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Pier Paolo Pasolini

Accattone

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Tu te ne porti di costui l'etterno


per una lacrimetta che'l mi toglie...
Dante, Purgatorio, c. V

Tutto bruciava. Il sole tenero della mattina di fine estate era come calce
rovente. Una faccia bruciata alz la scucchia coi due buchi sulle guance per
la magrezza, e lo sguardo acquoso; e disse:
Ecco la fine del mondo. Fateve vede bene, mm v'ho mai visto de
giorno! V'ho sempre visto a lo scuro! Che, le donne v'hanno fatto sciopero?
SCUCCHIA

E rise, sdentato.
Si era rivolto a chi? A una batteria di sbragati sulle seggiolette cotte dal sole
di un baretto della Marranella. Tra questi, fu Mommoletto che ribatt allo
Scucchia:
Ancora non sei morto? Eppure m'hanno detto che il lavoro
l'ammazza la gente!

MOMMOLETTO

Mommoletto era un bassetto, con l'occhi storti, che rideva sempre come un
pupazzo. Accanto a lui, uno si fece versare da un altro, sulle mani a conca,
dell'acqua minerale: e si lav la faccia. Erano Alfredino, alto alto, nero, col
naso schiacciato di un marocchino, e il Vecchietto, un teddy, elegantissimo il vestito a puntini, la cravatta corta col nodo grande, la spilla - ancora
imberbe.
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Pier Paolo Pisolini - Accattone

La faccia d'Alfredino strofinata dalle mani era tutta luccicante d'acqua


minerale.
A martire! da' retta a 'n amico smettela de lavor, entra pure te
nella societ della Metro Goldwin Mayer! Haaam!
ALFREDINO

E, allargando la bocca come un tombino, rugg come rugge il leone della


Metro Goldwin Mayer: due, tre volte, con lo sguardo ridente nel vuoto.
Ma chi ve lo fa f! Ma annatevene a dorm la notte invece de
ann a gioc a carte! Me parete tutti usciti dall'obitorio!

SCUCCHIA

Ma ecco, vivida, la faccia di Accattone: serio, acceso, teso: si vedeva


proprio che aveva in cuore una gran passione, che gli faceva vibrare lo
chass.
Ecco chi lo sa! A Scucchia, vi un po' qua, dijelo un po te a
'sti buffoni er fatto der poro Barbarone!
ACCATTONE

Scucchia si avvicin, in campana: pronto a dire generosamente tutto quello


che sapeva, e insieme attento a non compromettersi.
ACCATTONE Eri presente te, l'altro ieri, quando er Barbarone ha voluto fa'
quella scommessa co' lo Sceriffo e Peppe il Folle?

Scucchia s'impensier, teso a vedere dove andava a parare.


SCUCCHIA S.
ACCATTONE Ha

detto che lui se sarebbe magnato un chilo de pasta e 'na


sporta de cach e che dopo un quarto d'ora se faceva er bagno e nun je
faceva niente?
SCUCCHIA S.
Accattone guard gli altri trionfante, con un ghigno che gli spappolava la
faccia.
Aaaaaaaaah! No morto pe' l'indiggestione, morto pe' la
stanchezza, quello! Quando l'aveva traversato mai fiume!
ACCATTONE

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Cera una faccia grassa, lattea, sprezzante che se lo guardava: era quella di
Giorgio il Secco.
GIORGIO IL SECCO Ma falla finita! A ignorante! No lo sai che quando uno
ha mangiato nun se lo po' f er bagno, more. No lo sai che la reazione dal
caldo al freddo ferma tutto l'apparato digerente, se ferma la circolazione der
sangue e bona notte ai sonatori!
ACCATTONE Che vi

scommette che magno pure io e traverso fiume, eh?

E per un po' non si mangiava subito pure Giorgio il Secco. Che si inumid le
labbra e abbass gli occhi come volesse addormentarsi:
Ma vatte a istru a microcefalo, che? sei rimasto ancora
nell'et della pietra, mm te vergogni d'esse cos arretrato?

GIORGIO IL SECCO

Alzandosi per met sulla sedia Accattone allora si sfil con rabbia uno dei
due anelli che gli incrostavano d'oro la mano.
Stanotte ho perso tutti i soldi, per ci sempre er passante, da
scommette! Scommetti, se cii coraggio! Cii tutta lingua, cii!

ACCATTONE

La faccia di Giorgio il Secco s'indur, divent di pietra, con gli occhi azzurri
che si rapprendevano.
GIORGIO IL SECCO

S! Scommetto! Te vojo f mor pure a te!

Accattone scatt dalla seggioletta, e senza aggiungere altro, attravers la


strada: Mommoletto, Alfredino, Luciano Piede d'oro, il Vecchietto e
Giorgio il Secco gli andarono appresso.
Altri, ch'erano l, se ne restarono sbragati sulle sedie, assenti, disinteressati,
disgustati. Mommoletto restava un po' indietro, camminando storcinato, da
pupazzo.
Accattone stava incollato con l'occhio, camminando, all'occhio di Giorgio il
Secco:
E ricordete, oltre a la scommessa dell'anello, dopo, se je la
faccio, te sputo pure in faccia!

ACCATTONE

Ma Giorgio il Secco ghign freddamente:


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Pier Paolo Pisolini - Accattone

GIORGIO IL SECCO

Arisparampialo, 'sto fiato, che te servir!

Da un angolo, col fagottello del mangiare in mano, comparve un ragazzetto


imberbe. Assomigliava spiccicato a Accattone, biondiccio, come lui, con le
sopracciglia cos bionde che quasi non si distinguevano, e tutto pieno di
cigolini: infatti era suo fratello Sabino. Giorgio lo prese di petto:
GIORGIO IL SECCO

Ah, vi qua! Bacia tu' fratello, che l'ultima volta che

lo vedi!
Sabino non rispose. Guard ammusato e offeso la cricca dei compari, che,
con in testa il fratello, se ne andava verso un cassone di millequattro, che
sostava in un filo d'ombra. Mommoletto, ch'era sempre in coda, diede al
pischello una manata:
'Namo, vi pure te! Vi a ricoje l'ultime volont de tu'
fratello, hai visto mai che te facesse erede universale! 'Namo!
MOMMOLETTO

Sabino, rispose che appena lo si sentiva, rauco:


SABINO

Io devo ann a lavor!

Che? Mommoletto scapp via, scandalizzato, tappandosi le orecchie, e


correndo tutto gobbo, per non vedere, per non sentire.
Ha bestemmiato! Ha bestemmiato! Raggiunse gli altri: tutti
salirono sulla millequattro e via.

MOMMOLETTO

Eccoli l, i compari, dentro il zozzo carrozzone del galleggiante che


mangiano: e il proprietario, le donne grasse, dei ragazzini che passano mezzi
ignudi, una dozzina di gatti, quattro cinque cani, e colombi dappertutto...
Accattone mangiava come un alluvionato, contro il correntino lordo del
Tevere. Luciano Piede d'oro lo apostrof:
Accatt, ma te me devi d mille lire! Ma prima de ammazzatte
nun paghi i buffi?
LUCIANO

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Parlava a bocca piena. Accattone a bocca piena, con la forchetta alta,


mastic, rise e rispose:
Me la volete f 'na corona, si moro! Eh, mille lire, cacci, che
vi! Anzi, dammene altre mille, fatela subito 'sta colletta, no?
Alfredino masticava con aria innocente e piena di curiosit.
ACCATTONE

ALFREDINO

Ma di' un po', Accatt, ma la donna tua, Maddalena, a chi la

lasci?
ACCATTONE A la

Buon Costume!

Risero tutti, sbudellandosi e mangiando con le guance gonfie degli uomini


dei fontanoni. Giorgio il Secco prese la parola, ipocrita, untuoso:
GIORGIO IL SECCO A parte i scherzi, a Accatt... Te lo sai che so' 'na
persona istruita, te poi fid, lasseme l'ultime volont... Come lo vi er
trasporto funebre?

Accattone mastic a ritmo pi lento, forbendosi con la forchetta in pugno la


bocca unta:
Co' tutti l'amici dietro che ridono, e er primo che piagne paga
da beve a tutti!
ACCATTONE

GIORGIO IL SECCO
ACCATTONE

E che te dovemo scrive sulla tomba?

Provate per credere !

E tutti risero di nuovo, coi nasi e le scucchie luccicanti dell'olio della


scarola.

Accattone era solennemente in piedi sulla spalletta del Ponte degli Angeli,
con tutta la fila degli angeli alle spalle. Indugiava, scultoreo.
Sotto, la spiaggetta trucida del Ciriola era tutta piena di bacarozzetti mezzi
ignudi, che guardavano coi nasi in alto. C'erano tutti i compari di Accattone,
e, in mezzo, una pipinara di ragazzini di Borgo Pio e di Ponte. Un ragazzino
strillava verso Accattone, tenero:
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Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ah, che te butti co' tutto l'oro addosso? No te la levi la


catenina coi braccialiiii?
ACCATTONE None! Vojo mor come i faraoni!
UN RAGAZZINO

Ma restava ancora fermo, l contro il cielo bianco, in piedi sulla spalletta di


marmo. Parlava da solo...
ACCATTONE Se lo

vonno, l'oro, se lo devono ven a pesc!

Diede ancora un'occhiata alla piccola folla gi, nella spiaggetta e lungo i
muretti del lungofiume. E continu a parlare a s stesso, amaro:
ACCATTONE Damo

soddisfazione ar popolo!

Un attimo di raccoglimento, poi si fece, lento, solenne, il segno della croce.


La mano inanellata, col polso luccicante di bracciali, pass sulla fronte e sul
petto dove brillava la catenella d'oro. Fatto il segno della croce, si butt, e
vol nel fiume.

Sfolgorava il potente sole del mezzogiorno.


Nella luce matta i compari, col mozzone in bocca, giocavano a carte:
Accattone e Alfredino, contro Luciano e il Mommoletto. Oltre al Vecchietto
che guardava, ci stavano pure tre facce nuove: lo Sceriffo, Peppe il Folle, e
il Tremarella. Giocavano in silenzio, tesi. A un tratto Accattone diede un'occhiata a Giorgio il Secco, come lo vedesse per la prima volta, lo osserv un
attimo incuriosito, poi, con rabbia ispirata e irresistibile, gli sput in faccia.
Giorgio fu colto cos di sorpresa che rest come un farlocco, cogli occhi
velenosi.
ACCATTONE E
GIORGIO

Mettece un po' de limone, adesso!

Zozzo, almeno me potevi avverti!

ACCATTONE Tanto te mica hai magnato, er bagno nun te fa male. L'apparato digestivo... nun funziona pi... la reazione sanguigna... Ma lo sai chi
Accattone? Accattone nemmeno fiume se lo porta via!
SCERIFFO

A te t'ha protetto Santo Barbarone...

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Scatt in piedi, di colpo, e and a distendersi sul bordo dello zatterone


vicino alla corrente a pancia in aria.
Ecco Barbarone come stava ... co' la bava a la bocca, co' l'occhi
aperti... Ciaveva 'na panza gonfia come un tamburo... Ammazzalo quant'era
brutto!

SCERIFFO

Si rialz sempre di scatto in piedi e and a risedersi nella panca tra gli altri
che continuavano a giocare passivi, pazienti, beffardi.
SCERIFFO

Tu che dici, chi se l' preso, er Barbarone, Ges Cristo o il

Diavolo?
PEPPE IL FOLLE Se lo

staranno a litig!... Certo, era un bel soggetto!

Gli altri avevano finito la partita. Mommoletto stava contando infantilmente


e avidamente i punti, leccandosi le punte delle dita.
Pe' forza avemo perso! Sto gioc co' un morto! Luciano, il
morto, strizz gli occhietti azzurri e quasi cant:

MOMMOLETTO

LUCIANO So' bello! so' bello! so' sfortunato ar gioco! Famo un par de tuffi,
daje, 'namo!

Si alz, seguito dagli altri, attravers l'arca di No del galleggiante, arriv


sulla spiaggetta trucida coi soliti indigenetti mezzi ignudi: e tutta la batteria
dietro, sulla sabbia sporca, lungo la corrente bavosa.
Lo Sceriffo e Accattone procedevano appaiati nel gruppetto. A un tratto lo
Sceriffo si ferm: guard Accattone pure lui come fosse per la prima volta,
lo osserv un attimo allarmato: poi si batt tre quattro volte la fronte col
palmo della mano, pam, pam, e la faccia ispirata come quella di un santo tra
le fiamme dell'inferno.
A Accatt! Mannaggia la miseria! An vedi che stupido! Ero
venuto qui pe' avvertitte che Maddalena andata sotto 'na motocicletta, s'
fatta male... e mo' sta a casa tutta infasciata come una mummia!
Sbrighete, te sta a aspett, poraccia, sta a piagne come 'na creatura!

SCERIFFO

Si ribatt di nuovo la fronte, pam, pam.


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Pier Paolo Pisolini - Accattone

An vedi che stupido, so' proprio rimbiccillito: lo sentivo, sa', che


dovevo d 'na cosa, meno male che me so' ricordato!

SCERIFFO

Accattone si volt e and subito di corsa verso le cabine, ~ guito dallo


Sceriffo.
ACCATTONE Ma quando

successo!

SCERIFFO Du' ore fa... davanti al Due Allori... se vede che sar venuta a
cercatte a te!

Accattone imbocc lo zatterone, con occhi pieni di rabbia.


ACCATTONE Porca zozza.

I piccioni del Ciriola, frr, frr, volavano via intorno, a stormi, spaventati.

Un'ammucchiata di casette marocchine, quattro muri in foglia, e il tetto di


bandone, era affondata tra orticelli spennacchiati, dove il sole infuriava.
Accattone arriv con la millequattro tra le bicocche, sulla strada coperta da
due palmi di polvere. E intorno vertiginosi palazzoni nuovi, neri e bianchi.
Scese, pass tra due tre ragazzini, belli come angioletti, e tutti stracciati, che
giocavano nella polvere, entr in una delle bicocche.

Era una sola stanza, con delle misere pareti scrostate: quasi interamente
occupata da un solo lettone, miserabile. Intorno intorno era tutto pieno di
panni sporchi, due seggiolette, un quadro con la Madonna, rosso e blu.
Maddalena stava distesa in mezzo al lettone con la gamba infasciata.
Nella stanza c'era pure un'altra donna, piccola come una gatta, Nannina la
Napoletana, coi suoi cinque figli: il pi piccolo l'aveva attaccato alle zinne.
Sia lei che i figli, come Accattone entr, guardavano e tacevano.
ACCATTONE

'Mbe'? Che ha' fatto?

MADDALENA

No lo vedi? 'Sti disgrazziati!

ACCATTONE

Io vorrei sap a che pensi, quando cammini, dove lhai la


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Pier Paolo Pisolini - Accattone

testa? Perch nun te ne stai a casa? Vorrei sap che vai a f, in giro, a f la
Madonna Addolorata? Ce potevi rest almeno! Te l'hanno data, la botta? Te
la dovevano d mejo, cos me te levavo d'attorno!
MADDALENA Ero andata da la mercantina, per portaje le mille lire della rata
de la majetta che t'ho comprato! No lo sai che je devo port mille lire tutte le
matine?
ACCATTONE

Ma che cii a la gamba? Che, hai rotto qualche cosa? Hai rotto

l'osso?
MADDALENA

Ma no, stata solo 'na contusione... stata pi la paura che

altro...
Accattone a quelle parole si ritinse in viso di rabbia.
'Mbe'? Te sei fatta infasci tutta, te sei fatta infasci? Che,
ciavevi paura che te perdevi la gamba?
ACCATTONE

MADDALENA E che, je l'ho detto io al dottore de infasciammela cos?


segno che c'era bisogno...

Ma a un tratto da fuori, si senti una voce strana che chiamava.


VOCE NAPOLETANA

Nann! Nann!

Nannina, spaventata dal fatto che qualcuno la chiamasse, come se non


avesse il diritto di essere chiamata, si guard intorno con sgomento, per
chiedere in silenzio permesso, poi and verso la porticina sganganata,
stringendo al petto la creatura, e portandosi appresso, alle sottane, tutti gli
altri figli: e sort.
Sotto la vampa accecante del sole, il Napoletano era l che rideva, con tutta
la dentiera scoperta, come un negro, biondo. Stava appoggiato a una ramata,
e, sulla strada, raggomitolati contro i muretti bianchi, altri due tre compari lo
aspettavano.
NAPOLETANO Uh, Nanni! Voi siete 'na femmina a oro dieciotto! Voi siete
'na femmina intrepida!
NANNINA

Uh, 'on Salvat!


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Pier Paolo Pisolini - Accattone

NAPOLETANO N'in ve la dovete


tnete 'u latte pe' 'u piccirillo?
NANNINA

da pigghi, so' guai che succedono! Lu

N'in ve pijate penziero, 'on Salvat?

NAPOLETANO

Ah, tengo 'na Dio 'e rabbia in corpo!

Guard minaccioso, alludendo a chi era dentro la casa. Poi pi calmo e


benefico si rivolse di nuovo a Nannina.
NAPOLETANO

V'ha scritto, vostro marito?

Nannina alz la testa tirandola all'indietro, con un leggero schiocco delle


labbra, muta. Il Napoletano credette bene di doverla consolare.
Eh, io la conosco bene la prigione, Nann! A uno lle passano
tanti penzieri pa' 'a capa, n'in lle vene proprio 'a voglia da scrivere, n'in
v'avite a preoccup! Tanto la Madonna vede e provvede! Sta in casa
Accattone?
NAPOLETANO

NANNINA

Ve l'aggio a chiam?

NAPOLETANO

S, chiamatemelo, fatemelo conosce 'sto omo 'e cartone!

Nannina, spaventata, con tutta la figliolanza alle sottane, rientr in casa.


Si rivolse subito timidamente a Accattone seduto sul letto.
NANNINA

Ce sta 'n amico de mio marito, che te vole parl...

ACCATTONE E

chi ?

Accattone era brusco e Nannina tremava.


NANNINA

Don Salvatore, 'n amico de mio marito, de Torre Annunziata...

A Maddalena si sbianc la faccia.


Oddio, chi sar? Dije che aspettasse un minuto, Accattone
viene subbito...
MADDALENA

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Pier Paolo Pisolini - Accattone

Nannina, con le cinque creature attaccate, umilmente, risort. Maddalena era


stravolta e cattiva.
MADDALENA Oh, me raccomando, sa', sta' attento! Quello 'n amico intimo
de Ciccio! So' sicura che ce l'ha mandato Ciccio, qua!
ACCATTONE E

che me ne frega a me!

Aveva alzato il braccio, quasi cantando, amaro. E fece l'atto di andare alla
porta.
MADDALENA S! Quello il pi grande pappone de Napoli, quello ce mette
poco a ammazz na persona! N'ha fatte poche de galere!

Ma Accattone non le bad, e usc.


Il Napoletano, era l, che sorrideva radioso, sotto i capelli biondi, con tutta
la chiostra bianca dei denti fuori, come San Michele.
NAPOLETANO

Voi siete 'u signorino Accattone, uh?

Accattone lo smiccia amaro, meditabondo.


ACCATTONE

'Mbe'?

NAPOLETANO

Fortunatissimo! Salvatore Aringhiello, 'e Torre Annunziata!

ACCATTONE Piacere!
NAPOLETANO

M'avete a perdon se so' stato importuno...

ACCATTONE No,

no...

Aggio venuto a Roma de passaggio, per cose personali... e


aggio approfittato de l'occasione pe' f la conoscenza vostra...

NAPOLETANO

ACCATTONE Te saressi

er compare de Ciccio...

Accattone l'aveva cos interrotto quasi di brutto: e questo fece sfolgorare


nella bocca del Napoletano un sorriso felice.
NAPOLETANO

Siamo nati assieme! Eh, povero Ciccio ha preso la

malasorte!
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Pier Paolo Pisolini - Accattone

ACCATTONE Eh,

quando a tordi e quando a grilli!

Alla compunzione di Accattone il Napoletano ebbe allora un improvviso,


grandioso slancio di gratitudine.
NAPOLETANO Io

ve vulivo ringrazi! Voi ciavete 'nu core d'oro!

E si volse verso Nannina, che era restata ferma in disparte sotto il sole che
infuocava la polvere.
Avete accolto e aiutato questa povera figlia, co' tutte le sue
creature che se moriva de fame!

NAPOLETANO

ACCATTONE Eh,

che me costa! Un piatto de minestra quando l...

NAPOLETANO Ve posso

offr qualcosa? 'Nu bicchiere 'e vino, lu bevite?

ACCATTONE E perch no, annamo! Cio Maddal, Ciao Nann! Maddal, fa


la brava! A Nann, guardala te, che nun se movesse! Torno subito!

I due si mossero per la strada polverosa, fulminati dal sole.


Si avvicinarono al gruppetto degli altri tre quattro napoletani, addossati al
muretto: tutte facce da galera, giovani.
Il Napoletano li present a Accattone uno per uno, e ci furono tante
cerimoniose e grandiose strette di mano. Poi tutti insieme andarono verso
un'osteriola abbandonata in mezzo al sole.

Dopo un po' erano tutti ubriachi fracichi, che stralunavano. L'osteria era nera
e deserta, con un banco solo come un altare: e dietro un oste che pareva un
morto. Due tre finestrelle davano su un cortiletto interno pieno di piante di
fico. Oltre ai cmpari, c'era un tavolo con quattro vecchi che giocavano a
carte: ma pure due giovincelli imberbi, trascinati l dal caso dalla
disoccupazione giocavano svogliati.
Accattone stava piangendo a calde lacrime. E piangendo si piegava sul
Napoletano, come su un vecchio amico.
Semo tutti 'na massa de disgrazziati, semo omini finiti, ce
scartano tutti! Noi valemo giusto se ciavemo mille lire in saccoccia, se no
ACCATTONE

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Pier Paolo Pisolini - Accattone

nun semo niente... Pure in galera nun ce ponno vede, a noi! Nun ce
considerano omini, perch nun semo boni a provacce da soli... Oggi mejo
f er ladro che 'sto mestiere infamante...
Il Napoletano, contagiato, era anche lui vivamente commosso, si alz dalla
sua sedia e and barcollando accanto a Accattone, abbracciandolo e
consolandolo.
NAPOLETANO Ih, ma tu sei 'nu bono guaglione... nun te la prendere... Siamo
ne le mano de Dio!

Accattone ricambi l'abbraccio sempre piangendo: e gli batt, gli batt la


mano sulla spalla.
ACCATTONE Eh,

io ve dovevo da conosce prima, a voi!

NAPOLETANO Ora ce siamo

conosciuti, siamo amici, no?

ACCATTONE Ecco, vedi, la fine che ha fatto Ciccio, er compare tuo, un


giorno o l'altro me potrebbe tocc a me! Te lo sai com' annata, Maddalena
m'ha conosciuto a me: te sei pi bravo de Ciccio, te cii il core pi nobile de
Ciccio - me diceva - e poi Ciccio ci la moje CO' cinque fiji, me mena
sempre. E cos l'ha denunciato, e Ciccio eccolo l.

E incroci le mani come quando sono strette dalle manette.


ACCATTONE E

Maddalena s' messa CO' me. Un domani vi uno che ci er


core pi nobile del mio, basta che je dice du' parole dorci e se la compra, e
io vado a rimpiazz er posto de Ciccio, a Reggina Coeli!
NAPOLETANO Ma

no ma no, 'e questo nun v'avite a preoccup! Avete fatto


un'azzione santa, avete alloggiato la mojera e i figli dell'amante dell'amica
vostra! e Dio ve compenser!
Si apr la porta: un bagliore di sole, e nel bagliore di sole, il Balilla,
sdentato, grosso, rosso, col Cartagine, un giovincello snello come una
canna.

BALILLA

A Accatt, che stai a f le lacrime Cristi? Tanto qui mica


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Pier Paolo Pisolini - Accattone

commovi nessuno, sa'! Te ricordi i bei tempi quando annavi a chiede


l'elemosina? Te mettevi a piagne, facevi pena pure a le guardie!
ACCATTONE A

Balilla! Sei finito, pure te! Vi qua, ti, bevete un goccetto e


manda gi i dolori!
Il Balilla e Cartagine s'avvicinarono.
Grandi presentazioni, effusioni, tutta pappa e ciccia. Il Balilla, dopo aver
bevuto con occhi infernali, sbott ammiccando verso Accattone.
Eh, donne maledette! Prima te portano ar Cielo... Alz piamente
al cielo gli occhi: ...e poi... te lasciano l!

BALILLA

Gli scapp da ridere per la sua inaspettata battuta. Era ancora con gli occhi
al cielo. Allora anche Cartagine guard verso il cielo, e cant:
CARTAGINE

Lass tra mezzo agli angioli...

Il gentil sesso... l'animaccia loro! Mo quando torno a casa, je


faccio vede io a quella prostituta! Ha denunciato er compare de 'st'amico
mio...

ACCATTONE

Abbracci ancora il Napoletano, bagnandolo di lacrime.


... che la pi brava persona der mondo... pe' mettese co' me,
pe' rovinamme pure a me, 'sta prostituta, che nun possa av un'ora de bene!
ACCATTONE

Il Napoletano allora, pieno di potente vitalit, quasi ispirato e


gorgheggiante, con tutta la chiostra dei denti splendenti scoperta, ricominci
a consolarlo.
Iiiiih, n'in te preoccup, Ciccio st in bone mano, nelle mano
dei tutori de l'ordine... Tanto lo sai il mestiere nostro un mestiere cos, che
n'in sai mai dove te svegli, se nel letto 'e casa tua, o in cammera 'e
sicurezza!... Ah, a proposito, vedessi che belle guaglioncelle abbiamo
portato da Napoli... Domandalo a loro!
Si rivolse, come un avvocato che sta arringando, ai suoi tre compari
napoletani: che, incendiati dal vino, mossero su e gi le facce da galera, con
un sorriso soddisfatto a testimoniare, a dire s s.

NAPOLETANO

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Pier Paolo Pisolini - Accattone

NAPOLETANO

Una pi bella dell'altra... robba signorile... robba scicche...

Minorenni!
Il giovincello, Cartagine, era eccitato, intervenne con entusiasmo
incoercibile, ridente e affannato come desse una bella notizia.
A Accatt, a Accatt! Ce dovevi st ieri sera co' noi! Eravamo
noi, er Tintura, er Droga, tutta la batteria, avemo rimorchiato 'na battona...
Prima avemo fatto tutti i caritatevoli, i bravi... L'avemo portata un po' a
spasso, e poi j'avemo offerto er caff... Ner caff je avemo messo 'na
boccetta de pasticche... Hai da vede, era imbalsamata... Me pareva 'na lucertola senza coda... L'avemo portata ar prato, e addio! Poi ci preso la
mosca e j'avemo pure menato... Le botte che ]'avemo dato! Hai da vede!
Come piagneva! Come se riccomandava! Pussa l! Me sa che quella sta
ancora a strill O Dio, mamma mia!

CARTAGINE

Ma Accattone non sentiva: la testa gli croll sul tavolo, e pallido come un
morto, si sturb, con un lamento di nausea e dolore.

Sotto il sole che fulminava, Accattone se ne torn verso la sua bicocca.


Pass davanti ai soliti ragazzini innocenti, che giocavano, belli come
agnellini. Era sfigurato dal vino, gli occhi che gli avvampavano sotto i
capelli spettinati, arsi: camminava come un morto, in mezzo a quella visione
di miseria e di sole.
And dritto alla porta della bicocca, la spalanc ed entr, rigido, con quegli
occhi di fuoco.
Maddalena era l, sul lettone, con la gamba infasciata.
Anche Nannina era li con intorno le sue creature come mosche su un po' di
zucchero.
Accattone entr e le guard.
MADDALENA

Ch'hai fatto?

Accattone sput per terra.


ACCATTONE Che te ne frega a te,
MADDALENA

che ho fatto? Chi sei, mi' madre?

Ah, che, er vino t'ha dato in testa? Non hai trovato co' chi
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Pier Paolo Pisolini - Accattone

sfogatte e te vieni a sfog qui co' me?


Accattone non rispose, ma se la guard, con quei suoi occhi arsi da un fuoco
tenebroso: la guard per qualche istante covando l'idea, la pretesa, il diritto,
la rabbia.
Che te credi, che tu stasera nun ce vai a lavor? Nun te sarai
mica messa in testa de st qua, lo sai che per te nun ce sta mica la cassa
mutua!

ACCATTONE

Aoh, ooh! a bello de mamma tua! No lo vedi in che stato me


trovo! Che te credi che un giochetto, no lo sai che ho la gamba rotta, io?
MADDALENA

ACCATTONE Rotta, me fai ride, rotta! Tu, stasera, t'alzi e vai a lavor, come
tutte l'altre sere, uguale! La vita da signora, tu no la puoi f, la vita tua
quella! Che te credi che me te sei comprato con quei due soldi zozzi che me
di ar giorno?

Nannina guardava, muta, in disparte, con la creatura pi piccola, un povero,


muto agnellino, attaccato alla poppa.
Perch tu, me, m'hai rovinato! Perch io a st'ora o ero un bel
lavoratore o ero un bel ladro! No stavo qui! E se stasera nun ce vai, a lavor,
te spezzo pure quell'altra gamba, cos la famo finita!

ACCATTONE

Il bambino di Nannina, perso nella sua dolce misera infanzia, giocava con la
catenella che pendeva al collo della madre, a cui era attaccata una croce, che
scintillava tra le sue manine.
Maddalena era l, al suo posto, con la borsa stretta in mano, acida, nera, e si
guardava intorno. Si guardava intorno perch si sentivano delle vociacce
cantare, e lei voleva vedere chi era che cantava.
Eccoli lass, quelli a cui sorrideva tanto la vita: erano quattro giovinottelli,
Cartagine, e Laio, Dino, Tommaso - quelli della cricca dell'osteria. Tutti e
quattro, scendendo una breve scesa polverosa, ridevano e cantavano.
Maddalena, e accanto a lei Amore - seduta su un giornale sul ciglio della
scarpata - osservavano i quattro, accigliate.
Avanzando, i compari sostarono accanto a un vecchio ubriaco che dormiva,
laggi, su degli stracci e un po' di paglia, sotto il rimorchio di un camion.
17

Pier Paolo Pisolini - Accattone

E cosa fecero? Cartagine ebbe una pensata improvvisa: smise di cantare,


e, ridendo, cacci la scatola dei cerini, ne accese uno, si abbass e diede
fuoco alla paglia e agli stracci secchi dove il vecchio dormiva.
Gli altri compari intorno a lui stavano a gustarsi la scena.
La fiamma crepitando si allarg, il vecchio si svegli, si alz intontito e
spaventato, e con la sua giacchettaccia zozza cominci a dar botte sul fuoco
per spegnerlo - rassegnato. I quattro intorno ridevano come zozzi.
Maddalena era invece sfigurata dall'indignazione. E cominci a strillare.
Brutti ignoranti delinquenti... che v'ha fatto de male quel
vecchio... io vorrei che lo facessero a vostro padre. Nun ciavete proprio un
altro posto d'annavve a gratt le corna, invece de ven a d fastidio a la gente
che se ne sta pei fatti sua!
MADDALENA

CARTAGINE Er foco
MADDALENA

purificatore! Viette a d 'na riscaldata!

Che potessi f la fine de Nerone te, e tutte 'ste carogne che te

stanno vicino!
I quattro, lasciando il vecchio a spegnersi il fuoco, ricominciarono a
avanzare e ricominciarono a cantare.
Tommaso ebbe ora lui uno scatto, e sal sopra un rudero, fino a che si
profil contro le stelle.
Famme mont qua sopra, che l c' rimasta solo 'a puzza! Ah,
che aria pura!
TOMMASO

MADDALENA

Io ve darebbe 'na coltellata a tutti, ecco che farebbe, io!

Intervenne allora Amore, calma e quasi assorta.


Nun t'arrabbi, nun t'arrabbi! Fija mia, come sei matta! Guarda l,
come sei ridotta, co' quella gamba, piuttosto! Ma chi te ci fatta ven qua, in
quelle condizioni! Ma no lo sai che quando sei morta nun te piagne nissuno?
Almeno lo facessi pe' te!

AMORE

MADDALENA Famme il cavolo de piacere! Impiccite per le corna tua! Ce


n'hai avuti tanti te, de amici, che t'hanno levato pure le lacrime dall'occhi!
Pzt! Almeno io ce n'ho uno ch' er mejo de la piazza!

18

Pier Paolo Pisolini - Accattone

AMORE St! Capirai!


MADDALENA Perch? Vi d che no bono? Almeno questo educato, un
bel ragazzo, giovane, bravo... E me vu bene!

Ma Amore era e restava profondamente scettica.


Aiuteme lingua, se no te tajo! A ilusa, imparete a vive, fa come me,
che nun amo pi nessuno... e apposta me chiameno Amore!
AMORE

Per il vialone arrivava una macchina, sotto l'ombra degli alberi e i tagli di
luce dei lampioni. Si ferm accanto alle due. Dentro, c'erano tre quattro
persone: erano i compari del Napoletano, pi una faccia sconosciuta, da
giovane gratta. Chiamarono Maddalena come un cane.
II NAPOLETANO

Fatte vede alla luce, vi qua!

Maddalena si avvicin cauta e professionale alla macchina. Le facce dei


quattro la guardavano soddisfatte, come accese da un riso interiore.
II NAPOLETANO

Monta!

Maddalena, perch no? impavidamente, sal sulla macchina, con un rapido


saluto malandro alla collega.
MADDALENA

Ciao, Amore!

Amore rest sola, acida, con gli occhi grossi come uova, scettica. La
macchina correva, con dentro il suo carnaio.
MADDALENA

Che, sete napoletani?

II NAPOLETANO
MADDALENA

Non ti piaciono, i napoletani?

Ah, pe' me ognuno vale l'altro!

II NAPOLETANO

Eh, ciavessi a mischiare co' l'italiani, no? I napoletani sono

speciali!

19

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ma la macchina, all'improvviso, rallent a una curva. Dietro a un cespuglio


c'era una sagoma ferma. I napoletani sembrarono riconoscere di chi si
trattava, e si svociavano:
II NAPOLETANO

Ueeeh, pais!

La macchina si ferm davanti all'uomo: era il Napoletano n. I, con tutta la


chiostra dei denti scoperti, come un negro, coi capelli biondi che
luccicavano sotto il lampione.
Uno dei compari nella macchina apri uno sportello:
II NAPOLETANO

Monta!

Il Napoletano sal in macchina, nel carnaio. E subito volt la faccia crudele


e radiosa verso Maddalena.
Ueeh, ma noi ci conosciamo, siamo vecchi amici!
Maddalena riconobbe il compare del marito carcerato: e il sangue le and
tutto al cuore.
NAPOLETANO

MADDALENA

E chi sei?

Ma come? possibile che te sei dimenticata? Eravamo boni


amici! Il compare di Ciccio, quello che sta a Reggina Coeli... Te ricordi ora?
NAPOLETANO

Lui era pieno di una infernale cordialit, lei era di ghiaccio.


Fammete vede mejo!... Ah si, si, te oggi sei venuto pure a

MADDALENA

casa mia!
NAPOLETANO
MADDALENA

Oh, lo vedi che con un po' de fantasia, ce sei arrivata!

'Mbe', che volevi da Accattone?

Il Napoletano, ancora una volta, si illumin tutto, come estasiato da un


pensiero felice, pieno di un segreto di conoscenza e di riconoscenza.
NAPOLETANO
MADDALENA

Eh! Bravo ragazzo Accattone!

Ma mo ind'annamo?
20

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Di nuovo la centrale elettrica dentro il Napoletano, si accese e sfolgor.


Eh! Ormai gi che ti trovi co' questi amici miei, tutti bravi
guaglioni, che cianno voglia da pazzi, andiamo dove dobbiamo andare!
NAPOLETANO

La radura dell'Acqua Santa - grottoni, fratte, montagnole era buia, ma


tutt'intorno palpitava la citt immensa, lontana, un cerchio fisso di lumi.
La macchina s'intern per una pista di terra battuta, sobbalzando: e si ferm
in una specie di piccolo altopiano, tra la distesa strana e paurosa dell'Acqua
Santa.
I napoletani cominciarono a scendere, sgranchendosi pigramente, stirandosi
alla malandrina.
Il Napoletano n. I si guardava intorno raggiante.
NAPOLETANO

Ah, che bel posto!

Ma Maddalena restava ancora indecisa dentro la macchina. Il primo


Napoletano si rivolse al gran ciuffo malandrino del gratta, ch'era in
campana.
NAPOLETANO

Neh, Gennar, che aspetti?

Gennarino guard paonazzo e locco locco dentro la macchina, dove


Maddalena indugiava.
Poi si accost allo sportello, rivolgendosi a Maddalena, che stava attaccata
allo schienale della macchina, con gli occhi storti e il barbozzo che le
tremava come una bambina spaventata.
NAPOLETANO
MADDALENA

E allora? Te sei addormentata?

Non me piace 'sto posto qui, ci paura!

NAPOLETANO

Hai paura? E di cosa hai paura?

MADDALENA Io qui nun ce so' stata mai, pieno de buroni... e poi ce stanno
i cani dei pecorari... 'Namo da 'n'altra parte!

21

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Il Napoletano, con un gesto improvvisamente violento, allunga il braccio


dentro la macchina, afferra per un polso Maddalena e la tira brutalmente
fuori.
MADDALENA Ooo, oh, che te credi che so' 'na bestia? Metti gi le mano,
scendo da me se me va, sa'!

Si agita, cerca di svincolarsi come una matta. Ma il Napoletano di nuovo


improvvisamente tornato dolce come il miele, tutto illuminato dal suo
sorriso di re.
Eh, come t'arrabbi subbito! Invece d'esse contenta! Ho
scherzato, io so' un po' materiale!

NAPOLETANO

Maddalena se li vedeva tutti intorno, sfigurati nell'ombra) minacciosi.


Siate boni, fatelo pe' me, annamo in un altro posto... sto pure
male... co' la gamba, nun je la faccio a cammina... Annamo in un altro
posto...
MADDALENA

Lei ora li supplicava e il Napoletano era infatti protettore, paterno, come


ispirato.
E sta' bona, no? Gennar, fatte coraggio... Gennarino prese
decisamente per un braccio Maddalena, e la trascin verso l'ombra.
NAPOLETANO

GENNARINO

Damme la mano, te porto io... fidati di Gennarino!

Maddalena era ancora indecisa, impaurita.


Il Napoletano la sospingeva, quasi benedicente, alle spalle, avviandola verso
il buio, cordiale, protettore, benefico.
NAPOLETANO

Va', va'! Che qui ci stiamo noi, sta' tranquilla!

Maddalena segue Gennarino, zoppicando, con una faccia amara, spaurita.


Passarono pochi minuti, cinque, dieci.
Il gruppo dei napoletani si era sbragato sull'erba secca, intorno la macchina.
Tacevano, tesi.
Solo il secondo Napoletano canticchiava piano, stando disteso, appoggiato a
un gomito, con le gambe incrociate.
22

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Canticchiava, con lo sguardo perso lontano tra le fratte azzurrognole


dell'Acqua Santa, verso l'immenso cerchio dei lumi, tremolanti, angosciosi
della citt.
La sua voce era rauca, mormorante, come gli uscisse dal fondo delle viscere:
per cantava una canzone napoletana molto appassionata, accennandola
appena, ma nel tempo stesso interpretandola con tutto il sentimento. Quando
le note si facevano troppo alte per essere cantate a voce bassa, cantava in
falsetto, tirando la gola, e raggrinzendo la fronte.
Era un canto che era un lungo, strano lamento, pieno di antica disperazione.
Ed ecco che in fondo alle fratte rade, gi da un montarozzo, le due ombre di
Maddalena e di Gennarino ritornavano.
Il terzo Napoletano, ch'era stato sempre zitto, come un morto, disse a voce
bassa e minacciosa:
III NAPOLETANO

Eccoli.

Maddalena si avvicinava zoppicando, e tutti i compari tacevano. La


guardarono, e lei volle nascondere con la rabbia e la provocazione,
l'angoscia e la paura:
MADDALENA

'Mbe'?

Il secondo Napoletano le si accost lentamente guardandola ironico negli


occhi, e, di botto, con violenza, come se scherzasse, le diede una stranita.
II NAPOLETANO

Ueeeh, Maddal!

Maddalena spaventata cerc di protestare, con rabbia, con esasperazione:


MADDALENA Ma che, te s' voltato er cervello? Ma no lo vedi come sto?
Ma quante volte ve lo devo d che sto male Di, di portateme via da qua,
nun me va de st qua, o me portate via, o me ne vado via da sola!

Il Napoletano quello grande, si avvicin anche lui, seguito da tutti gli altri.
NAPOLETANO Ma nun t'a 'a prende! Lo sai com' questo, no? E 'nu cafone,
non tiene grazia!

Ma a un tratto, con furia improvvisa, le allent lui uno schiaffo, che la fece
cadere per terra. Subito per il Napoletano la riprese, e la tir su.
23

Pier Paolo Pisolini - Accattone

NAPOLETANO

Su, tirati su! Che fai? Non t'arreggi in piedi?

E le diede un altro schiaffo sull'altra guancia, facendola cadere per terra


un'altra volta.
Maddalena si mise a urlare, cercando di scappar via, strisciando sulla
polvere e l'erba secca.
Cominci il pestaggio, cazzotti, schiaffi, e, infine, cintate, caddero su
Maddalena, biancheggiando alla luna. Poi i napoletani, d corsa, salirono
sulla macchina, la misero in moto. Mezza svenuta, sanguinante, Maddalena
strisciava come una bestia ferita sulla polvere e sull'erba secca.
MADDALENA

Portatemi via! aiuto! aiuto! Nun me lassate qua sola! Nun

dico niente!
La sua voce era fioca, come di chi si sente mancare. I napoletani avevano
gi messo in moto la macchina, e stavano per partire, con le ruote che
slittavano nella polvere. Maddalena come una bestia si aggrapp ai
parafanghi.
MADDALENA

Aiuto, aiuto!

Per un po' si lasci trascinare: poi ricadde nella polvere, senza pi voce,
come una morta.

Nel solito baretto con le seggiolette sulla strada, regnavano la solitudine, la


pace, il sole.
Sulle seggiolette erano sbragati i soliti compari: Accattone, Giorgio,
Luciano, Mommoletto, il Tremarella, lo Sceriffo, il Vecchietto, e uno
nuovo, Renato.
La faccia di questo Renato era sfigurata da un immenso sbadiglio, che gli
allargava la bocca come un forno, con tutti i denti fuori, la gola spalancata
fino all'ugola. Pareva non dovesse finire pi: invece fin di botto, con un
colpo secco dei denti.
RENATO

L'Italia s' desta!

E continu a stirarsi pigramente, riprendendo a parlare con pi pungente


dolcezza.
24

Pier Paolo Pisolini - Accattone

RENATO

A Accatt, come te senti? Te vedo tutto accasciato!

ACCATTONE E perch? Me sento libbero cittadino... La donna non m'


tornata stanotte! Qualcuno me l'ha storta! Voglio morireee!

Aveva parlato con calmo disgusto: solo le ultime parole le aveva gridate,
come se l'avesse pigliato la mosca.
GIORGIO

Impicchete!

Luciano guardava fissamente Accattone coi suoi taglienti occhietti azzurri,


ridendo pieno di rughette.
LUCIANO

Ridi, ridi, mo te sei giocato i viveri! Mo che fai? Vai e' stracci,

vai?
Renato riapr la bocca, in un altro immenso sbadiglio, lungo, infinito,
soddisfatto, feroce.
Finito lo sbadiglio i suoi occhi assonnati guardarono in basso, mettendosi
serenamente a fissare qualcosa: questo qualcosa era un ragazzino piccolo
piccolo, come un fringuellino, che passando sotto i piedi dei compari
sbragati sulle seggiolette, per il marciapiede, si accucciava d'improvviso,
tutto assorto, come se intorno a lui non esistesse il mondo. Si accucciava, e
con mosse svelte, meccaniche, soddisfatte, disegnava con un gessetto sul
marciapiede un pupazzo: un cerchio, la testa: due cerchietti vicini le
orecchie: un ovale, il corpo, quattro linee, le gambe e le braccia.
ACCATTONE Barista! Ordini!
BARISTA

Che vi?

ACCATTONE Porteme tu'

sorella!

Il ragazzino, finito, zic e zac, il suo pupazzo, si rialz, e riprese a


trotterellare per il marciapiede.
Si allontan, come un fringuelletto, e si incroci con due tizi, alti, grossi e
melensi, due martufagni, vestiti met alla malandrina e met da farlocchi.
I due avanzavano, locchi locchi, verso il baretto. Renato li riconobbe subito:
e guardando da un'altra parte, nel vuoto, cominci a parlare come se
canterellasse, muovendo appena le labbra, salmodiando.
25

Pier Paolo Pisolini - Accattone

RENATO

Reggeteve, boni italiani, boni, che arriva madama, contegno...

Tutti si irrigidirono, comprendendo al volo l'avvertimento d Renato.


Lo Sceriffo si alz, ispirato.
SCERIFFO Ve saluto ragazzi, vado in chiesa, vado a spicci la sagrestia,
Don Leopoldo m'aspetta! Ciao!

E si allontan rapidamente. Intanto le guardie erano giunte all'altezza del


baretto, si soffermarono, guardando verso Accattone. Uno dei due gli fece
un cenno.
I GUARDIA

Senti!

Accattone lo guard con un'espressione sbalordita, innocente:


ACCATTONE A me?

Ma si risent subito, incupendosi.


ACCATTONE Ma nun ve sbajate pe' niente?
I GUARDIA No, no, proprio te! Scusa un minuto!

Accattone, tra il silenzio dei compari, si alz, e s avvicin alle guardie che a
loro volta si erano un po' allontanate dai tavolini. Era tutto impensierito,
candido.
ACCATTONE
I GUARDIA

'Mbe, che c', qualche cosa che nun va?

Favorisca i documenti!

ACCATTONE E chi ce l'ha, i documenti! Tanto me lo ricordo come me


chiamo, e che ce fo, coi documenti?
I GUARDIA

Vieni con noi... cinque minuti...

ACCATTONE E
I GUARDIA

perch?

Cinque minuti, per accertamenti, via...

Semo tre milioni de abbitanti, a Roma, proprio su de me te


venghi a accert, e chi so'?
ACCATTONE

26

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Volt le spalle alle guardie e and verso il bar.


ACCATTONE Se vi

un caff!

Ma la guardia, con uno scatto, lo afferr per il braccio.


I GUARDIA

Avanti, andiamo, non fare il cretino!

E fece un cenno lontano, verso una macchina ferma poco pi in l, che si


muoveva verso il bar.
ACCATTONE E
I GUARDIA

lasseme 'sto braccio, ah, metti gi le mano!

Non fare storie, su, prima vieni e prima ti spicci!

ACCATTONE No!

Io nun vengo proprio a nessun posto! Sto tanto bene qui!

I compari lo guardarono, seduti sulle seggiolette del bar, immobili, fermi,


come in un mosaico antico. Un po' di folla stramiciata si radunava intorno.
Le guardie perdevano la pazienza, man mano che la loro macchina si
accostava. Afferrarono Accattone con la forza, e lo trascinarono verso la
macchina.
Accattone si dibatt, con furia e disperazione impreviste, svincolandosi
come un serpe, scalciando, facendosi trascinare come un corpo morto, e
urlando in una specie di attacco epilettico, che lo sentivano fino ai palazzoni
dietro le casette del Pigneto.

Era un grande ufficio, squallido, con due tre tavoli pieni di verbali e veline:
un tavolinetto con la macchina da scrivere e una carta di Roma alla parete.
Accattone stava seduto su una seggiola; alla porta, loffia, c'era una delle due
guardie in borghese.
Il sole riempiva il grande ufficio di una luce cattiva.
Per un po', ci fu silenzio.
Poi Accattone, torvo, disperato, scatt:
ACCATTONE Ah, ma ve rendete conto che so' tre ore che sto qua? Che ho
fatto? Chi che me deve interrog a me? Me interrogasse, e me mandasse a
casa, me so' stufato de st qua! Che volete da me? A me me lo dovete d che

27

Pier Paolo Pisolini - Accattone

volete da me! Io nun do fastidio a nessuno, e a me me dovete lass perde!


So' pure malato so'!
Parlando si era alzato e si era avvicinato alla guardia, che gli rispose
brutalmente:
Stai buono e mettiti seduto! Qui non stai in casa tua! Quando il
maresciallo sar comodo ti chiamer lui, non aver paura!

GUARDIA

ACCATTONE Ah

a comodo! Io nun vojo st ai comodi de nessuno!

Tacque un attimo e poi si lanci verso la porta, deciso a uscire.


ACCATTONE Vojo

usc! Nun ne posso pi!

Ma la guardia lo ricacci indietro con violenza. Al tramestio accorsero altre


guardie, curiose e minacciose.
Allora Accattone si butt verso la finestra.
Era ormai preso da una furia disperata e cieca.
Prima che lo potessero fermare, si gett a pugni chiusi contro i vetri della
finestra, li spacc, massacrandosi le mani.
Lo afferrarono per le spalle, lo tirarono indietro. Le mani e i polsi
cominciarono a sanguinare.
E intanto lui urlava, come un pazzo.
URLA DI ACCATTONE

Mamma, aiuteme! Sto a mor! Oddio! Lassateme!

Nun ho fatto niente!


Riusc a liberarsi dalla stretta, e strisciando e rotolando per terra, rovesci un
tavolo con tutte le carte.
Si ributtarono su di lui, lo riafferrarono, mentre si dibatteva follemente,
urlando. Il sangue che gli usciva dalle mani e dai polsi, insozzava i vestiti, i
visi. Tutto era macchiato di sangue.

Maddalena stava seduta in un grande ufficio della Centrale, livida, con la


faccia blu di ficozze, scapigliata, muta come una cella.
Accanto, il commissario, e tutt'intorno, guardie, in campana, con aria
astratta.
28

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Sapr una porta, e, condotti da altre guardie, entrarono tre giovincelli,


malandri coi blue-jeans bianchi.
Gli occhi di Maddalena, guardandoli, restavano per inespressivi, spenti e
disgustati.
COMMISSARIO

Ne riconosce qualcuno, qua in mezzo? Non abbia paura...

I tre, l fermi, malandri, offesi.


Maddalena rest spenta, e disse no, no, col capo, e poi con la voce.
MADDALENA

No.

I tre, trionfanti, vennero allora fatti allontanare.


Ne entrarono altri tre, sempre condotti dalle guardie: quasi uguali ai primi,
coi blue-jeans bianchi, stessi ciuffi, stesse tosature al rasoio, stesse facce
cotte dal sole, dalla miseria.
Anche stavolta, Maddalena rest l concentrata, passiva, come senza vita.
COMMISSARIO

Questi?

Maddalena scosse energicamente la testa, dicendo di no, di no.


Pass un po' di tempo.
Sudore, sbragamento. Maddalena era l.
Ne entrarono altri, sempre uguali ai precedenti: blue-jeans magliette, facce
da coltello... Solo che stavolta uno dei tre era Cartagine.
Vedendolo entrare, Maddalena si drizzo' come una vipera.
COMMISSARIO

Ecco! Lo riconosco! Uno questo! Pure gli altri due! Sono

questi!
COMMISSARIO

sicura di quello che dice? Guardi bene.

S, so' proprio loro! Li ho visto bene in faccia! Specialmente


a questo, Cartagine. S, s, so' loro!

COMMISSARIO

Cartagine la guard torbido, con furia.


Ah? De che? Famme cap qualcosa! De che so' io? A sor
maresci, spiegatemelo vi, che successo? Io non ho fatto niente!
CARTAGINE

29

Pier Paolo Pisolini - Accattone

COMMISSARIO

Allora hai proprio visto bene, sei sicura che son loro?

MADDALENA S, lo giuro su mamma mia, So' loro! M'hanno rovinato!


Disgrazziati! Che v'ho fatto almeno io a voi! Senza motivo m'hanno
massacrato! M'hanno fatta mor!

Nun le date retta! Quella matta! E la prima


volta che la vedo io a quella! Ah, a sign, ma guardateme bene, voi
m'arovinate...

CARTAGINE E GLI ALTRI

Ma il commissario tronc presto le selvagge proteste.


COMMISSARIO
CARTAGINE

Portateli fuori, via!

A sor maresci! Ve giuro! Io nun ho fatto niente!

COMMISSARIO
CARTAGINE

Adesso lo vediamo noi se avete fatto niente o no!

Disgrazziata M'arovini! T'ammazzo si me fai fa der male.

incoscente!
E, divincolandosi disperato, scompar nel buio della porticina.

Ancora un poco pi tardi.


Maddalena era l seduta: ma agitata, ora, tutta vibrante, come una pazza.
Ne entrarono altri tre: sempre uguali.
COMMISSARIO

tra questi, il quarto?

Maddalena scopr di nuovo fieramente la testa spettinata:


MADDALENA

No, no, non tra questi! Era un burino, grosso, mezzo

roscio...
COMMISSARIO
MADDALENA

Allora tra questi non c'?

No, no!

30

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Il commissario fece un cenno, e i tre uscirono. Maddalena attendeva


selvaggia i successivi. E, come questi entrarono, i suoi occhi li fissarono
brillanti, sicuri.
COMMISSARIO
MADDALENA

Questi?

No!

E anche questi tre vennero fatti uscire; con la camminata stanca, paziente
dei bravi.
Fai attenzione a riconoscere bene i tuoi aggressori... Che se
dovesse risultare qualche innocente, vai incontro a dei guai, stai attenta!
MADDALENA

MADDALENA Nun so' mica matta! Mo nun li riconosco. So' stati mezz'ora
insieme a me, a menamme, mo nun li riconosco pi!

Ne entrarono subito altri tre: tra questi, cera Accattone. I tre avanzarono
fino in mezzo alla stanza, e si fecero osservare: Accattone era perfettamente
calmo e distratto.
COMMISSARIO
MADDALENA

Questi?

No!

COMMISSARIO

Non aveva detto che uno era un mezzo burino... rosso...

Accattone attendeva paziente, coi suoi capelli biondicci, in mezzo agli altri
due pregiudicati.
MADDALENA

No, no, tra questi non c'!

I tre, tra cui Accattone, vennero fatti uscire, locchi locchi. E gli occhi di
Maddalena li seguirono, come si vede sparire l'apparizione di un sogno.
Accattone si dirigeva verso Il baretto pieno della solita cricca. Era in
canottiera, e luccicava tutto del solito oro: le catenelle, il braccialetto,
l'orologio, due anelli...
Arrivato accanto alla cricca, li prese subito di petto:

31

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ACCATTONE Ah,

chi che se vu compr 'st'anello?

E si sfil un anello dal dito, mostrandolo.


Tra la cricca, c'era Cartagine, che lo affront di brutto.
CARTAGINE

Ah, a Accatt, spiegheme un po' 'na cosa!

ACCATTONE

'Mbe', t'hanno rilasciato? Gi stai de fora?

No, sto in galera per l'occhi belli della tu' ragazza! E robba
che se nun c'erano tutte quelle guardie, a forza de morsichi me se la sarebbe
magnata, 'sta zozza trucida!

CARTAGINE

Emb, e che vi da me? Che, t'ho denunciato io? 'N altro po'
me carcerano pure a me! E ringrazia Dio che stai fora! E godetela 'sta
libert!
ACCATTONE

CARTAGINE Ma proprio

me m' venuta a denunci? Che so' 'n orfanello?

E che ne so, io! Je sarai antipatico! Se vede che le botte j'anno


dato in testa! Hanno fatto bene a menaje! Anzi, peccato che nun l'hanno
ammazzata, 'sta scema!

ACCATTONE

Luciano s'inser a questo punto nel bel dialogo, ridendo con gli occhi di
vetriolo.
Ridi, ridi, Accatt? Calunnia e falso in atto pubblico! Il minimo
so' due anni: mo che te magni, Accatt, per du' anni? Te fai d un po' de
minestra da le Mantellate?

LUCIANO

Ma Accattone non colse la battuta: si guard di nuovo intorno, mostrando


l'anello, col braccio alzato.
ACCATTONE Allora,
RENATO

chi se lo compra 'st'anello? Forza, lo metto all'asta!

Quanto vuoi?

ACCATTONE

L'ho pagato quindicimila lire, e lo metto a la met! Settemila!

Giorgio si alz, e, con aria da schiaffi, lo prese e l'osserv.

32

Pier Paolo Pisolini - Accattone

GIORGIO

Le vi, 'ste cinquemila lire? Almeno vai a magn!

ACCATTONE Di,

dammene seimila lire! Ti! Godi!

Giorgio, sempre con aria da schiaffi, prese l'anello, e pag. Una profonda
ispirazione profetica quasi felice invest Renato.
Eh! Sei caduto in disgrazia! Ormai chi te salva pi! Nemmeno la
peniccillina!

RENATO

Tutti, Fulvio, il Vecchietto, Luciano, Lo Sceriffo, Mommoletto, Tremarella,


ridacchiarono raggrinzando i visi, strizzando gli occhietti.
Renato riprese, biblico:
Ascolta, Accattone, quello che ti dice il profeta! Oggi vendi
l'anello, domani la catenina, fra sette giorni l'orologio, e fra settantasette
giorni non cii nemmeno l'occhi per piagne!

RENATO

'Mbe', tanto come dice er Vangelo? E pi facile che


cammello passi per la cruna di un ago che un ricco vada paradiso!
ACCATTONE
RENATO

Cii pure 'sta fortuna!

Su una strada miserabile, circondata da baracche, vecchie casette, piena di


ragazzini stracciati, sotto un sole furioso, c'era una triste, desolata
campanella che suonava a morto.
Accattone avanzava per la strada tramortita dal sole.
Era proprio un accattone, in canottiera - senza maglietta coi calzoni
impolverati.
Nel collo, non c'era pi la grossa catenella d'oro.
Alle dita non c'era pi neanche un anello.
Al polso non c'era pi n bracciale n orologio. nudo come un vrmine.
Camminava, per la strada, vuota, accecata, Sotto la campanella che suonava
a morto.
Balilla, accanto a una fontanella, stava lavando un grappolo duva, tutto
ingobbito e malandro, vecchio gratta all'antica. Accattone pass accanto a
lui senza vederlo e intanto la campanella continuava a suonare a morto.
Il Balilla se lo fil, e si fece il segno della croce, con un breve inchino, come
passasse il morto. Poi, preoccupato:
33

Pier Paolo Pisolini - Accattone

BALILLA

Oooh, guarda che er camposanto sta da quella parte!

ACCATTONE Me lo

saluti!

E prosegu per la sua strada, accasciato.


Il Balilla prese e gli and appresso, mangiando il suo grappolo d'uva.
ACCATTONE

Guarda che ancora nun me serve l'accompagnamento.

Vattene!
BALILLA

E il millequattro, che fine ha fatto? Te lo sei venduto?

Accattone non rispose. Proseguiva per la sua strada.


BALILLA

E tutto l'oro che ciavevi, ind sta?

E Accattone zitto.
Me pari proprio 'n accattone. Che brutta fine. Evviva la faccia de
noi ladri! Noi sapemo sempre ind'attaccasse... Basta che allungamo la mano,
pijamo sempre...

BALILLA

ACCATTONE S,

l'anni de galera!

Aricordete, Accatt! Tutti nascemo co 'na vocazzione! Io so' nato


co' l'istinto de f er ladro, e ecchime qua... e tu non sei nato co' l'istinto de f
er pappa, ma l'accattone, e eccote l!

BALILLA

Le parole del Balilla erano accorate, piene di poesia. Ma Accattone scatt:


ACCATTONE Ah,

nun cii niente da f oggi? Proprio a me me venghi a pij


de petto? E vatte ammazz a 'n'altra parte! Stavo tanto bene pei cavoli mia,
io!

Arientra in te, Accatt! Ricordete che pei ladri la disoccupazione


nun esiste!

BALILLA

34

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ma in quella sbuc da dietro un muro un cagnoletto, e il Balilla si accucci


a accarezzarlo.
Accattone non s'accorse che il Balilla era rimasto indietro, e rispondendogli,
camminava parlando da solo come un matto.
A Balilla! Beato te che sei cos sicuro! Infatti guarda quanti
ladri so' diventati ricchi! Ma lassame perde, vattene! Te lo vi mette in testa
ch' passato er periodo bellico? Oggi ce so' pi guardie che civili! Come
metti un piede fori de casa te carcerano! Ma nun lo vedi che sta a f er
questore?

ACCATTONE

Ma si accorse tutt'a un tratto, che il Balilla non era pi accanto a lui, era
lontano, accucciato col cane.
Allora, rabbiosamente, sput per terra, sfigurato in faccia. E la campana
suonava.
Fatto ancora qualche passo, ecco laggi il funeraletto, che transitava, nero,
in fondo al budello incandescente della strada. Poche persone alla
spicciolata, dietro. E la croce, la croce che dondolava contro il cielo bianco e
i muretti scalcinati delle bicocche. Accattone svolt a destra per una strada
altrettanto miserabile, lasci indietro due donne grasse e smorte che si
facevano il segno della croce, cammin svelto sotto il suono della campana
che non la finiva pi.
E, fatta ancora qualche decina di metri, arriv nei pressi della sua meta...
Si ferm, e osserv una delle casette lungo la strada, povera, ma un po'
meno disperata con davanti un piccolo orto, bruciato dal sole.
Sulla polvere, davanti a quella casa, c'erano due ragazzini, sui due tre anni,
innocenti, vivi e zozzi come cuccioletti.
Tra questi ce n'era uno, a cui Accattone subito s'accost, guardandolo.
ACCATTONE A

Iaio! Vi qua Nun me conosci?

Il ragazzino lo guard, incantato, senza riconoscerlo per niente.


ACCATTONE So' quella

pora anima de tu' padre! Nun me riconosci?

Il ragazzino, sempre fiducioso, ingenuo, carino come un cuccioletto, lo


guardava, lasciando per terra sulla polvere le bottiglie con cui stava
giocando.

35

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Mannaggia! Tu' madre te lascia in giro cos, a culo scoperto?


Eh? Ma lo sai che sei 'n omo, te? Vi qua, d un bacetto d'oro a tu' padre!

ACCATTONE

Si chin a farsi dare un bacetto dal figlio, ma proprio in quel momento usc
dalla porta della casa un vecchio uomo, un burino tosto e canuto, feroce, che
urt subito ai nervi Accattone.
SUOCERO

Che sei venuto a f, qua?

ACCATTONE Ah, carmete! Che te so' venuto a lev er piatto de la


minestra? Do' sta quella brava donna de mi' moje?
SUOCERO Do' sta? Sta a guadagn er pane per tu' fijo! E adesso vedi
d'annattene, che quella meno te vede mejo se sente!
ACCATTONE Ho

capito, va'!

Volt le spalle e ricominci a camminare, truce.


ACCATTONE La famija de la rinascita!
SUOCERO 'Sto delinquente, infame!

Accattone prosegu senza voltarsi, mentre il suocero continuava a urlare


dalla porticina come un cane rabbioso.
SUOCERO

Arriver er giorno che qualcuno t'ammazza, delinquente!

Accattone, per tutta risposta, ispirato, cominci a cantare una vecchia


canzona:
Fior de limone
ma chi sar 'sto giovane per bene
un popolano oppure un gran signoreee!

Prosegu ancora, benedetto dal sole: e la campana che continuava - lontana,


fioca, ma accanita - a suonare a morto.

Qualche minuto dopo, Accattone si avvicinava a uno spiazzo miserabile, tra


le casette, un poco pi su.
Canticchiava ancora tra i denti la stessa canzone:
36

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Fior de limone
ma chi sar 'sto giovane per bene
un popolano oppure un gran signoreee...

Taceva e osservava.
Intorno intorno allo spiazzo, tutto polvere e erba bruciacchiata, c'erano altre
casette, mozziconi di muretti, mucchi d'immondezza, con qualche
magazzino di bandone arruzzonito.
L, sotto al sole che le faceva sfavillare come tizzoni, c'erano sei o sette
montagnole di bottiglie.
Delle donne le stavano capando: le bottiglie della Coca Cola con le bottiglie
della Coca Cola, le bottiglie del Chinotto con le bottiglie del Chinotto.
Un furgoncino le caricava, e le portava via, guidato da due gaglioffi,
smaglianti di sudore, in canottiera.
Una donna, gobba l accanto sul mucchio delle bottiglie, avvist Accattone.
Si rivolse allora verso una giovane donna, lontana, che lavorava, e aveva
accanto, su una coperta strappata, una creatura di un anno, alla misera
ombra storta di un fico.
DONNA

Ascensa! Ascensa, lo vedi chi c'? Quel bell'omo de tu' marito!

Ascensa guard, facendosi solecchio con la mano, s'incup, e ricominci a


lavorare chinata, senza rispondere niente.
Accattone si rivolse per alla donna senza nome che stava lavorando l, nel
luccichio delle bottiglie.
ACCATTONE Ah,
DONNA

fra quanto staccate, qua?

A momenti... E da stamattina a le sei che stamo a combatte co' 'ste

bottije...
Accattone sbadigli.
ACCATTONE So' disgrazie che

capitano...

Sempre sbadigliando, si scost un po' dalla donna e dal suo mucchio di


bottiglie, per andare a rifugiarsi sotto un muretto sbrecciolato. E li si prepar
a aspettare che Ascensa staccasse. Ma subito i suoi occhi avidi furono
attratti da qualcosa, da qualcosa tra le bottiglie..,
37

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Era una giovane donna, bionda, grande, ma che sembrava una ragazzina:
forse s, era una burina.
Lavorava alle sue bottiglie zozze, con grande pazienza e dolcezza.
Accattone la osserv, un po' per passare il tempo, un po' perch interessato
da quel tipo di bonacciona, fatta col miele.
ACCATTONE Un

lavoro pesante, eh?

La ragazza pareva che non avesse intenzione di rispondere: lo guardava dal


basso allalto poi disse con un sorriso umile:
Tutt' l'abbitudine... E poi quando uno ci bisogno, nun sta a
guard, basta che lavora...

STELLA

Accattone stupito da quella risposta completa e sincera, riprese con maggior


sicurezza e agio il discorso.
ACCATTONE Ma ve pagheno
STELLA

bene, almeno?

Eh, tanto pe' no facce mor de fame

Lei continuava a lavorare, sotto la vampa nera del sole. Lui tir fuori una
sigaretta, e fum, abbacchiato.
ACCATTONE Ma dev'esse poco
STELLA

che lavora qua... Nun l'ho vista mai...

Si, poco... appena un mese...

Con uno scatto, Accattone si stir come un leopardo.


ACCATTONE Eh,

lo saprebbe io che ce v in Italia!

La sparata d'Accattone cadde nel vuoto. Lei continu umilmente a lavorare.


S che s'ha da vede! Eppure Lincoln l'ha libberati li schiavi E
invece in Italia ce l'hanno messi! Ce manca proprio che ce mettono la palla
ar piede! Ah, co' un mitra in mano a me, beato chi rimaner in piedi!
ACCATTONE

38

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Anche stavolta le sue parole avvelenate caddero nel vuoto. Stella continu
umile a lavorare.
ACCATTONE Come te chiami,

te?

Stella alzo' su di lui gli occhi.


STELLA

Stella.

ACCATTONE

Io Vittorio, piacere! Eh, Stella, Stella... Indicheme er

cammino!
Stella ridacchi un po' imbarazzata a quella sparata. Accattone insist.
ACCATTONE Insegna a 'st'Accattone qual la strada giusta... pe arriv a un
piatto de pasta e facioli...
STELLA

Cii fame?

ACCATTONE Mah...
STELLA

fame no... un po' de appettito...

'Mbe', mezzogiorno... E l'ora sua!

Accattone tacque un po' osservandola meglio, incuriosito.


Ma dimme un po'... me pari cos ingenua... regazzina... cos
bona, senza cattiveria... boh, nemmeno io te lo so spieg... Ma non sei de
Roma?

ACCATTONE

STELLA

Io s!

ACCATTONE

Mah... strano! Eppure... Boh... Eh, beata te che nun capisci

niente!
E sospir amaramente.
Stella lo guard, continuando a rimestare le sue bottiglie sporche, e sorrise,
imbarazzata, innocente.

Verso mezzogiorno le donne staccarono dal lavoro. Accattone aspett


39

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ascensa sulla strada, nel punto in cui lvista arrivando.


Le donne si allontanarono sotto il sole: mescolata ad esse Stella...
Ascensa arriv invece tra le ultime, col bambino piccolo braccio.
Arriv, e pass davanti a Accattone senza guardarlo. Ma Accattone le and
appresso.
ACCATTONE Guarda che

te stavo a aspett te... Te devo parl...

Ascensa non rispose.


ACCATTONE Allora?

Nun m'hai visto?

Ascensa continuava a camminare, allungando il passo, sulla polvere


bruciante.
Te vi ferm, s o no... Te devo parlaa... Che ce v la carta
bollata, mo, pe' parl co' te?

ACCATTONE

Ascensa si tratteneva ancora, muta e proterva. Invece Accattone perdeva un


po' la grinta, e la sua faccia faceva quasi pena.
ACCATTONE Che,

te stai a f preg come 'na santa?

Solo a queste parole meno dure, Ascensa scatt, furente:


ASCENSA Non ciavemo niente da disse io e te! Tutto quello che se
dovevamo d, se lo semo gi detto, basta! A me me devi lass perde!
Lassame f la vita mia, a me, e te fatte la vita tua!
ACCATTONE E

nun strill! Carmete, nun st a f la cosa, la traggedia!

Ma insomma, te ne vi ann! Non ce parlo co' te! Con te non ci


da spart pi nienteee! Vattene!
ASCENSA

ACCATTONE Ma nun

st f la regazzina! Almeno senti le raggioni mia!

Nun vojo sent niente! Tanto lo so quello che vi te! Ma qui nun
c' trippa pe' gatti! Aripija la strada e vattene!

ASCENSA

Guarda nun so mica venuto a chiede l'elemosina, io sa'! Se io


vojo, da magn me lo so rimedi, pe' me e per l'altri! A me nun me serve
niente da nessuno, che te sei messa in testa!
ACCATTONE

40

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ASCENSA Arimedi s, da magn! Vergognete, almeno! Lo dici pure, come lo


rimedi da magn! Ma famme er piacere, vattene, nun sei stato bono n per
te, n per me n per tu' fijo! E mo rivenghi qui? Qui nun c' la cuccagna, sa'!
Nun me lo f ripete pi, vattene!

A Ascensa, senti... Lo so, so' stato un zozzo, lo so, ho


sbajato... ma damme maniera da ripar, da fammete ved quello che valo...
Me so' stufato da f 'sta vita... Ci da lavor, adesso... Sto a cerc un
lavoro... Te lo sai, nun facile trov... Io intenzione ce l'ho...

ACCATTONE

Erano arrivati intanto davanti alla casa di Ascensa. Iaio era ancora l che
giocava con le bottiglie sulla polvere, vedendo la mamma, le corse incontro,
attaccandosi alla sua sottana. Ma Ascensa non lo guard nemmeno, infuriata
contro il marito.
S, io te credo... E stato l'unico sbajo de la vita mia, quello da
credete! Levate davanti all'occhi mia!

ASCENSA

Accattone abbass gli occhi sul figlio, e parl a lui.


ACCATTONE A regazz, lo vedi com' acida tu' madre? Nun ci nemmeno
un po' de coscienza... Te v f cresce proprio senza padre...

Ma ecco, la porticina della casetta si apr, sgangherata, e ricomparve il


suocero: stavolta c'era dietro a lui anche il cognato, un pezzo di burino
ch'era una roccia. Questo si rivolse subito, cattivo, a Ascensa.
COGNATO

Che va cercando questo? Che vole?

Ascensa gli rispose entrando nell'orticello davanti casa, spavalda, cattiva.


ASCENSA Che vole, che vole! V f er mantenuto! Mo rimasto senza pi
nessuno, e vi qua, hai capito, co' la speranza de magn su le spalle nostre!

Il cognato fece invece qualche passo sul metro e mezzo dorto verso
Accattone.
Senti, a trucidone, bisogna che 'na vorta per sempre te metti in
testa che quiii te lo devi scordattelo... se no un giorno o l'altro trovi qualcuno
che te rompe le corna... questo nun il Circolo San Pietro!

COGNATO

41

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ora Ascensa era sulla porta, coi figli, accanto al padre malato e infuriato:
Accattone e il cognato erano di fronte sulla strada. Un po' di gente
cominciava a farsi sulle porte e alle finestre, a curiosare. Era soprattutto il
suocero che richiamava l'attenzione, cioccando rauco.
SUOCERO

Farabutto! Vagabbondo!

ACCATTONE Come siete

carucci, ah! La riscossa dei burini!

Queste parole le aveva dette cantando, mica con tanta convinzione, per.
Il cognato si infuri ancora di pi: gi c'era intorno molta gente, nera nel
sole, che guardava.
Ah, te la piji scherzando, eh! Avanzo de galera che nun sei altro!
Giusto la faccia tua ce v a presentatte qua! Vattene! Che la faccia tua nun
vojo che manco la veda, tu' fijo! Nun vojo che se vergogni d'avecce avuto
un padre cos!
COGNATO

Accattone perdette di colpo la testa: aveva inghiottito troppo. Urlando e


sbavando, come preso dalle convulsioni, si butt sul cognato, prima che
questi se ne rendesse conto, prima che la gente se l'immaginasse. Gli si butt
sopra e gli si avvinghi gemendo e rantolando di rabbia. Cercava di
morderlo, come un cane, sul collo, sulle orecchie. Il cognato, pi forte, si
divincolava, ma non riusciva a liberarsi dalla stretta disperata.
La gente, specie dei giovanotti, allora si buttarono addosso ai due, cercando
di dividerli: ma Accattone era come incollato al cognato, non si riusciva a
staccarlo, mentre lui continuava a tentare di strappare a morsichi le orecchie,
il naso.
I due restarono cos attaccati, come un corpo solo, in piedi, fermi, gemendo,
ringhiando.
Una scossa pi violenta del cognato, per liberarsi, li fece cascare per terra
tutti due: e cos continuarono a rotolare, sempre stretti, sulla polvere.
Per due, tre minuti, restarono cos, senza parlare, solo ringhiando come
bestie, resistendo agli strappi dei vicini che cercarono di separarli.
Ma a un tratto il suocero, con gli occhi iniettati di sangue, scomparve dentro
il buco nero della porta, e, dopo un attimo risort con un coltello da Cucina
in mano.
42

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ASCENSA

Fermete, a pap! Aiuto, aiuto! Datece 'na mano, fermateli!

Tre o quattro giovani si gettarono addosso al vecchio, che brandiva il


coltellaccio, e riuscirono a tenerlo fermo: anche lui non parlava, guardava
solo con odio pazzo quella che doveva essere la sua vittima, e si scuoteva
per liberarsi e andare a scannarlo. Finalmente, anche per il sopravvenire di
due nuovi giovanotti pi forti, Accattone e il cognato furono staccati; ma
con tale violenza che Accattone cadde, rotolando a terra e sbattendo con la
fronte contro lo spigolo d'un muretto sbrecciolato. Cominci subito a
sanguinare.
Ma stavolta, Come si sent libero dalla stretta degli amici, fu il cognato che
si butt addosso a lui, sanguinante: ricominciando a riempirlo di cazzotti.
Ma Accattone gli si avvinghi di nuovo, disperatamente, come una
sanguisuga.
Restarono di nuovo stretti, come prima, e di nuovo, stretti, si rotolarono
sulla polvere ringhiando.
E il suocero sempre l, col coltello in mano, che si agitava con le sue deboli
forze, fissando quello che avrebbe voluto scannare. I giovanotti riuscirono
infine, per la seconda volta, a staccare Accattone e il cognato. E
trascinarono il cognato in cinque sei, dentro casa, senza pi lasciarselo
scappare e cercando di calmarlo.
COGNATO T'ammazzo! Te faccio sput er sangue, zozzo! Te metto er core
in mano, te metto! Lasciateme, che l'ammazzo! Lasciateme!
AMICO

Tiette, a Giov! Lassalo perde!

Tanto te rincontro, sa'! E stavolta mica te salvi cos! Te


l'addrizzo io quell'ossa fraciche! Lassateme, lassateme!
COGNATO

Accattone, bianco di polvere e rosso di sangue, si allontanava piano piano,


muto, per la strada bruciata dal sole.
Lass il treppio di gente lo guardava, e si sentiva la voce del cognato che
urlava dietro di lui.
COGNATO

Lasciala perde mi' sorella, sa'! Scordala mi' sorella! Pappone!

A quell'ultimo insulto, pur sotto il bianco della polvere e il rosso del sangue,
la faccia di Accattone si riemp di vergogna, di rabbia e di dolore.
43

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ma continu a camminare senza voltarsi indietro, trafitto alle spalle dagli


sguardi della gente.
COGNATO

Pappone! Pappone!

Accattone, continuava ad andare, asciugandosi il sangue che gli colava


sull'occhio, muto.

In un vicoletto perpendicolare alla strada del baretto, c'era il posteggio dei


furgoncini.
Una gran pace, un gran silenzio, una grande dolcezza, sotto il sole che
picchiava tranquillo.
I furgoncini erano allineati immobili, sgangherati, con le loro lamiere
arrugginite e le loro forme orientali...
Dentro uno di questi furgoni stava sbragato a pancia all'aria, Accattone.
Era ancora pi miserabile, tutto impolverato, con un paio di scarpe di
gomma bianche, una canottiera sporca. Aveva l'aria accasciata: stava l
abbandonato come un corpo morto.
Ed ecco che pass di l Giorgio, con la puzza sotto il naso, gli occhi acquosi
azzurri pieni di cattiveria. Chiss dove andava.
GIORGIO

Te dice male, eh, Accatt! Ammazza, sei cambiato dal giorno alla

notte!
Accattone non rispose, guardando in alto con gli occhi appannati.
E quando le farai pi quelle belle cene! De dieci, quindici
persone, a Fiumicino, tutti a magn! Zuppe de pesce, frutti de mare! Te la
ricordi! E un sogno, ! Quando torneranno quei tempi!

GIORGIO

Accattone, pallido, rispose muovendo appena la bocca


ACCATTONE Aaaaah,

ma ancora non t'hanno carcerato? E vattene!

Gira 'na chiacchiera, a Accatt, che so' du' gio che nun magni...
Ma vero?

GIORGIO

ACCATTONE

Ma guarda che se te rivomito addosso te faccio magn pe' 'na

settimana!
44

Pier Paolo Pisolini - Accattone

GIORGIO Allora hai magnato! Stai bene! E io che me pijavo tanta pena, che
ciavessi fame... Te volevo aiut... ma quand cos, ah... ringrazia Ges
Cristo!

Riprese la sua strada, Cascante e solenne. Poi si volt di scatto, accurato,


premuroso
GIORGIO

Vuoi un digger selz!

ACCATTONE Uffa! E

vattene!

Giorgio infatti se ne and e Accattone rest di nuovo solo, pancia all'aria,


sfinito dal digiuno.
Gli si avvicin un cane, un cane nero, e, silenziosamente, Accattone, con un
Certo affetto lo accarezz, gli strinse il muso gioc un po' con lui.
E intanto gli parlava con la voce sorda con cui si parla una bestia.
ACCATTONE

Be', che voi? Eh, beato te, che te puoi magn pure l'ossa!

Zozzo!
Ma il cagnoletto zozzo prese e com'era venuto se ne and: Accattone lo
segu con gli occhi che si allontanava, e si incrociava con Renato, lo
Sceriffo, e uno nuovo, il Cipolla, che avanzavano, fiacchi e smandrappati
pure loro come cani sotto il sole. Come furono davanti a Accattone
sbragato, senza tanti complimenti, senza porre tempo in mezzo, lo Sceriffo
sbott:
A Accatt, ciavemo 'na fame che nun je la famo nemmeno a
bestemmi!
SCERIFFO

ACCATTONE

Capirai, me lo venghi a d a me! So' du' giorni che nun magno

io!
Armeno ar fachiro Burma lo pagano, pe' f 'st'esibbizioni! A noi
nun ce danno niente...

RENATO

ACCATTONE E organizzamose! Semo tre cervelli qua, possibile che nun


je la famo a mette su 'na pila de pasta e facioli!
Il Cipolla s'ispir, s'inebbri.
45

Pier Paolo Pisolini - Accattone

CIPOLLA

Ah, pasta e facioli! Ma che ? Ah, che parola dolce!

SCERIFFO Ah, e daje! Movemose! Io se sto 'n'altra mezzora senza magn,


qui, me squajo ar sole!

Accattone balz gi dal furgoncino, e, per un istante, rest immobile,


chiudendo gli occhi per le traveggole.
RENATO

Arisisti, Accatt, che fra poco se magna! Ridi!

CIPOLLA

Ah, io ci du' piotte!

SCERIFFO

Capirai, semo ricchi!

Io vado su casa e rubo un chilo de pasta de l'Assistenza Pontificia!


bona sa'!
RENATO

CIPOLLA

Te credo, de 'sti tempi!

ACCATTONE Di, di, di, nun perdemo tempo! Te cii ducento lire, a
Cip! Va' a compr cinque salsicce un po' d'ojo e un po' de conserva e un
po' de pane!
CIPOLLA

Ah, mo' pijo pure il tass, p'annalle a compr!

ACCATTONE Ma daje, f buffo! Te fai compat dar fornaro! Recita un


pochetto no! Tanto dopo passa quer micco de tu' padre e paga!
CIPOLLA

S, mi' padre paga! Se me trova me impicca!

Lo Sceriffo alz gli occhi al cielo, prendendosi la testa fra le mani, biblico:
Ah, ma non ce sta un santo protettore per l'affamati? Ma chi ?
Se ce stai, fatte conosce! Prestece dumila lire!
SCERIFFO

I quattro camminavano svelti, speranzosi lungo il marciapiede deserto.


Renato aveva in mano il pacco della farina; il Cipolla i pacchetti col pane, le
salsicce e la conserva.
Chiacchieravano, camminando, tutti tesi. In testa era il Cipolla, che agitava
il cartoccetto delle salsicce e cantava:
46

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Collonello non voglio pane


voglio un chilo de pastasciutta
so' sicuro la magno tutta
nemmeno un filo ne lascer...

Lo Sceriffo gli cantava appresso. Ed ecco il cagnoletto zozzo di prima,


attirato dall'odore delle salsicce.
RENATO

Te piaciono le salsicce, eh! Pussa via, se no me te magno pure a te!

Poi alz il pacco della farina dell'Assistenza Pontificia:


Eppure lo vedi? Se nun c'erano i preti Oggi non se magnava! Ti,
leggi quello che c' scritto qua: Assistenza Pontificia per famiglie
bisognose .
ACCATTONE Evviva il clero... e chi lo cre!
RENATO

Camminavano animosi verso la vicina meta...

I quattro arrivarono, sempre arrisi dalla speranza, davanti al miserabile


portoncino della casa di Fulvio, e cominciarono a chiamarlo.
ACCATTONE A Fulvio!

A Fulviooo!

Detto fatto comparve Fulvio, salendo la scaletta che portava allo scantinato.
Rise, a vederli, subito, con la bocca sdentata e la faccia chera quella dello
scheletro d'un uccello.
FULVIO

Che c'?

ACCATTONE Accendi
FULVIO

er gas

Ah, che avete deciso d'ammazzavve!

ACCATTONE Ce devi prest 'na cortesia, a Fulvio! Ce devi prest un minuto


er fornello, che se cucinamo 'sto chilo de pasta, qua! Ciavemo 'na fame!

E daje! Sbrigateve, va'! Tanto er fornello libero. Pure noi, mica


avemo cucinato, nun ciavemo niente da magnasse!
FULVIO

RENATO

Ah, venghi bene! Ma che , er Diggiuno Universale!


47

Pier Paolo Pisolini - Accattone

FULVIO Ah, mica te sto a lev er pane dalla bocca, sa' ah! Di, di
annamo a cucin 'sta robba, va'!

Scese la squallida scala seguito dai compari:


FULVIO

A Celesteeee!

E dietro quel grido di guerra, quella sirena di mezzogiorno, entrarono nello


scantinato.

Entrarono, nello scantinato. Una sola stanza - come quella di Maddalena 'un po' pi grande: un solo lettone, tre quattro mobilucci sgangherati, due
ragazzini mocciolosi.
La moglie, Celeste, era fuori, nel cortiletto.
FULVIO

Coci un po' 'sta robba a questi!

Celeste entr, li vide, tacque, and al fornello: Renato savvicin e con


l'accendisigari l'accese.
RENATO

Friggi padella, ch la padrona porella!

Celeste and a prendere la pila e la riemp d'acqua al secchiaio. Tutti erano


di ottimo umore, ringalluzziti e malandri.
CIPOLLA

A Accatt, chi sceglieresti, adesso, una bistecca o a Miss

Universo!
ACCATTONE Che so' domande da fasse?

A un tratto lo Sceriffo ebbe uno scatto, e prese un tegamino dalle mani di


Celeste.
SCERIFFO

Er sugo lo faccio io! Specialit della Casa! Er Sugo all'affamata!

Si avvicin al fornello, col tegamino, spacchett le salsicce, che erano due,


il pomodoro, il barattoletto dell'olio. Fulvio intanto, con gli occhi squagliati,
faceva gli onori di casa.
48

Pier Paolo Pisolini - Accattone

FULVIO

Metteteve a sede! Nun impicciate!

Tutti si misero a sedere, paonazzi, ridenti e un po' imbarazzati, sul lettone.


Accattone anzi vi si allung a pancia in aria, beato.
ACCATTONE Eppure che la fame? Un vizio! tutta un'impressione! Ah,
se nun ciavessero abbituati a magn, da regazzini!

Prese per il pancino uno dei due figli di Fulvio ch'era li sul letto e gli fece il
tinticarello. Il ragazzino si mise a ridere, ridere.
A pisell! 'Mbe'? Chi te l'ha attaccato er vizio de magn, 'sto morto de fame
de tu' padre?
Il ragazzino rideva, rideva.
Renato sbott a ridere pure lui, con una risata beffarda, la caricatura di una
risata:
A Accatt, te ricordi quella volta che per magn... avemo rubati i
soldi a un Cieco?
RENATO

Risero tutti. Il Cipolla rise ancora pi forte, e, soffocato dalle risate, disse
anche lui la sua:
CIPOLLA

E quella volta che se semo venduti la dentiera de tu padre!

Tutti ridevano, ridevano, sbudellandosi dalle risa, insieme, con le bocche


spalancate e gli occhi luccicanti ridevano, ridevano.

Era passato il tempo che serve a una pentola d'acqua a bollire. E infatti la
pentola bolliva: ecco il momento di mettere gi la pasta.
Tutti erano intorno al fornello, per la delicata operazione.
CIPOLLA A Cel, sbrighete, che senn qui famo la fine de quelli del
processo de Norimberga!

Accattone osservava, con distacco critico, la pasta che Celeste metteva nella
pentola: e le due salsicce sul tegamino. Poi, di colpo, mise rapidamente una
49

Pier Paolo Pisolini - Accattone

mano sulla spalla di Fulvio, e gli fece un cenno. I due si allontanarono un


po', sul letto.
A Fu', ce stai a f fori quelli? Nun te pare che semo troppi otto
intorno a un chilo de pastasciutta?
ACCATTONE

Fulvio afferr al volo:


FULVIO

E come famo, a farli fori?

ACCATTONE Pzt! E che ce v? Mo tu cominci a offendece, ce dichi morti


de fame, miserabbili... dacce 'no schiaffo morale... Poi ar resto ce penso io!
Quelli pijano d'aceto, e se ne vanno... E la pasta se la magnamo tutta noi...

Si fece una risatella, bassa, bassa, mascherando le parole. Poi grid:


ACCATTONE Calli!

I due si riaccostarono al gruppo intento intorno alla pila, come i dritti


s'accostano ai gaggi. E il Cipolla, ingenuo come un ragazzino, che
ringraziava Fulvio...
A Fu', te faranno un monumento, per quello che stai a f! Hai
salvato quattro italiani!

CIPOLLA

Fulvio cominci subito la scena.


FULVIO

Se, un monumento! A 'sto mondo pi bene fai e pi calci in faccia

ricevi!
Renato fu subito incuriosito dall'improvviso tono carogna di Fulvio.
RENATO Ah, per chi cii preso? Noi semo boni cristiani, sa'! Ce l'avemo,
la riconoscenza! E se un giorno te la dovessi pass male, un piatto de
minestra nun te lo negheremo, sta' tranquillo!
FULVIO S, porelli! Per io, se sto senza da magn, sto dentro casa mia, e
nun vado a elemosin a casa dell'altri!

50

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ACCATTONE Ah, ma tu ce stai offendendo un po' troppo! Dopotutto ce stai


a f 'na cortesia!
FULVIO

No! Io ve sto a f l'elemosina!

Una triste smorfia di disgusto boll come una macchia profonda la faccia
dello Sceriffo.
SCERIFFO

Quale elemosina, ah, a miserabbile!

FULVIO Guarda che s'ha da vede! Quattro giovanotti dellet vostra che nun
so' boni ancora da rimediasse da magn? Certo proprio 'na vergogna!
SCERIFFO Senti chi parla de fame! Ieri tu moje m'ha detto che te sei
magnato la minestra dei ragazzini! Ma falla finita!

S! E mo vallo a ricont in questura! Tanto lo so che fai la spia!


Che, te credi che no lo so!
FULVIO

Lo Sceriffo si fece brutto: ogni residuo di riso gli cadde occhi, e guard
intento Fulvio:
SCERIFFO
FULVIO

Ah, fatte cap: ma scherzi o dici sul serio?

Scherzo? Ma 'na chiacchiera generale! Lo tutti!

Lo Sceriffo fece subito per lanciarsi su di lui, con il suo solito scatto
imprevedibile: Accattone lo trattenne, parlando prima a lui poi a Fulvio.
Ma nun je d retta, a 'sto povero deficiente, che la fame j'ha
dato in testa! Che te credi, che noi semo pezze da piedi? A noi c' rimasto
un po' d'orgoglio, sa'! Semo pure capaci d'annassene, e da fatte la carit, co'
la pasta nostra!

ACCATTONE

FULVIO Orgoglio! Senti chi parla de orgoglio! Qual l'orgoglio tuo, quello
da pij i soldi da le donne? Ma lo sai che pure a Reggina Coeli i papponi so
scartati da tutti?

Con un nuovo scatto, lo Sceriffo and volando verso la porta. Il Cipolla lo


guard smarrito, di sopra la pila che bolliva.
51

Pier Paolo Pisolini - Accattone

CIPOLLA

Ah, ma che fai, ah?

ACCATTONE S, ci raggione! Annamosene tutti! Famojela magn a lui, la


pasta, a 'sto bojone! 'Namo, via!

Accattone dette queste parole con violenza esaltata segu deciso lo Sceriffo
che era gi alla porta. Tutti quattro uscirono con le loro facce da coltello,
scavate dalla debolezza. Solo il Cipolla lanci indietro uno sguardo di
amaro rimpianto.

Le quattro facce del digiuno al sole: i compari erano sbragati nelle


seggiolette, sfiniti.
S'alz la voce del Cipolla, un rimpianto accorato:
CIPOLLA

Era quasi cotta!

RENATO

Certo io da Fulvio nun me l'aspettavo una parte del genere!

ACCATTONE
RENATO

Io nemmeno!

Hai fatto proprio bene, Accatt! Je avemo dato 'no schiaffo

morale!
Lo Sceriffo si chin sulla seggiola, e batt per terra coi palmi delle mani:
SCERIFFO
CIPOLLA

Don Bosco! Aiutece te!

S, a morisse!

Arriv in quella l davanti, una macchina - una vecchia millequattro come


quella di Accattone - e dal finestrino fece capoccella un nuovo tipo, un bel
ragazzo grande e forte, di nome Pio.
PIO

A Accatt, che hai fatto, che te vedo tutto pensieroso?

Ma Accattone immerso in profondi pensieri, distratto, non vide e non sent.


Allora Pio cacci dalla saccoccia un pacchetto di sigarette, l'allung secco
verso i compari.
52

Pier Paolo Pisolini - Accattone

PIO

Cii er rodimento?

CIPOLLA

A Pio, che te sei magnato oggi a mezzogiorno?

Accattone, con uno scatto degno dello Sceriffo, si alz in piedi, tutto
vibrante come un antenna...
ACCATTONE Manco pel cavolo! Nun je la vojo d 'sta soddisfazzione! E
perch se la deve magn lui la robba? Magari la butto pe' strada, la do a un
cane! Aspettate, qua! Aspettate qua, nun ve movete! Ve la riporto io la
robba, ce penso io!

E, sempre di scatto, senza voltarsi indietro, attravers la strada, per la


direzione che avevano preso prima verso la casa Fulvio.
Come si allontan dal gruppo dei compari, la sua faccia perse l'espressione
indignata, disgustata e ribelle, per acquistarne una ricca di profondo,
intrattenibile buon umore. L'allegria gli spurgava dalla bocca, dagli occhi
infernali. Finch, correndo, si mise addirittura a ridere forte, da solo.
Cos arriv quasi davanti alla porta della casa di Fulvio, e fece per
imboccarla, e buttarsi sul pasto, ma...
Qualcosa attrasse d'improvviso, con la potenza di un miraggio, di una
prospettiva che riapre il futuro, di una calamita, i suoi occhi; che si fissarono
verso quel punto improvvisamente corrucciati, meditabondi, avidi.
Sembravano inchiodati. Dal fondo della strada deserta sotto il sole,
avanzava una ragazza alta, grande, chiara: era Stella.
Arrestato nella sua corsa verso il pasto, Accattone la guardava ancora, come
pensando intensamente, con la fronte arricciata come un filosofo, con gli
occhi cattivi.
Ma non la salut, non disse niente: si volt, e, a razzo, torn a correre verso
il bar.
Ci arriv correndo come un zozzo: ecco l i compari, afflitti a pancia
all'aria.
Accattone si rivolse sciamannato a Pio: doveva ottenere subito quello che
voleva, magari ipnotizzandolo.
ACCATTONE A Pio
PIO

a Pio, cori, daje metti in moto!

Ma perch, che c'?


53

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ACCATTONE Daje metti


PIO

in moto, se no se ne va, 'na ragazzal

Ma chi ?

ACCATTONE Una

che conosco! Di, se no se la perdemo!

Intanto sal in macchina accanto a Pio: ma pure gli altri compari si


avvicinarono, accatenandosi.
Daje, parti!

CIPOLLA

ACCATTONE Fermi! Ah,


RENATO

che c'entrate, voi!

Tutti per uno, uno per tutti!

E i tre montarono di prepotenza sulla macchina.


ACCATTONE Di,

imbecille, scendi!

RENATO Ma guarda, annamose a ammazz tutti quanti assieme! Sarebbe da


ride, mo so' montato, scendo!
ACCATTONE Guarda

'sti disgrazziati, mo' m' arovinano tutto! Parti, daje!

Pio allora spinse la macchina nella solita direzione, per la strada quasi
deserta, nel sole delle due.
Questa me la pagate, eh? Se per colpa vostra vado in bianco,
mejo che scappate!

ACCATTONE
SCERIFFO

Eh, quanto la stai a f lunga pe' 'na donna! Chi sar mai!

ACCATTONE Ferma!

Ferma!

Infatti, ecco l Stella, nel marciapiede assolato. Pio blocc, e Accattone


schizz gi dalla macchina, andando, pi serio e contenuto che poteva,
verso la ragazza.
ACCATTONE Ciao,

nun me riconosci?

Stella lo guard un momento, appunto non riconoscendolo: poi la sua


54

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ingenua faccia si illumin.


STELLA

Ah, ciao!

ACCATTONE Com'?
STELLA

Oggi non lavori?

Eh, ho staccato adesso, me so' presa mezza giornata de festa...

ACCATTONE Ah,

fai pure le feste!

S! Festa! Devo ariv ar Monte de Piet... Oggi me scade la


polizza... Me dispiace mandarlo perso, una medaglione de mi' padre...

STELLA

ACCATTONE Alora vai


STELLA

a prende er tram...

S, lo vado a prende adesso...

Se nun te dispiace te posso accompagn io... Ci la machina


de 'n amico mio... Ecchela l...
ACCATTONE

Stella guard verso la millequattro carica dei gaglioffi, che facevano


capoccella.
STELLA No, nun je f niente... prendo er tram, uguale
ACCATTONE Daje, tanto noi nun ciavemo niente da f...

in giro cos... Se
famo pure 'na bella passeggiata...
'i
Confusa e incapace di dire di no, Stella guard ancora verso la macchina.
Accattone la prese deciso per un braccio.
ACCATTONE Nun

f complimenti, daje! Nun te vergogn!

E la trascin un po' recalcitrante e incerta verso la macchina, dai cui


finestrini sporgevano le facce in speranzosa attesa dei quattro soci.
ACCATTONE Te presento

'st'amici mia...

A uno a uno i quattro le diedero la mano, che lei strinse diligente:


COMPARI Pio...

Renato... Nino... Renzo...

ACCATTONE Mettete in

mezzo!

55

Pier Paolo Pisolini - Accattone

La fece salire sul sedile anteriore della macchina, tra Pio e lui. La macchina,
cos, era piena.
PIO

'Nd'annamo?

ACCATTONE Ar Monte

de Piet!

Ruderi d'acquedotto, casette, baracche, palazzoni lontani, fratte, erbacce,


filavano contro la vampa morta del sole.
I tre nel sedile di dietro si erano addormentati uno addosso all'altro: era la
fame...
Accattone li allum di sguincio.
Parono tre angioletti... Hanno mangiato, e adesso dormono...
dopo mangiato, chiss perch, vi sempre sonno...
ACCATTONE

Stella, guard anche lei, tanto per guardare, con l'occhio dolce ed estraneo.
Ha il medaglione del padre al collo.
STELLA
PIO

S, questa la Cristoforo Colombo! Perch non c' stata mai qua?

STELLA
PIO

Ma questa la strada che porta al mare?


No, a Ostia ce so' andata col treno, l'altr'anno, Co' mi' madre...

Eh, ce penser Accattone a faje conosce un po' i circondari de Roma...

STELLA

Adesso tornamo indietro, per...

ACCATTONE E presto,

presto... eeh! Hai voja ancora a gir!

Il Cipolla, dietro, si risvegli, si guard attorno:


CIPOLLA

Ah, che veduta incantevole...

Il Cipolla, cos dicendo, si appoggi coi gomiti al sedile anteriore; e batt


con le dita sul braccio di Accattone. Accattone si volt di sguincio,
interrogativo, ostile.
Il Cipolla gli fece un gesto con la mano come per dirgli: E allora, con
questa qui, nun se fa niente? E Accattone a sua volta, gli rispose con un
56

Pier Paolo Pisolini - Accattone

gesto rabbioso che voleva dire: E statte zitto, vaffan...!


Il Cipolla si rilasci indietro sullo schienale, subito rassegnato e tranquillo: e
guard fuori.
Si vedeva la parete di un palazzone di gesso dell'Eur, con la famosa scritta:
POPOLO DI NAVIGATORI, DI POETI... E il Cipolla subito si rivolse a Stella,
felice.
A Stella, leggi l! Lo vedi con chi cii da f? Che te credi che
semo pezze da piedi? Semo italiani, sa', oh!
CIPOLLA

E Stella rise, rise.


Il Cipolla si stir e tir a riaddormentarsi fra gli altri due angioletti.
STELLA

Come ve state a scomod per me... State a perde tutto 'sto tempo...

Eh, Stella, che, so' discorsi da fasse? Nun ciavemo niente da


f, oggi, a Stella, semo libberi e indipendenti...

ACCATTONE

Stella allora arross, sospir, esit e infine disse:


Io... ciavrei da chiedeve un piacere... Se avete tempo, eh... Ma nun
ci coraggio...
STELLA

PIO Nun ciav paura... Dillo! Se un piacere che se p f, se ffa, anzi, te lo


faccio co' tutto er core...
STELLA
PIO

Nooo, troppo...

Eh! Mica me chiederai la vita!

Stella si ricompose nervosamente i capelli con una mano, esitando, poi si


decise:
STELLA

Ecco... nun diteme sfacciata... adesso vorrei and subito a Ardea...

ACCATTONE E
STELLA
PIO

a che f?

Me ce portate? Me fate 'sto piacere?

A Ardea? E annamo a Ardea!

57

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Stella sorrise contenta e, povera creatura, un po' malandrina.

Ardea comparve, come un ammasso di rovine bianche in mezzo alla


campagna secca.
I cigli della strada, e i prati intorno erano qua e l carbonizzati, con qualche
cresta di fuoco che ancora ardeva. Lo Sceriffo, Renato e il Cipolla,
ridormivano, sudati, nel sedile di dietro.
ACCATTONE Ecco
STELLA
PIO

Ardea. Mo ce devi spieg che semo venuti a f fino qua!

No, no dritto... volta qua a destra...

Ma a destra mica se va Ardea...

Allora Stella si fece coraggio:


STELLA

Nun devo ann proprio ar paese... Devo da ann ar camposanto!

ACCATTONE Ar camposanto?

Ma non comment, prefer raccogliersi in un amaro silenzio.


La macchina fil ancora un poco, nel fuoco del pomeriggio ardente di
Ardea.
Accattone era pallido di stanchezza e debolezza, sfatto, senza fiato.
ACCATTONE E
STELLA

chi vai a trov, ar camposanto...

Mi' padre.

ACCATTONE Ah.
STELLA

Ancora a destra... Ce so' stata du' anni fa co' mi' madre...

La macchina prese per un viottolo a destra, con due palmi di polvere, tra
l'erba bruciata.
Ancora silenzio: i tre dietro dormivano profondamente, con tre facce che
erano tre mascheroni di polvere sudore e fame. Dopo un po', sempre timida
e vergognosa, Stella mise una mano sul braccio di Pio.

58

Pier Paolo Pisolini - Accattone

STELLA
PIO

Te dispiace, fermatte un minuto?

Come, no?

E ferm. Si sentirono d'improvviso le cicale, in un silenzio di tomba.


Accattone apr lo sportello e scese per far passare Stella.
Stella scese e sort, andando verso il prato secco.
Accattone si ributt sul sedile, morto.
ACCATTONE Oh

Dio, nun m'areggo in piedi...

La testa gli rotol sullo schienale, come quella d'un Cristo. Pio invece, sceso
a sua volta, osservava quello che faceva Stella. Stella camminava
faticosamente in mezzo agli sterpi del prato, aguzzi, gialli, tra mucchi
d'ortiche, fratte scheletrite.
Poi cominci a raccogliere dei fiori: miseri fiori mezzi secchi, striminziti.
PIO

Ah, sveja, di, annamoje a d 'na mano!

Si allung dentro la macchina a scuotere i tre dormenti:


PIO

Sveglia, belli!

Accattone aveva drizzato le orecchie - e mentre gli altri si svegliavano


lamentosi, scatarrando - si alz e and verso Stella nel prato.
ACCATTONE Raccogli le margaritucce... Che te possino... Dai t'aiutamo
tutti, ne famo un ber mazzo!
STELLA

Grazie!

E s'asciug il sudore con la mano che reggeva i fiori. Accattone si chin a


cogliere fiori pure lui, mentre arrivavano; anche gli altri quattro, intronati
dal sole.
RENATO

Ma guarda se a 'st' et io devo ann a ricoje margherite!

Si chin disgustato a raccogliere fiori, canticchiando. Anche Pio stava


raccogliendo fiori: ma lo Sceriffo e il Cipolla fecero sciopero: stavano fermi
59

Pier Paolo Pisolini - Accattone

impalati nella vampa del sole, Pio li adocchi, curvo a strappare fiori fra gli
zeppi.
PIO

Ah, daje un po'! Che, sete venuti qua pe' guardacce! Lavorate pure voi!

Lo Sceriffo che pareva sul punto di morire di sonno, si ridest di botto, e


cominci a ballare come un pazzo il rock and roll. Pio si alz e gli diede una
spinta che quasi lo fece cadere:
PIO

E ricoj li fiori, a stronzo! E lo Sceriffo obbed.

Il cimitero era bianco, desolato e screpolato. Il cancello cigol - nel silenzio


enorme - e i sei entrarono, con grandi mucchi di fiori impolverati.
RENATO

Adesso co' tutti 'sti fiori, tu' padre ce sta bene per 'n altri du' anni!

Tutti ridacchiarono, con le solite facce che si raggrinzivano. Ma il riso di


Accattone era fiacco: la sua faccia terrea, imperlata di sudore.
PIO

Ah, semo ar camposanto, qua, mica a l'osteria!

Stella cercava la tomba del padre, e gli altri appresso: per ultimo Accattone,
mezzo morto.
Cii raggione! Semo come le bestie! Nun ciavemo un po' de
rispetto nemmeno pei morti!

RENATO

Lo Sceriffo alz gli occhi al cielo.


SCERIFFO

Madonna, nun lo faccio pi!

Stella continuava a cercare la tomba: e gli altri appresso, tra le tombe, con
ultimo, boccheggiante come un pesce appena pescato, Accattone. Il Cipolla
smicciava le tombe.
Ma ce sar qualcuno morto de fame, qua dentro... Possibile che
tutti so' morti de vecchiaia e de malattia?

CIPOLLA

Accattone si appoggi tutt'a un botto alla spalla di Renato, stravolto


60

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ACCATTONE Uff,
RENATO

me sento male...

So' du' giorni che nun magni!

E tirarono avanti.
Ora Stella era ferma davanti a una tomba, la osservava, riconobbe la
fotografia del padre.
PIO

E questa?

Stella fece cenno di s. Poi, messi i suoi fiori sulla tomba, si fece il segno
della croce.
Accattone, insieme agli altri, allung i suoi, barcollando e asciugandosi il
sudore freddo, e Stella cominci a metterli in cerchio tutt'intorno alla tomba.
STELLA

Era tanto tempo, che volevo ven...

Ma Accattone, pallido come un morto, si era tirato in disparte, come fanno


le bestie malate.
Non ce la faceva pi e si mise a sedere su una tomba, dove c'era la
fotografia di un certo Palombi Aldo. Accattone lesse quel nome e trov
ancora la forza di dire una battuta.
A Palombi, tirete un po' pi l, famme un po' de posto, che
nun je la faccio pi...

ACCATTONE

Si sbrag sulla tomba, coi sudori freddi, sul punto di sturbarsi.


ACCATTONE Quanto

me sento male, mamma mia... Oddio...

Osservava Stella, ch'era inginocchiata a pregare. Ebbe un lampo di odio


negli occhi, che stavano per spegnersi.
ACCATTONE Ma che te

preghi!

Stella stava in ginocchio con le mani congiunte e gli occhi bassi, in mezzo
agli altri quattro compari, in piedi, nel sole disperato.

61

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Sempre sotto quel sole, Accattone e Pio stavano aspettando: era domenica, e
il vicoletto del posteggio dei furgoni, dove aspettavano, era vuoto.
ACCATTONE Caccia na sigaretta! Me sto
PIO

Stanno per fin...

ACCATTONE Dopo
PIO

a sfiat da fum

le compramo...

Quanto cii in saccoccia...

ACCATTONE

Io? Ma manco 'na lira, sto in bianco scannato...

PIO Bella copia ch'amo fatto. Manco io ci 'na lira, oggi. So ito a gioc a
biliardo, e ho perso tutto quello che ciavevo...
ACCATTONE Mannaggia,
PIO

e mo come famo? Ind la portamo?

Eccola...

Accattone era sconvolto dalla notizia di Pio. E Stella stava arrivando,


affrettata, in mezzo alla gente vestita a festa, con addosso il solito
vestituccio.
Pio con gli occhi guardava lei, con la bocca parlava a Accattone: allegro
verso lei, allegro con Accattone.
Famo 'na cosa casareccia... Se famo 'na bella camminata... Tanto ci un
bel par de piedi, questa... Hai voja cammin...

PIO

Pure Accattone con gli occhi diceva una cosa e con la bocca un'altra. Poi
per un'idea lo illumin.
ACCATTONE Ih, a piedi! Annamo a f la marcia su Roma! Magara, la

portavamo in

pellegrinaggio, a visit le Madonne de l'Asfalto...


Stella era di fronte a loro. Si diedero la mano, felici e contenti.
STELLA

V'ho fatto aspett?

ACCATTONE No,

no!

62

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Accattone prese per una spalla Stella e la sospinse verso la millequattro


ferma un poco pi in l.
ACCATTONE A Stella,
STELLA

te piace conosce er mondo?

Perch? Me piace s...

ACCATTONE Brava!

Salirono sulla macchina, e partirono, sotto il bel sole di tutti e di nessuno.

Cos arrivarono nel viale dove andava a battere Maddalena: era giorno,
domenica, e adesso il solo a battere era il sole. La macchina passava
lentamente lungo il marciapiede della vergogna. I tre, insieme sul sedile
davanti, tacevano, sudati. Accattone si guardava intorno, come cercando
delle persone: ma non vedeva nessuno. Fece una smorfia, accese una
sigaretta. Ma fu Stella che avvist per prima una prostituta sperduta, la
Spagnola.
STELLA

Iiih, che sta a f, quella!

Accattone ridacchi roco tra se.


ACCATTONE Eh! Sta a produce...

E Stella ebbe un capriccio improvviso e inaspettato.


STELLA
PIO

Fermete, fermete, torna indietro, famme vede...

La vi proprio guard? Te piace proprio guardarla?

STELLA

S, s, torna indietro... E 'na donnaccia quella ve'?

Pio torn indietro, riavvicinandosi alla Spagnola, l, con la borsa e le scarpe


scalcagnate sotto il sole.
ACCATTONE Chiamala donnaccia,

te! No lo vedi come sta bene!

Stella la osservava attentamente, con una strana espressione di dolorosa


63

Pier Paolo Pisolini - Accattone

curiosit. Pio riprese a correre, per il viale. Accattone, vedendo quell'intensa


e strana curiosit di Stella, approfitt subito.
ACCATTONE Eh,
PIO

pi avanti, hai voja quante ce ne stanno!

Che, no le hai viste mai?

STELLA

No, no, no le ho viste mai...

Ne comparvero delle altre, tra cui Amore.


STELLA

Famme vede, famme vede...

ACCATTONE E

guarda!

Stella osserv quelle povere donne da capo a piedi e, improvvisa come la


curiosit, le scese un'ombra negli occhi: una profonda malinconia:
un'espressione mortificata come di ragazzina rimproverata.
Quasi quasi le luccicavano delle lacrime negli occhi, e la faccia le si fece
piccola.
ACCATTONE E

mo? An vedi questa, oh! Ma quando te svejerai!

Stella non lo sentiva, pareva: e continuando a osservarle, mormor quasi tra


s:
STELLA

Ma che fanno?

ACCATTONE Quello
STELLA

che fanno tutte le donne!

Porelle!

Chiamale porelle, te! Queste se portano via venti trenta mila


lire ar giorno...

ACCATTONE

Frattanto Amore, che stava gi dando segni d'impazienza, perdette le staffe,


e gridando fieramente, mosse verso di loro, facendosi solecchio,
sbarbagliata dal sole:
AMORE Che c' da

guard? Che ci la rogna?


64

Pier Paolo Pisolini - Accattone

PIO

Amore! Vacce piano! Che, nun ce riconosci pi?

A quelle parole Amore un po' s calm, e continu a avanzare guardinga,


sempre un po' accecata dal sole.
STELLA

'Namo via! 'namo via! Portateme via!

Ma ormai Amore era vicina, e li aveva riconosciuti.


Ve possino ammazzavve! Siete voi! Non v'avevo mica
ciconosciuto, sa'!

AMORE
PIO

Eh, vor d che te cominci a f vecchia!

AMORE S, so' ancora la mejo de la piazza! E questa chi ? che no la


conosco...
STELLA

Portateme via, daje!

ACCATTONE Questa

'n'altra categoria...

Ah 'n'altra categoria... E Maddalena, come sta? Te scrive? Lo sai


che ha preso un anno, s?
AMORE

ACCATTONE Emb,

colpa sua!

S, ma a te che te frega, de Maddalena! Cii raggione te, colpa sua!


Apposta io nun me voglio mette nessuno addosso! Voi siete boni solo a
succhiacce er sangue!

AMORE

ACCATTONE Ah,

Amore, non cii 'n altro discorso da famme, eh?

Ma Amore ignor la furia repressa di Accattone, e prese di petto Stella.


Ind la portate, 'sta bella ragazzina? A signor! L'avete scelti
proprio boni! Specialmente Accattone, qua! Lo sa popolo e comune!
AMORE

Stella, mortificata, confusa, disperata, taceva.


Amore la osserv un po': poi con un nuovo scatto a Accattone:

AMORE

Ammazza, per, oh! Come la trattate male 'sta povera flja! Siete
65

Pier Paolo Pisolini - Accattone

proprio du' incoscienti! Che ve ce v a mandalla in giro un po' pi decente...


Mh, ci un vestito ch' 'no straccetto, e poi guarda che scarpe che ci, povera
fija... un po' de coscienza, no?
Accattone perdette di colpo la pazienza, e alz un braccio al cielo,
indignato.
Ma grattete le corna che cii in testa! E vattene! A Pio, parti!
Sta piropatetica!

ACCATTONE

Pio non se lo fece ripetere e part con una sgassata cattiva. Amore rest
indietro, rimpicciol, indifferente, finch la si vide laggi che voltava le
spalle alla macchina.
I tre tacquero un po'. Poi Pio diede un'occhiata di sguincio aStella.
Tutti i torti non ce l'aveva mica, Amore... Perch te vesti cos tutta
stramiciata...

PIO

Ma io non ci niente... Ci solo questo de vestito... I soldi che


guadagno li devo d a casa... se no come famo a tir avanti...

STELLA

I tre tacquero ancora un po'. Poi Pio riprese la parola.


PIO

Domani te lo porto io, un bel vestito carino...

STELLA
PIO

No, no je f niente... Tanto uguale, nun te disturb...

Eh! Che disturbo! Noi ciavemo 'na tintoria, hai voja a rimedi vestiti,

l!
Accattone aveva seguito aggrottato il discorso: e intervenne di scatto:
ACCATTONE Je lo
PIO

porti davero domani un vestito te?

Eh! Perch?

ACCATTONE Allora se tu

je porti un vestito, io je porto un paio de scarpe!

66

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Si rivolse a Stella, battendole una mano sulla spalla, paterno


ACCATTONE Va bene?

Ridi, a Stella!

Cauto, spaventato, cattivo, Accattone avanzava per la stradetta miserabile


tra le case screpolate e gli orticelli zozzi, verso la casa di Ascensa.
Eccola laggi, la casa, immobile e calcinante sotto il sole. Accattone la
guardava intensamente, con spavento: aveva paura che uscisse il cognato, o
che qualcuno lo vedesse.
Poco pi avanti c'era un muretto, con sopra un fico: Accattone cerc di
raggiungere quell'angolo senza essere visto. Lo raggiunse: e, sempre
guardando verso la casa di Ascensa, tir un sospiro di sollievo e si asciug il
sudore, che gli gocciolava sulla fronte.
Si sedette sulla polvere sotto il muretto, continuando a guardare la casa, e si
prepar a aspettare.

Ecco, a un tratto, la porta della casa si apri. Usc il cognato, sotto gli occhi
fermi e ansiosi di Accattone: era con la bicicletta. Si rivolse un momento
verso l'interno della casa, disse qualcosa: poi inforc la bicicletta, e si
allontan, passando davanti agli occhi di Accattone, che cercava di scomparire.
Si perdette cos nel biancore abbagliante del sole. Accattone di nuovo fiss
verso la porticina sganganata della casa di Ascensa.
Aspettava con maggiore ansia: e infatti subito la porta si riapr, e,
accompagnata dal padre, che rest sulla porta, usc Ascensa, col figlio
piccolo in braccio e quello grande che la seguiva attaccato alle sottane.
Ascensa e il padre parlarono un po', ma non si sentiva quello che dicevano.
A quei discorsi a Accattone vennero le smanie e digrign i denti.
ACCATTONE

Guarda se si sbriga a falla ann... 'Sto zozzo... de 'sto burino

boia...
Ma finalmente Ascensa se ne and: il suocero si rinchiuse nella casetta, e
rest fuori solo Iaio, allegro come un uccelletto, tranquillo.
Si accucci subito sulla polvere, e ricominci a giocare con le sue
bottigliette che sfavillavano al sole.
67

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Accattone piano piano, si alz. Guard verso il figlio. Poi si stir.


Come si fu ben bene stirato, si accese una sigaretta.
Come si fu acceso una sigaretta, fumando con l'aria tranquilla e concentrata
di uno che non ha niente da spartire con gli altri, cominci a muoversi.
Passo passo raggiunse il figlio, lanciando intorno occhiate oblique, per
vedere se qualcuno se ne accorgeva.
Era ormai a due passi da Iaio, perduto nel suo gioco.
A Iaio... Ma possibile che nun me riconosci mai eppure so' tu'
padre, porca miseria...

ACCATTONE

Pi che parlare a Iaio, parlava a s stesso per darsi un contegno,


guardandosi preoccupato intorno.
Poi si accucci di scatto davanti al figlio.
ACCATTONE Da' un

bacetto a pap! daje!

Il bambino era un po' incerto: ma poi buono e dolce com'era, acconsent a


dare un bacetto, sulla guancia che Accattone indicava col dito.
Al collo di Iaio pendeva la catenella d'oro.
ACCATTONE

Lungo lungo, eh!

Mentre il bambino lo baciava, Accattone con dita leggere gli sciolse dal
collo la catenella. Si rialz, emozionato, sudato. Si guard intorno, e intanto,
sempre per darsi un contegno, come parlando al figlio, parlava roco fra s:
Un paro de scarpe... Seimila lire, capirai. Ind l'annavo a
rimedi, senn...
ACCATTONE

Cos si allontan, mentre il figlio lo guardava coi suoi occhi di agnellino.


ACCATTONE Ciao,

Iaio, fa' er bono, eh!

Si allontan sotto il sole, e il bambino si riaccucci tranquillo a giocare con


le sue bottiglie nella polvere.

La vetrina di un negozio di confezioni sulla strada principale del quartiere


era colma di cose carine, vestiti, bluse, fazzoletti, gonne: cose carine e umili,
68

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ammassate con ambizione d'eleganza: un piccolo bazar povero e sfarzoso


nel sole della Casilina. Accattone Pio e Stella erano l davanti.
Stella guardava emozionata. Pio aveva la calma dei benefattori.
PIO

Quale te piace? Scegli!

STELLA
PIO

Daje, nun te vergogn, scegliene uno!

STELLA
PIO

So' tutti belli...


Oddio!

Te piace quello a fiori grossi, l?

STELLA

Bello!

ACCATTONE

'azzo! Pijete quello, a Stella! E proprio pe' te!

Pio guard Stella, che taceva, confusa, rossa di piacere.


PIO

Te piace?

Stella annu convinta, muovendo la testa, come una ragazzina.


PIO

E daje, va'!

Entr deciso nel negozio, seguito da Stella e Accattone.

I tre entrarono nel negozio, e Pio, con tono magnanimo e malandro, fece al
padrone:
PIO

A sor Giulio! Buttate gi quel vestito l, fatejelo un po misur!

Silenzioso e disponibile il padrone prese il vestito dalla vetrina, e lo port in


trionfo davanti ai tre. Subito Stella ingordamente lo tocc con le dita.
STELLA

Che bella stoffa!

ACCATTONE E
PADRONE

provalo!

L de dietro.
69

Pier Paolo Pisolini - Accattone

E Stella spari dietro un paravento.


PADRONE

Bella ragazza! Ind l'avete trovata?

Accattone diede fulmineo gli estremi:


ACCATTONE Dentro

'n ovo de Pasqua.

Sfotti, eh, perch sei giovane! Come sta tu' padre, a Pio?
sempre un garibaldino? Un pomiccione come vent'anni fa? Oppure s'
abbacchiato pure lui come me?

PADRONE

PIO

Eh! S'arancia!

Eh, ai tempi nostri avemo fatto 'na strage de donne a 'sto


quartiere! Nun c'era 'na donna che se salvava: O me la pijavo io o se la
pijava tu' padre! Nun je davamo manco tempo de d 'n' avemaria! Qui erano
tutti prati...

PADRONE

Stella ricomparve, col vestito a fiori grossi da dietro il paravento: muta,


impacciata..
PADRONE Siete

'n'altra, adesso, lo vedete?

Ma Accattone non gli lasci il tempo di continuare, scattante, quasi


rabbioso.
ACCATTONE Daje,

paga! Che annamo a f le scarpe, daje!

I tre camminarono vivacemente per la strada, gonfi di speranza e di gloria.


Accattone era tutto eccitato.
ACCATTONE
STELLA

Le scarpe te le vojo f io, a gusto mio! Te fidi de me?

S, s...

Te vojo f un bel par de scarpette come quelle de Cinerentola... Per non te le perde, se no nun te le ricompro pi!

ACCATTONE

70

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ridendo fecero ancora qualche passo, e prima del semaforo della


Marranella, si intravide una vetrina di calzature. Accattone vi si avvicin
quasi di corsa, col dito puntato, preso come da una esaltazione che non
ammetteva repliche.
ACCATTONE Ecco,

quelle!

In mezzo alla distesa delle povere scarpe del Casilino, ne indic un paio
nere, lucide che avevano le sette bellezze.

Il sole brillava sui Parioletti come se fossero d'oro. E una campana s'era
messa a suonare dietro il campo sportivo dei preti, come se fosse domenica.
Accattone fece due tre passi avanti, e si fern davanti a Stella,
contemplandola da capo a piedi.
Adesso s, che sei proprio Stella, de nome e de fatto! Eh! Nun
c' niente da f, l'abito fa proprio er monaco!
ACCATTONE

Stella, confusa, si lasciava guardare, accanto a Pio che sorrideva contento.


Poi i tre ricominciarono a camminare nella confusione della folla del
pomeriggio, snelli e prepotenti.
Passarono davanti a una bancarella piena di fazzoletti, pettinini, collane.
Accattone, si ferm, senza dire niente, e aggrondato si avvicin, facendo
nella testa rapidi calcoli: intanto Pio e Stella fecero qualche passo avanti,
soffermandosi poi a aspettarlo, guardandolo.
PIO

Sei contenta? T' piaciuta 'sta robba che t'avemo fatto?

STELLA S... so' contenta... siete stati tanto boni tutti due con me... la
prima volta che ricevo n'azione cos...

Eeeeh! Sta a guard! Che avemo fatto mai! E poi sei na brava ragazza,
te lo meriti!

PIO

STELLA

Spero un giorno de pot ricambi...

Aveva parlato con malinconia. Accattone arriv come un adannato. Il viso


era tutto congestionato, e quasi tremava per l'impazienza e l'eccitazione. In
mano teneva una collana di perle scre e luccicanti.
71

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Si avvicin a Stella e gliela mise al collo.


ACCATTONE Ti!

L'opera completata!

Se la guard, tutta confusa e felice, ancora di pi, e la spinse davanti a una


vetrina a specchiarsi.
Stella vi si specchi, felice. E Accattone, con uno scatto, le porse una
guancia, con sopra puntato un dito.
ACCATTONE Damme un

bacetto, adesso!

Stella si mise a ridere, a ridere. Poi, obbediente, gli diede un rapido bacetto
sulla guancia.
ACCATTONE Pure a Pio!

Ridendo, Stella obbed e diede un bacetto sulla guancia di Pio.


STELLA

Come semo matti!

Ma Pio aveva gi preso una decisione saggia e irrevocabile, cambiando


espressione, e facendosi serio e staccato.
PIO

Be'! Allora io me ne vado! Ve lascio!

ACCATTONE Gi te ne vai?
PIO Eh s, devo ann gi ar negozio... da stamatina che non ce so' ito pe'
niente!
ACCATTONE Be',

tanto se vedemo stasera, no? Ciao!

Pio diede la mano, secondo il piano, a Accattone; e poi a Stella, che era un
po' smarrita per quella partenza improvvisa.
STELLA
PIO

Grazie! Ciao!

Stateve bene cos! Stateve bene Cos!

E se ne and, lasciandoli soli.


72

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Tutti soli, Accattone e Stella camminarono per le strade popolose, misere,


quasi napoletane del quartiere.
ACCATTONE Sei
STELLA

stanca?

No, per niente!

ACCATTONE Arrivamo

fino quass, famose du' passi...

Guardava con finta indifferenza verso un pratone con due o tre palazzi; oltre
degli immondezzai tra cantieri di palazzoni.
Camminarono ancora un po' appaiati per la via formicolante: Accattone
contemplava Stella.
ACCATTONE

Mo che sei vestita cos, mica te vergognerai a ven a spasso

co' me, no?


Stella sorrise un attimo, gentile.
STELLA Come ci lassato subbito, Pio...
ACCATTONE Che, doveva ven appresso

de noi a reggece i moccoli...

Disse queste parole un po' greve, con un po' di rabbia, e Stella fu subito un
po' impaurita.
STELLA

No, io dicevo cos... Che, ho sbajato?

ACCATTONE

Quello ce n'ha a bizzeffe, de donne! Se vi a confonde proprio

co' te...
STELLA

Ma amico tuo, Pio, no?

ACCATTONE Pure te credi

a l'amicizia ancora...

Stella a quelle parole senza speranza fece un'espressione un po angosciata,


da bambina, ma tacque.
Camminarono ancora un po' in silenzio: pass il negozietto color liquerizia
d'un meccanico, un vicoletto che portava a un vecchio casale...
73

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ed ecco un'orrenda chiesa del periodo fascista, cadente, con sulla facciata un
santo con le braccia aperte... Passandoci davanti Stella si fece il segno della
croce. Accattone la osservava, di sguincio.
ACCATTONE Sei

fedele, eh?

Stella fece spallucce: ma Accattone con un gesto rapido le mise una mano
sulla spalla, e la strinse a s, come fanno i fidanzati quando passeggiano.
ACCATTONE Vi qua!

Stella rest un po' rigida, imbarazzata.


ACCATTONE Che, te dispiace se camminamo cos?... Lo sai che io gi te
vojo bene? Io faccio presto, sa'... Quando una se lo merita... come te...

Stella taceva, sempre un po' rigida e' ombrosa.


ACCATTONE Te, nun te senti niente, pe' me? Rispondi! Guarda che mica
scherzo, sa'... Nun ce credi, che te vojo bene? Te lo giuro...
STELLA

Perch me vi bene?

Perch? Prima de tutto perch me piaci... e secondo poi,


perch te vedo cos strana, senza difesa... te vedo cos sola... Me pare che
cij bisogno pure te, de un conforto... E lo sento che io e te insieme stamo
bene, nun te sembra?

ACCATTONE

Stella, con un vivo sforzo, guardando Accattone con l'inespressivit di una


bambina colta in fallo, si decise a parlare:
STELLA

Io... te vorrebbe f un discorso...

Accattone di scatto alz un braccio, preso dalla sua irrefrenabile ispirazione.


ACCATTONE Mussolini

li faceva i discorsi!

Stella sorrise un po', pietosamente, ma prosegu:

74

Pier Paolo Pisolini - Accattone

STELLA Noo, nun scherz, 'na cosa seria... Te la devo d pe' forza... Io
vojo che sai tutto, de me... Lo sai, io mio padre nun ce l'ho, m' morto in
guera... E mi' madre pe' tir avanti,, ha dovuto f la donna de strada... come
quelle ch'avemo visto ieri io te e Pio...

Nella faccia di Accattone morirono e albeggiarono tre o quattro espressioni


opposte...
ACCATTONE Aaaah!

Te l'ho voluto d, perch nun volevo che tu me giudicassi in un'altra


maniera...

STELLA

Accattone si raccolse guardando il paesaggio: cio una strada che portava


verso quel prato enorme, secco, abbandonato, con due tre palmette, tra
mucchi di catapecchie e palazzoni.
ACCATTONE Giramo

de qua...

Camminarono verso il prato, in un silenzio un po' avvilito e concentrato,


proprio come due fidanzati colpevoli.
Ma Stella riprese di scatto il filo dei suoi pensieri, attenta a non sporcarsi le
scarpe nella polvere.
Io a mia madre je porto odio, per questo... Anche se capisco che
l'ha fatto pe' damme da magn a me... Pero c'erano tante maniere...

STELLA

Accattone esplose tutt'a un botto, quasi con allegria, quasi cantando.


ACCATTONE Iiiih! Che avr fatto mai! Invece che ammiralla, tu' madre!
Tutte le madri de famija lo farebbero, questo, pei fiji! Pure mi' madre lo
farebbe pe' me...

Tacque un po', concentrandosi, e camminando per il viottolo polveroso.


ACCATTONE Quando una persona arriva a quel punto l, vor d che vu
bene! Tu' madre nun se l' comprato, quer mestiere, l'ha fatto pe' te! No le
capisci, te, 'ste cose! Un monumento, je dovresti f, te, a tu' madre...

75

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Stella taceva, quasi sentendosi colpevole per l'inaspettata reazione di


Accattone: taceva, e si lasciava condurre dalla mano di Accattone posata
sulla sua spalla.
Arrivarono cos in mezzo al prato, dove c'era una vasca: un vascone di
contadini; e un vecchio fico; e intorno qualche frattaccia sventrata e
polverosa.
Accattone e Stella girarono intorno al vascone, cercando un posto, pestando
l'erba zozza, i montarozzetti: e intorno a loro si aprirono le visioni del prato
immenso, come un campo di aviazione e sull'orizzonte rotondo comparirono
i vari quartieri, qua Centocelle, l i palazzoni di Tor de' Schiavi, in fondo la
Borgata Gordiani...
Girando intorno al vascone Accattone taceva: Stella lo sbirci:
STELLA

Te dispiace, per quello che ho detto, a Vitt?

Nun me chiam Vittorio, chiamame Accattone! De Vittorio ce


n' tanti, ma de Accattone ce sto solo io!
ACCATTONE

Intanto continuava a girare intorno al vascone, piano piano, quasi


pigramente, stringendosi Stella. Quando riapr bocca, aveva una voce nuova,
quasi emozionata.
ACCATTONE

Di' un po', ma tu ce sei stata mai co un omo, a Ste'? Dimme la

verit...
STELLA

Qualche volta...

ACCATTONE Qualche volta?


STELLA

E che cii fatto?

Cos... a parl... No lo so, a che f?

ACCATTONE Mettemose

qua...

Eccitato si distese su un pezzo di terreno un po' pi pulito tirando gi con s


Stella. Che lo fece con molto riguardo per il vestito nuovo. Accattone se la
mangiava con gli occhi.
ACCATTONE Allora nun

t'hanno mai toccata... Sei vergine...

Stella chin il capo, vergognosa.


76

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ACCATTONE Sei
STELLA S...

vergine, di'!...

Disse quel s con un filo di voce, come con vergogna. Con un impeto
mai provato d'amore, Accattone si butt sopra di lei.

La bocca di Renato era spalancata, con tutti i denti fuori, scoperta fino alla
carotide, aaaam, uno sbadiglio che era il vecchio ruggito del leone della
M.G.M. Finito che ebbe di sbadigliare, con gli occhi ancora stravolti e
luccicanti, sbott ineffabile:
RENATO

Ah, voi che sapete tutto: ma che je sta succedendo a Accattone?

Gli altri erano seduti a far niente, sbragati sulle seggiolette. Lo sguardo
azzurro di Giorgio era carico di disprezzo.
GIORGIO

Ah, niente! S' innamorato, e l'omo pi felice del mondo... Er

dritto!
Gli occhietti azzurri di Luciano erano invece stretti e ridenti.
Ma quale innamorato! S, innamorato! Ma che stai a d le favole!
Accattone innamorato... Fino che me dici che Accattone ci fame, ce posso
crede, ma che se innamora.. mmmh!
LUCIANO

MOMMOLETTO

Ma perch, non pu esse? Er momento der fesso passa a

tutti!
Renato che stava facendo un nuovo sbadiglio, s'interruppe di colpo, vedendo
qualcuno per la strada: lo chiam subito vivacemente.
RENATO

Oh, er figliol prodigo! Vi qua! Oooh, vi qua!

Era il fratello piccolo di Accattone, Sabino, che andava al lavoro. Egli era
incerto se avvicinarsi al gruppo, un po' intimidito, bench malandrino.
RENATO

Senti! Vi ven qua?

77

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Il giovinetto s'accost, interrogativo.


Tu' fratello Accattone che fine ha fatto? So' tre giorni che nun se
presenta, add sta?

RENATO

SABINO Boh, che ne


ALFREDINO Ma adesso
SABINO

so? Se no lo sapete voi che siete amici sua!


ind vai, a lavor?

'Mbe'?

cos che piji esempio da tu' fratello pi grande? Vergognete!


Tu' fratello nun ha lavorato mai, ricordete! Ha fatto sempre lavor l'altri!
Fratello degenere!

ALFREDINO

Sabino alz le spalle e se ne and, camminando un po' imbarazzato per il


marciapiede.
MOMMOLETTO A ragazz, sbrighete! T'accorgerai quando sei grande, che
nun te sei fatto 'na posizione!

Sabino cammin ancora un po' risentito per conto suo: ma poi si volt
inaspettatamente, e, proprio di cuore, fece una rapida, simpatica pernacchia.
Giorgio, come Farinata, chiusa la parentesi, si volt e rcomnci la
discussione con Luciano.
GIORGIO

Sicch, tu dici che Accattone no innamorato, de quella ragazza?

Ma che... cii la febbre? Fatte cur er cervellooo! Ma te


l'immagini Accattone innamorato, aoh? Ma che ?

LUCIANO

Giorgio il Secco aveva la faccia spappolata dal disprezzo.


Guarda, per piacere, che io ci l'occhio lungo, le vedo ste cose... E
poi chi Accattone? Er duro de Roma? Guarda che in fondo in fondo
Accattone 'no stupido, sa'... Accattone l'ultimo de la classe qua in mezzo,
sa'!

GIORGIO

Ma Luciano non prese nemmeno in considerazione quelle argomentazioni,


ed ebbe un sorriso ispirato e travolgente negli occhietti celesti.
78

Pier Paolo Pisolini - Accattone

LUCIANO Ma guarda che Accattone ce l'ha ner sangue il mestiere de


pappone! Il pane er pane! E lo sai che te dico io? Che nun passano dieci
giorni, che vedemo Stella in piazza, a batte! Ce voi scommette qualche
cosa?
GIORGIO

Quello che te pare a te!

LUCIANO

La giacca! E se te la levo je la regalo all'orfani de Santa Rita!

Renato intervenne divertito, chiotto chiotto, assumendo lo stile biblico.


Io dico solo 'na cosa: che se viene a l'orecchio de Maddalena che
Accattone sta co' un'altra donna, e disgraziatamente la manda a batte,
Maddalena mette sotto sopra le Mantellate, ma lo fa carcer!

RENATO

MOMMOLETTO

Orate frates!

E stette l, con le braccia alzate come un pupazzo.

Sul fare della sera, qualche luce cominciava a accendersi qua e l, nella
baraonda del quartiere nell'ora del ritorno dal lavoro. Accattone aspettava,
paziente. Si era un po' ripulito, chiss come: e s controllava nel vetro d'una
vetrina. Pareva soddisfatto.
Ed ecco che Stella arriv quasi di corsa, col vestito nuovo, le scarpe nuove e
la collana.
ACCATTONE Ciao!
STELLA

Ciao!

Era dolce e contenta. Si presero a braccetto e camminarono senza fretta


verso la fermata del tram, come due fidanzati.
ACCATTONE Sei
STELLA

stanca? Oggi hai lavorato!

Nooo... Ormai ci preso l'abitudine... no la sento la stanchezza...

ACCATTONE

Certo un mestieraccio... Pe' ottocento lire ar giorno te se


79

Pier Paolo Pisolini - Accattone

pijano la vita! Capisci, ottocento lire ar giorno! 'N'elemosina!


STELLA

Purtroppo bisogna mangi!

Tacquero camminando stretti. Stella pareva avesse qualcosa da dire: si


decise a un tratto, con un sorriso imbarazzato.
STELLA

Vitt, guarda che t'ho portato...

Lev dalla borsetta un accendisigari e lo diede a Accattone. Accattone,


stupito, intenerito, la guard: ma fu un attimo. Subito si riprese. Osserv sul
palmo della mano l'accendisigari, e, ironico:
ACCATTONE 'Na volta ciavevo 'na millequattro... comunque sempre 'na
macchinetta... Grazie, eh!
STELLA Te piace?
ACCATTONE Siii...

Si accese una sigaretta coll'accendisigari nuovo.


ACCATTONE Er posto 'nd'annamo adesso... bello! Per ce bazzica er
signore, er poraccio, la pellegrina, la prostituta... E un posto pe' tutti, via!
E un posto un po'... famigliare... Uno ce pija subito amicizia, Co' uno, te
metti a sede asseme ar tavolino...

Tacque per un attimo, poi ritorn alla carica, paterno, con calde, persuasive
raccomandazioni:
ACCATTONE Perci me raccomando, se vi qualche giovanotto, qualche
signore, a domandatte da ball, a st co' te, me raccomando, essi cortese...
Lo devi tratt bene, come se foss io... llai capito, a Ste'? L te devi scord,
che lavi le bottije...

Stella annu, pronta e arrendevole:


STELLA

Va be'... ma io me vergogno, per...

ACCATTONE Eh! Mica te magna nessuno!...

Ecco er transetto.

80

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Arrivava il rudere del tranvetto di Centocelle, sferragliando e stridendo


gloriosamente.

Intorno a due tavolini uniti, sulle seggiole di legno, contro il buio del
Tevere, c'erano tutte le facce dei compari: gi mezzi imbriachi; Accattone,
con gli occhi che gli bruciavano; Luciano, Alfredino, Giorgio, Renato e le
donne, Stella, Amore, e altre due nuove, la Sardegnola e Margheritona.
Accattone beveva avidamente un bicchiere di vino.
GIORGIO

Bevi, che te fa bene! Poi te imbriachi e fai ven tutte le guardie de

Roma!
ACCATTONE

Che me lo paghi te? E vattene! Meno te vedo e mejo me

sento!
GIORGIO

Fai schifo, fai.

ACCATTONE Alla faccia

tua e de chi me v male!

E, livido, feroce, fece un rutto.


Luciano disse la sua coi suoi occhietti malandri e ridenti, guizzante:
LUCIANO

A Ste', lo senti come se ameno?

Stella sorrise un po' imbarazzata. Amore prosegu invece un


discorso che pareva starle molto a cuore, sinceramente.
AMORE

L'omini! Ma chi so'!

Si rivolse a Stella e le mostr i suoi ori.


Ti, alla faccia de tutti l'omini! Guarda che collana guarda che
orecchini... guarda l'oro... guarda che vestito... guarda che scarpe:
dodicimila lire!
AMORE

Dicendo questo fece tutti i gesti necessari a mostrare le che elencava, come
una matta.
81

Pier Paolo Pisolini - Accattone

AMORE Guarda queste che cinno, che cinno addosso l'omini... Co' 'na
scarpa e 'na ciavatta, e manco un pezzetto d'oro...

Infatti le altre due erano umili come Stella. Ma Alfredino allung di botto
un braccio: dove luccicarono un cronometro, un bracciale e due anelli:
ALFREDINO

L'oro je l'areggemo noi!

Anche Margheritona, parlando, direttamente o indirettamente era rivolta a


Stella.
Nun je d retta! Uno che sta vicino ce vole! Me lo dici
come fai se no? Io la sera appena torno a casa, dopo tutto quello strazio, se
nun trovo nissuno, me metto a piagne...

MARGHERITONA

Si avvicin il cameriere, attraverso il galleggiante con pochi tavolini e poche


coppie desolate che ballavano, contro il tendone nero del Tevere. E venne
accanto a Accattone:
CAMERIERE A Accatt,

permetti 'na parola...

Rapido Accattone si alz e segu il cameriere due passi in l, sopra la


corrente del fiume che filava zozza e vertiginosa.
Ce sta quel signore l... lo vedi... Stanno in due... Una rapida
professionale occhiata di Accattone inquadr due tipi poco qualificabili,
grassocci, seduti a un tavolino, con aria chiotta.
CAMERIERE

ACCATTONE

'Mbe'?

CAMERIERE Quella gente granosa... Je piace... quella tizia che hai portato
stasera l... Dice che nun je pare una de quelle... per questo je piace... Che
vi f? Te combino 'st'incontro? Tanto quello cerca solo 'na compagnia...
ACCATTONE

Aaah... E dije che se facesse avanti, che je la devo butt in

braccio?
E, nervoso e acido, torn al suo posto, dove Stella lo aspettava, un po'
smarrita.

82

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Il cameriere and verso il tavolo coi due clienti, facendo l'occhietto,


sordidamente, a uno.
Questo si avvicin al tavolo dei compari, e si rivolse a Stella, invitandola a
ballare. Stella non sapeva che dire e che fare, e Accattone sbott:
ACCATTONE Daje,

forza, balla col signore...

Stella si alz, l'uomo l'abbracci e cominciarono a ballare allontanandosi dal


tavolo. Accattone li segu con gli occhi.
ALFREDINO

Accatt, cominci a semin, eh? Chi semina raccoglie...

Amore, ipocrita, impicciona, ma con una punta di amarezza vera, guard


Stella, laggi, che ballava:
Anche tu ce sei cascata... E ancora, no lo sai! Eh! Lasciate ogni
speranza, voi ch'entrate!

AMORE

Giorgio tutt'a un botto si alz, odioso, sprezzante: e fece la sparata. Si lev


la giacca chiara, e la butt addosso a Luciano.
GIORGIO

Ti, avemo scommesso la giacca? Hai vinto!

Luciano, piccoletto, era mezzo sepolto dalla giacca, e se ne liber,


estraendone la faccetta con gli occhi guizzanti: e, contro uno dei due occhi,
punt furbescamente un dito.
LUCIANO

Io ci l'occhio maligno, sa'!

Giorgio il Secco guardava Accattone con uno sguardo sprezzante, di vinto


che deve ammettere di aver avuto torto.
GIORGIO

Me credevo ch'era cascato! Me congratulo! Sei stato 'n artista!

Luciano si alz, e fece una specie di balletto con la grande giacca in mano
sull'angolo del galleggiante:
LUCIANO

Bella 'sta giacca! De vita! Alora proprio mia!

GIORGIO

tua s!
83

Pier Paolo Pisolini - Accattone

LUCIANO

Vai con Dio!

Prese e butt la giacca in acqua.


La buia corrente del Tevere l'accolse e se la port via.

Era passato il tempo che occorreva a ubriacarsi un po' di pi. Accattone e


Alfredino erano al banco del galleggiante, a bere. Poco pi in l gli altri due
soci con le due socie, la Sardegnola e Margheritona, stavano danzando.
Amore rimasta sola laggi al tavolo.
Ora Stella non ballava pi: era seduta coi due farlocchi, al loro tavolo, di
spalle.
Il farlocco che aveva ballato con lei teneva il braccio sullo schienale della
sedia dov'era seduta.
Accattone guardava.
ALFREDINO

lungo de mano, er farlocco, eh? Ce prova...

Accattone fu preso da un attacco imprevedibile, pazzo.


ACCATTONE Basta!

La vi f finita pure te!

Si stacc di due passi da Alfredino, e, bevendo, osserv Stella e l'uomo, l


davanti di spalle.
Un lungo silenzio: Accattone non smetteva di guardare, guardava
avidamente, torvamente, senza staccare gli occhi: il braccio del farlocco che
si staccava dallo schienale della sedia, e si posava leggermente sulla spalla
di Stella; il braccio del farlocco che accarezzava la spalla di Stella; il braccio
del farlocco che scendeva sotto l'ascella di Stella; il braccio del farlocco che
scendeva lungo la vita di Stella; il braccio del farlocco che scendeva
sull'anca di Stella... Accattone scatt come una serpe schiacciata.
Si rivolse di botto ai compari, a Giorgio:
ACCATTONE

Chi se gioca tutto quello che se semo bevuto, che me butto da

ponte!
Tutti ridacchiarono, increduli. E Luciano:
LUCIANO

S, cos fai la fine de Tosca!


84

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Nun ce credi? E scommetti allora! Buffoni! Me butto pure


tutto vestito, io!

ACCATTONE

Era fuori di s.
GIORGIO

Cala, che vendi!

Come qualcuno lo spingesse - un atroce automa - Accattone pos il


bicchiere e corse per il galleggiante verso la scaletta. I soci si guardarono in
faccia, un po' sbalestrati:
ALFREDINO

Ah, quello imbriaco, quello se butta sur serio sa'...

E corse alle tacche di Accattone, seguito da Piede d'oro, Er Secco: invece


rest con le due battone, che ridacchiava, calmo
GIORGIO

E lassalo butt! Tanto fiume pija tutto!

Correva pazzamente, Accattone: per l'erbaccia e la sabbia, lungo le frattacce


sventrate e due tre canne; lungo il muraglione alto come un baratro; su per la
scaletta zozza di orina e cartacce; contro il muro scrostato e la spalletta - era
una corsa pazza, di ubriaco, ondeggiante e vertiginosa.
Arriv in cima la scaletta, corse lungo il ponte, si inerpic a fatica sulla
spalletta del ponte: sotto, la visione vertiginosa del fiume buio, tra le
migliaia di luci della citt... E li fermo impalato, fece per buttarsi: Alfredino
e Luciano arrivarono appena in tempo a tenerlo per i panni e per le gambe, a
tirarlo gi.
LUCIANO

A pazzo! Almeno mettete la pietra ar collo!

ALFREDINO

Ma che pensava tu' padre quando t'ha messo ar mondo!

Accattone, come in sogno, si ritrov gi dalla spalletta. Allora riprese la


rincorsa, e gi, con gli altri appresso, per la strada gi fatta: la zozza scaletta
tra il muraglione e la spalletta; la pista lungo il muraglione che si alzava
senza fine contro il cielo rossiccio; le frattacce, le canne scocciate, che
pendevano come stracci, contro il fiume che solcava di un buio freddo e
pauroso le distese di lumi della citt; l, sulla piccola spiaggetta di sabbia

85

Pier Paolo Pisolini - Accattone

nera, tra l'erbaccia, venivano incontro Giorgio, con la Sardegnola e


Margheritona che ridacchiavano un po' spaventate.
Giorgio come vide arrivare Accattone, alz indignato un braccio al cielo.
GIORGIO

Ma datte 'na lavata ar grugno! Sei imbriaco che fai schifo!

Con improvvisa docilit, Accattone si mise in ginocchio, sulla sabbia.


Appozz le mani sull'acqua, faticosamente, e si lav il viso, due tre volte.
Poi alz la faccia, tutta gocciolante, e sempre docile e buono, si guard
intorno come in un sogno.
Ma gli venne un nuovo impeto di rabbia, un attacco di nervi.
Stando sempre in ginocchio, affond la faccia nella sabbia nera e sporca,
strusciandola rabbiosamente.
La rialz: era un mascherone nero, con la sabbia appiccicata sulla faccia
bagnata, contro le palpebre, il naso, le guance, la fronte, il mento. Non
aveva pi niente di umano.

Accattone era seduto sul muretto sbrecciolato, in un filo d'ombra sotto il fico
contorto: aspettava, muto e proteso come una serpe.
Davanti a lui, lo spiazzo bianco, accecante, coi mucchi sparsi e disuguali
delle bottiglie folgorati dal sole.
Le donne erano in fondo allo spiazzo sotto la tettoia delle vasche: avevano
smesso di lavorare, e cominciavano a sciamare via, sfatte dalla luce.
Accattone non si muoveva, aspettava.
Dal mucchio delle donne, si stacc Stella, e venne, piano, incerta, umile,
verso di lui.
Lui non parl, non si mosse. Aspett che la ragazza gli giungesse davanti,
vicina. E tacque ancora.
STELLA

Ciao, a Vitt...

Accattone si accese, ancora in silenzio, una sigaretta, e sput le caccolette di


tabacco, con aria amara. Stella rimase l avvilita a guardarlo.
STELLA

Ma ch'hai fatto? Che cii?

Accattone scatt, torvo, rabbioso, impetuoso, con gli occhi storti:

86

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ACCATTONE Che ci, che ci d'av? No lo vedi che ci, no vedi come me
so' ridotto? Me faccio schifo da me stesso! Lo sai prima da conosce a te chi
ero? Pzt! Ciavevo la machina, i soldi in saccoccia nun me mancavano mai,
tutto quello che volevo ciavevo... vestiti in quantita... catenina, orologio,
anelli, bracciali... Ero pieno, d'oro! E invece ecchime qua, adesso, a aspett
la manna dar cielo!

Sotto quella sfuriata di Accattone, Stella rest intimidita e spaventata. Os


appena mormorare:
STELLA

Te butti gi cos? Cercate un lavoro...

Accattone la interruppe, con rabbia, balzando in piedi dal muretto dov'era


rimasto seduto, e incamminandosi. Quasi urlava, tra ironico e infuriato.
ACCATTONE Ma a che f? A d er sangue mio all'altri! Il sangue mio nun se
lo beve nessuno! Er lavoro! Le bestie lavorano!

Stella lo segu e gli si affianc, camminando per la strada polverosa, deserta,


investita dalla luce rabbiosa. Camminarono per un po' silenziosi, Accattone
fumando cattivo.
ACCATTONE E cos ieri sera, eh? Te sei data alla pazza gioia! Te sei fatta
consol, da quel farlocco, gi a fiume... M'avessi portato un po' de rispetto,
per me! Niente! Io me credevo che tu eri differente... E la prima volta in
vita mia che me so' sbajato, lo vedi? Bella figura che m'hai fatto f davanti
all' amici... Hai visto come ridevano su le spalle mia?

Stella, sotto quella frana di accuse, tent timidamente di difendersi:


STELLA

A Vitt, ma io pensavo che me dovevo comport cos...

ACCATTONE Io t'avevo detto solo da ballacce, Co' quelli! Invece tu hai


voluto f la vivir! l'entreneuse! Co' quei due morti de fame! Pst! Stavate a
f la luna de miele? Te piaceva, eh?

La ferm di botto, afferrandola per un braccio, sfigurato da un nuovo impeto


di rabbia:

87

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ACCATTONE Di' che me


STELLA

sbajo! Negalo!

A Vitt, mo tu m'offendi...

Ah, io t'offendo? Tu, m'hai offeso a me! Tu, te sei divertita a


le spalle mia! Tu, hai infangato l'orgoglio mio!

ACCATTONE

Camminarono ancora un po' in silenzio. Poi Accattone, con calcolata


cattiveria, riprese a parlare.
ACCATTONE Eh gi, e che te dovevi aspett da la fija de 'na zoccola! Tale
madre tale fija!

Stella ebbe un'espressione angosciata, tacque, a quelle atroci parole, e stava


quasi per piangere. Ma si domin, e fece qualche passo ancora in silenzio.
Poi parl, con un tono nuovo, inaspettato, stranamente consapevole, e, nella
sua passiva remissivit, straziante.
STELLA Ho capito il punto dove me vuoi port te... Gi me l'aspettavo, che
te credi... Nun t'accor tanto, lo so quello che vuoi te da me, lo so!

Accattone fu colpito da quel tono, ma questo lo inferoc ancora di pi.


ACCATTONE Ah,

lo sai! E perch no lo fai allora? Che aspetti?

A Vitt, perch me parli cos... Tu lo sai che io no so' na ragazza


smaliziata, che ho conosciuto soltanto dolori e miseria... Nun so' come
l'altre! E che ne so io quello che devo f e quello che nun devo f...

STELLA

ACCATTONE Fattelo

insegn da quella zoccola de tu' madre!

Stella scoppi allora in pianto: un pianto silenzioso, fitto, asciugato da un


povero fazzoletto che pareva uno straccio. Camminarono cos per un po': lei
sempre piangendo muta. Poi Accattone le si accost, e la strinse per una
spalla, sinceramente o insinceramente un po' commosso.
Mo piagni, a stupida! Se lo sapevo che piagnevi nun te dicevo
mica niente! Ho scherzato, daje!
ACCATTONE

No, no, tu non hai scherzato! Lo so quello che vuoi da me!


questo lo scopo tuo!

STELLA

88

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Adesso basta! Nun ce pensamo pi a 'ste cose L'importante


che ce volemo bene, a Ste'! Che un domani se ne potemo freg de tutti
quanti...

ACCATTONE

L'abbracci e camminarono Sotto il sole.


Camminando Accattone mormor ancora fra s, rauco, esa sperato:
ACCATTONE

Madonna, fateme santo! Ch la penitenza mia gi l'ho fatta! E

quanta!

Calava l'oscurit nel grande viale, caldo, dolce, sconfinato. Si accendevano i


primi lumi, come rianimati dal venticello della, sera.
Accattone era seduto al sedile di dietro d'una motocicletta, al cui manubrio,
immobile, era Giorgio; e osservava cupo, cattivo. Accanto al tronco di un
platano, nell'ombra, c'era Stella. Smarrita, inespressiva, come una bambina.
Aveva la borsa in mano.
Si sent nel buio la voce di Amore.
AMORE

'Mbe'? T'anniscondi? Che, cii paura che qualche cliente te se porti

via?
Comare Amore s'avvicin cos parlando al tronco, e continu:
AMORE Ormai che sei qui, mettete l'anima in pace! Fa' quello che famo tutte
noi! Tanto no esiste n inferno n paradiso!

Alle spalle di Amore comparve la Spagnola, beffarda, ma non priva di un


po' di pena.
Porella, se vergogna! Me vergognavo tanto io la prima volta che
so' venuta qui! E adesso invece so' la pi sfacciata de tutte!

SPAGNOLA

Ed ecco che portata dal caso di quella notte, arriv locca locca una
Topolino; lungo il marciapiede del viale.
Accattone la guard subito, con interesse: anche la Spagnola aveva avvistata
quella Topolino che arnvava.
SPAGNOLA

A Amore! Ecco er sagrestano!


89

Pier Paolo Pisolini - Accattone

La Topolino si ferm all'altezza delle donne, e Amore, sicura del fatto suo,
le and incontro, tutta su di giri...
Il cliente mise fuori la testa dal finestrino, e salut Amore:
CLIENTE Ciao,

bella! Ce corri da chi te vuol bene, eh?

Amore fece per entrare nella Topolino, ma, facendo capoccella, il cliente si
accorse di Stella, e subito sincunos.
CLIENTE E

chi 'st'opera d'arte? Mh!

AMORE Ma lassala perde,

'na pora vittima!

Accattone era l che guardava.


L'uomo scese dalla Topolino senza dar retta alle fosche parole di Amore e si
avvicin a Stella: la guard a due palmi dal naso, un po' lercio. Ci fu un
breve silenzio.
CLIENTE Allora,

che fai? Volemo ann?

Ubbediente, come seguendo una lezione, Stella si mosse verso la Topolino,


senza guardare in viso nessuno con la sua borsa in mano.
Il cliente le and appresso, e passando davanti a Amore:
CLIENTE Amore,

te metto le corna!

Accattone era l che guardava.


Sal sulla Topolino dove era gi salita Stella, mise in moto, e part.
Amore guardava i due che si allontanavano: taceva, ma la sua faccia
spurgava veleno.

La Topolino arriv fiacca fiacca in fondo all'Appia, e si ferm, tra le tombe


e i pezzi di statua.
L il cliente guard Stella: lei era immobile, raccolta, pareva che tremasse
come un coniglio, muta.
CLIENTE

'Mbe'? Che, ce v la domanda in carta bollata? Eh?


90

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ma Stella continuava a stare ferma e a tacere. Il cliente, cercando di avere


pazienza, tir fuori una sigaretta e se l'accese.
CLIENTE Ma

proprio la prima volta, la prima volta che...

Stella accenn di s con la testa, senza muoversi, sempre con gli occhi bassi:
STELLA

S...

Il cliente allora cerc di farle coraggio.


Eh! Tanto oggi lo fanno tutte... Una de pi una de meno... Tanto il
mondo diventato una chiavica... Coraggio!

CLIENTE

Continu poi a fumare, in silenzio, con quella sua faccia di sagrestano,


gialla e nera. E Stella zitta, al suo fianco.
Ma il fatto che fosse la prima volta cominciava a eccitare sordidamente il
compare. Le diede uno sguardo obliquo, e riprese a parlare con una voce
roca: sguardo e voce che erano quasi disumani.
Sicch io so' fortunato... la prima volta che vai co uno eh? Te
vergogni? Scommetto che nun sai manco come devi f...

CLIENTE

Stella taceva, atterrita da quel nuovo tono. Il cliente insisteva.


CLIENTE Vi qua,

fatte coraggio... Su fija mia...

L'abbracci, e cerc di baciarla. Stella istintivamente si tir indietro, con


forza. Il cliente insistette e riusc a strapparle un bacio, che lasci Stella con
una smorfia di paura nella faccia spaventata.
CLIENTE Ah?

Che, te faccio schifo?

Cerc di baciarla ancora una volta. Ma ora Stella resisteva pi vivacemente


e tir la testa indietro, contro il finestrino.
CLIENTE Oh, mica t'ho caricata su la machina pe' 'na gita de piacere, sa'!
Vi qua, no f la santarella!

91

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Cerc di agguantarla di nuovo: e di nuovo, in silenzio, Stella si ribell.


Guarda che io te do li soldi, sa', a bella mia! Ma che davero
davero mo stai a f? Ma che m'hai preso pe' un gaggio! Me lo potevi d,
ch'eri cos! A disgrazziata, me lo potevi d!...
CLIENTE

STELLA

No, no lo vojo f! Porteme indietro!

Do' te porto io? Indietro? Ma che te credevi che te se mettevi a f


'sta vita te davano le caramelle! Ma vatte a rinchiude!

CLIENTE
CLIENTE

Famme er favore, riporteme indietro...

A piedi ce vai indietro! Io ce vado solo! Di, scendi! Sbrighete a


scende! Sparisci!

CLIENTE

Le apri lo sportello e la sospinse fuori, facendola cadere per terra. La sua


rabbia era ormai un canto di vittoria.
CLIENTE

'Sta scema de guera!

Mise in moto, riaccese i fari, e la Topolino part.


Stella si rialz, si guard intorno, impaurita, come fuori di s. Intorno c'era il
deserto: mozziconi di statue, tombe, lo scintillare lontano e disperato dei
lumi della citt.
In quel silenzio, in quella solitudine, Stella s'incammin a piedi, come una
povera bestia spaventata, che torna dritta verso la stalla lontana.
Accattone stava seduto sull'orlo del marciapiede del viale: cattivo, muto,
concentrato.
Dietro a lui, un gruppo di giovani clienti, silenziosi e malandrini, stavano a
prendere il fresco, intorno a Margheritona e alla Spagnola.
Amore invece stava corrucciata in disparte, covando il suo dolore.
Arriv cos inaspettata, anche per la sua velocit sostenuta, la Topolino.
Amore, stupita, osserv: e cos Accattone.
La Topolino si ferm, e il cliente usc, sbattendosi dietro lo sportello:
CLIENTE Ah,

ma co' chi m'avete mandato? Co' 'na matta?

AMORE Perch?

Nun t' piaciuta?

Accattone e la Spagnola si avvicinarono con le orecchie tese:


92

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ma lo sai che m'ha fatto? Nun me s' messa a piagne su la


macchina? Nun c' voluta st, 'sta zozza! Niente! Nun m'ha fatto f niente!
CLIENTE

La Spagnola si mise sordidamente a ridere, a ridere:


SPAGNOLA

Iiiih, iiiih! La faranno santa, a quella!

CLIENTE Ma che se credeva? Ch'ero tenero de core io? Le ho dato un calcio


e l'ho buttata gi da la machina! Co' quei nervi che m'ha fatto ven je
avrebbe staccato la testa!

Iiiih, iiih! Sta f er pellegrinaggio! Da l'Appia Antica insino a


qua, capirai, che fa, er Quo Vadis?
SPAGNOLA

Accattone che aveva sempre ascoltato, reprimendosi, nero, feroce, scatt.


Diede una spinta alla Spagnola che quasi la butt per terra:
ACCATTONE Ridete li

morti tua! A 'mbecille!

E si allontan sparato sulla moto del Secco, sparendo nel buio del viale,
diretto verso l'Appia.
Tutto contro de me! Ma che me stanno a f, er malocchio! Ma
che vonno, che ammazzo quarcuno?

ACCATTONE

Amore, intanto, usci dalla sua indifferenza rabbiosa, e si rivolse al cliente:


AMORE Cos te impari a st ar mondo! Sei rimasto a bocca asciutta, eh? Mo
attacchete a la funtanella!
CLIENTE

Bona notte! Stateve bene!

Risal rapido sulla Topolino. Vedendo che non la invitava, Amore fu


stravolta da un nuovo impeto di delusione, e lo insegu.
AMORE Che,

mo te ne vai?

CLIENTE No! Sto

qui a f le belle statuine!


93

Pier Paolo Pisolini - Accattone

AMORE Nun

famo niente? Me lasci cos?

CLIENTE Ma che hai da f? Ma vedi d'annattene! Ci un veleno in corpo


che se mordo uno l'ammazzo...

Mise in moto la Topolino e si allontan. Amore lo inseguiva, furente,


umiliata:
AMORE

Ah, cos! Nun te se present pi davanti a l'occhi I

mia,sa'!A

frocio!
CLIENTE Ma vattene

a quel paese, che a Roma puzzi!

La Topolino era gi sparita nell'oscurit, ma Amore continuava ancora a


inseguirla rabbiosa, gridando: e non vide che dalla parte opposta arrivava,
minacciosa, la jeep della Buon Costume.
Te sarebbe piaciuta la minorenne, eh? Ti! A chiavicone,
disgrazziato! Cornuto!

AMORE

VOCE DELLA SPAGNOLA Attenta,


AMORE E

Amore, ce sta madama.

che me frega a me! Cos me sfogo co' loro! 'Sti cornuti pure loro!

Intanto Accattone stava seduto su una tomba. Aspettava. E aspettando,


continuava a parlare tra s digrignando i denti, come un pazzo:
ACCATTONE Ma quanto je ce v a ariv a questa? Me fa f matina qua,
questa! Mannaggia er core de Giuda!

Tacque, continuando a rodersi di rabbia, di dolore, d un misterioso


sentimento che non sapeva Capire.
A 'sto mondo nun se campa pi! Bisogna proprio tir fori
l'unghie! Ma possibile che la vita mia debba fin cos? Ma io nun ce sto,
nemmeno se vi Dio pe' tera!
ACCATTONE

Tacque ancora. Intorno a lui il silenzio dei ruderi, dell'erba, del cielo, delle
luci che scintillavano tristi, lontano, fin sui Castelli.
94

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ed ecco laggi comparire un'ombra: l'ombra di Stella.


ACCATTONE Ecchela,

va'!

Stella avanzava lentamente, camminando a fatica, stanca e disperata


com'era.
Camminava a testa bassa, e solo quando fu finalmente a pochi passi da
Accattone, si accorse di lui.
Lo guard con uno stupore profondo negli occhi, quasi incredula. Poi si
spavent, temendo la sua rabbia per quello che aveva fatto, e quasi arretr.
Ma infine si decise a fare qualche passo verso di lui, e gli casc quasi in
ginocchio davanti, scoppiando a piangere, a piangere.
Accattone se la guard, l davanti, come una bestia da macello, tutta bagnata
di lacrime.
Allung una mano, e gliela pass incerto, torvo, sui capelli.

La jeep della Buon Costume filava veloce pei viali deserti della periferia,
Sotto i globi bianchi dei lampioni.
Amore era stata acchiappata, e con lei la Spagnola: ma Amore, gi rabbiosa
da prima, non ci stava, e urlava come una scimmia, feroce.
Fateme scende! In questura nun ce vengo! So' padrona de la mia
vita! La vojo f come me piace a me, no come ve pare a voi! Da magn
mica me lo date voi, sa, se no me lo guadagno da sola! Fateme scende, se no
ammazzo qualcuno!

AMORE

GUARDIA

Stai buona, calmati, se no ti mandiamo a le Mantellate, capito?

AMORE A le Mantellate ce porti tu' sorella! 'Sto cornuto, tubercoloso


fracico! Senti chi deve parl! Arrubbano er pane, 'sti zappatera cafoni burini
che nun siete altro! Ma che ve sete messi in testa

La Spagnola, spaventata da tutte quelle ingiurie vomitate da Amore, cercava


di trattenerla:
SPAGNOLA Ah, a Amore, ma che te sei impazzita! Questi fanno pag
l'oltraggio, sa'! Te mandano a le Mantellate davero...
AMORE

M'a' asciusciano! Che me frega, a me, de le Mantellate, io je dico


95

Pier Paolo Pisolini - Accattone

quello che je devo d: cornuti! miserabbili! morti de fame! aprofittatori!


Amore voleva proprio perdersi; e, se era questo che voleva, certamente si
sarebbe perduta.

Prese due lenzuola, due coperte, un cuscino, una ciotola, un bicchiere, un


cucchiaio.
La secondina la sorvegliava. Fatto questo, si incamminarono per un lungo
corridoio e andarono verso la camerata.
Amore, col suo fagotto, pedalava dietro alla secondina, piena di rabbia,
veleno, e, in fondo, di soddisfazione.
Le altre carcerate cioccavano dietro le inferriate dei loro reparti.
CARCERATA

Mettetela qui, superi! C' un posto libbero!

La secondina apr per la porta di una camerata, e fece entrare Amore,


richiudendole la porta con l'inferriata alle spalle. Amore guard intorno le
facce delle altre rinchiuse, e, accanto alla finestra, chi vide? Maddalena. Si
stava pettinando e precisamente si stava mettendo tra i capelli la sua solita
rosa finta, accuratamente.
AMORE A Maddal,

qui stai?

Maddalena la smicci e continu a pettinarsi.


MADDALENA

E dove credevi che stavo? Su la Costa Azzura?

Tacquero un po'. Poi Amore, col suo visuccio tutto occhi, sfigurato da un
sottile e disperato odio, la interrog.
AMORE Per chi

te fai bella? Famme cap...

Maddalena avverti subito il tono feroce e tacque. Ma Amre ormai


imperversava.
MADDALENA

Perch?

AMORE Mah! Tanto

chi t'ama t'ha lassato...


96

Pier Paolo Pisolini - Accattone

MADDALENA

Davero?

Continuava a pettinarsi facendo l'indifferente.


MADDALENA

E co' chi?

AMORE Co' una... una ragazza, giovane... no la conosci... Un certa Stella...


Bella! Bella ragazza!

Amore tacque, un po', discreta, distratta: e cominci a sistemare la sua roba


L'ha messa a batte pure lei... Pora Stella... Certo ciavevi un omo
ch'era un genio...
AMORE

Maddalena era tutta bella pettinata, con la sua rosa sulla tempia: concluse
indifferente:
MADDALENA

Infame... te e lui!

Maddalena era tesa, dritta, seduta dietro il disadorno tavolo del


commissario.
Il commissario fin di scrivere su uno squallido foglio, poi alz il capo di
vecchio poliziotto canuto e senza speranza:
COMMISSARIO
MADDALENA

Allora? Che c'?

Volevo f 'na denuncia.

Il commissario fece una faccia rassegnata, e guard verso una guardia in


borghese che se ne stava loffia, come un dio invisibile e onnipresente, alle
spalle di Maddalena:
COMMISSARIO

Di che denuncia si tratta?

Maddalena ancora si conteneva, ma con dentro una rabbia isterica che


oscurava il bianco degli occhi.
MADDALENA

Volevo denunciai e un certo Cataldi Vittorio, detto


97

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Accattone...
COMMISSARIO
MADDALENA

E di che lo denunci?

De sfruttamento...

Il commissario si prepar, distratto, la carta per il verbale.


COMMISSARIO
MADDALENA

No.

COMMISSARIO
MADDALENA

Ah... E ti ha sfruttata a te?


E chi? E allora di cosa lo denunci?

Di sfruttamento!

Ma chi? Non lo sai che la denuncia deve partire soltanto


dalla persona interessata, da quella che stata istigata alla prostituzione?

COMMISSARIO

Maddalena a quelle parole che, col rigore procedurale, interrompevano


l'azione della sua vendetta, perdette ogni controllo, e cominci a urlare come
una dannata:
Come? Non ve ne importa niente? Quello sta a sfrutt una
povera ragazza, e a voi nun ve ne frega niente! Quello un zozzo, un
incosciente! Arovina una ragazza cos?
MADDALENA

Alle sue spalle, era sempre immobile, senza sguardo e senza sentimenti, la
guardia in borghese.
Voi no lo conoscete chi quello! Quello capace de tutto!
capace de qualsiasi cosa, pe' st bene lui! Pure de ammazz! Voi lo dovete
carcer! Lo dovete carcer! Nun se merita de st ar mondo! Lo dovete
carcer!...
MADDALENA

Gridava, gridava, come una ragazzina, mentre gli occhi del commissano si
incrociavano con gli occhi della guardia, in paziente silenzio.

L'agente in borghese, con aria loffia, era l, sotto il sole come un ammasso
indifferente di carne e stoffa.
98

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Il suo occhio guardava: spiava.


E, sotto il suo occhio, ecco comparire Accattone e Stella, da una strada
trasversale.
Subito l'occhio si incurios: e la guardia si mosse dietro i due. Essi
camminavano sotto il sole, lungo la povera strada: e portavano dei fagotti,
con una valigetta di cartone, tutta sgraffignata. Camminavano in silenzio.
L'occhio della spia li segu, finch, imboccato il cancelletto dell'orto zozzo,
aprirono la porta della bicocca di Maddalena, e entrarono.

Accattone, sulla porta, si rivolse a Stella, incerta:


ACCATTONE Entra!

Era rauco, emozionato.


Stella entr, e vide la stanza misera e accecata dal sole con l'enorme lettone
in mezzo, sfatto e bianco. In un angolo c'era Nannina con tutti i suoi figli
addosso.
ACCATTONE A Nanni'!

Questa Stella!

Nannina venne avanti, con l'ultimo figlio al seno e gli altri alle sottane,
incerta, un po' spaventata, ma cortese:
NANNINA

Fortunatissima!

ACCATTONE Se semo aranciati prima... Se potemo aranci adesso... Non te


sembra, Nann?
NANNINA

Dia a me!

Nannina aiut Stella a sistemarsi, le prese i fagotti e la valigetta, e and a


metterli in un angolo, sopra una seggiolette spagliata, che serviva da
armadio.
Accattone guard Stella, che stava in piedi timida e buona.
'A Stella, sei contenta... Dio mio, questa nun e' una reggia...
Mah! L'essenziale che nun ce piove... Di', sei contenta?
ACCATTONE

99

Pier Paolo Pisolini - Accattone

STELLA

Basta che sei contento te, a Vitt...

ACCATTONE

Due, so' le cose: o so' diventato matto o m'e' tornato er

cervello!
Si butt a gambe larghe sul lettone, con le mani sotto la testa.
Nannina si rivolse a Stella timida e cerimoniosa.
NANNINA

Ve piace la marsala? Ne volemo beve un goccetto?...

ACCATTONE Ma come? Ancora c' la marsala! Eh, bei tempi! Daje famose
'sta bicchierata, va!

Nel frattempo Nannina aveva tirato fuori da una scatola sotto la sedia una
bottiglia di marsala, e aveva cominciato a versarla nei grossi scompagnati
bicchieri da vino.
La cerimonia si compiva in silenzio, sotto gli occhi avidi, ardenti dei cinque
poveri ragazzini.
Nannina diede il suo bicchierc a Accattone, il suo a Stella, e bevvero.
NANNINA

Allora... Tanti auguri!

ACCATTONE Alla faccia

de chi ce vu male!

Bevvero: bevve Nannina, bevve Accattone, bevve Stella con gli occhi che le
luccicavano di lacrime. In silenzio.
Alla fine, Nannina fece bere l'ultimo goccetto rimasto nel suo bicchiere, al
figlio pi grandino, che afferr il bicchiere tra le mani avidamente.
ACCATTONE E

il primo passo fatto!

La guardia era ferma all'angolo della strada. Era mattina, il sole fresco. E la
guardia se ne stava l, zitta, un ammasso di carne e stoffa, a guardare.
Ed ecco che il suo occhio loffio si accese: aveva visto.
Accattone stava venendo su dalla solita strada, e passava davanti al baretto,
dove c'erano due tre dei soliti amici: lo Sceriffo, il Cipolla, Mommoletto.
CIPOLLA

Signor Accattone! Signor Accattone!


100

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ma Accattone non rispose nemmeno: inghiott con aria amara, e tir avanti.
CIPOLLA

Ah, ma come t'atteggi!

Ma ancora Accattone non rispose e se ne and via dritto. Mommoletto era


tutto arrazzato dalla curiosit per il contegno di Accattone:
Accattone, ma che, hai fatto i soldi, che nun ce guardi pi?
Nun te ricordi quando non ciavevi 'na lira? Ma che sta' a f, and vai? Ma
che, imbarsamato?

MOMMOLETTO

Accattone niente: tir di lungo: e la guardia gli si mise a ruota, lo segu che
andava verso la strada principale, dove passava il tranvetto, alla fermata, tra
il misero capannello di gente che aspettava.
Tra la gente, carino e pulito come sempre, c'era il fratello adolescente di
Accattone, Sabino.
SABINO

Sbrighete, Vitt, che famo tardi!

ACCATTONE Ah,
SABINO

guarda che io nun so f niente, sa'!

Te impari!

Arriv sferragliando il macilento e goffo tranvetto di Centocelle col suo


fischio glorioso.
La guardia osservava, tranquilla e svagata, con l'occhio nudo, Accattone e
Sabino, che camminavano per la strada affollata, e entravano in un gran
caseggiato per una porta che pareva una finestra.
Entrarono per una scala che scendeva allo scantinato, e l c'era un grosso
cane avvilito, che li guardava.
Arrivarono gi, a una stanzetta miserabile, con un bancone e un telefono. L
c'era un uomo, grosso.
SABINO

A sor Pietro, questo mi' fratello... che j'avevo parlato...

Il sor Pietro alz gli occhi, lento, e con voce profonda:


SOR PIETRO

Va bene, va bene...

Sabino rest un po' l imbarazzato.


101

Pier Paolo Pisolini - Accattone

SABINO

Allora... Arrivederci!

E fil su per la scala, seguito dal cane, sparendo.


Una porta dava sull'officina vera e propria, dove gli operai stavano
lavorando. Il sor Pietro taceva.
ACCATTONE Allora?
SOR PIETRO

Che sai f?

ACCATTONE Da ragazzino

ho fatto er tornitorc.

SOR PIETRO

Qua i torni nun ce stanno.

ACCATTONE

Io solo quello sapevo f...

SOR PIETRO

Be', attacca, va'!

Accattone si guard un po' incerto intorno.


SOR PIETRO

Mettete quella tuta...

Indic col barbozzo verso un miserando attaccapanni, con miserandi panni


attaccati, tra cui una vecchia tuta. Accattone, scontento, ostile, si infil
quella specie di scafandro che lo deformava, ne faceva una specie di
Charlot. Cos conciato, si rivolse al principale:
ACCATTONE Che devo

f?

Il sor Pietro gli allung venticinque lire:


SOR PIETRO

Va' a compr un bullone.

Senza parole, per la stupidaggine ch'era incaricato di fare, Accattone si


guard sulla mano le venticinque lire spicciole.
Poi lento, gir sui tacchi e usc.
Pass sotto il naso della guardia loffia, che, essendo pur dotata di un'anima,
stava facendo le parole incrociate, e imbocc la porta di un negoziaccio di
ferramenta.
A servire al bancone, era Sabino, che guard stupito il fratello con animo
pieno di infinita pazienza.
102

Pier Paolo Pisolini - Accattone

ACCATTONE Damme un

bullone!

Sabino, imbarazzato, lo serv: Accattone gli diede le venticinque lire.


ACCATTONE Eh,
SABINO

te sei un santo, a frat! De chi hai preso, no lo so!

Avr preso de San Sebastiano martire!

Accattone col bullone tra le dita, risort.


Fece per entrare col bullone, ma il Sor Pietro stava uscendo sul piede di
guerra. Manco vide il bullone che Accattone gli tendeva.
SOR PIETRO Mo

annamo a caric un po de fero, 'namo!

Appresso a lui c'era un altro giovane operaio, in tuta, un burno: Accattone


si accod fervidamente ai due, e tutti si imbarcarono in un furgoncino,
un'Ape. Il padrone guidava e i due stavano sul cassoncino.
Partirono a tutta velocit.
ACCATTONE

Meno male, che annamo a spasso! Se fanno spesso 'ste

scarrozzate?
BURINO

Er lavoro questo: ann a caric, su e gi!

ACCATTONE

Meno male! Allora 'na pacchia! E chi se move pi da 'sto

lavoro!
E, inebbriato dalla velocit per le vie festose di Roma, cominci pure a
fischiettare.
L'Ape fil per una strada di San Lorenzo, imbocc un portone senza battenti
e entr in uno scalcinato cortile aperto a tutti i venti, bianco di sole.
Ferm davanti a un gruppo di gaglioffi sui quaranta cinquanta anni. Il cortile
intorno era pieno di roba, casse, sacchi, mucchi di ferro.
Il padrone scese e cominci subito a parlare col gaglioffo pi autorevole:
SOR PIETRO

A panzone! Alora potemo caric! Qual il fero nostro!

GAGLIOFFO

Eccolo l!

SOR PIETRO

Ah! So' ottanta quintali, s?


103

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Alla parola ottanta quintali Accattone, seduto sul camioncino, drizz


allibito le orecchie: e guard allibito la distesa del ferro.
So' ottanta quintali, ottanta quintali! Che, vengo a rubb a te!
Ottanta quintali!

GAGLIOFFO

Davanti alla distesa del ferro c'era la faccia allibita di Accattone che
guardava:
ACCATTONE Ottanta quintali! E

che, in Italia esiste tutto 'sto fero?

Il sor Pietro si rivolse ai due schiav:


SOR PIETRO

Ah! Daje, fateve coraggio! Un po' de bona fantasia e finite

subbito!
ACCATTONE S,

da camp!

E segu il burino che pieno di energia e buona volont andava verso l'inferno
del ferro.

L'Ape filava, ormai carica di ferro. I due schiavi erano distesi sopra il
mucchio di ferro che avevano caricato. Accattone era gi finito dalla fatica:
parlava col fiatone e asciugandosi il sudore dalla faccia bianca.
ACCATTONE Quanti
BURINO

viaggi dici che ce vorranno?

'Na quindicina... Se je la inettemo tutta!

ACCATTONE S,

tutta ce la metti te!

Il furgone arriv allo scalo di San Lorenzo, entr e arriv sotto una tettoia
lunga un chilometro, una specie di hangar dove pulivano le locomotive.
Come l'Ape fu ferma, il padrone si sporse dallo sportello:
SOR PIETRO

Truppe a tera!

Il burino zomp pieno di fervore, e dietro, macilento, Accattone.


104

Pier Paolo Pisolini - Accattone

L'enorme distesa di ferro non c'era pi.


Il burino e Accattone stavano caricandone gli ultimi mucchi nel furgone.
Accattone era un ecceomo, irriconoscibile, disfatto, nero di polvere e
carbone, non stava pi in piedi:
ACCATTONE Ma che stamo
BURINO

a Buchenwald, qua?

Eh, come t'allacchi presto!

ACCATTONE Ringrazia Dio

che no je la faccio pi, se no t'ammazzavo...

E and a tirar su un ultimo mucchio di ferro trasportandolo con una smorfia


di dolore verso il furgone: pareva Cristo sotto la croce.
Non ce la fece: lasci cadere il ferro per terra e appoggi la testa contro il
bordo del cassoncino, cominciando a vomitare.
BURINO

Ch'hai fatto? Te senti male?

Intanto raccolse lui il ferro caduto a Accattone e lo caric sul furgoncino.


BURINO

Che brutto effetto che te fa er lavoro...

Il burino si tir su sul furgone, e aiut Accattone a fare altrettanto.


Accattone si butt sopra il mucchio del ferro.
ACCATTONE Sia fatta la

volont de Dio!

E quasi si sturb, mentre, scuotendo quel suo povero corpo sul mucchio del
ferro, il furgone ripartiva sotto il sole.
Sempre sotto l'occhio della guardia, ecco l Accattone che ripassava davanti
al baretto dei compari. Era gi quasi notte, una bella notte fresca d'estate coi
profumi delle minestre e le radio accese. Cos stavolta c'era una bella cricca
al baretto, tutti sbragati sulle seggiolette. Accattone, come al mattino, tir
via dritto.
Ma come i compari lo smorfirono, subito si lanciarono a fare un po' di
moina:
MOMMOLETTO

Accattone, ind vai senza ombrello?!


105

Pier Paolo Pisolini - Accattone

CIPOLLA

Attento, che gira l'acchiappacani!

E intanto Giorgio il Secco, arrazzato, si informava dai vicini.


GIORGIO

Ah, ma che j' success? Ma perch se comporta

E che ne so! Pure stamatina passato cos! Me pareva la


statua de la libert! Manco ci guardato in faccia.

MOMMOLETTO

Giorgio afferr subito la situazione, e feroce, a Accattone:


GIORGIO

Accattoneeeee!

E siccome naturalmente Accattone non si volt, il Secco gli fece una


pernacchia.
Accattone reag d scatto, nero come un demonio, in una delle sue crisi
matte, da epilettico:
ACCATTONE E
GIORGIO

ma ormai m'avete stufato!

Mmmh, come sei prosaico!

Cieco di rabbia e di esasperazione Accattone si sfil una scarpa dal piede e


la tir con violenza addosso alla cricca.
Poi si lanci dietro la scarpa e cominci a colpire alla cieca Giorgio e tutti
gli altri.
Scoppi un breve, furibondo pestaggio. Tutti, ch'erano in tanti,
cominciarono a pestare in coro Accattone.
Sotto l'occhio della guardia, Accattone raggiunse, quasi barcollando tra gli
orticelli secchi, la porta della bicocca, l'apr e entr.
Era massacrato, pieno di lividi, di ficozze: perdeva sangue dal naso.
Entr nella bicocca, e Stella e Nannina lo guardarono spaventate.
STELLA

A Vitt, che t' successo...

Accattone s'infuri, lev dalla saccoccia le mille lire guadagnate al lavoro e


le gett sul lettone.
ACCATTONE

M' successo che so' 'no stronzo! Ecco quello che m


106

Pier Paolo Pisolini - Accattone

successo! Me so' ito a ammazz, pe' mille lire! Ges Cristo nun me poteva
f ven un colpo stamatina quando so' uscito da casa...
STELLA

A Vitt, calmete... Nun d cos...

Sotto gli occhi impauriti di Stella e di Nannina coi suoi cinque figli,
Accattone continuava a urlare, come un epilettico.
ACCATTONE

Lasseme perde! Falla finita!

Svuotato di ogni forza, di ogni energia, si butt bocconi sul letto,


nascondendosi il viso tra le mani, con un lamento da bestia.
Stella lo guard un po', in silenzio, poi gli si avvicino, timida, impaurita, e
os dirgli, incerta, per timore di offenderlo...
A Vitt... Se tu vedi che nun je la fai a ann a lavor... Io so' pure
disposta a torn pe' strada, se pensi ch' mejo cos...

STELLA

ACCATTONE Ma che dici! Falla finita!

E si ricopr il viso tra le mani, disteso sul letto.


S! Te vai pe' strada! Ma falla finita!... Ormai ho deciso che ce
penso io a te! Basta! Tu devi st a casa! Quando me metto in testa 'na cosa
io dev'esse quella! O il mondo m'ammazza me, o io ammazzo lui!
ACCATTONE

Ea notte. Nella bicocca tutti dormivano. Nel lettone, in mezzo dormiva


Stella, a sinistra Nannina, a destra Accattone. Qua e l, anche per terra, i
figli di Nannina.
Accattone, ancora sfigurato dalle botte, dormiva un sonno infame, con un
rantolo nella gola.
Ed eccolo disteso su un luogo che , o non il muretto sulla strada della
casa di Ascensa... Intorno, ci sono il sole accecante c i calcinacci...
Accattone l immoto, dolorante, non riesce a alzarsi dalla polvere... Ed
ecco vengono di corsa tre o quattro amici, verso di lui, sono tutti vestiti di
nero, come per una cerimonia. Gli parla, ansioso e tragico, Renato il Profeta.
RENATO

'Namo, nun venghi? Semo tutti pronti, nun ce vedi? Te stanno a

aspett!
107

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Accattone, incerto, allora, si alza, si guarda intorno, obbediente, buono,


impaurito:
ACCATTONE

'Namo!

Camminando dietro al gruppo di amici tutti vestiti di nero, Accattone si


guarda intorno, e guarda anche se stesso: anche lui, improvvisamente,
vestito di nero, come per una cerimonia funebre o un matrimonio.
Spaventato, affretta il passo, e penosamente riesce a raggiungere gli amici:
ACCATTONE Ma che successo,

ah, ch' successo?

Renato, il Cipolla, lo Sceriffo, il Tremarella, Pio, non rispondono, assorti in


un loro terribile pensiero. Ma Accattone insiste, come un bambino.
ACCATTONE Ah,

ma me volete d ch' successo! Ditemelo... per favore...

Passano ora davanti alla Fontanella: il Balilla l che sta lavando un


grappolo d'uva, e osserva il corteo dei compari vestiti di nero.
Con un sorriso da fijo de 'na mignotta, comincia a mangiare il grappolo
d'uva, e dice qualcosa, con tono paragulo, come dicesse una sparata allegra e
minacciosa: ma non si capisce bene quello che dice, la sua voce solo un
ronzio. Accattone cerca di capirlo, tendendo le orecchie, ma quello continua
a parlare, senza che si capisca una parola. Allora, affannato, Accattone
raggiunge di nuovo gli amici, e tira per una manica Pio.
ACCATTONE A Pio! Ma

che successo?

Pio si volta, lo guarda, con uno strano viso serio: e poi, come in una
improvvisa decisione, preso da piet verso Accattone, gli dice:
PIO

Ma come? Non lo sai? Accattone morto!

Accattone lo ascolta atterrito, bianco come la cera. Alza gli occhi, e infatti,
su, in fondo alla miserabile strada bianca, passa un funeraletto nero, con in
testa la croce che ondeggia.
Gli amici e Accattone lo raggiungono, e camminano dietro al carro nero con
la bara.
In testa un po' alla volta, Accattone resta solo: dietro vengono, muti, gli altri.
108

Pier Paolo Pisolini - Accattone

La voce di Renato echeggia strana in tutto quel silenzio.


RENATO Ma nun je lo potevate d, che non ce se doveva mette dentro la
cassa! Che amici che siete stati!

Il carro va a fermarsi davanti a un muretto con un cancello: dalla parte


interna sono attaccati alle sbarre due ragazzinetti nudi che sembrano
giocare, tranquilli.
Il funerale entra per il cancello: un uomo, una specie di autista, si rivolge a
Accattone:
UOMO

Tu non puoi entr!

ACCATTONE E

perch?

Trema, facendo quella domanda, e il guardiano gli si para davanti.


Il funerale entra e sparisce. Cos Accattone resta solo, affannato, lungo il
muretto.
Si guarda intorno, accanito e ingenuo come un bambino, poi
improvvisamente si arrampica sul muretto, lo scavalca, scende dall'altra
parte.
L, su un pezzo di terra buia, vede solo un vecchietto, tutto bianco, che sta
cominciando a scavare una buca. Accattone gli si avvicina timoroso e il
vecchietto lo guarda benevolo: allora Accattone si siede accanto a lui.
ACCATTONE A sor ma,

perch nun me la fate un pochetto pi in l? Non lo


vedete ch' tutta scura qui, la tera?
Il vecchietto, sempre paziente e benevolo, guarda pi in l, e infatti, poco
oltre la buca, si stende una vallata, stupenda, invasa da una luce radiosa,
sconfinata, che svapora ell'azzurro di una estate ferma e profumata.
ACCATTONE Fatemela pi

in l... poco poco.. Per favore a sor mae...

Il vecchietto, con un sospiro, lo guarda e sorride.


VECCHIETTO

E va be'!

E comincia a scavare un po' pi in l, nella luce della chiara vallata.


109

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Era la mattina, calda, assolata.


La guardia era gi l che faceva il suo dovere: con l'occhio spento.
Accattone usc di casa, e l'occhio si accese, pieno di nuovo interesse.
Accattone cammin un po', incerto e assonnato, per la strada, finch
raggiunse la vicina osteria, accarezzata dal primo sole. E vi entr.

L'osteria era quasi vuota, invasa dal sole a striscie della stecconata. La luce
sbarbagliava in fondo, nel cortiletto secco col fico.
A un tavolo quattro giovincelli giocavano muti una partita a carte: tra essi
c'era Cartagine.
A un altro tavolo, a bere mezzo litro, c'erano il Balilla e un suo compare.
Accattone prese subito di petto il Balilla:
ACCATTONE A Bal,

stavo a cerc proprio a te!

Il Balilla gli offr un bicchiere di vino:


BALILLA

Bevi, pensa a la salute...

Accattone bevve in fretta e con ansia:


A Bal, nun ci 'na lira nemmeno pe' f piagne un cieco! Ieri
ho provato pure a ann a lavor, lo sai, S!
ACCATTONE
BALILLA

Che vergogna!

ACCATTONE Che volemo


BALILLA

f?

Er mondo de chi ci li denti!

Cos dicendo mise delle monete sul tavolo e si alz. Alzandosi, si rivolse al
Cartagine, con un fischio.
BALILLA

Sveglia! 'Namo!

Cartagine lo guardo' malandrino:

110

Pier Paolo Pisolini - Accattone

CARTAGINE Ecco,

ho finito!

Sulla porta dell'osteria, Accattone e il Balilla stettero ad aspettarlo in


campana. Accattone apr speranzoso la bocca, sotto gli occhi ironici del
Balilla.
ACCATTONE Chi

famo piagne?

Eh! Che te sei messo in testa? Che, un colpo a la rifif? Annamo


cos, a la bona ventura! A Cartagineeee!
BALILLA

Cartagine veniva avanti, pronto, ma un po' assonnato. Si ferm davanti a


loro, tutto ridente, e si stir.
CARTAGINE

Aaah, beato er giorno che so' nato!

La guardia in borghese stava pedinando, tutta sudata, i tre compari: li


osservava che camminavano per la strada, con Cartagine che spingeva un
carrettino.
I tre compari era, si vedeva, un bel pezzo che camminavano: gi erano
sfiatati, bruciati dal sole e dalla stanchezza.
E cammina, e cammina: sotto l'occhio loffio della guardia.
E cammina, e cammina.
ACCATTONE Ah,

volemo da 'na guardata dentro a quel camion?

Indica col barbozzo un camion fermo. Il Balilla non lo prende neanche in


considerazione.
BALILLA

S, ce trovi i buffi dentro a quel camion...

E continuarono a camminare, come tre schiavi alle stanghe di quel loro


carrettino, per la strada di fuoco.

Continuavano a camminare, avevano attraversato ormai mezza Roma.


Accattone era nero, camminava gi mezzo morto dalla stanchezza: e anche
Cartagine, al carrettino, era gi allaccato e tutto moscio.
111

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Il mercato dei fiori intorno era tutto un ardore: camion, cesti, mazzi,
furgoncini, garofani, rose.
I tre passarono sotto un camion, che tre facchini stavano scaricando. Uno dei
tre facchini era Fulvio lo Scucchia, pi magro del solito, uno scheletro.
FULVIO

Ah, Accatt, ind vai?

ACCATTONE A la Madonna der Divino


FULVIO

Amore!

Ti, alora portaje 'sti fiori!

Disse, e butt scherzando sul carrettino un mucchio di fiori scarti.


Poi come esaltato dal suo gesto, ne afferr ancora una bracciata, e la butt
marrano sul carrettino:
FULVIO

Ti, te li rigalo tutti! Carica tutta 'sta monnezza, portatela via!

ACCATTONE Te va sempre da scherz a te!

Era avvelenato. Ma il Balilla, arzillo, con un salto, mont sul carrettino, e si


mise seduto in mezzo ai fiori.
Forza, a Cartagine! So' sempre stato in mezzo ar fango, adesso
vojo St in mezzo ai fiori!

BALILLA

Cartagine, morto di stanchezza, ma ridendo, si rimise a spingere quasi di


corsa il carrettino.

L'enorme occhio del loffio guardava, osservava instancabile.


I tre compari erano ancora l che camminavano, col carrettino pieno di fiori.
Erano mezzi morti di stanchezza, non ce la facevano pi, tiravano il fiato coi
denti. Ma continuavano a camminare, a guardare. E Accattone infatti, col
barbozzo, perch non aveva pi forza di alzare una mano, indic un altro
camion.
ACCATTONE Quello?
BALILLA

Lascia f al Balilla!

112

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Gli si erano ringalluzziti l'occhietti, e cominci a camminare pi svelto,


seguito dagli altri due, non verso il camion indicato da Accattone, ma verso
un altro camion, un poco pi avanti, che era carico di caff.
BALILLA

Fusse la volta bona!

Gli altri l'avevano capito al volo, e lo seguirono, avvicinandosi chiotti e agili


al camion.
Il Balilla si accost, con mosse rapide e abili, e fece per aprire lo sportello di
dietro del camion. Parlava da solo, come uno che canta per darsi coraggio.
Nun m' mai riuscito da fregallo! Ci un vecchio conto da regol
co' 'sto camion...

BALILLA

Ma lo sportello non sapriva.


BALILLA

E chiuso, 'tacci sua!

Cartagine gli si accost e gli allung il cacciavite.


Il Balilla cerc, facendo l'indifferente, di aprirlo con quello.
ACCATTONE Tiette,

vi gente!

Indifferente, come se danzasse, il Balilla smise di lavorare, e si allacci una


scarpa. Indifferente, si rialz e ricominci a camminare: pigramente
Cartagine lo segu col carrettino.
Il loffio, l dietro, li osservava che si incamminavano per la lunga strada
assolata: poi entr in un bar, con l'insegna del telefono.

I tre camminavano ancora, ormai avevano percorso tutta Roma e erano


all'altro capo della citt. Erano morti dalla stanchezza: Accattone era
stravolto, non aveva nemmeno pi fiato per parlare.
Laggi, la guardia li seguiva. Ed ecco che arrivarono altre due guardie
borghesi, in lambretta: e scambiarono con la prima guardia alcune parole
piene d'intelligenza: poi si divisero, e seguirono i. tre compari.
Questi erano l che camminavano in silenzio, senza neanche il coraggio di
guardarsi in faccia.
Camminavano, camminavano: il sole stava gi calando, le loro ombre erano
lunghe.
113

Pier Paolo Pisolini - Accattone

A un tratto, detto fatto, Accattone prese e si mise a sedere sull'orlo del


marciapiede, deciso a restarci: era nero, stravolto e disperato.
Il Balilla non ebbe. il coraggio di dir niente, e si mise a sedere pure lui,
scoraggiato, accanto a Accattone: Cartagine li osserv un momento, e poi
and a mettersi seduto anche lui accanto a loro, muto.
Per un bel po' se ne stettero cos, in silenzio: con la faccia appoggiata al
palmo delle mani, coi gomiti sulle ginocchia. Anzi, addirittura, Accattone,
in un impeto di scoraggiamento, appoggi la fronte sulle braccia, sopra le
ginocchia, tutto raggomitolato, nascondendo la faccia.
L'occhio del loffio, laggi, li osservava.
Stettero ancora cos un bel po' in silenzio: e in silenzio, ma con una faccia
che mostrava chiaramente che stava vivacemente parlando tra s, il
Cartagine si lev stancamente le scarpe, tirando fuori i piedi gonfi e
indolenziti.
Come richiamato da un antico istinto di cane, Accattone alz la testa, e, con
aria amara, annus l'aria. Torn a annusare. Si fece sempre pi amaro,
finch apparve addirittura disgustato:
Ma quel disgusto riusc a vincere la cortina di silenzio, e sbott, verso
Cartagine, cioccando.
ACCATTONE E rimetti quei piedi dentro le scarpe! Che ce vi attacc la
peste? Ammazzete, oh, quanto puzzi!

Cartagine, colpito sul vivo, si mise sulla difensiva: ma gi gli scappava da


ridere.
CARTAGINE Che,
ACCATTONE

colpa mia! So' diec'ore che camminamo...

'tacci tua, puzzi pi da vivo che da morto!

E alz il braccio al cielo, in segno di giusta indignazione. Cartagine allora


cominci a ridere, dapprincipio piano e un po'imbarazzato, poi sempre pi
forte e di gusto, finch la sua risata si fece irrefrenabile.
Si allung sul marciapiede, sbudellandosi. Tentava di parlare, ma non ci
riusciva, non ci riusciva. Finalmente gliela fece.
CARTAGINE Sai

quant' che nun me li lavo?

114

Pier Paolo Pisolini - Accattone

Ma una nuova, irresistibile risata lo soffoc di nuovo. Accattone lo guardava


serio, ma la bocca e il barbozzo gi gli tremavano; gli scappava da ridere
pure a lui, sempre pi forte. Finalmente Cartagine gliela fece un'altra volta a
parlare.
CARTAGINE

Da Feragosto, quando so' ito ar mare!

E ricominci di nuovo a ridere come un pazzo. Anche Accattone ormai era


vinto, e rideva a crepapelle, buttandosi indietro sul marciapiede.
E anche il Balilla rideva, con la bocca larga, tutto contento che la cosa
prendesse quella piega, dopo la figuraccia che aveva fatto: rideva sdentato
con la bocca larga, rotolandosi sul marciapiede con le gambe in aria.
A Cinerentola, quando s' persa la scarpa gliel'ha riportata er
principe... Ah, ah ah, ah! Se la perdi tu, te la riportano i pompieri!

BALILLA

Ah, ah, ah! Cii 'na fortuna, nei piedi te! Perch no la sai
sfrutt... Er DDT ammazza le mosche ma che je f, te co' la puzza tua
ammazzi pure i cavalli!
ACCATTONE

Ridevano, ridevano come pazzi. Ed ecco che arriv un camion, e si ferm


davanti a un negozio di salumeria. Il conducente entr. I tre si fermarono
piano piano dal ridere, allumarono. Poi come a un segnale, Cartagine balz
in piedi, corse verso il camion.
Intanto, il Balilla scostava i fiori sul carrettino, tenendone una bracciata in
mano. Cartagine ritorn al volo con una bracciata di salsicce e prosciutti, e
la butt nel carretto, il Balilla ributt sopra i fiori, e tutti tre tranquilli,
ancora col riso negli occhi, ripresero il cammino.
La guardia li vide, e scambi un'occhiata con gli altri agenti. I tre
camminavano tutti emozionati e soddisfatti, cercando di allontanarsi il pi
possibile dal luogo del reato, verso l'oro del sole che tramontava.
Erano gi abbastanza fuori pericolo, lungo la spalletta del lungotevere, tra la
rara gente del quartiere.
Eh chi ci fede nella Provvidenza, nun se morir mai de fame!
Ci ragione Stella!

ACCATTONE

Fecero cosi qualche passo con aria consolata e piena di belle prospettive
future, quando gli agenti, inaspettati come la fatalit, li pararono.
115

Pier Paolo Pisolini - Accattone

AGENTE

Fermi! Che ciavete l dentro! Polizia!

Tutti i tre compari cercarono subito di scappare: ma la rivolta del Balilla fu


breve, venne subito acchiappato, e ammanettato. Pi difficile era prendere
Cartagine, ch'era un ragazzino e svelto come una serpe.
E Accattone era gi l che scappava disperato lungo la spaIletta, seguito da
un agente a piedi e da un agente in lambretta.
AGENTE

Ferma! Prendetelo! Tanto ti conosciamo! Ferma...

Tutto avvenne come senza senso e senza ragione, nell'oro del sole che
tramontava su Testaccio.
Cartagine e il Balilla, gi ammanettati, videro Accattone correre, sbandare,
buttarsi su una motocicletta ferma accanto a un baretto sull'orlo del
marciapiede, salire, partire a tutta velocit.
E mucchi di gente intorno che correva, che gridava.
Si sent il rombo della motocicletta, che scomparve in fondo a una
trasversale, veloce. Poi un improvviso botto, silenzio e urla, urla strane, con
la gente che accorreva pi fitta. Anche l'agente, e Cartagine e il Balilla,
ammanettati, corsero in fondo alla strada, e si fecero largo tra un mucchio di
gente, che guardava impressionata.
La motocicletta era fracassata contro la parte davanti di un camion.
Accattone stava lungo, sanguinante, sul marciapiede, nel posto dove poco
prima lui e gli amici avevano tanto riso. Cartagine si butt su di lui,
spaventato e piangente come un ragazzino.
CARTAGINE

A Accatt, a Accatt... Che cii... che te senti?

Accattone era morente, coperto di sangue.


Ebbe appena la forza di voltare il collo verso il Cartagine e il Balilla.
ACCATTONE Aaaah...

Mo sto bene!

Furono le sue ultime parole. Rest sanguinante suI marciapiede.


Il Cartagine guardava spaventato, con gli occhi pieni di lacrime verso il
Balilla, che si faceva il segno della croce, passandosi davanti alla sua faccia
di scimmia le mani e i polsi stretti dal ferro delle manette.
(1960)
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