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Fondazione Cineteca di Bologna - Biblioteca Renzo Renzi

(piazzetta Pasolini 3/b, Bologna)


marted 14 dicembre 2015, ore 18
Presentazione di un'intervista inedita a Pier Paolo Pasolini
(maggio 1975)
a cura di Peter Kammerer
L'Italia diventato un paese abominevole, orribile. Io vorrei non viverci, in
Italia. tanto che lo dico, ma vivo in un paese mostruoso, perch la borghesia quella
che sempre stata. Cio veramente meschina,inetta ed incapace. Non ha fatto la
rivoluzione borghese, non ha fatto la rivoluzione industriale, non ha fatto niente, questa
borghesia italiana.
Ha fatto soltanto delle piccole speculazioni, miserabili, e ha sempre avutouna
cultura provinciale, sciocca, stupida, clerico-fascista, accademica.
Questa borghesia italiana non ha mai dato niente.
Prima esisteva il popolo italiano. Che era un grande popolo, perch era un popolo
che aveva prodotto una grande civilt e che comunque dentro il suo intimo la conservava.
Era un popolo adorabile, forte, intelligente, semplice, buono, pietoso, non religioso in
un senso convenzionale.
Ora questo popolo non c' pi.
Sono parole di Pier Paolo Pasolini e appartengono ad un'intervista inedita che
Peter Kammerer presenta marted 15 dicembre alle 18, al Centro Studi Archivio Pier
Paolo Pasolini di Bologna, al termine della conferenza che lo stesso Kammerer terr con
Giorgio Passerone e Ren Schrer e che appena stata pubblicata, con il titolo Il potere
cambiato all'insaputa dei politici , in collaborazione con il Centro Studi Pasolini di
Bologna, sull'ultimo numero del mensile Cineforum, diretta da Adriano Piccardi, uno
dei pi importanti e 'storici' periodici di cultura cinematografica, nell'ambito di un
numero speciale dedicato a Pasolini, autore che la rivista ha seguito fin dai tempi del suo
esordio con Accattone e che aveva anche intervistato in varie occasioni.
un'intervista che fu realizzata da Kammerer con la giornalista Carlotta
Tagliarini per la radio tedesca Sdwestfunk di Baden-Baden, che ne trasmise soltanto degli
estratti audio di pochi minuti. L'intervista, che dur circa un'ora, interamente inedita in
Italia.
Siamo nel maggio del 1975, Pasolini ha appena terminato le riprese di quello che
rimarr il suo ultimo film, Sal o le 120 giornate di Sodoma (presentato postumo il 22
novembre 1975) e i suoi articoli corsari e luterani stanno sollevando da oltre due
anni forti polemiche.
Nell'intervista Pasolini, sollecitato da Kammerer, si sofferma nuovamente su
alcuni temi fondamentali della sua critica della modernit (l'omologazione
consumistica, il degrado provocato dalla televisione, il ruolo negativo della scuola
dell'obbligo etc.) e sulla degradazione politica, sociale, urbanistica ed ecologica
dell'Italia, ribadendo in
particolare la condanna di una classe politica collusa con la criminalit organizzata, gi
espressa nel celebre Cos' questo golpe? Io so (Corriere della sera, 14 novembre 1974).
Eccone un altro, breve passaggio: Se fosse esistito un governo intelligente,
forte, un governo che avesse veramente amato la gente non come hanno fatto i
governanti italiani, che hanno odiato la gente avrebbe saputo arginare questo sviluppo
voluto dai piccoli industriali, dai padroni delle fabbriche, diciamo cos produttrici di
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beni superflui. Avrebbero saputo porre un argine e dare la precedenza a tanta industria
primaria, diciamo cos. E poi avrebbero dovuto contrapporre una sana politica agraria,
prima di tutto, al disordinato, caotico, odioso, orribile sviluppo dovuto all'industria
terziaria. Cio proteggere il mondo contadino dal disfacimento totale.
E poi avrebbero dovuto organizzare uno sviluppo nel senso del progresso.
Cio avrebbero dovuto dare la precedenza alla costruzione di ospedali, di scuole,
di asili e affrontare i problemi concreti del Paese: il problema dei vecchi, il verde, il
paesaggio italiano, i problemi urbanistici, i problemi ecologici, tutte cose che i
democristiani non si sono mai sognati neanche lontanamente di fare. Cio essi hanno
supinamente accettato lo sviluppo, cos come la crescita di beni superflui. E basta. Non
hanno fatto altro.

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