ovvero Gertrude divenuta monaca per forza vittima dell'autorit del
padre e della storia, non si salva poich non riconosce la sventura come invito divino alla redenzione, bens
come rancore e non sfrutta cos l'insegnamento che le viene offerto. L'Innominato invece, ugualmente
peccatore converte in salvezza il segno di speranza che Dio gli manda.
In altre parole la provida sventura ' un male che colpisce l'uomo per farlo raggiungere una verit, un
elemento positivo all'avvicinamento della fede, e allora la religione diviene necessaria per comprendere il
destino dell'uomo.
Poetica precedente alla conversione (1801-1810)
Inizialmente Manzoni comune opere di stampo classicista, di fatto il linguaggio delle prime opere ' di tipo
solenne con dotti rimandi, dove la libert classicista trionfa poich risente ancora del clima di quel tempo,
ovvero degli spiriti liberatori della rivoluzione francese contro la tirannide politica e religiosa.

Nel 1805 compone il carme "In morte di Carlo Imbonati", testo estremamente significativo, dove esprime il
concetto dell'opera post conversione al cristianesimo: identificazione tra arte e morale, dove fare arte vuol dire
trasmettere valori formativi e morali "Il sacro vero mai tradir", mentre l'arte neoclassica allontana dai valori
morali. Cos Manzoni preannuncia il concetto di arte vera, ovvero della poesia dove la verit un aspetto
fondamentale e non deve essere mai trascurato.Per Alessandro la verit storica deve essere ricostruita e
riflettendo sulla verit umana, perch in un opera letteraria devono essere affrontate le tematiche
problematiche umane morali della vita politica e sociale e devono essere mostrate per quelle che sono.
Dunque la poesia perviene ad un arte ha come oggetto il profondo dell'anima umana, per cui l'arte deve
scegliere i propri contenuti all'interno del patrimoni civile e storico di una nazione.

Scritti significativi post 1810, scritti di teoria letteraria


Nel 1812 Manzoni scrive a Fauriel una lettera e una tragedia "Il Conte di Carmagnola" 1820 accompagnata da
una prefazione teorica. Sia nella lettera che nella prefazione sostiene e ribadisce l'importanza del concetto di
arte vera, che si propone come specchio della realt umana in tutte le sue sfaccettature, di fatto in entrambi i
testi rifiuta l'unit di tempo, azione e luogo aristoteliche, poich rispettarle non permetteva una resa completa e
vera della realt umana.
Lettera a M. Chauvet
In questa lettera Manzoni ribadisce il rifiuto della validit delle tre unit aristoteliche nei testi tragici, poich
finiscono per funzionare come censura dell'ispirazione poetica. La realt per Manzoni ' un principio storico ed
etico che si risolve in quello estetico, per cui il poeta si differenzia dallo storico per la poesia, ovvero per la
capacit di penetrare la realt spirituale che si nasconde dietro la superficie dei fatti storici. La lettera a Chauvet
rappresenta il testo teorico dove Manzoni distingue il vero storico dal vero poetico, poich il vero storico
consiste nell'attenersi ai fatti e ricostruirli con fedelt e rigore mentre il vero poetico consiste nel fondare la
propria opera su una fedele ricostruzione da cui riemergono movimenti profondi, le reazioni intime e segrete
dei protagonisti.
Lettera sul Romanticismo 1823 a Cesare D'Azzeglio: Lidea del romanzo,opera letteraria per Manzoni.
In questa lettera ritorna ad affrontare le caratteristiche del romanzo: Larte deve essere lutile per scopo, il vero
per soggetto, e linteressante per mezzo. Questo significa che lutile deve essere utile per educare dando un
valore di natura etica e morale, il contenuto del romanzo deve essere basato sulla verit storica e deve avere un
contesto storico vero anche sul cono dombra, indagando sulla verit morale e interiore dellanima e dei
sentimenti. Larte deve utilizzare qualche argomento interessante, moderno per catturare linteresse del
pubblico rispecchiando il patrimonio culturale, civile, sociale e storico di tutto il popolo. Non esiste arte che
diverta solo per s non solo per il piacere ma per insegnare.
Vero per soggetto-> l'invenzione ossia il vero poetico deve integrare il vero storico, svelando l'interiorit dei
personaggi
Utile per scopo-> funzione pedagogica e morale dell'arte.
Il vero ' una realt umana interiore ed esteriore.
Interiore: morale nel suo eterno contendersi tra il bene e il male.
La realt esteriore e' il vero storico, il succedersi di eventi.
La verit poetica, superiore ( di III livello) contraddistingue un'opera letteraria da un'opera storica. Nel romanzo
storico si ha una ricostruzione di fatti di cui i protagonisti sono le figure di rilievo, mentre restano nell'ombra le
vicende degli anonimi, persone che fanno parte della storia e sono loro il vero motore della storia, ma in questo
cono d'ombra rimangono il cuore e l'anima, gli aspetti reconditi. Il poeta deve indagare su questi spazi per
mostrare la verit poetica entrando in empatia con i suoi o personaggi.
Cono d'ombra: interiorit umana.
Il cono dombra invece la vita, le azioni degli umili, della gente comune che ha dato il proprio contributo nella
storia con la loro vita,la loro morte e i loro sentimenti. Il compito dello scrittore secondo Manzoni illuminare
gli aspetti che nella storia non sono nominati ,il cono dombra, la verit morale con un indagine profonda. La
storia lo scenario sono i protagonisti del romanzo.

Lo scopo dello scrittore ' saper trarre dal vero reale il vero poetico, senza alterare i fatti storici, ma riservandosi
spazi in cui poterli commentare personalmente, interpretando i sentimenti morali dell'umanit, ci avviene nei
cori delle tragedie nel "cantuccio lirico, di opinione personale, una vera pausa di raccoglimento durante lo
svolgimento del dramma.
Per Manzoni la Chiesa assume il ruolo guida anche se condanna invece gli ecclesiastici che si compromettono o
cedono al potere.
Realt-> interpretata alla luce della fede
Storia-> abitata dal Male, le ingiustizie sociali e si esprime nello squilibrio tra oppressori ed oppressi, ed '
sorretta dalla forza provvidenziale.
Salvezza individuale-> richiede l'intervento della Grazia,ma cui deve partecipare l'uomo con la sua opera.
Chiesa-> importante ruolo storico e sociale, oggetto di critica sono gli ecclesiastici che si compromettono con il
potere.
La ricerca del vero
Questa ricerca attraversa tutta la produzione manzoniana, ad esempio nelle due tragedie Conte di Carmagnola
e Adelchi i soggetti alla loro base sono di ispirazione storica come gli eventi realmente accaduti, ricostruiti sulla
base di un'attenta documentazione.
La ricerca di un nuovo genere
Manzoni vuol dar voce a quell'immensa moltitudine di uomini di cui nessuna storia si occupa, attraverso un
nuovo genere dove sia possibile realizzare un intreccio di voci, capace di restituire una visone complessa e
totale della realt rendendo giustizia agli umili. Da queste riflessioni nasce la scelta del romanzo storico, che si
differenzia da quello di Scott e si propone come un sistema di conoscenza e d'interpretazione totale della
realt.
Difesa del ruolo storico e sociale della Chiesa: Inni Sacri
In quest'opera Manzoni cerca di spiegare il significato religioso, morale e sociale delle principali festivit
cristiane, al fine di avvicinare le comunit dei credenti al messaggio evangelico. Il compito che Manzoni si
prefigge ' quello di celebrare ed illustrare le festivit di rilievo della religione cristiana attraverso 12 inni di cui
solo 5 vengono portati a termine e sono: la Resurrezione, Il nome di Maria, il Natale, la Passione, la Pentecoste
ed Ognissanti anche se rimane incompiuta. Quest'opera si diffonde largamente.
Ogni inno segue la seguente struttura: 1) tema, 2) narrazione dell'evento sacro, e 3) riflessione sull'attualit del
significato che ha l'evento nella vita concreta del cristiano.
Attraverso questi inni Manzoni vuole testimoniare per iscritto la sua avvenuta conversione, il ritrovamento della
fede ed evidenziare il definitivo ripudio versa la poetica dal tono profano (antecedente alla conversione). Prova
un nuovo stile rispetto a quello precedente . Dal punto di vista ideologico la scelta dei temi sulla festivit
religiosa non sono indirizzati a celebrare esteriormente il calendario liturgico, bens a celebrare ideali come la
libert, l'uguaglianza e la fratellanza, grandi ideali del Manzoni illuminista e del quale vuole dimostrare le radici
all'interno del messaggio evangelico, e lo fa attraverso i contenuti degli Inni Sacri:
-Evidenzia l'aspetto corale della religione come momento della condivisione;
-Gli Inni Sacri rappresentano un tentativo di dar vita ad un esperimento riprendendo un genere letterario, tipico
della tradizione italiana, ovvero la lirica ma rinnovandola dall'interno dandole una nuova connotazione
"sliricandola". La poesia da voce alla' ima e nient'altro al di fuori di essa l ' poesia soggettiva, mentre Manzoni
vuole renderla un genere corale, sociale come il tema di natura religiosa, ma il problema ' la presenza di
tracce di aulicit, classicit. Aspetto pi popolare ne, ritmo, nei contenuti pi cantabili.
Le tragedie
Manzoni sceglie di dedicarsi alla stesura delle tragedie, poich ritiene che sia un genere pi popolare rispetto
alla lirica, che si avvicina maggior amante la porta del grande pubblico. Sperimenta le tragedie scritte pi per
essere lette che rappresentate.
Progetto della tragedia: Scritti teorici dedicati alla presentazione della tragedia:
-Prefazione del Conte di Carmagnola

-Lettera a M.Chauvet 1820


-Lettera a Claude Fauriel
-Appunti pubblicati postumi "Materiali estetici"
In questi scritti Manzoni espone l'idea della tragedia moderna, ricavata anche dallo spunto della tragedia di
Shakspeare, per proporre infine la sua idea di tragedia. Manzoni ritiene che sia necessario lascia la tragedia
classica, poich la tragedia romantica si avvicina di pi al pubblico, cos riallacciandosi al tipo di tragedia dei
fratelli Schlegel "Lezioni sull'arte e sulla letteratura drammatica" dove Schlegel afferma: la tragedia deve
lasciare il gusto classico, aristocratico e divenire un genere popolare (ceto medio) ovvero indirizzato alla
borghesia-> concezione di tragedia popolare. Rifacendosi a Schlegel Manzoni espone i punti cardine:
1. La tragedia deve essere composta per educare ed istruire. Deve avere contenuti formativi, senza indurre lo
spettatore ad essere coinvolto in modo emotivo, perch lo spettatore non deve mai immedesimarsi
emotivamente con i protagonisti, anzi deve essere in grado di mantenere una lucida capacit di giudizio
critico-> coinvolgimento razionale, distaccato. Il teatro di Manzoni e' una sorta di "teatro a freddo".
2. Deve dipingere la natura umana, suscitando nello spettatore quel l'interesse che nasce dal veder
rappresentato negli altri il mistero di se stesso, la profondit dell'animo umano;
3. Il dato di fondo deve essere la storia, lo scenario che deve essere ricostruito nella sua complessit;
4. Abbinata alla verit storica deve essere presente la verit poetica, poich la tragedia deve essere in grado
di penetrare nei sentimenti reconditi dell'animo umano, illuminando ci che lo storiografo non pu fare,
ovvero inventare in modo verosimile attinente al vero penetrando l'animo umano.
*2-4 La tragedia deve mostrare la natura pi profonda dell'animo umano, penetrando il cono d'ombra, gli
aspetti reconditi, gli interrogativi umani nei personaggi.
Il ruolo del coro
Il coro esisteva gi nella tragedia antica, e sulla funzione del coro della tragedia si era gi espresso Schlegel
dicendo: quel coro era una specie di personificazione dei pensieri e sentimenti che ispiravano all'azione.
Secondo Schlegel il coro antico era contemporaneamente il portavoce dell'ideologia dell'autore e dello
spettatore. Il coro era la voce dell'autore che si esprimeva facendosi portavoce dei valori di un'intera comunit,
portatore di un'idea logica comune. Manzoni, rifacendosi alle considerazioni di Schlegel afferma la necessit di
rinnovare il valore del coro proponendo novit. Il coro assume il valore di squarcio lirico "cantuccio" che
l'autore riserva solo a se stesso per esprimere commenti sui individuali, ma solo su quanto ' stato appena
rappresentato anche di natura pi generale. L'autore parla in prima persona esprimendo le sue considerazioni,
riflesso, e l'azione voluta da Manzoni s'interrompe e viene lasciato spazio al coro.
Nel teatro antico il coro era nell'azione, era costituito da un gruppo di cantanti e danzatori accompagnati dalla
musica, essi commentavano l'azione scenica e vi prendevano parte parlando con i personaggi.
Nel cantuccio lirico, l'autore pu esprimere la propria opinione senza interferire con l'azione drammatica.
Il fine della tragedia etico-pedagogico, in cui l'autore focalizza il soggetto su eventi storici, ricostruiti con
attenzione, si riserva la funzione d'intervento diretto e infine stimola nello spettatore una coscienza critica ed
etica, che deve riflettere ed aderire ai rincuori di virt rappresentati dagli eroi del dramma.
Il problema delle unit pseudo-aristoteliche
Uno degli aspetti della tragedia classica era l'unit di tempo, luogo e azione. Manzoni di queste tre accetta solo
l'unit di azione definendola come unit stessa di un'opera d'arte, di cui non se ne pu fare a meno. Le altre
due sono ritenute dei veri e propri ostacoli, su una strada di una resa della realt verosimile di fatti. Secondo
Manzoni ridurre il tempo dello sviluppo di una vicenda in tempi stretti e in uno stesso luogo, costringe lo
scrittore a esagerare, enfatizzare le azioni per far si che i personaggi in solo qualche ora alla soluzione decisiva:
da qui nasce il falso della tragedia classica, le unit sono forzature artificiose che non corrispondono alla vera
maniera di agire degli uomini nella realt, regole da non accettare.
Rifiuto delle unit di tempo e luogo per creare distacco controllando il piano emotivo e invogliando lo
spettatore a diversi giudice critico dei personaggi e del loro agire.
Sia il Conte di Carmagnola (1816-1820) che Adelchi (1820-1822) sono scritte in cinque atti ed in endecasillabi
sciolti.

Contenuto
1425-1432 anni di conflitto tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano. Il senato veneziani decide di
affrontare il comando delle truppe veneziane a un capitano di ventura Francesco Bussone (conte di
Carmagnola), nonostante questi avesse servito il Ducato milanese e sposato la figlia del duca milanese.
Bussone guida nella battaglia di Maclodio durante la quale i veneziani vincono, ma dopo la vittoria iniziano a
sospettare di Carmagnola di tradimento, poich ' troppo clemente con i prigionieri milanesi. Viene chiamato a
Venezia per discolparsi del suo operato, ma quando vi giunge viene incarcerato condannato a morte. Il conte
viene assistito dalla moglie ed ' qui che emerge la fede del conte, che pronuncia prima dell'esecuzione della
sentenza parole di fede verso la sua famiglia e parole di carit (perdono vero) verso i suoi esecutori.
Il conte di Carmagnola viene rappresentato come un eroe positivo, che se agisce con malvagit e' a causa della
logica dei tempi. In realt la presentazione di questo personaggio si distanzia dalla realt storica, poich vuole
dare l'esempio di un personaggio che la storia ha voluto tra gli oppressori anche se in realt Bussone non
agisce di sua volont con la forza, ma ' costretto, per cui ' lui ad essere oppresso dagli oppressori che si sono
serviti di lui, ma nonostante questo negli ultimi attimi della fine della sua vita viene toccato dalla provvida
sventura, tragedia ed ' grazie ad essa che scopre il valore della fede cristiana.
Provvida sventura= verit poetica sul cono d'ombra sul punto di morte.
Tragedia poco riuscita dal l'unto di vista scenico.
Commento del Conte di Carmagnola coro dell'atto II
Cantuccio lirico di cui si serve per esprimere il proprio giudizi critico, la propria valutazione morale, ovvero la
condanna della guerra fratricida tra milanesi e veneziani (e non austriaci i veri nemici) che prosegue di
generazione in generazione, ed esalta invece la fratellanza cristiana tra gli uomini, il tutto argomentato con un
ritmo incalzante. Caratterizzato da ritmo cadenzato e martellante, andamento spezzato della sintassi,
corrispondenza tra livello metrico e sintattico, uso del presente storico, ricorso al l'anafora con effetto di
intensificazione ritmica e semantica, plasticit delle scene, velocit con cui sia susseguono le immagini, ed il
crescente pathos che s'intensifica gradualmente.
Adelchi
Questa tragedia ' stata oggetto di revisione, poich nella prima stesura Manzoni propone una figura che in
seguito modifica. Durante i suoi studi entra in contatto con documenti storici in cui si narra come tra longobardi
ed italici si era creata una progressiva fusione, un tentativo di creazione di unit nazionale. Adelchi seguendo
questi studi viene collocato nella prima stesura come un eroe che si sforza di concretizzare un grande ideale
politico favorendo la fusione dei due popoli, elevando il popolo oppresso riportandoli sullo stesso piano. Latini
e Longobardi
Il ruolo dei Franchi e del Papa ostacolano il progetto di identit nazionale, la Chiesa diviene colpevole di una
mancata fusione nazionale. Successivamente alla stesura Manzoni inizia sviluppare l'idea che questa
unificazione nazionale non fosse voluta dai longobardi, ovvero che volessero imporsi, divenendo oppressori.
Mentre la Chiesa e il papato fossero stati i difensori come punto di riferimento dei Latini, tentativo di difende le
popolazioni italiche.
Riprende l'Adelchi, e nella II stesura il ruolo ridi Adelchi viene inquadrato in un modo diverso, ovvero viene
ridimensionato il suo ruolo eroico nei contenuti e diviene l'emblema della sconfitta eroica (Carmagnola). '
Adelchi il vero personaggio centrale della tragedia, ed ' un eroe lacerato al suo interno, rappresentanti come
la vittima innocente della malvagit della storia. ' lacerato al suo interno perch viene costretto ad agire per la
ragione di Stato, di conseguenza vive un dramma interiore profondo, ed ' il portatore della voce pessimistica
della storia, emblema del pessimismo cristiano, al quale ci si deve piegare per ragioni politiche.
Simbolo della provida sventura ' Ermengarda, personaggio che soffre sentimentalmente quando esprime la
sua solitudine per l'abbandono.
Nel coro: sfogo per ci che ' accaduto, quando viene a conoscenza del matrimonio di Carlo, ed ' questo che
la ferma e le permette di raggiungere Dio?
Vicende storiche tra i Franchi di Carlo Magno e il regno longobardo

1822 Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia: opera sestante nata dall'interesse riguardo
al contesto storico
Adelchi: principe longobardo
La vicenda si svolge 772-774
Ermengarda, sposa ripudiata da Carlo, ' la sorella di Adelchi, straziata dal dolore chiede di raccogliersi in
preghiera in un convento a Brescia. ' nel quarto atto che Manzoni si focalizza sula tragica sorte di Ermengarda
che gi disi a tra l'amore per Carlo che l'ha ripudiata per la ragion di Stato e i vincoli che la leganoa la sua
stirpe, quando previene alla notizia di un secondo matrimonio contratto da Carlo, cade in delirio e muore: ' il
momento del coro di Ermengarda passionale e mistico al contempo, dove si present ali tempo della provida
sventura, ovvero la sofferenza generata dalle rive dolorose ' lo strumento imperscrutabile della Provvidenza
che le offre la salvezza.
Adelchi ' un eroe lacerato che non pu disobbedire ai valori della patria e del padre anche se sente una
profonda tensione verso una giustizia universale, e di fatto rivela a la sua volont nel terzo atto quando confida
all'amico Anfrido, rimpiangendo di essere costretto ad andar contro i suoi volatori di giustizia, ma nonostante
ci continua a combattere fieramente. Alla fine Adelchi accetta il segno divino ovvero la sconfitta poich Carlo
Magno rappresenta lo strumento della Provvidenza, e nella sofferenza, questa manifestazione volont divina
lo strumento salvifico per il cristiano perch la sventura si rivela provida.
Carlo Magno e Desiderio rappresentano la ragion della politica (Stato) e agiscono solo in funzione
dell'orgoglio politico-> rappresentazione categoria Adelfi oppressori.
Adelchi e Ermengarda rappresentano per il destino gli oppressori, perch figli di re, ma la provida sventura gli
inserisce tra gli oppressi.
Adelchi= sconfitto e Ermengarda= ripudiata
Gli eventi tragici rappresentano l'avvicinamento a Dio, alla religione.
La morte di Ermengarda
Si rifugia in un monastero di Brescia e dopo la notizia dell'avvenuto matrimonio di Carlo muore per gelosia e
nostalgia. La pace che cerca le viene concessa nel momento della morte, nelle braccia di Dio misericordioso.
Corrispettivo formula di Adelchi, vittima della malvagit della storia, dall'oppressore. La tragicit della sua
esistenza consiste nell'essere vittima sventurata, che grazie alla sventura si avvicina alla piet di Dio.
Struttura metrica del Cinque maggio, strofe settenari con schema metrico ABCBDE, ultimo verso sempre
tronco, rima con il verso finale della strofa del verso successivo.
Analogia con Napoleone: esponente della storia ufficiale dic un divengono vittime e al culti e della vita umana
si avvicinano a Dio per la provida sventura.
I ricordi assalir, spazi chiusi di vita. La sofferenza salvifica e redime l'uomo peccatore e lo avvicina a Dio.
Manzoni sembra compiangere Ermengarda attraverso il coro. La fede la consola la rasserena e l'amore
immortale riemerge dall'oblio e infine il coro esorta Ermengarda a liberarsi della passioni terrene, prima di
essere sepolta tra le altre donne che come lei sono state consumate dal dolore.
Le odi civili
-Aprile 1821
-Il proclama di Rimini (rimasto incompiuto)
-Marzo 1821
-Cinque maggio
Le odi civili si concentrano sulla contemporaneit, sull'attualit poich sono componimenti legati ad eventi
storici differenti che si concentrano negli anni 1814-15, la prima ondata dei moti 1820-21 (Ode Marzo 1821) e
l'episodio relazionato alla morte di Napoleone.
Manzoni si schiera dalla parte dei gruppi patriottici dai quali si distacca subito, perch non condivide il fatto che
volessero arrivare all'indipendenza attraverso la rivolta del popolo (moto popolare dal basso) che porta solo
disordine sociale. Si schiera invece da parte di coloro che dopo la Restaurazione vorrebbero la creazione di un
regno indipendente cong li stessi confini dell'attuale regno italico, comandato da un principe austriaco. Nel
1814 viene proposto l'armistizio e e Beauharnais e il gruppo dei patrioti rifiutano questa designazione e
provocano una sommossa popolare. Nel Aprile 1814 viene massacrato il conte Prina ministro delle Finanze.

All'interno dell'idea si auspica che la restaurazione non smantelli alcune rivendicazioni acquisite a seguito di
moti rivoluzionari.
Il proclama di Rimini
Delegazione italiana che si reca al Congresso di Vienna, nella speranza che si crei il Regno d'Italia
indipendente, ma ci viene rifiutato e vengono inviate le truppe austriache.
Gioacchino Murat (re di Napoli) sostiene l'ipotesi dell'indipendenza del Regno d'Italia, ma la sua delegazione
viene respinta cos tenta autonomamente di creare un ego indipendente da Napoli e Rimini e lancia un
proclama che invita tutti a seguirlo; per il risultato dell'impresa ' nullo, perch fallisce e per questo motivo
Manzoni interrompe la composizione dell'ode.
Marzo 1821, composta nello steso anno e pubblica postuma nel 1848 con l'aggiunta di una strofa finale che si
riferisce ai moti del '48. Viene scritta in occasione dei moti carbonari piemontesi del 1821 quando Carlo
Alberto sembra voler varcare il Ticino per liberare la Lombardia dagli austriaci. In quest'ode viene affronta la
tematica patriottica, innalzata dal piano politico a quello morale e religioso. ' dedicata ad un soldato e poeta
tedesco Theodor Koerner morto a Lipsia nel 1813, combattendo contro Napoleone, difendendo la libert e
l'indipendenza del popolo tedesco, le stesse libert e indipendenza che gli austriaci vogliono togliere agli
italiani.
Il ruolo della Provvidenza
Essa opera nella storia servendosi dell'uomo, che nel momento della sconfitta e della solitudine trova la fede,
dando un senso cristiano alla sua vita precedente. La Provvidenza ' la forza misteriosa di Dio che interviene
amorevolmente nei confronti delle proprie creature, guidandole attraverso eventi e sofferenze a un bene
superiore le cui tappe spesso fuggono alla comprensione umana. Dio ' presente nella storia e nn esclude il
male, ed ' presente anche nella coscienza individuale. L'uomo sul piano storico ' strumento della provvidenza
ed ' anche vittima e discepolo di essa che gli insegna l'umilt e lo induce alla conversione, ed ' proprio
l'esperienza del dolore che induce l'uomo a piegarsi su stesso e prender coscienza di se. Dunque la
provvidenza agisce nella storia e le da un senso, anche dove la sofferenza potrebbe sembrare di negarlo: la
provvidenza ' la categoria della coscienza dell'uomo.
Cinque maggio
Il Napoleon proposto non ' quello storico delle grandi battaglie, ma quello finale relato all'Isola di Sant'Elena
dopo la sconfitta di Waterloo, e muore il cinque maggio 1821. Manzoni qui ci presenta il personaggio entrato
nel cono d'ombra che il poeta deve indagare, anche se egli non lo ammira e di fatto pi volte si affacciano
giudizi negativi sulla sua superbia. Manzoni mette in evidenza il mistero della morte di Napoleone, anche egli
toccato dalla provida sventura in un momento difficile per ricongiungersi a Dio. Viene presentato come colui
che fino in fondo ha creduto di non aver avuto bisogno di Dio, ma all'ultimo momento ha riconosciuto la
grandezza di Dio, e perci si ritrova sullo stesso piano di Adelchi ed Ermengarda. Inizialmente si trovano
momento di grandezza ma la tragicit alla fine porter alla salvezza eterna.
Strofe di settenari, ogni verso di una strofa finale rima con tronca successiva. Nella prima parte momenti
fondamentali di Napoleone sono ripresi non essere esaltati ma per prenderne le distanze, poi succede il
momento della morte dove si ritrova in contrasto la gloria terra e la gloria eterna. Il critico letterario Monigliano
ha definito quest'ode come un inno sacro che ha per scena il mondo. Tra gli Inni Sacri e il Cinque maggio non
esistono solo affinit tematiche e metriche. Nel Cinque maggio come negli Inni Sacri non c' alcun interesse
vero per la tematica politica, ma al centro dell'opera c' la morte.

I promessi sposi
Sono divisi in quattro macrosequenze, ognuna di esse collegata all'altra da una parte di testo chiamata cerniera
(3cerniere)
Cerniere
1) Storia di Gertrude
2) Storia dell'Innominato
3) Racconto della peste
1) Macrosequenza-> primi 9-10 capitoli
Il romanzo si avvia quando Don Abbondio incontra i bravi che gli vietano di celebrare il matrimonio, allor
aRenzo si reca da Don Abbondio per concordare le ultime pratiche ma Don Abbondo lo liquida dicendo che il
matrimonio in quel momento "non sa' da fare". La scena si sposta sul dialogo tra Lucia e Perpetua (la schiavetta
di Don Abbondio) e viene fuori il reale motivo per cui non si pu fare il matrimonio. Quando Renzo lo scopre si
reca da un avvocato, che non riesce ad aiutarlo, e allora si reca da Fra Cristoforo.
L'Ottavo capitolo ' fondamentale, poich Renzo e Lucia decidono di abbandonare il proprio paese e si
dividono, i loro destini si separano per un certo periodo. Lucia e sua madre si recano in un convento.-> fine
della prima Macrosequenza-> cerniera: Storia della Monaca di Monza.
2) Macrosequenza
Renzo si reca a Milano dove vive una serie di disavventure, a causa delle rivolte in citt, dato che Milano era
sotto il dominio spagnolo, di fatto il giovane rimane coinvolto in questi moti insurrezionali e viene accusato di
essere uno dei capi della sommossa, ma non finisce in carcere. Abbonda Milano e oltrepassa l'Odda, e si reca
nella campagne bergamasche presso un cugino. Nel frattempo Lucia viene rapita dall'Innominato. -> fine della
Macrosequenza -> cerniera: Storia dell'Innominato.
3) Macrosequenza
Si incentra sul destino di Lucia, sulla conversione dell'Innominato che la libera. Lucia viene in seguito ospitata
con la madre presso una famiglia benestante a Milano. Don Abbondio verr processato dal Cardinale Federico
Borromeo e verr punito-> fine della Macrosequenza-> cerniera: parte storica e racconto sulla peste, anni in cui
la Francia la Spagna sono impegnate nella guerra dei 30 anni-> l'Italia ne subisce le conseguenze. (In questa
cerniera Renzo e Lucia hanno reso la peste).
4) Macrosequenza: Conclusione del romanzo
I promessi sposi si rincontrano, Don Rodrigo si ammala di peste e muore (punizione divina). Renzo viene a
scoprire dove si trova Lucia, ovvero nel Lazzaretto (dove si trovano i malati di peste), viene portato da lei da Fra
Cristoforo, Lucia nel frattempo guarisce. Nel Lazzaretto vi ' Don Rodrigo che viene perdonato da Renzo.
Finalmente si possono sposare, ma Lucia avevo fatto il voto di castit e lo confida a Fra Cristoforo che scioglie il
voto permette ai due di sposarsi. Dal loro matrimonio nasce una figlia, che vera chiamata Maria.
Da questa esperienza Renzo cresce economicamente dato che si ' creato un'attivit nel Bergamasco e divine
un piccolo imprenditore-> fine della quarta Macrosequenza.

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