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1900-1935
di Silvia Evangelisti
Il «caso» De Chirico 33
Il «caso» De Chirico
1
P. Fossati, Disegno italiano fra le due guerre, Modena 1983, p. 65.
2
La maggior parte degli artisti italiani che raggiungono Parigi nei
primi anni del Novecento si trova ancora nella capitale francese allo
scoppio della Prima guerra mondiale e rimpatria entro il 1915. Questa
data risulta cosí essere un confine cronologico, una sorta di metafori-
co spartiacque tra un primo nucleo di presenze, databile dall’inizio del
secolo alla guerra, ed un secondo, forse piú omogeneo e compatto pur
nelle naturali diversità, dei cosiddetti «Italiani di Parigi», che si situa
nel periodo di anni tra le due guerre e di cui fanno parte alcuni tra i
maggiori artisti italiani (in questo caso è piú corretto dire europei) del
secolo.
Tralasciamo, qui, di trattare il gruppo di artisti – come De Nittis,
Boldini, Mancini, Rosso, Zandomeneghi – che nella capitale francese
si recano allo scadere del secolo precedente e che vi si trattengono a
volte sino alla morte, cosí come quei giovani che, richiamati dai molti
maestri residenti a Parigi, vi si recano nella seconda metà degli anni
Trenta, come ad esempio Renato Birolli (1936) e Giuseppe Cesetti (dal
1935 al 1937 per tornarvi poi dal 1955 al ’57 come direttore della Scuo-
la d’arte italiana di Parigi) o vi si trasferiscono per sfuggire alle perse-
cuzioni razziali o per ragioni politiche.
3
G. Apollinaire, Le vernissage de la Nationale, in «L’Intrasigeant»,
15 aprile 1910, ora tradotto in Apollinaire G., Cronache d’arte
1902-1918, Palermo 1989, p. 87.
4
A. Soffici, L’Impressionismo a Firenze, in «La Voce», Firenze,
maggio 1910.
5
Rivista fondata nel 1912 sotto la guida di André Salmon e Apol-
linaire e di cui è musa e nume tutelare Hélène d’Oettingen (la Baro-
nesse). La Baronessa, «cugina» di Serge Jastretzoff pittore cubista che
prenderà il nome d’arte di Serge Ferat, scrittice essa stessa, sarà poi
ispiratrice di altre imprese editoriali, come le riviste «Nord-Sud» (tito-
lo questo di un quadro di Severini), «Sic» di Albert-Briol e «Action».
La lega a Soffici una lunga e burrascosa relazione d’amore.
6
G. Severini, La vita di un pittore, Milano 1965, p. 50.
7
G. Cortenova, La magica irriverenza di Amedeo Modigliani, in
Modigliani a Montparnasse 1909-1920, Milano-Roma 1988, p.21.
8
Scarsissimi sono i documenti figurativi giunti a noi del periodo
parigino di Licini; una ragione del fatto è data dall’artista stesso nel
suo «Ricordo di Modigliani» del 1934 dove, parlando di un ritratto
donatogli da Modigliani, annota: «Quel disegno che fece di me una
sera, io l’ho perduto insieme ad altre cose mie, che furono distrutte da
una donna che mi ha amato ed odiato. Io ne porterò con me eterna-
mente il rammarico e la colpa». Ora in O. Licini, Errante, erotico, ere-
tico. Gli scritti letterari e tutte le lettere (a cura di G. Baratta, F. Barto-
li, Z. Birolli) Milano 1974, p. 95. L’artista torna frequentemente nella
capitale francese anche negli anni del dopoguerra, tanto che Tozzi ne
include il nome tra i primi Italiens de Paris.
9
G. Severini, La vita di un pittore, cit., p. 73.
10
Questo ultimo chiarimento si riferisce probabilmente alla pole-
mica dichiarazione di Giorgio De Chirico su «Comoedia» del dicem-
bre ’27, in cui l’artista dichiara che la pittura italiana «n’existe pas» e
gli unici pittori sono lui e Modigliani, peraltro «presque Français». A
proposito dell’episodio, vedi qui p. 663.
11
La lunga lettera citata, sei pagine di scrittura minuta e fitta, si
conserva presso l’Archivio Marinetti alla Beinecke Manuscript and
Rare Book Library della Yale University (Conn. U.S.A). Il testo, ine-
dito, è stato pubblicato dalla scrivente in S. Evangelisti, Il futurismo
italiano negli anni Venti, tesi di Dottorato di Ricerca, Università degli
Studi di Bologna, 1987, pp. 319-24.
12
A questo proposito, nella sterminata bibliografia del futurismo,
si veda l’articolo di G. Lista, Dossier: Le futurisme et le cubo-futurisme,
in «Cahiers du Musée National d’Art Moderne», Parigi 1980, n. 5,
dove è raccolta una piccola antologia di recensioni alla mostra comparse
su giornali parigini.
13
«Delaunay, che con la sua ostinazione e il suo talento, ha fatto
suo il termine ‘simultaneo’ preso in prestito dal vocabolario dei futu-
risti, merita il nome della sua firma: Le Simultané» scrive Apollinaire
nel novembre 1913 in «Les Soirées de Paris».
14
A. Savinio, I Fini dell’arte, in «Valori Plastici», a. I., n. 6, Roma,
giugno-ottobre 1919, p. 21.
15
Dalla prefazione al catalogo della Exposition Giorgio de Chirico alla
Galerie Jeanne Bucher di Parigi nel maggio 1927.
16
Per questo aspetto della formazione di De Chirico si veda M. Cal-
vesi, La metafisica schiarita, Milano 1982.
17
Nel recensire il Salon d’Automne su «L’Intransigeant» del 16
novembre, Apollinaire ricorda «M. De Chirico, peintre inhabile et très
doué, expose de curieux paysages pleins d’inventions nouvelles d’une
forte architecture et d’une grande sensibilité.» Ora in G. Apollinaire,
Chronique d’art 1902-1918, Paris 1960.
18
G. De Chirico, Sull’arte metafisica, in «Valori Plastici», Roma,
aprile-maggio 1919, p. 16.
19
P. Baldacci, Giorgio de Chirico, l’estetica del Classicismo e la tra-
dizione antica, in Giorgio de Chirico. Parigi 1924-1929 (a cura di Fagio-
lo M. e Baldacci, P.), Milano 1982, p.59.
20
Scrive Gaston Bachelard in La poetica della rêverie, Bari 1987, p.
60, che «tra il concetto e l’immagine non c’è sintesi. E nemmeno filia-
zione. (...) L’immagine non può dare materia al concetto. Il concetto
dando una stabilità e solidità all’immagine soffocherebbe la vita».
21
A. Savinio, «Anadioménon». Principi di valutazione dell’Arte con-
temporanea, in «Valori Plastici», Roma, nn. IV e V, aprile-maggio
1919, p. 7.
22
Tra i molti ricordiamo Osvaldo Medici Del Vascello – che studia
e vive a Parigi dal 1925 al 1939, frequentando Magnelli, Léger, Le Cor-
busier, Gris –, Giuseppe Gorni, emigrato per ragioni politiche, e poi
Marino Mazzacurati, Franco Gentilini, Mauro Reggiani.
23
Dal catalogo della XVII Biennale di Venezia (1930): W. George,
«Appels d’Italie», testo introduttivo alla sala 23 dove sono riuniti arti-
sti italiani e stranieri della «scuola parigina» per i quali «l’Italia rap-
presenta una visione del mondo e della vita».