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1 11/10/2010
Gittata cardiaca - quanto sangue la pompa cardiaca mette in circolo per minuto. Stiamo ancora
considerando il cuore isolatamente dal resto del sistema vascolare. Poi alla fine dovremo fare una
sintesi, in quanto abbiamo già detto che il cuore ha un'azione permissiva sul ritorno venoso:
l'unica cosa che fa è rimettere in circolo il sangue che gli ritorna attraverso ritorno venoso. Questo
vuol dire che le pressioni nel sistema cardiovascolare (come abbiamo visto in quel modello
meccanico del cuore che abbiamo fatto vedere la settimana scorsa) sono indispensabili per
determinare la gittata cardiaca.
Però è utile continuare ancora per un momento con questa considerazione del cuore. Questo
schema che è tratto da una review di Lakata è abbastanza utile per discutere questi fattori, principali
determinanti della gittata cardiaca, una sorta di diagramma a torta, in cui vediamo cinque fette che
rappresentano cinque fattori separati, ma non indipendenti uni dagli altri. All'esterno di questa
specie di cerchio viene rappresentato un'ulteriore livello di regolazione che è rappresentato dal
sistema nervoso autonomo che sembra qualcosa di estrinseco rispetto al muscolo cardiaco, quindi
l'innervazione del cuore che poi studieremo. Adesso ci concentriamo su questi cinque fattori interni:
1. precarico
2. postcarico
3. la contrattilità
4. la frequenza cardiaca
5. il flusso coronarico.
Due di questi fattori, anzi tre, abbiamo già considerato – il precarico e il postcarico con la legge
di Starling, e abbiamo anche introdotto brevemente il concetto di contrattilità o stato contrattile.
Per cui adesso discuteremo il ruolo della contrattilità e i meccanismi che la regolano, la frequenza
cardiaca e i meccanismi che la regolano, ed infine il flusso coronarico, il circolo coronarico che è un
distretto della circolazione periferica a tutti gli effetti, ma con importanti qualità che lo rendono
differente da tutti gli altri organi, che sono importanti da tenere presente anche per la patologia
coronarica.
Contrattilità
Rivisitiamo il concetto di contrattilità o stato contrattile. Abbiamo già accennato che la
contrattilità è determinata dalle proprietà intrinseche dei cardiomiociti. Cosa vuol dire proprietà
intrinseche? Possiamo considerarle proprietà metaboliche dei cardiomiociti, che sono indipendenti
da fattori (esterni) che riguardano i cardiomiociti inseriti nel miocardio con la sua tipica geometria.
Quindi possiamo dire che l'efficienza dell'apparato contrattile è determinato da fattori come
l'efficienza dell'accoppiamento elettromeccanico, la disponibilità di energia, la disponibilità di
calcio, la quantità di actina e miosina, l'efficienza dei sarcomeri e così via. Possiamo dire, proprietà
che sono relative alla singola cellula, al livello cellulare, del cardiomiocita.
Questo è, da un punto di vista concettuale, il concetto di contrattilità. Possiamo anche definirla
come la forza di contrazione generata dai cardiomiociti in condizioni definite di precarico e
postcarico. Ovviamente abbiamo visto che il precarico e postcarico determinano l'efficienza
sistolica, quindi questo è un ulteriore determinante, ma non più a livello del singolo cardiomiocita,
Fisiologia II, Lezione 5: Regolazione della gittata cardiaca, pag. 2 11/10/2010
Effetto inotropo
Negativo Positivo
Acetilcolina (parasimpatico) Ca2+
Antagonisti del calcio Frequenza cardiaca
Beta bloccanti ATP
Insulina
Glucagone
Ormoni tiroidei
Adrenalina/noradrenalina
Digitatici (inibitori della pompa Na+/K+)
Vedete che qui a destra sono indicati in verde i fattori con effetto inotropo positivo, a sinistra
fattori con effetto inotropo negativo, e quindi vediamo quelli in verde. Innanzitutto, gli ioni calcio –
la concentrazione di ioni calcio nel citoplasma, citosol, dei cardiomiociti a fine diastole ha un
effetto importante sulla contrattilità, e questo spiega anche alcuni fenomeni che poi rivedremo in
seguito.
Interessante anche che la stessa frequenza cardiaca attraverso un meccanismo calcio-mediato
(che poi vedremo) ha un effetto inotropo, nel senso che l'aumento della frequenza cardiaca già di
per sé, senza alcun altro fattore, ha l'effetto di aumentare la contrattilità. Quindi vedete,
effettivamente quando vi dicevo dello schema a torta che ho fatto vedere all'inizio, non è da
intendere che questi cinque fattori sono indipendenti uno dall'altro. Per esempio, la stessa frequenza
cardiaca influenza la contrattilità.
Dopo la frequenza cardiaca, anche l'ATP, ovviamente la sorgente della quantità di energia
disponibile. Oltre a questi fattori metabolici, come i calcio, l'ATP frequenza cardiaca (e quindi il
pacing del muscolo cardiaco) intervengono anche fattori ormonali come l'insulina, che è un ormone
importante, il principale ormone ipoglicemizzante, e anche il glucagone che è un ormone
iperglicemizzante, entrambi hanno un effetto inotropo positivo.
Intervengono poi anche altri fattori ormonali oltre a quelli che regolano la glicemia; ormoni
tiroidei (T3 e T4, che studieremo l'anno prossimo), e poi anche delle catecolammine, ovvero
l'adrenalina che è l'ormone rilasciato dalla midollare del surrene, e la noradrenalina invece che è un
neurotrasmettitore dei terminali del simpatico, entrambi hanno un effetto importante inotropo
positivo. Sia la scarica di adrenalina che si osserva durante lo stress (risposta lotta o fuga), sia
l'attivazione del simpatico, quindi rispettivamente meccanismo ormonale e nervoso, portano a un
aumento della contrattilità.
Infine, una classe di sostanze che sono originate da una pianta che si chiama digitale, di cui
abbiamo già parlato, e che chimicamente vengono chiamati glicosidi cardiaci, analoghi della
uabaina – inibitori della pompa Na+/K+ che hanno un effetto inotropo positivo. Anche qui vedremo
il meccanismo più in avanti.
Se ci spostiamo a sinistra, abbiamo sostanze che fanno diminuire la contrattilità. Ovviamente,
potete prendere tutte le sostanze sulla destra e dire “Abbassando la concentrazione del calcio, ATP,
ecc. ci farà diminuire di per sé la contrattilità.”, però oltre a questo esistono sostanze che
direttamente la inibiscono.
Una sostanza è l'acetilcolina, che ha un effetto cardiodepressivo, e il neurotrasmettitore rilasciato
dal terminale del parasimpatico. Ora, di fatto l'effetto dell'acetilcolina sul cuore per quanto riguarda
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la contrattilità è modesto, perché il nervo vago e i suoi rami innervano principalmente il sistema di
conduzione (quindi, il nodo senoatriale, nodo atrioventricolare) e la muscolatura degli atri, mentre
invece il ventricolo riceve una scarsa innervazione parasimpatica, per cui l'effetto sulla contrattilità
del parasimpatico è principalmente a livello degli atri e meno rilevante a livello degli ventricoli.
Invece, hanno un importanza clinica molto grande alcuni farmaci che ritroveremo poi in
farmacologia che sono farmaci utilizzati nella terapia dell'ipertensione, dell'ischemia del miocardio
e così via, che sono due classi di farmaci importanti. Un gruppo è costituito dagli antagonisti del
calcio, farmaci calcio-antagonisti. Sono di fatto farmaci che bloccano l'entrata di calcio attraverso
i canali lenti del calcio del tipo L, che sono fondamentali per l'accoppiamento elettromeccanico nel
cuore, e anche per la cronotropia, per la funzione di pacemaker del sistema di conduzione. Questi
ovviamente, diminuendo l'entrata del calcio fondamentale per l'accoppiamento eccitazione-
contrazione fanno un effetto inotropo negativo, e lo stesso vale per i beta bloccanti, che sono
un'altra classe di farmaci che hanno un altro effetto antagonista sui recettori beta-adrenergici del
cuore. Questi li studieremo l'anno prossimo, parlando del sistema nervoso autonomo.
Come vedremo, posto che questi recettori beta-adrenergici sono i mediatori dell'effetto inotropo-
positivo dell'adrenalina e della noradrenalina, bloccando questi ormoni ottenete un effetto inotropo-
negativo, in quanto questi due, l'ormone adrenalina e il neurotrasmettitore noradrenalina, non
intervengono solo in condizioni di esercizio fisico, ma hanno un ruolo importante anche in
condizioni basali, a riposo, per determinare la contrattilità.
Esempio clinico
Vi faccio vedere un esempio, un tracciato clinico in un paziente dove si può osservare l'effetto di
alcuni di queste sostanze. Vedete che questo è un tracciato reale clinico, dove abbiamo una
situazione con due battiti cardiaci, seconda situazione e terza situazione. Il tracciato in basso è la
curva di pressione ventricolare, ventricolo sinistro come siamo ormai abituati a considerare, sistole-
diastole, sistole e così via. Invece il tracciato superiore è la derivata della pressione del tempo, il
dP/dt, e come vi dicevo un'altra volta, abbiamo dei picchi dove il dP/dtmax lo raggiungiamo nella
fase di contrazione isovolumetrica, rispettivamente rilasciamento isovolumetrico. Questo è la fase
di contrazione isovolumetrica, questa è la fase di rilasciamento isovolumetrico. Possiamo anche
leggere questo dP/dtmax, in questo caso attorno a 1000mmHg/s. Questi due sono abbastanza
simmetrici, sia il dP/dtmax in fase di contrazione e rilasciamento sono uguali come modulo.
Questo è la prima situazione. Adesso, somministriamo quest'altra sostanza a questo paziente che è
sottoposto a cateterismo del ventricolo sinistro, somministriamo una dose unica di adrenalina. Qui,
in inglese viene chiamata isoprenalina, facendo un riferimento alla sua struttura chimica. Una dosa
di 1,5microgrammi di adrenalina. Effettivamente, guardate cosa succede con il dP/dtmax: nella fase
di contrazione isovolumetrica, passiamo da 1000 a circa 2000mmHg/s. Questo chiaramente è
l'effetto inotropo positivo della adrenalina.
Vedete anche una cosa interessante che poi discuteremo in seguito – guardate come la durata
della sistole si accorcia, letta dal punto di vista della porzione ventricolare, dal suo andamento,
guardate come la durata della sistole si accorcia: questo è un importante fenomeno che è importante
perché, come si può leggere da questo tracciato, non solo aumenta la contrattilità, ma aumenta
anche la frequenza cardiaca. Infatti, le catecolammine hanno un effetto non solo inotropo positivo,
ma anche cronotropo-positivo, che significa che ha un effetto positivo sulla frequenza, la aumenta.
Quindi, come sapete, affinché la fase critica di riempimento ventricolare ovviamente è la diastole.
Se la frequenza cardiaca aumenta, la durata della diastole tenderebbe a diminuire, come abbiamo
visto. Questo mette in pericolo il riempimento diastolico, per cui un meccanismo che facilita il
riempimento diastolico ad alte frequenze è l'accorciamento della durata della sistole, che vediamo in
questo grafico. Questo era una parentesi a partire dal grafico.
Fisiologia II, Lezione 5: Regolazione della gittata cardiaca, pag. 5 11/10/2010
Aumento di cAMP
Aumento di Na+ nel sarcoplasma
Aumento di pKA
*Aumento della
contrattilità
*Effetto
inotropo
positivo
Introduciamo i meccanismi biochimici dell'azione di alcune di queste sostanze, non per entrare
nei dettagli, ma quello che voglio evidenziare da questa tabella e che molti di questi fattori indicati
nella tabella agiscono regolando la concentrazione ioni calcio nel sarcoplasma. Questo è il
messaggio ultimo di questa tabella – è che l'effetto inotropo, positivo o negativo che sia, di molti di
questi fattori, passa attraverso il calcio. La concentrazione di calcio nel sarcoplasma è quella
fondamentale. Infatti, sono indicati l'effetto sia dei simpatomimetici, che sono adrenalina e
noradrenalina, agonisti dei recettori adrenergici. Nel cuore abbiamo essenzialmente cardiomiociti,
che esprimono sulla sua membrana recettori beta-adrenergici del tipo 1, che sono mediatori. Questo
recettore è associato a una proteina: le proteine G sono proteine eterotrimeriche che legano il GTP, e
hanno una funzione GTP-asica, si attivano e portano all'attivazione di bersagli downstream.
In questo caso, il bersaglio è una proteina Gs (s vuol dire stimolante), e il cAMP, quindi l'adenilato
ciclasi e la sintesi di cAMP; in presenza di adrenalina o noradrenalina (l'attivatore del recettore
beta-adrenergico) aumento della concentrazione del cAMP interno, porta all'attivazione di una
protein chinasi (la protein-chinasi A, pKA), che porta a sua volta alla fosforilazione, regola la
fosforilazione dei canali del calcio di tipo L, canali lenti, e quindi in presenza di maggiore
fosforilazione, il canale passa più tempo allo stato aperto ed entra più calcio: abbiamo un effetto
inotropo positivo. Tra l'altro, su questa stessa via metabolica, attraverso un recettore differente,
agisce anche il glucagone, tramite il suo recettore specifico, attiva la proteina G, l'adenilato ciclasi e
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Effetto treppe
Abbiamo parlato dell'effetto inotropo positivo della frequenza cardiaca sulla contrattilità. Questo
è un effetto chiamato effetto “treppe”, o effetto “Bowditch”. Treppe in tedesco significa “scala”,
effetto scala, o anche effetto Bowditch, dal nome di chi l'ha descritto per la prima volta.
È interessante lo schema che viene dal Berne, che rappresenta bene l'effetto scala, l'effetto
inotropo della frequenza. Qui siamo in un preparato in vitro, dove stimoliamo elettricamente un
muscolo papillare isolato. Non c'è più un sistema di conduzione, e quindi dobbiamo stimolare per
generare una contrazione. Quindi, possiamo stimolare in questo modo il muscolo papillare isolato a
differenti frequenze, e misurare il picco di forza generato da una contrazione muscolare.
Fisiologia II, Lezione 5: Regolazione della gittata cardiaca, pag. 8 11/10/2010
Qui sono indicati la durata dell'intervallo in secondi tra gli stimoli. Qua vediamo una lunga
durata, lungo intervallo, ovvero bassa frequenza di stimolazione (vi ricordo il rapporto reciproco tra
intervallo e frequenza), poi mano mano andiamo a diminuire l'intervallo, quindi aumentando la
frequenza, ed otteniamo che tutti questi punti giacciono su una curva, che è una sorta di curva a “S”
rovesciata, come se fosse una sigmoide speculare.
Tra l'altro, è interessante vedere cosa rappresenta la pendenza di questa sigmoide – la sensibilità,
per così dire, della contrattilità all'intervallo. A quali intervalli o frequenze questo effetto è
massimo? A questi intervalli dove c'è una piccola variazione dell'intervallo, che porta ad una forte
variazione della forza di contrazione. Mentre qui invece no – siamo su una fase piatta, anche grandi
variazioni di frequenza/rispettivamente intervallo di stimolazione non è che influenzano molto la
forza. E anche qui quando siamo a frequenze molto elevate, intervalli brevi, raggiungiamo una sorta
di saturazione, una curva piatta.
La massima sensibilità è in questo range qui. Se andiamo a leggere, abbiamo frequenze intorno a
1 al secondo, vuol dire 60 al minuto. Cioè, vuol dire che siamo proprio nel range della frequenza
fisiologica del cuore. Vuol dire che proprio nel range fisiologico, se arriviamo fino a 0,5/s, vuol dire
120/minuto. Tra 40 e 120 impulsi al minuto abbiamo l'effetto più netto, più massimo delle
variazioni di frequenza di stimolazione. Non è un effetto lineare lungo varie frequenze, ma mostra
la sua massima efficacia proprio nel range fisiologico delle frequenze cardiache.
Questo sotto non è nient'altro che un tracciato che indica questo effetto.
È un meccanismo indipendentemente da tutti gli altri fattori che passa attraverso la
concentrazione di ioni calcio. Come si può, secondo voi, spiegare che passa attraverso la
regolazione la concentrazione del calcio nel sarcoplasma? Come si potrebbe immaginare? Quindi,
perché aumenti della frequenza di stimolazione portano a un aumento di contrattilità via calcio?
Perché le fibre del nodo sono fibre lente, e si basa su flussi di calcio. Quindi...
No, attenzione, dobbiamo spiegare questo effetto in vitro: il nodo senoatriale e il suo sistema di
conduzione è assente. Qui abbiamo un muscolo papillare isolato, e misuriamo la forza che genera a
varie frequenze di stimolazione. Quello che non sono d'accordo è che di per sé un aumento della
frequenza di stimolazione porta a un aumento di entrata di calcio, perché, anche se è vero che non
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abbiamo ancora visto il potenziale d'azione cardiaco, ma qui siamo nei cardiomiociti di lavoro,
quindi nel muscolo papillare. Qui la forma del potenziale d'azione è relativamente indipendente
dalla frequenza di stimolazione.
Questo ci spiega anche che gente molto allenata ha una frequenza cardiaca a riposo più bassa del
normale, sotto i 60, ma anche 45-50 battiti/minuto, e questo essenzialmente è dovuto al fatto che il
loro cuore è molto più allenato, e in parte dovuto anche alla maggiore attività del parasimpatico.
Quindi persone molto allenate hanno una frequenza cardiaca molto bassa grazie a una maggiore
attività del parasimpatico a riposo rispetto al simpatico.
L'effetto cronotropo dipende dal sistema di conduzione, essenzialmente il nodo senoatriale.
Generalmente, se questo è il simpatico, a seconda dell'indipendenza dalla innervazione ho l'effetto
inotropo-cronotropo. In condizioni fisiologiche, posto che le fibre del simpatico vengono attivate e
innervano i due tipi di miocardio, ovviamente in condizioni fisiologiche ho entrambi gli effetti – in
simpatico-tono, ho sia un effetto inotropo-positivo, che un effetto cronotropo positivo, come
abbiamo visto in questo tracciato dove era stata somministrata adrenalina; rispetto al controllo,
abbiamo sia l'effetto inotropo positivo (aumento dP/dtmax) e allo stesso tempo anche un effetto
cronotropo positivo, che si vede dalla diminuzione dell'intervallo fra due battiti successivi.
Tra l'altro, il miocardio di lavoro e sistema di conduzione cardiaco si distinguono nettamente
anche da un punto di vista morfologico e biochimico. In anatomia cuore, l'avete già fatto: del
sistema di conduzione sono fibre più sottili che hanno anche un apparato contrattile molto più
ridotto, generano poca actina e miosina, hanno un isoforma di miosina che è biochimicamente
differente, una miosina lenta, in contrasto con la miosina rapida del miocardio del lavoro. Quindi,
sono proprio strutture differenti.
Questo è un preparato sperimentale del cane dove questi chemiocettori sono stati isolati. Sapete
l'anatomia degli chemiocettori? Sono degli organelli molto vascolarizzati, che sono situati
essenzialmente come un'appendice delle entrambi arterie carotidi, vengono alimentati dalle arterie
carotide. Sono organelli molto vascolarizzati la cui funzione è quella, tra l'altro, di misurare la
pressione parziale di ossigeno nel sangue arterioso: sono come delle appendici delle carotidi che
misurano la pressione parziale d'ossigeno nel sangue arterioso, e questi organelli sono degli
importanti misuratori, hanno una funzione importante primariamente nella regolazione del ritmo
respiratorio. Li incontreremo di nuovo quando parleremo di regolazione del ritmo respiratorio, ma
hanno anche un importante effetto nella regolazione della frequenza cardiaca in certe condizioni
estreme, non generalmente in condizioni fisiologiche.
esseri umani che fanno apnea sportiva, che possono arrivare fino a 20-25 battiti/minuto, rispetto ai
60-70 che conosciamo.
È abbastanza studiato il meccanismo che innesca questo riflesso di bradicardia. È sicuramente
provocato in apnea, ma un altro fattore importante è lo stimolo freddo dell'acqua, che contribuisce a
innescare questo riflesso. Quello che è interessante è che non è necessaria l'intera superficie
corporea, ma soltanto il contatto dell'acqua con la faccia. Di fatto, questo riflesso può essere
provocato in persone allenate semplicemente immergendo la faccia in un catino d'acqua.
Questo è uno dei motivi per cui conviene farsi una doccia fredda prima di tuffarsi in acqua, ma
basta la faccia, che è la cosa importante per l'adattamento prima del tuffo in acqua fredda.
Questo riflesso che porta a bradicardia, che è osservato in un paziente tetraplegico, che quindi
non respira spontaneamente (muscoli respiratori paralizzati) e che viene ventilato meccanicamente,
e poi a un certo punto (visto che non può né respirare né tossire) è necessario staccarlo dalla
macchina per aspirare il secreto che si accumula nelle vie respiratorie. Questo è uno dei problemi
dei pazienti che non respirano spontaneamente, la rimozione delle secrezioni bronchiali.
Questo è un tracciato elettrocardiografico continuo (che non ci interessa ancora perché non
l'abbiamo fatto), dove vediamo che in queste punte sono rappresentati onde (uno singolo battito
cardiaco, successivi battiti cardiaci), e viene staccato dalla macchina non respira più. E guardate
come progressivamente la frequenza cardiaca diminuisce, l'intervallo aumenta, fino ad arrivare
all'incirca a circa 20/minuto. Vediamo com'è potente questo riflesso di bradicardia da ipossia con
importante effetto cardioprottettivo.
Stiamo sempre considerando fattori che determinano la frequenza cardiaca. Non da ultimo è da
considerare la così detta aritmia respiratoria: per essere precisi, si parla di aritmia sinusale
respiratoria, il che vuol dire che comunque è un aritmia fisiologica nel senso che il nodo del seno è
il pacemaker fisiologico, agisce sul nodo del seno. Per cui, la frequenza cardiaca aumenta in
inspirazione, e diminuisce in espirazione. Perché si parla di aritmia? Il ritmo cardiaco, misurato
anche in una persona a riposo, senza stimolo esterno, in generale non è regolare come quello di un
metronomo, ma mostra delle variazioni cicliche, nel senso di periodi di maggiore frequenza che si
alternano a periodi di minore frequenza. Rappresentata sull'ascisse il tempo, sull'ordinata la durata
del ciclo cardiaco.
Qui abbiamo una maggiore durata del ciclo, quindi frequenza minore, minore durata – frequenza
maggiore, quindi il cuore alterna periodi di alta frequenza – periodi di bassa frequenza, che sono
esattamente sincroni con il ritmo respiratorio, queste variazioni cicliche. Sono sincrone con il ritmo
respiratorio: verso l'alto rappresenta la espirazione, verso il basso rappresenta la inspirazione. La
Fisiologia II, Lezione 5: Regolazione della gittata cardiaca, pag. 15 11/10/2010
durata del ciclo è minore in inspirazione, e la frequenza è minore in espirazione. Abbiamo queste
variazioni cicliche.
Tenete presente una cosa: di fatto, cuore-polmoni formano da un punto di vista clinico, se parlate
con intensivisti, anestesisti, cardiologi, la prima cosa che vi dicono che non si possono considerare
il cuore e i polmoni come due organi separati, ma formano un unica unità. Questa unità che
osserviamo sia in periferia (non è che abbiamo due polmoni e un cuore: abbiamo due cuori e un
polmone) a livello degli organi, la osserviamo anche a livello del sistema nervoso centrale a livello
dei circuiti nervosi che li controllano entrambi, il che si manifesta attraverso questi riflessi per cui il
ciclo respiratorio influisce sulla frequenza cardiaca.
Ritorniamo allo schema iniziale, utile per non perdere il filo del discorso. Dobbiamo considerare
come dicevamo la frequenza cardiaca. Quale fattore ci manca da considerare? Il flusso coronarico.
E qui, diciamo così, utilizziamo questa occasione per parlare della circolazione coronarica, ma la
circolazione coronarica ovviamente che funzione ha? È la circolazione trofica, propria del cuore: ha
una funzione importante per il metabolismo cardiaco, e quindi trattiamo insieme il metabolismo
cardiaco e circolazione coronarica.
Nel Conti invece, questa parte della circolazione coronarica è trattata nella circolazione vascolare,
come distretto particolare della circolazione. Io preferisco di trattarlo insieme al cuore, perché la
funzione è legata al metabolismo cardiaco che mi sembra più utile trattarlo adesso. I concetti li
trovate anche nel libro.
Iniziamo con alcune particolarità sul metabolismo cardiaco. Innanzitutto, il principio numero
uno: il cuore ha un metabolismo strettamente aerobico, a differenza del muscolo scheletrico, che
può lavorare anche in condizione anaerobiche, può contrarre debito di ossigeno che poi dovrà
ripagare durante il riposo. Invece il cuore no: è un metabolismo strettamente aerobico.
velocemente fosfato ad alto contenuto energetico con l'ATP, una riserva immediata per la risintesi di
ATP), e quindi si parla di omeostasi metabolica del miocardio: l'assenza di variazioni di
concentrazione di ATP anche in presenza di notevoli variazioni nel lavoro cardiaco.
Altra differenza rispetto al muscolo scheletrico; mentre il muscolo scheletrico è un bruciatore
obbligato di glucosio come fonte d'energia (ma anche il cervello deriva quasi esclusivamente la sua
energia dal glucosio), il cuore è molto più diversificato nell'approvvigionamento di energia: è come
se fosse un bruciatore che può bruciare oltre a benzina gas, resti organici, molto “ecologico”, perché
brucia quello che gli date.
Per esempio, a riposo, un terzo di glucosio, però un terzo acidi grassi liberi, e anche addirittura
l'acido lattico, e poi una piccola proporzione di piruvato e corpi chetonici. Sotto esercizio fisico
intenso: una corsa a massima frequenza cardiaca, cambia il profilo di approvvigionamento (schema
nel Paolucci), per cui in presenza di elevate concentrazioni di acido lattico, latticemia, che deriva
dall'esercizio fisico anaerobico, dove il ciclo di Krebs a causa di ipossia relativa non funziona e
quindi dal piruvato si passa ad acido lattico, e guardate che il cuore è in grado di utilizzare come
energia lo scarto che non utilizza il muscolo, l'acido lattico.
Una cosa interessante: questo profilo cambia (il Conti lo discute) in base al fatto di essere a
digiuno o postprandiale – se uno fa jogging per eliminare il grasso in eccesso, allora è meglio farlo
prima di colazione, perché il glucosio è più basso e il cuore consuma soprattutto acidi grassi liberi
come fonte di energia, e quindi è più esigente per la regolazione del peso corporeo, quindi è più
efficiente fare jogging in mattina.
L'omeostasi, la sorgente d'energia finale, la moneta corrente, l'euro, ATP, poi la sintesi dell'ATP
avviene a partire da altre sostanze, non è che sono sostanze immediatamente fonti d'energia: sono
fonti d'energia per la sintesi di ATP.