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CORTE DI CASSAZIONE - SENTENZA 03 MARZO 2010, N. 5050

Svolgimento del processo


La (....) ha chiesto il rimborso di somme pagate per IRPEG e ILOR in sede di dichiarazione 1998
per avere erroneamente inserito fra le variazioni in aumento del reddito imponibile l'importo di
£.x.xxx.xxx.xxx= pagato a titolo di sanzione pecuniaria irrogata dall'Autorità Garante della
Concorrenza e del Mercato, sostenendone la natura di componente passivo deducibile ai sensi
dell'art.75 TUIR.
La Commissione Tributaria Regionale della Lombardia, con sentenza 31 maggio 2004, ha rigettato
l'appello della contribuente, affermando che, pur non contenendo il TUIR una norma che
esplicitamente vieti la deducibilità delle sanzioni amministrative, la indeducibilità sarebbe "in re
ipsa" grattandosi di sanzione punitiva di illecito concorrenziale, e non risarcitoria (carattere che la
collegherebbe, come sostiene la società al reddito d'impresa), ancorché venga commisurata al
fatturato dell'ultimo esercizio precedente quello della sanzione, trattandosi soltanto di una
"personalizzazione” della sanzione medesima. Né influirebbe sulla natura della sanzione la pretesa
non paragonabilità alle sanzioni per infrazioni stradali -pacificamente non deducibili- perché la
problematica di deducibilità anche di tali sanzioni potrebbe porsi in ordine ad una impresa di
trasporti; ovvero la rilevante entità della sanzione- che secondo la contribuente dovrebbe
trasformarsi in un costo di produzione- perché l'importo va commisurata alla importanza ed entità
del bene protetto, alla gravità sociale del comportamento antigiuridico e alla personalità del
trasgressore, elementi tutti posti in luce anche dalla giurisprudenza europea.
La (...) chiede la cassazione di tale sentenza sulla base di due motivi e memoria.
Il Ministero dell'Economia e delle Finanze e l'Agenzia delle Entrate resistono controricorso.
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LA VERSIONE INTEGRALE E’ DISPONIBILE AL SEGUENTE LINK:

http://www.fiscoediritto.it/page/CORTE-DI-CASSAZIONE---SENTENZA-03-MARZO-
20102c-N-5050.aspx

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