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LITALIA

DALLA

SINISTRA

STORICA AL

1914

Agostino Depretis (1876-1887)


Le promesse elettorali ed il trasformismo
Nel marzo 1876, subito dopo aver annunciato il pareggio di bilancio (a
discapito di un completo sviluppo economico) ed aver completato
lunificazione territoriale, la Destra storica viene messa da parte dal re
Vittorio Emanuele II, che nonostante la maggioranza parlamentare vi sia
ancora decide di affidare il governo ad Agostino Depretis, leader delle
sinistre (schieramento composito formato sia da liberali e moderati che da
ex garibaldini e mazziniani che hanno abbandonato la pregiudiziale
repubblicana). Questa scelta si dimostrer sensata, infatti le elezioni di
novembre confermeranno la Sinistra al potere.
Depretis nel 1875 aveva tenuto un discorso pubblico a Stradella in cui
aveva sintetizzato il programma della Sinistra:
Allargamento del suffragio (al tempo 1,9% della popolazione, maschi
che sanno leggere e scrivere, con almeno 25 anni e pagando tasse annue
per almeno 40 lire)
Riforma scolastica, con istruzione obbligatoria e gratuita
Diminuzione della pressione fiscale
Moderato decentramento amministrativo, limitando il piemontesismo
(ad esempio con lelettivit dei sindaci)
Al governo tuttavia la Sinistra attenu progressivamente il carattere
innovativo del suo riformismo attuando il cosiddetto trasformismo, che
port ad abbandonare buona parte del programma di Stradella per
accogliere lappoggio della Destra.
Il risultato di questa politica fu la fine dellalternanza parlamentare
dovuta alla mancanza di una reale opposizione, favorita anche dalla
comunanza di interessi della classe borghese che eleggeva ed era eletta.
Nacquero cos clientelismi e corruzione e le riforme si arenarono, con la
conseguente uscita dal governo dellEstrema di Bertani e Cavallotti
(1877).
Nonostante questo vennero comunque portate avanti delle riforme
(comunque insufficienti a ricucire il rapporto tra istituzioni e popolo che si
sta sempre pi disgregando):
La Legge Coppino sullistruzione (1877): obbligo scolastico fino a 9
anni e una multa per i genitori inadempienti. Rimane inapplicata per la
mancanza di fondi ai comuni che la dovrebbero attuare
La riforma elettorale (1882) che abbassa a 25 anni let per votare e
concede il voto ai cittadini maschi che sanno leggere e scrivere,
indipendentemente dal censo (ora 6,9% di votanti)
Listituzione di un catasto per controllare le imposte sulle terre, che
per non sortisce grandi effetti
Labolizione della tassa sul macinato (1880), compensata per con
altre imposte indirette
Viene invece accantonata la riforma amministrativa e rimangono
forti laccentramento ed il potere dei prefetti

La politica economica
Indebolito elettoralmente dalle elezioni del 1880, il governo Depretis
accentu ulteriormente la sua involuzione conservatrice, assecondando gli
interessi delle classi dominanti.
Per rispondere alla crisi agraria che dal 1873 ha investito lintera Europa
la Sinistra abbandona il suo liberismo avviando, nel 1878, una svolta
protezionista applicando nuove tariffe doganali da una parte sui prodotti
agricoli (cereali e zucchero), dallaltra sui prodotti industriali (settori
meccanico, tessile, siderurgico).
Queste scelte economiche si rivelano favorevoli per i grandi industriali
del Nord, ancora non sufficientemente competitivi rispetto al mercato
mondiale e che in questo modo possono investire nellinnovazione, e i
grandi latifondisti del Sud, che possono mantenere una conduzione
estensiva della terra e trarre il loro guadagno dallo sfruttamento,
mantenendo unagricoltura arretrata
Questa politica economica former quello che sar chiamato da Antonio
Gramsci blocco agrario-industriale (unione delle borghesie
imprenditrici), ovvero la saldatura degli interessi di agrari del Sud e
imprenditori del Nord, che insieme riescono ad ottenere forti appoggi
politici al limite del clientelismo e a proseguire la loro politica di
sfruttamento di contadini ed operai.
A livello agricolo in questo modo si frena ogni tentativo di
modernizzazione delle colture.
A livello industriale linterventismo necessario per la mancanza dei
capitali necessari ad avviare unindustrializzazione nei settori a
maggior costo necessari per lo sviluppo tardivo
Questa politica, che parrebbe corretta nellottica ad esempio di
proteggere le colture pregiate del Sud, provoca ritorsioni da parte di
altri paesi come la Francia, che ostacola limportazione di prodotti
agricoli in Italia. A questo si aggiungono i dazi sui cereali (1887), che
contribuiscono al rincaro dei beni di prima necessit (come pane e
pasta), che grava sulle classi pi deboli.
Nel 1883 viene abolito il corso forzoso della lira, imponendo la
convertibilit in oro della cartamoneta, per favorire lafflusso di capitali
stranieri, che si fidano maggiormente del mercato italiano. Questi
investimenti tuttavia si limitano perlopi a pura speculazione che non
favorisce leconomia reale del paese.
Per favorire lindustrializzazione intanto lo Stato italiano investe sempre
pi con finanziamenti e commesse statali, favorendo lo sviluppo di industrie
specie nel cosiddetto triangolo industriale (Milano-Torino-Genova),
dove nascono importanti aziende nel settore cantieristico, meccanico,
chimico, elettrico, siderurgico
La crisi agraria intanto dilaga nelle campagne italiane, favorendo una
caduta dei prezzi agricoli ed anche un sempre maggior flusso migratorio
di contadini verso lAmerica.
La questione meridionale
A subire maggiormente la crisi economica di fine Ottocento il meridione,
sia per larretrato sistema economico (ancora agricolo), sia per la
presenza persistente del fenomeno mafioso.
Di fronte al disinteresse del governo iniziano a levarsi segnali di

malcontento nel dibattito intellettuale, con denunce come quella di


Leopoldo Franchetti e Sidney Sonnino sulla mafia o di Saverio Nitti
sulleconomia del Sud. Vi si sottolinea la mancanza di volont e al tempo
stesso di capacit da parte dellesecutivo per agire concretamente.
Una delle questioni pi problematiche costituita dagli effetti del
piemontesismo: lassenza di iniziative volte a favorire lagricoltura del
Sud e al tempo stesso la mancanza di fruizione da parte dei piccoli
contadini delle terre messe a disposizione dallo stato, che hanno
avvantaggiato i latifondisti.
Va inoltre sottolineato che il Sud, con lunificazione del debito dopo
lunit, ha dovuto pagare lindustrializzazione del Nord, che il Piemonte
aveva sostenuto creando un elevato debito pubblico.
La politica estera
Mentre la Destra storica aveva perseguito una politica estera di basso
profilo senza mire espansionistiche (politica delle mani nette), la Sinistra
invece cerca di staccarsi dallorbita francese.
Anche in questottica si inserisce la politica protezionista, che danneggia
in primis la Francia
Motivi di risentimento nascono anche quanto lesercito francese occupa
la Tunisia (1881), su cui lItalia da tempo aveva mire e che era abitata
da un ampio gruppo di immigrati italiani
Nel 1882 lItalia forma con Germania ed Austria-Ungheria la Triplice
alleanza in chiara funzione antifrancese. Cos nasce unalleanza tra due
naturali nemiche per le terre irredente di Trento e Trieste, ma lidea del
governo di mettere in chiaro che anche lItalia ha un ruolo nella
politica internazionale
Il primo colonialismo italiano si orienta verso lAfrica orientale, ed in
particolare verso lEritrea, di cui nel 1882 il governo italiano acquista la
Baia di Assab. Nel 1885, prendendo a pretesto una strage di italiani,
Depretis ordina loccupazione del porto di Massaua.
Il primo colonialismo trova nellopinione pubblica un seguito assai cauto,
perch si ritengono poco credibili le giustificazioni addotte dal governo.
Nel 1887 un contingente italiano di 500 uomini viene massacrato a Dogali
dagli etiopi. Ne nasce una tale opposizione in patria da far cessare
limpresa coloniale.

Francesco Crispi (1887-1891)


Una riaffermazione del potere statale
Alla morte di Depretis (1887) sal al potere Francesco Crispi, ministro degli
Interni nel governo precedente. Viene apprezzato a Sinistra per il suo
passato mazziniano e a Destra per le sue tendenze autoritarie.
Al centro del suo operato stanno lordine pubblico e la stabilit del
governo: per ottenerli si concentra sul garantire lautorit dello stato,
proteggendolo dalle minacce dei nascenti partiti socialisti e movimenti di
opposizione e facendo dellItalia una potenza militare e coloniale.
Rafforza il potere dellesecutivo a discapito del parlamento, attraverso i
decreti-legge e allassommare nella sua figura i titoli di presidente del
consiglio, ministro degli Interni e degli Esteri.

Crispi porta avanti anche una serie di riforme contraddittorie nella sua
democrazia autoritaria:
legge sulla pubblica sicurezza (1888): aumento del
potere
discrezionale della polizia
codice penale Zanardelli (1889): diritto di sciopero, abolizione
della pena di morte
riforma degli enti locali (1888): carica di sindaco resa elettiva ma
aumento del potere dei prefetti sulle attivit comunali
Durante il suo mandato si acu la crisi economica, ed anche per questo
nacquero le prime forme di organizzazione dei lavoratori, dalle
associazioni di mutuo soccorso alle leghe di braccianti, dalle federazioni di
mestiere alle Camere di collocamento per i disoccupati.
Queste organizzazioni facevano riferimento a ideologie assai diverse:
solidarismo di matrice mazziniana o cattolico/liberale
ideale
dellinternazionalismo
anarchico
(Bakunin,
Cafiero,
Malatesta), molto diffuso nel mondo agricolo spinge a scioperi e moti
contadini
cattolicesimo intransigente, che rifiuta lo stato usurpatore e si
organizza nelle parrocchie per assistere gli orfani, i disoccupati ed i
lavoratori
dottrine socialiste, che ispirano lotta di classe e scioperi
questi cercano sempre pi di organizzarsi attraverso la
costituzione dei primi partiti socialisti:
Andrea Costa fonda nel 1881 il Partito socialista
rivoluzionario di Romagna, dopo aver visto fallire moti
spontanei di matrice bakuniniana in varie parti dItalia
Nel 1882 viene fondato il Partito operaio italiano, che
antepone questioni economiche e sociali a quelle puramente
politiche.
movimenti riformisti
Confluiranno nella Confederazione generale del lavoro (CGL),
fondata nel 1906 e nellUnione sindacale italiana (1912), di
ispirazione pi marcatamente rivoluzionaria e fautrice di
boicottaggi e sabotaggi.
Il mondo imprenditoriale risponder nel 1910 con la fondazione
della Confederazione nazionale dellindustria.
Antonio di Rudin (1891-1892) e Giovanni Giolitti (1892-1893)
Crispi sosterr sempre, nel suo governo successivo, di dover correggere i
due gravi errori commessi in questa breve parentesi:
La nascita del Partito dei lavoratori italiani (1892), guidato da
Filippo Turati e dalla sua consorte Anna Kuliscioff; nel 1893 assumer il
nome di Partito socialista italiano (PSI).
Nasce in un congresso a Genova di associazioni operaie, leghe
contadine e circoli politici.
Il partito perder molta della sua forza per leccessiva dialettica
interna tra riformisti e rivoluzionari (lo stesso Turati passer da
posizioni massimaliste a una visione pi moderata)
Lincapacit di reagire ai moti popolari (1893-1894) scoppiati in varie
grandi citt (Milano, Genova, Roma, Napoli).

Gi in precedenza (1891-1893) aveva acquistato forza il movimento


dei Fasci siciliani, espressione della rabbia delle masse contadine
del Sud (inasprita dai magri raccolti degli anni Novanta) e degli
operai delle solfatare (spesso ex-contadini che avevano perso il
lavoro).
Vi guarderanno con disprezzo molti intellettuali (ma non tutti),
anche socialisti, che li vedono come scioperi della fame, senza n
riferimenti culturali chiari (inneggiavano al re, alla Madonna, a
Marx), n obiettivi concreti (avevano al forma di jacqueries), n le
caratteristiche per divenire classe operaia da guadagnare alla
causa.
Il movimento acquister una forza notevole, fino ad indire uno
sciopero di 100'000 contadini e contare circa 350'000 iscritti.
Il governo di Giolitti finisce nel 1893 con lesplodere dello scandalo della
Banca Romana.
Benardo Tanlongo, presidente della Banca, aveva acconsentito a
stampare moneta falsa duplicando i numeri di serie per concedere
prestiti al crescente mercato immobiliare della Roma Umbertina.
Nel 1889 tuttavia, quando il sistema di speculazione edilizia gi dava
segni di crisi, nacque una commissione dinchiesta che dal 91 svel
poco a poco la speculazione, che si scopr ammontare a pi di 50 milioni
di lire. Giolitti dovette presto abbandonare il governo per aver cercato di
proteggere Tanlongo e non aver vigilato sulla vicenda, in cui peraltro
era ancor pi implicato Crispi, che lo sostituir e che da Presidente
aveva tentato di insabbiare il tutto, oltre ad aver ricevuto finanziamenti
illeciti per la sua campagna elettorale.
Nel 1893, per evitare problemi simili, si fond la Banca dItalia, che
divenne lunica a poter battere moneta (prima erano sei, tra cui la Banca
romana appunto).

Lultimo Crispi (1893-1896)


Innanzitutto reprime nel sangue i moti: nel gennaio 1894 scioglie i fasci e
dichiara lo stato dassedio in Sicilia e interviene anche in altre zone.
Attua una revisione delle liste elettorali (1894) cancellando circa 1\3
degli elettori non idonei
Fa approvare al parlamento le leggi anti-anarchiche che restringono le
libert di stampa, riunione ed associazione.
Nellottobre scioglie il Partito socialista, ritenendolo a torto
responsabile dei moti.
Avvia un regime semidittatoriale: per mesi governa senza parlamento e
appoggiandosi solo sullappoggio del re, nella speranza di toglier campo ai
suoi oppositori. Ottiene tuttavia il contrario: molti intellettuali dichiarano
simpatie per il socialismo (ad esempio Pascoli e De Amicis).
Con il ministro per le finanze Sidney Sonnino applica una politica di
aumento del carico fiscale, soprattutto attraverso imposte indirette, per
poter riprendere limpresa coloniale.
Impone il protettorato italiano in Somalia e ottiene dal negus di
Etiopia il controllo della colonia di Eritrea grazie al trattato di Uccialli,
secondo cui gli italiani controllano anche i rapporti con lEtiopia.
Per un errore questo non viene riportato nella traduzione amharica, e ne

nasce uno scontro, che inizia con lopposizione presentata dagli eritrei
alla spedizione italiana inviata nel 1895 per controllare la regione ed
inasprita dalloccupazione italiana del Tigr.
Lesercito italiano non per ben fornito e gestito, dunque viene
sconfitto da quello etiope ad Amba Alagi (1895) e poi definitivamente
ad Adua (1896) portando cos alla fine del conflitto, alle dimissioni di
Crispi e al Trattato di Addis Abeba, secondo cui allItalia rimaneva
solo lEritrea

I governi di fine secolo

Dalla caduta di Crispi a Giolitti lItalia vive un periodo critico e di forte


instabilit politica: dallunit al 1896 ci sono 33 governi e tra il 1896 ed il
1900 se ne alternano 8; molti sono in questa fase, tanto da non aver il
tempo di portare avanti un piano di riforme; il fatto mina fortemente la
credibilit estera dellItalia.
Antonio Di Rudin (1896-1898)
Visto lo stato di instabilit Sidney Sonnino scrive un articolo sulla Nuova
antologia dal titolo Torniamo allo statuto (1897) in cui si propone
labbandono del regime parlamentare introdotto da Cavour tornando
alla lettera dello Statuto, cosicch il governo possa governare senza
dover rispondere al governo, anche nellottica dei contemporanei
provvedimenti europei (Weltpolitik).
Oltre alle tentazioni illiberali comuni nella classe politica, Sonnino
sottolinea anche la prassi clientelare nellelezione dei membri del
Parlamento, divenuto luogo di interessi personali.
Ne nasce un certo dibattito ma si risolve con un nulla di fatto.
Nel 1898 nascono numerose manifestazioni contro laumento del
prezzo del pane, espressione pi che di un piano politico del
malcontento popolare, represse dalle forze dellordine, in seguito alla
dichiarazione dello stato di assedio, con una violenza inaudita.
A Milano il generale Bava Beccaris ordina si cannoneggiare la
folla, provocando un centinaio di morti tra cui donne e bambini. Per
questo sar insignito dal re di unonoreficenza. Intanto militanti
vengono arrestati e condannati a pene severe, giornali ed
associazioni sono sciolti, la citt in un vero e proprio assedio.
Luigi Pelloux (1898-1900), generale piemontese legato agli ambienti di
corte ed autoritario
Per far fronte ai problemi di ordine pubblico propone al parlamento un
pacchetto di provvedimenti liberticidi che limitino il diritto di
sciopero, la libert di stampa e di associazione.
Lopposizione parlamentare (liberali, socialisti, radicali e repubblicani),
guidata da Giolitti, inizia compatta unopera di ostruzionismo
allungando le discussioni ed intervenendo in massa.
Pelloux allora le ripropone come decreto-legge e poi scioglie le camere.
Le elezioni parlamentari del giugno 1900 tuttavia sconfessano il
governo rafforzando le opposizioni, Pelloux dunque non pu che ritirarsi.
Giuseppe Saracco (1900-1901)
Il 29 luglio 1900 un anarchico, Gaetano Bresci, uccide il re
Umberto I per vendicare leccidio di Milano del 98.
Il nuovo re Vittorio Emanuele III affida lincarico alla Sinistra di

Zanardelli.
Giuseppe Zanardelli (1901-1903)
Ministro dellinterno Giolitti.
Si iniziano importanti riforme:
Miglioramento delle condizioni di lavoro di donne e bambini
Assicurazioni sul lavoro e sulla vecchiaia
Consiglio superiore del lavoro
Municipalizzazione dei servizi pubblici
Si permette un ampio sviluppo ai sindacati, il che porta a numerosi
scioperi e ad un periodo di generale rialzo dei salati.
1901: costituzione di Federterra, con lobiettivo dichiarato
socializzazione della terra

Giovanni Giolitti (1903-1914)


La svolta liberale
Giolitti aveva gi dimostrato in precedenza una vocazione liberale,
permettendo lorganizzazione dei movimenti operaio e socialista e non
intervenendo contro i Fasci; per questo era stato allontanato con lo
scandalo della Banca romana. Inoltre si era messo a capo dellopposizione
alle leggi liberticide di Pelloux, da parlamentare.
Il compito dello stato, sosteneva gi da ministro in un discorso contro lo
scioglimento della camera del lavoro di Genova (1901), non quello di
intervenire nella lotta fra capitale e lavoro ma unicamente di applicare la
legge in ugual modo a tutti e di fare gli interessi non di una parte, ma di
tutti i cittadini, che devono vedere rappresentati i propri interessi.
Schierarsi :
Uningiustizia: lo stato ha un dovere di assoluta imparzialit (neutralit
dello stato nelle lotte sociali e apertura nei confronti delle rivendicazioni
dei lavoratori)
Unerrore economico: turba il funzionamento della legge economica
della domanda e dellofferta
Unerrore politico: rende nemiche dello Stato quelle classi le quali
costituiscono in realt la maggioranza del paese (legittimazione delle
richieste di ascesa delle classi lavoratrici)
Grazie a queste sue aperture, Giolitti ottiene lappoggio delle forze di
Sinistra, con cui compensa la perdita di quelle di Destra, ma non dei
socialisti di Turati (che si rifiuta di entrare nel governo), che temevano in
uneccessiva cautela di Giolitti una volta effettivamente al governo ed
avevano anche una forte corrente massimalista. I socialisti comunque
approveranno in parlamento tutte le riforme sociali di Giolitti avviate gi
da ministro dellInterno.
Una favorevole congiuntura economica
Tra la fine dellOttocento e i primi del Novecento lItalia, superata la crisi
del 1888-1895, aveva ormai avviato la sua industrializzazione
(siderurgico,
tessile,
agro-alimentare,
chimico,
meccanico
e
automobilistico, elettrico) grazie soprattutto alle politiche dei governi

postunitari, che avevano permesso:


La nascita di un mercato nazionale unitario
Ladozione di misure protezionistiche
La costruzione di infrastrutture (anche per lo sfruttamento energetico)
ed altre commesse statali
Il miglioramento dei trasporti (rete ferroviaria in particolare)
La nascita delle banche miste (1893), dopo la riforma del sistema
bancario seguita allo scandalo della Banca Romana. Svolta creditizia
sul modello tedesco
Il clima di serenit e stabilit portato dallo stesso Giolitti che attrae
capitali stranieri e stimola gli imprenditori italiani (nascono le grandi
aziende italiane)
Diffusione di una mentalit aperta e progressista (ma anche del
rischio) tra gli imprenditori
Migliorano le condizioni di vita degli italiani: si diffonde la lingua italiana
e diminuisce lanalfabetismo, grazie agli scioperi migliorano i salari e le
condizioni materiali (acqua corrente, reti fognarie, servizi pubblici,
diminuzione della mortalit infantile).
Non si pu comunque negare la presenza di forti contraddizioni nello
sviluppo economico italiano:
Il crescente squilibrio Nord-Sud, che spinge Giolitti a varare tra il
1904 ed il 1906 leggi speciali per la Basilicata, Napoli, la Campania e
le Isole per incoraggiare lindustrializzazione del sud, che per
rimangono legate a situazioni specifiche, senza attuare cambiamenti di
fondo (inizia la politica delle leggi eccezionali).
Il Sud rimane un serbatoio di voti manipolato da una classe politica
corrotta (prevalentemente i grandi latifondisti estensivi che rifiutano
lammodernamento dellagricoltura) che lo stesso Giolitti non
contrasta, spesso in cambio di supporto elettorale
Permane poi lo squilibrio rispetto al resto dEuropa, legato
principalmente a:
Dipendenza eccessiva dalle commesse statali
Mercato interno limitato per la lenta crescita dei salari ed il
sottosviluppo dei ceti contadini (nel 1901 ancora il 42% della
popolazione)
Il reddito pro-capite, ancora decisamente inferiore rispetto agli altri
stati, legato anche al diffuso analfabetismo, allancora prevalente
agricoltura ed allemigrazione elevata
Un nuovo periodo di crisi
Negli ultimi anni di governo Giolitti si trova di fronte una serie di difficolt,
che giungeranno alla fine della favorevole situazione economica e al
riemergere dellinstabilit politica.
Nel 1904-5 Giolitti elabora un progetto di statalizzazione delle ferrovie
che incontra una strenua opposizione parlamentare, quindi si dimette a
favore di Alessandro Fortis che conduce il progetto in porto. Gli succede
Sonnino (antagonista di Giolitti tra i liberali) che perde presto il supporto
parlamentare a favore del ritorno di Giolitti (1906).
Nel 1906 Giolitti porta avanti la conversione della rendita, ovvero la
riduzione del tasso di interesse sui titoli di stato per risanare le casse dello

stato.
Dal 1907 si iniziarono a sentire anche in Italia segni di crisi economica. Dal
1908 la crescita riprese ma a ritmo rallentato e la tensione sociale crebbe
notevolmente. Per tutelarsi gli industriali iniziarono ad associarsi, fino alla
fondazione (1910) di Confindustria.
Uno dei fattori stava nel metodo politico dello stesso Giolitti: egli non form
mai un partito liberale forte che gli desse la base parlamentare per i suoi
provvedimenti, ma si bas sempre su un sistema di fragili alleanze.
Per questo motivo dopo le elezioni del 1909, in cui i socialisti avevano
guadagnato ampiamente campo, si vide costretto (dopo essersi ritirato
per di nuovo per due anni dalla scena politica: governi Sonnino e
Luttazzi, con riforma scolastica Daneo-Credaro (1911): costi
dellistruzione elementare allo stato) ad accentuare il carattere
progressista della sua politica:
Monopolio statale sulle assicurazioni di invalidit e vecchiaia
(1912)
Allargamento del suffragio (1912) a tutti i maschi sopra i
trentanni e in generale ai maschi che hanno prestato servizio
militare e/o sono alfabetizzati, ovvero circa il 23,2% (8 milioni)
Giolitti dunque deve cercare appoggio nel centro-destra.
Ripresa della politica coloniale, richiesta dal movimento
nazionalista scontento della mediocre politica giolittiana e
soprattutto antidemocratico ed antisocialista
LItalia gi dalla fine dellOttocento aveva avviato un
ravvicinamento con la Francia, culminato nel 1902 con un accordo
per la spartizione delle sfere dinfluenza in Africa che impegnava
lItalia a supportare le mire francesi sul Marocco (con disappunto
tedesco) e la Francia quelle italiane in Libia.
Le tensioni nella Triplice Alleanza si acuiscono quando nel 1908
lAustria-Ungheria annette la Bosnia-Erzegovina senza consultarsi
con lItalia.
Nel 1910 nasce lAssociazione nazionalista italiana che avvia una
campagna in favore della conquista della Libia, che inizier
quando sar per prima la Francia ad imporre il proprio
protettorato sul Marocco
La spedizione in Libia, che durer da settembre 1911 ad
ottobre 1912, mette a dura prova esercito e finanze italiani, per
lardua resistenza del popolo indigeno, che inaspettatamente si
schiera con i dominatori ottomani.
Il conflitto si chiude nel 1912 con il Trattato di Losanna, che
riconosce il dominio italiano sulla Libia ma impone la restituzione
alla Turchia di tutte le isole egee invase.
Nella pratica il conflitto si dimostrer improduttivo ed assai
costoso, ma lopinione pubblica prevalentemente si schier a
favore del conflitto.
La vittoria esalta i movimenti nazionalisti e per reazione i socialisti
rivoluzionari di Mussolini, che sempre nel 1912 vincono al congresso sui
riformisti di Turati (molti fuoriusciti costituiscono il Partito Socialista
Riformista Italiano, cos come dalla Cgl si stacca lUnione sindacale
italiana).

Da entrambi i lati dunque si rafforzano gruppi ostili alle istituzioni, dunque


Giolitti deve cercare lalleanza con il mondo cattolico, che da qualche
tempo aveva ricominciato a cercare un ruolo forte in politica (1909
sospensione del non expedit e autorizzazione alla candidatura di cattolici a
titolo personale alle elezioni la Chiesa cercava cos di contrastare lo
sviluppo di movimenti cattolici fortemente progressivi come il movimento
democratico-cristiano di Murri o le prime unioni sindacali cristiane di
classe) con il patto Gentiloni (1913).
I cattolici non intransigenti si impegnano a votare i candidati liberali che
promettono di salvaguardare gli interessi del mondo cattolico:
Scuola privata
Matrimonio
Organizzazioni e sindacati cattolici
Questa politica pare vincente alle elezioni del 1913, ma la sua base
sempre pi divisa (anche in seguito allallargamento del suffragio) e tra il
13 ed il 14 inizia una campagna mediatica congiunta contro Giolitti
da parte di:
Intellettuali del Sud, che lo considerano ministro della malavita
(Gaetano Salvemini), denunciando la corruzione della politica e delle
amministrazioni locali, ed allo stesso tempo la distanza economica con il
Nord
Giornalisti del Nord, che si oppongono al clientelismo e alla linea di
compromesso parlamentare, ponendo a modello il rigore morale della
Destra storica
Intanto i radicali passano allopposizione ed i socialisti si allontanano
definitivamente dal governo, che dunque si trova senza appoggio
parlamentare.
Nel marzo 1914 Giolitti rassegna le dimissioni nella speranza che il
suo successore, il conservatore Antonio Salandra, governi poco e lui sia
poi richiamato, ma lItalia stava cambiando.
Il clima teso, specie dopo lavvio di una nuova crisi economica dal 13,
divenne evidente nella settimana rossa di giugno 1914: la morte di tre
dimostranti in uno scontro con la forza pubblica provoc unondata di
scioperi e agitazioni in tutto il paese

Lemigrazione italiana
Nel 1876 si istituisce la Direzione generale di statistica e divengono
dunque disponibili i dati riguardanti lemigrazione italiana in maniera
sistematica. Si possono sintetizzare le tendenze di questo fenomeno in due
principali periodi (le date sono basate sui dati numerici, ma evidente che
sono espressione di fenomeni che si compenetrano e durano nel tempo):
1876-1900
1901-1913
Partono per tornare (emigrazione Partono per stabilirsi (emigrazione
temporanea) con nuovi risparmi e permanente) ed integrarsi nel paese,
per farsi una nuova vita
dopo la crisi agraria degli anni
Ottanta che ha minato le speranze di
una rinascita in patria
Vanno in luoghi vicini (al Sud verso Si allontanano molto dai paesi

il Nordafrica, al Nord verso il Belgio, dorigine, in cerca di terre fertili:


la Svizzera, la Francia e la Germania) Brasile, Argentina, USA sono le mete
pi comuni. L per mantengono le
proprie
tradizioni
formando
comunit chiuse
Provengono principalmente dal Nord, Aumenta sempre pi lemigrazione da
ed in particolare dalle regioni povere Sud,
grazie
soprattutto
alle
come il Veneto o da quelle pi progressive
crisi
agricole.
industrializzate come la Lombardia, Numericamente Nord e Sud giungono
che
hanno
una
grande ad equivalersi, dunque laumento
sovrabbondanza di manodopera, a soprattutto al meridione
differenza del Sud ancora agricolo
In totale, fra il 1876 ed il 1910 le stime pi accreditate parlano di circa 14
milioni di emigrati.

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