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Per tre oboi, due corni, un fagotto, violino piccolo, archi e clavicembalo è il Concerto n. 1 in fa
maggiore BWW 1046 aperto da un Allegro maestoso e animato da un ritmo senza posa. A suo
modo unico è l’immediato Adagio, fra le rare composizioni strumentali bachiane concepite sul tipo
della “melodia accompagnata”: qui, infatti, oboe, violino e bassi si alternano nel condurre l’afflato
melodico del pezzo, cui rispondono con armonie anche dissonanti gli altri strumenti. Allegro è il
terzo movimento, che riconquista l’originario carattere ritmicamente festoso; mentre un Minuetto e
una Polacca sanciscono la conclusione del Concerto, «in cui predominano – scrive Giacomo
Manzoni – le sonorità corpose degli strumenti a fiato, quasi per dare alla composizione un carattere
di Ländler da eseguirsi all’aria aperta».
Scritto per tromba, flauto, oboe, violino, archi e cembalo, il Concerto n. 2 in fa maggiore BWV
1047 conferma l’intento di contrapporre “tutti” e “concertino” in un gioco di contrasti continuamente
rinnovati. All’istituzionale Allegro d’apertura, risponde un posato Andante in ritmo ternario e tonalità
relativa minore, luogo di un disteso discorso interiore la cui trama contrappuntistica mai confonde
l’indole melodica del movimento. Con un «vero colpo di genio timbrico» (G. Manzoni) attacca in
totale contrasto il finale Allegro assai: un assolo di tromba cui si associano per imitazioni via via
l’oboe, il violino, il flauto, quindi il “tutti”, ad animare una festa di trascinante e luminosa fantasia
strumentale.
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Redazione Ufficio Stampa Tel. 02.36.55.72.90 - ufficiostampa@ueco.it - www.ueco.it
Stagione 2006/2007 I. Concerto, 12 ottobre 2006 – Sala Verdi ore 21.00
Dagli altri si differenzia l’organico del Concerto n. 3 in sol maggiore BWV 1048, probabilmente fra
tutti il più antico (Alfred Dürr), concepito per soli archi e basso continuo, Concerto votato ad un ritmo
tenace e coinvolgente, che proprio nel primo movimento conquista l’apice del suo «vigore
inconsueto» (G. Manzoni), con l’intervento massiccio del “tutti” orchestrale a sottolineare i momenti
risolutivi dello sviluppo tematico. A suo modo caratteristica è l’assenza del tempo lento, ridotto a un
Adagio di una battuta sola che introduce il secondo Allegro, movimento rapido nel suo trascinante
gioco d’imitazioni, sempre avvolto da un manto di rassicurante serenità.
Nel Concerto n. 4 in sol maggiore BWV 1049 sono i due flauti e il violino principale a contrapporsi
agli archi e al basso continuo. Giocoso e leggero è il movimento iniziale, in un caratteristico
rincorrersi – fra loro e con l’orchestra – degli strumenti del “concertino”, per cui concreto e prezioso
guadagno è proprio l’esecuzione di queste pagine in una dimensione cameristica, per meglio
gustare il gioco prezioso di intarsi che può reggere solo se affidato a singoli solisti che alla delicata
scrittura dedicano ogni loro attenzione. Sapiente sfoggio di un «ampio patetismo barocco» (G.
Manzoni) è il secondo movimento, Andante, nella relativa tonalità minore, con la tipica e netta
contrapposizione dinamica di piano e forte. Fuga gagliarda è il Presto finale, in cui la dialettica
interna fra le due parti coinvolte dà vita a figurazioni fra le più fantasiose e inattese.
Con il Concerto n. 5 in re maggiore BWV 1050 si assiste a una delle più amate e popolari
composizioni di Bach, pagine brillanti per fantasia, virtuosismo e immediatezza d’invenzione, con
flauto, violino e clavicembalo che portano in primo piano, con vivace nettezza, l’elemento solistico
del concerto. Con i suoi «ritmi elastici e insieme solidamente ancorati a un movimento costante»
(G. Manzoni) nel primo tempo prendono corpo una serie di episodi solistici ricchi di modulazioni e
disegni sempre nuovi, che conducono con l’ineluttabilità di un piano geniale e ben congegnato alla
grande cadenza finale del cembalo, pezzo fra i più virtuosistici che Bach abbia concepito per
questo strumento. Il tempo lento centrale, Affettuoso, è interamente affidato ai tre solisti, che
s’intrecciano sul diafano tema cantato dal violino. Allegro è il movimento di chiusura, con un tema
schietto scandito in nette terzine.
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