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Da "Le rovine di Kasch" di R.

Calasso
Gli uomini nuovi incontrati da Talleyrand cavalcando aldil della societ,
nella foresta o in mare aperto, sono il taglialegna e il pescatore.
Il primo senza sensibilit senza ricordi, con la sola idea della quantit e
cno ungesto proprio, il colpo d'ascia; il suo mestiere distruggere e pu farlo
ovunque, il suo lavoro fatica senza dolcezza.
Il pescatore un parassita cosmopolita, che non appartiene alla societ;
l'ombra del taglialegna, che il punto d'applicazione della violenza tecnica,
soldato e lavoratore ad un tempo.
In comune hanno l'odio per la terra, per ci che cresce si addolcisce e si
estenua; il loro movimento lo strappo, il colpo, il gioco del lancio dei dadi,
identico ovunque.
Nel sacrificio chi agisce contempla s stesso mentre agisce; d'altra parte chi
agisce la vittima, il sacrificante l'occhio (ogni atto in questo senso un
sacrificio):
Si sacrifica per riparare una ferita, un arbitrio, un assassinio, persino la
creazione un sacrificio e il mondo il corpo della prima vittima.
Il sacrificio svela l'atto che coglie, taglia, distacca e nel contempo cerca
di porvi rimedio.(181)
Mi pare che Calasso, e questo non mi convince, insista troppo
sull'effettualit del sacrificio, non tenendo conto di una nota importante: i
sacrifici possono non riuscire, e questa possibilit segna un confine
ineliminabile tre la tekne e la theoria.
Attraverso il sacrificio, l'uomo ottiene dal Dio il permesso d'usare il mondo;
l'oblio del sacrificio rituale non comporta la scomparsa del suo valore, ma il
moltiplicarsi della sua presenza all'interno della quotidianit; l'esoterico
ci che agisce, inconsapevolmente, in ogni nostro atto.
Mangiare, uccidere: gesti irreversibili, azioni da legittimare, un universo
da ricomporre per potervi essere. Il segreto del sacrificio l'orrore, la
ferita di una vita senza ritorno, la percezione tremenda e sempre da nascondere
dell'irreversibilit del tempo. Il nostro mondo senza dei il mondo
dell'esoterismo coatto.

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