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Sebbene la maggior parte dei soggetti con questi disturbi giunga all’osservazione clinica durante
la fanciullezza l’adolescenza, talvolta i disturbi non vengono diagnosticati fino all’età adulta.
RITARDO MENTALE
Manifestazione e disturbi associati Alcuni soggetti con ritardo mentale sono passivi,
tranquilli e dipendenti, mentre altri possono essere aggressivi e impulsivi. la mancanza di capacità di
comunicazione può predisporre a comportamenti dirompenti e aggressivi che sostituiscono la
comunicazione verbale. La diagnosi di disturbo mentale in comorbità è in ogni caso spesso
complicata dal fatto che il quadro clinico può essere modificato dalla gravità del ritardo mentale e
dagli handicap associati. I deficit nelle capacità di comunicazione possono avere come risultato
un’incapacità di fornire un’anamnesi adeguata. I disturbi mentali più comunemente associati sono il
disturbo da deficit di attenzione, iperattività, disturbo dell’umore, disturbo da movimenti
stereotipati.
Decorso La diagnosi richiede che l’insorgenza del disturbo sia avvenuta prima dei 18
anni di età. il ritardo più grave tende ad essere riconosciuto più precocemente, mentre il ritardo lieve
è generalmente individuato più tardi. il decorso è influenzato dalle condizioni mediche generali
sottostanti e dai fattori ambientali.
La lettura è di solito associata con distorsioni, sostituzioni, omissioni; sono presenti errori di
comprensione e lentezza.
Manifestazioni e disturbi associati Sono comunemente associati il disturbo del calcolo e
dell’espressione scritta.
Decorso Il disturbo è di rado diagnosticato prima della fine dell’asilo o dell’inizio delle
scuole elementari. Con la diagnosi e l’intervento precoce, la prognosi è buona.
Decorso Il disturbo viene riconosciuto di solito verso i 3 anni, molti dei soggetti lo
superano con l’età, mentre altri hanno difficoltà più durature
Criteri diagnostici per il Disturbo misto della espressione e della ricezione del linguaggio
A. I punteggi ottenuti da misurazioni standardizzate sono bassi sia per la ricezione che per
l’espressione del linguaggio. I sintomi includono quelli del disturbo della espressione dl linguaggio
così come le difficoltà a capire parole, frasi o tipi speciali di parole.
B. Le difficoltà interferiscono significativamente con i risultati scolastici o lavorativi e con la
comunicazione sociale.
C. Non risultano soddisfatti i criteri per un disturbo generalizzato dello sviluppo
D. Se è presente ritardo mentale, un deficit motorio della parola o un deficit sensoriale, oppure
una deprivazione sensoriale le difficoltà del linguaggio vanno al di là di quelle di solito associate
con questi problemi.
Questo disturbo include errori di produzione fonetica, che comportano l’incapacità di formare i
suoni dell’eloquio in modo corretto e con una base cognitivamente esatta. Le omissioni di suoni
sono viste come più gravi rispetto alle sostituzioni
Manifestazioni associate Ci possono essere associazioni con chiari fattori casuali come
compromissione uditiva, deficit strutturali del meccanismo periferico orale dell’eloquio, condizioni
neurologiche o problemi psicosociali
BALBUZIE
I disturbi generalizzati dello sviluppo sono caratterizzati da compromissione in diverse aree dello
sviluppo; capacità di interazione sociale reciproca, capacità di comunicazione, o presenza di
comportamenti, interessi, attività stereotipate.
DISTURBO AUTISTICO
Manifestazioni associate Nella maggior parte dei casi, vi è una diagnosi associata di ritardo
mentale, di solito di entità moderata (QI 35-50). Possono esservi anomalie nello sviluppo delle
capacità cognitive. I soggetti con disturbo autistico possono avere una gamma di sintomi
comportamentali come iperattività, scarso mantenimento dell’attenzione, impulsività, aggressività,
comportamenti autolesivi, eccessi di collera nei bambini piccoli. Possono esservi risposte bizzarre a
stimoli sensoriali o nel sonno dell’umore, dell’affettività. Può esservi mancanza di paura di fronte a
pericoli reali.
Nel disturbo autistico possono esservi diversi sintomi o segni neurologici aspecifici.
Caratteristiche collegate a età e genere Nei bambini in età infantile vi può essere incapacità di
stare in braccio, indifferenza o avversione all’affetto o al contatto fisico, mancanza di contatto
visivo. I bambini piccoli con questo disturbo possono attaccarsi meccanicamente ad una persona.
Decorso L’esordio si situa prima dei tre anni. I genitori riferiranno di essere stati
preoccupati per il bambino sin dalla nascita o subito dopo, per la mancanza di interesse
nell’interazione sociale. Nei bambini in età scolare o nell’adolescenza, sono comuni recuperi di
sviluppo in alcune aree e in circa un terzo dei casi è possibile un certo grado di indipendenza
parziale.
DISTURBO DI RETT
Decorso Ha il proprio esordio prima dei quattro anni, di solito nel primo o secondo
anno di vita. Nella maggior parte dei casi la remissione è piuttosto limitata.
DISTURBO DI ASPERGER
I sintomi peggiorano tipicamente in situazioni che richiedono attenzione e sforzo mentale protratti
o che mancano di attrattiva o di novità n. I segni del disturbo possono essere minimi o assenti
quando il soggetto è sotto controllo, ed è più probabile che si manifestino in situazioni di gruppo.
Diagnosi differenziale Questo disturbo presenta molte similitudini con il disturbo della
condotta, nel quale non sono però presenti aggressioni contro cose o persone.
PICA
DISTURBO DI RUMINAZIONE
Manifestazioni e disturbi associati I soggetti in età infantile affetti da questo disturbo sono
solitamente irritabili e affamati tra gli episodi di rigurgito. Sebbene il bambino abbia
apparentemente fame e ingerisca notevoli quantità di cibo, può manifestarsi malnutrizione. può
derivarne incapacità di conseguire i normali aumenti di peso, mentre problemi psicosociali come
l’abbandono o situazioni di vita stressante possono essere fattori predisponenti. La conseguenza può
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essere una scarsa stimolazione del bambino se la persona che lo accudisce si scoraggia e si
allontana a seguito delle esperienze fallimentari.
A. Anomalia della nutrizione che si manifesta attraverso una persistente incapacità di alimentarsi
adeguatamente con significativa incapacità di aumentare di peso o significativa perdita di peso
durante un periodo di almeno 1 mese.
B. L'anomalia non è dovuta ad una condizione gastrointestinale associata o ad un'altra condizione
medica generale (per es., reflusso gastroesofageo).
C. L'anomalia non è meglio attribuibile ad un altro disturbo mentale (per es., Disturbo di
Ruminazione) o a mancata disponibilità di cibo.
D. L’esordio è prima dei 6 anni di età.
DISTURBO DA TIC
In questa sezione sono presenti quattro tipi di tic. Un tic è un movimento o una vocalizzazione
improvviso, rapido ricorrente, aritmico e stereotipato. E’ avvertito come irressistibile, ma può essere
represso per periodi variabili di tempo. Tutte le forme di tic possono essere esacerberate dallo stress
e attenuarsi durante attività che richiedono concentrazione. Solitamente diminuiscono in maniera
marcata durante il sonno. I tic motori semplici includono ammiccamenti, torsioni del collo, alzate di
spalle: quelli vocali semplici raschiarsi la gola, grugnire tirare il naso; quelli motori complessi
includono movimenti riassettarsi, saltare, toccare, pestare i piedi; quelli vocali includono la
ripetizione di parole o frasi fuori dal contesto, la coprolalia
DISTURBO DI TOURETTE
I tic riguardano il capo, mentre la coprolalia è presente in pochi soggetti. possono essere presenti
tic motori complessi
ENCOPRESI
ENURESI
MUTISMO SELETTIVO
I movimenti stereotipati possono includere: far cenni con le mani, dondolarsi, giocherellare,
sbattere la testa, morsicarsi, colpire varie parti del proprio corpo
DELIRIUM
v.p.149 vedi criteri diagnostici per il delirium dovuto a condizione medica generale
Nota Questa diagnosi dovrebbe essere fatta al posto di una diagnosi di Intossicazione da Sostanze
solo quando i sintomi cognitivi sono più intensi di quelli solitamente associati alla sindrome da
intossicazione, e quando i sintomi sono sufficientemente gravi da giustificare un'attenzione clinica
indipendente.
Nota: Questa diagnosi dovrebbe essere fatta al posto di una diagnosi di Astinenza da Sostanze
solo quando i sintomi cognitivi sono più intensi di quelli solitamente associati alla sindrome da
astinenza; e quando i sintomi sono sufficientemente gravi da giustificare un'attenzione clinica
indipendente.
Il delirium che si verifica durante l’intossicazione da sostanze può insorgere in un lasso di tempo
variabile da ore a giorni, dopo l’assunzione di dosi relativamente alte di certe droghe come la
cocaina, cannabis, l’alcool, barbiturici, hanno l’insorgenza del delirium che si verifica dopo alcuni
giorni.
DEMENZA
I disturbi noti come “demenza” sono caratterizzati dallo sviluppo di molteplici deficit cognitivi
che sono dovuti agli effetti fisiologici diretti di una condizione medica generale, agli effetti di una
sostanza o a eziologie molteplici. I disturbi di questa sezione condividono un comune quadro
sintomatologico, ma si differenziano in base all’eziologia.
Diagnosi differenziale Il decorso clinico può essere di aiuto a differenziare il delirium dalla
demenza. Tipicamente i sintomi del delirium presentano delle fluttuazioni, mentre i sintomi della
demenza sono relativamente stabili. La schizofrenia si differenzia dalla demenza per l’età di
insorgenza generalmente più giovane, per i suoi sintomi caratteristici e per l’assenza di una specifica
eziologia da condizione medica
La demenza deve essere distinta dal normale invecchiamento. La diagnosi di demenza è
giustificata solo se vi sono segni dimostrabili di un deficit cognitivo e di memoria maggiore di
quello che sarebbe prevedibile in conseguenza di normali processi di invecchiamento e se i sintomi
causano una menomazione del funzionamento sociale e lavorativo.
Decorso Negli stadi successivi della malattia, i soggetti possono sviluppare turbe motorie e
della deambulazione ed eventualmente presentare mutacismo ed allettamento.
I parenti biologici di primo grado hanno una maggiore tendenza a sviluppare la malattia.
DEMENZA VASCOLARE
Per poter determinare se la demenza è dovuta ad una condizione medica generale, bisogna fare
varie considerazioni. Una di queste si basa sulla presenza di un’associazione temporale fra l’inizio
dell’esacerbazione della condizione medica generale e quella dei deficit cognitivi
Il grado o il tipo di alterazione comportamentale dipende dalla sede e dalla estensione della
lesione cerebrale. E’ comunemente presente amnesia, ansia, irritabilità, depressione, labilità
affettiva.
E’ una delle encefalopatie spongiformi (malattia del sistema nervoso centrale causata da agenti
“virus lenti”). I soggetti manifestano demenza, movimenti involontari, stanchezza, ansia,
concentrazione.
Una quantità di altre condizioni mediche può comportare la demenza, come le affezioni
endocrine, lesioni strutturali, squilibri nutrizionali, alterazione della funzione renale o epatica.
DISTURBI AMNESTICI
Il disturbo amnestico è caratterizzato da un disturbo della memoria che è dovuto agli effetti
fisiologici diretti di una condizione medica generali oppure agli effetti persistenti di una sostanza. I
disturbi di questa sezione condividono un comune quadro sintomatologico di compromissione della
memoria, ma si differenziano sulla base dell’eziologia.
Decorso L’età di insorgenza e il decorso successivo possono essere molto variabili e dipende
dal processo patologico primario che sostiene il disturbo. Una lesione traumatica, un prolungato
abuso di sostanze, o altre condizioni mediche possono essere implicate.
Diagnosi differenziale Il deficit di memoria è una caratteristica del delirium e della demenza.
Nel delirium, si verifica in associazione di una compromissione della coscienza, con ridotta capacità
di focalizzare, sostenere o spostare l’attenzione. Nella demenza deve essere accompagnato da deficit
cognitivo.
Benché non vi siano linee di giuda infallibili per determinare se la relazione fra il disturbo
anamnestico e la condizione medica generale è eziologica, si possono fare diverse considerazioni.
Una prima riguarda il fatto se vi è la presenza di un’associazione temporale fra l’inizio,
l’esacerbazione, la remissione della condizione medica generale e il disturbo. Una seconda
considerazione è la presenza di caratteristiche che sono poco tipiche di un deficit di memoria nel
contesto di un disturbo mentale associativo.
La maggior parte di coloro che hanno questo disturbo hanno precedentemente sperimentato una
modalità di uso prolungato e pesante della sostanza che soddisfaceva i criteri per la dipendenza da
sostanze.
Può verificarsi in associazione alle seguenti classi di sostanze: alcool, sedativi, ipnotici e
ansiolitici; sostanze diverse o sconosciute.
Il disturbo è apparentemente dovuto alla deficienza di vitamine che è associata all’ingestione
prolungata, pesante di alcool.
Un disturbo mentale di questo tipo è caratterizzato dalla presenza di sintomi mentali che sono
legati ad una condizione medica generale diretta. Mantenere la distinzione fra condizione medica e
disturbo mentale implica che non vi siano differenze fondamentali nella loro concettualizzazione, e
che i disturbi mentali non siano correlati a fattori o processi fisici o biologici. Lo scopo di
distinguere le condizioni mediche generali dai disturbi mentali è quello di incoraggiare l’accuratezza
delle valutazioni e di fornire uno strumento pratico.
Caratteristiche diagnostiche Tre criteri compaiono nei set di criteri per ciascuno dei
disturbi mentali dovuti ad una condizione medica generale:
B. Vi è una dimostrazione fondata, sull’esame fisico, o sugli esami da laboratorio, che
l’alterazione è la conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale.
L’applicazione di questo criterio richiede due valutazioni cliniche distinte: che sia presente una
condizone medica generale e che il disturbo sia eziologicamente correlato alla condizione medica
generale. Una prima considerazione importante è la presenza di una relazione temporale tra
l’insorgenza, l’esacerbazione o remissione della condzione medica e quella del distrubo mentale.
Una seconda considerazione importante è la presenza di manifestazioni che sono poco tipiche di
un distrubo mentale primario, come un decorso atipico.
C. L’alterazione non risulta meglio giustificata da un altro distrbo mentale.
Nel fare la diagnosi è necessario escludere i disturbi mentali primari e quelli che sono indotti da
sostanze. Escludere i distrubi mentali primari è spesso difficile, perché i soggetti presentano
comunque condizioni mediche generali, oppure la possono esacerbare.
D. L’alterazione non si manifesta esclusivamente durante il decorso di un delirium.
Se i sintomi ricorrono soltanto durante i periodi di delirium, essi sono considerati manifestazioni
associate del delirium e non giustificano una diagnosi separata.
ABUSO DI SOSTANZE
La diagnosi di astinenza è ammessa per i seguenti gruppi di sostanze: alccol, anfetamine, cocaina,
nicotina, oppiacei, sedativi. I sintomi variano a seconda della sostanza usata.
La via di somministrazione è un fattore importante per determinare i suoi effetti. Le vie di
somministrazione ad assorbimento più rapido nel torrente circolatorio tendono a provocare una
modalità della sostanza a dosi crescente di intensità che conduce a dipendenza.
Le sostanze ad azione breve hanno potenzialmente maggiore tendenza a sviluppare dipendenza o
abuso rispetto alle sostanze ad azione simile con durata d’azione più lunga.
I disturbi correlati a sostanze presentano anche comunemente comorbità con molti disturbi
mentali.
Nella maggior parte delle culture, l’alcool è il sedativo ad azione centrale più frequentemente
usato, e una causa di considerevole morbilità e mortalità. Pressapoco il 90% dei soggetti adulti negli
Stati Uniti hanno avuto delle esperienze con alcool e un numero consistente sono incorsi in uno o
più eventi di vita avversi correlati all’alcool.
L’astinenza alcolica è caratterizzata dallo sviluppo di sintomi astinenziali circa 12 ore dopo la
riduzione della assunzione successiva a un periodo prolungato di ingestione pesante di alcool.
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Poiché l’astinenza può essere spiacevole e intensa, i soggetti possono continuare ad assumere
alcool, nonostante le conseguenze avverse, spesso per evitare o attenuare i sintomi di astinenza.
ABUSO DI ALCOOL
INTOSSICAZIONE ALCOLICA
ASTINENZA ALCOLICA
I sintomi sono di solito attenuati dalla somministrazione di alcool o di qualche altro sedativo del
SNC.
Meno del 5% dei soggetti che sviluppano astinenza alcoolica sviluppano sintomi drammatici
(Grave iperattività del SNA), il delirium da astinenza alcolica include disturbi della coscienza,
cognitivi, allucinazioni visive, tattili o uditive.
Decorso Il primo episodio di intossicazione tende a manifestarsi verso 15-17 anni, con un
picco per l’insorgenza della dipendenza tra gli 20 e i 35 anni. I soggetti sviluppano distrubi correlati
all’alcool verso i 40 anni. L’abuso e la dipendenza da alcool hanno un decorso variabile che è
frequentemente caratterizzato da periodi di remissione o ricaduta
All’inizio, quando il soggetto comincia a bere e i livelli di alcolemia cominciano a salire, i sintomi
si manifestano in loquacità, umore brillante ed espansivo. Quando i livelli scendono il soggetto
tende a diventare più depresso, introverso e offuscato nelle facoltà cognitive. A livelli molto alti, un
soggetto non tollerante tende ad addormentarsi e a entrare in un primo stadio di anestesia. Livelli
superiori ai 300-400 mg possono provocare inibizione del respiro e del polso, e anche il decesso in
soggetti non tolleranti
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La classe delle anfetamine o sostanze simili include tutte le sostanze con struttura feniletilaminica
sostituita, come anfetamine, destroanfetamine. Sono pure incluse quelle sostanze con struttura
differente ma che hanno pure un’azione simile alle anfetamine, come le pillole dietetiche. Una forma
molto pura di metamfetamina è chiamata “ice”. Per la sua purezza elevata e per il suo punto di
evaporazione relativamente basso può essere fumato per produrre immediato e potente effetto
stimolante (come la cocaina crack). Vi sono composti stimolanti presenti in natura come il chat. La
maggior parte degli effetti delle anfetamine e dei farmaci sono simili a quelli della cocaina. Tuttavia,
diversamente dalla cocaina, queste sostanze non hanno attività anestetica locale, pertanto il rischio
di ridurre certe condizioni mediche generali può essere minore. Gli effetti psicoattivi della maggior
parte delle sostanze simili alle anfetamine dura più a lungo di quelli della cocaina.
DIPENDENZA DA ANFETAMINE
Come nella dipendenza da cocaina, l’uso può essere cronico o episodico con sbornie (corse)
intervallate da breve episodi di non assunzione della sostanza in abuso. Il comportamento aggressivo
e violento è associato alla dipendenza da anfetamine, specialmente quando vengono fumate o
assunte endovena a dosi massicce. Si osservano spesso ansia intensa, ma temporanea, come pure
ideazione paranoide ed episodi psicotici che ricordano la schizofrenia.
ABUSO DI ANFETAMINE
Occasionalmente soggetti con abuso di anfetamine possono prendere parte ad attività illegali per
procurarsi la sostanza in abuso. I soggetti possono continuare a far uso della sostanza malgrado la
consapevolezza che l’uso continuativo comporti controversie durante lo stato di intossicazione.
Quando questi problemi sono accompagnati da manifestazioni evidenti di tolleranza, astinenza o
comportamento compulsivo, dovrebbe essere diagnosticata dipendenza da anfetamine.
INTOSSICAZIONE DA AMFETAMINE
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ASTINENZA DA ANFETAMINE
Decorso Certi soggetti cominciano ad usare queste sostanze nel tentativo di controllare il loro
peso. La dipendenza può svilupparsi più rapidamente quando la sostanza è assunta per via
endovenosa o fumata.
La dipendenza è associata a una modalità di assunzione: l’uso episodici o giornaliero. Nella
modalità episodica, l’uso della sostanza è intervallato da momenti di non assunzione.
Nell’uso cronico giornaliero, non vi sono ampie fluttuazioni ma vi è spesso un incremento della
dose nel tempo. L’uso cronico diventa spiacevole a causa della sensibilizzazione e della comparsa di
disforia.
La caffeina può essere consumata da una quantità di fonti differenti inclusi caffè, cacao,
stimolanti, coadiuvanti per la perdita di peso. Certi soggetti che bevono grandi quantità di caffè
mostrano manifestazioni di dipendenza dalla caffeina e presentano tolleranza e forse astinenza.
L’intossicazione da caffè può essere clinicamente significativa.
A dosi più elevata sono state descritte lievi turbe sensoriali. Benché dosi elevate di caffeina
possono aumentare il battito cardiaco, dosi minori possono rallentare il polso. Si possono osservare
agitazione, irrequietezza, sudorazione tachicardia. L’uso pesante è associato allo sviluppo dell’ansia,
o sintomi somatici come aritmie cardiache. l’uso eccessivo è asociato a disturbi dell’umore, del
sonno, dell’alimentazione.
Non vi sono criteri di per dipendenza o abuso di cannabis. Sintomi di una possibile astinenza
(umore irritabile o ansioso, sudorazione, nausea e perdita del sonno) sono stati descritti in
associazione all’uso di dosi molto elevate, ma il loro significato clinico è molto incerto,
DIPENDENZA DA CANNABIS
INTOSSICAZIONE DA CANNABIS
L’intossicazione si sviluppa entro pochi minuti se la cannabis è fumata, ma può richiedere qualche
ora se la sostanza è assunta per via orale.
Intossicazione con alterazioni percettive. Quando si presentano allucinazioni con test di realtà
integro o illusioni visive, tattili in assenza di delirium.
La cocaina, una sostanza presente in natura che viene estratta dalla pianta della coca, viene
consumata in diverse preparazioni (per es., foglie, pasta, ecc...).
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Una forma di cocaina comunemente usata è il crack che viene facilmente inalato, così che i
suoi effetti hanno un’insorgenza rapida.
ABUSO DI COCAINA
INTOSSICAZIONE DA COCAINA
ASTINENZA DA COCAINA
I sintomi di astinenza acuta sono spesso osservati dopo periodi di uso ripetitivo a dosi elevate.
Questi periodi sono caratterizzati da intense o spiacevoli sensazioni di stanchezza e depressione, che
generalmente richiedono alcuni giorni di riposo o di recupero. Possono presentarsi sintomi
depressivi come ideazione o comportamenti suicidari.
Manifestazioni e disturbi associati E’ noto che i soggetti con dipendenza da cocaina possono
spendere milioni di lire per la sostanza in periodi di tempo molto brevi, con conseguenti catastrofi
finanziarie. Possono prendere parte ad attività criminale, con comportamento irresponsabile,
isolamento sociale e disfunzioni sessuali.
L’intossicazione acuta da dosi elevate può essere associata con eloquio digressivo, cefalea, idee di
riferimento transitorie. Vi possono anche essere ideazione paranoide, allucinazioni uditive, tattili.
Può verificarsi rabbia estrema con minacce o atti di comportamento aggressivo. Sono comuni,
modificazioni dell’umore depressione con pensieri suicidi, irritabilità, labilità emotiva o turbe
dell’attenzione.
Non sono infrequenti storie di attacchi di panico, fobia sociale, ansia generalizzata.
I soggetti che usano la cocaina per via nasale spesso sviluppano sinusiti, irritazioni della mucosa.
Quelli che fumano cocaina presentano un rischio maggiore per problemi respiratori. La
dipendenza è comunemente associata a perdita di peso.
Questo diverso gruppo di sostanze include ergotaminici e composti correlati, extasy. Gli
allucinogeni generalmente sono assunti per via orale.
DIPENDENZA DA ALLUCINOGENI
E’ stato riportato che la tolleranza si sviluppa rapidamente riguardo agli effetti euforizzanti. l’uso
di allucinogeni è limitato spesso solo a poche volte la settimana. Questa frequenza può essere
correlata al desiderio di impedire lo sviluppo di tolleranza agli effetti psicologici degli allucinogeni.
I soggetti che gli usano passano giorni e ore ad usare le sostanze e per riprendersi dai loro effetti. Al
contrario certe sostanze hanno un’azione alquanto breve. Gli allucinogeni possono continuare ad
essere presi nonostante il soggetto sia consapevole dei loro effetti aversi. Certi soggetti possono
manifestare reazioni comportamentali pericolose.
INTOSSICAZIONE DA ALLUCINOGENI
DIPENDENZA DA INALANTI
E’ stata descritta una possibile sindrome di astinenza che comincia 24-48 ore dopo la cessazione
dell’uso e dura da 2 a 5 giorni, con sintomi comprendenti turbe del sonno, tremore irritabilità.
Tuttavia gli inalanti possono venire assunti per tempi più lunghi o in quantità maggiori di quanto
previsto intenzionalmente all’inizio e i soggetti possono trovare difficoltà ad interromperlo.
INTOSSICAZIONE DA INALANTI
La dipendenza e l’astinenza da nicotina si possono sviluppare con tutte le forme di tabacco e con
certi trattamento prescritti.
DIPENDENZA DA NICOTINA
Nei soggetti che fumano sigarette, la frequenza cardiaca diminuisce da 5 a 12 battiti al minuto nei
primi giorni successivi alla cessazione del fumo e il peso mediamente di 2-3 durante il primo anno
dalla interruzione.
Il bisogno impellente è un elemento importante e può rendere conto della difficoltà che i soggetti
incontrano nell’interrompere. Altri sintomi associati all’astinenza comprendono un desiderio per i
dolci e la prestazione nelle prove che richiedono vigilanza.
Il fumo aumenta inoltre il metabolismo di molti farmaci prescritti per il trattamento dei disturbi
mentali e altre sostanze.
Gli oppiacei comprendono gli oppiacei naturali (es, morfina), semisintetici(per es, eroina), e
sintetici con azione simile alla morfina (es, metadone). L’eroina è una delle sostanze di abuso più
comunemente usate ed è di solito assunta per via endovenosa, benché possa essere fumata o inalata
quando sia disponibile in una forma pura.
Gli oppiacei sono a volte prescritti come antidiarreici, inibitori della tosse, analgesici.
DIPENDENZA DA OPPIACEI
ABUSO DI OPPIACEI
I soggetti che abusano di oppiacei di solito assumono queste sostanze molto meno spesso di quelli
che presentano dipendenza e non sviluppano tolleranza o astinenza significativa.
INTOSSICAZIONE DA OPPIACEI
Una severa intossicazione conseguente a una overdose di oppiacei può condurre a coma,
depressione respiratoria, e anche a morte.
ASTINENZA DA OPPIACEI
Nella maggior parte dei soggetti dipendenti da farmaci a breve durata come l’eroina, i sintomi di
astinenza si verificano entro 6-24 ore dopo l’ultima dose. I sintomi di astinenza presentano un picco
entro 1-3 giorni e generalmente decrescono in un periodo di 5-7 giorni. I sintomi di astinenza meno
acuta possono durare da settimane a mesi. Questi sintomi più cronici comprendono ansia, disforia,
anedonia, insonnia e bisogno impellente di farmaci.
La dipendenza da oppiacei è comunemente associata a una storia di reati correlati alle droghe.
Per molti soggetti l’effetto della prima assunzione di un oppiaceo è disforico piuttosto che
euforizzante e si possono verificare nausea e vomito. I soggetti con dipendenza sono particolarmente
a rischio per lo sviluppo di sintomi depressivi brevi e per episodi di depressione, a lieve a moderata,
che soddisfano i criteri per il disturbo depressivo maggiore. L’insonnia è comune, specie durante
l’astinenza.
L’uso acuto e cronico è associato a carenza di secrezioni, che provoca secchezza delle fauci e del
naso, rallentamento dell’attività gastrointestinale e stitichezza.
La dipendenza può cominciare a qualunque età, ma i problemi associati all’uso di oppiacei
giungono ad una prima osservazione più comunemente poco prima o poco dopo i vent’anni.
Una volta che la dipendenza si sviluppa continua per un periodo di molti anni, anche se sono
frequenti brevi periodi di astinenza. La ricaduta dopo l’astinenza è frequente, persino dopo molti
anni di incarcerazione.
Le feniciclidine includono fenciclidina e composti attivi simili. Queste sostanze furono impiegate
dapprima come anestetici negli anni ‘50 e divennero sostanze da strada negli anni ’60.
DIPENDENZA DA FENCICLIDINA
Non stati dichiarati né tolleranza nè sintomi di astinenza. Non è difficile da procurare, i soggetti
con dipendenza la fumano 2-3 volte al giorno e in questo modo trascorrono una parte considerevole
ABUSO DI FENCICLIDINA
I soggetti possono far uso in situazioni nelle quali possono correre dei pericoli fisici. Si possono
verificare problemi legali e sociali a seguito dovuti al comportamento del soggetto quando è
intossicato, e alle molteplici liti.
INTOSSICAZIONE DA FENCICLIDINA
I sintomi e i segni specifici sono dose-correlati. Dosi inferiori producono vertigini, atassia,
nistagmo, movimenti anomali involontari, euforia, appiattimento dell’affettività. A dosi intermedie
possono presentare pensiero disorganizzato, modificazioni dello schema corporeo o delle percezioni
sensoriali, depersonalizzazione. Dosi più elevate producono amnesia, coma, crisi epilettiche.
Benché i soggetti con intossicazione possono rimanere vigili e orientati, possono presentare
delirium, coma, sintomi psicotici o mutismo catatonico. Indicazioni ripetute possono portare a
problemi lavorativi, familiari, sociali o legali. Possono verificarsi violenza, agitazione e
comportamento bizzarro.
I soggetti possono usare dosi intossicanti di sedativi o benzodiazepine per scalare, dosi di cocaina
o anfetamine, oppure possono usare alte dosi di benzodiazepine in combinazione a metadone per
intensificare gli effetti. L’abuso di sostanze di questa classe può comportare un uso in situazioni a
rischio come mettersi alla guida.
Decorso Il decorso più usuale riguarda soggetti giovani che aumentano progressivamente
l’uso ricreativo di sedativi.
Il secondo decorso clinico osservato meno di frequente comincia quando il soggetto si procura i
farmaci mediante, in genere per il trattamento dell’ansia, dell’insonnia o di disturbi somatici. La
tolleranza può raggiungere livelli elevati e può verificarsi astinenza.
I disturbi presentati in questa sezione sono tutti caratterizzati dal fatto di includere sintomi
psicotici come manifestazione determinante.
La definizione del termine psicotico è limitata ai deliri o alle allucinazioni rilevanti, quando
queste ultime si verificano senza consapevolezza da parte del soggetto della loro natura patologica.
Una definizione meno restrittiva dovrebbe includere anche le allucinazioni rilevanti che il soggetto
riconosce come esperienze allucinatorie. Ancora più ampia è la definizione che includa pure altri
sintomi positivi della schizofrenia (es. linguaggio disorganizzato, comportamento grossolanamente
disorganizzato o catatonico). Diversamente da queste definizioni basate su sintomi la definizione
usata nelle classificazioni precedenti era troppo inclusiva e focalizzata sulla gravità della
menomazione funzionale, in modo tale che un disturbo mentale era definito “psicotico” se
comportava una menomazione che interferiva con la capacità di soddisfare le esigenze ordinarie
della vita. Infine, il temine è stato definito come una perdita di confini dell’Io o una compromissione
importante della capacità di esame della realtà.
La Schizofrenia è un disturbo che dura almeno 6 mesi e implica almeno un mese di sintomi della
fase attiva (per es., due [o più] dei seguenti sintomi: deliri, allucinazioni, eloquio disorganizzato,
comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico, sintomi negativi). In questa sezione
sono pure incluse le definizioni per i sottotipi della Schizofrenia (Paranoide, Disorganizzata,
Catatonica, Residua).
Il Disturbo Schizofreniforme e caratterizzato da un quadro sintomatologico equivalente a quello
della Schizofrenia eccetto che per la sua durata (per es., il disturbo dura da uno a sei mesi) e per
l’assenza del requisito che prevede un deterioramento del funzionamento.
Il Disturbo Schizoaffettivo è un disturbo nel quale un episodio di alterazione dell'umore e i
sintomi della fase attiva della Schizofrenia ricorrono assieme e sono preceduti o seguiti da almeno
due settimane di deliri o allucinazioni senza rilevanti sintomi della sfera affettiva.
Il Disturbo Delirante è caratterizzato da almeno un mese di deliri non bizzarri in assenza di altri
sintomi della fase attiva della Schizofrenia.
Il Disturbo Psicotico Breve è un disturbo che dura più di un giorno e si risolve entro un mese
Il Disturbo Psicotico Condiviso è un disturbo che si sviluppa in un soggetto che viene
influenzato da qualcun’altro con un delirio stabilizzato di contenuto simile.
Nel Disturbo Psicotico Dovuto a una Condizione Medica Generale, si valuta che i sintomi
psicotici siano una conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale.
Nel Disturbo Psicotico Indotto da Sostanze, si valuta che i sintomi psicotici siano una
conseguenza fisiologica diretta di una sostanza d'abuso, di un farmaco, o della esposizione a una
tossina.
Il Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato viene incluso per classificare quadri psicotici
che non soddisfano i criteri per alcuno dei Disturbi Psicotici definiti in questa sezione, o per definire
una sintomatologia psicotica a riguardo della quale si possiedono informazioni inadeguate o
contraddittorie.
SCHIZOFRENIA
I sottotipi sono definiti dalla sintomatologia predominante al momento della valutazione. Benché
le implicazioni prognostiche e di trattamento dei sottotipi sono variabili, il tipo paranoide e
disorganizzato tendono ad essere rispettivamente il meno e il più grave.
TIPO PARANOIDE
TIPO DISORGANIZZATO
TIPO CATATONICO
TIPO INDIFFERENZIATO
TIPO RESIDUO
Il tipo residuo dovrebbe essere usato almeno quando vi è stato almeno un episodio di schizofrenia,
ma il quadro clinico attuale è senza sintomi psicotici positivi rilevanti (es., deliri, allucinazioni,
eloquio o comportamento disorganizzato). Vi è manifestazione del disturbo come indicato dalla
presenza di sintomi negativi (es., affettività appiattita, povertà nell’eloquio, comportamento
eccentrico).
Il decorso del tipo residuo può essere limitato nel tempo e rappresenta una transizione fra il
periodo pienamente sviluppato e una remissione completa.
DISTURBO SCHIZOFRENEIFORME
La durata del disturbo è intermedia tra quella del disturbo psicotico breve e quella della
schizofrenia. La diagnosi viene fatta in due condizioni. Nella prima la diagnosi è applicata ad un
episodio di malattia di durata compressa fra uno e sei mesi, dal quale il soggetto è già
completamente ristabilito. Nella seconda situazione, la diagnosi è applicata a un soggetto che,
benché ancora affetto da qualche sintomo ne è stato affetto per un periodo inferiore ai 6 mesi
richiesti per una diagnosi di schizofrenia.
DISTURBO SCHIZOAFFETTIVO
DISTURBO DELIRANTE
Benché lo stabilire se i deliri siano bizzarri sia considerato un fatto importante nel distinguere il
disturbo delirante dalla schizofrenia, la bizzarria è difficile da valutare. I deliri sono ritenuti bizzarri
se risultano non plausibili, non comprensibili e non derivabili da esperienze ordinarie della vita. Al
contrario i deliri non bizzarri, riguardano situazioni che possono verificarsi.
Il funzionamento psicosociale è variabile. Certi soggetti sembrano non compromessi nei ruoli
interpersonali e lavorativi.
Diagnosi differenziale Il disturbo delirante può essere distinto dalla schizofrenia e dal
disturbo schizofreniforme sulla base dall’assenza di altri sintomi caratteristici della fase attiva. In
confronto alla schizofrenia, il disturbo delirante produce una minore menomazione del
funzionamento lavorativo e sociale.
Può essere difficile differenziare i disturbi dell’umore con aspetti psicotici dal disturbo delirante,
poiché entrambi comprendono deliri non bizzarri senza rilevanti allucinazioni e il disturbo delirante
frequentemente si associa a sintomi che riguardano l’umore. La distinzione dipende dalla relazione
temporale fra il disturbo dell’umore e i deliri e dalla gravità dei sintomi che riguardano l’umore. Si
può fare una diagnosi di disturbo delirante Solo se gli episodi di alterazione dell’umore rimane
relativamente breve rispetto alla durata totale del disturbo delirante.
Il contenuto dei deliri condivisi può dipendere dalla diagnosi del caso primario e può
comprendere deliri relativamente bizzarri, deliri congruenti all’umore, oppure deliri non bizzarri che
sono caratteristici del disturbo delirante. Il soggetto con il disturbo primario è dominante nella
relazione e gradualmente impone il suo sistema delirante alla seconda persona, più passiva e
inizialmente sana. I soggetti che arrivano a condividere convinzioni deliranti sono spesso uniti da
vincoli di consanguineità o di matrimonio, e hanno vissuto assieme per un lungo periodo, a volte in
condizioni di relativo isolamento sociale. Se la relazione con il caso primario viene interrotta, le
convinzioni deliranti dell’altro soggetto di solito diminuiscono o scompaiono.
Le allucinazioni possono manifestarsi con ogni modalità sensoriale, ma certi fattori eziologici
tendono a evocare specifici fenomeni allucinatori. Le allucinazioni olfattive, specialmente quelle
riguardanti l’odore di gomma bruciata, sono molto suggestive per epilessia del lobo temporale.
La diagnosi non viene fatta se il soggetto mantiene una capacità critica nei confronti delle
allucinazioni e si rende conto che le esperienze percettive derivano da una condizione medica
generale.
La sezione Disturbi dell’Umore comprende i disturbi che hanno come caratteristica predominante
un’alterazione dell’umore. La sezione è divisa in tre parti. La prima parte descrive gli episodi di
alterazione dell’umore (Episodio Depressivo Maggiore, Episodio Maniacale, episodio Misto ed
Episodio Ipomaniacale), inclusi separatamente all’inizio di questa sezione per facilitare la diagnosi
di vari Disturbi dell’Umore. Questi episodi non hanno codici diagnostici propri, e non possono
essere diagnosticati come entità separate; rappresentano comunque la base per la diagnosi dei
disturbi. La seconda parte descrive i Disturbi dell’Umore (per es., Disturbo Depressivo Maggiore,
Disturbo Distimico, Disturbo Bipolare I). I criteri per la maggior parte dei Disturbi dell’Umore
richiedono la presenza o l’assenza degli episodi di alterazione dell’umore descritti nella prima parte
della sessione. La terza parte include le specificazioni che descrivono l’episodio di alterazione più
recente o il decorso degli episodi ricorrenti.
I Disturbi dell’Umore sono suddivisi in Disturbi Depressivi (“depressione unipolare”), Disturbi
Bipolari e due disturbi basati sull’eziologia - Disturbo dell’Umore Dovuto ad una Condizione
Medica Generale e Disturbo dell’Umore Indotta da Sostanze. I Disturbi Depressivi (Disturbo
Depressivo Maggiore, Disturbo Distimico e Disturbo dell’Umore Non Altrimenti Specificato) si
distinguono dai Disturbi Bipolari per l’assenza di Episodi Maniacali, Misti o Ipomaniacali in
anamnesi. I Disturbi Bipolari (Disturbo Bipolare I, Disturbo Bipolare II, Disturbo Ciclotimico e
Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato) implicano la presenza (o l’anamnesi di Episodi
Maniacali, Episodi Misti o Episodi Ipomaniacali, solitamente accompagnati dalla presenza (o
anamnesi) di Episodi Depressivi Maggiori.
Il Disturbo Depressivo Maggiore e caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi Maggiori (per
almeno due settimane umore depresso o perdita di interesse, accompagnati da almeno altri quattro
sintomi depressivi).
Il Disturbo Distimico è caratterizzato dalla presenza per almeno due anni di umore depresso
quasi ogni giorno, accompagnato da altri sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per un
Episodio Depressivo Maggiore.
Il Disturbo Depressivo Non Altrimenti Specificato viene incluso per codificare i disturbi con
manifestazioni depressive che non soddisfano i criteri per Disturbo Depressivo Maggiore, Disturbo
Distimico, Disturbo dell’Adattamento con Umore Depresso o Disturbo dell’Adattamento con Umore
Depresso misto ad Ansia (o sintomi depressivi sui quali siano disponibili informazioni inadeguate o
contraddittorie).
Il Disturbo Bipolare I è caratterizzato da uno o più Episodi Maniacali o Misti, solitamente
accompagnati da Episodi Depressivi Maggiori.
Il Disturbo Bipolare II è caratterizzato da uno o più Episodi Depressivi Maggiori, accompagnati
da almeno un Episodio Ipomaniacale.
Il Disturbo Ciclotimico è caratterizzato dalla presenza. per almeno due anni di numerosi periodi
con sintomi maniacali che non soddisfano i criteri per l’Episodio Maniacale e di numerosi periodi
con sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per l’Episodio Depressivo Maggiore.
Il Disturbo Bipolare Non Altrimenti Specificato viene incluso per codificare i disturbi con
manifestazioni bipolari che non soddisfano i criteri per alcuno specifico Disturbo Bipolare definito
in questa sezione (o i sintomi bipolari sui quali siano disponibili informazioni inadeguate o
contraddittorie).
Il Disturbo dell’Umore Dovuto ad una Condizione Medica Generale è caratterizzato da una
notevole e persistente alterazione dell’umore ritenuta una diretta conseguenza fisiologica di una
condizione medica generale.
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Il Disturbo dell’umore indotto da Sostanze è caratterizzato da una notevole e persistente
alterazione dell’umore ritenuta una diretta conseguenza fisiologica di una droga. di abuso di un
farmaco, di un altro trattamento somatico per la depressione o dell’esposizione ad una tossina.
Il Disturbo dell’Umore Non Altrimenti Specificato viene incluso per codificare quei disturbi con
sintomi dell’umore che non soddisfano i criteri per alcun Disturbo dell’Umore specifico, e per i
quali non sia possibile sceglie tra Disturbo Depressivo Non Altrimenti Specificato e Disturbo
Bipolare Non Altrimenti Specificato (per es., agitazione acuta).
Caratteristiche collegate a cultura, età Nei bambini prepuberi, gli episodi si accompagnano
frequentemente ad altri disturbi mentali, mentre le lamentele somatiche e il ritiro sociale sono
frequenti nei bambini. Il rallentamento motorio, l’ipersonnia e il delirio è più comune nell’età adulta.
Un episodio non trattato dura 6 mesi e dipende dall’età di esordio. Nella maggior parte dei casi vi
è una remissione totale dei sintomi e il soggetto ritorna a un livello di funzionamento premorboso.
EPISODIO MANIACALE
Sintomi dell’episodio maniacale possono essere dovuti agli effetti diretti di una terapia
antidepressiva, o di altri tipi di terapie. Tali episodi non vengono considerati episodi maniacali
Manifestazioni e disturbi associati Gli individui con episodio maniacale non riconoscono
di essere malati, e oppongono resistenza al trattamento. Possono intraprendere attività che hanno
un’impronta di disorganizzazione e di bizzarria, possono giocare d’azzardo e avere comportamenti
antisociali. La persona può essere ostile e minacciare gli altri; gli individui con manifestazioni
psicotiche possono diventare aggressivi fisicamente e avere scarsa capacità di giudizio ed essere
iperattivi. Alcuni individui riferiscono maggiore acuità olfattiva e visiva. L’umore può essere
depresso o rabbioso.
Decorso e diagnosi differenziale L’età media di esordio è all’inizio del primo ventennio, ma in
alcuni casi l’inizio è durante l’adolescenza ed altri dopo i 50 anni.
Gli episodi maniacali dovrebbero essere distinti dagli episodi ipomaniacali, nei quali non è
sufficientemente grave la marcata compromissione del funzionamento sociale o lavorativo al punto
da richiedere l’ospedalizzazione.
EPISODIO MISTO
Sintomi analoghi a quelli osservati in un episodio misto possono essere dovuti agli effetti diretti di
un medicamento antidepressivo o per altri tipi di terapie.
EPISODIO IPOMANIACALE
DISTURBI DEPRESSIVI
Se, nel corso di un disturbo depressivo maggiore si sviluppano episodi maniacali, misti o
ipomaniacali la diagnosi viene cambiata in disturbo bipolare.
Decorso Alcuni hanno episodi isolati seguiti da molti anni senza sintomi, mentre altri hanno
gruppi di episodi e altri ancora hanno episodi sempre più frequenti con l’aumentare dell’età.
gli episodi depressivi maggiori possono risolversi completamente o solo parzialmente o non
risolversi.
Gli episodi depressivi maggiori seguono un grave evento psicosociale stressante, come la morte di
un persona cara o un divorzio.
Il disturbo è 1,5-3 volte più comune tra i familiari di primo grado di individui con questo disturbo.
DISTURBO DISTIMICO
Manifestazioni e disturbi associati Le manifestazioni associate sono simili a quelle per l’episodio
depressivo maggiore. Possono essere sentimenti di inadeguatezza; perdita generalizzata di interesse
o di piacere; ritiro sociale; sentimenti di colpa o ruminazione sul passato; sentimenti soggettivi di
irritabilità rabbia eccessiva riduzione di attività; i sintomi vegetativi sembrano essere meno comuni
che negli individui con episodio maggiore. Il disturbo distimico può essere associato con i disturbi
di personalità borderline, istrionico, narcisistico evitante o dipendente.
I bambini e gli adolescenti sono solitamente irritabili ed eccentrici oltre che depressi.
Il disturbo ha spesso un esordio precoce e insidioso ed un decorso cronico.
E’ più comune tra i consanguinei di primo grado
DISTURBI BIPOLARI
DISTURBO BIPOLARE I
Manifestazioni e disturbi associati Il 10-15% dei soggetti compiono suicidi. Durante gli
episodi maniacali gravi o con manifestazioni psicotiche si possono presentare violenza verso i
bambini, verso terzi. gli altri problemi associati includono assenteismo dalla scuola, insuccesso
lavorativo, divorzio o comportamento antisociale episodico. Altri disturbi mentali associati
includono anoressia nervosa, bulimia. disturbo da deficit dell’attenzione, di panico, fobia sociale.
Approssimativamente il 10-15 degli adolescenti va incontro allo sviluppo di un Disturbo Bipolare
I.
E’ un disturbo ricorrente; più del 90% degli individui vanno incontro a episodi futuri. L’intervallo
tra gli episodi tende a decrescere con l’aumentare dell’età dell’individuo, e alterazioni del ciclo
sonno-veglia possono precipitare o esacerbare in un episodio maniacale, misto o ipomaniacale.
Quando un individuo presenta gli episodi maniacali con manifestazioni psicotiche, quelli successivi
saranno caratterizzati da manifestazioni psicotiche.
Criteri diagnostici per il Disturbo Bipolare I, Più Recente Episodio Non Specificato
A. Risultano attualmente (o recentemente) soddisfatti i criteri, eccetto la durata. per un Episodio
Maniacale, Ipomaniacale, Misto o Depressivo Maggiore.
B. È stato precedentemente presente almeno un Episodio Maniacale o un Episodio Misto.
C. I sintomi di alterazione dell’umore causano disagio clinicamente significativo o
compromissione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.
D. Gli episodi di alterazione dell’umore di cui al criterio A e B non sono meglio inquadrabili
come Disturbo Schizoaffettivo, e non sono sovrapposti a Schizofrenia, Disturbo Schizofreniforme,
Disturbo Delirante o Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato.
E. I sintomi di alterazione dell’umore di cui ai Criteri A e B non sono dovuti agli effetti fisiologici
diretti di una sostanza (per es., una droga di abuso, un farmaco, o di altri trattamenti) o di una
condizione medica generale(per es., ipertiroidismo).
Specificare:
Specificazioni del Decorso Longitudinale (Con e Senza Recupero Interepisodico).
Ad Andamento Stagionale (si applica solo all’andamento degli Episodi Depressivi Maggiori).
A Cicli Rapidi.
Gli individui con Disturbo Bipolare II possono considerare gli episodi maniacali come non
patologici. Spesso i soggetti, particolarmente durante un episodio depressivo maggiore, non
ricordano i periodi di ipomania senza l’aiuto di amici stretti o parenti.
Decorso Il suicidio rappresenta un rischio significativo, che si verifica nel 10-15% dei
soggetti con questo disturbo.
I disturbi mentali associati includono abuso o dipendenza da sostanze, anoressia nervosa, bulimia,
disturbo da deficit dell’attenzione, disturbo di panico, fobia sociale e disturbo borderline di
personalità.
Circa il 60-70% degli episodi ipomaniacali del Disturbo Bipolare II si verificano immediatamente
prima o dopo un episodio depressivo maggiore.
Il numero di episodi nel corso della vita tende ad essere più elevato per il Disturbo Bipolare II
rispetto al disturbo depressivo maggiore.
Sebbene la maggior parte degli individui ritorni ad un livello di funzionamento ottimale
nell’intervallo tra gli episodi, circa il 15% continua a mostrare labilità dell’umore e difficoltà
interpersonali o lavorative.
DISTURBO CICLOTIMICO
Il disturbo dell’umore dovuto ad una condizione medica generale aumenta il rischio di tentativi di
suicidi e di suicidi. Condizioni croniche, incurabili e dolorose determinano il rischio più elevato.
In questa sezione sono compresi i disturbi che seguono: Disturbo di Panico Senza Agorafobia,
Disturbo di Panico con Agorafobia, Agorafobia senza Anamnesi di Disturbo di Panico, Fobia
Specifica, Fobia Sociale, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, Disturbo Post-traumatico da Stress,
Disturbo Acuto da Stress, Disturbo d’Ansia Generalizzato, Disturbo d’Ansia Dovuto ad una
Condizione Medica Generale, Disturbo d’Ansia Indotto da Sostanze, e Disturbo d’Ansia Non
Altrimenti Specificato. Poiché nel contesto di molti di questi disturbi si manifestano Attacchi di
Panico ed Agorafobia, i set di criteri per il Disturbo di Panico e per l’Agorafobia vengono elencati
separatamente all’inizio di questa sezione.
Un Attacco di Panico corrisponde a un periodo preciso durante il quale vi l’insorgenza
improvvisa di intensa apprensione, paura o terrore, spesso associati con una sensazione di catastrofe
imminente. Durante questi attacchi sono presenti sintomi come dispnea, palpitazioni, dolore o
fastidio al petto, sensazione di asfissia o di soffocamento, e paura di “impazzire” o di perdere il
controllo.
ATTACCO DI PANICO
AGORAFOBIA
La diagnosi differeziale per distinguere l’agorafobia dalla fobia sociale o specifica e dal disturbo
d’ansia di separazione grave può essere difficoltosa, poiché tutte queste condizioni sono
caratterizzate dall’evitamento di situazioni specifiche.
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DISTURBO DI PANICO
Manifestazioni e disturbi associati Oltre a preoccuparsi per gli attacchi di panico e per le
loro implicazioni, molti individui riferiscono anche sentimenti di ansia costanti o intermittenti non
focalizzati su alcuna situazione o eventi specifici. Altri diventano eccessivamente apprensivi per le
conseguenze di attività di routine, particolarmente quelle relative alla salute o alla separazione da
persone amate.
Decorso L’età di esordio varia, ma si colloca tra la tarda adolescenza e i 35 anni. Può esservi
una distribuzione bimodale, con un picco nella tarda adolescenza. Alcuni individui possono avere
crisi episodiche con intervalli di remissione di anni, ed altri possono avere una sintomatologia grave
in modo continuativo. Sebbene l’agorafobia possa svilupparsi in ogni momento, essa esordisce di
solito nel primo anno in cui si manifestano gli attacchi di panico ricorrenti.
Diagnosi differenziale Il disturbo di panico viene diagnosticato se si ritiene che gli attacchi di
panico siano una conseguenza fisiologica diretta di una conduzione medica generale.
La differenziazione tra fobia specifica, tipo situazionale, dal disturbo di panico con agorafobia
può essere particolarmente difficile, poiché entrambi i disturbi possono includere gli attacchi di
panico e l’evitamento di tipi di situazioni simili.
Tipicamente il disturbo di panico è caratterizzato dall’esordio iniziale di attacchi di panico
inaspettati, e dal conseguente evitamento di situazioni multiple ritenute probabili fattori scatenanti
degli attacchi di panico.
Quattro fattori possono essere utili nel formulare questo giudizio; l’oggetto della paura, il tipo e il
numero degli attacchi di panico il numero di situazioni evitate ed il livello di ansia intercorrente.
Se comunque l’individuo presenta attacchi di panico inaspettati in altre situazioni e comincia ad
evitare o a sopportare nel timore altre situazioni per paura degli attacchi di panico, è autorizzata una
diagnosi di disturbo di panico con agorafobia. Inoltre, la presenza di apprensione pervasiva
riguardante l’avere un attacco di panico anche quando non ci si aspetta l’esposizione ad una
situazione fobica supporta pure la diagnosi di disturbo di panico con agorafobia. Se l’individuo
presenta attacchi di panico inaspettati in altre situazioni, ma non si sviluppa ulteriore evitamento, la
diagnosi appropriata sarebbe disturbo di panico senza agorafobia. Se l’obbiettivo dell’evitamento
non è legato all’avere un attacco di panico ma riguarda altre catastrofi, può essere considerata una
diagnosi addizionale di fobia specifica.
FOBIA SEMPLICE
L’individuo prova una paura marcata, persistente quando è in presenza o quando si aspetta di
affrontare un oggetto o una situazione specifica. L’oggetto della paura può essere la previsione di un
danno collegata a certi aspetti dell’oggetto o situazione. Fobie specifiche possono anche
comprendere la preoccupazione di perdere il controllo, di avere il panico e di svenire, che si
potrebbero manifestare all’oggetto temuto.
L’ansia, viene avvertita immediatamente quando avviene il confronto con lo stimolo fobico. Il
livello di ansia varia solitamente del grado di vicinanza dello stimolo fobico. Comunque l’intensità
della paura può non essere sempre correlata in modo prevedibile con lo stimolo fobico. Talvolta si
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manifestano attacchi di panico completi in risposta allo stimolo fobico, specialmente quando la
persona deve rimanere nella situazione o crede di che sia impossibile allontanarsene. Poiché si
manifesta un’ansia anticipatoria se la persona si confronta con la necessità di entrare in contatto con
la situazione fobica, tali situazioni vengono di solito evitate.
Gli adulti con questo disturbo riconoscono che la fobia è eccessiva o irragionevole. Nel caso di un
individuo che non lo riconosce, la diagnosi è disturbo delirante. Inoltre si dovrebbe porre la diagnosi
se la paura è ragionevole rispetto al contesto dello stimolo.
Sono molto comuni le paure di oggetti o situazioni circoscritte, specialmente nei bambini, ma in
molti casi il grado di menomazione è insufficiente a giustificare la diagnosi.
Sottotipi
Tipo animali. Esordisce generalmente nell’infanzia.
Tipo ambiente naturale. Se la paura viene scatenata da temporali, altezze, acqua.
Tipo sangue infezioni ferite
Tipo situazionale. La paura viene scatenata da trasporti, ascensori, guidare, volare, luoghi chiusi
Manifestazioni e disturbi associati La fobia può provocare uno stile di vita limitato o
un’interferenza con certe occupazioni a seconda del tipo di fobia. Le fobie si manifestano spesso con
altri disturbi d’ansia. La fobia specifica è solitamente associata con minore disagio.
Nei bambini l’ansia può essere espressa piangendo, con scoppi d’ira con l’irrigidimento o con
l’aggrapparsi a qualcuno. I bambini di solito non riconoscono che le paure sono eccessive e
raramente riferiscono disagio per il fatto di avere qualche fobia.
Decorso Le fobie specifiche, tipo ambiente naturale tendono ad iniziare principalmente nella
fanciullezza, sebbene molti casi si manifestano verso l’età adulta. I fattori che favoriscono l’esordio
delle fobie specifiche includono eventi traumatici, gli attacchi di panico inaspettati nella situazione
temuta, il vedere altri sottoposti ad un trauma o mostrare paura e la trasmissione di informazioni.
Dati preliminari suggeriscono che può esservi un’aggregazione familiare per tipo di fobia.
Diagnosi differenziale Le fobie specifiche differiscono dalla maggior parte degli altri disturbi
d’ansia per i livelli d’ansia intercorrente. Tipicamente gli individui con fobia specifica, a differenza
di quelli con attacchi di panico con agorafobia, non presentano ansia pervasiva, poiché la loro natura
è limitata ad oggetti o situazioni specifiche e circoscritte. Comunque può emergere ansia
anticipatoria generalizzata nelle condizioni in cui diventano più probabili i contatti con lo stimolo
fobico.
La differenziazione dalla fobia specifica tipo situazionale, dal disturbo di panico può essere
difficile, poiché entrambi i disturbi possono comprendere attacchi di panico ed evitamento di tipi di
situazioni simili. Tipicamente il disturbo di panico con agorafobia è caratterizzato dall’esordio
iniziale di attacchi di panico inaspettati e dal conseguente evitamento di situazioni molteplici
ritenute probabili fattori scatenanti degli attacchi di panico. La fobia specifica, tipo situazionale è
caratterizzata da evitamento situazionale in assenza di ricorrenti attacchi di panico inaspettati.
Quattro fattori possono essere utili per dare questo giudizio; l’oggetto della paura, il tipo e il numero
degli attacchi di panico, il numero di situazioni evitate e li livello di ansia intercorrente. La fobia
specifica e la fobia sociale possono essere differenziate sulla base dell’oggetto delle paure. La
differenziazione tra l’Ipocondria e la Fobia Specifica, Altro Tipo si basa sul fatto che gli individui
con ipocondria hanno paura di avere una malattia mentre gli individui con fobia specifica temono di
contrarre una malattia.
FOBIA SOCIALE
Nelle situazioni sociali o prestazionali temute, gli individui con fobia sociale sono preoccupati di
rimanere imbarazzati e timorosi che gli altri gli giudichino ansiosi o stupidi. Possono temere di
parlare in pubblico, o situazioni del genere in cui ritengono però che la paura sia eccessiva o
irragionevole. Di solito evitano le situazioni temute e si sforzano di sopportare la situazione sociale,
vivendola però con ansia. Questi disturbi sono comuni nella fanciullezza o nell’adolescenza.
Specificazione
Generalizzata Questa specificazione può essere usata quando le paure riguardano la maggior
parte delle situazioni sociali. gli individui con fobia sociale, di solito temono sia le situazioni che
comportano prestazioni pubbliche che quelle che prevedono interazioni sociali: Gli individui con
tale disturbo hanno maggiore probabilità di avere una grave menomazione sociale e lavorativa.
Diagnosi differenziale Gli individui con attacchi di panico ed evitamento sociale talvolta
presentano un problema diagnostico potenzialmente difficile. Non si fa’ diagnosi di fobia sociale
quando l’unico timore sociale è rappresentato dall’essere visti durante un attacco di panico. Il
prototipo della fobia sociale è caratterizzato dall’evitamento di situazioni sociali in assenza di
attacchi di panico inaspettati ricorrenti.
L’evitamento di situazioni per il timore di possibili umiliazioni è in primo piano nella fobia
sociale, ma può talvolta manifestarsi nel disturbo di panico con agorafobia e nell’agorafobia senza
anamnesi di disturbo di panico. Le situazioni evitate nella fobia sociale sono limitate a quelle che
implicano l’eventuale giudizio di altre persone.
Le ossessioni sono idee, pensieri, impulsi o immagini persistenti, sono vissute come intrusive e
inappropriate e causano ansia o disagio marcati. Ci si è riferiti alla qualità intrusiva delle ossessioni
con il temine “egodistoniche” che si riferisce alla sensazione dell’individuo che il contenuto delle
ossessioni sia estraneo, non sia sotto il proprio controllo. Comunque l’individuo è capace di
riconoscere che le ossessioni sono il prodotto della sua mente e non vengono imposte dall’esterno.
Le ossessioni più frequenti sono pensieri ripetitivi di contaminazione, dubbi ripetitivi, la necessità
di avere le cose in un certo ordine, impulsi aggressivi e fantasie sessuali. I pensieri, impulsi o
immagini non sono solo preoccupazioni eccessive riguardanti problemi reali della vita.
L’individuo con ossessioni di solito cerca di ignorare o sopprimere tali pensieri o di neutralizzarli
con altri pensieri o azioni.
Le compulsioni sono comportamenti ripetitivi o azioni mentali il cui obbiettivo è quello di
prevenire o ridurre l’ansia e non quello di fornire gratificazione. Nella maggior parte dei casi, la
persona si sente spinta a mettere in atto la compulsione per ridurre il disagio che accompagna
un’ossessione o per prevenire qualche evento o situazione temuta. per definizione le compulsioni
sono chiaramente eccessive e non connesse in modo realistico con ciò che sono designate a
neutralizzare o prevenire. Le compulsioni più comuni comprendono lavarsi, pulire, contare,
controllare richiedere o pretendere rassicurazioni, ripetere azioni.
Per definizione gli adulti con disturbo ossessivo compulsivo hanno in qualche momento
riconosciuto che le ossessioni o le compulsioni sono eccessive o irragionevoli. Quando tenta di
resistere ad una compulsione l’individuo può avere la sensazione di aumento dell’ansia o della
tensione che possono essere alleviate cedendo alla compulsione. Nel corso del disturbo, dopo
insuccessi ripetuti nel cercare di resistere a ossessioni o compulsioni, l’individuo può cedere, non
provare più il desiderio di resistere e incorporare le compulsioni nelle abitudini quotidiane.
Le ossessioni o le compulsioni devono causare disagio marcato, far consumare tempo o interferire
con la routine dell’individuo, con il funzionamento lavorativo, con le relazioni con gli altri.
Poiché le intrusioni ossessive possono distrarre, frequentemente determinano insufficiente
esecuzione dei compiti cognitivi che richiedono concentrazione, come leggere o calcolare.
Gli eventi traumatici vissuti direttamente includono, ma non sono limitati a combattimenti,
aggressione personale, rapimento, essere presi in ostaggio, attentato terroristico, disastri naturali,
gravi incidenti.
Per i bambini gli eventi traumatici dal punto di vista sessuale possono includere le esperienze
sessuali inappropriate dal punto di vista dello sviluppo senza violenza. Gli eventi vissuti da altri, ma
di cui si viene a conoscenza includono aggressione personale violenta, grave incidente, morte
improvvisa. Il disturbo può risultare particolarmente grave e prolungato quando l’evento stressante è
ideato dall’uomo. La probabilità di sviluppare questo disturbo può aumentare proporzionalmente
all’intensità con la prossimità fisica del fattore stressante.
L’individuo presenta sintomi persistenti di ansia o di aumento dell’arousal non presenti prima del
trauma, come difficoltà ad addormentarsi.
Manifestazioni e disturbi associati Gli individui con questo disturbo possono descrivere
dolorosi sentimenti di colpa per il fatto di essere sopravvissuti a differenza degli altri o per ciò che
hanno dovuto fare per sopravvivere. L’evitamento fobico di situazioni o attività che simbolizzano il
trauma originario può interferire con le relazioni personali. Si può manifestare la seguente
costellazione di sintomi, che risulta associata più comunemente con eventi stressanti di tipo
interpersonale:compromissione della modulazione affettiva; comportamento autolesivo;sintomi
dissociativi; lamentele somatiche; sentimenti di inefficienza; vergogna; disperazione mancanza di
speranza; sentirsi danneggiati;ostilità, ritiro sociale;sensazione di minaccia costante;compromissione
delle relazioni con altri.
Il disturbo si può manifestare a qualsiasi età. I sintomi di solito iniziano nei primi 3 mesi dopo il
trauma. sebbene possa esservi un ritardo di mesi o anche di anni. I sintomi per il disturbo e la
relativa predominanza della riesperienza, l’evitamento e i sintomi di iperarousal possono variare col
tempo.
La gravità, la durata e la prossimità dell’evento traumatico sono i fattori più importanti che
influenzano la possibilità di sviluppare il disturbo.
Diagnosi differenziale Nel disturbo post-traumatico da stress, l’evento stressante deve essere
di natura estrema. Al contrario nel disturbo da adattamento, l’evento può essere di qualsiasi livello
di gravità.
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In risposta all’evento traumatico l’individuo sviluppa sintomi dissociativi. Gli individui con
disturbo acuto da stress hanno una riduzione della reattività emozionale, spesso trovano difficile o
impossibile provare piacere in attività precedentemente ritenute divertenti e si sentono in colpa per il
fatto di eseguire le inconbenze abituali della vita. Possono avere difficoltà a concentrarsi, sentirsi
distaccati dal corpo percepire il mondo come irreale e presentare una crescente difficoltà a ricordare
dettagli specifici dell’evento traumatico. Inoltre è presente almeno uno dei sintomi richiesti per il
disturbo post-traumatico da stress. Primo l’evento traumatico viene rivissuto; secondo viene evitato
tutto ciò che può ricordare il trauma. Infine aumento dell’arousal in risposta agli stimoli che
richiamano il trauma.
Nel disturbo possono essere presenti sintomi di infelicità acuta e possono essere sufficientemente
gravi da soddisfare i criteri per un disturbo depressivo maggiore.
I sintomi vengono sperimentati durante o dopo il trauma, durano almeno 2 giorni e si risolvono
nelle 4 settimana successive alla conclusione dell’evento traumatico, altrimenti la diagnosi cambia.
Una tale diagnosi è appropriata solo quando i sintomi che si manifestano entro un mese dall’evento
L’intensità, la durata o la frequenza dell’ansia e della preoccupazione sono eccessive rispetto alla
reale probabilità dell’evento temuto. La persona trova difficile impedire che i pensieri preoccupanti
interferiscono con l’attenzione ai compiti che sta svolgendo. Gli adulti speso si preoccupano per
circostanze quotidiane, abitudinarie, come responsabilità lavorative, problemi economici, salute,
ecc..
Manifestazioni e disturbi associati Insieme alla tensione muscolare possono esser presenti
tremori, scosse. Molti individui presentano anche sintomi somatici;mani appiccicose, sudorazione,
nausea, diarrea, sintomi depressivi.
Il disturbo è di frequente concomitante ad altri disturbi d’ansia, a disturbi correlati a sostanze.
I bambini con tal disturbo possono essere eccessivamente conformisti, perfezionisti ed insicuri.Il
decorso è cronico, ma fluttuante.
DISTURBI SOMATOFORMI
La caratteristica comune è la presenza di sintomi fisici che fanno pensare ad una condizione
medica generale e che non sono invece giustificati da una condizione medica generale, dagli effetti
di una sostanza o da un altro disturbo mentale.
I sintomi devono causare disagio o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o in altre
aree. I sintomi non sono intenzionali a differenza dei disturbi fittizi.
Si distingue dal disturbo di somatizzazione per il fatto che quest’ultimo richiede una molteplicità
di sintomi per la durata di numerosi anni e un esordio prima dei 30 anni.
DISTURBO DI CONVERSIONE
Diagnosi differenziale I sintomi dei disturbo fittizi e della simulazione sono prodotti o
simulati intenzionalmente. Questo tipo di scopo ricordano il guadagno secondario, ma la differenza
sta che nei quadri di conversione manca l’intenzione consapevole di produrre sintomi.
DISTURBO ALGICO
Manifestazioni associate I soggetti i cui dolori sono collegati a malattie terminali o a grave
depressione sono con un rischio di suicidio maggiore.
I soggetti con dolore acuto ricorrente possono avere una resistenza fisica minore e provare
stanchezza e dolori aggiuntivi. Bisogna innanzitutto accertarsi che non ci sia una condizione medica.
La maggior parte dei dolori si risolve in un lasso di tempo abbastanza breve, anche se l’esito è
variabile.
Fattori importanti che sembrano influenzare la remissione sono l’impegno che il soggetto ha in
attività regolarmente programmate e la capacità di evitare che il dolore divenga il fattore determinate
nel proprio stile di vita
IPOCONDRIA
Nella ipocondria la preoccupazione riguarda le funzioni corporee (il battito cardiaco, alterazioni
fisiche di piccola entità, o sensazioni fisiche vaghe e ambigue). Las persona attribuisce questi
sintomi alla malattia sospetta ed è molto preoccupata per il loro significato, causa. Le
preoccupazioni possono riguardare numerosi apparati, in momenti diversi o simultaneamente. I
soggetti possono allarmarsi se leggono o sentono parlare di una malattia. Tale preoccupazione
spesso diventa un elemento centrale della immagine di sé, un modo di rispondere agli stress di vita.
Manifestazioni associate La storia medica viene presentata con molti dettagli. I soggetti sono
comuni all’andare per medici, con risentimenti e frustrazione reciproche. possono non ricevere le
cure appropriate e possono i opporsi a rivolgersi ai servizi sanitari. Proprio per questo c’è il rischio
che ricevano valutazioni superficiali e che venga trascurata la presenza di una condizione medica
generale. La vita familiare può diventare disturbata e la preoccupazione interferisce con le
prestazioni. Nei casi più gravi, il soggetto può diventare un perfetto invalido.
Il disturbo può esordire a qualunque età, ma si pensa che l’età più comune sia la prima metà
dell’età adulta. Il decorso è di solito cronico, con sintomi che vanno e vengono
Le lamentele riguardano difetti fisici lievi o immaginari come capelli più o meno folti, acne,
eccessiva peluria.
Altre riguardano la forma le misure. Tuttavia ogni parte del corpo può diventare motivo di
preoccupazione e può riguardare diverse parti del corpo
La maggior parte dei soggetti prova grave disagio per la supposta deformità, e trova la
preoccupazione difficile da controllare. Essi passano molte ore del giorno a pensare al loro difetto; si
verifica menomazione in molte aree del funzionamento mentale.
DISTURBI FITTIZI
I disturbi fittizi sono caratterizzati da sintomi fisici o psichici che sono prodotti o simulati
intenzionalmente al fine di assumere il ruolo da malato. La valutazione che un certo sintomo è
prodotto intenzionalmente viene fatta sia attraverso l’evidenza diretta, sia attraverso l’esclusione
diretta di altre cause.
I disturbi fittizi vanno distinti dagli atti di simulazione. Anche nella simulazione l’individuo
riproduce i sintomi intenzionalmente, ma ha uno scopo che risulta facilmente riconoscibile alla luce
della conoscenza delle circostanze ambientali.
Al contrario, nei disturbi fittizi la motivazione è il bisogno psicologico di assumere il ruolo di
malato, come è dimostrato dalla assenza di incentivi esterni per tale comportamento. La simulazione
può essere considerata un comportamento adattivo normale in certe circostanze, ma per definizione
una diagnosi di disturbo fittizio comporta sempre la presenza di psicopatologia.
DISTURBO FITTIZIO
I soggetti con disturbo fittizio presentano di solito la loro storia con toni drammatici, ma risultano
estremamente vaghi e incoerenti se interrogati su particolari (pseudologia fantastica). Speso hanno
profonda conoscenza della terminologia medica. Sono molto comuni sintomi dolorosi e richiesta di
analgesici. Quando indagini accurate sui principali sintomi lamentati danno responso negativo, essi
lamentano altri problemi fisici o psichici e producono ulteriori sintomi fittizi.
Una volta smascherata la natura fittizia dei loro sintomi, i soggetti con questo disturbo solitamente
negano l’evidenza oppure si dimettono rapidamente contro il parere dei sanitari.
Manifestazioni associate Nel disturbo fittizio con segni e sintomi psichici si possono riscontrare
risposte approssimativamente del tipo risposte di “traverso”. Il soggetto può usare sostanze
psicoattive allo scopo di produrre sintomi che suggeriscano un disturbo mentale. Il disturbo risulta di
solito incompatibile con la possibilità per l’individuo di mantenere un impiego fisso, dei legami
saldi.
Il decorso può limitarsi ad uno o più brevi episodi, ma è solitamente cronico. L’esordio avviene
solitamente nella prima metà adulta.
DISTURBI DISSOCIATIVI
AMNESIA DISSOCIATIVA
Manifestazioni e disturbi associati Alcuni soggetti con tale disturbo riferiscono sintomi
depressivi, depersonalizzazione, stati di trance e regressione spontanea a livelli di età inferiore. Vi
possono essere disfunzioni sessuali, menomazioni del lavoro, auto-mutilazione, impulsi e gesti
aggressivi e suicidari.
E’ particolarmente difficile valutarla nei bambini, in quanto può venire confusa con un problema
di attenzione, ansia, comportamento oppositivo. Possono essere necessarie osservazioni ripetute.
Tuttavia può presentarsi in ogni fascia di età. La principale manifestazione è una lacune retrospettiva
della memoria. La durata degli eventi investiti può essere di minuti o anni. Può essere riferito un
unico episodio, ma sono comuni più episodi. Può risolversi spontaneamente allorché il soggetto
viene allontanato da situazioni traumatiche a cui l’amnesia era collegata.
Diagnosi differenziale Nei disturbi anamnestici dovuti a traumi cerebrali, l’alterazione della
memoria, pur essendo circoscritta, è spesso retrograda, abbracciando un periodo precedente il
trauma cranico, e vi è solitamente una chiara storia di trauma fisico, un periodo di incoscienza,
oppure la evidenza clinica di una lesione cerebrale. Al contrario nella amnesia dissociativa la
alterazione della memoria è quasi sempre anterograda.
FUGA DISSOCIATIVA
Il tipo di viaggio può variare da spostamenti brevi o di breve durata, che di solito avvengono
senza disturbare nessuna, fino a casi in cui i soggetti attraversano molte miglia. Durante la fuga il
soggetto appare esente da patologia e non attira l’attenzione. Ad un certo punto egli arriva
all’osservazione dei medici, di solito a causa di un amnesia per i fatti recenti o di una carenza di
consapevolezza della propria identità. Una volta che il soggetto ritorna allo stato che precedeva alla
fuga, può non esservi alcun ricordo degli eventi accaduti durante la fuga.
La maggior parte delle fughe non comportano la formazione di una nuova identità; se una nuova
identità viene assunta durante la fuga, in genere è caratterizzata da tratti più gregari e disinibiti
rispetto alla precedente.
Il disturbo riflette il fallimento nella integrazione dei vari aspetti dell’identità, della memoria e
della coscienza. Ognuno degli stati di personalità può essere vissuto come se avesse una storia
personale, immagine di sé e identità distinte, compreso un nome separato. Di solito vi è un’identità
primaria che porta il nome ufficiale del soggetto e che risulta passiva, dipendente, tendente alla
depressione e alla colpevolezza. identità particolari possono emergere in circostanze specifiche e
possono differire nell’età e nel genere.
I soggetti con questo disturbo presentano lacune mnestiche a proposito della loro storia personale.
Un’identità che non ha funzioni di controllo può tuttavia avere accesso alla coscienza attraverso la
produzione di allucinazioni uditive o visive. La dimostrazione dell’amnesia può essere raggiunta
attraverso le indicazioni di altre persone che sono stati testimoni di comportamenti che il soggetto
rinnega, oppure attraverso le scoperte dell’individuo stesso. Le transizioni da una identità all’altra
sono spesso scatenate da fattori psico-sociali stressanti.
DISTURBO DI DEPERSONALIZZAZIONE
DISFUNZIONI SESSUALI
Una disfunzione sessuale è caratterizzata da un’anomalia del processo che sottende il ciclo di
risposta sessuale. o da dolore associato al rapporto sessuale. Il ciclo di risposta sessuale può essere
diviso nelle seguenti fasi:
1. DESIDERIO Consiste in fantasie sull’attività sessuale e nel desiderio di praticare un’attività
sessuale.
2. ECCITAZIONE Consiste in una sensazione soggettiva di piacere sessuale e nelle concomitanti
modificazioni fisiologiche.
3. ORGASMO. Consiste in un picco di piacere sessuale, con allentamento della tensione sessuale e
contrazioni ritmiche dei muscoli perineali e degli organi riproduttivi.
4. RISOLUZIONE Questa fase consiste in una sensazione di rilassamento muscolare e di benessere
generale.
I disturbi della risposta sessuale possono verificarsi in una o più di queste fasi.
DISTURBI DEL DESIDERIO SESSUALE
Uno scarso desiderio sessuale può essere globale, oppure essere situazionale e limitarsi ad un partner
o ad un’attività sessuale specifica. Vi è scarsa motivazione a ricercare stimoli e la frustrazione
diminuisce quando manca l’opportunità di prestazione sessuale. Il soggetto di solito non comincia
un’attività sessuale, oppure può parteciparvi, ma riluttante, quando è iniziata dal partner.
Il soggetto riferisce ansia, timore o disgusto quando si trova di fronte ad un’opportunità sessuale.
L’avversione al contatto genitale può essere focalizzata su un particolare aspetto dell’esperienza
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sessuale; alcuni soggetti provano una repulsione generalizzata verso tutti gli stimoli sessuali,
inclusi baci e toccamenti.
I soggetti possono avere una scarsa o nulla sensazione soggettiva di eccitamento sessuale. Il disturbo
può esitare in rapporti sessuali dolorosi, evitamento sessuale e turbe nelle relazioni coniugali o
sessuali.
Ci sono diversi tipi di disfunzione dell’erezione; alcuni soggetti riferiranno l’incapacità di avere
l’erezione fin dall’inizio dell’esperienza sessuale; altri lamenteranno di avere dapprima avuto
un’adeguata erezione e poi di avere perduto tumescenza tentando la penetrazione; altri riferiranno di
avere avuto un’erezione sufficientemente valida per la penetrazione, ma di aver poi perso la
tumescenza prima o poi durante le successive spinte; altri possono riferire di riuscire ad avere
l’erezione solo durante la masturbazione o al risveglio.
Manifestazioni associate La difficoltà di erezione può essere anche associata ad ansia sessuale,
timore di fallimento, preoccupazioni sulla prestazione sessuale e ad una ridotta sensazione
soggettiva di eccitazione sessuale e di piacere. La disfunzione dell’erezione può compromettere le
relazioni coniugali o sessuali in atto e può essere la causa di matrimoni non consumati e di sterilità.
questo disturbo può essere associato con il disturbo sessuale ipoattivo e l’eiaculazione precoce.
I soggetti in cui il disturbo è acquisito possono andare incontro a remissione spontanea nel 15-20%
dei casi; quando il disturbo è situazionale possono dipendere dal tipo di partner oppure dall’intensità
della relazione e sono episodici e spesso ricorrenti.
DISTURBI DELL’ORGASMO
Nella forma più comune, il maschio non può raggiungere l’orgasmo durante il rapporto sessuale,
sebbene possa eiaculare a seguito di stimolazione manuale o orale da parte del partner. Alcuni
soggetti riescono a raggiungere l’orgasmo durante il coito ma solo dopo una assai prolungata e
intensa stimolazione non coitale.
Manifestazioni associate Molti soggetti maschi che non riescono a raggiungere l’orgasmo
sostengono di essere eccitati all’inizio di un incontro sessuale, ma che gradualmente quella spinta
diviene un compito ingrato più che un piacevole. Il disturbo può causare una compromissione delle
relazioni coniugali o sessuali. Di solito i maschi possono raggiungere l’orgasmo anche quando
disturbi vascolari o neurologici interferiscono con la rigidità dell’erezione.
EIACULAZIONE PRECOCE
Manifestazioni associate Alcuni maschi non sposati esitano ad uscire con nuovi partner per il
timore dell’imbarazzo causato dal disturbo. Questo può contribuire all’isolamento sociale.
tipicamente negli uomini giovani, è presente fin dall’inizio, mentre con l’età dovrebbero imparare a
ritardare l’orgasmo.
Quando il disturbo esordisce dopo un periodo di attività sessuale adeguata, il contesto è quello di
una minore frequenza di rapporti, di intensa ansia di prestazione o di perdita di controllo
sull’eiaculazione legata alla difficoltà di mantenere o raggiungere l’erezione.
DISPAREUNIA
VAGINISMO
Le risposte sessuali possono essere mantenute se la penetrazione non viene tentata o prevista.
L’ostruzione fisica dovuta allo spasmo muscolare di solito impedisce il coito.
Il vaginismo permanente ha di solito un esordio repentino, manifestandosi per la prima volta durante
i primi tentativi di penetrazione sessuale da parte di un partner o durante la prima visita
ginecologica. Quando il disturbo si è instaurato, il decorso è di solito cronico, se non vi sono
miglioramenti a seguito di una terapia.
Bisogna dapprima vedere se c’è una condizione medica. Una prima considerazione è la presenza di
una relazione temporale tra esordio, esacerbazione, remissione della condizione medica e della
disfunzione. Una seconda considerazione è la presenza di caratteristiche atipiche per una
disfunzione primitiva.
I fattori che fanno pensare all’uso di sostanze sono il persistere della disfunzione per un periodo di
tempo considerevole(oltre un mese) dopo la cessazione dell’intossicazione da sostanze.
PARAFILIE
Le fantasie parafiliache possono essere agite con un partner non consenziente, in modo da risultare
lesive per il partner stesso. In alcuni casi la messa in atto delle fantasie parafiliache può comportare
lesioni autoprovocate.
Questi soggetti raramente giungono all’osservazione degli operatori psichiatrici spontaneamente e di
solito lo fanno solo quando il loro comportamento li ha messi in conflitto con i partners sessuali o
con la società.
ESIBIZIONISMO
La focalizzazione parafiliaca comporta l’esibizione dei propri genitali ad un estraneo. Qualche volta
il soggetto si masturba mentre si mostra. Se il soggetto mette in atto questi impulsi, solitamente non
vi sono tentativi di ulteriore attività con l’estraneo. In alcuni casi il soggetto è consapevole del
desiderio di sorprendere o di provocare uno shock a chi, lo guarda.
FETICISMO
La focalizzazione parafiliaca comporta l’uso di oggetti inanimati (come mutande, reggiseni calze
scarpe, stivali o altri accessori di abbigliamento femminile). Il soggetto si masturba mentre tiene in
mano, si strofina, o odora l’oggetto feticistico, oppure può chiedere al partner sessuale di indossare
l’oggetto durante l’incontro sessuale. Di solito il feticcio è necessario per l’eccitazione sessuale e in
sua assenza possono esservi disfunzione dell’erezione nei maschi. Questa parafilia viene
diagnosticata quando i feticci sono limitati a capi di abbigliamento femminile usati nel
travestimento. Di solito esordisce nell’adolescenza e tende ad essere cronico.
FROTTEURISMO
PEDOFILIA
La focalizzazione comporta attività sessuale con bambini prepuberi (13 anni o più piccoli). Il
soggetto deve avere almeno 16 anni o più, e deve avere 5 anni più del bambino. Quelli attratti dalle
femmine di solito preferiscono quelle tra gli 8 e i 10 anni; mentre quelli attratti dai maschi di solito
preferiscono bambini un po' più grandi. E’ più comune la pedofilia che coinvolge femmine.
I soggetti si limitano a spogliare il bambino, a toccarlo con delicatezza. Altri sottopongono il
bambini a fellatio, penetrano la vagina, la bocca l’ano del bambini con le dita, con corpi estranei e
usano violenza per fare ciò. Queste attività sono di solito giustificate o razionalizzate sostenendo che
hanno valore educativo o che il bambino prova piacere sessuale.
I soggetti possono limitare la loro attività con i propri figli, figliastri o scegliere bambini al di fuori
della loro cerchia. Tranne i casi in cui il disturbo è associato a sadismo, egli può essere attento ai
bisogni del bambino per ottenere l’affetto, l’interesse o per paura che riveli l’attività sessuale.
Esordisce nell’adolescenza.
MASOCHISMO SESSUALE
La focalizzazione comporta l’atto di essere umiliato, percosso, legato o di essere fatto soffrire in
altro modo. alcuni soggetti sono infastiditi dalle loro fantasie che comportano l’essere violentati.
Altri agiscono i propri impulsi da sé o con un partner. Gli atti masochistici con un partner includono
l’essere imprigionati, schiaffeggiati, bendati, umiliati. L’obbligo a indossare abbigliamento del sesso
opposto può essere ricercato per le sue connotazioni umilianti; può desiderare di essere trattato come
un bambini indifeso. Una forma particolare e pericolosa si chiama “ipossifilia” implica eccitazione
sessuale da deprivazione di ossigeno.
Alcuni maschi che praticano masochismo presentano anche feticismo, travestimento o sadismo
SADISMO
La focalizzazione implica azioni in cui il soggetto ricava eccitazione sessuale dalla sofferenza
psicologica o fisica della vittima. Alcuni soggetti sono infastiditi dalle loro fantasie, altri mettono in
atto i propri impulsi sadici con un partner consenziente. In questi casi è la sofferenza della vittima
che è eccitante. gli atti possono comportare il bendare, l’imprigionamento, il fustigare, pizzicare,
torturare, mutilare. E probabile che le fantasie siano presenti sin dalla fanciullezza
FETICISMO DA TRAVESTIMENTO
VOYEURISMO
La focalizzazione comporta l’atto di osservare soggetti che non se l’aspettano, di solito estranei
mentre sono nudi, si spogliano o sono impegnati in attività sessuali. Di solito non viene ricercata
nessuna attività sessuale con la persona. L’orgasmo di solito indotto dalla masturbazione, può
sorgere durante l’attività voyeuristica o dopo in risposta al ricordo. speso fare il guardone costituisce
l’unica attività sessuale. l’esordio è prima dei 15 anni.
Nei maschi l’identificazione col sesso opposto si manifesta con un eccessivo interesse per le
tradizionali attività femminili: essi possono preferire indossare abiti femminili o improvvisare
quando questi non siano disponibili: Esiste una forte attrattiva per i passatempi preferiti dalle
ragazze; possono insistere di urinare stando seduti, o far finta di non avere il pene.
Le ragazze manifestano invece intense reazioni negative nei confronti delle aspettative dei genitori o
dei tentativi di far loro indossare vestiti o capi femminili. possono sostenere di avere un pene o che
quando cresceranno ne avranno uno. Queste bambine mostrano di solito una notevole
identificazione con il sesso opposto nella scelta dei ruoli, nei sogni e nelle fantasie.
Gli adulti sono assorbiti invece dal proprio desiderio di vivere come un membro dell’altro sesso.
In privato trascorrono molto tempo travestiti, tanto che molti soggetti con questo disturbo possono
passare per membri del sesso opposto. L’attività sessuale di questi soggetti è di solito limitata dalla
preferenza che i partner non tocchino e non guardino i loro genitali. Per alcuni maschi l’attività
sessuale è accompagnata dalla fantasia di essere lesbiche o che la partner sia un uomo ed essi siano
donne.
Negli adolescenti le caratteristiche cliniche possono somigliare o a quelle dei bambini o a quelle
degli adulti, a seconda del livello di sviluppo del soggetto. L’adolescente può giungere
all’osservazione perché i genitori o gli insegnanti sono preoccupati per l’isolamento sociale o per le
prese in giro o il rifiuto da parte dei compagni. In questi casi la diagnosi dovrebbe essere riservata a
quegli adolescenti che sembrano identificati con l’altro sesso.
Il disagio o la menomazione nei soggetti con disturbo d’identità si manifestano in modo differente
nel corso della vita. Nei bambini piccoli, il disagio si manifesta tramite la dichiarata scontentezza
riguardo alla propria assegnazione sessuale che porta con il tempo all’isolamento e al disagio.
Decorso Per i bambini è verso i 2 e i 4 anni e alcuni genitori riferiscono che il bambino ha
sempre avuto interessi propri del sesso opposto.
Alcuni adolescenti possono sviluppare un’identificazione col sesso opposto più netta, e richiedere
interventi per il cambiamento di sesso.
Nei maschi adulti esistono due diverse vie per lo sviluppo di un disturbo tale. Il primo è una
continuazione di un disturbo esordito nell’adolescenza. Nell’altro tipo, i segni più manifesti di
identificazione si manifestano più tardi e più gradualmente, talvolta è concomitante con un feticismo
di travestimento.
DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
ANORESSIA NERVOSA
Criteri diagnostici per l’Anoressia Nervosa
A. Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra o al peso minimo normale per l’età, e la
statura (per es., perdita di peso che porta a mantenere il peso corporeo al di sotto dell’85% rispetto a
quanto previsto, oppure incapacità di raggiungere il peso previsto durante il periodo della crescita in
altezza, con la conseguenza che il peso rimane al di sotto dell’85% rispetto a quanto previsto).
B. Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi, anche quando si è sottopeso.
C. Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o la forma del corpo, o eccessiva influenza
del peso e della forma del corpo sui livelli di autostima, o rifiuto di ammettere la gravità della attuale
condizione di sottopeso.
D. Nelle femmine dopo il menarca, amenorrea, cioè assenza di almeno 3 cicli mestruali
consecutivi. (Una donna viene considerata amenorroica se i suoi cicli si manifestano solo a seguito
di somministrazione di ormoni, per es. estrogeni.)
Specificare il sottotipo:
Con Restrizioni: nell’episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto non ha presentato
regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso inappropriato di
lassativi, diuretici o enteroclismi).
Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione: nell’episodio attuale di Anoressia Nervosa il soggetto
ha presentato regolarmente abbuffate o condotte di eliminazione (per es. vomito autoindotto, uso
inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi).
Alcuni si sentono grassi in riferimento alla totalità del loro corpo, altri pur ammettendo la propria
magrezza, percepiscono come “troppo grasse” alcune parti del loro corpo, in genere l’addome, i
glutei, le cosce. Possono adottare le tecniche più disparate per valutare dimensioni e peso corporei,
come pesarsi di continuo, misurarsi con il metro o controllare allo specchio le parti percepite come
grasse. Nei soggetti con anoressia nervosa i livelli di autostima sono fortemente influenzati dalla
forma fisica e dal peso corporeo. La perdita di peso viene considerata come una straordinaria
conquista e un segno di ferrea disciplina, mentre l’incremento ponderale viene esperito come una
inaccettabile perdita delle capacità di controllo.
Sebbene alcuni possano rendersi conto della propria magrezza, tipicamente i soggetti con questo
disturbo negano le gravi conseguenze sul piano della salute del loro stato di emaciazione.
L’amenorrea rappresenta la spia della disfunzione endocrina.
Il soggetto giunge all’osservazione medica, sotto pressione dei familiari, quando la perdita di peso
si fa marcata.
BULIMIA NERVOSA
L’abbuffata va considerata come periodo minore di due ore. I cibi ingeriti in questo caso,
riguardano soprattutto cibi dolci, ipercalorici.
I soggetti solitamente si vergognano delle loro abitudini alimentari e tentano di nasconderle.
L’abbuffata continua fino a quando il soggetto non si sente così pieno da star male, ed è precipitata
da stati di umore disforico, condizioni interpersonali di stress, intensa fame a seguito di una
restrizione dietetica, oppure da sentimenti di insoddisfazione relativi al peso, la forma o al cibo.(A1)
Molte persone con bulimia mettono in atto diversi comportamenti tesi a neutralizzare gli effetti
dell’abbuffata; tra i metodi, quello più frequentemente adottato è l’autoinduzione del vomito. Il
vomito riduce la sensazione di malessere fisico, oltre la paura di ingrassare. In alcuni rappresenta
l’effetto ricercato. Altre condotte sono rappresentate dall’uso di lassativi e diuretici, oppure il
digiuno nei giorni successivi o l’esercizio fisico eccessivo(l’attività fisica è considerata eccessiva
quando interferisce con altre importanti attività)
Manifestazioni associate I soggetti sono solitamente nel peso normale, nonostante qualche
variazione. Sembra che prima dl disturbo vi sia una storia di sovrappeso rispetto a i coetanei.
Tipicamente questi soggetti tra le abbuffate riducono la loro alimentazione.
Vi è un’aumentata incidenza di sintomi depressivi, di sintomi d’ansia
Le valutazioni sistematiche condotte in soggetti che presentavano rilevanti disturbi del sonno
includono una valutazione dello specifico tipo di sofferenza del sonno ed un esame dei disturbi
mentali, elle condizioni mediche generali e dell’uso concomitante di sostanze che possono essere
responsabili del disturbo del sonno.
Mediante la polisonnigrafia possono essere descritti 5 distinti stati del sonno; sonno con rapidi
movimenti oculari (REM), e 4 stadi del sonno (stadi 1,2,3 e 4) non-REM (N-REM).
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a polisonnigrafia è il monitoraggio di molteplici parametri elettrofisiologici durante il sonno e
generalmente incluse la misurazione dell’attività EEG, elettrooculografica, elettromiografica.
La continuità del sonno è il bilancio complessivo e indica se è peggiore che il sonno viene
interrotto da frequenti risvegli. Specifiche misure della continuità del sonno includono: la latenza,
cioè la quantità i tempo richiesto per addormentarsi; la veglia intermittente, cioè la quantità i tempo
di veglia dopo l’insorgenza del sonno iniziale, la efficienza del sonno, cioè il rapporto fra il tempo
realmente trascorso dormendo e il tempo trascorso a letto. L’architettura si riferisce alla quantità e
alla distribuzione degli specifici stadi del sonno.
DISSONNIE
Sono disturbi primari dell’inizio o del mantenimento del sonno o disturbi primari dovuti a eccessi
di sonnolenza e sono caratterizzati da un’alterazione della quantità, qualità o ella sequenza
temporale del sonno.
INSONNIA PRIMARIA
Caratteristiche associate Molti individui hanno una storia di sonno leggero o facilmente
disturbato precedenti a problemi di sonno. possono essere presenti sintomi di ansietà o depressione
che non soddisfano i criteri per uno specifico disturbo mentale. Individui con insonnia primaria a
volte usano le medicine in modo inappropriato.
La polisonnografia può dimostrare scarsa continuità del sonno. I soggetti possono apparire
affaticati o afflitti, ma non dimostrano anomalie caratteristiche all’esame fisico. Molti affermano che
questi disturbi aumentano con l’età e fra le donne.
Il disturbo deve essere distinto dai disturbi mentali che includono insonnia come una
manifestazione mentale o associata. non viene fatta diagnosi di insonnia se l’insonnia si verifica
esclusivamente durante il decorso di un altro disturbo mentale.
IPERSONNIA PRIMARIA
Nei soggetti, la durata dell’episodio maggiore di sonno può variare da 8 a 12 ore ed è spesso
seguito da difficoltà di risveglio al mattino. L’eccessiva sonnolenza durante le normali ore di veglia
prende la forma di sonnellini intenzionali o di episodi di sonno involontari. Tipicamente i soggetti
avvertono una sonnolenza che aumenta nel tempo. Tipici episodi di sonno si verificano in situazioni
di bassa stimolazione o di bassa attività.
L’ipersonnia può portare ad uno stato di malessere significativo e di disfunzione nel lavoro e nelle
relazioni sociali.
La maggior parte dei soggetti ha sintomi stabili e persistenti. La forma ricorrente indica invece
che i sintomi si verificano per periodi variabili da alcuni giorni ad alcune settimane, con periodi
sintomatici ricorrenti alcune volte all’anno.
Manifestazioni associate Gli individui si addormentano ed hanno una buona efficienza del
sonno, ma possono avere difficoltà di risveglio al mattino, a volte apparendo litigiosi e confusi. Il
disturbo può portare a comportamenti automatici, e possono avere sintomi di depressione.
Insorge tipicamente nell’età compresa fra i 15 e i 30 anni, con una graduale progressione nelle
settimane o nei mesi.
NARCOLESSIA
Gli episodi sono spesso descritti come irresistibili e provocano un sonno involontario in situazioni
inappropriate. Le situazioni di bassa stimolazione e di scarsa attività tipicamente accentuano il grado
di sonnolenza. Gli episodi di sonno generalmente durano 15-20 minuti, ma possono durare fino ad
un’ora se non sono interrotti. I soggetti hanno in genere 6 episodi al giorno se non trattati.
La cataplesia spesso si sviluppa diversi anni dopo l’insorgenza della sonnolenza diurna e si
manifesta nel 70% dei soggetti con il disturbo. La perdita del tono muscolare può essere sottile,
mentre si può arrivare a far cadere gli oggetti durante il loro trasporto. Vengono preservate la
coscienza e la vigilanza. E’ tipicamente scatenata da uno stimolo emozionale forte e la vigilanza. La
deprivazione di sonno aumenta tipicamente la frequenza e la gravità egli episodi di cataplessia.
Approssimativamente il 20-40% dei soggetti avvertono anche un’intensa attività immaginativa
simile al sogno prima di addormentarsi. La maggior parte delle allucinazioni correlate al sonno sono
visive e rappresentano contenuti dell’ambiente reale, possono essere anche uditive o cinetiche. I
soggetti presentano anche paralisi del sonno nel momento esatto in cui si addormentano o si
risvegliano. In questa condizione i soggetti riferiscono di sentirsi svegli ma incapaci di muoversi o
di parlare, possono lamentarsi di una sensazione di incapacità a respirare.
Manifestazioni associate Certi soggetti provano uno stato di sonnolenza diurna generalizzata,
possono dormire in qualunque momento.
Possono evitare di impegnarsi in attività sociali per il timore di addormentarsi, possono sforzarsi
di prevenire attacchi di cataplessia esercitando un controllo sulle loro emozioni.
Approssimativamente nel 40% dei soggetti può essere dimostrato un disturbo mentale
concomitante.
Vi è una familiarità genetica.
Manifestazioni associate Il soggetto può lamentare una sensazione sgradevole al petto, un senso
di soffocamento o un’ansia intensa.
La sonnolenza può portare a turbe della memoria, difficoltà di concentrazione, modificazione
della personalità, Disturbi d’ansia, dell’umore e demenza sono comunemente associati
La diagnosi dovrebbe essere riservata a quei quadri nei quali il soggetto presenta una significativa
menomazione sociale o lavorativa.
PARASONNIE
DISTURBI DA INCUBI
Gli incubi tipicamente si presentano in una sequenza onirica elaborata, prolungata, che provoca
ansia o terrore. Al risveglio i soggetti possono descrivere la sequenza e il contenuto del sogno nei
dettagli. Più spesso causano uno stress significativo più che una menomazione sociale. Tuttavia con
il tempo, il soggetto può sperimentare eccessiva sonnolenza, scadimento delle capacità di
concentrazione, depressione, ansia o irritabilità che interferiscono con attività quotidiane.
Durante un episodio tipico, il soggetto si mette bruscamente a sedere sul letto, gridando in preda
al pianto, con un’espressione terrorizzata e segni neurovegetativi di intensa ansia. Il soggetto di
solito non risponde al tentativo di altri di svegliarlo o rassicurarlo e riferisce un vago senso di
terrore, senza contenuto onirico.
Più comunemente il soggetto non si sveglia completamente, ma ritorna a dormire e presenta
amnesia per l’episodio al risveglio il mattino successivo.
DISTURBO DA SONNAMBULISMO
Gli episodi sonnambulici possono includere una varietà di comportamenti. Negli episodi lievi il
soggetto può semplicemente mettersi a sedere sul letto, guardarsi attorno o pizzicare la coperta. Più
tipicamente scende dal letto., passeggia per la stanza, oppure fuori dalla stanza e persino fuori
dall’edificio. I soggetti possono usare il bagno, mangiare e conversare durante gli episodi. La
maggior parte dei comportamenti durante gli episodi sono routinari e poco complessi.
Particolarmente nell’infanzia, il disturbo può includere comportamenti inappropriati. La durata varia
da diversi minuti a mezz’ora.
Gli episodi possono terminare in risvegli spontanei seguiti da un periodo di confusione, oppure il
soggetto può ritornare a letto e continuare a dormire fino a tarda mattina.
Durante gli episodi i soggetti possono conversare o persino rispondere a domande altrui.
Perché possa essere fatta la diagnosi, il soggetto deve sperimentare un disagio clinicamente
significativo. In conseguenza al disturbo può provare isolamento sociale o difficoltà lavorative.
Criteri diagnostici per l’Insonnia Correlata a... (indicare il Disturbo dell’Asse I o dell’Asse II)
A. Il sintomo prevalente è una sonnolenza eccessiva per almeno un mese dimostrata sia dagli
episodi di sonno prolungato, sia dagli episodi di sonno diurno che ricorrono quasi quotidianamente.
B. La sonnolenza eccessiva causa disagio clinicamente significativo o menomazione del
funzionamento sociale, lavorativo, o di altre aree importanti.
C. L’ipersonnia si ritiene correlata a un altro disturbo dell'Asse I o dell’Asse II (per es., Disturbo
Depressivo Maggiore, Disturbo Distimico), ma è sufficientemente grave da giustificare
un’attenzione clinica indipendente.
D. Il disturbo non può essere meglio spiegato con un altro Disturbo del Sonno (per es.,
Narcolessia, Disturbo del Sonno Correlato alla Respirazione, una Parasonnia) o da una quantità di
sonno inadeguata.
E. Il disturbo non è dovuto agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., una sostanza di
abuso, un farmaco)o a una condizione medica generale.
I soggetti con questo tipo di insonnia di solito focalizzano la loro attenzione sulla loro alterazione
del sonno, trascurando i disturbi mentali correlati.
Criteri diagnostici per il Disturbo del Sonno Dovuto a Condizione Medica Generale
Questa diagnosi dovrebbe essere fatta quando i sintomi sono più intensi di quelli solitamente
associati a sindrome di intossicazione o da astinenza. Poiché lo stato di astinenza per certe sostanze
può essere relativamente protratto, l’insorgenza dell’alterazione del sonno può verificarsi fino a 4
settimane dopo la cessazione dell’uso della sostanza.
Il disturbo del sonno indotto da alcool si manifesta solitamente come insonnia. Durante
l’intossicazione l’alcool produce un effetto sedativo immediato, con aumento ella sonnolenza e
riduzione ella vigilanza per 3-4 ore. Stesso discorso vale per l’uso di anfetamine, stimolanti,
caffeina. La cocaina produce insonnia durante l’intossicazione acuta e ipersonnia durante
l’astinenza. Gli oppiacei producono un incremento ella sonnolenza e del senso soggettivo di sonno
I farmaci sedativi-ipnotici producono incremento della sonnolenza e decremento della vigilanza.
L’interruzione brusca può portare ad insonnia da astinenza. Questa può produrre aumento dell’ansia,
tremori e atassia.
Questa sezione include disturbi del controllo degli impulsi che non sono classificati come parte
del quadro clinico di disturbi in altre sezioni del manuale (per es., Disturbi Correlati a Sostanze,
Parafilie, Disturbo Antisociale di Personalità, Disturbo della Condotta, Schizofrenia, Disturbi
dell’Umore possono avere manifestazioni che comportano problemi di controllo degli impulsi). La
caratteristica fondamentale dei Disturbi del Controllo degli Impulsi è l’incapacità di resistere ad un
impulso, ad un desiderio impellente, o alla tentazione di compiere un’azione pericolosa per sé o per
gli altri. Nella maggior parte dei disturbi descritti in questa sezione: il soggetto avverte una
sensazione crescente di tensione o di eccitazione prima di compiere l’azione, e in seguito prova
piacere, gratificazione, o sollievo nel momento in cui commette l’azione stessa. Dopo l’azione
possono esservi o meno rimorso, autoriprovazione, o senso di colpa. In questa sezione sono inclusi i
seguenti disturbi:
Disturbo Esplosivo Intermittente, che è caratterizzato da saltuari episodi di incapacità di
resistere agli impulsi aggressivi, che causano gravi aggressioni o distruzione della proprietà.
Cleptomania, che è caratterizzata dalla ricorrente incapacità di resistere all’impulso di rubare
oggetti che non hanno utilità personale o valore commerciale.
Piromania, che è caratterizzata dall’abitudine ad appiccare il fuoco per piacere, gratificazione, o
alleviamento della tensione.
Gioco d’Azzardo Patologico, che è caratterizzato da un comportamento maladattivo ricorrente e
persistente di gioco d’azzardo.
Tricotillomania, che è caratterizzata dallo strappamento ricorrente di capelli per piacere,
gratificazione, o alleviamento della tensione, che causa una rilevante perdita di capelli.
Disturbi del Controllo degli Impulsi Non Altrimenti Specificato, che è incluso per codificare i
disturbi del controllo degli impulsi che non soddisfano i criteri per nessun Disturbo del Controllo
degli Impulsi specifico descritto sopra o in altre sezioni del manuale.
CLEPTOMANIA
Gli oggetti vengono rubati nonostante siano tipicamente di scarso valore per il soggetto, che
avrebbe potuto pagargli e speso li dà via o li getta,
PIROMANIA
I soggetti possono fare notevoli preparativi per appiccare il fuoco. Possono essere indifferenti alle
conseguenze potenzialmente letali o lesive per la proprietà causate dal fuoco, oppure possono
Nei soggetti possono essere presenti distorsioni del pensiero. Molti soggetti credono che il denaro
sia al tempo stesso la causa e la soluzione di tutti i loro problemi. I soggetti sono spesso altamente
competitivi, energici, irrequieti e facili ad annoiarsi, possono essere eccessivamente preoccupati
dell’approvazione altrui e generosi fino alla stravaganza. Quando non giocano possono essere quel
tipo di persone che lavorano senza tregua.
TRICOTILLOMANIA
Manifestazioni associate Insieme a questo disturbo possono associarsi l’esplorazione delle radici
dei capelli, il loro attorcigliamento, l’inserimento della ciocca tra i denti, la tricofagia, lo
strappamento dei capelli di solito non si manifesta in presenza di altre persone. Alcuni soggetti
provano l’impulso di strappare i capelli ad altre persone e talvolta possono farlo di nascosto. L’età di
esordio è verso 5-8 anni
DISTURBI DELL’ADATTAMENTO
DISTURBO DELL’ADATTAMENTO
Il fattore stressante può essere costituito da un singolo evento, oppure possono esservi fattori
stressanti multipli. possono essere ricorrenti, continui. Possono interessare un singolo individuo,
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un’intera famiglia, oppure un gruppo più ampio o la comunità. Alcuni fattori possono essere
associati ad eventi specifici dello sviluppo.
Diagnosi differenziale Dato che i disturbi di personalità sono solitamente esacerbati dallo
stress, la diagnosi aggiuntiva non viene di solito fatta. Il disturbo acuto da stress, post-traumatico da
stress, richiedono tutti la presenza di un fattore psicosociale stressante. I primi due sono
caratterizzati dalla presenza di un fattore stressante estremo e da un aspecifica costellazione di
sintomi.
Al contrario, il disturbo dell’adattamento può essere innescato da un fattore stressante di qualsiasi
gravità e può comprendere un’ampia gamma di possibili sintomi.
DISTURBI DI PERSONALITÀ
Questa sezione inizia con una definizione generale di Disturbo di Personalità, che si applica ad
ognuno dei 10 specifici Disturbi di Personalità. Un Disturbo di Personalità rappresenta un modello
di esperienza interiore e di comportamento che devia marcatamente rispetto alle aspettative della
cultura dell’individuo, è pervasivo e inflessibile, esordisce nell’adolescenza o nella prima età adulta,
è stabile nel tempo, e determina disagio o menomazione. I Disturbi di Personalità inclusi in questa
sezione sono elencati di seguito.
Il Disturbo Paranoide di Personalità è un quadro caratterizzato da sfiducia e sospettosità, per
cui le motivazioni degli altri vengono interpretate come malevole.
Il Disturbo Schizoide di Personalità è un quadro caratterizzato da distacco dalle relazioni sociali
e da una gamma ristretta di espressività emotiva.
Il Disturbo Schizotipico di Personalità è un quadro caratterizzato da disagio acuto nelle
relazioni strette, distorsioni cognitive o percettive, ed eccentricità nel comportamento.
Il Disturbo Antisociale di Personalità è un quadro caratterizzato da inosservanza e violazione
dei diritti degli altri.
Il Disturbo Borderline di Personalità è un quadro caratterizzato da instabilità delle relazioni
interpersonali, dell’immagine di sé e degli affetti, e da marcata impulsività.
Il Disturbo Istrionico di Personalità è un quadro caratterizzato da emotività eccessiva e da
ricerca di attenzione.
Il Disturbo Narcisistico di Personalità è un quadro caratterizzato da grandiosità, necessità di
ammirazione, e mancanza di empatia.
Il Disturbo Evitante di Personalità è un quadro caratterizzato da inibizione, sentimenti di
inadeguatezza, e ipersensibilità ai giudizi negativi.
Il Disturbo Dipendente di Personalità è un quadro caratterizzato da comportamento sottomesso
e adesivo legato ad un eccessivo bisogna di essere accuditi.
Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo di Personalità è un quadro caratterizzato da preoccupazione
per l’ordine, perfezionismo ed esigenze di controllo.
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Il Disturbo di Personalità Non Altrimenti Specificato è una categoria a disposizione per
due situazioni: 1) il quadro personologico dell’individuo soddisfa i criteri generali per un Disturbo
di Personalità, e sono presenti tratti di vari Disturbi di Personalità diversi, ma non risultano
soddisfatti i criteri per nessuno specifico Disturbo di Personalità; oppure 2) il quadro personologico
dell’individuo soddisfa i criteri generali per un Disturbo di Personalità, ma l’individuo viene
considerato affetto da un Disturbo di Personalità non incluso nella Classificazione (per es., disturbo
passivo-aggressivo di personalità).
I Disturbi di Personalità sono raccolti in tre gruppi in base ad analogie descrittive. Il gruppo A
include i Disturbi di Personalità Paranoide, Schizoide e Schizotipico. Gli individui con questi
disturbi spesso appaiono strani o eccentrici. Il gruppo B include i Disturbi di Personalità Antisociale,
Borderline, Istrionico e Narcisistico. Gli individui con questi disturbi spesso appaiono amplificativi,
emotivi o imprevedibili. Il gruppo C include i Disturbi di Personalità Evitante, Dipendente, e
Ossessivo-Compulsivo. Gli individui con questi disturbi appaiono spesso ansiosi o paurosi. Si
dovrebbe notare che questo sistema di raggruppamento, sebbene utile in alcune situazioni di ricerca
e didattiche, presenta serie limitazioni, e non è stato coerentemente validato. Inoltre, gli individui
frequentemente presentano una concomitanza di Disturbi di Personalità appartenenti a gruppi
diversi.
I tratti di personalità sono modi costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti
dell’ambiente e di sé stessi che si manifestano in un ampio spettro di contrasti sociali o personali.
soltanto quando i tratti di personalità sono rigidi e non adattivi e causano una compromissione
funzionale significativa o una sofferenza soggettiva, essi costituiscono disturbi di personalità. La
caratteristica essenziale è un modello costante di esperienza interiore e di comportamento che devia
marcatamente.
La diagnosi richiede una valutazione del modello a lungo temine dell’individuo e la particolari
caratteristiche di personalità devono essere evidenti fin dalla prima età adulta. I tratti di personalità
che definiscono questi disturbi devono anche essere distinti da caratteristiche che emergono in
risposta ad eventi stressanti situazionali specifici o stati mentali più transitori.
La valutazione può anche essere complicata dal fatto che le caratteristiche possono non essere
considerate problematiche da parte dell’individuo.
Per diagnosticare un disturbo di personalità un individuo sotto i 18 anni di età, le caratteristiche
devono essere presenti per almeno un anno. Il disturbo può essere esacerbato in seguito alla perita di
persone che rappresentano un supporto significativo di situazioni destabilizzanti precedenti.
Le caratteristiche diventano comunque riconoscibili durante l’adolescenza o nella prima metà
adulta.
Un tale disturbo dovrebbe essere diagnosticato solo quando le caratteristiche che lo definiscono
sono comparse precedentemente alla prima metà dell’età adulta, sono tipiche del funzionamento a
lungo temine dell’individuo.
Manifestazioni associate Gli individui hanno difficoltà ad andare d’accordo con gli altri e spesso
hanno problemi nelle relazioni strette. La loro eccessiva sospettosità e ostilità possono essere
espresse con chiara polemica, con lamentele ricorrenti. Per il loro atteggiamento ipervigile nei
confronti di minacce potenziali, possono agire in modo guardingo, ed apparire freddi e privi di
sentimenti teneri. Hanno un’affettività labile, sono sarcastici, tanto che la loro risposta può suscitare
negli altri ostilità. Poiché non si fidano degli altri, hanno un’eccessiva autonomia, ricercano inoltre
una conferma delle nozioni negative preconcette a proposito di persone o situazioni, attribuendo
agli altri motivazioni malevole che sono proiezioni delle loro paure. Tendono ad elaborare stereotipi
negativi degli altri. Possono essere considerati fanatici e creare culti o gruppi particolari.
In risposta allo stress possono presentare episodi psicotici brevi. Possono sviluppare un disturbo
depressivo maggiore, ossessivo-compulsivo.
Questo disturbo può manifestarsi inizialmente nella fanciullezza con tendenza alla solitudine,
scarse relazioni con i coetanei, ansia sociale, ipersensibilità, pensiero e linguaggio peculiari.
Diagnosi differenziale Può essere difficile differenziare questi individui da quelli con disturbo
autistico e di aspergere. Sono però differenziati da una compromissione più grave delle interazioni
sociali e da comportamenti ed interessi stereotipati. Gli individui “solitari” possono manifestare
tratti di personalità che potrebbero essere considerati schizoidi. Solo quando questi tratti sono
inflessibili e non adattivi, e causano compromissione funzionale adattiva, configurano un disturbo
schizoide di personalità.
Gli individui ricercano spesso il trattamento per sintomi associati di ansia, depressione o altri stati
d’animo disforici, piuttosto che per le manifestazioni del disturbo. Particolarmente in risposta allo
stress possono presentare episodi psicotici transitori.
Ha un decorso relativamente stabile e solo una piccola parte sviluppa la schizofrenia o un altro
disturbo psicotico.
Nei bambini la differenza tra questo disturbo e quello autistico, è data dalla mancanza di
consapevolezza sociale,Nel disturbo evitante di personalità il desiderio attivo di stabilire relazioni
sociali è coartato dal timore del rifiuto, mentre nel disturbo schizotipico vi è un distacco persistente.
A differenza della sindrome borderline, mancano i disturbi nella sfera affettiva.
Il disturbo sembra correlato con uno stato socioeconomico basso e con gli ambienti urbani. Non
può essere diagnosticato prima dei 18 anni di età. Ha un decorso cronico, ma può diventare meno
evidente o andare incontro a remissione man mano che l’individuo diventa adulto.
Diagnosi differenziale Quando sia l’uso di sostanze che il comportamento antisociale iniziano
nella fanciullezza e continuano nell’età adulta si dovrebbero diagnosticare entrambi. Gli individui
con disturbo istrionico e borderline tendono ad essere più manipolativi per ottenere considerazione,
mentre quelli con disturbo antisociale sono manipolativi per ottenere profitto, potere o altre
gratificazioni materiali; sono tuttavia meno instabili emotivamente e più aggressivi rispetto a quelli
con disturbo borderline.
Manifestazioni associate Gli individui con questo disturbo possono avere una modalità di
boicottaggio di se stessi nel momento in cui l’obbiettivo è sul punto di essere realizzato. Alcuni
sviluppano sintomi simil-psicotici durante periodi di stress. Possono sentirsi piùsicuri con oggetti
transizionali che nelle relazioni interpersonali. Può verificarsi una morte prematura per suicidio,
specie in quelli con disturbi dell’umore o correlati a sostanze. Nelle storie infantili sono comuni
l’abuso fisico o sessuale, l’incuria, il conflitto ostile e la perdita precoce, la separazione dei genitori.
Gli adolescenti possono spesso manifestare comportamenti che danno l’idea di problemi del
genere come instabilità emotiva, dilemmi esistenziali, scelte ansiogene e conflitti sull’orientamento
sessuale.
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L’andamento più frequente è rappresentato da instabilità cronica nella prima età adulta, con
episodi di grave discontrollo affettivo e impulsivo ed elevati livelli di uso di strutture sanitarie o per
la salute mentale. La compromissione derivata dal disturbo e dal rischio di suicidio sono maggiori
negli anni giovanili.
Manifestazioni associate Gli individui possono avere difficoltà a raggiungere l’intimità emotiva
in relazioni sentimentali o sessuali. Senza rendersene conto spesso recitano una parte nelle loro
relazioni con gli altri. Spesso hanno una grande dipendenza emotiva dal partner mentre manifestano
una grande seduttività o manipolazione emotiva.
Sono depressi e sconvolti quando non sono al centro dell’attenzione. possono desiderare
stimolazioni tendere ad annoiarsi della solita routine e sono intolleranti alle situazioni che prevedono
una gratificazione postcipata. questi individui sono dunque particolarmente a rischio. È spesso
associato con percentuali elevate di disturbo di somatizzazione, conversione, depressivo maggiore.
Manifestazioni associate Sebbene come nel disturbo antisociale, c’è una ricerca di situazioni
stimolanti, spericolanti, non c’è il comportamento antisociale vero e proprio ed inoltre non cercano a
differenza di questi di essere seduttivi per ottenere profitto, potere o qualche altra gratificazione
materiale.Sebbene anche gli individui con disturbo narcisistico desiderino l’attenzione degli altri
essi di solito prendono lodi per la loro superiorità, mentre quelli con il disturbo istrionico è disposto
ad apparire fragile o dipendete se serve ad attirare l’attenzione.
Diagnosi differenziale Sia questi soggetti che coloro con disturbo dipendente di personalità
sono caratterizzati da sentimenti di inadeguatezza, ipersensibilità alla critica e necessità di
rassicurazione, ma mentre per i primi è collegato all’evitamento dell’umiliazione e del rifiuto, nei
secondi il motivo è quello di essere accuditi. Entrambi hanno comunque probabilità di concomitare.
Nel disturbo schizotipico e quello schizoide è presente isolamento sociale, anche se i soggetti con
disturbo evitante desiderano avere relazioni con altri, anche se hanno paura di essere imbarazzati o
di essere inadeguati.
Manifestazioni associate Gli individui con questo disturbo possono avere una tale difficoltà a
decidere quali compiti hanno la priorità o qual è il modo migliore per svolgere qualche compito
particolare che possono non riuscire mai a compiere qualche cosa. Tendono a diventare turbati ed
arrabbiati nelle situazioni in cui non sono in grado di mantenere il controllo del proprio ambiente
fisico e interpersonale. Le persone con questo disturbo di solito esprimono l’affettività con modo
controllato ed ampolloso e possono essere molto a disagio in presenza di altri emotivamente
espressivi. Gli individui con questo disturbo possono avere difficoltà lavorative soprattutto quando
vengono confrontati con situazioni nuove che richiedono flessibilità e capacità di compromesso.
Questa sezione include altre condizioni o problemi che possono essere oggetto di attenzione
clinica. Questi sono connessi ai disturbi mentali descritti in precedenza nel manuale in uno dei
seguenti modi: 1) il problema è l’oggetto della diagnosi o del trattamento e il soggetto non è affetto
da disturbi mentali (per es., un Problema Relazionale tra Partner in cui nessuno dei partner ha
sintomi che soddisfano i criteri per un disturbo mentale, nel qual caso viene codificato solo il
problema Relazionale tra Partner); 2) il soggetto è affetto da un disturbo mentale ma questo non è
correlato al problema (per es., un problema Relazionale tra Partner in cui uno dei partner ha per
conto suo una Fobia Specifica, nel qual caso entrambi possono essere codificati); 3) il soggetto è
affetto da un disturbo mentale che è correlato al problema, ma il problema è sufficientemente grave
da giustificare di per sé attenzione clinica (per es., un Problema Relazionale tra Partner
sufficientemente complesso da essere oggetto di trattamento è associato anche con un Disturbo
Depressivo Maggiore in uno dei partner, nel qual caso entrambi possono essere codificati). Le
condizioni e i problemi inclusi in questa sezione sono codificati sull’Asse I.
Sebbene questi disturbi siano così definiti spesso è difficile stabilire la relazione causale tra
l’esposizione ai farmaci e un disturbo del movimento, specie perché alcuni di questi disturbi
insorgono anche in assenza di esposizione ai farmaci. Il temine neurolettico è usato in riferimento a
farmaci con proprietà di dopamino-antagonisti. Essi includono gli agenti antipsicotici “tipici”,
“atipici”, certi farmaci che bloccano il recettore della dopamina usti nel trattamento di sintomi come
nausea e gastroparesi.
PROBLEMI RELAZIONALI
Includono le modalità di relazione tra i membri di un gruppo relazionale che sono associate con
compromissione clinicamente significativa del funzionamento dell’unità relazionale stessa. questi
problemi possono esacerbare la gestione di un disturbo mentale in uno o più membri dell’unità
relazionale, possono derivare da un disturbo mentale o da un’altra condizione medica generale,
possono essere indipendenti da altre condizioni che non sono presenti
Abuso sessuale
Abbandono
Lutto Alcuni episodi sono importanti per differenziare questo disturbo dal disturbo depressivo
maggiore; 1) sentimenti di colpa riguardanti cose diverse dalle azioni fatte dal soggetto
sopravvissuto alla morte; 2) pensieri di morte diversi dal sentimento del soggetto sopravvissuto che
sarebbe meglio essere morto; 3) pensieri eccessivi e morbosi di inutilità; 4) marcato rallentamento
psicomotorio; 5) prolungata e intensa compromissione del funzionamento; 6) esperienze
allucinatorie diverse dal pensare di udire la voce o di vedere le persona deceduta.
Problema scolastico
“ lavorativo
Problema di identità
“ religioso
“ relativo ad una fase della vita