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ASSOCIAZIONE PER LA VALORIZZAZIONE E LO SVILUPPO DEL TERRITORIO DELLALTOPIANO DI NAVELLI V.e S.T.A.

67020 Navelli (AQ)

Racc. A/R

Al Ministero dello Sviluppo Economico Dipartimento per l'Energia Direzione Generale per la Sicurezza dell'approvvigionamento e le infrastrutture energetiche Divisione VI - Dirigente della Divisione Dott. Concetta Cecere via Molise, 2 00187 - ROMA e p.c. Sig. Ministro dello Sviluppo Economico Dott. Corrado Passera via Veneto 33 00187- ROMA Ing. Gilberto Dialuce Direzione Generale per la Sicurezza dellapprovvigionamento e le infrastrutture energetiche via Molise, 2 00187 ROMA -

Oggetto: osservazioni in merito al procedimento per lautorizzazione alla costruzione della opera denominata "Centrale di compressione gas di Sulmona e delle quattro linee di collegamento alla rete Snam Rete Gas esistente", art. 52 quinques D.P.R. 8.06.2001 n. 327 e s.m.i. Prot. n. 0010177- 22/05/ 2012 uscita. In relazione al procedimento in oggetto, questa Associazione, rappresentata dallo scrivente Sig. Gaetano Cantalini in qualit di Presidente, con sede in Navelli (AQ) formula le seguenti: Osservazioni La realizzazione della centrale di compressione e delle quattro linee di collegamento comporterebbe un notevole danno all'ambiente e all'economia locale ed esporrebbe i cittadini a rischi molto elevati, sia per quanto riguarda la salute che la sicurezza pubblica. L'opera occuperebbe una superficie di ben 12 ettari di terreno agricolo in localit Case Pente, nei pressi del cimitero di Sulmona e, sia la centrale che le infrastrutture ad essa collegate, andrebbero a

deturpare in maniera irreversibile un'area che presenta un contesto paesaggistico di pregio ed di grande interesse storico ed archeologico. Per di pi tale opera sorgerebbe in una delle porte di accesso al Parco nazionale della Majella, interferendo con siti e zone speciali di conservazione facenti parte della rete europea Natura 2000. Va sottolineata l'elevata qualit ambientale del nostro territorio, che al centro del sistema dei Parchi e delle riserve naturali dell'Abruzzo e che conta la presenza di un elevato numero di borghi pi belli d'Italia (dei 17 esistenti in Abruzzo ben 7 sono in Valle Peligna) La costruzione della centrale di compressione, con il suo notevole impatto sull'ambiente e con il suo carico di inquinanti, costituirebbe un colpo molto duro per un'economia locale gi agonizzante, in quanto i suoi effetti si ripercuoterebbero in modo fortemente negativo in settori chiave quali il turismo, l'agricoltura e il commercio, cio proprio su quei comparti economici sui quali il nostro territorio ha deciso di far leva per cercare di risollevarsi e di investire per sperare in un futuro migliore. Ma la realizzazione della centrale (e del metanodotto) non colpirebbe solo l'ambiente e l'economia del nostro comprensorio, perch elevate sarebbero le sue ripercussioni anche sulla sicurezza e sulla salute della nostra comunit. La centrale di compressione, cos come il tracciato del metanodotto, insistono infatti su una zona sismica di 1 grado. Il sito scelto per la centrale nei pressi della faglia attiva del Monte Morrone ed i sismologi pongono lattenzione, oltre che sulla particolare origine geologica della Conca Peligna (con depositi alluvionali come la piana dell'Aquila) che, in caso di terremoto, amplifica notevolmente gli effetti dell'onda sismica a causa del fenomeno dell'accelerazione, anche sulla faglia stessa, dormiente da oltre 1900 anni. La stessa Commissione nazionale V.I.A., pur rilevando le evidenti carenze progettuali dell'opera, come la mancanza di studi sismici di dettaglio, ha espresso assurdamente parere favorevole e, consapevole dell'alto rischio sismico del nostro territorio, giunta alla conclusione che, comunque, pur in presenza di tali studi, la vulnerabilit della condotta pu essere solo ridotta ma non eliminata. Perci, opportunamente, la Regione Abruzzo ha approvato una legge (la n. 28 del 19.6.2012) che non consente la realizzazione di grandi metanodotti e oleodotti, con annesse centrali termiche e di compressione, in aree altamente sismiche e che pertanto prevede, in questi casi, il diniego della Regione nella procedura d'intesa con lo Stato. Di conseguenza, tenendo conto di tale legge e delle decisioni ministeriali assunte in casi analoghi (come la cancellazione dell'impianto di Rivara, che doveva sorgere nell'area del sisma che ha colpito nelle scorse settimane l'Emilia-Romagna), il Ministero dello Sviluppo Economico dovrebbe subito porre termine al procedimento autorizzativo e respingere il progetto presentato dalla Snam. Altro problema di altrettanta forte preoccupazione per i cittadini quello relativo ai rischi per la salute pubblica: i medici, i veterinari, i biologi e altri operatori del comparto sanitario, con un documento sottoscritto da oltre 200 professionisti della Valle Peligna, hanno da tempo lanciato l'allarme circa i danni che impianti con emissioni nocive provocherebbero alla salute dei cittadini e all'ambiente. Ci in relazione alla specifica conformazione orografica della Conca Peligna, che circondata da rilievi alti anche 2000 metri ed caratterizzata da particolari condizioni meteoclimatiche con scarsa ventilazione e scarsa piovosit, aggravate dal fenomeno dell'inversione termica. Queste specifiche condizioni, presenti da noi in modo molto evidente, fanno s che, anche

in presenza delle migliori tecnologie, le sostanze inquinanti emesse dalla centrale (ossidi di azoto, monossido di carbonio, nanoparticelle derivanti dai processi di combustione) ristagnino nell'aria, costituendo cos un grave fattore di rischio sanitario, con ripercussioni pesanti sulla salute umana e degli altri esseri viventi e con ricadute molto negative sulla catena alimentare. Non a caso la Commissione nazionale V.I.A., che ha espresso un aprioristico ed illogico parere favorevole e in quanto tale inaccettabile, ha comunque prescritto la necessit di effettuare almeno un anno di monitoraggio della qualit dell'aria prima dell'avvio dei lavori della centrale. In ogni caso non possibile realizzare la centrale nel sito prescelto dalla Snam in quanto esiste un evidente contrasto tra la destinazione urbanistica dell'area, che a verde agricolo e il Piano regionale per la Tutela della Qualit dell'Aria (deliberazione 25.9.2007 n. 79/4) il quale sancisce "il divieto di insediamento di nuove attivit industriali e artigianali con emissioni in atmosfera in aree esterne alle aree industriali infrastrutturate nell'ambito delle procedure autorizzative ai sensi del Decreto Legislativo 3/4/2006 n.152". La medesima area inoltre incompatibile con le previsioni del Piano Regolatore Generale del Comune di Sulmona le cui norme tecniche di attuazione non consentono, nel luogo di cui trattasi ovvero localit Case Pente, la realizzazione n di impianti industriali, n di infrastrutture di carattere industriale, insistendo nell'area stessa non solo il vincolo a verde agricolo, ma anche il vincolo di rispetto cimiteriale e il vincolo idrogeologico. Alle su esposte osservazioni ne vanno aggiunte altre, non meno importanti, relative agli aspetti procedurali. Nel procedimento in corso il Vostro Ministero fa riferimento ad un'opera che di fatto non esiste: infatti, tutta la procedura autorizzativa seguita fino al maggio 2011, inerente all'opera unitaria denominata "Metanodotto Sulmona-Foligno e centrale di compressione gas di Sulmona" e dalla documentazione tecnica della Snam risulta in maniera inoppugnabile che la centrale di compressione a supporto del metanodotto Sulmona-Foligno. Particolare molto importante: i decreti di pubblica utilit e di compatibilit ambientale fanno anch'essi riferimento all'opera unitaria comprendente il metanodotto e la centrale. A partire dall'agosto 2011, su richiesta della Snam, il Vostro Ministero ha operato un arbitrario sdoppiamento delle procedure: procedere per autorizzare la sola centrale, separatamente dal metanodotto, significherebbe perci autorizzare un'opera diversa, alla quale viene oggi attribuita perfino una diversa finalit prioritaria che non compare neppure negli atti progettuali della societ proponente (quella del pompaggio del gas stoccato a San Salvo). Di conseguenza, se la Snam vuole realizzare la centrale di compressione indipendentemente dal metanodotto e con una differente finalit prioritaria, deve presentare un nuovo progetto, dimensionato allo scopo e sottoporlo all'iter previsto dalla legge, compresa una nuova valutazione di impatto ambientale e una nuova procedura di pubblica utilit. E comunque non plausibile che una simile centrale debba sorgere necessariamente a Sulmona, dal momento che vi sarebbero molte altre localizzazioni possibili. Ci corre l'obbligo, infine, di porre in risalto che la procedura autorizzativa in atto sta avvenendo in aperta violazione dei principi fondamentali del nostro Stato democratico. L'opera in oggetto di per s un'opera complessa e fortemente problematica; pertanto la valutazione circa la sua collocazione e realizzabilit non pu che essere effettuata tenendo conto di una molteplicit di fattori: non solo l'impatto sull'ambiente ma, come si visto, anche l'impatto sulla salute e sulla sicurezza, nonch quello sul contesto socio-economico su cui va ad incidere.

E' evidente, perci, che una simile opera in un Paese democratico non pu essere imposta dall'alto, ma pu essere realizzata solo se c' il consenso dei cittadini e delle istituzioni. Ebbene, nel nostro caso tutte le istituzioni democratiche elette dai cittadini, hanno espresso alla unanimit il loro parere contrario : dal Comune alla Comunit Montana, dalla Provincia alla Regione, fino alla Camera dei Deputati. In particolare la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, con voto unanime, ha approvato una risoluzione che impegna il Governo a disporre la modifica del tracciato dell'opera e ad istituire un apposito tavolo per la individuazione di una soluzione alternativa, comunque al di fuori della dorsale appenninica. Il Governo, disattendendo i deliberati assunti da tutti gli organi elettivi, sta operando di fatto al di fuori e contro le regole basilari della democrazia. Per tutte le motivazioni innanzi esposte e che attengono sia al merito del problema che alle procedure seguite ed infine alle decisioni assunte da tutti gli Enti istituzionali, chiediamo che l'iter autorizzativo in atto venga fermato attraverso l'adozione, da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, di uno specifico atto di autotutela che ripristini la correttezza della procedura e che sia in sintonia con lo volont espressa dalle istituzioni le quali, a norma della nostra Costituzione, rappresentano la sovranit popolare. Infine, fermo restando quanto sopra, la scrivente associazione chiede di avere accesso e quindi di poter prendere parte al procedimento amministrativo in corso, compresa la partecipazione alla eventuale conferenza dei servizi (qualora si dovesse persistere secondo le modalit arbitrarie sopra evidenziate). La richiesta formulata ai sensi della legge n.108 del 2001 di recepimento della Convenzione di Aarhus sull'informazione e la partecipazione in materia di ambiente, nonch ai sensi dell'art.9 della legge n.241 del 1990. Nell'ambito delle finalit delle normative in oggetto, si prega cortesemente di voler indicare il responsabile dell'accesso al procedimento amministrativo in corso, con l'indicazione di un numero telefonico ed e-mail e di voler comunicare alla scrivente associazione il luogo e la data della conferenza dei servizi, qualora essa dovesse essere convocata. Con l'occasione inviamo i nostri pi distinti saluti. Il Presidente Gaetano Cantalini

Navelli, l 26 Luglio 2012

Associazione per la Valorizzazione e lo Sviluppo del Territorio dellAltopiano di Navelli V.e S.T.A. - Via della Libert, 2 67020 Navelli (AQ) C.F. 93038680661 cell. 3339674874 email: gaetanocantalini@alice.it

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