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A,

The

University of Chicago

Library

-.

l^illiStA.!:

O.

STANO
DI

DIZIONARIO rtm LEGGENDE COSTU2I

GRECO-ROMANI

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SOCIET EDITRICE INTERNAZIONAUG

GIOVANNI STANO
II

DIZIONARIO
DI

MITI LEGGENDE COSTUMI

GRECO-ROMANI.
2" edizione

TORINO

SOCIET EDITEICB INTEENA2IONALB


Corso Regina Margherita, 176
TOBiHO, Tia Garibaldi, 20
Petrarca, 22-24r. Milano, piazza Duomo, 16 - Gbkova., via Parma, via al Duomo, 8 - Boha, via Due Macelli, 52-64 Catania, via Vittorio Emanuele, 145-149

*,

Maggio 1960.

^^^
Propriet riservata

SERENAKTCT lU-OMIHXNT

aUa Societ Editrice Internazionale


Officine Grafiche S.E.I.
(M. E. 22265)
-

di Torino

1950

Farm. Pian

690227

PBEFAZIONE
Nel presentare ai colleglli e agli alunni questa seconda edizione del Dizionario di miti e leggende del mondo greco-romano
credo opportuno ribadire il criterio cie ho seguito nelV accentuazione dei vocaboli che, derivati dal greco, ci sono pervenuti a
traverso Vuso del latino, per
il

non

accrescere,

su la loro pronunzia,

confusionismo che, pur troppo, regna


studiosi
preferisce,

nelle nostre scuole.

La

maggior parte degli V accentuazione alla latina;


cuni pronunziano

per

siffatti

vocaboli,

ma

molti accettano

il criterio

di sees.

guire V accentuazione della lingua di origine. Cos, per


alla
altri

al-

latina; Edipo, Ifigenia, Edipo, Ifigenia, alla greca. Oltre a ci, parecchi vocaboli sono entrati nella lingua italiana con V accentuazione greca: Areo-

invece

pago, Dioniso, Discuri,

ecc.,

nessuno pronuncerebbe: Areo-

pago, Dioniso, Dioscri, ecc., alla latina. Io ho seguito, nelV accentuazione italiana, quella che mi e sembrata prevalente nelVuso quem penes est arbitrinm et ins

norma loquendi (Hor. Bp. II, 3), giustificandola con la corrispondente accentuazione latina o greca. Opportuna mi sembrata la segnalazione dell'etimologia nei
et

vocaboli greci che, per la loro struttura, presentano particolare interesse. In .essi ho messo in rilievo gli elementi formativi, di

maniera

che,

decomposti e analizzati nelle loro parti

glottolo-

giche, rivelino, nel proprio


siologico.

organismo linguistico, Vaspetto sema-

Per

miti trattati nelle Metamorfosi di Ovidio ho indicato,

accanto a ciascun nome, il numero del libro e dei versi entro i quali esso svolto o illustrato, il che varr ad agevolarne nei

giovani
1*

lo

studio e V interpretazione.

Stano, Dizionario di miti e leggende.

IV
Voglio sperare che la conoscenza dei miti, nei quali i Greci, specialmente, con la loro fervida immaginazione naturalmente
disposta all'intuizione delle pure forme estetiche fissarono, circonfusi di luce ideale, gli svariati tipi di fine bellezza, riesca

a destare nei giovani studiosi un amore pia vivo


per
gli studi classici, i quali,

pie operoso

lungi dal dover essere meno curati o del tutto abbandonati, come si vorrebbe da non pocM, dimentichi
dei valori spirituali della vita e

immemori
poicTi

delle nostre

grandi

tradizioni di cultura,
del

vanno riordinati
scolastico,

e irrobustiti

nel quadro

nuovo ordinamento

non

si

pu

disconolo

scere cJie
rito

nessuna nazione ha, quanto Vltalia, pervaso

spi-

dalValito poderoso della millenaria civilt greco-romana.

Manduria (Taranto),

aprile 1949.

L'AITTGEE.

A
Abddir [nome
fenicio] la

pietra che Bliea fasci a guisa di fanciullo, facendo credere al marito Saturno
elle quello fosse

bea, e presero parte con 40 navi aUa guerra di Troia, insieme coi figli di Teseo.

Giove,

l'ul-

Al ritorno, con 8 navi, furono sbattuti nel promontorio

timo bambino cb'essa aveva partorito. L'oracolo aveva predetto cbe da Saturno sarebbe nato un fgUo, cbe avrebbe detronizzato il padre: perci egli aveva divorato i due figli (Plutone e Kettuno), e Ebea, con questo inganno, era riuscita a sottrarre Giove alla triste

Cerauno,

neU'Tlliria.

Son rappresentati come selvatici, con le chiome lunghe, discendenti fino aUa
nuca.

Abanzade

[Abantides]

Acrisie, figlio di Abante, il quale era figlio di Linco e

bari [Abaris] sacerdote

di Ipermnestra. [V. Acrisio]. di

Questa pietra divenne poi celebre e fu adorata


sorte.

Apollo, della Scizia, vissuto verso l'ottavo secolo avanti


Cristo; cavalcava per l'aria con una freccia d'oro, che

come una

divinit; le si tri-

butava un culto simbolico, e si bagnava con vino, sangue e olio. Probabilmente era un aerolite, di forma
conica, il quale, perch caduto dal cielo, divenne oggetto di venerazione.

aveva ricevuta da Apollo, profetava, sanava le malattie con una sola parola,
e viveva senza alcun cibo.

prendere
giovinet-

Abdro [Abdrus]
to,

Abnti [Abantes] popolo di origine tracia. Furono i pi


antichi
abitatori

amico di Ercole. Quando

dell'Eu-

l'eroe rapi le cavalle di Diomde, gliele affid in custo-

ABE
dia, e

2
marci contro
le
i

Bisto-

Absirto [Absyrtus]

figlio

di

ni, sudditi di

Diomede, che
loro

avevano preso
vendicare
il

armi, per sovrano.

Bta, re di Olchide, e fratello di Medea, Quando Giasone, rapito


il

vello

d'oro

Dopo

averli sterminati, tor-

n presso il giovinetto; ma ebbe una triste sorpresa: le cavalle lo avevano divorato. In memoria di lui, edific la
citt di

[V. Giasone], era per imbarcarsi con Medea e con gli

Argonuti, Absirto fu mandato dal padre con alcuni compagni a inseguirli. Ma

Abdra,

sulle coste

Medea

della Tracia: citt cbe di-

ricorse a un tradimento, per liberarsi dal fratello: gli

venne poi tristamente

fa-

mand

alcimi re-

mosa, perch i suoi abitanti avevano il barbaro costume di sacrificare, in


certi giorni, per la

gali

facendogli credere ch'essa fosse stata costretta


e,

a seguire Giasone,

lo

preg

comune

salute, alcuni cittadini, che venivano uccisi a colpi di

che, la notte seguente, si facesse trovare in un luogo

determinato, donde

ella salui,

pietra.

rebbe tornata con


divinit ropatria.

in
nel

Abena [Abena]

Ma

la

notte,

mana, che veniva invocata da chi si accingeva ad un


viaggio [abire

= 2bn2bT
i

via].

posto assegnato, l'infelice giovine fu ucciso e fatto a pezzi dagli amici di Giasone; e

Aborgeni
xyQovsQ]
originari

[Aborignes,
si

a-

mentre

compagni

di

dicono

popoli

della

terra

che
[ori-

abitano, in contrapposizio-

ne a
go

quelli

immigrati

origine;

aTxOcav

Absirto attendevano a raccattare da terra le membra di lui, Giasone con Medea e coi Greci poterono imbarcarsi.

indigeno:
X0CV

aT;;

stesso,

Acamnfe [Acamas]

figlio di

terra].

In partico-

Teseo e fratello di Demofonte, prese parte aUa guerra Troiana, e fu tra quelli che si chiusero nel cavallo di legno. Tornato in patria,

lare, in Italia, questo

nome

indica

un

antico popolo del

Lazio, che abitava ai piedi

dell'Appennino, nella regio-

ne posta fra il Tevere e il Liri. Fra i Greci si vantavano di essere autctoni gli
Ateniesi e gli ikxcadi.

dopo la guerra, condusse] una colonia a Cipro, dove


mori.

Un

altro

Acamante,

figlio

3
di Antenore, fu Tino dei pi
lia,

AGO
re di lolco, prese parte alla caccia caledonia e alla spedizione degli Argonuti. La moglie di lui, Astida-

valorosi eroi Troiani.

incanto
l'orlo

[acantlms]

pianta

leggiadra, clie orna spesso

mm
il

deUe aiuole: lia belle foglie, le quali sono imitate da pittori e scultori, per ornamento a opere d'arte.

Era una ninfa ch.e piacque molto ad Apollo, il quale la trasform nella pianta omonima. Secondo un'altra leggenda,

meia, innamoratasi di Pelo, poich questo non le corrispose, lo calunni presso il marito. Acasto, per vendicarsi, condusse Pelo

ad una
Pelian

caccia,
e,

sul

monte
spada
fisi

vedutolo addorgli tolse la


i

mentato,

e lo lasci fra

Centauri.

una bella fanciulla di Corinto: seppeUita dopo la sua morte, le fu posto acera

Ma

canto, nel sepolcro,


sto

un

ce-

cbe conteneva gli oggetti a lei pi cari. Intorno al cesto, veget una foglia che, da lei, prese il nome di acanto. Si vuole cbe Calli-

Vulcano diede poi a Pelo un'altra spada, con cui egli vinse i Centauri e, tornato in Tessaglia, abbatt Acasto, uccise lui e
la moglie, e s'impadron di lolco.

Acte [Achtes] il pi fedele dei compagni di Enea, che


lo seguirono, nel viaggio

maco, verso
colo
il

la

met

del se-

da
"fi-

av. Cristo, sia stato primo a introdurre la fo-

Troia.

Aceacllide

[AccacaUis]

glia di acanto

come motivo
che
divenne

glia di Minosse, re di Creta,

ornamentale,

amata da Apollo, dal quale


ebbe due
figli:

poi elemento decorativo cosi caratteristico nei capitelli


di stile corinzio.

Filachi e Fi-

landro, che furono allattati

da una capra.
figlio di

A.carnne [Acarnan]

Accadmia [Academia]
go presso
il

luo-

Alcmene
lroe.
il

e della ninfa Oal-

Da

giovine perdette

fiume Cefiso, a nord-ovest di Atene, consacrato all'eroe


ivi],

padre; ma, cresciuto prestamente, insieme col fra-

Accadmo

[v.

divenne un ginnasio,
filari

tello

A mf Otero, per volere di Giove, uccise gli assassini del padre.


figlio di

tra bei

di platani e di

Acsfo [Acastus]

P-

ulivi, che furono piantati da Cimone. Ivi insegn Platone e, dopo di lui, i suoi

ACC

_4_
tempio. Incontr infatti un

discepoli: perci la sua scuola filosofica si disse Acca-

uomo

demia , e i seguaci di essa chiamarono Accademici

si
>>.

Accadmo [Acadmus]

eroe

ateniese, il quale svel ai Discuri che la sorella loro

potente e ricchissimo: Taruzio, il quale se ne innamor a tal punto, che volle sposarla e, alla sua morte, la lasci erede di
tutte le proprie ricchezze, ch'essa accrebbe poi con l'infame mestiere. Ma^ aven-

Elena, rapita da Teseo, era tenuta prigioniera in Afidna. Egli possedeva


go,

un

luo-

poco lungi da Atene, che da lui fu detto Accademia . [V. ivi]. Acca jLarenzia [Acca Larenfu moglie del pastore Fustolo e nutrice di Rotia]

do lasciato i suoi beni al popolo romano, merit la. riconoscenza pubblica, ed ebbe il nome iscritto nei
Fasti.

Acclamazione
zione,

[acclamatio] pubblico segno di approvadi gioia

molo e Eemo. Secondo la tradizione, aveva 12 fgH, coi quali, una volta all'anno, offriva
ci essi
tres
si

di

buon

augurio, accompagnato dal batter delle mani [plausus]


e da esclamazioni diverse:

un

sacrificio

la fertilit dei

per campi. Per-

Tlassio!

Io

Hymen! Io
nozze);
Belle
(nei trionfi);

chiamavano
[arva

arvles

fra-

Hymenaee!

(nelle

camil

Io triumphe!

pi],

quando uno

di essi

Bene
et

et

praeclare!

mori, Eomolo ne prese

festive!

Non

posto, ed istitu il collegio dei Fratelli Arvli.

lius!

(nei

potest mediscorsi di un

oratore).

Un'altra Acca Larenzia fu


celebre
di

e bellissima

corti-

Acrra [XIII, 703] (i) era una scatola o un vaso, in


si conservava l'incenso, che si accendeva di solito innanzi ai morti.

giana di

Eoma,

ai

tempi

cui

Anco Marzio. Avendo ella passata una notte, nel


tempio di Ercole, l'eroe le predisse che sarebbe stata
ricolma di felicit e di beni, dal primo ch'ella avesse
incontrato,
(1)

Acste

[Acestes, XIV, 83] era re di Sicilia, dove fond la citt di Egesta, che chia-

cos dal

nome

della

ma-

nell'uscire

dal

dre Egesta, troiana, che lo


Me-

tamorfosi

I due numeri rimandano rispettivaniento al libro e ai versi delle di Ovidio, nei quali accennato o trattato il mito,

_5
aveva generato col dio
flu-

AOH

viale Ermiso. Quando Enea capit in Sicilia, viaggiando

ed il pi vecchio dei 3000 fiumi fratelli. Venuto in lotta con Ercole, per la
Teti,

da Troia, Aceste l'accolse benignamente, e fece i funerali

ad AncMse,

sul

mon-

contesa di Deianra come sposa, battuto sotto la forma- di uomo, assunse prima
quella di serpe, poi quella di toro. Ma, nel combatti-

te rice.

icte [Acoetes, III, 582-700]


pilota greco.

Quando

suoi

compagni, sbarcati a OMo, portarono sulla nave un bellissimo fanciullo


egli,

ubbriaco, avendo in lui ricono-

sciuto

un

dio [Dioniso], lo
il

difese. Svegliatosi

ragazi

mento. Ercole gli svelse, con la mano, un corno; le IsTiadi lo riempirono di fiori e ne fecero un corno sacro alla dea dell'abbondanza [cornu copiae]. L'Achelo era un fiume sacro in
tutta la Grecia, tenuto in

li

zo, disse di voler essere por-

tato a ISTasso, sua patria:

grande venerazione, per la


vicinanza all'oracolo di Dodna. Pi tardi, al tempo
degli Alessandrini, fu ritenuto padre delle Sirene.

marinai promisero, ma non mantennero la promessa. Allora la nave fu circondata

da edera, abbarbicatasi ai fianchi, Dioniso apparve incoronato di edera e circondato da tigri e da pantere, e
i

Achemnide [Achaemendes,
XIV, 160-222]
era deH'isola
di taca, aveva preso parte alla guerra di Troia insieme

marinai, buttatisi in mare per lo spavento, furono mutati in delfni. Acete solo fu
salvato, e d'aUora divenne sacerdote di Dioniso, nel

con Ulisse, e dopo torn con lui per il rimpatrio. Ma quando Ulisse, coi pochi compagni superstiti, riusci
a sfuggire al ciclope Poli-

tempio di Kasso.

^chelidi [Aclielodes, V,
552] sono le Sirene [v.
ritenute
figlie
ivi],

fmo, Achemnide fu ab-

bandonato nella

Sicilia,

do-

del dio

flu-

viale Acbelo.

ve, pi tardi, fu trovato e condotto via da Enea, lun-

Vchelo [Achelus, IX, 1-88] oggi Asproptamo, il pi grande fiume della Grecia: scaturisce dal Pindo.
detto fgHo di Oceano e di

go

il viaggio da Troia alle coste del Lazio.

Achmone [Achaemon]

era

fratello di Basala, entrambi dell'isola di Pitecsa, nel

ACH

6
Tirreno.
ch.e

mar

Erano

cos

insolenti,

assaltavano

doveva essere traghettato dalle anime dei morti. Come


personificazione fluviale, esso figlio di Gea: per paura
dei Giganti,
terra, fino
si

cMunque

incontrassero.

Un

giorno, assaltarono Ercole,

mentre dormiva;
attaccatili
i

ma

l'eroe,
al-

nascose nella

per piedi l'estremo della clava, li portava in ispalla, pendenti col

capo

all'ingi.

Avendo

essi

a discendere nell'Averno o, secondo altri, fu ivi precipitato da Giove, perch aveva offerto le sue

osservate nere e pelose le parti deretane dell'eroe, dissero ch'era melmpigo [[izuomo dalle naXfXTTUYo?

acque

per

estinguere

la

sete dei Titni.

Achersia [Acherusia]
lude del pianto
xo[jiai,

la pa-

tiche nere:
Kuyri

nero, [likoLC, deretano]. Ercole

[xsuo)

piango] lago

del-

che

li

nuovo attributo, e

ud, sorrise di questo li lasci

l'Egitto, presso Ment, intorno al quale si seppelli-

vano
che
lago,

morti. Per, prima


sotterrati, si sulla riva del

andare, senza far loro alcun male.

fossero

Acho Xuto
lasgi,

[Acliaeus] figlio di e di Crusa, movendo


i

esponevano ove alcuni giudici esa-

minavano
buoni,
pi in

la loro vita e

dall'Africa, assoggett

Pe-

loro costumi. Se erano stati


si deponevano i coruna barca e si traghet-

che abitavano nella Laconia e nell'Argolide. EgU

il

capostipite degli Achei.


il

Acheronte
504]

a^opiai, piango], [xsuw fiume deUa Tesprozia (Epiro),

[Achron, XI, fiume del pianto

tavano alla sepoltura, altrimenti si buttavano in una


fogna.
lago,
ISTelle

vicinanze del

vi rano

[Oocito e Lete] e

due paludi un tempio

oggi Phanariticos, il quale scorre a traverso una

vasta palude, poi sparisce sotterra e sbocca nel mare Ionio, nel porto di Elaia [oggi Phnari]. Le sue acque sono melmose e amare. concezione mistica, Isella
l'Acheronte

dedicato a cate. Un'altra palude Acherusia era nella Tesprozia [oggi Epiro]; il fiume Acheronte passava a traverso di essa,

prima di gettarsi nel mar


Ionio.

Achille

formava

l'in-

gresso neU'Averno, e per

[AchiUes, XII, 73] era figlio di Pelo e della nereide Ttide. Pelo era re

ACH

dei

Mirmidom, a Ftia di Tes-

saglia, e

figlio di aco; perci AcMUe detto Pelde,

gresso nell'Asia Minore. Fin qui la tradizione omerica.

del padre, Ecide da quello del nonno. Achille fu dapprima allevato dalla

dal

nome

Secondo una leggenda posteriore, Ttide, volendo


rendere invulnerabile
glio,
il
fi-

lo

tuff

nelle
il

acque

madre; pi tardi Fenice, che fuggendo dal padre Amintore si era rifugiato
nella casa di Pelo, lo istru nell'eloquenza e nell'arte
militare; il centauro durne lo ammaestr nella medicina. Il fato aveva la-

dello Stige; cosjl

corpo di

Achille poteva essere ferito soltanto nel calcagno, per


il

dalla

quale era stato tenuto madre quando fu im-

merso nel Lete. Scoppiata


la guerra di Troia, Ttide, prevedendo che Achille sa-

sciato
fra

ad Achille la scelta, una vita lunga e ingloe un'altra

rebbe morto,

lo

tenne na-

riosa,

breve e

scosto, vestito da donna, a Sciro, tra le figlie del re Li-

piena di gloria: Achille scelse quest'ultima, e per,

comde.
Ulisse,
il

Ma

fu scoperto da

quale, travestitosi

quando

UUsse

Nstore

vennero a Ftia, per prendere parte alla guerra di


Troia, vi and volentieri e, a capo dei Mirmdoni, part

mercante, espose alle fanciulle un corredo di or-

da

namenti

femminili,

vi

pose accanto uno scudo ed una lancia. Fatto echeggiare vicino,


di

con 50 navi. Dopo molte prove di sommo valore, egli


uccise Ettore e lo trascin

uno

combattimento,

strepito le fan-

per

il

campo, legato

coi

ciulle fuggirono, impugn le armi

ma

Achille

piedi al cocchio.

Ma

dopo,
le

mentre combattendo su

per combattere. Cosi egli fu riconosciuto, e promise che avreb-

porte Scee, era per penetrare a Troia, fu ucciso da

be preso parte aUa spedizione. Alla guerra di Troia,

un dardo
Apollo
braccio.

di Pride, al quale

aveva

guidato

il

Le sue ossa, quelle di Patroclo e di


furono
sepolte

con Ansul

tiloco,

Pride, aiutato da Apollo, avrebbe colpito Achille appunto al calcagno. Achille fu venerato, ed ebbe templi, come eroe, a Elide, a

promontorio
punta

Sigo, alla nord-ovest dell'in-

Sparta, e gli era consacrata un'isola. [Leuca, poi

AGI

8
alle foci del fuine

un
altro, si

AcMlla]
Istro.

ammal
il

grave-

mente, e quando

padre

ci

XIII, 738-897] fumicello in Sicilia, che scaturisce dall'Etna e sbocca nello Ionio [l'odierno fnme Frdolo o Alcantara]. Secondo la mitologia, era un
[Acis,
figlio

seppe, dall'oracolo di Delfo,

giovine bellissimo,

di

che ci accadeva per punizione di Artemide, a causa del giuramento pronunziato nel tempio di lei, Gidippe rivel ogni cosa aUa madre, e fu data in isposa ad
Aconzio.

e di Symtide, amato dalla ninfa Galata, della

Funo

Acqurio [Aquarus]

l'unde-

quale era follemente innamorato, senza per esserne


riamato, il ciclope Polifmo. Questi sfracell Aci, il quale fu mutato nel fiume

cimo segno dello Zodiaco, Ganimede, il coppiere degli di, rapito da Giove, mutato in costellazione, dopo la sua morte. Secondo altri, Deucalione, che visse al

omonimo. Acnzio [Acontus] giovine


dell'isola

tempo
saglia.

del diluvio, in Tes-

di Oeo. Eecatosi

a Delo,

si

innamor di Gi-

dippe, figlia di
ateniese;

un illustre ma, non potendo

Acquedotti [Aquae ductus]. La Grecia non ebbe costruzioni


dotti,

grandiose
si

di

acque-

sposarla, perch egli era di umile condizione, ricorse a

come Eomaj ma an-

un'astuzia.

Avendo veduto,

un

giorno, la fanciulla nel

tempio di Artemide, poich ogni giuramento, pronunziato in queUo, doveva essere mantenuto, butt ai
piedi
della

eseguivano lavori, per provvedere la citt di acqua potabile abbondante. L'acqua, che sorgeva nei

che ivi

monti
canali

vicini,

traverso

sotterranei, scavati nella rupe o fabbricati in

fanciulla

una

muratura,

si

raccoglieva in

mela, su cui aveva scritto queste parole: Giuro nel santuario di Artemide che
sposer Aconzio . Gidippe Lesse ad alta voce queste
parole,

serbatoi, dai quali, per mezzo di canali forniti di occhi,

per

il passaggio dell'aria, era condotta e distribuita

ma

gett subito la
tre

mela.

Dopo, per ben

volte, essendo per sposare

per la citt. Cosi Atene riceveva le acque che scaturivano daU'Imetto, dal Pentlico e dal Parnte, e a

di

ACE

questo

scopo

servivano

Eoma,

in ordine crono-

canali praticati nei fancM e nel letto dell'Ilisso. In

logico, erano:

Marcia,
Aerisi
IV,

Aqua Appia, Augusta, luUa,

Atene vi erano magistrati,


ai quali era affidata la

Claudia, Traiana.
III, 559; stirpe di Dnao, era figlio di Abante e di Aglia. Egli scacci il
[Acrisus,

cura

degli acquedotti: gli maT.-

608]

deUa

In Eoma si costruirono invece 'grandi acquedotti, clie portavano aUa citt acqua abbondante e salubre. L'acqua, derivata a grande distanza, per mezzo di scavi e di arcM che passavano

fratello gemello Preto.

Ma

poi dovette dividere con lui


il

regno: Acrisio ebbe Argo, prese Tirinto. Essendogli stato predetto che

Preto

daUa

figlia

Danae sarebbe
che lo avrebegli

a traverso

monti e

era condotta per terranei nella citt,

le valli, canali sot-

nato UD

figlio,

be scacciato dal regno,


la fece chiudere in

dove

una

fos-

veniva raccolta in grandi serbatoi, e portata, per mezzo di tre grandi tubi di

sa o in

un

sotterraneo.

Ma

piombo o
serbatoi
il

di terracotta, in minori, dei quali

Giove, di pioggia d'oro, lei Perseo. [V. ivi]. Allora egli, rinchiusa in una cassa
la

discesovi in

forma gener da

ai

superiore forniva l'acqua pozzi e aUe vasche pri-

vate, quello di

mezzo por-

madre col figlio, la fece gettare in mare. Ma la cassa fu portata all'isola di


Srifo, nel gruppo delle Cicladi. Quando Perseo torn,

tava l'acqua alle terme, l'inferiore alimentava le vasche

pubbliche [lacus'] e le fontane a getto Isalientes}. La costruzione e la conservazione degli acquedotti era affidata ai censori, e la sorveglianza,
sto, agli

Acrisio era fuggito a Larissa [Tessaglia], dove fu ucciso

involontariamente
pote, col disco, in
lestra.

dal

ni-

una pa
la

prima

di

Augu-

Acrpoli
fortezza

[' A-apTzokK;']

edili;

ma

dopo, a

di

Atene

un impiegato
tor

speciale [cura-

alla

aquarum}, il quale aveva sua dipendenza gran


di operai laquarii]. acquedotti pi notevoli

estremo, TcXt.? citt] collocata su una rupe, che si eleva a 100 metri, in

[xpoi;

numero

una

GU

superficie di 300 metri di lunghezza e 130 di lar-

ACT
ghezza, e cade a picco da tutte le parti, eccetto dal
lato

10

mondo
tra
i

fratelli,

dopo
il

la vittoria sid

Titni e

guarda la citt, ove declina con un dolce


elle

rovescio dell'impero di Crono, ad Ade tocc il regno


dell'Averno,

pendio. All'ingresso occidentale aveva i magnfici


Propilei, e la spianata, coperta di santuari e di statue, conteneva la statua colossale in bronzo di Atena

ove

governa
cf-Sriq,

con

la

[Ade
St)?

moglie

Persfone.
od-

invisibile;

invisibile; -S: rad. dell'aoristo elSov vidi].

==

Si narrava cbe,

Prmaehos, opera di Fidia, cosi alta, elle la punta deUa


lancia e l'elmetto
nio.

sfone, figlia di Dmetra, coglieva

mentre Perdi Giove e


fiori,

vedevano dal promontorio Susi

lungi dalla madre, nella pia0, secondo una leggenda posteriore, a En-

nura di Kisa

Una
a

delle

due

quella

settentrione

aU, dei

Propilei, serviva come Pinacoteca, e conteneva, fra


gli altri, i celebri

na, in Sicilia, Ade l'avesse rapita e condotta all'Averno, su di un carro tratto

quadri di

da

cavalli.

Egli famoso

Polignto, con soggetti presi dall'Iliade e dall'Odissea.

Acta [Actaea, VI, 711] vuol


dire ateniese, da Acte, an-

per i cavalli, forse percb si credeva che prendesse sul coecliio le anime di questo mondo, per portarle all'lrebo. Pi tardi, quest'ufficio di traghettare le anime fu

nome dell'Attica; qui Orizia, figlia di Eretto, re di Atene, amata e rapita


tico

da Brea. [V. ivi]. Adaxnanta [Adamanta] era la ninfa cbe allev Giove
bambino, nell'isola di Creta, e ne sospese la cuUa ai rami
di

Erano

dato a Mercurio. sacri a questo dio

il

cipresso e il narcisso, gli si sacrificavano pecore nere,

tenendo
rivolto

alla

per lo sguardo parte opposta

un

a Saturno che

albero, per poter dire il fanciullo

cava,

della vittima, e lo si invopercotendo la terra


le

non

terra,

era n in cielo, n in n in mare.

con
Il

mani.
di Plutone,
il

nome

dio nei

Ade

Plutone o Dite, figlio di Crono e di Bbea, fratello di Giove e di Net["4S7)(;]

delle

riccbezze,

usato

misteri,

fu dato ad Ade,

tuno;

nella

divisione

del

percb egli domina nella profondit della terra, donde

11
proviene all'uomo la
ricil

ADE
quale, uscito dalla corteccia dell'albero materno, fu

cliezza dei metalli [V. Fiuto]. Come dio del fuoco sotterra-

accolto dalle IsTiadi e co-

neo, era detto Dite [V. ivi]. Adena [Adena] divinit ro-

sparso delle
dalla
altri.

stille di

mirra,

madre

stessa.

Secondo

mana,

elle veniva invocata da chi, dopo un viaggio, ritornava in patria [adire =

Venere, adagiatolo in un'arca, lo af&d a Persfone. Cresciuto in et, fu,

entrare].

Adinati di Atene malaticci o invalidi che,

['ASvaToi] cittadini

essendo inabili a

procacciarsi da soli il sosten-

tamento, venivano mantenuti a spese dello Stato


[-Sva[xai

= non

Admeto [Admtus]

posso]. re di Fe-

re, in Tessaglia, prese parte alla guerra di Troia, alla

per la sua bellezza, amato non solo da Venere, ma ancbe da Persfone, la quale, innamoratasi di lui, non voleva pi farlo ritornare nel mondo. Allora Give decise cbe per 4 mesi restasse nell'Ade, per 4 altri stesse nel mondo con Afrodite, e per gli altri 4 mesi,
scegliesse egli stesso il luogo della sua dimora: e Adone

caccia caledonia e alla spedizione Argonuti. degli

Avendo ottenuto da Apollo


di sfuggire alla morte, se nell'estremo momento un
altro fosse disposto a moper lui, la moglie Alceste,
lui.

anche in essi, stare con Afrodite. Appassionato per la caccia, un giorno fu ucciso da un cinghiale; Afrovolle,

rire

morte
re

dite pianse amaramente la di lui, e dal sangue del giovinetto fece sboccia-

EUa

voUe morire invece di fu l)oi rimandata


da Persfone
e,

un

fiore,

Vadonium

[l'a-

sulla terra

nemone].

tratta da Ercole, fu ricon-'

Adrasta [Adrasta]

dotta aUo sposo.

la ninfa, di Melisso, re di Creta figlia

Adne

[Adnis, X, 503-739] nato da Oinira, re di Cipro, e da Mirra. Secondo il mito narrato da Ovidio, quando

che, con la sorella Ida, al-

lev Giove.

Adrasto [Adrastus] fu

re di

Mirra, scacciata dal padre per il turpe delitto, fu cambiata nell'albero di mirra,

Argo. TJn oracolo gli aveva predetto che avrebbe dato


in ispose le due figUe Deipile e Argia, rispettivamente a

gener

il

bambino Adone,

un

cinghiale e a

un

AED

12
premio, fu assegnata una schiava al vincitore. Politerno esegu una sedia, Aedone, con l'aiuto di Giunone, un tessuto, che fu
ritenuto
superiore. Allora Politerno; irritato, condusse
la

leone. Egli diede in isposa la primai a Tido, l'altra a

PoHnce, i quali giunsero in Argo, fuggiascM: l'uno


vestiti;

da Calidne, l'altro da Tebe, quello con la pelle


di

un cingMale, questo

di

un

della

leone. Adrasto fu capo spedizione dei Sette

per schiava aUa moglie


sorella

contro Tebe [gli altri sei furono: Polinice, Tido, Ca-

CheHdne, dopo averla sedotta. Enlei,

di

pano, Ippomedonte, Amfaro, Partenopeo], e fu il solo che tornasse salvo dalla spedizione. Dieci anni
dopo, egli riprese la guerra contro Tebe, con i figli degli uccisi.

trambe uccisero Stilo, figlio di Aedone e di Politerno, e lo dettero da mangiare al


Questi, irritato, le insegu fino alla casa pa-

padre.
terna;

ma

gli di, per.

com-

passione, trasformarono Politerno in pellicano,

[Guerra degli Epgoni. V. Epigoni]. Avendo egli perduto, in questa gueril figlio

Aedone

in usignuolo, Pandareo in, un pesce-aquila e la madre


di

ra,

Egialo, ne mor

Aedone in

alcione.

di dolore.

Adi

[otSoL] erano, in Gre-

cia, i cantori delle

compo-

sizioni epicbe. [aSo>


to].

Allo ['AeXXo), XIII, 710] una delle Arpie: la rapida come la tempesta [sXAa = tempesta]. [V. Arpie],

can-

[V. Rapsdi].
di

Atone
Panil

[AlGwv
di"

scintil-

Aedue [Adon] figlia

lante: al'06>

scintillo]

djeo e moglie di Politerno, di Colofone, in Lidia. Vi-

dei quattro cavalli del Sole, che rove-

nome

uno

veva

con lui cosi felicemente, che superbamente si vant di superare Giove e Giunone nella felicit del-

sciarono dal carro Fetonte.


[V. Fetonte]. Gli altri sono nominati: Eo, Piro, Elgone. Altrove essi sono invece chiamati: Ertone,

l'amore.

Giunone
i

allora

mand

coniugi ris, che suscit fra loro la discordia, e li istig a sfidarsi nella gara di un'opera da
eseguirsi,

fra

Attene, Lampo, FUogo. L'etimologia di questi nomi dimostra ch'essi indicano i


sole, nel

nella quale, per

quattro stadi principali del suo giro apparente

13
intorno alla terra. Infatti

AFE

Come dea
siderata
dei

Uoo

sorgente [eco? aurora che sorge], Piroo

= =

dell'amore, con-

anche protettrice
coniugali;

vincoli

infocato

Aetone

= = =

[Tcup

pi
sen-

fuoco],

tardi, prevalse in lei l'at-

lo

scintillante

tribuzione

dell'amore

[at6co

scintillo],

Flegone
Tjr-

fiammante nel tramonto

suale, e alla Afrodite Pandemia, venerata in Atene,

[(pXyo

tone

infiammo],

cme dea
[Pandemia

dei

matrimoni

rosso

[puTatvoi

tingo in rosso], Atteone avanzantesi nella luce [a.aac

= =

= tutto,

pubblica:

^y]\Loc,

itoic,

popolo],

mi

slancio].

Lampo

risplendente
te
della

[X^xTroj

ri-

splendo], Filogo
terra,

contrappose in seguito la Urania, rappresentante l'amore puro e celeste [osi

amanquale

pvtoj;

celeste].

alla

Afrodite era moglie di Efesto;

pare che ritorni, nel tramonto [(fiKoQ amante,

yTJ

ma am Ares, da cui ebbe Armonia, Eros [l'amoAntros [l'amore reciproco],

terr].
['AfppoSiTV)],

re],

Afrodite

fra

Beimos

[lo

spavento],

[Venus], di Giove e di Dione figlia

Eomani Vnere

[secondo Omero]: nata dalla

spuma

del

mare
presso

[c^pc,

spuma],

l'isola

di Cipro [secondo Esiodo]. ) la dea della bellezza e del-

Phobos [il terrore]. Da Hermes ebbe Ermafrodito, con Dioniso gener Pripo, con Poseidone rice, con Anchse Enea. Secondo una leggenda [Ovidio, Metamorfosi, lY, 170-189], Efesto, avvertito da Apollo delle

l'amore, e supera in grazia tutte le altre dee dell'Olimpo: l'accompagnano le Ore, le Grazie e le altre deit
personifcatrici

relazioni

clandestine

della

dell'amore:

moglie con Ares, li avrebbe avvolti entrambi in una rete, e li avrebbe presentati
avviluppati in essa, destan-

PeitM
tJios

[la persuasione],

[il

desiderio],

PHmeros

[l'ardore]. Essa ha nel cinto tutte le grazie vezzose, che

do cos il riso fra gli di. Per i suoi amori con Ares, ella fu considerata anche

possono sedurre ogni uomo pi saggio; e non solo gli


uomini,

come divinit guerresca. La sede pi antica del culto


deUa dea
e
i

ma

anche

gli

di.

l'isola di Cipro,

soggiacciono al suo potere.

suoi pi antichi

nomi

AGA

14
aprile,

derivano dalle sedi pi anticlie,

cbe

tuari
della

nei porti e nei san[perci ritenuta dea

principio
le

della

segnavano il primavera,

navigazione], era specialmente venerata: Ciprigna [dall'isola di Cipro],

in

cui

donne romane celebravano in suo onore una festa


solenne.
figlio

A^famde [Agamdes]
del re di

Amatisia,
citt

PpMa,
mededella

Orcmeno, Egino.

Malia, da Amthus, Pafo,


Idalio,
della

Edific col fratello Trofonio


la casa del tesoro di

Mo,
Aven-

sima
do,

isola,

Cndia [da Gui[dall'isola

re di Iria, in Beozia.

citt

sulle coste

do

Caria], di Citer, oggi Crigo], Eri-

Githera

essi cercato, una notte, di rubare il tesoro, toglienri-

do una pietra, Agamede


preparato da

cna
sacri

[dal
il

monte rice
rosa,

in

mase impigliato in un laccio,

Sicilia].

Ad

Afrodite erano
il

Meo,

presso

mirto, la

il

melo [come dea dell'amore]; papavero, la colomba, il


passero,
la

al tesoro; Trofonio, per non essere scoperto, recise il

lepre [simbolo

deUa fecondit]; il delfino, come dea del mare. A Eoma, Venere, cbe in
origine era la dea della primavera e della natura germogliante, fu identificata

capo al fratello, e lo port via con s. Secondo altri, Agamede e Trofonio edificarono il tempio di Apollo a Delfo e,

avendone

richiesta
al dio,

la

ri-

compensa

fu loro

ri-

con Afrodite, quando fu introdotto il culto della dea


greca. Come madre di Enea, essa era considerata la progenitrice della gente Giulia, ed aveva santuari, nei quali

era venerata
Concilidtrix

coi

nomi

di

sposto che aspettassero otto giorni; ma dopo questo termine, furono trovati morti. TJn'altra versione narra che Trofonio fu inghiottito dalla terra, nel bosco sacro di Lebadia. Quando la Beozia fu aMtta da una grande
siccit,

[conciliatrice], Viripldca [placatrice di uo-

l'oracolo

di Delfo,

mini],
mirto],

Myrta

[la

dea del

consultato, rispose che bisognava ricorrere al sepol-

Murca [forse colei che molce e lenisce], Cloaclna [la purificatrice] ecc. Nelle calende del mese di

cro di Trofonio, in Lebadia. Avendo l'oracolo di Tro-

fonio comunicato

mezzi,

per

la cessazione della sic-

15
cita, gli

AGA
figlia Ifigenia, per implorare da Artemide il vento favorevole percb le navi

fn dedicato

il

bosco

ove era sepolto, ed eretta una statua, opera di Prasstele.

In questo bosco, Troi

fonio riceveva,

sacrifici

salpassero per Troia. Pigli di Agamennone furono Oreste, Ifianassa [presso i tra-

dava

gli oracoli.

Agamennone [Agamenmon,
XIII, 184] figlio di Atro, re di Micene. Per egli e il fratello Menelao sono detti

gici

Ifigenia],

Crisotmide,
i

Laodce
Elettra]. di Troia,

[presso

tragici

Dopo

la

C9.duta

donde condusse

anche figli di PHstne, figlio di Atreo e di rope, la quale avrebbe sposato pri-

Cassandra, figlia di Priamo, fu ucciso, in un banchetto, insieme con Casseco

ma

Plistene
lui,

e,

dopo

la

morte di

Atreo. Atreo

sandra, daUa moglie Clitennestra e dal drudo di lei,


Egsto.

la fece buttare in

pena con Tieste, fratello di Atreo.

dei suoi illeciti

mare, in amori

Secondo
stati

tragici,

sarebbero

uccisi

en-

Quando
Egino

Tieste

figlio
s

trambi nel bagno, dopo che Clitennestra aveva avvolto

s'impadronirono
e

di

Micene, Agamennone nelao fuggirono da Sparta,

Me-

Agamennone in una rete, perch non potesse difendersi.

presso Tindaro, di cui sposarono le figlie: Agamen-

Aganppe [Aganippe, V, 312]


.

none spos Clitennestra, e Menelao Elenaj indi cacciarono dal trono paterno gli usurpatori. Agamennone divenne re di Micene [se-

fonte presso Tespia, nella Beozia, che aveva la virt di infondere l'estro poetico a chi bevesse delle sue acque: secondo Pausania rebbe scaturita sotto il
sacol-

condo

Eschilo viveva in Argo], e Menelao eredit la signoria di Sparta.

po dell'unghia del cavallo


cavallo] Pgaso, I^Oktzoc, come rippocrne. detta lanta dal nome pelasgico della Beozia, la quale fu abitata anticamente dagli
lantes.

Agamennone divenne poi

il

pi potente principe della Grecia e, nella guerra di


Troia, fu
il

comandante

su-

premo

dell'esercito.

Con-

gave [Agave]

figlia di

Cad-

dusse 100 navi nel porto di ulide, dove sacrific la

mo

Armonia, spos Echione, da cui ebbe Pn-

di

AGB
teo.

16
Quando, insieme con

Baccanti, essa celebrava un giorno le Orgle in onore del dio, Penteo, re di Tebe, avverso al culto e ai misteri di Bacco, si rec sul
Oiterone, per punire le Baccanti;

altre

Agenride [Agenorides, IV, 563] Cadmo, ^go del


re fenicio Agenore.

Agluro [Aglauros, 832] una delle tre

II,

711-

figlie di

Ccrope, re di Atene, sorella di Pndroso e di Erse.

gi le
il

ma la madre incoragcompagne a sbranare


e cos
il

Mentre Mercurio era presso Atene, vide Erse bellissima, fra le donzelle che recavano, nelle ceste, doni a Minerva. Seguendola, penetr neUa casa di Cecrope doe, avendogli Aglauro mandato chi fosse, Mercurio

figlio,

capo

del-

l'infelice re

fu fatto a pezzi.

Agle

[ysXTj] era negli stati dorici della Grecia la com-

pagnia [yo> raduno] neli quale giovani, comi 17 anni, piuti entravano, per manifestare le partila

non ebbe ritegno

di dirle

il

colari attitudini ai vari uffici

nevano
loro
trarvl,

dello Stato, e vi rimafino al tempo del

suo essere e lo scopo della sua venuta, anzi chiese da lei la cooperazione al suo amore per Erse. Aglauro
acconsenti, chiesto in

matrimonio.,

Kell'en-

dovevano

prestare

dopo avergli compenso ima

giuramento, passavano il giorno coi compagni, e la notte nella casa paterna.


Il
gli

gran massa di oro. Ma Minerva, irritata perch ella


aveva, contro il suo divito, aperta la cesta ov'era Erittonio [v. m], indusse l'Invidia a contaminare del
suo veleno Aglauro. Tocca
dalla gelida

capo dell'agele dirigeva


esercizi ginnici

di-

vertimenti, e aveva il diritto di infliggere pene ai

membri della compagnia. Agenore [Agenor] re della Fenicia, padre di Cadmo,


Fenice, Clice e di Europa.

mano

dell'Invi-

dia, Aglauro arse di rabbia contro la sorte felice deUa

sorella

Erse. Venuto Mer-

Eapita la figlia da Giove [V. Europa], egli mand invano i figli a cercarla, percb nessuno di essi ritorn
in patria.

curio, ella,

non

ma

contro il patto, volle aprirgli la porta; il dio, spalancata la

Fu

il

capostipite

della famiglia di Bidne.

porta con un colpo leggero della sua verghetta, entr nella camera e, volendo

17

tri,

AGO

Aglauro

muoversi
il

contro,

per impedirgli passo, fu da Mercurio trasformata in

Fidia: in esso era la grande statua di Giove alta 12 me-

che

Fidia

aveva co-

nero sasso.

Agmne
507]

[Acmon, XIV, 484uno del seguito di Diomede. Quando questi, dopo molte peripezie, duil

struita di oro e di avorio, seguendo la descrizione del


libro
il

'Iliade.

Presso

tempio,

nel

medesimo

rante
i

viaggio nel ritorno

da Troia, perde quasi tutti compagni, Agmone os insultare Venere, dalla quale diceva di non dover nulla temere pi di quello che aveva sofferto. Venere allora lo

boschetto, era il sacro olivo selvatico, dal quale un ragazzo, che avesse entrambi
i

genitori, recideva con un coltello d'oro i rami, di cui

si

intessevano
si

le
il

corone,

onde

cingevano

capo

vincitori. I giuochi olimpici


si celebravano ogni quattro anni nel solstizio d'estate,

mut

in

un

uccello

simile al cigno.

Agonali [Agona o Agonala]


feste e sacrifizi che a

Eoma
al-

ricorrevano
l'anno.

pi

volte

e questo spazio di tempo, che correva tra la celebrazione di due giuochi, si chia-

Le

feste agonali del

mava
quale

Olimpiade

gennaio

erano

dedicate

La prima Olimpiade,
si

dalla

a Giano die, col titolo di Agonus presiedeva ai lavori e agli affari degli uo-

mini [ywv

giuoco].

Agni
blici

[ySivec,}

presso
Si

giuochi pubGreci [yv

cominciarono a computare gli anni nel calendario greco, cade nell'anno 776 av. Cristo, nel quale Corbo vinse nello
stadio.

giuoco].

dividevano in

tare

il

computempo per Olimpiadi


per

l'uso

di

Olimpici, Pitici, stmici, Nemi.

dur

293

Olimpiadi,

cio fino all'anno 394

dopo

Olimpici, I giuochi olimpici si tenevano in onore di


Giove,
Alfo.

in

Olimpia,
il

citt

Cristo [ch'era il 10 anno dell'impero di Teodosio]. In generale, il 1 luglio se-

dell'Elide,

presso Quivi era

fiume

gnava

il

principio dell'anno

un bo-

schetto, nel quale sorgeva il tempio di Giove Olimpico,


eretto sotto la direzione di
2

olimpiaco, e i giuochi duravano 5 giorni e finivano


col plenilunio.

NeUe prime

olimpiadi,

le

Stano, Dizionario di miti e leggende.

AGO
nella

18
cbe
le

gare consistevano soltanto


corsa,

gare ginnicbe e

ip-

ma

in

quelle

piche.

seguenti furono introdotte a mano a mano: la corsa

chi,

L'et storica di questi giuoda cui si cominci a

doppia,
stenza,

la
il

corsa

di

resi-

pntatlo o quinlancio
del

contare la prima Ptiade, comincia dal 586 av. Cristo,

qurzio

[salto,

disco, corsa, lotta, lancio di dardi], il pugilato, la corsa

quando cio gli Amfzini, dopo la gueira di Crissa


[1 guerra sacra] assunsero la cura di essi. si tene-

con

coccM a 4
i

cavalli, la
il

corsa con

cavalli,

Pan-

vano

ogni

crazio [lotta e pugilato], la corsa con indosso le armi,


la corsa

cio nel 3

anno

quattro anni, di ciascuna

Olimpiade, verso la met


di agosto. Il premio consisteva in una corona di
alloro e, talvolta,

con

gare.

le biglie e altre questi giuoclu in-

tervenivano di solito sola-

anche in

mente

gli

uomini, proba-

bilmente potevano assistervi anche le fanciulle spartane ed ele; ma era seve-

pomi. Questi giuochi furono soppressi, quasi nel medesimo tempo che gli Olimpici, cio verso il 394

ramente proibito
Ptici.

alle

donne

dopo

Cristo.

maritate di intervenirvi.
Si celebravano in onore di Apollo, al quale la leggenda ne attribuiva l'i-

stmici. Si celebravano in onore di Poseidone, sull'Istmo di Corinto, in un bosco sacro, ove sorgeva un

stituzione, dopo l'uccisione del gran drago Pitne [v.

Apollo e Pitone], nella pia-

nura Crissa, presso Delfo, la quale era sacra al dio e

tempio dedicato al dio, che quivi era venerato col nome di stmio. Si tenevano ogni due anni, verso la met dell'estate, cio due volte per
ogni

non poteva

in obbedienza a

essere coltivata, un oracolo.

Olimpiade:
del 2^ e

una
il

tra

la fine

princi-

I giuocM consistevano so-

prattutto in gare musicali, aUe quali prendevano parte,

l'altra

pio del 3 tra


te e

anno olimpiaco
la fine

del

4"

anno dell'Olimpiade uscenil

citardi

[suonatori

di

princpio

dell'anno

cetra], aulti [suonatori di e auledi [cantoflauto]


ri]:

poi

si

aggiunsero

an-

queUa che entrava. Secondo la tradizione, essi avevano avuto, da princi-

di

19
pio, e si

AGE
10, 2, 4

un

carattere funebre,

anno olimpaco:

erano tenuti in onore

una volta
verno, 'j
e

di Melicerte, figlio di Ino; pi tardi Teseo li trasform e li dedic a Poseidone.

nell'estate, un'altra nell'autunno o nell'in-

consistevano

in

Questi giuocM consistevano


in gare ginniche, ippiciie, musicali. Il vincitore otte-

gare ginniche, ippiche, musicali. Il vincitore otteneva una corona intrecciata, se-

condo alcuni, di ramo


livo,

d'o-

neva per premio una corona di ipposelino [molto tempo dopo la distruzione
la

secondo

altri, di

appio.
fa-

La

valle !N"ema

anche

di Corinto, di pino]

si

sostitu quelun ramo di

mosa, perch in essa Argo, dai cento occhi, custod Io,


per volere di Giunone, e fu ucciso poi da Mercurio. Ercole vi compi una delle dodici fatiche, che gli erano
state imposte da Euristo:
l'uccisione del leone

palma.

Nemi, Erano

celebrati in

Onore di Giove nella valle

Kema, presso Fliunte,


l'ArgoUde, in
cro,

nel-

un bosco sadove trova vasi un tem-

nemo.

Agor

pio sacro a Giove ^Temo. La tradizione vuole ch'essi


siano stati istituiti dai Sette

[yop] piazza di Atene, di forma quadrilatera, adorna di molte statue: in


essa
si

trovava

il

Fecle

che intrapresero la spedizione contro Tebe, in onore di Ofelte, detto poi Arcb-

[cTTo TcotxiXy)],

portico di-

pinto con quadri di Poli-

gnto.

moro, cio precursore del


destino [ap^fo
signoreggio,

Agornoxni
di polizia,

[yopvo[j(.oi] era-

comincio,

[i.otpa

no in Atene 10 magistrati
5 per la
citt
sor-

de-

stino], figlio di Licurgo, re di Nema, il quale fu ucciso

Pireo, che vegliavano i mercati


e 5 per
il

da un serpente, menIpsipUe,
.

tre
di

una schiava
ai

Licurgo, mostrava sette duci una fonte.

visitavano le merci, i pesi, le misure, e riscotevano 1^ tasse dei mertraffici:

Ma

cati [yop

nell'et storica, essi furono celebrati in onore di Giove

= piazza,
.

v(jio<;

legge].

Agro pubblico

[Ager

pu-

iSTemo. Si

tenevano

volte
cio

per
nel

blicus] era il terreno che, sottratto ai paesi conquistati,

ogni

Olimpiade,

diveniva in gran par-

AIA
te propriet dello Stato. In parte era poi venduto ai cittadini romani o concesso a templi o a comunit reli-

20

sepolcro trovavasi sul pro-

montorio Eeto; a Salamina ebbe culto come eroe


nazionale.

giose [in tal caso

si

chia-

Aiace di Oilo [XII, 622]


re di Locri, figlio di Oileo, prese parte alla guerra di
Troia, ove condusse 40 navi; bench piccolo, era uno dei

mava

ager consecratus'}. La distribuzione di esso venne

regolata da varie leges agrariae, di cui la prima fu la


lex Cassia, presentata dal console Spurio Cassio, nel

pi eccellenti lanciatori
giavellotti e,
il

di

dopo

486 av. Cristo.

pi

valente

Achille^ corridore.

Aiace Telamoni [Aiax, Xin, 1-398] di Salamina,


di Telamne, prese parte alla guerra di Troia con 12 navi, e fu, dopo
figlio

la guerra, sorpreso

Tornando da Troia, dopo da una

uno

tempesta, fu salvato, sopra scoglio, da Nettuno. Ma Aiace grid imperiosamente

AcMlle,
eroi

il

pi forte degli

greci.

Morto

Achille

che anche da solo sarebbe sfuggito alla morte. Allora


I^ettuno, sdegnato, spacc col tridente lo scoglio, s

per

mano
le

destin

di Pride, Ttide armi del figlio

in premio al pi forte fra i Greci, che si era meglio


distinto, nel difendere il corpo e le armi di lui. l-

che

egli precipit nel

mare.

Alstore [Alastor] non dimentica le


azioni,

colui che

malvage

ma

tre

Aiace,

pretendeva

le

armi anche
dato a
la

un

Ulisse; allora fu consiglio di Greci

facolt

di

decidere in

punisce dimentico]. il ge[xat. nio della vendetta che si tramanda, in una famiglia,

perseguita e le [-Xa0 di XavOvole

proposito, e le armi, forse per volere di Agamennone,

furono assegnate a Ulisse. Aiace fu allora preso da

un

accesso di pazzia, e nel-

da padre in figlio; perci egli anche il demone del male e della rovina. anche il nome di uno dei quattro cavalli che tiravano
il

la notte fece

strage degli armenti, scambiandoli coi Greci; ma ritornato in s,


uccise, precipitandosi su la punta della spada. Il suo
si

carro di Plutone, quando

questi rapi Prosrpina, nel

campo
to.

di Enna;, gli altri tre erano: Orfno, Atone, Dit-

21

ciottoli.

ALO

Alberghi, tu Grecia nell'et


omerica,
iDcrglii

venza, anche oggi pieno di

non esistevano
si

al-

ove

potesse allog-

Alctoo [Alcathous, Vili,


figlio

giare,

pagando, e i forestieri trovavano ospitalit nelle


case
private;

8] di Plope e di Ippodamia, uccise sul Oiterone

ma

nell'et

un

storica,

con

commerci, gno di osterie e di locande. Hei luoghi di pubbliclie


feste, lo

lo svilupp dei si vide il biso-

leone, che aveva sbranato il figlio di Megaro, e ne ebbe per compenso la


figfia

Evchme

in isposa e

stato provvedeva

la signoria di Megara. Pi tardi, con l'aiuto di Apollo,

a sue spese per l'alloggio dei forestieri: ciascuno si

eresse
di

una

delle

cittadelle

Megara

[Alctoe],

con

provvedeva s, ma non da escludersi cbe


il

vitto

da

persone private assumessero l'impresa di fornire di viveri i forestieri accorsi.

ad tempio ApoUo. Alcste o Alcstide [Alceste


dedicato
o Alcestis] figUa di Plia,

un

fu moglie di Admeto. [Ved.

Anche a Eoma,

l'ospitalit

Admeto],

in case private [hosptium] era molto diffusa, ma vi sorsero ben presto luoghi per dare alloggio e provvedere il vitto ai forestieri
[diversora,

Alcide

[Alcides,

XI, 213]

Ercole, nato da Giove e da Alcmna, la quale era 'moglie di Amftrine, figlio di

Alceo. [Y. Urcoe}.

caupnae,

po-

Alcinoo [Alcinus] saggio re


dei Feci nell'isola di Scheria [oggi Corf], UMsse, prima di

pmae]. Albine
fratello

['AX(lov]

gigante, di Bergine, figlio

ove and
giungere

Nettuno. Ercole, combattendo contro di loro, fini le frecce, senza ucciderli, e


di

in Itaca.

Alcine [Alcyne, 'AXxuvtj, XI, 410-748] figha di Eolo


Enarte, si spos a Cice, il quale orgogliosae
di

correva

rischio

di

essere

sopraffatto, quando Giove glL mand una grandinata


di grosse pietre, delle quali
si

mente
alla

serv per atterrare


Il

gi-

si chiam Giove, e moglie diede il nome Hera; perci Giove li mut

ganti.

campo ove

cad-

dero le pietre fu detto poi campus lapidus, in Pro-

in uccelli: lui in gabbiano, lei in alcione [Xxucv

alcione,

uccello

che

pr-

ALO
lifica

22
nel mare: Xc

Alcmna
[Alcmena, IX, 23] Elettrine, fu modi Amftrine. Essa gegUe ner a un medesimo parto fcle, procreato da Amftrine, ed Ercole, generato da Giove. Morto Amftrine, si spos a Radamanto in
figlia di

ma-

re,

xco

concepisco].

Secondo Ovidio, invece, Cice mor in un viggio, per mare, da Trachine [della Ftitide, in Tessaglia] a Claro, ove si recava per
consultarvi l'oracolo. Il suo cadavere fu trasportato dalle onde su la spiaggia, ove lo vide Alcione, alla quale
gi, per

Oicala di Beozia.

Mori

vec-

chia a Tebe, dopo che Ercole fu assunto nell'Olimpo,


fra gli di.

opera di Giunone,

Oeice era apparso in sogno e aveva narrato la fine misera della sua vita. Ella
discinse le vesti,
le
si si

Alcmene [Alcmaeon]

fighe

di Amflaro e di Erifile, fu condottiero nella spedizione


degli Epgoni. Avendo ucciso la madre, perseguitato dalle Erinni, divenne pazzo

strapp

chiome e, disperata, sali su una roccia, per precicadavere


dell'a-

pitarsi sul

mato

e morire con lui.

Ma,

per piet degli di, fu mutata in alcione e, lanciatasi sul corpo amato, lo avvolse con le ali e lo baci col rostro: anclie Oeice fu
allora

fuggi presso Eego [a Psof in Arcadia], il quale lo accolse e gli diede in mola figlia Aliesiba o Arsinoe. Ma, preso di nuovo
glie

da pazzia, abbandon

Al-

mutato

in

alcione

fesibea, e spos OaUiroe, figHa di Achelo, e fu per-

maschio.
D'inverno, l'alcione cova le uova per sette giorni sul mare, che in questo tempo

ci

ucciso

dai

fratelli

di

Alfesibea.

Alessiroe
763]
il

figlia

51, [Alexirhe, del dio fluviale

sempre tranquillo, perch Eolo fa calmare ogni vento.

Alcione

['AXkuovsuc;] gigante che assali Ercole, mentre attraversava l'Istmo coi

Granico, amata da Priamo, quale ebbe da lei il figho saco.

Aletto una delle Erinni. [Ved.

buoi di Gerine, e con un masso gli fracass 12 carri e 25 uomini; Ercole lo uccise con la sua clava.

Alettrone [Xsxrpucv = gallo] giovine caro a Marte e


confidente dei suoi amori-

JErinni}.

Un

giorno, posto a senti-

23
nella,

AliL

mentre

il

dio s'intrat-

mandarono presso

il

loro

teneva con Venere, si addorment, s elle Vulcano, marito di Venere, sorprese i due amanti. Marte, per punirlo della sna negligenza, lo trasform in gallo e, in pena della sua antica pigrizia, lo costrinse

amico Agapnore, dove forse trov la morte. Secondo


altri,
telli,

Alfesiba uccise

fra-

per vendicare la mor-

te di Alcmene. Alimentarii [Alimentarii: alo = alimento] erano a Eo-

ad avvi-

ma, nel periodo dell'impero,


i figli

sare ogni giorno, col canto, del sole. il vicino nascere

AUiade

[Alpheias, V, 487] la ninfa Aretsa [v. ivil,


e

di genitori poveri, che ricevevano un sussidio mensile di 10 sesterzi [i maschi], 12 sesterzi [le fanciulle].

amata da Alf o, convertita


congiunta con lui nelle acque. Alfo [Alplius, II, 250] il pi grande fiume del Peloin fonte

Questa istituzione pare sia cominciata da Kerva, e fu


poi ampliata dagli imperatori successivi.

Alleati [Socii]. Presso

Eo-

ponneso.
e di Teti:

Oceano mentre andava a


figlio di

mani,

gli alleati si divide-

caccia, innamoratosi di Aretsa, ninfa deUe fonti e


cacciatrice, la insegui; eUa lo fuggi e, riparata
nell'isola
si

vano in: 1 Sodi aequo foedere, uniti in una lega molto stretta e
in un'alleanza offensiva
difensiva
coi

ma

Siracusa,

di Ortigia presso mut in fonte.

Eomani, coi quali formavano una vera

Alfeo allora^ mutatosi anche lui in fiume, si immerse


nel

e propria confederazione. 2 Socii non aequo foedere,

erano generalmente popoli


vinti che, in forza di un trattato conchiuso col vin-

mare, corse sotto ad

esso e, giunto
si

ad

Ortigia,

congiunse con Aretusa, Alfesiba [Alphesiboea] figlia

di Fega, moglie di Alcmene. Quando seppe che i fratelli suoi le avevano ucciso il marito [v. Alcmene],

accettavano le imposizioni, pur di avere la pace e di conservare la


citore,

propria indipendenza. 3 Sodi Latini erano una


classe privilegiata di alleati,

mont
loro.

in furia contro

che avevano un proprio

di

Allora

chiusero in

una

questi la cassa, e la

foedus con Eoma. Gli alleati formavano

un

ALL

24
al-

esercito [auxilia] ugnale alla

legione romana, quanto

l'armatura, ma molto pi numeroso e con una cavalleria quasi

doppia della rocitt alleata fa-

mana. La

un

ceva le leve, in seguito a ordine del Senato roe

anno, crescevano un braccio in larghezza e una tesa in altezza, s che in nove anni furono alti 9 tese e larghi 9 braccia. Tentarono di dare la scalata al cielo, rotolando su l'Olimpo l'Ossa e
il

Pho;

ma

Apollo

li

mano,
mentre

provvedeva

al ve-

uccise coi suoi dardi, prima

stito e alle paglie dei soldati,

pensava per le vettovaglie, appena le truppe giungevano al posto stabilito. I 12 praefecti

Eoma

che giungessero all'et vanile. Causa di questa


ta
si

giolot-

riteneva la loro

brama

sociorum

toglievano, da

tutti gli alleati presenti, l quinta parte della fanteria e la terza della cavalleria, e fra questi
quelli

che
la

venivano scelti dovevano for[evocati]. Il

di possedere Hera e Artemide. Legarono res e lo tennero chiuso, per 13 mesi, in un vaso di bronzo, finch fu liberato da Hermes. Un'altra favola narra che, a Kasso, Artemide pass in mezzo a loro, in forma di

mare
per
leati
il

guardia del corpo

cerva;

essi

la

presero

di

console

resto dell'esercito degli al-

le loro lance, si uccisero tra loro. l^eU'A-

mira con

ma

veniva aggiunto alle

verno,

erano

attorcigliati

legioni delle quali le ali.

formava

con serpenti a una colonna

e tormentati dalle strida di

Allec

[alleo o allex]

una

spe-

un

cie di salsa

preparata con

rappresentazione,

gufo. Secondo un'altra gli Aloidi


divinit
telluriche
e

ostriche, con altri testacei e con le interiora di piccoli pesci, specialmente di trila parola indicava le parti carglie.
altri,

sono

campestri,
reali:

che presiedono

Secondo

ai terreni produttori di ceeroi che col lavoro

domano
avrebbero
il

la

natura".

Essi

nose e disseccate di quei


pesci [oHq

istituito

per

sale].

Aloidi
[il

[Aloidae,

'AXwstSai]:
di Aloo

primi l'Ehcna e fondata Ascra


altre
citt.
figlia

culto delle

Muse

su

Oto ed

Eflte, figli

quale era figlio di Poseidone] e di Ifmdia. Ogni

lope [Alpe]

di Cer-

cine, tiranno di Elusi: da

25
Poseidone

AMA
ninfa, che lo adorn di erbe e di fiori, lo riemp di frutta e lo

ebbe un

j&glio

che, rivestito di un brandello della sua veste, ella lasci esposto segretamente

don a Giove. Giove

lo

regal poi alle ninfe che lo

nei campi, per celare al padre la sua colpa. Una giumenta lo allatt, e un

avevano allevato, promettendo loro che da esso sarebbe scaturito tutto ci


che esse avessero
rato.

pastore del paese, stupito del prodigio, lo port a Cercione, il quale, riconosciuto
il

deside-

Questo il corno dell'abbondanza [cornu co-

brandello della veste del-

piae].
r.

Quando Amaltea mole

la figliuola, la fece uccidere,

Zeus la colloc fra

ordin

cbe

il

fanciullo

stelle.

fosse

lasciato

esposto
di
lo

in

Amata
vinia.
figlia

[Amata] mogHe

del

campagna. una giumenta


egli

Ma

nuovo nutr, ed

re Latino e

madre di LaAveva promesso la

crebbe col

nome

ptoo [tTCTTOf; regn in Eleusi, dopo che Cercionefu ucciso da Teseo. Alta [Altbaea, Vili, 446]
figlia di

di Ipcavallo], e

in isposa al nipote Turno, re dei Etuli, men-

tre Latino preferiva darla a Enea. Perci ella suscit

contro Enea una guerra ac-

Thstio, moglie di Eneo e madre di Melegro.


[V.

Meleagr].

Amadradi [Hamadrydes,
I,

690] ninfe, boscherecce,


le cor-

che vivevano dentro


tecce
degli

alberi

insieme, Spu<; in questo verso


alle

=
si

[S.jj.<x.

quercia]:

ma quando seppe che Turno era caduto per mano di Enea, si uccise. Amzzoni [Amaznes, XV, 552] popolo favoloso di donne guerriere, che aveva la sua sede principale nella citt di Temiscra, su le
canita,

accenna
arcadi-

Amadriadi nonacrine
cio

rive del Termodonte, nella Cappadocia. Di l passa-

[Nonacnnae]

che, dette cos da Knacre, regione dell'Arcadia,

Axnalta

della capra

[Amaltha] nome che nutr Giove,

rono nella Scizia, lungo le sponde della palude Metica e, per perpetuare la razza, conservavano l'amicizia dei loro vicini, i Gargari, abitanti ai piedi del Caucaso: i fanciulli veni-

a Creta. Quando le si spezz un corno contro un albero, esso fu raccolto da una

vano

uccisi o dati ai padri,

AMB
le ragazze, allevate

26
con cu-

bondanza

della raccolta.

La

ra, erano ammaestrate nell'arte della guerra. Per po-

vittima destinata al sacrificio veniva condotta per i

ter

maneggiare

le armi, esse

campi da un'allegra schiera

consumavano poppa destra


loro

col fuoco la
alle ragazze,
il

e da ci sarebbe derivato

nome

za poppa

[-(xa^?

nome [arva = campi]. Ambrsia [ambrosia]


cibo degli di,
il

di contadini: di qui

il

suo
il

sen-

cibo del-

senza seno].
la

Compirono grandi imprese,


Scizia, la Tracia, la Siria. Il loro esercito fu distrutto da Belle-

l'immortalit, come il nettare ne la bevanda [[3po-

percorrendo

T?

rofonte, quando esse assalirono lobate, re della Siria.

mortale, oL-ii-^poToc, immortale]. Essa scaturiva da fonti che si trovavano nel lontano occidente, ove erano i giardini delle

Contro di loro combat-

t Ercole ed anche Teseo,

Espridi: di l le colombe recavano a Giove l'ambrosia.

quale le vinse sul fiume e port via in la loro regina Anisposa tiope o Ippolita. Erano rappresentate a cavallo, ar0.

Ametista [amethystus]
tra preziosa
zurro-violetto,

pie-

Termodonte

di colore az-

detta

cos,

perch

si

credeva che aves-

mate di scure, di lance, di uno scudo a forma di mezzaluna,


casso,
litare

dell'arco,

del tur-

con la cintura mie coi balteo, da cui


la

se la propriet di attirare 1 vapori del vino e di liberare dall'ebbrezza [-yLeQuc non sono ubbriaco]. Le si attribuivano anche virt contro le malie, contro i

pendeva

Ambarvle

spada. [sacrum]
cbe, al

sogni e altre qualit provitti-

digiose.

ma e sacrifcio
del

tempo

Amfiaro
glio di
stra,

(3 giorni di maggio), ogni proprietario celebrava nel

delle feste Arvli

mese

[Amphiarus] fiArgo e di Ipermngran vate ed inter-

prete

suo

podere. Di

solito,

il

10 maggio, i contadini romani offrivano vittime e


sacrificio

di sogni, uno degli eroi della caccia caledonia, della spedizione degli Ar-

a Crere, a Marte
divinit

gonuti e della 1^ guerra Tebana. Quando gli eroi


argivi fuggivano, vinti dai

ad

altre

caml'ab-

pestri,

per

ottenere

Tebani, Amfiaro fu inghiot-

27
tito

AMF
si

dalla

terra,

presso

il

occuparono
Lieo
era

fiume Ismno [nella Beozia], insieme col carro e col suo arciere Btone. Egli fu poi reso immortale.

Tebe, di cui impadronito,


di

dopo
si

la

morte

Mtteo e
le quali

la cinsero di

mura,

Axnfidrme
fJKpi

intorno, Spfzof; corsa] festa familiare presso i Greci, in cui il neonato,


nel 5, 70, IQo giorno dalla

[' A[i^n^p6[Li(x.:

sua

nascita, veniva portato attorno al focolare do-

mestico, accolto nella famiglia e raccomandato agli di protettori della casa, e

mossero e si collocarono a posto da se stesse, all'incanto del suono della lira di Amfione. Amflone prese in moglie Mobe, Zeto spos Tebe: entrambi furono sepolti nella medesima tomba. Essi sono chiamati i di Discuri Tebani [^lc,

Giove, xoupoi
\i(^i

figli].

mfitetro [amphith,etrum;

riceveva il nome. Se il neonato era maschio, la caga era adorna di corone di


ulivo,

intorno, Osarpov
Qe.oiio(.i

teatro, da

osser-

se

femmina, di co-

vare] era una costruzione di forma o"vale, adibita ai

rone di lana.

combattimenti

dei gladiai

Amfine [Amphion, VIj 221]


figlio di

tori e alle lotte delle fiere.

Giove e di Antiope,
di

gemello
dilettava

Zeto.

del

Egli canto e del

si

Lo avevano mani, non i


dificio era

soltanto

Ro-

Greci. Quest'e-

formato da una

suono della cetra, mentre Zeto era un pastore e cacciatore


della

serie di arcate poste l'una su l'altra, ornate di pilastri:

selvaggio, amante vita materiale. An-

tiope fu tenuta prigioniera dallo zio Lieo e dalla moglie di lui, Dirce [Lieo era fratello di Mtto, re di Te-

arcate dell'ordine pi basso servivano di accesso all'edificio e mettevano in


le

un

corrente pianerottolo tutto all'intorno, da cui

partivano
quali varie
si file

le

scale,

per le
le

be e padre di Antiope].

Ma

raggiungevano
dei
sedili.

essa riusci a fuggire presso i figli, i quali uccisero Lieo e legata Dirce alle corna di un toro, la precipitarono

Kel

mezzo delle arcate si apriva uno spazio di forma pure


ovale
la

in
lei

una fonte, che prese da il nome. I due fratelli

quale parte libera, su cui si


[cavea],
gli

della

davano

spettacoli

AMF
combattimenti, cosparsa di sabbia, era chiamata area o arna. Intorno all'arena correva un muro massiccio con camere a volta \cavae}, destinate alla custodia delle fiere o ad altri
uffici,

28

Amfitrine [AmpMtryon]

fi-

glio di Alceo, re di Tirinto, coll'aiuto del cane datogli

dall'ateniese Cfalo, cbe poteva fare preda di tutto,

e terminava in

una

balaustrata a colonne, che serviva ad assicurare gli spettatori dal pericolo di

volpe del la volpe e il cane furono da Giove mutati in pietre. Combatt contro Pterelo, re di Tafo, la cui immortalit dipen-.
prese
fiera

la

monte Teumesso:

un

assalto

delle fiere.

Lo

deva da un capello d'oro:


rapitogli questo dal figlio, egli fu vinto, e Amfitrine

spazio dietro a questa balaustrata si chiamava podum, nel quale era il seggio pi elevato dell'imperatore e delle persone pi
eccelse della sua corte. So-

divenne re di Tafo. Spos poi Alcmna, sua cugina, cbe gli diede ficle; con Giove, Alcmena aveva partorito

pra

il

podium s'innalzava-

Ercole.
I,

no, a scaglione e in circoli concentrici intorno all'arena, i sedili degli spettatori in 3 o in 4 piani, che fini-

Amftrte [Amphitrite,
colei che
[i[i<pi

14]

rumoreggia intorno
intorno, Tpi^w
del

vano in una

galleria aperta.

strido] dea mare, figlia di 'Nereo e della ninfa Dride,

Un
che
il

gran telone [vlarium], si stendeva su tutto l'e-

dificio,

serviva per riparare pubblico dai raggi solari


e pi magnifi-

moglie di Poseidone [Kettno]. Volendo rimanere nubile, ripar presso


Atlante, quando si accorse dell'amore di Poseidone; ma, ricondotta da un delfino,

o dalla pioggia.

U pi grande
co

amfiteatro

romano fu

Flavio quello [Colosso], fatto costruire dall'imperatore Vespasiano e compiuto

che era stato mandato da Poseidone a rintracciarla, divenne sposa del dio.
(X9i

Amfizione

da Tito, neU'80 dopo Cristo. Esso conteneva 87.000 spettatori, nelle file dei sedili, e altri 20.000 nelle gallerie

= =

[' A[jL(pixr\}ovi(x.i:

intorno, xt^co

colonizzare; cfr. [i(^iy.Toabitanti vicini] levs(;

ghe formate da popoli greci,

aperte.

abitanti presso

qualche

29
santuario,
i

AMM

riguardo
origiiie,

alla
si

quali, senza diversit di


la

univano per
santuario,

difesa

del

per
certe

celebrare in

comune

feste e per difendere scam-

fendere con tutte le forze il santuario del dio di DeKo . La sua costituzione veniva ascritta ad Acrisio, il mitico re di Larissa [in Tessaglia]; essa si riuniva di
in primavera

bievolmente i propri diritti; pur essendo indipendenti le une dalle altre, discutevano
intorno agU affari comuni,
in assemblee plenarie. L'amfzionia pi celebre

due volte all'anno: a Delfo,, in autunno aUe TermopOi. I


solito

12 popoli che vi parteci-

pavano avevano due voti


ciascuno
Consiglio, i in complesso, quali perci, erano 24. Augusto port i

nel

quella

dlfica-pilea

quel-

la cio di

Delfo e delle Terdetta per eccellenza mpili, la lega degli Amfzini. Esisteva gi nei tempi preistorici e abbracciava 12 popoli, che anticamente abi-

numero di 30, distribuiti arbitrariamente fra


voti al
i

singoU Stati, i quali non corrispondevano pi agli antichi.

tavano neUa Tessaglia e nei


paesi vicini: Tssali, Beti,

Ammone [Amymone,

II,

Dori, Ini, Perrbi, Magnti,

Locrsi,

Oeti,

Acbi,

240] fonte in Argo. Era una delle 50 Danidi, figlia di Dnao: essendo stata amata da Poseidone, questi fece scaturire per lei una fonte
dello stesso

Mlii, Focsi, Dlopi. Fine principale della

lega era la protezione e la difesa dei santuari cbe le apparte-

nome.

Aniinne [Ammon, IV, 671]


divinit egiziana, la quale,

nevano, del culto e delle


solennit relative, specialmente quelle dell'oracolo
delfico e,
sto,

per affinit del suo oracolo con quello di Dodna, fu pi tardi identificata

dal 586 av. Cri-

dei giuochi pitici. Gli

Amfzini dovevano prestare questo giuramento Giuro di non distruggere dalle

con Giove dai Greci, ed ebbe templi ed altari a Tebe, in

fondamenta nessuna citt amfizionica, di non intercettare ad alcuno l'acqua


in pace o in guerra, di di-

Olimpia, ecc. Ammone era venerato sotto forma di un ariete o di un uomo avente

capo di un ariete, e si narrava che, quando Ercole insisteva nel voler mirare
il

AMO
Giove,
ariete,
il

30
dio,

per non
scortic

la-

sciarsi vedere,

un

dallo sposo e dai parenti i doni, che con grande cor-

ne indoss la pelle e ne sovrappose il capo al suo, e cosi si mostr a Ercole.

teggio

si

portavano a casa

degli sposi.

Anpo [Anpus

Secondo Ovidio [V, 327328] Giove si converse in capro quando, inseguito con gli altri di dal gigante Tifo, essi si buttarono nel Kilo, sotto mentite spoglie.
Allora gli Egiziani rappresentarono il dio con la
testa di ariete. Il suo tem-

o Anpis, V, 417] fiume deUa SiciHa, cbe sbocca presso Siracusa. Ovidio lo ricorda come a-

mante

della sorgente Ciane.

Anassarte

[A.naxarte,
nobile fan,

XIV, 698-758]

ciulla della stirpe di Tucro:

quando il giovine Ifi,, innamorato di lei, non riamato,


la fanciulla si affacci

pio principale, ove aveva

sede

il

visitato

suo oracolo, clie fu da Alessandro Ma-

impicc alla sua porta, daUa per veder portar finestra,


si

via

il

corpo del giovine:

ma

gno, era sito in

Ammnia,

da Venere fu mutata in
pietra.

una

bella oasi nel deserto

Libico, lunga 40 stadi ed altrettanto larga, la quale

Anchse
figlio figlia

[Ancbises, IX, 425] di Capi e di Temi,

aveva una fontana sacra


sole

al

di Ilo, fu re di Bar-

un gran bacino

di

sale [sale ammoniaco]. L'acqua di questa fontana era

dano, sul monte Ida, nella Trade. Eu amato da Afrodite, che gli partor Enea,
sul

calda, al sorgere e al tramontare del sole, e si raf-

monte Ida o presso


Simonta.

il

fi.ume

Ma

poi-

freddava nelle ore del meriggio

Amore

[XV, 308-310]. [Amor, I, 480]. Vedi

ch si vantava delle sue nozze con la dea. Giove lo


rese zoppo col suo fulmine. Dopo la caduta di Troia,

Cupido.

Anacaliptrie

[Anacalyptevaria, 'AvaxaXu7CTY]pi,a: erano il xaXTrTw svelo] 2 e il 3 giorno dopo le

segui
cilia,

Enea

mor in
sepolto

Si-

ove fu
rice.

sul

monte

Anele [Ancle] scudo di

for-

nozze, in cui la

sposa

si

ma

oblunga, cos chiamato,

mostrava per
ta

la

prima

vol-

senza velo, e riceveva

perch aveva una cavit semicircolare da ciascun la-

31
to.

AND
Andrgeo [Androgua]
di Minosse. [V.
figlio

Si

diceva
e

caduto

dal

cielo,

Kuma, per impe-

Minosse

fosse rubato, ne fece costruire 11 altri simili,


dire
elle

Minotauro].

Andromaca [Andromcha]
figlia

perch dalla ninfa Egria


gli

di Ezine,

mogUe

di

era

stato

riferito

clie

dalla conservazione dell'ancil

Caduta Troia, fu condotta da Keottlemo,


Ettore.
figlio

dipendeva

quella

di

di Achille a Ftia, in

Eoma. La

custodia di questi scudi, in un santuario sul monte Palatino, era affidata ai


Salii.

Tessagha, poi nell'Epiro, e

da lui ebbe tre figli. Dopo, Keottolemo la lasci a Meno,


fratello

[V. Salii].

di

Ettore,

il

Andrmone [Andraemon,
la quale era

IX, 363] marito di Driope, madre di Anche essa ebbe da fsso,


Apollo.

quale aveva avuto una parte del regno di Epiro. Mori poi in Asia, ove aveva seguito Pergamo,
figli,

uno

dei tre

che aveva avuto da

ndroclo [Andrclus] schiavo di, un proconsole romano


in Africa. Fuggito dalla casa, trov nel deserto un

IsTeottolemo.

Andromeda [Andromeda,
IV, 663-739] figha di Cfeo, re di Etiopia, e di Cassiope.

tormentato da una spina, che si era ftta in una zampa. ndroclo ne lo liber e visse nella caverna insieme col leone, che gli
leone,

Avendo
Keridi,.

la

madre, superba

della sua bellezza, offeso le

Nettuno

mand,

procacciava il cibo. Dopo qualche tempo, egli voUe tornare fra gli uomini ma, caduto in potere del padrone, fu condannato alla lotta

a devastare quelle terre, un mostro marino, a cui, per un oracolo, fu esposta An-

dromeda. La fanciulla, attaccata a una rupe, era per essere divorata dalla fiera,
sci

con

le belve.

La

bestia con

quando, giunto Perseo, riua uccidere la bestia e a

cui doveva lottare era ap-

liberare

Andromeda. Oefeo

punto

leone ch'egli aveva guarito. Il leone lo riconobbe e gli fece festa, senza
il

allora la diede in isposa al

liberatore,

ma

poich prima

l'aveva promessa al fratello

liberato ed ebbe in
leone.

punto toccarlo. ndroclo fu dono il

Fineo, ne segui una lotta


terribile.

Fineo con nume-

rosa schiera penetr neUa

ANG

32
Anna Perenna [Anna
la

sala, mentre Perseo era ancora a mensa e, dopo una

Perenna] la dea dell'amore


cui festa

grande strage, in cui morirono molti del seguito di Fineo, Perseo pietrific con
la testa di

era celebrata

Medusa

[v.

Mein-

a Eoma, verso il 15 marzo [al cominciare cio della primavera] con giuochi e
allegri banchetti, nel

dusa]

superstiti e lo stesso
il

Cam-

Fineo,

quale implor
[V, 1-235].

vano da
la vita.

lui elle gli salvasse

po Marzio e con preghiere alla dea, con cui si impetrava vita lunga e felice e
abbondante
raccolta.

Anguigeni [Anguignae,
guis

III,

La

531] nati dai serpenti [an-

yiyvojxai

=
i

serpente,

ysv

in

tradizione narrava clie una donna vecchia e robusta,


di nome Anna, avesse ogni giorno portato pane fresco alla plebe romana, che s'era
ritirata sul

Tebani,
nerati

nasco] sono i quali furono gedenti


del
ser-

dai

pente sacro a Marte. [Ved.

monte Sacro,

Cadmo].

che questa, in ricompensa,


le

Inio

[Anius, XIII, 632-674] figlio di Apollo e di Crusa,

avesse eretto poi

un

san-

signore di Delo. Fu ammaestrato da ApoUo nella divi-

Al tempo di Ovidio, la dea Anna Perenna fu confusa con Anna, sorella


tuario.

nazione e prest aiuto ai


Greci, nella loro spedizione contro Troia. Aveva, oltre

di Bidne.

Si

diceva che

fosse giunta da Cartagine in Italia, dqpo Enea, e che,

un

fgUo Andro, quattro

fi-

glie, le

Bacco
pane,

quali ottennero da il dono di mutare in

per gelosia di Lavinia, si fosse buttata nel fiume IsTumico, nel quale si gett poi anche Enea. Indi fu venerata come ninfa di quel
fiume, col

tutto quello elle toccassero. Agamenolio, vino,

none voleva condurle

seco,

nome

di Perenna.

per provvedere col al vitto del suo esercito, ma esse


fuggirono e impetrarono di essere mutate in colombe.

Anno

[annus, II, 25]. In Grel'anno attico cominciacia, va col primo novilunio, doil

po

solstizio di estate, lo

Ardo ricev, nell'isola, Enea, elle nel viaggio, dopo la distruzione di Troia, approd
ivi.

spartano

cominciava

con

l'equinozio di autunno, e l'elico col solstizio di in-

verno.

A Eoma

invece, se-

33
condo
l'antica

ANT
Ercole lo strozz, tenendolo sollevato.
terra.

Eomolo

tradizione, divise l'anno in

10 mesi, cominciando da marzo, che cMam cos dal nome di Marte, suo padre; IsTuma Pompilio aggiunse i due mesi di gennaio e di febbraio, e il calendario fu poi corretto nel 46 av. Cristo,

Antcira [Anticyra] citt costiera deUa Fcide, rino-

mata per
la pazzia

l'ellboro,

un

cibo

che si riteneva atto a guarire


e la malinconia.

Antfate

234] era

[Antipbtes, XIV, il re feroce dei

quando Giulio Cesare,

essendo pontefice massimo, ne diede l'incarico a Sosgene,

Lestrgoni, nel tempo in cui Ulisse giunse aUe loro


spiagge. [V. Lestrigonil. Eu cosi crudele, cbe il suo nome

matematico alessanfu
in

drino. Cosi, tanto in Grecia

divenne sinonimo di
bestiale.

uomo

cbe in Eoma, l'anno definitivamente diviso 12 mesi. [V. Mesi].

Antigone [Antigone]

figlia di

Edipo e di Giocsta,

sorella

Antenore [Antnor, XIII,


201] iUustfe troiano, fgUo di Esite e di Tbeno, sorella

di Etocle e Polinice.

Se-

gu affettuosa il padre cbe, scoperti i suoi orribili delitti,

di

cuba.
si

Fu amico
diceva cbe

si

era

dei Greci e

cb
delle

egli

accecato, finmori, nel bosco


[V.

avesse loro aperte le porte deUa citt e consegnato


il

Eumnidi a Colno,
Edipo]. i suoi
uccisi

presso Atene.

Caduta Troia, parti su la nave di Menelao, si ferm a Cirene, emigr neUa Tracia e di l in Italia, dove fond PaPalladio.

In seguito, quando due fratelli rimasero

nella guerra per la contesa del trono di Tebe, ella,

contro l'ordine di Creonte,


fratello di Giocsta, allora

dova.

Anteo [Antaeus] gigante


ribile,
figlio

ter-

signore

di

Tebe,

il

quale

di

Kettuno e

aveva proibito cbe


linice,

di Ga, signore di una parte della Libia, costringeva a

desse sepoltura al cadavere di Posi

seppell

il

fratello.

lottare con lui tutti coloro

Perci

passavano per U suo paese e li uccideva. Poich non poteva essere vinto, fncb toccava la madre
cbe.
3

fu condannata al carcere, ove si impicc, ed

Emne,

figlio

di

Creonte,

cbe l'amava, si uccise sul cadavere di lei.

Stano,

Dizionario di miti e leggende.

ANT

34
sentinella ai templi di side e di Osiride. I Eomani gli

Antloco [Antilcus] figlio di Nstore e di Euridice, U pi caro amico di Acliille,

eressero

un tempio.

dopo Patroclo. Presso Troia, fu ucciso da Mmnone, mentre

Apatrie
ste

['ATcaTopia] le feateniesi dell'adunanza

cercava

di

salvare

il

padre da estremo pericolo.


Achille uccise poi Mmnoe vendic cos l'amico; le ceneri di Antiloco furono

dini
loro

delle fratrie, in cui i cittafacevano iscrivere i


figliuoli

nelle fratrie.

ne

deposte
troclo.

nella

tomba

di

In Atene, erano celebrate in 3 giorni del mese di Pionepsine [ottobre - novembre]:


figlio
il

Achille con quelle di Pa-

padre presentava nato in quell'anno,

il

Antiope [Antipe] fgHa del dio fluviale Aspo della Beozia, fu da Giove resa madre dei due gemelli: Amfne e Zeto. [V. Amfonel.

anche quelli nati prima, ma non ancora iscritti, e giurava su la legittimit di essi. I fanciulli venivano allora
iscritti
tri, si

nell'elenco

dei frai ca-

Un'altra Antiope fu regina delle Amzzoni, e si trova indicata anche col nome di
Ippolita.
[V. Ippolita],

tagliavano loro

pelli

che erano

offerti agli

dei, indi si offriva, per ogni bambino, il sacrificio di

Anbi

[Anbis],

antico

dio

una pecora o
e
si

di
il

una capra
banchetto

deg Egiziani, figlio di Osiride. Si rappresentava sotto

teneva

del sacrifizio.
II

forma di uomo con

la testa

nome

di queste feste de-

di cane, vestito, come l'imperatore, con la corazza,


col

riva dal fatto che, prima che i fanciulli, in seguito al

paludamento
fino
al

con

sti-

giuramento
la loro

del

padre su

ginocchio, e avente nella destra un sistro


vali

legittimit, fossero iscritti nelle fratrie, erano

egiziano,

nella

sinistra

un

considerati, senza padre,

ri-

cadco.

Egli

l'Hermes

spetto allo Stato [-TrdcTOpsi;

dei Greci, che aveva amato i cani e la caccia e, quando


il padre in guerra, aveva nello scudo e negli stendardi una testa di cane. La sua statua faceva da

senza padre; padrej.


.

TcaT7)p

segu

pis
che

[Apis] era
gli

il

toro sacro,

come

Egiziani onoravano dio a Memf. Il toro


si

nel quale

riteneva che

36
risiedesse
de,
ro,

APO
e
gli

ramina

di Osiri-

facevano

doveva essere tutto necon un segno bianco e

esequie.

Al tempo
spesero

splendide di Tolo-

meo Lago, per


quie
si

su la fronte, e portare sotto la lingua un

quadrato

queste ese50 talenti

nodo
gura
co,

della figura dello scarafaggio, sul dorso la fi-

[circa 300.000 lire-oro]. Dopo la sua morte, il popolo


si

di

un'aquila

sul

fncb

abbandonava al lutto, non appariva il nuo-

fianco destro

un segno
luna

biancre-

vo toro successore, capace


di rappresentare Apis. Si credeva cbe i fanciulli cbe

simile

alla

scente.
lo

La giovenca

che

partoriva doveva averlo

avessero sentito l'alito del


toro

concepito col

Tuono. Quando un toro aveva le qualit

Apis,

ricevessero

il

dono

della divinazione.

per rappresentare Apis, lo si faceva nutrire da alcune

Apofreti [7C09p7)Ta] doni di vivande cbe i convitati


ricevevano

donne
sero
si

(le

sole

cbe potesquali gli in modo


indi,

vederlo) le

perch
[aTc

li

presentavano

nel banchetto, portassero a casa

da, (ppw

porto].

indecentissimo;
Kilo,

con
il

Apoird

[7C09pSs<; Y](xspai]

gran pompa, a traverso


era

portato in una

erano i giorni nei quali si facevano libazioni mortuarie ai defunti.

barca a Memfi, ove religiosamente si custodiva in una stalla annessa al tempio di


Osiride.

poi, si a tutti

In generale dava questo nome i giorni di male au-

Quando, in qualche

gurio, nei quali

non

si te-

grande occasione, lo si faceva girare per la citt, era preceduto da fanciulli cantanti inni sacri, e scortato

nevano n assemblee, n
sedute nei tribunali, e evitava di accingersi a
affare di
dico]. da, 9p^co latino dies nefasti.
si

un
In
il

da

uficiali,

cbe

gli

facevano
certo pe-

importanza

[aTc

strada.

Dopo un
di

riodo
bri

tempo,
degli
lo

generali li-

Apollo [Apollo,

'AttXXcov]

mente breve, secondo


sacri

Egizi,

nunzio infallibile [ustXsc annunzio a voce alta,

sacerdoti

conducevano
anne-

minaccio],
della

oppure

il

dio

sulle rive del Nilo e lo

gavano con cerimonia solenne, indi lo imbalsamavano

vendetta [aTtXXufxt mando in rovina] era figlio


di

Giove di Latna, nato

A^O
nel

36
medesimo parto con Ara pie del monte

ma

spesso

suoi

vaticini

temide,
il

Cinto, nell'isola di Delo. dio della luce, la pi ful-

non erano chiari alla mente umana, perci egli era


chiamato Ao^ta?, 1' oscuro
[Xo^?

gida personificazione della giovinezza luminosa, identificato perci col sole dai puri raggi e, da Euripide in poi, ritenuto lo stesso che
il sole.

obliquo]. Appena nato, uccise coi suoi dardi, presso Delfo, lo smisurato

serpente

Pitne

[v.

m],

Perci fu detto anche Febo [OoL^of; il raggiante]. Inventore della divinazione e della medicina, deUa musica e della poesia,
condottiero

figlio di Ga, il quale, eccitato da Giunone, aveva

per lungo tempo insidiato Latona, mentre era amata da Giove. Per placare Ga
dell'uccisione del fgHo

Pi-

anche

il

Muse, dio benefico che


delle

tone, Apollo dov servire per otto anni [pascol allora gli armenti di e di Laomedonte],

guarisce le malattie [Peana], allontana le sventure


e protegge le greggi dalle quali tiene lontani i lupi.
gli armenti di Adre di Fere in Tessameto, glia, e queUi di Laomedonte, figlio di Ilo e padre di Priamo, a Troia. Ma anche il dio che punisce con morte, epidemie, cala-

Admeto
e,

com-

piuta la purificazione,
fo.

s'im-

padron dell'oracolo di Del

Pascola

anche onore

Perci egli chiamate il Pizio, e in sue


istituiti
.

furono Giuochi Pitici

'.

[V.

Ago

ni].

Ma Pizio va

con

coUegate la radice tcuO di ttuv

mit,
legge
quali

trasgressori

della
i

di

Giove, lancia, a
i

contro

interrogo, pe 6vo[xai la facolt, che egli ave va, di dare responsi a eh


lo

immensa

consultasse.
i

Per appa
lui,

distanza, funesti, col suo arco d'argento. Come dio della profezia, ha
la sede principale dei suoi oracoli a Delfo. Vi erano

dardi

gare

suoi illeciti amori

assunse, anche

ora for

sparviero, ora d leone, ecc. e, sotto l'aspetti di pastore, sedusse Isse


di

ma

suoi oracoli anche a Claro, a Didima ed era molto ve-

fgUa di

Macaro [VI, 122

nerato

a Creta, a Delo, suUe coste dell'Asia Minore;

124]. Invaghitosi di Dafn [v. m], figlia del dio fin


viale Peno, poich ella

37
sfuggiva,
alloro.
l'alloro,

JS.A

la

trasform in
gli era

Perci

sacro
e

oltre la

palma
lupo.

bito; cfr. p7)T?, agg. verb. dalla radice ps in sItcov] erano in Atene le merci di

l'ulivo. Gli

erano sacri inolil

cui era proibita l'esportazione,

tre

il

cigno e

Un

come

grani, legnami
ecc.
il

che ebbe Apollo fu Sminto , nome questo cbe derivava dalla citt
altro epiteto

da costruzione,

Aquilne [Aqulo]
assalitore [aqulus

bruno

= bruno]

Smintbe, nella Trade, ove era venerato, oppure da GyLivQoQ == topo, poich il topo era ritenuto come simbolo deUa vaticinazione. Infatti, nel suo tempio in Chf yse, trovavasi una statua di Apollo con
di

il

identificato col

dio del vento del Kord, Brea dei

Greci. [V. Borea].

Arcne [Arachne, Yl,

1-145]

fanciulla lidia, figlia di Idmne, tintore' di porpora

in

Colofone:

era

valentis-

un

sorcio tra

piedi.

tradizione rappresentava ApoUo come uccisore


di topi,

Una

sima nella tessitura e nell'arte del ricamo e, presa da orgoglio, os sfidare Minerva. La dea accett la
sfida e intess

perch avrebbe
di
topi.

li-

una

tela, in

berato la Trade da un'in-

cui istori la contesa tra lei


e Nettuno, per il nome da darsi aUa citt di Atene.

vasione
un'altra

Secondo
il

prannome

tradizione, di Sminto

sosa-

Aracne
sua tela

rappresent
gli

nella

rebbe stato dato al dio dai Tucri i quali, movendo da Creta, avevano appreso
di Apollo che sarebbero fermati ad abitare il luogo, dove i nati
dall'oracolo
si

amori

di Giove,

Kettuno, Bacco, Apollo, Saturno, ecc. Sdegnata Minerva per la bellezza irreprensibile del lavoro della sua rivale,

ne lacer

la tela e la

dalla terra
lestati e,

avessero mogiunti nella Trali

colpi in fronte con la spada. Aracne, per il dolore, av-

de, si accorsero, la

mattina

vinse

il

coUo a un

laccio,

seguente, che e scudi erano


chiati

loro archi
stati rosic-

legato a un'alta trave, per


impiccarsi;

dai

topi

credet-

tero avverato cos l'oracolo.

Aprreta
proibite

[aTTppyjTa]

le

cose

[mp^yfoQ

= proi-

ma la dea la trasform in ragno, e la condann cosi a star sempre intenta a intesser tela
[p^vY)

ragno].

ARO

38
[Arcas, II, 496-530] Giove e deUa ninfa
all'et

rcade

Areopago
IO? Tryo?

[AreopSigus: "Aps-

figlio di

collina di Mar-

Callisto.

Mentre, 15 anni, si aggirava per la

di

pi antico e celebre tribunale di Atene, eie


te]
il

caccia, nella selva Erimntia, incontr la madre sotto


le

era
zioni

anch,e

una

specie

di

Senato, con alcune attribuspeciali.

forme di nn'orsa. ISon

Era

detto

avendola riconosciuta, era per scoccare contro il suo


petto
il
il

cosi, perch teneva le sue sedute sul colle di Marte,

permise il quale
in
stelle,

dardo, ma non misfatto Giove,

ad occidente
delitti

Esso giudicava

dell'Acrpoli. .di tutti i

li

mut entrambi Arcade divenne

di sangue,

del

cri-

mine
di

di incendio doloso e

Arturo, accanto alla costellazione dell'Orsa, nella quale

avvelenamento seguito da morte, sorvegliava su i


pesi e su le misure, su l'edilizia e su i forestieri. Al

fu mutata Callisto.

ree [Arce] figlia di Paumante e sorella di Iside, munita, come questa, di ali. KeUa guerra dei Titni, in
favore dei quali combatteva. Giove la precipit
nel-

tempo dei Eomani, questo tribunale godette molta autorit, perch dal suo consiglio

sioni negli affari

dipendevano le decideUo Stato


cittadini.

l'Averno.

Arcnti

[pxovT(;:

ap/o)

e sopratutto in queUi dei


privati

comando] erano nove magistrati supremi, ai quali fu afi&dato in Atene, il go-

res [Marte]
guerra,

il

dio deUa
di
gli

figlio di

Giove e

Hera [Giunone]. KuHa

fra

verno dello Stato. essi aveva il


7rcvu[xo(;:

Il

primo
di
al-

titolo

pi caro cbe la battaglia e la strage; insaziabile di


guerre, non cura ragione o torto, e si volge or da una
parte, or dall'altra, accompagnato daUa sorella ris
[la

dava

il

nome
il il

l'anno e presiedeva
siglio

Conse-

dei

Pritni;

condo,
culto;

^.(yikzc,:

aveva
ufiS,ci

la

direzione
il

degli

del

discordia]

dai

figli

aveva

terzo, izo'kjia.pjpc,: cura delle cose di

che ba avuti da Venere:


spavento] PliPerci il dio pi odioso ancbe al padre Giove, e Atbna, la
[lo

Bimos
bos
[il

guerra; gli altri sei, Oscrfxo6sTai, presiedevano 1 tribunali.

terrore].

39
dea
dell'ordine
nelle

molo da Eea
tenuto
nerale
il

AEB
Silvia, era ri-

bat-

sua pi fiera avversaria, e riesce ad aver sempre la vittoria contro di lui. Ma nell'et pi antaglie,

la

padre del popolo


ge-

Eomano. Quando un
si

tica,

anteriore
divinit

all'omerica,

accingeva a partire per un'impresa guerresca, si recava prima al

Ares fu considerato come

una

sotterranea,

capace di apportare prosperovina e, a poco a rit prevalse poi la sua poco, natura malefica. A questo concetto si riferisce la leggenda, secondo cui fu incatenato e tenuto chiuso, per 13 mesi, in un vaso di bronzo, fncb la matrigna Eriba svel il fatto a Hermes, il quale lo
liber.

tempio di Marte ove, scuotendo i sacri scudi e movendo la lancia del Kume,
Egli

esclamava: Mars, vigUa! Gradwus era detto


[colui

che

si

lancia

nella

mischia'], Quirinus [il dio della lancia]. In suo onore


si celebravano le feste dette Equiria nel 27 febbraio e nei primi giorni di marzo.

Ma

-in

tempi anticM era

considerato ancbe

come

di-

am
lei

dio della guerra tuttavia Afrodite e da


Il

fensore degli uomini e protettore dei campi, dai quali

ebbe:

Armonia,

ros

allontanava
nella festa

lupi.

Perci,

[l'amore], Antros

[l'amo-

della

dea Dia,

re corrisposto], Dmos [lo spavento], Pihos [U terrore]. Il culto

era invocato nelle

Ambare

valia dai frateUi Arvli

era generalmente diffuso in Grecia,


i

non

dagU

agricoltori,

come

pro-

come invece fu

presso

tettore dei seminati, mentre in suo onore, come dio


bellicoso

Eomani. Con Ares fu


dio
della

difensore
il

deUe

identificato

il

guerra Marte

\Mars, Mamers, Mavors}. Marte, insieme con Giove


e Quirino,

lo di marzo, traversavano in processione tumultuosa le vie di


citt, i Salii,

Eoma. Marte
pagnato
rine
[la
[le

era

formava

la triade

dalla moglie

accomKe-

degli di guerrieri e difensori dello Stato, invocati


nelle

Moles

robusta], dalle fatiche] e dalle


Gli
picil

battaglie

onorati

deit Fallor e Favor.

dopo la vittoria. E poicb egli aveva generato Eo-

erano sacri
chio.

lupo e

il

AEE
Aretsa [Arethsa, V, 577641] fonte di
Sicilia, nell'i-

40
figura
di uomini, fatti
di

vimini. Si diceva che

l'ar-

sola di Ortigia, una delle parti di Siracusa, di cui si

cade Oindro, nemico

degli

Argivi, stabilitosi in Italia,

diceva che avesse una comunicazione sotterranea col fiume Alfo, del Peloponneso. Axetusa era prima una
ninfa che, stanca della caccia, essendosi bagnata nel

avesse istituita questa

ce-

rimonia, per perpetuare il ricordo del suo odio contro gli Argivi. I fantocci sim-

fiume Alfeo, suscit gli amori del dio marino, il quale insegui la ninfa che, data
di Artemide, non voleva saperne di amore. Stanca alfine dal lungo peal culto

boleggiavano vittime umane, che si sacrificavano al dio Tiberino o a Saturno


Argivi], per ot[pYstoi tenere la purificazione dei
cittadini.

Probabilmente

regrinare col dio alle spalle, ella giunse all'isola di Ortigia [Siracusa] e,

questa cerimonia si collegava, nei tempi primitivi, coi sacrifizi detti Saera Argeorum che, secondo la tradizione, ogni due giorni del mese di marzo, si or-

per non cadere nelle braccia del dio,

implor da Artemide che


fosse convertita

neUa fonte

dinavano dai Pontefici, in 24 luoghi, detti Argi, che


liTuma

Aretusa, entro la quale si congiunse con lei il dio


Alfeo.

Pompilio

avrebbe

consacrato, per immolarvi le vittime.

Arga

[Argea]

ninfa

che,

Argo

[Argus, I, 625-723]

fi-

neU'inseguire
resse

vant che, con la velocit del Sole, essa lo avrebbe raggiunto. Il sole la puni, mutandola in biscia [p-^c,

cervo, si se anche cor-

un

glio di Arstore o di Age-

nore, era

un uomo

robustis-

simo, che aveva nel capo cento occhi, dei quali solo due, a vicenda, si chiude-

vano

al sonno,

e gli altri

veloce].

Arge

[r pysta] feste
alle

che

guardavano intorno, vigilando. Giunne afiB,d alla


custodia di lui la giovinetta Io, trasformata in giovenca

le Vestali

celebravano ogni Idi di marzo, anno, nelle quali esse, dal ponte Sublicio, gettavano nel Tevere 24 o

30 fantocci, in

ma quando Merper incarico di Giove, curio, scese dal cielo, sotto sem[v. Io];

41

AEt
no,

bianza di pastore, per rapire


egli,

con

pini

del

monte

ad Argo
allettato

la fanciulla,

dal canto e

Plio, aiutato da Atbna, la quale aggiunse alla poppa

dal discorso del dio, si addorment. Allora Mercurio


gli

un pezzo
Dodna.
la

della

quercia di

tronc

l'enorme

capo

del busto, e Giunone, raccolte le cento pupille, ne

I compagni di Giasone, nelspedizione, erano deUa


stirpe dei Minii [tessali] e di altre stirpi anche tessale.

adorn
a
lei

la

coda del pavone

caro.

Argfo [Argo] la veloce [pY(; veloce] nome della nave

Essi erano 50 per della nave, tra Orfeo,

i i

50 remi
quali:

che port i Greci, sotto la condotta di Giasone, aUa conquista del vello d'oro, in Clchide [V. Argonuti]:

Amfaro, Castore, Polluce, Melegro, Teseo,


Tido, rcole, das, Ztes, Clais; il condottiero capo
era Giasone,
il

pilota Tifi o

cMamata
del
figlio

cos

dal
e
di

nome
Cal-

suo costruttore Argo,


di Frisso

Ergno. Questa spedizione, secondo la tradizione, sa-

ciope. Il legno di cui fu fatta fu tolto dal monte

rebbe avvenuta 1350 av. Cristo.

verso

il

Arianna [Ariadne]

figlia

di

PKo, e l'albero maggiore


era
di

una quercia

della

foresta sacra di

Dodna.

Argonuti [Argonautae] sono i marinai della nave Argo, insieme con i quaU Giasone [v. ivi] parti da lolco, in Tessaglia, verso la ClcMde, su la costa orientale
del

Minosse e di Pasfae. Dopo aver aiutato con un filo Teseo [v. m] a uscire dal Labirinto, fuggi con lui; ma, abbandonata nell'isola di IsTasso, fu amata da Bacco, con cui gener i figli Enpio
te

[bevitore di vino], Eun[ fiorente ], Stf ylo [ uo-

mar Kero

[Fontus EuxiU.

mo dei grappoli ]. Per opera


di Bacco poi, eUa fu annoverata fra gl'immortali e la corona di lei collocata fra
le stelle.

nus], per prendere d'oro. La nave fu detta Ar-

vello

go dal

nome

del costruttore

Argo, fgUo di Frisso e di


Calcope, Ete, re di Olcbide. Egli l'avrebbe
figlia di

Arite

[ares]

abbattere le

macchina per mura di una

quando torn da ia [ColcMde] ad Orcmecostruita,

citt assediata: fra pali verticali,

era sospesa orizzon-

AEI

42
di

talmente una grossa trave,

munita in cima
pezzo
della

un grosso
in forma
ariete.

di

ferro,

pose sul dorso e lo port salvo sul capo Tnaro [punta meridionale della Laconia] donde poi egU a Corinto.
si

testa

di

un

rec
di

L'ordigno testdo arietaria, un baraccone clie raccMudeva l'ariete e circa 150

Ariste [Aristaeus]

figlio

Urano e

di

Ga

o,

secondo

uomini
alle

elle

neggiarlo,

si

dovevano maavvicinava

mura
la

indietro
tale, si

poi, traendo trave orizzon-

altri, di Apollo e di Cirene, venerato come dio della fecondit dai pi antichi abi-

tatori

deUa
delle

Grecia.
cidto

Eiceprodelle

spingeva fortemente

vevaancbe
tettore

come

innanzi, in

modo

clie pic-

greggi,

cMasse contro il muro. Arite [Ares] il primo dei 12 segni dello Zodiaco. M
l'ariete

api e dell'agricoltura, nella


Tessaglia, nella Beozia, nell'Arcadia.

sul quale Kefle port i suoi figli, Frisso ed Elle, per recarsi in Clcliide, dal re Ete. Ivi esso fu sacrificato a Giove, il quale
lo

Armi.
Difensive: elmo, galea, di
cuoio; cassis, di metallo; xdi metallo, poi p\Q, prima anche di cuoio, con un ci-

mut

nella costellazione

miero detto

omonima. Arine [Arion] celebre musicista e poeta di Metmna di Lesbo, vissuto fra il VII e
il

crsta, iuba, X90?, fatto di solito di crine di cavallo.

Corazza, lorica, Gtopa^, fatta di lamine metaUicbe.


ScMnieri,
fatti

VI

secolo av. Or. Si nar-

ocrae,
sottiU.

xviQfxiSs?,

rava cbe, navigando una volta dalla Sicilia a Corinto, i

di

piastre- di

marinai, per impadro-

nirsi dei tesori di lui, vole-

bronzo, che coprivano la parte anteriore deUa gamba, dai ginocchi ai moUeoli.

vano precipitarlo in mare. Egli impetr da lol^o cbe lo lasciassero, con la veste e
col serto del cantore,

Scudo, scutum, ottXov, quadrilatero, oblungo, formato


di
assi

unite

e rivestito,
di pelle; cly-

mo-

all'estremit,

dulare

un canto
si

al

suono

peus,
lico,

amQ, scudo metal-

della Ura, indi

gett nel

mare. Un delfino, allettato dal canto del poeta, se lo

rotondo, pi piccolo; parma, tcsXtt), scudo leggie-

ro, rotondo, pi piccolo del

43
clypuSf adoperato
Utes.

ABP
uccise Alstore, alla quale essa si era sposata. Arpliee,

dai ve-

Offensive: tela, pXvj. Spada, gladus, ^t9o<;. Lancia, Jiasta, Spu. Giavellotto,

disperata, uccise

il

fra-

pilum, xcov, xvTLov, formato da un fusto di legno infsso in una lunga testa di ferro; in media misurava, in tutta la lunghezza, m.
1,88, di cui m. 0,94 per la testa ferrata, m. 0,94 pel fusto.

e lo diede da mangiare al padre: poscia essa fu mutata in uccello notturno,


tello

CMmeneo

si

uccise.

Un'altra Arpalice, figlia di Axplyco, re di Tracia, era


stata nutrita
col latte
di

giumenta ed esercitata nelle armi, fin da bambina.

Quando Keottlemo,

figlio

Altre armi da getto erano il verutum; lo spiculum; la


sagitta,
a^xt^"^?
Is-

di Achille, le assal e fer il padre, essa gli venne in

fionda,

funda,
i

CT^evSvT].

aiuto e mise in fuga il nemico. Dopo la morte del

Secondo
in

le

armi che portasi

padre, visse nei boschi co-

vano, generale in soldati di grave armatura [in Grecia si dicevano TtXiTai dal grande scudo otcXov] e soldati armati alla leggiera .
Questi ultimi
Xoi,
yujxvTJTs?,
[veltes,
YU(jt,vot]j

soldati

dividevano

me

predatrice

[p-Trc^w

rapisco].

Avendo rubato

del

bestiame, perch era cos veloce nella corsa che nesle

t^u-

suno poteva' raggiungerla, furono tese le reti come a un cervo. Cos fu presa
e uccisa.

si

dividevano in frecciatori
xovTLcrTat], arcieri [iaculatres, To^xat,],
[sagittarii,

Arpalo [Harplus] macedone, tesoriere di Alessandro

Magno. Durante
nell'India, si

la

spedi-

frombolieri

[funditdres,

zione di Alessandro

Magno
scia-

(T9svSov^Tai]-

Di armatura
in

abbandon a
ingenti,

leggiera

erano

Grecia

una
che

vita

dissipata,

anche
cTat],

[-jrsXTapeltsti detti cosi dal pic[-rcXTT]]

lacquando somme
si

colo scudo

che ave-

vano, di legno o di cuoio. Arpliee [Harpalyce] la pi


bella fanciulla di Argo, figlia di Olimeno. Il padre

trovavano depositate nel tesoro di Babilonia, da lui amministrato. Dopo il ritiro di Alessandro daU'India, egli fugg con molto denaro e con 6000 merce-

AEP
gli Atenari, in Atene. niesi lo respinsero ed egli,

44

Ma

==

porto] avevano cura del

rifugiatosi nel

promontorio Tnaro, tent guadagnarsi


di l,

culto simbolico del tempio della dea, posto su l'Acrpoli.

Due di esse, nella notte


feste,

con

la corruzione,

delle

portavano

in

personaggi pi importanti
e gli oratori ateniesi. Venne quindi in Atene, ma quivi

giardini murati, non lontani

dal tempio d'Afrodite, vasi

fu arrestato; tuttavia riusci a fuggire a Creta, dove fu


ucciso.

contenenti cose sacre, e ne li riportavano chiusi, senza sapere cbe cosa contenessero; le altre

due apparec-

Arpe [Harpyae,
p7r(^co

le rapit'ici:

cMavano

Taumnte

rapisco] figlie di e di Elettra, era-

peplo alla dea, per le feste Panatene.


il

no rappresentate come mostri alati, con volto di fanciulle:

Arsnoe [Arsine] figlia di Tolomeo Lago e di Berenice,

fu

mogHe
il

di Lisimaco e

Allo, Ocpete, Al-

spos poi

proprio fratello

lopo, Thylla, Celno. Esse tormentavano il cieco in-

Tolomeo

Filadlfo.

Morta

dovino Fineo, re di Salmydesso nella Tracia, al quale rubavano e insozzavano il cibo. Gli Argonuti Zete e
Clais, alati figli di Brea, le scacciale uccisero o

in et giovanissima, fu onorata come Venere Zefrtide,

nel

promontorio

di

Zefirio, in Egitto.

Artemide [Artmis]

figlia di

isole

rono, inseguendole sino alle Strfadi, dove poi le trov Enea, tornando da
Troia.

Giove e di Latna, sorella di Apollo. Eappresenta la pi luminosa incarnazione


della purezza femminile; es-

sa rifugge dalle nozze, perch ha vivo il culto della


castit, apportatrice di luce [perci dea della lu-

Arrefrie o

Erreirie

[r

pp7)<ppia] una festa stica che si celebrava

miin

na],

protettrice
ai

delle

ver-

Atene, in onore di Palla de,


nel
[V.

gini fanciulle,

ma

presiede
[Lucina].

mese

di Sciroforione.

anche

parti

Mesi], Quattro ciulle dai sette agli undici

fan-

anni

[Arrefrie

trici di

portacose sacre; ppTjTo?


sacro;

Ama le fiere ma spesso le


ferisce

delle foreste,

insegue e le sue frecce, cacciando per monti e per

con

le

indicibile,

^pco

selve,

seguita

dalle

ninfe

45
boscM: perci anche dea della caccia.
dei

A]aV
i

vano

presagi dalle viscere

Ma
pu

anclie

lei,

come

Apollo,

colpire con le sue frecoltre gli animali, anche ce, gli uomini e specialmente
le

donne; per questo anche dea della morte simile a cate. E come Beate
detta

che sacrificavano. 'Ne esaminavano specialmente il fegato, il cuore, la milza e i polmoni. Si diceva che, nel giorno in cui fu ucciso Cesare, non si fosse trovato il cuore in due vittime immolate.
delle vittime

Trivia

perch di
i

notte
e

cammina per
le

trivi

Quanto alla etimologia, si pu avvicinare a tspo-oxTco?

su

tombe, accompa-

chi

osserva

le

vi-

gnata dai cani stigi, cosi Trivia chiamata Artemide, perch di notte passeggia anche lei per i trivi.

scere

delle

vittime [izgc,

= = =

sacro,
si

oxsTCTOfxat

conspialtri

cio, osservo];

secondo

riconduce ad Jiaruga

In tempi antichissimi, le si ofErirono sacrifci umani, come in Turide [oggi penisola di Crimea], anche pi
tardi
ciulli
si

Jiosta, vittima, e spedo osservo.

flagellavano i fannella sua festa.


.

Arvli [Arvles] fratelli aratori [arva = campi] era un collegio di 12 sacerdoti a Eoma, istituito da Eomolo,
in memoria della sua nutrice
glie

rappresentata come una con veste succinta, armata di arco e di fartra. Pi tardi, fu
cacciatrice agUe,
identificata
le si attribuirono

Acca Larnzia, mo-

del pastore Fustolo, che aveva 12 figK, coi quali


offriva, una volta all'anno, un sacrifcio per la fertilit

con Selne, e amori con

Endimine. [V. Selene ed Endimione}. Arturo detto anche Boote


[^otTT]?]

del terreno.

Come

insegna

della loro dignit, avevano intorno al capo una corona

una

costella-

zione, vicina all'Orsa


giore, nella

Mag-

formato
Callisto.

quale fu trasrcade, figlio di

di spighe con le infule [fasce di lana bianca] e ogni anno, nel mese di maggio,

offrivano

un

sacrifcio

aUa

Arspici [Haruspices] erano


sacerdoti
dotti a
etruschi,

dea Dia [dea dei campi che sotto altro aspetto era
va],

intro-

Eoma, che prende-

detta anche Ops o Consiper ottenere la ferti-

ASC
lit dei

46 ~
campi. Fra le altre
i fratelli

cerimonie,
cro
alla

Arvali,

con la pelle di un capro sacrificato a Bacco [csxc,

nell'interno

del tempio sa-

otre].

dea,

eseguivano

Aspo [Aspus] fiume

della

una danza, accompagnata


da un canto [carmen] clie noi possediamo ancora.

Beozia meridionale. Il dio fluviale Asopo si diceva figlio dell'Oceano e di Teti,

Asclafo [Ascalplius, V,
538-550] fgHo di

che
la

lo

Acheronte aveva generato con

ninfa infernale

Opime,

spos Metpe, da cui ebbe due figli, Pelasgo e Ismno, e 20 figlie, delle quali alcune furono rapite da di [Coreira e

nelle atre selve dell'Averno.

Quando Dmetra ottenne


da Giove
ch.e la figlia

Salamna da Poseidone, Egina da Giove, ecc.].


figlia
si

Per-

Aspasia [Aspasia]
Assioco di
IVIileto,

di

sfone, rapita da Plutone, tornasse su la terra, a con-

rec

ad Atene, ove radunava,


nella sua casa, i personaggi pi ragguardevoli, che ella

che nell'Ade non avesse mangiato alcun cibo


dizione

neva

[perch in tal caso si oppoil decreto delle Par-

che], Asclafo rivel che Persefone aveva mangiato

sapeva accattivarsi con l'ingegno ricco di cultura, con acutezza politica e con la grazia femminile [aul^o[lon

un

chicco di melagrana. Perci Dmetra lo converti in gufo.

sono caro]. Anche

Ascnio [Ascanius] detto anche lulus, fgUo di Enea


e di Orusa: secondo
altri,

Socrate frequentava la casa di lei. Pericle ripudi la moglie e spos Aspasia e, morto Pericle, ella spos Lisiche demagogo di bassa origine.

l'Ascanio

detto

lulus

sa-

Astria

rebbe nato da Enea e da Lavinia e sarebbe perci


diverso dall'altro. Egli fond Albalonga e fu conside-

[Asteria] figlia del titano Geo e di Febe, aven-

do voluto sfuggire agli abbracci di Giove, fu mutata in quaglia e si precipit nel

rato

perci

il

capostipite

mar Egeo, ove divenne un'isoletta

della gente Giulia.

detta Asteria,

la

Asclia [x axwXia] giuoco campestre dell'Attica, che


consisteva nel ballare sopra un otre unto di oUo, e fatto

stella del
stella],

mare

[cTY)p

==

poi Ortigia

l'isola

delle quaglie [6pTu|


glia], e

= qua-

quindi Delo.

47
Astiage [Astyages]
figlio

ATA
predetto

di

stato

Ciassre, fu l'ultimo re dei Medi. Mandane sua figliuola, maritata a Cambise, nel

giorno
il

avrebbe

ch'egli un ristabilito

regno di Troia.
I,

Astra [Astraea,
vergine
stella]
stellare

150] la

periodo della gravidanza, vide in sogno una vite che usciva dal suo grembo e si

[atYjp

nota anche sotto

il

nome
ve

diramava per tutta


Il

l'Asia.

di Dice, figlia di Gioe di Temi, era la dea rap-

sogno fu interpretato nel senso ch,e il fanciullo, che Mandane era per dare aUa luce, avrebbe riunito sotto il suo dominio molti imperi,

presentante della giustizia,


e protettrice delle leggi e dei tribunali. KeU'et del ferro [v. Et] ella, ultima fra gli di, abbandon la terra e
si ritir

Astiage pens
il

di

in cieloj ove
costellazione

fare morire

nipote.

^N'ac-

splende nella
Vergine.

que Ciro, che fu poi il grande fondatore della monarchia persiana, e la madre lo sottrasse alle insidie
dell'avo.

deUo Zodiaco, col nome di

Atalnta [Atalanta, X, 560


704]
figlia

di

Gisio

[del

Astantte [Astynax, XIII,


415]
[acTTU
il

difensore di dU citt, vaTTt

signoreggio, difendo] era figlio di Ettore e di Andro-

maca. Cosi
popolo, ma dal padre

lo
il

chiamava

il

borgo rcade di Scheno] e di Chmne o, secondo altri, figlia di Scheno, re della Beozia. Appena nata, fu esposta da suo padre, nutrita da un'orsa e allevata da cacciatori: prese parte
alla caccia del cinghiale ca-

nome

datogli
signifi-

Scamndrio .

Anche questo nome

ca figlio del difensore di citt , perch il fiume Sca-

mndro,
lati

correva

per

tre

rupe di Pergamo, l'acrpoli a sudest di Troia che difendeva la citt. Ancora fanciullo,
intorno alla
nella presa di Troia, fu scaraventato gi dalle mura,

ed essendo stata prima a ferire la fiera, n'ebbe in premio da Melegro la peUe e la testa. Allorch il padre voUe maritarla, eUa promise di spoKdonio,
la

sare colui che l'avesse vinta


nella corsa;

ma

chi le fosse

rimasto

indietro, sarebbe stato ucciso da lei con la

lancia. Molti furono


trafitti,

da

lei

da Heottlemo, perch era

ma Hippmene

[se-

atI
condo
to poi
dere,
altri

48
Meilanine detMelicerte. Strappato Learco dalle braccia della madre,
lo

Hippomene] la vinse. Mentre correva, fece ca-

un dopo
aurei,

l'altro,

tre

roccia:

pomi

donatigli

da

scaravent contro una Ino con l'altro figliuolo si gett nel mare.
[V. Ino].
r'-A-TT)]

Venere: Atalanta s'indugi per raccoglierli e Hippomene raggiunse prima la mta. Egli la prese cosi per moglie: da loro nacque Partenopeo. Ma avendo essi trascurato di offrire sacrifci

Ate

la

Seduzione

t, [ccTT], inganno, seduzione] cbe conduce alla colpa e alla rovina. Essa
figlia di

da

Giove: d^a dall'a-

gile passo,

a Vnere, questa entrambi in leoni.

li

mut

Atxnane [Athamnas, XV,


311-312] fiume deH'Epro,
le

che si aggira sul capo degli uomini, con piedi che non toccano la terra, dotata di un fascino potnte, trarsi

cui

acque avevano la
il

virt di acccDdere

legno

da cui non pu sotneppure Giove. La seguono lentamente le Lite


[XiTai preghiere] le quali cercano di aggiustare quello che essa ha danneggiato.

immersovi, nel periodo in cui la luna scema i,. suoi


corni.

Atamnte

[Atlimas, HI, 564; IV, 512-519] fgUo di Eolo, re di Tessaglia. Spos iN'efle, dea delle nubi [vs== nube], da cui ebbe due fgU Frisso ed EUe, ma avendo voluto anche
cpXT)

Athna

['A07]va]

figlia di

una sposa
per

terrena,

prese

moglie Ino, figlia di Cadmo. Nefele spari e la maledizione discese nella casa di Atamnte, Pervaso da furore, infuso a lui e a Ino dalla Brinne Tesifone,
per comando
di Hera, egli
leoi due Learco e

Giove, nata senza madre, dopo che Giove, per consiglio di Ga, ebbe inghiottito Mtis [la prudenza ], sua prima moglie. Secondo una favola posteriore, Hef sto spacc con la scure il capo di Giove, e ne salt
fuori Athena, armata e vigorosa di giovinezza. Ella
perci la dea della sapienza e della forza guerresca, .dotata d'austera verginit.

Quando Athena

scambi Ino per una


nessa, e per leoncini
figli

avuti da

lei:

Poseidone, mentre in Atene regnava Oerope, lottarono per il possesso della

49
fu preposta alla prodi essa, Athena, elle aveva fatto germogliare l'olivo, mentre Poseidone
cittf,

ritorio

Aa?L

tezione

sede era l'Acrpoli, e il terattico era conside-

rato
la

come propriet
si

della

dea, perch vi

conservava
Fidia.

aveva fatto scaturire una


fonte di acqua salsa.

maggiore statua IPllas

Come

Partbnos} fatta da
[V. Palldio].
si

protettrice di citt [Athena

Polide] favoriva ogni bene


dei cittadini: l'agricoltura,
le arti, il

In suo onore celebravano le Panathe-

commercio; aveva

scoperto l'aratro, le brigUe,


il

ne e le Arrefrie. [V. ivi}. Feste in suo onore erano anche le Callintrie e le


punterie. [V.
ivil.

carro, la navigazione, l'uso del fuoco, e insegn ogni arte femminile. Vigilava su

Si rap-

presentava con l'elmo, con l'gida, che aveva serpenti


sull'orlo

l'amministrazione

della

la

testa

della

giustizia, nei tribunali, nelle adunanze popolari, e difen-

deva lo Stato contro il nemico. Perci ella era ancbe


Pllade, la lanciatrice di dardi IPllas, UaXkxc,, da
7rXXo>

Gorgone nel mezzo. Suoi attributi erano anche lo scudo rotondo con la testa di Medusa nel centro, la
lancia,
civetta,
il

ramo

di ulivo, la
il

il

serpente,

lancio].

Aveva

Eoma, Minerva, che

gallo. cor-

l'occMo splendente [Glaucpide] e, come divinit della guerra, invent la

rispondeva alla Pllade Athna greca, era considerata


copae protettrice di tutte le arti e professioni
e,

tromba e
si

il flauto.

La pi
lei

antica sede del culto di

trovava in Atene, in Tessaglia, nella Beozia e, specialmente, presso il lago Copide, nel quale

sia e della

specialmente, della poemusica. In suo


si

onore
peo,

celebravano le
[V".
il

Quinguatrus.

imi.

Pom-

versa il fiume Tritne, ond'era detta Tritnia o Tritoniade.


si

Ma
ia,

il

culto di lei

si

diffuse

suo grande trionfo, le innalz un tempio nel campo Marzio, un altro ne innalz Augusto

dopo

poi neU'Arglide, nell'Ac-

a Delfo, a
i

Corinto

dopo la battaglia di Azio. Atlante [Atlas, lY, 627-662]


'

Sparta, in altri luoghi del Peloponneso Centro del


culto

il

forte

portatore

l'aor.

stXy)v

[rXa del-

aver forza]

fu per Atene, sua

un

titano, fgUo del tita-

Stano, Dizionario di miti e leggende.

A.TL

50
e di

no Giapto

Asia, fratello di

Climne o Prometeo e

Atlantade

[Atlantides,

I,

682] Mercurio, detto

cos,

di Epimteo. Avendo preso parte alla lotta dei Titani

perch discendente
da Maia, ch'era
Atlantide [tlantis]
figlia

da
di

Atlante, essendo egli nato

contro Giove, fu condannato a sostenere col capo


e
il

Atlante. [V. Mercurio}.


si

con
cielo.

le

braccia stanche

dice-

EgU

trovavasi nel-

va fosse un'isola immensa


[quanto la Libia e l'Asia

l'estrerno occidente, presso

l'Oceano, accanto aUe Espridi, sue figliuole, che nei


giardini,
ridi,

Minore prese insieme] che trovavasi a occidente delle


petto

detti

deUe Esp-

custodivano, sotto la guardia del drago Ladne, i pomi aurei [v. Esperidi],

colonne di rcole, di rimalla catena dell'Atlante.

Era popolatissima,
i

ricca di tutti
la terra,

che Gea aveva dato a Hera per le sue nozze con Giove. Atlante era ivi possessore di grandi armenti e degli
Orti Espridi. Oltre le Esperidi, erano sue figlie le Pliadi e le adi.
seo, troncato

prodotti delsuoi principi

avevano esteso il loro dominio in Africa e in Europa,

ma

furono sconftti
liTel

solo

dagli

Ateniesi.

periodo di

un

breve giorno e di

Quando

Per-

una

il

capo di Me-

notte, in un tremendo terremoto, fu ingoiata dal

dusa, capit nella reggia di Atlante e gli chiese ospitalit,

egU

gliela neg,

mequa-

more
le gli

di

un

oracolo,

il

aveva predetto che un figlio di Giove [rcole] avrebbe rapito i pomi Esperidi.

mare, il quale divenne non pi navigabile, a causa dei banchi di materia informe, prodotti dall'isola immersa [Azzorre, Canarie e Isole
del

Capo Verde].
[Athlta]
il

Atlta

lottatore

Allora Perseo, rivoltogli contro il capo della Gor-

gone, lo pietrific: Atlante

divenne cosi l'immensa giogaia di monti, che si spiega lungo la costa nord-ovest
dell'Africa, e la sua barba e i suoi capelli si mutarono

[eXsw lotto] era il campione di forza e di destrezza che si presentava nei giuochi, specialmente nel pugilato e nel pancrzio. [V. Agoni]. Eoma, la prima

gara 186 av. Cristo.

di atleti si

ebbe

nel

GU atleti atfin

in selve.

tendevano

alla loro arte

51
da giovinetti, e nella lotta
Tingevano le membra di olio per renderle pi flessisi

AUG
condo
altri,

erano

figli

di

Plistne, figlio di Atreo, e

furono chiamati Atrdi, perch, ucciso Plistne [v. ivi], essi, ancora fanciulli, furo-

per togliersi questo vantaggio si avvicinavano l'un l'altro e si gettavano a vicenda della sabbia addosso. Per prepararsi a questa lotta, osservavano una
bili,

ma

no allevati dal nonno. Attene [Actaeon, III, 138252]


figlio

di Aristo e di
figlia

Autnoe,
cia

di

Cadmo,

dieta assai rigorosa.

era stato educato aUa cac-

Atro
glio

[Atrus, 'Arps?] fidi Plope, signore di

Pira nell' Elide, e di Ippodamia. Insieme col fratello


Tiste uccise
il

fratellastro

da OMrne. Un giorno, mentre cacciava sul Citerne, s'avvicin a una fonte, neUa quale Diana, circondata dalle ninfe, faceva
il

Orisippo, figlio di Plope e della ninfa Axiocb,e, e perci dovettero

bagno.

La dea
gli

allora,

indignata,

spruzz del-

entrambi fug-

gire dalla casa paterna. Furono accolti da Stndo re


di Micene, e quando Euristo, figlio di Stendo, cad-

l'acqua della fonte, e lo converti in cervo. I suoi


stessi cani gli si avventarono addosso; ululando poi cercavano il loro padrone, finch, giunti nella caverna

de neUa guerra contro gli ErcUdi, Atreo divenne re di Micene. Atreo aveva prele

t,

di Chirone, questi li acquiemostrando loro una sta-

so in moglie rope, la quafu sedotta da Tieste. Per

tua di Atteone. ttide [Attis, X,

vendicarsi, Atreo invit a mensa Tieste e gl'imbandi


le

103-105] pastore frigio, giovane bellissimo, che fu amato da Gible e fatto suo sacerdote, a condizione che conservasse la castit; ma. essen-

membra

dei

figli

di lui:

Tntalo e Plistne. Ma in seguito, Tieste e suo figlio Egisto uccidono Atreo, scacciano

none
il

di lui, e Menelao, e
i figli

Agamenprendono

venuto meno, imSecondo Ovidio, fu pazz.


egli

do

potere. xltrdi [Atrides,

convertito in pino. Auga [Augias] re dell'Elide,

XIII, 230]
e

fu

uno

degli

Argonuti.

erano
nelao,

Agamennone
figli

MeSe-

di

Atro.

Possedeva stalle con si numeroso bestiame, che per

ATTG
trent'anni

52
non
era
stato

era

favorevole

quando

possibile nettarle, s

die ne
pe-

emanavano
stifere,

esalazioni

segni aspettati apparivano dall'oriente, fra i Latini


l'aggettivo
sinister per gli valeva prospero, augurii, felice . Se in italiano l'ag-

che ammorbayano

la regione. Ercole, per comando di Euristo, com-

faticbe,

piuta nna delle sue dodici le pul, facendovi


passare il fiume Alfo, di cui devi il corso.

gettivo sinistro sinonimo di avverso , da


attribuirsi alla

derivazione

Augrio [augurum]

era

una

costumanza che v'era in Grecia, ove l'auspicio si


dalla

cerimonia religiosa, in cui


speciali sacerdoti [augures}

aspettava,
al nord, e alla destra

stando

rivolto

avendo
il

perci

divinavano

volere degli di e presagivano la fortuil

l'oriente,

che

era sempre

punto donde

di imprese osservando e spiefuture, gando il volo degli uccelli [avis uccello]. Per prendere tali auspicii, si divideva in due parti eguali

na e l'avversit

movevano

ci in Grecia

segni felici; per destro signi-

f,cava felice e sinistro

avverso. Del resto, anche a Eoma si era introdotto

daUa Grecia

tale significato,

uno
lo,

corrispondenza con la volta del ciespazio,

in

sicch presso gli scrittori, anche del periodo romano,


dexter vuol dire
lice,

mediante una linea da

fausto, fe-

oriente a occidente [questa linea si cbiamava decuma-

propizio.
[Aiilis]

nus\

e ciascuna di queste

Aulde tima

citt

marit-

due sezioni si divideva poi in due parti eguali, con


un'altra
linea
{carol

cbe

famosa si radun la perch quivi flotta greca, per muovere contro Troia, e avvenne il
della Beozia,
sacrifi,cio

andava da nord a sud, perpendicolarmente al ecumanus. h'augur, a Eoma,


prendeva posto nell'intersezione delle due linee [deeusssl

di Ifigenia, figlia

di

Agamennone.

[V.

Aga-

mennone}.

Aurra

in

verso sud, avere a sinistra l'oriente, a destra l'occidente; e poich l'auspicio


rivolto

[Aurora, II, 113] figlia di Iperine e di Tia, sorella di Hlios e di Selne,

modo da

dita,

la dea dalle rosee che annunzia il giorno. Si leva di buon mattino

53
dal suo letto nell'Oceano
e,

AXA

su lin carro tirato da cavalli iDiancM e rossicci, precede il carro del fratello

dimorava sul Parnaso, dove una volta Ulisse si rec da


lui, e

fu ferito nella caccia.

Automednte [Automdon]
guidatore del cocchio e compagno d'armi di Achille.

HeKos. Presa da amore per


Titne,
figlio

di

Laome-

dnte, re di Troia, lo rapi e ottenne da Giove per lui


l'immortalit; ma dimendi chiedergli anche tic

Autonio

[Autonoius. Ili, 198] Attene, nato dalla madre Autnoe. [V. ivi],
lago presfor-

Avrno [Avernus]
so

un'eterna giovinezza, e perci si inaridirono le mem-

Cuma

di

Campania,

mato dal

cratere di

un

vul-

bra di lui e la voce svan. La dea allora ]o chiuse in

cano profondo, cinto da rupi scoscese, pieno di esalazioni

una camera e lo mut in cicala. Era rappresentata


sul

meftiche.

Secondo

carro

della

luce,

gui-

l'etimologia vuol dire senza uccelli [-6pvi(;], perch


gli

datrice dei cavalli, con fiaccola in mano.

una

uccelli

non

vi poteva-

no vivere per

le esalazioni.

Auspicio [auspicium] era una forma di augurio, che


consisteva nella previsione del futuro dal volo e dal

Kelle sue vicinanze, si riteneva fossero il bosco di

canto degli uccelli [auspicium avispicium, osservazione deg uccelli aves

cate, la caverna della SibiQa e l'entrata all'Inferno. Perci, con questo nome, fu
significato poi

anche

il

luo-

spedo;
spicere

cfr.

inspiere,

eon-

go sotterraneo della dimora delle ombre dei morti.

osservare].
[V. Aborgeni}.

Axamenta

erano inni in me-

Autctoni
313]

Autlico [Autolycus, XI,


figlio di

tro saturnio, che si cantavano dai Salii, durante la

Hermes, ebbe

una

figlia

Anticla,

madre

processione deUe feste in onore di Marte. In essi si

di Ulisse.

vette

il

Dal padre ricedono dell'inganno

invocavano e
Marte,
nerva,

e fu ladro di mestiere. Fu maestro di rcole nella lotta;

si esaltavano Giano, Giove Lucezio, Apollo, Giunone, Mi-

Ercole.

[V.

^alii}.

BAC

54

B
Baccanali [Bacclianala] feste rumorose e tumultuanti,
in onore di Bacco, alle quali
cinto
di edera

e di

pamfeste

pini di vite], e

nee

prendevano parte importante le donne furiose che,


sotto
il

orgiasticbe [Baccanali] in onore del dio, correvano tutte scapigliate, prese da


frenesia e da ebbrezza, con torce accese, fra il rullo

nome

di Baccanti,

Mnadi, Thiadi, Mimltoni,


Bassridi,
di

Bistnidi,
le

rap-

fragoroso
il

presentavano
to, ^axxsiJco

Bacco [px/o?

= strepi= rumoreggio].

compagne

di tamburi, facendo echeggiare per l'aria

grido di

evo!

Bacco

andava intorno con assordante rumore di flauti,


Si

Xin,
in

[Baccbus, IV, 117; 311] il dio del vino,


identificato
col

Eoma

di timpani e di piatti sicali, al grido di suoi!

mu,

greco Dioniso. [V. Dioniso].

in

cos detto, dallo strepito

preda ad un'ebbra smania, si squartavano gli ammali


e
si

mangiava

la

carne an-

cora sanguinolenta. Vi presiedeva insomma l'ebbrezza


sensuale, e si prolungavano ancbe la notte. In Eoma,

che si faceva nelle feste in onore di lui [px^o? = strepito]; nei misteri di Dmetra era invocato col no-

me

di lacchus.
[balnae].
i

Bagni

fin dai

In Grecia, tempi omerici, erano


bagni, e specialquelli tiepidi, la cui a pulire ed a rinvi-

avevano luogo ogni tre anni, di notte e, per la loro

in uso

mente
utilit

oscenit, furono proibite con un decreto del Senato, nel 186 av. Cristo. [V. Dioniso'].

gorire il corpo fu conservata in tempi storici, spe-

Baccanti [Baccbae]
pitose
steri

le

stre-

cialmente prima del pranzo; di essi vi erano stabilimenti


pubblici e privati, forniti di apposite vasche e tinozze,
si faceva il bagno con acqua alimentata da

[^dcx^o?

strepito]
i

donne cbe celebravano


in

mi-

di Bacco: portavano
il

entro cui

mano

tirso

[un bastone

55
condotti. Vi erao inoltre
i

BAN

zione del bagno completo.

bagni a vapore, clie si facevano in tinozze libere o


incastrate nel suolo.
il

Dopo

Dapprima, i locali per i bagni deUe donne erano separati da quelli degli uomini; ma in seguito, col rapido decadere del senso morale, divenne generale il mal costume che uomini e
nel
le

bagno, il bagnaiuolo o il servo versava addosso del'

l'acqua fresca. Annessa aUa camera da bagno, era un'altra camera, in cui piva la toeletta
si

comil

dopo

donne facessero il bagno medesimo locale, si che

bagno. Quivi
strofinavano
raschiatoi,
lo

il

bagnanti si corpo con


e

poi con
gli altri

olio,

spalmavano le donne

Terme pubbliche divennero teatro di dissolutezze, alle quaU invano cercarono opporsi i diviti degli imperatori.
[V.

specialmente adoperavano strumenti deUa loro


toeletta: pettini, unguenti, specchi a mano, gioielli ecc.

Terme].
pXXo)

Ballista
scaglio]

[ballista:

A
si

Eoma,

bagni furono

grande macchina da guerra in forma di arco, tesa con funi e nervi, che

portati ad un ben pi alto grado di raffinatezza, come

servivano per lanciare pietre o altri proiettili.

Le

bai-

pu vedere
essi.

Terme,
per

nelle grandi costruite appunto


Il

Uste tiravano ad arco, mentre le catapulte tiravano in


linea
lotti.

bagno poteva

retta

e
i

solo

giavel-

essere freddo, caldo, a vapore. I bagnanti che fa-

Presso

Greci,

macsi
tts-

chine simili alle baUiste

cevano

il

bagno caldo,
in

si

chiamavano
TpopXoi.

Xt,6opXoi,

spogliavano

un appodonde pas-

Le

balliste si

di-

sito spogliatoio,

savano
re],

locale destinato

nel tepidarum [il per sudali

dimenstinguevano sioni dei verrettoni che landalle

e
[il

di

nel

calidail

rum bagno
do
si

luogo per fare

caldo]. Il

bagno
nel

fred-

faceva
[il

frigida-

luogo per il bagno freddo], in un bacino incastrato nel pavimento, e


questa era l'ultima opera-

num

ciavano, i quali potevano raggiungere m. 1,40 di lunghezza, m. 0,039 di spessore e un peso di kg. 1,870. Ballo [V. Danza]. Banchetto [convivium]. Nuziale: era il banchetto che si dava, nel giorno delle
nozze, nella casa deUa spo-

BE
sa, tra

56

numerosi convitati,

barbieri dalla Sicilia. Si dice

parenti ed amici. [V. Matrimonio].

Funebre:
compiuta

si

celebrava dopo

che Scipione Africano fu il primo che si facesse ogni giorno radere la barba col
rasoio,

la sepoltura, nella

casa del defunto, da coloro che avevano preso parte al' convoglio funebre. [V. Funerale].

tare

rasa

moda di porcorti e la barba capelli non si diffuse che a


la

ma

ratore
al
si

Bratro [Barthrum] burrone presso Atene, vicino coUe deUe ninfe, dove
precipitavano
delitti
i

poco a poco. Dopo l'impeAdriano, torn in uso la barba intera. Anche a Eoma, neUe botteghe dei
barbieri
tre
i si

adoperavano,

ol-

colpevoli di
eb-

rasoi e le forbici: pin-

comuni.
[barba]. I Greci

Barba
ba.

zette, pettini, ferri per riccioli, unguenti ecc. e, come

bero molta cura deUa bar-

Anticamente per vigeva il costume di portare barba e capeUi interi, e questo costume fu conser-

in Grecia, esse erano il ritrovo degli oziosi e il luogo di discussione cosi di politica,

come

di tutti

pet-

tegolezzi deUa citt.

tempo delle guerre persiane. Dopo, si


fino

vato

al

Bassaro

[Bassarus,

^acTcra-

introdussero le botteghe dei

pzQ] attributo di Bacco, cos detto da pacrapa, pelle

neUe quali si acconciavano i capelli, si radeva la barba, si pulivano le unghie, si levavano i calli,
barbieri,

di

volpe che indossavano

le Baccanti, nelle feste in

suo onore. [[Sacrcrpa un vocabolo trace, eguale al


greco
le
XtTrT)^

strappavano i peli superflui. Per il portare la barba intera e folta era sesi

= volpe].

Bassridi [Bassardes] sono


Bacco Bassaro.
saro].

gno di
di

Dal tempo Alessandro Magno, fu gevirilit.

Baccanti, sacerdotesse di [V. Bas-

nerale l'uso

di radersi la

Batto [Battus,

barba, e divenne molto lucrosa l'arte del barbiere.


I
i

Bomani portarono lunghi


capelli e la

II, 685-707] vecchio pastore che custo.diva gli armenti di Kelo, re di PUo, nella Messenia.

barba fino al 300 av. Cristo, anno in cui a Eoma vennero i primi

Quando Mercurio rub parte degli armenti, temendo che Batto rivelasse il furto,

57
gli

BEL
del re, Anta, innamoratasi di Bellerofonte, non aven-

regal

una candida vac-

promettere che egli non avrebbe detto nulla. Il veccMo giur cbe il furto sarebbe scoperto da una pietra, cbe gli indic, prima che da lui. Merca,

facendogli

dolo indotto aUe sue voglie,


lo calxmni presso il quale perci lo
il

marito,
al

mand
re

suocero

lobate,

della

curio

si

allontan,

ma
un

tor-

Licia, perch lo facesse uccidere, lobate perci lo

nato poco dopo in sembianze sconosciute dal vecchio,


gli promise ed una giovenca se

mand ad
mra

uccidere la

C5hi-

toro

gli aves-

se rivelato chi

aveva comdegli
ar-

messo

il

furto

[v. ivi], ohe Bellerofonte uccise difatti con l'aiuto del cavallo alato Pgaso datogli da Nettuno. Vinse inoltre, per incarico

menti. Batto

gli indic una

caverna vicina, dove essi erano tenuti nascosti. Allora Mercurio lo trasform
in pietra nera,

di lobate, i Solimi, popoli dell'Asia Minore, e le Amzzoni, e super, al ritorno,

come

quella

un'imboscata di Liei, tesagli daUo stesso lobate, si che


l'oriquesti, riconosciuta gine celeste di Bellerofonte, gli diede in moglie la fgha

che Batto aveva indicato.

Bucide

[Baucis, Vili, 626724] la buona e pia vecchietta, moglie di Filemone,

trasformata con lui in

al-

[Pilne o AntcMa o Cassandra], da cui ebbe i figli

bero. [V. Filemone}. Blidi [Belides, IV, 463] jfiglie di Dnao, U quale era figlio di Belo: erano chiamate cosi dal nome dell'avo Belo. [V. Banidi].

Isndro,

Ipploco

Lao-

dama.
Si diceva che pi tardi fosse incorso nell'odio di Giove U

quale, mentre egli cercava di salire in cielo con P-

Bellerofnte [BeUerphon o Bellerophontes] figlio di Glauco, re di Corinto. Si chiamava Ippnoo ma fu


detto
uccise
[(povsa)

gaso, gli fece impennare il cavallo col morso di un


tafano, e che Bellerofonte precipitasse e divenisse zop-

Bellerofonte,
il

perch
Boller

po e

cieco.

fratello

BeUna
bellum

uccido].

Per

= guerra]

[BeUna,

V, 155; dea della

questo fugg presso Preto,


re di Argo,

guerra

ma

la moglie

armata

presso i di frusta

Eomni,
sangtu-

BEL

58
giura riusc ed ella, essendo stato ucciso Demetrio, spesoli re d'Egitto
della

gna: era sorella o sposa o figlia o nutrice di Marte. Al

tempo

guerra mitri-

Tolomeo III

dtica, fu importata a Eoma dalla Cappadocia la

Evergete, suo antico fidanzato. Fu uccisa poi, per


istigazione di Sosbio, cortigiano di Tolomeo IV e,

dea asiatica, clie poi fu confusa con la dea romana; alla quale si offriva un eulto di sangue. I suoi sacerdoti della Cappadocia, Bellonari,

perch aveva una chioma beUissima, l'astronomo Conne chiam Berenice una
costellazione.

nei

giorni

della

festa

della dea, giravano per la citt e poi si ferivano nel

Bergine
Nettuno.

[Bergio]
[V.

gigante,

fratello di Albine: figli di

tempio, conia doppia scure,


le braccia

Albione].

e le

gambe, ed

Bestiari [V. Gladiatori].,

offrivano cosi alla dea san-

gue umano, mentre facevano i vaticinii. Belo [Belus, IV, 213] antichissimo
re
asiatico,

Btulo [Betiilus] una pietra in forma di cono, che dicevasi


culto

caduta
si

dal

aUa quale

cielo ed tributava un
si

fon-

simbolico, perch

datore di Babilonia e dell'impero Babilonese: fu padre di Dnao, re di Egitto. Berecinti [Berecyntes] popolazione Frigia, cbe abit ai confini della Caria e della Lidia; perci Berecinto adoperato come sinonimo
di Frigio.

bagnava con vino, sangue ed olio. A Delfo, presso il tempio di Apollo, ve n'era uno, che si diceva essere la pietra che Bhea aveva data a Crono, perch la inghiottisse invece di Giove. Si un-

Berecnta o Berecinzia attributo di Oible, la dea


Frigia.
[V.
Gible'].

Berenice [Berenice] figlia di Magante di Cirene, cospir contro la signoria della madre Arsinoe, perch questa

geva ogni giorno di olio e, nelle feste, si avvolgeva in un rosso drappo di lana. BbUde [BybUs, IX, 450-665] figlia di Mnto e di Cyana, accesa d'amore per il fragemello Cacno, e fugda lui, che s'era inorgita ridito a tale rivelazione, lo
tello

aveva sposato Demetrio, figlio di Demetrio Poliorcte, gi promesso a lei. La con-

segu per la Licia e per la


Caria,

dove

alfine

cadde

spossata al suolo.

Le K-

59
iadi, pietose, sottoposero alle

BIT
essa con^

don a Cleopatra,
teneya
lumi.
oltre.

pupille

di

lei

perenne

200.000

vo-

vena di pianto, e Biblide


fu trasformata nella fnte

Bidental
era
il

omonima.
Biblioteca [Bibliothca:
pXiov

dalle file [bidens compiute di denti: pecora]

libro,

Qrix.yi

^iscri-

mine

di

luogo colpito dal fulGiove e consacrato


il

gno]. Pare che la Grecia antica non possedesse bi-

dal pontefice,
coglieva
la

quale rac-

terra

smossa

bliotecbe pubbUcbe.

Eo-

la prima fu istituita da Asinio Polline, nell'anticortne del tempio della Pace; due altre, F Ottavia na e la Palatina , furono fondate da Augusto, altre

ma,

dalla folgore e, nel punto medesimo, la sotterrava in-

sieme con una pietra focaia, simbolo del fulmine,

pronunziava una preghiera,


offriva
il

sacrifcio

di

una

sorsero sotto gli altri imperatori; iitiportantissima era la Ulpia fondata da Tra-

pecora bidens, innalzava un altare e circondava il luogo

con un recinto in forma di


pozzo [puteal] perch non
fosse calpestato.

iano.

Fino ad Adriano, si contavano in Eoma 29 biISTel

blioteche.

periodo Alessandrino, grandi centri di cultura greca, oltre Atene, divennero Alessandria e Pergamo. In Alessandria sorsero
le

Bilancia [Trutna] il settimo segno dello Zodaco, la bilancia della Vergine Astra, dea della giustizia, che nell'et del ferro si era ritirata in cielo, dove
era stata mutata in costellazione.

due grandiose

bibliote

L'Astrea

splende

che del

Muso

e del

Te-

sotto

il

nome

di Vergine

rapo
e

fondate da Tolomeo
Cristo],

[sesto segno dello Zodiaco],

Filadelfo [322 av.

non molti anni dopo, a

mentre la sua bilancia ne forma la settima costellazione.

Pergamo, il re ttalo I ne fond un'altra, che pot emulare con quella di Alessandria, e raggiunse il massimo splendore sotto Eu-

Secondo
di

altri,

la bilancia

Mchos, misura e i

che
pesi.

trov la

Bitne

mne
sto].

[197-159 av. Crila

[Biton] figlio della sacerdotessa Cidppe e fra-

Quando Antonio

teUo di Clobi. [V. CleoH}.

BOE

60

Eomane
cembre. In essa le matrone celebravano una
festa notturna, in casa del primo magistrato della cit-

Boedrme

coraiuto, 8p{xo? PoYj sa] festa che si celebrava

[-r

po7)Sp[xia:

in Atene, in onore di Apollo,

nel giorno 6 di Boedro-

[il

console o

il

pretore]:

mine [settembre-ottobre],
per commemorare la vittoria che Teseo aveva riportata sulle Amzzoni. Bolla [bulla] ciondolo simile

vi prendevano parte anche le Vestali, ed era severa-

mente vietato
di intervenirvi.

agli

uomini
costeldel-

Boote [Bootes]
lazione

una

ad una boUa d'acqua, formato da due piastre concave d'oro


[i

in

vicinanza

l'Orsa Maggiore, nella quale

fanciulli ap-

partenenti a famiglie povere l'avevano di cuoio],

per lo pi rotonda,
lora

ma

ta-

forma di un cuore o di una mezza luna, che i ragazzi romani portavano appeso al collo. I giovanetti la deponevano poi insieme con la toga praetexta a 15 o a 16
della

anche

fu trasformato rcade, figlio di Callisto. detta anche Arturo. Brea [Boras] dio del vento che spira da settentrione.

DaUe giumente
egli

di

Bardano
di

gener dodici cavalle

prodigiosa velocit e di tale agilit, che potevano correre su le spighe delle messi

senza

curvarle,

su

le

anni, consacrandola agli di Lari o ad Ercole, le ra-

acque del mare senza solcarle. Da Orizia ebbe due


figli:

gazze la deponevano invece quando andavano a


marito.

Calide e Zete. [V. Cafesta

laide].

Boresxn
dea] deit fece equi-

[popsa<y[xo(]

Bona dea [Bona

che

si

celebrava

in

Ate-

romana, che si valere a Ops, Fauna e ad altre, il cui culto pare sia stato una degenerazione di quello che i Greci tributavano a Dmetra, Il tempio della dea s'ergeva alle falde
dell'Aventino, e la solennit principale, ogni anno, ricorreva ai primi di di-

ne, in onore di Brea, nel tempio sacro al dio, posto sulla riva dell'Ilisso.

JBoridi [Boredes] sono Calide e Zete, figli di Brea.


[V. Cdlaide].

Bosforo [Bosporus o Bosphrus, paTcopoc] il passaggio della giovenca [^ouf; gio-

venca,

Trpo?

passaggio]

61
detto dai Greci

BE

uno

stret-

to di

mare.

Il

nome

deri-

vato dalla leggenda, secondo la quale Giove, mutato


in giovenca, port sul dorso, per uno stretto di mare, forse
il

Briganti [Brigantes] il pi potente ed esteso popolo deUa Britannia meridionale, cbe molestava con continui
assalti

la

Britannia

settentrionale.

TJiraeus,

la,

vergine Euro-

mati
il

al

Furono dotempo di Antonino

pa.
cius

[V. Europa]. Si distin-

Pio.

guevano: Bospiorus Thra[stretto

Briside

di

Costanti-

[Brisis] era la figlia del sacerdote Brise di

nopoli] e Bosphorus Gimmerus [stretto di lenieal,


tra
il

Lirnesso,

si

chiamava Ip-

podama ed

mar d'Azow

il

mar

Kero].

Brnchdi [Branchidae] erano i membri della stirpe che amministrava l'oracolo di


Apollo in Didyme, presso
Milto.

era divenuta schiava di Achille, il quale dov poi cederla ad Agamennone, quando questi fu costretto a :restituire la sua schiava Astinome [Oriside]
al

padre

Crise, sacerdote di

Discendevano da Branchs, che si era stabicol, ritenuto figlio di


gli

Apollo.

Brtomrte [Britomartis]
dea cretese, protettrice dei cacciatori e dei pescatori di
Creta, poi confusa con Artemide. Si diceva anche che
fosse

lito

Apollo stesso, cbe


infuso
fezia.
il

aveva

dono

della pro-

Briaro [Briarus, Bpiapsut;]


gigante, figlio di
di

una

ninfa,

figlia

di

Urano e
cinquanta

Ga: aveva

Giove e prediletta compagna di Artemide. Perseguitata dall'amore di Minosse, ella salt in mare, ma fu salvata dalla rete di
scatore.

teste e cento braccia; prese parte alla guerra dei Titni,

ma

poi aiut Giove nella cospirazione che Kettuno, Giunone e Minerva ave-

un

Perci

fu

pedetta

Dictynna [Sixtuov

=
di

rete].

vano fatta contro di

lui. Il

Brzo [Brizo] dea

gigante, seduto a fianco di Giove, incusse tanto spa-

yento agli di ribelli, che rinunziarono alla loro impresa. Era ancbe cbiamato

Egene.

Delo, venerata specialmente dalle donne, le quali, in piccoli banchetti, le presentavano varie vivande, perch ogni cosa riuscisse loro prosperamente.

BE

62
[Bromus]
il

Brmio
Ppfzoi;

rumo
.

roso [ppofjLsw

= rmnofeggio;
so-

come suo cavallo di battaglia. Quando il cavallo mori nella battaglia

rumore]
di

contro

i]

prannome
detto dal

Bacco,
si

cos
fa-

rumore che

ceva nelle feste orgiasticlie del suo culto.

re Poro, Alessandro gli tribut particolare onore e, dal nome di esso, chiame

Bronte [Brontes] uno

dei Ci-

Bucfala la citt che prede dopo questa vittoria.

clopi che fabbricarono il fulmine a Giove; era nato da Urano e da Ga.

Bte [Butes]

trace, figlio

di

Bubst [Bubastis, IX, 691]


figlia di

Breas; cacciato dal fratello maggiore Licurgo, ripar nell'isola di Stromboli. Ir

Osiride e di Iside,
del

una

dea egiziana, simbolo degH


effetti

scorreria di pirati nella Tessaglia, nella festa d:

benefci

fuoco.
la

Era rappresentata con


testa di gallo.

Dioniso, rapi Coronide e la costrinse a sposarlo. Coro-

nide preg Dioniso che


vendicasse,

I2

Bbona [Bubona] era presso i Eomani la dea che presiedeva al bestiame bovino
[^ou? era

Bute,

dive

nuto delirante,
in

si precipite

una

fonte.

bue],

come

B'p-

Un altro
do

Bute era di rice

na

dea protettrice del bestiame equino, e prela cavalli, degli asini e dei muli

[Sicilia] re indigeno dell SiciHa. Si diceva che, quan

siedeva all'allevamento dei

gli

Argonuti passarono

[epus,

equus

presso le Sirne,
identificato

Bute

solo

cavallo].
testa

con un But(

Bucfalo [Bucephlus]
di bue [Pou(;

= testa]

= bue,

Ke(pa.'kri

Ateniese, attratto dal lorc canto, si gett in mare; mi

il

famoso cavallo

Afrodite lo

salv,

condii

che Alessandro Magno dom da fanciullo e tenne poi

cendolo sul Lilibo, ove


partor rice.

essi

63

CAD

Oanto [Gaantlius]

figlio del-

sere

scoperto,

li

trascin

l'Oceano e di Teti; per ordine del padre, si die a inseguire Apollo, elle aveva rapita sua sorella Melia, ma

per la coda nella spelonca

ove egli viveva. Ma Ercole, avvertito dai loro muggiti, entr nella caverna, afferr Caco e lo strozz.

non potendo raggiungerlo,


appicc
il

fuoco al bosco

Cadmo

Ismnio, sacro al dio, il quale perci l'uccise con una freccia. Melia partor

due figliuoli. Tnero ed Ismno. Cabri [Cabri] divinit Greche,


il

[Cadmus, HI, 1-130] Agenore, re fenicio, fratello di Europa. Avendogli il padre iniposto di andare ramingo in cerca della sorella Europa, cbe era stata rapita da Giove, e
figlio di

cui

culto

sorse in

Beozia. Favorivano la fe-

di non tornare in patria se non l'avesse ritrovata, egli

condit della terra e, pi tardi, furono confusi con Dlnetra e ritenuti demoni
benefci, apportatori di pro-

venne in Grecia e, recatosi a Delfo a consultare l'oracolo, ebbe il responso di

non cercare pi Europa

sperit e di vita, che aiutavano Efesto, il dio del fuoco, col quale

aggirarsi invece in quei luoe, quando avesse tro-

gM

furono anche

confusi

[xcfstv
il

vato una giovenca

immune

bruciare].

Caco [Oacus]

malvagio [xax? = cattivo] figlio di Vulcano, era di smisurata grandezza, fiero e crudele, cbe

dal giogo, la seguisse e fondasse una citt, dove essa


si

fosse fermata.

Kella Fcide, ne trov infatti una dell'armento di

spirava fiamme dalla bocca. Quando Ercole, ucciso Gerine, condusse le sue mandre su le sponde del Te-

Plago e la segu fin dove essa si ferm. Allora, volendo offrire un sacrificio
in ringraziamento, mand alcuni suoi compagni alla
vicina fonte di Marte, per

vere, egli gli

rub quattro
e,

paia di buoi

per non

es-

CAD
attingeryi acqua.
essi

64

sventure fosse congiunto


al-

Ma

nel-

furono uccisi l'antro, da un mostruoso drago, 13.glio di Marte e di Dmetra, elle ivi era appiattato. Cadmo, recatosi ivi, l'uccise e,

la citt di Tebe, si trasferi con la moglie neU'Illiria.

Quivi,

attribuendo

all'uc-

cisione del serpente, non a Marte, la serie dei suoi maU,

per volere di Athna, ne semin i denti nel terreno. Dalle zolle spuntarono uomini armati detti Sparti , disseminati [cTTcapT? da
cTTrstpfo^ dissemino], clie si

implor che divenisse anche lui serpente. E fu appagato. Divenuto serpente, si avvinse al collo e al cor-

uccisero

fra

loro,

eccetto

po della moglie, la quale si mut anche lei in un drago, ed entrambi, coi


corpi uniti, si celarono nella selva vicina.

cinque: Echine [ l'uomo dei serpenti ], TJdo [ l'uo-

mo del suolo], Ptnio [l'uomo nato daUa terra ], Peler


[ il

Cadco

[Cadcus]

verga

gigante

],

Iper-

nore [ il vincitore]. Aiutato da essi, clie furono i capostipiti deUa nobilt tebana,

con due serpenti attorcigliati, che portava Mercurio come messaggero degli di. Si narrava che i due
serpenti fossero queUi che Mercurio aveva trovati un

Cadmo

costru la citt di

Tebe, nel punto in cui si era fermata la giovenca, e dal nome di lui la rocca deUa citt fu detta Cadma. Egli spos poi Her-

giorno in lotta fra loro, e separati con un colpo di verga.

Caducifero
curio,

[Oaducfer,

II,

708] soprannome di Mer-

mione [Armona] fgKa di Marte e di Venere o, secondo altri, figlia di Giove


e di Elettra.

portatore del cadu-

Da

essi

nac-

verga con due serpenti attorcigliati, che Mercurio portava come mescus, la

quero Autnoe [madre di Attene], Ino [madre di MeUcerte], Semole [madre di Dioniso], gave [madre
di Pnteo], Polidoro.

saggero.

Cstro [Caystros, V, 386] fiume dell'Asia Minore, che


sbocca presso Efeso, celebre per il gran numero di
cigni che,
ai

Dopo una lunga


affanni,

serie

di

anche oggi, come


tuf-

Cadmo,
destino

temendo
delle

che

il

sue

tempi di Omero, si fano nelle sue paludi.

65 -:ialide

GAL
con s la fanda essa nacque Tsche die il nome alla

[Calads] Zte, figlio di

fratello

di

cise e trasse
ciulla:

Brea e di

Orizia, insieme col fratello prese parte alla spedizione


degli Argonuti. Al ritorno dalla ClcMde, Ercole, venuto a contesa con loro, li uccise: gli di, mossi da piet, li mutarono nei venti

salo,

Tessaglia. Un'altra Calciope era figlia di Ete, re della

Clcbide, e sorella di Medea.

And

sposa a Frisso, che Eete fece assassinare per

che precedono
la

il

levare delle

rubargli i tesori. Calciope, per sottrarre i figliuoli ai-

Canicola.
e
capelli di colore az-

odio

dell'avo,

li

fece im-

Sono rappresentati con


ali
i

zurro.

Calcante [Oalclxas] figlio di Tstore, da Micene. Era il celebre indovino che accompagn i Greci a Troia; e in ulide, dal numero dei

barcare per la Grecia, ma naufragati rimasero in un'isola fino all'arrivo di Giasone, che li ricondusse in ColcMde.

Calendario Romano. I Eomani, nello stabilire le date, avevano, in ogni mese, 3 giorni fssi, da cui parti-

nove passeri divorati dal drago, preannunzi clie la guerra sarebbe durata nove anni e cbe al decimo Troia
sarebbe caduta. Un oracolo aveva predetto cbe egli sarebbe morto,

vano per l'indicazione di


tutti gli altri giorni. I tre giorni fissi erano
le

Calende, le Kone, le Idi.

quando
in
lui e,

si

fosse abbattuto

Colende [Kalendae], il 1 giorno di ogni mese; quindi si diceva: Kalendae Januarae, ecc.

un indovino
lo

migliore di incontrato l'indovino


nel

Ed

Fehruanae, Martae, erano cosi dette

Mopso, cbe

super nelle bosco di divinazioni, a Olaro o a ColoApollo, fne, Calcante mori di cordoglio o si uccise.

perch, in quel giorno, i Pontefici, come afferma Terenzio Varrone, annunzia-

Caleope [Calciope] figlia di Euripile re di Co. Ercole s'innamor di lei, ma perch il padre non voUe dargliela in isposa, egli lo uc5

vano se le None cadevano nel giorno 5 o 7 di quel mese [calare = xaXsiv

annunziare].

None

psTonae], il giorno 5 di ogni mese, eccetto i mesi di marzo, maggio, luglio,

Stano, Dizionario di miti e leggende.

GAL
ottobre

66
mologia,
parola

[mar-ma-lu-ot] nei quali cadevano il giorno 7.


cos
dette,

meno comune,
Idus
la

la

Erano

perch

quindi

indicherebbe luminosit del

venivano

delle Idi,

me

giorni prima computando, coera costume dei EiOil

plenilunio.

Le indicazioni temporali.

Il 1 gennaio, febbraio,
ecc., si

mani, cosi
tenza,
rivo.

come

giorno di parquello di argiorno 13 di

marzo
latino

rendevano in Klendis Januaris,

Idi

[Idus],

il

Februanis, MartUs ecc. [Kal Jan. Febr. Mart. ecc.].


Il

ogni mese, meno clie nei mesi di marzo, maggio, luglio, ottobre, nei quali ca-

5 di ogni mese, eccetto marzo, maggio, luglio, otto bre, si diceva Nonis Ja
nuaris, Februanis, Afri lbus ecc. [Non. Jan. Febr.

devano il giorno 15. Il giorno delle Idi indicava, in


origine,
il
il

plenilunio, cio

Apr.

ecc.}.

giorno

medio del mese

Il 7 di

marzo, maggio,
si

lu

lunare,

che era alternati-

gho, ottobre

diceva

No

vamente, ora di 29, ora di 30 giorni. Il plenilunio, quindi cadeva nel 14 o


15 giorno;

nis Martis, Mais, Julns, Octobrbus [Non. Mart. Mai.

ma

poich
i

Eosu-

Jul. Oct.l. Il 13 di ogni mese, eccetto

mani avevano un senso

marzo, maggio,
tobre,
si

luglio,

ot-

perstizioso per pari, cosi lo ponevano nel

numeri

diceva Idbus Ja-

giorno

13 o 15, secondo che il mese era di 29 o di 30 giorni. Il nome Idus

nuaris, Februaris, Aprilbus ecc. [Id. Jan. Febr.


Il

Apr. ecc.]. 15 di marzo, maggio,

lu-

cherebbe
vido;
il

etimologicamente signifi met [id da vid,


di d-vid-o

la radice

di-

glio, ottobre si diceva Idibus Martis, Mais, Julns, Octobrbus [Id. Mart. Mai.

verbo id-uare, di origine etrusca, vuol dire


spartire ]. Altri invece annettono alla

Jul.
Il

Oct.'].

giorno anteriore alle CaIdi,

lende, aUe Kone, aUe


si

radice Id, da Idh primitivo, l'idea


di

risplendere,

indicava con pride seguito dall'accusativo retto da un ante sottinteso: 31 di-

infanmiare [aiOc
cio].

brueti-

Secondo questa

cembre, pride Kalendas JO'nuaras [pr. Kal. Jan.]',

67
4

CAL

gennaio,

pride

Januanas

[jpr.

Nonas Non. Jan.];

a Diana, perch
si

12 gennaio, pride Idus Januaras [pr. Id. Jan.]. L'avverbio postride per indicar
il

il re Oeno una volta dimenticato di sacrificare aUa dea. Perci questa mand un

era

fiero cinghiale,

giorno seguente alle

Calende,
Idi,

aUe

None,

alle

il cinghiale calidonio [VlII, 270-427] a divorare queUe terre. Ma

non dell'uso classico. Quando si doveva indicare un giorno diverso da quelli notati, si computava quanti
giorni
esso

poich esso fu ucciso da Melegro, fgHo del re, insieme coi pi valorosi eroi del tempo, la dea eccit

distasse

dalla
fisse

una guerra
i

fra gli
il

EtU

prima

delle tre
IJ^Tone

date

[Calende o

o Idi] che

possesso delOurti, per la testa e della pelle deUa


f,era

seguiva immediatamente, e nel computo si calcolava tanto il giorno di partenza, quanto


rivo.

uccisa, che dovevano essere premio della caccia.


alfine
i

Ma

Cureti furono

quello di arsi

vinti per opera di Melegro. Calpso [Calypso] colei che


celata [y.oikTZ'z celo] ninfa figlia di Atlante, che viveva nell'isola di Ogigia, a

Cosi

2 gennaio

dice-

va die quarto [ante] Nonas Januaras [IV Non. Jan.], oppure ante diem quartum Nonas Januaras \a. d. IV Non. Jan.].

18 giorni di viaggio dall'isola dei Feei. Essa accolse


ospitalmente Ulisse, reduce da Troia e, dopo avergli

7 gennaio

si

diceva die

septmo [ante] Idus Januaras

oppure ante diem septmun Idus Ja[a. d.

[VII

Id. Jan.],

promessa perpetua giovinezza ed immortalit, lo ritenne sette anni legato dall'amore;


poi, per volere degli di, fu costretta a lasciarlo Ubero.
xctXXuvT'iQpia]

nuaras

VII Id. Jan.].


si

ma

16 gennaio

diceva die

decimo septmo [ante] Kaendas Fehruaras [XVII Kal.


Febr.],

Callintrie [T
festa
di

oppure decmum septmum Kalen[a. d.

ante

diem-

purificazione, in onore di Athna. Si cele-

das Fehruaras Kal. Felr.].

XVII

brava in Atene, nel 19 Thargeline [maggio-giugno], e consisteva nella spazzatura


dell'Eretto,

Calidne [Calydon] citt dell'Etlia, che fu poi in odio

n tempio

di

GAL

68
e gener due
figli:

Athna Polide. Era dunque


la

AcarnII,

la festa della scopatura

nio e A mf Otero.

[zaXiivsiv

abbellire

con

Callisto

[Callisto,

409-

scopatura].
[xa,

Callope [Calliope, V, 339],


colei che Jia bella voce
"kc,

=
le

bello, 64

=
alla

495] la bellissima [xXXiaxo(;= bellissimo] figlia di Licane, re di Arcadia, era

voce]

fra

nove Muse, quella


poesia

che

presiede

epica. [V. Muse].

una ninfa cacciatrice, compagna di Artemide. Quando Giove, dopo l'incendio universale suscitato da Fetnte, visit l'Arcadia per ridare ad ogni cosa la vita e l'aspetto primitivo,

Calliptera [xaXiTrTwp] la fanciulla die ha bel padre


[xaX? bello, 7raT7]p padre], era figlia, sorella,

incontr
meriggio,
ftto

CaUisto
si

moglie e madre di atlti. Un giorno voUe condurre


lei

che, nel era ritirata nel


e,

di

una boscaglia
sotto
il

stessa

il

figlio

Pisidro

tenendo

capo

la

alla celebrazione dei giuo-

essendo vietato l'intervento delle donne, si travest in abito da yupi.chi,


volotic;

ma

fartra, riposava sdraiata su l'erba. Innamoratosene,


.

prese l'aspetto di Artemide. La ninfa, tratta in inganno,

[maestro di ginna-

stica], e
il

vedendo vittorioso

figliuolo, per l'allegrezza, spezz lo steccato e abbracci il figlio. Scoperto ch'era donna, fu assolta dal giudice, in premio della nobilt del suo casato, ma fu ordinato d'allora che an-

avvicin e Giove, svelatosi, la costrinse, contro voglia, a cedere al suo amore. Artemide, scendendo dal monte Menalo, in
gli si

Arcadia, col coro delle ninfe cacciatrici, ebbe un certo sospetto della ninfa e, sco-

perta poi la colpa, le co-

che
si

maestri di ginnastica presentassero nudi nei


i

mand

di tuffarsi nelle ac-

giuochi.

que di un rivo, che scorreva limpido in un denso


bosco, rimprover la ninfa e l'allontan, perch noE

CaUroe

[Callirhe, IX, 414] la fanciulla dalla bella corrente [yiccXQ bello, po-^

contaminasse
Giunone,

il

sacro fonte.
contro

corrente] figlia di Achelo, fu seconda moglie di Alc-

irritata

mene,

figlio

di Amfaro,

CaUisto, la tramut in orsa; Giove la trasform nella

ma

69
costellazione dell'orsa
giore.

CAN
tonus: era rosso o bianco
nero], con di cor-

mag-

Da

Callisto e

da Gio-

[secondo
regge.

altri

ve era nato rcade. [V. ivi]. Calzatura. In Grecia, si andava spesso in casa, e anche per le vie, a piedi nudi e, quando il Greco aveva la
calzatura, la deponeva, nell'entrare nella casa propria
altrui.
rico, la

un doppio ordine
I

magistrati
il

ado-

peravano
dei

muTlus, una calzatura simile al calceus


patrizi.

Una

speciale

calzatura militare, sotto


l'impero, era la caliga, formata da una suola forte

tempo omecalzatura formata


iTel

da una semplice suola, attaccata con correggiuole, pi tardi si ebbe il sandalo, con corregge cucite, indi una forma di scarpa che copriva tutto
si
il

con chiodi e da un ordine di corregge, che fasciavano


il

piede.

[V.

Yesti].

Ca mbte [Cambes ]

principe

della Lidia, era divorato da fame insaziabile. Coricatosi

piede, e dopo
gli

con sua moglie,


e poi
si

la divor,
il

adoperarono
fino

stivali

uccise per

dolore.

alti

al polpaccio,

ma

Camne [Camnae
434]

Camoe-

aperti davanti e legati da stringhe. Le calzature erano

nae, antic. Casmnae,

XIV,
le

sono

le

cantanti,

generalmente di cuoio. 1 Bomani ebbero in generale le

vaticinatnci [cano canto] identificate a Eoma con le

medesime

calzature.

Muse

Essi deponevano i sandali nel mettersi a tavola, e li

greche. Erano divinit italiche che presiedevano al canto.


figlia

riprendevano dopo
zo.

il

pranscarpa

Camilla [Camilla]

di

La forma

di

pi ordinaria era la sla; pi distinto era il calceus,

Mtabo, re della citt volsca di Priverno. Educata


alla corsa, alla lotta e alla

che era legato con corriI patrizi adoperagae.

caccia, divenne seguace di

Diana.
tro
dei

KeUa guerra
ella

con-

vano

il

calceus patricius di

Enea,

combatt
cadde poi

pelle rossa, che giungeva fino al polpaccio, ed era

come
per

alleata di Turno, re

EtuU,

ma

fornito di gancetti e di una mezza luna di argento o di


avorio. Quello dei Senatori si cbiamava calceus sena-

mano

di Arunte.

Canato fontana
neUa

di

KupHa,

quale Giunone, bagnandosi ogni anno riac-

CAI?

70
guardia a Europa sform poi nella
zione omonima.
e
tra-

le

quietava la sua verginit; donne di Grecia vi si re-

costella-

cavano

con

la

medesima
dei 12

speranza.

Cos
zio

[Chaos,

I,

5-88]

lo spa-

Cancro [Cancer] uno


dello

segni Zodiaco, granchio che, per comando di Giunne, morse il piede a rcole, mentre recideva la testa all'Idra di Lerna. Ercole l'uccise, e Giunone lo trasform in questa costellazione.

il

mi apro]

spalancato era

[xoctvo)

una massa

informe che conteneva in


s, confusi e discordi, tutti gli

elementi

dell'immensa

Canfore [Canephorae]
tatrici

por-

giaceva nel suo peso inerte; ma poi un qualche dio benigno compose la discordia degli elementi cozzanti fra loro e
li

natura.

Esso

di

canestri

= canestro,
vergini

porto] 9spo) ateniesi che, nelle

[xavouv

colloc in posti distinti e ben determinati. La luce


te pi alta, la terra

feste Panatene,

accompa-

e l'etere occuparono la parsi ab-

la processione; portavano sulla testa un ricco canestro, contenente

gnavano

bass per la sua gravit e trasse seco i corpi pi pesanti, intorno le flu l'Oceano, cingendola in
plesso.
cielo,

gli

arredi sacri: ufficio

al

quale erano ammesse soltanto le fanciulle di famiglie illustri. [V. Panatene}.

La

terra,

un amcome U

Cannte [Oanens, XIV, 320-

340] la cantatrice [cano canto] ninfa bellissima, nata sul Palatino, dal dio Giano e da Yenilia. Col fascino
della sua voce,
tra-

fu divisa in cinque ogni parte, dischiusa zone, e sviluppata in tutta la sua bellezza, fu popolata da esseri viventi: i numi ebbero
la loro vita negli astri
[I,

5-88]. L'ultimo vivente, apparso a popolare la terra,

scinava le selve, i sassi, e arrestava il corso dei fiumi.

fu l'uomo. [Y. Giapto]. Capano [Capanus, IX, 404]


[KaTiavsf;]

Divenne
Cancola

moglie

di

Pico,

uno

dei

sette

al quale gener

Funo.

principi che presero parte

[Oaniciila] costella-

aUa spedizione contro Tebe,


sotto la guida di Adrasto, per rovesciare dal trono Etocie e rimettere il fra-

zione del Cane; appare nel periodo di forti calori. il

cane che Giove diede per

-- 71
tello

GAP
che, pi o meno direttamente, non abbia U suo modello nell'antichit.

l'assalto

di lui, Polinice. Keldi Tebe, Capaneo


sulle

moderna

mont

mura

e,

con

audacia temeraria, grid che neppure i fulmini di Giove lo avrebbero respinto. Allora la folgore di Gio-

ve

lo precipit dalle

mura,

e tutto
tatosi,

l'esercito,
si

spaven-

Capelli

diede aUa fuga. dai [capillus]. Sin


di

I capelli neri erano comuni, si ritenevano pi pregiati i biondi e, per renderli tali, si adoperavano spesso mezzi artif,ciali. Per reggere i capelli, si usavano nastri, bende di stoffa o di cuoio,
cuffie,

reticelle,

cerchietti

tempi

Omero,

la

ricca

capigliatura fu

un

bell'or-

namento per l'uomo

e, nella i capelli inanellati donna, sono spesso lodati dai poeti

tragici. al

In Atene dur

fino

tempo

delle guerre per-

siane il costume cbe gli uomini portassero la capigliatura intera, che si rannodava sul capo in un nodo, tenuto fsso con uno spiUo.

capelli dapprima portavano lunghi come la barba; si cominciarono a tagliare verso il 300 av. Cristo, quando a Eoma vennero i primi barbieri dalla Sicilia. Pi tardi, l'acconsi

di metallo, ecc.

Eoma, i

ciatura dei capeUi divenne, a poco a poco, costume generale. Il portare il capo
del tutto raso era riservato
agli schiavi.

guerre persiane, fanciullo, quando entrava nella giovinezza e diveniva efbo, si faceva tosare i capelli, che offriva a qualche divinit del luogo. L'acconciatura dei capelli divenne, a poco a poco, costume
generale,

Dopo

le

il

Anche le donne comuni adoperavano innu-

merevoli acconciature di capelli. Koti erano profumi,


belletti, spilloni, nastri, par-

rucche e
i

il

riccioli

modo di formare con apposito fer-

come

quello di ra[V. Barba].

ro, ealamistrum. Cos in Grecia come a Eoma, i cit-

dersi la barba.

tadini

non portavano

ca-

Molto pi ricercata era, naturalmente, la capigliatura


nelle donne; belle e multi-

pelli del tutto rasi,

che era

costume imposto
vi,

agli schia-

formi capigliature erano note alle

tagliati pi o meno corti, secondo la moda e il

ma

v'

donne greche, e non forma di capigliatura

gusto personale.

Cappelli [V.

Vesti].

CAB
Cariddi [Oarybdis, YIl, Xm, 730-731] mostro
viveva sotto una rupe,
la

72
63;
clie

do]; Thala, la prospera

sul-

[0XX6) = verdeggio, Qcia. = la prosperit]. Erano ami-

punta

est

della

Sicilia,

sullo stretto, non lungi da Scilla, altro mostro clie abi-

che delle Muse, con le quali abitavano l'Olimpo, accom-

pagnavano Afrodite,

Pito

tava in una caverna, sulla


costa della Calabria.
Cariddi, tre volte al giorno, inghiottiva e poi ridava le
le

[dea della persuasione] ed

Ermete. Si rappresentavano

acque del mare e, con esse, navi che vi si trovavano.

Capricrno [Capricornus]
il

decimo segno dello Zodiaco, composto di 28 stelle, disposte in modo da raffila capra allatt Giove

un gruppo di tre vaghissime fanciulle, dall'aspetto fiorente, virgineo.e amabUe; loro attributi erano strumenti di musica, mirti e rose. A Eoma erano chiamate le Grazie [Gratiae],
in

Carmenta [Carmenta
mentis]
la

o Carera

gurare una capra:

Amalta, che bambino, fu portata in cielo e mutata in questa costellazione.

men
le

profetessa [Carcol quanel


di-

canto profetico]
di

madre
Lazio.

Evandro, venne dall'Arcadia

Eu

onorata come
e,

Secondo

altri,

un capro
il

vina veggente
sacrario, presso

ai

piedi

discendente da Egipane,

del Campidoglio,

aveva un

quale era stato allevato con Giove sul monte Ida e aveva combattuto per lui contro i Titni; o il capro in
cui lo trasform il dio Pane nella guerra dei Titani.

una

porta

Carmentle , ove il giorno 11 e 15 di gennaio, si celebravano feste in suo onore dette perci Carmentli .
lei

detta da

Cariti

[Xpi.Ts<;]

erano

tre
della

Carnte [Charon]

figlio

del-

venust, dee, grazia e della vita gioconda, figlie di Giove e della ninfa

della

l'rebo e della 3>rotte, il canuto nocchiero dell'Inferno, ch.e trasporta al di l del fiume infernale le anime

Eurnome. Esse si chiamavano: EupJirosne, la benevola [sucppcov =


oceanina
benevolo: 5

= bene, =

9piQv

dei morti, e prende come prezzo del nolo un bolo,


,

ch,e i

parenti ponevano
del

in

animo}; Aglia, la splendida [yXac splendi-

bocca

morto,
il

perch
tragitto.

potesse pagare

73

CAS

Casa. In Grecia, Le prime abitazioni costruite dai Greci

Veniva poi

la terza parte

della casa, che serviva per la vera e pi intima famiglia,

furono capanne, di forme diverse, secondo la varia natura del paese. Al tempo omerico, il palazzo del Ee, e cosi le grandi case signorili, si

chi locali. Vi

e constava di parecsi entrava dal

(xyapov a traverso un piccolo corridoio, e si giungeva a una sala a pianter-

componevano

di tre

parti. La prima, destinata alle occupazioni della vita

reno, dove stavano durante il giorno, le donne della

famiglia e le ancelle. Ai
le

lati,

comune
gli
[auXv)],

e alle relazioni con


il

camere da

letto

delle

estranei, era a cui si

cortile

accedeva

la

ancelle e altre camere; ma camera nuziale della cop-

daUa strada, per una porta a due battenti, e aveva nel mezzo l'altare a Giove e,
intorno,

pia reale, il OXafxo? nel senso stretto della parola, era forse al fondo deUa gran
sala
delle

magazzini,

stalle

donne;

mentre,

per i cavalli, camere da letto per i servi. Seguiva poi la seconda parte, la vera casa
della famiglia; ivi si apri-

in
la

superiore, si trovavano altre camere per

un piano
famiglia

va un porticato a colonne,
l'atrio

merici, ci
dei

che, nei canti o riferito come il


il

del principe. nelle linee geQuesta era, nerali, la forma di un palazzo reale nei tempi omerici.

luogo dove sedeva


siglio

consi

prncipi;
si

poi

entrava in

un secondo

atrio

Kei tempi storici, in una grande casa completa, passata la porta, si entrava in

preparavano i letti per gli ospiti che pernottavano a casa. Si accedeva quindi alla vera abitazione del principe, cbe constava della sala per gli uonaini [{xs^apov], cbe era ancbe sala da pranzo, deUe camere delle donne, deUa camera nuziale e della stanza deUe armi e del tesoro.

chiuso, ove

un androne,
trovavano dei
domestico:
in
si

ai cui lati si
locali per uso accedeva indi

un

cortile

aperto,

cir-

condato
[il

da un colonnato

peristlio

TrspKTTXiov].

Seguiva una casa aperta, che aveva da un lato la

camera da
tori,

letto

dei geni-

e dall'altro quella delle figlie; vi erano poi locali

CAS
pi grandi per le ancelle e altre stanze, adibite a vari
li

74

cumenti, denaro, e riceveva persone estranee. Il tablino si trovava fra Vatnum


le

usi della famiglia, delle quaalcune, collocate nell'interno, con l'ingresso su la strada, servivano conie bot-

il

peristylum: rappresen-

teghe. Il recinto della casa era poi chiuso, nella parte posteriore, da un giardino.

tava il locale pi importante della casa, e spesso aveva il pavimento a mosaico finemente lavorato.

AUa

destra del tahlmum,


piccolo

si

apriva un

A Roma,
dei

andito,

La

casa

romana
com.

fauces,
si

tempi

storici era

per cui dall'atrio passava al peristylium,

posta di tre parti principali: atrum [spazio anteriore

spazio scoperto circondato da colonne: nel mezzo si

in

tahlmum

coperto], [locale di mezzo


pericir-

parte

apriva
qua,

un

serbatoio di acnel
portico

piscina;

interamente aperto],

stylum [cortile scoperto

che girava intorno al peristilio sboccavano diversi locali,

condato da colonne].
L'atrio era
drilatero, tetto che

di di

cui

alcuni

[nella

uno spazio qua-

casa

Pausa a Pompei

coperto da un aveva nel mezzo

sono a sinistra] servivano

la

un'apertura, compluvum, quale lasciava passare,


oltre
il

come camere da letto, e uno pi grande [nella casa


Pausa a destra] era da pranzo, triclinum, con qualche cameretta annessa, ove si condi
la

fumo,

anche

la

sala

pioggia; sotto questa apertura, nel pavimento, vi era

una parte infossata, che raccoglieva l'acqua, e


si

servavano

gli

utensili

e,

chia-

mava impluvum.
all'atrio si

Intorno aprivano varie

in alcune occasioni, nivano i giocolieri e


che,

si riui

mimi

dopo

il

pranzo, dove-

camere, cubicula, Nell'atrio si entrava per mezzo di

vano divertire i convitati. Dal peristlio, a traverso un


angusto passaggio,
si

un androne

stretto, vesti-

pote-

bulum; in fondo aU'afnwm vi era il tablinum, la sede del padrone, ove egli trattava i suoi affari, studiava, scriveva, custodiva libri, do-

va uscire su
rale.

la strada lateil

Dietro

peristlio, in

situazione simmetrica al tablino,


si apriva il salotto migliore della casa, oecus,

75
clie aveva, a sinistra, la cucina con locali annessi e,

non mantenne
il

GAS
la

promessa,

alla destra, altre

stanze adigiar-

dio, fece si che nessuno credesse ai suoi vaticini.

bite a vari usi di famiglia.

Avendo predetto

ai Troiani

Veniva poi un gran

dino, viridarum, che chiudeva il recinto della casa.


Il

pavimento, nel periodo


battuto,
spianato,
si lastric

che la guerra sarebbe andata male per essi, fu derisa e trattata da pazza. Presa Troia, Cassandra, che si
era rifugiata nel tempio di Atena, fu strappata e ol-

pi antico, era fatto di ce-

mento
strati;

con frantumi e cocci incapi tardi

traggiata da Aiace di Oi-

con lastre di marmo bianco a vari colori, tagliate in

Toccata come preda ad Iq segu a Micene, ove fu uccisa da


lo.

Agamennone,

forma triangolare, quadrangolare, esagonale [pavimen-

Chtennstra, mentre Egisto uccideva Agamennone.

um seetl]] poi si ebbe il pavimento formato di grandi pietre, tain forma quadrata e gliate collocate in linea parallela,
di tavolette

Cassiope [Cassipe] moglie


di

Cfeo re di Etipia e

modo

di scaccMera [pa-

madre di Andromeda: da lei una costellazione fu chiamata Cassiopa. Cassiopa [Cassiopea] la


costellazione neUa quale fu trasformata Cassope, madre di Andromeda. [V. Costellazioni'].

vimentum
tempi

tesselldtum]. In posteriori, si intro-

dusse dall'oriente a
l'uso del

Eoma

saico

pavimento a moIpavimentum mus-

figure geometriclie, svariatissime, formate con pezzettini di marmo, di

vuml a

gata^ di nice, di vetro e

Castlia [CastaHa, in, 14] fonte sacra ad Apollo e alle Muse, le cui acque servivano per le purificazioni ed espiazioni, che i pellegrini
facevano, prima di entrare nel tempio di Delfo, a consultarvi l'oracolo
zia.

Cassandra [Cassandra]
ta
la

di altre pietre preziose. det-

ancbe Alessandra,
pi bella delle figlie
il

era
di

deUa Pi-

Priamo. Aveva ottenuto da


Apollo

Castore [Castor] uno dei Discuri, figlio di Giove e di Leda, fratello di Polluce.

dono

della

pro-

fezia, lo amasse,

a condizione ch'ella

ma

poich essa

[V. Biscuri].

CAT

76

Catapulta [catapulta] grande maccliiiia da guerra,


presso i Eomni, clie tirava in linea retta solo giavellotti Ideilo lancio], mentre le balliste tiravano ad

Pandine,

il

quale era
il

fi.

glio di Eretto:

fanciullo
fu

serpente, che da
affidato
alle

Athna
di

figlie

C-

crope, perch lo allevassero, e fu poi re di Atene, la cui

arco pietre e frecce di gran


peso.
[V. Ballista].
i

rocca [Cecrpia] fu fondata

Presso
simili si
"Kzic,,

Greci,

macelline

da Ccrope. Cfalo [Cephlus, VI,


figlio

chiamavano ^u^s-

di

Hermes

681] e di Erse

Xo),

xaTaTTsXTai [xaTa-7rXlancio].

o Bione, spos Procii, figlia di Eretto. I due sposi


si erano promessa perpetua fede; ma os Q' Aurora ] innamoratasi di Cfalo,

Cebrne

[Cebren,

XI, 769]

fiume nella Trade: come


dio fluviale, era padre di nome e di Espria, la

lo rap e,

per staccarlo da

quale fu amata da saco. [V. saco]. Ccrope [Cecrops] il pi antico

Procri,

con volto mutato, lo mand da lei e la fece richiedere di amore. Procri,


senza
sent,

re autctono

dell'At-

tica, figlio della Terra, raf-

ma quando

riconoscerlo, accoiiCefalo si

figurato

met uomo

met

serpente. Fond Atene, costru la rocca, che fu detta

fece riconoscere, ella fugg a Creta, ove cacci con

Cecrpia , divise gli abitanti in 12 trib e introdusse la civilt e il


lui

da

culto di Giove e di Atbna; sotto il regno di lui Atbna e Poseidone


la
si

disputarono
della
citt.

Artemide, ed ebbe da lei una lancia, che non falliva mai, e un cane veloce come il vento. Tornata poi nell'Attica, fu alla caccia con Cefalo, senza essere riconosciuta da costui.
Egli le chiese la lancia e il cane e, in cambio, le profece riconoscere,
il

protezione [T. Athna].

Cecrpia

[Cecropia, VI, 70] detta Pllade, protettrice di Atene; altrove chiacosi la rocca di Atene,

mise di amarla. Procri si e poich entrambi avevano violato

mata

fondata

da Ccrope.

giuramento di fedelt, tornarono a vivere di accordo.

Cecrpd [Cecropdes] sono Prcne e Filomla, figlie di

Ma un

giorno in

cui

Procri, per gelosiai di Eos,

77
segu
sui

CN
Un'altra invece narra cbe

di nascosto Cefalo, monti, questi, creden-

dola

una

fiera, la

uccise con

la lancia infallibile.

Ceo

[Oeplxus, Y, 12] re dell'Etipia, marito di Cassiope e padre di Andromeda,


elle
eh. 'egli

avvenne nei campi di Enna, in Sicilia. IS'ei dintorni del Cefso, Teseo avrebbe ucciso il famoso
ci

aveva promessa
Fineo,

bandito Procste. Cice [Ceyx, XI, 410-748] re di Tracbine, neUa Ftitide,


in Tessaglia,
fero
figlio di

a suo fratello

ma

Luc-

dette poi a Perseo, il quale l'aveva liberata dal mostro marino, a cui era
stata esposta, onde deriv una lotta terribile tra Perseo
e Fineo [V, 1-235]. Ofeo fu trasformato poi in una costellazione. [V. Andromeda]. altro Cefeo era re di

e fratello

di Ddalo.

Spos Alcine [v. m], e con lei fu mutato in uc[astore o gabbiano o, secondo Ovidio, alcione mascMo]. Clmi [Celmis, IV, 282-283] fu custode di Giove, quando questi era bambino, e fu poi trasformato in diamante.
cello

Un

Tega, nell'Arcadia, argonuta, padre di venti figli. Mor in una spedizione con
rcole, contro Lacedmone. Una sua figlia fu Strope.
[V. SUro'pe]. Cefisio [CepMsus,

Cneo [Oaenus, XII, 189209; XII, 459-535] figHo di lato e di Ippa; era stata

HI, 351]

Karcso, figlio di Oefso,


[V.
ivi'].

prima una vergine di nome Cnide, la quale, amata da I^ettuno, gli cbiese in compenso cbe fosse mutata in

Cefso

[Oephisus,
elle

III,

19]

un uomo
cinghiale

invulnerabile.

fiume

nasce nella Fcide, entra nella Beozia e, passando al nord di Atene, sbocca nel porto di Falere:

Prese parte alla caccia del

aUa Calednio, spedizione degli Argonuti e aUa lotta fra i Centauri


e i Lpiti, alle nozze di Piftoo. Quivi i Centauri,

come dio

fluviale, di Karcso.

padre

Secondo una tradizione,


Plutone, Cefso sarebbe disceso nell'averno,

conoscendolo invulnerabile,
lo

presso le rive del

fecero morire, seppellendolo sotto un enorme

dopo aver rapita

muccbio di troncM di alberi


e di pietre.

Prosrpina.

GEN
Altri raccontano clie fu

78
mue 50 teste. Essendosi mostrati ostili al padre, furono

tato in uccello.

Centauri [Centauri,
di cavalli
[xsvtsiv

II, 636] cacGatori di tori o incitatori

da
bili

lui

caverne,
di

precipitati in orrinelle viscere

gere, Tocupo;; toro], avevano la figura di uomo dal

pun-

della terra.

Ma,

dagli

OUmpii,

tratti poi aiuta-

petto in su, nel resto del

corpo avevano la forma di


cavallo.

rono costoro nella guerra contro i Titani e, quando questi furono abbattuti, gli
di
li

affidarono ai Centili

Secondo la leggenda, erano nati da Issine e da una nube [IsTefle], clie Giove aveva formata con le fattezze di Hra, di cui quegli era innamorato. Vivevano

mani, perch
nel Trtaro.

custodissero

Ceo

[Coeus, VI, 185] uno dei Titni, padre di Latna, cb'egli gener con la Ti-

tnia Tebe.

nei bosclii e sui monti della


Tessaglia.
Piritoo,
IsTeUe
figlio

Cermbo
353]
sul

[Cerambus,

VII,

nozze

di

di

Issine,
i

veccMo cbe abitava monte Otri, nella Tesl'i-

con Ippodamia, avendo

saglia: essendosi ritirato sul

Lpiti, nell'ubbriacliezza, insultata la sposa, i Cen-

tauri ne fecero strage. Pi


tardi, apparve mitigata la loro rozzezza e ferocia, e

Parnaso, per sfuggire nondazione del diluvio DeucaHne, fu mutato

di

in

uno
237;
pro,

scarabeo.
[Cerasta,

Cerasti

X,

220-

fecero parte del seguito di Dioniso, dinanzi al cui carro

i cornuti']

erano popoli
Ci-

ferocissimi, dell'isola di
i

suonavano il corno e la lira, guidati da ros, insieme coi Satiri, con le Mnfe e Con
le Baccanti. Il principale dei Centauri

quali sgozzavano a
gli
ospiti.

tradimento

ciascuno di loro spunt in fronte una coppia di corna.


Afrodite, che aveva culto
col, sdegnata ddla ferocia di quel popolo, voleva ab-

Chirne. [V.
stri dalle

ivi].
i

Centiiuani [Oentimni]

mo-

cento braccia [cen-

bandonare quelle

terre,

ma
abi-

tum manus] Cotto, Briaro, Gi, figli di Urano e di Ga,


fratelli dei Titni e dei Ci-

poi prefer punire gli tanti, convertendoli in

tori.

Crbero

clopi.

Avevano 100 braccia

[Cerbrus, IV, 450] cane ferocissimo, con molte


dotato di voce terriche stava a guardia della porta dell' Averno. Era stato generato da Tifne e da Echidna. Pi tardi, fu rappresentato con tre teste e fornito di coda e di creteste,
bile,

TOdanno
biade.
ch'essi

GHE
Si

recano alle diceva che fos-

sero state istituite in Grecia [v. Tesmofrie} da Tritt-

lemo, in memoria della dea

Dmetra

[v.

Crere},

la

sta di serpente.

quale aveva insegnato a coltivare il frumento e a fare


il

Ercole, con il permesso di Hdes, lo trasse dall' rebo,

pane.
le feste

In Eoma,

duravano

stringendogli la gola e le-

gandolo a una catena; poi, fattolo vedere a Euristo


[fu questa la 12 fatica], lo ricondusse all'rebo.

otto giorni, durante i quali era prescritta l'astensione

memoria

dal vino e daU donne, in della severit dei

Cercine
\Y.

[Oercyon] tiranno di Elusi, padre di lope.


Alope].

costumi della dea: non si mangiava che la sera,, perch la dea, nel ricercare la
Prosrpina, ch'era stata rapita da Plutone, non aveva preso cibo, se non
figlia

Cercpi [Cercopes, XIY, 90100; KpxwTcs?] popolo rapiace,

fraudolento
[xpxcot];

giuro

sper-

dopo

il

tramonto del

sole.

astuto]

Le matrone
fiaccole

v'interveniva-

che viveva nell'isola di Pitbecsa [oggi IscMa]. Giove li mut in scimmie.

no, vestite di bianco, con


accese,

dare

le

tede

per ricorche Crere

ApoUdoro ce

li

presenta

aveva accese

al cratere del-

come
tri

folletti giocosi e scal-

che, presso

Efeso, fu-

l'Etna, quando era andata in cerca deUa figlia.

rono incatenati da Ercole, il quale poi, dilettato della loro arguzia, li avrebbe lasciati liberi [xpxoij;

Crere

[Ceres,

V, 341]

divi-

nit italica, identificata con

= scim-

Dmetra,
delle

dea protettrice biade e dell'agricol-

mia daUa lunga coda;


xo? Cereali
si

xp-

tura in genere. [V. Dmetra].

coda].
[Oereala] feste che

Chelna
gine,

celebravano a Boma, il 12 o il 13 aprile, in onore


Crere,
nelle

[XsXwvt;] la testugera una ninfa che,

di

quali

si
il

immolavano

porci,

per

per orgoglio, non volle intervenire aUe nozze di Giove con Giunone, a cui erano

CHE
stati invitati tutti gli di,
gli gli animali, anzi os motteggiare ardi-

80

mera [CMmaera = Chimera,


fero

uomini e

Chioma
Chone

produco]. di Berenice. [Vedi

tamente questo
nio.

matrimo-

Costellazioni}.

Mercurio la precipit in un fiume, insieme con la casa e, mutatala in testuggine, la condann a portarsi su la schiena la casa, che non aveva voluto
lasciare, per intervenire

[Chione, XI, 291-327] bellissima fanciulla Tracia,


figlia di

aUe
suoi

DedaUne, fu amata da Mercurio, da cui ebbe U figlio Autlico, e da Apollo, che la rese madre del musico Filmmone. Superba della
sua bellezza, os vantarsene,
disprezzando Diana, la quale la uccise

nozze,

essere

sempre

muta,

in

pena

dei

motteggi.

con una

freccia.

Chre

personificazioni della morte nei suoi modi


{Xripri']

Chirne

[Chron,

II,

630;
di
la

particolari, mentre Tinatos la morte in se stessa.

VI, 126] centauro, figlio Crono, il quale, presa

Sono vestite di
chiati di sangue

abiti

mac-

umano, si come uomini vivi, aggirano


infuriando nella battaglia, e assalgono, feriscono, trasci-

forma di un cavallo, lo gener con EiUira. Era anche lui, come i centauri, met uomo e met cavallo: resa mite l'indole sua, divenne
educatore
store,

di

Achille,

Ca-

nano i morti per il campo. Kel mito, Chere figlia della


IsTotte e sorella di

Polluce,

Amfiaro,

Thnatos

Esciilpio. Quest'ultimo gli fu affidato da Apollo, che

e di

Tpnos

[i

sogni].

l'aveva generato con la ninfa Coronide.


[V.
ivi].

Chimra

[Clumaera, IX, 647648] mostro favoloso della Licia, nato, secondo Esiodo, da Tifne e da Echidna.

Quando Ercole
centauri e
li

scacci

insegu fino a
si tro-

Mola, durone, che

Aveva
fuoco.

la testa di leone, il di capra e vomitava corpo

vava

quivi, cacciatovi dai Lpiti, fu da lui ucciso con


intriso del veleno
dell'idra

Fu

uccisa da Belle-

un dardo,

rofnte.

di Lerna.

Ghimerfera

[Ohimaerifra, YI, 339] detta la Licia, perch in questa regione

Secondo Ovidio, fu posto da Giove fra le costellazioni, ove egli forma quella del

nacque e fu allevata

la Chi-

Sagitt^o.

SICiane [Cyne] ninfa amata da Anpo. Essa abitava nella

GIO
Galli; nella Frigia

mavano
il

Siracusa.
l

fonte omonima, presso Quando pass di Plutone, col coccMo su

suo sguito era formato dai Coribnti [v. imi; nella Tracia aveva un gran cul-

to sulle pendici del

monte

cui

aveva rapita Persfone, ella si oppose al transito del dio. Plutone, con un
colpo
dello

Ida [Madre Ida], ove i suoi


sacerdoti

erano

Bctyli.

scettro

bifor-

KeUa Grecia, sede del culto di Ebea fu Creta: il suo srti, confusi

cuto, apr nel fondo della

fonte

un varco aU'Averno;

guito era formato dai Cupi tardi con i


Coribnti.

Ciane per dolore della rapita Persfone, s mut nell'acqua della fonte.

Eoma,

Cibele cominci a

essere onorata, al

Ancbe nel fiume Anpo

essa

Annibale, ed ebbe

tempo di un tem-

manda un suo ruscello. Cible [Cyble, Ku^Xy)] dea frigia, identificata dai Greci con Eba, moglie di Crnos, e dai Eomani con Ops, moglie di Saturno. Ebea

pio nel Palatino: le si offrivano sacrifici di tori \Taurobolia'],

di

montoni e di

capre. Cibi. [V. Pasti}.

era

una titna, nata da Urano e da Ga; fu moglie di Crnos e madre degli


di

Ciclopi [Ciclopes, I, 259] erano giganti cbe avevano

un occMo

nel centro della

fronte [xxXoc;

olimpu [Giove, Plutone, l^ettno. Vesta, Dmetra,


Giunne], e detta perci la

= occliio];

giro,

&^

Pronte, Strope,

magna

mater.

A Creta,

tori Giove, sul


lo nascose,

monte Ida

pare

Arge, figli di Urano e di Ga, fratelli dei Titni e dei Centimani. Diedero il trono a Giove, e fabbrica-

per sottrarlo alle


ivi'].

vano

le saette;

ma, essendo

insidie di Cronos. (Y.

avversi al padre, furono ancb'essi riposti da lui nelle profonde caverne della terra e tenuti poi con catene da Crono, fincb Giove li liber e li tenne al suo servizio.

In

riti asiatici,

quest'isola, introdotti i essa fu confusa

con Cibele

frigia, la quale, nell'Asia Minore, era vene-

rata con riti orgiastici. Cibele era onorata nella


Galzia, ove
i

suoi sacersi

Cconi

doti erano evirati e


8

cbia-

XV,

[Cicnes, VI, 710; 313-314] popolo deUa

Stano, Dizionario i miti

e leggende.

CID

82
fiume Hebrus [oggi Malaorime, e form lago che- prese il
lei.

Tracia, clie abitava lungo


il

un

altro

nome

da

ritza], le cui acque rendevano di marmo ci clie toc-

Entrambi furono muta-

ti

cavano, e quindi anche le viscere di coloro che be-

da Apollo in cigni. terzo Cigno [XII, 71145], figlio di Poseidone e

Un

vevano di

esse.

di Clice, fu re di Coine,

Cidppe [Cydippe] sacerdotessa di Hra, madre di


Clobi e Bitne. [V. Bitne']. Un'altra Cidippe era una
fanciulla ateniese, che
mio}.

neUa Trade. Fu chiamato


Cigno dai pescatori, che lo trovarono abbandonato su
la

and

riva del mare, perch avevano veduto volare verso di lui


coi

sposa ad Aconzio. [V. Acon-

un

cigno. Insieme
figli,

suoi

due

Tenete
in

Cigno [Cycnus,

II, 367-380] re dei Liguri, figlio di Stndo, era amico e parente di

ed Emita,
aiuto
dei

egli

venne

Troiani,

nella

Mentre piangeva morte di lui, colpito dal fulmine di Giove [v. Fetonte], fu mutato da Apollo in cigno e, non osando fiFetnte.
la

guerra di Troia: i due figli furono uccisi da Achille ed egli, dopo aver ucciso mille

uomini, poich era invulnerabile, fu strozzato con


la

coreggia

dell'elmo.

Da
in

darsi dell'alto cielo, per odio al fuoco, e temendo il ful-

Poseidone
cigno.

fu

mutato

mine

di Giove, voUe vivere nei fiumi e negU stagni. Da

CUaro

[Oyllarus, 'XII, 393-

Apollo

fu

trasformato

in

costellazione.
altro Cigno [VII, 371382], figlio di ApoUo e di

428] centauro giovanissimo, che prese parte con gli altri centauri aUa lotta contro i
Lpiti,

Un

neUe nozze di

Pirle

too con Ippodamia. Fra

EOria, era cacciatore e abitava neUa Beozia. Irritato

donzelle, solo la bella Ilnome aveva ottenuto il suo

perch l'amico EUio non

amore. Quando

Cillaro, in

voUe consegnargli un toro che aveva preso per suo ordine, si gett con la madre nel lago di Conpe, che. da lui fu detto Oicnio ; la

quella lotta, cadde, colpito

madre BQria

si

strusse in

da un dardo, Ilonome si trafisse con lo stesso ferro e mor con lui. CUeno [CiUenius] Hermes identificato con Mercurio,

83
detto
cos,

CIP

peroli nato

allevato sul
nella

monte OiUne,
nord-est
del-

parte

sul quale Latna diede alla luce ApoUo e Diana. Cinzia [Cyntha, II, 465]

l'Arcadia.

Artemide,

detta

cos

dal

Cimitero [sepnlcretnm] luogo dove stanno a giacere i


morti
[xst[jLat.

CyntTius, nell'isola d Delo, sul quale essa nacque.

monte

giaccio].

Cip

[V. Sepoleri].

era

Cinghiale di Calidne, nell'Etlia era

[Oipus, XV, 565-621] un Bomano che, uscendo dalla citt come preto-

struoso,

dezza,

cinghiale moenorme granche Diana mand


il

di

re, si accorse, specchiandosi nel fiume, che su la fronte


gli

erano spuntate le cor-

per devastare quel paese, sdegnata perch Oeno, re

na. L'aruspice predisse che

Calidone, ringraziamento dante raccolta,

di

un

giorno, in dell'abbon-

avrebbe regnato su Eoma; ma egU, opponendosi a questa predizione, copertesi le corna con fronde di alloro,

aveva offerto un sacrifcio a tutti gh di, dimenticando Diana, la quale sola vedeva
negletti

radun
polo, ciassero e

il

Senato e ordin che

po-

scac-

suoi altari. Questo cinghiale terribile fu uci

uno fra loro che aveva in fronte le corna, perch costui avrebbe imposte a

ciso

da un gruppo di

eroi,

Eoma

leggi servili.

capitanati da Melegro. [V.


Meleagro}.

Eivelatosi da se stesso, co-

me
di

colui che

doveva

esser

Cinghiale
abitava
il

Erimnto,

l'altro cinghiale terribile che-

cacciato via, il Senato gli assegn fuori le mura di

monte Erimnto,
Ercole
l'uc-

Eoma, uno

spazio di terra,

nell'Arcadia.
cise,

compiendo una

delle

che poteva essere arato da due buoi in un giorno, e


fece scolpire poi, sulle porte di bronzo, le corna di lui.

dodici fatiche impostegli Euristo. [V. Ercole].

da

Cinira [Oinras, X, 298-475] re di Cipro, dove era ve-

nuto

dall'Assiria

aveva

Cipresso [Cyparissus, X, 106-142] un bel giovine di Go, caro ad Apollo: avendo egli inavvertitamente ferito una cerva sacra aUe
Ninfe, da lui amata grandemente, chiese ad Apollo

fondato Pfo, fu padre di


Mirra. [V. Adone]. Cinto [Oynthus, Yl,

monte

dell'isola

di

204] Delo,

CIP
di poter
il

84
sempre sfogare nel
saglia e la port neUa Libia, ove la citt di Cirene prese

suo dolore, e Apolpianto lo lo converti in cipresso.

da

lei il

nome.

Ba

lei

e da
Ari-

Ciprigna
di

[Cypria] attributo

Apollo nacque
sto.

il figlio

Afrodite [Venere], la quale era nata dalla spuma


del mare, presso l'isola di Cipro, elle era perci de-

Ciris
cello

[Ciris,

Vili, 151]

uc-

marino nel quale


[V.
Scilla}.

fu

trasformata

Scilla, figlia di

dicata a

lei.

[V. Afrodite].

Mso.
cos

Circe

[Circe, IV, 205; 968] la ninfa marina,

Xm,
fa-

altri, l'uccello

Secondo fu cbiamato
purpureo

dal

capello

mosa per le sue magie: era figlia di HMos e di Perse,


sorella di

Ete e di cate.

Fuggita dalla ClcMde, venne in Italia, nel Lazio e si


di Ea, promontorio Circeo. Quivi giunse Ulisse coi suoi compagni, durante le sue peregrinazioni. Circe trasform i compagni di lui in porci e poi, pregata da

che essa, per amore di Minosse, strapp dal capo paterno. Citer [Oythra] isola detta oggi Crigo posta a mezzo[cirrusl

stanzi

nell'isola

giorno
la

della
il

Laconia;

fu

presso

il

celebre per

leggenda

culto e per di Afrodite,

detta perci

Citera ,

che,

presso quest'isola, sarebbe sorta dalla spuma del mare.


[V. Afrodite}.

Ulisse, restitu loro la for-

ma umana.
Essa visse un anno
con
di
Ulisse, poi gl'ingiunse recarsi nel regno di Persfone. Di l Ulisse torn di

Citera [Oytheria, IV, 190 o Cythers, IV, 288]


Afrodite, detta cos
sola di Citer,
culto.
dall'i-

dove

c'era

un'antichissima sede del

suo

nuovo presso
le

Circe, la quarivel le ultime vigli

Citerne [Cythaeron] monte deUa Beozia, aspro, roccioso,

cende che avrebbe incontrate,

prima

di

giungere
ri-

sede delle Erinni. Si diceva che fosse fratello

in patria,

e gli lasci

prendere il viaggio. Cirene [Cyrne] figlia di Ipso o di Peno, era una


fanciulla
il

dell'Elicna, entrambi gi uomini mutati in monti, e

amata da Apollo, quale la rapi dalla Tes-

che avesse ucciso il padre e la madre. Il Citerne noto nella mitologia,

per la caccia

dei

85
leoni

ca:.!

citeroni, per quella di Attene, e percli vi fu


del

Edipo, per ordine padre Laio. [V. Udpo]. Claudia [Claudia] era una Vestale, che rese dubbia la
lasciato

dato alla dea la migliore ricompensa per i figli, questi si addormentarono per

non svegliarsi pi. Clmene [Clymne,


moglie
di

I,

756.

KXu[xsv7]] figlia dell'Oceano,

sua reputazione, per una certa libert di tratto e per


eccessiva cura

Mrope,

re

di
il

negli ornai

Etiopia, ebbe da figlio Fetnte.

HKos
figlio

menti.
la

Quando

Eomani

Clmeno [Clymnus]
Cardys
si

di

Frigia trasportarono statua della dea Cible, la nave, fermatasi all'imboccatura del Tevere, non andava pi innanzi. L'oracolo, consiiltato per questo, rispose cbe una vergine sola sarebbe riuscita a condurre
la

dalla

dell'isola

di Creta:

dice

giuocM dopo il
line.

rinnovasse i olimpici, 50 anni


diluvio di

cbe

Deuca-

Clitennstra [Clytaemnestra] moglie di Agamennone cbe, insieme con Egsto,

Claudia, preg
la

nave nel porto. Venuta ad alta voce


dea Vesta e poi, attacla sua cintura alla

col quale
illecite,

aveva
uccise
lui

rela-

zioni

Agafu poi

cata

mennone, e con uccisa da Oreste.

[V. Oreste}.

nave, le fece proseguire il cammino fino al porto. Ci

a reintegrare la reputazione della Vestale e ad


valse

Clitrio [Cntorum, XV, 322328] lago e fonte neH'Arcadia settentrionale, presso la citt

omonima:

acquistarle razione da
polo.

grande ammiparte
del

acque,

podi

Clobi

[Oleobis]

fratello

il vino, e virt si attribuiva al questa fatto cbe Melmpo, figlio

nausea

bevute, contro

le sue destavano

Bitne, figlio di Cidippe, sacerdotessa di Hra ad

Argo. Quando, in una processione solenne, alle feste in onore di Hera, i buoi non
vollero tirare
il

di Amitane, avendo risanato con erbe, dalle furie di Venere, le figlie di Prete che si erano opposte al culto di Dioniso, butt poi
le

carro, essi,

per soccorrere la madre, lo tirarono per 45 stadi.

erbe in quella fonte, la quale ne trasse il veleno.

Clitunno

[Clitumnus] rinodell'TJm-

Avendo

la

madre doman-

mato fiume antico

GLI

S6
[xktiTc,

bria
cui

rive

erano
le

inclito] le ricclie di

fratelli e delle sorelle [ved.

sorgenti erano venerate come divinit col


pascoli;

Niobe], per avere implorata la clemenza di Latna.

Ma

nome

di luppter Glitumnus.

Clzia [Olyte, IV, 256-270] ninfa oceanina, amata da ApoUo. Avendo eUa, per gelosia, svelato l'amore del
dio per Leuctoe [v. ivi] al

rimase cos esterrefatta da quella carneficina, elle non pot pi riaversi dallo spavento e mostr sempre
il

volto coperto di pallore

[xX6)p<;

pallido]. Perci

padre di lei. Apollo l'abbandon. Allora essa cominci a languire, e accompagn con l'occhio il volto
del dio, nel suo eorso per la volta del cielo. Bimasta
fssa

da Meliba si chiam Glori. Oocito [Cocytus] il fiume del


gemito [x6)xuo)

= gemo]

fiu-

me

dell' Averno,

le cui ac-

que erano accresciute daUe


lagrime degli
si

infelici

che

vi

trovavano

condannati.

coi piedi nel terreno,

fu convertita in girasole. Ma, ancbe trasformata in


fiore,

Era, come l'Acheronte, un fiume della Tesprzia [Epiro] che si versava nella

sospinta
rivolge
il

dall'antico

palude Achersia.

amore,

faccia verso

ancora la dio amato.


dell'a-

Cdro [Oodrus] fu

l'ultimo

Cloe
la

[XXT)] epiteto di Crere,

re di Atene, figlio di Melnto. Quando gli Ateniesi

quale,

come dea

guerreggiavano coi

gricoltura, presiede aUo sviluppo delle giovani messi

ververdeggianti [x^oc, deggiante]. Sotto questo titolo, aveva un tempio in Atene, ove le si offriva una

Dori, questi seppero- dall'oracolo che avrebbero vinto, se non

avessero ucciso
Ateniesi. Diffuso

il

re degli
fra

anche

gn
so,

Ateniesi questo respon-

festa, in cui

si

sacrif,cava

un capro. Una ninfa

[V. Demetra].

Cloe fu amata

da Dafni. [V. Dafni]. Clri [Chloris] MeHba, figlia di Amfine e Mobe che, secondo una tradizione, insieme con la sorella Amiela, sfugg

Oodro, travestitosi da taglialegna, si port in un bosco dove, azzuffatosi con alcuni Dori che vi erano andati per lo stesso scopo, rimase ucciso. I Dori,

abbandonarono la guerra, e gli Atericonosciutolo,


grati
niesi,

all'eroismo

di

all'eccidio

dei

Oodro, vollero ch'egli fosse

87

COL
topografa del paese di oril' AcrGinnasi e poli, Templi, altri edifzi pubblici, con-

rultimo re di Atene, e al regno sostitnirono il governo della repubblica.

gine:

aveva quindi
i

Coefore
q)poi]

[Olioepliorae,
le

Xot]portatrici delle li[5^07)

servava lo

stesso

ordina-

bagioni

funebri
il

li-

bagione,
esse

= porto]. Da 9sp6
titolo

mento poUtico

prende

una

e, pur avendo vita indipendente daUa metropoli, le era legata con

tragedia di scbiio, la quacon L'Agamennone e le,

vincolo di affetto e di devozione.

Prima

di

fondare

Le Eumnidi, formava una trilogia, cbe trattava dell'uccisione di

una vano
il

Agamennone

colonia, si consultagli oracoli e, quando responso era favorevole,

per opera di OKtennstra e


di

di

Egsto, e dell'uccisione costoro per mano di

tadino
dalla

coloni, guidati da un citscelto come duce,


il

partivano recando

fuoco
tolto

Oreste e di Elettra.

madre

Patria,
[l'edifzio

Clchide [Colcbis] regione ad oriente del Ponto Eusino [Mar ISTero], fra il Caucaso
e l'Armenia:

dal Pritaneo
blico di

pubAtene dove erano mantenuti a spese deUo


Stato gli ambasciatori e
i

famosa per

la

spedizione degli Argonuti.


[V.

Argonauti'].

cittadini benemeriti] per accendere il focolare novello.

Colonia [Colonia]. I Greci fondarono


colonie,

cittadini

poveri otteneil

molte
fra

specialmente

rso e

il

6 secolo av. Cristo,

vano, per viaggio, uno scudo dallo Stato. La colonia fondata cosi per

o per sfollare la popolazione troppo densa, o per costituire altrove

emigrazione
aTtoixia.

si

chiamava
si

Talvolta

fonda-

una propriet
difficile

va una

fondiaria,

cbe era

colonia, dividendo ai cittadini poveri che an-

avere in patria, o per libeda cittadini turborarsi


lenti e infidi politicamente,

davano a dimorarvi,
reni

ter-

acquistati in guerra, con estrazione a sorte. Quest'altra

per m.otivi esclusivamente conunerciaM.

forma di colonia si chiamava ykq^o-ojicf. [xXTJpof;

La nuova
re, si

colonia, fondata generalmente in riva al ma-

sorte].

Quelli

che

disponeva secondo la

aUe

Cleruchie

appartenevano rimaneva-

COM
no
esse
altre

88
cittadini Ateniesi, e per

variabile

di

coloni.

Colo-

non erano, come


colonie,

le

indipendenti

nie di questo genere erano Ostia e Venosa; a Venosa furono


coloni.

madre patria, ma serbavano con questa una re^


dalla

mandati 20.000

lazione pi stretta e continua.

Pi

tardi, i Eomani concessero a molte colonie il


diritto di cittadinanza e di

Fra

lebri

innumerevoli e cefondate dai Greci, sono notevoli quelle


le

colonie

suffragio,
s

quello

di am-

ministrarsi indipendente-

stabilite nell'Italia meridio-

nale, da Polibio

che

per

questo

fu

che furono, in, pratica, equiparate ai Mu-

mente,

chiamata Magna

nicipi.

Graecia:

Kasso, Siracusa, Catania, Agrigento, Gela, Selinunte [in Sicilia], Taranto, Metaponto, Crotone, Sibari, Eeggio di Calabria
[nell'Italia

Altro genere di colonie era-

no

le

coloniae

Latinae,
i

le

quaU non godevano


diritti

pieni

della

cittadinanza

romana,
statuto e
tini,

ma
i

avevano

lo

meridionale];

diritti

dei La-

Pesto, Partnope [lungo la costa tirrenica]: fari di luce intellettuale, che

Cuma,

ed erano

pareggiate

alle citt federate,

l^otevole menzione merita


la

diffusero

ampie correnti

di

sapere e di civilt. I Bomani, a differenza dei


Greci,
stabilirono
le

degli

colonia Agrippina citt TJbii, suUe rive del

colo-

nie, per assicurare le frontiere e contenere all'ob-

bedienza
liche.

le

popolazioni ita-

Alcune
tadini

[coloniae civium

Bocit-

Eeno, la quale nell'anno 50 dopo Cristo, per volere di Agrippina, moglie dell'imperatore Claudio, che aveva avuto ivi i natali, fu colonizzata e chiamata col suo nome, e divenne presto

manorum] formate da
Eomani,
il

conservadi cittadi-

Comte

grande e florida. [Comte]


Pterelo re
di

figlia

di

vano

diritto
si

Tfo,

nel-

nanza. Esse

fondavano

l'Arglide, la cui incolumit

sotto la guida di cittadini a ci designati [Tnumviri


coloniae deducendae agroque

dipendeva da un capello purpureo, noto soltanto alla


figliuola.

Quando

Anfitrioella si in-

dividundo] con

un numero

ne assedi Tafo,

89

CON
faccia rivolta indietro. [Vedi Funerali].

namor

di lui e, per far cadere la citt, clie altrimenti non si sarebbe potuta prendere, trad il pa-

Concordia
presso
fra
i i

[Concordia]

era

Eomani
della

la perso-

dre, recidendogli il capello fatale. Taf o fu presa, Pte-

nificazione

concordia

cittadini di

uno

Stato,

relao

fu

ucciso,

anche

alla quale si innalzava

un

Comete, in punizione della sua periadia, fu tratta a


morte, per ordine dello stesso Pterelao. Questa favola simile a quella di Scilla,
figlia

tempio, ogni volta che si componeva qualche dissenso fra questi. Il primo tempio fu fatto edificare dal
dittatpre Camillo, nel 367 av. Cristo, durante una
lotta fra

di

Mso.

[V.

Scilla'].

Compitali [Compitalia] festa


celebrava il 2 maggio, in Eoma, in onore dei La-

che

si

Veniva

patrizi e plebei. rappresentata co-

me una

matrona, e aveva
il

res Gompitdles,

no
su

quali eraLari protettori delle


i

nella sinistra nella destra

cornucopia,

vie; i cui altari si


i

trovavano

un ramo di olivo o una coppa. Le feste


in onore di
lei si
il

crocicchi

[compita].

davano

il

Conclamazione
to] era
il

[conclamagrido ad alta voce

16 gennaio e
tio]

30 marzo.
[Confarrea-

Confarr eazione

che,
to,

appena spirato l'estinemettevano gli astanti,

cerimonia religiosa del


si

matrimonio, a Eoma, nella


quale
offriva

chianiandolo per nome, come per assicurarsi che la morte era realmente avvenuta, e poi per dargli, fra le lagrime, l'estremo addio.

una focacprecedeva

cia di farro Uarreum].

A
il

quest'offerta
sacrifcio di

una pecora e

Un'altra conclamatio simile


si

seguiva quello di un porco. Consacrazione [Consecratio] era la deificazione o ca-

innalzava dalle prfiche

e dagli astanti mentre, sovrapposta sul rogo la bara,


col

cadavere coperto di un-

guenti, di incenso, di stoffe, di ornamenti, di aromi, di


suppellettili,

nonizzazione del rnorto imperatore, che si faceva per decreto del Senato. Giulio Cesare fu il primo collocato
nel

numero

degli di, quale

uno

dei

pa-

renti

degli

amici dava

fuoco alla pira, tenendo la

Divus Julius per decreto del Senato. In seguito, la consacrazione fu decretata

CON
ad Augusto

90
e a molti im-

L'erede

al

trono

[la

con-

peratori e imperatrici, fino a Costantino.

secratio si

dava solamente

Morto l'imperatore,

si

col-

agl'imperatori che lasciavano eredi] lanciava una


fiaccola contro
il

locava innanzi al palazzo imperiale un suo simulacro, su uno splendido letto


d'avorio.

rogo e

vi

appiccava
feriore,

fuoco. In questo momento dal piano inil

Durante

la

mag-

gior parte del giorno, a sinistra del letto, stavano i

spiccava il volo un'aquila, la quale, secondo i Eomani, sollevava in cielo,


peratore.

Senatori, in abito di lutto

fra gli di, l'anima dell'im-

profondo, a destra le signore clie erano ammesse a corte, vestite delle sem-

Quest'assunzione dell'ani-

ma

dell'imperatore presso

plici vesti

bianche di lutto, senza alcun vezzo, n alcun

gli di dicevasi
[dc7ro6so)ai(;].

apotesi
dii]

ornamento di oro. Questa cerimonia

Consent Dei [Consentes


durava
gli
tes

di

per sette giorni, e ogni gior-

no i medici di corte fngevano di visitare l'imperatore,

sento

acconsento],

[conseneonsentientes da conconsiglieri

erano

le dodici divinit

come

se fosse ancora

ammalato, e dicliiaravano ogni volta cb'egli andava


peggiorando.

maggiori presso i Eomani, 6 di e 6 dee: Give, IN'ettno, Marte,


Apllo, Mercrio, Vulcano,

Quando

final-

mente, all'ottavo giorno, i medici annunziavano che


l'imperatore
era

Giunne, Vsta, Minrva, Diana, Crere, Vnere.

Consuli

[Consualia]

feste

morto,

pi giovani membri del Senato e i pi cospicui cavalieri

che si tenevano ogni anno a Eoma, in onore di IN'ettno,


il

quale aveva

il

no-

trasportavano per la Via Sacra al Forum, e di l al Campo Marzio.


Quivi, in

la

bara

me di Gonsus, che s'interpretava


in

consigliere
si

origine

, mentre credeva che

un imponente

edi-

Gonsus fosse un dio paleoitalico della terra e dei se-

di legno, riccamente ornato, si collocava la bara fra erbe aromatiche, infzio

minati.
tuite

cnsi,

frutta

ed erbe

fra-

Le Consuli si dicevano istida Eomolo, con la


corsa di cavalli.

granti.

91
Corallo [Coralum, IV, 740752] fu prodotto, dalla virt del capo di Medusa. Quando Perseo ebbe liberata la vergine Andromeda dalla bestia marina [v.

COR
Battevano i tamburi, urtavano le lance contro gli scudi e urlavano, per ricordare la morte di ttide. [Vedi Attide}. 'Non mangiavano

m]

che era per divorarla, volle


astergersi le

pane, in memoria del lungo digiuno osservato da Cibele.

mani

nell'ac-

Eurono poi
Il

identificati coi

qua;

ma

testa di

prima pos Medusa. Per non

la

Ourti di Creta.
loro

nome

deriva

da

lasciarla nella sabbia, sparse sul suolo molli foglie,


sulle

Koppocc, figlio di Cibele e di Giasone.

quali

colloc

alcuni

Corcide [Corycidae nimI, 320] ninfe che abitavano nell'antro Coricio, il quale si apriva nel fi^anco occidentale del Parnaso, ed era sacro a Pane. [V. Far-

rami

di alberetti marini, e su questi pose la testa di

phae,

Medusa. Al contatto di essa, rami si pietrificarono e diventarono rami corallini. Le ninfe marine, meravigliate, rifecero la prova con
rami, videro riprodursi stesso miracolo, e disse-

naso],

Crito [Corytus, V, 125]. I:


glio di
alle

fi-

altri

Mrmaro, fu uno

dei

lo

guerrieri

minarono cos nel mare i germi deUa nuova pianta.

Corbo [Ooroebus,
il

Kpoi^o*;]

primo vincitore di giuochi olimpici, quando questi, dopo un'interruzione di 86 anni, furono di nuovo ce-

che prese parte nozze di Perseo. II: [XII, 290] uno dei Lpiti, che prese parte alle nozze di Piritoo. Ili: fgUo di Giove, marito di Elettra, fu fondatore di
Corytus [Cortona] e padre
di lso e di

776 av. Cristo: anno da cui cominci l'enumerazione delle Olimpiadi. Coribnti [Corybantes] salebrati, nel

Bardano.

cerdoti' Frigi,

del culto di
quali, in ono-

Pride e di dal padre, per i suoi intrighi amorosi con Elena.


IV:
figlio

di

none, ucciso

Rbea-Oible,
re di
lei,

Cornucpia [Cornucopia]

il

eseguivano, come
spirito divino, le

invasi

da

corno dell'abbondanza [copia abbondanza] il corno

danze prricbe, con le armi e con musica assordante.

latt

d'Amalta, la capra che alGiove bambino, da

COR
cui scaturiva
il

92
nettare
e

Coronide

[Coronis, II, 542-

ogni bene. Quando Giove pose Amaltea fra gli astri,

547; II, 600-630] ninfa figlia di Flgias, nata a Larissa, in Tessaglia: era la pi bella di quella contrada. Apollo l'am, ma quando il corvo, uccello sacro al

mutata

nella

costellazione

del Capricorno, don il cornucopia aUe ninfe clie lo

avevano allevato.

Corne

[Cornis, II, 569-588] figlia di Corono, re della

dio, gli rifer di aver visto la ninfa giacere con un gio-

Fcide. Mentre passeggiava sul lido, la vide il dio Po-

seidone e ne arse' di amore.

vine tessalo, Apollo squarci, col suo arco, il petto dell'amica infedele. Per,
pentitosi
subito,
discese,

EUa
la

allora lo fugg,

ma
i

su

molle arena sent


e sdrucciolare

infac-

ch,irsi

passi.

sperando di risanare, con la sua arte medica, la ninfa


infelice,
ella

Grid al soccorso e
quale, impietosita di

le

apla

ma non

vi riusc:

parve Athna [PUade]


lei,

la

trasform in cornacchia, uccello caro aUa dea. Ma, avend essa riferito ad Athena che la figlia di Ccrope, contro il suo divieto, aveva
aperta la cesta in cui era
rinchiuso Erittnio, la dea
la

morta. Allora estrasse dal seno di lei il fighuolo che era anche suo,
era

Esculpio, e lo affid al centauro Chirne. Sdegnato poi anche contro il corvo,


gli

mut

le

che, quali in nere.

piume da bianprima le aveva,

pospose a Mctmene. [Y.

Corvo
II,

JEJnttnio e Nictmene].

[corvus, II, 596-599; 631-632] uccello sacro


le

Corne

[Coronae, XII, 692sono i due giovani che 699]

ad Apollo. Prima aveva piume bianchissime, pi

di

sorsero dalle faville del rogo, in cui furono arse le due figlie di Orine, Menip-

quelle dei cigni; ma avendo rivelato ad Apollo la colpa


di Coronide, la ninfa amata dal dio [v. Coronide'], questi, sdegnato, gli anner le penne. Costellazioni [Signa o Side-

pe

Matioche
[Coronus,
II, 459] re

Corneo
veQ,

KopwdeUa F-

cide,

padre di Corne, la quale fu mutata da Athna in cornacchia. [V. Co-

ra].

IsTell'et
si

posteriore

rone],

annoveravano generalmente 48 costellazioni:

Omero,

93
12 nello zodiaco, 21 nel cielo
stellato boreale, 15 nell'australe.

bellezza,

cos

aveva
il

offeso

le

Neridi.

Zodaco:
melli,

Ariete, Toro, GeCancro, Leone, Ver.

Cfeo: dromeda.

padre di An la essa

gine, Bilancia o Libra, Scor-

Cassiopa: Andromeda:
rata
seo.

madre

di

pione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci.

sposata

fu libeda Per la ninfa e

giore,

Cielo boreale: Orsa magOrsa Minore, DragoCfeo,

Orsa Maggiore:
Callisto,

amata da Giove

ne,

Cassiopa,

An-

tramutata in orsa da Giunone.

dromeda,

Perseo, Pgaso, Cavallo Minore, Triangolo,

Orsa Minore:

la ninfa

CoccMere, Boote, Corona Boreale, Serpentario, Serpente,

Ida, nutrice di Giove, o la ninfa Fenice, amata da

Ercole, Aquila, Saetta, Lira,

Cigno, Delfino.

Giove e mutata in orsa da Artemide.

Orine, Balena, Erdano, Lepre, Cane Minore, Sirio o Cane

Cielo australe:

Chioma
vicinanza
detta

di Berenice: in
del

Maggiore, Idra, Tazza, Corvo, Centauro, Lupo, Ara, Pesce Australe, Argo, Co-

Leone: fu dall'astronomo Cenone, in onore della chiocos

ma

figlia di

bellissima di Berenice, Magante, re di Ci-

rona Australe.

rene, la quale aveva con-

Aquila: l'aquila di Giove,


o quella in cui

giurato

contro

la

madre

Hra

tras-

Arsinoe, perch questa ave-

form Mrope, re dell'isola di Cos, quando egli voleva


.uccidersi, per il dolore della morte della ninfa Ecliema

va sposato Demetrio, figlio di Demetrio Pohorcte, promesso a lei. Ucciso Demetrio,

sua sposa.

Andromeda:

la figlia di

Berenice spos ToloIII Evergete, re di Egitto, e fu poi uccisa, per

meo

Cfeo, re di Etiopia e di Cassiopa: era stata inca-

istigazione di Sosibio, cortigiano di Tolomeo IV.

ad una rupe, per da un mostro marino, mandato da Poseidone, perch la madre


tenata
essere divorata

Boote

Arturo: in vicinanza dell'Orsa Maggiore,


rcade,
figlio di Callisto.

Cassiopea, superba della sua

Delfino: in vicinanza deUa via Lttea, il delfino di

cog
Poseidone,
ftrite.

clie

94
Ore, dea della giustizia, detta anche Astra [la vergine stellare], la quale visse su la terra, durante l'et
dell'oro;

trov

Am-

Dragne:
custodiva
i

il

dragone die

pomi negli Orti Espridi: fu ucciso da Ercole. Secondo altri, il Pitofu ucciso da Cadmo fondazione di Tebe. Pesci: sono Afrodite ed ros che, inseguiti da Tifne, si lanciarono neU 'Eu-

ma quando
Second

suc-

ne

elle

cesse quella del bronzo, se ne and al cielo, ultima


fra gli di.
altri

nella

frate e
sci.

si cambiarono in peSecondo un'altra leggenda, sono i pesci cbe trasportarono Afrodite ed ros, al di l del fiume

Erigone, figha di Icrio, la quale s'impicc su la tomba del padre. [V. leario}. Cancro: il granchio che
assali Ercole, batteva l'idra

mentre comdi Lerna.

Corona boreale:

la co-

Eufrate.

Cocchiere: Erittnio, afAthna alle'fglie di Gcrope. La capra^ cbe egli ha sulla spalla sinistra, Amalta; quella che nutr Giove cretese. rcole: l'eroe famoso, che ha in una mano la clava e nell'altra la pelle di
fidato da

rona di Arianna, che Dioniso pose fra le stelle, quando spos costei. [V. Arianna], Corona australe: la ruo-

Leone:

ta di Issine. [V. Issione], il leone Kemo,

ucciso da Ercole e collocato

in cielo da Giove.

Pgaso:
nalippe,

un

figho

cavallo, Medi Chirne,

Leone. Saetta: la freccia con cui Ercole uccise l'aquila che rodeva il fegato di Promteo, o quella con cui Apollo
colpi
i

che chiamavasi prima Ocroe, e fu poi mutato in cavallo da Giove. Perseo: il figlio di Giove e di Dafne: ha in una mano
la testa di

Medusa
,

e nell'al-

Ciclopi.

tra la falce.

Sirio
la

Cane Maggiore:
delle
stelle

Serpentario:

secondo

pi chiara

una

fsse, il cane che stette a guardia di Europa. Idra: l'idra di Lerna, uc-

leggende, Esculapio, colpito dal fuldi

delle

varie

mine

Giove e posto

fra

le stelle.

cisa

da Ercole.
delle

Vergine: Diche, una

Sagittario: rappresenta un centauro [Chirne o Croto].

95
Centauro:
Folo.

CT
Prisso fuggi con la sorella

Clrone

HUe, per

sottrarsi

aUa main

Cigno: il cigno in cui si trasform Giove, per ingannare Leda, ovvero Orfeo, mutato in cigno, dopo la
sua morte.

trigna Ino, Olchide.

ripar

Gemelli: sono i Discuri, Castore e Polluce.

Via Lttea: formata

clie

dalle

uccise,

Scorpione: quello a Ohio, il gigante

gocce di latte di Hra, sgorgate per il cielo, quando eUa


respinse da s
Ercole, che
il

Orine.

fanciullo
le ave-

Capricorno: rappresenta un capro che finisce in una


coda di pesce:
si

Hermes

va posto

al seno.

diceva che

discendesse da Egipane, il quale era stato allevato con

Ctito [Ootyto] divinit della Tracia, introdotta in Grecia e a Eoma: aveva un


culto

Giove,

sul

monte Ida,

numeroso come quello

aveva combattuto per lui contro i Titni. Secondo


altri,

di Cible.

Le

feste in suo

onore
tittie

si
.

chiamavano

Co-

era

il

cangi il guerra dei Titni. Altri invece vogliono che sia la

capro in cui si dio Pane, nella

Cotrne [Ootron, XV, 19-59]


citt nel
labria.

Brutum, oggi Ca-

Eondata nel 710 av.

capra Amalta, che allatt

Giove bambino.

Toro: quello in cui


Europa.

si

Achi e dagli divenne potente col commercio e con la naCristo, dagli

Spartani,

trasform Giove, per rapire

vigazione:

fu sede principatria
del
cele-

pale della ginnastica e dell'atletica,

Libra
di

o Bilancia: quella
le

Mchos, che trov


i

mi-

sure e

pesi,

o quella di

Diche [dea deUa giustizia]. Balena: il mostro marino che fu mandato per ingoiare

bre atleta MUne, e dovette soprattutto la sua gloria a Pitagora, che vi stabili la sua scuola.

Secondo Ovidio, sarebbe


stata fondata
[V. ivi].

Andromeda. Acquario: Ganimde, il coppiere di Giove, o Deucalione, che visse al tempo del dQuvio, in Tessaglia.

da Miscelo.
di

Cttabo [cottbus] giuoco


societ, portato in

Grecia
del-

dalla Sicilia.

Ariete:

quello

su

cui

Un

fusto

di

bronzo,

COT
l'altezza di pi d

96

un metro,

le

sue

acque avevano
i

la

sorgeva da una base tonda, sostenuta da tre piedi. All'estremit superiore del fu-

virt di rendere

colore di ambra Creonte [Creon] re


il

capelli di e di oro.

di

Tebe,

andava assottisto, gliando sempre pi verso la la cima, si poneva un diche


si

fratello di Giocsta, occup

schetto, mentre, nella parte


inferiore, vi era, sorretto

trono dopo che Edipo, accecatosi, si ritir in esilio volontario. Lo af&d poi a
Etocle, figlio
lo riprese,

da

di

Edipo

un

anello

sottostante,

un

quando

Eteocle,
fratello

bacino di bronzo, il quale era introdotto per mezzo di un foro nel centro, per cui si faceva discendere fino
pi importante del giuoco consisteva nel versare,
all'anello.

venuto a guerra col

Polinice, per la contesa del regno [Guerra dei sette a

Tebe], rimase ucciso

insie-

Una forma

me
che

con
si

lui.

Con un

editto

viet, sotto

pena di morte,

da una

coppa

qualsiasi,

il

vlnd nel

seppellisse il corpo di Polinice. Ma la sorella

dischetto metallico, poggiato sulla cima del fusto, e


farlo cadere,

di questo, Antigone, avendolo seppellito, fu chiusa

rimbombando,
sottostante.
alto sti-

in carcere, ove

si

impicc,

nel bacino
valetto
di

Coturno [cothurnus]
cuoio,

ed Emne figlio di Creonte, che l'amava- fortemente, si


uccise sul corpo di
lei.

che copiede e giungeva alla met del polpaccio: era tenuto fermo per
priva tutto
il

Un

altro Creonte fu re

di

mezzo zavano
tori

di coregge. Lo calsulle scene gli at[i

Corinto e padre di Gluca, la quale and poi sposa a Giasone. [V. Glauce].

Crusa [Crsa
figlia di di Enea,

Kpouca]

tragici
il

comici calschilo

zavano
fu
il

soGcus].

Priamo, fu moglie da cui ebbe il fi-

primo a introdurlo nel

glio Ascnio.

Quando

Enea,

teatro, per dare agli attori un aspetto pi maestoso.


[V. Calzature].

Troia, dopo l'incendio della citt, si accorse che, nel suo seguito,

fuggendo da

Grati [Orathis, XV, 315-316] fiume del Brutum, oggi Calabria, che separava questa regione dalla Lucania:

non

rintracciarla;

v'era Crusa, torn per ma essa era


il

perita nell'incendio, e
spirito,

suo
gli

apparso a Enea,

97
rifer clie

GR
fliggeva agli assassini, ai pirati,

Giunne e Vnere
sottratta
all'ira

l'avevano
dei Greci.

ai ladroni,

ai ribelli,

ai rei di alto

Crise

[Cryses]

sacerdote di

Apollo, a Crise, nella Trade; la sua figliuola Asti-

tradimento. Il delinquente, portando su le spalle una trave [patibii,lum] era a colpi di sferza,

da Acliille li nee, rapita in una scorreria, fu assegnata come preda ad Agamennone. Egli la ricMese
all'Atride,

ma

avendo queil

al luogo del Quivi si trovava supplizio. innalzato un palo pi lungo [erux], sul quale si poneva quello portato addosso dal

accompagnato

sti rifiutato

di dargliela,

prigioniero,

in

modo
del

da
della

padre ne cMese vendetta ad Apollo, il quale mand

formare
croce.

la

traversa

I piedi
si

suppli-

una pestilenza, che distrusse uomini e armenti. In seguito al connell'esercito greco


siglio
elle

ziato
lo

inchiodavano al paritto, e le braccia suUa

traversa.

Calcante, fu consultato, Astin-

del

vate

Crco [Crocos, IV, 283] era un giovane, che fu mutato

nee fu consegnata al padre. Criside [Ohrysis] Astinnee,


detta
cos

Crno

poi in arbusto di zafferano. [Kpvo*;] il pili giovine


dei Titni, figlio di Crno e di Ga. Mutil e scacci
il padre [v. Tied ebbe H dominio tano], del mondo. Spos Eha [Cible] dalla quale ebbe i figli Bestia lYestB,], Dmetra [C-

perch

figlia di Crise. [V. Crise'].

Crisotmide

[XpuCTOspn.*;] fu figliuola di Agamennone e di CHtennstra, e sorella di

dal trono

Oreste,
so
i

di Ifianassa [prestragici Ifigenia] e di

Laodice [presso i tragici Elettra ] .Criso temide riusciva


a

rere],

Rra [Giunne], Hdes


{Net-

comprimere il dolore clie provava per l'assassinio del padre, compiuto da CHtennstra e dal drudo di lei, Egisto, mentre Elettra non tratteneva n il pianto n
i

[Plutone], Poseidone timo] e Giove.

Essendogli
dalla

stato

predetto
sa-

madre Gea, che


figh,
li

rebbe stato spodestato da

uno dei appena


di.

ingoi tutti
salvato
la

nati,

ad eccezione

rimproveri.
[crux] era
la

Giove.

Questi,

Croce
-

pena
si in-

dalla

della crocifissione
'

che

quale diede al marito Crono da

madre Eha,

Stano, Dizionario di miti

e leggende.

ORO
ingoiare una pietra, invece del fanciullo, fu allevato
sul

98

nere e di Marte [o di Giove o di Mercrio, secondo altri].

monte Ida,

in

Creta,

un

dalle ninfe

Ida e Adrste,

di astuzie,

fanciullo pieno dalle ali d'oro

fgUe di Melisso, re di Creta. I Coribanti, sacerdoti di Cible, nascosero il dio in-

cbe corre, armato di fartra


e di dardi, le cui frecce suscitano fiamme d'amore, e

fante- nella grotta Ida e, per non fare udire a Crono


i

tevano con

vagiti del fanciullo, batle aste gli scudi.


lo costrinse

non risparmiano neppure Giove, n la stessa sua madre Vnere. Leggende posteriori lo rappresentano circondato da altri piccoli esseri alati [foti, Amoretti], e in Ovidio, egli possiede due specie di dardi: i dardi di oro, dalla

Giove, uscito, dette al padre

un farmaco che

a rigettare alla luce i figli, indi lo rovesci dal trono.

Crono stette con


taro,

gli

altri

Titni incarcerato nel Tr-

punta splendente come


destando
ar-

ma

poi riconciliatosi

sole, feriscono,

con Giove, regn insieme con Eadamante nell'isola


dei beati.

dente amore;
tusi,

gli altrij ot-

fatti

di
il

piombo,
cuore
e

agvi

ghiacciano
tica.

Cronologa. [V. Anno, Mese,


Giorno].

spengono ogni movenza


Attributi di Cupido

ero-

Croto [Crotos] figlio di Pane e di Euf me, valente cac-Sua


ciatore e rinomato per la scienza.

sono:

l'arco, le frecce, la fartra, le fi^accole. Era venerato

specialmente
Creta,

Sparta,

Fu

educato dalle Muse, alle quali rese importanti servizi. Una leggenda vuole cbe, per preghiera deUe Muse, Giove lo mutasse neUa costellazione

Samo,

Mesa-

gara.

Curti [Curetes, IV, 283]


cerdoti del culto

di B/ba

[Cible], identificati poi con


i

del

Sagittario,

Coribanti di Frigia. Ebea

nella quale invece, secondo


la versione pi

comune, fu

afad loro il figlio Giove, cbe ella aveva partorito sul

mutato
rne.

il

centauro

du-

monte Ida,
ta,

nell'isola di Cre-

Cupido [Cupido, I, 453] dio dell'amore, fgUo di V-

perch Crnos non lo ingoiasse, ed essi, per celare a Cronos i vagiti del fan-

09
battevano gli scudi con le lance, pr ducendo un fragore assordante. In onore di Ehea e di Giociullo,

DAP

rica,

fatta con le armi e accompagnata da una musica

rumorosa. Secondo Ovidio,

essi saret-

ve, eseguivano la

danza

pr-

bero nati dalla pioggia.

D
Dafne [Daphne,
dio
fluviale
il

I,

452-567]
del

ninfa bellissima, figlia roseo


cia

per abbracciarla, la ninfa, pallida dal terrore e dalla

Peno: aveva

volto, gli

occM

scin-

stanchezza, si volge al padre Penco, e lo prega che


o schiuda la terra, la ingoi o trasformi

tillanti

come stelle, le braccome di alabastro e le

perch il suo

chiome ondulate, che le scendevano con grazia squisita su gli omeri. Apollo, ferito dal dardo d'oro di

sembiante, perch non vada


violata la sua purezza. Il padre esaudisce la preghiera

deUa

fanciulla,

ed essa

Cupido
figlio

[U

dio

fanciullo,

di Vnere], fu preso

d'amore
la

ardentissimo

bella fanciulla.
stesso

Ma

per Cu-

trasformata in alloro [S^v/j alloro], albero che conserva, nella chiarezza lu-

minosa deUe foglie,


dore
lezza.

il

pido petto della vergine pudica

aveva colpito

della

lo splenprimitiva bel-

con

l'altro
il

dardo fatto di

Apollo

per
la
la

continua

ad

piombo,
cbe,

quale estingueva ogni favilla di amore; ond'

amare
sotto
cia

fanciulla,

anche

quando Apollo

inse-

forma di albero, ne abbraccia. i rami, ne bail

guiva, quasi furente, la bella vergine, essa lo fuggiva


atterrita, e si celava nelle pi folte foreste, per fuggire l'amplesso del dio. Questi allora
si

legno
sotto

e,

posate le
corteccia,

mani

la

sente ancora pulsare il cuore della vergine. Perci il


dio disse che l'aUoro sarebbe stato caro a lui, gli avrebbe ornato la cetra e l'arco, e delle sue foglie si

slancia rapido
la
egli

come vento, raggiunge


fanciulla;

ma

mentre

DAF

100
tronco di alloro, fu allevato dalle ninfe o dai pastori.

sarebbe intessuta la corona


dei poeti e quella dei vincitori di grandi battaglie, nell'apoteosi del trionfo.
l'albero,

Amato da una ninfa [Kide o IsToma o Senia], egli le


promise di non amare
tra fa
al-

come per acconal

sentire
scosse,

volere

del
i

dio,

dondolando,

suoi

fanciulla, ma, venuto meno alla promessa, la nin-

rami fronzuti. Dafnefre [r


festa

amante

lo

convert

in

Saq)V9pia]

che si celebrava a Delfo, a Tempe, neUa Beozia,

pietra o, secondo altri, lo accec. Hermes lo trasse

in cielo

e,

nel luogo do-ve

in

memoria

dell'espia-

zione cbe Apollo fece per avere ucciso il serpente Pitne.

ci accadde, fece costruire la fonte Dafni, a cui i Siciliani

offrivano

sacrifizi

[V. ivi}. Tebe, la festa ricorreva

ogni nove anni:


gazzo,

un bel raaccompagnato da
solenne,

ogni anno. Dafni fu cacciatore e pastore di buoi, valente suo-

una

processione

natore di zampogna; pare anzi cbe egli abbia cantato


le

portava al tempio del dio un ramo di olivo, adorno di


ramoscelli di alloro [89v/) alloro, cpspco porto], di fiori e di fasce di lana,

prime poesie

pastorali,

ed

ritenuto

l'inventore

della poesia bucolica. Gli amori di pastore Dafni

con Cloe sono trattati

in

e avente, nella cima, una palla di bronzo, circondata

un romanzo
fista.

di

Longo

So-

da paUe pi piccole [rappresentavano il sole e le


steUe], e nell'estremit opposta un'altra palla, simile

Damocle
giano
di

[Damcles]
il

corti-

a quella superiore, ma un po' pi piccola [rappresentava la luna], Dafni [Dapbnis, VI, 276278] bel giovine pastore, di
Sicilia,
figlio

VecDionigi tiranno di Siracusa. cMo, Avendo espresso a Dionigi la sua viva ammirazione

per

gli agi e per il lusso in cui egli viveva, il tiranno volle fargli provare il peri-

colo di quel fasto,

come

di

di

Hermes

di una ninfa. Esposto dalla madre, in una valle dei mnti Heri, dentro un

ogni grandezza umana. Ordin cbe si preparasse un bancbetto sontuosissimo, fece ornare la sala da pranzo

101
di

DAN
restasse mallevadore
lui.

mobili di lusso, di sto-

mone
per

viglie finemente lavorate e di fiori frescMssimi e pro-

Damone
e,

accett

volentieri
bilito,
lo,

nel giorno sta-

fumati, e invit, per servire


a mensa, giovinetti di bellissimo aspetto ed elegantemente vestiti. Indi fece

condotto al patiboera sul punto di essere

giustiziato,

quando giunse

giacere Damocle su un lettuccio morbidissimo e ar-

Finzia, tutto trafelato, per prendere il suo posto, e


liberare

l'amico.

Dionigi,
nel

tisticamente cesellato

e,

con
al

commosso da tanta onest


e

un

filo

sottile,

appese

da

tanta

severit

dorato una spada acutissima, cbe pendeva sul


soffitto

rispetto

don

dell'amicizia, conla pena stabilita a

capo dell'infelice cortigiano, il quale non poteva punto muoversi e tanto meno goder nuUa di tanto benessere e di tutta quella bellezza cbe gli fioriva intorno.
egli preg Dioche lo sottraesse a quel nigi

Finzia, e chiese di essere accettato come loro amico.

Dance
si

[Socvxy]] l'obolo

metteva in bocca

ai

che mor-

ti

Dopo poco,

per pagare al nocchiero Carnte, il nolo, per il trasporto delle anime, nella barca, sull'Acheronte: in
.

aveva falsamente scambiato per vita


supplizio, cb'egli

origine era
Socvsi^w

una piccola mo-

neta persiana
ra;

beata.

= prendo

[Svo(;

= usudena-

D mone [Damon]
amico di Finzia
altri Pizia].

intimo
[secondo

ro a interesse].

Danae

Erano entram-

bi filosofi pitagorici, i quali vissero a Siracusa, al tempo del tiranno Dionigi vine.
il

[Danae, IV, 438] era con Giove, trasformato in pioggia d'oro, gener Perseo. [V. Frfiglia di Acrisio:

Gio-

seo].

Avendo

essi

mossa

Danao

[panaius, V, 2]

l'invidia dei cortigiani, questi calunniarono Finzia, ac-

Perseo, nato da Danae e da Giove. [V. ivi'].

cusandolo di alto tradimento. Finzia, condannato a morte, chiese al tiranno di


potersi allontanare, per salutare la sua famiglia. Dionigi acconsenti,

Dandi [Danades] dette anche Blidi, erano


di
to,
le

60 fighe

Dnao,

fratello di Egit-

figho del re egiziano Belo. Esse fuggirono col

purch Da-

padre, da CJhemni, nell'alto

DAN
Egitto,

102

almeno in
sociate
princpio, le danze erano generalmente asal

ad Argo, per una sommossa eccitata dai cinquanta figli di Egitto; ma furono inseguite quivi dai
cugini e chieste in spose.

culto].

La

pi

antica fra le danze armate era la prrica [opxvjcn? vrupptj^T)],

Acconsentirono;

ma

per co-

la cui origine,
si

che

si

mando

del padre, la notte, ciascuna di esse uccise il


rispettivo marito e cugino, e ne seppellirono le teste a

fa risalire a
tico,

un tempo

mi-

attribuisce al creai

tese o spartano Pirrico, o

Lerna.

Soltanto

Ipermn-

Discuri, o a Pirro, di Achille.

figlio

stra risparmi lo sposo Linco. Per questo delitto, le

Danaidi furono condannate,


nell'Averno,

ssa consiste in un finto combattimento eseguito d parecchi, in armatura da


guerra, in cui
si

ad

attingere

imitano

sempre acqua
vasi forati.

e versarla in

movimenti

di assalto e

di

difesa. Perci pi probafiglio

Dnao [Danus]
Egitto.

del re

egiziano Belo, e fratello di

bile che, etimologicamente, pirrica significhi la danza

Da Chemni
figlie

con

le

[v.

fugg Danaidi'\
la
si-

focosa

[TTup

fuoco].

Un'altra danza armata era


la xapTcaia, in uso presso i Tessali: consisteva nell'imi-

ad Argo, ove ebbe


gnoria,

per degli Argonuti, oppure mori di morte naturale, lasciando a Linco la signoria. Il suo scudo, cbe aveva la virt
di

decreto

tazione mimica dell'assalto


di
tro
il

un ladrone armato conun guerriero che arava

popolari, fu dato da Linceo a suo figlio Abnte, il quale


lo

domare

le ribellioni

suo campo: v'era l'accompagnamento del flauto [xapTc?

= frutto].
si

Le danze
senz'armi,

pacifiche,

ossia
nel-

appese nel tempio di Hra, e istitu in onore di


giuochi Heri.
nel

eseguivano

le feste degli di: consiste-

lei i

Danza. Le danze,

mondo

greco, posson distinguersi in armate e pacifiche [la


distinzione seguita da alcuni in danze guerresche e religiose

vano, in generale, in cori danzanti, con passo ritmico intorno all'altare. Isella

danza in catena, una schiera


di giovani e di donzelle, tenendosi per mano, ballavano: gli uni con movenze

non

esatta, perch,

103
guerrescli,e, le altre

DT

con pas-

Drico

so leggiero, loro sesso.

conveniente al

[Sapstxi;] moneta persiana di oro, fatta coniare da Dario: da una parte

Le altre specie di danza variarono da luogo in luogo, con carattere proprio: ma


ora noi

aveva l'immagine di un arciere, pesava due dramme


atticbe e corrispondeva al valore di circa 20 lireoro. Oltre
al

non

le

conosciamo

che di nome.
[Per la danza del coro sulla scena V. Teatro].

darico d'oro,
di argento di quello

v'era
d'oro.

il

darico
^J-^q

cbe valeva

Drdano [Dardnus],
di

fgUo
figlia

Giove e di Elettra,
il

per Enea, dei Dall'Arcadia emiBomani.


gr a Samotracia, e di l
nella
il

di Atlante, dei Troiani e,

capostipite

Dttili [AxTuXoi] genii cbe abitavano nell'Ida di Frigia, detti perci Dattili

Idi

ai quali si attribuiva

Frigia ove, ottenuto terreno dal re Tucro,

la scoperta e l'introduzione dell'afte di lavorare il fer-

fond la citt di Dardnia. La prima sua sposa, Crise, ebbe, come dote per le nozze,
il

Palldio e

templi
del-

Furono perci ritenuti sovrumani e, in seconsiderati come maguito, ghi e come demoni, e immaginati al servizio deUa
ro.
artisti

degli di maggiori, in Atene; egli

port immagini

dea frigia Cible, insieme coi Cufti e coi Coribnti.

le divinit

a Dardnia, donde poi passarono a Troia, per opera dei suoi successori. L'altra sua sposa fu Batia,
di Tucro, con la quale gener Erittnio. Da Erittonio nacque Ilo I e
figlia

Furono chiamati
per
TuXo?

Dattili

l'agilit delle dita [Sx-

guivano
lavori.

dito] con cui esei loro eccellenti

In origine erano tre: Chlmis il fonditore [x7)Xc =

Tre; da Troe, Ilo II; da

Laomednte; da Laomedonte Priamo. Figlio di Troe e fratello


Ilo II

avvampo], Danmano il domatore [Sa[jLv6i = do-

mo] Acmne
5

l'instancabi-

quindi di Ilo II era Assraco, da cui

le [xfxcv incudine]. Pi se ne immaginarono tardi,

nacque Capi,

10
e,

[5

maschi e 5 femmine]

da Capi Ancbse, da Anchise Enea.

dopo, il loro numero giunse fino a 100.

DATI

104
di Hera,

Diinia [Dauna], la parte nord dell'Apnlia, compresa tra i flumi Frento [Fortore]
e Aufdus [Ofanto]: fu cos

vestita

accompagnata
si

da sposa da una
pro-

prnuba,

portava in

detta da Duno.

[V.

ivi].

cessione solenne sopra un carro, su la vetta del Cite-

Duno

[Daunus, XIV, 458]

figlio di Licane, fratello di lapige e di Peuczio, il

rone, ove si offriva a Zeus un toro e a Hera una vacca,


Si distinguevano le piccole e le grandi Dedale.

quale,

emigrato

in Italia,

prese sede nella parte settentrionale dell' Apulia, clie da lui fu detta Daunia .

Le piccole Dedale si bravano dai Plateesi,


7 anni, in

cele-

ogni

Dcuma

[decma = decima] era la decima parte


del grano, clie
i

un grande

bosco,

coltivatori

presso Alalcmene: si recideva ogni volta una quercia indicata da un augurio,


figura [SatSaXov]
e dal tronco s'intagliava una di Hera.

dovevano pagare ogni anno allo


dell'agro pubblico

Stato. Perci l'agro soggetto al tributo


di

deeuma

si

Le grandi Dedale si celebravano ogni 60 anni, da


tutti
i

chiamava

age'

deeumdnus.
[porta de-

Beoti insieme:

in

Decumana porta
cumana] era
cipale
la

esse 14

immagini

della dea

porta prin-

[una per ciascuna citt confederata] venivano portate sul Citerone, dove si bru-

che,

neU'accampa-

mento Eomano, si trovava a una estremit della via praetora, la strada maestra, della larghezza di 50 metri, che divideva il campo in due parti eguali, neUa

ciavano,
ficio.

durante

il

sacri-

Dedaline

[Daedalon, XI, 291-345], figlio di Lucifero [re di Trachino, in Tessa-

sua lunghezza.
porta, tro estremo della
strada,
si

glia] e fratello di Cice.


all'al-

Era
dif-

La

collocata

amante deUa guerra, a


ferenza
il

medesima chiamava porta


festa
di

del fratello

Ceice,

praetora.

Ddale

[AatSaXa],

quale preferiva che il popolo vivesse in pace. Straziato dal dolore della
figlia

Zeus e di Hera, nella Beozia, in cui si rappresentava una scena coniugale di queste due divinit: la statua

na
si

Chione, uccisa da Dia[v. ivi], voleva ucci-

dersi e, salito sul Parnaso,

precipit nel vuoto. Apol-

105
lo

DEI
secondo altri, ritorn con Teseo, da Creta in Atene.
0,

n'ebbe piet e lo mut

in sparviero.

Ddalo [Daedlns, Vili, 159259] figlio di Mezine o di Palamane, era ritenuto


l'inventore di

Di pOii]: Consentes [consiglieri^ erano 12: 6 di e 6 de [Giove,


Nettuno, Vulcano, Apollo, Mercurio, Marte; Giunne,

pareccM

stru-

menti da lavoro e delle statue, cbe si rappresentavano con gli occM aperti e come moventi il passo.

Minerva, Crere, Vnere,


Vesta, Diana]. Selecti [scelti]:

Avendo, per invidia, ucciso


il

nipote Talo [y. ivi], fuggi da Atene a Creta, presso il

Saturno, Giano, Fiuto, Bacco, Sole, Genio, BJiea, Luna]. Gii

re Minosse, il quale gli fece costruire il famoso Labirinto in Cnosso, per tenervi

di consentes con i selecti formavano gli di magni. Erano invece di minores

gM Indlgetes
eroi
dei,

[patrii]

cio

cMuso

Minotauro. Ma quando Teseo, con l'aiuto di Aridne, uccise il Minotauro, Minosse vi rinchiuse Dedalo col figlio Icaro. Ma Dedalo corruppe i custodi
il
e,

Bomani assunti fra gli come Enea e Romolo,

Semnes

Vi erano inoltre
forestiere.

[semidei]. gli di pe-

regrini che erano divinit

per mezzo di
figlio
si

ali di cera,

Come

di

del cielo

erano

fuggi col to. Icaro


nel volo

dal Labirin-

venerati:

lev troppo alto


liquefatta la ce-

e,

Urano, Saturno, Giove, Marte, Vulcano, Mercurio, Apollo, Bacco; Giunone, Venere,

ra, precipit, presso

Samo,

Minerva, Diana.

nel mare, detto quindi Mare Icrio, e fu seppellito dal padre nella isoletta chia-

Erano

di del

mare e

delle

mata perci Icria. Dedalo and poi nell'Italia inferiore,

acque: Oceano e Teti, Nettuno e Amfitrte, Nereo, le Neridi, le Sirne. Di della terra erano: Gitele,
Vesta, i Lari, i Penati,
ne, Pale,
le i

a Cuma e, di qui, a Gmico in Sicilia, pass


presso
il

Pa-

Funi,

i Stiri,

re Ccalo. Minosse,

che lo aveva inseguito, lo richiese Cocalo, ma fu


ucciso daUe fgUe di costui. Dedalo mori poi in Sicilia

Muse. Dei dell'Averno erano: PluOridi, le Dradi, le


tone, Prosrpina, le Parche,
le

Erinni,

JEacOj

Mani, Minosse, Badamanfo, Caronte,

DEI

106
figlia di

Deianra [Deianira],

Eneo, sorella di Melegro, fu moglie di rcole. [Vedi


JEJrcole'].

spelonca dalle cento porte, ove essa viveva.

Defone [Deiphon] era

figlio

Deidama [Deidamia]
di

figlia

di Celo, re di Elusi, e di Meganira, e fratello di Trit-

Licomde, re di Sciro,
Achille,
lei
il

and sposa ad
quale ebbe da
.

il

figlio

tlemo. Crere, ospitata da Celeo, prese cura di allevare Deifone: per purificarlo da

Pirro, cbiamato anche Ke-

ogni cosa mortale, lo mise


nelle

ottlemo.

[V. Neottlemo].

fiamme,
il

ma

la madre,

Defobo [Deiplibus], figlio di Priamo e di cuba, dopo Ettore, era uno dei primi
eroi troiani.

spaventata,
trarre

cerc

di

sot-

bambino

al fuoco.
se
ti-

Quando Troia
sua
casa fu

Allora la dea, sdegnata, ne and sul suo carro, rato dai dragoni,
fone.
e.

fu presa, la
distrutta

lasci

da Ulisse e da Menelao, ed egli fu turpemente mutilato da Menelao.

morire nelle fiamme Dei-

Delfino [SsX9L<;] macchina da guerra, deUa forma di

Deifone pDeiphone]

sibilla di

un

Ouma,
le

figlia

di

Gluco.

Apollo, innamoratosi di lei, promise di darle tutto


ci ch'ella gli avesse ricbiesto. Ella chiese di vivere

delfino, adoperata sulle navi greche. Consisteva in un grosso, pezzo di ferro o di piombo, attaccato con corde alle antenne e munito di carrucole, che veniva

nelli

tanti anni per quanti gradi sabbia aveva in

lanciato con forza sulle navi

mano, ma

dimentic di domandargli, insieme con la


longevit, la giovinezza. Al tempo di Enea, il quale
la consult

nemiche, per forarle. Delfo CDelphi, I, 515] la


cide,

cit-

t pi importante della F-

rinomatissima per

l'o-

racolo di dai Greci


della

ApoUo
il

e ritenuta
centrale

prima

di scen-

punto

dere nell'Averno, eUa con-

tava gi sette secoli e sarebbe vissuta per altri tre


secoli.

Grecia, anzi l'ombelico di tutta la terra. Questo oracolo fu tenuto prima

Ouma, come

sa-

cerdotessa di Apollo, dava


i

responsi con voce terribile, che usciva dalla profonda

da Ga, la quale lo cede poi a Temi, sua figlia, questa lo diede alla sorella Fbe,
e questa,

come

regalo nata-

107
lizio,

DEL

ad Apollo, suo

nipote,
di

nato da Latna,
Febe.

figlia

pite le statue delle tre divinit delfiche: Artemide, Latna, Apollo; nel prnao
si

Secondo un'altra leggenda,


Apollo,
il

leggevano

le

massime

Codi

appena nato, uccise

nosci te stesso

, IsTulla

serpente Pitne o Delfino, fgHo di Gea, clie lo custodiva; ma dovette fuggire,


l'ira

troppo accanto a questi detti, vi era la statua d'Omero. ISTel-

e l'oscuro

Se , e

per evitare

di Gea, e

servire per otto anni, percli espiasse la colpa. Finita l'espiazione, prese possesso dell'oracolo di Delfo.
Il

l'interno del tempio vi era una statua di Apollo, tutta


di oro e, davanti ad essa, su cui ardeva perpeil fuoco, Accanto v'era un masso di

l'ara,

tuamente
all'ara,

tempio, in tempi remo-

tissimi, era

formato da una

specie di steccato di frasche, costruito intorno a pa-

bianco, della forma cono tronco, che rappresentava l'ombelico della


di
terra.
>

marmo

reccM alberi di
sto

alloro. Pre-

per sorse ivi

un tem-

lati,

due aquile

L'ara aveva, ai tre d'oro, che

sontuoso, elle di Vienne ricchissimo di tesori: al tempio

raffiguravano le due aquile mandate da Giove, dai due

po di Plinio
Cristo],
di

[I secolo

esso

aveva

dopo 3000

punti estremi del mondo, per fissare, col loro incontro,


il

statue di oro, di argento,

punto del centro di


la

bronzo, di marmo. Ma questo tempio, che si diceva costruito da Agamde

tutta

terra.

Dietro

la

da Trifnio, fu distrutto un incendio, nel 584 av. Cristo, e se ne costru un altro molto pi splendido,
e

da

tempio, si apriva una caverna, nella quale si trovava la famosa fenditura, su cui si ergeva il tripode.

cella del

di architettura ionica, nel-

l'interno,

dorica,

nell'e-

Essa esalava vapore eccitante, e si diceva che fosse stata scoperta da alcuni paper opera di una eache ivi era stata presa pra, da convulsioni.
stori,
Il

sterno,

dagli

Alcmenidi,

per opera degli scultori Praxia e Andrstene, e fu compiuto verso


sto.
il

430 av. Cri-

Sul frontespizio erano scol-

tripode d'oro, innalzato su tale fenditura, era stato consacrato dagli Elleni, do-

DEL
po
la

108
tico

battaglia di Plata av. Cristo]: esso con[479 sisteva in un bacino di oro,


collocato

ed eccitata dalle
esprimeva
il

esa-

lazioni,
cinio,

vati-

sempre

oscuro

ed

sopra

un

piedi-

stallo di bronzo,

formato da

enigmatico, o in versi o in prosa, che veniva poi com-

tre serpenti avviluppati, e aveva in cima una piastra

piana, leggermente concava, su la quale sedeva Pizia, la sacerdotessa dei vaticini!.

posto in versi da poeti addetti a questo ufficio. L'oracolo di Delfo antichissimo [meno antico per dell'oracolo di Giove a Do-

'Nei

tempi anticbi,

la Pizia

dna, nell'Epiro], fu in fiore sino alla guerra del Pe-

era

fu

una giovine vergine, poi sempre una donna di


con
se-

loponneso [V secolo av. Cristo], saccheggiato da Siila


depredato pi volte dagli imperatori romani e bizantini, com[86 av. Cristo],

oltre 50 anni, vestita abiti verginali; ma in

guito vi furono due Pizie, e anche tre.


s'interrogava, in in un giorno fsso, principio, verso l'inizio della prima-

battuto dai Padri

della

L'oracolo

Chiesa, e finalmente, chiuso da Teodosio nel 390 dopo


Cristo.

vera;

ma, in seguito, in un tempo stabilito di ciascun


mese. Coloro cbe volevano
l'oracolo, di alloro e di
cinti

Dlio [Delius, V, 329] Apollo, nato nell'isola di Delo [Ccladi] insieme con la sorella

consultare
di

Diana

[Dlia,

V,

639].

rami

bende

Dlo

di lana, offrivano vittime e

[Delos, Yl, 333-334] isola delle Ccladi, la quale accolse

preghiera al dio; indi, se le vittime indicavano che il giorno era favorevole aUa
consultazione, la Pizia

Latna che, essendo

stata

amata da Giove,

an-

dava raminga per

la terra,

man-

giava alcune foglie dell'albero di alloro, che sorgeva nell'adito e beveva l'acqua della fonte Cantide, che scaturiva ivi. Indi, vestita
di abito lungo e lucente e ornata di oro nel capo,

sospinta dall'odio di Giunne. In quell'isola, sul

monte
luce
i

Cinto, ella diede

alla

due gemelli

generati

da Giove: Apollo e Diana.

Dmetra [AY)(i.-^Ty)p,
madre
figlia

Ay][irfcga

r^ = terra,
di

della terra [A,


(X7]T7]p

= madre]

A^ =

invasa dallo spirito profe-

Crno e di Eha,

109
protettrice
in
ra.

DEN
so, rivestivano le

delle

biade

e,

pi alte
della

generale, Ebbe culto speciale in Blnsi, citt situata ai condella Hegride, a da Atene, al

deU'agricoltii-

caricbe.

IsTegli

Stati

confederazione Acha, essi erano dieci.

fini

due
cui

Demoionte [Demopbon],
figlio

miglia

di Celo
la

di
lo

Metaaffid

principe aveva insegnato la coltivazione dei campi, e

nira,

quale

aveva

cosi

introdotta

la

stabilit delle sedi, gli ordi-

namenti
e la

cittadini, le

nozze

bambino aUa dea Demetra quando questa, sotto l'aspetto di una veccMa, si era fermata in una casa,
cercando la
figlia

vita tranquilla, ordi-

Prosr-

nata da leggi. Culto spe-

ebbe ancbe nella Siper la sua fecondivenne dimora predit, diletta di Demetra. Da Giove ebbe la figlia Persfone [Prosrpina] la quale le fu rapita da Hdes, nella pianura di Msa [in Beozia] secondo una leggenda 0, posteriore, a Enna, in Siciciale
cilia cb,e,

pina, rapita da Hdes. Demetra, volendo rendere immortale il fanciullo, lo cosparse di ambrosia e lo tenne di notte sul fuoco. Ma, accortasene la madre, ne

fu spaventata; Demetra
lora,

al-

adirata,

lasci

l'im-

presa,

ma Demofoonte, per aver riposato in grembo aUa dea, ebbe, in retaggio, per-

e trasportata nell'Averno, su di un carro tirato


cUia,

da cavalli.

A Demetra
iali,
in,

si

offrivano

ma-

petuo onore. Un altro Demofoonte, figlio di Teseo e di Fedra, fu re di Atene. Eitornatp da


Troia, dopo la guerra,
si fi-

segno della fecon-

dit, tori,
ta,

giovencbe, frutdi miele e le erano pani


gli

danz a FiUide,

figlia

del

sacre le spighe,
fruttiferi,
i

alberi

papaveri.

re trace Sitone; ma essendo egli tornato in patria e rimasto col oltre il tempo
stabilito,

A Eoma fu identificata
12 aprile,
si

con
il

PiUide

si

impicc

Crere, alla quale, l'il o

celebravano ap-

mutata in un albero. Demofoonte poi difese gli


e fu

posite feste, dette Gereala. Demiurgi -[SY)(xioupyoi] era-

Erclidi da Euristo
uccise.

e lo

no magistrati che, in alcuni Stati dorici del Peloponne-

Dendr fori

[AvSpo9poi.] i di lberi [SvSpov portatori

DEE

110
=
Parnaso.

albero, q)sp(o porto] erano coloro clie portavano, in processione, alberi divelti

Quando
il

Giove

fatto cessare

diluvio, restitu la serenit aUa terra

dalle radici, in onore di qualche divinit.

e al cielo, DeucaMone piangeva e si doleva con la moglie

Draia
si

[Spaia]

gingilli
al

appendevano
in
e

cbe coUo dei

cbe

il

genere umano

fanciulli,

ornamento
contro
il

come come amuleti


Grecia,

fosse tutto perito; ed entrambi decisero di recarsi a

Delfo per consultare


colo, sul

l'ora-

maloccbio. Per i bambini esposti, erano segno di riconoscimento.

modo con

cui po-

tesse restaurarsi la scMatta

umana.
L'oracolo di
se:

Drceto

pOerctis > Dercto, IV, 45] madre della famosa Semiramide, cbe essa aveva avuto dal giovine Siro. Uccise Siro ed espose la figlia in un deserto, dove fu nutrita
si

Tmide

rispoco-

Uscite dal tempio,

pritevi il capo, slegate gli abiti cinti e gettate dietro


le

spaUe

le ossa della grande

nutrice

Dopo

essere

stati
si-

daUe colombe; poi essa

lungamente

perplessi sul

gett in

un luogo

presso

gnif^cato dell'oscuro responso, DeucaMone pens che la grande nutrice dovesse essere la terra, e per le ossa di lei non erano che le pietre.

Ascalne [in Palestina] e quivi fu convertita in pesce.

Met donna

met

pesce,

fu venerata come dea, presso il lago, dai Siri, ed paragonata all'Afrodite dei

E, manifestata questa
en-

interpretazione a Pirra,

Greci.

trambi gettarono
[Deucalion,
I,

sassi die-

Deucaline
318-415]
e di

tro le loro spalle.

Le

pietre

Promteo aveva per moeumne,


figlio di

lanciate

glie Pirra figlia di

Epimteo.

da Decaulione si trasformavano in uomini, quelle buttate da Pirra, in


donne. Cosi fu ripristinata

Durante il Diluvio, scatenato da Giove [v. Diluvio],


per nere umano,
la

la stirpe

umana.
l'indodi

distruzione del geegli insieme


i

Diamante [admas]
cui
sili

mabile l'acciaio divino


si

con Pirra,

due

soli giusti

in tutta l'umanit, si era posto in salvo, ritirandosi

fabbricavano gli utendeg di. Di diamante

erano: la falce di Cronos, l'elmo di Ercole, le catene

con una nave sul monte

Ili
di Promteo e quelle di Crbero. Secondo Ovidio, erano di diamante le tavole

Die
schiavi.

Servio

Tullio

co-

stru, in onore di lei, tempio su l'Aventino.

un
In

su cui le Parche incidevano i destini [XV, 813] e le porte elle

Aricia, in un boschetto, avtva culto cruento presso la'

conducevano

all'A-

fonte

verno [IV, 453].

Egria: quivi il sacerdote, ch'era uno schiavo

Diamastigsi
(7!,?]

[dic/,y.(x.GTy(i

flagellazione cL,e

fan-

fuggito, per riacquistare la sua dignit, doveva ucci-

ciulli spartani ricevevano innanzi all'altare di Diana


[[i(kaTE,

dere

il

lotta.

Una

predecessore in una leggenda nar-

yci)

sferza;

BiayLO-ari-

sferzo].

L'origine di questo costume era religiosa; al sacrifcio


si

deUe vittime umane che

rava che Ippolito, ucciso per opera di Nettuno e per le imprecazioni del padre Teseo, essendo caro a Diana, perch dedicato anche
lui

offrivano alla dea, fu sostituita la flagellazione dei

tato

aUa castit, fu risuscida Esculpio e con-

ragazzi e dopo, nell'et storica, essa fu conservata co-

dotto a Diana, in Aricia, dove regn sotto il nome


di Virbio.

educativo, per giovani a sopportare con coraggio i do-

me mezzo
i

abituare

lori fisici.

Disie [x Sicta] feste in onore di Giove Meilichio = benigno] che lyi.euJ.XioQ


si

ragazzo, flagellato, cadde morto a pie dell'altare, senza emettere un lamento.

Un

celebravano

in

Atene,

nel 23 del

mese

di Anteste-

Diana [Diana,
luminosa
dies

I, 487] la dea [la radice di di

rine [febbraio -marzo] con vittime incruente, presso il tempio del dio, sulla riva

come
l'idea

8t

di Aiq espri-

di luce] era figlia di Giove e di Latna, sorella di Apollo, identifi-

me

cazione At?

del fiume Uisso, per purifidel popolo [Zsu?,

Giove].
la

Dehe
figlia

[AtxT]]

dea

della

cata con Artemide. [V. Artemide}. Il culto di Diana


era stato introdotto

giustizia [Sixtj

di

Giove

giustizia] e di Tmi,

dai plebei latini perci stimata specialmente la dea dei plebei e degli

ma

a Eoed era

era

protettrice delle leggi e dei tribunali. Sorelle sue

erano

Eunomia
figlia

Irene;

aveva una

Esycha.

DID
Essa cliiamata Astra [la vergine
re
:

c7TY]p

112
chezze
tadini
dalla

anche
stella-

Fenicia,

accit-

compagnata da molti
di
e,

stella];

come

Tiro.
di
l,

Giunse
alle

tale, visse snlla terra, nel-

Cipro

coste

l'et

delToro, successe l'et

ma
del

quando
bronzo,

dell'Africa,

ove dal re lrbo

essa fu l'ultima fra gli di ad andarsene in cielo, dove

compr tanta terra, quanta se ne poteva cingere con


una peUe
di toro.

EUa

ta-

splende come costellazione


dello Zodaco, col

nome

di

gli la pelle in strisce sottilissime, con le quali cir-

Vergine .
scrittura

cond un tratto
contenente

considere-

Didascala [AiSacrxaXia] era

una

vole di terreno, ove costru la rocca di Byrsa [^upcra

notizie particolareggiate in-

= pelle]

e fond Cartagine,

torno alla rappresentazione di una tragedia o di una

verso r888 av. Cristo.

commedia
tempo

segno]. Vi e il luogo della rappresentazione, il nome dei

in[StSaxoi erano indicati il

Secondo Virgilio, Enea, navigando da Troia verso il Lazio, capit a Cartagine e fu amato da Bidone; ma
essendo ripartito in segreto, per comando di Giove, Bidone,
per- il dolore, s'uccise

poeti

preso parte alla gara, e il successo ottenuto. In seguito, si

che

avevano

precipitandosi

sul

rogo.

fecero

queste didascalie, ordinate cronoe

raccolte

Diffarreazine pDiffarreato] cerimonia opposta a queUa


detta confarreato [v. ivi]: era lo scioglimento del matrimonio, fatto alla presenza del sacerdote, in cui si of-

logicamente, annotate

spiegate dai compilatori. Queste raccolte si chiamarono anche Didascale.

Didne [Dido] la fuggitiva [il suo nome era Mssa o Msal


fgHa del re di Tiro [Mtgo o Belo o Agenore] e sorella

frivano sacrifci
confarreato.

come

nella

PigmaUne. Morto il paebbe la signoria e spos Sicho; ma avendole Pigmalione ucciso il marito,
di
dre,

Diplie [T SiiTcXia] antichissima festa ateniese, che si celebrava nel 14 del mese
di Scifoforine
glio], nel

[giugno -ludella treb-

tempo

per impadronirsi dei tesori, ella fuggi con le sue ric-

biatura, in onore di Zeus difensore [Zs? TToXis?

della citt], al quale

si

of-

113
fri

DIO
nel vio

va un toro, sopra un altare dell'Acrpoli. Il sacerdote elle

pugno
si

le nubi, e U dilurovesci terribile,

ammazzava il toro,

appena dato il colpo, doveva fuggire e, invece di tratta in giudilui, veniva


zio

apportatore di strage e di morte.


pregato dal fraGiove, ordin ai fiumi che straripassero e inondassero la terra. I torrenti poisTettuno,
tello

la scure, la quale era consacrata alla maledizione e gettata in mare.


[I,

derosi

abbatterono

selve,

Diluvio
della

260-312]. Giove,
della

indignato

famiglia

di

malvagit Licane

case e citt, e distrussero ogni cosa. La terra fu tutta


allagata, e perfino
i

monti

[v. Idcaone] e dell'estrema corruzione del genere uma-

furono coperti di acqua; la gente per tutta e, a ripristinare la schiatta del ge-

no,
la

decret di distruggere
schiatta
degli

uomini.

Pens prima di scagliare la sua folgore, ma pi, temendo elle ne andasse in fiam-

nere umano, non sopravvissero che due: Deucali-

ne e

la

moglie Pirra. [Ved.


[Diomdes,

Deucalione'].

me
sino

tutta
il

la

terra

cielo,

come

e perera stato

Diomede

XIII,

predetto dal fato, decise di rovesciare sul mondo il


diluvio.
nelle

100], figlio di Tido, successe al trono di Argo. Dopo

Fatto rincliiudere profonde caverne l'A-

quilone e gli altri venti capaci di portare il sereno, dis-

guerra degli Epigoni a Tebe, egli prese parte alla guerra troiana con i suoi forti amici Stnelo ed Eula
rialo.

Dopo

Achille,

egH era
il

sipando le nubi, ordin a Noto che si scagnasse per l'aria.

in battagha e in consiglio

pi valoroso

dell'esercito

Koto aveva il volto orrido, offuscato da oscura cangine, la folta barba densa
nembi, luppata da nebbie, il crine canuto, rigurgitante di
pioggia,
di

greco: con Ulisse esplor il campo nemico, uccise Do-

lno

Eeso.

Con

Ulisse,

la fronte

avvi-

seno e le penne

caduta Troia, entr nella rocca, per rapirvi il Palldio, che port ad Argo, o gli fu tolto da Demof oonte,
la

impregnate di acqua. Vol egli con le ampie ah, umide


e gravi, strinse e

sbarcato nell'Attica. Finita guerra di Troia, torn

compresse

felicemente

ad Argo.

Stano, Dizionario di miti e leggende.

DIO

114
ros, da Afrodite: dal culto
di lui trasse origine
il diti-

Secondo una leggenda posteriore, invece, trovata infedele la moglie Egale, egU

part per recarsi nell'EtoHa, patria di sno padre Tido.

rambo e, dal ditirambo, il dramma. Quando la madre Semele


[v.

Ma

nel viaggio, fu colto da


lo

ivi]

fu investita

dalle
ella

una tempesta, che

tra-

scin in Italia, nella Dunia [prov. di Foggia], e quivi aiut Duno contro i

fiamme di Giove, che aveva voluto guardare

sve-

lato in tutta la sua maest, diede alla luce Dioniso im-

Messpi, e ne ebbe la figlia Enippe, in sposa, e la signoria


della

maturo. Giove
in

lo f cucire

Dunia.

una gamba e, trattolo fuori a tempo compiuto, lo


affid
glie d
[v.

Su
lia

la costa orientale d'Ita-

avrebbe costruito Be-

nevento, Arpi, Brindisi, e sarebbe morto o nella Baunia o in qualche isola dell'Adriatico o

a Ino, seconda moCadmo. Euggita Ino ivi], Dioniso fu affidato


giovani ninfe della
val-

alle

le di

Msa

[in origine forse

ad Argo, ove
figlia di

era ritornato.

in Beozia, poi immaginata nella Tracia e in altre ree, nascosto in una caverna, fu alimentato con dolce nutrimento. Di qui il

Dione [Dione]
no
e

Ocea-

gioni]

e di Teti 0, secondo altri di Urano e di Ga: da lei

da Giove nacque AfroA Dodna, Dione era sposa di Giove e, in origine,


dite.
si

Dioniso, che significherebbe dio di Msa . Spos Aridne, da cui ebbe


i figli:

suo

nome

considerava come

il

Gio-

Enpio
Stfilo

bevitore
[ il

di

ve di Dodona, in aspetto
femminile.

vino
te
],

],

Evnte
[

fiorendei

l'uomo

Dioniso [AiwaoQ, Dionysus, IV, 1-17] figfio d Giove


e di Semole,
allieta
il

dio della vi-

ticoltura che, col

dono del

grappoli ]. Il suo culto si diffuse in tutta la Grecia ma, per la sua inclinazione alle molsensuali, trov resistenza in molti luoghi. Seguito dalla schiera d baccanti o mnadi, d stiri,

cuore dell'uomo e provvede al benesvino,


il

lezze

sere e alla felicit.

amico

delle

promuove
pagnato

Muse, di cui accomdalle Grazie, da


le arti,

di

silni,
il

che avevano

in

mano

tirso cnto di

pam-

115
pini e di edera, il dio gir per la Grecia, per molti altri paesi e giunse perfino
nell'India. Il culto di Dio-

DIO
gennaio], quando si assaggiava il vino nuovo in campagna: in questa festa v'e-

niso

ebbe sempre
in

il

carat-

tere dell'allegria spensiera-

tempi antichissimi, si portava innanzi un'urna di vino e alcuni tralci; veniva poi un capro, indi un uomo, che
ta;

nella festa,

rano sollazzi campagnoli e danze burlesche, con motti spiritosi, da cui deriv la poesia drammatica. Un divertimento particolare era
quello delle Asclie, in cui
i

fanciulli saltavano con un piede in otri gonfi, unti di


olio
II.

portava un canestro di fcM. Pi tardi, prevalse l'ebbrezza sensuale: si andava intorno con un rumore assordante di flauti, di timpani e di piatti musicali, al euhe! grido di Eoi! in preda a un'ebbra insae,

[axc, == otre].

Le Lene

torchi [Xtjv? la pigiatura]

[la festa

dei

torchio per nel mese di

[gennaio -feberano continuaziobraio]: ne delle Dionisache campagnole. Esse si tenevano


nel territorio Leno [AY]valov], l piazza ove era il tempio di Bacco, in Atene, e
si

Gameline

nia, si squartavano animali e se ne mangiava la carne

sanguinolenta. La festa si protraeva nella notte, e vi

beveva

il

vino nuovo

prendevano parte
cbe, sotto
canti,

le

donne

in citt.
Si teneva

il nome di BacMnadi, Thadi, Mi-

chetto,

poi

un sontuoso bansi faceva ima

mallne.
nidi,

Bassridi,
la

Bist-

formavano
di

compa-

leschi,

processione, con motti burper la citt, e si

gnia
culto

Dioniso. Questo rumoroso ebbe pro-

rappresentavano commedie e anche tragedie.


III.

babilmente
Tracia.

origine
il

nella
delle

Le Anthestrie,
al

dal-

ril
ciclo

KeU' Attica,
feste

13 del mese di Anthesterine [febbraio -marera la festa


dei fiori

Dionisiaclie consiste-

zo]:

vano in quattro feste principali:


1.

[vSo? tre giorni.

fiore] e

durava
l'a-

Le Dionisache piccocampestri^ nel

Nel 10
si

si

festeggiava
il

le

mese

pertura delle botti,


spillava

da cui

di

Poseidone [dicembre-

vino [uiGotyia

DIO

116
apertura delle botti:
tzI-

00?

botte, otyi

pompa, dinanzi a grande


moltitudine di Greci e
stranieri.
di

apro].

Il 20 era la festa delle

Anbe-

fore IxsQ

anfore]:

si

Dioniso

si

rappresenta in

veva a gara, e cM per primo aveva, vuotato il suo boccale di vino, ne aveva in
premio un
otre; in questo giorno la mogUe dell'arcon-

et di efbo, di forma quasi femminile, avente nel capo,

intorno ai molli riccioli


la

del-

te re offriva

un

sacrijB.cio

capellatura, una mitra e una corona di pampini e di edera, e coperto


folta

privato nel tempio Leneo e


si

nel corpo di
capriolo.
Il

una
suo

pelle di

sposava al dio. Kel 30 giorno era la

corteggio

fe-

sta delle pentole [-/{rpoi pentole] in cui si offrivano

era [si chiamava tMdsusI formato dalle mnadi o baccanti, dalle ninfe, dalle muse,

pentole con legumi cotti a Hermes Chtnio [sotter-

dai satiri, dai silni, dai

centauri: a lui erano sacri


i

raneo] e ai morti. IV. Le grandi Dionisia-

e l'edera, la panla lince, la tigre, l'atera,

pampini
il

che

Dionisache citta-

sino,

delfino,

il

capro.

dine, dall'8 al 13 del mese Elafeboline [marzo -aprile], nelle quali veniva in citt

Al dio greco Dioniso corrisponde il" dio romano del vino Bachus o Liber, il
cui culto pass dai Greci dell'Italia meridionale ai
di Bacco a Eoma, le celebravano, feste Liberala, il 17 marsi

una grande moltitudine dalla campagna e dai paesi


stranieri.
IsTel

2
del

l'antica

statua

giorno, dio si

Eomani. In onore

portava, con splendida processione, dal Leno in un

zo,

con

rappresentazioni

tempio, in cui forse s'era


trovata prima, e poi
si ri-

neUa

citt e in

La
da

festa era
lazzi,

campagna. accompagnata
Grecia; pi col culto di
le Bacsfre-

portava di nuovo nel Leneo: durante questa processione si cantavano ditirambi, composti per questa
festa dai pi celebri poeti. Xei tre ultimi giorni si rappresentavano commedie e

da scherzi e da

canti
tardi,

come in a Eoma,

Bacco penetrarono

hanala, vere orge di

tragedie nuove, con molta

natezza, cbe furono poi proibite dal Senato, nel 186 av. Cristo.

117
Gli attributi di Dioniso
si

DIO

principali in onore del dio;

riferiscono
risticlie

a note carattedella sua vita.

Nyctelus, perch le Baccanali si celebravano di

detto infatti Bionysus,

Ny-

notte [vu^
lus,

saeus, JSfysus, to dalle ninfe nelle selve di

perch alleva

daUe grida

notte]; Medi invoca-

Kisa;

BaGchus,

colui clie

strepita
tra

[pxxo?

stre-

XsXsu ; EJiuan, dal grido di giubilo suoi, che gli rivolgevano le Baccanti.

zione

pito], nei misteri di

Dmel'eb-

Discur

[AicTxoupot.]

anche lacchus; per


i

di Giove [At?

figli

brezza frenetica ond'erano


invasi tutti

membri

del

suo corteggio, perci detto anche Bromus, il rumoroso [^ps[i.to = rumoreggio;


Pp(j.o(;

figlio] erano Cjcoupo? store e Polluce, figh di Giove e di Leda, moglie di Tin-

di Giove,

daro, dal quale essa ebbe


le figlie Elena e CUtennstra. Dal nome di lui erano

rumore];

Liber per la sfrenata libert del suo culto; Lyaeus,

quindi
dridi
>>,

detti
e

anche TinGiove li a-veva

perch scioglie da ogni affanno [Xc sciolgo]; Igni-

generati, prendendo la for-

ma

di

un

gna, perch partorito da Semle, quando fu investita

Castore
nel

cigno. era domatore

di

cavalli, Polluce era valente

dalle

fiamma

di

Giove

[ignis
vofzat
tus,

= fuoco, ysv in yty = nascere]; Bis gen-

pugilato.
la

Fecero

una
per

spedizione nell'Attica,
liberare
sorella

Bis natus, Satus itrum, perch, abortito dalla madre, Giove se lo cuci in una

Elena, rapita da Teseo, presero parte alla spedizione degli

gamba, da cui usc poi in tempo maturo; Thyonus, perch, quando sua madre Semele fu dal dio condotta
all'Olimpo, vi god l'immortalit sotto il nome di Thydne, la pazza
infurio]; Lenaeus, perch Leno era il nome della piazza e del tempio, ove si celebravano le feste
[Buco

Argonuti, combatterono contro Ida e Linco loro


cugini
tello di
[figli

di Afaro, fraTindaro], dei quali

dall'Averno

avevano rapite le fanciulle Eebe e Ilira, cugine co-

muni

[figlie

fratello

di

Afaro], Ida e a Linceo.

di Leucippo, Tindaro e di gi promesse a

Secondo un'altra leggenda, dei due Dioscuri, Castore

DIB,

- 118
presentavano un gettatore di disco; opera stupenda del grande scultore greco Mirne.

sarebbe stato generato da Tindaro, e sarebbe stato


perci mortale, mentre Polluce, nato da Giove, era

immortale. Essendo morto


Castore, ucciso da Ida, Polluce chiese, per amore del
fratello, di

Discordia [Discordia]

la dea

della contesa e della lotta, seguace della dea Bellna:

morire anche lui. avendogli Giove accordata la scelta di abitare sempre sull'Olimpo, o di starsene insieme col fra-

sorella

compagna

di

Marte

nella battaglia e, con insaziabile avidit di san-

gue s'indugia,
multo.
Presso

lieta nel tu-

Esiodo,
e

tello,

un

giorno nell'Olimpo

figlia della i^'otte,

madre

e l'altro nell'Hdes,
sta.

PoUuce

preferi quest'ultima propo-

della Fame, dello Stento, del Dolore, della Battagha. La discordia Eomana una

Secondo Omero, essi sono, anche sotterr, onorati da Giove, ma vivono e muoiono alternativamente, un
giorno l'uno
l'altro.

riproduzione della "Epiq greca {piq discordia].

Dite

[Dis, IV, 438] Plutone, fratello di Giove e di E'et-

un giorno

tuno, il dio del mondo sotterraneo. [V. Ades],

Dirce

[Dirce, II, 239] una fonte presso Tebe. Era moglie di Lieo, re di Tebe.

Etimologicamente

signifi-

cherebbe

il

dio del fuoco

sotterraneo

perch la

raal

Avendo

oltraggiata e tenu-

dice dis da avvicinarsi


A(,

ta prigioniera Antiope, madre di Anfne e di Zto,


questi mossero contro Tebe, uccisero Lieo e, presa Dirce,
la legarono alla corna di un toro, che la precipit in una

di ic, e al di i dies, con l 'idea fondamentale di

luce

fnte, la quale prese

il

nolan-

Dittnna [Dictynna, II, 441] Artemide, venerata come dea della caccia: in suo onore sorgeva un tempio
sul

me da

lei.
il

monte Bictynneum,

nel-

Discbolo [Discoblos]
ciatore di

disco

disco,

pXXw

= getto].
si

[Sicxog

l'isola di Creta,

perch, da

Con

quel monte, Artemide [secondo altri, invece, una


ninfa Britomrte], si gett in mare, per fuggire l'ab-

questo

nome

indica la pi

celebre delle statue che rap-

119
braccio di Minosse, donde fu salvata in una rete di

DE
della quercia, dal volo delle

pescatore. Da ci deriva

colombe sacre a Giove, dal suono dei bacini di rame,


penzolanti nell'aria.

il

che

vuol dire

suo nome, dea delle


esa-

Ai

sacerdoti

Selli

furono
sacerdo-

reti [StxTuov

rete].

aggiunte anche

le

Docimasa

[Soxtfjiacyia]
ch,i
i

tesse dodone, le quali can-

me

elle

subiva

voleva

essere iscritto fra

cittadini

cM

aspirava a

qualche

tavano Zeus fu. Zeus , Zeus sar: oh grandissimo Zeus . In tempi antichi,
!
.

carica, in Grecia [Soxi(i.(^(o

l'oracolo

di

Dodona fu

il

esamino].

Quando, nel

180 anno di et, un cittadino attico doveva essere


iscritto nel registro pubbli-

pi celebre; ma in seguito, esso fu alquanto oscurato da quello di Apollo, in


Delfo.

co

dei

cittadini
si

eleggibili

esaminava se egli discendeva da cittadini, se era iscritto a


[Xyj^iapj^ixv],

Secondo una leggenda, due nere colombe selvatiche era.

no fuggite da Tebe di Egitto: l'una nella Libia, l'altra

culti riconosciuti dallo Stato, se

a Dodona.

Quest'ultima,

aveva preso parte a


milita-

posatasi sopra

una

quercia,

qualche spedizione
re, ecc.

aveva ordinato, con voce

umana, che

ivi si
Il

fondasse
del

Dodna [Dodona,

AcoScvt)] citt dell'Epiro, famosa perch era la sede del pi an-

nn

oracolo.

centro

santuario era formato daUe

querce sacre a
piedi delle quali la fonte, il cui
le frondi,

tico oracolo di Giove.

Quivi

Giove, ai zampillava

era
i

un bosco
del
,

sacro,
dio,

ove
detti

mormorio,

sacerdoti
Selli
i

insieme con lo stormire delera interpretato


dalle

quali

cammina-

vano con i piedi non lavati e dormivano su la nuda terra, traevano i responsi
dal

come

vaticinio,

sa

cerdotesse, dette
[TCsXstdcSs?

Pelidi

colombe].

sussurro

delle

frondi

Dolne [Dolon, XIII,

della quercia sacra.

In seguito

sono ricordate

98] un esploratore troiano, che fu sorpreso e ucciso da Ulisse


e

altre specie di vaticinazioni, tratte dal mormorio della

Diomede.

Dride

fonte che scaturiva a pie

[Doris, II, 11] figlia dell'Oceano e di-Teti, and

DOR

120

l'albero spicci
quell'albero

moglie a Kero, dio marino: gli gener 50 figlie [le Neridi], e con lui ha dimora
nel mare Ego. Dorfori [Doryphori]
tatori
i

sangue:
la

era

ninfa

Loto

[v.

ivi]

trasformata

por-

di

lancia

lancia, qjspco

= port]

[Spu

in pianta; per questa involontaria violazione, Driope fu convertita in albero, ma


il

erano

bambino fu portato

via

guardie mercenarie, mantenute dai tiranni, in Grecia, a difesa della loro signoria.

da Ile, sorella di Driope, che assist all'orribile trasformazione.

Druidi pDrudes o Drudae]


di

Col

nome
la

doriforo

s'in-

sacerdoti

dica

celebre
elle

statua

di

vano
loro

che signoreggianella GaUia, insieme


prendedelle
ai

Policlto,

rappresenta

con la nobilt equestre. AUa


associazione
i

un portatore di lancia, Drpano [Drepnum] oggi


Trapani, nord-ovest della Sicilia, fu fondata da Amilcare, al
principio della prima guerra punica. Fu cosi detta dalla
citt sulla

vano parte
pi

giovani

costa

illustri famiglie,

ma

nefiti occorrevano

no

di

non me20 anni, prima di

giungere al possesso della loro dottrina, che era se'

sua giacitura in forma di


falce [SpsTravov

= falce].
erano
[Sput;

greta e simbolica, n po-

teva
le

essere

affidata

alle

Driadi

[Drydes]

ninfe boscherecce
quercia].

[V. Ninfe].

Drope pSrype, IX, 329-393] figlia di urito, and sposa ad Andrmone, da cui ebbe
Amfisso. Un giorrec presso un lano, ghetto, per venerarvi le ninfe: presso il margine del lago, sorgeva un albero di

scritture. Coltivavano anche discipline filosofiche e scientifiche, erano i sacerdoti e i maestri del loro po-

polo, nelle scienze sacre e profane. Medici e indovini,


direttori

un

figlio:
si

tutta

la

vita
tale

spirituale, essi

avevano

autorit, che chi fosse da loro colpito di bando, per

un

misfatto, era fuggito da

loto.

Essa, che portava


di

il

tutti.

bambino
na,

un anno appea
quello,

La sede principale della dottrina Druidica era


[isola di

avvicinatasi

la Britannia

Mnella

ne stacc alcuni fiorellini, per darli al bambino. Dal-

na], e di
Gallia,

li

fu portata

121
Vivevano nell'interno di ftte selve, dove menavano una vita molto misera e venivano spesso consultati. Percli la loro dottrina misteriosa

EAO
le leggi del

non osservavano

paese, ed erano notevoli, cosi pubblici cbe privati. In Gallia, i Druidi avevano

non

fosse rivelata,
nulla,

molti collegi, sparsi in varie citt: nel pi rinomato di


essi

non scrivevano

ma

risiedeva

il

loro

capo
il

conservavano a memoria uno straordinario numero


di

supremo: celebre era


legio di Marsiglia.

col-

Le mogli

versi

oscurissimi,

clie

dei

Druidi

partecipavano

contenevano, in forma inintelligibile,

la loro teologia.

dell'autorit religiosa e civile dei loro mariti, veni-

Kel loro culto crudele offrivano agli di anche vittime

umane:

le

squarciavano nel

vano consultate con grande fiducia, ed esercitavano le predizioni con maggiore abilit e scaltrezza.

ventre, e ne scrutavano il sangue le viscere per le


divinazioni.

In Gallia vi erano templi, in


cui
agli

era

vietato

Godevano somma autorit


nel popolo: presiedevano allo Stato, stabilivano la

uomini e

l'ingresso ajB&dato sol-

tanto alle

mogU
delle

dei Druidi

guer-

l'esercizio del

culto e l'or-

ra e la pace, magistrati e

deponevano i re, quando

dinamento
religiose.

cerimonie

E
Ecide [Aeacides, XII, 96]
il

perci di Bgina.

Eaco

di-

discendente di aco, specialmente Achille, figlio di

venne signore

dell'isola,

Pelo,

il

quale era

figlio di

Eaco.

aco [Aecus, VII, 523-564]


figlio

che

il

di Giove e di Egna, dio rap e trasport

poich questa era devastata dalla peste, egli preg Giove che ripopolasse l'isola, e il dio trasform uno sciame di formiche r uomini che, dal nome greco
[[lupiirpizc,

nell'isola

di Saronico,

Enpia, nel golfo il quale fu detto

frmiche], fu.

rono detti

Mirmidon

In

EBE
compagnia
di Apollo

122
e di
il

Poseidone, fabbric le mura di Troia e, dopo la morte,

le

sua giustizia, fu messo, come giudice, nell'Averno, insieme con Minsse e Eadamnte.
per
la

suo terribile dominio su anime: come tale, anche dea notturna deUe malie, evoca gli spiriti dalle sedi

Fign di Eaco [Ecidi] furono Pelo e Telamne nati da Endide, e Foco nato da Psammatia.

sotterranee, spaventa gli uomini con larve orribili, vaga di notte con le anime dei morti, accompagnata
le

dai cani Stigi, per tombe e presso


degli uccisi.

i trivi,

su

il

sangue
tre

Ebe

[Hebe, IX, 400] eternamente giovine [t^^t]

la

dea

Fu

rappresentata con

giovinezza iorente]

figlia di

corpi o con tre teste [triceps] delle quali, secondo

Giove e di Hra, ancella degli di, ai quali mesce il nettare, divenuta poi sposa
di Ercole,

alcuni

poeti,

una era

di

cavallo, un'altra di cane, la terza di leone. Le s'innal-

quando
gli

l'eroe fu

zavano statue nelle case

assunto fra
limpo. In
tificata
tas,

di dell'O-

Eoma,
la

era iden-

nei trivi, le si sacrificavano cani e agneUe nere e le si

con

la

quale

dea luvenera ancbe


del

facevano offerte di miele.

Ecatmbe

un'immagine
rifiorire e

perenne

[xaT[i,p7]] il sacrificio di cento buoi [xarv

ringiovanire dello

Stato.

cate [Hecate, VII, 74]

fgHa del titano Perse o Perseo e

bue] era, cento, ^ou? in origine un sacrificio solenne, in cui si inamolavano


cento buoi. L'immolazione

di Astria, venerata come dea dominante nel cielo, neUa terra e nel mare. Dagli rfici le

avveniva contemporaneamente: cio le 100 vittime erano sacrificate, nello stesso tempo, da 100 sacrificatori, in 100 altari, fatti di
zolle erbose.

venne

il

carate
al-

tere

di divinit

mistica

divinit

compresa fra

In seguito,

si-

tre divinit misticbe, associata con Dmetra, con Per-

gnific

un

sacrificio di 100

animali della stessa specie,

sfone, con identificata

Eha

Cible, e

anche diversi dai buoi


pi tardi,

e,

con Artemide.

un

sacrificio so-

Alla fine, divent una divinit sotterranea, che h,a

lenne, anche senza l'immolazione delle cento vittime.

123
Digene Laerzio narra die Pitagora offri un'ecatombe, ia ringraziamento agli di, per aver trovata l'equivalenza fra
il

ECO

riva al parere del Senato,


elle si

comunicava insieme
Seguiva
il

con

la proposta.

quadrato

dell'i-

dibattimento, nel quale non vi erano oratori ufficiali, ma

potenusa e quello dei due cateti di un triangolo rettangolo. Ucclesia [sjcxXTjcrta]


era, nei vari Stati greci, l'adunanza del popolo, la sede vera e

poteva parlare ogni cittadino che non fosse colpito dall' atima , la perdita
cio dei diritti civiK.

Mentre parlava, l'oratore aveva in testa una corona,

propria, la depositaria della

sovranit [x-xaXo)
voco].

= con-

^ome segno
lit.

dell'inviolabi-

Ma

se deviava dall'arle

gomento o con
fendeva

parole of-

In Atene era formata dai cittadini, da 20 anni in poi, i quali venivano convocati
per
resi

le leggi o i

poteva
la

essere

costumi, allontanato

dal presidente o punito con

trattare

oggetti

vari,

multa di 50 dramme.
si

precedentemente presidenti, per mezzo di affissi. L'adunanza si teneva, anticamente, nel merdai
cato, poscia nella Pnice, pi tardi nel teatro, e vi si stava seduti. Kell'entrare,

noti

La votazione
alzata
Ix^ip
.

faceva per

di mani, j^siporovia stenmano, teivco

do]; la decisione era deposta nell'arcbivio pubblico e spesso incisa in bronzo o in pietra. Chiusa la discussione, l'adunanza era sciolta dal presidente per

ciascuno riceveva
letta,
le,

una tavo-

consegnando la quaprendeva lo stipendio


clie

mezzo deg
la discussione

araldi; se poi

[XxX7)cnacrTi.xv],

con-

non era

finita

sisteva

prima in un bolo,
si

pi tardi in tre.

o veniva sospesa per lampi, tuoni o altri straordinari segni


celesti,
si

L'adunanza
sacrifici e

apriva con

stabiliva

preghiere, indi il presidente, cbe aveva con-

una proroga. Le attribuzioni


di

e gli affari
dell'ecclesia

vocata l'assemblea, poneva


in discussione l'oggetto

competenza

cbe

doveva trattarsi, e si procedeva alla votazione, per decidere se il popolo ade-

erano i seguenti: partecipazione alla legislazione, elezione dei ndagistrati, decisioni contro , cittadini, fa-

ECO

124
leggi, le risoluzioni intorno aUa guerra, alla pace, ai

colta giudiziaria in casi straordinari,


la

suprema

deci-

sione in tutti gli affari di Stato: guerra, pace, allean-

trattati.

La confederazione acba
blee popolari in gio:

te-

ze e trattati, mutamenti nei tributi e nei dazi, l'accet-

neva ogni anno due assemin

tazione di nuovi culti


giosi, il

reli-

essa la votazione si faceva

conferimento della cittadinanza agli stranieri. Sparta l'adunanza del


popolo, detta Xia, era formata da tutti gli Spartiti elle
i

per citt. Ecclesistico


cTTixv]

era

[t xxXTjctalo stipendio,

prima di un bolo, pi tardi di tre, cbe si dava a clii


prendeva parte all'adunanza del popolo in Atene. [V. Ecclesa]. Questo uso fu introdotto probabilmente dopo la guerra del Peloponneso: le spese cbe lo Stato
sosteneva per questo stipendio ammontavano, ogni anno, dai 30 ai 50 talenti. Echidna [Echidna] figlia di
Crisore e di Calliroe, o di Trtaro e di Ga, era nn

avevano compiuto

30 anni, soddisfatto ai loro doveri di cittadini purch

fossero

atimia.
era,

da qualsiasi Questa assemblea con autorit molto liliberi

mitata, la depositaria della sovranit, perch il potere politico era concentrato


yspoucria, della quale essa poteva approvare o

nella

respingere le decisioni, ma non modificare le proposte. IS'on tutti i cittadini ave-

mostro rapace, met donna


e

met

serpente.

vano facolt di parlare,


soltanto
quelli
i

ma

erano

autorizzati

quali ne dai masi

gistrati.

L'assemblea

te-

Abitava con Tifne nella Cilicia e, con lui, gener rtbros [il cane con 2 teste che custodiva gli armenti di
Gerine], Crbero, l'Idra
di

neva in piedi
dell'ecclesia di

[al contrario

Atene] r agor e trattava i seguenti oggetti: l'elezione dei senatori e di alcuni magistrati,

nel-

Lerna,

la

Chimra,

la Sfin-

ge, il Leone nemo, Scilla e altri mostri.

Fu

la

decisione

della

tre dormiva,

assalita e uccisa, menda Argo Pa[l'avente

successione dei re nei casi

npte
tt,

occhi

p'''

dubbi, la liberazione
Ilti,

l'approvazione

degli delle

tutto il corpo:

ttocv

= tutto,

opaco

vedo].

125
chnadi
[Ecliindes, Vili, 574-589] gruppo di cinque di isole, nel mare Ionio, alla foce dell'Arimpetto
re,

ECU
le

sasso, e di lei

sue ossa divennero non rimase

chelo [oggi Curzolri]. Pri-

cbe la voce, la quale risente ancora l'effetto della punizione di Giunone.

erano cinque Naiadi, le quali, in una festa in cui immolarono 10 tori, non invitarono, fra gli altri,
fluviale
Acli,eloo
clie,
il

ma

cuba [Hecba

dio
sde-

gnato per questo, con l'impeto delle acque, invase le dimore delle IsTaiadi e le ricacci in mare, dove diventarono isole.
ichone [EcMon,

Hecbe, XIII, 488-575] fgUa di Dymnte o di Cisso, fu moglie di Priamo. Prima di dare aUa luce il figlio Pride, sogn di avere in seno una face cbe diffondeva in Troia le sue fiamme: sogno che fu poi interpretato co-

me

X, 686] uno

dei cinque superstiti degli uomini armati, generati dai denti del drago, che semin Cadmo. [V. ivi]. Fu marito
di e

preannunzio della rovina che Paride avrebbe causato alla sua citt. Caduta Troia, segu Ulisse

gave, padre di Pnteo,


aiut
-

come scbiava; ma. Tenuta nel Cbersonso Trcico, seppe che sua figlia Polissena
era

Cadmo

nell'edifcar

stata

sacrificata,

per

Tebe.
Ico

[Edio, III, 359-401] ninfa della Beozia: con le sue


ciarle

placare l'ombra di Achille, e vide il cadavere dell'ul-

voleva trattenere Giu-

none, alla quale impediva di


tivi

scoprire cosi gli amori furdi Giove, e la dea la


di parlare,

timo suo figlio Polidoro, ucciso da PolymTstore, su la sponda del mare, dove era stata gettata. Mossa allora
dal desiderio di vendetta, uccise con le altre donne
troiane, prigioniere anch'esse, due figli di Polymnesto-

ti.

pun, rendendola incapace


e obbligandola

a ripetere le parole di

un

altro cbe parlasse. Innamoratasi di Narciso e avuta a sdegno da lui, fuggi, per vergogna e dolore, neUa selva vicina e si rin-

re e poi accec anche lui. Perci fu mutata in cagna

gett in mare: la sua tomba era un segno per i marinari.


e
si

cMuse in una grotta


taria.

soli-

Quivi langu di

amo-

Ecleo [eculus] macchina di tortura presso i Eomani,

EDE
della

126
forma
di

un

cavallo

[equus cavallo], che constava di Tina trave trans versale, fornita di quattro

nae e degli spettacoli


reali.

Ceae-

La

distinzione fra

diles

curules e plebi

du-

gambe: su di essa si stiravano al paziente le mani e


i

r per lungo tempo, finch questa magistratura and in


disuso,

prima

di Costantino.
OIBtzouc,]
fi-

piedi.

Edipo [edipus,
di Giocsta [in
csta].
il

dera

[hedra] pianta sacra

glio di Lio, re

di

Tebe

a Bacco, di cui simboleggiava la giovinezza perenne. Di edera si coronavano Bacco,


le

Omero

Epi-

Appena

egli nacque,

Baccanti,
i

Funi,

Silno, i Stiri e, in gene-

rale, gli di campestri.

Edili [aediles] erano, a Eoma, due magistrati plebei,


istituiti nel

padre Laio, perch un oracolo gli aveva predetto che sarebbe morto per mano del figlio, gli fece forare i piedi, donde il suo nome colui che ha i piedi gonfi
[oSo)

494 av. Cristo,


tribuni
della

gonfi,

-Kouc,

insieme

coi

plebe [aediles plebii'] e derivavano il loro nome dalla


sorveglianza dei templi [aedes] ch'era loro af&data.

piede] e lo espose sul Citerone. Affidato invece dallo

schiavo a un pastore corinegli fu portato alla zio, corte di PUbo, re di Corinto,

Con

le

Eogazioni Licinie
curules,
patrizi,

furono
aediles

istituiti

anche due
ai

che aveva per mogHe Mrope, ove crebbe, cre-

dendo

di esser loro figliuolo. di

quali fu affidata la cura dei Ludi Eomani e la sovrain-

Divenuto giovine, seppe


dall'oracolo

Delfo

che

tendenza dei templi patrizi.

Le

principali attribuzioni delle due specie di edili

avrebbe ucciso il padre e sposata la madre: spaventato per questo, fugg da


Corinto, che credeva sua patria, e si diresse verso Tebe.

erano: edilizia, polizia delle strade, polizia dei costumi


e
dell'igiene,

polizia

dei

mercati, sorveglianza su le finanze dello Stato,

44 av. Cristo, furono da Cesare due aediles cereles, i quali erano incaricati della Cura annISTel

Per via, incontrato Laio, senza conoscerlo, per una contesa lo uccise. Andato poi a Tebe e sciolto l'indovinello deUa Sfinge [ved. Sfinge], ottenne da Creonte,

istituiti

che reggeva Tebe,

la signo-

127
ria della cifct e la

EEZ
Gelosa della numerosa procognata Mobe, moglie di Amfione, risolse di uccidere il figlio primogenito di lei, che dormiva nel medesimo letto col suo fi.giuolo itilo. Avvert perci il figlio che, la notte sele della

mano

di

Giocasta, madre sua e sorella di Creonte.

Da

Giocasta Edipo gener

Etocle, Polinice, Antigone e Ismene. Dopo molti anni,


scopertasi la terribile real-

impicc ed Bandito Edipo allora da Creonte, che assunse di nuovo il governo di Tebe, con la guida della figlia Antigone, giunse a
t,

Giocasta
si

si

accec.

guente, mutasse di posto; ma, avendo egli dimenticato


il

comando

della

ma-

dre, rimase ucciso invece del cugino. Scoperto l'errore,

Colno,

nell'Attica,

perse-

Edone

si

uccise;

se-

guitato dalle Erinni; ma quivi, riconosciuto dalle terribili

dee [divenute perci

Eumnidi cio benevoli], mor in modo misterioso.

condo altri, pianse tanto la morte del figlio, che gli di, mossi a compassione, la mutarono in usignolo, che continuamente piange il figlio
[Y)S(ov

Ma il fato
su
i

figli

continu a pesare di lui, Eteocle e


i

= usignolo].
il

Eta [Aeta] era

re di Cl-

quaU contesero Polinice, per la signoria e provocarono la Guerra dei Sette a Tebe. [V. Guerra dei Sette a
Tebe].

chide, ove Giasone, a capo


degli Argonuti, si rec per rapire il vello d'oro. DeUe

fu
o o

Edtuo
tus

Editurno

[aedi-

aeditnrnus] era il custode del santuario e dei

Eeta, Calcope sposa a Erisso, Medea fugg con Giasone. [Ved. Giasone, Medea, Gal-

due

figlie di

data

ciope].

monumenti
tava

sepolcrali. Abipresso l'entrata del

Avvertito da un oracolo che uno straniero gli avreb-

tempio: lo apriva, lo chiudeva, lo mostrava ai forestieri.

be

tolto il regno e la vita,


il

istitu

barbaro costume

In Grecia,

il

ser-

vizio di
cri

custode dei sepolera esercitato anche daldi'

di sacrificare agli di tutti i forestieri che venivano nelle sue terre.

le

donne.
di Amfne.

Eezine [Eeton] re

di

Tebe

Edne [Adon] fu moglie


Zte, fratello

di Cilicia, padre di Andromaca, la moglie di Ettore.

EF

128

"
esse, suppellettili artistiche.

Quando Aclaille prese Tebe, io uccise con sette figli e gli innalz un tumulo di terra'.
Efbo [ephbus] dicevasi in Atene il giovinetto dell'et di 18 anni [sm t^^t) =
pubert], in cui era dicbiarato maggiorenne e civil-

Secondo un'altra

tradizio-

ne, avendo egli voluto aiutare la madre, maltrattata

da Giove, fu buttato dal cielo, dal padre e,


cipitando per tutto

gi

pre-

un

gior-

mente libero. Prestava il giuramento di cittadino, nel bosco sacro di Agluros, era
allora riconosciuto atto alle

no, cadde nell'isola di Lmno e divenne zoppo.

Egli fia nell'Olimpo la sua fucina con 20 mantici e, pi


tardi, le sue fucine si collo-

armi e otteneva
di adire
i

il

diritto

carono
i

nel] 'Etna,

ove aveva

tribunali, prender

moglie, ecc. Due anni dopo, cio a 20 anni, otteneva il


diritto
alle

Ciclopi come compagni di lavoro. Fabbric per s

prendere parte assemblee del popolo.

di

e per gli altri palazzi di bronzo, lavor la meravigliosa armatura di Achille, lo scettro e l'gida di Gio-

Efsie [T (p(7!,a] festa notturna che si celebrava in Grecia, in onore di Arte-

ve,

la

rete

in

cui

prese
sog-

res e Afrodite. Suo

mide efsia, nella quale si commettevano ogni sorta di stravizi. Potevano intervenire uomini, scMave e donne non maritate.
Efesto ["H9aiaT0?

giorno prediletto era l'isola vulcanica di Lmno; ma


era venerato anche in Atene, ove a lui e ad Athna si celebravano feste con la

drico

corsa delle fiaccole.

"AcpccioToq] figlio di Giove e di Hra, dio del fuoco, cbe

Con Efesto fu
il

identificato

dio Vulcano dei Eomani,

fonde e lavora mirabilmente


i

al

metalli
cTCTto

[lc^ti

quale

si

tributava un
nel
Vlcdnal:

accenil

culto

sacro

sione;

accendo

fuoco]. Secondo
zione, ci la

una

tradie per-

nacque zoppo,

elevato, senza tempio, in cui si tenevano le adunanze dei patrizi o

un piano

madre

lo

precipit

dall'Olimpo; lo accolsero le dee marine Tti ed Eurno-

del Senato. La sua festa, a Eoma, era celebrata con giochi pubblici, il 23 di

me, con le quali egli rimase nove anni, lavorando, per

agosto, minio.

nel

Circo

Fla-

129
Efti ['E9STa!.] giudici di appello
[(piy][Li

e
il

EG

ricorro in

giudicare l'operato dei re. Stavano in ufficio un anno,

appell] collegio di giudici in Atene, in numero di 51,


scelti fra la nobilt, i quali

primo di

essi

dava

il

nome

all'anno in cui erano

in carica.

avevano

l'incarico di giudicare dei delitti di sangue.

Kel periodo di guerra, due


efori

Vi erano quattro tribunali di Efeti: il Palldio, per


l'omicidio

al

accompagnavano il re campo e vigilavano su la


gli

sua condotta,

altri

tre

involontario; il Delfinio, per l'omicidio do-

rimanevano a Sparta, per


la regolare amministrazione. Gli efori ordinavano le

vuto a legittima difesa; il Pritaneo, per delitti il cui autore era sconosciuto o
per
gravi
incidenti

leve e le tasse, scacciavano

acca-

duti per caso; il Fretto, su la costa dell'Attica, presso


il

da Sparta i forestieri quando lo credevano necessario, ed esercitavano l'uf&cio di giudici nei fatti cbe si riferivano alla sicurezza pubblica e nelle
liti

Pireo, in cui

si

prendeva

in

qualclie caso speciale di natura diversa, e

esame

private.
A't-

Ego

[Aegus, TII, 402,

specialmente l'assassinio commesso da clii era stato condannato all'esilio, per


omicidio giustificato.
Efilte

Y(;] figlio

di Pandione, riconquist il trono di Atene, da cui Pandione era stato

[EpMaltes] uno
fratelli di

dei

scacciato dai Metinidi; ma ne fu scacciato di nuovo,

due Aloidi,
[V.

Oto.

Aloidi].

Un

Efalte fu

privato della signoria, dai suoi nipoti, figli del fratello

anche un gigante. [V. GiganW]. fori [Ephri]


denti
[cpopo)

sul trono

Pallante, e rimesso dal figlio Teseo.


[v. ivi}

sorveglio] cinque magistrati di Sparta, nominati in origine dai


re,

soprinten-

Quando Teseo

parti

pi tardi dall'assemblea

da Atene a Creta, per uccidere il Minotauro, promise al padre che, se fosse riuscito nell'impresa, avrebbe
issato

avevano il supremo potere giudiziario e amministrativo, il quale


del popolo:

crebbe sino al punto, cbe ebbero perfino facolt di


^

una bandiera bianca su l'albero della nave; ma, ucciso il Minotauro, dimentico della promessa, ne iss'
uiia nera,

ed Egeo

allora.

--

Stano, Dizionario di miti

e leggende.

EGE
a
tal vista, credette

130
che
il

mini uno sciame di formiche. Perci essi furono detti Mirmidoni [yLpiirpisc, =
formiche].

fosse morto, e si precipit nel mare, clie prese


figlio

da
to

lui

il

nome.
II, 10] det-

Egene [Aegaeon,

Egipani

anche Briaro, uno dei


'

nito

tre giganti centmani, fordi 50 teste e di 100

capra, Ilv dio Pane] erano divinit campestri, figli o del

[al%

il

seguito di Pane:

si

rappre-

braccia:
rino.

come genero

di

Kettno, anche dio ma-

sentavano, simili a lui, con le corna, coi piedi di capra,


barbuti,
col

naso

schiace

Egria
490, fonti o

[Egeria,

XV,
ninfa

480-

547-551]

deUe

ciato, con la

col

corpo

velloso

coda.
di
lui

Camna

italica va-

Egsto

ticinatrice, sposa del re lifuma, al quale consigli le

[Aegistus] figlio Tiste e della figlia di

istituzioni rehgiose, fatte in

Eoma.

Appena nato, fu esposto dalla madre e, trovato da alcuni pastori, fu


Pelpia.
allattato da

Due

selve,

con

la

fonte

una capra,
[a'i^

donca-

Egeria, v'erano presso Eoma: una dinanzi alla porta

de

il

suo

nome

-pra].

Capna, dove ISTuma si recava ordinariamente; l'altra

vicino
di
si

ad

Arcia,

nel
la

Uccise Tieste, per ordine di Atro, il quale riteneva che Egisto fosse suo figlio, e
dopo, uccise

sacrario

Diana.
ritir

Quivi

anche Atreo.

dopo morte di lui e, per il dolore, fu mutata in fonte.


Egeria

nell'Argolide, covassallo degli Atridi. Mentre Agamennone era a

Domin

me

Egna
figlia

[Aegina, VII, 616] del dio fluviale As-

po. Giove la rap e la port nell'isola di Enpia, nel


golfo di Saronco, la quale

Troia, egn ne sedusse la moglie Olitennstra, insieme con lei uccise poi Agamennone, quando fu tor-

fu detta poi Egina. essa partor aco. Quando l'isola fu devastata


lei

da

Quivi

dopo sette anni di regno, a Mcne, egli fu ucciso con Ontennestra, da


nato;
Oreste,
figlio

ma

di

Agamendea
della
alla

dalla pestilenza. Giove, per le preghiere di Eaco, la ripo-

none.

Eirne
pace

[Etp-^vT)] la

pol, trasformando in uo-

[dpy]vy]

pace],

131
quale, in Atene, furono
eretti altari,
ria

ELE

dopo la vittoriportata da Timteo


pace

pi bella che esistesse. Fu moglie di Menelao, re di

Sparta

e,

rapita da Pride,

sulla flotta spartana. Eoma, la dea della

ospite di Menelao, diede origine alla guerra troiana.

[Pax} aveva un alitare, nel campo di Marte, sul quale si offriva, ogni anno, un sacrificio.

Durante

10

anni

deUa

guerra, visse a Troia, come moglie di Paride, ammirata dai Troiani per la sua straordinaria bellezza, ma aspir sempre alla sua patria e
al suo antico marito.

Era
il

stato eretto dal

Senato,
reprsse

4 luglio del 13

av. Cristo,

quando Augusto

pericolosi torbidi nella GaUia e nella Spagna.

Veniva rappresentata come una giovine donna, col cornucopia, col


col

ramo
di

.di

uUvo,

Morto Paride, spos Deifobo, altro figlio di Priamo e, nella presa di Troia, aiut i Greci e consegn Deifobo nelle mani di Menelao.

Mercurio, con le spighe, e recante in braccio il fanciullo Plutone, dio della riccbezza, perch, durante la pace, pro-

cadco

Quindi ritorn con Menee, dopo una navigazione di otto anni pieni di
lao

spera l'agricoltura e
nessere.

il

be-

peripezie e di pericoli, giunse a Sparta, dove visse molti


rito,

Era una

Ore e, come tale, figlia di Giove e di Tmi, e sorella di Eunomia e di Diche.


delle tre

anni in concordia col mae con lui ebbe poi comune la sepoltura in The-

rpne.

Elaieblie
feste

[rc

'Xa(pr]^6'kio:']

che
i

si

celebravano

leno [Helnus, XIII, 99] uno dei figli di Priamo e di cuba. Fu augure e vate
e,

Focesi, in onore di Artemide, cacciatrice di


presso
cervi [lXa(po?

ci

Xw

= cervo,

fatto prigioniero dai Gredurante l'assedio di Troia,

^X-

datosi

loro

volontaria-

ferisco].

lena [Helna, Sili, 200] nata da Giove e da Leda


[moglie di Tindaro], sorella di Castore, PoUce, CUtennstra, Timndra, Filnoe, era ritenuta la donna

mente, predisse che Troia non sarebbe caduta senza


l'aiuto di ^eottlemo e di

Filottte. [V.

m].

Caduta Troia, egli se ne and con Keottolemo in Epiro ove, dopo la morte di

ELE
lui,

132
e prese in

se

ebbe una parte del paemoglie Andivi-

e di

monumenti

sepolcrali

detta

dromaca cbe, nella sione deUa preda, era


cata a IJ^eottolemo.

, per la quale passavano le proces-

Via Sacra

toc-

sioni,

in

ricorrenza

delle

feste di

Demetra.

Elettra
dente

[Electra] la risplen[TjXsxTcop

Eleusini Misteri

risplen-.

dente]. I. Figlia dell'Oceadi Teti, moglie di Taumante, madre di ride e

[Sacra Eleusinia] annessi al culto di Dmetra e di Persfone,

no e

in Elusi, citt posta a due miglia da Atene, sui confni della

delle Arpie.

H. Una
ivi],

delle Pliadi [ved.

In

origine,

Megride. questo

culto
feste
all'i-

quale con Giove aveva generato Giasone e


la

consisteva in semplici campestri; in seguito,

Bardano.
III. Sorella

dea del morire e del


di

rina-

Cadmo,

il

scere

delle

sementi,

che
nel

fondatore di Tebe; da lei era chiamata Elettra la


-porta della citt.

aveva il suo riflesso mito di Persfone, si


nesse
il

an-

pensiero

religioso

IV. Figlia di Agamennone, sorella di Oreste, insieme


col quale, uccise la

su l'immortalit, e allora il culto assunse un carattere


mistico e segreto, nel quale si era iniziati con riti misteriosi,

madre

CHtennstra ed Egsto. [V.


Oreste'].

di cui era vietato

Glusi [Eleusis] citt posta a due miglia da Atene, verso occidente, celebre per il culto di Dmetra e per i misteri eleusini, che a tale culto erano annessi. [Vedi
Eleusini].

svelare gli arcani. questo culto di Demetra

e di Persfone, si aggiunse quello di Dioniso [invocato col nome di lacchus] pro-

veniente forse
zia,

dalla

Beo-

dove era stato impordai


Traci.
si

In Eleusi era uno splendido tempio di Demetra, costruito per cura di Pericle,

tato

Le

feste
in

eleusinie

celebravano

autunno
cbe

nel quale

si

celebravano le
eleusnie.

\<grandi Eleusnie], simboleggiavano la di-

grandi
citt

feste

La

era

unita ad Atene

scesa di Persfone nell'Ade, cio la scomparsa delle messi

con una strada carreggiabile,

ornata di molti templi

to

dai campi e dei semi sotterra; e in primavera

133
[piccole

ELI
e

Meusinie]
il

presentavano Pefsefone su la terra, cio


il

clie rapritorno di

prendevano parte

nelle

eleusinie minori, di primavera e poi, in quelle maggiori,

rigermogliare deUa vita

dell'autunno del me-

nei campi.

Le grandi Blensinie cominciavano il 15 del mese Boedromine [sett.-ott.]: nei primi cinque giorni avevano
luogo sacrifizi, purificazioni, digiuni; nel 6 si faceva la

desimo anno: quelli che avevano la piena iniziazione si dicevano ep optai, ma non erano ammessi come se non aUe Grandi tali,
Eleusinie dell'anno seguente.

grande processione di laceJius, da Atene ad Elusi, aUa quale prendevano parte


migliaia di iniziati, coronati di mirto e di oppio, e aventi

Il sacerdozio spettava,

per

eredit, agli anticM lignaggi sacri: la pT)i alta carica

sacerdotale era quella, dello lerof ante il quale indi-

in

mano

spighe,

stru-

cava

il

sacro

simbolo.

Il

menti agricoli e fiaccole. Si giungeva ad Eleusi, per una strada di due miglia, e quivi si eseguivano alcune rappresentazioni del mito
di Persefone; la festa fidva

Dadcbo

aveva l'onore

di tenere la fiaccola, lo lrocryce era l'araldo e

con una libazione di acqua PlemocM', clie si attingeva da vasi particolari, dei

l'Epibmio il curatore Questi sacerdoti avevano funzioni che si riferivano alla cura dei sa

dell'altare.

crifizi.

Il culto dei Misteri Eleusini

quaH uno

si

adoperava per
sorgere del

la libazione, al
sole, l'altro
si

fu abolito Teodosio.

dall'imperatore
II,

per quella che faceva al tramonto. Le piccole Eleusinie si celebravano nel mese di Antesterine [febbraio -marzo], nel sobborgo di grai, su le rive deU'Ilisso, con

Eladi
erano

[Helides,
figlie

340]

del Sole [riKioQ sle], sorelle di Fetnte.


costui, colpito dal
[v.

Quando

fulmine di Giove

Fe-

tonte], precipit nell'Erida-

canti misteriosi, di cui

non

no, esse, piangendo la morte del fratello, furono mu-

conosciamo
Gli iniziati

le particolarit.

tate in pioppi, e le lacrime


stnie di

nei cortei mi-

nori

si

chiamavano mystai

che versarono ambra.

divennero

ELI

134
[y)Xiaia]

larsi

Elia

era

il

supremo

tribunale di Atene, attiguo al mercato, i cui membri


[Elisti],

all'EUea, contro la sentenza dei Tesmotti. L'Elica era stata istituita

erano

estratti

dagli arconti, fra i cittadini ch,e avevano su-

sorte

da Solne, inquiriva su la moralit e su la capacit


dei magistrati, prima che entrassero in carica, e ne

perato trent'anni [Xia adunanza]. Gli eliasti, simili ai nostri giurati, erano in numero di 6000, divisi in

giudicava la condotta quando cessavano dall'uf&cio. La condotta degli Eliasti


era sottoposta al controllo dell'Assemblea del popolo.

10 sezioni di 500 ciascuna: degli altri, 100 servivano


senza dubbio per supplire alle eventuali assenze dei
colleglli. Si

Elicna [Helcon] monte


la

del-

radunavano ora

Beozia, vicino al Citerne: si diceva fosse stato

in 200, ora in 300 e, fra pi sezioni, in 1000, e in 1500: cifra a cui si aggiun-

uomo, fratello di Citerone, mutato poi con lui in


monte. L'Elicona
ci h.a le

geva un altro giudice, per


avere
il

pendici

dol-

numero

dispari, ne-

e graziose, e fu ritenuto

cessario

alla votazione.

Ogni
stato
il

eliasta,
il

dopo aver pregiuramento di dare


le leggi, ri-

sede delle Muse. Elsa o Elissa Bidne, sorella di Pigmaline, e fondatrice di Cartagine. [Ved.

voto secondo

ceveva una tavoletta col suo nome e col numero della regione a cui appartene-

va nell'anno corrente. All'entrare nel tribunale, ogni eliasta riceveva un bastone,


col

Bidone]. Elisti [TjXiaffTat] erano i 6000 membri, simili ai nostri giurati, cbe formavano
l'Elia,
il

supremo
[V.

tribu-

nale di Atene.

Mia].

Elistico [t

numero e

col colore del

tribunale a cui apparteneva, e una tessera, necessaria

TjXiaCTTixv] era lo stipendio di un obolo, ai tempi di Pericle, di tre da

mercede obolo ai temgiudiziale [1 pli di Pericle, 3 oboli da


per riscuotere la

Clene in poi, che si dava a ciascuno degli elisti [ved. ivi], quando intervenivano
ai lavori dell 'Elia.

Clene in poi]. I cittadini potevano appel-

lios

[rKioc,]

il

dio

del

sole.

[V. Sole].

135
Elisio

ELL
colloca

[Elysium] era la
dei
beati,
[rikoatc;

di-

suUa

mora
morte

dopo

la

l'emisfero

terra, australe.

nel-

rkz\>aic

fe-

I^eU'Elisio era la citt e la

soggiorno, dalla radice X,


ipXOfxoci

sede del dominatore:


il

il

dio

giungo].
la

Vi

si

godeva

suprema

me

quale aveva, coCrnos, giudice e consigliere,

licit e,

secondo la dottrina

degli rfici, le

davano,

anime vi andopo avere rag-

Eadamnte; vi dimoravano anche Pelo, Cadmo,


Achille.

giunta la loro purificazione. Regnava un'eterna primavera:


il

lle [HeUe, XI, 195]

figlia di

Atamnte

soffio

lene del venil

Kefle, la quale, per sottrarla alle in-

di

to vi diffondeva
di
fiori

profumo
il

sidie di Ino,
la

che Atamnte

soavissimi,

sole

aveva sposato in seconde


nozze,
ariete
col fratello

e gli astri

non erano mai

velati

da nube.

trafug insieme Frisso, su un


d'oro

Boscbetti incantevoli, selve di rosai e di mirteti spar-

dal vello

per

gevano un'ombra dolcissima, la terra rinnovava tre volte all'anno le sue meravigliose produzioni di fiori e di frutta. Si gustava ogni

portarla in Clchide, regione a oriente del Ponto Susino pviar I^ero].

Ma,

nella

traversata,

EUe cadde
stretto,
.

e an-

neg
perci
Ino'].

nello

detto

Ellesponto

[Ved.

pi squisito piacere, senza essere punto turbati n da


dolori

Ellboro [beUebrus] pianta


di cui gli antichi si servi-

n da mali morali.

anime, immuni dalla veccMaia, conservavano l'e-

Le

vano per purgare

il

corpo

[heTlebrus niger] e per eccitare il vomito [helleb-

t della loro pi giovanile frescbezza e della maggiore felicit, e si esercitavano,

rus

albus}.

Il

primo

cre-

per
la

diletto, aUe arti che avevano preferite durante

sceva sul monte Ota, il secondo presso la citt di Anticyra neUa Pcide.
Quest'idtimo, forse con l'aggiunta di qualche altro preparato, si adoperava come farmaco contro la pazzia. EUno ["EXX7]v] figUo di Deucaline
e

loro vita terrena.

Si

credeva

cbe

Campi

Elisi fossero

in mezzo al-

l'atmosfera, nel centro del Sole o della Luna. Platone

di

Pirra,

regn

ELL
in Tessaglia e fu stipite dei Greci
lui,
il

136
capo-

nord

della Tracia: era

figlio

clie,

da

di Pelsgo e
salo, e

padre di

Tsca-

presero

il

nome

di El-

fu convertito in

ini.

Eolo, Doro, Xuto, dal quale ultimo nacquero Aclio, e Jone: da


figli

Ebbe i

tena di monti, perch aveva assunto il nome di un dio. Un altro Emone fu figlio di
Creonte, re di Tebe: ama-

questi presero
stirpi

il

nome

le

degli Dori, Aclii, Jni.

Greche

oK,

va fortemente Antigone, e quando questa, chiusa in


carcere da Creonte,
si

Ellesponto

[Hellespontus, XIII, 407] era cliiamato lo stretto cbe separa il Cher-

im-

picc, egli si uccise sul cadavere di lei. [V. Antigone],

sonso Trcico dalla costa nord-ovest dell'Asia Minore [Trade e Frigia Minore]. Fu detto cos da Ue, figlia
di
l^efle,

Emnia
antico

[Haemonia,

I,

568]
figho

nome

della Tessaglia,

detta cosi da

mone,

la

quale,
la

fug-

di Pelsgo e padre di Tssalo, dal quale poi la re-

gendo con la madre


sul Frisso, vello d'oro,
[tcvto?

verso

OlcMde,
dal

gione
Tsta]

si

disse Tessagha.
[s[jL7cupo[xav-

e col fratello

Empiromantia

montone
e

cadde sul mare


affog.

divinazione che si prendeva dalla varia forma


del guizzo delle fiamme, durante il sacrificio [Iv-Tiup

mare]

[V. Ino}.

Emancipazione
missio].

[V.

Manu-

fuoco, nazione].

[ji,avTia

divi-

Emtidi [Emathdes, V, 669]


sono
Pine, nove figlie di Piero, cbe osarono gale

mpusa

["E(i,7rouo-a]

spettro
si

notturno, con cui

spa-

ventavano

fanciulli: s'im-

reggiare

con

le

Muse

nel

maginava
e
si

coi piedi di asino,

e, vinte, furono da trasformate in plebe: quelle sono dette Emtidi , perch la Macedonia, di cui

canto

diceva rapisse e divorasse gli uomini. [fXTc^o[Aai

afferro].

Enclado

[Enceldus]

uno

era re

il

mente
tico

padre loro, anticachiamavasi Emzia.


an-

dei giganti che, nella lotta contro Giove, fu dal ful-

Emzia [Emathia] nome


deUa Macedonia.

mine

del dio seppellito con


il

Tifo, sotto

vulcano Etna.
il

mone
la

[Haemon, VI, 87-89]


catena dei monti, a

Endimine
bel

[Endymon]
[v8ijo[xai

dormiente

137
sn colto all'improvvis dal sonno], figlio di Atlio, re
dell'Elide,

ENE

di Giove,
Clice.

ebbe
fa-

per madre
vola
Caria,

Una

ce lo

presenta neUa
u.

ove

cacciatore e

Enea, n della sua fondaun nuovo regno in straniero: la leggenda paese posteriore, sorta non molti secoli dopo Omero. Della sua venuta in Italia, il
zione di

pastore e, petua sonnolenza,


in

immerso in pergiaceva

primo a parlarne
coro.

Stesi-

nna grotta del monte Iitmo. Selne lo vide men-

Secondo Virgilio

[Eneide'],

tre dormiva e, presa da amore, scendeva ogni notte

Enea, mentre Troia era in fiamme, fugg, portando via i Penati e traendo seco la
moglie Crusa,
figlia di

Da Endimione
quero 50
fu

dal cielo nella grotta. e Selene nacfiglie.

Priail

mo,

il

figlio

Ascnio e

padre Anchise, zoppicante,


clie egli

Quando, pi

tardi, Selene identifi,cata con Arte-

port su le spalle.

[la dea cacciatrice], ancbe Endimione divenne il bel cacciatre del

mide

Conducendo seco ancbe i Troiani superstiti, salp con


venti

navi

dalla

citt

di

Antndro,
te Ida.

ai piedi del

mon-

monte . Enea [Aeneas, XIII, 623-968; XIV, 1-608] figUo di Anchse^ e

A principio
ri

del viaggio,

mo-

la

cipe
sul

di Vnere, prindei Drdani, abitanti monte da, genero di

egli

moglie Creusa; indi cominci le sue pere-

Priamo. Kato sul monte Ida, o presso il fiume Simonta, fu allevato in Bardano, da Alctoo, marito di sua sorella

grinazioni. Fu nella Tracia, a Delo, a Creta, in Sicilia, ove mor

AncMse, poi su
l'Africa,

le coste del-

presso la regina indi a Cuma itaDidne, liana, .donde discese neU'A-

Ippodama, o affidato

da Venere aUe ninfe, perch lo educassero. E"eUa guerra di Troia, fu uno dei
pi illustri eroi troiani,
e

verno, e poi da Cuma giunse nel Lazio. Accolto da Latino re di

possedeva cavalli divini. In Omero non vi alcuna


traccia

dell'emigrazione di

Laurnto, questi, credendo cbe gi si avverasse un oracolo, secondo il quale la figlia si sarebbe' unita a nozze con gente forestiera

ENB
e avrebbe
un'illustre

138

nio, che ciulla o


il

dato origine a generazione di eroi, gli promise in isposa la figlia Lavinia, che era stata gi promessa a Turno,
re dei Etuli.

chi

padre della fanne faceva le


di
fi-

veci dava al futuro sposo


lei
[syyi'/j

contratto,

danzamento: k'{yu(ko= metto in isposa].


Questa
cerimonia
per legge precedere

pro-

Sorse quindi la guerra fra

Enea, aiutato da Evandro, e Turno, soccorso dai principi italici.

doveva il ma-

so

Turno fu ucciin duello da Enea: qui

trimonio, e la mancanza di tale formalit escludeva i figli dai diritti di cittadini,


dall'eredit

finisce la narrazione dell'^-

nide.

del padre.

e daUa fratria In essa si stabi-

Secondo Livio, Enea spos lei cMam Lavinum la nuova citt fonLavinia, e da
data, fuse insieme i Troiani e gli Aborgeni del Lazio,
e
li

i patti nuziali e si fissava la dote, deUa quale il marito godeva soltanto

livano

l'usufrutto.

Prima
sali,

chiam

tutti Latini.

si

del giorno degli sponoffriva un solenne

Kella

battaglia,

presso

il

sacrifcio agli di protettori

fiume Kumico, contro, gl'italici collegati, sarebbe sparito improvvisamente. Gli fu eretto un santuario e fu venerato col nome di lup-

ad Artemide,

delle nozze: a Zeus, a Hra, alle Moire e

agli di del paese.

Enilio [w.'kioc,] soprannome omerico di res [Marte],

pUer Indges.

Eneo

[Oenus, O'lvs?, 281] re di Calydne nell'EtHa, marito di Alta, padre di Melegro. Poich
egli

Vili,

da nio, la dea deUa guerra, che accompagna il dio nella battagha. nio ['Evuc] la dea della
derivato

guerra

che,
[il

insieme

con
dis-

non

offri

Artemide,

la

ad dea mand un
sacrifizi

Dimos
[lo

terrore],

PMbos
[la

spavento], Eris

cinghiale terribile [cinghiale


calidnio] a devastare la terra di lui. Il cinghiale fu poi ucciso da Melegro.
[V. ivi].

crdia],

accompagna Ares

[Marte], quando, sul suo carro da guerra, passeggia

armato per

la battaglia.

Enipo

Engiesi [yyxriaic,] la promessa solenne di matrimo-

[Enipus, 'Evitzsq] dio fluviale della Tessaglia [il fiume Enipo afiEluente

139
Peno, in Tessaglia], di era innamorata Tyro, figlia di Salmono. Poseidel

l'Etlia

EN
vino ]. [ohoQ suo tempo, avvenne la
del cinghiale

tato la vite sui monti del-

cui

done, invaghitosi della fanciulla,

famosa caccia

prese
e,

la

forma
lei,

di

Enipeo
Plia

con

gener

Enoxno [Aenomaus]

calydnio. [V. Melegro]. re di

e
i

Kelo.

espose

Tyro poi bambini e spos

Pisa, in Elide, il perfido padre di Ippodama. [V. Ip-

nna [Bnna]
trovava
tuario di
e
si
il

Creto, re di Jolco. oggi Castro giovanni in Sicilia, ove si

podama].

none [Aenne]
sima,
figlia

ninfa bellis-

del fiume

Ce-

principale san[Crere]

brno, in Frigia, fu

amata

Dmetra
cbe

da Apollo,

il

quale le codella divi-

diceva

Plutone

munic

il

dono

avesse qui rapito Persfone.


[V.

m].

nazione e l'arte di guarire le malattie. Quando Pride

Ennaetride
vsoc

nove, toq anno] era, nella cronologia greca, un intervallo di otto anni [onde detto talvolta
il

[IvvasTTQpt;;:

sv-

guidava le greggi sul monte Ida, ebbe da lei il figlio Crito. Prima che egli partisse

per la Grecia, Enone cerc invano di dissuaderlo,

anche octaeteride], finito qua.le, cominciava, col nono, un nuovo ciclo. Constava di 2922 giorni, distribuiti in 96 mesi comuni e 3 mesi intercalari, e si chiamava Anno Grande. Porse

il

predicendogli le sciagure che avrebbe sofferto, e

quando, presso Troia, egli fu ferito dall'arco di Filottte,

Enone non

riusci
la

guarirlo, perch era stata prodotta

ferita

da una

pi antico ciclo astro-

freccia
cole.

nomico,
si

secondo
il

il

quale

avvelenata di ErParide spir tra le

computava

tempo in
si

braccia di Enone, la quale

Atene.

Autore della ennaetride

poi mori di dolore. Entria [Aenotra, OtvoTpta]


la terra del

dice Olestrato di Tnedo, verso il 432 av. Cristo.

vino

[oIvoq

vino], regione dell'Italia

me-

no [Oenus] re

degli toli, in

ridionale,

Calydne, detto il principe del vino , perch egli


per
il

primo avrebbe pian-

corrispondente, presso a poco, alla Basilicata [Lucania], abitata anticamente dagn rcadi. In

ENO
seguito,

140
questo
dai

nome
Greci

fu

adoperato

per
vino,

indicare tutta l'Italia.

Eliotropi
TpTcc

[olvo?

fanciulle

volgo, muto] le che mutano l'acle figlie

lontano occidente, in una ricca casa, circondata da un muro di bronzo e da alte rupi. Viveva quivi con la moglie e coi 12 figli [6 maschi e 6 donne]. Con lo scettro impugnato, dalla vetta
di

qua in vino, erano


di nio,

re

di

Belo, alle

un monte dirupato
una
figlio

coi

quali Dioniso aveva dato il potere di mutare l'acqua

stringeva

all'obbedienza

venti, rincMusi in

ca-

in vino.

Agamennone tent

verna.

di rapirle,

mut

Dioniso le in colombe.
di

ma

ono

[Aeonus] era

di

Entria [Entoria] una fanciulla, fgUa

un

agricol-

Licinnio, fratello di Alcmna, e perci cugino di rcole. Andato con Ercole

romano. Saturno se ne innamor ed ebbe da lei


tore

quattro

figli:

Giano,

Hym-

no, Fausto, Eelice. Al padre di lei. Saturno insegn


la

a Sparta, fu ucciso dai figli di Ippoconte, perch egli, minacciato dal cane di guardia della casa, gli aveva
scagliato

viticoltura

l'arte

di

accorso

una pietra. Ercole, nella mischia, ri-

preparare

il vino; ma avendo egli diffuso quest'ammaestramento ai suoi vi-

mase

ferito* ma, ritornato dopo qualche tempo, trucid Ippoconte e i figli.


['Hc(;] la
il

cini, essi ubbriacati, lo

uc-

os
zia

dea che annun-

cisero

a
i

Perci

colpi di pietra. figli di Entoria si

giorno [aY](i.i, auo) =^ spiro: sul far del mattino

impiccarono.

Eolo [Aelus,

262] fgHo maggiore di lleno e della ninfa Orside, fratello di Doro e di Suto, fu il fonI,

spira un venticello leggero] figlia di Iperine e di Tia, e sorella di Hinfatti


lios e di Selne. [V. Aurora].

pafo [Epphus,

I,

748]

fi-

datore

della

stirpe

elia.

DaUa moglie Enarte ebbe

glio di io [v. Io] e di Giove, fu re di Egitto e costru

Un

7 figli e 5 figlie. altro Eolo,

il

re

dei

Mmf. Essendo

coetaneo

di
il

Fe-

venti, era figlio di Ippte [detto perci Ipptate] e

tnte, indignato per to che questi menava della

van-

abitava nell'isola

eolia, nel

sua origine, lo disse foUe,

141
percli,

EPI

credendo
elle
gli

a.

tutto

bilito

diceva la madre Olimene, si riteneva


quello
figlio

= offro
sori

daUa legge

[sTrt-SiScojjiL

spontaneamente].
i

Epgoni [Epigoni]
[7ctYtyvo[j(,ai

succes-

di

Hnos.

Fetonte

allora riferi tutto alla

ma-

dre

e,

per assicurarsi del-

l'essere suo, inviato da lei al padre Helios, chiese e

ottenne, di guidare il gran Fecarro del sole, [V.


tonte].

nasco sono i figli dopo, discendo] dei sette principi che combatterono a Tebe, i quali rinnovarono la guerra 10 anni dopo, capitanati da
Adrasto,
il

solo

superstite

Epagoge
vano

[sTcaywY'^] invocasi

prima guerra. Essi erano: Alcmene [figlio di


Adrasto], Diomede [figlio di Tido], Prmaco [figlio di Partenopeo], Stnelo [figlio di Capano], Tersndro [figlio di Polinice], Lao-

deUa

zione con cui

scongiura-

gli di infernali, per-

ch portassero aiuto gli uomini o perch spaventassero e danneggiassero qual-

cuno

[sTryoi

invoco, indi

damante
Eurialo
sto].

duco].

[fgMo di Etocle], di Mechi[figlio

Epo

['Etcsu?], fgUo

Pa-

nopo, valentissimo nel pugilato^il famoso eroe greco,


il quaaiutato da Athna, cole, stru il cavallo di legno, in

nella guerra troiana,

Ucciso Laodamnte, il quaregnava a Tebe, la citt fu presa e la signoria tocc a Tersandro, figlio di Pole
linice.

nascosero i Greci, per penetrare a Troia.


cui
si

Epilacnti
Grecia
i

[sTriXocxvTs?]

ma-

gistrati supplenti,

Epidurie [T
sta
ch,e
si

sTriSaupta] fe-

erano in magistrati che si

Atene,

nel

celebrava in 4^ giorno dei

creavano, per supplire subito le vacanze che si av-

Misteri Eleusini, in onore


di Esculpio.

veravano in una magistratura, per destituzione o per morte [Tc-Xay^^dcvc traggo a sorte]. Epimteo [Epimethus] co-

Epidsei [od im^asii;] erano in Atene le contribuzioni volontarie che i cittadini e i meteci davano alla
cassa dello Stato, direttamente o nell'assumere una
liturgia, fuori
il

lui

cJie

riflette

[sTci-[xav0vco

dopo
di

il

fatto

rifletto

do-

turno sta-

figlio Giapte po], e di Olymne, e fratello di

era

EPI

142
colui che riflette
[7rp-fAav6v(

Pro mteo,

prima
fletto

blici,

come
mura,

la

costruzione

ri-

delle delle

strade,

prima]. Spos Pand-

degli edifzi delle fosse ecc.

ra

[v. ivi],

da cui ebbe

la

Eptfio

Pina, ch,e and poi sposa a Deucaline. Epimtde [Epimthis, I,


figlia

[epitaphius] l'orazione funebre [tz sopra, sepoltura] era il T90<;

discorso che

un oratore

in-

390] Pirra, figlia di Epimteo. [V. Deucaline'].

caricato dallo Stato teneva nei funerali solenni dei mor-

Epincio [epinicium] festa in onore di un vincitore, nei


grandi giuochi pubblici: essa consisteva in un solenne banchetto, dato dal vincitore ai suoi amici [utvtxT]

in guerra per la patria. Aristide fu il primo a dare


ti

importanza a questa cerimonia, con l'orazione funebre in onore dei morti


civile

= vittoria].
chiamati

nella

Quindi fu

Pi

rono

battaglia di Plata. Pericle recit tardi,

Epinicii

le odi di vittoria, scritte in

l'elogio

funebre per

caduti
l'altro

onore del vincitore e spesso cantate nel banchetto solenne.

presso

Samo, e poi

per

morti nelle battaglie dei primi anni dlia guerra


i

Epine

['Httivv]] colei che le-' nisce i dolori e guarisce le

del Peloponneso.

In

malattie

[y]Kix.o\j.cci

siffatti

seguito, si discorsi

composero anche per


illustri:

risco] era moglie di


lpio.

guaEscusor-

ricordare uomini

Grgia, Lisia, Isocrate, Ip[sTriaxoTToi]


[Trt-CTXOTTsco

Epscopi
veglianti

ride,

Demostene

scrissero di

= sor-

tali orazioni.

vegho] erano inviati politici che gli Ateniesi man-

Epitalamio
il

[epithalamium]

canto nuziale [m

davano presso
per sorvegliarne
ti

gli
i

alleati,

so, 6Xa(jL0(;

= presnu-

camera

sentimen-

e controllarne le delibera-

ziale] era un canto che giovinetti e fanciulle facevano

zioni.

presso la porta della camera


[sTriaTocTat.]

Epistti
i(yTa[xat.

sopra-

nuziale,

quando

gli

sposi,

intendenti

[tKiGxcx.'vo,

9-

dopo

le

cerimonie deUe nozInvece


fan-

presiedo] erano
ai lavori

ze, vi si ritiravano.

magistrati ateniesi che so-

l'Imeno

veniva

cantato,

vrintendevano

pub-

anche da un cro di

143
ciulli
il

gistrati,
tresvri
essi

EEA

e di fanciulle, durante

corteo nuziale.

198 av. Cristo, furono destinati a presiederli tre maepulnes.

pona [Bpna]
romana,
clie

antica

dea
al-

presiedeva

Pi tardi

furono por-

l'allevamento dei cavalli, degli asini e dei muli [ep*s

tati a sette.

cavallo], protettrice dei

equus,

ed era

la

Epuloni [epulnes] magistrati romani che presiedevano


aUe pule.
Equrie
si

carrettieri

e dei

mozzi di staUa, come


la

[V. Mpul}. [Equira] feste che

Bubna era invece


vino [^ou?

dea

celebravano ogni anno,

protettrice del bestiame bo-

bue].
alla
liba-

in onore di Marte, nel campo Marzio, il 27 febbraio e


il

Epona, oltre zione, venivano


sacrifizio, maiali.

offerti,

in

istituite

14 marzo. Si dicevano da Eomolo e con-

pule

[eplae] pubblici e solenni che

banchetti
i

sistevano principalmente in corse di cavalli [equus

Eo-

mani imbandivano

nelle fe-

cavallo], che Marte proteggeva, perch i cavalli ser-

ste religiose, nell'assunzione dei magistrati alle caricbe

vono aUa guerra. Equit [Aequtas].


cazione
le

sacerdotali, nella consacrazione dei templi, nei trionfi,

romana

personifidella giu-

stizia: era

rappresentata su

nei funerali. Alle epule andavano uniti gli spettacoli:

monete come una ver-

questi per

non

si

davano
dei

gine, avente nella destra la bilancia e nella sinistra il

per

le

consacrazioni

cornucopia,

il

corno dell'ab-

templi e per l'assunzione dei magistrati alle caricbe


sacerdotali, ed allora
i

bondanza.

ra [Hera]
rella e

ban-

chetti solenni, senza i giuochi e gli spettacoli, si chiamano cenae.

dea greca, somoglie di Giove, con cui fu identificata la Giula

none romana.
Erclidi
i

[V. Giunone'].

Eimasero
sfarzo

famose
e

per
le

lo
ce-

[Heracldae] sono discendenti di rcole e

straordinario
le

nae pontifeum
lae

epi-

salidres.

In tempi andi ordinare


afiB.-

specialmente la schiatta di Hllos, nato da Ercole e da Deianira. Dopo la morte


di Ercole,
i

tichi l'incarico
e dirigere le

suoi
il

figli,

dei

epule fu

quali HHlos era

maggiore,
Euristo,

dato ai Pontefici,

ma

dal

perseguitati da

eeI

144
Aristodemo, ebbero
conia,
la La-

fuggirono da Tracliine in Atene, presso Teseo. jN'ella

xylo

l'Elide.

guerra che ne segui, Macaria,

sorella

di Hillos,

si

Errii [aerarli] erano coloro che, secondo la costituzione


di Servio Tullio,

consacr alla morte per la


salvezza
los o

non

erano

del

fratello,

ed

compresi nelle
centurie,

classi e nelle

Euristo fu ucciso da Hil-

da lolo, inseparabile

e non avevano quindi diritto al voto. Erasolito

amico di lui. Per la conquista del Peloponneso, elle da Euristo era passato ad Atro, Hillos

no di

cittadini

del-

l'infima

classe,

ma

potericclii,

vano essere anche

combatt,

ma

fu ucciso.

Oleodo, figlio di Hillos e,

appartenenti a popoli domati da poco e che non ispiravano ancora sufficiente fiducia, oppure cittadini di classi pi elevate che,

pi tardi, Aristmaco,

figlio

di Cleodeo, rinnovarono invano l'impresa. I figli di

per punizione, erano


passare,
gli
erarii.

fatti

Axistomaco [Tmeno, Cresfnte, Aristodemo] ritentarono per la terza volta; ma Aristodemo rimase colpito da un fulmine, per aver
maltrattato
gli

dal

censore,

fra

Tuttavia

differi-

vano dai proletari censi], perch non

[capite

erano,

come

questi,

esenti

daUe

un

altri

due,

indovino, e per seguire

imposte, ma obbligati a pagare alcuni tributi [aera],


i

cbe consigliava l'oracolo, loro di porre a capo delle


proprie
schiere

quali non erano stabiliti dal censo, a cui non erano

un

essere

soggetti,

ma

venivano

arbi-

con tre occhi, scelsero per


loro condottiero xylo, re
degli toli, monocolo che andava a cavallo di un mulo,
il

trariamente imposti

loro, in

proporzione degli averi.

Errio [aerarum] era


soro dello Stato: vi

il

te-

si

de-

quale, naturalmente,

aveva altri due occhi. Vinsero ed uccisero Tismeno,


figlio

i proventi delle ordinarie [aera = imposte tributi in denaro], e da esso

positavano

di Oreste, che allora

si

prendevano

le

somme

nealle

governava nel Peloponneso.

cessarie per provvedere

Temeno prese

allora Argo,
di

Cresfonte la Messnia, Pr-

pubbliche spese. Si conservava nella parte


posteriore
del

de ed

Euristne,

figli

tempio

145
Saturno,
strato

EB.C
i

ed era amminida questori, alla cui dipendenza stavano ufficiadetti tribuni

Persidi.

Ma

ritata,

fece

si

Giunone, irche quel

li

subalterni, aerarU.

giorno non nascesse Ercole, e ci,e invece Mcippe, moglie di

Durante l'impero, l'ammimstrazione dell'erario pass sotto la dipendenza dell'imperatore, sebbene il Senato, in apparenza, ne conservasse la sorveglianza
e,

Stndo, frateUo di Alceo e quindi zio di Amftrione, partorisse Euristo.

Cosi Ercole venne in servit di Euristo.

Appena nacquero Ercole


Ificle,

Giunone mand dei

in seguito, fin col confondersi col fiscus, il tesoro

privato
cui

dell'imperatore, la

mostruosi serpenti verso la cuna dei bambini, perch li uccidessero; ma Ercole


li

amministrazione spet-

afferr per la

gola e

li

tava ai prefetti imperiali . rcole [Hercules, IX, 134273] fu generato a Tebe da Giove e da Alcmna, cbe era gi maritata ad Amftrine, Tirinto, quale "era figlio di Alceo e

strozz.

Amfltrione istru
nell'arte di guidare cbio, Castore nelle

Ercole
il

coc-

armi,

Antyloco nella
nella

re

di

il

musica, centauro] nelle scienze.

Lino Chirne [il


lotta,

nipote quindi di Perseo. Ercole detto quindi Alcide


ftrione,
to,

Avendo
lira,

ucciso Lino con la

Amftrione, per paura

da Alceo, padre di AmTirinzio da Tirincitt

della sua forza, lo mand a pascere il gregge sul monte Citerone,

dell'Argolide,

di

cui

Amfltrione e dove Ercole fu allevato, l^el


era
il

re

leone citerono.

dove uccise il A 18 anni,

medesimo parto nacque con


Ercole
frateUo
fcle,
il

mentre tornava a Tebe, incontr i messi di Egno, re dei Minii in Orcmeno, i


recavano a Tebe, per prendere l'annuo tributo di 100 buoi; Ercole tagli loro il naso e le orecquali
si

quale per era stato generato da Amfltrione.

Quando Alcmena era per


partorire,

Giove disse
degli
di,

nelcb,e

l'adunanza

cMe

li

rimand incatenati

quel giorno, per opera sua,

sarebbe nato un umo cbe avrebbe dominato su tutti


lo

a casa. Euristo re di Micene o di Tirinto, lo cbiam al suo

Stano, Dizionario di miti

e leggende.

ERO
servizio,

146
e
gli

con nove o dieci o mille teste, che viveva nella palude di Lerna, presso Argo. Poich in luogo di una

impose di

compiere 12 cli, secondo

faticlie, peril decreto di

Giove, si preparasse per l'immortalit. E quando l'oracolo di

DeKo ordin ad

Ercole di ubbidire alla cMamata, egli fu sorpreso da

ne rinascevano due, Ercole bruci, con rami di alberi, le parti mozzate dei coUi, e su l'unica
testa recisa,

un
i

delirio, nel
figli

tre

quale uccise che aveva avuto

testa immortale, gett na

masso

enorme.

IsTel

fiele

dalla moglie Mgara [fgUa di Creonte re di Tebe] e due


nipoti, figli del fratello Ifcle. Si dice cbe allora, per la

velenoso dell'Hidra intinse le sue frecce, s che le ferite che egli faceva erano insanabili.

prima volta, fu cbiamato


"Hpocxkric,

il

Hra ["Hpa

none, xkoc, gloria] perch, per causa di Hera, ottenne grande gloria, mentre fino a quel giorno, si

= =

glorioso per

Cattur vivo, dopo averlo cacciato nell'alta neIII.


-

Hera, Giu-

ve, il

mntho, che
l'Arcadia

Cinghiale di Erydevastava
[l'Erymantho

una montagna
Mentre
tauri,

dell'Arcadia].

sarebbe chiamato

Alcide

si recava a quella fu assalito dai Cencaccia,

dal nonno Alceo, padre di Amfitrione.

ma

egli

Eisanato dal furore,

si

rec

dopo dove

l'altro
fer,

U scacci, un sino a Mala,


freccia,
il

con una

presso Euristeo, e allora co-

minci

periodo della sua durante il quale servit, comp le 12 fatiche.


il
-

centauro Chirne, il quale trovavasi l, perch i Lpiti lo

avevano

scacciato

dal

monte Pho.
-

I.

Strozz

il

Leone Ne-

IV.

Prese viva la Cer-

invulnerabile, che viveva nella valle Kema

mo,

va di Ceryna o Menalla [dal monte Ceryna o Menalo], in Arcadia, dove essa viveva, sacra ad Artemide:

dell'Arglide.
la
fiera

Quando port
a Micene,

uccisa

Euristeo, per lo spavento, si rifugi sotterra, in una

aveva

le

corna di oro

piedi di rame. Ercole la

in-

botte di bronzo. II. - Uccise l'Idra di Ler-

segu nel paese degli Hyperbrei, in Arcadia, e la colp


nel piede con

na,

il

drago

mostruoso,

una

freccia.

-, 147
V.
-

tile le

EBC

Uccise o

Uccelli
lago
dia:

sband gli Stymphlii, nel


artigli,
ali

Stymplialo, in Arca-

avevano

rostro di bronzo, ed erano provvisti di penne, che lan-

acque del fiume Pecbe ne trasportarono tutto il letame accumulato. Ma non avendogli il re dato, come aveva promesso, la decima parte
no e
dell'Alf o,

ciavano fuori come saette. VI. - Prese il Cinto di

degli

armenti.

Ercole

gli

Hypplite, la regina, delle Amzzoni, per recarlo ad Admte, figlia di Euristo. Isella zuffa suscitata da
Giunne, Hyppolite Kel ritorno. Ercole uccise, presso Troia, un mostro
sta,
figlia

mosse guerra, devast il suo territorio ed uccise Auga.


Vili. - Prese e condusse vivo a Micene il Toro di

mori.

Creta, che Poseidone aveva fatto apparire tra i flutti a Minosse, e aveva reso
furioso, percb Minosse, invece di sacrificarlo al dio,

marino, al quale era espo-

come preda, Hesione,


del

re
la

Laomednte.

Ma

poicb Laomednte non


i

aveva mandato nel suo armento. Ercole, dopo averlo presentato a Euristo,
lo

mantenne
dargli

promessa di avuti da Giove, in compenso di Ganimde, cb'era stato rapito dal dio, egli mosse contro
cavalli

lo lasci libero.

IX.
in

Prese le Cavalle di
re
dei

Diomede,
Tracia.

Bistoni,

Diomede dava

loro in pasto gli stranieri.

Troia, prese la citt e uccise Laomednte, con tutti


i

Ercole vinse Diomede, lo


fece divorare dalle sue stesse cavalle e condusse queste a Euristo.

figli,

eccetto Podrce.

Hesione, toccata in premio a Telamne, cbe pel primo era salito su le mura, accett di andare sposa a liu, a condizione cbe fosse ri-

scattato
il

il

fratello Podarce,
si

quale perci
il

cldam

X. - Condusse via i Buoi di Geryne, fgUo di Orisroe e di Callroe, il quale aveva tre corpi dal ventre in su, e viveva nell'isola di Erystha, nell'Oceano dell'estremo
occidente,

Priamo,
afjLat.

riscattato [upi-

dove

Vn.

compero]. Nett le Stalle di


nel-

Auga, re degli Epi r Elide, dirigendo nel

cor-

possedeva grandi armenti, custoditi dal pastore Eurytine e da rtbros, cane con due teste.

EEC
ove

148
Ercole, giunto presso Atlante,

Ercole pass lo stretto di piant le due famose colonne [colonne d'Ercole], in segno del suo passaggio.
Gibilterra,

sostenne

per

poco

il

Cielo invece di lui, fncli

Atlante non
tre

gli consegn 1 pomi, che Ercole port a

Poicli

il

sole coi raggi, gli

fastidio, egli tese l'arco contro di lui, e il Sole,

dava

per questo ardire, gli prest la sua cappa, nella quale Ercole giunse all'isola. Uccise il custode, il cane e
poi anche Geryne. Preso l'armento, vaKc
i

il quale li regal che alla sua volta li consacr ad Athna. XII. - Cattur Crbero, il cane mostruoso dalle tre teste, che era a guardia deU'rebo. Ercole, disceso

Euristeo,

all'eroe,

nell'Averno, lo strinse

alla

Pirenei, le Alpi, clie da lui

gola, lo incaten e, portatolo su la terra e fattolo

furono dette
ius

Grie
e

Italia,

greco], presso la

[Grascese in

citt

di

vedere a Euristeo, lo ricondusse nell'Erebo, e compi le 12 fatiche impostegli.

Evandro, ove dopo sorse

Dopo, in un accesso
rore, dalle

di fu-

Eoma. Quando
Caco

Tirinto

il

terribile gigante

mura

precipit Iphito, figlio del

gli rub una parte dell'armento e trasse le vac-

re urjrto; perci l'oracGlo di Delfo gl'impose di stare

cbe per

la

coda nella sua

caverna, percli non se ne svelassero le tracce. Ercole


scoperse
giti
il

per tre anni a servizio di mphale, regina di Lidia:


ivi egli filava

ladro dai

mugdopo
lo

delle

vacche

e,

con vesti da donna, mentre la regina portava la clava e la peUe


di leone.

una violenta
cise

lotta,

uc-

con
-

la clava.

In questo tempo
ten, presso

Prese tre dei Pomi d'oro delle Hespridi, cbe erano stati regalati da Ga a Hra, nelle nozze di questa, e si custodivano

SI.

egli incaEfeso, i Cer-

cpi

[KpxcTZsq, Cercopes],

folletti giocosi

e scaltri,

poi

li

lasci andare. Quan-

dalle Hespridi, le fanciulle occidentali [scTTrspo^; oc-

do, per purificarsi dell'uccisione di iphito. Ercole venne da ISTelo, questi, che

cidente], e dal drago Ladne, nel remoto occidente.

era amico

di

uryto, pasi rifiut di

dre di Iphito,

149
purificarlo; allora uccise tutti i figli

EKE

Ercole

eccetto Nstore, lontano. Spos poi Deianira figlia di Oino, re degli

di lui, che era

eresse una pira, vi mont su, fece appiccare il fuoco

da Eilottte, che passava


di l, e gli regal per que-

sto le sue frecce.

toli; ma quando volle condurla a Tracliine, citt della Tessaglia, nel passare
il

Deianira intanto, conosciuta la sventura di cui era


stata causa, si era uccisa di propria mano.

fl,ume jveno, nell'EtoHa,

uccise,

con una freccia, il centauro Kesso che, avendo


tentava rapirla. Giunto a Trachine,

Quando

la

fiamma,

si

lev

preso su la groppa la sposa,


volle

Ercole, fra il rumoreggiare dei tuoni, fu

su la pira.

portato in una nube su l'Olimpo. Innalzato all'immortalit, riconciliatosi con

vendicarsi di Buryto, re di Oecliala in Tessaglia, pergli aveva negata in isposa la figlia Ile. Conquist Oechalia, uccise Eu-

ch

Hera, che lo aveva perseguitato in vita, spos nel


cielo

Hbe,
[t^^t)

nezza

= fiorente

l'eterna giovigio-

ryto e i figli di lui, e condusse geco Iole. Ma quando

Deianira seppe da Lica, che Iole veniva a Trachine,

vinezza] da cui ebbe i figli Alexiare e Aniceto. Venerato in Grecia e in


Italia
cilia,

mand con
la

lui

ad Ercole

veste intrisa di sangue che Kesso, morendo, le aveva data, per vendicarsi di

pMagna Grecia, SiCorsica, Sardegna, Malta], gli erano sacri il


TermaK.
["Epe[3oc;]

pioppo, l'ulivo, l'edera e le


fonti

facendole credere che avesse la virt di riErcole,

rebo

la

oscurit

sotterranea

[pstpco

co-

destare l'amore. Ercole in-

doss la veste, ma fu preso da tali spasimi, che precipit Lica presso lo scoglio omonimo [scoglio di Lica,
nel mare di Euha], e poi, fattosi portare a Trachine, ordin al figlio Hillos di

pro] il regno dei morti, detto anche Hdes, che ne

il.

dio:

un luogo tenebroso
della
terra,
la

nell'interno

con un vestibolo s'immaginava neUa pi remota parte occidentale, dove non giungevano nepcui entrata

prendere in isposa Iole. Becatosi sul monte Ota,

pure

superficie

raggi del sole. Dalla deUa terra alcu-

EEE
ni baratri conducevaho al-

150
dine, ebbe otto figli: quattro maschi, Ccrope, Pn-

l'rebo, Cuma, in Italia, e quelle di

come

le

caverne di

Colno presso Atene.

fiu-

me

[v. Stige],

principale era lo Stige cbe scaturiva da


e ciral-

Mezine, Orno; e quattro donne: Prcri, Criisa, Etnia, Orizia. Poieli Eretteo aveva ucciso il fi.
daro,
glio

un ramo dell'Oceano
tri

di Poseidone,

Euml-

condava tutto l'rebo;


te, il

fiumi erano: l'AcheronFlegetnte o Pyrifliil

po, che aveva aiutato Elusi contro Atene, il dio del

mare

getnte e
posteriore

Oocito. In et

sacrificata

richiese che gli fosse una delle figlie

che

il

si aggiunse anLte [fiume dell'o-

di lui,

ma

le

relle preferirono

quattro morire

so-

tut-

blio], in cui le anime bevevano l'oblio deU'esisten-

te insieme.

za umana.
[Per l'etimologia,
v.

per preghiera di Poseidone, fu da Giove colEretteo,


pito con la folgore.

sotto il

nome

dei singoli fiumi]. Caronte, Vuomo della gioia


gioisco], era il [)^aip(o barcaiuolo che conduceva i morti all'rebo. Alla porta

Erette [Erechteum templum] era l'antichissimo


tempio di Athna, costruito da Ccrope su l'Acrpoli, nel quale si conservava la statua della dea [v. Palladio] caduta dal cielo, l'ulivo fatto germogliare da lei
e la fonte di

dell'inferno

stava Crbero,

cane ferocissimo dalle molte teste, rappresentato pi tardi con tre teste, con

acqua

salsa,

coda e cresta di serpente. IvTei tempi posteriori, fu messo come giudice dell'inferno Minosse che, per comando di Giove, doveva
decidere
i

scaturita per opera di Posei-

done,

tese con

quando questi conAthena per il doda

minio di Atene. Distrutto il tempio


Serse,

insieme

casi controversi; con lui stavano,

fu

ricostruito

con

grande splendore
di Pericle,

all'epoca

come

giudici,

Eadamnte

ed aco, che era il custode deUe chiavi dell'Hades. Erette [Erechtus, "Eps^QsQ,

fu comche verso la fine della piuto guerra del Peloponneso. Es,

ma non

so sorse sul terreno antico

VI, 677-680]
la

di Ate-

ne, dopo

morte

di

Pan-

che conteneva tre templi insieme riuniti: quello di

151
Athna, di Poseidone [il vero Eretteo] e quello di Pndroso [una delle tre figlie di Cecrope].

EEI
ceva che questo fiume producesse l'ambra; pi tardi esso fu identificato col fiu-

me Po
era

d'Italia

[Fadus], e

Ergstolo

[ergastiilum]

la favola

della

produzione

presso i Eomani la prigione, in cui si rincMudevano


gli

dell'ambra fu spiegata col fatto che, presso le foce del

scMayi che, per obbligo

Po,

dei loro ricclii padroni, dovevano eseguire, con la ca-

tena al piede, i pi gravi lavori campestri [py^oiJLat.

trovavano i principali porti, ove l'ambra si portava per via di terra, ed era poi caricata ed esportata da navi fenicie.
si

lavoro

campi].
privata per gK

Erifle

L'ergastolo, cbe era anclie


la prigione

[Eriphle] sorella di Adrasto, re di Argo e mo-

schiavi, era unito alle ville, pi di rado alle case di citt,

ghe di Anfiaro.
Anfiarao
si

Quando

non andare
dizione di

dei ricchi

Eomani.

rice [Eryx, XIV, 83] fighe dell'ateniese Bte e di V-

per Guerra di Tebe, ove, secondo la prenascose,


alla

un

oracolo, sa-

Bute prese parte alla spedizione degli Argonuti,


nere.

ma
-egli,

mentre

la

nave Argo

rebbe perito. Enfile, allettata dalla promessa di una splendida collana, rivel dove il marito era nascosto.
Questi fu ucciso in guerra;

passava

presso le Sirene, allettato dal loro can-

to, si gett in mare. re lo condusse salvo

Venea Li-

ma, prima

di morire, fece

giurare al figHo

Alcmene

Hbo, nella
e

Sicilia:

da Bute

da Venere nacque quivi

Erico, che fu re degli limi presso il monte Erice.

che avrebbe vendicato la sua morte, uccidendo la madre. E il figho mantenne


il

giuramento.
figha
di
si

Ericina [Erycina, V, 363] Venere che aveva culto


speciale
sul

Ergone [Erigone]
Icrio, su la cui

tomba

monte

ric,

in

Sicilia.

Eridano [Bridnus,

II, 324] fiume mitologico, ritenuto,

impicc. ,[V. Icario]. Un'altra Erigone era nata dal connubio illecito di Egsto con Cntennstra. Innamoratasi di Oreste, ebbe da lui il figho Putilo.

come

divinit fluviale, figho di Oceano e di Teti. Si di-

ERI
rilo
[Herilus]

152
re
della di Predea Fe-

mano

fiaccole

serpenti.

nste, figlio rnia, l'antica divinit italica

Esse sono dette anche Eumnidi,


le

benevoli

venerata

snl

monte

Soratte, nel paese dei Capenti, al confine fra i Latini e i Sabini.

dall'animo buono] (jLsvTjc; e distinte in nere [irate]


e bianche
[placate].

[s-

A Eoma

erano dette Eurie.

Dalla madre aveva ricevute tre anime, si che dovette


essere ucciso tre- volte da Evandro. Erinni [Erinyes, I, 241] dette anche Erie ed Eufiglie mnidi, Ga, generate dal sangue di Urano, mutilato dal figlio Crno: Altto, colei che

Erisf tone [Erysichton, Vili, 738-878] fighe di Triopa re di Tessaglia. fon avendo

alcun rispetto agli di, fece recidere un'immensa quercia, in un boschetto sacro a Crere. Ai colpi reiterati
"

le

tre

di

della scure, spicci il sangue di una ninfa bosche-

senza riposo [-X-^yo

= non

reccia, che la corteccia

viveva dentro

cesso]; Tisifohe, la punitrice dell'assassinio [Ttvoj

punisco, 9vo(;

= = uccisione];

della quercia e poich uno degh operai os trattenere la scure, inorridito per il mi-

sacra,

Megra, la nemica [{X"Ya.tp(o grandemente]. Sono le dee della maledizione e della vendetta punitrice, cbe insorgono con-

= biasimo

sfatto, Erisittone gli tronc


il

capo.

Cerere,
lui la

sdegnata,

mand a

Fame, che

viveva nelle lande deserte


della Scizia, e questa gl'infuse, col suo ahto pestifero, una fame orribile, da cui
egli senti divorarsi.

tro

il

colpevole,

lo

perse-

guitano sulla terra e lo puniscono nell'Hades. Sono rappresentate come vecchie


orribili, con serpenti invece di capelli, con occhi san-

Dopo avere
le

sciupate tutte sue sostanze, senza poter saziare la fame vorace, pens di vendere la figha.
essa,

guigni e denti digrignanti:


vestite di lunghi^ abiti neri, con cintole sparse di san-

Ma

gue. Talvolta sono raffigurate, in


terribile,
trici

un aspetto meno come agili cacciache portano in

alate,

fuggendo, ottenne da Kettuno di prendere l'aspetto di un pescatore e, inseguita, fu trasformata ora in uccello, ora in giumenta, ora in cerva, ora

153
in bue,

nella

ERM

sfuggendo cosi

ai

suoi compratori. Infine, Brisittone fu costretto a


nutrirsi delle proprie carni e a divorare cos se stesso.

vato sul monte Ida, nella Trade. Da ragazzo venne


Caria
il

ceva

e, mentre fabagno nella fonte

Erittnio

[Ericlitonius,

II,

552-561] figUo della Terra e di Hefsto^ [Vulcano].

Salmcide, lo vide la ninfa Salmacide, cbe abitava in quella fonte, e ne fu presa

da forte amore. Abbracci


il

Secondo Ovidio, egli nacque senza madre [II, 553] e fu allevato da Athna.
parte inferiore del in forma di serpente. corpo
la

giovane, ma ricusando egli il voluttuoso amplesso

Aveva

della ninfa, questa, tenendolo stretto, implor dagli di di essere eternamente

Atliena
ciullo

consegn il fanaUe tre figlie di C-

crope, [Agluro, Pndroso,

con lui. due corpi si unirono in un solo, cbe ebbe doppia


stretta

Cosi

rsa] chiuso in una cesta, con il divieto di aprirla,


Aglauro,
relle

natura, di uomo e di donna, e la fonte Salmcide,

cMamate

le

so-

timide, apri la cesta e


il

scopri

fanciullo serpente.

Secondo una tradizione, le fanciulle furono uccise dal


serpente o, prese da pazzia, si precipitarono gi daUe rupi della rocca o nel mare.

per pregbiefa di Ermafrodito a Giove, ebbe la virt di effeminare ogni uomo che vi scendesse a fare il bagno.

Ermes [Hermes]
presso
dei
di
i

divinit
la quale Mercurio

Greci, con
il

fu identificato

Secondo

832] Aglaiiro tata in sasso


[V.

Ovidio [II, 820fu poi muda Giunone.

Eomani.

[V. Mercurio}.
figlia

Ermone [Hermine]

Aglauro}.

Erittnio,
di

dopo

la cacciata

Menelao e di lena, fu dal padre promessa sposa a Keottlemo, figlio di Achille,

Amfzione, divenne re di Atene, e vi introdusse il


culto di Atliena, alla quale eresse un tempio su la rocca.

dinanzi a Troia
il

e,

do-

po
lui.

sposata a Secondo una tradizione


ritorno,
la

post-omerica,

fanciulla,

Ermafrodito [HermaplirodiIV, 285-388] fgUo di [Mercurio] e di Afrodite [Venere], fu alletus,

Hermes

ancor prima della spedizione a Troia, era stata promessa a Oreste, il quale, avendo invano chiesto a

ERO
Keottolemo di
la rap.

154
cedergliela,

altre arti, -specialmente nella

medicina. Avendo
la

egli

ros fHp)?] sacerdotessa di Afrodite, amata da Leandro.


[V.

con
dalla

sua

arte,

salvato

morte un gran nume-

Leandro].
figlia di

rse [Herse]
pe,
il

Ocro-

ro di uomini, e perfino ricMamato molti in vita, Giove,

primo re di Atene, sorella di Pndroso e di Agluro, fu amata da Mercurio


.

temendo cbe non


l'ordine
di

fosse

sconvolto

na-

[V. Aglauro].

tura, lo colp col fulmine. Allora Apollo, per vendicarsi di Giove, uccise
clopi,
i i Ci-

saco

[Aescus,

XI,

749-

795] figlio di Priamo re di Troia e della ninfa Alessroe,


figlia

che

gli

fabbricavano

del dio

fluviale

ebbe culto speciale in Tessaglia,

fulmini.

Esculpio

Granico; avendo

appresa

Pergamo, ad Epiduio
dell' Arglide],

l'arte di interpretare i sogni, predisse al padre Pria-

[citt

donde
sotto

fu portato a

Eoma,

che dalla moglie cuba avrebbe avuto un figlio [P^ride], che sarebbe stato la rovina di Troia. Avendo
visto,

mo

forma

di serpente, e gli fu

innalzato

un tempio

nel-

l'isola Tiberina.

giorno, la ninfa Espria, se ne innamor, e

un

lo

poicb ella, per timore, lo fuggiva, la insegu per raggiungerla. Ma, punta dal

Ovidio narra che i Eomani condussero da Epidauio al Tevere, perch dall'oracolo di Delfo, che essi avevano consultato, avevano saputo che Esculpio avrebbe posto fine alla pestilenza che infestava Eoma. Quando la nave che conduceva il dio in forma di serpente, giunse a Eoma, il
si attorcigli all'albero della nave, come per sceghere il posto della sua di-

morso
il

di

un serpe

velenoso.

Esperia mor, ed Esaco, per dolore, sal su di una rupe e si lanci in mare: nel cadervi fu mutato in

uno smergo
rino].

[uccello

ma-

dio

Esculpio

[Aesculapius, II, 629] figlio di Apollo e della ninfa Coronide [v. Coronide], fu afidato dal padre al centauro CMrne, il qua-

mora: a un tratto l'onda

del

Tevere, solcata daUa nave, si apr e sorse in mezzo


l'isola

le lo istru, oltre

cbe nelle

lpio stabil la

Tiberina, dove Escusua sede e,

155
ripresa la fece cessare

valleria

ESE

forma
il

divina,

ragguardevole corpo di cache,


al

morbo [XY,

principio

622-744],

Era rappresentato con una


verga attorno a cui era attorcigliato
si

deUa guerra del Peloponneso, raggiunse i 1200 uomini.

serpente. Gli sacrificavano gaUi, e nei

un

Le truppe mercenarie furono un fatto accidentale:


le arruol Pisistrato.

templi si nutrivano serpenti [simbolo delle forze vitali che sempre si rinsuoi

Cele-

bre fu l'arruolamento dei 13.000 mercenari greci nella


spedizione di Ciro.

novano] i quali si adoperavano anche come mezzo


per ridare la salute. Dormendo nel tempio
dio, si
i

Quanto
dati
di

al

numero
era

dei sol-

cui

composto
bene
ri-

del

l'esercito greco,

rivelavano nel sogno rimedi per la malattia.


i

cordare
glia di

che,

nella

batta-

Esculapio ebbe per moglie

Cherona, l'esercito greco era formato di 50.000


cavalleria, e l'esercito di Filippo U Ma-

Epione e
te].

figli

Macane,
[

fanti oltre la

Poladirio, Igia

la

salu-

Panaca

[la lisana-

trice jii tutti i

mali

].

Esercito
gli

Ateniesi,

[exercitus]. Presso dopo la riforma

cedone aveva 30.000 fanti e 2000 cavalieri. Alessandro il Grande assest


i

CHstne [510 av. Cr.], l'esercito era formato di 10


di

pero
fanti

persiano

primi colpi all'imcon 30.000 e 4500 cavalieri, e


il

schiere di opliti [v. Armi],

aveva lasciato in Macedonia,

con a

capo uno stratego

sotto

governo
fanti
nella

di

per ciascuna: questi strateghi uscivano tutti in cam-

Antpatro, 12.000

1500 cavalieri;

spe-

po e si alternavano, giorno per giorno, nel comando supremo. Ogni ateniese era obbligato alle armi, dai 18 ai
60 anni;

dizione dell'India, Alessandro aveva un esercito di

160.000 uomini, dei quali 40.000 macedoni e 120.000


asiatici.

ma

nei primi due

Presso

Eomani,

l'unit

anni [18-20] erano ammaestrati, entro i confini dello


Stato, nell'arte della guerra.

organica dell'esercito era la


legione [legio] che vari dai

4200

ai

6000 fanti.

Atene forniva

inoltre

un

La

legione si divideva, in

ESE
generale, in 3 corpi
al

156
clie, fino

dati

soprannumerarii,

re-

no Per
I.
i

tempo di Mario, venivadistinti secondo il censo.


la costituzione di Ser-

elutati dalla 5* classe, dei cittadini: essi seguivano l'esercito,

vio Tullio essa era formata:


-

loro

per sostituire coche cadevano nella


dei
le

H astati,

1200

[1* fila],

battaglia,

quali erano divisi in 10

devano
fanti,

armi.
certo

quali prenOltre ai
alla
le-

manipuli di 120 uomini ciascuno, ogni manipulus si divideva in due centurae di 60 uomini ciascuna. U. - Prncpes [1200], che

apparteneva

gione

un

numero

di

cavalleria.

Durante
cavalleria
il

la repubblica,

la

non sorpass mai

formavano
gli
Jiastati.
-

la 2

fila

dopo
i

III.

Trarn
e

[800],

pi

vecclii

provetti

soldati

di 300 per ogni neUe guerre di Giulegione; lio Cesare, essa scomparve del tutto daUe legioni; ma

numero

delle

mavano
riserva
dietro
i

legioni romane, foril terzo corpo di


e

sotto

sino a 726
legione.
Il

Augusto fu portata uomini per ogni

stavano
file

piegati

princpes;

ma

quan-

do

precedenti [hastati e privhcipesl ne ave-

le

due

nipoli,

corpo formato di 3 mauno di Tiastdti, uno

vano bisogno, essi si alzavano e combattevano. I


princpes e
i

triari

come

gli

Jiastati,

divisi

erano, in

di princpes, uno di triari, formava la coorte [eohorsl. Anticamente la legione comprendeva 10 coorti;
ina, vedutasi la necessit di rinforzare l'esercito, non
si

manipuli e eenturiae. Yi erano inoltre 600 Borari e 600 Accensi, non


raggruppati
eenturiae,
triari.

ma

aggiunsero altre legioni, si accrebbe, secondo U


il

in

particolari

bisogno,
Tiastati

numero

degli

ma

aggiunti

ai

princpes [i triarii rimasero quasi sem-

dei

I rorari erano giovani ar-

pre dello stesso numero],

mati aUa

leggiera,

quali

stavano dietro ai triarii, facevano di solito il primo assalto contro i nemici, e


poi
si

una legione comprese fino a 600 uomini [270 Mstati,


270 princpes, 60 triarii]. Con la riforma di Mario,
la

ritiravano

al

loro

posto. Gli accensi erano sol-

legione si compose di 10 coorti [da 15 coorti a cui

157
era salita], dai 400 ai 500

ESB
il

secondo

censo, ed erano
i

uomini
Sotto

ciascuna

[coJiortes

quingenarae'].

stati quindi esclusi dini non possidenti


censi].

citta-

[capite
il cri-

gl'imperatori,

la

1^

coorte di ogni legione aveva

Mario abol del tutto


lamento,
alla

un numero

doppio [1000 uomini, cohors millenaria].

terio del censo e dell'arruo-

guard

soltanto

Anche
cevano

gli alleati

{sooii] fa-

parte

dell'esercito

capacit fsica, e cos furono ammessi all'esercito


perfino
i

romano, dei quali era assegnato a ciascuna legione un


uguale ad essa in forza, con armi e suddivisioni pure eguali: essi per dovevano fornire un nucorpo

liberti e gli

scMavi,
li-

ai quali si

concedeva la
la

bert
tica

cittadinanza.

Cos scomparve anche l'andivisione in Tiastdti,


triani:

princpes,

soldati

mero doppio

di

cavalieri.

La
la

cavalleria
degli

aveva posto
Jiastati:

ebbero quindi armi eguali e furono distinti in soldati


di armatura grave e di armatura leggiera; le ulti-

alle ali

dei

Eomani
sodi,

era

queldetta

degli equites legionarii quella

dei

degli
si

equites

me file non erano pi formate dai rorari' e dagli


dai Veltes, araccensi, mati alla leggiera, gi sostituiti sin dalla 2 guer-

aggiunsero le truppe ausiliarie di re alleati o sottomessi \auxilia,

alarii.

Dopo,

ma

auxiliares],

ma

queste

ra Punica, e rimase a 10
il

formavano corpi distinti e non erano uniti alla legione.


Soldati mercenarii s'incon-

numero

delle coorti [dai

trano nell'esercito romano,

400 ai 500 uomini l'una], che erano state prima portate sino a 15.

per la prima volta, al tempo della 2 guerra Punica, durante la quale furono
assoldati
i

Quanto
dati che

al

numero

dei sol-

Celtiberi

dalla
istitu-

Spagna.
zione,

Ma

questa

componevano l'esercito Eomano permanente, si pu supporre che la legione avesse in media


6000 uomini. Scipione, nel-

in Grecia, non attecch neppure. a Eoma.

come

Sino al
soldati
lati

tempo
erano

di Mario, i stati arruo-

Zama, aveva 6200 uomini per ogni legione; al tempo di Aula battaglia di

e distinti nei vari corpi

gusto

pare contasse

6100

BSE

158
romano, oltre truppe ausiliari, sal a '30; sotto Adriano le legioni furono 28.
le

fanti e 726 cavalieri, divisi in 10 coorti, ciascuna delle

no

l'esercito

quali aveva 555 fanti e 66 cavalieri; ma la prima coorte teneva un numero doppio degli uni degli altri; al tempo di Traiano fu di 5280 uomini; sotto Adriano di 6200 uomini. Perci l'esercito romano, che al tempo di Augusto era formato di 25 legioni [150.000 uomini], con al-

Quando,
si

nell'et

posteriore,
70
in

parla di un esercito di legioni, in Oriente, e 62

Occidente, non si deve dere ch'esso sia stato


cresciuto in

cre-

ac-

modo

cos

stra-

ordinario, ma soltanto clie esso era formato di tante

trettante truppe ausiliarie,

contava

300.000

uomini

migliaia di soldati, quanto il numero delle legioni che vien indicato.

complessivamente.

capo

Prima, ogni cittadino


alle

atto

dei singoli eserciti, che ope-

armi
anche

era

ravano

separatamente in posti diversi, stavano i governatori delle province {legati}. Augusto aggiunse a
questi
eserciti,

dall'et di

17

obbligato, anni fino ai

il

a prestare 46, servizio militare; dopo la 2a guerra Punica, non eraai 50,

distribuiti

no congedati se non

all'et

per

le

province imperiali,
[co-

9 coorti di pretoriani
Jiortes

di 45 anni; pi tardi fu introdotta, e conservata in seguito, la norma di 20 anni di servizio militare. Trascorsi
vizio,
i

praetoriael,

di 1000
e del-

uomini ciascuna, destinate


alla difesa di
l'Italia,

Boma

venti anni di

ser-

vano
Jiortes

quali 3 stasempre in Eoma [eodelle

non si concedeva la completa esenzione dalla


milizia, eccetto il caso eie i soldati non si ammutinas-

urbanae}

che,

con

gli

mavano
riale

equtes praetorini forla guardia impe-

sero e l'ottenessero con

la

ed erano, dette perci-

piae vindGes, e 7 chortes vigilum, destinate alla vigilanza di polizia e contro il pericolo degli incendi.

forza; dati nelle colonie, fin che

ma

venivano man-

paresse opportuno, oppure

rimanevano

nell'esercito,

Sotto

Traiano,

il

numero

sotto condizioni speciali, fino al congedo assoluto.

delle legioni,

che formava-

Non

era prescritta

una

stra-

159
scrizione:

ESE
te, vigiliae, e

ordinaria altezza per la coi soldati di me-

daUe sentinelle
la notte, cielo

esterne di fronte al nemico,


stationes.
gli

tri 1,90 di altezza venivano posti nelle prime coorti o, come fece Nerone, raccolti,

Durante

armati stavano a

scoperto, fuori del campo,


e alle porte venivano collocate squadriglie di cavalleria. Le sentinelle nottur-

per bell'apparenza, in
legione. Gli arruolati
citati

una
eser-

venivano

tirnes per due anni nell'interno dello Stato,

come

ne, vigiliae, si

dividevano

ricevevano la paga,

ma

in 4 squadre, dal tramonto al sorgere del sole, e cia-

non diventavano milites se non dopo avere dato un


giuramento
di cui

scuna

di

esse

faceva

la
si

guardia per 3 ore, cbe

Isacramentum]

non conosciamo con

contavano con l'orologio ad acqua Iclpsydra'].


Il segnale del

precisione le parole. Da Mario in poi, i soldati

montare e del
da
o

levare la guardia era dato

davano un
alla

sol

giuramento

con

presenza del comandante supremo e, pi tardi, in presenza dell'imperatore. Un soldato leggeva ad alta voce la formula del giura-

caccia

la hiicina [un corno di ferro battuto

di ottone]; la parola d'ordi-

ne notturna
laboremus
o
victus e simili.

[tssera]

era
in-

Hercules

mento, e gli altri rispondevano idem in me. Ma pi anticamente si prestavano due giuramenti: uno, ap-

Essa veniva comunicata dal generale


ai limpertor'] ai tribuni, prefetti e ai comandanti della cavalleria, i quali la

pena
lati,

soldati erano arruo-

l'altro

vano

al

quando campo: quest'ulti-

entra-

scrivevano su tavolette, vi aggiungevano per le varie

armi

la lettera iniziale [H,

era cos concepito: Kon ruber cosa alcuna, e quelle

mo

Jiastati;

P,
[colui

triarii} col

nome
il

princpes; T, del tesse-

trovate le restituir al padrone o le consegner ai


tribuni
.

rarius

cbe riceveva

dal generale
dine].

Questi
altri,

motto d'orla comunisempre in

Kel campo era strettamente osservata la guardia dalle sentinelle di

cava agli

biae, dalle sentinelle di

giorno, eoccunot-

presenza di testimoni. Le pi gravi insubordinazioni erano punite con la

ESI

160
di

sone [Aeson]
di Plia,

pena

morte o con

la fusti-

fgUo di Eret-

gazione, che era presso a poco lo stesso. Il tribuno dava,

te o di Tyro, fratellastro

padre di Giasone.
769]

condannato un colpo di bastone, e i legionari camerati lo colpivano con verghe e con pietre, in modo clie spesso moriva sotto i colpi.
al

[V. Giasone}.

Espria [Hespera, XI,

ninfa, figlia del dio fluviale Cebrne, nella Trade, ama-

ta da saco. [V. Esaco],

Pene meno severe erano: la pena delle vergbe [virgae], la pena dei colpi col
tralcio

di

vite

[vitisl,

la

Col nome Esperia, i Greci indicavano l'Italia, perch situata a occidente della Grecia [ampoc, occiden-

diminuzione della paga e


del
delle

tale].

bottino, la

privazione

Espridi [Hesperdes]
cidentali
[airepo? dentale] fgMe della
[tre

le

oc-

armi per un certo tempo, la degradazione da cavaliere a fante, da fante a soldato armato alla leggiera,
il

occi-

Notte

fuori

del

doversi accampare campo, fare la

secondo alcuni, quattro o sette secondo altri], abitavano un'isola al di l


cidentale

guardia senza vesti militari, a piedi nudi, fare le esercitazioni

dell'Atlante, sul confine ocdella terra, ove

possedevano un ridente
giardino con frutta di

con tutto

il

ba-

oro,

gaglio addosso, avere l'assegnazione di un pane inferiore,

donate da Ga a Hera, nelle nozze con Giove e

fatto

di

orzo,

in-

vece cbe di grano. Una pena ignominiosa era l'espulsione dall'esercito \ignomimosa missio], cbe spesso toccava a tutto un
corpo di truppe.

custodite dal drago Ladne, cbe aveva cento teste

ed era sempre desto. Fra

le

12 fatiche imposte da Euristo a Ercole, vi fu quella


del
delle Esperidi.

rapimento di tre pomi

Esione [Hesine, XI, 217]


glia

fi-

Ercole, giunto che fu presso

del re di Troia,

Lao-

Atlante, riusci a prendere


tre

mednte. Ercole la salv da un mostro marino, al


quale era esposta, e la diede in isposa a Telamne.
\Y. Ercole].

pomi

e, avutili, li rec

a Micene. Il re Euristeo

li

regal
li

Ercole, ma questi sacr ad Athna, la quale

con-

161
per
li

no
il

ET
di latte e di nettare, e

rimise nel giardino,


stati sottratti.

donde erano

miele

stillava,

aureo e

Esta f EcTTia] la dea del focolare domestico [arioc

puro, dai tronchi di alberi maestosi.


II.
les
-

focolare], e di Elia:
tificata

figlia

di
lei

Crnos
fu iden-

Et argentea

[pro-

con

la

Vesta romana.

argentea]. Quando Saturno fu precipitato nel

[V. Vesta].

Trtaro da Giove
nol,
il

[v.

Cro-

Et
I.

89-150]. Furono quattro le et del mondo:


[I,
-

quale lo sostitu nel governo del mondo, subentr l'et argentea. L'anno

Et delVoro
che
sorse

[aetas

durante il regno di Saturno. Gli uomini vivevano in uno


aurea]
stato di felicit e di beati-

tudine: senza leggi e senza


tribunali, rispettavano pienamente l'onest e la giustizia, seguendo la inclina-

fu diviso in stagioni e gli uomini, per ripararsi dalle intemperie, furono costretti a vivere in antri o sotto tettoie, formate da rami in-

La terra non produsse pi spontaneamente le messi e le frutta e, nei


tessuti.

zione
li

naturale

dell'animo

solchi tracciati
si

dall'aratro,

loro. I^ odio

n ambizione

sparsero le sementi.
-

spingeva a muovere guerra ai vicini e, scevri da ogni avidit, non cercavano terre diverse

III.

Et del
aena].

bronzo

[proles

In questa

da quelle native, nelle quali vivevano tranquilli,

et, le genti erano d'indole feroce e dedite aUe armi,

ma non

in
si

una pace

perfetta.
citt,

empie ancora: avevano l'animo scevro dalle


colpe orrende che funestarono l'ultima et. IV. - Et del ferro [proles ferrea] fu l'ultima et,
nella

Kon
ne

costruivano

case: le genti

vivevano

per i campi rigogliosi, fra la ricchezza lussureggiante


di fiori e di frutta, allietati dallo splendore di una pri-

mondo

quale scomparve dal ogni senso di onest

mavera continua. Il mare non era solcato da navi, e la terra, non squarciata
dall'aratro,

e di pudicizia, e sottentra-

rono la violenza, la frode

produceva

co-

mare fu
la

e l'insaziabile ingordigia. Il solcato da navi e


terra,

piose messi e ricolti abbondanti. I fiumi rigurgitava11

divisa e limitata

da

confini,

venne

distri-

Stano, Dizionario di miti

e leggende.

ET

162
Aspasia, Tide, Mirrina, Lide, Lena, Teodta e, sopra tutte, Prine e Tespe, la quale ultima servi a Prassitele come modello
per le statue di Afrodite,

buita in propriet private. Assetato dalla brama di


possedere, l'uomo squarci le viscere della terra e ne
il ferro, l'oro, funesta sorgente di ogni male. Cosi

trasse

cominci la guerra, si perpetrarono orridi delitti, e l'uomo si maccbi spesso


le

Etna

cano su
della

[Aetna, XIII, 770] vulla costa orientale


Sicilia.

mani empie

paterno.

del sangue Esul del tutto

la giustizia, si violarono i pi sacri diritti, si propina-

Giove, nella guerra mossagli dai Giganrovesci l'Etna sopra ti, Tio o sopra Enclado, il
quale, sbuffando, d origine all'eruzione vulcanica.

rono veleni, e la terra fu di stragi. cosi inondata Etocle [Etecles] era figlio
di

Nell'Etna la sede e la fucina di Vulcano; nel suo


cratere
il

Edipo e di Giocsta, e
di

si

dice precipitasse

fratello

Polinice,

Anti-

filosofo

Empedocle,

del

gone, Ismene.
tesa
col
il

Venne a conPolinice,

fratello

del quale sarebbe stata poi mandata fuori una scarpa.

possesso del trono di Tebe, e provoc la Guerra dei Sette a Tebe. [V. Guerra dei Sette a Tebe].

per

Etlo [Aetolus,

AtTcoXf;]

fi-

glio di Endimine e re dell'Elide. Avendo ucciso pi,

da cui
stato

Etre
erano
in

[sTaipai

amicae]

il Peloponneso chiamato Apa,

era

fu

le cortigiane grecbe,

prima numerose a Corinto,


relazione
col

culto

di

di lui, e si rifugi nel paese dei Curati, a cui dette il nome


figli

scacciato dai

Afrodite, e ammesse ancbe da Solne in Atene, il quale

di Etlia.

tra.
le

I.

Piglia dell'Oceano,
le adi,

cerc in loro

una

difesa alla

moglie di Atlante, col qua-

inviolabilit della fede co-

aveva partorito
figlie
-

niugale. Con la squisitezza della loro arte, attraevano


i

12

un

figlio:

Sante.

pi insigni personaggi, s cbe alcune ottennero peronorifiche

Un'altra Etra, fgha II. dei re Pitto di Trezne, mentre, per invito di Athna, faceva in Sferia sacrifici

fino autorit, statue e altre

ricompense.

funebri,

si

congiunse

Si ricordano

famose tra loro

con Poseidone,

al quale g-

163
nero Teseo. Fu fondato un tempio in onore di Atliena,
in

ETJM

Eiiforine [Euphorion]
di

figlio

Achille

di

Elena fu

Trezene,

le

vergini

trezenie, loro

prima

consacravano
cinto.

delle nozze, alla dea il

allevato nell'isola di Luca, alla foce dell'Istro [Danu-

Ettore [Hector, XI, 769] figlio primogenito di Priamo e di cuba, marito di Andromaca, da cui ebbe un
figlio,

a suo paove aveva templi ed era venerato come eroe. Era chiamato cosi, perch suo padre procurava felice
bio], consacrata

dre,

viaggio

ai

per

nome

Astiantte
il

= porto 9opst

naviganti

[s-

felicemente].
figlia

Scamndro.
j il

Eulmene [Eulimne]
pi gene-

pi forte e

roso campione dell'esercito troiano: difende Sarpedon

di Cidne, re di Creta, sebbene fosse promessa sposa

ad Antro, principe

cretese,

te ferito,

si

batte con Aiace


il

Telammo, conquista
lo dei Greci,

val-

ebbe segreta corrispondenza amorosa con Licasto.

appicca fuoco alle navi nemicbe, uccide


Patroclo;
ciso

Quando Cidne, per


re
l'oracolo,
il

segui-

ma

alfine

uc-

da AcMlle e trascinato

tre volte intorno al corpo di Patroclo o, secondo una

quale gli aveva predetto che era necessaria l'immolazione di una vergine per vincere i
nemici, decise di sacrificare
la

leggenda posteriore, intorno


alla citt.

propria figlia, Licasto, per sottrarre la fanciulla a


cosi triste sorte, disse che essa non era pi vergine.

le

Per volere di Giove, Achilrestituisce al veccbio


corpo di Ettore, viene esposto nel quale cortile del palazzo reale e
il

Priamo
il

Eumnidi [Eumendes, IX,


40] le benevoli, sono le Erinni che, placate da offerte o da sacrifizi, divengono benevoli [sfjtevvjc;

fra

arso solennemente sul rogo, il pianto dei suoi.

Eufrbo

[Eupb.orbus] figlio di Pntboo, fu uno dei pi

benevolo]. [V. Erinni}.

Eumlpo [Eumolpus, XI,


93]
[s5

illustri guerrieri troiani; feri

celebre

cantore trace

Patroclo, che si era presentato vestito delle armi


di Achille,

ma

fu poi ucciso

canbene, fxoXTr-^ to], guerriero e sacerdote, di Poseidone e di figlio Chione: aveva stabilito la

da Menelao.

EXTP

164
in
attribu la

sua dimora in Elusi: a lui


si

celebrazione

Tessaglia, fu uno dei principali eroi greci della

dei

misteri

di

Dmetra

di Dioniso.

guerra di Troia, dove si rec con 40 navi. Combatt


e, ferito da Pfu guarito da Patroclo. ride, Quando Troia fu presa,

Eupatrdi [suTrarpiSat.] erano chiamati, in Atene e a


la

con EttorB

Corinto, nell'et eroica delGrecia, i cittadini pi

ragguardevoli per nascita, ai quali erano affidate le


pi alte caricbe dello Stato
[s5

neUa divisione del ebbe una cassa, contenente una statua di


Euripilo,

bottino,

bene,

ncx-rpiq

pa-

Dioniso, fatta e consegnata da Efesto a Drdano. Egli


l'apr e

tria].

Eurialo [Eurilus] bellissimo giovinetto troiano, amico intimo di Mso. Entrambi


militavano
nell'esercito

divenne pazzo. L'oracolo di Delfo gli predisse


offrisse

cbe
la

guarirebbe, cassa agli

se
di,

di

ove trovasse uomini cbe


cessero
e crudele.

fa-

Enea, quando, combatteva contro

in

Italia,
i

un sacrifcio barbaro
Andato in roe,

E-

tuli, capitanati dal loro re Turno. In un'escursione au-

nell'Acaia, dove, ogni anno, si sacrificava ad Artemide


il

dacissima,

campo

che fecero latino, furono


dai nemici.

nel
so-

pi bel giovine e la pi
fanciulla
il

bella

del

paese,
dell'o-

praffatti riusci a salvarsi

Mso

egli segu

comando
daUa

ma, come

si

con la fuga; accorse cbe

racolo, e guar

pazzia.

Eurialo era rimasto fra i nemici, torn per difender-

Allora, bandito quel costume sanguinoso, s'introdusse


il

culto
altro

di Dioniso.

mori insieme con lui. Euridice [Eurydce, EpuStlo,

X7),

X, 31] sposa
Orfeo].

di Orfeo.

Euripilo, re di Co, era figlio di Poseidone e di Astipala, e fu ucciso

Un

[V.

da Ercole:
IV,
figlia

questi

con

la

Eurnome [Eurynme,
210]
figlia

di lui,

Calcope, ge-

di

Oceano e di

ner Tssalo.
terzo Euripilo, figlio di Tlefo e di Astocbe, soreUa di Priamo, fu re della
Misia. Allettata da
di

Tti, madre di Leuctoe, la quale fu amata da Apollo.

Un

[V. Leuctoe}.

Eurpilo [EupTCuXo?] fgUo di Evmone, re di Ormnio,

una

vite

oro,

lavoro

di

Efesto,

165
ch,e

Giove, innamoratosi di

EVA
lei,

Priamo
il

le

don,

ella

mand

figlio

a combatdi Troia.

tere, sotto, le

mura

mentre, accompagnata dalle ninfe Tirie, andava a


diporto,
si

Dopo molti atti di valore, Buripilo fu ucciso da Keottlemo.

mut
si

in

toro

bellissimo, e

die a pas-

Euristo [Eurysth,us, EpucdzQ, IX, 203] fgUo di Stndo, re di Micene, il quale, per volere di Giunne, nacque pocM giorni prima di Ercole. Dovendo
egli,

seggiare sui prati erbosi, fra le giovencbe. La ver-

gine lo vide cosi nitido e


sicuro, e si carezzarlo.

compiaceva di Ma, essendogli


il

montata su per svago,

per un detto di Giove,

dio la trasport velocemente a Creta. Quivi disvel


l'essere suo, e
i figli:

dominare su tutti i Persidi, ebbe alla sua dipendenza ancbe Ercole, al quale,

da

lei

ebbe

Minosse, e Sarpedonte.

Eadamante

il

per istigazione di Giunone, impose le 12 faticbe.


[T. Ercole].

Eurta [Eurotas]
[oggi
Iril.

fi^ume

principale della Laeonia


Si

diceva cbe,
i

urito [Eurytus, XII, 224] il centauro che, invitato con gli altri alle nozze di Piritoo con Ippodamia, cerc rapire la
sposa,
i

quando Venere pass qusto fiume, avesse buttato

braccialetti e gli altri suoi ornamenti muliebri, e avesse preso la lancia e lo scudo,

geneLpiti.

rando cos
fra
i

la terribile lotta

per presentarsi a

Lingo,

Centauri e

con

la severit di

una ma-

[V. Firitoo].

Eurizine

moso
alle

[Euriton] il facentauro che, invitato

nozze di Piritoo con Ippodamia, preso da passione per la giovine sposa, nell'ebrezza del vino, si mostr insolente e provoc
la terribile lotta fra i

trona spartana. Gli Spartani vi immergevano i bambini, per temprarli alle faticbe. Presso
l'Eurota, Giove, sotto l'aspetto di cigno, sedusse

Ocut
843-

Lda, ApoUo pianse la perdita di Dafne, Castore e Polluce facevano le loro

turi e

Lpiti. [V. Fintoo}.

Europa
875]

[Europa,

II,

fgHa del Agenore e di

re

fenicio

Telefssa.

Diana cacciaed Elena fu rapita. va, Evdne [Evadne] figlia di fu moglie di Capano, e If,
esercitazioni.

EVA

166

am tanto il marito, die si fece bruciare sul cadaTere


di lui.

Enea

be poi un

sull'Aventino, ebaltare, ove fu venerato fra gli di patrii.


e,
il

Un'altra Evadne,

figlia

di

Evnto [Eventus]
raccolti:

dio che
dei

Poseidone e di Pitne, gener con Apollo il figlio Giamo, il quale divenne celebre

concedeva la prosperit
pi
il

tardi

quello
e

che dava

buon evento
Pare

vaticinatore

e fu

il

la felice riuscita.

che,

capostipite dei Gimidi: la famiglia dei vati e dei sacerdoti, in Olimpia.

in principio, si sia identificato con Trittlemo, l'isti-

La madre lo dette aUa luce, in un fitto bosco, presso l'AIfo, in Arcadia, e lo depose fra le viole, donde deriv
il

tutore dell'agricoltura [vedi Trittlemo], e che il suo


culto, insieme con queUo di Bacco e di Crere, sia stato portato dall'Italia in-

suo

nome

[l'ov

viola].

feriore

a Eoma.

Fu allevato daBpyto,re
gli

de-

Si rappresentava

rcadi, in Zesna e, divenuto giovine, per ordine


di Apollo,
si

giovine eroe, su alato tirato da

come un un carro
dragoni,

rec in Olim-

con nella mano destra una

ove traeva i vaticinii dal canto degli uccelli e dalle peUi brucianti delle vittime.
pia,

coppa
scio di

e,

nella sinistra, un fapapaveri e di spighe,

simbolo deUa fecondit. Sul

Evandro [Evander, XIV,


456]
figlio

di

Mercurio

della vaticinatrice
ta. Sessant'anni

Carmndella

Campidoglio, v'era una statua del dio Evento, accanto a queUa della Bona Fortuna
e,

prima

nel

Campo
suoi]

Marzio,
l'escla-

distruzione

dusse una

Troia, colonia da Pal-

di

con-

un tempio a Evo [euhe,

lui dedicato.

lnzio di Arcadia, nel Lazio, e fond sul Palatino,

mazione di giubilo, che le Baccanti emettevano spesso, in

dove pi tardi una citt cbe

sorse

Eoma,

onore di Bacco, nel

dall'avo suo

Panante, fu chiamata Pallantum o Palatum. Tel Lazio, ancora rozzo, introdusse la scrittura, la musica,

culto orgiastico del dio. Si credeva che questo grido

ricordasse

queUo con cui Giove incoraggi il figlio Bacco, nella guerra contro
Giganti: su, uls!

altre
di.

arti

il

culto
di

bene,

degli

Fu

alleato

figlio

mio!

167

FAL

F
Falange [phalanx] corpo di fanteria macedone, formata da macedoni liberi ma non nobili: una massa compatta, dello spessore di 16 uomini, della larghezza di
to,

guid,

verso

il

secolo

VII av. Cristo, una colonia di Parthmi nell'Italia


meridionale.

Secondo Antioco
cusa,
i

di

Sirafigli

Parthenii erano

50 uomini, composta di

un

numero

di soldati

cbe vaprecisi,

riava dagli 8000 ai 16.000.

degli Ilti che non presero parte alla l^^ guerra messenica. Secondo altri, erano
figli

Aveva movimenti

delle

fanciulle

dei

pesante. Dalle prime cinque file sporgevano contro il nemico


lance
della

ma

era alquanto

giovani spartani, che erano rimasti a Sparta, durante


la 1 guerra messenica, ai

lunghezza

da

quali

cittadini,

metri

4^
le le

vano
file,

5; dietro stalance delle altre

giurato

di

Sparta, se

avendo non tornare a non dopo la conla prole,

ciascuna

delle

quali

quista di Messene, perch

aveva

proprie lance posate sulle spalle degli uo-

non venisse meno


con

ordinarono di congiungersi
le vergini [Tcap0vo<;

mini delle

file

anteriori.

La falange

si

divideva in

vergine].

quattro parti dette x^^^^P' 4 yioii, ogni cbiliarcbia in

Presa Messene,

Parthenii,

ogni sintagma 4 tetrarchie, TSTpap^iai. Questa era la divisione della falange macedone, che fu perfezionata da Filippo,
auvTY[i.(XTa,

non essendo stati riconosciuti come cittadini, si ri-

in

ma scoperta la fu loro permesso congiura, di uscire dalla patria, per condurre fuori una colonia.
bellarono;

conservata poi dal

figlio,

Alessandro Magno,
Falnto

nella

Falnto, al quale l'oracolo dlfico aveva detto A te

spedizione contro la Persia.

[Phalantus, OXavTo?] spartano, figlio di Ara-

conceder di abitare Styro e Tras [Taranto] pn-

gue e di apportare danno

FAL
al

168
Falrid'e
di

popolo lapgio guid i Parthenii e fond la colofiume Taras [v. Tarasi, dove, durante un naufragio, fu salvato e portato addosso da
nia di Tras, presso
il

[Phalris]

tiranno

Agrigento, famoso per le sue crudelt. Fece costruire un toro di bronzo, nei cui fiancM arroventati straziava i mal capitati. Un

un

delfino.

In una sedizione, fu poi costretto a riparare a Brindisi;

certo Penilo, cbe aveva fabbricato il toro, fu il pri-

mo

cbe vi peri dentro:

quivi,
elle le

morendo,

or-

din
sero

sue ceneri fos-

cittadini, atterriti per tanta crudelt, si ribellarono a

portate a

Taranto e

sparse sulla pubblica piaz-

percb l'oracolo aveva predetto cbe gli Spartani avrebbero conservato il possesso deUa terra su cui fossero sparse le sue ceneri.
za,

Falaride e lo fecero morire della stessa morte. Cicerone, nel 1 libro del

De

divinatione, narra che, secondo quello cbe aveva scritto Ercnde, discepolo

Tarentini gli decretarono onori divini.

Perci

di Platone, la Palaride aveva

madre
presagi

di

avuto un
la

sogno,

cbe

le

Kelle monete di Taranto


incisa la figura di Falnto a cavallo a un delfino, con

terribile crudelt del figlio:

da una tazza cbe Mercurio aveva nella destra, aveva


visto emergere bolle di san-

un elmo in mano. Ma Falnto, come Taras, un mito: il suo nome significa


forse la lucentezza del
[cpaXaxp?

gue cbe, toccando

il

ter-

reno, si era sparso per tutta la casa.

mare

Falrno
il

rilucente].

Falrica

[falarica]

proiettile,

grosso avviluppato di

[Falernum vinum] cbe si produceva nVager Falernus presso il monte Masscus nella Camvino

stoppa, pece, raggia, zolfo


e altre materie infiammabili,
il

pania e, insieme col Ccubo cbe si aveva nl'ager


Gaecubus, nel Lazio meridionale,presso il lago di Fondi, sul golfo di Gaeta, era ritenuto uno dei pi squisiti vini d'Italia. Aveva un

quale, mediante speordigni,

ciali

veniva

sca-

gliato acceso, per bruciare le torri di assedio o altre

maccbine guerresch,e del nemico.

color giallo -oro e raggiun-

169
geva il suo massimo pregio al 150 anno. Si soleva mescolare con acqua, miele e
vino di Cliio.

FA
[Fama,
si

Fama
cbe

XII,

39-63]

personificazione della
diffonde;

fama
di

immaginata

Falro [Phalrum] un porto

spesso Giove.

come messaggera
Ovidio,
essa

Atene, congiunto alla per mezzo del muro meridionale, lungo 35 stadi

Secondo

di-

citt

mora
il

in

una rocca,

collo-

dii,

mentre

il

muro

setten-

trionale, di 40 stadii, congiungeva alla citt l'altro

cata fra la terra, il cielo e mare. Il suo albergo ba innumerevoli porte e fori,
e risuona d'infiniti bisbigli.

porto pi importante, ro. Il Ealero serviva

il

Pi-

Fame
sa,

come

[Fames, THI, 788800] una veccbla mostruoscarna,


gli

rada comune per le navi da guerra, essendo, per la sua


posizione, ben difeso venti e dalle procelle.

lurida,

con

le

guance e
la faccia
i

occbi infossati,

dai

paUida e smunta,

Flliche
di

[r 9aXXtx] feste carattere licenzioso, in onore di Bacco: erano dette

denti neri dalla ruggine, i capelli ispidi, le ossa cbe

spuntavano

fuori, la pelle

raggrinzita. Viveva nelle

cosi, percli in esse si portava in giro un segno osce-

nude campagne
zia,

della

Sci-

ove

si

nutriva deUe po-

no

[(paXXf;]

come simbolo
del-

della forza generativa

cbe erbe cbe strappava con le ungbie e coi denti. Si


riteneva
figUa
di ris [la

la natura. Floe [Phale] ninfa,, figlia del fiume Liri, era stata promessa a cbi l'avesse li-

Discordia].

Fntaso [Pbantsos] figlio del Sonno e fratello di


Morfo, celo, Fobtore.

berata da
II
j

un mostro alato. mostro fu ucciso da Elate,. il quale, per, mori prima delle nozze. Faloe ne fu cos addolorata, cbe
vers continuo pianto, e gli

Fane [Pbaon]
rinaio
di

bellissimo

ma-

MitUne di Letraghettato,

sbo.
nella

Avendo
sua

mutarono

compassione, la in una fonte, che scorreva tra i cipressi e si versava nelle acque
di,

per

Vnere, senza compenso, la dea gli aveva regalato un vaso di alabastro, pieno di unguento: untosi con questo unguento, egli era divenuto un
barca.

del Liri.

giovine bellissimo, passione

FAB,
di tutte le donne.

170

supremo, che
presero
i

Secondo

re romani

Ovidio, anclie Saffo, la celebre poetessa di Lesbo,

dall'Etruria:

dopo

s'innamor di essendo stata


si

Ini;

ma, non

la loro cacciata, furono assegnati ai consoli dodici


littori,
i

precipit

corrisposta, dalla rupe di


del-

quali,
il

ciascuno
ritto,

portando suo fascio di-

Lucade [promontorio
l'

Acarnnia] nel mare, ove, invece di avere l'oblio al


suo amore, come si riteneva generalmente, trov la morte.

precedevano il consul maior cio quello dei due

consoli che, nel loro alternarsi, si trovava ad esercitare per un mese la carica.

Fartra [pbartr, cpapsTpa] una specie di astuccio, fatto di cuoio o di vimini in-

Valerio Publicola, poco do-

po

l'istituzione
stabil

della

re-

fornito di coperchio e ornato di pendagli,


tessuti,

che serviva per portare

le

frecce [(pipa porto]. Ke conteneva di solito da 12

che, in Eoma, si togliesse dai fasci la scure, e questi si abbassassero alla presenza del

pubblica,

popolo, nel quale risiedeva


la

maiestas.

fasci

lau-

a 20, e pesava da 15 a 20 chilogrammi. Farmaca p^Tedicamentorum


taberna]. Le farmacie,
co-

reati

vano

[fasces laureati} avei fasci con ramoscelli

di alloro: gl'imperatori degU

ultimi
fasci
fregi

tempi portarono
adorni

me

luogo di vendita di medicinali al pubblico [9p-

laureati, d'oro.

di

[xaxov

medicina] erano

note

agli antichi. In Pompei se ne son trovate due, una delle quali ha per in-

segna
lpio.

il

serpente di Escu-

Fscino [fascnum] era, presso i Eomani, tanto l'ammaliamento che veniva da parte di demoni ostili o di uomini malvagi e invidiosi,
quanto l'amuleto e il rimedio che si adoperava per guardarsi da esso.
Cosi in Grecia

Fasci [Fasces]. Fasci di verghe di lono o di betulla legate con una [virgae], coreggia rossa, di mezzo
alle quali usciva
[scuris].

come

in So-

ma,
dei
di

si

credeva all'esistenza
del

una scure

demoni
far

avversi, capaci male all'uomo

Era

il

simbolo del potere

e amar^eggiargli ogni gioia,

171
Specialmente quando qualcuno si lasciava sfuggire
qualche parola di vanaSi riteneva inoltre p'ioria.
che anche uomini perversi e ostili potessero recar male

FT
alcuni avvenimenti storici.

In

origine,

questo

calen-

dario fu compilato dai Pontefici, pi tardi anche dai


privati.

[V.

Fato [Fatum
forza

Criorno],

malocchio e con malie. Contro i malefci effetti di


col
tali
gli

soprannaturale,

Motpa] la che

incanti,

si

adoperavano

amulti [fascina Tcpoamuleti Pacrxdcvia]- Questi


di
solito

impera irresistibilmente sugli uomini e suUe cose. iN' presso i Greci, n presso i Eomani ben determinata
la

consistevano
cie

in

natura di essa e la sua

figure oscene, in

speparticolare di anelli, in certi nomi e parole che si


s e simili.
ti

una

relazione col volere di Zeus.

Talvolta
rato

Zeus
il

conside-

come
il

portavano scritte presso di

viene
forza

dio da cui profato, talvolta la

Bambini

e adul-

del fato

appare

di-

portavano l'immagine del deus Fascinus, e i generali

versa
alla

perfino

contraria

che
al

avevano
lo

l'onore
culto

del

trionfo,

legavano
Il

sotto
del

cocchio.

deus Fascinus era affidato


alle Vestali.

Anche

allo spu-

volont del dio, sicch Zeus e gU altri di, ora appaiono agenti e strumenti del fato, ora gli lottano contro, ora sono pareggiati, ora sottomessi a lui.
Il

tare,
si

come a

certi altri atti,

Fato rimase sempre una

attribuiva reffi,cacia preservativa contro le malie


e,

potenza cupa, incomprensibile,

una

divinit

tene-

di sonto si

accompagna-

brosa: esso fu

all'atto, la pronunzia qualche formula prae senza fascino, iisGne

va,
di

immaginato talvolta come una forza dominante in modo asso-

>>

senza
Fasti

male

ovvero
.

absit

luto sugli di e sugli uomini, talvolta come dipen-

invidia verbo

dente dal volere degli


spesso
rea,

di,

[Fasti] erano i calendari romani, con l'indicazione delle feste che cadevano in ciascun giorno, despettacoli,

come una

sorte fercrudele.

immutabile,

In Omero, ordinariamente
apparisce una sola Moira, sebbene si trovino ricor-

gli

dei sacrifizi,

con notizie intorno ad

date le Motpai,

dette

le

PAU

172
capri e con libazioni di vino. Presso i suoi oracoli
della

filatrici [xaTaxXoi0?], perch filano all'uomo lo sta-

me

Yita

[xwOco

che
va,

si
i

trovavano nella
devoti giacevano
di

sel-

filo]. gi Esiodo ne nominava tre: Oltlios, L-

Ma

in

una peUe

chesis, tropos. [V. Moire].

Faunl [Faunala] feste clie si celebravano all'aperto


dai pastori e dai contadini, il 5 dicembre in onore di

pecora sgozzata in onore del dio, per ottenere nel sogno la

una

comunicazione
cinio.

del

vati-

Come
ge, lo

protettore del gregsi

Funo. [V. Fauno]. In suo onore si sacrificavano capri, con libazioni di vino e di miele, e si tenevano allegri

chiamava Luperche

Gus

[colui

allontana

lupi dal gregge: lupos arcet ], e gli si celebrava il

bancbetti.

Il

bestiai

me vagava

libero per

bo-

schi, e gli schiavi potevano divertirsi a loro piacere per


i

15 febbraio, la festa dei Lupercala. Si sacrificavano capri, e i sacerdoti, detti Luprci, coperti solo da

prati e per
i

crocicchi.

un grembiule,

tagliate delle
pelle
della

Funi [Fauni,

I,

193]

favo-

revoli, propizi [faveo favorisco] erano divinit

coregge

dalla

vittima, portandole in mano, dal luogo del sacrifcio [Lupercal]. sul Palatino,

che presiedevano

alla

cam-

pagna
lanti.

e ai boschi,
le greggi

e pro-

teggevano

pascosi

Quando

le idee gre-

che

si

diffusero in Italia,

percorrevano la citt- Le donne maritate si facevano loro incontro e si lasciavano sferzare con tali coregge, per purificazione ed
espiazione.

supposero molti Fauni; ma in origine non se ne conosceva che un solo.

Dal verbo februare


ficare]
il

[puri-

Funo [Faunus]
tettrice

divinit pro[favo
fi-*

fu

detto

Febbraio
celebra-

dei

= favoiisco,

campi

proteggo],

mese in cui si vano queste feste


zione.

di espia-

glio del profeta Pico e marito poi della ninfa Marica,

da cui ebbe Latino. In suo onore si celebravano le feste Faunala all'aperto, il 5 dicembre, con sacrifizi di

Fustolo [Faustilus] il store di Amulio che, condo la tradizione,


colse

pase-

rac-

Eomolo

Eemo

bana-

del bini,~ esposti sulla riva

173
Tevere, e
li

FB

allev insieme

con

la

moglie Acca

La-

rnzia.

Favnio [favonius] il vento elle spira da ponente, lo


stesso
elle lo

Zefiro:

dolce

avendo naufrafu gettato nudo, daUe gato, onde, su quest'isola. Quivi egli trov Kauscaa [dalle hianhe bisaccia], la bella fanciulla, figlia del re Alvigazione,
cinoo, la quale s'era recata
al

e tiepido, 6

apporta Reca il tempo mite e sereno e, col suo tepore, age-

scioglie le nevi,. la primavera.

fiume,

ancelle,
tele,

insieme con le a lavarvi le sue


Ulis-

per le prossime nzze.


lei,

vola lo scluTidersi dei germi delle piante e favorisce


cosi lo sviluppo

Accompagnato da
se
si

deUa vita

rec nella reggia, dove fu accolto con squisita


Ivi raccont le sue avventure, e dopo, riospitalit.

vegetale [favo= favorisco]. Feci [Piiaeces] popolo che abitava l'isola di Selleria, a nord di taca, identificata, per opinione concor-

colmo di doni, con una nave preparatagli dal re,


veleggi e giunse alla patria taca.

de degli antichi, con Corcyra [oggi Corf]. Erano amati dagli di e forniti di
ogni bene neUa vita: svelti

Oltre che nella navigazione,


i

ti

Feaci erano molto esperin alcune industrie, e le

agili

avevano navigli due buoni porti, secondo Omero, ed erano esercitati neUa mue

veloci,

"snelli,

loro donne, valenti nel filare e nel tessere, eseguivano vesti e drappi preziosissimi.

Dotati di amadei

sica e nella ginnastica.

Era-

bile serenit di spirito, essi

un popolo marinaro, possedevano e guidavano le pi veloci navi veliere,


no
perch,

erano

amanti

piaceri

della vita e proclivi all'allegrezza della mensa e dei


lieti

pi di ogni altro
essi
il

convegni.
I,
[(pot^of;

godevano popolo, favore e la protezione di Poseidone.


Era loro re
noo,
nel
figlio
il

Fbe [Phoebe,
giante

11] la rag-

raggian-

saggio Alci]!^austlioo,

te] personificazione della luna, soprannome di Arte-

di

tempo
le

in

cui

dopo
lunga

traversie

Ulisse, di una

mide Febo

poiana]

sorella

di

avventurosa

na-

[il sole], nata insieme con lui da Giove e da Latna.

FEB
Questa non va confusa con Febe, una delle Titne, nata da Urano e da Ga.

174

re
di

Fego [Phaegus, IX,


Psfi

412] nell'Arcadia.
figlio di

Quando Alcmene,

Febo [Phoebus,
minoso
dente:

risplen= luce] identificpdco?


[(foZ^oc,
il

I,

338]

il lu-

cato con Apllo, figlio di Giove e di Latna. [V. A'pllo'\.

Amfiaro, avendo ucciso la madre ErifUe, fu perseguitato daUe Erinni e, divenuto pazzo, si rifugi presso Fegeo, questi lo accolse e gli diede in moglie la figlia Alfesiba o Arsinoe.

Februli [Februala] feste


funebri cbe
i

Eomani

ce-

lebravano per 12 giorni, nella seconda met del mese cbe, da esse, si disse Fehruarus, in espiazione delle anime dei defunti. Il loro

Femio

[Ph,emus] figlio di Trpio, famoso suonatore di cetra, in taca, il quale,

nella casa di Ulisse, cant per allietare la mensa dei

nome

significa quindi feste

della purificazione [februs

= purificazione,
mese

Prci, che aspiravano alla mano di Penlope. [V. Pe-

Il

espiazione]. di febbraio fu l'ul-

perdon, percb
tenza dei Proci.

nlope]. Ulisse tuttavia gli egli vi era

timo dell'anno, fino al tempo dei Decmviri [450 av. Cristo]: da quell'epoca in poi divenne il secondo.
Fecili [Fetiales, Feciales] collegio di 20 membri, istituito da IN'uma o da Anco
Marzio, ai quali era affidato l'incarico di intimare la guerra e di concludere i
trattati di

stato costretto dalla prepo-

Feno [Phenum, XY,


334] lago dell'Arcadia,
so la citt

332presle sue

omonima:

acque erano innocue, bevute di giorno, ma nocive


la notte.

Fenice

[Pboenix,

XV,

392-

pace [foedus = con l'esecuzione di trattato]


alcuni
ti riti

407] uccello sacro e favoloso degli Egizianij cbe si


nutriva di
e
stille

di

mirra

religiosi.

Erano
elet-

del

succo

dll'ammo.

inviolabili, e

venivano

fra

membri

delle pi

nobili famiglie.

Quando aveva compiuti 500 anni di vita, costruiva da se stessa un nido su la cinaa
di

Fedra

[Phaedr] figlia di Minsse e di PasEae, mo-

una quercia o

di una
strati

palma, e distendeva

glie di Teseo,

matrigna di

Ippolito.

[V. Ippolito].

di csia, di nardo, di cinammo, di mirra, sui quali

175
si

FET
le alte

poneva a

giacere,

come
dalle

a trovare Helios, fra


sedi del cielo, e gli

su

un

rogo, e moriva bru-

doman-

ciata.

Nasceva

poi

ceneri un'altra piccola Fe-

da una prova, percb si persuada elisegli veramente


suo padre. Helios giura per Stige che gli conceder qualunque cosa chieda. Fetonte vuole guidare lui il carro del sole, che gi aggiogato e pronto a esser
lo

nice che,

appena diveniva

adulta, trasportava a volo nido dall'Arabia all'Eil


gitto,

ove

lo

consacrava a

Iperine. Ferali [Ferala] feste in onore

dei

morti.

[V.

Paren-

talia'].

Fernia [Feronia] era un'antica

quattro focosi Atone, Piro, Flgone, Eo. Helios si pente


cavalli:

tirato

dai

rata sul
i

divinit italica, venemonte Soratte, fra e

allora

del

prega

il figlio

giuramento, e a desistere da

Latini

aveva un

Sabini, ove bosco sacro con


i

tale proposito;

ma

il

gio-

un

ricco tempio, nel quale

vane non si lascia indurre e, con grande cruccio del


padre, monta sul carro. Inesperto nell'arte di guidare, non riesce a reggere l'impeto dei destrieri, i quali, accortisi della inca-

riceveva,

come
delle

offerte,

le

primizie

frutta.
I,

Fornide [Phoronis,

668]

io, figlia di naco, detta cosi dal nome del fratello

Forono,

signore

del

Pe-

pacit

del

guidatore, cor-

loponneso, del quale si diceva cbe per primo avesse


introdotto
in
il

culto di Hra,

Argo e, raccolti in dimore stabili gli uomini,


prima
dispersi e vaganti, avesse loro recata la prima

rono all'impazzata, minacciando di travolgere il gran carro. Impallidisce per lo spavento Fetonte e, quando nella corsa vede farglisi incontro la costellazione dello Scorpione, con la bocca grondante bava veleno-

civilt,

insegnando l'uso del


il

fuoco.

Fetnte [Phaton]
dente [9as0o)

risplenri-

9aiv6),

e splendo] figlio di Olimene. Per assicurarsi


della

di Hlios

da tale sbigotche abbandona le timento, briglie. I cavalli portano allora il carro a sbalzi vertiginosi, secondo che sono
sa, preso

sua

paternit,
della

per

spinti dal loro furore, e ora


lo lanciano nelle alte sfere

consiglio

madre, va

FL
del cielo,

176
avvampando ogni
Argadi. Ogni file g divideva in tre fratrie
ri,

cosa, ora lo precipitano gi fin su la terra.

[9pocTpiat.],

ogni fratria
in

in

S'incendiano
disseccano
i

monti,

si

dieci

schiatte

[ysvtj], ogni

fiumi,

tutta

schiatta
plesso,

aveva,

com-

la terra in

fiamme.

in
sa-

poco tempo l'universo rebbe tornato nel Cos


dell'orribile

dieci famiglie. I membri di una medesima

pri-

mitivo, se Giove, accortosi


disastro,
il

schiatta erano in parte congiunti, da vincoli di san-

non

avesse scagliato mine contro il

suo ful-

gue, e appartenevano nobilt, in parte legati


la

alla

dalreli-

temerario

comunanza

dei riti

auriga, e mandato in frantumi il carro.

giosi.

Clistene

divise

invece

il

Fetonte, estinto, coi capelli infiammati di fuoco divino, precipit come stella nel fiume Eridano [il Po].
'

popolo in 10 filai, distinte secondo la loro ubicazione.

Le

fratrie e le schiatte con-

Le sue

sorelle Heliadi strap-

servarono una certa importanza politica, perch ave-

pandosi i crini, piangono, invocando invano l'amato fratello. Per quattro mesi,
esse proruppero in lagrime continue: indi la maggiore,

vano
la

l'incarico

di

serbare

purezza lignaggio, condizione indispensabile per ottenere il diritto di


cittadinanza.

del

Eetsa, per prima, poi pzia e le altre, sentirono a poco a poco, irrigidirsi le gambe, e si trasforma-

Lam-

Sparta, dove soltanto

la

stirpe drica dominava e costituiva il corpo pohtico


dello

rono in pioppi. Le lagrime che emettono nel pianto si mutano in ambra.


Filai [cpuXai] erano, in Grele parti in cui era cia, diviso il popolo rispetto

tre

filai

Stato, si trovavano doriche: Eylli,

Dymani, Pmpiyli. Ogni file era divisa in dieci obi [pat], corrispondenti aUe fratrie ateniesi.

all'amministrazione dello
Stato
[(puX-^

Filemone [Philemon, 626-724] un vecchio

YIII,
della

scMatta],

Pino al tempo di distene ve n'erano quattro in Atene: Gelenti, Oplti, Egico-

Frigia, che viveva modestissimamente in un'umile lacapanna, insieme con

buona moglie Bucide.

177
Una
curio,

FIL
ninfa

volta,

Giove e Mersconosciuti
gli abi-

dalla

FiUra

da

errando
di

Crno.

per

uno

quei villaggi,

Filomla [Pbilomle, VI,


424-674] era
figlia

scacciati

da tutti

del re

tanti del luogo, erano stati ospitati dai due veccM. Gli
di si rivelarono poi e, accompagnati i vecclii su di

ateniese Pandone e di Zeu-

xippe, e sorella di Prcne. Questa era andata moglie

un monte, fecero sommergere nelle acque il villaggio,


salvarono solo la casa di Filemone, clie fu trasfore

a Tero, re di DuHde [Focide], dopo aver aiutato

Pandione in una guerra, e aveva avuto da lei il figlio


tys.

mata in un tempio sontuoso. I veccM, domandati da


Giove
in
elle

catosi

Secondo Ovidio, Tereo, reda Pandone per condurre Filomela a sua moProcne, che desiderava
si

cosa

volessero,

premio dell'ospitalit offertagli, cMesero di essere

glie

vederla,

innamor

di lei

nuovo tempio e di morire poi nel medesimo tempo, perch uno non soffrisse il dolore della
custodi del
perdita dell'altro. Cosi vissero insieme a guardia del

e, condottala in una campagna remota, invece che nella reggia, dopo averla

violata, le strapp la lingua e la tenne chiusa, perch non rivelasse la colpa.

tempio
furon.o

morti insieme, e, trasformati in due


il

AUa

moglie Procne

egli dis-

se che Filomela era

morta

alberi, presso

tempio meninfa, figlia quale dal


il

desimo.
Flira

durante il viaggio. Ma Filomela riusc a far


pervenire alla sorella una tela con ricami, che le rivelavano il suo vero stato. Allora Procne, trovata la
sorella,

[PMyra]
la

dell'Oceano,
dio

Crno

ebbe

figlio

Chirne [il Centauro]: poi fu trasformata in tiglio.


Filiria [PMlyria tecta, VII, 352] la casa del Centauro

la

condusse nella

reggia,
ciso

ed entrambe, uc-

Chirne,
affidato

figlio

della

ninfa

il fanciullo tys, nato da Tereo e da Procne, ne

oceanina Flira, al quale fu

cossero

le

membra

le

Giasone fanciullo.

Filiro

1-

il
.

[Philyrius, II, 676] centauro Chirne, nato


e leggende.

diedero in pasto al padre Tereo.

Dopo che

questo ebbe

man-

Stano, Dizionario di miti

FIL
giato
il

178
un
serpente, fu abbandonala

pasto orrendo, rivelatogli tutto dalle due


sorelle, le insegu

con una

to, durante nell'isola di

Lenmo.

traversata I sol-

scure;

ma
sul

rono

quando esse fupunto di essere

raggiunte, pregarono gli di che fossero mutate in uccelli.

Procne divenne ron-

dine, Filomela usignuolo, e anclie Tereo fu mutato in

pupa. Secondo l'antica leggenda, invece, Procne sarebbe stata mutata in usignuolo e Filomela in rondine.

dati che egli conduceva furono guidati da Medne figlio di OUo. EgU. avrebbe ereditato da Ercole l'arco con le frecce, in compenso del fuoco appiccato al rogo di lui, e sarebbe stato abbandonato a Lmno, per
consiglio

di

Ulisse

per

degli Atridi, percli la sua ferita spargeva

comando

un
di

FUide

[PMUdes] figHa Sitone, re di Tracia, si era


[v.

fetore insopportabile. Lemno, condusse una

fidanzata a Demofonte
ivi],

vita misera e infelicissima, finch, nel 10 anno della

quando

questi, tornan-,

guerra, poich, secondo nn


oracolo,

do da Troia, naufrag in Tracia e fu accolto nella


reggia.

non

si

poteva

pren-

Prima di sposarla per, egli dovette recarsi in

dere Troia, senza le frecce di Filottte, Ulisse e Diomde, o Ulisse e Kettlemo


lo

Atene, sua patria, per ordinare le sue cose; ma essendo rimasto col oltre il tempo stabilito, FiUide si impicc e fu mutata in albero di mandorlo, suUa catena dei monti Eb.odpe nella Tracia, ove ancora crucciata dall'ansia del suo

avrebbero ricondotto

al-

l'esercito. Quivi, guarito da

Micane, .uccise Pride, Troia fu abbattuta.

Fineo [Phinus, V,
tello

8] I. Fra-

Ofeo, combatt contro Perseo [v. ivi], quando a costui fu data in isposa
di
figlia di Cefeo,

Andromeda,

Demofonte,
ta invano.

cb,e essa aspet-

che era stata a

lui

pro-

Filottte [PMlocttes, XIII, 45-55] figlio di Pente e di

messa dal padre. Fu pietrificato da


col

Perseo,

capo
[VII,

della
3].

Medusa.
altro

Demonssa, conduceva

alla

IL

un

guerra di Troia guerrieri su sette navi; ma, morso da

re Fineo, figlio di Agenore, di Salmydsso, nella Tra-

179
lo

FL

aveva ricevuto da Apoldono del vaticinio, ma avendo scoperti i voleri di


eia:
il

talis, in onore di Carmnta; Pomonalis, in onore di Pomna; Floralis, in onore di

Giove,
figli

poscia

uccisi

Flra.

della

prima sua moglie


indottovi
dalla

Flegetnte

[Phlegthon]
.

il

Cleopatra,

seconda moglie Ida, fu tormentato dalle Arpie, che gli portavano via le vivande e imbrattavano tutti gli avanzi nella mensa, sicch era crucciato da terribile fame.

fiume ardente [9XsYco=ardo] era uno dei fiumi deU'Averno, la cui corrente era fatta di fuoco. [V. Hrebo}.

Flegetntide

[Phlegethontis

limpha, V, 544] l'acqua


del Flegetonte.

Flgia [Phlegyas] capostipi-

Quando gli Argonuti approdarono in Tessaglia, egli fu liberato dalle Arpie, per opera dei figli di Brea: Zte e Olais.
Flmini pFlamnes]
collegio di 15 sacerdoti, addetti ciascuno al culto di una divi-

Mimi in Tesfu padre di Issine. Avendo incendiato il tempio di Apollo, fu dal dio
te mitico dei
saglia,

colpito

con una saetta.


flegrei
si

Flegri [Phlegraei, X, 151].

Campi
la

chiamava

pianura lungo la costa

nit, dei quali alcuni erano stati istituiti da I^uma, e


la cui

della

Campania, tra

Cuma

consacrazione spett pi tardi al Pontefi,ce Massimo.


Il

Capua [oggi Valle di Solfatara] di origine vulcanica.


e

Flra

nome

flamine

che

si-

accendo]. dea romana della primavera e della ri-

[9XSYW

flagro,

[Flora]

gnifica ministro che cura il fuoco dei sacrifici deriva da


flagrare accendere, tosto che da fiare
fiare

piutsof-

nel fuoco. Si distin-

produzione, il cui culto si dice introdotto a Eoma da Tito Tazio. Aveva un tempio presso il Circo Massimo e le si offrivano le
feste Florala dal
le

guevano in Flamines:

Maiores:

Bialis, in onore di Giove; Martialis, in onore di Marte; Quirinalis, in

28 d'aprimaggio. Le donne portavano vesti a


fino
al.

varii colori, vietate in altre

onore di Quirino.

circostanze,

si

adornavano

Minores;

Volcanalis, in o-

nore di Vulcano;

Garmen-

le porte con ghirlande di fiori, e tutti si abbandona-

FOB

180
Fnte [Fons i Eomani,
e Fontus] presso il dio delle sorgenti, figlio di Giano e della ninfa Giutrna. Per
i

vano, con la testa cinta di


corone, ai tripudi e ai piaceri pi licenziosi e sfrenati.

Fobtore [Phobtor, XI, 640] figlio del Sonno e fratello


di Morfo, celo, Fntaso. il sogno che desta terrore
[9opo)

le

Eomani, erano sacre tutte acque correnti e le fonti,


fiori,

= atterrisco

alle quali si offrivano

perch

apparisce sotto l'aspetto di bestia feroce che fa spavento.

vino, olio, focacce, e si sacrificavano pecore e capretti.


Il dio

Fonte aveva un
sul

sanin

Fco [Phocus, VII,


267]
fgUo
di

668; XII, aco e di

tuario

Giancolo

e,

Psanunatia, prediletto dal padre, fu ucciso dai fratellastri Telamne e Pelo [nati da Endide], a caso o per gelosia. Flo [OXoi;] centauro che
abitava

suo onore, si celebrava, il 13 ottobre, una festa generale


nala],

delle

fonti

[Fontasi

nella

quale
le
si

in-

ghirlandavano
e nelle

fontane,

acque

gettavano

corone di
322]

fiori.

una

caverna

del

Frba. [Phorbas,XI,414;XII,
I. Figlio di Lpithe e di Orsinome, venuto nell'isola di Eodi, secondo un

monte Floe, nell'Arcadia


occidentale.

Quando

ivi

giunse Ercole, per recarsi


alla caccia del cinghiale di

oracolo, la liber dai ser-

Erimnto,

egli l'ospit cor-

tesemente, gl'imbandi carni arrostite e gli porse, per


bere, centauri.
la

penti e fu venerato come eroe. Secondo altri, essendo


pugilatore, saccheggi coi Phlyi fu il tempio di Delfo,
egli

un presuntuoso

coppa comune

ai

Questi assalirono

ma

con tronchi di alberi e con


grosse pietre l'eroe, il quale li vinse e li insegu fino a

ferito
II. [V,

da Apollo.
74].

Un

altro For-

ba era
le

Mala. Quivi si trovava il centauro Chirne, cacciato


dai Lpiti, il quale, nella mischia, ricevette da Ercole

figlio di Mezine e compagno di Fineo, al qua-

ta

prest soccorso nella lotcontro Perseo e Cfeo

[fratello di Fineo];

ma

cad-

una

freccia,

che

gli

de ucciso.

produsse una ferita insanabile.

Forcnide [Phorcynis, IV, 743] Medusa, una delle

181
tre Gorgoni, sorella di
rale

FOE,

Eu-

Come

dio fluviale, Forono


nella contesa fra

di

Steno, figlie di

era figlio del fiume naco.

Foro.

Quando,
ISTettno

Forco [Phorcus] divenuto poi


dio marino, figlio di Ponto e di Ga. Da lui e dalla
sorella Ceto, sarebbero nate le Gorgoni, le Grie, le

Giunne per

il

possesso dell'Arglide,

il fiu-

me
fiso

naco, insieme col Cee l'Asterine, si mo-

Espridi e il dragone Ladne, cbe custodiva i pomi


delle Esperidi.

str favorevole a Giunone, Kettuno se ne vendic, dis-

seccando tutti

fiumi.

Fortuna [Fortuna]
presso
i

era la dea

Forono [Pboronus, $op<ovs<;] figlio di naco, re di Argo, e della ninfa oceanina Mlia, fu il pi antico re. di Argo. Egli ammaestr gli abitanti a vivere

del destino e della fortuna

Eomani: corrisponTyche
[j^y;] dei

deva
Greci.

alla

In Grecia, fu venerata in diversi luoghi, ed era la


dea dell'Acrpoli, a Sidne.

in citt,

mentre prima vivevano sparsi per le camnello

Eoma,

si

attribuiva l'in-

pagne,
gio, e

stato

selvag-

da

fond una citt cbe, chiam Forlui, si


Cosi gli uomini, pridispersi

troduzione del culto di lei, ad Anco Marzio o a Servio Tullio. Sul Quirinale,

nica.

ma
in

vaganti,

si

riunirono,

opera sua, diceva che per primo avesse inper

un tempio aUa Fortuna Frimigenia cosi detta, perch a ciascuno deterv'era

dimore

stabili. Si

minava

il

destino, fin dal

trodotto
in
la

il

culto e

Argo,

di Hra, avesse recato

suo nascere. Quivi era venerata come Fortuna Fublica

di

fronte

al

culto

prima

civilt,

ammae-

strando gli uomini primitivi nell'uso del fuoco. Perci, in Argo, era venerato
sua

deUa fortuna che presiedeva ai singoli cittadini [Fortuna


Frivata'].

come eroe del paese, e sulla tomba si facevano safunebri.


e

Presso i Eomani, aveva molti santuari, e attributi


svariatissimi

[Fortuna Fle-

crifci

Eu padre
e,

di

beia, Fatrica, Fquestris, Li-

Apide
i

di

Mobe

fra

bera, Virginlis, Mulibris,

suoi discendenti, si ricorda Io, che detta Foronde .

VirUs, Bespiciens, Blanda,


Brevis, Stata, Bona, Mala,

FOS

182
Era
cosi

Comes, Bedux], 'Nel tempio consacratole, presso il Tevere, da Servio Tullio, le si


celebrava, specialmente dai
plebei, festa, gno, nella quale si andava al tempio con barche inco-

beUa che nessuno


a
e
difendersi
dalla
dal

riusciva

fascino

seduzione

ch'ella esercitava in chi la

una

il

24 giu-

guardasse: si dice che soltanto il filosofo Sencrate


se
te.

ne mostrasse
Prassitele

indifferen-

ronate.

la

ritrasse

Eoma, la Fortuna aveva un culto antico


ad Anzio, a Prenste
altre
citt

Oltre elle a

nella sua

Venere di Onido e Apelle nella sua Ana-

e in

dyomne .
L'oratore Euthia, ingiuriato da lei, l'accus dinanzi
all'Elia;
e,

del

Lazio,

Generalmente, era rappresentata avente in

mano

il

Ipride la difese
il

della vita, e la palsimbolo della sua volula, bilit. Come simbolo della

timone

scopertone ai giudici
corpo,
la

bellissimo

fece

prosperit, portava il corno di Amaltha, e sosteneva

andare assolta. Poich Prassitele non voleva dirle quale delle sue sculture ritenesse artistica-

su

le

braccia Pluto

[la ric-

chezza].

Fsforo [Pbosplirus] apportatore di luce

luce, porto] lo stesso 9spco che Lucfero. [V. Lucifero].

[q)c5<;

mente pi perfetta, ricorse a un'astuzia: gli fece annunziare da uno schiavo


che la sua casa bruciava.
Allora Prassitele, improvvisamente esclam: Povero

Fratrie

[(ppaTpiai]

erano

le

parti in cui erano divise le filai , in Atene. [T. Filai].

il

me, se il fuoco distrugge mio ros e il mio Sty. Ella allora prese la statua di Eros, in marmo
!

Frne [Phryne,

<I)pv7)]

bel-

ro

lissima cortigiana greca. Il suo vero nome era Menesarte:

fu
il

chiamata

Frine,

per

suo colore smorto, come quello del rospo quasi


[cppuvT]

pentlico, e la coUoc nel tempio di Eros, a Thespie, donde la tolse poi l'impe-

ratore

Caligola.

Prassitele

rospo].

Era nata

a Thspie, nella Beozia, ma visse in Atene; povera in principio, ebbe poi straordinarie ricchezze.

pose poi, nello stesso tempio, una sua statua di Frine accanto a quella di Venere. Frisso [Phrixus] figlio di

Atamnte

di

ISTef ie,

183
fratello di lle.

FTJN

La madre
i

Kefele fuggi con


gli,

perch

il

due fimarito l'aper


spo-

veva

ripudiata,
[V.

gnato da parenti, da amici, da prezzolati cantori di nnie funebri e da suonatrici di flauto. Esso poi veniva
bruciato o sepolto. Sul rogo, insieme col morto, si

sare Ino.

Ino].

Funerale [Funus, Tccpoq}. - Presso i Greci. I. Il seppellire i morti e conservarne religiosamente le tombe era nn sacro dovere
degli anticM, i quali credevano che gli spiriti dei non

bruciavano gli oggetti che gli erano stati cari in vita:


armi, vesti, animali, ecc.

sepolti fossero costretti

ad

In Atene, si solevano anticamente seppellire i morti, e sulla fossa si seminava del grano. All'ingresso deUa
casa del morto, stava un gran vaso pieno di acqua, non presa daUa stessa caga,
ch'era tenuta allora

andare eternamente vagando, intorno alla riva dello


Stige, senza avere mai pace, e senza poter pervenire

come

campi dell'Elysio. dopo la morte, si poneva in bocca al cadaai

contaminata, affinch quelli

Subito

che venivano
sero.
ISTella

si

purificas-

vere un bolo, per pagare a Caronte il tragitto all'Averno, indi il morto, lavato,

tomba

[v.

Seplcro]
col

si

deponevano,

cada-

unto,

incoronato
si

con

vere, oggetti di varia specie e vasi dipinti. Al funerale

bende e
in

fiori,

avvolgeva

panni bianchi, e spesso gli si metteva accanto una focaccia, condita con miele,
per
Il

seguiva il banchetto funebre, al quale partecipavano tutti i parenti della casa colpita dal lutto, e
nel
30,

accontentare
si

Crbero.

nel

9
la

nel 30

giorno dopo, esponeva in casa il cadavere, disteso in modo che sul letto,
avesse la faccia e
rivolti verso l'uscio;
i il

giorno dopo

luogo un In segno di lutto,

morte, aveva sacrifizio funebre.


si taglia-

piedi

vano

capelli, si

deponeva

no seguente, prima gesse il sole, si faceva


mortorio. Il cadavere,

giorche soril

di-

ogni ornamento, si indossavano vesti nere [in alcuni luoghi bianche]. Solennit funebri su la toihba
dell'estinto,'

steso sopra una barella, veniva trasportato, accompa-

di fiori e di bende,

con ornamenti con sa-

FUN
crij3.ci

184
e con libazioni,
si ce-

mento
voce
gli

e,
il

ripetendo ad

alta

lebravano nella ricorrenza del suo giorno natalizio. Le solennit generali a tutti
i

nome

del

morto

davano l'estremo addio

defunti,

celebravano
del

in Atene, nel giorno

si

vale]: quest'atto dicevasi coneamatio.

{ultimum

mese

di

Boedromine

beccamorti, mandato dall'impresario delle pompe


Il

[settembre-ottobre].

Senza accompagnamento
venivano sepolti, nel posto ove erano stati colpiti, gli uccisi dal fulmine, cbe talora rimanevano anche insepolti, e
i

funebri, lavava, ungeva il cadavere, lo vestiva della


toga, e lo collocava su la bara. Presso questa si col-

locava

un
si

incensiere, e nel

vestibolo

disponevano

ra-

traditori

della

patria.
Ij^el

di cipresso. ]S'eir ottavo giorno, seguiva di soUto il

mi

funerale

di

una

per-

sona assassinata, si portava innanzi una lancia, che veniva infssa su la tomba, come simbolo del dovere, che i consanguinei

mortorio, nelle ore del mattino, poi i funerali pomposi.

Kel corteo, veniva prima

una banda
seguivano
l^raeficae]
si

di

musicanti,
le
prfi,che

poi
il

donne che,
i

pa-

avevano,
l'uccisore.
II.
-

di perseguitare

gate, facevano

piagnisto,
capelli e

strappavano
j

Presso i Romani. Quando il morente era per


il

ripetevano le lodi del morto indi alcuni mimi, che


spesso rappresentavano scene tratte dalla vita del

spirare,

timo, gli
cio,

parente pi inimprimeva un baraccogliere spirito, e cbiu-

come per
gli

morto,
busti e

e
i

seguivano poi

l'estremo

deva

occhi e la bocca

ritratti degli antenati limagnes}, quali era-

all'estinto, perch questi avesse un aspetto tranquillo. Indi, per avere la cer-

tezza che la morte era veramente avvenuta, i parenti chiamavano ripetutamente per nome il morto ad alta voce, e poi, tra le lagrime, intonavano un la-

no portati in questo modo. Alcune persone, vestite in costume storico, tenevano le maschere dinanzi al viso,
e rappresentavano gli antenati, seguivano poi tutti
i

pubblici donativi, ottenuti dal defunto in imprese militari, indi la bara

185
nella quale giaceva
il

-BVN

morto,

coperta
rei,

da drappi purpu-

ra,

trapunti d'oro. La bacirconfusa da incensi, che l'avvolgevano nel fumo, era portata dai parenti
del defunto o dagli schiavi da lui, prima di
e,

ponevano, inoltre, una lampada, uno specchio, vari ornamenti e stoviglie con
cibi.

Quando invece

il

cadavere

doveva essere sepolto, veniva deposto in una bara


le

liberati

morire

se trattavasi
illustre,

di

di legno o di pietra, la quapoi si calava nella terra

un personaggio

an-

o in

una tomba a

volta. I

che da senatori e da cavalieri. Il corteo si fermava


nel Foro, presso
Tostris]
i

poveri o gli schiavi erano


sepolti nell'Esquilino, i ricchi possedevano i loro se-

rostri [pr

dove un parente del morto recitava l'elogio fuil

polcri particolari. Kel 9 giorno, dopo

il

fu-

nebre; indi

corteo ripren-

nerale [jerae novemdidles'},


si teneva un sacrificio con un pranzo funebre presso la toniba e un grande ban-

suo cammino, fino posto ove il cadavere veniva cremato o seppelil

deva

al

lito.

chetto nella casa, e a tutta


la

Per la cremazione, costruita la catasta di legno, vi si gettavano sopra fiori e

gente che veniva, si faceva una viseeratio [v. Visceratio],

cio

una

distri-

appiccava il fuoco e, fra le nnie e i lamenti, si vergavano su le fiamme vino e profumi. Quando si spegneva il fuoco
corone, poi
le
si

si

buzione delle carni e delle viscere degli animali sacrificati nei funerali: talora ave-

vano luogo anche giuochi e lotte di gladiatori. Anche dopo,


celebrare
i

e la brace, si raccoglievano ossa combuste del morto,

si

continuava a
[feralia']

defunti con soe

spruzzavano con vino e

lennit funebri

miele

e, fatte asciugare, si chiudevano in un'urna ci-

con

cerimonie

particolari
si

neraria di terra cotta o di

[parentalia}. ornavano di

Le tombe
fiori,

di

codi

bronzo, la quale poi veniva deposta nel sepolcro, insieme con profumi e con
vasetti
olio.

rone,

si

spargevano

acqua
Il

lustrale.

lutto

era rappresentato

di

unguenti

di
si

Kella

tomba

spesso

da vesti nere e, pi tardi, anche bianche: le donne si

FUE,

186
dato che
di
si

stracciavano le vesti e de-

fosse reso reo


nel

ponevano ogni ornamento, gli uomini si lasciavano crescere


e
si
i

qualche mancanza

capelli e la barba,

servizio di guardia, di furto nel campo, di falsa testi-

tenevano lontani dai

monianza, di diserzione,

di

banchetti e dalle feste.


l^Tei

negligenza in altri doveri.


di

tempi
i

pii

antichi

Questa
rante
al
Il

cadaveri venivano sepolti entro la citt; ma, in seguito, questo fu vietato, e i sepolcri furono

pena
la

vigeva

du-

Eoma,

repubblica,

ma

fu adoperata specialmente

tempo

degli imperatori.
il

tribuno toccava

con-

collocati, di solito, lungo le grandi strade, special-

dannato
{justisl

con
e
i

un bastone
suoi

mente lungo
I

la via

ppia.
essere

legionari,

riccM

potevano

sepolti nei propri poderi: cimiteri comuni non esi-

camerata, lo colpivano con verghe e con pietre cosi violentemente, che il disgraziato, di solito, moriva sotto i colpi.

stevano cbe per Frie. V. Erinni.

poveri.

Fusturio [fustuarum] era, presso i Eomani, una pena


disciplinare, inflitta al sol-

La pena
parte
del

si

eseguiva nella

campo

che

si

chiamava prinGipum.

G
Gaeta
[Caieta,

XIV,

443]

none ne ritardava
perch
il

il

parto,
[v. JEr-

era la nutrice di Enea, la

nascituro

non im-

quale mori, quando Enea giunse suUe coste del Lazio, e fu da lui seppellita nel golfo che, da lei, fu detto di Gaeta.

perasse sui Persidi

GoW]. Alcmena invoc allora la dea Lucina [che

presiedeva ai parti]; ma questa, corrotta da Giu-

Galntide [Galanthis, IX,


306-323] ancella di Alcmna. Quando questa era per

none, con arti malefiche, ritardava il parto. Allora


Galntide, avendo vista la dea che, seduta suU'ara

dare alla luce Ercole, Giu-

187
con le

GAL
ruvido amante e amava invece il bel giovine ci.
[V. Agi].
sfracell
il

gambe a

aveva
per

cavalcioni, incrociate le dita

impedire il parto, le disse che Alcmena era gi sgravata. La dea disnod


allora le dita:

Il
i

ciclope,

sor-

presi insieme

due amanti,

con una mano Aci,

Alcmena

cos

pot sgravarsi,
accortasi
ferr

ma

Lucina,
af-

quale fu mutato in fonte. Galro [galrus] era un berretto

dell'inganno,
i

capelli Galantide e la precipit a terra.

per

Mentre
fu

questa

si

levava,
[V.

senza tese, fatto di peUe, che si portava per viaggio e in campagna. Il galero che portava il fla-

mutata in donnola.

men

JDiais

doveva essere

Galinzia],

bianco.

Galssia [Via Lacta] la via Lttea [yXa latte]: la larga stria luminosa, tem-

Galso [Galaesus] fiumiceUo


che
scorre
all'oriente

di

pestata di stelle che, nelle notti serene, appare in cielo,

Taranto, circa 5 miglia lungi daUa citt. Orazio \0d6,


II, 6-10] e VirgiKo [Georgiche, IV, 126] lo citano co-

neUa direzione da

liTord

a Sud. Ercole, che era stato esposto in un. campo dalla

madre, fu allattato da Giunone; ma ne succhi con tanta forza il latte, che


questo dilag per produsse la Galassia. La via Lattea menava alla reggia di Giove,
lati
il

famoso per le pecore che pascolavano sulle sue rive e davano una lana
finissima.

me

cielo e

pose il campo presso questo fiume, quando assedi la rocca della


citt.

Annibale

aveva

ai suoi
di;

Galinzia [Galinthias, IX,


280-323] era figlia di Preto, di Tebe. Quando Lucina e
le

le

magioni degli

per essa gli eroi entravano


in cielo.

Galata [Galata, XIII, 738897] ninfa marina, figlia di Kero e di Dride, personificazione del

mare

tran-

quillo e rilucente. Il ciclope

Polifmo, pazzo di amore per lei, la insegui, mentre essa non voleva sapere del

Parche, per fare piacere a Giunone, tenevano incrociate le mani, e impedivano cos che Alcmena partorisse, eUa sparse la falsa notizia che Alcmena aveva partorito un bambino. A
questo
lo

annunzio, fu tale spavento di Lucina e

GAL

188
Gro [garum] una
col
salsa fatta
le inte-

le

delle Parclie, che aprirono mani, e cos pot veraalla luce

sangue e con

mente venire

Er-

cole, ch'era stato

generato

riora di certi pesci di mare. Si mangiava come ecci-

da Giove. In pena di ci, Galinzia fu mutata in donnola, ma Ercole le innalz poi tuario.

tante e si adoperava per inumidire le ostriche. Ga, la Terra, venerata come


rire

un

san-

una divinit che fa scatudal suo grembo ogni


vita [yaia

Galli [Galli]
nella

si

chiamavano,

yri, la, terra].

Frigia, i Coribnti, sacerdoti della dea Cible.


[V.
Coribnti'].
[yafjiTjVia]

Gamella
da

banchet-

to di nozze,

accompagnato
che
lo

un

sacrifcio,

Secondo Esiodo, ella sorse dal Cos, gener dal suo seno Urano [il cielo] i Monti, il Mare. Con Urano gener i Titni, i Ciclopi, i Centmani e, dal san-

sposo dava ai

membri

della

gue dei genitali di Urano,


mutilato dal fgho
ch'essa

propria fratria, nell'ingresso della moglie alla fratria a cui egli apparteneva [ya[xco

Crno,
ge-

aveva raccolto,

ner

sposo].

Giganti, le Erinni, le ISTinfe Meladi, o ninfe


i

Ganimde [Ganymdes, X,
155-161]
dei
la
figlio del re Tre e fratello di Ilo: i pi bello

lotta

dei frassini, divinit della e mietitrici di vite.

Gea aveva

culto a

Dodna

mortali.

forma

Giove, presa di un'aquila, lo

[Epiro], in Atene, a Sparta, a Delfo, in Olmpia, e le


si

rapi, in cielo, perch facesse da coppiere agli di


e, in compenso, regal padre di lui una coppia

sacrificava

un

agnello

nero.

al
di

cavalli divini.

In et posteriore, essa fu confusa con Cible e con Dmetra, Anche per i Eomani, Tellus, che fu identificata con Gea, fu la stessa che Crere e, nelle feste deUe seminagioni, le sacrificavano
i

Gargari
lo

[Tap^a.pelc;'} popoche viveva presso il Caucaso, accanto alle Amzzoni. Per procreare i figli, essi convivevano con le Amazzoni due mesi all'anno: i maschi spettavano al padre, le femmine alla madre.

Fordicida

uccisione di vacche pregne


[forda

do

vacca pregna,

cae-

uccido].

189

GN

Gelnore [reXvcop] discendente da Inaco, era re di


Argo.

l'opinione pi probabile che essa fosse sul pendio

nord-ovest del coUe Capiin


tolino.

Quando Dnao, giunto


Argo,
della

pretese
citt,

il

dominio
discenlui,

Gensie

[ysvcria]

erano

come

dente da Inaco anche


il

popolo si radun per decidere a cM spettasse il regno. Allora un lupo, avventatosi contro gli armenti che pascolavano innanzi aUa citt, vinse il toro clie
era fra quelli. Gli Argivi vi-

giorni destinati a onorare i morti e, in modo pi particolare, le solennit funebri che, in Atene, si celebravano, in memoria dei
defunti, il giorno 5 del mese di Boedromine [set-

tembre-ottobre]. Pare che, in origine, il vero nome di

dero

in
di
il

questo

un segno
il

degli di, e decisero in fa-

questa celebrazione fosse Nsxcna [vxu? morto]

vore

Danao,
lupo,
allora,

quale,
visessi.

NsjJiscyeLa

[festa

di

l^-

come
suto,

il

non era
tra

mesi celebrata in onore dei


morti].

fin

Gmini o Gemelli [Gemini]


terzo dei dodici segni
dello Zodaco; sono i Discuri Castore e Polluce, i

Gnio [Genius] era, presso i Bomani, lo spirito protettore di ogni uomo. Il genio vuole che si goda con ani-

astri e

quali furono assunti fra gli mutati nella costel-

mo

lieto la vita e la si pro-

lazione dei Gemini.

lunghi, gustando con prudenza i piaceri che essa


la morte della Genio si aggira persona, volentieri intorno alla tomba del suo protetto. Egli per eccellenza spirito buooffre.

Gemnie
scala
te

[scalae gemonae] formata probabilmenscalini naturali nella

Dopo
il

da

rupe,

dove venivano trascinati, con un rampone, i


cadaveri dei giustiziati nel
carcere Mamertino, e quindi gettati nel Tevere.
I

no; tuttavia, come i Greci, cos i Eomani credevano


negli spiriti cattivi. 1 Geni della donna si chia-

commentatori non sono


trovava questa

d'accordo sul luogo ne] quale si

mavano
.

lunnes. l^el gior-

scala

dei sospiri, come la chiama Plinio [gradus gemitori]:

no natalizio, in quello delle nozze e in altre circostanze,


si

celebrava

una

GEE,

190
zioni politiche e giudiziarie. Infatti deliberava intorno
alle decisioni e alle leggi che

festa in onore del Genio, a cui si offrivano sacrifizi, incensi, fiori, vino.

Gerine [Geryon o Gerynes


sola

ryjpuvT)*;] re dell'idi Erytha, collocata

nell'estremo occidente dell'oceano:

dal ventre in sn

presentavano poi al ppolo per l'approvazione, e dava sentenze su gravi reati, anche dei re, che erano puniti con l'atima [la persi

e possedeva grandi armenti, clie erano custoditi dal pastore Eurizine e dal cane rtro con

aveva tre corpi

dita dei diritti civili] e con


la

mano

morte. a

mano che
il

venne
degli

crescendo
fori,

pervenuto col, uccise il custode e il cane, e condusse via i buoi. Gerione lo insegui, ma fu ucciso.

due

teste. Ercole,

che

potere derivava

prin-

cipalmente dall'assemblea
del popolo, l'autorit della gherusia, presieduta dai re, venne scemando, insieme

Gherusa
supremo
ziani che, Stati

[yepoucria]

era

il

con

le

antiche istituzioni

consiglio degli an-

[yptv

di Licurgo.

veccMo]
in
altri

Sparta

aristocratici, nistrava lo Stato.

ammi-

In
a

Atene quest'assemblea suprema si chiamava BouXt],

Giacinto [lacinthus, X, 162219] figlio di mycla, il quale fond la citt di myclae, neUa Laconia, e di Diomda. Per la sua bellezza, era amato da Apollo, il

Eoma

Benatus.

Sparta, la gberusia era formata di 30 membri, inclusi


i

quale,

un
con

giorno, volle
lui,

scherzare

gareg-

vano

due re, che ne avela presidenza. I suoi

giando nel lancio del disco. U dio lo lanci per primo molto in alto; il ragazzo,
impaziente di lanciarlo, anche lui, corse per prenderlo, appena esso ricadde sul suolo. Ma, come urt contro
il

membri dovevano avere non meno di 60 anni, ed


erano
eletti

a vita, fra

pi distinti per meriti e per virt. Erano irresponsabili, e avevano

cittadini

terreno,
il

il

disco rimferi a

balz con impeto e

un grande potere
derazione

e consi-

morte

giovinetto.

molto alta. La gberusia aveva attribu-

Apollo fece nascere dal sangue del giovane ucciso il


flore

191

GI
["lafxo?,

omommo

su cui

[giacinto], era iscritta l'escla-

Giamo

lmus]

figlio di

Apollo e di Evdne,

mazione di dolore Ai Ai. La sna' tomba si trovava in


Amyclae,
sotto
l'altare

era celebre vaticinatore, e divenne capostipite dei Gi-

la statua di Apollo; in onore di lui si celebravano le

midi, la famiglia dei vati e dei sacerdoti, in Olimpia. La madre l'aveva dato alla
luce presso in Arcadia,
il

feste

lacintMa, che

dura-

vano 3 giorni, nel mese di Ecatombene [luglio agosto].

fiume Alfeo, e l'aveva de-

posto tra le viole. Di qui il suo nome [l'ov viola].

[Xni, 394-398]. TJn giacinto spunt ancbe dal terreno impregnato dal sangue di Aiace, quando questi
si

Fu

allevato

deg

da pyto, re rcadi e, divenuto

giovine, si rec per comando di Apollo, in Olimpia,

uccise.

[V.

Aiace}.

L'iscrizione

Ai Ai indicbe-

ove traeva' voce degli


pelli

vaticini dalla

uccelli

dalle
vit-

rebbe, con le vocali iniziali, il nome di Aiace.

brucianti

delle

time.

Giliso

[Jalysus] figlio di Crcafo, fu fratello di Lindo e di Cmiro, coi quali

lo stesso

che amo.

Giano

[lnus] fu uno dei principali di di Eoma, cbe

divise la signoria di Eodi, e fond la citt di Giliso,


nell'isola.

non ba

riscontro

in

nesil

suna divinit greca. Era

dio dell'entrata e dell'uscil'eroe epocitt

Eappresentava

tipo ideale della bellezza virile.

nimo

della

il

ta, protettore delle porte, delle case, della citt e del

Cicerone, uQWOrator, da il celebre quadro, detto

ricor-

Jalysus, dipinto da Protogene il quale vi avrebbe

tempio. Aveva quindi una chiave e. una sferza, per la custodia della casa e della citt, e le sue inmiagini, che si esponevano sulle porte e nei passaggi, ave-

lavorato 11 anni, per condurlo a perfezione. Si narra

cbe Demetrio Poliorcte, risparmi la distruzione a Eodi, per paura che andasse in rovina questo capolavoro d'arte.

vano due facce, delle quali una guardava al di dentro


e l'altra al di fuori. Egli apriva ogni mattina le porte dell'Olimpo e le richiudeva la sera. Era perci

Gli
invocato col
ter

192
nome
gli

matutmus;
il

era

di pasa-

precipitato nel Trtaro. Eb-

cro

mese lanuarus,

e la

be quattro figli: Promteo Epimteo, Atlante, Messenzio.

sua festa principale cadeva nel 1 giorno di gennaio.

Il
si

figlio

di

Gipeto,

In questo giorno, si scambiavano augurii e si offriva una vivanda di farina [lanual]; ma anche il primo giorno di ogni mese
gli

accenna in questo verso di Ovidio Promteo.


cui
[V. Prometeo].

Gisio
423]

figlio

[lasus o lason, IX, di Giove e di

era sacro, e gli

si offri-

Elettra, fu amato da Dmetra. considerato come


il

vano vino,

Il console lo

frutta, incenso. invocava nel-

diffonditore

dell'agricol-

l'entrare in casa, l'agricol-

tura e dei misteri di Demetra, in Sicilia, nei quali


era stato iniziato da Giove, a Samotracia, dove era pas-

tore gli faceva offerte, al principio della seminagione e delle messi [lanus Gonsivus}.

sato con Bardano, dall'Arcadia, e donde venne poi

Era invocato in ogni


e

prece,
nelle

in Sicilia.

riceveva

sacrifizi

Giasone
figlio di

grandi feste degli di.

[lson, VII, 1-393] sone, re di llco,

In un tempio a
cato
[in

lui

dedi-

che una

origine non era porta costruita da

in Tessaglia. Plia, nato da Cretfia e da Tbyro, tolse


la

signoria
il

a Esone,
il

suo

per indicare la guerra e la pace], il console si recava in tempo di guer-

Kuma,

fratellastro,

quale,

per

sottrarre

figlio

Giasone

ra, apriva la e invitava la

doppia porta giovent atta alle armi a passare con lui la soglia. Il tempio rimaneva aperto fncli si era in guerra, e si chiudeva in
di pace.
'laTrs[laptus 82] titano, nato da T?, I, Urano e da Ga: insieme

alle insidie di lui, lo affid segretamente al centauro

Cbirne,

sul

monte

Plio.

tempo Gipeto

Quando Giasone fu a vent'anni, si present a Pelia con un sandalo solo, avendo perduto l'altro, nel traversare il fiume Annios,
e gli richiese la signoria di llco. Pelia, spaventato, perch un oracolo gli aveva

con i titani [v. Titani], mosse contro Giove e fu

predetto di guardarsi da un uomo che avesse un san-

193
dalo solo, gli disse che gli avrebbe restituito il regno, se fosse riuscito a conquistare
il

GIG

vello d'oro, in Clsulla

cMde, terra collocata


costa orientale del
.

narono a lolco. Medea uccise il fratello suo Absirto e ne butt a pezzi le membra nel mare. Secondo una tradizione aveva ucciso

Mar Kero

[Pontus Euxmus] [V. Ino]. Giasone si rec in Oolcbide, con 50 eroi sulla nave Argo [v. Argonauti], e al re Ete

Prmaco, sone, ed

fratello

di

Gia-

sone; secondo Ovidio invece Esone visse molto veccMo e fu ringiovanito per l'arte magica di

domand

il

vello

d'oro. Il

Medea.

re gli impose,

come

condi-

zione, cbe aggiogasse due tori daUe ungbie di bronzo, i quali sbuffavano fuoco
e, aggiogatili, tratto del terreno, seminandovi denti di dra-

Quando PeHa giunse a lolco, Medea promise alle figlie di lui cbe, se avessero fatto a pezzi il padre, eUa lo avrebbe fatto rinascere

daUe narici

arasse

un

giovine.

Le

figlie

trucida-

rono
e,

il

padre;

ma Medea
la

go.

Giasone,

con un

far-

non mantenne

promessa

maco
si

offertogli dalla

maga

Medea,

figlia di Eete, di cui era acquistato l'amore,


i

scacciata da Acsto, fi,glio di PeHa, con Giasone

aggiog

tori
i

e,

seminati

ripar a Corinto, presso il re Creonte. Quivi Giasone


re

denti del gran ucciso da Cadmo, serpente


sulle zolle

voleva sposare la figlia del [Crusa o Gluce]: al-

cbe egli aveva nell'elmo, ne balzarono fuori uomini


armati.

lora

veste e
lenati,
glia e

Medea uccise, con una un diadema avve-

n
i

re Creonte, la

fi-

Per consiglio di Medea, Giasone butt fra loro un sasso, e allora queUi, mossi da lotta civile, si uccisero l'un l'altro. Eete per rifiut di mantenere la promessa; ma Giasone e Medea addormentarono con un farmaco il drago, che era a guardia del veUo
d'oro
13

due

figliuoli

Mr-

mero e Pre, che essa aveva avuti da Giasone, e


fugg presso
il

re di Atene,

Ego.

Giasone

poi

mori,

mentre dormiva sull'Istmo, sotto la nave Argo, la quale allora

fu sfracellata. [V.
151sorti

Medea].

e,

preso questo, tore leggende.

Giganti 162]

figli

[Gigantes, I, di Ga,

Stano, Dizionario di miti

GIG
dal sangue di Urano,

194
muvendicarsene, e indusse Gige a uccidere il re e a impadronirsi del regno.

tilato dal figlio Crno. Avevano la barba e 1 capelli

lungMssinii

e,

secondo Ovi-

questo proposito, Plato-

dio

[I,

183-184], cento

braccia, qualit questa attribuita da Esiodo ai Cen-

ne narra una favola, che Cicerone riporta nel De


Officiis.

Gige,

disceso

in
era
le

timani. [V. Gentimani']. Sono famosi, fra gli altri, i

una caverna,
aperta nella

che
terra

si

per

Giganti:

Alciono,

Tone,

Ippolito, Polibte, urito. Per dare la scalata al cielo,

dirottissime piogge, vi trov un cavallo di bronzo,

nei cui fianchi era


to
di

un morgran-

sovrapposero sull'Olimpo, catena di monti che formano il confine tra la Macedonia e la Tessaglia, l'Ossa,

straordinaria

dezza, che aveva un anello d'oro nel dito. Egli prese


l'anello e, infilatolo nel suo
dito, si accorse che, quando castone dell'anello era

monte

nella

Magnsia

tssala, e il Plio, sud-est dell'Ossa.

monte a

il

Ma
i

Gioi

rivolto nell'interno
della

della

ve,

col

fulmine,

scroll

palma,

egli

vedeva

monti e seppeU
sotto le macerie.

giganti

tutto,
altri.

Fermen-

era invisibile agli Servendosi allora di

ma

sangue dalla madre Terra, furono convertiti in sembianza umail

tato

loro

na, e la

nuova razza,

si-

mile a queUa estinta da cui era stata generata, fu avversa agli di. Gge [Gyges] figlio di Dscilo, era il confidente di Oandule, re di Lidia. Secoiido

questa dote dell'anello, riua penetrare nella camera della regina e a uccidere il re, d'accordo con lei, a impadronirsi del regno e a liberarsi da tutti coloro che potevano nuocerda gli, senza essere visto
sci

alcuno.

Gineco [gynaecum,

yuvai.-

Erodoto, il re, per dimostrare a Gige che la regina, sua moglie, era bellissima, volle cbe egli la
guardasse ignuda, mentre andava a letto. La regina,
irritata

donne [yuvY] = donna]. Ginnsio [Gymnasum, '^x>\ivatov] era, presso


ci,
il

xetov] la parte interna della casa greca, riservata alle

Gre-

luogo per

gli esercizi

di ci, propose di

che

si

designano col nome

195
di ginnastica [yujxv; nudo: gli esercizi infatti si facevano a corpo nudo; ordino esercizi YU(Ji.v(^(o

que specie
di

GI
esercizi for[tcsv-

mavano
Ta0Xov];

il

pntatlo

6 Pugilato [tt^],
si

ginnastici; yufxvaaia
cizio].

= eser-

una gara a pugni, che

Aveva un grande
della

tenevano stretti con corregge, aUe quali, in seguito,


si
i

cortile,

periferia

di

aggiunsero le borchie e

1200 piedi, chiuso da tre


lati

da semplici colonnati; ma, verso sud, da un poril

chiodi; 70 Pancrazio [TcayxpTlov] una gara in cid


al

pugilato

si

aggiungeva

ticato doppio, entro


le si

qua-

la lotta:

ma

le

mani non

trovava l'Efbo, U luogo per gli esercizi dei


giovani
netto].
[s(p7]Po(;

giovi-

erano avvolte in corregge. Il pugilato e il Pancrazio non erano in uso presso gli
Spartani.

Ai due
negli

lati,

erano

bagni frigidara, tepidara,


ealdara, cati si
altri porti-

Ginnopde
Sia]

[r

yufJLVOTcat-

trovavano

le

es-

dre con sedili, ove i filosofi e i retori si raduna-

erano feste annuali che si celebravano ogni anno a Sparta, in onore dei morti a Tifa. Kelle danze

vano per conversare, e nel grande spazio libero, rinchiuso dal peristlio, si facevano gli esercizi e i giuochi.

prendevano parte cori di giovinetti nudi [yujxv*; =


nudo; ucdQ = fanciullo], i quaU eseguivano i movimenti con grande .euritmia, come si faceva in tutti
i

Vi erano inoltre

il

po-

sto per il passeggio e per le gare, viali di alberi e ricche

cori Spartani.
della

decorazioni
Gli esercizi

di plastica.
si

Gibate [Jobtes] re
Licia,

facevano a che si ungeva corpo nudo, prima, per essere pi flessibile. Gli esercizi pi comuni erano: 1 Corsa [Sptalvolta anche con [loc,],
le

padre di Anta. Quando BeUerofnte, dopo

l'uccisione del fratello Bllero


[v. BeUerofnte'] fugg presso Preto, re di Argo, Anta, moglie di costui,

--

armi;

Salto

[X(xa];

30 Lotta
to

[ttocXt]]:

4 Get-

del disco [StCTKopoXia]; 50 Esercizio del giavellotto


[xovTta[i,(;.].

innamoratasi di lui, non avendolo indotto alle sue voglie, lo calunni al suocero Gibate, perch lo facesse uccidere.

Queste

cin-

GIO

196
lo

Gibate

mand a com-

invitati
vitati,

ad
aUa

allietare

con-

battere la Chimra
cise
il

[v. Chicbe Bellerofonte ucmera'],

fine

dei
i

bau-

chetti.

Eseguivano

pi
i

con

l'aiuto di Pgaso,

difficili esercizi

acrobatici,

cavallo alato, cbe aveva ricevuto da Wettno. Gi-

quali talvolta' superavano per arditezza quelli dei nostri

bate

lo

mand
i

poi a com-

tempi. V'erano saltim-

battere

Solimi, popoli del-

banchi

[uomini

donne]

l'Asia Minore, e le

AmzInfine

che volteggiavano sopra


ciulle che,

zoni

[v.

Amazzoni}, e Belli

lerofonte
gli

vinse.

fece

tendere un'imbo-

scata dai Liei, mentre egli ritornava dalla battaglia

spade e sopra tavole, fana tempo di musica, lanciavano in alto e ricevevano di nuovo fra
le

mani

cerchi e palle; altre

combattuta contro
zoni;
sci
illeso.

le

Amaz-

ma

Bellerofonte riuri-

che, ripiegate indietro, con destrezza agilissima, adope-

a sventarla e a uscirne
Allora

Gibate, conosciuta l'origine celeste di Bellerofonte, gli diede in

ravano i piedi a guisa di mani. V'erano funmboli che, sulle corde,

moglie

la

figlia

[Filne

Cassandra], da cui nacquero i figli Isndro, Ipploco e Laodama. Giocsta [locsta] in 'Omero
Anticlia o

eseguivano danze o salti pericolosi. Eoma anzi si addestravano anche gli elefanti a salire sulle

corde.
liti

K mancavano
che
le

i so-

prestigiatori,

face-

Epicste, era

figlia

di

Me-

vano scomparire,
co
dei
bussolotti,
pallottole,

col giuoloro

neco e sorella di Creonte: and sposa a Lio, re di


Tebe, dal quale ebbe il fiEdipo, che poi prese inconsapevolmente per maglio
rito.

le

cavavano

poi dal naso e dalla bocca, o le traevano fuori dal cor-

po

dei

presenti.

Le

fan-

[V. Edipo'].

ciulle,

neU 'eseguire
vestivano

alcuni

Giocattoli. V. Giuochi privati. Giocolieri. L'antichit ebbe


giocolieri e giocolatrici, che giravano di citt in citt,

esercizi,

spesso

con calzoncini e avevano i capelli corti, raccolti in un cappuccio. U


in

maglia

piantavano le loro baracche, dove ci fosse da guadagnare, ed erano spesso

pubblico, cosi in Grecia

co-

me

a Eoma, si divertiva molto in tali spettacoli.

197

meridiane
alle-

GIO

Giorno
giorno

[dies, civile

II,

25].

Il

dei

Eomani

gere al tramonto del sole, cio, in media, dalle 6 anti6

constava

di

queste parti:

pomeri-

De media nocte [primo spazio di tempo clie seguiva


alla

diane, e le ore erano indicate: Ora I [6-7], II [78],

mezzanotte],

Gallici-

in

[8-9],

num [il primo albeggiare, tempo cio del canto del


gallo], Ganticinum [tempo in cui i gaUi cessano di can-

V
VII

[10-11],
[12-1

IV [9-10], VI [11-12],
Vili

pomer.].

[1-2 pomer.],

IX

mer.],
[4-5

[2-3 po-

[3-4 pomer.],

XI

tare],

DiluciUum

[lo

spun-

pomer.], XII

[5 6 po-

tare del giorno], Mane [le prime ore del mattino]. Ad

mer.].

merdem

[il

tempo prima

Indi cominciavano le vigiliae: 1 [6-9 di sera], II


[9-12 di notte], del mattino], IV

del mezzogiorno], Merides

HI

[mezzogiorno],
[il

De

merdie

[3-6

[12-3 del

primo

tempo pomeri-

diano], Suprema [l'ultima ora del giorno, il tramonto], Vesper Q esper [il tempo

mattino]. Oltre a ci, a Eoma si distinguevano: i dies fasti,


nei quali era permessa [fasi

fra

il

tramonto e
stella
.

della

sorgere sijero], GreX'?*-

il

l'amministrazione della giustizia,

dies

nefasti,

in

pusculum [rmbrunire],
minbus accensis
in cui si
cerne],
[il

cui

non era permessa

[ne-

tempo
le lu-

fas]; dies festi o feriae gior-

accendono
[il

Guncubum

tem-

ni festivi, dies profecti giorni di lavoro.

po di andare a

letto],

Nox

Anche

in

Grecia,

antica-

intempesta [notte avanzata],

Media nox [mezzanotte].


Introdotto a

Eoma

l'oro-

mente, e deU notte erano indicate in maniera vaga; ma

le parti del giorno

logio solare [291 av. Cristo] e poi l'orologio ad acqua,

dopo l'introduzione

dell'o-

fu
ore,

diviso

il giorno in 12 dal censore Lucio Fi-

rologio solare, il giorno fu diviso in 12 ore, e la notte


in 3 vigilie,
di 4 ore cia-

lippo

[164 av. Cristo], e la notte in 4 vigilie, di 3


ore

scuna.

Presso

gli

ciascuna,

da Scipione

no

lo stesso
i
il

Ateniesi [avevacostume i Ger-

l^asica
Il

[159 av. Cristo]. giorno andava dal sor-

mani,
tali]

Galli e gli Orien-

giorno cominciava

GIO
col
tre,

198
tramonto del
in
altre
sole,

mendella

midabile
pi],

cbe lancia lamla

parti Grecia, col levare del sole. In Omero il giorno diviso generalmente in 3 parti:

scoppia la procella, quando, turbato, scuote

cbioma, ne trema l'Olimpo.

Come

dio degli oracoli, ave-

mattino

[yjco?],

mezzosera

giorno
[SsiXt)].

[[xsCTOv

^[Jiap],

va culto in Do dona [nell'Epiro] ove vaticinii erano


dati

Ma

quando Anas-

dal

particolare

stor-

simandro, nel 550 av. Or. introdusse l'orologio solare


[yvwfxcov],
il

mire delle fronde

della

quercia. Culto speciale ebbe

giorno
divisi

la

notte furono
ore.

in 12

anche a Creta [Giove Cretse], dove la madre Eba

notte parti erano: principio della poi notte [px"^ vuxtc;], mezza
della

Le

lo nascose fanciullo, perch

non

fosse

divorato

come

gli altri fratelli,

notte

[[liaov

vuxtc,'],

sot-

[tt t uxauysi;]. Giove [Zz^c,, luppter, I, 208] figlio di Crno [Saturno] e

to l'alba

dal padre Crono: quivi le ninfe Adrasta e Ida, figlie di Mehsso, lo nutrirono

col latte

Eha, il padre degli di e degli uomini, il maggiore fra gli di e il potendi

deUa capra Amalta e col miele che le api portavano

tissimo signore del mondo. Dopo che ebbe rovesciato


il

dalla montagna. Sotto le forme di toro rapisce Europa; mutato in aquila prende Asteria; sotto forma di
satiro
glia

regno
[v.

di

Titni
divise

Crono e dei Crono e Titani],

di

rapisce Antiope, fiMtto; sotto l'asi

con i suoi fratelli il dominio del mondo: egli


tenne per s
radice
At,
il

spetto di cigno

unisce

Lda
to
di

e,

prendendo
Amftrine,

l'aspet-

cielo,

[la

ne

in-

di Aic, ha, l'idea

ganna

la

moglie Alcmna;

fondamentale di luce], Poseidone [ISfettuno] il mare,

sotto la

forma

di pioggia

Hdes [Plutone] l'inferno. Giove ba sede nell'Olimpo [altissimo monte nella Tessaglia],

d'oro investe Danae; mutandosi in fuoco seduce

Egina, figlia di Aspo; sotto le sembianze di pastore

suscita

il fulmine, tuono, aduna e disperde le nubi. Quando scuote V egida [lo scudo for-

scaglia

il

prende Memnsine, e sotto forma di serpe seduce Pro-

srpina, detta Doide, perch figlia di Dmetra, la

199
quale aveva l'attributo
Po,
[xai

GI

la

cercatrice

>>

[Sso-

cerco; VI, 103-114].


l'a-

turno] e di Ea, e detta perci anche Saturnina, sorella e moglie di Giove. Era
la dea protettrice dei matrimoni e dei parti, e le era

Brano sacre a Giove

quila, la quercia, le cime dei monti; suoi attributi

sacra la melagranata
gli

e,

fra
il

erano l'aquila, lo
la folgore, la della vittoria],

scettro,

uccelli,

il

cuculo,
la

Mche
la

[segno

quale annunzia
vera,

prima-

coppa
il

A Eoma,

[simbolo del culto]. Giove anche

eUa

stagione nella quale si spos con Giove.


culto speciale in Ar-

Aveva

signore del cielo e di tutti i suoi fenomeni, donde gli


appellativi fulmintor, tonitrudlis,

go, Micene, Corinto, Sparta, Samo, Platea, Sicione.

A
e

Eoma, Giunone, Giove


Minerva, formavano
la

pluvus,

serendtor,

luoetus,

pater.
i

Zeus diespter lui erano affidati


cos

triade protettrice dello Stato, e per era detta Sospta

destini

dei

cittadini, come to intero, e dedicato

singoli dello Stail

liberatrice.

Aveva

anche culto speciale a Lanvio. Inoltre, ella era la dea tutelare del sesso femminile, e
le

tempio

principale sul

Cam-

pidoglio. Come protettore dello Stato, arresta la fuga


[stator],

per proteggeva
Ivirginlis],

vergini

le

guida

gli eserciti al-

la lotta e alla vittoria [im-

donne maritate [iugdlis}, conduceva la sposa a casa


dello

perdtor,

Victor,

opitultorli.

sposo

Girasle

[Heliotropum] un fiore largo, che ha una

unxa
ch,

la ungitrice], perquando la sposa en-

[domiduGa

grande corolla gialla: si ritiene che, durante il giorno,


si

volga sempre dalla parte

dell'orizzonte, sole ItKioq

ove

sta

il

trava in casa dello sposo, si ungevano le porte. Presiedeva anche ai parti ed era perci detta Lucina, titolo

volgo]. In questo fiore fu trasformata la ninfa Clizia.

sole,, TpsTrc

sotto

il

quale le era
sul col-

dedicato
Alla

un tempio

le Esquilino.

[V. Clizia].

Giunone romana era

Giunne

[Inno, I, ra dei Greci, figlia pri-

270], He-

sacra l'oca; attributi erano lo scettro e la coppa, sim-

mogenita

di

Crno

[Sa-

bolo dei

sacrifici.

GI

200

avvolti da cinghie di cuoio, alle quali si attaccarono in


seguito borchie con chiodi],
il

Giuochi pubblici. I giuocM


pubblici
si

presso

Eomani

dicevano Ludi, presso i Greci Agni. [V. Ludi e Agoni}. I giuochi che si tenevano
nelle

Pancrazio

xpaTo?

forza] formato dalla lotta e dal pugilato

[nrav

tutto,

pubbliche

feste

dei

con

le

armi,

ma

senza

cin-

Greci erano di tre generi:


ginnici, ippici, musicali. Ginnici: esercizi e lotte

ghie.

I giuochi ppici erano


cavalli.

eser-

citazioni e corse fatte con

cbe si facevano a corpo nudo, in ampi cortili, detti Ginnasi, chiusi da tre lati da colonne, e dal quarto lato [verso me?;zod] da un doppio porticato, entro il quale si trovava r Efbo , luogo degli esercizi per i giovani [z(^7]^oQ giovine] avente ai due lati i bagni

I giuochi musicali consistevano in gare di suoni e


canti.

Cosi in Grecia

come a Eo-

il giuoco del pallone, che si eseguiva in maniera svariata. Tra


i

ma, era

diffuso

Eomani,
di

vi

erano
follis

tre

specie

palle:

[un

{jrgdara,

tepidara,
altri

cal-

grosso pallone di cuoio pie-

dana], Kegli cati che chiudevano


giuochi,
vi

portilo spai

no di

aria], pila

[una palla

zio per le esercitazioni e

pi piccola], pagamca [una palla imbottita di piume].

erano

lunghi

passaggi, fiancheggiati alberi e statue, provveduti


di sedili per gli spettatori. I principali giuochi ginnici erano la corsa [corsa con
le
il

da

Giuochi privati. Fra i Greci, come fra i Eomani, il primo balocco dei fanciulli
era il sonaglio; seguivano poi giocattoli e gingilli di

ogni maniera: bambole,

faii-

armi, corsa di resistenza],


salto, la lotta,
il

getto del

tocci di argilla, figurine di animali spesso vuote o con-

disco, il lancio del giavellotto [queste cinque specie di gare formavano il

tate,

tenenti pietruzze che, agicrepitavano, case e

pntatlo

[tcsvts

quinqurzio cinque, OXov

gara,
il

quinque

navi di cuoio, ecc. Fra i giuochi di societ, oltre al cttabo [V. Cttabo'], v'era
il

cinque];

pugilato [lotta coi

pugni

Tavoliere, simile al nostro giuoco della dama o degli

201

Gru
vedersi,

due giuocatori con cinque piegiuocavano


scaccili:
i

era

la

Lotta

dei

truzze per ciascuno, sopra

una tavola divisa da


que
linee.
Il giuoco dei dadi:
[y.\)[i.^oi

cin-

galli; galli gi nutriti di agli, per essere pi furiosi, e armati nelle zampe

due

di

acuti

sproni

metallici,

3 dadi
ave-

venivano lanciati l'un contro l'altro, sopra

tessrae]

un

tavolo.

vano
e si
solo

facce parallele 1 e 6 occhietti; 2 e 5; 3 e 4,


sulle

Questo gioco divertiva specialmente


so
i

gli Ateniesi, pres-

gettavano da un bsa forma di cono [tur-

quali,

dopo

le

guerre

ricula

Tcpyof;],

conte-

nente nell'interno piani a


guisa
di gradini.
.si

persiane, si dava ogni anno un simile spettacolo, fornito nel teatro a spese dello
Stato.

Il

getto
di

migliore

cMamava

EUano narra che Temistocle,

Venere, e si aveva quando ciascuno dei tre dadi mostrava 6 occhi; il peggiore
invece [getto del cane o del
vino]
si

osservando
si

due

galli

che

azzuffavano, incit

l'esercito

ad

atti di valore,

scun
Simili

aveva quando dado mostrava


ai

cia-

dicendo che, se i galli combattevano con tanto acca-

un
gli

occhio solo.

dadi

erano

nimento per l'onore della vittoria, i soldati dovevano pugnare con maggior
valore, perch si trattava di difendere la patria e quanto di pi caro abbia-

Astrgali [ffTpdcyaXoi.], che erano tali fatti di ossicini

con 4 facce almentre le due faclungate,


di animali

mo
poi

in essa.
si
i

d'allora in

ce esterne, rotondeggianti,

allevarono

a bella

non avevano numeri: negli astrgali quindi mancavano i numeri 2 e 5. I fane le fanciulle gettavano in alto 5 astragali e
ciulli

posta vertimento.

gaUi per simile di-

Erano
gliori,

preferiti,
i

come miTanagra

galli

di

e di Eodi.
Si

poi

li

ricevevano sul dorso

amava molto

della

mano.

colo

lo spettadei combattimenti di

Un
ra,
i

altro giuoco era la

Mo-

in uso, anche oggi, fra nostri contadini.

si cacciavano, allevavano e si addestravano a questo giuoco. si

quaglie, che

Giuoco assai dilettevole a

Un

giuoco particolare con

GI
le

202
Lo
stito

quaglie consisteva nel porle in giro sopra una tavola rotonda e colpirle nel-

spettacolo veniva alledaT editor munerum

la testa.

CM

mirava giusto,

guadagnava la quaglia. Gutrna [luturna] ninfa latina delle fonti, sorella di

e annunziato con pubblico avviso [munus gladiatorum]. Il suono deUa tuba

dava
del

il

segnale

dell'inizio

combattimento:

colui

Turno che, amata da Giove, ebbe in dono l'immortalit e

sulle

potere di regnare acque. Da lei e dal


il

dio
il

Giano nacque Fontus,


dio
delle

cbe soggiaceva, poteva invocare la grazia del popolo, alzando l'indice; se gli spettatori esaudivano la preghiera, sollevavano il

gennaio, era stato eretto un tempio nel campo Marzio, le si

acque. L'il giorno in cui le

pugno

chiuso

col

polHce

dentro [pollcem premere']; se volevano invece che il vinto fosse firipiegato


nito,
teso,

celebravano

luturnala.

tenevano

il

pollice

L'acqua della sua fonte, fra Laurento e Arda, presso i monti Albani, si collegava col fiume Kumico, era molto salutare, e si adoperava a Eoma in quasi tutti
i

in gi, come se con esso volessero infilzare qual[pollice verso}.

cuno
cie
i

Notevoli, fra le varie spedei


gladiatori,
i

erano:

Bestirii, che

lottavano
Eezirii,

sacrifizi.

contro le belve;

Il

suo

nome
per

quindi deriva
essere
salu-

da iuvare
utile],

[giovare,
l'efficacia

quali combattevano, avendo nella destra una rete


[retia

reti]

che cerca-

tare delle sue acque.

vano buttare

Gladiatri [Gladiatores] erano prigionieri di guerra, che venivano affidati a un maestro \lanista] per esercitarsi a combattere con valore, con destrezza, con

l'avversario, stra un tridente;


rii,
i

sul capo dele nella sinii

Laqueai

sottentrati pi tardi

Eezirii,

una
cio,

quali portavano spada corta e un lacil

che cercavano lanciare


corpo dell'avver-

compostezza [gladus = spada], in modo da attrarre l'ammirazione del pubblico, innanzi al quale davano spettacoli di combattimenti.

contro
sario.

Gluce

[Glauce] figlia di Creonte, re di Corinto, and

sposa a Giasone,

il

quale

203
per
lei

GE
[Glycra, FXuxpaJ fanciulla di Sidne, povera,

abbandon Medea.
le

Glicera

Questa, per vendicarsi, mand nna veste avvelenata:

ma

di straordinaria bellez-

come Glance

l'ebbe

indossata, fu investita da orribili fiamme: cerc scuoterle,

za, cbe esercitava il stiere di far corone.

me-

ma

sotto l'impeto del

Pusia, celebre pittore, cbe era innamorato di questa


fanciulla, la rappresent in un dipinto, intenta a in-

movimento, quelle aumentavano, si che la povera fanciulla, divenuta una torcia infiammata, ne rimase
bruciata e uccisa.

corone di fiori. Col nome di Glicera sono indicate due donne, amate
trecciare

Gluco [Glaucus, XIII, 916968] figUo di Capo o di Pnbo o di Poseidone o di Antbdone, dio marino
cbe predice l'avvenire. Si diceva cbe fosse stato pri-

l'una da Orazio, l'altra da

TibuUo.

Gordiano nodo [nodus Gordii]

il

nodo

fittissimo

con cui
cato
al

il

giogo era attactimone del carro

ma un

marinaro

e,

nella

spedizione degli Argonuti, l'architetto e il timoniere


della

famoso, cbe Grdio aveva collocato, in onore di Giove, nell'alto della fortezza.

nave Argo. Avendo

Un

oracolo aveva predetto

buttato

sopra un'erba un pesce semivivo e, avendo-

gli

veduto

riprendere

la

vivacit

primitiva, aveva mangiato di quell'erba e si era sentito subito tratto a

lanciarsi

in
e

mare;
Teti
lo

Oceano
dio.

perci fecero

cbe cbi avesse sciolto quel ottenuto avrebbe nodo, l'impero dell'Asia. Giunto Alessandro Magno a Grdio, citt della Lidia, ove si conservava il carro, cerc di sciogliere il nodo, ma

non
tagli

essendovi riuscito, lo

Delo era
lo

sua sede, e in quest'isola egli istru Apolla

con la spada, dicendo che non importava il modo con cui esso venisse
sciolto, e cosi fece credere si fosse compiuto l'ora-

nella

vaticinazione.

Si

rappresentava come un
veccMo, con capelli e barba lunghi e ispidi e col corpo terminante in coda
di pesce.

che

colo.

Grdio [Gordum]
residenza dei re
struita,

antica
frigi,

co-

secondo la leggen-

GOB.

204
un contadino: Gr-via

da, da
dio.

locato

nella

fortezza

di

Mentre costui andava


che
di Gio-

Gordio.

un carro, per la menava al tempio


su
ve,
e,
i

Gorgoni [Gorgones,
vsq]
figlie

di

Forco
delle

Fopye di
Grie.
vio-

Frigi lo incontrarono

Ceto,

sorelle
tre:

seguendo un oracolo di Giove, lo elessero re. Il carro fu recato nel tempio: Alessandro Magno poi
tagli
ficioso

Erano
lenta

StJino, la

[aOsvco

sono

po-

tente, violento]; Eurale, l'errante [epaXo? spa-

con

la

spada
[V.

l'arti-

zioso];

nodo.
della

Gordio].

nante
Ssfov

Grdio [Gordus]
tadino

era

un

con-

[[xSco

Medusa, la domi= domino; [xssignore].


alati, orribili

Frigia:

men-

Erano mostri

tre arava, un'aquila, posatasi sul giogo dell'aratro,

vi

rimase
si

fino

alla

sera.

terribile]: cinte [yopy? di serpenti nel capo e in tutto il corpo, le Gorgoni

Mentre
tare
gli

recava a consulindovini Telmisi,

rendevano
avessero

di

lunque uomo

pietra quao bestia a cui


gli

incontr una giovinetta


stirpe, la quale lo consigli a sacrificare a

fssati

occhi:

della loro

abitavano nei campi gorgnei,


il

Giove. Condottala con

se,

nella Lidia, presso giardino delle Espridi.

perch gl'insegnasse il modo del sacrificio, la spos ed ebbe da lei il figlio Mida.
Sorte in seguito dissensioni
tra
i

[V.

Medusa}.
427]
[v.

Gradivo [Gradivus, VI,

Marte

ivi]

colui che
[gra-

marcia nella battaglia


marcio]. Grie [IV, 772-775]
dior

che

Frigi, l'oracolo rispose esse sarebbero finite,

figlie di

per opera di

un

re che saloro, sopra

rebbe venuto a

un un

carro.

Venuto
sul

fra loro

Forco e di Ceto, sorelle deUe Gorgoni. In origine erano due: Pfredo ed nio,

quale stava carro, Gordio con la moglie e col figlio, il popolo ritenendo che quegli fosse il preannunziato dall'oracolo, elessero re Gordio.

come
se
za,

in Ovidio; in seguito

ne

aggiunse una terDino. Erano vecchie

[ypaui;

di
si

un dente comune,

vecchia], fornite che

riconoscenza, il carro fu dedicato a Giove, e col-

Per

e vivevano nei

scambiavano a vicenda, campi gor-

gnei, nella Lidia, nei quali

205
non penetrava
raggio
di

GITE

timo
Poich

di

Achille,

Kstore,

sole, presso le sorelle Gorgoni, di cui erano le cu-

l'illustre

parlatore.

stodi.

Granico [Granicus, XI, 763]


fiume della Misia, che scaturisce dal Gtylus, uno dei giogM del monte Ida, e

navi greche non muovere da upotevano lide, per mancanza di venle


ti,

l'indovino

Calcante

aveva detto che bisognava placare Artemide adirata


glia
sti

sbocca nella

Propntide.

Come
mo,

dio fluviale, padre di Alessroe, amata da Priail

col sacrifizio di Ifigenia, fidi Agamennone, quesacrific la figlia.

quale ebbe da lei il figlio saco. Grazie [Gratiae]. V. Cariti. Guerra di Troia. La guerra di Troia fu combattuta dai principi greci contro i Troiani, per vendicare il ratto
di Elena, moglie di Menelao, re di Sparta, compiuto

Giunti i Greci a Troia, assediarono la citt: l'assedio dur 10 anni [1090-

1080 av. Cristo], con svariate vicende e molti conibattimenti,


ai

quali

per

non prese parte


perch,

Achille,

da Pride, figlio del re di Troia, Priamo, quando fu ospitato a Sparta, nelle


case del re.
L'esercito

indignato contro Agamennone [il quale volle gli fosse ceduta da Achille la schiava Briside, in
sostituzione di Criside, la

quale egli aveva dovuto restituire al

comando re di Argo
tello

greco, sotto il di Agamennone,


e Sicine, e fra-

padre

Crise, sa-

Menelao, formato da 100.000 uomini, su 1186 navi, si trov ancorato nel porto di ulide, neUa Beodi
zia.

cerdote di Apollo, per far cessare una pestilenza, mandata dal dio al campo
greco],

si

era ritirato alle


i

navi presso

suoi soldati
e

Mirmidoni
i

non

aiu-

Gli eroi greci pi


oltre

il-

lustri,

Agaraennone,

erano: Menelao, AcMlle, il pi forte, Aiace Telamnio, il pi forte dopo AcbiUe,

Greci nelle battaMa quando fu ucciso glie. da Ettore l'intimo suo amico,

tava

Patroclo,

Achille

usci

in

campo
dei

e,

dopo

molte

Diomede, Idomeno,
il

Ulisse,

lo,

pi ingegnoso, Aiace d'OiPatroclo, l'amico in-

Troiani, uccise Ettore, il pi forte di essi, e lo trascin legato al carstragi

GUE
sotto

206
gli

ro, intorno alle porte Sce,

occM del padre Priamo, della madre cnba,


della

anche Pirro, figlio di Macane, figlio di Esculpio, medico dell'eto


Achille,
sercito greco, e altri soldati.

moglie

Andro-

maca

che, inorriditi, guardavano lo spettacolo, dalle

I Greci abbandonarono
cavallo
sul

il

campo

e,

pei

torri della citt.

Altri valorosi guerrieri troiani erano: Enea, Sarpe-

bocca di Sinne [un greco che finse di essere fuggito


dal

campo Acho]
il

fecero

dnte. poi ucciso

Tucro.

Achille fu

credere che
stato

cavallo fosse

una

da Pride con freccia, che lo colp al


[il

lasciato

come dono
Troiani
il

Minerva.
e,

vi

tallone

solo

punto vul-

credettero
siglio

contro

conessi,
le

nerabile del suo corpo], e Pride fu trafitto da Filottte.

dei maggiori di

lo

trascinarono

dentro
i

mura, per consacrarlo


di. "Nella notte,

agli

Ma

Troia non poteva es-

sere conquistata, finch conservasse il Palldio den-

greci uscirono del cavallo; a

dai

guerrieri fianchi

un

segnale

mura; perci esso fu rapito da Diomede e da


le

tro

Ulisse.

E
citt

poich le

della

mura non potevano


si

abbattersi con la forza,


ricorse
all'astuzia.

convenuto, la fiotta, che stava nascosta dietro l'isola di Tnedo, si avvicin e l'esercito sbarc. Troia fu allora data aUe fiamme, la

Epo,

maggiore parte dei


dini

citta-

per consiglio di Athna, costru un cavallo di legno,


nei cui fianchi
Ulisse con
rosi
i

si

nascose

furono uccisi e gli altri condotti come schiavi. Enea, con un piccolo grup-

suoi pi valo-

po di

superstiti, si salv

e,

compagni.

messosi
lidi del

in

viaggio,

dopo
ai

Oltre Ulisse, erano nascosti, nel ventre del cavallo,

molte traversie, giunse

Menelao, Epo,
figho

il

costrut-

Guerra

Tevere. [V. Enea]. dei Sette a Tebe.

tore del cavallo, Tessndro,


figlio di

te,

Stndo, Capano, AcamnfgKo di Teseo, Tonte,

di Polinice,

Etocle e Polinice, figli di Edipo e di Giocsta, dopo


la

morte

del padre, stabi-

lirono

che

avrebbero
il

re-

figlio di

Andrmone,

re di

gnato un anno per


no. Etocle, ch'era

ciascu-

Calidne, Keottlemo, det-

mag-

207
giore,
finito

lAD

regn per primo; ma,


l'amio di regno, non

battenti, venne deciso che Eteocle e Polinice combattessero fra loro. Kel duell

volle
e

abbandonare
cosi la

il

trono,

provoc Guerra dei Sette a Tebe. Polinice ricorse ad Adra-

famosa

rimasero tutti e due uccisi. Creonte, fratello di Giocasta, che intanto aveva
preso la reggenza del governo di Tebe, ordin che si desse la sepoltura a Eteo-

sto, re di Argo, del quale aveva sposata la iglia Argia e, con un esercit di-

viso in sette gruppi, capitanati da sette generali,

sotto
di

il

comando

in capo

ma viet, sotto pena di morte, cbe si seppellisse Polinice. Questi per, concle,

Adrasto, assedi le set-

tro

te porte di Tebe, cle si era chiuso

ove Eteocon le sue


degli

il divieto, fu seppellito dalla sorella Antigone. [Vedi Antigone].

forze,

per la difesa.

sette

comandanti
assedianti
Polinice,

Dei sette generali cbe capitanavano gli eserciti assedianti, torn vivo soltanto Adrasto: tutti gli altri

eserciti

erano:

Adrasto,

Tido,

Capano, Ippomednte,
Amfaro, Partenopeo. Dopo una lunga lotta, nella quale perirono la maggior parte dei comandanti di entrambi gli eserciti com-

perirono in battaglia.
ripresa, dieci

La guerra fu

anni pi tardi, da Adrasto insieme coi figli degli altri


sei generali uccisi. (T.

Epi-

goni].

I
tadi

piovose [usiv piovere], fgHe di Atlante e di Plione o tra, so-

[Hydes]

le

Erano ninfe che


ve
psTinfe

si

diceva

fossero state nutrici di Gio-

Dodone] e di

relle delle Pliadi,


te:

sono

set-

Fesle, Coronide, Clia, Feo, Eudre, Amalta, Dione.

Era

nomi

delle adi,

troviamo anche Adrte e Ambrosia.

Dioniso [Kinfe Mse]. Giove, per gratitudine, le trasform in stelle, e ne form la costellazione che ha il nome da esse. Essa forma la fronte della Co-

lAM
stellazione del

208

Toro
7 la

e,

col

suo

sorgere
delle

[dal

al

21
sta-

nome

salentina; di

ebbe

anche
e

il

Messpia

di

maggio] comincia
gione
errata,
le

Calabria.

Fu

detta cosi

dal

piogge. I

Eo-

mani, per una etimologia


le

suo eroe eponimo lpige. ibi [Ibi] uccello che ha le

dissero Suculae,
[5?

Forcelle

gambe
il

il

collo lunghi, e

porco].
figlio

axno [lmus,
di

"la.\i.oQ]

becco ricurvo: simile aUa cicogna e vive in Egitto.

Apollo

di

Evdne,
e ca-

la

caccia

alle

ca-

celebre

Taticinatore

vallette e ai bruchi; perci


gli

postipite degli lmidi: la famiglia dei vati e dei sacerdoti di Olimpia. La ma-

Egiziani lo veneravano,

e punivano con la pena di morte chi uccidesse un ibi.

dre lo aveva dato alla luce


in

un

fitto

bosco dell'Arcal'Alfo,
le

era

Si credeva che, quando l'ibi portato fuori dall'E-

dia,

presso

e l'aviole
al-

veva deposto fra


[l'ov

viola].

levato dal re
to giovine,

Venne pyto e,

gitto, si lasciasse morire di fame. Icrio [Icarius] ateniese. Sot-

fat-

to

per ordine di Apollo, si rec a Olimpia, ove traeva vaticini dalla

il governo di Pandione, Dioniso gli dette un tralcio

di fare

di vite, e lo istru nell'arte il vino. Percorren-

voce degli uccelli e dalle


pelli brucianti delle vittime.

do

il

paese con otri

pieni

lo stesso

che Giamo.

lnzio

[Hyantius

beta;

di vino, per diffondere la cultura del vino, alcuni pastori, avendo visti ub-

III, 147]. Gli lantes erano un antico popolo pelsgico,

briachi dei loro compagni, credettero che Icario li

cbe abitava

la

Beozia.

lpige
figlio

['Mttu^, XIV, 458] di Licane, fratello

avesse avvelenati; perci gettarono in una fonte e


seppellirono bero, su rimetto. Quivi
figlia

Io

lo
al-

sotto

un

e di Peuczio, emigr in Italia con una colonia di Cretesi, e occup


di
la parte sud-est della
glia,

Bno

la

Ergone, accompagnata dal fedele cane Mira,


essa

Pu-

trov la tomba, e su
s'impicc.
Icario,
col

cbe da

lui

fu

detta

lapigia.

lapgia [lapyga] la parte meridionale della penisola

bicchiere, sarebbe stato posto in cielo,

quale Boote o Arturo;

Eri-

209
gone,
della

ID
con un carro alato,
di Poseidone, per sotad Apollo, che se
lo

nella

costellazione

rapi

Vergine, Mira. in quella del Cane. caro [Icrus, Vili, 195] figlio di Ddalo, vol insieme col padre dal labirinto
di

dono
trarla

ne era invaghito. ApoEo


insegui
e
lo

Messene.
tarsi

Ida
dio,

raggiunse a os cimen-

Creta,

mediante

ali

di

col
i

ma

Giove

cera;

ma

essendosi levato

separ
sci la

combattenti, e la-

troppo in alto, le ali si liquef ecero, ed egli precipit nel mare Ego, presso l'isola di Samo. Perci quel tratto di mare fu detto

e il fratello Linceo, presero parte alla caccia di

che Ida

scelta a Marpessa, scelse Ida.

Icrio

[V. Dedalo].

celo [Iclos, XI, 640] figlio del Sonno e fratello di Morfo, Fobtore, Fntaso. da [Ida o Ide, Vili, 224] alta catena di monti clie dalla Frigia si estende a

Calydne, alla spedizione degli Argonuti, e furono poi in lotta coi Discuri, loro cugini, perch le figlie
di

Leucippo

[fratello

di

traverso la Misia e la Trade,

Afareo], Fbe, promesse agli Afaridi, furono rapite dai Discuri. ISTeUa lotta Ida uccise Castore, ceo.

Plira

e
culto

culmina
di

nelle

due

Polluce uccise

Lin-

vette:
il

Grganon [celebre per

tylos.
glie,

Era
e

Cible] q Kricca di boscail

Idlo [Idalum] monte nella parte orientale dell'isola di


in cima al quale sorgeva im tempio di Afrodite, che perci aveva anche il nome di Idlia . Ida madre [Idaea mater] la dea Cible [v. Cible], a
Cipro, cui
si

da essa scaturiva
scorreva

fiume
to,

Scamndro o Xnche
sotto nel

Troia.

Un

altro

monte Ida
di

centro

Creta, celebre perch quivi fu nascosto e allevato Giove fanciullo.

dell'isola

tributava

un gran

[V.

da
[il

[Idas]

figfio

Giove]. di

culto sulle pendici del monte Ida, nella CTrade: aveva


al suo seguito
i

Afaro
di

Dttili Idi.

quale Tindaro]
fratello di

era
e
di

fratello

[V. Bttili].

Arne,

Spos
i

Marpessa,

Linco e di Fiso. che egli

Ido [Idaeus] figlio di Drdano e di Chyse, pass con suo padre nella Frigia, ed

Stano, Dizionario di miti e leggende.

IDM

210
potente,

occup i monti Idi, cosi detti da lui, ove introdusse


il

culto della

madre

Cible.

Idmne

fgUo ["IS[xo)v] Apollo e di Asteria, era

di

che una freccia che ne fosse intinta produceva infaUibilmente la morte. Infestava le camdin-

un

vate che prese parte aUa


degli Argonupur sapendo clie vi avrebbe avuta la morte. Mori infatti neUa Bitinia,

pagne e le mandre dei torni deUa palude di


na, presso Argo.

Ler-

spedizione

ti,

Ercole la uccise, compiendo cos una delle dodici


fatiche impostegli
risto.

da Eu-

di malattia,

oppure ucciso da un cinghiale o da un


serpente.

Mentre combatteva contro


di essa, un granchio, mandato da Giunone in soccorso dell'Idra, morse a un

Idomeno [Idomenus,
'ISo[XVU(;]
figlio

di

Deu-

caline, cretese, nipote perci di Minsse e di Pasfae.

piede Ercole,
schiacci.
Il

ma

l'eroe

lo

Fu

Troia
IsTel

con

ottanta
dugli

granchio fu mutato
del dei
il

nella

navi.

ritorno da Troia,

Costellazione

Cancro,
dodici

promise

ISTettuno,

eh '

quarto

rante una procella, che

segni dello Zodaco.

avrebbe

sacrificato ci

che

Idrulo [hydraulus] era un


organo ad acqua, composto di sette canne, parte di bronzo, parte di giunco, in cui le colonne d'aria, per

prima

avesse

incontrato.

Appena approdato a terra, venutogli incontro il figlio, lo sacrific; ma nella sua


terra

sorse

una

terribile

mezzo

dell'acqua,

erano

pestilenza,

in

Italia,

e ripar allora nella provincia

messe in movimento e producevano i suoni. Era stato


inventato
Ctesbio.

Salentina [Calabria], ove co-

dal

meccanico

un tempio ad Athna. Idra di Lerna [Hydra Lerstru

naea] serpente mostruoso, nato da Tifne e da Echidna: aveva cinquanta teste che, anche recise, rinasce-

Al tempo di Kerone, se ne invent una nuova costruzione, descrittaci da Vitrvio, per cui lo strumento
.

si

suonava per mezzo


tastiera.

di

vano,

se

aUa parte

recisa

una

non si applicava il fuoco. Emetteva un veleno cosi

Idrofrie [x

6Spo9p!.a] festa del 'portar Vacqua, che

^*

211
in

lEB

Atene e in altre
si

citt

greclie

celebrava, in pri-

mavera, per ottenere il favore degli di Chtnii [gli


di indigeni] e per l'espiazione dei morti [uScop

attendevano agli uffici pi umili del tempio e del culto. Erano in parte scMavi e in
parte
i

liberi,

d'ambo

i sessi,

quali, per elezione o per

acqua,

porto]. In Atene, questa festa cadeva nel mese di Antestecpspco

legati fondati da forestieri, divenivano servi del tem-

pio [hpQ

rine
quella

[febbraio -marzo]:

in
fu-

servo]. Divisi in classi, essi atten-

sacro,

SouXot;

circostanza
gettare

si

sole-

devano
canto,

alla

musica

al

vano

vittime

esercitavano

l'agri-

nebri, insieme con focacce di farina e di miele, in un

coltura, pascolavano le
greggi sui terreni di propriet
del

baratro cbe si trovava nel terreno sacro a Ga e a

tempio, portale-

vano acqua, tagliavano


ecc.

Giove Olimpio.

La

festa

era celebrata in
diluvio
di

onore di quelli cbe erano


periti nel

Deusi ri-

gna, Spesso si trovavano da 3000 a 6000 addetti a un santuario: in alcuni templi


di

cg.nne, le cui

acque

Afrodite le

donne ad-

teneva fossero
quel baratro.

scolate

in
sa-

dette al culto prostituivano il loro corpo a vantaggio del tempio.

lerocrice [IspoxYjpu^]
eleusini,
il

cerdote, araldo dei misteri

lerofnte

[IspoqjvTT]?] la

pi

quale aveva alcune funzioni comuni, circa la cura dei sacrifci, con
il l'epibmio [m^[iioc, curatore dell'altare: ^c^lq

alta carica sacerdotale nei

misteri eleusini, a cui spet-

tava, nel dramma mistico, l'indicazione del sacro sim-

bolo

[Lp(;

= sacro, paivco =
alla

altare].

indico].

Apparteneva

La scMatta
crici
si

dei primi iero-

stirpe

faceva discendere da Hrines e da una figlia di


Ccrope, oppure da Cryce,
figlio

aveva a

degli Eumlpidi, e lato una sacerIstrui-

dotessa, tspcpavTL?.

va nei misteri
te
il

di

Eumlpo

sacro, x^pu^

[isp?

eleusini,

ma

suo ufficio era specialmencanto.

araldo].

lerduli

[tspSouXot] erano una classe di uomini cbe

leromanta

[LspofxavTsia] era ir vaticinio tratto daUe

TEE

212
=
chiamata Ifigenia. [V.
genia].
J/?,-

interiora delle vittime [isp? vatisacro, [icojxda.

cinio].

Melo
[IspofXTjvla]
il

fiele

['I^ixXyji;]

fi-

leromena
tempo sacro

glio

del

sacro, ^7]v

mese [Upq
mese], che
giorni,

durava uno o pi
secondo la festa.

Amfitrine e di Alcmna, fu fratellastro di Ercole e padre di lolo. Prese parte alla caccia del cinghiale calidnio e a padi

Durante questo tempo, cessavano tutti gli affari, n


si

recchie

spedizioni

di

Er-

sa
la

poteva intraprendere coalcuna clie disturbasse


solennit
di
della
festa.
[IspoTcoLot]

cole, cadde in un combattimento contro i figli di Ippoconte, e mor a Penco, nell'Arcadia, dove fu

leropoi
strati

magi-

onorato come eroe.


fde [Iphis, IX, 666-797] figlia di Ligdo e di Teletsa,

Atene,

era

affidato

quali l'incarico di

ai

ordinare le feste religiose


e provvedere ai sacrifci, di amministrare i beni dei

templi e di sorvegliare sui


tesori e sugli oggetti preziosi [sp^

nata a Greta. Poich Ligdo, prima del parto, aveva detto che avrebbe ucciso il neonato, se fosse stato femla

sacro, TToico

opero].

mina, Teletsa, partorita bambina, fece credere al marito che fosse maschio. Visse cos Ifide fino

fi pCpliis,

XIV, 698-758] giovine di Salamina in Cipro;


della

innamoratosi

nobile

a quindici anni, quando il padre le destin in isposa

fanciulla Anassarte, della stirpe di Tucro, non es-

una
figlia

bella
di
si

fanciulla, laute Telste. Teletsa

sendo riamato, si appicc presso la porta di lei. Mentre Anassarte,


stra,

allora
di
le

rec e
la

al

Iside

dea,

dalla fineil

vedeva portar via

corpo del giovine, fu

mu-

tata in pietra da Afrodite. Ifianssa [IpManassa] era figlia

preghiere della trasform Ifide in giovine maschio, s che si celebrarono le nozze.

tempio dopo madre,

Ifigenia
vEta,

[Iphigenia,

'I^iys-

di

Agamennone

di

Giocstra, e sorella di Oreste, di Elettra e di Griso

XII, 31] figlia di Agamennone, re di Micene, e


di

Glitennstra,

sorella

di

tmi. Presso

tragici, essa

Oreste e di Elettra. Quan-

213
do
i

IGI
sacrificassero

Greci

non potevano

si

ad Arteche

partire dal porto di nlide per Troia, trattenutivi da

mide

tutti

forestieri

giungessero in quella terra] ch'essa prendeva la sta-

m
111

una calma

di

mare man-

data da Artemide, la quale era adirata contro Agae Menelao, l'indovino Calcante, disse che bisognava sacrificare Ifige-

mennone

tua della dea, per purificarla nel mare insieme con le due vittime, Oreste e
Pilade.
fto

nia alla dea.


s'indusse

Agamennone
condurre
per
il

fu

[Iphtus] re deU'hde, contemporaneo di Lila Grecia fu infe-

al

curgo.

campo
fizio,

la figlia

sacri-

Quando
condo
colo
il

col pretesto di darla in isposa ad Achille. Ma,

stata dalla peste, egli, se-

responso dell'ora-

mentre
per
il

tutto

era

pronto

sacrifizio,

sottrasse la

Artemide vergine in una

Delfo, ristabili i giuochi Olmpici, che erano rimasti interrotti da molti


anni.
di Giunne, si lisTel tempio conservava il disco di Ifito, sul quale erano scritte le leggi che disciplinavano i

di

nube, la trasport nella Turide [Crimea], e sostitu a lei una cerva, nel sacrifizio.

In Tauride, Ifigenia attese al culto crudele di Artemide


Turica, finch suo fratello
Oreste, dopo
l'uccisione del

giuochi.

Igia [Hygia]
lpio
e

figlia di

Escudi

di

Lampzia o

drudo e della madre, giunse ivi con l'amico Plade, per


consiglio di Apollo, per ra-

Epine, era dai Greci venerata come dea deUa sasalute]. Suoi fratelli erano i medici omelute [uyisia

portare in Grecia l'immagine deUa dea [vedi


pire

rici

Macaone
sorella

Podalirio,

Essendo stato preessere so, Oreste doveva ucciso da Ifigenia, la quaOreste].


le,

sua

era

Panaca.

Si rappresentava come una florida vergine, avente nella sinistra

invece,

riconosciuto

il

una coppa,. nelessa

fratello, fugg con lui, portando l'immagine della dea dopo aver fatto credere a Tonte [il re della Tauride, il quale aveva ordinato che

la

quale

abbeverava

un

serpente.

Sidone, nel tempio di Esculpio, vi era una statua di Igiea, coperta da

IGN

214
sa

un

velo, alla quale le donne Sicionie offrivano le loro

allev

il

fratello

Polye

dro, che

le era stato affi-

chiome.

dato
era,

come

suo

figlio,

Ignomnia [ignominia]
presso
i

fece passare per Polydoro


il

Eomani,
dell'onore

la dimi[existi-

.suo vero figlio Deflo.


i

nuzione
matio], la

Quando

quale aveva luogo quando il censore, con


l'esclusione

Greci, per struggere la schiatta

di-

di

dalla

trib

dalle centurie dei cavalieri

Priamo, persuasero Polymstore a uccidere Polydoro, promettendogli la ma-

dal

un

senato, dichiarava cittadino indegno del

no

grado
ila

che

aveva

tenuto

di, Elettra e una grande quantit di oro, egli uccise, a sua insaputa, il profiglio.

fino allora.

prio

Dopo, per
j

isti-

[Hyla] figlio di Tiodamente, re di Misia, fu compagno di Ercole, insieme


col quale and,

neUa spe-

dizione degli Argonuti, in Clchide. Quando giunsero


sulle spiagge

Polydoro che aveva saputa la cosa, fu accecato e ucciso da Ilione. Ilsso [lUssus] fiume dell'Atche scaturisce dal tica, monte Imtto, scorre a sudgazione
est di Atene, e si versa nel
gohtO: di

di

deUa Trade,

mandato col suo compagno a terra, per cercarvi acqua. Ma, entrato in una selva [uXv) = selva],
Ila

fu

Egina. Pi che un

fiume,
le cui

esso

un

torrente

acque erano ritenute


che,
bella
sulle

sacre.

fu divorato da qualche bestia anneg in qualche


torrente.
lio

Si

diceva

sue

rive,

Brea avesse rapita


figlia
di

[Ilum]

era

Troia,

la

Orinzia, la Eretto.

ch
Ilo

quale chiama vasi IHo, persi diceva fondata da


II,

Iliia
Oltre
si

[Ilithyia,
la

ElXdQuia,
parti.

IX, 283]

dea dei
e

pronipote di Bar-

Hra

Artemide,
parti,
al-

dano, padre di LaomednTroia]. Ilone [Iline] era figlia del re Priamo, di Troia, e mo[V.
glie di
te.

che presiedevano ai
tre
Ilizie,
figlie

nominavano parecchie
di
di

Giove

Polymstore, re di
es-

non
il

Hera. L'etimologia abbastanza sicura:


avvicinarsi
al

Tracia.

nome pu

Secondo una tradizione,

verbo slXw

stringo, in-

215
calzo, accennaiido al parto,
alla radice XuG,
'pypyLcci

ILO

Ilti [Hilotae, eiKcxsc,, siKSTKi schiavi, dalla ra-

=
cio

vengo, indicando l'ufBdella dea che viene a


il

dice

ek-cdpi(

erano

quella

prendo], parte della

favorire
lio

parto.

di

[HyHus, IX, 279] fgUo Ercole e di Deianra,

popolazione originaria di Sparta che, dopo l'invasione dei Dori nel Pelo-

spos Ile, clxe era stata rapita da Ercole. [V. ivi}.


ilo

ponneso essendo stata assoggettata, perde la propriet

Tro e di padre di LaoCallirlie, mednte. Essendo rimasto


[Ilus] figlio di

fondiaria

la

li-

bert personale. Essi erano quindi schiavi deUo Stato


e

vincitore
nella

in

un certame,
quel
re
gli

non avevano
in

altro van-

Frigia,

diede 50 giovani e 50 fan-

come premio e, secondo un oracolo, una vacca dalla pelle screziata, con l'ordine di fondare una citt, dove questa si posasse. Fermatasi la vacca su
ciulle

con taggio, schiavi comperati [Sougli Xoi]j se non quello di non


confronto

poter essere uccisi dal padrone, n venduti fuori


paese.

Lo Stato

li

concedeva

alle

un coUe
vi

singole famighe, perch se ne servissero. Coltivavano


i

della

Frigia, egli

fond Ilio e, avendo pregato Giove di mandargli


il giorno trov innanzi alseguente, la tenda il Palldio. [Vedi

campi nei quali abita-

vano, ed erano obbMgati a dare ai padroni una parte


dei
pi*odotti,

qualche

segno,

stabinta

dalle leggi [olio, vino, orzo]; il resto andava a loro

Palladio}.

Ilnome

[Hylonme, XII, beUa fanciuUa, 404-428]

vantaggio. In tempo di guerra, erano obbligati aUe armi, nel corpo degli ar-

preferita in

amore

dal gio-

mati
navi,

alla
essi

leggera;

nelle
la

vine centauro Cllaro. Quando questi cadde trafitto da

formavano
battaglia
circa

ciurma.

un dardo,
tra
i

nella lotta sorta

Prima

della

di

nelle

Centauri e i Lpiti, nozze di Pirito e


ella
si

Luttra,

gli Iloti

erano in
224.000.
predi-

numero

di

Ippodama,
col

uccise

causa

dei

servigi

medesimo

ferro.

stati,

potevano essere

IME
chiarati liberi dallo

216
Stato,
larsi]

ma non
tal

dai
si

privati.

In

perch la sposa, nella cerimonia delle nozze, an-

caso,

cMamavano

dava velata.

Neodamdi
nuovi
vo,
^y\\xoc,

[vscoSafxSs!,?

=
i

cittadini: vioc,

Imeno [hymenaeus]

era

il

nuo-

popolo]: gode-

vano
diritti

la libert,
politici

ma non
degli

altri

cittadini, e

formavano un

corpo separato nello Stato.

Imne [Hymen, Hymenaeus,


Tfi,7)v,

I,

480]

fgHo

di

canto nuziale che si cantava da un coro di giovani e di giovanette, mentre la sposa si conduceva in casa dello sposo, a differenza dell'epitalmio che si cantava, anche in coro, innanzi alla camera nuziale.

Apollo e di

una Musa
[il

[Cal-

lope, Urania, o Tersicore],

L'imeneo

era

detto

cos,

fratello di Orfeo

rappre-

sentante
col

delle

suo

canto

Muse cbe moveva i


rendeva

perch in esso si invocava Imne, il dio che presie-

deva

alle nozze.

sassi e gli alberi e

imero
di

[Imrus]

era

figlio

mansuete le fiere] e di llemo [l'inventore del canto lugubre]. Secondo una


tradizione.
ciulle,

Lacedmone
Taigte.

e della nin-

fa

Secondo

una
di

leggenda, per lo sdegno

Imene

liber

dalla schiavit alcune fan-

Venere, egli viol involontariamente la sorella Cleodce;

cbe erano state ra-

ma, accortosi
si

del

fat-

pite dai pirati; perci era il dio degli sponsali, invola

to

orribile,

butt

nel

cato nel canto nuziale, e cerimonia delle nozze

fiume che, da lui, prese il nome di Imero. Pi tardi, il fiume si chiam Eurta.
[V. Eurota'].

da lui, il nome di Imeno. Fu amato da da Esper e da Apollo,


prese,

Imtto [Hymettus, VII, 702] monte presso Atene, rinomato, anche ora, per il timo profumatissimo, per
il

Tamiri.

Era giovinetto
si

bellissimo, e

rappresentava coronato fiori e di maggiorana, avente una fiaccola nella


di

miele eccellente delle sue


qualit
del

e per la suo marmo.

api

destra
velo,

e,

simbolo

nella sinistra, un delle nozze

Imperatore
magistrato

{yi'i'gtiae

da nubere

[impertor] a cui, per

il

la

ve-

lex curiata de imperio, ve-

217
niva
cio
affidato
il

IMP
si

Vimperium,
dell'eser-

tutte quelle che

porta-

comando
il

vano

al mercato.

cito in guerra:

era soprasuil

La

riscossione

di

queste

tutto

comandante
durante

imposte era data in appalto


a esattori, i quali pagavano una determinata somma allo Stato.

premo,
della

tempo

spedizione.

Giulio

Cesare ottenne dal


il

senato
tor in

titolo

di imperaalto,

Imposte eventuali
xaTapx-y](jiaTa]

[Tcpoa-

un grado pi

che consiste-

cio a vita, col diritto di poterlo trasmettere in eredit ai suoi discendenti.


stesso

vano
cessi

nelle

spese dei pro-

e nelle

multe giudiStato riscuo-

Lo
a

ziarie

che

lo

avvenne sotto Aus


elle,

teva

direttamente.
[Lcr9op]

gusto,

poco

Tassa di guerra
imposta
rante
in
il

parola imperator poco, equivalse a prinoeps. Sotto l'impero di Tiberio,


Bleso fu l'ultimo clie cMuse la schiera degli imperatores, nel senso di supre-

la

capitale dutempo di guerra,


sul

proporzione agli averi di ciascuno, secondo l'istituzione di Solone. I cittadini, rispetto a questa
tassa, furono distribuiti in

mi comandanti
eeps, poicli
i

dell'eserci-

determiuati
(jLopiat],

to. D'allora in poi, il prin-

gruppi [au[i.secondo le sostan-

ducevano
i

la

generali conguerra sotto

ze.

Questa tassa era prima

riscossa direttamente dallo

suoi auspicii, tenne per il titolo di imperator.


i

Imposte. - Presso
]S"eIl'Attica e,

Stato, ma dopo, i 300 cittadini pi ricchi, che appar-

Greci,

in particolaad Atene, vi erano: re, Imposte stbili [xara^oXat] come gli affitti dei beni della BepubbUca, i dazi

tenevano alla prima simmora, erano obbligati a pagare anticipatamente la tassa intera aUo Stato, ed ave-

vano l'incarico di raccogliere le somme dalle simmore inferiori.

doganali del due per cento su tutte le merci d'im-

Gli stratghi stabilivano la

portazione o di esportazione cbe passavano per il


Pireo, la

somma

che doveva pagare

ogni simmoria.
liiturge [XetToupytat,] prestazioni personali, che lo

tassa

sul.

valore

delle merci vendute e su

IMP
Stato
dini

218

imponeva

ai

citta-

ria
tali

e la

tassa

su
i

capi-

pi riccM, e consistevano nel sostenere le


spese di certe solennit religiose o di altri allesti-

costituivano

tributa; le
in-

altre

imposte dirette e

formavano i vectigaUa. Fra i vectigala, le


dirette

menti necessari
pubblica
blico].
[leirc,

alla

vita

pub-

Le

liturgie pi no-

tevoli
delle

erano:

l'armamento

imposte dirette consistevano: in un decimo dei prodotti, che le province dovevano pagare in natura
all'erario,
fssa

[tplt) papaia], l'allestimento, del coro nel-

trirmi

in

una somma
conel-

che pagava ogni


delle

le

rappresentazioni
[xopvjyta], la

sceni-

mune
l'affitto

province,

cbe
si

preparazione deg spettacoli, che


offrivano nelle feste pubbliche e specialmente della corsa delle fiaccole [XajxTuaSyj^opia

o Xa^7raSy]Spo^ta],

per condurre alla il bestiame nei papastura scoli appartenenti aUo Stato, nel canone per la raccolta deUa pece nei boschi dello Stato, nel censo per
esercitare le peschiere pubbliche, per lavorare le miniere e le saline dello Stato.

Pappar eccMo del pubblico banchetto, dato a tutti i membri di una trib [artaaic,}, da un cittadino scelto
fra essa.
Il cittadino

Le imposte
il

indirette invece

che

si

riteneva

erano: cinque per cento sul valore degli schiavi che

illegalmente costretto a
prestazione, tro era pi ricco di

una
al-

perch un
lui,

po-

volevano liberare, i pedaggi sulle strade e sui ponti, i diritti di dogana


si

teva

obbligarlo

ad

accet-

tare la liturgia in sua vece e, se quegli rifiutava, ave-

nei porti, le tasse doganali ai confini delle province, la


tassa
ereditaria,

quea

di

va

il

diritto

di offrirgli la
[vTi-

vendita,
stria.

quella

sull'indu-

permuta
Socri.*;].

degli averi

DaUe

liturgie erano

esenti soltanto gli arconti, le donne fino al loro ma-

La Ha
a

riscossione

dei vectiga-

era

data
lo

in

appalto
publi-

grossi capitalisti,

trimonio e

minorenni.

cdni,

per

pi apparte-

Presso
Presso

Romani. Eomani

\tributa,

nenti all'ordine equestre, i quali, riuniti in societ, pa-

vectigala], la

tassa fondia-

gavano aUo Stato una som-

219

IND

ma

fssa,

ed esigevano

le

imposte. I tribnti invece erano


scossi

ri-

appositi impiegati, susceptres e exactres. Ma, con lo sviliippo del

da

nce pCynx, "luy^] chiamavano i Greci l'uccelletto che noi chiamiamo torcicollo . Esso fa il nido neUe cavit degli alberi e ha movimenti rapidissimi della

dominio

dite indirette

romano, le renaumentarono
'

testa

del

collo,

nel

a tal punto
av.
Cristo,
i

clie,

nel 167
il

fu
la

abolito

quale gli antichi videro una forza magica, atta a destare l'amore. Le donne

tributum e
stituirono

vectigaa

co-

costumavano andare a caccia di questo uccelletto: lo appiccavano, con fili di la-

rendita

pi

importante.

Inchide

[Inach.des, I, 753]

na

purpurei,' a

una ruota

pafo,

discendente

da

naco; egli figlio di Io, la quale figlia di Inaco..


[V.
,

fornita di quattro raggi e, mettendo questa in movi-

mento, traevano l'incanto


dai movimenti dell'uccello
e della ruota stessa. Nella mitologia, Ince si riteneva figlia di Pane e di Pitho o co. Con incan-

Epafol.
[Incliis,

Inchide

Iside, la cui fu identificata o, figlia di naco. [V. iw].

IX, 687] dea egiziana, con

inac [Incbus]
nasce presso
i

il

fiume pi

tesimi

essa

cerc

di

at-

importante dell'Arglide:
confini fra
ri-

trarre a

s
la

Giove, perci

Giunone
cello che,

mut
lei, si

nell'uc-

rArgKde ceve come


fiso e il

l'Arcdia, aJGauente il Oesi

da

chiam

ince

Obradro, e

ver-

Una

leggenda narrava che

sa nel golfo Arglco. Come dio fiuviale, figlio


di
il

Oceano e
diluvio
al
gli

di Teti: di

dopo
dai

Deucaline,
Argivi,

Giasone, ammaestrato in questo da Afrodite, fosse stato il priino a legare il torcicollo a una ruota con

condusse

quattro
girare,

piano, che egli rese abitabile traendo nel


fiume, cbe ebbe
lui, le
il

monti

raggi, e a farlo con parole magiche,

per

destare

l'amore

di

nome da

Medea.
Indigeti di [dii indigtes] erano, a Eoma, gli di patrii

acque cbe avevano invaso anche quel territorio.

Fu padre

di Io.

e locali,

cio gli eroi

INF
assunti fra

220
l'inganno e la violazione di alcune obbligazioni, che si ritenevano sacre, portava-

gli di, come Enea e Emolo. Infmia [infamia] era, presso i Eomani, una diminu-

zione

di

diritto,

inflitta,

no l'infamia. ino [Ino, III, 313],

figlia di

con editto del pretore, in conseguenza di azioni disonoranti o di mestieri per


s

Chi

vergognosi. era colpito

dall'infa-

mia [infamus] non poteva


presentarsi in giudizio, subiva certe limitazioni, e perdeva il ius suffraga et

moglie di Atamnte, il quale aveva prima sposata Nefle. Da Isfefele erano nati: JPrisso ed Elle; da Ino, Lerco e Melicrte. Poich Ino insidia-

Cadmo

va

alla

vita

dei
li

figli

di

honorum. L'infamia si infliggeva alle donne maritate o fidanzate


le quali concliiudevano, ri-

Kefele, questa rap di un ariete dal vello d'oro, per portarli in Clchide, regione a oriente del mar
.

su

Nero.
re

Durante

la

traver-

sata, -EUe precipit nel ma-

spettivamente, altre nozze o altri sponsali; alle vedove che si rimaritavano pri-

ma
no

che fosse passato l'annuovi mariti; a coloro che menadi lutto, e ai loro

[Ellesponto J, e Erisso, giunto a a, nella Clchide, fu benignamente accolto dal re Ete, e ne ebbe in mogMe, l figlia
Calciope.

Egli

allora

sa-

vano vita dissipata e

dis-

crific l'ariete

a Giove
il

E-

soluta; a quelli che si presentavano come attori sulla scena, o scendevano nell'arena a combattere con

xio,

e ne appese

vello

nel bosco di res, ove era custodito da un drago che

vegliava
tato
[V.

sempre.

Questo

a tutti coloro ch'erano stati condannati per


le fiere;

vello fu poi preso e ripor-

a llco
512-562].

da Giasone. Pi
tardi,

delitti o colpe.

Argonauti].

Al tempo condanna
l'infamia,

di Cicerone, ogni

[IV,

penale

portava

ma prima ci avveniva per alcuni reati speciali, contemplati dalla


legge.

poich Ino aveva allevato Dioniso, nato da Giove e

da Semole,

sorella

di

lei,

Hra
te, il

rese furioso

Atamn-

Anche

la

rapina,

il

furto.

uno

dei

quale uccise Learco, due figli, che ave-

221
va avuti da Ino. Ino fugg
rico di convocare
elettorali.
i

INV
comizi

cou

l'altro

[Melicrte], insi

sieme col quale

gett nel

Ancbe durante
blica

la

Eepub-

mare Ionio, ed entrambi,


per opera di Venere, furono trasformati in divinit marine:

me

di

Ino sotto il noLeuctea la dea lu-

erano interregi, nel caso cbe i consoli fossero morti o avessero abdicato. Allora il senato novi

minava un

cente [Xsuxt; Melicrte sotto

quello

lucente], di

interrege per 5 giorni, affiLncb tenesse i comizi elettorali. Se questo

Paiamone. Per i Eomani, Leuctea la Mater aiuta, dea del mattino e dei parti, protettrice dei marinai, Palemone Portunus. Alla Mater Matuta si celebravale Feste Matrala [11 giugno]; a Portunus le PortunaUa [17 agosto].

termine non bastava, l'interrege cbe usciva di


carica
si

nominava un
degli

suc-

cessore, e cosi di seguito.


Il

numero

interregi

giunse fino a 14, prima cbe fosse compiuta l'elezione dei nuovi consoli.

Durante

l'impero,

questa

Le amiclie
lei si

di Ino che, per dolore del caso funesto di

precuotevano il petto, imprecavano a Hera, furono mutate, alcune in care


ri,

magistratura, naturalmente, non fu pi possibile. Invdia [Invidia, II, 760805] una donna cbe abita
in
di

una caverna, nel fondo una valle, ove non giun-

altre in uccelli
.

marini:

Ismnidi
al

Interrge

Eoma,
morte
l'ufficio

[interrex] era a tempo dei re, il

ge n raggio di sole, n aura di vento. Ha il viso bruttato di livida tabe, il


il

magistrato
del

che,
re,

dopo

la

corpo magro, la lingua nera e velenosa, il petto pieno di fiele, gli occbi
torvi, si ciba

sosteneva
jB.no

di rex

all'ele-

non

zione del
st'ufficio

nuovo
era
clie
si

re.

Quedai

di vipere, e ride mai, se non alla vista dei mali cbe essa

tenuto

senatori,

succede-

vano

secondo

un

ordine

procura alla gente. Passando, avvolta in atra nube, con in mano il bastone,
irto

col sorteggio. All'interrege spettava l'incastabilito

suo

di aclei, infetta col alito case e citt; e

io

222
quando tocca il petto di alcuno, con la gelida mano
ferruginosa,
lezza;

e l'infelice,

non

p-

infonde
e
tossico

fiele

tendo rivelare l'esser suo e le sue sventure, scrisse


col

neUe

ossa,

nei

piede nel

terreno.

H
la-

polmoni, e con immagini violente, ne turba e ne


scompiglia l'animo. io [Io, I, 585-747] figlia di Inaco, sacerdotessa di Giu-

padre proruppe in alti menti, dolendosi che la


tura
divina -non
gli

na-

per-

nne, ad Argo. Giove la vide e, invaghitosene, l'avvolse


in

mettesse di finire con la morte il suo strazio. Giove intanto, mosso a compassione dell'infelice Io, ordin a Mercrio che uccidesse Argo. Il dio scese in terra e, in sembianza

una nube, e

la

spos
none,
rarsi

segretamente.
la

Giu-

avendo visto oscuterra,

sotto

una

densa caligine, cbe non vaporava n dai fiumi n


dagli umori del suolo, mossa da, sospetti di gelosia verso Giove, dopo averlo

Argo,
col

di pastore, avvicinatosi ad lo allett a tal punto

suono deUa siringa [zampogna], che quegli fu preso da dolce sopore: alcuni dei eento occhi erano
gi
chiusi al sonno, ma molti vigilavano ancora. Al-

ricercato invano per tutto


il

cielo,

comand aUe nubi


Sdegnata

cbe

si ritirassero.

lora Mercurio,

contro Io, la mut in giovenca [secondo Ovidio, invece,


tosi

pregato da racconta l'origine Argo, gli dell'armonica siringa [v. Siringa];

Giove
dell'ira

stesso,

accor-

ma non

aveva
il

andire

Giunone, contro Io, la mut in giovenca, per allontanare ogni sospetto] e, cMstala in dono a Giove, l'afi&d, per
la

di

cora compiuto

suo

che, veduto Argo immerso profondamente nel sonno con tutti i cento occhi, ne

tronc

il

capo e

lo

butt

custodia, cento occhi


scolo.

ad Argo dai
[I,

610-611],

gi per la rupe, che ne rimase tutta sprizzata di sangue. Irritata Giunone, dest nel cuore dell'infehce
fanciulla
e,

che la conduceva al paErrando, venne un giorno


alla riva dell'naco:

dre
e

le

ninfe la

pavidero
bel-

il

un pungolo acuto spaventandola con l'adi

spetto
bile, la

una

furia

terri-

ne ammirarono

la

sospinse a correre

223

lON

tremebonda, per tutta la terra. Dopo aver lunga-

llco [lolcus] citt della Ma-

mente

errato,

Io,

giunta
l!5rilo,

gnsia Tessalica, Giasone salp con


gonuti,
del vello
de.

donde
gli

Ar-

alla riva del

fiume

si

per

la

conquista

sdrai per riposarsi e, con gemiti e muggiti, implor

d'oro, in Olcbi-

[V. ixiasone].
[Ile,
'IXy)]

da Giove la fine di tanti mali. Se ne commosse alil dio, e preg Giunone por fine alla sua ira, giurando per lo Stige, cli'ella non avrebbe avuto pi

Ile

figKa
Ecalia,

di

lurito,

re

di

in

fine

Tessaglia, fu rapita

da Er-

di

cole, e presa in moglie dal fgfio di lui HyUo. [V. Ercole].

disgusto, per opera di quell'infelice.

Ine [lon] era


lo

figlio di

Apol-

Giunone

allora,

placata per

questo giura-

Crusa, figlia di re di Atene. ApolEretto,


e

di

sembianze di donna. Io poi fu identificata con la dea egiziana Iside, perch ancbe lei era rappresentata con corno di vacca. lobate pCobtes]. V. Gibate. lodazna [lodamia] sacerdo-

mento,

le restitu le

lo, fatto

trafugare n bambino appena nato, lo fece portare al tempio di Diana, dove fu allevato dalla sacerdotessa, sconosciuto a

tessa

di Minerva,

di notte nel

penetr tempio della

ancbe aUa madre. tutti, Eatto adulto, merit tanta stima da parte dei cittadini di Delfo, cbe questi lo
eressero depositario dei tesori del tempio.

dea, la quale, per punirla, le rivolse contro la testa


di

Medusa

e la pietrific.

to, questi,

Quando Oreusa spos Xpoicb non avefigliuoli,


si

lolo

[IX, 397-401, lolus] figlio di ficle [il gemello

va

rec a condi Delfo.


il

sultare l'oracolo

di rcole], compagno dell'auriga di Ercole. Egli aiu-

L'oracolo rispose cbe

pri-

t Ercole nella lotta contro

l'Hydra
vecchio,

di

Lerna
la

e,

gi

riebbe

giovi-

nezza, per dono di Hbe, cbe ne era stata pregata da


Ercole, divenuto, nell'Olim-

che egn avrebbe incontrato, uscendo dal tempio, era suo figliuolo. liTell'uscire dal tempio, incontr Ine [wv andante], il

mo

giovine ministro di Apollo, e lo ritenne suo figlio, cre-

po, suo sposo.

dendo che

gli

fosse

nato

IPE

224

da qualche sua avventura amorosa. Ione fu poi il capostipite


della stirpe degli Elini che, da lui, si dissero Ioni.

Ipermnestra [Hypermnestra] la sola fra le cinquanta

Danidi

[v.

Danaidi] che

non
do
cio

volle seguire il comandel padre, di uccidere


il

Iperbrei [Hyperbori] popolo favoloso, in regioni settentrionali, al


di l di
ette

suo

sposo
nella

Linco.

abitava

Essa

invece,

prima

Brea

tre, ^opsocf;

[uTcp

ol-

notte delle nozze, lo consigli a salvarsi con lei,

settentrione]
li

dove il vento non


la

colpiva. Si crede die abitassero nel-

con una pronta fuga. Danae, che voleva distruggere la stirpe di suo fratello Egitto, fece trascinare Ipermnestra in carcere;

Scandinavia o in Germania; secondo Eratstene, erano i popoli pi settentrionali

ma

il

popolo prese

le difese

di

tutti

gli

altri.

Erano
ove
il

felici

nel loro paese,

della fanciulla, e costrinse il padre a restituirla aUo

sole sorgeva una sola volta ed una sola volta tra-

sposo.

pnos
nel

[uTtvo*;] il

dio del son-

matumontava, ravano in brevissimo teme


i

frutti

no, fgHo della Kotte, nato

medesimo

parto

con

po.
di

isTon

conoscevano
il

liti,

ed erano consacrati al culto

Thnatos, dio della morte. Abita nel mondo sotterraneo, apporta il dolce riposo e fa dimenticare i dolori
e le fatiche.
tere
di.

ApoUo,

quale

si

diceva

che volentieri si trattenesse con loro. Vivevano miUenarii, e chi si sentiva stanco della vita, l'abbreviava

Ha

il

suo po-

uomini e sugh Cedendo aUe preghiere


sugli

con voti solenni, precipitandosi da una rupe nel mare.

Iperine [Hyperon, IX, 192]


colui che percorre
[uTcsp

= percorrente] figlio
no e
Hlios
[la

sopra,

Itv

Vallo da sl^xt, di UraSelne


[l'au-

di Hra, quando questa voleva far perire Ercole, che ritornava da Troia, addorment Zeus in un sonno profondo. E un'altra

volta, anche per preghiera di Hra, che gli promise

di Gea, fu
[il

padre di
di

in moglie la bella Pasitha,


fece

sole],

addormentare

Zeus,

luna]

di

os

rora].

perch i Greci mettessero in fuga i Troiani.

225

lezza

rpp

come Thnatos, fu rappresentato come un fanciullo dormiente, o come un genio avente la fiaccola
Ipnos,
rivolta
all'ingi.

era famoso per la sua bele per le riccliezze.

Aspir alla

mano

di

Aga-

Suoi

at-

risthe, figlia di distene, di Sicine; ma per la sua dis-

tributi erano: la verga ch,e addormenta, il papavero e

solutezza, perdette il fa; vore del padre della fanciulla.

un corno pieno di succM elle hanno la virt di assopire.

Ippoconte

['luTToxtv]

di di

Sparta, era fratellastro

Secondo Ovidio [Met, XI, 592...] egli abita nel paese dei Oimmrii, in una grotta buia e profonda, circondata dal Silenzio e dalla scMera dei Sogni.
Ipprcii [iTTTrapxoO erano
i

Tyndreo e di
egli cacci via,

Icrio,

cbe

per impa-

dronirsi della signoria.

Ma

Ercole ricondusse in patria Tyndreo e uccise Ippoconte coi suoi numerosi


figli.

due comandanti
venivano
Alla
eletti

della
i

ca-

Icario,

rimasto

nell'Arca-

valleria, in Atene,

quali
staeletti
'

nnia, da Polycste o dalla

ogni anno.

loro

dipendenza
filarelli,

vano

dieci

anch'essi.

Era necessario cbe si nominassero due ipparcM, percli

in battaglia la caval-

niade Peribe, ebbe, fra gli altri figli. Penlope, cbe fu poi moglie di Ulisse. Ipperate [Hippocrtes] celebre medico greco, nato a Co, verso il 460 av. Cristo. Discendeva dalla fa-

leria era collocata alle


ali.

due

miglia
fu
il

degli

Asclepiadi

primo a dare una base

Ippa

flTCTTsia] era figlia del

scientifica

centauro Chirne. TJn giorno, mentre cacciava sul monte Plio, le fu usata
violenza
e,

I alla poesia. suoi scritti furono commentati

da Greci, da Eomani da Arabi. Mor veccMo,


Larissa
di
Tessaglia,

temendo

lo sde-

gno del padre, ricorse agli di, i quali la mutarono in cavalla [vj 'tztzoq la

quivi gli

fu eretto

un mo-

numento.

Ippocrne [Hippocrne, V,
256-259] la fonte cavallina
['ktzoc,

cavalla].

Ippoclde
niese,
la

['IttttoxXsiSt]?] atedi Tisndro, figlio


e leggende.

cavallo,

jtpvjVT)

fonte] era la fonte ani-

Stano, Dizionario di miti

IPP

dal

226
ch'egli uccidesse coloro che rimanessero vinti. Cosi vin-

matrice delle Muse, scaturita

monte

Elicna,

quando, sollevandosi sempre pi il monte, attratto dalla melodia del canto


delle

se e uccise tredici principi

Muse,
[v.

il

cavallo P-

che voUero provarsi a questa gara di corsa; ma, presentandosi alla prova Plope,
questi, coi

gaso

ivi]

l'elevazione

ne arrest con un forte

suoi

ca-

valli divini, vinse

Enomo

colpo di zampa, sotto cui sgorg la fonte meravigliosa.

nella corsa, e spos la bella

Ippodama.
[l7rTC8po[i,0(;]
il

Ippdromo
o

Ippodama [Hippodamia
la domatrice di cavalli
Tioq

luogo destinato per la corsa


coi cavalli e coi carri
7ro<;

Hippodme, XII, 210-235]

\hz-

domo],

cavallo, Sa(i.^(o figlia del Lpita

A-

cavallo, Sp^jio? = corsa]. Era di forma allungata e conteneva due mete:


l'una, altare
della

\1-k-

trce, and sposa a Pirtoo. Durante la cerimonia


delle nozze,

forma
era

di

un

ebbe luogo
i

la

famosa
e
i

lotta fra

Lpiti

detta rotondo, Tarssippo [xa.px^nz'Koc, = lo spavento dei cavaUi; tapnaGi

Centauri.

[V. Piritoo'].

Un'altra Ippodama fu figlia di Enomo, re di Pisa,


nell'lide.
Il

padre, invastraordinaria
figlia

ghitosi bellezza

della
della

o,

se-

perch i capassandovi presso, valli, correndo, erano presi da terrore, s che spesso si rovesciavano i carri e ricavallo],

spavento,

in-Koq

condo un'altra tradizione, per evitare che si avverasdetto dell'oracolo, ch,e cio egli sarebbe stato uccise
il

manevano
ghi;
l'altra

feriti

gli

auiico-

meta, una

lonna, sormontata dalla sta-

tua di Ippodama,

nell'at-

so dal genero, ricorse a una crudele astuzia, per sottrar-

to di cingere della benda il vincitore Plope, segnava


il

re la figlia alle nozze.

Egli possedeva

cavalli pi
e,

vittoria.

punto di arrivo per la famoso l'ippdi Olimpia.


['l7r7i;oSp(xoc]

per lei, la propose in premio a chi fosse riuscito a vincere lui nella eorsa, a condizione
sposo

veloci del paese di cercare uno

fingendo

dromo
il

Ippodromo
ciliano,

era
si-

corridore:

cavaliere
alla

armato

leg-

giera.

227
Ippolita [Hippolyta] era regina delle Amzzoni. Quando Euristo impose a Ercole elle gli portasse il cinto di lei, l'eroe la trov sulle

IPS

Ippolito fu ricMamato in vita da Asclepiade, figlio


di Apollo; e Artemide, per
sottrarlo a

nuovo odio,

lo

rive

del

Termo donte,
di
lei,

uc-

cise i fratelli

Mge

donte
le

.Amico,

sconfsse

trasform nel volto e lo nascose nel bosco di Egria, presso Aricia, dove fu onorato come IsTuma minore,

Amazzoni a Temiscira,

sotto
.

il

nome

di

condusse via la loro regina


Ippolita, che sa a Teseo.

Virbio

and poi spo-

Ippmene [Hippomnes, X,
560-704] il vincitore nella corsa a cavallo ['-ktzoc,

Ippolito [Hippolytus, XV, 497-546] quello dai cavalli


disciolti

cavallo, Xuco sciolgo], era figlio di Teseo e dell'Amzzone

[iTCTzoQ

cavallo,

[xsvco

persisto]

vinse Atalnta nella corsa, e la prese quindi per moglie.

[V. Atalnta'].

Antiope o Ippolita. Avendo egli rifiutato le incestuose proposte della sua

Ipptade [Hippotdes]

Eolo, re dei venti, figlio o nipote di Ippte. [V*. Eolo].

matrigna Edra, percli


consacrato
castit
al

Ippotonte [Hippoton]
glio di

fi-

culto

deUa

Poseidone e di Allo

in onore di Artemide, la matrigna Io calunni presso Teseo, di aver attentato al suo onore. Teseo lo maledisse e preg

pe.

La madre

espose

Kettuno

[suo

padre]

clie

lo punisse.

appena nato, ed egli fu nutrito da una giumenta, donde il suo nome [y; ltctto? = giovenca], e allevato ed educato da pastori. Cresciuto in et, ebbe da Teseo la
signoria
di Elusi,

mentre Ippolito guidava coccMo, lungo la riva del mare, sorse da


giorno,
il

Un

ove

da

IN"ettuno

fu

mu-

tato in

una

fonte.

esso

un

toro:

cavaUi

si

adombrarono e, rovesciato il coccMo contro uno scoglio, Ippolito mor. Dopo, per, fu riconosciuta la sua innocenza per rivelazione di

Ipspile [Hypsipyle] figlia del re Tonte e regina dell'isola

di

Lemno. Quando

approdarono col gli Argonuti, le donne di quell'isola avevano ucciso tutti


i

Artemide, e Fedra

si uccise.

mariti, per punirli della

IR!

228
lenni e in
riti segreti.
il

loro infedelt: solo Ipsipile

Suoi

salv

il

padre,

facendolo

attributi erano
il il

fuggire.

cornucopia,
loto,
sistro.

le

serpente, spighe

Essa spos Giasone, da cui ebbe due figli: Tonte ed Euno. ride [Iris, I, 271] fgUa di
,

la

luna, le corna,
figlia
di

il

Ismene

[Ismene]

Taumnte
la

di Elettra, personificazione deU'are


clie

Edipo e di Gicsta, sorella di Antigone [v. Edipo],


,

Ismno
la

cobaleno,
cielo
la

con

la

terra.

congiunge Essa

il

[Ismnus] fiume delBeozia presso Tebe. Si

messaggera degli di, dei

quali porta i messaggi agli uomini: fanciulla dalle ali

che, quando Caduccise il serpente che aveva divorati i compagni

diceva

mo

mandati da

lui

a cercarvi

dai piedi velocissimi, come il vento. Si vede rafigurata, in vasi


oro,

di

e in bassorilievi,
.

quale reca l'acqua aUe nubi. side [Isis] dea egiziana,

fanciulla alata, un vaso, nel

come una con in mano

fonte acqua, che quello custodiva, temendo che l'acqua della fonte fosse avvelenata,

presso

una

scorse
altra

il paese per trovarvi acqua. Avendo cacciato il pie destro nel fan-

moglie Osiride, che fu identificata, pi tardi, con la luna, annoverata anche fra le divinit dell' Averno, come Dmetra, Perdi
legislatrice

go, come n,e lo trasse, scatur una fonte che fu chia-

mata

Piede di

Cadmo

Un'altra
che, da

leggenda
figli

narra
il

quando Ismeno,
di

maggiore dei

Mohe

sfone, cate. e

Anche

lei

deUe nozze, conservatrice


e
i

protettrice fondatrice e
degli
Stati.

[vedi Niobe'], per liberarsi dolori prodotti dalle frecce di Apollo,

dagn atroci
.gett

si

in

questa fonte,
di
lui,
si

Essa introdusse la religione


misteri del suo culto,
dall'Egitto,
si
il

essa,

dal

nome

chiam Ismeno.

quale,

dif-

Ismnide

fuse nei paesi abitati dai Greci e penetr a Eoma, al

[Ismenis] vuol dire tebana, dal fiume Ismno, che scorre nella Beozia,

tempo
Il

di Siila.

presso Tebe.

suo culto consisteva in


processioni
so-

Issine

lustrazioni,

[I.xion] re dei Lpiti in Tessaglia, padre di Pi-

229
ritoo.

luv
cotte, furono date in pasto al padre. [V. Fiomela].

Quando il genero Deiono [padre di Dia, che


si

era

gli

sposata a Issine] ricMese i doni nuziali,

Itiillci
si

canti

[ItbyfaUca]

egli lo

butt in una fossa

cantavano nelle feste fUicbe, in onore di Bacco,


nelle

piena di fuoco. Giove, per


purgarlo dal delitto, lo invit alla tavola degli di;

quali

si

portava in
[t6?

giro

un segno osceno
diritto;

(paXX?],

come

ma
re

egli volle

tentare l'ono-

di

Hera; Giove allora

simbolo della forza rigenerativa della Katura.


itilo [Itylus] figlio di Edne, fu ucciso dalla propria ma-

foggi una nuvola, simile alle fattezze- di lei, e da

questa

nuvola [IsTefle] e da Issione, nacquero i Cen-

dre.

[V.

Edone],
ro-

lgero [iugrum] misura

tauri, detti perci nubgeni: generati da nube [nu-

genube, gigno nero]. Per la sua malvagit, Issione fu condannato a essere legato a una ruota infocata, che gira continuamente. Isfmici [GiuocM] giuocbi pubblici, presso i Greci, in onore di Poseidone. [Ved.

bes

di superfcie, un po' pi grande del pletro greco.

mana

Aveva 240
ghezza,

piedi

in

lun-

120 piedi in larghezza, e misurava quindi 2880 piedi quadrati. L'origine del nome da
nella

ricercarsi

gum

[giogo],

parola iuperch ansi-

ticamente forse iugero

Agonil. Itaca [Ethca]

gnific l'estensione di terreno che da un giogo di

isoletta

del

buoi poteva essere arato in

mare

Ionio,

vicina a
la

Ce-

un

giorno.

falnia, Ulisse.

patria di Oggi essa conserva lo stesso nome, ma abitata soltanto da pescatori.

fu

luventas.

La dea romana,

personificazione deUa eterna giovinezza, identificata

con la Ebe greca


essa
il

[v.

m]:

iti

VI, 437] fanciuUo nato da Tero e da Prcne, fu tagliato a pezzi dalla madre, e le sue membra.
[Itys,

rappresentava anche perpetuo vigoreggiare e


dello

rifiorire

aveva pochi

Stato, santuarii.

ma

LAB

230

liabirnto

[Labyrintus]

pa-

Il

rola d'origine egiziana, che

indicava
di

una

costruzione
la

censore Q. Fulvio Fiacport via parte della tettoia di marmo del temco
pio, per coprire il tempio della Fortuna, ch'egli fece

corridoi,

cosi intricata,

da non potersi trovare


via
di
uscita.

Famoso fu

edificare

Eoma. Ma

la

quello cretese, costruito da

dea

si

vendic,

facendolo

Ddalo, dove Minosse cMuse il Minotauro. [V. ivi}.

perire miseramente.

Una

leggenda
quel

narra

che,

Lacrna
ste
i

[lacerna] sopravvestoffa

presso

promontorio,
assassino,

di

spessa,

che
so-

un famoso

La-

Eomani indossavano

pra la toga. Era una specie di mantello aperto, pi


leggiero
d'estate,

cinio, che spargeva U terrore per le campagne di Cotrone, rub i buoi di

pi

pe-

sante
destra.

d'inverno,

fermato

Ercole, ma l'eroe l'uccise e, in memoria dell'avveni-

con una

fibula sulla spalla


era, per lo pi, stoffe preziose a

mento, fece costruire un tempio a Giunone la quale,

La lacerna
fatta
di

dal

nome

del brigante

ucciso, fu detta

Lacinia

vari colori, e venne di sotto Augusto.

moda

Laconisti [XaxtvtcTTat] no, in Atene e in altri


ti

era-

Sta-

Lacinio [Lacinium, XV, 13] il capo Lacinio, oggi delle Colonne o ISTao, sulla costa
Calabria, presso Ootrone. Ivi sorgeva il fadella

che, opponendosi all'effeminatezza e


alla

greci, coloro

corruzione dominante, cercavano di imitare i severi costumi spartani [Xayitvixc,

moso tempio
Lacinia
oggi
i

di

di cui

si

Giunne vedono

resti

dalle quali

il

deUe colonne, promontorio


di

spartano]. Essi vestivano con grande si lasciavano semplicit, crescere la barba a una

ha preso
delle

il

nome
.

Capo

straordinaria

Colonne

portavano

il

lunghezza, nocchiuto ba-

231
stone spartano,
si

LAI

esercita-

vano

con

passione

nella

ginnastica, e mostravano, in tutto il loro modo di vivere,


veri.

ammirata da ApUe e da Ipride. Avendo chiesto a Demostene il compenso di


10.000

dramme,

l'oratore

costumi aspri

se-

rispose che non comperava a cos caro prezzo un pen-

Spesso, in questo tenore di


vita,
essi

timento.
Si dice che alcune donne,

mostravano una

certa vanit e affettazione,


lo

invidiose della sua bellezza,


la

e si tiravano quindi addosso scherno e le risa altrui.

uccidessero

in

un
se-

tempio
saglia,

di Afrodite, in Tes-

Ladne pjadon]

drago elle faceva la guardia ai pomi aurei che, regalati da Ga a Hra, per le nozze,
il

era

dove

ella

aveva

guito

un

certo Ipploco o

Ippstrato. Un'altra Laide,

cortigiana

erano custoditi, nel lontano occidente, negli Orti


delle

Espridi.

anche famosa, nata a Corinto e venuta ad Atene durante la guerra del Pe[anteriormente loponneso quindi alla favorita di Alcibiade], fu la pi ammirata per bellezza, fra le donne del suo tempo. Era sommamente avida e
i

Laerte [Laertes] re di Itaca, figlio di Arcsio, era padre di Ulisse, elle ebbe dalla
moglie Anticla. Quando, durante l'assenza di Ulisse, i Proci infestarono la sua casa, aspirando aUa

mano
di lui,

di Penlope, moglie

capricciosa, ed ebbe, fra suoi ammiratori. Digene

Laerte

si

ritir in

e Aristppo.

campagna ove,
di rivedere

gi

veccMo
la

abbastanza, ebbe

gioia
cb'egli

Spesso per le due Lidi si trovano confuse l'una con


l'altra e,

Ulisse,

mentre

la favorita

credeva morto, quando questi, dopo la guerra di


Troia, ritorn in patria.

di Alcibiade fu uccisa nel

tempio di Afrodite, in Tessaglia, la Laide di Corinto


fu detta vOpoxpvo? omicida [vOpoTco?

Lide [Lais] famosa


lissima
cortigiana,

bel-

amata

= la = uo-

da Alcibiade. Figlia di Timndra, era nata a Hyc-

mo, 9vo(; Lo [Laius]


co,
il

uccisione].

figlio di

Lbdaegli

donde era venuta in Atene. Pu molto


cara, in SicUia,

fu re di Tebe. Perduto
padre,

quando

era

LAM
ancora
usurpato
Lieo.

232

una
festa annuale, cbe con-

bambino,
il

fu gli trono dallo zio


la

sisteva

in

una forma
o
la

di

morte Ma, dopo i Tebani dell'usurpatore, misero sul trono Laio. Questi

lapidazione.

liampadedrma
padefria
Aaji7raSY]9opLa delle fiaccole

Lamcorsa

[Aa[ji7raS7)Spofji,ia,

spos Giocsta, sorella di Creonte, dalla quale nacque Edipo.

[Xa^ATr?

fiaccola,

SpfjLo?

corsa]
citt

Lmia

[Lamia] figlia di ISTettuno, fu amata da Giove. Giunone, per vendicarsi, le procurava l'aborto, s cbe essa dava alla luce bambini morti. Per questo, divenne cosi impazzita, che divorava tutti i bambini cbe le capitavano tra le mani.
Un'altra Lamia, figliuola di Clenore ateniese, fu brava
suonatrice di flauto
e fa-

cbe

si

faceva in alcune

Grecia, specialmente in Atene, in quattro feste, dedicate agli di della luce

della

e del fuoco: nelle Promete, in onore di Promteo, nelle Panatbene, in onore di

Atbna, nelle Bendide, in onore di Artemide Bendde


[divinit della luna], e nelle

Efestie,

in

onore

di

Efesto.

mosa

meo

cortigiana di ToloI, re di Egitto. Presa

La

corsa

cominciava

dal-

l'altare di

prigioniera, nella battaglia


liorcte

navale, cbe Demetrio Pocombatt contro

Promteo, posto nell'Accadmia, e giungeva fino alla citt. La bravura


consisteva nel giungere pri-

Tolomeo, entr nella grazia del vincitore, e ne divenne la favorita.

mo
cola

alla

mta, con

la fiacvi

accesa.

Talvolta

era ancbe la consegna


fiaccole
[StSoCT!.?]:

delle

Una

terza

Lamia,
si

sorella
lei,

di Aussia,

rec con

punti
ridori,

fssi
i

da Creta ove erano nate, a Trezne, nel tempo in cui


questa citt era divisa in

a certi stavano dei corquali ricevevano le


accese,

fiaccole accese e, di corsa,

dovevano portarle
stazione

due

fazioni.

fino ai corridori posti nella

Einiaste

vittime

di

una

sedizione, colpi di pietra;

furono uccise a

ma

poi, ri-

La

questi corsa
ai

pi vicina, dove facevano lo stesso.


delle

fiaccole

si

conosciute
istituita,

innocenti, in loro memoria,

fu

faceva

dapprima a piedi;
tempi di Socrate,
si

ma,

233
tenne, per la prima volta,

LAO

a
di

cavallo.
figlia

I lanisti cominciarono ben presto a mantenere a loro


spese

I^ampza [Lampeta]

un gran numero

di

HHos e

di IsTera, era

gladiatori, che

di Fetsa, insieme con la quale custodiva le mandre immortali di suo


sorella

nolo,

quelli

o che volevano dare al

davano poi vendevano a

padre,
cria.

nell'isola

di Trinasignifica la

popolo uno spettacolo gladiatorio. Presso il lanista,


i

Lampezia

sfavillante
villo],
te

[X[XTC6)

gladiatori

dovevano

os-

sfa-

servare una dieta fssa \sa-

Fetusa,'Za splenden-

[(pa0(o

gna gladiatona'\ e mangia-

cpaivco,

splenraffi-

vano,
fatto

di

solito,

un

cibo

do]:

entrambe sono

di farina

d'orzo.

gurazioni della luce splendente del Sole.

Lantrna

le nostre, col

[laterna] simile almanico di lee

Un'altra

Lampezia,

figlia

gno o di metallo,

con

le

di Hlios e di Olimene, era una delle sorelle di Fetn-

pareti di corno sottile o di tela oleata o di vescica e, in un'et posteriore, anche di vetro, che adoperavano
cosi
ci,
i

te

che,

insieme con loro,


Fetonte,
il

fu trasformata in pioppo,

quando

avendo

Emani come
i

Gresi

rovesciato

carro del sole

presso

quali

essa

affidatogli dal
lo,

padre Apolfu fulminato da Giove e


nel

precipitato

Po

[Eri-

chiamava Xu^vo?. Dentro vi ardeva una lucerna a olio. Le lanterne si usavano anche
nell'esercito,

dano].

durante
si

Anche
tonte

tra le sorelle di Fesi

le

marce notturne.
[laternarii]

annovera una Fea Bo-

Ijanternrii

tsa, ch'era la maggiore.

chiamavano
terna
di

Lanista

[lanista] era,

gli schiavi che, di notte, portavano la lan-

ma,

colui al quale veniva-

dinanzi al padrone.

no affidati i gladiatori, perch li ammaestrasse e li esercitasse, con l'arte, a combattere con valore, con abilit, con destrezza e con

Laoconte

[Laocon] figlio Antenore e di Acte, sa-

cerdote di Apollo, a Troia. Quando i Greci lasciarono

a Troia
per

il

cavallo di legno,

mosse dignitose, in modo


da
destare

introdurlo

dentro
di
esso,

le

l'ammirazione

mura, Laoconte vibr una


lancia

del pubblico.

contro

LAO
cerc distogliere
tre
si
i

234
Troiani

uccisa da
il

un

certo Milne,

da tale proposito. Ma, mensacrificava

un

toro

della

quale poi, per vendetta dea, divenne pazzo


uccise da s, dilanianil

l'isola di

a iN'ettuno, apparvero, dalTnedo, due grossi serpenti, i quali, venuti a terra, soffocarono Laocoonte, coi suoi due figliuoli,

si

dosi

corpo.

Laodce [Laodice, AaoStxT)] era madre di Mobe. [Vedi


Nobe].

avvolgendoli fortemente nelle loro spire, e poi si


nella
la
cittadella,

Hiaomednte [Laomdon, IX,


200] re di Troia, figlio di ilo e di Euridice, fu padre di Priamo. Apollo gli pascol
i

rimpiattarono
sotto

statua

di

PUade.

buoi,

sul

monte Ida

e,

Laodama [Laodamia]

figlia

di Bellerofnte e di Ach-

insieme con Poseidone, aiut a edificare le mura


Troia.

lo

di

mone, fu amata da Giove, da cui ebbe Sarpedne, re


di Licia.

Ma

avendo Laome-

donte ricusata la mercede


promessa, Poseidone, mand un mostro marino, al quale dov esporre in pasto la figlia Esione, che fu
poi salvata da Ercole.

Secondo una

leg-

genda, fu uccisa dalle frecce di Diana per il suo orgoglio.

Un'altra Laodamia fu moglie di Protesila.

questi mor, sotto di Troia, essa ne fu cos

Quando le mura

Lapidazione
il

[lapidato] era lancio di pietre, con cui la plebaglia soleva maniil

profondamente addolorata,
che ottenne dalla piet degli di di

festare

suo

odio

di-

sprezzo, specialmente
sollevazioni.

nelle
tal-

rivedere

il

marito,

Accadde

per tre ore sole. Ma, passate le tre ore, piuttosto che separarsi da lui, volle
seguirlo neir Averne. Una terza Laodama fu prin-

volta che cittadini, odiati dalla folla, morissero lapidati.

cipessa
gli

di

Epiro.

Quando
rivolu-

nel teatro, sebbene di rado, poteva avvepi nire che un cattivo attore
fosse

Anche

Epirti, in zione, uccisero


della

una
i

scacciato

a colpi

di

principi
essa,

pietra.

famiglia reale,

ripar prima presso l'altare di Diana; ma quivi fu

Macrobio racconta [Saturn., VI, 6] che Vatnio, preso a colpi di pietra mentre dava uno spetta-

235
colo

LAB
la

gladiatorio,

dagli edili

ottenne che nessuno, du-

ria ,

distribuzione

del

rante uno
contro
Jjpiti

spettacolo, potesse lanciare se non frutta


gli

grano. Fin dal

tempo

antico,

lo

attori.
Aomidix.i,

Stato provvedeva al grano necessario per gli abitanti


di

[Lapthae,

Eoma,

ai quali lo faceva

XII, 261] popolo montanaro, che Yiveva nella Tessaglia, tra


sa:
il

l'Olimpo e l'Oscelebri

poi vendere a prezzo moderato. La vendita del grano, a prezzo inferiore al


costo e le distribuzioni del

per combattimento coi Censi

resero

tutto
la

gratuite

si

ebbero,

tauri,

nelle nozze

di Pir-

too.

[V. ivi].

Laquerii. V. Gladiatori. liqueo [laquus] era l'antica

per prima volta, con Caio Sempronio Gracco, la cui lex frumentara concesse a ogni padre di famiglia

pena

romana

dello

strangolamento, che non fu eseguita mai in pubblico,

cinque moggi di frual mese, al prezzo modestissimo di assi 6^/3,

mento

ma

solo nella prigione.

per ogni moggio.


Il

numero

delle

Sotto l'imperatore Tiberio, questa pena era ancora in


vigore;
disuso.

che

godevano

di

persone questo

ma,

al

tempo

di

Nerone, era gi caduta in

benefcio sal fino a 320.000, fu ridotto da Giulio Cesare a 150.000, e risali a

Lara [Lara] una niade, figlia del fiume Aimone, riferi a Giunone le relazioni
di Giove
ci

320.000 sotto Augusto. Ciascuno di costoro ricetessera, con la poteva prendere, da quale un determinato granaio

veva una

con lutrna: perGiove le fece mozzare


[largtio] era, in particolare, la largi-

la lingua.

Largizine

modo

zione di grano, denaro, olio e simili, che soleva farsi a

Eoma. Le largizioni pi
erano:
,

[horrum], la sua parte di frumento. II. Congiarium , la largizione molto ricca, in contrapposizione aUe largizioni regolari che, in alcune speciali circostanze, si faceva in denaro, grano, olio, vino,
carne, frutta, sale ecc., al

frequenti

I.

a Largtio

frumenta-

popolo.

lIe
JSTell'et

solito
il

236

Al loro culto si assisteva con senso religioso: in ogni


banchetto
di

i repubblicana, candidati o i magistrati fa-

cevano di
di
olio,

largizioni

veniva

offerta,

congiarum, infatti, deriva da congus, la l'oUo.

nome

in piccoli piatti, la porzione

ogni

vivanda
si

dovuta
ofrivano

misura comune

del-

loro;

spesso

sacrifci

giornalieri,

ma

in

dette Splendidi congirii Giulio Cesare e, ancor pi


splendidi, ne ft'r Augusto, il cui esempio fu imitato

ogni casa se ne offrivano


nelle

Calende, nelle
nel

!N"oue,

nelle Idi di ogni mese, nei


genetliaci,

dagli

imperatori
nel

seguenti.

cui
loro
la

un
la

figlio

giorno in consacrava

Di

solito, i congirii si di-

bulla

per

vestire

genetliaco dell'imperatore, nel suo ingTcsso al consolato e in


altre

stribuivano

toga virile, quando la sposa entrava la prima volta in casa, dopo il matrimonio. Allora
il

circostanze
in

solenni.

si

offriva

La
che

largizione
si

danaro,

faceva ai soldati, in

tali circostanze, si

chiama-

Larum, perch i Lari prendessero parte alla festa, e se ne adornavano


di
fiori

va donativum. Lari [Lares] erano, presso i Eomani, le anime divinizzate degli uomini buoni,
passate all'altra vita: quindi
gli

le

statuette.

Da

questi Lari, protettori della casa, Lares privati [vidles,

fermarmi,

militdres, ru-

rdles'] i
i

quali proteggevano
della

spiriti

benigni cbe
la
in-

membri

famigha,

proteggevano casa, sieme coi Penati. Degli uni e degli altri si tenevano insieme le immagini, nel

nei viaggi per terra e per mare, nella guerra e nella

campagna, si distinguevano i Lares publiei [praesttes,

Lararum,

una

specie

di

urbani,

Jiostiles],

quali

tabernacolo collocato presso il focolare domestico. I Lari erano schiettamente


legati alla casa,

proteggevano la citt e la difendevano dai nemici; i Gompitdles che si venera-

ove restavano anche quand'essa era abbandonata dalla famiglia,


che invece, veniva sempre

vano in
situate

altari

sui

e cappelle crocicchi delle an-

strade

[compita}.

Pra

Lares publici

si

accompagnata dai Penati.

noverano

Eomolo, Eemo,

237
Tito Tazio, Acca Larnzia.

LAT
di

dre

Lavinia,

la

quale
di

Ai Lares compitales si celebravano le feste Gompitala il 2 maggio; ad Acca


Larnzia si offriva, nelle difeste Larentala [23 cembre],
nebre.

and poi sposa a Enea. Litmo [Latmus] catena

montagne, nella Caria, celebre per il mito di Endimine. [V. Endimione].

un

sacrificio

fu-

Latomie
[xiai]

Larve [Larvae] erano, presso i Eomani, gli spiriti maligni dei morti, cbe erano
stati,

[lautumae, XaToerano, a Siracusa, le cave di pietra, adibite co-

me

prigioni [Xaa(;

Tfjio?

pietra,

taglio,

sezione,

vagi.
ai
i

in vita, uomini malEssi sono in preda

scavo].

tormenti, e tormentano vivi e i morti: sono per-

ci

Topposto dei Lari, cbe


gli spiriti
i

erano
coloro

benigni di
stati

Furono fatte costruire da Dionigi il Vecchio, ed avevano volte sonore cos congegnate, che ogni minimo rumore giungeva in un luogo di

quali erano
vita.

buoni

Le Larve s'immaginavano come spettri o come scheletri spain


ventevoli, e si credeva che eccitassero nei vivi la pazzia. Per tenerli lontani, oc-

nome
nigi,

conosciuto col oreccMo di Dioperch costruito in


esse,

di

forma
Col

di orecchio.
di

nome

latomie

si

indicava

correvano espiazioni e lustrazioni.

anche, a Eoma, un luogo, presso il Foro romano, dove era il Carcere


[Latona, VI, 160] Co e della titna fu amata da Giove, Febe, e odiata quindi da Giufiglia di

Mamertino.

Laticlvio [Latus clavus] era

Latna

una larga

di porintessuta nella tunipora, ca, che scendeva sul dastriscia

vanti,
cintola.

dal

collo

sino

alla

La
si

tunica

sulla
il lati-

quale era intessuto


clavio
latielava,
i

la quale la persesenza darle mai treguit, gua. Perci Latona fu co-

none,

chiamava tunica
e

stretta

ad andare raminga,
l'accolse
l'isola

l'indossavano

finch

di

Senatori romani.

Belo, nella quale, sul

monte
i

Latino [Latinus] figlio di Funo e della ninfa Marica,

Cynthus,

diede alla luce,

due

figli

fu re del Lazio e pa-

Ma,

Apollo e Diana. perseguitata ancora

LAT
dall'odio

238
di

Giunone,

ca-

pit in Licia ove, mentre si era avvicinata ad una

che il sangue latino, fuso con quello di alcuni forestieri, che sarebbero venuti
alle

fonte per dissetarsi, i coloni intorbidarono l'acqna e la


insultarono:
allora

spiagge
del

del

Tevere,
cielo
la

avrebbe elevato al
gloria
il

essa

li

popolo
il

latino,

mut
Pi

tutti in

rane.

[VI,

re,

contro

volere della

315-380].
tardi,

regina,

puB severamen-

glia

te l'arroganza di Mobe [v. ivi], i cui 14 figli furono


uccisi dai dardi di Apollo e di Diana.

non volle che la fiandasse sposa a Turno. Di qui la guerra fra i Troiani, guidati da Enea, e i Latini, capitanati da Turno. [V. JEnea].

Latonigen [Latonignae, VI, 160] sono i due gemelli nati da Latna e da Giove: Apollo e Diana [ysv in
yLYVO[xat.

Leandro [Leander] giovane


di

Abydo, ogni notte

tra-

versava a nuoto l'EUesponto, per recarsi a Sesto, dall'anante ro, sacerdotessa di Afrodite. Ma, una notdalle onde,
te tempestosa, fu travolto e la mattina,

nasco].

Latnio [Latous, VI, 384] ApoUo, figlio di Latna e


di Giove.

Laverna [Laverna] dea


mana,
dri,
i

rola-,

quando Ero vide


vere
di

il

cadale

protettrice

dei

quali

si

cMamavano

Leandro, onde avevano portato


t anche
lei

che

su

perci lavernires. Essa aveva un boschetto sacro sulla via Salaria e

le spiagge di Sesto, si but-

nel mare, pei


stessa

un

altare

presso
lei,

si

da cMamava porta Lacbe,

una porta

perire della dell'amato.

morte

verndlis.

Lerco [Learchus, IV, 516] figlio di Atamnte e di ino,


fu ucciso dal padre, quando questi fu preso da furore per opera di Giunone.
[V. Ino}.

Lavinia

[Lavinia] figlia di Latino, re del Lazio, e di Amata. Era stata promes-

sa sposa a suo cugino Turno, re dei Etuli; ma, giun-

Lda [Leda]

figlia di Tstio,

nel Lazio, perch l'oracolo di Funa, consul-

to

Enea

re di Etolia, e di Eurit-

tato da Latino su la sorte


di Lavinia,

aveva predetto

mide. Con Giove, che s'era trasformato in cigno, su le rive dell'Eurta, dove

239
essa

LEM

faceva

il

ner
i

un

novo

bagno, gecon dne

gemelli: Castore e PoUce, qnali furono detti Discnri

Llapo [Laelpus, VII, 759793] cane velocissimo neUa che Diana aveva corsa,
dato a Prcri, e questa al marito Cfalo. [V. Cefalo]. Quando Edipo ebbe vinto la sfinge, svelandone l'enigma, Tmide, per vendicarsi, mand un mostro a devastare la terra tebana.
Allora Llapo, incitato da
Cfalo, insegui la fiera, che

-figli

di

Giove

di Giove, xoupoL

\^iq
figli].

Secondo favole posteriori. Leda avrebbe generato due uova: da uno, che ebbe da Giove, sarebbero nati i Dioscuri, dall'altro, Elena
e Cntennstra.

Queste due sorelle sono per indicate col nome di

Tindridi

e ritenute ge-

uomo poteva raggiungere. Dopo nna corsa lunga e tortuosa, era gi


nessim
per addentarla, quando, per volere di qualche dio, Llapo e la fiera furono resi
di marmo. Lemncola [Lenmicla, H,

neralmente figlie di Tindaro, a cui Leda si spos. Lena [Leaena] la leonessa


[Xaiva,

leaena

la

leo-

nessa] era famosa cortigiana di Atene, intima di

757]

Vulcano

[Efesto],

Armdio e
di

di Aristogstone.
alla

che abitava

l'isola di

Lmaveva

Caduta perci in sospetto


aver
partecipato
essi
i

no, nella quale egli


la sede prediletta.

congiura che ordita contro


sstrato,

avevano

La

stirpe del

Lemncola

fgU di Pila sottomippia


farle

qui Erittnio, figlio di Vulcano. [V. Erittono'].

se

aUa tortura, per


i

Lmno

pjemnos]

isola

del

rivelare

complici.

Ma

essa

spir fra i tormenti, senza svelare alcun segreto.


Gli

mare Ego, ove si diceva fosse caduto Vulcano, quando fu precipitato da


Giove. I cittadini dell'isola
lo

Ateniesi,

quando

fu-

rono liberati dalla tirannia dei Pisistrtidi, a memoria dell'eroismo con cui essa aveva celato il segreto, le
eressero

sostennero

in

aria

ed

impedirono cos che


cellasse.
ci.

si sfra-

In compenso di Vulcano vi stabili, con


dimora,
e
le

una

presentante una senza lingua.

statua, rapleonessa

la

sua

fucine
il

dei

Ciclopi,

divenne

dio tutelare dell'isola.

LEM

240
Lemno, fu abbandonato
bacili di

bronzo e gridava

Filottte, durante la traversata dell'esercito greco,

due

volte:

Manes

exte

per recarsi a Troia, perch, morso da un serpente, ave-

paterni . Cos gli spiriti erano ricacciati lontano.

va una piaga
[V.
Filottte].

inguaribile.

Leno

limuri [Lemiires] nome con


cui
si

[Laenaeus, XI, 132] attributo di Dioniso [Bacco], al quale si celebrava-

indicavano,
le

in

ge-

no
[V.

le feste

anime dei morti, nere, tanto buone che cattive. Le buone erano venerate

ritorio

Lene, nel terLeno, in Atene.

Dioniso].

Leone

come
[v.

di domestici, Lari ivi], le cattive anda-

[Leo] la quinta fra le dodici Costellazioni dello


il

Zodiaco:

leone nemo,
gli astri.
il

vano errando intorno come fantasmi, Larve . [Vedi


Lame], Per propiziarsi
i

ucciso da Ercole e collocato

da Giove fra
Il

leone

nemeo
che
valle

leone

Lemuri,

il

invulnerabile
uccise
nella

Ercole

padre di famiglia

seguiva

Kema

un

particolare rito di espia-

zione,

Lemura, il 9, 11, 13 maggio. Verso la mez-

[nell'Arglide], compiendo cosi la 1^ delle dodici fati-

che impostegli da Euristo.


Il leone, di

zanotte, egli usciva scalzo innanzi alla porta della casa, si lavava tre volte le

immensa
il

granpaese.

dezza, devastava

mani nell'acqua
poi
si

corrente, voltava indietro e,

avergli inutilmente lanciate tutte le frecce del-

Dopo
la

postesi in bocca alcune fave nere, le buttava dietro


le spalle,

sua fartra, gli spezz addosso l'immensa sua cla-

pronunziando per nove volte, senza guardare intorno, questa formula Questo io do, con queste
fave io riscatto miei . Si credeva che,
questa cerimonia,
riti

va ferrata, poi lo sbran con le proprie mani e gliene trasse la pelle, che port sempre con s, a difesa
del suo corpo.

me

Lenzia
ta,

[Leontia]
si

celebre
col-

cortigiana greca, molto

durante
gli

spi-

raccogliessero le fave.

invagh quale Epicuro. Scrisse alcune opere, che per sono andate

della

Poi percoteva fra loro dei

perdute.

241
Los
il

LET
ganti antropfagi che, secondo Omero, viveva in un
paese, non ben determinato, del lontano occidente, dove le notti erano brevis-

[Ac,]

un eroe ateniese
in

quale,

occasione

di

una
sue

pestilenza, consacr le tre figlie alla morte,


espiatrici,

come vittime
Lrna [Lerna,
go, tro

per

placare gli di.

sime.

597] lago paludoso a sud-ovest di ArI,

Secondo

Greci posteriori,

dove
o

mosa

trovava la fache aveva quatidra,


si

invece, i Lestrgoni vivevano in Sicilia, presso Leontini.

nove

teste

e,

se-

condo alcuni, cento e anche


mille teste, delle quali

una

Quando Ulisse, tornando da Troia, giunse alle loro spiagge, essi, con grossi
undici navi ch'egli conduceva, s che a stento pot salvarsi sull'unica che
massi,
delle

immortale. Ercole ne uccise alcune coi suoi dardi


infocati;

sfasciarono

dodici

ma

poich, in luo-

go di una testa tagliata, ne nascevano due, egli bruci,

gli era

rimasta.
il -fiu-

con grossi rami


teste
dell'idra

accesi,
e,

Lte [Lethe, XI, 603]

le

su

me

dell'oblio

[XavGvco

quella immortale, gett

un

sono occulto] era uno dei


fiumi dell'Averno nel quale,

masso
cise.

enorme.
al

Cosi l'uc-

Pi tardi,

posto del lago,

bevendo, le anime dei morti dimenticavano il passato.

non v'era che una zona


piena di platani, ornata di templi e di cappelle.

Un fi^ume Lete
l'Africa:
si

scorreva nelil

LessircM
no
i

[iQ^iap^oi]

era.

sei

magistrati ateniesi

con l'aiuto di 30 curavano che assistenti,


quali,

lungo corso, esso nella terra, sprofondava ove scorreva celato per alcune miglia, finch riappariva e sboccava nel Mediterraneo, presso le Sirti. [Lethaea] per ecces-

nell'assemblea

non entrasse

nessuno che non ne avesse diritto, che ogni cittadino


venisse all'ora
se
stabilita,

Leta

sivo orgoglio della sua bellezza, fu convertita in marmo, sul monte Ida, insieme

che nessuno l'abbandonas-

prima del tempo. tiestrgoni [Laestrignes,

col marito leno.

Lettiga
sa
di

[lectica] era

una

cas-

XIV, 233] popolo


16

di

gi-

legno,

coi

fianchi

Stano, Dizionario di miti

e leggende.

LET

242

imbandita di ogni sorta


'

molto bassi, fornita di un


materasso, di un guanciale e di due stanghe lunghe,

di

ghiottonerie [leetos sternere stendere i cuscini].

per portarla. Si usava co-

Oltre

lettisternii

ordinari,

munemente
l'Asia e a

in Grecia, nel-

Eoma.
dell'et

vi erano queUi straordinari, pi sontuosi: duravano 3, 8

In Grecia, prima macedonica, della


si

o pi giorni, e

si

tenevano

servivano

lettiga soltanto le

in occasione di avvenimenti lieti o sfortunati. Dei lettisternii

e i malati; in seguito se ne diffusel'uso per

donne

avevano

cura

amore di lusso. La lettiga di lusso era, di solito, un palanchino, fornito di cortine


anclie
di

Septemviri Epulnes. Lucade [Leucas] la


bianca,
lucente

rupe

[Xsux?

=
si

pi tardi cristalli, ornato


e,

bianco] promontorio carnnia presso Azio:

dell' A-

con

molto

lusso

ed

ele-

credeva che chiunque, dal cigno della rupe di Leucade, si lanciasse nel mare, se fosse rimasto illeso, vi

ganza. 1 riccM avevano


ciali

loro spe[lecticani,

lettigMeri

avrebbe trovato un rimedio


infallibile

schiavi robusti calones], che, al tempo dell'impero,

contro

l'a-

more.

Secondo

una

leg-

indossavano livree rosse. Ma vi erano anche lettighieri che potevano prendersi a nolo insieme con le lettighe: il numero minore dei lettighieri era di
due, Lettistrnio
il

genda, narrata da Ovidio, la grande poetessa Saffo salt dalla rupe, per guarire dalla passione di Fane,

ma
lei,

il

salto riusci fatale a

come a

tutte le donne
la bianca [Xsu-

massimo

di

otto.

che lo tentarono.

[Lectisternium] detto anche Fulvmar, cerimonia religiosa, presso i Eomani, per lo pi in onore

Luee [Leuce]
y.6Q

bianco] ninfa oceanina che fu rapita da Plutone.

Giunone, Minerva. La sttua di Giove veniva collocata su di un cuscino Ijpulvmar], e le de su due sedie ai suoi fanehi, dinanzi a una mensa
di Giove,

passato il tempo assegnatole dal destino, essa peri, Plutone,

Quando,

in

memoria

della

ninfa,
Elil

fece sorgere nei


si,

Campi

un pioppo a cui nome di Luce.

diede

243
Jjcucppe [Leucippe] figlia deirindovino Tstore, avendo smarrito il padre e la
sorella
varli, si

LIB

Leuctoe [Leacothoe, IV,


134-255] fanciulla beUissima, figlia di Arcamo, re Persiano e di Eurinome.
.

Tonoe, per ritrovesti da sacerdote,


consiglio dele and nella Cail
il

Apollo, invaghitosi

di

lei,

seguendo
l'oracolo
ria,
si

preso l'aspetto di Eurinome, entra nella reggia, e


svela alla fanciulla
essere e
il

presso

re Icaro, ove
pi-

trovavano, rapiti dai

il suo suo amore. Leu-

rati, il

padre e

la sorella,

ch'erano sconosciuti fra loro e non furono neppure


riconosciuti

ctoe gli corrisponde e Clizia, ninfa oceanina amata

Leucippe. Per -alcune vicende strane, si riconobbero tutti e tre


e fuggirono

da

da Apollo da gelosia,
al re

[v.

ivi],

morsa

riferisce la cosa
il

Arcamo,
sabbia.

quale sepfanciulla,

pellisce viva

la

dalla

Caria.
figlio

nella

Leucppo
di

[Leucippus]
re
di

Enmano,

Pisa,

Essa muore, e Apollo tenta invano richiamarla in vita;


allora,
il

innamoratosi di Dafne, figlia del fiume Peno, sapendo cb'ella era avversa agli uomini, ricorse a uno

per volere del dio, corpo di lei, cosparso da


di

lui
si

profumati unguenti,
in liquido
fra-

scioglie

stratagemma, per ottenerla.


Cresciutisi
i

grante,

se

capelli, si pre-

sent
figlia

da
di

fanciulla,

come
e
si

le zolle, e dici e poi il fusto e i


il

ne impregnano spuntano le ra-

Enomano,

rec a caccia insieme con

rami: corpo della fanciulla era mutato in una pianta d'incenso.

Dafne e con le compagne di lei. Ma, venuto in tutte


il

Liibazne [libato] era un'offerta fatta isolatamente, o

desiderio di fare

un ba-

gno nel Peno, ancbe Leucippo dov svestirsi e, riconosciuto per uomo, fu ucciso a colpi di frecce.

che accompagnava pi spesso le cerimonie dei sacrifici,

e consisteva nel versare

Leuctea

[Leucotba, IV, 542] la dea Manca [Xenycc, bianco] ino, venerata come divinit marina.

gocce di un liquido, e soprattutto di vino. Si faceva solo per chiedere


la

riuscita

di

un'impresa,
e nei spe-

nei sacrifici fnebri


trattati
solenni.

[V. Ino].

Ma

LIB
cialinente,

244

quando qualcu-

nus

quello

di

no

accingeva a bere, versava alcune gocce, e rensi

Marcus Tullius
ritto del voto,

Cicerone Tiro.
il di-

I liberti acquistavano

deva cosi sacra l'azione che stava per compiere.


Oltre al vino, che nella
li-

ma

con

poper-

tere

molto

limitato,

bazione non doveva mai essere mescolato con acqua,


si

iscritti

ch non potevano essere che alle trib urbane.


dalle

Erano per

esclusi

adoperava
e
l'olio.

il

latte
alle

miele, il Alle Muse,

magistrature, e nel servizio militare furono am-

a Hlios, ad Afrodite, alle Eumnidi si Libazioni senza offrivano

Mnfe,

messi

soltanto
al
diritto
il

dopo

la

guerra sociale.

Quanto
i

privato,

vino.

liberti

ebbero

ius com-

Lbero [Liber, HI, 520] uno degli epiteti di Bacco, chiamato cos per la sfrenata licenza del suo culto.
\y.
so
i

merdi;
\ius

ma

il

matrimonio
di

connubii]

un

in-

genuus con una


tenuto

liberta fu

come

disonorevole

Bacco].
[libertus]
era,

Liberto

pres-

per il primo. Lbitina [Libitna] antica dea


italica del piacere, [libet

Eomani,
dallo

colui

riscattato

che, stato di
la

servit
la

mediante

numssio [v. ivi], sua posizione sociale e diveniva libero cittadino,

mamutava

piace] ed anche dei giardini e dei vigneti, pi tardi


identificata

con Vnere, ed
i

in fine anche con Prosrpina,

per

suoi

rapporti

manumissio avveniva in forma solenne, altrimenti


se la

con

funerali,

acquistava senza per i diritti di cittadinanza. Allora prende-

la libert reale,

Libitinri [libitinari] erano, presso i Bomani, i seppelSi chialitori dei morti.

mavano
[v.

cos

da Libitna
si

va

il

nome

della

gens

ivi], nel cui tempio

spesso anche lo stesso prenome del padrone, ma con-

custodivano
gli
i

gli

addobbi

apparati necessari per

servava
l'antico

nella

come cognome, nome che aveva servit. Cosi un lidi


Siila
si

funerali.

Essi,

berto

chiam

con no

la famiglia, la cura del


i

dopo l'accordo preso assumevafunus


in
e

Lucius Gornelius Girysog-

tutti

suoi

particolari,

245
si

LIO

servivano,

dei

per questo, garzoni che lavavano

uryto;
ste,

l'eroe

indossata la vefu assalito da

ungevano i cadaveri, dei beccMni ecc. Servio Tullio aveva ordie

atroci tormenti, e precipit Lica nel mare, presso il promontorio omonimo, nel

nato che, per ogni morto, si dovesse pagare una moneta,


tna.

mare
cole}.

di

Euba.
I,

[V.

Ur-

nel tempio

di Libi-

Licane [Lycaon,
re
degli

211-239]
figlio

rcadi,

di

Libra. V. Bilancia.

Liburne navi [liburnae] navigli veloci e leggeri con


Librni [popolo cbe abitava la Liburnia, lungo
cui
i

Pelsgo e della ninfa Melissa o Onine. Ebbe cin-

quanta figli, che superarono in malvagit tutti gli uomini.


Giove, avendo saputo dell'estrema corruzione del ge-

la

costa dell'Illiria] correil

vano lungo
esercitando

mare

Ionio,

Erano
riale,

pirateria. costruite di pino

la

umano, per averne una prova sicura, discende


nere
dall^Olimpo in terra, e
accinge
si

o di abete

me
elle

e, nell'et impefurono adoperate conavi da guerra, dopo

a sembianza

visitarla,

sotto

umana.
il

Viene

Ottaviano, nella battaglia di Azio, ne riconobbe la pratica utilit, contro i grossi bastimenti di Antonio.

in Arcadia, valica
il

monte

Menalo, presso Megalpoli, Cillne, nella parte nordovest


alto

dell'Arcadia

[il

pi

Avevano

talvolta dieci

file di remi. Lca [Licbas, IX, 166] il compagno di Ercole a cui Deianra affid la veste intinta del sangue avvelenadatale dal centauro to,

monte del Peloponneso], il monte Lico, nell'Arcadia meridionale, e si avvia aUa casa di Licaone.

Avendo dato
della

chiari

segni

presenza di un dio, le genti si danno a pregarlo


in atto supplichevole.

liTesso.

Deianra, prestando fede alle

Licaone, per provare se

egli

parole del centauro, credeva che la veste avesse la virt di ridestare .l'a-

veramente

dio,

medita di

na

trascinarlo nel letto, appesia addormentato; e pri-

more. Ercole era allora in-

ma
gli

imbandisce una cena e


offire

namorato

di Ile, figlia, di

le

membra

palpi-

LIO
tanti di
togli
lssi,

246
un giovine, affidacome ostaggio dai Mopopolo
dell'Epiro stato quivi istituito da Licaone figlio di Pelsgo e
che, in una parte del monte Liceo cbe cbiamavasi

orientale, i quali erano stati vinti da lui in guerra. Gio-

ve allora rovesci la tavola, col fulmine colpi Licaone, e mand in rovina tutta la casa. Licaone, atterrito, fugg, ululando per la campagna: si sforz di

Creta, Giove fosse allevato dalle ninfe.

stato

A Giove Liceo, come a Giove Cretese, si offrivano vittime umane. Lico [Lycum] era un coUe di Atene, ove sorgeva un
tempio

parlare,

ma non
era

gli riusc,

ad Apollo

Liceo,

perch

stato

trasfor-

mato

gi

in

lupo

[lxoQ

presso il quale era un ginnasio con parecchi giardini, ove insegn Aristotile. Lieo [Lycus] figlio di Pandone, e fratello di Ego, IsTiso,

lupo].

Secondo un'altra tradizione, le

membra

del fanciullo

furono offerte a Giove, da tutti i figli di Licaone. Essi


perirono
tutti,

Pallnte, fu

un

eroe ateLi-

niese, progenitore della fa-

inceneriti

miglia sacerdotale dei

dalla folgore di Giove, eccetto il pi giovine, dieti-

comdi,

la quale

aveva cura
di

dei misteri attici.

mo,
Sotto

elle

fu

salvato

da

Un

altro

Lieo, tiranno

Giove,
il regno di sarebbe avvenuto

Mctimo
il

dilu-

Tebe, figlio di Poseidone, fu ucciso da Ercole perch, durante l'assenza dell'eroe,


gli

vio di Deucaline, causato daUa perversit dei figli


di Licaone.

aveva ucciso

il

Lico [Lycaeus,
te

I,

698]

mon-

Creonte, e aveva insidiato alla vita di Megra, sua moglie, e dei figli.

suocero

dell'Arcadia, sull'orlo meridionale quasi al confine della Messenia, sacro a Giove e a Pane. Su di

Licomde [Lycomdes]
dell'isola di Scro, presso

re
il

quale Achille

si

tenne na-

scosto, per qualche tempo,

sorgeva il gran santuario [il pi importante santuario degli Arcadi] dedicato a Giove Liceo.
esso
Si diceva che
il

in abito da donna, per non recarsi a combattere sotto


le

mura

di Troia, ove,

se-

condo un oracolo, sarebbe


perito.

culto fosse

247
Da Deidamia,
figlia

LIN
Creta,
dine,
il

di Li-

e che, per

suo or-

comde, Achille gener Pirro, cMamato anche Neottlem.

suo corpo sia stato

bruciato e le ceneri gettate in mare, per non essere

Licurgo [Lycurgus]

figlio

di

portato

Drinte, re degli doni, in Tracia. Egli scacci dai

campi Msi

le

nutrici

di

che avrebbe potuto offrire al popolo il pretesto di ritenersi sciolto dal giuramento
Sparta,
il

Dioniso, che avevano lasciato cadere in terra le suppellettili sacre, e Dioniso


salt

dell'osservanza

delle leggi.

Lio [Lyaeus, XI, 67] attributo di Dioniso [Bacco]


il

in

mare,

dove

quale scioglie dalle cure


dagli

fu accolto da Ttide; perci Giove lo accec e abbrevi la sua vita. Secondo una favola posteriore, per tale misfatto il paese fu invaso da sterilit, divenuto pazzo, ucegli, cise un suo figlio, che aveva scambiato con un tralcio di vite, ma poi fu fatto

affanni

[Xuc

sciolgo].

Lims
cia

[Xi[x?]

[V. Dioniso']. la personifi-

cazione della fame in Gre[tfzf;

fame].

Era

un mostro
vati
e

dagli occhi incadallo sguardo sel-

vaggio, aveva la faccia pallida e smunta e i capelli


ispidi.

sbranare

dai

cavalli,

per

opera di Dioniso. Un altro Licurgo fu il grande legislatore di Sparta, il


quale dette agli Spartani la
costituzione.

Si riteneva figlia di ride, la contesa ['pi.*; con-

tesa].

linco
Afaro

[Lynceus]
e
fratello

figlio

di

di

Ida

perch le

sempre leggi rispettate, fece giurare ai cittadini e al Senato che le


avrebbero osservate fino al suo ritorno in patria. Usci da Sparta, facendo credere che andasse a consultare roracolo di Delfo; invece se ne and lontano, senza dare pi notizie di s. Si crede che sia morto a

sue

fossero

[v. Ida], aveva lo sguardo cos acuto che vedeva at-

traverso la terra e le pietre.

Un

Linco, figlio di fu sposo di IperEgitto, mnstra: la sola fra le 50 Danidi che non volle uccidere il marito, come era
altro

stato loro imposto dal padre. [V. Ipermnest^a].

Lincstio

[Lyncestus,

XV,

329-331] fonte deUa Mace-

LIN

248
Perci
essi celebravano ogni anno, al tempo della

donia, le cui acque avevano un sapore acre die

ubbriacava.

Canicola,

la

festa
{p-r\w,

degli

Lineo [Lyncus, V, 660-661] re della Scizia. Quando


Trittlemo,

per

l'incarico

pvq agnello], che consisteva in un sacrifizio di agnelli,


agnelli, pvvjtf;

avuto da Dmetra di diffondere l'agricoltura, si rec a lui, sul cocchio tirato da serpenti, egli, per invidia, decise di ucciderlo

o la festa dell'uccisione dei


cani,
xuvo9vTt(;
cpvo?

cane,
nella

[xufov

uccisione],

quale
i

si

colpivano a

men-

tre dormiva;
lo

ma Demetra

mut

in lince, e fece risa-

Durante la donne giravano, piangendo e lamentando la


morte
cani.
festa,
le
fi,ne

lire

Trittlemo sul coccliio.


[Linus]

di Lino.

Lino
te:

un bel giovine morto immaturamenpersonificazione del pedella natura nel flore

altri. Lino fu il cantore per eccellenza e il pi valente suonatore di

Secondo

rire

lira

che

si

fosse udito.

Si

del suo rigoglio, simile quindi a Karcisso e a Giacinto.

riteneva
vi

figlio di Amfiaro
e,

e di Urania

sull'Elicna,

In Argo, ove

si

era conser-

vata l'antica festa di Lino, egli era ritenuto per figlio di Apollo e della principessa Psmatlie.

una grotta con la sua immagine dove, ogni


era

anno, prima del sacrifcio alle Muse, si offriva a Lino

un
madre,
fu
e,

sacrificio

funebre.

Esposto
allevato

dalla

Si

diceva

da un pastore

avuto da

avesse ch'egli Lino la lira con

poi, sbranato dai cani: per questo delitto, il padre di

tre corde e che, avendovi sostituite le minugie [corde


la gelosia

Psmathe condann a morte la


la
il

figlia.

Apollo, irato,
la Hoivy),

di budella] avesse destato del dio. In una

mand ad Argo
vendetta,
castigo,

la

punizione,

gara musicale con Apollo, fu ucciso dal dio.

che rapiva i figli alle madri, e gli Argivi, secondo il responso dell'oracolo, per liberarsi da tale flagello, dovettero riconciliarsi

Secondo un'altra tradizione, Lino fu figlio di ApoUo e di Tersicore, maestro di


Orfeo e di Ercole. 'Nell'ammaestrare Ercole nella
musica,
lo

Psmathe

e Lino.

sgrid;

ma

il

249
fiero

di retorica;

LIT

discepolo,

non

tolle-

rando il rimprovero, uccise il maestro a colpi di lira. A Tebe, in Argo, a Clcide, nell'Euba, si mostrava la

sandrini, a voce e per iscritto, argomenti di lingua e

ma, a poco a

poco, la discussione degener in sottigliezze e in


giocherelli di parole. Famosi nello sciogliere tali questioni e indovinelli fu-

tomba
Lirope

di Lino.
[Liripe,

III, 342] ninfa marina, madre di Ifar-

ciso. [V. Narciso}. Lssi [nxae] erano, presso i Eomani i vivandieri cbe

rono Eratstene, Callistrato,

Sosibio.

Litra

[XuTpa]
il

volontariamente seguivano l'esercito, per vendere ai soldati viveri e bevande. Collocavano le loro tende
sul lato del
al

Greci, to che

presso i del riscatprezzo


era,
prigionieri,

doveloro

vano pagare, per

la

campo

rivolto

liberazione [Xuw sciolgo, libero], diversa dalla poi-

nemico, neUa parte esterna, davanti alla porta decumana e spesso erano
adoperati nei lavori
trincee.
delle

si pagava [ttoivy]] che per la vendetta del sangue.

La
trio

litra era fissata

ad

arbii

del

vincitore:

per

guerrieri che
[Xutixol]

non avessero

Iiitici

erano, in coloro che si occuGrecia,


di sciogliere
i

grado, da 2 a 5 mine, ma per le persone ragguardevoli


si

pavano
siti

que-

domandavano
maggiori.

som.-

scientifici e gli indovi-

me

molto

Pla-

nelli eruditi,,

che

si

propo-

nevano nei

circoli dalle per-

sone colte, e sui quali si discuteva, per trovarvi una soluzione soddisfacente [XuGic,

tone fu riscattato per 20 o 30 mine. Spesso il denaro necessario per la taglia veniva raccolto insieme dai parenti
o dagU amici, e il prigioniero liberato aveva poi
l'obbligo sacro di restituirlo, se non voleva diventare

soluzione].

ll^TeU'et

alessandrina, quesi

sta

costumanza
di

diffuse

ancor

un
ne

pi, ed esercit grande influsso sulla

critica

e sull'interpretazioscrittori

propriet del creditore. Littri [lictores] erano i famigli

degli

anticbi,

che
i

precedevano
maggiori,
[V.

specialmente dei poeti. Vi si trattavano dai dotti ales-

magistrati

por-

tando

fasci.

Fasci].

LIT
Si

250
prendevano per
lo
pi.

La Coregla

dai liberti, e nella capitale

formavano
elle si
rie,

corporazioni, dividevano in decudi 24 littori ciascuna:


i

[xopvjyia] che consisteva nella spesa per l'allestimento dei cori che
si

le

dovevano presentare nelgare musicali, nelle quaU

tre per
giori o
tori,

magistrati 'mag[consoli, pre-

curU

edili curli,

dittatore

maestro dei

una decuria
riati

cavalieri], ed di Uctres cuser-

erano la parte pi esIl corgo doveva pagare il coro, provvederlo largamente di cibo e di
essi

senziale.

bevanda, e fornirlo di
stiti

ve-

cte

prestavano

assai costosi e di coIl

vizio nei sacrifizi.

rone d'oro.
spendioso

coro pi
quello

di-

Essi facevano sgombrare la


strada, innanzi ai magistrati, curavano che si rendes-

era

dei

segni di dovuto circondavano il rispetto, tribunale, ed eseguivano le sentenze capitali.


sero loro
i

che costava meno era il coro della commedia, la quale aveva un arredamento meno pompoflautisti, quello

so di quello della tragedia.

Un
La

Liturga

mava, in Atene,

[XsiToupyioc] la presta-

si

chia-

dramme

coro tragico cost 3000 e un coro di uo-

mini 5000

zione personale, necessaria a sostenere le spese di al-

dramme. Ginnasiarcha

[yu^i-

cune solennit
sovvenire

religiose o a certi bisogni

vaOTapx'ia] che' consisteva nella sopraintendenza aUe

dello Stato.

scuole e agli esercizi ginnastici. I Ginnasiarchi ave-

Alla liturga poteva essere proposto il cittadino che

vano l'obbligo
coloro

di assoldare

che

si

esercitavano

possedesse pi di tre
lenti.

ta-

per

gli

nelle e pi
trirli,

spettacoli da darsi feste pubbliche, nusorvegliarli, e prepa-

Le liturgie principali comuni erano:

rare
le-

il

luogo opportuno per


[XafZTca-

La Architeora
pioc]

[pxi,0C-

la gara.

cio la cura
alle

deUe

La Lampadarcha
Sapx^a] cio

gazioni sacre

grandi feste Delo e in altri luoghi sacri, per le quali lo Stato dava la sua contribuzione.

quattro nazionali, a

l'allestimento

degli apparecchi necessari per la lanipadedromia, la

corsa

deUe

fiaccole.

[Vedi

Lampadedromia'].

251
La Trierarcha
yio!.]

LOT
visi,

[Tpivjpap-

per questo in 20 se[simmorie],


e

la pi dispendiosa delle liturge, la quale consi-

zioni

ogni

steva

nell'allestimento

simmoria in sntelie, di non pi di 16 persone ciascuna. Ogni sintela doveva provvedere a una nave,
si

nell'armamento di una trirme. Lo Stato af&dava al


trierarca la

paga per

la

nave vuota, la ciurma e il dadel-

alla

forniva

quale lo Stato l'armamento. Chi

naro per la fornitura l'armamento.


Il

riteneva illegalmente obsi

bligato a
co-

trierarca

aveva

il

perch

una prestazione, fosse lasciato da

mando supremo
e

della nave doveva conservarla, du-

poteva

parte uno pi ricco di lui, offrire a costui la


delle sostanze [v-

rante l'anno, in ottimo stato, insieme con tutti gli


nautici, farla riparare in caso di bisogno, fornirla di nuovi attrezzi,

permuta
tlSoctli;].

Alle liturgie era-

attrezzi

no tenuti anche meteci, e ne erano esenti soltanto


gli arcnti, le

arruolare
rinai,

rematori e male

al loro

matrimonio e

ragazze fino i mi-

dare

paghe

all'e-

norenni.
lif

quipaggio e provvedergli il vitto. Spesso il trierarca


era obbligato, per questo, ad aggiungere qualche cosa
di suo

[Lophis] fiume della Beo-

zia,

Poich
racolo,
si

presso Alirte. il paese era privo di acque, fu consultato l'oil

aUa somma che


lo

gli

quale rispose che

forniva

Stato; ma in tempi in cui era pi vivo

uccidesse, in Aliarte, il primo cittadino che si in-

il il

sentimento della patria, trierarca provvedeva a proprie spese a tuttp l'armamento della nave, e aumentava, con denaro proprio, le paghe alla ciurma. La trierarchia costava da 50 mine a un talento. JNel 358 av. Cristo, i 1200
cittadini di

contrasse. Essendo capitato per primo Lofi, fu tra-

con un colpo di spada. sangue, che spicci dalle ferite, toccando il terreno,
fitto

Il

fece
delle

zampillare
fontanine,

qua e
le

quali

formarono un fiume che,


dal

nome
si

del

Atene pi

furono

stabilmente

agiati obbli-

ucciso,

chiam

giovinetto Lofi .

Lto

gati alla trierarchia, e di-

nome

[Lotus, IX, 346-348] di diverse piante: ma

LOT
la

252
pi nota
costa

lio,

un

albero

della

settentrionale

dell' Africa, dal frutto dolce e profumato [giggiole], di cui si cibavano i Lotfagi

con uno o pi beccucci per cui passavano i lucignoli, e con un manico. Ve


fatte

mangiarono ancbe pagni di Ulisse.


e

comle

n'erano di forme svariate, con gusto squisito, e nella parte superiore, dove era il foro per versarvi
l'olio,

L'albero

del

loto

ba

adorne leggiadramen-

foglie molto

simili

grandi,

deH'aUoro, il suo frutto, simile a una pera, racchiude un


nocciolo
del sapore della castagna. Dal frutto secco
si

ma

a quelle alquanto pi

te di

emblemi e

di soggetti

mitologici.

La

lucerna

deUa sala da

pranzo [luoerna triclinris] aveva fino a 12 beccucci.


Essa, come le altre fsse che servivano a illuminare

cavava un liquore, del


di

sapore

vino

miscbiato

con miele: chiunque mangiasse di questo frutto, era talmente allettato dalla dol-

una una
si

sala, si

appendeva con

catenella al soffitto, o collocava sopra un can-

delabro.

cezza di esso, che dimenticava perfino la patria. Secondo Ovidio, Loto era

I lucignoli erano fatti di canapa, di lino o di stoffa.

Per

tirar fuori

il

lucignolo
la

una ninfa boschereccia che, fuggendo l'amore impuro


di.

e per

togliere
si

da esso

moccolaia,

adoperava un

Pripo,

fu

convertita

nella pianta

omonima.

piccolo strumento appuntito e ricurvo, a forma di

Lotfagi [Lotofagi, Xo)T09yot,] mangiatori di loto [Xcotq loto, cpay di scpayov

uncino.

Presso a olio

i si

Greci, la lucerna

chiamava

"kxvoc,:

mangiare] po(cTic) ricordato da Omero: polo viveva sulla costa settentrionale della Libia.

era ordinariamente di ter-

racotta e talvolta
tallo,

Lucerna
so
i

[lucerna] era, presil

Eomani,
di

lume ad

di meforma di una mezza palla, e aveva una piccola orecchia, un foro nel mezzo per versarvi l'odella

o di bronzo: consisteva in una cappa di forma rotonda o


olio,

terracotta

ellittica,

che conteneva

l'o-

e un prolungamento a forma di naso, donde usciva fuori uno o pi lucignoU, fatti con le foglie lanose di
lio,

253

LD
come taM erano
specialmente Diana,
ritenute
e

una pianta o
del giunco. Ai tempi di

col

midollo
si

Giunne
era.

Omero

ado-

peravano i bracieri, tenuti alti da terra su piedistalli,


ripieni di legna secclie e di schegge di legno resie

Lucumne
nome
di

[lucimo]

il

ciascuno

dei

12

principi, che stavano a capo di una citt deUa con-

noso.

Il

fumo usciva da
soffitto.

federazione etrusca.

un'apertura del

Ludi

[ludi]
i

giuochi pubblici

Una
il

specie di fiaccola era


[9av(;],

presso

Eomani. Essi
in:

si

fans

formato

dividevano

da un gruppo di verghe spalmate di pece e di cera, o bagnate di raggia, le quali venivano legate strettamente insieme e conficcate in
tallo

Ludi Ludi
voti.

Stati, che ricorrevano in tempi determinati.


votivi, promessi per

Ludi extraordinarii, che


si

una custodia
alla

di

me-

davano in occasioni
secondo
il
il

di-

sua volta, che, era saldata in mezzo a una


Questi
fani
si

verse
e

pentola.

portava-

genere e, luogo in cui si tenevano, si distinguevano in: Ludi Oiecenses, che si te-

potevano essere collocati ritti, quando il manico si allungava in fusto ed era provveduto
di

no in mano,

nevano nel Circo:


origine
si

la

loro

attribuiva a Eo-

un

piede.

Lucfero

[Lucfer, II, 115] apportatore di luce [lux porto] Veluce, fero

quale avrebbe ingiuochi detti Gonsuala, in cuore del dio Neptunus Consus [Gonsus Consigliere]. Questi giuochi circensi furono pieni

molo,

il

stituiti

nere, quale astro del


tino, detto,

mat-

come

tale, an-

di sfarzo e di magnificenza, durante l'impero. Si apri-

che

90)(j<ppo(;,

"FiCQ,

men-

vano con una processione


solenne, nella quale
si

tre di sera chiamavasi "Ea-

por-

Vesper, Vesperugo, Noctfer. Si riteneva figlio


TTspoi;,

tavano le statue degli di, cui teneva dietro il corteo


dei magistrati, dei senatori, dei cavalieri, dei coUegi dei

di Astro e dell'Aurora.

Lucina [Lucina, IX, 294] dea


che presiedeva ai parti, che danno alla luce i bimbi:

sacerdoti;
i

poi

si

offrivano
i

sacrifici e

cominciavano

LD
giuoclii: corsa, giostra,

254
puca-

portava
si

gna a

piedi,

pugna a

in processione il simulacro: una pietra, che

vallo, caccia alle fiere, gara

diceva caduta dal cielo

ginnastica, era lo spettacolo

naumacMa
di

[che

una
si

e portata a Eoma, nel 205 av. Cristo. Furono istituiti

battaglia navale];

poco
si

dopo

Ludi GLADiATOnn, che

celebravano

quell'anno, e dal 4 al

tenevano nell'anfiteatro, e consistevano in combattimenti con spade;

10 aprile;

Romani,
cre

feste patrizie, sa-

Ludi scaenici,
che
si

spettacoli

a Giove, a Giunone, a Minerva: duravano 15


giorni;

davano suUa scena. I pi notevoli fra i Ludi pubblici romani erano i


Ludi:

Plebei, appartenenti ai plebei: si

davano
il

al Circo Fla-

minio, verso

principio di
istituiti

Apollinares, in onore di Apollo, istituiti durante la


guerra
to

novembre. Furono

punica,

perch

gli

dopo la cacciata dei re, quando fu ristabilita la concordia fra patrizi e plebei; Saeculares, si celebravano

di allontanassero dallo Sta-

nuove sventure;
istituiti

Capitolini, in onore di Giove, dopo ciata dei Galli; Florles, feste della
la

cac-

ma

di solito ogni 100 anni, priin onore di Plutone e di Prosrpina, poi in onore di Apllo, di Diana e an-

pri-

Flora,

mavera, in onore della dea dea dei fiori, nei


di

che di altre divinit. Talvolta, per circostanze speciali,

maggio. I ludi florles furono celebrati, la la volta, nel 238 av. Cristo, e divennero pi tardi sfrenatamente licenziosi; Magni, che si tenevano per rinnovare giuochi precedenti, nei quali fosse avvenuta qualche profanazioprimi
ne.

la

celebrazione della

festa era ritardata di dieci

anni.

Kon

sa precisamente in anni siano stati cequali


si

lebrati la la volta: essi fu-

rono
L.

istituiti

dal

console

Publicol, ma in origine, dai liordinati,

Valerio

Furono

celebrati la 1
Cristo; in onore delsi

bri sibiUini.

Duravano

tre

volta,
la

nel 491 av.

Megalenses,

giorni e tre notti: nelle solennit notturne vi era una

Magna

Mater,- di cui

sfrenata licenza, onde Au-

255
gusto ordin
clie i

poi gli spettacoli


circensi, le notti
si

lup
[giuochi
ecc.],

giovani

e le fanciulle, clie vi si recassero, fossero accompa-

gladiatorli,

gnati da parenti anziani.

Per

stabilire

il

tempo

delle

feste, i consoli

[durante la repubblica], e poi gl'imperatori [durante l'impero]

passavano fra canti e danze e, in ultimo, sul monte Aventino si cantava da 27 fanciulli e 27 fanciulle il grande Carmen
saeculdre col quale
si

chiu-

ordinavano
viri,

ai

decmviri,

deva

la festa;

e pi tardi ai

quindecmi

Augustales,
di
il

feste istituite

che

interrogassero

in onore di Augusto.
feste

Una

libri

sibillini.

Quindi,
si

per

tutta

l'Italia,

manda-

queste giorno della sua nascita


settembre],
.

ricordava
si

vano banditori; percb annunziassero la grande solennit.

[23

cele-

Prima che cominciasse


cole,

la

br durante il suo governo. Una seconda celebrava il giorno del suo ritorno a

festa, si distribuivano fiac-

Eoma
tobre
Cristo]
.

dall'Oriente

[12 ot-

zolfo,

pece,
ecc.;
il

grano,
poi

dell'anno

18

av.

orzo,

fave,

un

araldo invitava

popolo ad

accorrere ai giuocM solenni, cbe non aveva mai veduti,

due giorni furono dichiarati feste ammali; i


Questi
veri di
ludi
augustales,
isti-

n avrebbe pi veduti

tuiti nell'anno

deUa morte

in seguito. Si offrivano, di notte, sacrifizi agli di sotterranei, alle Parche, a Giunne e alle altre dee protettrici

Augusto [14 dopo Cristo] da Tiberio, furono celebrati,

per
all'll

la

volta,

dei

preparava,
glio,

parti, indi si sul Campido-

ottobre del medesimo anno. In tutte queste feste, gli

dal

un

leetisternum [gransi col-

de banchetto religioso, in
cui le statue degli di

che si davano erano generalmente ludi cirspettacoli


censes

o scaeniei.
le feste

locavano su cuscini e
ve,
agli

si of-

Lupercali [lupercala] erano,


a

frivano loro vivande] a Gio-

Eoma,

che

k cele-

ad Apollo, a Diana
altri
.

bravano in onore di Funo,

di pi anticbi.

come protettore

delle greg-

Le feste cominciavano con una processione, seguivano

gi, chiamato perci Lupercus, il difensore deUe greggi

LUP
dai lupi [hipos arco

256
=
alsi

cMamava

lontano i lupi]. Sotto il nome di lupercala,

[fbruare
pelle,

dies februtufi
purificare]; la

che era mezzo di puf-

lupercal,
gli
il

lupercdle

sa-

erum
festa

celebrava una 15 febbraio, che si


si

rificazione, si chiamava bruum, e il mese della

fe-

sta

februarus.

diceva istituita da
e da

Eomolo

Luprco [Lupercus]
no, dal

Fui

Eemo, per

la purifi-

che

allontana

lupi

cazione dei pastori e delle


greggi.

gregge [lupos [V. Fauno].

arcet].

In questa festa si sacrificavano capri e capre, con


riti

Lustrazine [lustrato] era una cerimonia di purificazione e di espiazione, parte importante del culto religioso,

e preghiere speciali per espiazione. Si toccava a due

giovani la fronte, col coltello ancora intriso del san-

presso i Greci e i Eomani, e consisteva nel

gue

della vittima, e

si

pudi

lavarsi, per

livano

poi

le

maccMe
lana
il
i

ma

mondarsi l'anida ogni macchia, prima

sangue
e
ti,
il

con

intinta
sacrificio

di innalzare a

un

dio una

nel latte.

Dopo

banchetto,

sacerdo-

detti Luperci tagliavano, dalla peDe delle vittime sacrificate, alcune cor-

prima di enpreghiera, trare in un tempio o offrire un sacrifcio. Dov'era possibile, si usava acqua core

regge e, coperti solo di un grembiule tagliato dalla me-

rente o di mare, altrimenti, si suppliva con acqua calda

impregnata di
aspersioni,
si

sale.

Per
di

le

desima
crificio

pelle,
[il

movendo

dal

adoperavano
al-

Lupercal

luogo del sa-

ramoscelli di olivo,

sul Palatino], percorrevano la citt.

loro, di ginepro, di rosmarino e di mirto.

Le donne maritate andavano


tro e

Contaminazioni che dove-

volentieri loro inconsi

vano

essere pubblicamente

lasciavano sferzare
corregge,

eliminate con la lustrazione, erano: lo spargimento di sangue, il puerprio, il contatto dei morti e i funerali.

con che

le

persuase

ci fosse

zione

purificaun'espiazione, e

una

apportasse felicit al loro matrimonio. Perci il giorno della festa

Dinanzi

alla porta di una casa in lutto, era collocato

257

e,

LTJT

un vaso con acqua, perch


ogni persona, uscendo, potesse purificarsi e, mortorio, tutti i

pi tardi, anche bian-

che.

Le donne
le vesti e

si

straccia-

dopo

il

vano
ogni

parenti

deponevano ornamento; gli uolasciavano crescere

del defunto solevano

com-

mini
i

si

piere insieme certi riti di


purificazione.

Lustro
to
il

[lustrum] era una lustrazione pubblica di tuttuita


si

popolo romano, istida Servio Tullio, che faceva aUa fine di ogni
di

e la barba, e si tenevano lontani dai banchetti e da ogni festa. KeUe sventure che colpivano Io Stato, come le
capelli

grandi sconfitte e, pi tardi, la morte deU'imperatore o


di

censimento, al Campo Marte, col sacrificio di

un membro

della

un

porco, di un ariete e di un toro suovetauriUa [sus

porco, ovis taurus toro].

=
5

famiglia imperiale, veniva ordinato il lutto pubblico [iustitum decernere,


edicrel,
si

pecora,

durante

il

quale

il

censo
anni,

si
il

poicb eseguiva ogni

nome

lustro

sospendevano le sedute dei tribunali, si chiudevano le botteghe, cessavano tutti


gli affari

fini

con l'avere il significato


periodo di tempo di
la

di

un

cinque anni. Lutto [luetus]

pubblici e privati, magistrati e i senatori deponevano le insegne. Cesi

manifesta-

zione esteriore di cordoglio cbe anche gli antichi ave-

sato il pericolo, veniva tolto il lutto pubblico [iust-

vano per

la

morte di pai

tum remittre, exure']. In alcune circostanze,


lutto
sere

il

renti prossimi. Il lutto deUe vesti, presso

pubblico poteva
interrotto

es-

[iustiium

Eomani, doveva durare 10 mesi, sotto pena della infamia


si

indossavano vesti
scure \toga
pulla]

nere o

minui], come, per esempio, quando succedevano avvenimenti lieti o solennit di varia specie.

17

Stano, Dizionario di miti

e leggende.

MAC

258

M
Macane
[Maclioii] figlio di EscTilpio e di Epine, contessaliclie
le,

erano

gli

Onagri e

gli

Scorpiones.

dusse 30 navi con schiere a Troia. Fu ferito


il

Vnse [Vinae]
a

macchine

con una freccia da Pride,


e

tetto, di 16 piedi di lunghezza, 7 di larghezza, 9 di

suo corpo fu portato


[Macareus,

altezza, costruite

con

pali,
di

da 'EstoTG nella Tessaglia.

e formanti

un

portico
ai
lati

Macaro

223-441] era
stanco
nare,
si

XIV, compagno di
da Troia,
peregri-

colonne,
reti

difese

da

Ulisse; nel ritorno

dal lungo

di vimini, e coperte, al di sopra, da doppio tetto di tavole e di vimini intrecciati;

ferm dove tirrena,


Gaeta.
gere

sulla costa

in esse

gli

asse-

Quivi

poi vide

sorse

dianti

si

riparavano

dai

Enea, il duceva seco Achemnide,

giunquale condi Ulisse,

proiettili e dagli altri getti

degli assediati.

Mscoli

[Muscli, detti an-

altro

compagno

che era stato abbandonato nella SicUia, e che egli credeva gi morto ivi. Macchine d'assedio:

che Testudines fossoriae] servivano al lavoro profondo della terra, per scavare le fondamenta alle mura che

dovevano
poco
alti,

abbattersi,
ecc.;

Catapulte [Oatapultae, xaTKTcXTai.] balestre di

riempire le fosse

per erano

gran-

ma

lunghi circa

de dimensione, che servivano per lanciare giavellotti e frecce in linea retta.

60 piedi.

BaUlste

[BaUistae,

X160-

Tavolati [Plutei] pareti difensive [diritte, circolari angolari] con tetto a forma
di elmo.

pXoi] grosse
getto, che si per lanciare

maecbine da
adoperavano

Erano
e

fatti di vi-

mini
di

intrecciati,

ricoperti

giavellotti, frecce e pietre di

ad arco

grosso peso.

mossi su tre ruote, e servivano per difendere gli arcieri e i frompelle,


bolieri, e ripararli dai getti

Una specie di armi da getto,


introdotte neU'et imperia-

degli

assediati.

250

MAG

Testggini
Tbaracconi,
l'ariete [v.

[Testudnes]

Magi

[Magi]

membri

della

coprivano Ariete'] e gli uo[ariei

che

mini addetti ad esso


tanae], o coprivano
dati
le

casta sacerdotale, presso i Medi e i Persiani, che appartenevano ad una trib


speciale.
i

sol-

Furono in origine
il

occupati
e

riempire

depositari di tutto
gli

sa-

fosse

terreno,

ad arginare il perch le macchine


operare
[aggesti-

pere scientifico,
le cose del cidto.

anomi-

nistratori dei riti e di tutte

potessero
tiae].

Torri mobili [Turres ambula fcoriae] costruite sopra una impalcatura, a 4, 6,


8 ruote, e spinte innanzi fino ai bastioni, con assi-

Conducevano una vita semplice e possedevano il dono della


vaticinazione.

Secondo alcuni, Pitagora, Platone, Empedocle furono


loro
scolari.

con animali da tiro. Erano fatte a volte, alte da 90- a 180 piedi, fino a
celle o

Maga

[artes

magcae].

La
e,
si

magia antichissima fin da tempi remoti,


trova presso tutti
i

raggiungere

l'altezza

delle

mura,

contenevano

da

Godevano fama
gl'Indiani,
i

popoli. di valentisCal-

10 a 20 piani [tabulata]. Kei piani inferiori era collocato


tata
di

simi indovini e fattucchieri


Persiani,
i

un ariete e deposiuna grande quantit


per
i

dei, gli Egiziani, gli Ebrei. Anche fra i Greci e i Eo-

acqua,
si

possibili

mani fu molto

diffusa

la

incendi,
riori

e in

quelli

supepiccole

ponevano

macchine,

che lanciavano

frecce; nell'interno scale fsse a pinoli univano le varie parti, e ogni

magia. In Grecia se ne trovano tracce in Omero: il filtro di Elena, la trasformazione


in porci e in leoni dei

com-

piano aveva,

nell'esterno,

un

ballatoio

pagni di Ulisse, per opera di Circe, l'incantesimo adoperato dai figli di Autlyco per sanare la ferita di Ulisse ecc. Ma pi tardi, la magia si ebbe specialmente nei
misteri dionisiaci, nel culto del mondo sotterraneo, nei
culti frigio

provvisto di parapetto. All'altezza delle* mura, era


collocato

un ponte, che pen-

si lasciava cadere sulle mura, o in linea retta si spingeva fuori

deva da funi e

della torre.

ed egiziano, nei

MAG
quali la religione
si

260
risoltri,

con nodi magici e con

veva in espiazioni per mezzo di incantesimi.

altre cose simili.

Spesso
dei Greci
si

La dea maliarda

neUa vaticinazione evocavano i morti dal


delle

Hcate, la dea deU'Averno, la sotterranea, la notturna, i cui misteri erano

regno

ombre, Necro-

manza
[xavTEia
e,

[vsxp?

con lampi, tuoni e apparizioni di spettri d'ogni maniera. A Hcate va unita Artemide, la dea delcelebrati
la
le

luna, la quale insegna formule magiche e procrea le erbe per le malie.

per moniati dal demone da cui erano invasi, si ricorreva a formole etsie, a sentenze di Salomone, a

vaticinazione]; liberare gii inde-

morto,

Erano dotate
Medea,
i i

della virt de-

radici, alla saliva, ai chiodi, ai capelli e altre simili cose.

gli incanti le Sirne, Circe,

Cabiri,
i

Curti,

Telcbni,
le

Coribanti, i Oercecc.

Coloro che volevano purgarsi delle loro colpe, do-

pi,

mpusa,
della

Lmie

vevano sottoporsi a un battesimo marino e al digiuno,


e stare

Arti

magia

erano:

seduti
giorno.

per

terra

scongiuri, formule magiche, preghiere, incantesimi. V'e-

tutto

un

Presso
era
se

rano erbe magiche [la verbna, la malva, l'asfodlo], pietre magiche [aeroliti o
sassi

i Greci, la magia non proibita dallo Stato; talvolta incantatori o

scavati

dalla

terra

incantatrici, in Atene, furono accusati e condannati

mistica].
gersi
i

Sono da aggiuntalismani, che porincisi alcuni carat-

tavano
teri,

a morte, ci si deve attribuire all'uso delittuoso che se ne faceva.

gli

amulti, gli anelli


i

incantati,

nodi

magici,
i

gi

Eoma, le arti della ma non furono mai per

le cinture, le corone, meri magici, le ossa

nu-

uma-

messe: anzi, quando la di vinazione nazionale degli

ne

ecc.
si

uguri e degli arspici sem

I fanciulli

proteggevano dalla fascinazione per mezsi

br sopraffatta
vaticinatone di
si

dalle

arti

altri paesi

zo di amuleti; gl'incanti di

amore

operavano

con
fil-

vedimenti contro
dori stranieri.

deliberarono gravi prov i ciurma-

parole cabalistiche, con

~ 261
Augusto proib
logi

MAG
davano il titolo all'anno, avevano diritto all'obbedienza da parte degli altri
magistrati, eccetto 1 tribuni della plebe e, fuori di Eo-

di

agli astroesercitare il loro

mestiere e ne arse i libri, Tiberio ordin contro di


loro esecuzioni capitali, esilii e confische. Vespasiano,

Adriano, Marco Antonino,


invece,
cessori
si

ma e in tempo di guerra, godevano di un potere illimitato. I consoli entrava-

valsero

perfino

di indovini stranieri. I suc-

no
di

in

carica

nella

met

Costantino cercarono di metter fine alle


di

vaticinazioni
di morte.

con

la

pena

[dall'anno 153 av. Cristo, per il 1 gennaio], vi duravano un an-

marzo

Magistrati [magistratus populi

no e mese
fari.

si

alternavano ogni
il

nell'esercizio

Eomani]
le

esercitavano
cari-

Durante
il

degH mese

af-

di

Eoma

pubblicbe
stipendio;

carica,

console era prelittori coi fasci,

che senza

avevano per diritto al rimborso delle spese emesse

ceduto dai
negli altri
littori.

mesi non aveva


[sel-

Insegne dei consoli

per ragioni del loro ufficio. La carriera della magistratura seguiva quest'ordine:
questura, edilit, pretura, consolato, censura. KeU'entrare in carica, i magistrati, nel tempio di Saturno, giu-

erano: la sedia curale


la

curUs}, la toga pretesta, orlata di porpora [toga


lo

praetecota],

scettro

di
i

avorio [Scipio eburneus],

12
et

littori coi fasci

[lictores

fasces],

nei quali, fuori


inserite le

ravano

presso

questori
nel-

di

Eoma, erano
Pretori

di osservare le leggi;
l'uscirne,
ti

scuri.

giuravano davan-

all'assemblea del popolo di non averle mai violate.


censori.

[praetores] ai era affidata l'ammi.quali nistrazione della giustizia.

Magistrati maggiori erano:


i

Dapprima, a Eoma,

vi fu

consoli,

pretori,

un
247

sol

pretore,
Cristo,

ma
oltre

nel
al

I
i

Consoli [consles] erano

av.

pi alti magistrati della Eepubblica: investiti del supremo potere esecutivo, presiedevano il senato e
le

urbanus, che decideva le controversie fra i cittadini, fu istituito il


praetor praetor peregrinus, che giu-

assemblee

del

popolo.

dicava le

liti,

soprattutto

MAG
d'indole
forestieri

262
commerciale,
o
tra tra
della

plebe:

erano dappri-

forestieri
la

ma
pi

cittadini.

Verso

fine

scelti fra i plebei, ma tardi le leggi Licinie


gli

della

E epubblica, il
littori

numero

istituirono

edili

curli,
i

dei pretori era salito a 10. Insegne dei pretori erano:

che erano

eletti fra

pa-

trizi. Ufficio

due

la fasci, la sedia cutoga pretesta,

coi

plebei che nettezza e la sicurezza

degli edili, cosi curK, era la


del-

rle,

il

forma
sedeva

tribunal, palco di semicercMo, ove


il

in

la citt, la sorveglianza dei

tempn
blici

e degli edifzi pub-

pretore

col

suo

seguito, quando za esercitava 3a sua carica.

dia va

udien-

privati {ades = la conservazione edifzio],


e
dei plebisciti e dei senato-

I Censori erano due, no-

consulti nel tempio di Crere, l'organizzazione e la

minati

fra

pi
il

insigni

consolari

vano
lato],

[coloro esercitato

che aveconso-

sorveglianza delle solennit pubbliche: teatri, trionfi,


giuochi, funerali. Gli edili curli esercitavano la loro
giurisdizione controversie

prima ogni 5 anni, poi per un anno e mezzo. Era ufficio dei censori: fare
censimento dei cittadini:
averi, distribuirli nelle classi e nelle centurie, ammetterli nelle trib e fra i cavaKeri, vigilare su la moralit pubblica, scegliere i nuovi senatori ed escludere dal Senato queUi che se ne fossero mostrati
.

anche nelle commerciah e


toga
pretesta

il

avevano
I

la

dei loro

e la sedia curle.
[quaerere inquirire] incaricati, in origine, di istituire i processi
capitali, divennero poi, per legge di Valerio Publcola,

Questori

magistrati della pubbHca finanza. Amministravano


l'erario pubblico, deposita-

indegni.
altri

magistrati,

differenza degli i censori

to nel tenipio di Saturno,


l'incasso delle

una toga rossa [purpurea^, ma non avevano littori.


vestivano
Magistrati minori erano: Gli Edili, custodi del tempio di Crere [aedes Gereris],

imposte e
i

il

pagamento
bliche.
stori
'di

delle spese pub-

Da

principio,

que-

furono due, al tempo Giulio Cesare divenne-

ro 40.
I iudices

dov'era

l'archivio

decmviri,

in-

263
caricati di istruire processi
e

MAG
to contro la

pena

inflitta

cause

civili.

triumviri

nocturni

un plebeo da un magistrato che non fosse il dita


il censore, e contro le deliberazioni del Se-

capitales, vigilavano per la sicurezza notturna della


citt.

tatore o
nato-

nocive

all'interesse

legge Papiria [nel av. Cristo] conferi loro la

La

239

della plebe, le quali, in tal

giurisdizione
istruivano
tali,
i

criminale:

processi capile

sorvegliavano le pri-

gioni,

facevano eseguire

non erano vaKde, finch il popolo non avesse dato il suo parere. I tribuni, dapprima 5, poi 10 dal 472 av. Cristo, erano eletti fra
caso,
i

sentenze capitali. monetales I triumviri


sorvegliavano la Zecca, posta nel

plebei;

tevano

i patrizi non poessere assunti al

tempio di Giunone
la

tribunato se non diventavano plebei, per adozione

Moneta, e
monetaria.
I

circolazione

approvata dai comizi


buti.

tri-

I tribuni non poteessere assenti da

curatores viarum, sotto


la

vano

Eoes-

la direzione degli Edili, cu-

ma
le

per

un

giorno intero;

ravano
torni.

nettezza

delle

loro case

dovevano

strade, in

Eoma

e nei din-

sere aperte, di giorno e di

Tribuni detta plebe

[tri-

notte, per chiunque avesse bisogno dell'opera loro.

buni plebis]

diritti della plebe,

tutelavano contro

i
i

Magistrati straordinari
erano:

possibili soprusi dei magistrati patrizi. Durante la

carica,

non potevano

erano inviolabili e essere accusati: convocavamo i comizi tributi, citavano i cittadini accusati di alto tradimento a comparire davanti alle
centurie, e potevano citare davanti al popolo, e persino
arrestare,
il

Dittatore [dictator] magistrato con supremi poteri, che si eleggeva nei casi di estremo pericolo.
Il

Era nominato dal Senato, su proposta di uno dei consoli,

o scelto fra

consolari

[coloro citato

che avevano eseril

consolato].

Du-

abusasse

del
il

Avevano

magistrato che suo potere. diritto del ve-

rante la carica dittatoria, che non durava pi di sei


mesi, tutte le altre magistrature cessavano il loro

MAG
ufficio,

264
e

divenivano

ese-

Maia

cutrici degli ordini del dittatore. Contro i suoi decreti

[Maia, II, 685] fgUa d Atlante e di Plione, era madre di Mercurio: la mag-

le

sue
il

sentenze,
l'appello dittatore

non

era

ammesso

giore delle Pliadi, ammessa con loro a far parte della


Costellazione, che

al popolo, n poteva essere

da

essa

cMamato a

prese nome.

rendere conto dei suoi atti. Aveva 24 littori, coi fasci

Mamertlni
cenari
di

[Mamertini]. merdediti
alla
figli

italici,

muniti di scure, anche in Eoma, per significare che


il il

guerra e detti perci

Marte

[Mamers

nella

dittatore riuniva

in

s
e

lingua osca lo stesso che

supremo potere

civile

militare.
Il

maestro dei cavalieri

Marte], i quali, doavere aiutato Gerone di po Siracusa contro i Cartaginesi,

Mars

[magister equtum] sostituiva il dittatore neUa sua

occuparono
uccisa
la

Messi-

na

assenza

e,

in
la

guerra,

coi

mandava
la
i

cavalleria;

e, maggior parte degli uomini, ne tennero per lungo tempo il

triumviri presiedevano
triumviri,
i

al-

possesso,

con

l'aiuto

dei

fondazione delle colonie;

Eomani.

viri,

quinqudecmviri [3, 5, 10
i

magistrati] curavano la distribuzione dei terreni; i

dumviri
curavano

[2

magistrati]
ecc.
si

la flotta

Mancipzio [mancipatio] la presa con la mano [manus = mano, capio = prendo] era, nel commercio romno antico, un atto molto importante, quando si doveva
trasmettere
sona.

Magna
l'Italia

Grecia

chiamava meridionale, a sud


il

qualche

cosa

al possesso di un'altra per-

del Sele e del Fortore, cos

greche ond'era popolata, specialmente intorno al goKo di Taranto.


di

detta per colonie

gran numero

Esso era compiuto in presenza di cinque testimoni e di un Ubrpens [uomo


che aveva
colui

una

bilancia], da

chi trasmetteva la cosa a

Questa

denominazione

le

fu data da Polibio, e indicava specialmente le citt

che la riceveva, il quale, pronunziando alcune

greche coi loro

territorii.

parole solenni, prendeva l'oggetto che voleva acqui-

265
stare e percoteva la bilancia

^
dum
riam
tuor

MAN
in Sallentinis
vi cepit: ibi

Man^uad
quat-

con un sesterzio, clie dava all'altro come prezzo


della

milia

hominum capta

cosa.

Quest'atto raffigurava una vendita e, nel tempo pi antico, dev'essere stato un

et ceterae praedae aliquantum. [Livio, libro XXVII,

cap.

15].

modo
diante

di
il

comperare, mepeso del prezzo.

quando, pochi anni prima, Annibale, espugnata Taranto, si rivolse a Brindisi,

Mandria pMandura, MavSpiov, MavSvtov] citt dei nell'antica CaSalentini,

abbandon aUa preda

e al saccheggio dei suoi soldati il territorio di Mandria,

labria

[oggi provincia di Taranto]. Si trova sulla

che

si

era

opposta ai

suoi disegni.

strada cbe da Taranto me-

Praedatum inde Numidae


Maurique per Sallentinum agrum proximosque Apuliae saltus dimissi [fra

na a Lecce, a 38

Km.

da

Taranto, a 11 dal mare, a 80 metri sul livello del mare, nel territorio cbe fu

Oria

Messpia . molto antica, ricordata da storici autore

detto

e Mandria]. Unde ceterae praedae Jiaud multum, equo-

citt

rum
e

greges

maxime

abacti:

quibus ad quattuor milia

voli.

Tito Livio narra cbe, nella seconda guerra punica, do-

equitibus divisa libro XXIV, capi[Livio, tolo 20].

domanda

po aver resistito eroicamente ad Annibale, per difendere la sua indipenden-

Plinio Secondo

il

Y.eccliio,

nella sua Sistoria Naturalis,

ricorda

Mandria per

oppose con grande za, valore e tenacia a Fabio


si

un fonte che

re,

Massimo il Temporeggiatoper non cadere sotto il dominio romano; ma non


ostante le prove di eroismo date dai suoi cittadini, dopo

si trova, anche oggi, in una caverna abbastanza profonda, poco lungi dall'abitato. Le sue

acque, limpide e fresche, scorrendo come un rigasi versano in una vaschetta sottostante, dove si mantengono sempre a

gnolo,

lungo assedio, fu espugnata, e circa 4000 cittadini furono fatti prigionieri.

un medesimo

Uvello.
il

Q.

Fabius

consul

oppi-

questo fonte

popolo

MAN

266
infusis augetur [Plinio, Sistoria Naturalis, libro II,

d il nome di Scgnu, vocabolo che non stato ancora spiegato dal vista etimologico.

punto di Qualche

cap.
rallele

106].

Plutarco neUe sue Vite Faricorda che, sotto


di
le

congettura
stenibile [da

prospettata

del tutto fantastica e inso-

de

ingemum, donnggna, o da caenum


l'illu-

Manduria, mori Archidamo, re di Sparta,


figlio

mura

di Agesilao,
si

fango, loto].

daUa Grecia
ai

il quale era recato

Francesco D'Ovidio,

in Italia, per portare aiuto


Tarentini,
i

stre filologo e dotto cultore di letteratura neolatina

nella

guerra

contro

vicini.
'AY7]cyi,>\.ou
[xv

dell'Universit

di

IsTapoli,

'Hv yp

consultato in proposito, mi disse, dopo lungo esame, cbe questo vo-

da

me

'ApxtSa[i,oC Tcspi MavSviov


'vriQ 'l'vaXiaLC,

utt MsCTaaTctov

aTToGavfv. [Pltjtaego, Bioi


TcapXXvjoi
"Ayic;,

cabolo non trova alcun riscontro neUe radici latine


e

Vita di Agide,
[Bihlio-

neolatine.

cap. 3]. Diodoro Siculo


libro

Ed

naturale: esso infatti

tJieca,

XVI,
si

cap. 62]

deve appartenere all'antichissimo dialetto preroma[osco-messapo] che si parlava in quella regione, e probabilmente conserver sempre celato, nel mistero
dell'antichit, la sua
origine,
il popolo, recustode delle tradiantiche, conserva al il

narra

che

avver una

circostanza

no

singolarissima, perch, nello stesso giorno e nella stessa ora in cui


si

[3

combatt a Cherona agosto 338 av. Cristo],

prima
.

un'altra battaglia avvenne, in Italia, fra i Tarentini e


i

Oggi, mentre
ligioso

Lucani, nella quale mori


si

Archidamo, re di Sparta,
che
era recato per portut-

zioni

suo fonte
alcuni lo

nome

Scgnu,

tare aiuto ai Tarentini.

chiamano Fnte Flinino per l'accenno che ne fa Plinio il Vecchio. In


talentino,

Molto incerta rimane


tavia
l'origine

del

nome

iuxta

oppidum

Manduria. La citt, precedentemente alla colonizzazione greca, dov essere abitata dagli sci, come il
territorio

Manduriam,
stis

lacus ad mar-

gines plenus, ncque exhau-

aquis

minuitur

neque

circostante;

ma

267
a costoro pare
giunti, fin
si

MAN
Insostenibili
e

siano ag-

del

tutto

da tempi abbastanza remoti, immigranti


la

immaginarie appaiono oggi


le altre etimologie cbe, in

Illirici,

cui

lingua

si

tempi
studi
gici

trascorsi,
filologici

quando
e

gli

conserv fino ai tempi dell'Impero e, pi tardi, coloni greci.


JjTon

glottolo-

mancano, naturalmen-

te, altre congetture su probabile derivazione di Man-

erano bambini, presentavano qualche verosimiglianza, come per es. quella che fa derivare Manduria da parola ebraica

duria
nici,

da Cretsi, da Feda Japgi ecc.

Madad

caldaica Medar,

Alle molteplici e svariate opinioni intorno aUa pro-

secondo la quale significherebbe paese collocato


in
e
declivio
l'altra

[Mazzocchi],

venienza degli abitanti di corrispondono Manduria, altrettante congetture etimologiche, circa il probabile significato primitivo del

che la vorrebbe
dall'ebraico

derivata
tificazione
il

Ma for-

zur col significato di

[Pappato dero],

nome

della citt.

Baster
notevoli

citare

quelle pi cbe presentino


es-

per giunta vorrebbe dedurne che Manduria fu baluardo e fortezza


quale,
di Oria.

maggiore probabilit di
sere pi vicine al vero.

Pare

strano

che

uomini

non

Mando Mendo
vallo;

[illirico]

[messapico]

cavallo; ca-

privi di erudizione fossero cos facili a conget-

turare

strane

etimologie,

Mes, Mas

[illirico]

movendo da un'apparente
e soltanto
esteriore

Menzana, MeriMandiano [messadiano, pico] = equino; Mandur


stallone;
stalla [antico indiano] di cavalli; Mandiram [an-

somi-

glianza di suoni fra vocaboli appartenenti a gruppi


linguistici,

tico indiano]

= casa; Mv= stalla; Mandra [itaSpa lico] = gregge.


riferimenti
il

che non presentavano alcuna afinit glottologica, senza

punto pre-

occuparsi degli elementi offerti dagli studi della storia

Tutti cotesti indicberebbero

su

le

afinit

etniche

carattere

agricolo e pastorizio dei suoi abitanti^ nelle orioni.

fra popolo e popolo. Sono etimologie cervellotiche e

bizzarre^ che ci fanno pen-

MAN

268
i

sare a quelle, anclie famose, del celebre Terenzio Var-

Messapi e gli Japigi non siano due rami della me-

rone.

Ma,
18

alla

distanza di oltre

secoli,

bisognava

at-

desima stirpe, come credono il Mommsen e l'Helbig, e che essi siano giunti
in Italia, in tempi diversi e per diverse vie: gli uni dal

una ben maggiore scaltrezza o, almeno, una


tendersi

maggiore severit e prudenza nelle ricerche di carattere etimologico.

nord, per terra, gli Iapigi dal sud, per mare. I Messapi vennero dalla

La

probabilit

maggiore,

Grecia del Nord: nella Beozia


citt
la

quanto all'etimologia del nome Manduria, oggi c'induce a credere cbe esso sia
di origine illirica. Illirici infatti erano gli Japgi cbe

infatti

si

Hyna,

trova una accanto al-

quale sorgeva il monte Messpo, e sulle coste dell'Etolia vi pure un lago

popolarono quel territorio. Vero che non ben distinta


la

relazione

etnica

fra Iapigi e Messpi.


Il

Mommsen crede

cbe Mes-

Oupia [ricorda TpiYj, Opta, "Oppa, Uria, oggi Oria, nella provincia di Lecce]. Gli Japgi invece vi giunsero pi tardi dal sud, per
i

spi e Japigi fiossero genti

appartenenti a una medesima stirpe, che precede l'arrivo tanto dei coloni

via del mare, e scacciarono Messapi dal paese intorno

a Metaponto e al Gargano, prima della fondazione delle

greci,

quanto

delle

stirpi

l'Helbig pensa che Messapi e Japigi fossero rami deUa medesima


stirpe,

sannitiche.

Anche

colonie greche, rinchiudendoli nella parte interna della penisola salentina e,

di

origine

illirica,

particolarmente, nel territorio che si estende fra

e che gli Japigi, giunsero


nella

Puglia e nella penisalentina


le

Taranto e Brindisi. Illirici sono infatti i vocaboli Calabria e

sola

ove soggiodi

Salentina

il

garono
italica

genti

razza

che occupavano quei paesi, per le vie del mare,


soprattutto dalle coste dell'Epiro.
Il

Pais invece sostiene che

etimoMessapia logicamente significherebbe: paese posto in mezzo aUe Peloponacque ['Arcta neso: dpas (snscrito) = acqua].

nome

269

lunghezza,
di e

MAN
poco

Messapi

sono

nomi
i

misura circa due metri di

Brundisum
in

da
o

Brunte-

meno

sum, TJra e tutti

nomi

un metro

ntum

tum

in larghezza e

uxa

in
al

o Ta: Tarentum, Hidruntum, TJrentum, Neretum, Salen-

tum, Aletium, ecc. Vero , per altro, che anch.e nell'isola di Creta scorreva un fiume Msamioc,
MscrcraTrtoi;.

altezza. Appartengono gruppo di vetuste costruzioni cosi colossali, che i posteri non potevano comprendere come uomini aves-

Erodoto

[li-

"VII, 170] racconta che i Cretesi, tornando da una spedizione fatta contro la Siciha, per vendicare la

bro

avere tanta forza; perci i Greci le designarono come opera dei Ciclopi, la mitica razza dei giganti, che si diceva imsero

potuto

migrata
dissero

dalla

Licia,

e le

mura
hbro

ciGlopiche.
Ty]<;

morte del loro re Minosse,


giunti sulle coste della lapigia, furono colti da una terribile tempesta e, aven-

Pausania
'EXXSo?,

[Iltpiyiyriai<;

parlando
rinto,

II, 25, 8], delle mura di Ti-

do perduti tutti vigli, fondarono


taci

loro na-

dice che esse sono opera dei Ciclopi: sono fatte

'TpiTj.

Se-

guendo qusta notizia dada Erodoto, alcuni pensarono che i Messapi fossero di origine cretese.

scuna

di pietre non tagliate, ciadelle quali cosi

grande, che anche la pi


piccola

non poteva essere trasportata da un giogo di

Ma
del

questa opinione oggi tutto rigettata, tanto

muli.

pi che, osserva il Pais,

come giustamente
il

passo di

Le antiche mura di Manduria non sono formate da ammasso di rozzi massi pohgonali, uniti insieine, come le mura poKgonaU di
Tirinto e di Micene, ma appartengono a un periodo posteriore, quando, nonostante i vantaggi che offriva la costruzione poligonale, la tendenza a sempre

Erodoto suppone una citt marittima, mentre Oria si trova a ridosso delle Murge, nell'interno, a oltre 20 km. dal mare.
Superbe vestigia
ra.
dell'anti-

ca Manduria restano le

mu-

Sono formate da immensi macigni di sabbione


calcareo, ciascuno dei quali

maggiore

conregolarit dusse ben presto all'uso di

MAN

2^0
termini, ro stati
i

disporre le pietre a strati orizzontali e I regolari.


grossi blocchi infatti sono

Pelasgi sarebbelo

stesso popolo che nell'et storica, in con-

anche

squadrati da tutte le facce, sulle giunture Yerti-

dizioni politiche del tutto diverse e con disposizioni

cali e ci

richiamano

la co-

etniche,

modificate

dalla

struzione delle

mura

di

Pa-

nopo e, anche meglio, di Cherona e di Messene. Alla denominazione di mura


di

lunga permanenza nel nuovo territorio, si chiamarono


poi col nome di Ellni . Ma il Pais avverte che oggi nessun erudito reputa sul serio che i Pelasgi ab-

ciclopiche,

sull'autorit
si

Erodoto e di EUnico,

sostituita, pi tardi, per

biano

innalzato
delle

le

mura

queste antiche costruzioni,


quella di pelsgicJie, perch sarebbero state costruite dai
Pelsgi.

pelasgiche

cinte ita-

liche; le tradizioni di

Erodoto e di Ellnico circa i

Pelasgi

hanno carattere

leg-

Ma
ne

oggi la critica pi dotta

e accurata rigetta l'opiniodell'esistenza della stir-

pe che suol chiamarsi pelsgica. Col nome di Pe-

ramo

lsgi si suol indicare quel della stirpe ariana o

gendario e scarso o nessun valore storico rispetta al fatto in s e alla cronologia. Quando i Greci colonizzarono le coste d'Italia, trovarono sul posto la maggior parte dei popoli che, in et storica, vediamo oc-

indo-europea che, durante la trasmigrazione dall'Asia Minore [ove gli Axii si erano diffusi, partendo dall'altipiano del Pamir, che
si

cupare le
neti,

diverse regioni della Penisola [Liguri, Ve-

Umbri, Etruschi, Au-

ritiene la loro sede ori-

sni, Osci, Iapigi, Messpi], che, sin dalla met del

ginaria],

le coste di essa

s'indugiarono su o sulle isole


e

secolo YIII,

occupavano
loro

le

dell'Ego,

anche passati

regioni che da sero il nome.

pre-

pi tardi nella Grecia, conservarono i primitivi caratteri di origine,

Mangne [mango]
so
i

era, pres-

prima di

Eomani, il mercante di schiavi: li conduceva per

assumere

peculiari qualit etniche, per cui poi si dissero Ellni . In altri

quelle

mano [mango
legati

= manus ago]
li

insieme,

esponeloro

va nudi e appendeva

271
al collo

MAN
il

una

tavoletta, sulla

nio
fizi

Superbo;

ma

sacri-

quale erano indicati i difetti fisici e morali di ciascuno.

umani furono
console
si

aboliti

dal
e,

Giunio

Bruto

Per i difetti non indicati, doveva dare garanzia, e quando voleva venderli senza garanzia, metteva loro
in testa
ledti.

in cambio di teste
offrivano

umadi

ne,

teste

papavero e
cie

d'aglio.

Mntica [mantca] una


di

spe-

un

berretto]. !N"aturalmente, cercava di rendere pi belle le fattez-

pilus

cappello

\^i-

adoperata dai viaggiatori a piedi o a cavallo. I viaggiatori a


piedi la reggevano sul dorso, in modo ch.e una delle

bisaccia

ze dei suoi schiavi, ne de-

cantava

pregi con paro-

loni e frasi esagerate, e

ne

nascondeva
dei

difetti.

due tasche pendeva davanti e l'altra dietro, sulle spalle; quelli a cavallo la
collocavano
l'animale.
dietro
i

Mani pManes] sono

le

anime

loro,

morti buoni, che si veneravano come divinit, detti perci Dii Manes, Venivano onorati con libazioni di acqua, vino, latte ecc.; il 21 febbraio si

di traverso su

fianchi del-

Manto [Manto]
glia

indovina,
la

fi-

dell'indovino

tebano
vittoria
[ved.

Tirsia.

Dopo

degli Epigoni, a

Tebe

propiziavano con una festa funebre generale [ferala} e, nel tempo pi antico, si offrivano loro vittime umane. I Manes RcsbYano co-

per ordicondotta a Colofone, nell'Asia Minore, dove' fond l'oracolo


Adrasto'], Manto, ne di Apollo, fu

di

munemente
i

morti, mentre
gli

Apollo Clario e spos Rhcio, da cui ebbe il vate

Lares

erano

spiriti

Mopsp.

benigni, e le Larve gli spiriti

Manbie [manubae]
il

erano

maligni.
terribile
di-

Mania pMania]

bottino di guerra spettante specialmente al ge-

vinit italica, madre o ava dei Lari e dei Mani. lei

nerale;

mentre

la

preda

e ai Lari si celebravano, a Roma, le feste Compitali,

[praeda] era il bottino consistente in schiavi, animali


e cose di varia natura. Presso i Greci, il generale soleva dividere la preda

neUe quali si immolavano fanciulli. Queste feste furono ristabilite da Tarqui-

comune;

ma una

parte la

MAN
consacrava
vero
edifzi.

272
agli
di,

ap-

quando
iscrivere

il

dominus faceva
servo fra
i

pendendola nel tempio, ovla

il

cit-

collocava,

come

ornamento,
Presso
della
i

su

pubblici

tadini, nella lista dei censori ordinava \censu\,


nel.

testamento

che

gli

Eomani, una parte


all'erario

schiavi fossero liberati

[te-

preda di guerra era


dello

stamento].
20 In
la

assegnata

forma privata:

il

pa-

Stato, una parte ai generali, e il resto era diviso fra i


soldati.

drone dichiarava che dava


libert aUo schiavo, o aUa presenza di amici [inter amicosl, o con dichia-

Le armi
si

tolte

al

nemico
la.

chiamavano spoi

Manumssio
Eomani,
schiavi

era, presso la liberazione degli

razione scritta [jper epistulam], o conducendo lo schiavo


Ijper

dalla

loro

condi-

mensa con s mensam]. Lo schiavo


a
di

zione di servit.

cos liberato,

usciva dalla

Essa si aveva: 1 In forma solenne: il padrone dichiarava innanzi a un magistrato, che concedeva la libert allo schiavo [vindicta].
Alla presenza del pretore, un littore toccava il servo

sua

condizione
diversa:

servit

ed acquistava una posizione


sociale

diveniva

UbeHus. Se la manumissio era data


in

forma solenne, lo schiavo, diventato libero cittadino, acquistava i suoi diritti


[v.

con

la verga [vindicta'], pronunziando la formula con cui gli concedeva la libert: hunc hominem Uberum esse aio , poi il pa-

Liberto'],

ma

se in

forma privata, otteneva


libert reale, senza per diritti di cittadinanza.

la

Manus
i

inectio

fu,

presso

drone, presolo per mano, lo faceva girare su se stesso,

Eomani, il pi antico mezzo esecutivo, che il cre-

dicendo:

iune
esse

homivolo
,

nem

Uberum

ditore adoperava contro il debitore, per trarlo in schia-

quasi per indicare che, da quel momento, poteva an-

vit e costringerlo al paga-

dare dove volesse. Un'altra forma solenne della

manumissio

si

aveva

mento [manus inicre = metter le mani addosso a qualcuno]. L'accusatore 30 giorni dopo la condanna

273

MAE

conduceva

l'accusato

da-

vanti al pretore, e se quegli non pagava o non preun mallevadore sentava [vindex], lo trascinava in

marmi pi rinomati, in Grecia, erano: il prio, dall'isola di Paro, nell'Egeo,


bianchissimo e rilucente;
pentlico, dal
il

monte Peni

sua casa, dove lo metteva in catene e, dopo 60 giorni, poteva venderlo in paese
straniero e

thco, presso Atene, che

Greci preferivano agli


il

altri;

anche ucciderlo.

del Taygte, catena di monti, fra la La-

marmo

creditori erano molti, avevano il diritto di ta-

Se

cnia e la Messenia, che

si

spinge fino al
di Tnaro;
il

promontorio

gliare

ma

a pezzi il debitore; nessuno us mai di

marmo

del-

rimtto

[monte

dell'Atti-

questa facolt. Mrcia acqua [Marcia a qua]

ca, celebre anche per i fiori e per le api], venato in grigio;


il

una fonte, nel

territorio di

marmo
e,

corinzio,

Tivoli, la quale, per mezzo di un acquedotto costruito

a vari colori
giallo;
il

per lo pi,
di

frigio,

color

dal pretore Quinto Marcio

Eex [donde
nel 144 av.
gliorato

il

suo nome],
e mi-

Cristo,

poi

da

Agrippa,

bianco con macchie di porpora; il tssalo, che aveva vene verdi, bianche e nere; il marmo carystio, da Crysto
lori;

fornisce, anclie oggi, di abbondante ed eccellente

Eoma

nell'Euba,
il

con vealtri co-

nature verdi e di

acqua potabile.

marmo
di
il

tasio,

dal-

Marca [Marica] ninfa


lica,

ita-

l'isola

Taso, nell'Ego,

a cui era consacrato un bosco [lacus Marlcael e

bianco;

marmo

lesbio,

dall'isola di

Lesbo, nell'E-

un santuario presso Minturno, non lungi dalla foce


del

geo, bianco -giallognolo. Marmo eccellente v'era nell'Asia

fiume
si

Liri,

dal

quale

Minore e nella

ISTumi-

non

poteva riportar via quello cbe una volta s'era

portato.

Marmo
era

[marmor]. Il marmo noto a Omero, perch se ne trovano cave nelle Oicladi e nell'Asia Miforse
nore.

dia; quest'ultimo era giallo con macchie di porpora. Pi tardi se ne scoperse anche in Italia, sul monte

Luna, nell'Etruria, oggi

marmo
I
Greci,

di Carrara.

Eomani
dopo

appresero

dai

la conquista di

18

Stano, Dizionario di miti

MAR
quel paese, l'uso del
nelle

274
marmo
costruzioni.
il

macedonico fu

MeteUo primo a

Mssii [M^us?], popolazo ne della Libia, suUe riv(


del Tritne,
cb,e
si

dipin
i

far costruire, a Eoma, tempio di marmo.

un

geva
si

il

corpo con minio


crescere

lasciava

ca

Mrsia

[Marsyas,

VI, 381-

pelli

soltanto

neUa

part(

400] satiro, nato in Frigia, del quale si diceva avesse trovato il flauto clie Athena aveva gettato via. Divenuto valentissimo suonatore di flauto, os sfidare
Apollo;
pelle

destra
I.

del capo.
i Greci. In Gre matrimonio soddisfa

Matrimonio [matrimonium]
Presso
eia, il

ceva a un triplice dovere


verso
gli

di,

ai

quali bi

questi lo

vinse

e,

sognava lasciare
che
li

uomin

scuoiatolo,

ne

in

una
neUa

appese caverna
Frigia.

la

lo Stato,

venerassero; vers( a cui bisognava


cittadini;

Celne,

Lo

procurare
la

vers(

piansero i satiri fratelli e tutte le ninfe dei monti e


delle selve circostanti; e le lacrime, assorbite dal ter-

propria stirpe, cbe do


era del tutto pospo

veva essere conservata. L'a

more
sto a

queste idee,
scelta
della

cb.e

reno, scaturirono poi, for-

neUa

sposa

mando

fiume Marsia, le cui sorgenti erano nella medesima caverna.


il

predominava il pensiero
e spesso
la sposa
il

del

la dote, della famiglia ecc.

padre
il

sceglieva

Si

diceva

movesse no del flauto.

pelle si lietamente al suo-

clie

la

per
si

figlio,

per

cb non
fetto

badava aUa na

turale inclinazione

deU'af

Marte
mani,

pMars]
il

presso
della

Eo-

dio

cbe, del resto, sor difficilmente in Atene geva

guerra,

dove
le

le

donne conducevam
domestiche.

identificato

con Ares. [Vedi

vita ritirata e oscura,

fri

Ares],

Mssico [Massicus mons]


monte a nord-ovest
[oggi
della

pareti

li

Atene, per la validit de matrimonio, gU sposi do

Campania, presso Sinuessa


Mondragne], famoso
suoi
vini,

vevano essere entrambi


tadini
liati

cit

di

nascita.

fig]

per

celebrati

da un cittadino e d

dai poeti romani e, specialmente, da Grazio.

una non
illegittimi;

cittadina, erani era proibita 1

275
bigamia, ma spesso, oltre moglie legale, il marito aveva anche una concula

MAT
rone
quale
sposo.
e

profumati

di

un-

guenti], sopra

un

sedeva

carro, nel tra un suo

legge proibiva matrimonio tra fratelli


sorelle uterini,

bina.

La

il

parente prossimo

e lo

ma

era per-

messo quello tra fratelli e sorelle di due letti. Il matrimonio fra parenti di grado lontano era assai desiderato e, in certi oasi, ordinato dalla legge. Lo spoera preceduto dalla promessa solenne, fatta dal
salizio

Sparta, lo sposo, col consenso dei genitori, rapiva la sposa e la conduceva a casa d'una parente,
la

quale preparava
nuziale^

il

ta-

lamo

dopo un

bre-

padre della fanciulla o da cM ne faceva le veci, e in


essa
elle
si

ve tempo di segreta consuetudine, si faceva noto il matrimonio e si celebravano le nozze.

La madre
cendeva
la

della sposa ac-

stabiliva

la

dote,

teda nuziale, e
di
fiac-

non diveniva propriet


marito,
al

un gran numero
cole precedevano

del

quale

ap-

segui-

parteneva
frutto.

soltanto

l'usu-

vano
fra

gli

sposi.

Il

le

acclamazioni

corteo, e i

Kel giorno delle nozze, lo sposo e la sposa facevano il bagno in acqua attinta a

d'Imne, accompagnato dal suono del flauto e delle cetre, si recava


alla

canti

una

citt

fonte, stabilita per ogni [in Atene la fonte di

casa

dello

sposo,

or-

OaUirhoe], si compivano in casa della sposa alcune sacre cerimonie, delle quali

nata di festoni di frondi, dove era accolta da un getto di noci, fichi ecc., e spesso seguiva un nuovo ban-

non sappiamo
to, e si

nulla di cer-

chetto

nuziale,

nel

quale,

teneva un banchetto

come dono

nuziale, nel quale le

donne

sposa sedevano separate dagli uomini. Dopo il banchetto, verso sera, la sposa, avvolta in un velo, veniva condotta dallo sposo [vestiti entrambi di
la

con

nozze, si cacce di ssamo.

particolare delle offrivano le fo-

il banchetto, la spocoperta da un velo, veniva condotta dalla para-

Dopo
sa,

ninfa nella camera da letto,


alla

splendidi abiti, cinti di co-

porta della quale si cantava l'epitalamio. Dopo

MAT
le

'276
tio: una specie di compera apparente, che il ma-

nozze, il giorno succeso il terzo giorno, la sposa, senza velo, riceveva


sivo

rito

faceva

della

moglie.

doni dal marito, dai pa-

renti e dagli amici. Il tempo ritenuto pi adatto

per mezzo deU'ZJsws, quando la donna avesse dimorato per un anno, senza
3^

aUe nozze era l'inverno, onde il nome di GameHne mese delle nozze [y^xo?
nozze] gennaio.
II.

alcuna interruzione, nella casa del marito. I riti nuziali

dato
i

al

nostro
Il

Presso

Romani.

romani avevano molta somiglianza con quelli greci. Favorevole alle nozze si stimava la seconda met
di giugno, mentre si ritenevano di cattivo augurio tutto il mese di maggio, la prima met di giugno,

matrimonio, presso i Eomani, ebbe da principio

un

carattere di santit: in
il

origine

ius conubii, cio

la capacit di contrarre

un

tutte
le

le

calende,
i

le

idi,

matrimonio valido, era concesso


della

none,

soltanto ai cittadini

tempo

dei

nefasti, il parentalia ecc.


.

dies

medesima

classe;

ma

nel 445 av. Cristo, la legge Oanulia ritenne valido an-

Kel giorno deUe nozze, la sposa deponeva la toga


praetexta
alla

la

consacrava
intreccia-

che
trizi

il

matrimonio tra padiritto


si

Fortuna Virginlis, avedi

e plebei:

sotto
Il

Caracalla, a tutto l'impero.

cbe, estese

va una cintura
ta

lana

di

pecora,

matrimonio, presso i Eomani, poteva concMudersi in tre modi: 1 per mezzo della Gonfarreatio, che aveva carattere
religioso.

copriva il volto con un velo di color fiamma-arancio.

Quando la sposa, col corteo descritto nei riti gregiungeva a casa dello sposo, per far testimonianza della sua castit, copriva di nastri di lana gH
ci,

Veniva

ce-

lebrato con l'offerta di

una

focaccia di farro e vi pren-

stipiti della porta, e

li

un-

devano parte: il pontefice massimo, il flmine diale,


dieci cittadini, che assiste-

vano
2 per

come testimoni. mezzo della Comp-

geva con grasso di maiale, per allontanare le malie. Di l dalla soglia veniva portata a braccia, e passava sopra una pelle di

277
pecora,
grido

MED
Mausolo [Mausolum] magnifco monumento

il

distesa

sul

paviil

mento, mentre risonava


Talassio

[il

se-

dio

romano
naeus'].

delle nozze, corrispondente al greco Hyme-

polcrale che Artemisia eresse in memoria del marito

Mauslo

Mauslo, in Alicarnasso. [Mausolus, MaooXo^] re di Alicarnasso nella Caria. Alla sua morte, la

Prima di entrare in casa, si domandava citi fosse, ed


eUa, in segno di salnto, rispondeva allo sposo: ubi
tu

Gaius,

ibi

ego

Gaia, e

moglie Artemisia gli fece erigere uno splendido monumento: il Mausolo.

prendeva quindi in consegna la chiave deUa porta. Seguiva il banclietto solenne, durante il quale il marito doveva gettare pugni di noci ai giovani raccoltisi davanti alla casa e,
il pranzo, una matrona che, rappresentava la luno pronuba, conduceva la sposa nella camera nuziale e la collocava sul letto

Mavrte

[Mavors, Yl, 70] Marte, il dio della guerra, identificato con res. [Ved.
Ares].

Mavrzia prole [Mavorta


proles] sono i Tebani, generati dai denti del drago,

dopo

sacro
[V.

Marte

[Mavors}.
fi-

Gadmo}. Medea [Medea] la maga,

glia di Ete, re di Olchide.

Dopo avere
sone,

aiutato

Gia-

maritale, coperto dalla toga, mentre di fuori si can-

del quale fu poi la moglie, a prendere il vello


d'oro,

tavano
ni, laci e

non

soltanto ime-

ma

anche canzoni sapiene di aspri motdopo,


il

lolco,

teggi.
Il

tornata con lui a in Tessaglia, fece morire trucidato PHa e poi, a Corinto, uccise il re
Creonte, la figlia di lui [Crusa o Gluce] e i' due
figliuoli,

giorno

marito

dava un altro pranzo detto


'epotia,

ospiti alla giovine

parenti e gli offrivano i regali


il

Mnnone

Fere

sposa offriva

coppia e la suo primo

ch'essa [Medea] aveva avuti da Giasone.. [V. Giasone}.

Indi,

su

un

carro

tirato

sacrifcio nella

nuova

casa.

Matta
italica,

[Matiita mater] dea

confusa con Leuc-

tea. [V. Ino}.

da due dragoni alati, fugg da Corinto ad Atene, presso il re Ego, a cui si un in matrimonio. Quando

MED
di

278
fi-

giunse alla corte Teseo,


glio

pcrate di Atene e Democrate


di

sciuto

Egeo, non riconodal padre, Medea,

Ootrone,

qual

che lo riconobbe, indusse Egeo a dargli da bere, in una coppa, un veleno, cb 'essa aveva preparato con erbe velenose, cbe erano
spuntate sul terreno, dalla

raggiunsero un alto di dottrina medica.

gradc

Boma,

invece, nei tempi

antichi,

il

era spesso

medico di casa uno schiavo;

medici perci non ottennero mai la stima che ave-

bava sparsavi da Crbero,


cane mostruoso dalle tre teste, quando Ercole lo trasse dall' rebo. Mdici [medici]. Presso i
il

vano in Grecia, perch


generalmente, erano
libertini

essi

schia-

vi o liberti: alla classe

de:

Greci,

Omero

nomina

il

medico degli di. Pene, che va distinto da Apollo. Fra gli uomini, ritenuto
i medici ebbe due quale Asclepio, figli, Podalrio e Macane, medici anch'essi, cbe pre-

aparteneva il me dico di Augusto, Antonie Musa. Ai teinpi di Cice rone, aveva grande fama

capostipite di tutti
il

Asclepiade di Prusa, e Ce sare gli concesse percic la cittadinanza. Durant( si ebbero me l'impero,
dici

con un salario
corte
le

fsso

nella
e

e nell'esercito

sero

parte alla guerra

di

non mancavano

medi

Troia.

chesse [medicae] per le


lattie delle

ma

In Grecia, la medicina fu ritenuta una professione de-

gna

di

un uomo
e,

libero:

donne. ISTon c'erano farmacie com( le nostre; ma nei negozi d

medici erano quindi molto


stimati
in alcuni Stati,

droghe vi erano farmach

ricevevano

uno stipendio pubblico. Ogni medico doveva ottenere dallo Stato


la

gi preparati, i quali, pei altro, erano di solito appa


recchiati dagli stessi medi ci e venduti a caro prezzo Medusa [Mediisa, IV, 779

facolt
e,

di

esercitare la

sebbene non si ricbiedessero esami, doveva almeno dimostrare di aver avuto un buon maesua arte
stro.

803] una delle tre Gorgoni


[V. ivi].

Era dapprima

uni

fanciulla

bellissima, coi

una chioma abbagliante


Kettuno, innamoratosi profan il tempio lei,

Medici celebri furono

Ip-

279
Minerva,
vendic,
penti
i

MEL

la

quale

se

ne
ser-

mutando
capelli
e,

in

della

sua

chioma finente
ventare
scolp
il i

per spa-

natica] Ercole, il quale fu cosi chiamato da Achmone, in una curiosa avventura. [V. AcJiemone].

suoi nemici, ne

Melmpo
tello

pVtelampus]

fra-

capo nel suo scudo, e le serpi su la corazza. Perseo^ venuto nel campo
delle

Binte, figlio di Am5rthane, fu il pi antico vate, che con espiazioni e sacrifici occulti eser-

di

Gorgoni, perch non

fosse
dallo

anche

lui pietrificato sguardo di Medusa,


ri-

guardandone l'immagine
fiessa
gli

nello

specchio

clie

citava la medicina, e il fondatore del culto di Dioniso, in Grecia. Si narrava che nella campagna di Pylo,

aveva

dato
si

Athena,

mentre suonava, alcuni

ser-

aspett che
tasse,

addormendella
Cri-

e le recise la testa

Dal tronco Gorgone balz fuori


dal busto.

penti gli nettarono gli orecchi, s che d'allora comprese le voci degli uccelli e

pot predire

le cose future.

sore e Pgaso,

il

cavallo

Avendo

alato. [V. Pegaso']. Il capo di Medusa, anche staccato

guarite le figlie di P'rto, re di Argo, daUa pazzia da cui erano state


invase, perch poste al culto
si

dal busto, aveva la forza di pietrificare tutti coloro

erano op-

contro
il

quali fosse rivolto

ne spos una

di Dioniso, di esse, Ifia-

suo sguardo.
la

Meduse

pVEedusaeus fons] fonte di Ippocrne, scaturita sotto il colpo del

nssa, e n'ebbe in dono la terza parte del regno.

Melanippe [Melanippe]
valla nera
7]

la ca-

piede di Pgaso, il cavallo alato, generato da Medusa e da Poseidone, e balzato


dal seno della madre, quando le fu staccato il capo

cavalla] figlia di Chirne, fu sedotta da Eolo, e preg gli di che


LTTTrof;

[(xsXa?

nero,

celassero la

sua gravidandel padre. trasformarono Un'altra Me-

za
Gli

da Perseo.

[V.

Pegaso].

agli di

occhi
la

Megra

pVEegaera]

una

delle

in

cavalla.

Erinni. [V. Erinni],

lanippe, figlia di Eolo, eb-

Melmpigo
l'uomo
[y.'ka.c,

delle

[[isX^jLTruyo?] nere naticJie


Truy-yj

nero,

be due figli da ISTettuno. Eolo allora fece esporre i due bambini appena nati

MBL
e,

280
solo

cavati gli ocelli a Melanippe, la tenne cMnsa in


carcere.

bambini,

alle-

[Dioniso infatti, coperto da una pelle nera di capra, gli era alle spalle

vati da alcuni pastori, fatti dal adulti, liberarono


le poi,

per proteggerlo]. Xanto si rivolse per vedere cbi fosse

carcere la madre, la quariottenuta la vista

con

lui,

Melanto

l'uc-

cise.

da N'ettuno, spos Meta-

Per questa vittoria dovuta


all'apparizione del dio, fu costruito un tempietto a

ponto, re dell'isola di
Icria.

Melanppo
giovinetto

pVIelanippus] bel di Patrasso, in

Dioniso

Melntide.
[Meleger, MsXcc-

Melegro
'Xpoc,']

Acaia,

per
di

mosso da passione Comte, sacerdotessa

Diana, la sorprese nel tempio della dea. La profanazione fu seguita da gravi epidemie
dell'oracolo,
e,

Vamico della caccia = bo cura, aypa = [[xsoi caccia] figlio di Oeno e di Altba, marito di Cleopatra,

valoroso

eroe

di

Ca-

per risposta

lydne in EtUa. Suo padre, una volta, si dimentic di sacrificare ad Artemide;

l'empia coppia fu uccisa, e la dea dov


essere placata, ogni anno, col sacrifcio di un giovinetto e di una fanciulla

questa mand un fiero cinghiale [cinghiale calydrdo] a devastare le campalo uccise,

cbe superassero
bellezza.

gli altri

in

Un

altro

Mela-

gne di Calydone. Meleagro con l'aiuto degli


eroi

nippo, figlio di staco, capitano tebano, fer Tido, ma fu ucciso da Amfiaro.


Tideo,
volle

pi valorosi

del

suo

tempo, Admeto, Amfiaro,


Giasone, Kstore, Pelo, Teseo, Piritoo, Castore, Polluce, la vergine Atalnta.
sette giorni dopo che Meleagro era nato, le Moire avevano detto che egli sarebbe morto, quando

prima
cbe
gli

di
si

morire,

portasse

la testa di

Melanippo, che

Poich,

scuoi e sbran coi denti.

Melnto [MXavOo?] figlio di Andropmpo e padre di Codro. Combattendo con


Xanto, re
il

si

fosse

consumato

il

tiz-

della Beozia, per possesso di Onoe, rim-

prover al suo avversario cbe egli non combatteva

zone che ardeva sul focolare, la madre Altha lo aveva spento e deposto in

una

cassa.

Ma

avendo

poi

281
Meleagro uccisi i fratelli di sua madre, figli di Thsti, per una .contesa sorta
intorno alla pelle del cinghiale ucciso, che Meleagro offri ad Atalanta [che era
stata la prima a ferire
il

MEL
sia

stato

condannato

alla

pena capitale. Mela [MsXta]

figlia deU'Oda ApoUo, fu ceano, rapita ricercata dal fratello Canto, il quale, non avendola

ritrovata, appicc
al

cinghiale e della quale egli era innamorato], mentre i


fgU di

Thestio

richiede-

tale premio; Althea, per dolore dei fratelli morti, riaccese il tize, appena fu consumato, Meleagro, preso da grave malore, mori. Altha e Cleopatra si impiccarono, e le sorelle, piansero tanto la morte di Meleagro, che Arte-

vano per loro

il fuoco hosco Ismnio, sacro al dio. Apollo allora lo uccise con le sue frecce. Melia ebbe da Apollo due Tnero e Ismno. figli:

Meladi

zone

[MeXiaSsig] le dei frassini [[xeXta

ninfe
fras-

sino] che si diceva fossero nate, insieme con le Erinni

e coi Giganti, daUe gocce di sangue cadute dalle parti

mide, per compassione,

le

mut

in galline di Faraone.

mutilate di Urano e raccolte da Ga. Furono nutrici di Zeus.

Melte [Meles] fiume deUa Ionia, presso Smirne, una


delle sette citt

Meliba [Meliboea]

figlia

di
il

Anfione e di INiobe, per

che

si

dala
le

pallore prodottole dallo spalo

vano

il

patria di

vanto di essere Omero. Presso

sue sorgenti era una grotta dove si diceva che il

vento dell'eccidio che Apole Diana facevano della sua famiglia, fu chiamata
Glori.

[V.

Glori-].

poeta

avesse

composto

suoi canti. Perci il poeta fu chiamato Melesigene , nato presso il Meleto [ysv

Melicrta [Melicerta, IV, 522] figlio di Atamnte e di ino. Quando Atamnte,


preso da furore, per opera di Giunone, uccise il figlio Lerco, Ino si butt in mare

nasco]. Meleto [MsXtjto?] cattivo poeta ateniese che, insieme

in ytyvofxaL

con
il

l'altro

figlio

Meli-

con Anito ["Avuto <;] fu accusatore di Socrate. Pare che, dopo la morte del grande filosofo, anche lui

quale divenne poi dio marino, col nome di Palmone [in Eoma PortUcerta,

nus].

[V. Ino].

MEM
576-622]
di
figlio

282
di

Meninone [MemEon, XIII,


di Titne e

foreste.

tamburi i monti e le Al grido di evo


so'E]
il

dell'Aurora,

Nella

guerra

[euhoe,
tal

eccitavano a

Troia

egli

uccise Ant-

punto

loro furore, da

loco, Achille.

ma

per

lui,

fu poi ucciso da L'Aurora impetr da Zeus, l'immorta-

sbranare le persone che incontravano e portarne in giro le teste recise, saltando


tra

quando il suo corpo fu cremato sul rogo ed egli si trasform in uccello, tra
lit e,

fremiti

di

gioia

di

pazzia,

Mndes
ziano,

[MsvStji;]

dio

egi-

le

fiamme, si videro volare, dalle sue ceneri, uccelli [memnondes}, che ogni anno si raccolgono sulla tomba di Memnone, per piangerlo, e alcuni si azzuffano e muoiono in onore di lui.

rappresentato sotto la forma di capro e identificato perci col dio Pane.

Meneeo

[Menoeceus, Ms^oi-Kzq] tebano, fu figlio di Creonte [fratello di Gio-

csta, la

madre

di Edipo],

piange ancora e ogni mattina, indora delle sue lacrime la terra. Mnadi [Maendes] erano donne furiose che prendelo

L'Aurora

Nella

Guerra

dei Sette

Tebe, poich ApoUo aveva ordinato che un figlio della


famiglia degli Sparti, cresciuti dai denti del drago,

vano parte principale nel


culto orgistico di Dioniso

doveva essere
'

sacrificato

ad

sono furioso]. Erano chiamate anche Bac[[xatvofxai

res [Marte], per espiare l'uccisione del drago fatta da Cadmo, Creonte si sacrific,

canti,

Thiadi, Mimallne, Bassridi e, col corteggio


di Dioniso, fra rumori assordanti, in preda a eb-

per la salvezza di Tebe, trafiggendosi sui mer-

della cittadella, e precipitando nella caverna del


li

brezza sensuale, squartavano animali e ne mangiavano la carne sanguinolenta.

Menelao
203]

drago di Ares. [Menelus,


fratello

XIII,
re
di

di

Agamen-

Correvano

scarmi-

none. [V.

ivi].

Fu

gliate e seminude, agitando nelle mani il tirso [un ba-

edera facendo risuonare di urla e di ruUi stone circondato


e
di

di

pampini],

Sparta ed ebbe in moglie Elena, figlia di Tindaro. Il rapimento di lei da parte di Pride [v. ivi], che era
stato ospitato

da Menelao,

283
caus la guerra di Troia egli condusse 60 navi. Dopo la caduta di Troia, riavuta Blena, parti per tornare a Sparta, ma sorcess:

MEO
Plutone e Prosrpina
i

ove

presero

loro corpi,

li

por-

tarono in cielo e li mutarono in due comete. Un'altra Menippe fu una

preso da una tempesta, fu

deUe cinquanta
!N"ero

figliuole di

portato nell'Egitto. per otto anni presso i popoli d'Oriente e di Occidente, e giunse a Sparta con

Err

[Keridi]

madre

di

Orfeo.

Mnitra

[[xevuTpa]

compenso

Elena, nel giorno in cui Oreste seppell Olitennstra ed Egisto, che Oreste stesso

che si offriva, come taglia, a chi riconducesse uno


schiavo fuggito o un colpevole di qualche grave delitto.

aveva

uccisi.

Visse a lungo e felicemente con Elena e con lei fu seppellito

Mnta [Menta]
fiume amata da
cito,

ninfa del Ooera

dell' Averno,

in

una

medesima
figlio

tomba a Therplme. Menzio [Menoetius]

Persfone,

Hdes; perci moglie di H-

di Gipeto e di Olimene, e fratello di Atlante, prese

des, la mut nella pianta dello stesso nome.

Mnte [Mens]
ne romana

personificazio-

parte

guerra tni contro Giove. Perci

alla

dei

Ti-

Bopo

la

dell'intelligenza. battaglia al lago

Giove

lo

percosse col ful-

mine
ferno.

e lo precipit nell'infiglia di

Menipp.e [Menippe]
toca.

Orine, era sorella di Me-

Trasimeno, perduta per temeraria imprudenza, le fu consacrato un tempio sul Oampidoglio, ove le si celebrava una festa l'S giugno.

Le due sorelle rano ammaestrate nella tessitura da Minerva e dotate da Venere di grande bellezza. Per far cessare l'orstate
ribile pestilenza

Mntore [Mentor]
amico intimo di
cui
questi,

era
Ulisse,

un
a

Troia,

partendo per aveva affidata la

che deva-

stava

il paese, l'oracolo dichiar che bisognava im-

della propria casa. Minerva, sotto l'aspetto di Mentore, dava spesso saggi consigli

cura

ed

utili

esorta-

molare le due fanciulle. Esse allora si uccisero da


se
stesse,

zioni a Telemaco.

la

pestilenza

Metide [Maeotis palus] il mare d'Azof, che comu-

MER
nica
col

284
ro propriet. I negozianti romani si stabilivano in
tutte le piazze commerciali e talora ancbe in paesi nemici: cosi si spiega che si

Pontus Euccnus, del Bosprus per Cimmerus. Mercatura [mercatura]. In Grecia il grande commercio

mezzo

era

marittimo,

quindi

siano

trovate

monete
e

role

collegato con la navigazione. Al commercio maritti-

mane

nell'India

su

coste del Baltico.

mo

sorvegliavano

10

cu-

ratori, zmyLzkfi'vcci tou fXTroptou. Dalla Grecia si esportavano i prodotti del suolo e le materie prime, la-

Eoma, la sorveglianza del piccolo commercio, che si esercitava in luoghi fissi


[forum
boarium,
olitorum,
piscato-

num,
ecc.],

pistorum
si

vori di argilla e di metallo e tessuti molto fini; e vi si

secondo che

trat-

tasse della vendita di carne, pesce, erbaggi, farine ecc., spettava agli ediU.

importavano derrate, spezie arabiche, avorio india-

no, metalli, legnami costruzioni navali.

per

N mancavano
cianti

commer-

I Eomani, dato il loro carattere bellicoso, non si

minuto, institquali portavano neUe res, case ogni sorta di mercanzie

al

adattavano
e
alle

alle

scaltrezze
del

di oggetti

di lusso,

furberie
il

com-

mercio,
ci in

mano

quale cadde perdi pocM, cbe

ne trassero grandi vantagTuttavia, nel 494 avanti Cristo, i mercanti formavano gi una corporaziogi.

generalmente bene accolte daUe donne romane. Il dio protettore del commercio era Mercrio, al quale i commercianti celebravano una festa, il 15 maggio.

ne,
e

coUegum mercatorum;

Mercrio pMercurius]
tificato
figlio

iden-

quando

la

Sicilia,

la

l'Egitto e Cartadivennero province rogine mane, i mercanti latini

Grecia,

con Hermes: egli di Giove e di Maia, e


Cillne

nacque sul monte


di Arcadia.

viaggiarono sino aUe Indie, e corsero i paesi del settentrione

Appena

nato,

abbandona

mezzogiorno, per terra e per mare, su bastimenti mercantili di lo-

del

deU speruba 50 giovenche lonca, dagli armenti degli di, che


le fasce e, uscito

ApoUo pascolava

nella Pie-

285
ria

MEE
La sede pi
antica del suo
culto fu l'Arcadia, ma fu presto venerato in tutta la

[regione della
le

nia],

Macedonasconde in una

caverna di Pilo [citt nella parte sud-ovest della Messnia], e poi torna nelle
sue fasce. Apollo scopre il ladro con la sua arte divinatrice;

Grecia, ed ebbe erette sta-

tue e

pubbliche piazze e

altari, nelle vie, nelle all'in-

gresso delle palestre: le sta-

ma,

meravigliato

tue erano per lo pi semplici

suono della lira, clie Mercurio ha costruita, distendendo le corde sul gudal
scio

colonne, sormontate da una testa del dio, dette

rme .
si

una tartaruga, gli in cambio dello strudona,


di

Gli

offrivano sacrifci di

maiali, agnelli,

capretti,

mento, le giovenclie, che Mercrio terr al pascolo.

lui

quindi

si

attribuisce
lira.

l'invenzione della
tre, per la sua

Inol-

scaltrezza,

bruciava la lindelle vittime e, nel 4 gua giorno del mese, gli si facevano offerte d'incenso, di fichi secchi, focacce ecc.

montoni,

si

fu fatto da Zeus araldo degli

di, ed ebbe l'incarico di condurre i morti all'H-

Era rappresentato come un giovine snello e vigoroso,


avente ai piedi due piccole ali, in testa un cappello a
larghe tese, munito di ali e, in mano l'aurea verga

des;

per,

nell'eseguife

comandi

di Giove, egli pose

in atto tutta la sua destrezza e la pi arguta malizia, per condurre aspre cose a

magica.
Il

[V.

Gado'\.

dio

Mercurio

dei
il

Eodio

buon

fine,

ond' che non

mani
del

era, in origine,

apparve mai, come ride, semplice nunzio degli di. anche il dio dei sogni, della ginnastica, del commercio, dei viandanti: apportatore di agiatezze, an-

commercio e del guadagno e, per questa sua


special-

qualit, fu poi identificato

con Hermes. Era


canti,
i

mente venerato dai mervano una


maggio e
censo.

che con inganni, con ladronerie e con spergiuri. A


lui
si

quali gli celebrafesta ai 15 di


gli

offrivano in-

attribuisce
delle

l'invendelle

zione

lettere,

Innanzi aUa porta Capna, si ergeva un'alta


statua del dio, presso l'Acqua di Mercurio , ove i

cifre, dei riti religiosi, della cultura dell'ulivo ecc.

MER
niercauti
ci e

286
offrivano
sacrif-

iani.
i

Avendo preveduto die


figli,

spruzzavano di acqua
merci, per preser[meretrices].

due suoi

Adrasto

le

loro

varle dagli influssi maligni.

Meretrci

me

le etre

Coin Grecia, erano

Amfio, sarebbero periti nella guerra di Troia, non voleva che vi andassero; ma essi

non

tollerate a
trici,

Eoma

le

mere-

purch sottostassero

vollero ubbidire al padre, e morirono in guerra. Un terzo Merope fu re di

alla sorveglianza degli edili.

Per distinguersi dalle donne onorate, dovevano

Cos e padre di Emelo. Essendo morta improvvisa-

portare
[tunica'],

una

veste

corta

veste

Istola}, e
il

senza la sopravtenere sco-

mente, per volere di Artemide, la ninfa Ecbema, sua sposa, egli voleva ucfra

perto
le

viso e
le

nudo
si

il

coUo,

Hra lo assunse cidersi; le Costellazioni, sotto


di
aquila.

ma

spalle,

braccia.

Le

forma

loro

abitazioni

chiama-

Mesi

vano lupanara,
mces.

lustra, for-

[menses]. In Grecia l'anno attico si apriva col

primo
solstizio

novilunio

dopo

il

Merone

[Meriones] cretese, amico,^ auriga e compagno d'armi di Idomeno, in-

d'estate, e i mesi attici seguivano in questo

modo:
I.

sieme col
i

Cretesi

quale condusse a Troia su 80


celebre nel tirar
e,

Ecatomhene

[2^

met

navi.
la

Fu

di luglio e 1^ cosi detto da

di agosto],,
xaT|jL(37]

d'arco e di lancia

dopo
pres-

guerra di Troia, fu get-

mero
II.

ecatmbe, per il gran nudi ecatombi che si


offrivano in esso.

tato da
so
le

una tempesta
coste
della

Sicilia,

Metagitnine

[2

me-

ne torn a Creta. Quivi egli ebbe una tomba e culto insieme con Idomeno.
se

donde

t di agosto e 1 di settembre] detto cosi da (xsTa-ysiTcov

vicmo, peresso
si

ch

in

solevano

Mrope [Merops, I, 736] re di Etiopia, marito di Climne, con la quale Hlios


gener Fetnte.

tenere scambi di relazioni


col vicinato.

in. Boedromine

[2*

me-

t di settembre e 1* di ottobre], detto cosi dalle feste Boedrmie, che si ce-

Un altro Merope fu il pi illuminato indovino dei Tro-

287lebravano, in questo mese, in onore di Apollo [[Bot]


=?

MES

aiuto,

Sp|j,0(;

corsa].

IX. ElafeboUne [2* met di marzo e 1^ di aprile] chiamato cosi dalle feste
che, in questo celebravano presmese, so i Focsi, in onore di

[V.

Boedromie].

Elafeblie
si

IV. Pianepsine [2 ^ met di ottobre e 1 di novembre], detto cosi dalle feste

Artemide
vi

cacciatrice di cer-

Pianpsie, la festa delle fave


[tccuvoc,

fava, e^o

['XaqjOf;

cervo, pXXw
[2^

ferisco].

cuocio] elle si celebravano in questo mese. [V. Pianpsie],

X. Munichine

met

di aprile e 1^ di maggio] cos detto dalla festa che,

V.
t

Memacterine
di

[2^

medi

in

novembre
il

l'''

dicenibre]
fere

mese

delle bu-

[(xaifio)

mi

preci-

pito, infurio:

(xaifJixTyji;

questo mese, si celebrava in Atene, in onore di Artemide Munichia, la quale aveva un tempio a

furioso].

VI. Poseidone
di

[2

met

Munichia, porto dell'Attica, appartenente ad Atene. XI. Targeline [2 met


cos

dicembre e 1* di genna.

io] cosi cMamato dalle feste che, in esso, si celebra-

maggio e 1 di giugno] chiamato dalle feste Targlie che, in questo medi


se, si

vano in onore

di UocrstSoiv

celebravano in onore
e
di

IsTettno, il dio del

mare.

di

ApoUo

Artemide,

VII.

Gamline

[2

met

di gennaio e 1 di febbraio]
cosi detto, perch in esso

ai quali si offriva il Opy/)Xoc,, pane fatto dalle primizie del grano.

[V. Targlie].

maggior numero di matrimoni [yasi


il
[i.st

celebravano

XII. Sciroforine [2 met di giugno e 1 di luglio]


cos detto
dalle feste
Sci-

sposo].

Vili. Antesterine [2* met di febbraio e 1* di marzo] cos chiamato, perch era il mese dei fiori [vOo?

rofrie che, in questo mese, si celebravano in onore di

Athna, perch nella processione, che si faceva durante la festa,


tesse di
le

flore:

vOsffTTjpta

-^

fe-

sacerdoi

sta dei fiori], e in esso si celebrava, in Atene, una


festa dei
fiori,

Athna

sacer-

doti di Poseidone e di

H-

in onore di

nos andavano sotto un gran


parasole
[cxipoc

Bacco.

para-

MES
sole,

288
cppw

porto].
clie

[V.

ruti

il

Sciroforie].

Eoma, dopo

Kuma
i

= mezzo, x^p^^ ~ [[xsCTo? A Eoma eraiuo chiacoro].


mati mesocMri coloro che,
nel teatro

segnale e

il

tempo

due Pompilio aggiunse mesi gennaio e febbraio ai dieci, nei quali lo aveva
diviso

davanti alla
eraal

tribuna
blico
il

dell'oratore,

Eomolo, l'anno
si

ri-

no pagati per dare


di

pub-

sult di 12 mesi.

segnale del batter


e
degli

L'anno
di

apriva col mese

mani

applausi.
il

Marzo, ed era cosi diviso: I. Martus [da Marte]. II. AprUs [da apero, lo gcMudersi dei germogli delle

Messpia [Messapa]
tina [Calabria] che
si

ter-

ritorio della penisola salen-

esten-

deva probabilmente fra Taranto e Brindisi:


il

piante].
-

III.

Maius
di Mer-

suo eroe

[da

Maia, madre
IV.
-

eponimo

era Messpo.

crio].

Jmuus
V.

[da

Messpo
di

QuintUis Giunne]. [perch il 5 mese dell'anno] fu detto Julius, in onore di Giulio Cesare. - TE. SesctUis

[Messpus] figlio Nettuno, domatore di


il

cavalli, era

principe epo-

nimo
lui

della terra, detta da

Messpia.

mese [perch- dell'anno] fu detto Auguil

Mta

[meta] era una colonnina di forma conica che,


nelle gare di corsa, segna-

onore di Cesare VII. Septem- Vili, Ocber, il 70 mese. - IX. Notber, rso mese. - X. Devember, il 9 mese. - XI. cember, il 10 mese. Januarus [dal dio Giano]. XII. Februarus, ultimo mese dell'anno, ebbe il nostus,

in

Augusto.

va

il

termine
in

fisso

intorno
girare.

al quale

bisognava

Consisteva
,

un gruppo

di pietre cuneiformi, collocate sopra una base, situata

all'estremit della barriera

me

dal grande sacrificio di

Le mete erano due [una a ciascuna estremit della spina]: l'auriga do[spina].

espiazione {februara] che si faceva alla fine dell'anno.

veva girare sette volte col carro intorno aUa meta di


arrivo,

Mescoro
to
ri
il

[(XECT^opot;]

det-

che

egli,

nei
alla

giri,

dagli scrittori posterioxopu9ato<;,

lasciava
sinistra.

sempre

sua

cio colui

cbe, stando nel


coro,

mezzo
altri

del
co-

Meteci
Atene,

[[jLsToixot.]
i

erano, in

dava

agli

forestieri

che

si

289
erano trasferiti nella citt,
fettuare
lunare.
il

MO
pareggiamento
solare e l'anno

ove avevano
esercitare

il

diritto

di
il

tra l'anno

l'industria

commercio, ma non potevano possedere beni stabiH.


ltis [M^Ttf;] fgUa di Oceano e di Tthys, era la

Metrnomi
no
15
o

[[jiTpov(jLoi]

eradi
ai

10

ufficiali

Atene,

tratti

sorte,

quaH

era affidata la sorve-

glianza

su

pesi

sulle

personificazione

della pru-

misure
vyie;

denza
Crnos

[[lyixK;

== prudenza].

[(jixpov

misura,

legge].

Con un emtico
divorati.

costrinse
i

a rigettare

figli

Micalsso [MuxaXTjca?] citt della Beozia, ad occidente di ulide, cosi detta dal muggito di una vacca, cbe indic la via a Cadmo

prima sposa di Giove il quale, avendo appreso per mezzo di un vaticinio che Metis avrebbe dato alla luce prima una figlia e poi
la

Fu

[(Auxojxat.

muggo,

Xtj^ic

cosa toccata in sorte].


anticbis-

Micene [Mycnae]

un
lo,

al quale era destinata la signoria del ciefiglio,

sima citt dell'ArgUde, insieme con Argo, sede del


re Agamennone. importantissima per i grandi mo-

la divor. Dal capo di Giove nacque indi Atbna. Cosi Giove non ebbe da temere nulla da Metis la

numenti

gli

quale, accolta nel suo capo, prediceva il bene e il

della civilt preellenica che possiede: le mura ciclpicbe di cinta con la

male.

porta dei leoni, il tesoro di Atro, il sepolcro di Atro


e di

letne

[Meton] astronomo insigne, figlio di Pausania. Per determinare il corso annuale del sole, pose

Agamennone,
di

altri se-

polcri antichi

et

preeUenica,

ornamenti ed armi

un

orologio

solare

in-

di oro, elmi, diadmi, cinture, fibbie, borchie, anelli

ventato da
[yikioq

lui, rikiorpTViov

sole,

rpsTcw

e altri oggetti di varia


piccola e

specie.

volgo] su la Pnice

un

ciclo di

mesi
colato

19 anni 6940 giorni, caldal 13 Scirofori-

e,

con 235

Micono [Mycnos]
rocciosa isola

delle

Cycla-

di, a nord di Delo, nella quale, secondo la tradi-

ne [giugno-luglio], cerc
'

ef-

zione,

avvenne

la lotta dei

Stano, Dizionario di miti e leggende.

MID
Giganti, nel
gico. Si

290

[del

tempo mitolo-

monte omonimo]

scel-

raccontava che Eravesse uccisi e sep-

cole

li

pelliti tutti nell'isola.

a giudice, dichiar la musica del flauto di Pane inferiore a quella della ceto tra
di Apollo.

Mda
figlio

[Midas, XI, 85-193] del re Grdio e ricFrigia, col suo

Ma

poich
questo
fa-

Mida non accett

cMssimo re della dove era passato,


popolo,

giudizio. Apollo lo pun,

dalla Macedonia, Mentre era fanciullo, le formiche gli portarono grani di frumento nella bocca,

cendogli allungare le orecchie, come quelle di im asi40. Mida le nascose ac-

curatamente sotto
retto
frigio;
il

il

ber-

ma,

accorto-

quasi per indicare che un divenuto sarebbe giorno ricco. Tina volta il vec-

sene
il

suo barbiere, pales segreto in una fossetta,


sus Il

che scav nel terreno,


surrandovi:
le

ubbriaco, che faceva parte del corteo di Dioniso, si smarr e, trovato da alcuni campagnoli,
chio
Silno,

re

Mida La

fu condotto al re Mida, il quale lo ricev cordialmente

dopo consegn al
e,

dieci giorni, lo dio. Questi gli

orecchie di asino . Coperta poi la fossetta con terreno, dopo qualche tempo, crebbero alcune canne che bisbigliavano quel segreto, il quale cosi fu noto

domand che

cosa deside-

a tutti. Milto [MHtus, IX, 443-449]


figlio di

rasse in compenso, ed egli chiese che diventasse oro

Apollo e di Dione.

tutto quello che avesse toccato con le mani. Ma poi-

Viveva a Creta, nia poich il vecchio Minosse sospettava che


trono,
egli

aspirasse

al

ch divenivano oro anche le vivande, egli preg Dioniso, che lo perdonasse e


ritirasse la grazia concessa.
Il dio

Mileto

and spon-

aUora

gli

perdon e

gli ordin che s'immergesse neUa fonte del fiume Fat-

taneamente nella Caria, ove fond la citt di Mileto e gener daUa moglie Cyana [figlia del Meandro] i due gemelli Bblide e Canno.
[V. Biblide].

tolo [presso Sardi], che divenne cosi ricca di oro.

Millro [miliarum] la coIpnnina di pietra detta an-

In una gara musicale fra

Pane

e Apollo,

il

dio

Tmlo

che lapis che, nelle strade romane, si poneva alla

291
ogni miglio. Serviva indicare la distanza da per Roma, fe portava talvolta
fine di
il

MIM
di

Bacco

[[ii[io[i(x.i

imito

gesticolando].

nome

aveva

fatto

del magistrato che costruire la

Alcuni vorrebbero derivato questo nome, da Mima,

monte
le

dell'Asia Minore,
si

ove

strada, e di quello clie aveva collocate le colonnine:

orge

celebravano con
l'imitatore

pi tardi anche dell'imperatore.

il

nome

Mimo
vie

molta pompa. [mimus]


[(xi^xofxat.

imito] era
che,

un

La prima colonna miliare, a Eoma, stava nel foro,


presso

attore
e

mimico
nelle

nelle

piazze,

dava
gli si

tempio no, ed era dorata Imiliarum aureum}: l'aveva fatta

il

di Satur-

alla moltitudine,

che

raccoglieva intorno, spettacolo delle sue buffone-

collocare

l'imperatore

Augusto.

Milne
atlta

[Milon, XV, 229] di Ootrne, celebre


lui

sche imitazioni di persone e, con recitazioni e gesti ridicoli, cercava destare l'ilarit degli spettatori. Spesso interveniva ai banchetti

per la forza e per la virilit.

Di

narrano che, nei

dei ricchi, per rallegrare

olimpici, avesse portato, in uno stadio, un bue di quattro anni e lo avesse mangiato in un

giuochi

commensali con
fonerie.

le

sue buf-

Pi
gare

tardi, questo tipo voldi rappresentazione,

giorno. Mor nello spaccare un tronco di albero: voleva stac-

cosi in Grecia

come

in

Eo-

ma, assunse forma


ca,
voli.

artisti-

ed ebbe cultori prege-

carne con le mani


parti,

fra

le

due aveva quali


le

si dissero

<(

mimi

interposte alcune biette, ma staccatesi queste, le


parti del tronco si richiusero ed egli rimase impigliato nella fenditura. Fu

[[ZLfxot,] queste nuove e facete commedie, che riprodu-

cevano, con molta


e talvolta con

ilarit,

forme abba-

poi divorato dalle

fiere.

stanza salaci e oscene, la vita nei suoi aspetti pi comuni e pi divertenti.


I
il

Mimallnidi [Mimallonides]

mimi cercavano
riso

eccitare

nome dato

alle

Baccanti,

per i gesti licenziosi che facevano nelle orge in onore

lesca

la pittura burdelle varie classi so-

con

ciali e dei loro difetti.

MIN

292
e le fanciulle furono
tra-

in Sicilia, dall'arguto ingegno del popolo sorse il mimo greco, cosi nell'Italia meridionale, e spe-

Come

sformate in

pipistrelli.

Secondo

altra

tradizione,

cialmente nella
cia,

Magna Greil

Dioniso, mutatosi in fanciulla, avvert le fanciulle

romano.

germogli Esso

mimo
a

che

prendessero

parte

ai

mirava

il piacere e a destare l'allegria e il riso negli spettatori, e conteneva

soddisfare

misteri; ma non avendo esse ascoltato, egli si mut

in

toro

in

leone

in

quindi scherzi buffoneschi e


grossolani, fra
i

pantera, e fece scorrere latte e nettare dai telai. Spa-

quali

s 'in-

troducevano spesso

allusio-

ni triviali e oscene.
Z^otevoli scrittori di

ventate le fanciulle, furono poi prese da deliri, e da Hermes furono trasformate:

mimi

una in

pipistrello, l'altra

furono Sofrone ed Eronda, in Grecia, Decimo Labrio e Publilio Siro, a Eoma.

in civetta, la terza in gufo.

Minrva
la

[Minerva, IV, 33]


della
sa-

dea romana

Mnidi [Minyedes, IV, 390di Minia, re di in Beozia. MenOrcmeno, tre la madre e tutte le

415]

pienza e della guerra, corrispondente alla greca Athna, [V. Athena].

figlie

donne
sui

di casa

prendevano

Minia pVEinyas] ricco Orcmeno di Beozia,


stipite

re di

capo-

della

parte alla festa di Dioniso

monti, le tre sorelle Arsppe, Alctoe, Leucnoe, disprezzando il dio, se ne stavano in casa, lavorando ai telai e narrando leggende, per trastullo. Quindi, per opera del dio, fra un

Mnii,

che

famiglia dei abit in Tes-

i cui eroi presero poi parte, con Giasone, alla spedizione degli Argonuti.

saglia e

Minii [Minyae, VE, 720] sono gli Argonuti, cos detti da Minia, ricco re d'Orcnella Beozia, capodel popolo dei Mnii, stipite che si trovavano in Tes-

meno,

clangore di timpani, di rostri e di tibie, le tele s

trasformarono in viti
verso

ric-

saglia,

cui

eroi

presero

clie di tralci e di grappoli;

parte alla spedizione degli

poi,

invasa
cill fin

sera, la casa, dalle fiamme, va-

Minosse

dalle

fondamenta.

Argonauti, con Giasie. [Minos, Vili, 24] figlio di Giove e di Europa,

293
marito di Pasfae. Era l'antico re mitico di Creta,
della fondatore signoria marittima dei Cretesi, celebre autore deUa costituzione cretese. Si diceva clie,

MIN
rono da un compagno trasportate e sepolte a Creta.

Minotauro [Minotaurus,
Vili, 156] Asterine, mostro
cretese,

che aveva
e
il

il

corpo
toro,

umano
frutto

per assicm'arsi la signoria di Creta, cMese a Posei-

capo di dell'amore di

done che facesse uscire dai


flutti

Pasifae [moglie di Minsse] e del toro marino mandato

un toro

ch'egli voleva
Il

sacrificargli.

toro balz

da Poseidone, donde deriva il suo nome. [V. Minosse'].

mand
e

dalle acque, Minosse lo fra i suoi armenti

ma

Minosse chiuse

il

Minotau-

ne

sacrific

al

dio

uno
ira-

ro nel Labirinto di Cnsso


[in Creta], costruito da Ddalo e lo nutr, dandogli

meno beUo. Poseidone,

to, rese furioso il toro, e dall'amore di questo e del-

in pasto
quenti.

il

corpo dei delinfi-

la

nacque Asterine, detto il Minotauro che aveva il corpo umano e il capo di toro. Pigli di Minosse e di Pasifae erano: Cstreo, Deuregina
caline. Gluco,

Pasifae

Ma
glio

quando Andrgeo,
di

Minosse, fu fatto morire da Ego, re di Ate-

Aclle, Seno dice, e Fedra.

Andrgeo, Aridne

ne, del quale aveva destato l'invdia, perch nelle feste Panateniche aveva

ottenuto
le

il

gare.

premio in tutte Minosse mosse

Per la sua giustizia, si diceva fosse stato collocato


neU'Averno, come giudice dei morti, insieme con Eadamnte ed aco. Quando Ddalo [v. ivi'], che Minosse aveva chiuso nel Labirinto, fugg con le ali di cera. Minosse ^lo insegu a

guerra ad Atene, e la costrinse a mandare, ogni nove anni, sette fanciuUi


e
sette fanciulle
a.

Creta,

che egli dava in pasto al Minotauro. Questo fu poi


ucciso da Teseo.

Mintrno [MinturUae]
Campania,

[V. ivi]. citt

Cmico, neUa
il

Sicilia,

dai

re Ccalo, ma figli del re, in

presso fu ucciso

del Lazio, al confine deUa sulla via Appia,

un bagno

caldo,

e le sue ceneri fu-

non lungi daUa foce del Liri. Era notevole per un boschetto sacro e un san-

MIE
tuario
[y.

294
alla

ninfa
clie

Marica
era
l

Marica],

uccidere la figlia, la quale fuggi e impetr dagli di


di essere

presso.

mutata

nella pian-

Mirmidoni [Myrmidnes,
VII, 654] popolo deUa Ftitide, in Tessaglia, che vi-

ta

omonima
questo

[mirra].

Da

amore
il

illecito

nacque Adne.
Mrtilo [Myrtlus]
auriga
di

veva sotto
Achille. Il

la

signoria
si

di

nome

faceva
[[xupfXTj-

Enomo,

valente re di

derivare dal greco


y.zc,

formiche]
il

perch,

secondo
l'isola

mito, quando di Egna era devafiera

Pisa, neU'hde, nella gara della corsa col carro, che Plope fece per il possesso
della bella

Ippodamia

[v.

stata
lenza,

da una
il

pesti-

padre
quindi
il

di

re dell'isola, aco, Pelo e nonno


Achille,

Ippodamia], trad il suo signore, al quale rec il carro con l'asse si debole, che
si

di

preg
in uo-

spezz alla
si
i

met

della

Giove che
dio

la ripopolasse, e

carriera,

che'

Enomao

allora

mut

per sotto
pri

piedi dei pro-

mini uno sciame di formiche. Da Egina essi erano


emigrati
nella

cavalli.

Tessaglia,
il

Mirto [myrtus] pianta sacra ad Afrodite, che dalla Grecia fu trapiantata in Italia.

guidati da Pelo.

Secondo
done,
dio,

altri,

nome

si

faceva derivare da Mirmfiglia

Se ne adoperavano le foglie e i rami per intrecciare corone, di cui si ornavano i vincitori nelle gare,
i

di

Giove e di
la for-

Eurymedsa, ingannata dal


che aveva preso
di

ma

una formica.
di Cnira, re
di
Ci-

nuziali

banchetti, le feste e altre cerimonie


estraeva

Mirra [Myrrha, S, 298-502]


figlia

solenni.

Dalle sue foglie

si

pro.

Presa

da una turpe

passione, per liberarsene, era sul procinto di strangolarsi a un laccio; ma la vec-

anche un unguento, e dalle bacche si spremeva un olio


di colore

oscuro

un

li-

chia
riusci

nutrice,

accortasene,

ad appagare la fanciulla con un inganno. Quando il padre si accorse


del fatto
orribile,

quore non inebriante. Il mirto si adoperava anche neUe purificazioni solenni, nella cerimonia delle
nozze,

come ornamento

de-

voleva

gl'iniziati e dei

morti e in

295
altre cerimonie solenni.

MIS
dusse l'uso
dei
regali

In

in

Atene

T'era
il

un mercato
mirto.
19-

moneta
Lineari.

[tesserai.

speciale per

Misure romane.
dito [digUis]
pollice

Miscelo [Mysclos, XV, 59] figlio di Almone, di Argo: apparsogli in sogno Ercole, il quale gli impose di fondare una citt sulle rive deU'saro [Calabria],
egli

m.
dita

0,018;
l^/g,

Ipllex}

era in procinto di eseil

m. 0,024; palmo [palmus] m. 0,072; palmo maggiore

dita

4,

guire

comando:

ma

fu

ve

scoperto e sottoposto a gragiudizio. Assolto per

[palmus maim'] dita 12, m. 0,21; piede [pes] dita 16, m. 0,296; cbito [GuMtus] piedi V-/2,

volere di Ercole [si mutarono in bianche le pietruzze nere del voto], egli venne sulle rive dell'Esaro e,

m.

0,44;
5,

passo [passiisl piedi


tri 1,48.

me-

trovata la

tomba

de Cotrone,
la citt

del grandi cui Ercole

Superficie. piede quadrato


drdtus]

[pes

qua-

m2

0,087462;

era stato ospite, ivi fond

scripolo [scripulum] 100 piedi, m2 8,7462; atto semplice [actus simplex]

omonima. Misno [Misnus] compagno di Enea da cui prese nome


il

nella

promontorio omonimo, Campania, a mezzo-

oncia

480 piedi, m2 41,9818; [micia} 2400 piedi,

giorno di

Cuma,

nel quale

209,9088; igero [iugrum'] 28800 piedi,

m2

egli fu sepolto. Misslia [missUa] erano i doni che gl'imperatori ro-

m2

2518,9056.
i liquidi. Htri 0,0114;
li-

Capacit per
lgula,

[ligula]

mani
giori,

i magistrati magin giorni solenni, get-

ciato
tri

[cythus] 4 ligule,

0,045;
li-

alla moltitudine, dal circo, dal teatro o da alcuni palcbi speciali. In et anteriore, gli edili,

tavano

acetbulo [acetabulum] 6
gule, litri 0,068;

cngio [congus] 288 ligule,


Utri 3,28; sestrio [seoctarus]
^/g

neUe feste Floreali [FloraUa] solevano gettare, al


popolo, fave, ceci, lupini.

del
litri

congio,
0,54;

ligule

48,

Pi tardi,

Agrppa intro-

quartrio

[quart.arus]

1/4

MIS
del
litri

296
sestario,
ligule

12,

once [quincunx], gramnii 136,40;

0,13;
ligule, litri

urna [urna] 24
13,13;

emina
anfora
taT\
tri

[Jiemna]

^ sestario,
0,27;

6 once [semis] ^/a dell'asse, grammi 163,68; 7 once [septunx] grammi

quartarii 2,

litri

[amphra quadran2 urne, congi 8, li[eulus]

190,96; 8 once [bes


dell'asse,

bessis]

^j^

grammi

218,24;
^/^
del-

26,26;

once
l'asse,

[dodrans]

cleo

20

anfore,

grammi grammi

245,52;
^/g
del-

40
tri

urne, congi
525,20.
gli
litri

160,

li-

10 once [dextans]
l'asse,

272,80;

Capacit per
ligula
[ligula]

aridi.

0,0114;
0,045;
li-

11 once \deunx] 1^/12 dell'asse, granami 300,08;


asse o libra [as o libra] 12
once,

ciato

[cyihus]

litri

acetbulo

[acetabulum]

grammi

327,36.

tri 0,068; sestario [sextarus] litri 0,54;

Sottomultipli:
1/2

oncia Isemunca] gram13,64;

mi
^/4 di

quartrio
tri 0,13;

[quartanus]

li-

oncia [siciUcus] gram-

emina [hemma] litri 0,26; mggio [modus] 16 sestari,


ntri 8,64;

mi
i/e

6,82; di oncia [sextula] gram-

mi
1/12

4,54; di oncia

semimggio [semodus semimodus] ^/g moggio,


litri

[semisextuU]

1/2 sextiila,
1/24

grammi

2,27;

di

oncia

[scripulum]

4,32.

Peso,
ncia \unGa] 1/12 dell'asse,

^/4 della sestula,

granuni
se-

1,13;

bolo [ohlus]

^/g della

grammi Multipm:

27,28.

stula, 1/48 di oncia, gram-

1^/2 oncia [sescunca]

gramdel-

mi
2

0,56; siliqua [siliqua] ^/g di obolo,

mi

40,92;
[sextans]
^/q

1/144

oncia, gram-

Once
l'asse,

mi

0,18.

grammi

54,56;
1/4

Valore.
del-

3 once [quadrans]
l'asse,

Monete di rame:
L'asse sestentrio, unit di misura, era met [268-194
av. Cristo] dell'asse trien-

grammi
109,12;

81,84;

4 once [triens]

^/g dell'asse,

grammi

297
tale, il

MIS

quale era cos detto


^/g dell'asse ori-

perch era
ginario,

corrispondeva

una libra romana di rame e comprendeva 12 once;


asse [as]

12 dita [xvSuXo?] m. 0,038; palmo [uaXaiaTr]] 4 dita, m. 0,076; 10 dita [Stx?] m. 0,19; piede [tto?] 16 dita, metri 0,30;

2 assi 4 assi
1/2

L. 0,11 L. 0,22 L. 0,44 L. 0,05


L. 0,035

braccio

[tcyjxu?]

24

dita,

m.

0,45;
[Tcuycv]

asse [semis}

cbito

V-/^

piede,

1/3 dell'asse Itriens]

20 dita, m. 0,38;
rgia
[pYui]

1/4 dell'asse

Iguadrans] L. 0,027

piedi,

braccia,

m.

i/e

dell'asse [secctans]

1,80;

1/12

L. 0,02 dell'asse luncia] L. 0,01.

10 piedi [SsxTTou?] m. 3,00; Pietro [TcXsGpov] 100 piedi,

MOKETE

DI ARGENTO:

m.
stdio

30;
[ardcSiov]

sestrzio [sestertus] L. 0,22 circa; dentrio [denarus]

600 piedi,

m. 180;
doppio stadio
[SiauXoi;]

4 100

sesterzi, L. 0,88;

1200
pie-

sesterzi

[cetiiwm

se-

stertU}

L. 22,00;

piedi, m. 360; 4 stadii [TCTCxv]


di,

2400

sestertum [antica

forma

di

m.

720;

genitivo

plurale,

usato
sin-

12 stadi [SXtxo?] 7200 piedi,

poi

come nominativo

m. 2160;
[TrapacraYy/]?]

neutro] 1000 sesterzi, L. 220; decem sesterta L. 2200; sestertum [preceduto da un avverbio numer.] 100.000 sesterzi, L. 22.000; decies sestertum L. 220.000. Monete di oeo: aurus 100 sestertii, Lire
golare
22,00;
^/a

parasnga
stadi,

30

m. 5400.

Superficie. piede [TTori?]

m^

0,0950;

36 piedi [^aTrSy;?] m^ 3,42; 100 piedi [xaiva] m^ 9,50; 2500 piedi [ctpoupa] m^
237,50; Pietro [TTXsGpov] 10.000 piedi, m2 950.

_
sestertii,

aureus 50

Lire

11,00.

Misure greche.
Lineari.
dito [SdcxTuXo?]

Capacit per i liquidi. ciato [xa0O(;] litri 0,045; 1^/2 ciato [^pa^ov] litri
0,068;

m.

0,019;

3 ciati [TsTapTov]

litri

0,135;

MIS

298
[rjjxiva]

emina

6 ciati,

litri

0,27; sestario

SiXaXxov L. 0,04; semi-bolo [7)[i,io^Xi.ov]


re 0,08;

Li-

[^sctt-/]?]

12

ciati,

ntri 0,54;

72 ciati [xou?] litri 3,24; anfora [fjitpope?] 864 ciati, litri

bolo [o[3oX(;] L. 0,1637; 2 oboU [SlwPoXov] L. 0,327 3 oboli [TpicpoXov] L. 0,43

38,88.

4 oboli [TSTp^oXov] L. 0,65


aridi,
0,045;
litri

Capacit per gli


ciato
11/2
[xua0o<;]
litri

dramma

[Spa^t^v]]

oboli

L. 0,9823;

ciato

[^u[3a(pov]

0,068;

emina

[-yjfXLva]

6 ciati,

litri

doppia dramma [SiSpaxi^-ov] 12 oboli, L. 1,96; 4 dramme [TSTpSpaxfxov]


L. 3,92;

0,27; sestario

[osarsi;]

12

ciati,

mina
L.

[[xv]

100 dramme,

Utri 0,54; ch-nice [xo'Evi^] 24 ciati,


tri

li-

1,08;
[xTsf;]

98,23; talento [TocXavrov] 60 mine, 600 dramme, L. 5893,80.

moggio

192

ciati,

Monete attiche
Avevano molto
commercio greco
ti

di oro.
corso
nel

litri 8,64;

semimoggio
4,32;

[yjjjlUxtov] litri

le

seguen-

monete:

medimno
gi,

[[,Si.jj,vo?]

mog-

1152

ciati, Utri 51,84.

statre [axccxrip] proveniente dalla Lidia;

Peso,
i/g di bolo [xaXxou<;]

drico

[Bxpeixc,']

di

origi-

gram-

ne persiana.

mi
bolo

0,091;

Avevano quasi
8
yjxhiouc,,

il

medesimo

[^oX^]

grammi 0,728

circa;

dramma
grammi
mina
talento

[Spa^t^v]]

6 oboli,

valore, uguale a 20 dramme di argento, cio a circa 20 Ure.

4,36;

Mitra [Mitbras]
dramme,

divinit per-

[ji,v]

100

600 oboli, grammi 436; [rXavTov] 60 mine, 6000 dramme, 36.000


oboli, kg. 26,20.

siana, cbe veniva invocata al sorgere del sole, al mezzogiorno, al tramonto.

Valore.

Monete attiche
E d'argento:
/jxkKOuc, L. 0,02;

di

bame

il dio del bene, che combatte contro gli spiriti della notte e del male, e conserva il perpetuo ordine
del mondo. In seguito, fu identificato col sole. Si rap-

299
presentava sotto la figura
di

gambe
nesso in

MOB
verticali, tutto con-

un

giovine,

vestito

in

modo che non

si

costume

orientale, che solleva la testa del toro del


sacrifizio,

potevano chiudere. Altre avevano una spalliera che

mentre

gli

cac-

giungeva a

cia

il

coltello nella cervice.

met della schiena o fino al capo, e

Mnemnid [Mnemonides, V,
280] sono le Muse
figlie

[v. ivi],

potevano essere fornite di bracciuoli. Alcune avevano


le

di

Mnemsyne

di

gambe finemente

tor-

Giove.

Mnemsine [Mnemsyne]
dea della memoria
(jiocL

la

nite e coperte di ricchi ornamenti a fogliami, e la


spalliera

[{i.vo-

riccamente lavodella sesi

mi rammento], fu
e di Ga:
nella
le

rata e intarsiata.

figlia

di Tirano

Forme pi ampie
dia erano
i

con

Giove

gener,

divani, dove

Piria, presso l'Olimpo,

nove Muse, le quali perci si chiamarono Piridi.

Mnvis [Mvsu^]
degli

toro sacro

Egiziani, che aveva culto a Elipoli: era custodito nel tempio del Sole, al quale esso era sacro. Quan-

stava pi comodamente seduti e si leggeva, si scriveva, si pranzava, stando distesi. Essi erano coperti di tessuti molli e a lungo
pelo,

ornati

di

colori

molto vivaci.
Letto. Ai tempi di Omero,
le

tempio di Elipoli fu distrutto da Cambse, il culto di Mnevis fu offuscato da quello di pi. Mobili: Sedie: alcune basse, senza
il

do

forniture

del

letto

dei

ricchi erano coperte soffici di lana a lungo pelo, o una

di materasso, con coperte distesevi sopra: tutto questo sostrato era co-

specie

facilmente trasportabili, con quattro gambe circolari, col piano di cinghie incrociate, s che potevano facilmente essere
spalliera,

perto di tele di lino. I poveri invece stendevano per


terra
pelli,

sulle

quali

si

piegate: in
il

Atene era antico costume di farsi portare

stendevano per dormire. Ma pi tardi, con l'introduzione del lusso asiatico, in Grecia, su le cinghie stese a
il

dietro, dagli schiavi, siffatte sedie. Altre avevano

invece

il

piano

fisso

le

si pose materasso riempito di lana cardassata o di piume

traverso la lettiera,

MOB
e rivestito
di

300
una fodera
pi rare qualit di legno, fra le quali quella pi costosa e pi desiderata era
il

di lino o di lana. Si disten-

devano sopra varie coperte e si sovrapponevano i guanciali

riempiti di lana o di

citrus, un albero gigantesco che cresceva sui fian-

piume.
Il

chi della catena dell'Atlan-

letto
si

su cui

si

dormidi-

te.

va,

chiamava

lectus cu-

taglio

Questo legno aveva nel una bella venatura


tafa-

bicularus.

I^on molto

verso, nella struttura, era


il

lectus
i

quale

luGubratorus^ sul Eomani soleva-

a disegni svariatissimi. Un piano siffatto di un volo fu pagato, dalla

no

leggere, scrivere, studiare ecc.; questo per, alla

miglia dei Cetgi, pi di un milione e mezzo di sesterzi


[oltre

350.000

lire].

spalliera del lato ove si posava la testa, aveva ag-

giunto

un apparecchio

in

Per riporre vassoi e utensili nella sala da pranzo, si adoperavano anche certi
trepiedi

forma

di leggo, per soprapi libri e l'occorrente porvi per scrivere.

posavano

eleganti, i quah su tre piedi, che

finivano in forma di

zampe

Quanto

al

Eomani
sa, lectus

su cui i giacevano a menletto


triclindris.

di qualche animale, elegaDtissime. Si adoperavano an-

[Ved.

che, cosi presso

Greci come
alti troni
[subsella,

Triclinio}. Tavoli. Si

presso

Eomani, panchet-

adoperavano per
le

ti

collocarvi

necessarie

per

suppellettili la mensa

per salire sugli o sugli alti letti


scabella,
li

[scodelle, piatti, coppe, vasi

ecc.]; ma non era stume servirsene per

coleg-

gere o per scrivere. Erano, su per gi, come


nostri,

per pi bassi, superare l'altezza dei divani, su cui le persone stavano sdraiate.

in

scamna] e sgabelappoggiare i piedi Erano anche [catMdrae]. in uso casse, forzieri, canterani con cassette che si tiravano fuori dinanzi, e frequenti erano i piccoli
per
forzieri portatili, in cui si conservavano oggetti d'or-

modo da non

namento, vasetti d'unguenti,

A Eoma, nei tempi


gior lusso,
si

di

magle

droghe, ecc.
i

adoperavano,

Fra
bili

Eomani, questi mogi,

per

il

piano del tavolo,

avevano, su per

301
la

MI
cbe
cose

medesima forma e

gli

resistibile

domina su
[[loZpcc

stessi usi.

m^ni

Propria dei Eor era la sedia curle

tutte

le

[sella curiilis],

uno scanno

pieghevole poteva aprirsi e cMudersi, con

clie

sorte], ora con un impero ferreo e crudele, ora in accordo con l'ordinamento

morale del mondo; talvolta


dipendenti dal volere degli superiori di, pi spesso

gambe cuxve
anticamente

e incrociate:

in avorio, pi tardi in metallo. Essa spettava soltanto ai


consoli,
ri,

lavorato

ancbe a Giove,
soggiace
Si
tlios

il

cui volere
Cl-

ad

esse.

procnsoli, pretopropretri, edili curli,

rappresentavano:

dittatori, magistri egutum, decemviri, flamen dilis [il

col fuso, nell'atto di filare lo stame della vita;

solo fra

sacerdoti cui era

Lcbesis con quale indica

un
i

globo, sul

concesso questo privilegio] e, pi tardi, anche al questore. Altri seggi di onore erano il hisellum, una
seggiola

con

una

destini, o striscia su cui

scrive la sorte; tropos


le forbici,

con
con
oro-

con

le quali re-

cide

il filo

della vita o

capace

di

conte-

una

bilancia o con

un

nere

due

spalliera,

persone, senza adoperata dai deil

logio solare, sul quale indica l'ora della morte.

curini, e

subsellum

un

Con

le

banco basso, su cui potevano sedere pi persone,


e serviva per plebe.
i

identificate

Moire greche furono le Parcae ro-

mane.

tribuni della

N
i

presso i Greci n presso Eomani, ben determi-

Per
cui

il i

lectus tncUndrs,

su

nata la loro natura e la loro


relazione col volere di Zeus.

Eomani giacevano a

tavola. [Ved. Triclinio].

Talvolta Zeus considerato


i

Moire

[MoLpai] sono le fidi Giove, che le gener glie con la Notte o con Thmi:
Clthos, la filatrice [xXwOto filo]; Lchesis, colei che as-

dio da cui provengono fati, talvolta le Moire


il

tisegna la sorte [Xayxavo ro la sorte]; tropos , la irre-

appaiono perfino contrarie alla volont del dio, si che Zeus e gli altri di ora appaiono agenti e strumenti
del
fato,

ora

movibile [-Tp7C6 volgo]. Personifl,cano la potenza ir-

gli

lottano

contro, ora sono pareggiati, ora sottomessi a lui.

ML

302

tutto tagliato della base.


all'intorno

La Moira rimase sempre come una potenza cupa, incomprensibile, una divinit tenebrosa: essa fu immagi-

La parte

superiore

della

nata come una forza do-

mola era mossa per mezzo di due stanghe infilate ai


fori, praticati ai

minante in modo assoluto su gli di e sugli uomini


e,

suoi fan-

sebbene talvolta sembri

dipendente dal volere di Zeus, apparisce sempre come una forza ferrea, im-

cM, da schiavi o da asini. DaU'et dell'impero in poi si trovano anche mulini ad

Mmo

Mla

mutabile, crudele. [mola] era un mulino a mano, formato di due


parti:

acqua [mlae aquarae], [Momus] personificazione della mania di biasimare, era figlio della Notte. Scoppi di rabbia, per non aver trovato nulla da censurare in Afrodite [[xcSfxof;

una, superiore

[una

due coppe congiunte nella base


pietra della
di

forma

biasimo].

comune] era collocata

sul-

Monta [Monta]

sopranno-

la parte inferiore [un'altra pietra a forma di cono], iii

me

di Giunne, derivatole

dai buoni
ch'essa

avvertimenti
ai

modo da

coprirla

come un

dette

Eomani

berretto. Essa posava sopra un perno di ferro, fisso


sulla cima del cono e, girando su di esso, macinava
il

[mono avverto]. Infatti, durante un terremoto, essa avverti che bisognava


sacrificarle

grano.

vida

una troia granella guerra di Pire,

Questo si versava nella coppa vuota superiore [catillus] e, per mezzo di quattro fori cavati alla sua base,

ro, che occorreva portare le armi con giustizia, e non

sarebbe mancato il denaro. Cosi si spiega che, nel tempio di Giunone vi fosse la zecca romana e il deposito del denaro. Questo sopran-

cadeva,

un

po'

per

volta, sul cuneo fisso. Ivi, per il girare del catillus, il

grano,

stretto

tra

la

su-

nome

di

Giunone serv a
il

perficie del

cuneo e quella
macinato,

indicare

denaro.

dell'incavo della pietra superiore,

veniva

mentre la farina si spandeva gi, in un canale

Monte. V. Misure. Monile [monile] collana che le donne portavano, per


ornamento, intorno al
col-

303
lo,

MOB.

mentre

il

collare iche

Morto
mani,

[mortum]
composto
di

piatto
aglio,

portavano

gli

uomini

si

freddo dei campagnoli roruta, olio, aceto ecc.: aromatico e di sapore dolce.

cMamava

torques.

V'erano collane delle forme pi varie, formate di perle


lo

d'avorio, importate per pi dai popoli dell'O-

Morfo [Morpheus,
glio del

Mop9s(;,
fi-

VI, 647] dio dei sogni,

riente.

Sonno

e fratello di

Mpso

[Mopsus, XII,

456]

celo,
i

Fobtore e Fntaso,

figlio di vate di

mpyco

e di dri:

quali

mandano

sogni.

Apollo. Era uno

alla

dei Lpiti che prese parte lotta contro i CenPiri-

Soleva rappresentarsi come un vecchio con le ali. Morine [moro] uno scimunito, spesso deforme che, nelle case romane, si sole-

tauri nelle nozze di

too, e partecip anche alla caccia del cingMale CaU-

va tenere per divertimento,


come, in et posteriore, si ebbero i buffoni di corte.
Marziale, parlando di questi disgraziati, dice che ave-

dnio
degli

ed

alla

spedizione

Argonuti. Durante questa navigazione fu mor-

da un serpente, in Libia, dove mori. Un altro Mopso, famoso


so

vano

il

capo aguzzo e
si

le

orecchie lunghe che

model-

vate, era figlio della indo-

vevano
l'asino.

come

quelle

vina Manto. In una gara su l'arte divinatoria super


Calcante, cruccio o
il

Morte

quale mori
uccise.

di

[Mors] la personificazione deUa morte.


fratello

si

Aveva

costruito Mallo, insieme con Amfiloco; ma in un duello,

per ragione di possesso, uccisero l'un l'altro.

si

[morgemello del Sonno; in Esiodo anche fratello del Sonno, generate]


ti

In Omero avaro?

entrambi
li

Mopspio [Mopsopus
nis,
[v. ivi\,

iuve-

che
Il

dalla Kotte, procrea da se stessa.


la

V, 661] Trittlemo perch nato in

Sonno e
nel

Morte

abi-

tano

mondo

sotterra-

Elusi, citt dell'Attica, la quale regione era chiamata

anticamente Mopspia.
Perci

neo; ma il Sonno va girando tranquillo e benigno fra gli uomini, la Morte

Mopspio
[VI,

significa

Ateniese.

423].

invece ha, nel petto irrigidito, il cuore inaccessibile

MOS
a ogni sentimento
passione.
di

304

suo ufficio, commetteva qualche mancanza. In battaglia, recidevano il capo al nemico ucciso, e lo por-

com-

Mosico [musivum]
eseguito

lavoro
e
di ve-

con

pietruzze

con pezzetti colorati


tro,

tavano in giro fra suoni


danze.

disposti in

modo da

formare figure geometriclie e disegni originali, simili a


pitture.

Avevano lance
ghe
circa

pesanti, lun-

cinque metri, scudi di vimini intrecciati

In uno splendido mosaico scoperto a Pompei, rappresentante la grande battaglia di Isso, combattuta da
Alessandro Magno, si sono contati 150 pezzetti di mar-

e coperti di cuoio, elmi pure di cuoio, il cui vertice era sormontato da un cer-

cine di capelli.

Non

conoscevano

vincoli
il

matrimoniali, e avevano

mo,
lice

nello spazio di

un

pol-

costume di tatuarsi

il

cor-

quadrato. Molti altri quadri a mosaico rivelano una comgrandiosa,

po: il loro maggior piacere consisteva nel mangiare e

posizione
rito

una

nel bere, s che i figli riccM erano ingrassati

dei co-

espressione vivace, un colovivissimo e un'accu-

me

le bestie.

Mtac
da

ratissima esecuzione. Dapprima i mosaici servivano

[(xOaxec] erano, a Sparta, fanciulli ilti, nati

padre

spartano

da

quasi esclusivamente per adornare i pavimenti; soltanto verso la fine dell'impero si cominci a ornare le. pareti e i soffitti.

madre

ilta.

Venivano edudeg spartani,

cati coi fgU

ottenevano fin dalla giovinezza la libert, e spesso,


per una specie di adozione,

Mosinci [Mosynoeci] popolo

anche
il

la cittadinanza.

detto, Ponto, percb abitava in case di casa di legno [(xCTuv

del

cos

Mulcibero

legno, otx)

[Mulcber, II, 5] di fonditore, attributo Vulcano, cos detto, perch

abito].

era

il

dio del fuoco e fabi

Erano barbari, selvaggi e amanti della guerra, nutrivano


il

bricava

metalli

=
ne,

[mulco

ammollisco]. [V. Efesto].


si

re

a pubbliche

Muncha
sta che
il

spese, ma lo lasciavano rir di fame, quando,

monel

[r Mouvu^ta] fecelebrava in Ate-

16 del mese Muni-

305
chine [aprile-maggio], in onore di Artemide MunicMa, la dea lunare, che aveva nn tempio a Mnnpi
o
diritto

wfm
meno completo,
il

di cittadinanza ro-

mana.
I municipii avevano

un

se-

cMa, porto dell'Attica appartenente


si

nato

municipale

che,

pi

ad Atene. Le
focacce

deUa forma della luna piena, che


offrivano

comunemente, si chiamava ordo decurionum, i cui


membri, decurines, venivano eletti dai cittadini
municipali. Esso assisteva nel governo il pretore o il dittatore cittadino.

portavano

fsse

all'intorno

parecchie candele accese. In questa festa si celebrava

anche
taglia

il

giorno della bat-

di

Salamina di

Ci-

Avevano

inoltre

un

aera-

pro, perch in essa, la dea, con la sua piena luce, ave-

nwm

va rischiarato
dei Greci.

movimenti
II,

proprio, amministrato da un quaestor o da un aerarus. Kei tempi pi


antichi,

Muncho

[Munychius,
dire

705] vuol dal porto

ateniese,

ro, diritto

in

i Municipi ebbemisura diversa, il

di cittadinanza ro-

partenente quale era stato, detto cosi da Mmico, condottiero dei

Munchia, apad Atene, il

mana;
la
lex

ma

nel 90 av. Cristo

Julia elev al grado di Municipi tutte le citt d'Itaha e concesse


il pieno diritto di tadinanza.

quando questi, scacda Orcmeno, per mano dei Traci, erano immiMinii,
ciati

loro

cit-

grati nel Pireo. Secondo un'altra versione, Mnico sarebbe stato un re

perdettero la propria indipendenza e furono amministrati in moessi

D 'allora,

indigeno
di

dell'Attica

[figlio

do uniforme, secondo leggi speciali che vennero pro-

Acamnte

e di Laodce,
il

mulgate per
niciples.

essi [leges

mui

figlia di Priamo],

quale

avrebbe ceduto quei luoghi


ai Minii.

Mria

[muria] era, presso


cos la
salsa

Municpi [Municipia] erano citt italiche fuori di Eoma,


i

Eomani, mune, come quella pi

coec-

cui cittadini [muni-

cellente e dispendiosa, fatta di pesci.

Gpes] si

gistrati propri e
20

reggevano con magodevano,


e leggende.

Mrice [murex] un mollusco rivestito di un guscio at-

Stano, Dizonaro di miti

MUS

306

torcigliato. Il guscio si usa-

Melpmene

va spesso per conservarvi


unguenti
zioni
di

[fxXTCoi

la cantatrice

canto] la

musa

nelle

decoraartij3.ciali

della

grotte

re

Tersicotragedia; colei che si diletta dei

[Metam., Vili, 564]. concMglia di un murice


speciale [purpura, Tcopqjpa]
si

DaUa

cori [TspTtco

p?

diverto,

j^o-

coro] la

musa

della

estraeva

il

succo

per
ecc.

tingere lana, seta.

Uno

danza; rato , la gioconda [pto = amo] la musa deUa poesia amorosa e della

Generalmente la concliiglia genuina dava quattro colori: nero, nero-turcMno, [V. Porvioletto, rosso.
poral.

musica;
ufjivo?

Polymnia
[izo'kc,

ricca d'inni
to,

la

molre-

= =

inno] la musa
celeste

deg inni e deUa Urica


ligiosa;

Urania, la
cielo] la

Musagte

[MoucraysTT]?] il condottiero delle Muse [yco conduco] attributo di

[opav?

musa

Calliope , la fornita di bella voce [xa-

dell'astronomia;

quale era spesso rappresentato nell'atto di guidare il coro delle Muse. Muse [Musae] divinit, che presiedevano al canto e,

ApoUo,

il

"kc,

bello,

o^;

voce]

la

musa

dell'epica.

Secondo altra tradizione, che per meno accettata,


le

Muse
la

sarebbero:

pi tardi, anche alle varie

late, la riflessione;

MeMn-

forme di poesia,
e alle scienze.

alle

arti

me,
il

memoria; Aoid,
il

canto,

cui culto sareb-

Erano nove, nate da Giove e da Mnemsyne, nella Piria,

be

stato

introdotto,

sul-

l'Elicna,
Efilte.
il

da
delle

tos

da

V annunziatrice [xXuw = sono in fama, mi annunzio] la musa della storia; Euterpe

presso l'Olimpo: Clio,

culto

Muse ebbe

origine fra i Traci, cbe abitavano nella Pina, presso

la

rallegratrice

la

rallegio] bene, TpTroi musa del canto lirico;


, la fiorente [OXXco fiorisco] la musa della

[su

l'Olimpo, e di l pass sul monte Elicna, nella Beozia.

Quivi dimoravano
o

in
o

Thalia

grotte

in

boschetti

poesia

gaia e rustica e quindi della commedia e della poesia pastorale;

presso fonti fresche. Il celebre cantore Thamyri

ebbe l'orgoglio di gareggiare con loro, ed esse lo

<^y-'l^j'J'.7iry:ii':f;'f^'i>-\:

i.'.

:tf,?.;-,r ..-:.:: /-''y./;-.';

307
punirono, accecandolo e pri-

NI
radi, Ippocrnidi, Pimplidi [da Pimpla citt della

vandolo del canto. Alle Muse erano care


fonti
di

le

Ippocrne

di
la

Aganppe,

sull'Elicona^

Pina], Anidi [da Ania, l'antico nome deUa Beozia]. Boma, le Camne furono

fonte Oastlia ai piedi del Parnaso, non lungi da Delfo. Sull'Elicona, dove i Tespiesi celebravano la grande festa Musa, vi erano templi e statue delle muse e,
.

identificate

con

le

Muse

greche.

Muso
tico,

[Musaeus] cantore mivate e sacerdote atdiscepolo


di

tico,

Orfeo,
inni,

cbe

avrebbe

scritto

sul

monte

Libetro,

c'era

vaticimi,
lustrali.

canti religiosi

la grtta

sacra.

Dai luogM
loro
culto,

principali dalla loro

del
disi

Muso [Museum]

un

colle

mora
ne,

preferita, le

Muse

cbiamavano: Piridi o PiEliconadi,

Tespiadi,
Ali-

dirupato cato sulla parte sud-ovest di Atene: era detto cosi dal cantore Museo, cbe si
riteneva fosse ivi sepolto.

e roccioso, collo-

Parnssidi,

Castlidi,

N
TVafta [v90a] bitume liquido,

conosciuto, anche oggi, con questo nome. Secondo Plinio, la nafta si

per distruggere le opere di assedio, perch, accesa che


fosse, era difficile spegnerla.

IViadi

[Kaides,
le

raccoglieva nella Babilonia e nella PartMa, se

nuotatrG [vc,

ma

to]

erano

642] le nuoninfe delle


I,

no

ne trovava abbondante nel


territorio
l'Assiria,

di Mennis, nela mezzogiorno di

Arbla.

acque terrestri. Si distinguevano in naiadi dei fiumi, delle fonti, deUe acque stagnanti. Erano divinit campestri,
il

Se ne

distinguevano

due

cui culto
nelle

non

si si

qualit: la bianca, pi fine, e la nera, pi ordinaria.

estendeva

citt:

'EeUe guerre

si

adoperava

rappresentavano in atto di versar acqua da un'urna

'--^

N'N
o

308

con una
[V.

concliiglia

in

mano.

Ninfea

che disprezzava l'amore di tutte le ninfe che si inna-

Nani

[nani] erano nomini di statura piccolissima, ricercati con grande predi-

moravano di lui. Per amore di lui, una ninfa Eco [v. ivi] che ne era
invaghita, si logor sino a divenire sola voce.

lezione a
rare.
le

Eoma, come

cose

Si

adoperavano per

rappresentazioni pantommiche e, per ottenere i

nani artificiali, si inventarono certe fodere o vagine da nani, con le quali


si

Un'altra ninfa, che egli aveva anche disprezzata, preg la I^Tmesi che anche lui, un giorno, amasse senza
.godere della persona amata. La iNemesi esaud la

impediva

il

crescere del

fanciullo.
11

preghiera
sia,
il

fece

attuare

di Giulia, per nome Conpas era alto 74 cm.

nano

cos la predizione di Tir-

quale,

interrogato
il

Questi nani, generalmente, mostravano inteUigenza e

da Liriope, se
sarebbe giunto

figliuolo

matura
se

imparavano
altre arti.

la

musica

vecchiezza, aveva risposto:

pm'ch
stesso
.

non conosca

Molto pi ricercati erano i nani gobbi, deformi, oreccbiuti, con la testa aguzza e il naso grosso, e quanto
pi erano imbecilli e cretini, tanto pi apparivano
piacevoli. Essi imparavano a danzare al suono delle

Sedutosi egli infatti stanco dalla caccia, sul margine di un fonte argenteo, fu

talmente preso dall'amore deUa sua stessa immagine, specchiantesi nell'acqua

limpida, che

si

percosse e

si

castagnette. L'imperatore Domiziano U fece lottare nel teatro con le donne.

macchi di sangue U petto. A poco a poco, ne mor di languore e fu mutato


nel fiore sce

IVape '[Kapaeae, NaTcatat.] le ninfe delle vaUi selvose


[vocTiv]

narciso

che cre-

selva,

vo(.7zcdoc,

selvoso].

[V. Ninfe].

abbondante presso la fonte che ha preso il nome da lui.


IVatalizio
il

IVarcso

[JS^arcissus, III,

338-

[natahs

dies]

era

358, 402-510] figlio del dio fluviale Cefso e di Liriope: era bellissimo giovinetto

giorno della nascita, celebrato allegramente dagli


antichi,

con un banchetto

'^
.">

309
agli amici, nataliciae dapes. La casa e il focolare si or-

NAU
L'acqua per questo spettacolo si derivava dal Tevere,
le persone destinate a queste fnte zuffe navali erano gladiatori o prigionieri o condannati a morte. Pi tardi per si presentarono nelle Kaumacbie ancbe campioni volontari.
figlio

navano di corone, si facevano libazioni, si bruciava


l'incenso in onore del

Ge-

nio che proteggeva la stella che era spuntata sull'orizzonte, al momento deldella persona la nascita

di cui
tlaco.

si

celebrava

il

gene-

Nuplo [Kauplus]

di

Il festeggiato si

vestito

presentava a festa della toga


e

alba e riceveva augurii doni.

Pi tardi, si celebr U giorno natalizio di Giulio Cesare, di

Kettno e di Amymone, re dell'isola di Euba, fu padre di Palamede. Per vendicare la morte di Palamede [v. Falamede], condannato ingiustamente a Troia, mand gli altri
figli alle mogli degli cbe combattevano a Troia, per metterle in inscompiglio con false notizie. E quando l'armata greca, tornando da Troia,

imperatori,
lenni.

Augusto e di altri con feste so[Nau^xax'^a] com-

suoi
eroi

Naumacha
na^e,

battimento navale
[x/T]

[vau?

battaglia]

cbe si dava come spettacolo e divertimento dei Eomani.

dopo

la

distruzione

della

citt, sorpresa

da ima tem-

Giulio
lo

primo, pus Martus, ove aveva fatto perci scavare un laghetto, cbe fece poi prosciugare,
colo.

Cesare, per il dette nel Cam-

pesta, fu in parte gettata

su
egli

le

spiagge dell'Buba, accese le fiaccole sulla


s

rupe Cafara,

cbe alcune

dopo

lo

spetta-

navi, tratte in inganno, si cacciarono fra quegli scogli e

L'imperatore Augusto diede il medesimo spettacolo, in un bacino scavato a quest'uopo, lungo


600 metri, largo 400; Claudio ne dette

furono distrutte.
[^Tausica]
figlia

Nausicaa
di
nell'isola

Alcinoo
di

re

dei

Feci,
[oggi
le

Scbera

Cori].

Mentre era con


nella
.

un

altro nel
lo

amicbe a lavare
cina
fonte,
i

vi-

Fucino;

IsTerone

dette

suoi

panni

nell'Anfiteatro.

per le prossime nozze, nel

NATT

310
mare, perch, dovendosi
condurre la guerra contem-

giocare con la palla, svegli Ulisse, elle era capitato in

quel paese, e lo condusse


alla reggia paterna.

Nautodchi
gistrati

[vauToStxai.]

ma-

poraneamente in parecchi luoghi, i due re non potevano comandare in persona.


I navarchi potevano essere eletti per una sola volta e

ateniesi,

che ave-

vano

giudiziaria nelle questioni commerciali e nei processi contro coloro

autorit

per un solo anno. In Atene, il comando della


flotta
i

che, senza discendere


clie

da genitori

avessero la

cittadinanza, si arrogavano i diritti di cittadini, cosa


rittimi,

ghi, al comando
l'esercito.

spettava agli stratquali presiedevano

supremo

del-

che, fra commercianti maavveniva di fre-

Nave

quente
te,
8tx7]

[vauTT]?

navigan.

[navis]. In Grecia, ai tempi di Omero, la navigazione aveva gi raggiunto

giudizio].

un notevole

sviluppo.

La

Al tempo
presidenza

di

Demostene,
in
tali

la

nave omerica aveva

la pro-

cause

pass

ai

thesmothti.

Navlia [navalia] si chiamavano gli arsenali di Eoma,


ove
le

ra costruita a punta, per solcare pi facilmente le onde: di solito essa era dipinta in rosso. La poppa era pi rotonda e pi alta della prora, con una voluta ornata di vari fregi: in essa
era
il

navi venivano co-

struite, poste in assetto di


.

guerra e riparate, quando


ci occorresse.

posto del timone e


I fianchi della
fatti di vimini
il

Ve

n'erano

due,

vetera

del pilota.

nova, in antico, per fabbricarvi le navi: essi erano fuori


la

costruiti

entrambi

nave erano

centro era deintrecciati, stinato ai banchi dei rematori;

porta

Trigmina,

con-

tutta

la

nave

era

giunti col Tevere, e furono rinchiusi entro la citt dall'imperatore Aureliano quando questi costrusse le

spalmata di pece, e somigliava alla luna,


nell'ulti-

mo
una

quarto.
pala,

I remi avevano la forma di

mura

di

Eoma.

erano

fatti
si

di

IVavrchi [Naapxoi] si dicevano, a Sparta, coloro che

tronchi di pino e

salda-

avevano

un comando

in

vano con corregge alle caviglie, oppure si infilavano

311
in certi anelli di corregge,
la

NAV
voga dei rematori con la voce o battendo il tempo
coi

appese ai

non

si

fa

Di ancore alcuna menzione


pioli.

colpi
il

di

un

martello.
dei

nell'et omerica: per tener ferma la nave si adope-

Talora

movimento

remi era regolato dal suono


del flauto e dal canto
dei

ravano pietre attaccate a grosse funi, gmene, clie dalla prora si gettavano in mare.

rematori
soltanto
al

stessi.

La nave omerica
al

serviva

Le navi
lo

si

costruivano, per

trasporto: bastimenti pi grandi e adatti


servizio

pi,

mente
tano.

di pino, pi raradi pioppo o di on-

di

rono
in

costruiti

L'albero

era

infsso

in mezzo alle travi traversali del fondo della nave:

occasione cbe la Grecia combatt specialmente nell'Asia Minore.


la

guerra fupi tardi, delle guerre

su

di

esso,

in

alto,

era

Ancbe
aveva

nave da guerra
poppa;

adattata, in linea orizzontale,

la prora e la

l'antenna, per mezzo di una corda, fatta di pelle

di bue o della sostanza fibrosa del papiro. All'antenna era attaccata la vela,

questa s'innalzava in punta, ornata d'intagli, e finiva ora nella forma di una semplice, voluta, ora in quella di una foglia o di

cbe era una


spiegava

sola: perci si
il

quando

vento

si ammainava quando spirava in di-

era favorevole, e

rezione contraria,

una penna. Sulla poppa si adattavano, come ornamenti, immagini di di e di eroi, cbe davano il nome alla nave e ne indicavano
la patria.

posto

del

pilota,

sulla

poppa, era coperto con un palco di tavole: talvolta egli aveva un aiutante sulla

La prora, lavorata artisticamente, aveva


talvolta
collo
la

forma

di

un
e

di oca o di cigno

prora. Il pilota curava la direzione della nave, cbe

portava l'emblema intagliato in legno.

avanzava a remi o a vela, e perci doveva conosi

Oltre

allo

scere le
stelle, i

coste, i mari, le venti ecc. Sotto il

aveva un rostro ed era fornita


grossissime,

scafo, la nave di bronzo, di

rematore,

suo comando, stava il capo il quale regolava

corde cbe cingevano tutt 'intorno la nave, per fortificarla con-

gmene,

NAV
tro
l'urto
delle

312
onde,
di
tro
file

di

rematori;

ttsv-

coperture di cuoio o d'altra materia, tese ai lati della


tolda, per riparo contro i dardi e contro le onde.

TTjpT)?,

quinquermis,

pencin-

tre,

quinquerme, a

di rematori, ecc. que Secondo Polibio, le pentr


file

Aveva anch'essa
le vele e
tori.
i

le ancore,

sedili dei

rema-

romane che cartaginesi della 1* guerra punicosi

Le navi da guerra

10, ora 15 rematori per lato e, secondo il numero dei rematori che

avevano ora

ca portavano 300 rematori [aggruppati in modo da


darsi
il

cambio] e 120

sol-

dati di marina; sotto l'im-

sedevano all'uno e
fianco insieme,
stxcTopoi,
si

all'altro

dicevano

da 20 rematori, TptaxvTopoi, da 30 rematori, xaTVTopoi, da 100


rematori
[Ipcjac

remi-

go]. Gi prima della batdi Salamina [480 taglia

peratore Caligola, ve ne furono sino a 400; il re Lisimaco aveva una ottre con 1600 rematori; Alessandro Magno ne aveva una con 12 file di rematori; Demetrio Poliorcte una di 15; Tolomeo FiladMo una

av.

Cristo],

si

comincia-

rono a costruire parecchie file di banchi di rematori,


dal basso in alto dei fianchi

una

di 30; Tolomeo Filoptore di 40, con 4000 rema-

tori.

La
^/4

larghezza delle navi era

deUa nave
si

quattro,
file],
file

[due, tre, cinque ordini di


i

che

rematori delle

superiori
i

dovevano ave-

remi pi. lunghi e peDal numero deUe file dei banchi di rematori, in ciascuno dei due fianchi deUa nave, questa prendeva il nome di Tpt.7]pY](;, trire
santi.

della lunghezza; nelle navi da guerra, invece, la larghezza era da i/n, a ^/g della lunghezza. Una trire [trirme] era lunga metri 46,76, larga m. 4,30 a fior

d'acqua, alta m.
cui

m. 2,66 immersi

6,10, di nel-

l'acqua, e pesava 232 tonnellate.

Una

pentre [quin-

remis,
tre file

trirme, di rematori [Tpt<;


trire,

=
te-

querme] era lunga metri

tre,

p(7(76)

remigo; tres

m.

tre,

remus

52,72, larga 8,31, di

m.
cui

5,64,

alta

m. 3,60

remo];

TTpY)pY]<;,

quadriremis,

immersi nell'acqua. La nave romana non era


essenzialmente diversa,, nel-

trre,

quadrirme, a quat-

313
la

NAV

struttura

nell'attrez-

zamento, dalla nave greca. Una pentre punica, rimasta a secco su la costa del Bruzio [Calabria] durante
1^ guerra punica [264241 av. Cristo], serv di modello ai Eomani per la
la

abete e, all'et imperiale, furono adoperate come na-

da guerra, quando, nella battaglia di Azio [31 av. Cristo], Ottaviano ne vide
vi
utilit contro i bastimenti di Antogrossi

la

grande

nio.

Pi

tardi,

il

numero
remi fu

costruzione di una marina

degli

ordini

dei

da guerra. Le navi romane, secondo la loro struttura e forma o il loro uso particolare, avevano le seguenti denominazioni:

fino a tre, a a dieci; ma esse cinque, conservarono sempre la leggera alberatura cbe le ca-

aumentato

ratterizzava.

((Naves rostrataen, erano


e

aNaves longaen, lunghe


terminanti in

fornite di rostro:

un becco

essere pi agili zione. Brano, di solito, m.osse a remi, ma talvolta vi si


, navi adatte alla speditezleggere, za e alla velocit. Si ado-

punta, per alla naviga-

di bronzo [rostrum

bec-

co] infisso alla prora, cbe serviva per allontanare e

adoperavano Naves actuariae

le vele.

perforare la nave nemica. Il rostro si trovava nella

linea

d'acqua, sotto la
di
sulla

testa metallica

monto-

peravano per messaggi, veti


<(

dette, ricognizioni, traspordi soldati o di cavalli.

punta ne, della prora, e serviva come ornamento e come difesa


della

collocata

parte pi alta della


di

Liburnae [naves Libur-

nave.

nae o Liburncae], navigli veloci e leggeri, che i Eo-

La punta massiccia
tallo, nella

me-

mani
dello

costruirono, delle navi

su moagili

svelte, a due soli remi e armate di leggera alberatura, con cui i Liburni, famosi pirati iUirici, correvano il mare Ionio, esercitando la pirateria, Erano costruite di pino p di
,

rostro, si ottusi d'ineguale lunghezza, i quali, nel momento in cui

quale finiva il apriva in tre denti

investiva la nave nemica, dovevano aprire in essa una falla sotto acqua. Naves praetoriae , le navi ammiraglie che, di solito, portavano come insegna
si

NEC una bandiera

314
di color roscole, il quale voleva essere da lui purificato, perch a

so porpora [vexillum] e, di notte, tre fanali.


((

Tirinto,

in

un

accesso

di

Naves speculatoriae

servivano a spiare le mosse del nemico o ad osservare i


lidi di
((

furore, aveva precipitato dalle mura l'amico fito,

ebbe da

lui

uccisi

figli,

nn

paese.
,

eccetto Kestore. Istitu di

Naves onerariae

navi

da
il

carico, clie servivano per trasporto del grano.

nuovo i giuochi Olimpici, mori a Corinto e fu sepolto


nell'Istmo.

Kon mancavano,
mente,
gieri,
i

natural-

IVema
le

[l^ema, Nsfxa] val-

navigli

pi legbattelli,

come barche,
ecc.,

burcMelli,

cbe servi-

deU'Arglide, dove si diceva che Argo, dai cento occhi, avesse custodito, per
di

vano per diporto.


IVecrpoli, la citt dei morti

incarico

Giunone,
il

o,

morto, tzoKic, corrispondente ai nocitt]


[yzxpc,
stri cimiteri.

amata da Giove, e che Ercole avesse ucciso

leone

Neile [Neplile, N9X7)]


dea
delle

[V. Seplcri]. la
[vscpXT)

Kemo. IVemi [Kema, r

Nefasta]

nubi

nnbe] fu moglie di Atamnte, il quale ebbe da lei i figli Frisse ed lle, e poi
la ripudi,

giuochi pubblici presso i Greci in onore di Giove; ricordavano l'uccisione del


leone nemo, per mano di Ercole. [V. Agoni].

per sposare ino.

Nmesi
figlia
IS'otte,

[V.

Ino].

[Kemsis, dell'Oceano

'Ns^isaic,]

della

Nela

[Kela, II, 418] detta Pilo, nella Messenia,

la dea che, assorta in un'arcana eternit, ve-

perch ne era re Kelo, padre di Nstore.


IVelo
[Kelus, NtjXsij*;, II, 689] figlio di Poseidone e di Tyro, signore di Pilo,

gliava rigorosamente su la vita morale ,degli uomini


e

ne puniva inesorabilmen-

te le colpe. I suoi castighi erano severi ma giusti, e

nella Messenia, che egli aveva ricevuto dallo zio AfaPilo, egli spos Cie gener con lei 12 figli, ri, fra cui Kstore. Essendosi
ro.
rifiutato

nessuno poteva sfuggire aUa sua vendetta. Ma la concezione di 'Nemesi, come dea punitrice
soltanto, posteriore: in origine essa era la dea che

di accogliere

Er-

315
assegnava a ciascun uomo la sua sorte, secondo la
giustizia e il merito, questo essa differiva

bre;

NE

veniva cantata dai convitati, nel banchetto fune-

e in

ma

dopo, essa

si

candella

daUe
quali,

Moire

[Parche],

le

della nascita, senza alcun riguardo al merito, assegnavano a ciascun uomo il suo destino.

prima

superstiti famiglia, nel mortorio o sul sepolcro. Se il morto

tava

dai

non

lasciava

parenti,

la

nenia veniva cantata dalle


prfiche [praefcae], lamen-

Eamno,

nell'Attica,

si

venerava una statua bellissima di Kemesi, di un sol pezzo, alta 10 cbiti, fatta
di Paro, opera probabilmente di un grande discepolo di Fidia:
del pi bel

aUe quain seguito, fu af&dato li, quell'incarico in ogni futatrici prezzolate,

nerale.

marmo

IVecori

[vswxpoi] erano, presso i Greci, gli spazzatoti dei templi [veca<;

Agorcrite. I Greci vi concorrevano da tutte le parti,

tempio, xopw

ma

avevano anche cura

spazzo]; di

per ammirare tale capolavoro d'arte: questa Nemesi era venerata sotto il no-

adornare

i templi e di conservare in buono stato gli i

utensili per
f.no

sacrifci.

In

me

di

Eamnsia.

seguito, ebbero dignit pi elevate,

Dal punto di vista etimologico, Nemsis significa la


Distributrice
[vs[xo)

divenire

una

specie di ispettori dei


i

as-

templi.

segno, distribuisco] e, tema derivato [vefi-ecjto

dal

Neodamdi

=
in

[v6)Sa{XfSsi(;]

mi

adiro]

la Adirata,

nuonuovi cittadini [vo? popolo] eravo, Ssfxo?

quanto impartisce agli uomini le punizioni secondo


le

no,

Sparta,
i

gli

Ilti

che, per

colpe, mossa da sdegno per la loro malizia. loro

venivano

servigi prestati, affrancati dallo

iVnia [nenia] canto funebre


al suono del flauto, cantava le lodi del morto. Kei tempi pi antichi, quando i morti si seppelli-

Stato e riacquistavano la libert, senza ottenere per


i

cbe,

diritti

politici

pari

agli

altri cittadini.

vano in una tomba,


loro
stessa

nella

casa,

la.

nenia

IVeria [vCpi.oc] arsenale marittimo in Grecia. La costruzione di quello del Pireo cost 1000 talenti

NEO
e,

316
distrutto durante l'anar-

ch,ia,

fu di nuovo costruito

e completato da Licurgo. IVeottlemo [iTeoptolmusliZ giovine


guerriero
TTTXsfJLOi;

Mirmidoni, e quivi Menesecondo la promessa fattagli a Troia, gli mand


lao,

nuovo,

[voc,

in moglie la figlia Ermlone.

Secondo

altri, si

rec inve-

KOkS[LOC,

ce nell'Epiro.

guerra],
il

chiamato anbiondo
[TzxjppQ

che Pirro,

biondo, dal color del fuoco, TTup fuoco], era figlio di Achille e di Dei-

Sarebbe morto a Delfo, dove si era recato per portare doni votivi ad ApoUo:
ucciso

dama, una delle fighe di Licomde, re dei Dlopi, a Sciro, Dopo la morte del padre, Ilifeottlemo, and a
Troia, per consigho di Ulisse, perch era stato predetto che senza di lui non
si

o per ordine della Pythia, o per istigazione di Oreste [al quale Menelao

avrebbe promessa, prima deUa spedizione, la fgha Ermione, data poi a isTeottolemo], o dai sacerdoti o

da un certo Menecho, per

una contesa
divisione
le vittime.

sorta

su

la

sarebbe potuta conqui-

delle

carni

del-

stare la citt.

Neottolemo

fu uno di quelli che entrarono nel cavallo di legno; poi fu mandato a Lemno, per condurre di l a Troia
Filottte;

IVeridi

pS'ereides]

sono

le

cinquanta figlie di Nereo, che abitavano con lui, nella profondit del mare, in una
grotta di argento.

nella presa di Troia precipit dalle mura

Astiantte, figlio di Ettore, uccise Polite, figlio di Pria-

Esiodo ne enumera 50, 0mro 33, Apollodro 45. Le pi celebri delle iN'ereidi erano Amftrte e Ttide. [V. Ninfe].

mo

e poi

Priamo

stesso, e

Pohssna, figlia Priamo, sulla tomba di Achille, per placarne l'ombra. Wella divisione della preda, gli tocc Andromaca,

sven

di

IVero

[Kerus,

Nfipzq,

I,

marino, fgho di Pnto e di Ga, ha la sua dimora nel mare

187] vecchio

dio

con

la

quale

gener
e

Molsso, Pelo, Amfialo.

Pergamo
egli

Ego. Come parecchi di marini, ha il dono della


profezia e la facolt di tramutarsi in varie forme e,

Secondo
Troia

Omero,
a

da
coi

torn

Ftia,

con

essi,

rappresentato

317 con
il
i

NET
re di Pilo, nella Messenia. Quando Ercole [v. ivi] uccise tutti
IN'estore
si
i

capelli, le sopracciglia,
il

petto coperti di mento, marini e di foglie giunchi


di altre piante simili.

figli

di I^Telo,

Quando

Ercole

si

avvi

per prendere gli aurei pomi Espridi [v. Esperidi], sorpreso llsTereo, lo incaten e,

trovava lontano e cosi ebbe salva la vita. Kella lotta contro i Centauri, nelle nozze di Pirtoo, prese parte come ami-

sebbene quegli si mutasse in diverse forme, lo costrinse a dire in che modo sarebbe potuto giungere all'isola

anche

co dei Lpiti, e partecip alla caccia del cin-

ghiale caledonio e alla spedizione degli Argonuti. Gi

delle Esperidi.

vecchio, guid 50 navi alla

IVernia
in

[liTeroma] giuoclii solenni ch.e iNerone istitu

suo

onore.

Si

celebra-

vano ogni cinque anni, con gare musicali, con corse di


cavalli e altri giuochi simili.

guerra di Troia, dove appari savio e giusto, dalla cui bocca scorreva l'eloquenza pi dolce del miele.

Nesso

[IvTexus, IX, 101-133] centauro dell'EtUa il quale, avendo preso sul dorso

Tornato poi a Pilo, vi pasmolti anni tranquilli, fino a tarda vecchiezza.


s

Nettare [nectar] bevanda degli di, mentre l'ambrsia

il

Deianira, sposa di Ercole, quando l'eroe, per tornare


a Tebe, e poi a
nella Tessaglia, licare il fiume

loro

cibo.

Ambedue

conservano loro l'immortalit e l'eterna giovinezza, e

TracMne
nel-

doveva vaEuno,

producono
nettare:

sangue divino. Kell'Iliade, gli di bevono


il

l'Etolia, cerc rapirla. Ercole l'uccise col dardo av-

le

sue fonti,

se-

velenato dal
di Lerna.

fiele dell'Idra

condo Euripide, scaturiscono nel lontano Occidente,


nel giardino delle Espridi, propriet degli di, in vicinanza di Atlante, dove
si

Kesso, per ven-

sangue suo, avvelenandola, la sua camicia e l'offri a Deianira, dicendole che essa aveva
virt di ridestare l'amore.
[V. Ercole].

dicarsi, intinse nel

trova

il

dormitorio

di

Giove.

Nettuno

il

[l^Teptiinus, II,

270]

dio del mare, a

Eoma

IVstore [Kestor, XII, 169]


fgHo
di Kelo e di dri.

identificato

con Poseidone.

[V. Poseidone],

NEU
IVeurbati loro che
[vsupo^aTai.]

318
co-

Titni,

essi

erano

accorsi

ballavano

sopra
di
nai-

un'invisibile

corda

niigia, sottilissima

ma

for-

tissima,

che,

piccola distanza,
agli

ancbe a sembrava

prima degli stessi di. Era rappresentata come una vergine alata, adorna di corone e con un ramo di palma in mano. A Eo-

spettatori che andassero per aria [vsupov

ma
un

le

corrispondeva
la quale

la

dea Victoria

aveva

nervo, ^aivo)

vado].
le

IVeurspasto
bra

[vsuparcacyTov]

tempio sul Palatino, dove le si celebrava una


il

bm-attino cbe aveva


collegate

mem-

festa

12 aprile.
N(x9ai,
I,

insieme con

Mule [Kymphae,
192]
le velate,
zitelle,

magliette di ferro, in mo-

quindi

le dee

do da poter essere messe in movimento per mezzo


di

figlie

di Giove, abi-

tavano
ti,

un

jaio

impercettibile.
essi

sulla terra, sui monnei fiumi, neUe correnti

In seguito,
gegnati in

furono conperfetto,

modo

pi, e talvolta

d'acqua, nei prati, nei camsalivano sul-

giacch Aristotele, di alcuni di essi dice che move-

l'Olimpo, per prendere paralle adunanze generali degli di. Il nome di Mnfe accenna al costume

te

vano
la

le

membra,
e
gli

le

testa

occhi,

mani, con

molta naturalezza.

greco e romano, per cui


fanciulle,

le

Non mancavano coloro che andavano in giro per le


vie,

quando andavano
di

con

siffatti
il

pupattoli,

un mi

nozze, si coprivano velo [vu(j!.(psu(o, nubo


sposo].
le

=
be-

per

divertire

pubblico

Esse erano

e fare quattrini.

potenze

Niche
toria

[NixTj] la dea della vit[vLXY]

nefiche dei monti, dei boschi, dei prati, delle fonti


ecc.,

vittoria],

fi-

dove avevano

la loro

glia di Fallante e di Styge, sorella di Zlos , l'emula-

sede: vivevano libere e in-

dipendenti nella natura, da-

zione,

Ortos

Bla

la forza e la violenza.
,

vano
gina,
ze,

la caccia alla selvag-

menavano

liete

dan-

Abitava, insieme con


telli,

fra-

Giove sull'Olimpo, perch, aUa chiamata di Giove nella lotta coi


presso

correvano agiU e belle, tessevano in fresche grotpiantavano alberi, e te, giovavano in molti modi

sj;5^i5'^S5K-5!3S*fS!;ci?W;v:^K''=^^

319
agli

NIN
Dicte
,

uomini. Hermes e i Snni avevano con esse commercio di amore, e ne

le

abitatrici

del

monte Bid, in Creta.

Nape,
selvose
Tccdoc,
,

le

ninfe delle valli

sorgevano
tissime

alberi
i

dalle

al-

cime,
il

quali
finch.

du-

[voctct)

selva,

voc-

selvoso].
le

ravano a lungo,
pariva loro

apdestino della
essi,

Bradi o Amadradi,
ninfe
dei

boschi

morte

e,

con

l'anima
la

insieme,

Spu*;

=
le

[(x

=
dei

quercia].

delle ninfe

abbandonava

queste appartenevano le
,

luce del giorno.

Meliaclie

Secondo

la sfera della nail

frassini [[xsXia

tura in cui esercitavano


loro potere, le ninfe
si

frassino], cbe si dicevano nate insie-

ninfe

di-

me

con

le

Erinni e coi Gi-

videvano
li

in:

Ninfe delle acque aUe quaappartenevano


,

ganti, dal sangue colato sulla terra, dai genitali di

le

Ocea-

Urano
sino
si

[v.

Urano]. D fras-

nine

ninfe

della

grande

corrente dell' Oceano; le '^qridi, le figlie del dio ma-

rino

Nspsu?,

le

ninfe

del

facevano i fusti deUe lance, che si adoperavano nelle mischie sanguinose. Culto antichissimo aveva-

mare interno;
le

le I^iadi

nuotatri&i
le

[vo,

no

no
I

le ninfe di

Kysa, di

Dodna, Lmno.
delle

di

nuoto]
terrestri.

ninfe delle aeque Queste si suddiin:

santuari

ninfe

si

trovavano specialmente
presso le fonti e in contrade riccbe di sorgenti, nei boschi, nelle grotte ecc. e,

videvano
fiume];

Potamidi,
['koto:[i6c,

ninfe dei fiumi ninfe delle fonti

Krene o Peghe

pi

[xpY)V7], izr^yri

fonte];

Limnadi ninfe
[Xi[i,v7]

tardi, i loro

anche in

citt,

ove

splendidi tempietti,

delle

acque stagnanti
le

stagno].

ninfi, servivano brarvi le nozze.

per cele-

Oradi,
[opoi;

monte] le _,quali, dai monti cbe abitavano,


Peprendevano abitatrici del monte liadi,
il

ninfe dei monti

Le ninfe si rappresentavano come agili e leggiadre fanciulle,

con vesti succinte; in


si

nome

di

loro onore

sacrificavano

Plio, nella Tessaglia,

Oidel

capre e agnelli e si offriva latte e Olio, mai vino.

thef nidi

, le

abitatrici

Ninfi [Nu[x<pata]
alle

grotte sacre

monte

Citierne, in Beozia,

ninfe

[vvcpy)

ninfa]

NIN
erano
splendidi
tempietti,

320
gliuoli

che
coi

lei;

sacri alle ninfe, nei quali le fanciulle greclie andavano

colpi

suoi

Diana dardi, uno

per celebrarvi

le

nozze.

dopo l'altra, le sette sorelle. Amfione si uccise per il dolore, e

rVinfo [Nu[i,q)tov] fontana sanincra alle ninfe [v[X97)

Mobe
fu

irrigiditasi in

rupe,

da

un

turbine

fa],

adorna di marmi e di

piante.

Eioma, vi erano 12 di

fontane, nelle quali l'acqua si versava contemtali

impetuoso trasportata su la cima del monte Spilo, nella Lidia, dove essa era nata, e quivi, divenuta marmo, sente ancora le
angosce e
stilla

poraneamente
tubi.

da

diversi

lacrime.
figlio

Mro
di

[Nirus, Ntpe^;],

IVobe [Kibe, VI, 150-312] di Tntalo e della figlia pliade Taigte, nata a Sipilo,

nell'Asia

Muore,

di-

venne moglie di Amfione re di Tebe, da cui ebbe 14 fgU: 7 maschi e 7 femmine. Orgogliosa per la prole cos numerosa, divenne tanto arrogante contro Latna, che os insultarla fin nel tempio, ove disse ch'ella era

Chropo e di Aglaia, era, dopo Achille, il pi bello dei Greci che furono a Troia, dove era andato con tre sole navi. Eu ucciso da Eurypilo o da Enea.

Msa

[lirysa]

valle,

in

ori-

Beozia, poi immaginata neUa Tracia e in altre regioni: celebre

gine forse in

ben pi degna, poiLatona poteva dirsi quasi sterile, non avendo che due figli: Apollo e
ch

perch in essa Bacco bambino fu allevato dalle ninfe, col dolce nutrimento. Di qui il suo nome Dioniso , che significherebbe

dio di

Msa

Diana. Irritata Latona, se ne dolse coi suoi figli: Apollo con le frecce feri, un

Mso
di

[Kisus, XII, 8] figlio Pandione e fratello di

dopo

l'altro, i

sette fratelli
Si-

nati da

Mobe: Ismno,

Ego, era re di Megara e padre di Scilla: fu trasformato in aquila marina.


SgIU]. altro Kiso figlio di rtaco, nacque sul monte Ida,
[V.

pilo, Fedinio, Tntalo, Al-

fnore, Damasictone, Fliono. Ma Mobe, non doma

Un

ancora, os rinfacciarle che era ancora pi ricca di fi,-

nella

Trade,

segu in

ItaKa

Enea

insieme

con

321
Eurialo,
di

NOM
per relazioni illecite col padre, fu mutata, da Pllade, in civetta. Conscia della sua turpitudine, ora essa

cui fu intimo

amico.

Nisidi

[V. Eurialo}. [Nysedes] le ninfe della valle selvosa di !Nisa,

cui fu afi&dato Bacco,

dopo

fugge la

compagnia

degli

che Ino fugg, per il delirio in cui era caduto il marito

altri uccelli, e si cela nelle

tenebre della notte [vu^


notte].

Atamante,
Hra.

per

opera

di

TVittimo
se

Msa,

non

un luogo

fantastico,

doveva trovarsi

[Nyctmus] il pi giovine dei 50 figli di Licane, re di Arcadia.

in Beozia, pi tardi lo si trasfer in Tracia, neU'Arabia, nell'India.

Quando Giove, per provare la loro perversit, nella


gli

Mtoeri [Mtcris] regina

di

Babilonia, aveva fatto collocare il suo sepolcro su

quale superavano tutti uomini, si present in abito da mendico, essi lo invitarono a tavola, uccifanciullo, ne mescolarono le viscere tra le

una
della

delle

principali porte

sero

un

con un'iscricitt, zione, la quale dicMarava cbe ivi erano raccMusi immensi tesori, cbe per non
bisognava toccare, se non in estrema necessit. Il sepolcro rimase chiuso fino
al

offerte del sacrificio e, per consiglio del fratello maggiore,

Menalo,
Il

lo porsero

a
la

Giove. tavola

dio

rovesci

tempo

di Dario,

il

fattolo
tesori,

aprire,

invece

quale, dei

con la folgore, e, Licaone e tutti i figli, colp a eccezione di Mttimo, cbe fu salvato da Ga, la quale
lo

zione:

trov questa iscriSe non fossi domi-

sottrasse

alla

furia

di

nato da insaziabile sete di


denaro,
l'asilo

non

avresti violato
.

Giove. Sotto il regno di Kittimo sarebbe avvenuto il diluvio di Deucaline che, se-

degli estinti
[E'ych.teus,

Nitto

Nxjxieuc,]

condo alcuni, fu cagionato


dalla

re di Etiopia, jaglio di Kettno e di Celne, fu padre


di

perversit

dei

fgH

di Licaone.

Mttimene.
,

[V.

Nitti-

Nome
ai

mene].'

Mttimene
21

[Hyctimne, II, 589-595] fanciulla di Lesbo,

[nomen]. In Grecia, i genitori imponevano a loro libera scelneonati,


ta
il

nome,

di solito nel 5,

Stano, Dizionario di miti e leggende.

NOM
nel
70,

322
o
nel

10 giorno primogenito prendeva generalmente il nome del nonno pa-

daUa

nascita.

Il

In Eoma, di solito, ciascuno aveva tre nomi:


1. Il

'prenome

{j>raendmen]
la

che
e

indicava
90

persona,

terno, e talvolta quello del

s'imponeva
giorno
[dies

al

neonato

padrej

gli

altri

figli

pren-

nel
scita

daUa

naI

devano per

lo pi, quello di

nomindlis'].

membri
I
I.

della famiglia, nei


si

prenomi, generalmente
adoperati, erano soltanto 18, e si indicavano abbreviati

due rami ascendenti.

nomi

dividono in due

elassi:

con

la

prima

lettera

IsTomi

di

un

portanti quello dio o derivati da

[v[jLaTa 0so9pa] coTeodoro, Tedoto, Diodro, Didoto, Digene, Difane, Erodoto, ErcUto,

esso

qualche caso, per evitare equivoco, con la sillaba iniziale. Di essi i pi

o, in

me

comuni erano: M. Marcus, 0. Caius, Cn.


P. Publus, M. Cnaeus, Manlius, T. Titus, Ti. Tiberus, A. Aulus, L. Lucius, ecc. 2. Il

ApoUodro, Apollonio, Demetrio Ar temidro Isidoro


,
.

II.

lipomi

con quello
si

di

non composti una divinit


i

Nome [nomen

o no-

[vjjiaTa Osa], fra

quali sceglievano quelli clie infanciullo.


Ideile

dicavano buon augurio per


il

gentilicum] che indicava la gens a cui si apparteneva: Aelus, Afranus,

men

indicagiuridi-

GaeciUus, Claudius, CorneUus, Julius, Lcimus, ecc. 3. Cognome [cognmen] indicava la famila conte-

zioni

pubbnche e

cbe, al
si

nome

della persona

faceva

segiiire, di solito,
e,

quello del padre


di, ancli,e quello

pi tar-

del

demo

o distretto a cui ciascuno

nuta neUa gens primitiva, e si rese necessario quando, con l'andar del tempo, au-

apparteneva.

ment

il

numero

delle fa-

La donna

cittadina, oltre al

miliae di ciascuna gens.


Cos, per esempio, quando la gens Cornelia si divise

suo nome, aveva, generalmente, quello del marito del padre [se maritata], e del demo o [se nubile], distretto a cui il marito o
il

in

molte famiglie, alcune

[8cipidnes, Sullae, Euflnil, altre plebee [Do-

patrizie

padre apparteneva.

labellae,

Lentul,

CetTiegi,

323
l'uso del

NOT
to di Siila, Marcus Tullus Tiro, il liberto di Cicerone.

fu indispensabile cognomen per l'indicazione della famiglia. Molti cittadini avevano anche un:
Cinnae},
4.

Le donne portavano

il

no-

me
lo
te:

della gens e

con quelindica-

soltanto

erano

Cognome gnome o soprannome [cognomen secundum o agnmen']


generalmente da un fatto illustre di qualche antenato. Esempio complederivato
to dell'indicazione
di

aggiunto o

A-

come Fabia,

AemiUa, Julia,

Valeria, Tullia, Cor-

nelia, Livia, ecc. Le sorelle di una stessa famiglia


si

distinguevano

con

l'at-

un

mai or, minor o con l'indicazione dei numeri ortributo


dinali.

cittadino

romano

Publius

Gornelius Scipio Africanus.

Nomo

[v(j!.(;]

prenome, generalmente, si scriveva abbreviato, con l'indicazione deUa sola lettera iniziale.

Il

religioso dei di ApoUo,

era un canto Dori in onore con accompajBiauto

gnamento
cetra. !N"on

di

di

aveva n anti-

Fra

Eomani,

il

primoge-

nito prendeva lo stesso nome [^raenmen] del padre,


gli altri

n epdo, e rappresentava la parte principale


strofe

dell'agne

musicale,
[ISTonacrina,

nei

nome,

avevano, come prequelli pi comuni

giuochi

Pitici.

Nonacrna

H,

nella propria famiglia. I fgU adottivi assumevano


tutti
i

nomi

del

padre di

conservavano, con la desinenza dnus


adozione,
quello

ma

409] la vergine IsTonacrina Callisto, fgKa di Licane re di Arcadia, detta cos, dalla citt di Nnacre, in
Arcadia. \Y. Callisto']. IVorzia [Korta] la dea etrusca del destino e del tempo, che aveva a Volsila sede principale del suo culto. Nel tempio a lei dedicato in questa citt, si piantavano i chiodi che servivano a numerare gli

deUa loro famiglia naturale, come Publius Gornelius Scipio Africanus Aemilianus, perch nato da Paolo Emilio [iuniore]. I
liberti

nio

prendevano
e
il

il

prae-

nomen
il

nomen

gentili-

cum del loro liberatore e


cognomen dal loro nome
primitivo, come Lucius Gornelius Chrysognus, il Uber-

anni.

IVotte [Kox] figlia del Chos e sorella dell'Efebo, la

NOT

324
tirato

personificazione della tenebria notturna. la pi antica delle divinit, perch le tenebre furono anteriori alla

da

due

quatdi

tro cavalli, avente indosso

una veste nera seminata


stelle.

luce. Con l'rebo essa gener l'tere sereno e il


la

IVttola [noctiia] uccello notturno, molto rispettato in Atene, perch sacro ad A-

giorno: origine

luce infatti ha

dalle tenebre, il giorno deriva dalla notte.

tbna Polide, protettrice


della

Secondo Esiodo,

la Notte,

di

citt. Era ritenuta buon augurio, mentre i

come
bra

divinit esiziale, procrea da se stessa la Tene,

Eomani

la

credevano apdi

portatrice

sventura.

Mros
Cber
il

la sventura
la

della morte,

Thnatos
il il

IVovendile [Novendiale] festa di nove giorni \novem


diesi celebrata dallo Stato

moHe,
morte,

fato della

Mmos

biasimo,

a Eoma, quando qualche


presagio straordinario, spe-

lamento, 'Nemesi la sventura dei mortali,

Oizs

Pliilte
roso,

l'inganno, l'inganno amoGbras la veccMez

Apte

cialmente la pioggia di pietre, annunziava una grave sventura. Inoltre, si chia-

mava

cos

un

sacrificio pri-

za,

ris

la

discordia.

vato che, nel nono giorno

Come
ISTotte
il

divinit benigna, la

partor Hypnos , signore dei sogni, e le


,

daUa deposizione di un davere nella tomba, si ceva con un banchetto


nebre
ferlisl.

cafa-

fu-

Hespridi

le

fanciulle

\coena novendalis o

abitanti nell'estremo Occi-

no nei
dini
'Eel
le
i

dente, le quali custodiscodeliziosi loro giar-

Pomi

d'oro.

IVovus homo, uomo nuovo, dicevasi a Boma colui che, da famiglia discendendo
plebea, era il primo a procurarle la nobilt, sostenendo una magistratura curle.

lontano Occidente sono

porte,

donde

la

IsTotte,

dal buio

mondo

sotterrate-

neo, cbe la sua sede,

Egli

non

era tutta-

nendo in braccio

il

Sonno

via

e la Morte, sale su, per venire incontro al Giorno.

propriamente nobUis, perch non aveva le imagnes di antenati da mostrare al pubblico; ma nella sua casa era il princeps

Fu

rappresentata, ora alasu di un carro ta, ora

325 :
nobUtdtis e
i

NUT

suoi discen,-

IVuto

denti divenivano noMles.

[natato]. L'esercizio del nuoto era ritenuto tan-

Nozze, y. Matrimonio. IVumerarii [mimefarii]


no, sotto
il

era-

to importante presso i Greci che, per indicare un

basso impero,
i

uomo
si

del tutto ignorante,

n nuoto n alche erano le due

ufficiali subalterni, ai

erano affidati
registri

quali conti e i

diceva

fabeto

deUe imposte [nuconti]. [Numicus] fumicel-

merare

far

Numco

prime cose cbe, in Atene, si insegnavano ai fanciulli. Presso i Epmani, il nuoto


fu considerato
essenziale

lo del Lazio,

cbe sboccava
si

un

esercizio

nel mare, presso Arda: ac-

deUa ginnastica.

canto ad esso
santuario
di

trovava

il

gete o di

un dio indiEnea divinizzato.


era l'ulserie di

Nndne [Kundinae]
timo giorno di una

vasca [piscina publper i principianti, mentre a quelli gi


serviva
esperti

Una m]

nel nuoto,

veniva
nel

9 giorni [nonus dies], nel quale i contadini riposava-

assegnato
Tevere, Marzio.

un

posto,
il

presso
il

Campo

no dai lavori campestri e daUa campasi' recavano

Contro
gare,
si

gna
fari.

in.

citt per

loro af-

pericolo di anneadoperava uno strufatto di vimini o di

origine, le Wundnae erano dies nefasti la lex Or[v. Giorno];

In

mento
sotto

pezzi di sughero, adattato


il

ma

petto.

tensia

[287

av.

Cristo]

le

rVutrice [nutrix]. E'el tempo


antico, le

proclam dies fasti si che d'allora tratsi poterono


tare in essi gli affari giudiziari.

madri romane
In.

so-

levano esse stesse allattare


i

loro bambini.

se-

guito,
alla

Sotto

gli imperatori, divisione in periodi di

nove

neUe case dei riccM, divenne molto comune l'uso deUe blie [nutrces], fra le

giorni, sottentr, a poco a poco, quella della settimana.

quaU

si

preferivano

quel-

le greche.

OBE

326

Obelisco [obeliscus] colonna commeniorativa, alta, slanciata,

mici,
altro.

come

indici solari o

rettangolare,

termi-

Per trasportare questi bloccolossali, gli Egiziani servivano di barche speciali e di mezzi meccanici, di cui non ci giunta alcuna
si

nante in punta, di forma


piramidale, collocata sopra

cH

una base
stesso

stretta. Il
il

nome

indica

carattere

principale di questa colonna: quello cio di essere

notizia. I pi celebri obelischi si


lis

trovano a Helipo-

aguzza, quasi appuntita


l'estremit [jBsX?
do,
i^zkiay.oc,

al-

e a Tebe, nell'alto Egit-

spie-

piccolo

spiedo].

Generalmente, gli obeMscM sono di granito dei monti


Lbici,

pi

raramente

di

pietra calcare o di marmo bianco: tutti per fatti di un pezzo solo. Si sono

nove furono trasportati a Eoma, dei quali il primo, sotto l'imperatore Augusto. Per riferirci ai pi notevoli, che si ammirano anche oggi a Eoma, quello che eretto in Piazza del
to:

Popolo fu portato sotto Augusto; buttato poi in


pezzi
dei

scoperte le cave di Syne

dai

barbari in uno

da cui sono
ria fra

stati tratti.

L'altezza degli obeUscM va15 e 46 metri: le pareti sono lisce o portano


dei segni geroglifici. L'uso di innalzare questi obelischi
si

saccheggi che sub la citt, fu dopo trovato e innalzato nel XVI secolo. L'o-

incisi

venuto a
gola,

belisco di Piazza S. Pietro, Eoma sotto Cali-

fu posto nel Gircus


e,

estendeva dal-

Vatieanus

nel

XVI

se-

l'Egitto di mezzo fino alla Kubia e la loro origine rimonta al secolo av.

eretto dinanzi alla colo, basilica. L'obelisco che si

XV

Cristo. Gli obelsclu

si

po-

nevano specialmente innanzi ai

trova nella piazza di S. Giovanni in Laterano, fu eretto da Costanzo II nel Circo Massimo: abbattuto dai

templi,

ma

servirono

anche

per

scopi

astrono-

barbari nel

secolo

dopo

327
fu innalzato, nel 1588, dinanzi aUa basilica Lateranense.
Cristo,

OCK
la

moglie Tthys ha pro3000 fiumi, 4000 Ocenidi e Oceanine, e non


creato inferiore

Occupaziine [occupatio] era


il

ad

altro dio, ec-

modo

di

acquistare
il

la
di-

cetto che a Giove.

propriet.
ritto

Secondo

Ocroe [Ocyre,
figlia

II,

635-675]

romano, modi: 1 occupazione di cose animate prive di padrone {caccia, pesca, uccellagione]; 2 occupazione di cose animate con certe

essa di tre

del centauro Chirne

e della ninfa Cricla.

Le fu

dato dalla madre tal


\daTla rapida corrente:

nome
xu?

limitazioni,

come
la

le

cose
di

scorro], poich fu partorita su la riva di un fiume di corso

veloce, pso)

trovate;

3
si

preda

rapidissimo.

guerra, perch le cose del

Avendo appreso

l'arte della

nemico

consideravano come di nessuno.

divinazione, predisse al padre e a Esculpio, che era


stato allevato ed educato
lei,

Ocano [Ocenus, IX, 499] era ritenuto un fiume immenso che circondava
torno la terra e
esso
le
i

da

'

la vita futura e il

modo

in-

il mare: da avevano origine tutte acque del mare, i lagM,

Perci fu da Giove trasformata in giudella morte.

menta, e prese il nome di ppe, cio giumenta e Menalippe


\y\

non era

fiumi e le fonti; e lo Stge clie un braccio [la

l-rnzoc,

giu-

menta].

decima parte] della grande corrente. Al di l deU'Ocea-

cree

[ocrae]

schinieri

no era perpetua notte:


erano
i

ivi

boschi di Persfone

e l'ingresso nel

mondo

sot-

gambire: parte dell'armatura che copriva lo stinco dei soldati, dal malleolo al ginocchio, ed era legata
il

terraneo; mentre al di qua di esso trovavasi il beato


Elisio.

con corregge e fibbie dietro polpaccio della gamba, che rimaneva scoperto.

In Omero, l'Oceano il padre di tutti gli di, dei


Titni e degli Olimpii; in Esiodo invece esso figlio
di tfrno e di Ga: il pi antico dei Titani, che con

Erano fatte

di cuoio o di

piccole piastre di metallo, curve, sottili e pieghevoli, foderate di cuoio nella parte interna.

Di

solito, le cree si

adat-

ODE
tavano soltanto
poggiava
gli
Tiastdti

328
alla

gamba
si

che, nel combattimento,

Il soffitto

e conteneva 8000 persone. era formato da

innanzi, s che e i principes


soltanto
di
alla
i

travi di cedro, fregiate di eleganti intagli e tutto l'edifcio splendeva per la ricchezza di ogni sorta di or-

le

avevano

gamba
soldati
lotti

destra,

mentre

muniti

giavel-

ne coprivano solamenedifcio simi-

nati architettonici, di pitture e di sculture.

te la sinistra.

Odo [Odum]
le,

Qdei, oltre che in Atene, v'erano a Corinto, a Patrasso,


il

nell'arcliitettura e nella

pi splendido dopo

disposizione delle sue parti,

Tin teatro, destinato, nel-

quello di Atene, che aveva una celebre statua di Apollo;

l'et pi fiorente della


cia,

Grea sala di concerti mu[)Syi

Smirne
dell'Asia
il

citt

e in altre Minore.

sicali

differenza

canto]. La tra essenziale


il

Eoma,

primo odo fu

l'odo

ed

teatro
di

stava

dall'imperatore Domiziano, il secondo da Traeretto

nel tetto che copriva l'odeo,

iano.

per ragioni acustica, mentre, come noto, man-

Odrsio [Odrysus] vuol

dire

cava ai
Il

teatri.

perch gli Odrisii erano un popolo di Tracia,

trace

primo odo, in Atene, fu

fatto costruire da Pericle, e destinato alle gare musicali,

che formava un regno proprio. Con questo nome


spesso

indicato

Tero,

re

Panatbene: il suo tetto acuminato a forma di cono, costruito con gli alberi delle navi tolte
nelle

feste

di Tracia, marito di Procne.

Ota [Oeta, OI'tt)] catena di montagne nella Grecia, che


,

dal Pindo

si

dirama verso
al

ai

Persiani,

doveva

rap-

oriente sino
lo,

golfo
il

Mapasso

presentare la tenda di Serse. Ma il pi grande e pi splendente odo del mondo antico fu fatto costruire da Erode Attico, a sud-ovest
dell'Acrpoli, in

dove forma

delle

TermpUi. La mon-

tagna, aspra, dirupata, si eleva fno all'altezza di 2150 metri; gli antichi la chia-

onore

di

sua moglie Eegilla, morta nel 160 dopo Cristo. Aveva la lunghezza di metri 91

mavano Pira, perch si narrava che lass Ercole [v.


ivi}

avesse acceso la pira


si

e vi

fosse gettato sopra.

l-"-iPf^, 7-

329
ffa [offa] focaccia di farina die si buttava ai polli sacri,

-^

OLI
si

Con questo nome


va anche

indica[oenole

lo schiavo

quando
gli

si

dovevano
se
i

pMrus, owo<ppo?] che portava la cesta contenente


bottiglie di vino.

prendere
polli

auspicii:

la

mangiavano

avi-

damente, l'auspicio era favorevole.

Oinopine [Oenopion,
TTifov]
il

Ovo-

bevitore

di

vino
be-

Ofone [Ophion] uno dei Titni pi antichi,


il

[olvoc,

vino, TTLvw

quale,

vo],

figlio

di Dioniso e di

con

jla

moglie

Eurnome,

Aridne,
ta

fgUa dell'Oceano, domin sul mondo prima di Ghr-

si trasferi da Crea Chio, ove accec il gigante Orine che gli ave-

ma vinto da questo, fu poi precipitato nel Trtaro o nell'Oceano.


nos;

va violentata una

fgha.

E
fu

gigante, risanato dai raggi del sole, voleva

quando

il

Oggia [Ogyga] l'isola che, secondo Omero, l'ombedel mare, collocata in parte lontanissima, sede di
lico

Oinopine vendicarsi, dai suoi nascosto in


cisterna.

una

Ointropi
tropi].

[owTpoTTTot.] lo stes-

giorni Calypso, viaggio dall'isola dei Feci. Secondo alcuni, corrisponde all'isola di Malta.

18

di

so che Entropi.

[V.

Uno-

lerio
rito

[Olnos, X, 69] madi Leta, fu conver-

Oilo [Oileus,
Locri,
lenti

O'tXec], re dei

tito in

marmo,

sul

monte

padre Aiace [uno dei pi eccellanciatori


e,

del

minore
giavelil

di

Ida, insieme con la moglie, la quale era troppo superba della sua bellezza.

lotto

dopo

Achille,

Olimpade [Olympas]
zio

pi

veloce

corridore];

fu
lo

uno degli Argonuti. Oino [Oeneus, OIvsq]


stesso che

spaquattro anni compiuti, da cui sono regolate le indicazioni del calendadi

Oinforo

Eno. [V. Uno]. [oenopbrum, olo

rio greco.
.

La prima olimpiade va

dal

paniere V09POV] cesta cbe serviva per trasportare un certo numero di bottiglie di vino,
all'altro
pt

776 al 773 av. Cristo; comincia cio nel 776 av. Cristo,

anno deUa
il

vittoria di
il

da un posto

[olvo?

Corbo,

quale fu
dei

pri-

vino, 9S-

mo

vincitore

porto].

quando

giuochi, questi, dopo un'in-

(.

OLI

330
l'incontro
di

terruzione di 68 anni, vennero celebrati di nuovo.


I pi

due

aquile

anticM

storici,
si

nelle

cronologie,

non

serviva-

cbe Giove avrebbe mandate l'una incontro all'altra, dai due estremi opposti
della terra.

no
rico

delle olimpiadi; lo stoTimeo fu il siculo

A Delfo,
sto

a memoria di queavveni-

primo 264 av.

usarle, Cristo.

verso

il

straordinario

Olmpici

[GiuocM] giuocM

mento, nel tempio di Apollo, presso il grande blocco


di marmo rappresentante l'ombelico deUa terra, v'e-

pubblici presso i Greci, in onore di Giove. [V. Agonil.

Olimpo [Olympus,
cantore

Yl, 393]

rano due aquile d'oro.

simo

mitologico, carisdiscepolo di Mrsia,

nice [onyx,

appartenente, insieme con lui, al culto frigio dei Coribnti, in onore della gran madre Cible. Si diceva

6vu^] alabastro del color dell'unghia [6vu^ unghia] o di color gial-

lo,

bruno, rosso, traversato vene bianche, che si adoperava per farne cam-

da

che egn avesse perfezionata


l'arte

mi

bellissimi,

ammirati anindica, pi piccolo va-

del flauto.

che oggi.

Olimpo
della

[Olympus]
Grecia,
sul

monte
confine
l'altezza

nome si specialmente un
Con
tal

fra la
saglia.

Macedonia Eaggiunge

e la Tes-

elegante e slanciato, so, fatto di questo alabastro e

di 2985 metri, e ba la vetta coperta di nevi perenni e


i

adoperato per ripor^d unguenti.

fancbi

riccM

di

cupe
la

pi [Ops]

foreste e di abeti.

Era

la dea romana dell'abbondanza [ops ab-

sede

di

Zeus e degli di
Vombelico ombelico] era

bondanza], moglie

di

Sa-

celesti.

mfalo
il i

[[X9aX(;]

turno, fu identificata con Eha. Personificava la Ter-

[ix^aX?

ra

nome

particolare con cui

come madre come simbolo

dei frutti e
della
ferti-

Greci indicavano la citt

lit e del benessere.

In rap-

famoso oracolo
fo
la
si

di Delfo, celebre per il pi di Giove.

porto alla seminagione, essa era chiamata Consivia


[consro

Si riteneva infatti cbe Del-

trovasse nel centro del-

culto

era

semino]. Il suo congiunto con

terra,

determinato dal-

quello di Saturno, col qua-

331
le

OEC

aveva comuni alcuni san-

Claro, e quello di Giove a

tuari e la festa dei Satur-

Do dona; ma ve ne
altri

Ohi l'invocava, soleva toccare il suolo con le mani. A lei si celebrava una fedetta sta, il 25 agosto,
nali.

erano minori: queUo di Mar-

rio

turno

Quando Opiconsiva. fu identificato

Sa-

con

neUa Tracia, di Mercua Patrasso, di Vnere a Pafo e nell'isola di Cipro, di Minerva a Micene, di Diana nella Clchide,
te

Clirnos,

Ops fu ritenuta
che Eha.
di
guerrieri

la stessa divinit

Opliti

[TrXiTat]

nell'Arcadia, di in Epiduro e a Esculpio Eoma, di Ercole in Atene,

di

Pane

grave armatura negli eserciti greci [ottXov grave armatura]. Avevano una lancia che misurava da 7 a 9 piedi, ed era impiegata

di Serpide in Alessandria. Delfo la Pzia dava gli

per ferire nella lotta corpo a corpo, non per lanciare.


Inoltre erano armati di scu-

in un giorno di ogni niese, e per tutti gli oracoli vi erano tempi determinati in cui si poteoracoli

vano domandare. Ad essi si ricorreva neUe vicende


pi importanti e nelle situazioni pi gravi e pi
difficili

do pesante, amc, [che era portato con l'aiuto di un blteo e retto per mezzo
di

della vita cosi

pub-

un manubrio],
una
elmo e

di
di

di spada, di bronzo, panciera


schinieri:

blica che privata. Quanto al modo con cui la

arma-

Pizia

dava

gli

oracoli

tura che raggiungeva il peso di 70 libbre. Kella bat-

DeKo ved. Pizia. Orbna [Orbona] divinit romana, che personificava la mancanza dei figli {orbus = privo]. Aveva un altare nel tempio dei Lari, a Eoma, ed era invocata da
quei genitori
dei
figli,

doveva portare da s tutta l'armatura,


taglia, l'oplita

ma neUa
dell'aiuto
si

marcia
di

si

valeva

uno schiavo,

che a lui restavano circa 40 libbre. Orcoli [oraciila] erano le


risposte, ritenute infaUibiLi,

che,

privati

ne desideravano

altri.

che gli di davano agli uomini. I pi celebri oracoli erano quelli di Apollo a Delfo [il pili famoso] e a

rcamo

[Orchamus, IV, 212]

re degli Achemnii, marito di Ourynome e padre di

Leucthoe, amata da Apol-

OBC
lo.

332
Egli la fece seppellire

[Oredes]
dei

Oradi
ninfe

erano
[opo?

le

viva, in albero d'incenso.


Leueotoe],

ma

il

dio

la

nmt
[Vedi

monti

Oreste

Orco

[Orcus, XIV, 116] , presso i Eomani, la sede dell'oltretomba e il dio di


essa:
s'identific

monte]. [V. Ninfe]. [Orestes] unico figlio maschio di Agamennone e di Olitennstra. Ucciso A-

gamennone, per opera


Egisto
e
di
la sorella

di

con l'-

rebo dei Greci. [V. wi]. Ore [Horae, II, 26] erano le dee giovinette dell'ordine nella natura, cbe presiedevano alle stagioni. Si dicevano nate da Giove e da Tmi ed erano tre:

Olitennstra, di Oreste, Elettra, per sottrarlo al pericolo, lo fece portare a Eante, sul Parnaso, presso

il

re Strfo,

il

quale aveva
so-

per

moglie

Anaxbia,

rella di

Agamennone. Otto
Pal

Eunoma
Diche

la legalit

legge], , la giustizia [Sixt] giustizia], Eirne, la


[lpY]V7]

bene, vfxo?

[e

anni dopo, insieme con


lade,
figlio

di

Strfio,

pace

quale era legato da intima amicizia, Oreste venne a

pace],

Micene

e,

con l'aiuto

di

rappresentavano tre stagioni: primavera, estate, in-

verno.

In tempi pi remoti,

si ammettevano due stagioni:

Egisto e Elettra, CHtennestra. Perseguitato dalle Erinni, fu sottoposto in Atene, al giudizio dell'Areopago, dal quale fu
assolto per parit di voti,

uccise

primavera ed estate, e in Atene si veneravano due Ore: TbaUs , la dea della


p'imavera
sco,

poich Pllade, per aiutare


Oreste, nell'urna

aveva

buttato
pietruzza
es-

[OXXo)

fiori-

QocKKc,
,

una

Carps
delle

la

germoglio], dea dell'estate


[xapTT?

bianca.

frutta

Secondo Euripide, per


sere

liberato
recarsi

dalle

Furie,
nel-

frutto].

dov
la

con Plade

Le Ore erano rappresentate come leggiadre giovinette,


adorne
dei

prodotti

delle

[Crimea], per portar via di l la statua di Artemide: ivi trov Ifigenia.


jT. ivi].

Turide.

relative stagioni, e avevano culto ad Atene, a Corinto,

ad Argo.

Tornato in Grecia, s'impadron deF regno paterno di

333
e, ucciso Alte, fidi Egisto, ottenne la glio signoria di Argo e di Sparta,

r,

OEF
mentre
.

Micene

usciti dall'Hde. Orfeo pe-

era

gi
si

per
volse

uscire

dall'rebo,

spos Ermione, figlia di Menelao ed ebbe da lei il figlio Tismeno. Mor poi nell'Arcadia per il morso
di

per assicurarsi se la moglie lo seguisse, ed Euridice fu di nuovo trascinata nelle tenebre del mondo sotterraneo.

un
-

serpente.

Oresto

[Orestbeus,

'Opscr-

Orfeo mor poi per


delle

mano

Os?] figlio di Dencaline, re degli toli. La sua ca-

donne tracie, cbe lo fecero a brani, percb, dopo la perdita di Euridice, ebbe in odio le donne e ne sprezz le nozze. Esse, dopo averlo ucciso, ne butla lira,

gna, invece di un cagnolino, partor un tronco il quale, piantato in terra,


fece

germogliare,
vite.

in

pri-

mavera, una

Orio [Orpbus, 'Opt^eQ, X, 1-7395 XI, 1-66] cantore mitico tracio, rappresentante delle Muse, figlio di
Apollo e di Callope, marito di Euridice. Col fascino del suo canto moveva le
piante e le pietre e rendeva

tarono in mare la testa e cbe dalle onde fuall'isola di

rono trasportate
Lesbo.

Bacco, indignato contro di esse, le convert tutte in


alberi
e,
si

abbandonata
Tmlo, presso

la

Tracia, sul monte

ritir nella Lidia,


il

mansuete

le belve.

Euridice, fuggendo Aristo cbe la inseguiva, mor per il morso di

Quando

fiume Fattolo, cbe scaturisce da esso e scorre presso


Sardi.

un

serpe,

egli

scese

nel-

l'Hde,

per ricondurre la e commosse tanto sposa, Persfone, col canto e col suono della cetra, cbe questa
gli

Pisistrato in poi, Orfeo fu trasformato in un sacerdote delle consacrazioni


e delle propiziazioni, e ri-

Da

permise di riconEuridice
alla

durre
del

luce

mondo, a condizione cbe non dovesse volgersi


indietro per guardarla, prima cbe fossero del tutto

tenuto il capo e il fondatore anticbissimo degli Orfici. rfici [Orpbici] associazione mistica, sorta verso il 600 av; Cristo. Essi introdussero in Grecia le speculazioni tologicbe, assunte in

gran parte dall'Oriente.

ORG

334
degli ubbriacM veda Stiri, Fauni, Silni, facendo smorfie e scontor-

dottrina degli Orfici era diretta specialmente contro la teologia omerica, circa
10

La

rivano
stiti

la

stato delle anime dopo morte e aveva, come elemento fondamentale, la

cendosi sconciamente, con


gesti
licenziosi

osceni.
di

Seguiva poi una folla

credenza nell'immortalit e nella rimunerazione dopo la morte; credenza clie acquist tanto maggiore im-

Mnfe,

Tiadi, MimaUnidi, chiassando e urlando, altri

cbe andavano su
altri elle

gli asini,

portavano
vite

dei
di

portanza, quanto meno


tranquilla appariva la vita. 11 loro nome deriva da
quello
di

ceppi
altari,

di

coronati

edera, su cui,

come

sopra

fumava

l'incenso.

Un

Orfeo,

il

mitico

gruppo di Baccanti,

coro-

in

il quale, et posteriore, specialmente da Pisistrato in poi,

cantore di Tracia,

nate di edera intrecciata su tralci di vite, cMudeva la strana e assordante processione.

fu trasformato in sacerdote delle consacrazioni e delle


propiziazioni, e ritenuto il capo e il fondatore dell'As-

Spesso faceva parte deUa cerimonia il sacrificio di un capro, bestia in odio a

sociazione mitica degli Orfici.

Bacco, perch devastava


viti sacre al dio.

le

rge

[Orgia] erano le feste tumultuose clie si celelbravano con strepito, e spesso con molta licenza, in onore
di alcune divinit.

Queste feste erano piene di ogni licenza oscena e della


pi turpe sfacciataggine, a cui non furono talvolta estranee le impudicizie pi

Le pi famose per
multo e per
erano
I^Tel

il

tu-

vergognose e
infami.

delitti

pi

la sfrenatezza
.

Bacco e di
giorno
di

quelle in onore Oible.

di

Orine

[Orion] gigante e cacciatore dalle forme leg-

destinato

alla

giadre,

amato

dalla

dea

festa

Bacco, uomini e

os

[l'Aurora].

donne, ebbri e come infuriati, correvano all'impazzata, coronati di edera, gri-

Perseguit le Pliadi fino a che esse furono mutate in


Costellazioni.

Avendo

ten-

dando uhoe Bacche. Kel mezzo della turba appa-

tato

di

violare

Artemide,
dal-

fu ucciso con

un dardo

335

OEN

il

mor per il morso uno scorpione, e divenne, anclie lui, una Costellazione,
la dea, o

rni^ud
bene,

sommo

dio del

di

nella

religione

per-

in vicinanza delle Pleiadi.

Orzia

721] figlia di Atene.

[Orithyia, VI, 682di Eretto, re

opposizione ad siana, Ahrmanes, cb' la personificazione del male. Ormzud form a gradi, in sei
in

Fu amata da

Brea, il re del vento del nord; ma poich alle nozze


padre, egli la rap abbracciandola con
le
si

tempi, la luce e le steUe, l'acqua, la terra, le piante,


gli animali, gli uomini. La forza maligna a lui op-

opponeva
ali
e,

il

mentre giuocava
dell'Ilsso,

posta di Ahrimanes, produsse la separazione dell'unit creata

sulla

riva

per

da Ormzud,

l'aria, la

port al paese dei


in
Tracia.

Cconi,

Quivi

nacquero

da

lei

due ge-

la pluralit sostanziale degli esseri. Kella lotta dei due principii,


gli- spiriti

donde venne

melli: Ctai e Zte, i quali ebbero ancbe le ali come


il

della

luce

for-

padre e presero poi parte

alla spedizione di

Oiasne, per la conquista del vello d'oro, in Olchide.


Un'altra Orzia regina delle

legami che avvincono fra loro le nature buone e uniscono ogni esistenza , col suo principio fondamentale della luce.
i

mano

Amzzoni e
col

tiope [cbe nome di Ippolita], era


solo valentissima nel-

Anindicata ancbe
sorella di

Ornamenti. Fra i Greci e i Eomani furono adoperati,


fin dai

riati

tempi anticbi, svaornamenti per abbi-

non

l'arte della guerra,

ma am-

gliamento della persona e delle vesti: inonli, fermagli d'oro e d'argento, orec-

mirata per il suo verginal candore, cbe conserv per tutta la vita. Insieme con
la sorella esercitava la su-

ielli,

chini, anelli, spilloni, giodei quali alcuni giun-

prema autorit tra le Amzzoni; e quando Antiope o Ippolita fu vinta e presa da Ercole, Orizia si trovava a combattere in terra straniera, s cbe non
pot recarle soccorso.

a noi, valgono a fjio dimostrare a quale perfezione fosse giunta, anche


ti

allora, l'oreficeria.

Le donne

greche,

special-

mente, adoperavano reticelle per capelli, intrecciate


di
fili

d'oro,

ma

forse

non

ORN

336

L'anello al dito,
plice

conoscevano n forcine, n pettini per sostenere la capigliatura: avevano per


pettini
fatti di bosso, di avorio o di metallo, ma se ne servivano, cosi le donne greche come le romane, soltanto a ravviare, non a fis-

come sem-

ornamento, o come sigillo, era segno di uomo Per ripararsi dai libero.
raggi
del sole le donne, specialmente in Atene, avevano un ombrellino, simile al nostro, ma che non poteva chiudersi, e lo portavano da s o lo facevano

sare

capelli, elle

reggevano
i

invece con lunghi spilloni,

quali finivano ognuno con

una graziosa figura all'estremit. Ornamenti di lusso per il capo erano i diadmi ornati d'oro o di perle. Pare clie gli antichi Greci

sostenere, sopra il capo, dalle schiave. Era anche

noto l'uso del ventaglio, in semplice forma di fogha,


variopinto, fatto di stoffa e di bottoncini di avorio.

non adoperassero
i
i

i guanti, erano, in uso jiresso quali Persiani.

Erano anche conosciuti


belletti,

vari

perava

Si

adoperavano daUe donne

quali biacca, col minio o con un colore rosso,


la

per

si

ado-

orecciiim, collane, braccialetti, fibbie, armili e, che si

estratto
radice.

da una speciale Arnese anche molto

mettevano al disopra della nuca del piede, braccialetti e

un
e

adoperato era lo specchio: disco di bronzo [i Greci


i

aneUi per le gambe. Intorno al collo, si portava una catena di anelli, collane pendenti dal collo sul petto, o un anello massiccio di bronzo o di metallo
prezioso.

Eomani non

conosce-

vano specchi di vetro], terso, lucido, di forma rotonda o quadrangolare, fornito


talvolta
di un'impugnatudel

ra riccamente ornata. Co-

mune
portare aH'orec-

era anche l'uso

Tra

le

donne romane, era

di moda cMo una

bastone, cosi ai vecchi come ai giovani.

sola grossa perla. Cesare regal alla madre di

Ornamento comune
ciulli

dei fandi

delle

fanciulle
{jfuri

Marco Bruto una perla che era costata 6 mUioni di sesterzi [circa un milione e mezzo di lire].

buona famiglia
genui],

inla
[i i

Eoma,
una

era

bulla:
ricchi

borchia l'avevano d'oro,

337
poveri di cuoio] ch'essi por-

bronzo
e,

KO
con l'ombra che

tavano sul petto, appesa a


ng.stro, o ad una catenina, e serviva come amu-

un

proiettava, segnava le ore, la cui indicazione era incisa

lto, perch conteneva un talismano contro il maloccMo e le malie. La bulla aveva la forma rotonda o di mezzaluna o di cuore: i

su la superfcie stessa. Un'altra specie di orologio,

adoperata dagli antichi, era


l'orologio

ad acqua

[clp-

sydra, xX!];uSpa]. Esso era formato di una palla cava,

fanciulli lasciavano la bulla,

quando deponevano
pretesta,

la

con un collo che si chiudeva con un turacciolo. L'acqua,


attraverso questo turaccio-

toga
sare

per

indosle

quella

virile;

fan-

deponevano quando andavano a marito. Si conoscevano inoltre, gi fin da tempo antico, pole tinture per pulire conservare i denti, e l'arte di mettere denti e dentiere di avorio legati
veri
e

ciulle la

versava nella palla, aveva molti f orelin modo da formare Hni, un colatoio, da cui gocciolava, a poco a poco, l'aclo,
si

la quale

qua.
clepsidra era adoperata per misurare, nei dibatti-

La

con

menti
in cui
Il

giudiziari,

il

tempo

di oro.

un

oratore parlava.

Orolgio
antichi

[borologium].

Gli
l'uso

conoscevano

degli orologi solari e degli

primo orologio ad acqua, a Eoma, fu portato da Scipione I^asca, verso la met del II secolo av. Cristo, e divenne poi comune du-

orologi

ad acqua.

In Grecia, l'orologio solare si fa rimontare ad Anassi-

rante l'impero.

mandro o Anassimene,
so
il

ver-

ros

[Horos, IX,

692] dio

500 av.

Cris^to,
si
il

mentre

a Eoma esso tanto verso


av. Cristo.

diffuse sol-

egiziano, figHo di Osiride e di Iside, identificato con

III secolo
,

l'Apollo greco; era la raffgurazione del sole estivo,

Era formato di un ago che faceva da indice, gnomne [gnomon, yvcfioiv], fsso perpendicolarmente in una superficie piana o semisferica, di marmo o di
22

mentre il fratello minore, Horos Harpocries, rappresentava


il

sole

invernale.
la ve-

Eappresentava anche

getazione precoce e perci fu identificato con Pria-

Stano, Dizionario di miti

e leggende.

ER
p,
e

338
si raffigurava come fanciullo che teneva

un

l'indice

su la
gli
si

bocca.

Per
il

perch nata a Delo, isola delle Cicladi che dai poeti chiamata anche Ortigia.

questo
disse
il

attribu
lo

Ortigia [Ortyga]
le

l'isola del-

dono del segreto e


dio

si

del silenzio.
co-

quaglie [opru^ glia] isoletta presso

quaSira-

rreo [borrum] granaio


nuto da
pilastri.

cusa, nella quale

si

trovava
[V. Are-

struito sotto terra o soste-

la fonte Aretsa.
tusa'].

Nei granai sotterranei si mirava


escludere, quanto pi era possibile, l'aria, perch il grano potesse conservarsi a lungo, l^fei granai so-

rtro

ad

[Orthros] cane con 2 teste, nato da Tifne e

da Echidna

[v. ivi].

Esso,

prani invece si procurava una corrente d'aria, per tener lontano il punteruolo. Da Gaio Gracco in poi gli horra furono costruiti
dallo

insieme col pastore Eurizine, custodiva i grandi armenti di Gerine [v. Gerione] e fu ucciso da Ercole.

sci

[Osci, detti dai

"Oaxot,]

furono

Greci

popoh

Stato, per provvedere di grano i poveri in

italici

che anticamente abitarono la parte meridionale

di carestia; durante l'impero, la distribuzione

tempo

mente abitavano
vano un
cui
stigi,

della penisola. Essi specialla Cam-

del grano alla plebe fu molto larga e copiosa. Pi tardi, col nome di horra si indicavano i ma-

pania e l'Apulia, e parla-

non abbiamo

dialetto italico, di chiari ve-

che fu detto lingua


crxocppioc] fe-

gazzini adibiti al deposito di ogni specie di provvigioni, horra penarza [pe-

osca.

Oscofrie [r

sta bacchica della

vendem-

nus
bi]:

provvigione di

ci-

carni fresche e salate, droghe e altre cose ne-

cessarie al vitto, libri, de-

naro, oggetti preziosi ecc.

mia, che si celebrava, in Atene, il 7 giorno del mese Pianepsine [ottobrenovembre]. Venti efbi, scelti fra tutte
le trib

Orsa maggiore e minore.


V. Costellazioni.

[due per ciascuna

Ortigia

[Ortyga,

I,

694].

trib] portavano tralci di vite con grappoli i&ax'^'^ ==


tralcio

La dea

Ortigia

Diana,

con grappoli,

^pco

339
=
porto] in una gara
i

oss

di

corsa, e

dieci vincitori ot-

con Iside regnano nel mondo sotterraneo.


Ospitalit [hospitium]. Presso i Greci era sacro il dovere di ospitalit, per cui
si

tenevano, in premio, una coppa fornita dei cinque principali prodotti dell'an-

no [vino, miele, formaggio,


farina, olio].

mente
sino
i

accoglievano amiclievolgli stranieri e perrei

processione, il cui coro era preceduto da due giovani cantori in vsti muliebri,
si

Una

di un'uccisione,

quando cMedevano
lit

ospita-

recava
di

all'o^oe

9pi.ov,
il

luogo nel quale era


Dioniso,
offriva

a citt straniere, fossero essi mendicanti o persone illustri.


lo

tempio
si

In Eoma, invece,

stra-

quivi

un

sacrifi-

cio al dio.

niero, Jiostis, era privo di ogni diritto, ma vi si prov-

Osiride

[Osiris,

IX, 693] dio


di
Iside,

vedeva per mezzo di


si

foe-

egiziano,

sposo

dera e di Jiospita nei quali

insieme con la quale era il pi generalmente venerato


in tutto l'Egitto. Egli in-

scambiavano le tesserae cbe si conservavano fedelmente, come seJiospitles,

trodusse nell'Egitto l'agricoltura, i buoni costumi, le suo leggi, la religione.

gni di riconoscimento an-

Ma

che per i discendenti. Questa istituzione obbliga-

fratello

Typbne

lo

prese

va

gli

ospiti

non

solo

ad

con un tranello e
in

lo chiuse

accordarsi
spitalit,

una
del

cassa, vi vers den-

ma

vicenda l'oanche a pro-

piombo liquefatto, e lo getto nel Mio. Iside trov la cassa gettata sulla
spiaggia e la nascose;

tro

teggersi e aiutarsi in tutte le vicende pubbliche e pri-

ma

Typhone la ritrov, tagli in 14 pezzi il corpo di Osiride e li disperse. Iside li


raccolse
e n seppeUi in Abdo, e Osiride risorse poi daU' rebo.

vate della vita: obblighi che passavano ai discened erano ritenuti denti, sempre come sacri, fino a che non si avesse una rinunzia di tali legami.

Ossa
per
col

[Ossa]

monte
della

della Tes-

saglia,

diviso

dall'Olimpo
valle
di

Da

Osiride e Iside nacque

mezzo
Plio.

Hros.

Quando

la

natura

Tempe,

e unito

morta suUa

terra, Osiride

La

a sud-est vetta pi

OST

340
la

alta raggiunge 1500 metri. Si credeva die l'Ossa fosse

stata
tauri.

patria

dei

Cen-

Taranto, dall'Asia Minore, dalla Britannia e, talvolta, si tenevano a ingrassare


nel lago Lucrino, su le coste

Ostracismo

[ostracismus, aTpa.xiayi.c,'] era, presso i il bando contro un Greci,


si

Campania, poco lunda Baia. Si mangiavano gi fresche o preparate in, manicaretti squisiti.

della

cittadino clie

fosse reso
Il

reo

di

delitto

nome
va
l'

di

colui

ponticp. clie dovesi

Ovazione
so
i

[ovato] era, presdistin-

Eomani, una

essere bandito

scrivedel-

zione militare che, nell'et

va, in

una adunanza
sopra

'Ayop, da ciascuno inter-

venuto,
[oCTTpaxov

un

coccio

coccio].

Se

il
.

repubblicana, si dava al generale vittorioso, quando non intervenivano le condizioni richieste per il
trionfo.
Il generale

bando

6000 raccoglieva voti, colui elle n'era colpito doveva, per 10 anni e, pi tardi, per 5 anni, abla citt; ma poteva essere ricbiamato anche prima in patria da una

non entrava

cafro dorato, tirato da 4 candidi cavalli;

Eoma ma

su

un

bandonare

a piedi o a cavallo.
il

mentre
il

trionfatore aveva

deliberazione del popolo.


Il

capo coronato di alloro, indossava su la tunica


[una
il

l'ostracismo

bando per mezzo delnon recava nessun danno all'onore n alle

palmata

tunica
foglie

che
di
di

aveva ricamate
palma]
le

paludamento

sostanze del bandito. L'ultimo bandito per mezzo dell'ostracismo fu Iprbolo, nel 417 av. Cristo.

porpora, [toga

piet quella di Giove Capitolino], chi aveva l'ova-

simi-

strica [ostra] era un cibo molto ricercato, anche dagli antichi

texta

zione vestiva la toga praeed era coronato di


mirto.
ISh
egli

offriva

in nel

Eomani,
ghiotti.

quali

sacrifcio

un

ne erano

trionfo,

ma

toro, solo

come una

pe-

Col crescere
diffuse l'uso
le ostriche

del lusso, si di far venire

cora, ovis.

da Brindisi, da

Alcuni derivano appunto da ovis la parola ovato.

341

PAG

Pace [Pax]
ce,

la

dea della Pasimile

so,

in

onore,

specialmen-

Boma,

aUa

El-

p-^vTj

cato

greca; a lei era dediun altare nel Campo


sul

te, di Crere e di Tllus. In essa, perch potesse co-

noscersi la cifra

della po-

quale, ogni anno, si offrivano sacrifci. La dea era rappresentata come una giovine donna
col di

di Marte,

polazione,

ogni

persona,

comprese le donne e i fanciulli, doveva pagare una moneta.

cornucpia,
ulivo,

col

ramo
di

Pagani [Pagani]
fra
di
il i

si

col

cadco

Latini,

gli

dicevano, abitanti

Mercurio, con le spighe, e recante in braccio il fanciullo

un
quale

pagus
era

[villaggio],

Plutone,

dio

della

aggregato a una citt pi grande o for-

riccliezza.

mava da
Essi

Pio
di

[Paplius] citt su la costa occidentale dell'isola


Cipro,

solo un comune. formavano una piccola res publiea, con pro-

soggiorno prefe-

rito

da Afrodite, che era nata dalle onde del mare vicino, ed era ivi molto
onorata.

priet territoriale e santuari comuni, presieduta

da un magister il quale convocava l'assemblea, ne


eseguiva le deliberazioni, e anmiinistrava gli affari
.

A Pafo, infatti,
so,

era

un tem-

pio ricchissimo, sacro alla dea, con un oracolo annes-

comuni.

ed

il

sommo

sacerdote

Quando in Eoma si parla di pagani, non si devono


intendere gli abitanti
villaggi,

di esso esercitava

una

su-

dei
i.

premazia gerarchica su tutta l'isola.

ma

cittadini

Pag anali [Paganalia] antica festa dei Eomani, istituita


da
Servio
di
Tullio,

quali abitavano quelle parti della citt che, nei primi

che

membri

un pagus

[vil-

tempi di Eoma, si trovavano come pagi fuori le mura.

laggio] celebravano, nel comune loro centro rehgio-

Pgase

[Hayacrat] citt marittima sulla costa della

PAL

342
[oggi

acque del Tevere, e allattati dalla lupa nel Lupercal, la

Magnsia tessalica

porto di PJierae], dove si diceva clie si fossero raccolti gli

grotta sacra al dio


sorfico.

Argonuti e avessero costruito la nave Arper navigare verso la Clchide, alla conquista del
vello d'oro.
[V.

Pane, presso la quale geva il sacro albero di

go,

Pale

[Pales]

divinit italica

Giasone].

campestre, cbe dava buoni pascoli e proteggeva il bestiame: era perci venerata come dea dei pastori.
\y. Palilie'].

Palamede

[Palamdes,

XIH,

56-61] fgHo di NupUo e di Clymne, eroe del ciclo


troiano post-omerico, molto saggio e perspicace. Per invidia deUa sua fama, Ulisse,

Palmone [Palaemon,
no

IV, 242] detto anche Porta


il

nome

sotto cui fu
figlio

Diomede ed Agamendi trasci-

venerato

none meditarono

Melicrta, di ino. [V. Ino'].


la

narlo in rovina e nascose-

Palstra
era
[ttocXt]

ro nella sua tenda


tera che
si

una

let-

[palestra, TraXaLaxpa] scuola della lotta

supponeva

scrit-

lotta].

ta da Priamo. Accusato di

tradimento, fu lapidato. Secondo un'altra leggenda, Ulisse e Diomede lo anne-

In Atene, sorse quasi contemporaneamente ai Ginnasi, i quali erano troppo lontani dalla citt, mentre la palestra era l'esercizio

garono mentre pescava


fattolo scendere in
zo,

p,

un poz-

principale

per

addestrare

ove

si

sarebbe dovuto

la giovent. [V. Ginnasio].

tesoro, lo sepsotto le pietre. pellirono

trovare

un

Palici

[PaHci,

V,

406]

d-

moni che avevano

culto

Palatino [mons Palatinus]

il

monte intorno

al

quale,

in Siciha, a Palice, in vicinanza dell'Etna: erano figli

secondo la tradizione, nel 754 av. Cristo, Eomolo avrebbe tracciato il primo
solco
della
.

gemelli di Giove e di Thala, fgUa di Efesto. Pri-

ma
dre

della

nascita,

stettero

Eoma

qua-

sepolti in terra con la ma-

drata
Isella

parte nord-ovest del Palatino, cbe si chiamava


Germdlus, i due gemelli sarebbero stati deposti dalle

che temeva l'ira di Hra; ma usciti dal seno materno, vennero fuori dal grembo della terra, che si schiuse da sola, donde il

343
loro

in senso opposto
all'opposto,

PAL
[TraXtvcpSta] il canto

= = venire]. di nuovo, ixscrGat


nome
TraXixoi [ttccXiv

Painoda

Presso quell'apertura della terra si trovavano due piccoli laghi profondi, dai
li

in cui

il

canto] wSt) poeta ritrattava

[TrXiv

quausciva, fortemente gorquesti


laghetti

un canto

quello che aveva detto in precedente. Si di-

gogliando, l'acqua sulfurea.

Dinanzi a
si

pronunziavano i giuramenti di giustificazione, i quali si scrivevano su tavolette che si buttavano


nella cos detta

ceva che Stesicoro, in un suo canto, avesse ingiuriato Elena e che, per questo, fosse stato punito dalla divinit con la perdita

Fonte

dei

Palici

Se la tavoletta gal-

della vista; avendo, nella sua famosa palinodia, fatte le lodi di Elena, aves-

ma

leggiava alla superfcie, l'accusato si riteneva innocente;

se poi riacquistato la vista.

ma

se affondava,

il

giu-

Palinssto [palimpsestos] un manoscritto in perga-

ramento
gettato

era nel

considerato

mena,
tura
,

nella quale sia stata


la

falso, e lo spergiuro veniva

raschiata

cratere,

ove

bruciava o diventava cieco


all'istante.

prima scritper sovrapporvene un'altra [tzKiv = di nuovo,


^(

raschio].
farsi,

PalUie

[PaHla,

XIV, 774]
i

Questo soleva
costo

festa campestre, che

pastori romani celebravano il 21 aprile [giorno anniver-

elevato

della

per il pergacri-

mena, specialmente nel Medioevo, dagli


scrittori
stiani, per la trascrizione di testi biblici o di trattati

fondazione di Eoma], in onore della dea Pale, perch facesse prosperare le greggi e perdonasse loro le involontarie violazioni, che essi avessero commesse contro i bosario
della

teologici su quelli,
sici.

appena

leggibili, degli antichi clas-

Ai nostri tempi, si riusciti, con accurati processi


chimici, a decifrare il testo originario e scoprire cosi

schi e le fonti.

Si brucia-

vano fuochi

di

paglia

e,

per la purificazione, i pastori vi saltavano sopra


tre
volte,

tre

volte
il

vi

importanti opere antiche. Il testo deU Commedie di Plauto si trovato sotto

facevano passare

gregge.

un brano

del Vecchio Te-

--^

PAL

344
fatta cadere dal cielo, come pegno di salute a llos.
Ulisse e

stamento; una parte della

prima Deca di Tito Livio aveva sopra di s, di seconda mano, i Moralia di S. Gregorio Magno; neUa
biblioteca

Diomede

la rapi-

Laurenzina

di

rono da Troia, giacch la citt non poteva essere conquistata, se non si portava
via
quella
la

Firenze

un manoscritto

di

statua.

Sofocle sta sopra una versione biblica dei Settanta;


il

Diomede
tica,

port nell'At-

De

re puhlica di Cicerone,

di

quando and in cerca Demofonte, re di Atene,


neU'Eretto,
sull'A-

fu

trovato

dal

cardinale
sotto

e in quella citt fu conser-

Angelo Mai, nel 1822, in un


palinsesto

vata

vaticano, brani della Bibbia.

crpoli.

Secondo un'altra tradizione, in Troia vi erano due Palldii, dei quali l'uno fu rapito da Ulisse e portato

Palinro

[PalinTirus] amico e pilota di Enea: caduto in mare mentre cercava di

fu ucciso dagli salvarsi, abitanti di quella terra e nel promontorio, sepolto

in

Grecia, l'altro fu portato da Enea in ItaUa e custodito a Eoma o a La-

che

ebbe

perci

il

suo

vinio o a Lucerla.

nome. Pllade
buto

In generale poi
il

si

dava
alle

[Pallas] la laneiatriee [jcdcXXc scaglio], attri-

nome

di

Palladio
citt.
si

statue di Pllade Atbna,


protettrice
della

di

Atbna,

le

cui

In
sul-

antiche immagini erano in atto di scagliare l'asta. [V.


AtJbena].

Atene, servava

il

Palladio

con-

neU'Eretto,

l'Acropoli.

Palldio [Palla dium] antica


statua di legno, rappresentante Pllade, protettrice della citt, lunga tre braccia, con i piedi insieme uniti,

Fallante [Pallas] figlio di Pandione ed avo di Evandro; anche un figlio di Evandro si chiam Pallante.

ed avente nella destra


e

Quando Evandro, 60 anni


prima
della

una lancia alzata


sinistra

nella

distruzione di

ed una conoccMa. Si conservava nell'acrpoli di Troia, ove si diceva che^Giove l'avesse


fuso

un

Troia, condusse

un
citt

colonia

da PaUanto,

d'Ar-

cadia, nel Lazio, fond una citt sul monte Palatino

345
che, del

PAN
Stazio,

dal

nome

dell'avo

fgKo
.

cMam

Pal-

Oecilio nio, renzio.

Te-

lanto

Pllio

[pallium]

mantello

Pallanto [Pallantum] anche Pallnzio , antica citt dell'Arcadia, donde Evandro avrebbe condotta

greco, di lana, coi lembi assai pendenti. Era di solito

bianco, adoperato mente dai filosofi.

special-

una colonia nel Lazio, circa 60 anni prima della guerra


di Troia. Questo

Eoma,

il

pallio

era la

nome

fu

veste usata dalle cortigiane. Palma [palma] albero molto

dato anche alla citt che fabbric Evandro nel Lacontrada dove pi tardi sorse
zio, sul Palatino, nella

comune nell'Oriente, le cui foglie si ritennero come un emblema di vittoria, per


la

sua grande elasticit e


foglie
i

Eoma.
PaUnzia. [Pallanta] figlia di Evandro, che fu sepolta
sul colle Palatino.

forza di resistenza.

Delle

di

palma

si

ornavano
gare.

vincitori delle

Pallne [Pallne]

la pi oc-

Panaca [Panacea]
guarisce
[tcocc

colei che

cidentale delle tre penisole della Calcdica, i cui abitanti

tutte

le

malattie

venivano mutati in
tuffavano nel
di-

uccelli, se si

tutto, xso[xai guarisco] era una dea della medicina, figlia di Escu-

lago Tritonio, in Tracia. Palliata [fabula palliata]


cevasi,

lpio

e di

Lampzia o
di

di

a Eoma, una commedia di argomento greco, in cui comparivano caratteri e costumi greci. Era cos chiamata dal /pal-

Epine: aso, gla.

sorella

Igia,

Panatene
no
le

maggiori

[nava67]vaia] erae le pi

antiche feste degli Ateniein onore di Pallade si,

Uum, una
tello
gli attori.

specie

di

man-

Athna
V7]

greco che indossavano

[ttoc?

tutto, 'AOt]l'isti-

Athena] di cui
il

tuzione e

nome

si attri-

Le commedie di argomento e costume romano, invece,


si

buiva a Erittnio.

Furono

riordinate,

e rag-

dissero

togdtae,

dalla

toga, sopravveste romana. Scrissero palliate: Livio An-

giunsero grande splendore per opera di Pisstrato e


di Pericle.

dronico, Kevio, Plauto, En-

Le grandi Panatene du-

PAN

-^ 346

e concbette per
i

ravano parecchi giorni: dal 21 o dal 24 al 29 del mese


di

sacrifici;

indi seguiva tutta la citta-

Ecatombene
si

[v. Mesi], celebravano ogni quat-

tro

anni,

cio

nel

terzo

anno di ogni OHmpade.


l^el 1

dinanza coi propri demarla giovent armata chi, splendidamente, a cavallo e a piedi, tutti i vincitori
delle gare e le ambasciate degli altri Stati. La festa
si chiudeva con una solenne ecatombe di tori e di

no

le

giorno cominciavagare musicali nell'Ofatto


costruire

deum
poli;

da

Pericle ai piedi dell'Acr-

seguivano poi le gnnicbe e le equestri. Il mo-

buoi, e con un gran banchetto comune.

mento pi solenne era dato


dalla
[nel

Vi erano, per, anche


si

le

grande processione 28 del mese, giorno

piccole Panatene, le quali


e

natale della dea] all'Acrpoli, nella

celebravano ogni anno, consistevano principalgare, senza


la
cele-

al

quale si portava Ertte il peplo tempio


si

mente in varie
la processione.

cbe
Il

offriva alla dea.

In et posteriore,

peplo

era giaUo,

un grande
splendida-

drappo

brazione delle grandi Panatene fu trasferita in pri-

mente ricamato, ch,e le donne ateniesi solevano tessere per vestire a nuovo la
statua di legno deUa dea: aveva la forma di una vela
spiegata su di una nave, sostenuta da rotelle. Le

mavera,

forse

perch,

in

seguito al diffondersi delle idee romane, la festa coincidesse con le Quinqudtrus di Eonaa. [V. Quinquatri].

Pancrazio
sercizio

[pancraton]
di

l'e-

forza

Canfore
nobili

vergini,

figlie

portavano sul capo canestri con


cittadini,

di

forza] era, tutto, xpLTOQ nei pubblici agni, un esercizio gnnico che comprendeva la lotta e il pugilato.

[tcocv

suppellettili

[^avouv porto].

per
cesto,

sacrifci

9p(0
file

=
dei

[V.

Agoni].
Ilav:

Pandreo [Pandarus,
poi
le

Venivano
venerabili

Spsoi;] era

di

Mito

ru-

veccM,

recanti

dal tempio di Zeus, a

in

mano rami

ne

d'ulivo; done figlie dei liberti e dei,

Creta, un cane d'oro, ma non volendo restituirlo al


dio,

meteci portavano

broccbe

che

glielo

aveva

chie-

347
fugg in Sicilia, ove peri con sua moglie Harsto,

PAJN"

Prene e Filomla. [V. Filomela].

mthea.
figlie: Adone, Mrope, e Clyzia. La prima

Pandra [Pandora]

la don-

Ebbe

tre

na formata per opera di Giove e arricchita del dono


di tutti gli di
Scopov

spos
di

l'artefice

Politcno,

Colofne, in

Lidia

[v.

[ttocv

= ogni,
for-

Politcno], le altre

due

fu-

Giove

dono]i l'aveva fatta

rono
Hra,
le

curate

da Afrodite, Artemide, Atbna,


diedero
e
abilit

mare per disgrazia degli uomini, quando Promteo


gli

quali

loro

va-

rub

il

pi leggiadri lavori; ma, avendo Afrodite chiesto per loro a Zeus anche felici nozze,
esse furono rapite dalle Ardelle pe e fatte serve

ghezza

nei

per
qua,

volere
le

fuoco. Hefsto, di Giove, la

compose
fanciulla;

di terra e di ac-

diede l'aspetto di

Athna

le

agla-

giunse vori donneschi;

Tattitudine

ai

Afrodite

Erinni.

Pndaro [Pandrus]
aveva
Apollo.
cosi
il

era

il

l'orn di bellezza e di grazia; Hermes le diede co-

valente arciere troiano che


l'arco

raggio e astuzia ammaliatrice, e la

donatogli da

condusse a Epi-

Egli feri a tradi-

mento Menelao, rompendo


patto stretto fra
i
i

quale, non ostante l'avvertimento di suo fra-

mteo
tello

il

Greci e

una

Troiani: ne segui lotta in cui egli fu ucrac-

ciso da Diomede. Pandette [Pandectae]


colta, in il diritto

Promteo, si lasci ammaliare da lei. Allora ebbe fine la vita beata degli uomini: Pandora scoperchi
il

suo vaso

si

50

libri,

di tutto

romano

tutto,

S^ofi-ai

[uv

precipitarono sugli uomini tutte le sciagure; e quan-

accolgo]

do

ella ripose il

coperchio

ordinata

da una commis-

sione di giuristi, per volere

al vaso, in esso non vi era rimasta che la speranza.

dell'imperatore Giustiniano, e pubblicata nel 533.

Pane

[Pan,

I,

705] figho di

Hermes

e di

una

figlia

di

Pandone [Pandion, VI, 426]


figlio

di

Eretto

della

Driope o, altri, di Giove e della ninfa Callisto,

secondo

niade Prassitea, spos Zeuda cui nacquero sippe,

il

dio arcadico

dei

pascoli e delle selve. Nac-

PAN
que con
le

348
corna, con la

Am

la ninfa

barba, col naso schiacciato, coi piedi di capra, con la

rite Pitho.

coda e col corpo coperto di peli. La madre, spaventata, lo abbandon, ma Hermes lo port all'Olimpo, ove gli di si rallegrarono della nuova forma di

Atene, in trovavasi nella rupe dell'Acrpoli, a Maratna e

co e la OhAveva culto in una grotta che

a Salamina.

A Pane, come ad altre divinit


dei
il

boschi,

si

attri-

buiva

un

dio.
lui
si

dono del vaticinio, nel quale egli avrebbe ammaestrato Apollo.


[panis].

attribuisce

l'in-

venzione della siringa. Si narrava che, innamoratosi


della

Pane

In Pompei

si

ninfa

Siringa,

figlia

di

Ladne,

cercasse

con-

la fanciulla, quistarla. volendo serbare la castit,


lo

Ma

sono rinvenute macine, forni, pani carbonizzati, sufficienti a farci ricostruire il processo, non molto dissimile dal nostro sebbene un
po' pi grossolano, con cui
i il

fuggiva

e,

giunta alle

rive del fiume Ladone, in Arcadia, ottenne dal padre


di

Eomani manifatturavano
pane.
il

essere

trasformata

in
co-

Per sfarinare
nita di

grano,

si

giunco, col quale


stru
il

Pane

adoperava una macina

for-

cbe chiam

nome
ringa'].

pastorale, Siringa dal della ninfa. [V. Si il

flauto

una base

di pietra,

in forma di disco, in cui si lasciava cadere, a traverso

un imbuto,
protettore dell'a-

Pane

gricoltura, delle greggi, della caccia e deUa pesca, ed


i monti, circondato da ninfe, cantando e danzando al suono della sua siringa. Ma, come dio che

erra per

il grano da macinare. Questo grano poi veniva triturato mediante un cono massiccio di pietra, mta, che si faceva

ama
schi,

la

solitudine dei bo-

suole incutere anche

paura

[da ci il timor pnico ] e con la voce spaventevole atterrisce i nemici.

per mezzo di due stanghe che vi erano infsse, e venivano mosse da uomini o da animaK da tiro. Mulini ad acqua furono introdotti a Eoma
girare,

soltanto nel

IV
che

secolo

dopo

Cristo.

La

farina,

cadeva

349 ^
traverso appositi condotti,

PAN
in cui l'autore esal-

Eoma,

impastava a mano O; quando si doveva manipolare il grano per panetterie pnbbliclie, con una maccMna mossa a forza di cavalli; poi si metteva a cuocere entro forni ben costruiti, e saldamente cMusi con un mantello murato destinato a conservare il
si

ta l'imperatore Traiano, e 10 ringrazia del consolato


conferitogli.

Pangiris [TcavTjyupL;;] adunanza festiva di tutto il


popolo [ttocv tutto, yupt,;; adunanza, ystpo) aduno] che, presso i Greci, si teneva per la celebra-

calore.

zione di una festa generale,' cosi accidentale come periodica,

Panegirico [panegyrcus]
scorso

di-

nella

quale aveva
il

tenuto

un'adunanza
popolo
la bellezza

innanzi a solenne del


(;]

parte

principale

culto
so-

[TcaviQyupi.

che, con

religioso lenni.

con

sacrifizi

dell'argomento,

Ad

con

ma

lo splendore della fore con gli artifizi del-

ogni anfiziona e a ciascuno dei quattro giuocM


[olmpici,
pitici,

nazionali
istmici,

l'arte

oratoria, dilettare il pubblico.

mirava

nemi] andava con-

giunta una pangiris.

L'oratore traeva argomento dalla festa cbe


si

Pnteon
GsLov
eretto
[iioiq

[Pantbum,
e

Hv-

cele-

brava o dalle virt del popolo stesso, di ciii glorificava le gesta illustri, per ali-

nvOsov] tempio in onore di tutti gli di

tutto, Qsc,

dio],

11 pi celebre quello

mentare
Pi tardi,
girici si

negU
i

uditori

la

fu innalzato in

Boma
di

cbe da

virt e l'amor patrio.


discorsi pane-

M. Agrippa, genero
con
sei

Aual-

gusto: di forma rotonda,

tare le virt e

limitarono a esali meriti di

grandi niccliie

l'intorno, destinate alle sei

singole persone, si che divennero semplici discorsi di encomio. Sono celebri, fra i discorsi
panegirici,
il

principali divinit, con un grande portico anteriore di


sedici

enormi colonne
di

di

granito,

Isocrate, nella Grecia, e il panegirico di Plinio il Giovane, a

quelli panegirico di

di Lisia,

pezzo, ciascuna delle quaU misura cinque piedi di diametro


e

un

sol

trentasette

di
il

altezza,
capitello.

oltre la base e

PAN
era

350
prima; poi
sottoponevacompressione levigavano con uno
forte
si

Pantomimo [pantomimus]
comico, che rappresentava, servendosi
l'attore
gesticolazioni, di movimenti e figurazioni del corpo, senza

no
e
si

della

danza,

di

speciale processo: ne risultava cosi una pagina larga quanto si voleva, atta a

usare la parola. Questa for-

ricevere lo scritto. S'incol-

ma

di

rappresentazione

lavano

insieme

un

certo

[pantommica], era affidata soltanto al gesto [ttocv

numero
mit,
si

di fogli e, all'estre-

tutto,

[ii[Loc,

=-

attore che

gesticola contraffacendo, fxigesticolo contraf(xsofzat

attaccava una bacintorno aUa quale chetta, si avvolgeva tutto il volume in un rotolo, che pren-

facendo].

deva
quest'arte
sali

la

forma

di

un

cilin-

A Boma

dro, le cui basi

erano tinte

grande altezza ai tempi di. Augusto; le pantomime


rimasero, fino ai pi tardi

spesso di nero.

In un pezzo
ra,

attaccato
il

di cartapecoal volume,
titolo
il

tempi

dell'impero,
e

uno

era scritto

dell'o-

spettacolo molto gradito a

pera
si

e,

perch

volume
ungeva

Eoma,
mimo.

Kerone

si

presen-

conservasse,

si

t sul teatro

come panto-

di cedro, e si avvolgeva in una fascia di per-

di olio

Papiro [papyrus, TraTrupo?] una pianta simile al giunco,

gamena
'

in

modo da
il

laC5hi

sciar leggere

titolo.

dal

che cresce in Egitto, cui fusto si ricavava


sulla quale

leggeva,

una membrana
si

scriveva.

In Grecia e a Eoma, il libro si formava allo stesso modo. Le strisce di papiro,


inumidite, si disponevano in due superfcie, sovrap-

teneva il rotolo con la sinistra lo svolgeva, a mano a mano che andava innanzi alla lettura, ravvolnella diritta e
la parte letta, nel papiro si scriperch

gendo poi

veva sopra una


ciata.

sola

fac-

poste runa all'altra, in modo che nella prima esse


fossero
collocate e in

papiri egiziani lunghi 45 metri: ma quando l'opera era molto

Abbiamo

una
in
alla

direzione, direzione

nell'altra

lunga, allora comprendeva vari rotoli. Se le opere di

trasversale

Omero furono

raccolte in

351
solo rotolo, cosa probabile, questo dov avere la

PAE

un

nome Parca
pars

da

colle-

garsi probabilmente con

lunghezza di 80 metri.

sorte.

Paradiso con cui

[TrapSstoot;]
si

nome
i

indicavano
di cui si

Parentali [Parentalia] dette anche FeraUa, feste che si


celebravano
i

grandi parcM
i

comi

piacevano tali e specialmente

principi oriens-

morti,
si

nel

perch
alle

Eoma per 21 febbraio, credeva che in


a
dei

trapi persiani. Erano riccM di varie specie di alberi e di selvaggina, irrigati da

quel giorno fosse concesso

anime
Si

morti
in

di

andar

girando

questo
vit-

molti

ruscelli

cinti

da
pro-

mondo.

offrivano

steccati.

Paradssi

[paradoxa]
col

time espiatorie ai parenti defunti e si onoravano i


loro sepolcri.

posizioni che

sembrano in
senso

contraddizione
[Tcap

contro,

S^a

opinione] attento esame, appariscono vere e logiche.

mentre, dopo un

Pride [Paris, XII, 4] chiamato anche Alessandro, secondo figlio di Priamo e di


cuba, e
Ettore.
S dice che la
fratello quindi di

Parassiti
sto

Quenome, che ora ha un


[TrapcriToi].

ma

di darlo

madre, aUa luce,

pri-

so-

significato

cos spregevole,

gnasse di aver partorito


tizzone

un

in origine indic, presso i Greci, ministri della religione, che raccoglievano, e sceglievano il frumento de-

che diffondeva le fiamme in Troia. Perci il


lo afid al pastore perch lo esponesse gelo,

padre
sul

stinato

al

culto

frumento]. Parche [Parcae, V, 538] le divinit,, che presiedono ai


presso, otoq

[Tcapa

monte

da, e lo lascias-

morire; ma, avendolo questi ritrovato vivo dopo


se

cinque giorni, nei quali era


lo
lo

dolori

deUa vita

della

morte degli uomini. Furono identificate con le Moire greche in tempi

stato allattato da un'orsa, aUev come suo figlio, e

chiam Pride.

Il

nome
[X^t

Moire], ma antichi forse i


[v.

di Alessandro,

colui che re-

spinge gli uomini

Eomani non avevano che una Parca sola. Come (Aoipa


vuol dire

= respingo,
fu
in

vrip

= uomo],

gli

dato

sorte. ,

cosi

il

sciuto

perch, credifendeva et,

PAR
coraggiosamente
pastori. Sull'Ida
glia
broii;

352
greggi

spos Oenne,
dio
fluviale

fi-

con una freccia di Ercole; mor poi a Troia, Figli di Paride e di Elena
tte,

del

C-

furono:

Bnico,

CrytlOj

ma un
a.

giorno in cui,

gavo, Ido ed Elena.

da
toro
cio,

pastore,

condusse
il

un

Paroda
secondo

Troia, per

sacrif-

[7rap(oSia] canto fatto un altro, la ca-

fu riconosciuto e trattenuto dai suoi genitori. Quando, nelle nozze di Pelo e Ttide, ris [la Di-

ricatura o la contraffazio-

ne
noto
vi

di
e,

un componimento
generalmente,
di parola,
faliesi

moso, nella quale, con

pomo

scordia] butt il famoso d'oro per la pi bella


delle dee, sorse una contesa fra Giunne, Pllade

mutamenti

riesce

a modificarne radicalmente il senso, in modo

da volgere un argomento
serio in volgare e ridicolo.

Vnere:

queste

furono
del

allora,

per

comando

Una

paroda celebre quel-

padre Giove, condotte da Mercurio sul monte Ida e sottopose al giudizio di Paride, cbe pascolava allora col le sue greggi. Giunopromise signoria e riccbezza, Minerva fama e sapienza. Venere gli avrebbe data in moglie la donna pi bella, che vi fosse al
gli

la della

BatrachomomacMa

attribuita a

Omero,

ma

che

seappartiene forse al colo av. Cristo, nella quale evidente la caricatura

ne

dei poemi omerici. Parnaso [Parnsus, I, 317] il monte pi alto della ca-

tena

che

si

stende

dal
la

monte Ote, attraverso


Dride e
la

mondo: Elena, moglie


Menelao.

di

Fcide: sacro

Paride

dicMar

ad ApoUo
vette:

e a Dioniso, era

Venere
tre e,

pi beUa delle venuto a Sparta, e


la

la sede delle

Muse.
e

Ha

due

Titora
bcornis

Licora,
hioeps,

ricevuto

ospitalmente da Menelao, rap Elena e caus la guerra di Troia, facendo cosi avverare il sogno deUa madre. JTella guerra, egli con l'a-

ed perci detto
bifdus,

[dai due cocuzzoli, diviso in due, dal

Il

doppio corno]. Parnaso ba

molte

ca-

iuto di Apollo, uccise Achille, ma fu ucciso da Filot-

verne, nelle quali era collocato l'oracolo di Delfo.

Dal

fianco orientale, scatu-

353
riva
la

PAE
con un cane, un gaUo, una scimmia e un serpente, e
si

fonte

Oastlia

nella quale facevano le abluzioni coloro che dove-

faceva affogare.

vano
nel

entrare
fianco

tempio; occidentale vi

nel

Partenone [HapOvoiv] tempio della vergine Athna


[Tcap6vo<;

era la grotta Coryia, sacra al dio Pane e alle ninfe.

vergiae]

co-

Dalle rupi Fedriadi, neUa

struito in Atene, al tempo di Pericle, da Ictino e da

caverna stessa del Parnaso, venivano precipitati i bestemmiatori sacrilegM e i


ladri di cose saere.

Camerate. In esso si trovava una statua deUa dea Atena PoUde protettrice della citt, di avorio e oro, alta 12 metri, capolavoro di Fidia: neUa mano
destra, la dea portava una alta quasi 2 metri,

Paro pParus] una deUe maggiori isole delle Ocladi, nel

mare Ego, famosa per


ceUente
si

l'ec-

marmo

bianco cbe
l'entrata

VLX7)

cavava da

essa.

fatta
di

di avorio

Prodos
del
solito

[TrpoSo?]

un drappo

e coperta aureo. IsTeUa

coro nell'orchestra, di dalla parte destra

deg spettatori

via]. presso, Bc, Il coro saliva per un certo numero di scalini, in un

[itap

parte posteriore del Partenone, si conservava il

danaro

sacro

di

Atena e

degli altri di.

La lunghezza

del lato

mag-

luogo elevato, dal quale poteva poi, con altri scalini, montare sulla scena e
ridiscendere
nell'orcbestra.

giore del Partenone era di metri 58,53, quella del lato

minore

di

m.
del

21,18.

Sullato
le

l'ingresso

primo

erano rappresentate

13

Parricdio, [parricidium] l'uccisione del padre [patris

uccido].

del padre, caedo Ma la parola fu

principali divinit attiche; in tutto il resto del fregio

era rappresentata la grande

processione Panatenica.

adoperata,
indicare
della

pi tardi,

per

anche l'uccisione
e dei parenti
il

madre

pi vicini. Da Siila in poi,


l'uccisione

reo delera

del

padre

Oggi non abbiamo che avanzi del maestoso tempio. Il 26 settembre del 1687, il Partenone fu trasformato in tempio cristiano e, pi tardi, in moscha.
.

chiuso in
23

un

sacco, insieme

Fu

poi in gran parte di-

Stano, Dizionario di miii e leggende.

PAR
strutto dal tiro delle
del veneziano
rosini.

354

sedeva di
solito all'estremo

bombe

Andrea Mola

della tavola, ai piedi dello

Partnope
vergine
gine].

[Partbenpe]
[TrapGsvo*;

ver-

sposo; i fgU non giacevano a tavola se non quando erano adulti.

Era una sirena che, secondo una favola, si precipit nel mare per la disperazione di non essere
riuscita a incontrare Ulis-

Ai tempi

di

Omero, nei ban-

chetti di lusso, si facevano arrostire aUo spiedo pezzi


di carne
pbue, pecora, ca-

fu poi seppellita presso da lei, prese il nome di Partnope: ricostruita e rinnovata pi tarse:

la citt che,

pra, maiale]; il pane era distribuito in, panieri e, alla fine del pasto, si beveva
il

vino, mescolato, gi pri-

ma, con acqua, in ampi


crateri.

di, si

citt

cbiam Neaplis, la nuova [voc, = nuo-

vo,

izokic,

citt].

Pasfae [Pasipli, XIII, 136]


fgUa di Hlios e di Perside, fu moglie di Minsse
,

Anticamente non si adoperavano n coltelli n forchette n cucchiai n tovaglie n tovaglioli: le vivande si prendevano con
le

re di Creta: da

lei

nacque

mani, e

le dita sostitui-

Asterine, cbe aveva il corpo umano e la testa di toro,

vano le forchette e i coltelh. I commensali si lavavano


le

e fu detto perci Minotauro


Minotauro'], il quale fu poi ucciso da Teseo. [V.
[v.

mani prima
si

dopo
il

il

de-

sinare:
poi,

durante

pasto,

pulivano, fregando

Teseo],

le dita in

una

specie di fa-

Pasifaia

[Pasipbaia,

XV,

500] Fedra, fgHa di Pasfae, moglie di Teseo. [V.


Ippolito].

rinata, la quale serviva anche per fare dei dischi o


rotelle

di pasta,

di cui di

si

servivano,
chiai,

invece

cuc-

Pasti. Nei tempi pi antichi, si prendeva il pasto stando


seduti; pi tardi,
sali se
i

per prendere i cibi liquidi e moUi. Non si

commen-

adoperava neppure un vaper ciascun commensale: si portava la carne, in grandi scodelle, nella sala da pranzo, e
i

ne stavano a giace-

sellame apposito

giacevano a mensa re; principalmente gli uomini.

ma

Donne

fanciulli, invece,

stavano a sedere; la mogMe

ministri la distribu-

355
vano,

PAS
condo
la capacit e
il

deponendo

le

por-

buon

zioni sulla tavola.

umore

dei convitati.

Ma
e

in

una mensa ordinaria


dell'antico gre-

modesta

co, il

plice

pasto era molto seme frugale: di solito,


di orzo, insa-

In tempi pi antichi, si pranzava stando seduti, ma dopo prevalse l'uso di


mangiare, stando sdraiati su un divano, xXivv). Tra
i

una focaccia
lata,

La
sorta

agHo, cipolla, civaie. cucina pi raffinata,

Eomani,

pasti ordinari

durante la giornata erano:

prima
si

nella

Magna

una prima

diffuse pi tardi Grecia, in tutta la Grecia, e fra i

taculum-, del mattino:

colazione, iennelle prime ore

consisteva in

cuochi

erano

abilissimi

un

quelli siciliani.

po' pane inzuppato nel vino o condito col sale;

di

I pasti che ordinariamente prendevano i Greci erano


tre:

oppure

si

mangiava uva,

una leggera
la

refezione,

ulive, formaggio, latte, uova ecc. Il secondo pasto,

neUe prime ore del giorno


[xpT!,cy(i,a];

che per non era


importante,
verso

il

pi

colazione,

mezzo-

picTTov,
il il

verso mezzogiorno;

pranzo, SstTcvov, che era pasto principale, verso

giorno, prandum, consisteva in cibi pi sostanziosi,

freddi

caldi.

Il

pranzo

l'ora del

tramonto. Al pran-

zo principale detto prima

principale, cena, si faceva prima del tramonto.

mensa, TtpStrcci TpaTcsC^ai; seguiva la seconda mensa,

secunda, Ssrepai che corrisponde, su per gi, al desseH che si adopera anche oggi, in
TpaTce^ai,

mensa

Abitualmente adoperata era una focaccia di farro [che serviva come per noi il pane]; comune era l'uso
di cavoli, rape, rfani, porri, agli,

cipolle,

legumi, fun-

un pranzo completo
chi, olive, datteri,

[forfi-

maggio, focacce salate,


le

ghi, cetrioli, cucurbite, e tra le frutta, uva, pere,

mandored altre frutta]. Di soHto, il vino non si beveva mai puro: la regola per la miscela

mele, mele cotogne, ciliege,


fichi.
iSTei

pranzi migliori,

si

ag-

giungeva naturalmente: delicata selvaggina, crostacei,

era

di

tre

parti

di

acqua e di una di vino;


la

ma
se-

pesci

[triglie,

proporzione variava

guille, aurate, lucci,

murene, anrombi]

PAT
elle

~ 356
spesso
si

allevavano in

il

pasto

il

vino

general-

speciali serbatoi di acqua,

piscmae; pesci in conserva


salati,

mente era mescolato con acqua, come presso i Greci.


lia

salse

di

vario

ge-

nere ecc.

I vini pi rinomati in Itaerano: il Mssico, il

Una

grossa triglia [mullusl

Falrno,
il

il

Ccubo,
il

l'Al-

del peso di sei libbre si pagava fino a 600 sesterzi


[circa

Mabano, Capuano, mertino. Cosi fra i Greci,

L. 200].
crostacei,
si

come
prefe-

tra

Bomani,

col de-

Fra

rivano mrici, echini [ricci di mare], lumache, ostriche.

cadere dei costumi, si infiltr la mollezza nei banchetti, i

quaU
di

spesso, per
giocolieri,

Tra

mammiferi;

lepri, co-

l'intervento

nigli, capretti, cinghiali.

Tra

le insalate di verdure erano in uso: la ruta, la lattuga,

giocohere, mime, degenerarono in vere orgie.

Pater patrtus era uno


15
sacerdoti
del

dei

la

malva,

il

lapario.

La

collegio

cena

che, detto, era


si
:

come abbiamo
il

dei Fecili, che

Kuma
con

avel'os-

pasto princidi tre


[gusta-

va

istituito perch,

pale,

componeva
l'

servanza di alcuni
ligiosi,

riti re-

parti
to}:

antipasto

sistemassero le gueri

testacei, pesci,

uova,

re e conchiudessero
tati

trat-

cavoli,

insalata,

ostriche,

asparagi, ortiche di mare, beccafchi, costolette di capretto, di cinghiale, ecc.

di pace. Il pater patrtus era eletto, volta per volta, in seno al collegio,

quando doveva conchiuder-

Veniva poi la cena propriamente detta, 1 cui diversi


serviti
[10,

2,

3 ecc.]

si

chiamavano prima, secunda,


tertia

cena ecc. Segui-

un trattato di pace e, tenendo presso di s un porco, invocava Giove, perch, se il popolo romano operasse ingiustamente,
si

va poi

la terza

ed ultima

neUa conclusione del


tato,
il

trat-

[mensae parte secundae] che, come in Grecia, consisteva in frutta,


dolci
ecc.
si

del pranzo

dio lo colpisse

come

bell'antipasto

beveva
e
di

una miscela
miele

di vino

[mulsum],

durante

egli colpiva il porco. E, dicendo questo, lo uccideva con un coltello di pietra. Patbolo [patibiilun] era una sbarra di legno, che i condannati alla morte di croce

357
portavano su la spalla, quando erano condotti al
luogo del supplizio. Quivi esso formava la sbarra trasversale
della
scelti

PAT

come

assistenti ordi-

nari da alcuni sacerdoti o

per

servire

nelle

religiose,

cosi

dello

funzioni Stato

croce,

sulla

come

quale veniva legato o inchiodato il disgraziato.

private. Vestali dovevano essere


elette fanciulle pa-

sempre

Ptmos,
delle

isola

del

gruppo

trmae matrmae.

Spradi,

nel

mare

Ego, a mezzogiorno di Samo, ove c' ancora la dove l'apostolo caverna,


S.

Patroclo [Patrclus] figlio di Menzio re di Opnte, fra i Locri, e di Stenle, avendo da giovinetto, il ucciso,
figliuolo

Giovanni,

clie era stato

ivi esiliato,

ebbe

le rivela-

mentre
costretto
la

di Alcidamante, giocava con lui,

zioni

cbe narr nV Apoera, presso


i

ad abbandonare

calisse.

Ptria potstas

Latini, il potere pieno e assoluto cbe il padre aveva

si ritir presso Pelo, a Fta in Tessaglia, dove questi lo fece allevare

patria,

su la vita e su la libert del figlio. Essa si diceva


istituita

dal centauro Chirne, insieme col figliuolo Achille.

Cosi sorse l'affetto e l'amicizia costante fra Patroclo

da Eomolo e fu

riconosciuta,

in tutta la sua durezza, nelle leggi del-

e Achille, che

li

afiratell

le dodici tavole.

per tutta la vita. Sotto le mura di

Troia,
si

KeU'et imperiale, si cominci a punire l'abuso della patria potestas e a


considerare

quando

Achille,

sdegnato
te-

contro Agamennone,
glie,

neva lontano dalle batta-

dum

come parricil'uccisione del figlio,

armi di
forti

Patroclo, indossate le Achille, fece pro-

e furono comminate pene contro coloro cbe espone-

digi di valore, uccise

nove

vano

bambini.

Ptrimi, mtriin [patrmi, matrmi] si chiamavano i figli minorenni e liberi di


nascita,
i

guerrieri troiani; alfine fu trafitto dalla spada di Ettore.

ma

la

Achille pianse amaramente morte dell'amico e, fatta

cui genitori erano


vita.

strage

dei

ancora
essi,

in
i

Soltanto

Ettore,

lo

Troiani, uccise trascin per

tra

fanciulli,

erano

tre volte, intorno alle porte

PAT

358
Pavone
sacro tato

Sce. Poi onor il morto amico con solenni funerali,


elle

[pavo]
dall'Asia

era

uccello

a Giunne: fu pore
si

sono

largamente

dedel-

allev

scritti nel libro

XXIII

Vlliade.

Pattlidi [Pactoldes, VI, 16] ninfe del fiume Fattolo, ricco di sabbie aurifere, che
scaturisce dal
nella Lidia.

liberamente nelle viU dei ricchi Eomani. Pi tardi, divenne anche un cibo squisito delle tavola, a segno

monte Tmlo,

che un pavone pagavasi 50 denari [40 lire] e un

uovo di pavone 5 denari


[4 lire].

Fattolo

[Pactolus] piccolo fiume della Lidia, che scaturisce


dalle
soi'genti

Peana
il

[Ilatv,

Pean,
[kk

del
le

risanatore

I, 566]

per-

monte

Tmlo.

Aveva

cuoto la malattia, la scaccio] attributo

sabbie aurifere, delle quali si riscontrarono tracce an-

di Apollo,

il

che nell'et posteriore.

Pavimento [pavimentum].
mane, non era mai
vole,

Il

quale, con sentenze e con consigli, liberava gli uomini da malattie e da altri mah.
[V. Apollo}.

pavimento, nelle case rodi ta-

Peana era anche un solenne


canto in coro, in onore
ritornello
It]
t]

ma un

battuto e uno

di

spiazzo misto di calce e di

Apollo: era detto cos dal


Trat^vov

rottami di mattoni, oppure era lavorato con lastre quadrate di

oh, oh, risana!

con

cui

marmo.

s'invocava dal dio l'allon-

Pi pregevole era il pavimentum sedile formato di pezzi di marmo a vari colori, tagliati in forme geometriche; e ancor pi artistico

tanamento di un male
in

e,

seguito, si ringraziava d'averlo allontanato.

Pente

era

mosaico

pavimento a [pavimentum muil

[Paeas, XIII, 45] padre di Filottte: perci la Paeantia proles Pilottete.

[V. Filottte].
[cTTo tcoixiXtj]

swum}, in cui piccoli pezzi


genere venivano disposti e uniti con tanta arte da rappresentare
il

Pecile

era

il

di creta, di vetro, di di pietra di altro

marmo,

gran portico dell'yop

di

Atene, ornato di pitture a fresco dal celebre pittore


Polignto, in cui erano rappresentate: la distruzione
di

disegno

di

un

quadro pregevole.

Troia,

la

guerra

degli

359
Ateniesi
la

PEL
logicamente cavallo della fonte.] generato da Posei-

contro

le

battaglia zoni, ratona, ecc. Peculato [pecultus] dicevasi la frode del denaro che spettava allo Stato o
agli di, fatta

di

AmzMa-

done e dalla Gorgone Medusa, e balzato fuori dal tronco di lei, insieme con Crisore, quando Perseo le stacc il capo dal busto
[v. Perseo}. Bellerofnte lo prese, mentre si dissetava nella fonte di Pirne e,

da pubblici

anuninistratori.

Nei tempi anticbi della repubblica romana, questo delitto avveniva molto di rado; ma poi divenne pi frequente e dov essere represso con leggi, fra le quali
pi notevole la lex Julia di Giulio Cesare o
la

con
le

esso, vinse la

Amzzoni

Chimra, SKmi.

l-Kriy-q

=
il

fonte].

Mentre

monte Elicna

s'innalzava sempre pi verso il cielo, per la meraviglia del canto

dell'imperatore Augusto.

La
di

deUe Muse,

pena

inflitta

al

delitto

peculato fu dapprima l'eil risarcimento dei silio, danni con Yinfama, e durante l'impero la deportato,

Pegaso, per consiglio di Poseidone, lo arrest con un colpo di zampa, sotto cui sgorg la fonte d'Ippocrne, animatrice deUe
mortali, prese

una

specie di esilio, nel quale, al reo veniva fissata, come luogo di dimora, un'isola o

Muse. Assunto fra gii imdimora nel

una

citt.

palazzo di Giove, al quale recava il tuono e il baleno:

PecDo [peculium]
propri

era, nello stretto senso, la parte dei

pi tardi prese parte tra


le Costellazioni.

beni

che

il

pater

Peit
zione

familas consegnava al figlio o allo schiavo, perch


ramnoiinistrasse

[UsiOt] della

personifica-

[7TS106)

=
di

persuasione

persuado], com-

come
o

so-

pagna

l'adoperasse al commercio. Il possessore del peculium non

stanza propria

Afrodite, delle e di Hermes: corChriti,

alla romana rispondeva Sudda o Suadla [suado

poteva n donarlo, n disporne per testamento. Pgaso [Pegasus, IV, 785-786]

il

persuado].

Pelsgi [Pelasgi] il nome con cui si suole indicare


quel

cavallo alato

[etimo-

ramo

della stirpe aria-

PEL

360

na o indo-europea die, durante la trasmigrazione dall'Asia Minore [ove gli rii erano diffusi movendo si
dall'altipiano
elle si ritiene

le regioni

avevano occupato che da loro presero nome.


av. Or.,
fgUo
di

Pelsgo [Pelasgus]

del

Pmir,
sede

la loro

Giove e di Mobe, autctono di Arcadia, capostipite


mitico dei Pelsgi.

originaria] s'indugiarono su le coste di essa o su le isole

Pelo
dei

[Pelus,

Urikzuc,}

re
in

dell'Egeo e, anche passati pi tardi nella Grecia, con-

Mirmidoni a Ftia,

servarono

primitivi

ca-

ratteri di origine,

prima di

Tessaglia, era fgho di aco, e padre d'Achille, ch'egli gener con la neride Ttide.

assumere

peculiari qualit tniclie, per cui si dissero poi Elini . In

quelle

Plia [Pelas] fgho di Cretho e di Tyro, fratellastro di sone, al quale tolse la


signoria
saglia,

altri termini,

Pelasgi sa-

di

llco,

in Tes-,
Giasone],

rebbero stati lo stesso popolo ohe, nell'et storica, in condizioni politiche del
tutto diverse, e con disposizioni tniche determinanel

che fu poi tenuta


[V.

da Giasone.

Plope

[Pelops, VI, 403-411] fgho di Tntalo, re di Lidia, e di Dione. Suo padre lo

permanenza nuovo territorio, si chiamarono pi tardi Elini . Oggi la critica non pare favorevole ad ammettere l'esistenza
di

te dalla lunga

uccise mentr'era fanciullo, e ne offri le membra cotte


di, presso i quali egh trovava a banchetto. Ma gli di, che si accorsero del fatto nefando, non ne tocsi

agh

questo popolo

pelsgico, perch,

come

osi

serva

il

Pais,

quando

Greci colonizzarono le coste


sto

eccetto Dmetra, che mangi una spaUa. Gh di, per mezzo di Hermes,

carono,

d'Itaha, trovarono sul pola maggior parte dei

ridettero la vita al fanciullo


e,

in luogo

del

pezzo

popoli che, in et storica,

vediamo

occupare

le

di-

mangiato da Dmetra, gh posero una spalla di avorio.


Costretto a fuggire poi dal

verse regioni della penisola


[Liguri, Veneti, Umbri, E-

regno paterno, per


litto

il

de-

truschi,
pigi,

Ausni, Osci, Messpi] i quali, sin

Ia-

commesso dal padre

dalla

met

del secolo

Vili

contro di lui e per le continue guerre col re di Troia,

361

PEL
la promessa, precipit
tilo

venne a Pysa, nella Messenia

Myr-

ove,

accolto

dal re
la figlia

Enomo, ne spos
Ippodamia,
molti
cos

Pelope, oltre conquist Olimpia ove Pisa,


istitu di

in mare.

da

cui

ebbe

nuovo, con magi

figli e, tra gli altri, Atro e Tiste, e divenne


il

giore

splendore,

olimpici, e divenne

giuochi un do-

capostipite dei Pei

lpidi,

quali,

si

diceva

avessero,

come

contrasse-

minatore potente del Peloponneso, che prese il nome appunto da lui, penisola di

di avorio padre, una macchia in quella parte del corpo. Le sciagure dei Pelopidi erano

gno
del

della spalla

Pelope

[UskoTzoc,

di Pelope,

vriaoc,

pedet-

nisola].

Pelopiade [Pelopeias]

da attribuirsi all'ira di Hermes e aUa maledizione di


Myrtilo, figlio
di

ta Micene, citt del Pelo-

ponneso, da Pelope. [V. Pelope].

Hermes,

Enomo. Pelope, per poter prendere in moauriga di


glie

Pelopidi [Pelopdae] sono


discendenti
loro di

Pelope:

la

Ippodamia, dovette

ri-

famigha fu funestata

correre all'aiuto di Myrtilo,

da

perch Enomo, essendogli stato predetto che sarebbe morto se sua figlia si fosse
maritata, proponeva ai pretendenti, come condizione
del matrimonio,

terribili sciagure; i nomi di Atro, Tiste, Agamen-

none, Clitennstra, Oreste, Elettra hanno offerto al teatro greco materia per le tragedie pi fosche e per
le catastrofi

una gara
fino
al-

pi sanguinose.

di corsa
l'altare

da Pisa

Peloponneso [Peloponnsus]
penisola meridionale deUa Grecia [oggi Mora], una

di Poseidone,

sul-

l'Istmo, dove,

come

li

rag-

giungeva, li trapassava da tergo con una lancia. Pelope per corruppe con denaro Myrtilo, perch non mettesse i cavicchi nelle
ruote, del regno, che avrebbe avuto
e gli

volta

congiunta al continente con l'istmo di Corinto,

ora separatane canale di Corinto.


cos detta

dal

Eu

penisola di

promise met

da Ippodamia. Eimasto ucciso Enomo, Pelope, per non mantenere

perch quando Pelope [v. m] fu costretto a fuggire dalla Lidia in que-

Pelope

sta

penisola

della

Grecia,

ne divenne potente domi-

PEN
natore
lope,
[IlXoTcof;

362
=
di PeVTJCTO?

penisola].

Etimologicamente, il nome Pentes da coUegarsi con


penus,
pentus, penetrare, penetrala, che contengono tutti l'idea di un luogo in-

Penati [Pentes, Vili, 539] di domestici dei Eomani, die procuravano la concordia
e
la

conservazione

timo e nascosto.

della famiglia. Il numero e il nome di essi erano inde-

Penide

[Penis, I, 472].

La

terminati: svariate divinit

potevano

essere

tenute
erano
custo-

ninfa Peneide Dafne, figlia del dio fluviale Peno. [V. Peneo e Dafne].

quali protettrici deUa casa,

Penlope pPenelope]

figlia di

ma
Le

pi comuni Giove e Vesta.


le

Icrio, fratello di Tindaro. Per la sua bellezza fu ri-

loro statuette

si

chiesta in isposa da molti


principi
il

divano in un piccolo tabernacolo chiuso, accanto


al focolare, neUa gran sala ove, di solito, si raccoglieva la famiglia; quivi ardeva

della

Grecia,

ma

padre

stabil di darla al

vincitore
giuochi,

in
e

cos

una gara di eUa and

sposa a Ulisse.

sempre una fiamma, e i membri deUa famiglia li portavano seco, anche se


inseguiti,

Quando
sotto le

Ulisse combatteva

mura di Troia, un gran numero di pretendenti

perch presso i Penati non si poteva es-. sere catturati. Si credeva che prendessero parte alle vicende della famiglia, e
si

Prci

rando

alla

oltre cento, aspimano di Pene-

lope, volevano persuaderla che Ulisse fosse stato ucciso

in combattimento:

davano loro spesso


e
sacrifici,

of-

ma Pemodello di nelope, perfetto

ferte

special-

negli avvenimenti pi importanti deU casa. Anche lo Stato aveva i

mente

fedelt coniugale, mantenne intatta la fede al marito e, per deludere i Proci, che gozzovigliavano nella

suoi

Penati, Pentes pubUei o maires [gli altri si

reggia di Ulisse e ne dila-

chiamavano Pentes privati o minor es] e si custodivano in una parte segreta dei
penetrala Vesta.
del

pidavano le sostanze, ricorse a uno stratagemma: dichiar che non poteva celebrare le nuove nozze se

tempio

di

prima non avesse

finito di

tessere la tela ch'essa prepa-

363

PEN
[Pentapolis] una lega di cinque citt [tusvts

rava per avvolgere

il

corpo

Penetrali. [V. Adito].

del veccliio Laerte, quando fosse morto; ma non rin-

Pentpoli

sciva
la
clie
il

mai a

finirla, percli

cinque,

-koKic,

citt],

notte
giorno
elle

disfaceva

quella

come

quella della Cirenica

aveva tessuta durante


[IlTjvsXTnQ

[Cirene, Berenice, Arsnoe,

co:

lei

disf

il

tessuto
STTCO

TT-l^VT)

tessuto,

Tolemide, Apollonia] e della Palestina [Sdoma, Go-

morra, daim, Zbain,


Zar].

strappo]. Ma fi^nalmente

giunse da Troia Ulisse, sconosciuto ai

Pntatlo

Proci, e perch Penelope, nella speranza di deluderli

quin[TcsvTaOXov, di l'esercizio quiertium] cinque giuocM [ttsvts cinque, OXov giuoco

ancora,

non sapendo

nulla

ginnico]
agoni,

dell'arrivo di lui, aveva proposta la prova del tiro con


l'arco di Ulisse

un

era, nei esercizio


i

pubblici

cbe comgiuoclii:

prendeva
sa,

cinque

come con-

salto, lancio del disco, cor-

dizione deUe nozze, Ulisse


gara, fu il solo a colpire nel segno e dopo, con l'aiuto del fi-

lotta,

lancio

di

dardi.

prese parte

alla

[V. Agoni}.

Pentlico [Pentelicus mons]

monte

nell'Attica,

non

luni

glio

Telemaco,
arco,

col

medetutti
i

simo
Proci.

uccise

gi da Atene, celebre per suoi marmi.

Pnteo [Pentbus,
Ili,

IlevTsu?,

Peno

[Penus, I, 569] fiume della Tessaglia, che scatu-

511-733]
figlio

era

re

di

Tebe,
di

di

EcMone

risce dal

Pindo

e,

alimen-

gave. Dispregiatore desguinzagH priil

tato dai fiumi Leto, Titarsio, Enipo, traversa la


valle
di

gli di, volle violare il culto

di Bacco:

Tempe,

fra

l'O-

ma

suoi servi perch gli


dio,

limpo e l'Ossa, e si getta nel golfo Termico.

conducessero

ma

essi

Come
ta

dio fluviale, era padre della ninfa Dafne, ama-

tornarono, conducendo invece un ministro di lui. Era


costui

Acte

di

Lidia,

il

da Apollo, e aveva la reggia nel fiume omonimo,


in

una

spelonca

scavata

nel masso,

donde imperava.

quale narr al re che, mentre era per partire da Cho, un suo compagno gli condusse un fanciullo divino

PEN
[Bacco],

364
cami, che indossavano, in
Grecia, le donne di elevata

il quale preg i marinai di volgere il cammino alla sua isola di !Nasso. Acte voleva seguire il comando, ma gli amici si opposero e furono da Bacco mutati in delfni. A questo racconto per Penteo non volle credere, e ordin clie Acete fosse le-

condizione sociale.

Pergamna
una

[TTspYafjiYjVT)]

era

pelle di capra o di pe-

cora, acconciata in modo che vi si scriveva, e se ne

formavano
libro.

gato e cliiuso in prigione. Ma, per volere del dio, le porte si schiusero, e Acete fu liberato. Pi infuri Penteo
e

pagine di un chiamata cos, perch la preparazione mighore e pi fine cominci a farsi a Pergamo: il nome
le

Fu

pergamena non appare che


nel 3 e nel 2 secolo av.
Cristo.

mosse

sul

Citerne,

contro le Baccanti, a capo delle quali era la stessa sua

Vi si scriveva sopra ambedue le facce, e i fogli di

madre.

Ma

egli

fu

fiera-

pergamena

si

avvolgevano

dalla turba, invasa da bacchico furore:

mente investito
zia,
il

intorno a bastoni. I rotoli poi avevano, nel capo superiore, attaccata una striscia di pergamena, recante
il

una sua
tronc
la
il

Autnoe,
il

gli

braccio
ino,

destro,
sinistro;

un'altra,

titolo del libro, e si conci-

madre Agave

gli

tronc

servavano in una cassa


lindrica.

capo, e tutte le sue memfurono bra e dilaniate


sparse,

Pentesila [Pentbesila] fi.glia di jes e di Otrra.

I fogli deUa pergamena, invece di essere incollati l'uno faceva aU'altro, come si
nel

papiro,

si

congiungeai

Fu

regina

delle

Amzzoni

vano con una legatura

e, neUa guerra troiana, venuta in aiuto dei Troiani, fu uccisa da Achille, il

margini, presso a poco come si fa per i libri moderni;


siffatto
il

libro

prencodex.

quale dola morire,

si

dice
si

che, vedensentisse in-

deva

nome

di

vaso da amore per lei. Pplo [peplum, ttsttXov] veste di stoffa fi.nissima, ampia, ricca di pieghe e di ri-

Antico, almeno quanto l'uso del papiro, era queUo


delle
pelli
[StcpOpoct.]

co-

me

materiale da scrivere.
i

Quando

Tolomi di Ales-

365
sandria ^^idero
blioteca di

PER

die la bi-

Pergamo, sotto Eumene II, divenne maestosa,

Kstore, fu uno degli Argonuti. Da Nettuno aveva ricevuto il dono di trasformarsi


in
altri
esseri;

per gelosia vietaro-

no l'importazione del papiro egiziano a Pergamo. Allora si diffuse a Pergamo l'uso deUa pergamena, co-

quando Ercole distrusse Pilo, egli, lottando con l'eroe,


si

mut

in aquila e vol.

Ma

colpito da

una

freccia

me

materia scrittoria. Siccome la pergamena costava troppo, spesso si raschiava lo scritto di una

dell'eroe,

cadde col corpo

squarciato dal ferro. Periei [7rpLoi.xoi.] abitanti


dei

dintorni

pergamena, per sovrapporne un altro: una pergamena siffatta si chiamava

torno, olxoc

[rcspi

in-

casa] erano,

palinssto

7raXi[i,4'>]crTov,

[^alimpsestos, di TrXiv

nuovo,
Cos
il

raschio]. i\).( testo deUe Commesi

a Sparta, quella parte della popolazione che, dopo la vittoria dei Dori nel Peloponneso, ottenne la libert personale e il diritto
di propriet del suolo,

ma

die di Plauto

trovato

rimase esclusa dal diritto


di cittadinanza sul

sotto brani del Vcchio Te-

nuovo

stamento; una parte della

Stato fondato dai vincitori.

prima Beea di Tito Livio aveva sopra di s, di seconda mano, i Moralia di S. Gregorio Magno; il De
re

Prifa [Peryfas, VII, 400] autctono dell'Attica, pri-

'publica

di

Cicerone

trovato, nel 1822, cardinale Mai, sotto brani della Bibbia, in un


dal

stato

ma del tempo di Ocrope, fu per la sua virt, eletto re e onorato come Giove, il quale voleva perci annientarlo, ma per preghiera di Apollo, di cui Perifa

pahnsesto
biblioteca

vaticano,

nella
di

era devoto, lo convert in


aquila.

Laurenzina

Firenze; invece un manoscritto di Sofocle sta so-

Perigone [Perigone]
glia

era

fi-

pra

una versione

biblica

dei Settanta.

Periclimeno

p?eryclimnus,

XII, 556-572] fgho di Kelo e di Clride, fratello di

gigante Sinio, il faceva morire orribilquale mente i viandanti: ne attaccava le gambe alle cime di due alti pini vicini, che

del

curvava prima con grande

PER
forza
e

366

abbandonava
s

poi

a se

stessi,

che

essi, ri-

la loro posizione naturale, dilaceravano orribilmente le membra dei

prendendo

del fuoco sottoposto, emetteva muggiti simili a quelli di un toro. Si dice cbe il ti-

ranno ponesse come prima


vittima Penilo.

malcapitati.

Pepimele
il

Avendo il padre sofferto medesimo supplizio per


pera
di

[Perimele, Vili, 590-610] era ninfa, figKa di

o-

Ippodamante.

Era amata
irritato,

Teseo, Pergone spaventata, fuggi a nascondersi in un bosco folto


di

dal dio fluviale Acbelo e

per Ippodamante,
la precipit

canne e di asparagi, ai quali promise cbe, se fosse stata liberata dal terrore
di Teseo, ella

da una rupe. Acbelo l'accolse neUe sue


acque e preg Z^ettuno cbe

la fanciulla avesse sede nel

non

li

avreb-

be mai strappati dal suolo, n dati alle fiamme. Ivi


rimase celata per qualche tempo e libera cos da
ogni pericolo. Andata poi sposa a Deiono, figlio di urito re di
Ecala, ebbe

Nettuno acconsent mutata in un'isola deUo stesso nome. Peristra [Peristra] la fanmare;
e
la

ninfa fu

ciulla trasformata in colomba [TzepiaTzp == colomba]

un

figlio,

Isso,

una ninfa del seguito di Vnere, la quale, in una gara col figlio Cupido a
era
cogliere la maggior quantit di fiori, si fece aiutare
dalla ninfa. Cupido, offeso

fondatore degli Issidi, popolo deUa Caria,

cbe fu

il

presso

quali le canne e

gli asparagi sono rispettati, ed rigorosamente vietato di sradicarli o di bruciarli in

per questo, in colomba.


Peristlio

la

trasform

[peristylum] era,

memoria

della pro-

neUa casa romana, uno spazio scoperto, circondato da

messa di Pergone. Perllo [Perillus] valente artefice di Agrigento, il quale,

colonne

per una considerevole somma, offr al tiranno Pal,

GxuKoQ colonna], in mezzo al quale si apriva un serbatoio di acqua [piscinal.

[Tcept

intorno,

ride

un

toro

di

bronzo,
rinal-

in

cui

poteva
esso,

essere

cMuso un uomo. Da
cuni
fori,

Perle [margaritae] furono, ncbe presso i Greci e i

al

calore

Eomani, oggetto

di

lusso

367
e

PER

ornamento

preferito, spe-

cialmente per pendenti alle


oreccliie.

desiderio, a condizione cbe la sua figliuola non avesse

Si

narrava

clie

Cleopatra

avesse fatta sciogliere nell'aceto

mangiato nulla nell'Averno, perch, in tal caso, vi si opponeva il decreto delle


Parche.
le

del peso di

una perla preziosa un milligram-

Ma

poich Hades

aveva
chicco

fatto
di

mangiare
melegrana,

e mezzo, in un banchtto, e bevesse poi alla salute di Antonio.

mo

un

simbolo delle nozze. Giove stabili che Persfone passasse

Le

perle migliori per quasi

due
la

terzi

dell'anno
e l'altra

lit e

maggiore quantit pescavano presso le isole


del

presso

madre

golfo

Persico;

quelle

elle si pescavano presso le coste della Britannia erano

parte presso Persfone quindi il simbolo della vegetazione, che

Plutone.

fosche e di color di piombo.

Persfone
385-570]

la,

[Persepbne, V, terribile domimorte


[Trspat,/;

natrice della

=
di

distruzione,

^vo?

spunta ogni anno in primavera e ritorna poi di nuovo durante i mesi sotterra, invernali. Essa domina col marito sulle anime; presso
i

uccisione] figlia di Giove e

Dmetra,

mentre

un

poeti romani, taglia dal capo degli uomini i capelli e li offre alla morte; sim-

giorno coglieva fiori con le sue compagne, lungi dalla

boleggia in ogni modo l'immortalit dell'anima ed entra

pianura di Nysa [nella Caria] o a nna, in Sicilia, fu rapita da Hdes [Plutone] e condotta nell'Averno sul carro

madre,

nella

quindi

partecipare

madre Dcon la quale aveva metra, culto comune, specialmente


ai misteri della

tratto
dre,

da

cavalli.

La mafiglia,
ivi']

in Beozia e in Elusi, nell'Attica, ove si celebrava-

dopo aver molto pere[v.

no in loro onore
Misteri Eleusini.

famosi
ivi'].

grinato, in cerca della

[V.

seppe da Aretsa

A Eoma
Perseo
di
il

essa fu chiamata

ch'essa era stata rapita da Plutone, e preg Giove, cbe


restituisse sulla terra

Prosrpina.
[Persus,
figlio
IlspcrsiJi;,

Per-

614-803]

di

V, Giove e

sfone.

Giove

disse
il

avrebbe

appagato

cbe suo

Danae,

figlia d Acrisio,

quale era re di Argo.

PEE
Acrisio,

368

cosi tronc la

avendo saputo da

testa

della

un

oracolo che egli sarebbe stato scacciato dal regno,

da un fgHo di Danae,
rincbiuse in

la

una tana,

ma

Medusa. In seguito, fugg dalle altre due Gorgoni, Euriale e Stbno, nell'Etiopia, ove
salv

avendo

ella generato quivi Perseo, per opera di Giove, cbe vi discese in forma di

Andromeda
Srifo,

[v.

ivi].

Tornato a
testa della

con

la

Medusa

pietrifi-

pioggia
in
figlio,

d'oro,
la

egli

cbiuse
e
il

una cassa
e

madre

Polydcte, cbe voleva costringere Danae a spo-

l'abbandon
la

nel

mare.

Ma

cassa giunse
delle Ccla-

sarlo e oltraggiava Perseo, dicendogli cbe la morte di

all'isola

Srifo

Medusa

era fnta e bugiar-

di, e fu data a Polydcte, re dell'isola.

Cresciuto Perseo negli anni, Polydcte, per sbarazzarsi


di lui,
lo

da [V, 236-241]. Torn poi con Danae e con Andromeda ad Argo, donde Acrifugg a Larissa, in Tesper paura cbe si avverasse l'oracolo e quivi, in lontananza, Perseo l'ucsio

mand ad una
cbe
egli

saglia,

impresa

credeva

impossibile: l'uccisione della Medusa. Perseo riu-

Ma

sci

a troncare la testa della


[V. ivi']. l'aiuto di Hermes,

Medusa.

colpendolo col disco. Perseo fu poi venerato ad Argo, a Micene, a Srifo,


cise,

Con
gli

cbe
di

in Atene.

dette

una

falce,

Eoma,
la

si

diceva cbe egU

Atbna, da cui ebbe uno


specchio, giunse presso tre Grie [v. ivi] cbe avele

con

la cassa

madre, rinchiusi nelda Acrisio, fossero

vano in comune un

solo

occhio e un sol dente e, rubato loro di soppiatto il dente e l'occbio comune, mentre una lo dava a un'altra, le costrinse a indicargli

venuti alle spiagge d'ItaUa, e che il re PiLmno avesse presa in sposa Danae e fondata Arda. Perci si riteneva che Turno, re dei Etuli derivasse da
Acrisio.

la

via

cbe conduceva

Pervigllium era
ci,

la

vegha
i

alle ninfe, le quali gli die-

notturna che, presso


si

Grefesta

dero
di

sandali alati, l'elmo


in-

faceva, in
e,

Hdes, cbe rendeva


cbi lo

in onore di

una Dmetra
presso
i

e di

visibile

portava,

Persfone

Eo-

369 mani, in onore della Bona dea,' nella quale non potevano intervenire se non le donne maritate ed era severamente vietato l'intervento agli nomini. Pi tardi, nei tempi posteriori

PET
e
li

mut

nella costellazio-

ne omonima. Secondo altri, sono Afrodite ed ros che, per sfuggire


alla
si

Tifone, l'Eufrate e
in pesci.

persecuzione di lanciarono nelsi

cambiarono

dell'impero,

quando

Eoma
i

fu

entrambi

permesso a sessi di prender

Pesi. [V. Misure].

Ptas [petsus] era un cappello a larghe tese, di origine tssala o macednica, che i Greci adoperavano quasi esclusivamente in

parte a questa solennit, si introdusse una festa notturna annuale, in onore


della

Vehus Noetilca, in
della

occasione
scritto

quale

fu

viaggio,

perch,

di

solito,

un poemetto

Perai-

andavano a capo scoperto.


Pettinature. I Greci, e specialmente gli Spartani, lasciavano crescere i capelli molto lunghi:
solo
i

gilum Veneris giunto fino a noi, in tetrmetri trocici


catalttici,
il

vi

ritornello

nel quale cras amet

qui

numquam

amavt, qui-

que amavit cras amet . Questo poemetto, clie canta la primavera e celebra Venere come la potenza vivifcatrice dell'universo, fu attribuito a CatuUo, ma

corti.

ragazzi li portavano I capeUi neri erano


e,

comuni:
biondi
si

pregiati erano i per renderli tali,

adoperavano spesso mezCos


i

zi artificiali.

capelli,

opera di uno scrittore del 2 o del 30 secolo dopo


Cristo.

che si lasciava crescere intorno alle


la barba,

come

guance, alle labbra, al mento, venivano tagliati e acconciati

Pesci [Pisces] l'ultima

delle

dal

parrucchiere.

dodici Costellazioni dello Zodaco. Quando Venere


sfuggiva

Alessandro il Grande introdusse il costume di radersi


il

aUe persecuzioni

viso.

di Tifne, insieme col fgUo

Le donne greche non


vano
riccioli

usacapila

trasportata da ros, due pesci al di l del fiume Eufrate. Per riconoscenza, la dea li trasfer in cielo,

fu

intrecciare

la

gliatura,

n attorcerla in
artificiosi,

ma
la

raccoglievano

lega-

si

STANO, Dizionario di miti

e leggende.

PEU

370
Duno
e di lpige] condusse nella Peucezia [v. ivi]

vano in un ciuffo o in un nodo dietro al capo o sul cocuzzolo, con un nastro di varia forma o con una rete o con una pezzuola
raccolta intorno al capo, a

una colonia dall'Epiro. Pianpsie [Huavtl^ta] la


sta
delle

fe-

fave

guisa di cuffia.

fava, stpo) celebrava nell'et

[tzolvoc,

cuocio] che

si

solonia-

Eomani usarono
i

portare

lunghi

barba fino al 300 av. Cristo, tempo in cui vennero a Eoma daUa Sicilia i primi tonsores. Pare cbe Scipione il Giovine sia stato il primo a
capelli e la

na, in Atene, nel 7 giorno del mese di Pyanepsine


[fiie

di

ApoUo

di ottobre], in onore e di Athna,

farsi

radere ogni giorno

il

Apollo si congedava con l'autunno, Athena era ritenuta la protettrice deUa raccolta delle ulive.

viso col rasoio.

Un
il

gruppo

di ragazzi, tra

I capelli solevano portarsi ondeggianti dietro la testa o arricciati con un ferro caldo [calamistrum]. Le donne tenevano unite le trecce con preziosi spilli
lacus erinles]
di notte,
le
e,

canto di canzoni popolari, portava in giro un ramo


di ulivo,

cinto

di lana,

una corona fatta con un ramo di ulivo e avvolta


in lana, a cui erano appese ogni specie di frutta dell'autunno: si appendeva al-

non

solo

ma

anclie di gior-

no, mentre attendevano al-

faccende
in

domestiche,
-

portavano la chioma raccolta

una

rete,

fatta
[reti-

tempio del dio, mentre ognuno ne appendeva uno aUa porta della propria casa. Fra l'altro; si
la porta del

di solito di

fili

d'oro

culum aurdtum'].

Peuciia [Peuceta] parte


media deU'Apulia, compresa

tra

il

fiume

Aufdus

cucinava un piatto di fave e di legumi [e(|;7]oi<;], forse per ricordare il cucinare delle ultime provvigioni che si fece suUa nave di.

[fanto] e Taranto, detta

da Peuczio, che vi avrebbe condotta una cocos


lonia.

Pico

Teseo, nel ritorno da Creta. [Picus, lY, 320] dio


latino,

fatidico

rappresen-

Peuczio
di

[Peucetius]

figlio

Licane

[fratello

di

come una colonna sormontata da un picchio o come un giovine con un


tato

371
piccMo sul capo.
rito

affidandone
il

PIE
giudizio alle

Fu ma-

della

bella

uinfa Ca-

Mnfe.

nnte, da cui nacque Funo; ma avendo destato l'ar-

Una

delle

Pierie

cant

le

guerre dei Giganti contro


gli di, i

dente

Circe, e

amore della ninfa non avendo voluto


lei

quali, per
si

paura

di Tifo,

rifugiarono in

corrisponderle, fu da mutato in piccMo.

Egitto

e,

inseguiti

anche

Picnno e Pilnno [Picumnus, Piluninus] erano fratelli, figli di Giove e della


li

qui dal terribile gigante, si cacciarono nella foce del


Kilo, celandosi sotto fnte

forme di animali.
Indi, fra le Muse, Calliope

ninfa Garamntide, dei quail primo aveva trovata

l'arte di
l'altro
il

concimare i terreni, quella di macinare

cant la eterna punizione


di Tifo,

ratto di Pers-

grano: erano quindi, pres-

so gli antichi

Eomani,

di-

fone per opera di Plutone, i meriti di Crere, la sua


affannosa, nella ricerca della figha e la leggenda di Aretsa.
ansia

vinit campestri. Presiede-

vano anche ai matrimoni, e nella camera in cui gia-

un neonato, parava un letto


ceva
onore, perch
il

Le Mnfe

si

scelte per

il

giu-

in

preloro

dio Silvano

dizio, diedero tutte il voto favorevole alle Muse, le

non recasse alcun danno.


Pilunno
cui

spos Danae,
il

da
dei

quali, per punire l'orgogho delle Pierie, le mutarono

nacque Duno,

antere

in piche.

nato di Turno, Etuli che, a


Latini,

capo dei combatt contro

Piridi [Pierdes] furono dette le Muse, perch generate


nella Piria, presso l'Olimpo, da Giove e da Mnemsine.

Enea. Pirie [Pierae, V, 300-317; V, 662-678] erano nove fi-

[V.

Muse].
personificafiliale

Piet

[Pietas]

ghe 'del re macedone Piero, e di Evippe, a ciascuna delle quali il padre aveva dato il nome di una Musa. Spinte da orgoglio, osarono
sfidare le

zione della piet

in

Eoma,

alla quale, nel

183

av. Cristo, fu innalzato un tempio nel forum oUtorium,

Muse

nel canto, e

a ricordo di una figha che, col proprio latte, aveva


prolungata la vita alla ma-

queste accettarono la sfida,

PIG

372
anni ed erano gi vecchie a otto. Ebbero l'ardire di assalire Ercole mentre dor-

dxe, condannata a morire di fame in prigione.

Kelle monete, la Piet era rappresentata come una matrona che sparge incen.

so sopra nn'ara.

Pigmaline [Pigmalon, X,
243-297] re di Cipro, fuggiva le donne e viveva ce-

miva, ma l'eroe si svegli e ridendo li avvolse nella sua pelle di leone e li port a Euristo. Pilade [Pyldes] figlio di
Strfo, re

avendo scolpito in libe; nn marmo una Venere, le


parve tanto bella, cbe chiese alla dea che gli desse una

ma

Anassbia,

sorella

di Eeide, e di di Aga.

mennone,
sieme
al

fu

allevato

in-

col

cugino

Oreste,,

mogUe somigliante alla statua. La dea, esaud il voto


tornato a casa, Pigmalione vide che la sua statua era divenuta donna viva e vera. La prese in isposa e da lei nacque Pafo.
e,

quale fu, fin d'allora, legato da amicizia inseparabile.


tra,

Prese in sposa Eletdi


si

sorella

quando questi
di

Oreste, e rec nella

Turide a rapire la statua

Diana [per

liberarsi dalle

Furie dopo che ebbe ucciso


la

Pigma [Pygmaea,
92].

VI, 90e re-

madre

Clitennstra
lei

nee, madre

l'amante di

Egisto] Pi-

gina dei Pigmi, popolo di nani alti quanto un cbito,

lade lo segu; ma, scoperti, erano sul punto di essere


sacrificati,

che si diceva abitassero suUe spiagge dell'Oceano meridionale o alle foci del Mio. Essa os gareggiare
in bellezza con Giunne la

e poich basta-

va,

la legge, per che ne fosse sacrificato sol-

salvare

una

quale la convert in gru.

tanto uno, sorse fra loro nobile gara, perch ciascuno di essi voleva sal-

Pigmi [Pygmaei] popolo di nani, alti un cbito [TcuyfXTQ

vare

l'altro, finch la sacer-

dotessa,
Ifigenia,

che era appunto


sorella

pugno].

di Oreste,
insie-

Combattendo contro le gru, che migravano nei paesi


del

riconosciutili,

fugg

me

con

loro, e si salvarono

mezzogiorno,

furono

tutti.

vinti e abbattuti da esse.

Abitavano
mogli

la Tracia, le loro

partorivano

tre

Pilade ebbe da Elettra due Strfio Mee figliuoh: dnte.

373
Pile [pilus] era
di feltro,
i

Pane
e,

PIB

che tavano solamente in viaggio,


viti,

tm berretto Eomani pornei

che una corona, che fu ornamento alla testa d


nei tempi pi antichi, premio per vincitori, nei giuochi stmc.
Il

nel

teatro,

con-

negli spettacoli. Era rotondo, d feltro, ben ade-

pino era ricercato come

rente alle tempia.

Le persone
nuto
e gli
lo

del popolo miportavano sempre, scbiavi quando erano

ornamento nei giardini, cosi per la forma slanciata del


suo tronco, come per
il

de-

licato sapore del suo frutto.

messi in vendita.

Pindo
gaia
piro

[Pindus,
d

I,

670] gio-

Pilimo

[Pilummis] fratello di Picnno. [V. Ficunno}. Pimple [Pimpleae] sono le Muse, cos dette da Pimd un monte, , nome una sorgente e di un borgo deUa Piria, in Macedonia, sacri ad esse. [V.

monti ricchissima

di boschi, che separa l'Edalla Tessaglia. Da questa catena scaturisce il


[popiilus] albero sa,

pla
di

fiume Peno.

Pioppo
cro

Iluse].

Pinacotca
la

[7ri.vaxo0Y]X7}]
si

era

galleria in cui
i

tene-

vano

quadri
Qrpcrj

quadro,

[Tciva^

luogo d

deposito].

a rcole, il quale lo trov nei suoi viaggi e lo port nella Grecia. Quando egli discese neU'Averno, s cinse il capo d una corona di pioppo: la parte della foglia che tocc la testa dell'eroe, conserv il colore
bianqo, mentre la parte esterna fu annerita dal fumo.

Kelle case dei riccM Ateniesi,

era

comune

l'uso del-

la

gallera cbe, d solito, era rivolta a tramontana, per evitare danni del sole,

Pirmidi [Pyramdes]
struzioni
l'Egitto,

codel-

gigantesche

Eoma, questo costume

s'introdusse piuttosto tardi. Le pitture fatte su tavola,


di rado su tela, erano appese aUe pareti o incastrate nel muro. Pino [pinus] era albero sacro a Diana e a Cible. Dei suoi rami si formava an-

che sorgono su base rettangolare, le quali, secondo l'opinione pi accettata,

servirono

come
dei

tombe per
Farani.

le famglie

Le tre pi importanti pifamidi furono costruite rispettivamente da Chope,


Chphren, Mycerno, fra
l'S^

PIR
e
il

374
12 secolo av. Cristo,

Alcune piramidi furono costruite in mattoni e rivestite di pietre

Pirne [Pyrne] era figlia di Bbrice, prinUn'altra


cipe della Spagna.

Quando

esattamente

squadrate; ma oggi, nella maggior parte di esse manca il rivestimento, clie fu


tolto

Ercole fu ospitato da Bbrice, nel viaggio che faceva per recarsi a rapire i buoi di Gerine, lasci
incinta la fanciulla, la quale diede poi alla luce un ser-

dagli rabi i quali, mossi da avidit, cercarono di penetrare nelle Piramidi daUa parte superiore.

pente. Inorridita, fugg su


i

monti

vicini,

ove fu

se-

Pramo

pPirmus,
[V.
Il

IV,

55]

giovane di Babilnia, amante di Tisbe.


Tishe].

polta, dopo la morte. Da lei la catena dei monti fu

Pirati [piratae].
della

mestiere

pirateria fu, sin dai

tempi pi antichi, esercitato nel Mediterraneo dai


illrici e cUci. Quando un pirata cadeva nelle mani dei Eomani, veniva

chiamata Pirenei. Pireno [Pyrenaeus, V, 274293] con una schiera di Traci aveva occupato Dulide, nella Ecide e, men-

corsari

Muse passavano presso la sua casa per recarsi al tempio, sul Parnaso, con
tre ie
gentili parole
egli le invi-

decapitato o crocifsso.

Pirne [Pyrne] fonte

pres-

t a ricoverarsi nelle sue


stanze, per ripararsi dalla imminente. Le burrasca

so Corinto, sacra alle Muse. Era una ninfa, figlia del

fiume

Achelo:

fu

amata
Ucciso

Muse

da N'ettuno, dal quale ebbe

un

figlio,

Cncria.

accettarono; ma, cessata la pioggia, egli chiuse la porta e cerc usar loro
violenza.
dosi delle
tetto,

questo disgraziatamente nella caccia, da Diana, Pirene, vers tante lacrime, cbe fu trasformata nella

Le Muse,
ali,

servencre-

fuggirono dal
foUe,
seguire
via,
si

ed
di

egli,

dendo
per
la

poterle

fonte omonima. Pgaso, il cavallo

medesima

alato,

lanci sul suolo,

nato dal sangue di Medusa, beveva a questa fonte,

Pireo [Piraeus] porto

quando Bellerofnte vi sali sopra, per andare a combattere contro la Chimra.

principale di Atene, congiunto aUa citt per mezzo del

muro
40

settentrionale, lungo

stadii;

mentre

il

muro

375
meridionale,

PIS
[TrupofjiavTsia]

conduceva
lro.
Il

di 35 stadii, al porto di Fa-

Piromantia
dal

era la vaticinazione tratta

modo
fuoco,

di

ardere deUe

Pireo

era

aUa

punta

fiamme, nel sacrificio

estrema di una penisoletta, la quale aveva nel centro il


colle di Municliio, e serviva,

[Kvjxzio:

[uup
vati-

cinio].

Pirra [Pyrrha] moglie


DeucaKne,
col

di
si

nella sua
za,

maggiore ampiez-

quale

come porto commerIn questo porto si il grande por-

ciale.

salv dopo il diluvio scatenato da Giove. [V. Deucalione].

trovavano:
tico

merci, cantieri per 400 navi, il vasto granaio pubblico e il teatro.


delle

Prrica danza
x7)C7t.(;]

[vruppix?)

era

una danza

6pese-

Piriflegetnte [PyripMegtlion] il fiume di Averno, cbe aveva la corrente fatta


di

guita con le armi, al suono del flauto. In origine, doi

fuoco

(pXsyw

[uup
ardo].

fuoco,

vette servire per addestrare soldati con finti combattimenti, ma in seguito essa

lo stesso

divenne un trattenimento
piacevole, Grecia.

che il Plegetonte. Pirtoo [Pirithus, XIII, 210535]


figlio

neUe
il

feste

in

di Issine e di

Pirro [Pyrrbus]
pc,

Dia, primo re dei Lpiti, nozze con IpIsTelle sue

podama, figKa

del

lpita

trace, invit i Centauri e cenmolti eroi greci.

il figKo di Achille e di Deidama, figlia di Licomde, fu chia-

= fulvo, color = fuoco] TTup


mato Keottlemo
vo guerriero
lemo}.
.

fulvo [Tcupdi fuoco;

il

nuo-

tauro Eurizine, sopraffatto dall'ubbriacliezza, preso

[V.

Neotto-

da passione per

la

sposa,

Pistor chiamavasi a Eoma,


il

voleva oltraggiarla, ma Teseo la difese e la salv. Avendo gli altri Centauri

mugnaio
il

e,

pi tardi an-

una

assalito le altre donne, sorse lotta terribile fra i

fornaio, perch i due mestieri si inese:^citavano sieme.

che

In

Centauri e i iapiti, i quali erano aiutati dagli eroi greci. Alfine i Centauri furono
vinti.

Eoma

origine non v'erano in fornai al servizio

del pubblico, perch le don-

ne avevano cura di fare e


cuocere

pane.

quando.

PIS

376
in

si aprirono forni e botteglie per la Yendita del pane, nelle famiglie pi ricche si continu a fare il

pi tardi,

onore

di

ApoUo.
I,

[Y.

Agoni'].

Pitne [Python,

438] dra-

pane in
sta

casa: faccenda quea cui, di solito, attendevano gli schiavi. Sotto gli ultimi imperatori i pistres publcae annnae

go di smisurata grandezza che non conosciuto innanzi,

fu generato dopo

il

di-

luvio di DeucaHne, insie-

me
dal

con

altri

nuovi mostri,

incaricati di provvedere al grano per lo Stato, eb-

bero grande importanza a

terra la fango fecondata dai raggi quale, del sole, produsse nuove e innumerevoli specie di
della

Eoma.
Pistrno [pistrinum]
della casa
il

animali.

luogo
si

romana dove

Questo immenso serpente, di mole cosi grande che

macinava
lito in

il grano, di sovicinanza della cu-

ingombrava

un monte

cina, con un forno ai forni comuni che

simile
si

faceva spavento agli uomifu ucciso dai dardi ni,


fatali di
il

ado-

perano da noi.
schiavi ai quali, per qualche mancanza, s'infliggeva una grave punizione, erano costretti a muovere le ruote del muHno, incatenati
e

quale,

Apollo [v. Apollo] secondo alcuni,


il

Gli

ebbe

perci

Pizie

e istitu, in

nome di memo-

ria di questo
i

avvenimento,

giuochi Pitici. [V. Apollo

sotto

la

sferza

e Agoni]. Pittia [Pittheia] detta Trezne, citt dell'ArgUde di cui era re Pitto.

dell'aguzzino. Per muovere la macina, si adopera-

vano specialmente gli asini. Pitecsa [Pithecsa] l'isola deUe scimmie [nidrixoQ =
scimmia] un'isola del goli

Pizia [Pythia] era la profetessa che a Delfo, nel tempio di Apollo Ptico o Pzio [v. Apollo], davagh oracoh.

fo di ISTapoli [oggi Ischia] cui abitanti, per essersi

Questo nome, come


teto di Apollo,

l'epi-

va collegato
ttuO di tcuv-

resi

avversi

agli

le loro iniquit,

di per furono mu-

con
la

la radice

Bvofxai.

interrogare, per

tati in scimmie.

facolt
i

Pitici [Pythia, I, 447] giuochi pubbhci presso i Greci,

dare

aveva responsi a chi


che

di
lo

consultasse.

377
Da
principio, a questo ufB.-

PLE
smodico
e

da un furore

una donzella, raa da che una giovane


oio era, scelta

violento, durante il quale doveva essere sostenuta dai


sacerdoti.

Pizia fu rapita, si stabil che la sacerdotessa dovesse

Emetteva grida

avere pi di cinquant'anni
di et.

e urli che spaventavano gli astanti e, a intervalli, prof-

feriva

accenti

male

arti-

La Pizia dava gli oracoli una volta all'anno, al principio della primavera: pridella cerimonia digiu-

colati che, raccolti diligentemente dai sacerdoti, eralo pi in versi, in

ma

no adattati e composti per modo da


dare un qualche senso, per quanto oscuro e misterioso. Pronunciato l'oracolo, la Pizia discendeva dal tripode e veniva condotta nella
sua.

tre giorni, poi si bagnava nella fonte Castlia,

nava

sorgente sacra ad ApoUo, inghiottiva, di tratto in


tratto,

un

qua,

masticava

po' di quell'acalcune

stanza,

ove

era

co-

foglie di alloro, colte presso la medesima fonte, per-

stretta a stare pi giorni, per rimettersi dalla fatica


soiferta.

ch
sto

si

credeva che in queil

modo
la

dio le comuniprofetica.

casse

virt

Allora

Apollo

annunziava

il suo arrivo nel tempio, facendolo scuotere fin daUe

Pliade [Pleias, I, 670] qui Maia [v. Maial, madre di Mercurio. Era la maggiore deUe sette Pleiadi,
fighe di Atlante e di Plio-

fondamenta; conducevano
collocavano

sacerdoti vi
sul

la Pizia e la

ne o tra: Maia, Elettra, Taigte, Alcine, Mrope,


Celno, Strope.

tripode.

Sotto l'azione deUo spirito del dio che investiva la


sacerdotessa, questa
si agi-

Erano
si

narrava che
delle

sorelle delle adi, e esse, per la

morte
la
[V.

sorelle

per

tava
fino

quasi convulsamente a sembrare ingrandita


i

sorte toccata
Atlante],
si

al

padre

fossero uc-

nel corpo, gli occhi le fiam-

cise e fossero state trasfor-

meggiavano,

capelli le

si

mate poi
ne,

in stelle.

rizzavano sul capo, la bocca le si empiva di schiuma, e in tutto l'organismo era pervasa da un tremito spa-

Secondo un'altra tradizioinseguite per cinque mesi dal gigantesco cacciatore Orine, furono muta-

PLE
te,

378

ch in
essi

per le loro pregMere, prima in colombe, indi in


stelle.

[dies

nefasti]

Formano

cos

nna

era priva deUa protezione della dea.

"Costellazione di sette stelle,


visibili tutte,

Plistne

ad eccezione

di
ra.

nna

pVLrope] che oscu-

[Phsthnes, IIXsiera jSiglio di Atro, aQivfic,] ma era stato allevato, come


suo,

Sorgendo nella prima met di maggio, esse recano il tempo favorevole alla navigazione; tramontando, aprono la stagione delle tempeste. I Eomani chiamarono
Ve-giUae
la

da Tiste,
Tieste

fratello

di

Atreo.

Quando
carsi
gli

voUe vendiil

del fratello,
le

quale
nella

aveva imbandite

mensa
suoi

membra di due figliuoli, mand Ph-

Costellazione

delle Pliadi.

stene perch uccidesse Atreo, il quale uccise invece


lui,

Plione [Pleine,
moglie
di

II, 743-744]

senza conoscerlo.
e

Atlante, madre

Agamennone
detti
gli

Menelao,

delle Pliadi, delle quali la

Atridi e creduti

maggiore era Maia, madre


di Mercurio. Perci
il

dio

comunemente figli di Atreo, furono, secondo alcuni, figli

detto nipote di Atlante e di Pleione.

di Plistne,

ma, ucciso

Plintrie
vEtv

[ttXuvttqpik]

la

fe-

sta della purificazione [ttX-

in

lavare], in Atene, onore di Atbna. La cerimonia principale consi-

questo dal padre, essi, ancora fanciulli, furono educati dal nonno e di qui il
loro nome. Plteo [pluteus] era, presso i Eomani, una parete dia semifensiva, diritta, cerchio o angolare, che veniva mossa, durante un

steva

nella

pulitura

del-

l'antica statua di legno della dea; si portava avvolta

in

un

presso quivi

velo, sulla spiaggia, il Porto Falere, e


si

assedio, sopra tre ruote girevoli, e serviva a difen-

lavava nel mare.


cerimonia,

dere
cieri

Kei giorni in cui durava


questa

frombolieri e gli ardal nemico che difenle

che

si

compiva in modo misterioso, dopo le feste delle


CaUisterie [v. ivi], la citt

deva Plto

mura.
il

CPliitus]

dio

delle

ricchezze, annoverato fra gli di di Averno, perch


dalle profondit

sospendeva

gli

affari,

per-

deUa terra

379
provengono a noi
cliezze dei metalli.
le
ricsi
il

POL
ornava con una corona
e

In

origine,
clie

questo

nome

capo, tribuna

montava

sulla

[pvjfxa]:

non fu

un

attributo di
il

Ade

[Hades]
dio

quale, co-

la discussione, si votazione, per lo

terminata faceva la
pi con qualche

me
la

dell' Averno,

pre-

l'alzare

le

mani,

domina su l'rebo, profonda caverna tenebrosa che si scava nel seno


siede e
della terra.

volta

col

suffragio.

Podree jTodarces] l'antico nome di Priamo. [Vedi


Friamo].

Con questo
veniva

at-

tributo
'

egli

invo-

Polide
Atbna,
citt

[izoIicq]

la

dea
della

cato nei misteri; in seguito,

protettrice

Fiuto [IlXouTOi;, Flatus], Plutone [nXoTOv, Fiuto,


Fluton},

[tttXi?

citt].

rappresentarono due divinit distinte, mentre i due nomi hanno uno stesso tema tcX cbe trovasi in
pio,
TTLfx-TrX-Tj-fzt.

Sotto questo titolo, la dea ebbe due templi in Grecia: uno a Eritre, nell'Acaia,
l'altro
l^Tel

a Tega nell'Arcadia. tempio di Eritre vi era


di straordinaria

riem-

una statua

abbondo.

Plutone [Pluton] re dell'Averno fratello di Giove e di


isTettuno.

grandezza, rappresentante la dea assisa sur un trono,

[V. Ade].

Pnce

[tivu^]

un poggio

di

con una conocchia fra le e una corona con la stella polare in testa. Kel

mani

Atene, ove il popolo teneva le adunanze e ascoltava la parola degli oratori, cbe parlavano da apposite tribune. Prima che si aprisse la seduta, quelli che tardavano erano cacciati dall'Agor verso la Pnice con una fune tinta di rosso. Sei lessirchi notavano gli
assenti,
gli

tempio di Tegea

si

conser-

vavano
che la
tezione.
il

capelli di

Medusa,
donati

dea aveva

alla citt, in

segno di pro-

In questo tempio

entrava soltanto una volta all'anno. Plibo [Polybus] re di Corinto, il quale, insieme con
sacerdote

arcieri

tutela-

vano
ceva
le

l'ordine,

l'araldo fa-

leggeva proposte di legge. L'oratore che voleva parlare

le preghiere e

moglie Mrope, accolse come proprio figliuolo, Edipo, quando questi, bambino, fu portala

e allev,

to, coi piedi forati e gonfi,

da un pastore corinzio,

il

POL

380
[V.
JEdipo'].

uno

quale lo aveva ricevuto da scMavo tebano, sul

Citerne.

Polidamnte [Polydmas]
famoso atlta della Tessaglia, l'uomo pi alto di statura e pi forte nei tempi
post-eroici.

venne, portata dalle onde, la cassa contenente Danae col figlio Perseo, cbe Acrisio aveva buttata in mare

per sottrarsi all'oracolo, il quale aveva predetto ch'egli sarebbe morto per mano
di

un

figlio

di Danae.

post-eroico, di cui imit le prove di forza

l'Ercole

Polidtte educ Perseo,


poi, per liberarsi

ma

da

lui, lo

e di coraggio: uccise un leone su i monti della Tracia,

mand a compiere
sibile: l'uccisione

un'im-

presa ch'egli riteneva imposdella

afferr

per

uno

dei

Me-

piedi posteriori
lo

un

toro e

dusa. Tornato Perseo col ca-

tenne fermo, riusci spesso a fermare di botto un


carro ch,e correva a briglia con afferrandolo sciolta,

po

della Gorgone, pietrific

Polidtte, il quale voleva co-

stringere

Danae a
figlio

sposarlo.

Polidoro
429-438]
e di

[PoUdrus,
di

XIII,

una mano

dalla parte ponella corte di Persteriore; sia sfid al combattimento

Priamo

cuba [secondo Omero figlio di Priamo e di Lathoe].


Il

e stese morti ai suoi piedi


tre guerrieri fortissimi, ritenuti immortali, ai quali

padre, prevedendo la cadi

era affidata la custodia della

affidato,

persona del

re.

Troia, lo aveva con molti tesori, al suo amico Polymstore, re

duta

una caverna, dove, essendo penetrato con alcuni amici, staccatasi da


Mori
alfine in

nel Chersonso tracico. Ca-

un

crepaccio

un'immensa
gli

^rupe,

mentre

altri

si

misero in salvo con la fuga, di poter egli, confidando sostenere su le braccia l'enorme macigno, vi rimase
sepolto.

duta Troia, Polymstore, per impossessarsi dell'oro, uccise Polidoro e ne gett in mare il cadavere, che fu visto poi daUa madre

Ecuba,

la quale lo vendic.

[V. JEcuba'].

Polifmo [Polypbmus,
XIII, 765] ciclope, figlio di Poseidone e della ninfa Thasa, che abitava in una caverna della Sicilia.

Polidtte
242]
re

[Polydectes, V, di Srifo, l'isola

delle Ccladi, alla quale per-

381
Quando
Ulisse [v. ivi] nelle

POM
provocando cos la Guerra dei Sette a Tebe .
sul

Tebe,

sue peregrinazioni, nel ritorno da Troia, capit nell'antro di Polifemo, questi divor 6 dei 12 compagni
di lui;

Rimasto ucciso

campo,

ma

Ulisse riusci poi

insieme con Eteocle, il &uo cadavere, contro il divieto di Creonte, fu seppellito


dalla sorella Antigone. \Y. Guerra dei Sette a Tebe e

ad ubbriacarlo e, accecatolo con un grosso tronco


aguzzo,
elle

gli

conficc

Antigone].

nell'unico occhio che quegli aveva in mezzo alla fronte,

Polissena [Polyxna, XIII,

mise in salvo. Polifonie [Polyplion]


si
il

mo
il

439-480] era figfia di Priae di cuba. Fu amata

capo

da Achille,
sti

della congiura nell'Arcadia,

e quando quefu ucciso da Pride, la

sfnte,

quale fece uccidere Oremarito di Mrope,


.

sua immagine apparve ai Greci che, distrutta Troia,

per impadronirsi del trono. [V. Merope]. Polimstore [Polymestor, 430] re del Cherson-

tornavano in Grecia, e
chiese,

ri-

per

espiazione,

la

Xm,

di Polissena, che gli fu sacrificata da Pirro, figlio

morte

amico di Priamo. Questi, prevedendo la


so Tracico,

di

Achille.

caduta di Troia,
il

gli affid

Polite [PoHtes] figHo di Priamo, celebre per la velocit


nella

Polidoro con molti ma Polimestore dotesori, po la distruzione della citt


figlio

corsa.

Durante

l'as-

sedio

di

Troia,

salv suo

fratello

Deifobo;

ma

nella

lo uccise

per impadronirsi

dell'oro, e
il

ne gett in mare
[v. ivi]

caduta della citt, fu ucciso da I^eottlemo, figlio


di Achille, sotto gli occhi di suo padre.

cadavere.
giunCJliersonso

Quando cuba
se nel

tracico,

condotta come prigioniera, gli uccise per vendetta due


figli

Polluce [Pollux] uno dei Discuri, figlio di Giove e di


Leda, fratello
[V. Dioscuri].

di

Castore.

e poi lo accec.
figlio

Polinice [Polynice]
tello

di

Pomrio [pomerium]
presso
i

era,
stri-

Edipo e di Giocsta,
di Etocle.

fra-

Eomani, una

Dopo

la

scia di terreno,

che correva
il

morte di Edipo, contese con lui per la signoria di

dentro le

mura [secondo

Mommsen]

o anche al di

POM
fuori di esse

382
le,

[secondo l'opinione dei pi], e che separava la base del muro


stesso

dallo spazio adibito

per la fabbricazione o per altri usi. Questo tratto di


terreno, contrassegnato da cippi, era considerato co-

e vi abitavano per godere la dolcezza del clima e la meravigliosa bellezza naturale dei suoi dintorni. Cicerone e l'imperatore Claudio vi possedevano una
villa.

luogo sacro, e per non poteva essere coltivato.

me

Pomna

[Pomna, XIV, 623] dea romana delle frutta, cbe aveva un proprio fla-

mine IMamem
Si

'pomondlis'].

diceva moglie di Vertmno, e fu amata da Sil-

vano, dai Stiri e da altri di campestri. Era per lo pi rappresentata come stagione dell'autunno, ornata
di frutta.

del 63 dopo fu danneggiata da Cristo, uno spaventevole terremoto, ma fu ricostruita pi beUa di prima. Il 24 agosto del 79, insieme con Ercolno fu sepolta, durante una terribile eruzione del Vesuvio. Ma la lava dilagante cbe dal vulcano invase Ercolano fino aUo spessore da 17 a 34 metri [su questo strato di lava sorIl 5 febbraio

Pompei

[Pompii,

Uoii-Kriioi,
[Tzoy.'Ki]

no[j,7rata] la colonia

colonia] antica osca, indi sannitica,


la

citt

della
Sii-

gono oggi Prtici e Eesina], non giunse a Pompei, la quale rimase sepolta da uno strato di cenere, di sabbia e di lapilli, cbe raggiunse l'altezza
metri.

Campania, resa poi da


municipio romano
di

col

nome
Era

Colonia

Venera
lungi

Cornelia.

collocata

non

cinque parte degli abitanti riusci a mettersi in salvo, ma molti abitanti furono improvvi-

di

La maggior

dalla foce del fiume Sarno, ivi navigabile, e serviva

samente
stro,

colti

dal

disa-

in

mezzo

aUe loro
gli

marittimo per le citt di I^ocera, l^ola, Acerdi scalo


ra. Itegli ultimi tempi della repubblica, fu la dimora

occupazioni giornaliere, co-

me
letri

dimostrano
trovati

scheal

[429

fino

prediletta

dei

pi

illustri
i

1878]. Gli scavi, iniziati nel 1748

personaggi di

Boma,

quali
vil-

hanno messo in luce


2/5 dell'antica citt, la

oltre

avevano

ivi

splendide

qua-

383
le,

PON
essi

eccetto
legno,
s

tetti e le

in

si

pere conservata

formavano un

collegio,

prima di quattro membri,


poi di otto, indi di quindici, dei quali otto avevano
il

intatta,

che la risorta con le sue strade Pompei,


e pubbliclie piazze, coi suoi templi, presenta lo spet-

titolo

di pontefici

mag-

giori, sette di pontefici

tacolo meraviglioso di una antica citt greco -italica.

nori:

mimaggiore fra essi era detto pontfex maxmus.


il

Pompei aveva un

circuito

pontefici

regolavano

le
i

ovale, elle si estendeva per pi di 3800 passi, chiuso dalle cosi dette mura ciclpiclie nelle quali si tro-

cerimonie, ne spiegavano
misteri, giudicavano

e de-

cidevano su le controversie che sorgevano in questa


i presiedevano materia, del circo, del teagiuochi

vavano otto porte,


si

di cui

conservata specialmente la porta di Ercolano, die

tro,

conduce
citt
cri
.

dal

sobborgo

in

davano in onore

dell'anfiteatro, che si di qual-

per la

via dei sepol-

Aveva

inoltre quattro

che divinit, venivano considerati come persone sacre


e,

piazze del mercato: forum


civile, forum trianguldre, forum nundinarium [il mer-

avevano
Per

nell'ordine delle dignit, la precedenza su

tutti gli altri magistrati.


il .sommo pontefice era una contamdnazione la vista di un cadavere e, quan-

cato delle erbe, al quale era congiunto, verso il nord,

VOduml, forum hoarum. Il suo anfiteatro poteva contenere 30.000 persone.

Le

importantissime scoperte rivelano la vita privata fin nelle particolarit pi minute, perch nessun altro
luogo ha,

do l'imperatore Augusto, che aveva assunto anche il titolo di pontifex max-

mus

fece l'orazione ai fu-

nerali di Agrippa, ebbe dinanzi a s un velo, che

come Pompei,

le

abitazioni private degli antichi, coi loro mobili e con


le

gl'impediva di vedere davere.


II

il

ca-

nome
per

pontfex

si

volle

loro suppellettili.

derivato
co,

da

pons
certa

fa-

Pontfici

[Pontifices] erano sacerdoti ai quali era affi-

una

auto-

rit

data la direzione generale deUa religione e del culto:

e vigilanza che, anticamente, i Pontefici avreb-

bero esercitato su la custo-

POP
dia
dei

384
ponti della citt.

Giunne, fu fulminato da
Giove.

Pi verosimilmente per da ritenersi clie la forma pi antica debba essere


stata PotfesG [pot-facere potis facre sacra] e cbe

Prpora

[purpra]. La pornaturale per tingere pora le stoffe si ricavava dal

sugo di una conchiglia


[murex], in officine destia questa industria. Il sugo di questa conchiglia

abbia indicato, invece, la


loro

autorit

nell'esercizio

nate

del culto.

Presidente del collegio dei pontfiees era il pontfeoo maxmus il quale era eletto a vita dai comizi tributi fra coloro che ave-

dava
il

oltre il rosso, che era colore pi apprezzato e


il

pi diffuso,

nero,

il

nero-

turchino, il violetto. L'arte di tingere la


dev'essere
stata

lana

vano sostenute
ri

le

maggio-

antichis-

dignit curli. Da Augusto in poi, questa carica

sima, perch se ne ha gi menzione nei poemi omrici.

veniva comunemente affidata all'imperatore da un


decreto del Senato.

I Fenici

si

ritenevano
i

gli

Le attri-

inventori e

pi abili

co-

buzioni del pontifex maxlimitavano, in gran alle esecuzioni delle parte, deliberazioni prese dal colsi

mus

noscitori di quest'arte; oltre che a Tyro, citt

ma
fe-

legio

dei pDntefci.

nicia, v'erano tintorie importanti a eo, a Lissa, a Taranto, a Siracusa e in

Ppa
deva

[Popa]
il

ministro

dei

altre citt marittime.

sacrifi,zi,

quale provve-

I generali trionfanti, a Eo-

al fuoco, al vino, all'acqua, all'incenso, al tritello

ma,
piota

portavano

una

toga

conduceva
lasciando

salato, ai vasi sacri, la vittima al-

l'altare, e le

dava
il

cbe
col

il colpo, cultrarus

purpurea, e gl'imperatori indossavano un mantello di porpora e una toga pure di porpora, con ricami ricchissimi.

scannasse
sacrifizi la

coltello

dei

Prtorio

vittima colpita.

Porfirine [Porphjrrion] uno


dei Titni, figlio di Urano e di Ga clie, avendo ten-

[portorum] dicea Eoma, il" dazio che vasi, si riscoteva per le esportazioni
e le
le

importazioni.
sogec-

Tutte

merci erano
questo
dazio,

tato

di

usare violenza a

gette a

<

"l

" "

'

/,

385
cetto le cose necessarie al viaggio e quelle che appar-

POS
contro
il i

adirato
fin

Troiani,

da quando
il

re

Laome-

tenevano

al fsco e

aUe autotassa mi-

rit militari.

La

nima era

del 2

[quadragesima}

sul

per cento valore

della merce, la pi alta era del 12 per cento lodava];

in

Sicilia

si

riscoteva
[vigesma].

il

5 per cento

quale egli con aveva costruito le Apollo mura di Troia, aveva ricusata la mercede promessa. Perci egli mand a tormentare quel paese un mostro marino, che fu ucciso poi da rcole.
dnte, per
Si diceva che avesse creato
il

Portnno

[Portnus]
il

detto

anche Palmone,
crta, figlio di

nome

cavallo e insegnato agli

sotto cui fu venerato Meli-

ino

[v. Ino].
il

uomini a guidarlo. Spos Anfitrte, da cui ebbe il


figlio

Era, presso
dio
dei

Eomani,
{^ortus

Tritne.

porti

In

Grecia,

ebbe culto

porto].

Pilo,
[no(yst.Saiv],
figlio

Poseidone
di

Crno e di Ea, e fratello di Zeus e di HpPlutne]. Quando Titni furono abbattuti da

suU'istmo di Corinto [ove si celebravano in onore suo i giuochi istmici], e a

Micle

[nell'Asia
il

Minore],

des

ove aveva

suo

tempio

Giove, nella

divisione

del

dominio, Poseidone ebbe la signoria del mare, nel quale ha la sua reggia.

principale. Gli era sacro il cavallo, il delfino e il pino; nei sacrifici, gli si offrivano
tori neri, cinghiali e arieti,

A Eoma,
e,

il

dio

armato del

tridente, col

identificato

Nettuno fu con Poseidone


il

onde,

quale solleva fragorose le che inghiottono le

per la sua' attinnza col

cavallo,

ebbe

nome

di
lui

navi, e fa tremare il suolo e spezzare le rupi. Ma

Neptunus Equester.
era

dedicato
e
si

un tempio
in

quando, coi suoi cavalli impetuosi, dalle unghie di bronzo, percorre il mare, questo diventa calmo e
tranquillo.

e un'ara nel Circo Plaminio,

celebravano

una nave, ogni anno, le feste Consuala [v. Ludi\


nel Circo Massimo.

Odiava Ulisse, perch gli aveva accecato il figlio [il ciclope Polifmo], ed era
25

Posllipo
villa

[nauaiXTCov]

una
che,

della

Campania

per la salubrit del clima

Stano, Dizionario di miti

e leggende.

POS

386
la

sizione,
ai

e per l'incanto della sua pofaceva cessare gli

Stazioni per pernottarvi, aldistanza di un giorno


di

affanni e ridonava la salute

cammino

l'una dall'altra

malati
XuTTT)

[ttkiSco

fo ces-

sare,

affanni].

e in luoghi molto abitati e frequentati. In esse si

L'imperatore Augusto l'ebbe per testamento da Vedio PoUine. Posta. Gli anticbi non ebbero la posta organizzata per uso dei cittadini privati.

tenevano sempre pronti


valli,

ca-

muli, carri:
i

corrieri

cambiavano

cavalli
e
si

ad

ogni stazione,

porta-

vano

dietro i loro bagagli. Sulle strade secondarie, si

L'imperatore Augusto, per rendere pi facile la comunicazione fra le province, istitu dei corrieri e, pi tardi, delle vetture cKe,

tenevano sempre pronti i cavalli per i viaggi straordinari.

Per

lo pi militari

congeufficiali

dati facevano
,

da

in posti e a distanze fsse, lungo le vie militari, ren-

di posta, ai quali spettava


la cura delle operazioni postali;

devano

possibile,

e relatila

questi poi erano sotto

vamente agevole,
nicazione degli
ti

comuavvenimen-

la direzione di ispettori stra-

di ogni provincia. Per questa specie di posta [cursus puhlcus'] serv solaaltri
i magistrati o personaggi polinon fu mai a ser-

pagavano

ordinari. I viaggiatori non la posta, le cui

spese erano sostenute daUe province o dai magistrati


citt; ma non di rado, dall'imperatore Adriano in

mente per
per
tici,

deUe

ma

poi, le spese della posta fu-

vizio

Coloro
zati

dei privati cittadini. cbe erano autorizservirsene,

rono

addossate

all'erario.

Ai

vano
scritta

una
il

portaautorizzazione

militari congedati si concedeva di viaggiare per la

posta.

[diplomai, la quale

conteneva
rata
del

nome deUa
le

Pranzo. [V. PasW]. Precni [praecones] dicevansi,

persona autorizzata, la duviaggio, zioni per le quali doveva passare ed altre simili indicazioni.
sta-

a Eoma, i banditori di ogni sorta, e specialmente


quelli delle aste e degl'incanti.

Lungo

le strade le

Oltre

banditori

privati,

militari, erano stabilite

che assumevano varie spe-

3(a:^^.?*ir

wv V
"^

387
eie di
i

PEE
Liternum, Suessula, Voltur-

commissioni, vi erano banditori dello Stato, i

num.
Prfiche
prezzolate
[praeficae] che, nei

quali

comunicavano ad alta

donne
cortei

voce le notificazioni oraK


nei comizi, nei giudizi, nelle esecuzioni capitali, in cui

funebri, con ogni dimostrazione di forte dolore, intoin onore del

pubblicavano

motivi della

pena, nell'avviso delle sedute del Senato, nell'invito agli spettacoli, nei quali

navano canzoni laudative morto [nemae


mortuariael.

Prerogativa
si

proclamavano
nelle
si

vincitori.

disse

la

[praerogativa] centuria della

IsTerone,

sentazioni,

sue rappreserviva di
i

praecnes
principio.

illustri,

quali

dovevano invitarlo a dare


Prefettura [praefectura] era ogni citt d'Italia cbe non

che daUa sorte designata a dare, per la prima, il voto nell'assemblea. Spesso il voto di que-

prima
era

classe,

sta

centuria soleva essere

definitivo,

centurie,

perch le altre per lo pi, ne

aveva una magistratura


giudiziaria propria,

seguivano l'esempio.

ma

ri-

ceveva da

Eoma un ma-

gistrato per l'amministrazione della giustizia [praefectus

Pretsta [praetexta] era, presso i Eiomani, una toga orlata di una lista di porpora, che adoperavano i magistrati e i fanciulli fino al giorno in cui assume-

iuri

90 av.

lifel dicundo]. Cristo la lex Julia

concesse

tutte

le

citt

d'Italia di diritto latino la

vano la toga vi'Uis. Prto [Praetus, V, 238]


di di

figUo

piena cittadinanza, e d'allora le prefetture goderono anch'esse dei pieni diritti,

Abnte,
Acrisio.

fratello gemello

Scacciato

dal

fratello

continuarono a esser chiamare prefetture per una consuetudine tradizionale del nome. Le antiche prefetture, che si trovano ricordate comu-

ma

ripar
in

dal trono di Argo, presso lobate, re

della Licia, dal quale ebbe isposa la figlia Stene-

ba, e fu da lui ricondotto con le armi ad Argo. Acrisio

conserv

Argo,

Preto

nemente,
Capila,

sono:

Arpmum,

ebbe Tirinto.

Cumae,

Cdsilinum, Caere, Formae, Fundi,

Pretre

[praetor]

strato che

il magiva innanzi [praeo

:;^:i'."):

PRE

388
vado
innanzi]
fu,
.

in

presiedere gli spettacoli

origine,

un

titolo

dato ai

consoK e al dittatore. Ma quando, nel 366 av.


Cristo, per le leggi Lienie-Sstie al consolato fu-

ApoUinri, Circnsi, Megalnsi: ufficio che fu il solo conservato al pretore, sotto


gli imperatori, da quando l'ammiTis trazione deUa giu-

rono ammessi anche i plefu af&data l'ammibei,


nistrazione
della

stizia fu, in gran parte, affidata al praefctus urbis.

giustizia

magistrato, il praetor, carica riservata dapprima soltanto ai patrizi,

un nuovo

L'et prescritta per questa magistratura era di 40 anni,

mente,
tori,

alla

quale per,

dal

bisognava, generalaver sostenuta la carica di questore. I pre-

338 in poi, furono ammessi, anche i plebei. Da principio, a Eoma vi


fu
al solo pretore, della 1 guerra puperiodo nica [264-241 av. Cristo] si

come

consoli,

en-

travano in carica alle Kalendae di gennaio,


vi

du-

un

ma

ravano un anno

e, alla fine

deponevano la dell'anno, carica e giuravano di averla


amministrata con
giustizia.

istituirono

pretori: il praetor urhanus, che decideva le questioni fra cit-

due

In

origine,

le

insegne del

tadini romani,
tor

il

prae-

pretore erano la toga praetexta, la sella euruis e i


littori:

peregrmus, cui era affidata la trattazione deUe cause fra cittadini romani
e forestieri.

due- in

citt

e sei

neUe province.^ Pretoriani [cobortes


toriae] erano
dati,
i

praecorpi di sol-

Il

numero

dei pretori creb-

be nell'et posteriore: furono 4 dopo la conquista


della

tore

istituiti daU'imperaAugusto, nel 9 av. Cristo, per la sicurezza d'I-

Sardegna Cristo], 6 dopo


[180 av.

[237
la
leso

av.

talia.

Erano

uniti in coorti
cavalieri, e

Bae-

di

1000 uomini ciascuna,

ha

tempi a 10
Cesare, rone.
Il

Cristo], 8 ai di SUla, giunse fino ai tempi di Giulio

cosi fanti

come

e a

18 sotto Ne-

ripartiti in centurie, sotto il comando di centurioni. Tre deUe coorti stavano a

Eoma,

le altre

cinque erano a

pretore urbano, inoltre, aveva l'incarico di ordinare

distribuite nelle altre citt


d'Italia

intorno

Boma;

389

Ebbe cinquanta
figli,

vm
dei

ma Uberio le ritir tutte Eoma e destin loro un,


mura
Esse
della

quartiere speciale presso le di cinta [castra prae-

quali 19 da Ecuba, e molte figlie. I pi noti sono: Ettore, primogenito; Pride o Alessandro, secondogenito; Defobo, leno, Trilo, il pi giovine; Laodice, cbe fu moglie di Elicane; Crusa, cbiB

tora'].

formavano
guardia

il

corpo

imperiale,

avevano uno stipendio annuo di 720 denari [il denarus corrispondeva a 88


centesimi], mentre i legionari ne ricevevano 225, e

fu moglie di Enea;
la
i

Polissena, Cassandra.

Quando, per

fine

della

servivano per 16 anni; invece i soldati delle legioni erano obbligati al servizio di 20 anni. Le coorti pretoriane furono
poi abolite dall'imperatore

Greci entrarono in citt, egli era raccolto con la moglie e le

guerra di Troia,

figlie

presso Tara di Giove;


il figlio

vide cadere
traftto

Polite,
fi-

da Keottlemo,

Costantino,
se
i

il

quale distrus-

glio di Achille; lanci allora, irato, la lancia contro l'uc-

castra
il

erano

praetora che covo di continue

cisore

e fu ucciso da

lui.

rivoluzioni militari.

Pripo [Pripus, Ilpicazoq, IX, 347] figlio di Dioniso


fertilit

Priamo
figlio

[Primus, XIIT, 1]
di

Laomednte

e di

e di Afrodite, era dio della dei campi e degli

suo

Strymo, fu re di Troia: il nome era Podrce [tco-

armenti:
la la

come simbolo

deldel.

= TToScxy;? = pie' ve^OLgxiic,


ma

potenza generatrice

quando Hesione, andando sposa a Telamne,


loce];

natura, tato con un

era rappresen-

enorme mem-

lo riscatt dalla servit di

Ercole [v.
se
il

JSJrcole'},

egli pre-

bro genitale, e le sue immagini erano poste specialmente nei vigneti e negli orti.

nome

riscattato
pro].

Priamo, il com[uplaiixi

di

Gli

si

dell'orto,

offrivano le primizie latte, miele, ca-

Da una prima
sbe, fgHa di

moglie ArMrope, ebbe


prese
in
figlia di

pre, asini, ecc.


i

Aveva

culto

specialmente a Lmpsaco;

saco;
nioglie

ma

poi

Eomani

lo identificarono"

cuba,

Dy-

col
lit

dio italico

della ferti-

ninte o di'Cisso.

Mutmus.

PEI

390

Pritaneo pPrytanuni]
Tavig
edifzio

[Ttpu-

to

era loro

concesso VimKell'et
si

presidente]:

un

perum

consudre.

di Atene, ai piedi

imperiale,
tori delle
rie,

chiamavano

dell'Acrpoli,

ove

si

mante-

procnsoli tutti

nevano, a spese dello Stato, gli ambasciatori e i cittadini benemeriti.


Il

i governaprovince senato-

va una gran

Pritaneo di Olmpia avesala per i ban-

anche se non avessero mai esercitato il consolato. Prcri [Procris. VI, 682] figlia

chetti, ai quali venivano invitati i vincitori dei giuo-

Cfalo,

di Eretto, moglie di che la uccise nel

bosco, credendola
[V. Cefalo].

una

fiera.

cbi olimpici.

Prcne pProcne
428]
jGlglia

e Progne, Yl,

Procrste [Procrustes]
stenditore

lo

di

Pandone e di

Zeusppe, sorella di Pilomla, spos Tero e fu mutata in rondine. [V. Filomela].

xpot

xpot

= percuoto, upo= distendo] era Da-

[up

innanzi,

maste o Polypmone, un ladrone dell'Attica, il quale


aggrediva i viandanti e fi stendeva su un letto: se erano pi corti, li stirava per allungarli, se pi lunghi, ne recideva la parte sporgente. Fu ucciso da
Teseo.

Procnsole

[proconsul] dicevasi in origine chi, avendo gi esercitato il consodel


al

lato, era incaricato di tener

luogo
colui

oppure quale Vimperum


console,

consudre

era

stato

pro-

rogato

di

un anno. Ma

repubblica,

quando, verso la fine della crebbe il nudelle

Procurzio chiamavasi, a Eoma, la cerimonia rehgiosa in cui, per mezzo di espiazioni e di sacrifci, si
di allontanare il o la minaccia di pericolo sciagure preannunziate da prodigi o da straordinari

mero
rica

province, ogni console che usciva di ca-

cercava

doveva assumere, col


di proconsul,

nome
vincia.

l'am-

ministrazione di una pro-

pi

tardi,
i

si

fenomeni

goproeonsules vernatori delle province, fossero essi stati innanzi


consoli o pretori, dal momento in cui dal Sena-

dissero

come naturali, di sangue terremoti, piogge e di pietre, e altri avvenimenti spaventevoli.


[TTposSploc]
il

Proedria
si,

diceva-

in

Atene,

privilegio

391
onorifico di

timamente
congiunti
la vita di quei

PEO
con

assistere

alle

rappr es entazioni

teatrali ,

le varie manifestazioni del-

occupando

me

file,

i sedili deUe privicini all'orchestra

popoK.

In Grecia.
Oltre i sogni e gli oracoli, nei quali si rivelava la volont degli di, le principali forme di profezia, presso i Greci erano:

[Tcp

innanzi,

sSpa

sedile].

Questo onore era concesso


ai

generali,

ai

sacerdoti,

agli

ambasciatori stranieri,

ai cittadini di citt amiclie,

La

InTeckomanza

agli orfani dei cittadini ca-

duti sul

campo

di batta-

glia e a tutti coloro che lo Stato riteneva degni di

morto] legata al culto deg eroi o di altre divinit indigeti. 'Nel tempio di Asclepio, in Epiduro, per
ottenere la profezia divina

[vsxp?

un particolare onore. Profano [profnus] colui

che

fuori dal tempio

innanzi, dicevasi

tempio] fanum chi non era inimisteri


eleusini.

[joro

che insegnasse a guarire i malati, si soleva dormire su la pelle delle vittime.

La Cbesmologa
d

[xpocoi

ziato- nei

oracoli, xpy]G[i6c,

or-

Kell'accogliere
seliti,
si

nuovi proadoperava la f or,

colo] in cui la rivelazione avveniva per bocca di una

mola

iyproGul este, profani,

f avete linguis

creatura umana, per lo pi donne. Messe in uno stato


di estasi violenta, provoca-

Profeza
i

[divinatio].
i

Presso
popoli

Greci e presso
fra
tutti

Eomani,
i

ta

comunemente da
ecc.,

influssi

come

fisici,

da emanazioni

ter-

antichi, era diffusa la credenza che certi uomini pos-

mali

pronunciavano

sedessero, concessa dalla divinit e non procurata con


l'intelUgenza, la facolt di

parole che, unite poi in sentenze dai sacerdoti del


santuario, venivano appli.cate alle domande fatte. Il dio di questa specie di profezia era Apollo, di cui l'oracolo pi celebre era a Delfo.
]Srell 'oracolo

conoscere il volere degli di e di predire quindi il futuro. Quest'arte di predire il futuro [(jiavTsCa divinatio] dette origine a

di
si

Argo,

la

sacerdotessa

eccitava al-

un gran numero
di istituzioni,

di riti e

che sono in-

l'ispirazione, col le vittime.

sangue

del-

PRO
I^ell 'oracolo

392
di Claro, nel-

indizi
di
si

Minore, presso Colofne, vaticinava un sacerdote, il quale entrava


l'Asia
nella

della volont degli traevano dal tuono,

briato

grotta sacra dai Vapori

e,

ine-

dal lampo, dall'arcobaleno, dall'improvviso apparire del Volo di un'aquila, un nibbio, un airone: uccelli considerati come messaggeri

acquei

elle gli

dava
so

l'esaltazione, le risposte in versi.


la

davano

A Ddima, nella Caria, presMilto,

degli di dell'Olimpo. Altra fonte da cui si pote-

sacerdotessa

vaticinante bagnava l'orlo della veste e i piedi nella


fonte,

vano attingere indizi del volere divino erano le ecclissi solari

e lunari, le co-

rando i ne esalavano.
segno:

eccitava, aspivapori irritanti cbe

si

mete, tempeste,
fluviali,

le

stelle
gli
il

cadenti, le

allagamenti
e
i

movimentjo
esalazioni,
i il

La Sematologa
CT7](xaiv6i

[otj^oc

=
se-

l'odore

delle

il

gnale] in cui la rivelazione del volere del dio si aveva,


riori

ragni, le lepri, e specialmente

serpenti,

canto,

il

modo
si

volo, il di posarsi
so-

studiando alcuni segni estecbe svelavano il pensiero

degli uccelli,

prattutto

ai quali attribuiva

una
dal-

divino.

IsTell'oracolo

Olimpia,

Giove, sacerdoti J-

di

in

natura misteriosa. Vaticinii si traevano


delle
[Espv

l'osservazione delle viscere vittime,

midi

vaticinavano con
e
delle

l'osservazione deUe vittime

LspofzocvTsia

uccise

apparizioni
il

do

con

vittima], dal mocui ardevano le

avvenute durante
fcio.

sacri-

fiamme nei
(i,avTia [TTup

=
o

sacrifci, Trupo-

In quello di Bodna,
l'Epiro,
delle
la

nelsi

l'osservazione

predizione
delle

getto posto
galleggiasse

fuoco], daldi un, ognell'acqua: se

ricavava dal
fogKe
sacre,
cini.

movimento
querce
della

andasse

dal mormorio

fondo, o dalla forma deUe ondulazioni che pr duce-

fonte e dal suono dei baDelo, si traevano gli augurii dal susurro delle frondi dell'alloro sacro.

va una pietra gettata


l'acqua,

nel-

Presso

[{iSwp acqua], dalla forma della mano e delle sue linee,

SpofjiavTsCa

%stpo(/,avTia

[xstp

m^^

393
no].
ci,

PEO
cia,

Anclie presso i Greera coraune il costume


il

conservati nel tempio

di

trarre

vaticinio

per

Fortuna, sui quali erano incise alcune lettere


antichissime,
si

della

mezzo

del crivello, xoaxtcrivo[xavTSLa [xcjxivov Si appendeva un vello].

con

quelli

dava

la risposta.

Cre vi erano baston-

a uno o a pii fU mentre si faceva girare, e, si pronunziavano pi nomi: quello elle si pronunziava
crivello

simili: mentre venivano mossi, ne cadeva qualcuno dal fascio, e l'iscricelli

nel

momento in cni si fermava il crivello, era il ricercato.

In

Roma.

Quando a Boma avveniva qualche fenomeno straordinario


della

zione che si trovava in esso serviva di predizione. LrBEi Sibillini [libri sibyllini] erano i libri di profezie [tre o nove] scritti in greco, che Tarquinio il

Superbo
dall^i

aveva

comprati
nei
trosi

natura

inani-

Sibilla
si

Cumna,

mata

[portentum]

del

quali

credeva che

mondo animale

[prodi-

vassero

gmm], si temeva che esso preannunziasse qualche


sventura. Allora, per allontanarla, si riteneva necessaria un'espiazione
ratio].

i responsi e le predizioni intorno ai pi importanti avvenimenti dello

Stato.

Questi
vati

libri

erano conser-

I
e

mezzi usati
dallo
di,

[prcudai

una volta

privati

Stato
erano:

per
le

placare gli

CampidogKo, in del tempio di e riposti in una casGiove, setta di pietra. Quando,


sul

preghiere, le processioni, i sacrifci solenni, i banchetti

deg di llectisternum] e altre simili cerimonie reUgiose.

neU'84 av. Cristo, furono distrutti da un incendio, delle massime che generalmente si conoscevano se ne fece una nuova raccolta.

La divinazione pubblica

si

Da Augusto
libri

in poi, questi

divideva in quattro specie: sorti, Kbri sibillini, aruspicii,


augurii.

furono riposti in due stipi di oro, nel tempio

Sorti

[sortes].

Un

ragazzo,

dell'Apollo Palatino, sotto la base della statua di

di Prenste, traeva certi rami di quernell'oracolo

Apollo. La custodia

l'interpre-

Vj

PEO
tazione
dei
libri

394
sibillini

folgore,
si

il

luogo colpito
tutto
all'in-

era affidata al collegio dei Saeerddtes Sibyllmi, prima

chiudeva,

due, poi dieci, poi quindici


[duumviri, decemviri, quindecemvri sacris faeiundis].

un parapetto simile a quello di un pozzo,


torno, con
re.

aperto nella parte superioPerci si clamava putal

Aetjspcii [Jiaruspicia} i vaticinii che gli arspici


[Tiaruspicesl, sacerdoti etrn-

{j)utus

pozzo],
s

dal sacrifcio, cbe


di
si

faceva,
bidental

una pecora
diceva

di

due anni,
dalla
di

scM

introdotti poi a

Eoma,

anche

traevano daUe vittime cbe sacrificavano. Ke esamina-

[bidens

=
fila

vittima

doppia
denti].

compiuta
i

vano specialmente
il

il

fegato,
i

cuore, la milza e
Si

pol-

AuGEn
cinii

[auguria]

vati-

diceva cbe, nel in cui fu ucciso Cegiorno sare, non si fosse trovato il cuore in due vittime immolate.

moni.

che alcuni sacerdoti

detti uguri [augures] traevano principalmente dal volo degli uccelli [avis =
uccello].

Quanto

all'etimologia,

il

arspice si pu avvicinare a spocrxTTot;: colui

nome

Per prendere gli auspicii, si divideva in due parti uguah

uno

spazio,

in

corrispon-

che osserva le viscere vitdelle vittime [lepv

tima,

(jxETCTOfxai

osser-

denza della volta del cielo, mediante una Hnea da oriente a occidente [decu-

vo]; secondo altri, invece, esso si riconduce ad Jiaruga Jiosta, vittima e

= = specio

osservo.

Un'altra
delle
tora.

occupazione
ars

de-

gli arspici era l'espiazione

folgori:

fulgura-

mdnus] e poi ciascuna deldue regioni si suddivideva in due parti uguah per mezzo di un'altra linea [cardo], tracciata da nord a sud, perpendicolarmente al decumnus. L'ugu;re,
le

Quando una folgore colpiva un luogo conosciufaceva un'espiazione:


dal ful-

Eoma, prendeva

posto

nell'intersezione

delle

due

to, si
il

terreno colpito

linee [decussis], rivolto verso sud, in modo da ave-

mine veniva raccolto e sotterrato con un masso di


pietra focaia, simbolo della

re a sinistra l'oriente e a

destra

l'occidente,

poi-

ch l'auspicio era favore-

395
vole
tati
te,

PKO
per queste osservazioni, era un luogo elevato, che avesse un vasto orizzonte:

quando

segni aspetdall'orien-

apparivano

in

lo

l'aggettivo smisf^r nelstretto senso religioso,


i

in citt gli auspica urba-

Eomani, significava. per prospero, felice . Se in italiano l'aggettivo

na

prendevano dall'fjwguracMum, suUa rocca. Il


si

sinistro

avverso ,

sinonimo di ci da attri-

tempo dell'osservazione era comunemente verso mezzanotte,

cielo

sereno,

buirsi alla derivazione dalla

quando

l'aria

non era

agi-

costumanza della Grecia, ove l'indovino prendeva stando rivolto l'auspicio


verso
perci
cine
si
il

tata dal vento.

Dopo aver
e la
deter-

compiuto
preghiera,

il

sacrificio

l'augure
coi

nord, e avendo destra l'oriente, riteneva sempre il

minava,

suo
,

bastone

ricurvo llituus] lo spazio [templum'} nel cielo e su


la terra, entro il quale intendeva istituire le sue os-

punto
segni
clie

felici.

donde movevano i Del resto, an-

Eoma

s'introdusse

servazioni.
zio,

In questo spail

questo significato, e anche

presso scrittori
deoeter

romani

vuol

dire

fausto,

suo padighone [tabernaculum] che era chiuso all'intorno da

innalzava

prospero, felice . Di alcuni uccelli [oscmes]


si

uno steccato
sola uscita.

di pali, lance,

tavole e tele, e aveva

una

esaminava

il

canto [cor-

Quindi sedeva,

vo, cornaccliia, civetta, piccliio, gallo], di altri \_alites'\

col capo coperto; e, secondo la disciplina etrusca, te-

si

osservava

il

volo

nendo

lo

sguardo

rivolto

avvoltoio]. L'auspicio tratto dal volo


[aquila,

verso mezzogiorno, in modo da avere alla sua sinistra


l'oriente,

degli uccelli \signa ex avibus] era la forma princi-

cio

la

regione

pale dell'osservazione degli


uguri;
del

deUa luce e della fortuna, e aUa destra l'occeleste

ma

indizi essi trae-

cidente,

la

vano anche dai fenomeni


cielo

delle tenebre e

regione celeste deUa sventu-

e specialmente

[signa ex eoelo] dai lampi,

il cielo,

ra, osservava attentamente nei limiti del tem-

dai
Il

tuoni,

daUe
che
si

saette.

plum,
segni.

ne

aspettava

posto,

sceglieva

PRO
Gli auspicii

396

dovevano

farsi

in perfetto silenzio: osservati i segni, l'augure ne

scarpa, lo [signa ex

starnutire,
diris'].

ecc.

Il collegio degli

uguri era

faceva
elle
i

la

comunicazione
nuntiato
se

stato formato da IsTuma,

il

dicevasi

segni erano obnuntiato se

favorevoli,

erano

av-

quale aveva aggiunto due sacerdoti ai tre [uno per ciascuna trib] che aveva
scelti

versi.

Eomolo. Pi tardi
a
nove;
quindici,
sedici.
Siila

fu
li

Un'altra forma di auspicii era tratta dai polli a cui era dato da mangiare il beccliime

portato

port a Cesare a
L'ufiBlcio

Giidio

[auguna

Il curatore

pullara]. dei polli sacri

sava
essi

degli uguri cessolo con la morte:


la
tra-

Ipullarius}

ne teneva alcuni

indossavano

giovani, cMusi in una stia: se, mandati fuori da essa,

ba, una toga con liste di porpora, e portavano il


lituus,

correvano ad
il

verso

cibo

ali aperte gettato loro

un bastone
degli

ricurvo.

[offa putis] e

vano
rio

ne mangiaavidamente, l'auguse inpolli

uguri, ius augurum, si conservava in alcune opere scritte.

La

scienza

era favorevole;
i

Prometeo
^7]Q\S(;]

vece

non volevano

[Pronietlius, IIpoche riflette colui

mangiare, n abbandonare ne uscivano svoo di volo, l'augurio gliati era sfavorevole, e si temela stia, o

prima
fletto

[Tcpo-{i,av0v6)

ri-

prima] era
oceanina

un

titano,

nato
ninfa

da Gipeto

daUa

va allora qualche sventura. Dai privati si solevano trarre indizi anche da altri segni
minori, come per esempio, se un cane, una volpe o altro

fratello di Atlante, di

Clymne: Me colui
il

nzio e di Epimteo,

che
[Itti

riflette
-

dopo

fatto

(xocvGvco

rifletto

animale simile, correnstrada

dopo]. Egli fu accusato di tre col-

do, passava per la

pe
1*.

principali:

dinanzi a qualcuno [auguna ex quadrupedbus}.

Quando

Titni, nella

Segni di cattivo augurio ritenevansi l'incespicare, l'urtare con


gersi di

un

piede,

il

frandella

guerra contro Giove, furono vinti dal dio, Prometeo, per ingannare Giove e gareggiare in senno con
lui,

una correggia

ucciso

un

toro,

ne

fece

397
due muccM: uno, formato
dai pezzi migliori, chiuse nella pelle, e vi sovrappose lo stomaco del
toro, ch'era
il

PEO
Giove stesso, il quale volche suo fgKo [Ercole] acquistasse, con questa im-

lo

rin-

le

presa, maggiore gloria.

pezzo magdal-

Promteo

[il

preveggente]

giore; l'altro, composto le ossa, lo spalm di grasso, e Il

ne propose a Giove la
dio,

scelta.

ingannato,

rappresenta la potenza del pensiero umano, che insorge audacemente contro la forza divina, mentre Epi-

scelse il

mucchio peggiore.

mteo

[colui che riflette

dopo

Giove, sdegnato per questo inganno, tolse agli uomini il fuoco; ma Prometeo glielo ritolse [ questa la 2 accusa] e, nascostolo in

il fatto]

raffigurazione deUa dappocaggine e dlia

una

stoltezza nell'uomo.

Promtide [Promethides,

I,

390] Deucahne, figUo di

una canna,

lo

riport

Promteo. [V. Deucalione].

uomini. Secondo scliilo, Prometeo avrebbe tolto il fuoco, non gi a Giove, ma a Efesto.
agli
3^.

Prnao

[Tipvao?] era l'atrio di ingresso nei templi [Tcp

Secondo una tradizione

diffusasi pi tardi,

ma ignoscbilo,

tempio]. Prnuba [pronuba] dicevasi, presso i Eomani, la matro-

= =

innanzi,

vcnq

vscb?

ta a Esiodo e a

na che assisteva una sposa,


nei giorni delle nozze: ac-

Prometeo form l'uomo con


terra e acqua, dandogli l'aspetto simile agli di. Giove,
irritato

compagnava

sposa, la conduceva, dopo il convila

per queste empiet,


fra
gli

t, al lectus genidlis, le fa-

uomini la funesta Pandra [v. Pandora], e ordin a Efesto che incatenasse Prometeo su una rupe del Caucaso. Quivi un'aqidla gli rodeva ogni giorno il fegato, che rinasceva durante la notte. Questo supplizio dur finch Ercole uccise con una

mand

ceva

animo,

e
i

istruzioni circa

le dava nuovi do-

veri e la di
vita,

nuova condizione
nella

quale

essa

entrava con

le nozze.

La prnuba doveva avere una condotta irreprensibile e non essersi maritata che una sola volta.
Proptd
-

[Propoetdes,

X,
per-

freccia

l'aquila,

liber di

238-242] fanciulle di
tnte,

Ama-

Prometeo,

per

volere

in

Cipro

che,

r--^

PRO

398
Propretre [propraetor]
cMamavasi, verso la fine deUa repubblica, cM, avendo gi esercitato l'ufficio di pretore, andava a governare una provincia pretria, nella

duto ogni pudore, si prostituirono e, avendo negata


la

divinit

di Venere, fu-

rono cambiate in pietre. Propilei [TcpoTTuXaia] erano


piccoli

camente

spazi, architettonicaratteristici e di-

quale,

come
il

il

da pilastri, stinti, ch,e facevano da vestibolo ai templi e anche ai grandi


ornati
edifci

procnsole, aveva

pieno

potere

nell'anaministraziogiudiziaria. Avelittori,

=
i

pubblici e privati [vcp


ttijXt]

innanzi,

ne civile e va per 6

mentre

porta].

procnsoli ne avevano 12.

Splendidi erano, in Atene, Propilei, che davano accesso all'Acrpoli. Essi fu-

KeU'et dell'impero per


dissero propraetdres tutti

si
i

governatori deUe province


imperiali,

rono costruiti durante gli anni 437-432 av. Cristo, da Mnescbe, e costarono 2012
talenti
circa].

anche se non ave-

vano
erano

tenuta
i

mai
i

la

pre-

tura, mentre

proconsules

[12

milioni di lire
le

governatori

deUe

Fra

ali

dei

province senatorie.

si apriva una grandiosa gradinata di marmo: l'ala a settentrione faceva

Propilei,

Proscrizine [proscriptio] il decreto di bando, promulgato contro


personaggi.
illustri

e ricchi

Pinacotca, neva, fra le altre, le famose pitture di Polignto, con soggetti presi daU'IZmde e dail'Odssea.

da

conte-

Eu

introdotto

da Siila [contro 40 senatori e 100 cavalieri], e fu rinnovato poi dai triumviri:


Antonio Ottaviano Lpido
, ,
.

Propntide
mare

[Propontis]

il

nomi

anteriore

mare] mavasi il mare che oggi denominato Mar di


nanzi, TzvroQ

[np

dei proscritti veni-

in-

vano

incisi

su

tavole

ed
le
i

cbia-

esposti al pubblico; cosi

persone designate,
loro

come

Mrmara , cio il piccolo mare che, per mezzo dell'Ellesponto all'ovest e del

vano nanza e

figli e nipoti, perdeil diritto di cittadi-

tutti

loro beni,
fa-

Bosforo all'est, congiunge il Pontus Euxmus [mar Kero] al

che erano confiscati in vore dello Stato.


391]
figlia

Prosrpina [Proserpna, V,
di

mare Ego.

Crere e

di

399
Plutone, il nome che la dea Persfone ebbe in Eovi

PRO

ma, quando il mito di lei fu importato daUa Gre[V. Fersefone].

cia.

Prteo
II,

[Protus,

9]

veccMo

viveva

rEpoOs?, dio marino, nell'isola di Paro,

bene un oracolo avesse predetto che il primo che avesse messo piede su la terra troiana avrebbe trovata la morte, vedendo che nessuno dei Greci osava sbarcare, discese per primo daUa nave, e fu ucciso da Ettore.

presso l'Egitto, ove pasceva le foche di Anftrite.

Provincia

[provincia]

era,

parecchie altre divinit marine, aveva la virt


del

Come

vaticinio

e la

facolt

presso i Eomani, un paese fuori i confini d'Italia, soggetto al dominio romano e

di tramutarsi in

qualunque

forma.

da imposte fisse. Dapprima, a governare le


gravato
province, si nominavano appositi praetres, ma dopo, col crescere del nu-

Un giorno., mentre, dopo aver condotto le greggi aUa riva, riparava all'ombra delle rupi, fu sorpreso da Menelao, reduce da Troia, il quale, per consiglio di Idthea figlia di lui, lo costrinse a dirgli in qual
modo sarebbe potuto
tor-

mero delle province, vi mandarono i consoli e

si
i

pretori che uscivano di carica, prorogando loro Vim-

peHum.

Agli
si

ex

consoli
e

nare in patria, sebbene Proteo cercasse di liberarsene

[consuldres'} le province

affidavano
difficili

pi

non bene

pacificate

{^ro-

con varie metamrfosi. Secondo Euripide, Hermes condusse a Proteo, Elena, rapita da Pride, al quale lasci un fantasma di lei, si che Menelao, venuto da Troia a Proteo, riebbe da
lui la

vncae consularesl agli ex pretori l^ropraetores'] m. da-

vano

le pi tranquille [provincae praetorae].

Questi magistrati avevano

moglie.

grandissimo potere, perch riunivano l'autorit giuridica e la militare: duravail

Protesao

[ProtesUus] fifu uno degli Argonuti, e regn in Tessaglia. Prese parte alla spedizione contro Troia, e sebglio di fclo,

no in carica un anno, ma loro imperum poteva


essere

prorogato per altri

anni. Ogni governatore, la-

sciando

Eoma, conduceva

r
400
renaica e Creta, 13 Cilicia e Cipro, 14 Siria.
ISTel

PRO
seco

urL quaestor addetto all'erario, un certo numero di luogotenenti [le-

27 av. Cristo, quando

gdti] scelti dal Senato, cancellieri, vari altri ufficiali

Augusto

ebbe

Vimperum
i

uno

liors]

maggiore [codi amici pi intimi.

stato

proconsuldre su tutti sedimenti di Eoma,


se

posdivile

tra

se

il

Senato

Ogni provincia era amministrata secondo uno statuto


particolare [lex provincae}, compilato ordina-

province, ch'erano cresciute di numero: ritenne per s


quelle
stbili

meno

tranquille, che

avevano bisogno di mOizie


[provinciae

riamente dal generale che l'aveva sottomessa, con l'aiuto di 10 legati designati
dal Senato.

impera-

torae}, e

governo

af&d le altre al del Senato [pro-

vinciae senatorme].
i

Questo statuto stabiliva


confini
della

provincia,

la

Sotto Augusto, le province imperiali erano: 1* Spagna

suddivideva in distretti, e determinava i diritti e doveri di ognuno.


Il

Tarraconse, 2 GaUia,

3*

Siria, 4 Cilicia, 5 Cipro. Le province senatorie era-

governatore arruolava

le

milizie, riscoteva le impo-

no: 1 Africa, 2a Asia, 3 Eliade, 4* Dalmazia, 5 Ma-

ste
e,

ma non^
il

vectigalia
clie

per tutto ci
suo

non
lex

cedonia, e SiciKa, 7* Creta e Cirene, 8 Bitinia, 9

era contemplato
provinciae, finch egli
rica,

nella

Sardegna

Corsica,

10

editto, rimaneva in cail

rappresentava
il

co-

dice legale deUa provincia.

Spagna Btica. Provoczio [provocatio] era il diritto che un cittadino romano aveva di appellarsi
al popolo,

Durante

repubblica, le

periodo della province ro-

perch

gli fosse

abrogata una sentenza,


competente.

da-

mane erano
2 Sardegna

14: 1^ Sicilia, e Corsica, 3*

ta dal re o dal magistrato

Spagna citeriore, 4^ Spagna ulteriore, 5^ Illrico, 6* Macedonia e Acaia, 7* Africa, 8* Asia, 9^ GaUia Karbonse, 10^ GaUia Cisalpina, Ila Bitinia, 12a Ci-

Durante
provocatio

la
si

monarchia
faceva ai
fino

la

co-

mizi

curiati,

a
la

Ser-

vio Tullio : dopo, ai comizi


centuriati.

Dopo

cacso-

ciata dei re, l'autorit


il

401

Psiche,
doglio,

PS

vrana risiedeva presso tutto


popolo. Durante l'impero cess, naturalmente, la provocaUo ad populum e soltanto l'imperatore poteva, prima dopo la pubblicazione di una sentenza, concedere la
grazia al reo.
e

disperata
si

dal cor-

rivolse agli di, per ritrovare Cupido, e alfine os avvicinarsi a V-

nere, la quale,

dopo averla

maltrattata,

pena
figlio,

della

impose, in seduzione del


le

imprese superiori alle

forze

umane: distinguere

Psmate [Psamthe, XI,


318] figHa di Nereo e di Dride, con aco gener Foco.

separare, in brevissimo tempo, chicchi di grano da un

enorme mucchio; prendere

Psiche [TuxTj] era una principessa di cos stupenda bellezza, cbe se ne inna-

un

fiocco

di

lana

dorata

mor perdutamente
Cupido,
Psiche,
figlio
di,

perfino

Vnere.
l'oracolo

secondo
suoi

da alcuni montoni che pascevano su rocce inaccessibili; riempire un vaso d acqua nera, che scaturiva da una fonte custodita da
draghi furenti:
le

genitori, fu collocata sul ciglio di un'alai

dato

ma

Psiche

tissima rupe, donde Zefiro, la port in un luogo deliziosissimo, entro rifulgente di oro e di gemme. Quivi, fra allettamenti
e incanti invisibili,

tutte, col soccorso invisibile di Cupido.

comp

Alla

fine,

fu

costretta

un palazzo

discendere nell'Averno, per prendere, in una scatola, un po' della bellezza di


Prosrpina: ma avendo poi, contro il divieto, aperta la

Cupido

discendeva a notte a giacersi con lei, senza farsi vedere, e andava via la mattina per

non

essere scoperto.

Una
dolo

notte Psiche, veden-

addormentato,

ebbe

curiosit di conoscerlo;
di olio

ma

da un da cui profondo sopore, la svegli Cupido, con la punta di una sua freccia. Dopo queste prove d virt sovrumana. Psiche, per prescatola, fu investita

essendo caduta una goccia


pido si tan subito, rimproverando alla fanciulla la sua audace
curiosit.
26

lucerna. Cusvegli e si allondella

ghiera d Cupido, fu portata in cielo, dove, alimentata

con ambrsia e nettare, divenne immortale e and sposa a Cupido.

La
e leggende.

favola

di

Psiche non

Stano, Dizionario di miti

yf
PSI

'

402
quali
Stylus,
si

riate

che un'allegoria delle svatraversie e dei pro-

scriveva
ferro

un

con lo acumina-

fondi

travagli
[<]i\)X'h

dell'anima

umana

anima].

Psicomantio [ijJuj^OfAavTSLOv] era nn luogo in cui si evocavano le anime dei morti,


per interrogarle anima].
[^^xh

da un'estremit per incidere le lettere, e piatto dall'altra per cancellare e


to

spalmare di nuovo

la cera.

Erano
si

dette

cosi,

perch

potevano tenere in un
.

In

Italia

ve n'era uno nella

pugno {jpugnus] Pulvnar [pulvinar]

il

guansi

Campania, intorno al lago d' Averne. Pterelo [Pterelaus] era figlio di Tfo, re di Tafo, citt dell'Arglide, il quale fu tradito dalla figlia Co-

ciale o cuscino sul quale

collocavano le statue degli


di

nel

lettistrnio.

[Ved.

Lettistemio].

mte.

[V.

Comete].

Pteal [putal] parapetto simile a quello di un pozzo, col quale, a Eoma, si cingeva un luogo
stato
colpito

Pugilato [pugillatus] l'arte di combattere coi pugni


[TruytxTQ

che fosse
questo,

dal fulmine.

pugno], pratica-

Quando avveniva

ta, in

tempi assai antichi,


i

presso

Greci e presso gU EtruscM, e tenuta in gran-

che era considerato come un prodigum, si faceva una


espiazione: il terreno colpito dal fulmine veniva raccolto e sotterrato- con

de onore a Eoma, cos nel periodo della repubblica,

come

in queUo dell'impero.

un masso

di pietra focaia,

I pugilatori, per dare maggior gravezza al pugno, lo

simbolo della folgore, e il luogo colpito si chiudeva,


tutto
all'intorno,

avvolgevano con corregge di


cuoio, le quali, in

con un

tempo po-

steriore, erano munite di bollette di piombo o di ferro.

parapetto, simile a quello di un pozzo, aperto neUa parte superiore. Perci si

Pugillri
gillara]

[pugiUres e pupiccole tavolette

chiamava puteal [putus


;^ozzo],

dal

sacrifcio,

da scrivere, raccolte come in un quaderno, che si portavano come taccuino, for-

che

si

faceva, di
bidentl

una
si

pe-

cora di due anni,

diceva

anche
vittima

[bidens

=
fila

mate

di

spalmate

piccole di cera,

facciate

su

le

doppia compiuta di denti]


.

dalla

403

QUA

Q
Quadrante [quadrans]
neta romana,
di 1/4
clie

ny)-

Ordinariamente per, in
Grecia
si

valeva

preferiva

viag-

asse, cio tre delle dodici parti o once in cui


l'asse

un

era

diviso.

giare a piedi o a cavallo: l'andare in vettura, senza giusto motivo, era consi-

Quadriga [quadriga]
tiro lo

era

il

derato segno di mollezza o


di orgoglio.

a quattro cavalli [quel-

due
dei

cavalli

si

cliia-

Quadricjrio
era
il

mava
tanto

biga],

si

diceva

[quadrigarius] cocchiere che guidava

cavalli,

quanto

un

carro a quattro cavalli

del carro.

nelle corse del Circo.

La quadriga, cosi in Grecia, come a Eoma, si conserv


nella sua

Quadrigto [quadrigatus]un denarus, moneta romana


argento, equivalente a 80 centesimi, chiamata conel suo rovesi, perch, aveva l'impronta di scio, una quadriga.
di

forma originaria
nelle

soltanto

corse

delle

gare
le

pubbliclie, nei ludi eireenses, nei trionfi e nel-

La

processioni solenni. cassa del carro

era
pic-

collocata su
cole,

due ruote
si

Quadrupltor [quadrupltor] era, a Eoma, un accusatore pubblico, al quale,


fin dal

perch nelle voltate

strette

non

rovesciasse

tempo

della repub-

cos facilmente. Dalla parte

anteriore, il carro era chiuso da un parapetto e da

una spranga ricurva, a cui


erano attaccati
affinch
il
i

per legge, quarta parte delle sostanze conf^scate: da ci il suo nome.


spettava,
la

blica

cavalli.

La
che

parte posteriore era aperta,


guerriero,

Quasillria [quasillaria] era la filatrice a cui la sopraintendente alla filatura affidava, ogni giorno,
[pensurri]
il

stava a fianco dell'auriga, potesse montare sul cocchio e balzare su e gi como-

lavoro
schia-

che,

come

va, essa doveva condurre a

damente, anche durante la


corsa.

termine [quasillus panierino per deporvi la lana].

QUA

404
il

Quattrocento: formarono

Consiglio oligrcMco in Atene, istituito nel 411 av.


Cristo, in sostituzione dell'assemblea dei 500, duran-

governo: Frinico fu ucciso, AntiEonte, condannato e

messo a morte,
salvarono presso tani, a Becela.

gli altri,
gli

si

Spardei

periodo delle lotte fra e Sparta, nelle guerre del Peloponneso, Esso convocava, quando gli piaceva, l'assemblea popolare, limitata a 5000 cittadini, e cominci a tratte
il

Caduto

il

Consiglio

Atene

Quattrocento, fu ripristinato l'antico Consiglio. Quaturviri [quatuorvri] una commissione di quattro

membri, incaricata

della cu-

ra deUe strade [quatuorvri

tare con Sparta, senza per


riuscire a ottenere

una pa-

vidrum curandrum]. Qustio perptua [quaestio


il

ce favorevole
tani.

Gli

SparoUgarcM caddero
cogli

perpetua] dicevasi, a Eoma, processo penale ordinario

quindi ben presto in discordia tra loro. Alcuni capi,

di

alcuni

crimini

de-

terminati,
tore,
fin

affidato

al pre-

Frinico, Pisndro, Antifnte si preparavano a

dal 149 av. Crii

tradire lo Stato, in favore di Spartaj altri, Teramne,


Aristcrate, tendevano alla conciliazione col popolo.

sto, quando la lentezza

giudizi, per

con cui erano ordinariamente condotti, furono sottratti all'autorit

Sorse la rivoluzione.

Tra-

Al tempo

del popolo e del Senato. di Cicerone, vi

sibulo e TrasiUo si dicbiararono favorevoli alla democrazia, Alcibiade fu ri-

erano otto quaestiones perpetuae: repetunddrum, maiestdtis,

peeuldtus,

ambtus,
de

cbiamato in Atene
niese
nella

[dopo
in

inter
vi,

sicaros,

venefieii,

la sconftta della flotta ate-

falsi.

spedizione

Sicilia, aveva tramato segretamente con Sparta con-

Ogni tribunale aveva un presidente, che era un praetor o

tro

Atene,

sua

citt

na-

un index quaestionis. Questi era assistito da un


numero
di

tale e

non era pi

rientrato

certo

giudici,

in patria], e messo a capo del governo. I Quattrocento furono abbattuti dal popolo,

tratti, in origine, dalla clas-

se dei senatori e, al dei Graccbi, dalla

tempo

classe

dopo quattro mesi di

dei senatori, dei cavalieri

405
dei giudici erarii. l^ei pi
anticlii,
il

QTJE
alla

tem-

aveva
tardi

ogni quaestio suo numero particolare di giudici; ma pi


si

discussione delle prove [prbato\, confessione, de-

composero

delle

posizione dei testimoni, documenti ecc., a cui seguiva la sentenza {^sententa iudcum'],

liste di giudici, dalle


si

quali

contro

la

quale

traevano quelli che dovevano giudicare in ogni


singolo caso.
'Sei processo
-

non
Il

si

ammetteva

appello.

contro

Cldio,

vi

furono
di

condannato doveva immediatamente subire la pena; con l'assoluzione poi,


era per sempre definita la causa.

56

giudici,

in

quello

Milne 51, in quello contro Pisne 75. Accusa e difsa si facevano con discorsi regolari, senza
interruzione [orato perpetua]. Per l'accusatore par-

In et posteriore, la sentenza di condanna, specialmente quella dell'esilio, poteva essere annullata con

una deliberazione
polo
[restituto].

del poori-

lavano anche i suhscripto'es che, insieme con lui,

Questri [quaestores] in

avevano presentata

l'accu-

sa; per l'accusato parecchi patroni e difensori. Poich si abus della libert

gine, nel periodo dei re, a Eoma, furono due giudici inquirenti nei casi di par-

ncidum [quaero
ro,

inqui-

di

parola

illimitata,

con-

cessa nei primi tempi, per trarre in lungo la discussione,


si

investigo]. Ma quando, per la lex Valeria, la giurisdizione dei processi

stabili,

peo in poi,
gale,

da Pomun tempo le-

criminali
centuriati,

pass
i

comizi questori conai


la

tempus legiimum, iustum et debtum, che veniva computato con l'orologio ad acqua, ed era
vario

servarono

soltanto

cu-

stodia del pubblico tesoro, che forse avevano tenuta

anche innanzi insieme con


l'amministrazione della giustizia.

per

diversi

casi.

Quando, entrambe le proclamava


guiva la
brevi

finiti i discorsi di

parti,
il

il

praeco

Ai primi tempi
pubblica,

della

re-

dixrunt, sealtercato, cio le

vi furono

quat-

tro questori, dei quali due,

domande

e risposte

delle parti. Si

procedeva poi

no

[quaestores urbnil, avevala cura dell'erario, e

QUE
i
i

consoli
si

406

due- altri

accompagnavano
in

tardi
al
i

guerra. Pi dettero ai consoli

vedere alle spese per gU ambasciatori e di custo-

e ai pretori, clie

andavano

governo della provincia, questori per l'aniministrazione delle finanze [quaestores

dire le insegne militari, che erano depositate neU'JLerarum.

quaestres

provincidles,

mero

provincidles]. Il nudei questori fu por-

a sorte, accompagnavano i proconsoli o altri


tratti

magistrati nel governo


province. re aveva

delle

tato da SiUa a 20, da Cesare a 40: dopo, esso di-

Ogni governato-

un

questore;

sol-

venne

arbitrario.

tanto

il

governatore

della

L'imperatore Augusto istitu in Italia parecchie questure, delle quali se ne co-

SicOia ne aveva due: uno

Lilibo, l'altro a Siracusa. I questori provincia.

noscono tre Ostia, deUa


pina,
dei

sole: quella

di

li

Gallia
e

Cisal-

sa

amministravano la caspubblica, daUa quale

dell'Apulia
e

Lucapascoli.

traevano

nia, per l'amministrazione

boscM

dei

L'imperatore Claudio abol tutte le questure d'Italia. I quaestres urbani o aeEoma soprintenrarli, a devano 2aWa6rarum con-

il denaro per pagare l'esercito, il governatore e il suo seguito. Eranc quindi obbligati a registra

re tutte le spese e a renderne conto esatto, sotto li

responsabilit propria e de

governatori: le

somme

cli(

tempio di Saturno, amministravano il denaro cbe proveniva dalle imposte, dai tributi, e daUe
giunto
al

sopravanzavano

venivano spedite a Eoma. I que stori, dal 447 av. Cristo erano eletti nei comizi tri
l'et legale

somme

ricavate dai terreni

buti:

venduti,

eseguivano

pa-

elezione

era

il

per tal( 27 anno

gamenti votati dal Senato, e tenevano quindi i registri

secondo

altri, il 30.

delle

entrate

delle

Durante l'impero, la so praintendenza dell'eraric


'

uscite nell'amministrazione
finanziaria dello Stato. Inoltre

pass
ri,,

al

praefectus
ai

aera
ri

mentre

questori
si

avevano

l'incarico

di

mase soltanto
divano

la cura del

appaltare

le costruzioni de-

l'rcMvio, in cui

custo

gli edifici pubblici, di

prov-

le decisioni del

Se

407
nato, e l'incarico delle costruzioni deUe strade.
Qiies [Quies] personificazione romana del riposo, la

sacrifci:

QUI
tubilustrum

ba

[tu-

tromba, lustrum

purifcazione], perch le trombe erano sacre a Mi-

quale aveva un santuario su la via Labicna, poco


lungi da

corpo dei tromche consideravasi bettieri,


nerva, e
il

Eoma.
^/i2 del-

indispensabile nei sacrifzi,

Quincnce [quincunx] moneta equivalente a


l'asse
ce.
cli

aveva per protettrice questa dea.

romano, Era detta cosi^ persu una faccia aveva

cio a 5 on-

Vi erano inoltre

l'impronta di cinque punti, disposti a eguale distanza. Oltre a questi puntini, re-

le Quinminores che duraquatrus vano tre giorni [dal 13 al 15 giugno], neUe quali

avevano
i

parte principale suonatori di flauto.


ludi]

cava l'impronta
scuri a cavallo.

dei

Di-

Quinquennali
les

Quindecmviri [quindecemvri] una commissione formata da quindici membri,


ai quali era affidata la di-

[quinquenna Eoma, giuochi solenni, che si votavano in onore di Giove,


erano,

per qualche grande avvenimento, e si davano a


spese dello Stato, nel quinto anno da che erano promessi.

visione dei terreni, ordinata da una legge agraria, o richiesta dalla fondazione di

una colonia [quindecmviri


agris dividundis].

Giulio Cesare furono de-

Ouiniqutri [quinquatrus] sta cbe durava cinque giorni, in onore di Minerva, a Eoma [dal 19 al 23 marzo]. Nel 1 giorno, che si con-

fe-

cretati, per i suoi meriti verso lo Stato, particolari quinquennali . L'imperatore Augusto istitu i lu-

come quello della nascita deUa dea, le si of-' frivano sacrifci incruenti
siderava
di vivande, fatte di grano, di olio, di miele; nel 2,
30,

di quinquennles per eternare la vittoria di Azio. In onore di Augusto, pa-

recchie

citt
i

di

provincia

istituirono

quinquennles.

Essi per non ebbero molta durata a Eoma, perch

40 giorno,

si

tenevano
pudei

non conformi
romane:
si

gladiatori!, si rificavano le trombe

giuocM

alle usanze trovano cele-

brati per la 4 volta, nel

QTTI

408

16 av. Cristo. L'imperatore Caligola abol in tutto

Fu
glio]

detto
in

poi

lulus
di

[lu-

onore

Giulio

l'impero
istituiti

giuoclii azaei

Cesare.

da Augusto.

Quinqurzio [quinquertum.]

cM

complesso di cinque giuocorrispondenti al pn\Y.

Quirinali [Quirinala] festa che si celebrava a Eoma, il 17 febbraio, in onore del

tatlo greco.

Agoni].

In essa
fizi

dio Quirino. si offrivano

sacri-

Qunquviri
magistratura

[quinqueviri]
straordinaria

formata di cinque membri, con incaricM particolari, co-

flamen e gh si ungevano le armi. Si attribuiva a INuma l'i-

dal

suo

stituzione di questa solennit.

me, per esempio, della distribuzione di campi [quinqueviri agrs dandis'] o dei restauri delle mura e delle
torri Iquinquevri

Quirino [Quirinus, XIV, 828]


divinit particolare, a lato di Marte, a Eoma, dove

muris

tur-

era
bini,

stato
i

ribusque reficiendis.

portato dai Saquali lo credevano

Quintana [quintana] dicevasi una via dell'accampamento romano cbe, in senso della larghezza, correva fra la 5 e la 6^ coorte, detta cosi, perch presso di

padre del loro antenato, Mdio Fdio, fondatore di


Cures.

Eomani

lo identificarono

con Eomolo, che era stato


assunto fra gli di. Quiriti [Quirites] furono detti i

accampata la 5 coorte. In essa, di solito, si teneva il mercato delessa

era

Eomani, quando

si

uni-

l'accampamento. Quintile [quintHis]


5
il

rono in una sola cittadinanza con i Sabini, perch


origine si chiamavano Quirites gli abitanti di Cures, citt sabina.

era

il

in

mese dell'anno romano,

quale, secondo la divisione fatta da Eomolo in

II

nome

10 mesi, e reso poi di 12 mesi da J^Tuma Pompilio con l'aggiunta di Gennaio e Febbraio, cominciava da marzo.

rato,

Quiriti fu adopeper i Eomani, nei


civili,

rapporti
quelli

mentre, in
essi

militari,
il

con-

servarono mani.

nome

di

Eo-

409

RAM

R
Radamnto
[Bliadamaiitus,
cittadini che, per
i

primi,

IX, 436] figHo di Giove e di Europa, fratello di MinsPer fuggire l'ira del se. fratello, and via da Creta, a Ecalia, nella Beozia, ove spos Alcmna. Per la sua
giustizia, fu ritenuto

avevano
all'invito

popolata
di

Eoma, Eomolo. Le
erano
i

altre

due

trib

Tizinsi,

Titienses, di stir-

pe sabina [da Tito Tazio],


e
i

uno
nel-

pe
tri,

Lceri, Lucres, di stiretrusca o, secondo allatina.

dei giudici delle

anime

l'Hdes, insieme con Minosse ed aco. A lui viene attribuita la pi antica legge della vendetta del sangue.

Rnmo

[Ebamnus] demo
famoso percb,

del-

l'Attica, le sue

nel-

va un tempio

vicinanze, sorgedi lifmesi

Bmmo
dino
disi,

[Eammius]
di

citta-

[cbe per questo era detta Eamnisia ], nel quale vi

riccMssimo
elle

Brin-

era

una statua

bellissima

ospitava onorevolmente, in sua casa, ambasciatori stranieri e generali romani. Perseo, figlio
illegittimo di Filippo e ultimo re di Macedonia, nel

della dea.

Ramnsia
dicato

[Ebamnusia] Nmesi, alla quale era de-

presso EJiamnus,
l'Attica,

un tempio, eretto demo delove


si

conservabellissima

172

av.

Cristo,

tent

di
agli
gli
il

va

una statua

indurlo

a dar morte

della dea.

ambasciatori romani, e spedi, a questo scopo,


veleno.

Questa statua colossale ave-

va

nella

mano
melo:
Fidia.

destra
era
o,

Ma Eammio

de-

coppa,

e nella sinistra
di

una un

nunzi la cosa al Senato.

ramo
di

Ranannsi [Eamnes, per la la trih, Eamnenses, per centuria']: una delle tre trib,

Agorcrito

opera secondo
re fu

altri, di

Bampsinto

['Pa.[i^lviTo<;']

in

cui

era

divisa

la

cittadinanza romana, ai tempi di Eomolo. Erano i

mitologico dell'Egitto, figlio di Prteo.

Secondo

il

racconto di Ero-

RAP
doto,

Eampsinito

410

In un'et posteriore, vestivano una sopravveste rossa per la

discese

vivo nel

mondo
lei

delle

om-

bre e giuoco con Dmetra,

recitazione del-

ebbe da

in

dono

un

tovagliolo d'oro, e ritorn

Vlliade, e una violetta per queUa dell'Odissea. Il lo-

su la terra.

ro
gli

nome

deriva da pTtrsiv

Per questo ricordo,


ziani celebravano

Egi-

otS-^v

cucire insieme can-

una

festa,
"

neUa quale tessevano una veste e, con questa indosso, traevano uno dei loro, con
gli

ti epici , ma poich neUe loro peregrinazioni aveva-

no in mano
[ppSoi;],

un bastone
vogliono,
il

alcuni

per la via che menava al santuabendati,

occhi

da questo, derivare nome.

loro

rio di
11

Dmetra. mito ha, senza dubbio,


si

Budii campi [Campi EauGaUia di] pianura nella Transpadana, presso Vercelli, dove Mario, nel 101
avanti Cristo, distrusse 1 Cimbri. Ra [Ehea]. V. Gioele. Ra Silvia [Ehea Silvia] era la figlia di IN'umitre, re di Alba: costretta dallo zio Amulio, che aveva sbalzato, dal trono Kumitore, a farsi vestale, ebbe da

carattere naturalistico, e
riferisce

alla

coltivazione,

alla

vegetazione, aUa raccolta delle messi.


[pa^pcoSoi] detti
,

Rapsdi
che

an-

erano cantori pici, che recitavano composizioni epiche, fatte da loro o da altri. Eapsdo vuol dire etiadi

mologicamente cucitore di
canti [pTTTO)

= n canto];

cucio,

cSv]

Ado vuol

di-

re

cantore

[stSco

can-

Marte due gemelli: Eomolo e Eemo. Per questo, Amulio la fece chiudere in una
prigione, dalla quale fu liberata dai figli, dopo l'uccisione di Amulio.

to]. Oltre

ad altri componi{Ilade

menti
i

epici, essi recitavano

canti omrici

ed

Odissa] nelle feste


ni:

solen-

Secondo una leggenda, Eea


Silvia si precipit nel TeU dio fluviale la vere,

giovavano perci grandemnte alla diffusione di


quei poemi fra
Greci; forsociet molto
i

ma

salv da morte e la fece

mavano una
rispettata,

sua sposa.

indossavano
festivo.

Recitazioni

uno splendido abito

[Eecitationes] erano le letture deUe pr-

411
prie opere, che gli autori facevano al pubblico, prima
di metterle in luce.

EEL
di
case,

per

una

data
ce-

somma.
Refcfium era un'antica
rimonia, che si a Eoma il 24

Questo costume

si

diffuse

celebrava
febbraio.

in principio dell'impero e fu molto favorito da Au-

In essa
crifcio

il

rex sacrificiilus

gusto.
Il

offriva nel

Comizio

un

sa-

iscritto

pubblico, dall'autore

invitato

per

e,

appena compiu-

me-

diante pubblici avvisi, interveniva nel foro, in un tempio, nei giardini, nei
bagni, quali venivano presi in ftto e addobbati a
i

fuggiva subito. In questa cerimonia, si voleva rievocare il ricordo


tolo,

della .fuga

di Tarquinio

il

Superbo da Eoma, che si diceva avvenuta il 24 febbraio.

spese dell'autore.

Reco fPotxoc] centauro che, insieme con un altro centauro, lio, tese un agguato ad Atalnta, nell'Arcadia,

Rgia [Eega] chiama vasi l'abitazione del reKuma


pilio,

Pomil

Foro, tempio di Vesta.


si

nel

presso

ma rimase ucciso da una freccia di costei.


e

In essa
sacre

conservavano
di

le

aste
si

Marte,
si

ma

Recuperzio [recuperato
era

non

sa

se vi

custo-

reciperatio] giudizio fra Eomani e forestieri, intorno a sostanze, di cui

un

anche gli ancila, vi aveva la sua abitazione il pontfex maximus, il


dissero

una
la

delle parti restituzione.

chiedeva

quale

vi

celebrava

alcu-

ni sacrifci che spettavano

Redemptor dicevasi colui che


prendeva in appalto
scossione
delle
la ri-

lui.

Regllo

rendite

dei diritti dei beni appar-

lago [Eegillus lacus] piccolo lago del Lazio, a oriente di Eoma, divenuto
taglia

tenenti allo Stato, al quale versava una somma con-

celebre

per la

bat-

venuta.

Con questo cava anche


in appalto

nome
chi

si

indi-

che, nelle sue vicinanze, si combatt, nel 496 av. Cristo, tra i Eomani e
i

prendeva
di

Latini.

l'esecuzione

qualsiasi genere di costruzioni fabbriche o restauri

Relegazione [relegatio]. Il padre di famiglia, secondo il costume romano, aveva

EBL
il

412

in cui erano avvenuti


sastri
di-

diritto di relegare i figli e gli schiavi in campagna,

militari

si

erano
riuil

dove li attendeva un lavoro e una vita assai dura.

incominciate

imprese

scite infelicemente;

gior-

Come pena
nato e
giori
i

politica,

il

Se-

no seguente aUe idi di ogni


mese, perch in uno di essi erano avvenute le battaglie
U'llia
e
al

magistrati mag-

avevano la facolt di ordinare, con un editto,


cit-

Cremer;

il

l'allontanamento, dalla
t,

alla

dei cittadini pericolosi sicurezza deUo Stato,


la

giorno seguente alle Calende e aUe 'None di ogni

mese, ecc.

L'imperatore Augusto us, per il primo, come una forma pi mite del bando, elle non recava al condannato n l'infamia n la
confsca di beni. Gl'imperatori seguenti inflissero la relegazione contro alcuni
reati
speciali:

Rneia

['

P7)vsi,a] isoletta vi-

cina all'isola di Dlo, neUe

dove si portava cadavere da Belo, perogni ch in questa isola, per il suo carattere sacro [sorta dal fondo del mare, sotto
Cicladi,

un

colpo

di

tridente

di

l'adulterio,

lo stupro, il darum ecc.

crimen repetun-

Religiosi dies [giorni di eattivo augurio] si ritenevano

Poseidone, andava vagando su le acque, fin ohe si ferm per accogliere Latna, la quale ivi dette alla luce Apollo e Diana, ch'essa

queUi in cui non

si

intra-

prendeva nessun atare importante, n pubblico n


privato, perch si credeva cbe in essi non avrebbe

aveva concepiti con Giove], non si poteva seppellire alcuna cosa morta.
Oggi
Dili]

quest'isola piiegali una solitudine de-

avuto

esito felice.

solante, in cui

vanno scom-

Erano giorni
il

di cattivo au-

24 agosto, il 4 otgurio: rs o 11 novembre tobre,


tre giorni in cui si riteneva che le anime dei morti
[i

parendo perfino le rovine, le quali sono adoperate dagli

abitanti delle isole vi-

cine per materiale da costruzione.

ritornassero
il

su

la

terra];

Renunzizio [renuntiatio ]
era la proclamazione che
il

maggio, nei quali andavano girando gli


9,

11,

13

spettri

[Lemures];

giorni

magistrato, che presiedeva ai comizi, faceva della eie-

413 -zione dei candidati a

EEZ

una

carica pubblica. Questo magistrato poteva talora rifiutarsi di accettare

un gigante ucciso da Bacco. Con questo nome si trova


designato,
latini,
il

presso

poeti

un

can-

didato:

non sempre

inutil-

centauro detto ancbe Ecco. [V. Becol.

mente.

[Xn,

301].

Un

altro

Eeto

Repetnde [Eepetundarum, pecuniarum crimen] era, presso i Eomani, il delitto per cui, un magistrato estorceva danari dai sudditi Eomani, ed era detto cosi, percb si doveva aspettare
la

fu un centauro, cbe fu ferito da Drinte, nelle noz--

Rex

ze di Piritoo. [V. Firitoo]. sacrfculus era un sa-

cerdote istituito a

Eoma,

caduta della moil quale aveva l'ufnarcbia,

dopo

la

domanda
reyetere']

di restituzione

ficio

['6s

da parte

del-

l'interessato.

Rso [Ebesus, Sili, 98]

era

re di Tracia, cbe nella guerra di Troia venne come


alleato dei Troiani.
Si

di offrire quei sacrifici cbe prima spettavano ai re. La moglie del rex sacrificulus, regina sacrrum, aveva, ancbe lei alcune sue
particolari funzioni. Il rex sacrifculus era scel-

diceva

cbe

se

suoi

to

dal

splendenti cavalli biancbi avessero mangiato della pastura troiana e bevuto le

dalla
col

pontfex maxmus, dei patrizi, classe


di

concorso

tutto

il

collegio

acque deUo Xnto, Troia

degli uguri. EgU conservava la sua carica

non sarebbe mai caduta.


Perci, nella notte in cui Eeso giunse nel campo
troiano, fu ucciso da Diomde, e i cavalli furono
rapiti da Ulisse. Reto [Eboetum] promontorio della Trade, sul quale si trovava la tomba di

in vita e godeva di una altissima venerazione. Dal

punto
dire,

di
della

vista,
al

per

cosi

dignit sociale,
pontfex

era

superiore
gli

maxmus, sebbene, per gerarebia,


zioni.

fosse
alle

nato quanto

subordisue fun-

Aiace.

Reto

[Eboetus,

V,

38]

un

fino agli ultimi

Questa carica rebgiosa dur tempi del[retiarius]

compagno
Eeto
si

di Eino, cbe fu

l'impero.

ucciso da Perseo.

Rezirio

chiamava

ancbe

tore provvisto di

una

gladiarete

EIP

414
di"

che tentava

gettare su

Riti funebri. V. Funerali.

la testa dell'avversario: ave-

va

nella

sinistra

un

tri-

dente

[fusena]

col

quale
nella

10 colpiva e l'uccideva, ap-

pena l'avesse chiuso


rete,

portava
e

il

capo sco-

Robigli [Eobigala] festa campestre istituita da I^Tuma, che si celebrava il 25 aprile. In essa, una processione di persone, che indossavano vesti candide, si
recava a un bosco sacro, a Rohlgus e a Eobiga, il dio e la dea deUa ruggine,

perto
tunica.
11

vestiva

una

sola

suo avversario [secutor}

era

armato

di elmo, di scu-

do e di spada. Se il reziario non riusciva a gettare con buon successo la rete all'avversario,

perch proteggessero il grano dalla golpe [robigo golpe, la ruggine delle piante]. Sul Collis hortulorum il flamen Quirinlis faceva of-

fuggiva,

mentre

l'altro

inseguiva
guitore];
lito

[seeutor

lo

ferte

di

inse-

sacrifci

aromi e di vino, di cagne rosse

tuttavia, con la sua abilit, riusciva di so-

lattanti, di un vitello pure da latte o di una pecora

a vincere, perch, nella fuga, mirava sempre a


lanciare la rete contro l'avversario.

di

un montone

e,

talvol-

ta, di tre troie rosse.

Rodi [Ehodus, IV, 204]

isola

Ripdio [repudium]

era

lo

presso la costa della Caria [Asia Minore], sacra ad


Hlios, che vi
speciale.

aveva culto

scioglimento del matrimonio che avveniva per vo-

lont di una sola delle due


parti,

1 pi antichi abitanti dell'isola


si

a differenza del divortium in cui lo sciogli-

ritengono

Tel-

chini,

coi

rebbe
IsTon

quali l'isola sasorta su dal mare.

aveva per consenso di entrambe le parti. In origine, soltanto l'uomo


si

mento

proprio sul porto, cofavoleggia,

me
al

si

ma

vicino

poteva chiedere che


gliesse
il

si scio-

matrimonio;

ma

pi tardi questo diritto fu concesso anche alla donna.

suo ingresso, vi era il famoso colosso di Eodi: l'immensa statua del Sole, tutta di bronzo, alta 31 metro, la pi

grande

dell'anti-

Riso sardnico. V. Sardonico riso.

chit dopo quella di Kerone: cosi grande, che p-

415
chi riuscivano
ciare
il

EOS

ad abbracdella

pollice

sua

maiio: del bronzo

onde era

caricati formata, furono 900 cammelli. Fu lavorata da Orete di Lindos, rimase


al posto

tro i triari. Essi molestavano il nemic, prima che cominciasse la battaglia, davano ordinariamen-

te il primo assalto e poi tornavano di nuovo dietro


i

dove era stata

col-

triarii.

locata,

per 66 ja.nni, poi precipit, per un forte ter-

Rosa
li

[rosa, pSov] fiore molto caro agli antichi, i qua-

remoto, nel 222. Eimase per terra circa 900 anni, fncli un generale arabo
la

l'adoperavano per orna-

mento nei banchetti, per


farne corone, deUe quali si cingevano il capo nei conviti,

vend ad un ebreo.
PoStct],

Bdope [Ebodpe,

per segno di amore,

VI, 87-89] catena di monti nella balcanica penisola


[oggi

per pio tributo sulle tombe, ecc.

Dspoto-Dagb,],
tracia,

era

Rossne [Boxane]
Ossiarte,

figlia

di

una fanciulla
vertita

con-

principe

battria-

catena di insieme con monti, perch


poi
in

no

[nella Persia].

Quando

mone, aveva osato prendere


il

Alessandro Magno di Macedonia vinse Ossiarte, prese prigioniera Eossane; ma tratto dal fascino deUa sua
bellezza, la fece sua sposa. Dopo la morte di Alessan-

nome

di

un

dio.

Rogazsione [rogato] dicevasi una proposta di legge, la quale non diveniva lex
se

non quando

il

popolo

dro, ella

cadde in potere di

l'avesse

approvata.

in

Sotto gl'imperatori i quali, virt della loro tribu-

potestas avevano il diritto di presentare le ro-

nGa

Cassandro, che la fece uccidere insieme col figlio Alessandro Ego. Rostri [rostra] erano due
grosse travi con uno sperone di ferro, collocate su la prora di una nave da guerra, in linea deUa chiglia, in modo che sporgevano da essa, sotto la superficie dell'acqua.
si

gatidnes al

Senato, queste erano scritte, e si leggevano da uno dei questori.


[rorari]

Rorrii
dati

erano

sol-

forniti

di

armi
pietre

leg-

gere
cies

[fonde
i

da
die-

Con

essi

lanciare],

quali

nell'a-

romana stavano

cercava colpire di fianco la nave nemica, per aprirvi

RUB
una
falla

416
e

mandarla
si

sto, l'imperatore Costantino

picco.

vinse Massenzio.
indic

Con questo nome


la

Rdiae,

citt

resa

celebre

tribuna degli oratori, insieme con lo spazio die la circondava nel foro, percli era ornata dei rostri delle navi tolte agli Anziti,
nel 338 av. Cristo.

per essere stata la patria del poeta Ennio, il quale vi nacque nel 23 av. Cristo. Essa era sita a poca distanza da Lecce: a Lecce
infatti vi

Ornata dei

rostri delle navi

cartaginesi, che il console C. Duilio prese nella vittoria

anche oggi una porta indicata col nome di porta Eugge, perch rivolta verso quel paese.
probabilit,
tificarla

navale

deUa

prima

Alcuni, con molto minore

guerra punica [264-241 av. Cristo] era la colonna di marmo, che fu innalzata in
suo onore nel foro romano, la quale era detta perci colonna rostrata .

cercano

iden-

con l'odierna Euti-

ghano, paese della provincia di Bari e, precisamente, quasi a met strada fra Mola di Bari e Conversano.
Orgoglio
altri
tesi.

Rubicne [Eubico]
lo

fumicel-

del

dell'Umbria che si versa nel mare Adriatico [oggi Pisciatello o Fiumicino o

pu spingere

gli

paese natio uni e gli

Eugone]. Esso segnava

il

a sostenere la propria Ma noto che Pomponio Mela afferma che

confine fra l'Italia propriamente detta e la Gallia


Cisalpina.

Mudiae era
labria,

citt della Ca-

noto che Cesare, nel pasper muovere contro Pompeo, pronunzi la cesarlo

chiama poeta Calabro [Calbrae Fierdes] Ennio; e se col noe

Orazio

me
to

di

Calabria s'intendeil

va particolarmente
che da stende fino
Leuca,
al.

trat-

lebre frase

alea iacta

est .

Taranto

s'e-

Rubra
truria,

saxa,
presso

rupe
il

nell'E-

promontorio

fumicello

lapigio,

Cremer, su la via Flamii 300 Fabii, combattendo contro i Veienti, [479 av. Cristo] trovarono eroicamente la morte, e pi tardi, nel 312 dopo Crinia: ivi

oggi S. Maria di difficile potervi

comprendere Eutigliano

che trovasi a grande di stanza [circa 100 km. da

Taranto] e in direzione op
posta.

417
E
poi, se delle
si

EUT
cima,

Bnnio

anime che vantava di posse-

m
ti.

con cui giovam

dere: la latina, l'osca e la

soldati e gladiatori si esercitavano ai combattimen-

greca [Q. Ennius tria cor-

da

Jiabere

se

dicebat quod

tore

Con la rudis il non riceveva

gladiala
li-

loqui et graece et latine et osce sciret'\ una era la greca, molto pi facile che

bert, ma l'esenzione da ogni altro servizio e ufficio


della sua arte. Allora con-

questo
i

soffio

potente

di

sacrava, nel tempio di


cole, le

Er

grecit l'abbia

attinto fra

armi che aveva adofi.no

Salentini, dove la vita, la lingua, la cultura greca

perate

a quel giorno.
ro-

Rumma
mana

[Eumina] dea

era molto pi diffusa che neUa parte pi settentrio-

dei poppanti [rumis poppa], la quale proil

nale

deU'Apulia.
resto,
[

Del

l'autorit

del

cura ai bambini seno materno.

latte dal

CoccMa

Atti

dell'Acca,

demia di KapoH

XVI,

I,

Secondo la leggenda, Eomolo e Eemo furono allattati


fico

pag. 336...] seguito, in questo, dal Vitelli, non deve


lasciare pi

dalla

lupa presso
perci,
si

un

che,

disse

dubbio che
sia stata

la

ficus rumindlis.

antica

Rudiae, patria

del

grande poeta,

poco

Era una e, come

divinit pastorale
tale,

aveva una

lungi dall'odierna Lecce.

Rudirio [rudiarus] cMamavasi, presso i Eomani, il


gladiatore che, acquistatasi con lo straordinario valore la simpatia del popolo, nell'essere congedato dal
.

cappella presso il ficus rumindlis, e nella festa dei

Lupercali riceveva
di latte.

offerte

Rtul

[EutH, XIV, 528] popolo itaUco del territorio che fu detto Lazio, Guidati
dal re Turno, opposero ra resistenza ad Enea,
fie-

suo servizio, riceveva, a


chiesta

ri-

del

lanista

pubblico, dal o dal magistra-

ma

to che
editor

lo spettacolo, munrum, la rudis:

dava

furono vinti da questo. Furono poi assoggettati dai


ro

un bastone

da scherma, o con un nodo spuntato

Eomani e d'allora il lonome scomparve dalla


storia.

27

Stano, Dizionario di miti

e leggende.

SAB

418

Sabina

[Sabini]

paese

del-

mava
al

l'Italia centrale, abitato dai

Sabini, consanguinei dei Latini, degli Umbri, dei SabeUi.

fiume Digenta; podere era unito un bosco [HaediUa']


il
.

Sacco

[saccus]

era,

in
di

getela

nerale,

un sacco

Kel tempo pi antico, la Sabina era nelle vallate


dell'alto Appennino, lungo VAternus, donde poi si diffuse nel Piceno, e fino al

grossa, per riporvi grano o farina.

Tevere e all'Amene. I Sabini, a cui appartene-

Sacco vinrio [saccus vinarus] era un colatoio fatto di giuncM o di vimini, della forma di un cono
rovesciato,

cbe
filtro,

si

vano
i

Marsi,

Peligni, i

Marrucini, Vestini, erano

rava come
rificare
i

adopeper chia-

vini.

un popolo
gravi
s

forte,

cbe atai

Sacco nivrio

[saccus

ni-

tendeva all'agricoltura e
riscbi

vanus]
,

era

un pezzo

di

della

cbe Cicerone
li

guerra, [Pro Zi-

panno grossolano, che


rinfrescare
il

la

povera gente adoperava pei


vino.

gano]
fiore

dice

fortissimi,

Si po-

d'Italia,
.

forza

deUo

Stato
si

neva un pezzo di neve su un panno, che si collocava

Con questo nome,


indica, in

Sabini,

modo

pi par-

ticolare, la villa cbe Orazio ricev in dono da Me-

su l'anfora; indi si versava, su la neve, il vino, il quale colava a traverso il panno


e
si

raccoglieva

nell'an-

cenate, nel paese dei Sabini, a nord di Tivoli. In essa,


il

fora.

Sacllo [saceUum] un piccolo


recinto chiuso, scoperto,

poeta aveva un gastaldo con otto scbiavi per il lavoro dei campi. In vicinanza della villa,
scaturiva

di

forma rettangolare o rotonda, con entro un'ara


nit,

una sorgente

di

acqua fresca e limpida che, con altre piccole fonti, for-

consacrata a qualche dividallo Stato per culto pubblico, o da qualche proprietario

nel

suo

podere.

419

le

SAC

Sacerdoti [Sacerdtes]. Presso


i

Eomani,
collegi

voli

pi notedi sacerdoti
i

quali custodivano sempre acceso il fuoco sacro.

La prima
Vestalis
stali].

di

esse

era
[V.

la

erano:

maxima.

Ve-

Pontfices [15] che avevano la sorveglianza generale

Frtres Arvles
di

collegio

della
Il

culto.

religione primo tra

del
essi

12 sacerdoti sacri alla

dea dei campi [Dia


[V. Arvali].
l'incarico

Ops].

era

il

pontfex

maxmus; depontfices

gli altri,

& erano

maires, e 6 pontfices minores.

Fetiles [20], che avevano di intimare la guerra e conchiudere i trattati

Flmines
nit.

[15] addetti ciaseimo al culto di una divi-

di pace.

Rex

Sacriflculus o

Rex

Erano
[3]:

distinti

in:

Maires

Didlis in ono-

re di Giove, ch'era il primo e il solo fra tutti i

sacerdote speciale, al quale spettava la cura di certe cerimonie sacre, in onore specialmente

Sacrrum,

sacerdoti che avesse


vilegio di sedere in Senato; tidlis in onore di

il

pri-

deUa sedia curle e

di Giano; al suo sacerdozio partecipava la moglie [Re-

Mar-

gina Sacrrum].

MarQuirinlis in onore di te; Quirino. Minores [12] in


di

ugures,
barsi

quaH, dal volo,


ci-

daUa voce, dal modo di


degli
il

uccelli,

predi-

onore

divinit

minori.

cevano
gurio].

futuro.

[V.

Au-

[V. Flamini],

Sia
te,

[12 per ciascuno dei 2 collegi] sacerdoti di Mar-

Arspices, che predicevano l'avvenire daUe interiora


delle vittime, specialmente

che custodivano
[v.

gli

andi-

cilia

Salii].

Erano

dal cuore, dal fegato,

dal

visi

in 2 collegi, dei quali ciascuno a,veva 12 sacerdoti: Salii Palatini

che ave-

vano
Salii

le

are sul Palatino;

polmone, dal fiele. Sacerdtes SibylUni i quaU, in momenti consultavano i cili,


Sibillini

[15],
diffi-

libri

ColUni che le aveva-

[v. Sibillini libri],

no presso la porta CoUina,


sul Quirinale.

che

si

custodivano in Cam-

pidoglio.

Vestles

[6] sacerdotesse, consacrate alla dea Vesta,

Viri epulnes [7], che avevano cura degl'inviti pub-

'^-:;

SAC
blici

420
nelle feste
di.

in

onore

degli

magistrato civile, eccetto cb al censore. Del resto


essi
si

Curines

[30,

uno per ogni


spirituali

sottoponevano
alle

vodel

capo era il Curio maxmus. Luprci, sacerdoti in onore del dio Pane. [V. Lupercali].

curia], delle curie. Il

direttori

lentieri

decisioni

popolo e del Senato.

Anche presso
cerdoti erano

Greci, i saveri minirecitavano


sa-

stri del culto religioso: com-

pivano
clie

riti,

Sodles Titii, collegio aveva cura delle sacre


Tito
Tazio.

preghiere
crifici.

offrivano

ce-

Ma

essi

non

formasa-

rimonie sabine, ordinate da

vano una vera casta

Sodles Augustales,
legio

col-

cerdotale, sebbene vi fossero i sacerdozi ereditari. I

di 25 sacerdoti, isti-

tuito dall'imperatore Tiberio, in onore di Augusto.

gola,

sacerdoti dovevano, per rediscendere da famise

glie della

sacerdoti, a Eoma, vestivano una lunga veste bianca, con orli di porpora mista [la veste del pontefi-

pi elevata classociale, e avere un'as-

soluta integrit morale e il corpo esente da imperfezioni


fisiche;

alle

divinit

ce aveva l'orlo di porpora

femminili,

capo pura], un berretto di lana


I sacerdoti

sul

avevano
[apeoD}.

vivano
solito,

le
i

regola, sersacerdotesse. Di

di

sacerdoti

vesti-

maggiori

ave-

vano
i

la sedia curle; tutti

sacerdoti poi erano esenti dal servizio militare, e abile loro rendite con-

vano vesti bianche, alcuni anche purpuree, poftava-j no corone e bende, lasciavano crescere i capeUi d
lunga chioma, e spesso,
circostanze
solenni,
in

tavano in case riservate a


loro:

com-

sistevano, per lo pi, nelle produzioni dei poderi assegnati.


IsTelle

parivano nel tipico costume delle divinit che rap-

vittime
la

dei
loro

sacrifci,

avevano
intorno

Sacra

presentavano. si dicevano tutti


e cerimonie religiose e

riti

porzione di carne,
questioni
ministero, nati ai Pontefici;

e nelle
al

spesi

loro

erano

subordi-

nessuno

cialmente i sacrifizi che celebravano in certe feste e in determinati templi. L^

era tenuto a rispondere al

soprintendenza

sulla

loro

421
durata, introduzione e abolizione

SAC

Sacramnto [sacramentum]
era
il
i

spettava ai pontefici e al Senato. Si dividevano in sacra pu-

cbe

pubblico giuramento soldati romani da-

bUca e sacra privata, I sacra puhVica erano sostenuti a spese dello Stato,

vano, quando da tirones divenivano miUtes ed erano assegnati a una deter-

perch si riferivano al culto cui partecipava tutto

minata legione. Da Mario in poi,

soldati

il

popolo. Appartenevano a questi i Quirinala, i For

CompitaUa, ganalia ed altri.


nicala,

Pa-

prestavano un sol giuramento [prima ne prestavano due], alla presenza del comandante supremo e pi
tardi,

dell'imperatore,

ai

sacra

privata erano so-

stenuti
t

da

speciali

socieri-

tempi dell'impero. Sacrrio [sacrarium]


deposito
di

dice-

private, conosciuti e approvati dai

ed

erano

vasi ogni luogo destinato a


oggetti
sacri:

pontefici.

Vi appartenevagentilica

no
si

sacra

che

generalmente posteriore a
nella quale
si

una

stanza

un tempio,
tenevano
gli

facevano a spese e alla presenza di tutta una gens, sotto la vigilanza dei pontefici.

arnesi, gli arredi, i vasi e gli utensili per il culto.

Inoltre

erano notevoli:

I sacra familiarum, i quali consistevano nel culto


Lari, dei Manes, di Genii, sotto la direzione del padre di fadei

Sacrtio cpitis et bonrum era una pena gravissima dei tempi anticMssimi

Penati,

dei

Eoma, per cui il cittadino cbe ne fosse colpito, per avere offesa una divinit, poteva essere privato dei suoi beni, cbe venivano
offerti alla

di

miglia. I sacra

singulrum

Tiom-

divinit offesa,

num,

cio le cerimonie re-

anche ucciso.
funebri.

ligiose

connesse con avvenimenti particolari di singole persone o di famiglie,

Sacrifci
nerali.

V.

Fu-

Sacrificio

[Sacrificium], nel

come
i

natalizi,
i

le

nozze,
della

senso generale, ogni dono


offerto agli di, di propiziazione,

funerali,

giorni

con scopo
era presl'og-

seminagione, della messe e


simili.

so

Greci e

Eomani

SAC

422
me
[xaT[x^7)].

getto principale del culto e l'elemento essenziale della

In Eoma,
sacrifcio

durante la 2^ guerra punica, si offr di 300 tori.

maggior parte

delle feste.

un

Si dividevano in cruenti e

incruenti. Ai sacrifci in-

Di

appartenevano le primizie della campagna,


focacce
le

cruenti

scMli

regola, alle divinit masi offrivano i maschi

foccce semplici, con miele, altre paste cotte,

degli ammali, e alle femminili le femmine; alle di-

vinit celesti

si

immolavabianalle

quali spesso forma di animali

avevano

no animali di colore
co,
alle

di ogni certe figure di pagenere, sta di cera o di legno,

sotterranee e
di
i

marine animali
ci

colore

oscuro, tanto presso

Gre-

oblazioni di profumi e libazioni [versamento di goc-

che presso
sacrifci

Eoman.

umani, nei tempi

ce di

un

mente

liquido, di vino].

special-

pi remoti, si ebbero anche in Grecia e in Eoma: ma


si

I sacrifici cruenti consiste-

vano nell'inmiolazione degli animali: a Dmetra si immolava principalmente il


porco, a Dioniso il capro, a Poseidone il toro nero e
il

reo

usava scegliere qualche condannato alla pena


poi

capitale,
liti.

furono

abo-

Eoma,

l'abolizione

fu stabilita da

un

decreto

cavallo,

ad Artemide

il

del Senato, nel 97 av. Crise ne incontrano sto,

ma

cervo, a Vnere le colombe, a rcole le quaglie, a Esculpio il gallo.

anche dopo. L'animale destinato al sacrifcio, adorno di corone


e di bende, veniva tratto presso l'altare; se si avan-

Le vittime pi frequenti
erano: buoi, pecore, capre, porci, ed erano pi stimati
i

zava spontanearaente,

era

maschi. Di rado s'incontrano invece, nei sacrifici, pesce o selvaggina. Talora si riunivano in un

buon augurio

si

aspettava

che col cenno del capo mostrasse di acconsentire al


sacrifcio,
il

prima

di

dargli

medesimo
ariete,

sacrificio tre vit-

colpo
si

mortale.

pre-

time diverse [un toro, un

senti

un cinghiale]: TpiTTa, suovetauriUa] e si giungeva


a
offrire

100

vitti-

acqua con l'immersione di un zone tolto daUr'altare,

spruzzavano con che si consacrava


tiz-

ed

423
il

SAC

erano ammoniti a osservare sacro silenzio, col motto iertico


f avete

Unguis ;
di

indi

si

spargeva
il

orzo

cbe erano colpiti da imprecazione, non si mangiava parte alcuna, ma tutta la carne veniva sotterquelli

abbrustolito

dorso della

rata e distrutta.
iniziate e

Le ope-

vittima, le si tagliava sulla

razioni del sacrifcio erano

fronte xm. ciuffetto di peli, elle si gettava nel fuoco, e


la
si abbatteva al suolo, con un colpo di clava o di accetta e, per avere il sangue da spruzzare su l'al-

accompagnate con

pregMere, musica, canto e, talvolta, anche con danze. Presso i Eomani, il sangue della vittima uccisa si spargeva su l'altare con incenso,

tare, le si piegava indietro la testa e, con apposito


coltello,

vino,
sale;

farina

di

farro

le

si

recideva la
alle

zione

poi con una libadi vino si tagliava


e se ne estraevano
[eocta],

gola.

l'animale su la mensa dei


sacrifci
si

Hei

divinit

sacrifci,

piegava invece infernali, il capo verso la terra e si faceva colare il sangue in

le

viscere

cbe non

dovevano mai essere toccate con mano, percli fossero


spici.
'

una fossetta. Indi si scuoiava l'animale, si tagliava a pezzi, si bruciavano sull'altare le parti

esaminate dagli aresse apparivano fa-

Quando

donate agH.

vorevoli, con

una seconda

di, e si offrivano libazioni

con incensi e focacce sacre.


Alla divinit era, di solito, destinato il grasso e una
piccola parte di ogni

libazione, si faceva consu.mare nel fuoco la focaccia

tavano
exta
si

dell'oblazione, indi si porper tre volte gli

memresto,

bro della vittima, special-

intorno all'altare e invitavano gli di ad


il

mente
parte
si

le

cosce:

il

accogliere benignamente

consumava

dai sa-

dono.
Si cospargevano

crificanti, nel momento stesso del rito, e parte [specialmente quella cbe era

vino, incenso vuti agli di

e,

di miele, pezzi domessi in

toccata ai sacerdoti]

si

por-

un

cestello,

si,

bruciavano
Vadorato,

tava a casa. Di rado si bruciava tutta la vittima. Bei sacrifci funebri, o di

su l'altare.

Dopo

con cui il pontefice supplicava da solo gli di, e la

SAC
venerato, in cui li supplicava insieme coi presenti,
si oflcriva

424

leggera, armata di arcM e di frecce, in uso presso i


.

Sagittrii [sagittarii] erano una parte della fanteria

un'altra libazione,
il

congedava popolo con le formule iloet [ire licet] o valete o ex


si

e poi

Greci
presso

e
i

Eomani, come

tempio

Indi

sacerdoti

imbandivano un sontuoso
banchetto. Sacrifculus
sacrificulus.

popoli asitici. Sagittrio [Sagittarus] la nona Costellazione deUo Zodiaco, nella quale fu mutato il centauro Obirne o

rex.

V.

Bex
di-

Crto.

Sacrilgio

[sacrilegum]

Sago [sagum] un
di lana,

cevasi, in origine, il rapimento di cose sacre [sacra


legre
cre];

mantello lungo come un lenzuolo, adoperato dai soldati.

ma

rubare le cose sain seguito signifi-

Sagnto
della

c ogni forma grave di empiet o di oltraggio, compiuta contro il culto o contro

[Saguntum] citt Spagna, a nord di

Valenza, importante per il suo commercio di terra e


di mare, e per la fertilit del suo suolo.

l'imperatore.

La lex Julia de peGultu comminava al sacrilegum


l'esilio,

Fu

cbe pi tardi, fu
deportato: veesilio,

assediata da Annibale, mentre nel trattato di pace

mutato nella una specie di

romano-cartaginese era stata stabilita la sua incolu.

nuto in uso sotto gl'imperatori, per cui ai banditi veniva fissata un'isola o una
citt e imposti gli stessi effetti legali dell'antico esilio
[interdictio

mit; dopo un'eroica difesa, cadde in mano del ne-

mico e fu in gran parte


distrutta.

L'assedio

di

Sagunto

fu

aquae

et

ignis].

l'occasione della 2 guerra

Sacro monte [mons

sacer]
la

un

colle su la riva destra

dell'Anine,

lungo

via

punica. Sis: importante citt basso Egitto sul delta

del

del
e

Nomentna, a tre miglia da Boma, famoso per le


secessioni che la plebe vi fece nel 494 e nel 449 av.
Cristo.

Mio,
Tebe,

fu,

dopo

Memf

capitale

dell'impero
lo splendi-

egiziano.

Aveva

do

tempio di l^Titli, nel quale si trovavano la tom-

425
ba di Osiride e
dei Farani.
i

SAL

sepolcri

ta meridionale della

PugMa

galca [Salaca] dea romana del riflusso salato dell'alto

[Galabral fino al capo lapgio [oggi S. Maria di

mare [salum
Si

Leuca].

alto

mare].

diceva

clie

da
il

Kettuno
figlio

avesse

avuto

Salira [salinum] vasetto ove si riponeva il sale. I poveri si servivano, a quest'uso,


di

Tritne.

una

concbiglia:

ma

poi-

galamna

[Salnais] la pi importante delle isole ap-

partenenti all'Attica: celebre per la grande vittoria navale clie i Greci, sotto il

comando di Temistocle, riportarono contro i Persiani. Un'altra Salamina era la


pi grande e pi importante
citt dell'isola di Cipro.

ch la saliera conteneva anche il sale per i sacrifci, e nella mensa si riguardava con una certa venerazione, divenne generale l'abitudine di tenerla di argento.
Salii [Salii]
danzatori, erano collegi di sacerdoti di Marte, a Eoma, formati di
i

due

Al

12 persone ciascuno.

tempo dell'imperatore Costantino, fu in gran parte


distrutta da

Secondo no stati
erano

la tradizione, eraistituiti

da Kuma:
nobili e

un terremoto;

eletti fra i

l'imperatore la riedific e, col nome di Costantia la


rese capitale dell'isola. Aveva un porto cosi ampio da

tenuti in altissima considerazione.


stra

Avevano una spa-

da e una lancia, neUa de-

poter contenere ancorata un'intera armata navale. Salario [salarum] in origine,


signific la porzione di sale che spettava ai soldati e

un bastoncello di bronzo e neUa sinistra lo scudo


laneile}.

Kel 1 giorno di marzo


pontfex

il

maxmus

sacrifi-

magistrati, data prima in natura e, pi tardi, in denaro; poi, in senso pi esteso, la paga assegnata ai governatori delle province, ai medici, ai magiai
strati, e al loro seguito.

cava a Marte, nella Eeggia, dove si trovavano le lance sacre e i 12 anelli. Si diceva che un ancile [scudo ovale con una cavit semicircolare da ambo le parti] fosse caduto dal cielo e, per evitare che
fosse

Salentini

[Salentini] popolazione elle abitava la pun-

rubato, giacche la ninfa Egria av^va predet-

SAL

426
del Tevere, presso Ostia, in cui l'acqua del mare, che vi si conduceva mediante

to che dalla conservazione

dipendeva quella di Boma, Numa ne fece fare altri 11 simili e depositare nel Palatino.

dell'ancile

un

canale, fatta evaporare ai raggi del sole, lasciava

Nei giorni seguenti,


cessione traversava

la proil

depositato

il

sale.

Eoro

La vendita
ma,
palto,

e giungeva al Campidoglio;

del sale, a Eoveniva data in ape


il

durante la processione si cantavano dai Salii pi anziani, inni sacri a Marte


[Axamenta'] in versi saturnii,

suo prezzo

fu

elle

gi

al

tempo

di

Cicerone non s'intendevano


pi,

quindi molto elevato. Perci il Senato fece assumere allo Stato la vendita del sale, a prezzo pi moderato, e quando, nel 206 ay.
Cristo, fu introdotta un'im-

mentre i pi giovani eseguivano una danza.


danze,
si

Kel 19 marzo, fra anti e

posta sul sale, fu esclusa.

Eoma,

ne

Campo, la lotta va e Marte.


.

celebrava, nel tra MinerGli

Le

saline

delle

province

erano propriet dello Stato


e, con gli appalti, procuravano notevoli entrate.

anticM Saline [salinae]. ricavavano il sale da cucina dalle miniere di sale o


si

Slmacde

[Salmcis,

IV,

dalle

acque

salate,

clie

285-388] una fonte che trovasi neUa Caria [Asia Minore]. In questa fonte la ninfa Slmacide abbracci

lasciavano evaporare al

sole.

Gli Ateniesi avevano alcune fonti salate e alcune

miniere
del

di

sale

al
la

di

Cefiso, del mare.

presso

riva

Ermafrodito [v. ivi], e la fonte ebbe la virt, p^r la preghiera rivolta da Ermafrodito a Giove, di effe-

minare ogni uomo che


si

"vi

Presso
zio

Eomani, Anco Maristitu la prima salina,


i

bagnasse.

Salmone

nel territorio di Ostia, nei prati salati, vicino al- Tevere. E, in senso pi stretto, a Eoma col nome di sasi indicavano gli ampi bacini su le due sponde

[Salmonus, SaXEolo, dalla' Tessaglia emigr nell' Elide, ove fond Salmne.
[Kvzc,} figlio di

linae

l'ardire di paragonara Zeus e di imitare il fulmine del dio con facsi

Ebbe

427
cole, e il

SAP
isola del

tuono con catene,


e
col

Baino [Samos]
re

ma-

fragore suo coccMo; perci fu colpito dal fulmine e precipitato nell'inferno, e la sua
citt

caldaie

del

Ego,

presso

la

costa

della

mente

Lidia, ricca anticadi buoni prodotti

[erano famose specialmente le stoviglie e la cos detta non di pietra smia ]

fu

distrutta.

Salus, personificazione romana della salute e della prosperit.

ma

buon

vino. Vi

aveva culto

principale

salus puhlca, che personificava la prosperit dello Stato, ebbe, nel 302 aY.
Cristo,

La

Hra [Giunne] che aveva un tempio molto venerato e alla quale si celebravano feste, dette
Hera.
[ol

un tempio

sul

Quirinale. Saluttio dicevasi l'omaggio

Sapienti Sette
901]
si

rcT copa

dissero, in Grecia,

che i clienti rendevano, neUe prime ore del mattino,


al

alcuni personaggi che, per l'acutezza della mente, per


l'eccellenza e l'energia

t4

del

loro

naggi
ogni

patrono. I persoelevati ricevevano


nella

carattere,

per

la

somma

mattina,

pro-

pria casa, molte visite di amici e ammiratori, in se-

rono

esperienza della vita, fui benefattori della sotradizione ci ha tramandato alcune sentenze come proprie di ciascuno
di essi: Pttaco di Mitilne:

ciet in cui vissero.

La

gno
Essi

di stima e di rispetto.
si

radunavano nel

ve-

stibulum quando

non

era

ancora giorno cbiaro e, dopo aver dato nell'atrum il saluto mattutino al patro-

xaipv YvcoSi,

ne l circostanza di Atene: tsXoi;

considera be; Solne


ppcv
fxa-

no con la parola Ave, ricevevano in cestini [sportiilae]

un

piccolo ristoro che,

a poco a poco, si mut in cibo caldo e, al tempo dell'impero, divenne una di,

xpou ^lou, aspettare la fine della lunga vita [prima di lodare un uomo]; e l'altra: {xtjSev ayav, ne quid nimis, nulla pi del necessario ; Clebulo di

stribuzione in

denaro.
lo

Lindos [Eodi]:
cTTov,

[xsTpov api-

Quando
di

il

patrono usciva

la via di mezzo
;

casa,

essi

accompa-

la migliore

Perindro di
t
tcocv,

gnavano.

Corinto:

(jlsXstt)

l'e-

SAE.
sercizio

428
pu tutto
yyix.,
;

Talte
S'

di Milto:
ccTT),

Trap

mitologiche ed eroiche, e spesso si trovano in esse

fa garanzia, ti dap-

rappresentate cacce,
battaglie, scene.
trionfi

lotte,
a/ltre

presso il dar no ; Chilne di Sparta: yvwOi tjsauTv, conosci te stesso ; Biante


di Prine
tivi

Le pi antiche

[Caria]:

ol

ttXsi-

ODC, xoLxoi, i
.

pi sono catdi-

casse, fatte di pietra calcare [raramente di marmo] sono le egi-

Sarcfago
voratore

=
che

[orapxo9YO(;] della carile [cpE,


<po!.yziv

ziane, adorne nell'interno e nell'esterno di geroglifici e

carne,

divoori-

di rappresentazioni religiose, in rilievo. Le pi notevoli e pi belle sono di granito rosso, e servirono di

rare]

cMamavasi,

in

gine,
si

una

pietra calcare scavava nella Msia,

sepoltura ai re e ai sacerdoti.

per farne casse da morto, perch si diceva che avesse

Simili

consumare, 40 giorni, interamente ad eccezione il cadavere, dei denti. In senso pi esteso, si chiam poi sarcfago ogni altro sepolcro
in
di pietra.

la propriet di

casse
i

sono le che conteegiziane


queste
le

nevano

mmmie ,

ossia

cadaveri imbalsamati. La

egiziana era avvolta, prima di essere deposta nel sarcofago, in un

mummia

involucro formato da molsi

Kell'Attica,

trovarono

te

tele

di
,^

lino

accollate

tombe scavate
che avevano,

nella roccia, sul davanti,

insieme.

Le

casse erano intonacate

un
I

coperchio.

sarcofagi romani erano casse quadrangolari, collocate nelle tombe.


IJfeU'Etruria, erano di terra
i

di gesso e dipinte a colori nell'interno e nell'esterno, adorne di geroglifici o di


iscrizioni iertiche,

ed erano

sarcofagi
cotta,

che
di-

spesso rinchiuse in una seconda e in una terza cassa,


tutte adorne, dentro e fuori, di innumerevoli figure, iscrizioni e ornamenti, eseguiti a colori vivi. Le pitture si
riferiscono, culto dei

avevano rappresentata

stesa sul coperchio, la intera figura del morto.

L'arte

si

serv

di

queste

urne funerarie per le varie rappresentazioni religiose,

per lo pi, al morti e deUe

429
grandi divinit del mondo sotterraneo. Magnifici era-

SAE

no

gli

ornati

del

collo

un'erba velenosa, la sola erba mortifera cbe si trovasse nell'isola, rca X0pio<;,

del petto, anch,e in tutto del corpo fino ai il resto


piedi, elle erano forniti di sandali e cinti di fasce, le

ma

simile all'apio,

a'ki-

vov, e si diceva la mangiasse era

cbe

cM

preso dal riso e moriva ridendo. Perci

mummie
Sardnico

sono
riso

ornate

di

Omero

gU

altri,

dopo,
il

figure e di geroglifici.

chiamano

riso sardnico

[SapScvioc

[SapSwvtov YsXtoTa]

riso

yXt?] dicesi, com' noto, il riso beffardo, maligno e provocatore, non mosso da

non provocato

da

causa
xa-

ragionevole. nX7]v Ss ^oTvTji;


Gapsijst.
7]

ii.io(.c,

una causa che

lo

inciti,

xal aTC
oc

ma

rivolto

in

segno

di

v%o^

9ap[zxtov py^ETai OvaToV


7]

disprezzo e di offesa.
Il Pais

Y)

TTa Ss

XsOpLO? CTsXtVCp
toi? tpa7CI

collega questo vocabolo con queUo di un dio


orientale, Sardan o Banda , del quale una leggen-

[i,sv

saTiv

s.[ji9pY)(;,

youcri S yeXwcriv TrLyivsaGai


TTjv

TsXsuTYjv

Xsyouaw.
T

ToTo>
Ot

Ss

"0{X7]p(;

xcd
Tcl

sul rogo,

da narrava cbe fosse morto come Ercole. In


ci, al dio s'im-

7tlTa vOpWTCOl TV

memoria di

SapScGviov jXtTK vo^x^oucLV. 9usTat. S


yii
[xXicjTa
71

oSvl

molavano, sul rogo, vit-. time umane, le quali andavano al sacrifcio pronte e
ridenti,

Tca 7rpl

tlc, tctj-

y?

[Pausania, 'EXXSo?

TCp!,-;Qyffi.(;,

per forzato e convulso. Dal nome del dio Sardan o Sandan sarebbe dunque derivato, secondo il Pais, l'aggettivo sardnico cbe caratterizza questa specie di
riso.

di

un

riso

Sarne

X, cap. 17]. [Saro] antico re di


lib.

a nell'inseguire Trezne, caccia un cervo cbe s'era


a nuoto, fu travolto daUe onde, nel golfo cbe, da lui, prese il nome di Sarnico.
lanciato

Sarnico golfo

[sinus Saro-

Pausania ce ne d, invece, una versione molto diversa.

ncus] quello denominato oggi golfo di Egina.


Il

Lungo
Boxq

i corsi d'acqua della Sardegna [SapSoi, gen. Sap-

nome

si

fa derivare da

un

e SapSvof;]

cresceva

re [Saron] cbe sarebbe precipitato in esso e vi si

SAR

430

sarebbe aianegato, mentre cacciava un cervo. Oltre alcune isole pi piccole, si trovavano in esso l'isola
di

Satrnia [Saturnia, V, 330] Giunne, generata da Saturno e da Eh.a.

Egna e di Salamina.
figlio

Sarpednte [Sarpdon]
di

Giove e di Europa, fratello di Minosse e di Eadamante. Venuto a contesa con Minosse per il regno, fuggi presso Olice, a cui
prest aiuto Contro i Licii. Giove gli concesse di vivere

Con questo nome i poeti indicarono l'Italia, perch, secondo la leggenda, quando Saturno fu sbalzato da Giove suo figlio, si ricover in Italia presso Giano,
re del Lazio, al quale inse-

gn l'agricoltura. Satrnio [Saturnus,

per tre generazioni. Stiri [Satyri, I, 193] com-

I, 193] Giove, il pi giovine dei figli di Saturno e di Eha.

Ebbe due

fratelli:

Hdes
[IsTet-

pagni di Dioniso, rappresentano la vita naturale, molle e licenziosa. Hanno la forma di un capro, cbe si va elevando e trasformando a figura umana, con una coda di capro o di cavallo. 'Non hanno alcuna
inclinazione
al

[Plutone], Poseidone tuno], e tre sorelle:


stia [Vesta],

Be[C-

Dmetra

rere], fu la

Hra [Giunne], che


prima sua moglie.
I,

Saturno [Saturnus,
cato
in

113]

dio italico, che fu identifi-

con Crnos, quando


penetrarono
fu
i

passano

il

tempo
i

lavoro, fra i suoni,

Eoma

mi-

ti greci.

le danze,

pagnia
attributi

deUe

piaceri, in ninfe.
i

comLoro
i

Quando

scacciato
Italia

da
si

erano
i

tirsi,

Giove, suo ripar in

figlio [v.

Crono],

[che

flauti, le siringhe, gli otri di

vino, le coppe,

bicchieri.
il

Satrnia], presso Giano, re del Lazio,


al

chiam

quindi

Strapo

[satrpes] era

ti-

tolo che, in Persia, si dava al governatore di una pro-

tura.

quale insegn l'agricolIl tempo nel quale

vincia.

regn Saturno, prima di esda Giove, sere scalzato


rappresenta l'et
[V.

Saturnali [Saturnala] feste, a B)Oma, in onore di Saturno, che cominciavano il 17 dicembre e duravano
7 giorni. [V. Saturno}.

deU'oro.

mi
cominciare
i

dal

17

di-

cembre, per 7 giorni si celebravano


Saturnala con

431
cui
si

SCE

rappresentavano

cune erano praticate nella


spessezza di un muro chiuse fra due pareti,
e
s

giorni aurei del suo regno.


Si

abbandonava ogni

la-

grido di Io e, al Saturnalia non si pensava cbe a divertirsi: si bancliettava, si offrivano doni

voro

che chi saliva o scendeva

scambievoli, e si ammettevano al convito gli schiavi, per significare ^be nel regno di Saturno non vi era
differenza di condizione.

non poteva essere visto se non dalla persona che si trovasse nella medesima branca. Erano naturalmente strette e scure, e spesso

servivano quindi
scondiglio.

come na-

Saxa

rubra,
presso

rupe
il

neU'B-

Scamndro [Scamandrius] il nome del figlio di Ettore,

truria,

fumicello

che

il

popolo chiama[V.

Cremer, su la via. Flaminia: ivi i 300 Fabii, combattendo contro i Veienti [479 av. Cristo] trovarono eroicamente la morte, e
pi tardi
sto],

va Astiantte.
natte'].

Astia-

Scamndro [Scamander] fiume che scaturisce ai piedi


del
de,

monte
scorre

da, nella Troa-

[312

dopo

Cri-

neUa

pianura

l'imperatore Costantino vinse Massenzio.

troiana, riceve il Simonta, e sbocca presso il promon-

Scala
bella

mane,

[scalae]. Kelle case rola scala era poco

e di secondaria im-

Era detto anche Xanto per ,il suo colore biondo [^av6<; biontorio Sigo.

portanza, perch neUe abitazioni signorili era abitato


soltanto
il

pian
piani

terreno,
superiori

do] e di tal colore diveniva la pecora che si abbeverasse in esso. Se-

mentre

condo Omero, aveva due


sorgenti: una fredda e l'altra calda.

erano adibiti per riporvi le provvigioni e per dormire. La gente povera, di solito, abitava in qualche cameretta

dell'ultimo piano: il poeta Marziale abitava al


terzo piano. Spesso le scale di accesso salivano su dalla

Scarpe, V. Calzature. Scettro [sceptrum] bastone a forma di asta, ornato di chiodetti di oro, che serrit del

viva come segno dell'autodominio e del co-

strada,

ed erano, in geneAl-

mando.
Presso Omero, lo scettro

rale, simili alle nostre.

SCH

432
il
i

portato da sacerdoti, araldi, oratori.

Presso

Bomani,
dei

esso fu
e,

passano insieme con lui tempo, banchettando e bevendo.


[crKi.a8st.ov]

distintivo
tardi,

re

pi

Schideio
lino

ombrelche,

dei

consoli.

fatto

in

modo

Schera [S^spia] isola del mare Jonio, posta a nord


di Itaca e abitata dai Feci:

per mezzo di alcune stecche mobili, poteva essere chiuso e aperto.

per opinione concorde


si

Quando

le

matrone

attiche

degli anticM,
tificare

suole iden-

con

Coreyra,

oggi

uscivano di casa, esso era tenuto da una schiava. Ideile

Corf.

Secondo Omero, l'isola era molto fertile, e aveva una sola citt e due buoni porti.

portato dalle
teci.

processioni solenni, era figlie dei meera

Ne

era re Alcinoo, quando Ulisse, nel suo viaggio av-

gli uomini, esso segno di effeminatezza. Schiavi.

Per

venturoso, vi fu sbattuto da una violenta tempesta.

Presso
la

Greci

[SouXoi]. La
dalo

schiavit aveva origine


prigionia dalla vendita,
di

Alcinoo era figlio di Kausitboo, discendente da Poseidone, il quale aveva condotto ivi
i

guerra

ed era

rite-

Feci dalla loro

sede, in Hyperia^ vi aveva edificata una citt, costruiti

templi agli di e distribuite


le

nuta una condizione di inferiorit, che aveva il suo fondamento giuridico nella natura stessa, perch, secondo un sentimento inti-

terre

ai

suoi
la

sudditi.

mamente
scienza

radicato nella

co-

Splendida

era

adorna con
dini,
i

reggia, lusso, e fornita

popolare,
il

esiste'va
fra

una
il

differenza essenziale

di ricchi e rigogliosi giar-

greco e

barbaro.

nei quali crescevano


fruttiferi.

pi belli alberi
costituzione

Aristotele, nel libro della sua Poltica [cap. 2], so-

La

di

questo

Stato ba un'impronta aristocratica, e Alcinoo rap-

greco ha, in forza deUa sua stessa natura, il diritto di dominare


il

stiene che

presentato come un re, coadiuvato dai personaggi pi alti, cbe formano il Consiglio,

su

barbari.

origine, gli tutti di nazione

Perci, ii schiavi erano


barbara,
Sciti,

amicbevolmente

soprattutto Frigi,

433
Traci; i principali mercati di schiavi si tenevano a

SCH

Non avevano
vili,

diritti

politici,

n cinon pote-

Dlo, a Ohio, a Bisanzio, e non ne era priva neppure Atene. Lo schiavo era un possesso
reale del padrone,
il

vano

possedere,

ma

era

loro permesso l'ingresso nei templi e il partecipare alle

quale

pubbliche Il prezzo
era vario,

feste.

di

per non poteva ucciderlo senza una sentenza giudiziaria. L'uccisione di uno
schiavo era soggetta a
processOj e anche
il

uno schiavo secondo la sua

un

attitudine al disimpegno delle faccende per cui era comprato. In Atene, gli
schiavi

mal-

trattamento cadeva, nei casi pi gravi, sotto una sanzione penale. Tuttavia il padrone che avesse ucciso uno schiavo era condannato soltanto a un'espiazione religiosa.

dia

si pagavano in meda 1 a 10 mine [la

mina valeva presso a poco 100 lire]; uno schiavo sopraintendente aUe miniere fu pagato da Moia un talento [circa 6000
l'Attica,
il

lire]. IJTel-

Lo

schia-

numero

degli

vo per poteva sottrarsi ai maltrattamenti del padrone con la fuga in un asilo,


e di
li

schiavi sali fino a 365 mila, di fronte a 90 mila cittadini.

domandare

di esse-

Alcuni di

re

venduto a un altro padrone. In ogni modo, l'asprezza di questa dura' condizione di vita era, nel

al disbrigo

attendevano faccende dUa famiglia a cui apparessi

delle

il

tenevano: accompagnavano padrone o la padrona

fatto,

mitigata dall'educa-

zione e dal senso di

uma-

quando uscivano di casa, curavano come pedagghi


l'educazione dei ragazzi, li conducevano a scuola nei
ginnasi, e
li sorvegliavano continuamente. Ogni famiglia agiata aveva molti

nit degli Ateniesi. Gli schiavi, essendo privi di capacit legale, non. potevano presentare alcuna accusa, n fare nia avevano

da testimoni; gran valore,


giudiziale
di

schiavi,

ma

anche

il

citta-

come mezzo

prova, le loro deposizioni, che si ottenevano sempre


per
-8

dino pi povero ne aveva almeno uno per la cura

deUa casa.
Altri schiavi servivano, fuo-

mezzo

della

tortura.
e leggende.

Stano, Dizionario di miti

SOH
ri la

434
casa,

come operai

nelle

drone,
nirlo

il

quale poteva pnla

fabbriche; lavoravano per conto del padrone, oppure

con

Ti.^' ergastulum

relegazione della viUa,


fi-

erano

nna parte

obbligati a dargli del guadagno ri-

col

lavoro al mulino,

cavato dal loro lavoro. E'el servizio di marina erano


adoperati come rematori. Lo schiavo poteva ottenere la libert, col consenso del padrone, riscattandosi col prezzo dei propri risparmi, o in seguito a prove di valore date nelle
battaglie, e spesso anche per testamento. Lo schiavo riscattato diveniva quindi liberto, viveva nella condizione dei meteci [v. Meera legato all'anteci'], ed tico signore come a pa-

stnnum, con le percosse con verghe o corregge, col marchio, con la crocifissione, con altre torture; ma per colpe che richiedevano pene maggiori, il giudizio

era riservato ai ma-

gistrati.

Gli schiavi, non avendo alcuna capacit legale, non

avevano diritti n pohtici n civili; non facevano parte dell'esercito, ma entravano nelle Coorti di vigili
[cohortes vigUurn] alle quali era affidata la guardia di

Eoma
vi

e dei sobborghi.
gli schia-

trono.

Nei tempi antichi


i

Presso

Romani
come
si
,

[servii.

Gli schiavi,

servitori

mangiavano insieme col padrone: ma dopo, prevalse


il

della famiglia a cui

appar-

costume di assegnar

chiamavano tenevano, famuli, come propriet materiale, si dicevano mannei rapporti deUa cipa,
vita quotidiana erano detti

loro,

per ogni giorno o per ogni mese, una determinata quantit [demensum] di grano, fichi, ohve
e
aceto.

Vestivano,

come
tu-

'puri.

cittadini poveri,

una

Nei primi tempi, il padrone poteva vendere, porre aUa tortura e perfino uccidere lo schiavo, sul quale esercitava il diritto di propriet,

nica grossolana e di colore


oscuro." Il

maggior numero

degli schiavi proveniva dalle GaEi, dalla Spagna, dalla Grecia, dall'Asia: erano molto ricercati gli Etopi.

come su una

cosa;
li-

ma

in seguito le leggi

La

mitarono

l'arbitrio del pa-

famiglia degli schiavi era, in origine, molto pie-

435
cola; in seguito, le grandi case ebbero schiere di schia-

SCI

vi
e

mancipiorum'} schiave [greges ancillrum]. Fra essi, alcuni


[legines

ivi\ e diveniva cosi liberto. [V. Libeno]. l^e primi tempi gli schiavi erano fedeli ai padroni,

di

verso
senso

godevano drone [Tionestires],


il

la fiducia del pa-

non

quali nutrivano un solo di stima,


di
si

come

ma

anche

affetto;

pi
ir-

procurdtor [amministratore dei beni], Vactor o

tardi per

sentirono

ritati contro di essi, e spes-

vilUcus
della
[il

[l'amministratore
il

so ordirono ribellioni e

som-

villa]

dispensdtor

cassiere], i negotiatres [che trattavano gli affari nelle province per conto del

mosse. Secondo l'antico costume, se uno schiavo uccideva il padrone, veni-

vano
,

padrone], gli insulari [che riscotevano gli affitti delle


case appigionate], i paedagogi [maestri dei fanciulli], i

che, nel
litto, si

uccisi tutti gli schiavi momento del de-

trovavano nella medesima casa. Scfo [scyphus] chiamavasi

medici [medici di famiglia], e molti altri, che avevano

ura tazza
terra

cotta o

di argento o di di legno di

cura
e

dei

lavori
della

materiali
casa,
alla

faggio, fornita di manicbi,


si adoperava comunemente nei banchetti. SeUa [ScyHa, VII, 65] fgha

artistici

o
bi-

che

sopraintendevano
blioteca,
alla

galleria,

al

museo, o attendevano alla corrispondenza epistolare del padrone. In un grado pi basso stavano gli schiavi tenuti a scopo di di-

di Forco e della ninfa Cratide,


orribile

mostro ab-

baiante, che aveva 6 lunghi colli, 6 teste, ciascuna


delle quali
orribili

aveva 3
e

file

di

vertimento

[gladiatori, mimi, funmboli, ecc.], e quelli cbe prestavano servizi pi umili nella casa, o accompagnavano il padrone quando usciva. Lo schiavo poteva ottenere la liberazione dalla sua condizione servile, mediante la manumisso [ved.

denti,

Abitava una nebrosa e inaccessibile, scavata in una rupe liscia, di cui la cima era avvolta in
oscure nubi,
labrese,

12 piedi. caverna te-

su la punta estrema della penisola casu


lo

stretto

di

Messina, dirimpetto alla rupe della costa sicula, sot-

SOI to cui

436
stata
la felicit' di lui

Era

dimorava Cariddi. una bella ninfa del mare, ma poi da Circe da Amfitrite fu trasfor-

quale dipendeva la forza e e la salvezza dello Stato, si che Msa fu conquistata. Ma


Scilla fu abbandonata da Minosse e, disperata, salt

mata, per gelosia, in mostro, s che rimase con la forma di fanciulla nella parte superiore, mentre in
quella ta
inferiore
finiva

in

mare e
di

si

aggrapp

alla

nave

in
cin-

una coda
da cani
732-737].

di

pesce,

orribili

[XIII,

Minosse, per seguirlo a Cretaj ma mentre il padre, cbe era stato mutato in uno sparviero,
si

lanciava contro

di

lei,

Secondo Ovidio, Circe, innamoratasi di Gluco e rifiutata da lui, che amava


invece,
la,

essa fu trasformata in un
uccello marino, detto Ciris. Secondo un'altra tradizione, Minosse attacc SciUa alla poppa della sua nave, in pena del misfatto ch'ella
la

non riamato, Scilcosparse di succM vele

nefici

acque ove
il

Scilla

soleva fare
sta

bagno: quedi

aveva commesso, e

poi Sa-

cingersi gole e teste canine, e poi

vide

cos

precipit nel golfo r nice.

fu mutata in rupe, quando era per sommergere le navi

Scillo capo [Scyllaeum pro-

munturium] rupe
ripida,

alta

di

Ulisse
la

Quando
se

[XIV, nave di
stretto,

74]. Ulis-

pass lo
sei

essa

ingoi
di lui.

dei

compagni

spinge nel mare daUa costa dei Brnti [Calabria], su la quale dimorava l'orribile mostro
si

che

Scilla.
6,

[V. Scilla'].

151]. Un'altra ScUa era fgUa di Niso, re di Megara.

[Vili,

Scro [Scyrus] isola del mare Ego, a nord-est dell'Euba, rocciosa, ricca di capre e marmi variegati,

Quando

Minosse, nella spe-

dizione contro Atene, prese Megara e assedi Msa,

con un fiume denominato


Oefso.

dove

erasi

rifugiato

Kso,

In

essa,

secondo una

tra-

Scilla, innamoratasi di Minosse, giunse a tradire il padre, dal cui capo svelse dal il capello purpureo,

dizione posteriore, Achille, vestito da fanciulla, fu nascosto dalla

perch

madre Ttide, un oracolo aveva

437
predetto che avrebbe trp-vata la morte sotto le mura di Troia. Da Deidamia, figlia di quel re, Licomde,
l'esercito

SCI

in paesi lontani, e gli fori in citt, porta-

vano questo bastone.

Una

striscia

di cuoio

era

suo

zio

materiLO,

Achille

ebbe il figlio Pirro, detto anche Keottlemo. Scirofrie [x anipof^pioC] festa in onore di Athna,

rotolata per obliquo sopra un cilindro di legno, e in


essa
si

scrivevano per lun-

go
si

gli ordini, in linea oriz-

zontale; poi

Atene nel 12 giorno del mese di


che
celebravasi

in

Sciroforine [giugno-luglio].

In

una processione al dall'Acrpoli fra Atene ed borgo Sciron,


essa,

moveva

si spiegava e staccava dal cilindro, si che le lettere, per la mutata loro disposizione, non avevano alcun nesso. L'ufficiale spartano a cui per-

veniva la
tala

striscia,

staccala

Elusi, dove si diceva che per la prima volta si fosse seminato il frumento nell'Attica. Kella processione,
le

dal

plicava
nello

apcilindro, sul suo bastone,

stesso

modo

con

sacerdotesse di Athna sacerdoti di Poseidone e

cui era stata disposta per essere scritta, e riusciva

facilmente
scritto.

leggere

lo

Hhos si recavano col, sotto un gran parasole biandi

Sczia

co [(Txtpov
p6i

[Scythia]

corrispon-

piarasole, 92-

porto], simbolo della

protezione che si implorava dalla dea, contro l'arsura. Sctala [CTxuTaXT]] un basto-

deva aUa Eussia meridionale, fino aUa Eumenia, alla Crimea, al fiume Don; ma poi questa denominazione fu estesa a indicare
la regione pi vasta, verso nord e verso est, fino ai-

ne o

rullo, sul quale, spej

cialmente a Sparta

si scri-

vevano in
tani

cifre

gli

ordini

odierna

Siberia.

Il

paese,

segreti ai magistrati spar-

aveva un clima freddo e


inverni lunghi: i suoi cavalli erano velocissimi e i buoi senza corna.
Gli abitanti erano di razza
turnica, rozzi e bellicosi,
i

che

si

trovavano in

guerra, lungi dalla patria. In seguito, il nome servi a

indicare
lettera.

il

messaggio e la

Ogni

magistrato, e specialmente i comandanti del-

quali

non avevano n
fortezze,:

citt,

ma

vi-

SCO

438

vevano nmadi, in elle facevano loro da

carri,

casa;

seguivano, in religione, un grossolano politeismo, ed erano governati da nn re, circondato da numerosissi-

che aveva tenuto in mano all'altro cantore, a traverso la mensa, s che la lira o ramo faceva dei salti tortuosi a traverso la tavola,
axXiov

il

Poich etimologicamente
vuol

ma
elle

corte.
i

dire

canto

Quando

Eomani,

dopo

tortuoso

[ffxoXt?

tor-

da Traiano fu assoggettata la Dacia, conobbero


questo
il

tuoso, axoXt.(o alcuni vogliono

piego], riferire il

popolo,
di

esso
e

significato originario del vo-

perde

nome

Sciti

cabolo a
la lira o

prese quello di Srmati.

Secondo Ovidio [XV, 359360], una favola narrava elle le donne sctiche, ungendosi
veleno,
celli.
il

questo giro che ramo di mirto o di alloro faceva nella menil

sa

al

passaggio
cantore.

dall'uno

all'altro
altri,

Secondo

si

corpo di magico mutassero in uc-

dal

invece, si fa derivare fatto che il cantore


conviti,

extemporaneo dei
[cxXiov]

Sclio

canto convivale cbe, presso i Greci si usava cantare a mensa.

un

nell'improvvisare

la

sua

canzone, si prendeva grande libert nelle modulazioni


dell'aria

Generalmente, esso conte-

musicale.
di
scolii

neva qualche precetto


la

del-

^Eccellenti

autori

vita pratica,

motti in-

e arguti, invocazioni agli di, e presentava un carattere ora serio ora

gegnosi

furono Alceo, Saffo, Anacrente, Pindaro: ma della

maggior parte di tali provvisazioni, nate fra


legrezza
della

iml'al-

allegro. Il cantore, nel convito, aveva in mano un ramo di

mensa, la anche antica, non posterit,

mirto o di alloro; e quando, finiti


i i

conosceva gli autori. Sclio [cr;^Xt.ov] era un'lliistrazione

canti soliti fra

un'osservazio-

commensali, si invitavano alcuni a improvvisare una breve canzone [axXtov],


ciascuno
dei
cantori,
ter-

ne

critica, scritta sul mar-

gine della pagina dei manoscritti greci e latini. Queste

minato

il

suo canto, dava


il

note critiche o solevano trarsi

illustrative

da

opere

la lira o

ramo

di mirto,

maggiori e porsi a margine

439
del testo, per ogni bisogno le scriveya e, di sodi

SCE,

no

cM

largli.

lito,

venivano accresciute da
nella cui
il

volevano paril poeta usci dalla sala da pranzo, quealla porta,

Appena

coloro

passava poi

propriet manoscritto.

sta croll, seppellendo sotto le sue rovine tutti i


Si credette che due giovinetti fossero i Discuri, i quali avevano

La
gli

pratica
scolii
si

di

compilare estende fino

convitati.

al

XV

secolo dopo Cristo.

Gli

scolii

pi importanti,
gli

cos premiato l'elogio fatto

di cui

non conosciamo
si

loro dal poeta.

autori,

riferiscono

cialmente a Omero, do, a Pindaro, a Sofocle, ad Aristofane, ad Apol-

spea Esio-

Scorpione [Scorpo] ottavo


segno dello Zodaco. Si vuole ch'esso sia lo scorpione che Ga fece sorgere dal suo seno per uccidere Orine,
il

Eodio, ad Arato di a Meandro di Colofne, a Teocrito di Siracusa [fra i Greci], e a Plauto, a Terenzio, a Oralonio
Soli,
zio,

terribile

gigante,

il

quale si era vantato di abbattere tutto ci che


uscisse
lo

dalla

terra.

Giove

a Persio [fra

Latini].

mut

nella Costellazione

Fra
nato

gli scoliasti latini

sono

notevoli specialmente:
[scolii

Do-

Probo

Servio

Terenzio], [scolii a

omonima. Scrigno [scrinum] cassetta di forma rotonda, che serviva a custodire


lettere
ecc.,
libri, carte,
si

Virgilio].

poteva

Scpa [Scopa]
lo. Il

atlta tessa-

portare seco in viaggio.


Nell'et dell'impero, questo

aver
lui,

poeta Simnide, dopo cantato le gesta di richiese a Scopa il

nome

indic anche la cane


si

celleria imperiale,

di-

compenso convenuto; ma questi non volle dargli che la met, perch l'altra met doveva essergli pagata
dai Discuri, ai quali era
rivolta

stinguevano quattro serima: memorae, epistuldrum,


libelldrum, dispositidnis.

Scrittoio. Materiale da scri-

vere era

met

dell'epincio.

Qualche tempo dopo, Simnide, mentre era a pranzo da Scopa, fu avvertito che due giovinetti, che era-

papiro e la pergamna [v. Papiro e Fergamenal: ma si hanno noil

tizie

di libri

greci,

scritti

su tavolette di piombo o su strisce di cuoio.

SOR

440

nerofumo
sulla

Inoltre, per i bisogni ordinari della vita giornaliera


[lettere,

con

gommacon
in-

pergamena

appunti, minute],

per uso deUe scuole ecc., erano adoperate, cosi dai Greci come dai Eomani, tavolette

cHostro pure nero, preparato con gomma e vaUona,


e
si

adoperava, invece

dello

stilo,

una penna
canna

di giunco
l

incerate

[tabellae],

di

[caZamws].

fatte di abete, lisce dalla parte esterna, e munite di


orlo rilevato nella parte interna, per evitare cbe si

titoli dei libri si scrivevano

un

con una tinta rossa. Quando rincbiostro era ancora


fresco, si

cancellasse lo scritto, quando pi tavolette fossero

poteva cancellare con una spugna umida; ma, divenuto secco, bisognava

unite insieme.
interna

La

facciata

portava
di

spalmato
cera,
sulla

adoperare il rascbiatoio. Scrittura. V. Scrittoio.

uno

strato

Scrivani

[scribae].

In Atene,

quale s'incidevano le letcon uno strumentere to di ferro, detto stilus.

ogni magistrato aveva il suo scrivano assegnatogli dallo Stato o scelto a suo
grado. In generale,
gli scri-

Questo

era

appuntito

da

una estremit, e largo in forma di lamina nell'altra


estremit,
la

quale

servi-

va per spalmare di nuovo la cera quando, scrivensi commettesse qualcbe do,


errore.

vani appartenevano all'infima classe del popolo o erano presi fra gli schiavi. Di condizione molto pi
ragguardevole erano: lo scrivano addetto a ogni pritaincaricato
caricato
scritture
na; lo scrivano della ^ouXt], della custodia

Pi tavolette riunite si legavano con un nastro, in forma di libro, e prendevano il nome di dittici,
trittici,

delle leggi; lo scrivano

inle

di

controllare

finanziarie

della

polttici

[StTCTuxa

dupUces,

TpiTCTuj^a

triplices, TroXTTTuxa

'mul-

pouX-!Q e, una volta in ogni pritania, rendere conto al popolo dei denari entrati

tiplicesl secondo cbe le tavolette legate insieme era-

nelle casse dello

Stato;

lo

no due, tre o

pi.

Sul papiro si scriveva con un incbostro preparato col

scrivano aggiunto al tesoriere per l revisione e la controfirma dei conti.

Eoma,

gli scrivani

pub-

441
blici

In Atene, invece,
zione
era

scu
l'istru-

prestavano
ai

il

loro ser-

vizio

magistrati. Essi erano assegnati dallo Stato,

pi complessa, e richiedeva la conoscenza


di varie discipKne, le quali

come
ri,

quaestoaedilici, tribunicn, vegli


scelti,

scribae

venivano insegnate da
versi

di-

nivano

a proprio piafare
i

maestri;

fanciulli

cere, dai magistrati stessi,

come solevano
soli,
i

con-

pretori, censori, il dittatore clie, generalmen-

te, si

vani, scMavi

sceglievano, per scridella loro fa-

adoperavano il metodo del sillabario, con cui imparavano a leggere e a scrivere contemporaneamente. Molta importanza aveva lo
studio e l'apprendimento a

miglia. Gli scrivani pubblici erano cittadini appartenenti a un

memoria

dei

poemi

di

Ome-

ro; si facevano studiare anche le favole di Esopo e le poesie di Simnide; generale era lo studio della

ordine piuttosto ragguardevole [ordo Jionestus], quantunque fra loro si trovasse

anche qualche

liberto.

Gli scrivani privati erano in parte mercenari, cbe prestavano servizio a cbiun-

musica e deUa ginnastica. Anticamente, l'insegnamento era pagato dai privati;

ma

que li pagasse, in parte schiavi e liberti, che scrivevano soltanto per i loro
padroni,
o

pi tardi gl'insegnanti di filosofia e di eloquenza ebbero uno stipendio dallo


Stato.
della
Il

primo
dei

maestro,
sofisti
si

scuola

tenendone

la

dei

corrisponder za epistolare [scribae ab epistulis], o aiutandoli nei loro studi


le

pagare

retori, le lezioni,

che

facesse

fu Prota-

gora. Questi, per

un

corso

[scri-

bae a studis}, o curandone biblioteche [scribae a bibliothcis].

completo di lezioni, richiedeva il compenso di cento

mine
Il

disegno fu un
solo

[circa lire 10.000]. ramo del-

Scudo. V. Armi.
Scuole. Presso
limitava
della
cinio:
i

l'istruzione

ai

tempi

Gieci, fra gli

di Aristotile.

Stati Drici, la cultura si


alla

Presso
chi:
i

Eomani

vi furono

conoscenza
soltanto
sa-

scuole fin dai tempi anti-

musica e del raziopochi


scrivere.

maschi prendevano
trivis],

lezione nelle pubbliche stra-

pevano leggere e

de [in

le ragazze

n
scu

--_;

442
niti

invece facevano scuola in


certe botteglie del mercato.

con

la

ferula

per

le

Da

principio, le famiglie offrivano al maestro doni

regali in danaro, pi tardi fu assegnato ai maestri uno stipendio dallo Stato. I fanciulli, insieme con la lettura e la scrittura, impara-

mancanze pi Uevi, e col flagellum per le mancanze pi gravi. Alcuni maestri avevano uno stipendio elevatissimo: Lucio Apuleio guadagnava annualmente 400.000 sesterzi [circa 80.000
lire].

vano a conteggiare, e computavano, di vendosi delle


solito,

Le vacanze
turnali
[7

scolastiche ca-

ser-

devano neUe feste dei Sagiorni], poi nei

dita,

come

presso i Greci. Era molto curato lo studio dei poeti,


si

studiava anche la storia

antica,

ma

la geografa era

Quinqudtrus [v. ivi] e nel tempo deUe vendemmie. Quanto al materiale e agli strumenti che si adoperava-

poco curata^ in confronto dei Greci. Il primo a introdurre a Eoma lo studio deUa grammatica fu Cratte di

no per scrivere ved.


toio.

Scrit-

Scure
mile

[seciiris]

di

forma
dei

si-

quella

nostri
fa-

MUo

[CiHcia].

tempi, usciva fuori dai


sces .e littri.

1 maestri

insegnavano a leggere e a scrivere,


si

clie

In tempi antichi,

la scure
i

chiamavano

Uteratres;

servi per giustiziare

con-

che impartivano un'istruzione pi alta, si dicevano literdti.


quelli invece

dannati aUa pena capitale; pi tardi, fu sostituita dal


gladus.

L'insegnamento

della

letsilla-

Valerio Publcola, poco do-

tura, col sussidio del

po
si

l'istituzione

bario, cominciava prima dei sette anni; s'imparava mol-

blica,

deUa repubordin che, in Eoma, togliesse la scure dai


-^

to a memoria, specialmente da Livio, da Ennio, e so-

fasci.

Secessine

prattutto da

Virgilio.

Im-

portantissimo era lo studio della lingua e degli


scrittori

[secesso] la sedelia plebe, solparazione levata contro i patrizi e il

suo
citt.

allontanamento

daUa

greci.

La
e
i

disciplina

era

severa

La prima
ma,
si

ragazzi venivano pu-

secessione, a Eoebbe nel 494 ay. Cri-

443
sto e diede origine all'isti-

SEL
spal-

Era una sedia senza


liera,

tuzione del tribunato della plebe; la 2 nel 449 av. Cristo, in seguito alla

gambe
rio,

pieghevole, con le ricurve incrociate.

quale i decmviri decaddero dalla

In origine era fatta di avoin seguito di marmo e di metallo, adorna di fini lavori artistici.
IsTeUe
i

loro carica.

Secolari ludi. V. Ludi.

Secritas, personificazione

romana
sonale Stato.

della sicurezza pere di quella dello

pubbMclie discussioni, magistrati sedevano sulla sedia curle, cbe si portava

Era rappresentata come una matrona romana, appoggiata a una colonna,


col

ancbe in guerra. Giulio Cesare ne ebbe dal Senato

capo

sostenuto

dalla
oc-

una di oro. Selne [SeXtjvt]]


luna
fgHa
[GskcK.c,

dea

della

mano
elli

destra, con
le

gli

sereni e tranquilli, op-

di

Hiperine

splendore], e di

pure seduta con


incrociccbiate.

gambe

Tia, sorella di Hlios [il sole] e di Hos [l'aurora].

Sedia [sella]. I Eomani avevano una grande variet di sedie, cosi per la mateerano fatte, come per la forma. Spesso erano fabbricate di materia preria di cui

Secondo
Pllade.

altri

figlia

di

Bella

dalle bianche con lunghe ali e braccia,

dea,

oro.

ornata di un diadma di Percorre il cielo su


carro tirato da quattro per recare agli uo-

ziosa,

forma

come i sola di un trono

della

un

le

cathdrae, sedie a spalliera. Le sedie pi basse, suhsella,

cavalli, mini la

sua luce. Presa da


o

amore per Endimine, un


pastore

erano sostenute

da

un

cacciatore

quattro gambe incrociate, in modo da potersi piegare, in frma di libro. Sedia curMe [sella curlis]
la

ch'ella sorprese nel in una grotta sul

sonno

monte

Ltmos

[nella Caria], scencielo,

deva dal

ogni notte,
ella

sedia

tenuta come di-

per baciarlo.

stintivo dei magistrati


giori
i il

mag-

Da Endimine
50 fighe.

ebbe

curli:
gli

consoli,
curli,

pretori,

edili

Per una tradizione posteriore,

dittatore, cavalieri.
.

U maestro

dei

Selene

fu

identifi-

cata con Artemide, e allora

SEM
anclie
il

444

Endimine divenne

Semlia [proles]

bel cacciatore o pastore del monte.

Bacco, nato da Semle e da Giove.

Semle
certa.

[Semle, Ss(i.X7], HI, 259-315] di etimologia in-

Sementine [Sementinae] festa romana della seminaseminagione [sementis gione], che si celebrava in onore di Crere e di TUus,

Alcuni

avvicinano
protettrice

questo

me

terra]: della terra.

nome

al lituano [ze-

dopo compiuta la seminagione; oppure in onore di


Cerere e di TeUus, nel 1 giorno, e in onore di
Prosrpina, dopo.
sette

Era figlia di Gdmo e fu amata da Giove. Hra, mossa perci a gelosia, preso l'aspetto della vecchia B-

giorni

nutrice di Semole, la indusse a chiedere a Giove che le si mostrasse in tutto il suo splendore, come soleva fare a Hra. Semle, tratta in inganno, si fece promettere questo da Gioroe,

Si invocavano queste dee, perch facessero prosperare le sementi, si incoronavano


i

tori, si

appendeva

l'ara-

tro in segno di riposo, e i servi e gli animali domestici

ve;

ma non
il

avendo potuto
fulgore
della

erano nutriti con grande abbondanza di cibi.

sostenere
della

Semiramide
trice

fiamma deUa
ne

di

lui,

folgore rimase incene-

[Semiramis, IV, 46-47] la famosa fondadella

grande monar-

rita.

chia assira, moglie di

Mno.
daUa

Il fanciullo

Dioniso

[Bac-

Era

fgHa di Drceto,

co], dall'alvo

venuto fuori immaturo


materno, fu rin-

quale fu abbandonata, bambina,


nei
prati
e

nutrita

chiuso nel fianco di Giove, donde uscito poi compiuto, fu fatto allevare da Ino
[fgUa di Cadmo], moglie di Atamnte. Ma quando Ino fuggi, per il delirio da cui

daUe colombe. Secondo Ovidio, pass gli ultimi anni della sua vita, trasforma-

ta in colomba. Senato, era un consesso


cittadini

di

anziani,

rap-

marito era stato preso per opera di Hera, Dioniso fu dato alle ninfe Msidi [ninfe di Nisa], nella Beozia
il

presentava il Consigli supremo che amministrava


lo

Stato.

Sparta,

dove era

det-

o nella Caria.

to yspouata [yspwv

vec-

445
cMo], era formato di 28 membri, che raggiungevano il numero di 30 coi due re, i quali Y avevano il voto. Essi dovevano aver superato l'et di 60 anni, ed
erano eletti a vita dal popolo, fra gli Spartiti, cio fra i discendenti da fami-

SEN
fncb stava in uf&cio, era esente dal servizio militare,

un posto speciale nel teatro, poteva portare in testa una corona di


aveva
mirto quando sedeva nell'adunanza e, almeno da Pericle in poi, riceveva il

yspoucta potere dei re e dell'assemblea popolare, deliberava intorno alle leggi cbe dovevano essere presen-

glia nobile.

La

li-

compenso di una dramma [circa una lira], per ogni


giorno
di

mitava

il

seduta.

tate al popolo per l'approvazione e, in materia giudiziaria,

ed che approvava proposte dovevano essere presentate al popolo, riceveva le rela[3ouXy]

La

esaminava

le

zioni

dei

generali,

sorve-

sentenziava

sui

gliava
fino

l'amministrazione

grandi reati,

specialmente

dei re. Pi tardi, col crescere della potenza degli


fori e dell'autorit dell'as-

delle finanze, e condannava alla somma di 500

dramme
gli

(500 lire circa) negiudiziari, mendelle colpe rimesso ai

affari
il

semblea del popolo,

il

po-

tre

tere della yspoucjia venne, a poco a poco, diminuendo. In Atene il Senato si chia-

pi

giudizio gravi era

tribunali.

Le adunanze erano pubbliche, e si


i

mava
per

pouXr),

il

Consiglio
==

tenevano tutti
i festivi;
il

eccellenza

[[ouXeuco

giorni, eccettuati
facilitare

delibero], ed era composto

ma, per
so

coril

di deputati, eletti ogni anno o estratti a sorte fra i


cittadini cbe avessero oltre-

dell' amministrazione,

Consiglio era diviso in 10 sezioni di 50 membri [pri-

passato
sero
i

30 anni e godesdiritti
civili.

pieni

ciascuna tni, Tzpux.vzic,'], delle quali per una decima

Secondo l'istituzione di Selne, essi erano 400, Clistne li port a 500:

ma

parte dell'anno, si riuniva ogni giorno per trattare i affari sotto un pubblici
presidente, tratto ogni giorno a sorte fra i 50, il quale

pi tardi furono 600, vennero poi di nuovo


dotti a 500.

ma
ri-

Ogni membro,

presiedeva

anche

l'assem-

SEN
"blea

del
le

446
t prima al re, poi, durante la repubblica, ai consoli o ai tribuni consolari e, in as-

popolo
chiavi
sigillo

custoStato.

diva
poli

dell'Acrdi

il

Le

singole sezioni del Consi radunavano nel siglio

QXoQ, mentre le adunanze generali di tutta la pouXr)


si

senza di questi, ai pretori: pi tardi anche ai tribuni della plebe. L'et minima per l'elezione a senatore,

tenevano nel
il

[SouXsut'^-

piov.

A Eoma
tus

[senex

composto fino al tempo dei Gracclii, in cui la lex Semprona

Sendvecchio], fu da 300 membri

Senato,

fu stabilita dalla lex Yila: 27 anni. Quando il* Senato doveva


trattare affari di grande importanza, nessun senatore poteva allontanarsi da

Eoma, n
snza

uscire dall'Italia,

ammise 300
i

cavalieri, si

che

senatori divennero 600. Cesare port il senato al numero di 900, Antonio a

permesso. Le adunanze del Senato si tenevano in un luogo consacrato dagli uguri \t6mplum]: dapprima nella Gura HostiUa, pi tardi neUa Gura lula e nei templi della

1000 e Augusto lo ridusse di nuovo a 600. Kel periodo dei primi re, per far parte del Senato, era necessario discendere da
famiglia patrizia [Patres] ma Servio Tullio e i primi
consoli vi

Concordia, di Castore, di Giove. Quanto al tempo


delle sedute, si preferivano

le
i

Calnde, le

lITne, le idi e

nominarono ansi
.

che plebei insigni, special-

giorni di festa, di solito non prima del sorgere del


sole

mente cavalieri, i quali chiamavano Gonscripti,


per tutti
i

sempre
Il

n dopo il tramonto, dopo compiuti

e
i

Senatori insiePatres
[et]

sacrifici e tratti gli auspicii.

me

si

dissero

Senato esercitava la sua


autorit

Gonscripti.

alta

sull'ammini-

L'elezione dei Senatori fu


fatta

strazione civile e religiosa,


gli affari esterni,

prima dal re e

dalle

Curie insieme; ma, durante


la repubblica,

dai consoli,

suprema desuU'amministrazione deUa giustizia,


sulla direzione?

poi indi dai censori.


di convocare
il

dai

tribuni

La

consolari, facolt

sulla legislazione e, insomma, su tutti gli affari pi

Senato spet-

importanti

che

si

riferi-

447
vano
Stato.
agli

SEN
dic ogni deliberazione del Senato.

interessi

dello

I Senatori portavano, come distintivo, un anello d'oro;


il

laticlvio

\latus

clavus],

che consisteva in una larga striscia di porpora clie scendeva sul davanti della tunica, dal collo
inferiore;
jfino

Per un sentus consultum si ricMedeva prima il numero di 100 senatori, poi di 150 e infine di 200.

Sentenza

all'orlo

nno

stivaletto

molto

alto, bianco o rosso [elcus], chiuso da 4 cor-

regge, adorno, nel mezzo, di una mezza luna [lunula] d'avorio o d'argento; e nel teatro
E'eU'et

[sententia]. Nelle cause civili, la sentenza era sempre pronunziata oralmente, sebbene fosse stata prima dettata in iscritto. Allora la questione si riteneva definita [res iudicta],

irrevocabile,

non

sedevano

in

posti
il

poteva quindi dare origine a una nuova causa: solo


nell'et imperiale, fu introdotto l'appello a un tribu-

speciali [subselUa senatora].

nuimperiale, mero dei senatori fu sempre di 600: la loro elezione

nale superiore.

KeUa procedura
petuae

penale,

spettava
quale,

all'imperatore

il

giudici delle quaestines perfin da antica et, votavano per iscritto, con

come Prnceps

Se-

ndtus stabiliva le adunanze e puniva i negligenti. Sotto i buoni imperatori, il Senato conserv insieme

tavolette

incerate, su le quali tracciavano un A [abslvo] o un C [con IN"

con una certa autorit, un'indipendenza almeno apparente;


ratori

demno} o un
liquet

ma

scellerati,

sotto gl'impeesso non loro

fu in
servile

mano

che un
di
ti-

questione non ben cMara]. La maggioranza decideva in modo assoluto; a parit


la

[non

strumento

di voti,

rannia.

se

il

reo era assolto; maggior numero ave IsT

Sentus eonsltum era ogni decreto del Senato, che avesse pieno valore, mentre
ogni altra decisione dicevasi auGtortas Sentus. Ma,
in senso

va votato

, si

aveva

la proroga: il processo cio

era rimandato, per essere


illustrato

con

prove

pi

cMare

e sodisfacenti.
della sen-

pi generico, in-

La pubblicazione

SEP
tenza,

448

il

per lo pi con Ja
fecisse videtur , non fecisse vide-

marito poteva presentare


richiesta
dal-

forinola:

all'arconte un'accusa su la

oppure tur secondo che si ammetteva o si escludeva l'imputazione del reato,


si

separazione
l'altra

parte.
fin

Eoma,

da tempo anesisteva una


del
dii

fa-

tichissimo,

ceva dal pretore che presiedeva al processo o dal iudeoc Contro quaestionis. la sentenza non v'era luo-

completa
vorzio;
patrizi
[v.

libert

ma
della

matrimoni
confarreatw
in-

ivi}

erano ritenuti

go
fu
le

ad
cause

appello,
penali,

il

quale

introdotto,

anche

per

dissolubili, e solo pi tardi, quando la donna avesse

soltanto

commesso
dotto
il

nell'epoca

imperiale.
[di-

colpa, fu introdivorzio anche per


i

Separazione coniuciale
vortum,
-KTisyL^ic,].

essi.

Solo

matrimoni con-

In Atene il divorzio era molto comune. In caso di adulterio da parte della donna, il
divorzio era ordinato dalla
legge;

tratti

la confarreato, alla presenza dei sacerdoti,

con

rimasero sempre indissolubih.

Erano

ma

si e,

aveva anche
specialmente

in altri casi

per

l'uomo, poteva ottenersi senza gravi difficolt.

per legge i che potevano dar luogo al divorzio; anche le XII Tavole avevano norme

stabiliti

motivi

circa

il

divorzio,

ma

non

La

TTTrsfJL^'i.?
il

consisteva

sappiamo precisamente
quali fossero.

nel fatto che

marito

ri-

mandava

senz'altro la

mo-

Ma, sebbene
se permesso,

il

divorzio fostuttavia, nei


il

glie in casa sua, restituendole la dote. Invece, se la

tempi antichi,
nio
si

matrimo-

moglie voleva il divorzio, doveva farne la domanda

per

iscritto,

motivi.

Se

le

ed esporne i due parti

considerava cosi sacro, che solo nel caso di grave necessit si poteva
sciogliere.

Ma

in

seguito,

erano d'accordo, e non sorgeva questione su la dote, il divorzio si effettuava senz'altro. Se invece una deUe parti contestava la
legalit

decadenza dei costumi, subentr il capriccio aUe gravi ragioni prima richieste per il divorzio, e
la

con

passioni,
futili

disgusti

altri

della

separazione,

motivi bastarono

449
far contrarre

SEP
to ai caduti di

un nuovo macinque mogli, ebbe quattro,

trimonio.
Siila

Cesare

ebbe ne

ba Su
si

l'altezza di
le rive

Maratna, nove metri.

dell'Ellesponto,

vedono molti di questi

Pompeo

cinque, Antonio

tumuli che, secondo un'antica tradizione greca, rccMudevano le ossa di Achille,

quattro oltre Cleopatra, Cicerone si separ dalle due


successive
ciale

mogK

senza spefiglia

motivo, e TUia,

di Cicerone,
riti.
IsTel

ebbe tre ma-

periodo dell'impero le cose peggiorarono molto, e soltanto sotto gl'imperatoleggi sime limitarono l'antica
cristiani,

Aiace, Patroclo e di molti eroi greci omrici. Un'altra forma, anche molto antica, di sepolcro erano cavit e grotte naturali, o

scavate e ornate dall'arte,


nelle
i

ri

severisli-

quali cadaveri.

si

deponevano
la

Eicca di

tali sepolcri

bert del divorzio.


Delle forme di separazione coniugale soltanto la diffarreato [v. ivi} era prescritta dalle leggi. Gene-

penisola greca, ma diffusissimi erano nelle isole: se

ne trovano a Creta, a Egina, a Delo, a Calce, a


Co, ecc. Tali sepolcri erano spesso scavati al fianco di una rupe o a ridosso di

ralmente, il marito diceva alla moglie: res tuas Ubi


hahto
ras
,

oppure

agito,

fosi-

ima coUina

e,

col progre-

exi

o altra frase
si

mile.

Dopo,
divorzio
].

re
del

in

iscritto

us mandala formula
[ libellus

dire dei tempi, furono decorati esternamente di facciarte

e di altre costruzioni,

di-

vorti

che li rendevano architettonicamente pi completi


e pi belli.

Sepolcri, In Grecia, i sepolcri erano tumuli di terra,

I sepolcri

erano

scavati nel sasso

in costruzioni libere, in

erano, naturalracchiusi in luogo mente, pi o meno ampio, e questo insieme di

una piccola camera

sepol-

tombe

sfor-

crale, e custodivano le spoglie mortali. I tumuli di

mava

terra

sono stati usati sin

morto, Ttokic, citt], come da noi abbiamo i Cimiteri,


[xstfxai.

la ^Necrpoli

[veicp?

tempi antichissimi. Il maggiore dei tumuli eret29

da

giaccio].

Bella la necropoli di Ci-

Stano, Bizionaro di miti

e leggende.

SEP
rne.

450

Con

pelliva
lettile

anche

la salma, si sepla suppel-

molto dissimile da quello che abbiamo notato nel se-

destinata all'uso del

morto: vasi, orci da olio, coppe per sacrifci, tazze,

ne furono costruite poi con ogni


in. principio,

polcro rozze

greco:

semplici

speccM, lmpade ecc., poich il morto poteva


sere

e
es-

ricchezza

profusione
il

di
i

arte. Basti ricordare, fra

un

eroe,

la

tomba

pi notevoli,

aveva anche un

altare. Il

sepolcro di Cecilia Metella, la Pirami-

luogo della sepoltura era indicato dalle antiche stle:


lastre
di

de di Cstio,
Augusto,
na, ecc.
il

il

la

mausolo di mole Adria-

pietra,

sottili

svelte, piantate nel suolo o fsse in una base, che ave-

noto che la forma pi

vano qualche

iscrizione e

il

nome
stele,

del morto. Simili

aUe
se-

antica di sepoltura consisteva nell'inumazione dei cadaveri, e che solo in tempi


posteriori si ebbe anche la cremazione dei cadaveri, i

erano le colonne

polcrali di

marmo
forma

coli edifci in

picdi capscolfi-

cui avanzi arsi


le

si

riponecine-

pella,

ove spesso erano


bassorilievo

vano in urne [urne


rarie'],

pite in

le

quali

si

deposisepol-

gure delle persone sepolte.

tavano nelle camere


crali.

Una
cri

terza

forma di

sepol-

[che presenta maggiore elaborazione e pi insigni

Sepoltura. V. Seplcri.

pregi artistici] era di quelli


eretti
si

Septmviri epulnes erano sacerdoti, prima tre, poi


sette, i quali, dall'anno 198 av. Cristo, avevano la cura

sulla

superfcie,

che

vennero

perfezionando,

sino a raggiungere un carattere monumentale. Fra


i

di ordinare

sacri banchetti

monumenti

sepolcrali

che in varie occasioni si tenevano in onore degli di

famosissima la tomba di Mauslo [Mausolo], re della Caria, in Alicarnasso. [V.

vano

capitolini. Essi apparteneai collegi sacerdotali

pi ragguardevoli, e indos-

Mausoleol.

savano
le

la toga praetexta.

Eoma, tombe, fatte sul modello di quelle etrusche, ebbero, nelle linee generali,

Sequstro [empto honorum, si sve^upaCTioc]. In Grecia


poteva ricorrere al sequestro contro colui che, con-

uno

sviluppo

non

451
dannato a nn pagamento, non lo eseguiva nel termine stabilito, o contro il
cittadino
di

SER
si

tori

facevano
{^misso
il

dare

il

permesso di sequestrarne le
sostanze

in bona].

che si rifiutava assumere una liturgia.

[V, Liturgia].

sequestro, si lasciava decorrere uno spazio di 30 giorni, prima di

Avvenuto

L'accusatore poteva eseguire da solo il sequestro o


farsi

passare ai preliminari della vendita dei beni sequestrati

accompagnare dai dedel

[^roscripto].

Dopo un

mrclii

suo

distretto.

altro termine di 30 giorni,

Se era impedito di fare il sequestro, poteva presentare


la
SixT)
ocfiat;,

seguiva la vendita con le

apla

forme dell'asta pubblica, per mezzo di un soprastante alla vendita [magister auctinis] scelto dai creditori.

pigliarsi

cio

tutta

sostanza dell'accusato, e se
ci

non giovava, poteva


alla
StxT]

ri-

correre
in

s^oXt]?,

Fino al momento

dell'ag-

seguito
stessa

alla

quale,

il

condannato
la

somma,

diveniva, per debito-

giudicazione, .il proprietario dei beni poteva offrire il pagamento del prezzo
dell'asta; altrimenti i

re dello

Stato. Se il condannato non pagava neppure lo Stato, diveniva un oiTi\xoq cio perdeva i suoi
diritti.

beni
al

venivano

aggiudicati

compratore, il quale entrava nel pieno possesso


di quelli.

Anche a Eoma, poteva avere

Serapo
con cui

[Serapeum]
si

luogo il sequestro dei beni, in seguito a un editto


del pretore, quando il debitore sfuggiva alle istanze dei creditori e degli accusatori, o

indicava

nome un tem-

pio di Serpide, dei quali ve n'erano molti. Il pi

famoso
di

Alessandria
quale,
al

di tutti era quello di Egitto,

partiva senza nolo rappre-

nel

tempo
di

dei
circa

minare uno che


sentasse,

Tolomi, fu collocata una


biblioteca
ricca

oppure quando qualcuno, condannato dal giudice a pagare una data somma, non avesse sodisfatto,

70.000 rotoli scritti che, di-

sgraziatamente, rimase distrutta dal fuoco, quando


Alessandria fu conquistata

entro

30 giorni,
i

il

suo debito. Allora

credi-

da Cesare.

SER

452
[Serpis]

Serpide

dio egi-

stodia della cassa dello Stato, alla sorveglianza d co-

ziano delle anime dei defunti, invocato come dio delle malattie e della mor-

struzioni

di

fabbricati,

te per ottenere la salute, e perci identificato con

lavoravano nelle miniere, nelle cave di pietre, ecc. La loro condizione era molto migliore di quella degli scbiavi privati, percb po-

Esculpio. Il suo culto fu introdotto in Egitto da Tolomeo I, il quale vi fece


trasportare da Snope, citt deUa Paflagonia sul mar

tevano guadagnarsi dei risparmi, ricevevano il vitto


e l'abitazione dallo Stato, e spesso, in compenso dei
loro servigi, libert.

Kero, DaU'Egitto, U culto di Serapide pass in Grecia, e poi in Roma. Serlfo [Seriphos] isola delle Cicladi ove, secondo la leggenda, Danae e Perseo sarebbero approdati, dopo essere
stati

la

statua

del

dio.

ottenevano

la

Sestrzio

[sestertius].

Vedi
il

Monete. Sestile [sextflis]

era

6o

mese dell'anno romano,

il

cMusi

in

una

quale, secondo la divisione fatta da Eomolo in 10

cassa, e gettati in mare, da Acrisie. [V. Perseo}.

mesi, e reso poi di 12 da

Serpentrio. Y. Costellazioni. Servi, V. Schiavi. Servi pubblici erano gli scMavi appartenenti aUo Stato romano o a una colonia o a un municipio, dal quale erano stati comprati, per essere adibiti a pub-

Numa Pompilio con l'aggiunta di gennaio e di febbraio, cominciava da marzo.

Eu

[agosto]

detto poi Aiigustm in onore dell'im-

Ancbe i pridi guerra, cbe non gionieri erano stati mai messi in
blici

servizi.

peratore Cesare Augusto. Sette a Tebe. V. Guerra dei Sette a Tebe. Sette Sapienti. V. Sapienti Settmulio [Septimulius]
familiare di Caio Gracco,
si

ii

vendita
dallo

ed

erano

tenuti

Stato, avevano questo nome.

Essi servivano

i magistrati maggiori, avevano cura dei

tempU, attendevano

alla cu-

indurre a quale staccare dal cadavere dell'amico ucciso la testa, f accettare per essa una somma di denaro. Sferistrio [spbaeristerum' sala o altro spazio desti
lasci

463
nato alla palla e ad altri
esercizi

SIB

ria

grandezza

potenza
eser-

ginnastici

giuopalla, a<pa.ipiC<ti co alla palla]. Era annesso


ai ginnasi, e

[o'9aLpa

per
sia

U commercio che

citava specialmente con l'A-

non mancava

pubblici bagni, nelle ville e nelle case dei riccM.


nei

Sfinge

[Sphinx]
elle

la

strozza-

triee [ac^i-^yc ==

strozzo]
il

un

mostro

corpo petto e il capo di donzella. Dimorava sopra una rupe, presso Tebe, nella Beozia, e uccideva clii non indovinava il suo enigma: Ghe cosa che ba voce, e la mattina va con quattro
di leone alato,

aveva

Minore, fino a raggiungere una popolazione di 100.000 abitanti, a esercitare il suo dominio su 25 citt, e a mettere in campo, contro la vicina Cotrne, 300.000 uomini; ma tanta
floridezza

ma

il

potente

alla

port la citt dissoluzione

morale, a ogni depravazione di costumi e a tanta sfre-

natezza di lussuria e di vizi, che rese proverbiale


il

nome

di Sibarita.
Cristo, fu

Kel 570 av.

com-

piedi,

a mezzogiorno con due, a sera con tre? . Edipo spieg l'enigma: disse cbe
il

era l'uomo, primi anni


le

si

mani e i cammina con

quale nei regge con piedi, adulto


le

pletamente distrutta, in una guerra contro Cotrone; nel 443 av. Cristo, i discendenti dei Sibariti, insieme con un gran numero di coloni
ateniesi,
ai

quali

si

sole

sue

gambe, vecchio ba bisogno del bastone. E spos quindi la vedova regina


Giocasta
[cbe

aggiunse lo storico Erodoto, fondarono, in vicinanza della

distrutta
citt

Sibari,

una

nuova

chiamata Turi
democratica

era

sua

[Thuri, opioi] che, sotto


la costituzione

madre].

La

Sfinge, secondo la pre-

di Charanda, raggimise una

del destino, dovette morire, precipitandoscrizione


si da una rupe. Sibari [Sybris] colonia gredagli Achi, ca, fondata verso il 720 av. Cristo, su le coste della Lucania.

grande floridezza. ISTel 204 av. Cristo, durante la seconda guerra punica, Annibale distrusse la citt, e fece trasportare a Cotrone una parte dei nuovi
abitanti.
ISl

Raggiunse una straordina-

194 av. Cristo,

Eo-

SIB

454
ivi

J
Tarquinio
il

mani condussero
colonia
col

una
Co-

Superbo avedalla
Sibilla

nome

di

pae, elle divenne una citt forte e municipio ro-

va comprati Oumana.

Un

giorno essa

si

present

mano; ma

pi tardi

and

al re e gli propose,

ad

alto

a poco a poco scomiparendo. Sbari [Sybris, XV, 315316]


affluente
del
Grati,

prezzo, l'acquisto libri contenenti importantissime


leggi
sulla

di nove

presso la citt omonima, nel Brutium [Calabria]; le

profezie e molte divinazione. Il

sue acque avevano la virt


di

re rise a tale proposta, e la Sibilla, bruciati tre dei

mutare in colore
i

di

am-

nove

libri,

domand

al re

bra e di oro
Sibilla

capelli.

[SibyUa Cu129-153] la profetessa cbe aveva la sua dimora a Ouma d'Italia,

Cumna
XIV,

se volesse acquistare, allo stesso prezzo, i sei libri

maea,

rimasti.

ritenne

poieb il re la per pazza, essa,

dove
sacro

si

era recata dal bosco

bruciatine altri tre, domand di nuovo al re se vo-

ad Apollo Smintbo, cbe trovavasi a Cuma della Trade. Essa possedeva una rac-

comprare, al medesimo prezzo, gli ultimi tre libri che erano rimasti. Imlesse

pressionato
billa,

il

re della
al

teSi-

di vaticinii e predizioni in. versi greci [Libri

colta

nace persistenza della


acquist
i

Sibillini],

cbe una vecchia

richiesto

tre

libri

prezzo che
alle

sconosciuta

aveva
Prisco

offerto

Tarquinio Tarquinio il
le

erano stati fiamme.

sottratti

Superbo,

ad

altissimo

prezzo.

1 Mbri Sibillini, scritti in greco, furono riposti in una


cassetta di pietra, e riposti sul Campidoglio, in una

La fama
ordinaria

dava una

stra-

veccMezza, sicch a Eoma si soleva augurarsi gli anni della Sibilla. Essa diede a Enea il vaticinio, prima cbe questi scendesse nell'Averno.

volta del tempio.

questi libri si aggiunsero gli oracoli della Si-

billa,

in
i

Tivoli,

scritti
l'

in

latino,

quali,
il

^er

Anii

SibiUini libri [bbri Slbyllini] erano i tre libri di profezie che il re Tarquinio Prisco

ne e per

Tevere, erano

stati portati

a Eoma; e

cos detti libri dei fratelli

455
Marcii
tino.

stiani,

SIC

[carmina

Marcia-

ebbero

una

certa

ancli'essi in lana'], scritti

fede.

Sica
libri
si

[Sica] ninfa

amata da

In questi
di

credeva

Bacco, fu da lui trasfor-

poter trovare i responsi e le predizioni intorno ai


pi importanti avvenimenti dello Stato.

mata
Sicrio
le]

in fico [cjx^
[sicarus]
[sica

fico].

chiamavasi

l'assassino
e,

pugnail

Quando, nell'84 av. Cristo, furono distrutti da un incendio, se ne form una nuova raccolta, dalle massime che erano generalmente note, e da Augusto
in poi, questi libri furono conservati in due stipi di oro, sotto la base della
pio

soprattutto, pevole di omicidio,


lifei

col-

tempi pi antichi, l'omicidio premeditato era


giudicato dai quaestres
ricidi;
'par-

secondo

le

Tavole, il giudizio spettava al popolo; Siila istitu un tribunale proprio per i delitti di omicidio
[quaestio perpetra de
sicaris]: ai liberi era

Xn

le leggi del-

statua di Apollo nel temdell'Apollo Palatinus.

com-

custodia e interpretazione era affidata a


loro

La

minata

la

pena

dell'esilio,

un
2 al
indi,

collegio

di

sacerdoti:

agli schiavi e ai peregrini la pena di morte.

tempo
da

dei re, poi 10,

Sicho [Sychaeus]

ricchissi-

Siila e

da Augusto,

mo

portati
cris

a 15,

duumviri,

fenicio, spos Bidne, sorella di Kgmaline re di

decemviri, quindecemvri sa-

Tiro.

faciundis , quali, a un ordine del Senato e alla


i

Questi, per impossessarsi dei tesori del cognato, lo

presenza di alcuni strati, consultavano intorno a qualche

magii

uccise a pie dell'altare,


tre
offriva

men-

libri

un

sacrifcio.

grave

avvenimento, per conoscere la volont degli dei, e sapere quali espiazioni dei

L'ombra di Sicheo apparve in sogno a Bidone, e le


a fuggire dalla portando seco i tepatria, sori, nascosti in un luogo che le indic. Sicofante [cruxo9vT7]?] secondo l'etimologia, colui che denunzia alcuno di avere
consigli

prodigi essi desiderassero. Le predizioni dei libri sibillini

furono, per lungo tempo, tenute in gran conto e, anche nei tempi cri-

'

SID

456
di

^J
varie

trasgredito al divieto di esportazione di fichi [0UXOV

fico,

9aivto

frumento,
miele.

forme, fatte di anice e

di di

mostro].

Pi tardi, quando in Atene crebbe la smania dei proquesto nome indic che minacciava di una falsa accusa una percessi,

Si diceva che questa festa

ricordasse le piccole figure

colui

ma

di argilla [sigilla], che Kuoffri a Saturno, in cam-

sona per cavarne denaro.

bio dei fanciulli vivi, come simbolo dei sacrifizi umani.

Sidne [Sidon] antica citt della Fenicia, ben fortificata e munita di due porti. Ai tempi di Omero, era gi molto importante per il commercio e per le arti, e aveva molte colonie lungo
le coste del

Silno [Silnus]
o di
si

figlio di

Pane

una ninfa: rappresentava come un

Hermes

e di

vecchio

stiro,

calvo,

col

naso schiacciato e col corpo tondo come un otre. Egli continuamente ubbriaco
e,

suoi

Mediterraneo. I bastimenti erano rii

perch non pu reggersi

in piedi, suole cavalcare un


asino'.

tenuti
Sicjo

migliori velieri.

Ama
il

per anche

la

[Sigum] il promontorio della Trade, la punta nord-ovest dell'Asia


Minore, all'ingresso dell'El-

musica e

canto, saggio

e disprezza

Quando
co,
si

i beni terreni. trovava ubbriasoleva legarlo con

si

lesponto.

Sigillri [Sigillarla] la festa delle statuette e dei fantocci,

corone di fiori e obbligarlo a predire il futuro. AUe sue cure fu affidato Bacco bambino.

cbe chiudeva quella


e
si

dei

brava
bre

Saturnali, il 21 e il 22 dicem-

cele-

Attributi

di

Sileno
il

sono:

[sigilla

gurine].

Ai

statuette, fifanciulli si do-

l'otre di vino,
l'asino,
il

tirso,

bicchiere, la corona

navano queste statuette,


per lo pi di terracotta o di bronzo e, in seguito, in argento e in oro, che rap-

e talvolta una In seguito, si impantra. maginarono parecchi SUeni e si ritenne loro padre un
di

dera

antico Sileno, che fu chia-

presentavano fantocci o di. Si distribuivano anche in dono candele di cera dipinte a vari colori, focacce

mato papposilnus.
Slici
[ai'Kkoi']

componimenti
di

poetici greci scherzevole.

carattere

457

SN

Uno
silici

scrittore notevole di fu Timne di Flinte

formata di 60 cittadini, ed
era divisa in

sintelie di
cia-

[280 av. Cristo]; suoi siUoi, raccolti in 3


bri,

ma

dei
li-

non pi che 16 membri

scuna. Ogni sintelia dove-

non

ci

rimangono

ch,e

pocM frammenti. Silvano [Silvanus, 1, 193] dio


protettore dei Tbosclii e, in genere, deUa campagna e
dell'agricoltura, nume tutelare delle greggi, dalle

va provvedere all'allestimento di una nave.

Smonta

[Simis, XIII, 324] fumiceUo cbe scaturiva dal monte Ida, scorreva nella pianura di Troia e si con-

giungeva
dro.

con

lo

Scamanera,

quali allontana

il

lupo come
campestri,
h.a

Funo. [V. Faunoli. Come


le altre divinit

Simpsio
presso
i

[cru[jL7C<itov]

ama
cra

la

musica ed
siringa;

sa-

la

ma, come

Greci, un allegro convito, nel quale intervenivano molti ospiti, e si

Fauno

e Pane, suscita spavento nella solitudine delle


foreste

permetteva

la

di fanciulle cbe

compagnia danzavano

dove

egli

al)ita,

e cantavano,
sieme,
Tvaic,

donde fa sentire la sua voce raccapricciante,


nel silenzio della notte.

talvolta

[cuv
il

in-

bere].

Sinfonaci

Era innamorato di Pomna,


dea
chio
della

[sympbonici] scMavi musicanti cbe suonavano in concerto un pezzo


di

frutta, e veniva

musica,

llsTelle

case

rappresentato come un vecvigoroso e gio. In suo onore si celebrava una festa delle messi in au-

dei ricchi

Eomani

essi suo-

tunno, e
latte

gli

si

offrivano
delle

le

primizie

nando, divertivano il padrone durante il pranzo. Con questo nome s'indicava anche la compagnia di musicanti che, a bordo
della

frutta.

nave, dava

il

segno

Simmorie

[(jufjtrfxopiaL]

cMale .20

del colpo ai rematori, can-

mavansi, in Atene,

sezioni in cui furono divisi, nel 558 av. Cristo, i 1200


cittadini

erano

cbe agiati, alla trieobbligati


pi
[V.
Liturgia'}.

tando o suonando il motivo navale [xsXucr[i.a] oppure dava segnali o trasmetteva comandi a suono di
,

rarcbia.

Ogni simmoria era quindi

musica. Sinio [Synus] terribile gigante cbe abitava sull'istmo

SIN

458

[Sipylus]

di Corinto e faceva perire di morte orribile tutti i forestieri

Spilo

catena

di

monti

neUa

Lidia,

sulla

la

sua

che capitavano nelterra. Piegava la


alti

quale Mobe fu trasformata in marmo.

cima di due
cini, vi

pini vile

Sirne
le

attaccava

gambe

[Sirnes, V, 551-563] ardenti, le disseccanti [pzi

del malcapitato, e poi lasciava cbe i pini ^riprendessero la loro


ne, dilacerato
si

piao)

brucio],
le

da Sirms

la stella dell'aurora estiva

prima posizionella

o meglio,

cbe rinfeUce restava

una radice

membra.

Teseo lo fece perire della stessa morte.

risplendere], erano ver gini che abitavano in un'i


sola,

splendenti, da snscrita [svar

su la costa occiden

Sinne [Sinon] un greco

astu-

tale dell'Italia meridionale,

to, figlio di SisiEo, il quale,

fra l'isola di Circe e Scilla


le

per consiglio di Ulisse, finse di essere fuggito dal campo Acbo, e riferi ai Troiani

quali con i dolcissimi canti anamaliavano e trae

vano a rovina

naviganti

cbe

il

stato
offerto

cavallo di legno era edificato per essere

Erano raffigurate come


grandi ucceUi, aventi il capo e la parte superiore di donna, e furono ritenute figlie del dio fluviale Achelo,

come dono a

Pl-

lade Atena.

Quando il cavallo fu introdotto a Troia, egli neUa notte apri i fianchi del cavallo, e permise ai cavalieri

dal

tempo

degli Ales-

sandrini in poi, mentre an-

che vi erano chiusi di


[gvQsgic,']

uscirne e incendiare la citt.

ticamente si dicevano figlie di Forco. Se ne trovano ricordate


tre,

Sintesi

leggera ed

Parthnope, Leucosia,
Thelxiepa,

elegante sopravveste da camera, che a Eoma si usa-

Liga, oppure

Mlpe, Aglaophme.

va
nali,

specialmente nei ban-

Un

oracolo aveva predetto

chetti e nelle feste Satur-

invece deUa toga. Era ampia, comoda, increspata


di color chiaro, e l'indossarla in altre occasioni, come faceva isTerone, era
e

che esse sarebbero vissute fin che un marinaio fosse riuscito a passar oltre, senza lasciarsi attrarre dal loro
canto; e la tradizione narra

che

si

precipitarono

nel

ritenuta

cosa

turpe.

mare e divennero

scogli,

459
fece

sia
le
si

quando giunse UKsse, che turare con cera gli oreocM dei compagni, mentre
egli
si

amore,

avvicin per

parlarle. Spaventata, la fanciulla fuggi inseguita dal

fece legare al-

dio del

e,

giunta presso le rive

l'albero

maestro della nave; quando pass' Orfeo con gli Argonuti, il quale cant
Ovidio [V, 551564], esse ottennero la forma di uccelli, per poter lungo il mare andare in

padre Ladone, preg le Kiadi sorelle cbe le trasfornaassero U suo sembiante.

in opposizione alle loro voci.

Le

sorelle

la

mu-

Secondo

cerca

dell'amica loro Per-

tarono in canna palustre. Pane, come raggiunse la fanciulla cerc di abbracciarla, ma si accorse di avere stretto un fascio di

sfone, che era stata rapita

da Plutone. Presso Sorrento tempio

v'era

un
una

delle Sirene;

a Ka-

poli v'era il sepolcro di di esse [Parttinope],

ove anno si facevano le ogni corse con le fiaccole.

canne palustri. Agitate dal vento esse emettevano flebili lamenti e il dio allora, per avere con s la fanciulla anche cosi trasformata, ne scelse sette di
varia grandezza
tele
e,

congiunla

con cera, ne form


[cnSpiy^

Siringa [Syrinx, I, 690-712] era una niade dell'Arcadia, figlia del fiume Ladne,
la

siringa musicale

canna, zampogna]. Sirio. V. Costellazioni.

pi bella di tutte le ninfe sue compagne: dedicata al-

Sirmine
citt,

[Sirmo] lago
di

piccola

posta su una penisodel

fuggiva non slo l'amore dei Satiri, ma anla castit,


clie

letta

Garda

quello dei

Numi.

Seguace di Diana, si era data come lei alla caccia, e vestiva come la dea sino a rendersi simile a lei nell'aspetto: aveva l'arco per fatto di corno, mentre quello della dea era di oro.

Chiamasi, anche oggi, Sirmine, ed celebre per la villa che vi aveva Catullo e che il poeta celebra in un suo carme.
[lacus Bencus'].

Sirti [Syrtis, Vin, 120] due golfi nel mare di Libia,

Mentre scendeva dal

colle

molto pericolosi per i banchi di sabbia mobile che, trasportata da uragani, seppelliva spesso
scelli.

Lico, la vide Pane, cinto il capo di pino e, preso da

uomini e va-

'~^

SIS

-^ 460
il

Secondo il mito, era un mostro di donna clie aveva


sede in quella regione. Sisifo [Sisyphus, IV, 460] il furbo, figlio di Eolo e di

ne

carattere di un'istituziopolitica e sociale. A

zie

Creta le spese deUe sissierano sostenute dallo Stato; a Sparta ogni com-

Enarte, marito della pliade Mrope, fondatore e re


di Epliyra
[Corinto].

mensale portava, ogni mese,

un medimmo

mezzo

di

orzo mondato, cinque mine

Varie sono
si

le colpe che gli attribuiscono: trad i se-

un

di formaggio, fichi, datteri, certo denaro per il bro-

greti degli di, assali e de-

pred i viandanti, svel elle Giove gli aveva rapito


la figlia

do di carne e un determinato numero diysc, divino.

Le
di

Egina. Un'altra favola narrava che, quando la Morte, per comando di Giove, voleva

sissizie avevano lo scopo mantenere fra i cittadini, neUa vita quotidiana, la comunanza che avevano

nella vita politica.

condurlo all'Hdes,
incaten, e

egli la

da allora non

Ogni singola mensa delle sissizie era- formata da 15


persone, e per essere accolti occorreva l'accordo assoluto dei membri.

moriva pi nessuno, finch Ares la liber. Sisifo fu condannato per tutto ci a sospingere su la cima di

I cibi erano semplici ma


nutritivi,

un monte un
rotolava

sasso,

il

a fare egli era eternamente questo lavoro. La sua tomba si trovava


su l'Istmo. Sissxie [crucratTiat,]
chetti
i

poi gi, costretto

quale si che

specialmente

la

zuppa nera che era la vivanda principale, fatta


carne e di sangue di maiale, e condita con sale
di

e aceto.

ban-

Le

comuni
(ylxoc,

sieme,
Grecia.
frugali

[cTv

insi

sissizie furono introdotte a Sparta daUa legislazione

cibo] che
i

tenevano presso

Erano
[a

Dori, in semplici e
si

di Licurgo. Vi prendeva parte ogni spartano che fosse giunto al 20^ anno

Sparta

chia-

mavano

9!,8iTLa

[9tSo[i.a(.

di et ed era quindi iscritto aUa milizia. Erano sotto


la

risparmio].

sorveglianza

dei

pole-

Specialmente a Sparta e a Creta le sissizie assunsero

mrchi, e vi erano esclusi i fanciulli e le donne.

461
Sistro.
cali.

SC

V.

Strumenti

musi-

naggi ragguardevoli U mantenimento a pubblicbe spese per tutta la vita, e si continuava in eredit ai loro discendenti.

Sitlla

cMamaYasi un vaso

corpacciuto, a gola stretta, clie si adoperava nei comizi romani per tirarne
fuori
i

Sifofilaei

[(yiT09ijXax<;]

era-

nomi

delle centurie

e fissare l'ordine nel quale dovevano votare. Le sortes

no i magistrati anno in Atene

di legno vi si gettavano
il

ogni [dieci per la citt e cinque per il porto del Pireo], i quali ave-

eletti

dentro, e
di

vaso

si

empiva
alle

acqua: scotendolo, non


presentarsene
elle

vano la sorveglianza sul commercio dei grani, delle


farine e del pane, specialmente contro coloro che

poteva
dita

una per

volta,

data la strettezza deUa gola

esercitavano
Tov
==

l'usura

[crt-

per la quale estratta.


Sitasi

doveva essere
era
il

=
so-

frumento,

(puXaCTcrco

sorveglio].

[aiTvjaK;]

Stone [Sitbon, IV, 279-280]


re
del

stentamento che, in Atene, si dava a spese dello Stato,


ai magistrati in servizio

Cbersonso

trcico

[penisola di Gallipoli], figlio di Nettuno e di Ossa:

ai loro ufficiali dipendenti, negli edifzi destinati all'esercizio


zioni.

delle

loro

fun-

per strano miracolo di natura diveniva ora maschio, ora femmina.

va

il

Kel Pritaneo, si davitto anche agli amstranieri

basciatori

ai

Smilace [Smilax, IV, 283] una fanciulla mutata poi nella pianta omnima: una
specie di edera spinosa.

cittadini ai quali si voleva

tributare
onore.
Il

un

particolare
era

Smnto [Smintheus,
Os?,

Sfitv-

vitto

nel Pritaneo

tenuto
re,

come un grande onoalmeno fino aUa guerra


Peloponneso, dopo
la

XII, 585] soprannome di Apollo, da Sminthe, citt della Trade, o da


or[xtv8oc,

del

Scco

[soccus]

topo. [V. Apollo]. calzare bas-

quale quest'onore fu concesso a persone

ancbe meno

so che indossavano gli attori comici: pi basso e

concedeva a uomini poUtici e a persosi

degne. Talvolta

pi modesto del coturno, che calzavano gli attori di


tragedie.

SOF

462

Snno e ne ricorda
cipali:

Sofonba [Sophoniba, S090Asdrbale cartaginese. Quando Asdrbale, sconftto da Scipione, fu ospite di Sifce, re della INumidia occidentale, riusci a trarlo in suo favore dall'alleanza che egli aveva fatta coi Bomani, danvt^a]
figlia

tre prinFo-

di

Morfo,

oelo,

btore.

Solrio [orologio
Orologio.

solare]. V.

Sole

[Sol] il dio del sole, fi. glio del titano Hiperine e della titna

Thia

[in Gre-

cia

dogli

in

isposa

la

figlia,

"HXio?]. il titano per eccellenza,

la bella Sofoniba, la quale

fratello della

luna [Selne]
[Hos].
Di
dal

precedentemente era stata promessa a Massinissa, re

dell'aurora

mattino sale in Oriente


seno
dell'Oceano, su carro tirato da cavalli
ranti

deUa Kumidia orientale e


alleato dei

un
spi-

Eomani. Quanfu
e

do
dai

Siface

sconftto

fuoco,

discende,

ad
e

fatto

prigioniero

Oirta

occidente,

nell'Oceano,

Eomani

da Massinis.

sa, Massinissa, per sottrarre ai Eomani Sofoniba, la fece sua sposa. Ma poi-

durante la notte naviga sopra un paliscbermo d'oro,


intorno all'emisfero settentrionale,

per

tornare

poi

cb Scipione voleva cbe si consegnasse a lui come prigioniera di guerra Sofoniba, essa per non cadere

in

Oriente,

ove

possiede
7

uno

splendido

palazzo.

IsTella Sicilia

aveva

man-

in

mano

degli
il

odiati nestessa

mici, bevve Sofonisba

veleno.

la

cbe

dre di buoi e 7 greggi di pecore, di 50 capi di bestiame ciascuna [raffigurazione dell'anno solare, clie

Sofoniba.

[V.

Sofoniba].
del
i

anticamente constava di
7 e

50

Sogno

[somnium] la persogno.
sogni disu la via dell'H-

sonifcazione

Secondo Omero,

7 giorni settimane, notti ciascuna]. Con Neera il dio aveva ge-

morano
des,

nerato

le

figlie

Fetsa

secondo
figli

Esiodo

essi

sono
dalle

della

Wotte, sefigli

condo Euripide, sono Geni


ali

Lampzia, da Perside ebbe Cete e Circe, da Olymne ebbe Fetnte. [V. Fetonte].

nere,

della

Da
il

Terra.

Ovidio

633]

li

cbiama

[Met., SI, figli del dio

Euripide in poi, fu tenuto lo stesso cbe Apollo,


dio

onniveggente

della

463
luce,

li

SOL

detto perci

Febo

risplendente]. Gli erano sacri il gallo e gli


[qjoi^o?

il

1* HsvTOLXoaioyL^Hiwoi quelcbe possedevano una rendita annuale di 500 mdimni di grano, o 500 me-

ammali
mente
i

bianchii,
cavalli.

specialsi

trti

di olio

ergeva, all'ingresso del porto, la colossale statua del dio.


[V. Bodi]. Presso il tempio di Giove

KeU'isola di

Eodi

500
li

dramme

o di vino, o di argento.

2a 'Inmlc, [cavalieri], quel-

meno 300
nuale.

che ne possedevano aldi rendita an-

Ammone,
bico, v'

nel

deserto

Li-

[fonte del Sole] cbe, anche oggi, ba le acque freddissime a

una fonte

3 ZsuytTat, coloro che ne possedevano almeno 200. 4 YJTE?, quelli che avevano una rendita annuale inferiore.

mezzogiorno, e bollenti verso la mezzanotte.

Di queste 4
i

classi,

soltanto

Solne [Solon]

il

grande

le-

cittadini della 1

potevano

gislatore degli Ateniesi, fidi Execstide, della glio

essere eletti arconti; quelli della 2 e della 3 potevano

nobile
tridi,

stirpe

degli
il

Eupa-

sostenere le altre magistrature, mentre i cittadini della 4 classe non poteva-

640 av. nominato arconte Cristo, nel 594 av. Cristo, Liber dai debiti i poveri cbe non potevano pagarli, con la
sua celebre crsiaxQsia, liberazione dai debiti [ado
scuoto, libero, cxyQoc, peso], e nella fusione delle

nato verso

pubblica,
diritto

no ottenere nessuna carica ma avevano il


di

intervenire

al-

l'assemblea

monete abbandon
pione
di

il

cam-

Bgna

adott

creava i chiedeva loro ragione del proprio operato. Quanto al servizio mihtare, la cavalleria era formata da cittadini delle prime

popolare, che pubblici ufficiali e

quello di Greta, e fece coniare 100 dramme con la

due

classi; gli opliti [soldati

quantit

di

argento

cbe

di grave

prima
niarne

si

adoperava per co-

glievano
classi;

73.

armatura] si scedalle prime tre quelli deUa 4 clas-

celebre la sua riforma, con cui divise i cittadini in

se servivano soltanto

come

quattro classi.

soldati armati alla leggiera e come marinai.

SON

464

Sonno

[Somnus,
il

XI,

592-

Con determinate cerimonie


e con appositi sacrifizi,
si

sonno: 615] della Kotte, nato nel fgUo medesimo parto col dio
dio
del
della

morte
il

varot;,

col
sot-

quale abita

mondo

gettavano a caso o si estraevano da un'urna. Celebri in ItaUa erano le di Prenste sorti e di


Anzio.

terraneo. In Ovidio, il sonno abita nel paese dei Cimmrii,


tali

ai

confini

occidentrasfe-

Sosigene [Sosigne] famoso matematico e astronomo,


il

dell'Oceano; pi tardi

quale fu consultato da
rifor-

la
rita

sua

dimora fu

nelle grotte fra

Baia

Giulio Cesare per la ma del calendario.

e Cuma. Il sonno abita in una grotta oscura e silenziosa, elle non ba n porte, n custode: in mezzo alla grotta, si erge un sofice letto di bano, su cui, sdraiato,

Spartaco [Sprtcus] un trace, che fu prima soldato,


.

poi brigante, fin che, fatto prigioniero dai Eomani, fu destinato a fare il gladia-

giace supino corpulento; intorno

il

Nume
a
lui

Ma, riuscito a daUa scuola dei gire


tore.

fuggla-

svolazza una scMera innu-

diatori di Capua, nel 73 ay. Cristo, si ritrasse con 80

merevole di cigni dalle


nere.

ali

compagni

sul Vesuvio, do-

ve, assistito
dio, iden-

da Crxo e

da

Sorno [Sornus]
tificato di solito
lo,

con Apolvenerava nella citt di Sora o sul moncbe


si

Enoino, raccolse numerose schiere di gladiatori e di


schiavi fuggitivi, fino a rag-

giungere un esercito

di

te Soratte,

neU'Etruria. I

suoi

sacerdoti

[Hirpi

Co-

in mano rani], tenendo le interiora delle vittime,

70.000 uomini, i quali conquistarono e saccheggiarono Kola, Kocera, Meta-

ponto, Turi.

camminavano, a piedi nucarboni ardenti. di, sopra Sorti [sortes] erano una spei

Enomo cadde

in

una

batro-

taglia contro l'esercito

mano, Crixo, separatosi

da

divinazione, cbe si faceva estraendo alcuni dadi, su cui erano incisi certi
cie

di

Spartaco, fu sconfitto presso il Gargano, Spartaco vinse parecchie volte gli


eserciti romani, ma vinto finalmente dal console Cras-

segni,

il

cui

significato

si

cercava in apposite tavole.

'";

465
SO,

SPE

che

aveva assunto

il

vit,
Ilti.

form

la classe degli

comando supremo sercito romano, cadde


suoi

dell'e-

[V. Iloti}.

coi

Specchio
specchio
tallo:

[speciilum].
era fatto
di

Lo
mee

migliori

compagni.

di

i dissemiSjjrti [STcapTot] nati [a-KaprQ da aTuslpco

una lega

rame

di stagno.

Ye

n'erano pic-

disseminare], sono
rieri

armati
dalle

clie

i guerspunta-

rono

zolle,

quando
i

Cadmo ebbe disseminato

denti del drago mostruoso, che egli aveva ucciso peri

coli, adoperati dalle donne per la loro toeletta, di forma per lo pi rotonda o ovale, e grandi, che si appendevano alla parete o erano incastrati in un te-

ch quello aveva strozzato suoi compagni che si erano


alla

laio,

in modo da potersi alzare e abbassare secondo

recati

fonte

per

at-

il

bisogno.
lo spione in

tingervi acqua. Gli Sparti, venuti a guerra fra loro, si uccisero tutti,
di

Specultor: era

ad eccezione
[l'uo-

tempo di guerra-, se veniva scoperto, era mandato subito a

cinque:

Echone

morte o mutilato.
dell'impero,
gli

mo mo

dei serpenti], TJdo [l'uodel suolo}, Ptnio [il


terra'},

IsTell'et

nato dalla

'Pelro
[il

[il

speculatres formarono un corpo scelto di pretoriani,

gigante}, Ipernore
citore}
.

vin-

al

servizio

della

per-

Spartiti [STtaprtaTa!.] erano, a Sparta, i Dori vincitori

sona dell'imperatore, e nel campo servivano come soldati d'ordinanza e cacciatori imperiali.

che, dopo l'immigrazione nel Peloponneso, abi-

La

loro

arma

era la lancia.

tavano nella capitale, mentre i

Spergiuro
spergiuro

Ferieci}, che appartenevano alla po[v.

Perici

non

[periurum]. Lo era punito

polazione originaria e ave-

con pene civili, n in Grecia, ne a Eoma, perch non


si

vano
e
il

la

libert

personale
il

voleva prevenire, nel ca-

diritto

deUa propriet

del

suolo, conservarono

stigo, gli di, ai quali era serbato il diritto della pu-

nome

di

Lacedmoni.

nizione.

La parte deUa popolazione


che perdette la libert e fu ridotta a schiaoriginaria
l.iO

I Greci, eccetto Atene, almeno in un'et posteriore,

avevano cattiva fama per

Stano, Dizionario di miti e leggende.

SPE
la

466
o
al

leggerezza con cui davano e rompevano il giuramento.

vestibolo

della

sua

dove esse rimanevano, ancbe quando la casa


casa,

Eoma,

lo

spergim"o

si

fosse venduta.

espiava con
tori: i

sacrifizi espia-

Le

spoglie cbe

primi imperatori pu-

mano

toglieva al

nirono,

come
i

delitti di lesa

mico, cbe egli


battimento,
si

duce roduce neaveva vinto


il

giuramenti maest, dati davanti ai giudici, e gli imperatori cristiani inflissero allo spergiuro la pena dell'infamia: ma, di solito,

falsi

ed ucciso in singolare comchiamava[spolk

no

spoglie

opime

opmal.

lo

spergiuro

era

ab-

Sponsali [sponsalia] la messa di matrimonio


si
si.

pro-

che

bandonato

all'ira degli di.

faceva tra

futuri spo-

Spes, personificazione roma-

na

della speranza, in rapporto alle speranze dele,

l'annata
riale,

nell'et

impedei

alla

prosperit

matrimoni.

In

Eoma

aveva pareccM

templi, e le si offrivano sacrifci il 10 di agosto.

Lo sposo domandava: sponde me? [mi dai promessa di matrimonio?], e la sposa rispondeva: spondeo [s]. La sposa allora riceveva in dono daUo sposo un anello, cbe contraccambiava con un altro dono.
Gli

In Grecia, veniva rappresentata poeticamente come una figura giovanile, snella, dal passo leggiero, con una lunga veste: aveva neUa destra un fiore o una spiga o una coppa e, con la sisollevava nistra, la veste.

un
s

sponsali apportavano obbfigo soltanto morale,

cbe la

mancanza

aUa

promessa non pr duceva nessuna azione giuridica.


[V.

Matrimonio'].

un

po'

Stle [oT^Xat] colonne su le quali, in Atene, si incide-

vano

leggi,

ordini,

delibedel

Spglie
il

[spola] la preda, e
le

razioni del Consiglio e

specialmente
guerriero
al

armi, cbe
toglie-

popolo.

romano
nella

Con questo nome


cavano, in
ticolare, le su le quali

si

indi-

va
Il alle

nemico
le

bat-

taglia.

generale
pareti

appendeva

pi parcolonne infami, erano incise ed


sen-

modo

di

un tempio

esposte al pubblico le


tenze di condanna contro

467

il

STA

persone assenti.

to presagio, ordina al servo Eumo che le faccia venire

Stdio [stadum] era il luogo dove si eseguivano le gare di corsa senza carri e senza
cavalli:

mendico

[Ulisse],

perch

meno lungo

meno

ampio dell'ippdromo, aveva la lunghezza ordinaria m. 180, di 600 piedi, misura che si diceva stada Ercole per lo bilita stadio di Olimpia. Oltre a questo, erano famosi, in Grecia, gli stadii di Laodi-

quello starnuto indicava chiaramente che il fato dei Proci era ormai maturo. ISel III nbro, cap. 1 del-

VAnbasi di Senofonte, si narra che, mentre Senofonte parlava alle schiere, un soldato starnut. Ci fu
interpretato

come un
in

lieto

augurio da parte di Giove


Salvatore
fiicio

e,

ringraziasacri-

ca, Tebe,, Atene, Corinto, Bpiduro.

mento, fu offerto un
al dio.
]S*eIl'epitalmio ciulle spartane

Starnuto

[sternumentum]. Secondo la favola, lo starnuto fu il primo segno di vita che dette l'uomo formato da Promteo. Quando egli ebbe composto il
corpo umano, gU avvicin scintilla di fuoco che
rapito

che le fancantano in onore di Menelao e di Elena

[Teocrito,
V.

Idyll.

XVIII,

la

16-17] lo sposo salutato fortunato , perch, a] suo venire in Sparta, starnut fausto Genio.

Giove; i insinuandoraggi luminosi,


si nei pori della statua, la fecero starnutare.

aveva

In Grecia, era comune l'uso di rivolgere a chi starnutava, l'augurio:


sistilo

Giove, asera queSatir-

[Zsu

awcyov].

Ma, a parte la favola, certo che rimonta a tempi antichissimi il costume di accogliere lo

K meno conmne
sto

a
di

Eoma.

ISTel

con
[cap.

starnuto

come

Petronio Arbitro 98] si narra che,


gli

buon presagio, e di rivolgere buon augurio a chi


starnuta.

avendo Gitone starnutato,

Eumolpo
te!
bet ].
IJJel

disse:

Saluiu-

[salver

Gitna

'^eWOdissea

[lib.

XVII,

v.

541-547], Penlope ode uno starnuto di Telemaco e,

XLV

Carme

di Catul-

rallegrandosene

come

di lie-

lo, mentre Settimio, in un'estasi di amore, professa la

STA

468^
Statre
arresta

sua passione alla sua adorata Acme, Cupido, in se-

[Stator]
[sisto

colui

che

arresto]

gno di lieto augurio, nut [8-9].

star-

attributo di Giove.

Quando Komolo,
glia,

in batta-

quando Acme gli confessa elle amore non meno ardente per lui infiamma
il

vide che le sue schiere piegavano e gi si dava-

no
che
e
li

alla fuga,

preg Giove
i Eomani mentre fug-

suo cuore, l'alato

figlio

rincorasse
assistesse

di

Venere ripete

il

fausto

[17-18]: Eoe ut dixit, amor, sinistra ut ante, Dextra sternuit adprobatio-

starnuto

givano. La sua preghiera fu esaudita e, in memoria di questo

nem.
Plinio
ci

avvenimento, Eomolo
Statre, statua
il.

ha

tramandato
saes-

edific, 'a pie' del Palatino,

la frase lutare
,

sternumentis

un tempio a Giove
e
gli

tanto doveva

dedic

una

sere

comune

suoi tempi, l'imperatore Tiberio ricMedeva l'osservanza di questo

quest'uso ai e scrive clie

che

rappresentava

dio

in piedi, avente l'asta destra e il fulmine


sinistra.

nella

nella

dovere

sociale,

anche

SteUine
era
il

quando era in viaggio o in campagna, pur essendo allora attenuata di molto


l'etichetta della corte.

un

[SteUio, V, 451-460] fanciullo insolente,

quale os insultare Dmetra, e chiamarla ingorda,

quando questa, raminSicilia,

ga per la
Cicerne,

in cerca

Seneca, Apuleio,

ricordano l'uso comune dell'augurio, in occasione di

uno starnuto.
Pare
che
si

Persfone rada Plutone, beveva pita una bevanda che una vecchia cortese, alla quale ella
della

flgUa

quest'uso
sia

anti-

si

era rivolta per dissetarsi,

rinnovato, anche pi diffusamente, durante il pontificato di San

chissimo

Gregorio Magno, in occasione della peste che devast l'Italia [anno 590],

aveva offerta. In pena dell'insulto, la dea butt in viso la bevanda al ragazzo imprudente e lo mut in una lucertola [gle

co],

che conserva ancora

li

perch lo starnuto era un sintomo del terribile male.

chiazze della bevanda


dorso.

sul

469
Steneba [Steneboea]
di tragici la
figlia
i

STI
l'arte

Augia
i

di

concimare

lobate re della Licia:

campi, l'aveva insegnata


[Sterope]. delle Pliadi.

pongono in luogo
nella

a Sterclio.

di
di

Anta,

leggenda
[V. Belle-

Strope
I.

Bellerofonte.

Una

[V.

rofonte'].

Fleiadi'].

Per amore di Bellerofonte, diede la morte, onde si


l'eroe

II.

FigKa di Cfeo, re di

Tega, nell'Arcadia. Poicb


questi si rifiutava di marciare con Ercole contro La-

riceve

il

nome

di

Sthenehoeius.

Stnelo [Sthenlus, II, 367].


I.

cedmone, perch temeva

Ee

di

Ligm-ia,

il

cui

un
tro

assalto degli Argivi con-

figlio

Giono fu trasformato

in cigno.
II. Figlio di

Tega, Ercole dette a Sterope un ricciolo dei ca-

Oapano e

di

pelli della

Evdne, uno
ISTella

capo

degli Epgoni. guerra di Troia, fu degli Argivi, sotto

Gorgone, ch'egli avuto da Athna chiuso in un'urna, con la prescrizione che lo tenesse

aveva

Diomede.
III. Figlio

tre
di Perseo e di

volte

innalzato

al

di

Andromeda, spos Mcppe,


da cui ebbe Euristo. Stntore [Stentor] era un greco, che prese parte all'assedio

sopra gli mura, Argivi fossero mossi all'assalto: in tal modo Tegea

delle

se

sarebbe

stata

salva.

Cosi

Cefeo

di Troia.

Era

o-

riundo dalla Tracia o dall'Arcadia, e aveva una voce cosi poderosa, che ri-

prese parte alla spedizione, ove trov la morte.

Sti0e [Styx, IV, 434]


aborrito [aruyto

il

suonava

come

quella

di

50 uomini, uniti insieme. Entrato in gara con Hermes, nella forza del grido, trov la morte. Sterclio [Sterculus]
nit
alla

aborro] fiume dell'Averno per eccellenza: anticamente era il solo fiume dell'Averne;

fiume

pi tardi se ne aggiunsero
altri:

l'Acheronte,
il

il
il

Fle-

divi-

getnte,

Oocito,
v.

Lte.

romana cbe presiedeva concimazione dei campi: si diceva figlio di Funo. Secondo la leggenda. Ercole, che aveva appreso da

[Per l'etimologia,

sotto il

nome

dei

singoli

fiumi}.

Perci lo Stige rappresenta l'inferno, e nel suo no-

me

gli

di pronunciano

il

STI

470
infrangibile. persona, Stige la
delle
figlie

giuraineiito

Come

serviva per scrivere su le tavolette incerate. Era apincidere

pi famosa

di

Oceano e di Teti, venerata da Giove; essa abita in nn atrio sostenuto da colonne


d'argento su di un'alta rupe: il suo fiume era un

puntito a un estremo per i caratteri su la


cera, e piatto all'altro estreper appianare la su-

mo

perficie

della

cera

stessa,

e cancellare cosi quello che


s'era scritto.

ramo

dell'Oceano. Storicamente, lo Stige era un fiume cbe scorreva in


e,

Lo

stilo,

con

parola

di

Arcadia

scaturendo
si

da
for-

origine greca, era chiamato anche grapMum e so-

una rupe impraticabile,

leva riporsi in

un

astuccio

mava un
che
le

bacino:

credeva

che

si

sue acque fossero ve-

rum
theca.

chiamava grapMaanche grapMana

lenose e corrodessero ogni cosa, eccetto l'ungMa del


cavallo:

Stimflide [SthymphUs, V,
585] di Stimfalo. [V. Stimfalo].

da

ci

deriv

il

nome

di fiume infernale.

Stgio [Stygus, I, 189] dello Stige; il fiume che, con la sua corrente, abbraccia tutto l'Averno.

Stimfalo [Stymphalus,
(poikoc,]

IItu[,-

citt

lago

del-

l'Arcadia, nel quale vive-

vano

mostruosi uccelli

di

tradizione pi antica, esso il solo fiume dell'Averno, [V. Stige}.


la

Secondo

rapina

[Stimihi], coperti di piume di bronzo, i quali

Stigma:

marchio su la fronte, che si soleva imprimere per pena o perch si riconoscesse che il bolera
il

assalivano gli uomini e furono poi trucidati da Ercole.

lato era, per esempio,

uno

Stipndio [stipendum, [iiaQc,] la paga mifitare che si dava ai soldati.


Gli Ateniesi, dal Pericle in poi,

schiavo "fuggitivo o un condannato alle miniere.


I

condannati alle miniere erano anche segnati sul


e,

tempo di davano a ciascuno dei soldati, da 4 boli fino a 2 dramme


[ai

viso

pi

tardi,
lo

nelle

cavalieri]

al

giorno.

mani
Stilo

e su le orecchie.
[stilus]

strumento

[V. Monete]. Boma, nei

di metallo o di avorio, che

antichi, le

tempi pi paghe erano da-

471
nel 406 te dalla trib, av. Cristo, nella guerra contro

si

STB.

ma

della

ebbe l'uso pi comune stoa doppia [cTo

Velo, fu fissata, decreto del Senato,

per

SlttX^].

una

ta del

muro
a
il

Spesso sulla facciasi scrivevano

paga,
la

dapprima per tutta campagna di guerra, e

leggi cbe

dovevano essere
conoscenza
del

portate

solo pi tardi giornaliera o

pubblico.

Famoso

era,

in

mensile.

Atene,

Pecle [cTTo

tcoi-

Ogni
assi al

soldato

prendeva
[v.

girno
assi

Giulio Cesare stabil

Monete]; il dopnelle

pio
rio]:

[10

per legionaL'imperadei

cbe si trovava nelryop, ornato con pitture a fresco del celebre PoUgnto, in cui erano rapxiXt)],

paga cbe rimase


successive.

et

presentate la guerra degli Ateniesi contro le Amzzoni,


la

tore

Augusto

stabil 2

nari al giorno per


riani.

preto-

ratna, la Troia ecc.

battaglia di Madistruzione di

Sta

[crro]

era,

in Grecia,

La

stoa serviva anche per

un portico a colonne, cbe


dapprima faceva parte di
templi e di case,
d'arte

tenervi adunanze, e allora era cMusa da muri per


essere al riparo dal delle strade.

ma

poi

rumore

form da s solo un'opera

ornamento
piazze.

indipendente, come di strade e di

Stla

[stola]

una veste lunga

dal collo ai piedi, propria


delle

Era

sollevato

di

alcuni scalini e offriva cos

libertine e le meretrici

matrone romane; le non

un posto comodo per passeggio e per tenere, senza essere disturbati, discorsi e discussioni intorno a questioni
tiche.
scientifclie

potevano portarla, e indossavano la toga.

La
ch.e

stola era indossata an-

dai suonatori di flauto


feste

poli-

nelle

di

Minerva..

Strade.
zie
i

La forma pi semplice della stoa era data da un colonnato da una parte, e dal muro dall'altra; ma in seguito s'innalz un doppio
colonnato,
l'altra

Kon abbiamo notisicure sul modo con cui

Greci appianavano e la-

stricavano le strade.
Il

primo impulso aUa

co-

dall'una e dal-

struzione di grandi strade venne ai Greci dalla comu-

parte, con muro, e

nanza di religione e dalle

STB
feste

472
comuni a pi
si

Stati

amici: pi tardi
sero,

aggiunle

Sutri, Chiusi, Arezzo.


la via Flaminia,

Cortona,

naturalmente,
di

ra-

Via Aemlia, continuava


da Eimini a Bologna, Modena, Parma, Piacenza e, sotto l'im-

gioni

commercio
partiva

di

traffico.

Da Atene
una

tutta

rete di strade che met-

pero, proseguiva per la Gallia

tevano in comunicazione la
capitale con
i

porti Elusi,

Mgara,
cela
e,

File,

con

Tebe, Bediramazioni

transpadana per vari rami, dei quali uno- giungeva fino a Costantinopoli.
Un'altra Via Aemlia continuava la via Cssia: da Arezzo, a Firenze, a Bologna.

secondarie, congiungevano fra loro le varie citt circostanti

Fra

ad Atene. Eomani, a differenza

Via

Aurlia,

da

Eoma

prime grandi strade furono costruite per


ragioni poUtiche,
le

dei Greci, le

correva lungo la costa dell'Etruria, e fu continuata


poi,
ro,

quali

nel
e

tempo
della

dell'ImpeLi-

consigliavano che ogni provincia fosse congiunta con

lungo la costa della

guria

GaUia

ISTar-

Eoma. La prima grande


costruita fu la;

strada

bonnse, e poi nella Spagna orientale fino a Cartagna,


di

Cadice,

aUo

stretto

Via Appia,
sore

cos detta percli fatta costruire dal cen-

Gibilterra.

ppio Claudio Cieco,


312
av.
Cristo.

nel

andava da

Eoma

Essa a Capua;

Via Valeria, da Alba Fuczia. Via Latina, da


Isernia.

Eoma Eoma

ad

pi tardi, sotto l'impero di Traiano, fu continuata fino a Taranto e a


Brindisi.

ma

Le strade romane erano

la-

stricate o coperte di ghiaia: il lastricato era di solito al-

quanto rilevato nel mezzo,


per facilitare lo scolo acque.
delle

Via Mincia, andava da Benevento a Bari, e da


Bari, lungo la costa adriatica, sino a Brindisi.

Stratego

[crTaTTjy?]

il

co-

mandante supremo

dell'e-

Via Flaminia, da Eoma a Spoleto, Fano, Eimini. Via Cssia, da Eoma a

Dopo

sercito greco. la riforma di Clistne,

ciascuna delle 10

filai

[(pu-

473
Xai]

STE

e tutti

aveva il suo stratego, i 10 strateghi uscivasi

no in campo e
per giorno.

alterna-

vano nel comando, giorno

Sirfadi [Strophdes, XIII, 709] sono due isolette [oggi Strivah] nel mare Joni, a occidente della costa deUa Messnia: erano la sede delle Arpie.

Strnna [strenae] doni


i

clie

Turono dette

cosi,

Eomani solevano

regalarsi

a vicenda, insieme con gli


augurii, per l'anno nuovo.

perch Clais e Ztes, fgU di Brea, ritornarono col


[arp^ci

volgo] dall'in-

In

origine, essi erano

molto

semplici: focacce e frutta,

seguimento delle Arpe. Erano dette anche Plotae


[Tzki
si

spesso ricoperte con foglie

navigo], per-

L'imperatore Augusto, al capo d'anno, riceveva dal popolo romano un regalo d'oro: consuetudine elle si continu anche dagK imperatori seguenti:

d'oro.

certo

esisteva

al

tempo
rio,

di Arcdio e di

Ono-

sebbene qualche impeera


il

credeva che un tempo fossero andate galleggiando sul mare. Strumenti musicali. Ein dall'antichit vi erano strumenti musicali a corda e a fiato. Gli strumenti a corda erano, nell'antichit, suonati

ch

ratore l'avesse abolita.


Strgilis:

con

le

dita, oltre le quali

raschiatoio

talvolta

con

cui,

dopo
il

detergeva

la lotta, si corpo dall'olio

e dalla polvere e,

dopo

il

si adoperava, per batter le corde, una piccola penna di legno o di avorio o di metallo, che si

bagno, si raschiava dalla peUe ogni corpo estraneo.

chiamava plettro [uX^xde-

Tpov].

Era fatto
osso
di

di

metallo,

di

Le forme fondamentali
gli

canna, con un manico [lausula'], nel quale si poteva passare la mano,

strumenti a corda erano

la lira [Xupa], la cetra [xi-

una lama scavata a forma


e
chiaio a canale

ricurva, di cuc-

La

6pa], l'arpa [Tp^ycvov]. lira era formata da una

[tubulatiol,

cassa di risonanza, da cui partivano due bracci di

nel quale poteva gocciolare l'umore e il sudore che il

corno di capra di legno. Le corde fisse su la cassa,

raschiatoio
pelle.

strizzava

daUa

passavano sopra un ponticello e correvano fino al

STE

474
i

giogo, collocato di traverso l'esterno dei bracci, al

stata la Tracia: traci sono mitici maestri deUa lira:

quale erano semplicemenavvolte o tenute tese per mezzo di caviccM.


te

Orfeo, Muso,

Tmiri. La

cetra, invece, pare venuta dall'Asia Minore. L'arpa era

La

cetra differiva dalla lira


la cassa era lo

originaria dalla Siria e dalla Frigia.

per perch pi di forma quadrata, talvolta


sottili

Gli

strumenti
si

fiato
se-

semiovale,

fatta

di

[auXot]

distinguono,

lamine di legno, di

condo

metallo o di avorio e, perch avesse una risonanza

la loro costruzione, in flauti [aXot] nello stretto

senso della parola, e trom-

maggiore,

era

prolungata

be
Il

[a.'kKi-Y'^zQ].

da due bracci cavi, i quali, almeno alla base, avevano la medesima grossezza della cassa. La forma di questa cassa armonica sar
stata, presso a poco, nostra quella della tarra.

flauto

[auX?]

consiste-

va in una canna, fornita in cima di un bocchino e di una o due linguette, che


producevano
dell'aria.
le

vibrazioni

come
chi-

Talvolta le canne

si

erano due, riunite insieme: aveva allora il doppio

L'arpa era di forma triangolare, come attesta il suo

flauto; esso si

nome
golo].

[rpiycovov

suonava, tenuto in bocca, per diritto,


dall'estremit, come il nostro clarinetto; quando la punta estrema era ri-

trian-

La

cassa armonica

ma

era formata dal lato del tr-

gono rivolto dalla parte del suonatore; ma mentre nella


nostra arpa, la base larga della cassa poggia sul suolo,
nel trigono

volta verticalmente alla

di-

rezione della canna, la p-sizione dell'aX? era si-

mile
flauti.

era rivolta in

quella dei nostri Sette o nove canne

su. Le corde, fissate con bottoncini su la cassa, erano tese e avvolte intorno

te in

di diversa lunghezza e uniforma via via decre-

scente,

formavano

la

zam-

al
to,

braccio

dello

strumenfra
le

che

poggiava

gambe

del suonatore e fa-

ceva quindi da giogo. Patria della lira pare sia

pogna [crupty^]. [V. Siringa]. La tromba era uno strumento a fiato, formato da una sola canna, che gi andava sempre ingrossan-

475
do:

SUB

in

esso

si

soffiava

a
in

boccliino traverso forma di coppetta.

un

quale essi erano incastrati; scuotendo il manico, si aveva un rumore armonioso.


KeU'antichit,
si

La musica degli strumenti a corda dicevasi citar dica, quella degli strumenti a
fiato

conosce-

va un organo ad acqua, inventato da Otesibio: conteneva sette tubi, parte di bronzo, parte di canna, nei quali, per mezzo deU'acqua, si mettevano in movimento le colonne dell'aria
e
cosi
si

aultica.

strumenti erano: le castagnette o crtali [xprcfloi] formate da due o


Altri

pi bastoncini di canna o di legno, o di conchiglia

pr ducevano

oppure

di

metallo,
i

unite

suoni.

dall'uno dei

due capi con


piatti, simili

una cerniera;

a quelli della nostra musica, avevano una variet


caratteristica
[xufx^aXoc]:

Stupro [stuprum] azione immorale compiuta contro fanciulle e donne oneste. La lex lua de adulteris
puniva
confisca
lo

nei

cimbali

stupro

con

la

due piatti metallici di forma emisferica, elle si battevano l'un contro l'altro; il tamburo o
timpano
[-rfZTTavov],

deUa

met

delle

sostanze; le persone di uimle

condizione erano punite con

una pena corporale


l'esilio.

e con

un

lar-

go cerchio di legno o di metallo, su cui era tesa una pelle: il cerchio aveva
attaccati campanelli o piastrine per accrescere il ru-

Suda
so
i

Suadla
la

era, pres-

Eomani,

dea deUa

persuasione [suado

persuado], identificata con la Peith dei Greci. [V. Pei-

more; il sistro [aziarpov], formato da un manico, a cui era attaccato un corpo armonico di bronzo o di
metallo prezioso [un telaio in forma ovale o di una
lira], il

tTho},

Subcula
interna

era la tunica pi di lana, che le

donne
pra

romane portavano

sotto la tunica esterna, sola peUe.

quale era attraversato da bastoncini di metallo, mobli e ripiegati all'estremit, perch non potessero uscire dal telaio nel

Suburra
ma,
il

rione che
il

[Subiira] era, a Eosi estenCelio e l'Esquilno,

de tra

traversato daUa strada pi frequentata e pi rumorosa

SUD
della citt,

476

con un mercato

per

ortaggi e altri viveri, con taverne e con abitagli

e fiss una norma per la tavola nei giorni festiTi;


la lex

Dida estese
tutti
i

la

lex

zione delle donne di cattiva

OrcMa a

cittadini
Italia;

fama.

romani abitanti in
se

Sudrio [sudarum] una pezzuola che serviva per asciugarsi il sudore e faceva, in generale, le stesse funzioni di un nostro fazzo-

la lex Licinia fiss le spe-

per

banchetti ordin
e per
i

unla

ziali e altre simili feste;

lex

Cornelia

una
il

spesa assai moderata per


vitto

da Sudatrio
letto

tasca.

comune

cibi

[sudatorium] la stanza pi calda per sudare, in uno stabilimento di bagni: era riscaldata per mezzo di tubi disposti sotto il

pi fini; la lex Julia, emanata da Giulio Cesare, li-

mit non solo lo sperpero deUe mense, ma anche lo


sfarzo
delle

vesti

l'uso

pavimento o dentro le pareti.

Sumpturiae
che a

leges, le leggi

di oggetti di lusso per ornamento;, la lex Julia ema-

Eoma

mirarono a

impedire specialmente nei banchetti


e nel vestiario.

le spese sfrenate,

nata dall'imperatore Augusto, voleva ricondurre l'antica

semplicit della vita; ma, naturalmente, rimase

Le pi antiche sono

la

leoo

senza effetto.

Numae
spese
rali,

che

esagerate

proibiva nei fune-

le

Durante l'impero,

col

de-

tenute

e le disposizioni connelle SII Tavole.

cadere dei costumi, crebbero in modo straordinario


le esagerazioni dello sfarzo e, quantunque le disposi-

Ma
del

la

prima vera Ux sumpfu


la
lex

tuara,

Appa

zioni

imperiali

cercassero

215 av. Cristo, che mirava a porre un freno al lusso delle matrone. Altre leggi mirarono a impedire l'esagerazione deUe spese nelle mense. Cosi la
tese

porvi
sc
le

un

freno,

non
gli

si riue

a impedire

abusi

sfrenatezze del lusso.

Suovetaurlia: era il sacrificio di un maiale [sus\, una


pecora
[ovis}

e di
si

un

toro
al

OrcMa,

si

riferiva

al

[taurus] che

offriva,

numero dei commensali in un convito; la lex Fannia proib alcune vivande

compimento di ogni lustro alla fine di un trionfo.


[V.

Trionfo].

^=i

477
Suppellttili.

STJP

V.

Utensili.

Si

cantavano inni agli di


si

Supplicati: era una pubblica preghiera solenne, cbe si faceva agli di in occasione
di

visitavano i templi, per implorare, con preghiere e sacrifici, la


protezio-

qualche
felice

grande
o
fu-

avvenimento

ne degli di: spesso il Senato dava un pubblico


banchetto.

nesto per lo Stato: serviva quindi di espiazione, di ado-

Supplzio
pitale.

[supplicium]

era

razione e di rendimento di
grazie.

l'esecuzione della

pena ca-

In senso pi particolare, la parola indicava il solenne rendimento di grazie agli di, che il Senato decretava
per
allo
i

Quando
nunziava

il

tribunale

la

prosentenza della

grandi Stato da

servigi

resi

un

generale
e,

pena di morte, vi si dava subito esecuzione. Ma avendo il Senato presa una deliberazione con molta
fretta, ai

dal suo

esercito

spe-

cialmente, per
in

qualche

splendida vittoria.

nome

Allora, del generale vitto-

tempi dell'imperatore Tiberio, questi fece decretare dal Senato stesso


che l'esecuzione della pena capitale non potesse aver luogo, se non dopo 10 giorni

rioso, si aprivano i templi e si offrivano sacrifizi di

ringraziamento agli di. La supplicatw durava dapprima un giorno, ma poi sali a 20 e anche a 40, a 50 giorni, nei quali il

daUa sentenza; pi
termine fu

questo
fino

tardi, esteso

a trenta giorni.

Ad

eccezione di alcuni casi particolari, in cui i rei ve-

spargeva per i templi e cappelle. In occasione di grandi pericoli, si teneva una propopolo
si

nivano strozzati nella


gione, l'esecuzione
si

pri-

diversi

effet-

tuava
della

davanti
citt,

aUe porte dopo che un


\praeil

cessione religiosa delle

ma-

pubblico

banditore

trone per la citt, alla quale prendevano parte tutte le


classi,

co\ aveva proclamato delitto del reo e dato


littore o al carnefice
il

al
se-

e spesso
i

anche

con-

tadini e
di

popoli confinanti.

La processione, composta
persone per lo pi incoronate, girava per la citt.

gnale perch si eseguisse la sentenza. Al condannato


si

copriva

il

capo e

si inflig-

geva un

certo

numero

di

TAB

478
teva essere, con concessio-

recideva

colpi di bastone; poi gli si la testa con la

ne

speciale,

restituito

ai

scure o con la spada, op-

pure lo si crocifggeva. Il cadavere del suppliziato po-

parenti; altrimenti rimaneva insepolto o veniva gettato nel Tevere.

Tablla

[tabella]

era

una

tavoletta di legno, col margine rilevato sugli orli, spal-

mercato e scriveva, per chi ne lo ricMedesse, ogni sorta


al nostro

mata

veva da taccuino, e si adoperava ancbe per scrivere una lettera, una dicliiarazione di
debito,

di cera, su cui si scricon lo stilo. Serviva

di atti legali. Corrispondeva notaio.

Tabrna:
in cui
giani
i

dicevasi la bottega

mercanti e

gli arti-

vndevano

le

loro

un testamento, un

protocollo ecc.

Col nome di tabella, si indicava la tavoletta con cui si dava il voto nei comizi
e nei tribunali.

merci o i lavori delle proprie mani. Il nome indica che dapprima queste botte-

ghe erano costruite di


vole ItabulaeJ.
Gli
orefici
le

ta-

Tabellari Xtabellarius] era

vevano
ne
ecc.
i

[argentani] aloro tabernae

un portatore
il

di lettere, or-

nel Foro.

Avevano
i

taber-

dinariamente uno schiavo, quale faceva recapitare le lettere del suo padrone.

librai,

osti, i

barbieri, gli mercanti di scbiavi


gli arti-

I mercanti e

Durante l'impero, quando


funzionava
i

giani

vendevano

le

loro

l'ufficio

della

posta pubblica, vi furono


tabellari publci, cio corrieri dello Stato, i quali

merci o i loro lavori, in banchi formati da assi sporgenti dalle case o in volte

che appartenevano
della casa stessa.

all'area

dispacci cbe portavano si trasmettevano fra il governo e i magistrati. Tabelline [tabello] era uno scrivano cbe sedeva sul
i

Poich
sate

le taberne, fabbricate in vari modi o addos-

aUe
lo

case,
spa,zio

restringe-

vano

deUe

vie,

479 -l'imperatore Domiziano ne ordin la demolizione.


in gran numero,
si

TAF
sent
il

bisogno degli arcMvi.

Taberncolo
era la
li

[tal)ernaciiliim]

Per

foedera,

si

stabili

tenda degli ufficiasuperiori e specialmente

un primo tbularum Campidoglio e poi un

sul
al-

del generale, nell'accampa-

mento romano. La copertura era fatta di cuoio, tesa e saldata con


funi

tro, nel tempio di Saturno, sul clivus Gapitolnus. I se-

ntus
sciti
si

consulta

plebi-

raccolsero nel temCrere.

pali

caviccliie.

pio

di

Dopo

l'in-

Negli

accampamenti
era

d'in-

verno
le altre

coperto, come tende, con pelli e

cendio del Campidoglio [83 av. Cristo], Q. Lutzio Ctulo fece costruire

un

ap-

con paglia.

Tablno [tablinum] era nella casa romana la seconda


sala

posito edif^zio per l'archivio di Stato, dietro al tempio di Saturno, cbe si cbia-

cui

il

dopo l'ingresso, in padrone attendeva ai


scri-

m
e
si

poi aerarum Saturni, conserv f,no ad un'et

suoi affari, studiava,

assai tarda.

veva,

custodiva

libri,

do-

cumenti, denari, e riceveva le persone estranee. Il tablino


si
il

Gl'imperatori avevano uno speciale arcbivio detto t-

bularum
vi

Gaesaris.

trovava fra Va-

Oltre al tbularum di Stato,

trum e

peristyUum, rappresentava il locale pi

erano
nelle

quelli

mucitt:

importante della casa, e aveva spesso il pavimento a mosaico finemente lavorato.

nicipali, ancbe le corporazioni reli-

varie

giose,

come
e,

uguri

in generale,
i

pontefici, gli i sa-

Tabulrium
Eomani,
le si

era, presso i l'arcliivio nel qua-

cerdoti, avevano chivi speciali.

loro ar-

Tabtdrius
l'et
liere e il

si

chiamava, nelil

conservavano i documenti pubblici [tabulae puIn origine,


sulta e
i

imperiale,

cancel-

computista al servizio dei municipi e delle


province.

sentus

con-

foedera si conservavano nel foro o nel Campidoglio;

ma

quando

do-

Tafisso [Tacpiaacjc] giogaia di monti nella Lcride e nell'EtUa, ricca anche oggi di fonti sulfuree, le quali.

cumenti pubblici crebbero

TAG

480

Hymenaeus,
dai tempi di
il

per il loro odore nauseante, diedero origine alla leggen-

quale,

sin

Eomolo,

ve-

da

elle

yI fossero

sepolti

E'esso e gli altri Centauri.

Tagte

[Tages,
Si

XV,

maestro
etrusca.

della

553-559] divinazione
che,

niva invocato nelle nozze, quando, giunto il corteo nuziale alla casa dello sposo, la

narrava

una

sposa passava sopra pelle di pecora, distesa

mentre

nome
solco

nn contadino, Tarcne, tracciava

nn

in Etruria, balzasse sn dal terreno Tagete, in aspetto di fanciullo, ma dotato della scienza di un
vecchio. Alle grida di Tarconte, accorsero gli Etruschi, ai quali Tagete insegn l'arte divinatoria, e poi

sul pavimento. Pare per che questo nome indichi il lanificio delle donne, perch la sposa, entrata in

in

casa del marito, prendeva mano una rcca col pen-

necchio e

un

fuso col

fila-

Tagline

mori nel medesimo giorno. [tallo] pena o venequivalente al danno, che fu permessa negli antichi tempi di
detta privata,

to, simbolo del lavoro della mater famiUas, che era anche significato dal passare della sposa su la pelle della

pecora,

distesa

sul

pavi-

mento.
Plutarco
nelle
lasso

infatti
si

dice

che

nozze

canta Tal'ap-

Eoma. Tlao [Talus],figno te, fu re di Argo

per indicare

di Bin-

e prese parte alla spedizione degli

parecchio delle lane, significato dalla parola TaXacria

lavoro in lana, perch


la sposa
si

Argonuti. Spos Lysmache, dalla quale ebbe i fgH Adrasto, Parthnope, Prnace, Mecisto, Aristmacho ed Enfile.

quando s'introduce

[nella casa dello sposo],

stende per terra una peUe di pecora, su la quale essa


passa, portando la conocchia e il fuso.

Talari

[talria] sandali con

le ali affisse ai lati, alla noce del piede

accanto
[talus'\.

Una
delle

ta che

tradizione poi racconi Eomani, nel ratto

Li portavano Mercurio, Perseo, Minerva.

Sabine,

avendo

ra-

pita

una

fanciulla

bellis-

Talssio [Talassus e Talassio] il

dio

romano

delle noz-

sima, la riservarono per un nobile romano, Talassus, e

ze,

corrispondente al greco

a quelli che volevano

to-

481
glierla

--

TAM

loro,

rispondevano:

Tlo
la

Tlassio, per Talassio.

[Talos, Vni, 236-259] nipote di Ddalo, al quale

Poich
Talassio

il

matrimonio di con l'avvenente


e
fe-

madre,

sorella di

Dedalo,

Sabina riusci lietissimo


dette beUa,
lice prole, il

l'aveva afidato per l'educazione. Il fanciullo, di in-

numerosa e

sio

Talasfu invocato per au-

nome

gegno svegliatissimo, invent la sega, il compasso, il


tornio, la ruota dei pentolai,
si

gurio nelle nozze.

che Dedalo, mosso da

Talnto [talentum] vuol dire propriamente la bilancia,


quindi ancbe la cosa pesata. Esso, presso i Greci,

invidia, precipit il fanciullo dalla rocca Cecrpia,

corrispondeva a kg. 26,20: poi ha significato anche,

dicendo poi che era caduto per caso. Ma PUade, trasform il giovinetto in pernice.

come misura

di valore,

una

Tlo chiamavasi anche

un

somma

di danaro, in origine

gigante di bronzo, con una

corrispondente a questo peso. Il talento attico equivaleva a Ure 5893,80. [Yed.


Misure}.

andava

sola vena, che daUa testa fino al tallone, dove

era chiusa con

im cavicchio.

Era stato

Tala [Thalia]
delle

home

di
di

nove Muse e

una una

delle tre Grazie.

[V.

Muse
che
e
di

e Grazie].

Talsie
si

[OoeXijcrial

festa

celebrava

neUa Grecia,

in onore

di Dioniso

Dmetra, nell'autunno, per ringraziare gli di per benefcii

dato in dono a Minosse o a Europa da Zeus o da Efesto, e custodiva l'isola di Creta, correndo tre volte al giorno, intorno all'isola: se vedeva avvicinare uno straniero, diveniva arroventato e lo abbracciandolo. uccideva,

Quando

gli

Argonuti giun-

largiti

agli

uomini.
chia-

sero a Creta,

Medea

lo fece

Tallfori

[0aXXo<ppoi]

impazzire o lo uccise, strap-

mavansi coloro che, nelle feste Panatene ivi] [v.


seguivano
la

cessione, in

grande proonore di Pl-

pandogli il tappo. Secondo un'altra leggenda, lo uccise invece Pente, colpendolo


nel tallone, con

una

freccia.
0a(z.-

lade Athna, portando in mano rami di ulivo [OaXX?

Tmira [Tham^as,
pa(;]

ramo, pepo

porto].
e leggende.

poeta e valentissimo musicista della Tracia. Or-

Stano, Dizionario di miti

r^~-

TM

482

goglioso della sua eccellenza nella musica, os sfidare


le

Thnatos

col

Sonno

abi-

Muse,

ma

essendo stato

superato da esse, fu sottoposto, secondo le condizioni della sfida, alla pena che le Muse vollero impor-

tano nel mond' sotterraneo. Essi sono stati generati dalla Kotte, che K ha
procreati da se stessa; ma, mentre il Sonno gira tranquillo sulla terra e giova

come punizione della sua temerit. Perde la vista, la voce, e dimentic l'arte di suonare la lira:
gli,

benignamente agli uomini, Tbnatos ha, nel petto irrigidito, sibile a

cuore inaccesogni senso di comil

pass cos infelicemente i suoi ultimi anni e, secondo una favola, la sua anima pass poi nel corpo di
usignuolo.

passione. Cos Tbnatos

come

il

Son-

no sono rappresentati come


fanciulli dormienti o
genii,

un

come
fl,ac-

che hanno

le

Tmiri [Tam^ris]
gli Sciti,

regina destessa
clie

la

cole rivolte in gi. Sull'arca di Opselo, in

Tomiri. [V. Tomiri].

Tnaquil moglie

di Tarqui-

nio Prisco, discendente da


un'illustre famiglia etrusca, la quale predisse al marito
cxe

Olimpia, era raffigurata la Kotte, che teneva in braccio un fanciullo nero [Thnatos], e
nos,
il

uno bianco [Hyp458]

Sonno].

avrebbe

ottenuta

la

Tntalo [Tantlus, IV,

signoria di

Eoma.

Quando Tarquinio, cbe era divenuto infatti re di Eoma, fu ucciso, essa riusc, con la sua prudenza, a procacciare il trono al suo
genero,

re della Frigia: gli si attribuisce per padre Giove o


Pluto, e per madre Eurianssa, o Taigte, o Dione.

Eu

padre d Pleo

di

Mobe.
Favorito prima dagli di, quali lo invitarono a banchetto con loro, egli comi

Servio

Tullio.
la perso-

Tnatos [vaTO?]
presso
i

nificazione della
Greci.

morte,

mise poi gravi colpe


tro essi
il

con-

In Omero, come stato della morte gi avvenuta, Tbnatos immaginato quale


essere benigno, fratello gerdel Sonno. In Esiodo,

[sottrasse agli di

nettare e l'ambrsia per

portarli agli uomini, svel


segreti confdatigh

da

Giodi

mano

ve, o dette in pasto agli

483
il

TAB

figlio

silo

punito nell'inferno,

Plope], e fu ove era

tormentato da fame e da sete, percli, pure essendo

piazzetta di S. Costantino, che il punto pi elevato, raggiunge l'altezza di 26

metri sul fivelLo del mare.

immerso nell'acqua

fno al

Secondo una leggenda, Tras, nato da Poseidone [^Nettuno] e da una ninfa indigena, fu il fondatore

mento, questa si ritirava quando egli piegava il capo per bere, e avendo pendenti sul capo frutta dolcissime d'un albero, quealzava i suoi rami sto quando egli levava le braccia

capo di navi, dopo varie peripezie, approd sulle rialcune


ve, del

della citt. Egli, a

mar

per spiccarle.

samente presso

Ionio, e precila foce del

Taranto [Tarentum, Tpac]


citt

deU'ItaUa meridionale,

fiume, che egli stesso, dal suo nome, avrebbe chia-

posta sul golfo omonimo, a sud del monte ulon, a occidente della foce del Galso

mato
tre

Tras

L'appari-

zione di

egn

delfino, menoffriva un sacrifizio

un

e a oriente del fiume

Tara.

a Poseidone, fu intesa come segno di buon augurio, ed


egli

Da

Polibio

['IcTopioci]

ap-

edific

ivi

prendiamo cbe la maggior parte chiamava Eurta il fiume Galso, dal fiume omonimo che scorre presso
Sparta. KaTscTTpocTOTcSsuas
['Av-

che, dal suo

(c

una citt nome, chiam


T^po)

Tras

Tpavra Ss tv
cpac!.
N[j.<p73(;

Ho

asiScovc;

xal
TzcdBcc

stcl^oslvat.

pia?
LTzb

Be TOU

7]pc

TsG^vai

-r

vila?] Tcap Tov TTOTafxv 7cap [xsv rial FaXatcrov, vrap

vfjLKTa T7] -KoKzi TS Xal TCp


7roTajj.cp*

Ss

'zoZc,

TzXtiaxoiQ Ttpoarayo-

psufjisvov

EpcTav, oq

s^^st

xaXsLTai yp Sv) TxaT r aT t^ tcXsi pai; xal TzoTC(.[i6c, )). [Pausa-

NIA,

*EXXSo?

7cspf;^Y'^crt,(;,

t%

Tou TTKp Aaxat(Jt,ova psovTot; Eupcra. [1. Vili,

lib.

X, cap.

10, 40, ediz.

Tauknitz, Lipsia].

cap. .33,
ediz.

Buttner, Wobst, Teubner, Lipsia].

Pi tardi
crificava a

egli,

mentre

sa-

Poseidone presper

La
che,

citt

ha un'altitudine

so lo stesso fiume, vi precipit


e, si

generalmente, non sui

quante
il

ri-

pera

14 metri, e solo nella

cerche

facessero,

ca-

^
V

^i^:.^

TAR

484

procreare
gini: di
i figli il

davere non fu trovato. Si


credette allora che egli fosse stato assunto in cielo

qui

loro

con le vernome.

dal dio.

Ma, presa Messene, gli Spartani non voUef o riconoscere


i

Ma, storicamente, Taranto, una colonia spartana,


fondata da Spartani pPartlinii], guidati da Falnto,
condottiero clie aveva com-

Partitemi,
si

quali, secon-

do l'una e
ne,

l'altra tradizio-

ribellarono:

ma,

sco-

battuto valorosamente nelle

guerre Messeniclie.

Egli, nel 707 av. Cristo, a capo dei Parthrdi, giovani

congiura, fu loro ordinato che uscissero da Sparta, e permesso che fondassero fuori una colonia, sotto la condotta di Pa-

perta la

lante.
((

spartani,
ritorio,

venne in quel tersoggiog ed espidse

Tpavxa Ss

7C6)xt.Grav

[ih)

AaxsSatfxviot

olxiaTric, Se

in gran parte gli abitanti pyCesspi], e assoggett la


citt.

sysvsTO STtapTiSv]? OXav00? [PUSANIA, op. di,

Hb. X, cap. 10,

30].

I Partbnii erano
Ilti,
i

figli

degli

quali, nella guerra

Falnto, prima di partire dalla patria, consult l'oracolo di Delfo, dal quale ebbe in risposta che avrel)-

messnica, non presero parte alla guerra [come ritiene Antioco di Siracusa]; figli

bero abitato

Satiri e Tae
al

nati dalle vergini [TrapOsvot; vergine] e dai giovani

ranto, pingue paese, avrebbero recato danno


popolo iapigio . SaTupiv Toi Scxa pavTa T Tctova 8^(xov
cai,
xocl

spartani, col permesso dei cittadini di Sparta [secondo foro di Cuma]. Gli

Toiy.y\-

Spartani, nella guerra coi

UYJfxa
.

'laTrYSCCT

Messni, avevano giurato di


uscire da Sparta e non tornarvi se non quando avessero

[Steabone, \ VI, cap. 3, n. 279. Edizione MeinekeysvaOai


y(xyp.(pixri, lib.

Teubner].

conquistata

Messene.

Ma, perch non mancassero i cittadini, avevano ordinata ai giovani, rimasti a guardia della citt e non stretti da giuramento, di

Dopo molte

peregrinazioni e svariate vicende, Falnto giunse finalmente nel golfo

di

Taranto;

ma non

riu-

sciva a vedere n mura, d^ altro indizio di vicina citt

485

TAB
grembo

Era poco lontano dal territorio denominato Sturo

nome
lo

[nome conservato fino ad oggi], ove allora sorgeva una citt omonima, e pnre
era fortemente scoraggiato,
percli
sibile

della moglie, per tra [A'tTpa], che av^va seguito. E men

tre

essa, triste e pensosa per le gravi traversie e i dolori del marito, cercava

non credeva posche


gli
si

avverasse la condizine che l'oracolo di


Delfo

aveva indicata,
cui egli

di confortarlo, presa da intensa commozione, scoppi in pianto dirotto, che inond il capo di Ealnto.
.

circa il

tempo in

avrebbe ottenuto il dominio di Taranto. Esso infatti gli

Egli aUora credette avverato l'oracolo [infatti, a


cielo sereno, egli era stato

aveva

predetto

che ci sarebbe avvenuto, quando daU' tra , cio dal


cielo

inondato da pioggia copiosa, caduta da tra [le lacrime abbondanti deUa


moglie];
e,

limpido e sereno
gli
si

[tc'

rincorati

comdi

a'0pa]

fosse

rove-

addosso pioggia abbondante. Pausania ci lia tramandata


sciata
la notizia di quest'oracolo,

pagni, giunse
ricca

la

notte
la

seguente,

presso le

mura

Taranto,

maggiore e pi

deUe citt marittime,

e l'assoggett.

che Falnto avrebbe ricevuto da Delfo, prima di muovere alla fondazione


della

Questa leggenda ci stata tramandata da Pausania. (( Kal aTv yj yuvT] %[i(Q


'xovTa
[rpioXo\)dy.ei

nuova

colonia.

yp
(^ikoyvccvcc

STsXXopLsvo) Ss i; aTCoixiav Tw OaXv06) Xyiov sx AeX9WV stou ajXSev Tv aaOfzsvov


utt
al'Opa,

o'ixoTsv] TOC T

ccXXa
<;

9poveiTo, .xal
cOsfxsvT]

ax'zyic,
...

tou vSp?

T7]v xscpaXvjv,

utt svoia?

TTjvixauTa x^P"'"^ xt'jq(laaSai xo tcXiv . pPAUSA-

xal

Saxpuaai
vatxl,

TKx.piara.xa.i

opdcTT]

t^ yuTou vSp? ?

NiA, op. cU.,]b.

X, cap. IQo,

30].

oSv TTpoj^opouvTa T Trpy[xaTa upoCTsxst Ss c^si^-

Stanco
forto,

pieno di sconla persuasione che dal cielo senza nuvole non poteva cader la pioggia, aveva posato il capo sul
e

per

aTspov T(ov Saxpcov, xal [s^ps^s yp TOU OaXdt.v8oTj t7)v


X9aX7]v]
CTUVt7]CTl

TS
St]

TV]?

(xavTsia? ovofxa Q-pa


T7)

yp

Atttj

yuvatxl] xal oJtco

TAE
STTIOUCTY)

- 486
VUXtI TpKVXa TCV elXe t^sytcrrQV xal

Papppwv
XcTcrT]

Sat,[i,ov<TTTy)v Tiv vrl O-a-

fiume Taras, fondarono la citt che, da quello, chia. marono Taranto.


((

TTXscov
lib.

[PausANIA,

IlapOsviaL

'K[i^(xyxsq

sic

op.

cit.,

X, cap.

10,

AsX^o?,
ttXslv
T(x.c,

XP'^^^'^'^

'Aapov

30].

ze,

'IxcOdoLV

^supv-

Dionigi d'Alicarnasso ci riferisce una versione diversa della leggenda circa la

Ss

5(00 piov T7)(; 'laTCuyiai;

Sarpiov xal Tcorafxv

Ta-

fondazione
L'oracolo

Taranto. Delfo aveva ordinato ai Parthnii di navigare alla volta d'ItaHa, e aveva predetto che
.di>

pavTa, V0' av IS&ai Tpyov T7] OaXaTTT) TsyYOvra t ylvsiov,

di

xsL Tohc, ^ioyjQ


vrXscravTSf;

ISpij.

Gccadoci.

S,

tqv

7roTa[i.v

l^supov,

xal

xara
r/ji;

TivoQ

piVEOu

TcXvjaiov

qnivi, giunti nella terra di Satrio, nella lapigia,

GaXaTTvji;

tts^uxto?
tcov

o-^-kz-

Xov
VTQV,
Tt(;

sOscavro xaTax5(U[x"^
ri<;

presso il fiume Taranto, dove avessero visto un ca-

TCLTpytv

xa0i[xvo<;

yfzxzro

r/j?

pro

[Tpyo;;]

mento

iDagnare il nelle acque del mare,

^BaXaTTT]?.
T(;

Lvat,

TOUTO UTToXapvtv Tpyov, ov


6t|^r/j

avrebbero avuto la loro sede stabile e il loro dominio.

TCpOt7CV OLtoZc, 0<;

cdai Tsyyovra t yviov


OaXaTTT], auTou [xvovrs^

etto-

Avendo
so

essi,

dopo

lunga

Xfxouv 'lvruya?, xal ISpuov-

navigazione, veduta, pres-

un

piantata

caprifico, una vigna sulle sponde del

Tai T7)V 7rCVU[X0V TOU Tcoxa[xou TpavToc; ttXiv [Dio-

mare
e

[il

un

golfo di Taranto] tralcio [sTrtTpaYot;],

KEGI d'JDTCABNASSO, 'ExXoyal X T^<; PfOfxaiXTJ? pjaioXoyia(;, lib.

che dal ceppo della pianta si protendeva fino a bagnare la sua estremit opposta nel mare, credettero avverato l'oracolo [l'anfibologia della predizione dell'oracolo derivata dall'affinit

Ma

Falnto,

SVII, cap. 2]. come Tras,

un mito

[cpaXaxpi;

cal-

vo], simile al balacros che appare spesso nelle iscri-

zioni messapicbe, e simbo-

fonetica

di

= =

Tpyoc;

capro,
tralcio]

con
e,

mTpayo^; presso il

bianchezza e lo splendore del mare. Il nome Taranto deriv alla citt da Tras , fiume omonimo che le scorleggia
la

il

487
re daccanto.
fatti

TAR

Tras
e

in-

Sotto

n governo
il

di Archita

[TAPOAS

TA-

[V
to

sec. av. Cristo],

Taran-

POAS

messpico] significa:
[

raggiunse

maggiore
tem-

mare, marina

tarati

sviluppo e splendore.

in snscrito vuol dire:


re oltre].

cor-

La
pli,

citt era ricca di

di

Sotto

il

dominio di Faln-

menti,
tfafB,ci

statue, di di monete;

monuaveva

fu ingrandita e, to, la citt nella maggior parte, rifatgrande splendore a cui aveva portata la citt, egK, veta.

e relazioni coromer-

Ma, non ostante

il

che con le altre regioni d'Italia, con la Grecia, con l'Africa, con l'Iciali, oltre

nuto in odio ai suoi Parthenii, fu espulso da Taranto e, ritiratosi a Brindisi, vi mori di dolore. I
Partlienii

della rocca, di fossati, aveva mura, un esercito di 30.000 fanti, 3000 cavalieri, e una flotta
stria.

Munita

di

allora gli tributarono onori divini.

"Ofxc?

S' IxTTsorvTa

arv

imponente. Taranto era allora la pi forte deUe repubbliche consorelle e stava a capo della federazione
delle
citt

[OXavGov]

ex tou Tpav-

greche:

aveva

To^ S^avTo 01 BpsvTscJtvoi,


XafXTipi; rcccpriQ .

insomma

NE, op. cit,


n.

Ili).

[SteABOVI, cap. 3,

tale grandezza e splendore da essere meritamente ritenuta la regina

deUa Magna Grecia.


Nell'estremit nord-ovest
sopra lingua di terra [la quale, verso ovest, era congiunta con un ponte sull'ingresso del

282].

Pare che Taranto, prima della venuta di Palante, si reggesse a monarcliia: Erodoto infatti ricorda

deUa

citt, costruita

una

un

re

Aristoflide: a' Api(ST0(piKi8riQ T6v TapavTivcv ^aoriXe?

porto], s'in-

[Hb. Ili, cap. 136].

nalzava, sopra una rupe, l'Acrpoli, separata per

In questo secondo periodo, il grande filosofo pitagrico Archita fu governatore della

mezzo

di

mura
della

e di fosse,
citt.

dal resto

La

repubblica e stratego, carica cbe, non ostante il divieto deUa legge, gli fu

parte principale della citt sul lato sudsi trovava


ovest dell'istmo: quivi era-

no
seo

il

foro,

il

teatro,

il

mu-

confermata per sette anni.

ed una strada

detta

TAE

488
Erano
cos

larga , clie attraversava, in tutta la sua lungliezza,

frequenti

gli

la lingua di terra;

da questa

spettacoli e le feste, cli,e alcuni storici affermarono

strada, partiva, verso un'altra detta bassa. est,

ne

corso

cbe Taranto contava, nel dell'anno, pi ban-

Per la riccliezza del suo commercio e deUe sue industrie, Taranto pot per
lungo tempo la supremazia di Eoma, ma vi soggiacque nel 272
av.
Cristo, quando Pirro, dopo la guerra tarentina,

cbetti e giuochi solenni che


giorni.

Durante

difendersi dal-

il dominio dei EoTaranto conserv la mani, lingua e i costumi greci, continu a coniare monete,

meno queUe
a vivere con
sotto
il

di argento,
le

sue

leggi,

torn in Grecia. Nella seconda guerra punica Annibale la conquist, ma la cittadella rimase
in potere dei Eomani. Kel 209 av. Cristo, questi la
ripresero e vendettero come scMavi 30.000 tarentini.

presidio per deUe legioni di Eoma. La citt accolse con festa

Giulio Cesare, poi Antonio

Ottaviano, i quali stipularono il celebre trattato


ospit

Tarentmum
Virgilio

foedus,

Orazio,

Kel 123 av.


il

Cristo, durante tribunato di C. Gracco,

vi fu condotta

una

colo-

che vi si recava spesso col suo mulo scodato [Sat., I, 6, vv. 104-106], per godere?
il

[colonia Neptuna]; Taranto allora si risollev in brevissimo tempo e, col commercio e con
la

nia

romana

sorriso

di

meraviglioso lembo

questo di ter-

navigazione,
si

si

procur
i

ra [Odi, II, 6a, vv. 10-12]. Sotto l'impero di Kerone ebbe un'altra colonia di
veterani.

grandi ricchezze.
tadini

Ma

cit-

abbandonarono

ai

Vi

pi effeminati piaceri, resi ancor pi raffinati dalla


cultura
greca, e
la

si ammiravano i templi di Giove, Apollo, Vulcano, IJ^Tettuno, rcole, dei Di-

citt

scuri, di Pripo, di Tras,

cominci a decadere, a segno da meritare il vergognoso appellativo di molincontinente, lussuriosa .


le,

lasciva,

Bacco, Cesare, di Venere, Minerva, Giunone, Diana, della Pace, dlia Vittoria. Splendidi anche per magnificenza e sontuosit era-

489
no
il

TAE,

Ginnasio elegantissiil

mo,
circo

foro,

il

teatro,

il

massimo, l'odo, il muso, il Pritaneo e l'acrpoli,

venne due grandi colonne doriche, che rimontano ai tempi pi remoti dell'arcMtettura greca. Scoperse inoltre alcune tombe tarentine
e cocci di vasi

giudicata

inespu-

gnabile da Annibale [Livio, Ub. SXV, cap. 11]. Dopo


la

dal fondo

dell'Impero di occidente, Taranto, dal dominio di Eoma, pass alla dipendenza di Costantinopoli.

caduta

grigio e giallognolo, su cui erano tracciate, a tinta fosca, alcune semplici decorazioni geometriche, e rinvenne inoltre altri vasi ru-

Lo stemmia
ranto

civico

di Tal'eroe

a mano, con creta mal depurata e lisciata con


stici, fatti

rappresenta

la

eponimo della citt: un uomo ignudo a cavallo di un


delfino, e avente nella destra il tridente, nella sinistra lo scudo e lo scorpione.

stecca. Mentre questi ultimi rappresentano la rudimentale arte indigena dell'antica


ca, i

Taranto preelleniprimi sono un genere


e rivelano

d'importazione,
le relazioni

ra

l'ipostasi di
o,

[Nettuno]
IJiTettuno.

Poseidone secondo altri,

commerciali che

Taranto

aveva

con

l'O-

di Tras, ritenuto figlio di

riente e con gl'Italici che abitavano la sponda del

Dell'antica Taranto purtroppo oggi non restano

mare Jonio.
Taranto coni monete proprie e ne ebbe di tipi svariati e numerosi, a traverso
i

che

scarsissime

povere

vestigia. Il prof. Luigi Vionelle Sue Scoperte di la,

antichit in Taranto,

si

occupato con l'amore e la

competenza di forte

stu-

dioso, dell'acropoli, del sepolcreto, di vasi, monete,


iscrizioni,

lunghi e vari periodi della sua storia. Le pi antiche rappresentano un uomo nudo [Tras] a cavallo di un delfino,

una

conchiglia, simbolo

terrecotte

figu-

rate e di altri oggetti scoperti. Kel cortile dell'antico

deUa ricca produzione del suo golEo, una ruota a tre


raggi,

che
di

allude
i

alle

ospedale dei Pellegrini, ove ora risiede la Congregazione


della SS.

corse

erano

Tarentini appassionati, o al

cui

Trinit, egli rin-

cerchio dell'oracolo di Apol-

-_>

TAE,
lo Pizio, elle si soleva

490
met-

tere sul tripode

di Delfo,

condo
perta

cane, che simboleggia, se la leggenda, la scodella

e la leggenda

TAPAS.
rappresenle

Altre

monete
Tras con

mezzo
cole.

del

porpora cane di

pei

Er-

tano

mani

giunte verso il cielo, con o senza la leggenda TAPAS.

Gi, secondo Aristotele, Taranto sarebbe stata fondata

Alcune

uomo

rappresentano un ignudo, genuflesso col ginoccMo sinistro, che h,a


nella destra
sinistra

da Ercole, e chiamata
ci

per-

Eraclea.

un

flore e

neUa

Virgilio cole il

denomina da

Er-

goKo

di

Taranto:

un

tetracordo [una

Hinc sinus
est

E erculei, si vera
|

lira

a quattro corde], con

fama, Tarenti

cernitur

l'iscrizione

TAPAS.

[Eneide, III, vv. 551-552].

Altre rafigurano sul diritto Taras con un polipo in

da Pausania sappiamo che Ippozione, valente scul-

mano

e, nel rovescio, cavallo marino.

un
le

tore tarentino, fece le due statue di Ercole, che furono

Secondo

il

Mommsen,

dedicate in Alti.
esse rappresentava

leggende delle monete incise sono in caratteri grecodorici, e


il

Una di un giofrecce,

vane che,
uccideva
(c

con

le

dopo. furono molti e svariati altri tipi di monete che rappresentavano: Taras con una conchiglia o con un polipo o con un delfino o con un granchio
o con

messapco, Greci venuti

Tpocf; conservato dai

nome

il

leone

ISTemo.

'EttI S

Tou aTOu Tst^ou?


...

Ma

vi

[v

T^

"Atsi]

'Hpatv

xKiorjQ
yufxvol,

SiJt

sdlv vSptdcvTE?
TjXtxiav,

Ttcci^sq

Ss Iv Ns(j.sa To^sovTi 'oixs Xsovra. toutov [xsv St] tv ts


'

HpaxXa, xal

fxou tco

Hpa[Paucap.

xXel tv XsovTa,
sania, op.

Tapocvrlivo?
))

un

pesce;

v07]xev 'iTTTcoTtov

Taras con scudo,


corona;

elmo

cit.,

lib.

V,

25-54].

Un uomo

ignudo, con

un

Talvolta quest'uomo nudo

nq.anteUo sulle ginocchia, o assiso sur una sedia portatile,

ha una conocchia con


da
fllare:

lana
ric-

o in atto di far liba-

simbolo della ca industria delle lane


rentine.

ta-

zioni, e

avente nella destra


e

una

conchiglia,

gi un

In

altre

monete

effigiata


la testa di

491

TAB.
precise, molti tratti di testi greci e latini riferentisi a

figura di

un cavallo un cavaliere.

e la

In tutte queste monete si trova la leggenda TAPAS.


Altre monete rappresentano, nel diritto, la testa di Giove coronata di quercia

questa citt, nei quali mi sono imbattuto nella mia ricerca per queste brevi note, rivolte a illustrare ai
nostri

giovani,

cos

neUa

una

testa irradiata

dal
fol-

sole, e al

rovescio

una

gore con

l'iscrizione

TAeffi-

leggenda come neUa storia, il periodo di questa anticbissima e celebre citt.

PAS e gi AnOA. In altre monete sono


giati simboli vari
fino,

del del-

Perch non si pu disconoscere che la raccolta delle notizie che ci stata tra-

del tirso,

del cornu-

mandata

dagli studiosi

di

copia,
tridente,

del

tripode,
testa
di

del
del
di

questo argomento, non

dell'ancora,

cadco,
cavallo, lune.

della
dell'idra,

punto lumeggiata dalla trattazione che ne han fatto


gli

due

volesse

antichi scrittori, e chi un giorno riordinare

Altre rappresentano Minerva, SciUa, e al rovescio la


civetta, elle tiene

le fila sparse di

questa rete

ghermita

molto complessa, dovrebbe senza dubbio ricalcare le

l'ancora e

il

fulmine.

orme

degli antichi

scritti,

Altre raffigurano Ercole, o la testa di Bacco, o un cavallo


di

illuminandoli, s'intende, e valutandoli con sano criterio,

Kumi

marino alato o teste venerati a Tai

al riflesso

della

cri-

tica storica.

ranto.

Del
di

resto,'

ricMami
elle
si

fre-

quentissimi

lianno

Taranto, in molti storici

cosi greci clie romani, attestano la grande impor-

Questo compito credo posessere molto agevolato e reso pi spedito dalle numerose indicazioni che sono riuscito a raccogliere. I Parthenii, non essendo
sa
stati

tanza

la

superba

flori-

riconosciuti nei

loro

dezza che la citt ebbe, a traverso il lungo periodo


della sua storia gloriosa. Credo perci opportuno ci-

diritti civili dagli

Spartani,

quando
dalla

questi

tornarono
si

Kessenia,

ribella-

tare

qui,

con indicazioni

rono insieme con gli Ilti, e poi, usciti da Sparta, co-

TAB

492
avrebbe condotto
bene, op.
di di
cit., lib.

Ionizzarono Taranto. [Strabone, op. cit., lib. VI, cap.


30, n. 279].

Cretesi
[Stra-

in queste contrade.
30, n. 279].

VI, cap.
la

TaFaranto, per opera lnto, ci riferita anche da


colonizzazione

La

Floridezza
filosofa

di

Taranto

Pitagrica,

Archi-

Strabene. [Op. cit., lib. VI, cap. 30, n. 278-279-282].

ta;

vicende militari di Tacit,

ranto. [Strabene, op.


lib.

Tolomeo
y7)crt(;]

[TsoYpacpixri

vcpr]-

VE,

cap.

10,

n.

261-

fo

di

avverte che nel golTaranto [v Ss tw


vi
eracitt:

TapavTLVfp xXtcw]

262-278]. I "Tarentini abbattono citt abitate dai Cretesi, ma

no

queste
[lib.

KpTCv

-Kokiq, OlSptOV,

MsTaTCVTlOV,

sono poi vinti da essi con gravissime perdite. [Erodoto, 'IcTTopiai, lib. VII, cap. 170. Dietsch-Kallenberg, ediz. Teubner]. Taranto e la leggenda
di
cit.,

Tpa?

12.

Kobbe,

Ili, cap. 1, ediz. Tauk-

nitz].

Bicchezza di Taranto; grande importanza del suo porto. [Polibio, op. cit, lib.

Arine.

[Erodoto, op.

X,

cap. 10]. Posizione ed estensione del


golfo di Taranto. [Strabene,
op. cit., lib. VE, n. 261-262-278].

cap. 240]. Aristoflide, re di Taranto, fa slegare i timoni delle navi


I,

Ub.

cap.

1,

persiane, e ritiene i Persiani, credendoli spie; poi


li

rimanda,

restituisce

Le popolazioni contro

le

loro le cose tolte. [Erodoto,


op.cit.,]b. Ili, cap. 136]. Gillo, fuoruscito tarentino, conduce al re Dario di Persia alcuni Persiani,

ma

quali combatt Falnto, pridi impadronirsi di Ta-

ranto,

erano

Cretsi

che,

dopo aver navigato con Minosse nella Sicilia, morto


costui, erano capitati sulle coste sud-est della nostra

che

era-

no

stati

presi

prigionieri

dai Japigi. Avendo egli chiesto a Dario, per com-

penisola.

penso, di essere ricondotto


Cretesi, fino
alla

Questi

stati sarebbero Dunia, chiamati Japgi da Jpige, nato da Ddalo e da

a Taranto, Dario ordin a quei di Ghido che ve lo


riconducessero.
vi

Ma

essi

non

una donna

cretese,

il

quale

riuscirono, per l'opposizione che trovarono nei

493
Tarentijii.
lib.

nuntiat,
est

TAE
litatum
praeterea auctorihus diis,

[Erodoto, of.

cit.,

Ili, cap. 1380]. Guerra delle popolazioni Ja-

egregie:

ut videtis,

ad rem gerendam

pigie

contro
li).

Tarentini.

[Diodoro
0^X7),

Siculo,

BipXio-

proficiscimur . [Livio, Ab urbe condita, lib. IX, cap.


130. Weissenbrn, edizione

Wakeln,

-XI, pag. 268. ediz. Hanau].

Teubner].

re di Sparta, si reca in soccorso dei Taren-

ArcMdamo,
tini,

Ambasceria dei Bomani ai Tarentini, che caus la


guerra
di Pirro.

contro
citt

neUa guerra sollevata di essi daUe altre


messapiclie, e vi riucciso. [Pausania, op.
5].

[Dionigi

d'Alicarnasso, op. cit., lib. X^I, cap. dal 7 all'Ilo].

mase
cit.,

Ub. HI, cap. lOo, I Tarentini soccorrono


.

La guerra tarentina, combattuta da Pirro contro i


Eomani. [Pausania,
b.

le

op.

cit.,

citt federate

della

Sicilia

contro Agtocle.
Siculo,

op.

cit.,

Tarentini

[Diodoro pag. 710]. militano nelSicu-

cap. 120]. I Tarentini, alla vista delle


I,

lividure che alcuni giovani avevano riportate sotto i


colpi deUe verghe dei

l'esercito di

Antigono con-

Eo-

tro

Eumene. [Diodoro

mani, per avere osato entrare nel loro


to,

lo, op. cit., pag. 710]. I Tarentini combattono

accampamen-

presi
i

contro

Lucani, sotto la

tano

da sdegno, ecciLucani contro Eoop.


cit.,

condotta dello spartano


Clonimo. [Diodoro Siculo, op. cit,, pag. 787]. Ambasciatori tarentini annunziano ai Eomani e ai
Sanniti che, se non avessero desistito dalla guerra,

ma.

[Livio,

lib.

Vili, cap. 270].


Dionigi
riferire

d'Alicarnasso,

nel

data

l'ambasceria mandai Eomani ai Ta-

rentini, che cagion poi la

sarebbero uniti a coloro che avessero impedito la cessazione delle ostiessi


si

guerra Tarentina con l'intervento di Pirro, racconta


l'episodio punto acconcio, di un tarentino, resosi triil

questa ambasceria, che sembr audace e superba, il console Papirio ri Auspicia secunda spose:
esse,

lit.

stamente famoso, Filnide, quale, in preda all'ubriachezza, giunse a tal punto


di

sfacciataggine
che,

turpe

Tarentini,

pullarius,

volgare

per

insulto

TAE.
agli

494
ambasciatori

romani,

scrisse in latino la 2
i

deca,

orin sulla toga di uno di


essi.
((

'Attlvtov

S'

aTcov

[gli
eie;

ambasciatori
T6v

romani] cpsaTTjxTCOv v T^
crTCspfjioXYO?

7ca-

pSo) TapavTivcov, OtXovtSTji;


6vo[xa,

supplementi a tutte le lacune della storia di T. Livio, e la continuazione di essa dal 168 av.. Cristo, anno a cui giunge l'opera di Livio a noi pervenuta, fino
ai

avGpw-

tempi di Augusto.

Il Freinsliem, infatti, narra

yia?

-^

Tcap Tcvra rv ^lov

esplicitamente

Scurra
sacra

quile-

xxpvjTO TrpOCTTjYopssTO
tXt],
[JL(7T(;

Ko-

dam

FJiilonides

cV ETt TTJ? J^Ol-

gatorum vestimenta, canis impudentis instar, urina


respersit
.

TCCTcrpsLf;,

vacTup(j,VO(;

ttjv

[Il deca, lib.

II,

7Tpt,poX7]V,

xal

ax^llJiaTtCTa?

auTv
Ty]v

ic, al'crx^<7'^ov

^Gvivai,

cap. 80]. Il tarentino

Mtone,

per

oS XysG'Oai TrpsTCOuaav

destare l'attenzione dei suoi


concittadini, che egli vole-

xaOapaiav xocT t% Ispc; cyOrJTO? tou TrpscjjSsuTou xaTcjxsSa(7


)).

va dissuadere
si

dall'invitare

[Dionigi d'Ali-

carnasso,

op. cit, lib.

XYII,

presenta al teatro, Pirro, col capo cinto da una co-

cap. 7]. Il testo di Dionigi accenna

rona

conducendo

seco
di

una giovine suonatrice


so, op. cit., lib.

a una innominabile lordura, cbe rUnide butt sulle toghe degli ambasciatori ro-

flauto. [Dionigi d'Alicarnas-

XVII,

cap.

130-140].

mani

[t7)v

oS

liyeaxcx.i

xaGapcriav] e, naturalmente, l'indetermiTrpTroucyav

Trattative preliminari e guerra Tarentina. [Dionigi


d'Alicarnasso, op.
b.
cit.,

lib.

natezza della frase, poteva dar luogo a interpretazione


diversa.

XVII, cap. dal 15o

al 18;
dall'I"

XVHI,
contro

cap.

al 270].

A confermare per il significato su accennato, vale la narrazione del Freinsbem,


il

I
ro

Tarentini invitano
i

Pir-

Eomani.
lib.

[Po-

libio,

'IcTTopta,,

Vili,

dotto

studioso
il

del

sese-

cap.
ediz.

240,

Biittner-Wobst,

quale, XVII, guendo le tracce delle

colo

pe-

La

Teubner]. guerra che

Taranto,

richae

di

altre

fonti,

coll'aiuto

di Pirro, re del-

495
l'Epiro,

l'esercito

TAR
a Taranto
e,

combatt contro

dopo

Bomani, era diffusamente riferita da Livio, Ab urbe


condita, nei libri

alcuni giorni, senza recar danno, se ne allontana. [Livio,


op.
cit.,

SII, XIII,

lib.

XXIV,
i
i

XIV, XY, cbe purtroppo


I

cap. 20O].

sono andati perduti. Tarentini nella seconda


e
il

Battaglia navale fra


rentini e
rentini,
i

Eomani:

TaTa[Li-

guerra punica,
bio,

tradi[Poli-

vincitori,

affonda-

mento di Filmeno
op.
cit.,

no
vio,

le

navi nemicbe.
cit.,

lib.

Vili,

op.

lib.

XXVII,

cap. da 25 al 28]. Annibale entra in Taranto


e

cap. 390].

Ma

Persio,

occupa
cit,

la citt.
lib.

[Polibio,

Livio,

che
i

op.

Vili,

cap.
della

presidio

mandato da comandava il romano a Taranto,


Tarentini,

29O-30O].

sorprese

cbe

Bomlcare,

capo

erano
strage.

usciti

per

flotta cartaginese,

tenta inaiuto
ai

dersi di frumento, e
[Livio, op.

provvene fece
lib.

vano

di.

recare

cit.,

T:;rentini contro i
[Polibio,

Eomani.
lib.

XXVn,
Ub.

cap. 390].
l'as-

op.

cit,

X,

Pabio Massimo pone


cit.,

cap. 10].
II

sedio a Taranto. [Livio, op.

prefetto del presidio dei

XXVII,

cap. 150].

Bruzii, cbe Annibale dato ai Tarentini,

aveva
preso

daUa passione della sorella di un soldato che militava nell'esercito romano, abbandona la guardia del posto, e rende agevole a Pabio Massimo l'entrata a
Taranto.
lib.

Pabio Massimo espugna Taranto e la toglie al dominio di Annibale. [Livio, op. cit, nb. XXVII,
cap. 16]. Cinque nobili giovani tarentini, fatti prigionieri,

[Livio,

op.

cit.,

XXVII,

cap. 150].

parte nella battaglia del Trasimeno, parte a Canne, memori deUa cordialit usata loro
li

Bopo
i

la battaglia di

Tarentini,

Canne, insieme con

ad Annibale,

il

quale

altri

popoli meridionali, passarono dalla parte dei


Cartaginesi. [Livio, op.
lib.
cit.,

aveva rimandati a casa, gli propongono la conquista di Taranto: impresa facile,

percb

essi

banno

in-

XXII,

cap. 610].

Annibale

si

avvicina

con

dotto la maggior parte della gioventii tarentina a pre-

TAR
ferire

496
l'amicizia
di

Anni-

bale all'alleanza del popolo

romano.

[Livio, op.

cit.,

aggredendo i Eomani in qualche possibile loro sortita, avrebbe indebolita la


difesa della cittadella.
vio,
op.
cit.,

lib.

cap. 130]. Gli ostaggi tarentini presso i Eomani, per opera del

XXIV,

[Li-

lib.

XXY,
alla
di

tarentino Fila, fuggono da

cap. Ilo]. I Eomani provvedono


difesa
della' cittadella

Boma; ma,
"uattuti

raggiunti, sono con le verghe e


[Lilib.

Taranto, assediata da Annibale.


[Livio,
02?.

preeipitati dalla rupe.


vio, op.
cit.,

cit.,

lib.

XXV,

XXV,

cap., 150].

cap. 7]. Tredici giovani tarentini, a capo dei quali erano Mcne

Ultime vicende della resa di Taranto ad Annibale.


[Polibio, op.
dalcit., lib.

Vili,
ai

da Filmeno, si recano al camcacciatori,


travestiti
si

310 al 36o]. cap, I Tarentini domandano

po di Annibale, e dano con lui sul

accordi

Eomani

modo

fargli conquistare Taranto, che aveva il presidio ro-

la pace, a condizione che sia loro permesso di vivere secondo le pro-

mano.

[Livio, op.

cit.,

lib.

prie leggi; vivace discussione sorta per questo nel

cap. 80-9]. uccide le sentinelle, Filmeno, fngendo di do-

XXV,

Mcne

XXVII,

Senato. [Livio, op. cit., Kb. cap. 210 e 25o]. Taranto presa ed abbat-

ver introdurre nella citt

un
cia,

cinghiale ucciso a cac-

tuta da Fabio Massimo, con grande strage dei suoi cittadini.


[Livio, op.
cit.,

uccide le guardie di un'altra porta: Annibale entra quindi in Taranto con


le

hb.

XXVII, cap. 160]. DeUe 23 legioni romane


distribuite per le province, due, al comando di Quinto

milizie,

[Livio,

op.

cit.,

h.

XXV,

cap. 160].
ri-

La

rocca di Taranto

Claudio, sono
cit., lib.

mandate
of-

tenuta inespugnabile da
Annibale.
lib.

presso Taranto. [Livio,

[Livio,

op.

cit.,

XXVII,

XXV,

cap. Ilo].
in-

Taranto nella
nibalica.
(iaixY)

cap. 36]. guerra AnPt-

Annibale pone l'assedio

[Appiano,
lib.

torno alla rocca della citt, custodita dal presidio ro-

"loTTopioc,

VII)

mano,

nella speranza che.

cap. 320, 330, 340, 350, 490]. La cavalleria tarentina nel-


l'esercito

497

lernis
|

TAE
Invidet uvis
V. 140, 200].

di

Filopmene.

[Odi,

[Livio, op.

cit., lib.

XXXV,

II, 6^,

cap. 280-200].

A
il

Nettuno custode di Taranto.


Ab...
stode
I,

Taranto desidera recarsi poeta, col suo muletto

Neptuno sacri cuTaf enti . [Orazio, Odi,

la

malconcio e scorticato nelgroppa e nei fancbi dal

28, V. 29].

peso della valigia e del cavaliere.

Taranto, dopo Tivoli U soggiorno preferito da


Orazio.

JSfunc

mihi curto
\

Ire

licei

mulo mi,
|

si libet,

usque

Dulce
I

pellitis

ovibus Gaet
\

laesi.

Flumen
.

regnata
Pia-

petam Laconi.
lanto

Mura
II,
6,

{Odi,

w.

10-12].

Taranto un porto delizioso, e Orazio vi gode tutto il sorriso di questo stupendo lembo d'Italia. lUe terrarum miii praeter omnes Angulus ridet ,
<(
\

Tarentum, Mantica cui lumbos onere ulceret atque eques armos . [Sai. I, 6^, V. 1040, 106 0]. Taranto ricca di pinne, crostacei dalle valve molto
ampie. uPectinibus patulis
iactat
se

molle

Tarentum
tarentina

[Sat., II, 4, V. 34].

La campagna

[Odi, II, 6, V. 130-140]; ove, per gran parte del-

ricordata dal poeta per la ricchezza deUa sua vegetazione.

l'anno, brilla primavera l'inverno mite.

Dictas

adductum

propius

frondere Tarentum. [Fp.,1,


16, V. 11].

Ver ubi longam tepidasque praebet luppiter brunas


|

Alla grandiosit di
il

Eoma,

[Odi, II, 6^, V. I70-I8] e vi abbonda miele non inferiore


olio

di

a quello dell'Imetto, cbe gareggia con quello Venfro.


ubi

non Eymetto
viridique

Mella
certat
|

decedunt

poeta preferisce la tranquillit oziosa di Tivoli o di Taranto. ... mihi iam non regia RoTibur ma, sed vacuum aut imbelle Tarenplacet tum. [Bp., I, 7, V. 45].
\

Baca Venapo; vino che non ba nuUa


et

da invidiare al Palerno:

amicus Aulon.
|

Fer-

L'avvocato, sbrigati gli afdeUe sue cause, per riposarsi, si reca aUa campagna di Venafro o a Tafari

ali
32

BaccJio

minimum Fae leggende.

ranto.

Stano, Dizionario di miti

tIe

498 --

-.3

Tendens
aut
.

Venafranos
[Od.,

in

torio
il

agros

Lacedaemonum
Ili,
5,
,

Japgium all'est, e Lacinum all'ovest, difra

Tarentum

stanti

loro

700

stadi.

w.

54-55].
figlio di

Targhlie [0apy7)Xia]

la pi

Tras [Tpa?]

Ket-

tuno, il fondatore mitico di Taranto.

importante festa di ApoUo e di Artemide, ai quali si


offriva il Gpy/iXo;;, pane fatto daUe primizie del grano. Si celebravano in Ate-

Le monete
vano
di

di Taranto avef-

infatti effigiata la

gm^a di Taras, su la groppa

un delfino, col tridente nella mano sinistra, e nn vaso

ne, nel mese di Targlieline [maggio-giugno].


Si eseguivano riti di
purifi7"

da

sacrifizio nella destra.

Taras, sbarcato su la costa


la foce di

cazione, nel 6 e nel giorno di Targbelione,

dei

del golio di Taranto, presso un fiumicello che,

dava

quali giorni, il primo ricorla nascita di Arte-

da

lui,

avrebbe

preso

il

mide,
che,

nome
vide

di Taras, mentre sacrificava al padre IsTettuno,

il secondo quella di Apollo. Si sacrificavano an-

un

delfino.

Bitenutolo
augurio,

indizio

di

buon

edific la citt,

che

cMam
giorno,
sacrififiu-

come mezzi espiatorii, due rei meritevoli della morte, i quali venivano condotti con una corona di
fichi al collo, battuti durante la via con bacchette di fico, e lapidati o preci-

Taranto.

Ma un
offriva

mentre

un

zio al padre,

cadde nel

me

Taras; e non essendosi trovato il suo cadavere, si

da una rupe, suono di flauti.


pitati

fra

il

cred cbe Nettuno lo avesse assunto in cielo.

Tarpa rupe [Tarpeium saxum] la rupe del Campidoglio,


rio

Per questo mito, Taranto fu chiamata Colonia Neptunia. Il

donde fu

precipi-

tata Tarpia,' figlia di Spu-

nome

della citt

deriva dal fiume Taras, che scorre nelle vicinanze di


essa;
la

Tarpio, perch entrare a tradimento

fece
i Saaffi-

bini nella. rocca ch'era

TAPAS

messapica vuol dire: mare,

forma

data alla sua custodia. I Sabini le domandarono

marina . [V. Taranto']. Tarentinus sinus, il golfo di Taranto, fra il promon-

be

quale prezzo essa li avrebfatti entrare nella rocca.


nel

Tarpia, avendo visto

499
loro braccio sinistro

gi

TS

riccM

braccialetti d'oro, disse cbe avrebbe loro aperta la por-

se le avessero donato quel che portavano nel braccio sinistro. I Sabini


ta,

venne colonia romana. Ognon rimangono di essa che poche mura, ma molto importante la sua necrpoli.

Trtaro [Tartrus,
lo spaventevole

II, 260]

accettarono
braccio

e,

poich nel

[Tapcffco

sinistro
gli

portavano
que-

sconvolgo] nato dall'Etere


e dalla Terra, il carcere dei Titni, diverso daU'-

anche
sti

scudi, con

uccisero la perfida fan-

ciulla.

Tarpia

[Tarpeia]

figlia

di

rebo: giace nell'abisso profondo della terra molto pi

Spurio Tarpio, promise ai Sabini che avrebbe svelato il sentiero per salire

gi dell' rebo .condo Omero];

stesso

[se-

Esiodo
l'rebo.
l'isola

esso
[V.

secondo unito con


del-

ma

Campidoglio, se essi le avessero dato gli ornamenti che avevano nel bracsul
cio sinistro [braccialetti, ar-

Urebo].
il

Tsio [Tasus] indovino


di

Cipro,

quale

disse a Busride, re dell'Egitto, che, per far cessare la peste nei suoi stati, era

mille, ecc.]. I Sabini la uccisero, precipitandosele

ad-

con gli scudi, che pur portavano nel braccio


dosso
sinistro.

necessario

straniero a Giove.

immolare uno Or tu,

Tarquinia [Tarquini] dell'Btruria, poco lungi


la la

citt

soggiunse Busiride, sarai il primo a dare la pioggia


all'Egitto
crificare
.

dal-

lo

fece sa-

l'odierna Cornto Tarquinia,

a Giove.

quale fu probabilmente madre-patria delle 12


della

Taso
del

[Thasus] grande isola

mare Ego, anticamen-

citt

confederazione

te ricca di grano e di vini,

posta sulla strada che da Cosa conduceva a Eoma, e vi si fabbricavano molti vasi. Decaduta durante la guerra mossale contro dagli Etruschi, l'antica

etrusca.

Era

e importante per le miniere di oro che vi scopersero i


Fenici, delle quali oggi non si trova pi alcuna traccia. I suoi monti, in gran parte di marmo bianco, sono coperti di boschi che

non raggiunse pi

importanza e floridezza, neppure quando di-

offrono, anche oggi, come nei tempi antichi, eccellente

TAS

500
le

legname per
navali.

costruzioni

Tasse. V. Imposte. Taumnte [Thaumas,


647]
(x(^(o
il

schilo, fu trasportata Ifignia da Artemide, e consacrata al culto della dea

XI,
[rau-

meraviglio] figlio di Pnto e di Ga: prese per moglie l'ocenide


Elettra, da cui gener le Arpie e ride. Taumntide [Thaumantas, IV, 480] ride, sorella delle Arpe, nata da Taumnte e dalla ninfa oceanina

meraviglioso

quando in ulide, sul punto di essere sacrificata dal


padre Agamennone,
la stes-

mi

sa dea, al corpo della fanciulla sostitu, sotto il coltello

dell'immolatore, cerva. [V. Ifigenia].

una

Turi ludi

[Tauri ludi] giuochi istituiti, a Eoma, da

Tarquinio
^

il

Superbo,

agli

Elettra. [V. Iride].

di sotterranei, in occasione di una pestilenza. Erano

Turica dea [Taurca dea]


Artemide, con
identificata
la

una

dai

quale fu Greci la

festa di espiazione per placare l'ira degli di innella

fernali,

quale

si

in-

dea
la

Orsloclie, venerata nel-

vocavano specialmente
te
e

D-

Turide

Tauride]. [Taupit;, Cliersonesus Taurica] penisola nel Pontus JEJuxmus [oggi Cri[V.

Turide.

Proserpina,

e talora
e

anche
Apollo

Giunone
si

Giove:

pi tardi
peste, e

che

aggiunse anclie allontana la


clie

da un popolo rozzo e incolto [i Turi], i quali vivevano di rapina e di piratera, ed erano governati da un re.
mea], abitata
Essi offrivano sacrifici

Diana Lucina

presiede ai parti. Il sacrifizio si offriva di notte, sui campi Elaminii, davanti alla porta Carmentle.

uma-

Tauroblia [Taurobola]
crifizi

sa-

ni alla loro divinit vergi-

di
poY]

tori

nale
ci

OrsUoclie , che i Greconsiderarono simile ad

toro,

=
essi

[Taupoi;

=
che,

colpo]
si
il

insieme coi

sacrifizi di

mon-

Artemide,
TaupTToXo;;:

e
i

chiamarono
naufraghi, e
i

toni e di capre,

offrivano

a Cible:in

sacerdote

specialmente

Greci

che

cadevano nelle loro mani,


vittime preferite. Turide, secondo una leggenda accettata da le
IsTella

intingeva la sua veste nel sangue del toro ucciso.


Si
al

erano

introdussero

Boma,

tempo

degli imperatori

Antonini.

501

TEA
narono, e si trovava su la pendice sud-est deU'Acrpoli, presso
il

Ta

[Tliea]. I. Figlia di

Ura-

no e di Ga, moglie di Hylios,

perine, a cui partor os, Selne.


II. Figlia

H-

Lenaeum ove
il

stava anche

tempio di

dell'Oceano,
[V.

maCer-

dre dei Oercpi.

Dinyso. Il teatro greco constava di tre parti essenziali: lo il

posto per

Tcgene

[Theagnes] figlio di Timstene, sacerdote di Hracles nell'isola di Taso.


fin

cavea spettatori [xotXov o Garpov in senso stretto]; ^= 2 la scena scaena'];


[cjxsvt)

gli

Mostr

da fanciullo una
forza
fisica,

30 l'arena o l'orchestra [xovXcTTpa

straordinaria

e pi tardi acquist fama come atlta.

molta

= arena, px"^(7Tpa = orchestra], ohe compren-

Quando mor un suo nemico, egli and a sferzarne


la

deva lo spazio tra la cavea e la scena.


Il

bronzo, quale precipit gi e l'uc-

statua

di

la

posto per gli spettatori era formato da gradini concentrici,

che

si

innalzavano

I suoi parenti ricorsero in giudizio e la statua fu


cise.

intorno all'orchestra, e per

renderne facile la costruzione, si sceglieva la pendice di un coUe, nel quale


si scavavano e s'intaghavano le file dei sedili. I^Tei

Ibuttata

una

a mare, '^q segu grande carestia, clie

dur finch la statua, ritrovata da alcuni pescatori,

fu

rimessa

al

suo

posto.

piccoli teatri i gradini formavano un solo ordine,

ma

Teatro

L'antico

[theatrum, Gocrpov]. teatro greco era destinato non solo aUe rap-

nei maggiori essi erano divisi in due o tre ordini

piani
di

[(^wvai],

per mezzo

presentazioni sceniclie, anclie alle solennit


culto

ma
del

uno o due

larghi corri-

doi

[8t.a(:^([xaTa,

prae-

di

Dinyso

e parti-

cinetiones'],

che

correvano
della

colarmente alla esecuzione


dei cori dionisaci.

in giro, paralleli ai sedili,

da un capo
cvea. Dalle
di

all'altro
file

In Atene,
costruire
il

si

cominci a

pi "basse

primo teatro

pietra in -Grecia, nella 70


chi e

di sedili aUe pi alte salivano, a guisa di raggi, pa-

Olimpade, dopo che i pali sedili di legno rovi-

recchie scale, le quali dividevano in sezioni cunei-

TEA
formi
dili.

502
[xzp-KiSzQ

che era in senso parete rivestita di decorazioni che delimitava l'edifizio scenico, si
[c7X7]v;q],

=
file
il

gli ordini delle

cunei], dei se-

stretto

la

Pare che

numer

di queste scale, che variava secondo l'ampiezza del teatro


[in quello di

adoper per indicare


l'edifcio

tutto

Atene ve
dispari in I gradini

scenico;

il

luogo

n'erano 14] fosse pari nei


teatri quelli
greci,

innanzi a quella parete scenica si chiamava Trpocx-^-

romani.

erano intagliati ad angolo retto, in modo che la met


anteriore

proscaenum, che Xoyeiov, ossia


VLov,

ed
il

an-

luogo
due
edisi

donde
fci

si

parla.

serviva

per
i

'se-

lati del proscenio,

Ai due

dervisi, e la posteriore per-

laterali [TrapacrxYjvia]

ch vi
gli

posassero

piedi

spettatori del gradino superiore: talvolta vi si

avanzavano dal muro scena vrso i due


la scena si

della

corni

del teatro, lo spazio dietro

adattavano dei guanciali. Probabilmente ogni classe di cittadini aveva la sua speciale sezione, ma impossibile che si assegnasse il posto a ogni persona, Nelle prime file si sedevano
i

chiamava
quello

post-

scaenum
sotto la

vuoto

scena

ttoctxyjviov.
agli

Questi posti servivano attori e al coro per


stirsi

vei

per
e

custodirvi

vestiarii
scenici.

gli

apparecchi

giudici,

i i

magistrati,

La

parete di fondo

generali e

sacerdoti, poi

seguivano i cittadini, indi le donne, poi i meteci, e,' nelle ultime file, gli schiavi e le etre. I forestieri ave-

ti e

della scena aveva, di solito, porte sul proscenio, per

le quali

entravano ed
attori:

uscidi

vano

gli

quella

vano
colari

il

loro posto fra


di

cit-

mezzo, porta regale, serviva di solito per il passaggio


del re e dei principi, le due
laterali

tadini e finanche in partiseggi

onore;

un

davano
e

alle stanze

posto speciale era riservato


agli efbi
[q)7][3!.xv

delle donne, a quelle degli

epJie-

ospiti

ad

altri

edifizi

bum],

ma non

si

sa bene

in quale parte. Il teatro di

Atene poteva

contenere

accessori; in alcuni drammi, daUa porta di mezzo usciva il protagonista ,

30.000 spettatori, quello di Megalpoli 40.000. La scena

dalla destra

movendo

dalla
v,

scena

il

deuteragonista


dalla

503
sole

TEA
servivano
falde
cappelli

sinistra
.

il

tritago-

nista

Parte necessaria dell'apparato scenico erano le pericte [al TtspiaxToi.], formate di un'armatura di le-

larghe [-Ksxa.aoQ], e contro la pioggia servivano i mantelli. Di fronte alla


scena, in certe niccbie sca-

gno,

rivestite

di

tela

di-

pinta, aventi la forma di prisma a tre facce, e fsse in un pernio girevole nel pavimento, girando il quale si

vate negli scaglioni della cvea, erano collocate le casse di risonanza o bacini di bronzo [7]X^a], cbe ren-

devano possibile agli spettatori l'udire, in cosi grande


spazio, la voce degli attori. era il posto fra Il' arena
il

presentavano al puble

blico

varie facce

si

otteneva
di scena.

un cambiamento

luogo degli spettatori e la scena: essa, nelle rappresentazioni dei drammi, serviva per il canto e per
la

Tra le periacte e la parete di fondo vi erano, da ambo i lati, spazi liberi, cbe servivano agli attori per entrare sulla scena o uscirne.
E"el

danza dei

cori tragici e

comici.

Anticamente,

era

teatro

di

Atene,

la

sparsa soltanto di sabbia, da cui il nome [xovtaTpa


arena,
se
xvi?

porta

sinistra

[movendo

polvere],

dalla scena] dava alla citt, la destra alla campagna o

mentre pi tardi s'introdus-

un

lastricato di

marmo.

un paese

estraneo.

La

Ma

parete della scena, gli spazi posteriori e le stanze laterali

poicb quivi i cori ditbyrmbici eseguivano le loro danze intorno all'ara


di 'Dioniso
[OufxXY)],

erano coperte,

il

reil

per

sacrifci

sto

della scena

e tutto

l'arena

fu chia-

teatro stava all'aperto.

Se

mata

p5(7]aTpa lpjo[L(x.i

durante la rappresentazione veniva la pioggia, gli


spettatori riparavano in

danzo].

Kon
l'ara

si

sa con certezza se

un

di

Dioniso,

circon-

porticato a colonne, posto


dietro al teatro o negli atrii o nei peristilii dei templi
vicini o in altri edifci

data probabilmente da un tavolato e sorgente sopra una base di parecchi gradini,

poco
del

fosse fssa nell'arena


erigesse

lontani.

o
dai raggi

si

soltanto per

ripararsi

le feste

Dionisiache.

TEA
L'orciiestra era

504
tista,

da m. 3,10 a m. 3,75 pi bassa della scena, ma propriamente il


gici

dalla

parte

destra

dello spettatore, cio dalla parte della citt, e si av-

posto assegnato ai cori trae comici, durante la

rappresentazione drammatica, era nn tavolato clie


si

viava verso l'orchestra, xax a'voiypuc, [3 file di g coristi ciascuna nella tragedia, 4 file di 6 coristi
ciascuna neUa commedia], oppure, xar J^uy [5 file di 3 coristi ciascuna nella tragedia, 6 file d 4 coristi

costruiva sopra

un

pal-

co, fra la scena e la timle.

circa la

Questo tavolato occupava met dell'arena ed


l'orciiestra

era
Il

in

senso

ciascuna nella commedia].


Il

stretto.

xopucpatof;
fila

era

il

terzo
agli

coro entrava in questa orchestra scenica per i due

deUa

pi
si

vicina

spettatri. Il canto del coro


[<TT(xc7t.^ov]

medesimi
li

ingressi principa-

componeva

[TrpoSoi,],

che
il

si

trova-

di

vano

alla destra e alla si-

tre parti: crpo^-^, cantata da met del coro in


.

nistra,
si

fra

posto

spettatori

e la

scena,

degli dei
gli

rifo;

movimento, guidato dal yxiarpo(pii, ode


mile alla
dall'altra

cosi-

quali

servivano anche

o'Tpo9^,

cantata
in

spettatori per salire dall'arena sulle gradinate. Il

met

del coro

coro

sposto

drammatico era diin forma di quadrato, mentre nell'antico


esso
si

movimento, guidato dal corifo, con moto simile ma


inverso
;

stt^S?,
il

cantato

da tutto

coro,
si

mentre

ditirambo
coro
della

dispo-

stava fermo.
All'orchestra

neva in forma
prendeva 15
focle,

circolare. Il

accedeva

tragedia
coristi

com[a tal

numero l'aveva portato


da 12 che erano

Sopri-

ma]; queUo della commedia ne aveva 24, compreso,


il

con gradini, e da essa si poteva salire suUa scena per mezzo di altri scahni, che il coro montava si sull'orchestra, e da questa
poteva
di
l

salire sulla scena, e

s'intende, capo del


10(5],

il

corifo,

ossia

scendere.
attica

coro
il

[Kopu9a-

La scena
il

oltre
Il

Xtjt-^?].

flautista [aucoro di solito


il

sipario,

non aveva come il teatro


degli
attrezzi
all'orchestra,

romano,

entrava, con a capo

flau-

appartenenti

505

della tragedia,

TEA

zione

non abbiamo altra menche di una btola


[va7rt(7[xa],

ma

gli sta-

dalla

quale

simi erano pi brevi; dopo il prologo e la Prodo, gli


attori

non doveva differire la scala di Caronte [xki[iaxzQ


^apcavsooo]

un

certo
il

abbandonavano per tempo la scena;


coro

certe
i giri

linee

allora

eseguiva la
[Tcap^aat,?],

tracciate per sizioni del coro.

e le po-

parbasi
si

cio faceva
divisa, se-

una conversiogli

La Tragedia era

ne, e
scritti

avanzava verso

condo Aristotele, in queste parti, cbe si possono paragonare agli atti di

spettatori. I dialoghi sono

prevalentemente in

un dramnarra-

ma moderno:
Prlogo
[TcpXoyof;]

trimetri gimbici. Il coro canta negli svariati

metri
i

della

lirica

corale:

zione degli avvenimenti che

negli stasimi

mancano per

preparano l'azione; precedeva l'entrata del coro


[atto 1].

metri anapstici e trocici.

Romano.
La costruzione del teatro romano seguiva, nel suo
Il
il modello greco. primo teatro stabile fu costruito da Pompeo, con

La Prodo

[7rpoo<;]

o en-

trata del coro. 1 Episodio,


[sTrsKTSiov TcpcoTov] {atto 2}.

complesso,

Stasimo
il

[cfTKaLjxov Trpw-

Tov],
il

primo canto che

coro eseguiva, stando al suo posto. 20 Episodio,


[TcsicrSiov
to 3].

ri;

posti per 40.000 spettatol'edile Cornelio Scauro

[agli edili e ai censori spet-

SsTspov]

[at-

tava la cura della erezione dei teatri], nel 52 av. Cristo

Stasimo
il

[gtlgiiiov

Ssu-

ne fece costruire
e
di

uno
lo
Il

secondo canto Tspov], del coro dal suo posto. 3


Episodio
[atto

per 80.000

adorn

persone 3000 statue.

[sTrsio-Siov TpcTov]

40].
[ax(x.Gi[Lv

teatro romano, come quello greco, era formato di


tre parti.
-

Stasimo

Tpi-

Tov], il terzo

canto del coro

I.

Lo

spazio per gli spetta[cavea'];

dal suo
[s^oSoc],

posto.
la

La sodo
del

tori

ritirata

nel

teatro

daUa scena [atto 5^]. La Commedia aveva, in gecoro


nerale,

estendeva maggiore, la cavea del teatro

per, mentre greco esso si in un settore

la

stessa

struttura

romano occupava

sol-

TEA

506

gi [aulaeum

tanto met del crcolo clie serviva di base. Dietro e sopra l'ultima gradinata
della cvea, si trovava un portico coperto a colonne,

tolMtu?'], cor

un movimento

cio opposte

a quello dei nostri teatri, IH. L'arna o orchstra,

non aveva pi

quale, con anelli di pietra e con perticlie, si


sul

lo scopo de] teatro greco, giacch il

dramma romano non


coro, -perci

aveva

saldavano

le funi,

per mezzo

vi

poterono

delle quali si stendeva, su tutta la cavea, un tendone

prendere parte gli spettatori. I Senatori avevano


nell'arena
tardi,
i

{velarum}, che riparava gli spettatori dai raggi del


sole.

loro sedili;
la
fila

pi

anche

pi
al-

II.

La scena

[scaena],

la

bassa di sedili intorno l'orchestra l^odum'} fu

te-

quale aveva una profondit

maggiore

greco: la veva essere


l'altezza

die nel teatro sua lunghezza dodieci

nuta come luogo onorifico. Per rinfrescare l'aria infocata,


si

faceva

cadere

volte

il

spruzzi, per

mezzo

di una
e

diametro dell'orchestra,
rare
i

ma

tromba aspirante, vino

non doveva supe-

5 piedi, affinch gli spettatori,- seduti neU'are-

acqua, e per eliminare gli odori nauseanti si sparge-

na o orchestra, potessero
vedere
zione
di

scenica.

comodamente l'aLa parete

vano fiori e croco. In Eoma, tutti i cittadini, anche le donne e i bambini,


potevano intervenire tro; ne erano per
gli

al

tea-

fondo aveva anch'essa,

esclusi
eia

nel teatro greco, tre porte; il luogo del proscenio ove gli attori esegui-

come

schiavi.

L'entrata

gratuita: nell'entrare, si consegnava o si mostrava

vano

la loro parte
si

[il

greco

una

XoYstov],

chiamava pul-

ptum. Proprio del teatro romano


era
il

tessera, sulla quale era segnato il posto nel gradua e nel cuneus. I^on vi
'

era

distinzione

di

posti

sipario [aulaeum},

un
no-

telone che,
stri teatri,

come

nei

apriva la scena al principio di ogni atto


e la chiudeva
nell'aprirla
alla fine;

secondo le classi sociali; soltanto i senatori per potevano sedere nell'orclie-|


stra, e
i

cavalieri nelle
file,

pri'
i

per

me

14

subito dopo
^

veniva

calato

posti dei senatori.

507
Il

TEL

pubblico
il

applaudiva

e le vesti che si

bagnavano

fischiava gli attori, e

mo-

in esse.

strava

suo sdegno con-

tro spettacoli che non gli andavano a genio, come nel teatro greco e come nei

Intorno alle sette porte di Tebe, avvenne e si svolse


la

famosa

perci dei

guerra, detta Sette a Tebe .

nostri teatri.

[V. Guerra dei sette a Tebe].

Una costruzione particolare dei Eomani fu l'anifteatro.

Tecmssa

[Tecmessa]

figlia

[V. ATrifiteatro].

di Teutrnte, principe frigio, diveime schiava di Aia-

Tebna Guerra. V. Guerra


Tebana.

ce nel bottino dei Greci intorno a Troia, Da questo

Tebe [Tbebae] capitale della Beozia, posta nel mezzo di


una pianura
ondulata di ricca di acque, molcolline, to fruttifera e assai adatta
Secondo la tradizione, era fondata da Cadmo

amore nacque Eursace,


quale

il

regn

Salamina

dopo la morte di Telamne, padre di Aiace. Telio [telae]. I telai antichi,


cosi presso i Greci che presso i Eomani, erano molto
simili ai nostri.

all'allevamento dei cavalli.

stata
col

Per

pi
i

nome

di

Cadma,

e poi

antichi

quelli

presso

circondata da alte e forti

mura per opera di Amfione. Aveva sette porte [0y)[3ai


sTCTKTruXoi]

Eomani erano comunemente verticali, come si usano


oggi nella tessitura dei tappeti
dell'India, si che il tessitore lavorava stando in

un
i

circuito

che,

compresi

molti sob-

borghi, raggiungeva 70 stadi. Era traversata dal jB.ume

Ismno

piedi, non gi seduto. Si tesseva lana, seta, lino, cotone, tanto a un solo

dalla

fonte

di

Birce, che scaturivano dal Citherne. La fonte di Dirce era

rinomata per

la lim-

quanto a pi colori. Si lavoravano drappi d'oro e si stampava e lavorava a trapunta la stoffa, con molta
arte.

pidezza delle sue acque, che si adoperavano nelle iniziazioni bcchiche, e si


riteneva

Telamne
669]
figlio

[Telmon,
di

VII,
e di

aco

che

avessero

la

Endide,

fratello

di Pleo.

propriet
le

di rendere belle

Avendo egU,

forse insieme

donne che ne usavano

con Pleo, ucciso a caso o

TEL
per
gelosia
il

508
fratellastro

spesso

confusi

coi Ciclopi.
fu.

Fco, Eaco, regno i due figli. Telamone si rec nell'isola di Salaniina, presso il re Cicro di eni spos la figlia Glnce, ed ebbe il regno dopo
la

prediletto al padre questi scacci dal

Come nemici

degli di,

rono uccisi da Apollo o secondo Ovidio, fatti annegare nell'oceano. TleSo [Telpbus, XII, 112] figlio di Ercole e di uge,
la quale

abbandon

il

bamfugg

Morta Glauce, spos Periba, da cui nacque Aiace.


di
lui.

morte

bino appena nato e

presso Teutrnte, re della Misia. Telefo fu allevato

Prese parte alla caccia del cingMale calidonio e alla


spedizione degli Argonuti, e guerreggi con Ercole

da una cerva e trovato


dai pastori di Orytbo
glio di Paride], lo allev.
il

poi
[fi-

quale

contro le Amzzoni, fu il primo a montare su le mura di Troia e, nel bottino,

i Greci, nella spedizione di Troia, invasero la Misia, Telefo fu ferito

Quando

ebbe in moglie Esione, la figlia del re, da cui nacque


Terco.

daUa lancia

di Achille. E

Telchni [Telchines, YH, 365367] cbe si dicevano nati da Hlios e da Atbna, abitavano la citt di lUso,
nell'isola

di

Eodi.

Erano
con

ritenuti terribili incantatori,

poich l'oracolo aveva predetto che la ferita poteva essere risanata solo da colui che l'aveva prodotta, Telefo venne in Grecia [dove i Greci erano stati rigettati da una procella] e, andato a Micene, per conil

che affascinavano

gli

occhi e facevano cader

dine

dal cielo acqua, neve, grana loro talento. Bala

di Clitennstra, rap piccolo Oreste, e minacci ad Agamennone di ucsiglio

gnando qua dello


lanni.

terra
Stige,

con
vi

l'ac-

ciderlo, se egli non lo avesse aiutato perch guarisse.

susci-

Siccome

Greci

avevano

tavano ogni sorta di ma-

Godevano fama
i

di

saputo dall'oracolo che non sarebbero andati a Troia


se

essere stati
tori

di

primi lavorametalli [rekyZvsq

non

sotto

la

condotta

==

fonditori, QkYlvsq

in-

di Telefo, Achille gli san la ferita con la ruggine e

cantatori] e

per

furono

con

la

limatura raschiata

509
dalla

TEL
avrebbe accecato il gTande aveva in mezzo

lancia,

e
i

Telefo

al-

lora consigli

Greci su la

via

da seguire per andare a Troia.


[Telegnus]
figlio

occhio, che alla fronte.

Telgono
la

di Ulisse e della

maga

Circe,

Telsforo [TsXcr9poi;] che porta a compimento [tzKoq = fine, compimento, ppco


porto] era uno degli di della medicina: veniva rap-

quale dimorava nell'isola di Ea, presso il capo Cirdalla

cello.

Mandato
care
il

madre a

cer-

presentato bianze di

sotto

le

semEscu-

un

giovinetto

padre, fu gettato dalla tempesta su le spiag-

che

accompagnava

lpio e la

ge di Itaca; per provvedersi di viveri, si diede a sac-

Tello

figlia di lui Igia. [TXXo?] cittadino ate-

paese e, assacheggiare lito da Telemaco e da Ulisil

niese divenuto famoso perch avendo Creso, nel colmo


della

se,

uccise

quest'ultimo.

dato
suo

sua felicit, domana Solone, il grande


ateniese
se

Era stato predetto clie Ulisse avrebbe avuta la morte dal mare; ed il giavellotto infatti cbe uccise Ulisse era in cima fornito di una spina di razza [pesce]. Ucciso il padre, ne port il cadavere nell'isola di Ea. Telgono avrebbe poi sposato Penlope, da cui sarebbe nato talo [fondatore
di

legislatore
ospite,

ch'era

conosceva

un uomo pi
Solone
gli

felice di lui,

quale, vita quello che gli era necessario, aveva lasciato nei
figliuoli

nomin Tello il avendo avuto nella

ottimi cittadini, ed

era morto gloriosamente in guerra, combattendo contro


i

nemici della patria.

Tscolo e di Prenste];

Tellus
la

Telemaco, invece, avrebbe presa in moglie Circe, e generato con lei Latino.

Telemaco
glio di

[Telemclius] fiUlisse e di Penlope.


770i

era, presso i Bomani, madre Terra, venerata come una divinit, che dal suo grembo fa scaturire ogni vita, e nel suo grembo

la

porta

la

nutre.

Fu
[V.

[V.

Ulissel

identificata

con

Ga.

Tlemo [Telmus, XIII,

Gea}.

773] era indovino presso

Telmsso

[Telmessus]

figlio

Ciclopi: predisse al ciclope

Polifmo

cbe

Ulisse

.gU

di Apollo, dal quale ebbe della divinazione: il dono

TEL

510
ad Apollo:
era rappresentata con la bilancia [simcol

fond nella Licia una citlei fu detta t, elle da


Telmesso,
nazione.
i

insegn

agli

bolo della giustizia] e

abitanti l'arte della vatici-

Secondo Axriano,

cittadini di Telmesso na-

scevano tutti indovini.

Telnai
presso
tori
i

[TYjXovai.] erano, Greci, gli appalta-

cornucpia [corno dell'abbondanza], il corno della capra Amalta [v. Amaitea], simbolo della fedelt e dell'abbondanza.

Temisto [Tbemisto]
Ipso, fu, dopo
glie di

fgUa
il

di

delle

pubbliche

tasse.

ino,

moquale

Al
essi

momento
dovevano

dell'appalto

Atamnte,

presentare

la spos,

credendo ebe Ino

si

dei mallevadori; se l'appalto prendeva in societ, a

fosse morta;

ma

saputo
essa
si

che,
era

come baccante,

capo

questa c'era un telonrca [Tscovp^v]?].


di
il

smarrita neUe gole del Parnaso, la fece segretamente venire nella sua casa.

Se

ma

pagamento della somnon si faceva al tempo


si

Tbemisto
di uccidere

stabilisce
i figli

allora

stabilito,

concedeva un
il

di

Ino

e,

termine, passato il debito veniva


piato. Se

quale

raddopneppure allora si

credendola una schiava, le ordina di vestire di bianco


i

suoi
lei

figli

e di nero quelli

pagava

la

somma

dovuta,

gli averi dell'appaltatore ca-

[Ino]. Ino esegue l'ordine al contrario, s che

di

devano in potere dello Stato, ed egli poteva, senz'altro

neUa notte Temisto


i

uccide

procedimento,

essere
pri-

propri figli e, quando si accorge del misfatto, si uccide.

catturato e
gione.

mandato in
I,

Tmpe
della

[Tempe,
Tessaglia

I,

Tmi

321] fgHa di Urano e di Ga: divenuta


[Tbemis,

569] lunga

gola
cir-

ca

sei

chilometri,

stretta,
del-

moglie di Giove, ebbe da


lui le

Ore e
e

le Moire.

profnda, tra le rupi l'Olimpo e dell'Ossa.

Era

la

dea protettrice del


della legge,
di-

Le rupi hanno una

tinta

diritto

vinatrice

nunzia

degli

rossastra, s'innalzano quasi verticalmente e, coi bur-

ordini di Giove.

roni e precipizi di ogni

for-

A lei

apparteneva l'oracolo
il

ma, che producono un meraviglioso contrasto col ver-

di Delfo,

quale pass poi

511
de dei grandi alberi, delle

-tale

TEM
forma, ha

un

carat-

maccMe, sono qua

dei cespugli, onde e l ricoperte, of-

tere molto severo e dignitoso.

frono, congiunto insieme, carattere della bellezza il


e dell'amenit, con quello della natura grandiosa, orrida, selvaggia, di

L'estremit inferiore del fusto

posa immediatamente
lo

ta e
Il

una stretprofonda gola montana.


della, valle

sterebato o sul suolo, superiore finisce in un capitello severo,


e l'estremit
la

su

fondo

occupato fiume Peno, placido, ora ampio, ora chiuso tra


del
le

tutto

quasi dal corso

con una lastra quadrata, su quale posa immediata-

sto lia la

mente l'arcMtrave. Il fuforma cilindrica

rocce, la cui riva destra

con scanalature praticate in immediato contatto tra


loro.

pltani e

ombreggiata da lauri, da da querce.

La colonna

ionica

differi-

In un punto pi largo della vaUe, si trovava antica-

sce dalla dorica, percli pi snella, e il fusto, oltre


al capitello, essa quindi

mente un altare di Apollo molto venerato. In una rupe sopra la strada,


si

ha una base; non posa sul


sterebato, il fusto ha
le do-

suolo

o su lo

legge incisa, in

un

tratto

ma

sollevata, e

di pietra liscia, questa iscri^

le scanalature,

come

zione:

L. Gassius Longinus

riche,

ma

queste sono pi

Procos.

Tempe munlvit
IJfel

profonde, non praticate in


e
il

Tempio [templum,

vsc?

va.q']. tempio greco, miglior ornamento di arcMtettura erano le colonne, di

immediato contatto, vise tra loro da


piani.

ma

di-

piccoli

cui si distinguevano tre ordini: il drico, lo inico e,

La colonna corinzia, derivata dalla ionica, si svolta a ordine indipendente,


verso la fine del
Cristo.

pi tardi, U corinzio. Senza entrare nelle differenze


di

IV

sec. av.

Essa

si

conforma
quanto al

forma e

di costruzione

all'ordine ionico,

dei tre ordini, qui basta accennare elle la colonna dorica, cos

fusto scanalato e alla base:

ma
di

il

detta daUa stirpe dei Dori, cbe trovarono e

un

capitello ha la forma calice aperto, fatto di

foglie di
le

usarono

pi

di

frequente

acanto, nel quasorge un'altra corona di

TEM
foglie.

512

[V. Acanto]. Il recinto del tempio fu diviso mediante una parete in due
delle

vavano, come in un
stiglio,

ripo.
del

vecchi oggetti culto, vecchie immagini,


nari, documenti ecc. Innanzi al prnao,

da-

parti,

quali

una,

il

tempio

[va*;, vsx;]

proprar

sorse
cos

mente detto, custodiva l'immagine del dio venerato; l'altra serviva come atrio
d'ingresso,

subito
il

il

colonnato, e

tempio fornito di colonne davanti a s [(ttuXoi], s


disse

ed

era

detto

perci
pio].

prnao

[Trp

prstilo

[rcpGTu-

innanzi, va?, vec?

tem-

dopo, per ragione di simmetria, si aggiunse un altro colonnato alla parte


Xo?];

ma

Dietro la parete posteriore furono in seguito prolungati


i

posteriore,

si

ebbe

il

due muri

laterali

tempio {X(pt,7i:paTuXo(;, vente cio un colonnato


anteriore,
riore.

a-

con colonne simmetriclie a quelle del prnao, e si ebbe


cos

preposto cosi alla facciata

come

alla poste-

un

atrio

posteriore

che i Bomani dicevano posUcum. 'Nel prnao vi erano statue e ornamenti cbe si ri[7C!,a6So(i.o(;],

si ebbe un colonnato ininterrotto, che circondava il tempio da

In seguito

tutte le parti [TcspiaruXo?], con struttura egualmente

ferivano al dio
miti,

e ai

suoi
sacre:

beUa, e

il

tempio raggiunse

come

suppellettili per es. la piletta del-

cos l'ultima

forma pi com-

piuta e perfetta.

l'acqua lustrale, con cui


visitatore
si

il

doveva asperger-

Parte essenziale, nell'Inter no del tempio, era l'alta


re

[6u(jLX7]],

da s, o esser asperso dal sacerdote, prima di entrare


nella

sul quale
i i

si

offrivano al dio
causti,

grandi

olo

immediata vicinanza

mentre
si

sacrifici di

del dio, la cui statua era collocata di rimpetto all'ingresso; e, ritta o seduta

vittime non
nell'interno

compivano
santuario,
[altare
nel

del

ma

su

la

eufxsXv)

in trono sotto

una niccMa o sotto il riparo di un tetto, aveva dinanzi una tavola


cevere
[TpaTTE^a], le

del sacrificio], collocata

destinata a

ri-

copiose
si

offerte.

essere prnao, in modo visti, a traverso la porta spalancata del tempio, dalla statua del dio,

da

Kell'opistdomo

conser-

Nel tempio vi era poi una

513
parte, creta

TN

la pi interna e se-

[adytum,

penetrale,

specialmente il capitello corinzio, ebbero a Eoma

sacraniim], in cui l'accesso era vietato ai devoti, e permesso soltanto ai sacerdoti.


I

uno svolgimento pi

ricco

e pi grandioso. Il capitello formato di due o anche


di tre
file

di foglie di acanto,

templi

italici

neralmente,
l'oriente;

erano, gerivolti verso

da ctd spuntano volute, fiori e altri ornamenti di for-

ma

te
tivo,
es.,

sempre un punto

poicli l'orienrela-

me, imitate dal regno vegetale, e talvolta anche figure di,uomini e di animali.

sole

perch in ItaUa per ove sorge il il punto neUe diverse stagioni

varia di 65, cos i templi italici finirono con l'essere


orientati in
zioni.

modificazione essenche ebbe il tempio romano rispetto a queUo


ziale

Una

greco, fu la costruzione a
volta,

tutte le direil

adottata
e in

Siccome

Eomano

mente

comuneforme grandiose,

pregava rivolto verso l'oriente, cosi la statua sacra elle si custodiva nel tempio
era

mentre i Greci non l'adoperavano che rare volte e in proporzioni molto modeste.

rivolta

a occidente.
adotta-

La
si

volta, fra

Eo-

Quanto
rono
templi, la

alla costruzione dei


i

Eomani
forma

dell'archi-

sovrapponeva alla forma quadrata della cella, nella forma a botte e in


mani,
cupola circolare, portata a

tettura templare dei Greci; ma questa forma, nella nuo-

un grado
potenza.

di

straordinaria

va patria, sub variazioni conformi al genio e al gusto del

Tnaro [Taenrum] promontorio del Peloponneso,

nuovo popolo. Quancolonne,


gli

neUa

to

alle

archii

tetti

romani imitarono

capo Mtasul quale si trovava pan,


Laconia, oggi

vari ordini di colonne


Greci.

dei

un

santuario di Poseidone,

col diritto di asUo.

L'ordine dorico [rappresentato in Italia dall'ordine


toscano] e l'ordine ionico furono soggetti a peggioramento nell'architettura

cole

Secondo una tradizione, Ertrasse fuori, da una caverna del Tnaro, Crbero, e Arine [v. Ariane^

approd

ivi,

trasportatovi

romana;
nn *

l'ordine

corinzio

sul dorso di

un

delfino.

Stajto, Dizionario di miti e leggende

TN

514
seconda
moglie

Tene

[Tenes] figlio di Cicno, re di Colonne, nella Trade.

Filnome,

di Cicno, si era innamorata del figliastro, ma non es-

due famosi serpenti che avvolsero nelle spire Lacco nte e i suoi figHuoli com' descritto nel 2^ libro
eiriJnide. [V. Laocoonte].

sendo stata corrisposta, per vendicarsi, riferi a Oicno che Tene aveva cercato
usarle
allora,

Tns

era

il

carro lavorato
d'a-

con ornamenti d'oro e


vorio, sul

violenza.

Il

padre
in

cMnso
lo

il figlio

nn

quale, Gireenses, si trasportavano per pareccbie vie di Eoma


e attraverso il foro, le statue degli di. Vi si stendeva un guanciale, e su questo si coUo-

nei

ludi

forziere,

fece

in

mare;

ma

buttare salvato per

sorte, giunse all'isola di Lucofri. Quivi egli fu eletto re, e l'isola, dal nome

buona

di lui,
l'isola

si

cbiam Tnedo:
di

rimpetto alle spiagge di Troia, dietro cui i Greci nascosero la flotta,


ij

cava una cassa [arca] o una portantina [ferculum], dove stavano adagiate le
statue degli di sotto baldacchino [tentorum
un
o

quando simularono
ritorno in Grecia.

il

loro

umbraculum}. Aprivano la processione

le

re saggissimo, e quando mori per le mani di Achille, i cittadini di Tenedo gli

Fu

tre divinit capitoline, sul loro carro speciale, condot

to da

una

Fortuna
il

alata
dei
dei

un tempio e onorarono come dio. La leggenda di Tene


eressero

lo

seguiva poi
pubblici

corteggio magistrati e

ri-

cavalieri, indi tenevano


tro,

die

corda
[V.

quella

di

Ippolito.

in gran pompa,
degli
altri

le im-

Ippolito}.

magini
al

di

e,

Tnedo [Tendus] un 'isoletta lontana 8 cMlometri dalla

tempo

dell'impero,

an

che quelle degl'imperatori.

costa

dell'Asia

Minore,

Quaudo
geva
gli di

la processione ginn

dirimpetto alla Trade,


presso cui
si

al Circo, le statue de

erano ancora-

venivano tutte

col

te le navi dei Greci, quando questi finsero di abbando-

locate sulla
barriera o

spina

una
co-

muro basso

nare Troia e di tornare in


Grecia.

struito nel centro del

circo

Essa era adorna di


apparvero
i

piccoli

Da

quell'isola

altari,

di statue, di colon

515
ne,

l'isola di

TEO
Brumissa:

alle

due estremit
le

ma

rag-

finiva

con

metae, prov-

giunta quivi dagli amanti,


il

vedute di sette delfini e di sette paUe [ova], intorno


alle

dio la

mut

in agnella,

ed

egli la visit sotto

forma

quaU giravano
gare
giro,

carri,

di ariete.

neUe
ogni

alla
si

corsa.

A
un

Da

poneva

nato

portata da una colonna, si che si poteva, in tal modo, con-

delfino sulla palla,

questa unione sarebbe il 10 ariete, dal vello d'oro, su cui Kefle mont

coi figli Prisso ed Elle, per recarsi nella Clchide.

numero dei giri. Teoclimne [soxXUfzvYjf;]


tare
il

TeoricBL

[Osopixv]
il

chia-

mavasi

celebre indovino

di

Argo,

discendente del grande indovino Melmpo di Pilo.


Costretto a fuggire da
per

spettacoli in poi si prendeva dalle casse dello Stato, in Atene,

denaro per gli che da Pericle

Argo
di

per pagare ai poveri


spettatore, Oscopco
spettatore].

l'in-

un omicidio commesso,
nel
naviglio

gresso al teatro [0cop<;

s'imbarc

sono
ordi-

Telemaco che allora si trovava ivi, e venne con lui


in Itaca, ove,
i

ciascuno

si

davano

avendo

visto

nariamente due

Proci che scialavano sfac-

ciatamente nella reggia di


predisse la cataUlisse, strofe imminente, per l'arrivo dell'eroe

boli, prezzo d'ingresso per i poveri, ma talvolta anche di pi,

in

patria.

Teodora [Theo dora] moglie


Era
ce,

se le feste duravano parecchi giorni. Dapprima, questa gratificazione si faceva dallo Stato soltanto
nelle
ai

dell'imperatore Giustiniano. figlia di un custode di

feste

Dionisiache

divenuta imperatriil predominio nel governo dello Stato, che


orsi e,

poveri; ma poi se ne diffuse la consuetudine in

prese

altre feste, in cui ci fosse

risent i tristi

effetti

della

colo

da godere qualche spettada partecipare a


si "estese
i

sua eccessiva autorit.

refane [Theophnes] figlia di Bislide, per la sua grande


la

qualche convito, e a cittadini agiati,

quali

non

si

vergognavano di acche

bellezza, era ricercata da molti amanti. Nettuno

rap e la condusse nel-

l'erario, ogni anno, per i Gecopix spendeva da 25 a 30 talenti.

cettarla, s

TEO

516
distribuzione
del
0s6)-

La

onore dei Discuri:


ritenute
spitalit

divinit
dell'o-

ptxv si faceva per mezzo di tessere clie si consegna-

protettrici
[cpiX^svoi]si

vano
e

all'ingresso del teatro, poi dall'impresario del

Durante la festa, vano sacrifci, e


chetti
si

offri-

ai

banrag-

teatro erano scambiate col

invitavano

denaro corrispondente,
presso Stato.
altri
il

guardevoli cittadini, anche


di paesi lontani.

tesoriere

dello

L'oratore

Demostene,
gl'interessi

fra

Tepidrio [tepidarium] era, presso i Bomani, la camera


per

cittadini cui stavano


dello

cuore

sperpero
naro,

Stato, inve contro questo del pubblico de-

bagni caldi [tepdus con una o pi vasche, annessa agli edifzi


i

tiepido],

destinati ai bagni.

ma

solo

battaglia di av. Cristo] riusci a liberare


l'erario

prima della Cherona [338

Terentni ludi erano i giuochi che si celebravano in onore di Dite e di Prosrpina


nel

da questo gravissimo peso.


legazioni fesolenni in Grecia, avevano l'incarico di
[0copia!,]

Terentum, un

Teore
stive

tratto di terreno vulcanico, nel Campo Marzio a Eoma.

Un
rio

die

sabino, per nome MaValesio Terentino, du-

offrire al
crifci

dio

in

nome

[Apollo] sadello Stato.

rante una pestilenza, scoperse, a 20 piedi sotto


terra, un altare delle due divinit: in loro onore sacrific

Famosa, pi
si

di ogni altra, conserv la teoria attica, cbe ogni anno veniva mandata a Delo.
la festa dell'ospitaUt degli di [Os?

un

tre

notti

toro nero, e per celebr i primi

Teoxnia

[Oso^svia]

ludi terentni

con gare

di

dio,
i

presso
si

ospite], Greci, nella quale

^vo?

corse e con lettistrni. condo un'altra tradizione,


il

Se-

console

Valerio

Popli-

credeva che il dio, in onore del quale si celebrava


la festa, ospitasse gli altri di. Essa si celebrava a

cola

istitu questi giuoclii mentre infieriva la peste.

Essi

si ripeterono per volte 'fino ad Augusto,

tre
cir-

Pellne, nell'Acaia, e a Delfo, in onore di Apollo; a Paro e ad Agrigento, in

ca ogni cento anni, e

fU'

rono detti perci ludi saeculdres. Augusto li rinno-

517
v nel 17 av. Cristo, e li consacr specialmente ad Apollo e a Diana. Xernzia [Terenta] fu modi Cicerone, la quale, in occasione della congiura
glie

TEE

qua veniva riscaldata per mezzo di grandi stufe sotterranee


[0sp[A7]
si

calore];

ma

vi

facevano

caldi,
ti

tiepidi,

freddi,

bagni ba-

gni a vapore, innaffiamenecc.

di Oatilina, incit

il

marito

aUa massima severit contro lui e


i

suoi compagni.

Le camere da bagno erano poste sopra un sotterraneo,


alto 65 cm., la cui soffitta

La cattiva condizione in
tenuta l'amniinistrazione dei beni ducui era stata

era sostenuta

da una

"fila

rante

l'esilio

di

Cicerone,

di pilastri; in mezzo v'era la fornace, da cui l'aria


riscaldata, a traverso tubi d'argilla o di piombo praticati

gener la discordia fra i due coniugi, la quale and sempre crescendo fino a condurli al divorzio [46 av.
Cristo].

nelle

pareti,

saliva

in alto e fluiva nelle camere da bagno. L'acqua fredda o tiepida o ben calda,
necessaria per i bagni, veniva da tre caldaie metaUicbe, che tra loro per
dotti.

Terenzia raggiunse l'et di 103 anni.


Terenzia
la

cMamavasi

anclie

moglie di Mecenate, la quale visse per qualche tempo separata dal marito, ma poi torn ad abitare con lui, Treo [Tereus, Ttjps?] re di Tracia, spos, a Dulide

comunicavano mezzo di conLa camera in cui si


si

faceva la traspirazione di
aria riscaldata,

cHamacamera

va tepidarum,
in cui
si

la

nella

Fcide, Prcne,

ma ne

viol poi la sorella Filomla, [V. Filomela].

faceva il bagno di acqua calda era detta Galdarmm, quella per il bagno freddo frigidarum.
il

Terme [Thermae]
Eoma, grandiosi
blici,

erano,

Dopo

bagno

caldo,

di

ove

si

pubfacevano i

edifzi

facevano abluzioni con acqua fredda. V'erano


solito, si

bagni [v. Bagni']. Furono chiamate cos, per l'importanza predominante che in
seguito

inoltre,

almeno nei bagni

pi ricebi, camere per spogliarsi, per raschiare il cor-

acquistarono
i

ba-

po

con

striglia

[strgUis]

gni caldi, per

quali l'ac-

fatte di metallo o di corno.

TER
Fra
le

terme

518
il

romane

le

fuoco, sopra

si

scannav

pi grandiose e sontuose furono quelle di Caracalla.

la vittima, e se

ne
il

facev

scorrere
vi e
si

dentro

sangue
frutti

Terminali [Terminala] chiamavasi, presso i Eomani, una festa che si diceva introdotta da IsTuma in onore del dio Termnus [v. Termine],
e
si

deponevano poi

incenso, vi si versavi miele e vino, e poi vi si col

locava la pietra terminale incoronata e unta.

celebrava

il

23 febbraio.

In questo giorno, i proprietari dei campi confinanti si radunavano intorno alla


pietra

Se ne attribuiva l'rigiiii a IS'uma, il quale avrebbi consacrato a Giove le pie


tre

dei

un tempio
minala
essa
i

confini, costruiti al dio Termine

terminale
il

che

se-

e istituita la festa dei Ter


febbraio]. li proprietari dei camp
[23

gnava

confine

comune

dei loro poderi, la incoronavano, ciascuno dalla parte

limitrofi si

radunavano

in

del

proprio

campo,
si

presentavano

l'offerta

di

una

focaccia. Indi

innal-

torno alla pietra terminali comune, e ciascuno la co renava dalla sua parte
i

zava un'ara,
[pi tardi
.

sulla quale si

offriva

una

focaccia;

si in

offriva segala, miele e vino

ancbe un

a-

gnello], e si banchettava insieme allegramente.

Ancbe sull'antico confine di Eoma, fra la quinta e la


sesta

nalzava poi un'ara, su cu veniva offerto, di regola miele, vino [pi tardi an^ che un agnello] e si banchettava allegramente.

Termodonte
fiume
del

pietra

miliare,

sulla

strada che da Eoma conduceva a Laurnto, soleva


celebrarsi la festa delle Ter-

[Thermdon] Ponto, famoso perch, secondo la leggenda, presso questo fiume abitavano le .Amzzoni i^-

minali.

ivi]:

aveva
pletri,

la larghezza

di

Trmine [Terminus] dio romano dei confini tra i campi,


si

tre

con

breve
presso

corso metteva foce


la citt di

ove

le pietre terminali

Themiscyra.
1"

solevano

piantare

con

Termpili [Thermop:^lae]
stretto

cerimonie religiose. Si scavava una piccola fossa nella quale


si

una proiezione
Ota,

passo, formato del monte


da

accendeva

sporgente immedia-

y3

619
tamente sul mare: runica
via clie dalla Tessaglia ren-

glio di Polinice e di

TES
fi-

Tersndro [Tbersander]

Arga,

de possibile l'entrata nella Lcride. Le Termopili sono celebri


per l'eroismo cbe vi

comcapi-

pirono
tanati

gii

Spartani

padre di Tismene, dopo la guerra degli Epigoni [ved. Epigoni'] ebbe la signoria di Tebe; si un poi alla spedizione di Troia e fu ucciso da. Tlefo

da Leonida, i quali morirono sul campo, per


opporsi
al

nella Misia.
olei

Tersicore [Terpsicore]

passaggio

del-

che si diletta dei cori [tsptt)


rallegro, x^p^ coro] era fra le nove Muse, quel-

l'esercito di Serse. Il

nome,

che significa porte calde


[0p[x(;

porte] termali sulfuree, consacrate a Ercole, cbe si trovava-

caldo, TrXat deriva dalle fonti

che presiedeva alla dan[V. Muse]. Tersile [Tersites] il temerala


za.
.

no

ivi.
-

Terpndro [Terpander]
signe musicista e

in-

poeta di

rio [Oapo-? audace] il pi brutto e il pi spregevole Greco che stesse innanzi a Troia: guerriero,

Antssa, nell'isola di Lesbo, fu il vero creatore della

musica greca, perch ordin, secondo regole fsse, i canti usati dal popolo fino
a quel tempo, e ne form un sistema completo, a cui la musica greca si attenne
nel

gobbo, zoppo, pelato, era maligno e temerario, denigratore anche dei pi prodi cavalieri. Una volta fu percosso da Ulisse. Secondo una leggenda, sarebbe stato ucciso da Achille, perch avrebbe colpito
in
il

suo sviluppo e perfezionamento posteriore.

un

occhio, con la lancia,

cadavere di Pentesila,

Importante per il progresso musicale fu la sostituzione dell'eptacrdo pira a sette


corde] al tetracrdo [lira a quattro corde] fatta da

regina delle Amzzoni, uccisa

da Achille, e avrebbe

accusato con una calunnia


l'eroe.

Teseo

Terpndro. Terra [TeUus,

II,

272] la

Terra, come divinit, identificata, a Eoma, con Ga.


[V.

[Thesus, tjcts^;, VII, 433-520] fgho del re ateniese Ego e di tra, nacque a .Genthion, un luogo presso Trezne, fu allevato
dall'avo

Gea].

materno Htto e

TES
istruito

520
nella

caccia

dal

centauro Chirne. Da giovane si rec a Delfo ed offri


i

quale derubava i passant e poi, con un colpo di piedi li lanciava nel mare, ove

capelli suoi

ad

una testuggine divorava


cadaveri.

Apollo, quindi, guidato dalla madre, si rec nel luogo

Presso

il

Cefiso uccise

Pro-

masso sotto cui molto tempo innanzi, Egeo, aveva nascosto i sandali ed una spada, con l'ordine
dov'era
il

crste lo stiratore

[il suo

nome

era

Damaste

Po.
che

lypmone], un

ladrone

che

quando
il

Teseo

fosse

faceva morire i viandanti adattandoli sopra un letto,


sul quale
li

poter solvenisse in masso, Atene, e si facesse da lui riconoscere con quegli oggiunto levare
getti.
so,

all'et di

stirava quan-

do erano pi corti, e quando invece erano pi lungM


recideva loro le parti
che
[irpo-

Teseo sollev

il i

massan-

ne sporgevano fuori

prese la spada e

dali, e si

avvi per recarsi

distendo]. xpouco Sul Oefiso i FitHdi,

di-

in

Atene; ma durante il viaggio s'imbatt in parecchie avventure.

da Pitale, eroe di Elusi, che da Dmetia aveva avuto in dono la


scendenti

A
la

che,

Epiduro uccise PeriEte con una clava, uccii viandanti, e gli tolse deva
elava.
l'istmo, Sinnis, figlio di

pianta del fico, lo purificarono delle stragi comme


se,

e cos egli
il

si

rec

Su

Atene, presso padre dove trov Medea.

Ego,
[Vedi

Polypmone,

squartava

Medea],
Vinti e uccisi quivi
i
i
figli

viandanti, legandoli alle cime di due pini che egli piegava a forza e lasciava

di Fallante, fratello di Ego,

poi liberi, perch riprendessero il posto primiero: Teseo fece morire Sinnis
allo
figlia

quaM aspiravano alla gnoria di Atene, volle


carsi
nell'isola
il

si-

le-

di

Creta,

per uccidere

Minotni

stesso

modo,

daUa

di lui Perigune, ge-

[uomo con la testa di toro, nato da Pasf ae, moghe di


Minsse, e dal toro mandato da Poseidone], al qu^"
le
gli

ner Menalippo. Su la rupe Scirnia, al confine della Megride e dell'Attica,

Ateniesi

dovevano
no^^fi

uccise Scirne,

il

dare in pasto, ogni

521
anni, 7 giovani e 7 vergini, come tributo imposto loro

Demofonte.
Teseo
prese

TES

dra, sorella di Arianna, da cui nacquero Acamnte e

Mnosse, percli Ego aveva fatto uccidere il figlio di Minosse Andrgeo , mosso
da gelosia
nelle

dal re di

Creta

parte

anche
Argointi-

alla spedizione degli

nuti e aUa caccia del cinghiale


Calidnio.
di

perch questi,
il

Fu

feste

era riuscito
le gare.

Panateniclie, primo in tutte

mo

amico

Pirthoo

re

dei Lpithi, col quale scese

Teseo entr nel Labirinto


e,

nell'Averno per rapirne Prosrpina, che Pirithoo voleva per s,

ucciso

il

Minotauro, usci

ma Hdes

li

fuori

con l'aiiito di un filo datogli da Arianna, figlia di Minosse e di Pasifae. Poi fuggi con lei; ma Arianna rimase a ]!^asso, dove fu presa in isposa da Dioniso.

fece entrambi punire dalle Erinni: Pirithoo fu incatenato,' e Teseo fu attaccato

sopra una pietra che aveva


la virt di tenere

a s atpi
li-

tratti
tardi,

corpi,

finch,

furono entrambi

Teseo veleggi poi per Atene, ma avendo, per dimenticanza, issata una bandiera nera invece cbe bianca
al

berati da Ercole.

come aveva promesso padre Ego, qusti, vedendo da lontano la nave, credette che il figlio fosse
morto,
e
si

Tornato dall'Averno in Atene, Teseo trov il trono occupato da Menestho, e si ritir a Scyro, dove il re Lycomde lo precipit da

una rupe
condo
falso,

precipit
il

nel

mare cbe prese


da
lui.

nome

pizio.

mare o, seun passo cadde in im preciLe sue ossa, per un


nel
altri,

per

Allora

ottenne la

oracolo

di

Delfo,

furono

signoria di Atene, istitu le feste panathene, e fond i

trasportate,

giuochi stmici. Con rcole fece la spedizione contro le Amzzoni


la regina Ano Hipplyta, da cui tiope nacque IppUto, e dopo la
e

per opera di Cimne, da Scyro in Atene, e quivi gli fu innalzato uno


splendido

tempio
gli si

[il

Tie-

ne spos

celebrava una festa, nel giorno 8 del

seum], ove

mese di Pyanepsine [seconda met di ottobre e


prima
di

morte di

costei,

spos Fe-

novembre].

TES

622
collocata

/:'

Tesfone [meglio Tisifone] una delle Erinni. [Vedi


Urinni'].

aUe falde meridell'Helicna,


il

dionali

monte
[r
6cr(J!,0(ppi.a]

sul quale esse dimo[testes] si

Tesmofrie
festa di

ravano.

Dmetra, come

isti-

Testimni
cevano
processo,

addudi

tntrice dell'agricoltm'a, del matrimonio, dell'ordine e


delle leggi civili
[Oscyfx?

nell'esame
tra
i

un
i

Greci e

legge].

Eomani, con una procedura che nelle Knee generali, non


differisce
si

In Atene,

la festa

dm'ava

dal

sistema

che
nei

dal 10 al 14 giorno del

adopera anche oggi

Pyanepsine [ottobre-novembre]; e degli ultimi tre giorni


della festa]
il
[i

mese

di

tribunali.

principali si cbia-

Poteva fare da testimone ogni cittadino o anche straniero, libero, maggiorenne,

voSo?, ritorno dal di Halmus [dove si borgo celebrava nna festa nel se-

mava

che avesse pieno possesso


dei diritti civili.
esclusi

Erano

condo dei cinque


il

giorni];

2 vTjaTSLa,

il

3 xaXXiyvsia,
si

digiuno; il nel quale

daUa depoquindi sizione testimoniale gli schiavi, i minorenni, i mentecatti,


nitori,
i

figli

contro
coloro

ge-

onorava con sacrifci e danze Dmetra, madre di


era

e tutti

che

erano pi o

meno

diretta-

bella prole. In tali feste

mente
severacesso.

interessati nel pro-

mente proibito
di uomini.

l'intervento

Come
i

nell'Attica

non

po-

tevano fare

da testimoni

Tesmotti [OecrfxoOsrat] erano chiamati, in Atene, sei dei nove arcnti [gli altri
tre erano: l'eponimo,
silus, il
li
il

mia non

cittadini colpiti dall^atia Eoma erano , cos


dalle testimonianze
solo

esclusi

ba-

polemrco]

ai qua-

era affidata la revisione

delle leggi [0crfx^


TiQri[ii

= legge,

quelli che erano colpiti dall' infmia , ma anche gli intestabUes, cio

quei
colpe

cittadini

che,

per

stabilisco].

Tespadi
310] sono
Tespi,

le

[Tbespiades, V, Muse, cbe avedella

commesse, avevano perduto il diritto di far


testimonianze e di addurre
altri

vano un culto speciale a


citt

come

testimoni.
delle leggi

Beozia,

Per disposizione

623
delle
ri

TBS
figura

XII

Tavole,

gli

auto-

una

simile

una

di libelli infamatori erano

tartaruga.
gini
nali Si distinguevano le testug arietrie [testudnes arietarae'] e quelle argi

questa pena. Tstore [Thestor] fu padre


colpiti

con

di

Calcante,

Leucippe,

Thenoe.

[testudnes

aggest-

Eapita quest'ultima dal corsari e venduta a Icaro, signore deUa Caria, Testore,

tae].

Le

testuggini arietrie ser-

vivano
detti

navigando,
figlia;

si

die a cer-

[v. Ariete}

coprire l'ariete e gli uomini addifen-

care la

ma, naufra-

a questo per

gato, fu venduto aUo stesso Icaro. Frattanto Leucippe

derli dai dardi e dai colpi

dei

nemici.

Avevano una

giunse nella Caria in veste da uomo, e poich rifiutava

considerevole altezza, il tetto molto obliquo e solido,


e le pareti laterali di

l'amore di Thenoe, Testore ebbe l'incarico di ucciderla.


Il

uno

padre e

nobbero, e Icaro
doni.

la figlia si ricoli lasci

in libert e dette loro molti

Testride [Thestordes, XII,


27] Calcante, Tstore. [V. ivi].
figUo
di

spessore rilevante; dalla parte posteriore non avevano bisogno di alcuna difesa, daUa parte anteriore erano aperte, perch l'ariete potesse liberamente agire contro le mura nemiche. Talvolta sul tetto era

Testggini [testudnes] erano baracconi mobili di lei Eomani adoperavano nelle operazioni di

innalzata
piani,

gno, che
assedio.
Il

pi dei pi si teneva pronta l'acquali qua per qualche caso d'innel

una

torre

basso

loro

nome

[testdo

cendio,
altre

mentre

sugli

altri

erano collocate balestre e

tartaruga] deriva, secondo Vitrvio, dalla lentezza del


loro

armi e macchine per

movimento o, pi pro^ babilmente, secondo Vegzio,

l'attacco e per allontanare dalle mura i difensori, che

tentavano di afferrare
riete o

l'a-

dalla loro forma, per-

di sviarne

colpi.

ch l'ariete sottostante, che


ora spingeva fuori la testa contro le mura ora la ritirava,

La testuggine si spingeva innanzi per mezzo di rulli e, quando era giunta nel
punto
prefisso,

dava

alla

macchina

era fissata

TET

52

-^

per mezzo di pali conficcati


nel terreno, perclx non fosse scossa dal movimento

grande del padre, fu data sposa a Pelo. Alle nozze


intervennero tutti gli eccetto la Discordia
ris],
di,

regressivo dell'ariete..

[%

Le

testuggini arginali ser-

vivano a coprire invece i soldati intenti a riempire


le fosse nemiclie e

quale, per vendicarsi, butt nella sala in cui si compiva la cerimo-

la

ad apperch
le

nia,

un pomo
.

di oro con

pianare
le

il

terreno

sopra l'iscrizione

Alla

pi

torri

mobili e

altre

beUa

macchine potessero operare facilmente. Erano pi basse


delle

perci contesa fra Giunone, Pllade e Vnere, e, rimesso il giuglio

Sorse

testuggini arieta-

rie, e avevano il fronte anteriore del tetto cbe scen-

a Pride troiano, fidel re Priamo, questi assegn il pomo a Venere.


dizio

deva

fino

a terra, Poicb

Era venerata a Parsalo,


Sparta,
nella

queste non erano, come le arietarie, spinte tanto presso


il
i

Messenia.

Tetraloga

nemici, non avevano

[TSTpaXoYia] dicevasi l'insieme di quattro

tetto cosi obliquo, n una costruzione cos solida.

drammi con

cui,

da scbilo

Tti
di

[Tetbys, II,

69] figlia

in poi, ogni poeta che aspirasse al premio, concorreva


nelle gare

e di Ga, moglie di Ocano, col quale pro-

Urano

drammatiche

per

cre le Ocenidi e gli di


fluviali.

la tragedia, che si tenevano neUe feste di Dioniso in

Atene

Ttide

[Tbetis]

una

delle

"kyoc,

[Tscycraps?

= quattro,

trattazione dram-

50 Keridi, figlia di Kero e di Dride, sorella di Licomde, re di Sciro, fu moglie

matica].

Dei quattro drammi, che si rappresentavano tutti in un


giorno, tre erano tragedie e l'ultimo un dramma satiresco.

di Pelo

madre
le

di

Achille.

Essa abitava
relle

con

so-

nelle

profondit

del

Disgraziatamente,

nessuna

mare. Giove e ISTettuno desideravano sposarla, ma avendo Temi predetto cb 'ella

delle tetralogie della tragedia attica ci giunta intera.

Abbiamo
sola

di

scMlo

avrebbe partorito un

fi-

glio elle

sarebbe stato pi

tragica intera, cio le sole tre tra-

una

trilogia

525
gedie congiunte da intimo nesso [Agamennone, Chofore,
il

const
delle
Cretsi,

TEir
del-

VAlcmene in
Tlefo,

Fsofis,
il

del
solo

Eumnidi],

ma manca

dH'Alceste,
ci

dramma

satiresco Prteo

dramma che
di essa.

restato
tetti

cliiudeva la tetralogia. nesso della trilogia traIl gica, mentre intimo nelle
elle

Tetto [tectum], I

ro-

mani erano

costruiti in par-

tragedie di Eschilo, colle-

te a superfcie

piana con

gate cos strettamente nella loro unit di soggetto, da


potersi considerare come tre grandi momenti dello svi-

luppo

di

un'unica

vasta

tragedia,

non

cosi stretto

nelle trilogie posteriori, in


cui,

pavimenti soKdi, in modo da formare terrazzi [soiaria'], in parte a sgrondo, come i nostri, ed erano coperti con tegole piatte [tegulae] o con tegole curve [imbrices] o con piastre di
metallo. I poveri li ricoprivano con assorelli o con altro materiale facile ad
aversi.

pur essendo uno

il

vasto

soggetto dominante, ciascuna delle tre tragedie pu


reggersi indipendentemente
dalle altre.

Tucro
figlio

[Teucer,
di

SHI,

157]

Con

la trilogia tragica an-

dava sempre congiunto un


satiresco, composizione allegra e faceta clie

Telamne e di Hesione, figlia di Laomednte, fratellastro di Aiace


di Salamna: era
il

dramma

pi va-

serviva
la

procurare

agli

lente arciere dei Greci

com-

spettatori

viva tata dall'azione tragica. Cosi la rappresentazione

sollievo, dopo commozione eserci-

un

battenti a Troia.
Troia, tornato a Salamina, ne fu scacciato da

Da

aveva un fine
nisaclie

lieto,

e la

giocondit delle feste dio-

Telamone, percb non aveva portato in patria le ossa di Aiace. Si rec allora a
Cipro, cbe gli fu concessa in dono da Blos, re di Sidne, e vi fond una nuova

non veniva turbagrave seriet della

ta dalla

tragedia.

Euripide, in luogo del dramDia satiresco vero e proprio,

Salamina.

Teumsso

[Teumessus] mon-

pose un altro dram-

ina di fine lieto e piacevole ^'Alcste, s elle la tetralogia

te e citt della Beozia, a oriente di Tebe, ove si di-

ceva cbe

si

aggirasse

una

'

TIA

526
il nome di Tevere perch Tiberino anneg in es-

volpe straordinairia, mandata da Bacco a dannegi^""

poi
so.

giare

Tebani.
la

EgU

fu collocato quindi

Tia

divina] moglie di Iperine e madre di Hlios.

[Thia],

divina

[Geia

fra gli di indigeti.

Tibia

flauto,

Un'altra Tia, figlia di Castlio, re presso il Parnaso, fu amata da Apollo, il quale la rese madre di Delfo, elle fu il fondatore
.

cbiamavasi il strumento musicale Comunissimo presso i Greci


[tibia]

Eomani, come presso popoli orientali. In origine era fatta di canna di giunco, a un sol foro; pii tardi
e
i
i

della citt

omonima, celebre
le

si

fece di varie specie

di

per gli oracoli di Apollo.

legno

[bosso, giggiolo, ede-

Tadi [Thides] [forse da 6co

infurio] sono le Baccanti, cos dette dal furore da cui erano


nella

infunate

ra]. I Tirreni

furono i primi a costruirla di metallo; ve n'erano anche di osso e di


avorio.

invase

celebrazione

Tra

le varie specie di tibie


la
il

delle loro orge in onore di

Baccanti]. Tiara [tiara] berretto comunemente usato dagli orien[V.


tali: queUo dei principi e dei sacerdoti era di tessuto

Bacco.

semplici, primeggiano piva o cornamusa e

piffero

simile al nostro
at-

fagotto, il quale era un tributo dei Stiri e

dei

rigido,

in

modo da
quello

regdegli

compagni Al dio Pane

di Bacco.
si

attribuiva

gersi

diritto,

l'invenzione della zampogna

altri cittadini era fatto in-

a sette canne
secondo

vece di cotone molle e cedevole.

siringa [v. e il frigio Marsia o, Siringa],

altri,

Hygnide
i

Taso
teggio

[tbisus] di Bacco,

era

il

cor-

formato
[Ve-

Olimpo, trasport toni in due flauti

sette

riuniti

da ninfe, muse, baccanti,


satiri, silni, centauri.

che

si

sonavano con una

di Dioniso'].-

Tiberino

[Tiberinus,

XIV,

sola imboccatura, a cui corrispondevano altrettanti toni nei fori che si trovavano
ai lati.

614-616] figlio di Capto e re di Alba, dio del fiume


Tevere,
il

Presso

Eomani
tibia

si

distin[il

quale

si

chiamava

gueva

la

dextra

prima Albusto,

ma

prese

basso], a tre o pi fori, che

527
si
:

TIP

stra

sonava con la mano dee si teneva al lato


ti-

destro della bocca; e la

Tiche [tu^v)]. "V. Fortuna. Tido [Tydus, TuSsu^] figlio di Oeno e di Periba.
Fuggito da aver ucciso
i figli

Ha sinistra [l'acuto], per lo meno a quattro fori, che


si

Calidne,
lo zio

per Mlas o

sonava con

la

naano

si-

di lui, ripar

ad Argo

nistra e si teneva nel lato


sinistro della bocca.

presso Adrasto, che gli diede in moglie la figlia Deipyle, da cui ebbe

La

tibia era

adoperata nel-

Diomede.

le nozze, nei funerali, nei

banchetti, nelle rappresentazioni dranamaticbe, nelle


feste

Alla guerra dei Sette contro Tebe, uccise 50 Tebani; ma egli fu ferito a morte

annuali e in altre so-

lenni circostanze simili.

Kel culto rumoroso della dea Oible, si usava la tibia


doppia.
spesso
il

La
per
il

tibia

serviva

da Menalppo. Quando Amuccise poi Menalipne recise la testa e la po, gett a Tideo, il quale la spacc e ne rose il cerfaro
vello.

accompagnare

suono della Ura, e si adoperava anche per determinare il tono e la modulazione della voce nelcanto o
letture
il

Tidde [Tydides, XU, 622] Diomede figlio di Tido.


[V. ivi].

Tiste [Thyestes] fratello


di Atro, di cui sedusse la moglie rope. [V. Atreo]. Tifo [Typhoeus, III, 303] gigante violento, che rappresenta l'eruzione di fiamma e di fuoco che si spri-

pubbliche, per segnale dell'attacco, per indicare la battuta ai rematori di una nave.
dare

le

Tibcines chiamavansi
natori
flauto,

suo-

di

flauto

cano

[tibia

=
i

suono],

giona dai vulcani.

quali
fin

a Eoma, dai tempi pi antichi


esistettero

di

il

pi giovane dei
e
di

figli

Ga

Tartaro:

un

formavano una corpora-

Molti di erano obbligati al servizio dello Stato [per i sazione Icollegum].


essi
crif^ci

mostro con cento teste di dragone, che con Echidna


[la vergine met donna e met serpente] gener presso gli Arimi [in Cilieia] il

e per

altre
altri

solenni

cerimonie]; disposizione

erano
chi
li

a
ri-

cane
l'Idra

di

rthros, Crbero e di Lerna. Avendo

chiedeva.

conteso con Giove

per

la

TIF

528
presentazioni drammatiche

signoria del mondo, fu colpito dal fulmine. Secondo Pindaro, egli

ma soprattutto alle solennit dionisiache, la timle


ebbe posto
nell'orchestra,

oppresso dall'Etna, a traverso la quale vomita un terribile torrente di fuoco.

cio nella parte riservata al coro, e intorno ad essa i


cori eseguivano
i

Anche secondo Ovidio

\Y,

canti e

le

346-358], egli fu rovesciato dal fulmine di Giove e sepolto nella Sicilia, ove giace supino, avendo il capo sotto l'Etna, il braccio de-

danze.

Pi tardi

la

parola indic

semplicemente l'orchestra, dove prendevano posto i


coristi

suonatori

di

capo Pelro, sinistro verso il Pachine, e i piedi sotto il LiUbo. Tifi [Tipbys] fgHo di Nettuno, fu il pilota della nave,
nella spedizione degli Argonuti. [V. Argonauti].

stro sotto

il

il

flauto.
ISTel

teatro

era la timle

romano non vi come altare,

e la parola indic la parte della scena dove stavano


i

flautisti e gli altri musi-

cisti.

Tiia [Thyia]
o
del

figlia di

Castlio
e

Timte [Thymoetes] uno


gli

de-

Cefso:

con Apollo
fu
la
sacrifci

gener

Delpbos,
offrire

anziani di Troia, il quale da Cylla ebbe un fgho,

a Dioniso e a celebrare orge in suo onore. Perci le Baccanti, che celebravano le orge dionisiaclie, furono

prima a

Munippo, nello stesso giorno in cui venne alla luce Pride. Priamo lo fece uccidere insieme con la madre, perch era stato pre-

da
i

lei

dette Thyiddes.
[6ufjt,X7]]

detto
lo

che in quel giorno


fanciul-

Timle

era, presso

doveva nascere un

Greci,

un
del

altare

per

sacrifci e,

nella storia pi

antica
l'ara

teatro

intorno a cui

attico, i cori
i

che sarebbe stato la rovina di Troia. Timete se ne vendic poi, consighando per il primo i Troiani a
introdurre nelle Troia il cavallo

ditirmbici eseguivano
dionisiaclie.

mura

di

canti e le danze nelle feste

di legno.

Timlo
si

Quando
il

in Atene

costru

primo teatro di

destinato

non

pietra, solo alle rap-

[Timolus, VI, 15] catena di monti nella Lidia, continuazione dei monti

Tauro, presso Sardi.

529
lo

se

Tm
dall'Averno
sotto
il

stesso

di

Tnilo.

[Vedi

all'Olimpo,

Imolo].

Semle vi godette l'inamortalit,

Tindridi [Tyndardae] i fiTindaro: generalmengli di con questo nome si inte dicano i Discuri Castore e Polluce, che Leda, andata sposa a Tindaro, gener con Giove; ed Elena e Clitennstra, nate da Tindaro e da Leda.

nome

di

Thyne.

Tineo [Thyoneus,
il
/

pazzo [60)

ucveui;]

infurio] so-

prannome

di

Bacco,

che

ricorda l'ebbrezza frenetica


del suo culto orgistico.

Tindaro
di

di Perires o,

[Tyndarens] secondo

figlio
altri,

Tirsia [Tiresa, III, 316338] indovino di Tebe. Secondo Ovidio, Giove e Giunone, in una scherzevole disputa tra loro, se la volutt
sia maggiore nelle donne o negli uomini, si

balo, re di Sparta, e di Gorgfone, figlia di Perseo: scacciato dal trono da suo fratello Ippoconte, vi fn
rimesso

rivolsero al giudizio di Tirsia; di lui

Leda, figli Castore, Polluce, Elena, Clitennstra,

da Ercole. Spos da cui nacquero i


che furo-

poich la risposta fu favorevole a Giove e contraria a Giunone,

ma

no chiamati Tindridi.

Tintinnbulum era un campanello di metallo che aveusi

questa lo rese cieco, e il dio gli diede la facolt di prevedere il futuro e una vita di sei o sette generazioni.

va presso a poco gli stessi che ha tra noi: si adoperava per dare certi segnali, vi la
gli

Secondo altre tradizioni,


egli

divenne cieco per ave-

per destare gli schiamattina ecc. Anche armenti avevano, api

re svelato

i disegni degli di, o per aver veduto Athna nel bagno.

pesi al cojlo,

tintinnabula.
uovt)]
la

Tirinto

Tiene

[Thyne,

pazza [0ut

l'Arglide,

[Tiryns] citt delfabbricata dai

infurio],

so-

prannome
"^utole

di

Semle, ma-

Ciclopi: le mura erano costruite con massi cosi grossi,

dre di Dioniso [Bacco], doper l'ebbrezza fu-

che

il

pi piccolo aveva
di

bisogno

due muli per

riosa
del

del
fgUo.

culto

orgiastico
la

essere trasportato. Dal nome della citt. Ercole fu

Quando Dioniso
~"

conduse

detto

Tirinzio,

perch fu

Stano, Dizionario di miti

leggende

TR

530

vano lungo
de
lizia.

allevato in quella citt, di cui era re Amfltrine, marito di


le

contrapposto ai soldati veterani [veterani'], che ave-

Alcmna, dalla qua-

egli era stato generato con Giove.

esercizio e granesperienza nella mi-

Tiro [Tyrus] antica e

cele-

L'obbligo
litare
ni,
i

del servizio mi-

bre citt fencia clie, dopo la caduta di Sidne, ebbe


il

cominciava a 17 ane due volte al giorno


si

Fenicia, della quale divenne il centro floridissimo di tutta

primato

nella

tirones

esercitavano
alla

alle

l'attivit

commerciale. Tiro

marce, corsa, al alla scherma, a porsalto, tare lo scudo, a ferire con

fond molte colonie lungo


le

la

coste del Mediterraneo,


esercit
il

punta della spada, a maneggiare le armi, a lanciare aste

ed

commercio
paesi
lonle

e giavellotti,

attivissimo
tani:

in

rimase famosa per

tirar d'arco, tre e palle

a scagliare

pie-

tintore della porpora, per l'industria dei metalli e dei

586 av. fini. ISTel fu presa e distrutta Cristo, d Nabucbodnosor, potente re di Babilonia. Tiro [Tyrus] ninfa bellissitessuti

di piombo, a scendere dalla groppa dei cavalli, a portar pesi, a fortificare il campo,
saltare

a formare la linea di

bat-

taglia, e in tutte quelle esercitazioni che giovano a svi-

luppare nei nuovi


la forza

soldati

ma, figlia di Salmono, s'innamor di Enipo, il dio


fluviale
i

e l'energia, e ad avvezzarli a portar pesi e

fiumi

pi bello di tutti del Peloponneso.

resistere alle fatiche.

Tirrno

[Tyrrhenus]
pelsgica

figlio

ISTettuno, invaghitosi di lei, prese l'aspetto di Enipo e,

del re lidio tys, condusse

una colonia

dalla

protetto
fiume,

dalle

acque

del

la conquist. Da questo connubio nacquero PUa, cbe regn a lolco in

Lidia in ItaUa, e occup quel tratto che da lui prese


il

nome

di Tirreno.

Tirro [Tyrrhus o

TyrrheusJ

Tessaglia, e Kelo re di Pilo.

cbe fu

pastore del re Latino. Ascnio figlio di Enea, subito

Tirni

nell'esercito

[tirones] si dicevano, romano, le re-

dopo sbarcato nel


uccise alla caccia

Lazio,
cervo
^

un

clute o

soldati novelli, in

del re afidato a Pirro,


questa fu come la scintilla deUa guerra fra i Troiani e i Latini. Kella capanna di Tirro, Lavinia partor

531
dizioni, procur que vittorie.

TS

ad

essi cin-

Un
di

terzo

Tismene,
e
di

figlio

Oreste

Ermone,

SiMo.
Tirso

regn in Argo e a Sparta;

IV, 7] bastone cinto di edera e di


[thyTSTis,

ma
si

ritir

scacciato dagli Erclidi, nell'Acaia. Mosse

pampini, clie portavano le Baccanti nell'ebbrezza delle feste in onore di Bacco.


Tirto [Tyrtaens] un poeta elegiaco, che la tradizione
ci

in

guerra contro gU Ini, ma una battaglia fu ucciso.


bella

Tsbe [TMsbe, lY, 55-166]


fanciulla
di
nia,

cbe

amava

Babilardente-

lia

tramandato

come

mente Pramo, dal quale


era
fetto. I

zoppo. Kella 2* guerra messnica, gli Spartani, incalzati dai


Messni, furono consigliati dall'oracolo di Delfo, a chiedere

riamata con pari afdue giovani abita-

un
i

condottiero
quali

agli

vano in case, le quali avevano un muro confjiante, entro cui si era aperta una fessura. Quivi i due amanti
conversavano e, a traverso
di

Ateniesi,
lo

mandarono

nascosto
ardenti

zoppo

Tirteo; questi coi

la fessura, si
gli

suoi

canti infiamm l'ani-

comunicavano
sospiri.

dell'esercito spartano e lo condusse alla vittoria.

mo

Un giorno,

sul far dell'alba,

Tismene [Tysamnes] era


figlio

propongono di andare via


di notte e trovarsi insieme

di Polinice, figlio di

Edipo. Posto sul trono di Tebe, fu risparmiato dal


furore delle Erinni, cbe aveva invaso Edipo e la sua
casa.

presso

il

sepolcro di

Mso,

Un

[V. Edipo]. altro Tismene fu in-

accanto all'albero di gelso, cbe ivi sorge carico di biancbe frutta. Tisbe, la notte esce di casa e vi si reca per
prima; ma aUa vista di un leone cbe va alla fonte

dovino. Era nato nell'lide ma, avendogli un ora-

cbe avrebbe vinto in cinque combattimenti, fu indotto dagli Spartani a vivere fra loro e, con i suoi consigli e precolo predetto

per dissetarsi, fugge spaventata e si ritira in un


antro, suolo

lasciando
il

per sul che le covelo,

priva la testa. Poco dopo, giunse Piramo e, veduto il

TIS

532
I Titani [Ocano, Co, Crio,

velo della fanciulla, intriso di sangue [era stato lor-

dato

dal

leone

clie

era

Iperine, Gipeto, Crno]; le Titne [Ta, Ea,

inciampato in esso], cred uccisa la fanciulla e, a pie' dell'albero, si uccise con

Tmi, Mnemsine, Phobe,


Ciclopi [Brnte, Strope, rge] e i Centmani [Ctto, Briafo, Gi] rano nati da Urano e da Ga.
Tti];
i

una spada.
Il

sangue, spicciando vio-

lentemente dalle vene, tinse di nero i gelsi, gi bianchi. Tornata Tisbe, libera dal pericolo, trova l'amante
morente; al nome di Tisbe, egli apre gli occhi languidi e spira. Tisbe allora, tra-

Quando Urano, il primo signore dell'universo, mosso da odio verso i Ciclopi


e
i

Centimani, suoi

figli,

li

precipit nel Trtaro, i Titani, eccitati dalla madre

Gea, rovesciarono dal

tro-

medesimo ferro, cade morta sul corpo di Piramo, e le more del gelso conservarono, neUa tinta
fttasi

col

no il padre Urano, liberarono dal Tartaro i fratelli,


e

preposero

del

mondo

il

alla signoria fratello Crno

nera,

il

ricordo dell'orribile

[Saturno'].
gli altri Titani alla loro volta, scacfurono, ciati dall'Olimpo da Giove

strage.

Poi Crono e

Tisfone [Tisipne, IV, 474]


la

vendicatrice
[tlvco

dell' uccisio-

punisco, (pvoQ uccisione] una delle tre Furie o Erinni, sorella

ne

[nato da Crono e da Eea],


e guerreggiarono contro di lui; ma Giove, aiutato dai

di

Megra
[I,

di

Altto.

[V. Erinni].

Centimani e dai Ciclopi, col fulmine datogli da questi


i ultimi, atterr i Titani, nel quali furono incatenati

Titnia

395] Pirra, detta cos perch discendente dal titano Gipeto: era in-

fatti figlia di

Epimteo,

il

Trtaro e affidati in dia ai Centimani.

custo-

quale era figlio di Gipeto. [V. litanie Deucaliane].

Titne [Tithnus]
vine troiano,

il

bel

gio-

Titano
il

[Titan, 1, 10] la personificazione del sole, detto

mednte re amato e rapito


ra.

figlio di Laofu di

Tracia,

dall'Auro-

Titano per eccellenza, fi.glio del titano Iperine e della titna Thya.

[V.

Aurora].
antichissima
ere-

Tivoli

[Tibur]

citt del Lazio, che si


distruzione

533
suolo,
ris

TIV

deva fondata, prima della di Troia, da

mite

solum

Tibu-

Tiburtus, Coras, CatiUus, nipoti di Anfaro. Era si-

[Od. I, 18, 2], la freschezza dell'ombra, densa... Tiburis


I,
7,

umbra

[Od.

tuata alle falde di


in

un

colle,

20],

il

fragore deUa

gran parte

sulla riva si-

cascata
ceps

eW Amne,

prae-

nistra dell'Amne, clie forma nel mezzo della citt

Amo

[Od. I, 7, 13],

domus Albunae resonanric-

una meravigliosa cascata, che si ammira anche oggi.


I

tis [Od. I, 7, 12]. Altrove lodata la

Eomani avevano,
e
ville

nei ferdella

chezza dei frutteti, irrigati

tili

ameni dintorni
sontuose,

da rapidi
Mobilibus

ruscelli:

...

uda

citt,

riccM frutteti
pi

irrigati copiosi ruscelli: fra essi la

con da

splendida era quella dell'imperatore Adriano.

pomaria rivis [Od. I, 7, 13^4], la grande abbondanza delle sue acque, udum Tibur ' [Od. Ili, 29, 6]. E ricorda che
Tivoli fu
preferito,
il

Tivoli fu
preferite

una delle dimore da Orazio, clie


la ridente

spesso

ne esalta

amenit, e la loda come soggiorno tranquillo, ben adatto a rinfrancare lo spirito.

[Ep. I, 8, presso le rive dell'Anine, componeva i suoi carmi,

suo soggiorno Tibur amem 12], e che ivi,

come

l'ape

di Puglia

che

molto spesso l'accenno a Tivoli appare nei suoi carmi. Ora ne indica
per opera

va cogliendo qua e l il timo


gradito:
... Ego apis Matinae More modoque

l'origine argiva di Catillo:

Grata carpentis tJiyma per


laborem
{

\0d. I, 18, 2] [in Orazio la forma GatUus sostituita per ra-

moena

Gatli

Plurimum circa
\

ne-

mus

uvidigue

Tiburis ripas
2,

operosa parvus Garmina fin-

gione metrica].

go [Od. IV,
co-

27 segg.].
attribuisce

Tibur Argo postum


<(.

Anche
la

Virgilio

lno [Od. II, 6, 5]. Ora la dice supina, Tibur su-

pmwm
perch.
sulle

\pd.

Ili, 4, 23],

fondazione di Tivoli che, per la sua sontuosit, chiama Tibur superbum [En.,
VII, 630] ai giovani argivi: Tiburtus Goras, Gatillus.

adagiata in pendio,
del colle.
la

falde

Ora
del

Ke

esalta

mitezza

Tum

gemini fratres Tibur-

TZ
tia
tris

moenia linquunt,
Tiburti gentem,
[

53i

Lidia
lo],
[1q stesso che Timpadre di Tntalo. Fu

Fra-

dictam
[

cogno-

mine

Catillusque

acerque Coras, ventus [En.,


672],

Argiva iu-

fra

arbitro nella gara musicale Pane e Apollo.

VH,

670-

Tonte [Thoas]
ride,
il

re deUa Tu-

Tzio [Tityos, IV, 457] di Zeus e di Elra, di Orcmeno.

figlio figlia

quale introdusse il culto crudele di Artemide

Turica,

ordinando, con
legge,

una barbara
sacrificassero
i

che

si

Avendo

egli tentato di vio-

aUa dea

tutti

lare la dea Latna, fu ucciso da Apollo con le saette o,

forestieri

che approdavano

secondo
fulmine,

altri,

da Giove

col

precipitato Trtaro, ove giace disteso


tratto
di

nel

in quella terra. Tga [toga] era la sopravveste propria del cittadino

romano, che
pra indossata in

si

per un
geri,

nove icondannato ad aver


dagli avvoltoi
elle
il

la tnica.

portava soEssa veniva


che
nel

modo

divorato
fegato, nasce.

sempre

ri-

primo giro fosse aderente al corpo, e nel secondo rimanesse ampia e ricca di pieghe. Si fermava sulla
sinistra,
spalla

Tleplemo [Tlepolmus,
XII, 537]
e
Tlefo.
zio
figlio

di Ercole
fratello

di Astoche,

di

che ne rimaneva interamente coperta, e si


girava poi dietro la schiena,
sotto

In Argo uccise suo

Licymnio, e fugg a Eodi, ove fond Lindo, llyso e Camro. Di l si


rec aUa guerra contro Troia, dove fu ucciso da Sar-

l'asceUa
che, nel

destra,

in

modo

mezzo

della

sua lunghezza, la parte superiore cadeva giti in pieghe, e l'inferiore copriva il

pedonte.

ventre e la coscia.

He

usci^

Tmlo

[Tmolus, VI, 156] catena di monti nella Lidia,

va cosi una
[umbo]

serie di pieghe Che, di sotto al


tra-

ricchi di vini e di zaffera-

braccio destro, correva

no.

Dal Tmolo scaturisce


che
si

il

fiume .Fattolo,

antiricco

sversalmente lungo il petto. Il resto della toga veniva


gettato braccio
sulla

camente
di oro.

riteneva

spalla

sul

sinistro,

che

cos

KeUa mitologia, era del monte omonimo

il

dio

della

erano coperti due volte. Ai lembi erano attaccati di

535
solito

tme

dei

bottoni o delle

ginale

nappe, per ornamento e per


essere tenuti tesi col peso. della toga era Il colore

greco [jpalUum mantello greco]. ISe periodo augusto, per opera del

poeta Gaio Melisso, la fabula togata si distinse in trabeta se l'argomento si riferiva ai cavalieri [tra-

bianco

[toga alba]-, didati alle magistrature an-

can-

davano in
cacciarsi
i

giro,

per provestiti

voti,

di

ba era
strisce

una toga ornata


orizzontali
di

di

una toga di un bianco


ci si dissero

rilu-

pori

cente [toga candida] e da candidati.

pora

che

indossavano
si

cavalieri

quando

magistrati indossavano una toga orlata di una lista di porpora [toga praetexta], la quale era anche adopeI

tavano al tabernarm se
si

presencensore], e in

l'argomento
togate bot-

riferiva

aUa plebe, come

in

tutte le fabule

rata

ragazzi, fino al giorno in cui prendevano la toga virilis. I consoli


nelle

dai

precedenti [taberna
tega plebea].

I primi scrittori di fabulae


togdtae,

occasioni

solenni,

Eoma,

furono:

cavalieri

quando dovevano

.Titinio, Atta, Afrnio,

presentarsi al censore, e gli uguri, indossavano la tr-

Tombe.

Tmi

una toga [trabea], di strisce orizzonguernita


bea

V. Sepolcri. [Tomis] citt sul Ponto Euxno [mar Kero], dove fu relegato in esilio, dal-

tali di

tori

porpora. Gli imperaindossavano una toga di porpora [toga purpurea'} e ancbe ricamata in oro
[toga piet}.

l'imperatore Augusto, il poeta Ovidio. Oggi l'antica

Tomi Tmiri

si

chiama

Ciistenge.
TyLxjpiq}

[Tomyris,

Togata fbula
mani,
la"

[fabula
i

to-

regina degli Sciti. Quando Ciro il Grande mi-

gata] dicevasi, presso

Eo-

commedia di argomento romano [la toga


era veste schiettamente ro-

nacci di invadere la Sczia, essa gli facilit il passaggio del f,ume Arasse, per

mana],
la

differenza

del-

poterlo pi agevolmente combattere nei confini del


proprio regno. Ciro, penetrato
zia,

fabula palliata cbe

era

una commedia latina, di argomento greco e composta a imitazione di

vi

lasci

neUa Sciabbondanza

un

ori-

di viveri e di vini, e finse

TOR
miri gli
figlio,

~
mand
una
contro

536

di ritirarsi per paura. Toil

simUi ai torchi che

si

ado-

perano oggi.

parte di ma queste si soldatesche, abbandonarono alla crapula: avvinazzate, furono assalite dall'esercito

con

Toro

[taurus] il secondo dei dodici segni dello Zodiaco, il toro sotto le


cui sembianze apparve Gio-

cbe le distrusse ancbe il figlio di Tomiri. Questa, senza sbigottirsi


della strage ritirando
il

di Ciro, e uccise

ve quando rapi Europa,


che, per dio mut

e
il

riconoscenza,

neUa Costellazione
Ate-

re-

omonima. Tortura [tormenta]. In


ne

sto del suo esercito fra le

gole

dei

monti, trasse in
le

la tortura era adoperata come mezzo di prova con-

agguato
ciso

soldatesche
le

di

Ciro, ir quale rimase uc-

tro gli schiavi, quando erano accusati di qualche delitto,

con tutte
dice

schiere:

circa
Si

200,000 Persiani.

che

Tomiri
di

recie,

o quando si supponeva che potessero testimoniare contro, altri, perch, secondo il diritto ttico, non era permesso agli schiavi fare da testimoni.
Il torturatore
[pacraviorT'^?]

desse la

testa

Ciro

messala in un otre pieno


di sangue, gli dicesse:

Ora

saziati del sangue, del quale non ti sei mai satollato .

raccoglieva

Trchio
rato
o

[torclar]. Il torchio o strettoio e:ta adope-

deposizioni dei disgraziati e le proponeva al tribunale come mezzi di

le

anche dagli antichi, nella manifattura del vino


dell'olio.
si

prova, oppure, in alcuni casi determinati, senza

esso

Per mezzo di estraeva, con vio-

ulteriore procedimento giudiziario, definiva egli stesso


la questione, in qualit
di

lenta pressione, tutto il succo delle vinacce [pes vi-

rbitro

[SiatTTQTTQt;].
i

naccorum], dopo essere state pigiate coi piedi, e tutto l'oHo che rimaneva neUe

Contro
ra, se

cittadini

non

si

poteva adoperare

la tortudeli-

non in

seguito a

sanse [samsa], dopo che erano state acciaccate sotto la macina. Vi erano varie
'

berazione del popolo. Anche a Eoma, non essen-

do

specie di torchi: alcuni molto semplici e primitivi, altri

di deporre

permesso agli schiavi da testimoni, si

sottoponevano alla tortura,

537
per trar loro delle testimonianze. I cittadini liberi

TRA
[fabula tra-

Trabeta fbula
beta]
il

si

chiam a Boma,
si

non erano sottoposti aUa


tortura:

la fabula togata [v. Togata'},

soltanto
si

nell'et

cui

argomento

riferiva

imperiale

toporvi accusati di alto tradimento,


di venefcio, di male, ecc. e
i

cominci a sotcoloro che erano

ai cavalieri [traba ersh una toga ornata di strisce oriz-

zontali di porpora, che ado-

testimoni ritenuti per-

snae viles.

peravano i cavaUeri quando si presentavano al censore], a differenza della fbula


tabernaria
to
si
il

Strumenti di tortura erano ordinariamente: l'eculus, un cavalletto sul quale si


stiravano
al
i

cui argomen-

riferiva alla plebe \ta-

berna
Il

paziente
le

le

mani

piedi;

fidi-

bottega plebea]. che scrisse fabulae trabedtas fu Gaio Me-

primo

culaeytvLD da tortura; le lamnae, lmine di ferro

lisso,

dell'et

augusta.

Trachne

[Trachinis] antica

rovente
al

ctie si applicavano corpo del disgraziato. Un

citt della Tessaglia,

che

si

diceva fondata da Ercole,

ufficiale

va, per

mezzo

[quaestor] dirigedella tortura

sopra una pendice del monte Ota: in essa mori Ercole.

fex

data dal torturatore [carno tortor] l'esame, che

Dal coro, formato da donne di Trachine, prende


delle sette tra-

si cMamava quaestio per tormenta; le deposizioni del paziente venivano raccolte

nome una
gedie,

Le

biamo
gli

TracJinie, di Sofocle.

che ab-

in protocolli,

che

si

chia-

Trappto [traptum]. Anche

mavano

tabellae o

commento-

tarli quaestinis.

me
oriz-

antichi adoperarono, conoi, il frantoio per ace

Trbea [traba] era una


ga ornata
di
strisce

ciaccare le olive

mace-

zontali di porpora, che in origine era propria dei re


di

rarne la polpa, prima che fosse sottoposta all'azione


dello

strettoio

[tot-ciilar'].

Eoma,

e poi fu

usata
nelle
ca-

La

loro

forma era molto


quella
si

si-

dai

consoH

romani
dai
si

mile

dei

nostri

solenni
valieri

occasioni,

trappeti
quelli che

primitivi,

come

quando
al

vano

censore,

presentae dagli

usano ancora
dell'Italia

in

uguri.

alcuni paesi meridionale.

tbI

538

^^

Trsea Pto [Thrasa Paetus] marito della minore rria, fu senatore al tem-

morte dest
mirazione.

la generale am-

po dell'imperatore Kerone, legato da intima amicizia e da parentela al poeta Persio. Educato all'antica
severit

Trasbulo [Thrasiblus, pacpouXo?] uno dei comandanti della flotta ateniese a Samo che, insieme con
TrasUo, si adoper per abbattere il governo dei 400 in Atene, e rimettervi il par-

romana, non
di

tol-

lerava la crudelt

Ne-

rone, dal quale era tuttavia chiamato e tenuto in

democratico di cui ardente fautore.


tito

era

gran conto, per


virt,

la

sua alta

per questo, dal prendere parte aUe sedute del Senato e alle feste che si davano in onore dell'imperatore.
astenne,

si

Bandito dalla patria, quando, nel 404 av. Cristo, fu preposto in Atene il governo dei Trenta tiranni
Trenta tiranni'], si rea Tebe, donde, insieme con Archino, nyto e altri, organizz l'impresa
[v.

Anzi, non volle pi frequentare il teatro, per non essere costretto a vedere

un
l'i-

della liberazione
tria.

della pa-

imperatore romano
strione sulla scena.

fare

dei
di-

Abbattuto il governo Trenta nel 403 av.

Caduto per questo in


cusato da
personale,
egli

Cristo, ristabilitovi

un

go-

sgrazia dell'imperatore e ac-

un suo nemico

prio Marcello, fu condannato a morte

democratico, esort il popolo nell'assemblea a rimettere in vigore l'antica costituzione e a osservare

verno

dal Senato.

rigorosamente la giurata
amnista.

GU
ed

fu data facolt di sceil

gliere

modo

egli,

della morte, fattesi aprire le

Ma, non ostante questi


grandi meriti verso la
tria,

suoi

pa-

vene, con viso sereno, mori stoicamente nel 66 dopo


Cristo.

fu

abbandonato

da
forclie

alcuni capi del popolo, se per i continui vanti

Trasea Peto fu uno dei pi nobili caratteri e deUe pi severe figure che siano apparse nei torbidi tempi dell'impero romano; la sua

faceva

dell'opera

sua,

quando, nel 391 a v. Cristo, fu mandato con una flotta


nell'Ellesponto, pur aveado ripristinata l'autorit de-


gli

539

TEE

ateniesi a Bisanzio e a

Thso, fu accusato di essersi appropriato delle pubbliclie sostanze, e di aver


saccheggiate le citt
federate.

10 dall'assemblea formata dalla moltitudine presente. A costoro non fu veramente affidato


citt,
il

governo della
della

con-

ma

fu soltanto deferevi-

Una

notte,

menEodi,

rito

l'incarico

tre si dirigeva contro

sione delle leggi


tali

fondamen-

fu ucciso nella sua tenda dagli abitanti di Aspndos,


nella Pamflia, per vendetta delle soverchierie e sac-

Stato, per metin rispondenza delle mutate condizioni dei temdello terle

cheggi commessi dai nuovi


soldati.

Ma essi, che in gran parte avevano fatto parte del Consiglio dei Quattropi.

Trno
i

[0p^vo(;]

era,

presso

cento, sostenuti da
sidio di 700

un

pre-

Greci,

un inno

di dolore

uomini man-

accompagnato dal flauto, che si usava nei mortori e


nei banchetti funebri.

dati loro
il

da Sparta sotto

Trenodi
si

[0p7)voSoi] dicevan-

prezzolati

cantori

di

nnie

[Gp^vo? nenia funebre, wStj can-

funebri

di CaUibio, si assoggettarono tutti gli organi dello Stato, tolsero ogni pericolo di opposizione democratica e, distrut-

comando

ta l'antica libert, le sosti-

to],
il

che

accompagnavano
[ot

tuirono
roce.

un dispotismo
fra

fe-

corteo funebre.

]!^rotevoli,

quelli

Trenta tiranni

TpixovTa Tupavvoi] trenta personaggi di partito aristocratico che, nel 404 av. Cristo, su proposta di Dracntide,

che non ebbero alcun scrupolo in ogni sorta di crudelt, furono gli ultra-oligrchici
Cricle

e special-

mente

spregevole, sostenuto da Teramne, ressero l'amministrazione dello Stato in Atene, dopo che per opera di Lisandro ne erano state abbattute le mura,
alla

uomo

Orizia, filosofo, oratore, poeta, dotato di in-

gegno acuto, che era stato


discepolo di Socrate. Affidarono le magistrature

fine

della

Peloponneso. Di

guerra del essi, 10 fu-

a uomini del loro partito, chiamarono a far parte del Senato soltanto gli oligarchici,

e scelsero fra

loro,

rono eletti da Teramne, 10 dagli fori di Sparta,

pi

fidi gli

Undici, ma-

gistratura esecutiva dei de-

TBE
litti

540e.
manifesti,
clie

diven-

prima contro
teci,

ricchi me-

nero strumento pronto per ogni atto di arbitrio e di violenza, e nel porto del
Pireo, dove si annidava il focolare democratico, stabilirono

molti

dei

quaH,

fra
del-

cui Polemrco, fratello l'oratore Lisia, furono


e
i

tra-

scinati fuori dalle loro case

messi a morte, e
loro beni confiscati.

tutti
Cir-

una magistratura
formata da dieci
ufficiali.

di polizia

ca

1500

cittadini

furono

pubblici

uccisi senza

processo, con
inquisizione,

La potenza

del partito de-

un'apparente:
Stato.

abbattuta, perch soltanto 3000 cittadini, iscritti in

mocratico fu

e 5000 furono banditi daUo

un

catalogo,

Ma
cia,

questo eccesso di
tirannia

feroal-

conservarono

pieni diritti

dovuto specialmente
di Crizia e

di cittadinanza, gli altri furono tutti disarmati, e le

la

di

Cricle,

non

ebbe

lunga
ani-

loro

armi

l'Acrpoli. per tre talenti


vali

depositate sulFurono ceduti


i

durata, e trov subito

mi

cantieri na-

pronti alla ribellione, a capo dei quali stavano Tra-

perch fossero demoliti e, per distruggere ogni base dell'antica libert popolare,
si

Archino e Anito. del 403 av. Trasbulo occup Cristo,


sibulo.

Nell'inverno

pose sotto una


l'i-

Phyle, una fortezza di


fine e,

con-

sorveglianza severissima struzione letteraria, e

poco dopo, s'impagli

si

dron del Pireo. I Trenta


allora

imped che
lari

le classi

popo-

mossero
di
sul

contro

una

potessero procacciarsi cultura superiore.

con tutte
nel
Crizia

le loro, forze;

ma
e

demos
cadde

Munychia,

Il feroce Crizia,

non essendo
che,

campo,

riuscito

a trarre dalla sua

l'esercito dei tiranni rimase

parte

Teramne
il

pur
dei
agli

sconfitto.
Il

favorendo
Trenta,
eccessi
si

governo era opposto

giorno 12

del

mese

di

della loro

crudelt

[settembreottobre del 403 av. Cristo]

Boedromine

uccidere sotto l'accusa traditore della patria.


Spinti
dalla
i

e deUa loro ferocia, lo fece di


di

Trasbulo con
in Atene e
si

suoi rientr

rec

sull'A-

denaro,

Trenta

cupidigia si volsero

sacrpoli, per crifizio di ringraziamento

offrire

un

a Pllade Athna.


IVsviri [tresvri] era il nome che si dava, a Eoma,
a

541

quali

TR

la consacrazione dei templi, nei trionfi, nei funerali, ai

una commissione
[tres viri

di tre
tre uo-

uomini
dato

andavano spesso conpubblici


spettacoli.

giunti

mini], alla

un

quale era affipubblico incarico.

Trsviri tocorum publi-

corum persequendorum,

Sono da notarsi fra essi: Trsviri o triumviri agris dandis,


l'*

quali avevano l'incarico di

clie

avevano

esaminare quali tratti dell'* agro pubblico fossero


stati

l'incarico della divisione del-

sottratti

all'autorit

agro pubblico . Trsviri o triumviri co-

dello Stato o del

Comune.

loniae
quali
rico

deducendae,
era
affidato

ai

Trsviri mnsarii, quaU venivano nominati in tempo


di grave crisi economica, con l'incarico di fare da

l'inca-

di

condurre una co-

lonia.

pubblici banchieri e di prestar

Trsviri o triumviri capitales,


la

denaro,
dello

preso

dalle

quali avevano

casse

Stato,

per-

sorveglianza delle prigioni, rintracciavano i colpevoli


di

sone che dessero sufficiente


garanzia
di
solvibilit.
,

qualcbe delitto,
i

Trsviri monetles aeri

ed arrestavano

sospetti,

curavano le esecuzioni capitali cbe dovevano aver luogo in carcere e, durante l'et imperiale, bruciavano i libri condannati.
Inoltre esercitavano, in Eoma, l'ufficio di pubblica
sicurezza, soprattutto contro il pericolo d'incendio.

argento auro flando feriundo, incaricati di battere moneta, i quali venivano eletti, probabilmente, quando si coniavano nuove monete. Questa magistratura cess sotto Augusto.
tori

Trsviri noctumi, ispetdeUe guardie urbane

Trsviri epulnes, magistrati incaricati di ordinare e dirigere le epulae, banchetti

notturne, e della vigilanza contro il pericolo d'incendio.


i

Quando furono
capitles,
l'ufficio

istituiti
i

tresvri

quali

pubblici
feste

solenni

assunsero

di

pub-

che

Eomani imbandivano
religiose,

nelle

nel-

blica sicurezza, specialmente contro gl'incendi, i tresvri


nti.

l'assunzione dei magistrati alle cariche sacerdotali, nel-

noctumi furono

abo-

^^

TRI

542

sto,

Tresviri sacris conquirendis donisque persignandis, che avevano l'incarico di ricercare e restituire agli di le res sacrae smarrite in qualche circo-

per indicare l'estremo


si"

cimento,

frase res venit

adoperava la ad triaros.

Trib
trizie

[tribus].

Eoma

ebbe,

in origine, le tre trib padei

Bamnes,

Tities,
isti-

stanza straordinaria, come per esempio hello scoppio


di

Lucres. Servio Tullio


tu,

un

incendio.

seguendo la posizione topografica, 25 tribus rustcae

Tresviri o triumviri rei

e 4 tribus

urbdnae,

publicae

constituendae, titolo sotto il quale Antonio, Ott^j Viano e Lpido,

che

si

chiamavano: SubuCollina,

rdna, Usquilina, Palatina.


IsTel

dopo

di

essersi

procciata
si

241 av. Cristo, Eoma


inal-

un'apparenza collegarono insieme in un

di legalit,

era divisa in 35 trib, nu-

mero che rimase poi


terato.

nuovo triumvirato, per conservare nelle loro mani il


governo dell'impero. Tririi [triari] vecchi, provetti e valorosi soldati della

Tutte
se

le trib

erano
e

divi-

in

decurae,
vici

le urbane

anche in
le

compita,

rustiche in pagi. Dopo

legione

romana,

detti

la

riforma dei comizi


per la quale
si

cenclassi
in-

cosi perch occupavano in essa la terza linea, mentre


la

tufiati,

e trib

fusero tutte

prima linea ora formata

dagli iastti e la seconda dai princpes.

sieme, ogni trib aveva cinque centurae senirum e

cinque centurae
se patrizio

iunioriim.
fos-

I
le

triarii,

come ciascuna
la

del-

Ogni cittadino romano,


o
plebeo,
era

due altre Unee che


legione,

for-

non

mavano

erano

poteva appartenere a una


centuria, se

10 manipoli. Essi rappresentavano il cordistribuiti in

non

iscritto

po

di riserva

della

legio-

a una trib, la quale veniva determinata dal posto di


tavia

ne, stavano piegati sul ginocchio dietro gli Jiastdti,

abitazione di ciascuno; tutrimaneva l'iscritto

si

avanzavano
i

all'assal-

quando princpes non erano riusciti a por


fine alla battaglia:

to, solo

nella vecchia trib, anclie se trasferiva la sua dimora

nel

distretto

di

un'altra.
ri-

per que-

L'importanza

delle trib


mase sempre grandissima: esse formavano la base per
il

543
l'Elia
dici,
[v.

TEI
ivi],
i

cui giu-

EUsti, erano estratti

census,

per

l'imposta

di
la

guerra
leva

[dilectus],

[tributum], per e tutte

a sorte, per le singole cause, dai Tesmotti.

Le cause
merciali

militari

com-

insieme le trib
i

formavano

erano

cbe costituivano un'assemblea nacomita


tributa

da
ti

speciali

presiedute commissioni,

composte da cittadini esperin tali affari.


i

zionale,

investita

di

ogni

pieno e

supremo potere.
Greci. In Atene,
i

Presso

Eomani,

il

nome
ori-

Tribunali.
Presso
i

tribunal 'indicava,
gine,

in

una

piattaforma

reati pi gravi si

portavano

una tribuna quadrangolare


di pietra o di legno, nella

innanzi all'Areopago
ivi],

[vedi se riguardavano omi-

quale sedeva
giudicante.

il

magistrato

cidio volontario o gravi ferite

o incendio.

In
sangue era-

Altri delitti di

un

origine, vi fu in solo tribunal, situato

Eoma

no

giudicati

dal

Collegio
i

degli Efti [v. ivi],

quali

nel Comizio, ma poi ne furono costruiti altri, nei quali

avevano 4 tribunali diversi, secondo la natura del reato che si portava in giudizio:
il

pareccbi
giudizi.

pretori
le

tene-

vano contemporaneamente
i

Tutte

tribune

Palldio

per

l'omicidio

stavano

involontario; il Delfinio per l'omicidio dovuto a legit-

nel foro, a cielo scoperto, finch s'introdusse l'uso di tenere le sedute in apposite sale, nel caso di intemperie. Durante il regno, in cui

tima

difesa;

il

Pritaneo

per delitti il cui autore era sconosciuto o per gravi incidenti accaduti per
il

caso;

Eoma non aveva leggi scritte,

Fretto, presso per qualcbe caso

il

Pireo,

l'anmainistrazione della

speciale di natura diversa, e specialmente per l'assassinio

giustizia era affidata dal re al prefetto della citt

o a
i

commesso da
condannato
omicidio
Ije altre

cM

era stato

un giudice, scelto fra senatori. NeUe sentenze

all'esilio

per

giustificato.

minali

si

cause civili o critrattavano dal-

il condannato poteva appellarsi al popolo. Kel periodo della repubblica, in forza della leg-

capitali,

-TEI

544
cui
gli

g Aterma Tarpeia del 454 av. Cristo, ogni magistrato aveva il diritto di farsi
ubbidire,
e

aveva interesse lo

Stato;
giudieoindi

EdUi

crli,

cavano

nelle

che cause

poteva

inflig-

merciali e in questioni
polizia; Il Pretore

gere

ai

trasgressori

una

perare

multa che non doveva sui 3020 assi [v. Misure], sr che, in senso largo,

urbano

{praetor

iirbdnus], che risiedeva di solito a Eoma, donde non

ogni magistrato aveva una giurisdizione criminale ristretta nel

poteva assentarsi pi di 10 giorni, ed era il giudice


di tutte le cause civili della
citt.

campo

delle pro-

prie attribuzioni.

Ma

le

giurisdizioni vere e

Dapprima

vi

fu

un

solo

proprie in materia ziaria erano:


Il

giudi-

pretore; ma nel tempo della 1 guerra punica, per la

Senato

il

quale, sebbene
giurisdi-

moltitudine

delle

cause

non avesse una

per

il

zione diretta, dava consigli ai magistrati giudicanti e, in tempo di pericolo per


lo

forestieri

gran che vennero ad

numero

dei

abitare in

Eoma, fu
Pretore
il

creato

un

altro

[praetor
giudie

Stato, poteva sospendere tutte le leggi e giuriil

peregnnus],

quale

cava

le liti tra forestieri

sdizioni in vigore, e conferire

cittadini
fra loro.

tra

forestieri

consoli,

supremo potere ai come si ebbe in

Pi tardi, fu

accre-

sciuto
tori:

il

numero

dei pre-

occasione della congiura di


Catilina; I Comizi centuriati

nel 197, per la conquista della Spagna, dopo

tri-

buti,

che giudicarono le cause criminali di maggiore


fino
all'istitu-

quella della Sardegna e deiCorsica, vi furono 6 pretori, nel

tempo
8;

di Siila

se

importanza, zione delle quaestines per-

n'ebbero

Giulio

Cesare
12,

Cristo]: petuae [149 av. tribunali stabili, nei quali


ai sei pretori

ne cre 16, Augusto Kerone forse 18.


11

erano affidate le cause, durante l'anno

pretore entrato in carica, dopo aver prestato il giura-

del loro ufficio in citt; I Censori, cbe trattavano


le

mento, saliva sulla tribuna e pubblicava il suo lEdica tum, che veniva scritto
grossi caratteri rossi e neri

cause della propriet in

545
sopra una tavola intonacata [album'}. Le cause di libert e di
cittadinanza erano rinviate dai pretori a un collegio di
10
giudici,

uno sotto
sotto

TEI

I| praefecti praetorio fu-, rono due sotto Augusto,


Costantino,
il

Tiberio, quattro e avedei pre-

vano
Il

comando

decemviri

stli-

toriani.

tibus

iudicandis

[stlitis
lis};

forma arcaica di
le

quel-

to

praefectus urbi, istituifin dal tempo dei re,

cb,e

riguardano la pro-

priet

romana

l'eredit

devolute al collegio dei Centumviri formato da 105 e, pi tardi, da 180


erano
magistrati, presieduto da coloro che erano stati questori e,

aveva avuto, durante la repubblica, altri poteri. giudizio in ultima istanza

contro le sentenze dei governatori deUe province era dato dai giudici urbani.

Secondo l'antica
ne,
il

istituzio-

dai

da Augusto in Decmviri sopra


collegio

poi, in-

magistrato non
il

trat-

tava

processo dal princi-

dicati.

pio alla fine,

ma

lo intro-

Questo
indicare
di

teneva
foro
e,

le

adunanze

nel

duceva soltanto, lasciando poi al iudex che inquirisse

che

si

occupava

questioni circa la propriet, una lancia [Jiasta]


era fssa davanti al tribunale.

Le

e decidesse in proposito. parti, cio l'accusatore


[actor, petitor}

e l'accusato

[reus}, fin dai

stizia era

Kelle citt italiche, la giuamministrata dai


e

chi, si stessi a

tempi antipresentavano essi


discutere
la

loro

Duumviri
viri; nelle

dai

Quatuor-

causa, ma pi introdotto l'uso

tardi
di

fu

farsi

province, dai go-

rappresentare
tres,
i

dai proeura-

vernatori..

quali

trattavano
li-

Durante l'impero, il giudice supremo era l'imperatore,


il quale lasci esistere anche i consoli e i pretori con autorit molto limi-

la questione delle parti

tiganti, e ne curavano gl'interessi nei giudizi.

processo si teneva sempre in pubblico e oralmente;


Il
i

tata,
<ici

ma
di

istitu,

come

giui

ultima istanza,

giorni in cui si potevano trattare le cause erano detti

Vraefecti^ praetorio e il prae-

dies

fasti,

perch

sol-

fectus urbi.
35 -_

tanto in
e leggende.

essi al

pretore era

Stano, Dizionario di miti

TEI

546
[fccs']

permesso
Dieo,
ius,

di pronun

tenza:

ziare le parole solenni

Do,

l'accusato

parit di voti era assolto.

Addico
litem]

[iudicum,
la

Le pene che
si

per

tratta-

zione della causa.


IsTelle

ti

ordinariamente infliggevano ai condannaerano: la multa [multai


l'esilio

nei

province, le sedute tribunali si teneva-

la perdita dei diritti

civili

[infamia],
to

[interdic-

no, di solito, nell'inverno o in periodo in cui non si era in armi. Il giorno in cui era fissato il processo,
si

aguae et ignis], a cui era aggiunta la confsca dei beni posseduti in Eoma. Tribuni della plebe [trMni
plebis]
tuiti

costituiva
di

una commis

sione
se
il

iudces,
il

quali
finiva

Eoma,

magistrati istinel 494 ay,

prestavano
il

giuramento;

processo

non
si

Cristo, dopo la prima cessione, a difesa dei

se-

ple-

primo giorno, dava ai giorni

riman-

bei
dei

contro
patrizi

le

oppressioni

dei
essi

consoli.

seguenti
indi
il

finch

non
le

Da

fossero esaurite

principio

furono

tutte

pratiche;

'fi

magistrato che presiedeva al giudizio invitava i iudces a votare. Se la vota-

due, poi cinque e, av. Cristo, furono

nel 457

portati

dieci.

In

ro che

origine, essi non ebbeil diritto dil'auxi-

faceva a viva voce, ogni giudice poteva esprizione


si

Uum,
i

mere uno
dizi:

di proteggere e di opporsi alle plebei

cio

dei seguenti giu-

decisioni,
i

che

il

Senato

absolvo,

condemno,
;

magistrati prendevano
questo
diritto

non Uquet [non chiaro]


se
si

contro le singole persone.

votava a scrutnio

se-

Da

scatuii

greto, ciascuno riceveva una scheda, sulla quale era se-

ben presto

gnata, da una facciata, la


lettera
l'altra

A
la
e,

quello di opporsi a ogni legge amministrativa atto dei magistrati,


e a

[absolvo],

dal[con-

qualunque proposta
essere

che

lettera

dovesse
ai comizi.

presentata

demno}
tarla

prima

di deposi-

nell'urna, cancellava delle due lettere quella che

Kel Senato
pio,
diritto,

essi, sul princi-

non ebbero

nessuno

credeva.

La

maggioranza

ma

poi ottennero

dei voti decideva della sen-

di poter assistere alle

sue

547
sedute
terlo
e,

TRI
il

pi tardi, di po-

perfino convocare e farTi la loro relazione. Al diritto di convocare e presiedere le


lari,

terreno deUa legge e divennero sfrenati demagoghi, minacciarono lo Stato


di gravi
pericoli.
il

Siila

li-

adunanze popoche ebbero fin da


si

mit di molto
tribuni;

ma

potere dei dopo la sua


su-

principio, tardi quello


i

di

aggiunse pi convocare

morte
bito
i

ricominciarono
tentativi,

comizi tributi e di averinflig-

per ridonare ai tribuni la potenza

ne la presidenza, di

primitiva.
le

Pompeo

e Cras-

gere multe a cbi non obbedisse ai loro ordini, e di arrestare cittadini e perfino

loro mire poliso, per restituirono ai triticbe,

magistrati.

I tribuni

pubblicavano ogni

buni tutte le loro antiche attribuzioni, e d'allora essi non ebbero pi limite
loro sfrenata prepotenza e tirannica demagogia. KeU'et imperiale, nanella

anno
li,

loro edicta, nei qua-

probabilmente, indicava-

no in quali casi avrebbero prestato Vaiixilum e altre


cose simili.
II

turalmente, il loro potere fu di molto indebolito: essi

tribunato era accessibile


ai

pufcli fossero stati liberi: non era


plebei,

soltanto

determinata
di solito

l'et,

sebbene
si

al

tribunato
la

facesse

precedere
e l'edint

que.

perderono la primitiva potenza, ma al contrario fu loro afidata la cura dei fuludi augustles,- che rono istituiti dall'imperatore Tiberio, in onore di

stura

plebea.

Augusto, e dichiarati festa


annuale.

La prima elezione dei tribuni si ebbe sul Monte Sacro, nel 494 av. Cristo;
dopo la
471 av.
luogo
Il

Tribuni dell'erario [tribuni aerarli] si chiamavano a

hx

FubliUa, nel
essa

Eoma,

fin dai

Cristo,

ebbe

nei

comizi

tributi.

chi, l'incarico di riscuotere i tri-

coloro

che

tempi antiavevano

potere tribunicio produsse da principio efletti salutari, percb fren la

buti e pagare con essi lo

stipendum ai soldati.

Quando
ri, i

l'incarico

deUo

sti-

prepotenza dei consoli, del Senato e dei patrizi; ma

pendum pass
forse

ai

questoquestori

tribuni aerarvi furono

quando

essi

abbandonarono

aggiunti

ai

Tei

548
ufficiali di finanza,

come

ze politiche. I tribuni mi.


litari

seguivano rono di esistere dopo Giulio

l'esercito. Cessa-

non avevano
della

diritto

al trionfo.

Cesare.
[tribuni mi-

Tribuno

cavalleria

Tribuni militari
ltum]

romano,

erano, nell'esercito i veri comandanti

[tribiinus celrum] comandante della cavalleria nel

della legione, la

aveva si clie si davano nel comando, in modo elle due di essi lo conservavano due mesi, tenendolo un giorno per uno.
Cosi, in

quale ne avvicen-

periodo della monarcliia, il quale stava a fianco del


re e talvolta lo rappresentava. Egli rimaneva in carica fino alla

morte

del

re,

percb, il successore al trono se ne sceglieva un altro.

un anno, ogni

tri-

Caduta

la

monarchia
cess,

que-

buno militare veniva cLiamato due volte a sostenere


il

sta carica

e fu poi
'

comando, alternandosi per due mesi col suo cole

ripristinata dall'imperatore Augusto, il quale la desti-

lega, servizio

a prestare quindi
in

campagna

d'e-

n a uffici religiosi. Tributi [tributa, vectigala], V. Imposte.


Triclnio
sala
letti
i

state, e nell'accampamento d'inverno.

[triclinium]

la

da
o

pranzo
divani,

con
sui

tre

Distintivo
"

del

un
nel

anello

d'oro:

grado era avevano


spe-

quali

commensali

giacevano

campo una guardia

sdraiati,

ciale.

stando a mensa; questa aveva libero uno dei


quattro
lati,

Tribuni militari con potest consolare [tribuni

percb
i

potes-

sero servirsi

commensali.
i

cum potestate conerano magistrati insulri] vestiti dell'autorit dei conmiltum


toltane la censura, i quali furono istituiti nel 444 av. Cristo, quando i
soli,

In ogni divano, potevano


sdraiarsi tre commensali,

quali erano distesi in modo da tenere il gomito sinistro

appoggiato aUa sponda


la

del-

mensa e

il

braccio destro
il cil)0.
cosi

plebei domandarono di essere eleggibili ancKe al consolato.

libero per prendere

I
dei

commensali
tre divani.

erano
Il

Furono prima
sei,

tre,

nove, cio tre per ciascuno


primo

poi quattro,

e perfino

otto, secondo le circostan-

divano a

sinistra, guardan-

549
do, si
lo

TEI

cMamava
cio

imus; quell'al-

prendevano
seduti.

il

pasto stando

di

mezzo medius,
quello
elle

tro,

era

a destra, guardando, cManiavasi summus.

fra
la

Quando il pranzo si teneva i membri deUa famiglia,


moglie sedeva ai piedi
lectus,
i

In ciascun divano poi, il primo posto a sinistra di

del

fanciulli

se-

devano

sopra

sedie

spe-

Lectus medius

V3

TRI
Idris,

550
collegate
l'zpsXc,

perch, se fra i commensali vi era un console, Si poneva ivi a giacere. Il

da intimo
tre,

Xyo?

nesso
trat-

tazione
cui,

drammatica],

con
ogni
pre-

posto

successivo, segnato col numero 7, cio il locus

da JEschilo in poi, poeta che aspirasse al

summus
era
di

del
solito

lectus
il

imus, posto del


clie

mio, concorreva nelle gare drammatiche che si tene-

padrone

di casa

invi-

vano in Atene
di Dioniso.

nelle feste

tava a pranzo. Secondo per

il

Guhl

Alle tre tragedie che forma-

Koner, Vita dei Romani, il posto di onore nel triclinio


sarebbe quello segnato con

vano

la

trilogia

si

agsa-

giungeva un dramma

n numero
medus del

5,

cio

il

locus

tiresco, si che, al concorso per tali gare drammatiche,


si

lectus

percb, come

riferisce

medus, Ora-

presentava una tetra.

loga

ottava del II libro, ivi avrebbe preso posto Mecenate nel famoso banchetto offerto da Kasizio nella Satira

Delle trilogie attiche, una sola ce n' giunta completa,

formata
Ghofore, schilo.
Il

da>W Agamennone,

Le JEumnidi

di

dino.

Tridnte
scettro

[Tridens] era lo tre punte \tres

gica,

nesso della trilogia tramentre intimo nelle

dentes] che portava ISTettuno,- per indicare il triplice potere che aveva sul mare:

reggerlo, agitarlo, chetarlo. Si diceva fabbricato dai


Ciclopi, i quali lo diedero a IsTettno nella guerra

di EschUo, clie sono cos strettamente collegate nella loro unit di soggetto da potersi con-

tragedie

siderare

come

tre

grandi
di

momenti
un'unica

dello sviluppo

contro
presso

Titni.
[TpiTjpapxta] era, Greci, una delle

non

vasta tragedia, cosi stretto nelle tri-

Trierarcha
i

logie posteriori, nelle quali, pur essendo uno il vasto

liturgie,

che consisteva nele

l'allestimento

nell'arma-

na

soggetto dominante, ciascudelle tre tragedie pu

mento
Triloga

di

una trirme. [Ved.

Liturgie].

reggersi indipendentemente dalle altre.

l'insieme

[TptXoyia] dicevasi di tre tragedie,

Trionfo

Eoma,

[triumphus] il solenne

era,

ricevi-

..,.53

551

la

TEI

mento

il

sontuoso

in-

gresso in citt del generale in capo, vincitore. Quando il Senato, in seguito aU'e-

Seguiva poi finalmente, su grandiosa quadriga, il trionfatore, preceduto dai cantori, musici e talvolta

same che
elle
il

il

questore fa-

da
toga

buffoni.
piota o

Ornato
della

della

ceva dei titoli del generale

tunica

cMedeva il trionfo, dava


i

consenso e concedeva
necessari,
la
le

palmata, era ritto sul carro trionfale, e portava in

fondi

piazze

mano un ramo
l'aquila

di

alloro

e le strade

per cui

doveva
si

e lo scettro di avorio con

passare

processione

paravano a festa, i templi erano aperti, dagli altari coronati si levavano nubi d'incenso incontro al vincitore, la foUa giubilante
ripeteva
di {ilo
il

un

in. cima; dietro, servus pubUcus teneva sollevata su la testa del-

corona triumpTidL'esercito, sotto il comando dei legati e dei


l'eroe la
lis.

grido

trionfale

tribuni,

cMudeva
il

la

lunga
nel

triumphe . Il Senato, la magistratura e una rappresentanza della cittadinanza ricevevano alla

processione.

Giunto

Campidoglio,

trionfatore

deponeva l'aurea corona nel

citore:

porta triumpMlis il vinautorit aprile


'

grembo di Giove Capitolino, compiva i suovetauriUa


d'uso [sacrifcio cio di
maiale,
di

un
di

vano
tre
i

la processione,
littori
il

mendai

una pecora,
e con

aprivano passo tra la folla; seguivano poi i tubcmes [trombettieri]; quindi, in


due lati
fila,

un

toro],
la

un ban-

chetto

pubblico si cbiufesta solenne di quel giorno. Qualcbe volta

deva
il

lunga
al

le spoglie tolte

trionfo

durava oltre

il

nemico, d'arte, vasi preziosi, gioieUi, ornamenti di oro e di argento,


portati sopra carri o bare, indi i re, principi, nobili
incatenati,
il

tesori

termine fissato di un giorno: cos il trionfo di SiUa dur

due

giorni,

quello

di

Paolo Emilio [il vincitore di Perseo] dur tre giorni.

sacrifcio,

poi i tori per ornati a festa

Una forma minore


fo

di trion-

con le corna indorate, accompagnati dai sacerdoti


e
e dai vittimarli.

r ovazine [ovato}: premio concesso dal Senato al generale le cui


era
vittorie

non

sembravano

xv-^

TRI

552
di dei

gli l'onore del trionfo.

tanto grandiose da meritarKelil

rematori

in

ciascune

due

fanclii della

nave

l'ovazone,

generale faceva l'ingresso in citt, anticamente a piedi e pi

[V. Nave].

Tritne
marino,

[Triton, I, 333] die figlio di Poseidone

a cavallo, ed era vestito della toga praetexta e coronato di mirto.


tardi

e di Amftrite, abita col dre e con la madre in

pa-

Trini [Trines, H, 171] sono i bnoi da trebbiare [tero, trivi = triturare]: con tal

palazzo d'oro, edificato fondo del mare.


Si

nel

credeva che
Tritoni,

esistesserc
raffigurati

molti

nome erano

indicate le Co-

,1'

stellazioni deUe due Orse, percb le 7 steUe di ciascuna di esse, sono disposte in modo da dare l'immagine di buoi aggiogati.

met uomini e met pesci; se avevano poi le due gam-

be anteriori di cavallo, chiamavano Centauro -tritni.

si

Avevano
la

il

corpo

squa-

Tripode

[Tpt7cou<;]

era

uno
{xpzXc,

moso,
le

bocca larga e mu-

sgabello a tre piedi

nita di denti felini; le mani,

piede], sul la Pzia di Delfo sequale deva nel dare gli oracoli:
tre, Tco?

come

dita, le unghie ruvide la superfcie delle con-

esso era collocato all'imboc'

chiglie marine, e la parte inferiore del corpo termi-

catura di una caverna, don-

de emanavano forti esalacbe, invadendo la sacerdotessa, le comunicazioni

nante in una coda di delfino. Portavano un cerne


di conchiglia, nel quale

da-

vano l'ispirazione delle cose future. Sul modello del tripode


di Delfo, se
altri

vano fiato, per calmare onde dopo il comando


Poseidone.

1(

di

ne costruiceri-

Tritnia [Tritonia,
II,

Tritonis.

rono poi

per le

783]

appellativo
[v.

di

monie del culto: alcuni avevano i piedi sodi, altri si


sostenevano
.

PUade Athna
detta cosi
dal

ivi},

su verghe

di

ferro, o avevano un altare sul quale si immolavano le

fiume Tritne che sbocca nel lagc Copide in Beozia, dove era

una antica sede


della dea.

del cultc

vittime.

Trirme
aveva

[trirmis] nave che tre file di banchi

Tritoniaea
384]
il

flauto,

[harundo, VI| che sarebbe

553
stato inventato

TUO

da Pllade

Tritnia.

di Elusi, e di Metanra, si ritiene inventore dell'ara-

Tritonaca [palus,

il

XV,

385]

lago della Tracia, le cui


l'efficacia di

tro e dell'agricoltura, perch a Dmetra affid i pri-

acque avevano
vi si tuffasse

mi semi

trasformare in uccello chi

nove

volte.

coltura, con diffonderla.

e l'arte dell'agril'incarico di

Trifoptori tre padri


Ttax'^p

[-rpiTOTtTopsi;] *

Eecatosi sul cocchio alato


tirato
gli

[Tpsi?

tre, le

padre], erano

da due serpenti che aveva offerto la dea,

divinit

delle trittye attigli antichissimi

che

[v. ivi]:

Discuri in Atene, figli di Zeus e di Persfone. I loro

traversando gran parte dell'Europa e dell'Asia, giunse nella Scizia, presso il re Lineo. Ma questi, per invidia del gran dono ch'egli recava agli uomini, propose
di

nomi erano
hulus,

Zagrus, Eu

Dinysos

o,

se-

condo

altri, Britomrtes, Hyes, Euhulus ed erano

ucciderlo

mentre

dor-

considerati
del

come

dmoni

vento vivificante e come


primigeni della crea[TpiTTua]
[per ariete e

miva. Dmetra allora converse Lineo in lince, e fece rimontare Trittlemo sul
cocchio.

esseri

zione.

Trvia
erano
di
lo

Trittia

tre

[Triva, II, 416] Diana, cos detta perch


la

ammali maschi
differente
toro,

specie

notte

passeggia

per

pi un
maiale],

trivii.

[V. Artemide],

un

un

che

si

offrivano in
sacrificio.
si

un mei

Trofo [tropaeum] era il segno di vittoria, che il vincitore innalzava sul posto

desimo

Fra

Eo-

mani

dicevano
[V. ivi].

suove-

taurilia.

Trttico [TpiTCTuxa] nn libro di note, composto di tre tavolette

nemico era stato vinto o messo in fuga. Era formato da un tronco


dove
il

tre, TTTu^ Ixpzlc, piegatura], connesse in-

di albero [raramente

il

tro-

feo era di pietra o di bronzo], a cui si appendeva

sieme, in

modo che

si

tevano
l'altra.

piegare

l'una

posu

Un'armatura
tronco
era

completa:
rivestito

il

dalla

Trittlemo [Triptolmus, V,
646-661] figUo di Cleo, re

l'asta,

corazza, in cima pendevano l'elmo e lo scudo,


e
si

ammucchiavano

ai pie-

TRO
di

554
armi e oggetti presi
i

al

nemico. Presso i Greci

trofei

non

a sud-est delle citt, s trovava l'acrpoli chiamati Fergmum, su cui sorge

avevano

il

carattere stabile

va
i

e dm'aturo, die ebbero in-

tempio di PUade palazzi di Priamo, di Et


il

vece presso i Eomani. I Eiomani preferivano


gere,

tore, di Pride.
eri-

Le porte Scaeae metteva


no neUa pianura
stra, e tuno e
stessi
si

come

trofei,

monu-

sini

menti cbe rappresentavano


in bassorilievi le gesta degli
eserciti e dei condottieri.

diceva che
avessero
le

ISet-

ApoUo

ess:

costruito

mura

Ma
la

nel

bassorilievo,

oltre

forma del trofeo greco,

inghirlandate di torri. Trois fu distrutta dai Greci, se

erano ritratti prigionieri incatenati e oggetti di ogni specie tolti al nemico. Trofei siffatti erano riprodotti sn archi trionfali, su medaglie, su armi, in rilievo.

condo la tradizione, n 1180 o nel 1184 av. Cristo dopo la famosa guerra
[guerra
di

Troia],

durata

10 anni.

Troiana guerra, V.
di

Guerre

Trofnio
tello di

[Trophonus]
nel

fra-

Troia.

Agamde, ebbe un
bosco
era
di

Tro

[Tros] figlio di Erittil

oracolo

Le-

badia,
[V.

dove

sepolto,

nio, diede alla citt,

nome

Troia

che prima,

da

Agamede]. Trogloditi [Troglodytae,


TpcoyXoSuTai] abitatori delle eaverne [Tpo'^Xri caverna,

Bardano,
dnia.

si

chiamava

Dar-

Tuba

[tuba, I, 98] strumento

Sco abito in fondo] appartenevano a un livello molto basso della civilt; si diceva cbe abitassero in Libia e nel Caucaso.

a fiato di metallo, di forma diritta, che dava un suono

Tria

[Troia] era la capitale della Trade, situata nella


si

profondo e squillante. La tuba si adoperava nell'esercito per la fanteria lituus, strumento anch'esso a fiato di metallo, ma di

[il

forma ricurva,
rava per

si

adope-

pianura che
falde del

estende alle
da, tra
il

monte

corso del fiume

Scamndro
innalzava

la cavalleria], nei nei funerali e negli sacrifizi, spettacoli solenni.

e del suo affluente Simonta.

Tubilstrio
era la festa

Sul colle che

si

[tubilustrum] della benedi-


zione
delle

555

mondo
conosciuto,

TUN

tromba]

clie s

trombe [tuba usavano

Gli antichi la ritenevano la

terra pi settentrionale del

nei sacrifci. Si celebrava il 5 giorno delle Quingudtrus


[v.

ma

pare

non ne abbiano avuta una


nozione precisa. Gli scrittori
posteriori la identificarono

Quinquatrus], in onore

di

PUade Atbna,

nell'a-

trio dei calzolai

[atrum su-

con l'Islanda,
dierna
gia,
altri,

altri

tonum}, perch le trombe, che si consideravano indispensabili nei sacrifci, nelle cerimonie funebri ecc., era-

Thle della
la

con l'oNorve-

meo, che
l'antica

seguendo Tolopose pi a sud,


di

credettero

riconoscere
nella

no sacre alla dea.


festa

In questa

Tuie

mag-

avevano parte printrombettieri.


era

giore del gruppo delle isole

cipale i

Tcia

[Tuca]

una ve-

Tnica

Shetland, oggi Mainland. [tunica] veste comu-

quale, accusata falsamente di incesto, preg la dea Vesta che, a prova deUa sua innocenza, le fastale, la

ne dei Eomani, che si indossava immediatamente sulla pelle. In principio era senza
maniche, poi fu provveduta di maniche, che per non giungevano fino al gomito: era il vestito vero e proprio che il Eomano indossava in casa e durante il
lavoro.

cesse portare ai suoi altari, in un vaglio, l'acqua del tinta in esso.


t
la

Tevere ch'essa avrebbe atLa dea ascolpreghiera


e
della

ve-

stale,

questa, presa nel

vagho l'acqua del Tevere, la port in esso al tempio di Vesta; e cosi fu provata la sua innocenza. Tie [Thule, ouXt]] isola del mare settentrionale, a
giorni di viaggio dalle Orca di, gruppo di isole al
sei

Generalmente, non era mol[le tuniche pi amche scendevano fino ai pie


to lunga
piedi, tuncae taldres,

era-

no ritenute indecorose per


gli

nord
polare

della

Britannia:
sino
al
il

si

uomini], e si stringeva il petto con una cintura [cngulum']. Talvolta sotto la tunica propriamensotto
te detta, si indossava una sotto -tunica [subuGula'], pi
stretta e aderente al corpo: simile quindi alle nostre

estendeva
e,

circolo

per

cUma, aveva produzione di


di piante.

rigore del scarsissima

ammali

camicie.

TUE,

556
le

In principio
anche di
I
lino.

tuniclie

si

vi condussero

una

colonia

tessevano di lana, pi tardi


Senatori

sotto

il

sostenne
la

nome di Coptae; poi un assalto di

portavano

tunica latielava, detta codalla larga striscia di si

porpora
elavus

[latus

largo,

Pompeo, e pi tardi divenne municipio romano. In seguito and decadendo, non si sa come, fino a scomparire del tutto.

striscia

di

por-

pora]
tunica,

elle,

intessnta

suUa

Turno

scendeva snl davanti, dal coUo fino alla cintola. I cavalieri avevano invece Vangustus elavus, che consisteva in. dne strisce di porpora pi strette, intessute sulla tunica.

[Turnus, XIV, 451] re dei Etuli in Arda. Fu il


avversario
di

principale

Enea, al quale Latino promise in isposa la figlia


Lavinia,
gi

promessa

Turno.

Turi

[Thuri, optot]
la

si

cMacosta

In un combattimento no fu ucciso da Enea.

Tur-

m
della

citt

sulla

Tus

[tus

Lucania, poco lungi paese dei Bruzi [l'odierna Calabria] che i cit-' tadini di Sbari, fondarono
dal

che anche

thus] l'incenso gli antichi offri-

vano

nelle

cerimonie

del

culto e nei sacrifci:

si spar-

geva nel fuoco

dell'ara, su

poco lungi dalla citt patria, nel 443 av. Cristo, dopo
che essa, in una guerra con Cotrone [510 av. Cristo], fu completamente distrutta.
Sibariti,
si

un

braciere

acceso,

si

bruciava in

un

incensiere.

Tutla
diritto

[tutla] dicevasi il e l'obbligo di pro-

Ai discendenti dei
esuli

teggere e rappresentare persone che, per et o per altre


ragioni,

e raminghi,

aggiunsero

molti

Ate-

niesi, fra i quali il

grande
co-

avevano bisogno di protezione. Essa si riferiva ai minorenni e alle donne.

storico Erodoto.

La

tutela

dei

minorenni
poteva
del

Sotto
ri

la

democratica

[tutla

pupillris']

stituzione di Charonda, Tu-

aversi: per

testamento

raggiunse grande

flori-

dezza; fu distrutta da Annibale nella 2 guerra punica [204 av. Cristo]; nel

padre {testamento patris], com'era stato stabilito anche dalle SII Tavole; per
legge
[tutla legitima'}, per la quale si dava per tutore

194 av.

Cristo

Eomani

557
ai

TTJT

minorenni
il

il

parente pi

tore colpevole

era

colpito

vicino, se

padre era morto senza nominarne uno; per


disposizione del pretore e dei tribuni della plebe [tutela

aW infamia.
La
tela

tutela delle

donne

[tu-

mulibris] riguardava,

dativa},

quando

non

oltre le minorenni, le donne nubili o vedove, ad ecce-

v'era

n un tutore testamentario, n un prossimo


del

zione,

naturalmente,

delle

VestK.

Quando
del

nel testale

parente. L?autort

mento,
tutore
si

padre per

estendeva soltanto sulle sostanze del pupillo, mentre l'educazione di costui spet-

nubili, o del marito per le maritate, non era assegnato

un tutore, o non era data facolt di sceglierselo da s,


la

tava alla
renti.

madre o

ai pa-

tutela

era

affidata

al

Se

il

cora

pupillo non aveva ansette anni, il tutore


l'assoluta

parente pi vicino; in mancanza di parenti, il tutore

veniva
torit.

assegnato

dall'au-

aveva

amminieserclie

strazione
[gesto];

del

patrimonio

L'amministrazione delle sostanze per non spett mai


alla donna, al tutore, la quale dipendeva, in certi

altrimenti
la

citava

auctontas,

ma

consisteva

ne

delle

nell'approvaziodichiarazioni di

casi,

daWauctoritas tuto-

espresse dal pupillo, come in una vendita, in un'obbligazione, in un

volont

contratto ecc. Contro la disonest del tu-

non poteva compiere certi atti legali senza il consenso del tutore. Molto simile alla tutla
ris,

in quanto

era

la

poteva rivolgere VacGusato suspecti, gi ammessa dalle XII Tavole,


per ottenere la rimozione
di

tore

si

rato],

tanto

cura [cura o cuche si riferiva solai mentecatti e ai

dissipatori: soltanto

non poVaucto-

teva
rtas,

aver
e
il

luogo
curtor

un tutore cbe non ademai

aveva

pisse
l'acto

suoi

obblighi,

l'assoluta

amministrazione

tutlae,

che condu-

delle sostanze.

ceva, dopo la resa dei conti del tutore, all'obbhgo deUa restituzione e al ri-

Importante era la cura dei minori [cura minorum}, disciplinata


toria,

dalla

lex

Flaepr-

sarcimento di danni.

Il tu-

la

quale,

per

TUT
teggere
i

558
minres, cio
i

gio-

vani inferiori ai 25 anni, stabiliva che essi non potessero conchindere affari
legalmente validi,
se

raccolti

conservatrice dei frutti gi dal campo. Ave-

va un altare su l'Aventino, ma non aveva nessun tempio, perch poteva invocata soltanto
libera.
essere
all'aria

non

col consiglio di un curatore, domandato al pretore e

concesso da questo.

Tyehe
divini-

['0)^7]]

la

dea greca
[V.
For-

Tutelna
t

[Tutelina]

della

fortuna.

romana,

protettrice

tunal.

U
Udo
[Udaeus] uno dei cinque uomini armati [gli altri erano Ecbione, Ctnio, Plor, Ipernore], cbe nacquero dalla terra, quando Cadmo, costruita Tebe, dop avere ucciso il drago che custodiva la fonte di Are, ne dissemin i denti.
[V.
agli di
[SiScrcrofxai.

sono

adirato].

Da
rito,

giovinetto

egli

fu

fe-

aUa

caccia, da un

cin-

ghiale.

'

Quando Ulisse, indotto decise Agamennone,


prendere

da
di

parte alla guerra

Cadmo],

di Troia, ove guid i Cefallenii, Telemaco era an-

Ulisse

[TJlixes, XIII, 123381] re d'taca, jaglio di Laerte e di Anticla; ebbe in moglie Penlope, figlia

cora bambino.

morte di Achille, le armi dell'eroe, in contesa con Aiace Tela-

Dopo

la

guadagn
mnio:

figlio

da cui ebbe il Telemaco. Il nome 'OSucrcjsijt; gli sarebbe stadi Icrio,

egli
il

era

pure

nel

campo
sigli
i

personaggio

cipale per

prini cui accorti con-

imposto dall'avo AutHco, padre di Anticla,


to
Il

ed energica operosit Greci riuscirono a pren-

suo nome fu interpretato per colui che adirato contro i Proci o, in senso

dere Troia.

Dopo la caduta deUa citt, incominci le sue famose


peregrinazioni,

passivo colui che

in ira

prima

di

559
giungere a Itaca: dai venti
fu gettato prima nel paese dei Oconi [Tracia], poi in quello dei Lotphagi [Libia], indi in quello dei Ci-

ULI

Indi, per consiglio di Pllade, egli va aU'isola dei

Teci,

Seteria

[Corf],

Condotto da Kauscaa, fgUa


di quel re Alcinoo,
colto ospitalmente
gia.

ac-

clopi

[Sicilia],

ove

entr

neUa reg-

con dodici compagni neUa caverna di Polii mo [figlio di lITettuno]: questi divor
sei

Quivi racconta le sue avventure e poi, con ric-

compagni,

ma Ulisse riuac-

sci

ad ubbriacarlo, ad

cecarlo e a uscire

con loro dall'antro, avviticcbiato


il

sotto

ventre delle pecore


al

che andavano

pascolo.

chi doni, ricondotto dai Feci a taca. Ivi trova i Proci che hanno invasa la sua reggia, dissipano le sue sostanze e aspirano alla mano di Penlope; fattosi conoscere dal

paese dei Lestrgoni, popoli antropfagi, indi nell'isola

Giunge poi nel

di

Ea

maga Circe; scende neU'rebo, poi va aU'isola


presso la
delle

U quale a PUo e a viaggio Sparta per avere notizie del padre tornato a Itaca, sconosciuto agU altri vince

figUo

Telemaco,

dopo un

Sirne,

traversa

lo

la

stretto tra Scilla e Cariddi


e

giunge

all'isola Trincria

prova deU'arco, imposta da Penelope ai Proci come condizione deUe sue nozze,

favolosa, secondo alcuni la Sicilia], dove i suoi


[isola

fa

compagni, stretti daUa fame, amimazzano i buoi pi belli deUe sacre mandre di HUos. Giove allora, quando essi si rimettono in mare, sconla nave con un fulquassa

poi uccide tutti i Proci e si riconoscere quindi da Penelope e dal vecchio padre Laerte.

Secondo una leggenda posteriore, da Ulisse e da Circe era nato Telgono, U quale era venuto a taca
in cerca del padre, e s'era dato a saccheggiare U paese

mine
tutti,

li

fa

naufragare
Tllsse

eccetto

che,

per procurarsi

afferratosi

ad una

trave,

ma

assalito

da vivere; da Uhsse e da

nuota fino aU'isola di Ogigia [forse Malta],

dove abita

Oalipso, figlia di Atlante, con la quale dimora 7 anni.

Telemaco, egU uccise il padre e ne port il cadavere aU'isola di Ea. Telgono avrebbe poi sposata Pene-

IILI

560

lope, da cui sarebbe nato talo [fondatore di Tscolo e di Prenste]; Telemaco

suoi ulivi: per ogni albero

in pi che

si

abbattesse
la

era

avrebbe poi presa per moglie Circe e generato Latino.

comminata dramme.
L'ulivo
era

multa

di 200

ritenuto

sim-

bolo

della

pace,

coloro

Ulivo [ola] trapiantato probabilmente daUa Siria in Grecia, fu tenuto, anche presso gli anticipi, in sompregio, e costitu uno dei principali prodotti dell'Attica.

che imploravano protezione


[supplces, LxsTai] solevano

tenerne in mano un ramo. Anche in Italia furono molto coltivati gli ulivi,
spe-

mo

cialmente nell'Italia meridionale, a Venfro e a Taranto.

Secondo il mito, Atb.na e Poseidone si contesero un


tempo,
regno dominio di Atene e dell'Attica: Poseidone
Ccrope,
il

sotto

il

di

Virilio distingue tre specie di ulive: orcMs, della forma di un uovo, ricca di olio; radms [simile a una
spola], pi lunga

lanci col tridente l'acqua

deUa

pre-

marina contro l'Acrpoli, Atbna fece spuntare sull'Acrpoli

cedente, buona specialmente come cibo; 'pausa, la pii

una pianta

di

carnosa e adoperata

perci

ulivo, cosi adatto al terreno dell'Attica e cosi utile agli

immatura per porla


serva.

in

con-

abitanti: la vittoria rimase

La
aUa
i

raccolta delle ulive

du-

quindi ad Atb.na. Gli ulivi cbe derivavano dall'ulivo sacro che Athena aveva
fatto spuntare suU'AcrpoK, erano considerati come propriet della dea, e stavano sotto la sorveglianza del-

rava dalla fne di

ottobre

fne di gennaio. L'olio era adoperato per condire


cibi,

l'Areopago, il quale ne dava in ftto la raccolta. Chi


svellesse

per i sacrifci, per l3 lucerne, per le unzioni nei bagni e nella palestra. Ultre, il vendicatore, era un soprannome di Marte, ^^
quale l'imperatore Ottavia-

uno

di questi al-

no votj a

Filippi,

un

tem-

beri, era punito con l'esilio e con la confsca dei beni.

pio, per ottenere la su gli uccisori di

vittoria

Cesare.

Un

Ateniese

non poteva

Di questo tempio, che


consacrato
il

f^

abbattere pi di due dei

12 maggio

del-

561
l'anno 2 av. Cristo, si conservano 3 stupende colontori vi
ciali.

TJND

erano unetres spe-

ne corinzie con l'arcliitrave.

tJndici

Fu

anclie

soprannome

di

Giove.

Ultrotribtum dicevasi il
naro elle
i

de-

[ol svSsxa] erano, in Atene, magistrati ai quali era affidata la sorveglianza su le carceri e l'esecuzione

censori prendevano dalle casse dello Stato, per l'esecuzione di opere


pubbliclie, le quali di sovenivano affidate a lito
colui fra
i

deUe

pene,

specialmente

quella di morte. Il loro numero propriamente era di


dieci, .tratti

sorte
vi
si

dalle

phyli

ma

aggiun-

conduatres che

ricMedeva un prezzo nore per i lavori da


guirsi.

miese-

geva uno scrivano ir quale, pur non essendo membro del collegio, aveva una parte

essenziale

nell'esercizio

Umbella

parasole che portavano le donne romane. Molto tardi invalse

dicevasi

il

di questa magistratura. Sorvegliavano la custodia dei

prigionieri,

procuravano

il

costume che sul capo

alle

giovinette l'ombrellino venisse

portato da eunclii. Con questa parola si indicava anche l'ombrello che,


ti

che si presentassero al tribunale nel giorno stabilito e che scontassero la pena


dal giudice quando fossero condannati, e provvedevano all'esecuzione reinflitta

mediante stecche divergen[virgae], si poteva aprire


e

chiudere come i nostri. Umbra era il nome dato per scherno a chi, senza aver
ricevuto

golare delle sentenze capitali. Inoltre giudicavano,


se scoperti sul fatto, i rei di delitti per i quali la con-

padrone, presentava a praninsieme con qualche zo,


si

l'invito

dal

danna portava la prigionia o la morte; se invece i rei si rendevano subito confessi,

convitato.
affidato

Di

solito gli era

infliggevano la pena
il

mensa l'ultimo posto, come ai panella

stabilita dalla legge: in caso

diverso, iniziavano

pro-

rassiti.

Unctor chiamavasi lo schiavo che aveva l'incarico di ungere il padrone. Nei bagni
.

e nei ginnasi e

per

gladia-

cedimento e lo presiedevano. Tenevano la nota dei beni confiscati, notificavano i beni demaniali tenuti nascosti e ne assegna-

Stano, Dizionario di miti e leggende.

XJNG

562
la vendita, istruivano

C
spirituale.

vano
i

pi
dite].

[V.

Afro-

processi clie sorgevano dalle contestazioni e preal

Urano
dio

siedevano
so e

giudizio.

Ungunto [unguentum].

L'u-

di fabbricare unguenti

balsami con olio e sostanze odorose fu importato dall'Oriente in Grecia, e di l nell'Italia.

[Urnus, Oupav?] il cielo [oupav? = o pi esattamente = cielo] circondante il tutto [da f opav?: confr. antico indiano YarUna cbe tutto avviluppa] la pi antica
del

delle divinit.

Il

pi prezioso degli unguenti era il nardo, e il pi comune la mirra. Vario


e diffuso era,

Urano spos Ga,


i

e gener
Crio,

Titni:

Oceano,

anche

nell'an-

Iperine, Gapeto, Crono; le Titne: Ta, Ea, Tmi;

ticMt, l'uso degli unguen-

Mnmosine, Pbobe,
i

Tti,

comunissimo esso venne nei funerali e,


ti;

di-

Ciclopi:.
i

nel-

Arge;

Brnte, Strope, Centmani: Ctto,

l'ItaKa,

prima a mensa e dopo il bagno. Per conservare gli unguenti si

di

sedersi

Briaro, Gi. Poich Urano

odiava questi j&gli, la madre Ga dette loro una


falce

adoperavano apposi[vasa unguentaEgitto, in Grecia,

perch
il

si

vendicas-

ti vasellini

sero del padre.

ria]; in

Crono,
figli,

pi audace
la

dei
e

in Italia

si

trovavano riccM
di

impugn,
i

falce

negozianti
[opavia attributo

profumerie.
la
celeste

recise

genitali del padre.

Urania [Urania]

Questi, precipitati nel mare

celeste]

un

di
lei,

Afrodite.

Quando in

cbe da prin-

Ego, presso l'isola di Cipro o di Citer, fecondarono la spuma deUe ac-

cipio aveva rappresentata la pura bellezza femminile,


si

que e generarono Afrodite


spuma]. [9p? Il sangue di Urano, toccando la terra, gener i Giganti, le Frie e altre divinit
terribUi.

volle far prevalere l'attri-

buzione dell'amore sensuale, alla Afrodite Pandmia , venerata in Atene come dea dei matrimoni, si contrappose r Afrodite Urania o Celeste, cbe rappresent l'amore puro e

Urintor chiamavasi il palombaro che ripescava in


fondo
cadute.
alle

A Eoma vi

acque

le

cose

era una

563
societ di palombari che, a prezzo, ripescavano le cose cadute nel Tevere.

ustr

Tavole regolarono
sura
degl'interessi,

la

mi-

non

Usucapine
la

[usncapo]
si

era

permisero che si pretendesse pi di un fenus uneiarum,


cio
la

propriet clie stava in seguito a

acqui-

dodicesi-

un lungo

possesso

[usum capere

prendere uso]. Per disposizione delle leggi


delle

parte del capitale, nell'anno di dieci mesi, e il 10% nell'anno di 12 mesi.

ma

XII

Tavole,

cM

tene-

Pi tardi, la misura dell'interesse fu ridotta e abbassata a pi della met, e finalmente, nel 341 av. Cristo, la lex Genuca proib del tutto i prestiti a
interesse.

va per due anni un fondo


e

per uno le altre cose [purch non si trattasse di furto], se non si faceva

alcuna opposizione, ne diveniva proprietario. ISTe erano esclusi i confini dei campi

continu
tata

Tuttavia l'usura a essere esercimestiere.

come un

e
il

tutte

le

res

sacrae.

Ma
pio,

diritto

.QWusucacittadini
al

proprio

dei

Per i commerci con l'Asia e con la Grecia, s'introdusse a Boma l'usura cenmese, quindi al 12% annuo, la quale fu adottata fino ai tempi pi tardi, sebbene non pochi usurai estorcessero un intesima,
dell'I

romani, non peregrmus.


ISTell'et

spettava

al

corrispondente

imperiale, a lato jeWusucapo sorse il di-

ritto del possesso

per lungo
clie

tempo
scripto

\longi tempris prae-

possessio],

non ricMedeva tutte


dizioni dH'usucapo,
si

le con-

teresse doppio e anche maggiore. Anche nelle provin-

ma

vi
di

ce

si

esercitavano

usure

introdusse

un termine

scandalose.

dieci anni.

Usura
che

[fenus] era l'interesse


il

L'imperatore Giustiniano abbass la misura dell'interesse al


IsTei

debitore pagava al

6%.

creditore per un capitale preso in prestito. Gi fin


dal
si

tempi antichi esercitavano l'usura quasi esclusi-

tempo

lamentavano

dei re, i poveri di essere

vamente

patrizi;

ma

pi

oppressi dall'eccessiva gra-

tardi parve indegna di un senatore, e pass ai pubblici

vezza degl'interessi.

Le XII

appaltatori,

ai

mer-

trsu
canti, ai bancliieri, ai biatori di monete.

564
camlo Vasi da provvigione
si
[vj

Gl'interersi

si

riscotevano,

solito, ogni mese, alle Calende.

di

conservavano viveri, olio miele, acqua, fichi, cibi messi nel sale, ecc.]. 20 Vasi da mescere [adoperati nelle
libagioni]
.

Usufrutto [usns fructus]


diritto

il

mense

nelle

cio e

di di

servirsi

di
i

un bene

goderne

frutti si dava, di solito, per testamento. Il testa tario ot-

bere.

30 Vasi da attingere e da Ma oltre i vasi di

argilla, si

teneva per esso di valersi, a suo piacere, di una casa, di un terreno ecc., senza poterne alienare nessuna parte. Utensli. Vasi. L'uso dei vasi di argilla rimonta a un'antichit molto remota; la Grecia fu la sede principale
della

adoperavano anche vasi di alabastro, di


metallo, di vetro. Di bastro si fabbricavano
alaso-

prattutto vasi per conservarvi unguenti.

Fra
ci

gli utensili

di

cucina

adoperati

dai

Greci,

non

fabbricazione

eccezione

l'argilla eccellente

degli oggetti di argilla, per cbe for-

pervenuto nulla, ad di pochi piatti. che avevano una Sappiamo


simile
alle
nostre

pentola
[5^Tpa],

niva

vicino promontorio di Colide. In Italia, oltre


il

uno o a

due

che nella Magna Grecia, ove vasai, greci erano migrati dalla Grecia propria-

manichi, in cui si cuocevano legumi, carne, ecc.; talvolta essa era pi grande
e fornita di tre piedi.
Itegli scavi di
altri centri

mente
briclie

detta, sorsero fabdi vasi anclie in

Pompei

di

romani,

si sono
per

Etruria, dove anticbi indigeni fabbricavano vasi, imi-

rinvenuti alcuni arnesi

uso comune:
tole
e

coltelletti, pen-

tando

differivano

modelli greci, ma essenzialmente

pentolini,

seccHe,
padelliraecc.
di

casseruole, tegami,
ni, cucchiai

per esser fatti di un'argilla pi grossolana, e per avere i contorni incisi pi marcatamente e riemessi

da

da cucina,

maiuole, imbuti, colatoi, L'arte di fabbricare vasi

piti di colore rosso.

vetro fu, molto pi tardi) importata in Grecia dall'Egitto,

Secondo l'uso a cui servivano si possono distinguere in:

ma

essa

non

ragper-

giunse mai in Grecia la

565
fezione

UTE

cui

si

elev in

Egitto e a

Eoma.
i

peravano vasi tenuti sollevati da terra su piedistalli,


e riempiti di pezzi di legna secche e di schegge di legno resinoso. Antico era l'uso
delle fiaccole resinose, for-

A Eoma,
sandria

vetri di Alesil

serbarono

pri-

mato
e

in nell'ultimo

periodo

imperiale:

quando

fra

Ouma

Linterno si trov una sabbia acconcia alla lavorazione del vetro,


si

mate da lunghi bastoncini


di legno di pino, legati con strisce di corteccia di can-

fabbriItalia

carono

anche

in

ne, di papiro e di altri alberi. Talvolta bastoncini di

oggetti di vetro,

ma

questi

erano molto inferiori a quelli egizii; fra le tazze di vetro,

legno, legati e impregnati di pece, di rgia o di cera,

queUe tenute in maserano


di
i

erano

fssati

sunna custodia
conficcati in
si

simo pregio

vasa
spato

di metallo, o

murrMna,
tale,

fatti

un

fusto che
ai

teneva ritto

fluoro o calce flluatica orien-

e poteva portarsi a

mano.

che avevano una fine

In Grecia,

variet e fusione di colori.

Frequenti, pi ordinari e pi
grossolani erano gli otri di peUe, per conservarvi il vino. I piatti greci, cbe servano nei nostri
si

tempi di Aristfane [5 secolo av. Cristo], esistevano le lucerne


di terracotta o di metallo, si alimentava la luce

in cui

con-

musei,

sono assai massicci e portano dipinti pesci e seppie. Si

con un lucignolo ad olio. In Atene, andando per via di notte, si usavano torce
lanterne di corno trasparente, con dentro lucerne

adoperavano

piatti

di argilla e di metalli nobili

olio.

Per illuminare
si

lo-

riccamente lavorati. Vitellio

fece costruire

d'argilla

un piatto che cost un mdcirca

nevano

lione di sesterzi,
200.000
lire.

pi vasti, sovrappole lucerne a dei sostegni o si sospendevano a bracci sporgenti o at-

cali

taccati al soffitto.

Altri utensili erano: panieri e canestri di vimini intrecciati

con

buon

gusto

svariati

disegni.

1 sostegni [candelabri] erano modesti nelle case dei poveri, maestosi e riccamente adornati nelle case
dei
ricchi.
il

Per illuminare le camere, liei tempi omerici, si ado-

Per accendere

fuoco, cos

UTE
presso
i

566

nella

Greci
si

come

presso

porta.
di

Comunissimo
serrature,
chiavistelli
di
di
la

Eomani,

adoperavano

era

l'uso

che si custodivano con cura sotto le ceneri del focolare. Tuttavia si aveva anclie uno strumento formato da due pezzi di
le faville

di chiavi, ferro e di

zinco.
si

Per

misura dei pesi, rava la bilancia

adope-

[libra] a

legna

[noce

castagno],

di cui l'uno girava contro l'altro a guisa di trapano,

doppio piatto, o a forma di stater con un sol piatto e con un braccio diviso in
parti proporzionali, presso

con lo stropicco tava la fiamma.


e

susci-

a poco

Uter
an-

[axc,]

come ai tempi nostri. era un gran

I
di

Eomani adoperavano

clie delle

candele di cera o

sacco di pelle di capra, di maiale o di bue, cucito da un capo, con le cuciture turate con la pece, che serviva a

midoUo

rgia: erano fatte di di papiro tuffato

nella cera liquida,

ma non avevano consistenza, n

contenere liquidi o essere

erano gettate in forma. K Greci n i Eomani conobbero l'uso dei tubi di vetro per consumare il fumo, si che questo, diffondendosi dalla lucerna, de-

gonfiato di aria. Jj'uter vini si adoperava per trasportare il vino all'ingrosso. Jj'uter unctus era una pelle

di

capro,

gonfiata

di

poneva

sulle

pitture

mu-

all'esterno, la quale i contadini dell'Attica solevano danzare o sai-

aria e

unta

su

rali e sui

mobili una fuligche si levava poi con gine, la spugna. tenere chiuse le porte servivano i catenacci ver-

tare, per divertimento, nel secondo giorno delle feste

dionisiache dette ayckM.

Utrrii
otri

si

chiamavano
di

i tra-

sportatori
[uter

ticali [pessuli],

quali pe-

netravano gi nella soglia e su nell'architrave; o standalla parte interiore [sera], o dei con-

avevano
marcia.

otre], l'incarico di

acqua
i

negli

quali
for-

nire di acqua l'esercito

in

ghe orizzontali
trafforti,

che da un capo erano raccomandati al mu-

Utriculrius dicevasi colui di che, con l'aiuto di otri


pelle
[uter
i

otre],

tra-

ro e dall'altro capo entravano nell'occhio conficcato

sportava
verso
i

viandanti a

tra-

fiumi.

567

VBC

V
Vacna
[Vaciina], era la dea protettrice dei campi, cui
fertili e

piantata lungo il lembo esterno di un terrapieno


[agger],

rendeva
ti

abbondanSabini

formato con

la ter-

di messi.

lei i

ra scavata per farne uiia


fossa.

offrivano sacrifci, all'avvicinarsi dell'inverno quando,


la

Vas

dopo

il

raccolto o dopo
re],
.

era il mallevadore cbe, nella procedura civile, l'ac-

guerra [vacare

tor-

navano a godere
vernale.
,

l'ozio in-

Era

venerata

cusato presentava come garenzia che egli si sarebbe presentato in giudizio nel giorno
fissato.

Eieti e a Tivoli, ed dubbio se essa abbia avuto

KeUa

pro-

culto a Eoma. Vadimnio [vadimonum] era la


tarsi

promessa di presenal

tribunale

in

un

cedura penale, quando l'accusato presentava il mallevadore, come garanzia cb'egli sarebbe comparso dinanzi al giudice nel gior-

giorno

determinato, con la garanzia di alcuni malmallevadori [vades

fatta

no

sfuggiva stabilito, carcere preventivo.

al

levadori].

Spesso

col

-ya-

Vasi, V. Utensili. Vectiglia dicevansi in senso stretto tutte le imposte


indirette, cbe contribuivano ad alimentare le casse dello

(^imonwm andava congiunta la promessa di una certa

denaro, cbe dipendeva daUa natura deldi

somma

Stato.

la

causa,
i

ma

che, in ogni
oltre-

I
I.

vectiglia

pi

notevoli

niodo, passare

non poteva
al
si

erano:

100.000 sesterzi.

Rendite delle propriet

Se

si

mancava

vadimoperdeva.

stabili dello Stato:

nio, la

somma

Vallo [vaUuni] era

una parte della fortificazione del campo romano: una palizzata di troncM con rami corti e
aguzzi
Ivallus

1 Eendite provenienti dalVager pubUcus: il canone


degli
af&tti,

la

tassa

di

pubblico {salaruml per la costruzione di una


casa,
le

suolo

tronco],

decime dei

terri-

VEC

568
sto

tori conquistati [decumae]. 2 Affitto che si pagava

[eentesma

70

Tasse su

venalum], l'industria e

condurre il bestiame pastura nei pascoli dello Stato l^asGal. 3 Il canone per la raccolta della pece nei boschi dello Stato [vectlgal picaHum}.. 40 II censo per esercitare la
per
alla

su tutte

le arti e mestieri.

Apparteneva a queste ultime il vectlgal foricdrum^


e
il vectlgal urinae, cio delle latrmae pubbliche, che

pesca nelle pescherie pubbliche.

50

nelle

censo per lavorare miniere dello Stato. 60 II censo per lavorare


II

venivano date in appalto a gente minuta, la quale poi si faceva pagare una piccola tassa daUa gente che se ne serviva.

Veleda [Veleda] vergine manica del popolo


venerata

gerdei

nelle saline
II.

dello

Stato.

Entrate oscillanti: 10 Dazi marittimi e terrepontaggi e pedaggi. stri, 20 Tassa che si pagava, col permesso dell'autorit, per derivare l'acqua dai pubblici tubi nei fondi privati,
nelle case, nei giardini, nei

Bructri, profetessa dai suoi connazionali.

come

Kel 69 dopo
e,

Cristo

prese parte alla


tro

Eoma

guerra conpi tardi,


dei
fat-

eccit

una sollevazione

Germani, nella quale fu

ta prigioniera dai Eoniani e condotta a Eoma.

bagni

[vectigal

ex

aquae-

Velno [venenum]. Gli

anti-

ductibus}.

30 Tassa per fare scaricare


la cloaca della propria casa

chi sapevano preparare veleni di effetto sia lento che

nella cloaca pubblica [cloacarum'].

pronto, che traevano da erbe velenose [acontum,


cicuta,

lupus marmus,
ecc.].

sa-

40 Tassa del

5%

sul valore

lamandra

degli schiavi che

si

volevano

emancipare numissionum], 50 Tassa ereditaria,

\vicesima

ma-

fu famosa Loche apparecchiava i custa, veleni a Kerone.

A Eoma

stabili-

VUti

[veltes],

soldati

ro-

ta dall'imperatore Augusto [vicesma hereditdtum et le-

mani
i

di armatitra leggiera, quan, anche fuori l'ordella


i

gatrum]. 6 Tassa di vendita, ordinata anch'essa da Augu-

dine

battaglia,

mora-

lestavano

nemici con
[V.

pidi assalti.

Armi]-

569

YEN
Nto
[Not?, Auster p

Vium
nelle

era

una tenda

clie,

leva
trata.
riale,
larli

case romane, si somettere innanzi alla

Notus] l'acquaio [votitj pioggia], il vento del sud,


procelloso e apportatore di nebbia, di umidit e di
pioggia.

porta,

per chiuderne l'en]N"er palazzo impealcuni servi detti ve-

avevano

l'ufficio

di

aprire e chiudere le cortine. Con questo nome s'indica-

[Bopa?, Septemptro o Boreas} il sibilante dal nord [^opsa^;

Brea

va anche

il

tendone di ca-

settentrionale],

il

vento del
sereno

novaccio, teso sopra un teatro o un anfiteatro, quello

nord,

freddo, e salubre.

ma

che

si

adoperava
difendersi
sole,

nei dai

portici

per
del

30 Zefiro [Zs9upo(;, Favonus e Zephyrus] il tenebroso


[l,6^oc,

raggi

quello

tenebra],

il

stendeva su Vimpluvum, a riparo contro il


che
si

vento di ponente, apportatore di procelle e di piogge. 40 uro [Epot;, Volturnus

sole, la

vento. La vela maestra di una napioggia e


il

ed Uurus]
rora
[tjox;

il

vento dell'au-

ve aveva lo stesso nome. Vnere [Venus], dea della bellezza e dell'amore [venus = bellezza], identificata a Eoma con la greca Afrodite.

aurora],

il

[V.

Afrodite].

vento di sud-est, talvolta pi spesso asciutto, ma umido. Solo questi quattro venti sono noti a Omero e a
Esiodo: essi albergano nelle nubi, insieme con le folgori e coi tuoni. Pi tardi si ampli la rosa dei venti
e,

Vensa [Venusa] citt sul fiume Aufidus [Ofanto],


presso
il

monte Vulture,

confini fra l'Aplia e la Lucania. Era posta in un territorio

amenissimo e, nel 292 av. Cristo, divenne colonia romana. Ha il vanto

se

con altri venti intermedi, ne indicarono otto, e

poi dodici.
L'origine dei venti, presso gli antichi filosofi, si spie-

di

essere la

patria di

Orazio.
"Venti [venti].
pali,

I venti princisecondo la direzione

gava in modi con l'azione del

differenti:

sole e della

in cui soffiavano nella re-

luna su l'atmosfera, con la rarefazione e con la condensazione


dell'aria,

gione del cielo erano:

col

mo-

YEN
vimento contrario
delle

570
mafgUa di Erechtho
e,

con-

terie terrestri e ignee, con l'urtarsi e incalzarsi scam-

dottala

in

Tracia,

aveva

generato Zts, Clais, Cleopatra.


Zefiro, che conduce la pioggia e promuove lo sviluppo

bievolmente deg atomi, col perpetuo moto dell'universo, ecc.

Dal punto di vista mitologico, in Omero, i venti appariscono come nature divine con carattere personale: il loro dio Eolo. Se>

delle piante, prese in moglie Ohlris, la fiorente, dal-

la

quale
il

ebbe

un

figlio:

Carps,

frutto

[xapTii;

frutto].

condo

Esiodo,

quattro
[l'uo[l'au-

venti principali indicati di-

Anche i Eomani avevano una speciale venerazione


per
i

mo

scendevano da Astro stellare] o da k)s


i

venti, per la grande


ch'essi
esercita-

eficacia

rora];

venti malefci, invece, erano ritenuti figli di Tieo; il quale e anche concepito
loso.

vano su
la

l'agricoltura e su

navigazione.
sa-

Verbna [verbena] pianta


cra

come vento
si

procel-

che

si

adoperava
se
i

nei

sacrifizi e

in altre cerimo-

Ai venti
ti della

tributava un culto speciale in varie parGrecia.


eretta

nie religiose:

ne

orna-

vano

il

capo
di
la

sacerdoti
nei
degli
strin-

nell'atto

implorare

In Atene fu
torre

una
si

tempK

protezione

dei venti,

clie

di; i fecih

quando

conserva anche oggi, nell'Agor: i venti sono in mezzo


rilievo

gevano alleanze o concludevano i patti, e i devoti


nelle
di.
si

scolpiti

nel

fregio

loro

deiredifi,cio,

"A

del
il

capitello tetto, c'era

su la cima che corona

Con rami

suppliche agli di verbena


le

facevano

aspersioni
si spaz-

un

tritne

dell'acqua lustrale e

mobile il quale, girando secondo il vento che spirava, ne indicava la direzione con un bastone rivolto in basso verso queUa corrispondente del fregio.

zavano
Si

gli altari.

credeva

che,

stropicfoglie

ciandosi le
di

mani con

verbena, si ottenesse quel che si desiderava, e clie


quest'erba

avesse

l'efica-

Secondo una leggenda. Brea avea rapita Orithyia,

cia di scacciare le febbri

guarire le malattie, di riac-

571
cendere nei cuori l'affetto estinto, e di rendere pi
allegri i convitati che, nei

VEK

erano Vepgilie [Vergiliae] chiamate, dai Eomani, le Servio secondo Pliadi,

banchetti,

fossero

toccM
il

dalle sne fogHe.

ne nocol

averni tempris significatio, perch presso di loro

Vrbera [verbra] era me dato alla pena


fustigazione,

della

questa Costellazione sorgeva in primavera, nella prima

eseguita

met di maggio.

\Y. Pleiadi].
la sesta co-

bastone
sta
file

[fustis], con la fru[flagellum}, con lo staf[lora], con le corregge

Vrgine [Virgo]

stellazione dello Zodaco, Diche, una delle Ore, detta

a guisa di briglie [iabenae],

anche

Astra
la

\la

vergine

con

le

verghe
littori.

[virgae],

le

quali erano adoperate sol-

tanto dai

quale, nell'et del ferro, ultima fra gli di, abbandon la terra e si
stellare']^

I seduttori delle Vestali e


i

ritir in cielo,

ove splende
di Vergine. Erigono,
la

sotto
soldati per
certi
delitti

il

nome
altri,

[mancanza nel servizio di guardia, furto nel campo,


falsa

Secondo
figlia

di

Icrio,

quale
del

testimonianza, diserzione, negligenza in altri


doveri, ecc.], venivano sferzati sino alla morte.
tutti
i

s'impicc su la

tomba

padre.

Verna

leario]. chiamavasi lo schiavo

[V.

condannati

capitale,

zione,

pena prima dovevano soggiacere


dell'esecu-

alla

che apparteneva al padrone per ragione di nascita, per essere cio nato in casa di lui. Perci era gli domestico dello schiavo pili

alla fustigazione.

La

comprato.
e
la
lex

lex

Porca

Ver sacrum,

la

primavera

Semprona vietarono di
ne
la
gli

as-

soggettare aUa fustigazioun cittadino romano,

saera, era, presso i Eomani,il sacrificio di tutto ci che

fosse

nato

nella
[fra

prossima
il

quale rimase
schiavi, per
i

cosi

per

primavera

primo

forestieri

e per le

persnae Jiumles.
i

giorno di marzo e l'ultimo di aprile], che si faceva a

^elle persecuzioni contro


Cristiani,
si

una

adoperavano anche le mazze con palle di piombo l^lumbatae].

divinit, perch fosse rimossa una calamit o una sventura di cui si vedeva

imminente

il

pericolo.

-m

VER
IITei

572

Aveva per moglie Pmna


[la dea protettrice delle raccolte campestri], e si rap-

sacrificio

tempi antichi, questo comprendeva, olanimali domestici,

tre

gli

i bambini clie nascevano in quel periodo di tempo. Ma dopo esso ap-

tutti

parve crudele, e si stabili cbe i bambini nati nel tempo del ver sacrum non
si immolassero, ma, nuti adulti, fossero

presentava come un bel giovine, avente sul capo una corona di spighe o di verdi foglie, e in braccio la

cornucpia piena
[vespiUnes] becchini a
libitinari

di

frutta.

dive-

Vespillni
cevansi
vizio
i

di-

man-

ser[col'in-

fuori

dati, all'et di venti anni, i confini della patria

dei

loro

che assumevano
i

per procurarsi nuove sedi in altri paesi. Degli animali domestici si offrivano capretti, agnelU, porcellini, vitelli,

carico dei funerali nei


di

casi

morte],
i

quali portadella

vano via

cadaveri

ecc., dei parti


il

che

si

avevano durante
crum.

ver sa-

povera gente. Vessillrii [vexiUari] erano, nel periodo dell'Impero, un


corpo speciale
dell'esercito

Kel ver sacrum, cbe i Bomani offrirono dopo la battaglia del Trasimeno e alla fine deUa 2 a guerra punica, il voto fu limitato
agli animali

romano,
congedati

quali venivano

dopo
e

20

anni
16

daUa

legione,

dopo

dai pretoriani; ma servivano, fino al loro congedo

domestici.
la

completo

Vertcrdia [Verticordia],
mutatrice
dei

un

vexillum

[misso], e in

sotto

tempi

cuori

muto,

cor
di

[verto

tranquilli

prannome

cuore] soVnere, alla

continuavano a dimorare nello stesso ac-

quale era eretto un tempio su la via Salaria, e della


il

campamento, o venivano mandati di guarnigione nei


paesi vicini alla provincia:

quale 10 aprile.
dio
della

si

celebrava una festa


.

Vertmno [Vertumnus]
tere

il

mutazione [vermutare], aUa quale


soggette
le

vanno

frutta

sino alla maturit.

erano liberi da ogni lavoro dell'accampameinto e obbligati soltanto a difenderlo contro il nemico. Vesta [Vesta] la dea romana del focolare domestico e del fuoco che in esso si ac-


eende, venerata in ogni casa insieme coi Lari e coi Penati. Essa identificata

573

godevano
zione

VES

somma
dai

reputa6
sacre, ai 10

come persone
scelte

erano

con la *E(7Tta greca liaria = focolare domestico], figlia

anni, dovevano conservare intatta la loro verginit e


servire per 30 anni

di

sorella
e

di

Crono e di Eliea, Giove. Nettuno


aspirarono
alle

aUa dea,

Apollo

quali potevano tornare al mondo e maritarsi,

dopo

eUa fece giuramento di rimanere sempre vergine, perci Giove


sue nozze,
.

ma

cosa

del

resto

ch.e

acca-

deva di rado. Se il fuoco


[segno

si

spegneva

le

concesse l'onore di es-

sere venerata
trice in

come

protet-

qusto di grande sventura per lo Stato], la


sacerdotessa colpevole veniva sferzata dal pontefice massimo, e il fuoco riacceso con uno speccbio ustrio o con lo stropicco deUe legna. Se qualcuna poi violava il voto di castit [ineestus], veniva sepolta viva
nel

ogni focolare dola

mestico.

Era
della

anclie

protettrice

concordia e della pro-

gitivi,

sperit domestica, dei fugdei supplici e deUa

pace cittadina.

vano vacclie
le

di

Le si offriun anno,
le

giovani messi,

primi-

Campus

selettus.

zie

delle frutta, con libazione di acqua, di olio e


di vino.

Vestali

[Vestles]

sacerdo-

tesse della dea Vesta, legate dal voto di castit, che

A Eoma
rio
la la

le si

tributava

il

avevano

l'incarico di tenere
il

culto principale nel santua-

sempre acceso

fuoco sa-

a lei consacrato presso Casa Eegia, dove, dopo


cacciata dei Ee, abitail

cro nel santuario deUa dea.

va

pontfecc

mawimus,
il

al

Al tempo di S'uma erano quattro, poi ne furono aggiunte due altre, e il loro

quale era affidato della dea.

culto

Kel santuario,

sei

sacerdo-

numero rimase fissato a sei. Erano scelte fra le fanciulle romane dai sei ai dieci
anni, senza difetti nel corpo, e appartenenti a famiglie

tesse [le Vestali]

manteneil

vano sempre vivo


elle
il

fuoco,

lo

marzo

di

ogni

anno veniva rinnovato, in modo a noi ignoto. Esse

Quando

di provata onest. le fanciulle

non

si

presentavano spontanea-.

VES

574
cintura

mente per quest'ufficio, il fontfex maxmus sceglieva venti fanciulle, fra le


quali
clii

su

le

anche,

che

si estraeva :a sorte dovesse essere ricevuta.

aveva due maniche corte o due aperture, per passarvi le braccia. Pi tardi, sotto
il

chitone

si

portava un

Erano obbligate per


t'anni al voto
di

tren-

castit,

altro chitone pi corto, come una specie di camicia,

dopo

quali potevano prenil

detta

)^t,TcovtcTxo(;.

dere marito.

nevano

Esse mantefuoco sacro, cuil

Abiti
[i(x.T(x.]:

di

sopra

[stci^X-^-

Imtio

[[jirtov],

un

stodivano

cevano preghiere,

Palldio, e offri-

fa-

panno
lare,

grosso quadrangoih cui soleva avvol-

vano

sacrifci per la prosperit dello Stato. Se qual-

Atene,

gersi tutta la persona. In divenuti i. ragazzi,


efbi, indossavano sul chitone la clmide [x'ka.y.'c,],

cuna violava

la verginit,

veniva chiusa in un sotterraneo ove si lasciava


complice si batteva con le verghe fino a farlo spirare sotto le
morire,
percosse. Le Vestali erano tenute in
e
il

una specie di mantello. Le donne avevano, sotto il chitone, una vera e propria
viov.

camicia,

detta
il

^t'^^chi-

Avevano poi

sommo

onore:

magistrati

tone, di cui la parte superiore, che posava sul seno,

cedevano loro il passo, e facevano abbassare i fasci consolari dinanzi a esse;


erano precedute dai littori, e se per caso un reo condotto all'estremo supplizio, le incontrasse per via, era
tosto graziato.

chiamavasi xXtco?. Una fascia che si avvolgeva intorno al seno sotto il chitone [una specie dei busti moderni], chiamavasi
[i.i-

Tpa, mentre
la cintola

la cintura che

teneva legato il chitone alchiamavasi ^wvy).


sopravveste era
detta
pi
jjLTTsxvT).

Erano mantenute a spese


dello -Stato,

Una
ricco,

chi

osasse

Un manto
che in
al

insultare

una

Vestale, era

ma

origine

punito con la morte.


Vesti. Greche.

corrispondeva
era
il 7i;s7rXo(;,

chitone,

che comunean-

Abiti di sotto [vSufxaTa]: Chitne [xt.'i^wv], di tela o di lana, stretto con una

mente
davano

significava abito.

I Greci ordinariamente

capo

scoperto,

575
eccetto nel viaggio, o quando,

-nica
laticlavia,

VES
cosi

detta

per

speciale

occupa-

zione, dovessero ripararsi dalle intemperie. Il berretto

o cappello comune cliiamavasi tzIXoq [berretto


rotondo].
XUV7]
peli], la

da una larga striscia di porpora \latus clavue], che era intessuta sul davanti della tunica, e scendeva dal collo alla cintola. I

cavalieri

Avevano poi
xauCTia di

la

avevano invece

la

tunica

[berretto di pelle con


origine

angusticlavia la quale portava due liste strette di

macedonica [un cappello bianco con larghe tese]; il [TTTacro^;], cappello con tese di varie forme, di origine tssala o macedonica,

porpora
orlata da

[davi: angusti'].

magistrati avevano la toga

una

lista di

por-

conveniente
I
calzari
si

alla

clmide.

adoperavano

pora ^raetexta], e questa toga indossavano anche i ragazzi, finch non prendevano, all'et dei 15 o 16
anni, la toga
virilis.

soltanto, e neppure sempre, all'uscire di casa, mentre a

Una

to-

casa
zi.

si

Si distinguevano le

stava di solito scalsemu7co8Y)(xaT(x;


il

ga che aveva liste di porpora orizzontali si chiamava traba, ed era indossata


dai dai
sore.

plici

suole,

sndalo, cravSXiov; la mezza scarpa, xpeuic,; le scarpe


intere,
yL^Bzc,,

consoli, dagli uguri, cavalieri quando do-

vevano presentarsi
Si

al cen-

degli

uo-

mini di bassa condizione, mentre le pi fini si chia-

usava

inoltre: la

lacer-

na,
ta;

mavano ^XauTau
Le donne avevano anche
erano pi eleganti le
xiSsi;.
i

una sopravveste aperla laena, una soprav-

veste molto ampia; la paenula,

coturni, xBopvoi, dei quali


[3au-

un mantello fermato

con
stra,

fibula su la spalla de-

Romane. La
rior

tunica inte-

che serviva per viaggiare e per ripararsi dal


vento.
Il

corrispondente al sotto-chitne; la tunica exteror

vestimento completo di
abiti:
stola,

corrispondente al chie

una donna era formato da


tre

tone, tenuta sollevata legata alla cintola da

1
la

la

tunica,

un
tu-

2 la

veste pro-

cingulum.
I senatori

avevano

la

priamente detta [le meretrici non potevano portare

r'

VES
la

576

stola e indossavano invece la toga], 30 la faiUa elle avvolgeva la persona quando la donna usciva di casa. Le matrone ave-

luna

[lunula] di avorio e di argento; simile al calcus. senatorus era il mullus,

cbe spettava ai ma-

gistrati.

vano

anclie

nn lungo

velo,
i

iiammum o rcinum. Anche i Eomani, come


Greci,
il

il

In guerra, il soldato aveva sagum, un mantello di


lana, indossato sopra la corazza e sopra la tunica.
Il

avevano, capo scoperto,

di

solito,

eccetto

pludamentum, un

sa-

nel viaggio, o quando dovessero ripararsi, per spe-

occupazioni, dalle intemperie. I berretti adoperati comunemente erano: il


ciali

pi lungo, era portato dal generale, il quale lo indossava nel Campidoglio

gum

nel partire per la guerra; mentre, al ritorno, egli non

pilus, rotondo, della forma di

di feltro,

un mezzo

poteva indossare cbe la toga, anche se fosse triumpJitor.

uovo, ben aderente alle tempia; il galerus, berretto


di pelle

Vestbolo
che

con

peli,

la

eau-

lo spazio chiuso

[vestibilum] era da tre lati

con cocuzzolo alto e rigido e con largh,e


sa, cappello

si apriva innanzi aUa casa romana. All'epoca im-

tese,
il

per ripararsi dal sole; petdsus, cappello con tese di varie forme, per viaggio.

periale, si diffuse il costudi costruire sul davanti

me

un

portico a colonne.

Le donne adoperavano una


specie di cufBa o berretto, calvatca o calautca.

Vesuvio
cano

[Vesuvius]
della

il

vula

Campania,

sud-est di IsTapoli.

Come
a

calzature,

Eomani,

portavano i sandali, soltte, che si toglievano andando a tavola; alla toga conveniva per
casa,
la

Prima dell'era volgare, non si ha menzione di alcuna


eruzione, ma gli scrittori antichi ne avevano conosciuto la natura vulcanica,
dall'aspetto gneo deUe sue rocce. Il 24 agosto del 79

scarpa, calcus. Il calcus dei senatori, rosso o


altri nero],

bianco [secondo

aveva quattro corregge, ed era molto alto; quello dei patrizi aveva una mezza-

dopo prima

Cristo,

avvenne

l^^

eruzione che distrusse Stabia, Ercolano e

Pompei.

577
Plinio
il

VIA
neso,
si

osservare

VeccMo, clie volle da vicino il fescien-

ma poi

a poco a poco

nomeno per ragioni


tificlie,

and diffondendo, e divenne generale. Specialmente in Alessandria, l'arte di

vi lasci la vita.

Veterani

erano i soldati pi anziani, che for[veterani]

levigare

il

vetro raggiunse

mavano una
in

legione intera,
sol-

una grande perfezione. In Italia, l'uso fu molto


pi esteso
si e,

contrapposizione ai

dati pi giovani, e specialmente alle reclute [tirnes].

importava

sul principio, dall'Egitto. Si

Vto [intercessio] era l'opposizione fatta da un magistrato alle proposte dei suoi

adoper, a uno o a pi colori, per le invetriate d,elle


finestre,

per

le

lanterne,
bicchieri,

per ornamento per


farne

alle pareti,

e a quelle dei madi ordine ixiferiore. gistrati I tribuni, in forza del loro
colleglli

vasi,

ius auxili, potevano opporsi a cMunque. Sono rari gli esempi di veto

coppe, bottiglie e urne cinerarie per i sepolcri. L'arte antica di lavorare


i

alla

vetri fu molto superiore moderna: il cosi detto


,

opposto da
tore

un

console condi

Vaso di Portland
nel

che

si

tro il collega o

un

prepre-

conserva
ci

Museo

Bri-

contro

un

altro

tannico, fatto tutto di vetro, bile

tore

[par potestas], o di un console contro il pretore

offre

un

insuperaperfezione

modello
a

artistico, e ci

[maior potestas].
i

rivela

quale

Erano invece comuni


to

ve-

dei tribuni, tanto fra

fossero giunti in quest'arte gli antichi.

loro
soli,

quanto contro
i

cn-

Vetria [Veturia] madre di


Coriolano, la quale, insieme

censori,
sia

rivolti

contro

pretori: gli atti

relativi

all'ufficio

di quei

magistrati, sia, specialmente,

natus consulta
ste

contro gli editti, i see le propodi


legge.'

moglie Voliunnia, a una ambasceria formata da matrone romane, lo indusse ad abbandonare i Volsci, coi quali voleva marciare contro Eoma.
la

con

capo di

Vetro

[vitrum]. L'uso del vetro, in Grecia, fu piuttosto scarso fino al


della
~-

Via Lttea [Via Lacta]. Vedi


Galassia.

tempo
e leggende.

Viatres chiamavansi

gio-

guerra

del

Pelopon-

vani a servizio dello Stato,

Stano, Dizionario di miti

vie
i

578
l'incarico

quali

avevano
le

Quando l'imperatore
gusto
divise
la
citt

Aii

commissioni portare e gl'inviti per le sedute ai


di

(j

Eoma
certo

in

14 regioni,
di vici.
la

as

dimoravano Eoma. Essi intimavano anciie le citazioni ed eseguivano gli arresti. I consoli e i pretori avevano a loro
senatori
clie

segn a ciascuna di esse m

nelle loro ville, presso

numero
la

Fuori
vicus

citt,

paioli

corrispondeva a che noi diciamo villaggi( o borgo. Questi vici extra

cii

disposizione
viatdres,

un

collegio

di

urbani avevano
eie

una

spe

formato di tre decurie; e ne avevano anche i tribuni della plebe,


gli edili plebei e i questori

di

costituzione

comu

naie, col sindaco [magister e con le adunanze degi

abitanti [vicnij;

ma

oidi'

urbani.

In generale, i viatores godevano una considerazione


alquanto maggiore dei praecones, ma, come quelli, era-

nanamente facevano parte di una comunit maggiore


o di

un

distretto urbano,

Vie. V. Strade.

Viglie

[vigilae]

si

cMaina-

no

ordinariamente

liberti

vano,

nell'accampamento

o cittadini d'infima condizione.

Vicrio [vicarius] cbiamavasi uno scbiavo appartenente a un altro schiavo di grado


superiore.

romano, le sentinelle notte, mentre quelle di giorno si dicevano excubwe,


quelle di fronte al nemico
stationes.

di

Vinli

[Vinala],

erano

due

Dall'imperatore Costantino in poi, vicarius fu il titolo


dei

feste, celebrate dai Eomani, fra l'allegrezza del


vino;

governatori delle

dicesi, nelle quali era divisa ciascuna delle quattro

Vinala urbana o piraf nel 23 aprile, quando

si

prefetture che tutto l'impero,

formavano
quartiere
si

Vcus
di

signific

un

aprivano i dogli e si assaggiava il vino depositatoT nell'autunno precedente, dopo. avere offerto a Giove

Eoma
i

formato da alcune
cui

una

libazione;
si

VinaUa

f^'

strade,

abitanti
fra

stca o

altra, nel 19
ci:ii

ago1*

trovavano
del culto

uniti

loro

sto, in

cominciava
il

in virt dei

Compitala

vendemmia. Qui
dialis

flaf^^
^

comune

dei Lari.

offriva

Giove

579
sacrifcio

VIN
sedio.

di

un

agnello,

Era fatta a
piedi,

mentre le carni delle vittime erano su l'altare, egli spiccava, con le sue mani, da i primi grappoli d'uva,

alta
dici,

otto

lunga

tetto, se-

larga sette. Costruita


for-

con pali [da 4 a 10],

mava un
mini

un
la

tralcio,

cos

apriva
festa

portico a colonne, con tetto di tavole e di vi-

vendemmia. Vi era per una terza


simile,
elle si

intrecciati, e difesa ai tre lati [il quarto rima-

celebrava in

ottobre. Si riempiva di mosto la coppa, e si offriva a

neva scoperto per le operazioni] da reti di vimini, e coperta, contro il fuoco, da


pelli

per otteconservazione del vino nelle botti. Si facevano molte libazioni di vino vecLibero
[Bacco],
nere la

La vinca
gere

bagnate. serviva a protegdai nemici i soldati


la

cb lavoravano per fare


trincea
[agger].

pronunziavano queste parole Bevo vino nuovo, vino veccMo: con vino nuovo, con
si

chio e nuovo, e

Vino [vinum]. In Grecia,

il

vino, che fin dai tempi antichi era la bevanda quotidiana,


si

vino

veccMo
.

guarisco

le

malattie

puro,

ma

beveva non gi mescolato con

Vincula [vinclila] si cbiamavano le catene con cui si


solevano
nieri."

legare

prigio-

acqua, in proporzione maggiore del vino stesso. Si beveva caldo e freddo, e


d'estate si rendeva fresco con neve o ghiaccio. Erano rinomati i vini delle
isole di CJhio,

Ve n'erano
le

di varie specie:

eatenae,

formate da una
mancae, manpugno; le com-

serie di anelli infilati l'uno nell'altro; le

Lesbo,

Lem-

nette per il pedes o pedicae, ferri per


i

no, Thaso, Cipro. Al tempo di Demostene il vino in-

digeno costava 4
[circa [circa
Il

dramme

piedi;
si

nervi,

strumenti

L.

4]

ogni metrta
il

che
rare

il

adoperavano per sercoUo i piedi dei

40

litri].

modo

di fare

vino non

condannati. Vindcta. V. Manumissio. Vnea [vina] era una maccbina difensiva che si usa-

differiva, in genere, da quello usato dai Eomani.

va nelle operazioni di as-

In Italia, la viticoltura fu in fiore, fin da tempi antichi, neUa parte meridio-

VIN
naie,

ma
poco
estesa
i

680

Dopo
dema]
di si
[sGO'pi

nel

la
i

vendemmia

\vin-

Lazio. Solo

quando

Bo-

grappoli venivano
le vinacce

mani cominciarono a conoscere i vini dell'Italia meridionale e della Grecia, diffusero e perfezionarono la
viticoltura,

pestati neUe tinozze, e quin-

ponevano

e follicuU]
[torcular

sotto

il

torchio

toni-

I vini pi eccellenti presso i Eomani erano il Gaecu-

lumi. Il mosto [mostum] scorreva nel laois torcularius,

si

passava poi

in

Falernum, il Masil Surrentmum, VAlscum, bdnum, il Funddnum e altri. Molto pregiati erano i

bum,

il

ampi vasi [doUa], dove rimaneva a fare la boHitura. Il vino nuovo si riponeva
in appositi vasi impeciati

vini greci di
Cipro.

CMo, Lesbo,
il

precedentemente
rae,

[ampho-

V'era, rispetto ai colori,

vino bianco [album'], Hhondo Uulvurn}, il vermiglio [sanguineum], il nero [ni-

oreae, cadi, agoenae]: il vino di qualit pi fine si riponeva nelle ampMrae,

mentre quello pi
si

co-

mune

travasava dai
ftti

vasi
[do-

grum
tus] o
cens'}.

l'et, si

atrum}. Secondo diceva vecchio [vere-

panciuti,

in terra
in quelli

Ua demersa],
ghi
Il

lunsi

nuovo [iovum o

e stretti, quando doveva adoperare.

Kon
mani
i

erano ignote ai Bole arti di modificare

vino

si

teneva deposita-

dienti aromatici
l'-x

vini con droghe o ingree amaro[aloe,

to nella cella vinaria, una stanza fresca, rivolta a tra-

gnoli

zafferano,

c-

montana, dove si vano i vasi, ben


impeciati
e

collocaturati,
cia-

lamo aromtico, rsina, mirra,


ecc.].

poveri
la

gli

schiavi

bevevano
le

lora:

scuno di un [tesil sera], su cui era segnato

provvisti carteUino

un

vinello che

spremendo
torchio.

si ricavava vinacce col

nome

del console dell'anno,

per indicare la data. Talvolta questa indicazione era


scritta sull'anfora stessa.

La preparazione
non
che
zione

del

vino

differiva, in generale, dall'uso che si segue, an-

vini

travasati
si

dai

vasi
nel-

maggiori

riponevano

oggi, dei vini

per

la

produ-

ordinari.

VapotJica: una camera che di solito era costruita su


la

581

trarla
cise.

vm
disonore, la ucQuesto fatto provoc
al

da bagno, percli potesse penetrare il fumo, che dava al vino gusto e


sala
vi

una insurrezione popolare


contro i decemviri, i qua;li furono cacciati. Viriate [Viritbus] un pastore lusitano [portoghese], che raccolse intorno a s

sapore di

veccMo

e lo ren-

deva pi delicato. Per togliere la feccia clie rimaneva nel vino, si soleva
cMarifcarlo

con un uovo

in

per mezzo di un colatoio: questo caso si teneva sospeso sopra uno staccio di metallo il saccus vina-

una
si

schiera di predoni, e segnal per forza fsica e per ingegno, fino a diven-

Per rinfrescare il vino si versava sopra un sacco riempito di neve [sacrus.

tare capitano generale dei connazionali armati suoi


nella guerra contro Eoma [150-140 av. Cristo]. Vinse molte volte gli eserciti ro-

eus nivariusl. Anclie i Eomani solevano

bere

il

vino temperato con


[dilutum'],

l'acqua

rite-

nevano segno di intemperanza il bere il vino puro [meruml. U miscuglio per tutti si faceva nel cratre
,

mani, ma poi fu da Fabio Massimo liano. Tuttavia non a capo dei ribelli, di
stare
i

vinto

Emicess,

moleEomani, finch, fu

fatto uccidere dai suoi nella tenda.

ma

convitati

lo

Con

la

morte

di

Viriato,

temperavano poi ciascuno


a proprio piacere.

Virbio

il

[Virbius,

XV,

544],

prese Ippolito, quando, ritornato in vita per opera di Asclepade, fu da Artemide condotto nel bosco di Egria,
[V. Ippolito]. Virgnia [Virginia] figlia

nome cbe

rimase per sempre infranta la potenza dei Lusitani, i quali dovettero assoggettarsi a Eoma. Viridrio [viridarum] era un
piccolo
stlio

giardino,

nel peri-

grandi case romane, coltivato a fiori, in aiuole che formavano vadelle

di
il

ghi disegni.

Lucio
preso
la

Virginio.

Poicb

decmviro

Appio Claudio,
turpe
passione

da
il

Viriplca [Viriplca] era, presso i Eomani, la dea che vendicava il marito aUa
moglie, eliminandone le discordie [virum marito,

per la fanciulla, voleva farsua,

padre, per sot-

VIS
placai

582

si

placa].

Aveva un

attribuiva
le

un

significato

tempio sul Palatino, ed forse da identificarsi con Giunne.

religlioso:

faci
i

nuziali

gli

alberi

sacri,

premi
i

Viscerazine
era,

[Viscerato]

delle gare, gli altari, pK, ecc.

tem-

presso i Eomani, la distribuzione delle carni, e


specialniente
delle

Vittiinrio
era
il

viscere

[victimarus] sacerdote che uccideva la vittima che doveva

degli animali uccisi, nei funerali di uomini illustri,

essere
ficio

immolata nel
di solito,
il

sacri-

o,

miniinca-

che

pubblicamente, di solito nel 9^ gior-

si

faceva

stro che
rico.

aveva questo
vittimarli

forma-

no dopo
do,
nella

il

casa
il

funerale, quandel morto,

vano un collegio. Vittime [victmae]. V.


crificio.

Sa-

aveva luogo

grande banchetto funebre. Pi tardi, si conserv tale nome ancbe


alle

Vittria

[Victoria]

la

dea

largizioni

di

denaro,
alle

della vittoria, a Eoma, identificata con la Mclie

cbe erano sottentrate

greca.

[V. ivi].

distribuzioni delle carni.

Aveva un tempio
tino,

sul Palaaprile,

Vitta era un nastro cbe le donne romane, nate libere, portavano intorno al capo, per tenere raccolti con grazia
i

dove,

il

12

quando cominciavano le nuove spedizioni militari, le si celebrava una festa.


Volsllae

capelli.
si

cbiamavansi

due

Con questo nome


cava

indi-

ancbe

il

lungo

na-

piccole pinzette, con cui il tonsor strappava, ad uno

stro che cingeva il capo dei sacerdoti e delle vestH.

ad uno,

Esso serrava insieme


cbi di lana cbe

floc-

i peli del viso; quelle di cui si serviva il dentista per rimuovere i

formavano e aveva le due Vinfula,


estremit fornite di frange [teniae], che si lasciavano

frammenti guasti e
va
il

rotti

del

dente, e quelle che adopera-

chirurgo per

scarnifi-

pendere dietro la nuca. Questo nome si adoperava, inoltre, per indicare la benda con cui si circondavano
tutti
gli

ferita e togliere i pezzettini di carne viva clie

care

una

dovevano essere

rimossi.
di-

Voltmna

[Voltumna],
delle

vinit del tempio della con-

oggetti

ai

quali

federazione

12

citt


etrusclie, nel

583

VOT

quale

gli

Etru-

spettatori poteva dileguarsi in soli cinque minuti. Voti [vota] erano le promesse di sacrifci o di doni che si facevano alla divi-

schi si
siglio.

radunavano a conA queste adunanze


congiunti
sacrifci, fiere an-"

erano
nuali.

giuocM e grandi

Volmen chiama vasi un


tolo
di

ro-

nit, per ottenere un esito felice in un'impresa. Quello

un

o libro, che constava certo nume:R) di stri-

che

si

prometteva

era,

sce di

papiro incollate in-

di solito, segnato con figure [TTivaxsi;, tabulae pictae'],

sieme.

Quando
a

si

era finito

tracciate su strisce di carta

di scrivere, lo si

avvolgeva
cilindro
e,
si

su tavolette incerate, che


e
si

intorno

un

per leggerlo, si andava poi a mano a mano svolgendo.

chiudevano con sigillo, legavano aUe ginocdel


dio.

chia della statua


Il servo del

Volmnia
glie di

[Volumna]

modi lui

tempio levava

Coriolano, la quale,

insieme con la

madre

di l le strisce o tavolette, e le apriva al tempo de-

Yetria, a capo di un'amhasceria" formata da ma-

terminato.

trone

marito

Volsci, ciare contro

romane, ad abbandonare i coi quali voleva mar-

indusse

il

Roma.
si

Vomitrii [vomitora]
anfiteatri

chia-

mavano, nei teatri e negli


d'entrata

romani, le porte che davano acnei

Quando si otteneva il favore desiderato, il voto doveva essere adempiuto, come debito sacro, con scrupolosa diligenza: la cosa promessa veniva solennemente consacrata dal sacerdote e assegnata al dio come sua propriet, e si
reti,

cesso ai sedili occupati dagli

spettatori
rottoli.

vari piane-

appendeva quindi aUe colonne o


del tempio.

alle

pa-

al tetto

Da

queste

porte

d'ingresso, gli spettatori potevano uscire, senza disturIl

1 voti potevano essere pubblici o privati.

bare la rappresentazione. Colosseo, che poteva contenere pi di 80.000 spettatori, aveva tante porte e

Voti pubblici [vota publical erano quelli che si facevano sul Campidoglio per
il

bene

dello Stato,

quando

numerose, che l'enorme moltitudine degli


cos

scale

un magistrato

superiore entrava in carica, o il cen-

'-^

C'i>.

VOT
sore

584
al lusi

dava principio
o
il

strum,

console

re-

Voti privati [vota privata] si facevano da privati cittadini in varie circostanze


della vita: a
parti,

cava nella provincia. Kelle province i vota publca si facevano in un tempio;


nell'accampamento, in un luogo a ci destinato, detto in principus. In questi
voti

Lucina per Giunne per la

prosperit dei bambini, al Genio nel giorno natalizio, ai Lares viles o alla

erano,

pubblici le promesse di solito, vittime

Fortuna
gi,

redux

nei

viag-

ai

Discuri, e

specialnelle

maggiori, una parte del bottino di guerra, templi, spettacoli, ecc.: la formola solenne era pronunziata dal

mente a Esculpio,
malattie.

Frequenti
lae

votivae

erano le tabusu cui erano

pontefice.

dipinte le

membra

colpite

Verso la fine della repubblica,


i vota publica si fecero anche per alcuni personaggi illustri, la cui pro-

da malattia, per

ottenere

la guarigione, o in ringraziamento della salute con-

seguita.

sperit

era

strettamente

congiunta con quella dello Stato. Cosi si fecero per

pesta,

Kel pericolo di qualche temi marinai promettevano agli di del mare


[Kettno,
i

Pompeo, in occasione di una sua grave malattia, per


per la cui pregava con voti annuali sul Campidoglio. Nel tempo dell'impero, si
Cesare,

Venus

marma],

Discuri, la di consale
g-

Giulio

crare loro
la
,

in voto
il

salute

si

mene, l'ancora,

timone,

vano

fecero

voti

pubblici

per

nave. I nufraghi offriai templi di Nettuno e di side quadri, in cui era


il

gl'imperatori. Kell'anniversario dell'assunzione del-

rappresentato
e talora

naufragio,
alle

l'imperatore trono, suo giorno natalizio, nelle

al

nel

appendevano pareti del tempio le


vesti.

loro

sue

diverse

imprese,

nei

Voto

[suffragium]. Nelle aduil

viaggi, nelle spedizioni militari, negli avvenimenti importanti della casa impe-

nanze greche,
votazione
nelle

modo

di

usato, sia discussioni poHticlie

pi

riale,

lo

Stato e

privati

che nelle elezioni, era


alzata di

per

offrivano voti solenni.

mano,

j^sipoTOVic

585
[)(sip

VUL
sufficiente chiarezza

mano].
la

ISTel

tribu-

davano

nale
si

votazione invece, faceva per mezzo di tavo[ij^vicpoi,],

alla causa, si scriveva K. la cosa L. [non liquet

lette o di pietruzze

non

che
elle

si

gettavano nell'urna

chiara]. Appositi inservienti [dirihitres] facelo

dei suffragi, e la decisione

vano

scrutinio

ne risultava si cMamava la quale veniva deij;7)9i,(7[xa,

= disMbere, scrutinare]:
glievano le tavolette
lae]

[diribere

to-

[tabl-

incisa in

posta nell'arcMvio, spesso bronzo o in pietra.

dalle

cassette

[cistae]

La votazione per mezzo


ij;Y)cpot.

dei

in cui erano state riposte dai votanti, o le numera-

specialmente nei casi in cui si

si

soleva fare

vano, per annunziare la maggioranza. Essi, nelle elezioni, segnavano il numero dei voti, con punti, sotto il

voleva assicurare la libert dei votanti col segreto, o nei casi in cui occorreva

un computo esatto

di voti.

di ciascun candidato; perci la frase puncta ferre


signific

nome

A Eoma,
tichi,
il

nei tempi pi anvoto era dato a

riportare

voti

Al
si

tempo

dell'imperatore

voce; ma pi tardi fu generale il costume di votare

Augusto, per questo scopOj


costru, nel

Campo Mar-

per iscritto
JSTei

con

tavolette

zio,

[per tabellas].

speciale edifcio, detto' diribitorum.


era,

uno

comizi, per la votazione qualche legge, chi accettava la proposta, scriveva


di

Vulcanle [Vulcanal]

a
si

luogo in cui tributava a Vulcano

Eoma,

il

un

su la tavoletta
rogas

V. E.

proponi]; chi invece la rigettava, scriveva A. rigetto]. [antiquo

[uti

culto sacro:

un

ripiano

ele-

come

vato sopra il Comizio, senza tempio, dove si tenevano


le

adunanze

dei Patrizi e del

IsTeU'elezione dei magistrati, si incideva su la tavoletta


il

Senato.

[V. Efesto'].

I^ei

del candidato. comizi giudiziali, quando si voleva assolvere il reo, si scriveva A. [absolvo]; quando si voleva condannarlo, si scriveva

nome

Vulcanli [Vulcanala] era la festa che si celebrava in onore di Vulcano, il 23


agosto, nel Circo Flaminio, con giuochi pubblici. Vulcano [Vulcnus] dio del

0.

[con-

fuoco, identificato con MepJiaestus.

demno].

Se

le

prove non

[V. Efesto].

,-

e-V:

XAN

586

X
Xantippe [Xanthippe, Hav".;!'

fto.

Ercole

allora e

port
lo la
il

moglie Socrate, famosa per la sua mania


O^TTTTT)]

di

tripode, restitu, se non

via

il

non quando

di alterchi e di Utigi, pas-

sacerdotessa

ebbe dato
l'eroe

sata in proverbi. La sua violenza per non riusc

responso deva.

che

chie-

mai a
losofo,

turbare

la

stica
fi-

Xnos
ro].

[^vo?

=
il

il

forestie-

impassibilit del grande

Sparta,

domicilio

il quale la sopport senza mai alterarsi.

continuato

non

era

con-

Xnto
biondo
lo

[Xantlxus]
[^av0<;

il

fiume biondo]
Sca-

cesso ai forestieri; in Atene, invece, gli stranieri avevano


diritti

e franchigie.

Scamndro.

[V.

mandro].

Ogni straniero che si fermasse per un certo tempo


in Atene, entrava nella condizione dei protetti dallo
Stato, meteci [(xstoixoi], e ci contribu a rendere

Xnia
so
i

[xena] doni cbe, presGreci e i Eomani, il


ai

padrone soleva regalare

suoi convitati, in segno di amicizia e di ospitalit [^voQ ospite]. Essi consistevano per lo pi in cibi
squisiti
Il

numerosi in Atene
stieri,
i

foreav.

quali, nel 309

Cristo,

raggiunsero
di

il

nu-

da tavola. 13 nbro di Marziale ha


il

mero
adulti.

10.000 maschi
sce-

appunto

nome

di

oce-

Essi erano obbligati a


gliersi
T7](;],

na, e contiene poesie che riferiscono questa specie di

un patrono

[TcpoaTa-

il

quale doveva

rap-

doni, offerti convitati.

in regalo

ai

presentarli negli affari pubblici e privati, nelle cause


e nei processi. Ciascuno di essi pagava allo Stato una

Xenocla [HsvxXsta]

sacer-

dotessa di Delfo, ricus di dare il responso a Ercole, che vi si era recato a consultare

tassa

di

dodici

all'anno: le

dramme vedove ne pa-

perch l'oracolo, contaminato dal sangue di

gavano vano i

sei.

Kon

possede6

diritti

politici,

587
non prendevano quindi parte al governo dello Stato,
alle elezioni, ai giudizi;

ZEN

Xstus [xystus, ^uarc] portico o corridoio coperto, nei ginnasi greci, dove si esercitavano gli atlti, special-

po-

tevano acquistare propriet fondiaria, ed erano obbligati al servizio militare, alle liturgie e alle altre pre-

mente durante
Presso
i

l'inverno.

stazioni straordinarie. Era-

no liberi nell'esercizio
mestiere, per
il

del

questo indicava un passeggio scoperto o un terrazzo dinanzi al portico, ornato

Eomani,

nome

quale doi

vevano
tassa

per pagare una

da

cui

cittadini

di aiuole, di fiori, di cespugli e di varie piante. Xto [HouGo?] figlio di l-

erano esenti.

leno

e fratello

di

Eolo e

Xilon [^uXov legno] strumento di pena, cbe i Greci usavano per gli scMavi. Con questo strumento si serravano il collo e i piedi
del

Doro.

Da

lui

nacquero

e Ine, da cui presero nome, in Grecia, gii Acbi e gli Ini.

Acbo

colpevole:
i

talvolta

si

adoperava per tenere a


no
furiosi.

fre-

Secondo una leggenda. Ione, ritenuto figlio di Xuto, era nato invece da Apollo e da Crusa.

Zaratstra lo stesso cbe


Zorostro.
Zefiro
[V. ivi]. [Zcpupo?, Favonus e Zepbyrus], il tenebroso [(^(?oc,

del trono

di

dopo
ti

Cristo],

Armenia [34 commise mol-

misfatti

tori, i fratelli

tenebra],

il

vento di
di

ma
il

i genie le sorelle, costretto a fuggire dal

contro

ponente, apportatore piogge e di procelle.

principe

pertico

Tiridte,

quale

aveva

occupato

Zenbia [Zenoba]
re

figlia

del

Mitridate di Armenia, maritata a suo cugino E.aclamsto. Questi, spinto dal-

l'Armenia, ripar neU'Ibria Caucsica. Isella fuga, Zenobia spinse il marito a ucciderla,

per sottrarla
egli la

alla

l'ambizione di impadronirsi

scbiavit:

feri gra-

ci

ZET

lai

588

Zte [Zetes] uno degli Argonuti, figlio alato di Brea e fratello di Oalide. [Vedi

vemente con

spada e

la

precipit nel fnme Axaxes, donde fu tratta da alcuni

pastori e cadde in potere di Tiridte, il quale la


tratt con molto rispetto.

G alaide'].
Zto [Zetus]
fratello
figlio

di

Giove,
[Vedi

di

Amfine.

Un'altra
di

ZenoMa fu moglie
di altissimo ani-

Amiione].

Odnato, re di Palmira.

Zeus
Zito
in

Fu donna
mo,

[Zs?, Giove.
[^u6o(;]

luppter]. Vedi

di sfolgorante bellezza, rara severit di costumi di

una

bevanda

forte

e di grande cultura. Ardi-

inebriante, usata Egitto: era preparata

tissima

cavalca trice,

mo-

con orzo, molto simile aUa


birra.

str straordinario coraggio in guerra, e pi volte precede a piedi le sue truppe,

Zodiaco. V.

Gostellazioni.

Zna

per miglia e miglia


diti e l'esercito

sud-

cinctus] una cintura cbe serviva a tenere


[^(vT],
al

l'amavano

stretta la tunica intorno

l'ammiravano grandela

corpo.

mente.

Dopo

morte del marito,


eser-

Questo nome indicava anche una cintura piatta e


larga, cbe le fanciulle por-

Zenobia sconfisse un

cito dell'imperatore Gallie-

no
di

elle

voleva

occupare

tavano intorno alle anche, e che non lasciavano se

Palmira;

da

vinta pi tarAureliano, fuggi a


e fatta poi pri-

ma

non

nelle nozze, quando sposo la discioglieva con

lo le

Palmira, dove fu assediata


dai

proprie mani.

Eomani

gioniera. Fu trascinata a Eoma, dietro il coccMo del


trionfatore,'

Zona si chiamava anche una larga cintura che gli uomini portavano intorno
ai

avvinta in cae

lombi, fatta
ventriera:

doppia

o
la

poi ebbe oro, in dono da Aureliano un podere a Tivoli, dove i suoi

tene

di

vuota nel mezzo, come


nostra

serviva

per portare denaro.

discendenti
zioni.

vissero

splen-

Zorostro
matore

didamente per pi genera-

il [Zoroaster] grande legislatore e rifor-

religioso

dell'impe-

589
IO

ZOE
con
si
il

medo. Eiform
ria
di

l'antica

le

dottrine greche,
nell'occidente,

si

religione

e forse visse al

Ormzud, tempo di
dottrine
le cre-

diffusero

Dario

I.

Le sue

conservano ancora sotto nome di Zend-Avesta.


ritenuto
il

religiose,

miste con

fondatore del-

denze dei Magi e pi tardi

l'astrologia

e della magia.

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