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Triennale Design Museum

I lavori per il Triennale Design Museum iniziano nel 2004 con la realizzazione della Biblioteca del Progetto, Archivio Storico e Centro di Documentazione, proseguono con il restauro degli spazi destinati al museo e si concludono il 6 dicembre 2007 con la sua apertura al pubblico, nel pieno rispetto dei tempi programmati e senza interrompere neanche per un giorno lattivit culturale ed espositiva della Triennale di Milano. Il progetto architettonico di restauro del Palazzo e di sistemazione e adeguamento del museo di Michele De Lucchi. Tutti gli spazi espositivi della Triennale sono stati adeguati agli standard museali internazionali, compresa la climatizzazione del Salone dOnore. In particolare lelemento architettonico innovativo di Triennale Design Museum il suo ingresso attraverso un ponte che permette al museo di essere al contempo allinterno della Triennale e corpo autonomo e visibile nella sua funzione. Per il Triennale Design Museum la Triennale si avvalsa della cura scientifica di Andrea Branzi. Triennale Design Museum ha lambizione di essere fortemente innovativo. In genere nei musei ci si va una o due volte nella vita. Il programma, la sfida di Triennale quella di far tornare il visitatore due volte allanno. Da qui lidea di un museo non cristallizzato e statico, ma un museo dinamico. Capace di rinnovarsi e di offrirsi sempre con visioni rinnovate. Un museo con un ordinamento scientifico, ma anche con un approccio emozionale, che propone al visitatore unesperienza coinvolgente e tale da innescare il desiderio di ripeterla altre volte. Da una parte si sviluppa in unampia ricerca scientifica che racconti e rappresenti la storia del design italiano attraverso diverse chiavi di lettura, storie, prospettive, approcci e che affronta per la prima edizione del museo il tema Che cosa il design italiano?, da un idea di Italo Rota con Silvana Annicchiarico e Andrea Branzi. La storia del Design Italiano sar presentata non solo attraverso un paesaggio domestico di oggetti ma anche attraverso un contributo filmicoarchitettonico di Peter Greenaway (Ouverture. Fiato alle trombe! 2000 anni di creativit italiana) e di registi italiani che interpreteranno le ossessioni del design Italiano:

Antonio Capuano La luce dello spirito. Lampade, raggi, realt immateriali, dal Barocco a oggi; Pappi Corsicato Il super-comfort. Elaborazione problematica di comodit popolare; Davide Ferrario La dinamicit dai Futuristi. Alla ricerca di instabilit, velocit, provvisoriet moderna; Daniele Luchetti La democrazia impilabile. Alla ricerca di serialit, impilabilit, lavabilit; Mario Martone Il teatro animista. Da Pompei agli oggetti di scena contemporanei; Ermanno Olmi I grandi semplici. Dai Paleocristiani allattuale ricerca di archetipi; Silvio Soldini I grandi borghesi e la sacralit del lusso. Come primo fondamento del consenso sociale attorno al Design italiano e alla sua memoria del lusso sacro dei Bizantini.

Al percorso si aggiunge un Teatro Agor, uno spazio interamente realizzato in legno dove si svolgono dibattiti, convegni, presentazioni, eventi e performance artistiche. Un luogo fisico permanente, ma dai contenuti in continua trasformazione, dove arcaicit e tecnologia si combinano allinterno con legno ottenuto da cedri del Libano, allesterno con un gioco di specchiature di alluminio e un sistema di illuminazione composto da 39 monitor. Triennale Design Museum si distingue anche per la presenza di un Laboratorio di Restauro. Un centro dedicato alla memoria della modernit, ma anche alla sperimentazione di nuove tecnologie, con lambizione di diventare un punto di riferimento internazionale per la complessa questione del recupero e della conservazione degli oggetti e dei materiali contemporanei. Triennale Design Museum il centro della rete dei giacimenti del design di cui il nostro paese, e in particolare la Lombardia, ricco e rappresenta unautentica ricchezza diffusa, ma spesso sconosciuta che sono i musei dimpresa, le collezioni pubbliche e private. Il Museo pertanto anche loccasione per mettere in rete questo vasto patrimonio e renderlo visibile nei suoi contenuti. A dirigere Triennale Design Museum stata chiamata Silvana Annicchiarico che da 9 anni il Conservatore della Collezione Permanente del Design Italiano della Triennale di Milano e che da 6 anni responsabile del Settore Design della Triennale.

LEuropeo ha realizzato un numero speciale monografico, di 360 pagine, progettato per la nascita di Triennale Design Museum. Il percorso dello sviluppo del design italiano sar raccontato dalle grandi firme dellEuropeo e da storici e designer nel contesto della storia dellItalia nel Novecento. Grazie alla Banca Popolare di Milano, al prezzo di 11 euro insieme al biglietto di ingresso, al visitatore verr consegnato il numero speciale dellEuropeo. Il nuovo logo e la grafica istituzionale di Triennale Design Museum sono stati progettati da Pierluigi Cerri. Per festeggiare il museo sar data in omaggio a tutti i visitatori la scultura da viaggio di Munari realizzata in occasione del centenario della sua nascita (ed. Corraini), grazie al supporto di MINI.

Un museo mutante

Silvana Annicchiarico

Se n parlato per pi di mezzo secolo. Le polemiche, i dibattiti, i convegni, le discussioni, le provocazioni non si contano. Ma, fino allaltrieri, nessuna proposta si era ancora concretizzata, nessuna idea aveva saputo uscire dallalveo della pur necessaria riflessione teorica per dar vita a un progetto concreto. Perch? Per quale motivo un museo del design in Italia finora non c mai stato, nonostante un percorso lastricato di buone intenzioni? Le risposte, come ovvio, sono molte. Tralasciando le pur evidenti ragioni politiche, o la cronica difficolt di reperire i fondi necessari, mi sembra che due siano le questioni principali. In primo luogo, progettare e realizzare un museo del design cosa ben diversa dal progettare o realizzare un museo archeologico o un museo di arte contemporanea. I prodotti di design sono per lo pi di serie, non sono pezzi unici. Quindi non hanno laura dellunicit, dellirripetibilit, dellirriproducibilit. Inoltre, sono realizzati prima di tutto per luso, non tanto e non solo per una fruizione estetico-contemplativa. Ci pone problemi complessi di ordinamento e di allestimento, e suggerisce comunque di non adattare meccanicamente un progetto di museo del design ai modelli consolidati dei musei delle arti figurative o dei musei scientifici. A questo problema teorico concettuale si aggiungono poi problemi specifici, relativi alle peculiarit del territorio. Il design italiano costituito da una molteplicit di soggetti che rendono difficile la definizione di un sistema uniforme, centralizzato e organizzato. Esistono infatti numerosi giacimenti del design italiano dispersi sul territorio, di propriet di aziende o enti che, agendo alla periferia del sistema, hanno spontaneamente creato luoghi di conservazione e valorizzazione delle proprie opere. In certa misura il museo del design esiste gi, ma resta nascosto al pubblico perch esploso allesterno di un classico involucro architettonico, frammentato e disaggregato sul territorio, talvolta addirittura disperso. Lontano dalle rotte principali del turismo e della cultura, giace cio un patrimonio diffuso di gioielli unici al mondo: collezioni eterogenee, musei aziendali, magazzini pieni di designsconosciuti al pubblico perch difficilmente raggiungibili.

Da qui la necessit di eleggere un luogo centrale capace di rappresentare e valorizzare questa somma di espressioni in un progetto museale coordinato. Di fondare insomma una rete, che metta a sistema il tutto e gli fornisca unadeguata rappresentazione. In questo quadro, diventa centrale, strategico e decisivo il ruolo di Milano. Perch Milano non solo la capitale del design, ma anche la capitale del sistema produttivo del Paese. la citt dove hanno sede i pi importanti studi di design, le principali aziende, le pi importanti scuole, le riviste. il luogo in cui nascono e da cui si diffondono le nuove idee sul design e i linguaggi pi innovativi. Lintero sistema produttivo regionale e nazionale sostenuto da una rete di supporto, promozione e assistenza che trova a Milano la sua sede naturale, e che fa della citt ambrosiana la sede per cos dire naturale (sia pure di una naturalit nutrita di storia e di cultura) di un museo del design italiano. Rispetto alla maggior parte dei musei del design diffusi nel mondo, quello della Triennale di Milano presenta una prima significativa differenza, che poi anche un segno della sua specifica identit: non si basa su unenorme collezione di propriet, archiviata nei depositi e nei magazzini, ed esposta parzialmente nello spazio museale vero e proprio, ma punta a valorizzare proprio la rete di giacimenti di cui si diceva pocanzi. Anche se in questi ultimi anni la Triennale ha fatto un lavoro sistematico di valorizzazione della sua collezione, incrementandola dal punto di vista quantitativo, trasformando molti prestiti in donazioni e favorendo la sua visibilit attraverso una serie di mostre tematiche e altre itineranti nelle pi prestigiose capitali europee e mondiali, la scelta finale stata quella di non replicare collezioni o parti di collezioni gi esistenti, inseguendo unimpostazione obsoleta che fa dipendere lesistenza stessa del museo dalla propriet privata degli oggetti che lo costituiscono. Se vero che lintero territorio nazionale un grande archivio, si scelto di puntare fino in fondo su questo serbatoio, e di valorizzare il pi possibile lidea di un museo che attinga al territorio e che sappia darne unadeguata rappresentazione attraverso una fitta rete di scambi e di relazioni incrociate.

In questa prospettiva, linserimento nel nostro museo di pezzi-simbolo provenienti da altri musei risulter non soltanto utile al nostro racconto, ma funzioner come rimando, o come staffetta culturale capace di invogliare il visitatore a spostarsi e muoversi nel territorio. Ma il Museo del Design italiano della Triennale di Milano ha lambizione di essere fortemente innovativo anche da un altro punto di vista. In genere, nello stesso museo ci si va una o due volte nella vita. Magari si torna pi volte a vedere la Gioconda, ma improbabile che si torni a rivedere oggetti duso quotidiano, che pure sono classici e icone del design, come la Vespa o la Moka Bialetti, con cui ci si prepara il caff ogni mattina. Ebbene: la nostra ambizione, per non dire la nostra sfida, consiste nel tentativo di far tornare il visitatore almeno ogni anno, se non addirittura pi volte lanno. Per questo abbiamo immaginato un museo dinamico, non statico, non cristallizzato in se stesso e nelle proprie granitiche certezze. Un museo, cio, capace di rinnovarsi continuamente, e di offrire al visitatore sguardi, punti di vista e percorsi di volta in volta nuovi e diversificati. Un museo scientifico e rigoroso, certo, ma anche emozionale e coinvolgente: tanto coinvolgente da innescare nel visitatore il desiderio di ripetere in tempi brevi lesperienza. Il design, del resto, una disciplina ancora viva, la sua storia non stata ancora scritta in maniera definitiva, per cui possibile pensare a pi storie, a pi prospettive, a pi approcci che consentano ogni volta di riattraversare il medesimo territorio secondo una mappa diversa, o di eseguire in modo differente la stessa partitura. Per questo anche lordinamento cercher di essere fortemente innovativo: ci saranno questa almeno la nostra intenzione continui cortocircuiti fra il modernissimo e lantichissimo, fra il futuro e il passato, fra il design e gli altri linguaggi espressivi della contemporaneit. Pi che a definire un ordinamento classificatorio tradizionale, abbiamo lavorato per mettere a punto una vera e propria rappresentazione in cui gli oggetti e le icone del design saranno i protagonisti, ma non gli unici ed esclusivi personaggi.

E tutto questo cambier a cadenza periodica: ogni volta, a distanza di 12-18 mesi, cambieranno il tema-chiave, lordinamento scientifico e lallestimento. Con lintento, appunto, di fare del museo un organismo vivo e mutante, capace di mettere in discussione se stesso, di smentirsi e di interrogarsi: di essere cio unistituzione votata alla ricerca oltre che alla conservazione, allapertura di nuove domande pi che alla difesa di un dogma disciplinare indiscutibile e stabilito a priori una volta per tutte. La prima edizione, dedicata al tema Che cosa il design italiano?, sar curata da Andrea Branzi, avr come progettista dellallestimento Italo Rota e si avvarr della collaborazione di importanti registi cinematografici come linglese Peter Greenaway e gli italiani Ermanno Olmi, Antonio Capuano, Pappi Corsicato, Davide Ferrario, Daniele Luchetti, Mario Martone, Silvio Soldini. Accanto al laboratorio di restauro, che ha lambizione di diventare un punto di riferimento per la complessa questione del recupero e della conservazione degli artefatti e dei materiali contemporanei, questi spazi satellite andranno ad arricchire linsieme di offerte e di servizi garantiti dal museo al primo piano del Palazzo dellArte restaurato da Michele De Lucchi. Un restauro che non solo ha dotato lo spazio espositivo dei necessari requisiti museografici internazionali e ha creato un magazzino funzionale interno, ma che soprattutto ha immaginato un museo a cui si accede attraverso un ponte sospeso. Se vero che i luoghi parlano gi a partire dalle soglie che li separano e collegano con il mondo, il Museo del Design italiano della Triennale parla fin da subito due idiomi: quello della relazione e quello della vertigine. Testo introduttivo allEuropeo Numero speciale per Triennale Design Museum

Un Museo diverso

Andrea Branzi

In generale i Musei di Design consistono in una lunga successione di oggetti e di stili; ma le motivazioni profonde che sono allorigine di quegli oggetti e di quegli stili, rimangono sempre in secondo piano rispetto alle vicende dellArte e dellArchitettura. Al design, si continua a attribuire una storia secondaria, molto breve (due secoli) e limitata a vicende che riguarderebbero soltanto il variare del gusto, delle banali necessit quotidiane o delle tecniche di costruzione. Questo Museo vuole invece affermare che quella del design una storia per molti versi autonoma e alternativa a quella dellArte e dellArchitettura; e che proprio per la sua natura particolare, apparentemente legata alla quotidianit domestica, fornisce informazioni culturali e antropologiche preziose per capire la storia profonda del nostro paese. In altre parole la storia del Design Italiano non mai stata soltanto una storia di oggetti, ma piuttosto una storia fatta anche di pensieri, di religioni, di politica e anche di uomini (come diceva Giorgio Vasari quando scriveva le Vite di uomini illustri per raccontare il Rinascimento italiano). Questo principio vale in generale per tutta la storia della cultura, ma in modo particolare per il Design Italiano, le cui vicende sono strettamente legate alla storia complessiva del nostro paese, di cui forniscono un livello di conoscenza originale e significativo.

Potremmo dire paradossalmente che il Design a illuminare spesso molti aspetti della nostra storia nazionale; e non viceversa. Sono gli oggetti domestici e il loro modo di essere concepiti, che forniscono informazioni preziose su vicende pi ampie e pi alte, mettendone in luce aspetti profondi non facilmente rintracciabili nelle storie ufficiali. La cultura quotidiana non mai stata il risultato automatico delle vicende tecnologiche o industriali, ma un fenomeno complesso la cui origine (soprattutto in Italia) non coincide con linizio della Rivoluzione Industriale, ma molto prima, nelle fasi iniziali di formazione del paese, negli oggetti e negli strumenti in cui lItalia si sempre rispecchiata. Tenendo dunque separate le due storie, quella del design (come se fosse una vicenda interna a una disciplina minore) e quella complessiva del paese, non si fa un buon servizio n alluno n allaltro; perch in Italia gli oggetti hanno avuto un ruolo del tutto particolare nelle vicende della religione, della filosofia e delleconomia, in misura del tutto diversa da ci che successo in altri paesi europei. A loro volta la religione, la filosofia e leconomia, hanno influenzato profondamente la storia dei nostri oggetti.

Come fare un museo del design in Italia?

Italo Rota e Peter Greenaway

Riuscite a immaginare un film su Chicago senza una pistola, un telefono o unautomobile? Riuscite a immaginare un dramma di Shakespeare senza un teschio, un fioretto e un arazzo? Si pu rappresentare lOtello di Shakespeare senza il fazzoletto di Desdemona? Otello ambientato a Venezia. Shakespeare ha ambientato i suoi drammi pi belli in Italia. E si sa da dove venivano i gangster di Chicago. Loggetto di scena, il materiale da rappresentazione teatrale, lartefatto, loggetto significante. Loggetto che crea azione, contesto, senso, scambio, stimolo immaginativo, desiderio, simbolo, metamorfosi. E negli ultimi cinquantanni la maggior parte di questi oggetti, prodotti materiali, artefatti che creano senso, sensazioni e desiderio sono arrivati dallItalia. Si potrebbe obiettare: perch parliamo solo degli ultimi cinquantanni? Perch non gli ultimi duemila anni? Bene, se dicessimo cos, faremmo ingelosire tutto il resto del mondo, e linvidia, come diceva Livio, unemozione distruttiva e corrosiva. Mettiamo insieme un oggetto e un nome del design italiano e la scena si fa pi chiara Olivetti, Lambretta, Vespa Tali oggetti di design significano stili di vita desiderabili, standard di eccellenza nella qualit di vita e contesti molto speciali. Nessun oggetto o artefatto unisola, potremmo parafrasare John Donne dicendo Nessun uomo unisola. Nessun oggetto unisola. N nella storia n nella geografia. Quindi tanti di questi oggetti hanno antenati e una certa provenienza, esistevano sedie e tavoli e letti e bikini nella Roma Imperiale. Esistevano lampade e carri con ruote a Pompei, cerano vasi e vetri a Venezia. Cerano pure sedie e sgabelli nella Divina Commedia di Dante a Firenze nel 1300; cerano sedie nella Cena ad Emmaus di Caravaggio, cerano sedie nella Dolce Vita di Fellini nel 1959, ci sono sedie negli uffici della Fiat a Torino nel 2007. Oggetti che creano senso in letteratura e nella pittura, nel cinema e nel mondo del business. Tali oggetti possiedono un significato nel contesto di celebri accadimenti storici quanto in celebri finzioni artistiche. Pensiamo allenigma degli oggetti in Carpaccio e in Crevalcore, in Caravaggio, in Crivelli, in Canaletto, in Cellini e in De Chirico, in Carracci e Correggio solo per citare i celebri artisti italiani il cui cognome inizia con la lettera C.

Al Museo del Design della Triennale di Milano del 2007 vogliamo presentare gli oggetti pi carichi di senso del design italiano del XX secolo nel contesto della storia e della cultura italiana. Un museo che parla di oggetti senza molti oggetti, poich il contesto delloggetto rilevante tanto quanto loggetto stesso. Possiamo realizzare tutto questo oggigiorno con massima economia di mezzi rispetto al passato, tramite le potenzialit dei nuovissimi strumenti tecnologici che sono essi stessi una straordinaria evocativa testimonianza e rappresentano la pratica quotidiana della nostra visual information age. Vogliamo proporvi quindi un museo / installazione dellera dellinformazione visiva. Il nostro obbiettivo quello di creare unesposizione auto-riflessiva che faccia vedere il significato degli oggetti del design nellambiente originale della loro stessa orgogliosa progettazione; gli oggetti dovranno mostrare la fierezza della loro esistenza dato che la mente umana richiede e insiste sempre sulla novit ma anche quella di appartenere al celebrato club degli altri oggetti di design, poich questo significa solidariet, rispetto e continuit con il passato. Vogliamo fare questo con eleganza, ma anche giubilo ed esuberanza ben sapendo che queste caratteristiche spesso gridate con enfasi e autocompiacimento e perch no? Non nascondere la tua luce dietro un mucchio Esodo. Squilli una tromba per ogni vittoria ben conquistata Ettore. Sii valoroso e fai squillare la tua tromba Garibaldi. Mulini, vele, trombe e ambizioni hanno bisogno del vento favorevole Beaumarchais. Dunque un museo di oggetti che non sia una semplice esposizione di oggetti, creata con strumenti moderni, poich il contesto delloggetto parla pi forte delloggetto. Cento oggetti significativi dellItalia contemporanea offerti a voi in modo tale che loggetto numero centouno sia il museo stesso.

Fiato alle Trombe!

2000 anni di creativit italiana

Gli Schermi

Peter Greenaway

Il corpo impone il design. Le persone si siedono, mentono, volano, muoiono, nuotano, annegano, dormono e sognano in un mondo elaborato dal design. Cinque sensi vista, suono, gusto, udito, tatto. E quattro elementi - fuoco, acqua, aria, terra. Questi sono i dati di fatto. Potremmo aggiungere la gravit, la temperatura, la velocit e il testo. E vi daremmo cos cinque paesaggi - la cornice (vi diamo in realt tre cornici in cui mettere ogni cosa al mondo), la torre che aspira verso lalto (per raggiungere il Cielo), larco di trionfo (per celebrare le nostre vittorie), lampio ed esteso orizzonte (per soddisfare il nostro bisogno di esplorare), e un segmento della sfera terrestre (per essere sicuri di sapere sempre dove siamo).

Questo basta a coprire ogni aspetto nel design, e gli italiani continuano a progettare da duemila anni. Gli Etruschi, i Romani dellet repubblicana, i Pompeiani, i Romani dellet imperiale, i cristiani, il Medioevo, il Rinascimento, il Manierismo, il Barocco, il Rococ e cos via Pensiamo solo allenigma degli oggetti disegnati in Carpaccio, in Crevalcore, Caravaggio, Crivelli, Canaletto, Cellini, de Chirico per citare solo gli artisti italiani pi celebri il cui cognome inizia con la lettera C. Bisogna proprio festeggiare. Squillino le trombe rosse del design italiano. A gran voce!

Giovanni Chiaramonte

Giovanni Chiaramonte

Museo del Design Italiano alla Triennale di Milano

Andrea Branzi

Che cosa il Design Italiano? Il nuovo Museo del Design Italiano della Triennale si propone di rispondere a questa domanda attraverso una serie di contributi tematici, ciascuno dei quali avr la durata di circa un anno, e che indagheranno alcuni dei molteplici aspetti della complessa natura di questa attivit nel nostro paese. Il Design Italiano infatti non pu essere spiegato soltanto come una disciplina professionale o una pratica imprenditoriale, ma parte integrante della storia del nostro paese, di cui fornisce preziose informazioni di natura culturale e tecnologica, ma anche filosofica, economica o domestica. Si tratta dunque di una formula museale nuova, che si sviluppa nel tempo e che si avvale della collaborazione di intellettuali e di creativi, che interpretano le vicende del Design Italiano in termini non accademici ma come una realt vivente e dinamica. Le sette ossessioni del Design Italiano In generale i Musei di Design fanno risalire lorigine di questa attivit allinizio della Rivoluzione Industriale nel XVIII secolo, quando cio inizi la produzione di serie e luso di tecnologie industriali, da cui sarebbe nato lindustrial design. Questa tradizione storiografica esclude quindi di indagare lorigine pi antica e profonda di questa cultura oggettuale; perch la considera frutto dallartigianato che segue logiche lontane del funzionalismo e dalla Ragione della modernit. Ma cos facendo si divide in due parti la storia materiale di una societ, considerando lantichit ininfluente e lontana, e la contemporaneit incomprensibile perch priva di radici. Per capire il Design Italiano occorre invece accostare queste due storie, cercando di interpretare le sue antiche radici latine, cristiane o rinascimentali, come parti di ununica vicenda che serve a spiegare la complessa realt contemporanea; che non riconoscibile da uno stile (ma da tanti stili) o da una strategia industriale (che cambia continuamente nel tempo). Si tratta invece di una storia caratterizzata dal permanere di alcune ossessioni di natura intellettuale o politica, spesso molto antica; ma che rendono del tutto particolari le vicende del Design Italiano rispetto a quelle di altri paesi. Questo primo allestimento del Museo dunque organizzato attorno a sette isole ossessive a cui fanno riferimento circa 400 oggetti contemporanei selezionati e anche testimonianze pi antiche, presenti nella mostra.

Queste isole sono: Il Teatro Animista Da Pompei agli oggetti di scena contemporanei I Grandi Borghesi e la Sacralit del Lusso Come primo fondamento del consenso sociale attorno al Design italiano e alla sua memoria del lusso sacro dei Bizantini Il Super-Comfort Elaborazione problematica di comodit popolare La Dinamicit Dai Futuristi alla ricerca di instabilit, velocit, provvisoriet moderna La democrazia impilabile Alla ricerca di serialit, impilabilit, lavabilit La Luce dello spirito Lampade, raggi, realt immateriali, dal Barocco a oggi I Grandi Semplici Dai Paleocristiani allattuale ricerca di archetipi

Il Teatro Animista da Pompei agli oggetti di scena contemporanei

Carlton Ettore Sottsass Memphis progetto e produzione 1981 Gilet Giacomo Balla progetto e produzione 1924-1925

A partire dalla Domus latina fino ai nostri giorni presente lidea della casa come luogo teatrale, cio un luogo scenografico, dove gli oggetti sono attori che interloquiscono con gli abitanti (come nellAntologia Palatina), e come degli animali domestici proteggono la casa dai pericoli del Fato e dai male intenzionati. Lidea di uno spazio scenico e non soltanto funzionale, nasce dalla filosofia secondo la quale ogni uomo aveva una parte nella commedia della vita, a cui solo la morte poneva fine restituendo a ciascuno la sua vera identit. Dunque la storia era vista come un passaggio, una finzione che non permetteva di avere modelli certi, ma soltanto delle messe in scena; questa attitudine a rappresentare la commedia della vita assente nellEuropa (protestante) e presente nellItalia (cattolica). Questa antica radice influenza ancora una parte del Design Italiano quando usa gli oggetti come servi di scena per una rappresentazione dello spazio come il palcoscenico della modernit, pi che come luogo tecnologico e specializzato. Il Teatro sommerso di Mario Martone Se la Grecia ha inventato il teatro occidentale, sono state le citt della penisola italica (quelle della Magna Grecia e dellEtruria, e poi Roma) a dare forma visiva, con innumerevoli testimonianze artistiche, alla vita teatrale. Non solo le scene del mito, dunque, ma lo spettacolo in senso concreto: vasi, mosaici e terrecotte sono infatti piene di palchi, tendaggi, scale, maschere, tutti oggetti che formano la scena insieme ad attori, mimi, musicisti, acrobati, ballerini. Sottratto alla rigidit del calendario liturgico greco, il teatro (soprattutto i generi poveri come il mimo drammatico e latellana) pervade la vita quotidiana delle popolazioni italiche e si infila addirittura nei corredi funebri, come nella necropoli di Lipari e in tante tombe etrusche e romane.
Giovanni Chiaramonte

I Grandi borghesi e la Sacralit del Lusso Come primo fondamento del consenso sociale attorno al Design italiano e alla sua memoria del lusso sacro dei Bizantini

Giovanni Chiaramonte

I grandi borghesi e la sacralit del lusso di Silvio Soldini Tuffo nel cinema italiano alla ricerca di frammenti che possano raccontare la nostra borghesia nel suo concetto di casa, arredo, lusso. Un breve film di montaggio che inventa una nuova musica prendendo a prestito alcune immagini dai grandi autori del cinema italiano.

Il Design Italiano lunico in Europa ad avere avuto origine non solo dalle Avanguardie ma soprattutto dai club illuministi della borghesia (milanese in particolare) che hanno ricercato nello stile moderno uno strumento che le fornisse sicurezza e identit. Tra le due guerre lalta borghesia e gli intellettuali di opposizione hanno usato larredamento moderno anche come espressione della loro profonda inquietudine, come ricerca di una modernit letteraria, benpensante ma anche torbida (come nel caso di Carlo Mollino). Negli spazi interni delle ville e delle grandi magioni borghesi si formata una realt culturale inquieta, che ha caratterizzato anche il Design Italiano contemporaneo, sempre incerto tra lusso, buon gusto e rigore calvinista. Dallantica tradizione bizantina e paleocristiana il Design Italiano ha inoltre ereditato la tendenza a attribuire ai gioielli e agli oggetti preziosi, ai fragili vetri, un alto valore simbolico, quasi sacro, come testimonianze di valori spirituali. I gioielli e gli oggetti preziosi erano considerati oggetti transizionali, che trasferivano cio le qualit organolettiche dei materiali e delle pietre preziose in virt civili, esaltando la nobilt e la fertilit di chi li indossava o li possedeva.

Martingala Marco Zanuso Arflex progetto e produzione 1954 Incisa Vico Magistretti De Padova progetto e produzione 1951

Il Super-Comfort Elaborazione problematica di comodit popolare

Tra le ossessioni del Design Italiano vi sicuramente quella degli imbottiti, dei super-imbottiti, dei cuscini destrutturati, come ricerca di un benessere fisico misurabile sui centimetri di schiume morbide. Lindustria dellimbottito italiana stata la prima a rappresentare la comodit come un valore pi complesso, costituito dai materiali del rivestimento e dal loro profumo, dalla consistenza invitante dellimbottitura, dalla forma suadente della seduta, che devono complessivamente creare leffetto psicologico di comfort. Erede della grande tradizione Barocca il supercomfort del Design Italiano ha quindi un fondamento problematico, tra formale e informale, tra prodotto e sistema infinito fino a diventare spesso un oggetto pi teorico che reale. Il concetto di comfort ha avuto origine negli USA dopo la grande crisi degli anni 30, nello spirito del New Deal e non appartiene alla nostra tradizione pi severa e problematica, che ha sempre cercato di combinare insieme valori fisici con valori metafisici

Il Super-Comfort di Pappi Corsicato Un corpo o parti del corpo entrano in contatto con materiali e forme che di fatto stabiliscono quello che noi definiamo genericamente comfort. Siano essi piume, legno, schiume, chiodi, lattice o altro. Ho cercato di suggerire o evocare con le immagini un concetto tanto definito ma al tempo stesso indefinibile. Con laugurio che rimanga un mistero.

Tube Chair Joe Colombo Flexform, Vitra progetto 1969 produzione 1970

Giovanni Chiaramonte

La Dinamicit Dai Futuristi alla ricerca di instabilit, velocit, provvisoriet moderna

Il Design Italiano ha ereditato dal Futurismo lidea di una Modernit che si esprime come produttrice di vortici, di accelerazioni, di continui cambiamenti. Dunque una modernit dinamica, che non realizza nuove Cattedrali, ma innovazione perenne. A differenza dunque delle grandi industrie metalmeccaniche internazionali, in Italia si realizzata una collaborazione anche tra designer e piccole industrie innovative, che hanno sviluppato ricerche spesso geniali su nuovi mezzi di trasporto. Questa idea di una modernit indossabile, trasportabile, trasformabile, ha influenzato anche la progettazione di molti oggetti domestici che sono stati pensati, anche da Grandi Maestri, per spazi abitabili continuamente in evoluzione. Come in nessun altro paese dunque labitare visto come un territorio sperimentale, dove si svolge una incessante ricerca di un assetto definitivo che non si realizza mai.

La Dinamicit di Davide Ferrario Futurismo! Noi canteremo le locomotive dallampio petto, il volo scivolante degli areoplani. dallItalia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo (F.T. Marinetti, 1909) La velocit irrompe nellarte e nella vita quotidiana. Nel corso del secolo tutto diventer mobile, portabile, scomponibile, flessibile. Dal punto di vista del design gli oggetti si fanno (aero)dinamici, plastici, leggeri, trasportabili e indossabili. Irrompono sul mercato automobili e scooter per un pubblico di massa che cambiano la vita dellItalia contemporanea. Sarebbe stato contento Marinetti delle 500 con cui i suoi connazionali si riversano sulle spiagge nelle domeniche dagosto degli anni sessanta? Futurismo o futurismo? Da questo paradosso ecco lidea di un piano sequenza in una location insieme avveniristica e nostalgica (il vecchio stabilimento della FIAT al Lingotto di Torino) che metta in scena una sorta di corto circuito tra Topolino e bici Laser, tra vecchio modernismo e modernit che guarda indietro. Una steadycam che non si ferma mai, alla ricerca di oggetti creati con lossessione di essere nuovi, facili da usare, per tutti. Dove va il design? E dove stiamo andando noi? Le risposte sono solo opinioni. La passerella olimpica che dal Lingotto si avventura nel vuoto una metafora rivelatrice.

Parentesi Achille Castiglioni, Pio Manz Flos progetto 1970 produzione 1971

Giovanni Chiaramonte

La Democrazia Impilabile Alla ricerca di serialit, impilabilit, lavabilit

Giovanni Chiaramonte

Il Design Italiano ha interpretato la democrazia moderna come occasione per realizzare sistemi di oggetti in plastica, leggeri, colorati, impilabili, lavabili e spesso di basso costo. Queste nuove tipologie di oggetti domestici non rispondevano soltanto a esigenze funzionali, ma piuttosto a una grande metafora sociale, quasi a una ossessione politica di una modernit semplice e popolare. La diffusione di questo tipo di oggetti costitu durante gli anni 50 e 60, un grande successo e favor la diffusione dellidea che il design fosse in grado, insieme ai nuovi materiali, di realizzare un modo radicalmente nuovo (e economico) di abitare e lavorare. Il Moplen inventato dal Premio Nobel Giulio Natta, fu il primo di una lunga serie di materiali plastici che si integrarono progressivamente nei nostri scenari domestici, rinnovandoli e favorendo comportamenti pi evoluti.

La Democrazia Impilabile di Daniele Luchetti Quanto possibile impilare oggetti impilabili prima che perdano di senso e diventino un altro oggetto, impilabile a sua volta? possibile immaginare una citt formata da oggetti impilati? E una volta formata, una citt del genere sarebbe definitiva, o rischierebbe di essere a sua volta soppiantata da altri gusti e da altri oggetti, impilabili a loro volta?

Plia Giancarlo Piretti Anonima Castelli progetto 1968 produzione 1969 Cono Ambrogio Pozzi Environnement Pierre Cardin progetto e produzione 1969 1970

La Luce dello Spirito Lampade, raggi, realt immateriali, dal Barocco a oggi

Il design italiano ha sempre visto il tema dellilluminazione non come un semplice problema illuminotecnico, ma come loccasione per realizzare segni immateriali; vicino alla grande tradizione della pittura e della spiritualit italiana, il nostro light design ha sempre visto la lampada come produttrice di luce ma anche di ombre, di penombre e di tenebre. A differenza di altre culture nazionali il design italiano ha saputo interpretare la luce come una presenza vitale e misteriosa, come gioco della tecnologia e come parte di una festa ambientale. A partire da Gio Ponti fino ai fratelli Castiglioni il design italiano e le industrie del settore hanno occupato una leadership internazionale che deriva proprio da questo approccio problematico e spesso ironico alla luce. Raramente infatti i prodotti del light design italiano sono lussuosi, ma molto pi spesso sono presenze amiche che giocano dentro lambiente il ruolo di folletti domestici che illuminano la nostra notte. La Luce dello Spirito di Antonio Capuano Buio assoluto. Luce improvvisa, a scatti. Una scritta neon bianca illumina un passaggio sotterraneo della metro. La scritta un verso di Dante. Una donna giovane, in nero aderente, tacchi, sale la scala mobile, proprio sotto la scritta. Tiene con tutte due le mani, una bellissima lampada chiara. La scala la porta verso di noi. Quando ci passa accanto, le notiamo il collo esile, le labbra rosse, gli occhi sfuggenti. Strada citt. Esterno sera. Un ragazzo, giacca e cravatta, scarpe lucide, cammina rasente una strada piena di traffico. Porta con attenzione una grande lampada bianca. La lampada tenuta molto accostata alla faccia gli illumina il volto pallido. Mare. Porto. Esterno sera. Due ragazzi portano a spalla un grande arabesco al neon. La banchina grigia e deserta. I ragazzi hanno le facce serie di chi sta facendo un lavoro necessario. Di giovani che portano lampade accese, ne vedremo, forse 20. Poi un grandissimo ambiente. Bianco. Interno sera. I ragazzi uno alla volta, entrano con le lampade. Le poggiano ai piedi della parete lunga, che diventa via via pi chiara. Due ragazzi sospendono larabesco. Il grande neon oscilla, fluttua nel vuoto e comincia lentamente a salire verso lalto. Citt. Esterno alba. La luce sale da Est, dietro i palazzi bui. Lentissimamente, larabesco spunta dalle cime dei palazzi e si arrampica in cielo illuminando tutta la citt.

Giovanni Chiaramonte

Eclisse Vico Magistretti Artemide progetto e produzione 1965 Taraxacum 88 Achille Castiglioni Flos progetto e produzione 1988

I Grandi Semplici Dai Paleocristiani allattuale ricerca di archetipi

C una parte importante deI Design Italiano che ha fondato il suo lavoro sulla ricerca dellasemplicit pi che della razionalit. A differenza di molte altre culture del progetto, europee o internazionali, essa ha conservato le sue radici con la cultura popolare e contadina, elaborando prototipi semplici, che interpretano la modernit come la nascita un nuovo alfabeto elementare, che permette di riscoprire valori spirituali e ideali. La semplicit dunque non il risultato di un processo ingenuo, ma al contrario il risultato di procedimento molto sofisticato, che seleziona le forme e le tecnologie per ottenere il massimo risultato espressivo con il minimo sforzo formale. I grandi semplici costituiscono dunque una categoria caratteristica del Design Italiano, lontana dalla classicit e dal razionalismo, e pi attenta alle tradizioni povere della cultura latina e italica.

Semplici Semplici di Ermanno Olmi I Grandi Semplici si confrontano con i Semplici Semplici. Sono, costoro, gli anonimi artigiani: umili artefici, che fin dalla lontananza dei secoli provvedono agli utensili necessari al compimento dei vari lavori e al sostegno del nostro vivere quotidiano. Dallopera delle loro mani sono nati ogni sorta di arnesi. Cos che questi utili oggetti accompagnano da sempre la storia di tutte le genti e da essi, ogni popolo, ne trae la propria immagine.

Falkland Bruno Munari Danese progetto 1964 produzione 1964 Poltrona Seggiovia Franco Albini ricostruito a cura del Cosmit, 1988, Salone del Mobile di Milano progetto e produzione 1940
Giovanni Chiaramonte

Giovanni Chiaramonte

La collana di libri di Triennale Design Museum

Con la pubblicazione in aprile dei primi quattro volumi nasce la collana di Triennale Design Museum, edita da Electa.

Triennale Design Museum Che cosa il design italiano? Le sette ossessioni del design italiano a cura di Silvana Annicchiarico e Andrea Branzi Il libro dedicato alla prima edizione di Triennale Design Museum e ne documenta lordinamento, suddiviso in sette Ossessioni, lallestimento di Italo Rota, i contributi filmici di Peter Greenaway, Ermanno Olmi, Antonio Capuano, Pappi Corsicato, Davide Ferrario, Daniele Luchetti, Mario Martone, Silvio Soldini, con un percorso fotografico di Giovanni Chiaramonte.

Triennale Design Museum Il Design Italiano 1964-2000 a cura di Andrea Branzi Il libro la ristampa del repertorio di Andrea Branzi Il Design Italiano 64-90 con un aggiornamento sulla progettazione e la produzione dellultima decade del secolo scorso.

Triennale Design Museum Il Museo del Design e la nuova Triennale a cura di Silvana Annicchiarico Il secondo libro dedicato ai lavori di Michele De Lucchi che ha restaurato gli spazi di servizio del Palazzo della Triennale (atrio, libreria, caffetteria), e creato nuove funzioni come la Biblioteca del Progetto e il Museo con il nuovo ponte di accesso. Inoltre un percorso storico per raccontare come gli spazi di servizio si sono trasformati nelle varie edizioni e come il contenitore sia capace di mutazioni e trasformazioni adattandosi di volta in volta alle diverse necessit espositive.

Triennale Design Museum Pink Pavilion Gaetano Pesce a cura di Silvana Annicchiarico Il libro documenta la costruzione di un padiglione sperimentale negli spazi adiacenti a Triennale Bovisa ad opera di Gaetano Pesce. Il Pink Pavilion vuole essere un progetto-pilota per testare lutilizzabilit di un materiale come il poliuretano per la costruzione di habitat di emergenza. Il progetto si inserisce nella lontana tradizione di Triennale che fin dal 1930 con la Casa Elettrica di Figini e Pollini o il quartiere QT8 negli anni Quaranta ha dato spazio alla sperimentazione e alla ricerca, promuovendo la realizzazione di insediamenti residenziali o progetti-pilota pensati o realizzati con lutilizzo di tecnologie o materiali innovativi.

Biografie

Silvana Annicchiarico

Direttore di Triennale Design Museum

Andrea Branzi
Curatore Scientifico

Architetto, svolge attivit di ricerca, critica, didattica e professionale. Dal 2007 il Direttore del Triennale Design Museum della Triennale di Milano. Dal 1998 al 2007 stata Conservatore della Collezione Permanente del Design Italiano della Triennale di Milano, dal 2002 membro del Comitato Scientifico per larea design, dal 98 al 2004 ha insegnato come Professore a contratto presso il Corso di Laurea di Disegno industriale del Politecnico di Milano. Dal 1998 al 2001 vicedirettore del mensile di design Modo, attualmente collabora con varie testate giornalistiche e radiofoniche, curatrice di mostre e di libri in Italia e allestero.

Andrea Branzi, architetto e designer, nato a Firenze nel 1938, dove si laureato nel 1966, vive e lavora a Milano dal 1973. Dal 1964 al 1974 ha fatto parte del gruppo Archizoom Associati, primo gruppo di avanguardia noto in campo internazionale, i cui progetti sono oggi conservati presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dellUniversit di Parma; la sua tesi di laurea e numerosi progetti sono conservati presso il Centro Georges Pompidou di Parigi. Co-fondatore di Domus Academy, prima scuola internazionale post-laurea di design. Autore di numerosi libri sulla storia e la teoria del design, ha curato numerose mostre di questo settore in Italia e allestero. Nel 1987 ha ricevuto il Compasso dOro alla carriera. Professore Ordinario e Presidente del Corso di Laurea alla Facolt di Interni e Design al Politecnico di Milano.

Italo Rota

Museum Exhibition Design Visioni in Movimento Che cosa il Design Italiano?

I lavori dello studio Rota spaziano per soggetto, scala e tipologia ma resta evidente la specializzazione acquisita attraverso gli anni nei progetti di allestimento, eventi, scene e strutture temporanee. Nel 2006 realizza i progetti per le mostre Good N.E.W.S. Triennale di Milano; Fashion DNA presso Rijksmuseum, Amsterdam; Padiglione DARC (X Biennale di Architettura di Venezia, Venezia) e mostra Citt-Porto, X Biennale di Architettura, Venezia Palermo. Progetto in corso il riassetto del palazzo Forcella De Seta a Palermo-Kalsa, intervento su un fabbricato dalla complessa sedimentazione storica condotto con intento non-invasivo e con tecnologie di avanguardia nel campo del risparmio energetico. Il lavoro stato preceduto da allestimenti temporanei durante lestate del 2005, occasione in cui il palazzo stato riportato cos allo stato di episodio urbano. Il Museo del Novecento il progetto di conversione del palazzo dellArengario di Milano in museo delle arti di avanguardia. Sempre a Milano in progetto un complesso con teatro, museo, centro commerciale e parco pubblico in area in via di riurbanizzazione. In India sono in fase di realizzazione i progetti della risistemazione ambientale del grande complesso siderurgico di Dolvi, una residenza privata a Mumbai (Navdisha Palace), un tempio Indu (sempre a Dolvi). Lo studio Rota ha firmato le Boutiques Just Cavalli di Milano, Shangai, Mosca Hong Kong, Dubai e altre sono in fase di realizzazione (Mexico City, Londra, Parigi, Las Vegas, Beirut). Per la recente Olimpiade Invernale di Torino 2006 stato realizzato il progetto per la Medal Plaza di piazza Castello, comprensiva di palco, platea scene servizi per stampa e pubblico, comunicazione ed apparati tecnici - logistici.

Nel 2004 si inaugura la nuova mediateca presso S. Sisto a Perugia. Nel 2002 progetta e realizza per il Comune di Jesi, Ancona, nel Complesso S. Floriano Mestica, il Nuovo Museo archeologico di Jesi e il nuovo auditorium civico. Nel 2001 per la municipalit di Lugano, sviluppa il progetto di immagine globale e allestimenti interni del nuovo casin Kursaal della citt. Realizzazione fine 2002. Nel 2000 progetta e realizza la chiesa di Santa Margherita Maria Alacocque in Tor Vergata (Roma), come chiusura del Grande Giubileo; in questo stesso anno viene attuato e realizzato il suo progetto per lilluminazione delle rive della Senna a Parigi. Nel 1998 elabora il Progetto di restauro e allestimento della Rocca Paolina di Perugia destinata ad ufficio daccoglienza turistica e museo della citt di Perugia; realizzazione 1999-2003. Nel 1998 vince il concorso per la Nuova mediateca di Anzola dellEmilia, Bologna, progetto realizzato dal 1999 al 2002. Nel 1998 vince il concorso per la nuova sede centrale per lEuropa del Sud della Deutsche Bank (per 2200 impiegati) ultimata nel 2005 e dal 1999 cura il progetto e la realizzazione di 2 linee di metropolitana leggera a alta mobilit (L.A.M.) per la citt di Brescia. Dal 1981 lavora in Francia dove vince vari concorsi ed incaricato dei progetti per le Sale di Pittura Francese nella Cour Carr del Louvre e per la ristrutturazione del centro di Nantes; nel 1990 inizia il progetto per il centro di studi avanzati della Columbia University a New York, realizzato nel 1996. Nel 1980 firma con Gae Aulenti i progetti per il Muse DOrsay e per il nuovo allestimento del Centre Pompidou a Parigi. Dal 1976 al 1981 redattore della rivista Lotus International, cura alcune edizioni darchitettura tra cui: Mario Botta Milano 1979 e Vittorio Gregotti Milano 1979.

Peter Greenaway

Ouverture Fiato alle Trombe! 2000 anni di creativit italiana

Peter Greenaway nasce a Newport in Inghilterra nel 1942. Con lidea di diventare pittore studia alla Walthamstow School of Arts affascinato dal Tiepolo, Veronese e Bronzino e in generale da tutto il Barocco e il Manierismo. Nel 1964 tiene alla Lords Gallery la sua prima mostra dal titolo Ejzenstejn at Winter Palace. Nel 1965, dopo una breve parentesi come critico cinematografico inizia a lavorare come tecnico del montaggio al Central Office Information, un organismo governativo con cui collaborer per una decina danni. Il suo primo film The draughtmans Contract (I misteri del giardino di Compton House), che ultimer nel 1982, ottiene un enorme successo di critica e lo rivela a livello internazionale, accreditandolo come uno dei registi pi originali e importanti della nostra epoca. Tra i suoi film successivi: The belly of an architect (Il ventre dellarchitetto, 1987); Drowning by numbers (Giochi nellacqua, 1988); The cook the thief his wife & her lover (Il cuoco, il ladro, sua moglie e lamante, 1989); Prosperos Books (1991) e The pillow book (I racconti del cuscino, 1995) e Eight and a half Woman (Otto donne e mezza, 1999). Il suo recente Nightwatching stato presentato alla Biennale di Venezia 2007.

Parallelamente alla sua carrierac inematografica Greenaway ha continuato a produrre dipinti, testi, mostre e installazioni in sedi prestigiose in tutto il mondo tra cui Palazzo Fortuny a Venezia, la galleria Joan Miro di Barcellona, il Boymans-van Beuningen di Rotterdam, il Louvre a Parigi, il Groninger Museum, la Hayward Gallery in London, il Rijksmuseum di Amsterdam, e in musei e gallerie a Valencia, Malmo, Budapest, Edimburgo, Parma, Milano, Vienna, Ljubljana, Anversa e Atene. I suoi film hanno ricevuto nomination a Cannes, Venezia e Berlino e da oltre venti anni partecipano a Festival internazionali ricevendo riconoscimenti e premi. Ha pubblicato sceneggiature, cataloghi, romanzi e racconti brevi. Ha scritto testi per il teatro e libretti dopera. Nel 1994 firma la sua prima regia lirica Rosa, A Horse Drama, di cui anche librettista. Nel 1997 inventa la prop-opera 100 Objects to Represent the World, rappresentata in diverse nazioni europee ed americane e nel 1999 mette in scena lopera Writing to Vermeer ad Amsterdam. Recentemente ha ideato la mostra Children of Uranium (Genova, 2005) ed previsto nel dicembre 2007 il debutto dello spettacolo teatrale Rembrandts mirror a Rotterdam. Tiene corsi di arte e cinema ed ha ricevuto la laurea ad honorem dalle Universit di Edimburgo, di Utrecht e dello Staffordshire.

Michele De Lucchi

Progettista architettonico del restauro del Palazzo della Triennale

Michele De Lucchi nato nel 1951 a Ferrara e si laureato in architettura a Firenze. Negli anni dellarchitettura radicale e sperimentale stato tra i protagonisti di movimenti come Cavart, Alchymia e Memphis. Ha disegnato lampade ed elementi darredo per le pi conosciute aziende italiane ed europee. stato responsabile del Design Olivetti dal 1992 al 2002 ed ha elaborato varie teorie personali sullevoluzione dellambiente di lavoro. Ha sviluppato progetti sperimentali per Compaq Computers, Philips, Siemens, Vitra. Ha progettato e ristrutturato edifici per uffici in Giappone per NTT, in Germania per Deutsche Bank, in Svizzera per Novartis e in Italia per Enel, Olivetti, Piaggio, Poste Italiane, Telecom Italia. Dal 1999 stato incaricato della riqualificazione di alcune Centrali elettriche di Enel. Per Deutsche Bank, Deutsche Bundesbahn, Enel, Poste Italiane, Telecom Italia, Banca Popolare di Lodi, Banca 121, Banca Intesa e altri Istituti italiani ed esteri ha collaborato allevoluzione dellimmagine introducendo innovazione tecnica ed estetica. Ha curato molti allestimenti di mostre darte e design e progettato edifici e allestimenti espositivi per musei come il Museo Diocesano ad Ivrea, la Triennale di Milano, la permanente di Milano, Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Neues Museum di Berlino. Il lavoro professionale stato sempre accompagnato dalla ricerca personale sui temi del progetto, del disegno, della tecnologia e dellartigianato. Nel 1990 ha creato Produzione Privata, una piccola impresa nel cui ambito Michele De Lucchi disegna prodotti che, senza committenza, vengono realizzati impiegando tecniche e mestieri artigianali.

Attualmente sta lavorando alla Fondazione Cini di Venezia, al rinnovamento dei musei del Castello Sforzesco di Milano, alla ristrutturazione del Teatro Franco Parenti di Milano e ad alcuni progetti di riqualificazione di aree e quartieri urbani in Italia e allestero. Lo studio aMDL S.r.l. ha sede a Milano e Roma. Una selezione dei suoi oggetti esposta nei pi importanti musei dEuropa, degli Stati Uniti e del Giappone: nel 2003 il Centre Georges Pompidou di Parigi ha acquisito un rilevante numero dei suoi lavori, poi esposti per un anno in due sale della collezione permanente. Numerosi i riconoscimenti internazionali. Nel 2000 stato insignito della onorificenza di Ufficiale della Repubblica Italiana dal Presidente Ciampi per meriti nel campo del design e dellarchitettura. Nel 2001 stato nominato Professore Ordinario per chiara fama presso la Facolt di Design e Arti dellIstituto Universitario di Architettura a Venezia. Nel 2006 ha ricevuto la Laurea ad Honorem dalla Kingstone University, per il suo contributo alla qualit della vita.

Antonio Capuano
(Napoli, 1945)

Pittore e scenografo, esordisce nel lungometraggio nel 1991 con Vito e gli altri, uno spietato e disperato racconto sulla vita di alcuni adolescenti napoletani, fra prostituzione, droga e malavita. Del 1996 Pianese Nunzio14 anni a maggio, storia di pedofilia che coinvolge un prete in un quartiere degradato di Napoli, citt che ancora protagonista di Polvere di Napoli (1998), uno sguardo incantato su un microcosmo attraversato da squarci surreali e da un tono onirico, che segnano una svolta nel suo linguaggio. Con Luna rossa (2001) tenta invece di trasferire Shakespeare e la tragedia greca nel mondo kitsch e iperrealista della camorra napoletana, attraverso una vicenda di faide e incesti autodistruttivi che ambisce a tracciare unironica e amara antropologia del potere.

Fotogrammi tratti dal film: La luce dello spirito Antonio Capuano

Pappi Corsicato
(Napoli, 1960)

Pappi Corsicato, nato a Napoli il 12 giugno 1960. Ha studiato Architettura. Nel 1980 si trasferisce a New York e studia danza e coreografia allAlvin Alley Dance School, recitazione allAccademia di Arte Drammatica, poi con Geraldine Barone membro dellActor Studio. Nel 1987 compone musica per spettacoli teatrali diretti da: Luca De Filippo, Enzo Moscato, Gruppo della Rocca, Armando Pugliese, ecc. Lavora nel 88 come assistente per Elvio Porta sul film Se lo scopre Gargiulo nel 89 con Pedro Almodovar sul film Legami. Nel 90 gira il suo primo cortometraggio Libera, poi nel 92 Carmela e Aurora, e compone cos il suo primo film Libera film ad episodi che partecipa nel 93 al Festival di Berlino, dove riscuote un grande successo di critica nazionale ed internazionale e di pubblico. Partecipa a svariati Festival e viene venduto in quasi tutto il mondo. Vince la Grolla doro, il Globo doro della Stampa Estera, il Nastro dArgento e il Ciak doro. Nel 95 il suo secondo film I Buchi Neri partecipa al Festival di Venezia nella sezione Notti Veneziane e viene invitato in molti altri festival internazionali... Nel 97 partecipa al film collettivo con Martone, Capuano, Incerti e De Lillo, I Vesuviani (la stirpe di Iana) che viene selezionato in concorso al Festival di Venezia. Nel 2000 mette in scena al San Carlo di Napoli lopera lirica Carmen. Nel 2001 gira Chimera selezionato per il concorso al Montreal Film Festival. Grolla doro per miglior fotografia.

Dal 1997 ad oggi realizza in Europa e in America 33 video sullarte per artisti come: Richard Serra, Jannis Kounellis, Mimmo Paladino, Gilbert and George, Sol Lewitt, Ettore Spalletti e molti altri. Viene invitato in molti musei Nazionali e Internazionali come Modern Tate Museum, Il Centre Pompidou e altri. Vince un premio come miglior documentario sullarte al Festival sullArte di Montreal per Around, video su uninstallazione di Richard Serra in piazza del Pebliscito. Realizza anche documentary-ritratti su Marco Ferreri, Dario Argento e John Turturro. Video Clip per gli Almamegretta per il brano Nunt scurd, e per Nino DAngelo per il brano Brava Gente. Dal 2003 al 2005 cura la direzione artistica della Fondazione Luchino Visconti La Colombaia di Ischia. Nel 2007 ha messo in scena lopera lirica prodotta dal Festival di Ravello La voce umana dal libretto di Jean Cocteau e musicata da F. Poulenc. Nella stagione teatrale 2008 metter in scena Eva Peron di Cop spettacolo prodotto dal Teatro Stabile Mercadante di Napoli.

Fotogrammi tratti dal film: Il Super-Comfort Pappi Corsicato

Davide Ferrario

(Casalmaggiore, 1956)

Nato nel 1956 a Casalmaggiore, si laurea in letteratura americana allUniversit di Milano. Vive a Torino. Inizia a lavorare nel campo del cinema negli anni 70 come critico cinematografico e saggista, avviando al contempo una piccola societ di distribuzione a cui si deve la circuitazione in Italia di Fassbinder, Wenders, Wajda e di altri registi. Lavora, in seguito, in qualit di agente italiano per alcuni registi americani i si, da Berlino al Sundance, a Venezia, Toronto, Locarno. Tra gli altri: Tutti gi per terra, Figli di Annibale, Guardami e i lavori realizzati con Marco Paolini. Ferrario occupa un posto singolare allinterno della scena italiana. Rigorosamente indipendente, non solo regista ma guida, al contempo, e con notevoli risultati la propria casa di produzione. Dopo mezzanotte, realizzato con un budget molto ridotto, ha ottenuto un grande successo in Italia, ed stato venduto in tutto il mondo. anche autore di romanzi (il suo Dissolvenza al nero stato tradotto in molte lingue e adattato per lo schermo da Oliver Parker); collaboratore di testate giornalistiche e radiofoniche; e, recentemente, fotografo.

Fotogrammi tratti dal film: La Dinamicit Davide Ferrario

Daniele Luchetti
(Roma, 1960)

Dei seguenti film , oltre che regista, anche co-sceneggiatore. 1988 Domani Accadr Prodotto dalla Sacher Film Interpreti: Paolo Hendel, Giovanni Guidelli, Ciccio Ingrassia, Nanni Moretti, Margherita Buy, Angela Finocchiaro. Partecipa tra gli altri, al Festival di Cannes , di Monreal, di Bruxelles, di Rio de Janeiro, Tokio, New York ecc. Menzione Camra dOr al Festival di Cannes -David di Donatello per il miglior esordio. Globo doro Miglior commedia al festival di Vevey 1990 La settimana della Sfinge Prodotto da Angelo Rizzoli Interpreti: Margherita Buy, Paolo Hendel. Festival di San Sebastian (premio migliore interpretazione a Margherita Buy) 1991 Il Portaborse Prodotto dalla Sacher Film Interpreti: Nanni Moretti, Silvio Orlando Festival di Cannes , in competizione. David di Donatello miglior sceneggiatura, miglior produttore, miglior interprete, migliore attrice non protagonista ecc.. Ciak doro : miglior film , miglior regia, miglior sceneggiatura ecc 1992 Regia teatrale: Sottobanco, di Domenico Starnone Interpreti: Angela Finocchiaro, Silvio Orlando. 1993 Arriva la bufera Produzione Cecchi Gori Interpreti: Diego Abatantuono, Silvio Orlando, Margerita Buy, Stefania Montorsi, Marina Confalone. Premio della satira politica, Forte dei Marmi 1994 Lunico paese al mondo (film collettivo) Regia di Daniele Luchetti, Nanni Moretti, Mario Martone, Marco Risi, Francesca Archibugi, Marco Tullio Giordana, Carlo Mazzacurati ecc

1995 Premio Sergio Leone, Festival di Annecy 1995 La scuola Produzione Cecchi Gori Interpreti: Silvio Orlando, Anna Galiena, Fabrizio Bentivoglio. David di Donatello, miglior fi lm delanno. Festival di Valencia, premio per la migliore sceneggiatura Campione di incasso dellanno. 1998 I Piccoli Maestri Produzione Cecchi Gori Interpreti: Stefano Accorsi, Stefania Montorsi, Giorgio Pasotti, Marco Paolini. Festival di Venezia, in competizione. 2000 12 Pomeriggi Documentario-performance con dodici artisti contemporanei: Felice Levini, Andrea Fogli, H.H. Lim, Giuseppe Gallo, Vettor Pisani, Adrian Tranquilli, Luigi Ontani, Marco Bagnoli, Bizihan Bassiri, Giovanni Albanese, Giuseppe Salvatori, Alfredo Pirri. Proiettato al Festival di Torino Giovani ed in numerosi musei e gallerie di arte contemporanea. 2003 Dillo con parole mie Prodotto da Urania Studio Canal + Interpreti: Stefania Montorsi, Martina Merlino, Giampaolo Morelli 2007 Mio fratello figlio unico Prodotto da Cattleya Con Elio Germano, Riccardo Scamarcio, Angela Finocchiaro, Massimo Popolizio, Luca Zingaretti, Anna Bonaiuto, Ascanio Celestini. Festival di Cannes 2007, Selezione ufficiale, Un certain regard. David di Donatello miglior sceneggiatura, attore, montaggio, suono, attrice non protagonista. Globo doro della stampa estera.

Fotogrammi tratti dal film: La democrazia impilabile Daniele Lucchetti

Mario Martone
(Napoli, 1959)

Nato a Napoli nel 1959, ha cominciato a lavorare nel 1977, nel clima delle avanguardie teatrali di quel periodo, fondando il gruppo Falso Movimento e realizzando spettacoli che incrociavano il teatro col cinema come Tango glaciale (82) e Ritorno ad Alphaville (86). Dieci anni dopo, coinvolgendo altri artisti napoletani, ha immaginato e dato vita alla cooperativa Teatri Uniti, con cui, oltre a continuare il suo teatro, ha realizzato i lungometraggi: Morte di un matematico napoletano (Gran Premio della Giuria a Venezia nel 92), Rasoi (1993, dallomonimo spettacolo realizzato con Enzo Moscato e Toni Servillo), Lamore molesto (1995), Teatro di guerra (1998). Numerosi sono i suoi lavori in altri formati: cortometraggi, documentari, film di montaggio, tra cui Lucio Amelio/ Terraemotus, Antonio Mastronunzio pittore sannita, La salita (episodio del film collettivo I vesuviani), Una storia saharawi, Un posto al mondo (coregista Jacopo Quadri). Nella Napoli di Luca Giordano, Caravaggio lultimo tempo (questi ultimi entrambi vincitori del premio Asolo per i film darte, nel 2004 e nel 2006). Per il suo lavoro cinematografico ha ricevuto numerosi premi

in Italia e allestero, tra cui due David di Donatello e un Nastro dargento. Tra i suoi spettacoli in teatro spiccano gli allestimenti di tragedie greche (da Filottete ai Persiani a Edipo re) e, negli ultimi anni, di opere liriche tra cui lintera trilogia di Mozart e Da Ponte. Tra il 1999 e il 2000 stato direttore del Teatro di Roma, dove ha compiuto un lavoro di radicale cambiamento della programmazione, aprendo alle altre arti e al nuovo teatro. A Roma ha creato un nuovo spazio teatrale, il Teatro India, dove ha allestito nel 2004 lEdipo a Colono di Sofocle. Ha contribuito nel 2003 alla nascita del Teatro Mercadante Stabile di Napoli, del quale stato consulente fino allanno scorso e dove ha curato il progetto Petrolio che ha coinvolto decine di artisti italiani sui temi dellomonimo romanzo di Pier Paolo Pasolini. E da un romanzo di Goffredo Parise, anchesso degli anni settanta, ha tratto nel 2004 il suo ultimo film Lodore del sangue.

Fotogrammi tratti dal film: Teatro Sommerso Mario Martone

Ermanno Olmi

(Treviglio, Bergamo, 1931)

Nato in una famiglia contadina del bergamasco, dopo la morte del padre si trasferisce a Milano dove studia allAccademia di arte drammatica e viene assunto alla Edison Volta. Per la sezione cinema dellazienda, da lui medesimo fondata, intraprende unintensa attivit di documentarista (1953-61), mostrando gli ambienti del lavoro tecnico-industriale senza retorica (La diga sul ghiaccio, 1953; Tre fili fino a Milano, 1958). Lattenzione per la poesia dei gesti e dei volti della gente comune gli fornisce lispirazione per lesordio del lungometraggio di finzione, Il tempo si fermato (1959), scabra cronaca delle monotone giornate dei due guardiani invernali di una diga, un anziano operaio e un giovane studente, girato in presa diretta e con attori non professionisti, non a caso iniziato come documentario. Il successivo ll posto (1961, premio della critica a Venezia) racconta le prime esperienze di un giovane della provincia milanese nel mondo del lavoro, adottando uno stile diretto e immediato, con la macchina a mano ( operatore in quasi tutti i suoi film), come pure I fidanzati (1963), amaro ritratto della solitudine di un operaio del Nord trasferitosi per lavoro al Sud. Mentre si cimenta brevemente nella produzione con la societ XXII Dicembre finanzia alcuni esordienti, come L. Wertmller ed E. Visconti continua come regista a raccontare piccoli mondi. Con la parziale eccezione di E venne un uomo (1965), rievocazione biografica della vita e dellapostolato di papa Giovanni XXIII, attenta alluomo pi che al pontefice, anche nei film realizzati per la televisione di stato (I recuperanti, 1969; Durante lestate, 1971; La circostanza, 1973), il suo cinema guarda con occhio compassionevole e sincero a unumanit colta nella umile laboriosit quotidiana. Si dedica poi a Lalbero degli zoccoli (1978, Palma doro a Cannes), minuziosa ricostruzione della vita di una cascina bergamasca della fine del secolo scorso, nel quale tenta un ambizioso affresco della civilt contadina, considerata come scaturigine della societ italiana moderna.

In questa pellicola, a ragione indicata come il suo capolavoro per lattenzione affettuosa alle psicologie elementari e ai rituali arcaici di un mondo ormai scomparso, confluiscono la fede cattolica di Olmi e le sue origini biografiche. Il tono fiabesco ritorna nellallegoria di Cammina cammina (1983), sullepisodio evangelico dei Re Magi, e poi dopo una malattia che lo allontana dalla regia (ma non dal cinema: fonda la scuola di Ipotesi Cinema a Bassano del Grappa) anche nelle opere della maturit, d Lunga vita alla signora! (1987), racconto di formazione di un altro giovane alle prese con le insidie della vita, a La leggenda del santo bevitore (1988, Leone doro a Venezia), rielaborazione dellomonimo romanzo di J. Roth che ne accentua il misticismo raccontando lavventura di un barbone (R. Hauer) che riceve da un misterioso benefattore la somma di 200 franchi, a patto che li restituisca alla chiesa dedicata a Santa Teresa di Lisieux. Seguono Il segreto del bosco vecchio, 1993 e Genesi. La creazione e il diluvio, 1994. Con Il mestiere delle armi (2001) ricostruzione degli ultimi giorni di vita del condottiero mercenario del Cinquecento Giovanni delle Bande Nere, il regista ritrova in pieno lequilibrio tra studio delle psicologie e attenzione allambiente delle opere migliori, firmando un capolavoro che riassume e sintetizza la sua poetica umanista e la sua idea di cinema antropocentrico sia sul piano figurativo che sul piano morale. Anche il successivo Cantando dietro i paraventi (2003), delicata parabola pacifista ambientata in una Cina ottocentesca, favolistica e lontana, conferma il ritrovato stato di grazia di un autore che vive con piena consapevolezza la propria maturit artistica e umana. Nel 2005 dirige C. Delle Piane in uno struggente episodio del film collettivo Tickets, diretto insieme a K. Loach e A. Kiarostami.

Fotogrammi tratti dal film: Semplici Semplici Ermanno Olmi

Silvio Soldini
(Milano, 1958)

Nel 1983 gira il suo primo mediometraggio in 16mm Paesaggio con figure che, insieme a Giulia in Ottobre, ottiene riconoscimenti a vari Festival nazionali e internazionali. Nel 1984 costituisce con i suoi pi stretti collaboratori la societ di produzione Monogatari. Dal 1985 con Voci Celate inizia la sua attivit anche in campo documentaristico e nel 1989 gira il suo primo lungometraggio LAria serena dellovest, che registra un significativo successo di pubblico. Il film, presentato in concorso al Festival di Locarno, vince la Grolla dOro per la sceneggiatura a Saint-Vincent, il Grand-Prix del Festival di Annecy, il premio migliore attrice a Patrizia Piccinini a La Boule ed invitato a numerosi festival internazionali (Montreal, Rotterdam, New Directors New Films al Moma di New York). Del 1993 Unanima divisa in due, Grolla doro per la migliore regia a Saint-Vincent e presentato in concorso al Festival di Venezia, dove Fabrizio Bentivoglio premiato come migliore attore protagonista. Nel 1997 realizza Le Acrobate, selezionato in concorso al Festival di Locarno e al San Francisco International Film Festival, premiato ai Rencontres Internationales de Cinma di Parigi e a Saint-Vincent con la Grolla dOro allattrice Valeria Golino. Nel 2000 realizza Pane e Tulipani, film che lo consacra grazie allampio successo di critica e di pubblico, anche a livello internazionale.

E infatti stato venduto in tutto il mondo dal Giappone allAustralia ottenendo enorme successo in Svizzera (secondo incasso di tutti i tempi nella cinematografia svizzera), in Germania, in Argentina, in Brasile e negli Stati Uniti. Il film ha vinto 9 David di Donatello, 5 Nastri dArgento, 9 Ciak doro, il Premio Flaiano e ha ottenuto 3 nomination agli European Academy Awards. Del 2002 Brucio nel vento tratto dal romanzo Ieri di Agota Kristof, girato tra la Svizzera Francese e la Repubblica Ceca. Presentato in concorso al Festival di Berlino, il film ha ottenuto otto nomination al David di Donatello e ha vinto il premio per il miglior film allInternational Festival Film by the Sea di Vlissingen, Olanda. Nel 2004 realizza Agata e la tempesta con Licia Maglietta e Giuseppe Battiston, dopo Pane e Tulipani un ritorno alla commedia con tanti personaggi, tanti colori, in un clima meno fiabesco e pi surreale.

Fotogrammi tratti dal film: I grandi borghesi e la scacralit del lusso Silvio Soldini

Scheda riassuntiva lavori Triennale Design Museum e aree connesse

Soggetti firmatari dellAccordo di Programma con La Triennale di Milano Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, Regione Lombardia, Provincia di Milano, Comune di Milano, Camera di Commercio di Milano, Assolombarda, Fondazione Fiera Milano, Politecnico di Milano, Fondazione ADI, Universit IULM, Anfia, Cosmit. Soggetti che hanno contribuito al finanziamento di Triennale Design Museum Arcus, Fondazione Cariplo Partner fondatore Banca Popolare di Milano

Il coinvolgimento di personalit artistiche per i progetti di allestimento reso possibile anche grazie al supporto di MINI. Imprese che hanno contribuito ai lavori architettonici in qualit di Sponsor tecnici di Triennale Design Museum e aree connesse Abet Laminati, ArchLegno,Artemide, BTicino, Bose, Donati Group, iGuzzini, Meritalia, Mivar, Orsogril, Riva, Sleco, Unifor, Viabizzuno, Vitra Media Partner ATM, Corriere della Sera, Maxima Importo Accordo di Programma 12.710.000,00 euro Superficie Triennale Design Museum 1900 mq Superficie Salone dOnore 350 mq Superficie Cubo 1500 mq Superficie Curva Piano Terra 1300 mq Impresa costruttrice S.A.C.A.I.M.

Protocollo di intesa per la collaborazione tra i giacimenti del design italiano e la Triennale di Milano

La Triennale di Milano, sulla base dellAccordo di Programma sottoscritto il 15/12/06 con il Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, la Regione Lombardia, la Provincia di Milano, il Comune di Milano, lANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), lAssolombarda, la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Milano, il COSMIT, la Fondazione ADI per il Design Italiano, la Fondazione Fiera di Milano, lo IULM (Libera Universit di Lingue e Comunicazione) e il Politecnico di Milano, ha iniziato la realizzazione del Museo del Design. Tale Museo occuper uno spazio della Triennale di Milano, con ingresso autonomo e riconoscibile, reso agibile secondo gli standard museali internazionali per sicurezza e climatizzazione da un progetto architettonico di Michele De Lucchi. Scopo del Museo del Design quello di realizzare un istituto culturale di livello internazionale finalizzato a promuovere e diffondere la conoscenza del design italiano, anche nelle sue interazioni con gli altri settori del sapere, con riferimento alla dinamica storica della tecnica, della tecnologia e alle prospettive contemporanee e future. Il Museo del Design avr il compito di sviluppare progetti e realizzare studi, ricerche e iniziative di rilievo internazionale, anche attraverso la partecipazione a programmi europei, in collaborazione con altri eventuali soggetti pubblici e privati impegnati nello studio e nella valorizzazione del design, nella formazione degli addetti, ovvero proprietari di significative raccolte di oggetti di design. Il design italiano costituito da personalit, strutture e imprese diverse e diffuse in maniera frammentata su tutto il territorio nazionale in rapporto anche alla struttura del sistema economico dei distretti industriali. Ci ha fatto emergere una serie di Giacimenti del Design che rappresentano la volont di conservare e promuovere ci che il sistema produttivo, culturale e sociale ha generato in vaste aree dellItalia. La forza di questa presenza sul territorio attualmente vanificata dalla mancata conoscenza da parte del pubblico di questa ricchezza. La distribuzione casuale di questi giacimenti fortemente funzionale al concetto di Museo a rete che punta allintegrazione e alla collaborazione dei diversi nuclei.

Il Museo del Design si pone quindi lobiettivo di far emergere e rappresentare questa realt, che costituisce il valore principale del sistema italiano del design, oltre che diffonderne le iniziative. La ricchezza di questo patrimonio permette anche di connettere i Giacimenti del Design con il Museo, per migliorarne la capacit di rappresentazione (in funzione della rotazione degli items e con riferimento alla contestualizzazione tematica, produttiva, territoriale, creativa, etc. specifica) e di ampliarne lofferta culturale. La Triennale di Milano, nella persona del Presidente Davide Rampello, e il giacimento interessato si costituiscono, insieme agli altri soggetti aderenti alliniziativa, nella Rete dei Giacimenti del Design Italiano; La Triennale di Milano si impegna a presentare in modo permanente la Rete dei Giacimenti del Design Italiano nellambito del Museo del Design e a promuoverne, con mezzi reali e virtuali, lattivit; La Triennale di Milano, in collaborazione con i soggetti aderenti alliniziativa, intende dare vita ad una comunit in rete che condivida il progetto di valorizzazione dei Giacimenti del Design Italiano anche attraverso la realizzazione di un portale internet capace di dare identit e di essere un sistema di comunicazione tra i soggetti e con lampio pubblico dei possibili interlocutori del sistema del Design Italiano; Il soggetto firmatario del Protocollo si impegna a prestare temporaneamente oggetti, items, documenti, delle proprie Collezioni al Museo del Design per lesposizione, in modo gratuito, fatte salve le spese, in condizioni di sicurezza secondo gli standard internazionali e compatibilmente con la disponibilit degli stessi; Analogo impegno viene assunto dalla Triennale di Milano, per gli oggetti che non sono esposti nel Museo o in mostre temporanee, a favore della rete dei musei del design italiano; La Triennale di Milano e il soggetto firmatario del Protocollo si impegnano a condividere un percorso di schedatura degli oggetti e degli items di reciproca disponibilit; Questo accordo libero alladesione di altri soggetti che nel tempo manifestino la volont di collaborare agli obiettivi sopra indicati; Si stabilisce la possibilit di recedere dallaccordo, senza oneri, con preavviso di cinque mesi. La costituenda Fondazione Museo del Design subentrer alla Triennale di Milano negli impegni previsti dal Protocollo.

Rete dei giacimenti del Design italiano

Abet Laminati Archivio - Galleria (Virtuale / Reale) delle Aziende Guzzini Archivio Storico Barilla Archivio Storico delle Industrie Pirelli Archivio Storico FIAT Associazione Archivio Storico Olivetti Bonacina Pierantonio Candy Elettrodomestici Cassina Clac Collezione Freyrie Collezione Pininfarina Collezione privata dArmi Beretta Collezione Storica Busnelli CUP Collezione Umberto Panini Museo Studio del Tessuto della Fondazione Antonio Ratti Fondazione Franco Albini Fondazione Istituto per la Storia dellEt Contemporanea ISEC Fondazione Museo Agusta Fondazione Museo Arti e Industria di Omegna Fondazione Museo dello Scarpone e della Calzatura Sportiva Galleria Ferrari Galleria Guglielmo Tabacchi - Sfilo Group Illycaff Kartell Museo Lanificio Leo Musei, biblioteche e istituti culturali della Direzione Centrale Cultura del Comune di Milano Museimpresa Museo aziendale Mario Buccellati Museo del Cappello Borsalino Museo del rubinetto e della sua tecnologia Museo dellArte Vetraria Altarese I.S.V.A.V.

Museo della Raccolta Storica I Santi Museo della radio e della televisione RAI Museo dello Scooter e della Lambretta Museo Didattico della Seta Museo Ferruccio Lamborghini Museo Fisogni della stazione di servizio Museo Flaminio Bertoni Museo Internazionale Design Ceramico Civica Raccolta di Terraglia Museo Moto Guzzi Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci Museo Nazionale Trasporti Museo Nicolis Museo Richard Ginori della Manifattura di Doccia Museo Salvatore Ferragamo Museo Storico Nazareno Gabrielli Museo Zucchi Collection Savinelli Spazio Museo Sagsa Venini Vittorio Bonacina & C. Vortice Elettrosociali Wolfsoniana World Museum La Triennale di Milano ha altres sottoscritto un documento di collaborazione con lAssociazione Museimpresa, associazione dei Musei di Impresa promossa da Confindustria che si propone di promuovere la politica culturale dellimpresa attraverso la valorizzazione del museo e dellarchivio di impresa. La Triennale di Milano ha inoltre siglato un accordo speciale con Comune di Milano, Castello Sforzesco e Civiche Raccolte dArte e con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano.

Il progetto architettonico e della luce

Il Palazzo della Triennale stato progettato da Muzio con grande attenzione alla distribuzione della luce naturale, allessenzialit degli ambienti, al delicato rapporto tra spazi interni ed esterni. Nel 2002, Michele De Lucchi stato incaricato di ridare pieno splendore alle forme originarie, e con il Museo del Design ha idealmente completato il ciclo dei lavori. Lintervento ha infatti comportato da un lato la revisione degli impianti elettrici e meccanici, la realizzazione della Biblioteca del Progetto e di un magazzino per le opere della Collezione, lallargamento dello spazio utile del pavimento e il recupero delle finestrature originali; dallaltro ha portato alla costruzione di unentrata caratterizzata da un grande portale in acciaio e vetro che si raggiunge dopo aver percorso una passerella sospesa, con una luce libera di circa 14 metri. Questo ponte costituisce un forte elemento di attrazione visiva ed stato realizzato in lamellare di bamb. I numeri del ponte Lunghezza: 14 metri Larghezza: 160 centimetri estradosso, 120 centimetri intradosso Altezza: 64 centimetri Altezza da terra: 6,50 metri Peso: 5 tonnellate Materiali Ponte in lamellare di bamb Parapetti in cristallo Corrimano in tubolare di acciaio verniciato grigio

Michele De Lucchi Progetto Architettonico e Direzione Artistica del restauro e del ponte di accesso Emmanuele Villani Progetto esecutivo del restauro Alessandro Pedron Studio Direzione Lavori del restauro e del ponte di accesso Andrea Cocco, Silvia Figini, Marco Franz Vaccara, Emmanuele Villani Collaboratori al ponte di accesso Maurizio Milan Favero & Milan Ingegneria Progetto Strutturale del ponte di accesso Michele Santoro Progettista impianti e direzione lavori Archlegno Impresa esecutrice del ponte di accesso Mario Nanni Consulente luce Il progetto luce per il museo del design italiano Il progetto della luce realizzato per il museo del design italiano inserisce alcuni concetti completamente innovativi nellambito dellilluminazione museale. Gli oggetti vivono e dialogano tra loro nello spazio, in una composizione globale dove tagli di luce segnano lo spazio, evidenziandone i dettagli. La luce dei film coinvolge oggetti e visitatori nella grande storia del design italiano. Consulente della luce: Mario Nanni Mario Nanni un progettista; un progettista per il design; lavora nei suoi studi di Milano, Londra e Barcellona ed il responsabile del pensiero progettuale di Viabizzuno. Linteresse e la curiosit per la materia luce e il rapporto con architetti e designer di fama internazionale lo conducono da oltre 30 anni alla sperimentazione e alla progettazione di corpi illuminanti in sfi de sempre nuove. docente alla facolt di architettura di Ferrara e interviene in corsi, seminari e workshop. inoltre autore del libro Form, un libro sulla luce, per progettisti; uno strumento che affronta la progettazione come lavoro su misura attraverso infinite regole di luce naturale e le sue otto regole di luce artificiale.

LEuropeo

Il numero che la Triennale di Milano ha proposto a LEuropeo stata, per questa testata, loccasione per una full immersion nella storia del Novecento italiano e quella del design. La rivista propone al lettore, oltre alle icone del Triennale Design Museum, firme di grande prestigio come quelle di Giorgio Bocca, Luciano Bianciardi, Gianni Roghi, Oreste del Buono, Marco Nozza, Enzo Biagi, Roberto Leydi, Giampiero Mughini e altri ancora. Ma questo numero, dal titolo Il miglior design della nostra vita Uomini e storie del made in Italy si avvale anche della narrazione di Gillo Dorfles, Renato De Fusco, Manolo de Giorgi, Vanni Pasca, Alessandro Mendini oltre che dei protagonisti della creazione di questo museo, Silvana Annicchiarico e Andrea Branzi. Non manca un repertorio iconografico realizzato da grandi fotografi come Evaristo Fusar, Gianfranco Moroldo, Mario Dondero, Ugo Mulas. Il Sommario Il miglior design di Daniele Protti p.25 Presentazioni Triennale Design Museum p.27 Un museo mutante di Silvana Annicchiarico p.37 Le 7 ossessioni del design italiano di Andrea Branzi p.45 1923-1943 di Gillo Dorfles p.57 Gio Ponti p.62, Fortunato Depero p.64, Marcello Nizzoli p.66, Carlo Mollino p.68 1943-1957 di Renato De Fusco p.71 Bruno Munari p.76, Piero Fornasetti p.78, Fratelli Castiglioni p.80, Franco Albini p.82, Marco Zanuso p.84, Giovanni Pintori p.86 1957-1969 di Man olo De Giorgi p.89 Roberto Sambonet p.94, Enzo Mari p.96, Vico Magistretti p.98, Bbpr p.100 1969-1980 di Vanni Pasca p.103 Joe Colombo p.108, Archizoom p.110, Gaetano Pesce p.112, Mario Bellini p.114, Alessandro Mendini p.116 1980-1990 di Alessandro Mendini p.119 Gae Aulenti p.124, Ettore Sottsass p.126, Michele De Lucchi p.128, Cini Boeri p.130, Aldo Rossi p.132 Siamo tutti futuristi (forse) di Marco Nozza p.146

Cemento audere sempre di Michele Dzieduszycki p.154 Otto milioni di baionette e picconi di Giampiero Mughini, foto di Armando Bruni p.160 LItalia della Rinascente p.168 Linventore del weekend di Gianni Roghi p.176 Il pittore dei buchi di Oreste Del Buono, foto di Gianfranco Moroldo p.186 Un metr per chi ha fretta di Giorgio Bocca p.192 I milanesi di Luciano Bianciardi, foto di Ugo Mulas p.198 Il disco volante in soli tre esemplari p.207 Dobbiamo parlarci di Enzo Biagi, Guido Gerosa, Franco Pierini p.216 Il catino con la firma di Roberto Leydi, foto di Evaristo Fusar p.224 Tentatore di professione di Gianni Roghi, foto di Mario Pondero p.234 Star system e design p.241 Il signor fuoriserie di Gian Maria Dossena, foto di Evaristo Fusar p.250 Sotto il segno della mente di Gianni Roghi, foto di Evaristo Fusar p.258 Scandalo a Venezia di Roberto Leydi, foto di Evaristo Fusar p.264 Quando la fabbrica entr nel museo p.273 Plastica dautore di Enrico Regazzoni, foto di Ugo Mulas p.282 Con testa, gomito e sapone di Giuliano Ferrieri e Libero Montesi p.290. Una casettina in periferia p.299 La crisi mobile di Antonello Mosca, foto di Mauro Calligani p.306 Divisi da un tratto di matita di Enrico Regazzoni p.312 La ricetta di una buona cucina di Giovanna Camardo p.318 E il secolo ha perso tutti i suoi confini di Andrea Branzi p.325 Contributors p.337 Per conservare larte di ogni giorno p.341 Stasera al salone o fuori? di Lorenzo Franculli p.347 Libri p.353

Triennale Design Museum

Fondazione La Triennale di Milano

Consiglio dAmministrazione Davide Rampello, Presidente Gianluca Bocchi Mario Boselli Paolo Caputo Silvia Corinaldi Rusconi Clerici Maria Antonietta Crippa Arturo DellAcqua Bellavitis Carla Di Francesco Carlo Edoardo Valli Collegio dei Revisori dei conti Salvatore Percuoco, Presidente Maria Rosa Festari Andrea Vestita Direttore Generale Andrea Cancellato Comitato scientifico Silvana Annicchiarico, design, moda Aldo Bonomi, industria, artigianato, societ Fausto Colombo, arti decorative e visive, nuovi media, comunicazione e tecnologia Fulvio Irace, architettura e territorio Settore Affari Generali Annunciata Marinella Alberghina Elena Cecchi Franco Romeo Settore Biblioteca, Documentazione, Archivio Tommaso Tofanetti Michela Benelli Elisa Brivio Claudia Di Martino Marco Mereghetti Cristina Perillo Elvia Redaelli

Settore Iniziative Laura Agnesi Roberta Sommariva Elena Gipponi Carla Morogallo Maria Eugenia Notarbartolo Violante Spinelli Barrile Settore Servizi Tecnici Amministrativi Marina Gerosa Nick Bellora Pierantonio Ramaioli Anna Maria DIgnoti Giuseppina Di Vito Isabella Micieli Paola Monti Franco Olivucci Alessandro Cammarata Xhezair Pulaj Ufficio Marketing e Comunicazione Laura Benelli Valentina Barzaghi Maria Chiara Piccioli Olivia Ponzanelli Ufficio Stampa Antonella La Seta Catamancio Damiano Gull Marco Martello

Triennale Design Museum

Direttore Triennale Design Museum Silvana Annicchiarico Curatore Scientifico Andrea Branzi, Politecnico di Milano Assistenza allorganizzazione generale, ricerche storiche e iconografiche Giorgio Galleani Roberto Giusti Comitato di consulenza Aldo Bonomi Fulvio Carmagnola Fausto Colombo Arturo DellAcqua Bellavitis Gillo Dorfles Franco Laera Massimo Negri Alessandro Pedretti Coordinamento per i prestiti e le assicurazioni Carla Morogallo Ufficio Stampa Antonella La Seta Damiano Gull Marco Martello Web designer Cristina Chiappini www.triennaledesignmuseum.it Restauratrice Roberta Verteramo Testi didascalie Luca Masia Collaboratore Daniele Macchi Logistica Beppe Utano Trasporti Borghi Assicurazioni Allianz S.p.a.

Un particolare ringraziamento a Marina Gerosa e alla Biblioteca del Progetto della Triennale di Milano Si ringraziano vivamente i prestatori: Accademia di Brera, Archivio Industriale Bitossi, Arflex Seven Salotti, Artemide, Marco Albini, Alessi, Marco Arosio, Atelier, B&B Italia, Giorgio Baggi Sisini, Baleri Italia, BD Barcelona Design, Carlo Bellini, Beretta, Laura Biagiotti, Bialetti Industrie Spa, Lapo Binazzi, Cinzia Bitossi, Guido Bitossi, Andrea Branzi, Mario Bonacina, Pierantonio Bonacina, Federico Bonomelli, Angelo e Silvia Calmarini, Cap Design, Cassina, Graziano Checchetto, Christofle, Colle Cristalleria, Ivio Codardi, COSMIT, Beatrice Cozzi Parodi, Riccardo Dalisi, Danese, Michele De Lucchi, Design Gallery Milano, Fabio Dodesini, Domodinamica by Modular, Comune di Milano C.A.S.V.A. Centro di Alti Studi sulle Arti Visive, Driade, e DePadova, Edra, Elio Pinottini Galleria Narciso Fantacci Arredamenti, Carlo Ferrari, Fulvio Ferrari, Flexform, Flos, Fondazione Giovanni Michelucci onlus, Fondazione Vodoz Danese, FontanaArte, Barnaba Fornasetti, Galerie Bruno Bischofberger, Galleria Clio Calvi Rudy Volpi, Galleria Toselli, Giuseppe Genazzini, Gruppo spa - Divisione Cinelli, Gufram, Heller, Illycaff, Ugo La Pietra, Kartell, KPM Knigliche Porzellan-Manufaktur, Franco Laera, Famiglia Londi, Luceplan, Magis, Angelo Mangiarotti, Roberto Mango, Enzo Mari, Ferruccio Marosi, MART, Sergio Mazza, MEMPHIS, Alessandro Mendini, Molteni&C, Walter Mondavilli, Moroso, Lucia Morozzi e Dario Bartolini, Museo Alessi, Museo Borsalino, Museo Nicolis, Museo Piaggio Giovanni Alberto Agnelli, Alessandro Pedretti, Claudio Pellegrini, Michelangelo Pistoletto, Plank Collezioni srl, Poggi snc, Poltrona Frau, Ambrogio Pozzi, Progetti srl, Robots, Italo Rota, Luca Schieppati, Sandra Severi Sarfatti, Nanni Strada, Studio Museo Achille Castiglioni, Vittorio Tessera, Luca Tomo, Ufficio Cultura Comune di Alessandria, Giancorrado Ulrich, Venini spa, Viabizzuno, Nanda Vigo, Wolfsoniana, Zanotta.

Il progetto architettonico

Visioni in movimento

Fiato alle trombe!

Progetto Architettonico e Direzione Artistica del restauro e del ponte di accesso Michele De Lucchi Progetto esecutivo del restauro Emmanuele Villani Direzione Lavori del restauro e del ponte di accesso Alessandro Pedron Studio PLT Collaboratori al ponte di accesso Andrea Cocco, Silvia Figini, Marco Franz Vaccara, Emmanuele Villani Progetto Strutturale del ponte di accesso Maurizio Milan Favero & Milan Ingegneria Progettista impianti e direzione lavori Michele Santoro Consulente luce Mario Nanni Impresa esecutrice del ponte di accesso Archlegno Grafica Istituzionale Studio Cerri & Associati Pierluigi Cerri Alessandro Colombo architetti con Roberto Libanori

Museum Exhibition Design Visioni in Movimento Che cosa il Design Italiano? Italo Rota Collaboratori Thijs Pulles Andrea Bolla Stefano Conforti Andrea Maestri con Andrea Bianchi Matteo Massocco Luci per il museo Mario Nanni Sound consultants Danio Catanuto Stefano Scarani Elaborazioni video Show Biz Valeria Schiavoni Matteo Costantini Lorenzo Todeschini Carlo Tosi Georgia Tulli Studio Convertino Video didattici 3d Produzioni, Milano realizzazione grafica Marco Di Noia Giovanni Mascherpa Mescalito Sangiovanni Sara Ravagnani Didascalie video Video Winter Ditte allestitrici Arianese / ricostruzione Sei persone per 72 mc di Achille Castiglioni per la XVII Triennale Bodino / scenotecnica Bose / Audio Eletech / videoproiezioni ESM Impianti / cablaggi Eurostands / schermi Marzoratimpianti / impianto elettrico Meritalia / divani Viabizzuno / Luci Volume / Luci Ouverture

2000 anni di creativit italiana Ouverture Peter Greenaway Musica Marco Robino / Architorti Montaggio filmico Irma de Vries e Joris Fabel con la collaborazione di Jasper Aapkes Direzione della fotografia Reinier van Brummelen Programmazione video Josep Hey con Felix Kleisen Progetto suono Huibert Boon Luci Joep Vermeulen Foto Luciano Romano e Archivio Scala Coordinamento artistico v-factory/change performing arts produttore esecutivo Franco Laera Immagini filmiche realizzate ad Amsterdam il 4, 5 e 6, 2007 Produzione tecnica Eva Haak Wegmann/Stereomatrix direttore di produzione Saskia van der Tas assistente direttore di produzione Lennart Barewijk assistente del regista Marita De Ruyter primo assistente alla regia Thomas Rhode operatore alla camera Nina da Costa capo elettricista Marius Speller Coregrafo Hans Beenhakker con gli attori/danzatori Jim Barnard, Jan Barta, Andrea Beugger, Marcela Giesche, Rikke Mechlenborg Rasmussen, Sasker Polman, Marta Sponzilli, Eva Susova

Le Ossessioni del Design italiano

Il teatro Animista La casa come teatro e gli oggetti come attori Teatro Sommerso di Mario Martone Ideazione Mario Martone testi di Emanuele Trevi voci Eleonora Danco, Maddalena Piazzo, Cristina Spina, Emanuele Trevi sequenze in pellicola da ROMA di Federico Fellini, produzione Ultra Film (Roma), Les Productions Artistes Associes (Paris), 1972, distribuzione Istituto Luce fotografia Gian Enrico Bianchi montaggio Ilaria de Laurentiis operatore Maurizio Lorenzetti una produzione PAV s.n.c. a cura di Claudia Di Giacomo e Roberta Scaglione si ringraziano Nicola Savarese, curatore della mostra In scaena, la Soprintendenza Archeologica di Roma, Electa Roma; Michele Iodice e la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Provincia di Napoli e Caserta; la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia; il Museo Archeologico Nazionale di Taranto; il Museo Archeologico Regionale Eoliano Bernab Brea; e il Muse du Louvre durata: 830 riprese effettuate in HD VARICAM PANASONIC a Napoli presso il Museo Nazionale Archeologico di Napoli, e a Roma presso la mostra In scaena al Colosseo, nel novembre 2007

I grandi borghesi e la sacralit del lusso Una borghesia inquieta, tra lusso e sacrilegio di Silvio Soldini ideazione Silvio Soldini, Bruno Oliviero montaggio Carlotta Cristiani assistente al montaggio Francesca Vassallo consulenza musicale Giovanni Venosta musiche di Alfred Schnittke, Peer Raben, Toru Takemitsu Postproduzione video Start - Milano Postproduzione audio Mixal - Milano si ringraziano Gianni Canova, Domenico Cuscino, Alessandra De Luca, Valerio Gandolfi, Piergiorgio Gay, Paolo Mereghetti, Luca Mosso, Alberto Pezzotta, Alessio Viola e Lumire & Co.

La Dinamicit Segno dellansia del Paese di non arrivare in tempo di Davide Ferrario Idea e montaggio di Davide Ferrario scenografia Francesca Bocca, Valentina Ferroni sound design Vito Martinelli suono in presa diretta Mirko Guerra operatore steadycam Luca DellOro fotografia Martino Pellion di Persano musica Officine Schwartz direttore di produzione Federico Mazzola assistenti di produzione Andrea Cremaschi, Antonella Grieco attrezzista Paolo Villata aiuto attrezzista Luca Briganti trucco Fiorella Novarino con (in ordine di apparizione) Zoe Tavarelli, Mia Bruno, Ladislao Zanini, Ilario Rosso, Alice Barbero, Nicola Colajanni, Fiore Bocca, Paolo Nomis Di Pollone e Valfenera, Alice Caudero, Andrea Bocca, Giulia Bruno, Francesca Rol telecamera Lumiq materiale tecnico Palmira di Armando Madaffari studi di montaggio Tomato di Alessandra Finalino color correction Laboratorio dellImmagine si ringraziano Salvatore Cubani, Alessandro Renolfi, Duilio Nano, Marco Valente, Beppe Gianolio e Tommaso Macr, IPI spa e Fabrizio Settime, Societ Polaris

La democrazia impilabile Una modernit componibile, ripiegabile, lavabile di Daniele Luchetti motion graphics by Lorenzo Ceccotti coding by Mauro Staci production by Frame By Frame

Il Super-Comfort La comodit italiana una utopia pi che un servizio di Pappi Corsicato ideazione Pappi Corsicato direttore della fotografia e operatore Arnaldo Catinari trucco e effetti Silvia Persica e Grazia Colombini organizzatore di produzione Giuseppe di Gangi

La Rete video Ferragamo video ideato, girato e montato da Angelo Albertini e Simone Scafidi www.leclip.it/ Kartell Ideato da Alessio Girella e Simone Maffioletti Riprese Andrea Rovelli e Chiara Morcelli (sotto la supervisione di Alessio Girella e Simone Maffioletti) Montaggio Andrea Rovelli Fimag Video realizzato da: Stefano Borgo, Fabio Ceruti, Nicole Re

La luce dello spirito Una luce che crea ombre e penombre; sorprende e vibra di Antonio Capuano aiuto regista Pina Iervolino consulenza musicale Francesca Balzano compositing Armando Lombardo supervisione effetti Guido Pappad montaggio Simona Infante fotografia Antonio Capuano organizzatore Gennaro Fasolino collezione lampade Salvatore Ferrari di Galleria Ferrari Mario Nanni per Viabizzuno post produzione studi Sirenae

I Grandi Semplici La ricerca della semplicit come razionalit spontanea Semplici Semplici di Ermanno Olmi produzione esecutiva Ipotesicinema s.r.l collaboratori Paolo Cottignola, Federica Ravera, Gilles Barberis, Ludovico Bettarello, Cline Pozzi, Chelu Deiana, Davide Pozzi, Marianna De Sanctis, Elena Tammaccaro, Adriana Novello, Laura Pavone, Fiorenza Bagnariol Post produzione limmagine ritrovata film restoration & conservation

Mostre in corso

Triennale Design Museum Gino Sarfatti dicembre 2008 febbraio 2009 Filo-sophia novembre 2008 gennaio 2009

Triennale Bovisa Junkbuilding 9 25 maggio 2008 Valentina / Crepax 20 settembre - gennaio

Triennale di Milano Freestyle 8 maggio 6 luglio 2008 Casa per Tutti 16 maggio 14 settembre 2008 Nuda Via 16 maggio 7 settembre 2008 Premio Mies van der Rohe 2007 Premio per larchitettura contemporanea dellUnione Europea giugno agosto Alberto Burri 15 ottobre 2008 marzo 2009 Il mercato delle storie A cura di Muba e Mondadori dicembre 2008 marzo 2009

Triennale Design Museum Direttore Silvana Annicchiarico Progettista del restauro architettonico del Palazzo della Triennale Michele De Lucchi Curatore scientifico Andrea Branzi Museum Exhibition Design Italo Rota Visioni in Movimento Che cosa il Design Italiano? Ouverture Peter Greenaway Fiato alle trombe! 2000 anni di creativit italiana

Con il contributo speciale di Antonio Capuano La luce dello spirito Pappi Corsicato Il super comfort Davide Ferrario La dinamicit Daniele Luchetti La democrazia impilabile Mario Martone Il teatro animista Ermanno Olmi I grandi semplici Silvio Soldini I grandi borghesi e la sacralit del lusso

Inaugurazione 6 dicembre 2007 Triennale di Milano Biglietto: museo + lEuropeo 11 euro Ufficio stampa responsabile Antonella La Seta Catamancio Damiano Gull Marco Martello Tutte le immagini e i testi sono scaricabili dal sito www.triennale.it /press Foto di copertina: Giovanni Chiaramonte. Particolare

Triennale Design Museum La Triennale di Milano Viale Alemagna, 6 20121 Milano T. +39 02 72.43.41 www.triennaledesignmuseum.it ufficio stampa viale Alemagna 6 T. +39 02 72434241/05 F. +39 02 72434239 ufficio.stampa@triennale.it

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