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DCTTCO XUIM

IL

GABINETTO
DEL

GIOVANE NATURALISTA
OVVERO
Descrizione della natura e de* costumi
dei

principali

Quadrupedi,

Uccelli,

Pesci, Amfibj, Rettili e Insetti, disposta


in bell'ordine e adorna di 72 incisioni.

tutela
Edizione porta satto k
Leggi*
delle

r/iv
QJ/'o/ls&
Ttuu J_

IL

GIOVANE NATURALISTA
TOMMASO SMITH
CON ELEGANTI FIGURE

La

goria di colui

che tutto

move

Per l'universo penetra, e risplemle


In questa parte pi e meno altrove.
Dante.

tomo PRIMO.

TR^IKXMO

Presso Omqbono Mani


Tipografo ne' Tre Re,

1826/

f\

ni

N. 4o85

f*

JUL301338

AGLI AMATORI
DELLA

STORIA NATURALE

J_Jelle varie
naturale

parti,

istoria,

che compongono

quella che

tratta

la

degli

Animali meritamente considerata come


pi dilettevole. Essa
fa la strada allo studio dell'uomo; eserla pi istruttiva e la

cita lo

spirito

all'

osservazione,

onde na-

sce la rettitudine dei giudizj; pasce l'im-

maginazione colla moltiplicit e vivacit


degli oggetti
interessa il cuore collo spet;

tacolo di tante affezioni diverse;


alla

conduce

morale, per ci solo che desta in noi

movimenti imparziali

riguardo

giovevoli o nocivi degli

esseri

agli

in cui

atti
si

manifesta qualche specie d'intelligenza; e


serve

religione, poich fa cos ben


una saggezza e una provvidenza

alla

sentire
infinita.

Quindi i libri, che ad essa appartengono, sono generalmente accolti con avidit, massime dall'adolescenza; la quale
che di
con tal istinto par che ci riveli
qui e non altronde dovrebbero cominciare
i suoi studi. Invano
per si vorrebbe secondare una delle pi belle disposizioni
della prima et, se mancano i mezzi opportuni. Poich n le opere voluminose e
sistematiche, n le troppo succinte e leggiere servono all'uopo: le prime pel costo
e la difficolt d'essere intese, le altre per
la poca sostanza che inganna, anzi che
,

soddisfaccia

il

desiderio.

Ci vide

il

sig.

Smith,

celebre

scien-

e stim supplire al bisogno


suo Gabinetto del Giovane Naturalista, composizione in suo genere perfettissima , che unisce la ricchezza all'economia, l'eleganza alla chiarezza, l'ordine ragionato alla pi grande semplicit. Essa
ziato inglese,

col

in pochi anni divenuta

ed

e fuori;

ghilterra

io

classica e in In-

non dubito

far

producendola anche nella nostra lingua perch


cosa di universale aggradimento,

giovi a tutte le classi della societ.

La somma
scelta

delicatezza dell' autore nella

delle cose

delle

espressioni

al-

lontanando ogni bench minimo pericolo


per l'innocenza, accresce il suo pregio
per l'uso che pu farsene nell'educazione
d'

ambo

sessi,

L'Editore*

INTRODUZIONE

Jro e ni

soggetti nel

vasto

campo

delle

umane

co*

gnizioni sogliono offerirsi con maggiori attrattive , o


avere in se maggior utilit di quelli che apparten-

gono

all' Istoria della

Natura. Sono

una

proprii a soddisfare

a procurarci un perenne

essi

egualmente

brama di sapere,

lodevole

diletto, e

a porgerci

altis'

sima idea del sovrano dispensator

delle cose, la cui

suprema volont cre V universo

e la cui

potenza

congiunta ad ineffabile bont, conserva la

infinita,

vita di tutti gli esseri e provvede ai loro bisogni.

Lo

studio degli animali

meno

proprio non

sembra esser

in ispecie ,

della giovent

che

delle

altre

et, dacch ogni sua parte e feconda d istruzione ,


e tende a far pi

schiarare

il

cuor

ad

dell'

ispirare

uomo
il

ri-

gusto delle

e delle meditazioni profonde.

Malgrado per
,

il

suo giudizio

utili ricerche

venire

puro

tanti suoi pregi

forza

il

con-

che di rado esso fu presentato sotto forme

gradevoli, o tali che

intelletto

V immaginazione

e la virt ne avessero egual piacere e giovamento.

Il gentil sesso, in

ispecie

venne spesso

dalla lettura delle migliori opere


rale

di

poich l'istruzione non sarebbe

Ma

pericolo della modestia.

V autore

distolto

Storia
stata

Natusenza

del Gabinetto

del Giovane Naturalista assicura con piena fiducia

non

una

incontrarsi nel suo libro

sola espressione

di cui la verecondia pi delicata abbia ad offendersi.

Questo trattato

quadrupedi,
fibj ,

senza fondarsi sopra di alcun,

sistema particolare

e gli insetti,

rettili

in

e diviso

gli uccelli,

classi

distinte:

cui principali

le

am-

pesci e gli animali

specie

sono rappresentate per mezzo di belle figure, proprie a facilitare la spiegazione de' fatti degli anedr
doti pi singolari sparsi nel trattato

Esso e compendioso,

ma

completo.

medesimo.

Forma,

porzioni, colore, abitudini, costumi, nulla


nelle descrizioni degli animali

di esserlo.

Ogni

ferita

ha per fondamento

Al pregio
stile

ineriti

di fissar

ed ogni particolarit
le

pi

il

talvolta pittoresco

quale speriamo che nulla

duto nella presente versione.

ri-

esatte relazioni.

delle cose poi aggiugnesi quello di

rapido, chiaro,

semplicit,

pro-

obblia

pi noti , o pi degni

particolarit che

attenzione vi e riferita

si

nella

uno
sua

apra per-

IL

GABINETTO
DEL

GIOVANE NATURALISTA
CAPITOLO PRIMO.
Ecco

dal snolo liberar la testa

Scuoter
II

Ecco

le

giube e tutto uscir d un salto

biondo imperator della foresta:


tigre e

la

il

leopardo iu alto

Spiccarsi fuora della rotta bica

fuggir nelle selve a salto a salto.

Monti.

IL

Un

LEONE.

celebre naturalista,

osserv

come

le

forme

drupede corrispondano

il

signor di Buffon, gi

esteriori
alle

di questo

grandi

qualit. Il leone, egli scrive,

sue

qua-

interiori

ha figura impo-

nente, sguardo sicuro, andamento superbo, voce


terribile.

La

proporzioni ;

sua corporatura non eccede le giuste

come

quelle dell' elefante o del ri-

IL LEOKE.

Iffl

noceronte; non di

s grave peso , come quella


dell'ippopotamo o del bufalo; non corta e membruta, come quella dell'iena o dell'orso, ma tale
invece e s bene intesa, che sembra essere il modello della forza congiunta all'agilit . Essa,

quantunque in ci vari
suole estendersi otto in
nove piedi dal muso alla radice della coda , la
qual pure ne ba di lunghezza quattro all' incirca.
,

La

testa

del

leone

tutta

coperta di

pelo

lungo e folto, e il suo collo va adorno di bella


criniera che scende a coprire il petto; mentre il
resto del corpo liscio e raso. Il colore di questa tutto fulvo,

pi carico sul dorso, pi bian-

chiccio sul dinanzi e sui fianchi.

La

lionessa

forse

di

un quarto pi

picciola

che il lione, e priva di quella criniera che rende


V altro s maestoso.
Cerca in primavera i luoghi pi inospiti, ed
ivi depone quattro o cinque lioncini della grossezza di una donnola, che quasi per tutto l'anno
restano alla mammella. Nel qual tempo nondimeno essa gli avvezza a succhiare il sangue e
dilaniar le membra degli animali che loro apporta.
sebben natuModello di materna affezione
ralmente pi debole e meno coraggiosa del mamostra al
schio
quando trattasi de' figli
si
par di esso formidabile ed anche pi feroce.
Agile ugal mente appena tocca (per usare le
,

eleganti

frasi

del

signor

Lacpde

coli' estre.

...

JJ

IL LEONE.

mrf de' suoi


e

stiche

svelte

1-5

Le

la terra.

diti

rassomigliano

gambe

sue
in

ela-

guisa

certa

quattro suste, pronte sempre ad allentarsi,


spingerla
stanza.

Salta

che

maschio

il

quindici

suolo e

dal

alta

balzella,

essa,

piedi.

varca

Ed

di

lanciarla

spiccasi

spazii

esso pi

di

onde

gran di-

men

non

dodici

in

vivace d' as-

sai , pi sensitiva, pi ardente, di pi breve riposo, di sbalzo pi improvviso, di mossa pi

impetuosa

Quando ha
di nascondere

luogo del suo

de' proprii

ritiro

d
tema

si

per

coda perfin le
ed ove alcun sospetto

Cancella colla

d' esservi sorpresa.

tracce

cura

gran

de' piccioletti,
il

passi

punga, trasporta altrove parti suoi. Che semai d' uopo difenderli , pi non conosce periglio, e si getta furibonda sugli uomini egualmente e sulle belve.
Quando poi gli ha perduti insegue i rapitori
e per
a- smisurate distanze, attraversa precipizii,
qualche tratto fin dentro al mare.

la

Il

ruggito

leone,

del

preda, rassomiglia

al

allorch

rimbombo

cerca

la

del tuono.

tuto assai lungi dall' eco delle rupi e delle

tagne

spaventa gli animali del deserto che

stia

Ripe-

moncer*

cano scampo in una fuga precipitosa.

Vuoisi che nella sua libert esso prenda in rma


sola volta tanto di cibo

us e

tre giorni*

she

basti a sostentarlo

IL

1^

La

LEONE.

sua lingua

armata di punte

che bastano sole

straziar

Quando

vittime.

esso

o fame lo

ira

l'ampia criniera, e

colia

agita

batte

si

sue

delle

stimola

coda

dure

carni

le

morte certa per chiunque lo


incontra. Ma quando tai segni terribili in esso
quando si mostra in calma ;
non appariscono
possono i viaggiatori passargli a lato, e andarne
fianchi: allora la

sicuri.

Il

lione

mento che
assai raen
altri

non usa
il

bilmente, che

poich

stro-

ha V odorato

che quello della pi parte degli


a questo difetto, proba-

fino

animali.

migliore

caccia

alla

occhio

suo

Ed

Mungo-Park and

debitore di

salvezza nel periglioso suo viaggio per

1'

sua

interno

dell'Africa.

Riferisce

come traversando un

egli,

vedesse un leone d' enorme grossezza


in

sulF arena

distese

sue

posando

zampe

il

suo

dormendo

deserto
sdrajato

muso

fra

le

sferza

sotto la

avvampante del sole con occhi semi-aperti. Sebbene spaventatissimo per tale incontro fu per s
avveduto di uscir tosto di cammino , e tornando
addietro nascondersi fra gli sterpi. Il che forse
non gli valeva a scampo, ove il terribile animale fosse stato fornito di quella squisitezza di
Jfato

che comune

alla

pi gran parte degli

animali quadrupedi.

I naturalisti

gi

hanno

fatto

osservare

par-

IL LEONE,

land

della

solo

colpo

gere

muscular

della

sua

ad

reni

sua

della

cossa

forza

una

rovesciare

1'

che quando

per

basta

che

leone,

per-

sola

uomo pi

contr' essa

leone

il

sua preda comincia

avventa

un

fran-

dall' at-

dente

il

prima di averle dato un colpo morsempre accompagna d' orrendo rug-

cui

la

rado

e di

divoratore
tale

cavallo

un.

giunto ad afferrar
terrarla,

zampa

coda a

Kolben not

robusto.

l5
del

gito.

Capo

Si veduto al

con

un

Buona Speranza un

di

prendersi in bocca un vitello

lione

quella

facilit,

una

sorcio, saltando

Quest' altro

provare

fatto

forza

la

che

un

portarlo

porterebbesi

fossa larghissima.

servir
dell'

gatto

pi

ancor

animale,

vella; esso fu riferito al dottor

di

cui

comsi

fa-

Spartman da due

coloni, degni di tutta fede.

Andando

un giorno a caccia con paun leone, che strascinava un bufalo dalla campagna al bosco 3
il
qual sorgeva sulla montagna vicina. Accorrecchi

rendo

allora

bligarono
stessi

vati

videro

lasciar

minacciando
la

sua

tornava opportuna.

impadroniti

che

eglino

Ottentoti,

ammirarono

a trasportarla
tutti

gli

E
la

da

come

sagacia

pi facilmente

intestini.

macchione del bosco, ove

Quello
s'

Y obche a loro
se ne furono
lungi

preda,

del

ne

intanto

leone

avea

da

le-

un

era appiattato, stava

IE LEONE.
l6
guardando con occhio cruccioso gii
che trasferivano ad un carriaggio

belva

della

V avesse

uccisa

rattenuto

se

il

saria

Ottentoti

gran numero

ben

stata

avanzi

gli

non

sanguinosa

vendetta di tale rapina.

la

La

molta forza per non basterebbe al Ir*


per
vincere un animale di quella grosne ,
sezza e di quel vigore eh' il bufalo , se non
aggiugnesse l'astuzia e l'agilit. Slanciandosi
improvviso sulla sua vittima, e cacciandole di

vi

impeto

tutto
so

gi

Di

ci

Ma

1'

sue

nelle

hanno testimonii

si

dre'

unghie

impresse

bufali

che

nelle

mu-

nel

altri coloni.

sfuggiti

che
anche

na vita in simili assalti,


si

in

trovi

dell' offeso.

6tato

gi

profondamente
dicemmo. Assi-

leone

il

rischia

massime se
di

es*

qualche volta alle

trovarono

si

parti

che

per

curasi

falo

narici

prima che possa difendersi.

testimonianza pi irrefragabile sembra

quella

ser

zampe

le

ha- soffocata

venire

da un viaggiatore

si

altro

in

narra

la

bu-

soccorso
,

come

una bufala , seguita dal suo vitello e appostata


presso ad una riviera, tenne fronte a cinque
leoni , che Y aveano , per cos dire , circondata , senza mai osare di aggredirla , almeno per
quel tempo

che

viaggiatore

il

gli

stette

spinto

dalla

osser

vando.

Ove
Hensi.

il

in

leone

agguato

non
?

sia

accovacciandosi

sul

fame
ventre

IL LEONE.

come
mente

tigre

gatto

questa

sua preda. Se

la

paziente-

aspettando

avvicina

si

ma
eccolo slanciarsi d' un salto prodigioso
inseguirla.
non
ad
si
sfugge
d
gli
qualora
;

Bens

intorno

gira

nascosto

questo

da

sottrasse

nire

al gi

punto

al

onde

ove

1'

teneva

si

distanza

esatta

vittima

la

gli

si

quasi per meglio calcolare in

avveintendere

suoi movimenti. Ci fecero


nominato sig. Spartman alcuni Ottentoti.

Egli poi sostiene

nimo

luogo

ai

par che misuri

come

nimale
sieme

cui

di

favella

si

vigliacco

intrepidezza

non

preteso

si

essere gi
,

sebben

e coraggio

il

si

magna-

carattere dell' a-

ma

orgoglioso

fame

la

straordinario.

relazioni raccolte intorno al leone

in-

ispiri

gli

Dalle

dice

egli

da quanto ^idi io medesimo cogli occhi


miei, parmi poter conchiudere ch'esso non di
e

rado timido quanto feroce ,


V ardir suo non corrisponde

Pure
bili

rita

di

quest' ardire

si

me

Un

sue

forze.

danno prove incredi-

ed una io voglio citarne

almeno che

o
alle

qual fu rife-

stesso.

un giorno in un luogo
ove pascean bestiami , e vi
fece molta strage. La gente del podere non
dubit eh' esso ritornerebbe per donde era
cinto

lione

di

venuto

entr

muro

cio

traverso del

per

un

quale

si

Gabinetto

cancello

era

Tom. L

di

forza

legno

ai-

aperto

un

iS

LEONE.

IL

passaggio. Fero vi tesero innanzi

mia corda, a
modo, che

cui appoggiarono pi archibugi in

quando Y animale Y urterebbe


gii

si

scaricherebbero contro.

col petto

Ma

essi

colui giunto

prima che annottasse, prendendo sospetto, per


sembra , di tale apparecchio
lev la
corda colla sua zampa, e nulla intimorito dello
scoppio dell'armi da fuoco, and, come nulla
ci che

fosse, a gettarsi entro


lasciati

ivi

il

Cosa confermatissima
gli

scrittori

dalla testimonianza de-

eh' esso

si

recinto su gli avanzi

preda

della sua

preferisce

la

carne

degli Oltentoti a quella d' ogn' altra creatura,

onde fu veduto
Olandesi uno di

scegliere fra

gran numero di

selvaggi.

tali

Certo Oltentoto di quo' di Namaaqua


che
loro dimora circa ad ottanta leghe
dal settentrione del Capo di Buona Speranza,
volendo condurre Y armento del suo padrone
,

haiiiio la

de' marazzi

a
s'

accorse

posti

un

-di

fra

lione

due

catene

di

accovigliato fra

rupi

giun-

Quindi preso da spavento si


usando per altro 1' accorgimento di passar per mezzo alle bestie ch'ei
in
conduceva, perch sperava che la prima
chi

e le

canne.

fuga

die tosto alla

cui
l'

il

lione

si

inseguirlo,

Ma

in quel branco
ali'

Ottentolfi

avvenisse, lo distornerebbe dal-

il

feroce animale slanciandosi

spregiandolo and%va dritto

che

palpitante

qulfei

senza

IQ

LEONE.

IL

ad arrampicarsi ad un aloe
sul cui tronco erano per sorte alcune seaifionde giugnere
per servir di gradini
ture

respiro'

si

diede

pi facilmente ai nidi posti fra' suoi rami.


E qui ioterem di passaggio come tai nidi
appartenevano ad una specie di uccelli appelquaii vii
generico di loocii
lali col nome
,

vono socievolmente

fra loro, quasi in repubblica*

ricoverandosi a pi centinaja

simo coperto
passa

dieci

nidi

clie

piedi di diametro.

L' Ottentoto
de' loro

un medenon oltre-

sotto

uno spazio

in

si

appiatt

per sottrarsi

implacabile nemico

il

un gruppo

dietro

vista

alla

quale

del

mentr' egli

suo
sali-

va gi gli era alle spalle. Ma non avendo


potuto afferrarlo si aggir intorno all' albero
nel pi cupo silenzio
gettando di tempo in
tempo terribili occhiate sul povero Africano.
Questi, dopo esser rimasto lungamente immobile
s' arrischi
alfine a guardare attraverso ai
rami, se mai quel crudele si fosse partito; ma
,

quale non fu

il

punto

occhi smarriti in quelli del leone

co' suoi

scintillanti

stese

di

suo stupore incontrandosi ap-

rabbia

a pie dell' albero

L' animale
,

ove

allora

stette

si

di-

per \enti-

quattr'ore, senza mutar di luogo un sol palmo. Alfine, costretto dalla sete, mosse verso di
una sorgente , eli' era indi alquanto distante.
Il

quale

opportuno momento

non

volle

gi

IL LEONE.

ma seeso pian
V Ottentoto lasciarsi sfuggire
piano e tutto sospettoso dall' albero, con quanta
maggiore celerit gli fu possibile corse alla
Tolta della sua capanna , che ad un miglio di
;

s'incontrava, e vi arriv sano e salvo. Sua

ventura, veramente; poich

il

leone tornato

l'albero, e

non pi ritrovandolo,

r orme sue

di passi

a di

manc

due o

si

al-

pose sul-

pi tre centinaia

al

a raggiungerlo.

Nelle parti settentrionali del continente Afri-

cano , ove frequente tal genere di animali


gran destrezza e grande intrepidezza dimostrano gli indigeni , che loro fan guerra.
Claudio Jannequin ci descrive nel suo Yiaggio
al Senegal un ferissimo combattimento sulle
sponde del Nigro fra un leone ed un capo
de' negri.
la

Avea questi condotto Jannequin e


certo luogo vicino di una

sua brigata a

immensa

foresta

tutta piena di

e ajutatolo a salire sovra

alti

belve feroci

alberi. Indi

mon-

tato sul suo cavallo, e presi tre giavellotti ed

cupo della foremedesima, e scontrato bentosto un leone,


una coscia. L' animai furibondo si
il fer in
avvent contro 1' assalitore, che con simulata
fuga X attir l dove dar voleva agli ospiti
suoi nuovo spettacolo. Per volgendo improvuna. scimitarra entr nel pi

sta

viso

le

quello

briglie

al.

destriero

un curdo che and


,

scagli contro di.

a colpirlo nel petto.

Indi avendfc egli messo

spumante

d rabbia e

contro di

lui

piede a terra,

con aperte fauci

come per

gro aspettandolo impavido


dei terzo giavellotto-, che
la

tanta

di

Nella

scimitarra.

colla

appena in un fianco

Ogni

volta che

il

spinse

si

punta

piant nella go-

gli

gli

tagli

qual pugna

lieve

ne-

il

accolse colla

destrezza

agilit

l'

leone

il

divorarlo. jVJa

groppa

in

saltatogli

LEOTsE.

IL

il

die

che ne

capo
prova

riport

graffiatura.

leone

si

accorto

della

semsuperiorit dell' uomo in suo confronto


pre si perduto di coraggio in modo , che
un solo grido di quello bastato per torgli
ogni forza. Addomesticato poi ha periln temuto
,

con un becco
esempio che segue.

cimentarsi

di

dall'

Un

leone

eh' era

siccome

del sig. Bruce

risulta

governa-

tore degli stabilimenti della compagnia del Se-

negal

sulla

costa

d'

Africa

stava

padron

col

conduceva in casa un branco


di capre novellamente comprato. Le quali s
fattamente si spaventarono alla vista del feroce
suo

mentre

si

animale, che tutte sbandaronsi, eccetto


ditissimo

becco

posto loro

capo.

questo anzi a

un

Si

ar-

mise

guardar francamente il leone


e a battere il piede in aria di minaccia; poi
ritraendosi, onde prender le mosse, precipit
sopra di esso e il colp nella testa, di s violenta

cornata

che

tutto

ne rimase

stordito,

a?a

peteva

l'

del becco baldanzoso

assalto

quello

u osando
rarsi

leone

ti*

poich

non potendo rinvenire

replicargli

dietro

Malgrado

il

la

suo meglio ripa-

stini

signor suo

ri-

si

in s

come

a sicura trincea.

nativa ferocit,

spesso

il

leone

alleva cogli animali domestici, fra cui vedesi

si

trescare
tale

innocentissimamente.

sollazzarsi

la generosit dell' indole sua

che

sde-

gna pi volte de' nemici troppo deboli, e loro


perdona offese, di cui sarebbe in poter suo
il vendicarsi. Il seguente aneddoto ne fornisce
esempio ben rimarchevole.
Non sono molti anni che ad un leone, il
quale stava in serraglio nella torre dj Londra,
fu dato un cane perch gli servisse di cibo
:

ma

lungi

dall'

un animale
male

gli

esercitare

il

furor suo sopra di

maestoso anicon lui


dandogli segno di non so

poco temibile

risparmi

la

il

vita,

visse

non breve tempo,


quale affetto, che potria chiamarsi protezione.
Talvolta il cane era s impudente da brontolare

contro

il

benefattore

suo

il

nodrimento ch'era gettato

il

re degli animali,

in

luogo

disputargli

nella
di

chiusa;
gastigare

ma
la

commensale
lascia vaio
mangiar tranquillamente, prima di cominciar

folle

temerit

del

suo

suo pasto.
Tal magnanima noncuranza, e quasi com-*
patimento degli inferiori in forza, ha fatte

il

LEONE.

IL

narrare di quel quadrupede istorie maravigiose

ed

incredibili.

Un domenicano di Marsiglia appellato fra


Giuseppe Colonibot, acccrtonimi dice il padre
Labt eli' essendo schiavo del re di Marocco

e
ti

fuor
sita,

d'
si

ogni speranza
risolvette

fuga,

alia

alla

d'

risoluzione

Peritissimo nel navigare,


piloti del

sto
ai

il

suo paese,

cammino

Portoghesi,

uscire di quella cat-

con uno

si

de' suoi

compagni

die eseguimento.

come uno

de' migliori

confid di ritrovar pre-

della Rocca, luogo appartenente


ove ambidue facevano pensiero

non andavano che di notte e


giorno o sugli alberi ne' boschi
quando ne ritrovavano, o sepolti nella sabbia

di recarsi. Essi

riposavansi

il

con alquanti

sterpi

in sul viso, per difenderlo

Grandi erano i loro pamancar d'acqua parca loro il


pi insolvibile di tutti. Gi da due giorni li
tormentava crudelissima sete, quando una notte
alfine si ritrovarono inopinatamente in riva ad
una laguna; di che ebbero indicibile conforto.
Ma ecco mentre vogliono appressarsi un terdagli ardori del sole.

ma

timenti,

il

ribil
il

leone, che quasi custode dell'acque

divieta.

Costernati dapprima,

consiglio fra loro,

si

indi

di

avvisano di porsi innanzi

genuflessi al fiero animale, e presi atti e


centi

loro

stretti

supplichevoli

sione. Gli parlano della

ac-

compasdolorosa schiavit onde


eccitarli e

la

IL LEONE.

1*4

fuggivano, dei bisogno di dissetarsi, per poter


continuare la vita non che il cammino, e giurano d' essergli in eterno riconoscenti se tanto
,

benefcio ad essi concede.

li

qual discorso parve

molto persuadere il leone, che si ritrasse alcun


poco, onde provedessero liberamente al loro
bisogno, stando intanto a guardarli con occhio
pili che prima grazioso, per quanto sembr
loro di scorgere al fioco

lume

di luna.

Il

pi.

mentre l'altro
seguitava la cominciata preghiera, bevve largamente e a pieno agio, ed empi d'acqua
alcuni otri che avea con s. Poi venne al compagno, e presone il posto, intanto che andava
umilmente ond'egli era tornato, si fece a
ringraziare il leone. Al che non avendo mancato neppur l'altro, tosto che si fu dissetato,
l'animale ne parve s pago, che per non ritardarli pi a lungo si ritrasse del tutto; ed
eglino all'indomani giunsero alla Rocca .
Il qual racconto del fraticello dabbene, e di
ardito quindi scese allo stagno, e

chi

il

ripqte sente

ci specialmente,

abbastanza di ridicolo, in
che riguarda i motivi delia

mansuetudine del feroce animale. Ma la cosa


pu benissimo spiegarsi, argomentando che il
leone ben pasciuto e ben riposato innanzi al
loro arrivo, ne sentisse voglia di nuocer loro,
n bisogno di rimanere.
Sia qui permesso a chi traduce ricordare

altro fatto

gli

converrebbe.

25

LEONE.

IL

un

raccomandato alla storia, e


modernamente divenuto soggetto di belle incisioni, il quale ha molta affinit col descritto
qui sopra. Il recheremo nell'ingenuo stile del
nostro Gio. Villani poich nessun altro meglio
gi

Verso

anni i^^3

gli

un

Firenze) presentato
il

quale era rinchiuso

fu

al

comune (di

bellissimo e feroce leone


alla

piazza di san Gio-

vanni. Avvenne, che per mala guardia di colui

che

'1

stia

custodiva, uscio

(lo stanzino)

tutta la terra fu

il

detto leone della sua

onde
la terra
commossa a paura. Avvenne,
correndo per

ch'arriv in orto san Michele,

uno

quivi

prese

Udendo
che non avea

fanciullo e tenealo tra le branche.

ci la

madre

del detto fanciullo ,

questo l'era fimaso in corpo


morte del padre, ch'era stato morto a
ghiado ( di coltello ) s si mosse come disperata, con gran pianto, scapigliata, e and in-

pi che

dopo

lui,

la

contro al leone, e prese il fanciullo dentro le


branche del leone
e menolsene
di che il
leone n alla madre n al fanciullo non fece
nulla novit, se non che la raguard, e stettesi fermo nel luogo suo. Onde di questo si
fece questione, qual fosse il caso, o la gen,

tilezza della natura del leone, o la fortuna ri-

serbasse

la

vita

al

detto

fanciullo,

per

poi vivendo facesse la vendetta del padre ?

che

come

fece,

leone

LEONE*

IL

*lb

egli

e fu poi

chiamato

Orlanduccio

elei

Molti aneddoti van per

le

boccile e per gli

ed alla riconoscenza di quest'animale peli' uomo. L'antica


istoria d'udrocle e del leone, quale ci viene
riferita da Dione Cassio, dehb' essere troppo
nota ai nostri leggitori; ma noi sar forse egualscritti

intorno

all'

attaccamento

niente quest'altra pi moderna, che riporteremo.


Sotto

il

regno

Giacomo primo

di

giere Enrico Archer ,

il

Y orolo-

quale abitava a Marocco,

stati rapiti alla madre


monte Atlante. Erano essi
maschio e femmina, e stettero

avea due lioneei,

gi

loro in vicinanza del


appajati, cio

nel parco dell' imperadore


finch la
seconda mor. Allora Archer, accolto il primo
nella sua camera istessa, ve lo tenne 3 finch
fu giunto alia grossezza di un gran cane, e
molto si compiaceva della sua domestichezza e
mansuetudine. Ma dovendo ritornare in Inghil-

insieme

terra, lo diede
il

ad un mercadante

qual ne fece presente

al

fu poscia inviato a quello della

gna

e poi

Londra.

Ivi

di

Marocco,
onde

re di Francia,

Gran Bretta-

tenuto sette anni nella torre di


capit un giorno, per caso, con

alcuni amici, a vedervi le fiere, certo

uomo,

che fu gi al servigio di Archer. Il leone tosto lo riconobbe


e mostr , a molti segni
grandissima conlentezza di rivederlo. Quegli,
,

preg

custode

il

27

LEO?? E*

I-li

meno

pertanto non

giojoso di tale avventura,

che

gli

aprisse

la

stanzetta

com-

del leone, e vi entr. Cosa singolare

movente fu

carezze,

il

mirare

festa,

la

che fece l'animale all'ospite suo,


quale
il

mand

terribili

le

al partir

del

onde esprimere

ruggiti,

suo dolore, e ricus poi per quattro interi

giorni di prendere nutrimento.

Somigliante narrazione leggiamo ne' Pensieri


del

Hope*

sig.

pranzo

Un

si

dice

ei

ch

io

fui

all' uscire
Hamilton
and con tutti i commensali a ve-

duchessa

colla

di tavola

giorno

der un lione, ch'ella facea nutrire in una sua


corte.

Or mentre, ammirandone

la

voracit,

l'andavani eccitando colle nostre canne, perch


dalla sua
il

preda

si

volgesse contro di noi

un sergente,

portinajo a dire, che

il

venne
quale

con alquante reclute, chiedeva


di poter contemplare alcun poco quell'animale.
La duchessa tutta garbo e affabilit, domandatane licenza alla compagnia fece che il sergente s' Jnnoltrasse il quale in approssimarsi
era

a'

cancelli

alla

gabbia, grid tutto a

un

tratto:

Nerone!

povero Nerone dunque non mi conosci pi? Il leone allora volt la testa pei:
guardare
poi si lev e abbandonato il suo
pasto venne alla inferriata, e vi si pose di traverso, e l'uomo introdotta la mano gli palp
il dorso carezzevolmente. Ci
disse in seguito

Nerone

18

II,

eome

egli

XEONE.

fu suo custode nel tragitto

bilterra; clic, da tre anni ei

di

Gi-

non lavea veduto,

gran cosa di trovarlo cos


buoni servigi, die
gi gli aveva resi. Infatti la povera bestia
non sapea finire di mostrar la sua contentezza;
andava, tornava, fregandosi alle sbarre in faccia
al suo benefattore, e gli leccava di tempo in
tempo la mano, die questi gli tendea con
singoiar compiacenza. E avrebbe anche voluto
entrargli nella stia
se non che tutti il distogliemmo di questo pensiero, non troppo
e che

gli

memore

pareva

e riconoscente de'

convinti della sua sicurezza.


I

Francesi ebbero gi al forte


che tenevano incatenata

Luigi una

S.

ma

che riestrema magrezza per un' enfiagione


di mascella, gli abitanti, credendola quasi morta,
lionessa

dotta

gettarono
a

caso

sciolta in

una campagna

ritrovata dal sig.

fu

vicina. Ivi

Compagnon,

au-

tore de' viaggi in Natlia , che passava tornando

Mosso
dopo averle

dalla caccia.
ferire

acqua,

le

ristorasse.

fetto

che

a compassione del suo sofegli lavata la gola

con fresca

vers per essa alquanto latte, chela

E
la

la

cura pietosa ebbe

buon

ef-

lionessa, ricondotta al forte, ricu-

per grado a grado, ma pur prestissimo la sua


sanit. E tanto rimase grata al suo benefattore,
che da nessun altra mano fuorch dalla sua
volle accettare il nutrimento, sinch appieno

IL

LEONEi

2CJ

fu ristabilita; dopo di che pi volle le avvenne

per l'isola, non da altro condotta


che da un guinzaglio, come il cane pi familiare.

di seguirlo

Il

sig.

Brown

ci

narra

come durante
,

il

suo

soggiorno a Darfur in Africa, avea comperatL


due lioncelli di quattro mesi, cui addomestic
tanto bene

pi parte delle abiamico dell' uomo.


due volte 0mi settimana a man-

che presero

la

tudini di quell' animale cos

Andavano

essi

giarsi le frattaglie nelle macellerie; e

dormivano

quindi per pi ore. E certo, quando loro si


dava carne, manifestavano una voracit, cheli
faceva crucciosi

uno verso

1!

che contro chi ad


di questi casi
litigare

mai

essi
il

l'

altro ,

avvicinavasi.

sig.

non meno

Ma

Brown non

insieme, o minacciare

li

la specie

fuori

vide

umana.

Erano anzi

di tal piacevolezza, che un agnello


avrebbe potuto passar loro a fianco impunemente. Anche il sultano di Darfur avea 1111

leone domestico,

il

quale andava col

stode in mercato per trovarvi

Fa veramente stupore
s

la

il

suo

cu-

cibo.

pazienza, con cui

nobile animale lascia a chi, ne: ha la guardia

scherzare con esso, trargli di gola la


e infliggergli anche

punizioni

lingua.,

molto ingiuste,

Vi hanno per alcuni esempii di leoni,, che ne


hanno fatto vendetta, sebben siano rarissimi.
Labat parla di uno, che certo ^signore si teneva, in sua c-amera.

Come

il

domestico desti-

IL LEONE.

.JO

nato ad averne cura facea spesso succedere le


il
leone sopport per
percosse alle carezze
qualche mese tal condotta capricciosa; ma un
,

il

che

padrone svegliato da strepito straordinario


presso di s, alzando

lidi

con ispavento

il

fiero

e rotolare quasi a

le

cortine, vide

animate agitar fra

sollazzo

busto

una

era quella

testa

zampe
d'uomo

le

misero

dispiccata

dal

che pag

assai cara la sua indiscretezza. D' indi

non fu pi

del

una

libert

che potea qualche volta divenire altrui

fatale.

in poi

Piiferisconsi

quali

si

lasciata ai leone

per aneddoti

limitarono a

castigar

d'altri

quelli

leoni,
eh'

loro molesti, senza che gli uccidessero. Cos

Ottentotto del Capo di Buona

erano

un

Speranza ricevette in volto un'ammaccatura da uno di siffatti


animali, che poi prese la fuga; e un piantatore,
che da un altro pareva dovesse esser fatto a
brani, n'ebbe appena qualche sgrugnata senza
pericolo della vita. assai dubbio se questa
disposizione apparente alla piet sia nel lione
i' effetto
d'un qualche sentimento di commiserazione, o proceda soltanto da puro capriccio
e da mancanza d appetito.
Sappiamo dal viaggiatore Tavernier, che gli
abitanti d'alcune contrade del levante hanno
una maniera d'addomesticare i leoni, la quale
non usata in vermi altra parte del globo.
Perocch ne uniscono essi tre o quattro, le-

pali

separati

Una

piedi.

zampe

le

dietro

di

uni dagli

gii

corda

3l
ad altrettanti

LEONE.

IL

gandoli per

di

altri

ricorsolo

ben dodici

posta al loro

e tenuta da uomini, che rimangono da


tergo a que' pali che dicemmo; ed una pur
collo

tesa di

animali

faccia agli

tana da essi, a cui

che

tori,

si

ma

abbastanza lon-

appoggiano varj spetta-

irritano, gettando

gli

bastoni. Questi

loro

pietre

slanciano innanzi con furore;

si

ma appena hanno

fatto

un

tal

movimento che

canape dei collo potentemente ritirato li costringe a tornare indietro. Per mezzo di questa

il

cui

pratica, di

monio,

in

poco

Tavernier medesimo fu testidi tempo si giunge a renderli

pi mansueti.
Negli

del

stati

gran Mogol era

volta

altra

prerogativa reale l'andar a caccia del leone; e

non v'era

chi osasse farlo, senza espressa per-

missione del sovrano.

Un

una

lione ed

lionessa condotti d'Africa

una ventina d'anni, furono


una medesima stia a E^eter-Change.

in Inghilterra, sar
posti in

Aveano
loro

essi

presso a poco diciotto mesi

custode,

il

qual

gli

allev

il

picciolissimi

ed indi accompagnolli a Londra, tanto se gli


accostum famigliari, che spesso ei sedeva fumando nella loro stanzuccia, con tavolino e bottiglia dinanzi a s; mentre i due animali trescavano e giocavano per ogni verso. Che se il

32

IL.

LEONE.

loro strepito diveniva soverchio, egli

loro silenzio battendo col piede,

imponeva
mostrando

il suo malcontento. Sceglieva per i suoi momenti per trattenersi con tali ospiti; e bene
si guardava di farlo, quando fossero stati irritati dagli spettatori, ovvero quando prendevano
sar vano d'aggiunil loro nutrimento. Non
gere, che quando il custode lasci il parco,
la lionessa cos se ne afflisse che peri di tristezza poco tempo appresso.
I leoni, come gi abbiam detto, permettono
qualche volta ai cani di aver parte al lor do-

micilio nello stato di cattivit. Io stesso

ho ve-

duto nella torre di Londra un cane ed una


lionessa molto ad esso affezionata la quale ogni
volta che il picciolo animale cercava passare
attraverso V inferriata del suo stanzino, posavagli pianamente una zampa sul dorso, quasi pregandolo a non volerla abbandonare. Era quella
,

belva, s'io

ben mi ricordo,

stata

condotta in

parve fin dal tempo


del viaggio cos bene addomesticata, che i marinai aveano costume di riposarsi sovra il suo
corpo, come sopra un capezzale. Giunta a Londra fu condotta alla torre da persona che la

Inghilterra assai tenera

guinzaglio, e senza di cui pareva

tenea

al

poter

stare.

Infatti

allor

che questa

non

lasciolla,

tanta malinconia ne pat la povera bestia, che

ricus ogni cibo sino

al

momento

che

il

custode

IL

33

LEONE.

cane

entr col picciolo

che dicemmo , e eoa

cui essa visse tosto in tanta amicizia.

cane sembra l'unico animale, con cni i


abbiano voluto famigliarizzarsi. Uno di
questi chiamato Ettore, anch'esso rinchiuso alla
Il

leoni

torre, era giaciuto infermo per pi

d'una

set-

timana; e gi fatto convalescente si pens divertirlo con un coniglio messogli nella stia.
Pass un' intera notte
presso; n

il

e pass

il

giorno ap-

timido animaletto fu appena toc-

onde il custode cominci a sperare che


godrebbe >ieiia sicurezza nell'alloggio pericoloso. Ma all'indomani mattina si trov morto 9
e trattogli la pelle si conobbero i segni dell'ira
del leone, che esteriormente non apparivano.
Altra volta avvenne che una gatta s'introducesse per caso
presso d lui
nascondendosi
per tema nella paglia, che gli serviva di ccvaccio. Ma appena se ne fu esso accorto la

cato:

rese vittima del suo risentimento,


care, per altro,

eli

divorarne

il

senza

cer-

corpo nulla pi

che quello del coniglio.


Cominciava questo leone a ruggire poco innanzi il far della notte. Cos una bellissima
lionessa

chiamata Miss

Fanny Howe,

rac*

chiusa nei luogo medesimo, ove il primo giugno del 1794 si sgrav, ruggiva anch'essa

regolarmente ogni giorno in


sera

come
Gabnetlo Tom.
s

d' estate

su

le

d'inverno.

sei

delia

La quale
3

LA TTCRE.

3'4

abitudine sembra che dovesse V origin sua allo


strepito de' tamburi, che

battono

nale

la

nella stagione inver-

verso

ritirata

ma

quell' ora:

pareva cosa alquanto singolare che si mantenesse per tutto il resto dell' anno, anche quando
la ritirata alcune ore pi tardo.
Sogliono i leoni mandare particolarmente i
lor ruggiti

all'

Londra poi

avvicinarsi

de'

tempi piovosi:

domeniche pi che qualsiasi altro


giorno, poich lasciati in maggiore abbandono
le

sentono pi dolorosamente

L A
Pu

gi

tessa,

loro schiavit.

la

T G R .
,

a buon

diritto, annoverarsi fra

belli d'.-quadrupedi.

La sua

pelle in tutto

corpo d'un rossiccio vivissimo, salvo che sul


e sul ventre
ov' bianca
non sui
fianchi ov' per traverso graziosamente listata.
Si d alla tigre il secondo posto fra gli animali

il

petto

Carnivori;

si

osserva,

che mentre non ha


le pi

alcuna delle generose qualit del leone,

nocive per

coraggio,

alla

le

ha

forza,

tutte.

Alla

c<

fierezza

per usar delle

frasi

al

del

di Buffon, aggiugiie il lione la nobilt,


clemenza, la magnanimit mentre la tigre
bassamente feroce, crudele senza giustizia,
cio a dire senza necessit. Non teme essa n

gig.

la

1.

aspetto, u l'armi dell'uomo; desola

il

paee

LA.

OD

TIGRE.

fa
scanna gli animali domestici
Strage de' greggi; mette a morte le istesse belve
feroci; s'avventa ai piccioli elefanti, ai giovani
rinoceronti; ed osa talvolta assalire il leone.
Strazia il corpo della sua vittima, per immergervi il grifo, e succhiarne a lunghi tratti
sangue, di cui s'- aperta una fonte, che
il
sempre si esaurisce, prima che la sua sete si

ore

abita

estingua.

Per assicurarsi

della sua

essa allo sguardo


diglio le

si

mandando

di'

preda

con

slancia sopra

si

suo

e dal

nasconda
nascon-

saito improvviso,,

spaventevoli ruggiti. Pretende si, che

quando

a guisa del leone,


se

tutti;

ne vada senza tentare

preferire la carne

deli'

fallisce

il

suo colpo

di rinnovarlo.

cerno

quella

Sembra
d ogni

se non ebe di rado si espone


ad assalire di viva forza un'essere qualunque,
ove non sia sicura di trionfarli e.
Non sono moltissimi anni che una compagnia di persone seduta al rezzo in riva ad
un fiume del Bengala fu spaventata dalla su-

altro animale;

di

una

tigre,

iscagliarsi sovr' essa.

Una

signora, per. -ave lido

avuto

non ben presaga

bita apparizione

il

coraggio

otterrebbe

di

spiegare

il

che

stava

eh ci

suo parasole in

per
che

muso

alla belva crudele, questa intimorita per la stranezza dell'oggetto, prse la fuga, e lasci tempo,
alia

brigata di mettersi in salvo.

36'

Un

trombetta,

il

TIGRE.
qual dormiva

la notte

presso

tenda del suo generale in una guerra. della


Russia contro la Persia, essendo stato sorpreso
la

non dovette la. sua salvezza


da una tigre
che al suono dello strumento
onde riceveva
il suo appellativo. Questo suono inudito f dis-,

parire immaiitineuti la perfida assalilrice.

Non sempre

per

aggrediti da essa

gli

fu-

Ed

ancor dura memoria,


fra gli altri casi deplorabili, damo compassionevolissimo avvenuto in Persia, la cui relazione
fu distesa, da testimonio oculare.
Alcuni marina] discesero un girno sulla
costa dell' isola di Sangar, onde cacciarvi dini,
di cui aveano vedute numerose peste, egualmente che. di tigri. Avendo continuato fin

rono

cos avventurati.

quasi a tre ore di sera, alfn seduti in fianco

ad una giunca ja , onde prendervi qualche


.

.storo ,

intesero

de' ruggiti

del fulmine; e quasi nel


di
si g.

enorme, grossezza

Monro

si

simili

tempo

alio,

istesso

precipit

std

ri^

strepito

un

tigre

giovane-

e ir rap, strascinandolo attraverso

Tutto cedeva alla forza del mostruoso


animale , di cui. una femina della sua specie,
accompagnava i passi.
Orrore , dolore * spavento s' impadron degli
folti rovaj.

amici di quella vittima sventurata.


scaric

il

alcuni

suo archibugio contro


segni

d'

agitazione

il

Uno

di essi

tigre,

parve

che.,

col pi lo

J..A

Intanto

un

?)'7

'Tf'i'RE,

anch' egli fece fuoco sepia di

altro

momenti dopo il giovane infevenne a raggiungere la compagnia tutto


intriso del suo sangue. Quanti soccorsi poteva
esso; e alcuni

lice

furono prodigati invano;


tanto profonde
e irreparabili ad ogni cura furono le ferite che

apprestare l'arte

gii

spir in venti quattro ore

egli

ricevette dai denti e dall'

ei

ugne del

ferocis-

simo animale: ed a notarsi che un grande


fuoco formato dall' arsione di dieci o dodici
interi alberi, era acceso presso il luogo ove segu Forribil caso e die i cacciatori eondueeano
seco ben dodici nativi del paese. Ci non fu
ad essi di veruna difesa; e appena aveano
sciolto dalla riva il lor picciolo legno, che vi
so vr aggiunse la tigre spumante di rabbia e vi
rimase quanto tempo pot coli' occhio seguirli
Eccessiva la forza musculare di questo
quadrupede di che il seguente aneddoto pu
;

darci prove.

Un

paesano dell'Indie Orientali avea un bu=


strada facendo gli cadde in una lama.
E mentre correva con alcuni de' suoi, che non
erano bastanti per cavamelo, a cercare socfal, che

corso

nel

villaggio;

un

tigre

fece solo ci che da parecchi

gi

si

portava

il

sopravvenuto,

non

si

pot.

bufalo in groppa verso della

sua tana, quando una maggior compagnia di contadini.,

che s'inoltrarono, l'obblig a deporlo*,

33

TIGRE".

LA.

fuggendo

basso.

al

Ma

prima

il

sangue.

e succhiatone tutto

lo

aveva ucciso,

Ai qual proposito faremo riflettere che alcuni


sono di grossezza due volte
onde si vegga qual forza necessiti per
nostri

bufali dell' Indie


i

caricarsi

andare

speditamente

con peso

s|

enorme.
Ostinata battaglia
colf elefante; e

il

sostiene

sig.

d'

talvolta

la

ebbe ad

Obsonville

campo d'Hjder

esserne testimonio nel

ti^re

Aii.

Un

non per anco d'intero vigore, poich


neppur giunto ai quattro piedi d' altezza, fu
condotto .nell'arena, e attaccato ad un piuolo
tigre,

Intorno a cui

la

sua catena potea girarsi age-

un

volmente. Indi venne


addestrato

elefante

suo cornak

grossissimo

introdottovi

cipio

acutissima;

fu

ricevute

assai

gravi

ma

bene
dal

ordine di

ossia custode, Triplice

lancieri cigneva l'anfiteatro.

anch'esso

La pugna a prindopo aver

l'elefante,

ferite

alfn

riport

la

vittoria.

astato

facile

di

argomentare

libert,

la forza della tigre nello

quando impedita da catene,

non per anco giunta

all'intero

sviluppo,

che

veggiamo tener
gran colosso, qual 1 elefante.
Il sig. d' Obsonville osserva che quand'anche
quattro o cinque di questi nulla abbiano a
temere d' un pari numero di tigri
un solo
proprio della sua specie, la

fronte a

"

LA TIGRE.
y
per potrebbe soccombere a quella, che fosse
nel possesso eli sua libert e nel vigore d sua
gagliardia.

in sanDicesi che alcuna volta entri la tigre


o
guinosa guerra anche col cocodrilio, terminando
col perir insieme.

V ultime rive di
dissetarsi, l'altro

Allorquando l'ima scende neldi un lago, per


alza la testa a fior d'acqua,

un fiume o

nde prenderla, come


tigre pianta

fa

altri

animali.

suoi artigli negl'occhi

Ma

del

la

coc-

codrillo, sola parte vulnerabile di quest'animale;

ed esso tuffandosi nell'acque, suo naturale elela strascina seco, ed ivi agitandosi
e scendendo al fondo ambidue vi affogano.

mento ve

Presa assai giovane

la

tigre diviene

sino

certo segno mansueta e obbediente a chi l'ha


in custodia.

Un

tigre bellissimo vedeasi

fa nella torre

Londra

di

il

non molti anni


quale

era

stato

condotto dal Bengala nel 179.3 sopra un vascello della compagnia dell' Indie perch se ne
facesse presente alla maest del re Britanno.
;

In tutto

tempo

il

F animale

del tragitto per l'Inghilterra

mostr
innocuo,

si

dell'

indole

pi

dolce,

scherzevole

come

un

picciolo gatto. Soiferiva talvolta che

due o

tre

marinaj riposassero

parve cos

co?

il suo
aggrappava
alberi del vascello in modo che

corpo, come sopra


spessissimo agli

un

il

loro capo sopra

origliere. Si

^O

LA TIGRE

sommamente

divertiva;

un giorno die

fu

percosso dal carpentiere, perch rap un brano


di bue, sopport questo castigo colla pazienza
di un vecchio cane da caccia. Ed osservabile
come quest'animale in quindici e pi anni di
cattivit, mai non cangi di umore, mai non
cess di dar prova di domestichezza, mai non

lece male ad alcuno, e sempre si mostr affezionalissimo al suo custode, a cui visse piena-

mente

evidente
che:

quella sentenza del

indomabile
irritato

piegar la

natura

buoni che dai

csi dai

che

tutto

dall'

inacerbirli

indole alla

pu nei

ammollirli o temperarli,

e accrescerne la rabbia

bondo insomma, che


che

lo

strazia

tratta-

cattivi

feroce a segno nei suoi costumi, che

lungi

viventi
il

non

1S01

il

tempo
fa

che

tanto furi-

egualmente

la

nutre, e quella che io percuote.

Nell'anno

di cui

forza, al timore, alla violenza;

alla

abitudine

egualmente

nienti; insensitivo nella ferrea sua

dolce

di Buffon

sig-.

la tigre forse l'unico animale

impossibile

sia

un'eccezione

soggetto. Esso potea dirsi

mano

custode del tigre, di cui

dicevamo, pose un giorno nella sua stia, dopo


solito nutrimento, un bassotto
il
nero e assai brutto. E il fiero animale non
solo non gii fece male veruno; ma tanto affetto gli pose in seguito, che mostrava gran
rincrescimento^ ogni volta che gli si toglieva
avergli dato

L TIGBE.
4
per dargli a mangiare
e gran gioja quando
l

gli

le

rendeva: allora esso

si

parti del corpo

leccava

ii

con molta

tre volte fu lasciato al tigre questo

nel tempo del suo pasto; ne


offese di vederlo

in

fo

compagna

tigre

il

tutte

Due

soavit.

punto

si

arditamente mangiare in sua

compagnia. Dopo alcuni mesi alfin gli fu tolto,


per sostituirvi una cagn uccia; la quale prima
si tenne chiusa due o tre giorni ne'fastelli di
paglia

onde

farle

destinati al letto

dei

tigre

medesimo

perdere l'odore, che potesse offenderlo. Il cangiamento fu fatto, poich il feroce


animale ebbe preso il solito cibo; e questo ne
parve s contento, che si pose a leccar la nuova
ospite ben altrimenti che soleva ii picciolo cane.
Essa dapprima parve costernata non che spaventata di

formidabile accarezzatola;

ma non

prima venne sera che ottimamente vi si avvezz.


E fu veduta spesso giuocare con esso, ahbajargli dietro, e fin anche morderlo nelle zampe

muso; senza che quello menomamente


risentisse. Nel qual tempo delle sue visite e dimore giornaliere col tigre, avvenne
che la caglinola partor, onde fu astretta a sose nel
se

ne

penderle. Questa assenza fu ad esso di

gran-

dissima noja; e mal volentieri comportava poi

dopo ogni ritardo, a cui l'allattamento de'cagnuolini costringesse

custode di quel tigre

la
,

madre.

nomato

Assicurava

il

<}reenfeld, che

4*2

li

qualunque spezie

A T-iGR'B*

di cane potea mettersi nella

sua gabbia, poi che aveva mangiato.


che lo port in
Il carpentiere del vascello,

venne un giorno a vederlo alla torre


dopo una lontananza di pi di due anni, e fu
assai ben riconosciuto. Andava il tigre e tor-

Inghilterra,

nava, fregandosi all' inferriata del suo carcere


e parca soddisfattissimo. Sicch quegli malgrado
le dissuasioni anzi le preghiere del custode,
,

perche non

esponesse

si

presso

entrare

alfine

dopo molto contrasto

Quanto
dirsi

il

il

gli

tigre aggradisse la

poich

si

senza dargli

alla

fu conceduto.

visita

fece a leccar le

pentiere, e a carezzarlo
gatti,

qualche pericolo 9
animale, e

rinchiuso

volle

non

mani del car-

maniera- propria dei

alcuna ragione

di

temere.

Questo poi che fu rimasto seco per due atre


ore; al fin- s'avvide che non senza difficolt uscirebbe solo dalla stanzuccia; standogli

il

tigre

per antico affetto, sempre vicino. Se non che


giunto a farlo entrare. nel passaggio, che serve
di comunicazione a due stie, e colto destra-

mente

dal custode

il

momento

di alzar la sa-

racinesca, pot separarsene.

ultimamente ad Edimburgo

Si fece

rienza, di collocare nella

una cagna,

gabbia

vicina a sgravarsi.

di

1-

una

espetigre

Era troppo na-

credere che questa debole bestia

turale

il

rebbe

all'istante (divorata

sa-

da quella tanto feroce.

LA TIGREv
4B
and altrimenti di quanto si- divisava.
Perocch la tigre dapprima ni un caso mostr
fare della nuova compagna; indi le permise i
mangiar seco e posar sul suo dorso; ne alcun
male cagion ai partoriti cagnuoletti,- i quali
.

Pur -la

cosa,

rimasero in

un

angoli

degli

Auzi posando qualche volta


loro

il

stanznccia,

della
il

piede

sopra

di

faceva con tal leggerezza, da mostrare

chiaramente

il

suo timore di offenderli. Circonu-

stanza ben singolare, la quale ebbe gran

mero, di

spettatori,

mi venne

attestata

da

chi pi particolarmente volle accostarsene.

tempo appresso

Alcun

animali essendosi-, per loro

tre

di

que' piccioli

sventura,

primo albergo, furono preda

nati dal

allontadi

altra

due, cbe rimanevano, passarono probabilmente in mano di curiosi, che molto l


tigre; e

bramarono. Quanto alla madre loro assicurasi


che ancor viva, e sempre nell'antica intrinsichezza colla sua terribile compagna.
La torre di Londra chiude ora un bellissimo
animale assai giovane appellato il tigre a coda
ricciuta, che tanto vale il nome di Tipoo. Nel
suo tragitto per 1 Inghilterra fu esso veduto* a
correre sulla, tolda del vascello, e dar prova
di piena* domestichezza. Quando Y ammiraglio
Reunier ne fece presente- al monarca, il domestico del lord, che lo condusse alla torre ?
non ebbe ribrezzo a pigliarlo fra le sue brac,

LA t forai;,
44
onde porlo nella stanzuccia destinatagli, e
non pot risolversi a lasciarlo senza i. pi vivi
eia

affetto

di

sedili

Quel

tigre,

di

ad

rincrescimento.

istanza dell'ammiraglio, pa-

sciuto di carne bollita; ma d'ordinario i quadrupedi della sua specie si nutrono di ^cruda
consumandone almeno sei libbre per giorno,

e la loro

bevanda

Niun pi

di tre pinte

eT

acqua.

passatempo conoscono
i
principi orientali, che 1' andarne a caccia,
seguiti da gran numero uomini ben agguerriti e armati di lancie. Tosto clie banno
fatto avere un tigre l'assalgono d'ogni parte
con aste , con giavellotti
con
con freccie
sciabole
onde gli portano in un istante il colpo
mortale. Sempre, per, corrono qualche periglio,
poich l'animale, che sentesi ferito, di rado
dilettevole

ritira

si

senza sacrificare

alla

sua vendetta

al-

cuno degli aggressori. Avvi chi ricoperto di


una colta d'armi, o soltanto munito di uno
scudo, di due pugnali e d'una corta scimitarra

si

arrischia a combattere

corpo a corpo

l'animai sanguinoso. Temerit, di cui


darsi

la

pi eccessiva,

poich

non pu

trattasi

assolu-

tameli Le o di vincere o di perire.

La
cinque

ma

tigre

depone, ad ogni parto, quattro o


Essa furiosa in ogni tempo,

piccioletti.

se questi

jaon ha pi

gli

vengon

limiti;

rapiti, la

ogni periglio

sua rabbia
nulla

per

IL TIGRE.
4^
veggono senza posa inseguiti.
Se eglino talvolta ne depongono alcuno per
tema, onde allentare il suo corso; la madre
essa-;

rapitori

il
raccoglie colla sua bocca , e il porta nel
luogo sicuro il pi vicino; indi toma su' passi
suoi; rinnova le sue ricerche fino alle porte

della citt e

de' villaggi

o sulle coste del mare;

quando ha perduta ogni speranza

perar

eogT

la

urli

Non

sono

noi

siano

indi

lenti lenti,

acuti;

poi

tranti, interrotti

li

ripetono

medici

l'

straziali l'anima.

de' maschii;

nella

echi delle rupi e delle

indiani

si

notte,

oscurit ne accrescono

gli.

pene-

gridi

propri della femina

egualmente

silenzio e

diven-

tratto

in

da fremiti che
cos

essi

un

cangiano

si

intendere principalmente
il

ricu-

pi spaventosi. Questi urli cominciali

dapprima

gono

di

sua prole, esprime la sua costernazione

attribuiscono

l'

che
fanno
,

quando
orrore

montagne.

virt

saluti-

fere a diverse parti del corpo delle, tigri; e la

loro pelle

ove

assai

pregiata ne' paesi orientali

impiega spessissimo ad
che ad ornamento
s'

IL

LE

utilit,

non ..meme

(XP A R D G.

Ha quest'animale una lunghezza, circa, di


quattro piedi, non contando la coda, che ordi

due;

il

suo

pelo

1U XEOPRDO.
a macchie nere di forma
anulare. Trovasi principalmente al Senegal,
presso la costa, di Guinea, e nelle parti interiori dell'Africa. Si compiace nei boschi pi
densi, nelle foreste pi impenetrabili, e frequenta le Tive de' fiumi, per sorprendervi gli
animali che ivi si dissetano. Abita pure alcune
contrade della Cina >e ie montagne del Cau/6

bellissimo

caso

fulvo

dalla Persia all'Indo.

L'esterior suo annuncia una grande ferocia;


i suoi occhi sono sempre inquieti, il suo guardar terribile, i suoi moli violenti. Assale indistintamente tutti gli esseri che incontra, non

avendo pi rispetto ali' uomo che agli animali.


quando non trova nelle selve di che sbramar la sua fame, esce in compagnia di molti

della sua specie


la

strage fra

da' suoi

nascondigli,

porta

numerosi armenti che pascolano

nella pianura.
ci narra come, nell'anno 1708, due
maschio e femina con tre piccioletti
entrarono un giorno in un pecorile al Capo
di Buona Speranza, e fatta strage di ben cento
montoni s' mebbriarono del loro sangue. Indi

Kolbe

leopardi

spaccato
visero

scuno

il

cadavere di uno in tre parti,

alla

di

lor

prole

una pecora

se

le

di-

poscia caricatosi cia-

ne partirono. La gente

del paese avendoli osservati, loro lesero insidie


al

ritorno,

uccisero

la

madre

co' piccioli

j LEOPARDO.
47
mentre il maschio riusc a fuggirsi. Giusta
medesimo scrittore la loro carne bianca
succulenta, ed ha pi

sapore

che

miglior

il

de' vitelli.

Negri pigliano sovente siffatti -animali in


lievemente coperte di cannicci e di fogliame, e fan pasto della lor carne. Le donne
I

fosse

poi

forman collane

denti, a cui attri-

de' loro

buiscono virt particolari. Delle loro pelli


fatta in Europa, dove sono inviate, cos gran
stima, che le pi belle si vendono fino a dieci
sterlini

ciascuna.

Ashton Lever guard a Leieester^Hous


un leopardo in una gabbia, ove divenne faSii*

miliari ssiino, e

rezze

un

sommamente

sensitivo

alle

ca-

buoni trattamenti. Mussitava come

a'

gatto,

chiudevano.

contro

fregavasi

Fu

in seguito

che

ferri

donato

al

lo

parco

di Londra; e una persona, che molta


domestichezza ebbe seco, essendo andata dopo

reale

un anno

visitarlo

quest'intervallo di

fu

tempo

da esso

assai

malgrado

ben riconosciuta

e festeggiata.

Trovansi ora {1806) alla torre di Londra


bellissimi leopardi maschio e femih, l'uno
donato alla maest dei re dal sig. Devajnes e
l'altro da sir Carlo Mailet. Ma il pi singolare
u a femina nera
che il parco ebbe in re-

due

galo

dal

sig.

Hutchinson, scudiere.

Il

mirabile

IL LEOPARDO,

4*5

di quest'animale

si

che malgrado

la

dei pelo, le sue macchie sono di tinta

nerezza
carica,

che riescono visibilissime.


Avvi in questa specie di belve una variet,
cui si d il nome di leopardo cacciatore , e la
sua grossezza quella, presso a poco, di un
La pelle sua di color bruno o lieve-

levriero.

mente scuro,

1'

segnata

come

quella degli al-

macchie nere e rotonde.


Questo animale, che principalmente abita
Indo, s' addomestica facilmente e s' impiega

tri

di

allora alla caccia delle

qual uopo
ciola

si

gazzelle

trasporta in

incatenato

carriuola

Al

antilope.

una specie

di

pic-

incapperrucciato

per tema che vedendone il branco non si mostri di troppo sollecito, e non feccia cattiva
scelta.

Quando

salta gi

alfine

immediatamente

lasciato

libero

sulla sua

non

preda ?

ma

prende la cosa alla lunga, fa de' giri, si arresta ad intervalli, e tiensi avvedutamente in
agguato, fmo a che

si

presenti sicura occasione.

Slanciasi allra sul gregge

con meravigliosa ce-

lerit,

e in cinque o sei balzi vi sopra. Che.

se nel

primo

assalto

non

riesce,

fermasi ane-

lando, per riprender fiato, e per allora, desi-

stendo da nuovo
padrone,

tentativo,

ritorna

presso

49

LA PANTERA.

come

pi forte del leopardo ?

La pantera

che ha comunemente cinque o sei pie


di lunghezza; mentre, siccome gi si osserv,
di rado il leopardo ne ha pi di quattro. Il
Cfueila

generale

color

della fiera,

che descriviamo,

rossiccio, alquanto pi carico sul dorso,

e pal-

lido anzi vicino al bianco sul petto e sul ventre.


e fianchi poi. sono generalmente segnati
macchie nere in forma d'anelli e sparse a
gruppi, in mezzo alle quali una nera punteggiatura. Le orecchie dell' animale son corte

Dorso
di

acute; gli occhi arditi e inquieti; tutto l'e-

steriore singolarmente feroce. Credesi

ed

della cattivit cos in*

manda

solferente, che

domarlo

il

affatto impossibile;

ruggiti

quasi

continui.

principalmente neiF Africa , dalla Baralla parte pi rimota della Guinea.


insino
beria
Una pantera , che oggi vive alla torre ci
Trovasi

Londra, fu dono del dey d'Algeri

re della

al

Gran Brettagna.
Fortunatamente per
cui

si

parla

quella dell'uomo.

fame

assale

preferisce

umanit,
la

carne

Ma quando

la

fiera-,

de' bruti

di

stimolata dalla

senza distinzione ogni creatura vi-

vente. Assicurasi della sua preda, o strisciando


sui

proprio

punto, onde,

ventre
le

Gabinetto

che

quel

giovi slanciarsi sovra di

essa.;

Tom.

fin

si

trovi

5o

LA PANTERA.

aggrappandosi

agli alberi per sorprendervi


scimmie ed altri animali; di modo che nessuno al coperto dalle sue insidie e da' suoi

le

assalti.

Gli

mostrano

antichi

conoscenza; e gran

compare

negli

averne

numero

spettacoli

avuta

intera

pantere sempre
pubblici de' romani.
di

Esse abbondavano allora nelle parti settentrionali dell'Africa,

come oggi pure abbondano

quelle che pi

si

avvicinano

IL

al

in

tropico.

LINCE,

Le strette e lunghe orecchie del lince o


lupo cerviere adorne all' estremit d' un fiocco
nero e prolisso , lo distinguono da tutti gli
,

animali

della

corpo oltre
sei

pollici,

II

specie felina. Estendesi

quattro piedi, e

il

di lui

sua coda circa

la

suo pelo lungo

setoloso

di

color vario secondo l'et, e sparso di macchie

che tendono
gli

occhi

di

al

un

bruno.

Ha

basse le

giallo pallido.

La

gambe,

pelle

sua

tanto pi pregiata, che nessuna pi tiepida


di maggiore morbidezza. Essa ci viene in
gran copia dalle parti settentrionali cos dell'Europa che dell'America. Ma quanto pi

settentrionale tanto pi
il

bella

notare che quella del lince preso

giova
in-

qui

inverno

LINCE.

IL

suol essere pi ricca, pi lucida

pi morbida-

che non del lince spogliatone in estate.


Quest'animale, allorch insegue la sua preda,
s'arrampica sugli alberi i pi elevati; n le

ne gli scojattoi
ne gli ermellini
donnole
possono sfuggirgli,
Ponsi in agguato, onde sorprendere il daino,
il lepre ed altre bestie; e quando il momento
,

opportuno slanciasi dal

ramo

d'

albero o dal

macchione ove teneasi ascoso e le prende alla


gola. Ma dopo averne succhiato il sangue, e
mangiate le cervella, spaccandone la testa, le
abbandona per andare in traccia di vittime
novelle. Quindi pu esso ben dirsi uno de' pi
distruttori, sempre anelante la strage, e agli
armenti, in ispecie, sommamente

Quando

il

lince assalito

fatale.

da forte cane,

si

distende supino, e difendesi colle grife dispe-

ratamente
viene

di

n sempre indarno poich gli avnuocer tanto al suo avversario, che


:

alfn lo respinge.

Abita esso le parti pi boreali dell' antico e


del nuovo mondo. Di rado, almeno, s' incontra
ne' climi caldi o temperati. I linci pi belli e

pi robusti par che

si

aggirino intorno

al

lago

di Balkash in Tartaria; ove la pi picciola delle


si vende ordinariamente una ghinea.
Favole d'ogni specie furono spacciate dagli
antichi intorno al quadrupede di cui si favella

!or pelli

IL

52

La sua
essi

vista,

LINCE.

per esempio, penetrava, secondo

il
muro , onde venne 1' antoocchio linceo; la sua urina diveniva

attraverso

nomasia

di

una pietra detta

cangiava, in

lin^

solida,

diaria.

Ogfgi
DO fortunatamente basta citare simili

si

assurdit, perch

il riso, che destano? dispensi


4a una seria confutazione..

GEL

O T

O.

al gatto per la figura, ma gli;


la
forza. Alto qualche volta due
per
prevale
oltrepassa, anche i quattro in
mezzo,
e
piedi
lunghezza. Bellissima la sua pelle, nel maschio
in ispecie, che Y ha elegantemente variata. Il

Rassomiglia

suo colore

tutto fulvo,, eccetto

che

la fronte,

coda son maculate di nero; e di


nero, parimenti, son marmorizzati i fianchi, e
il cui centro come
ffli omeri a figure ovali

le

gambe,

la

nere gocciole. Questo s'intenda


la fenrina ha colori non
perocch
del maschio;
figure
meno simmetriche
di
variata
vivi , ed

mio spruzzo

e.

di

men vagamente
L' oceloto

gne, e

vne

si

si

disposte.

vive particolarmente sulle monta-

nasconde tra

il

fogliame degli alberi,

slancia sugli animali che se gli avvi-

rimane disteso attraverso ai


morto, fino a che qualche
scimmia, spinta da naturale curiosile,, gli venga
cinano.

rami,

Talvolta

facendo

il

&

I?

vicina

provi

53
im-

CELOTO.
funesti

di

effetti

tale

prudenza.
che l'astuto animale preferisce

Assicurasi

sangue
digeno

alla

carne della sua vittima. Esso

il

in-,

America meridionale.
un maschio ed una femina,dice
il sig. di Buffon
furono portati vivi a Parigi
dal sig. Leseci, e venivano dalle terre vicine
dell'

Due

oceloti

a Cartagena,

madre

essendo

stati

ancor teneri

tolti

1768. Di tre
mesi appena, gi si mostrarono abbastanza forti
e crudeli per divorare una cagna che loro fu
alla

loro nell'ottobre del

data per nutrice.

Compiuto un anno, quando


due piedi, circa, di

videro, fra noi, aveano

si

lunghezza;

certo

rimaneva a

picciola cresciuta, poich

che a due terzi di

Uno

far

non erano

loro

non

forse giunti

essa.

quadrupedi, che mostravasi ^a


Newcastle, dava, sebben vecchissimo, segui manifesti d'indomabile ferocia. Lungi dal soffrire
di

tali

alcuna famigliarit del suo custode, brontolava


di continuo, e

sempre parca oltremodo

L'IEN
'L'iena

presso

agitato

A.

poco

della

grossezza di

un

cane di bella statura, ha il pelo brunogrigio, segnato a differenti liste, che indi-

.nano

al

nero;

la

testa

larga

schiacciata,

L IENA.

54

'

sommamente

l'espression degli occhi

feroce.

sguardo solo, ma tutto l'aspetto suo


di non so qual sinistro presagio; e i costumi troppo si accordano con tale apparenza.
teso, ch'essa, per guardare
Il suo collo s
all' indietro,
costretta volgersi con tutto il
corpo, alla guisa de' porci. Intorno al collo,
poi, stanno ispidi peli, che rabbuffandosi formano un'oblunga criniera, la qual le scende

non

hi

lo

sul dorso.

Abitano
e in

le iene,

cuor della notte


di animali,

come

dire le stragi che


di

giungono

cui

Violan persino
i

putrefatti

l'

non

per pascersi
lor

si

talvolta
asilo

orrore.

carogne

di

presentano.

commettono

cadaveri;

quel!' indicibile

re t,

generalmente, nelle caverne

luoghi dirupati, ond' escono a branchi nel

de'

ed

Ma

fra gli

forzare

morti

arme li ti,,
le

per

Chi pu
stalle ?

divorare

per esse delizia


quando, scrive Poi-

lor dato di soddisfare

il

loro ap-

fruper
givore, nutrendosi principalmente delle radici
de' rampolli d quelle picciole palme, che chiamansi a ventaglio.
petito

carnivoro,

Vuoisi

che

il

diventali

necessit

lor

coraggio

ne agguagli

la

ferocia; difendendosi esse talvolta ostinatamente

contro
testa di

animali assai pi forti; e

Kempfer

at-

averne veduto a battaglia colf oncia e

olla pantera.

00
L IENA.
dice il sig. Bruce
Questi quadrupedi
sono un vero flagello per l'Abissinia, Se ne

veggono ovunque, cos nelle citt come nella


campagna; e sono sicuro, che avanzan di numontoni. Da mane a sera Gondar
i
pieno d'iene, che vengono a divorare i cadaveri, cui gli abitanti di quella citt, egualmente

mero

crudeli che sozzi, lasciano senza sepoltura.

eglino

brai!
i

Sem-

persuasi che questi animali sieno

un mamontagne
notte, quando

falasha o cattivi genii trasformati per

gico potere,

onde

vicine,

quali discendano dalle

nutrirsi.

Spesso

la

m'avea ritenuto assai tardo nel suo palagio, n io per officio dovea dormirvi; traversando, al ritorno, una piazza, la qual non
il

re

era lontana che di tre in quattrocento verghe.

temea

di provare

alle

gambe

belve feroci. Esse infatti

morsi

accorrevano

di quelle

in

gran

numero, e mandavano voci di rabbia intorno


a me, sebben fossi accompagnato da uomini
agguerriti, che

sempre alcuna ne ferivano o

ne uccidevano.

Una

Maifsha

notte, essendo io nella provincia di

ad alcune osservazioni astrotratto passar qualche cosa


dietro di me, vicino al mio letto; onde mi
volsi, ma nulla potei vedere. Terminato ci
eh' io -stava facendo uscii dalla mia tenda, con
intenzione pei* altro di rientrami al pi presto
tutt' inteso

nomiche,

sentii a

un

*S8

Di

X? IENA.

non indugiai che qualche istante; e


al riporvi dentro il piede mi sconti-ai in due
grossi occhi azzurri, che mi guardavano fiso.
fatti

Gridai tosto
e

come

un'iena,
tre
far

al

domestico, perch recasse lume,

scorgemmo

fu giunto
l.

qiral

al

mio capezzale

tenea nella sua bocca due o

mazzi di candele. Il primo pensiero fu di


fuoco sopra di essa; ma tosto riflettei al

pericolo di spezzar

istromento.

altro

il

mio quadrante, od alcun

Come

per

la

belva avea la

zampe impedite, non sentii


di essa verun timore, e con una lanciala la
ferii pi presso al cuore che mi fu possibile
Essa, che ancor non avea dato segni di fubocca piena e

le

rore, sentendosi ferita, lasci cader

le

e tent salire per l'asta della lancia

candele,

onde gin-

gnere sino a me. Quindi mi vidi costretto di


trarre una delle mie pistole dalla mia cintura
e sparargliela in muso
se non che nel tempo
;

medesimo il mio servitore le sj)acc la testa


con un colpo d'accetta. Le iene formavano il
tormento della mia vita e di quella dei miei
compagni di viaggio, sgomentandoci nelle nostre

passeggiate notturne, e divorando di con-

tinuo alcuno de' nostri muli, o de' nostri asini,

che pareano preferire ad ogni altro nudrimento.


A Darfur, il qual regno situato neh' interno

torme

dell'Africa,
di

sei,

vanno questi quadrupedi a

di otto, e qualche

volta anche

1/

maggior numero
laggi quanto pu
cidono

vil-

Ucsomari, penetrando
getti al mondezzajo

venire tra

lor

cani ed anche

5'7

IENA.

a rapir nella notte entro


grife.

le

ed ove si
qualche bestia morta, radunami, e la strascinano insieme a distanza considerabile. INon avvicinarsi d'uomini; non rumor d'armi da fuoco;
abitazioni;

le

non minaccia alcuna pu

intimorirle.

veder iene, poich ogni


serraglio di fiere ne ha qualcuna. In Inghilterra i loro custodi si accordano a dire, che
fatte vecchie sono indocilissime e oltre modo
maligne; ma che si ha qualche esempio che
oggi

facile

giovani furono

il

pari

di

un

cane.

un'altra, che
S.

addomesticate.

Il

sig.

mostravasi a Parigi

Germano,

e a cui

si

Pennant

sig.

una, che lo era


di Buffon paria

dichiara di averne veduta

alia

sua guardia una

siffatta,

fiera di

era pervenuto

to-

il

cu-

gliere afatto la sua naturate ferocit.

stode di Exeter-Change

al

di

mi

averne in
mesi mostrava

disse di

che di

sei

tanta piacevolezza, che spesso lasciavasi correre


nelle

<;he

ove

sale,

Amava
v'

Sin
-certa

altre

fiere

esposta.

stava

con tutti i cani,


incontrava, e permetteva agli astanti ' av-

vicinarsele

mano

con

essa allora

il

giuocare

percuoterla

col

palmo

sul dorso, senza manifestarne

d' allora

per,

aggiunse

durezza feroce, che poi

si

egli

della

disdegno.

accrebbe

mostrava
coli' et*

58

l'iena.

ond' oggi forza

tenerla

il

Questa

rinchiusa.

belva era stata condotta a Londra, quasi sette

anni innanzi, sopra un vascello della compagnia dell' Indie.

John Hunter avea ad Earle's-Court

sig.

Il

un' iena

quasi

di

diciotto

mesi

fami-

tanto

che sofferiva esser tocca da chi veniva

gliare,

a vederla. Alla morte di Hunter fu essa venduta al padrone di un serraglio ambulante.


Fin che rimase a Londra, ove fu alloggiata
alla torre, continu ad essere mediocremente
trattabile. Ma quando fu messa in una gabbia

per

viaggiare

segni

die

quelli della pi

venne uccisa da un
gabbia

vicina,

mezzo

co'

Nello

denti

stato

di

indomabile
della

la

tigre

quale

ferocia

simili

selvaggia.

rinchiuso

in

avea rotto

Alfm
una

il

tra-

cui forza incredibile.

cattivit

di

in quattro libbre di carne


e beve, circa, tre pinte

l'

iena

consuma

tre

cruda ogni giorno?

d'acqua.

Osservasi in essa una particolarit singolare;

ed

questa

che

all'

istante

come

mettersi in moto, essa,

Buffon

si

posteriore.

questa

che

scrive

forzata
il

sig.

a
di

della gamba sinistra


un povero cane a cui

trova zoppa

gamba

somiglia
fosse

stata ferita, e fatto correre

ad ogni po' si sentisse in pericolo di cadere,


Ma questo barcollamento non dura che un ceniinajo di passi

all'

incirca;

dopo

de' quali la fiera

belva continua pi che mai sicura e spedita,

L'IENA PICCHIETTATA.
Grandissima somiglianz - tra questa e ' alantecedentemente descritta. Ma la sua grossezza maggiore, e il numero delle nere sue
macchie assai pi copioso. Del resto il colore
del suo pelo un bruno-rossigno mentre il
muso e la parte superiore del capo sono di
un bellissimo nero e nera pure la criniera
clie le si arruffa in sul collo. L'iena, di cui
tra

il
cognome di riun suono somigliante ad

parliamo, ha pur ricevuto

dente, a cagione

di

uno scoppio di risa eli' essa trae dalla gargozza, quando le si porta a mangiare, o la si
interrompe frammezzo al suo pasto.
Le iene picchiettate ritrovansi in pi con,

trade

dell'Africa;

ma

in pi gran

quantit al

Capo di Buona Speranza, ove sono anche oltremodo crudeli, e formidabilissime. Entrano
esse

frequentemente nelle capanne degli

Ot-

tentoti per ricercarvi la loro preda; e talvolta,

ne rapiscono

stenza,

se

tali

sulla

belve

penetrata nella

costa della

fanciulla;

la

una gamba;,
fuggirsi. "Se

poveri fanciulli. Barbas racconta

come una di
di un negro
dron d' una

mise

in

con

tal

non che

le

casa

Guinea s'impa-

malgrado la sua resigroppa, lenendola per


peso era sul punto di
strida

della sventurata

attirarono fortunaianieiite alcuni uomini in suo

6o

l'

La

-soccorso.

per

IENA PICCHIETTATA.

fiera allora fu costretta a lasciarla,

sottrarsi al proprio pericolo

ma

gi quella

tenera creatura era stata da' suoi denti crudeli


in pi parti del corpo pessimamente trattata.

Branchi
intorno

d'

iene

s'

aggirano quasi ogni notte

macellerie del Capo, onde pascersi

alle

animali,

degli

de' frastagli

loro

lasciati

dagli

abitanti, che

pur non pensano a

cani

quali in ogni altra occasione sono

istessi,

loro mortali nemici, in questa


differenti;

il

Mandano queste
notturne

si

che forse proviene

mai in esse ricevuto


orribili

dalle

fiere

urli,

discacciarle.

mostrano indal

non aver

iene alcuna

nelle

loro

cercando

offesa.

escursioni

la loro

l'abitudine di urlare ad esse tanto

preda.

natu-

anche prigioniere e provvedute di


cibo non sanno astenersene. Cos una giovine
iena allevata al Capo, e assai bene addomesticata, spesso contristava il notturno silenzio
in maniera spaventevole.
Alcuni abitanti del Capo assicurano che le
che

rale,

iene hanno
altri

la

facolt

d'imitare

il

grido degli

animali ; con che riescono ad attirare dalle

montoni, vitelli ed ogni sorta di


Pretendono ancora che parecchie di
esse dividansi talvolta in due bande, e mentre
Funa si fa inseguire da' cani lungi dal podere,

loro

stalle

bestiame.

l'altra

vi entri

prima th

sicura, e rapisca la sua preda,

custodi ritorcono.

6r

L IENA PICCHIETTATI.
Gli

belve

abitanti
feroci

della

piantando fuor
le carogne

de li archibugi fra

di

tali

villaggi

de' loro

in

modo, che

delle iene, sparino contro di lro.

all'accostarsi

La

queste

Guinea uccidono

forza muscolare del collo e delie mascelle


fiere

stupore.

Il

grande,

clic

cagionare

deve

seguente aneddoto ce

ne

sia.

di

prova.

Avendo

stanzino

lo

di

quell'ienay che ora

Londra, bisogno di q.uaL?


legnaiuolo ve lo fece, piantando

ritrovasi alla, torre di

che ristauro,

il

pavimento un'asse di quercia assai grosso


e lungo ben. sette o otto piedi, con una mezza
dozzina, almeno, di chiodi, che passavano la
misura di un dito. A capo dell'asse era un
nodo, che il legava a non so che; e l'artiere
non avendo stromento atto a tao Ilario, torn
alla sua bottega onde procacciarselo. In questo
mezzo vennero alcuni a veder la belva; e il
custode apr il tramezzo, che la separava da
sul

quella parte della stia, ove si faceano i lavori


per racconciarla. Appena fu essa entrata; accorgendosi del nodo, che sopra vauzava al pavimento, lo prese co' denti, e il f in pezzi;
ludi ad uno ad uno schiant i chiodi dell'asse,
con incredibile facilit.
E da notarsi che mai Y iena, non affronta
1

uomo apertamente;
mallevadore

il

sig.

e di questa asserzione

Greeiilield

il

qua!

mi
n

Ba

l'iena PICCHIETTATA,

fece pi volle

esperienza nella

corte

del

ser-

raglio affidato alla sua direzione.

L'iena picchiettata pi

umana che

la

pi

parte di quelle dell'altra specie, e chi l'ha in

guardia pu

entrarle

ad ogni momento nella

stanzuccia, senza pericolo alcuno; eccetto

affamata, o

intesa a trarsi la fame.

quando
Bisogna

per confessare, che la sua non altrimenti


mansuetudine, ma effetto del terrore; e il cu-

non dimentica

carezzandola

stode

tenersi

di

armato di poderoso bastone.


Alquanto docile verso l'uomo, questa belva

non

per nulla piacevole agli altri animali


che and a vedere, sono alcuni

Un

soldato

anni

seco

per

Y iena rinchiusa nel

un

beffa.

attraverso
alla

parco reale

men

bassotto novello e glieh present

Lo

l'inferriata dello

prigioniera;

la

furore lo strapp di

un momento

come

sciocco incollerito pass la testa

sei

quale

mano

divor.

stanzino abbajando

con
padrone, e in

avvenlatasegli
al

IL

LUPO

CAPITOLO
Dall' Apenniii

IL

da' Pirenei

Scarno

fallace

lupo,

il

par di morte crudo

al

famelico ognor come

Ratto qual vento che

Alpi

dall'

Sospinto per digiun discende

tombe ,
neve aggiri

le

la

di sangue, di preda e di

Spronato dal desio sul pian

mine
si

spande.

Thomson,

LUPO.

IL

Ouole quest'animale superare in grossezza


in forza di muscoli il pi grosso eie' cani.
Il suo corpo ordinariamente lungo tre piedi
<e

mezzo, mentre

eccede di raro

quello
tre

pelo, generalmente,

sia affatto

pi forte
color
di

cane

del suo

nero,

di

quantunque nel Ca-

nero, e quasi del tutto bianco

in alcune altre contrade.

ga, naso

Il

un misto

"bruno e di grigio ferreo

nada

del

piedi.

affilato,

Il

lupo ha testa lun-

denti enormi, orcchie strette

ed acute. I suoi occhi obliquamente rialzati


sono di un color verde e scintillanti ; l'aspetto
suo

annuncia estrema

ferocia.

Il

molto pelo

64

IL LUPO.

accresce l'apparente grossezza


a cui

proporziona

si

del

lunghezza

la

corpay
una coda

suo
eli

assai folta.
Il

lupo,

signor di Buffon,

dice

il

la

cui

degli animali,

avidit

di

carne

uno

pi

veemente; e sebbene abbia ricevuti dalla natura anche i mezzi di soddisfarla:, armi, scaltrezza, forza,, agilit, quanto in somma necessario,
la

assaltare, vincere, divorar

per trovare,

sua preda, nondimeno

muore

spesso di fame.

Perch avendogli Y uomo dichiarata la guerra


avendolo anzi proscritto, e posto a prezzo il
suo capo, lo costringe a fuggire e rimpiattarsi
non trova che qualche animale

ne' boschi, ove

selvaggio,

il

suo corso

non per

quale

lo

e eh' esso

elude colla celerit del

non pu sorprendere

se

caso e con lunga pazienza, aspettan-

dolo, gran tempo e spesso invano ne' luoghi*


per cui deve passare. Esso naturalmente
sciocco e poltrone, ma diviene ingegnoso per

bisogno ed ardito per necessit. Stimolato dalla


affronta il periglio , e viene ad assalir
gli animali , che si trovano sotto la guardia

fknie

dell'

uomo

quelli

come

facilmente,
i

caprioli,

in
gli

ispecie
agnelli

che pu

rapir

piccioli

cani,

Ne' paesi, ove

dono

essi

divisi

in

i lupi sono numerosi, discenbranchi dalle montagne, o escon

torme dai boschi, per commetter^

IL

orribili

LUPO.

65

devastazioni. Infestano tutti

villaggi,

prendono a viva forza, oltre gli agnelletti, i


montoni, i porci, i vitelli, e epe' cani istessi
che stanno a custodirli; che ogni specie di
animai nudrimento conviene del pari alla loro
voracit.

Il

cavallo

il

bue,

soccombono
ripetuti.

L'

al loro

numero

uomo medesimo

quadrupedi

soli

domestici, che possono opporre


stenza a tali nemici , anch' essi

qualche

resi-

non

rado-

a'

di

loro

assalti

sovente

cade lor
vittima, o non perviene a cacciarli che dopo
averne uccisi parecchi; n ancora pu tenersene sicuro, poich tornano pi arditi e pi
furiosi che prima. Quelli che bau gustato
una
volta della carne dell'uomo,
dall' assaltarlo

ad

pi

non

cessano

mostrano chiaramente che pi

preme

il pastore,
che non la gveggiai
lupo sia cos avido
eh' empie
talvolta il ventre di fango o di terra,
ed ove
cruda, fame lo stimoli, divora la propria
spe-

essi

Sebbene

il

nondimeno ancor maggiore la sua accortezza, che la sua ferocia e voracit.


Sempra,
sospettoso e diffidente immagina che
cie;

quanto,

un agguato onde prenderlo. Se trova


una capra legata a. un trave per trarne
latte,
non osa avvicinarsele, temendola ivi posta
vede

sia

corr

insidioso
lasciata

disegno contro di lui;


libera, che la insegne,

ma appena
e

la

fa

preda.

Gabinetto

Tom,

sua

$6
Non

Jt LUPO.

senza

sar

interesse

pe' nostri

lettori

avventura occorsa nell'America Settentrionale al general Putnam con un fiero


animale di questa specie. Si era egli da poco
tempo ritirato nel Connecticut quando un
la singolare

giorno parecchi lupi, i quali correvano allora


numerosissimi nella provincia, entrarono ih un
ovile, e uccisero settanta fra pecore e montoni,

non contando

agnellini

capretti, di cui

fe-

cero troppo gran strage. Que'lupi erano tutti


di

figli

ad

una

madre venuta da pi anni


Gran parte della sua

sola

infestare

il

vicinato.

prole era perita sotto


tori;

ma

essa

colpi de' vigili

caccia-

con mirabil sagacia sempre

si

lenea lungi dal tiro degli archibugi, e quando


1

le avAr eniva

d essere incalzata troppo da vicino

solca fuggire nelle foreste occidentali della con-

trada, e ritornar poi alla stagion seguente con

un nuovo portato di lupicini.


Ma, alfine, cagion essa tanti guasti che
signor Putnam e i suoi vicini convennero
darle

alternativamente

la

il

caccia, finch fosser

ad ammazzarla. Nessuno col ignorava,


che la lupa essendosi az7^oppata d'un piede in
un trabocchello d'acciajo faceva un passo pi
quindi i cacciatori conoscecorto che l'altro
giunti

vano

Dopo

averla seguita fino alla riviera del

necticut

tale

ed

indizio le sue

essersi

traccie

sulla

neve.

Con-

assicurati eh' era tornata

Tl lupo.

donde si part, anch'essi ritornarono, e


all' indomani mattina i cani la costrinsero a ri
ingiarsi in una caverna, situata a tre miglia^
circa, dalla casa del sig. Putnam. Tulli allora
di que' contorni si riunirono accompagnati <ai
loro cani, armati di fucili e muniti i paglia,
col

fuoco e di zolfo, per

eli

assediare

la

comune

primieramente, furoii
tentati, onde farla uscire da quell'antro selvaggio-; ma n i cani, che ritornarono o feriti
nemica.

mezzi,

Diversi

intimoriti,

ne

il

fumo

era messo fuoco, n

a nulla
la

della paglia, a cui si

vapori del zolfo acceso

valsero. Per, essendo

stanchezza d'inutili fatiche,

vano da dodici ore,


suo
tirar

negro

di

contro

la

il

sig.

ormai
le

generale

quali

dura-

Putnam propose

al

scender egli nel sotterraneo^, -e


belva un colpo di archibugio.

Ma

ricusando questi i porsi a tanto periglioso


cimento, il generale si risolv d'incontrarlo ei
medesimo, per tema che la fiera non giugnesse

sottrarsi per qualche uscita o fenditura della


rupe, che non fosse conosciuta.
Quindi provvedutosi di pi striscie di scorza
lai betulla, onde aver lume nelle tenebre, fra

cui

entrava,

gett

gli

abiti

usati,

legatasi

gambe una corda, per cui venir tratto


indietro ad un segno convenuto, si pose colla
testa innanzi nel temuto cammino. La bocca
alle

della caverna, che s'apre sul lato orientale di

68
eli

rupi,-

una
poi uno

quadrati. Indi

piedi

dici

LUPO

IL

un'alta catena

oltrepassa

di

spazio

zione di sedici fino

quin-

di

orizzontale

una gradata

dieci; e alfine

due piedi

circa

discesa obliqua

che

eleva-

estremit. I lati di questa

all'

grotta consistono in due

frammenti di roccia
sembrano esser stati disgiunti

solidissimi, che

l'uno dall'altro per forza di tremuoto. Cos la


volta e la base sono di pietra, di modo che
l'ingresso, che nell'inverno coperto di ghiaccio, riesce

sdrucciolevolissimo.

Non

avvi parte

del sotterraneo pi larga di tre piedi,


alta

che

uomo

star

possa

vi

diritto

cosi
sulla

persona.

Poi che
alla,

di

il

sig.

Patnam

si

fu strascinato fino

parte orizzontale, orrida oscurit e silenzio:

morte

regnavano intorno a
pervenne

soli

frattanto inoltrandosi cauto

lui.

alla

Egli

parte

pi elevata, di cui gi si disse, finche brancolando s'incontr cogli occhi della lupa felice, che si era nascosta nell'ultima estremit..
Or riscossa dalla face che si approssimava, digrign i denti, e mand un ruggito
per la qual cosa il generale scosse

come

dare

avviso

sone eh' erano


il

credettero

all',

in

di

trarlo

l.

corda,,

Le per-

apertura della grotta, e che

grave

periglio, ubbidirono

prontamente, che essendoseli;


alzata la camicia

di

terribile:
la

sovra

(\e

in.

quel moto>

capo, si ne riporta

ri
la

pelle

questo

per

volle

racconciatosi,

discese

fucile,

69

llto.

Non

ventre crudelmente lacerata.

elei

carico

di

ma

dall'impresa,

desistere

piombo in verga

il

nuovo coraggiosissimamente.

di

mise in
volgendo a
ruota gli occhi infiammati, battendo i denti,
e abbassando la testa fra le gambe; ma nell'atto eli' essa gi stava per slanciarsi sopra il

secondo avvicinarsele

Al

lupa

la

si

atto di ferocissima difesa, urlando,

generale, questi le scaric

un

colpo d'archibugi

nel cranio, e fu tosto tratto fuori della caverna.

Dopo

essersi riposato

tempo
terza

fumo

al

della belva,

per

due

le

allora

e rinvenutala

orecchie, e

corda, present

solita
niti

Posta

volta.

un

istante, e aver dat

per

di dissiparsi, egli scese


la

senza

aj alato
il

la

al

muso

la

prese

all'uscire

dalla

fiaccola
vita,

suo trofeo agii atto-

spettatori.

cagionavano, gi tempo, grandissimi

lupi

guasti

in

Inghilterra, sicch furono proposti


premii, onde distruggerli; al che finalmente si
pervenne. Al re Edgar parve ci di tanta im-

portanza, da accordar grazia pe' delitti leggieri s


a condizione che i colpevoli recherebbero certo

numero

lingue di lupi; e nel principato i


commutate nell'annuo tributo di alquanti capi di quegli animali
di

Galles furono alcune tasse

Ma

essi,

varii

moltiplicarono

secoli

dopo

segno

il

che

regno

non

di

Edgar,

parve

al

IL

Jfy

LUPO.

governo un lieve pensiero, onde si mosse a


promettere le pi valevoli ricompense a chi
ucciderebbe.

gli

terre

si

purgare

Camdan

affittavano
il

paese

ci

lupi

dai

come alcune

narra,

non ad

che di

altro patto

che

infestavano.

le

il
regno di Abhelsan, questi abbondavano a segno nella contea di Yorch, da doversi
a Flkton presso di Scorborough costruire ap-

Sotto

posta
i

un

per servir di rifugio contro

edilizio,

loro assalti.

poich

le

devastazioni

di

queste

belve

fanno pi che mai terribili in inverno, quando i campi son coperti di nevi,
feroci

si

Sassoni

antenati

dei

Britanni

distinsero

il

gennajo colla denominazione di mese


del lupo. Un proscritto od un condannato fuggiasco portava fra essi il nome di preda del
lupo, come uomo, che uscito dalla protezione

mese

dell'

di

umana

societ parea

Seguitarono
sai

tempo

ghilterra.

^nche

dopo,.,

Ma

non dovesse

aspettarsi

zanne di quella fiera*..


lupi ad infestare l'Irlanda asche gi erano estirpati d In-

ehe di cader sotto

le

0 la lor razza, affatto estinta


va sensibilmente almi-,

in quell'isola, e

in quasi tutte le contrade d' Europa ;


naturai conseguenza della cresciuta popolazione

nuendo
e

della pi estesa agricoltura.

La

caccia de' lupi in molti paesi

satempo favorito

de'

gran signori

di.

un

pas-

che

la

IL

LUPO.

ragione non ha punto a vergognarsi, ina piuttosto a compiacersi l'umanit, a cui sono cos
risparmiate delle lagrime. In questa caccia, ove

pure ha tanto luogo


stratagemmi

eli

la

forza,

ha ricorso a

si

ogni specie.

Annoveriamo pel primo quello di tender


cui vengono i lupi a cadere da so
medesimi, quando sono inseguiti da cacciatori
lacci, fra

che

gli

accerchiano, o

li

fugano mandando

alte

grida, suonando corni, o battendo tamburi.

Costumasi pure di piantare in luoghi apparfra i rami degli alberi un gran pezzo di

tati

carogna, prima strascinata, e di cui pei* via

si

lasciano, a convenevoli intervalli, alcuni brani;

perch i lupi, che sono di odorato acutissimo,


li sentono assai da lungi. Cos, se all'avvicinar
della notte ritornano pian piano i cacciatori
sempre ne ritrovano due o tre, che saltano e
si sforzano di giugnere al pasto lor preparato, e
coltili all' improvviso, gli uccidono colle lor armi.
N qui obblierem di notare, che quando il
lupo si vede colto in un agguato, dai cui non
gli possibile fuggire, perde ogni coraggio
anzi, per alcuni istanti, divien s stupido, che
si pu ucciderlo o prenderlo vivo senza alcuna
difficolt, anzi porgli la musoliera, e condurlo
1' estremo
al guinzaglio come un cane. Cos
timore sembra estinguere in lui ogni specie
.

'.li

ferocia

o.

di risentimento.

'*}%

LUPO.

l,

hanno esempii d' un lupo e d' un villano


caduti in una fossa, ove l'uno parve cos avSi

da questa improvvisa

vilito

tent contro dell'altro,

il

duto fortunato abbastanza


-ibriiidabi

che nulla

cattivit,

quale

si

sarebbe cre-

da cos

di liberarsi

compagno.

Nelle parti settentrionali dell'America

vanno

talvolta sui

lupi

ghiacci in cerca dei giovani

marini, che vi rimangono addormentati.

vitelli

Se non che
poich

cosa

la

distaccandosi

pu divenir
ghiacci

loro funesta,
riva

dalla

gii

gran distanza dalla terra prima


che se ne siano avveduti. Per tal mezzo molti
tratti di paese furono liberati da que' perniStrascinano

ciosi
Il

animali.

tempo

della gestazione di

tre mesi e mezzo.

una lupa

parto

in

cerca

ben munito

fondo

a'

boschi

mezzo

e folto, in

di

essa (per servirmi

espressioni del sig. di Buffon

delle
al

Quando

vicina

un luogo

cui

appiana

primieramente uno spazio abbastanza considetroncandone e svellendone gli sterpi


rabile
coi denti. Indi vi apporta gran quantit di
musco preparandovi un letto comodo pe' suoi
piccioletti, che sono d' ordinario cinque o sei,
e giungono talvolta agli otto ed anche ai nove;
ne mai sogliono essere meno di tre. Nascono
,

essi

cogli

cani; la

occhi

madre

chiusi

non diversamente

gli allatta

dai

per alcune settimane;

?3
mangiar carne, cui prepara masticandola. Poco tempo dopo apporta
ad essi de' topi di campagna
de' leprettini
delle pernici, de' polli vivi. I lupicini cominciano dal giuocare con simili bestiuole, e finiti LUPO.

indi insegna, loro

scono collo strozzarle. In seguito la lupa le


spiuma, le scortica, le fa a pezzi, e ne d
parte a ciascuno. Essi non escono dal covile
ove nacquero, che in capo a sci settimane o

due mesi. Allora van dietro alla lor madre,


li
conduce a bere in qualche tronco d'albero, o a qualche laguna vicina. Quindi li
rimena al primo luogo, ovvero li fa nascondere altrove, quando teme di qualche pericolo.
che

Cos

per

essi

Ove alcuno
tutta

pi

gli

forza,

la

ogni altro tempo


p>i timida

pe'

figli,

che

il

mesi

assalga,

anzi

le

sono

essa

li

obbedienti.

difende

con

sebbene in
tutte le femine,

con furore,

sia,

come

maschio.

Ma

diventa intrepida

india pi sembra temere per se stessa,

non

l'ab-

bandonano che quando sono interamente

alle-

e a tutto

si

espone per

salvarli.

Essi

sentono abbastanza forti per non


aver pi bisogno di soccorso. Ci avviene ordinariamente in capo a dieci mesi o ad un
anno, quando han rifatti i primi denti, che
vati,

si

loro cadono verso il sesto mese, e si trovano


posseder forza ed industria, che bastino per
la

rapina

:;.

n4
Malgrado

jl

lor

la

Ltrpcr.

natura

selvggia

possono

mentre sono ancor giovani


essere addomesticati. Noi gi ne avemmo singoiar prova in un lupo, che fu di sir Ashton
Levers, e che giunse, merc le cure usategli,
questi

animali

a dispogliar interamente la fiera sua indole e i


primi costumi.
<t Nella
Persia e in diverse contrade orientali i lupi sempre compaiono negli spettacoli,
che si danno al popolo; poich quando son
giovani si insegna loro a danzare e lottare
contro certo numero di persone. Chardin osserva che un lupo ben addestrato vale cinquecento scudi di Francia. Questo fatto, dice
il sig. di Buffon,
prova almeno, che a forza
di tempo e di fatica anche un simile animale
capace di qualche specie d'educazione. Io,
egli prosiegue, ho fatti allevare e nutrire alcuni lupi presso di me. Finch son giovani,
cio a dire nel primo e secondo lor anno, si
mostrano assai docili, anzi carezzevoli, ed ove
si trovino ben pasciuti non si gettano n su}
pollame ne sovra altri anixi&ai. Ma a diciotta
mesi o a due anni sentono la propria natura,
e si costretti a incatenarli, onde non fuggano, o facciano alcun male. Ne ho veduti di
quelli, che allevati in una corte rustica fram-*
mezzo a polli, per tutto lo spazio che ho detto,
mai non furono loro molesti; e poi ad un

ix

70

ll'po.

per prima prova gli uccisero tutti in


una notte, senza mangiarne alcuno.
Trovasi ora un lupo alla torre di Londra,
il
quale fu gi spedito da un ammiraglio spaglinolo a lord Saint- Vincent sovra un vascello
tratto

parlamentario,
gli

si

mentre stava questi

Come

di Cadice.

al

blocco

l'animale era molto giovane,

permetteva di correre nella camera del

capitano, ove raccoglieva

come un

minuzzoli della ta-

Saranno sei anni che il lord


ammiraglio ne fece dono a sua maest, onde

vola

cane.

fu introdotto nel parco

reale. Ivi gli

si

diede

compagnia una cagna, da cui ebbe triplice


prole, cio un mascliio e due femine, l'uno

in

e le altre di natura affatto

lupesca.

Io

stesso

ne fui testimonio oculare nel


parago8o5
nando molto attentamente i figli col naclre, e
trovandoli egualmente robusti che selvaggi.
Di rado si veggon lupi nelle parti abitate
dell'America. Nondimeno il governo della Pensilvania e quello di No w- Jersey hanno offerto,
1

pi anni, una ricompensa di venti


chiunque lor ne portasse un capo.
Dicesi che neh' infanzia delle colonie si videro
or

sono

scellini

s-pesso

discendere dalle montagne di que' paesi

de' lupi attirati dall'odore


rabile

di

vajolo.

insultare

d'una

sgraziati

Indiani

feroci

animali

morti,

che

folla

innume-

che perirono
si
limitarono

divorarono

altres

di
a<i

gli

76
infermi,

IL
'juali

LUPO.

miseramente spiravano nelle

loro capanne.

lupo

il
quale oggi si
Pidcock ad ExeterChange consumava regolarmente, per ci che
ne intesi dal suo custode, tre o quattro libbre di carne cruda ogni giorno.

giovili

Il

trova

nel parco

dell'Alpi,

del

sig.

LA VOLPE.
La volpe

di forme pi minute e pi svelte


lupo; na coda pi lunga e pi ricca;

che

il

ma

per

gli

occhi

obliqui

l'aguzze orecchie

La sua testa sembra


in proporzione pi forte. L'umor suo lieto,
anzi folle
non per questo si pu giugnere
ad umanizzarla pienamente. Quindi, come tutti
gli animali appena mezzo addomesticati, morde
alla minima offesa le persone a ui pi fagli

somigliante.

affatto

migliare. Essa

langue, ove

si

privi di libert;

tempo perisce

e tenuta prigione troppo lungo


di dispetto.

Non

avvi animai di preda pi sagace o pi

La

scelta del luogo del suo


comporselo
di renderlo
comodo di nasconderne l' ingresso ( fa osservare il sig. di Buffon ) sono indizii di un' estrema finezza. La volpe tutto volge a suo
proftto; si colloca al confine de boschi non
Scaltrito

di

domicilio

essa.

1'

arte

di

>
<
C"

f"

LA VOLPE.

Jf

distante da' villaggi ; di l ode


e
le

il

canto de' gallai

grido degl'altri polli; ne assapora da lungi

carni; piglia

suoi disegni
giera,
al

il

si

tempo opportuno; occulta

il

suoi

strascica col ventre

luogo prefsso, e

tentativi.

Se pu

varcare

ovver passarvi dissotto


devasta

la-

bassa

inutili

muri o

giugne

terra,

rado sono

di

a,

snoi

siepi

le

non perde un'

corte, mette

leg-

s'introduce

passi,

istante

>

morte quanto

pollame incontra, si ritira in seguito speditamente portandone parte della sua preda, cui
nasconde sotto il musco o porta al suo covacelo.
Indi torna e ritorna una seconda, una
terza ed una quarta volta, per pigliarne il
rimanente, che distribuisce in luoghi separati;
e cos prosegue, lino a die il giorno spunti,
e il movimento di tutta la casa l' avverta che
tempo di tenersi quieta senza pi ricomparire.

>>

Cos
si

ella

pigliano

viene

tordi

mente
in

lacci
gli

ed

ginepro, ve

dell' alba

visi-

panioni, rapisce successiva-

luoghi

li

ove

Essa pre-

spuntar

allo

uccelli che vi

differenti

e ne* boschetti,

beccaccie.

d'una volta per giorno a

sentieri, nelle rotaje,

e,

le

va

l'uccellatore,

e sovente pi
tare

ne'palmoni

fa
i

lascia

son presi,

soprattutto
sotto

il

talvolta

sa otiiiKameute ritrovarli

depone

li

all'

orlo

dei

musco, sotto un
due o tre giorni,

al

bisogno.

la.

L YOLPV

^$

caccia ai leprotti per via, sorprende talvolta

mai non

lepri nella lor tana, e


se

sono

Cava

feriti.

scopre

conigli;

conigliere

dalle

nidi

piccioli

quaglie

delie

sfuggono

gli

delle

pernici, piglia le madri sull'uova, e distrugge

gran quantit

di

particolarmente

selvaggiume.

a' villani;

lupo

Il

volpe

la

ai

nuoce

morbidi

signori.

La

caccia

parecchio
e

facile

questa^ per, esige

di

che

quella

diverte

di

dell' altro;

pi.

Tutti

meno

ap-

assai

pi

cani lian ri-

pugnanza ad andar contro a' lupi; tutti all'incontro vanno volentieri contro la volpe. Poich,
sebbe n mandi odore fortissimo, la preferiseon
sovente al cervo, al capriolo ed al lepre. Si
pu cacciarla con bassotti con levrieri -e con
,

cani

da

detti

Inseguita

volpe.

essa

corre

al

suo nascondiglio; ma i bassotti a gambe storte


vi si insinuano assai facilmente.

Con
di

questi

volpi

la

pu pigliarsi una intera nidiata


madre cio co' figli. Mentr essa

difendesi e combatte

prirne

la

uccide

con

tana

dalla

pali

di

bassotti,

parte

ferro, o

Ma come

si

cei^a disco-

sopra, e

di
si

prende

la

si

viva.

le tane sono spesso nelle rupi


o
gran tronchi d' albero, o talvolta molto
addentro terra, non sempre possibile il riuscire.
,

sotto

La marniera pi ordinaria, pi aggradevole


*e

pi siqura

di

cacciar

la

volpe quella di

LA VOLPE.

^gr

forar la tana. Si appostano gli archibugieri

lanciano

si

cani da volpe in sulla via, la volpe

al suo nascondiglio; ma ancor non vi


giunta che una scarica l'atterra. Che se non

corre

rimane uccisa, si d a fuggire con quanta celerit essa pu, fa un gran giro, e aifm torna
al suo covile, ove altra scarica la colpisce. Non
-ancor raggiunta da' fucili, trovando per chiuso
l'ingresso prende il partito di salvarsi lontano
e se ne corre per diritta via, onde non tornar pi. Allora giovano i levrieri ad inseguirla:
n per si lascia prendere senza averli prima
molto stancati, poich passa a disegno pe' luoghi pi intricati ed angusti, e quando va per
luoghi piani ed aperti corre celerissima senza
darsi mai posa.
Per distruggere le volpi ancor pi comodo
attirandole con esca loro
il tender loro insidie
,

gradita. Io feci uri giorno sospendere sovra

albero a nove piedi d'altezza

gli

refezion di cacciatori, carne, pane ed ossa;


gi fin dalla

prima notte

le volpi

un

avanzi d'una

s'

erano cos

bene esercitate a saltarvi intorno, che il terreno vi pareva battuto come quello di un'aja.
Sono esse ghiotte egualmente di carne, che
d' ogn' altra cosa. Mangiano con avidit ova, formaggio, frutta, e grappoli d'uva soprattutto. Se
loro

mancano

alle serpi,

a'

leprotti o pernici,

danno

a'

sorci,

rospi, alle Incerte, e ne distruggono

So

hk VOLPE.

gran numero

bene eh' esse facciano. Gomele assalgono Tapi silvestri, i


fuchi, le vespe; n si lasciano impaurire dai,
lor pungiglioni. Se ritraggonsi talvolta per
del

losissime

schiacciar

sdrajarsi

nano

solo

non

questi

poter loro l'alveare, e

anche

cera.

la

petito;

Fino

rotolandoli

si

ricci

poi

insetti;

desistono,, finch

tor-

non abbiano in

trangugino col mele


destano il loro ap*

co' piedi

sforzano

gli

distendersi. Pesci, gamberi, scarafaggi, cavallette,

tutto

Gran

buon

pasto alla lor buonissima bocca.

sagacia mostrali le volpi ne' mezzi che

impiegano, onde trarre

conigli dalle lor tane.

Mai non entrano dall'apertura, poich


caso,

Seguendo
che

in

tal

bisogneria scavare a molti piedi la terra.


in vece alla superfcie le emanazioni,

escon

da' loro

giungono

corpi,

luogo

al

stanno nascosti, ed ivi. raspando scendono facilmente sopra di loro.

ove

si

Pontoppidam

assicura, che

scorge una lontra,

per

pescare

d onde

si

la

qual

nascondasi

slancia

in

ordine,

dall'altra, pi

panna

di

indovinarsi

un
il

teste

pietra

ritorna

di

,-

colla

glier* abbandona.

qualche

pescatore
fine

che

una

come una volpe avea

Ei narra altres
sposte

all'acqua

getta

si

dietro

sovr' essa

sua preda, e spaventata

quando una volpe

pesci
;

di

davanti

una

alla

ca-

non sapeva

che

quantunque

di-

distanza

si

sospettasse

LA VOLrE.

Poco tempo appresso scese


un corvo, che pens farsi buon pasto di quella

Ji qualche

ma

vivanda;

che

malizia.

eccogli adosso l'astuta caeciatricc

aspettava, e fece di lui

Io

medesimo un'

ottima merenda.
Si veduto, alcuni anni sono, a Chelmsford
contea

nella

dell' effetto

Una

prole.

un

Esse ?
1

di

questo

esempio

singolare

quadrupede per

la sua
volpe fu coi suo voipiciiio cacciata

di

vivamente inseguita dalla muta


La povera bestia, dopo essersi
esposta a tutti i risehii, per sottrarlo al furor
ultimamente sei prese in bocca e
de' cani
fugg con esso per pi miglia di seguito, finch, traversando la corte di un podere, fu
assalita da un grosso mastino, e costretta a
lasciar cadere il suo lattante, che fu raccolto
dal fittajuolo. Altri fatti consimili non sono rari.
Tra le volpi la femina partorisce una volta
all'anno, e non pi che due o tre figli. Se
accorgesi che il luogo dei suo ritiro sia scoperto, gli trasporta immediatamente in altro
pi sicuro. Nascono questi ciechi anch'essi al
par de' cani, ed hanno il pelo di un bruno
carico. Crescono fino ai diciotto mesi, e vivono

d'un bosco,

di

un

signore.

tredici

bajano

quattordici anni. Nell'inverno

quasi

di

continuo;

ma

in

estate

quando mutano pelo, stanno muti, che


si

Tom. L

di loro

accorge.

G>ihi;c!io

ab-,
,

82

LA VOLPE DEL POLO ARTICO.


E

pi

naria,

non

il

pccola

d'

un

quella della specie ordi-

eli e

azzurrino,

grigio

che

talvolta

distingue dal bianco. Assai folto e liscio

si

suo pelame

muso molto

il

orecchie brevi, e quasi nascoste;

ag uzzo

le

coda pi

la

corta anch'essa e pi ricca di quella della volpe

comune. Suo domicilio son


presso

del

mente,

de'

polo

mari

regioni

le

artico, e le isole,

situate

particolar-

glaciali.

di cui parliamo , si
In inverno la volpe
profonda nella neve, ove rimane ascosa finche
,

la

trova alta e spessa. Traversa, dicesi,

a nuoto con molta

non

sempre

Spitzberga
di piccioli
disfa alla

alberi,

uiva;

ma

si

fiumi

suo nudrimento

variando

Nuova

Nella

col

Zembla

variar
e

allo

osservato ch'essa va in traccia

quadrupedi
sua fame

con

Il

stesso,

lo

contrade.

delle

facilit.

ci

nella

nella Groenlandia sod-

colle

bacche

che dal mare

di

differenti

gettato alla

Laponia e nelle parti setten-

trionali dell'Asia trova di

bondantemente negli

che provvedersi ab-

eserciti

di

marmotte che

ricoprono il paese. I mezzi che adopra, onde


aver pesce, annunciano sagacia e intelligenza
straordinaria. Perocch

piedi ne

commove

abitatori, che

cos

il

si

getta all'acqua, e coi

fondo, onde turbarne

vengono

galla, e

gli

sono da

8o

VOLPE DEL POLO ARTICO-

1.

essa divorati con avidit. Mirabile parimenti


la
gli

destrezza

di

ritrae

prova,

fa

ogni

d'

onde prendere
S' inoltra,

specie.

poco nell'onda, indi folleggiando

l'astuta alcun
si

cui

acquatici

uccelli

alla

riva

il

selvatico

si

avvicina,

colei s' astiene d' ogni


e quando ben presso
moto violento per non ispaventarlo solo contentandosi di dimenare leggiermente la cocla 5
,

a cui l'augello troppo semplice viene talvolta 5


per ci che narrasi, a dar di becco. Allor la
e
la volpe si rivolta improvviso
cosa fatta
nulla pi lo salva.
,

Se

non che

pure perisce non

essa

sotto l'ugne degli animali di preda; e

Pemiant
talvolta

la

addentarvi

dipinge

cacciar

la

quel po'

di
il

rado

signor

imprudente da venir
ne' traboccheli per
esca
ebe vi fu messa

testa
d'

onde acchiapparla.
Uno scrittore degno di fede, e testimonio
di ci che racconta, ne offre una descrizione
assai circostanziata e piacevole de'

volpi, di cui qui


infelice

Steller,

si

soggiorno

tratta.

nell' isola

costumi delie

Durante il mio
di Bering , dice

non ho avuto che troppe

occasioni

di

studiar la natura di questi animali, la cui sa-

gacia

sorpassa

di

dinarie. Se avessi

tanto quella delle volpi ora

dire tutte le loro malizie

ne comporrei novella di altrettanto sollazzo,


che la storia delle scimie d'Alberto lulio nelf isola di Saxenbourg.

LA VOLPE DEL POLO ARTICO.


S'introduce vano esse, a forza, nelle nostre

84
ce

abitazioni,

cos

come

notte

di

era loro
vestili

alcun

di

come

-utile,

rotolavan lontano

ci

non

ci che

canne,

coltelli,

nostri

giorno;

di

rubavano quanto potevano, anche

barili

delle

provvisioni, e ne traevan in seguito le vivande

con tanta destrezza, che a principio non

pevamo

risolverci a credere, che

sa-

furto fosse

il

loro. Mentre eravamo intesi a cavar la


ad un animale, onde farcelo cuocere, ci
avvenne spesso di dover uccidere due o tre
volpi, che con tanta petulanza e voracit venivano a toglierci la carne di mano. Che se,
coprivamola sotto terra
eccoti
per salvarla

opera

pelle

coloro a raspare,

porvi le spalle, e

levar

ajtitarsi

tgliere ogni ostacolo.

curezza
assai

alto

collocavamo
le

nostre

le

Funa

pietre,

sotto-

co!F altra, onde

E quando,
ai

sommo

vettovaglie,

per pi
di

si-

un palo

quelle india-

volate gli eaVavan la terra d'intorno al piede,

finch l'avessero fatto cadere; o 'una di esse


e gettava all' altre quanto
arrampicava
destrezza da far mecon
una
vi era appeso

vi

si

ravioli a.

Spiavano tulli i nostri movimenti, e ci


accompagnavano ovunque andassimo. Se il mare
(e

citava, alla riva qualche

animale,

sei

divora-

vano prima che avessimo tempo di raccoglierlo;


e quando non pote'an consumarlo lu lo ad un

85

LA VOLPE DEL POLO ARTICOtratto, io strascinavano a biani

seppellivano

il

pietre

sotto

sulle

in

montagne,

nostra

pre-

correndo qua e l finche nulla pi rimanesse a trasportare. Altre, intanto, si teneano


in guardia e ci osservavano. Se vedean qualcuno approssimarsi a certa distanza, univano
tutte insieme gli sforzi loro, onde far nell'arena s profondo scavo
che non apparisse
traccia del castoro od orso marino, od altro,
senza

che

ne' campi,

e ruhavanci
ci

eravam

pelli

notte
quando noi
venivan esse vicino,
nostre berrette, i guanti che

nascondevano. La

vi

dormivamo

le

posti

sotto

sopra o sotto,

le

ci

il

capo,

quali

le

coperte

eravamo

le

sdrajati*

La qual rapacit era cagione, che noi mai


non ci coricassimo senza tener nelle mani un
bastoner piuttosto una mazza, con cui, se

venivano a svegliarci, potessimo


anche ucciderle.

Quando facevamo una

posarci

trescando

anch' esse
sotto

cacciarle

ed

fermata, onde

ri-

trattenevansi
nostri

occhi

s'inoltravano

fino a roderci

stri

Che

giuocando e
anzi

cordoni

talvolta

de' nostendevamo a terra,


come per dormire, Venivano a sentir il nostro
fiato, onde assicurarsi s' eravam morti o vivi.
N taceremo come al nostro arrivo esse
vennero a morder naso e diti ai corpi dea-li
estinti, mentre preparavamo la lor fossa; e in
stivaletti.

se

ci

$6

LA VOLPE DEL POLO ARTICO.


gran numero si riunirono intorno agli ammalati ed agli infermi, che non si pot allontanarle, se non con somma difficolt.
s

Ogni mattina vedevamo queste


in mezzo

bestie pe-

tulanti vagar per Y arena


agli

se

orsi

tra

marini

fiutandoli

a'

leoni e

per vedere

tutti,

dormienti alcuno ve ne tosse privo

di vita; e trovatolo

si

ponevano a

che poi trasportavano lontano.

farlo a pezzi,

E come

leoni

marini soffocavano talvolta, dormendo, la loro


prole; le volpi, alio spuntar d'ogni giorno,
Tenivano a fare la loro visita, quasi conoscesero una tal particolarit; ne tanta diligenza)
era per esse infruttuosa.
Ma come davano a noi ostinatissima e
incredibile noja , ci corrucciarono a segno
che dichiarammo loro la pi aperta guerra,
,

trucidandole
e

spietatamente

travagliandole

per

giovani

quante guise

vecchie,

potemmo

imaginare. Ai nostro risvegliarci ogni mattina,,

sempre ne rinvenivamo alcuna presso il nostro


letto rimasta uccisa nella notte; ed io posso
accertare che, durante il mio soggiorno nell'isola, ne ho di mia mano accoppate pi di
ducento. Il solo di seguente al mio arrivo,
ne stesi a terra col bastone almeno trenta 4
e coprii la mia capanna delle lor pelli. La
loro voracit era quella che pi loro nuoceva;

perocch noi

potevamo

stender

ad

esse

con

LA VOLPE DEL POLO ARTICO.


87
una mano un pezzo di eanie, e coli' altra ammazzarle a colpi di randello.
Dalle

osservazioni, ch'ebbimo occasion di

non

sopra di esse risulta chiaro, che mai

fare

aveano conosciuta la specie umana. E sembra


potersi asserire che il timor dell'uomo non
gi innato

ne' bruti

una lunga

esperienza.

Quelle volpi,
stre

della specie

ma

bens

fondato

non diversamente

ordinaria, aveano

il

sopra

dalle

no-

pelo ric-

di ottobre e di novembre;
maggio cominciavano a mutarlo;
nei due mesi seguenti pi non aveano che

chissimo nei mesi


!

in aprile e in
e

lana o calugine cortissima, e pareano, se

possiamo esprimerci, in veste da camera.


i parti
loro in giugno

cos

Le femine deponevano

fori o fenditure di rupi; ne mai quei


erano meno di nove o dieci. Tanto poi
era l'amor delle madri verso di loro, che per
tenercene discosti schiattivano ed abbacavano
come cani; la qua! cosa serviva, contro il loro

entro

parti

avviso

Ma

appena

farcene

discoprire

il

nascondiglio.

accorgevano d'essere discoperte


prendevansi in bocca i lor piccioletti e li portavano altrove, quando non ne fossero impedite
studiandosi di occultarli in luogo pi
si

appartato e secreto. Uno de' nostri avendo un


giorno ucciso un volpicino, la madre si die ad
inseguirlo con urli spaventosi,

n mai

ristette,

88

LA VOLPE DEL POLO RTICO.

non gli ebbe falla qualche offesa, onde


essa medesima trucidata.
Per quanto numerose siano oggi le volpi

finch
fu

(-

hi

quel' isola

state

presumersi che vi siano


continente sovra banchi di

trasferite

dal

ghiaccio galleggianti, e che l'abbondanza degli

alimenti,

marino

specialmente animali, che

loro

forniva

ve

le

abbia

il

di

flusso

tanto

moltiplicate.

uccidono tali bestie , per averne le


che sono di una leggerezza e morbidezza
maravigliosa. Ma i Groelandesi ne usan anche

Si

pelli,

le

carni, che preferiscono a quella di lepre,'


ne mangiano i tendini a guisa eli pane.

IL

CHACAL O LUPO DORATO.

corpo di quest'animale lungo di trenta


all' incirca, e molto rassomiglia a quello
della volpe; se non che la testa pi corta,
il
naso meno aguzzo e le gambe pi alte.
Il

pollici,

Aggi ugni coda


nere macchie

folta

nel

mezzo, e spruzzata

estremo pelo duro e prolisso


di
un color fidvo misto al bianco sul
dorso, e giallognolo sotto il ventre. I costumi
del chacal hanno molla analogia con quelli
del cane. Quand' esso preso giovane facildi

mente

si

distingue

all'

addomestica,
il

si

affeziona all'uomo, e

suo padrone da qualunque

altro.

cun cibo

da molti

altri

ama

tavole;

chi gli

di

chiamai!

se Io

salia,

mangia

di

porge

al-

beve lambendo. Assai differnte

animali

medesima

della

specie,

esso giuocare coi cani, che quelli fuggono.

Nello

come
altro

di

selvaggio

stato

scrive

da chi pure se

fosse, dovrebbe riuscire


numero. Assale ogni specie

pollame, quasi

alla

temere,

esso

fa

si

Buffon

di

sig.

il

non

bile pel

89

LUPO DORATO.

CIIACAL

IL

Gode se vien carezzalo;


per nome, sovra seggiole
grande appetito in mano

vista

lui

temi-

di

bestiame

degli

uomini;

entra insolentemente, e senza mostrar timore,


negli
nitro

nesi,
il

negli

ovili,

non

degli

armenti, nejle

trova, divora

vi

delle

stivali,

stalle;

cuojo

il

scarpe,

se

degli

ar-

porta

via

non ha avuto tempo di tranguMancando di prede vive dissotterra

soatto che

giare.

cadaveri

de' bruti

uomini

degli

onde

si

obbligati di batter la terra sovra le sepolture,

mischiarvi

grosse

spine,

raspare e scavare; da che

semplice profondit.
a

si

queste disumazioni, cui accompagna di grida

lugubri. Avvezzato

pi

non

seguire
i

Non

per impedirgli i
lo sgomenta la
accinge mai solo

non

cessa

una

di

eserciti

gli

quadrupedi quello

celli.

Non

volta

a'

percorrere
e

le

eh'

cadaveri umani,
i

il

corvo ira

v' carne infetta che

brezzo, non

cimiterii

di

caravane. Esso fra

gli

cuojo che sembri duro

gli

uc-

faccia rid

insipido

IL C II AC AL O LUPO DORATO.
suo veemente appetito, non pelle, non grascia, non sozzura animale ch'esso non trovi

90

al

buona
Di
notte

giorno

manda

persone,

le

chacal

il

urli
le

sta

orribili

quali

si

Diilon

assicura

che

ma

sonori

la

che

trovano a poca distan-

non s'intendono

za, pi

silenzioso

e tanto

la

fra di loro.

sua

voce assomiglia

grida di parecchi fanciulli di differenti et

alle

insieme;

misti

mincia,

tutti

massime che quando uno cogli

altri

vicinanza

della

gli

fan

tenore. Gli animali delle foreste ne son risvegliati;

leoni,

come tutte
una specie

le

gli

ascoltano per

un

segnale di caccia, assaltando

di

belve
istinto,

feroci,

quasi

timidi ani-

gli urli del chacal fanno prendere


Per questa cagione, probabilmente, esso

mali a cui
a fuga.

fu detto provvigioniere del leone.

Questo quadrupede

si

fa la

sua tana, e

non

l'abbandona che di notte, per andar in cerca


di preda. La sua femmina si sgrava una sola
volta a l'anno di cinque o sei figli per volta.
Vive il chacal in tutti i climi temperati
dell' Asia
e nella pi parte delle contrade
,

clelf

Africa

dalla

Barberia

sino

Buona Speranza. Quando non


mento animale mangia radiche,
tre

produzioni vegetali. Nello

sticit

al

Capo di
nud ri-

trova

frutta,

stato

sembra avidissimo del pane.

di

ed

al-

dome-

IL
e<

Puzza

fuor

di

CHCAL O LUPO DORATO.

esso,

al

modo

$1

Dumont de la Haic,
che non pu posarsi un,

dire di

luogo alcuno, senza che lo infetti.


Sommamente feroce ed ardito non teme di
in

istante

entrar nelle case, e quando incontra

un uomo,
prima giunta , come
fan l'altre belve, lo guarda fieramente, come
volesse sfidarlo, indi prende il suo corso. E
di natura maligno, e pronto sempre a mordere, qualunque cura si adoperi onde ammanluogo di fuggirlo

in

sarlo,

Uno

carezzandolo, o dandogli a mangiare.

ne vidi, ch'era stato preso assai giovane


ed allevato come un cagnoletto , che
moltissimo si amasse. Pur mai non si addoio

mestic

interamente.

contatto

di

diva

alcuno,

impedirgli

di

Non
tutti

saltar

quanto sapeva. Tutta

la

poteva

soffrire

mordeva,
sulla

ri

si

il

ar-

tavola e rubar

campagna

delia Natlia

piena di simili animali, che fanno ogni notte

gran rumore intorno

alle

citt,

non

gi abba-

cando come i cani, ma gridando di un certo


grido acuto che loro particolare .

IL

CHACAL

DI BARBEPJA

L'ADIVO.

E, presso a poco, della grossezza della volpe,


d'un colore alquanto bruno. Dal dissotto di
ambedue le orecchie gli parte una nera lista.,

che

si

divide in due, e

si

estende fino

al collo.

qi IL CHCAL DI BIRBERIA O 1? ADIVO.


La sua coda come tutta a fiocchi ed
chiata d'anelli di bruno colore.

dice il sig. Sonnini,


ingegnosa ed astuta che il
cliacal o deib. Questo allontana la sua preda
co' suoi attruppamenti, ma l'adivo sempre va
olo. Si accosta esso anche in pieno giorno ai

L'adivo,

di

natura

pi

accer-

tlialeb,

luoghi abitati, intorno

cui stabilisce

frammezzo

dimora

sua

la

rovai
Entra senza strepito, sorprende.il pollame, ne
ruba I uova, e non lascia ahr'orma de' suoi
guasti, che i suoi guasti medesimi. Usa tutta
l'agilit, tutta l'astuzia possibile nella guerra
sotterranea

che

fa

abitualmente

agli

uccelli

la

che

uno

fors anco,

talenti

per

troppo

la

suoi

occhi

movimenti;

sua fsonomia quella dell'astuzia e della

perfidia. Grazisissimo fra

suoi

non

cui

di

avvi -alcuno che possa sfuggirgli.

sono egualmente vivi

folti

la

de'

picciola

furberia e la

Panni che

il

chacal abbia cura di


sabbia o di terra

interramenti

da

pi

quadrupedi sarebbe,
amabili, se

ne' suoi

apparisse

falsila.

thaleb

egualmente

coprire

suo

il

come fanno

me

non

guerra

rinvenuti

gatti;

nelle

che

sterco

ne

arene

il

di
gli

nei colli di Egitto potevano esser opera d'altri

che di questi animali. Simile pulitezza renderebbe l'adivo ancor pi caro, se non fosse
tanto briccone.

IL CH.ACAL

L'andar suo molto

Quando

della volpe.

strascina piuttosto che

orizzontalmente

tempo

a quello

assomiglia

si

sorpreso,

allunga,

si

non cammini

si

e sostiene

sua bella e Cechissima coda

la

tutta accerchiata di neri


Al

9S

BRBERFA O L ADIVO.

DI

di Carlo

grigi anelli.

IX

dame

le

della corte

aveano degli adivi in luogo di cagnoletti.

CASTORO.

IL

di

La lunghezza di quest' animale suol essere


tre piedi. La sua coda di figura ovale si

estende

dodici

pollici

ed

orizzontal-

mente compressa n eli' inferiore sua parte; ma


prende forma convessa nella superiore. E sfornita di setole, eccetto alla radice, e

come

scaglie

quella di

un

coperta

di

serve

di

pesce. Gii

timone per dirigersi uelT acqua e diviene per


esso un istrumento assai utile in altre opera,

zioni.

suo pelo molle

Il

color castagno

liscio

talvolta nero.

veduti dei castori affatto candidi


di

latte

altri

sprizzati

mili

ghi

pie dinanzi piccioli

quelli
i

diti

di

un
i

denti

per

di

bianchi

macchiette.

quasi

press' a

sorcio

congiunti

membrana, Hanno

altri

anche

sono

scure

di

Tutti hanno le orecchie corte


sic

lucente

Si

nasco-'

poco

posteriori

mezzo

incisivi

di

si-

lar-

una

Drttssiroi

il castoro,

c)|

propriissimi a tagliar

il

legno; e gi

midrimento non usano che

foglie

essi

altro

d'alberi

scorze.

Nessun animale sembra possedere naturai*


mente ugual sagacia, come questi quadrupedi.
L' industria

loro

il

carattere

distintivo

opere loro sembrano il risultato


cie di patto sociale formato fra di

una speessi per mutua conservazione e sostegno Essi vivono d' ordinario in comune , a due a trecento insieme in abitazioni che inalzano sei o otto piedi
Scelgono
se ci

al dissopra deli' acqua.


loro possibile, un grande stagno, ove costruiscono le loro casette sovra palafitte, dando ad
esse figura ovale e circolare. Oneste casette fi1'

d'

niscono in volta
dificio

quella
dalle

forma

un

di

di

esteriormente

che d

una cupola

forte.

Il

numero

all'

e-

interiormente
esse

di

varia

trenta.

dieci alle

Se i castori non trovano stagno , che lor@


convenga, fanno scelta di un terreno ben fermo traversato da una corrente e ci che
Operano, onde rendere un tal luogo proprio alle
prova una sagacia una intelloro abitazioni
ligenza
ed una memoria che molto si avvicinano alle facolt umane.
Quando i caseori si sono divisi per trib
o compagnie, prima lor cura si di costruire
ima diga
cui sempre stabiliscono nel luogo
,

Cp

IL CASTORO.

pi favorevole
beri

di

terreno

ai

notabile
di

pali

in

allineandoli

disegni

lor

grossezza

piccioli

rami

tervalli

di pietre,

file

d' albero.

abbattendo

profondando

al-

nel

o sei piedi di altezza

cinefile

pi

e intrecciandoli

Empiono quindi

d'arena,

di

con

gli in-

argilla, e

fab-

bricano con tanta solidit, die sebbene questo


abbia sovente cento piedi di lunghezza

riaito

pu un uomo passeggiarvi sopra


mente. Largo
si

base

dieci

in

dodici

piedi,

sommirado ha maggior diametro di due

restringe esso considerai unente alla

che di

t,

alla

sicurissima-

tre.

La
file

palafitta,

di pali,

composta come dicemmo

esattamente

al

medesimo

di

pi

livello

da un capo all'altro, perpendicolare dal lato


acqua ed a scarpa dal lato che sostiene il
dimodoch F erba vi cresce ben tosto
peso
e rende F opera pi compatta e pi solida.
Dopo aver dato termine a questa gettata i
castori si occupano a costruire le loro capanne.
Vi impiegano terra, pietre, e legne, disposte
in modo , che ne assicuri la solidit , e rivedell'

stite

di

un intonaco

esteriore.

muri hanno, circa due piedi di grossezza


e il pavimento riesce cos elevato ai dissopra della superficie dell'acqua, che mai non
corre pericolo di venir sommerso. Alcune di
tali capanne sono appna di un piano, altre
I
,

96

CASTORO.

IL

Duprats ci informa d'aver rinvenute


quelle che esamin quindici cellette, dife

di tre,

in

une

ferenti F

dalle

altre.

le

clie

ciascuno formi

suo

il

e d* altre sostanze

foglie

numero

Il

abitano varia dai dieci

che

dei castori

trenta. Dicesi

ai

letto

di

leggieri

musco,
e

di

ogni

clie

famiglia metta in serbo provvigioni d'inverno,

rami

in

principalmente

consistono

quali

le

molto

albero

ci'

in

teneri

iscorze

tagliati

di

certa lunghezza, e ammucchiati con molto or-

dine e propriet.

Qualunque eli queste capanne ha due uscite,


onde i castori vanno
F una del lato di terra
,

m
1'

cerca

acqua

ognor pi bassa

de' ghiacci

fondit

del gelo.

e/le tli

anni

tro

tro

saie

si

sotto

altra

ordinaria

pro-

rassicura

dagli

stati

o quat-

tre

medesimo luogo, avviene loro


d innalzare nuovo edificio tanto

al

primo, che l'uno comunica

coi 1' al-

che probabilmente die' motivo di pen*


che avessero pi appartamenti. Allorch
casuceie

opere novelle
stagno

lo

Quando sono

li

1'
,

il

loro

le

che

il

dell'

nel

spessissimo
vicino

bisognevole

loro

del

sono

ne

le

compite
si
interrompono

danno ad

se

anche

interamente ghiacciato. Perocch

sia

fanno strada attraverso di un foro formato


che a tal uopo mantengono
ghiaccio

nel

aperto. Spesso

capanne

in

estate

abbandonano

le

loro

corrono di spiaggia in spiaggia

97'

CASTORO.

IL

passali la notte

o sotto

o in

rovi

riva al-

l' acqua.
Nel qual caso hanno sentinelle, che
con un certo grido di allarme gli avvisane/
del pericolo. In inverno mai
dell' avvicinarsi
non escono se non per andare a loro maonde in quella sta^
gazzini posti sott' acqua
,

gione

si

fan grassi

all'

eccesso.

di frequente che alcuni castori cevivano isolali .entro fosse, che scavano in
riva a' fiumi molto al dissotto della superficiequali si estendono a pi di
deli' acqua
le

Avvien

libi

cento piedi di lunghezza.

mano

eremiti o

cacciatori

terraiuoli

si

chia-

li

osservato

che la tor pelle sempre s distingue per una


macchia nera sul dorso.
II sig. Dupratz, in uno di/ suoi viaggi nella
parte settentrionale della Euigiana ? ebbe occasione d'osservare

travagli

duna

Avendo trovato presso


un fiume un rialto costruito da
pose per qualche tempo a
si
castori.

la

colonia di

sorgente d

questi animali,

dimora
con
accompagnavano, in una capanna
che piantarono poco discosto, onde poter esaminare a lor agio i fatti di quelle industri
bestie, senza per esser da esse veduti.
Aspettarono che la luna rischiarasse pienamente F orizzonte indi quelli
eh* erano in
prima fila essendosi muniti di rami d' alberi
ende coprire la loro marcia 5 tutti d' accordo
Gabinetto Tom. L
7
,

quelli che lo

11 castoro.
9
approssimarono alla diga, e praticatovi colla
pi gran diligenza e col pi profondo silensi

un

zio

rivolo o doccia

larghezza,

si

circa

di

nn piede

Appena l'acqua ebbe cominciato


,

sig.

castoro uscire

acqua.

nell'

scarpa
vi

a far stre-

correndo a traverso questa doccia


Dupratz e i suoi compagni intesero

pito

dell'

una

d'

delie

Lo videro

in

il

un

casuccie e tuffarsi

seguito montar sulla

argine, ed esaminare

era fatto. Batt allora

si

in

ritrassero tosto al loro asilo.

il

guasto che

quattro

volte for-

tissimamente e distintissimamente colla sua co-

da.

questo segnale l'intera societ de' castori


un tratto nelF acqua e arriv

precipit a

si

sul

d' essi

Quando

rialto.

parve

dare

abbandonarono

furono

vi
certi

all'istante

ordini

riuniti
,

Y uno

poich

quel luogo, e

tutti

di-

si

visero sopra differenti punti sulle rive di quella

specie

stagno

di

che

diga

la

veniva a for-

viaggiatori , trovandosi fra

mare. I pi vicini
e la gettata, dail luogo occupato da questi
di esaminare tutte
opportunit
grandissima
vano
a'

le

loro operazioni.

Alcuni castori formavano una sostanza

che

molto rassomigliava a calcina altri la trasportarono sulla lor coda, che serviva ad essi come
di treggia. Si erano essi distribuiti due a due
e F uno caricava l'altro. Quel cemento condotto
;

nel

modo

che

dicemmo

sino

alla

diga

vi

CASTORO.

IL

era ricevuto

altri

eia

deponevano

che

ii

gran
acqua che

nella doccia, e vel calcavano a

coda. Allora

colpi di

99
aspettavano

io

rumor

il

dell'

gi precipitava dal rialto, essendo cessato, uno


dei castori batt colla coda due volte. Tutti si
gettarono al fiume quietissimamente e disparvero. Quindi

Dupratz

sig.

il

suoi

compagni

viaggio andarono a riposarsi.

di

All'indomani
ta

mattina ritornando alla gettaosservandone il lavoro


ne abbatterono

una

parte. L'abbassamenti dell'acqua,

sult da questa operazione

fecero

mise

uno

di

venne

che

ri-

e lo strepito ch'essi

grande apprensione

castori in

essi

assai presso

a guastatori

per

veder cosa facevasi. Il sig. Dupratz temendo che non prendessero la fuga e non si
ascondessero nei boschi
se venivano turbati
davvantaggio , si ritrasse co' socii al solito po,

Uno

sto.

de' castori

sulla breccia,

vicinato

dopo

si

arrischi allora a venir

fiate come esploEsamin i luoghi


batt quattro volte
coda come aveva gi fatto il d innan-

allontanato pi

ratore.
colla
zi

al
d'

tutti

che

alternativamente av-

essersi

al

solito

andavano

sig.

Dupratz.

una mostra

minarla

chibugio

lo
li

al

di

uscirono

lavoro

pass

ed uno di quelli
molto presso

com'egli avea pur bisogno


che portava , onde esa-

ci

uccise.

Il

fracasso del micidiale ar-

fece sloggiare pi presto, che fatto

IOO

non

CASTORO.

IL

avrebbero cento colpi di coda del loro

lo

ispettore.

Altre fucilate

forzarono in seguito a

li

prontamente ne' boschi

gir

perturbatori tutto F agio di

Queste erano

abitazioni.

appuntati

terra e

mezzo

lasciando

esaminare

fatte

con

superiori

alle

pali

fugf-

a'

loro

loro

le

fissi

estremit.

in

pavimento solidamente
assicurato nelle profonde intaccature che permetteva la loro grossezza. Il sig. Dupratz e i
suoi compagni trovarono sotto F uno de' padi

era

essi

il

vimenti quindici
vata

scorza

la

da cui si era
parevano destinate

scheggie
e

elle

leal

iiudrimeolo de' castori.


Questi amfibii hanno due specie di pelo
l^urio , che fino al par di velluto , corto
:

folto

immediatamente

riveste

la

pelle

che
pi lungo e pi forte
xieopre il primo. Il secondo di pochissimo
valore laddove il primo serve a fare de' capI'

pi raro

altro

pelli? delie calze, delle berrette,

di

abbigliamento.

sono

oggetto
OD

nelF America
dell'

della

nelle

un.

di

solo

ed

pelli

cose

castoro

commercio

di

contrade

altre

di

settentrionali

ne vencompagnia
nell'anno 1798, ben

dieci

mille

mercato

se

dalla

d'Hudson; e
mila ne furono raccolte nel Camandate in Europa e nella China.

baja

cento e

nada

in

le

importantissimo
X
e

Europa. Pi

dettero

Quindi

sei

feribili

massime

tempo
lungo
lanza

lasciano

propria

T industria
cinale

la

che pu farne
La sostanza medi-

a varii usi,

castoreo

liquido nelle glandule

ciascun

inverno

furono
che consumano il pel
lanugine senza mesco-

de' manifattori.

appellata

se

Indiani

dagli

in

presi

de' castori

i
son preportate qualche

CASTOLO.

IL

Quelle

islato

in

de' castori

due once

ne produce

d' essi

trova

si

inguinali

all'

in-

circa.

Le

loro

di giugno

femmine partoriscono verso


non pi di due figli per

quali restano co' genitori fino

anni.

Allora

se

ne separano

all'

et

fine

la

volta
di

tre

costruiscono

per se medesimi. Che se nulla li


turba
ed hanno abbondanza di provigioni
in quella ove son nati
restano col padre e
la madre loro e formano doppia famiglia. N
gi sorprende che animali tanto socievoli diano
s grandi prove di attaccamento gli uni verso

casuccie
,

degli

altri.

Due

giovani

castori,

che

erano

stati

presi

una fattoria della baja di


Hudson, si mantennero sani per alcun tempo,
anzi ingrossarono a vista d'occhio, finche uno
vivi,

loro

di

condotti ad

por

accidente

fu

ucciso.

Quello che

sopravvisse fu tanto sensitivo a questa perdita,


si astenne volontariamente
da ogni oibo?
poco appresso mor.

<;ho

O 2

CASTORO.

IL

Non

spesso,

ma

qualche volta pur

si giunga
ad addomesticare simili animali. Il mffgfiore
Roderfort di Nuova York avea un castoro dell'et di sei mesi in sua casa, ove correa liberamente, non trattenuto da alcun vincolo; e
nutriva di pane e qualche pesce , di cui
si
era avidissimo, usandosi gran cura di mai non
lasciargli mancar acqua. Portava esso al luogo,
ove costumava dormire, quanti cenci o cose
morbide al tatto incontrava per via, e ne componeva il suo letto. Una gatta , che aveva

poc' anzi

partorito,

sua famiglinola; ne

pose.

E quando

prendeva
gli

stringeva

la

un

ne prese

colla

madre

picciolini

fra

teneramente

riscaldarli, restituendoli

castoro

il

possesso

vi

sue zampe, e se

le

seno, come per


che quella ritor-

al

tosto

nava. Vi fu pi d'una volta fra l'uno e


tra del brontolio,

ma

il

op-

si

allontanava, esso

si

castoro

l'al-

mai non

die

segno di voler mordere.


L'inverno la stagione che i cacciatori preferiscono, per andare in cerca delie capanne
dei castori. Essi ne otturano Y uscita dalla
parte dell'acqua, e ingrandiscono quella che
riguarda la terra. Dono di che vi introducono un cane a ci ammaestrato, di maniera,
che

s'

lascia

dietro.

impossessa
in

seguito

dei
trar

castoro
fuori

co' denti

per

le

gambe

si

IL

Gli

Indiani

alla

minciano dal trar l'acqua

hanno

castori
reti

formata

capanne,

le

I'OJ-

CASTORO-.-

vicini

Laja

$ Hudson

dalla

chiusa,

ne

indi

un

salvo

libero alla sommit, e per

foro
cui

vi

co-

che

coprono

di

che lasciano
penetrano,

i poveri animali spaventati, cercando fugper


le solite uscite, si trovano presi.
gire
In alcune parti della Laponia i cacciatori
a cui
pigliano i castori con rami di abete

onde

adattano

de'

nodi

Ma

ricorsolo.

da osser-

ogni volta che ne son presi due


poca distanza F uno dall' altro si mettono
reciprocamente in libert. Il castoro nativo
varsi, che

di quasi

tutte e parti

ma

ropa e dell'Asia;

settentrionali

dell'

Eu-

trovasi principalmente al

nord dell'America. Sembra pure ch'esso abbia

Gran Brettagna, poich

altre volte

abitato

Girald

Cbambrai assicura che frecruentava

il

di

la

fiume di Tivi nel

Candiganshire

abitanti del principato di

gli

dato

un nome,

il

qual

che

Galles gli avean

significava animale d

larga coda.

Trovansi ora

Change due

nel parco di Exeter-

(1806)

castori

condotti dalla baia d'Hud-

son dal capitano Turner, che aveva pure a


bordo un maschio ed una femina delia medesima specie co' lor picciolini; ma essendosi
sgraziatamente

cagno per

adoperato

foderare

piombo in vece

trogolo

di

ove bevevano.

IL

lOzj.

CSTOttO.

una notte

fareno

avvelenati

mi

metallo. Gli altri due,

tal

in

che

rosero

oggi sono

che

,
si
mostrano
ed anche si lanciano toccar facilmente; ma quando alcuno
lor si avvicina man c/ano un grido lamentevole, che molto si assomiglia a quello di

in

possesso

del

singolarmente

signor Pidcock

addomesticati

un bambino appena

nato. Lieti alcuna volta


giuocano l'uno coli' altro, e se
loro si porge qualche cosa con cui possano
divertirsi sembrano molto contenti
e lo strascinano pi lungi, che il permettono i lmiti,
fra cui sono racchiusi. Il loro custode mi ha
detto che loro avviene spesso di erigere u^
picciol palco coi rami di salice, che loro si
colla paglia
che
danno per nutrimento
e

scherzevoli

serve loro

di

letto;

che

ove non

si

inter-

rompessero in tal lavoro, ben presto si fug-girebbono, sormontando il chiuso. Rodono pur
con tanta perseveranza il legno della loro
stanzaccia
che si costretti ricoprirlo con
lamine di stagno o di ferro.
Il loro
nudrimento si compone di rami di
salice, di foglie di cavoli e di pane, cui sempre ammollano nel loro trogolo, prima di man,

giarlo.

piedi;
e

i loro pasti parecchie volle stanno in


veggonsi non eli rado lavarsi i piedi

pulirsi

denti. In

somma

la

natura loro

mitissima, e la mondezza non ordinaria.

CAPITOLO
Ma come
Menato

III

l'orso suol, che per le nette


sia da'

Passando per

Riusi o da' Lituani ,

la via

poco temere

L'importuno abbajar di picciol cani^


Che pur non se li degna di vedere.
Ariosto.

OR

JlLi

COM U N

E.

animale selvaggio e solitario

che

abita

caverne pi inaccessibili de' monti-, o i


luoghi pi appartati e pi impenetrabili delle
le

foreste.

Ha

occhi

li

guisa

di

gli

palpebre,

acutissimo, coscie e
arrampicai-

La sua voce

forniti

membrane*

1'

gri-fe

per

gli

alberi

che

fa

spesso

udire

minima provocazione.

Kamtschatka sono tanto codi rado errare per


pianure in branchi numerosi; e gi da lungo

Gli

muni
le

tondeggianti

il
muso aguzzo,
olfato
gambe forti e muscolose,

qual fremito grossolano


alla

e
di

adunche da pocon facilit.


un brontolio cupo, un non so

piedi assai lunghi e


tersi

brevi

orecchi

piccioli

orsi

nel

che veggonsi non

oG
GUSO COMUNE.
tempo avrebbero assai spopolato il paese, se
ivi non fossero di natura assai meno fiera

Vue

in tutte F altre parti

verno

del

globo. Neil' in-

principalmente le montagne ;
ma in primavera ne discendono in folla , e
recansi verso le boccne de' fiumi , onde prendervi pesce , cbe abbonda in tutte 1' acque
della penisola. Se ne trovano in gran quantit

abitano

non ne

volta che

rete

mangiano
caso

il

nassa

li

cbe

pescatore

di

e ogni
qualche
traggono daltesta

la

incontrare

fa

la

in

acqua con molta destrezza e s' impadroniscono di ci che contiene.


Quando un Kamtschadale scorge uno di
questi animali
cerca guadagnar alla lunga
l'

la

sua confidenza

accompagnando

suoi ge-

con parole carezzevoli. E per verit gli


orsi in quel paese mostransi tanto familiari
che le donne ed anche le faiciullette vanno
sti

a cercare

erba

mezzo

loro

di

male. Glie
si

accosta

se
alle

ricevere dalle
giare.

Mai
;

che

quegli

orsi

talvolta

raccoglitrici

per

mani qualche cosa da manfurono

veduti

assalire

un

del caso d'esserne svegliati all'ime

rado

di

tino ai cacciatori
feriti.

di

tranquille
lor

pel fuoco in

torba

mai ad esse non fanno

alcuno

non

uomo, fuor
provviso

radici

accade

siano o

nou

che

si

siano

avvenda loro

ORSO COMUNE.

Quest'indole mite

non vai, per a


Armato di mazza o
,

paese

va

calma

del

salvarlo

suo

persecuzione.

dalla

picca l'abilator di quel

di

ferocemente

ricercarlo

10J

orso del Kamtschaika

deli'

nella

fin

L' orso

secreto.

asilo

eli'

ivi

n pensa che alla proprende gravemente i fastelli che


pria difesa
e se ne giova a tuil nemico gli presenta
nulla medita di ostile,
,

rare
poi

1'

ingresso

ben chiusa

eh'

la

sommit, e

la

sua

dell'

che

sua

della

vi

lancia

ne

cacciatore

va

trapassare

animale. Talvolta egli distende

frequentala

sa

irto di

daii'

grossi chiodi

che cosa

assai

sfora

caccia senza pericolo proprio

che

La quale

spelonca.

il

orso

un

accanto

il

corpo

sulla via

asse

all'

greve, che Y animale

tutto

asse qualfa

cadere

rumore di
tale caduta corre attraverso 1' asse con magche altrimenti non avrebbe
gior precipizio
fatto. E sentendo una delle sue zampe infssa
Quindi

passando.

spaventato

dal

ne' chiodi

si

studia liberamela

fortemente colf

le

appoggiandosi
il do-

sue ferite e

occhi con

sono

Ma

non facendo che crescere


gambe di di e Ir
e si

lor suo

in sulle
gli

altra.

quelle

inchiodate.

dinanzi

Questa

vista

la

Ili

muore

alcune

parli

fra

delia

si

leva esso

agita

tavola

gli

costernazione, che gettasi a terra,


orribili

in

su

cui

di

manda

tanta
urli

pi vivi dolori
Siberia--,

cacciatori

&SO COMUNE.

IOB

alzano mia specie


posti

coni

eli

uni

gli

cadono insieme e
posa il piede su
scavar

quello

di

pianta

un

superiore

altri

F orso

prender

di

fosse

quale

il

quando

all'

al

orsi

cui

si

un piede

alza

s'

gii

mezzo

in

palo liscio e appuntato


,

quali

un trahocchello posto

d'

modo

Altro

gli

schiacciali

dissotto.

palco formato di pi pan-

sopra

estremit

da

circa

accuratamente
di zolle, e disponsi in mezzo del sentiero, che
una picciola
V orso ha in costume di tenere
corda , a cui appoggiata una figura elastica
di legno. Appena l'animale tocca tal corda
la figura si drizza in piedi; e quello, che ne
prende paura, cerca salvarsi colla fuga, e preRicopronsi

terra.

quelle

fosse

cipitando
del palo

nella
,

che

sventrato dalla

fossa
si

descritto.

questa prima insidia

Che

se

punta

sfugge a

dopo incontra pali di


si oppongono

ferro aguzzi, simili a quelli che


alla

di

dalla

per uscir
spetto,

il

d'

figura

mentre

fa

un luogo pieno per

cacciatore, che

sopra e
I Koriachi

collocati

il

poca di-

mezzo a questa specie

altra

frisa

lo spaventa

In

fossa.

di

cavalli

nuovo

gii

nemica

cavalleria

stanza

si

di

leone-

ogni
esso

di

sforzo
di

so-

tiene in imboscata,

mette a morte.

sogliono prenderlo della maniera

-seguente. Cercano qualche albero bistorto, che

abbia

presa

nascendo una

forma arcuata

ORSO COMUNE.

0<j

appendono alla cima, che in gi si piega, un


nodo scorritojo e qualche esca. \J orso affamato vi agogna e si arrampica ansiosamente
al tronco
ma da che tocca i rami il nodo
,

serra

si
l'

albero

animale

1'

soffocato

a cui resta

dal-

sospeso.

montuose

Nelle parti

cade

della

Siberia* quelli

che vanno alla caccia dell'orso, attaccano un


ceppo pesantissimo ad una corda i' una delle
cui estremit finisce in un nodo parimenti a
,

ricorsojo; e
zio

sul

che

frequentare. Questo

suo collo nel nodo


l'

nel

scaglia

lo

ma

il

ceppo

siili'

suoi sforzi

ci

alto

non

deia

gli

il

impedito dal-

prende con furore

precipizio

accade

montagna

fino a che la sua

strascinatovi

muore

esso pure dal peso di quello,

caduta. Glie se

di

aver cacciato

di

trovandosi

precipi-

costuma

Y animale

dopo

ostacolo oppostogli",

e lo

un

collocano presso di

il

cammino

della

sua

strascina

e ripete

rabbia

essendo

giunta all'estremo, o soccombe di stanchezza,


o p n termine

al

suo soffrire

precipitandosi

neY abisso.

L'orso ghiotto del mele, e questa sua goha suggerito ai Russi un mezzo di pren-

losit

derlo.

ceppo

Sospendono eglino ad una correggia un


lungo il tronco d' un albero ove l' api

haii posto
si

un

arrampica

loro alveare.

per giugimre

Quando
ai

Y orso

vi

favi, trovandosi

ORSO COMUNE.

1 I-O

molestato

eia

quel

ceppo

banda

cerea di

salire.

spinge

lo

Ma

il

da una

grosso legno

ritornandogli sopra, lo percuote

s forte, che
con pili violenza
ond' esso ricade vie pi ponderoso
e
la cosa va qualche volta tant' oltre che l'orso
rimane vittima della propria semplicit.
In alcune contrade del nord un sol uomo
senz' altr' arme
che
assale al piano un orso
un coltello ben affilato, ed uno stile a doppia
attaccato a un guinzaglio. Si attorce
punta

Y animale

incollerito

spinge

lo

*,

questo

mano

braccio destro, e collo

al

il

coltello

nell'altra,

s'

stilo

mente contro l'animale, il qual si


sue gambe posteriori a combattere.
stante che apre la gola

fonda

non

suo

il

stilo,

il

rizza sulle

Ma

cacciatore

e gli fa tal

ferita,

nell'i-

vi

pro-

che pi

pu egualmente

sente forza di resistere, e

essere pugnalato
al

nell'una

avanza ardita-

o condotto vivo dove piace

suo aggressore.

Non

avvi quadrupede,

sca pi utile

la

cui uccisione

Kamtschadali

rie-

che
Poich della sua pelle fan letti, coperte,
berette, guanti e collari peccaci, che tirano
ai

di

quello

l'orso.

le

Quelli che vanno su ghiacci, per cac-

slitte.

marini
formano la suola
con simile cuojo
che mai
non scivola. La grascia dell' orso tanto pi
secondo che pi nutriente e di
valutata
ciarvi

gli

animali

delle loro scarpe

OPlSO COMUNE.
pi aggradevole. Fusa poi

sapore

fin

pera in luogo

si

quella

delle

ben puliti servono


donne dagli effetti

riflesso dalla

belle del

le

or-

dell'

sacchiotto assai delicata; e gli intestini


sgrassati

ado-

deli' olio.

La sua carne, specialmente

viso

bene

a preservare

del

sole,

il

che

neve suol annerire la pelle. Cos


Kamtschatka serbano la freschezza

del lor colorito.


I

del^ orso

non meno
e

fanno cogli inimpannate da finestra

Russi di quella contrada

testini

delle

trasparenti

che

l'erba. I

vetri

di

Mosca

per tagliar
nativi del paese sospendono alle loro

suoi omoplati servono

falce

eli

capanne cosce e teste d'orsi, come tanti trofei ed ornamenti.


Sembra che i Kamtschadali siano pur debitori a questi quadrupedi di que' pochi progressi

che sinora

Osservando

hanno

fatti

nella medicina.

genere d'erba, che gli orsi applicano alle loro ferite o di cui fanno taste, e
tutti gli altri mezzi curativi
che impiegano
quando sono ammalati, hanno appreso a cui

rare s

sono

stessi.

mano danza
s

dell'orso,

fedelmente

male

Gli orsi, parimenti, dir

si

pos-

lor maestri di bailo. In quella, che chia-

che

Kamtsuhadali imitano

gesti e le

attitudini

deli'

non rimane dubbio intorno

anialla

scuola che ne bau ricevuta. Perocch esprimono

ORSO COMUNE.
I L2
suo andamento stupido e indolente, le sue
differenti posizioni e tutti i moti suoi; figurano
il

giuochi degli

orsacchini

maniera
onde
zano insieme e

lor

colle

il

maschio e

la

loro agitazione

madri

femiiia

la

la

scher-

quando sono

inseguiti.

Tutte
guardi

1'

altre

ai

salti

danze
dell'

stimate, quanto pi vi

somigliano

orso

pi ri-

sono tanto pi

hanno

conformit.

di

facilissimo addomesticar quelF animale

>

renderlo docile ed obbediente. Gli si insegna


ad andar ritto
a tener un bastone nelle
,

zampe

far

differenti

giri

per divertir

la

moltitudine, la qua! molto ride della, sua gofnel moversi che fa al suono di rozzo
strumento, o alla rustica voce del suo padrone.

fezza

Ma

le

crudelt ch'esercitano
,

affin

cazione

veramente

ch spesso

un

di

gli

fatto passare

dargli questa

esso

di

cavan

sono

specie

le

eduPeroc-

di'

odiosissime.

dopo avergli

occhi, e

gli

attraverso

sopra

cacciatori

cartilagini

del naso

che curvano in anello onde


condurlo, il privano d'ogni nutrimento, e l'opprimono a colpi sino a che si mostri sommesso alle loro barbare volont. Talvolta gli
insegnano a danzare facendogli posar i piedi
suonandogli
sopra verghe di ferro infuocato
intanto qualche piva o colascione , che ben
fil

di

ferro

corrisponde agli urli, che

gli

strappa

il

dolor.

ORSO COMUNE.

Ne

simili barbarie

clie

punto meraviglia, dice

fa

servano

di

qual

le

il

sig.

Bcvvick,

trastullo a un
paga
e si aifolla intorno al misero animale
per vederlo
imitare sgarbatamente le maniere dell' uomo.
Saria per a desiderarsi che i magistrati proibissero severamente ogni spettacolo di simil
genere, poich tornano a gran biasimo di una.

popolaccio stupido

il

nazione

tutti

divertimenti

che

disonorano

F umanit;

La femina

dell'orso porta in seno i figli circa


mesi, e ne mette in luce, generalmente
due per volta. Questi, nascendo, sono rotondi
quasi senza alcuua forma
ed hanno il
muso molto aguzzo; ma falso ci che gli
sei

antichi naturalisti
dia

loro

hanno

forma regolare

madre
La loro

preteso, che la
,

leccandoli.

lunghezza in quel tempo non pi di otto


pollici. Per lo spazio di un mese poi restati
privi di

luce.

Quando
verno

gli orsi

sogliono

vanno

esser

al lor

soggiorno d'inma dacch


;

grassissinn

in tale stagione non prendono quasi alcun


nutrimento, escono poi magicissimi in primavera. Al qual tempo, trovandosi nello stomaco
di siffatti animali che si uccidono una sostanza
schiumosa, si supposto che ne' freddi giorni,
in luogo di nutrimento, si sostenejsero lec~
cando le proprie zampe.
Gabinetto Tom. I.
g

ORSO COIULWE.

non ardiscono far fuoco


contro un orsacchiotto in presenza della madre; poich se quello ucciso, questa divien
I

cacciatori

la

cerca vendicarlo

furiosa,

mai

madre soccombe,

1'

altro

o perire. Se
le

poi

riman vieino>

esprimendo con tutti i segni possibili il suo


dolora. Non sono molti anni che un cacciatore
in una provincia d' Alemagna fu per perdere
la vita, poich avendo tratto d'archibugio sopra un orsacchiotto sotto gli occhi della madre., che un rovo gli nascondeva, questa con
un colpo improvviso di zampa gli strapp gran
parte della pelle del cranio.

Di raro

arme

l'

orso

offensiva;

nemico,

alla

teriori,

o,

ma

usa de' suoi denti come di


percuote ordinariamente il

maniera de' gatti, colle zampe anil


pu, lo stringe fra esse e

se

lo soffoca,

ORSO D'AMERICA.
In

ci

principalmente

differisce

Europa, che ha

quest' orso

corpo pi picciolo, il muso pi acuto, l'orecchie pi lunghe,


morbido, pi liscio, pi lucente,
il pelo pi
e la lanugine della mascella e del petto d'un

da quelli

bruno
Gli
alla

d'

il

rossiccio.

orsi

fine

d'

d'America arrivano nella Luigiaua


cacciati dalle nevi dei
autunno
,

I I 5
ORSO D AMERICA.
pi settentrionali. A quell' epoca sono
magrissimi attesoch non abbandonano il

climi
tutti

nord, che quando la terra tutta coperta di


gelo, e il cibo per conseguenza molto raro.
I\V paesi all' intorno del Mississip non si
allontanano che pochissimo dalle rive di quel
gran fiume, nelle quali restano frequentissime

orme dei loro passi, che i non


per orme di passi umani.

pratici pigliano

Dupralz dice d'esserne un giorno rimasto


ingannato, imaginandosi che migliaja d'uomini
fossero passati per

un

sentiero distante pi di

due miglia da ogni abitazione.


E bene il far osservare,
che l'orso* non

si

passo

ad

che

viaggiatore

il

picca

di

Quindi

alcuno.

non

la

faccia

questo punto di galateo

aggiunge,
n cede il
prudenza vuole
seco il sottile per
egli

civilt,

Verso la fine di dicembre, quando gli orsi


son divenuti s grassi e s indolenti, che appena possono camminare, e che uccisi trovansi
in istato di fornire grande quantit d'olio, i
selvaggi americani lor

cuni

osservano

in

danno

tale

tanto singolari, che

la

la

Ecco,

assai

die' egli,

in tale caccia dai

al-

cerimonie

relazione di Charlevoix

nel suo viaggio per l'America

deve riuscirne

caccia.

circostanza

Settentrionale,

dilettevole.

quanto pur oggi

non

cristiani.

si

pratica

6
ORSO D AMERICA.
Sempre un capo di guerra quegli che
ne indica il tempo e cliiama i cacciatori. AlI

l'invito, che

un digiuno

fa

si

di

con gran cerimonia, segue

otto giorni, duranti

eguali

non

prendere sorso d'acqua: gi pe' selvaggi il digiunare astenersi da ogni cibo e


bevanda. Malgrado, per, l'estrema fiacchezza,
a cui parrebbe dovessero per tal cagione esser
ridotti
non cessano di cantare per tutto il
lungo della giornata. Quel digiuno si osserva
lecito

onde ottener

dagli spiriti che faecian conoscere

in qual luogo

troveranno molti

si

per, d conseguire

pi

assai

un simile

incidono

vive

orsi. Affine,

favore, altri

in

varie

fanno
del

parti

con ferita ben dolorosa.


]d notabile, che mai non chieggono di vincorpo

le

loro

carni

cere que' furiosi animali,


in gran copia;

Giove, che

ma

mici,

il

ma

solo d'incontrarne

come Ajace non domandava a


rendesse vincitore

de' suoi

ne-

solo che gli concedesse abbastanza di

giorno per poterli vincere. Al medesimo intento


que' selvaggi mandano altres preghiere ai mani
delle belve

trucidate nelle cacce antecedenti; e

non sono occupati che di


questo pensiero, naturale che anche nel loro
come

sonno,

vegliando

il

quale, con quegli stomachi vuoti,

non

debb' essere molto profondo, sempre veggono


loro orsi.

Ma

almeno

pi gran parte,

la

a risolverli bisogna che tutti,


gli abbiali

sognati nel

ORSO D AMERICA.

medesimo luogo:

quest'accordo

l'J

alquanto

purch un abile cacciatore


due o tre volte di seguito in un luogo determinato, quasi tutti,
sia condiscendenza (perocch ninno pi con-

difficile.

Tuttavia,

abbia creduto vederli

discendente de' nostri selvaggi),

udirne parlare

di

vano T impressione,
gnali

stesso

lo

pi non
i

ove

dubita

si

dico,

tutti,

fngono

che a forza

sia

loro cervelli alfn ne rice-

in

averlo
si

breve
sognato

debbano

so,

volgere

passi.
Finito,

della
agli

caccia

cos,

il

un gran

altri

digiuno, e scelto

il

luogo

quegli che n' scelto capo dona

pasto, a cui nessuno inter-

viene, senza aver prima preso

il

bagno, cio

a dire senz'essersi gettato nel fiume, qualun-

pur che Y acqua non sia


non gi come
altri molti 7 in cui forza mangiar tutto, sebbene a lungo siasi digiunato; ma forse appunto
per ci ognuno vi si mostra sobriissirno. Chi
ne fa gli onori non assaggia nulla, e, mentre

que tempo
ghiacciata.

gli

altri

prodezze

si

faccia

Quel

banchetto

cibano,

alla caccia.

ei

racconta

le

sue passate

Al levarsi da mensa ripe-

mani degli orsi defluiti.


compagnia tutta maculata di nero e
in equipaggio, come di guerra, si mette in
tonsi le invocazioni ai

Indi

la

marcia fra
Cos

la

le

acclamazioni di tutto

caccia

non

fra

il

villaggio,

que' popoli

niente

men

01S0

nobile

un buon

clie

cacciatore

cata che quella

ch

la

D*

AMERICA*

l'arte bellica.

di

di

un guerriero famoso;

poi-

caccia fornisce a tutta la famiglia vitto

non

e vestimento; e oltre a ci
i

La parentela

anzi da essi pi ricer-

desiderii

de' selvaggi.

Ma

riputato gran cacciatore, se

si

nessuno

estendono
da loro

non uccide

dodici

ran belve in un giorno.


Que' popoli hanno per F esercizio
caccia due notabili avvantaggi sopra di

della
noi.

primieramente, nulla gli arresta;


non rovi, non fosse, non burroni, non stagni
non fiumi sempre camminano per la
via pi diritta. In secondo luogo ben pochi
50n gli animali, se pur ve n' alcuno, che
essi non
corso. Si sono Ira
al
ragfffi ungano
essi veduti
uomini arrivare ad un villaggio,
cacciandosi innanzi con una bacchetta molti
orsi da loro presi
come avrebber fatto di
un gregge di montoni. Del resto il cacciatore
poco deve approfittar per s stesso della sua
preda, cui obbligato distribuire con gran
e si lasci
liberalit. Se noi fa prontamente
prevenire da chi gliela tolga, forza che il
Perciocch,

soffra

in

silenzio, e

si

contenti

aver faticato pel ben comune.

per che nella distribuzione


abbia la prima parte.

*U tempo

dell'onore di

Non
la

della caccia cHeH'orso

si

sua

biasima
famiglia

V inverno^

ORSO D AMERICA

Dacch

1'

animale
i

sa

nella

soffia

cacciatore

il

gli

denti la canna della sua pipa acce-

inette fra

fumo

cos di

ucciso

pipa medesima

la gola

ed empiendo

e lo stomaco di

quello

suo spirito a non provare alcuno


sdegno di ci che ha fatto al suo corpo , e

scongiura

non

il

essergli contrario in tutte le

Ma come

lo

cacce

non risponde

spirito

il

future.

cacciato-

re, per sapere se la sua preghiera sar esaudita,

taglia

lo

scilinguagnolo

serba fino a che

sia

dell'

orso

nel

di ritorno

il

villaggio.

Allora in gran cerimonia e

dopo molte invo-

cazioni lo getta nel fuoco

contrae
lo

ha

placato
dell'

come

per
,

necessit

di

che

segno

lo

se crepita e

spirito

altrimenti presagisce

anno venturo

che rimedio; poich

non

ove
alla

fine

si

sempre avviene
dell'

infelici

cacce

trovi qual-

si

vi

le

orso

rimedio a

tutto.

I
cacciatori fanno buoni
finch
pasti
dura la caccia; e, per mediocre che riesca,
sempre ne portali seco di che regalare gli
amici e nutrir lungo tempo le loro famiglie.
Non , per verit, un piatto molto voluttuoso
questa carne aflimata; ma tutto buono per
de' selvaggi. i vedere il ricevimento che si fa
a'

cacciatori

1'

aria

di

contentezza e di com-

piacenza di s stessi, che questi prendono ira


le

lodi,

che loro

si

tributano, direste ch'e&4

T20

ORSO

ritornino

da

un

AMERICA-.

gran spedizione carichi


un popolo debellato. Coirvi en

delle spoglie di

essere

I)

qualche

valenl'

uomo,

cono eglino stessi

loro

senza

combattere e vincere

gli

si

dice, anzi di-

tanta modestia

E un

orsi.

per

altra

co-

che loro acquista non minori encomii


e
ond' essi traggono non minore vanit
si il
non lasciar nulla avanzare del gran banchetto,
sa

che loro imbandisce di nuovo al ritorno della


caccia quegli , che ne fu il condottiero. Presentasi in esso , per prima portata , il pi
che sia stato preso
grand' orso
ancor tutto
,

intero co suoi intestini

appena

gli

si

anzi colla pelle

abbrustolata

come

si

che

fa

coi

porci .
I

selvaggi

mesticano

gli

dell'

orsi

America meridionale addogiovani,

cui

spesso pigliai!

non. possono mangiare;


nel qual caso obbligano le loro donne ad allevarli col zampine tto.
Pi scrittori d'autorit hanno unanimemente
assicurato
che nessun europeo o americano
mai potuto uccidere un' orsa nel tempo
lia
della sua gestazione. In una sola caccia rimaser
s

che ancor

tenari,

vittime alla Virginia pi di cinquecento


vidui della razza orsina, fra cui

che due femine


di

tal

singolarit

maschi hanno per

non

si

non pregne. Cagione


che
mentr$ i
loro prole non so qual

ancor

debb' essere
la

indi-

trovarono

ORSO

D'

AMERICA.

avversione, che mostrali pure

altri

quadrupedi;

femine appena han concepito si ritirano in


fondo alle foreste o alle rupi
onde sottrarsi

le

ale

ricerche dei feroci mariti.

ORSO BIANCO.
dall' orso comune per ci che ha
e il collo, e, proporzionatamente al
suo volume tutto il corpo pi lungo. I suoi
orecchi e i suoi occhi son piccioli
e i suoi

Differisce

la

testa

denti

prolisso
stro

singolare

di

duro

tatto

al

membra

nelle sue

grossezza.

l'estremit del suo

muso

d'

suo pelo

Il

un bianco

apparisce gran
e le

gialla-

forza

sue unghie son

tinte di nero.
I quadrupedi della sua specie abitan le parti
pi iperboree del globo, che ben si accordano

loro

col

carattere

selvaggio.

Veggonsi

terre polari a torme prodigiose,

non

nelle

per
anche sui ghiacci fluttuanti a pi
leghe di mare. Di questa guisa sono essi pi
volte trasportati fino in Islanda. Per , dopo
il
limgo digiuno necessariamente sofferto in

terra

ma

questo

tragitto

assalgono

primo essere che loro


desi che
al

solo

si

indistintamente

presenta.

Ma

il

preten-

nativi del paese sfuggano facilmente

loro furore, se gettar possono sul

qualche cosa che

li

diverta.

cammino

kso manco.
guanto, dice il sig. Horrabow

proprissimo a tale effetto poich V orso non


procede oltre, che prima non ne abbia corrose
tutte le dita, il che esige abbastanza tempo,
perch la persona si metta in salvo, a
Accade assai spesso che quando un Groenlandese e la moglie sua si trovano in una
delie lor canoe sul mare, se di trppo si avvicinano ad un ghiaccio ondeggiante, un orso

isa

Un

bianco

salta

rovescia

si

nel

loro

asside

fragil

legno

se

tranquillamente

noi

lascia

si

condurre come uh passeggiero. Il Groenlandese


molto contento deli' ospite mostruoso
ma fa di necessit virt e lo conduce caritatevolmente riva.
Gli orsi bianchi son naturalmente feroci, e

non

se

ne videro

nella

Nuova-Zembla

marinai, prenderli per

la

pi gran speditezza e divorarli


lor camerata cast ernat issimi.
ritati

o provocati,

nella vendetta

si

come

assaltar

dei

gola , portarli via colla


alia

vista

Quando sono

mostrano

dei
ir-

pi pertinaci

potr giudicarsi

dall' a-

neddoio seguente.
Non ha molti anni , che V equipaggio di
una canoa che seguiva una nave alla pesca
,

della balena, tir a picciola distanza sopra

orso e lo
ribile, e

trova vasi

un

L'animale mand un urlo tercorse tosto lungo il ghiaccio su cui


feri.

alla

volta

del

picciol

legno

per

RSO BINCOv
raggiugnerlo. Si trasse

che parimenti non

suo furore. Poich gettatosi a


e presto pervenuto al battello , stese

accrescere

nuoto

fall

|3f3

un secondo colpo,
ma non valse che ad

allora

il

una zampa

sul

bordo,

l'afferr.

naio, ch'avea pronta una picozza,

Un

mari-

che dicono

d'arrembaggio, gliela tagli. L'orso allora, altro


seguit a nuotare dietro il lenon potendo
,

gnetto

anzi

naviglio

contro

gliate

di

tanto

accost

si

che pi archibugiate
,

le

vie pi ostinato

quali
f'

in

gli

piagarono.

il

modo

Ma

esso

che pervenne ad

fin
onde lutto
sopra il ponte
equipaggio fu in iscompiglio , e molti forse

arrampicarsi
1'

al maggior
furono sca-

rimanevan vittime della sua rabbia feroce , se


un nuovo colpo di moschetto noi distendeva a
terra.

Roberto Boyle

ci

ha

pintura della sagacia

fatta

di

cui

questa specie danno prova


preda.

Un

un* assai

Mia

di-

quadrupedi di
cercando la loro
i

vecchio capitano di vascello, egli

mi ha assicurato che gli orsi, i quali si


trovano in Groenlandia e ne' contorni di quel
paese hanno l' odorato eccellente malgrado il
freddo estremo , eh' ivi regna. Talvolta , quando
i beccai avean gettato al mare qualche carcame
di balena
e questo ondeggiando su' flutti gi
era a tre o quattro leghe dalla costa, distanza^
dice,

a cui era impossibile vederlo, quegli animali,

ons BIANCO.

neh ultima

Seesi

riva

poteano

parea che

raccoeliessero sotto

ritti

posteriori

sulle

F aria con quanta forza

gambe respiravano

lor

colle

loro

le

zampe davanti
narici.

la

Assicurati

(per ci che suppon lo scrittore) della parte,


onde l'odore veniva, scagliavansi all'acque, e
navigavano in retta linea verso la balena; dela
qual cosa e il capitano e parecchi furono testi-onde accerseguendoli su' loro schifi

monii
tarsi

che

naso di questi annuali poteva ser-

il

vir loro di guida,

non bastava a
Il

tale

quando l'organo

pasto favorito dell'orso bianco

di foche,

morse,

di

d' altri pesci

mente
nimale

di carcami

mare.

di

Assale

walso o cavai marino

il

com'

prodigiosa^

fornito

quasi

esce

della vista

officio

si

compone

balena, e
esso frequente;

di

ma

quest' a-

zanne d'una forza


sempre vincitore dal

di

combattimento.

Quando
dal

gli

orsi

mare Tanno
,

trovansi a qualche distanza

alla

caccia di daini

e d' uccelli nei loro nidi, e

di

lepri

mangiano diverse

incontrali per via. Neltengono principalmente ncll' isota


poste sotto la zona glaciale, passando frequcn^
temente dall' una all' altra. Secondo il signor
Bewick essi far non potrebbero sei in sette
leghe continue nuotando; ma il sig. di Buffon
dice che ne fanno appena una sola; che in

specie di coccole clus

1'

inverno

si

ORSO BIANCO.

:2J

Norvegia inseguonsi fcilmente su piccioli batelli


poich ben tosto sono stanchi; che talvolta si
attuflano nel!' acqua
ma non ci restauo che
e che per paura di annegarvi
alcuni secondi
si espongono a farsi uccidere alla superfcie.
Quando alcune masse, enormi di ghiaccio, o
per forza di venti, o per urto delle correnti
son distaccate, lasciansi gli orsi trascinare con
come n possono abbandonarle
n
e
esse
riguadagnare la sponda, avvien loro spesso di
perire in alto mare; L' orsa bianca partorisce
idue orsacchiotti ad un tempo; e l'amor che
poi regna fra essi e la madre s forte, che
preferisce morire, anzich ne' pi gran pericoli separarsi da loro. Il caso, che riferiremo,
ne sar prova singolare,
Veleggiando, pochi anni addietro, un naviglio inglese per fare alcune discoperte verso
e trovandosi impedito
polo settentrionale
il
una mattina il piloto die' avviso
da' ghiacci
all' equipaggio
che tre orsi bianchi si avvicinavano e gi erano a poca distanza. Certamente erano stati attirati dall' odore deli' olio
,

un

marino ucciso da alcuni giorni


ardeva sul ghiaccio. I tre animali
intanto, furono riconosciuti essere un' orsa e due
d'

vitello

e che

ora

orsacchiotti

quali
di

si

quasi forti

al

precipitarono verso

mezzo

alle

fiamme parte

par della madre,


il

fuoco, e trassero

della carne

di

ima

>

OUSO BIANCO^
I 2$
morsa non ancor consumata, e

la

divorarono.

equipaggio allora gettaron sul ghiaccio altri pezzi della morsa medesima, che lor
rimanevano. La madre venne a prenderli l'un
Alcuni

altro , sempre portandoli


ne ritenendone per se che

dopo
figli

dell'

dinanzi

1'

porzione.

Ma

intanto, eh' essa veniva a pigliarsi

f ultimo brano
contro

ai

piccioli ssima

marinai trassero

gli orsacchiotti, e

indi anche alla

gli

d'

archibugio

uccisero ambidue;

madre diressero

loro colpi

mortalmente. I cuori
pi insensitivi avrebbero versato lagrime di
compassione, vedendo il tenero interesse, che
questa povera bestia prese alla sorte de' figli
suoi ne' loro ultimi momenti, sebbene tormentata essa medesima da piaga
s
grave
che
appena le permise di strascinarsi dov' essi

per

^senza

altro

ferirla

erano. Apport loro quanti frusti di carne pot


raccogliere

all'

li

toccavano

intorno

gli

mangiane

eccitamenti a

distese le

invit

con dolci

come vide che non


sue zampe prima sule

uno e poi sull'altro, cercando farli rialzare,


e mandando gemiti dolorosi. Quando vide che
non polea farli movere si allontan da loro;

1'

ma

dietro

si

era in essa.
tare
li

si guard admise ad urlare con quanta forza


Poi ritorn a' figli, si mise a fiu-

poi che fu a certa distanza

intorno

di

loro, e di

mir, ripetendo

gli

nuovo attentamente

urli di

prima. Sorpresa

ORSO BIANCO.

I3tJ

gran moto si diede inecchiamandoli


torno ad essi , carezzandoli
citandoli. Convinta alfine ch'erano senza ca-

die non

la seguissero,

lore e

senza vita

vascello

alz

sperazione a cui

un

marinai

incontro

testa

la

intendere

fece

fremito

suoi

al

di-

con una
mezzo ai

risposero

Scarica di fucili Essa cadde allora in


figli

di

spir leccando le loro piaghe .

maschi, a certo tempo

dell' anno, sono s


femine loro, che il sig. Bearne
assicura averne frequentemente veduti stender

affezionati alle

le

zampe

sulle

proprie compagne state uccise;

morte

e fedeli alle loro spoglie preferir la


l'

In inverno questi

neve

nella

rimangono
che

o sotto
in

uno

pajono

animali

cumuli
stato

del polo

regioni

le

dai raggi

del sole. Di

quelli

che

non
nali

ghiaccio

torpore

di

ove

fino

avvivate

i quadrupedi
essi
sfuggano il calore. Il

tutti

pi

un

orso, che rimaner

volle in sua casa, duranti

quantunque

addormentano

si

di

artico siano

professor Pallas parla di

abitasse

la

clima freddo eccessivamente.


al

al-

abbandonarle.

giorni inver-

Siberia

Un

il

cui

altro, ch'era

giardino delle piante in Parigi, trovavasi cos

incomodato dal caldo, che


in tutto T

anno

suoi custodi erano

obbligati gettargli

adesso ben

settanta secchii d' acqua ogni giorno, per rinfrescarlo.

12$

COATI O RATTGNE.

IL

Quest' animale

un

po'

meno

che

grosso

un tasso ed ha- appena due piedi di lunghezza


non contando la coda t che presso a poco
di undici pollici. Il sua dorso un po' arcato,
posteriori sono pi lunghe
e le sue zampe
che quelle davanti. La sua testa rassomiglia a
quella di una volpe
ma colle orecchie al;

mei

quanto

lunghe, e con mascella superiore


proflatissima e pi grande che 1' inferiore. Il
color del suo pelo d' un grigio carico
ma
la faccia bianca
e gli occhi sormontati da
;

una

nera, che assottigliasi in bruna e

lista

prolunga fino
li

coati

isole

deli'

si

naso.

al

America, e

trovasi in

in.

differenti

India occidentale.

Suo nudrimento
il

nello stato di natura sono


canna del zuccaro, e differenti spefrutta. Si presume, per, che divori

mais,

la

cie

di

gli

augelli, e le loro ova.

le

coste del

mare

pesci con scaglie

Dicesi

guscio
le

che
si

spii

apre

Quando

e specialmente

abita presso

mangia gran quantit

il

momento

che

unghie, e ne cavi

in

di

ostriche.

di

cui

il

loro

destramente

v'

introduca

il

pesce a piccioli pezzi.

Talvolta, per, l'ostrica

si

chiude ad

un

tratto;

zampe dell' animale ci restali prese


esso
non pu pi correre ed ben tosto sopraffatto dai flutti del mare, ove si annega.
le

I^g

O BATTONE.

fh COATI

Molta industria parimenti il coati d a veliere nel prendere i granelli marini. Brickwall
narra come

tiene in riva alle paludi, e attuffa

si

nell'acqua

la

sua coda, che

per una qualche

esca

Appena l'animai
scossa, e

li

granchi pigliano

onde

vi

attaccano.

si

sente, sollevali

d'una

trasporta a qualche distanza.

li

sola

Vo-

lendo mangiarli , ha gran cura di porli di traverso nella sua gola , per tema d' esser ferito
loro punte. Una specie di granchi di
dalle
che s' incontra di frequente in certi
terra
,

arenosi

sfondi

Carolina

della

settentrionale

forma spesso il suo iudrimento. Esso


cacciando una delle zampe davanti

li

prende

nella

sab-

bia, e portandoli cos alla superficie del suolo.

Quest' animale

dorme gran parte

eccetto ne' tempi


allegro e vispo

sime,

gli

ciba particolarmente

si

notte, attesocene

nuvolosi.

dan modo

mente per

gli

sue grife

le

di

alberi

di

nella

del giorno,

natura assai

che sono acutis-

arrampicarsi facilissimaanzi

di

salire

fino alla

lor cima. Addomesticato, fa mille graziose paz-

E sempre in moto ; mostrasi malizioso


quanto una scimia; tutto palpa colle sue zampe , che gli servon di mani onde pigliare ci
che gli si porge, e mettersi il cibo in bocca.

zie,

Mangia
nie

ritto

ed ove

in piedi,
si

lasci

ama molto

fare

s'

le

ghiottor-

inebria di liquori

forti.

Gnme Ito Tom.

I.

i3o

il COITI O RU3BQNJ&
Blanquart des Salines scrisse al conte
di Buffon in proposito di quest' animale nel
termini seguenti
sig.

II

mio

Il

coati

prima

di passare

tivit

si

mostrava

carezzevole.

sempre visse alla catena,


mie mani. In tale catassai docile
sebben poco

nelle

Le persone

casa

della

ma

tutte r istesse dimostrazioni

veva, assai differentemente.

Ci

gli

egli

facean

le

rice-

che piacevagli

n mai prese
si
ruppe a e
allora la libert lo rendei insolente. Impadronivasi di una camera, e non soffriva che alcuno se gli avvicinasse^ onde riusciva difficiuna, offende vaio

dall'

Talvolta

scambio.

lissimo

il

nell'altra;

la.

racconciare

suo soggiorno presso

sua

di

catena

suoi

Dopo

vincoli.

me,

il

sua prigionia

la

frequentemente fu sospesa. Senza perderlo, di


vista,

io

lascio

eli' ei

sua catena; e sempre

s'

le

aggiri a piacere

mi esprimono la sua riconoscenza. Non


quando fugge da so medesimo.
cos
,

per tre

esso va errando
seguito- pei

tetti

del

colla.

sue graziose maniere;

quattro

vicinato
'

ti

per

Allora

giorni di

discende la

mira

le

notte nelle corti, entra ne polla], strangola 1


mangia, loro la
volatili , che vi si trovano ,
lesta

prende

galline di faraone.

particolarmente

La

sita

catena

di

noi

rendea.

ma soltanto pi circospetto,
gi pi umano
Esso impiegava allora l'astuzia, e famigliarizzava
,

i3r
il corri o fattone"
permettendo loro cl venir a dividere il suo pasto
finch ne prendeva ime gli facea pagar cara la
provviso qualcuno
sua confidenza. Talvolta anche piccioli gatti,
ebbero a provare la medesima sorte;
Quest'animale, sebbene leggierissimo,. non
ed io dubito
h'a che de' movimenti obliqui
che possa mai raggiugnerne altri in corso.
e basta
Apre esso a meraviglia le ostriche
rompergliene la cerniera , che le sue zampe
avere il
Lamio il resto. Deve
sicuramente
seco

polli

squisito in tutte le cose di suo bisogno;

tatto

poich
deli'

la

di

rado

ser*vesi

esse

della

vista,

odorato. Riguardo all'ostrica, per esempio,

passare

fa

sotto

le

sue

zampe

di

dietro

?i

poi, senza guardarla, cerca con quelle dinanzi

pi

parte

la

fragile

apre alquanto

cava
ci

il

le

l'unghie, ne
pezzo a pezzo ne

caccia

vi

scaglie

pesce, senza lasciarvene vestigio, n in

il sxio
naso che tien lonsono del minimo uso.
Se il coati non molto riconoscente
carezze che riceve, - per singolarmente

suoi occhi o

tani gli

alle

sensitivo ai cattivi trattamenti.

Un

un giorno alcuni

casa gli diede

servitore di

colpi

di

scu-

invano poi cerc riconciliarselo. N


ova
n locuste marine , cibi deliziosi per
queir animale
han pi potuto calmarlo. Al-

riscio

l'

avvicinarsi del percussore,

si

agita, infuria, lo

l3a

suoi occhi scintillano, slanciasi con-

tro di Ini
si

RT'ONE.

IL COA.TI

investe,

presenta

manda

gridi di

rifiuta,

il

dolore

sino a che

il

quanto
nemico

gli
sia

scomparso. Gli accenti dell' ira sua son singoperocch or ci sembra di sentire il filari
:

schio del chiurlo

ora

rauco abbajare

il

d'

un

vecchio cane.
s'
assalito da un
3)
Se alcuno il batte
animale che crede pi forte di se , non oppone alcuna resistenza. Simile a un riccio
,

marino asconde

gambe

sfugge

i>li

fa

la

testa

e le

del suo corpo

un

sol

zampe fra le sue


un gomitolo non

lamento, "e

in

tale

stato

soffrirebbe la morte.

fieno

Ho
,

osservato ch'egli mai non lascia ne


ne paglia nel suo covacciolo; ma pre-

di posare sul legno. Quando gli si d


strame, lo sparpaglia in sull'istante. Mai non
potei accorgermi che patisse il freddo; poich
di tre inverni, due ne ha passati esposto a
ed anche senza tetto
tutti i rigori dell' aria
e coperto di neve stava benissimo. Non pare
eh' ei cerchi in modo alcuno il calore ? mentre
negli ultimi geli avendogli io fatto dare acqua
tiepida ed acqua fredda separatamente , queebbe sempre da lui la preferenza.
st' ultima
E potendo passar la notte ben guardalo nella
am spesso dormire in un angolo
scuderia

ferisce

della

mia

corte.

UJ

O RATTONE.

IL COATI

Por mancanza o scarsezza di saliva, a ci


ch'io suppongo, quest'animale ama clie il suo
cibo sia inzuppato cV acqua. Non cerca gi di
inumidire la carne fresca, che ancor fa sangue, non una pesca, per esempio o un grapladdove tutto quel che secci
polo d' uva
lo ammolla in fondo alla sua terrina.
I fanciulli son uno degli oggetti dell'odio
i
loro pianti lo irritano ; esso fa tutti
suo
gli sforzi per islanciarsi contro di loro. Una
caglinola , cui molto ama
da esso corretta
severamente, quando si avvisa di abbajar con

-,

Non so perch diversi altri animali


abboniscono egualmente le grida. Nel 1770
asprezza.

io avea

cinque sorci bianchi. Mi entr

priccio di farne gridare

tarono sopra di esso

uno

gli

e poich

altri

da

il

si

ca-

get-

me pun-

zecchiato continuava, quelli lo strangolarono

Non

si

d caccia

al

suo pelo
del quale i
stima sopra ogni altra specie di
,

che in grazia dei


capellaj fanno uso e

coati

feltri

dopo

Se ne fanno pur anche


fodere agli abiti, e guanti, e tomaje di scarpe.
La carne poi di quest' animale piace molto ai
negri
onde ne fanno spesso il lor pasto.
Avvi ora (1806) alla torre di Londra una
femina del coati, la qual vi dimora da quattordici anni
sicch f et i' ha resa cieca. Il
maschio che divideva altra volta la sua stia
del

quello

castoro.

IL COATI

34

O iUTTOlVE.

entr un giorno, per caso, in quella dell'orso


di Groenlandia, che lo divor.

Quanto

particolarit di sopra

alla

dell' inzuppare
dure, che gli

cio

si

Greenfield nega

che

danno
d'

fa

coati

il

riferita,

cose

le

mangiare, il signor
aver mai nulla "veduto di
a

somigliante.

Un

coati

dell'

America settentrionale

che

oggi nel parco di Exeter-Change dicesi che

consumi

circa

una mezza libbra

di

carne cruda

per giorno,

IL
1/ ordinaria

TASSO.

lunghezza

quest animale

di

non condue piedi e mezzo


all' incirca
tando la coda, che per se sola sei pollici.
Esso ha gli occhi e le orecchie assai picciole,
e 1' unghie delle gambe anteriori lunghe e diritte. d'un color grigio sul dosso, e affatto
se
nero sotto il ventre. Ha la faccia bianca
non che d'ambidue i lati della sua testa vedesi

di

una

nera piramidale
che s alza sopra
Il suo pelo ruvido ,
e i suoi denti' non meno che le sue grife sono
di molta forza. Abita esso quasi tutte le parti

gli

fascia

occhi e le orecchie.

temperate dell' Europa e dell' Asia.


E animale affatto innocuo, che vive principalmente di radici , di frutta ^ d' altri cibi
,

IL

pochissimi animali

assaltar

punemente. La destrezza
si

difende contro
le

clie

mezzo

battaglie

tali

che

Jo

potrebbero

im-

coraggio, con cui

il

belve feroci, son cagione^

le

gli

un

diventino

popolare. In simili circostanze

tura indolente,

armi

di

che sovente

cani

dei

l35

TASSO.

per fornito

va

vegetali;

oppone

pi

la

danno per

si

divertimento

sebben

di

vigorosa

stenza, e fa talvolta ferite profondissime

La sua

avversarli.

tempo

denti

ma

dura
fa

non

che

che

pelle

ove

solo

1'

volgersi incontro di loro

rintuzza

atterrino
e

ferirli

suoi

a'

un

ad

floscia

na*-

resi-

loro

esso possa

nelle

parti

pi sensitive. Cos dura talvolta a lungo contro


gli

assalti

dal

numero

ripetuti
,

dei

e lasciato

cani,

finch

oppresso

senza forze dalie ferite

costretto di soccombere.

Gli animali della sua specie vivono ordinariamente a coppia , e producono quattro in
cinque figli tutti gli anni. Amauo luoghi boscosi

fenditure

medesimi

di

rupi

covili

sotterranei

formano, ed ove stan nascosti l' intero giorno ; per uscirne poi al venir della notte. In certi tempi la loro inerzia
la lunghezza dei loro sonni
li fa coprire d' eceh' essi

si

cessiva pinguedine.

Duranti i gran freddi dei rigidi inverni rimangonsi essi in una specie di torpore e dormon comodamente sovra un letto d' aridi
,

l3S

TL

TASSO.

erbaggi. Portano all'ano

depongono

cui

orifizio

di

borsa,

ine

una sostanza

di

continua

qual fluisce

la

secrezione

la

bianca

fetida

loro

una specie

manda un odore

il

dal

pi disag-

gradevole , ina ove pur essi ficcano


per gustare pi soave il riposo.

naso

il

Altro mde non sembrano fare al mondo


che un po' di raspamento di terra e di buehe per ritrovare di che nudrirsi; il che sempre avviene nelle loro escursioni notturne. E
come questo d un po' di noja a' padroni dei
fece
luoghi, ove cagionano qualche guasto
,

che

pensasse

si

modo

al

di prenderli, che

01?

diremo.
Scoperta che
sacco

al

assenti

siasi

suo ingresso

un uomo

loro tana,

la

mentre

vi

si

si

pone un
sono

notte

di

tiene di guardia

mentre un altro con cani fa la ronda pei campi


onde sforzare i girovaghi a correre al loro
,

rifugio.

Appena

tasso nei
via

11,011

se

l'

sue setole

pelle
si

fa

si

animale

difficile

La sua

la sentinella

sacco

s'

accorta che

innanzi

ancora

sid

sei

il

porta

crescere

addomesticarlo.
serve a differenti usi

compongono

pennelli.

e delle

Avvi chi dice

ohe della carne dei tassi ben stagionati e


pasciuti si fanno ottimi presciutti.

hm

GHIOTTONE.

IL
Trae

il

nome

suo

dal suo appetito

tosto dalla sua Yoracii

si

Europa

e nelle parti settentrionali dell'


l'

America.
Il suo corpo

all'

contar

coda

senza

quattro.
siccio

Il

ma

la

o piut-

trova in Siberia

incirca lungo tre


,

con cui

del-

piedi

sarebbe di

lo

suo color generale un bruno roslungo il dorso di un nero lu-

cente.

Le sue gambe
atto alla

corsa;

assai

ma

le

rendono poco

corte lo
grife

son

apposta

fatte

per arrampicarsi sugli alberi, ove il ghiottone


resta tutto il giorno ad aspettare la preda. Il
renne e V alce sono il suo boccon favorito, e
quando ne vede venir uno gli si slancia in
groppa lo piglia per le corna, gli cava gli
occhi , gli d s intoUerabil tormento
che il
povero animale per mettervi fine, urta il capo
in un tronco con quanta forza pi pu onde
cade morto all' istante. Che se non ha questa
sorte, il suo crudele nemico si fa a succhiargli il sangue
indi a mangiarne a crepapelle
,

la

carne,

finch

s'

addormenta

letargico presso alla vittima.

tone

ricuperato

ricomincia
avanzi.

il

il

suo

in

Ma

uno stupor
poi

terribile

rivenuappetito

pasto finche della preda pi nulla

l38
l

sig.

di

IL GHIOTTONE
Buffon asserisce che appena l'ani-

morto
nasconda sotterperch altra belva non ne mangi; e eh esso
ra
medesimo non cominci le sue grasse merende
che quando ben sicuro del fatto suo.
Lepri, sorci, uccelli e fin carogne tutto
male

su cui

il

ghiottone

costui lo faccia a pezzi

si

buono

alla

sua insaziabilit,

li

scaglia,

CAPITOLO
TX1 bionda Ni gr in riva
Umor del Gange in

39

IV.

o presso ai sacri
solitaria selva

Tranquillo al rezzo di vetuste piante


L' adiposo elefante si riposa ;
Avveduto animai d' unica forza
Ma dal nuocere alieno. Rinnovarsi
Ei 1' et vede , rumar gli imperi ,
INovi apparirne e cangiar volto il mondo.
XHOMSOjr.
,

ELEFANTE

L'

desso

e merita

il

pi grande di

a mille riguardi

sua natura

quadrupedi

nostra pi sin-

Cresciuto eh'

golare attenzione.
alla

tutti
la

sia

ei

appartiene, tocca

s'

quanto

dieci

dodici piedi d' altezza, prendendolo dai piedi

parte pi
largo

sei

del

elevata

o sette

dorso

corpo di quest' animale


collo brevissimo

o tromba

quale

ben

protuberante.

tozzo

corto

Il
il

grossa la testa con proboscide

die scende insino a terra,

picciola e stretta

mascella superiore

la bocca
con due zanne sporgenti dalla
,

senza

contare

denti pur mascellari. I suoi

penetranti

il

e alquanto

alla

1$

occhi

orecchie grandi

otto

son

grossi
vivi

pendenti,;

e
te

I Zf

gambe

ELEFANTE.

L*

e massiccie, che gli servono

cilindriclie

per cos dir di pilastri onde sostenere Y enorme suo peso i suoi piedi cortissimi quei
dinanzi pi larghi e pi rotondi che i superiori. Esso ha la
pelle durissima , principal,

mente
il

qual

sulla pancia ,

accosta

si

F elefante

dice

di

sig.

il

un
di

bruno carico,
La tromba del-

color

nero.

al

Buffon

composta

membrane, di nervi e di muscoli, ed al


tempo stesso un membro capace di movimento
e un organo del sentimento. L' animale
non solo pu muoverla e piegarla ma pu
di

altres

raccorciarla

gerla per tutti

allungarla, moverla e vol-

lati.

All'

estremit

di

questa

tromba un orlo o escrescenza, che vi si allunga al disopra in forma di dito. Con esso
l'elefante fa quanto noi facciamo leva da terra
pi piccioli pezzi di moneta
coglie Y erbe
i
ed i fiori, scegliendoli uno ad uno; snoda un
cordone
e chiude le porte
volgendone le
chiavi o spingendo il chiavistello.
Singolare veramente la facilit con cui
T elefante adopera la sua tromba, la quale suol
;

piedi di lunghezza,

essere di sei o sette

minciando con gran volume

alla

e co-

radice via via

La poca estenquadrupede ben


compensata dalla molta di questa tromba la
cui struttura mirabile
e eh' esso applica con
si

diminuisce fino

sione

del

collo

di

all'

estremit.

questo

l'

tamta agevolezza

rlram

elefante.

iif*

suoi bisogni, che

a'

dottor De

il

riguarda come una prova manifesta delia

la

sapienza divina.
denti mascellari

come

feriori

dell'elefante, cqs gli

superiori, sono di

in-

grossezza,

tal

che contribuiscono a rendere stretta la sua bocca.


gi gli sarebbe inutile averla pi larga

Ma

poich

forza

la

di

trita a

ci

non ha bisogno

fare

gli

scia

superficie

tigliala

qua

lunga

picei ola

rotonda

per

masticazione,

La sua lingua

per-

non

corta

piana

pu

per

la

di

li-

asso-

dirsi

co-

degli animali d' ogni specie.

Le zanne
1'

tale,

alimenti,

a differenza di quel che

munemente
cava

bruti,

altri

medesima

ragione

pi

denti

suoi

gli

di portarli

una

subir loro

come

tutti

primo colpo

che

avorio

di
,

questo
variano

oude

grossezza

quadrupede
per

la

pi lunghe, che siansi portate in Inghilterra, sono di sette in otto piedi,


e pesano dalle cento libbre alle cento' cinl'estensione:

le

quanta. Di rado se ne veggono nelle femmine,

veggono assai picciolo e rivolte a terra.


Nell'uomo e negli altri animali (per ser-

si

espressioni del sig. di Buflon, dacch nessun altro stile potrebbe ugguagliarsi a
quello di s gran naturalista), l'epidermide
ovunque aderente alla pelle; nell elefante

virci delie

soltanto attaccata ad alcuni intervalli ?

come

il

ELEFANTE.

l'

l4'2

sarebbero due stoffe di un trapunto. Quest'epidermide naturalmente asciutta e facile ad

Dove non

ingrossare.

in tutti

callosa, negli

luoghi ov'

golo delle mosche


e?

si

fa

meno dura
sentir

screpoli,
,

il

pun-

molesto al

die impiega non solo que' movimenti, che posson dirsi involontarii, ma quelli
pure che dipendono dall' intelligenza e dai!' industria, per liberarsene. Perocch si vale della,
della proboscide , onde
coda , dell' orecchie
colpire gli importuni insetti
ed oltre di ci
con rami d' alberi
e fasci di paglie si d a:
flagellarli , e se questo ancor non riesce
racparti
coglie polvere
e copre con esse
le
pi sensitive del suo corpOi Di questa guisa
. stato
veduto premunirsi pi volte in migiorno
e premunirsi a proposito
cio all' uF elefante

.
bagno
o
Principal nudrimento dell' elefante 1 erba;.
quando non ne ritrova dissotterra colle sue

scire

dal

zanne tante radici che vi suppliscano; Ha poi


cos fino
odorato
che facilmente g tigne ascoprire il miglior cibo
evitando ogni specie;
di piante nocive. Addomesticato che sia, mangia fieno
grande
e beve
avena ed orzo
quantit d'acqua, cui aspira colla sua tromba,
e porta in seguito nella sua gola. Sembra che
,

fosse

costume

di

onde
quando spin-

dargli spiritosi liquori,

inebbriarlo e renderlo furioso


gevasi ne' combattimenti.

elefante.

l'

43
compia una luni

Si preteso che l'elefante

ghissima carriera

vivendo

oltre

cento

ai

nie r

il

quale-

ha viaggiato nell'India, dice di

non aver mai potuto

assicurarsi

positiva del viver suo,

ma

durata-

della

un cornac (con-

che

dottiere d'elefanti) gli dichiar di conoscerne

ch'era stato- sotto

la

guardia dei padre

d suo avo, onde,, giusta


a

saliva

Tav er-

fino ai cento venti e cento treni' anni.

cento

venti

il

uno v

deli' avo

suo calcolo,

si

ri-

cento trent' anni.

per generalmente attestato, che un tal animale giugne ad avanzatissima et, sebben vada>
soggetto a non poche malattie.
Gli elefanti prendono la pi gran cura dei
figli
loro , e preferiscono il morire al vederli perdere la vita. Secondo il sig. .di Buffon essi per lo pi camminano di compagnia
in questa, guisa
il pi A ecchio li conduce
il
secondo in et- gli spinge innanzi
onde vie
1 ultimo; i giovani eie femine stanno in mezzo;
7

e
in?

madri portano

le

certa

scidi

guisa

loro

abbracciati

piccioli

colle

tenendoli

loro

probo-

Quando
taro specie

coprirlo di

gli

elefanti

incontrano alcuno della


fanno a risi

morto ne' boschi


rami d' alberi
di

erbaggi

di

quanto possono ritrovare. Che se un d' essi


ferito
gli altri ne prendon cura; gli portano
di che nudrirs
e tutti si riuniscono
onde
salvarlo dai cacciatori che l' inse^uono.
-

l'elefante,

44

le f mine

Gredevasi altre volte che


sero esse

medesime

smetterlo

a'

ma

ba;

tale

succhias-

proprio latte, onde tra-

il

loro piccioli per

mezzo

trom-

della

asserzione assolutamente erronea.

Corse ne assicura nelle sue Piicerche


aver veduti giovani elefanti di
di
cine o tre anni succhiar colla bocca le mamcomprimendole alquanto
melle della madre
colle ancor tenere proboscidi. E qui noteremo,
Poich

J.

Asiatiche

come

osservazioni recenti de' pi moderni


distruggono affatto le antiche opinioni
intorno alla supposta castit degli elefanti
e
pi altre ipotesi , egualmente prive di fondale

scrittori

mento.

ma

Certo penoso,

la verit vi ci costringe,

a relegare fra le bellezze


alla

quanto

storia

torno
vare

elefante

all'

gli

il

retoriche
di Buffon

sig.

con tanta eleganza

ardori pi

vivi

ricusar

toglier

scrive in:

di

Pro-

soddi-

sfarli; nel furor dell'amore conservar il pudore


sono forse 1' estremo sforzo dell' umana virma per questo maestoso animale son atti
t
;

Ordinarli, a cui esso


L' elefante

giammai non manc

dice

altrove

questo

scrittor

medesimo domato che sia una volta diviene


e il pi paziente degli aniil pi mansueto
,

mali

si

accarezza

affeziona
,

quello che

il

a chi

previene

pu

piacergli.

esso ha cura
lo
sembra indovinare
In poco tempo gi g ne

di

l'

comprendere

dere

i'

segni

quel della

inten-

ad

ed anche
suoni

dei

espressioni

tuono imperativo

i45

elefante.

distingue

collera

il

o della

ne piglia norma all' operare.


inganna neli' interpetrare la parola
del padrone; riceve i suoi ordini attentamente;
gli eseguisce con sollecitudine insieme e con
prudenza non con precipizio ma con giusta
misura. Il suo carattere sembra tenere non so
che di gravo dalla sua massa. Gli si insegna
agevolmente a piegare il ginocchio, onde rensoddisfazione

Mai non

s'

der

pi

va a grado
ditano

chi

voglia

lo

proboscide

colla

ne serve per

il

salirvi

in

chi

gli

carezza

persone

saluta le

se

facile

groppa. Esso

che

sollevar

gli

si

pesi

ad~
ajula

altri ad addossarglieli; si lascia vestire, e sembra pigliar piacere a vedersi coperto di arnesi
dorati
e di gualdrappe brillanti. Si attacca
,

con redini a

de' carri

argani

equabilmente e senza
purch non si insulti con per-

cui

stancarsene
cosse date
d' essergli

egli

a de' navigli

a degli

tira

mal a proposito, e si mostri anzi


grati delia buona volont
con cui
,

impiega le
quegli che

sue

forze.

Il

suo

cornac

ossia

conduce gli sta a


cavalcioni in collo
ed usa di una verga di
ferro acuminata, con cui pungerlo or sulla
lesta or presso alle orecchie, per avvertirlo o
et

ordinario

il

di volger

strada

Gabinetto

di

Tom. L

accelerare.

Ma

spesso

io

l^i

L ELEFANTE.

46

parola Inasta

hen conoscere
liarizzarsi

Un

con

soprattutto se ebbe

suo conduttore

il

lui

tempo

di

di

fami-

elefante addomesticato rende al

padron

ma

suo altrettanti servigi quanto

sei

esige molte cure

considerabile di

quantit

buon nutrimento.
Onde porger idea
servare col
i

sacelli

altro

sig.

nell'

que' servigi baster

di

l'os-

di Buffon che tutte le botti,

balle, che

le

luogo

cavalli

India,

si

trasportano d'uno in

non

si

trasportano che

da elefanti eh' essi recar possono fardelli sul


sulle loro zanne %
loro dorso , sul loro collo
ed anche in loro bocca pel capo di una corda, che
che aggiugnendo l' inior si serra fra i denti
telligenza alla forza non rompono ne guastali
nulla di quanto loro si affida; che rotolano e
fan passane tali pesi dalle rive dell' acque in
un hateJIo, evitando che si bagnino, li posano
pian piano
li collocano
ove loro si addita ^
e quando han ci fatto, provano colle loro
e trattandosi di
trombe se stanno ben saldi
botti vanno a cercare essi medesimi delle pieonde calzarle e farle stare ben ferme .
tre
;

Un

missionario

del

secolo

decime-settimo

che scrisse un viaggio di Oriente, cos esprimesi, come testimonio di veduta: Vi hanno

sempre a Goa degli

per servire alla


Sovra una gran piazza

elefanti

costruzione de' navigli.

l'elefante.
della

di

/?7

accumulate

travi

tal

un giorno alcuni uomini affidarne


pesantissime ad uno di que' quadrupedi per

uopo
di

piena

citt

vidi

mezzo

e che
una fune che gli gettavano
due o tre nodi alla sua pro-

di

esso legava con

boscide. Indi

strascinava

le

alla riva del fiume

solo

ove

senz' altra

guida
bricando un naviglio grossissimo. Talvolta ne
traeva alcuna s norme ? che quaranta uomini, e forse ancor davvantaggio non sariano
riusciti a smuoverla. Ma ci che mi parve pi
,

mirabile

si

si

stava fab-

fu, che incontrandone esso in sulla

via altre, che g' impedissero

il proceder oltre
e ne
con un piede
alzava cos tm' estremit
onde farvi pi agevolmente scorrere quella al disopra. Che poiria fare di meglio il pi ragionevol uomo

sua

colla

le

calcava

del

mondo

Fouch d' bsomville


nel suo Saggio sopra i costumi di diversi animali stranieri, dice
che ha veduti nel!' India due elefanti occupati
ad abbattere delle ale di muro. Il loro gover,

natore assegnando ad essi questa fatica, ve gli


aveva incoraggiti colla promessa di alcuni frutti
e d' alquanto arrak. I due animali , quindi
,

combinando in

certa

diedero a percuotere

il

muro

lo

loro

forze

col grosso

si

della

tromba ripiegata al dissotto e guernita


duro cuojo
e a forza di colpi reiterali

loro
di

guisa

48

t'

LEFlNTE.

riuscirono a crollarlo. Alfine, data un'ultima e


pi forte scossa, si -trassero indietro pronta-

mente

concerto

di

onde non esser

feriti

dalla rovina^

Impiegavansi

volte

altre

nell'

India

gli

ele-

in mare. Uno di tali


quadrupedi parve- una volta cedere per debolezza , trattandosi di un bastimento di troppogran capacit. Il padron suo d' un tuono ironico ordin, al cornac- di condor- via quel!' in
fanti a

lanciar

vascelli

fingardo r sostituendogli un altrot II povera


animale rinnov allora i suoi sforzi con tanta
che si fracass il cranio
violenza
e mor;
,.

^iili'

,.

istante.

Prima dell* uso?, (felle armi da, fuoco quei


quadrupedi erano adoperati con molto successo*

ma nell' odierno sistema di comnon contribuirebbero he a gettare


in un campo il disordine e la confusione. Sona<
negli eserciti;

battere,

per utilissimi, per trascinare

montagne;

e in questi casi

l'

artiglierie sulle

loro

la

cautela

appajon degne d' osservazione.


Talvolta pure si adoprano, onde trasportar ba-

la loro sagacia

gagli da una sponda


A,

ha

all'

altra

questo fine, dopo che


caricati

loro

al

del

collo

attengono,
scinare in

sia

peso

delle

di

il

all'

una

pi quintali

corde

per nuotare,

mezzo

di

acqua.

riviera.,

lor conduttore gli

cui

sia

per

attacca

soldati si
farsi

tra-

L ELEFANTE.
impiego di si/fatti animali

eli

altro

guerra

una

citt

quello

di

di

atterrare

una piazza

49
tempo

Un

fri

porte

le

assediata

il

di

che

fanno essi urtandole a colpi reiterati con tutto


peso del loro corpo, finch siano giunti a
frantumarle, e distaccarne i ferramenti. Contro
il
quale pericolo la pi parte delle fortezze
orientali hanno le porte munite di grosse punte
<di
ferro , che orizzontalmente si sporgono a
il

gualche distanza.
In diverse contrade

mantengono

che per bisogno

simo

dell'

Indie

grandi

degli elefanti pi per ostentazione

dispendio.

loro cagiona gravis*


il che
Quegli animali , infatti con-

sumano immensa quantit

di

foraggi

tal

volta, per soprappi, di cannella, di cui sono

ordinariissima ai Nabab ( i
quando vogliono minare un semplice privato, il fargli presente di un elefante.
sQuest' uomo allora costretto ad. una spesa
avidissimi.

governatori

cosa

che supera le sue forze ;


di mantenimento
perocch se cercasse disfarsi dell'animale, incorrerebbe necessariamente la disgrazia del do,

natore , oltre
rip-u tato

al

privarsi di

un onore che vien


,

gn i s sim o.

in s
i

Vi

hanno

alcuni

paesi

d'

oriente

in

cui

sono sostituiti ai carnefici; perocch spezzano Y ossa ai colpevoli colle loro


trombe, gli schiacciano coi loro piedi, ovvero
gli

elefanti

gli

i5o
impalano

l elefante;
eolle

loro

zanne

giusta gli or-

dini che ricevono.


L'istoria riferisce molti tratti

ricompensa
Eliano

ci

F Indie

di

dice che

sagacia

di

di

fedelt,

questi

di

animali.

quando Poro, monarca deiil


Grande, e

fu vinto da Alessandro

trov ferito da

suo elefante
pi dardi
il
corpo colla sua tromba; e accorgendosi eh' egli, per la perdita di tanto
sangue , gi stava per cadrgli di groppa
si
stese a terra pian piano, onde non si facesse
male a discenderne Ateneo parla della riconoche
scenza di un elefante verso una donna

si

glieli

trasse dal

gli

avea reso alcuni

mata

servigi

ed era accostu-

di mettergli appresso il suo fanciullo


quand' era piceioliao. Alla morte della madre
il grosso animale prese lauto amore al povero
orfanello
che manifestava il pi vivo dispiacere se allontanavasi dalla sua presenza; u
volea prender cibo
se non dopo che la nu,

le gambe.
la cuna fra
bambolo dormiva, esso mangiava con grande appetito. Che se quello talvolta piangeva, questo non lasciava di agitarne
mollemente la barchetta eli vimini, sino che
fosse assopito, e poi curava colla sua tromba,
che ne stessero lontane le mosche e ogni insetto.
A Adsemeer un elefante, che passava spesso
in mercato accanto ad una venditrice eli legumi

trice*

gli

avea

Allora, mentre

messa

il

ELEFANTE.

il

era

riceverne

solito

clono qualclie manata.

in

Avvenne intanto
che
preso un giorno da
spezz i suoi
un accesso di rabbia periodica
,

travers

ferri,

quanti

fuga

in

il

si

saggio, e fra l'altre

che

correndo, e mise
ritrovavano sul suo paspersone, anche la donna,

mercato

quel precipizio

in

un

obli

fanciullino

che avea seco. L'animale ricordando

ove stava
ci

tromba con molta delicatezza intorno

a quella picciola creatura


salva sovra

Un

banco

il

elefante

era pur

luogo,

ordinario la sua benefattrice, lan-

d'

sua

la

il

scrive

di

sig.

il

sana

V adagi

una bottega

di

Buffon

un cornac,

dianzi vendicato di

vicina.
si

ucci-

dendolo. La moglie di questo, spettatrice dell'

orrida scena, prese

gett a piedi
hai ucciso

pure

dell'

mio marito

il

a questi due

se fosse tocco
il

due

si

fanciulli,

togli

la

de'

vita

L' animale

ammans

da pentimento, prese

maggior

li

dicendogli: poich

infelici.

rest immediatamente

tromba

suoi

animale

fanciulli

me

si

ar-

come

colla

se lo

sua

mise sul

dorso, lo adott per suo cornac, ne altro volle


soffrirne.

Gli elefanti impiegati nell'Iidostan a portare


i

bagagli degli eserciti sogliono avere per cu-

uno de' nativi del paese. Or quest'uomo


donna che lo accompagna
come ud il
dottor Darwin da .gente degnissima di fede?

stode
e la

52

ti

ELEFANTE.

prima d'andar ne' boschi a raccoglier


l'ami

foglie e

d'albero pel nudrimeiito d'alcuno d'essi,

l'attaccano ad

sciano

d'

un

palo conftto in terra, e la-

ordinario sotto

la

sua protezione qual-

che faneiullino , non ancor atto a camminare.


L' animale intelligentissimo non sol gli serve
di

difensore

ma quando

il

bambolo

trasci-

nandosi per terra ghigne ai confini del circolo, che si and esso elefante alla catena pu
percorrere colla sua proboscide
essa dolcemente

lo

piglia

con

e lo riporta nel centro.


Tavernier racconta che uno dei re dell' In-

dia era

sovra di

da

tal

un giorno alla caccia con suo figlio


un elefante, allor che questo fu preso

accesso di furore, ch'era afiatto impos-

governarlo. Il cornac disse allora al


\ye,che per calmare il feroce animale, il quale
avrebbe dato lor morte frangendoli contro i
conveniva che alpi gran tronchi d' alberi
sagrificio
facesse
spontaneo
di
loro
lo
cuno
della sua vita, al che era pronto ei medesimo
per la salute de' suoi signori, solo che il monarca degnasse promettergli in ricompensa di
provvedere alla sua moglie e ai figli suoi. Intorno a che avendo ricevuto la reale parola
si eletto immediatamente sotto i piedi deli' elefante, che presolo colla sua tromba il soic,
sibile

il

indi passogli sopra

dell'azione crudele

il

si

ventre;
f'

ma

tosto pentito

tranquillo e sottomesso.

la

ELEFANTI-:.

Se un tal quadrupede
per meno riconoscente.

sig.

Il

53

fantastico

non

Bussi rife-

di

un soldato di Pondichery il quale


costume di portare ad un elefante
certa misura d' arrack ogui volta che toccava
avendo un giorno bevuto pila sua paga
dei convenevole
vedendosi inseguito dalla
guardia
che il volea condurre in arresto, si
rifugi sotto quell' animale
ove alfine si addorment. Invano la guardia scopertolo tent
di strapparlo al suo asilo
perocch Y elefante
il difese colla sua tromba. All' indomani il solche

risce

avea per

-,

dato, rivenuto

conoscendo,
cui

senza dubbio

si

ebbrezza, rabbrivid

Ma

sdrajato.

accorse

luogo in
che

strano

svegliarsi, lo

ritrovava

si

"sua

dalla

allo

1'

animale

suo spavento

del

carezz colla sua tromba per rassicurarlo, e


le'

intendere
I!

in

Lacknaor

degli abitanti.

duceva

al

in sul

nudo

in cui

il

tabile

che

pestasse
,

epidemica

malattia

ciasse

guerre

delle ultime

il

gli

che poteva andarsene.


barone di Lauriston si arrischi.

sig.

una

dare

dell'

India

un epoca

ad

faceva

la

in

di

cui

anurna

pi gran strage
che con,

La principale strada

palazzo era coperta di infermi distesi


selciato nel momento medesimo
nabab doveva passare. Pareva inevi-

se

1'

elefante

il

qual lo portava

cal-

corpi di quegli infelici e gli schiacil

principe

non consentiva

a ritardar

l'

5y(

la

Ma

e un tal segno di umanon degno di un personag-

avea fretta

egli

nit sarebbe stato

gio di

passi

senza mostrare di

e senza che alcuno

tirare

importanza. L' animale per, pieno

S alta

sagacia

di

elefante.

sua marcia, finch fossero altrove trasportati.

uni, rialz

gli

scavalc

rallentar

regolasse

li

colla

gli altri

rimanente in modo,

il

suoi

f' ri-

sua tromba,

non

clic

vi

fu chi rimanesse offeso.

Sebbene

gli

rimarchevoli per

siano

elefanti

loro affezione, la lor riconoscenza, e quasi

la

diremmo, bont, non

lo

lor risentimento. Acosta


della

citt

sono per meno pel


che in Gochiii-

dice

avendo un soluna noce ad un elefante questo


e la nascose, e vedendo poi alcuni

costa del Malabar,

dato gettata
la raccolse

giorni appresso ripassar F altro

ed indi

Un

si

pose a camminare
militare

altro

della

gliela riscagli,

quasi danzando.

stessa

citt

avendo

un

giorno incontrato un elefante col suo cornac ni ego di cedergli il passo. Il cornac si
querel di quest' affronto colf elefante , che
,

alcuni giorni dopo vedendo


al

fiume

Ini

il

onde

prese

s'

attraversa

colla

sua

volte nell'acqua, indi


alle
Il

egli

risa

il

il

soldato

la

tromba

citt

lo

in

riva

corse a

tulio

pi-

lev per abbandonarlo

degli spettatori.

capitano Hamilton
era ad

Achem

ci

narra

nell'isola

di

che quando
Sumatra vide
,

L ELEFANTE.

un

elefante

cent' anni

piedi

ligenza
cita

clie

che

La sua

cento.
dici

ivi

f>

<3&

diceva averne pi di tre-

si

poco di ununa intelHamilton ne

altezza era presso a

e manifestavasi in

sagacia

da pi

custodiva

si

un esempio

esso

straordinaria.

che

nella singolare vendetta,

noi siamo per riferire.

Nel

1672,

la Dorateci

die' egli

Thwait ?
onde prender

tano

denti

nella

acquisto di

bisogno.

un

s'

comando

il

capi-

chem

ad

davanti

arrest

chiamato

vascello

cui stava al

di

due inglesi resibordo , per far


merci europee, delle quali aveano
de' viveri

Comperarono
Norwich
e

panno

di

Achem

sartore

vennero a

citt

,.

1'

fra

altre

cose

non

come

inglese, adoperarono

v'

del

ad

era

un uom

di

magazzino nella piazza del


mercato, ed occupava ordinariamente pi opeSurate

che tenea

nella

rai

sua bottega. Passava

un

la

sua tromba

elefante

il

alle

quale

porte e

solitamente

uso

era

alle

di

di

allungar

finestre

delle

come per

domandare frutta guaste e


che gli abitanti preudeano piacere a
radici
donargli. Una mattina andando al fiume per
case

lavarsi,

montato dal suo cornac, present

stremit della sua


sarto

ci che

il

proboscide

quale in luogo di

bramava

lo

punse

alla

l'e-

finestra del

porgergli nulla di
col

suo ago. L' a-

nimile non parve abbadar per nulla all'insulto,

l'elefante.

il

ma

se

Dopo

lav.

si

and tranquillamente

ti

di

che smosse

alla

riviera

limo con uno

il

piedi anteriori
ed aspir gran quanaequa fangosa colla sua tromba ; indi
ripassando noncurantemente innanzi alla botde' suoi

d'

tit

tega

offensore

dell'

accostatosi alla finestra,

con tanta violenza

lanci

gliela

eh' egli

banco

suoi garzoni furono rovesciati dal loro

e presi da incredibile spavento.

Un

pittore

scrive

di

s-ig.

il

Buffon

vo-

lea disegnare l'elefante del parco di Versailles

in una attitudine straordinaria


di

tenere

Il

valletto

stesse

la

tromba

eh' era

quella

levata, e la bocca aperta.

del pittore

come bisognava

per

far

che

gettavagli

1'

animale

frutte

il

pi sovente fngea di gettargliene. L' elefante


se ne sdegn
il

e,

come

avesse conosciuto che

desiderio del pittore era la cagione di que-

luogo di pigliarsela col


gettanpadrone
il
dogli colla sua tromba una quantit d'acqua,
quale disecon cui guast la carta
sulla
gnava .
Al Capo di Buona Speranza si cacciano e si
uccidono gli elefanti per averne le zanne. Tre
cavalieri ben montati e armati di lance gli assalgono in giro e per ordine, soccorrendosi gli
uni gli altri
a misura che si veggono incalzati, e fino a che la vittima sia caduta.
sta

importunit

valletto

si

volse

in

contro

L ELEFANTE.

Tre

olandesi

fratelli

J'J

con

aveaiio

tonali

questo mestiere adunate ricchezze considerabili,


si

risolvettero

godervi

di

posero ad inseguirlo

andare

incespic

arcione

d'

de' lor

cava-

il

Quell' animale furioso allora s'impadron

liere.

nemico

tosto del suo

tezza prodigiosa, e

gett in aria ad un' al-

il

ricevette sopra-

il

sue zanne, indi volgendosi

due

ai

una

pre-

quale

museo di stonon mancava quando

fazionario esattissimo del

ria naturale

di Parigi

era di guardia
il

il

orrori della pi crudele agonia.

soffriva tutti gli

Un

delle

fratelli

sent loro (quell'infelice cos impalato,

tire

si-

loro maniera ordina-

alla

trasse

alia,

elefante e

non che sventuratamente uno

se

cavalli

oudi

ma prima

volta

Incontrarono bentosto un

caccia.

una

vollero ancor

di partire

ria

Europa

in

ritirarsi

frutto delle loro fatiche

il

presso

pubblico

mangiare
propria a

gli

perch

qual

la

renderseli

elefanti

avver-

di

loro

desse

nulla

non era
molto amorevoli. La fe-

cosa

certamente

rmila, in ispecie, lo riguardava d* occhio affatto

avverso, e gi

gli

avea

fatti

provare

gli

effetti

del suo malcontento, guazzandogli la testa

sua tromba.
fluenza
all'

degli

ordinario,

Un

giorno, Ira
era

spettatori
ei

ricevette

gii

l'af-

grande

che

pi

dapprima uno spruzzo

acqua in sulla faccia ma come


ognor pi ad impedire ogni dono

(T

colla.

che

altri,

si

ostinava

pane o

38

L*

ELEFANTE.

d'altro, la bestia irritata, s'impadron del suo

archibugio
calpest

lo contorse

e noi

come un
Pu il

sua tromba
lo
dopo averlo ridotto

colla

che

rese

cavastracci.

formarsi

lettore

un' idea

del

tuo attaccamento degli elefanti dal fatto,

siamo per raccontare.

Due

di questi

muche

animali

una femmina, furono nel 1786


stathouder di Olanda dalla com-

uir maschio ed

mandati allo
pagnia, che la sua nazione ha nell'India; indi
vennero separati, per essere condotti dall' Aja
ove si prepar loro mi vasto alloga Parigi
diviso in due stanze, che comunicavano
gio
per mezzo di una gran porta levatoja.
Al loro arrivo furono ivi introdotti. Il maschio entr primo con gran diffidenza, perlustr ogni parte , prov colla sua tromba la
forza d ogni sbarra di ferro che legava insie,

me

le

tarne

palizzate del chiuso, e


al

di

fuori

chiodi

si

sforz di schian-

ma non

pot

riu-

del

loro

scivi.
I

due animali

divisi pel

pi non

comodo

erano veduti da parecchi mesi. L'istante, in cui per la prima \ ulta


fu per essi quello della
si trovaron di nuovo
e per 1' osservatore della pi
pi gran gioja
grande curiosit. Quando la femmina pose piede
nella loggia ad essa destinata, gett dapprima
un grido che esprimeva il piacere di vedersi
trasporto

si

i5q

l'elefante.

in libert,

si

accorse del maschio,

gi era nella propria

non

sto

baci

inteso

pi

niente

il

quale

a mangiare.

Que-

che

sua

la

compa-

gli fosse tanto vicina; ma avendolo il cornac domandato, e per volgendosi, i due animali corsero all'istante l'uno verso dell'altro,
e si misero a lrsi tanta festa con tale stre-

gna

pito

che tutta

la

ne rimbombava mantrombe un soffio,

sala

dando ad un tempo

dalle lor

che somigliava a vento impetuoso. La gioja della


femmina era pi viva; essa la esprimeva so-

un batter celerissimo di orecchie,


muovere a guisa d ali d' uccello. Ac-

prattutto con
cui facea

carezzava teneramente

ba, cui

ove

la

il

maschio

colla sua

trom-

applicava all'orecchio specialmente,

gli

tenea lungo tempo. Soventi anche, dopo

suo corpo, la rimarchio intanto


stendea pur esso carezzevolmente la sua proma il suo
boscide sul dorso della fen nni a
contento era pi concentrato
e pi che con
altro parea esprimerlo colie lagrime, che scorreano da' suoi occhi in abbondanza.
La maniera d prendere gli elefanti selvatici

averla portata sovra tutto

portava

alla

propria bocca.

il

Il

Tipury

neli'

Indie

orientali

cp ale

descritta nelle Ricerche Asiatiche di J.

vien
Corse

ci

degnissima dell' attenzione del lettore.


Nel mese di novembre, quando la
gione

rinfrescata

le

paludi

asciutte

sta,

gli

6&

l'

scondigli

pianura

agricoltore

le

dai loro silvestri

na-

notturne

escursioni

delle

ove distruggono te faticlie deldivorando o calpestando il riso .*


canne del zuccaro ed altre produzioni vegetali.
Queste devastazioni obbligano i fittajuoii

nella
l'

fanno

elefante.

escono

maschi!

elefanti

una

del paese ad

coltivatori

regolari ssima!

guardia sotto un picciolo coperto r formato


dissopra di alcuni banibou,

quattordici piedi da terra. Di

d segno

a' villici

che

gono ed essi allora con


pure con fuochi qua e l

gridi

di

reiterati

accesi

si-

sopravven-

s'

op-

ingegnano,

allontanarli.

Onde prendere

gano

cio

mesticate

Siccome

luoghi

che

un' intera trib di quegli ani-

conoscono'

cacciatori

in cui gli elefanti


,

si

il

pi oscura

strepito che

gambe

allora

bene

cercare

con quattro

numero sempre
caccia^ Quando la

sogliono

fanno rimondando
anteriori.

qua!

nutrono, e percoteiidole a
loro

essi

addo-

esercizio..

assai

vengono

avanzano verso

femmine;

gi!

con lungo

predisposte

trova in ogni partita di

notte

s' impieuserebbero per

si

dire alcune l'emirati e

quelle

di

d'

pastura

la lor

uno- de' maschii

mezzi

stessi

gli

impadronirsi
mali

si

facilmente

elefanti

gli

al

clie s'alzano, circa,

Che

tal

se

discoprirli
le

allo

cose onde si

uopo contro

risplende

le

la luna,,

focile scorgerli a cousiderabile distanza.

L ELEFANTE

I gf
goonclah o elefante
maschio , di cui vogliono impadronirsi
con,
ducono lentissimamente e nel pi profondo

Appena

silenzio

lian

fissato

il

femmine sovraccennate verso


si pasce. Se
quando le
vede approssimare si adombra o ne malcontento
percuote la terra colla sua tromba
e

il

tre

luogo

delle

ove

quello

d evidenti
si

di

dispiacere

ed ove pi

avvicinino, le assale, e le offende


colle sue

ma

zanne;

segni

disposto

seduttrici

se;*
all'

come
amore

pi delle volte accade,

lascia avvicinare

e va loro talvolta

cacciatori

esse F

ri
,

intanto

una da un

lato e

all'

le

fanno che, due


1'

altra

sue

incontro.

dall' altro

di,
si

diano ad accarezzargli e dorso e collo,


mentre
collocai!

la

terza

traverso dietro di esso, Jl


sospettando contro la
propria libert, ricambia loro le
carezze colla,
sua tromba
e scherza e folleggia.

gpondah, ninna

di

insidia,

In

questo

mentre si spinge contro di esso la quarta


femmina e gli si lega una debolissima

loi>

corda

intorno

alle gambe di dietro,


passando sotto
ventre della terza. Per poco per
che Y animale si muova , quella corda
si
rompe ; e
allora se esso ancor rimane
senza sospetto,
|*i si legano le gambe
tutte con una
il

specie

di

gomena

crocia dall'

queste

appellata blindali, la qual gli

una

alf altra alternativamente.

gomene sono assai


Tom. L

Gabinetto

si

in-

Come

corte se ne impiegano

lt

102

L ELEFANTE.

o etto, onde riuscir nel*


maggiore prontezza, e si fermano
con altra corda nel luogo delia loro incrociaintanto, con nodo a ritura. Un ultima fune
corsojo si pone a ciascuna delle gambe posteriori dell'animale, e questa pure si ferma,

ordinariamente

sei

l'intento .con

come dicemmo delle prime.


La disposizione di tutto questo cordame
esige

minuti, nel quale spazio di

v^nti

circa

tempo non si ode parola ne quasi respiro.


Che se avviene che il goondai se ne sviluppi 4
cacciatori 9 al primo indizio che ne hanno,
i
salgono in groppa alle femmine, ed ivi stesi
bocconi sotto una coperta eli scuro colore
sottragonsi a' suoi sguardi e al furor suo. Questo per altro accidente assai raro.

Legato che

ond' esserne

1'

sia

sicuri

elefante
cacciatori

quant'
si

uopo

ritirano

picciola distanza. L'animale, intanto, cerca na*

ruralmente di seguir
le

sua

gambe

impaslojate

condizione,

terno

del

inseguirlo

bosco.

sovra

le

femine;

ma

.accorge

si

trovandosi
tosto

pensa a ripararsi
Quelli

allora

si

della

noli' in-

danno ad
e con

ammaestrati

elefanti

gran numero di persone le quali al passare


ehe fa il goondali presso di un grosso albero,
legando a .questo pi corde cercano di attraversargli la via. Quindi esso fa ogni sforzo
per isbarazzarsi, solcando talvolta profondamente
,

l'elefante.
sue zanne

colle

fuggire

nel

folto

della

Che

terra.

la

boscaglia

inseguirselo, per tema d'essere


elefanti

selvaggi;

ma

se

se

le

63

perviene

non osano

assaliti

da

altri

corde resistono, e

si consuma in vani tentativi,


nuovo ricondotte le femine, che si

son

T animale

gli

eli

ricollo-

cano nella situazione gi

descritta.

quindi, ve pi all'albero, si
a legarlo di maniera pi sicura, con-

a Accostatolo,

gi gne
u
ficcando anche pali o nel suolo o nelle piante,

per meglio fermare le -corde. E chi in tutto


ci si affatica ha cura -di tenersi lungi dalla
sua proboscide, ed ove noi possa ed abbia a
temerne, si fa schermo delle femine, passando
da un fianco all'altro di esse, o salendovi in
groppa, per mezzo eli corde a quest' uopo
preparate.

Quando

il

goondai

calmato, ed ha preso
fornitogli

da'

avvolgono

d'

in

un poco

cacciatori,

modo

qualche
di

nutrimento

moli' altre

corde

si

intorno al suo corpo, due delle


traggongli di compagnia \lue femmine

quali

addomesticate, onde condurlo pi agevolmente


al

suo destino. Allora liberategli dalle funi le


ed apertogli un libero passaggio , con
,

gambe

elefanti e

uomini a

ci

esercitati

si

cerca

di

spingerlo avanti. Esso per talvolta resiste con

ogni

fonda

sua
'd

forza,

vorrebbe

rimboscarsi

suolo colle sue z&nne,

si

fa

protanto

l'elefante;

i(j/

pi di due o trrassegna alla sua

che non sopravive


giorni. In generale, per,

male,

si

sorte.

Condotto che sia al luogo apparecchiadi dolceztogli vien trattato con un misto
mesi
alcuni
di
capo
che
fin
a
severit^
za, e di

mostri interamente addomesticato. E singosuo, quando


iar cosa il vedere, come nel furor
pochiunque
a
morte
darebbe
mentre
preso,

offendere le
tesse raggiugnere r di rado cerca
si

femmine che

lo

hanno

sedotto;

ma

all'

incon-

nella
tro par compiacersi della loro vicinanza
perdita della sua libert.

mai non si prenai quali


branchi,
a
dono sole , ma unitamente
composti
sono
ordinario
appartengono^ e che d'

Le femmine

degli elefanti

cinquanta o cento animali d' ambo i sessi,


piguidati dalle pi vecchie femmine e dal

di

grosso de' maschii.


di tali truppe stata discosi dividono in pi gruppi
persone
cento
perta,
una trentina di tese
distanti
squadre,
picciole
o
Funa dall' altra, e formano un. cerchio irregc*

Quando una

lare, in

Ognuna

cui gli
di

tali

elefanti

si

trovano

rinchiusi.

squadre accende de' fuochi,


qua! conduce

alla sta-

prepara un cammino, il
a tutzione pi prossima, che serve di centro
manpossono
si
ta la circonferenza, e da cui
dar rinforzi per tutti

punti.

i65

l'elefante.
"*

resto del

II

primo giorno

e la notte

in-

impiega dai cacciatori a far la scolta.


a cuocere le previsioni e in molti altri apparecchi! , i quali credonsi pi necessarii.
All' indomani mattina poi di buonissima
ra, un uomo si distacca da ciascun gruppo
per formare un nuovo circolo in quella direzione, eh' a bramarsi che vengano gli ele~
fanti. Dopo di che estinguono questi uomini i
loro fuochi, e difilano a dritta ed a manca ;
lasciando un' apertura, per cui il branco aspettato possa passare. Di questa guisa il primo
circolo e il secondo vengono ad unirsi ed a
formare un recinto di figura oblunga.
Quelli, che sono aie prime estremit dell' vale, fanno dello strepito colle loro stoviglie
onde far avanzare gli elefanti
e tosto che
questi sono giunti al nuovo cerchio, i caccia*
tori lo chiudono, prendendo le loro posizioni,
passano la notte, che sopravviene, come gi
tera

si

fecero

antecedente.

1'

Nella mattina

vano

del

seguente

si

rinno-

industrie della passata. Gli elefanti al-

le

si avanzano lentamente in quella direzione, che loro sembra migliore, per isfuggire ai
clamori di chi li circonda, e si nutrono cam-

lora

min
Conie

foglie di bambou, di rami


quanto incontrano di loro gusto.
gente impiegata in tali circostanze

facendo

d' alberi,
la

e di

di

l' elefante.
1 66
procede adagio adagio, raro clie pervenga a
farli passare in un giorno al di l dei primo
circolo, a meno che gran necessit non ve la

costringa; nel qua! caso usa di tutto lo sforzo


di

cui capace, e riesce speditamente nel suo

tentativo.

cacciatori

coveri che
te

il

giorno

il

li

in

altre

tende

ri-

garantisca degli ardori del sole.

Nella notte poi


volti

non hanno

fogliame dagli alberi, che duran-

si

sopra

sdrajano

un drappo grossolano

stuoje

av-

e circondati dai

loro fuochi, mantenuti dalle sentinelle e formati da legne e particolarmente da verdi bamboli, i quali crepitando, mentre ardono, ten-

gono lungi

gli elefanti.

Che

rischiassero d' avvicinarsi,

mente

risvegliati

li

trambusto a

simo

questi

se

cacciatori

forzerebbero
ritirarsi

nel

si

ar-

pronta-

con grandis-

mezzo dei loro

circolo.

kjddah, recinto

11

mina in uni

di

pali,

il

qua!

ter-

via senza uscita, ove debb' essere

branco, consiste in tre chiusi, i quali


coli' altro per mezzo di stretgrande, quel
ti sentieri. L' esteriore il pi
restringendosi
in
vanno
mezzo,
e
il
terzo
di
proporzione. Tutti e tre sono ben piantali e

preso

il

comunicano Y uno

ma l'ultimo il pi forte, n 3
crede aver sicuri gli elefanti, se non quando
vi sono entrati. Questo, come i due altri,
saldissimi;

i6j

t ELEFANTE.
ciato di

mato

un

fosso profondo

da esso tratta

colla terra

lizzata

sul rialto
,

for-

sorge una pa-

con

mediocri uniti fra loro

di tronchi

traversi, e sostenuti esteriormente da gagliardi


puntelli.

Il

tutto per

perto di rami

d'

artificiosamente co-;

albero e di bamboli, che pren-

de sembianza di naturale boscaglia.


La pi gran difficolt quella, forse, di
far entrare il branco nel primo chiuso; perciocch, malgrado ogni precauzione, 1' elefante
che gli sta a capo quasi sempre manifesta alcun
sospetto d' inganno ma poi eh' esso vi ha po<(

seguono ciecamente. Alaccendono fuochi intorno, e soprattutto


e i
all' ingresso, per impedire
che n' escano
cacciatori fanno uno strepito spaventevole gridando e battendo i loro tamburi appellati tamtam, e sparando petardi, onde forzarli ad entrare nel secondo chiuso.
<c
Gli elefanti vedendosi caduti in un agguato urlano orrendamente
e poi che F ingresso onde vennero pi non aperto, si cacciano in quel passaggio che li conduce al secondo chiuso, e quindi son forzati ad entrare
sto piede

lora

gli

altri

lo

si

nelF ultimo. Privi allora

gon

furiosi

si

d'

ogni

precipitano

uscita
dalla

diven-

parte

del

onde rovesciarne le palizzate, e mandano


gridi s acuti come il suono di una tromba
ed urli che imitano il rimbombo del tuono;

fosso,

68

l'elefante.
ogni volta che tentano il varco, ne sono
impediti dai fuochi e dal fracasso de' cacciatori
1

ma

che

accorgendosi

Alfine

trionfanti.

ogni loro

prendono un

contegno
pensoso, quasi come di chi mediti nuovi mezsforzo affatto vano,

zi

di

Ma

evasione.

formano un

cacciatori

campamento intorno

a loro

si

ac-

distribuiscono

in sentinelle contro le palafitte, e nulla


menticato per impedir loro di fuggire.
cos alcuni

Lasciatili

aprono
roomea, e
si

le

giorni

nel

kedclah

chiama
determina un elefante a passarvi

porte di un' uscita, che

si

di-

gettandogli cibo

all'

si

ingresso, e in seguito lun-

go d essa. Quindi le porte si richiudono, tirando un cordone, e si assicurano con u^


sbarre di ferro incrociate, contro di cui si puntano da ambe

fatto,

le parti

l'elefante vuol subito ritirarsi, e trovan-

dosi imprigionato
della

scaglioni orizzontali.

Intimorito dal rumore, che per ci viene

roomea,

contro

getta

si

le

palizzate

cui cerca d'infrangere co' piedi

anteriori, o percuotendole a guisa di breccia.,


colla

sua

sforzi

testa.

Malgrado

avvinto di funi,

per tutti i suoi


vien condotto da

due femmine addomesticate, e

assistite dai

cac-

ciatori.

Appena ciascun
si pone

destinatogli,

deve e curarlo ed

elefante giunto al luogo

in guardia d'un capo, che

istruirlo*

Ouest'

uomo ha

L ELEFANTE.
sotto

ordini tre

suoi

altre

persone,

69

che

re-

che
deposta la selvatichezza e il corruccio voglia nuch'irsi da a medesimo. Molte industrie sono a
foraggi ed acqua

cai!

all'

animale,

fino

principio adoperate, onde mansuefarlo; lusinghe


e

carezze; poi anche minaccie e punture

mezzo

una pertica armata

di

sovente

il

cornac lo

solletica

di

per
pi

Ma

ferro.

grattandogli

la

tromba con un lungo bambou, spaccato in pi parti all' una delle sue estremit;
cacciando le mosche dalle sue piaghe e dalle
sue contusioni spruzzandogli d' acqua tutto il
corpo onde rinfrescarlo; sempre tenendosi intanto a prudente distanza, per non essere vittima di qualche suo impeto.
Indi ad alcuni giorni si appressa cauta-

testa e la

mente
palmo

a'

suoi fianchi, battendolo lievemente col

della

mano

e parlandogli

con voce

ca-

Cos 1' animale comincia a riconoscere il suo guardiano, e ad obbedire a' suoi
comandi, sinch diviene s famigliare, che querezzevole.

gli

d'

affida a

si

una

delle

montargli sul dorso,

femmine addomesticate.

dal

la

dorso
cosa

procede in breve tant' oltre che poi gli siede


sul collo ogni volta che gli piace, e pu dirigerne sicuramente tutti i movimenti.

altri,

jjuoii

Mentre che
che gi

il

'

domato

elefante cos vien

sono da un j)ezzo,

il

traggon

a vani esercizi^ dandogli con ci occasione

L ELEFANTE.

*]0

dalle

sciorsi

di

non gli
Dopo cinque

corde,

furono

gi

clic

o sei settimane

bedientissimo

cbi

lo

offendono,

allontanate

lo

1'

regge,

animale
gli

se

cangiate.

si

ob-

tolgono

grado a grado le catene


e basta la voce per
condurlo d' uno ad altro luogo facilissimamente.
E prudenza, per altro, il non lasciarlo avvicinare a quelli a cui era usato, per tema che
,

la

rimembranza

della passata libert noi

porti

a cercare di ricuperarla .

La maniera

di

nelT Abis-

cacciar F elefante

descritta dal sig.

sinia cos

Bruce

Quelli

che di tal caccia fanno un mestiere si tengono


costantemente ne' boschi n Lamio altro cibo
,

che

le

carni degli animali che uccidono,

a dire F elefante o

agageeri

dalla

Ma,

il

cio

rinoceronte. Si appellano

parola agar, che significa taglia-

diremo che
denominazione allude ali' amputazione del
tendine o muscolo del tallone
eh' il modo
appunto con cui si uccide F elefante. Due uomini montano a cavallo interamente ignudi
onde non essere rattenuti per le vesti dagli
alberi o da' rami, mentre cercan sottrarsi al
loro vigilante nemico. Il primo di essi, il quale
qualche volta ha una sella e il pi spesso non
Y ha, tiene d una mano una bacchetta o corto

garretti.

ond' essere precisi,

tal

bastone, e

dall' altra la

eh' ei governa,

briglia del suo

con molta cura* Dietro

cavallo,
lui

sta

L ELEFANTE-.

IJ?

il

compagno,

sito

il

impugna

quale

manca

colla

una scimitarra, e colia destra ne tiene la lama,


per ben quattordici pollici coperta di spago ,
e sebbene la inferiore estremit di questa sia
tagliente quanto un rasojo, ei sempre la porta
senza vagina.

Incontrando
cavallo gli

vieta

tre-

gli

tale

de' tali

uomo

quel primo

l'elefante

avvicina quant' possibile, e

si

cammino

il

ecco

il

mio

grida: Io sono
cavallo

che

men-

porta

il
il

nome; ho ucciso tuo padre in tal luogo,


e tuo nonno in tal altro; vengo per uccidere

tal

te

pure,

che

te,

sei

un

nulla in paragone di

loro
L' elefante, che in Abissinia supponsi intendere tutte queste dicerie, furioso per lo strepito che si fa intorno di esso cerca di pren-^

dere colla sua tromba F agageero, segue questo fine


giri

tutti

suoi passi,

artificiosi,

e perde

si

cos

il

avvolge
dritto

per cui solo proveder potrebbe


rezza. Cos,

cato,

il

dopo averlo ben

cavaliere gli

stramente

al

di

si

dietro

alla

ne' suoi

cammino,
sua sicu-

disviato e

stac-

avventa, e gli cala deil

suo camerata, facen-

dolo scendere gi pel fianco destro del cavallo,

onde
gli

l'

elefante

d un colpo

specialmente
di sciabola

in quella parte, che

adombra. Costui
il

tallone

uomo appellasi il tenmomento isiesso* eli'

nell'

dine di Achille, e uel

si

attraverso

X ELEFANTE.

Y*]1
il

pi pericoloso,
seco,

piglia

cavaliere

il

corre appresso

si

rivolge, lo ri-

d' altri

elefanti,

che talvolta ha veduti, sicch avviene che ne


uccida fin tre in una sola caccia. Se la sciabola
era bene affilata, e clii Y adoper di carattere
non timido
il
tendine rimane interamente
,

qualunque modo per il suo stato


appoggianil quadrupede
dovisi finisce di spezzarlo, n pu assolutamente pi muover passo, onde gli agageeri e com->
pagni l' opprimono facilmente a colpi di picche
troncato. In

sempre tale, che

e di lance fin che cada a terra, e spiri tutto


bagnato del suo sangue. Morto che sia, ne tagliano

carni

le

in

liste

della

grossezza

delle

sospendono a guisa di festoni


rami degli alberi, onde farle disseccare, e in
seguito le mettono in serbo per mangiarle nel-

redini, e le

la stagione delle pioggie.


Il

ste

Bruce fu testimonio, in una

sig.

cacce

del

singolare attaccamento

die'

che erano

stati

miiia e

il

que-

di

un

madre sua. Non riegli, che due elefanti di quelli


scoperti, cio a dire una fe-

giovane elefante per

manevano,

di

la

suo elefantino. L' agageer gli avrebbe


atteso che le zanne
,

volentieri lasciati vivere

feminee sono cortissime


e 1 elefante ancor
tenero non vai nulla
ma i cacciatori niente
vollero perdere del piacere? che si erano processo. Avendo adunque avvertito il luogo, ove
,

l'elefante.
l'jt
trovarono bentosto?,

femina

la

colpo

il

al

garretto le fu dato

Ma quando

colt.

come

lanci furioso

si

senza

sic-

suo

figlio

il

diffi-

assalirla

che

non curandosi di esda un rovo, in cui s' era-

lascialo fuggire

nascoso

precipitandosi sugli uomini e sui ca~

con tutta

valli

vennero per

fecero , co' loro dardi',

aveano
so,

erasi ritirata, la

violenza di

la

Gran meraviglia

cui

'

era capace.

commozione mi cagionarono

per difendere
grondante sangue,
senza occuparsi della propria vita. Gridai quindi
gli sforzi

del giovane

madre,

la sua

gi

e supplicai che-

animale

tutta

desistesse

si

ma non

era pi-

tempo. Intanto quello ch'io proteggeva^ tentpi volte d'assalirmi, ed io non ebbi picciola

schermirmene

difficolt

tento di

non

vando per esso


ciatore

ma ben

con-

fui

avergli fatto alcun male. Rinno1'

assalto

contro

cui fer leggiermente

il

un cac-

di

una gamba

con un giavellotto.
e il
Gli altri imitarono tosto il suo esmpio
picciolo elefante cadde estinto a lato alla maquesti gli pass

il

ventre

dre

per cui erasi in certo

Era

esso della grossezza- di

tondo

atticciato

e d'

una

modo

un

sagrificato.

asino

forma

Tlegli

ma

ro-

gros-

Il suo trasporto
e il furor suo parea
che certamente avria spezzate le gambe
uomini e de' cavalli, sol che potesse ag-

solana.
tale-,

assai

giustar loro

una

delle sue trombate.

ry4

L'ELEFANTE.

Vuoisi da alcuni che

memoria

di
-

fedele

pu

pi non

si

una

opinione

ripigliarlo.

nelle Transazioni

Fu

quale,

il

volta

segno

Fitto a qua!

giusta

esempi

seguenti

filosofiche

del

sar

riferiti

*799-

mi elefanKishum Maumesi appresso, ne fece un

presa per

tessa nell'anno

nick

dotalo

sa

quando una

erronea

sia

giudicarne dai

facile

elefante

servit, e poi giunto a fuggirne

stato ih

tale

1'

che

prima

la

dal Rajah

i^^>5
sei

volta

presente ad Abdoor Rajah, persona qualificata


nel

suo

distretto.

mand gente
quale

men

si

Nel

contro

il

1767 poi quel Rajah


medesimo Abdoor, il

era a lui mostrato o rivoltoso

al-

montagna
boschi dopo

renitente. Questi riparatosi alla

andar

lasci

libera la belva ne'

essersene servito per quasi

una notte tempestosa


bench poi

essa

due anni ma in
pervenne in poter
;

poco riusc a fuggire.


Nel 1788, cio a dire pi di dieci anni dopo
una tal fuga
fu essa attirata dai cacciatori
d elefanti del sig. Leeke di Longfordha Spropchire in un chiuso
e quando all' indomani
questo personaggio and per vedere la preda
fatta, eglino gli mostrarono f elefantessa, come
d' altri

fra

gi da loro conosciuta e particolarmente tran-

Quando

quilla.

brava
zione

eh' essa
,

la

chiamavano per nome, sem-

porgesse

guardando

non

quelli che

so
il

quale

atten-

ripetevano.

i?5
"mentre

mente pei recinto

perpetua-

segni di furore, ella

ciancio

mostrava pazienza

sola

correano

elefanti

al la-i

gli

e rassegnazione ai

pro-

prio dcVilO,

Per

spazio* di cliciotto giorni ricus di

io

memore

approssimarsi ad una via senza uscita;


senza dubbio di ci che per due
sofferto in simil luogo.

un

chiuso

d nel

non

se

Gito

essa

della seconda

che

le

d'

Allora

un

introdurvi

non
colla

ve

del

appresso

per

fossato

taluni

alberello

nome

di
eli

uno

interno

avvisarono

essi

banani; e

la

belva
foglie

le

perch

che fecero, palpan-

il

e carezzandola. Allora le

pelle

la

ebbero
ed essa

riell'

vicino

addome,

ne prese dalia lor mano


ma apr la bocca
sua tromba
ponessero entro,

ed

cacciatori

solo

le

dole

altra

trovava

si

selvaggia

elefanti

di

mandarono

tosto alla riva

del recinto.

vi

Assicuratisi

per mezzo

ordine di chiamar

venne

mentre non
femina

elefanti.

aveva

signor Leeke entr

un' altra

piccioli

sticati

volte

mand

si

degli elefanti addomesticati, dicendo

al cornac di pigliarla

per l'orecchia, ordi-

narie Ai accosciarsi. Cominci essa dal ricusare,

mostrando non so quale corruccio

e allonta-

nandosi a certa distanza. Ma poi il cornac, richiamandola vienne a lui , si lasci carezzar
,

come prima
.elefanti

minuti permise agli

e fra pochi

di cui

dieenimo

che

seco

si

fami

&'

t^6

ELEFANTE.

Un

gliarizzassero.

cacciatore

uno

cavalcione sopra

allora

stando

annod una

di questi, le

corda attraverso il corpo , e le salt quindi


in groppa; della qual cosa parve essa a prima
giunta compiacersi poco; ma poi vi si adatt.

Un'

corda intanto a guisa di

altra

dispose al collo

staffa

per cui ponendosi

il

le

si

caccia 5

tore nella foggia ordinaria di chi cavalca, con-

dusse

la

di

che

all'

istante

tutt' intorno- al recinto. Dopo


comand di sedere
ed essa ubbid
non rialzandosi, che quando le fu

belva

le

permesso.

Mangi

quella* positura

in

quanto

le

diede; pigli colla tromba un bastone che le


sei mise in bocca, il tenne e lo
si present
,.

rese ,

che
fare.

come

fu comandato

le

molti

gi

Infine

si

se nel chiuso

si

in

quella guisa?

prima ebbe costume di


riaddomestic tanto bene, che
anni

fossero trovati altri elefanti sel-

vaggi avrebbe ottimamente servito a prenderli.

Nel giugno del

807 un

elefante, fatto capti vo-

alcun tempo innanzi, viaggiava con alcuni


di Chittigang

sulla strada

Giunto
fanti

sulle

tracce

sommo

malgrado

tutti

quale non salv

suo

d una
?

dorso

che gli eleodore fu coni-

tigre r

discoprono facilmente

preso di

altri

carico di bagaglie,-

all'

spavento, e fugg ne' boschi,


gli
la

ad un

sforzi

del

vita che

albero,

suo

cornac

il

aggrappai, dosi dal


sotto

cui

passava.

L"

ELEFANTE.

77

Liberatosi l'elefante dai suo conduttore, trov


tosto

mezzo

di

sbarazzarsi anche

d'ogni altro
appresso una femina; ma
questa non pot raggiungerlo in tempo d' im*
pedire la sua evasione.
carico.

Gli

si

mand

Diciotto mesi dopo, fu preso

un branco

di

qual rimase pi giorni nel chiuso*


prima che si potesse farlo entrare nel sentiero
senza uscita , Legarlo , e servirsene alla maelefanti,

il

niera ordinaria

Uno

de' conduttori , considerando attentacerto animale della frotta, dichiar clie


molto somigliava a quello, che avea presa lai

mente

fuga;

Ma

quali

le

generale

parole

sicch

eccitarono

faceasi

se alcuno approsimavasi

minacciava

la

gara per

il

curiosit

vederlo.

quadrupede

lo

tromba e pareva egualmente intrattabile, che qualunque degli-- elefanti selvatici, Un. vecchio cacciatore, frattanto*
colla sua

entrato a cavallo nel chiuso

tentamente

lo

esamin

at-

e decise ch'era quello stesso,


quale gi fuggjL
,.

il

Nella quale persuasione corse ad esso a br^


glia

sciolta

dolo per

1'

e gli

ordin di

sdrajarsi

orecchio. L' animale

tiran-

credendosi

quel che parve, arrestato per sorpresa obbed

immediatamente,

un grido
il

acutissimo

mand
,

attraverso la tromba

com' era gi suo costume

che lo fece immediatamente riconoscere dal


Gabinetto Tom. /.
! 2

lj&

L ELEFANTE.

persone

clie

ricordavano

si

questa par-

di

ticolarit.

Vive tuttora

(1806) nel parco

Cu auge

un' elefantessa

Calcutta

no

condotta

796

la

in

onorevole

dall'

bestia bellissima

di

di Exeter-

quale fu allevata a
Inghilterra

nelF an-

Ugo Lindsey

nove piedi

ed

di altezza

so-

pra venti di grossezza


e del peso di due
tonnellate o cinquecento libbre
molto ben
famigliare, massime colle donne e co' fanciulli.
Visitando il parco
or sono alcuni mesi
ebbi gran diletto in ammirar la sagacia e la
destrezza veramente singolarissima di questa
belva. Avendole domandato il guardiano, quante
persone fossero -presenti, rispose con due forti
buffj di tromba.* cui teneva in posizione quasi
perpendicolare
e quando poi le si chiese il
numero de' lumi che rischiarava il luogo, poich era notte , ripet que' soffj sei volte. Risi
dapprima, come di supposto errore; ma guardando pi da vicino m'accorsi che ciascuna
delle due lampade avea tre lucignoli. Apr e
;

le porte e le finestre del


suo alloggio colla pi gran bravura e prontezza ;
e finalmente s'inginocchi al comando del suo

chiuse quella bestia

custode, per mostrare di qual maniera poteva


^

essere caricata.

Ma
altro

tutto
fatto

paragone di un
che veramente sembrava esgere
ci

nulla

in

la

e l'intelligenza dell'uomo.

riflessione

stode

medesimo

cu-

Il

dopo aver gettato uno

scel-

lino per terra presso la barriera che separava


1'

elefantessa dal pubblico

tea ghigne re
di

raccorla

ma

dove non po-

sua proboscide,

colla

darmela.

La

bestia

disse di

le
,

con

mio

grande stupore, curvando al suolo quella pieghevolissima tromba, parve misurare la distanza
indi
che passava fra di essa e la moneta
emise soffio sopra soffio con tal violenza, e in
che ciascun d' essi portava
s special direzione
;

muro

verso la barriera, finch


pot prenderlo. Allora mei pose in mano , e

lo

scellino dal

mia

richiesta

poi

nella

saccoccia

dell abitQ

sagacia

di

del suo custode.

Dopo queste prove

di

dienza vuot in tre sorsi

che

le

fu apportato

il

un

obbe-

secchio d'acqua^

rumore

del

liquido

nel passare dalla tromba alla bocca somigliava

un vaso ed
Avendola alcuno richiesta
mostr a chiari segni che

a quello che farebbe nelF uscir di

entrar
s'

nelF altro.

era ben dissetata,

berrebbe

di

nuovo e
come

infatti

un

di

secchio d' acqua

aspir

un

altro

prima volta. Indi


senza che le fosse comandato, prese il secchio
medesimo pel manico, e il restitu al suo cornac
accompagnandolo con profonda inclinazione di testa. Il suo giornaliero nutrimento
,

la

consiste

in

fascio

fieno

un

altro

di

tSo
paglia

l'elefante.

un moggio

di farina d' orzo e di cru-

sca insieme mescolata, e trenta libbre di


di terra, a cui
eL-

tre e

tre.

pomi

secchi!

acqua, per bevanda.

RINOCERONTE

IL

il

aggiungono

si

Dopo

F elefante, dice

rinoceronte

Plinio

il

pi possente

il

Ha almeno dodici piedi


estremit del muso sino alla

francese,

quadrulunghezza daldei

pedi.

di

l''

radice della coda,

e sei o sette piedi di altezza:

la

circonferenza

del solo corpo- presso a poco eguale alla lun-

ghezza, che dicemmo. Molto, adunque, si approssima all' elefante pel volume e per la massa; e se appare pi piccolo, si perch le
sue gambe sono in proporzione pi corte. Differisce, per, grandemente da esso, per l'intelligenza e le altre facolt?

vuto

dalla

natura

compartite a tutti

che
i

non avendo ricecomunemente

quelle

bruti.

Privo di sensitivit

mancando di mani e d* organi disunii pel tatto non avendo, in luogo di tromba, che un labbro mobile, con cui solo pu
lidia, pelle;

industriarsi,

appena

mali per

forza , la grandezza , e

la

superiore agli
1'

altri

arme

aniof- +

fensiva, che porta sopra del naso, e che a lui

unicamente appartiene. Quest' arme un corno


solido e durissimo, piantato pi vantaggiosa-

e
n

-3

poi

eli'

riori

le

Tot

RINOCERONTE.'

IL

mnte che

corna

<T altra

bestia

qualunque

non muniscono che le parti antemuso, laddove 1' altro preserva d ogni

esse

elei

capo .
corno del rinoceronte ha talvolta tre piedi
di lunghezza, ed otto di circonferenza alla sua
offesa ogni parte anteriore del
Il

base; e

gli

serve a difesa contro gli assalti di

qualunque specie

di belve feroci

posto e con-

formato in modo, che pu recare profondissime ferite, e allontanare le pi leggiere. Perocch .mentre l'elefante, l'orso, il bufalo, il cinghiale sono obbligati a percuotere di traverso
colle

loro armi,

il

rinoceronte, che porta i suoi

colpi diritti, applica a ciascuno di essi ogni sua

Quindi la tigre istessa malgrado la sua


si espone di rado ad azzuffarsi con lui,
poich anderebbe a rischio d'essere sventrata.
Le ^membra del rinoceronte vengon difese
da una pelle nerastra, coperta <di tuberosit
e cos dura, che riesce impenetrabile ai puforza.

ferocit,

gnali

alle

lance.

Essa

grosse pieghe intorno


in sulla groppa.

-al

Pretendesi

corrugata a

tutta

collo

che

sulle

spalle

danno del

rinoceronte, quand' giunto alla sua maturit,

non valgono che le palle di ferro, poich


di piombo si schiacciano contro la sua

le

che, per altro, fra le sue pieghe e sotto


molle e d'

un

il

colore di tenera carne.

mascella superiore

dell'

quelpelle

ventre

La

animale, per usar le frasi

I&2

IL

del sig. di Buffon


il

labbro di sotto

RINOCERONTE.
si sporge sopra

mobile

l'

pu

inferiore,

allungarsi

sino a sei o sette pollici, massime che termina


in
ai
il

una appendice acuminata, ond' pi facile


gli altri quadrupedi

rinoceronte che a tutti


coglier

1'

erba e farne manipoli, come pres-

so a poco fa F elefante colla sua tromba.


Il

rinoceronte ordinariamente dolce e pa-

cifico;

ma

aggredito

provocato

divien

dele e assai pericoloso, e va talvolta

tali

terlo

accessi di furore,
ili

che,

nulla

cru-

soggetto

pu rimet-

calma.

Quello che giunse a Londra nel 1789 (seragguagli dati dal dottor Parsons al
i
era stato insig. di Buffon che li riferisce )
viato dal Bengala, sebben giovanissimo, poich
Bon aveva che soli, due anni, e le spese del
^uo viaggio costarono presso a poco un mi-

condo

gliaio

di

lire

sterline.

Era nutrito con

riso,

zuc-

caro e fieno, cio sette libbre di riso per giorno, miste con tre di zuccaro, che

gli

si

divi-

devano in tre porzioni


oltre il molto fieno
che preferiva all' altro. Non
ed erba verde
beveva che acqua, ma ogni volta gran quantit. Si mostrava d' indole tranquilla , e lasciavasi toccare in ogni parte del corpo; n imche quando il battevano o aveva
perversava
fame; ma nelF un caso e nell' altro placavasi
egualmente, dandogli a mangiare. Quand' era
,

IL

tezza e

i83

RINOCERONTE.

elevandosi a grande

in collera slanciavasi,

spingendo

al-

sua testa con furia contro

la

con prodigiosa celerit,


il che facea
de' muri
malgrado il torpore della sua msrssa pesante,
A due anni non era pi alto di una giovenca;
ina era a compenso assai lungo e membruto.
Un rinoceronte condotto d' Atcham, e che
faceasi vedere a Parigi nel 174^5 era mansue;

tissimo
esso

pu

carezzevolissimo. Si nutriva

dirsi

principalmente di biade e di fieno, e parea

avido, soprattutto,

di

come

piante spinose,

ne aveano cura
gean sovente rami d albero armati

ginestra. Quelli che

gli

di

la

porspine

molto acute, cui esso masticava senza dar segno di riceverne noja. Talvolta, per verit,
gli traevan sangue dalla gola e dalla lingua
ma appunto allora gli servivano di tornagusto
;

parean condire

il

suo cibo, come

P altre spezie condiscono

il

pepe

nostri.

rinoceronte sono piccioli


e
maniera, che non pu vedere, se
non quello che loro posto davanti in linea
retta; ma il dottor Parsons accerta , eh' esso
Gli occhi del

situati

in

ne compensato da un'altra particolar qualit. E questa un udito finissimo onde non gii
sfugge il minimo strepito, e anche addormentato, o inteso a mangiare o a soddisfare altri
bisogni, leva sull' istante la testa, ascolta con
inquieta attenzione, u si rassicura, che quando

r^4
calma

la

IL RINOCERONTE.
interamente ristabilita.

Malgrado

sua grossezza, e massiccia corpulenza vuoisi

la

eh' esso

corra molto spedito, e

forza,

impenetrabilit

1'

della

merc

sua

sua

la

pelle,

la

durezza del suo corno rovesci tutti gli ostacoli che incontra, e faccia piegare al par di

verghe i
cammino.

piccioli

alberi

che

incontra

suo

in

maniera di nutrirsi
e
nelle sue generali abitudini molto rassomiglia
all' elefante,
e abita com' esso i luoghi freschi
JNella

sua

mezzo

in vicinanza all'acque o in

ma

imita

delle foreste;

majale avvoltolandosi

il

alla

sua fog-

gia nel sfango.

Costumasi
domesticare

in alcune parti
i

dell'

Asia di ad-

rinoceronti, e condurli in

campo

onde spargere fra i nemici lo


spavento. Generalmente per questi quadrupedi
sono cos intrattabili, che non fanno che nuone
cere alla causa, a cui dovrebbero servire
cogli

eserciti

raro
i

il

vederli nel loro furore volgersi contro

padroni e

Le

farli

loro vittime.

loro carni, l'unghie,

ed anche

gli

escrementi

denti,

sono

la

dagli

adoperati nella medicina. Pretendevi che

pelle,
Asiatici
il

cor-

no, segato orizzontalmente ov' pi grosso,


presenti da ciascun lato una rozza immagine
d' uomo, i cui tratti sono indicati da piccioli
punti bianchi. Gran numero di principi indiani beve in coppe formate di questo corno,

IOO
IL RINOCERONTE.
per la persuasione che trovandosi in esse qualche veleno, il liquore fermenterebbe sino ad
uscirne spumeggiando. Quelle di corno giovane
sono le pi stimate. 11 professore Thunberg
ebbe la bont di far diverse esperienze con
ogni sorta, di veleni, e in corna vecchie e in
corna giovani di rinoceronti, lavorate e non
lavorate ad uso di ciottoe; e non vi osserv
qualunque. Solo,
ri elfervescenza, n moto
quando vi ebbe versato Ima soluzione di su,

blimato corrosivo,

si

elevarono alcune

bolle

prodotte dall'aria rinchiusa ne' pori del corno,

che allora ne

usc.

due soli animali di questa specie, che in


lungo tratto di tempo io abbia veduti in InI

ghilterra, furono acquistati per le sale d'esposizione ad Exeter- Grange. L'

uno

niva da Laknaor, mandato in dono

di essi

ve-

nel irJJTF

compagnia dell'Indie al sig. Dundas, che


H ricus, ed indi comperato dal sig. Pidcok.
L'animale non diede, sin dal principio, verun segn0 di ferocia, ma si -mostr all' incontro docilissimo agli ordini del suo padrone
aggirandosi per la saia ond' essere veduto, e
lasciandosi anche talvolta toccare sul dorso dai
dalla

tanti

spettatori eh'

mento

^i trifoglio, oltre

mare,

erano accorsi.

Il

suo nutri-

giornaliero consisteva in veni' otto libre

un

egual peso di biscotto di

una prodigiosa quantit

d'

erbe verdi,

IL RINOCERONTE.
l86
Fevea dieci in quindici secchii d' acqua, che gli
erano portati a cinque a cinque. Il cibo se lo
prendeva col labbro superiore, e con esso quasi
con mano se lo poneva in bocca* Amava molto
liquori spiritosi, di cui si tracannava due o
i
tre bottiglie in poche ore. La sua voce somigliava in qualche modo al muggito di un vitello, e la faceva sentire principalmente quando
vedeva alcuna persona tenere un frutto altra
vivanda eh' esso appetisse, e di cui in tal modo
mostrava il suo desiderio.
Nel mese di ottobre del 1792, alzandosi esso
d' improvviso sulle sue gambe, si slog un ginocchio
quale accidente gli cagion una
il
infiammazione alla rotella, e in capo a nove
mesi la morte; ritrovandosi in un albergo a
Corsham presso di Portsmouth. Ali' istante che
giunse in quel luogo la diligenza pubblica
gi esalava dal suo corpo un fetore cos insopportabile, che il podest ordin subito di farlo
,

seppellire.

Fu

dissotterrato

undici

presso da gente che ne voea

pi preziose;

ma

rato assicurano,

la

giorni ap-

pelle e l'ossa

testimonii di vista e di odo-

che

vi fu gran difficolt in
capo d quell' operazione , poich
l'incredibile puzza toglieva il senso, e il respiro. Quella pelle impagliata ora deposta

venire

in
si

una
parl.

delle

sale

dell'esposizione,

di

cui

gi

IL

187

RINOCERONTE.

L' altro rinoceronte, eh' era ad Exeter-Chan--

mi parve molto pi piccolo. Fu condotto a


Londra verso Fanno 1^99? e il sig. Pidcok lo

g,

vendette poi ad un' agente dell' Imperator di


Alemagna. Ma due mesi appresso mor nella

una locanda

corte di

del quartiere di

Drury-

Lane.

RINOCERONTE A DOPPIO CORNO

IL

dall' altra
anche al
perocch in luogo i
pieghe immense e regolari somiglianti ad una
corazza, non ne ha che una leggiera attraverso le spalle e la parie di dietro, ed alcune ancor pi lievi sui fianchi, sicch in confronto

Questa specie

differisce

solo aspetto della pelle

del rinoceronte ordinario la sua

La

liscia.

nell'avere

principal
il

differenza,

pelle

per,

sembraconsiste

dinanzi della testa armato di due

corni, di cui

uno

1'

pi piccolo

dell' altro,

situato al dissopra di esso.

Levalllant assicura che gli animali di siffatta


specie molto

tano

le

narici

compiacciono del

si

alte,

che hanno finissimo,

quando sono

vento, porcoli' odorato


avvicinar de' nemici, e

onde scoprire

adirati

1'

solcano

la

terra colle loro

corna.

La
di cui

descrizione
si

tratta,

de'
fatta

costumi

del

dal

Bruce, troppo

sig-.

rinoceronte

BB

IL

RINOCERONTE A DOPPI CORN,

dilettevole a leggersi, perch

rare

d' inserirla

Oltre

viaggiatore
deli'

si

possa

trascu-

in quesl' opera.

alberi durissimi , dice questo


che abbondano nelle vaste foreste

gli
,

hanno

India, altri ve ne

di

pi molle so-

stanza, che sembrano particolarmente destinati

nutrimento di questo quadrupede. Onde giugnere ai rami elevati di tali alberi, il suo labbro superiore pu estendersi di tanto, che nulla invidiar deve alla tromba
dell' elefante.
Al
labbro poi aggiugnendosi il soccorso del corno, il
rinoceronte abbatte que' rami
che pi sono

-al

ricchi di foglie, e cui

divora pei primi.

Quan-

do ne ha dispogliato l'albero interamente, non


perci lo abbandona, ma cacciando nel tronco
le corna pi addentro che possano entrare ,
r apre, e il divide in parti minute come panconcelli. Come 1' albero cos ridotto, prende
colla mostruosa sua bocca quant' essa pu addentare
e il torce con egual facilit, che farebbe un bue d' un fascio d' appio, o di tut,

t'

altra

pianta di questo genere.

Quando

inseguito

o concepisce qualche

timore, fa prova di sorprendente celerit, avuto

riguardo

alla

grossezza, e

ali'

enorme peso

del

suo corpo, e alle brevi gambe che il portano.


Esso ha una specie di trotto, che in capo ad
alcuni minuti diventa precipitoso, e gli fa percorrere

in

poco tempo

moltissimo

cammino.

RINOCERONTE A DOPPIO CORNO

IL

Non

come

e per vero,

che sorpassi un cavallo nel


io

un mediocre

con

oltrepassato

ed

'

8f)

poich

corso,

cavallo

asserito,,

ho

ed

facilmente

con un peggiore hanno


che sehbene avvenga di rado,

altri

fatto. altrettanto.

non da

hanno

alcuni

Il

attribuirsi, alia .grande-

ma

prestezza del

ch'esso

impiega.
Perocch passa costantemente da bosco a bosco
e si addentra nel. pi folto, mentre gli alberi
rinoceronte,

morti e disseccati

all'astuzia

spezzandosi

come

colossale sua forza,

della

all'urto

a quello di

una

palla

cannone, cadono intorno di esso da tutte


Gli alberi che sono pi flessibili, pi
forti, pi pieni di sugo, s'incurvano
sotto il
di
le

parti.

suo peso e
sticit

la

velocit

suo

del

passato, ripigliando

eh' esso
la

la

imprudente

schiacciano contro

gli

col

loro ela-

come

propria naturai posiziono,

rebbero verdi ramoscelli,


cacciatore

corso, e poi

per

da

levano

fa-

terra

suo destriere

alberi circonvicini.

il

lo

Picciolssin sono gli occhi del rinoceronte^

quale di rado volgendo

la

che quello che ha dinanzi

il

ticolarit

sovente

testa

cagione

non

vede

s.

Questa

della

sua

par-

morte.

Mai esso non isfugge al cacciatore, ove si trovi


in una pianura abbastanza lunga, che quegli
col

suo cavallo

La sua

abbia,

fierezza e

il

tempo-

furor suo

gnare ogni Idea di salvar

la.

raggi ugnerlo*

gli

fanno disde-

sua vita altrimenti.

1Q0

un

IL

RINOCERONTE A DOPPIO CORNO.

trionfando

-che

dell'

inimico.

cavallo,

non diversamente

arresta

corre

un

di

esso

diritto

al

cinghiale, a

molto rassomiglia ne' suoi

cui

cavallo per lo

cui presto giunge

ronte

una

L'

fatale.

si

cala

groppa

al

il

al

principal caccia-

veduto da

senz' essere

a terra; e

quel quadrupede,

che

balzi

momento che al rinoceuomo ig;nudo, che armato di


il

sciabola sta in

tore,

movimenti. Il
volgendo a
improvvisi
per

schiva facilmente,

destra e a sinistra con

le

Si

istante, indi slanciandosi

qual non cerca e non mira

d un colpo al tendirende incapace a fuggire

solo cavallo, gli

del tallone

e ad opporre la

Gran quantit

il

minima

resistenza.

nudrimento dicemmo abbisognare alla massa enorme del rinoceronte


ma bisogna pur fare un cenno della sita nedi

cessaria bevanda.

Shangalli,

Non

ov' esso

avvi

abita,

che
paese

paese

dei

inondato

sei

il

mesi dell' anno dalle pioggie, e pieno di larghi


-e profondi bacini scavati nella roccia dalla natura, ombreggiato da folte boscaglie che si oppongono all' evaporazione, o irrigato da grandi
riviere, il cui corso mai non vien meno; non
avvi, dico, che un tal paese, che fornir possa
di che estinguer la sete del mostruoso animale.

Ma non

per

dissetarsi

soltanto

frequenta

luoghi umidi e paludosi; perocch sebJ>en cos grosso ed ardito pur uopo che si
esso

IL RINOCERONTE A DOPPIO CORNO. IQI


premunisca contro il pi debole de' suoi avversarli.

rinoceronte a doppio corno ha per nemico

Il

formidabile
paludi,

le

una mosca nata

dal nero limo del-

quest' insetto

con

perseguita

il

tanto accanimento, clie finirebbe col farlo perire,

non

esso

se

stratagemma per

avvisasse di ricorrere ad
la

quando

Alla notte,

la

rinoceronte sceglie

il

nel

avvoltolandosi

ivi

uno

sua propria conservazione.

mosca

addormentata

un luogo opportuno, ed
fango,

copre

si

d'

una

specie di crosta, che all'indomani lo fa invul-

nerabile alle punture della sua

avversaria.

rughe

pelle

e le tuberosit della sua

a fissare questa specie d'inviluppo


l'

estensione

del

e le

suo

corpo

gambe, onde

sovra tutta

eccetto

suoi

Le

servono
1'

anche

movimenti

le

spalle

lo

fanno crepolare e cadere, lasciandole espoe i dolori


che allor prova
I pizzicori

ste.

lo forzano

a fregarsi contro le scorze degli

al-

beri; e questa abitudine, secondo tutte le ap-

parenze,
tuberosit,

la causa delle numerose pustule o


come dicemmo, le quali si osservano

sulla sua pelle.


Il
1'

piacere

eh' esso

oscurit della

della

sua

notte

attenzione

prova
lo

al

confricarsi

vigilanza

interamente

privano
;

mentre

lo

strepito eh' esso fa inteso cos da lungi, che


i

cacciatori

pian

piano

gli

si

accostalo,

RINOCERONTE A DOPPIO CORNO


gii piantano i lor giavellotti
nel ventre, ove la piaga mortale.
L' opinione d' alcuni, che la pelle del rinoceronte sia cos impenetrabile come un assedi
quercia falsissima. Questo quadrupede nel
suo stato selvaggio ; sovente ucciso a Golpi di
dardi lanciati con mano, di cui taluni entrano
a grandissima profondit nel suo corpo ; ed
una palla di mosclietto lo traverserebbe da parte
a parte se non fosse intercetta da un osso. Gli
Abissini lo mettono a morte con rozzissime
cbiavarine ed indi lo tagliano a pezzi con catIL

1-^2

anelando carponi

tivissimi

coltelli.

Pu argomentarsi
pliche
la*

dopo essere

relazione dataci dal

di quest'animale, a
assistito

forza del rinoceronte,

la

stato

gravemente ferito, daL


Bruce d' una caccia

sig.

medesimo

cui aveva egli

nel!' Abissinia.

Eravamo

a cavallo, die' egli ? allo

spuntar

del sole in traccia de' rinoceronti cui

avevamo

mandar profondi, sospiri


Gran numero d' agageeri venne

udito pi volte
acute.

gi ugnerei,

perlustrato

a rag-

per

un

pi folto del bosco, uno di queanimali si slanci con grande violenza, e

ora circa
sti

dopo avere

e grida

il

travers la pianura, per andarsi a rimpiattare


fra

una

miglia.

selva di bamboli

Sebben per

sorprendente

lontana

trottasse

avuto riguardo

forse

due

con una prestezza


alla

sua

enorme

IL

RINOCERONTE A DOPPIO CORNO:

q3

grossezza, fu giunto da trenta o quaranta giavellotti

guisa

ehe

V impaurirono e

burrone senza

in

costernarono

di forzarlo a nascondersi

un

in

fosso o

per Y angustia
dell* ingresso, non pot entrare senza rompere
pi di dodici di que' dardi, che avea piantati
nel corpo. Ivi
in.

un

uscita

credemmo

noi

trabochelo,

stante pei' volgersi.

un

aveva

trasse

gli

siili*

testa,

alla

istante. Invaginandosi

tarono sopra di esso

ma appena

onde squartarlo^
colpi,

onde

co' loro

coltelli alia

ebbero

che

morto, quanti fra noi erano a piedi

fosse

mi

come

pigliarlo,

avendo appena spazio baQuindi uno de' nostri, che

archibugio

F animale cadde

cui

in

sal-

mano,

dati

pri-

che quello ricovr abbastanza di forza

levarsi in sulle ginocchia.

Ben furono

av-

fuggirono
e se uno
degli agageeri impegnatosi ei medesimo nella
burraja, non gir avesse tagliato il tendine del

venturati coloro che

tallone,

bea

dal

effetto

gi

cacciatori pedestri avriano

cattivo quarto d' ora*

fu messo a morte
tagli

si

colpo

d'

io volli

il

vedere

passato

un

rinoceronte
la

piaga

fat-

archibugio, la qual produsse

violento

mi figurava

Come

in

ferito

enorme animale. Io
quando con
che la palla non avea

s
il

cervello,

mio stupore m' accorsi


tocca
se non che la punta del corno anteriore
portandone via un pollice all' incirca.
Da. ci era provenuta una tal commozione o
,

Gabi:iettQ

Tom,

Io

i3

ig4

RINOCERONTE A DOPPIO CORNO.


il lasci senza seii^i
per un
minuto; ma il sangue sparso glieli avea tosto
fatti ricuperare .
IL

stordimento, che

Il

un

Spannami

sig.

ci

narra, che avendo aperto

la lunghezza del
suo stomaco era di quattro piedi sovra due di
diametro, e terminava in un tubo o canale,
il quale era lungo vent' otto piedi, e largo sei
il
cuore poi avea diciotto pollici di.
pollici:

rinoceronte, ritrov che

lunghezza, e

reni altrettanti.

le

fegato

Il

manca avea

s-urato a destra e a

mi-,

piedi

tre

e:

ed era grosso circa trenta


pollici, come quando sospeso nel corpo dell'animale, che sta in piedi. La cavit del cranio,
era molto piccola,
che conteneva il cervello
u presentava che sei pollici di lunghezza sovra

mezzo

di diametro,

quattro di profondit.

me-

Gli Ottentoti attribuiscono molte virt


dicinali, al

sangue disseccato

de' rinoceronti,

alcuni di essi mostrali si ghiottissimi

ed
sua

della

carne, quantunque dura e fibrosa.

L'IPPOPOTAMO.
Quest' animale
talvolta,

piedi

ne

quand' sul crescere,

una mole uguale

a quella del rinoceronte,

di

evi

per altro, eccede. Lungo circa nudivi


ha nove di circonferenza. La sua

forma grossolana

massiccia; le

sue

gami.

19

l'ippopotamo.

carnose,

corte

testa

la

quadrata,

la

bocca
coda

larga, gli orecchii e gli occhi

piccioli, la

lunga un piede, e lievemente

crinita. 11

dell'animale

intero

vido
poi
jale

ha in alcuni luoghi due

sezza;

un

di color bruno. La sua pelle


molto rassomiglia a quella del ma-

breve

che

corpo

coperto di un pelo ru-

il

solo

di

pollici

peso basta

suo

al

grosdi

carico

camelo.

Colle qualit
cile

che ahbiam dette

invaginarsi eh' esso

gi fa-

non pu correre molto

ove si mosra d' un' eterra


strema timidezza. Quando inseguito si getta
all'acqua, scende al fondo
ed ivi cammina
agevolissimamente
se non che non pu rimanervi a lungo, senza tornare alla superfcie.
Di giorno ha tanta paura d'essere discoperto,
che quando vuole respirar 1' aria, appena
rapido in sulla

possibile accorgersi

ad

in

qual luogo

arrischii

alzar le narici fuori dell' onde.

Quand' ferito solleva con violenza le canoe e le barche


rompe co' denti le loro
sponde, e le fa sommergere. Si scava delle
buche molto addentro ne' fiumi, che non hanno
bastante profondit per nascondere la sua massa
sterminata. Quando abbandona Tacque esce
ordinariamente con met del suo corpo
e
,

ventila intorno a s;

ma

talvolta

mare con grande impetuosit,

si

slancia dal

ig6

l'

Egizii

Gli

ippopotamo.

hanno un

mezzo di liSpargono

singoiar

berarsi da questo animai distruttore.

una gran quantit

di. piselli secchi


ne' luoghi
frequenta:
onde venuto a terra, ne
ch'esso
fa suo pasto avidamente siuo a provarne una

Corre allora ad estinguerla, e beve


gran copia, che i piselli gonfiandosi nel suo ventre lo fan perire.
L' ippopotamo , dice il dottor Spannami ,
non ha il passo cos rapido come la pi parte

sete vorace.

acqua in

de' quadrupedi,,

lento

come

Ottentoii
sissimo
d'

infatti

suo

il

acqua

sig.

il

pesante e

cos

Buffon.

di

Gli

riguardano come pericoloincontro y specialmente fuor


,

essendo

compatrioti
a

ma nemmeno

asserisce

recenti

gli

che inseguiti da

esempi
siffatto

di loro

animale,

gran pena poterono scamparne

meridionale prendono
quadrupede entro fosse- che
scavano in mezzo a' sentieri pei quali esso
ma L andar suo quando nulla lo agipassa
I

Cafri

dell'

Africa

questo

talvolta

generalmente s lento, e tanta, la sua


cautela che spessissimo gli avviene di scoprir
1' aguato
e di evitarlo. Il pi sicuro me<szo
ta,

di coglierlo quello di spiarlo alla sera dietro

un rovo
stume
al

presso alcun luogo, cui abbia in co-


quando passa ferirlo

di frequentare^,, e

garretto

il

che

lo

fa

tosto

rende impossibile lo sfuggire


ciatori

che lo assalgono.

a'

cadere

gli

numerosi cac-

l'ippopotamo.

Una persona degna

di

197

fede, la qual dimora

Capo di Buona Speranza , narr al profescome un giorno essendo alla


Thunberg
caccia vide cogli altri della compagnia un' iped and a
popotama , che usc d' un fiume
al

sore

picciola

sgravarsi a
allora
la

madre

colpi

nuovo parto

il

e allora

1'

dalla

riva.

rimpiattarono fra de' rovaj

si

parire

distanza

Gli OttentOti

uccisero.

maginarono

di

com-

({nella

quali

Tutti

fino a che

venissero

contro

lanciati

pi,
s'

i-

di poter prendere
dopo di ci
vivo il picciolo ippopotamo usciron tosto dalla
loro imboscata ma Y animale sebbene appena
,

vedesse
fretta

il

alla

giorno, fugg loro correndo in tutta


riviera

ove

si

attuilo

scomparve.

Questa circostanza, come osserva il dotto professore


una prova singolare dell' istinto di
,

simili
si

di

animali

poich

sicurezza

di

cui

si

come

parla

a luogo

quantunque nessuna istruzione

avesse ancor ricevuta


la

quello

ripar, senza esitare, al fiume,

da quella che

le

diede

vita.

La carne dell' ippopotamo cibo eccellente


per gli Ottentoti che la mangiano e a lesso
ed arrostita. Il sig. Levaillant parla della sua
,

parte

come di cosa squisita. La


quando disseccata si conCapo , come boccon raro e pre-

gelatinosa

sua lingua poi


sidera
libato.

al

i/

I C)

La

pelle

sua,

ippopotamo*.

tagliata a liste,

serve a fare

degli scudiscj, al qua! uso , per la sua

molto pi

fles-

mata che quella del rinoceronte. Le sue zanne


come quelle che
serbano sempre l'originaria purezza, sono vie
sibilit

sii

pi pregiate che

1'

avorio.

Sembra che l'ippopotamo

sia capace di qualaddomesticamento


e Belon assicura
di
averne veduto uno cos trattabile
che dalla
scuderia, ove tene vasi
condurre
si
lasciava
senza far male
ove piaceva al suo custode
ad alcuno.
Gii ippopotami abitano i fiumi d'Africa, dal
pi miglia al nord del
Berg sino al Niger

che

,.

Capo
altra

di

Buona

volta

nelle

medesimo, ma poi

Speranza.
riviere
vi

Essi

pi

abbondavano
al Capo

vicine

furono quasi interamente

distrutti.

IL TAPIRO;
Sembra essere l'ippopotamo del Nuovo Mondo; e spesso infatti fu preso per quell'arafbio.
presso a poco della dimensione d'una pieciola giovenca , ed ha il corpo della forma di
quello d' un majale. La sua pelle d' un colore brunastro ; e il suo naso lungo ed affilato
.

$i

estende molto

riore;, e

al

forma una

di

della

mascella infe-

specie di tromba,

cui

pu

IL

orecchie piccole
grasse

Mansueta
timidezza
glio.

no

le

F indole sua

solitario

nella

compone

si

strette

199
e

Ha

grado.

gambe

corte

le

cos

grande

la

che fugge ad ogni aspetto di peri-

Animai

a cercar

coda esilissima

e la

TAPIRO.

allungare

raccorciare

d'

notte

dorme

nel giorno,

suo

nutrimento

il

erbaggi di differenti

va
che

specie

di

canne di zuccaro e di frutta. Mai non veduto allontanarsi dai fiumi e dai laghi
e
;

quando
l'

acqua,

facilit

minacciato

vi

che

cipalmente

s'
1'

immerge

inseguito
e vi

ippopotamo. Si

ne' boschi

si

getta al-

nuota con eguale


trova

ne' fiumi

esso prinsulle

coste

America meridionale dall' istmo


di Darien sino al fiume delle Amazoni. I selvaggi fanno scudi colla sua pelle, eh' si alta
e dura
che quando disseccata i dardi e le
orientali

dell'

frecce

non possono

penetrarla.

CAPITOLO
La forma

e gli atti

Ispida cute e

V.

ha d' uom,

Orang-Outangh

gli usi e l'aspetto.

detto.

quando la notte imbruna,


Esce dagli antri, in cui solingo alloggia,
Erra pe' boschi ove pi l'aria bruna,

Ritto su' pi,

Ed

armasi del tronco a cui s'appoggia,

Sfida chi incontra arditamente

Chiamalo

il

Ponga

negro abitator del Congo.

Casti.

ORANGOTANO.

Hi fra le seimie 1' animale pi grosso , e


avuto riguardo alla sua esterna apparenza, che
mollo somiglia V umana forma, gli fu talvolta

nome d' uom selvatico, o d' uom de' boHa per il naso pi schiacciato, la fronte
pi obliqua, e il mento meno elevato alla sua
dato

schi.

base, che quello dell'

uomo.

sono pi vicini Y uno

uomo,

all'

suoi occhi, inoltre,

altro che

noi

siano

suo naso e la
sua bocca infinitamente pi grande. Cos
nella sua interna conformazione si discoprono
nel!'

e la distanza fra

il

differenze essenziali, che malgrado ogni esteriore

20 1
L ORANGOTANO.
dimostrano qual immenso inter-

somiglianza

Y una

separi

vallo

me

la

tivi,

specie

dall' altra.

Che

ravvicinano

rimenti
<}li

natura dell uomo; di nulla pa-

alia

sollevano sopra quelle del bruto.

il

orangotani, che fino ad ora

si

sono os-

servati in Europa, di rado eccedevano

za di tre piedi, i
.sere

se

ne gli organi, n i moti imitache sembrano risultarne, di nulla pi il


figura,

di

sei,

piti

1'

altez-

grandi, che diconsi es-

sono vivacissimi e di tal forza che


dell' uomo pi muscoloso. Ve-

sorpassa quella

locissimi al corso,

che con estrema

bruno

fosco,

orecchie,

loro

a quelli della specie

Abitano

essi

e dell'isola di

si

ghigne a sorprenderli
Il

loro pelo d' un.

loro piedi son rudi, e le loro

come

non

difficolt.

diti, molto
umana.

conformano

si

boschi dell'interno

Borneo,

si

nutron

dell' Africa,

di frutta., -

quando si avvicinano al mare mangiai! del pesce


e de' granchi. Andrea Battei, viaggiator portoghese, il quale dimor ad Angola presso a
diciotto anni, assicura che Y

tutte le sue proporzioni

cetto eh' pi grande,

orangotano

simile

all'

grande

die'

un

gigante, ha faccia umana, liscia


peJo
occhi incavati
lunghi capelli
,

.,

in

uomo, ecegli come


e
,

senza

che

gli

scendono gi pei due lati della testa, orecchie


e mani ignude, e corpo leggiermente velloso.
Dice che non differisce dall'uomo nell' esterno

L OJlANGOTANO.

2(5 2

gambe, poieli non ha che poco


nulla di polpe, e non pertanto cammina seni*
pre diritto sui due piedi; che dorme sugli alberi
e si costruisce una capanna, un ricodie per

le

vero contro
frutta e

altri

viene a

pioggia; eh' ei vive di

carni

non

pu

intendimento

che

eh' ei

pi

abbia

animali; che,

ne' boschi

la

mangia

parlare sebbene
gli

sole

il

non

quando

sedervi

negri fan fuoco


riscaldarsi

ma

non saprebbe mantenerlo aggiungendovi legne;


eh' esso vadi compagnia con altri animali della
sua specie, uccide cos
partati, e

si

negri

azzuffa perfino

ne' luoghi

ap-

colf elefante.,

cui

discaccia a colpi di bastone da' boschi ove V in-

contra, e che finalmente non pu mai essere


preso vivo, poi eh' si forte, che dieci uo<-mini non basterebbero a domarlo.

Jobson ne dice, che


in Africa gli orangotani

sulle
si

rive del

Gambe

raccolgono talvolta

in truppe di tre o quattro mila, divise in varie


schiere, avendo

il

pi grande fra loro per casi mostrano au-

pitano, e in simili circostanze

dacissimi

perfidissimi.

Quand'

egli

passava

dinanzi a loro col suo equipaggio, essi arrampieavansi agli alberi, e si mettevano a guar-

oppure talvolta scuotevano gli alberi


medesimi con grandissima violenza , e digrignavano i denti. Alla sera, quando il naviglio
era all'ancora, essi venivano a collocarsi sovra

darlo

l'

rupi o

oraxgotano.

dominavano

alture, che

le

il

^o3
mare,

gente scendeva a terra, coloro le


facevano incontro con strani ceffi; ma sempre fuggivano precipitosi , qualora fossero attaccali. Uno di essi venne un giorno ucciso
e se la sua
si

da un colpo di fucile tiratogli da una


prima che questa fosse legata, gi

ma

pagni

com-

aveano trasportalo. Si trovarono nei

lo

boschi

canoa;
i

che

loro abitazioni,

le

componeano

si

rami d'alberi s bene intrecciati,


elie offerivano un asilo comodissimo. Gli orananzi
gotani mostrano poco di quella vivezza
follia, che distingue particolarmente le scimmie,
>e loro azioni invece hanno tutte non so qual
calma e sembrano accompagnate dalla riflessione. Nemici naturali dell' elefante, se giundi piante

di

gono a. discoprirlo
doprano coiitra di

1'

assalgono

esso

gerlo bastan loro anche

furon anche veduti


che gT insultavano.

Bosman

ci

narra

Wimba,

F uccidono.

bastoni, ed a respin-

i
i

soli

lanciar

come

pugni. Talvolta

pietre a persone

dietro

forte

il

in-

Guinea, parecchi di questi animali piombarono sopra gli


glese di

schiavi delia

farono.
gli

sulla costa della

compagnia

dell' Indie,

gi erano sul

occhi con

de' bastoni

punto

ne trion-

di

acuminati

cavar
,

loro

quando

avventuratamente una truppa di negri giunse


in tempo di soccorrere i vinti. Si sono pur

L ORANGOTANG.

5tt)4

veduti degli orangotani rapirle donne de' negri,


e strascinarle ne' boschi.

Un

fanciullo, anch' esso

negro, condotto via da uno di quegli animali


visse fra loro per pi di un anno, e al ritorno

ne

descrisse alcuni-,

male.

squali

come un uomo, ne

grossi

teneri orangotani

gli

erano
aveano

prendono

grandi
fatto

il

verun

latte dalle

mammelle,
loro corpo. Se

loro madri, tenendosi sospesi alle loro


e

stringendosi

una
si

lascian

colle

femmine

di tali

mani

al

uccisa,

prendere,

senza

lor piccioletli

fare

alcuna

resi-

stenza.
I

costumi di simili animali, qualora

vino domesticamente, son


nulla

hanno

di quella

docili

ferocia

sgusta ne' grossi babbuini e


piuttosto rimarchevole la

che

tanto

piacevolezza di moltissimi loro

e
di-

Anzi

scimiotti.

loro

alle-

si

e pacifici,

docilit

la

atri.

II dottor
Tison
il
qual ci ha data una
molto minuta descrizione d' un giovane orangotano che faceasi vedere a Londra cent' anni
fa, ne assicura che parca dimostrare molta sa,

e che l'indole sua era mansuetissima.


Abbracciava esso con gran tenerezza le persone che area conosciute a bordo del vascello,
su cui era venuto. Ivi , sebben fossero molte

gacia,

scimmie, sempre ricus


il

loro avvicinarsi, e

disprezzo.

la loro societ,

dando loro segni

Sembrava compiacersi

iielle

evitando
di

gran

vesti di

cui

1'

2 0~0
L OKNGOTANO.
avevano, abbigliato,, e talvolta ne indos-

sava, parte

gente

alla,

da se solo
deli'

metterle. Ei si sdrajava in

sopra

sua, testa
di

s la coperta,

be

fatto

ne presentava

e parte

equipaggio, pereb

un

un

origliere

aju tasse a

1'

letto;

posava

traeva

la-

sopra,

onde tenersi caldo come avreb-

un uomo.

Il sig. Vosmar ci ha data la relazione


seguente dell' orngotano condotto in Olandanell'anno ijjG. Era una femmina. Mangiando non facea quelle tasche laterali alla,

gargozza, che sogliono

Era d'un

buon

l'altre

specie di scimmie.

naturale, che mai

non

si

potea, senza tema, porle la

si

La sua

in

essa,

vide segno di malignit o di rancore

mano

in bocca.

per avea non so die di triste....


Amava la compagnia, senza distinzione di sesso^
dando soltanto la preferenza alle persone, che
aria

aveano cura giornaliera di essa, e le facean deL


bene. A queste mostrava singolare affetto , e
spesso, quando se ne andavano, essa, trovandosi alla catena, s gettava per terra come disperata, mandando gridi lamentevoli, e lacerando, poi ch'era sola, chianti panni] ini poteara
venirle fra mani, li suo custode avendo talvolta
in costume sederle vicino pei* terra, essa pren-

deva del fieno del suo covaccio, il distendeva


da un lato, e parca con queste dimostrazioni
invitarlo a prender posto al suo fianco.

3QO

II

ORANGOTJfO.

Tu

suo

modo

ordinario di camminare

era

a quattro gambe, come, quello dell'altre scimmie;

poteva per andar diritta sulle due posteriori,

munita di un bastone si
reggea lungo tempo. Non posava per mai i
alla
maniera dell' uomo ,
piedi distesamente
e sovr' esse infatti

ma sempre

tenea

li

un

po' ricurvi, colle dita

dentro ripiegate; ci che dinotava 1' abitudine di arrampicarsi agli alberi .... Una mattina la trovammo scatenata, che correva con
maravigliosa agilit le travi oblique, e i panconcelli del tetto, e si ebbe della pena a ripigliarla ..., Straordinaria ci parve la forza dei
suoi muscoli; e gran fatica ci volle a tenerla
al

di

distesa sul dorso.

Due uomini

bastarono a stringerle
nerle
lare

la

testa

il

la

un

terzo a

quarto a ripassarle

e chiuderlo meglio.

libera,

vigorosi appena

niedi,

Nel tempo che

il

si

f-?

col-

trov

bestia avea, fra l'altre cose, tratto

il

una bottiglia che contenea un resto


Malaga, cui bevve sino all'ultima

turacciolo d'
di vin

di

goccia, rimettendo poi


a

Mangiava quasi

presentava;

ma

il

il

vetro a suo posto.

quello, che te si
suo nutrimento ordinario eran
tutto

pane, radiche, e in particolare carote gialle,


ogni sorla di frutti, e fragole in ispecie. Parea
singolarmente ghiotta delle piante aromatiche,
come del prezzemolo e della sua radice. Assaporava

altres le carni

lessate

o arrostile ed

il

L ORANOOTANO.
pesce.
setti,

Le

Mai

noli

vedea dar

si

20?
la

caccia agli in-

cui l'altre scimmie sono

di

un

presentai

avvide....

passero vivo, cui

addent

es*sa

medesimo tempo. Quando


un po'
carne cruda? ma senza il minimo appetito.
eli
parimenti crudo
Le porsi un d un ovo
e rigett quasi nel

era infermicela, V ho veduta mangiare

eh' essa apr co' denti e succi tutto intero col

pi gran gusto
i

. .

L' arrosto e

Le

suoi alimenti prediletti.

mangiare

col

cucchiajo

il

pesce erano

era

insegnato

colla

forchetta-

si

Quando le si davan fragole sopra di un tondo,


era un piacere il veder come le infilzava una
ad una,
alla

portava

le

coli' altra

La sua bevanda

piattello.

ma

quindi

bocca, mentre

forchetta

colla

mano

teneva

il

ordinaria era l'acqua,

gustava moltissimo ogni sorta di vini, spemalaga. Si porgeva

cialmente

il

bottiglia

Ne

cavava

il

ad

turacciolo

essa

una

poscia

beveva colla maggior grazia del mondo., E quello


che faceva del vino, facea pur della birra:
Asciugandosi poscia

le

labbra,

come

fosse

un

uomo. Dopo aver pasteggiato, se le si dava


uno stuzzicadenti, se ne serviva al par di noi.
Trae vasi con somma destrezza e pane ed altre
cose

dalle

saceoccie.

fui

assicurato

che

qua' do essa a bordo del naviglio correa libe-

ramente

fra

V equipaggio,

andava coni

rinai,

zione

alla

cucina,

essi

si

divertiva co'

a 'cercare

la

ma-

sua por-

L 0HNG0T&.N.

20

Avvicinandosi

bia

notte

la

Non dormiva

sare

per paura, credo,

Quando

volea

andava a

,..

ripen-

volentieri nella sua gab^

coricarsi

d'esservi

rinchiusa.

acconciava

fieno

il

del suo letto, lo scuoteva bene, aggiungevano

teva
si

per formare

alto

ali'

suo capezzale,

il

pi delle volte sopra

il

un

di

met-

si

fianco,

copriva ben bene con una. coltre,, essendo

molto freddolosa.... Di tempo in tempo noi


F abbiamo veduta far cosa

sorprese

monii.

prima

la

Avendo preparato

dinario

il

moltissimo

che

volta, che

fummo

ne

suo covacciolo

prese un- pezzo di biancheria

trov appresso,

distese

lo-

all'

or-

che si

molto bene

ci

testi-

pa-

sul.

vimento,, vi mise dentro del fieno, e levandolo


dai quattro angoli

molta destrezza
origliere

port

al letto

traendosi

poi

la

coperta

prese un pezzettino di legno,


della serratura,, e

il

servisse

le

corpo .... Una volta vedendomi


chiave, e chiuder di nuovo la

modi, guardando

il

sovra

aprire

sua

di
il

colla

catena,

cacci nel foro

volse e rivolse in

se apriva,

con

suo fagotto

il

onde

come

tutti

io gi.

ave

fatto.

Al suo arrivo

altro che

un

del corpo

Ma
que

ali'

di

y la

bestia non.

aveva pelo,

po' di nero sulla posterior parte

sulle braccia

avvicinar

mij lana

dell'

le

inverno

cosce
si

le

copr

di color castagno

gambe.
dovun-

chiaro, le

L OR ANGOT ANO,

lunghe

pi

sui

pollici

2O9

benissimo

avean

setole

tre

Visse

Olanda

in

morte fu
d' Orange.

circa

mesi

sei

museo

nel

collocata

dopo

principe

del

di Buffon avea un orangotano


che
Il sia
sempre camminava sui due piedi anche pordie' egli , era
L' aria sua
tando gran pesi
1' andamento
grave
i
movimenti
assai triste
-

misurati

dolce

indole

1!

quella

dell' altre

zienza

del

bertuccione

babbuino,- n

la

Non

scimie.

avea

da
impa-

differentissima

la

malignit del

stravaganza delle monne. Era

ben

educato

ammaestrato.
paragono
aveano pur avuta 1' istruzione medesima. Or
mentre pel nostro orangotano bastava qualche
segno o parola per farlo operare; pel babstato

Ma

dir

si

gli

animali

altri

buino bisognava
tutti

bastone

il

che

la

con questo
e-

visitarlo

coir esse e

a tavola

spiegare
le

verga

per

come
il

della sua forchetta

medesimo

chiere

toccarlo

Gabinetto

di

suo

alla

quest' animale

persone
gravecompagnia; sedersi
le

passeggiar

maritile

asciugarsi

labbra, usare del suo cucchiajo

sare ei
,

,,

la

mano per ricondurre

venivano

mente

Ho veduto

forza delle percosse.

presentar

lo

che non obbedivano se non

altri

gli

con cui

la

onde prender

cibo, ver-

sua bevanda entro

contro

Tom. L

quello

d'altri,

il

bic-

se

i4

vi

i/ orangotano.
andar a prendere

2 io

era

invitato

mia sottocoppa
dello zucchero

recarla

in

versarvi del

tuia

tavola
t

tazza

mettervi

lasciarlo raf-

beverie, e tutto ci senz'altro


eccitamento che di qualche segnale o voce del
padrone , e talvolta da se stesso. Non facea
con riguardo ,
si avvicinava
male ad alcuno
freddare per

presentatasi

come per domandar

modo

Appetiva fuor di
gliene

davano

ma come

mone, onde avea


tit

di

carezze.

paste dolci, e tutti

era

tocco nel pol-

tosse frequente, tanta

quan-

cose inzuccherate contribu, senza dub-

bio, ad abbreviargli
rigi
o

le

che

un

estate

giorni.

Non

visse

a Pa-

e mor a Londra V inverno

seguente .
tFn orangotano

pur veduto nell'arcipe-

fu

lago delle Moluche , il qual era di costumi similissiini a quello or ora descritto. Cammi-

nava su due piedi

si

serviva delle

delle braccia

come un uomo. Le sue

in generale

si

accostavano talmente

mani
azioni

e
,

a quelle

specie
i
suoi movimenti erano s
aveano tanta espressione, che una persona muta difficilmente avrebbe saputo farsi
meglio intendere. Batteva il suolo co' piedi
onde manifestar la sua collera, e talvolta piangeva come un fanciullo. Gli si era insegnato
a
a danzare; e in tutto quel tempo, che fu

dell'

umana

vivi e

bordo del vascello,

trastullavasi

esso in i-raan*

2I i
L ORANGUTAN O.
per mezzo agli arredi, prendeva ogni

picarsi

onde divertire la
compagnia; e saltava con sorprendente agilit
sebbene alla distanza di
<T una corda all' altra
sorta di positure grottesche,

quindici in venti piedi.


sig. Hamilton
menti-' era a Java
vide
ci
orangotano
eli ei
descrive d' indole
seria e melanconica. Dice eli' esso accendeva il
e
e vi soffiava entro colla sua bocca
fuoco
avea pure 1' abilit di far cuocere alla graticola un pesce per mangiarlo col suo riso bollito, ad esempio delle persone, ch'erano seco.
Francesco Pyrard riferisce in un suo viaggio
che trovasi nella provincia di Sierra-Leona
l

un

'

una specie

d'

animali appellati

baris

quali

sono grossi e membruti, ma di tale industria,


che se vengono allevati dalla prima giovent
servono come uomini. Camminali essi d' ordinario sui due piedi di dietro solamente
pestano entro i morta ci che si vuole ; vanno
ad attinger acqua al fiume entro piccioli vasi,
che portan pieni sul capo
e lasciandoli talvolta cadere , e vedendoli rotti
si mettono a
gridare ed a piangere .
;

Barbot asserisce altres che sulla costa della


si tragga dagli orangotani quel servigio

Guinea
che

si

gnando

trarrebbe
loro a

con destrezza

da' garzoni

menar Y

incredibile.

cucina

di

arrosto

il

inse-

che fanno

2 12
Il

L OR/iNGOTNO;

sig.

Delabrosse

da un negro due

quale

il

di

un anno, non

soltanto di

avea

comperati

animali

questi

dice se

dell'

et

venditore

il

avesse educati; e quasi dalle sue parole si

gli

conchiuderebbe che facessero da se


delle cose da noi sopra accennate.

Hanno essi l'istinto,


come gli uomini

a tavola

molte

dice, di sedere

egli
;

stessi

mangiali

di

tutto

adopran coltello, cucchiajo


e forchetta onde tagliare e mettersi in bocca
e bevon vino
ci che si d loro sul tondo
ed altri liquori. Portati a bordo avveniva, che
stando essi a mensa, e abbisognando di qualche cosa cercavano di farsi intendere da' mozzi
senza distinzione;

del vascello ^ e se talvolta questi

gavano loro

chiedevano

che

ci

ragazzi
,

nie-

andava n in

li pigliavano per le braccia


li
mordevano, ed anche gettavaiili a terra: e li calr
pestavano
Il maschio fu ammalato in rada,
e si faceva curare non altrimenti che uomo.

collera

Fu

anzi salassato

due volte

braccio destro

al

mala voglia,
perch gli si

ed^ ogni volta poi che sentitasi di

mostrava

il

medesimo
fosse ben persuaso

braccio

traesse

sangue, come

ci gli

gioverebbe

Due

crangotani

ste

del

costiere,
di

regno
che

di

ora

Bombay. Aveauo

clic

furono inviati dalle foreCarnate sopra un vascello


appartiene al governatore
essi

appena due piedi

di

l''

or ANGO T ANO*

ma camminavan

altzza,

diritti, e

molto assomi-

gliavano e negli atti e nelle forme alla specie


umana. Alla loro tristezza ben si accorgeva,
quanto gli affligesse la perdita della loro libert.
Durante il viaggio la femmina cadde ammalata
e mor; il maschio ? dopo tutte le dimostrazioni
possibili

del dolor che provava, ricus ostina-

tamente

di

pur

cesso

mangiare, e in capo ad alcuni giorni


esso di vivere.

Ho veduto

mia

sci-

degli orangotani,

rae-

dalle parole

cogliesi

una
come

a Java, dice Legnai,

della specie

seguenti

molto straordi-

Era una femmina,


nava spesso molto diritta

alta

alta,

sulle

gambe

avea

pelo

naria.

il

volto, senz' altro

sopracigli, e rassomigliava
le

faccie

eh' io

con

grottesche

incontrai al

assai propriet

delle

Capo.
il

corpo una coperta


testa,

....

se la stringeva

uno spasso

il

cammi-

di dietro;

che quello dei

grandemente a quelfemmine ottentot ,


Faceva ogni giorno

suo

colla testa sull'origliere,

letto,

si

vi

si

traeva

coricava

sopra

il

Quando avea male alla


in un fazzoletto, ed era

vederla cos incuffiottata nel letto.

Potrei raccontare parecchie altre picciole cose,


le

quali sembravano molto singolari,

fesso

eh' io

non poteva averne

tanta

ma

con-

ammira-

come la moltitudine perch non ignorando il disegno formato di portai* quest'animale in Europa, onde mostrarlo alla gente,

zione

L ORAjS'GOTANO.

I /j

era inclinatssimo a supporre,

parazione

dell' arte

che

fosse

pre-

quello che dalla pi parte

Il mio supposto, pery non


fondamento. L' animale mor all' altezza
del Capo di Buona Speranza in un vascello,
si

credeva natura.

avea

mi ritrovava.
Gemello Garreri dice aver veduto un orangotano
il quale
mandava lamenti come un
bambino, camminava sui: piedi posteriori, portando una stuoja sotto il braccio, per corisul quale io

catisi

al

dissopra e dormire.

Le scimie

della

sua specie, egli aggiugne , sembrano, a certi


riguardi avere pi intendimento che 1' uomo,
poich quando non trovano pi frutti sulle
montagne, vanno in riva al mare, ove pigliano
,

granchi, ostriche ed altre


ostriche avvene

qual

si

una

simili

cose.

Fra le

del peso di pi libbre, la

chiama laclovo , e che soventi sta col


le brave scimie, temendo

guscio aperto. Ora

che non

si

quando ve
strica

ed indi

chiuda

serri

loro

la

zampa

mettono dentro, per trarne l'omangiarla, vi cacciano prima un sasso,


fanno con sicurezza il loro pasto.
la

>j

BERTUCCIONE.

IL

Quest' animale pi

sgarbato

scimie.

tre

La sua

testa larga;

rassomiglia assai pi a
quella

dell'

un

pelo

di

uomo

Quando

fulvo.
steriori

ha

sta assiso

bruno
circa

il

gambe

stumi sono
denti

gambe poe quando


;

come portato da due proeminenti


cibo

a mangiare. Preferisce

sue

sue

sulle

tre piedi d' altezza

cui esso riempie di

tro

sua

cane che a

corpo coperto
per altro inclina al

Le sue gote son

callosit.

l'al-

suo

che

faccia

la

quella del

tiene

si

pi vizioso

che tutte

e pi difficile ad addomesticare

all'

il

andare

rozzissimi

fornite

tasche

di

prima che cominci


camminar sulle quat-

ed ha non so che

diritto.

suoi

co-

digrigna

irritato

stranamente di-

di

spiacevole.
I

quadrupedi

della

sua specie sono

hi ge-

torme
,
numerose nelle immense pianure dell' Indo, e
se veggono donne
che vanno al mercato, le

nerale

perfidissimi.

assalgono

tolgono le provisioni. Taparlando di essi


dice che certi In-

Si

raccolgono in

vernier

loro

diani

hanno una curiosa maniera

sene

spasso.

di prenderPerocch collocano cinque o sei


riso, alla distanza di quaranta o cin-

eorbe di

quanta tese

altre,

scoperto

lor

le une dalle
non lungi dal

in

covile

un terreno
,

a lato

14 1

ili

BERTUCCIONE.

It

ciascuna corba alcuni grossi bastoni

mente

detti

in seguito

batacchi

poco

o frugoni.

gendo alcuno

le

volgar-

imboscata, per ve-

discosto" in

dere ci che avverr.

mettono

Si

bertuccioni

non

iscor-

scendono in
si
folla ad esaminarle
fanno reciprocamente
bruttissimi ceffi;, s'inoltrano e s'arretrano per
presso

corbe

intervalli

come

temere. Alfine

se

coraggiose -che

avessero

qualche

cosa

femmine, che sono molto

le

pili

maschi, quelle principalmente

che hanno de'piccioletti,

arrischian le prime

si

ad approssimarsi a quella corbe; e nell'istante


che si dispongono a cacciarvi le loro teste per
mangiare i maschi di un partito si avanzano
mentre quelli di un altro
per impedimele
anch' essi inoltransi per opposto motivo. Allora
la guerra si
accende; i combattenti s'impa5

droniscono dei
scontri

onde

bastoni

ne nascono fieri
son ricacciati al
membro mal concio
e

pi deboli

bosco colla testa o altro


e

vincitori poscia

si

divorano

il

prezzo del

loro trionfo.
Il

medesimo

scrittore riferisce che in

un

viag-

gio, ch'ei fece, nell'Indie orientali col presidente

Il

Compagnia Inglese
osserv sugli alberi
numero di bertuccioni.
presidente come stupefatto volle arrestare

la

sua

vettura

contro

alcuno

della

intorno a se un gran

e preg
di

essi.

Tavernier a sparare
uomini del suo

Gli

TL

BERTUCCIONE.

21^

seguito, ch'erano in gran parte nativi del pae-

conoscevano benissimo i costumi di. quegli


lo pregarono di non arrischiare nessun colpo, per tema che i non feriti irrompessero contro di lui, onde vendicare i compagni. Cedendo per alle istanze del direttore
la qual cadde di ramo in
uccise una femina
se

animali

ramo da una pianta


al

collo.

tuccioni,

santa

si

picarono

co' suoi

il

cui

precipitarono dagli alberi

fallo

strangolato

tosto chiuso le cortine

scortavano,

non

ad allontanarsi

s'

ei

arram-

si

calesse del presidente, e

al

bero senza

colt.

pieeioletti sospesi

medesimo gli altri bernumero giugneva a pi di ses-

Neil' istante

l'avreb-

non

e le persone

avesse

che lo

fossero state

tante da forzarli

per

ebbe gran diffivennero esse da

il

che

Per tre miglia

infatti

quegli animali inseguite

e molestate

ostinatis-

simamente.

Noi abbiamo nudrito


scrive il sig. di
Buffon
un bertuccione per pi anni di seguito. In estate si compiaceva dell'aria aperta,
e ci' inverno si poteva tenerlo in una camera
,

senza

sempre

Sebben

fuoco.

non

fosse

delicato

era

egualmente le morfie
per indicar la sua collera
e mostrare il suo
appetito. I suoi moti eismo violenti
le sue
maniere assai ruvide, e la sua fisonomia antriste

e faceva

cor pi orrida -che

ridicola.

Amava

coricarsi

IL BERTUCCIONE.
2 8
per dormire , sopra di un canterano. Veniva
quasi sempre tenuto alla catena, poich, malgrado la sua lunga domesticit , mai non si
ne affezionato ai suoi paera ne incivilito
1

droni

Gii animali di questa specie

pi parte

la

Barberia fino

al

Capo

Cammina ordinariamente
assai pi picciolo che

del

a quelle

suo

dell'

sono

pelo

e sui fianchi, e

1:

esso nei boschi e

si

l'

pie di dietro;
;

ha

la

orecchie somiglian-

uomo.
ulivo

nutre

ordinarii

colori

bruno

sotto

giallo

il

sui

bertuccione

il

molto schiacciata, e

tissime

dalla

Buona Speranza.

di

PITECO.

IL

faccia

trovano, per

si

nelle contrade dell' Africa,

il

sul

dorso

ventre. Vive

principalmente di

frutta e d' insetti.

Generalmente gli animali della sua specie


sono di natura assai dolce e facilissima ad addella mano, imicorrugar de' sopracigli del
loro padrone, e, secondo Linneo, il modo di

domesticarsi.

tano

il

Bevon nel cavo

ridere

il

benefica. Nello stato di

ma

presi vecchi nel

Cafri.

e ricordano talvolta

che

li

allegri

Hanno

memoria,
persona
domesticit sono

salutare usato dai

per pi

scherzevolissimi;

della

anni

la

21 g

IL PITECO.

loro

mordono fieramente per

selvaggio

stato

difendersi.

Vanno

truppe

in

bare ne' giardini

uscire da' lor nascondigli

eminenza

che

Marmol

dice

uno

non vede

luoghi

di

sopra qual-

sale

onde scoprire

all'intorno, e se

ru-

Prima per

ne' campi.

comparire

tutto

alcuna

persona con tm grido ne d segno agli altri ?


la loro sortita
i quali fanno
e fin che son
,

fuori
alla

vedetta

nomo
d'

non

esso

toglie

si

di

tosto che

l.

scorge

fortissimamente ? e

stride

albero in albero
cosa mirabile

salvano

si

vederli

il

Ma

standosi

alcun

venire

saltando

tutti

montagne.

nelle

fuggire

poich le

femine portano sul loro dosso quattro o cinque


piccioletti
ne perci fanno di ramo in ramo
,

meno

salti

astutissimi

invenzioni..

ma

Quantunque

grandi.
,

per poco che

si

maturit,

ma

tano a terra
di quello

animali

carezzino, s addimestican

Gran guasto recano


poich non badano a

a frutti ed alle

facilmente.

biade

siano

prendono molti con diverse


Allorch divengali feroci mordono;
se ne

verdezza

tutto egualmente
,

ed

pi

quel

colgono e getche consumano

che mangino e portili

via.

Gli addo-

mesticati fanno cose incredibili, imitando l'uomo

in tutto ci che

Pretendesi

veggono da

che

in

Africa

lui

operarsi .

abbiano

il

loro

soggiorno abituale nelle caverne; e cos nelle

120
di

tanti

di prenderli

briano e

la

liquori forti

di

addormentano

gli

cilmente

gli

Usava

frequentati.

quando andava
essa

riusc

in

tutti

fuggire

si

considerar

mise a

il

predicatore

nella

chiesa.

fin

all'

che

orlo

imit

predica

postasi a

suoi

gesti

comica, che tutto l'uditorio

Cabausson sorpreso di cos


ne fece parole di rimproquali niun buono eifetto avendo proridere.

leggerezza

vero, le

giorno per

seguillo

tenne inosservata

d'una maniera
insolita

camera

in

Un

offici.

da lui

luoghi

chiuderla

egli

sacri

ai

tanto affezionata

era

si

incominci. Fattasi allora

si

fa*

cheta cheta sul baldacchino del pul-

salita

pito vi

ineb-

che

che F accompagnava

Iti

gli

Caban sson riferisce un aneddoto


d' una scimia
che avea resa

che

loro libert.

padre

domestica

abi-

onde perdono

piacevole

assai

Ceilan. Gli

una singoiar maniera


poich pongono all' ingresso dei

paesi usano

tali

lor covili ^asi

11

PITECO.

TL

nell'isola di

Indie orientali e

dotto, nel trasporto del suo zelo? facile a concepirsi


la

raddoppi

gesti

agitazione.

scimia anch'essa vie pi infervorando

Ma
nella

sua pantmina convert in iscoppi sonori quello

che

prima era strepito moderato e represso.


un amico di Cabausson a lui salito gli

Alfine

indic la causa di questa singolarit che tutto

conturbava \ e

il

buon padre ebbe

a durar

FITECQ,

IL

SjF&i

troppa fatica a tenersi in contegno, ordinando


al

sacristano di

condur via

scandalosa imi-

la

tatrice.

Nella pi
le

parte

contrade

delle

scimie sono oggetto

indi-

gli

geni, che erigon loro tempii magnifici.

gran numero dalle

India

dell'

culto per

di

Vengon

ed entrano
nelle case liberamente. A.Calirut per gli abitanti
si studiano di escluderle; ma a tal uopo sono
esse in

citt

obbligati di tener persiane, a tutte le finestra.

IL

BABBUINO PROPRIAMENTE DETTO.

Ha

tre

o quattro piedi d'altezza, e

superiori del suo corpo annunciano


forza musculare.

gabbia

tanta forza
tutti

gli

Quando

ne prende
,

altri

rinchiuso nella sua


e

ferri

gli

che attrrisce

gli

babbuini
suo
Il

assai

mezzo del corpo.


d'un grigio che

parti

le

una gran

pelo

con

scuote

spettatori.

Come

gracile verso

in

il

generale

tira al bruno, e il suo viso


molto lungo color di carne.
In ciascuna guancia ha una taschetta; la sua

coda cortissima
fatto

le

sue

natiche

sono

af-

ignude. e callose.

Gli animali della sua specie

natura ferocissimi; e

grottesco e spaventevole.

sono

tutti

per

esterno

insieni

Camminano

a truppa.

iL loro

%11

IL BABBUINO

PROPRIAMENTE DETTO.

per poco che il loro numero sia g rande


,
riescon nemici pericolosissimi.
In alcune contrade dell' India vanno ad as-

salire

villaggi,

mentre

fare la raccolta del riso

gli
,

agricoltori

sono a

e saccheggiano nelle

abitazioni di questi tutte le provisioni, che pos-

graple biade
sono ritrovarvi. La frutta
i
il
d' uva formano
loro principal nutrimento, ed onde procurarselo commettono ogni
,

poli

La loro forza tenace e, le lor grife


rendono terribili. Gran pena duran
quindi i cani per vincerli; a meno che l'ece non
cesso del cibo non li renda pesanti
violenza.

acute

li

perder loro ogni energia.

faccia

quando sia
tre uomini

di essi

pu facilmente trionfar di
meno che non siano muniti

libero
,

Uno

armi per difender se stessi ed offenderlo.


Di rado le femine danno in luce pi d'un
che portano fra le loro braccia.
babbuinetto
Mai non furono vedute generare in paesi fred-

d'

di

anzi

nemmeno

nei temperati.

Nello stalo di captivit,


vatici

mali

babbuini sono

sel-

mal intenzionati. Uno di questi aniche faceasi vedere a Londra nel 1779

presentava agli spettatori

il

pi triste aspetto,

e cercava afferrar pel braccio tutte le persone,


a cui la sua catena permellevagli
Ti sig.

di

arrivare.

Pennant vide a Chester un babbuino

terribile forza,

il

di

qual mostravasi eccessivamente

IL
;

BABBUINO PROPRIAMENTE DETTO. 2 2$

La voce sua era una

feroce.

specie di ruggito

ma un poco
pi cupo e meno sonoro. Camminava su suoi
quattro piedi
u mai volea tenersi diritto
somigliante a

quello

del leone

sulle

gambe

di

dietro

se

non

forzatovi

dal

suo guardiano. Sovente per sedeva sulle sue


coscie
alquanto inclinato in avanti , e colle
,

braccia incrocicchiate sul ventre. Era bellissimo

animale, e parea quello che

il sig. Smellie avea


veduto ad Edimburgo.
i babbuini di questa specie non si pu
fare mangiar carne
se non cotta. Amano essi
in singoiar maniera le ova; e se n' osservato
uno mettersene fino ad otto nelle tasche delle
sue guance
e poi sorbirseli uno ad uno con
massima gravit. Quello esaminato dal sig.
Pennant sembrava ghiottissimo del formaggio;
e ogni volta che gli si porgevano spiche di
frumento, ne traeva destramente i grani l'un
dopo i altro co' suoi denti e li mangiava.
l
dottor Goldsmith narra d' aver veduto
uno di tali babbuini rompere apposta un servizio intero di porcellana, senza dar segno di
,

sapere

menomamente qual male

facesse.

turai capriccioso di questi animali

venie a simili

atti

di malignit.

li

Il

na-

porta so*

BABBUINO CON MUSO DI CANE.

IL

quando si tien ritto l La


Quest' animale
cinque pie di altezza. Il suo capo, e il suo
deretano molto somigliano a quei del cane.
pelo lunghissimo e folto sino alla
Il suo
,

cintura
cia

ma

nuda,

cortissimo

al

dissotto.

terminate

orecchie

le

quasi ascose entro quel tanto

Suo feroce
grande che
,

senza

intrattabile

basta

gli

minima

la

ad

punta, e

pelo.

naturai

Il

sua forza

e la

la fac-

Ila

in

un uomo

atterrare

difficolt.

Ne' climi pi caldi dell' Africa e dell' Asia l


babbuini della sua specie si raccolgono in

truppe e devastano
e s numerosi, che

abitanti,

delle piantagioni di caff,

per opporsi

sentinelle

Quando

Sono

giardini.

gli

sono obbligati

alle

taluno passa dinanzi a

e ne scuotono

di tener

babbuini*

tali

Esso pi piccolo
ora abbiamo parlato.

di

quello

Ha una

un

go, che

gli

buini orsini

denti.

di

cui

colore alquanto

bruno

d l'apparenza di
si

pur

grossa testa, con

fronte proemineiite e naso assai lungo.


d'

albe-

agli

rami, digrignando

BABBUINO ORSINO.

IL

pelo

hanno

loro depredazioni.

quegli impudentissimi s'arrampicano


ri,

arditi

quali

un

Il

suo
lun-

orso. I bab-

riuniscono in truppe nelle parli

22
egualmente che sulle
montagne del Capo di Buona Speranza
e
quando taluno si approssima al lor covile r
mandano un grido orribile che dura un mie
nuto poi si nascondono nel pi interno
serbano un profondo silenzio. Raro discendono
a meno che non sia per metalla pianura
IL

BABBUINO ORSINO.

dell'Africa

settentrionali

tere a sacco

tagne

giardini

sentinelle

collocar

Fanno

presa.
grossi,

entro

situati presso alle

mon-

hanno 1' avvedimento di


onde prevenire ogni sor-

nel qual caso

frutti

le

in

pezzi

per poco

che raccolgono, e se

tasche delle

lor

guancia

che

siano

stipano

gli

per

poi

mangiarli a loro bell'agio. Se quelle sentinelle

veggono un uomo mandano un griche dura circa un minuto


e tutta la
do
truppa si ritira col pi gran precipizio; e
' arrampicarsi
che in quel mentre fanno i
piceioietti sul dorso de' padri e delle madri
loro
rende la scena ridicolissima. Si nutrono
altres di pi piante polpose, che svelgono di
terra
e pelano con molta destrezza.
Trovansi essi in cos gran numero- nelle
frattanto

montagne delP Africa r che diviene


ricolosissimo pe' viaggiatori

il

talvolta pe-

passarvi dinanzi;

poich non solo rotolali dall'alto grosse pietre,


ancor le scagliano contro di loro. Quindi
necessario, aver degli archibugi per tener

ma

lontani

malvagi animali.

Gabinetto

Tom, L

*5

2 26

BABBUINO ORSINO.

IL

Kalbe riferisce che quando questi babbuini


discoprono un uomo soloj il' qual si riposi o
mangi nella campagna, gii Tengono pian piano
alle spalle ? e gii rubano quanto possono; indi
fuggendo a certa distanza, seduti sulle lor coscie sei divorano in presenza di lui, e gli fanno
orridi ceffi. Talvolta aneli e mostrai! di porgergli

han

accomcon gesti s
comici e s burlevoli, che sebbene il .povero
diavolo perda il suo desinare, pu di raro tratcolle lor grife

pagnano questa

ci

che

gli

tolto, e

fnta restituzione

tenersi dal ridere.

Lade

una descrizione esat Traversavamo


ei
dice, una gran montagna ne' contorni del Capo
di Buona Speranza, e prendevamo diletto a
Il

sig.

ci

lia

data

tissima di questi animali:

,.

cacciare delle grosse scinde

quel paese.

mere

la

Mi sarebbe

loro furberia,

con cui ritornavano

numerosissime in

impossibile
1

alla

il

impudenza,

ben

espri-

la celerit,

volta nostra,

dopo

es-

sere state messe in fuga. Talvolta ci lasciavano

mi credeva quasi sicuro di poterne prendere ma & io tentava di


farlu, si allontanavano d' un solo sbalzo a pi.
avvicinar di tanto, ch'io

di dieci passi, e

co'istessa agilit

onde ci guardavano
parevano schernire
e
sanamente,

degli alberi,

pore.

Ve

se

nostro interprete non

il

n'

salivano su

indifereiittsil

nostro stu-

erano fra esse di cos enormi, che


ci

avesse assicurati

IL BABBUINO
che non erano u feroci

2 2j

'ORSINO.
,

n pericolose

mai

non ci saremmo creduti in forze di resistere


ad un loro assalto. Come non ne ebbimo bisogno, mai non ci servimmo dei nostri fucili.
Il

.capitano per fnse

contro una sciniia,

tempo,

si

altra

seguente,

moto

a'

proprio

il

inseguivamo da lungo
era salvata alla sommit di un al-

bero. Questa minaccia,

ebbe

dirigere

di

clie

di.

cui forse

bestia

la

volta occasione di conoscere le con-

'.la

spavent a segno, che cadde senza

nostri piedi,

onde non ne fu a prenMa ben ne fu uopo di

derla veruna difficolt.

gran destrezza e forza per ritenerla,


si

fu riavuta dal suo spavento.

ad essa

le

zampe:

indicibil furore,

ma

come

fummo

quando

Legammo dunque
ci

mordeva

con

obbligati a coprirle

il

viso co' nostri fazzoletti.

Spesso

i
babbuini o scimie di cui si fasono presi assai giovani ed allevati a!
Capo di Buona Speranza ove dicesi che sorveglino le case e i poderi de' loro padroni con
egual zelo che i migliori nostri cani in Europa,
?
Si attaccano d ordinario con una catena ad un

vella

palo; e Y agilit loro n' arrampicarsi, saltare,

ed eludere

gli

sforzi

quasi incredibile.

che non

si

di chi

Ne ho

volesse prenderli,

anzi

legato e a poche tese di distanza.


de', a

veduto

uno

pot cogliere con .pietre,

in aria quelle pietre

come

O
si

sebben
esso pren-

piglian

le

2 2^

BABBUINO ORSINO.

IL

giuocando oppur le evitava nel modo


pi lesto e pi sorprendente. Gli animali di
shTatta specie non sono carnivori: mangian
per la carne e il pesce che loro si ian cuopalle

cere.

Thunberg narra che

ma

si

pigliano talvolta con

impiegarne gran
numero. Uno o dtie cani non bastano per un
babbuino poich se questo giugne ad abbrande- cani

-,

eh' necessario

car loro le

zampe

-di

dietro,

gira

li

a.

cerchio

intorno a se stesso, finche gli abbia^ storditi.


mordono con
Gli animali, di cui parliamo
gran violenza, e i luughi lor denti sono per
essi un mezzo di difendersi pi ostinatamente:
,

Nello stato medesimo di


taluno

g'

irrita,

domesticit,

orecchio; e glielo troncan di netto,

adoperassero

un

Ha diciotto
muso alla

ha due
sempre
dolce

piedi.
fa

pollici,

ov'

morfie

mansueto.
di

all'

incirca,

di

coda,

la

rosa

lunghezza^
quale

ne

agilissimo, amabilissimo, sicch

capriole,
II'

tutta l'estensione del


cia,

un
se vi

CO AITA.

radice della

come

rasojo.

IL

<Jal

quando
per

prenderlo

cercano

suo colore
corpo,

carico,.

naturale

di

nero

per

in

fac-

eccetto

"Pu

IL COAITA.
2^9
un quadrumane; se non che manca
nelle mani davanti, ed ha in quella

olirsi

di pollice

vece delle picciole appendici o proiezioni, che


ne tengono luogo. Abita le foreste dell' America meridionale, e la sua femmina produce ad
ogni parto uno o due

che

piecioletti-,

porta

sul dorso.

Un

coaita

iattolo in

addomesticato visse con uno sco-

perfetta amicizia.

mali della sua specie


vanti

corrono

essi

-Quando

legano

si

su quelle

facilitale cos lungo

le

di dietro

tempo, come

sero alcun impedimento. Malgrado


della lor indole,

non sono

nel loro paese,


tuto,

non

se

cedro o ad

un

scimie*

Pretendesi

g*
che

bat-

di

.,

la

essi

prestissimamente

arancio

aves-

dolcezza

la

esenti del tutto da

quando alcuni

arranrpichi

si

da-

con egual

quella maliziosa sagacia, che distingue

nerazione intera delle

ani-

agli

zampe

inseguito

ad

un

che

sia

capo
agli avvevsarii con sorprendente destrezza; che
talvolta anche, per respingerli, usi mezzi pi

stacchi

frutti di tali

alberi,

disaggradevoli. In simili casi

e li getti in

suoi

atteggia-

menti variano grandemente e sono lutti ridieolissimi 1' uno pi che 1' altro.
I coaiti si nutrono principalmente di frutta
e di radici, e in mancanza di queste anche di
che alcuni viaggiatori dicono prender
pesce
,

essi

colla

coda,

'%0

IL CO A. IT A.-

Non

diversamente dalla pi parte delle setmie, quando commetter vogliono delle depredazioni, collocali sentinelle sulle alture, in cima
alberi, per essere

agli

avvertiti

dell'

avvicinar

del periglio.

Ulloa

assicura

che

ne' boschi

del paese,

quando passar vogliono dalla


cima d' un albero a quella d'un altro, s distanti per, che un salto non basti, formano una
eh' essi abitano

catena, e attaccandosi fra loro per la coda

gono

si

ten-

sospesi, fino a che quello, eh' alla estre-

mit inferiore della catena medesima, prender


un ramo dell' albero pi vicino, e attirar
gli altri a se. Di non diversa maniera, pari-

possa

menti, dicesi che traversino

fiumi, le cui rive

sono dirupate, e sebben Stedman revochi in


dubbio la verit di quest' asserzione, essa
confermata da Dampierre e da Acosta.
boschi
Il capitano Stedman, trovandosi nei
del Surinam, e mancando di provvisioni, uccise due di questi animali, per farne mi lesso;.
ma la morie di uno specialmente fu, per ci
eh' ei narra, accompagnata da tali circostanze,
da fargli abborrir per sempre la caccia de' quadrumani. Vedendomi, die' egli, presso la riva
del fiume in una canoa, rallent il suo eorso
e cess di seguire i compagni; indi si arrami
cui rami pendevano
pic ad un albero
sopra l'acqua; mi esamin attentamente dando.
,

IL

segni

d una

2^1

CO Alt A.
1

grandissima

curiosit

come

se

mi avesse preso per mi gigante della sua specie: digrign i denti, salt per l'albero, e ne
scosse

rami

incredibile. Io

dere di
dall'

essere

con una
gli

nella

agilit

ed una forza

sparai contro, e lo feci cariviera.

Il

mi preservi

cielo

mai pi testimonio

di simile scena!

misero animale non era gi morto, ma morferito. Io lo presi per la coda, e tenendolo con ambe le mani gli feci fare il mo-

Il

talmente

percotendogli alfine

linello,

la

contro le
fine al suo

testa

sponde della canoa onde metter


Ma esso ancor respirava e come
guardavami nella pi compassionevole maniera,
che immaginar si possa , io non trovai altro
mezzo di terminare le sue sofferenze che di
tenerlo immerso nell' acqua fino a che fosse
il
fogato. Durante tutto questo tempo per

tormento.

mio cuore era


piccioli

lacerato dal dolore, poich

occhi morenti continuarono a star

suoi
fissi

in me, quasi rimproverandomi la mia crudelt,


sino a che la loro luce fu estinta intieramente,

ed esso spir. Io provai

mi fu
male',
cotti,

tal

commozione, che

impossibile assaggiare n di

quest' ani-

ne del suo compagno, allor che furono


sebbene le persone, ch'erano meco, li

trovassero piatto delizioso-

23:

LA GARZETTA.
Non

lunga pi che

due

tissima la testa, schiaccialo

Ha

naso,

il

bifido

il

al

labbro superiore,
capo un ciuffetto.

sto dolce
cia,

trattabile;

che quando

fa

ma

presso

grossa e brut-

raggrinzate, le sopraciglia ispide

cima

ed

piedi,

a poco, del colore del lupo.

le

guance

sporgenti,

piedi neri,

d'

indole

in

piutt-

tanto sporca e scon-

contorsioni di bocca im-

possibile riguardarla senza provar disgusto, anzi

orrore.

Le

garzette

si

in truppe, onde

raccolgono
dar

frequentemente

guasto alle

piantagioni.

Bosman racconta eh' esse prendono in ciascuna zampa anteriore uno o due gambi di
miglio, altrettanti sotto

l'ascelle,

ed

altrettanti

in bocca, e cos se ne tornano saltando

con-

zampe di dietro. Che se vengono inseguite, non ritengono se non quelli


che hanno fra denti, e gettano il rimanente
onde poter fuggire pi celeri sui quattro piedi.
Del resto, aggiugne il medesimo viaggiatore
esaminano ogni gambo strappato scrupolosissimamente, e se loro non piace il rigettano, e
ne svelgono altri, sicch la loro bizzara delicatezza cagiona guasti Assai maggiori, che no
tinuamente

sulle

il

loro appetito.

L T1ARZETTA.

33

Abitano esse F Africa meridionale, Y Indo e

prendono spesso con lacci nascosti fra


rami d alberi, su cui saltellano di continuo
e fan capriole assai comiche e buffonesche.

Java. Si

OUISTITL

L'

animale presso a poco


d'uno scojattolo. Il color del suo

Questo picciolo
della grossezza

corpo

un

grigio

cenerognolo

rossiccio

quello della faccia carneo. Dai due

un

testa

po' dinanzi

all'

lati

t*

della

orecchio ha due fioc-

Le sue mani vilugne acutissime; e la sua

chi di lungo e bianco pelo.


lose

sono armate

d'

coda prolissa e folta segnata


nativamente neri e bianchi.
Dicesi che
d'insetti, di

Un

quando vive
lumache

ouistiti,

il

Inghilterra sopra
delle

alla foresta si

alter-

nutre

d'altri rettili.

quale era stato condotto

un

vascello della

in

compagnia

Lidie, era ghiotto de' piccioli ragni e delle

loro ova,

che

d' anelli

le

ma abboniva

grosse

lentieri le

i
grossi, egualmente
mosche, sebben mangiasse vo-

pi minute.

Edward dice d' ^ver veduto e disegnato un simile animale, che apparteneva ad
una dama, da cui seppe che si nudriva di pi
cose, come biscotti, frutta, legumi, insetti, lumache; e che un giorno
essendo scatenato
Il

sig.

L OUISTITI.

2 34
si

gett sopra

China,

un

picciolo

quale stava in

e lo divor;

che

in.

seguito gli

anguillette, le quali a

tarono

cessata

Indi aggiugne

un

la

dorato

il

lo

spaven-

ma

che
mangi.
quale prova che gli
al

paura,

fatto,

della

l'uccise

diedero delle

si

prima giunta

attortigliaudosegli

bentosto,

pesce

un bacino,

collo,

se

le

potrebbero forse moltiplicare nelle contrade meridionali dell' Europa: a Essi hanno
die' egli, generato in Portogallo, ove il clima
era loro favorevole. I loro piccioletti da prinouistiti

sono bruttissimi, non avendo quasi pelo


si attengono fortemente alle mammelle della k>r madre. Quando poi sono grancipio

sul corpo, e

dicelli

se le

aggrappano al tergo
se ne scioglie
;

ov' ella

stanchi di portarli,

si

fregandosi

contro le muraglie. Depostili cos


il
maschio
ne prende cura siili' istante e se li fa esso
medesimo salire in ispalla. La* loro voce una
,

specie di fischio, e la pi parte di essi ha

un

odore che par di muschio.

IL
E

CALLITRICE.

presso a poco della grossezza, di

ciol gatto.

li

colore del suo corpo

un
un

pie-

bel

verde giallo; il suo pello e il suo ventre di


un bianco argentato, e la sua faccia nera. La
sua coda La, circa, diciolto pollici di lunghezza,

IL

2J0

CALLTRICE.

comunissimi

son

callitrici

Capo Verde e neh' Indie Orientali; e


gono sovente anche nella Mauritania

nelle

terre dell' antica Cartagine. Per, dice


,

avvi

ogni

ragion

veg-

si

di Buffon

del

nel* isole

si"

il

che
Romani, che
credere

di

fossero conosciuti da' Greci e da'

chiamarono appunto col nome- di callirix una


specie di se 'mie a lunga coda. Altre ve ne
hanno di color biondo nelle terre vicine ali'
Egitto, cos dalla parte d'Etiopia, come da
quella dell'Arabia, le quali furono dagli antichi
II

appellate parimenti calli' riddi.


sig.

danson

riferisce

boschi di Podar, lungo


di scimie verdi.

pieni

il

che i contorni dei


fiume Niger
sona
,

Io

non

accorsi

ni'

di

esse, dice questo scrittore, che pe' rami d'alberi che scavezzavano, e
di

me

ziose

poich eran

d'

d'

onde cadevano sopra


molto silen-

altronde

cos leggiere ne' loro

stato difficile

Ne

sentirle.

il

salti

ima, poi due, poi tre, senza


sembrassero spaventate.
parte

si

sentirono

che

che

I'

Quando per

ferite,

saria

principio

uccisi da

ne

altre
la

pi

cominciarono a met-

une ascondendosi dietro


grossi rami, altre sccndendo a terra, altre in
fine, e queste in pi gran numero, slanciandosi
da una cima d* albero ad un' altra .... Io non

tersi

al

coperto,

le

eessai,

ne

intanto,

-uccisi sino

dello

sparare

a ventitre in

contraesse,

meno

di un' ora.

36

CALLITRICE.

IL

e nello spazio di venti tese, senza che alcuna


di esse

un

gettasse

fossero raccolte in
glia,

digrignando

volermi

di

grido, sebben pi volte si


compagnia movendo le ci,

denti, e facendo sembiante

assalire.

LA BERRETTA CINESE.
Questa scimia

trae

suo

il

nome

dalla dispo-

sizione particolare del suo pelo, eh' separato

mezzo

in

alla

testa,

estende in una dire-

si

zion circolare, prendendo forma consimile alla

Ha coda lunga, ed presso a


poco della grossezza di un gatto. Il color suo
un bruno, che inclina al giallognolo.
Gli animali della sua specie vanno a truppe
ne' boschi di Ceylan
ove distruggono i giar-

berretta cinese.

dini

di

situati

in vicinanza de' loro nascondigli.

Derubano

frutti

zuccaro, e sempre

pra

di

un

del bottino.

sona

uno

soprattutto le canne
sta in

albero, mentre gli

Ove

grida houp

e distinta; e nel

sentinella so-

altri

si

carican

esso accorgasi di alcuna per,

houp

lioup

con voce

momento medesimo

alta

tutti get-

le canne, che tenevano


nella manca, e
fuggono correndo sovra tre piedi. Che se
vengono ostinatamente inseguiti , gettano pur
ci che te ngono nella destra
e salvansi coltali

l'

arrampicarsi agli

alberi ,

ove fanno

la

lor

LA BERHTT CINESE.

1%*J

con
non solo i maschi liberi
ma ancor le femmine cariche dei

ordinaria dimora. Saltano dall'uno all'altro

ammirabile
e sciolti,

agilit

tengono strettamente
abbracciate
onde avviene per vero dire , che
talvolta in grazia di questi impedimenti esse^
loro piccoletti

che

le

Quando mancan

cadano.

loro

frutta,

le

le

piante succulente, mangiano insetti, e talvolta

scendono in riva a' fiumi ed al mare, onde


prendervi pesci e granchi fra le branche dei
quali metton la coda, e com'essi a stringono,
,

gli

alzano prontamente, e se

li

portan via per

mangiarli a loro agio. Colgono altresL noci di


coco, e sanno assai

beverlo

bene trarne

liquore per

il

e la polpa per cibarsene.

Di queste noci di coco si fa uso onde


facendo in esse una picciola apertura
Come, per l'angustia sua, vi cacciano a gran
pena la zampa, coloro che stanno in agnato^
piombano loro adosso, prima che abbiano potuto
a

pigliarli,

liberarsene^ onde non.

hanno modo

di fuggire, a

V guarii a
E l'animai pi forte fra- tutte le sdirne
America. La sua grossezza si accosta a quella
della volpe: ha esso la faccia larghissima, le
:

d'

orecchie

corte

scintillanti.

Le, sue

rotonde, e
narici sono

gli

occhi neri

aperte

da

t*

iua

238

l/ouARIM).

non al dissolto del naso, e


contiene un grand' osso concavo, in

lato e

delia

voce

lunghi

di

ignuda

gonfia 7

acquista

che ha sotto

il

barba rotonda;

la

peli,

specie
e

si

il

petto suo

cui

il

suono

estensione.

collo,

formano una

sua coda prolissa

sua estremit, ehe sempre resta

alla

aggruppata.
L' ouarino tanto

mai non

cattivo e selvaggio

che

pu domarlo o ammansarlo. Morde

si

e fa terrore colla
sua gran
,
suo aspetto ferissimo, e il suono
spaventevole della sua voce rassomiglia in certo

spietatamente
bocca,

Biodo

lo

strepito del tamburo, e pretendevi che

si

ad una lega di distanza.


Marecrave narra che ogni ionio mattina

sera

faccia -udire

ouarini

gli

si

raccolgono

nei

boschi

ove un di loro prende posto elevato


e con
mano fa segno agii altri di sedersi intorno di
lui e di ascoltarlo; che indi comincia una spe,

discorso a voce

cie di

alta

qual da lungi credercbbesi

precipitata

ditma

la

moltitudine,

mentre

tutti osservano il pi profondo silenzio;


che in seguito, quando cessa, fa nuovo cenno

colla

mano

questi

compagni rispondano
e
mettono a gridar tutti inesso loro ordina con altro segno

onde

istante

ali

sieme, fnch'

si

e ripiglia quindi la sua orazione o


canzone, dopo la quale, ascoltata coi racco-'
glmento di prima, levano la seduta e si di-

di tacersi

vidono.

LO L'ARIDO.

23g

Assicurasi che la carne di questi animali sia

un boccone
del lepre

eccellente.

dice

Deumelin

come

Essa

ma non

del

quella

mede-

simo gusto, poich pecca di troppa: dolcezza.


Quindi bisogna salarla bene, facendola cuocere.

La sua grascia gialla come quella del cappone ed anche pi, ed ha molto buon sapore.
Noi ci nutrimmo per lungo tempo se non di
questa carne, poich altro non ci avea, e ogni
i
cacciatori faceano che ne fossimo ben proveduti. Fui curioso d'intervenire

giorno quindi

anch' io alla caccia degli ouarini

di

hanno, pi che

ammi-

rare

1'

altri

animali, di conoscere chi fa loro la guer-

istinto eh' essi

ra, e di

cercare

mezzi quando sono

ci

insieme

si

e difendersi.

avvicinavamo,

univansi tutti

mettevano a gridare, e
ventevole

far

uno

attac-

Quando noi

cati, di soccorrersi

essi

dagli alberi.

navano

1'

spa-

strepito

e a gettarci secchi rami, che

pevano

gli

tutti

rom-

Taluni anche scaricando il


ventre nelle lor zampe, ci gettavano in capo
gli escrementi. Vidi che mai non si abbando-

albero

uno
cosi

1'

altro

che

subitamente

sguardo, e che sebbene


dirsi

terra;

a corpo j)erduto
il

che proviene

si
,

saltavano d' alber

da abbagliare

gettassero,

come

mai non cadevano

dall'

lo

suol
a

aggrapparsi che fanno

or colie zampe or colla coda, se mai soii fora discendere. Invano quindi, scaricando

zati

S^O

fc'otlA-RINO.

contr' essi

non

fucile,

si

spera di prenderli > oVe

uccidano. Poich

si

feriti,

il

anche

rimangon sempre

mortalmente

abbracciati agli

alberi

e spesso anche spirano in tale atteggiamento

u cadono se non a pezzi. Quindi uopo tal


volta ammazzarne quindici o sedici per averne
tre o quattro tutt' al pi. Ne ho veduti talvolta

che ancor
morti da tre o quattro giorni
Ma ci che mi parve pi singolare si , che all' istante che un di loro
di

stavano sospesi.
ferito, gli altri

mettono

il

si

raccolgono intorno di

lui,

dito nella sua piaga, e pare che

vogliano misurare

la

ne

profondit. Allora, se veg-

gono scorrerne molto sangue,

la

tinche qualcuno arrechi foglie

tengono chiusa,

cui masticano
e poi introducono in quella destramente. Tal
cosa ho io veduto pi volte
e sempre eoa
grandissima ammirazione.
y

Dampierre
questi

si

animali

spiega in

S'

tal

guisa

aggirano

in

intorno a

compagnia

,
ove saltano d' un albero
trovano qualche persona che
vada sola, fanno sembiante di volerla divorare.
Io non osai far forza contro di loro, sopra

d'

all'

intorno
altro

tutto la

a'

boschi

se

prima

volta che

grossa truppa che

si

li

Erano

vidi.

lanciava d' albero in

una
aL-

bero sopra il mio capo , battevano i denti , e


facevano uno strepito arrabbiato. Altri faceano
contorsioni di bocca e d' occhi

pr cadeau

^4i
rompe-

ouarj.no.

l'

mille atteggiamenti grotteschi. Taluni

vano

altri

mi

Uno

rami aridi,

me

li

gettavano, e

persino

scagliavano

membruto che

finalmente, pi

tali

immondezze.

le

altri,

gli

venne sopra un picciolo ramo al dissopra della


mia testa, e mi si avvent, il che mi fece
rinculare con qualche sgomento; ma esso avviticchiossi al ramo stesso coli' estremit della
coda, e vi rimase sospeso a dondolarsi e farmi
il

La torma

brutto- ceffo.

mi

de^li insolenti animali


o

segu poi fino alle nostre capanne, sempre

minacciandoci.

giovano

Si

bene che

essi

egualmente

della lor coda-

zampe
e con essa lengonsi
fermi. Se eravamo due o pi insieme fuggivano
da noi. Le femine par che traggano nuova
forza, dallo stato di maternit.; hanno d' ordi1' un
nario mq tigli
de' quali portano sotto
1'
uno de' bracci
mentre 1' altro
assiso loro
sul dorso
si tiene colle
zampe anteriori ben
avvinto al loro collo. Mai non ho veduto in
mia vita specie pi feroce di scimie n mai
delle

ci

fu

quanto
facile
eoli'

addomesticarne

possibile
vi

il

usassimo

prenderle

archibugio

qualunque ramo
coda,

colla

finche

rimane

Gabinetto

dopo che

quindi

I.

per

gi pi

sono

ferite

attaccarsi

colle

zampe o

non cadono a
Dopo averne

fiato.

Toni.

si

possono

lor piaccia

lor

d' industria.

poich

alcuna

terra,
colpita

iG

24

L*

GUARINO.

un

alcuna, spezzandole talvolta

gamba ebbi compassione


riguardare attentamente

una

vedendola

palparsi

una

braccio o

essa

di

piaga

la

Di rado queste scimie scendono dagli alberi , ed avvi chi


che non ne scendono mai .
dice
per assicura che si caL' autore istesso
lano sovente alle rive del mare , per nutrirsi
di conchiglie
e eh' egli ne ha vedute parecvolgerla

d'

e d' altra parte.

raccoglier

chie

pietra

aV sser rotte

Le medesime
jiell'

ostriche,

percuoterle

isola di

le

con

Indi

una
ne

scaglie, e in seguito divorarle.

da Wafer

Gorgone.

sei

parliamo

cui

di

ad

piccioletto

recano in collo

ogni

come fanno

mezzo

altro

ucciderne la madre

di

finch

bamboli le donne dei negri. Non avvi


d' avere un picciolo ouarino, che

de' loro

vive

sopra
,

cose furono osservate

Le femine della specie


non depongono che un
parto.

metterle
un' altra

pu

poich nulla

fin

che

costringerla ad abbandonarlo.

IL SAJOU.
Tra
pi

tutte

vivace

diverte.

Ha

le

specie

il

pi

presso a

di

scimie

destro

poco

la

quello

desso

che

il

pi

grossezza di ui

corpo bruno, la faccia e Je orecchie


color di carne. Trovasi principalmente nelle

gatto,

il

IL

24^

SAJOU.

America ma la sua fsica costituzione sembra fatta per un clima pi tempee se ne sono veduti moltiplicare anche
rato
in Europa. Nel 1764 ve n'erano due nel Gache produssero un
tinese maschio e femina
foreste dell'

picciolino. Nulla di pi curioso, che

il

vedere

padre e la madre intorno al figlio loro, cui


tormentavano di continuo, o portandolo o cadice il
rezzandolo. Del resto questi animali
sig. di Buffon, sono fantastici ne' loro gusti e
negli affetti loro. Senibran avere gran propensione ad alcuni , e grande avversione per al-

il

tri

e ci costantemente.

celebre naturalista parla

Il

d'una

variet di

queste specie di seimie, appellata sajou grigio;

ma

non

essa

differisce dall'altra,

che pel color

del suo pelo,

IL

SAIMIRL

te
Questo picciolo animale , dice il sig. di
Buffon per la gentilezza de' suoi movimenti ,
per la sua minuta figura
pel color brillante
della sua veste , per Ja grandezza e il fuoco
,

de' suoi

occhi ? pel suo visettino rotondo, sem-

pre ebbe
jou

la

preferenza

Di questo

sciniiotli

nome

pi gentile.

sopra
si

gli

chiama

altri

la

sapa-

specie di

2^44

Ij[i

RIMIRI.

suo pelo risplendente ha il color dell'oro^


suoi piedi quel dell'arancio; la sua faccia
Il

bianca e segnata nel mezzo da , una macchia


bruna, che gli copre la bocca e le narici, in
modo che par quasi mascherato.
Stedman, nel suo soggiorno al Surinam, ha
vedute di queste scimie
che passavano* tutto
il giorno sulle rive del
fiume a saltare d' albero in albero, seguendosi regolarissimamente
,

le

une

le

altre

come un

picciolo

esercito, e

portando i loro fgliuolini sui dorso. Ecco, secondo quello scrittore, la. lor maniera di viaggiare. Chi a capo degli altri s' appende all' estremit
d' un ramo d' albero, e da questo
salta ad un nuovo, sebbene a distanza notabile,
con tale agilit e precisione , che mai non
isbaglia. I compagni il seguono in ischiera ; e
le femine sebben cariche il dorso de' loro portati
fanno coli istessa facilit dei maschi i
medesimi salti/
ne pu
Il saimiri animaletto delicatissimo
,

essere trapiantato

d'

uno

in altro paese.

LA DIANA.
Secondo
scrive

il

essa

professor
,

Thnmberg, che

presso a poco

la

de-

della grossezza

picciolo gatto, ha coda lunga e villosa,

di

un

la

qual ternana in punta.,

il

corpo ben

fatto,

Ik DIANA.
faccia nerastra

breggiata di peli.

Ispido

copre

le
i

sue guance bianca, e rivolta

delle
tro.

1'

il

!45

e pochissimo omignuda
La barba del suo mento e
all'

pelo della sua fronte,

indie-

qual

il

Le sue mani
sono anch'essi d'un colore ne-

orecchie interamente.

suoi piedi

sue unghie lunghe


lungo e staccato, e
1' estremit
dell' orecchie nere e rotonde.
In pi parti dell' isola di Ceylan si giugne
ad addomesticarla. Allora si tien essa diritta
colle mani incrociate, e quando vede persona
di
sua conoscenza
tosto le si fa incontro
mostrando la sua gioja con carezze e con una
maniera sua particolare <li riso. E di natura
assai dolce
n mai avviene che morda alcuno, se non irritata. Ove si abbracci, o si fe-

greggiante ed ignudi, e

ed acute.

Ha

il

le

pollice

un fanciullino in sua presenza, essa


mostra il desiderio di fare altrettanto , e se
il vede battere s alza sui
piedi di dietro e fa
orribili contorsioni, per cui attesta il desiderio
che ha di vendicarlo contro colui che il maltratta. Il professor Thumberg volle condurre
Uno di questi ani mali in Europa; ma il misero fu presto la vittima di un cangiamento di
clima impossibile per esso a sofferire.
Or diciamo una parola delle scimie in generale.
In diverse contrade dell' India , gli antichi
tempii son destinati a servir d* asilo a questi
steggi

LA DIANA.

1 6

quadrupedi,

quali vi

si

nutrono a spese

dei-

pubblico.
sig. d'

Il

Obsonville riferisce

viaggi entrato pi volte in

alle

ne' suoi

per risuo vestito indiano non diede


scimie verun sospetto. Ne vide parecchie,

posarsi, e che

le

d' essere

quali

si

edifizii

tali

il

misero dapprima a considerarlo, poi

volsero tutta la loro attenzione al nudrimento,


eh' era
gli

sul

punto di prendere.
esprimevano tutta

tonera

eomestibili

il

disegno

eh'

avea

formato

seco.

loro occhi e

loro

alti

loro

la

di

Onde

ghiot-

derubargli

po' di spasso in simili circostanze ei

un

prendersi

muniva

si

sempre cT una certa quantit di piselli secchi..


Prima ne spargeva un poca d' intorno alla
scimia che, giusta
alla

testa

ma pur
Allora

il

s'

il

loro costume, stava loro*

avanzava

quindi

con grande avidit


sig.

d'

Obsonville

cautamente

per mangiarselo.
gliene presentava

un buon pugno , e come quelle scimie erano


la
avvezze a non vedere che gente pacifica
camminando
loro capitana gli si avvicinava
,

per di fianco, siccome temesse di qualche


inganno Indi fatta pi ardita impadron vasi del
pollice della mano, che teneva i piselli e menli
caebe rimaneva libera
tre colla zampa
vava e pasteggiavali, stava cogli occhi sempre
questa
fissi in quelli del sig. d' Obsonville. Se
viaggiatore si metteva a ridere, o faceva alcun
,

motto

la di Ara.
di mangiare

cessava

essa

labbra, e

morio, di cui
mostrava per
il

una

faceva intendere
i

agitava

specie di

le

mor-

suoi lunghi denti canini, che

spiegavano abbastanza
sig. d' Obsonville getqualche distanza, essa parea

intervalli,

Quando

significato.

2 47
,

tava de' piselli a

il

ma
contenta , che le altre li l'accogliessero
rimbrottava e percoteva talvolta quelle, che si
faceano troppo vicine. Le sue grida e le sue
sollecitudini , sebben in parte cagionate dalla
,

sua avidit, indicavano


sonville

non

timor suo, che

il

profittasse

della

loro

d'

Ob-

debolezza

per tendere ad esse qualche insidia. Pure non


che i maschi pi forti e gi
si accostavano
che i giovani e
pervenuti a intera maturit
;

femine non lo ardivano menomamente.


in uno stato d' inL' affetto che queste
tera selvatichezza, dimostrano pe' loro piecioletti veramente singolare. Gli allattano , li
gli
puliscono
accarezzano incessantemente
le

prendou piacere a

vederli

inseguirsi gli uni gli


nerli in certa

altri.

suggezione

lottare

insieme

Sembrano per
poich

o
te-

ogni volta

che mescolano un po' di cattiveria a questi lor


giuochi

infantili

li

per la coda
e coli'
mente. In tal caso i
,

fuggire,

tornano

in

poi

che

pigliano
altra

li

piccioli
si

son

modo sommesso

con una

mano

castigano

severa-

colpevoli

cercano

messi
e

in

salvo,

carezzevole

LA DIANA.

348

perdono sebbene
ricadere nel medesimo fallo,

sollecitare

simi

animali

Gli

molto

lor

il

inclinatisi

di

parliamo

cai

loro foreste.

pacifici nelle

sembrano

Quando alcune

torme di questi quadrumani di differente spedenti,


Tengono ad incontrarsi digrignano

cie

senza mostrarsi con altro


volta alcuni

avventurieri

luoghi

cui

di

possesso

ma ne

Maisonpr

alcuna

son tosto

sei altri

fortuna

cercano

compagnie gi

altre

Tal-

ostilit.

respinti.

nei

presero
Il

sig.

di

Europei furono un giorno

testimonii di un alterco
nato da siimi cagione nel recinto delle pagode di Cherinam. Una
,

seimia

molto grossa

ma

introdotta;
d'

allarme

un

molto forte

vi

era

si

fu tosto scoperta. Ai primi gridi


gran numero di maschi si riu-

nirono e corsero adosso alla straniera. Questa,


sebben grandemente superiore di coi'poratura
e

di

forza,

sommit

d'

vide

il

periglio

una piramide

rifugi alla

si

dell' altezza

Ma

di

sette

giunta

alove fu
,
che termiestremo fastigio del monumento
nava in picciola cupola vi si aggrapp , indi
preso avvantaggio dalla sua posizione; abbran-

piani

tosto

inseguita.

l'

c tre o quattro de' pi audaci, e precipitolli.


Queste prove di valore intimidirono gli altri,
che dopo molto strepito giudicarono a proposito

di ritirarsi.

quel posto fino

La

vincitrice

a sera

luogo di sicurezza.

si

poi

mantenne in
si

ritrasse

in

L&
^il

fui-X)

1*

che lungi

dall'

irento abbonda ut e
schi
i

verzieri.

al

accontentarsi del nndri-

che

animali

questi

eli

procurano

ior

saccheggiano spesso

249

"DIANA.

inclinazione

case^

le

bo-

giardini e

alcuni d' essi veggono un


pane o frutta nelle maui, accorron

Quando

fanciullo con

testo verso di lui, lo spaventano, e gli rapiscono

quel che mangia. E. se scorgono alcuna femina


il suo grano al so-

indiana, che faccia seccare


le,

vanno

a saltarle intorno facendo mostra di

volerle rubare
batterli,

sione

si

con

di

lo

corre per

Il

sig.

portan

via.

quadrupedi

questi

abitanti

agli

insidie.

eh' ella

prevalendosi dell'occa-

accortezza

impossibile

prenderli

istante

all'

scaltri,

gettano sul grano

L' estrema

rende

pi

del

di

paese

Obsonville

il
,

per, ne dice d'averne veduto uno, il qual fu


vittima d' un' invenzione semplicissima. L'uomo,
che per essa riusc nella stia caccia, scelse un
luoeo vicino al nascondiglio ideile scimie , e
depose a pie d' un albero un vaso scoperto
cui

due

diametro ;
grano ali' in-^
torno si ritir a qualche distanza. Quel grano
fu bentosto divorato
ed egli ne port di
nuovo e in maggior quantit. Ma la terza volta
ne fu pi prodigo che mai gettandone e intorno, e nel vaso medesimo, alla cui superficie avea disposti cinque o sei nodi scorridoj.

il

orificio

avea

un

indi avendovi sparso

pollici

po' di

di

S50
1'

lie

pena

L DI ASTI.

attraversavano in tutte le direzioni. \p*


egli naseosto, che varie scinmie
s" era

co' lor

accorsero

piccioletti

ecleremente vers%

un batter d' occhio


ebbero
vuotato
ma le zampe loro quando voliera
si
levarle
trovarono legate. L' uomo sopraggiunse
prima che avessero tempo di liberarsene
distese un tappeto sovr' esse
e cos
del

vaso

in

1'

pigli insieme tre femine co'

Pochi vi sono

tazioni burlesche,

che non conoscano

imi-

le

giustamente appellate

miotterie, di questi animali > e


accortezza. Dotati

loro.

figli

un' intelligenza pi

cT

sci-

loro tratti di
circo-

mostrano prinquadrupedi la loro astu-

stato di domesticit

scritta nello

cipalmente cogli

altri

zia, e la superiorit del loro istinto.

Sembrano

prender piacere a far contro di loro il


folletto
e il dottor Goldsmith assicura d' averne veduto uno divertirsi per ore intere a

essi

turbare
sicura

la

un giorno

un gatto. Erasmo ci asuna grossa scimmia folleggiando

gravit di

che
in

un

giardino

ove

si

allevavano-

dei" conigli, fece ogni sorla di pazzie in mezzo/


ai

timidi

animaletti

comportarsi colf ospite

che

non sapcano come

Alcuni d apche veniva con altra intenzione che di ricrearsi, cerc penetrare nel
luogo ove i conigli si teneano chiusi per

presso una donnola

nutrirli,

novello.

rimovendo un'

asse,

che

ne serrava

l'ingresso.

201
L DIANA.
scimmia rimase qualche tempo

La

spettatrice pacifica degli sforzi di quella bestia:

indi essa

medesima aprendosi con pi vigore

quella porta mobile

entr nel chiuso

suoi tentativi

Termineremo

1'

poi

slanca di rinnovare in-

nella sua aspettazione e

vano

La donnola, ingannata

rimise al suo posto.

la

rinunci.

vi

animali

de' singolari

istoria

raccontando le particolarit di
un combattimento, che ebbe luogo a Worcester nel' anno 1799 fra una scimmia, e un
cui

di

si

tratta

grosso cane. Si fecero differenti scommesse di


tre ghinee coni r'

una, che il cagnaccio ucciderebbe la scimmia in sei minuti


sebbene
questa fosse conceduto un bastone di circa un
piede di lunghezza. Migliaja di spettatori vennero ad assistere a questo curioso spettacolo ,
,

e tutti si teiiean sicuri del cane


cui si frenava a grandissima fatica. Alfine il padron della
scimmia si trasse di tasca il corto bastone che
,

dicemmo

e gliel pose

da brava, guarda
t

si

uccida.

Come

ai

nelle

fatti

zampe , dicendole:
il cane non

tuoi, che

questo fu lasciato in sua

bala,

slanci contro la scimmia colla ferocia di

tigre

fece
all'

un

ma

la

salto

scimmia con incredibile


di

un braccio

incirca

un

agilit

e sfugg

avversario. Si gett in seguito sopra di es.

so; e gli addent

il

teneva una delle

sue

collo,

mentre

colla

orecchie per

manca

impedirgli

2 5^

L DIANA.

di volgersi

e di morderla. Colla destra intanto

percosse furiosamente

la testa deli animale, che


mise a correre di tanta forza e a mandar
n pot esser libegrida le pi lamentevoli
si

non

rato, se

grife

dalle

IL

mezzo morto

LORI TARDIGRADO.

che compongono
hanno molta rassomiglianza

Gli animali
lori

a grande stento, e

della sua nemica.

la

specie dei

colle

scimie

conformazione
delle lor gambe ; ne differiscon da esse
che
per la lunghezza di questa parte del loro
corpo e per la struttura del capo che molto

per

le

abitudini,

costumi, e

la

rassomiglia a quello della

volpe.

Il

lori

tardi-

grado presso a poco della grossezza di un


picciolo gatto
il
suo corpo di un bruno
pallido, e il suo naso un poco affilato. Ha gli
occhi molto sporgenti, e cinti di un picciolo
cerchio di color bruno carico
ed una lista
,

del color

medesimo

schiena. Ila nei suoi


di

lento

che

gli

fa

gli

percorre

il

fdo della

movimenti un non
dare

nome che

il

so

che

porta

per cui fu da alcuni naturalisti collocato fra


gli animali detti pigri: sebbene nessuna circostanza lo accomuni a tal genere.
Il lori animai notturno
che resta senza
moversi una gran parte del giorno; ed abita
e

LORI TARDIGRADO.

IL

53

V isola di Ceylan e digerenti contrade deli'Iu:

Una

dia Orientale.

descrizione

dilettevolissima

ne fu data da sii* Guglielmo Jones nel


quarto volume delie Ricerche Asiatiche, e noi
la recheremo per estratto.
L' animale, di cui si parla, di costumi
stagione
eccetto in inverno
sempre dolci
in cui l' indole sua pare interamente cangiata.
a cui
Sopporta cos diffcilmente il freddo
debbe pur esser esposto di spesso nelle foreste
medesime ove nacque
che 1! autor della natura gli ha dato, senza dubbio per tal motivo,
un pelo foltissimo che di rado si vede nelle
contrada vicine al tropico. Il lori da me posseduto sempre mi dimostr molta riconoscenza
e attaccamento, porgendogli io non solo il cibo
giornaliero
ma bagnandolo due volte per
settimana in acque accomodate alle differenti
stagioni dell' anno
onde mi distingueva da
ogni altra persona. Quando per neli' inverno
io lo cavava dal luogo suo, sempre dava segni
di mal umore, e parea rimproverarmi ci che
solili va
sebbene io usassi le debite cautele
onde tenerlo in un grado di calore convenece

vole.
d'

pato
si

In

essere

ogni

tempo

sulla testa

sul

lasciava toccar fino

acuti.

parea

esso

dolcemente battuto

Era per

facile

,.

petto

denti

ad

compiacersi

o piuttosto pale sovente anche


che erano molto

irritarsi

ed ove

io

15

IL LORI- TARDIGRADO

un

disagiassi

Io

clava

po' male

a conoscere

mormorio o brontolio

volta
le

un grido

con

dispiacere

gior

neh inverno
1

uno
un mag-

ci'

rabbia

di

mostravasi

in cui

'

tosto

con un

simile a quello

Talvolta anche esprimeva

scojattolo.

pratutto

proposito

suo risentimento

il

anzi feroce, se veniva importunato,

sotal-

come

bestie pi selvagge della foresta.

suo

Il

dopo

il

sonno, che cominciava mezz'ora

levar

del

fino a mezz' ora

sole

dopo

dormiva aggomitolalo

durava regolarmente
suo tramonto. Esso
guisa dei ricci. Tosto

il

alla

che risvegliavasi si leccava


un gatto, operazione, che
suo

collo

.delle

sue

mente secondata. Faceva

e pettinava

dalla

membra
allora

come

flessibilit

era

del

ottima-

una legger

co-

ed indi prendeva nuovamente un p


<li
riposo. Ma quando il giorno avea interamente ceduto alla notte
ripigliava tutta la
sua vivacit.
Il suo nudrimento ordinario componevasi
di banani, e la sua bevanda di latte; qualche
volta per contentavasi d' acqua pura. In generale non era vorace, ma non poteva saziarsi
lazione

di cavallette, e passava le notti intere a dar loro


la eaccia.
gli

Quando uno

appariva

vano
tirato

dinanzi

fissandosi sulla

di questi, o altro insetto


i

suoi

cechi

scintilla-

sua preda, e dopo essersi

indietro per meglio slanciarsi la colpiva

queste

V avesse

finche

^55

TARDIGRADO.

L LORI

sue zampe anteriori e

colle

teneva

la

una

in

divorata. Servivasi

onde
e delle mani
prendere il suo nutrimento, e talvolta impugnava con una di queste la parte pi elevata

indistintamente

de' piedi

della sua gabbia,

piedi ne toccava
cui

mentre
fondo.

il

Ma

due

e coi

coli' altra,

positura, di

la

maggiormente compiacersi, era

sembrava

quella, per cui tenevasi aggrappato colle quattro

zampe

e
gabbia medesima
corpo rovescio. La sera
piedi per alcuni minuti

della

alto

all'

quindi penzolava

col

si
teneva ritto in
giuocando co' diti su fili di ferro e dondolando rapidamente il suo corpo dall'una parte
,

dall' altra

esercizio

come

salubre

fosse

gli

che

avesse trovato

nel

suo

un

tale

stato

di

captivit.

Un

d?

del

osservarlo

attenzione.
esso

li

giorno , quando le mie


mattino mi davano occasione
parca eh' ei domandasse la mia
avanti

po'

occupazioni

S' io

leccava

gli
li

presentava

miei

mordeva con molta

diti

deli-

catezza; se per io gli offeriva delle frutta le

prendeva eon molta avidit t quantunque fosse


sempre molto sobrio al primo pasto. Levato

sole

il

splendidezza

vasi

con

undici

ore.

pareano perdere la
ed esso ristora-.
qual durava dieci in
trovai questo picciolo

suoi occhi

loro

un sonno
Quand'

vivacit
il

io

a $6
e

IL LORI

grazioso

animale

TARDIGRADO.
gi senza

vita

quella

in

poneva ordinariamente per


consolai persuadendomi eh' era

positura, in cui

si

dormire
mi
morto senza provare alcun dolore
e eli' era
vissuto abbastanza felice
quanto almeno po,

teva esserlo nella su* schiavit.

Thvenot
maletti

dice d' aver veduto simili anierano stati condotti da Ceylan.


ten eansi diritti
alcuno li considerava
ci

eh'

Quando

sui piedi

dietro

di

incrociate

giravano

loro

d Gbson ville

sig.

sguardi

sugli

minimo timore.
osserva che uno di tali

spettatori senza dar a vedere


Il

zampe dinanzi

lor

colle

il

fu comperato da un
y il quale
silenzioso
melanconico
e ^stenuato. I suoi moti procedevano s lenti
che
quando voleva andare in maggior fretta, percorreva appena sei o otto tese in un minuto.
La sua voce avea un non so che di sibilante,
non per altro disaggradevole. Quando si cercava levargli la sua preda
l\ aspetto suo facevasi alquanto cupo e dispettoso
e uscivan
da lui alcuni suoni acuti e tremolanti. Dormiva ordinariamente, durante il. giorno, colla

animali

piccioli

Indiano

era

testa posata

fra

piantati

le

fra

per, sebbene
eccessivamente
sioni

le

sue

coscie.
i

mani
e
mezzo
,

In

eoi
al

gomiti

sonno

suoi occhi fossero chiusi, era


sensitivo

alle

esterne

impres-

mai non trascurava alcuna specie

di

2ARi)IGK&05

FL LORI

clie

non

tentasse

Obsonville

d'

castigo

dopo
i

sciarsene

di

facendo apparire

il

per

sollevava

segni

dolore.

di

Il

ebbe cura ei medesimo ,


e ne fu morsicalo quattro o cinque volte ,
prima che pensasse a raffrenarlo. Un leggi er
sig.

gli si offerisse

talvolta

'2bJ

molto vicina. Sebbene


la chiarezza del sole sembrasse molto incomomai non appariva che le pupille dei
darlo
suoi occhi provassero la minima contrazione.
Si tenne, pel primi mesi, con un cordone
attaccatogli d'intorno al corpo, e sebbene mai.
preda,

nella
il

corresse

alfine

che

di

n'

camera da

data

letto.

All'

animale

picciol

si

Talvolta

si

il

mobili,

ai

furori

piccioli

libert

correre

di

avvicinar della notte

fregava

guardando attentamente
rampicava
corde che
si' uopo.

suoi

fu

gli

occhi

gli

intorno a

pi

se

spesso

indi
s'

ar-

delle

erano tese espressamente a quepadroni suo appendeva

lo a quella parete della

un

camera, che

uccel-

gli

stava

ad approssimarsi. S'avanzava esso infatti a passo lento, e con diffidenza,


come persona che cammini sulla punta de' piedi;,
per sorprenderne un' altra. Quando poi si ridi faccia invitandolo

trovava a picciola distanza dalla sua preda,


vavasi affatto diritto e inoltravasi
strepito

con

la zampa per prenderla


con notabile destrezza.

allungando

ci eh' esso faceva

Gabinetto

le-

le^^ier

Tom.

I.

2 58

IL LORI

Mostravasi grato
sig.

ci'

done

Obsonville

la

e stringendone

fissando in lui

carezze, e attestava

sua affezione
1'

estremit delle dita, e

MANICOU.

presso a poco della lunghezza di

mediocre ma
luogo d' esser
,

al

prenden-

suoi occhi semichiusi.

IL

TARDIGRADO.

alle

suo pelo

il

che

si

im

gatto

drizza

in

molto pi
grosso. Il suo color generale un bianco
smorto. Ha una testa lunga, che termina in
punta, e la bocca molto larga. La sua coda
lunga quasi un piede, fatta per pigliare come
una mano, e si copre di peli fino a sei poldisteso, lo fa apparire

lici

ma poi si riveste di una


onde rassomiglia ad un serpe,

dalla sua origine,

pelle scagliosa,

manicou ha le gambe corte e d' un grigio


diti interni
de suoi piedi sono
I due
piani e rotondi, ed hanno ugne come quelli

li

cupo.

delle scimie;
sai

gli

altri

sono armati di grife

as-

acute,

Ci che distingue particolarmente il manicou


si una tasca abdominale,
destinata
a proteggere e conservare i suoi piccloletti.
Alcune di queste tasche hanno due o Ire cavit, da potersi chiudere ed aprire a piacere,

femmina

L' animale di cui parliamo,

non sembra aver

quando

dilesa, poich la

a terra,

forma delle

IL MANICOU.
j^Sg
impedisce di correre, anzi di camminare con celerit. Malgrado, per, un tal difetto, in grado di salir sugli alberi
con al-

sue mani

g'

trettanta facilit

quadrupedi,

instancabilmente

che
la

un gran

nidi, ed

cui succhia

&

quali

il

pi parte

la
si

caccia agli

distruttore di

altri

uccelli

esso
a loro

volatili,

sangue, senza mangiar

nutre pure di frutta selvaggie,

d' altri

de<di

arrampicano.

di

di

la carne.

radici, e

vegetali*

Quand'

inseguito e arrestato, contraffa

morto, sino a che sia passato per


colo* Dujratz assicura, che quando
questo stato

lui

il

il

peri-

preso in

non porge alcun segno di vita,


se anche si collochi sovra un
ferro rovente!
Che se trattasi di una femmina, la quale abbia
,

de' piccioletti nella

sua tasca, preferisce

il

farsi

con essi arrostire al rendersi all' inimico.


Ove
questo non siasi allontanato a certa
distanza o
nascosto,

il

manicou non

fa

verun moto;

ma

allora poi

fugge con tutta l celerit, di cui

capace, nel primo buco, o nel


primo rovaio,
che gli offre un asilo.

Alcun

tempo

innanzi

che

la

femmina

si

sgravi sceg.ie essa fra dense


macchie o spineti
al pi di qualche albero
un luogo,
il

ove deporre
suo parlo. Col soccorso del
maschio raduna

certa quantit di foglie, di


cui si
mentre, e quello poi colla sua
coda

carica

il

strascina

a6*
essa

IL

suo

il

MANICO U.

fardello

insino

duce ad un tempo quattro o


che nascono orbi e senza pelo,
a piccioli

feti,

appena son

nido.

al

nati,

Pro-

picciolelti r

sei

e rassomigliano

che

si

ritirano

parlammo, e si attaccano
fortemente alle mammelline della madre, alle
quali continuano di rimanere aderenti, bench
quasi inanimati, sino a che godano della luce*,
entro

la

tasca,

di

cui

abbiano acquistata forza, e il loro corpo


coperto di pelo. Da questo punto pi non

sia
si

servono della borsa, che come di un asilo.. La.


madre ve li porta entro col pi grande afletto,,
ed ivi si veggono essi giuocare$ o nascondersi,
ove siano minacciati Dicesi che quando non
Uanno tempo di farlo si attacchino alla coda
della
Il

madre, e si sforzino di fuggire con essa..


e.
manicou sembra aver molto coraggio
,

Ih principio vitale in esso molto tenace, sie-

Carolina settentrionale passato in


proverbio che: se un gatto ha nove vite, il.
manicou ne ha diciannove. La carne di <jue^
sto quadrupede bianca ; ed ha il gusto di

dane nella

quella

d'un

porcellino da

lano, e tingono

ture ed

altri

il

latte.

selvaggi

fi-

suo pelo, di cui fanno cin-

oggetti di ornamento.

26f

IL

GAY OPOL LINO.

la prima
volta, da Sybillas
alemanno, onde alcuni lo appellarono Opossuna-Mrian. Seba in seguito ce
ne ha dato il disegno. Secondo lui, quest'animale ha gli occhi brillanti e contornati d' un
piccolo cerchio di peli neri; i denti molto acuti;

"Fu descritto

Mrian,

artista

dissopra della mascella superiore

al

degli

occhi lunghe setole in forma di mustacchi.

Le

sue orecchie ignude rassomigliano a quelle del

suo corpo coperto d' un pel liscio,


rosso tendente al giallo in sul dorso,
e d'un bianco vivo sul muso, la fronte, il vengatto.

il

Il

quale

tre ed i piedi. Sulla coda del maschio


eh'
ignuda e d' un rosso pallido veggonsi macchie
brune, le quali non appariscono sulla coda
della femmina. Le zampe davanti rassomigliano
a quelle d'una scimia, avendo quattro diti e pollice distintile picciole unghie rotonde, mentre
il dito grosso de' pi di dietro piano e di forma
ottusa, e la sua -estremit armata di grife acute.
,

escono talvolta dalla borsa maper giuocare, sia per cercare il lor
nutrimento. E quando hanno abbastanza corso,
o sono abbastanza saziati, ovvero temono di
qualche periglio, s' aggrappano al dorso della maI

pccioletti

terna,

sia

dre * intrecciano la propria alla sua coda, e sono


^os da essa portati in salvo con tutta celeril.

KANGURO.

IL

Questo singoiar animale abita la Nuova-Galles


meridionale, ove fu scoperto l'anno 1770 dal
ha

capitano Gook. Esso


all'

incirca,

di

nove

talvolta

lunghezza

muso a quella della coda e


gno talvolta fino a cinquanta

il

Ha

rischiara sui fianchi

si

testa

la

suo peso giuil suo pe-

larghe e diritte,
il

collo

gradatamente
basso-ventre.

il

di

rossiccio

ventre.

il

orecchie

le

naso fornito di mustacchi,

spalle

le

sotto

ed allungata

picciola

del

libbre,

lame corto e morbido, d'un grigio


che

piedi

estremit

dall'

ristrette

assai

volume

cresce

verso l'anche

Le sue gambe

anteriori,

il

quando

sono pi lunghe, giungono circa ai diciotto


e quelle di dietro ai tre piedi e sette
pollici. Le prime gli servono a scavar la terra, onde formarvi il suo coviglio e a portarsi
esso
gli
alimenti alla bocca
sulle seconde

pollici,

sostiensi
altezza,

non

fa

salti

sette

di

Per ciascuno

in

de' piedi

otto piedi di

del

suo

corpo

contano che tre diti, fra cui quel di


mezzo eccede considerabilmente per lunghezza
e per forza i due altri; esaminandolo da vicino trovasi realmente diviso, come da colsi

tello tagliente.

La coda

del kanguro

lunga,

grossa

alla

radice, e terminala in punta. Se ne vale essa

263

IL KNGURO.

eome

d'

arme? con cui porta

colpi

violenti,

che sariano capaci di romper la gamba ad un


uomo. Gli abitanti del suo nativo paese considerarono dapprima questa coda , come suo
unico mezzo di difesa; ma avendo poi cacciato il kanguro con de' levrieri si accorsero

usa

com' esso

Quando
si

egualmente

le

ed

grife

denti.

raggiunto e abboccato dai cani


e prendendoli colle

ritorce,

ei

sue zampe da-

li
percuote con quelle di dietro che.
sono fortissime, e gli strazia a tal punto, che
sono spesso obbligati di ricondurli
i cacciatori
onde far loro medicar le ferite. I cani della
Nuova-Galles veramente giungono a vincere
ed uccidere il kanguro ma questo troppo

vanti

vigoroso e feroce pei nostri levrieri.


esso ordinariamente alla maniera
quadrupedi tenendosi in sulle quattro zampe
e beve lambendo. Nello stato di
Si

pasce

degli altri

captivit si diverte facendo balzi in avanti , e


battendo violentemente la terra coi pie di dietro
al qual uopo sembra
come appoggiato
;

della sua coda. Una cosa particolarmente distingue quest' animale ed la facolt di molto separare i lunghi denti incisivi
della sua mascella inferiore. Tale singolarit,
si scorge anche nel sorcio marittiper altro
mo animale di specie affatto distinta.
sulla base

La femina

del

kanguro ha una tasca abdominale

%6%
i

-KNGUHO.

II

manicou

simile a quella del

suoi piccioletti, e

e in essa

mette

li

al

specie di periglio. Nello stato

nutre
coperto d'ogni
naturale i Inau-

guri pascolano a torme di trenta o quaranta,


e

uno

di

certa

distanza

dagli altri, per far loro la sentinella.

Secondo

suol collocarsi

essi

Labillardiere vi La luogo di credere che siano

animali

essi

di

notturni.

membrane, che

Hanno

fan

l'occhio

l'officio

potendosi estendere e coprirne

Vivono

ritirati

entro

le

di

fornito

palpebre,

tutta

Y orbita.

tane.

sia molto
paragona
la
all'ecper
,
cellente montone
sebben confessi che non

che

Vuoisi

carne de" kanguri

la

grossolana; Banks

cos delicata

come

quella che spesso

mercato di LeadenhalL
I kanguri possono ora

come

naturalizzati

in

-quasi

vide

al

considerarsi

Inghilterra. Parecchi

ne

furono per lungo tempo custoditi ne' domimi


reali di Richemond, ove le loro femine hanno
per ci che
deposti i loro parti
acquisto
;

sembra

importantissimo per quel paese.

Vedesi ora (1806) nella sala d'esposizione


d' Exeter-Change una coppia di bellissimi kanguri. Furono essi condotti dal porto Jackson
nella

Nuova -Galles

del

sud, e gi da

sci

anni sono in possesso del sig. Pidcok. Il


maschio, quando sta ritto, ha pi eli sei piedi
sette

cV altezza

ed animale

di

forza

prodigiosa.

Il kngvro.

a6*5

alcuni mesi addietro , -a


Essendo io andato
vedere il parco, vi fui testimonio d' una lotta
di questo bel quadrupede col suo guardiano
,

per

lo

spazio

minuti.

quindici

in

dieci

di

mostr esso eguale intrepidezza


che sagacia. Perocch si volgeva da ogni lato
e spiava
onde far fronte al suo avversario
in

verit

vi

attentissimo l'occasione di coglierlo; e talvolta

prendeva al collo per mezzo delle sue zampe


mentre con quelle di dietro gli batteva 1' anche. E poi che fu terminato il combattimento
il kanguro
si present di nuovo
per rinfrescarlo e non ritorn alla sua stia
che quando gli fu condotta la sua femina
per determinarlo a rientrare. Questa, sebbene
assai pi piccola del maschio, anch' essa un
molto beli' animale. Ebbe gi cinque piccioletti,
di cui alcuni sono imbalsamati e serbali tra
il

anteriori,

altre

rarit del parco.

In questo vedesi
pelo d'argento,

un

altro

kanguro detto

specie assai pi piccola dell'altro.

Ha quasi

anni

dal

fu condotto in Inghilterra

VoodrafTe

dal

in possesso del

Crcdesi che
loro

mente

di

suddetto

mese

sig.
il

agosto

del

180^

si

de'

kanguri

componga

nel

principal-

A quelli , per , del parco


d pane, crusca, fieno, orzo e cavoli.

erbaggi.
si

di

tre

capitano

Pidcok.

nudrimento

selvaggio

stato

dal

graziosissimo anch'esso, e di

$66

BECCO D'UCCELLO.

IL

Il quadrupede
che porta questo nome fu
recentemente scoperto nella Nuova-Gali gs meridionale. Sir Giuseppe Banks possed due individui di questa specie che gli furono inviati dal
governatore Hunter; ed uno o due appena se
ne sono fino ad oggi veduti in Inghilterra.
La lunghezza del curioso animale , di cui
parla , dall' estremit del becco a quella
si
della coda di tredici pollici; e il becco se
ne usurpa solamente per s un'ottava parte.
Picciola la sua testa; e il suo muso, che
chiamiam becco, ha molta rassomiglianza con
quello di certe anitre , sicch appena dopo un
esame diligente possiamo persuaderci di quello
che . Il suo corpo depresso , e richiama ?
in certo modo, l'imagine d'una lontra; copresi
di un pelo folto e morbido, il cui colore
alquanto bruno sul dorso, e d' un bianco argenteo sui fianchi. Le sue gambe son coite,
e terminano con una larga membrana, che si
,

estende

considerevol

distanza al di

delle

sono muniti, ciascuno, di cinque ugne fortissime ed acutissime; i posteriori ne hanno cinque ricurve; e
quel di mezzo molto pi elevato che gli
altri, ed ha sembianza di uno sprone molto

grife.

suoi

piedi

forte ed acuto.

davanti

L BECCO D UCCLLO.
Gli

individui

ad

oggi

gli

intestini

questa

di

2&

specie

inviati fino

erano stati privi degeneralmente mal conservati.


Il sig. Stome
per altro ; ne esamin uno ? che
?
apparteneva a sii* Giuseppe Banks , e che essendo messo nello spirito di vino ; s'era mantenuto intero
discopr che ? sebbene il
e
becco.,
quando si guarda superficialmente ^
molto rassomigli a quel d un uccello , sicch
parrebbe destinato all' istess' uso ; nondimeno,
Inghilterra,

in

considerato
ferente.

meglio,

Sembra,

si

.vede esserne assai

infatti,

che un

tal

dif-

becco non

ma soltanto
bocca dell' animale
che si estende al di l. L' interno di questa bocca come quello degli altri
quadrupedi; contiene da ciascun lato due denti
molari cos nella mascella inferiore, che nella
superiore
ma non ne ha d' incisivi. Le ossa
del palato, e del naso di quest' amfibio ne
tengon luogo. Prolungandosi esse, e allungando,
sia

gi

la

un' appendice

cos le

narici,

becco

di

cui

formano

la

dicemmo

parte superiore del

due

parti

della

mascella inferiore, in luogo di terminare,

come

negli altri
e

cos

quadrupedi

sporgono innanzi

si

prodotta F inferior

parte

del

becco

da

quella

medesimo.
Tale

struttura

differentissima

del becco di tutti gli uccelli, poich in questi


la

cavit delle narici

non

si

prolunga

al

di l

$68

becco d'uccello.

il

origine;

sua

lalla

delle

orli

gli

parti

pm

basse, che corrispondono alla mascella inferiore

del quadrupede di cui


l'

Spazio vuoto

male

mentre avvi nel mezzo uno

per

ricever la lingua. Neil' ani-

che chiamiamo becco

sono duri, e fan

tratta,

si

di denti

officio

uccello, le

id'

due

lamine picciole e ossee sono nel centro


e le
parti che le circondano si compongono di una
,

d'una membrana.

pelle, e

denti

non hanno

che siano piantate nella mascella, come


nella pi parte de' quadrupedi ; ma sono bens

radici :

gengive

incassati

nelle

sporgersi

che fanno

La sua

fuori.

pollice

che

pu

non

lino u

un quarto

distesa

si

mascellari

al

io

di

lun^a che mezzo

essa

di

non

lo

pollice; e l'animale

quanta

tutta

ritirarla

di

per

rassodati

orli

anzi la parte mobile


di

Quando

gli

nella

sua

bocca.

avanza presso a poco

un

quarto di pollice nel becco. Questo poi coperto d' una pelle morbida e liscia , che si
estende

al

di

lateralmente e di

deo;li

ossi

un

labbro

mobile

indurire

nello

fronte, e forma
che fatto seccare

,
7

forte,

spirito

di

vino, sembra afatj inflessibile. Umettato per

d'acqua, diviene flessibilissimo, ed offre tutte


apparenze c|l una struttura muscolare. La
parte inferiore del becco ha un labbro cos

le

largo,

come

la

un soprabordo

superiore;
,

che

ha

ma

queHa

questa
ili

manca

forma

di

fL

BECCO-

L'CCELLO.

sega, die appena per

2r6cj

scorge ov' pi te-

si

nera e cartilaginosa.
Jua piega trasversale della pelle nera

ricopre

il

becco, forma anello

ferenza propriamente vicino

all'

che

sua circon-

alla

origine.

Questa piega , per ci che sembra,, destinata ad impedire che il becco non. s immerga
pi. oltre di essa nel limo
ove pu trovarsi
che servono
la preda dell' animale. I nervi
a siffatto becco
sono presso a poco simili a
,

que' degli

conforma
nitra

uccelli
assai

,,

del

cavit

la

cranio

si

pi a quella del capo di un'a-

che di un quadrupede.

differisce in esso da
egualmente che degli altri
animali. Perocch 1' apertura ne collocata,
all' estremit
del becco
onde partono du
cavit, che si estendono lungo il becco me-

L' organo dell' odoralo

quel degli uccelli

desimo.

La larghezza

occhio assai

dell'

paragone della grossezza

picciola. in-

animale, e

dell'

il

foro

parimente s esiguo
che si discopre con molta difficolt.
Supponsi, guardando alla conformazione del
quadrupede, di cui favelliamo, che scavi la
esterno

SAia

dell'

tana

componga

orecchio

in

riva

di

piante

Non sembra per

fiumi

a'

acquatiche
che

possa con molta forza

il

la

suo

suo cibo

il
,

si

di animali.

becco

stringer

preda; bens quando

le

370

IL

sue labbra

si

BECco d uccello.
congiungono succhiar possono

vigorosamente, e forse in questa guisa attirano


alia bocca il nutrimento.

LA FOCA.
Ha

il

vissimo,

corpo allungato e coperto


lucente,

larga e rotonda

di

di

pelo bre-

colori;

varii

testa

la

Ciascun
lato della sua bocca munito di gran musono grandi , la sua lini suoi occhi
stacchi
gua bifida e forcuta alla sua estremit. Non
ha orecchie esterne , e il senso dell' udito
;

il

collo

ristretto.

in essa ottusissimo. Le sue gambe son corte


e quelle di dietro poi s lontane dal corpo

che non possono esserle di veruna utilit ? se


forse nuotando. I suoi piedi hanno mem-

non

brane ? e la sua coda brevissima. La voce


sua, quando sia giunta alla naturale pienezza,

pu

somigliarsi

tre

quando

all'

abbajar

ancora

sul

d'

un cane

formarsi

paragoierebbesi al miagolar di

un

men-

meglio

gatto.

Le foche , in estate, si collocano ordinariamente entro scavi sotterranei, fra grandi frammenti di rupi; e in tale stagione appunto i
nostri compatrioti ne vanno in caccia. Se esse
hanno Ja sorte di sfuggir loro? si strascinano al
mare, gittando dietro di se fango e pietre, e
manifestando con. lamentevoli gridi il timore che

vigorosissima

Sono

L FOGA
2^1
prese
fami
per
siano
?
7

Quando

provano.

difesa

coi

denti

coi

piedi.

acque
le quali abbiano
bastante profondit per contenerle
vi si attutano sino al fondo con estrema rapidit ? e
tosto ricompajono alla distanza di quaranta o
cinquanta verghe. Una se ne vide, pochi anni
agilissime

neii'

costa di Cornovaglia , inseguire


per Y oude ? come un cane avria
fatto una lepre per terra; e poco manc non
la pigliasse > malgrado le
sue fughe, i suoi

presso la

fa,

una

triglia

nascondimenti e

suoi

salti.

Le foche ? nuotando, portano sempre la


sta fuor d' acqua ;
e quando si tengono
sole

sopra

gli

scogli ,

sono

difldentissime

tea

mai dormono pi d'un minuto senza svegliarsi.


Levano allora il capo
e se nulla veggono ,
si rieompongou di uuovo per
che le adombri
riposare. Assicurasi che molto amino le tempeste, e che in esse, star sogliono sopra gran
sassi contemplando con piacere queste convul,

sioni della natura.

E un
la foca

fatto

generalmente

quando

si

lissima

ad addomesiicare

seguire

il

scrittore

riconosciuto

prende giovane
,

se

le

sia

insegni

suo padrone, come ad un cane.

degno

di

fede

ce

che
faci-

Uno

ne assicura par-

lando di ci che vide pochi anni addietro.


ce
Fu presa , egli dice, a poca distanza dal

E A FOCTA.

WJ*
mare una

fca, e teneasi costantemente in

Vaso d'acqua

teva di strascinarsi per


vicinarsi al fuoco

mente

cibo

il

la

e le

che

si

per, le

conveniva.

le

tm

permetcasa, ed anche d'avprocurava regolar-

salata. Talvolta,-

si

gett ava-

Si

anche ogni giorno al mare, ove nuotava intorno alla canoa e sempre si lasciava riprendere. Visse di questa guisa per pi settimane^
ed avrebbe fornita una carriera assai pi lunga r se non fosse stata qualche volta troppo

duramente trattata.
Neil? anno ij5f), si mostrava a Londra
una foca,, la quale obbediva al comando del
padrone suo prendeva il pane dalla sua mano , si distendeva interamente per terra , allungava il collo, quanto le era possibile
parca salutare gli spettatori
andava al mare e
he ritornava ? quante volte le si dava- ordine
,

9:

di

farlo

Un

fttajuolo

d'Aberdour essendo andato,

alcuni anni sono, a pescar in

alcuni scogli

due piedi

vide una

mare intorno

giovine

foca

di

mezzo che prese e port


la zuppa nel
che
latte
,

Essa divorava

ad.

circa

a casa.
le

si

per tre giorni ad esser


nudrita di questa maniera , in capo a' quali
la moglie del
fttajuolo
riguardandola come
eausa di spesa inutile, volle disfarsene. l ma-

porgeva

e continu

rito

quindi

lattsi

ajutare da altri

la

gitt

di

LA

nuovo

contrario

ma

mare;

al

^7-3

malgrado ogni sforzo

torn appresso. Allora l conpi grande della compagnia en-

gli

venuto che

FOCA.

essa ?

il

trerebbe nel!' acqua pi innanzi che potesse


onde nuovamente scagliarvela , ed indi si na-

sconderebbe dietro

scogli.

gli

Ma

la

loca,

di

affezione per gli ospiti


suoi, non fu impedita dallo stratagemma, si che
non uscisse per a seconda volta dai salso elemento , e non venisse a raggiungere chi la
cui nulla uguagliava

rigettava.

Una

al

determin

cosa

nella sua protezione,

a riceverla

tal

1'

ftta juolo

il

e ricondurla

suo domicilio
se non che alfiu stancatosi
nutrirla V uccise ? per pagarsi dello speso
;

colla

sua pelle.

La stagione di prender le foche generalmente il mese di Ottobre e il principio di


muniti di forche e di
novembre. I cacciatori
bastoni, si fanno verso mezzanotte all'ingresso
:,

delle caverne

ove quegli animali

ritirano

si

e penetrano quanto pi innanzi possono coli

loro barchette. Indi uscitine

favorevole

si

mettono a

per ispaventarli , e
In

tali

folla,

circostanze

che verrebbe

impeto.

Dopo

di

vengon pi
Gabinetto

e scelto

un posto

grande strepito ,
eh' escano in pieno mare.
cura

loro

sopra

di

essi

di

evitare la

con troppo

quesa, che prima fugge, an-

cor rimane gran


quali

far

fare

numero
lente,

Tom.

I.

di piccioie foche,

che

si

le

uccidono
iS

ti FOGA.
$ji
con facilitj dando loro un
.-

picciol colpo sa

naso.

Gli abitanti

queste

cacce

della

Groenlandia traggono di

grandissimo vantaggio, attesoch

foche

sono di estrema necessit alla loro


La carne di esse fornisce un nudrmento gustoso, del pari , che sostanzioso ;
e il grasso delle medesime d loro olio per la
pentola e per la lucerna^ nel tempo stesso che
materia di cambio, per altre cose importanti alla
vita. I filamenti del nervi sono assai migliori
per cucire, che n il refe e la/seta. Lo ve-sciche servono di galleggianti ai fiocinieri, onde
pescare. Della pelle poi si fanno tende, vesti e
coperte per letti , e canoe non che corregge
e soatti d'ogni specie. 11 sangue stesso non
le

sussistenza.

va perduto, poich i nativi del paese lo fanno


Bollire con altri ingredienti; e ne hanno brodo
per la zuppa. Quindi l'arte di prender le foche quasi la prima pei Groenlandesi che
T imparano dalla pi tenera et ? e pei* essa
pongonsi in istato di condurre vita alquanto
,

men

disagiata

mentre

si

foca

nella

rendono

utili

alla

societ.

La pesca

della

cia allo sciogliersi dei

Finlandia comin-

ghiacci. Allor che questi

sono ammonticchiati dai flutti, quattro o cinp" ani s' imbarcano in una canoa scoperta 5 e stanno qualche volta assenti pi di

que

LA FOCA.
2^5
cinque settimane dalle lor case; esponendosi a
tutti i perigli , che s' incorrono pei mari del
settentrione, non avendo che un picciol fuoco,
cui accendono

sovra alcuni mattoni, e nutren-

dosi della carne delle foche uccise.

aneddoto porger idea di

Due

Il

seguente

mestiere.

tal

Finlandesi imbarcaronsi

or sono alcuni

anni
tu un fragile schifo. Avendo scojierte
pi foche sopra di un isoletta di ghiaccio gal?
leggiante , uscirono del loro legnetto, e si aggrapparono a quel gran masso piramidale,
,

camminando sulle mani e sulle ginocchia, per


non essere veduti da quelle bestie. Aveaiio veramente legata
sbarca

ma

di vento

picciola

la

picciola

un colpo

alla

ne ruppe

la

catena e

rotta da ghiacci, spar


cacciatori

soccorsi

isola

nel bello della loro caccia


subito

la

distacc,

sotto

onde

l'onde.

ranza sovra perigliosissimo appoggio , e vi


masero quindici giorni. U calore , che ne

minuiva

gradatamente

il

volume

zione della superficie, rendeva di

momento

trovarono allora senza mezzi, senza


anzi senza il minimo raggio di spesi

la

loro

situazione

pi

ri'

di-

Y eleva-

momento

in

spaventosa.

Finalmente, dopo aver sofferti tutti gli orrori


di una fame divoratrice, ed essersi trovati ridotti a rodere la carne delle loro braccia, si
strinsero gli uni agli altri , e determinarono
di precipitarsi ne' flutti
onde metter fine alla
,

276
loro sciagura.

luzione

era

da lungi una
la

iA FOCA.
questa funestissima risoper compiersi > quando scrsero

gi

Uno

vela.

camicia, e la sospese

eli

al

essi allora

suo

fucile.

si

lev

Il

qua!

dall' equipaggio del vascello,


ehe apparteneva ad un pescator di balene onde
.mise tosto in mare un palischermo , per correre in loro soccorso. Quest'incontro fortunata
pot solo salvarli da una morte inevitabile e

regnale fu veduto

lucilia.

Le femmine delle foche producono doppia


triplice prole per ogni parto
e la deponmentre il magono nelle cavit de' ghiacci
che d
schio forma tosto vicino uno sfaro
pronta comunicazione al mare. Le picciole
,

foche

gettano

si

all'

acqua appena che

si

avveg-

un cacciatore, e talvolta anche di proprio moto


onde cercarvi il lor nutrimento.
Quando quelle femmine escon dal mare belano come agneie
onde chiamare la loro progono

di

genie

d' altre

sebben

davanti

passino

giovani foche

a migliaia

mai non ne prendono

alcuna in iseasubio.

Quindici

giorni dopo

il nascimento le picsono .-"istruite dalle loro madri a


nuotare e cercarsi di che vivere ; e quando
sono stanche vengono da esse, per ci che

ciole

bestie

dicesi,

prese

sul

dorso.

rapida

poi

la

Joro cresciuta-, che in due o tre d, che sono

al

mondo

LA FOCA.
divengono egualmente

277
agili

che

le

vecchie.

La carne

delle foche

alla tavola de' grandi

morie

ce ne fa fede

era altre volte

come
la

ammessa
me-

fra Y altre

nota

dello speso

in

uno splendido banchetto dell' arcivescovo Nevill sotto Eduardo IV. La loro pelle anch' essa molto pregiata, e
d una bellissima
specie di cuojo.

Gli amfbii, di cui favelliamo, trovansi sulla

pi parte delle coste


dell'

Irlanda

della

Gran Brettagna

tutte seminate

veggono pure al
dell' Europa

gl'ari

di

di

qua del

scogli*

Se

ne

circolo artico usi

dell' Asia.

V ORSO MARINO,
Quest* animale s'incontra principalmente nelle
a

quello

tlurante
i

mese di giugno sino


settembre, intervallo di tempo -p
quale la femmina depone ed alleva

del Kamtschatka, dal

isole

eli

il

suoi piccioletti. Indi gli orsi marini

dicesi

ricane

tesimo

tornano,

chi alle coste asiatiche, e chi alle

tenendosi in generale fra

il

ame-

cinquancinquantesimosesto grado di lail

titudine.

La
circa
assai

lunghezza

ordinaria

otto piedi,

minore.

Il

ma

de'

quella

loro corpo

maschii

di

femmine
membruto, e va

delle

l'orso marino.

278
diminuendo

grossezza sino alla coda.

di

generalmente nero

lore del loro pelo

Il

co-

ma

ne'vecchii misto di grigio, e nella pi parte


delle femmine cenerognolo. Il loro naso
avanza come quello di un giovane alano , e

loro

sono larghi e sporgenti. Le

occhi

gambe

hanno

anteriori

lunghezza

loro piedi

pelle ignuda, e

s'

circa

han

loro

due piedi

di

dita , coperte di

assomigliano in certo

a quelle della testuggine.

si

Le gambe

di

modo
dietro

sono pi corte e terminano in cinque diti 5


separati per mezzo di una membrana.
La voce di questi orsi marini varia in pi
circostanze. Allor che stanno a diporto sulla
riva del mare , mugolano come giovenche; se
sono impegnati in qualche battaglia, nlandano
urli feroci
se poi sono vinti , od hanno ricevuto qualche ferita miagolano come gatti ,
,

trionfo rassomigliano in
qualche modo ai gridi acuti de* grilli.
Questi animali vivono in famiglie separate
le une dalle altre
sebben si trovino alle volte
a migliaja sulle coste che abitano; e nuotano
per trib quando sono in mare. Ogni maschio
ha un serraglio composto di otto in dieci femmine eh' esso custodisce e guarda gelosamente.
se" alcuno
ffezionatissimo ai suoi piccioletti

loro

accenti

di

:erca

che

la

rapirli,

li

difende

femmina via

si

arditamente,

porta

nella

intanto

sua kocea.

L ORSO MARINO.

2^g

quello di cui madre. Se avviene a questa d

maschio abbandona il ne,


e la percuote confinch Y abbia. lasciata quasi morta.

lasciarlo cadere,

mico
tro

si

sassi

ai

Rinvenuta

eh' ella

vole ai suoi piedi

grime

mena

il

getta sovr* essa

mertr' esso

sia

suppliche-

strascinasi

bagna

e glieli

colle

orgoglio delia sua umiliazione.


fu

piccioletto gli

sue la-

insulta brutalmente

la

tolto,

s'infosca,

Che

se

il

piange,

prova pungentissimo dolore.


Accade talvolta che gli orsi marini vecchii
deboli sono abbandonati dalle femmine; nel
qual caso ritiransi da ogni compagnia, divend a vedere che

gano eccessivamente crudeli,


loro posto

che preferiscono

ban donarlo* Se
escono

tosto

altro animale

dal

loro

stato

e
il

si

di

attaccati

morire

al

all' abr-

avvicina loro

indolenza,

il

provocano e si fanno a combattere. Nella qual


occorrendo talvolta che insensibilmente si
vanzin sul luogo di qualche loro vicino; questo allora \i prende parte
e cosi via via essa
lotta

finisce

ad

coli'

urli

estendersi a tutta la costa in

mezzo

pi spaventevoli.

Steller colla gente del suo equipagvolendo provare 1' ostinazione di questi
animali , ne assal uno di tutta forza, gli cav
gli occhi , ed irrit quattro o cinque de' suoi
vicini
gettando loro delle pietre. Questi inseguendolo, il signor Steller si ripar dietro
Il

gio

sig.

2S0

l'orso marino.

l'animale accecato,
orsi

altri

gli

quale sentendo

il

avvent

si

avvicinar

con estremo fusalvossi ad un'allure

loro,

rore.

Il

vicina

stette ad osservare la scena sanche dur per pi ore. L' orso mariprivo della vista
maltratt egualmente

guinosa

no

Steller allora

sig.

onde

amici e nemici

contro

di

lui

sinch tutti alfine

volsero

si

non dandogli tregua n

sulle

n in mare, onde fu costretto soccombere.


Allor che due di questi animali si battono
insieme pigliai! riposo ad intervalli e si sdraindi si levano ambi due
iano r uno stili' altro
coste

un tratto e rinnovali
nendo la testa diritta, e

per evitare
indecisa

ma
1'

1'

all'

altro

terra.

il

Le

fondit
dicesi

prende
ferite,

coi denti

che

si

che nel mese


,

fine

che
d'

di

indebolito

essi

rimane

vittoria

piedi anteriori;

getta

il

contro

fanno, han molta pro-

e pajon quasi di

fra essi

Alla

la

non adoprano che


istante che
un d'
,

seniore te-

distornandola,

solo

Finch

colpi.

l'assalto,

sciabole

luglio

taglienti;

siano

vi

non ne portino nel loro


un combattimento quelli

"p

podii
corpo.
a

cui

forzarsi gettano in mare,


le tracce di sangue, di cui sono
ultimo fiacoperti. Non facilmente perdono
to
e sopravvivono pi d' una quindicina dt
che sariano immediatagiorni a delle ferite
mente mortali per qualunque altro animale.

rimane tanto
onde tergere

di

i'

essi

eli

dopo che

dice Martens

avevamo

gli

28

ORSO MARINO.

L*

Uno

viveva ancora

levato gran parte del suo

grasso; e, malgrado tutte le ferite da noi recategli


di

sempre continuava

noi ed a

aggiunge,
a Uro

questi amfibii

di

pi celere
esso

Quando
,

non potessi
un monacello

gli

ai

marini

orsi

a vi
,

facesse

esso

lev

si

corse

precipit

si

di ghiaccio nel

fondo.
si

sono

attufati nel

hanno ripreso un

alla

egli

corpo d'un

il

fan capriole

foggia

po' di

animali

d' altri

si volgono u guisa di ruota, solcano


con grandissima rapidit percorrono ,

equorei
i

d'

elemento,

salso

lena

io

eli'

ove scese tosto

volte

eli'

di avvedersene. Alfine

medesimo

mare

pi

senza

contro

scagliarsi

ma spada attraverso

la

pur mostra

morderci. Passai

flutti

talvolta

pi di sette o

otto

miglia

per

ora

e spesso nnotan sul dorso, e cos a fior d'onda,

che

loro

asciutti.

piedi

Giunti a

posteriori

sono* interamente

scuotono e si pul*
pie medesimi
e applicando
rivo!

si

scono il pelo co'


quindi le loro labbra a quelle delle femmine
sembrai! baciarle. Poi si distendono al sole per
,

riscaldarsi; o

si

sdrajano

aggomitolati

stano cos sepolti in pieno riposo. I loro

repie-

sono cos scherzevoli come giovani cani


fanno tra loro fnte pugne, e cadono frequentemente gli uni sopra gli altri, mentre il pacioletti

dre

li

riguarda con aria di compiacenza,

li

lecca

L OSO MARINO.

i8'2
3

li

bacia

mostrando

pi

assai

pel

affetto

vincitore che pel vinto;

Vuoisi che questi animali

trovino

si

in

gran numero nell' isola di Bering, da coprirne


interamente la costa. I viaggiatori sono allora
costretti , per propria sicurezza ad allontanarsi
,

dalle sabbie e

dai bassi fondi

volgersi

in*

per a notarsi che tali


amfibii non abitali che quella parte, che si
avvicina al Kamtschatka. Nei primi di giugno le
femine si ritirano verso il mezzogiorno dell'isola,
per i sgravarsi, e tornano alla fin* di agosto.
La carne dei piccioletti riputata eccellente ;
ma quella de vecchi maschii d' odor troppo
forte. Questi animali vanno coperti d'una specie di nera pelliccia di rozze e lunghe setole , sotto cui un feltro morbido > o anzi un
velluto rossiccio, che inclina al bruno.
forno

alle

colline.

LA FOCA DAL NASO A BOTTIGLIA,


l maschio di questa specie assai grosso ,
ed ha talvolta quindici in venti piedi di lunghezza. Si distingue pure dalla f mina per una
grande escrescenza, che avanza di cinque o sei
pollici la mascella superiore. I suoi piedi sono

assai scorti e

pinne.

11

color

grigio ferreo.

membranosi, che somigliano a


generale

del

suo pelo

un

LA FOCA DAL
grasso

Il

o dodici

dieci

ch

loni

2u3

A BOTTIGLIA.

VSO

tal

genere

pollici

fra

di

foche

di

carne e

alto

pelle, poi-

pajono pentoquand' esse camminano


d'enorme grossezza, ripieni d' olio Que,

vede fluttuare sotto la superfcie


medesima. Ma hanno esse, inoltre,
s gran quantit di sangue , che
ove si facciali loro profonde ferite in dodici luoghi ad
un tempo
zampilla da ciascuna a distanza
considerabile. La loro voce solitamente un
forte grugnito
o piuttosto una specie di nitrito, simile a quello c cavallo nel suo pieno
sto infatti

si

della pelle

vigore.

Sono

esse d'

cili

un naturai letargico^
quando dormono.

risvegliarsi

diffi-

Il

lora

tempo diviso egualmente fra il soggiorno di


mare ova stanto in estate e quello di ter*
,

ra
Si

ove

trasportano

si

nutrono

in riva

il

d'

erba e

ruscelli

zi

nriueipio

verdura

di

d'

inverno,

che

cresci;

quando non sono

intese

mangiare dormono a branchi ne' luoghi pi


fangosi
che possano ritrovare. Ognuno di
a

questi branchi

grosso maschio
il

cura

gli

pacha

sotto

di

sorveglianza

un

marina} appellano per


pacha, vedendolo allontanare con gran

beffa

femmine

altri
,

delle

per

superiorit,

che

maschii da
quali

non

s'

certo

numero

impadronisce.

ghigne

tal

di

Questo

grado di
gran

senza prima aver sostenuto

LA F0C DAL ^ As A BOTTIGLIA,


combattimenti sanguinosi, dei quali

2$ 4

numero

di

rendono testimonianza le sue profonde cicaPersne dell' equipaggio di Lord Anson


cacciarono un giorno nell'isola' di Juan Fernandez degli animali , che loro parvero differenti da tutti quelli
die fino allora aveano
veduti. Avvicinali dosi per conobbero ch'erano
due foche della specie che descriviamo
te
trici.

quali

erano

si

vicenda

lacerate

denti

co'

picch tutte grondavano sangue.

Non
che

dolenza, e

dono

Y uccidere

difficile

la

facile

talvolta

racconta che

si

un

preso

la

testa

co' denti, e

gli

per

trar

un

che

istante

madre a

la

sovr' esso

scagli

si

in-

ren-

li

vigorosissima re-

all'

occupato

ad una giovine foca


,

Non

preda pe'loro nemici.

marii)ajo' era

rapita

poi*

amfibii;

movimenti

lentezza de'lor

che non oppongano


sistnza.

tali

inclinazione al sonno, la loro

la loro

pelle

la

cui

Y avea

improvvisa

gli

pass con essi

il

cranio cos profondamente, che fra poco mor.

Secondo
son

de' viaggi

relazion

la

la 'carne

della

quella dei bue, e

il

nostra

di

lord

An-

rassomiglia

foca

suo cuore, non

men

che

questa foca principalmente nella nuova Zelanda,

la

lingua, ini cibo

neh' isola
Falkland.

pre

in

di

eccellente. Trovasi

Juan Fernandez

Quando

inverno

comune pervenuta

nasce

della
alla

il

che

in

quelle

di

avvien sem-

grossezza

sua maturit.

della foca

^85

QN MARINO.

IL LI
La

testa

grandissimi

suo naso

il

quest' animale sono

occhi di

gli

e
;

chie coniche e diritte

rilevalo

orec-

te

parlando dei
una lunga criniera onil

colio

maschio) coperto di
deggiante r simile, presso a pecora quella del
lione; il pelo dell'altre parti del corpo breve
e rosso; nella femina per giallo, e quando sia
giunta a certa et

che

un maschio

si

di

alquanto grigio. Crede si

fa

sedici in diciotto piedi, e pesi,

cento libre.

La femina

Se un essere umano

allo

sospiri profondi

fusione
il

lor

tal

tremore

sostenersi.

Ma

che in

se

tano sugli assalitori

la

cercano

fuga ; e quando

grandissimo

La con-

fuggire.

caso provano
forte, che

vengono

il

onde mandano

svegliarsi,

gono impossibile ogni

sei-

di

prendon tosto
vengono sorpresi nel sonno
spavento

incirca,

all'

molto pi picciola.
qualunque veduto eia

questi animali,

loro

lungo

giusta grossezza sia

estrema;

appena possono

incalzati

via di salvezza

,
,

se

veg-

si

get-

con impetuoso furore

&

da disperali. Quando all' incontro


si accorgono
che non si ha veruna intenzione di nuocer loro , par che si rassicurino
interamente.
si

battono

Steller

ring, visse

di

Be-

una capanna, circondato da

lioni

nel suo
in,

soggiorno

all'

isola

283

IL LION MARINO.

marini, per lo spazio di

poco tempo
con molta calma ci
essi

in

giorni. Divenutigli

sei

famigliari

esaminavano

eh' ei faceva ;

gli

si

sdra-

permettean finanche di
prendere i lor piccioletti e giuocar con loroQuesto viaggiatore ebbe in quel tempo occasione di vedere i lor combattimenti, perocch
fu testimonio d' uno fra due maschii, il qual
dur tre giorni , e in cui il pi rischioso o il
men destro de' duellanti ricevette pi di cento
ferite. Gli orsi marini
che pur si trovavano
frammisti a' leoni , mai non prendeano parte
alle loro gare , anzi aveano gran cura di allontanarsi dal campo
ogni volta che s accendevano.
Ciascuno de' maschii ha due o quattro fejtnine , cui tratta con molta dolcezza
e sembra gustar molto le loro carezze. Ma cosa
degna di osservazione, che il padre e la madie non mostrano verun alletto pe' figli? cui
sovente schiacciano co' piedi
per poca cautela
iavano vicino

gli

.,

nei camminare, o che uccider


gli

si

lasciano sotto

occhi colla pi grande indifferenza. Questi

non trescano

gi

alla

foggia

di quelli

degli

e par che ii sonno gii istupidisca interamente. Il maschio e la femina li


portano all'acqua, e loro insegnano a nuotare.

*ltri

animali

Quando sono
lor

stanchi,

madre j ma

il

montano

maschio ne

sul dosso della


li

fa

cadere

IL

rome per

LION MARINO.

'JiSy

neli'esorczk)

obbligarli a fortificarsi

del nuoto.
I

vecchi lioni marini muggiscono

belano

giovani

come

come

montoni.

tori,

Vivono

principalmente di pesci e ' altri animali,

albergano

nel

elemento

salso

eh
per due
astengono quasi

mesi di estate que' vecchi si


Bramente d' ogni nudrimento

iit

ma

abban-

si

donano al riposo e all'indolenza, trangugiando


di tempo in tempo grosse pietre 3 onde mantenere lo stomaco disteso.

vano fuor

di

modo

Ma

alla

fine

si

tro-

dimagrati.

Kamtschatkadali riguardano

la caccia di queoccupazione onorevolissima.


Quando ne trovano di addormentati , si accostano loro camminando contro vento ,, li pei'*,
I

sti

amfibii

come

cuotono in pancia con uno spiedo legato a


lunga corda , ed indi fuggono con gran precipizio. L'altro capo della corda medesima inimpetanto
il quale sta legato ad un trave
onde
disee che gli animali sen vadano lungi
,

cacciatori

lanciando

hanno agio

loro

di ridurli agli

giavellotti

e frecce

estremi,

avvelenate.

Quegli amfibii, a dir vero, cercan tosto di atma non potendo sofTerir il
tuffarsi nel mare
che lor cagiona 1! acqua salmastra s
dolore
che entra nelle lor piaghe , tornano a riva in
preda ai pi crudeli tormenti. Ivi i nemici o
li
trapassano con lance , o li lasciano morire
;

deile

antecedenti

ferite.

VL LON HlKINO.
2 8
che
Persone degnissime di fede assicurano
quei semiselvaggi guardano come cosa turpe
,

il

dietro di s alcuno desdi


o

lasciar

onde sovente ne

uccisi

anl-

segno le
loro canoe, 'che le fanno andar sossopra,.onde
vengono inghiottiti dall' onde colla lor preda.
I lioni marini trovansi in gran nitnie?o sulle
coste orientali del Kamisehatka, ove albergano
tra gli scogli
n mai se ne dipartono
sebbene sembrino avere sosrfftorni estivi ed in?
mali

caricano

vernali,

La carne

de' giovani cibo

eccellente, e

loro grasso e buono, quanto la midolla di bue*

MORSO.

IL
Le
ganti
collo
le

forine

per

quest' animale

di

assai corto,

gambe

quali

sparenti

gli

il

labbra grosse, la superior delle

le

bifida

son poco eie??


ha la testa picciola
il
corpo maccianghero, basse

eh' esso

guerinta

recchie esterne due

semitra-

peli

di

occhi pieciolissimi

in lugo d'o-

orifcii semicircolari

e la

mascella superiore armata di due larghe zaniie


ricurve, e inclinate a terra, le quali pesar so-

gliono dieci in trenta libbre, e


staccar
scogli in

le

fondo

al

che

gli

servono a

attengono agli
mare. Alto il suo cuojo

conchiglie

si

fornito ad intervalli di pelo corto

bruno.

2#g

TL MORSO.

ciascun

piede

amfbio ha cinque

nostro

il

diti , che si riuniscono pei' mezzo


di membrane ; i posteriori per sono molto pi larghi che quei dinanzi. La sua coda brevis*
sima
la total lunghezza per del suo corpo
ghigne talvolta a dieci piedi , e fino a dodici
;

la

sua circonferenza,

animale di

non

sia

vien

assalito

furioso

Ove

natura molto dolce


o

ed

irritato

quando

poich allora

eccessivamente

di-

vendicativo.

femine della sua specie vengano sorcominciano dal


dormienti sui ghiacci
provedere alla sicurezza de' ior piccioletti, cui
gettano all' acqua , o portano a gran distanza
le

prese

nel mare

sicch pi nulla abbiano a temere;

indi ritornano per vendicar l'insulto ricevuto^

questo fine

cercano talvolta di piantare le

loro zanne ne' battelli

gran numero

un tempo

urli

di

salirvi

sopra in

mandando ad
per rovesciarli
orribili
o digrignando i lor
,

denti

con gran violenza. Se ne sono anche


vedute assalir delle barche per puro capriccio,
ma pur con molto pericolo di chi in quelle
i

ritrovava.

Nel 1766, alcune persone dell'equipaggio


d uno sloop , che facea vela verso ii settentrione onde trafficare cogli Esquimesi, furono
in una scialuppa da gran numero di
m^rsi; e malgrado tutti gli sforzi per aliontaassaltate

GiibineUo

Toni.

J.

sal

in

uno di
poppa

cia, indi
i

MORSO.

TL

!iC)0

narli

questi
,

vi

ribalz in

si

compagni.

Allora

pi ardito che gli


le guard in

assise

si

,;

altri

fac-

mare onde raggiugnere

un

altro

di

straordinaria

grossezza tent di montare dalla prua; e poi-

ch ogni altro mezzo


il

pilota prese

di

impediruelo fu vano,

un archibugio

e introdottagliene

la

della scialuppa

affrettarono

carico di pallini,

bocca in gola lo uccise $


e quello cadendo in fondo all'acqua vi fu seguito da quanti lo accompagnavano. Le genti
sloop

il

si

raggiunter

allora

infatti

verso lo

mentre

altri

morsi disponeausi a nuovo assalto, che probabilmente saria stato assai pi periglioso
poi*
che pareano furenti per quello eh' era peritp.
L'attaccamento, che questi quadrupedi moe
strano gli uni per gli altri fortissimo
certo fanno ogni sforzo onde liberarsi a vicenda
ogni volta che alcun di loro preso
dalle fiocine
de' pescatori. Si veduto un
morso ferito attutarsi in fondo al mare, e ri,

salir

tosto alla superficie,

moltitudine di compagni,
ca

onde

gli

conducendo seco una


per assalire

la

bar-

era venuta l'offesa.

AH' avvicinar della primavera tali amfibii si


recano regolarmente alle isole Maddalene, che
sembrano le pi proprie ai loro bisogni, poie facilmente vi
ch abbondano di conchglie
in gran
salgono
Al
approda.
arrivo
loro
si
,

IL

numero

sugli scogli

MORSO.
della costa

gono per alcuni giorni


bello

si

vi

291
riman-

quando il tempo
al primo segno

ma

senza mangiare;

pioggia

di

precipitano in mare.

Gli abitanti lasciano che

si

diportino per

le

rive, fino a che abbiano acquistato certo grado

primo giugnere molto

di sicurezza, essendo al

timidi, sicch fuggono, ogni volta che

loro

si

accosti.

In

stagione

marina] cercano nella notte di separar

che sono pi allontanati

alcuno

opportuna poi

dal

quelli,

mare
sbandanchiamano ta,

doli in diverse parti; ci ch'essi


gliar

un

gl'ugge. Quest' assunto

riguardato

in generale

come pericolosissimo,

poich'

im-

prendere a sinatti animali una


direzione qualunque, e pi difficile ancora l'evitarli. Fra le tenebre noti urne
per , non
sapendo come volgersi all' acqua
facilmente
si
sviano
e i cacciatori gli uccidono a lor
grado, talvolta persino in numero di cinque o
seicento. Allora traggon loro la pelle, ne tolgono gli strati d' adipe
onde il lor corpo
involto, e il fanno sciogliere nell' olio. Il loro
possibile

far

cuojo

che

si

taglia

in

liste

di tre

pollici di

larghezza, vien trasportato in Inghilterra e in

America.

Quando
branco

nano

di

i
Groenlandesi hanno scoperto un
morsi in sui ghiacci
vi si avvici,

colle loro canoe, e lanciano

lor

ramponi

ir.

2CJ2
al

momento che

MORSO.

quegli animali

spaventati

si

precipitano in mare.

momento

qual

Il

ucciderli

onde

pi opportuno per

il

distendendo

poich

loro

la

pelle

per cos dire, con pi leggierezza e facilit


anche pi agevole il ferirli
mortalmente y che quando standosi sdrajati la
rotolarsi

pelle floscia e cascante.

capitano Gook vide un giorno un gregge


morsi sovra un isolotto di ghiacci fluttuanti

li

nelle parti

ce

adagiano

S'

ghiacci

come

die' egli

majaii,

A-

d'

descrizione ch'ei ce ne porge,

la

premendosi

del continente

settentrionali

Ecco

iiierica.

gii

cent ina ja

uni

contro

mandando

si

su quei
altri *

gli

lunghi ruggiti,

che in tempo di notte o di nebbia ci avvertono della vicinanza de' ghiacci medesimi, prima
che noi possiamo vederli. Mai non trovammo
che un intero gregge fosse addormentato; poich

sempre
il

v'

avviso

grado

meno

ai

agli

altri

risvegliavano.

gire

altri nel

nella

col ni ti

lontani
,

onde

Non

d' essi

si

sentinella

in

questi di grado in

lutti

in

affrettavansi

fino a che sopra

fuoco. Allora

se

qualcuno

era

quale, approssimandosi alcuna barca, ne dava

di

scagli avana

essi
gli

un

istante si

per

non

si

fug-

facesse

uni sopra

gli

e
mare colla pi gran confusione
prima scarica noi non uccidevamo i
pi non potevamo averli
sebben le;

293

IL MORSO.

loro ferite fossero mortali.


gi animali

ad

pericolosi

Non

etta autori ce li descrivono


pi in apparenza che in
contro

nostri legni;

in fondo

al-

o almeno lo sono

realt.

insegui-

affollavano

si

bastava dar fuoco a

al

all'

ultima estremit,

sul ghiaccio, e

sia

essi

come

per costringerli a nascondersi


mare. Le femine difendono la loro

polverino

prole sino

ma

parvero

assalire

vano in numero prodigioso, e

un

ci

piccioletti

nell'acqua,

sia

non sanno

ab-

bandonare le madri dopo la morte


dimodoch, se una di esse uccisa, questi divengono
infallibilmente preda del cacciatore. Le femine r
;

quando sono nell'acqua,

stringonsi

figli

con-

tro le pinne anteriori *

adoprano

Si

rio

d'inferior

le

zanne dei morsi, come avoQuesti animali, poi,

qualit.

sono moltissimo apprezzati pel loro olio


di
ciascuno produce uno o due barili. Ottiensi anche dalle lor pelli un cuojo assai
forte ed elastico ? di cui si fanno in America
,

cui

arnesi di carrozze.
Siffatti

trioKe

animali trovansi ne' mari del setten-

e principalmente sulle

Maddalene
unicamente
glie.

marittime e di conchifurono veduti trarre a s


onda colle lunghe lor zanne il sel-

Spesso

a fior d'

coste dell' isole


nel golfo di S. Lamberto. Vivono

di piante

per

vaggiume di mare
per divertirsi.

ed indi gettarlo in

aria

CAPITOLO VL
JLe figlie di

Mineo

fa cieche al lutnc^

che volaia di notte senza piume.


AjNFGUILLAIU..

LA NOTTOLA O PIPISTRELLO.
Questo

singolar

animale

differisce eia tutti

quadrupedi per ci eh* fornito di


ali , onde pu riguardarsi nella catena della
creazione come l'anello che unisce due classi
d' esseri affatto opposte. Alcuni de' naturalisti
gli

altri

han dubitato in quale dovesse collocarsi; ma


come appartiene ai quadrupedi per la conformazione interna ed esterna

me

accosta

si

sollevarsi

ai

volatili

nell' aria

del

la

che

si

chiaro

corpo

suo

che per

facolt di

abbia

da.

ascrivere alla prima.


Il

pipistrello

e di color

ha

d'

altronde

glianza.

comune

un

pi scuro che

Le sue

po' pi picciolo

con cui

sorcio,

strettissime

relazioni
ali

il

di

somi-

non sono che membrane

simili a pelle sottilissima

le quali

si

estendono

dai piedi anteriori fino alla coda. Dicesi a ra-

^ioue che
fetto,

l'esteriore

poich

suo

quando

d'animale

cammina,

imper-

suoi piedi

o
c/3

>0

293

.NOTTOLA O PIPISTRELLO.

L.

anzi non cammina


sono impediti dalle ali
sgraziatamente il
strascina
ma
propriamente
suo corpo; e in ria i suoi moti sembrano s
incerti e mal diretti , che non volo si chia;

merebbero

La
due

ma

svolazzamento.

ad ogni parto
e porta alcune
che allatta
mammelle volteggiando nella guisa che

nottola

o pipistrello d

pipistrelliui

fiate alle

fa osservar ch'ella non


come la la pi parte degli
animali nel tempo della gestazione, ma si contenta del primo buco, che incontra, e aggrap-

abbiam

Linneo

detto.

costruisce

pandosi

nido

adunche sue unghie

coli'

questa dimora

lascia

che

di

alle pareli

piccioletti le

sa.oi

primo e il secondo
quando giudica necessario andar in c^rca di cibo
ne li
distacca, e gli appende al muro di quel modo
Silano sospesi al seno pel

giorno dopo

il

lor nascimento. Indi,

ch'essa

vi

attenne

si

rimangono

finora,

fino al suo ritorno.

cos

Da

infatti

principio

bruttissimi animalucci sono senza pelo,

un

di

colore affatto nero.

vanno attorno

pipistrelli

ciano a
e

ma

volare

dormono

de' boschi

gonsi
fiumi

Testate

le
la

allee

coperte

insetti.

comin-

di notte,

crepuscolo

superfcie

per cercarvi
si

sul

giorno. Frequentati

.il

radere

in

della
g'

sera

ingressi

ed anche veg-

degli

Verso

stagni
la

dei

fine clep-

ritirano entro caverne, sotterranei

LA NOTTOLA PIPISTRELLO.

*IC)6

Casematte

tronchi incavati

ove rimano-ono

fredda in uno

tutta la stagione

stato

di

tale

intirizzimento, che le funzioni vitali sembrano


in essi sospese.

Possono fino a certo grado addomesticarsi

il

sig.

sorpreso

White
alla

ci

vista

narra come
di

un

dea molto famigiarmente


di.

una persona,

fu

un

pipistrello,
le

portandosi

mosche

giorno
che pren

dalle

mani

bocca,
declinando
e piegando il capo aa maniera
degli uccelli di preda quando mangiano. La
destrezza, die' egli, che mostrava in dispiccar
le alette delle mosche, onde gettarle, mi diveniva moltissimo, e pareami degna di special
considerazione. Parca che g' insetti fossero il
suo cibo favorito, sebbe non ricusasse la carne
cruda, qualora gli si offeriva; onde ci che si
narra di questi animali, che scendono gi pei
camini a rosicchiare i quarti del lardo, non
probabilmente una capricciosa invenzione. Mentr' io, egli prosegue, mi prendea diletto ad osservare il singoiar quadrupede, ebbi occasione
di accorgemii quanto insussistente sia la volgare opinione, che i pipistrelli., ove si trovino
sopra una superfcie piana ? pi non possano
prender volo. Poich quello di cui si parla
rialzavasi facilissimamente dal pavimento, onde
fuggirsi in aria. E notai altres che correva
sulle sue gambe con assai maggiore celeril .
,

,1

le

ali

alla

eli'

io

cesse

LA NOTTOLA O PIPrSTRLLO.
297
sebbene il fa-

non mi sarei aspettato


di una maniera ridicola

Dietro

ripetute

le

grottesca.

esperienze

dell' illustre

Spallanzani sopra varie specie di questi animali,

posseggano qualche senso addiquando sono privati della


vista, ad evitare gli ostacoli che incontrano con
eguale prontezza, come quando erano provve-

sembra

eh' essi

zionale che gli ajuti,

duti di quell organo. Perocch, coperti o-tratti


nelle esperienze di cui si ragiona,
volavano per una camera oscura niente meno
che prima, senza urtare contro la muraglia, e

loro gli occhi

sospendeano naturalmente il lor volo, quando


un punto, ove potessero ap-

incontravansi in

pendersi e riposare.
In mezzo

d'

una

chiavica

mava un gomito ad

angoli

oscura,
retti

che

facean

foressi

con molta destrezza e precisione un circuito


volando, sebbene a notabil distanza dal muroChe se mai sospendeansi rami d' albero in una
camera, gli evitavano con grande cura, e volavano per mezzo ad alcuni fili perpendicolar-

mente pendenti
le

dalla

ali,

onde traversar

quantunque in
doveano contrarre

soffitta,

vicinanza fra loro ? che

tal

sfli

interstizii.

Jurien nel suo giornale di Fisica elei


presume
che la causa di s inesplicabili
1778
destrezze risieda nei nervi molto dilatati del
Il

naso,

sig.

ma

l'

opinion >ua affatto gratuita. Quindi

LA NOTTOLA O HPIST&t.LLG.

()8
altri

naturalisti

hanno congetturato, che questa

facolt di evitare

gli

ostacoli nel bujo

principalmente dall'udito, che

dipenda

pipistrelli

hanno

finissimo; attesoch turate che fossero le orecchie


di quelli,

su cui faceansi le esperienze,

urta-

vano volando contro la camera ov' eran chiusi,


o pi non pareano sapere ove si andassero.
Questi poveri sordi furono in buon numero
tenuti per una settimana entro di un bossolo^
ove durante il giorno stavano cheti, ri cer-

cavano di uscire. Che


distesi

sopra

un

se

ne venivano

tratti

tappeto, rimanevano immobili

per un momento, poi si mettevano a guardare


air intorno > indi si strascinavano lenti lenti in
qualche angolo oscuro, o in qualche crepaccio
per, ciascun
della muraglia. Sul' imbrunire
d'essi faceva o^ni suo sforzo, onde uscir dal
,

bossolo, e appena

il

coperchio era levato,

ne

correvano via leggierfuggivano


mente, cercando luogo convenevole a prendere
sulle lor ali, e

volo.

il

Quando

questi pipistrelli furono presi, varie


femine avean de' picciolini sospesi alle
mammelle e lattanti, eppure anch'esse volavano ? una in ispecie, colla pi grande velocit.
Si hanno talvolta simili animali 9 gettando in
delle lor

aria capi di
pistrelli

un

bardana imbiancati

prendendo

calici

di farina. I pi-

di questa pianta

per

insetto di loro preda, o urtando conti*' essi

L NOTTOLA O PIPISTRELLO.
trovansi aggrappati dalle loro
di

2 9$

scaglie

guisa

uncini, e quindi strascinati a terra. Abitano

essi la

pi parte delle contrade

IL

d'

Europa.

VAMPIRO.

Animale pericolosissimo anzi flagello degli


uomini e degli altri animali ne' paesi ove abbonda. Generalmente non lungo pi di un
piede, e -dall' una all' altra punta delie sue ali
stese possono contarsene quattro, e qualche
,

volta ancora cinque o

sei

forma di quella di una


volpe, il suo naso lungo ed affilato, le sue
orecchie son nude nericcie ed acute, e il color
Suo quasi tutto un bruno rossiccio assai carico.
Vola questo picciolo animale dal tramonto
allo spuntar del sole, ed indi rimane tutto il

La sua

ha

testa

la

,.

giorno entro

simamente

il

folleggiando
Differenti

cavo degli alberi. Rade

superficie

la

e talvolta anche attutandosi.

assicurano

scrittori

numero de vampiri
sciame

agilis-

dell'acqua, giuocando,

d' api,

somiglia

che

il

talvolta

ad

gran

uno

che trovansi sospese agli alberi

in grappoli o gomitoli

le une presso le altre.


Forster ne ha veduti cinquecento almeno
pendenti gli uni pei piedi anteriori, gli altri
11

sig.

per quei di dietro, da una gran


l'

isola de^li

Amici.

vuoisi che

pianta
a

del-

Rose -Hill

IL VAMPIRO.

3-0O

Nuova

biella

Galles Meridionale se ne siano in*

contrati pi di ventimila nello

mezza

spazio

una

di

lega.

Fin eli afferma che presso di Surate


si tengano aggrappati coli' unghie
degli alberi in s gran moltitudine
e

piri

vam-

ai

rami

vi fac-

ciano un rumore cos insopportabile, che, secondo lui, bisogneria purgarne quegli alberi
con due o tre pezzi eli cannone, se voglia liberarsi il paese da peste cos ^pericolosa.
Dampierre riferisce come vide un giorno
co' suoi compagni di viaggio in una deli' isole

numero

Filippine incredibil

aprimento

era

d' ali

vampiri,

il

cui

esteso, che nessuno,

per

di

allargare di braccia, potea toccarne

Quest' ale
sorci

e le

uncini. In sul cader del sole

di

volavano

sciami dal lato d'

quale

verso

la

che

oscurit

1'

l'

estremit.

aveano il colore del pelo dei


giunture armate di grife a guisa

poi

vedeano

si
li

degli spettatori.

far

siffatti

un

isola

viaggio,

Ogni giorno poi

pianeta, ritornavano

al
,

Il

all'

ancora in faccia

vampiro

sino a

in quello spa-

onde la sera innanzi eransi dipartiti


sempre continuarono quanto tempo il
rimase

vicina

toglieva del tutto allo sguardo

zio che corre dal crepuscolo mattutino


zarsi del gran

animali

il

all' al-

punto
e

cos

vascello

all' isola.

pi destro flebotomo che

in natura, atteso che insinua

1'

sia

acutissima sua

il

odi

vAfpma

lingua I una vena, e ne succhia

mentre sventola

saziet,

il

sua vittima,

la

coli' ali

sangue a

maniera ( a vedersi
per altro graziosissima, ove separar s potesse
l'idea di crudelt), da seppellirla in un sonno
profondo. E quindi rischiosissimo il dormire
in un paese, ove abbondano gli animali di
tal specie, poich l'uomo che ne v enga allora
e

1'

agila in

aria

per

tal

passa

assalito
l'

facilmente

dal

momentaneo

al-

eterno riposo.
Il

capitano Stedman, durante

suo soggiorno

il

Surinam fu una volta sorpreso da un vampiro, mentre appunto dormiva, come pu vea

dersi nella sua relazione. Svegliandomi


egli, in

sulle

dice

quattro del mattino entro la mia

camera, presi sgomento vedendomi intriso dei


mio sangue coagulato, senza provare alcun dolore. Mi levai dunque a sedere
e chiamai il
,

chirurgo,
rito

da

pellato

dagli

il

qual riconobbe eh'

un vampiro
cane

ero stato fe-

io

o spettro della Gujana, ap-

volante delia

Nuova Spagna,

Spaglinoli perro-volador.

Nari desso

altro che un pipistrello di mostruosa grossezza,


che succhia il sangue degli uomini e degli animali mentre dormono pi profondamente, fino
a che talvolta muojauo. E come la maniera
ond'esso fa questo, veramente singolare; ve-

dr qui di porgerne un esatto ragguaglio. Sa-

pendo, come per

istituto

che

la

persona cui

il vampiro.

3o'a--

vuol assalire, immersa in alto sopore, scende


volando presso i suoi piedi, ove sempre continua a batter
seguito
s

dall'

le

un

piccolo a dir vero

una

dolorosa.

succhiare

un

pezzetto di carne,

che appena

Da

essa

sangue,

la

quindi

potria penetrarvi;

spilla

non

per rinfrescarla. Leva in

ali,

de' pollici

nondimeno

testa di
la
si

piaga
fa

che sia costretto di


vomitarlo; indi ricomincia e ripete questi atti,
con tanta perseveranza, che alfine tutto gonfio
si

fin

sente impedito al volare.

il

il

costume del vampiro

bestiame

al

dito grosso, e

mordere anche
sempre ne' luoghi

il

sangue scorre pi abbondante.


mia ferita cenere di tabacco,
siccome il rimedio migliore
che usar si poetesse in tale circostanza. Indi guardando i grumi
di sangue eh' erario in terra d' intorno a me
e fattili esaminar dal chirurgo, parve che ne
ove

il

Applicai alla

avessi perduto dodici once o quattordici.

L' odor de' vampiri pi disaggradevole che

quello della volpe; i selvaggi

che

la

sua carne

del

paese ne adoed ornati delle

perano

far

peli

assicurano

eccellente. Nella

Nuova Caledonia
i

per

un boccone
nativi

cordoni

loro clave, intrecciandovi

Illa

del cipero squar-

roso.
Siffatti

animali trovatisi nelle differenti parti

dell'India, nell'isole indiane nella

Nuova

Galles

3o3

IL VAMPIRO*

meridionale,

nell' isole

rica pi posta al

degli Amici, e nelT

Ame-

meriggio. Sembra che possano


alcuni

essere addomesticati , poich

vicinanza del porto Jackson,

si

in

presi

avvezzarono ben

presto al loro stato di captivit, fino a mangiar


carn bollita ed altri alimenti in mano di chi

porgeva.

glieli

governatore Pbilippes avea

Il

una femmina di tale specie che penzolayasi


per una gamba lo spazio di un intera giornata.
,

in tal

posizione

tenendosi

pancia

la

affatto coperta con una delle sue

mangiava

in

mano

ci

eh' erale

ali,

quasi

anch' essa

presentato,

LA TALPA.
V

esterna apparenza e le abitudini partico-

quest'animale bastano solo per distinaltri quadrupedi. La sua conformazione fu mirabilmente appropriata dall' aulari

di

guerlo dagli

maniera di vivere.
ha cinque o
generalmente
II corpo suo, che
e
sodo
e rotondo

lunghezza
sei pollici di
termina in una coda molto breve e molto sottore della natura alla sua

tile.

Il

suo

del porco;
si

le

muso
il

collo

lungo ed acuto come quello


s corto, che la sua testa

crederebbe attaccata alle spalle. Ha inoltre


gambe s bassa, che par col ventre rada la

terra.

3o4

Li TLPX

suoi piedi anteriori sono

a/Fatto nudi
e
possono anzi chiamarsi larghe mani, quasi sia quelle dell' uomo 5
mili
per la loro forma
fornite ciascuna di cinque etiti, i quali son terminati da forti unghie. I piedi posteriori sona
I

assai

pi

La

piccoli.

pelle di questo

quadrupede

coperta i

ed assai lucenti. Il suo colore d' ordinario nero pur s&


ne trova alcuna maculata di bianco o anche
bianca del tutto; ma questo caso rarissimo.
Gli occhi delia talpa sono s piccioli, che
molti scrittori non han saputo decidere, se fossetole brevissime

morbidissime,

sero destinati a procurarle


stinta degli

una percezion

'

bastanza sensibile V avvicinar delia luce,


avvertirla di evitare
esposta.

dottor

Il

di-

oggetti, o soltanto a renderle ahDO

pericolo

il

cui

onde
trovasi

Derham, per, ha discoperto


mezzo di un microscopio,

in quegli occhi, per


tutte

parli osservate negli occhi degli altri

le

Ed

02
soi notissimo che son forniti di
muscoli, onde pu la talpa ritirarli e adoperarli
per la propria sicurezza. Vuoisi altres che sia

animali.

dotata

di

udito

fino

che

non sfuggendole

ver un picciolo o lontano rumore, pu sempre


sottrarsi a ci che menomamente la minacci.
Le taoe femiue danno quattro o cinque
-

piccioletti ad un parto, che quasi sempre avviene verso l'aprile,, a l domicilio ove con

3o5

LA TALPA.
essi

adagiatisi, dice

sig.

il

Buffon,

di

merite-

rebbe una particolare descrizione; perocch


con singolare intendimento. Cominciano

fatto

picciole bestiuoie dal

le

terra, e

muovere

formarne una volta

sollevar la

elevata, la-

assai

sciando tramezzi e specie di pilastri di distanza in disianza* Quella terra

poi

la

calcano

mischiano con radici ed erbe*


la rendono interiormente s dura, e s
solida, che l'acqua non pu penetrar la volta ,
cos a cagione di questa solidit che della sua
convessit. Alzano poi sotto la volta un pcggetto, in cima al quale apportai! erbe e frenai
onde fare un letto a' lor picciolini. Cos tiobattono,

la

vansi

al

dissopra del livello del terreno, e per

conseguenza
narie

la

al

coperto delle inondazioni ordi-

non che

della pioggia,

in

grazia

della
5

volta, di

cui gi

disse.

si

Il

poggetto tutt in-

torno perforato da buchi in pendo


i
quali
scendono pi basso, e si estendon d' ogni parte,
come tante vie sotterranee, onde la madre talpa
uscir pu
ed andare in cerca dei nutrimento
necessario a' suoi figli. Queste viuzze son chiuse
e battute, e corron dodici in quindici passi,
partendo tutte dal domicilio
come raggi da
,

un

come

centro. In esse,

colchico, che sono,


primo cibo eh ea.^a d
suoi piccioletli. Ben di qui si comprende che
20
Gabinetto Tom, I.

vansi avanzi di bulbi

per ci che sembra


a'

sotto la volta, ritro-

di

il

3o6
non

LA
esce,

Inai

domicilio, e che

prenderla

una

che

tronchi

tutte

le

bestiuola fugge

eondur seco

moka

distanza, dai suo

di farvi intorno
interamente il circondi , e
comunicazioni. Ma come la
piccioletti

minimo

al

strepito, e cerca di

bisognano tre o quattro

figli,

maniera pi semplice di

la

co' suoi

trincea

TALPA'.

non

se

uomini, che lavorino insieme colla vanga, levn


intera , operino insomma in un
momento, e quindi li colgano o gli aspettino
a gleba tutta

alle

uscite.

Di rado

la

talpa

dit di cinque

suolo.
lato

quest'

maggiore profon-

pollici

dalla superfcie del

scava

sei

uopo

un

essa raspa la terra da

dinanzi a se, fino a che

la

materia am-

mucchiata non le impedisca di continuare il


lavoro con facilit; essa solleva allora la supere colle mani
ficie, e spingendola colla testa
nervose produce grado a grado que' monticelli
mucchi, che s' incontrano s spesso ne' nostri campi, e ripiglia quindi 1' opera sua. Pu
il numero delle talpe contenute in uno spazio
di terreno facilmente argomentarsi dai nuovi
mucchi di terra, i quali gi non hanno veruna

comunicazione

gli

uni cogli

altri.

Vivono questi animali a coppia


l'ardore del loro

mutuo

brano sdegnare ogn'

tale

attaccamento, che sem-

altra

societ.

Gustan

lor ritiro le dolcezze del riposo e della

nel
tran-

3 07

LA TALPA.
quillit.

La

loro abitazione

il

frutto della loro

industria, che in pochissimo tempo li mette al


coperto da ogni specie d' insulto, e loro d
agio di procurarsi un nutrimento abbondante
senz' essere obbligati ad uscirne. Di questa abi-

tazione

soglion

chiudere

diligentemente

gresso, n mai l'abbandonano, che

sono costretti o dalla filtrazione

1'

quando

dell'

invi

acque, o

da accidentale rovina.

ne9 luoghi
ove la terra mobile o coltivata, e abbonda di
vermi e d' insetti. D' estate scendono esse nelle

Le

talpe incontransi principalmente

dimora. Se il
pongonsi in riva
a' fiumi, presso a' fossi, ovvero alle siepi. Ivi
pigliano vermi a cui sempre levan la pelle
prima di mangiarli ? il che fanno con particolare destrezza. Se non che, cercandoli la notte,
sono di sovente esse medesime prese e divo-

pianure, per

tempo

si

istabilirvi

loro

la

mantien sereno

rate dai gufi.

Al primo sentirsi iu preda al nemico mandano un grido acuto, e si difendono con tutta
la forza delle grife e dei denti.
Quindi son
credute ferocissime
e veramente, per quanto
pacifiche possan essere sotterra, quando si trovano alla superfcie, si straziano le une le altre
fra lor medesime.
Una talpa eh' era stata chiusa sotto una
campana di vetro con una botta e una vipera,
,

LA TALPA.

3o8
uccise

le

ambidue

ed

in

anche

parte

le

divor.
fatto

Il

citato

curioso

siamo per riferire

che

dal sig. Bruce

terzo

nel

Transazioni Linneane.

volume

Andandomi

io

delle
di-

porto, egli dice, sulle rive del lago di Cluni,


^i

eh' io

facea

sovente

ottanta verghe,

cento

lord Airly suo proprietario avea

un

un' isoletta

scrsi

incirca,

da

un

terra,
castello,

ove
con

Approdatovi m' avvenni in


gran numero di cumuli di terra sollevati di
e avendoli per qualche tempo creduli
fresco
F opera de' sorci d' acqua, ne chiesi al giardiniere, il qual mi disse ch'erano invece effetto
delle talpe
e che due ne erano state prese
pochi giorni innanzi. Da quel tempo passarono
quasi due anni che pi non se ne videro. Ma
piccolo bosco.

una volta, com' egli sub" imbrunire


giorno di estate tornava a casa col

d'

un

bel

canovajo

di lord Airly, vide, a picciolissima distanza, sulla

superficie dell'acque, eh' eran molto tranquille,

animali che

nuotavano a poche verghe


Avendoli precorsi trov eh' erano
talpe ordinarie
dirette con mirabile istinto a
prender possesso di quel soggiorno abbandocerti
dall

isola.

nato.

parse

Da un anno,

esse vi son ricommesi di assenza ; ed io


testimonio de' loro travagli. La pro-

dopo

stesso fui

infatti,

diciotto

fondit del lago tutt' intorno

all'

isoletta

di

L TALPA.

3 09

e in alcuni luoghi fin di

dieci, quindici,

sei,

trenta e quaranta piedi.

danno cagionato da

Il

simili animali ne'

ne' giardini pressoch incredibile.

campi

Nel i^4 2

divennero essi cos numerosi in alcune parti


dell' Olanda, che un solo fttajuolo ne prese
cinque in sei mila. E fra gli antichi i loro
guasti erano s temuti, che un tempio fu elevato ad Apollo in Sminto, per avere liberato
il

territorio di quella citt

non

dalle

talpe, se

pur

voglia credersi dai sorci.

Alcuni autori hanno assicurato che la talpa


1' inverno,
in uno stato di torpore; il

giaccia,

Buffon, per

di

sig.

osservare che

fa

tal

as-

serzione affatto priva di fondamento, poich


la

gente

mente: La
va.

di

campagna

suol

talpa alza la terra,

proverbial-

dire
il

gelo

Quest'animale cerca, per vero dire,


e

caldi;

giardinieri

torno a'proprii

letti

se
i

ne

luoghi

ne prendon sovente indicembre r gen-

ne' mesi di

najo e febbrajo.

La

descrizion seguente delle abitazioni delle

il racconto
de' mezzi impiegati
onde
non possono essere senza diletto pei
nostri lettori. Le talpe
dice il dottor Darwin nella sua Phi'ologia. hanno delle citt
sotterranee cui compongono di case o nidi, ed
ivi depongono e allattano i
parti loro. Tali
abitazioni
comunicano con strade larghe

talpe

pigliarle

3 IO

LI TALPA.

necessarie alle corse perpetue de' maschi e delle

femine che hanno prole, e con pi altre loggie,


passaggi e ingressi cui scavano giornalmente
onde procurar nutrimento a s e alla famiglinola. Sono le talpe assai pi attive in primavera che in qualunque altra stagione. Sebbene,
si presumali cieche, sembrano per avere qualche percesion della luce sin ne' loro sotterranei, poich cominciano i lor lavori allo spuntar
,

perci prima

del giorno, e

che

il

del

calor

sole possa essersi fatto da loro sentire.

Quindi un mezzo

gerle
il

grande astro

prima che

vede in quel tempo

levi. Si

o l'erba moversi sopra di esse, onde

la terra

cacciando
"vanga

si

distrug-

di

infallibile

lo spiarle di buon' ora

si

destramente una picciola

sotto

lor

taglia loro la ritirata, e

si

si

conducono

superfcie.

alla

Partorisce la .talpa quattro o

volta sei piccioletti,

profondo che

cumulo che
dinariamente

tri.

specie

no

dando loro un

coi

pi

Quindi il
e orsormonta pi grande

lo

d'

un

differente

colore
tutti

interrompere

vicini

tal-

ordinarie.

le abitazioni

uopo guastare
,

cinque e
asilo assai

onde

le

vie

non

vi

nidi

dagli aldi

questa

che comunicasia rifugio per

chi gli abita.

Ci,

sapere

che
quali

in

seguito

sono

le

pi
vie

importa,
frequentate

si

XA TALPA.

passaggi nascosti, che le talpe

hanno

stabiliti.

fa imprimendo una traccia su ciascun


per mezzo di una
cumulo di terra
che all' indomani
leggiera pression di piede
l

che

si

nuovo

mattina

va

si

vedere

se

scomparsa

sia

il

che segno del passaggio della talpa sotterra.


Quella traccia non debb' essere profonda, per-

ch

la

nuovo

non ne

bestiuola

determini

piuttosto

cammino

ad

che

insospettisca

suo

al

si

ritorno a scavarsi
aprir

quello

che

trova ostrutto.

Dopo due o

piantano

si

sanno frequentate
esattamente

mattine

tre

trappole

s'

di

osservazione

strabelle

nelle

disponendole in

adattino

trappole consistono in

si

cktf

Queste

fenditura.

alla

un

che

modo

semicilindro

di

le-

gno incavato, con due anelli tagliali nel legno


medesimo all'estremit, ove son disposti nodi
scorrevoli di crini di cavallo, mollemente fermati da una caviglia eh' nel centro
e tesi
per terra da un bastone curvato. Quando la
talpa mezzo passata attraverso que' nodi
e
camminando ha smossa la caviglia dal centro,
,

il

baston curvo

si

rialza

per

sua elasticit

la

e la strozza .

Agricola ne dice
lissimi
sig.

de'

di

e finissimi fatti

Bewik

aver veduti cappelli beldi pelli

di

talpe

assicura nella sua eccellente

quadrupedi

che certo

Bum

il

istoria

cappellajo di

3{2

un metodo,

recentemente- scoperto

ha

pel quale quelle pelli

tempo

tanto

TALPA.

LA.

Newcasile-sur-Tyne

s fine per
diverranno di grande
Perocch incorporate con

trascurate

importanza ed

utilit.

stoffa d' una bel*


d'una fortezza tutta particolare, e se
ne formano, tra l'altre cose, cappelli migliori
di quanti finora se ne siano fabbricati. Per
questa discoperta il sig. Bum ha ottenuto bre-

materie formano una

altre

lezza, e

vetto d' invenzione

Esistono pi

specie

talpe

di

principali sono quelle di

verde e dorato

quindi

Siberia

cui

fra

di

un

le

color

cangiantissimo

alla

luce; quella di Virginia, eh' d'un color nero

un purpureo cupo; e quella del Camuso guernito di muscoli car-

misto ad

nada,

cui

il

nosi e sottilissimi
allargano

si

il

calice

di

un

che sembrano tante spine


restringono

sono grossolanissime

gambe anteriori
lunghe. Ha piedi
le

unghie

per

gli

adunche

alberi

come

AL

detto latinamente

ignavo, e volgarmente

d'

fiore.

L'

insieme

di

dai naturalisti

pigro.

il

assai

corpo rotondo
posteriori pi
piccioli
ma armati
suo

il

corte

Bradipo

Le sue forme

le

onde pu arrampicarsi
cui mangia voracemente e
,

L
e

frutti

Breve

foglie.

Le
danno

soffra.

capo

gli

setole
aria

faccia

piccioli

d'

irte

corpo, e principalmci'.e
il suo pelo lungo
che tende al grigio.
La femina della sua
ogni parto, che un solo

senza

e languidi

della

sommit del
Nel resto del

sul dorso e

e folto e d'

specie

co-

sulle

un bruno

non

ad

piccioletto, cui talora

ispala.

Vi hanno due variet di bradipi ignavi


e possono
pigri che vogliamo appellarli
;

cilmente distinguersi dal


P una

animai miserabile e

grottesca.

scie

porta in

sua

la

pelo ; ha gli occhi neri


o tutto P aspetto suo

che

Al.

avendone

numero

de' loro

o
fa-

diti;

molto lunghi a ciascun


piede
e P altra due soltanto. Kircher ci ha
dati ragguagli curiosissimi della prima, chiamata propriamente ai, dietro i ragguagli d'un
.missionario gesuita dell America meridionale
che ne possedeva qualche individuo.. Secondo
esso, adunque, siffatto animale presso a poco
della grossezza di un gatto
ha le sembianze
assai brutte
e le grife che rassomigliano alle
tre

dita.

Strisciasi

tamente

camminando,

si

muove

len-

che appena in quindici giorni percorrerebbe il tratto di una balestra


onde gli
,

venuto

il

cognome

cipalmente sopra

non monta che

gli

in

di

pigro. Trovasi

prin-

eima dei quali


dna giorni
ed altrettanti
alberi, in

3 4

3L

Al.

ne impiega a discenderne. La natura lo. ha


doppiamente armato contro i suoi nemici
dandogli primieramente una tal forza ne' piedi,
che attiensi tenacissimamente colle sue grife
a checch si aggrappi, n mai se ne distacca,
dovesse pur morire di fame; in second luogo
facendo s pietoso il guardar suo, che quando
fssa gli occhi in alcuno
che voglia nuocergli , mai non pu essere che noi commova.
Talvolta pure versa lagrime, onde chiunque
il mira sente cadere
ogni fierezza contro chi
par s debole e tormentato.
Il gesuita avea un giorno portato uno dei
suoi bradipi al collegio di Cartagena
onde
farne alcune sperienze. Gli mise adunque sotto
;

una

piedi

pertica,

volle lasciare.

lunga

cui

esso pi

non

Collocata, infatti, questa pertica

orizzontalmente su due pilastri, l'animale vi si


tenne volontariamente sospeso per quaranta
giorni
guardando ognor
senza mangiare
-e
fisso le persone che gli eran d'intorno e non
poteano che commiserare la sua condizioneAlfine fu posto in terra, e aizzatogli un cane
,

adosso
il

ma

ai'

tenne serrato

lo
s

prese

fra le

sue ^rife

lungo tempo, che ambidue

morirono di fame.
Arrampicandosi ad un albero, quest'animale
stende languidamente una zampa e pianta le
sue lunghe grife in quel pi alto punto , a

Ai.

'

cui possono gutgnere. Indi solleva pesantemente

suo corpo

il

anche
a

cos

grado

grado

aggrappa

si

zampa continuando
con movimenti di un' estrema

colle grife dell' altra


salire

Quando ha preso possesso di un


non lo abbandona, che non ne

lentezza.

bero, pi
bia
gli.

prima divorate tutte le


E vuoisi che per non

foglie

fatica

scenderne

di

nel che

si

suo folto pelame

non

vi

la

cadere

lasci

suo

in grazia del

ed

dare

si

al-

ab-

germopenosa
terra

duro cuojo e del


ha per esso alcun

pericolo.
I

bradipi

che
sei

son

pi

Mandano

giorno.

attivi

allora

di

notte

che di

un grido lamentevole,

sembra percorrere salendo e scendendo


note delia zolfa. Woodes Rogers, riferisce

che la prima volta che gli Spagnuoli sbarcarono in America


e intesero questo suono
straordinario s imaginarono essere fra un popolo che avesse appresa la musica d' Europa,
Nello stato di captivit
F ai' par che non
possa rimanere un istante a terra
poich
sempre si aggrappa a qualche pertica o palo.
Ove questo o quella gli si presenti mentre
,

giace

al

sale

alla

mai

si

suolo

tosto

1:

afferra

colle

sue grife

cima, e vi rimane appeso, senza che

possa distaccamelo,

3i6

PORCO

IL

SPINO.

Non
di

ha che due piedi e mezzo all' incirca,


lunghezza dalla testa all' estremit della sua
,

Il
suo corpo coperto di spine assai
dure ed acute, varie delle quali sono di nove

coda.

in

quindici pollici. Si colorano

vamente

esse

alternati-

d'anelli bianchi e neri, e la pi parte

non

si attengono alla pelle che per un filo o


peduncolo sottilissimo
e cadono facilmente.
,

L' animale

che

n'

fornito

le

drizza o ab-

quando cammina, le fa
suonare le une contro le altre. La testa il
ventre e le gambe sue sono anch'esse coperte
di spine ma d'un color bruno, a cui si fram-

bassa a suo grado, e

mischiano peli

cedono
l'

le

Quelle della

setolosi.

altre in

lunghezza e

si

testa

ec-

ricurvano

al-

indietro.

porco spino stabilisce ordinariamente il


Il
suo soggiorno in sotterranei ridotti , eh' esso
divide in pi scompartimenti , lasciandovi , a
disegno

due aperture

rientrare
fuggire.

1'

Dorme

della notte

si

per andare
di

1'
,

una per uscir^

esso nel giorno, e all'avvicinar

trae fiori dal suo nascondiglio

in

caso di necessit, per

cerca

di

frutti

di

radici,

Sebbene possa facilmente


fame per un teinp considerae senza mostrar di soffrirne, mangia per

piante

sopportar
bile

altra v in

ortensi.

la

PORCO SPINO.

IL

sempre con un

che

appetito,

non

3 J 7
diverso

dalla voracit.

Gran
specie

guasto fanno
ne'

giardini

gli

animali

intorno

ali'

questa

di

capo

del

di

Buona Speranza. Ma come passano sempve per


gli abitanti hanno frela medesima apertura
,

quente

occasione

di

assalirli

distruggerli.

Quando ne veggono alcuna fatta in una siepe,


che la
collocano un archibugio in maniera
bocca della canna min giusto al ventre d' al,

cuno di siffatti animali intanto che si divora


una carota o un navone a cui legata una
cordicella
che comunica colf acciarino dell' arme
da fuoco.
,

Il porco spino non gi


d' indole cattiva ,
n mai aggressore. E quando inseguito
s'arrampica al primo albero, in cui si avviene,
e vi rimane fino a che il suo nemico si stan-

chi di aspettarlo.

Nello stato di captivit

mano

mangia pane o

ra-

e si laporge
scia condurre al guinzaglio. Un porco spino
eh' era nel parco della Torre soieriva che il
custode lo pigliasse sotto il suo braccio. Per
farlo, per, senza pericolo era questi obblidici nella

di

chi gliele

gato di ripiegarne le spine, attraversandogli il


braccio al corpo. Mor quel quadrupede nel

1802; ed
medesimo.

ora imbalsamato presso

il

custode

PORCO SPINO.

IL

aveva uno

fu sir Ashton Lever ne

che

con un
leopardo addomesticato ed un grosso cane di
Terra Nuova. Tosto che questi animali erano
liberi, il leopardo ed il cane si mettevano ad
inseguire il porco spino, che cercava dapprima
lasciava giuocar sovente sopra F erba

sottrarsi

colla fuga;

ciava

testa

la

e rizzando

forte

ma, non
suoi

che volean prenderlo


si

davano

di mettersi in

tar le sue

in

muso,
fra

lite

porco spino

spine

un

quand' offeso o

drizza

cui

ordinaria

lato

irritato

scuote.

Ma

difendersi

di

quando

il

a presen-

e vien tutto gonfio

sua maniera pi
piegarsi da

al

il

salvo.

Quest' animale
batte co' piedi

occasione

cos

avversarli

pungevano

colf entrar

finivan

istizzivano,

loro

grugnendo

dardi. Gli
si

potendolo, cac-

buco

qualche

in

la

di

nemico

gli

improvviso e pungerlo
coli' altro. Se incontra serpenti, con cui sempre in guerra, si aggomitola, nasconde piedi
e testa
e si rotola contro di essi colle sue

molto vicino

rialzarsi

spine

fino

che

abbia

loro

la

tolta

senza alcun suo pericolo di rimaner

vita

ferito.

Sembra che i dardi del porco-spino abbiano


poich il sig. Vailant
una qualit velenosa
il quale
assicura che uno de' suoi Gttentoti
stette infermo
ne fu piagato in una gamba
pi di sei mesi
ed un uomo del Capo per
;

3lQ

PORGO SPINO.

IL

mi caso simile corse rischio di perdere una


curato dital parte del suo corpo ; e sebben
mesi ,
quattro
per
dolor
ligentissimamente
de' quali pass a letto.
Nella stagione di mutar le spine l'animale,
eoe ne trae il nome, le scuote con tanta violenza , che volano a pi verghe di distanza e

l'uno

penetrano quanti corpi colpiscono. Questa circostanza pu aver dato luogo alla supposizione
che lanci i suoi dardi contro il primo nemico

che incontra.

nel suo secondo


indiano,
nell'Oceano
Matura
viaggio all'isola
singolav
una
hanno
spini
porci
ci dice che i
la lor
per
acqua
cercar
a
andare
di
maniera
Il

prole.

professor

Thumberg

tubi della lor coda, die' egli,

Le punte o

e si piescn vuoti e perforati all' estremit


gano a grado degli animali che li portano e
riempiono d'acqua, scaricandoli in seguito
li
,

mezzo

nella lor tana in

a'

lor

piccioletti.

Trovansi spesso nel loro stomaco dei bezuar , che si compongono di peli finissimi
formano una concrezione coi sughi gastrici
presentano strati disposti gli uni sopra gli ale sembrano consistere in pi cercini di
tri
,

differenti

colori.

Thumberg

che fa di questi belzuar


venerale

la

forma

rotondano in fine

d'
;

nella

dice

un uovo
assicura

descrizione

che hanno
ordinario

per

di

in
e

si

averne

32

IL

PORCO SPINO.

veduto uno delia grossezza d' un uovo d' oca,


affatto rotondo e di bruno colore.
La'femina del porco spino depone uno o
due figli ad un tempo, gli allatta per lo spazio, circa, di un mese, li difende contro ogni
assalto
col pi grande coraggio
e si lascia
piuttosto uccidere di quel che soffra che le si
,

tolgano.

Dicesi che la carne de' porci spini sia delicatissima, e

capo

presenti alle migliori tavole del

si

Buona Speranza.

sono
ornamenti la
cui eleganza gareggia con quella deli' opere
degli artisti pi distinti. Perocch li tingono
in differenti colori
li
fendono in pi parti
e se ne servono a ricamare i loro panieri }
le lor cinture
loro baltei
i
e pi altri ogdj

adoperati da selvaggi

loro dardi

a diversi

quadrupedi, di cui

dia

ceano
le

di bella comparsa.

getti

la

Persia

pacifico.

la

e nella

parla, abitano l'Ine

Y isole

Sono pur comunissimi

parli dell' frica

Italia

si

Palestina

Sicilia

si

trovano

dell'

O-

in tutte

talvolta

in

3^i

IL RCCIO.
Sembra ,

al

primo aspetto

attentamente

esamina

una

-,.

fra

la

per la struttura
grandezza e le forine^

La lunghezza

del riccio varia

dai sei ai dieci pollici: ha la testa e

ricoperti di dardi,

si*

ambidue

cos

cbe per

delle loro spine.

ma quando

ritrovasi

estrema

differenza

de' loro denti

aver pienissima

rassomiglianza col porco spino

naso,

il

fianchi-

pancia e

il

un pelo morbidissimo e
finissimo. Le sue gambe sono quasi ignude; e
non in minor numero di cinque
i suoi diti,
lunghi e separati. La sita
per ciascun piede
ventre

di

rivestiti

coda

lunga un pollice

ascosa fra le spine

all'

incirca

che a fatica

talmente

si

distingue.

Abita questo quadrupede ordinariamente


gli

umili rov, e

radici
tisce

la

e di

si

scarafaggi

carne

ma pur molta

cotta cos

Esce d'ordinario

la

fra.

nutre di frutta cadute,- di


che

lessata

appe-

arrostita.

notte, e tiensi occulto nel

giorno* entro iL suo- nascondigli.*


Il

White

sig.

questo

animale

dice

che

mangia

la

la

maniera

radice

delia

onde
pian-

taggine curiosissima. Perocch col suo labbro

molto pi lungo dell' altro > scava


e ne rode il piede
lasciando intatto il resto delle- foglie, Con ci esso, rende
un buon servigio,, distruggendo una radice
superiore

queir erba

Gabinetto

Tom, L

%i

32 2

IL

in comodissima

RICCIO.

non

se

che

piccioli

buchi

non

rotondi, ch'esso viene a fare, deteriorano

poco

sentieri

de' giardini.

Si detto che se i ricci giugner possono


ad entrare in un verziere, si arrampicano agli
mele , o
e ne discendono con pere
alberi
prugne infisse nella punta de' lor dardi ma
,

il

sig.

di

Buffon assicura

eh' loro

impossibile

ove accennammo. Cos male a propoaccusano di mugnere le pecore , e ferirne le poppe; dacch la piccolezza della lor

il

salire

sito

si

bocca rende

Il

riccio

tal
,

cosa impraticabile.
dice

il

Plinio

francese

sa di-

fendersi senza combattere e ferire senza assalire.

Non avendo

che poca forza e nessuna


ha ricevuto dalla natura
per fuggire
spinosa armatura colla facilit di avvol-

agilit

una
gersi

in

gomitolo

presentar

d'

ogni

lato

armi difensive e pungenti, atte a respingere


pi esso
nemici. Pi questi il tormentano
I
restringesi e si fa irto. La paura istessa il
rende pi gagliardo al difendersi. Rilascia la
sua urina la cui umidit e il cui odore spargendosi in tutto il suo corpo finisce di disgude' cani s' acconstarli. Quindi la pi parte
ina si guardano
tentano di abbaiargli adosso
.dal toccarlo. Ve ne hanno per alcuni, i quali
trovali mezzo, come la volpe, d'impad* 'onirsi
di esso, pungendosi le zampe e insanguinandosi
<,

3^3

riccio.

IL

per non teme ne la fama


ne la martora, n la puzzola, n il furetto,
n la donnola, n gli uccelli di preda .
Pu quest'animale, fino a certo segno, esEsso

bocca.

addomesticato

sere

introdotto

sovente

fu

nella dimora dell'uomo, per cacciarne i grilli,


di cui persecutore accainsetti importuni
nito. Fra i Tartari calmucchi esso tien luogo di
gatto e ognuno ha inteso parlare in Inghilterra
di un riccio, appartenente gi ad un locandiere
di Northumberland, che correa per la casa fa*
,

inigliarissimameute

Il

facea

loro

indole

voluto

fetto

ho pi

suoi

piccioletti

provvisioni
tutti

sin

altro

ascrive

loro

abitudini.

allevare alcuni

volte fatta mettere

un

in

ma

del

parti

le

dell' arrosto

ricci

a'

sarian si dovuti aspettare dalla

dalle

egli

clic'

non

che

atti,

tali

volgendo lo spiedo
sig. di Buffon
per

cane

tino

in luogo di

divorati l'uno

dopo

al

la

con

Ne ho

quale

abbondanti
gli

allattarli

l'altro.

ef-

madre

N questo

ha
il

nutrimento
poich
mangiava carne cotta , pane
crusca e frutta.
N si sarebbe ima^inato che un animale s

facea gi per

bisogno

di

lento
la

pigro

libert

sdegnato

di

fosse

a
di

cui nulla
s

ritrovarsi

cattivo
in

mancava fuorch

umore

prigione.

Molta

tanto

ma-

d il riccio a vedere, e della specie medesima che quella della scimmia. So d uno

lizia

altres

3^2

IL

RICCIO.

una volta iti cucina


una marmitta, ne trasse il bollito,
depose le sue immondezze .

infatti

che introdottosi

e vedutavi

e vi

Nell'inverno

ricci

musco, d'erbe
passano dormendo
di

stessi in tanto

chio d'aride
tolti

Le
i tre

Che

fuoco

al

vengono

se

escono tosto

femmine producono
cinque

son bianchi
spuntar

inviluppo rassomigliano un mucdi

dal loro

torpore;

loro

disseccate, e vi

foglie

rigori della stagione. Essi

{rondi.

e posti

stato di

avvolgono hi un nido

si

e di

a ciascun parto

che

principio

veggonsi appena

sulla cui pelle

piccioletti

spine.

le

che qui abbiamo


ne conoscono y di cui
nessuna appartiene all' Europa. Il riccio della
Gujana ha le sue spine pi corte pi picciole e pi ritte che quelli fnor ricordati.
d' u color pallidissimo, n apparisce in esso
esterior segno di orecchi Quello della Siberia,
ha orecchie lunghe
ovali
ignude e
invece
orlate di bruno; le sue narici sono distagliate.
Il riccio di Malaga si distingue per le sue lun->
ghe spine e le sue orecchie pendenti. Quello,
che dicesi tendrac, presso a poco della grosOltre

descritta

specie de' ricci

la

sei

altre

se

sezza di

un

su tutto

il

gueraiti

d'

sorcio e coperto di picciole spine

corpo

una

eccetto

specie

di

il

naso e

pelo

fino

il

ventre

di

colore

"lS

RCCIO,

IL

blandii celo.

tanrec di Madagascar La cinque

liste

longitudinali di nero e di bianco sul coi>

p,

le

un pelo
tanrec come

prime coperte

irto,

di

le

tendrac

di spine. Cos il
e la lor carne,
sono in generale grassissimi
sebbene insipida, mangiala dai selvaggi.

altre

il

LA DONNOLA.
La lunghezza
serzion

so

della

due

di

questo picciolo animale pieno

di

di sette pollici

di vivacit

pollici

coda

e mezzo.

dei fianchi e delle

colore del suo dor-

gambe

un

rosso

suo

due

muso di questo quadrupede una


Le sue orecchie son picciole

e ro-

al

il

dissopra

chia bruna.

tonde
chi

e la sua

come

me,

che

si

scillar

bocca

quella

del

mac*

guernita di mustac-

gatto.

Onand'

esso dor-

suoi muscoli sono pieghevoli e

s flosci?

pu prenderlo per la testa,


come un pendolo cinque o

farlo

prima che
tro buchi
ruscelli,

bruno

delle

ventre e

il

Osservasi

bianchi.

parti del

Il

muso all' in<=


non pi

sua

petto

alquanto pallido
son

ma

dal

altezza

1'

di

si
,

desti.

sotto

sei

o-

volte

Stanzia principalmente en-

radici

d'erbe,

in

onde slanciasi sulla sua preda.


grande utilit pel fittajuolo
,

riva

cui

a
li-

bera da' sorci ed anche dalle talpe, che spesso

giugne

distruggere

nelle

loro

sotterranee

2.

abitazioni.

pollame

LA aONNOL.
per, ad un tempo,

piccioni

dei

animali della corte


?

rustica.

avidissimamente

ova

all' una delle


d'onde sugge

dei

torlo, e

il

d' altri

Si getta

pure

sul-

comincia

dal

fare

estremit

loro

flagello del

il

conigli

un

lascia

picciol

foro

chiaro;

il

di-

versamente dai ratti e da altri animali , che


un gran buco se pur non li rom-

vi fanno

pono

traendoli fuori del nido.

come

stanza serve

dere

di testimonio

circo-

che nel po-

qualche donnola.

vi

Dicesi che Y aspetto di questo

male spaventi
tutte le forze

sistenza

Siffatta
,

picciolo

ani-

lepre siffattamente, che perde

il

gli

ma ridando

abbandona senza

si

re-

grida lamentevoli.

Le donnole sono

cos feroci e selvagge, che


Buffon riguardava siccome cosa impossibile Y addomesticax'le. Molti esempii, nonil

si*.

di

dimeno

provano

eh'

facile

il

renderle

trat-

tabili.

Madamigella
argomento

tale

lissime intorno

una donnola

Delaistre
,

riferisce
all'

in.

una

lettera

particolarit

su

piacevo-

educazione e a' costumi di


ella avea preso cura che

di cui

sovente mangiava in sua mano , e preferiva


questa maniera dj nutrirsi a qualunque altra.
Il caso
mi procur una gioella dice
vane donnola di picciola specie. Pregata da taluno a cui facea piet e impietosita io stessa
,

LA DOr^OLA.

non

sua debolezza,

dalla

due primi

Nei

lecitudini.

caldo

latte

ma

322
niegai le mie sol-

le

giorni

giudicando che

le

la

nutrii

eli

abbisognas-

sero alimenti pi sostanziosi, le presentai carne

cruda
pre

montone

o di

che non

-,

vi

sembue
o

piacere. Indi

indifferentemente

cibata

di vitello

segno

mangi con

ch'essa

si

di

addomesticata

cane pi familiare.

Non ama punto le vettovaglie guaste; e


neppur le stantie, ma sempre le vuol fresche.
Mangia per vero dire con avidit e appartata; ma spesso anche in mia mano e sulle
mie ginocchia, ave pare che si trovi assai bene.

Gusta molto

il

latte:

s'io

gliel

presento in

un

pone vicino e mi guarda; io


allora ne verso a- poco a poco nella mia mano,
ove ne beve in buona quantit
ma se non
le uso questa amorevolezza
appena suol assaggiarne. Quando ben pinza va d'ordinario a.
vaso

essa vi

si

dormire;
gieri

suoi pasti, per, sogiion essere leg-

le

luogo

turbano

piaceri successivi*

mia camera
ho trovato modo di cacciare il cattivo odore con dei profumi. Dorme durante il
giorno in uno dei miei materassi, ove per una
scucitura ha potuto introdursi. Alla notte poi
io la metto in una gabbia, dove sempre entra
con. rincrescimento, come ne esce con gioja
Se le si dona la libert prima ch'io sia alzata,

Il

eh' essa

abita la

dalla quale

3^8
mille

ctopo
to

entra

vi

mano
rezze

no

mio

il

seno.

Ove

poi io mi levi

per una buona mezz' ora mi

giucca

mi

o sovra

prima

la

L DONNOLA.
che fa sul mio let>
e viene a dormire nella mia

gentilezze,

salta

co'

miei

sul

capo

diti

come un
collo

sul

si

fa

ca-

cagnoli-

aggira

mie braccia e al mio corpo con


una leggerezza e una grazia che mai non ho
veduto in alcun quadrupede. E s'io le presento
le mie mani a pi di tre piedi di distanza

intorno

alle

vi

dentro senza sbagliare giammai.

salta

Ha molta

gitigli ere

ci che le
tare

non per dar


ad ogni

se voi

1'

salto

sonno,
le

la

se

non per impazien-

la

guardate

Come non

piacere

che

osservate

va a dormire.
e

quando pi non

sua mala volont.


se

fini.,

proibisce

si

singolarmente per
sembra non voler fare

accortezza

suoi

a'

fa

la

ove non vi curiate di essa


quando pi sepolta nel

Se

risvegliate,

aveste disturbato

si

il

scuote

riposo.

mal umore che quando

allegramente-,

piccioli

la

Non

come non

d a veder

rinchiudete;

lo

grugniti differentissimi da

che fa intendere nella sua gioja.


Jn mezzo a venti persone questo picciolo

quelli

cessa

mai non giuoca sola;


ad ogni giro guarda

scherza e tresca con tanta grazia,

esprime con

par che giuochi,

animale

distingue

dermi., e salta

la

sopra

mia voce , cerca di vepu, per venire

quanti

A DONNOLA.
rnsine

me.

suoi

giuochi

3.29

meco sono pi

ie sue carezze pi amorevoli. Colle sue


,
zampette mi palpa il mento; e il garbo, e il
che meco dimostra, dipingono il suo
tripudio
interno piacere. Io sono la sola, con cui usi

gai

tatua domesticit; e mille

pre-

picciole

altre

mi provano che mi realmente affeziouata. Quando vede


eh' io mi vesto per
non mi abbandona; ma poi che alfine
uscire

ferenze

me

ne sono sbarazzata va a nascondersi in un

ho presso la porta; e quando


mi salta adosso cos destramente che
spesso non me ne accorgo.
Sembra tener molto dello scojattolo per

picciol mobile, che

ripasso

vivacit, la pieghevolezza

la

grugnito. Nelle notti

d' estate

voce,

la

lieve

il

gridava

corren-

continuo moto. Ma poi eh'


pi non Y ho udita.
,
Talvolta nel giorno, quando sereno, s'aggira, si capovolge, grugnisce e corre sul mio

do

ed

era

in

cominciato a far freddo

per alcuni

letto

a bere

mo

nella

latte

istanti.

mia mano

Dal gusto che prende


ov' io metto pochissi-

per volta, cui essa sorbisce goccia a

goccia, parrebbe che fosse dalla natura disposta

Di rado, per, beve acqua,

a ber la rugiada.
e

solo in caso di

latte

ma

allora

gran bisogno

non

fa

mancando

che rinfrescar

la

lingua una o due volte. Nei maggiori caldi

spiazzava molto

ond' io

le

presentai

il

sua
si

acqua

in

33o
un tondo,

LA DONNOLA.
eccitandola ad entrarvi, ne

vi potei riuscire.

nolino

Ma

e postoglielo allato

dentro con piacere

inai

inzuppare un pan-

fattovi
,

essa vi

si

rotol

infinito.

Singoiar distintivo di questo graziosissimo


animale la sua curiosit. Io non posso aprire
un armadio, una scatola, o guardare una carta , che tosto non venga a guardarvi con me.
Se insolentendo si allontana, od entra in alcuni
luoghi , ov' io non ho piacere di vederlo, pi-

gliando una carta o

un

mano,

molta

esso

fissandovi gli

tosto

soddisfazione.

Spesso giuoca, pure, con un gattuccio ed

un

libro,

mi corre in
par che faccia quel ch'io fo con sua

occhi con attenzione;

ambidue gi allevatelli, cinge


prende loro le zampe, salta sul
n egli mai loro n essi a. lui fanno

ca.gnuolo

loro

dorso

il
,

collo,

alcun male.

La miglior maniera di domare le donnole


pianamente sul dorso, minacciarle, ed anche batterle, quando cercau di mor di toccarle

dere.

Esse vanno a salti, a balzi ineguali e alparecchi piedi da terra


s' innalzano
strisciano o si arrampicano lungo i muri con

l'

uopo

tanta

facilit

ger non

che non

possano.

loro, vittima

Il

v'

loro

perocch

la

luogo

morso
prendono

ove

giun-

fatale
alla

alla

testa,

33 I
LA DONNOLA.
,- ove
la ferita non ha rimedio. Questa si picciola, che appena visibile
pur mai n lepre ne- coniglio o altro
e piantano

denti

animale fu

non ne morisse.
un giorno

fortunato, che

Assicurasi che un' aquila avendo

e trasportatala nelf alto


una donnola
ne fu in molto imbarazzo. Perocch

presa

dell' aria,

la

bestiuola

si

svilupp da' suoi artigli tanto da

mordere

poterle

collo.

il

Onde

1'

aquila

dolo-

e qui la
rando fu costretta, scendere a terra
dnnola le fugg.
Quest' animale par che abbia, grande predilezione per tutte le sostanze putride. Un
dice il sig. di
paesano della mia campagna
Buffon, prese un d tre donnole appena nate
nei carcame di un lupo , sospeso ad un albero per le gambe di dietro, e gi tutto imputridito. La donnola madre
per
vi avea
apportate erbe, paglie, e fronde, onde farvi
,

un

letto

alla

sua prole

nella

cavit

del

to-

race.

Le donnole son conosciutissme in Inghilcomuni a. tutti i paesi temperati d Eu-

terra, e

ropa. Di rado per


tentrionali

tempo
parti

ove

il

si

veggono nei climi

freddo

set-

insopportabile.

dei loro parti in primavera;

Il

e questi

sono ordinariamente di quattro o cinque


La madre fa loro un letto di rau^

piccioletti.

sco

di

foglie

d'

erbaggi

quando teme

LA DONNOLA.
3^2
per la loro sicurezza , li poj'ta di luogo ili
lugo nella sua bocca, finche abbia trovato loro
im asilo pi tranquillo

1/

ICTI

specie

della

BQCAMELE,

IL

donnole,

delle

mele
ha circa due piedi
punta del muso alla coda,
,

grigio di cenere

del color

di
il

si

nutre

fianchi segnati d'una

medesimo,

venire nero,

il

di

lunghezza dalia
dorso d' un color
lista

gambe

le

grife proprie a scavar

il terreno per
ed di un odor fetidissimo
onde i anche nominato tasso puzzolente
L' icti sembra essere dalla natura formato
per far la guerra alle api. S'introduce esso

corte

farsi

le

le

tane

-,

ostilmente nelle

abitazioni

loro

dia pienissimo diritlo

F abilit

come

somma

nel discoprirle, e sforzarne, all'uopo,

gliene

che ha

trinciera-

menti. Vuoisi che in sul cader del sole


esso ad inseguirle,

onde

seduto in sull'anche

si

si

dia

mette in sentinella

tiensi

una zampa

agli

per temperare lo splendor dei raggi


del gran pianeta. Se vede volare alcune api ,
persuaso che si avviano alle loro dimore, tien
loro, dietro sollecitamente, ne pi si disvia dal
lor cammino. Cos ha f accortezza di prendere

occhi

a iiida

un

picciolo augello, che tra svola lento

3^3

L ICTI O IL BOC ARIELE.

modulando arie melodiose, e il conduce


'
api
hanno posto i loro alveari.
ove
Quanto a sciami che albergali nei tronchi
lento e

degli alberi

E come

animale.

rabbia
chi

tal

di

in preda

dirsi

primi

nei

pianta furioso

un

dopo

possono

dente

il

segno, e

le

additano

agli

questo

trasporti

in

traccie

abitanti

sua

di

tror>

quei

che

lascia

del

paese

ove possono trovare il mele.


La pelle di questo quadrupede cos grossa
e dura che riesce quasi impossibile
vita

senza

naso.

Perci

gli

gli

archibugi

un

ficcano

Le sue gambe son

corte

toghe qualche

volta

modo

che non teme

si

lor

ove

facilmente

sia

presso alla testa

mermi
cio

che

entro
il

fa

la.

al
si

poco
che

,,

dis lacca

si

abbrancato

collo

volge

zampe

se

mor-

crudele* D' al-

denti

parte della pelle medesima

dono

permettono

gli

lor

alle

tra parte la sua pelle


,

coltello nel corpo.

dendoli- e graffiandoli in

scia

torlo di

che Y inseguono; ma- ben

di sfuggire ai cani,
si

il

gran numero di colp sul


Ottcntoti gli sparan contro

dargli

tesa e

perocch

questi

dalla

flo-

la

pren-?

carne.

Ed

ed anche molto
cos posso espri-

propria pelle , e morde

il

brac-

captivo.

Accertasi che le mule di cani , che valgon


insieme a mettere in pezzi un lione di media
forza , son pi volte obbligate ad abbandonare

334

d il bocamele.

l'icti

il

qual non morto che

in

possibile

che

sembra averlo destinato

alia

il

bocamele

Ed

parenza.
api

natura

la

distruzione

ap-

che
delle

abbia conceduta pelle pi dura che a

gli

specie di donnole
onde fosse
punture di quegli insetti.
Questo quadrupede abita Y Affrica e ^i trova
particolarmente al Capo di Buona Speranza.
tutte

altre

le

difeso delle

ZIBETTO.

IL
Ha poco pi

due piedi di lunghezza ,


che ne avr uno alcoda
suo pelo sul dorso cos rozzo
che forma una specie di criniera.

non compresa
l'

incirca.

Il

ed ispido
Il

color suo

cie.

Da

di

la

un

quali

tre nere liste, le


sul petto
Il

con macchie brunicsi


partono

fulvo

ciascuno degli orecchi poi


sulle

zibetto

si

vengono a terminare

spalle.

nutre

di

animali

piccioli

par-

che piglia per sorpresa, e quando pu introdursi furtivamente nella


corte di una cascina, vi d grandissimo guasto
pur talal pollame. naturalmente vorace

ticolarmente

d' uccelli

volta

rotola per

si

nutrimento prima

Uno

di

boi avsa
sciato

uno o due minuti


di

questi quadrupedi
alla

sul suo

pascersene.

Guada (oppa

per negligenza

del

fu

che

il

Bar-

sig.

un giorno

domestico

la-

senza

335

IL ZIBETTO.

nulla da mangiare.

All'

indomani mattina

nimale spezz coi denti i


entr nella camera ove
scrivere

dopo aver

un

sig.

il

l'a-

della sua

ferri

Barbot

qua

portati

e l

stia,

era a
suol

cinque o sei piedi


e preso un pappagallo che sfavasi appollajato
sovra un pezzo di legno
gli spicc la testa

sguardi

salto

di

mise a divorarlo.
Il profumo, che appelliamo zibetto , si produce da quest'animale, di cui porta il nome;
ed una secrezione , che formasi in un dopsi

pio serbatojo inguinale

coda

dal

poco sotto

situato

quadrupede

la

spontanea-

vuotato

mente.

Gran numero

di

animali

simili

scrive

Buffon, si nutre in Olanda, ove si fa commercio del loro profumo. Per raccoglierlo gli
abitanti del paese pongono ciascuno di quegli animali in una stretta gabbia, ove non pu
volgersi. Indi aprono la gabbia medesima al,

l'

il

estremit

stone attraverso
le

gambe

e
per la ceda
mettendo un baonde gli impediscono

V animale

tirano

costringono a stare

ferri

ai

di dietro.

Fanno

picciolo cucehiajo nel sacco


il

profumo

dono

il

con

poscia
,

il

raccolgono

cui

raschiando intorno

simo, e

cos,

alle

cura.

Questa

un

contiene

diligentemente

pareti del sacco

pongono entro un vaso


gran

entrare

qual

mede-

che chiu-

operazione

si

336
tit

il

zibetto;

voke per settimana; e la quan*


dell'umore odorifero dipende molto dalla

ripete

due o

tre

deli' appetito deli' animale


darne pi copiosamente, a misura eh'
meglio e pi delicatamente nudi-ito. Carne cruda
riso
animaletti ? augelli,
e tagliuzzata, ova
in
ed
pesci son le vivande
polli,
ispecie
teneri

qualit del cibo e

solito

uopo
mantenere

eh'

offerirgli,
la

sua

variandole

sanit,

in

modo

stuzzicando

di

suo

il

gusto.

L'odore del profumo, -d'i cui parliamo,


che si comunica a tutte le parti del
suo corpo. Il pelo n' imbevuto e la pelle

forte,

che vi si conserva a
n' a segno penetrata
lungo anche dopo morte; e mntre vive impossibile sostenerlo, ove si stia diinsi coli' animale in un medesimo luogo. Scaldandolo o
irritandolo, l'odor si esala ancor davvantaggio;
se
e tormentandolo poi sino a farlo sudare
ne raccoglie questa traspirazione, che anch'essa
e serve a falsificare il vero pro profumata
fumo , o almeno ad* aumentarne il volume.
Gli abitanti di Dorfan usano di un singoiar
mezzo onde aumentare il prodotto del zibetto.
Perocch pongono nel sacco picciola quantit
di burro o di grasso; indi scuotono violentemente 1' animale o anche 1' irritali battendolo.
Questo accelera a meraviglia la secrezione;, e
grasso dei sacco s impregna di
il burro O; il
,

33^
appena si distingue da
se ne servono pei loro

IL ZIBETTO.

profumo, che
e le femmine

tanto
esso

capegli.

Quantunque naturalmente
pu addomesticarsi e divenir
esso aggomitolato, n

durante

sia notte, mai

giorno o

feroce,

il

famigliare.
il

zibetto

Dorme

sonno, o

non cangia

sia

posizione,.

LA MARTORA.
E
nole.

la

coda

la

essa

le

vaci. Foltissimo

vece

non

testa

picciola

son larghe

singolarmente

d'
Il

un
;

ro-

vi-

bruno carico

color

color della

rossigno

e di

occhi

pelo

un bruno

ordinario

d'

orecchie

gli

suo corpo.

il

qual

la

La sua

sola.

forma elegante
tonde ed aperte
ricopre

don-

delle

circa diciotto pollici di lunghezza

contando
dieci

fra tutta la razza

pi bella

Ha

testa

in-

quello del petto

bianco. Sul ventre il suo pelo


ancor pi ricco e pi scuro che non sul
dorso. L' unghie sue sono acute
e proprie a

della pancia

facilitarle

il

mezzo

La martora

di arrampicarsi.

vive nei boschi

ed ha

suo

il

ordinario domicilio nei cavi degli alberi, a


altezza per e in tal guisa, che

pienamente

prime

fatiche

cui

poscia

dilata

Gabinetto

Tom.

tal

tenervisi

sicura. Preferisce in generale, quasi

a risparmio di
scoiattolo

pu

I.

il

nido

guernisce

di

22

uno
d

338

LA M.RTOK.

sostanze morbide e leggieri


suoi

piceioletti.

usurpazione , se

su cui depone i
poco sarebbe quell' atto di
anche non uccidesse V ingegnoso
,

architetto.
Il

coraggio della martora tanto, che assale

non
montoni
ed, ove necessit
la costringe, anche i gatti selvaggi
che sempre ne hanno la peggio, se pure nel combattimento non perdono la vita. Malgrado per
si gran fierezza non sembra impossibile il mansuefarla; poich Gesner ne dice d' averne addomesticata una. la qua! riusciva molto graziosa e molto piacevole. Molto si era affezionata
ad un cane con cui si allev
e con esso
giuocava non diversamente da un gatto coricandosi in ischieria, e fngendo volerlo moranimali assai pi forti e pi grossi ch'ella

sa

fino

lepri e

dere. Visitava le case del vicinato

regolarmente
di

alla

quando

sua,

tornava

sentiva bisogno

mangiare.

La martora ha un odor
molti diletta
felide
altri

ed

affatto

muschio

di

immune

da

che a
quelle

emanazioni, che tanto disgustano negli


specie. Il suo grido

animali della sua

lento e penetrante;

quando
pericolo.

prova
Il

noi

fa

intendere, che

trovasi

estremo

in

suo nutrimento ordinario

pone principalmente
piccioli

ma

dolore

quadrupedi

di ratti

di sorci

non meno che

si
,

di

com-

e d' altri

pollame

339

LA MRTORA.
e di selvaggiume. Del

mele poi

singolarmente

golosa.

La femmina
quattro

questa specie produce tre o

di

ad un parto, e

tgli

e di vivi augellini

alimenta d'uova

buon
Appena sono

strage e alla depredazione.

ora

alla

essi

in istato di lasciare

al

gli

avvezzandoli cos di

bosco

che li mena
il nido ,
ove proveggono da se medesimi alla

lor sussistenza.

va nel settentrione a caccia delle martoper averne le pelliccie, che sono di gran
pregio, e forman quindi un oggetto di comSi

re

mercio

assai riguardevole.

ZIBELLINO.

IL
La lunghezza

questo

di

animaletto

sta

sottile

il

lucentissimo

carico

munque

si

tutti

altri

gli

prema

agile e

La sua tesuo pelame d' un bruno


e sempre morbido
co-

petulante di circa diciotto

pollici.

differenza

quello di

di

animali, che preso a rovescio fa

sentire qualche asprezza per la sua resistenza.


Il

zibellino

frequenta

le

luoghi pi ombrosi delle


dinario
gli

celli,

il

alberi.

suo nido

sotterra,

In

si

estate

di scojattoli

ridotto

rive de' fiumi, e

foreste

di

rosicchiare

fa

d'

or-

o nel cavo de-

nutre

di

lepri;

ma

il

legno

carne
in
di

d'

uc-

inverno
differenti

lL ZIBELLINO*

34 O

La femina

arbusti.

della sua specie partorisce

in primavera dai tre ai cinque piccioletti per


volta.

Kamtschatka usan

nativi del

d'

un metodo

semplicissimo , onde prendere Y animale di cui


,

si

seguono eglino con certe loro scarpe

tratta. Il

a rete finch abbian discoperta la sua tana.


Esso scorgendoli si nasconde in qualche troncon d'albero, che i cacciatori circondali tosto

pur noi troncano. Talvolta


con fuoco e con fumo a
suo asilo
e prima gli pongono

una ragna,

di

forzano
lasciare

se

zibellino

il

il

guardia di cani a ci ammaestrati ; o


stano una corda con nodo a ricorso jo
viene a dar di capo

in ogni caso

piantano

appre5

in cui

trappole

povero animaletto diviene

il

fa-

cilmente loro preda. La stagione di dargli caccia

novembre

dal

Le

quelle di

cune
1

loro

tutti

si

per volta

son pregiatissime sopra

altri

fin

animali

dieci

perocch

e quindici

al-

sterlina

che saran lunghi due diti


vendono in pacchetti, a quaranta

ventricoli

ciascuno,

le

Sappiamo

modo

gli

vendono

si

sino al febbrajo.

de' zibellini

pelli

code

d'

al

cento.

alcuni zibellini

passati in certo

GonJin
Il sig.
ne ha veduti due, che, quando scorgevano un
cane

allo

si

stato di

alzavano

onde prepararsi,

al

domesticit.

sulle

lor

zampe

combattimento.

di dietro

34

IL ZIBELLINO.

Nella notte sono inquietissimi ecl attivissimi.


all' incontro
e soprattutto dopo
Di giorno
,

aver mangiato

dormono per una mezz' ora

tempo

nel qual

senza che

si

possono prendere e scuotere

si

risveglino.

Trovansi questi animali nel settentrione dell'

America

Siberia

nella

Kamstchalka e

nel

nella Russia asiatica.

V ICNEUMONE.
E ordinariamente della grossezza di un gatma un po' pi lungo di corpo e pi corto

to,

di

gambe.

le

crecchie

anch' esso

grossa

suoi occhi son rossi e scintillanti;

ignude

quasi

rotondo

assai

alla

sminuisce fino

sua

all'

rotonde

assai

picciolo

base

donde

estremit.

Il

,'

il

naso

la

coda

via

via

color suo

si

un

rossiccio pallido, che riesce grigio; poich cia-

scun pelo
e dolce

aspra

spruzzato di bruno.

che quando battuto o

Era esso una


to

dal

Ha

che somiglia un mormorio


delle

divinit

moderno ancor

si

voce

esile
si

fa

irritato.

dell'antico Egt-

come

riguarda

il

pi utile e il pi prezioso fra gli animali


poich si mostra nemico implacabile de serpi,
e d'altri rettili venefci, che infestano la zona
torrida. Assale intrepido i pi terribili e vuoisi
che morsicato da loro abbia ricorso ad una
,

34 2

L ICNEUMONE.

pianta, che gli serve d'antidoto al lor veleno;

dopo di che torna al combattimento , e quasi


sempre ne esce vittorioso. E migliore del gatto
onde purgar la casa da' ratti e da' sorci
e grandissimo distruttore d' uova di cocodrillo,
,

cui va a dissonerai* dalle arene.

Fouch d' Obsonvile avea allevato nell' Inuu icneumone o mangouste che voglia

dia

nutrendolo a principio di latte


s
tenero che appena apriva gli
occhi; indi con carne cotta mescolata con riso.
Castrato all' et di quattro mesi divenne pi
chiamarsi

poich

era

un

familiare di

padrone

il

obbediva alla voce del


alla campagna. Gli si
un serpentello d' acqua

gatto

seguiva

apport un giorno
ancor vivo. Il primo suo moto al vederlo fu
di meraviglia mista a corruccio, onde tutti si
rizzarono

Ma un

suoi peli.

insinuandosi destramente
salt d'

stezza

un

tratto

gliela

prese,

gliela

Questo primo saggio


in lui
nella

una

il

sua

di

gusto della
specie.

Ma un

d gli

mangiandone, vero
il

allora

corte rustica' frammezzo

loro molestia.

sangue

di

franse

gli

co' denti.

medesimo

se

carnifcina

Fino

appresso,

rettile

il

con singolare pre-

testa

alla

istante

dietro

a'

eli

dest

innato

avea vissuto in
polli, senza dar

scann quasi

assai poco,

ma

tutti,

succiando

parecchi.

Guest' animale

si

trova

nella

Barberia

al

L ICNEUMONE.

Capo

di

quenta
straripa,

Buona Speranza
le
si

rive

de' fiumi

rifugia in

a/j-J

e in Egitto,
;

terreni

quando
alti

ove freil

Nilo

disabitati

ove cercar la sua preda. Assicurasi che quando


nuota, s'attuffi alternativamente ne' fiumi come
la

lontra; e

rimanga sott'acqua per un tempo

considerabile.

Trovasi

ora

(1806)

un

icneumone

nel

Eveter-Change ove fu condotto, gi


son due anni
al sig. Pidcok dal gran Cairo.
l suo
custode mi disse che non si nutriva
che di frattaglie di polli, e ne bastavano due
o tre oncie per sua pietanza giornaliera.
parco

d'

CAPITOLO
Questi

sottili e

VII.

negri animaletti

Scojattoli chiamati,

Perch si trae da lor molti


Per voi gli ahbiam portati ,

diletti,

Questi animai sono a scherzar molto

Con

gentilezza

bench sian

Non

alti

umana j
di selve e boschi tratti

son cosa villana.

Canti Carnascialeschi*

LO SCOIATTOLO.

Questo animaletto si fa ammirare per l'eleganza delle sue forme e la sua vivacit. Sebben
naturalmente selvaggio, facile addimesticarlo,
e malgrado la sua estrema timidezza in breve
tlivien familiare. Ecco di ^ual guisa, ne parla
,

'

il

sig.

di Buffon.

Suoi

vocinole
sto
al

co

cibi ordinarli

pronto

maggior segno. Ha
9

son frutta, mandorle,

farina e ghiande. "Esso pulito,

vivace

la

--

accortissimo

le-

industrioso

occhi pieni di fuo-

gli

fsonomia fughetta

il

corpo nervoso

34-5
ben disposte. Alla sua graziosa
figura ag^iugne nuo\o ornamento un' assai
eh' esso
bella coda in forma di pennacchio
LO SCOITTOLO.

membra

le

assai

alza

fino al dissopra della

sua

testa

e sotto

pone all'ombra. Esso , per cos dire,


meno quadrupede degli altri animali a quattro
cui

si

gambe.

tiene

Si

ordinariamente

assiso

farebbe delle mani

si

per recarsi

le

anzi

come

quasi diritto, ed usa de' piedi anteriori,

cose alla

bocca. In luogo di nascondersi sotterra sem-

pre in aria tien quasi della natura degli audimora coni' essi,
gelli per la sua leggerezza
;

cima

in

percorre
coglie
^a

alberi

agli

quando sono

Teme

1'

a una scorza per


vela

agitati

acqua pi

quando

curasi che,

il

uno in

suo nido, ne

grani, vi beve la rugiada, e

de' venti.

come

d'
il

saltando

foreste; fa in essi

le

terra, che

per

gli

vascello

non scende

dalla violenza

tutto

e assi-

passarla,

servesi

di

uopo

della

sua coda

per timone. Non istupidisce


ghiro, nel! inverno, ma in ogni
e

gione svegliatissimo, e per poco che


chi

il

si

gi
sta-

toc-

pie dell' albero, su cui riposa, esce dal

suo covo; fugge sovr' altra pianta, o


sotto qualche
le,

altro

ne empie

che ceppo

si

ripara

ramo. In estate raccoglie nociuoi

tronchi e le fenditure di qual-

antico,

ne' rigidi

giorni

ha poi

ricorso a queste provvisioni, cercandole anche


sotto la

neve

cui distrae raspando.

hO SCOITTOLO.

346
Sentorisi

dietro gli

tro

il

altri.

onde

eh' essi

uni

temano lardor

del

giorno

il

giuocare

Quel domicilio

ordinario

alla

nell'

escono
pulito

pioggia. 'Si

inforcatura

coperto en-

al

assai

sera

la

V amore e man-

far

notti

gli

lor domicilio, da cui poi

impenetrabile
d'

Par

stanno

si

per muoversi
giare.

belle

gridar correndo sugli alberi

d' estate

sole f

nelle

scojattoli

gli

di

caldo

collocano

essi

un

albero

cominciano dal trasportarvi ramuscelli cui mescolali con musco. Indi calcan questa mesco,

lanza,

empiono

mezza

alla

vacui ? danno capacit e fer-

fabbrica loro

agio e sicuri insieme

a'

onde trovarvisi con

Non

lor pieci oletti.

vi

lasciano che un'apertura verso l'alto, propor-

zionata,
sarvi.

di

ma

che appena basta a pas-

stretta e

Al dissopra

dell'

apertura

e fa che la pioggia scorra

netrare.

La

iattoli

la

poi o

al

una specie

coperto fatto a cono, che difende

lor

stagione degli amori

primavera

alla

principio di giugno

piccioletti

quattro

pe' lati

che

d'

per

fine

di

veugon

ordinario

tutto,

il

senza pegli

sco-

maggio
in

luce

son tre o

Pare che lo scojattolo sempre stia in ascolto


o in agguato. Assicurasi che sol che si tocchi
il pie dell' albero ove posa, non sol lo abbandoni saltando sopra di un altro, come dice il
celebre naturalista pur or citato, ma percorra

LO SCOIATTOLO.
347
grande estensione delia sua foresta, fino a ehe
si

creda affatto fuor

questa maniera

di

periglio.

Allontanatosi

per alcune ore a distanza


considerabile, quando il suo timore cessato,
di

ritorna al proprio nido

per vie impraticabili

a tutt' altro quadrupede. In generale salta esso


di

e
si

ramo

ramo

in

arrampica

digiosa

al

facilit.

Ne' paesi
colore

all'

settentrionali

si

effettua,

lo

scojattoo

cangia

inverno
e diviene
a notarsi che tal cangiamento
anche quando 1' animale te-

avvicinar

grigio.

affatto

col

varcando grandi intervalli


da un albero
pi prossimo e il fa con pro,

talvolta costretto scender

se

dell'

nuto in luoghi riscaldati dalle stufe. Si trova


esso quasi dovunque, ma pi frequente che
per tutto altrove nelle contrade del Nord e
ne' paesi temperati.

LO SCOIATTOLO GRIGIO
E,

all'

incirca

delia grossezza

del coniglio,

e molto rassomiglia per la forma e per le

niere, allo scojattoo ordinario.

suo

Il

grigio, con qualche mistura di nero;

fianco segnato d'

per tutta

la

una rossa

lista,

ma

che

si

ma-

pelo

ciascun

stende

sua lunghezza.

Gli animali di questa specie cangiano spesso


dimora durante tutto l'inverno; e spesso non

34S

LO SCOIATTOLO GRIGIO.

ne compare un solo in que' luoghi ove nell'anno


antecedente ne erano migliaja. Nelle lor migrazioni

ti'

uno

in altro paese trovansi talvolta obbli-

un

gati a traversar
il

tempo

Ma

rezza.

lago

o<l

se

ne periscono

il

una

vento

quando

riviera; e

fanno con

sereno lo

forte, e

s'

piena
alzano

1'

sicu-

onde,

talora tre o quattro mila in

una

volta.

Questi

scojattoli

dice

cagionano gran guasto

neli'

essi

sopra

in due per mangiarne


gettansi talvolta in

il

midollo

il

un campo

una notte perch

sta

spiche ,

le

sig.

di

di

mais.

troncano
e siccome

le
;

a centinaja, ba-

distruggano

Nello stato di Maryland

Buffon

settentrio-

piantagioni

nale, e sopratutto fra le

Montano

il

America

ciascun

degli

abi-

non sono molti anni, era obbligato ad


apportare ogni anno quattro scojattoli, le cui
teste a scanso d' ogni specie di frode, venivano
deposte in mano dell' ispettor generale del paese.
Jn altre provincia chiunque uccidesse uno di
tanti,

tali

quadrupedi, ne ricevea certa

moneta

dal

pubblico tesoro.

La

sola Pensilvania

gennajo

pag

^5o una somma

dal gennajo 17 49 a^
di otto mila lire ster-

ricompense date per la loro distruzione.


essi ordinariamente i lor nidi in tronchi
sostanze
d' alberi con paglia, musco ed altre
leggiere, e si nutron di ghiande; di pignuolr,
line in

Fanno

LO SCOIATTOLO GRIGIO.
di

mais

d' altre

gono entro buchi


e

in

altri

349

specie di frutti, die depon-

querce

sotto le radici delle


Difficilissimo

luoghi.

1'

ucciderli

prontamente di posto sugli


che eludono i colpi d' archibugio del
alberi
pi destro cacciatore. Vi ha chi ne mangia la
carne, e la ritrova molto delicata. Le loro pelli
servono in America a far scarpe per le si
gnore, e si portano talvolta in Inghilterra, ove
si usano per fodere e rovesci di manti.

poich cangiano

LO SCOIATTOLO VOLANTE.
Quest' animale si distingue particolarmente
per una membrana vellosa, che stendesi quasi
tutt' intorno al suo corpo, e lo ajuta a saltare

da ir albero
di

ali''

altro

cola e rotonda
fesso

pic-

testa

il

suo collo
ventre di

parte pi alta del

la

un color bruno cenerognolo,


un color bianco misto di fulvo.

d'

il

volanti sempre si riuniscono


ne vedono parecchi sopra di un
albero, che mai non abbandonano volon-

Gli

scojattoli

bande. Se

solo

tariamente per correre ad

gon
si

distanza

alla

La sua

suo labbro superiore bifido o


suoi occhi sono sporgenti e neri le sue
,

crecchie piccole e nude

talvolta

venti o trenta verghe.

costanti

posero.

sul

ramo

Dormon

un

altro; e

islesso,

nel giorno

ove
e

all'

si

ten-

dapprima
avvicina.?

35o

LO SCOIATTOLO VOLANTE.

notte

della

Saltando

fan

si

vivissimi

distanze

petulantissimi.

allargali

considerabili

le

gambe di dietro ed estendono la loro


membrana laterale la qual fa che presentando
loro

maggior superfcie riescono pi leggieri.


Malgrado questo sostegno sempre han bisogno
dei rami inferiori dell' albero su cui saltano
all'aria

atteso che

il

tenersi in

una

man-

loro peso toglie ad essi di

linea Orizzontale. Istrutti quindi

corpo

di quest' effetto della gravitazione del loro

gran cura
F albero

si

danno

su cui

di

dal cadere a terra saltando.

quando sono

distese

a poco dell' istessa


lante
d'

un

non

uccello.

pi pesanti che

agiscono

siili'

maniera che
ripetuti

colpi

nel-

alto

onde preservarsi
Le loro membrane,

trovano

si

molto

salir

il

aria presso

cervo

come

le

voale

poi che sentonsi naturalmente


il

fluido atmosferico, sono dalla

necessit costretti a discendere.

La

distanza, quin-

a cui possono saltare, dipende interamente

di,

dall' altezza

dell'

Catesby ne

albero

dice

vide una torma di

su cui

come

si

tengono.

prima volta cli'ei


questi quadrupedi, imagin
la

che fossero foglie d'alberi trasportate dal vento;


dal qual inganno lo trasse ben tosto 1' osser-

varne in gran numero che seguivansi


gli altri

La femina

mo

gli

uni

nella stessa direzione.

produce

di

questa specie, di cui favellia-

due

quattro

piccioletti

cui

LO SCOIATTOLO VOLANTE.
35 I
nutre colla pi gran tenerezza e li ripara dal
freddo coprendoli colle sue membrane volanti.
Facilissimo

addomesticato.

nostro

il

Ama

esso

il

scoiattolo
calore, e

si

ad

essere

caccia vo-

manica o nella saccoccia del suo


Se questi il depone a terra, 1' animaletto d segno di molto dispiacere, e tosto
risale per aecovigliarsi fra gli abiti di lui. Si
nutre degli stessi alimenti, e si purga del lor
lentieri nella

padrone.

soverchio
scojattoli

guisa stessa

alla
,

de' quali gi

Trovasi in tutte
dell'

antico

del

le

dell' altre

qualit di

dicemmo.

regioni

nuovo

settentrionali

continente

ma

pi

ancora in America che in Europa.

IL G E R

un po' pi picciolo che il ratto , ed ha


molta rassomiglianza col coniglio. Parmi singolarmente osservabile, per la conformazione delle
sue gambe: poich

un

le

pollice di altezza,

onde

recarsi

il

anteriori
e

gli

non hanno che


mani

servn di

cibo alla bocca, e

le

posteriori

son lunghe, ignude, e come quelle di un uccello, non avendo ciascuna che tre diti. La
sua coda molto pi lunga che il suo corpo, e termina in un bel fiocco e assai grande.
l
suo pelo lungo e setoloso
d' un color
,

352

IL

rossigno

nelle

bianco sotto

Trovasi

il

il

GERBO.

superiori

parti

corpo

del

ventre.

gerbo

nell'

Egitto

in

Barberia

nella Palestina e ne" deserti orientali della Siberia.

suo costume

di

terreni duri ed argillosi

scavarsi

la

tana

in

con prestezza grandissima, non solo adoperando i pie


d innanzi ma anche i denti, mentre co' piedi
posteriori getta la terra scavata, e ne forma
,

il

che

fa

quasi

trincea

pi braccia

di

all'

ingresso.

lunghezza,

sono

hanno

tane

Simili

serpeggianti

due piedi sotto la superfcie del suolo, e finiscono in un gran spazio


e nido, ove Y animale depone erbe elette. Da
questo nido, con mirabile sagacia, si forma esso
un secondo passaggio pei casi di necessit onde
potersi
con facile apertura sfuggire sicurapoco pi profonde

di

niente.
Le arene e le materie che circondano la
moderna Alessandria, dice il sig. Sonnini, sono

frequentatissime dai gerbi 5


vivere a truppe, e

quali

vi

soglion

fanno tane, cui scavano


con unghie e con denti. Mi si pure assicurato che trapassino la pietra non dura, la qual
si

trova

sotto lo strato di sabbia.

precisamente feroci

minimo

si

strepito,

il

Senz' essere

sono inquietissimi

il

minimo oggetto nuovo

li

fa

ritirare ne' loro cavi precipitosamente.

si

pu

Non

ucciderli che sorprendendoli. Gii Arabi

3i/3

GERBO.

[L

turando

sannt) pigliarli vivi,

le

uscite delle d-

verse gallerie de' loro nascondigli

una

eccetto

per cui li forzano a sortire. Io mai non ho


mangiato della lor carne
che so non aver
lode di troppo buona vivanda; pure il popolo
d' Egitto non 1' ha a schifo. La loro pelle, che
coperta di un vello morbido e lucente, s
adopera in usi ordinarii,
Ho nudrito per qualche tempo in Egitto
sei di questi animali in una gran
gabbia di
fl di ferro. Nella prima notte essi
ne minuzzarono interamente i regoli e i traversi di legno,
onae fui costretto di far guernire 1' interno di
,

latta.

Mangiavano frumento, riso, noci ed ogni


godevano del sole
e
eh' erano messi
stringevansi
all' ombra

sorta di frutti; molto


tosto
gli

uni contro

gli

altri

e parean soffrire della

privazion dei calore.

dormono

di giorno;
veduto tutto
il contrario: nello tato di libert s incontrano
in piena luce d' intorno alle lor abitazioni

stato detto che

gerbi

me ho

e di notte giammai. Per

sotterranee; e quelli, ch'io ho nutriti, non


erano mai pi vivi o risvegliati, che quando
si trovavano esposti alla ferza,del sole. Sebbene
siano molto agili ne' lor movimenti, par non-

dimeno che
mino il lor

la

dolcezza

carattere.

non v
Gabinetto Tom, L

toccar facilmente

e
I

la

tranquillit for-

miei

si

lasciavano

era mai tra

essi

23

3L

,154

&&b*s.

n litgi, neppure trattandosi del nutrimento. Del resto non mostravano n gioja
ne timore 9 ne riconoseenza. La loro dolcezza
non era punto amabile; e parea piuttosto l'effetto di una fredda indifferenza, che accostavasi
strepito?

Tre

stupidit.

alla

Alessandria

due

altri

ove uno, per negligenza


usc

vascello

brano

le

stato

divorato dai gatti.

animali di cui

difficili

stesse

conservarsi

che

usano

si

in

gabbie

in

sem-

cattivit

ne' nostri climi.

cogli

il

,,

Del

tentassero,

uopo

agouti

sono

ed

altri

chiudendoAmerica
onde non possano
dogli
dell'

cagionerebbero

uscire. Portandoli la lor

rare

parliamo

l'avvertir quelli, che

quadrupedi roditori
gli

Lo

gran sollecitudine ? quando


scaric , ma indarno
che certa-

piccioli

bene

cu-

disparve.

cautele necessarie a quest'

delle

tra-

Rodi,

di

di cui lo avea in

gabbia

ancor pi a trasportarsi
resto

all'isola

con

si

tamente era

sua

dalla

ricercare

feci
il

partenza da

ne perdetti in un

verso un po' disastroso fino


stodia

perirono

gerbi

questi

di

successivamente prima della mia

natura

nel

corso

tutto divo-

del

viaggio

danni considerabili; se forse, rosicchiando essi


il legno pi duro , non mettessero la nave in
pericolo.

355

IL LEPRE.

animale e senza malizia

Timido

trovasi in tntte

Se

quale

il

parti settentrionali del glo-

ed s generalmente conosciuto , che


possiam dispensarci dall' offerirne qui particolar
come ,
descrizione. E per bene 1' osservare
poich si trova sprovveduto di mezzi di di-

bo

ha dato altri sussidii onde


e forme convenienti al suo
sottrarsi a'
la grandezza ed acutezza
Per
vita.
di
genere
de' suoi occhi lo pongono in istato di guardar

fesa

natura

la

gli

pericoli,

da ogni

oggetti

gli

parte

le

sue

orecchie

lunghe e tubulose possono moversi per ogni


guisa con molta facilit e raccogliere i suoni
e la forza musculare delle sue
pi lontani
gambe posteriori gli dona di poter sopravan^
;

zare tutti
color

Il

suoi nemici.

del

delle

tivato

contribuisce

alla

corpo

suo

stoppie

quello

di

non dissimile da
un terreno col-

anch' esso

evidentemente

sua sicurezza. Assicurasi che nelle contrade

settentrionali diventa candidissimo, allorch le

nevi cominciano a cadere


cagione che possa,

dere

cacciatori

che

in
il

la qua! singolarit
qualche modo, illu;

perseguono.

veduti lepri bianchi nel mezzogiorno


ghilterra

>

e pretendesi, che nel

1797

Si

sono

dell'

In-

siasene

356

LEPKE.

IL

uno nella contea


sava nove libre.
La femina ha meno
ucciso

Shrop,

di

qual pe-

il

forza e agilit che il


maschio , e in conseguenza pi timida ma
dicesi che sappia moltiplicar d'avvantaggio gli
:

-accorgimenti e

Come
rasa

campagna

pelo

al

tengono

spesso

in
di

dissopra

derli a correre

inseguirsi

al

luna

la
,

pi

loro piedi sono guerniti

si

quando splende
e

industrie.

le

lepri

il

Alla

dissotto.

un

piacere

sera
il

ve-

giuocare, folleggiare insieme,

uni

gli

gii

Ma

altri.

facilmente

prendono sospetto e al minimo strepito fuggono da diverse parti. Il loro passo una
specie di galoppo o una rapida successione di
,

salti.

In generale prendono
il

tramonto del sole


lor

nella
istinto

tutto

ai

tana

cui

raggi

sole

giorno dormono

un motivo

per

scelgono

onde raccogliervi

calor possibile della stagione.

il

poi, per

dopo

loro cibo

il

di

inverno

d'

del

essi

contrario,

si

D' estate

trasferiscono

a tramontana ; ma in ambedue i casi cercano


sempre tal luogo 9 ove gli oggetti circostanti
conformimi pei colore al loro pelo.
I

lepri

variano

considerabimente

sezza e di peso. Vuoisi che


tino

Man.

isola
Il

d Hai

sig.

di

Buffo n

pi

di

gros-

pi piccoli abigrossi

assicura,

queha
che

pi

di
i

IL LEPRE.

paesi

ove

trovano

si

membruti

essi

midezza

pedisce

loro

35

son freddi

La

e pesanti.

loro

pi

sono
estrema ti-

perpetuo timor de' pericoli im-

il

d ingrassare

ma

nello

di

stato

domesticit avviene altrimnti. Si nutrono essi


principalmente, dice il Plinio francese , d' erbe 9
di

radici

preferiscon

di

foglie

le

piante

di

il

frutti

grani

di

cui suco lattiginoso.

D' inverno rodono anche le scorze degli alberi


ne avvi che 1' alno e il tiglio , che lascino
intatti.

Osservasi

che questi animali

generano

in

ogni tempo, eccetto soltanto ne' due pi freddi

mesi della rigida stagione. La gestazione della


femina non dura oltre un mese, ed ogni suo
cui allatta
parto di due o tre piccioletti
per tre settimane. Indi lascia che vadano in
cerca essi medesimi del loro nutrimento, e si
,

formino proprie tane , le quali sempre riescono distanti sessanta o ottanta passi le une
dalle altre.

padre Daniel

Il

cita

in

esempio della loro

un pajo di lepri maschio


e femina, che rinchiusi in un giardino per lo
spazio di un anno diedero al termine di esso

fecondit quello

il

frutto di cinquantacinque leprotti.

La puzzola
di

di

preda

cane

sono

anch' esso

le
i

donnole e
naturali
lo

differenti uccelli

nimici del lepre.

persegue

per

istinto

Il

358

IL

F uomo

quegli

tutti

uopo
slanda. Nel
fjuest'

LEPRE.

che

lui

usa ogni sorta

impadronirsene.

per

formidabile

animali

altri

per

insidie

pi

assai

Talvolta

usa

di

massime quello d' Iqual caso il povero lepre ? che


il

falcone

troppo convinto della superiorit dell' avvernon si muove dal suo nascondiglio, ove

sario,

un

levriere

noi

faccia

alzare; e allora ine-

vitabilmente preda del rapace augello.


I Druidi e i Brettoni antichissimi tassavano
empiet il mangiar la carne di quest' animale. I Romani per altro riguardavano , come
noi, cibo delicatissimo. Oggi gli Europei tanto
pi la pregiano quanto pi sa di selvatico.
d'

e rigiri che fa

giri

il

lepre

quando

in-

seguito son curiosissimi e sorprendenti, e l'arti

che
in

onde sfuggire al nemico indicano


una sagacia senza pari. Incalzato da
per lungo tempo, gli avviene tal-

usa
esso

vicino

volta

qualch' altro

cacciare

di

nascondiglio e d prenderne

frammescola ad un
arrampica ad un
?
si nasconde fra F erbe della
vero traversa una riviera a
Tolta
le

si

s*

piccole distanze F

dice

un

Fouilloux,

appena

udiva

il

dal suo eovac<?io

una dalF
lepre

il

dal

Qualche

branco
vecchio

di

agnel-

muro,

sua sommit; ov-

pi riprese

altra.
s

e a

Ho veduto

malizioso, che,

si
alzava
suono del corno
e andava a gettarsi in uno
,

suo

lepre
posto.

LEPRE,

IL

stagno

lontano

riposandosi

questo

Buffon

senz' essere in alcun

esquisite.

fatti

mente

ove
e

essi

ritornare

di correr

quando
rapidasu'

loro

lepri nati nel luogo stesso,

mai non

caccia,

la

sempre tornano

di

lepri

sono assai

volgersi quindi

d loro

si

contentano

Si

sig.

il

dei

levare ed inseguiti

generale

passi, In

scrive

dell' istinto

industrie ordinarie

loro

le

meno

appunto

pi mirabile

il

poich
son

lega-

cacciato dai cani.

di

arrestandosi

cio a dire

tratto tratto fra' giunchi,

modo

-)i)(j

anche stato un quarto

fosse

alla lor

tana.

si

dilungano

Questi animali sono mansuetissimi e di faeducazione. Talvolta > per , avviene che
non si riesce ad addomesticarli. Spesso anche,
cile

dopo

averli presi assai teneri, allevati in casa,

usate loro tutte

cure

le

che

giunti

siano

certa et, colgono la prima occasione di ricu-

perare
Il

pose

la

loro libert.

dottor
tanto

Townson

essendo

studio nelT educarsi

un

Gottinga
leprottino,

che riusc a renderlo familiare oltre il consueto


si
sua specie. Scherzava esso
arrampi-

deila

cava e correva or pel letto o pel sof del pa-

drone

talvolta

addosso

il

ne' suoi

o se stava leggendo
di

giuochi

gli

saltava

batteva colle sue zampette anteriori,

mano. Qualora

gli

per

faceva

cadere

entrasse

nella

il

libro

camera

36o

IL

alcun straniero

LEPRE.

sempre dava segni

di moltis-

simo timore.
di aver veduto un
mangiava nelle mani
riposava sovra una seggiola
delle persone
ove veniva chiunque
e parea
nella camera
in tal luogo egualmente sicuro , che il pi
domestico de' cani. Talvolta andava in giardino;
ma dopo aver mangiato, ritornava alla camera
sig.

Il

lepre

Borlase assicura

familiare

che

e ripigliava il suo posto usato.


che dicemmo
Suoi compagni ordinarii erano un levriere ed
un can di Spagna ambidue s pazzi per la
eaccia , che talvolta vi andavano senz' esservi
,

Pure
dormiva

lepre passava

condotti.

il

loro

suil' istesso

sul corpo o
Scrittori
di

lepri

mico

il

dell'
i

con

persino

dell' altro.

pi credibili hanno citato esempi

allattati

e nudriti dal lor naturale ni-

gatto.

Un mio

amico

un leprotto, che
e che

uno o

notti

le

tappeto

gli

dice

il

sig.

White

avea

fu portato assai giovane,

quei di casa nutrivano, dandogli il latte


La sua gatta frattanto partor; e i

nel cucchiajo.

da essa nati furono uccisi e sepolti nel


Or avvenne che ad uh tratto il leprotto
e si credette o ucciso anch' esso o ruspar
bato. Quindici giorni appresso, per, stando
seduto in giardino, vide la gatta
il padrone
venirgli al]' incontro , con la coda alzata e
gattini

giardino.
,

36 I

LEPRE.

ih

miagolando in quel modo che le gatte soglion


quando chiamano i loro figli. Un nio*
fare
mento dopo scorge un non so che di saltel,

lante dietro di essa

era

avea preso ad allattare

leprottino

il

cui gi

e a cui avea posto

il

pi grande affetto.

E questo per quanto strano

sembri,
ci
proveniva naturalissimamente da un sentimento
che la perdita de' suoi
di tenerezza materna
,

avea in essa risvegliato; dal sollievo

piccioletti

che prov lasciando succhiare

mammelle

sue

bitudine

che

proprii

Lichtfield

da

lepre
cui

il

un

che

tratt

Pu

che

li

come

1'

istinto

Darwin

dottor

ecclesiastico

avendo

rapiti

lui uccisa,

pur dianzi

bestia se

inspir in favore dell' anima-

ci

pei

dettavate

figli

Riferisce

mia

le

straniero

letto

leprottino le

al

gonfie di latte; e infine dall'a-

si

gli

Elford presso di

affid

die

Zoono-

nella sua

picciolini

ad una

erano gettati via

raccolse
fosse

d'

loro

il

figli.

latte

stata la propria loro

una

d'

gatta, di

La
li

madre.

prova della docilit del lepre


che vedeasi pochi anni
addietro a Saddiers Wells (luogo ad una lega
da Londra celebre pel suo teatro popolare ) >
e suonava il tamburo colle sue zampe ante1'

recarsi in

esempio

riori

facea

di

mentre
il

giro

quello

un uomo con
del

teatro.

altro tamburo
veramente cosa

IL LEPRE.

?>62

inconcepibile che un'animale

timido abbia po-

tuto essere avvezzato a sostener

numerosa assemblea, che


plausi

ed uno splendor

di

non pu mettersi

abbagliarlo; pure
(

la presenza di
dava cento aplumiere fatte per

gli

in dubbio.

Somigliante singolarit vedeasi a Parigi nel

1810
Le
per

sugli spettacolosi bastioni


di

pelli

fabbricazion de' cappelli

la

).

lepre sono di grandissimo uso,


;

per molte

ne trasportano ogn' anno

migliaja se

di

Prus-

in Inghilterra.

sia

CONIGLIO.

IL

Quesl animale, sebben somigliantissimo per


indole e per forme a quello che
per di

una specie

distinta;

insieme col lepre , ne


battimento
nel quale
che soccomba.

nasce
1'

La
tabile

del

fecondit del

coniglio

primo

si

de'

comdue uopo

ancor pi nopoich In femina

adunque

suoi

parti

pia di conigli ghigner quasi ad


di capi.

Suppo-

piccioletti.

regolari

spazio di quattr'anni la progenie di

mezzo

grava sette volte all'anno

per ciascuna sette in otto

nendo

precede
si chiuda

fiorissimo

uno

che quella del lepre

lo

ed ove

nello

una cop-

un milione

363

CONIGLIO.

IL

I loro nemici per sono cos numerosi, che

impediscono
nocevole

accrescimento

loro

fanno i
sono ancor

conigli

divenir

di

umana. Poich

specie

che

servire

mento

al

alla

oltre

nostro

al

divorati da animali
preda d'ogni specie. Malgrado, per, tutti
ostacoli alia loro propagazione divennero
,

tempo

de'

Romani

neh" isole Baleari

tai^

servirsi

Alcuni
sig.

il

terribile

forza mili-

della

non

gi
alla

in

si

linea

quale

scrive

femine de' conigli

fondo

in

al

flagello

onde porvi rimedio.

giorni prima del parto

una nuova tana

di
gli

abitanti furono co-

gli

soccorso

de' furetti

di Buffon, le

serpeggiante

che

chiamare

stretti

un

il

nutri-

il

scavano

retta

ma

strappan-

dosi dal ventre bastevol quantit di pelo, for-

mano una

specie di letto per accogliervi i figli


che nasceranno. Ne' primi due giorni poi che
sono venuti in luce
mai non gli abbandonano
escono appena
quando il bisogno le
stimola, e ritornano tosto che hanno preso il
loro nutrimento
il
qual
sebbene allora sia
pi copioso dei solito
pur toglie loro po,

chissimo tempo.

Le cure

dell' allattamento durano per pi di sei settimane


e in questo
spazio il padre non conosce la sua prole. Esso
non entra nella tana scavata dalla madre ; che
spesso
quando esce
ne tura 1' ingresso con
;

terra impastata nella propria urina.

Ma quando

364

CONIGLIO.

cominciano ad affacciarsi al buco


di quella tana , e a mangiare delia spelliciosa
che la madre loro presenta ,
e d' altre erbe
anche il padre mostra di riconoscerli per suoi;
tra le sue zampe
li piglia
ne lustra il pelo
ne lecca gli occhi
e tutti egualmente V uno
dopo 1' altro gli accarezza. La femina intanto
non si mostra meno amorosa verso il marito,
e spesso fra pochi giorni si trova di nuovo
feconda .
i

piccioletti

Il

pelo

de' conigli

la

principal

materia

adopera a fabbricar cappelli, mescolandola con certa quantit di' pel di castoro*

che

si

CAPITOLO

V1IL

Del deserto
Figlio

Ed

camelo,

il

alla fatica usato

alla sete, dalla ria

Arse

le fauci sente^

bufera

oppresso

il

petto,

Thomson,

CAMELO.

IL

JLe

qualit del cavallo, delia gio-

differenti

venca e della pecora sembrano esser riunite


in quest' animale. Gli Arabi ( dice il sig. di
Buffon con quella vivezza di stile , che non
sembra appartenere che a lui solo ) riguardano il camelo come un dono prezioso del
cielo
come un animale sacro
onde possono
in un sol giorno mettere cinquanta leghe di
,

deserto fra s e
citi

del

mond

loro nemici. Tutti gli eser-

perirebbero tenendo dietro ad

una truppa

di Arabi , i quali , perci


non
sono soggetti, che quanto lor place di esserlo.
Si figuri un paese senz' erba e senz acqua
un sole ardente
un cielo sempre asciutto
sabbiose pianure
montagne ancor pi aride, su cui t'occhio si estende e il guardo si
,

IL C AMELO.
366
prde, senza potersi arrestare

viva

una

terra

morta

sovra nulla che

per cos

dire sco-

qual non presenta che ossa,


ciottoli accumulati, rupi o sorgenti o rovesciate,
un deserto affatto ignudo , ove il viaggiatore

riata da' venti, la

mai non respira sotto ombra veruna, ove nulla


lo accompagna, nulla gli richiama la
natura
vivente. Solitudine assoluta
pi
mille vohe
,

spaventosa che quella delle foreste; poich

gli

sono pur esseri in qualche modo senzienti per chi si ritrova senza veruna comunicazione con altri. Smarrito affatto in quegli
spazii vuoti, e senza limite, ei vede in ogni
luogo la sua tomba. La luce del giorno pi
trista che 1' ombra delia notte non rinasce che
per illuminare la sua nudit, la sua impotenalberi

za,

e presentargli

1'

orrore

della sua

situazio-

ne allargando al suo sguardo i confini del


vuoto stendendo intorno a lui 1'. abisso dell' immensit
che lo separa dalla terra abitata
immensit che invano ei tenterebbe di percorrere
poich la fame
la sete e V ardente
,

calore gli assediano gli istanti, che gli riman-

gono
I

fra la disperazione

nomi

di

e la

morte

dicano gi due specie differenti,

due

variet,

ranze

camelo e di dromedario non in-

sul dorso ,
che una. L' altezza

ma

specificano

prima ha due protubementre 1* altra non ne ha


del camelo di circa sei

di cui la

IL C AMELO.
36^
bruno
d'un
pelo
coperti?

corpo
suo
piedi
o castagno ; la sua testa corta , le orecchie
il

picciole

callosit

lungo e inclinato. Questo


pur rimarchevole per una grande
una a
inferior parte del petto
collo

il

quadrupede

all'

ciascun ginocchio

ciascuna gamba.
rivestiti

ed un

altra

neli'

interno di

suoi piedi sono schiacciati e

d'una suola,

il

cui intervallo da' piedi

istessi non segnato che da un solco poco


profondo ; il che d all' animale la facolt di
percorrere le sabbie ardenti dell'Arabia, senza

che

gli

screpolili

1'

unghie.

in diverse contrade
servono a portare pesanti fare a traversar deserti arenosi; ci che i

cameli son domestici

del Levante,
delli,
cavalli

sere

il

non potrebbero. Le sabbie sembrano


loro naturale elemento, poich

es-

appena

per camminare sovra solido terreno , pi non possono tenersi in piedi, e le


frequenti cadute, che vi fanno, loro divengono
le

lasciano

funestissime.
II

potersi astener dal bere, che loro dalla

natura conceduto,
terruzione

fa

che procedano senza ined anche i quindici

sette, gli otto

giorni per grandi spazii affatto senz'acqua. Ove


la
essi
per alcuna sorgente vi scaturisca
discoprono a mezza lega di distanza, e ad essa
volgono desiderosi il passo lungo tempo prima che i loro conduttori possano accorgersi
,

368

IL C AMELO.

ritrova. Viaggiano essi pi


nutrimento non avendo che
datteri secchi, o poche palle di farina d'orzo,
o infine alcune misere piante spinose, che incontrano ne' deserti. FI sig. Denon ci dice che
i
in tutto il corso del suo viaggio
in Egitto
o
DO
cameli della caravana non aveano per giorno
che una semplice razione di piseli! , cui ma-

del luogo

ove

giornate

altro

si

sticavano

sia

camminando

restando sdra-

sia

arena ardente , senza mostrare il


minimo malcontento. La meravigliosa possibiin

iali

lit

bra,

sull'

in essi

eh'

ten

bevanda sem-

di far senza

riflettervi,

della

effetto

loro in-

terna struttura.

Perocch hanno questi animali un secondo


stomaco formato di numerose cellette di pi
,

profondit

di

pollici

il

cui

orifzio

par

una contrazion muscolare. Quindi


probabile
possano diriche quando bevono

capace

d'

gere

T acqua in queste

impedirle di

mezzo

passare

nel

cellette

trogoli

primo stomaco. Per

ne trova certa quantit separata


e serve all' uopo , ad inumi,
dirli nel lor passaggio allo stomaco vero.
Quando le persone che viaggiano in Arabia
provano gran mancanza d' acqua , prendono il partito d* uccidere un camelo per ot-

tal

se

dagli alimenti

tener quella

maco

che

e la qual

contenuta nel suo

sempre

sto-

dolce e salubre.

L C AMELO.

Z6of
de carnei! di mille o
e con esso traversano il
mille ducento libre
deserto, facendo dieci o dodici leghe per giorno.
carico

fi

ordinario
,

Quando
essi

si

piegan

conduttore.

sono

restii,

pel

rati

pressi

ginocchio

Che

se

avviene

Allora

mandano

comando

al

che

si

come sentendosi

op-

cupo
s' accorimangono in questa

un- gemito

terra

del

mostrino
a colpi di bastone, o ta-

castigati

collo.

addossarlo

loro

di

il

contro

sciano

punto

sul

tosto

positura fino a che loro-

ordini

si

di rialzarsi.

malgrado ogni peso


le ri^
Traversano essi
ed ben
vi ere pi profonde e pi rapide
raro che ne a loro n a quelli che lor sono
in groppa avvenga nulla di sinistro. Quando
dan di cozzo in chi gli op*~
si sopracaricano
prime, e fan talvolta, udire le grida pi la*
,

mentevoli.
GJi animali

sensitivi alle
e

trattabili

il

vendetta

a'

mali

risentimento

trovino occasione di
pria

ingiustizie e

ne conservano

loro basta aver

sebben molto
sono eccessivamente

di cui parliamo

mansueti e molto

trattamenti

che
vendicarsi. Talvolta anche

creduto- di

perch

pi

fino

soddisfare

non

vi

la

pro-

pensino.

Qualora adunque un Arabo ha eccitata il fuun camelo ? getta a terra le proprie


vesti dove crede che l'animale debba passare 5
disponendole in. modo
che sembrino coprire

rore di

Cubine:- o

Tom.

I.

if\

jO

C AMELO..

JL

tm uomo

addormentalo. Quello

nosce

piglia coi denti

le

che

rico-

le

scuote violente-

le

e le calpesta con rabbioso trasporto.


mente
Ouindi calmato le abbandona, e il lor padrone
pu allora moslrarsegli con tutta sicurezza.
,

dromedari! , altra specie di cameli ,


dei loro cavalieri si
dell' impazienza

slancili

corto
dice il sig. Sonvolgono per morderli, gettando gridi

arrestano talvolta di
nini, e

si

buon par-

di rabbia. In tale circostanza unico

prendersi

tito

tempo

di ritornare

Come

in

furore

dar loro

se.

han

elefanti, questi animali

gli

accessi di

lusingarli

il

periodici

in

degli

pi volte

cui

furono veduti addentare un uomo, rovesciarlo


al

suolo

e calcarlo

spazio

all'

non

accade se

erbe

per

ortiche,
tali

Quando

piedi.

la-

si

un' ora di che ruminare tutta la notte

d'

nutrirsi

coi

su pingui pascoli, mangiano nello

sciano errare

le

indomani

non

di

sembra

ginestre

clie
,

per

ci

la

gustino
cassia

altro

che

rado. Pi

le

spine

le

ed

loro
molli

altri

le

vege-

pungenti.

Ma
Buffon.

ascolti

si

un* altra

camelo

volta

fra

tutti

il

signor
gli

di

animali

antico , il pi sommesso , il
il pi
pi laborioso degli schiavi. Il pi antico, poich abita i climi in cui gli uomini si sono dai
pi rimoti tempi condotti a viver civile; il pi

domestici

CMELOo

IJL

sommesso,

animali,

stici

la

ciacche fra l'altre specie di

pecora,

il

come

il

majale

cavallo,
si

il

trovano

cane,

07I
domeil

tuttavia

bue,
degli

individui nello stato di natura, la cui selvati-

chezza ancor
tata

laddove

non
la

stata dall'

uomo

assogget*

razza dei cameli in niun luogo

pi si incontra nella primitiva indipendenza;


finalmente il pi laborioso, poich mai non fu
nudrito pel fasto , come la jn parte dei ca-

n pel divertimento come quasi tutti i


n per Y uso delle mense come il bue
il montone. Di esso non si
f che
majale
il
ima bestia da soma ? cui non si pens neppure
ad aggiogare ad un carro guardando lui stesso
come una vettura vivente, che si potea tener
anche durante il sonno.
carica e sopracarica

valli

cani

Quando

infatti

si

ha

fretta,

obliasi

peso, ond' oppresso

di

da dosso
quale ei

si

distende per dormire colle

piegate

il

il

corpo appoggiato

sullo

trargli
sotto

il

gambe

stomaco.

Quindi pu ben dirsi eh' esso porti tutte le


impronte della servit e le stimate del dolore.
Alcuni giorni dopo la nascita d' un cautelo
l'Arabo a cui appartiene piega le sue
sotto

il

suo

per terra

un

ventre

lo

costringe

membra
rimanere

e lo carica in questa situazione di

molto pesante, da cui mai noi liuno pi forte. In


luogo di dargli a mangiare, quando ha fame..
fardello

bera

che per onerarlo di

3^2

TL

CMELO.

a bere quando La sete, regola sottilmente i


suoi pasti
e lo costringe grado a grado a
contentarsi di minor cibo quanto sono pi
lunghi i viatori.
,

Quando
forza

lo

l'animale ha acquistato

zione eccitata

agile

un poco

cavalli

il

rende

pi che

assai

di

emula-

sua

la

esempio dei

dell'

tempo molto

col

corso

esercita al

senza

di essa noi sarebbe divenuto.

L' andatura del camelo essendo

il

gran trot-

monta obbligato servirsi d' una


sella vuota nel mezzo e munita ad ogni arcione d'un pezzo di legno in linea retta o
orizzontale. Il sig. Denon dice
che la prima
volta eh' ei cavalc un simile animale, tem che
ma fu ben
il suo barcollamento noi rovesciasse
to

chi

lo

Poich postosi in sella vide


di non avere che a secondarne i movimenti, e
per un lungo, viaggio , pi
che non v' era

losto rassicurato.

gradevol cosa^ che

il

sedergli in groppa

sime non bisognando altra

quando occorre, cangiar

cura.,

mas-

che di fargli,

direzione

conduttori dei cameli hanno ciascuno un


bastone, di cui non usano che sobriissimamenI

te

e solo -quando

candoli

correggia,

con un
Europei

eccitai)

gli

gli

sibilo

coi loro

il

voglia

necessit.

piuttosto

stimolano
leggiero
cavalli.

Caval-

con una lunga

nel

tempo

siccome

stesso

fanno

gli

tentato

3'y3
IL CAMELO.
pi volte d'introdurre questi

quadrupedi nelle nostre isole occidentali ? ma


sempre con niun successo, forse perch da chi
doveva averne cura si ignoravano affatto le
loro abitudini
e la maniera di nutrirli. A
questo inconveniente si aggiunsero le punture
certi

di

insetti

cingo

appellati

quali insi-

nuandosi nelle piante dei piedi ai poveri ani*


oiali , e cagionandovi ulceri e infiammazioni,
li

resero

alibi

am

del tutto inutili nelle contrade, che

detto.

La carne

dei cameli

talmente

stimata

non

che,

sebben arida e dura

abitanti dell'Egitto,

dagli

molto tempo, fu al Cairo e in Ales-

sandria proibito di venderne ai cristiani. Nella

Barberia suole salarsene e affumicarsene

gua

onde trasportarla in

la lin-

Italia e in altri paesi.

Si fa traffico del loro pelo

non che

del cuojo

e tutte le parti del suo

corpo

tengono qualche posto nella farmacopea

della

della loro pelle;

Cina.

IL BIS

SONTE

detto anche toro o

bue

selvatico,

brevi e rotonde, la cui punta

si

ha corna

ricurva

al

di

fuori; fronte larga; occhio fiero e scintillante,

schiena protuberante

come

quella del cambio. ; t

lunga e ondosa criniera ? che forma una specie

IL

3 7 4"

BISSDNTE*.

barba sotto il suo mento; le parti inferiore


del corpo assai massiccie; e quelle di dietro in
paragone assai deboli.
Hi

Errano

bissonti in

numerosi armenti

e pa-

scolano nelle praterie, che diciamo savane.

mattina e

la

sera,

durante

grandi

calori,

La
ri-

posano in riva a' fiumi ed a' ruscelli, lasciando


un' impronta s profonda de' loro piedi negli
umidi terreni, che g' Indiani seguono facilmente le loro tracce e giungono ad ucciderli.
Il farne caccia,, per, esige la pi gran cautela,
avendo essi 1' odorato s fino, che senton da
lungi il nimico e pi'endon la fuga, e ogni lieve
ferita metteli

in tanto furore, che schiacciano a

colpi di corna e di piedi chi loro Y arrec. Es-

sendo per quasi acciecati dai lunghi crini


che loro coprono gli occhi, facile ai eacciatori 1' andar ad essi molto vicini. Gli Indiani
coli'

archibugio, mirando loro

alia

groppa,, gli

uccidono di primo colpo.

La
zione

caccia dei bissonti la costante- occupade' selvaggi.

Formano

questi

un.

gran

battaglione quadrato, e cominciano dal metter

fuoco all' erba che in certe stagioni lunghissima e aridissima. A misura che il fuoco propagasi, si avanzano essi, restringendo le loro
file; e quegli animali spaventati dallo splendor
delle fiamme fuggono in disordine da tutte
bande, u un solo ne sfugge,

le

Nella Luigiana

cacciatori de' bissonti

5'

37

BISSONTE.

IL

vanno

lunghe lance, il cui ferro


ha la forma di una mezza luna. Si accostano
sotto vento; ma appena quei quadrupedi li sentono si danno a fuggire con gran precipizio.
Se non che la vista de' cavalli calma la loro
a cavallo armati

paura; e come

eli

la

pi.

parte di

essi

cerli

in

tempi dell' anno specialmente, sono per V abbondanza de' pascoli molto impinguati, rallentano volentieri il corso. I cacciatori;, fattisi intanto pi vicini 7 cercano portar loro un colpo
al
il

dissotto del garretto, in

modo

di

dividerne

tendine, e averli pi facilmente in propria

potere.

In varie

parti

delT America

caccia dei bissonti comincia da


festa,

meridionale

la

una

di

specie

termina in un banchetto, a cui

grosso di quegli animali serve

Appena un branco
pianura,

assalirlo,

il

d'

il

pi

imbandigione..

veduto nella
dispongon ad
che fanno distendendosi in largo se
di

migliori

essi stato

cavalieri

si

micircolo, e inoltrandosi quindi instancabilmente*

Fra qualche tempo gT inseguiti animali


strano stanchissimi s e

calzando e
a fuggire;

si

mo-

cacciatori vie pi

in-

mandando grida orribili


e quelli, che non sono

costringonli
presti

ab-

bastanza rimangono uccisi.

Onde porgere
de' bissonti

basti

idea
1'

della

osservare

forza
,

che

prodigiosa

fuggendo

IL BISSONTE.

$J~6
boschi,

abbattono

pei

pi grossi
corrono attraverso la neve pi alta con pi rapidit che
un Indiano traversar non potrebbe la sua congelata superficie con scarpe a racchetta.
Fui testimonio un giorno di questa particolarit, dice il sig. Bearne, ed ebbi la vanit di credere che potrei emulare i bissont.
Io era allora riputato destrissimo a correre per
la neve colle mie scarpe a rete; ma ben presto
dovetti convincermi di non aver forza da seguire cpiegli animali, sebbene la loro corpu-

che

il

braccio

alberi

assai

d'un uomo,

lenza sia cos grande, che vi lasciano orme profonde, come farebbero sacchi di enorme grossezza.

Molta

sagacia

mostrano

fendersi contro de' lupi.

nel

di-

Quando ne hanno

sco-

bissont

dispongono in circolo,
pi deboli, mentre i
forti
tengono la circonferenza, e presentano
una selva di corna impenetrabile. Se per i
allora
lupi giungono per sorpresa ad assalirli
molti cos de' pi deboli come de pi vigorosi
perto alcun branco,

collocando

al

centro

si

rimangon vittime de' voraci animali.


Le differenti parti del corpo de' bissont
impiegano

differenti

Colle loro corna

si

usi

tutti

si

utilissimi.

fanno fornimenti;

la

pelle

serve agli Indiani per vesti e scarpe; e col loro

pelo

si

formano

guanti

giarrettiere e calze

3 ^7 7

IL *BISS0NTE.

^i sego di questi animali


traffico

teria di

aneli' esso

molto valutata, e

la

loro spaile di cesi esser delicatissima.


alcuni
Si tentato addomesticarne
ci

spe

ordinaria;

ie

pren-

giovani, e mescolandoli con buoi della

doli

m-

ma-

carne delle

ma

divenivano sempre

quand' erano pi adulti


ed usando di

intrattabili,

rompeite forza eh* " in essi


vano le pi salde sbarre de' loro chiusi, prendevano la fuga, ed ecciiavano il resto del be-

quella irresisti

Il
<ch' era con essi, a fare altrettanto.
Pidcok d Eseter-Change ebbe per *due anni
uno di questi animali, il quale, dicesi, conserv

stiame,

sig.

sempre

la

sua naturale

ferocia.

La

sua

pelle

imbalsamata conservasi ora ne! museo del luogo


gi nominato.

IL

BUFALO,

Moltissima rassomiglianza ha esso col bue, da


cui per altro differisce ed esternamente perla

carne, e nell'interna struttura per molte altre


particolarit.

inann

mezzo

1'

di

La sua lunghezza, secondo Spartcirca

altezza sua.

otto

piedi

di

cinque e

Le sue membra propor-

zionate a queste misure sono assai pi grosse


e robuste che quelle del bue ; la sua giogaja
discende assai pi basso
le sue orecchie pendenti e lunghe, circa, un piede, sono in gran
;

&jS
corna

BUFALO.

IL

coperte

parte

dalla

inferior

parte

che descrivono una curva

sue

delle

cui con-

il

vesso guarda la terra

,
mentre le estremit si
Queste corna sono veramente singolari per la forma e per la posizione. La lora
base ha tredici pollici di larghezza
non si allontanano che di un pollice le une dalle altre
per un canale o solco, il qual le divide, indi
prendono una forma sferica e si estendono per
gran parte della testa.
Il pelo del bufalo d' un color bruno oscu-

rialzano.

ro

sua coda corta e fioccosa all' estremo.


avvoltolarsi nel fango
e passa a

la

Ama

esso

,.

nuoto i pi gran fiumi con tutta facilit. La


sua gobba non e gi. come alcuni hanno preteso

un grosso Iunior carnoso

nata da alcune ossa


delia pelle

lazioni

ma

che obbligano

ad allungarsi

cagio-

le

artico-

pi che non.

facciano in altri animali.

Trovatisi

sono

pia ordinariamente nelle

bufali

ardenti contrade

Indo

dell'

e in esse naturalizzati.

muni

al

dell'

Affrica

mezzo-giorno

ma

Europa,
Quindi sono molto co-

introdotti in alcune parti

stati

dell' Italia

e a tutte le

contrade orientali del globo.; onde se ne veggono ogni mattina numerosi armenti varcare
il

e
di

Tigri
il

bifolco

essi

or

F Eufrate.
,

si

il

qual

li

Marciano ben ristretti


conduce e cavalca uno

tiene diritto

or coricato

se

IL

taluno di quelli

BUFALO.

3^9

van di fianco, sbandasi


passa leggermente di dorso
che

ei
qualche poco
per farlo rientrare in ischiera.
,
Degno d attenzione in proposito degli
,

in dorso

mali,

avvenuto

agli

ani-

mi par ci che si narra


che compirono il viaggio

cui parliamo,,

di

Inglesi,

Oceano pacifico, incominciato dal


capitano Cook. Quand' eglino furono giunti a
si
procacciarono otto bufali
Pulo Condore
che doveano condursi ai vascelli con delle
intorno

all'

corde

fatte

intorno

alle

passare attraverso le
corna. Se

loro,

narici e

loro

non che

appena

furono in vista dell' equipaggio, divennero si


furiosi
che alcuni si sciolsero dalle corde e
si misero in libert
altri schiantarono i rovi,
a cui si era creduto bene di legarli. Tutti i
mezzi insomma impiegati pel loro imbarco ,
,

sariano riusciti inutili

cuni fanciulli, da cui

senza

si

il

soccorso

lasciarono

d'al-

avvicinare,

e appoco appoco calmare. Giunti poi nella rada


bisognarono i fanciulli stessi per allacciar loro
le

gambe

zarli

stenderli a terra

onde metterli

in

mare.

Ed

in seguito

al-

pur osser-

come ventiquattr' ore dopo che furono


bordo
lasciata ogni ferocia e ripugnanza
cominciarono a mostrarsi, addomesticati.
I bufali
sono tanto comuni nelle pianure

vabile

della

Cafreria

sovente

eh' ivi

se

ne veggon

passare centocinquanta, e ducenlo all'approssimar


:

3B O

BUFALO*

IL

della notte.

Nel giorno poi

ritirano

si

fra le

boscaglie.

animali

carattere di questi

selvatico e

perfido. Perocch sogliono appiattarsi tra scuri

macchioni
ed ivi
qualche sventurato
di sottrarsi fuorch

attendere

bero
fuga

il

Non

sarebbe inutile.

gli

sopra

salire

di

v,n

paghi

atterrare ed uccidere la loro vittima

eoi

calcandola

ginocchi.

denti
pelle

La

coi

gi

piedi

leccarla

ma

si

suo

il

strappano

la

crudeli

atti

allontanano

di

traWo

indi ritornano con


per soddisfar di nuovo la

in tratto a certa distanza

barbara insistenza

le

questi

esercitano

senza intervallo

com-

si

schiacciandola

la

straziano poi colle corna e coi

e a forza di

ne

al-

bufali di

piacciono a rimaner lungo tempo sovra

corpo

di

mezzo

altro

alcun se ne trova vicino, mentre

se

passaggio

il

non ha

che

loro ferocit.
Il

professor

momento

Thumberg

eh' egli e

suoi

narra, come al

ci

compagni

di viaggio

un
un ignudo

entrarono ne' boschi della Cafreria videro


grosso

bufalo

terreno.
di chi

li

sdrajato

Appena
guidava

mandando un

sovra

solo

quest' animale
,

si

orribile

slanci

si

fu

sopra

muggito. L'

accorto

di

uomo

esso

pie-

gando tosto col suo cavallo


si l'ifugl dietro
un grande albero. Per il bufalo gettossi so,

Vxa quello eh' era pi prossimo

al

fuggito

furiosa

si

suo palafreno

cornata

ventre

nel

del

ne mor. Il
arrampicossi ad una pianta ; e

clie

cavaliere ailora

F animai

38

BUFALO.

IL

una

diede

quasi

contro

corse

feroce

subito

il

resto

della

compagaia, che s' imioltrava a certa distanza,


ed era preceduta da un cavallo
su cui nessuno sedeva*. Mi' aspetto di questo il bufalo
divenuto pi che mai terribile, gli piant nel
petto le corna con tanto impeto
che riuscirono fuor della schiena trapassando la sella. ;
e il cavallo cadde con pi ossa infrante, e
tosto spir. Sopraggiunse in Questo punto il
,

professore

come

il

non

sentiero

dava" spa-

zio bastante- per volger addietro,

gran ventura
elevato

che

parve a lui
trovare un albero abbastanza
desse rifugio. Il bufalo per ,

il

gli

minacce > dopo aver ucciso il secondo cavallo prese la fuga.


Alcun tempo dopo il sig. Thumberg e la
sua brigata discoprirono un grande armento
di bufali
che pasceva nella pianura. Conoscendone allora quanto bastava 1' indole e i
costumi
e sapendo che in luogo aperto mai
non ne sarebbero arredi ri
avanzarono a
si
quaranta passi
e scaricarono contr' essi gli

senz' altre

archibugi

di-

cui

a.davano mimiti.

spaventati dallo scoppio


viso

si

alcuni

ripararono

pi

alla

gravemente

fuoco

dal

foresta
feriti

bufali

improv-

se

non che

non

potendo

38 2
camminar
addietro.

bufalo.

rt

cogli altri

sbrancaronsi e rimasero

Fra questi ne era uno pi vecchio

che si slanci furioso sui viaggiatori. Ma questi


che sapean bene , come gli occhi di simili
animali mirar non possono che in linea retta,
e che ove in aprica pianura

un

inseguito esca

po'

<li

mano

uomo
e

da loro

getti

si

boc-

cone al suolo quelli passan oltre senza avvedersene , poterono facilmente scampare il pericolo. Tanta per era la forza del quadrupede,
che sebbene la palla fossegli dal petto penegalopp per
trata molto addentro nel corpo
pi centinaja di passi senza cadere.
Nella Cafreria i bufali sono ordinariamente
,

uccisi

colpi

di

giavellotti

che

gli

abitanti

sanno lanciare con molta destrezza. Quando


un Cafro ha discoperto un hiogo
ove pi
bufali son riuniti
si d a soffiare in un zufolo
quale udito a molta distanza. A
il
questo segno i compagni, che stanno attenti,
accorrono a tutti i passaggi, formando per
gradi un cerchio intorno a quei quadrupedi,
contro de' quali lanciano i loro dardi con
tanta destrezza
che di rado ne sfugge uno
solo. Talvolta, per, questi fuggendo storpiano
od uccidouo alcuni de' cacciatori ; il quale pericolo punto non gii sgomenta. Terminata la
caccia fanno essi a brani le carni della preda
,

dividendole fra s in uguali porzioni*

383

BFALO.

li,

K.olbe riferisce che

un

bufalo essendo inse-

da alcuni Europei al Capo di Buona


si
avvent contro quelli fra essi
Speranza
eli' avea un abito rosso ; onde, per salvarsi, fu
costretto di entrar nel fiume
e fuggire nuoe in
tando. L' animale per gli tenne dietro

guito

un momento

gli

si

trov

dappresso, ch'egli

rimedio non vide, che di attutarsi pro-

altro

fondamente

sicch quello

e avendolo

gli

pass

sovra

il

perduto di vista si
rivolse all' opposta riva. N ci ancora avrebbe
sicuro il nuotatore
fatto
se il bufalo non
fosse alfn stato ucciso da un colpo d' archibugio trattogli da un vascello che si trov legato a poca distanza. La gente dell'equipaggio
capo

affatto

dono della sua pelle al governatore , che


depose imbalsamata nel suo museo.
Oltre la pelle , anche le corna del bufalo
sono molto pregiate. Queste, come di sostanza

f'

la

saldissima, ricevono la miglior pulitura

come
ili

far

-degli

di

quella,

fortissima, s'adopera in molti usi,

corazze e scudi, che reggono


stessi

tanta

come
prova

Se non che
essendo essa
onde uccidere il bufalo

fucili.

durezza

alla

uopo di palle in cui entri un misto di stagno n sempre ci basta poich spesso cadono ammaccate dalla resistenza che incontrano.
,

Vuoisi

che

la

giovani in ispecie

carne
,

sia

de' bufali

boccone

quella

dei

eccellente. Oli

384

I BUFALO.

Ottentoti

che non

conoscono grande

squisi-

tezza di cucina, la tagliano a fette, l'affumi-

cano, e poi l'arrostiscono per met sovra carboni. Talvolta anche

mangiano

la

affatto im~~

putridit.

IL ZEBRCX
e

..

Ha

dura e orecchie presso a poco


somiglianti a quelle del mulo. 11 suo corpo
le sue gambe sono
rotondo e ben formato
fine e delicate. Alla bellezza del suo estera
testa assai

no, poi, d nuovo lustro


sua pelle

la

lucentezza

della

e la mirabile regolarit delle liste

Nel maschio queste liste


son brune, sopra un fondo bianco giallognola;
e nella femmina son nere sopra fondo bianco.
Abitano i zebi'i le contrade meridionali dell' Affrica ,
ove i loro greggi numerosissimi ricreano piacevolmente 1' occhio del viaggiatore.
Si raccolgono essi di giorno nelle pianure
end' essa

dell'

si

interno

forma
per
,

1'

adorna.

paese

del

ornamento

la

loro

di quelle

diffidenza,

loro

la

bellezza

solitudini.

che

Tale

mai non

si

lasciano avvi inare da chicchessia.

Tutti

tentativi finora

mesticarli e renderli
infruttuosi. Feroci

utili

usati
ali'

onde addo-

uomo, riuscirono

portali all'indipendenza.,

385
non possano

IL ZEBRQ.

sembra che assolutamente soffrir

Ove

alcun vincolo di servit.


giovani , si avesse
loro

della

cosa

penso

che

spesso

cura

qualche

zebro bellissimo che mostravasi


nello Stralici era

liceo

al

piglian-

particolar

riuscirebbe.

si

Un
fa,

educazione

per

pi

doli

tempo

mansueto, che

suo custode mette agli de' fanciulli sul

il

dorso, senza ch'esso mostrasse di risentirsene;


anzi vi fu

un giorno chi
La quale

sino a Pimlico.

un

in
si

di

quadrupede

spiega

padre

cavalc dal liceo

naturalmente

facilmente

parliamo

cui

lo

straordinaria

pensando

docilit

indocile

che

quello

da
da madre captivi, e quindi alcun poco
nato

era

in

Portogallo

addimesticati.

buon zebro

Il

trecento ghinee
arso nella

sua

che

chi lo

stia

pel

dicesi

facea

fuoco,

costato

era

vedere
il

qua!

mor
gli

si

accese nel letto.

nutrimento dei zebri il fieno,


sembr a taluno aver qualche
somiglianza- col suono del corno de' postiglioniin certi paesi
veramente essa tanto singolare
che riesce impossibile il darne precisa
idea. Il sig. Vaillant la paragona allo strepito,
che fanno le pietre, lanciate violentemente sul
ghiaccio. Si ode pi frequente, a misura che
i zebri sono
in maggior compagnia.
Ordinario

La

loro voce

Gabinetto

Tom,

L.

5.

386

IL

ZEBRG<

or sono alcuni
Quella zebra che vedeasi
alla Torre di Londra vi era stata conanni
dotta dal capo di Buona Speranza sovra un
vascello del luogotenente generale Dundas, e
comperata dal sig, Bullok direttore del parco
reale. Permetteva essa talvolta al suo guardiano
e per qualche modi montarle in groppa
,

mento

vel sofferiva

citrante

ma

poi

mostratasi rical-

forzava a discenderne.

il

Gran

fa-

aveva a durare per governarla


non
solo a cagione del suo naturale irritabile, ma
altres della distanza, a cui potea raggiungerlo
co' suoi calci. Mai persone straniere non potica

egli

approssimarsele, senza esporsi ad immianzi un d il custode istesso


nente pericolo
fu da lei preso per un lembo dell' abito
e

teano

gettato a terra

se

non

fosse stato prontis-

simo a rialzarsi e fuggire


rimaneva ucciso. Mor poi
giugno del i8o5.

infallibilmente

ne

mese

di

essa

nel

LA GIRAFFA.
Questo quadrupede straordinario
vasi

che

nei

parli

molto

stato

cos

deserti

dell'

Etiopia,

non

tro-

in

altre

dell'Africa; ove pure


veduto dai viaggiatori di
Europa, che pi volte si mise in dubbio la
sua esistenza, prima che se ne avessero, come
di

interne
raro

387

LA GIRAFFA.'

oggi, pi sicuri e pi circostanziati ragguagli.


La sua testa rassomiglia , presso a poco , a

un camelo, ma va munita di due


corna lunghe, circa, sei pollici, e tronche, in certa guisa, all'estremit, ove si ricoprono d' una specie di vello, che termina
quella di

sottili

in

un rozzo

fiocco di nero pelo.

sono lunghissime,

chie
vivaci

assai

ben diritto,
all'alto
l' ugne
e la

suoi

L'altezza

belli.

Le sue

occhi

orec-

grandi,

sua, quando va

di

sedici

diciotto

piedi dal-

di

quelle corna, che

dicemmo;

in

sua lunghezza di venti dalla fronte

punta della ceda.

colore del maschio

Il

alla

un

bianco sporco, picchiettato di diverse macchie


rugginose, onde gli viene anche l'altro nome
di

camelopaido;

macchie

le

della

femina sono

un fulvo pallido.
Le giraffe clan segno d'esser tmide e mansuete. Quando sono inseguite pigliano un trotto
s rapido, che appena un buon cavallo riesce

di

a seguirle; e continuano lungo

rere

dell' istessa

riposo.

Quando

due piedi
come un

anteriori

di

taccate.

Si

d alberi,

cor-

levano insieme i
e quindi quelli di dietro,

saltano,
,

che avesse le ue gambe atnutrono particolarmente di foglie

cavallo

soprattutto

di

mimosa,
ch'esse abhano, e d' un
particolare

tempo

guisa, senza mai aver bisogno

di

quelle
assai

d'una specie

ce n, une

a'iaesi

altezza appropriata a

388

A GIRAFFA.

gambe

quella delle loro

del

corpo. Si

loro

con molta difficolt, essendo


obbligate, a quest'uopo, di allargar le gambe
a distanza notabile.

pascono,

per,

Credevasi
contro

gli

precipitosi

degli

stanca

serve

si

delle

sue

che

il

lione.

corna

Ma

co' suoi

il

calci

alfu per-

Essa

per non
ofd' armi

scoraggisce

viene ad allontanare

difendersi

animali.

altri

assicura

ci

non

giraffa

la

ne intenzione

assalti

Vaillant

le

sig.

che

volta

altra

avesse ne mezzi

come

fensive.

Secondo varie memorie sino a noi pervenute


sembra che la giraffa sia stata ben conosciuta
dagli antichi. Fra tutte le loro descrizioni
per, quella che ce ne porge Eliodoro greco,
sembra la pi fedele.
vescovo di Sicca
,

ambasciadori

Gli

di

Etiopia

die' egli

condussero un animale della grandezza di un


camelo , la cui pelle era segnata di macchie
d'

un

del

color vivo e brillante, e le posteriori parti

cui

corpo eran bassissime in

delle anteriori cos alte. Sottile era

sebbene
bruto.

si

spiccasse da

La sua

a quella del camelo,

era che
gli

il

un corpo

testa era

doppio

di

simile

ma

per

quella

la

proporzion
suo collo,

il

assai

mem-

per la forma,
grandezza non

dello

struzzo

occhi pareano tinti a differenti colori. L'an-

damento

dell'

animale

era

differentissimo

da

389

LA GIRAFFA.
quello di tulli

ahri quadrupedi

gli

camminando,

tano,

cio a dire

lor piedi diagonalmente^

destro

il

che por-

anteriore

col

posteriore

laddove la naturai ambiadura della


sinistro
giraffa di portare i due sinistri o i due
s
mansueto ,
destri insieme. E poi animale
che pu guidarsi ovunque piaccia sol per
mezzo di una corda , che gli si annodi al
;

capo

Sembra che una giraffa sia stata condotta


l'anno i5oy al Gran Cairo in Egitto; poich Baugmarten ci dice che il 26 d* ottobre,
guardando
animale,
tato

a'

maggiore che mai

suoi occhi.

bianco

color

questo grande

dalla sua finestra, vide

il

La sua

bruno

pelle

il

suo

si

fosse presen-

era tutta d'


collo

avea

un
un

cubito di lunghezza, e la testa altrettanto; gli


occhi eran vivi e scintillanti;
e

il

il ventre diritto,
dorso concavo. Mangiava pane e frutta

e quanto
Gli

gli

si

presentava.

fanno la caccia alle giraffe


principalmente a cagion del midollo delle loro
'ossa , cui riguardano qual cibo delicatissimo.

Anche

Ottentoti

la

loro carne

cellente vivanda.

si

vuol

che

sia

un' ec-

390

NIL-GHAU

IL

Sembra tenere un di mezzo Fra il cerva ed


bue; ma molto pi grosso dell' uno
e
molto pili piccolo dell' altro. Ha quattro piedi
sue corna,
<Ji altezza da terra alle spalle; e le
le quali van per gradi sminuendosi di grossezza, e sono smussate all' estremit, pajono ben
lunghe sette pollici.
Ecco la descrizione, che abbiamo d quest'animale dal sigr di Buffon: Il d: dietro del maSchio pi basso che il dava iti, e vedjsi una
specie di gobba o di preminenza sniie sue
spalle. Queste sono gueraite- d una piccioi criniera, che comincia alla sommit del capo e
il

finisce a

quasi

mezzo

un gran

il

dorso.

fiocco di

Sulla

pancia

lunghi

peli

trovasi
neri.

li

corpo d' un color grigio d' ardesia; ma quel della testa di m%


fulvo misto a un grigio chiaro, e intoruo agli
occhi un fulvo chiaro con pcciola macchia
Sbianca all' angolo di ciascuno de<Hi occhi stessi.
Le orecchie son molto grandi e larghe, segnate di tre liste nere verso le loro estremit.
un negro
Il sommo della testa guernito di
pelo misto di bruno; il quale forma sull' alto

pelame poi

della fronte

Sotto

il

di

tutto

il

una specie

collo,

ferro

di

molto presso

una gran macchia

bianca.

al

cavallo.

di

petto,

U^ventre

vedesi
d'

un

NIL-GHAU.

IL

color grigio

eli

ardesia,

Le gambe davanti

un

391
son nere nella
e nell' interno

apparisce,

grigio pi cupo.

resto del corpo,

il

cosce

e le

parte anteriore che


di

come

piedi son corti e ras-

unghie son
porta
interno se ne di-

somigliano a quelli del cervo, e


nere. L' esterno poi

de' piedi

una macchia bianca,

e nell'

1'

anteriori

scoprono due dello stesso colore. Le gambe di


dietro sono molto pi forti che quelle davanti;
mentre i
si
coprono tutte di peli nericci
piedi cos al di dentro che al di fuori hanno
due grandi macchie bianche. Al basso di esse
cadono lunghi peli castagni, che formano una
ciocca arricciata. La coda verso il mezzo di
un color grigio di ardesia, ignuda al disotto,
e munita dai lati di lunghi peli bianchi, i quali
gi non si distendono sopra di essa, ma stanno
,

ritti
Il

ritti,

come lance sottili.


Hunser cos favella

dottor

nelle Transa-

zioni filosofiche dell' animale di cui

Sebbene

il

nil-ghau

difficilissimo

di

trattiamo:

generalmente creduto
governo, quello per che mi si
sia

dato in guardia mostravasi assai docile.


Parea molto soddisfatto della famigliarit, ch'io
seco usava leccavamo la mano sia che il toccassi leggermente, sia che gli dessi a mangiare,
era

n mai lento recarmi

sue

offesa colle

Molto, per ci che

appariva

corna.

confidavasi

esso nel!' organo dell' odorato; perocch fiutava

3g2

II-

-ttILKHU.

grande strepilo ogni volta che


alcuno gli si offriva allo sguardo, ovvero gli si
arrecava cibo o bevanda; e tanto abboniva ogni
odore straniero ? che rigettava quel tozzo di
pane, il qual gli venisse da una mano, che menomamente avesse toccato essenza di tremenforte

e facendo

tina o spirito di vino.

sua maniera di battersi,


Milord Clive ebbe agio
di osservarla in due maschi, i quali erano stati
Singolarissima

dice

il

sig.

chiusi in

la

di Buffon.

un

piccolo recinto, e cos

me

la rac-

cont.

Essendo tuttavia a molta distanza V uno


si
prepararono al combattimento
,
tal
cadendo sulle ginocchia anteriori
e in

dell' altro

guisa strisciarono rapidissimi questo


tro di quello per affrontarsi.

Come

all'

incon-

finalmente

furono vicini spiccarono un salto e si assalirono a vicenda.


Questo andare sulle ginocchia davanti lo
notai per vero dire ogni volta, che si voleva
toccare i due da me posseduti, e talora anche
che mi presentassi ai loro sguardi. Ma
come non si slanciavano mai contro di me
era ben lungi dal pensarmi che simile posi-

solo

-,

tura indicasse collera o disposizione a combattere.

di

Che

anzi io la riguardava

come un segno

timidezza, anzi di umile docilit.

La

forza

1'

intrepidezza,

con cui

simili

393

IL NIL-GHAU.

animali slanciansi contro

un oggetto

a loro inviso

pu argomentarsi da ci che sono per riferire.


Un niKghau di ragguardevole grossezza passava in un chiuso non lungi da un povero
giornaliero, i quale non sapendo che 1' animale gii era vicino mont sopra la palizzata.
Il

nil-ghau

del fulmine lanciossi

colia rapidit

-contro la palafitta istessa, cui

rompendosi T un
origine,

il

de' corni

mise

pezzi

in

sua

sin presso alla

che fu probabilmente

cagion

della

sua morte, che poco appresso avvenne.


Si

trae

terne

altri

dell'

sovente

il

nil-ghau

Asia, per farne

in-

dalle parti

prese n te

ai

Nabab

grandi personaggi degli stabilimenti eu-

ropei neh' India. In alcune contrade dell'Oriente


esso riguardato
il

principe o

dar n e

alla

come

selvatico reale ?

magnati han privilegio

solo

di

an-

caccia.

Uno se ne vede Oggi (1806) nel parco di


Exe.er-Change, che ha circa sei anni, e da pi
d tre in possesso del sig. Pidcock.

mente beli' animale, ma nessuno


pu ad esso accostarsi. Quando

vera-

degli stranieri

si
prepara ad
alcuna specie di contrasto suole, siccome quelli

gi descritti, inginocchiarsi, ed urtare col capo

fortissimamente.

non viveva

se

Il

non

suo

custode mi

di fieno

disse

che

e di frumento.

FIFE DEL TOMO PRIMO,

INDICE
DEL TOMO PRIMO.

A,-WI3
Capitolo

Leone

Pag.

dell'Editore

Introduzione

...
....

33

33

ii

33

ivi

3?

54

Leopardo

33

45

La Pantera

33

49

33

5o

3?

52

33

55

Il

La Tigre
Il

Il

lnce

'

*.

'

>'

'

'"<

L'Oceloto

L'Iena

L'Iena Picchiettata

Capitolo
Il

II

Lupo

La Volpe
La Volpe

,.

....
.

del Polo Artico

Lupo Dorato

Il

Cliacal o

Il

Cliacal di Barberia o

Il

Castoro

Capitolo HI
L'Orso comune

L'Orso d'America

33

63

33

ivi

3?

3?

P Adivo

33

82

3?

83

33

33
33

91
95
io5

33

ivi

)>

Iti

NDICE DEL TOMO primo.

3g6
li'

Orso Bianco

...

Coati o Pvattone

Il
Il

Tasso

Il

Ghiottone

Capitolo IV
L'Elefante

>

-.'

Il

Rinoceronte

Il

Rinoceronte a doppio corno

L'Ippopotamo
Il

Tapiro

Capitolo

L' Orangotano

....

Il

Bertuccione

II

Piteco

Il

Babbuino propriamente detto

Il

Babbuino con muso

Il

Babbuino Orsino

Il

Coaita

La

Garzetta

L' Oaistiti
Il

La

Callitrice

Berretta Cinese

L'Ouarino

Il

Sajou

Il

Saimiri

La Diana

Il

Lori Tardigrado

Il

Mani con

di

cane

INDICE DEL TOMO PRIMO.


Il

Cayopollino

....

Il

Kanguro

il

Becco d'Uccello

La Foca

3 97

Pag. 26l

L' Orso Marino

La Foca

i.

dal naso a bottiglia

Il

Lion Marino

Il

Morso

5?

262
266

33

27O

33

33

2.82

33

......

33

5?

77

285
288

Capitolo VI

33

La

33

ivi

33

^99

33

5o-3

Il

Nottola o Pipistrello

Vampiro

......
....

La Talpa
L'Ai

Il

Porco Spino

Il

Riccio

L'Icti o
Il

il

...
.

>

...

Zibellino

3'1

5l2

33

3i6

33

52

3)

525

33

552

33

554

33

55 7

Scojattoo

-.

...

......

55 9
54i

33

544

33

ivi

547

Scojattoo Grigio-

33

Scojattoo Volante

33

Il

Gerbo

Il

Lepre

Il

Coniglio

......

35

33

L'Icneumone
Capitolo VII

Lo
Lo
Lo

:''*

Bocamele

Zibetto

La Martora
Il

...,,.

La Donnola

29 4

33

55

33

053

53

362

ir

r.f

INDICE DEL TOMO PRIMO.


398
Capitolo Vili

.*...

Il

Camelo

Il

Bissonte

Il

Bufalo

..

Il

Zebro

La
Il

Giraffa

Nii-Gliau

t.

"

"*

565
ivi

5^3
5 77
584
5? 586
5?

....
.

P ag.

>?

590

REGISTRO
BELLE TAVOLE INCISE
CONTENUTE IN QUESTO TOMO.

F,

&.

Il

O NTISP1ZIO

Leone

La Tigre
L' Iena
il

Lupo

Pag.

I I

34
55

3?
??

63

La Volpe
L'Orso

5?

,6

5)

io5

L'Eie l'ante

55

1%

5?

180

Il

Rinoceronte

1/ Orangotano
Il

Babbuino Orsino

L'Alano
Il

e la Scinaia

Ranguro

vi

200

5>

224

11

)l

La

Nottola e Pipistrello

5?

Lo

Scojattolo

55

25l
262
2o4

544
555

^1

Lepre

Il

Canrelo

55

565

Il

Bufalo

5)

5 77

55

ANTOLOGIA
MORALE, ASCETICA, ORATORIA
CHE

SI

PUBBLICA PER ASSOCIAZIONE


IN QUESTA STAMPERIA.

diciassette tomi

lisciti

sono :

Tomo

i. e 2.
Lettere scelte di S, Girolamo
ritradotte sul testo originale , con rame.
Lir\ 4*
w
Tom. 3, Orazioni di S. Gregorio Nazianzeno

fatte toscane

Tom.

da Annibal Caro

con rame

4- 5. e 6. Caratteri dei pi celebri

>?

9^
So

Ora-

descritti dal Cardinale Sifredo


,
5. ^5
col suo ritratto
e 8.* Gli Ufficia di S. Ambrogio colaggiunta del Trattato della fuga dal mon-

tori Sacri

Maury
Tom. 7.
1'

do

Tom.

con rame.
c
Orazioni di S. Giovanni Crisostomo
.

..

con rame

Tom.

o.

>?

2. o!>

io. Q Pensieri

di Pascal sulla religione ,


forniti d' importanti note , con

ricorretti e
ritratto
Tom. 11. Sermoni

di

S.

Agostino

monte
Tom. i3.

i/}.

Opere

scelte di

Tertulliano

con rame
i5. Q e

2.

70

a5

3.

4o

55

4-

4@

3.

2G

2.

i6. y

Orazioni Funebri di Bossuet


ricorrette ed accresciute dell' Orazione recitata per la professione religiosa della Duchessa della vallire
con rame
5?
Tom. 17. Della Dottrina Cristiana, libri quattro di S. Agostino, versione del Ber'gantini.
Tom. 18.
sotto i torchii ) Discorso sopra
V unit delia Chiesa di Bossuet suddetto.
,

2.

recente-

mente scoperti, col testo a fronte, e rame ?j


Tom. 12.
Sermoni ed Omelie del medesimo
S. Agostino, volgarizzati da Monsignor Fiori-

Tom.

4-

..r

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