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DALLA
SINISTRA
STORICA AL
1914
La politica economica
Indebolito elettoralmente dalle elezioni del 1880, il governo Depretis
accentu ulteriormente la sua involuzione conservatrice, assecondando gli
interessi delle classi dominanti.
Per rispondere alla crisi agraria che dal 1873 ha investito lintera Europa
la Sinistra abbandona il suo liberismo avviando, nel 1878, una svolta
protezionista applicando nuove tariffe doganali da una parte sui prodotti
agricoli (cereali e zucchero), dallaltra sui prodotti industriali (settori
meccanico, tessile, siderurgico).
Queste scelte economiche si rivelano favorevoli per i grandi industriali
del Nord, ancora non sufficientemente competitivi rispetto al mercato
mondiale e che in questo modo possono investire nellinnovazione, e i
grandi latifondisti del Sud, che possono mantenere una conduzione
estensiva della terra e trarre il loro guadagno dallo sfruttamento,
mantenendo unagricoltura arretrata
Questa politica economica former quello che sar chiamato da Antonio
Gramsci blocco agrario-industriale (unione delle borghesie
imprenditrici), ovvero la saldatura degli interessi di agrari del Sud e
imprenditori del Nord, che insieme riescono ad ottenere forti appoggi
politici al limite del clientelismo e a proseguire la loro politica di
sfruttamento di contadini ed operai.
A livello agricolo in questo modo si frena ogni tentativo di
modernizzazione delle colture.
A livello industriale linterventismo necessario per la mancanza dei
capitali necessari ad avviare unindustrializzazione nei settori a
maggior costo necessari per lo sviluppo tardivo
Questa politica, che parrebbe corretta nellottica ad esempio di
proteggere le colture pregiate del Sud, provoca ritorsioni da parte di
altri paesi come la Francia, che ostacola limportazione di prodotti
agricoli in Italia. A questo si aggiungono i dazi sui cereali (1887), che
contribuiscono al rincaro dei beni di prima necessit (come pane e
pasta), che grava sulle classi pi deboli.
Nel 1883 viene abolito il corso forzoso della lira, imponendo la
convertibilit in oro della cartamoneta, per favorire lafflusso di capitali
stranieri, che si fidano maggiormente del mercato italiano. Questi
investimenti tuttavia si limitano perlopi a pura speculazione che non
favorisce leconomia reale del paese.
Per favorire lindustrializzazione intanto lo Stato italiano investe sempre
pi con finanziamenti e commesse statali, favorendo lo sviluppo di industrie
specie nel cosiddetto triangolo industriale (Milano-Torino-Genova),
dove nascono importanti aziende nel settore cantieristico, meccanico,
chimico, elettrico, siderurgico
La crisi agraria intanto dilaga nelle campagne italiane, favorendo una
caduta dei prezzi agricoli ed anche un sempre maggior flusso migratorio
di contadini verso lAmerica.
La questione meridionale
A subire maggiormente la crisi economica di fine Ottocento il meridione,
sia per larretrato sistema economico (ancora agricolo), sia per la
presenza persistente del fenomeno mafioso.
Di fronte al disinteresse del governo iniziano a levarsi segnali di
Crispi porta avanti anche una serie di riforme contraddittorie nella sua
democrazia autoritaria:
legge sulla pubblica sicurezza (1888): aumento del
potere
discrezionale della polizia
codice penale Zanardelli (1889): diritto di sciopero, abolizione
della pena di morte
riforma degli enti locali (1888): carica di sindaco resa elettiva ma
aumento del potere dei prefetti sulle attivit comunali
Durante il suo mandato si acu la crisi economica, ed anche per questo
nacquero le prime forme di organizzazione dei lavoratori, dalle
associazioni di mutuo soccorso alle leghe di braccianti, dalle federazioni di
mestiere alle Camere di collocamento per i disoccupati.
Queste organizzazioni facevano riferimento a ideologie assai diverse:
solidarismo di matrice mazziniana o cattolico/liberale
ideale
dellinternazionalismo
anarchico
(Bakunin,
Cafiero,
Malatesta), molto diffuso nel mondo agricolo spinge a scioperi e moti
contadini
cattolicesimo intransigente, che rifiuta lo stato usurpatore e si
organizza nelle parrocchie per assistere gli orfani, i disoccupati ed i
lavoratori
dottrine socialiste, che ispirano lotta di classe e scioperi
questi cercano sempre pi di organizzarsi attraverso la
costituzione dei primi partiti socialisti:
Andrea Costa fonda nel 1881 il Partito socialista
rivoluzionario di Romagna, dopo aver visto fallire moti
spontanei di matrice bakuniniana in varie parti dItalia
Nel 1882 viene fondato il Partito operaio italiano, che
antepone questioni economiche e sociali a quelle puramente
politiche.
movimenti riformisti
Confluiranno nella Confederazione generale del lavoro (CGL),
fondata nel 1906 e nellUnione sindacale italiana (1912), di
ispirazione pi marcatamente rivoluzionaria e fautrice di
boicottaggi e sabotaggi.
Il mondo imprenditoriale risponder nel 1910 con la fondazione
della Confederazione nazionale dellindustria.
Antonio di Rudin (1891-1892) e Giovanni Giolitti (1892-1893)
Crispi sosterr sempre, nel suo governo successivo, di dover correggere i
due gravi errori commessi in questa breve parentesi:
La nascita del Partito dei lavoratori italiani (1892), guidato da
Filippo Turati e dalla sua consorte Anna Kuliscioff; nel 1893 assumer il
nome di Partito socialista italiano (PSI).
Nasce in un congresso a Genova di associazioni operaie, leghe
contadine e circoli politici.
Il partito perder molta della sua forza per leccessiva dialettica
interna tra riformisti e rivoluzionari (lo stesso Turati passer da
posizioni massimaliste a una visione pi moderata)
Lincapacit di reagire ai moti popolari (1893-1894) scoppiati in varie
grandi citt (Milano, Genova, Roma, Napoli).
nasce uno scontro, che inizia con lopposizione presentata dagli eritrei
alla spedizione italiana inviata nel 1895 per controllare la regione ed
inasprita dalloccupazione italiana del Tigr.
Lesercito italiano non per ben fornito e gestito, dunque viene
sconfitto da quello etiope ad Amba Alagi (1895) e poi definitivamente
ad Adua (1896) portando cos alla fine del conflitto, alle dimissioni di
Crispi e al Trattato di Addis Abeba, secondo cui allItalia rimaneva
solo lEritrea
Zanardelli.
Giuseppe Zanardelli (1901-1903)
Ministro dellinterno Giolitti.
Si iniziano importanti riforme:
Miglioramento delle condizioni di lavoro di donne e bambini
Assicurazioni sul lavoro e sulla vecchiaia
Consiglio superiore del lavoro
Municipalizzazione dei servizi pubblici
Si permette un ampio sviluppo ai sindacati, il che porta a numerosi
scioperi e ad un periodo di generale rialzo dei salati.
1901: costituzione di Federterra, con lobiettivo dichiarato
socializzazione della terra
stato.
Dal 1907 si iniziarono a sentire anche in Italia segni di crisi economica. Dal
1908 la crescita riprese ma a ritmo rallentato e la tensione sociale crebbe
notevolmente. Per tutelarsi gli industriali iniziarono ad associarsi, fino alla
fondazione (1910) di Confindustria.
Uno dei fattori stava nel metodo politico dello stesso Giolitti: egli non form
mai un partito liberale forte che gli desse la base parlamentare per i suoi
provvedimenti, ma si bas sempre su un sistema di fragili alleanze.
Per questo motivo dopo le elezioni del 1909, in cui i socialisti avevano
guadagnato ampiamente campo, si vide costretto (dopo essersi ritirato
per di nuovo per due anni dalla scena politica: governi Sonnino e
Luttazzi, con riforma scolastica Daneo-Credaro (1911): costi
dellistruzione elementare allo stato) ad accentuare il carattere
progressista della sua politica:
Monopolio statale sulle assicurazioni di invalidit e vecchiaia
(1912)
Allargamento del suffragio (1912) a tutti i maschi sopra i
trentanni e in generale ai maschi che hanno prestato servizio
militare e/o sono alfabetizzati, ovvero circa il 23,2% (8 milioni)
Giolitti dunque deve cercare appoggio nel centro-destra.
Ripresa della politica coloniale, richiesta dal movimento
nazionalista scontento della mediocre politica giolittiana e
soprattutto antidemocratico ed antisocialista
LItalia gi dalla fine dellOttocento aveva avviato un
ravvicinamento con la Francia, culminato nel 1902 con un accordo
per la spartizione delle sfere dinfluenza in Africa che impegnava
lItalia a supportare le mire francesi sul Marocco (con disappunto
tedesco) e la Francia quelle italiane in Libia.
Le tensioni nella Triplice Alleanza si acuiscono quando nel 1908
lAustria-Ungheria annette la Bosnia-Erzegovina senza consultarsi
con lItalia.
Nel 1910 nasce lAssociazione nazionalista italiana che avvia una
campagna in favore della conquista della Libia, che inizier
quando sar per prima la Francia ad imporre il proprio
protettorato sul Marocco
La spedizione in Libia, che durer da settembre 1911 ad
ottobre 1912, mette a dura prova esercito e finanze italiani, per
lardua resistenza del popolo indigeno, che inaspettatamente si
schiera con i dominatori ottomani.
Il conflitto si chiude nel 1912 con il Trattato di Losanna, che
riconosce il dominio italiano sulla Libia ma impone la restituzione
alla Turchia di tutte le isole egee invase.
Nella pratica il conflitto si dimostrer improduttivo ed assai
costoso, ma lopinione pubblica prevalentemente si schier a
favore del conflitto.
La vittoria esalta i movimenti nazionalisti e per reazione i socialisti
rivoluzionari di Mussolini, che sempre nel 1912 vincono al congresso sui
riformisti di Turati (molti fuoriusciti costituiscono il Partito Socialista
Riformista Italiano, cos come dalla Cgl si stacca lUnione sindacale
italiana).
Lemigrazione italiana
Nel 1876 si istituisce la Direzione generale di statistica e divengono
dunque disponibili i dati riguardanti lemigrazione italiana in maniera
sistematica. Si possono sintetizzare le tendenze di questo fenomeno in due
principali periodi (le date sono basate sui dati numerici, ma evidente che
sono espressione di fenomeni che si compenetrano e durano nel tempo):
1876-1900
1901-1913
Partono per tornare (emigrazione Partono per stabilirsi (emigrazione
temporanea) con nuovi risparmi e permanente) ed integrarsi nel paese,
per farsi una nuova vita
dopo la crisi agraria degli anni
Ottanta che ha minato le speranze di
una rinascita in patria
Vanno in luoghi vicini (al Sud verso Si allontanano molto dai paesi