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SCHEDA DI ANALISI DEL ROMANZO RAGAZZI DI VITA

di Pier Paolo Pisolini


I) La trama e i personaggi 1) Lavvenimento che d inizio ai fatti narrati nel romanzo la prima comunione del Riccetto, che poi si recher al Ferrobed con gli amici. 2) Questo avvenimento solo un fatto che d inizio alla rappresentazione della vita quotidiana dei protagonisti. 3) Il romanzo di conclude con la tragica morte di Genesio e di Begalone, e con lintegrazione nel mondo del lavoro del Riccetto. 4) Lavvenimento finale potrebbe essere definito come un fatto che porta a condizioni di normalit, poich il Riccetto, persi tragicamente gli amici, trova una situazione di stabilit nel mondo lavorativo. 5) L'inizio del libro ambientato alla periferia di Roma, a Monteverde, verso la fine della guerra, con i tedeschi a presidiare la capitale. Il Riccetto, dopo aver ricevuto la prima comunione, corre alla Ferrobed dove, con i suoi amichetti Agnolo e Marcello, porta via tutto quello che riesce ad afferrare. I piccoli protagonisti vivono sempre di espedienti, per poi perdere al gioco i pochi soldi raggranellati. Ai tre non rimangono che le cinquecento lire sottratte ad un cieco. Con questa piccola somma, decidono di fare una gita in barca e si recano al galleggiante sul Tevere chiamato il "Ciriola", dove affittano la tanto desiderata imbarcazione. Il Riccetto, sdraiato sul fondo del natante a guardare il cielo, scorge ad un certo punto una rondinella con le ali bagnate, ormai destinata ad affogare,cos decide di tuffarsi per salvarla, con tutti i suoi amici che lo deridevano per la nobile azione. Due anni dopo quella gita in barca il Riccetto ha acquistato la malizia di un grande. Sempre alla ricerca di qualche lira, si mette in combutta con dei napoletani che truffano i passanti con il gioco della "cartina". Sfortunatamente interviene la polizia che porta al fresco tutta la combriccola ad eccezione del protagonista, che riesce a sfuggire, ritrovandosi cos unico possessore del bottino. A quel punto decide di abbandonare gli amici della sua et ed unirsi con quelli pi grandi, con cui organizza la gita ad Ostia, dove conducono Nadia, una prostituta. La spiaggia affollata di turisti domenicali. Qui, in una cabina, si svolge l'iniziazione sessuale del Riccetto con Nadia che lo alleggerisce di nascosto del "malloppo". Nello stesso momento vediamo Marcello aggirarsi per le case degli sfrattati alla ricerca dell'amico. Anche Marcello si scontra con il mondo degli adulti, qui impersonato dalla sora Adele, madre del Riccetto. Egli rimane estraneo a questo mondo mostrandosi ancora legato agli affetti dell'infanzia. Su di lui si abbatte una sciagura improvvisa: crolla il palazzo vicino, che causa la sua morte e della madre del Riccetto. Questo, arrivato a Monteverde, incontra Agnolo e vengono a sapere della disgrazia successa durante la loro assenza. Sia la morte di Marcello, che quella della sora Adele, non sono rappresentate ma soltanto alluse attraverso il pianto dei familiari. Passa un altro lungo lasso di tempo ed il Riccetto andato ad abitare con lo zio, dalle parti del Tiburtino. Qui conosce altri ragazzi, tra cui Alduccio, il Begalone ed il Caciotta, con i quali ricava quindici mila lire dalla vendita di alcune poltrone, permettendosi cos di rinnovare il guardaroba e avventurarsi nelle vie del centro di Roma. Questo vagabondaggio, ha termine una notte sulle panchine di Villa Borghese, dove il Riccetto ed il Caciotta conoscono una vera e propria fauna notturna, formata da ladri, prostitute e soldati; qui e vengono derubati della notevole quantit di denaro, oltre che delle scarpe e degli occhiali nuovi. Immediatamente cercano di rifarsi della perdita: a farne le spese una signora che viene borseggiata sul tram dai due compari i quali poi fanno ritorno a Tiburtino. Qui il Caciotta incontra alcuni vecchi amici della borgata e, per niente

provato dalla disavventura precedente, mostra loro con spavalderia il portafoglio rigonfio. Ci attira l'attenzione di Amerigo definito come il meglio guappo di Pietralata, il quale propone al Caciotta un affare poco chiaro. Convinto anche il Riccetto, i tre giungono alla bisca clandestina dove il gioco della "zecchinetta" si svolge gi a pieno ritmo. Amerigo, all'improvviso, chiede al Riccetto di prestargli mille lire, che gli vengono consegnate non senza nuove schermaglie verbali. Dopo aver ceduto tre volte alle pressioni del gigante, che continua a perdere, il Riccetto approfitta di un momento di distrazione per fuggire. Il Riccetto riprende a vagabondare finch non arriva nella zona della Maranella dove si imbatte nel Lanzetta, gi conosciuto a Villa Borghese, ed insieme vengono a sapere da Alduccio della morte di Amerigo, cugino del Riccetto. Commosso decide di partecipare al funerale. Il Riccetto, Alduccio ed il Lanzetta sono pronti per un nuovo colpo: il deposito di materiali di una officina. Quando ormai hanno il bottino, si intromette un vecchietto con la scusa di proteggere la refurtiva dall'intervento di un fantomatico vigile notturno. A questo punto il Riccetto ed il Lanzetta si scambiano un ammiccante segno di intesa: sono infatti venuti a sapere che il vecchio ha tre figlie in "et da marito" e dalle quali essi ritengono di poter trarre adeguato godimento. Ragion per cui convincono Alduccio ad andare da solo a smerciare tutta la ferraglia mentre loro aiutano il signor Antonio a portare i cavolfiori rubati fino a casa. Qui fanno la conoscenza delle figliole. Dopo pochi giorni il Riccetto si fidanza con la terza delle figlie del sor Antonio e trova lavoro come garzone di un pescivendolo. Per far fronte alle spese domenicali fatte insieme alla ragazza, solitamente presso il cinema, il Riccetto costretto a ritornare alle vecchie abitudini e ad organizzare un altro colpo, sempre con Alduccio ed il Lanzetta e con l'aggiunta di un certo Lello. Questi ultimi vengono immediatamente catturati, Alduccio costretto a recarsi all'ospedale e solo il Riccetto rimane in libert. Cos, mentre gironzola dietro S.Giovanni alla ricerca di qualcosa da mangiare, aiuta gli spazzini a scaricare le immondizie ottenendo cos il permesso di andare a rovistare tra i rifiuti. Ridotto in condizioni pietose, il Riccetto rientra nel suo rifugio all'ultimo piano di via Taranto; addormentatosi non si accorge che la porta dell'appartamento adiacente stata forzata e l'appartamento stesso svaligiato. Viene cos arrestato, ironia della sorte, proprio per un furto che non ha mai neppure pensato di commettere. Trascorrono i tre anni della pena detentiva e ritroviamo il Riccetto che ha davvero imparato una specie di morale utilitaristica: si messo a fare il manovale e pensa solo ai fatti suoi. Un giorno Riccetto ripercorre i luoghi dove ha trascorso la fanciullezza ma li trova cambiati: il progresso intervenuto, negli anni della ricostruzione, con i suoi casermoni tutti uguali, senza vita. Dopo questa parentesi, ritroviamo il Begalone ed Alduccio che, rimediata un po' di "grana" con turpi espedienti, si dirigono verso il bordello. Il denaro per non sufficiente per entrambi e la fortuna favorisce Alduccio, che per non riesce a "compiere il suo dovere" perch affamato, deve cos abbandonare la casa del piacere deriso da tutti i presenti. A casa, la disperazione di Alduccio si scontra con la sua triste situazione familiare: la sorella in crisi suicida, la madre pazza di rabbia lo accusa di non lavorare per il sostentamento della famiglia. Alla fine i nervi del ragazzo non reggono pi e colpisce la madre con un coltello. La storia si conclude anch'essa tragicamente, nello stesso scenario della riva dell'Aniene: dapprima Alduccio che si addormenta con le braccia in croce, in una posizione da cadavere, poi il Begalone che sceso in acqua, malgrado la forte tosse, sviene in mezzo al fango e viene trasportato via pi morto che vivo; ma sar infine Genesio, il pi cosciente dei ragazzi di vita, ad arrivare fino all'estremo dramma, scomparendo tra le onde nel tentativo di attraversare il fiume. A differenza, il Riccetto definitivamente integrato nel mondo del lavoro. 6) Il passaggio da un avvenimento allaltro costituito principalmente da azioni che costituiscono la vita quotidiana dei ragazzi, come il doversi procurare soldi per mangiare attraverso piccoli furti.. 7) I personaggi principali sono il Riccetto, protagonista del romanzo, e la sua combriccola di amici.

8) Gli amici del riccetto vengono presentati in maniera mista: diretta dal narratore che ne descrive laspetto fisico e indiretta da azioni dei personaggi che ci permettono di dedurre la loro situazione sociale. Tutti quanti conducono una vita molto difficile e nella povert e per sopravvivere sono costretti a rubare o a svolgere piccoli lavoretti fin dalla prima adolescenza, ma nemmeno questo riesce a migliorare le loro condizioni. Lautore ci permette di dedurre la loro condizione di vita attraverso delle descrizioni fisiche: []con la sua faccia piena dossa, che pareva tutta ammaccata[], parlando di Alvaro, e []vestiti da lavoro, perch ancora si dovevano lavare, con certe brache di tela gonfie sul cavallo e strette alla caviglia, che, dentro, le loro gambacce si muovevano come fuori nel vasetto, incrociate come quelle dei militari delle fotografie[], parlando di Alvaro e Rocco. Tutti gli amici del Riccetto sono fondamentali per il continuarsi della vicenda, anche se alcuni compaiono nel romanzo solo per breve tempo. Nonostante le medesime condizioni di vita, questi ragazzi hanno tra loro delle differenze caratteriali che si possono dedurre da avvenimenti presenti nel romanzo: per esempio Marcello, venuto a conoscenza della sua grave malattia, non ribellandosi a questa ma salutando per lultima volta gli amici, risulta rassegnato alla propria sorte a differenza di altri personaggi come Agnolo e il Caciotta che sono molto pi scaltri. Ancora diverso anche Amerigo, che caduto in una forte crisi depressiva, si suicida. 9) Come per gli altri personaggi, il narratore dedica poco spazio alla descrizione del protagonista, il Riccetto, che presentato in maniera mista: diretta dallo stesso narratore, e indiretta da avvenimenti della vicenda, che denotano alcuni aspetti della sua condizione di vita e del carattere. Egli il filo conduttore della storia e trascorre la sua vita fin dallinizio in mezzo alla strada, dove scopre e impara comportamenti e modi a lui sconosciuti. Il narratore dedica pochissime righe alla situazione interiore del protagonista, ma ad un certo punto del romanzo ci d delle informazioni sulla sua condizione sociale: Faceva laiutante dun pesciarolo che aveva banco l al mercatino della Maranella. E la domenica, [] si portava al cinema la sua ragazza; altri riferimenti denotano, a differenza, laspetto caratteriale: [] al Bar della Pugnalata [] ci si presentava con aria soddisfatta, naturalmente, come di uno che ormai s sistemato, ha superato tutte le inquietudini e non ha pi niente da aspettare dalla vita. 10) A mio avviso lautore non si propone di creare un alone, positivo o negativo che sia, intorno al Riccetto, ma vuole semplicemente utilizzarlo insieme ai suoi amici per farci arrivare una precisa condizione di vita presente in quellepoca storica, fondata sulla miseria. 11) Il protagonista esprime valori morali, come lamore per gli animali, che si dimostra quando salva la rondinella, che mostra il lato tenero del Riccetto: Ce nerano tante di rondinelle, che volavano rasente i muraglioni, sotto gli archi del ponte, sul fiume aperto, sfiorando lacqua con il petto. La corrente aveva ritrascinato un poco la barca indietro, e si vide infatti chera proprio una rondinella che stava affogando. Sbatteva le ali, zompava. Il Riccetto era ginocchioni sullorlo della barca, tutto proteso in avanti. A stronzo, nun vedi che ce fai rovesci? gli disse Agnolo. An vedi,>> gridava il Riccetto, affoga! [] Poi senza dire niente si butt in acqua e cominci a nuotare verso di lei. Gli altri si misero a gridargli dietro e a ridere: ma quello dei remi continuava a remare contro corrente, dalla parte opposta. Il Riccetto sallontanava, trascinato forte dallacqua: lo videro che rimpiccioliva, che arrivava a bracciate fino alla rondine, sullo specchio dacqua stagnante, e che tentava dacchiapparla. A Riccettooo gridava Marcello con quanto fiato aveva in gola, Perch nun la piji? Il Riccetto dovette sentirlo perch si ud appena la sua voce che gridava: Me pncica! Li mortacci tua grid ridendo Marcello. Il Riccetto cercava di acchiappare la rondine che gli scappava sbattendo le ali e tutti e due ormai erano trascinati verso il pilone dalla corrente che l sotto si faceva forte e piena di mulinelli A Riccetto, gridarono i compagni dalla barca, E lassala perde!>> Ma in quel momento il Riccetto sera deciso ad acchiapparla e nuotava con una mano verso la riva. Tornamo indietro daje disse Marcello a quello che remava. Girarono. Il Riccetto li aspettava seduto sullerba sporca della riva con la rondine tra le mani [] Ci volle poco perch sasciugasse : dopo cinque minuti era l che rivolava tra le compagne sopra i Tevere e il Riccetto ormai non la

distingueva pi dalle altre. ;e come lamicizia, presente in ogni momento del racconto, molto forte specialmente durante le azioni rischiose come i furti. 12) Nel romanzo compaiono personaggi che aiutano molto il protagonista, che sono tutti i suoi amici, sempre presenti nelle situazioni pericolose come i furti che per erano indispensabili per la sopravvivenza II) Il punto di vista 1) Ritengo che la terza persona sia usata dallautore per raccontarci la storia in una narrazione a 360, passando dalle vicende tra i personaggi alle descrizioni. 2) Lautore ha deciso di utilizzare il narratore interno per permettere la narrazione della vicenda come utilizzando una cinepresa posizionata sopra le teste dei personaggi, quindi raccontando tutto ci che succede ma tralasciando laspetto interiore di ogni singola persona. 3) La figura del narratore interno indispensabile per il concludersi del romanzo: infatti se lautore non avesse utilizzato tale figura, molte condizioni sociali e valori di vita espressi in azioni dei personaggi non ci sarebbero arrivate. 4) Lautore utilizza prevalentemente il discorso diretto per permettere il succedersi degli avvenimenti, ma non tralascia quello indiretto per concederci qualche descrizione fondamentale. III) Lambiente 1) I fatti narrati nel romanzo si svolgono in un ambiente reale, riconoscibile nelle sue caratteristiche geografiche: []mentre scendeva gi per via Donna Olimpia[] , []da Monteverde gi alla stazione di Trastevere[] e []i mucchi di casette bianche di Petralata e Monte Sacro, sia per la Tiburtina, in quel momento, non cera nessuno;[]. 2) Lautore situa i fatti narrati in unepoca storica chiaramente definibile: Estate 1946 e []ci dovette star dentro fino alla primavera del 50!. 3) Si ha limpressione netta che questo romanzo rispecchi una precisa realt storica, quale la situazione popolare a Roma durante il secondo dopoguerra, fino ai primi anni 50, quando erano ancora presenti le truppe fasciste. IV) La struttura narrativa 1) Lautore usa prevalentemente la tecnica narrativa, poich il suo intento non quello di farci arrivare i sentimenti dei personaggi, ma di farci apprendere la loro situazione sociale e il loro terribile stato di vita, utilizzando le loro azioni quotidiane . 2) Le sequenze narrative riproducono sostanzialmente lordine cronologico della vicenda, fatta eccezione quando il Riccetto si trasferisce dai parenti: In questo sistema di vita, da pi di un anno a quella parte, sera trovato il Riccetto dopo la disgrazia delle Scuole, da quando era andato ad abitare a Tiburtino, l dai suoi parenti. 3) Le sequenze narrative appaiono abbastanza rispondenti, nella loro estensione, alla durata temporale degli avvenimenti. Capitolo 1 Il Ferrobed Mentre Roma ancora occupata dai tedeschi, Ricetto e Marcello, poco pi che bambini, si danno ai furti di rottami, saccheggiando una fabbrica distrutta dalle bombe. Nei giorni seguenti si recano a Ostia, poi al Tevere a fare il bagno. Compiono altri furtarelli, e alla fine perdono quei pochi soldi racimolati giocando a carte. Si dirigono poi ancora al fiume Tevere, dove, con una piccola barca, si avventurano lungo il fiume. Altri ragazzi li raggiungono a nuoto. Ricetto salva una rondine, caduta in acqua, che sta per affogare.

Capitolo 2 Il Riccetto Ricetto impara da un ragazzo napoletano a truffare i passanti con il gioco delle tre carte, poi, per, si fa fregare tutti i soldi guadagnati da una prostituta. Nel frattempo crollano le scuole dove stava dimorando, travolgendo sua madre e il suo amico Marcello. Capitolo 3 Nottata a Villa Borghese Ricetto e Caciotta vivono di espedienti, mangiano alla mensa dei frati, fino a quando non rubano un portafoglio ad una signora. Capitolo 4 Le notti calde Amerigo, un amico grande e grosso di Caciotta, convince anche Ricetto a giocare tutti i soldi in una bisca clandestina e li perde tutti. Oltretutto, arrivano i carabinieri e Ricetto fa appena in tempo a non farsi vedere. Caciotta, invece, va in prigione, Amerigo scappa, fa resistenza alle forze dellordine e una volta acciuffato, si getta da una finestra per scappare ancora e, dopo pochi giorni, muore atrocemente. Alduccio avvisa Ricetto della morte di Amerigo. Ricetto partecipa con noia ai funerali, insieme al suo nuovo amico di accattonaggio, il Lenzetta. Capitolo 5 Il bagno sullAniene Nuovi episodi di accattonaggio: Ricetto rovista nella spazzatura, fa piccoli furtarelli e passa tre anni in prigione nel carcere minorile di Porta Portese (ellisse). Di notte aiuta Sor Antonio a rubare dei cavolfiori, poi gli lascia i pochi soldi che ha e diventa moroso di una delle sue figlie, ma il rapporto non va al di l di un po di sesso consumato insieme. Capitolo 6 Dentro Roma Dopo tre anni di carcere (altra ellisse) il Ricetto torna dai suoi amici, a fare un bagno nellAniene. Il Caciotta, che nel frattempo ingrassato parecchio, ha paura, non fa il bagno e poi scopre di essere stato derubato. I cani inseguono i ragazzi, poi si mettono a lottare fra di loro. Subito dopo i ragazzi incominciano a lottare tra di loro proprio come i cani (con un evidente raffronto uomoanimale). Piattoletta, ragazzo timido e poco furbo, oltrech un po troppo magro, viene prima costretto dai suoi crudeli compagni a parlare in tedesco, poi legato a un palo e bruciato vivo Capitolo 7 La Comare Secca (=la morte) Alduccio, senza lavoro, ha messo in cinta una ragazza che non lo vuole, che ha il padre ubriaco e la madre isterica. Bugolone, amico di alduccio, talmente ammalato di tubercolosi, che i dottori gli hanno diagnosticato solo un anno di vita, ha una madre fanatica, che vede diavoli e fantasmi di parenti morti nel letto di notte. Alduccio e Bugulone hanno talmente tanta voglia di fare lamore e sono tanto squattrinati che alla fine vanno con un omosessuale. Ricetto li accompagna in una grotta al fine di rivedere i luoghi della sua fanciullezza. Alduccio va poi in un bordello, ma non riesce a fare allamore per la debolezza fisica. La madre di Alduccio, quando lui torna a casa, lo rimprovera perch non lavora e lui, per tutta risposta, la ferisce con un coltello e lei non lo denuncia. Capitolo 8 Genesio, insieme con i suoi fratelli minori Mariuccio e Borgoantico e con il cane Fido, scappa di casa, ricercato dai carabinieri, e va al fiume Aniene, dove muore affogato, nel tentativo di riattraversarlo a nuoto, sotto lo sguardo impotente di tutti, anche di Ricetto. Personaggi la storia della giovinezza di Ricetto (dai dieci ai ventanni). Ricetto un ragazzo di borgata. Tuttavia, a differenza di Una vita violenta in cui sar pi evidente la centralit del protagonista Tommaso e il filo conduttore dellintreccio, in Ragazzi di vita Pasolini vuole soprattutto descrivere un mondo, pertanto i personaggi e le situazioni si accavallano con minore organicit. Narratore Il narratore esterno, ma non impersonale, come nei romanzi veristi. Egli infatti commosso

spettatore, proiezione di Pasolini stesso, che soffre con il protagonista. Il dolore infatti ci che connota il legame di Pasolini con la realt. Tempi Larco di tempo va dal 1944 al 1954 e corrisponde alla giovinezza di Ricetto. Sono presenti pause, scene ed ellissi. Spazi Ovviamente in questo romanzo prevalgono gli spazi aperti, anche perch le baracche a Ricetto e ai suoi amici servono a malapena per dormire, e neanche per mangiare. Lo scenario quello delle periferie romane con strade, salite, viottoli e abitazioni piuttosto squallide. Il fiume (lAniene, per esempio) , invece, luogo benevolo, dove si costruiscono le avventure dei ragazzi e si sfoga il loro desiderio di libert. Anche se, bisogna dire, pu essere anche luogo di morte. Stile Il lessico di Pasolini decisamente condizionato dal dialetto romanesco, e tocca in pi punti il turpiloquio (paraculo, ecc). Tematiche La cosa drammatica che connota la vita di questi ragazzi che ogni fatto non ha una continuazione, non si proietta verso il futuro, ma si consuma nel momento stesso in cui vissuto e trova l tutto il suo significato (se pure esiste un significato). Di fatto la cosa potrebbe anche non essere cos tragica. In quegli stessi anni, negli U.S.A., c chi fa dellesistenza alla giornata la propria filosofia di vita: la cosiddetta generazione on the road descritta nel romanzo Sulla strada di Jack Kerouac. Negli Stati Uniti, per, questo avviene per una scelta, mentre i protagonisti di Ragazzi di vita sono costretti a vivere cos, perch non ci sono alternative, che possano rendere la loro esistenza meno precaria. Il lavoro non esiste, ci sono solo stratagemmi (piccole truffe, ruberie), mentre i protagonisti vedono il lavoro, quello vero, come una gabbia, che contrasta il loro modo di vivere senza prospettive, senza provvidenza, senza futuro e senza progetti. Il loro stile di vita quello dellaccattonaggio. Questo romanzo e il seguente Una vita violenta (1959) ispireranno il primo film di Pasolini Laccattone (1961). Il sesso animalesco: bisogna fare allamore per sfogare un istinto. Non importa con chi lo si fa (generalmente con prostitute, talvolta con omosessuali). Questi ragazzi non sanno cos lamore, n cos un rapporto di fidanzamento. Un altro riferimento letterario che sorge spontaneo quello ai romanzi picareschi del seicento spagnolo (soprattutto nel capitolo 5 Le notti calde) Questa invece una scheda analitica:

Ragazzi di vita non romanzo in senso proprio (manca un protagonista, un vero e proprio intreccio, una struttura organica), ma una serie di scene sostanzialmente autonome. Attraverso esse, Ragazzi di vita offre una cruda testimonianza della vita nelle borgate romane tra la fine della seconda guerra mondiale e l'inizio degli anni Cinquanta. Se osservato attraverso i parametri delle convenzioni romanzesche, il romanzo pu effettivamente apparire privo di spina dorsale (Pullini); occorre per innanzitutto tener conto del fatto che l'ispirazione del libro pi saggisticodocumentaria che propriamente narrativa. Inoltre lecito pensare che Pasolini abbia conferito al libro una struttura volutamente "aperta" proprio perch rispecchiasse realisticamente il "ritmo" anarchico della vita dei suoi "eroi" (attaccando cos le convenzioni romanzesche anche sul piano strutturale, oltre che, come vedremo, linguistico). I personaggi del romanzo, tutti giovanissimi, appartengono esclusivamente al sottoproletariato urbano. Solo in alcuni casi vengono presentati con i nomi propri (Amerigo, Marcello, Genesio), mentre l'autore preferisce identificarli con il soprannome in codice" che hanno nel gruppo di sbandati di cui fanno parte (il Lenzetta, il Piattoletta, il Riccetto), quasi a sottolineare la separatezza del mondo dei "ragazzi di vita" dal corpo sociale. Legati a una dimensione di pura "fisicit", essi si muovono spinti sempre da esigenze elementari, addirittura biologiche (il cibo, il

sesso), non hanno una coscienza, men che meno politica, sono pura energia vitale. Vivendo alla giornata, di espedienti, incorrono in continue avventure, ora comiche, ora grottesche, ora tragiche. Neppure queste ultime per lasciano il segno su di loro: sospinti da una esuberante energia, essi vengono riassorbiti dal ritmo della loro vita vagabonda, disperata e insieme allegra. Sono personaggi elementari che si esprimono esclusivamente nell'azione (in cui mettono in mostra la loro animalesca agilit) o nel dialogo assai scarno, spesso ridotto a insulto gridato, che accompagna le loro scorribande. Assai di rado l'autore ne illumina qualche tratto interiore, facendo affiorare qualche "sentimento", che riguarda per lo pi l'indulgente protezione dei pi piccoli e la tenerezza verso gli animali (la rondinella del cap. I, il cagnolino di Marcello). Nessuno dei "ragazzi di vita" conosce una reale evoluzione, una crescita interiore: essi restano legati per tutto il romanzo ad una fanciullesca ignoranza, a un'esistenza aurorale (Ferretti), preculturale e in un certo senso addirittura presociale. Infatti il loro mondo non comunica con l'esterno (cio con la societ e con la storia) e lo stesso gergo ristretto in cui si esprimono sottolinea questa separatezza. Quando qualcuno di essi entra a far parte del mondo degli "altri" (gli adulti, la gente che lavora) cessa di interessare l'autore. emblematica in questo senso la sorte che Pasolini riserva al Riccetto, il personaggio pi importante del romanzo. A partire dal capitolo quinto, l'autore lo sospinge dal primo piano sullo sfondo, in un certo senso lo emargina, relegandolo al ruolo di spettatore estraneo, quasi di intruso. Significativamente poi, alcuni personaggi adolescenti muoiono prima di entrare nella vita adulta (Marcello, Genesio). La tematica cui si fatto riferimento indubbiamente in relazione con l'ideologia che sottende il romanzo, ed in particolare con la visione mitica, astorica che Pasolini ha del popolo: attratto da una vita proletaria /... per me religione / la sua allegria, non la millenaria / sua lotta: la sua natura, non la sua coscienza) (cos scrive ne Le ceneri di Gramsci). Alla degenerazione della societ borghese Pasolini contrappone la primitiva sanit del popolo, che, nei suoi strati pi bassi (il sottoproletariato) gli appare ancora immune dagli pseudovalori e dagli snaturanti schemi di vita borghesi (o addirittura "civili": si veda la citazione di Tolstoj sul popolo come "grande selvaggio" preposta al quarto capitolo). proprio l'adesione viscerale (e non certo politico-razionale) all'istintualit vitalistica, all'esistenza "vergine" dei suoi "ragazzi di vita" che spinge lo scrittore a rinchiuderli in una sorta di limbo immobile, da cui qualsiasi svolgimento e qualsiasi dialettica interna sono programmaticamente esclusi, tanto pi che in Ragazzi di vita il mito dello stato di natura si intreccia con quello, tipicamente pasoliniano, della fanciullezza. Se nell'insieme Ragazzi di vita pu dare al lettore l'impressione di una caleidoscopica, persino caotica, variet di situazioni e azioni, osservando pi da vicino gli otto capitoli che costituiscono il romanzo non difficile rintracciarvi una scaltrita strategia narrativa, che tende a impostare l'azione su uno schema ricorrente. infatti sempre una ricerca di denaro da parte dei ragazzi (perennemente affamati e in bolletta) ad avviare l'azione; tale ricerca (di solito attraverso un furto) raggiunge il suo obiettivo, ma il risultato poi sovente vanificato da una improvvisa perdita, che ripristina le condizioni di partenza. A ci pu seguire un nuovo ribaltamento che assicura un insperato risarcimento. Questo tipo di procedimento non manca certo di illustri precedenti nella tradizione letteraria (Boccaccio, Ariosto per esempio) e anche lo sfondo notturno degli episodi pi dinamici, frequentemente presente nella tradizione novellistica e romanzesca. In Ragazzi di vita la rappresentazione del paesaggio ha notevole rilevanza e riveste diverse funzioni: anzitutto quella di costruire lo sfondo realistico delle vicende. il narratore insiste allora costantemente sui tratti pi squallidi, degradati della periferia romana, dove domina incontrastata la zozzeria: Valanghe d'immondezza, case non finite e gi in rovina, grandi sterri fangosi, scarpate piene di zozzeria. L'aggettivazione, scarna e incisiva, ha un ruolo privilegiato nel definire questo tipo di realt, come in questi esempi: scarpate putride e bruciate, lotti scrostati e sporchi, loggia acciaccata e cadente, praticelli tozzi, finestrine luride, tram scassati, selciati sconnessi. Per contro assai frequente nel romanzo la presenza di squarci paesaggistici intensamente lirici, che rallentano il ritmo narrativo in pause distese. Si veda ad esempio il luminoso paesaggio che riflette la gioia del Riccetto per essersi impadronito del malloppo del napoletano o la rappresentazione della notte stellata durante l'episodio dell'incontro con Amerigo. Un vero pezzo di bravura la raffigurazione, tra lirica e ironica, della notte nell'orto dove avverr il furto di cavoli.

L'ambigua natura del paesaggio in Ragazzi di vita cui si fatto ora riferimento rimanda all'ambiguit stessa del narratore. In un intervento di poco posteriore a Ragazzi di vita, Pasolini teorizzava la necessit, per lo scrittore che volesse lasciar "parlare le cose", di attuare un'operazione regressivo-mimetica, il che vuol dire sostanzialmente abdicare alla propria identit socio-culturale e linguistica di autore colto per lasciar posto alla voce diretta del parlante (popolare). Da qui la massiccia introduzione in Ragazzi di vita del dialetto, o meglio del gergo (scelta linguistica che, nel caso di Pasolini presuppone sul piano ideologico una completa immedesimazione nel popolo). Il gergo delle borgate (ricostruito con filologica precisione) regna incontrastato nei dialoghi, ed modulato sull'insulto gridato e sul turpiloquio con un'insistenza che rischia di creare monotonia: in una sola pagina, per esempio, la locuzione gergale li mortacci... ripetuta ben sei volte. Nella voce narrante invece (che racconta le vicende e che arricchisce via via di notazioni psicologiche gli scarni dialoghi), l'autore impiega una contaminazione dialetto-lingua che conosce diversi esiti, da un massimo a un minimo di vicinanza-regressione alla mentalit-linguaggio dei "ragazzi di vita". In genere l'organizzazione sintattica in lingua, con prestiti lessicali dal dialetto-gergo, come in questo esempio: La folla per cresceva sempre pi, premeva contro i cancelli, baccajava, urlava, diceva i morti. Non sempre la contaminazione convince, mettendo a nudo la difficile convivenza di autore "regredito" e autore "colto", come qui: Pure gli altri assentivano, ridendo, sentendo tutti i loro istinti di fiji de na mignotta che gli rinverdivano in fondo all'anima. Nelle descrizioni paesaggistiche, infine, l'autore opta sovente per un registro linguistico alto, in cui il lirismo, la densit metaforica del lessico, la stessa sintassi (in genere ipotattica), si collocano agli antipodi della mimesi gergale; si veda per esempio un periodo come questo: ... una luce pi che viola era venuta a galleggiare limpida negli spazi delle strade, tra palazzo e palazzo, riverberata fin laggi da quella specie d'incendio lontano e invisibile, dietro i colli, mentre tra un cornicione e l'altro due o tre civette svolazzavano lanciando qualche strillo. http://it.answers.yahoo.com/question/index?qid=20080902090938AAGPMaX

RIASSUNTO FATTO BENE

Pier Paolo Pasolini Ragazzi di vita Garzanti, Roma, 1955 252 Romanzo

Il modo in cui affrontano la loro condizione economica alcuni ragazzi romani.

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