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Violenza e Islam: il nuovo libro di

Adonis
di Redazione Il Libraio | 04.12.2015
Il nuovo, attualissimo libro di Adonis, poeta e saggista siriano classe
'30, affronta il tema della violenza come aspetto costitutivo dellIslam Su ilLibraio.it due estratti

Conosciamo tutti la follia di certi leader arabi, responsabili dei massacri dei loro popoli, e conosciamo il
loro odio nei confronti delle libert pubbliche. Ma oggi lo Stato islamico, invocando la legge
della shara, ostenta una barbarie che supera ogni immaginazione. Il suo compito sarebbe
quello di ripulire la terra dellIslam da tutto ci che minaccia la sua purezza. E in nome di questa
purezza si commettono i crimini peggiori: uccisioni, stupri, massacri, saccheggi, vendita di
donne, distruzione di siti archeologici e storici La condanna dellalterit va di pari passo con
la desolazione e la rovina. la rovina scrive Adonis che caratterizza lo stato attuale del mondo arabo,
un mondo in cui si politicizza la religione e si sacralizza la politica.
Oggi della massima urgenza riflettere sul senso di questa rovina. A partire da qui il nuovo libro
di Adonis (Violenza e Islam, Guanda), poeta e saggista siriano classe 30, affronta il tema della
violenza come aspetto costitutivo dellIslam e, passando al tempo presente, mette a fuoco i temi pi
drammaticamente attuali: il fallimento della Primavera araba, gli attentati terroristici, la nascita
dellIsis.

Violenza e islam
Adonis

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Su ilLibraio.it due estratti dalla conversazione con Houria Abdelouhed, per gentile
concessione di Guanda:
Houria Abdelouhed: Adonis, come si spiega il fallimento della primavera araba?
Adonis: Allinizio, la sollevazione araba faceva pensare a un risveglio. Un bellissimo risveglio. Ma gli
eventi successivi hanno mostrato che la primavera araba non era una rivoluzione, bens una guerra, e
che questa guerra, invece di indirizzarsi contro la tirannia, si trasformata a sua volta in tirannia.
Beninteso, ci sono stati oppositori che non hanno usato la violenza. Ma sono stati schiacciati sotto il
peso degli avvenimenti occorsi dopo linizio della sollevazione. Inoltre, questa rivoluzione ha mostrato la
propria matrice confessionale, tribale e non civica, musulmana e non araba. Si trattava per di cambiare
radicalmente la situazione della societ araba.
H: Quando dici radicalmente mi sembra che tu intenda un cambiamento sul piano politico, sociale,
economico e culturale.
A: Proprio cos. Il problema che questo cambiamento andato a cozzare contro le eterne questioni
della religione e del potere. I popoli, privati dei loro diritti, hanno badato soltanto a rovesciare il potere
costituito, senza prestare sufficiente attenzione alla questione delle istituzioni, alleducazione, alla
famiglia, alla libert della donna e dellindividuo. Mancava, insomma, una riflessione sul modo in cui
fondare una societ civile, vale a dire la societ del cittadino.
H: Quindi, lerrore starebbe nel fatto che gli individui, oppressi dal potere politico, non hanno potuto
agire nel senso di un vero e proprio cambiamento e non hanno potuto pensare la complessit che ogni
cambiamento porta con s.
A: Esattamente. Si tratta di un errore di prospettiva: non si pu, nel contesto di una societ come quella
araba, fare una rivoluzione se questa non fondata sulla laicit. Il secondo errore, poi, stata lalleanza
organica fra i ribelli che si sono intestati questa sedicente rivoluzione e le forze straniere. Perch invece
di considerarsi indipendenti, i ribelli erano strettamente legati a forze straniere.
H: Sono stati gli individui a sollecitare lintervento dellOccidente o stato lOccidente ad approfittare di
questa situazione per prendere il controllo di una rivolta appena iniziata?
A: Entrambe le cose. E le conseguenze sono disastrose. Lalleanza con lo straniero ha danneggiato il
movimento. Bisogna aggiungere che la violenza armata ha svolto un ruolo centrale nella distruzione

della Rivoluzione. Le armi sofisticate venivano in gran parte da fuori. Si sa che i rivoluzionari non
potevano disporre di queste armi senza le forze straniere. Risultato: anzich destabilizzare i regimi
dittatoriali, hanno distrutto i loro paesi.
H: Ma se consideriamo lesempio della Siria, anche il regime ha perpetrato una vera e propria
carneficina e ha partecipato alla distruzione.
A: vero, ma una rivoluzione che si propone di cambiare le cose non pu distruggere il proprio paese.
vero che il regime era violento, ma i ribelli dovevano evitare di far sprofondare il paese nel caos. E, come
se non bastasse, il fondamentalismo riemerso meglio organizzato e pi crudele. Dalla speranza e dal
desiderio di giorni migliori si cos precipitati nelloscurantismo. E invece di un cambiamento portatore
di speranza, viviamo un autentico disastro. In pi, non c stata nessuna presa di posizione, nemmeno
una parola, sulla libert della donna. Come si pu parlare di una rivoluzione araba se la donna ancora
prigioniera della shara? Il ricorso alla religione ha trasformato questa primavera in un inferno. E la
religione stata interpretata e sfruttata a fini ideologici.
H: Sono stati i religiosi ad approfittare della situazione di instabilit per capovolgere la rivoluzione o
luomo arabo e musulmano che, nel suo intimo, rimane profondamente e fondamentalmente religioso?
A: Di solito una rivoluzione riflette il livello culturale dei rivoluzionari. Perci, lentit di una rivoluzione
in un determinato paese dipende dalla qualit dei rivoluzionari, dalla loro cultura, dal loro
atteggiamento nei confronti della laicit, dalla loro visione del mondo e delle cose del mondo. Quel che
accaduto in nome della rivoluzione nei paesi arabi dimostra che la stragrande maggioranza della societ
araba ancora dominata dallignoranza, dallanalfabetismo e dalloscurantismo religioso. Una
rivoluzione che precipita nelloscurantismo non ha niente a che fare con una vera rivoluzione. una
catastrofe, perch avevamo iniziato un cammino verso un futuro ricco di promesse, ma oggi siamo
tornati indietro. una regressione totale.
***
Houria Abdelouhed: La Mesopotamia fu la culla di due grandi civilt, quella sumerica e quella
babilonese. Questa terra ha visto nascere la scrittura, gli dei e le narrazioni che saranno poi riprese
dallAntico Testamento e dal Corano. Come si spiega il trionfo del monoteismo?
Adonis: Credo che il monoteismo sia il risultato di due fattori. In primo luogo, lo sviluppo del senso
delleconomia. In secondo luogo, lo sviluppo del senso del potere. Questi due elementi sconvolsero il
mondo antico, ricco di grandi civilt politeiste, e uccisero lidea stessa di pluralit.
H: A cominciare dalla pluralit degli dei.
A: Un solo potere in cielo e un solo rappresentante in terra. Questa tesi, che la tesi del monoteismo,
riflette il trionfo delleconomia e del potere terreno. Lislam ne lultimo esempio.
H: Se capisco bene, il potere religioso si trasformato in esercizio politico e sociale dellautorit. Si
affermato in tutti i campi il principio delluno solo.

A: Di fatto, stato il potere a trasformare tutto. Lislam nato in una citt commerciale, La Mecca.
Questa societ di mercanti aveva bisogno di un solo capo per far trionfare lo spirito del commercio. Era
una societ che desiderava unificare le trib sotto il vessillo di un solo potere.
H: Ci denota al tempo stesso una grande forza, perch La Mecca era s un crocevia commerciale, ma
per sopravvivere dipendeva da altre citt che sorgevano nellattuale Yemen, come Al-Yamma e Sanaa,
che la rifornivano di grano e di altre derrate.
A: Il commercio ha trionfato perch a quei tempi il mondo antico era superato. I bizantini avevano
lasciato un mondo prosciugato. La Siria apr le proprie porte ai musulmani. Esasperato dai bizantini, il
popolo di Damasco, composto in gran parte da nestoriani oppressi, vedeva i musulmani come salvatori
e li accolse a braccia aperte. Di pari passo con le loro vittorie, cresceva la ricchezza dei musulmani, che
grazie al denaro accumulato divennero potenti. Si pu persino dire che furono fortunati, perch non
incontrarono mai dei veri nemici, n dei grandi eserciti. Gli arabi, allinizio, non dovettero mai
combattere una vera e propria guerra, in ogni caso non una guerra nel senso greco o romano del
termine.
H: In effetti, bisognerebbe riconsiderare le Fut t (Le conquiste). Tu ci inviti ad analizzare la struttura
socioeconomica dei paesi conquistati.
A: Una delle opere di riferimento Fut al-Buldn, in cui si apprende che la guerra, allepoca di
Maometto, vedeva contrapposte le varie trib arabe. Una volta che lArabia fu unificata, lesercito si fu
rafforzato e i capi si furono arricchiti, i paesi circostanti, che erano autentici tesori da conquistare,
caddero facilmente. Quasi senza resistenza.
H: Marco Aurelio aveva concesso la cittadinanza ai popoli definiti selvaggi. Lislam posteriore alle
altre religioni e alle altre civilt, ma non le ha superate in materia di tolleranza, rispetto delle differenze,
costruzione della cittadinanza, abolizione della schiavit
A: Al contrario, lislam ha attaccato i progressi raggiunti dalle civilt precedenti e da quelle successive.
Ma, in definitiva, ha conservato tre cose: la Bibbia, la sua Legge e i suoi profeti. A cui possiamo
aggiungere il pensiero magico, di cui lislam ha fatto una dottrina.
(continua in libreria)

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