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Io, Giovanni e Claudio siamo arrivati all’Humanitas al reparto di oncologia e subito siamo stati

accolti molto calorosamente dallo staff di infermieri di turno. Ci hanno fatto sentire subito a casa
nostra anche se l’emozione di suonare davanti a delle persone con il cancro (di cui alcune anche
terminali) era infinitamente immensa. Devo essere sincera, avevo paura, non so nemmeno io di cosa
esattamente. E invece appena abbiamo cominciato, la piccola saletta del reparto si è affollata..
Avevano gli occhi dei bambini quando si fa loro trovare una sorpresa. Ed essere noi la loro sorpresa
è stato qualcosa di impagabile. Il clima creatosi davvero magico. Ad un certo punto ho avuto un
istante di crollo, ho cominciato a cantare Smile di Chaplin, canzone che da sempre mi emoziona
….ma questa volta l’emozione ha raggiunto livelli elevatissimi…mentre cantavo ho notato alcuni
sguardi nel vuoto, ho pensato che alcuni probabilmente stavano ricordando dei momenti passati
delle loro vite, e non ho retto al pensiero che alcune di quelle persone tra qualche mese potrebbero
non esserci più…per un istante ho sentito qualcosa che non è possibile descrivere con le parole, e ho
cominciato a lacrimare cantando a mezza voce e sapete che hanno fatto loro? Hanno applaudito
quasi per volermi loro incoraggiare, davvero Fantastici! Quando poi ho chiesto all’infermiere di
turno se eravamo per caso troppo alti di volume, lui ha risposto “Sono passato nelle stanze di coloro
che non possono muoversi ma hanno detto che sono felici di ascoltarvi dal loro letto, quindi non
abbassate il volume e continuate così”!!! Alla fine, quando è terminata l’esibizione i presenti ci
sono venuti incontro ringraziandoci (anche se ovviamente eravamo noi a doverli ringraziare) e molti
di loro ci hanno detto “Vi abbiamo apprezzato perché si è vista tutta la passione che ci avete
messo”. Bhe signori, nulla può ripagarvi così tanto se non le parole di persone che sono appese a
questa vita con un filo e che ti ringraziano per averle fatte distrarre ed emozionare anche solo per
un’ora. Anche se ormai sono anni che faccio questo mestiere, poche volte ho provato qualcosa di
così immensamente profondo.
Al termine di tutto, Io, Giovanni e Claudio ci siamo incamminati verso l’uscita, eravamo molto
scossi ma in positivo ovviamente, insomma non capita tutti i giorni, e parlando abbiamo notato che
ci sentivamo tutti e tre più pieni, completi, più veri, e tutto questo grazie a questa meravigliosa
settimana della musica, iniziativa davvero lodevole che arricchisce in maniera impressionante
l’animo di noi musici e non solo. Grazie quindi a Ila che ci ha permesso di fare tutto questo. E
grazie all’Humanitas che è stata una dolce casa in cui portare un po’ di serenità.
E’ proprio vero, la musica regala il cuore.
Amelie (Paola Memeo)

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