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Corso di Anatomia topografica

Anatomia topografica della


testa e del collo
Enrico Colombo1

1 tratto dalle lezioni del prof. Rodella dell’Università di Brescia


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Corso di Anatomia topografica

Introduzione
- Regione dell’occhio: a circondare le cavità orbicolari
- Regione del labbro: circondano la rima buccale
- Regione del mento: inferiormente alla regione del labbro, in prossimità della protuberanza
mentale.
- Regione della guancia: parte laterale della faccia, anteriore alla regione parotideo-masseterina
e laterale alla regione del naso e della bocca.
- Regione parotideo-masseterina: regione che corrisponde ai due bracci della mandibola,
situata posterolateralmente alla regione della guancia e anteriormente a quella auricolare.
Sono preseti anche degli spazi profondi della faccia, in cui si annoverano le fosse:
La testa - infratemporale: situata tra l’osso temporale e l’arcata zigomatica. Comprende anche lo spazio
pterigomandibolare.
La testa rappresenta il segmento superiore del corpo. Contiene organi di varia natura tra cui: - Pterigopalatina: situata tra il processo pterigoideo dello sfenoide e l’osso palatino, in
- encefalo (SNC) profondità rispetto alla fossa infratemporale.
- Visceri
- Vie aeree
- Vie digestive
- Ghiandole annesse
- Muscoli.
La testa è separata dal collo dalla linea cervico-cefalica, passante per il margine mandibolare
inferiore e prolungata posteriormente sul piano nucale, fino alla protuberanza occipitale esterna.
Si individuano nella testa numerose regioni, che vengono suddivise in:
- regioni del cranio
- Regioni della faccia (sia intraorali che extraorali)
- Sono compresi due spazi profondi localizzati in profondità rispetto alla regione parotideo-
masseterina:
- Fossa infratemporale
- Fossa pterigopalatina
le regioni intraorali comprendono:
- regione palatina
Regioni del cranio. - Regione sottolinguale.
Le regioni del cranio sono:
- regione occipito-frontale: si estende sulla parte superiore del cranio, comprendendo le aree
degli ossi temporale, frontale e parietale
- Regione auricolo-mastoidea: regione situata in prossimità dell’orecchio.
Il collo.
- Regione temporale: regione situata a cavallo della regione auricolo-mastoidea, corrispondente Il collo è localizzato tra la testa e il torace e corrisponde al segmento cervicale della colonna
alla squama dell’osso temporale. vertebrale. È delimitato:
- inferiormente dalla linea cervico-toracica: linea passante sul margine superiore del manubrio
Regioni della faccia. dello sterno, sull’articolazione sternoclavicolare, sulle clavicole e sulle articolazioni
acromioclavicolari. Posteriormente interseca il processo spinoso di C7 (vertebra prominente)
Le regioni della faccia si distinguono in extraorali e intraorali.
Le principali regioni extraorali sono:
- regione del naso: situata in prossimità del naso
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- Superiormente dalla linea cervico-cefalica: linea passante per il margine inferiore della
mandibola, che posteriormente si prolunga sul piano nucale fino alla protuberanza occipitale
esterna.

Regioni del collo.


Una prima suddivisione del collo permette di riconoscere:
- regione posteriore
- Regione anteriore2 .
La regione posteriore è considerata, dal punto di vista anatomico, parte del tronco, poiché con esso
ha in comune:
- muscoli (trapezio e spinali propriamente detti)
- Legamenti
- Rachide.
Si descriveranno pertanto le regioni anteriori del collo, che sono:
- regione sottoioidea: regione anteriore posta superoanteriormente al muscolo
sternocleidomastoideo.
- Regione sternocleidomastoidea: regione che corrisponde alla fascia del muscolo
sternocleidomastoideo.
- Regione sopraclaveare: regione posteroinferiore allo sternocleidomastoideo.

Triangoli del collo.


È molto utilizzata anche un’altra suddivisione del collo, basata sulla scomposizione in triangoli,
anteriore e posteriore, che sono ulteriormente divisi in triangoli minori.

Triangolo anteriore.
Il triangolo anteriore è posto anterosuperiormente al muscolo sternocleidomastoideo e comprende i
seguenti triangoli minori:
- triangolo sottomandibolare o digastrico: corrisponde alle parti laterali della regione
sopraioidea. Delimitato da entrambi i lati dai due ventri (anteriore e posteriore) del muscolo
digastrico.
- Triangolo sottomentale: corrisponde alla parte mediale della regione sopraioidea. Delimitato
lateralmente dai margini mediali del ventre anteriore dei muscoli digastrico.
- Triangolo carotideo: corrisponde alla porzione superiore della regione sottoioidea, sopra il
ventre superiore del muscolo omoioideo.
Triangolo posteriore.
- Triangolo muscolare: porzione inferiore della regione sottoioidea, sotto il ventre superiore del
muscolo omoioideo. Il triangolo posteriore corrisponde allo spazio compreso tra il muscolo sternocleidomastoideo e il
margine laterale del muscolo trapezio. I triangoli minori sono:
- triangolo occipitale: porzione della regione sopraclavicolare, sopra il muscolo omoioideo
- Triangolo sopraclavicolare: porzione della regione sopraclavicolare sotto il muscolo
omoioideo.

2 taluni considerano anche due regioni laterali.


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- Fascia cervicale media, presente soltanto nella porzione sottoioidea


- Spazio viscerale impari e mediano: contiene i visceri del collo.
- Fascia cervicale profonda posta davanti ai muscoli del rachide.
- Rachide, escluso da tutte le logge viscerali.

Fasce del collo.


Nel collo si possono individuare le seguenti fasce:
- fascia cervicale superficiale
- Fascia cervicale media
- Fascia cervicale profonda.
La fascia cervicale superficiale è la porzione di fascia comune del corpo che riveste il collo:
Gli strati del collo
- anteriormente presenta un ispessimento mediano, la linea alba del collo.
In sezione trasversale, il collo appare costituito da una serie di strati, che dalla superficie alla - La fascia è fissata
profondità sono:
- In alto al margine inferiore della mandibola
- cute anteriore del collo
- In basso al manubrio dello sterno e alla clavicola.
- Sottocute con il muscolo platisma, i vasi e i nervi superficiali
- Prima di fissarsi al manubrio dello sterno la fascia si sdoppia in due foglietti, uno anteriore e uno
- Fascia cervicale superficiale, che accoglie in uno sdoppiamento il muscolo
posteriore, che delimitano lo spazio soprasternale di Gruber:
sternocleidomastoideo.
- È contenuta una porzione delle vene giugulari anteriori e della loro anastomosi (vena
- Muscoli sopraioidei e sottoioidei a seconda del livello a cui è effettuata la sezione.
trasversa del collo)3 .

3 si ricordi che le vene giugulari anteriori appartengono al circolo superficiale.


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- Sono contenuti anche alcuni linfonodi soprasternali. - La perforazione di questi in seguito a processi infettivi, crea comunicazione tra lo spazio
- La fascia cervicale superficiale aderisce all’osso ioide, e in base a questo è divisa in 2 porzioni: connettivale del collo e lo spazio retroviscerale.
- Sopraioidea (o genio-ioidea)
- sottoioidea
La fascia cervicale media è localizzata in un piano più profondo rispetto ai muscoli del collo:
- anteriormente si fa superficiale, fondendosi con la fascia cervicale superficiale a livello della linea
alba del collo.
- Il fissaggio avviene
- Superiormente si fissa all’osso ioide
- Inferiormente si sdoppia in due foglietti:
- Foglietto posteriore: si porta nel torace per fissarsi al pericardio, segnando il limite tra
mediastino anteriore e posteriore.
- Foglietto anteriore: si fissa allo sterno e alla clavicola.
- Lateralmente avvolge i muscoli omoioidei in uno sdoppiamento.
- Vista frontalmente appare come una fascia trapezoidale che ha come base maggiore inferiore lo
sterno e le clavicole (o il pericardio) e come base minore l’osso ioide. I lati sono dati dai muscoli
omoioidei.
La fascia cervicale profonda riveste anteriormente i muscoli prevertebrali ed è il limite posteriore
dello spazio connettivale del collo:
- si inserisce in alto sulla base cranica
- In basso si perde nel torace.

Spazio connettivale del collo.


Lo spazio connettivale del collo è delimitato:
- anteriormente e lateralmente: dalla fascia cervicale media.
- Posteriormente dalla fascia cervicale profonda.
Nello spazio connettivale del collo è contenuto connettivo lasso, in cui sono riconoscibili alcune
guaine connettivali (connettivo denso)
- guaina dei visceri: avvolge i visceri, delimitando lo spazio viscerale mediano, che accoglie
esofago e trachea
- Guaine vascolonervose: formazioni pari che accolgono i fasci vascolonervosi del collo, che
contengono
- Arteria carotide comune
- Vena giugulare interna
- Nervo vago.
Le guaine suddividono lo spazio viscerale del collo in:
- spazio periviscerale: localizzato davanti alla guaina dei visceri,
- Spazio retroviscerale: posto dietro la guaina dei visceri, ovvero posto tra questa e la fascia
cervicale profonda.
- È parzialmente chiuso lateralmente da due setti connettivali, i setti di Charpy, che sono a
decorso longitudinale ma sono incompleti.

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Visceri della testa


Vestibolo della bocca.
Il vestibolo della bocca è una fessura a forma di ferro di cavallo posta tra:
- anteriormente: labbra
- Lateralmente: guance
- Medialmente e posteriormente: arcate alveolodentali.
È delimitato da 2 solchi vestibolari, detti fornici (superiore e inferiore) che sono la riflessione della
mucosa delle labbra e delle guance nella mucosa alveolare.
Sulla linea mediana, vi è una piega sagittale della mucosa che si protende nel vestibolo della bocca,
I visceri cefalici, eccetto alcuni organi endocrini annessi all’encefalo (ipofisi, ipotalamo, epifisi), sono sia superiormente che inferiormente, il frenulo labiale (superiore e inferiore).
accolti nello splancnocranio, ed appartengono alle prime porzioni di: Nel vestibolo della bocca si aprono le ghiandole salivari maggiori e minori:
- vie digestive: bocca, istmo delle fauci e parte della faringe - condottini delle labbra e delle guance
- Vie aerifere: naso, cavità paranasali, rinofaringe. - Dotto parotideo: sfocia in corrispondenza di una papilla a livello del 2° molare superiore.
Nell’organizzazione complessiva dello splancnocranio, gli organi delle vie respiratorie sono situati
superiormente a quelli delle vie digestive. Cavità buccale propriamente detta.
Peculiare dello splancnocranio è la partecipazione dell'apparato locomotore non solo alle prestazioni La cavità buccale è situata tra:
funzionali degli organi, ma anche alla loro stessa costituzione, ad esempio: - vestibolo della bocca
- le pareti ossee delle cavità nasali e paranasali
- Istmo delle fauci
- I contingenti muscolari delle labbra, delle guance e del pavimento della bocca (muscolo
Si presenta come una cavità ovoidale con asse maggiore in direzione anteroposteriore, più allargata
miloioideo) posteriormente.
Anche la muscolatura intrinseca dei visceri è striata, come nella lingua, nel palato, nell’esofago e nella Comunica con il vestibolo della bocca mediante gli spazi interdentali e retromolari, e con l’esterno
faringe. mediante l’apertura delle labbra (rima buccale).

Bocca La cavità buccale è delimitata:


- anteriormente dalle arcate alveolodentali
- Lateralmente dalle guance.
- Inferiormente dalla lingua e dal solco linguale.
- Superiormente dal palato duro.
Il limite con la retrostante faringe è segnato dal palato molle con l’istmo delle fauci.

La bocca (cavità orale/buccale) è il primo tratto del canale alimentare e l’anticamera delle vie aeree. Labbra.
È una cavità estremamente modificata per la presenza di molti organi atti ad assumere ed elaborare il
cibo. Contiene organi essenziali per: Le labbra (superiore e inferiore) sono due formazioni muscolomembranose poste tra la base della
- Masticazione (denti) piramide nasale e il mento:
- Articolazione del linguaggio e gusto (lingua) - individuano una fessura orizzontale, la rima buccale, che termina lateralmente nelle
commissure labiali (angoli della bocca).
- Elaborazione del cibo (ghiandole salivari maggiori e minori)
L’importanza della bocca è derivabile anche dal fatto che è innervata da 5 differenti nervi cranici.
La bocca si presenta distinta in due parti:
Forma, posizione e rapporti
- vestibolo della bocca (ant) Le labbra sono due lamine in contatto con le arcate gengivodentali, convesse in avanti, segnano la
curvatura dell’arcata dentaria.
- Cavità buccale propriamente detta (post).
Nelle labbra si considerano:
- parte cutanea: la faccia esterna, rivestita da cute.

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- Parte intermedia: segue la faccia esterna verso l’interno. Corrisponde al bordo roseo delle I vasi linfatici si organizzano in due reti (sottocutanea e sottomucosa) disposte su due piani e
labbra. drenano:
- Parte mucosa: la faccia interna, prospiciente il vestibolo della bocca. - labbro superiore: linfonodi sottomandibolari
La parte cutanea del labbro superiore presenta una depressione mediana nella cute, detta filtro - Labbro inferiore: linfonodi sottomentali e sottomandibolari.
della bocca: L’innervazione delle labbra è complicata e dipende dalle componenti:
- decorre dal margine libero del setto nasale al margine libero del labbro - motoria: nervo facciale (VII)
- Termina caudalmente con un rilievo, il tubercolo labiale. - Sensitiva: nervo trigemino (V). Nella parte intermedia e in quella mucosa vi è un alto numero di
La parte cutanea del labbro inferiore è priva di rilievi ed è delimitata dal mento dal solco terminazioni libere.
labiomentale. - Simpatica: gangli cervicali, per le ghiandole salivari labiali
La parte intermedia ha superficie liscia e un colore rosso-rosastro: - Parasimpatica: nervo intermedio del facciale (VII), sempre per le ghiandole salivari labiali.
- tale colore è dovuto alla sottigliezza dell’epitelio, che pone i capillari in maggiore vicinanza della
superficie Struttura
- In condizioni di cianosi il bordo roseo si colora dal rosa pallido al rosso scuro,
La parte cutanea è formata da epitelio pavimentoso stratificato cheratinizzato, come tutta la cute del
La parte mucosa ha un colore roseo e possiede dei rilievi granulari palpabili che corrispondono alle
corpo:
ghiandole salivari labiali (geniene).
- ricco di follicoli piliferi
- Presenti numerose ghiandole sebacee e sudoripare
- Nel derma sono presenti i muscoli pellicciai (muscolo orbicolare della bocca)
La parte intermedia è formata da un epitelio pavimentoso sottile poco cheratinizzato:
- il derma emana numerose papille nella lamina propria
- Sono presenti scarse ghiandole sebacee isolate
- Sono assenti le ghiandole sudoripare
- Il passaggio alla parte mucosa è graduale.
La parte mucosa è costituita da un epitelio pavimentoso stratificato non cheratinizzato:
- è presente uno strato di connettivo lasso tra la lamina propria e il piano muscolare in cui sono
presenti le ghiandole labiali
- Ghiandole tubuloacinose ramificate a secrezione mista.
- I dotti sboccano nel vestibolo della bocca.
Vasi e nervi
Le arterie che irrorano le labbra sono:
- arterie labiali Guance.
- Superiore (dx e sx)
- Inferiore (dx e sx) Le guance sono anch’esse formazioni muscolomembranose che delimitano lateralmente il vestibolo
della bocca. Presentano due facce:
- Arterie sottomentali (dx e sx)
- faccia cutanea
- Arteria infraorbitaria (dx e sx)
- Faccia mucosa
- Arteria buccinatoria (dx e sx)
La faccia cutanea può essere piana, concava o sporgente, in relazione all’età, alla presenza dei
- Arteria mentale (dx e sx)
denti e allo stato di nutrizione:
- Arteria trasversa della faccia.
- non presenta limiti netti con le strutture circostanti.
Le vene che drenano il sangue dalle labbra sono:
Nella parte posteriore delle guance è presente un corpo adiposo avvolto da una capsula fibrosa,
- labbro inferiore: vena sottomentale la bolla di Bichat:
- Labbro superiore: vena facciale - situata tra i due muscoli

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- Massetere (lateralmente) La mucosa è aderente alla faccia mediale del muscolo buccinatore ed è costituita, come per le
- Buccinatore (medialmente) labbra, da epitelio pavimentoso composto non cheratinizzato.
- È voluminoso nel bambino La fascia musco-aponeurotica conferisce robustezza alla parete della guancia.
- Progressivamente si riduce con l’età, ma non scompare mai.

Vasi e nervi
Le arterie che provvedono all’irrorazione delle guance sono:
- arteria facciale (dx e sx)
- Arteria trasversa della faccia
- Rami dell’arteria mascellare
- Arteria mentale
- Arteria buccale
- Arteria infraorbitaria.
Le vene che drenano le guance sono affluenti di:
- vena facciale
- Vena temporale superficiale
- Plesso pterigoideo
- Plesso masseterino.
Anche nel caso delle guance i linfatici sono suddivisi in due reti disposte su piani distinti
(sottocutanea e sottomucosa) e drenano ai linfonodi:
- parotidei
- Sottomandibolari.
L’innervazione è simile a quella delle labbra, con innervazione distinta a seconda delle componenti:
- motoria: nervo facciale (VII)
- Sensitiva: nervo trigemino (V).
- Simpatica: gangli cervicali, per le ghiandole salivari
- Parasimpatica: nervo intermedio del facciale (VII), sempre per le ghiandole salivari.

Struttura
L’organizzazione strutturale delle guance prevede una suddivisione in piani:
- piano cutaneo
- Piano sottocutaneo
Arcate alveolodentali.
- Piano muscolo-aponeurotico Le arcate alveolodentali sono formate da diverse componenti, tra cui:
- Piano mucoso. - mandibola
Il piano cutaneo è costituito da epitelio pavimentoso stratificato cheratinizzato: - Ossa mascellari
- contiene numerose ghiandole sudoripare e sebacee - Gengive
- Nel maschio sono numerosi i follicoli piliferi - Denti
Il piano sottocutaneo possiede le terminazioni di alcuni muscoli mimici e presenta numerose Queste formazioni, nel loro insieme, delimitano:
ghiandole salivari nella lamina propria. - con la faccia anterolaterale il vestibolo della bocca.

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- Con la parete posteromediale la cavità buccale propriamente detta.


In ciascuna arcata si devono considerare:
- i denti con i loro tessuti
- Smalto
- Dentina
- Polpa
- Il parodonto, ovvero tutti i tessuti di sostegno dei denti:
- Cemento radicolare
- Tessuto osseo alveolare
- Gengiva
- Legamento periodontale.

Denti.

Generalità
Nei denti si possono distinguere 4 tessuti:
- due superficiali:
- Smalto che forma la corona.
- Cemento che forma la radice
- Due profondi:
- Dentina sotto il cemento e lo smalto
- Polpa: tessuto molle in cui passano vasi e nervi.
La polpa occupa una cavità centrale nel dente, la camera pulpare, che si estende dalla corona alla
radice:
Il dente è formato da tre porzioni:
- in prossimità della radice la camera si fa cubiforme
- radice
- All’apice comunica con l’ambiente periodontale attraverso un foro apicale.
- Corona
- Colletto: parte intermedia tra la radice e la corona.
Il cemento, a differenza di smalto, polpa e dentina, non è da considerarsi un tessuto del dente,
poiché assieme al legamento periodontale e alla gengiva, è parte dei tessuti del parodonto.

Dentizione
Un adulto possiede 16 denti per arcata, con totale di 32 denti:
- i denti presentano simmetria rispetto al piano sagittale mediano
- Si possono distinguere in ogni emiarcata
- 2 incisivi
- 1 canino
- 2 premolari
- 3 molari
- L’eruzione definitiva dei denti inizia al 6° anno di vita e termina attorno al 21° anno circa

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Il bambino ha una dentizione provvisoria, formata da denti decidui, che sono:


- 2 incisivi
- 1 canino
- 2 molari (molari da latte).

Incisivi.
Le caratteristiche comuni degli incisivi sono:
- 8 denti
- Emergono a 6-9 anni
- Radice unica
- Funzione di prensione e incisione del cibo
- Influiscono sulla fonetica di S, F, V
La morfologia degli incisivi prevede:
- corona a forma di piramide quadrangolare
- Margine incisale affilato e tagliente
- Facce di contatto triangolari
- Incisivi centrali superiori più grandi dei laterali
Morfologia dei denti permanenti. - Incisivi centrali inferiori più piccoli dei laterali.
Nella corona dei denti si possono riconoscere: Canini
- margine incisale o libero (denti ant) Le caratteristiche comuni dei canini sono:
- Faccia occlusale (denti post) - eruzione tra 9 e 11 anni
- Faccia linguale o palatale - Radice unica
- Faccia vestibolare - Sono i denti più stabili
- Facce di contatto - La perdita precoce dei canini appiattisce il profilo della faccia.
- Mesiale (+ vicina al piano sagittale mediano) - Guidano la mandibola nei movimenti di laterali
- Distale (+ lontana al piano sagittale mediano) - Sono i denti più lunghi dell’arcata.
La morfologia prevede:
- corona: piramide triangolare appiattita
- Radice: singola, conica e molto lunga.

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Morfologia e funzione.
La morfologia e la disposizione dei denti deve soddisfare precise esigenze funzionali, quali:
- mantenimento della stabilità del dente
- Protezione delle strutture circostanti.
Precise condizioni di equilibrio dell’arcata sono soddisfatte grazie a:
Premolari. - altezza e convessità delle cuspidi
Le caratteristiche comuni: - Profondità dei solchi
- sono 8 - Diversa convessità delle facce
- Presenti soltanto nei denti permanenti in quanto sostituiscono i molari decidui - Diversa inclinazione dei singoli denti.
- Erompono tra 10 e 12 anni L’inclinazione dei versanti cuspidali della faccia occlusale:
- Hanno morfologia occlusale intermedia tra canini e molari - evita la compressione del masticato
- Hanno radice unica - Per esercitare con i 2 denti opposti delle forze che sono non perfettamente contrarie, che si
esaurirebbero in dannose forze compressive.
- fa eccezione del primo premolare superiore, che ha radice doppia.
L’inclinazione dei denti dell’arcata ha differenti scopi a seconda della porzione:
- L’apice delle radici può essere bifido.
- denti anteriori: con la loro inclinazione guidano alcuni movimenti della mandibola
Molari
- Denti posteriori: con l’inclinazione permettono alle forze di esaurirsi in direzione parallela
Le caratteristiche comuni: all’asse del dente.
- sono 12 La convessità delle facce vestibolari permette l’allontanamento dei residui di cibo, che sarebbero
- Il primo erompe a 6 anni, il secondo a 12 e il terzo tra 18 e 25 anni dannosi per le gengive.
- Sono denti monofisari (non sostituiscono denti decidui)
- Possiedono 3-5 cuspidi e 2-3 radici.
- Le loro dimensioni decrescono dal 1° al 3°.
La morfologia prevede:
- corona cubica
- Faccia occlusale con 4 cuspidi separate da solchi disposti a croce.

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- 3-4% di acqua
Arcate dentali
I cristalli di idrossiapatite sono organizzati a formare dei prismi dello smalto:
L’arcata alveolodentale superiore sporge in avanti rispetto a quella inferiore verso la cavità del - cilindri di cristalli disposti in file parallele tra loro
vestibolo:
- Sono separati da sostanza interprismatica.
-gli incisivi dell’arcata superiore coprono circa il 20% della superficie
In profondità, lo smalto entra in contatto con la dentina attraverso una linea irregolare e ondulata detta
vestibolare di quelli inferiori
giunzione smalto-dentina.
-I molari inferiori sono spostati in avanti rispetto ai corrispondenti
superiori
Dentina.
-Un dente mandibolare occlude assieme a 2 denti mascellari
La dentina è un tessuto connettivo vascolare mineralizzato che circoscrive la camera pulpare ed è
-Fanno eccezione il 1° incisivo e il 3° molare (denti terminali delle
posto in profondità rispetto a:
emiarcate)
- smalto (corona)
Sviluppo dell’occlusione. - Cemento (radice)
Si susseguono, nel corso dell’accrescimento, tre stadi con differenti È costituito da collagene mineralizzato attraversato dai tubuli dentinali:
occlusioni: - tubuli in cui nell’odontogenesi passavano i prolungamenti degli odontoblasti
- dentatura decidua - Hanno decorso ondulato
- Dentatura mista - Hanno calibro decrescente dalla polpa allo smalto
- Dentatura permanente. - Sono costituiti da dentina altamente mineralizzata rivestita da uno strato ipomineralizzato
La dentatura decidua prevede: (dentina peritubulare)
- dentizione primaria, in cui iniziano a formarsi i denti a 6 settimane di vita intrauterina - La dentina che non circoscrive i tubuli è invece detta dentina intertubulare.
- Termina con l’eruzione dell’ultimo dente deciduo La dentina si forma a partire dalla predestina, una sostanza non calcificata:
- Alla nascita le arcate sono senza denti - costituita da:
- A circa 6 mesi spunta il primo dente - collagene
- A 2/3 anni la dentizione decidua è completa. - Sostanza cementante
Lo stadio di dentatura mista si ha tra 6 e 12 anni, con 3 differenti fasi di occlusione: - Continua a formarsi per tutta la vita del dente.
La dentina è differente dallo smalto in quanto:
- 6-8 anni: si perdono gli 8 incisivi decidui e erompono 12 denti: gli incisivi e il 1° molare
- 9-10 anni: si ha un sostanziale equilibrio tra la dentatura decidua e quella permanente: 12:12 - non è durissima e inscindibile
- 11-12 anni: cadono gli ultimi 12 denti da latte e erompono i 16 denti permanenti rimasti. - È di origine mesenchimale.

La dentatura permanente si ha attorno ai 12 anni in maniera pressoché completa:


Polpa.
- l’occlusione definitiva è configurata
La polpa del dente è costituita da tessuto connettivo lasso in cui passano vasi e nervi. Contiene
- Rimane solamente il 3° molare che emerge normalmente tra 18 e 25 anni.
cellule immerse in una matrice amorfa:
- odontoblasti
Tessuti del dente. - Macrofagi
I tessuti del dente hanno, per la loro ontogenesi, differente origine embriologica: - Linfociti
- ectodermica: smalto - Fibroblasti.
- Mesenchimale: cemento, dentina e polpa. I vasi e i nervi raggiungono la polpa del dente attraverso dei fori agli apici delle radici.

Smalto.
Lo smalto è un tessuto di origine ectodermica prodotto da cellule specializzate dette ameloblasti
formato:
- 96% di matrice organica (cristalli di idrossiapatite)

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- Linfonodi cervicali profondi


Vasi e nervi dei denti
Nervi
Arterie. L’innervazione sensitiva dei denti è molto ricca e dovuta ai rami del nervo trigemino:
L’arcata mascellare è irrorata dall’arteria mascellare con i suoi rami: - arcata superiore: nervi alveolari posteriori superiori (molari e premolari), nervi alveolari anteriori
- rami alveolari superiori posteriori (molari e premolari) superiori (incisivi e canini)
- Rami alveolari superiori anteriori (canini e incisivi) - Arcata inferiore: nervo alveolare inferiore.
L’arcata mandibolare è irrorata dall’arteria alveolare inferiore. Le fibre che vanno ad innervare il dente sono:
- fibre mieliniche
- Sensitive
- Classe A-δ
- Correlate al dolore acuto
- Alcune penetrano anche nei tubuli dentinali
- Fibre amieliniche:
- Sensitive e simpatiche4
- Fibre di gruppo C
- Correlate al dolore cronico, gravativo
- Simpatiche postgangliari adrenergiche provenienti dai gangli cervicali.

Vene
Le vene hanno il medesimo decorso delle arterie:
- arcata mascellare: vene alveolari (dx e sx) e vena infraorbitaria (dx e sx)
- Arcata mandibolare: vene alveolari inferiori (dx e sx)

Linfatici
I linfatici sono vasi che fanno capo a:
- linfonodi sottomandibolari

4 per l’innervazione dei vasi e dei capillari nella polpa del dente
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Parodonto.
Il parodonto è l’insieme dei tessuti duri e molli che circondano il dente concorrendo alla sua
stabilizzazione:
- osso
- Cemento
- Legamento periodontale
- Gengiva

Gengiva.
La gengiva è una parte di mucosa masticatoria che riveste i processi alveolari e il colletto dei denti:
- si insinua tra i denti di ciascuna arcata a formare la papilla gengivale.
- Per la sua mobilità è anche detta gengiva libera
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- È sparata dal dente da un avvallamento circolare, il solco gengivale. - è un particolare tipo di tessuto osseo poiché è costituito da sostanza fondamentale calcificata.
In direzione apicale (verso l’apice del dente - radice) continua, sul versante vestibolare, con la mucosa - Si differenzia dall'osso in quanto è avascolare.
alveolare: Il cemento riveste la dentina in prossimità della radice del dente, con differenti tipi di composizione a
- il confine è ben visibile ed individuato dalla linea mucogengivale, che segna il passaggio tra la seconda della posizione:
gengiva rosa e la mucosa rossastra. - 2/3 inferiore: cemento cellulare
Il versante linguare continua: - 1/3 superiore: cemento acellulare.
- nell’arcata mascellare con la mucosa del palato duro All’apice si riflette per circa 1 mm nel canale radicolare.
- Nell’arcata mandibolare con il pavimento della cavità buccale. I due tipi di cemento contengono entrambi fibre collagene:
Vasi e nervi - cemento acellulare: le fibre hanno andamento perpendicolare alla superficie esterna del dente.
Le arterie della gengiva sono: Sono dette fibre estrinseche.
- arcata mascellare: arterie alveolari superiori anteriore e posteriore (versante vestibolare), arteria - Sono la parte terminale calcificata del legamento periodontale.
palatina maggiore (versante palatale) - Cemento cellulare: le fibre hanno andamento parallelo alla superficie esterna del dente. Sono
- Arcata mandibolare: arteria mentale, arteria labiale inferiore e arteria miloioideo dette fibre intrinseche.
Le vene sono affluenti di:
- vena facciale (dx e sx)
Legamento periodontale
- Vena linguale (dx e sx) Il legamento periodontale è un complesso connettivale che si interpone tra la superficie della radice
del dente e la parete della cavità alveolare (nello spazio periodontale):
- Vena mascellare (dx e sx)
- in alto prosegue con il connettivo gengivale
- Plesso pterigoideo
- In corrispondenza degli apici radicolari si pone in continuità con la polpa dentale.
I linfatici confluiscono nei linfonodi:
Il legamento periodontale è ricco di fasci collageni che si fissano fortemente al cemento dentale e
- sottomandibolari
all’osso alveolare come fibre perforanti il cemento5 .
- Sternocleidomastoidei superiori.
Le fibre si dispongono in fasci che formano 5 gruppi:
I nervo sono: - gruppo della cresta alveolare
- mandibola: nervo alveolare inferiore (trigemino)
- Gruppo orizzontale
- Mascella: sono distinti per i due versanti:
- Gruppo obliquo
- Versante vestibolare → nervi alveolari superiori (posteriori, medi e anteriori)
- Gruppo apicale (dagli apici della radice verso l’osso alveolare)
- Versante palatale → nervi palatino maggiore e palatino minore
- Gruppo interradicolare (tra i denti pluriradicolari)
Struttura Tra i fasci di fibre collagene si trovano vasi sanguigni e nervi. I nervi presentano numerose terminazioni
La mucosa gengivale è formata da: propriocettive sensibili alla pressione.
- epitelio di rivestimento Il legamento periodontale deve assolvere varie funzioni:
- Lamina propria - protegge i tessuti circostanti da eccessive sollecitazioni occlusali.
Differisce nella papilla gengivale e nella superficie interna. Nella papilla (gengiva libera) si ha: - Assicura il dente legato all’osso e al cemento
- epitelio masticatorio (pavimentoso stratificato non cheratinizzato) - Garantisce l’adeguamento occlusale all’entità dei carichi masticatori tramite i propriocettori.
- Lamina propria con papille coniche Lo stretto rapporto tra il legamento periodontale con le ossa alveolari e il cemento sono dimostrati
La superficie interna è formata da epitelio squamoso stratificato (epitelio gengivale) e lamina propria dalle patologie del parodonto (parodontopatie):
priva di papille. - si osservano fenomeni degenerativi del legamento
- Sono presenti anche
Cemento. - Lesioni cementali
Il cemento è un tessuto connettivo periodontale calcificato: - Fenomeni di riassorbimento osseo.

5 a livello dell’inserzione nel cemento, sono presenti le sopraccitate fibre estrinseche del cemento acellulare.
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- Ciò porta ad una aumentata mobilità del dente nella cavità alveolare.

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Palato
I nervi sensoriali sono tutti rami del nervo mascellare (seconda branca del nervo trigemino) e sono:
- anteriormente dal ramo nasopalatino
- Posteriormente ai nervi palatini anteriori maggiore e minore
I nervi simpatici e parasimpatici sono simili a quelli delle labbra:
- per il parasimpatico dal nervo intermedio del facciale
- Per il sistema simpatico da rami provenienti dai gangli cervicali.
- Rare gemme gustative sono innervate da fibre provenienti dal nervo intermedio (VII).

Il palato è una formazione osteofibromucosa che costituisce la maggior parte della volta della cavità
buccale. È costituito:
- palato duro per i suoi 2/3 anteriori, per la presenza di uno scheletro osseo
- Palato molle per il terzo posteriore, che è privo di strutture ossee di sostegno.

Palato duro
Lo scheletro osseo del palato duro è formato da:
- processi palatini delle due ossa mascellari
- Lamine orizzontali delle due ossa palatine.
Il palato duro si presenta come una superficie concava in basso che giunge:
- anteriormente e lateralmente alle arcate alveolodentarie
- Posteriormente al palato molle
La sua configurazione varia in rapporto all’età, al sesso e allo sviluppo delle cavità nasali.
La superficie palatina presenta:
- rafe palatino: rilievo longitudinale mediano, corrispondente alla fusione delle ossa palatine e dei
processi palatini
- Papilla incisiva: protuberanza mediana in cui termina in avanti il rafe palatino.
- È in corrispondenza dello sbocco del canale incisivo
- Pieghe palatine trasverse: creste arcuate a concavità posteriore nel terzo anteriore del palato,
Struttura.
lateralmente al rafe. Il palato duro è formato in superficie da una mucosa che aderisce fortemente al periostio:
- Sono molto marcate nel neonato - tonaca mucosa: epitelio masticatorio (squamoso stratificato cheratinizzato) che poggia su una
- Con l’invecchiamento vanno incontro ad atrofia. lamina propria fibrosa con alte papille sottili
- Tonaca propria (sottomucosa): aderisce saldamente al periostio, specialmente lungo la linea
Vasi e nervi mediana.
- In prossimità delle arcate alveolari poggia si uno strato fibroadiposo, su cui decorrono i vasi
Le arterie per il palato duro sono i rami dell’arteria palatina maggiore (arteria mascellare)
e nervi palatini maggiori.
Le vene sono molto scarse e confluiscono:
Posteriormente vi sono dei sepimenti nel connettivo occupati dalle ghiandole palatine,
- nelle vene del palato molle tubuloacinose ramificate a secrezione mucosa.
- Si impegnano nei condotti palatini e giungono al plesso pterigoideo per poi giungere alla vena
retromandibolare
I linfatici terminano nei linfonodi cervicali profondi, posti dietro al ventre posteriore del muscolo
digastrico.

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Palato molle
Il palato molle segue posteriormente il palato duro e si presenta come una lamina muscolare rivestita
da mucosa su entrambe le facce.
Ha funzione di isolare il rinofaringe rispetto alla cavità orale durante la deglutizione. A tal
proposito possiede un ricco corredo muscolare che lo rende molto mobile.
Il palato molle è inizialmente quasi orizzontale nella sua porzione anteriore, ma piega verso il basso
procedendo posteriormente.
Nel palato molle si possono distinguere:
- faccia inferiore: prospiciente sulla bocca, che è concava e percorsa medialmente dal rafe del
palato molle.
- Faccia superiore: faringea, con la superficie irregolare per la presenza di piccoli rilievi.
Prosegue in avanti nel pavimento delle cavità nasali.
- Margine anteriore: continua nel palato duro
- Margini laterali: si fissano sulla lamina mediale dei processi pterigoidei dello sfenoide.
- Margine inferiore o libero: delimita superiormente l’istmo delle fauci.
- Nel mezzo presenta un’appendice appuntita lunga circa 1,5 cm, l’ugola palatina, che a
bocca chiusa normalmente viene accolta in una depressione nella radice della lingua.
A partire dall’ugola, procedendo lateralmente , il margine libero si sdoppia da ciascun lato in due
pieghe:
- piega anteriore o arco glossopalatino: diretta verso la radice della lingua
- Piega posteriore o arco faringopalatino: diretta verso la parete laterale della faringe.
Vasi e nervi
Le arterie che irrorano il palato molle sono:
- arteria palatina discendente (ramo della mascellare)
- Arteria palatina ascendente (ramo dell’arteria facciale)
- Arteria faringea ascendente (ramo della carotide esterna).
Le vene che raccolgono si distinguono in superiori e inferiori:
- vene palatine superiori: sboccano nel plesso pterigoideo
- Vene palatine inferiori: si riuniscono a quelle delle tonsille e della base della lingua e
confluiscono direttamente nella vena giugulare interna.
I linfatici, come le vene, si distinguono in superiori e inferiori:
- superiori: linfonodi retrofaringei
- Inferiori: sboccano nei linfonodi cervicali profondi, sotto il ventre posteriore del muscolo
digastrico.
L’innervazione è differente per le diverse componenti:
- motoria: innervati dalla parte craniale del nervo facciale attraverso il plesso faringeo del vago.
- Fa eccezione il muscolo tensore del palato, che è fornito dal ramo mandibolare del
trigemino.
- Sensitiva: nervi palatini anteriore, medio e posteriore (rami del nervo mascellare V2)

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- Parasimpatica: sempre dai nervi palatini anteriore medio e posteriore, ma da fibre che Muscolo tensore del velo del palato.
provengono dal nucleo nasolacrimale del facciale, che entrano nel ganglio sfenopalatino per
Tale muscolo è formato da due triangoli appiattiti di cui uno superiore è carnoso e uno inferiore
dare origine alle fibre postgangliari.
tendineo:
- Simpatica: dal ganglio cervicale superiore.
- gli apici corrispondono all’uncino pterigoideo:
- Gustativa: nervo glossofaringeo (IX).
- Origine: spina angolare e grande ala dello sfenoide, dalla fossa scafoidea del processo
pterigoideo e dalla cartilagine della tuba uditiva
Struttura - Inserzione: con fibre tendinee nel terzo superiore del palato molle
Procedendo dal lato orale a quello faringeo si incontrano: - Assieme alle fibre tendinee controlaterali formano l’aponeurosi palatina, che si fissa
- mucosa orale posteriormente al margine posteriore della lamina orizzontale dell’osso palatino.
- Sottomucosa - Funzione: tensore del palato molle e dilatatore della tuba uditiva.
- Strato muscolare
- Piano aponeurotico Muscolo elevatore del velo del palato.
- Strato muscolare Il muscolo elevatore del velo palatino è un muscolo che origina come un cilindro e si appiattisce
verso l’inserzione:
- Sottomucosa
- Mucosa faringea. - origine: faccia inferiore della piramide del temporale e dalla lamina laterale della cartilagine della
tuba uditiva.
La mucosa orale è formata da un epitelio pavimentoso stratificato non cheratinizzato, sottile e
- Decorso: si porta in basso e medialmente
sotteso da una tonaca propria molto vascolarizzata,:
- Inserzione: sulla faccia posteriore dell’aponeurosi palatina.
- la lamina propria è ricca di ghiandole e gemme gustative.
- Funzione: eleva il palato molle e costringe l’orifizio faringeo della tuba uditiva.
Il primo strato muscolare è costituito dal muscolo glossopalatino.
L’aponeurosi palatina è uno scheletro fibroso, derivante dalle fibre tendinee del muscolo tensore del Muscolo dell’ugola.
palato, ancorato al margine anteriore del palato duro:
Il muscolo dell’ugola solleva e accorcia l’ugola:
- lateralmente agli uncini dei processi pterigoidei
- posteriormente ai muscoli a cui fornisce inserzione. - origine: faccia posteriore dell’aponeurosi palatina, in prossimità della spina nasale posteriore.
- Inserzione: termina facendosi sottile all’apice dell’ugola.
Il secondo strato muscolare è costituito:
- dai due muscoli elevatori del palato
- Dai muscoli faringopalatini
- Muscoli azigos che formano il corpo dell’ugola.
La mucosa del versante faringeo è costituita da epitelio respiratorio (cilindrico ciliato con cellule
caliciformi mucipare):
- la lamina propria è ricca di tessuto linfoide, fibre elastiche e ghiandole tubuloacinose ramificate a
secrezione mista
- In prossimità del margine libero l’epitelio diventa pavimentoso stratificato.

Apparato muscolare.
L’apparato muscolare del palato molle è dato dai seguenti muscoli:
- tensore del velo del palato
- Elevatore del velo del palato
- Muscolo dell’ugola
- Glossopalatino
- Faringopalatino.

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Muscolo glossopalatino.
Il muscolo glossopalatino è un piccolo muscolo che partecipa alla costituzione dell’arco
glossopalatino:
- origine: faccia anteriore dell’aponeurosi palatina. Solco sottolinguale (pavimento della cavità buccale)
- Decorso: decorre in basso e in avanti per raggiungere l’estremità posteriore del margine laterale
Il solco sottolinguale è una parte ristretta del pavimento della cavità buccale propriamente detta ed
della lingua.
è in rapporto con la faccia inferiore della lingua. È delimitato:
- Alcuni fasci si inseriscono al setto linguale
- lateralmente e in avanti dalla faccia linguale delle arcate gengivodentali
- Altri entrano a costituire il muscolo stiloglosso.
- Posteriormente la mucosa che lo riveste si porta alla faccia inferiore del corpo della lingua
- Funzione: costrittore degli archi glossopalatini
- Le estremità posteriori del solco sottolinguale sono segnate dagli archi glossopalatini.
Nel mezzo del solco sottolinguale si trova il frenulo della lingua, lateralmente al quale vi è un rilievo
Muscolo faringopalatino.
detto caruncola sottolinguale:
Il muscolo faringopalatino partecipa alla costituzione dell’arco faringopalatino - sul suo apice sboccano
- origine: faccia posteriore dell’aponeurosi palatina, uncino pterigoideo e lamina mediale della - Dotto sottomandibolare
cartilagine della tuba uditiva.
- Dotto principale della ghiandola sottolinguale maggiore.
- Decorso: si porta in basso e in fuori nell’arco faringopalatino, per dividersi in fasci mediali e fasci
Ciascuna caruncola prosegue lateralmente in un rilievo, la piega sottolinguale, formato dal margine
laterali.
superiore della ghiandola sottolinguale e diretto posterolateralmente:
- Inserzione: differente per ogni divisione in fasci:
- su di esso si aprono i dotti escretori minori della ghiandola sottolinguale
- Fasci mediali: terminano sul rafe mediano (faccia posteriore della faringe)
La mucosa del solco sottolinguale è sottile, poco aderente e lascia trasparire numerose vene presenti
- Fasci laterali: margine posteriore della lamina della cartilagine tiroidea della laringe.
nella tonaca mucosa (connettivo molto lasso).
- Funzioni: elevatore della faringe e della laringe, costrittore degli archi faringopalatini, dilata la
Al di sotto si trova il piano muscolare, formato in gran parte dal muscolo miloioideo:
tuba uditiva.
- teso tra l’osso ioide e il margine inferiore della mandibola
- Altri muscoli che partono dall’osso ioide entrano a comporre i muscoli propri della lingua.

Lingua.
La lingua è un organo molto mobile in quanto è costituito da una consistente massa muscolare
rivestita superficialmente da una tonaca mucosa. Assieme al solco sottolinguale contribuisce a
formare il pavimento della cavità buccale.
I compiti essenziali della lingua riguardano:
- assunzione di cibo
- Masticazione e formazione del bolo alimentare
- Deglutizione
- Sensibilità gustativa
- Fonazione e emissione del linguaggio articolato

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- delimitata in avanti da solco terminale


- Indietro si unisce all’epiglottide per mezzo di una piega glossoepiglottica mediana e due
pieghe glossoepiglottiche laterali
- La piega mediana è data dal legamento glossoepiglottico rivestito dalla mucosa
- Quelle laterali sono semplici pieghe della mucosa
- Tra la piega mediana e le due laterali si trovano le valevole glossoepiglottiche, due fossette
leggermente depresse.
- Lateralmente la base della lingua procede sulla faccia mediale degli archi palatini e sulla faccia
mediale della fossa tonsillare.
- Forma il pavimento dell’istmo delle fauci
- Profondamente, la base manca della faccia inferiore, poiché prosegue nella radice.
La radice della lingua è la parte non visibile:
- costituita da connettivo, con vasi e nervi, e muscoli.
- La radice si estende in direzione sagittale dalla mandibola all’osso ioide
- Tali due ossa forniscono le inserzioni ai muscoli.

Forma, posizione e rapporti.


Nella lingua si distinguono:
- corpo
- Radice (attraverso la quale la lingua si connette ai suoi punti di attacco ossei, l’osso ioide, il
processo stiloideo e la mandibola)
Il limite tra corpo e radice è segnato sulla faccia superiore della lingua dal solco terminale, un solco
a forma di V aperta in avanti:
- le estremità del solco raggiungono gli archi glossopalatini.
- All’apice è presente il foro cieco, una depressione che rappresenta l’estremità chiusa del
canale tireoglosso.
Il corpo della lingua si assottiglia dal dietro in avanti, ovvero dalla base verso l’apice. In esso si
descrivono:
- apice, rivolto in avanti
- Dorso, la faccia superiore
- Faccia inferiore
- Margini laterali.
L’apice è sottile e arrotondato e solcato nel mezzo della sua superficie:
- si pone in rapporto con le facce linguali degli incisivi
Il dorso è convesso superiormente, ma spesso appare depresso nel mezzo in corrispondenza del
solco mediano, solco che raggiunge posteriormente il solco terminale.
La faccia inferiore è anch’essa percorsa inferiormente da un solco mediano che giunge sino al
frenulo della lingua.
I margini laterali sono arrotondati e si assottigliano procedendo anteriormente.
La base della lingua, obliqua in dietro e in basso, procede verso la faringe, l’epiglottide e l’ugola:

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Vasi e nervi

Arterie
L’irrorazione arteriosa della lingua è data sostanzialmente dall’arteria linguale (carotide esterna), ma
la base è irrorata anche da:
- rami dell’arteria palatina ascendente (a facciale)
- Arteria dorsale della lingua (ramo dell’arteria linguale)
- Rami dell’arteria faringea ascendente (carotide esterna)
La mucosa del pavimento della bocca è vascolarizzata dall’arteria sottolinguale (arteria linguale),
che ne corpo della lingua continua con l’arteria linguale profonda.
Le arterie della lingua sono situate nella lamina propria della mucosa, dove formano una rete di
capillari che irrorano le papille. Queste arterie forniscono:
- muscoli
- Ghiandole
- Tessuto linfoide
- Mucosa

Vene
Le vene principali della lingua confluiscono tutte nella vena linguale (tributaria della giugulare interna) e Linfatici
sono:
I linfatici hanno origine da una rete accolta nella mucosa:
- sottolinguale
- i collettori che drenano questa rete vanno in profondità tra i muscoli
- Linguali profonde
La lingua è drenata da re territori linfonodali differenti:
- Dorsale
- punta: linfonodi sottomentali
- Vena del nervo ipoglosso
- Corpo: linfonodi sottomandibolari
- Base e radice: linfonodi cervicali profondi (satelliti della vena giugulare interna)

Innervazione
L’innervazione motoria per tutti i muscoli eccetto il glossopalatino, è data dal nervo ipoglosso:
- il muscolo glossopalatino è fornito dal nervo accessorio attraverso il plesso faringeo6 .
Per l’innervazione sensitiva generale l’innervazione è:
- 2/3 anteriori → ramo linguale del nervo mandibolare (V3)
- 1/3 posteriore → nervo vago (X) e glossofaringeo (IX).
L’innervazione per la sensibilità gustativa è data:
- dal nervo intermedio (VII) attraverso la corda del timpano sui 2/3 anteriori della lingua
- Dal nervo vago e dal glossofaringeo per il V linguale e la radice.
Ghiandole e vasi sono innervati dal sistema simpatico.

6 cfr. palato
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Struttura Muscoli estrinseci


I muscoli estrinseci sono i muscoli pari:
La lingua è costituita: - genioglosso
- internamente da uno scheletro fibroso al quale prendono attacco i muscoli, che si - Ioglosso
distinguono in
- Condroglosso
- Muscoli intrinseci
- Stiloglosso
- Muscoli estrinseci
- Glossopalatino7
- Esternamente è rivestita da una tonaca mucosa, che in alcune zone presenta una tonaca
- Faringoglosso8
sottomucosa.
- Amigdaloglosso.
La lingua accoglie, inoltre:
- ghiandole linguali di differenti tipi Muscolo genioglosso.
- Calici gustativi localizzati in più zone dell’epitelio, che sono i recettori del gusto. Il muscolo genioglosso è il più voluminoso dei muscoli della lingua e si presenta come una lamina
triangolare orientata sagittalmente:
Scheletro fibroso - origine: con la parte ristretta, dalla spina mentale
- I fasci divergono poi a ventaglio:
Lo scheletro fibroso della lingua è formato da due lamine fibrose:
- Quelli più alti giungono all’apice della lingua
- membrana ioglossa
- Quelli medi si portano al dorso linguale, attraversando i fasci dei muscoli longitudinale
- Setto linguale
superiore trasverso
Membrana ioglossa - Quelli inferiori si portano in basso e in dietro, inserendosi al margine superiore del corpo
La membrana ioglossa si trova nella base della lingua ed è orientata secondo un piano quasi dell’osso ioide.
frontale: - Funzione:
- origina dal margine superiore del corpo dell’osso ioide - Fasci anteriori: abbassa e ritrae l’apice linguale
- Termina libera in alto tra i fasci muscolari della radice linguale - Fasci medi: protrude la lingua portando avanti la base
- La faccia anteriore da attacco al setto linguale - Fasci inferiori: sposta anteriormente l’osso ioide
- Sulla faccia posteriore si dispone la tonaca mucosa della base linguale. - Tutti i fasci: la lingua si applica al pavimento buccale e contro la faccia posteriore della
Setto linguale mandibola.
Il setto linguale è orientato secondo un piano sagittale mediano tra i due muscoli genioglossi: Muscolo ioglosso.
- ha forma di falce, con base posteriore che si unisce alla membrana ioglossa e al corpo dell’osso Il muscolo ioglosso ha forma quadrilatera
ioide - origine: dal margine superiore del corpo dell’osso ioide, vicino al grande corno
- La punta è volta in avanti e raggiunge l’apice linguale - I fasci muscolari si dividono in due gruppi e si portano in alto e in avanti
- Le sue facce laterali danno attacco a fasci muscolari. - Raggiunto il margine laterale della lingua decorrono orizzontalmente irradiandosi nella lingua
- Il margine superiore giunge a breve distanza dalla mucosa - I fasci posteriori vanno trasversalmente fino al setto linguale
- Il margine inferiore è concavo e vede convergere i muscoli genioglossi sulla linea mediana - I fasci medi decorrono obliquamente in avanti terminando la setto
- I fasci anteriori si portano all’apice linguale.
Muscoli.
- Funzione: trae la lingua indietro e in basso.
I muscoli linguali si distinguono in:
- estrinseci: che hanno origine al di fuori della lingua e vi pervengono
Muscolo condroglosso.
Il muscolo condroglosso è un piccolo muscolo che contribuisce alla retrazione della lingua:
- Intrinseci: hanno sia l’origine che l’inserzione nella lingua.
- origine: piccolo corno dell’osso ioide

7 descritto assieme ai muscoli del palato


8 descritto con i muscoli della faringe
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- Decorso: profondamente si porta in alto e in avanti, giungendo ai margini laterali della base - origine: dalle facce del setto linguale
della lingua - Inserzione: sottomucosa dei margini linguali
- Inserzione: termina con un’espansione dei suoi fasci all’interno del muscolo longitudinale - Funzione: accorcia il diametro trasverso della lingua, accentuando la convessità dorsale.
inferiore.
Muscolo verticale.
Muscolo stiloglosso Il muscolo verticale è formato da fasci che vanno:
Il muscolo stiloglosso è un sottile muscolo allungato che sposta la lingua superiormente e - dalla faccia profonda della lamina propria del dorso
dorsalmente:
- Alla sottomucosa della faccia inferiore
- origine: apice del processo stiloideo e dalla parte alta del legamento stilomandibolare.
Funzione: appiattisce la lingua.
- Si porta in basso, in avanti e medialmente, dividendosi sulla faccia esterna del muscolo ioglosso
in
- Fascio interno: attraversa il muscolo ioglosso e si inserisce sul setto linguale
- Fascio esterno: si porta con direzione sagittale fino all’apice della lingua e si inserisce sul
setto linguale.
Muscolo amigdaloglosso.
Il muscolo amigdaloglosso è un fascio sottile, pari, che solleva la base della lingua applicandola
contro il velo palatino:
- origine: aponeurosi faringea, nel tratto che riveste esternamente la tonsilla palatina
- Decorso: si porta verticalmente in basso tra il muscolo faringoglosso e la tonaca mucosa, verso
la base della lingua.
- Inserzione: i fasci si fanno trasversali e si dirigono sulla linea mediana incrociandosi con quelli
del lato opposto.
Muscoli intrinseci
I muscoli intrinseci della lingua sono:
- muscoli longitudinali
- Superiore
- Inferiore
- Muscolo trasverso
- Muscolo verticale
Muscolo longitudinale superiore.
Il muscolo longitudinale superiore è una lamina impari di fasci a direzione sagittale, che decorrono
superficialmente sul dorso del corpo e della base:
Tonaca mucosa
- hanno origine e inserzione nella lamina propria della mucosa
- Funzione: accorciano e inarcano la lingua. La mucosa linguale è ovunque costituita da:
- epitelio pavimentoso stratificato non cheratinizzato, eccetto che in alcuni territori
Muscolo longitudinale inferiore.
- Lamina propria di connettivo denso
Il muscolo longitudinale inferiore è un muscolo pari, allungato:
Presenta peraltro caratteristiche differenti in corrispondenza di:
- origine: lamina propria della mucosa a livello della base linguale.
- faccia superiore del corpo
- Si porta alla sottomucosa della faccia inferiore del corpo
- Faccia inferiore del corpo
- Funzione: accorcia la lingua in direzione sagittale, trae l’apice indietro e in basso.
- Faccia superiore della base.
Muscolo trasverso
Il muscolo trasverso della lingua è pari e formato da molti fasci che decorrono trasversalmente tra i
fasci dei muscoli longitudinali:

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Faccia superiore del corpo - Accoglie numerosi calici gustativi, il cui numero diminuisce progredendo con l’età
In corrispondenza della faccia superiore del corpo la mucosa ha un aspetto vellutato per la - Al fondo del vallo che circonda le papille vallate si aprono i condotti escretori di numerose
presenza di diversi tipi di papille: ghiandole a secrezione sierosa pura, le ghiandole gustative,
- rilievi di varia forma della lamina propria della mucosa, su cui si dispone l’epitelio di rivestimento - Il secreto, molto fluido, è necessario per liberare il vallo e permettere al cibo di entrare a
- Si descrivono 4 tipi diversi di papille, che differiscono per forma, distribuzione sul dorso linguale contatto con i calici gustativi.
e significato funzionale: Papille foliate
- Papille filiformi Le papille foliate, molto rudimentali nell’uomo, sono ben sviluppate nei roditori:
- Papille fungiformi - si trovano sul margine del corpo linguale, davanti al pilastro glossopalatino
- Papille vallate - Coprono un’area ovoidale in cui sono disposti dei rilievi separati da dei solchi
- Papille foliate - L’epitelio è pavimentoso stratificato non cheratinizzato sui due versanti del solco e contiene
numerosi calici gustativi.
Papille filiformi.
Le papille filiformi sorgono dalla lamina propria come rilievi tozzi che all’apice hanno sottili - Nel fondo dei solchi si aprono numerose ghiandole gustative, a secrezione sierosa, simili a
propaggini secondarie di aspetto filamentoso: quelle annesse alle papille vallate.
- sono distribuite su tutto il dorso della lingua Faccia inferiore del corpo
- Soggette a continue sollecitazioni meccaniche, specialmente nella masticazione. A livello della faccia inferiore del corpo della lingua, la tonaca mucosa è liscia, sottile e riccamente
- Infatti sono cheratinizzate i corrispondenza dell’apice. vascolarizzata:
Le funzioni delle papille filiformi sono due: - permette l’assorbimento perilinguale di molti farmaci
- funzione meccanica: conferiscono la ruvidezza all’epitelio necessaria a non far scivolare gli - Traspaiono i vasi, particolarmente quelli venosi
alimenti durante la masticazione - È continuo con la mucosa del solco sottolinguale, con caratteristiche analoghe.
- Funzione tattile: sono riccamente innervate e considerate come meccanocettori. Sono molto Faccia dorsale della radice.
ricche di fibre amieliniche che terminano con terminazioni libere a livello delle papille, A livello della faccia dorsale della radice la mucosa cambia configurazione esterna rispetto al corpo:
permettendo l’amplificazione dello stimolo.
- superficie irregolare per la presenza di sporgenze tondeggianti con varie dimensioni
Non hanno alcuna funzione gustativa.
- Dovute all’accumulo di tessuto linfoide nella lamina propria, con voluminosi centri germinativi
In stati febbrili, spesso correlati a malattie dell’apparato digerente, si ha una desquamazione rilevante che nell’insieme formano la tonsilla linguale.
dell’epitelio, il quale assume un aspetto di patina bianca.
- Attorno ai rilievi la mucosa si invagina a formare solchi o cripte
Papille fungiformi. - Annesse alla tonsilla linguale sono presenti ghiandole salivari a secrezione mucosa.
Le papille fungiformi sono rilievi della lamina propria a forma di fungo, con base stretta e apice
Sopra gli ammassi di tessuto linfoide, l’epitelio pavimentoso stratificato appare infiltrato da numerosi
rigonfio:
linfociti. Per le caratteristiche strutturali, pare simile alla tonsilla palatina, ma da essa si distingue
- localizzate sulla superficie dorsale del corpo e più numerose in prossimità dell’apice soprattutto per:
- Possiedono l’epitelio pavimentoso stratificato non cheratinizzato, quindi i capillari che - minori dimensioni
propendono nella lamina propria della papilla sono visibili come punti rossi sulla lingua.
- Meno delimitata in profondità
- Sono presenti 1-3 calici gustativi per papilla.
- Manca una vera e propria capsula fibrosa a dividere il territorio linfoide dalla compagine
Papille vallate fibromuscolare.
Le papille vallate sono presenti in numero di 7-11 davanti al solco terminale, il quale segna il
passaggio tra corpo e base della lingua:
- sono chiaramente visibili a occhio nudo.
Sono formate da un voluminoso rilievo connettivale cilindrico, dalla cui superficie si rilevano papille
secondarie:
- la papilla connettivale non sporge dalla amina propria.
- L’epitelio riveste interamente il connettivo e si affonda attorno alla papilla connettivale,
- Alla base forma un vallo circolare (o solco) nel passare nella rientranza della papilla

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Ghiandole anteriori.
Le ghiandole anteriori del corpo si trovano nella sottomucosa della faccia inferiore del corpo e tra i
fasci del muscolo stiloglosso e longitudinale inferiore:
- dotti si aprono lungo le pieghe timbriate, ai lati del frenulo e in prossimità dell’apice della lingua
(ghiandole apicali)
- Secrezione mista
Ghiandole laterali.
Le ghiandole laterali si trovano profondamente tra i fasci muscolari in corrispondenza dei margini
laterali della lingua:
- secrezione mucosa o mista
- Possono portarsi anche nei pilastri glossopalatini.
Ghiandole posteriori profonde del corpo
Le ghiandole posteriori del corpo sono ghiandole gustative:
- secreto sieroso puro che si versa nei solchi delle papille foliate e vallate
Ghiandole posteriori superficiali della base
Le ghiandole posteriori superficiali della base sono situate nella tonaca sottomucosa,
profondamente alla tonsilla linguale:
- versano il secreto nel fondo dei solchi che separano i rilievi della mucosa
- Secrezione mucosa

Calici gustativi
Tonaca sottomucosa. I calici gustativi sono gli organuli del gusto e sono accolti nello spessore dell’epitelio pavimentoso
che riveste le prime porzioni del canale alimentare.
La mucosa linguale ha un grado variabile di aderenza al piano fibromuscolare profondo che dipende
I calici sono più numerosi nella lingua dove si trovano in corrispondenza di:
dallo spessore e dalla consistenza della tonaca sottomucosa, che presenta uno sviluppo differente a
seconda dei territori che si considerano: - papille vallate prevalentemente
- faccia superiore del corpo: la mucosa è fortemente aderente ai piani profondi. Tonaca - Anche papille foliate e fungiformi.
sottomucosa assente Si possono trovare, in numero molto minore, anche in:
- Faccia dorsale della base: la tonaca sottomucosa è apprezzabile, con ghiandole numerose. - epiglottide,
- Margini laterali del corpo: l’aderenza della mucosa diminuisce e si trova una sottomucosa lassa. - Valevole glossoepiglottiche
- Parete posteriore della faringe
Ghiandole - Palato
Tutte le ghiandole della lingua sono tubuloacinose ramificate a secrezione sierosa, mucosa oppure Alla nascita sono molto numerosi e si riducono sensibilmente durante lo sviluppo.
mista: Sono corpuscoli epiteliali di circa 50-150 cellule orientati con l’asse maggiore perpendicolare
- si trovano nella lamina propria della mucosa, nella sottomucosa o tra i fasci muscolari. all’epitelio:
- Non sono distribuite uniformemente, ma in specifiche isole. Si distinguono ghiandole - presentano due poli
- Anteriori del corpo - Polo profondo: a contatto con la membrana basale dell’epitelio
- Laterali del corpo - Polo superficiale: gli elementi epiteliali delimitano un breve tratto, il canale gustativo.
- Posteriori del corpo - Il canale gustativo si apre in superficie attraverso il poro gustativo esterno
- Posteriori della base. - Il canale gustativo è in rapporto con gli elementi epiteliali del calice attraverso un poro
gustativo interno.
Nei calici gustativi si distinguono:
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- cellule epiteliali gustative


- Cellule di sostegno
- Cellule basali
Cellule gustative
Le cellule gustative (5-20 per calice) sono cellule sensoriali secondarie (epiteliali modificate con
giunzioni citoneurali) che permettono la ricezione degli stimoli specifici:
- allungate con peli gustativi sul polo apicale
- Microvilli che contengono una matrice amorfa o filamentosa
- Sulla membrana sono presenti i recettori gustativi (proteine a sette domini transmembrana)
associati a proteine G, che innescano il processo di attivazione
- L’attivazione dei recettori trasmette il segnale alla terminazioni nervose attraverso la giunzione
citoneurale.
Cellule di sostegno.
Le cellule di sostegno sono cellule di forma:
- a pilastro: nella parte periferica del calice, a contatto con le cellule squamose
- a bastoncello: entrano in rapporto diretto con le cellule gustative
Le cellule di sostegno sono ora considerate come forme di differenziamento intermedio tra le cellule
staminali e le cellule gustative.
Cellule basali
Le cellule basali occupano la parte profonda del calice:
- considerate come cellule staminali
- Le cellule gustative necessitano infatti di essere sostituite circa ogni 12 giorni.
Il gusto.
Il gusto si genera per contatto tra le diverse molecole (ligandi) del gusto e i recettori specifici:
- secondo la natura chimica del ligando si ha una apertura dei canali del calcio, con il rilascio di
neurotrasmettitori in prossimità delle giunzioni citoneurali
- L’innervazione gustativa della lingua è data da:
- Nervo intermedio (VII): parte presulcare
- Nervo glossofaringeo (IX): innerva la regione del V linguale
- Nervo vago (X): parte postulare o posteriore.

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Riassunto sulla struttura della mucosa orale.


La mucosa orale può essere distinta in tre differenti tipi, denominati:
Ghiandole salivari maggiori
- mucosa masticatoria
- Mucosa di rivestimento
- Mucosa specializzata.
La mucosa masticatoria si dispone a rivestire quelle regioni della bocca che risultano sottoposte a
notevole attrito durante l’assunzione del cibo, la masticazione e la formazione del bolo:
- Le regioni rivestite da questo epitelio sono:
La parotide, la sottomandibolare e la sottolinguale sono tre voluminose ghiandole extramurali pari
- Palato duro
annesse alla bocca:
- Gengive
- derivano dal rivestimento epiteliale della bocca primitiva e, nel corso dello sviluppo, si
- La mucosa presenta un epitelio spesso e discretamente cheratinizzato, molto aderente alla accrescono portandosi fuori dalla parete del canale alimentare
lamina propria.
- Parotide e sottomandibolare sono in due logge del collo,
La mucosa di rivestimento si trova in regioni sottoposte a minimo grado di attrito:
- La sottolinguale è nel pavimento della cavità buccale propriamente detta, sotto il solco
- le regioni in cui è presente sono sottolinguale.
- Superficie interna delle labbra e delle guance Le connessioni con la parete della bocca restano anche dopo lo sviluppo, formando i dotti escretori
- Faccia inferiore della lingua delle ghiandole extramurali con le pareti della bocca, che sboccano:
- Solco sottolinguale - vestibolo della bocca: parotide
- Palato molle - Cavità buccale: sottolinguale e sottomandibolare.
- Mucosa alveolare Le ghiandole suddette sono dette salivari maggiori poiché sono responsabili per la maggior parte
- Epitelio non cheratinizzato poco aderente agli strati profondi per la presenza di sottomucosa della produzione della saliva:
lassa. - sono presenti anche ghiandole salivari minori (intramurali) nelle pareti di
La mucosa specializzata si torva principalmente sul dorso della lingua, dove sono presenti le papille - Labbra
e una ricca innervazione. - Guance
- Lingua
- Palato
- La saliva prodotta dalle ghiandole minori svolge le proprie funzioni nel territorio della parete in cui
si trovano le ghiandole stesse
- Vi competono funzioni ben determinate, per esempio la lubrificazione a livello delle papille
vallate della lingua ad opera delle ghiandole posteriori del corpo della lingua.
La saliva è un misto di secrezioni mucose e sierose:
- muco: lubrificazione delle pareti e consistenza al bolo alimentare
- Secreto sieroso: possiede enzimi (es amilasi) che operano una predigestione nell’ambito della
bocca e sostanze ad azione antibatterica (IgA, lisozima, ecc…)

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La parotide si presenta sia superficialmente che in sezione come una ghiandola lobulare, con volume
e peso variabile (20-30 g). Si possono considerare:
- parte superficiale
- Parte profonda.

Ghiandole parotidi
A parte superficiale corrisponde alla faccia esterna della ghiandola, con forma triangolare ad apice
Le parotidi (destra e sinistra) sono le più voluminose ghiandole salivari maggiori e si trovano nella caudale, leggermente convessa:
regione parotidea, regione laterale del collo: - ricoperta dal foglietto superficiale della fascia parotidea
- sotto il padiglione auricolare e il meato acustico esterno, - Possono considerare:
- dietro il ramo della mandibola - Margine anteriore: in rapporto con il muscolo massetere, a cui si sovrappone.
- Davanti al muscolo sternocleidomastoideo. - Margine posteriore: in rapporto con lo sternocleidomastoideo
Ciascuna ghiandola è accolta nella loggia parotidea, cavità che si estende dal piano cutaneo, in - Apice: volto inferiormente, si porta vicino alla ghiandola sottomandibolare
profondità, fino nei pressi della faringe. - Base: parte cartilaginea del meato acustico esterno e all’arcata zigomatica.
La parotide è avvolta dalla fascia parotidea, in cui si possono distinguere: - È divisa dalla ghiandola sottomandibolare da un setto fibroso, nato per la fusione dei foglietti
- parte superficiale: a diretto contatto con la superficie della ghiandola e con la cute superficiale e profondo della fascia parotidea, il setto interghiandolare.
- Parte profonda: riveste le pareti della loggia, non è a diretto contatto con l’organo per La parte profonda della parotide , meno aderente alle pareti della loggia di quella superficiale, ha una
l’interposizione di tessuto connettivo con cumuli adiposi, che sepimenta la parotide stessa. forma prismatica triangolare. Offre a considerare:
- faccia anteriore: concava, in rapporto con (esterno → interno)

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- Muscolo massetere - penetra nella ghiandola e decorre davanti e lateralmente rispetto alla carotide esterna
- Margine posteriore del ramo della mandibola - Nella ghiandola si divide nei suoi rami
- Muscolo pterigoideo interno - Cervicofacciale
- Faccia posteriore: irregolare, è in rapporto con (esterno → interno) - Temporofacciale.
- Processo mastoideo Il nervo auricolotemporale, ramo del mandibolare (V3)penetra nella faccia anteriore della parotide a
- Muscolo sternocleidomastoideo livello del collo del condilo mandibolare:
- Ventre posteriore del digastrico - decorre in alto, in dietro e in fuori
- Muscoli stiliani. - Emerge dalla ghiandola sotto l’arcata zigomatica.
- Faccia superiore: è in rapporto con
- Articolazione temporomandibolare
Dotto parotideo di Stenone.
- Meato acustico esterno. Il dotto parotideo, dotto escretore della ghiandola, esce dal margine anteriore della faccia esterna
della parotide:
Profondamente, la parotide termina appuntita nel processo faringeo, che abbandona la loggia
parotidea per portarsi nello spazio laterofaringeo, tra i legamenti stilomandibolare e sfenomandibolare: - decorre sulla faccia esterna del massetere, in uno sdoppiamento della fascia della bolla di Bichat
- passa davanti all’arteria carotide interna e alla giugulare interna - Nel suo ultimo tratto, perfora il buccinatore e a livello della guancia, la perfora,
- Può raggiungere la parete laterale della faringe. - Si apre nel vestibolo della bocca, di fronte al colletto del secondo molare superiore.
Nell’insieme compie un tragitto di 4-5 cm che è segnato da una linea che unisce il lobulo dell’orecchio
Rapporti vascolari e nervosi all’ala del naso.
Nel suo decorso contrae rapporti anche con:
La parotide presenta importanti rapporti vascolari e nervosi con:
- arteria trasversa della faccia, che gli passa sopra
- arteria carotide esterna
- Rami del nervo facciale.
- Vena giugulare esterna
Sulla faccia esterna del muscolo massetere, si trova un lobulo ghiandolare, satellite del dotto
- Linfonodi parotidei
parotideo, denominato parotide accessoria.
- Nervo facciale
- Nervo auricolotemporale (ramo del nervo mandibolare)
Vasi e nervi
L’arteria carotide esterna penetra nella faccia posteriore della parotide, attraversandola con
direzione laterale, dorsale e superiore: Le arterie per la parotide provengono direttamente da:
- all’interno della ghiandola fornisce - carotide esterna
- Rami parotidei - Auricolare posteriore (carotide esterna)
- Arteria auricolare posteriore, che si divide in mascellare interna e temporale superficiale. - Rami auricolari della temporale superficiale
- Può accadere che anche l’arteria trasversa della faccia e l’arteria occipitale nascano - Trasversa della faccia
intraparotidee. - Mascellare interna
La vena giugulare esterna attraversa anch’essa la parotide: Le vene tributano nella facciale anteriore e nella giugulare esterna.
- Origina poco al di sotto del condilo della mandibola per l’unione della vena mascellare e della I linfatici della ghiandola fanno capo ai linfonodi parotidei che, a loro volta, si connettono ai linfonodi
temporale superficiale giugulari esterni e cervicali profondi.
- Si dirige in basso decorrendo nella parotide, anteriormente e superficialmente rispetto all’arteria L’innervazione eccitosecretrice (parasimpatica) della parotide è data dal nervo glossofaringeo, le
carotide esterna cui fibre pregangliari raggiungono il ganglio otico attraverso:
- All’angolo della mandibola esce dalla loggia parotidea decorrendo sulla faccia laterale del - ramo timpanico
muscolo sternocleidomastoideo. - Plesso timpanico
I numerosi linfonodi parotidei si distinguono in: - Nervo piccolo petroso superficiale.
- superficiali: situati sulla faccia esterna della parotide Le fibre postgangliari giungono alla parotide attraverso il nervo auricolotemporale.
- profondi: Localizzati lungo il decorso della carotide esterna e della giugulare esterna
Il nervo facciale esce dal cranio attraverso il foro stilomastoideo:

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Fibre simpatiche per la parotide originano dal ganglio cervicale superiore della catena paravertebrale Dotto sottomandibolare.
e si portano alla ghiandola lungo il plesso che si forma attorno alle arterie carotide esterna e meningea
Il dotto sottomandibolare è lungo circa 4-5 cm ed emerge dalla faccia mediale della ghiandola per
media.
portarsi obliquamente in avanti, in alto e medialmente, assieme al prolungamento anteriore:
Le fibre sensitive, attraverso il nervo auricolotemporale seguono la via del trigemino.
- giunge al solco sottolinguale decorrendo sulla faccia mediale della ghiandola sottomandibolare
- Sbocca nel solco sottolinguale, all’apice della caruncola sottolinguale.

Vasi e nervi.
Le arterie per la sottomandibolare provengono dall’arteria facciale e dal suo ramo sottomentale.
Le vene sono affluenti della sottomentale e della facciale anteriore.
I linfatici sono tributari dei linfonodi sottomandibolari (che efferiscono nei cervicali profondi)
I nervi, le fibre eccitosecretrice parasimpatiche hanno origine dal nucleo salivatorio superiore, che
raggiungono il ganglio sottomandibolare posto sulla superficie della ghiandola attraverso:
- nervo facciale
- Corda del timpano
- Nervo linguale
Le fibre simpatiche raggiungono la ghiandola sottomandibolare a partire dal ganglio cervicale
superiore.

Ghiandole sottomandibolari
Le ghiandole sottomandibolari si trovano nelle regioni sopraioidee e sono accolte entro le logge
sottomandibolari, avvolte da una capsula connettivale.
Ciascuna ghiandola ha la forma di un prisma triangolare in cui si distinguono:
- faccia laterale: in rapporto in avanti con la fossa sottomandibolare e indietro con il muscolo
pterigoideo interno. Tra la ghiandola e la mandibola decorrono
- Arteria e vena sottomentale
- Linfonodi sottomandibolari
- Arteria facciale (nella parte posteriore)
- Faccia mediale: è in rapporto con
- M. Miloioideo
- M. Ioglosso
- M. Stiloioideo
- Tendine intermedio del muscolo digastrico
- Nervo ipoglosso, sulla faccia mediale del muscolo ioglosso
- Faccia inferiore: in rapporto con la fascia cervicale superficiale. Incrociata dalla vena facciale
anteriore.
Dalla faccia mediale sorge un prolungamento anteriore, che si porta tra i muscoli ioglosso e
miloioideo. Talvolta entra in contatto con la ghiandola sottolinguale.

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Ghiandole sottolinguali
Le ghiandole sottolinguali sono poste profondamente all’omonimo solco nella loggia
Istmo delle fauci
sottolinguale:
- si presentano come un grumo di piccoli lobuli che mantengono spesso la loro individualità
- Uno di tali lobuli è di maggiori dimensioni e presenta un dotto di calibro superiore ai vari
condottini, per questo è detto ghiandola sottolinguale maggiore.
- Nell’insieme la ghiandola ha forma ovoidale con asse maggiore anteroposteriore.
- Si distinguono: L’istmo delle fauci è un breve tratto del canale alimentare che mette in comunicazione la bocca con
- Faccia laterale: è in rapporto con la fossetta sottolinguale della mandibola la faringe.
- Faccia mediale: in rapporto con i muscoli genioglosso e longitudinale inferiore, con il nervo Vi si possono distinguere:
linguale, con l’arteria sottolinguale, con il dotto sottomandibolare. - Pavimento: base della lingua
- Margine superiore: solleva la mucosa del solco sottolinguale nella piega sottolinguale. - Volta: margine libero del palato molle e ugola
- Margine inferiore: in rapporto con il muscolo miloioideo. - Pareti laterali: sono formate dai due archi palatini (glossopalatino e faringopalatino) che dal
- Polo anteriore: in rapporto con l’origine del muscolo genioglosso. margine libero del palato molle si portano lateralmente divergendo
- Polo posteriore: può talvolta raggiungere il prolungamento anteriore della ghiandola - Delimitano la fossa tonsillare, che accoglie la tonsilla palatina.
sottomandibolare.
I condotti escretori sono differenti e drenano ciascun lobulo della ghiandola:
- I numerosi dotti minori si aprono lungo la piega sottolinguale Archi palatini.
- Il dotto linguale principale, che drena la ghiandola maggiore, emerge dalla faccia mediale
dell’organo e sbocca sulla caruncola sottolinguale, a lato del dotto sottomandibolare. Da ciascun lato si distinguono:
- arco glossopalatino, anteriore
Vasi e nervi - Arco faringopalatino, posteriore.
Le arterie sono rami delle arterie: L’arco glossopalatino termina inferiormente sulla base della lingua, dietro l’estremità laterale del
- sottolinguale solco terminale della lingua:
- Sottomentale - circoscrive l’apertura anteriore dell’istmo delle fauci
Le vene confluiscono nelle vene: - Accoglie nel proprio spessore il muscolo glossopalatino.
- sottolinguale L’arco faringopalatino termina inferiormente in corrispondenza della parete laterale della faringe:
- Sottomentale - circoscrive l’apertura posteriore dell’istmo delle fauci
I linfatici vanno ai linfonodi sottomandibolari (tributari dei cervicali profondi) - Contiene al proprio interno il muscolo faringopalatino.
L’innervazione è simile a quella della ghiandola sottomandibolari:
- parasimpatiche: eccitosecretrice postgangliari dal ganglio sottomandibolare (nervo linguale)
- Simpatiche: ganglio cervicale superiore. Fosse tonsillari
Le fosse tonsillari sono depressioni di forma triangolare delimitate:
Struttura delle ghiandole salivari maggiori. - in basso dal margine laterale della base linguale
Le tre ghiandole salivari maggiori sono tutte tubuloacinose ramificate composte. - Anteriormente → arco glossopalatino
La parotide ha secrezione sierosa. - Inferiormente → arco faringopalatino.
Le ghiandole sottomandibolare e sottolinguale hanno entrambe secrezione mista, tuttavia: - Superiormente → convergenza dei due archi, margine libero del palato molle.
- sottomandibolare: prevalentemente sierosa Tali due fosse accolgono le tonsille palatine, che le occupano quasi interiormente:
- Sottolinguale: prevalentemente mucosa.

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- superiormente alla tonsilla, rimane uno spazio vuoto tra l’apice della fossa e il polo superiore Anello linfatico di Waldeyer
della tonsilla, detto fossetta sovratonsillare.
Posizione Organo
Lingua Tonsilla linguale
Faringe Tonsilla faringea
Tonsilla tubarica
Laringe Tonsilla laringea
Istmo delle fauci Tonsilla palatina
La faccia mediale, rivolta verso l’istmo delle fauci, è piana o convessa:
- presenta superficialmente differenti orifizi, che immettono nelle cripte tonsillari
- Cavità che, tappezzate da mucosa, si addentrano nello spessore della tonsilla.
- Talvolta ricoperta parzialmente dalla piega triangolare, determinata dalla mucosa dell’arco
glossopalatino che si porta indietro.
Il margine anteriore della tonsilla palatina è in rapporto con l’arco glossopalatino e il relativo
muscolo:
- se manca la piega triangolare si osserva il solco pretonsillare tra il margine anteriore della
tonsilla e l’arco glossopalatino
Il margine posteriore della tonsilla è in rapporto con l’arco faringopalatino, in corrispondenza del
quale, si può trovare un solco retrotonsillare.
La faccia laterale della tonsilla presenta i rapporti più importanti:
- leggermente convessa
- Avvolta da una capsula fibrosa
- È in rapporto con la fossa tonsillare.
Il pavimento della fossa tonsillare, è formato, dall’interno all’esterno, da:
- muscolo amigdaloglosso
Tonsille palatine - Aponeurosi faringea
- Muscoli costrittore superiore della faringe e stiloglosso.
La tonsilla palatina o amigdala è un organo linfoide pari accolto nella fossa tonsillare:
In rapporto con questo piano muscolare esterno si trovano:
- assieme ad altre formazioni (tabella) costituisce l’anello linfatico di Waldeyer, un complesso
linfoide che svolge funzioni difensive nel primo tratto delle vie aeree - nervo glossofaringeo
La tonsilla palatina ha forma di mandorla, con asse maggiore di circa 2-2,5 cm diretto dall’alto in - Arteria palatina ascendente (arteria facciale) da cui si distacca proprio il ramo tonsillare, che
basso e posteriormente: vascolarizza l’organo
- grande variabilità individuale e in rapporto con l’età Attraverso i costituenti della parete faringea, la faccia laterale della tonsilla entra in rapporto con lo
spazio faringomandibolare, compreso tra:
- Più voluminosa nel bambino
- mandibola
- Atrofica nel vecchio
- Parete laterale della faringe.
- Vi si possono considerare:
- 2 facce → laterale e mediale La tonsilla palatina corrisponde allo spazio anteriore o prestiloidea, dello spazio faringomandibolare.
- 2 poli → superiore e inferiore Il polo inferiore della tonsilla palatina è diretto verso la base della lingua e si mette in rapporto con la
tonsilla linguale.
- 2 margini → anteriore e superiore
Il polo superiore corrisponde all’angolo tra gli archi glossopalatino e faringopalatino.

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Vasi e nervi
L’irrorazione arteriosa è effettuata da:
Naso esterno
- arteria tonsillare: raggiunge la faccia laterale dell’organo dopo essere nata dall’arteria palatina
ascendente, perfora la capsula fibrosa e si distribuisce all’interno.
- Arterie minori provenienti da vasi per gli archi palatini.
Le vene formano sulla faccia laterale un plesso tonsillare, drenato dalla vena palatina ascendente.
I linfatici fanno capo ai linfonodi:
- cervicali giugulodigastrici
Il naso esterno o piramide nasale è un rilievo piramidale formato da cartilagini e ossa posto al centro
- Dell’angolo mandibolare.
della faccia, tra il labbro superiore, la fronte e le guance.
I nervi per la tonsilla provengono dal plesso tonsillare, a cui partecipano:
Nel naso si considerano:
- nervo glossofaringeo
- 3 facce: laterali (dx e sx) e posteriore
- Nervo linguale.
- 3 margini: laterali (dx e sx) e anteriore
- Apice: posto anteriormente sulla punta del naso
Struttura - Base: inferiore, dove si aprono le narici.
La faccia mediale della tonsilla, che da sull’istmo delle fauci, è ricoperta da una tonaca mucosa che La faccia posteriore ha forma triangolare:
prosegue nella mucosa che tappezza le parti contigue dell’istmo.
- corrisponde sullo scheletro osseo all’apertura triangolare data dalle ossa mascellari e nasali
La faccia laterale è avvolta da tessuto fibroso che forma una capsula che separa la tonsilla dal piano
Le facce laterali presentano:
muscolare profondo.
- parte superiore fissa, provvista di scheletro osseo dato dalle ossa nasali
La tonaca mucosa è formata da:
- Parte inferiore mobile, cartilaginea, che costituisce le ali del naso.
- epitelio pavimentoso stratificato moderatamente cheratinizzato (faccia mediale della tonsilla)
I margini della piramide nasale sono:
- In corrispondenza delle cripte l’epitelio è talmente infiltrato di linfociti che risulta difficilmente
distinguibile. Sono presenti anche granulociti e macrofagi. - margini laterali: delimitano, assieme al piano facciale, un solco longitudinale
- Lamina propria: si solleva in papille nell’epitelio della superficie libere - Margine anteriore o dorso del naso: ha origine superiormente tra le arcate sopracciliari, in
corrispondenza della radice del naso. Prosegue in basso inclinato in avanti con andatura
- Nelle cripte è occupata completamente da tessuto linfoide diffuso che, in più punti, presenta
convessa, rettilinea o concava.
numerosi follicoli secondari.
L’apice è la sporgenza arrotondata situata al punto d’incontro tra la base del naso con il dorso.
I follicoli secondari presenti nel parenchima delle tonsille sono grandi al punto tale da dimostrare la
grande capacità di trattenere antigeni e di rispondere mediante proliferazione di linfociti B. La base del naso può trovarsi su un piano orizzontale o su un piano inclinato (in alto o in basso):
I linfociti T si trova nei territori linfoidi interfollicolari, dove sono anche presenti delle venule ad - sulla linea mediana si trova la parte mobile del setto
endotelio alto (HEV). - Questa separa le due aperture, narici, che danno sul vestibolo delle cavità nasali.
Ciascuna piega che delimita una cripta ha nel suo asse un tralcio connettivale in cui decorrono vasi e - Lateralmente alle narici vi sono i margini inferiori delle ali del naso.
nervi: Volume, forma e dimensioni del naso variano in base alla razza, al tipo somatico e all’età in maniera
- si può considerare una dipendenza della sottomucosa molto estesa.
La sottomucosa forma la capsula tonsillare in corrispondenza della faccia laterale della tonsilla.
A livello dei poli della tonsilla, così come in tutte le altre tonsille dell’anello di Waldeyer, sono presenti Vasi e nervi
delle ghiandole tonsillari a secrezione mucosa pura. Le arterie che irrorano il naso sono provenienti dall’arteria facciale e si anastomizzano con l’arteria
oftalmica.
Le vene sono tributarie della vena facciale anteriore e comunicano con i grandi plessi situati all’interno
delle cavità nasali.
I linfatici seguono il decorso delle arterie, e si gettano nei linfonodi sottomandibolari:
- I linfatici della radice possono portarsi ai linfonodi parotidei superiori.

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I nervi sono differenti per le componenti: Lo scheletro è costituito:


- sensitiva → nervo mascellare (seconda branca del trigemino) - in parte dalle ossa nasali e mascellari
- Motoria → facciale - In parte dalle cartilagini:
- Cartilagine del setto
- Cartilagini laterali
- Cartilagini alari maggiori (donano una certa mobilità alla parte distale del naso).
La cartilagine del setto è una lamina sagittale mediana di forma quadrangolare che posteriormente
si pone a colmare l’angolo compreso tra:
- lamina perpendicolare dell’etmoide
- Vomere
Le cartilagini laterali sono due lamine triangolari che si pongono in diretto contatto:
- superiormente con le ossa nasali
- medialmente con la cartilagine del setto
- Inferiormente e lateralmente con le cartilagini alari
Le cartilagini alari si presentano come due lamine cartilaginee a forma di ferro di cavallo, con la
parte ricurva corrispondente al lobulo nasale:
- un ramo mediale si addossa alla cartilagine del setto e al ramo del lato opposto
- Un ramo laterale più esteso che forma l scheletro dell’ala del naso.

All’angolo dell’occhio la vena facciale, così come l’arteria, si anastomizza con la vena oftalmica
superiore, la quale drena il sangue attraverso il seno cavernoso della dura madre:
- possibile diffusione di infezioni alle meningi!!!
- In alcune posizioni il sangue può defluire anche attraverso il sistema intracranico!!!

Struttura
Il naso è formato da:
I muscoli cutanei presenti a livello del naso sono muscoli mimici che servono a modificare l’apertura
- cute
delle narici, soprattutto durante l’espirazione e l’inspirazione.
- Piano sottocutaneo
La cute che riveste il naso è mobile e sottile sul piano osseo da cui è separata mediante tessuto
- Muscoli connettivo lasso:
- Scheletro osteocartilagineo.
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Cavità nasali e paranasali


- è spessa invece sullo scheletro cartilagineo, a cui è congiunga da connettivo denso ricco di fibre
elastiche.
- Nel lobulo e sulle ali sono presenti numerose ghiandole sebacee i cui dotti escretori si aprono
nei follicoli di peli finissimi (punti neri…)
La cute in corrispondenza delle narici si riflette per continuare in prossimità di quella che tappezza il
vestibolo.

Le cavità nasali sono due condotti simmetrici, separati dal etto nasale, allungati sl piano sagittale e
appiattiti su quello trasversale:
- contenuti nel naso esterno e nella parte superiore mediale dello scheletro della faccia
- Si aprono esternamente con le narici,
- Si aprono posteriormente nel rinofaringe con le coane.
Ogni cavità può essere divisa in:
- vestibolo del naso: parte cartilaginea del naso esterno
- Cavità nasale propriamente detta: parte più ampia, posteriore, in cui si aprono le cavità
paranasali.

Vestibolo del naso


Il vestibolo del naso è una fessura allungata sagittalmente presenta due orifizi:
- Narice: orifizio inferiore
- Orifizio superiore in continuità con la cavità nasale propriamente detta.
La parete mediale è formata:
- superiormente dalla cartilagine del setto
- Inferiormente anche dal ramo mediale della cartilagine alare.
La parete laterale è più estesa ed è formata dal ramo laterale della cartilagine alare.
L’orifizio superiore del vestibolo ha forma di una fenditura triangolare molto allungata. È delimitato
da:
- margine mediale rettilineo
- Margine laterale che descrive una curva a concavità inferiore.
A livello dell’unione del margine mediale con il margine laterale, nel naso, è presente una sporgenza
(limen nasi) determinata dal ramo laterale della cartilagine alare che si ribatte internamente alla
narice.

Struttura
Il vestibolo del naso è rivestito da cute sottile, con ridotto strato corneo, da cui sporgono dei peli
grossi e rigidi, detti vibrisse:
- hanno la funzione di primo filtro contro l’ingresso di materiale di grosse dimensioni nelle vie
respiratorie.

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- Sono annesse grosse ghiandole sebacee e piccole ghiandole sudoripare - lamina perpendicolare dell’etmoide
La cute continua in alto e indietro con la mucosa respiratoria che tappezza la cavità nasale - Vomere
propriamente detta: - Cartilagine del setto
- l’epitelio perde prima lo strato corneo
- Poi si trasforma in cilindrico pseudostratificato
- Scompaiono i peli e le ghiandole sebacee sono sostituite da ghiandole tubuloacinose composte
(proprie della mucosa respiratoria).

Cavità nasali propriamente dette


Le cavità nasali propriamente dette sono delimitate da ossa appartenenti sia al neurocranio che
allo splancnocranio.
Sulla superficie delle ossa e delle cartilagini, rivestite da periostio o pericondrio, si distende la mucosa
nasale, che armonizza molte delle irregolarità dello scheletro.
Nel complesso, la forma delle cavità nasali è quella di due fessure alquanto ristrette e orientate sul
piano sagittale. Si possono individuare:
- pavimento: più largo, fino a 1,5 cm
- Parete mediale o settale: risulta liscia
- Parete laterale: ha una superficie molto irregolare per la presenza di rilievi e depressioni
- Margine superiore: il tetto delle cavità nasali si stringe fino a 2-3 mm
Le cavità nasali comunicano:
- anteriormente con il vestibolo del naso.
- Posteriormente si aprono nella faringe mediante le coane.
- Ricevono lo sbocco dei seni paranasali, cavità scavate nelle ossa craniche e rivestite
internamente da mucosa respiratoria.
La volta delle cavità nasali è formata (posteriore → anteriore) da:
- corpo dello sfenoide
- Lamina cribrosa dell’etmoide
- Parti laterali della spina nasale dell’osso frontale
- Faccia profonda delle ossa nasali
- Angolo formato dalle cartilagini laterali con quella settale.
In corrispondenza della regione posteriore della volta si trova l’apertura del seno sfenoidale.
Il pavimento delle cavità nasale è formato dalle ossa che costituiscono il palato:
- processi palatini del mascellare
- Processi orizzontali delle ossa palatine.
La parete mediale è rappresentata dal setto nasale, che separa le due cavità nasali9 . Il setto risulta
formato da:

9 sono pari e ben distinte, simmetriche rispetto al piano sagittale mediano


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La parete laterale presenta, dall’alto al basso la sporgenza delle tre conche nasali (o cornetti nasali)
superiore, media e inferiore, che costituiscono il tetto dei rispettivi meati:
- la mucosa respiratoria riveste entrambe le facce delle conche e attraverso gli orifizi di
comunicazione, anche le cavità paranasali.
- I seni paranasali sboccano:
- Nel meato superiore si aprono gli orifizio delle cellule etmoidali superiori.
- Nel meato medio si aprono l’orifizio del seno mascellare e l’infundibolo
- Nel meato inferiore il canale nasolacrimale, che scarica continuamente il liquido lacrimale.
L’infundibolo è un condotto che continua in alto con il seno frontale e con le cellule etmoidali
anteriori:
- scendendo dal seno frontale si porta in basso e in dietro
- Delimita una doccia con concavità superiore al di sopra della quale sporge la bolla etmoidale.
L’orifizio del seno mascellare presenta una notevole variabilità, in quanto suddiviso obliquamente
dal processo uncinato (conca nasale media) dell’etmoide:
- la mucosa che riveste le lamelle ossee può lasciare più di un orifizio di comunicazione tra la
fossa nasale e il seno mascellare.
Le coane mettono in comunicazione le cavità nasali con la rinofaringe, segnando il confine tra le due
regioni:
Vasi e nervi
- aperture dal contorno quadrangolare delimitate
- superiormente dal corpo dello sfenoide, Le arterie che provvedono all’irrorazione delle cavità nasali sono:
- Lateralmente dalle lamine mediali dei processi pterigoidei - palatina discendente
- Medialmente dal margine posteriore del vomere - Sfenopalatino
- Inferiormente dal margine posteriore della parte orizzontale dell’osso palatino. - Rami dell’arteria mascellare
- Le etmoidali anteriori e posteriori
Nelle fratture del naso, anche il setto nasale è spesso coinvolto:
- I rami dell’oftalmica
- se la forza è sufficiente, il setto si deforma e si sposta verso una delle due parti laterali
- Labiale superiore (ramo della facciale)
- Se non viene riportato nell’originale posizione mediana, la riparazione della frattura avviene
Le vene sono numerose e terminano:
secondo la deformità post-traumatica
- posteriormente nelle vene sfenopalatine, nelle vene del palato molle e della faringe
Quando la forza è particolarmente intensa, si può trasmettere all’etmoide e fratturare la lamina
cribrosa: - Superiormente nella vena oftalmica superiore
- frammenti vacanti sul versante intracranico possono ledere la dura madre encefalica - Anteriormente nella vena facciale anteriore
- Visibile un gocciolamento di liquor attraverso le narici, nonché la diffusione di processi infettivi I linfatici vanno:
alle meningi - anteriormente ai linfonodi sottomandibolari
- Posteriormente ai linfonodi sternocleidomastoidei e retrofaringei
I nervi provengono principalmente da:
- nervo etmoidale: contiene solo fibre sensitive
- Rami nasali del ganglio sfenopalatino: possiedono anche fibre efferenti, per l’eccitosecrezione
delle ghiandole della mucosa respiratoria.
Il setto nasale è ampiamente vascolarizzato e riceve da ogni lato ben 6 arterie:
- anteriormente: arterie labiali superiori e nasali laterali (facciale)
- Dall’alto: arterie etmoidali anteriori e posteriori (rami dell’arteria sfenopalatina)

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- Dal basso: ramo settale dell’arteria palatina maggiore, che sbocca nelle cavità nasali attraverso Durante processi infiammatori acuti e cronici, le vene si dilatano ulteriormente e assieme all’edema
il canale incisivo. della mucosa contribuiscono a ostacolare il passaggio dell’aria attraverso le fosse nasali.
- Posteriormente: arteria settale posteriore (sfenopalatina)
Tutte queste arterie, si anastomizzano formando una ricca rete di arteriole e capillari che si spingono Mucosa olfattiva
fino a ridosso dell’epitelio, nel 1/3 anteriore del setto: La mucosa olfattiva tappezza la volta della cavità nasale in corrispondenza della lamina cribrosa
- regione che è la sede più frequente delle epistassi, soprattutto negli adolescenti e negli ipertesi dell’etmoide e si estende a rivestire:
- Se l’emorragia è imponente può essere complicato arrestarla, dato l’ampio ventaglio di arterie - parte alta del setto
dello splancnocranio che contribuiscono a formarlo. - Faccia superiore della conca superiore.
È formata da:
- epitelio di rivestimento molto specializzato e spesso, formato da diversi tipi di cellule
Struttura - Cellule olfattive
Le pareti delle cavità nasali propriamente dette sono tappezzate da due tipi di mucosa: - Cellule di sostegno
- mucosa respiratoria: occupa la maggior parte della superficie, con funzione di riscaldare, - Cellule basali
depurare e umidificare l’aria - Lamina propria.
- Mucosa olfattiva: specializzata per ricevere gli impulsi olfattivi. È limitata alla volta delle cavità Epitelio di rivestimento.
nasali.
Cellule olfattive
Mucosa respiratoria Le cellule olfattive sono cellule sensoriali primarie (neuroni modificati a recettori) con corpo allungato e
posto profondamente nella mucosa olfattiva.
La mucosa respiratoria si presenta di colorito roseo lucente, poiché ricoperta da uno strato di muco
Possiede due prolungamenti:
ed è molto spessa.
- prolungamento esterno: sottile, si porta fino alla superficie dell’epitelio dove si dilata in un
È costituita da:
bottone (vescicola olfattiva) provvisto di 10-20 peli olfattivi immersi in una matrice
- epitelio di rivestimento: cilindrico pseudostratificato cigliato con intercalate cellule caliciformi glicoproteica. È un dendrite modificato.
mucipare
- Prolungamento interno: decorre nella lamina propria per continuare in un filuzzo del nervo
- Possono essere presenti in zone più esposte delle chiazze di epitelio pavimentoso olfattivo. È un assone modificato.
stratificato
Le cellule olfattive si rinnovano circa ogni 2 mesi, per scissione mitotica dalle cellule basali, che si
- Lamina propria: connettivo povero di fibre elastiche, lasso in superficie con alcuni linfociti differenziano a vari stadi in cellule olfattive mature.
raccolti in aggregati nodulari e più denso profondamente.
- Subito sotto l’epitelio si trovano ghiandole tubuloacinose ramificate a secrezione mista. Cellule di sostegno.
Le cellule di sostegno sono intercalate alle cellule olfattive, con le quali si mettono in stretto rapporto:
La vascolarizzazione è ricca in tutta la mucosa respiratoria, ma in alcune zone, quali il meato inferiore
- cellule alte con parti basali irregolari a causa del corpo delle cellule olfattive
e la parte media del setto, hanno un notevole sviluppo vascolare:
- le arterie decorrono perpendicolarmente alla superficie della mucosa dopo essere partite da vasi - Dotate di microvilli che si intrecciano con i peliuzzi olfattivi.
più grandi. Cellule basali
- Formano un plesso intermedio nella lamina propria e si ramificano in una fitta rete capillare Le cellule basali sono piccoli elementi piramidali a contatto con la membrana basale dell’epitelio:
sottoepiteliale - contraggono rapporti con gli assoni delle cellule olfattive, attorno ai quali si avvolgono in maniera
- Si dipartono venule con muscolatura liscia molto sviluppata simile alle cellule si Schwann
- Contraendosi può bloccare il flusso venoso. - Sono le cellule staminali di riserva che permettono il rinnovamento delle cellule olfattive.
- Numerose anastomosi arterovenose che si presentano come vasi tortuosi con tonaca media Lamina propria.
molto spesso. La lamina propria è formata da connettivo denso ricco di:
L’azione costrittrice sulle vene della mucosa nasale è operata da fibre simpatiche (adrenergiche) - linfociti e plasmacellule
provenienti dal ganglio cervicale superiore. - Ghiandole di Bowman
Vasodilatazione e eccitosecrezione sono controllate dal fibre colinergiche parasimpatiche che
provengono dal ganglio pterigopalatina.
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I linfociti e le plasmacellule hanno funzione immunitaria nelle cavità nasali, in quanto secernono IgA - Una base
e incontrano antigeni. La parete anteriore corrisponde alla regione sopracciliare:
Le ghiandole di Bowman sono ghiandole tubuloalveolari semplici a secrezione mista, formate da - in genere il limite laterale del seno è dato dall’incisura sovraorbitaria.
cellule disposte ad alveolo nella lamina propria che comunicano con la superficie epiteliale attraverso La parete posteriore è più sottile di quella anteriore e si mette in rapporto con le meningi che
dotti escretori formati da cellule piatte: rivestono i poli degli emisferi cerebrali.
- secernono sostanze protettive quali il lisozima La parete mediale è il setto che separa i due seni frontali:
- Il secreto sieromucoso serve a catturare le sostanze odorose (solvente) - può essere che il setto non sia in posizione mediana e i due seni siano asimmetrici
- Contiene una OBP (odorant binding protein) che lega le sostanze odorose per poi L’apice del seno è dato dall’unione delle pareti anteriore e posteriore.
presentarle ai recettori sui peluzzi olfattivi.
La base del seno viene distinta in due regioni:
- laterale o orbitaria
- Mediale o etmoidale
Cavità paranasali. - Può accogliere sporgenze delle cellette etmoidali che sollevano il pavimento del seno
Le cavità paranasali sono in continuità con le cavità nasali e contengono aria. Sono scavate nelle frontale.
seguenti ossa: Dalla regione mediale del pavimento ha origine il canale frontale, attraverso il quale il seno si apre
- frontale nella volta del meato medio attraverso l’infundibolo.
- Sfenoide
- Etmoide Seni mascellari.
- Mascellari Il seno mascellare è contenuto nel corpo dell’osso mascellare:
- Palatine - si apre nel meato medio a livello della doccia semilunare.
Nello sviluppo postnatale si formano per processo di pneumatizzazione delle ossa del massiccio - Ha forma di piramide triangolare con base mediale e apice laterale.
facciale. - In avanti e in basso corrisponde al vestibolo della bocca, sopra l’arcata alveolodentale superiore
- la mucosa si dispone in seguito sulle zone erose durante i processi di ossificazione - In alto al pavimento dell’orbita
- Spesso si trovano cavità secondarie - Medialmente al meato medio e inferiore, dietro alla fossa pterigopalatina.
Si ritiene che le cavità nasali abbiano le seguenti funzioni: Il seno mascellare è la più ampia delle cavità paranasali e può variare in rapporto a variazioni dell’osso
- modifica dell’aria inspirata mascellare. Vi si distinguono:
- Alleggerimento del massiccio facciale - parete anteriore: corrisponde alla guancia e alla fossa canina.
- Fenomeni di risonanza legati all’emissione della voce. - Parete posteriore: corrisponde alla parete anteriore della fossa pterigopalatina.
L’infiammazione della mucosa che riveste i seni, la sinusite, si accompagna a edema che può - Parete superiore: è sottile e forma gran parte del pavimento dell’orbita
ostruire i condotti o fori: - Base: corrisponde alla parete laterale delle cavità nasali
- impedito lo scarico dei secreti prodotti dalle ghiandole della mucosa - Divisa in due parti dall’inserzione della conca inferiore.
- Si permette il ristagno e lo sviluppo dei batteri. - La parte inferiore della base corrisponde al meato inferiore
- La parte superiore è quella in cui si trova l’apertura del seno mascellare.

Seni frontali La cavità del seno mascellare è separata da quella degli alveoli dentali solo da una sottile lamina
ossea:
I seni frontali sono scavati nell’osso frontale subito sopra il tetto dell’orbita. Hanno forma di piramide
- estrazione dentaria o processo infiammatorio della radice del dente possono ledere la lamina e
triangolare con apice superiore e base inferiore. Si distinguono pertanto:
creare una soluzione di continuità tra l’alveolo e il seno mascellare
- 3 pareti
- Si può espandere un processo infettivo o un processo di sangue.
- Mediale
L’eventuale drenaggio di materiale purulento è difficoltoso in quanto il seno mascellare si apre nella
- Anteriore parte superiore a livello delle cavità nasali.
- Posteriore
- Un apice

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Seni sfenoidali
I seni sfenoidali sono due cavità pari e simmetriche scavati nel corpo dello sfenoide:
- separati da un setto non sempre mediano
- Hanno le dimensioni di una nocciola e corrispondono
- Davanti alla volta delle cavità nasali e in parte alla volta della faringe
- In dietro alla sella turcica
- Lateralmente e in avanti all’etmoide e alla radice delle grande ali.
- L’apertura di comunicazione con la cavità nasale è in alto, nella parte posteriore della volta
nasale.
I seni sfenoidali hanno nel complesso una forma cuboide:
- parete mediale: continua in direzione del setto nasale
- Parete laterale: seno cavernoso della dura madre encefalica con le formazioni vascolonervose
contenute
- Parete superiore: corrisponde alla sella turcica e all’ipofisi
- Parete inferiore: entra in rapporto con la parte anteriore della volta della faringe e con la parte
posteriore della volta delle cavità nasali

Cellule etmoidali.
Le cellette etmoidali sono piccole cavità comprese per la maggior parte nelle masse laterali
dell’osso etmoide e in piccola parte completate da altri ossi (es frontale):
- sono separate le une dalle altre attraverso degli esili setti ossei
- Si aprono
- Meato medio: per la maggior parte, le cellule anteriori e medie
- Meato superiore: cellule etmoidali posteriori e postreme.
Nell’insieme, le cellule etmoidali sono situate lateralmente alle cavità nasali, medialmente a quelle
orbitarie, inferiormente alle ossa frontali, sopra ai mascellari e anteriormente allo sfenoide.

Struttura della tonaca mucosa.


Le cavità nasali sono rivestite da una tonaca mucosa più sottile rispetto a quella che tappezza le
cavità nasali:
- aderisce strettamente al periostio dell’osso che ne forma l’incavo
- L’epitelio è cilindrico semplice con ciglia vibratili e intercalate cellule caliciformi mucipare.
- Nella tonaca mucosa mancano ghiandole e noduli linfatici.

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Ipofisi
L’ipofisi risulta formata da due lobi avvolti da una capsula fibrosa di derivazione della dura madre:
- adenoipofisi o lobo anteriore
- Neuroipofisi o lobo posteriore
L’adenoipofisi può essere a sua volta distinta in:
- Parte distale, parte anteriore, ghiandolare
- Parte intermedia, formata da una stretta lamina verticale contigua alla neuroipofisi separata da
essa dalla fessura ipofisaria (cisti di Rathke)
- Parte tuberale, adeso alla superficie anterolaterale dell’infundibolo, che concorre a formare il
peduncolo ipofisario.
L’ipofisi è stata per lungo tempo definita come la ghiandola che regola tutte le altre ghiandole
endocrine attraverso la produzione di ormoni: La neuroipofisi o lobo posteriore è un rilievo rotondeggiante di volume decisamente inferiore a quello
della adenoipofisi. Si può suddividere anch’essa in 3 porzioni in senso caudocraniale:
- tale compito è oggi noto essere di pertinenza dei nuclei ipotalamici ipofisiotropi (neuroni
parvicellulari) che rappresentano il punto d’incontro tra il sistema nervoso centrale e la funzione - lobo posteriore o nervoso
endocrina. - Infundibulo
- Eminenza mediana, parte più ventrale dell’ipofalamo.
L’ipofisi è contenuta nel corpo dello sfenoide nella fossetta ipofisaria, al centro della sella turcica:
- la dura madre a questo livello si sdoppia in due foglietti di cui
- Uno riveste la superficie interna della sella
- L’altro si porta sopra la ghiandola formando il diaframma della sella, che isola
completamente l’alloggiamento ipofisario dal resto della fossa cranica media.
- Il diaframma è attraversato centralmente dal peduncolo ipofisario, che unisce l’ipofisi
all’encefalo in corrispondenza dell’ipotalamo
- La loggia è completamente circondata dai seni cavernosi della dura madre, che si situano ai lati
della sella turcica e dai due seni intercavernosi che li uniscono anteriormente e posteriormente
- Attorno al peduncolo ipofisario si costituisce dunque un seno circolare.

Forma, posizione e rapporti


L’ipofisi è un organo di forma ovoidale dal colorito grigiastro:
- dimensioni:
- Alta 0,5 cm
- Lunga 0,8 cm Tramite queste formazioni, l’ipofisi entra in contatto con una serie di strutture che si devono tenere
- Larga 1,5 cm ben presente poiché in caso di aumento patologico della ghiandola, possono risultare compresse.
- Pesa attorno ai 0,5 g Seguendo il contorno dell’organo, si possono individuare 6 versanti:

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- inferiore: tramite il pavimento osteofibroso della sella, l’ipofisi confina con la cavità dei seni - si dispongono a formare un gomitolo capillare, che riceve le terminazioni assoniche dei neuroni
sfenoidali parvicellulari dell’ipofalamo
- Attraverso le cavità nasali si può raggiungere chirurgicamente l’ipofisi seguendo questa via. - È il plesso primario del sistema portale ipotalamo-ipofisario
- Superiore: attraverso il diaframma della sella, l’ipofisi corrisponde al tuber cinereum - Originano dopo una serie di venule che si portano all’interno dell’adenoipofisi a formare il plesso
dell’ipotalamo, a cui è connessa mediante il peduncolo. secondario, costituito da sinusoidi nello stroma ghiandolare.
- Anteriore: in rapporto con il chiasma ottico, adagiato nel solco chiasmatico. - In seguito originano le vene preipofisarie, tributarie dei seni cavernosi limitrofi.
- La compromissione visiva è uno dei primi sintomi dell’aumento di volume dell’ipofisi La neuroipofisi riceve le arterie ipofisarie inferiori, rami della carotide interna, che raggiungono
- Posteriormente: attraverso il dorso della sella, è in rapporto con attraverso il seno cavernoso il lobo nervoso e si aprono in un letto capillare:
- Ponte - in seguito nascono le vene postipofisarie, che sboccano nei seni durali.
- Arteria basilare - In tal caso è un circolo normale, ma del tutto indipendente dal sistema portale ipotalamo
- Arterie cerebrali posteriori ipofisario
- Laterali: attraverso il seno cavernoso, l’ipofisi è in rapporto con I linfatici sono assenti, in quando l’ipofisi non possiede un sistema circolatorio linfatico.
- Arteria carotide interna L’innervazione è data da rami vasomotori del sistema simpatico e fibre peptidergiche di varia
provenienza.
- Nervo abducente (IV)
- Nervo oculomotore (III)
- Nervo trocleare (IV)
- Nervi oftalmico e mascellare (V1 e V2)
Deve essere tenuto presente che attorno alla sella turcica sono localizzati i rami arteriosi del poligono
di Willis.

Vasi e nervi
Nel complesso dell’ipofisi sono presenti 2 dispositivi arteriosi differenti, uno per l’adenoipofisi e
uno per la neuroipofisi.
L’adenoipofisi viene irrorata dalle arterie ipofisarie superiori, che originano dal circolo di Willis e si
portano attraverso il peduncolo ipofisario nell’eminenza mediana:

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Epifisi Vasi e nervi


L’irrorazione arteriosa è data da una fitta rete di capillari sopra l’involucro piale nati da arteriole
provenienti da rami delle arterie:
- coroidee posteriori
- Cerebrali posteriori
Le vene sono tributarie della grande vena cerebrale di Galeno.
L’innervazione è data da fonti anche molto differenti tra loro:
- simpatica: attraverso i nervi conari, rami postgangliari provenienti dal ganglio cervicale
L’epifisi o ghiandola pineale è una ghiandola molto particolare che nel corso della filogenesi ha superiore.
subito importanti trasformazioni che ne hanno modificato:
- Parasimpatica: nervi provenienti dal nucleo salivatorio superiore attraverso il ganglio
- morfologia sfenopalatino.
- Modalità funzionali - Sensitiva: componenti provenienti dal ganglio semilunare del nervo trigemino.
Tutta l’innervazione ha attività neuroendocrina attraverso numerosi peptidi, per cui i pinealociti (cellule
Forma, posizione e rapporti dell’epifisi) possiedono i recettori.
La ghiandola pineale ha forma conica, e pesa circa 0,5 g. Le sue dimensioni sono: È dimostrato anche che i vari animali e nell’uomo nel periodo fetale esiste un’innervazione centrale
proveniente da:
- lunghezza circa 1 cm
- ipotalamo
- Larghezza circa 0,5 cm
- Corpi genicolati mediali
L’epifisi fa parte dell’epitalamo, situata:
Queste fibre raggiungono la ghiandola attraverso la commissura abenulare e la commissura
- inferiormente allo splenio del corpo calloso
posteriore:
- Posterosuperiormente alla cavità del IIi ventricolo
- indica che la ghiandola ha rapporto con la luce nei vertebrati inferiori
- È collegata alla parete da due peduncoli (superiore e inferiore) che circoscrivono il recesso
epifisario dello stesso ventricolo.
- Il peduncolo superiore è solidale al trigono dell’abenula e contiene la commissura
abenulare
- Tra il peduncolo superiore e la volta del ventricolo è frequente un recesso
sopraepifisario.
- Il peduncolo inferiore contiene la commissura posteriore.
- La faccia inferiore della ghiandola poggia sul solco che divide i quattro tubercoli quadrigemini.
La pia madre forma un involucro attraverso cui giungono vasi e nervi:
- attraverso questo rivestimento, la ghiandola sporge nello spazio subaracnoidale
- È bagnata infatti dal liquido cefalorachidiano contenuto nella cisterna ambiens.

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Attività ormonale.
Il principale prodotto della secrezione pineale è la melatonina, che le cellule sono in grado di
sintetizzare a partire dalla serotonina, la quale è sintetizzata partendo dal triptofano presente in
circolo.
Le attività enzimatiche che producono rispettivamente serotonina e melanina variano nell’arco delle 24
h, in relazione al ciclo di illuminazione-buio:
- massima luce: sintesi di serotonina
- Massimo buio: sintesi di melanina.
Le informazioni inerenti la quantità e la qualità della luce giungono dall’innervazione simpatica:
- a livello di C8 e T1 (neuromeri pregangliari) giungono fibre dall’orologio biologico, il nucleo
prechiasmatico dell’ipotalamo.
- A questo giungono fibre retino-ipotalamiche del nervo ottico.
La melatonina ha nell’uomo un ruolo non del tutto chiarito, ma le ipotei prevedono:
- azione inibitoria sull’adenoipofisi nel contro il GnRH, la trofina che induce il rilascio di ormoni
gonadici
- Alcuni studi sulla popolazione nordica connettono l’alto tassi di melanina con alcuni
atteggiamenti psichici maniaco-depressivi
- Contribuisce a risincronizzare l’attività dell’organismo nel caso di rapidi cambiamenti di fuso
orario (jet-lag).

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Visceri del collo Faringe

Le vie digestive e aerifere proseguono dalla testa nel collo, stabilendo un tramite tra queste due La faringe è un tratto del canale digerente posto dietro alle cavità nasali, alla bocca e alla laringe:
parti del corpo: - segue l’istmo delle fauci
- l’orofaringe è l’ultimo tratto comune tra queste vie e prosegue nella parte laringea della faringe e - Prosegue nell’esofago
comunica con la laringe. La duplice funzione della faringe prevede:
- A livello del laringofaringe si ha l’incrociamento delle vie aerifere e digestive, a seguito del quale i - passaggio del bolo alimentare, che si forma nella bocca e giunge attraverso l’istmo delle fauci.
le vie aeree si fanno anteriori e inferiori rispetto a quelle digestive.
- Ricevere aria delle cavità nasali e immetterla nella laringe
Nel collo sono presenti anche due strutture endocrine:
La faringe è anteriormente incompleta, in quanto in essa si aprono:
- tiroide
- le cavità nasali tramite le coane
- Paratiroidi
- L’istmo delle fauci
I visceri del collo sono accolti in una loggia mediana, delimitata posteriormente dal rachide e
anteriormente dalla fascia cervicale media: - La laringe attraverso l’adito della laringe
- Tube uditive, che stabiliscono una comunicazione tra la cassa del timpano (orecchio medio) e
- ad una certa distanza, in logge distinte, si trovano le ghiandole salivari maggiori
la cavità della faringe.
- Parotide
- Sottolinguale
Forma, posizione e rapporti
- Sottomandibolare.
La faringe è accolta nella testa e nel collo e si presenta come un condotto di 14-15 cm che va dalla
base cranica fino alla 6° vertebra cervicale:
- condotto slargato in alto e si restringe in basso
- Appiattito in senso anteroposteriore
- In basso comunica con l’esofago
La faringe viene divisa in:
- rinofaringe: parte nasale, posta tra l’estremità superiore della faringe (volta) e la faccia
superiore del palato molle
- Questa diventa orizzontale durante la deglutizione
- Orofaringe: parte buccale, compresa tra la faccia inferiore del palato molle e un piano
orizzontale passante per il margine superiore dell’osso ioide.
- Laringofaringe: parte laringea, compresa tra il piano orizzontale passante per l’osso ioide e il
limite della 6° vertebra cervicale.
Nella faringe si descrivono:
- parete anteriore
- Parete posteriore
- Pareti laterali
- Estremità superiore

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- Estremità inferiore. - Coane.


La parte della parete faringea anteriore dietro alla faringe presenta una concavità anteriore e si trova in
rapporto, in avanti, con:
- la faccia posteriore delle cartilagini aritenoidi
- Muscoli aritenoidi obliqui e trasverso
- Muscolo cricoaritenoideo posteriore
- Faccia posteriore della lamina cricoidea.
La parete posteriore volge verso lo spazio retrofaringeo, occupato da connettivo lasso, attraverso
il quale si mette in rapporto con la fascia cervicale profonda:
- tale spazio continua inferiormente con lo spazio retroesofageo, che si porta nel mediastino
posteriore. Contiene dei linfonodi.
Le pareti laterali formano la parete mediale dello spaio faringomandibolare dove passano:
- arteria carotide interna
- Vena giugulare interna
- Nervi glossofaringeo, vago, ipoglosso, catena del simpatico.
Nel medesimo spazio, limitato esternamente dalla faccia mediale della mandibola (e dal muscolo
pterigoideo interno che la riveste) può giungere il prolungamento faringeo della parotide.
Le pareti laterali della faringe entrano in rapporto anche con:
- carotide esterna e alcune sue collaterali (linguale, tiroidea superiore, facciale, faringea
ascendente)
- Lamine della cartilagine tiroidea
- Lobi della ghiandola tiroide
- Grandi corni dell’osso ioide.
L’estremità superiore o volta della faringe è in rapporto con la base cranica, a cui si unisce,
secondo una linea concava in avanti che passa:
- per il tubercolo faringeo
- Congiunge le due spine angolari dello sfenoide
- Va alla base della lamina interna dei processi pterigoidei.
Nella mucosa della volta della faringe, è presente la tonsilla faringea.
L’estremità inferiore è data da un piano che passa per il margine inferiore della cartilagine cricoide e
incontra dorsalmente la C6.

La parete anteriore della faringe è completa solo in corrispondenza della faccia posteriore della
laringe, poiché superiormente si trovano (basso → alto):
- adito laringeo
- Faccia posteriore dell’epiglottide
- Istmo delle fauci
- Faccia posteriore del palato molle

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Configurazione interna.
La parete anteriore ha una superficie interna molto pieghettata:
- lateralmente ai rilievi prodotti dalle cartilagini cricoide e aritenoidi si trovano i recessi piriformi,
due larghe docce che si restringono verso il basso.
- Nel fondo di ciascun recesso è visibile un rilievo, la piega del nervo laringeo superiore,
determinata dal rapporto con questo nervo, che decorre in basso e medialmente.
La parete posteriore della faringe ha alcuni rilievi dovuti alla presenza di ghiandole.
Sulle pareti laterali, all’altezza delle estremità posteriori dei cornetti nasali inferiori e 7 mm dietro a
questi si trovano gli orifizi faringei delle tube uditive:
- ciascun orifizio ha forma triangolare con base inferiore e apice volto in alto
- È delimitato da
- Labbro anteriore
- Labbro posteriore: più sporgente per la presenza della cartilagine tubarica
- In presenza del labbro inferiore dell’orifizio, la mucosa si fa sporgente per la presenza del
muscolo elevatore del palato
- Il labbro anteriore prosegue con un rilievo, la piega salpingopalatina, che termina nella faccia
posteriore del palato molle.
- Il labbro posteriore prosegue con la piega salpingofaringea, che termina spegnendosi sulle
pareti laterali.
- Sopra l’orifizio tubarico si trova la fossetta sovratubarica
- Dietro l’orifizio tubarico si trova un’altra depressione, il recesso faringeo.
Nel contorno dell’orifizio tubarico, si trovano accumuli di tessuto linfoide, che nell’insieme
costituiscono la tonsilla tubarica, parte dell’anello di Waldeyer.
La volta della faringe presenta una superficie concava internamente per la sporgenza data dalla
tonsilla faringea:
- formata da un’insieme di pieghe divise da solchi
- Uno di questi solchi, solitamente emette una tasca, la borsa faringea.
- La prominenza di queste pieghe si riduce con l’età adulta.

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- Rami provenienti dal ganglio cervicale superiore del simpatico.


Il plesso faringeo fornisce:
- fibre efferenti motrici per muscoli e ghiandole
- Fibre afferenti, in gran parte trasportate dal vago e in piccola parte dal glossofaringeo

Struttura.
Procedendo dall’esterno all’interno, la faringe è costituita dai seguenti strati:
- tonaca avventizia: connettivo lasso che avvolge esternamente i muscoli. Si dispone anche
sulle parti della fascia faringea che non sono ricoperte dallo strato muscolare.
- Tonaca muscolare: formata da una serie di muscoli striati che formano attorno al condotto un
involucro quasi continuo.
- Tonaca fibroelastica: detta anche fascia faringea, è uno strato della parete posto
internamente alla tonaca muscolare, entro cui invia sepimenti.
- Prende rapporti stretti con i muscoli faringei anteriormente e posteriormente
- Lateralmente, dove è meno aderente allo strato muscolare, prende le sembianze di una
sottomucosa.
- Tra la fascia faringea e la tonaca muscolare si situano numerose ghiandole faringee,
tubuloacinose ramificate a secrezione mista.
- I dotti attraversano la fascia faringea e la tonaca mucosa, per sboccare nella cavità
faringea.
- Tonaca mucosa: la tonaca mucosa presenta caratteristiche distinte nel rinofaringe rispetto alle
altre due parti della cavità
La tonaca sottomucosa non è completa, in quanto manca nella parete faringea, ad eccezione delle
Vasi e nervi. parti laterali, in prossimità delle quali la mucosa è poco aderente ai piani profondi.
Le arterie che irrorano la faringe sono tutti rami della arteria carotide esterna, quali: La mucosa del rinofaringe ha i caratteri di mucosa respiratoria, alla quale appartiene:
- principale: arteria faringea ascendente - epitelio alto, prismatico pseudostratificato cigliato con intercalate cellule caliciformi mucipare.
- Minori: arteria palatina ascendente, arteria tiroidea superiore. - Nel giovane tutto l’epitelio del rinofaringe è una mucosa respiratoria, mentre con l’avanzare
Le vene si organizzano in 2 plessi intramurali, uno superficiale e uno profondo, che sono drenati da: dell’età, estese aree diventano rivestite da epitelio pavimentoso stratificato non cheratinizzato.
- vene faringee, affluenti della giugulare interna. - Nella lamina propria della mucosa rinofaringea si trovano numerose ghiandole tubuloacinose
ramificate a secrezione mista.
I linfatici si organizzano in 2 reti, una nella sottomucosa e una più profonda nel piano muscolare. Si
riuniscono in differenti collettori, che si distinguono in: A livello dell’ostio faringeo delle tube uditive, in corrispondenza della volta e di una piccola parte della
parete posteriore, si trovano le due tonsille:
- collettori anteroinferiori: versano nei linfonodi della catena giugulare dopo essere risaliti in alto
e in avanti. - tonsilla faringea
- Collettori posteriori: sboccano nei linfonodi cervicali profondi, satelliti della vena giugulare - Tonsille tubariche.
interna. Queste tonsille hanno caratteri pressoché identici alla tonsilla palatina:
- Collettori laterali: giungono ai linfonodi cervicali profondi in rapporto con il ventre posteriore - tessuto linfoide che occupa la lamina propria della mucosa, che si organizza in follicoli con centri
del muscolo digastrico (giugulodigastrici). germinativi, rivestiti da territori T-dipendenti.
I nervi della faringe provengono dal plesso faringeo, costituito dai nervi: - L’epitelio risulta anch’esso infiltrato di linfociti, neutrofili e macrofagi.
- glossofaringeo La parte buccale e la parte laringea della faringe sono rivestite da un epitelio pavimentoso
- Vago stratificato non cheratinizzato, che poggia su una lamina propria di connettivo denso:
- Accessorio - rari calici gustativi nell’epitelio.

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Muscoli della faringe. - Inserzioni: sono differenti punti di inserzione, per cui diversi fasci si portano:
- Alla parte posteriore della fascia faringea
I muscoli della faringe si distinguono in:
- Al margine laterale dell’epiglottide
- muscoli costrittori: sovrapposti in parte. Internamente a ridosso della fascia faringea
- Al margine superiore della cartilagine tiroidea
- Costrittore superiore
- Al margine superiore dell’arco della cricoide.
- Costrittore medio
- Costrittore inferiore
- Muscoli elevatori:
- Stilofaringeo
- Faringopalatino (cfr. Palato)
Muscolo costrittore superiore
Il muscolo costrittore superiore della faringe origina con diversi fasci da:
- faccia interna e margine dorsale della lamina mediale del processo pterigoideo.
- Rafe pterigomandibolare
- Estremità posteriore della linea miloioidea della mandibola
- Radice della lingua, attraverso il muscolo genioglosso.
- Tali fasci, assieme a quelli del muscolo genioglosso, costituiscono il muscolo faringoglosso.
I diversi fasci di origine si riuniscono nel corpo, che pare una lamina quadrilatera e si dirigono verso la
parte di mezzo della faccia posteriore della faringe:
- si inseriscono su un rafe fibroso mediano sulla faccia posteriore della faringe.
- Funzione: costrittore del rinofaringe e elevatore della parte posteriore della faringe.
Muscolo costrittore medio.
Il costrittore medio della faringe è un muscolo di forma triangolare, con la base rivolta verso il rafe
faringeo e l’apice che raggiunge l’osso ioide:
- origine: grande e piccolo corno dell’osso ioide.
- Decorso: si irradia a ventaglio, sovrapponendosi al muscolo costrittore superiore. Si porta
posteriormente circondando la faringe.
- Inserzione: rafe faringeo
- Azione: costrittore dell’orofaringe.
Muscolo costrittore inferiore.
Il costrittore inferiore è il più esteso dei muscoli costrittori e nell’insieme ha forma di una lamina
trapezoidale:
- origine: linea obliqua della cartilagine tiroidea.
- Decorso: circonda la faringe portandosi indietro
- Inserzione: rafe faringeo.
- Azione: costrittore del laringofaringe. Elevatore della faringe.
Muscolo stilofaringeo
Il muscolo stilofaringeo è un piccolo muscolo elevatore della faringe:
- origine: faccia mediale del processo stiloideo (osso temporale)
- Decorso: si porta in basso obliquamente, dirigendosi in avanti, per raggiungere la parete
laterale della faringe, dove si rapporta con i muscoli costrittore medio e costrittore superiore.
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Laringe Forma, posizione e rapporti


La laringe è posta in posizione mediana nella loggia dei visceri del collo, al di sotto dell’osso ioide, a
livello delle vertebre da C4 a C6.
Le dimensioni della laringe, variano notevolmente in relazione al sesso e all’età, nonché da individuo a
individuo, ma mediamente sono:
- 4 cm di lunghezza
- 4 cm di larghezza
- 3,6 cm di diametro anteroposteriore.
La laringe è un condotto impari e mediano che inizia facendo seguito alla faringe, dietro la lingua, e Nell’infanzia è più piccola, ma va incontro ad ampliamento durante l’età della pubertà10 . Nella
continua nella trachea. Le sue funzioni prevedono: femmina, è in genere più corto e più ampio trasversalmente rispetto al maschio.
- passaggio d’aria La laringe ha una forma di piramide ad apice tronco con la base rivolta in alto:
- Emissione di suoni - le facce anterolaterale sono ricoperte dai lobi laterali della tiroide e, procedendo verso la
- Provvista di un dispositivo di chiusura che impedisce il passaggio del bolo alimentare durante la superficie,
deglutizione. - Dai muscoli sottoioidei
- Dalle fasce cervicali superficiale e media
- Dal platisma
- Dalla cute.
- Anteriormente, soprattutto nel maschio magro adulto, è visibile una prominenza laringea (o
pomo d’Adamo) corrispondente alla convergenza delle cartilagini tiroidee.
- Inferiormente si trova un’altra sporgenza, convessa, corrispondente all’anello della cartilagine
cricoide.
- La faccia posteriore è rivolta verso la faringe, alla cui parete è unita mediante connettivo lasso,
che consente una certa mobilità.
- La faccia posteriore sporge nella faringe con una curva convessa
- Nella parte più alta si trova l’incisura interaritenoidea.
- Lateralmente alla sporgenza laringea nella faringe, si delimitano le docce faringolaringee
(o seni piriformi).
Presso i margini posteriori della laringe decorrono:
- arteria carotide comune
- Vena giugulare interna
- Nervo vago
L’apertura superiore della laringe o adito laringeo mette in comunicazione la faringe con la
laringe:
- orifizio ovoidale inclinato dall’alto in basso in senso anteroposteriore
- Costituita in alto e in avanti dall’epiglottide
- Lateralmente dalle pieghe ariepiglottiche
- Posteriormente e in basso dall’apice delle cartilagini aritenoidee con le cartilagini corniculate,
separate dall’incisura interaritenoidea.
La laringe si alza e si abbassa:

10 tale cambiamento è responsabile delle modificazioni a livello vocale durante l’età dello sviluppo
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- attivamente durante la deglutizione, la respirazione e la fonazione


- Passivamente con i movimenti della colonna cervicale.
I mezzi di fissità della faringe sono dati da:
- continuità con la trachea e con il faringe
- Muscoli e legamenti che la connettono all’osso ioide (superiormente) e al torace (inferiormente)

Struttura
La laringe è formata da vari elementi cartilaginei articolati tra loro per contiguità e uniti a distanza
tramite dei legamenti:
- le cartilagini sono connesse anche ad organi contigui sempre mediante legamenti
- La mobilità reciproca dei vari elementi è dovuta alla presenza di un ricco corredo muscolare
intrinseco e estrinseco
Il complesso di cartilagini, muscoli e legamenti costituisce una cavità tappezzata da una tonaca
mucosa:
- sotto la tonaca mucosa si trova una membrana elastica che si fissa alle cartilagini.

Cartilagini.
Le principali cartilagini della laringe sono:
- cartilagine tiroide: impari, mediana, a forma di scudo, costituita da due lamine che occupano
le parti anterolaterali della faringe, nella sua porzione superiore.
- Cartilagine cricoide: impari, in forma di anello, posta subito sopra la trachea.
- Cartilagini aritenoidi: pari, in forma di piramidi, situate posteriormente al di sopra della
cricoide.
- Cartilagine epiglottide: impari, in forma di foglia, che sovrasta l’apertura superiore della
laringe.
A queste cartilagini si aggiungono piccole cartilagini accessorie:
- cartilagini corniculate
- Cartilagini cuneiformi
- Altre cartilagini minori.

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Cartilagine tiroide. Ha la forma di un anello con castone, in quanto:


La cartilagine tiroide è la più grande delle cartilagini laringee. È impari, situata nella parte anteriore e - davanti e ai lati è costituita da un anello
laterale della porzione superiore della laringe: - Indietro è costituita da una lamina o castone.
- sopra l’arco della cricoide Nella cartilagine cricoide si distinguono:
- Sotto l’osso ioide. - due superfici (interna e esterna)
Complessivamente ha la forma di uno scudo composto da due lamine quadrilatere verticali (dx e sx) - Due margini (superiore e inferiore)
che si fondono sulla linea mediana: La superficie esterna è convessa a livello dell’arco:
- danno origine ad un angolo aperto posteriormente che è
- nel punto in cui l’arco prosegue con la lamina, sono presenti le faccette articolari tiroidee,
- Retto nel maschio attraverso cui la cricoide si articola con le facce mediali dei corni inferiori della cartilagine tiroide
- Ottuso nella femmina e nel bambino - In corrispondenza della lamina, è percorsa da un rilievo mediano verticale, la cresta della
- La parte più sporgente dell’angolo è visibile dalla cute come pomo d’Adamo (prominenza lamina, ai lati del quale si aprono due fosse.
laringea) La superficie interna è prevalentemente liscia e leggermente concava nella parte superiore della
In ogni lamina si distingue: lamina.
- faccia laterale: pianeggiante, percorsa da una cresta detta linea obliqua che Il margine superiore nell’arco da attacco alla membrana cricotiroidea mentre nella lamina presenta
- inizia posteriormente e in alto con il tubercolo tiroideo superiore le due faccette articolari per le cartilagini aritenoidi.
- Termina inferiormente in basso con il tubercolo tiroideo inferiore. Il margine inferiore è praticamente orizzontale.
- Tale linea divide la faccia laterale della cartilagine tiroide in La cartilagine cricoide è di tipo ialino e può presentare calcificazione con il progredire dell’età.
- Regione anteriore: ricoperta dal muscolo tiroideo Cartilagini aritenoidi
- Regione posteriore: più ristretta, coperta dai muscoli sternotiroideo e costrittore Le cartilagini aritenoidi sono cartilagini pari poste nella parte superiore e posteriore della laringe,
inferiore della faringe. lateralmente alla linea mediana:
- Faccia mediale: liscia e lievemente concava. - poggiano sulle faccette articolari aritenoidee della lamina della cartilagine cricoide
- Margine superiore: è orizzontale e ondulato - Sono molto mobili in quanto ricevono l’inserzione di numerosi muscoli.
- Risulta depresso sulla linea mediana dall’incisura tiroidea superiore. - Hanno forma di piramide triangolare con base in basso e apice in alto.
- Margine inferiore: si trova un piccolo rilievo, il tubercolo tiroideo inferiore La base presenta la faccia articolare per la cartilagine cricoide, e emana due processi:
- Margine posteriore: rettilineo quasi verticale. - processo muscolare: diretto in dietro e lateralmente, da attacco ai muscoli cricoaritenoideo.
Il margine posteriore prosegue con due prolungamenti verticali: - Processo vocale: diretto indietro e allungato. Prosegue con il suo apice nel legamento vocale.
- corno tiroideo superiore La faccia posteriore è concava e corrisponde al muscolo aritenoideo trasverso.
- Corno tiroideo inferiore. La faccia anterolaterale è percorsa da un rilievo concavo verso l’alto che la divide in due fossette:
Il corno tiroideo superiore è più sviluppato di quello inferiore, in quanto può raggiungere i 2 cm di - fossa triangolare: superiore, da attacco al legamento ventricolare
altezza: - Fossa oblunga: inferiore, da attacco al muscolo vocale.
- Danno inserzione al legamento tiroideo laterale. La faccia mediale è piana in basso e ridotta a un margine in alto.
Il corno tiroideo inferiore è più corto (5-8 mm) e sulla faccia mediale della superficie libera presenta L’apice è ricurvo in senso posteromediale e si unisce alla cartilagine corniculate di Santorini.
una superficie articolare attraverso la quale si articola con la cricoide (faccetta articolare cricoidea). L’apice e il processo vocale sono formati da cartilagine elastica e la restante parte da cartilagine ialina.
La cartilagine tiroide è di tipo ialino e può presentare calcificazione con il progredire dell’età.
Cartilagine epiglottide
Cartilagine cricoide. La cartilagine epiglottide è una lamina di cartilagine rivestita di mucosa, impari e mediana, posta
La cartilagine cricoide è l’elemento scheletrico fondamentale della laringe, in quanto sostiene le sopra la cartilagine tiroide e dietro all’osso ioide:
altre cartilagini e da attacco a numerosi muscoli. - è lo scheletro della piega che separa la radice della lingua dalla cavità laringea
È posta nella parte inferiore dell’organo: - Ha la forma di foglia ovoidale, con picciuolo unito per mezzo di un legamento alla faccia interna
- sotto la cartilagine tiroide, con la quale si articola a livello dei corni inferiori dell’angolo della cartilagine tiroide (legamento tireoepiglottico), appena sotto l’incisura
- Sopra il primo anello tracheale, unita ad esso mediante il legamento cricotracheale che parte dal superiore.
suo margine inferiore. - Vista dalla faccia posteriore si presenta convessa in alto e concava in basso (ha profilo ad S)

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- Allo stato di riposo, è diretta in maniera obliqua dal basso all’alto e dall’avanti all’indietro. - Aricorniculate
Nella cartilagine epiglottide si distinguono due facce e un contorno. Articolazioni cricotiroidea
La faccia anteriore è unita alla parete faringea della lingua mediante le pliche glossoepiglottiche: Sono articolazioni pari, che mettono in rapporto:
- nella metà superiore è libera e rivestita da mucosa in continuità con quella buccale - faccette articolari poste sull’arco della cartilagine cricoide
- Nella sua metà inferiore è coperta da tessuto adiposo che riempie lo spazio tiroioepiglottico - Faccette articolari dei corni inferiori della cartilagine tiroide
La faccia posteriore è rivolta verso la cavità della laringe, e rivestita da mucosa laringea: Ogni capsula articolare cricotiroidea è sottile e lassa, ma rinforzata da fasci fibrosi, i legamento
- nella sua metà inferiore presenta il tubercolo epiglottico, che continua nel picciuolo a cui si ceratocricoidei.
attacca il legamento tiroepiglottico. Movimento:
Il contorno della cartilagine epiglottide si descrivono: - Le articolazioni cricotiroidea permettono alla cartilagine tiroide dei movimenti di inclinazione
- margine superiore o base: convesso con una lieve depressione al centro, continua con i anteroposteriore attorno ad un asse trasversale latero-laterale passante per le faccette articolari.
margini laterali. - Se la tiroide viene tenuta ferma, la lamina della cartilagine cricoide viene spinta posteriormente,
- Margini laterali: paiono dentellati per dare attacco alle pieghe ariepiglottiche. mentre il suo arco si avvicina al margine inferiore della tiroide.
Le superfici della cartilagine epiglottide sono cosparse di fossette dove si annidano le ghiandole della Articolazioni cricoaritenoidee
tonaca mucosa. Sono articolazioni pari che si svolgono tra:
La cartilagine dell’epiglottide è di tipo elastico. Funzionalmente, l’epiglottide è una piega valvolare che - faccette articolari cricoidee della cartilagine aritenoide
si abbassa a chiudere l’adito laringeo durante la deglutizione. - Faccette articolari aritenoidee poste sul margine superiore della lamina della cartilagine cricoide.
Cartilagini corniculate. Ogni capsula articolare cricoaritenoidea è rinforzata dai legamenti cricoaritenoidei che consentono
Le cartilagini corniculate sono due piccoli coni con gli apici incurvati a uncino medialmente e un certo movimento.
indietro: Movimento:
- si connettono per la base con l’apice delle cartilagini aritenoidi - le cartilagini aritenoidi possono ruotare attorno al oro asse verticale, inclinarsi in avanti, in dietro
- Posteriormente sporgono sul contorno dell’orifizio laringeo e lateralmente.
Sono ritenute porzioni indipendenti delle cartilagini aritenoidi, formate da cartilagine elastica. - La grande mobilità è importante nel meccanismo della fonazione, in quanto i movimenti delle
cartilagini aritenoidi regolano l’apertura della rima glottide e il grado di tensione dei
Cartilagini cuneiformi
legamenti vocali.
Hanno la forma di due piccoli bastoncelli e sono contenute in ognuna delle pieghe ariepiglottiche,
parallelamente al margine anteriore delle cartilagini aritenoidi. Articolazioni aricorniculate.
Le articolazioni aricorniculate sono pari e si stabiliscono tra:
La loro estremità anteriore determina un rilievo delle pieghe ariepiglottiche, detto tubercolo
cuneiforme. - apice delle cartilagini aritenoidi
Sono considerate come frammenti distaccati della cartilagine epiglottide. - Base delle cartilagini corniculate
Sono costanti e formati da cartilagine elastica. Nell’anziano, la base delle corniculate può fondersi con l’apice delle aritenoidi.
Membrane elastiche
Articolazioni e legamenti Le membrane elastiche sono tese subito al di sotto della mucosa. Le principali sono:
Le cartilagini laringee principali sono connesse tra loro mediante le articolazioni laringee o per - membrane quadrangolari
mezzo di legamenti intrinseci11. Anche delle membrane elastiche interconnettono i vari segmenti - Membrane elastiche delle parti media e inferiore della laringe
di cartilagini laringee.
Sono altresì presenti dei legamenti estrinseci che le uniscono agli organi vicini. Membrane quadrangolari
Le membrane quadrangolari sono pari e si estendono:
Articolazioni.
- dai margini laterali dell’epiglottide
Le articolazioni della laringe sono:
- Ai margini mediali delle cartilagini aritenoidi e alle cartilagini corniculate.
- cricotiroidea
Il margine superiore di ogni membrana è libero e ispessito e forma il legamento ariepiglottico. Il
- Cricoaritenoidee margine inferiore è anch’esso ispessito e forma il legamento ventricolare:

11 la distinzione in intrinseci e estrinseci prevede che i primi hanno origine e inserzione nell’organo stesso, mentre gli altri hanno un attacco su un organo differente.
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- questo è l’impalcatura di sostegno della corda vocale falsa (o piega ventricolare). - ramo interno del nervo laringeo superiore
Membrane elastiche della parete media della laringe - Vasi laringei superiori
Queste sono sottili e delimitano un diverticolo tappezzato da mucosa, detto ventricolo laringeo di Legamento cricotracheale
morgagni. Il legamento cricotracheale è teso tra:
Membrane elastiche della parte inferiore della laringe - margine inferiore della cartilagine cricoide
Le membrane elastiche della parte inferiore costituiscono il cono elastico: - margine superiore del primo anello tracheale.
- inferiormente si inserisce sulla circonferenza superiore dell’anello della cartilagine cricoide Legamento ioepiglottico
- Risale restringendosi e appiattendosi in due lamine, destra e sinistra, Il legamento ioepiglottico è teso tra:
- Queste terminano con un margine libero superiore e convergono verso la linea mediana. Si - corpo dell’osso ioide
fissano - Faccia anteriore della cartilagine epiglottide.
- Anteriormente sulla faccia interna della cartilagine tiroide È un legamento di natura elastica e favorisce il ritorno dell’epiglottide dopo la deglutizione.
- Posteriormente a livello del processo vocale della cartilagine aritenoide.
Legamento glossoepiglottico
- Il margine libero ispessito prende il nome di legamento vocale
Il legamento glossoepiglottico fissa l’epiglottide alla lingua e solleva la plica glossoepiglottica
- Assieme al muscolo vocale costituisce la corda vocale vera, tesa tra la cartilagine tiroide e mediana.
aritenoidea
È di natura elastica
- Ha natura elastica e consente di modificare la lunghezza della corda vocale.
Legamento faringoepiglottico.
Legamenti intrinseci Il legamento faringoepiglottico è teso tra:
I legamenti intrinseci sono: - faringe
- legamento tiroepiglottico - margine laterale della cartilagine epiglottide.
- Legamento cricocorniculato
Il legamento tiroepiglottico è elastico e fissa il picciuolo dell’epiglottide all’angolo della faccia Muscoli
interna anteriore della cartilagine tiroide
I muscoli laringei sono tutti striati volontari, e si distinguono in:
Il legamento cricocorniculato o legamento giugale è elastico:
- muscoli intrinseci: hanno entrambi i capi inseriti su cartilagini laringee
- inizia alla parte mediana del margine superiore della lamina cricoide
- Muscoli estrinseci: hanno un capo di inserzione su parti ossee o su organi vicini.
- Si estende nell’intervallo tra le due cartilagini aritenoidi e si biforca per raggiungere le due
Sono intrinseci i muscoli:
cartilagini corniculate.
- cricotiroideo
Legamenti estrinseci - Cricoaritenoideo posteriore
I legamenti estrinseci, presenti come legamenti propri o come membrane, connettono la laringe a:
- Cricoaritenoideo laterale
- osso ioide - Tiroaritenoideo
- Lingua - Aritenoideo trasverso
- Faringe - Aritenoideo obliquo
- Primo anello tracheale - Ariepiglottico
Membrana tiroioidea Questi muscoli intrinseci sono tutti pari, salvo il muscolo aritenoideo che è impari.
La membrana tiroioidea è una lamina fibroelastica tesa tra: I muscoli estrinseci sono:
- margine superiore del corpo e delle grandi corna dell’osso ioide - sternotiroideo
- Margine superiore della cartilagine tiroide e corni superiori. - Tiroioideo
La membrana tiroidea è ispessita nel mezzo e sui lati, formando: - Stilofaringeo (cfr. faringe)
- il legamento tiroioideo mediano - Faringopalatino (cfr. palato)
- Legamenti tiroioidei laterali. - Costrittore inferiore della faringe (cfr. faringe)
La membrana tiroioidea è attraversata lateralmente da: I muscoli estrinseci sono già stati descritti.

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Muscoli intrinseci
I muscoli intrinseci possono allargare o restringere la rima della glottide:
- allargare: consentono la respirazione
- Restringere: consentono la fonazione
Muscolo cricotiroideo
Il muscolo cricotiroideo è posto nella parte inferiore della faccia anterolaterale della laringe:
- ha forma di triangolo, con apice tronco che si fissa all’arco cricoideo e la base che raggiunge il
margine inferiore della cartilagine tiroide
- Origine: apice sull’arco cricoideo
- Decorso: si sdoppia in due fasci
- Parte retta: fascio mediale, quasi orizzontale
- Parte obliqua: si porta obliquamente dal basso in alto
- Inserzione: margine inferiore della cartilagine tiroide
- Azione: l’azione è quella di un muscolo fonatore, poiché qualunque capo fisso si prenda,
tende i legamenti vocali (tensore delle corde vocali)
- Cartilagine tiroide fissa: → sposta indietro la cartilagine cricoide
- Cartilagine cricoide fissa → sposta avanti e in basso la cartilagine tiroide
Muscolo cricoaritenoideo posteriore
Il muscolo cricoaritenoideo posteriore è posto dietro alla cartilagine cricoide, sotto la mucosa
faringea. Ha forma triangolare:
- origine: con l’apice dalla fossa della lamina della cartilagine cricoide
- Decorso: si porta lateralmente e verso l’alto fino al processo muscolare della cartilagine
aritenoide
- Inserzione: processo muscolare
- Azione: contraendosi i muscoli pari tirano medialmente, indietro e in basso i processi muscolari
delle aritenoidi
- Causano l’innalzamento e l’allontanamento dei processi vocali delle aritenoidi
- Si dilata la rima glottide
- Principale muscolo respiratore.
Muscolo cricoaritenoideo laterale
Il muscolo cricoaritenoideo laterale è posto lateralmente al cono elastico ed è coperto dalla
lamina della cartilagine tiroide. Ha forma triangolare e prevede:
- origine: margine superiore dell’arco cricoideo
- Inserzione: processo muscolare dell’aritenoide
- Azione: contraendosi assieme al muscolo controlaterale, inclina medialmente i processi vocali:
- Si avvicinano le corde vocali e si stringe la rima glottide
- Ha azione antagonista al cricoaritenoideo posteriore, quindi è un muscolo fonatore.
Muscolo tiroaritenoideo
Il muscolo tiroaritenoideo è un muscolo costrittore della glottide (fonatore) che prevede:
- origine: faccia posteriore della lamina tiroidea, vicino all’angolo.

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- Decorso con due fasci (laterale e mediale) che si portano in dietro e in alto decorrendo nella
corda vocale
- Inserzione: margine laterale, fossa oblunga e processo vocale dell’aritenoide.
- Azione: la sua contrazione tende la corda vocale, quindi è un muscolo fonatore.
Muscolo aritenoideo obliquo
Il muscolo aritenoideo obliquo è un muscolo posto superficialmente al muscolo cricoaritenoideo
posteriore:
- origine: processo muscolare del’aritenoide
- Decorso: passa sulla faccia posteriore della stessa cartilagine, entra nella plica interaritenoidea
e si fa controlaterale, incrociando il suo omologo e fondendosi in parte con il muscolo
ariepiglottico
- Inserzione: apice dell’aritenoide dell’altro lato.
- Azione: agiscono restringendo l’adito laringeo e il vestibolo della laringe.
Muscolo aritenoideo trasverso
Il muscolo aritenoideo trasverso è l’unico muscolo intrinseco impari ed è ricoperto posteriormente
dai due muscoli aritenoidei obliqui:
- teso tra: margini laterali delle due cartilagini aritenoidi
- Azione: avvicina le cartilagini aritenoidi e la porzione intercartilaginea della rima della glottide.
Muscolo ariepiglottico
Il muscolo ariepiglottico è uno dei muscoli costrittori della laringe:
- origina: in parte dalla porzione alta del margine laterale dell’aritenoide e in parte dall’aritenoideo
obliquo
- Decorso: penetra nella plica ariepiglottica
- Inserzione: margine laterale dell’epiglottide
- Azione: avvicina le pieghe ariepiglottiche sulla linea mediana e trae in basso l’epiglottide
- Concorre a chiudere l’adito laringeo
La chiusura dell’adito laringeo è dovuta realmente a due principali meccanismi:
- passaggio del bolo alimentare che spinge in basso e in dietro l’epiglottide
- Innalzamento della laringe durante la deglutizione ad opera dei muscoli della faringe.

Configurazione interna.
La laringe presenta una cavità che è delimitata dalle varie formazioni cartilaginee, legamentose e
muscolari, tutte rivestite da una tonaca mucosa.
Alla cavità della laringe, con conformazione interna parecchio complessa, si giunge attraverso
l’apertura superiore o adito della laringe.

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Apertura superiore o adito della laringe Cavità della laringe


L’adito della laringe è un’apertura a contorno ovale con asse maggiore diretto sagittalmente, La cavità della laringe è molto meno ampia della circonferenza esterna dell’organo:
obliquo in basso e indietro: - nella sua parte media è una fessura sagittale p.e. La presenza da ciascun lato di due rilievi
- le dimensioni e la forma variano in rapporto a orizzontali a direzione anteroposteriore
- Età - Pieghe ventricolari sono superiori e anche dette corde vocali false
- Sesso - Pieghe vocali inferiori, sono le corde vocali vere.
- Movimenti della respirazione, fonazione e deglutizione - Tali pliche permettono di distinguere la cavità laringea in tre porzioni
- È delimitato - Segmento superiore o sopraglottico o vestibolo laringeo
- Anteriormente: margine libero dell’epiglottide - Segmento medio, corrispondente alla parte più ristretta
- Lateralmente e posteriormente: due pieghe della mucosa, le pieghe ariepiglottiche - Segmento inferiore o sottoglottico
- Congiungono i margini laterali dell’epiglottide con la sommità delle cartilagini aritenoidi Vestibolo laringeo
- Nel tratto posteriore delle pieghe ariepiglottiche si trovano due tubercoli corrispondenti Il vestibolo laringeo è la porzione compresa tra l’adito della laringe e la rima del vestibolo, tra le
alle cartilagini cuneiforme e corniculate. pieghe ventricolari.
Le pieghe ariepiglottiche convergono sulla linea mediana posteriormente e delimitano una fessura È limitato:
verticale detta incisura interaritenoidea che: - anteriormente dalla faccia posteriore dell’epiglottide,
- si pone tra le estremità delle due cartilagini aritenoidi - lateralmente dalla faccia mediale delle pieghe ariepiglottiche,
- La mucosa vi si pone sopra formando una piega interaritenoidea - posteriormente dalla faccia anteriore della piega interaritenoidea.
L’orifizio della laringe è mantenuto aperto o viene riaperto dopo la deglutizione dall’elasticità
dell’epiglottide e dei legamenti: Segmento medio
Il segmento medio della laringe presenta da ciascun lato due rilievi orizzontali diretti
- ioepiglottico
anteroposteriormente:
- Glossoepiglottico
- piega ventricolare
Quando i muscoli costrittori si rilasciano, contribuiscono a portare l’epiglottide nella posizione di
- Piega vocale
riposo.
Tra le due pieghe si ha una fessura che immette in un diverticolo della cavità laringea, il ventricolo
Attraverso questa fessura, il muco che risale dalla trachea si riversa nella laringofaringe e nell’esofago.
laringeo di Morgagni.
In maniera analoga i succhi gastrici possono salire e irritare la mucosa laringea.
Tra le pieghe ventricolari è compresa la rima del vestibolo.
Tra le pieghe vocali è compresa la rima della glottide.
Pieghe ventricolari
Le pieghe ventricolari o corde vocali false, non coprono l’intera lunghezza della faringe, poiché si
estendono:
- dall’angolo della cartilagine tiroide
- Alle cartilagini cuneiformi
Tali pieghe contengono nel proprio spessore:
- legamento ventricolare
- Ghiandole laringee medie
Pieghe vocali
Le pieghe vocali o corde vocali vere, si trovano sotto alle pieghe ventricolari e sono tese:
- dall’angolo della cartilagine tiroide
- Al processo vocale delle cartilagini aritenoidi
In sezione frontale mostrano tre facce:
- faccia superiore: pressoché orizzontale, delimita l’accesso al ventricolo laringeo

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- Faccia mediale: rivolta in basso e verso il lume della laringe Il ventricolo si prolunga superiormente e anteriormente in un diverticolo, l’appendice del ventricolo,
- Faccia laterale: aderente alla parete laterale della faringe. che si trova tra il muscolo tiroaritenoideo e:
Il margine libero di ciascuna corda vocale vera sporge all’interno della cavità e delimita la rima della - esternamente → lamina tiroidea
glottide. - Internamente → legamento ariepiglottico
Le pieghe vocali contengono nel loro spessore: Segmento inferiore
- nel tratto anteriore (parte membranosa): legamento vocale, muscolo vocale Il segmento inferiore, detto anche segmento sottoglottico, si estende tra:
- Nel tratto posteriore (parte cartilaginea): processo vocale delle cartilagini aritenoidi - la glottide
Rima della glottide - piano passante per il margine inferiore della cartilagine cricoide
La rima della glottide è il punto più stretto della cavità laringea. Ha forma triangolare con: È delimitato:
- apice anteriore che corrisponde all’angolo della cartilagine tiroidea - anteriormente → parte inferiore della cartilagine tiroide, legamento cricotiroideo, faccia interna
- Base posteriore tra le cartilagini aritenoidi dell’arco cricoideo
Ampiezza e forma della rima variano in relazione a: - Lateralmente → cono elastico
- sesso - Posteriormente → lamina cricoidea
- Età A differenza della parte media della laringe, che era appiattita a fessura sagittale orizzontale, il
- Differenti fasi della respirazione e della fonazione. segmento inferiore ha forma quasi cilindrica.
In una reazione infiammatoria acuta (es allergica) la mucosa laringea può andare incontro a edema12
riducendo il passaggio d’aria. In caso di ostruzione completa, questa si realizza soltanto nel segmento
superiore
- il connettivo della lamina propria della piega ventricolare è più lasso e cede facilmente
- Il connettivo della lamina propria delle corde vocali è molto più rigido e elastico, difficile da
distendere.

Fonazione
La fonazione è una funzione complessa che avviene con la partecipazione di vari organi:
- polmoni: regolano la quantità di aria espirata e la pressione
- Rima glottide: mette in vibrazione le corde vocali
- Ampiezza e tensioni sono determinanti nel determinare il tipo di suono emesso, poiché
maggiore è la tensione delle corde e più il suono è acuto.
- La vibrazione tuttavia provoca suoni deboli in assenza di un consono apparato di risonanza.
- Cavità faringea: primo apparato di risonanza
Ventricolo laringeo - Cavità orale: secondo apparato di risonanza, accoppiato alla cavità faringea
Il ventricolo laringeo (di Morgagni) comunica con la cavità principale della laringe tramite una Gli apparati di risonanza agiscono in realtà anche come filtri sonori, in quanto:
fessura ellittica, allungata dall’avanti all’indietro: - possono modificare le lunghezze d’onda, mascherare toni e aggiungere alcune fondamentali
- delimitata frequenze armoniche
- Superiormente → faccia inferiore della piega ventricolare - La distanza tra la rima della glottide e la rima buccale è molto importante
- Inferiormente → faccia superiore della corda vocale vera - L’innalzamento e l’abbassamento della laringe contribuisce a produrre toni rispettivamente
- Profondità varia con lo stato di contrazione della muscolatura più acuti o più gravi

12 per edema si intende la ritenzione d’acqua e il rigonfiamento dei tessuti in seguito ad un processo infiammatorio.

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- La lingua, le labbra e tutti gli altri organi o microcavità della bocca, sono fondamentali
Fissazione della gabbia toracica
nell’articolazione dei suoni, permettendo il linguaggio.
La contrazione combinata dei muscoli costrittori della laringe è in grado di chiudere completamente la
rima della glottide:
- in tale condizione le pieghe vocali sono strettamente addossate tra loro, comportandosi come
uno sfintere.
Se si inspira profondamente aria:
- si chiude la rima della glottide
- Si contraggono i muscoli anterolaterali dell’addome e si può aumentare la pressione all’interno
del torace
Tale successione di movimenti è detta manovra di Valsalva e viene utilizzata in clinica per lo studio
dell’emodinamica cardiaca:
- Il medesimo risultato si ottiene anche cercando di soffiare con forza quando la bocca e il naso
sono tappati
- Si ottiene anche l’apertura delle tube uditive, con l’aumento della pressino nell’orecchio medio
Nella pratica quotidiana, la chiusura della rima della glottide dopo un’inspirazione profonda e la
contrazione dei muscoli addominali offrono un solido sostegno ai muscoli del tronco e del cingolo
scapolare, consentendo di compiere sforzi di notevole intensità:
- ad esempio il sollevamento dei pesi
- Tale azione si dice fissazione della gabbia toracica e può essere considerata un’ulteriore
funzione della laringe.

Vasi e nervi
Le arterie della laringe sono per ogni lato:
- arteria laringea superiore (tiroidea superiore)
- Arteria cricoidea (tiroidea superiore)
- Arteria laringea inferiore (tiroidea inferiore)
Le vene fanno a capo, attraverso le vene tiroidee superiori alla giugulare interna e alle tiroidee inferiori.
I linfatici sono molto numerosi e suddivisibili in due gruppi:
- parte sopraglottica che drenano nei linfonodi giugulari interni
- Parte sottoglottico, che attraverso l’intermezzo dei linfonodi prelaringei e pretracheali terminano
in
- Linfonodi giugulari
- Linfonodi sopraclaveari
- Linfonodi sternocleidomastoidei
I nervi della laringee provengono dai rami vagali:
- nervo laringeo superiore
- Nervo laringeo inferiore
Il nervo laringeo superiore fornisce:
- rami sensitivi a tutta la mucosa laringea
- Rami motori per il muscolo cricotiroideo

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Il nervo laringeo inferiore o ricorrente è esclusivamente motore e innerva tutti gli altri muscoli della
laringe:
- per i suoi rapporti anatomici, il nervo laringeo ricorrente può essere danneggiato o reciso
durante interventi chirurgici sulla tiroide
- Lesione di uno solo dei nervi laringei inferiori produce abbassamento della voce, in quanto la
paralisi della muscolatura dallo stesso lato è compensata in parte dal muscolo cricotiroideo.

Struttura della mucosa laringea


La tonaca mucosa della laringe è formata da un epitelio di rivestimento e una lamina propria.
L’epitelio è batiprismatico pseudostratificato cigliato, con intercalate cellule caliciformi mucipare,
tipico epitelio respiratorio:
- è pavimentoso composto in vicinanza dell’adito laringeo con probabili calici gustativi
Sui labbri vocali è presente epitelio pavimentoso composto, in quanto questi si sfregano sempre tra
loro:
- idoneo a sollecitazioni meccaniche
- La corda vocale vera presenta infatti colore biancastro rispetto al resto della faringe
La lamina propria è sottile e contiene linfociti che, nella parte superiore del ventricolo, si organizzano
in noduli e formano la tonsilla laringea:
- ricca di fibre elastiche che si propagano anche nelle membrane elastiche
- Continua poi con il pericondrio delle cartilagini o con il connettivo che riveste i muscoli.
Una tonaca sottomucosa è più evidente nella parte inferiore della laringe, verso la trachea.

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Tiroide
circostanti;
- dalla faccia posteriore della guaina si prolungano tralci connettivali che assicurano l’organo alle
cartilagini retrostanti:
- Legamento sospensore o mediano: lega alla cartilagine tiroide
- Legamenti laterali interni: si portano alla cricoide e ai primi anelli tracheali
- Legamenti laterali esterni: legano alla guaina fibrosa che riveste il fascio vascolonervoso
del collo.
- La carotide comune decorre molto vicino ai lobi laterali della tiroide, tanto da poter lasciare un
piccolo solco.
La tiroide è una ghiandola endocrina situata in posizione ben apprezzabile al tatto nella regione
- La tiroide è solidale alla laringe e trachea nei suoi movimenti.
anteriore mediana del collo.
- Posteriormente il lobo sinistro viene i contatto con una piccola porzione della faccia anteriore del
tubo faringoesofageo
Forma, posizione e rapporti. - In tale interstizio decorre il nervo laringeo inferiore o ricorrente.
La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla, costituita da: La guaina peritiroidea circoscrive un ambito all’interno del quale è contenuta la ghiandola, rivestita
- due lobi laterali dalla propria capsula connettivale:
- Un istmo impari mediano che unisce i due lobi. - le due membrane sono separate da un complicato intreccio vascolare a cui contribuiscono le
La ghiandola si estende per circa 3 cm da metà altezza della cartilagine tiroide sino a circa il 5° anello arterie e vene dell’organo
tracheale: - Tale interstizio è detto spazio pericoloso peritiroideo.
- lo spessore varia da circa 2 cm alla base a circa 0,5 cm all’apice. Lungo il versante posteriore, nello spazio pericoloso o talvolta anche all’interno della ghiandola, sono
- L’istmo può presentare un prolungamento verticale mediano, che risale fino all’osso ioide, il situate le quattro ghiandole paratiroidi.
lobo piramidale13 .
- Normalmente la ghiandola si estende per circa 7 cm in senso latero-laterale Vasi e nervi
- Presenta tuttavia, dal punto di vista morfologico, una notevole variabilità individuale. Le La tiroide è irrorata dalle seguenti arterie:
dimensioni variano infatti in relazione a
- arterie tiroidee superiori: pari, rami delle carotidi esterne. Raggiungono l’organo dall’alto
- Sesso
- Arterie tiroidee inferiori: pari, giungono dal tronco tireocervicale della succlavia
- Età (molto piccola alla nascita e più estesa nell’adulto)
- Arteria tiroidea ima: incostante, nasce dalla brachiocefalica o dalla carotide comune e decorre
- Alimentazione e ambiente in cui si vive. sulla linea mediana della trachea, per giungere a vascolarizzare l’istmo.
Esternamente la tiroide presenta una superficie liscia, rossa scura, e con consistenza decisamente
In prossimità del polo inferiore dei due lobi tiroidei, tra i rami di divisione della tiroidea inferiore, transita
molle.
dal basso verso l’alto il nervo laringeo inferiore o ricorrente:
La tiroide è applicata sulla superficie ventrale della laringe e dei primi due anelli tracheali:
- questo passa in un occhiello vascolare tra i rami dell’arteria tiroidea inferiore
- parzialmente ricoperta dai muscoli sottoioidei
- In caso di tiroidectomia tale rapporto deve essere tenuto ben presente quando ci si accinge a
- Stenrocleidoioideo legare questo vaso.
- Sternotiroideo
Le vene provenienti dal circolo intratiroideo contribuiscono a formare un plesso nello spazio
- Omoioideo
pericoloso, da cui originano:
- Anche rivestita dalla fascia cervicale media che li avvolge.
- vene tiroidee superiori: tributarie della giugulare interna
- Medialmente solo dalle fasce cervicali media e superficiale sovrapposte
- Vene tiroidee inferiori: sboccano nelle vene brachiocefaliche.
- Più lateralmente anche dai muscoli compresi nello sdoppiamento della fascia cervicale
I linfatici sono tributari:
media.
La ghiandola si trova compresa in una guaina fibrosa considerata una dipendenza della fascia
cervicale media, la guaina peritiroidea, attraverso la quale entra in rapporto con gli organi

13 questo lobo piramidale o piramide di Morgagni testimonia il percorso compiuto dalla ghiandola durante la sua organogenesi, ovvero una discesa
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- verso l’alto → linfonodi della catena giugulare interna


- Verso il basso → linfonodi pre e paratracheali
La tiroide riceve nervi da:
- simpatico cervicale
- Nervi laringei (rami del vago)

La crescita e differenziazione normale degli organi dipendono dagli ormoni tiroidei:


- ossa, capelli, tessuto connettivo e tessuto nervoso necessitano di T3 e T4.

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Paratiroidi
- Gli ormoni tiroidei facilitano l’azione dell’ormone della crescita (GH)
L’ipertiroidismo, ovvero un aumento della presenza di ormoni tiroidei in circolo, causa:
- elevata temperatura corporea
- Perdita di peso
- Aumento dell’appetito
- Tachicardia e ipertensione
- Aumento delle dimensioni della tiroide (gotta)
L’ipotiroidismo provoca una riduzione del metabolismo basale, i cui sintomi sono:
- bassa temperatura corporea Le paratiroidi, normalmente quattro, due superiori e due inferiori, sono adese alla capsula
connettivale, lungo il margine posteriore dei due lobi tiroidei, all’interno della guaina peritiroidea nello
- Aumento di peso, riduzione dell’appetito
spazio pericoloso.
- Brachicardia,
- Ipotensione
Forma, posizione e rapporti
- Apatia
- Ipotonia muscolare. Ciascuna paratiroide ha forma sferoidale di piccolissime dimensioni:
Se la ridotta secrezione tiroidea si manifesta nell’infanzia, si verificano anche: - circa 1 mm di diametro
- anomalie dei tessuti - Peso di 0,2-0,5 g
- Ritardo nello sviluppo del sistema nervoso - Colore rosso bruno virante al giallo in età avanzata.
- Crescita alterata La posizione normale delle paratiroidi prevede:
Il cretinismo è una forma di ritardo mentale in persone di bassa statura causata da ipotiroidismo - la paratiroide superiore a circa 1/3 superiore del margine posteriore della tiroide
nell’età dello sviluppo. - La paratiroide inferiore vicino al polo inferiore del lobo laterale
Il quadro di iposecrezione degli ormoni tiroidei nell’adulto è detto mixedema. Tuttavia, sono frequenti paratiroidi soprannumerarie in posizioni ectopiche:
Il normale funzionamento della tiroide prevede un corretto apporto di iodio. In carenza di questo ione, - verso l’apertura superiore del torace
la tiroide diviene ipertrofica determinando il gozzo colloidale: - Nel mediastino anteriore, vicino al timo
- aumento di volume della ghiandola che sporge dal collo - All’interno del parenchima tiroideo
- Spesso non si accompagna a ipertiroidismo o ipotiroidismo Tuttavia il rapporto delle paratiroidi inferiori con l’arteria tiroidea inferiori e con il nervo ricorrente è
costante.

Vasi e nervi
L’arteria che provvede all’irrorazione è la arteria tiroidea inferiore.
Le vene sono tributarie del plesso peritiroideo, che defluisce nelle vene tiroidee.
I nervi e i linfatici sono i medesimi della tiroide.

Struttura.
Ogni paratiroide ha un aspetto lobulare, sedimentata da esili tralci di connettivo che si dipartono da
una capsula connettivale che funge da rivestimento esterno:
- con il procedere dell’età lo stroma si infiltra di tessuto adiposo e relega il parenchima in piccoli
nidi.
Il parenchima ghiandolare risulta costituito da cordoni di cellule, in cui si distinguono due tipi:
- cellule principali
- Cellule ossifile

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Le cellule principali si possono presentare sotto diversi aspetti morfologici:


- cellule principali scure: elementi attivi, leggermente basofile e piuttosto piccole.
- Cellule principali chiare: hanno diametro maggiore e sono poco colorabili. Ridotto il
contenuto di granuli. Non hanno funzioni particolari.
Le cellule ossifile sono cellule debolmente acidofile, assenti alla nascita:
- compaiono attorno ai primi 6 anni di vita
- Aumentano progressivamente di numero senza mai raggiungere il numero delle cellule principali.
- Le cellule ossifile possono rappresentare un particolare stadio funzionale delle cellule principali.

Paratormone
Il paratormone è l’ormone di natura polipeptidica secreto dalle paratiroidi:
- polimero di 84 aminoacidi derivante da un prormone più grosso
- Ha azione ipercalcemizzante, che si esplica a livello di
- Osso → stimola il riassorbimento ad opera degli osteoclasti
- Rene → agisce sull’escrezione dei fosfati, con conseguente aumento della concentrazione
degli ioni calcio nel sangue
- Mucosa intestinale → favorisce l’assorbimento del calcio attraverso il metabolismo della
vitamina D3, la quale
- Come 7-diidrocolesterolo viene sintetizzata a livello cutaneo
- Passa nel rene dove subisce una prima trasformazione in vitamina D3.
- Passa nel fegato dove viene idrossilata
- Torna nel rene, dove per effetto del paratormone, viene nuovamente idrossilata a forma
attiva della vitamina D (1,25-colecalciferolo), che agisce sulla mucosa intestinale
stimolando l’assorbimento del calcio introdotto con la dieta.
Forme patologiche connesse alle paratiroidi sono:
- iperparatiroidismo, primario o secondario
- Ipoparatiroidismo, normalmente in seguito a ablazione delle ghiandole a seguito di
tiroidectomia.
L’iperparatiroidismo si manifesta con fenomeni di osteoporosi e deposizioni di sali di calcio in vari
tessuti o come calcoli renali.
L’ipoparatiroidismo ha una sintomatologia classica, detta tenia paratireopriva:
- contrattura più o meno generalizzata dell’apparato muscolare per carenza di ioni calcio.

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Arterie di testa e del collo


- Giungono a livello del margine superiore della cartilagine tiroidea della laringe, dove si biforcano
in
- Carotide esterna: si distribuisce alla superficie esterna del cranio, alla faccia e alla parte
alta del collo.
- Carotide interna: irrora gli organi contenuti nelle cavità craniche e orbitarie.
Il decorso delle carotidi, in proiezione superficiale è una linea che:
- parte dall’articolazione sternoclavicolare
- Giunge fino al punto medio tra l’angolo della mandibola e il processo mastoideo del temporale.
Le carotidi comuni risalgono nel collo nel fascicolo vascolonervoso, avvolte da una guaina
Arteria carotide comune connettivale che continua con la fascia cervicale media, assieme a:
- vena giugulare interna
Le arterie carotidi comuni destra e sinistra sono i principali vasi arteriosi per l’irrorazione della - Nervo vago
testa e del collo.
Ogni arteria carotide comune presenta, all’estremità superiore nei pressi della biforcazione, una
L’arteria carotide comune destra origina dal tronco brachicefalico alla base del collo e dietro dilatazione detta seno carotideo:
l’articolazione sternoclavicolare:
- In tal punto la tonaca media è sottile e l’avventizia è molto spessa e ricca di barocettori,
- è di pertinenza del collo e basta terminazioni nervose provenienti dal nervo glossofaringeo (IX)
- Più corta di circa 2 cm rispetto alla carotide comune sinistra - rappresenta un barocettore, sensibile cioè alle variazioni di pressione sanguigna.
L’arteria carotide comune sinistra ha origine direttamente dall’arco dell’aorta, a livello del torace. - Talvolta il seno carotideo può essere presente soltanto nella carotide interna o estendersi in tutti
e due i tratti (comune e interna)
Tratto toracico dell’arteria carotide comune sinistra. Nell’angolo della biforcazione dell’arteria carotide comune si trova il glomo carotideo:
Nel torace, la carotide comune sinistra risale fino all’articolazione sternoclavicolare sinistra, per - corpuscolo bruno rossastro
proseguire con il suo tratto cervicale.
- Ha funzioni di chemocettore, sensibile a:
Topografia - pO2
Anteriormente: in rapporto con i muscoli sternoioideo e sternotiroideo, con la vena brachiocefalica - pCO2
sinistra, con residui di timo, pleura e polmone sinistra. Tali strutture la separano dal manubrio dello
- pH
sterno.
Posteriormente. In rapporto con: Topografia
- trachea Anteriormente. L’arteria carotide comune è incrociata in avanti dal tendine intermedio o dal ventre
superiore del muscolo omoioideo, a livello della cartilagine cricoide.
- Arteria succlavia sinistra
Sotto il muscolo omoioideo, la carotide è coperta da:
- Margine sinistro dell’esofago
- fascia cervicale superficiale
- Nervo laringeo ricorrente di sinistra
- Platisma
- Dotto toracico.
- Fascia cervicale media
A destra. In rapporto con il tronco brachiocefalico in basso. In alto contrae rapporti con:
- Muscoli: sternocleidomastoideo, sternotiroideo, sternoioideo
- trachea
Sopra il muscolo omoioideo è coperta da:
- Vene tiroidee inferiori
- fascia cervicale superficiale
- Residui del timo
- Platisma
A sinistra. Prende rapporti con il nervo vago e il nervo frenico, con la pleura e con il polmone sinistro.
- Fascia cervicale media
Tratto cervicale delle arterie carotidi comuni - Muscolo sternocleidomastoideo.
Prende rapporto anche con altri nervi:
Le due carotidi comuni risalgono nel collo con decorso molto simile:
- Ramo discendente dell’ansa cervicale del nervo ipoglosso
- divergono dalle articolazioni sternoclavicolare (si portano in alto leggermente oblique verso
l’esterno) - Rami cardiaci superiori del vago.

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Posteriormente. L’arteria carotide comune, rivestita posteriormente dalla fascia cervicale profonda,
entra i rapporto con:
- catena cervicale del simpatico
- Arteria cervicale ascendente
- Muscoli lunghi del collo e della testa
- Tratto tendineo del muscolo scaleno anteriore
- Processi trasversi delle vertebre cervicali.
Il tubercolo anteriore del processo trasverso della 6° vertebra cervicale (tubercolo di Chassignac) è
il punto di repere per la carotide comune.
Medialmente. In posizione mediale alla carotide comune si trovano:
- esofago
- Trachea
- Arteria tiroidea inferiore
- Nervo laringeo ricorrente
- Laringe e faringe
Lateralmente. Lateralmente si collocano:
- vena giugulare interna, che nel tratto terminale si porta davanti alla carotide
- Nervo vago, posterolateralmente, tra arteria e vena.

Rami collaterali.
Normalmente non emette rami collaterali se non per la guaina carotidea. Tuttavia, raramente alcuni
collaterali possono nascere dalla carotide comune:
- arteria vertebrale
- Arteria tiroidea superiore
- Arteria faringea ascendente
- Arteria linguale
- Arteria tiroidea inferiore
- Arteria occipitale.

Rami terminali.
I rami terminali, come già accennato, sono i due rami carotidei successivi alla biforcazione:
- arteria carotide esterna
- Arteria carotide interna.

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Arteria carotide esterna.


L’arteria carotide esterna irrora il collo, la faccia e le pareti del cranio:
- origina dalla carotide comune all’altezza del margine superiore della cartilagine tiroidea (C3-C4)
- Si dirige in alto per dividersi nei suoi rami terminali circa 4 cm sopra l’angolo della mandibola
All’origine, l’arteria carotide esterna si trova nel triangolo carotideo, anteriormente e medialmente
alla carotide interna:
- superficialmente: margine anteriore del muscolo sternocleidomastoideo. Ansa tra nervo
cutaneo trasverso del collo e branca cervicale del nervo facciale.
- Lateralmente: incrociata dal nervo ipoglosso e dalle vene linguale, facciale e tiroidea superiore.
- Medialmente: ha rapporto con la parete laterale della faringe, il nervo laringeo superiore e
l’arteria faringea ascendente.
- Più in alto, dopo essere uscita dal triangolo carotideo, si sposta lateralmente alla carotide
interna
- Passa sotto il ventre posteriore del digastrico e il muscolo stiloioideo
- Dopo essere passata sopra la parotide, penetra nello spessore di questa.
- Nella parotide decorre medialmente e profondamente rispetto al nervo facciale, e al tratto di
unione tra le vene mascellare e temporale superficiale.
Dopo avere emesso numerosi collaterali, sotto il meato acustico esterno e anteriormente al processo
mastoideo del temporale, si divide nei suoi rami terminali:
- arteria temporale superficiale
- Arteria mascellare.

Rami collaterali. Arteria tiroidea superiore.


I rami collaterali della carotide esterna sono: L’arteria tiroidea superiore origina dalla parete anteriore della carotide esterna, a livello del grande
corno dell’osso ioide:
- arteria tiroidea superiore
- si dirige in basso, in avanti e medialmente, per poi scendere verticalmente
- Arteria faringea ascendente
- Raggiunge l’apice del lobo laterale della ghiandola tiroide, dove si divide nei suoi rami terminali.
- Arteria linguale
Il territorio di distribuzione è dato da:
- Arteria facciale
- muscoli sottoioidei e sternocleidomastoideo
- Arteria occipitale
- Laringe
- Arteria auricolare posteriore.
- Ghiandola tiroide
I rami terminali sono due, che irrorano rispettivamente la parte anteriore e posteriore della tiroide.
Rami collaterali.
I rami collaterali dell’arteria tiroidea superiore sono:
- arteria sottoioidea
- Arteria sternocleidomastoidea
- Arteria laringea superiore
- Arteria cricotiroidea
L’arteria sottoioidea decorre lungo il margine inferiore dell’osso ioide, profondamente al muscolo
tiroioideo:

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- si anastomizza con quella del lato opposto - si anastomizza con il controlaterale


- Si distribuisce ai muscoli sottoioidei - Localizzato tra i muscoli genioglossi e genioioidei.
L’arteria sternocleidomastoidea si dirige in basso e lateralmente: Le arterie dorsali della lingua nascono profondamente al muscolo ioglosso, risalgono fino al dorso
- incrocia il fascio vascolonervoso del collo della lingua e si distribuiscono:
- Si porta alla faccia profonda del muscolo sternocleidomastoideo. - alla parte posteriore della lingua,
L’arteria laringea superiore decorre medialmente, assieme al nervo laringeo interno, tra i muscoli - all’arco palatoglosso,
tiroioideo e la membrana tiroioidea: - al palato molle
- perfora la parte inferiore di tale membrana e si divide in - Alla tonsilla palatina
- Ramo ascendente per l’epiglottide - All’epiglottide
- Ramo discendente che si distribuisce al recesso piriforme e ai muscoli laterali posteriori della L’arteria sottolinguale origina presso il margine del muscolo ioglosso:
laringe. - decorre tra i muscoli miloioideo e genioglosso
L’arerai cricotiroidea è un sottile ramo che si anastomizza con il controlaterale incrociando il - Si distribuisce alla ghiandola sottolinguale
legamento cricotiroideo. - Fornisce anche la mucosa della bocca e delle gengive.

Arteria faringea ascendente


L’arteria faringea ascendente è il più piccolo ramo collaterale della carotide esterna: Arteria profonda della lingua.
L’arteria profonda della lingua è il ramo terminale dell’arteria linguale, e decorre sulla faccia inferiore
- origina dalla faccia posteriore della carotide esterna a circa 2 cm dalla sua nascita
della lingua, assieme al nervo linguale:
- Decorre in alto, davanti e medialmente alla carotide interna, sulla parete laterale della faringe
- accanto al frenulo linguale, si porta fino all’apice, dove si anastomizza con l controlaterale.
- Raggiunge la base del cranio.
- Nel decorso è situata tra il muscolo genioglosso (mediale) e il muscolo longitudinale anteriore
- Distribuzione: faringe, muscoli lungo della testa e del collo, tronco simpatico, tonsilla palatina, della lingua (laterale).
cavo del timpano, dura madre della fossa cerebellare.
I rami collaterali dell’arteria faringea ascendente sono:
- arterie faringee: si distribuiscono alla faringe e alla tonsilla palatina, nonché alla tuba uditiva.
- Arteria timpanica inferiore: attraversa il canalicolo temporale assieme al ramo timpanico del
nervo glossofaringeo e irrora la parete mediale del cavo del timpano.
Il ramo terminale è considerato l’arteria meningea posteriore, che passa attraverso il foro
giugulare e irrora la fossa cerebellare.
Altri rami meningei perforano il foro lacero e si distribuiscono ai nervi, alla dura madre e all’osso
occipitale.

Arteria linguale
L’arteria linguale nasce dalla carotide esterna all’altezza del grande corno dell’osso ioide:
- può originare in un tronco comune con la facciale o dall’arteria mascellare.
- Termina in corrispondenza dell’apice della lingua, come arteria profonda della lingua.
- Distribuzione: muscoli sopraioidei, tonsilla palatina, ghiandola sottolinguale e lingua.
Rami collaterali.
I rami collaterali dell’arteria linguale sono:
- arteria sopraioidea
- Arterie dorsali della lingua
- Arteria sottolinguale
L’arteria sopraioidea è un ramo sottile che si porta lungo il margine superiore dell’osso ioide:

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Arteria facciale - nasce all’altezza della radice del naso


- Decorre sulla superficie del naso esterno anastomizzandosi con l’arteria dorsale del naso
L’arteria facciale è il più voluminoso ramo collaterale della carotide esterna:
- nasce sopra l’origine dell’arteria linguale, immediatamente sopra il grande corno dell’osso ioide. - Può continuare mediante un ramo sottile (arteria angolare), con l’arteria nasale dell’arteria
oftalmica.
- Risale lungo la parete laterale della faringe, appoggiata al muscolo costrittore superiore
- Incrocia il polo posteriore della ghiandola sottomandibolare e, profondamente ad essa si crea un
solco sotto il muscolo pterigoideo interno.
- Giunge al margine inferiore della mandibola e piega verso l’alto, passando davanti al massetere
- Con decorso sinuoso si dirige verso la commessura boccale
- Risale nel solco nasolabiale tra guancia e naso
- Nell’orbita si anastomizza con le arterie rami dell’oftalmica.
Il territorio di distribuzione è costituito da:
- palato molle
- Tonsilla palatina
- Ghiandola sottomandibolare
- Cute
- Muscoli del mento
- Labbra
- Naso esterno.
Rami collaterali
I rami collaterali dell’arteria facciale si dividono in:
- cervicali
- Facciali
I rami cervicali sono:
- arteria palatina ascendente: risale lungo la parete della faringe e si porta ai muscoli e alla
mucosa del palato molle.
- Arteria tonsillare: può originare dalla facciale o dalla palatina ascendente. Decorre tra lo
pterigoideo interno e lo stiloglosso. Attraversa il costrittore superiore della faringe e si porta a
irrorare la tonsilla e la parte posteriore della lingua.
- Rami ghiandolari sottomandibolari: irrorano l’omonima ghiandola.
Arteria occipitale.
- Arteria sottomentale: è il ramo più ampio. Decorre sul muscolo miloioideo, medialmente alla
L’arteria occipitale nasce dalla faccia posteriore della carotide esterna, allo stesso livello delle arterie
sottomandibolare e si anastomizza con l’arteria sottolinguale e con il ramo miloioideo delle
facciale e linguale:
arterie alveolari inferiori (mascellare).
- A livello del mento si divide in rami superficiali e profondi che si distribuiscono alla cute, ai - si porta posteriormente, in alto e lateralmente, passando prima sotto al ventre posteriore del
muscolo digastrico, poi nel solco dell’arteria occipitale sul processo mastoideo
muscoli e al labbro inferiore.
- Arteria labiale inferiore: dall’angolo della bocca si porta a irrorare i muscoli pellicciai e li labbro - Decorre coperta dal muscolo splenio del collo, attraversa le intersezioni dello
sternocleidomastoideo e trapezio
inferiore. Si anastomizza con quella del lato opposto.
- Arteria labiale superiore: più larga e tortuosa della inferiore. Decorre sul margine superiore del - Risale con decorso ascendente sull’aponeurosi cranica, irrorando le parti molli della regione
occipitale.
labbro in posizione sottomucosa. Si distribuisce al labbro superiore e alla parte inferiore del setto
nasale. Il territorio di distribuzione prevede:
- muscoli laterali e posteriori del collo
Rami terminali.
- Padiglione auricolare
Il ramo terminale dell’arteria facciale è l’arteria nasale laterale:

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- Dura madre della fossa cranica posteriore Il ramo auricolare è il ramo terminale anteriore, che decorre tra il padiglione auricolare e il processo
- Muscoli e cute della regione occipitale mastoideo:
I rami collaterali dell’arteria occipitale sono: - irrora la superficie mediale del padiglione
- arteria mastoidea: attraversa il foro mastoideo per distribuirsi alle cellule pneumatiche - Può anastomizzarsi con l’arteria temporale superficiale.
mastoidee e alla dura madre Il ramo occipitale è posto posteriormente al precedente e si distribuisce al muscolo occipitale e alla
- Ramo auricolare: parte mediale del padiglione auricolari. cute della regione circostante.
- Rami muscolari: muscoli sternocleidomastoideo, digastrico, stiloioideo, splenio, lungo e
lunghissimo della testa
- Ramo discendente: sono rami anastomotici che si anastomizzano con il ramo superficiale
dell’arteria cervicale trasversa e una branca profonda che si colloca tra il semifinale della testa e
del collo.
- Rami meningei: attraversano il canale condiloideo e il foro giugulare, per distribuirsi alla dura
madre occipitale e ai nervi cranici (IX, X, XI, XII)
L’arteria da luogo a rami terminali occipitali che, decorrendo tra la cute e il muscolo
occipitofrontale, si distribuiscono al muscolo occipitale e alla cute:
- si anastomizzano con
- Rami del lato opposto,
- Arterie auricolare posteriore e temporale superficiale.
- Può originare un ramo meningeo che attraversa il foro parietale.

Arteria auricolare posteriore


L’arteria auricolare posteriore origina dalla faccia posteriore della carotide esterna sopra il ventre
posteriore del digastrico e sopra lo stiloioideo:
- risale tra la parotide e il processo stiloideo fino al solco tra padiglione auricolare e processo
mastoideo.
- Si divide poi nei suoi rami terminali
- Ramo auricolare
- Ramo occipitale
- Il territorio di distribuzione dell’arteria auricolare posteriore è costituito da:
- Cavo del timpano
- Cellule mastoidee Rami terminali della carotide esterna.
- Padiglione auricolare
- Muscoli digastrico, stiloioideo e sternocleidomastoideo Arteria temporale superficiale.
- Parotide L’arteria temporale superficiale origina nella ghiandola parotide, dietro il collo della mandibola:
- Cute della regione occipitale. - risale davanti al targo e incrocia la radice posteriore del processo zigomatico dell’osso
Il ramo collaterale è l’arteria stilomastoidea che attraversa l’omonimo foro e irrora: temporale
- nervo facciale - Si divide, nella regione temporale, in due rami
- Cavità del timpano - Ramo frontale
- Cellule mastoidee - Ramo parietale
- Stapedio - All’interno della parotide è incrociata da
- Canali semicircolari. - Rami temporale e zigomatico del nervo facciale.

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- È accompagnata dalla vena temporale superficiale e dal nervo auricolotemporale. - Pterigoidea


Il territorio di distribuzione comprende: - Pterigopalatina.
- ghiandola parotide
- Articolazione temporomandibolare
- Muscoli massetere, temporale e della regione frontale
- Cute della faccia, del padiglione auricolare, della regione frontale, parietale.
Rami collaterali.
I rami collaterali dell’arteria temporale superficiale sono:
- arteria trasversa della faccia
- Rami auricolari anteriori
- Arteria zigomaticorbitale
- Arteria temporale media.
L’arteria trasversa della faccia origina dall’arteria temporale superficiale all’interno della ghiandola
parotide:
- la attraversa e decorre sulla superficie esterna del muscolo massetere, tra l’arcata zigomatica e il
dotto parotideo, accompagnata dai rami del nervo facciale.
- I suoi rami terminali si anastomizzano con le arterie
- Facciale
- Masseterina
- Buccale
- Lacrimale
- Infraorbitaria
L’arteria zigomaticorbitale raggiunge l’angolo laterale dell’orbita decorrendo sul bordo superiore
dell’arcata zigomatica.
L’arteria temporale media origina sopra la radice posteriore dell’arcata zigomatica:
- attraversa la fascia temporale e si distribuisce al muscolo temporale.
- Si anastomizza con le arterie temporali profonde dell’arteria mascellare.
Rami terminali
I rami terminali sono i due rami frontale e parietale.
Il ramo frontale si dirige anteriormente e superiormente distribuendosi alla cute e ai muscoli della
regione frontale.
Il ramo parietale è più grosso e risale sui lati della testa, distribuendosi alla fascia temporale
anastomizzandosi con gli altri rami controlaterali o occipitali.

Arteria mascellare
L’arteria mascellare è il ramo più voluminoso della carotide esterna:
- origine: dietro al collo della mandibola, nella ghiandola parotide.
- Decorso: passa medialmente al collo della mandibola, attraversa la fossa infratemporale e si
dirige superficialmente o profondamente al muscolo pterigoideo esterno
- Termina: termina nella fossa pterigopalatina, dividendosi in tre porzioni
Il territorio di distribuzione è esposto a seconda delle porzioni in tabella.
- Mandibolare
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Porzione mandibolare Cavità del timpano, meato acustico esterno, dura madre della - Ramo mentale: fuoriesce dal foro mentoniero e si distribuisce al mento. Si
fossa cranica media, delle pareti e della volta cranica, arcata anastomizza con le arterie sottomentoniera e labiale inferiore.
dentale inferiore, mento. Porzione pterigoidea
Porzione pterigoidea Muscoli della fossa temporale, pterigoidei, massetere e I rami collaterali della porzione pterigoidea sono:
buccinatore. - arterie temporali profonde
Porzione pterigopalatina Arcata dentale superiore, labbro superiore, muscoli dell’occhio, - Rami pterigoidei
sacco lacrimale, palato (duro e molle), tonsilla palatina, volta della - Arteria masseterina
faringe, tuba uditiva, parte posteriore ella cavità nasale, seni - Arteria buccinatoria o buccale
paranasali.
Le arterie temporali profonde si suddividono in anteriore e posteriore e decorrono tra il muscolo e
l’osso temporale:
- si distribuiscono prevalentemente al muscolo temporale
Porzione mandibolare
- Si anastomizzano con l’arteria temporale media.
La porzione mandibolare decorre orizzontalmente tra il collo e la mandibola, seguendo il margine
inferiore del muscolo pterigoideo interno. I rami perigoidei sono variabili per numero e origine e si distribuiscono ai due muscoli omonimi.
I rami collaterali sono: L’arteria masseterina decorre dietro il tendine del muscolo temporale:
- arteria auricolare profonda: nasce a livello della parotide e irrora la cute e la membrana del - dopo aver passato l’incisura della mandibola si distribuisce alla faccia profonda (mediale) del
timpano. muscolo massetere.
- Arteria timpanica anteriore: penetra nella cassa del timpano attraverso la fessura L’arteria buccinatoria assieme al nervo buccinatoria, decorre tra il muscolo pterigoideo interno e
petrotimpanica e si distribuisce alla mucosa, al versante interno della membrana del timpano e l’inserzione del temporale, per irrorare la superficie del muscolo buccinatore (muscolo interno alla
agli ossicini dell’orecchio. guancia).
- Arteria meningea media: è il più grande dei rami che originano dall’arteria mascellare. Risale Porzione pterigopalatina
lungo la faccia mediale del muscolo pterigoideo esterno e, passando tra le due radici del nervo I rami collaterali della porzione pterigopalatina sono:
auricolotemporale, penetra attraverso il foro spinoso nella fossa cranica media. - arteria alveolare superiore posteriore
- Decorre in un solco nella squama del temporale, dirigendosi lateralmente e in avanti - Arteria infraorbitaria
- Si divide infine in numerosi rami terminali. - Arteria palatina maggiore
- Rami gangliari: per il ganglio semilunare di Gasser (trigemino) - Arteria faringea
- Ramo petroso: penetra nello hiatus del nervo grande petroso e irrora il nervo facciale - Arteria del canale pterigoideo
con il suo ganglio L’arteria alveolare superiore posteriore scende in avanti e in basso sulla tuberosità mascellare:
- Arteria timpanica superiore: percorre il canale del muscolo tensore del timpano e lo
- si divide in piccoli rami che penetrano nei forami alveolari della mascella
irrora.
- irrorano le radici dei molari e premolari superiori, le gengive e la mucosa del seno mascellare.
- Rami temporali: si anastomizzano con le arterie temporali profonde.
L’arteria infraorbitaria origina frequentemente assieme all’alveolare superiore posteriore:
- Ramo anastomotico per l’arteria lacrimale: può essere presente e penetrare
attraverso la fessura orbitale superiore anastomizzandosi con l’arteria lacrimale. - penetra nella cavità orbitaria attraverso la fessura orbitaria inferiore
- Rami terminali anteriore e posteriore: si distribuiscono alla dura madre e all’osso - Percorre il solco e il canale infraorbitaria assieme all’omonimo nervo
parietale e alla parte squamosa delle ossa frontale e temporale - Emerge sulla faccia attraverso il forame infraorbitario e sotto al muscolo elevatore del labbro
- Arteria alveolare inferiore: discende tra il ramo della mandibola e il legamento inferiore.
sfenomandibolare All’interno della cavità orbitaria fornisce:
- Fornisce un ramo miloioideo che scende nell’omonimo solco del ramo della mandibola e - rami orbitari per il muscolo retto inferiore e obliquo inferiore
irrora l’omonimo muscolo. - Rami alveolari superiori anteriori, che si distribuiscono ai denti canini e incisivi superiori, alle
- L’arteria alveolare inferiore penetra assieme al nervo alveolare inferiore nel canale gengive e alla mucosa del seno mascellare.
mandibolare I rami terminali dell’arteria infraorbitaria risalgono in parte nella faccia, fino all’angolo interno dell’occhio
- All’altezza del primo premolare si divide in e del sacco lacrimale e in parte discendono per il labbro superiore, mentre si anastomizzano con:
- Ramo incisivo: si anastomizza con il controlaterale irrorando gli incisivi - i rami terminali dell’arteria facciale

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- Il ramo dorsale del naso dell’arteria oftalmica


- Le arterie trasversa della faccia e buccinatoria
Arteria carotide interna
L’arteria palatina maggiore o discendente discende il canale pterigopalatina assieme al nervo L’arteria carotide interna nasce dall’arteria carotide comune a livello del margine superiore della
palatino anteriore: cartilagine tiroidea della laringe:
- fornisce arterie palatine minori che attraversano i canali palatini e si distribuiscono al palato molle - decorre in alto e indietro, fino all’orifizio inferiore del canale carotideo dell’osso temporale
e alla tonsilla - Attraversa il canale e penetra nella cavità cranica, passando sopra la cartilagine che oblitera il
- Dopo aver attraversato il canale pterigopalatina, emerge sulla volta del palato attraverso il foro foro lacero e ripiega verso l’alto penetrando nel seno cavernoso della dura madre con un tragitto
palatino maggiore e si dirige in avanti in vicinanza del margine alveolare del palato duro. a S.
- Entra nel canale incisivo e si anastomizza con un ramo dell’arteria sfenopalatina (ramo terminale - In corrispondenza del processo crinoide anteriore, l’arteria si volge superiormente con decorso
dell’arteria mascellare). verticale e perfora la dura madre
L’arteria faringea decorre nel canale faringeo con il ramo faringeo del ganglio pterigopalatina: - Fornisce l’arteria oftalmica e termina, sotto la sostanza perforata anteriore dell’encefalo,
- si distribuisce alla mucosa della volta della cavità nasale e della faringe, al seno sfenoidale e alla dividendosi nelle arterie
tuba uditiva - Cerebrale anteriore,
L’arteria del canale pterigoideo percorre il canale pterigoideo e irrora la mucosa del segmento - Cerebrale media
superiore della faringe, la tuba uditiva e la cavità del timpano. - Coroidea anteriore
Rami terminali. - Comunicante posteriore.
Il ramo terminale dell’arteria mascellare è l’arteria sfenopalatina: Il territorio di distribuzione della carotide interna è costituito da:
- attraversa il foro sfenopalatino e penetra nella cavità nasale, dove si divide in - encefalo e formazioni intracraniche,
- Rami nasali posteriori laterali → cornetti nasali e conche, nonché seni paranasali. - cavità orbitaria
- Si anastomizzano con le arterie etmoidali e con i rami nasali dell’arteria palatina - Cavità nasali
maggiore.
- Rami nasali posteriori mediali → irrorano il setto nasale. Topografia
- Si anastomizzano con le arterie etmoidali. Nel collo, la carotide interna si trova:
- inizialmente posteriore e laterale alla carotide esterna
- Successivamente si colloca medialmente, dietro al muscolo stiloioideo e al ventre posteriore del
muscolo digastrico14.
A questo livello, la carotide è in rapporto:
- anteriormente: prolungamento faringeo della parotide
- Posteriormente: fascia cervicale profonda, muscoli prevertebrali e catena cervicale del
simpatico
- Medialmente: con la parete laterale della faringe
- Lateralmente: con i muscoli stiloglosso e stilofaringeo e con il nervo glossofaringeo (IX).
Nel suo decorso, la carotide interna è accompagnata dalla vena giugulare interna, che si pone
all’esterno e posteriormente. Il nervo vago si trova posteriormente nello spazio compreso tra
l’arteria e la vena.
Nel canale carotideo, la carotide interna si pone in rapporto con il plesso carotideo del simpatico, e
con la cavità del timpano attraverso le pareti ossee:
- lateralmente: con la tuba uditiva
- Anteriormente: con la coclea

14 il muscolo digastrico si inserisce sulla base del cranio a livello dell’incisura digastrica sul processo mastoideo dell’osso temporale.
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- Posteriormente: con il ganglio semilunare di Gasser.


Nella cavità cranica all’interno del seno cavernoso, la carotide interna è circondata da filamenti nervosi
del simpatico, che costituiscono il plesso cavernoso:
- ha anche rapporto con il nervo abducente
- Con i nervi oculomotore, trocleare e oftalmico, che percorrono la parete laterale del seno
cavernoso.
All’uscita del seno cavernoso, la carotide incrocia lateralmente il nervo ottico, attraversa l’aracnoide e
giunge ala sua terminazione.

Rami collaterali
Nel collo l’arteria carotide interna non fornisce rami collaterali.
Nel canale carotideo fornisce:
- arteria carotideotimpanica
- Arteria pterigoidea
- Rami cavernosi
- Rami ipofisari
- Ramo meningeo
Nella cavità cranica da solo l’arteria oftalmica.
L’arteria carotideotimpanica attraversa la parete posteriore del canale carotideo e entra nel cavo
del timpano:
- si anastomizza con l’arteria stilomastoidea e con il ramo timpanico anteriore dell’arteria
mascellare.
L’arteria pterigoidea è incostante:
- entra assieme all’omonimo nervo nel canale pterigoideo
- Si anastomizza con l’arteria palatina maggiore
I rami cavernosi sono piccoli e numerosi vasi sanguigni che originano all’interno del seno cavernoso:
- irrorano il ganglio del trigemino, le pareti dei seni cavernoso e petroso inferiore e i nervi
contenuti.
Il ramo meningeo decorre sulla piccola ala dello sfenoide per vascolarizzare la dura madre e l’osso
della fossa cranica anteriore.

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Arteria oftalmica. Nel suo decorso, l’arteria oftalmica è accompagnata da:


- vena oftalmica superiore
L’arteria oftalmica origina dall’arteria carotide interna appena dopo che questa è uscita dal seno
cavernoso (livello del processo clinoideo anteriore): - Nervo ottico
- attraversa il canale ottico e entra nella cavità orbitaria Il territorio di distribuzione è costituito da:
- Decorre lateralmente e sotto il nervo ottico - cavità orbitaria e suo contenuto
- Nella cavità orbitaria si dirige in avanti e medialmente, circondando il nervo ottico - Palpebre
- Si porta sull’angolo interno dell’orbita - Dura madre della fossa cranica anteriore
- Termina tra la troclea del muscolo obliquo superiore e il legamento palpebrale mediale, per - Volta e pareti laterali delle cavità nasali
dividersi nei suoi rami terminali: Rami collaterali
- Arterie palpebrali mediali I rami collaterali dell’arteria oftalmica sono:
- Arteria dorsale del naso - arteria centrale della retina: primo e più piccolo ramo.
- Arteria frontale - Origina nel canale ottico e decorre nella guaina durale del nervo ottico.
- A circa 1,5 cm dal bulbo oculare penetra nella superficie del nervo e vi decorre assialmente
all’interno fino alla papilla ottica.
- Nella papilla l’arteria centrale della retina si divide un un ramo ascendente e uno
discendente.
- Ciascun ramo si divide poi in due rami, laterale e mediale.
- Si risolvono in una rete vascolare nello strato delle fibre ottiche della retina.
- Arteria lacrimale: origina poco dopo l’entrata dell’arteria oftalmica nella cavità orbitale.
- Decorre sul margine superiore del muscolo retto laterale, assieme al nervo lacrimale.
- Irrora la ghiandola lacrimale, posta nella fossa lacrimale (lateralmente nell’orbita).
- Emette numerosi rami, che irrorano tutti le zone vicine:
- Rami zigomatici: attraversano il foro zigomatico-orbitario e si distribuiscono alla fossa
temporale
- Ramo meningeo ricorrente: dalla parte laterale della fessura orbitaria superiore si
distribuisce alla dura madre e si anastomizza con un ramo dell’arteria meningea media.
- Rami muscolari: si distribuiscono ai muscoli dell’orbita assieme ai rami del nervo
oculomotore.
- Arterie palpebrali laterali: sono i rami terminali, che decorrono in ciascuna palpebra
in direzione mediale, formando due archi tarsali (superiore e inferiore).
- Arterie ciliari: si distinguono in posteriori lunghe, posteriori brevi e anteriori.
- Arterie ciliari posteriori lunghe: originano dall’arteria oftalmica sotto il nervo ottico e si
distribuiscono alla tela coroidea e ai processi ciliari. Forniscono dei rami, le arterie ciliari
brevi, che si distribuiscono alla coroidea.
- Arterie ciliari anteriori: originano dai rami muscolari dell’arteria oftalmica e si portano ad
irrorare la superficie anteriore del bulbo.
- I rami di divisione si anastomizzano a formare un anello attorno all’iride (grande
cerchio arterioso dell’iride)
- Arteria sovraorbitaria: origina dal tratto dell’arteria oftalmica che incrocia il nervo ottico.
- Passa tra i muscoli retto superiore e elevatore della palpebra superiore e esce dall’orbita
attraverso il solco sovraorbitaria (assieme al nervo)

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- I suoi rami terminali si distribuiscono alla cute, ai muscoli e alle ossa della regione frontale.
- Arterie etmoidali posteriore e anteriore: nel tratto in cui l’arteria oftalmica percorre la parte
mediale dell’orbita, vengono emesse due arterie etmoidali nei due canali etmoidali, assieme agli
omonimi nervi.
Rami terminali.
I rami terminali dell’arteria oftalmica sono:
- arterie palpebrali mediali: passano dietro al sacco lacrimale e si distribuiscono alle parti
mediali delle palpebre
- Si anastomizzano con le arterie palpebrali laterali dell’arteria lacrimale per formare le arcate
tarsali.
- Arteria frontale o sovratrocleare: emerge nell’angolo superiore e mediale dell’orbita e risale
nella fronte distribuendosi alla cute e ai muscoli epicranici.
- Arteria dorsale del naso: esce dall’orbita passando tra il legamento palpebrale mediale e la
troclea del muscolo obliquo superiore.
- Irrora il sacco lacrimale (posto medialmente, nella parete del naso) e la superficie laterale del
naso
- Si anastomizza con
- Arteria dorsale del naso controlaterale
- Arteria nasale laterale (a. Facciale)

Rami terminali della carotide interna

Arteria coroidea anteriore.


L’arteria coroidea anteriore è un ramo piccolo, ma costante, che si porta indietro e lateralmente:
- attraversa la fessura coroidea e termina nel plesso coroideo del corno inferiore del ventricolo
laterale.
- Territorio di distribuzione: plesso coroideo del ventricolo laterale, con strutture encefaliche
come
- Globus paludi
- Nucleo caudato
- Amigdala
- Ipotalamo
- Sostanza nera
- Capsula interna
- Radiazione ottica
- Ippocampo e fimbrie del fornice.

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Arteria cerebrale anteriore.


L’arteria cerebrale anteriore nasce a livello dell’estremità mediale della scissura laterale di Silvio
(telencefalo):
- decorre in avanti e medialmente sopra il nervo ottico
- Raggiunge la fessura interemisferica
- Si anastomizza con l’arteria controlaterale mediante un breve ramo trasversale,
l’arteria comunicante anteriore.
- Decorre carnalmente nella fessura interemisferica circondando il ginocchio del corpo calloso per
poi giungere fino allo splenio dopo aver circondato il corpo calloso
- Si anastomizza con l’arteria cerebrale posteriore.
Il territorio di distribuzione è costituito da:
- lamina terminale
- Sostanza perforata anteriore
- Corpo calloso
- Nucleo caudato
- Putamen
- Globus pallidus Arteria comunicante posteriore
- Giro retto
L’arteria comunicante posteriore origina dalla superficie posteriore della carotide interna:
- Lobo olfattorio
- decorre posteriormente sopra il nervo oculomotore
- Colonne del fornice
- Si anastomizza con l’arteria cerebrale posteriore (ramo dell’arteria basilare) partecipando alla
- Porzione mediale dei lobi frontale e parietale. costituzione del poligono di Willis.
- Talvolta ha calibro maggiore della cerebrale posteriore.
Arteria cerebrale media.
Dona alcuni rami che irrorano il chiasma ottico, l’ippocampo, il peduncolo cerebrale e il talamo.
L’arteria cerebrale media è il ramo terminale della carotide interna con diametro maggiore:
- decorre nella scissura laterale di Silvio
- A livello dell’insula si divide nei suoi rami corticali superficiali
Nel primo tratto fornisce rami centrali o perforanti:
- penetrano nella sostanza perforata anteriore e irrorano i nuclei della base
- Sono divisi in arterie striate laterali e mediali.
I rami corticali si suddividono in:
- orbitali: per la circonvoluzione frontale inferiore e superficie orbitale laterale del lobo frontale
- Frontali: per le circonvoluzioni prerolandica e postrolandica
- Temporali per la superficie laterale del lobo temporale.
In genere, il territorio di distribuzione dell’arteria cerebrale media è costituito da:
- nuclei della base
- Capsula interna
- Circonvoluzioni frontali e parietali
- Lobo temporale

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Arterie vertebrali
L’arteria vertebrale origina dalla parete superiore e posteriore della prima porzione dell’arteria
succlavia:
- si dirige in dietro, in alto e lateralmente, passando attraverso i fori trasversari delle vertebre da
C6 all’atlante
- In seguito si porta in dietro alla massa laterale dell’atlante e perfora la membrana atlantoccipitale
posteriore e la dura madre
- Penetra attraverso il foro occipitale nella cavità cranica, dirigendosi in alto e in avanti,
lateralmente al bulbo
- A livello della superficie ventrale del bulbo si unisce con la controlaterale a formare il
tronco basilare.
Il territorio di distribuzione è costituito da:
- muscoli semispinali retti e obliqui della testa
- Midollo spinale cervicale
- Bulbo
- Cervelletto
- Dura madre della fossa cerebellare.

Rami collaterali.
I rami collaterali dell’arteria vertebrale si distinguono in:
- rami cervicali
- Arterie spinali
- Rami muscolari
- Rami intracranici
Circolo arterioso di Willis. - Rami meningei
Il circolo arterioso di Willis è un sistema anastomotico centrale tra le due arterie carotidi interne e - Arteria spinale posteriore
l’arteria basilare, originata dalla confluenza delle due arterie vertebrali: - Arteria spinale anteriore
- si trova nella cisterna interpeduncolare, - Arteria cerebellare inferiore posteriore.
- Circonda il chiasma ottico e il peduncolo infundibolare.
Posteriormente, l’arteria basilare si divide nelle due arterie cerebrali posteriori, che sono Rami cervicali
collegate alle carotidi interne attraverso l’arteria comunicante anteriore (impari). Le arterie spinali penetrano nel canale vertebrale attraverso i fori intervertebrali e irrorano le vertebre,
Anche anteriormente, le due arterie cerebrali anteriori (carotide interna) sono collegate da una il canale, le meningi e il midollo spinale cervicale.
struttura impari, l’arteria comunicante anteriore. I rami muscolari originano dall’arteria vertebrale a livello del passaggio attorno alla massa laterale
Attraverso questo circolo anastomotico si mettono in comunicazione le carotidi interne e le due arterie dell’atlante:
vertebrali (arterie succlavie): - si distribuiscono ai muscoli prevertebrali, spinodorsali e intertrasversari
- consente una circolazione di sangue in varie direzioni - Si possono anastomizzare con l’arteria occipitale e con le cervicali ascendente e profonda.
- Permette di equilibrare gli scompensi di pressione.
Il circolo di Willis in un’elevata percentuale di casi presenta variazioni anatomiche consistenti in
ipoplasia, assenza o duplicazione di alcuni dei suoi tratti anastomotici.

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Rami intracranici
I rami meningei originano in prossimità del grande foro occipitale e irrorano le strutture ossee e la
dura madre della fossa cerebellare.
Arteria spinale posteriore.
L’arerai spinale posteriore origina in vicinanza del bulbo o dall’arteria cerebellare posteriore
inferiore:
- decorre posteriormente alle radici dorsali dei nervi spinali, nel solco laterale posteriore del
midollo spinale
- Si anastomizza con piccoli rami spinali delle arterie vertebrale, cervicale ascendente, intercostali
posteriori e 1° lombare che entrano attraverso i fori vertebrali.
- Raggiungono la parte inferiore del midollo spinale anastomizzandosi longitudinalmente tra le
controlaterali.
Arteria spinale anteriore
L’arteria spinale anteriore discende anteriormente al bulbo encefalico unendosi con la
controlaterale a metà del bulbo stesso:
- deriva un tronco unico che decorre nella fessura mediana anteriore del midollo spinale
- Si anastomizza con i rami spinali derivanti dalle arterie
- Vertebrale
- Cervicale ascendente
- Intercostali posteriori
- 1° lombare.
Arteria cerebellare inferiore posteriore.
L’arteria cerebellare inferiore posteriore è il ramo più grosso dell’arteria vertebrale:
- origina a livello del polo inferiore dell’oliva bulbare
- Piega posteriormente sulla superficie laterale del bulbo, passando tra le radici dei nervi vago e
glossofaringeo
- Raggiunge il margine inferiore del ponte, dove scende lungo il margine anterolaterale del IV
ventricolo.
- Il ramo mediale decorre tra l’emisfero cerebellare e il verme, distribuendosi a tutti e due.
- Il ramo laterale vascolarizza l’emisfero cerebellare nella sua superficie inferiore.
Si anastomizzano con le arterie cerebellari e superiore anteriore.

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Tronco basilare
Il tronco basilare è il ramo terminale comune alle due arterie vertebrali, localizzato a livello del solco
bulbopontino:
- decorre nel solco basilare della superficie ventrale del ponte, fino al margine superiore del ponte,
dove si divide nei suoi rami pari, le arterie cerebrali posteriori.
Il territorio di distribuzione è costituito da:
- ponte
- Orecchio interno
- Cervelletto
- Corteccia temporale e occipitale
- III ventricolo
- Talamo
- Ipotalamo
- Mesencefalo
Rami collaterali.
I rami collaterali del tronco basilare sono:
- arteria cerebellare inferiore anteriore: origina dalla parte inferiore dell’arteria basilare e si
porta indietro per distribuirsi alla regione anteriore degli emisferi cerebellari.
- Arteria uditiva interna: può originare dalla porzione inferiore dell’arteria basilare o dall’arteria
cerebellare inferiore. Si distribuisce all’orecchio interno
- Rami pontini: si portano al ponte. Sono numerosi
- Arteria cerebellare superiore: nasce in prossimità della terminazione dell’arteria basilare.
Contorna il peduncolo cerebrale e si distribuisce alla superficie superiore del cervelletto.

Rami terminali: arterie cerebrali posteriori.


Le arterie cerebrali posteriori nascono dal tronco basilare anteriormente ad esso:
- ricevono entrambe l’arteria comunicante posteriore omolaterale.
- Si dirigono superiormente e posteriormente contornando il peduncolo cerebrale
- Ciascuna decorre tra i lobi temporale e occipitale.
- Terminano come arteria calcarina a livello della superficie cerebrale del tentorio.
I collaterali sono:
- arterie centrali: per le pareti del III ventricolo, talamo e ipotalamo
- Rami peduncolari: per il mesencefalo
- Rami corticali: per i lobi temporale e occipitale.

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Vene della testa e del collo


È possibile che, come per le arterie, esista una terza vena, la vena tiroidea ima, impari e mediana,
che sbocca nel tronco venoso brachiocefalico sinistro.

Vena vertebrale
La vena vertebrale è una vena pari che origina tra l’osso occipitale e l’atlante, anteriormente alla
membrana atlantoccipitale, dai plessi venosi vertebrali interni:
- discende per i forami trasversari delle prime 6 vertebre (come l’arteria vertebrale)
- Dopo essere uscita dal forame trasversario della C6 si dirige anteriormente per sboccare nel
tronco venoso brachiocefalico del suo lato.
Il drenaggio venoso della testa e del collo è assicurato dalle vene giugulari interna e esterna. I rami affluenti sono:
La giugulare interna raccoglie il sangue refluo dall’encefalo e dalle strutture profonde della faccia e - alcuni rami muscolari
del collo.
- Plessi venosi vertebrali esterni
- Entra assieme alla carotide comune nel fascicolo vascolonervoso del collo.
- Vene intervertebrali
- Confluisce nella vena succlavia per costituire il tronco brachiocefalico venoso.
- Vena cervicale ascendente: drena il sangue dal plesso vertebrale esterno anteriore e dai
- Riceve come collaterali le seguenti vene muscoli scaleni.
- Faringee - Vena cervicale profonda: origina inferiormente al processo mastoideo e drena il sangue del
- Linguale plesso sottoccipitale. Discende posteriormente ai processi trasversi delle vertebre.
- Facciale (o facciale comune)
- Vene tiroidee superiori, medie e inferiori.
La vena facciale comune si costituisce dall’unione di:
- vena facciale anteriore
- Vena facciale posteriore (o retromandibolare)
Sono comunque possibili delle varianti anatomiche numerose:
- ad esempio non è raro che le vene tiroidee superiori si portino alla vena facciale posteriore
La giugulare esterna drena invece le strutture superficiali. Riceve numerosi rami affluenti tra i quali
vale la pena di ricordare:
- vene giugulari anteriori: anastomizzate (destra e sinistra) attraverso l’argo venoso del
giugulo, contenuto nello spazio di Gruber15 .
Le due circolazioni venose, superficiale e profonda, sono ampiamente anastomizzate tra loro!

Vene non correlate al sistema delle giugulari


Vene tiroidee inferiori
Le vene tiroidee inferiori sono pari che originano da una rete venosa detta plesso tiroideo impari,
localizzata sulla superficie anteriore dell’istmo della tiroide e dei primi anelli tracheali:
- decorrono inferiormente nella regione mediana del collo
- Sia a destra che sinistra sboccano nei tronchi venosi brachiocefalici
- Possibili varianti anatomiche prevedono lo sbocco anche nella vena giugulare interna

15 lo spazio di Gruber è lo spazio che si viene a creare tra lo sdoppiamento della fascia cervicale superficiale quando questa si inserisce sul manubrio dello sterno.
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Vena giugulare esterna


La vena giugulare esterna origina a livello dell’angolo della mandibola, sotto e medialmente alla
ghiandola parotide, per la confluenza delle vene:
- retromandibolare
- Vena auricolare posteriore
Discende nella parte laterale del collo fino a un punto posto a metà della clavicola, in cui:
- attraversa le fasce cervicali superficiale e media
- sbocca nella vena succlavia a breve distanza dalla confluenza di questa con la giugulare interna
Presenta:
- elevata variabilità anatomica, per quanto riguarda origine, affluenti e terminazione.
- Vena di tipo ricettivo

Rami affluenti
Gli affluenti della vena giugulare esterna sono:
- vena sottocutanea posteriore del collo: origina nella regione occipitale e decorre dietro al
muscolo sternocleidomastoideo. Drena la regione superficiale posteriore del collo.
- Vena sovrascapolare e trasversa del collo: spesso si uniscono in un tronco comune che
termina in corrispondenza della terminazione della giugulare esterna. Satelliti delle arterie
omonime.
- Vena occipitale: drena il sangue refluo dai tegumenti e muscoli superficiali della regione
occipitale e nucale.
Vena giugulare anteriore.
La vena giugulare anteriore origina a livello dell’osso ioide dalla confluenza delle vene che drenano
la regione sottomandibolare
- Discende verso il basso medialmente al muscolo sternocleidomastoideo
- A livello della porzione caudale del collo si dirige lateralmente, passando dietro al muscolo
sternocleidomastoideo
- Sbocca nella vena giugulare esterna.
La vena giugulare anteriore è una vena superficiale (come la giugulare esterna) che drena i tegumenti
e i muscoli superficiali della regione del collo.
Le due vene giugulari anteriori si anastomizzano mediante un tronco impari e trasversale, l’arco
venoso del giugulo, situato nello spazio di Gruber:
- situato inferiormente alla ghiandola tiroide

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Vena giugulare interna


La vena giugulare interna raccoglie il sangue refluo dal cranio, dalla dura madre e dall’encefalo,
dagli organi di vista e udito e da strutture della faccia e dalle regioni profonde del collo:
- origine: a livello del foro giugulare, come continuazione del seno trasverso, il quale è il principale
confluente dei seni della dura madre.
- All’origine ha una dilatazione, il bulbo superiore della vena giugulare, localizzata nella fossa
giugulare dell’osso temporale, sotto la parte posteriore del cavo del timpano.
- Scende nel collo lungo la pare laterale della faringe, all’interno della guaina carotidea
- Inizialmente posteriore alla carotide interna,
- poi laterale alla carotide comune.
- All’estremità sternale della clavicola si unisce con la vena succlavia a formare il tronco
brachiocefalico venoso.
- Anche all’estremità inferiore presenta un bulbo inferiore della vena giugulare, una
dilatazione.

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Radici della giugulare interna


Le radici della giugulare interna sono costituiti dai seni venosi della dura madre e vene che vi
sboccano
- Vene diploiche,
- Vene della dura madre
- Vene di occhi e orecchie
- Vene dell’encefalo.

Seni venosi della dura madre


I reni venosi della dura madre sono canali venosi che drenano il sangue dall'encefalo e dal cranio e
decorrono tra due strati di dura madre encefalica:
- la loro parete è costituita esclusivamente da
- Endotelio
- Strato sottoendoteliale di connettivo elastico
- Strato fibroso della dura meninge.
- Non possiedono valvole, ne strato muscolare.
- Spesso la cavità è attraversata da setti o briglie o trabecole, che possono assumere anche una
costituzione più complessa (cavernosa o plessiforme)
- Presentano cavità a forma di lacune irregolari, le lacune venose, in corrispondenza di vene
meningee e diploiche.
Alcune vene emissarie pongono in comunicazione i seni venosi con la circolazione venosa
extracranica.
Seno sagittale superiore
Il seno sagittale superiore, impari e mediano, è situato nel margine aderente della falce cerebrale, in
rapporto con il solco sagittale presente sulle ossa frontale, parietale e occipitale:
- origine: dietro al foro cieco dell’osso frontale per confluenza delle vene del foro cieco.
- Termine: sbocca nel confluente dei seni in corrispondenza della protuberanza occipitale interna,
per proseguire nel seno traverso.
In sezione presenta forma triangolare, con calibro crescente in senso anteroposteriore.
Nel suo decorso riceve come rami affluenti le vene:
- cerebrali superiori
- Diploiche
- Meningee
Seno sagittale inferiore
Il seno sagittale inferiore, impari e mediano, occupa la metà o i 2/3 posteriori del margine libero
della falce cerebrale:
- origine: anteriormente a fondo cieco
- Termine: nel seno retto
In sezione presenta forma triangolare e calibro crescente i senso anteroposteriore.
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Seno retto
Il seno retto, impari e mediano, decorre lungo l’attacco della falce cerebrale al tentorio del
cervelletto, con decorso anteroposteriore e leggermente verso il basso:
- origine: continuazione del seno sagittale inferiore
- Termine: nel seno trasverso o nel confluente dei seni.
Ha sezione triangolare con apice in alto, calibro di 4-5 mm crescente procedendo posteriormente.
Nel suo decorso riceve:
- grande vena cerebrale di Galeno
- Piccole vene del tentorio
Seno trasverso
Il seno trasverso, pari, origina in modo molto variabile dalla congiunzione dei rami di biforcazione del
seno sagittale superiore e del seno retto, oppure dal confluente dei seni16 :
- decorre per ogni lato nel solco del seno trasverso sulla squama dell’occipitale e del parietale,
all’interno del margine aderente del tentorio del cervelletto
- Piega poi inferiormente, anteriormente e medialmente, per decorrere nel solco del seno
sigmoideo17 e giunge nel solco trasverso della parte laterale dell’occipitale
- Si porta al foro giugulare, per proseguire nella vena giugulare interna.
Nella porzione orizzontale il seno trasverso presenza sezione triangolare mentre in quella discendente
ha sezione semicilindrica. Solitamente il seno trasverso ha un calibro maggiore degli altri, giungendo
nella parte terminale fino a 1 cm.
Nel suo decorso riceve:
- vene cerebrali inferiori
- Vene cerebellari
- Vene uditive interne
- Seni petroso superiore e occipitale
- Rete venosa superficiale della testa, attraverso
- Vena emissaria mastoidea Confluente dei seni
- Vena emissaria occipitale. Il confluente dei seni è un ampio seno venoso situato a livello della protuberanza occipitale interna,
in cui confluiscono:
Seno occipitale
- seno sagittale superiore
Il seno occipitale è il seno venosi più piccolo. È spesso impari, ma può anche essere pari o
- Seno retto
mancare:
Da esso originano;
- origine: uno o entrambi i seni trasversi, dal seno retto o dal confluente dei seni.
- seni trasversi
- Percorre il margine aderente della falce cerebellare e si biforca in due rami che seguono i margini
del grande foro occipitale - Seno occipitale
- Terminano agli estremi inferiori dei rispettivi seni trasversi È presente una notevole variabilità anatomica nella formazione del confluente dei seni dai vari seni che
vi convergono, infatti spesso non è individuabile.
Seno cavernoso
Il seno cavernoso è pari e situato lateralmente alla sella turcica dello sfenoide:

16 talvolta origina a destra dal seno sagittale superiore e a sinistra dal seno retto
17 in quel tratto il seno trasverso è anche detto seno sigmoideo.

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- si estende tra l’estremo mediale della fessura orbitaria superiore e l’apice della piramide del - origina dal seno sagittale superiore
temporale - Termina aprendosi nella parte anteriore del seno cavernoso.
- Ha lunghezza di circa 2 cm e larghezza circa 1 cm Riceve:
- La sua cavità è percorsa da numerose trabecole, variamente anastomizzate e orientate. - vene diploiche
- È attraversata da strutture vascolari e nervose - Vene meningee
- L’arteria carotide interna lo percorre in senso anteroposteriore circondata dal plesso - Vene cerebrali anteriori
carotideo del simpatico. - Vena cerebrale media superficiale
- I nervo abducente si trova inferolateralmente alla carotide interna
Seno petroso superiore.
- Nella parete laterale decorrono i nervi trocleare, oculomotore comune e le branche oftalmica
Il seno petroso superiore, pari, pone in comunicazione il seno cavernoso con il seno trasverso:
e mascellare del trigemino.
I rami affluenti al seno cavernoso sono: - origine: parte posteriore del seno cavernoso
- Decorre nel solco petroso superiore della piramide del temporale e nel margine aderente del
- vene oftalmiche superiore e inferiore
tentorio del cervelletto
- Vene cerebrali
- Termina: nel seno trasverso, nel tratto in cui questo prende il nome di seno sigmoideo.
- Seno sfenoparietale
Riceve affluenti:
- Vena grande anastomotica (incostante)
- vene cerebrali inferiori
Il seno cavernoso drena in:
- Vene cerebellari
- seni petrosi (superiore e inferiore)
- Vene del ponte
- Plesso venoso pterigoideo
- Vene timpaniche
- Plesso basilare.
- Vena dell’acquedotto del vestibolo
I seni dei due lati comunicano attraverso due seni intercavernosi, anteriore e posteriore, che
- Grande vena anastomotica.
ricevono:
- vene ossee dallo sfenoide Seno petroso inferiore
- Vene durali Il seno petroso inferiore è pari e connette il seno cavernoso con la vena giugulare interna:
- Vene ipofisarie - origine: estremità posteriore del seno cavernoso
- Decorre nel solco petroso inferiore del temporale, fino al forame giugulare,
- Termine: sbocca nella vena giugulare interna, a livello del bulbo superiore o appena sotto-
Nella porzione iniziale è in comunicazione no il plesso basilare. Nel decorso riceve:
- vene meningee
- Vene del cervelletto
- Vene del ponte e del bulbo
- Vene uditive interne.
Plesso basilare
Il plesso basilare è una struttura venosa plessiforme impari localizzata sul clivo dell’osso occipitale,
tra i due strati di dura madre:
- comunica con il seno cavernoso, con i seni petrosi inferiori e con il plesso venoso vertebrale
interno
- Le sue estremità anteriori possono essere in comunicazione anche con i seni petrosi superiori.
- Riceve
Seno sfenoparietale - Vene ossee
Il seno sfenoparietale è realizzato in un solco o canale osseo dell’osso parietale, lungo il versante
- Vene del ponte e del bulbo
posteriore della sutura coronale e in un solco sulla piccola ala dello sfenoide, sul margine posteriore:

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Vene diploiche
Le vene diploiche sono vene che decorrono nella diploe delle ossa craniche, soprattutto in quelle
della volta, nei canali diploici:
- costituiscono nel complesso una rete a maglie irregolari, molto variabile
- Hanno pareti molto sottili, formate da endotelio rinforzato da uno strato fibroelastico
- Possono presentare valvole.
Le vene diploiche sboccano in:
- seni della dura madre
- Vene meningee
- Vene pirenaiche.

Vene della dura madre


Le vene della dura sono piccole strutture venose che decorrono nella falce cerebrale e nel tentorio
del cervelletto, per drenare il sangue refluo dalle meningi.
Ovviamente si aprono nei seni della dura madre.

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Vene dell’organo della vista - Affluenti: vene muscolari, vene vorticose inferiori.
Può essere presente un ramo anastomotico con il ramo profondo della vena facciale anteriore.
Le vene dell’organo della vista drenano sangue dal bulbo oculare e dagli organi annessi contenuti
nella cavità orbitaria. Vena centrale della retina
Si individuano: La vena centrale della retina decorre parallelamente all’omonima arteria e termina nel seno
- vena oftalmica superiore cavernoso o nella vena oftalmica superiore.
- Vena oftalmica inferiore
Vene dell’organo dell’udito
- Vena centrale della retina.
La vena dell’acquedotto del vestibolo drena il sangue refluo dal vestibolo e dai canali semicircolari:
- sbocca nel seno petroso superiore
Le vene uditive interne drenano sangue refluo dal labirinto della chiocciola e dal nervo acustico:
- attraversano il meato acustico interno
- Si aprono nel seno petroso inferiore.

Vene dell’encefalo
Le vene dell’encefalo, affluenti dei seni venosi della dura madre, comprendono:
- vene cerebrali
- Vene cerebellari
- Vene del ponte
- Vene del bulbo
Vene cerebrali
Vena oftalmica superiore. Le vene cerebrali hanno decorso indipendente rispetto alle arterie e sono più numerose:
La vena oftalmica superiore è la maggiore delle vene dell’organo della vista ed ha un decorso - no hanno valvole
molto simile a quello dell’arteria oftalmica:
- Parete più sottile priva di componente muscolare
- origine: posteriormente all’estremità mediale della palpebra superiore, dalla confluenza della
- Si classificano in
vena nasofrontale (vena facciale anteriore) e una radice venosa connessa alla vena sovraorbitaria
- Superficiali
- Si dirige posteriormente sul margine superomediale dell’orbita
- Profonde
- Attraversa la fessura orbitaria superiore
Le vene cerebrali superficiali originano da venule che drenano la corteccia degli emisferi e la
- Sbocco: sbocca nell’estremità anteriore del seno cavernoso.
sottostante sostanza bianca:
Suoi rami affluenti sono:
- decorrono sulla superficie delle circonvoluzioni cerebrali, nel contesto della pia madre
- vene etmoidali anteriore e posteriore
- Confluiscono in tronchi che si aprono:
- Vena lacrimale
- nei seni della dura madre della volta (vene cerebrali superiori)
- Vene muscolari
- Nei seni della base del cranio (vene cerebrali inferiori)
- Vene vorticose superiori.
Le vene cerebrali superiori sono 8-10 per emisfero e drenano le superfici mediale e superolaterale
Presenta ampie anastomosi con la vena oftalmica inferiore. degli emisferi. Sboccano nel seno sagittale superiore.
Vena oftalmica inferiore Le vene cerebrali inferiori drenano le facce inferiori degli emisferi e la parte inferiore delle facce
La vena oftalmica inferiore è di dimensioni minori rispetto alla superiore: laterali:
- origine: all’angolo inferiore e mediale dell’orbita, da una rete connessa alle venule del sacco - vena dell’insula: decorre profondamente nella scissura di Silvio e sbocca nella vena basilare
lacrimale - Vena cerebrale media superficiale: decorre superficialmente nella scissura laterale e si apre
- Decorre nella parete inferiore dell’orbita fino ad attraversare la fessura orbitaria superiore. nel seno sfenoparietale o nel seno petroso superiore.
- Sbocco: seno cavernoso. La vena grande anastomotica è un grosso ramo venoso che decorre nella scissura centrale che
prosegue la vena cerebrale media superficiale e si apre nel seno sagittale superiore:
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- crea un anastomosi tra il seno sagittale superiore e i seni della base del cranio.
Rami affluenti.
Le vene cerebrali profonde drenano il sangue venoso dai nuclei della base, dalle pareti dei ventricoli
e dalla parte centrale degli emisferi al seno retto: Si possono dunque distinguere due gruppi, uno inferiore e uno superiore. Il gruppo inferiore
- hanno decorso più costante rispetto alle superficiali comprende i vasi che si aprono nel tratto cervicale, ovvero:
- Le principali sono - Vena facciale
- Vena linguale
- Vene cerebrali interne (dx e sx)
- Vena faringea
- Grande vena cerebrale di Galeno.
- Vena tiroidea superiore e tiroidea media
Le due vene cerebrali interne originano a livello dei forami interventricolari, dalla confluenza dei rami
talamostriatali e coroidei: Il gruppo superiore comprende vasi che sboccano nel tratto iniziale della vena, quali:
- decorrono anteroposteriormente tra i due foglietti della tela coroidea - seno petroso inferiore
- Si uniscono alla base di questa per formare la grande vena di Galeno. - Vena del canalicolo della chiocciola
La grande vena cerebrale di Galeno è un tronco venoso impari e mediano, della lunghezza di circa - Vene emissarie del plesso venoso carotideo interno
1 cm, posto nella fessura trasversa dell’encefalo: Il territorio drenato dalle vene che si aprono nel tratto cervicale corrisponde in gran parte al territorio di
- decorre tra il cervelletto e lo splenio del corpo calloso, che contorna verso l’alto distribuzione della carotide interna.
- Termine: nel seno retto, in maniera abbastanza diretta.
La grande vena cerebrale riceve numerosi rami affluenti, tra cui:
- vena del corno dammeno
- Vene quadrigemine
- Vena del corpo calloso
- Vena basilare, che continua la vena dell’insula e riceve anch’essa molti territori.
Vene del cervelletto
Le vene cerebellari sono molte e anastomizzate tra loro, con quelle del ponte e con quelle del bulbo
e con i plessi venosi vertebrali.
La vena cerebellare superiore mediana decorre sul verme sulla superficie superiore e termina nelle
vene cerebrali interne, nella grande vena cerebrale o nel seno retto.
La vena cerebellare inferiore mediana è incostante e sbocca nel seno trasverso.
Le vene cerebellari laterali, anteriori e posteriori drenano il sangue refluo dagli emisferi del
cervelletto. Gli sbocchi sono:
- laterali → seno petroso superiori
- Anteriori e posteriori → seno trasverso
Vene del ponte.
Sulla superficie del ponte si trova una rete venosa connessa:
- caudalmente con le vene del bulbo
- Carnalmente con le vene basilari
- Lateralmente con le vene cerebellari laterali anteriori, attraverso cui drena nel seno petroso
superiore.
Vene del bulbo
Sono ampiamente anastomizzate:
- in alto con quelle del ponte e del cervelletto
- In basso con quelle del midollo spinale.

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Vena tiroidea superiore Vena facciale comune


La vena tiroidea superiore origina dalle porzioni superiori dei lobi laterali della tiroide: La vena facciale comune origina a livello dell’angolo della mandibola per confluenza delle vene
- si dirige carnalmente e lateralmente per raggiungere la giugulare interna facciali anteriore e posteriore:
- Raramente versa nella vena facciale comune. - decorre caudalmente e posteriormente sotto il platisma
Come rami affluenti ha le vene: - Sfocia nella giugulare interna a livello dell’osso ioide.
- laringea superiore
- Cricotiroidea
- Sternocleidomastoidea

Vena tiroidea media


La vena tiroidea media drena le parti inferiori dei lobi laterali della tiroide:
- si porta lateralmente incrociando la carotide comune
- Sbocca nella giugulare interna

Vena faringea
La vena faringea è la vena emissaria del plesso venoso faringeo posto sulla superficie esterna
della faringe:
- si porta normalmente nella vena giugulare interna
- Talvolta può terminare nelle vene facciale comune, linguale o tiroidea.
Riceve degli emissari:
- vene meiningee
- Plesso venoso pterigoideo
- Vena laringea superiore.

Vena linguale.
La vena linguale origina a livello del margine posteriore del muscolo ioglosso dalla confluenza delle
diverse vene della lingua:
- vena sottolinguale
- Vene profonde della lingua
- Vene dorsali della lingua
- Vena satellite del nervo ipoglosso
Alcuni rami venosi, talvolta rimangono indipendenti e sboccano nella giugulare interna o nella facciale
comune.
Può anche accadere che si formi un tronco tirolinguofacciale che sbocca nella giugulare interna,
formatosi dalla confluenza di:
- vena linguale
- Vena tiroidea superiore
- Vena facciale comune

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Vena facciale anteriore - Vene parotidee posteriori


La vena facciale anteriore ha il medesimo decorso dell’arteria facciale: - Vene articolari della mandibola
- origine: superficialmente all’angolo mediale dell’occhio, come vena angolare, dalla confluenza - Vena stilomastoidea
delle vene - Vena trasversa della faccia
- Frontale - Vena mascellare interna
- Nasofrontale La vena mascellare interna origina dalla confluenza delle vene del plesso pterigoideo, un plesso
- Sovraorbitale venoso situato tra i muscoli temporale e pterigoideo esterno e in parte tra i due pterigoidei.
- Superficialmente decorre il basso e lateralmente alla radice del naso, poi si dirige Tale plesso riceve:
posterolateralmente, passando sotto ai muscoli mimici e a platisma - vena sfenopalatina
- Incrocia il corpo della mandibola - Vene meningee medie
- Confluisce nella vena facciale comune. - Vene temporali profonde
Rami affluenti della vena facciale anteriore sono: - Vene masseterine
- vene labiali superiore e inferiore - Vena alveolare inferiore
- Ramo facciale profondo (dai plessi pterigoideo e alveolare) - Rete venosa del forame ovale, che lo collega al seno cavernoso.
- Vene parotidee anteriori, che percorrono assieme al dotto parotideo
- Vena sottomentale
- Vena palatina
Vena facciale posteriore
Il territorio della vena facciale posteriore corrisponde a quello dell’arteria temporale superficiale e in
parte a quello dell’arteria mascellare:
- origina anteriormente al padiglione auricolare per la confluenza delle vene temporali superficiale
e media.
- Si dirige caudalmente, incrocia la radice posteriore dell’arcata zigomatica e penetra nella
parotide
- Dietro al ramo mandibolare
- Lateralmente alla carotide esterna
- A livello dell’angolo della mandibola è connessa con la vena giugulare esterna per mezzo di un
ramo anastomotico
- Termine: si unisce alla vena facciale anteriore nella vena facciale comune.
La vena temporale superficiale origina da un plesso venoso sottocutaneo esteso nel cuoio
capelluto, anastomizzato con le vene del lato opposto e con vene:
- frontali
- Sovraorbitali
- Auricolari posteriori
- Occipitali
La vena temporale media ha calibro maggiore e origina dalla confluenza delle vene palpebrali e da
una rete venosa sottofasciale sulla faccia esterna del muscolo temporale:
- rete anastomizzata con le vene temporali profonde (plesso venoso pterigoideo)

I rami affluenti della vena facciale posteriore sono:


- vene auricolari anteriori

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Principali nervi Rami cutanei


I rami cutanei del plesso cervicale sono sensitivi e si fanno superficiali perforando la fascia cervicale
superficiale, dietro al muscolo sternocleidomastoideo:
- nervo cutaneo trasverso del collo: decorre trasversalmente in avanti sopra il muscolo
sternocleidomastoideo per innervare la cute anteriore del collo
- Nervo piccolo occipitale: decorre obliquamente in alto, sul margine posteriore dello
sternocleidomastoideo, fino ad innervare la cute della regione occipitale e mastoidea.
- Nervo grande auricolare: ascende fino a sotto l’orecchio verticalmente. Innerva la cute del
padiglione auricolare
Plesso cervicale - Nervi sopraclavicolari: anteriori, medi e posteriori, innervano la cute della pare superiore del
torace e della spalla.
Il plesso cervicale è formato da rami anteriori dei nervi da C1 a C4, più un anastomosi con C5:
- i rami anteriori di C1-C4 formano 3 arcate anastomotiche sovrapposte in direzione verticale
Anteriormente ai processi trasversi delle vertebre corrispondenti, i rami anteriori da C2 a C4 emanano
Rami muscolari.
due rami, ascendente e discendente: I rami muscolari del plesso cervicale comprendono:
- sono anse anastomotiche con i corrispondenti rami degli altri nervi. Formano le anse cervicali, - nervi a disposizione segmentale
inferiore (C4-C5), media (C3-C4) e superiore (C2-C3) - Nervi per lo sternocleidomastoideo
- L’ansa cervicale inferiore è data dall’anastomosi con un ramo anteriore di C5 - Nervi per il trapezio
Il plesso cervicale è situato profondamente nel collo, davanti ai processi trasversi delle vertebre, - Nervo cervicale discendente
nell’interstizio tra: - Nervo frenico
- anteriormente: scaleno anteriore e muscoli prevertebrali
- Posteriormente: scaleno medio, splenio e elevatore della scapola. Nervo frenico.
Rimuovendo il margine posteriore del muscolo sternocleidomastoideo si scopre subito il plesso Il nervo frenico è il nervo più grosso e più lungo del plesso cervicale. È costituito da:
cervicale:
- fibre motrici: per diaframma.
- anteriormente si trova il fascio vascolonervoso del collo e i linfonodi giugulari interni.
- Fibre sensitive: pleura, pericardio, peritoneo aderente alla superficie inferiore del diaframma,
- Superiormente e anteromedialmente, i nervi parete posteriore dell’addome.
- Glossofaringeo Origina con la radice principale da C4 e con radici accessorie incostanti da C3 e C5. Discende nel
- Vago collo, nel torce e raggiunge il diaframma, dove si ramifica nei suoi rami terminali.
- Ipoglosso Il decorso prevede i seguenti passaggi:
- Ganglio cervicale superiore del simpatico - nel collo inizialmente è addossato alla faccia anteriore dello scaleno
- A livello della clavicola si porta tra l’arteria succlavia (anteriore) e la vena succlavia
Rami anastomotici - Entra nel torace sulla faccia anteromediale della cupola pleurica.
I rami del plesso cervicale entrano in comunicazione con: - Nel torace scende applicandosi alla faccia mediastinica dei polmoni, lateralmente al nervo vago.
- 4 o 5 rami comunicanti grigi della catena del simpatico - A destra: fiancheggia la vena anonima di destra e la vena cava superiore. È più mediale
rispetto al sinistro.
- Nervo vago, con un esile filuzzo
- A sinistra: incrocia superficialmente l’arco dell’aorta. Si porta caudalmente circondando il
- Nervo ipoglosso (XII), in tre occasioni
cuore con una curva a concavità mediale, per poi giungere al diaframma.
- Dal ramo anteriore del 1° nervo cervicale confluisce con l’ipoglosso nel suo tratto
- Sul diaframma si distribuisce con i suoi rami motori. I rami accessri sono fibre sensitive per le
discendente. Lo abbandona per costituire la radice superiore dell’ansa cervicale.
pleure, il pericardio, peritoneo posteriore.
- Il secondo e il terzo ramo si uniscono in un tronco detto nervo cervicale ascendente, che
partecipa all’ansa dell’ipoglosso (ansa cervicale)

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- Decorso: il nervo si porta dal mesencefalo all’occhio, passando per il seno cavernoso e per il
Nervi encefalici foro ottico.
- Il nervo si dirige dalla sua emergenza ventralmente
Nervo ottico (II paio) - Giunge al processo clinoideo superiore per penetrare nella parete laterale seno cavernoso
della dura madre.
Il nervo ottico è formato dagli assoni delle cellule gangliari multipolari della retina, che in
- Giunge alla fessura orbitaria superiore, dove si divide in due rami (superiore e inferiore) che
corrispondenza della papilla convergono in un unico fascio, che abbandona il bulbo oculare:
penetrano nella cavità orbitaria attraverso l’anello tendineo comune di Zinn.
- emergenza: chiasma ottico
L’innervazione prevede:
- Origine: cellule multipolari della retina.
- muscolo retto superiore
- Decorso: si porta dal bulbo oculare al chiasma ottico, passando per il foro ottico
- Muscolo elevatore della palpebra superiore
- A livello del chiasma ottico avviene lo scambio delle fibre nasali e proseguono nei tratti
- Obliquo inferiore
ottici, che terminano ai corpi genicolati laterali.
- Retto inferiore
- Alcune fibre si portano al tubercolo quadrigemino superiore.
- Retto mediale.
Possiede anche fibre che entrano nel ganglio cigliare e si portano nel nucleo di Edinger-Westphal,
per i riflessi oculomotori.

Nervo trocleare (IV paio)


Il nervo trocleare è il nervo cranico più sottile, costituito solo da fibre motrici somatiche per il
muscolo obliquo superiore controlaterale:
- origine: emerge a livello del solco trasversale, nel peduncolo cerebrale
- Decorso: le fibre si incrociano poco prima del punto di emergenza con le controlaterali e si
portano in avanti verso la rocca petrosa del temporale
- Giunge al processo clinoideo posteriore
- Perfora il seno cavernoso e prosegue verso l’alto fino alla fessura orbitaria superiore.
- Innervazione: passa sopra l’anello di Zinn e innerva il muscolo obliquo superiore.

Nervo oculomotore comune (III) paio


Il nervo oculomotore comune è un nervo esclusivamente motore, sia somatico che viscerale, che
innerva i muscoli dell’occhio:
- emergenza e origine: fossa interpeduncolare del mesencefalo.

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Nervo trigemino (V paio)


Il nervo trigemino è il più voluminoso tra i nervi cranici. È un nevo misto, costituito prevalentemente
da fibre sensitive somatiche e un piccolo contingente di fibre motrici somatiche:
- emergenza: con due radici distinte a seconda delle componenti, dalla superficie ventrolaterale
del ponte, al limite con il peduncolo cerebellare medio:
- Radice sensitiva. Medialmente, di maggiori dimensioni
- Radice motoria: fibra nervosa molto più sottile.
- Decorso: le fibre sensitiva e motoria si portano indipendentemente al ganglio semilunare di
Gasser, posto all’apice della piramide del temporale, in un recesso della dura madre (recesso di
Meckel)
- Dopo l’emergenza dal ponte, si porta sotto il seno petroso superiore e il tentorio del
cervelletto per giungere al recesso di Meckel
- Le fibre sensitive entrano nel ganglio di Gasser, mentre la fibra motoria rimane sotto
- Dal ganglio semilunare originano le tre branche
- Nervo oftalmico: in alto e medialmente
- Nervo mascellare: in posizione intermedia
- Nervo mandibolare: in posizione inferiore e laterale.
Alle tre branche del nervo trigemino sono annessi altri gangli parasimpatici ai quali giungono fibre
pregangliari mediante anastomosi con altri nervi encefalici:
- ganglio ciliare
- Ganglio sfenopalatino
- Ganglio otico
- Gangli sottomandibolare e sottolinguale.
Territorio di innervazione del trigemino è:
- sensibilità somatica: cute della faccia e del cuoio capelluto, dei denti, del bulbo oculare,
mucose della bocca e del naso, meningi cerebrali
- Sensibilità propriocettiva: articolazione temporomandibolare, muscoli masticatori e mimici,
alveoli dentali, muscoli estrinseci dell’occhio.
- Motilità somatica: muscoli masticatori, tensore del timpano, tensore del velo del palato, ventre
anteriore del muscolo digastrico, muscolo miloioideo.

Nervo oftalmico
Il nervo oftalmico è il nervo che si distribuisce alla porzione superiore della faccia ed è il più piccolo
dei rami trigeminali:
- componenti: sensitiva
- Origine: ganglio semilunare
- Decorso: decorre dal ganglio semilunare al bulbo oculare, dove si dirama nei suoi rami terminali
- Abbandona il cavo di meckel e si porta nel seno cavernoso sulla parete laterale
- Prima di penetrare nella cavità orbitaria si divide in tre rami
- Nervo nasociliare
- Nervo frontale

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- Nervo lacrimale - Attraversato da fibre simpatiche postgangliari e sensitive della branca oftalmica.
- Cede rami anastomotici ai nervi oculomotore comune, trocleare e abducente per dare fibre
propriocettive per i muscoli degli occhio.
- Territorio d’innervazione: cute della fronte, volta cranica, parte superiore del naso, bulbo
oculare e congiuntiva, parete della mucosa della cavità nasale.
Lungo il decorso del nervo oftalmico si trova il ganglio ciliare, da cui originano fibre postgangliari per
i muscoli intrinseci del bulbo oculare (ciliare e sfintere della pupilla)
Nervo nasociliare.
È il ramo mediale di divisione del nervo oftalmico:
- origine: nervo oftalmico, prima della fessura orbitaria superiore.
- Decorso: entra nella cavità oculare attraverso l’anello tendineo di Zinn e si porta tra i muscoli
obliquo superiore e retto mediale dell’occhio, accostandosi alla parete mediale dell’orbita. Si
divide poi in
- Nervo infratrocleare: raggiunge il contorno mediale dell’orbita, sotto la troclea dell’obliquo
superiore e si distribuisce alle vie lacrimali, alla parete della congiuntiva e della palpebra
superiore, alla radice del naso.
- Nervo etmoidale anteriore: si porta sopra l’etmoide per innervare la dura madre della
fossa cranica anteriore e la mucosa della cavità nasale.
- Territorio d’innervazione: innerva la cute della radice del naso, della palpebra, delle vie
lacrimali, la dura madre della fossa anteriore, parte della mucosa della volta delle cavità nasali.
Emana alcuni collaterali, quali:
- radice lunga del ganglio ciliare → bulbo oculare
Nervo mascellare
- Nervi ciliari lunghi → bulbo oculare
Il nervo mascellare è il secondo ramo di divisione trigeminale, ed ha dimensioni intermedie:
- Nervo etmoidale posteriore: mucosa delle cellule etmoidali posteriori e del seno sfenoidale.
- decorso: fuoriesce dal contorno del ganglio semilunare
Nervo frontale
- Raggiunge il foro rotondo della grande ala dello sfenoide per portarsi nella fossa
Il nervo frontale è il più voluminoso tra i rami dell’oftalmico: pterigopalatina.
- decorso: penetra nella cavità orbitaria sopra l’anello di Zinn - Percorre in senso posteroanteriore tale fossa e si porta alla fessura orbitaria inferiore, da
- Prima del margine sovraorbitario si divide in due rami dove entra nella cavità orbitale
- Nervo sovraorbitaria: → cute della fronte laterale - Passa ne solco infraorbitale, scavato alla base della cavità oculare
- Nervo sovratrocleare → fronte e cuoio capelluto della parte mediale. - Si divide in rami collaterali e una unica radice terminale, il nervo infraorbitale.
Nervo lacrimale I rami collaterali del nervo mascellare sono:
Il nero lacrimale è il più sottile tra i rami del nervo oftalmico: - nervo meningeo medio: origina nella porzione intracranica del nervo mascellare. Accompagna
- decorso: entra nella cavità orbitaria passando lateralmente all’anello di Zinn per raggiungere la l’arteria meningea media.
ghiandola lacrimale - Nervo zigomatico: nasce nella fossa pterigopalatina, passa nella fessura orbitaria inferiore e
- Territorio d’innervazione: ghiandola lacrimale. Riceve anche fibre parasimpatiche date dal giunge nel canale zigomatico, per dividersi in
ganglio sfenopalatino. - Nervo zigomatico-temporale: si distribuisce alla cute della parte anteriore della regione
temporale
Ganglio ciliare
Il ganglio ciliare è parasimpatico, piccolo e appiattito, situato nella massa adiposa della parte - Nervo zigomatico-facciale: cute della regione zigomatica.
posteriore delle cavità orbitarie: - Nervi sfenopalatini: molto corti e sottili. Nascono nella fossa pterigopalatina e si portano nel
- afferenze: radici del ganglio ciliare ganglio sfenopalatino, da cui escono vari rami che innervano
- Efferenze: rami ciliari brevi - Mucosa del palato duro e della fossa nasale
- Palato molle
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- Ghiandola lacrimale (via zigomatico → lacrimale) Nervo mandibolare


- Nervi alveolari supero-posteriori: nascono nella fossa pterigopalatina e penetrano nel
Il nervo mandibolare è la III branca del nervo trigemino ed è la più voluminosa. È l’unica ad avere
mascellare in canalicoli ossei, puntando indietro, fino ad arrivare ai denti componente motoria:
Il nervo infraorbitale è la diretta prosecuzione del mascellare nella cavità orbitaria:
- origine: origina dall’estremità laterale del ganglio semilunare e si completa con l’unione della
- origine: solco infraorbitale nella parte inferiore dell’orbita radice motoria del nervo trigemino.
- Decorso: passa nel canale infraorbitale, emergendo dal foro infraorbitale dell'osso mascellare, - Decorso: decorre in un diverticolo del cavo di Meckel della dura madre, raggiunge il foro ovale
per sfioccare in rami cutanei per la guancia. e vi si immette. Si divide subito in:
- Dona, nella cavità orbitaria, i nervi alveolari superioanteriori. - Rami principali: anteriore e posteriore.
- Ramo collaterale: nervo spinoso
Il nervo spinoso rientra nella cavità cranica attraverso il foro spinoso, per portarsi ad innervare la
dura madre della fossa cranica media.
I rami terminali originano dai tronchi anteriore e posteriore.
Dal tronco anteriore:
- nervo temporale profondo: sono tre nervi (anteriore, medio e posteriore) motori, che passano
sulla faccia inferiore dello sfenoide e piegano sulla parete laterale del cranio per innervare il
muscolo temporale.
- Nervo masseterino: è un nervo motore che si porta lateralmente a innervare la faccia profonda
del massetere.
- Nervo buccinatore: si porta anteriormente a innervare sensitivamente il muscolo buccinatore,
oltre che la cute della guancia e la tonaca mucosa della parete interna.
- Possiede fibre eccitosecretrice per le ghiandole geniene e labiali.
- Nervo pterigoideo esterno: nervo motore per l’omonimo muscolo
Dal tronco posteriore originano:
- nervo auricolo-temporale: nervo prevalentemente sensitivo, contenente anche fibre
eccitosecretrici parasimpatiche per la parotide. Si porta posteriormente piegando in alto
- Innerva la cute della regione temporale
- Provvede agli stimoli secretori per la parotide.
- Nervo linguale: voluminoso nervo sensitivo e gustativo. Possiede fibre pregangliari dategli dalla
corda del timpano.
- Decorre tra i due muscoli pterigoidei e poi tra il pterigoideo interno e la faccia mediale della
mandibola
- Giunge al pavimento della bocca e si porta alla punta della lingua, passando dal basso,
dove cede i suoi rami.
- Nervo alveolare inferiore: è un nervo prevalentemente sensitivo, ma con alcune fibre motrici
per il muscolo miloioideo e il ventre anteriore del digastrico.
- Come il nervo linguae, descrive una curva a concavità anterosuperiore per raggiungere il
ramo della mandibola
- Entra nel canale mandibolare e emette i vari rami per gli alveoli.
- Fuoriesce anteriormente con il nervo mentale, che innerva la cute del mento e del labbro
inferiore.
- Nervo pterigoideo interno: per il muscolo pterigoideo interno
- Nervo del muscolo tensore del velo palatino

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- Nervo de muscolo tensore del timpano.


Nervo abducente (VI)
Il nervo abducente è un piccolo nervo motore che si porta al muscolo retto laterale dell’occhio:
- origine: emerge dal solco bulbopontino
- Decorso: si porta in avanti e si immette nel seno cavernoso della dura madre. Decorre
lateralmente alla carotide interna
- Passa nella fessura orbitale superiore e all’interno dell’anello tendineo di Zinn
- Si porta ad innervare il muscolo retto laterale dell'occhio.

Nervo facciale (VII)


Il nervo facciale è un nervo misto, che emerge scomposto in due parti, con componenti differenti tra
loro, che hanno un percorso contiguo:
- nervo facciale propriamente detto: è la componente motoria del nervo facciale, con fibre
pregangliari del parasimpatico eccitosecretrici
- Territorio d’innervazione: a seconda delle componenti
- Motoria somatica: muscoli pellicciai di testa e collo, ventre posteriore del digastrico,
stiloioideo, stapedio, elevatore del velo palatino, muscolo dell’ugola.
- Fibre pregangliari: giungono al ganglio sfenopalatino, da cui innervano la ghiandola
lacrimale, le ghiandole nasali e palatine.
- Nervo intermedio di Wrisberg: fibre sensitive somatiche, specifiche del gusto e fibre
eccitosecretrici parasimpatiche.
- Sensibilità somatica: cute dell’orecchio esterno
- Sensibilità specifica gustativa: calici gustativi della parte anteriore della lingua.
- Fibre pregangliari parasimpatiche: gangli sottomandibolari e sottolinguali, per le
omonime ghiandole.
Il decorso del nervo facciale prevede:
- emergenza dal bulbo
- Dalla fossa cranica posteriore entra nel meato acustico interno, nella piramide del temporale.
- Sul fondo del meato entra nel canale facciale, entro il quale forma pieghe prima lateralmente e
poi posteriormente (ginocchio del nervo facciale, dove è presene il ganglio genicolato)
- Esce dal foro stilomastoideo e viene a trovarsi nella loggia parotidea.

Rami collaterali
Nel suo decorso nel canale facciale, emette rami collaterali:
- nervo grande petroso superficiale
- Nervo stapedio
- Corda del timpano
Nervo grande petroso superficiale
Il nervo grande petroso superficiale è un nervo motorio e visceroeffettore destinato al ganglio
sfenopalatino:

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- origine: dal nervo facciale propriamente detto a livello del ginocchio del nervo facciale (ganglio
genicolato)
- Decorso: passa nello iato del canale facciale e si porta sulla faccia anterosuperiore della rocca
petrosa
- Si porta all’apice della piramide e esce dal foro lacero, fondendosi con il nervo petroso
profondo
- Tale fusione forma il nervo vidiano, che si reca al ganglio sfenopalatino.
- Territorio: le componenti innervano zone differenti, dopo essere giunti nella fossa
pterigomascellare:
- Visceroeffettrici: dal ganglio sfenopalatino si portano alla ghiandola lacrimale, alle
ghiandole palatine e della fossa nasale
- Motorie: muscolo elevatore del velo del palato e dell’ugola.
Nervo stapedio
Il nervo stapedio origina dal facciale dietro la cavità timpanica e dopo aver percorso un canalicolo
nel temporale si porta al muscolo stapedio, per l’innervazione motoria.
Corda del timpano
La corda del timpano nasce dal nervo intermedio e porta sensibilità gustativa e fibre visceroeffettrici:
- origine: nervo intermedio, prima di uscire dal foro stilomastoideo
- Decorso: si porta in avanti nel cavo del timpano, si accolla medialmente alla membrana
timpanica e si porta anteriormente
- Esce dal cavo timpanico attraverso un piccolo foro nella parte anteriore
- Nella fossa infratemporale si fonde con il nervo linguale.
- Territorio: a seconda del tipo di fibra
- Gustative: calici gustativi della parte anteriore della lingua
- Fibre parasimpatiche pregangliari: ganglio sottolinguale e sottomandibolare, per le
omonime ghiandole.

Rami terminali del nervo facciale


I rami terminali del nervo facciale originano dalla divisione del facciale all’interno della loggia
parotidea. Sono entrambi motori:
- ramo temporo-facciale: si porta in avanti e verso l’alto, per innervare i muscoli pellicciai
superiori al piano passante per la rima buccale
- Ramo cervico-facciale: innerva i muscoli pellicciai sotto il labbro inferiore e il platisma

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Nervo statoacustico (VIII paio)


Il nervo statoacustico è un nervo esclusivamente sensitivo, connesso all’orecchio. Tale nervo
consiste di due distinti rami:
- nervo vestibolare: provvede alla conduzione degli stimoli inerenti al senso dell’equilibrio o al
senso statico
- Nervo cocleare: porta gli stimoli uditivi.
L’origine dei due nervi è distinta, ma emergono strettamente appaiati quando entrano nel meato
acustico interno.

Nervo vestibolare
Il nervo vestibolare origina assieme al nervo cocleare ed è deputato alla conduzione degli impulsi
sensoriali per l’equilibrio e il senso statico.
- si porta nel meato acustico interno
- Decorre nel meato e incontra il ganglio vestibolare di Scarpa
- Dopo il ganglio si divide in due rami (superiore e inferiore) che terminano nel fondo del meato
acustico interno.
- Si suddividono in fibre di minor calibro, per penetrare in canalicoli scavati nelle aree medesime
all’interno dell’apparato vestibolare.
- Territorio d’innervazione: apparato vestibolare (creste ampollari, acculo, macula acustica
dell’urticolo.

Nervo cocleare
Il nervo cocleare è il ramo che porta la sensibilità uditiva ai nuclei cocleari del tronco encefalico:
- origine: nel meato acustico interno, come ramo di divisione del nervo statoacustico, nel
ganglio spirale di Corti.
- nel fondo del meato acustico nascono fascetti che entrano nel tractus spiralis foraminosus che
percorrono il midollo della chiocciola
- Giungono al ganglio di Corti, dal quale nascono i rami periferici che terminano nel labirinto
membranoso
- Territorio: spirale di Corti.

Nervo glossofaringeo (IX paio)


Il nervo glossofaringeo è un nervo misto che si porta nella regione faringea, che possiede
numerosissime componenti:
- motrice somatica: muscoli costrittore superiore della faringe e stilo-faringeo
- Fibre pregangliari parasimpatiche: eccitosecrezione delle ghiandole parotide, geniene e
labiali (attraverso il ganglio otico)

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- Sensitiva somatica: cute del padiglione auricolare (parziale)


- Sensitive viscerali: tonaca mucosa dell’istmo delle fauci, con la tonsilla palatina, tonaca
mucosa della faringe e mucosa dell’orecchio medio.
- Sensitive specifiche: gusto della regione del V linguale.
Il glossofaringeo emerge dal solco laterale posteriore del bulbo, appena sopra la radice del nervo
vago:
- esce dal cranio attraverso il foro giugulare.
- A livello del foro è presente il ganglio superiore (di Ehrenritter)
- Oltre il foro giugulare è presente un secondo rigonfiamento più voluminoso, il ganglio petroso
superiore.
- Fuori dalla cavità del cranio, il nervo glossofaringeo si porta in avanti, descrivendo una concavità
aperta un alto
- Passa tra la giugulare interna e la carotide interna
- Si pone tra i muscoli stiloglosso e stilofaringeo costeggiando lateralmente la faringe
- Raggiunge la base della lingua
I rami terminali del nervo glossofaringeo si portano nello spessore della base della lingua:
- si diramano nei nervi linguali, che innervano la parte posteriore della lingua

Rami collaterali
I principali collaterali del nervo glossofaringeo (IX) sono:
- nervo timpanico di Jacobson: origina livello del ganglio petroso, attraversa il canale
timpanico della piramide del temporale e entra nella cavità del timpano, per tappezzarne le
mucose.
- Nervo piccolo petroso: è la continuazione del nervo timpanico, che si porta sulla superficie
anterosuperiore della piramide petrosa, sotto la dura madre. Esce dal foro lacero per terminare
nel ganglio otico di Arnold.
- Rami faringei: assieme al vago e alti nervi dell’ortosimpatico partecipano al plesso faringeo.
- Ramo stilo-faringeo: innerva il muscolo omonimo
- Rami tonsillari: formano il plesso tonsillare, che innerva la tonsilla palatina e l’istmo delle fauci.

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Nervo vago (X)


Il nervo vago è un nervo di importanza notevole a causa della sua innervazione a livello splancnico
che comprende il cure, buona parte dell’apparato respiratorio e di quello digerente.
È un nervo misto, che comprende notevoli componenti:
- motrice somatica: muscoli di laringe, faringe (costrittore medio e inferiore) e muscolatura
striata della parte superiore dell’esofago
- Pregangliari parasimpatico encefalica: innervazione motoria e eccitosecretrice di numerosi
organi a cui il vago è annesso.
- Sensitiva somatica: cute del condotto uditivo esterno
- Sensitiva viscerale: laringe, faringe, organi toraco-addominali a cui il vago si distribuisce
- Sensitiva specifica del gusto: calici gustativi della radice della lingua e della faccia anteriore
dell’epiglottide.
Nasce dal solco laterale posteriore del bulbo, tra le radici del glossofaringeo e del nervo accessorio
con numerose radicole che convergono in un tronco unico:
- esce dal cranio attraverso il foro giugulare, a livello del quale comprende anche il ganglio
giugulare, molto piccolo
- Successivamente, procedendo verso il basso, vi è anche il ganglio nodoso, di maggiori
dimensioni rispetto al giugulare.
- Discende nel collo, dietro la vena giugulare interna e l’arteria carotide nel fascio vascolonervoso
del collo.
Alla base del collo i nervi dei due lati hanno decorsi differenti:
- destro: passa tra la vena succlavia destra (anteriore) e l’arteria succlavia destra (posteriore)
- Sinistro: passa tra la carotide comune che gli sta anteriormente e l’arteria succlavia sinistra.
Nella cavità toracica incrocia l’arco dell’aorta.
Nel torace, entrambi i nervi fiancheggiano la trachea e incrociano anteriormente il bronco del loro lato:
- destro: passa dietro all’esofago, dove si risolve nel plesso esofageo posteriore.
- Sinistro: passa anteriormente all’esofago, formando il plesso esofageo anteriore.
Dai due plessi esofagei dei vaghi si ricostruiscono i due tronchi nervosi, che attraversano l’orifizio
esofageo del diaframma per portarsi nella cavità addominale:
- vago destro: si porta posteriormente terminando nel ganglio celiaco destro.
- Vago sinistro: si fa anteriore alla piccola curvatura dello stomaco.

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Rami della parte cervicale del nervo vago.


Lungo il decorso nel collo, il vago emette:
- rami faringei: si portano alla faringe per formare assieme ai nervi faringei del nervo
glossofaringeo e a quelli dell’ortosimpatico il plesso faringeo.
- Nervo laringeo superiore: si dirige in basso e medialmente verso l’osso ioide, per dividersi in
due rami che innervano la tonaca mucosa della laringe.
- Rami cardiaci superiori: sono 1-3 e discendono costeggiando anteriormente la carotide
comune
- Attorno all’arco dell’aorta formano, assieme ai rami del simpatico, il plesso cardiaco.

Rami toracici presenti nel collo.


I rami collaterali che dal vago son presenti nel collo sono i nervi laringei inferiori o nervi ricorrenti,
che originano dalla parte iniziale del nervo vago:
- destro: nasce più un alto, circonda l’arteria succlavia destra.
- Sinistro: nasce più in basso del destro e si porta a circondare l’arco dell’aorta.
Dopo aver abbracciato l’arteria succlavia (dx) o l’arco dell’aorta (sx) il nervo laringeo ricorrente sale
verso l’alto tra la trachea e l’esofago, per giungere sulla faccia anteriore e inferiore della mucosa
laringea:
- si risolve in rami motori che innervano i muscoli laterali e posteriori della laringe
- Da un ramo anastomotico che si anastomizza con un ramo del nervo laringeo superiore,
formando l’ansa di galeno.
Si staccano inoltre altri rami:
- cardiaci medi: giungono al plesso cardiaco
- Faringei per il plesso faringeo
- Tracheali
- Esofagei

Nervo accessorio (XI)


Il nervo accessorio è dato dall’unione di due nervi distinti tra loro per componente, funzione e
territorio di distribuzione:
- nervo accessorio del vago: nervo visceroeffettore, formato da fibre pregangliari del
parasimpatico encefalico.
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- Emerge dal bulbo sotto l’emergenza del vago,


- Nervo accessorio spinale: nervo motore che innerva il trapezio e lo sternocleidomastoideo.
- Emerge dal contorno laterale del tratto superiore della parte cervicale del midollo spinale.
Il nervo accessorio esce dal cranio attraverso il foro giugulare e si divide subito in due rami:
- ramo interno: fibre pertinenti al nervo accessorio del vago, con le medesime destinazioni delle
fibre pregangliari del vago.
- Ramo esterno: si dirigono in basso per innervare lo sternocleidomastoideo e il trapezio.

Nervo ipoglosso (XII)


Il nervo ipoglosso è un nervo esclusivamente motore, formato da fibre motrici somatiche per i
muscoli sottoioidei e per i muscoli della lingua:
- emergenza: solco laterale anteriore del bulbo, con numerose radici che convergono in un
tronco solo.
- Decorso: esce dalla cavità cranica mediante i canali condiloideo anteriori dell’osso occipitale
- Si trova dietro al fascicolo vascolonervoso del collo
- Passa tra la giugulare interna (laterale) e il nervo vago e la carotide interna (mediali)
- Si porta davanti al fascio vascolonervoso del collo e attraversa l’intervallo tra i muscoli
stiloglosso e stiloioideo
- Si porta anteriormente alla loggia sottolinguale, dove emette i rami terminali destinati ai
muscoli della lingua.

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Linfonodi della testa e del


collo

I linfatici della testa e del collo sono raggruppati in 5 catene, in cui sono presenti linfonodi superficiali e
profondi:
- orizzontale superiore
- Orizzontale inferiore
- Verticale anteriore
- Giugulare
- Verticale posteriore
Oltre a questi 5 gruppi linfonodali sono da ricordare i linfonodi:
- retrofaringei
- Facciali (guancia)
- Preauricolari

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