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CAPITOLO SESTO

INDAGINE SUL SE' CONCETTI ERRATI


Le enunciazioni filosofiche di Sri Ramana erano molto simili a quelle sostenute dai seguaci dell'advaita vedanta, una scuola filosofica Indiana che fior per oltre un millennio. Sri Ramana e gli advaitini sono d'accordo sulla maggior parte delle questioni teoriche. Ma le loro attitudini nella pratica sono radicalmente diverse. Mentre Sri Ramana patrocin l'autoindagine, la maggior parte degli insegnanti advaiti raccomandavano un sistema di meditazione che afferma mentalmente che il S la sola realt. Affermazioni come Io sono Brahman o Io sono lui, di solito vengono usate come dei mantra o, pi raramente, si medita sul loro significato e si cerca di sperimentare le implicazioni dell'affermazioni. Poich l'autoindagine spesso inizia con la domanda Chi sono io?, molti dei seguaci tradizionali dell'advaita ritenevano che la risposta alla domanda fosse Io sono Brahman ed essi occupavano le loro menti con la ripetizione di questa formula mentale. Sri Ramana critic questo approccio dicendo che mentre la mente era costantemente impegnata nel trovare o nel ripetere soluzioni alla domanda, non sarebbe mai sprofondata nella sua sorgente, ne sarebbe scomparsa.

Per la stessa ragione egli era ugualmente critico nei confronti di coloro che cercavano di usare Chi sono io?, come un mantra, dicendo che entrambi gli approcci mancavano il punto dell'autoindagine. La domanda Chi sono io?, egli disse, non un invito ad analizzare la mente e giungere a delle conclusioni sulla sua natura e non nemmeno una formula mantrica, semplicemente uno strumento che facilita il riportare l'attenzione dagli oggetti del pensiero e della percezione al pensatore e al percepiente di questi. Nell'opinione di Sri Ramana, la soluzione alla domanda Chi sono io? non si trova nella o per mezzo della mente, poich la sola risposta reale l'esperienza dell'assenza della mente. Un altro equivoco molto diffuso sorse dal credo Ind secondo il quale il S pu essere scoperto respingendo mentalmente tutti gli oggetti del pensiero e della percezione come non-S. Tradizionalmente questo chiamato l'approccio neti-neti ( non questo, non questo ). Il praticante di questo sistema respinge verbalmente gli oggetti con cui l'io si identifica - io non sono la mente, io non sono il corpo, ecc. - nell'aspettativa che l'io reale alla fine venga sperimentato nella sua forma incontaminata. L'Induismo chiama questa pratica autoindagine e, ed a causa dell'identit dei nomi, fu spesso confusa col metodo di Sri Ramana. L'attitudine di Sri Ramana nei confronti di questo sistema tradizionale di autoanalisi era totalmente negativa ed egli scoraggi i suoi seguaci dal praticarlo dicendo loro che era un'attivit intellettuale che non poteva portarli al di l della mente. Nelle sue risposte abituali alle domande sull'efficacia di questa pratica egli diceva che il pensiero io sostenuto da tali atti di discriminazione e che l'io che elimina il corpo e la mente come non io non pu mai eliminare se stesso. I seguaci delle scuole Io sono Brahman e neti-neti condividono un credo comune secondo il quale il S pu essere scoperto dalla mente, sia attraverso l'affermazione che la negazione. Questo credo che la mente possa raggiungere il S per mezzo delle sue stesse attivit la radice della maggior parte delle concezioni erronee sulla pratica dell'autoindagine.

Un esempio classico di questo il credere che l'autoindagine comporti la concentrazione su un particolare centro del corpo chiamato centro del Cuore. Questa opinione largamente diffusa deriva da un erronea interpretazione di alcune affermazioni di Sri Ramana sul Cuore e, per comprendere come questo credo abbia avuto origine, sar necessario dare uno sguardo pi attento ad alcune delle sue idee sull'argomento. Nel descrivere l'origine del pensiero io, qualche volta egli disse che esso raggiunge il cervello attraverso un canale che parte da un centro situato nella parte destra del petto. Egli chiam questo centro il centro del Cuore e disse che quando il pensiero io sprofonda nel S, esso ritorna al centro e scompare. Disse anche che quando il S viene sperimentato consciamente , c' una consapevolezza tangibile che questo centro la sorgente sia della mente che del mondo. Comunque, queste affermazioni non sono strettamente vere e Sri Ramana qualche volta le modific dicendo che esse erano solo rappresentazioni schematiche che venivano date a quelle persone che persistevano nell'identificarsi con i loro corpi. Egli disse che il Cuore non realmente localizzato nel corpo e che dal punto di vista pi alto ugualmente non vero dire che il pensiero io sorge o sprofonda in questo centro sulla destra del petto. Poich Sri Ramana disse spesso: Trova il luogo dove sorge l'ioo: Scopri la sorgente della mente, molte persone interpretarono queste affermazioni come se avessero dovuto concentrarsi su questo particolare centro mentre eseguivano l'autoindagine. Sri Ramana respinse questa interpretazione molte volte dicendo che la sorgente della mente, o l'io, poteva essere scoperta solo attraverso l'attenzione al pensiero io e non concentrandosi su una particolare parte del corpo. Qualche volta egli disse che porre l'attenzione su questo centro una buona pratica di concentrazione, ma non la associ mai con l'autoindagine. Occasionalmente egli disse che la meditazione sul Cuore era un mezzo efficace per raggiungere il S, ma, ancora, non disse mai che questo si dovesse fare concentrandosi sul centro del Cuore. Piuttosto egli disse che si dovrebbe meditare sul Cuore

cos com'. Il Cuore cos com' non una posizione, il S immanente e si pu essere consapevoli della sua reale natura solo essendolo. Non pu essere raggiunto dalla concentrazione. Sebbene ci siano parecchi commenti di questo tipo potenzialmente ambigui circa il Cuore ed il centro del Cuore, in tutti i suoi scritti ed in tutte le sue conversazioni registrate non c' una sola affermazione per sostenere che l'autoindagine debba essere praticata concentrandosi su questo centro. Infatti, prendendo attentamente in esame le sue affermazioni sull'argomento, si pu concludere solamente che mentre l'esperienza del S contiene una consapevolezza di questo centro, la concentrazione su di esso non sfocer nell'esperienza del S. D: Comincio chiedendo a me stesso: Chi sono io?, elimino il corpo come non io, il respiro come non io e non sono capace di procedere oltre. R: Bene, quello il limite che l'intelletto pu raggiungere. Il tuo processo solo intelletuale. In effetti tutte le scritture citano il processo solo per guidare il cercatore a conoscere la verit La verit non pu essere indicata direttamente. Perci questo processo intellettuale. Vedi, colui che elimina tutto il non io non pu eliminare l'io. Per dire: Io non sono questo o: Io sono quello deve esserci un io. Questo io soltanto l'ego, o il pensiero io. Dopo il sorgere di questo pensieroio vengono tutti gli altri pensieri. Perci il pensiero io il pensiero radice. Se la radice viene strappata, tutte le altre verranno sradicate contemporaneamente. Cerca quindi la radice io e chiediti: Chi sono io?: Scopri la sua sorgente, ed allora tutte le idee svaniranno e rester il puro S. D: Come farlo? R: L'io sempre l-nel sonno profondo, nel sogno e nella veglia. Colui che dorme lo stesso che ora parla. C' sempre il sentimento di io. Neghi altrimenti la tua esistenza? Non la neghi. Dici: Io sono. Scopri chi .

D: Medito neti-neti ( non questo-non quello ). R: No, quella non meditazione. Scopri la sorgente. Devi raggiungere la sorgente senza fallire. Il falso io sparir e l'io reale verr realizzato. Il primo non pu esistere separato dal secondo. Ora c' un'erronea identificazione del S col corpo, i sensi, ecc. Tu procedi e scartali, e questo neti. Ci si pu fare solo trattenendo ci che non si pu scartare. Quello iti ( quello che ). D: Quando penso: Chi sono io, viene la risposta: Non sono questo corpo mortale, ma sono chaitanya, atma ( la consapevolezza, il S ) e improvvisamente sorge un'altra domanda: Perch l'atma entrata in possesso di maya ( illusione )? o, in altre parole: Perch Dio ha creato questo mondo?. R: Chiedersi Chi sono io in realt significa cercare di scoprire la sorgente dell'ego o del pensiero io. Non devi avere altri pensieri, come: Io non sono questo corpo. Cercare la sorgente dell'io serve come mezzo per liberarsi da tutti gli altri pensieri. Non dovremmo dare spazio ad altri pensieri come quelli che hai citato, dovremmo invece mantenere fissa l'attenzione sullo scoprire la sorgente del pensiero io chiedendoci, mentre sorge ogni pensiero, a chi stia sorgendo quel pensiero. Se la risposta : Io ho il pensiero, prosegui l'indagine chiedendoti: Chi questo io e qual' la sua sorgente? D: Devo continuare a ripetere Chi sono io? in modo da farne un mantra? R: No. Chi sono io? non un mantra. Significa che devi scoprire dove sorge in te il pensiero io, che la sorgente di tutti gli altri pensieri. D: Devo meditare su Io sono Brahman ( aham Brahmasmi )? R: Il testo non ha lo scopo di far pensare: Io sono Brahman. Aham ( io ) conosciuto da tutti. Brahman dimora come aham in tutti. Scopri l'io. L'io gi Brahman. Non hai bisogno di pensare cos. Semplicemente scopri l'io.

D: Scartare le guaine ( neti-neti ) non forse citato nelle sastra? R: Dopo il sorgere del pensiero io c' la falsa identificazione dell'io col corpo, i sensi, la mente, ecc. L'io associato erroneamente ad essi ed il vero io viene perso di vista. Al fine di separare l'io puro dall'io contaminato, si cita questo scartare le guaine. Ma non significa esattamente scartare il non-S, significa scoprire il S reale. Il S reale l'io infinito. Quell'io perfezione. E' eterno. Non ha origine ne fine. L'altro io nato ed anche muore. E' impermanente. Guarda a chi appartengono i pensieri mutevoli. Scoprirai che sorgono dopo il pensiero io. Trattieni il pensiero io ed essi si calmeranno. Rintraccia la sorgente del pensiero io. Rimarr soltanto il S. D: E' difficile da seguire; capisco la teoria, ma qual' la pratica? R: Gli altri metodi sono adatti a quelle persone che non possono ricorrere all'investigazione del S. Persino per ripetere Aham Brahmasmi o pensarlo necessario un agente. Chi ? E' l'io. Sii quell'io. E' il metodo diretto. Anche gli altri metodi alla fine condurranno tutti a questo metodo dell'investigazione del S. D: Sono consapevole dell'io. Tuttavia i miei problemi non sono terminati. R: Questo pensiero io non puro; contaminato dall'associazione col corpo e i sensi. Considera di chi il problema. E' del pensiero io. Aggrappati ad esso e gli altri pensieri svaniranno. D: S. Come farlo? Questo il problema. R: Pensa io, io, e aggrappati a quell'unico pensiero per escludere tutti gli altri. D: Affermare Dio non pi efficace della ricerca Chi sono io? L'affermazione positiva, mentre l'altra una negazione. Inoltre, indica separazione. R: Fino a che cercherai di sapere come realizzarti, ti verr dato questo consiglio per scoprire il S. La tua ricerca del metodo indica la tua separazione. D: Non meglio dire: Io sono l'essere supremo,

piuttosto che chiedersi: Chi sono io?. R: Chi afferma? Dev'esserci qualcuno che lo fa. Scopri chi . D: La meditazione non migliore dell'investigazione? R: La meditazione implica l'immaginazione mentale, laddove l'investigazione sulla realt. La prima oggettiva, mentre la seconda soggettiva. D: Deve esserci un approccio scientifico a questo argomento. R: Rifuggire l'irrealt e cercare la realt scientifico. D: Intendo che ci deve essere una eliminazione graduale, prima la mente, poi l'intelletto ed infine l'ego. R: Solo il S reale. Tutto il resto irreale. La mente e l'intelletto non rimangono indipendenti da te. La Bibbia dice: Sii calmo e sappi che io sono Dio. La calma il solo requisito per la realizzazione del S come Dio. D: Soham ( l'affermazione Io sono lui ) uguale a Chi sono io? R: Solo aham ( io ) in comune fra loro. Il primo soham. L'altro koham (Chi sono io? ). Sono diversi. Perch dovremmo continuare a dire soham? Si deve scoprire l'io reale. Nella domanda Chi sono io?, l'io si riferisce all'ego. Cercando di seguirlo e scoprendone la sorgente, vediamo che non ha un'esistenza separata, ma che si fonde nell'io reale. Vedi la difficolt. Vichara differente come metodo dalla meditazione sivoham o soham ( Io sono Shiva o Io sono lui ). Piuttosto, io pongo l'enfasi sulla conoscenza del S, poich prima di procedere a conoscere il mondo ed il suo Signore sei innanzitutto implicato con te stesso. La meditazione soham o la meditazione Io sono Brahman sono pi o meno un pensiero mentale. Ma la ricerca del S di cui parlo un metodo diretto, davvero superiore all'altra meditazione. Nel momento in cui cominci a cercare il s e a sprofondare sempre pi, il S reale l che aspetta di riceverti. Allora qualunque cosa sia fatta, fatta da qualcos'altro e tu non vi prendi parte. In questo processo tutti i dubbi e le discussioni vengono automaticamente abbandonate, proprio come uno che dorme si dimentica,

temporaneamente, di tutte le sue preoccupazioni. D: Quale certezza ho che laggi ci sia qualcosa che mi aspetta di darmi il benvenuto? R: Quando si un'anima sufficientemente sviluppata ( pakvi ) ci si convince naturalmente. D: Come possible questo sviluppo? R: Ci sono diverse risposte. Ma qualunque sia lo sviluppo precedente, vichara affretta lo sviluppo. D: Questo un circolo vizioso. Sono sviluppato e quindi sono idoneo alla ricerca, ma la ricerca stessa provoca il mio sviluppo. R: La mente ha sempre questo tipo di difficolt. Vuole una determinata teoria per soddisfare se stessa. In realt non necessaria nessuna teoria per l'uomo che desidera seriamente avvicinare Dio o realizzare il suo vero essere. D: Non ci sono dubbi che il metodo insegnato da Bhagavan sia diretto. Ma cos difficile. Non sappiamo da dove cominciare. Se continuiamo a chiederci: Chi sono io?, Chi sono io? come un japa ( ripetizione del nome di Dio ) o un mantra, ci diventa monotono. In altri metodi c' qualcosa di preliminare e di positivo con cui si pu iniziare a procedere passo dopo passo. Invece nel metodo di Bhagavan non c' qualcosa di simile e cercare subito il S, sebbene sia diretto, difficile. R: Tu stesso ammetti che questo il metodo diretto. E' il metodo diretto e facile. Quando cos' facile correre dietro ad altre cose che ci sono estranee, come pu essere difficile per qualcuno andare verso il proprio S? Parli di Dove cominciare? Non ci sono ne inizio, ne fine. Tu sei te stesso all'inizio e alla fine. Se tu fossi qui ed il S da qualche altra parte, e dovessi raggiungere quel S, ti si potrebbe dire come partire, come viaggiare e quindi come raggiungerlo. Supponiamo che tu, che ora sei nel Ramanasramam, chiedessi: Voglio andare al Ramanasramam. Come devo partire o come posso raggiungerlo? Cosa si dovrebbe dire? Per un uomo la ricerca del S simile a ci. Egli sempre il S e null'altro. Dici che Chi sono io? diventa japa. Non si intende che tu debba procedere chiedendoti: Chi sono io? In quel caso il pensiero

non morirebbe cos facilmente. Nel metodo diretto, come lo chiami tu, nel chiederti Chi sono io? ti viene detto di concentrarti all'interno di te stesso dove sorge il pensiero io, la radice di tutti gli altri pensieri. Poich il S non all'esterno, ma all'interno di te, ti viene chiesto di tuffarti all'interno invece di andare all'esterno. Cosa pu essere pi facile dell'andare verso te stesso? Ma rimane il fatto che a qualcuno questo metodo sembrer difficile e poco attraente. Questo il motivo per cui sono stati insegnati cos tanti metodi diversi. Ciascuno di essi attirer qualcuno come il migliore ed il pi facile. Ci avviene secondo la loro pakva o idoinet. Ma per qualcuno nulla sar attraente eccetto il vichara marga ( il sentiero dell'indagine ). Essi chiederanno: Tu vuoi che io conosca questo o quello. Ma chi il conoscitore, il veggente? Qualunque altro metodo venga scelto,ci sar sempre un agente. Non si pu sfuggire a ci. Si deve scoprire chi l'agente. Fino ad allora, la sadhana non avr termine. Cos alla fine tutti devono arrivare a scoprire Chi sono io? Ti lamenti che non c' nulla di preliminare o positivo con cui iniziare. Hai l'io con cui cominciare. Sai che esisti sempre, mentre il corpo non esiste sempre, per esempio nel sonno. Il sonno rivela che tu esisti perfino senza un corpo. Noi identifichiamo l'io con un corpo, consideriamo il S come avente un corpo, come avente dei limiti e da qui nascono tutti i nostri problemi. Tutto quello che dobbiamo fare e smettere di identificare il S col corpo, con forme e limiti, e allora scopriremo di essere quel S che sempre siamo. D: Devo pensare Chi sono io? R: Hai saputo che il pensiero io sorge. Aggrappati al pensiero io e scoprine la sorgente. D: Posso conoscere il modo? R: Fai come ti stato detto ora e stai a vedere. D: Non comprendo ci che dovrei fare. R: Se ci fosse qualcosa di oggettivo la via potrebbe essere mostrata oggettivamente. Questo soggettivo.

D: Ma io non comprendo. R: Cosa! Non comprendi che tu sei? D: Per favore indicami il modo R: E' necessario mostrarti la via all'interno della tua stessa casa? Questo all'interno di te. D: Hai detto che il Cuore il centro del S. R: S, il supremo centro del S. Non c' da dubitare di ci. Il S reale nel Cuore, al di l del jiva o s-ego. D: Abbi ora la compiacenza di dirmi dov' situato nel corpo. R: Non puoi conoscerlo con la tua mente. Non puoi realizzarlo per mezzo dell'immaginazione, quando ti dico che qui c' il centro ( indicando la parte destra del petto ). Il solo modo diretto per realizzarlo cessare di fantasticare e cercare di essere te stesso. Quando ti realizzi, automaticamente senti che il centro l. Questo il centro, il Cuore, descritto nelle scritture come hritguha ( cavit del cuore ), arul ( grazia ), ullam ( il Cuore ). D: Non ho trovato afferma in nessun libro che sia l. R: Molto tempo dopo che venni cui mi imbattei in un verso della versione Malayalam dell'Ashtanghidayam, il testo base dell'Ayurveda ( medicina Ind ), in cui l'ojas sthana ( la sorgente della vitalit corporea o luogo della luce ) viene menzionata come localizzata nella parte destra del petto e viene chiamata la sede della coscienza ( samvit ). Ma non conosco nessun altra opera che faccia riferimento ad esso come localizzato l. D: Posso essere sicuro che gli antichi intendevano questo centro col termine Cuore? R: S, cos. Ma dovresti cercare di averne l'esperienza piuttosto che localizzarlo. Un uomo non ha bisogno di scoprire dove sono situati i suoi occhi quando vuole vedere. Il Cuore sempre l aperto per te se ti curi di entrarvi, sempre l a sostenere tutti i tuoi movimenti anche quando sei inconsapevole. Forse pi appropriato dire che il S il Cuore stesso invece di dire che nel Cuore. In realt, il S il centro stesso. E' dovunque, consapevole di se stesso come Cuore, la consapevolezza del S. D: In questo caso, come pu essere localizzato in qualche parte del corpo? Fissare un luogo per il Cuore significherebbe porre

dei limiti fisiologici a ci che al di l di spazio e tempo. R: Questo giusto. Ma la persona che pone la domanda sulla posizione del Cuore si considera come esistente con o nel corpo. Ponendo la questione ora, diresti che il tuo corpo qui, ma che stai parlando da qualche altro luogo? No, tu accetti la tua esistenza corporea. E' da questo punto di vista che viene fatto qualunque riferimento ad un corpo fisico. A dire il vero, la pura coscienza indivisibile, senza parti. Non ha forma, non ha interno n esterno. Per essa non c' destra o sinistra. La pura coscienza, che il Cuore, include tutto, e nulla ne all'esterno o separato. Questa la verit ultima. Da questo punto di vista assoluto, il Cuore, il S o la coscienza, non pu avere nessun luogo particolare che gli possa essere assegnato nel corpo fisico. Qual' la ragione? Il corpo esso stesso una semplice proiezione della mente, e la mente non che un misero riflesso del Cuore risplendente. Come pu quello in cui ogni cosa contenuta essere confinato come una minuscola parte all'interno del corpo fisico che non altro che una manifestazione infinitesimale, fenomenica dell'unica realt? Ma le persone non comprendono questo. Esse non possono fare a meno di pensare in termini di corpo fisico e mondo. Ad esempio tu dici: Sono venuto in questo Ashram dal mio paese al di l dell'Himalaya. Ma questa non la verit. Dov' il venire o l'andare o il movimento, qualunque sia, per l'uno, l'onnipervadente spirito che realmente sei? Tu sei dove sei sempre stato. E' il tuo corpo che si mosso o stato trasportato di luogo in luogo fino a che ha raggiunto questo Ashram. Questa la semplice verit, ma per una persona che si considera un soggetto vivente in un mondo oggettivo, sembra qualcosa di assolutamente immaginario! E' per scendere al livello della comprensione ordinaria che viene assegnato al Cuore un luogo nel corpo fisico. D: Come comprendere allora l'affermazione di Sri Bhagavan secondo cui l'esperienza del centro del Cuore avviene in quel particolare punto del petto? R: Una volta che accetti che dal punto di vista vero e assoluto

il Cuore, come pura coscienza, al di l di spazio e tempo, sar facile per te comprendere questo nella sua corretta prospettiva. D: Il Cuore detto essere a destra, a sinistra o al centro. Con tali differenze di opinione come possiamo meditare su di esso? R: Tu sei, ed un fatto. Dhyana ( meditazione ) attraverso te, su di te, in te. Deve procedere dove sei tu. Non pu essere all'esterno di te. Cos tu sei il centro di dhyana e quello il Cuore. I dubbi sorgono soltanto quando ti identifichi con qualcosa di tangibile e fisico. Il Cuore non una concezione, non un oggetto di meditazione. Ma la sede della meditazione. Il S rimane completamente solo. Tu vedi il corpo nel Cuore, anche il mondo in esso. Non c' nulla di separato da esso. Cos tutti i tipi di sforzo sono localizzati soltanto l. D: Dici che il pensiero io sorge dal centro del Cuore. Dovremmo cercarne l la sorgente? R: Ti chiedo di vedere dove sorge l'io nel tuo corpo, ma non realmente corretto dire che l'io sorge dal Cuore e si fonda in esso nella parte destra del petto. Il Cuore un altro nome della realt e non n all'interno n all'esterno del corpo. Non ci pu essere interno o esterno per esso, poich esso solo esiste. D: Al fine di meditare dal Cuore dovrei meditare sulla parte destra del petto? R: Il Cuore non fisico. La meditazione non dovrebbe essere sulla destra o sulla sinistra. La meditazione dovrebbere essere sul S. Tutti conoscono Io sono. Chi l'io? Non sar n interno n esterno, n sulla destra n sulla sinistra. Io sono, questo tutto. Abbandona l'idea di destra e sinistra. Esse appartengono al corpo. Il Cuore il S. Realizzalo e allora capirai da te stesso. Non c' bisogno di sapere dove e e cosa sia il Cuore. Esso far il suo lavoro se ti impegnerai nella ricerca del S. D: Qual' il Cuore a cui si riferisce il verso dell'Upadesa Saram in cui si dice Dimorare nel Cuore il miglior Karma,

yoga, bhakti e jnana? R: Ci che la sorgente di tutto, ci in cui tutto vive e ci in cui tutto finalmente si fonder, il Cuore a cui si fa riferimento. D: Come possiamo concepire un tale Cuore? R: Perch dovresti concepire qualcosa? Devi solo vedere da dove scaturisce l'io. Quello da cui tutti i pensieri degli esseri incarnati hanno origine chiamato Cuore. Tutte le sue descrizioni sono solo concetti mentali. D: Si dice che nel petto ci sono sei organi di diversi colori di cui il Cuore detto essere due dita sulla destra della line centrale. Ma il Cuore anche senza forma. Dovremmo quindi immaginare che abbia una forma e meditare su di essa? R: No. Solo l'indagine Chi sono io? necessaria. Ci che resta durante il sonno profondo e la veglia lo stesso. Ma nella veglia c' infelicit e lo sforzo per rimuoverla. Se ti viene chiesto chi si risveglia dal sonno tu dici io. Ora ti viene detto di aggrapparti a questo io. Se ci viene fatto, l'eterno essere si riveler. L'investigazione sull'io il punto e non la meditazione sul centro del Cuore. Non c' nulla come interno od esterno. Entrambi significano o la stessa cosa o nulla. Naturalmente c' anche la pratica della meditazione sul centro del Cuore. E' soltanto una pratica e non una investigazione. Soltanto colui che medita sul Cuore pu rimanere consapevole quando la mente cessa di essere attiva e rimane silente, laddove coloro che meditano su altri centri non possono essere cos consapevoli, ma inferiscono che la mente era silente solo dopo che diventata nuovamente attiva. In qualunque luogo del corpo si pensi che risieda il S, grazie al potere di quel pensiero, apparir a colui che pensa in quel modo come residente in quel luogo. Comunque, soltanto l'amato Cuore il rifugio per sorgere e il cessare di quest'io. Sappi che, sebbene si dica che il Cuore esiste sia all'interno che all'esterno, nell'assoluta verit non esiste n all'interno n all'esterno, perch il corpo, che appare come base delle differenze interno ed esterno, un immagine della mente pensante. Il Cuore, la sorgente, l'inizio, il centro

e la fine di tutto. Il Cuore, lo spazio supremo, non mai una forma. E' la luce della verit.

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