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LE RETI FOGNANTI
PREMESSA
L’azione antropica sul territorio si è manifestata nei secoli in maniera sempre crescente ma, negli
ultimi decenni, si è intensificata in modo esponenziale, in relazione alle accresciute potenzialità of-
ferte dalla tecnologia.
Si sono così verificati intensi fenomeni di trasformazione dell’uso del suolo, dovuti a processi di ur-
banizzazione, di industrializzazione e di coltivazione di vaste aree, che hanno comportato macro-
scopici interventi sul territorio. Pertanto la difesa idraulica del territorio non investe solamente le
problematiche della difesa dalle inondazioni ma anche il drenaggio delle aree urbane al fine di re-
golare le acque meteoriche in eccesso ed incanalarle in un sistema di canalizzazioni, di manufatti,
apparecchiature e macchinari atti a raccogliere ed allontanare dagli abitati le acque meteoriche e
le acque reflue prodotte dagli usi domestici, pubblici, artigianali ed industriali.
Un sistema siffatto prende il nome di fognatura dinamica.
La progettazione di una rete di fognatura è strettamente correlata alla conoscenza dell’afflusso
meteorologico, pertanto, origina dallo studio delle precipitazioni che, attraverso la mediazione del
bacino, vengono trasformate in portate secondo vari modelli di trasformazione afflussi-deflussi.
NORMATIVA STATALE:
• Circolare Ministeriale LLPP n.° 11633/74 "Istruzioni per la progettazione delle fognature e degli impianti di
trattamento delle acque di rifiuto"
• Legge 10/5/1976 n.°319 "Norme per la tutela delle acque dall'inquinamento"
• Delibera C.I. 4.2.1977 - Allegato 4 " Norme tecniche generali per la regolamentazione dell'installazione e
dell'esercizio degli impianti di fognatura e depurazione"
• Decreto Ministeriale LL.PP. 12/12/1985 "Norme tecniche relative alle tubazioni"
COMPETENZE REGIONALI
Piano Regionale di risanamento delle acque (art.8 Legge 319/76)
L’Allegato 4 alla Delibera del Comitato Interministeriale relativo alle “ Norme tecniche generali per
la regolamentazione dell’installazione e dell’esercizio degli impianti di fognatura e depurazione” ri-
porta le definizioni di un’usuale e ricorrente terminologia che verrà spesso richiamata nei paragrafi
seguenti.
Per impianto di fognatura si intende il complesso di canalizzazioni, generalmente sotterranee, atte a racco-
gliere ed allontanare da insediamenti civili e/o produttivi le acque superficiali (meteoriche, di lavaggio, ecc.) e
quelle reflue provenienti dalle attività umane in generale. Le canalizzazioni funzionano a pelo libero; in tratti
particolari il loro funzionamento può essere in pressione (condotte di mandata da stazioni di sollevamento, at-
traversamenti in sifoni, ecc.).
Una rete di fognatura può essere a sistema misto quando raccoglie nella stessa canalizzazione sia le acque di
tempo asciutto, che quelle di pioggia, ed a sistema separato se le acque reflue vengono raccolte in una appo-
sita rete distinta da quella che raccoglie le acque superficiali.
Le canalizzazioni, in funzione del ruolo che svolgono nella rete fognaria, sono distinte secondo la seguente ter-
minologia:
fogne: canalizzazioni elementari che raccolgono le acque provenienti da fognoli di allacciamento e/o da
caditoie, convogliandole ai collettori;
collettori: canalizzazioni costituenti l'ossatura principale delle rete che raccolgono le acque provenienti
dalle fogne e, allorché conveniente, quelle ad essi direttamente addotte da fognoli e/o caditoie. I collet-
tori a loro volta confluiscono in un emissario;
emissario: canale che, partendo dal termine della rete, adduce le acque raccolte al recapito finale.
1) Le canalizzazioni fognarie e le opere d'arte connesse devono essere impermeabili alla penetrazione di acque
dall'esterno e alla fuoriuscita di liquami dal loro interno nelle previste condizioni di esercizio. Le sezioni prefab-
bricate devono assicurare l'impermeabilità dei giunti di collegamento e la linearità del piano di scorrimento. La
impermeabilità del sistema fognario deve essere attestata da appositi certificati di collaudo.
2) Le canalizzazioni e le opere d'arte connesse devono resistere alle azioni di tipo fisico, chimico e biologico e-
ventualmente provocate dalle acque reflue e/o superficiali correnti in esse. Tale resistenza potrà essere assicu-
rata sia dal materiale costituente le canalizzazioni, che da idonei rivestimenti. L'impiego del materiale di rive-
stimento e delle sezioni prefabbricate è ammesso solo su presentazione di apposita dichiarazione di garanzia,
debitamente documentata, della ditta di fabbricazione. Le canalizzazioni costituite da materiali metallici devono,
inoltre, risultare idoneamente protette da eventuali azioni aggressive provenienti sia dall'esterno, che dall'inter-
no delle canalizzazioni stesse. Il regime delle velocità delle acque nelle canalizzazioni deve essere tale da evita-
re sia la formazione di depositi di materiali, che l'abrasione delle superfici interne. I tempi di permanenza delle
acque nelle canalizzazioni non devono dare luogo a fenomeni di settizzazioniI delle acque stesse.
3) Manufatti di ispezione devono di norma essere previsti ad ogni confluenza di canalizzazione in un’ altra, ad
ogni variazione planimetrica tra due tronchi rettilinei, ad ogni variazione di livelletta ed in corrispondenza di o-
gni opera d'arte particolare. II piano di scorrimento nei manufatti deve rispettare la linearità della livelletta della
canalizzazione in uscita dai manufatti stessi. I manufatti di cui sopra devono avere dimensioni tali da consentire
l'agevole accesso al personale addetto alle operazioni di manutenzione e controllo. Lungo le canalizzazioni, al
fine di assicurare la possibilità di ispezione e manutenzione, devono disporsi manufatti a distanza mutua tale da
permettere l'agevole intervento del personale addetto.
4) Le caditoie devono essere munite di dispositivi idonei ad impedire l'uscita dalle canalizzazioni di animali vet-
tori e/o di esalazioni moleste. Esse devono essere disposte a distanza mutua, tale da consentire la veloce eva-
cuazione nella rete di fognatura delle acque di pioggia e comunque in maniera da evitare ristagni di acque sulle
sedi stradali o sul piano di campagna.
6) Gli scaricatori di piena da reti di tipo misto devono essere dimensionati in modo tale da assicurare che le ac-
que scaricate presentino una diluizione compatibile con le caratteristiche e con l'uso del ricettore. I rapporti di
diluizione e le modalità di scarico verranno stabiliti dagli Enti competenti alla autorizzazione allo scarico.
7) Le stazioni di sollevamento devono essere sempre munite di un numero di macchine tale da assicurare una
adeguata riserva. I tempi di attacco e stacco delle macchine devono consentire la loro utilizzazione al meglio
delle curve di rendimento ed al minimo di usura, tenendo conto che i periodi di permanenza delle acque nelle
vasche di adescamento non determinino fenomeni di setticizzazione delle acque stesse. Le stazioni di solleva-
mento devono essere munite o collegate ad idonei scaricatori di emergenza, tali da entrare autonomamente in
funzione in caso di interruzione di fomitura di energia. Qualora per ragioni planoaltimetriche non risulti possibile
la installazione di scaricatori di emergenza, le stazioni di sollevamento devono, in aggiunta alla normale alimen-
tazione di energia, essere munite di autonomi gruppi energetici, il cui stato di manutenzione deve essere atte-
stato dalle annotazioni riportate su apposito registro. Autonomi gruppi energetici devono, inoltre, essere previsti
in tutti quei casi in cui il ricettore - dove potrebbe sversare lo scarico di emergenza - è sottoposto a particolari
vincoli.
8) La giacitura nel sottosuolo delle reti fognarie deve essere realizzata in modo tale da evitare interferenze con
quella di altri sottoservizi. In particolare le canalizzazioni fognarie devono sempre essere tenute debitamente
distanti ed al di sotto delle condotte di acqua potabile. Quando per ragioni planoaltimetriche ciò non fosse pos-
sibile, devono essere adottati particolari accorgimenti al fine di evitare la possibilità di interferenze reciproche.
9) Lo studio di una rete di fognatura deve sempre riferirsi per gli elementi di base (previsioni demografiche ed
urbanistiche, dotazioni idriche, dati pluviometrici, tipologia portata e qualità dei liquami, etc.) a dati ufficiali o
comunque resi tali da apposita dichiarazione delle competenti Autorità.
10) La scelta del tipo di materiale delle canalizzazioni deve essere effettuata sulla base delle caratteristiche i-
drauliche, della resistenza statica delle sezioni, nonché in relazione alla tipologia ed alla qualità dei liquami da
convogliare. Le canalizzazioni devono essere sempre staticamente verificate ai carichi esterni permanenti ed
accidentali, tenendo conto anche della profondità di posa e delle principali caratteristiche geotecniche dei terreni
di posa e di ricoprimento.
11) L'ente gestore della fognatura deve predisporre un idoneo programma di interventi di manutenzione ordina-
ria e straordinaria della rete di fognatura gestita. Tale programma deve, in particolare, definire gli intervalli di
tempo entro i quali effettuare le normali operazioni di spurgo della rete nonché le verifiche concernenti sia le
condizioni statiche dei manufatti e lo stato di usura dei rivestimenti. L'attuazione di detto programma deve ri-
sultare da specifiche annotazioni da riportarsi su apposito registro. L'ente gestore deve, inoltre, disporre di una
planimetria quotata sviluppata in una scala adeguata per permettere la chiara individuazione della rete fognante
gestita. La stessa planimetria deve riportare lo schema della rete di distribuzione dell'acqua potabile. La plani-
metria di cui sopra deve risultare costantemente aggiornata.
Gerarchicamente, procedendo dagli allacci dei privati e dalle caditoie stradali fino a giungere, dopo
opportuni trattamenti, al recapito finale di restituzione delle acque reflue in un recettore naturale,
si distinguono:
Le reti di fognatura sono, in genere, del tipo ramificato aperto. Il funzionamento idraulico è a su-
perficie libera, pur non mancando esempi di reti progettate anche per il funzionamento in pressio-
ne. Con specifico riferimento all'origine delle acque raccolte e trasportate, le reti di fognatura ven-
gono classificate in:
raccolgono e convogliano le acque pluviali e le acque reflue con un unico sistema di canalizzazioni.
In questi sistemi i collettori sono dimensionati in funzione delle portate meteoriche conseguenti al-
l’evento di pioggia in progetto. Questa portata è nettamente maggiore (centinaia di volte) della por-
tata delle acque reflue e poiché l’impianto di depurazione è dimensionato con valore di poco supe-
riore alla portata nera (portata nera diluita con rapporto di diluizione 1-4) , il supero dovrà essere
scaricato direttamente nel mezzo recettore , con opportuni manufatti detti scaricatori di piena.
L’ubicazione di questi dispositivi è consigliabile ogni qual volta sia possibile lo scarico diretto nel
recettore (scarichi di alleggerimento) e comunque all’ingresso del depuratore . In questi sistemi il
lavaggio della fognatura è legato al regime pluviometrico, pertanto, nei periodi di secca , l’esigua
portata nera defluisce con velocità molto bassa con conseguente sedimentazione dei solidi e
l’innesco di fenomeni putrefattivi . In seguito si chiarirà meglio questo aspetto e si descriveranno le
soluzioni possibili per la risoluzione del problema.
le acque reflue vengono raccolte e convogliate con un sistema di canalizzazioni distinto dal sistema
di raccolta e convogliamento delle acque pluviali. La dimensione dei collettori delle acque pluviali è
praticamente identico a quello della corrispondente rete unitaria mentre la rete nera è caratteriz-
zata da spechi di modeste dimensioni. Generalmente la rete pluviale scarica direttamente nel mezze
recettore ; oggi, dal punto di vista ambientale, si tende a separare le portata di prima pioggia che,
soprattutto dopo un lungo periodo di siccità, presenta elevati contenuti inquinanti a seguito del
lavaggio delle superfici stradali . Il sistema separato garantisce una portata nera pressoché costan-
te all’impianto di depurazione però, data la limitata quantità, può creare problemi di smaltimento
della parte solida, soprattutto nei tratti pianeggianti, per mancanza del lavaggio operato della por-
tata pluviale.
Non esistono ragioni di validità di un sistema rispetto all’altro. Dalla scelta del sistema può dipen-
dere:
1. dal costo
2. dal funzionamento efficiente
3. dalla realizzabilità
Dal punto di vista igienico sanitario entrambi i sistemi presentano il limite di non consentire il com-
pleto conferimento del carico inquinante, raccolto dalla fognatura, all’impianto di trattamento
finale. Nel sistema separato, privo di separatori di prima pioggia, le acque di lavaggio delle strade
sono scaricate dai collettori pluviali, senza trattamento, nei recettori. Nel sistema misto , durante
eventi tenui di pioggia, che attivano gli scaricatori di piena con gradi di diluizione poco superiori alla
norma, una parte del carico inquinante connesso alle portate nere è sversato direttamente nel re-
cettore senza trattamento.
Infine costatato che l’inquinamento delle acque di prima pioggia è causato principalmente dal dila-
vamento delle superficie pavimentate (strade e piazze), nella realizzazione di nuove reti di fogna-
tura, in entrambi i sistemi, si tende a isolare, a monte dell’immissione nella rete, le acque di piog-
gia intercettate e raccolte dai tetti e convogliarle verso il recettore più vicino, su terreni permeabili
o, attraverso pozzi perdenti, direttamente nella falda.
Le esigenza della raccolta ed allontanamento delle acque nere e delle bianche sono diverse e pos-
sono portare a situazioni fra loro inconciliabili che rendono obbligata la scelta del sistema separato:
Le acque nere :
impongono : profondità di posa al disotto della rete idrica;
pendenza sufficiente per un continuo deflusso
ammettono : sollevamento meccanico caratterizzato da portate esigue e basse prevalenze.
Le acque bianche :
impongono : funzionamento a gravità (fatta l’unica eccezione del recettore a quota maggiore della
sezione terminale dell’emissario)
ammettono : posa superficiale (al limite pendenze naturali del reticolo idrografico)
basse pendenze
Le reti di fognatura, come già detto, sono costituite da canali chiusi funzionanti a superficie libera.
L'andamento plano-altimetrico delle reti, pertanto, risulta strettamente connesso alla morfometria
dei luoghi ed alla natura ed ubicazione del mezzo ricettore finale; in funzione delle differenti realtà,
originano due schemi elementari o di base, perpendicolare ed a ventaglio, che potendo coesistere
tra loro realizzano schemi multipli: longitudinale, a terrazze e radiale .
a - Schema perpendicolare: i collettori principali, disposti sulle linee di massima pendenza, conflui-
scono nell’emissario che scorre parallelamente al mezzo recettore fino all’impianto di depurazione.
Figura 3
b - Schema a ventaglio : i collettori principali, che raccolgono le reti dei bacini secondari, conflui-
scono in un unico punto dal quale inizia l’emissario verso l’impianto di trattamento. Se il sistema è
misto in questo punto verrà posizionato lo scaricatore di piena (Figura 4).
Figura 4.
Figura 5
d - Schema radiale :Il centro da servire risulta suddiviso in più settori ognuno con rete di fognatura
propria e con distinto recapito finale. Lo schema è tipico di città collinari con impluvi che convoglia-
no verso bacini distinti (Figura 6).
Figura 6
Gli spechi di fognatura, tutti, per ragioni igieniche, realizzati a sezione chiusa, hanno forme geo-
metriche caratteristiche e differenziate in funzione del tipo di rete.
Nel caso di reti separate:
le acque bianche vengono incanalate in spechi a sezione circolare. In caso di collettori o emissari
a servizio di vasti bacini e per i quali è previsto il vettoriamento di portate elevate, si ricorre al-
l'adozione di più spechi a sezione circolare funzionanti in parallelo. Non sono infrequenti casi di
adozione di sezioni rettangolari di grandi dimensioni. In queste per contenere lo spaiamento del-
le acque in concomitanza di piccole portate si ricorre all’accortezza di sagomare il fondo con
doppia falda convergente verso il centro;
Nel caso di reti unitarie le acque, sia reflue che di pioggia, vengono trasportate, come già detto, in
unica canalizzazione realizzata, per le piccole e medie portate, con spechi a sezione circolare. Per
dimensioni maggiori a diametri commerciali, si adottano spechi ovoidali senza banchina. I grandi
collettori ed i canali emissari vengono realizzati con spechi con sezioni banchinate di notevoli di-
mensioni (fino a 3200x3200 ed oltre)
Il ricorso all'adozione di sezioni policentriche ovoidali sia per la rete nera di sistemi separati sia per
le reti miste è dettato da necessità idrauliche. Le portate nere, di limitata entità se raffrontate alle
portate bianche prodotte dalla stessa area servita (rapporti nero/bianco compresi tra 1/100 e
1/600), debbono essere vettoriate con velocità sostenuta sia per ridurre i tempi di permanenza del
liquame in fognatura, sia per ostacolare fenomeni di sedimentazione delle sostanze organiche ed
La valutazione della portata fecale riveste ampio margine di incertezza data la impossibilità intrin-
seca di conoscere attendibilmente:
Per acquisire il valore della portata di picco fecale necessita definire il valore del coefficiente di
punta Cp, rapporto tra la portata fecale massima e la portata fecale media giornaliera. Non è cor-
retto fare riferimento all'analogo coefficiente di punta adottato nel dimensionamento della rete in
pressione idropotabile, dato il potere regolatore delle reti di fognatura correlato al funzionamento
di queste in condizioni di moto vario a superficie libera. La letteratura tecnica in argomento
indica valori sperimentali di Cp compresi tra 1,3 ed 1,5 (valori sperimentalmente rilevati nelle reti
fognarie di Foggia Cp ≤ 1,5 e di Napoli Cp = 1,26).
Per la determinazione di Cp III in fase di progettazione la Water Pollution Control Federation consi-
glia il ricorso alla relazione : Cp = 20 N-0,2 [N in migliaia].
Per la determinazione della popolazione, nel caso di nuovo progetto, si fa riferimento alle indicazio-
ni delle Norme di Attuazione del Piano Regolatore Generale vigente per le zone oggetto delle opere
di urbanizzazione ed in particolare ai seguenti parametri urbanistici:
St - Superficie territoriale [m2]: area complessiva dei lotti ricompresi un una determinata Zona con specifica
destinazione urbanistica ; è somma della Superficie fondiaria Sf e delle superfici da destinare ad opere di urba-
Sf – Superficie fondiaria [m2]: area netta edificatoria pari alla St depurata delle superfici da destinare ad o-
pere di urbanizzazione
Uf – Indice di utilizzazione fondiaria [m2/m2] esprime in m2 la massima Superficie utile Su costruibile per
ogni m2 di Superficie fondiaria Sf
V – Volume residenziale costruibile [m3] :prodotto della Su*h con h = altezza del piano da pavimento a
soffitto;
Con gli elementi acquisiti risulta estremamente agevole determinare il valore della portata mas-
sima fecale necessario per il dimensionamento idraulico degli spechi di fognatura. Infatti, deter-
minato il numero N degli abitanti che gravitano sul tratto di fognatura in esame, il valore della
portata nera di progetto è dato alla relazione:
0,8 Cp ⋅ N d
qmax = [l/s]
86400
Nel caso di reti separate la qmax sarà la portata di dimensionamento dello speco per un assegnato
valore del Grado di Riempimento, 50%÷60 % della sezione totale dello speco, generalmente di
forma circolare. Nel caso di reti unitarie, ricordato che la portata bianca è centinaia di volte la por-
tata nera, non è necessario, per il dimensionamento dello speco, tener conto della nera qmax . Oc-
correrà comunque verificare, per lo speco dimensionato per la massima portata pluviale Qmax , il
valore della velocità corrispondente ad una portata nera 0,5 qmax
B. PORTATA PLUVIALE
Il valore della portata massima di pioggia può essere determinato adottando differenti procedure.
Con formule empiriche, valide in ambiti territoriali limitati, si correla l'intensità di pioggia alla por-
tata di picco attraverso espressioni matematiche ottenute da analisi di tipo regressivo. Il metodo,
molto diffuso fino agli anni cinquanta, risulta superato.
Attualmente, a volte, si fa ancora ricorso, nelle fasi di progettazione di larga massima, a metodi
semiempirici, basati su formulazioni caratterizzate dalla presenza di coefficienti dedotti da elabora-
zioni condotte con i metodi correntemente adottati. Tra questi i più diffusi sono:
• il metodo cinematico, fondato sul concetto della corrivazione;
• il metodo del volume d’invaso, basato sul concetto della laminazione.
In tutti i metodi si ricerca la pioggia di progetto assumendo, per un assegnato tempo di ritorno
T, il legame funzionale tra altezza di pioggia h e durata t della stessa (curva di possibilità pluvio-
metrica o curva di caso critico).
B.1. PRECIPITAZIONI
L’entità delle precipitazioni di contatto è di difficile valutazione ed è misurabile con difficoltà mentre
ciò è agevole per le precipitazioni atmosferiche sotto forma di pioggia o neve.
La misura delle precipitazioni viene effettuata con i pluviometri in stazioni diffuse sul territorio
nazionale (una stazione circa ogni 80 km2).
A seconda delle grandezze rilevabili si hanno pluviometri:
Nel tipo a bilanciare (Figura 11) l’acqua raccolta dalla bocca riempie alternativamente due vaschet-
te triangolari B che costituiscono il bilanciere il cui funzionamento è legato al peso dell’acqua ed alla
quantità di precipitazione raccolta.
Al moto del bilanciere è associata un'ancora che, agendo su una ruota dentata, mette in rotazione
l'eccentrico E, al quale è solidarizzata una punta scrivente su tamburo rotante, anche in questo ca-
Totalizzatori : vengono usati in stazioni dove, per particolari condizioni ambientali, non è possibile
effettuare rilevazioni a breve periodo. La bocca di intercettazione è più piccola del tipo Ordinario,
1/40 di m2, ma il recipiente di raccolta, privo dell’imbuto, ha capacità maggiore e nel suo interno
vengono poste quantità misurate di cloruro di calce per sciogliere la neve e di olio di vaselina per
contenere l’evaporazione. Nella Figura 12 sono raffigurati pluviometri totalizzatori dotati dello
schermo di Nipher, utilizzato per ridurre gli errori di misura causati, generalmente dal vento. Poiché
le gocce di pioggia crescono nell’attraversare strati di atmosfera, vicini al suolo e prossimi alla satu-
razione, l’altezza minima della bocca dal suolo è fissata in 1,5 m per i pluviometri ordinari e 3,00 m
per i pluviometri totalizzatori ( secondo il Servizio Idrografico Italiano).
Figura 13
Dalle osservazione raccolte negli annali si rileva che per una data durata temporale un’altezza di
precipitazione, misurata in una certa stazione, è sensibilmente variabile da anno ad anno .
Poichè il fenomeno è ipotizzato non evolutivo, si ritiene di poter individuare, per ogni stazione, il
valore medio da una serie elevata di anni di osservazione N che soddisfi alla condizione che tale va-
lore non vari sensibilmente includendo o escludendo dal conteggio un numero limitato di anni.
Questa media, detta Valore Normale, è stimata per un periodo di circa 40 ÷ 50 anni. Anche se
gli eventi di pioggia non si riproducono identici in tale periodo, si ha effettivamente a grandi linee
la percezione del fenomeno. Nella progettazione idraulica ricorre, sovente, la necessità di conosce-
re la correlazione, per un’assegnata stazione, tra altezza di precipitazione e durata dell’evento .
Generalmente per ricercare una relazione matematica, tra due variabili x ed y, del tipo yi = ƒ(xi)
in modo tale che sia possibile prevedere un valore della y in funzione di un assegnato valore della
x, si fa ricorso all’interpolazione dei dati con idonee funzioni .
I dati relativi alle altezze di pioggia correlate a durate prescelte possono essere rappresentati grafi-
camente su un piano cartesiano con le durate, asse delle ascisse, e le correlate altezze di precipita-
zione in ordinate (Figura 16).
La spezzata che unisce i singoli punti può essere interpretata analiticamente ed in modo soddisfa-
cente, mediante l’equazione di potenza: h = a ⋅t
n
[a]
con h (mm) altezza di precipitazione, t la sua durata (ore o frazioni decimali di ora) a ed n due
parametri dipendenti dalle caratteristiche pluviometriche della zona:
• n < 1, poichè l'intensità di pioggia i = h/t diminuisce con l'aumentare della durata; assume ge-
neralmente valori compresi tra 0,3 e 0,7;
• a rappresenta l'altezza di pioggia caduta nell'unità di tempo (a seconda dei casi un'ora o un
giorno) V.
La relazione [a] può essere esplicitata determinando i valori di a ed n in modo analitico utilizzan-
do il Metodo dei minimi quadrati con :
1
a ⋅ Σy + bΣx ⋅Y − ⋅ (Σy)2
r= N
1
Σ(y)2 − (Σy)2
N
r = coefficiente di correlazione, indica la qualità che è stata ottenuta con la regressione; valori
prossimi ad 1 indicano un’ottima interpolazione, essendo ridotti al minimo gli scarti dei punti.
V
h=a tn h [mm] a [mm ora-1]
h=a*24n tn h [mm] a [mm giorno-1]
h=a/1000*24n tn h [m] a [m giorno-1]
Figura 17.
Raccolti, per un numero sufficiente di anni, i dati relativi alle altezze di pioggia correlate alle durate
prescelte, si ordinano, per ogni durata, in senso decrescente. Vengono così determinati i valori del
Primo caso critico (altezze di precipitazione raggiunte una volta e superate mai, nel periodo di
osservazione); i valori che seguono in ordine di grandezza i massimi individuati in precedenza de-
terminando il Secondo caso critico (altezze di precipitazione raggiunte una volta e superata una,
nel periodo di osservazione) e cosi via fino all'ordine N. I dati dei vari ordini (I, II, III, ecc.) pos-
sono essere interpolati ottenendo le curve di I, II,III, ecc. caso critico. L'ordine di una curva di caso
critico indica dunque le volte in cui i valori che essa regolarizza sono stati raggiunti negli N anni di
osservazione e superati n-1 volte.
Avendo a disposizione numerosi anni di osservazione, considerati tutti i valori massimi riscontrati
alle varie durate, si perverrebbe ad una legge che, a meno di eventi eccezionali, garantirebbe la
non superabilità dei dati osservati; il conseguente dimensionamento della rete sarebbe in grado di
contenere la portata derivante da qualsiasi pioggia. Questo però non è sempre necessario nè fatti-
bile dal punto di vista economico.
Le curve di caso critico non permettono di conoscere il ritorno periodico di un evento pluviometrico
caratterizzato da una particolare intensità né, tanto meno, consentono di estendere il campo delle
previsioni oltre il periodo reale di osservazione, se non ricorrendo a metodi statistici che consenta-
no di definire un intervallo medio di tempo Tr(anni), detto Tempo di Ritorno, per eventi pluvio-
metrici di intensità nota o mai registrata. Benché ovvio, è bene sottolineare che il tempo di ritorno
non rappresenta una scadenza fissa ma un valore medio temporale nel quale probabilmente
l’evento preso in considerazione ricorrerà e l’attendibilità del risultato si riduce all’aumentare della
proiezione temporale soprattutto in rapporto al numero degli anni N di osservazioni disponibili.
Tra i vari metodi statistico-probabilistici per l’analisi di campioni di altezze di pioggia massime an-
nuali il più noto è quello di Gumbel (1958). Per le precipitazioni massime di assegnata durata, si fa
essendo Yi una serie di variabili ridotte dipendenti solo dal numero N dei dati di osservazione, or-
dinati in senso decrescente.
Tabella I
YN S(h) ⎡ 1⎤
In definitiva si ha h(Tr ) = h − ⋅ S(h) − ln⎢1 − ⎥ [c]
SN SN ⎣ Tr ⎦
La [c] consente di determinare il massimo valore di altezza di precipitazione per una prefissata du-
rata e per un assegnato tempo di ritorno.
Pertanto fissato un tempo di ritorno Tr sarà possibile trarre, per ogni durata, i corrispondenti valori
di altezze di precipitazione h e definire la pioggia di progetto h = a ⋅ t n che ricorre, mediamente,
ogni Tr anni. Più è elevato il tempo di ritorno e maggiore è la portata derivante dall’evento sti-
mato e maggiore è l’impegno economico per la realizzazione delle opere preposte al controllo ed
alla regolarizzazione delle portate esitate.
Ovviamente la scelta del tempo di ritorno è condizionata del grado di rischio che il progettista deve
assumere in funzione dell’importanza dell’opera, pertanto, si suole far riferimento a piogge carat-
terizzate da tempi di ritorno funzione della tipologia dell’opera da realizzare o verificare (Tabella II)
1
Definito il limite di superamento ( o probabilità di non superamento) dell’evento: P = 1 − resta
Tr
stabilita la durata tecnico economica dell’opera, in cui la probabilità di non superamento dell’evento
m
⎛ 1 ⎞
di progetto in m anni è dato dalla relazione P* = 1 − ⎜⎜1 − ⎟
⎟ .
⎝ Tr⎠
Tabella II
Tipologie Tempi di
Ritorno
anni
Smaltimento acqua di pioggia da corpi stradali secondari 2÷5
Smaltimento acqua di pioggia da corpi stradali principali 10 ÷ 15
Fognature 10÷15
Bonifiche 15÷25
Tombini e ponticelli per piccoli corsi d’acqua 30÷50
Corsi d’acqua di bacini minori a 10 km2 75
Corsi d’acqua di bacini maggiori a 10 km2 100
Ponti e difese fluviali 200
Opere ad alto rischio (argini, dighe, ecc.) 1000÷2000
Tracciare, per Tempi di ritorno assegnati di 5,10 e 20 anni, le curve di caso critico delle piogge
della stazione di L'Aquila e confrontarle con la curva di primo caso critico
STAZIONE PLUVIOGRAFICA DI L’AQUILA : 735 m s.m.
Nella Tabella I sono raccolti i dati rilevati dagli annali idrologici dall’anno 1933 all’anno 1997. I dati
mancanti denotano il mancato funzionamento dello strumento.
Nella Tabella II sono riportati i dati di altezza di precipitazione, per ogni durata, ordinati in senso
decrescente e tutti i dati necessari per la determinazione di tutti i parametri necessari per la de-
S(h) S(h)
terminazione delle h (Tr) = h − YN + Y(Tr ) , riportate nella Tabella III
SN SN
TABELLA I
anno 1 3 6 12 24 anno 1 3 6 12 24
1933 14,6 21,0 23,2 27,8 40,6 1966 42,6 52,8 57,8 65,2 70,2
1934 14,2 18,2 23,0 24,0 27,8 1967 13,6 14,0 15,2 23,8 28,6
1935 23,8 38,0 45,4 60,6 61,0 1968 22,0 33,0 33,0 35,2 41,0
1936 17,6 27,8 30,2 44,4 65,4 1969 25,4 27,0 34,8 43,0 57,0
1937 15,2 17,4 29,0 40,2 49,8 1970 13,0 20,6 23,8 30,0 37,4
1938 1971 23,4 44,6 45,0 45,2 67,6
1939 23,0 26,4 26,8 43,8 50,2 1972 10,0 22,4 29,4 44,4 48,8
1940 1973 32,6 39,0 40,0 40,0 47,2
1941 1974
1942 1975 18,4 19,2 27,8 34,8 42,2
1943 1976
1944 1977 15,4 21,4 27,4 40,2 41,4
1945 1978
1946 8,8 23,6 29,2 38,8 45,2 1979 14,0 17,2 28,0 34,8 48,4
1948 20,0 24,0 25,4 27,0 27,0 1980 11,0 25,0 38,0 47,6 48,6
1949 26,0 37,8 44,6 44,6 47,0 1981 10,4 13,8 25,0 26,0 35,0
1950 31,2 41,2 41,2 41,2 41,4 1982 11,0 18,0 26,4 50,8 69,6
1951 6,0 10,8 17,0 30,2 40,6 1983 9,2 13,0 15,8 24,2 29,8
1952 43,2 45,2 45,2 49,4 49,6 1984
1953 27,2 27,2 27,2 27,2 27,4 1985 25,6 25,6 34,2 53,2 69,2
1954 1986 17,0 21,8 23,0 39,6 61,6
1955 26,2 32,2 32,4 32,4 40,8 1987 14,2 17,8 21,8 29,0 42,0
1956 10,0 20,0 21,0 24,0 41,0 1988 14,2 27,4 37,0 43,4 45,0
1957 11,8 19,8 21,6 24,0 33,2 1989 34,2 35,4 35,6 39,2 48,2
1958 10,0 13,0 21,0 32,4 34,6 1990 15,8 16,6 27,2 41,6 57,8
1959 29,0 37,2 47,4 37,4 37,4 1991 48,4 49,0 50,8 63,4 68,0
1960 12,6 21,2 29,8 39,0 47,0 1992 26,8 28,4 28,6 29,6 36,8
1961 10,6 19,6 25,4 42,0 56,8 1993 9,0 16,4 28,8 36,8 38,0
1962 17,6 19,6 23,4 29,6 44,8 1994 19,6 21,2 25,4 39,6 39,8
1963 9,8 14,0 18,4 25,4 39,4 1995 27,0 27,6 27,6 30,0 40,0
1964 13,0 12,6 21,8 31,4 37,2 1996 22,0 23,8 23,8 28,0 29,2
1965 23,4 23,4 23,4 34,2 37,6 1997 25,8 28,6 29,0 31,8 39,8
tp hm edia S (h) SN YN Tr ⎡
ln ⎢1 −
1 ⎤
⎥
Y(TR ) h
⎣ Tr ⎦
ore mm anni mm
1 18,877 8,649 1,17516 0,5493 5 -0,22314 1,49994 25,9
3 24,804 8,920 1,17516 0,5493 5 -0,22314 1,49994 32,0
6 29,165 7,850 1,17516 0,5493 5 -0,22314 1,49994 35,5
12 36,458 8,605 1,17516 0,5493 5 -0,22314 1,49994 43,4
24 44,200 10,742 1,17516 0,5493 5 -0,22314 1,49994 52,9
tp hm edia S (h) SN YN Tr ⎡
ln ⎢1 −
1 ⎤
⎥
Y(TR ) h
⎣ Tr ⎦
ore mm anni mm
1 18,877 8,649 1,17516 0,5493 20 -0,05129 2,970195 36,7
3 24,804 8,920 1,17516 0,5493 20 -0,05129 2,970195 43,2
6 29,165 7,850 1,17516 0,5493 20 -0,05129 2,970195 45,3
12 36,458 8,605 1,17516 0,5493 20 -0,05129 2,970195 54,2
24 44,200 10,742 1,17516 0,5493 20 -0,05129 2,970195 66,3
70,0
60,0
50,0
h [mm]
40,0 Tr5
Tr10
30,0 Tr20
20,0
10,0
0,0
0 3 6 9 12 15 18 21 24
dura te [ore ]
Infine per ogni tempo di ritorno vengono determinate le espressioni caratteristiche delle correlate
piogge di progetto:
Tabella IV
tp hm edia S (h) SN YN Tr ⎡
ln ⎢1 −
1 ⎤
⎥
Y(TR ) h
⎣ Tr ⎦
ore mm anni mm
1 18,877 8,649 1,17516 0,5683 100 -0,01005 4,600149 48,7
3 24,804 8,920 1,17516 0,5683 100 -0,01005 4,600149 55,6
6 29,165 7,850 1,17516 0,5683 100 -0,01005 4,600149 56,2
12 36,458 8,605 1,17516 0,5683 100 -0,01005 4,600149 66,1
24 44,200 10,742 1,17516 0,5683 100 -0,01005 4,600149 81,2
tp hm edia S (h) SN YN Tr ⎡
ln ⎢1 −
1 ⎤
⎥
Y(TR ) h
⎣ Tr ⎦
ore mm anni mm
1 18,877 8,649 1,17516 0,5683 200 -0,00501 5,295812 53,8
3 24,804 8,920 1,17516 0,5683 200 -0,00501 5,295812 60,8
6 29,165 7,850 1,17516 0,5683 200 -0,00501 5,295812 60,9
12 36,458 8,605 1,17516 0,5683 200 -0,00501 5,295812 71,2
24 44,200 10,742 1,17516 0,5683 200 -0,00501 5,295812 87,6
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
h [mm]
Tr100
50,0
Tr200
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
0 3 6 9 12 15 18 21 24
durate [ore]
La valutazione degli afflussi pluviometrici, nel caso di una porzione di territorio di estensione limita-
ta, può essere condotta utilizzando valori osservati in un'unica stazione. Per la determinazione
dell’altezza media di precipitazione interessante una superficie di territorio rilevante, al cui inter-
no sono ricomprese più stazioni, si può assumere semplicemente come altezza di precipitazione su
tutto il bacino la media delle altezze rilevate ai pluviometri; il risultato sarà tanto più attendibile
quanto maggiore è l’omogeneità del territorio e l’uniformità della distribuzione delle stazioni.
In caso contrario la media sarebbe falsata dalle aree dove maggiore è il numero delle stazioni. In
questo caso, potendo ritenere lineare la variazione delle precipitazioni tra due stazioni adiacenti, è
possibile definire l'area Ai d'influenza di ogni pluviometro con il metodo dei Topoieti o dei poli-
goni di Thiessen.
Con riferimento alla Figura 18 rilevato che all’interno del bacino sono presenti due stazioni pluvio-
metrografiche, si collegano i pluviometro 1 e 2 con le stazioni adiacenti 3 ÷9; dalla mezzeria dei
segmenti di unione si tracciano le perpendicolari le cui intersezioni racchiudono dei poligoni (to-
poieti) di superficie pari all'area A1 di influenza del pluviometro 1 , A2 di influenza del pluviometro
2 e le aree di pertinenza delle restanti stazioni.
Le serie dei valori delle precipitazioni medie h sul comprensorio di superficie totale
A= A1+A2+A3+A4+A5+A6+A7+A8+A9 , a partire dalle altezze contemporanee di precipitazione
Figura 18 a. Applicazione del Metodo dei Topoieti sul bacino del F.i Vidourle (630 km2) a Sommiers
L’Hydrologie de l’Ingénieur – G. Réméniéras EYROLLES
Quando il territorio risulta orograficamente vario il Metodo dei Topoieti risulta impreciso in quanto
l'altezza di precipitazione ottenuta non tiene debitamente in conto l'esposizione e la quota delle
singole stazioni. In questo caso si ricorre ad una rappresentazione sul territorio di linee di uguale
altezza di precipitazione o Isoiete. Anche in questo caso si congiungono le varie stazioni con delle
rette sulle quali vengono riportati, per interpolazione pesata, i valori compresi tra gli estremi delle
altezze di precipitazione misurate sulle stazioni. Valori uguali verranno uniti con curve dette, ap-
punto, isoiete (Figura 19).
A - IL METODO CINEMATICO
Non tutto l'afflusso pluviometrico viene trasformato dall'operatore bacino in deflusso nella rete di
fognatura. Sono cause della perdita gli invasi nelle depressioni della superficie del suolo, il velo
idrico trattenuto dalla tensione superficiale, l'infiltrazione nel sottosuolo, l'evaporazione. Nelle aree
urbanizzate l’infiltrazione risulta la causa principale di perdita. Si tiene conto del fenomeno attra-
verso il coefficiente di afflusso definito quale rapporto tra il volume netto o efficace Vn della piog-
gia ed il volume totale Vtot della precipitazione.
Vn
ϕ=
Vtot
Valori di ϕ sono stati stimati in funzione delle tipologie edificatorie e della destinazione d’uso dei
suoli.
Valori del coefficiente ϕ in funzione del tipo di urbanizzazione
Per aree scolanti caratterizzate dalla presenza di insediamenti o superfici alle quali vanno attribuiti
differenti valori del coefficiente di afflusso, il valore del coefficiente di afflusso dell’intera area viene
stimato con il metodo della media pesata
Σ ϕi Ai
ϕ=
ΣAi
Analiticamente la determinazione del tempo di corrivazione tcVI viene conseguita, nei tronchi
alla canalizzazione idraulicamente più vicina ; viene assunto pari a 5-10 minuti, in funzione del
grado di urbanizzazione del centro abitato e della pendenza delle superfici.
tc = τm + L/V
VI è di notevole importanza la buona determinazione del tempo di corrivazione perchè da questo dipende l'al-
tezza di precipitazione h della pioggia che, tra tutte quelle rappresentate dalla prescelta curva di possibilità plu-
viometrica, è la più temibile per la rete .
Nota la Qt , attraverso le scale di deflusso note Q=Qƒ(h) e V=Vƒ(h) dello speco in esame calcolate
sotto l’ipotesi di flusso in moto uniforme, si risale, al valore del grado di riempimento ed alla veloci-
tà reale di scorrimento Vr . Si pone a confronto la Vr con la Vf , di primo tentativo, se :
Vr = Vf questo è il caso in cui ovviamente le dimensioni dello speco selezionato sono tali da
Nel caso in cui, fatto salvo il grado di riempimento, il valore massimo della velocità ecceda il limite
consentito per il tipo di materiale utilizzato per la costruzione dello speco si provvederà a ridurre la
pendenza della canalizzazione, con l'inserimento di salti di fondo. Solo dopo il dimensionamento
dello speco per la massima portata di pioggia occorrerà verificare il valore delle velocità minima, in
regime di tempo secco, che si verifica quando la fogna convoglia solo parte della portata nera di
punta.
Si potrebbe verificare anche il caso che le piccole portate fecali non abbiano una velocità sufficiente
per evitare fenomeni di sedimentazione. Nel caso di fogne unitarie, in cui non è possibile modifica-
re né la forma dello speco e né tanto meno variare la pendenza, sarà opportuno inserire dei pozzet-
ti di lavaggio.
Nel caso di sistema separato si procederà, ovviamente, alle verifiche sopradette separatamente per
i due spechi fognari .
Il metodo tiene presente, nella trasformazione afflussi-deflussi, del principio della conservazione
della massa. Correntemente viene utilizzato il Metodo diretto o del Coefficiente Udometrico basato
sulla ricerca di una portata massima Q tra tutte quelle per le quali è possibile un'eguaglianza tra
durate ammissibili e durate possibili, in relazione alla curva di possibilità pluviometrica adottata.
1 ⎛1 ⎞
− ⎜⎜ −1⎟⎟
n
La formulazione classica è espressa dalla relazione: u = 2168 n (ϕ a) w ⎝n ⎠ [l/s ha]
• del volume v2 invasato nelle grondaie, nelle caditoie, nelle cunette stradali, nei pozzetti, nei
Il calcolo del primo dei volumi indicati procede contemporaneamente al dimensionamento idraulico
degli spechi della rete di fognatura. Per i tronchi estremi si ha:
v1 = Ω1 x L1
con L1, lunghezza del tronco ed Ω1 , massimo valore dell’area bagnata in funzione della forma e
del correlato grado di riempimento. Per gli altri tronchi della rete vi si calcola, nel rispetto
Per il calcolo di v2 necessita conoscere nel dettaglio il sistema elementare di raccolta e convo-
gliamento delle acque di pioggia, unitamente alla tipologia e numero delle grondaie, dei pozzetti,
delle caditoie, e di tutti gli altri elementi costituenti la rete non tenuti in conto nel calcolo di v1.
Per v2 può darsi un valore approssimativoIX di 5÷10 m3/ha
Per il calcolo di v3 è prassi fare riferimento, per aree urbanizzate pianeggianti, a veli idrici di
spessore compreso tra 5 mm e 6 mm, equivalenti a 50 m3/ha e 60 m3/ha, e per aree urbanizzate
caratterizzate da clivometria accentuata, a veli idrici di spessore compreso tra 3 mm e 4 mm, e-
quivalenti a 30 m3/ha e 40 m3/ha.
Procedimento analitico
1. Si inizia con il calcolo degli elementi secondari per passare agli ordini superiori (collettori prin-
cipali).
2. Nel calcolo si considera la sezione terminale dell'elemento per il quale concorre per la valuta-
zione del volume d'invaso
Termini noti :
L [m] lunghezza dell'elemento
A [ha] area zona scolante
h=a tpn equazione della curva caratteristica della pioggia di progetto
v1 + v2 + v3
Termine incognito : w [m] Invaso unitario w =
A
nella determinazione di w, i volumi v2 v3 , pur se di incerta valutazione, sono noti; restano invece
incognite tutte le sezioni Ωi che concorrono nella valutazione di vi= Σi (Ωi Li )
Pertanto occorrerà predimensionare la rete assumendo spechi con area bagnata Ωi , funzione della
udometrico u’ con il quale è possibile stimare la correlata portata Q’= u’A ; nota questa si porcede
alla verifica della sezione dello speco Ωi nei confronti sia della forma e sia del grado di riempimen-
Nell’ipotesi che la sezione Ωi non sia verificata, occorrerà definire una nuova sezione Ωi’ che va-
riando solo il valore di v1, ridefinirà un w’ ed infine un nuovo valore del coefficiente udometrico u”.
Il problema è risolto quando i valori dei coefficienti udometrici di due successive iterazioni risultano
pressoché coincidenti (scarto <2%) .
Le principali attività di progettazione in materia di Lavori Pubblici sono state illustrate al Capitolo 9;
la progettazione di qualsiasi opera pubblica, con particolare riferimento all'Art.16 della Legge Qua-
dro sui Lavori Pubblici, è articolata in tre livelli:
• Preliminare
• Definitivo
• Esecutivo
Dalla Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici del 7 gennaio 1974 n.° 11633 vengono riportate le
“Istruzioni per la progettazione delle fognature e degli impianti di trattamento delle acque reflue”
che forniscono istruzioni dettagliate circa il contenuto del progetto di massimaX e del progetto
esecutivo.
Il progetto di massima deve essere corredato dai seguenti allegati considerati strettamente indi-
spensabili:
A. RELAZIONE E CALCOLI
I Considerazioni generali sulle caratteristiche del centro da servire (ad es. posizione geografica, condizioni geo-
logiche, situazione socio-economiche, se trattasi di centri turistici, alberghieri ecc.).
II Delimitazione orografica ed amministrativa del bacino gravitante sul centro da servire.
III Studio idrologico riferito a adeguati elementi desunti dai dati del Servizio Idrografico Italiano, atto a definire
le leggi di pluviometria dominanti nel bacino stesso.
IV Studio indicativo delle eventuali opere di difesa dalle acque meteoriche provenienti da monte del centro da
servire, al fine di determinare l'effettivo bacino interessato dalle opere di sistemazione di eventuali corsi d'acqua
che possano avere interesse sulle opere di fognatura.
V Dati anagrafici e distribuzione della popolazione nel centro da servire all'epoca della redazione del progetto;
previsione della futura popolazione e sua distribuzione dedotta dagli studi sopra prescritti in merito alla redazio-
ne dello « studio preliminare » e che potranno anche essere effettuati direttamente a corredo del progetto di
massima. In modo particolare per i centri turistici e balneari si terrà conto della popolazione fluttuante e dei
suoi possibili futuri incrementi nella considerazione delle particolari esigenze cui devono soddisfare tali centri
residenziali.
VI Valutazione e localizzazione di eventuali scarichi liquidi provenienti da particolari complessi (attività indu-
striali, macelli, ospedali, ecc.).
VII Delimitazione delle aree costituenti i singoli bacini colanti serviti dalla rete di progetto, con la indicazione
dei relativi coefficienti di assorbimento da parte delle superfici interessate.
VIII Elementi desunti dal « Piano Regolatore generale degli acquedotti e del corretto smaltimento delle acque
di rifiuto »; sia in ordine alle portate distribuite o previste da parte della rete idrica, sia in ordine allo scarico
delle acque raccolte dalla rete fognante.
B. COROGRAFIA
Essa dovrà rappresentare, in scala almeno 1:25.000 su tavolette dell'Istituto Geografico Militare, la delimitazio-
ne del bacino imbrifero gravitante sul centro da servire, proponendo eventuali opere di difesa dalle acque ester-
ne al centro; le delimitazioni del bacino proprio della rete fognante; la posizione di eventuali scaricatori di piena;
la posizione del recapito e dei recapiti finali delle acque reflue; la posizione dell'eventuale impianto di trattamen-
to dei liquami ed il tracciato dell'emissario fino al punto di recapito finale. Ove lo scarico avvenga in un impluvio
o corso d'acqua occorrerà indicare per quest'ultimo il percorso e le zone attraversate per un adeguato tratto a
valle. Se lo scarico si effettua in mare o in lago la corografia dovrà comprendere le zone litoranee adiacente per
una adeguata estensione riportando gli eventuali centri balneari ed altri insediamenti di particolare interesse.
Dovranno inoltre essere forniti elementi relativi ai venti dominanti, alle correnti marine ed ai fondali antistanti
mediante carta batimetrica.
C. PLANIMETRIA QUOTATA DEL CENTRO DA SERVIRE CON INDICAZIONE DELLA NUOVA RETE DI FOGNATURA CON INCLUSE
LE PARTI DELLA RETE ESISTENTE EVENTUALMENTE UTILIZZATE; SULLA PLANIMETRIA SARÀ INDICATA ALTRESÌ L'INDICA-
ZIONE DELLE EVENTUALI STAZIONI DI SOLLEVAMENTO E DEGLI IMPIANTI DI DEPURAZIONE
Questa dovrà essere rappresentata in scala almeno 1:10.000 e dovrà riportare le quote del terreno, assolute o
relative, dei punti salienti del centro da servire con eventuale indicazione delle curve di livello; lo schema della
rete di distribuzione dell'acqua potabile; le zone con diversa densità di popolazione, quelle destinate a industrie
con le relative tipologie e le superfici con diverso coefficiente di assorbimento; il tracciato della rete di progetto
con distinta indicazione delle nuove fogne e di quelle esistenti eventualmente utilizzate, con indicato il verso di
movimento delle acque; la indicazione, con lettere ovvero con numeri, di ciascuno collettore, in maniera tale
G. DISEGNI INDICATIVI DELL'IMPIANTO DI DEPURAZIONE E DEI SERVIZI ACCESSORI, CON INDIVIDUAZIONE DELLE AREE
DA IMPEGNARE
La progettazione comprenderà un disegno che indichi il ciclo di trattamento previsto e lo schema planimetrico
delle opere con indicazione delle dimensioni e dell'andamento altimetrico dell'area da impegnare, nonché lo
schema altimetrico con il profilo idraulico dei percorsi che i liquami seguiranno nelle varie fasi del trattamento.
H. PREVENTIVO SOMMARIO DI COSTO DELLE OPERE E DELLE SPESE DI GESTIONE (ESERCIZIO E MANUTENZIONE)
Il preventivo dovrà indicare l'importo delle opere progettate, suddividendo l'importo stesso in cifre riassuntive
che comprendano globalmente:
• costo delle canalizzazioni, compresi i movimenti di terra e le pavimentazioni;
• costo delle opere di trasformazione ed allaccio delle fognature esistenti eventualmente utilizzate;
• costo delle opere d'arte ricorrenti;
• costo delle eventuali opere d'arte particolari;
• costo di eventuali apparecchiature;
• costo dell'eventuale impianto di trattamento;
• costi ed oneri per eventuali demolizioni e ricostruzioni di opere di pubblici servizi esistenti nel sottosuolo ed
interferenti con la fognatura progettata;
• indennizzi per espropri ed eventuali servitù;
• preventivo dei costi di gestione delle eventuali stazioni di sollevamento ed impianti di depurazione.
Il preventivo sommario dovrà anche evidenziare l'importo delle opere urgenti.
Il Progetto EsecutivoXI
Il progetto esecutivo dovrà essere corredato dai seguenti allegati considerati strettamente indi-
spensabili, oltre ovviamente da tutti quegli altri elaborati che i progettisti dovessero reputare utili
alla migliore illustrazione delle opere:
a - relazione e calcoli
I……Possibilità di utilizzazione di opere di fognatura già preesistenti o di inserimento delle opere proposte nel
complesso di quelle realizzate con precedenti lotti.
II Dati anagrafici e distribuzione della popolazione nel centro da servire o della parte interessata all'epoca della
redazione del progetto esecutivo; previsione della futura popolazione e sua distribuzione, dedotta dalle risultan-
ze degli accertamenti di carattere urbanistico effettuati in sede di redazione del progetto di massima, risultanze
opportunamente aggiornate in relazione alle previsioni dei vigenti strumenti urbanistici locali e territoriali al
momento della redazione del progetto esecutivo.
XI Come si vedrà dagli elaborati, molti di questi rappresentano l’aggiornamento ed l’estensione del progetto
definitivo.
In una prima fase, per un corretto tracciamento della rete, supponendo inesistenti i fabbricati, le
canalizzazioni dovranno posizionarsi in corrispondenza dei compluvi, replicando quella che sarebbe
la rete idrografica naturale del bacino in studio. I vincoli creati dalle costruzioni e dalla viabilità e-
sistenti portano a scostamenti dalla soluzione ottimale. Risulta opportuno che le canalizzazioni prin-
cipali seguano la viabilità maggiore e che i canali a servizio di sottobacini vengono portati verso un
unico emissario. E' necessario inoltre conoscere le quote del piano di posa della rete idrica e degli
altri servizi. La rete di fognatura, per ovvie ragioni igieniche, verrà posizionata sempre al di sotto
della rete idrica, sottostandovi di almeno 0,50 m. Per rispettare tale vincolo si debbono realizzare,
specie per le canalizzazioni principali, per i collettori e per i canali emissari, scavi molto profondi.
La continua espansione dei centri abitati determina la costruzione di nuovi tratti fognari che si van-
no ad attestare a collettori esistenti. L’urbanizzazione di aree precedentemente “verdi” comporta un
notevole aumento di superfici impermeabili che drenano maggiori volumi di pioggia con conse-
guenti maggiori portate di afflusso nelle rete di fognatura esistente. Pertanto è indispensabile veri-
ficare i tronchi più critici ed adottare, in conseguenza, il necessari rimedi.
7.4.2. Riabilitazione
Riscontrato un decadimento delle caratteristiche idrauliche e strutturali delle condotte, prossime al-
lo scadere della durata tecnico-economica, è possibile intervenire ripristinando le condizioni di pro-
getto delle stesse tramite operazioni riabilitative che vanno dalla semplice pulizia interna ad altre
più complesse che possono prevedere la totale sostituzione del pezzo. Pertanto per riabilitazione,
si intende, in termini generali, diversi tipi di intervento quali:
• manutenzione (es. pulitura interna)
• riparazione (es. sigillatura dei giunti)
• rinnovo (es. rivestimento interno)
• sostituzione
I caratteri di qualità delle acque reflue domestiche sono connessi fondamentalmente con la diffe-
rente tipologia degli insediamenti, con le dotazioni idriche, con la natura ed il livello di dotazione
dei servizi. Sussistono inoltre numerosi altri fattori che condizionano i caratteri delle acque di rifiuto
I caratteri di qualità delle acque di drenaggio urbano sono connessi fondamentalmente con le con-
dizioni meteorologiche di tempo di pioggia, con la intensità della precipitazione, con la differente
tipologia degli insediamenti, con l'inquinamento atmosferico, con il materiale sedimentato nelle fo-
gne con la natura e la quantità dei sedimenti sulla superficie dilavata. Sussistono inoltre numerosi
altri fattori che condizionano i caratteri delle acque di pioggia, quali la successione delle stagioni, il
numero di giorni non piovosi che precedono l'evento pluviometrico, la presenza di acque di falda
infiltrate, la natura ed il livello di dotazione dei servizi, le dotazioni idriche, l'accidentale immissione
di sostanze non usuali, ecc..
I caratteri di qualità delle acque di drenaggio, pertanto, in quanto dipendenti da un elevato numero
di fattori determinatori e da un elevatissimo numero di fattori accessori, non sono determinabili a
priori, ma richiedono lunghe ed onerose indagini di campo volte alla loro acquisizione in termini
statisticamente significativi. I principali indicatori ai quali viene fatto riferimento per quantizzare il
livello di inquinamento delle acque di drenaggio sono costituiti da parametri chimico fisici, dal con-
tenuto di materiale organico, di materie solide, di nutrienti e di metalli pesanti. Le misure che ven-
gono normalmente eseguite riguardano:
ESEMPIO 12
Progettare la rete di fognatura, del tipo unitario, per la località riportata nello schema di Figura1.
Sono date le espressioni della curva di possibilità pluviometrica, per precipitazioni rilevate in un pe-
riodo di osservazione di 50 anni, con tempo di ritorno T=10 anni (cfr. Esempio n.1):
h = 31 t 0,46 per durate t < 1 e h = 31 t 0,22 per 1 < t < 24 ore .
La dotazione idropotabile del giorno dei massimi consumi è di 250 l/ab*giorno
Figura. 1 – Planimetria
Tabella I
Parametri urbanistici
Nota la dotazione idrica del giorno dei maggiori consumi d [l/ab * giorno] e determinato il nu-
mero N di abitanti da servire con la rete di fognatura, il valore massimo della portata fecale ri-
sulta
⎛ 0,8 Cp N d ⎞
Qn = ⎜ ⎟ [l/s] 1,3 < Cp ≤ 1,5 .
⎜ 86400 ⎟
⎝ ⎠
Utilizzando i dati di Tabella I vengono definiti gli abitanti afferenti ad ogni zona e le relative portate
nere
Tabella II
m2 m2 m3 N° l/s
TN 27000 70 ab/ha 189 1,4 0,6
CM 30000 50 ab/ha 150 1,4 0,5
PEEP 42000 0,7 29400 88200 1ab/ 80 m3 1103 1,4 3,6
VPA
A 22500 0,4 9000 27000 1ab/100 m3 270 1,4 0,9
B 58000 0,7 40600 121800 1ab/ 80 m3 1523 1,4 4,9
A - Metodo cinematico
La valutazione della portata massima, o di picco, viene effettuata con riferimento alla formula
h 10
Qmax = ϕ A⋅ ( m3/s) [1]
tc 3600
h
con , intensità della pioggia di durata (mm/ora) pari al tempo di corrivazione tc (ore) del bacino
tc
I valori della precedente tabella vengono applicati alle singole superfici scolanti omogenee ; nel ca-
so in cui nell'ambito di uno stesso bacino siano presenti due o più zone si determina il valore medio
ϕ' , ragguagliato all'area At dell'intero bacino, come media ponderata dei singoli valori di ϕi delle
rispettive superfici Ai
Σ ϕi Ai
ϕ' =
At
Figura 2 - Sottobacini
Tabella IV
Nella seguente Tabella V sono riportati i dati relativi alla determinazione della portata di pioggia Qp,
di primo tentativo, afferente ad ogni collettore nella sezione di chiusura del sottobacino tributario.
Tabella V
Determinazione delle portate di pioggia di primo tentativo
C oll. Superficie ϕ L i Vf t a n h i Qp u
m2 m m/s ore mm mm/ora m 3/s l/s ha
1 43120 0,63 365,0 0,02 1,40 0,156 31 0,46 13,19 84,54 0,638 147,9
2 51102 0,65 185,0 0,01 1,00 0,135 31 0,46 12,34 91,41 0,843 165,0
3 77361 0,81 400,0 0,04 3,00 0,120 31 0,46 11,69 97,41 1,696 219,2
4 29400 0,20 315,0 0,05 1,30 0,151 31 0,46 12,99 86,04 0,141 47,8
5 100763 0,81 345,0 0,04 3,00 0,115 31 0,46 11,46 99,67 2,260 224,3
6 49805 0,41 270,0 0,05 2,00 0,121 31 0,46 11,73 96,97 0,550 110,4
3-4-5 200983 0,64 120,0 0,01 2,80 0,168 31 0,46 13,64 81,25 2,903 144,4
5-6-7 351551 0,68 130,0 0,01 3,00 0,180 31 0,46 14,09 78,25 5,196 147,8
Nella Tabella VI sono riassunti i dati caratteristici di ogni collettore e le dimensioni geometriche
delle tubazioni usate
Tabella VI
b h r
cm cm cm r
60 90 30
70 105 35 h
80 120 40
90 135 45
100 150 50
fondello
120 180 60 in gres
b
140 210 70
160 240 80
Q = ω k R 2 / 3 i1 / 2
• ω Sezione bagnata [m2]
• k Coefficiente di scabrezza [m1/3 s-1]
k = 90 per tubazioni di PVC
k = 85 per tubazioni di Gres
k = 75 per tubazioni in Calcestruzzo
• R Raggio idraulico [m]
• i Pendenza del collettore
Di seguito sono riportati, in modo tabellare, i dati elaborati per la verifica idraulica degli spechi, con
l’ausilio delle tabelle dei parametri geometrici delle sezioni circolare e ovoidale inglese, tratte dal
manuale Colombo. Il grado di riempimento massimo è stato fissato in : GR ≤ 60 % per spechi cir-
colari e GR ≤ 70 % per spechi ovoidali. In considerazione dei materiali utilizzati per le tubazioni
possono essere accettati valori massimi di velocità ≤ 5 m/s per tubazioni in Gres e PVC e ≤ 4 m/s
per tubi ovoidali.
Nelle seguenti Figure 4 e 5 sono raffigurate le scale di deflusso di spechi circolari e semiovoidali
con evidenziato in rosso la condizione di grado riempimento massimo .
Il collettore in esame smaltisce una portata di 0,6398 m3/s con un grado di riempimento prossimo
al 60% con una velocità di 3,85 m/s, valore molto diverso dalla velocità fittizia di scorrimento
Vf = 1,4 m/s di primo tentativo . Posto pertanto Vf = 4,0 m/s, valore accettabile per il tipo di mate-
riale adottato, si determinano i nuovi valori di tc , hmax, imax, Qp ed infine Qt
Il Collettore 1 risulta verificato da uno speco circolare DN 710 mm, con grado di riempimento GR ≅
53% e velocità V ≅ 4,0 m/s
COLLETTORE 2
In questo caso lo speco considerato è in grado di smaltire la portata di progetto ma, sia con un
grado di riempimento maggiore del 60% e sia con un valore di velocità maggiore di quella ipotizza-
dere una sezione maggiore, ad esempio una sezione ovoidale 70*105 cm.
Collettore 2 lunghezza 185 m i= 0,008 Vf= 2,5 m/s
Bacino 51102 m^2 ϕ= 0,65 a= 31 n= 0,46
tc= 0,104 ore hmax= 10,92 mm imax= 105,48 mm/ora
Qp= 0,973 m^3/s Qn= 0,0005 m^3/s Qt= 0,9737 m^3/s
Il Collettore 2 risulta verificato da uno speco ovoidale delle dimensioni 70*105 cm, con grado di
riempimento GR ≅ 70% e velocità V ≅ 2,5 m/s
COLLETTORE 3
La sezione ipotizzata è piccola; per la portata di progetto il GR > 70% ed il valore della velocità ri-
sulta troppo elevato, pertanto si prevede un abbassamento della pendenza di fondo dallo 0,035 allo
0,01 , da recuperare con l'introduzione di salti di fondo, mentre il valore della Vf di secondo tentati-
COLLETTORE 5
Collettore 5 lunghezza 345 m i= 0,035 Vf= 3 m/s
Bacino 100763 m^2 ϕ= 0,81 a= 31 n= 0,46
tc= 0,115 ore hmax= 11,46 mm imax= 99,70 mm/ora
Qp= 2,260 m^3/s Qn= 0,0049 m^3/s Qt= 2,2653 m^3/s
Come per il Collettore 3, pur risultando verificato il GR < 70%, il valore della velocità risulta troppo
elevato, pertanto si prevede un abbassamento della pendenza di fondo dallo 0,035 allo 0,012 , da
recuperare con l'introduzione di salti di fondo. Il valore delle Vf di secondo tentativo è fissato a 3,6
m/s .
Collettore 5 lunghezza 345 m i= 0,012 Vf= 3,6 m/s
Bacino 100763 m^2 ϕ= 0,81 a= 31 n= 0,46
tc= 0,110 ore hmax= 11,21 mm imax= 102,29 mm/ora
Qp= 2,319 m^3/s Qn= 0,0049 m^3/s Qt= 2,3239 m^3/s
Il valore della velocità risulta troppo elevato, pertanto si prevede un abbassamento della pendenza
di fondo dallo 0,045 allo 0,012 , da recuperare con l'introduzione di salti di fondo. Il valore delle Vf
di secondo tentativo è fissato a 3,6 m/s .
COLLETTORE 3.4.5
Collettore 345 lunghezza 120 m i= 0,008 Vf= 2,8 m/s
Bacino 200983 m^2 ϕ= 0,64 a= 31 n= 0,46
tc= 0,168 ore hmax= 13,64 mm imax= 81,25 mm/ora
Qp= 2,903 m^3/s Qn= 0,0049 m^3/s Qt= 2,9080 m^3/s
Pur risultando verificato il GR < 70% il valore della velocità risulta troppo elevato, pertanto si pre-
vede un abbassamento delle pendenza di fondo dallo 0,01 allo 0,008 , da recuperare con l'introdu-
zione di salti di fondo. Il valore delle Vf di secondo tentativo è fissato a 3,5 m/s .
Preliminarmente si adottano per il calcolo del volume invasato gli spechi determinati con il Metodo
Cinematico
1 ⎛ n −1 ⎞ ⎛ n −1 ⎞
⎜⎜ ⎟⎟ ⎜⎜ ⎟⎟
n
Riscritta la relazione: u = 2168 n (ϕ ⋅ a) w ⎝ n ⎠ = Z ⋅w ⎝ n ⎠ riuniti i termini costanti con
1 ⎛ n −1 ⎞
⎜⎜ ⎟⎟
n
Z = 2168 n (ϕ ⋅ a) , dove a è espresso in [m/ora], u = Z ⋅w ⎝ n ⎠ [l/s ha] [a]
Nella seguente tabella sono riportati tutti gli elementi necessari per la determinazione del coeffi-
v + v2 + v3
ciente udometrico u' , secondo l'espressione [a] con w = 1 [m]
10000 A
assumendo per v2 = 5 m3/ha e per v3 = 30 m3/ha per le aree pavimentate e v3 = 150 m3/ha
Noti i valori di u', dei singoli sottobacini tributari, si determinano i valori delle portate Q con le quali
verificare le dimensioni degli spechi, che nel primo tentativo assumeremo uguali a quelle dimensio-
nate con il precedente metodo, mentre le pendenze dei collettori saranno quelle iniziali
C oll. Superficie ϕ a n Z
m2 m/ora
1 43120 0,63 0,031 0,46 0,1918
2 51102 0,65 0,031 0,46 0,2053
3 77361 0,81 0,031 0,46 0,3313
4 29400 0,20 0,031 0,46 0,0158
5 100763 0,81 0,031 0,46 0,3313
6 49805 0,41 0,031 0,46 0,0754
2
C oll. L i Sezione r k GR A/r A Q/(*) Qmax
m m m2 m3/s
1 365 0,020 DN 710 0,34 90 60 1,9681 0,2275 1,3296 0,953
2 185 0,008 70*105 0,35 75 70 3,2220 0,3947 2,4077 0,983
3 400 0,035 90*135 0,45 75 70 3,2220 0,6525 2,4077 4,017
4 315 0,045 DN400 0,19 90 60 1,9681 0,0710 1,3296 0,303
5 345 0,035 90*135 0,45 75 70 3,2220 0,6525 2,4077 4,017
6 270 0,045 DN600 0,30 85 60 1,9681 0,1771 1,3296 0,967
t=n-1/n -1,174
t
C oll. Z w w u' Superficie Qpiena
ha m3/s
1 0,1918 0,0054 456,60 87,60 4,3120 0,378
2 0,2053 0,0049 511,11 104,95 5,1102 0,536
3 0,3313 0,0069 345,91 114,60 7,7361 0,887
4 0,0158 0,0158 130,58 2,07 2,9400 0,006
5 0,3313 0,0057 428,00 141,80 10,0793 1,429
6 0,0754 0,0045 574,71 43,34 4,9805 0,216
Collettore 2
C2 i= 0,008 k= 75
70*105 r= 0,35 Q= 0,536
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,00 1,1364 0,6306 0,35 0,1392 0,257 1,85 33
1,20 1,4808 0,8918 0,42 0,1814 0,364 2,01 40
1,40 1,8475 1,1886 0,49 0,2263 0,485 2,14 47
1,60 2,2305 1,5146 0,56 0,2732 0,618 2,26 53
1,80 2,6242 1,8628 0,63 0,3215 0,760 2,36 60
per la portata di progetto si ha un grado di riempimento < 70% e pertanto, anche in questo caso ,
il collettore va ridimensionato
C2 i= 0,008 k= 75
60*90 r= 0,3 Q= 0,536
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,60 2,2305 1,5146 0,48 0,2007 0,410 2,04 53
1,80 2,6242 1,8628 0,54 0,2362 0,504 2,13 60
1,90 2,8238 2,0440 0,57 0,2541 0,553 2,18 63
2,00 3,0233 2,2251 0,60 0,2721 0,602 2,21 67
Collettore 3
C3 i= 0,035 k= 75
90*135 r= 0,45 Q= 0,887
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,20 1,4808 0,8918 0,54 0,2999 1,488 4,96 40
1,40 1,8475 1,1886 0,63 0,3741 1,983 5,30 47
1,60 2,2305 1,5146 0,72 0,4517 2,526 5,59 53
1,70 2,4274 1,6887 0,77 0,4915 2,817 5,73 57
1,80 2,6242 1,8628 0,81 0,5314 3,107 5,85 60
per la portata di progetto si ha un grado di riempimento < 70% e pertanto, anche in questo caso ,
il collettore va ridimensionato
C3 i= 0,035 k= 90
DN710 r= 0,34 Q= 0,887
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,00 1,5708 0,9895 0,34 0,1816 0,938 5,16 50
1,10 1,7705 1,1592 0,37 0,2047 1,099 5,37 55
Collettore 5
C5 i= 0,035 k= 75
90*135 r= 0,45 Q= 1,429
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,40 1,8475 1,1886 0,63 0,3741 1,983 5,30 47
1,60 2,2305 1,5146 0,72 0,4517 2,526 5,59 53
1,80 2,6242 1,8628 0,81 0,5314 3,107 5,85 60
2,00 3,0233 2,2251 0,90 0,6122 3,712 6,06 67
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,40 1,8475 1,1886 0,63 0,3741 1,161 3,10 47
1,60 2,2305 1,5146 0,72 0,4517 1,479 3,28 53
1,80 2,6242 1,8628 0,81 0,5314 1,819 3,42 60
2,00 3,0233 2,2251 0,90 0,6122 2,173 3,55 67
Collettore 6
C6 i= 0,045 k= 85
DN600 r= 0,30 Q= 0,216
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
0,80 1,1735 0,6669 0,24 0,1056 0,485 4,59 40
1,00 1,5708 0,9895 0,30 0,1414 0,719 5,09 50
Collettore sovradimensionato
C6 i= 0,045 k= 85
DN400 r= 0,2 Q= 0,216
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
0,80 1,1735 0,6669 0,16 0,0469 0,164 3,50 40
0,90 1,3711 0,8243 0,18 0,0548 0,203 3,71 45
1,00 1,5708 0,9895 0,20 0,0628 0,244 3,88 50
Definita la nuova geometria degli elementi componenti la parte iniziale della rete si rideterminano
tutti i fattori che contribuiscono alla definizione del nuovo valore del coefficiente udometrico u".
t=n-1/n -1,174
t
C oll. Z w w u" u' Superficie Qpiena
ha m3/s
1 0,1918 0,0045 574,81 110,27 87,6 4,3120 0,476
2 0,2053 0,0045 561,45 115,29 104,95 5,1102 0,589
3 0,3313 0,0047 543,66 180,11 114,6 7,7361 1,393
4 0,0158 0,0153 135,17 2,14 2,07 2,9400 0,006
5 0,3313 0,0057 428,00 141,80 141,8 10,0793 1,429
6 0,0754 0,0039 667,41 50,33 43,34 4,9805 0,251
Si verificano di nuovo le sezioni dei collettori con i valori delle portate Q piena relative ai valori di
u'' .
Collettore 1
C1 i= 0,02 k= 90
DN630 r= 0,3 Q= 0,476
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
0,9 1,3711 0,8243 0,27 0,1234 0,423 3,43 45
1,00 1,5708 0,9895 0,30 0,1414 0,508 3,59 50
1,10 1,7705 1,1592 0,33 0,1593 0,595 3,73 55
Collettore 2
C2 i= 0,008 k= 75
60*90 r= 0,3 Q= 0,589
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,40 1,8475 1,1886 0,42 0,1663 0,321 1,93 47
1,60 2,2305 1,5146 0,48 0,2007 0,410 2,04 53
1,80 2,6242 1,8628 0,54 0,2362 0,504 2,13 60
2,00 3,0233 2,2251 0,60 0,2721 0,602 2,21 67
Collettore 3
C3 i= 0,035 k= 90
DN710 r= 0,34 Q= 1,393
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
0,9 1,3711 0,8243 0,31 0,1585 0,781 4,93 45
1,00 1,5708 0,9895 0,34 0,1816 0,938 5,16 50
1,10 1,7705 1,1592 0,37 0,2047 1,099 5,37 55
1,20 1,9681 1,3296 0,41 0,2275 1,260 5,54 60
collettore insufficiente
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,40 1,8475 1,1886 0,42 0,1663 0,672 4,04 47
1,60 2,2305 1,5146 0,48 0,2007 0,857 4,27 53
1,80 2,6242 1,8628 0,54 0,2362 1,054 4,46 60
2,00 3,0233 2,2251 0,60 0,2721 1,259 4,63 67
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,40 1,8475 1,1886 0,49 0,2263 0,686 3,03 47
1,60 2,2305 1,5146 0,56 0,2732 0,874 3,20 53
1,80 2,6242 1,8628 0,63 0,3215 1,075 3,34 60
2,00 3,0233 2,2251 0,70 0,3704 1,284 3,47 67
2,10 3,2220 2,4077 0,735 0,3947 1,389 3,52 70
Collettore 4
C4 i= 0,045 k= 90
DN250 r= 0,12 Q= 0,006
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
0,50 0,6142 0,2711 0,06 0,0088 0,018 2,05 25
0,60 0,7927 0,3876 0,07 0,0114 0,026 2,27 30
0,90 1,3711 0,8243 0,11 0,0197 0,055 2,79 45
Collettore 5
C5 i= 0,012 k= 75
90*135 r= 0,45 Q= 1,429
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
2,10 3,2220 2,4077 0,95 0,6525 2,352 3,60 70
collettore sovradimensionato
C5 i= 0,012 k= 75
80*120 r= 0,40 Q= 1,429
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,80 2,6242 1,8628 0,72 0,4199 1,329 3,17 60
1,90 2,8238 2,0440 0,76 0,4518 1,458 3,23 63
2,00 3,0233 2,2251 0,80 0,4837 1,587 3,28 67
Collettore 6
C6 i= 0,045 k= 85
DN400 r= 0,20 Q= 0,251
h/r A/r^2 Q/(*) h A Q V GR
0,90 1,3711 0,8243 0,18 0,0548 0,203 3,71 45
1,00 1,5708 0,9895 0,20 0,0628 0,244 3,88 50
1,10 1,7705 1,1592 0,22 0,0708 0,286 4,04 55
t=n-1/n -1,174
t
C oll. Z w w u"' u" Superficie Qpiena
ha m3/s
1 0,1918 0,0050 502,66 96,43 110,27 4,3120 0,416
2 0,2053 0,0045 561,45 115,29 115,29 5,1102 0,589
3 0,3313 0,0055 445,50 147,60 180,11 7,7361 1,142
4 0,0158 0,0153 135,17 2,14 2,14 2,9400 0,006
5 0,3313 0,0053 473,07 156,73 141,80 10,0793 1,580
6 0,0754 0,0039 667,41 50,33 43,34 4,9805 0,251
Dal confronto tra u''' ed u'' restano da verificare gli spechi C1 , C3, C5 e C6
Collettore 1
C1 i= 0,02 k= 90
DN630 r= 0,3 Q= 0,416
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
0,9 1,3711 0,8243 0,27 0,1234 0,423 3,43 45
1,00 1,5708 0,9895 0,30 0,1414 0,508 3,59 50
1,10 1,7705 1,1592 0,33 0,1593 0,595 3,73 55
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,60 2,2305 1,5146 0,56 0,2732 0,874 3,20 53
1,80 2,6242 1,8628 0,63 0,3215 1,075 3,34 60
2,00 3,0233 2,2251 0,70 0,3704 1,284 3,47 67
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,80 2,6242 1,8628 0,72 0,4199 1,329 3,17 60
1,90 2,8238 2,0440 0,76 0,4518 1,458 3,23 63
2,00 3,0233 2,2251 0,80 0,4837 1,587 3,28 67
Collettore 6
C6 i= 0,045 k= 85
DN400 r= 0,20 Q= 0,251
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
0,90 1,3711 0,8243 0,18 0,0548 0,203 3,71 45
1,00 1,5708 0,9895 0,20 0,0628 0,244 3,88 50
1,10 1,7705 1,1592 0,22 0,0708 0,286 4,04 55
Tabella VIII
Sezione 6
S6 i= 0,008 k= 75
100*150 r= 0,5 Q1+Q2+Q3+Q4= 2,153
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,40 1,8475 1,1886 0,70 0,4619 1,255 2,72 47
1,60 2,2305 1,5146 0,80 0,5576 1,600 2,87 53
1,80 2,6242 1,8628 0,90 0,6561 1,968 3,00 60
2,00 3,0233 2,2251 1,00 0,7558 2,350 3,11 67
Sezione 7
S7 i= 0,01 k= 75
120*180 r= 0,6 QT= 3,984
2
h/r A/r Q/(*) h A Q V GR
1,40 1,8475 1,1886 0,84 0,6651 2,283 3,43 47
1,60 2,2305 1,5146 0,96 0,8030 2,909 3,62 53
1,80 2,6242 1,8628 1,08 0,9447 3,577 3,79 60
2,00 3,0233 2,2251 1,20 1,0884 4,273 3,93 67