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ATENEO PONTIFICIO REGINA APOSTOLORUM

JOS ANTONIO CABALLERO, L.C.

LETTERE DI GIOVANNI E LAPOCALISSE

ROMA 2004

Sctitti giovannei

LETTERE DI GIOVANNI
1. INTRODUZIONE
Le lettere hanno unindirizzo ampio. 2 e 3 hanno unindirizzo concreto, ma sono incluse alle lettere cattoliche. Il loro contenuto universale, come di tutti i scritti della Bibbia. Per la tradizione sono incluse nelle lettere cattoliche (cf. lettere paoline: pastorali, di prigione, etc.) Rapporto fra il 4V e le lettere di Giovannni: 1. Il prologo di 1Gv 1,14 si rif al 4V 2. Affinit linguistiche e di pensiero 3. 2Gv ->1Gv; 3Gv -> 2Gv. 1.1. LAMBIENTE DELLA TRADIZIONE GIOVANNEA Ununica tradizione e ambiente in rapporto ad un testimoni (Gv 21,24) per le 4 opere Culpepper parla della scuola giovannea: anzi che dun testimone Ma il termine vegliardo o anziano Si tratta di una persona singola Momento costitutivo della Tradizione include nella sua persona una certa autori Situazioni analoghe: lautore, responsabile della comunit e conservazione della tradizione. 1.2. LA FORMA LETTERARIA DELLE LETTERE 1 Gv (di carattere dottrinale): indirizzata alla comunit dellautore in una situazione concreta e precisa. con possibili tratti omiletici: figli (2,1.12; 2, 28), carissimi (2,7; 3,2.21) ma un scritto (1,4; 2,1.8.12.13-14.21.26) 2 Gv (di carattere dottrinale), 3 Gv (di carattere disciplinare): lettere vere e proprie: indirizzo e conclusione ampiezza: figlio di papiro (20x25 cm) 1.3. LINGUAGGIO E PENSIERO 3.1. Linguaggio una koin corretta, ma semitizzante, povera di vocaboli e alquanto morticina, alcune risorse stilistiche: parallelismi (1,5-10), antitesi (3,7-10), ripetizione (2,13), induzione (1,2; 2,3-5), anafora (1,6.8.10) molto vicino ai discorsi di rivelazione del 4V espressioni escatologiche comuni (Gv. 5,24 e 1Gv 1,14)

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3.2. Pensiero Differenza rispetto al 4V 4V parla di Gescome luce del mondo; 1 Gv 1,5: Dio luce del mondo Principio in Gv 1,1 indica linizio della creazione; in 1 Gv 1,1 fa riferimento a colui che dallinizio Paraclito nel 4V un titolo dello S.Santo; in 1 Gv 2,1 viene applicato a Ges Novit presenti in 1 Gv Si accentua il tema della morte espiatice di Cristo nel suo sangue (1, 7.9; 2,2) Distinzione tra peccati mortali e veniali (5, 16) Perdono reiterato dei peccati (1,9) Differenze pi salienti: polemica Cessa la battaglia con la sinagoga (4V) Sorge una specie dinterpretazione pregnostica della tradizione giovannea: incarnazione, amore fraterno 1 Gv: consapevolezza su ci che sia ortodosso, insistenza sul kerigma. Contro leresia, lautore impiega la confessione di fede, che si rif alla tradizione storica su Ges (1,1): Teologicamente, lautore insiste che Ges il Cristo, Figlio di Dio (4,3.15; 5, 1.5) Moralmente: chi non ama non a conosciuto Iddio (4,8). Questa confessione di fede si rif ai temi biblici di Gn 1-4 (ma sotto laspetto morale, non ontologico) Inizio della creazione ( 1 Gv 2,13) Differenza tra luce e tenebre ( 1, 5.9) Caino ed Abele (1 Gv 3,11)1 Il demonio (1 Gn 3,8) La comunit giovannea e gli eretici sono continuazione delle 2 discendenze.. 1.4. GLI AVVERSARI NELLE LETTERE DI GIOVANNI 4.1. Origine Stessi gruppi e tradizioni giovannei (1 Gv 2,19), ma sotto linflusso ellenistico (separazione tra materia e spirito) 4.2. Dottrina Negano alcuni principi cristologici basilari: Lunit tra Ges e Cristo ( 1 Gv 2,22a) Lunit tra Padre e Figlio (1 Gv 2,22b) Ges Cristo venuto nella carne (1 Gv 4,2; 2 Gv 7)
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interpretazione intrabiblica: perch la genesi non dice niente sulla malvagit, il NT reinterpreta una tradizione orale che adesso diventa scritta e conforme

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Ges Cristo venuto con lacqua e col sangue aspetto sacramentale (1 Gv 5,6) Punto centrale: 1 Gv 4,1-3 Si concepiscono loro stessi come profeti, dicono che non hanno peccato (1Gv 1,8.10) Negano la venuta di Ges nella carne (non una forma evoluta di docetismo) Negano il valore redentore del suo sangue (contro 1Gv 1,8) Odiano che non la pensa come loro In esso si riconosce lanticristo annunciato dalla Tradizione (cf. 2, 18) 4.3. Indici storici (ma non sono definitivi) Ignazio dAntiochia (110 dc) lott contro gruppi che praticavano una cristologia dellapparenza: Ges non generato da una vergine, non avrebbe sofferto sulla croce, non sarebbe apparso dopo la risurrezione (Smir 1-3) Cerinto (100 e 125 dc) in Ges-semplice: uomo abit il Cristo celeste, incapace di soffrire, in forma di colomba dal Battesimo fino alla crocifissione (Adv. Haer. III,26,1)

1.5. STRUTTURA E CONTENUTO DI 1 GV Presupposti: lopera un tutto unitario (senza accettare una supposta fonte scritta) Divisione bipartita - oltre al prologo e conclusione come il 4V Prologo (1,1-4): commenti al prologo del 4V Prima marte (1,5-3,10): bisogna camminare nella luce, perch Dio luce Seconda parte (3,11-5,12): il Vangelo amore reciproco, basato sullamore di Ges Epilogo (5,13-21): si rif a Gv 20,30-31 1.6. AMBIENTE E CONTENUTO DI 2GV E 3 GV Ambiente Falsi maestri portano una conoscenza che nega che il Figlio di Dio si sia fatto carne (2Gv 7; 1Gv 4,3) La divisione della Chiesa madre, intravista in 1Gv, sembra ormai compiuta Specificit: 2 e 3 Gv sono autentiche lettere, scritte da un anziano Contenuto di 2 Gv Formula iniziale (1-3): alla signora eletta (comunit) e ai sui fogli (membri) Corpo (4-12): stare saldi nel comandamento dellamore, richiamo alleretico e speranza di provare una gioia con la comunione personale Formula conclusiva (13): Ti salutano i figli della eletta tua sorella Contenuto di 3 Gv Indirizzata ad un presbitero di nome Gaio. Gaio ha accolto alcuni amici dellanziano Diotrefe li ha scacciati: si arrogato il titolo di capo della comunit. Si oppone allintervento della guida ecclesiale Schema:

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Formula iniziale (1-2) Corpo (3-14) Formula conclusiva 1.7. AMBITO, TESTIMONIANZA ESTERNA, LUOGO E TEMPO DI COMPOSIZIONE DELLE LETTERE DI GIOVANNI Si ha conoscenza molto frammentaria del Cristianesimo delle oigini 1Gv 1-4 rinvio alla testimonianza del Discepolo Prediletto; non ci sono molte testimonianze su 2 e 3 Secondo Eusebio (Historia Ecclesiastica) 1 Gv: Fu citata da Policarpo (110) Nota a Papia (140) e Giustino (150-160) Irineo (180), Canone di Muratori (180-200) e Clemente dAlessandria (200) laccettarono come scritta dal Figlio di Zebbedeo Datazione dellopera (95-100ca): Dipende dal rapporto 4V e Ap Se il 4V fu composto tra l80 e 90, le lettere non sono molto posteriori. 2 e 3 riflettono una situazione sucesiva e aggravata Luogo di composizione Inizio come giudeo-cristiana, a relativa distanza da Gerusalemme nella Trasgiordania Settentrionale (tempi di Agrippa II) Trasferimento a Efeso a causa dellostilit cona la sinagoga, e altri fattori, incorporazione di altri gentili.

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ESEGESI DI 1GV
Testi: 1Gv 1,4 (Prologo) 1Gv 4,1-6 (Esortazione ad esaminare gli spiriti)

1. PROLOGO (1GV 1,1-4)


Introduzione La lettera non ha indirizzo (fa parte delle lettere cattoliche) Vi si trovano le idee fondamentali dello scritto: sguardo allevento salvifico dellincarnazione affidabilit dei testimoni oculari sguardo alla situazione presente

Novit: il Dio nascosto dellAT si fatto visibile, tangibile, udibile 1Gv 1,1
}O h=n avpV avrch/j( o] avkhko,amen( o] e`wra,kamen toi/j ovfqalmoi/j h`mw/n( o] evqeasa,meqa kai. ai` cei/rej h`mw/n evyhla,fhsan peri. tou/ lo,gou th/j zwh/j
Colui che era fin dal principio, colui che noi abbiamo sentito, colui che abbiamo veduto con i nostri occhi, colui che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato, cio il Verbo della vita

La lettera non inizia con nessun indirizzo di destinatari, ma parla del Logos eterno che si fa uno di noi. Cf. Ebrei 1,1-2: inizio eterno, divinit di Cristo, incarnazione. Colui che era fin dal principio (ci che era fin dal principio): il contenuto del messaggio cristiano (Gv 1,1) Sentire, guardare, contemplare, palpare: successione logica e temporale; tradizione tramandata da testimoni oculari (Cf. Lc 1,1, At 1,1; Gv 21,25; Flp 4,9; 1Cor 11,23; 15, 1.3; 2Cor 11,4; 2Tim 2,2; 2Tes 2,5-25; Giud 3) La distinzione tra e`wra,kamen e evqeasa,meqa si potrebbe spiegare come il passo dalla visione sensoriale alla contemplazione con la fede Toccare Ges con le mani atto di fede: Gv 20,24-29 Parola della vita: Cristo rivelatore (Cf Gv 1,1; Ap 19,16). Il genetivo th/j zwh/j un genetivo epesegetico2: disegna la comunicazione della vita (1Gv 1,4; 5,21-26; 6,57) ma anche la vita di cui Ges gode in quanto risorto (Gv 11,26, Rm 6,10)

il contenuto quasi un sinonimo del sostantivo che lo precede (in questo caso: vita), indica lidentit fra il genetivo e il sostantivo

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Gv 1,2
kai. h` zwh. evfanerw,qh( kai. e`wra,kamen kai. marturou/men kai. avpagge,llomen u`mi/n th.n zwh.n th.n aivw,nion h[tij h=n pro.j to.n pate,ra kai. evfanerw,qh h`mi/n
poich la vita si manifestata e noi l' abbiamo veduta e ne diamo testimonianza e vi annunziamo questa vita eterna che era presso il Padre e che si manifestata a noi

Si dice come questa parola della vita divina si fa presente nel mondodegli uomini (cf Gv 1,1.14)
evfanerw,qh indica lo svelamento dellessere occulto di Dio (cf Gv 14,8): in 1Gv il realismo

dellincarnazione messo in rilievo conro i falsi maestri (Gv 4,2) ma pu riferirsi anche a Ges risorto per il verbo vedere (Gv 20,18) assieme a marturou/men kai. avpagge,llomen indicherebbe lanuncio del Vangelo (Att 17,13, 20,24; Rm 1,9; 2Tm 1,8; cf 1Gv 5,11) Gv 1,3
o] e`wra,kamen kai. avkhko,amen( avpagge,llomen kai. u`mi/n( i[na kai. u`mei/j koinwni,an e;chte meqV h`mw/n kai. h` koinwni,a de. h` h`mete,ra meta. tou/ patro.j kai. meta. tou/ ui`ou/ auvtou/ VIhsou/ Cristou/
colui che abbiamo veduto e sentito lo annunziamo a voi, affinch anche voi abbiate comunione con noi. La nostra comunione con il Padre e con il suo Figlio Ges Cristo.

Si riassume il contento dei primi versetti (ci che abbiamo visto e udito) Implicitamente si parla di tradizione (cf 1Cor 15,1) per quanto il termine non appaia. Il vedere e il sentire sono paralleli ad annunciare e avere comunione Lavere comunione coi testimoni porta ad averla col Padre e Ges (Lc 10,6; Gv 17,20 = Gv 1,1) A Gv interessa sottolineare il rapporto col Padre per mezzo di Ges (Gv 14,6; 1Gv 2,23; 4,15.11; 5,11) Gv 1,4
kai. tau/ta gra,fomen h`mei/j( i[na h` cara. h`mw/n h=| peplhrwme,nh E noi scriviamo queste cose affinch la nostra gioia sia piena.

Frutto dello scritto la mediazione della gioia del Padre tramite Ges e i discepoli (cf Gv 15,11; 16,20.22.24; 17,13; 20,20) la stessa gioia del seminatore che Ges ha invitato (Gv 4,36) Ma a differenza di 4,36, quella gioia qui gi piena (Gv 15,11; 17,13), perch segue la risurrezione

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ESORTAZIONE AD ESAMINARE GLI SPIRITI

(1GV 4,1-6)

2.1. INTRODUZIONE BREVE brano centrale della lettera: inclusione tra i vv. 1 e 6 riassume e sviluppa i temi precedenti: fede (1Gv 4,1-6) e amore fraterno (1Gv 4,7) i protestanti basano in questo brano il loro principio sul libero esame (?) struttura: discernimento degli spiriti (1-3) differenza tra i cristiani e i falsi profeti (4-6)

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2.2. DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI (4,1-3) 1Gv 4,1


VAgaphtoi,( mh. panti. pneu,mati pisteu,ete avlla. dokima,zete ta. pneu,mata eiv evk tou/ qeou/ evstin( o[ti polloi. yeudoprofh/tai evxelhlu,qasin eivj to.n ko,smon Carissimi, non vogliate credere a ogni spirito, ma esaminate gli spiriti per conoscere se sono da Dio, poich molti falsi profeti sono venuti nel mondo.

Carissimi: il modello della comunit giovannea la testimonianza del discepolo prediletto (cf 1Gv 2,7) Criterio per discernere i ragionamenti degli eretici: la fede tramandata dagli apostoli Rapporto falso profeta e spirito: il profeta unuomo che dovrebbe parlare in virt dello Spirito di Dio; i falsi maestri sono lanticristo (1Gv 2,18-27), perch mossi dallo spirito maligno (1Gv 4,6) discuttibile se si tratti dei falsi profeti in occasione della parusia (Mc 13,22)

Opposizione verbale tra essere da Dio ed essere entrati nel mondo. Qui mondo forse inteso come ambiente umano o linsieme degli uomini. 1Gv 4,2
evn tou,tw| ginw,skete to. pneu/ma tou/ qeou/\ pa/n pneu/ma o] o`mologei/ VIhsou/n Cristo.n evn sarki. evlhluqo,ta evk tou/ qeou/ evstin( Da questo voi conoscete lo spirito di Dio: ogni spirito che confessa Ges Cristo venuto nella carne da Dio;

Gv passa dal discernimento alla sua applicazione: il segno distintivo della confessione cristiana (base per gli articoli di fede, cf 1Cor 15,1) consiste nella conservazione duna tradizione ha una base storica ed resa possibile dallo Spirito divino questa appllicazione si divide in due aspetti: riconoscere la vera identit di Ges e la proclamazione aperta di questa fede (possibile allusione al battesimo; cf Ap 1,5-6) Distinzione tra lo Spirito di Dio e quello degli uomini: to. pneu/ma tou/ qeou/ Non si pu trattare duna cristologia dellapparenza VIhsou/j Cristo.j il Verbo che si fatto carne; questo viene rafforzato dal perfetto evlhluqo,ta (Cf. 1Tim 3,16). La fede in Ges non solo una proclamazione, ma unadesione sempre pi forte alla sua persona Per alcuni autori, pi che negare la realt dellincarnazione, gli eretici neghebbero che quanto Ges fece o disse fu davvero salvifico (ma ne che visioni si possono complementare) 1Gv 4,3
kai. pa/n pneu/ma o] mh. o`mologei/ to.n VIhsou/n evk tou/ qeou/ ouvk e;stin\ kai. tou/to, evstin to. tou/ avnticri,stou( o] avkhko,ate o[ti e;rcetai( kai. nu/n evn tw/| ko,smw| evsti.n h;dh e ogni spirito che non confessa Ges non da Dio. Ma questo lo spirito dell' anticristo, del quale avete sentito che deve venire, anzi gi nel mondo.

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Lanticristo qui non una personalit concreta, bens come colui che ha lo spirito dellanticristo, proprio perch nega il segno distintivo della confessione cristiana (cf 1Gv 2,18). uno sviluppo ulteriore di 2Tes 2,3 e applicato alla situazione della comunit di Giovanni Allo sfondo del concetto sullanticristo sarebbe il demonio che il nuovo antagonista di Ges, della sua dottrina e opera salvifica Giovanni non nega le aspettative sullapparizione della venuta storica e reale dellultima opposizione a Ges nellanticristo Il CCC 647-675 dice ceh lanticristo consiste in uno pseudomesianismo in cui luomo glorofoca se stesso al posto di Dio e del suo messia venuto nella carne (cf 2Tes 2,4-12; 1Tes 5,2-3; 2Gv 7; 1Gv 2,18.22) Questa frode si fa presente nel mondo ogni volta che si vuole portar avanti la speranza messianica nella storia, il che non pu andare pi in l del tempo storico per mezzo del giudizio escatologico. 2.3. DIFFERENZA FRA I CRISTIANI ED I FALSI PROFETI (4-6) 1Gv 4,4
u`mei/j evk tou/ qeou/ evste( tekni,a( kai. nenikh,kate auvtou,j( o[ti mei,zwn evsti.n o` evn u`mi/n h' o` evn tw/| ko,smw| Voi, figli, siete da Dio e li avete vinti, poich chi in voi pi grande di colui che nel mondo.

Contrasto molto forte: essere di e unappartenenza dautenticit (1Gv 2,21; 3,13; cf Gv 1,12) Come si osserva, una distinzione morale e non ontologica. Leretico pu sempre convertirsi proprio lappartenenza a Dio ci che costituisce il loro pegno di vittoria. Il vivere come figli di Dio implica gi questa realtvincitrice Questo dono supera di gran lunga il mondo del male, dellanticristo; qui mondo indica gli uomini sotto linflusso del male. 1Gv 4,5
auvtoi. evk tou/ ko,smou eivsi,n( dia. tou/to evk tou/ ko,smou lalou/sin kai. o` ko,smoj auvtw/n avkou,ei Essi sono dal mondo; perci parlano del mondo e il mondo li ascolta.

Identit tra lessere e le opere degli pseudoprofeti: sono opposti ai cristiani autentici Il mondo sono ancora gli uomini che si oppongono a Cristo (Gv 8,23). La comunit li ha espulsi (1Gv 2,19), perch non testimoniano Iddio (1Gv 5,10) 1Gv 4,6
h`mei/j evk tou/ qeou/ evsmen\ o` ginw,skwn to.n qeo.n avkou,ei h`mw/n( o]j ouvk e;stin evk tou/ qeou/ ouvk avkou,ei h`mw/n evk tou,tou ginw,skomen to. pneu/ma th/j avlhqei,aj kai. to. pneu/ma th/j pla,nhj Noi siamo da Dio. Chi conosce Dio ascolta noi; chi non da Dio non ascolta noi. Da ci conosciamo lo spirito della verit e lo spirito dell' errore.

Opposizioni molto forti: loro (4,5), noi (4,6). Il fatto di conoscere Dio porta ad obbedire gli apostoli, in contrasto con i falsi maestri. Identit tra lessere e il conoscere dei membri della comunit Lo spirito di verit lappartenenza a Dio (conoscerlo) e lo spirito dellerrore lappartenenza al mondo

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La conoscenza di cui si vantano i falsi maestri viene strappata loro da Giovanni: conoscere due volte (cf 1Gv 2,3-6) 2.4. CONCLUSIONI Lascolto della fede della comunit e dei suoi membri un segno per conoscere Dio ed essere ispirato dallo Spirito Santo Rapporto sacramentale dellessere cristiani: il Padre Cristo Apostoli comunit membri = tradizione Il nucleo della fede cristiana porta dallincarnazione. Implica ununit inscindibile tra lagire e il contenuto che la fede porta con s

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LAPOCALISSE
1. DALLAPOCALITTICO ALLAPOCALISSE
1.1. CHE COS APOCALITTICO? (SBLGP, ANNO 1979)

Genere letterario di rivelazione: trasmissione agli uomini di realt note solo a Dio Ma con una cornice narrativa (impostazione, nodo, esito) In cui unessere extra-mondano (di solito unangelo) trasmette tali realt ad un recipiente umano (pseudonimia): tramite dialoghi, visioni o viaggi a luoghi celesti, ai confini della terra, o attraverso i cieli In modo che si dispiega una realt trascendente, temporale/salvifica, escatologica, soprannaturale Non tutti gli elementi si trovano necessariamente in ogni testo apocalittico (Mc 13; Dn 2,27) Pseudonimia: il vero autore prende una venerabile figura del passato con cui si sente in affinit spirituale, e alla quale attribuisce idealmente il suo messaggio (vgr Enoc 3275 aC: Gn 5,18.24; Esdra 325 aC = IV Esdra, I dC Daniele 606 aC = opera, ai tempi di Ciro, 537; cf Dn 6,29) Realt discritta: periodo di sofferenza (persecuzione), giudizio finale, retribuzione, punizione dei malvagi. Ci che accade in terra parte della lotta tra Dio (il suo esercito) e il demonio (le sue osti)

Osservazioni: -

1.2. IL CONTESTO STORICO DELLAPOCALITTICA

Nasce tra i secoli V e IV, contro il pensiero del Cronista (ma non lunica reazione, cf Gb e Qo) - Il Cronista: la comunit postesilica il culmine della storia dIsraele: osservanza della legge, separazione da altri popoli e radicamento nel presente; il profeta sostituito dal sacerdote-levita - Come reazione, lapocalittica si apre al futuro attende uno straordinario intervento divino;gli eventi dolorosi sono frutto del male e sintomi doppressione, ma anche dellinizio del Regno di Dio

Per alcuni autori il suo contesto la crisi sotto Antioco con la desacralizzazione del tempio in 173 aC (1Mac 21-28): Sarebbe un riduzionismo: IV Enoc non ne parla (s. III)

1.3. TESTI APOCALITTICI VETEROTESTAMENTARI


Si tratta dinserzioni in opere profetiche Caratteristiche: - Dio il protagonista dei racconti; appare in teofanie cosmiche; libera il popolo dai nemici I nemici (Edom, Gog, Leviatan) vengono annientati con spada, fuoco, peste

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- Il popolo diviene tetimone del regno di Dio, e oggetto di benedizioni, in una Gerusalemme nuova e con un orizzonte universale

Testi: Gioele; Isaia 24-27; 34-35; 63,1-6; Ez 38-39; Dn 7-12 (e altri)

1.4. TESTI APOCALITTICI NEOTESTAMENTARI


Testi: Mc 13,1-37; Mt 24-25; Lc 2,1-36; 1Ts 4,15-17; 5,2; 2Ts 2,1-2; 1Cor 15,12-52; Rm 6,3-5; 8,20-24. Caratteristiche: Non c mediazione angelica. Il rivelatore diretto Ges - Nei vangeli Ges fa queste rivelazioni sotto il titolo figlio delluomo di cui parla Dn: giudice universale. - Paolo afferma che lescatologia si realizzata nella risurrezione di Ges, ma deve completarsi in noi.

1.5. TESTI APOCALITTICI EXTRABIBLICI

Avanti Cristo (III-I): Enoc etiopico, Testamento dei 12 patriarchi; parte degli Oracoli Sibillini; opere di Qumrn (Hdayt, Apocalisse aramaica, Documento di Damasco; Regola della comunit; Regola della Guerra) Dopo Cristo (prima del 70): Assunzione di Mos, Enoc slavo, Ascensione dIsaia Dopo il 70: Ap di Mos, Vita di Adamo ed Eva, * 4Esdra e 2Baruc*, Ap. Di Abramo, resto degli Oracoli sibillini, e altri

2. LAPOCALISSE DI GIOVANNI
2.1. GENERE LETTERARIO

riduttivo vedere in essa una grande lettera (M. Karrer): anche le epistole venivano lette nelle assemblee cristiane lit. (1Ts 5,27) Allinterno dellopera si riscontra Rapporto lettore-uditori (1,3; 22,7) Indirizzo diretto agli ascoltatori che interrompe il filo del racconto (13,9-10.18) Il saluto finale (22,21)

- Gran quantit dinni liturgici (4,8-11; 7,9-12; 11,15-18; 12,10-12; 15,3-4; 16,5-7; 18,20; 19,1-8) Apocalisse Scritto profetico apocalittico co degli elementi sapienziali, inviato alle chiese, e destinato ad essere letto, ascoltato, interpretato nellassemblea liturgica. Inoltre ci sono scene a struttura liturgica (cap. 5)

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2.2. STRUTTURA LETTERARIA E CONTENUTO

La struttura Problema ampio e complesso Si propone una struttura minima: Prologo (1,1-3) 1 parte (1,4 - 3,22) lettere alle 7 chese 2 parte (4,1 22,5) dispiegamento del piano salvifico di Dio Epilogo (22,6-21)

Il contenuto Prima parte: 3 parti concatenate, in crescendo Dialogo liturgico iniziale (1,4-8) Incontro domenicale

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ESEGESI
1. SETTENARIO DELLE LETTERE (AP 1,4 - 3,22)
1.1. NESSO CON AP 1,19-20 Ap 1,19
gra,yon ou=n a] ei=dej kai. a] eivsi.n kai. a] me,llei gene,sqai meta. tau/ta Metti in iscritto le cose che vedrai, sia quelle riguardanti il presente, sia quelle che accadranno dopo di esse.

Il vedere fa riferimento allesperienza personale, intellettuale, spirituale, mistica di Gv. in rapporto con ci che capisce (ispirato) Le cose che sono: situazione delle chiese alla luce della vittoria decisiva della croce e risurezione; quelle che devono accadere: realt escatologiche(me,llei: seconda parte dellopera) Senso della storia delluomo, alla luce del mistero pasquale: disegno salvifico sulla storia Ap 1,20
to. musth,rion tw/n e`pta. avste,rwn ou]j ei=dej evpi. th/j dexia/j mou kai. ta.j e`pta. lucni,aj ta.j crusa/j\ oi` e`pta. avste,rej a;ggeloi tw/n e`pta. evkklhsiw/n eivsin kai. ai` lucni,ai ai` e`pta. e`pta. evkklhsi,ai eivsi,n Quanto al significato delle sette stelle che vedi nella mia mano destra e dei sette candelabri d' oro: le sette stelle simboleggiano gli angeli delle sette chiese e i sette candelabri le sette chiese.

Il verseto sintetizza quanto detto in precedenza alla luce del messaggio alle 7 chiese Il termine mistero consiste nel significato delle realt ecclesiali nella loro totalit alla luce del disegno divino sulla storia (da rivedere) I candelabri sono in rapporto con gli angeli delle chiese e le stelle con le chiese (cf Ap 1,16) 1.2. INTRODUZIONE ALLE 7 LETTERE Contesto: Terza fase della prima parte dellopera: lettere alle 7 chiese Schema generale delle lettere: Parti invariabili (in 2 p. sing. o plur. I quattro punti sequenti siano sicuramente una sequenza penitenziale): 1. Indirizzo: Tw/| avgge,lw| gra,yon 2. Autopresentzione di Cristo (rivelazione profetica): Ta,de le,gei o` 3. Giudizio di Cristo sulla Chiesa: oi=da 4. Esortazione particolare, primo imperativo dopo il giudizio: mnhmo,neue (2,5) mhde.n fobou (2,10) metano,hson ou=n (2,16) o] e;cete krath,sate (2,25) gi,nou grhgorw/n (3,2) kra,tei o] e;ceij (3,11)

Sctitti giovannei zh,leue ou=n kai. metano,hson (3,191)

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Parti variabili: Si invertono nelle quattro prime lettere; Sono in terza persona; Linversione potrebbe indicare rinnovamento, per poi collaborare alla vittoria di Cristo

5. Promessa al vincitore: tw/| nikw/nti dw,sw (Ap 2,17) - o` nikw/n dw,sw auvtw/| (Ap 3,21) 6. Esortazione generale: o egon ous akousato Triplice chiave interpretativa

Ascoltare lo Spirito che parle alle chiese un elemento sapienziale: o` e;cwn ou=j avkousa,tw ti, to. pneu/ma le,gei tai/j evkklhsi,aij (Ap 2,7.11.17.29; 3,6.13.22) una formula parenetica fissa Lorecchio nella Sacra Scrittura sede dellintelletto; essere attento, capire, cogliere Si trova anche nei Sinottici: Mc 4,9; Mt 11,15; 13,43; Lc 8,8

- Si tratta dello Spirito di Cristo, che rivolge il suo messaggio alle chiese in genere e non solo alla singola chiesa, a cui sindirizza la lettera (passi dal tu al voi, cf 2,20.25) Il messaggio dello Spirito non evidente a prima vista; ci vuole una decodificazione - Lo comprende chi ha la capacit dinterpretare o decodificare chi ha orecchio in modo da applicare le proprie capacit intellettuali

Il mistero, simbolo che esige unattuazione - Il miostero esprime limmagine simbolica stessa, diventa enigma da risolvere in chiave di applicazione teologica tratto tipicalmente sapienziale al modo di Dn 2,18.19.27 LApocalisse un opera che esige lattuazione della fede (Ap 2,13.19; 13,10; 14,12)

Fede e opere - Non prepara una fede cieca sono salvo perch credo bens unadesione a Cristo con linteletto e la volont (Ap 2,3.5) Saremo giudicati sulle nostre opere (Ap 20,11-13) (AP 2,1-7)

1.3. Ap 2,1

LETTERA ALLA CHIESA DEFESO

Tw/| avgge,lw| th/j evn VEfe,sw| evkklhsi,aj gra,yon\ Ta,de le,gei o` kratw/n tou.j e`pta. avste,raj evn th/| dexia/| auvtou/( o` peripatw/n evn me,sw| tw/n e`pta. lucniw/n tw/n crusw/n\ All' angelo della chiesa di Efeso scrivi: Cos parla colui che tiene nella sua destra le sette stelle e cammina in mezzo ai sette candelabri d' oro.

Indirizzo:

Sctitti giovannei

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Efeso: centro culturale e religioso (Artemide, culto imperiale). Comunit cristiana: At 19 (Paolo ha fondato la comunit), sede di Granni Angelo della chiesa: figura idealizzata del vescovo (cf Ignazio dAntiochia) = collegato alla trascendenza Questo dice: cf oracoli profetici dellAntico Testamento Autopresentazione di Cristo: Immagini da 1,13a.16a.20

Tiene con forza le 7 stelle (vescovo e trascendenza): totalit delle chiese, dipendenza dei loro capi dal Cristo Risorto Destra: felicit, successo, salvezza (cf Sal 110,1 contro Qo 10,2) Cammina in mezzo ai 7 candelabri: dimensione liturgica di ogni chiesa (Ap 1,12; cf Es 25,31; Zc 4,2). Oro: contatto con Dio (Ap 21,21b)

Quindi, Cristo sacerdote presente, attivo nella chiesa chi la invita a trasformarsi Giudizio di Cristo (Ap 2,2-4)
Oi=da ta. e;rga sou kai. to.n ko,pon kai. th.n u`pomonh,n sou kai. o[ti ouv du,nh| basta,sai kakou,j( kai. evpei,rasaj tou.j le,gontaj e`autou.j avposto,louj kai. ouvk eivsi,n kai. eu-rej auvtou.j yeudei/j(3 kai. u`pomonh.n e;ceij kai. evba,stasaj dia. to. o;noma, mou kai. ouv kekopi,akej 4 avlla. e;cw kata. sou/ o[ti th.n avga,phn sou th.n prw,thn avfh/kej
2 2

Mi nota la tua condotta: la tua fatica, la tua costanza; so che non puoi soffrire i malvagi; infatti hai messo alla prova quelli che si spacciavano per apostoli, e non lo sono, e li hai trovati bugiardi. 3 Hai costanza, avendo sofferto per il mio nome senza venir meno. 4 Ma debbo rimproverarti che non hai pi l'amore di un tempo.

Aspetto positivo del giudizio: opere realizzate con fatica e costanza in un ambiente ostile; la comunit ha conservato lintegrit della fede (fides quae) Falsi apostoli: problema sin dalle origini della chiesa (1Gv 4,1; Ignazio dAntiochia: Efes 9,1; Paolo in At 20,29-30) La chiesa ha confrontato la loro condotta con la fede tramandata dagli apostoli. Li ha trovati falsi Nome di Cristo: adesione di fede da parte della chiesa alla sua persona Aspetto negativo del giudizio:
e;cw kata. sou:

forte rimprovero (Ap 2,14-20) al modo profetico (Ger 2,2-3; Ez 16,8) per la perdita del primo amore (cf Gv, lha sempre conservato)

Giovanni fa leva sulla metafora nupziale (Ap 3,9; 19,7; 21,9); cf Ef 5,25-27.32. Esortazione (Ap 2,5-6)
mnhmo,neue ou=n po,qen pe,ptwkaj kai. metano,hson kai. ta. prw/ta e;rga poi,hson\ eiv de. mh,( e;rcomai, soi kai. kinh,sw th.n lucni,an sou evk tou/ to,pou auvth/j( eva.n mh. metanoh,sh|j 6 avlla. tou/to e;ceij( o[ti misei/j ta. e;rga tw/n Nikolai?tw/n a] kavgw. misw/
5 5

Considera da quale altezza sei caduto e ritorna alla condotta di prima. Altrimenti io verr a te e, se non ti sarai convertito, rimuover il tuo candelabro dal suo posto. 6 Tuttavia hai questo di buono, che detesti la condotta dei nicolaiti, che anch' io detesto.

Forse la perdita del primo amore e la caduta aqllude alla perdita della grazia originaria e caduta dAdamo ed Eva (lAp si rif sovente ai testi della Genesi: Gn 1,9 = Ap 2,7; 22,2; Gn 1,10 = Ap 22,1; Gn 3,3 = Ap 2,7; Gn 3,15 = Ap 12,17; Gn 3,22.41 = Ap 2,7)

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Ma qui il contesto di conversione: richiamare alla memoria lamore dun inizio. NellAT il ricordare simpiega in un contesto Is 46,8; Ger 51,50; Ez 6,9; Zc 10,9 La rimozione del candelabro equivale al rischio di essere una chiesa morta al di dentro: cf candelabri doro in mezzo ai quali Cristo si muove attivamente Nicolaitismo

Ireneo e Ippolito attribuiscono questeresia a Nicolao di At 6,5-7 (interpretato come indizio di dissolutezza) ma non risulta Secondo Clemente dAlessandria pu essere un criptogramma Nicolaos (come in 9,11; 13,18; 16,16) = Balaam o dominare del popolo, interpretato dal rabbinismo come deviazione morale e religiosa dIsraele (Nm 22-23, StrB Sanh 105a, 106a) Anche nel NT il Balaam subisce una idealizzazione in negativo: 2Pt 2,15-16; Gd 1,11; Ap 2,14-15
o` e;cwn ou=j avkousa,tw ti, to. pneu/ma le,gei tai/j evkklhsi,aij tw/| nikw/nti dw,sw auvtw/| fagei/n evk tou/ xu,lou th/j zwh/j( o[ evstin evn tw/| paradei,sw| tou/ qeou/ Chi ha orecchi ascolti ci che lo Spirito dice alle chiese: al vittorioso far mangiare dall' albero della vita che nel paradiso di Dio.

Esortazione generale e promessa al vincitore (Ap 2,7)

Avere orecchio = capire (Gb 4,12; 13,1; Pr 2,2; 5,13) Lo Spirito di Cristo rivolge il suo messaggio alle Chiese = applicare alla vita (conversione) il suo messaggio. Vittoria: collaborare nella vittoria di Cristo con la morte e passione (Ap 5,5.9) Albero della vita: Gn 2,8-9 Compimento in Ap 22,2.19: il paradiso di Dio si realizza nella fase escatologica finale. In essa si promette la pienezza di vita esclusa nella Genesi Vita: aggancio al battesimo (Ap 1,5-6; 5,9) e allEucaristia (acqua della vita = Ap 21,6; 22,1.17). 1.4. LETTERA ALLA CHIESA DI SMIRNE (AP 2,8-11) Ap 2,8:
Kai. tw/| avgge,lw| th/j evn Smu,rnh| evkklhsi,aj gra,yon\ Ta,de le,gei o` prw/toj kai. o` e;scatoj( o]j evge,neto nekro.j kai. e;zhsen\ All' angelo della chiesa di Smirne scrivi: Cos parla il Primo e l' Ultimo, colui che giacque morto e poi risuscit.

Indirizzo: tipico (allinterno delle lettere) Smirne: Al tempo in cui Paolo scrisse ai Filippesi non cera nessuna chiesa a Smirne. Fiorrente citt di mare, al nord di Efeso (53-55 oppure 56-58). Colonia giudaica. Ostilit verso i cristiani Autopresentazione di Cristo: oracolo profetico + attributi di 1,17b 18a = realt della vita dopo la morte Identit di Ges in quanto risorto: primo e ultimo = Dio Creatore del cosmo e della storia (Is 44,6; 48,12) equivale ad A e di Dio in 1,8 Il vivente: Ges ha la vita in se stesso, indipendentemente dalla creazione (Gv 1,14; 5,26). Deriva dallAT: Gios 3,10; 2Re 5,16; 19,4.16. Che divenne morto: incarnazione = Cristo ha partecipato alla morte dellumanit

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Exesev atto puntuale; in 1,18 dice sono vivente. Il vivente un titolo del Padre (Ap 4,9.10; 10,6) e di Ges

Ap 2,9: Giudizio di Cristo


Oi=da, sou th.n qli/yin kai. th.n ptwcei,an( avlla. plou,sioj ei=( kai. th.n blasfhmi,an evk tw/n lego,ntwn VIoudai,ouj ei=nai e`autou,j( kai. ouvk eivsi.n avlla. sunagwgh. tou/ Satana/ Conosco la tua tribolazione e la tua indigenza -- sei per ricco! -- e la bestemmia di certuni fra quelli che si professano Giudei e non lo sono, sono invece una sinagoga di Satana!

Povert e tribolazione = molta ricchiezza spirituale (Lc 6,22) Conforto con la comunit ebraica:

Falsi giudei: Giovanni ritocca unespressione di Nm 16,3; 20,4; 26,9; 31,16 Forse la bestemmia contro il nome di Ges e la maledizione contro i cristiani (maledizione dopo la preghiera sinagogale, Gamaliele II a Varne ca. 80-110 dC) Sinagoga di satana: bugie e calunnie, cf Gv 8,44
mhde.n fobou/ a] me,lleij pa,scein ivdou. me,llei ba,llein o` dia,boloj evx u`mw/n eivj fulakh.n i[na peirasqh/te kai. e[xete qli/yin h`merw/n de,ka gi,nou pisto.j a;cri qana,tou( kai. dw,sw soi to.n ste,fanon th/j zwh/j Non aver paura delle sofferenze che ti attendono. Ecco: il diavolo sta per gettare in carcere alcuni di voi, affinch siate messi alla prova; avrete una tribolazione di dieci giorni. Rimani fedele sino alla morte e ti dar la corona della vita.

Ap 2,10

Esortazione: gi,nou pisto.j a;cri qana,tou( kai. dw,sw soi to.n ste,fanon th/j zwh/j Non temere : invito fregnante in scene dapparizione (Lc 1,30; Mt 1,20), e del Ges risorto (Mt 28,10, At 18,9; Ap 1,17) futuro messo in azione Ci che stai per sffrire: come Ges (Ap 1,5; 5,6-8; cf 6,9-11), e come Israele in Egitto (Ap 11,8) Questa sofferenza costituisce una prova che durer poco: 10 giorni, cf Dn 1,12.14 Lesortazione della fedelt consiste in immitare Ges (Ap 1,5); La corona nellApocalisse: simbolo della vittoria che Ges ha ottenuto e che partecipa ai suoi fedeli (Ap 6,2; 12,1; 14,14; cf 19,11-21) corona della vita: Genetivo epesegetico: la vita nuova essa stessa una vittoria Premio per la testimonianza

Ap 2,11: Esortazione generale


o` e;cwn ou=j avkousa,tw ti, to. pneu/ma le,gei tai/j evkklhsi,aij o` nikw/n ouv mh. avdikhqh/| evk tou/ qana,tou tou/ deute,rou Chi ha orecchi ascolti ci che lo Spirito dice alle chiese: il vittorioso non sar colpito dalla morte seconda.

Promessa al vincitore: o` nikw/n deute,rou (non sar colpito dalla seconda morte)

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Invito ad applicare il messaggio alla propria vita: stare saldi, non temere, essere fedeli di fronte alla prova La seconda morte

La prima morte quella fisiologica; la seconda morte in rapporto alla seconda risurrezione = stegno di fuoco (Ap 20,6.14; 21,8) Targumm: non partecipare alla vita del mono futuro, StrB 3,830

1.5. LETTERA ALLA CHIESA DI PERGAMO (AP 2,12-17) Indirizzo: Ap 2,12


Kai. tw/| avgge,lw| th/j evn Perga,mw| evkklhsi,aj gra,yon\ All' angelo della chiesa di Pergamo scrivi:

Pergamo

Capitale uficiale della provincia dellAsia Minore, situata su una colina, a 10 km dal mare Tre dei loro antichi re si chiamavano Attalo (citt degli attalidi) Altare dedicato a Zeus, santuario dAsclepio e tempio dedicato ad Augusto e Roma
Ta,de le,gei o` e;cwn th.n r`omfai,an th.n di,stomon th.n ovxei/an\ Cos parla colui che tiene la spada affilata a doppio taglio.

Autopresentazione di Cristo:

La spada una metafora per la parola di Dio: Is 49,2 Ricorre in Ap 1,16; 2,16; 19,15: - Aggettivo a due tagli indica che niente la pu fermare; si trova in 1,6; 2,12; ma non in 2,16 e 19,15 - In 2,16 e 19,15 si trovano verbi da battaglia: polemh,sw e pata,xh| ma non laggettivo di,stomoj NellAT la spada in rapporto stretto con larco (Gn 48,22; Gios 24,12; 1Sam 18,4; Sl 7,12; 37,14): distanze lunghe distanze corte. Identit tra Ap 6,2 e 19,15: Ges in contesto bellico Eb 4,12: ma,caira coltello a doppio taglio per la circoncisione (LXX Gios 5,2-9)

La parola di Dio pi potente dei coltelli impiegati dagli ebrei nel rito della circoncisione, che non pu condurre il popolo al riposo di Dio, al paradiso

Giudizio di Cristo sulla Chiesa (Ap 2,13-15) Ap 2,13:


Oi=da pou/ katoikei/j( o[pou o` qro,noj tou/ Satana/( kai. kratei/j to. o;noma, mou kai. ouvk hvrnh,sw th.n pi,stin mou kai. evn tai/j h`me,raij VAntipa/j o` ma,rtuj mou o` pisto,j mou( o]j avpekta,nqh parV u`mi/n( o[pou o` Satana/j katoikei/ So dove abiti, cio dove Satana ha il suo trono; eppure tieni saldo il mio nome; infatti non rinnegasti la tua fede in me neppure al tempo di Antipa, il mio testimone fedele, che fu messo a morte fra voi, l dove Satana ha la sua dimora.

Forse il culto imperiale viene visto come demoniaco: le due bestie dipendono dal drago (Ap 13,14.11-18)

Il drago il serpente antico (Ap 20,2) ma non si pu negare lesistenza dun culto particolare al demonio (cf Ap 13,4)

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Trono: caratteristica della regalit (cf Ap 4,1-11). Questo trono si oppone al trono di Dio, simbolo delle sua signoria imperturbabile sulla storia: colui che siede sul trono non parla mai in tutto lApocalisse fino a 21,5 ss La ciesa ritiene con forza ed a ogni costo la sua fede sia in quanto fedelt alla verit ivi sontenuto che in quanto adesione a Cristo Antipa: probabilmente sia stato ilprimo vescovo di Pergamo, ai tempi di Domiziano. Ucciso in un toro di bronzo infuocato Antipa viene messo in rapporto con Ges testimone fedele (Ap 1,5: il vero culto ai santi non pu che essere cristologico!) Ap 2,14-15
avllV e;cw kata. sou/ ovli,ga o[ti e;ceij evkei/ kratou/ntaj th.n didach.n Balaa,m( o]j evdi,dasken tw/| Bala.k balei/n ska,ndalon evnw,pion tw/n ui`w/n VIsrah,l fagei/n eivdwlo,quta kai. porneu/sai 15 ou[twj e;ceij kai. su. kratou/ntaj th.n didach.n tw/n Nikolai?tw/n o`moi,wj
14 14

Ma debbo rimproverarti per alcune cose, che cio permetti che taluni cost professino la dottrina di Balaam, quello che suggeriva a Balac di porre un inciampo davanti ai figli d' Israele, inducendoli a mangiare carne immolata agli idoli e a fornicare. 15 Cos anche tu hai chi professa alla stessa maniera la dottrina dei nicolaiti.

Pericoli interni alla comunit: aggancio con Ap 2,6 = opere dei nicolaiti Qui si chiarisce il cittogramma di 2,6 sui nicolaiti: mangiare carne immolata agli idoli e fornicare (adorarli, cf 2Re 922) I profeti qualifiavano il sincretismo religioso come prostituzione (Ger 3,2; 13,27; Ez 16,25-29; 23,27 cf Os 1,2; 2,4; 4,11-12.18; 5,4; 6,10; 2Re 23,7) Parentesi culturale: cf Dr Gonzalo Rubio sulla prostituzione sacra Rivista: Grion (1999) le donne dedite al servizio delle dee in Mesopotamia (Innana/Ishtar, ecc.) non si prostituivano

Questo mito della prostituzione sacra in oriente viene da Erodoto Una delle parole si misinterpretato come
metano,hson ou=n\ eiv de. mh,( e;rcomai, soi tacu, kai. polemh,sw metV auvtw/n evn th/| r`omfai,a| tou/ sto,mato,j mou Ravvediti, perci; altrimenti non tarder a venire a te e combattere contro di loro con la spada della mia bocca.

Ap 2, 16: Esortazione particolare:

Ricorre il tema della spada in accordo con Ap 2,12. Linvito alla conversione molto forte: Ges su caratterizza come colui che viene presto. (Ap 3,11; 11,14; 22,7; cf. Ap 3,3; 16,5). Senza conversione si rischia di lottare contro Ges nella battaglia escatologica decisive (cf. Ap 19,21: niente pu resistere al suo giudizio, cf. Ap 19,11.13). Ap 2,17: Esortazione generale- promessa al vincitore.
o` e;cwn ou=j avkousa,tw ti, to. pneu/ma le,gei tai/j evkklhsi,aij tw/| nikw/nti dw,sw auvtw/| tou/ ma,nna tou/ kekrumme,nou kai. dw,sw auvtw/| yh/fon leukh.n( kai. evpi. th.n yh/fon o;noma kaino.n gegramme,non o] ouvdei.j oi=den eiv mh. o` lamba,nwn

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Chi ha orecchi ascolti quello che dice lo Spirito alle chiese: al vittorioso far mangiare la manna nascosta e gli dar un sassolino bianco, sul quale c' scritto un nome nuovo, che nessuno conosce se non chi lo riceve.

Doni simbolici e personalissimi: Pu trattarsi di una interpretazione enigmatica di Mt 13,44-46: Ges stesso: lEucaristia. Nei due casi si metterebbe in rilievo il senso vero e proprio del regno dei cieli: la possessione di Ges.

Manna nascosto: sacramento (Gv 6,31.49; cf. Es 16,4-36); cibo eucaristico: lEucaristia il premio escatologico che si pu godere gi in questa vita [etimologia di manna: cos quello?] Il ciottolo bianco (perla o berillo(?) Cf. Ap 21,20) la promessa di partecipare alla risurrezione di Ges (Ap 20,5-6); il tema del nome scritto in esso sarebbe in analogia col libro della vita (Ap 20, 12.15) Pur di ottenere questi doni,vale la pena sacrificare tutto, anche la stessa vita.

1.6. LETTERA ALLA CHIESA DI TIATIRA (AP 2,18-29) Ap. 2,18: Indirizzo
Kai. tw/| avgge,lw| th/j evn Quatei,roij evkklhsi,aj gra,yon\ Ta,de le,gei o` ui`o.j tou/ qeou/( o` e;cwn tou.j ovfqalmou.j auvtou/ w`j flo,ga puro,j kai. oi` po,dej auvtou/ o[moioi calkoliba,nw|\ All' angelo della chiesa di Tiatira scrivi: Cos parla il Figlio di Dio, i cui occhi sono come fiamma ardente, i cui piedi sono simili al bronzo splendente.

Tiatira: capoluogo della Lidia, nella valle del fiume Licos. Centro artigiano e comerciale. Fino al 200 dC non cera la Chiesa a Tiatira Unica volta in cui cristo si presenta nellAp col titolo Figlio di Dio. Ha un senso esclusivo e trascendente. Implica lidentit col Padre Nellintera opera Cristo riceve gli stessi attibuti di Dio: signore, colui che vive, lalfa e lomega, anche Lui in mezzo al trono Occhi come fiame di fuoco (cf Ap 1,14-15): amore e purificazione, capacit di discernimento e stabilit (Dt 4,24): si rif a Dn 10,6 Piedi simili a bronzo splendente:

Cf Ap 1,15 (come nel camino duna fornace che fonde: seripha) Dimensione unica e trascendente del Cristo risorto calkoliba,nw|: bronzo + incenso = azione liturgica. A differenza di Dnm nellAp si tratterebbe dun metallo affine al bronzo in stato incandescente

Ap 2,19-23: Giudizio sulla Chiesa Ap 2,19


Oi=da, sou ta. e;rga kai. th.n avga,phn kai. th.n pi,stin kai. th.n diakoni,an kai. th.n u`pomonh,n sou( kai. ta. e;rga sou ta. e;scata plei,ona tw/n prw,twn Mi nota la tua condotta: l' amore, la fede, il servizio, la costanza e le tue opere pi recenti che sono pi numerose delle prime.

Cristo non dissocia le opere dalle virt. Anzi si mostra compiaciuto dal progresso della Chiesa Dopo le opere si trova in primo posto non la fede, ma la carit (cf 1Cor 13,13)

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Ap 2,20
avlla. e;cw kata. sou/ o[ti avfei/j th.n gunai/ka VIeza,bel( h` le,gousa e`auth.n profh/tin kai. dida,skei kai. plana/| tou.j evmou.j dou,louj porneu/sai kai. fagei/n eivdwlo,quta Ma debbo rimproverarti che permetti alla donna Gezabele, che si vanta d' essere profetessa, di istigare i miei servi, con i suoi insegnamenti, a prostituirsi mangiando carne immolata agl' idoli.

allinterno della Chiesa si riscontra il problema delleresia Gezabele:


1Re 16,31 simbolo della monarchia perversa e dellinfedelt a Dio si presenta come profetessa in possibile opposizione alla profezia dellAp labbandono del culto a YHWH visto come rifiuto dellalleanza o prostituzione (2Re 9,22) alcuni autori vedono in questo simbolo la tentazione di partecipare alla religiosit idolatrica dello stato romano Gezabele qui molto simile alla descrizione che si fa di Roma inAp 18,7.23.24

Ap 2,21
kai. e;dwka auvth/| cro,non i[na metanoh,sh|( kai. ouv qe,lei metanoh/sai evk th/j pornei,aj auvth/j Le ho dato tempo per ravvedersi, ma ella si rifiuta di convertirsi dalla sua prostituzione.

NellAp si fa la distinzione tra un tempo di prova per convertirsi o di attesa (cro,noj) Ap 6,11; 10,57; 20,3 Questo cro,non precede quello del giudizio, che espresso col termine kairo,j: Ap 1,3, 11,18; 22,10 Il tempo per il demonio si esprime anche con kairo,j: indica impossibilit di conversione: Ap 12,12 Di Maria si dece che nel deserto nutrita per un tempo, due tempi e la met dun tempo [kairo.n kai. kairou.j kai. h[misu kairou/], al riparo dagli attacchi del serpente: la durata limitata, ma il demonio non ha nessun potere su di Ella. Ap 2,22
ivdou. ba,llw auvth.n eivj kli,nhn kai. tou.j moiceu,ontaj metV auvth/j eivj qli/yin mega,lhn( eva.n mh. metanoh,swsin evk tw/n e;rgwn auvth/j( Ecco: getter lei su un letto di dolore e quelli che con essa fanno adulterio in una terribile prova, se non cesseranno di seguire la sua condotta.

Fornicare nellAT sinterpreta come un abbandono di Dio a causa delle donne starniere, per seguire altri dei: Es 34,14-16 Tribolazione grande:

negativa, punizione dei malvaggi da non confondere con la grande tribolazione: positiva, per il nome di Ges e per testimoniare il Vangelo, Ap 1,9; 2,9-10; i martiri hanno come premio laver parte con lagnello nella sua risurrezione (Ap 7,14)
kai. ta. te,kna auvth/j avpoktenw/ evn qana,tw| kai. gnw,sontai pa/sai ai` evkklhsi,ai o[ti evgw, eivmi o` evraunw/n nefrou.j kai. kardi,aj( kai. dw,sw u`mi/n e`ka,stw| kata. ta. e;rga u`mw/n

Ap 2,23

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Colpir con la morte i suoi figli e cos tutte le chiese riconosceranno che io sono colui che scruta i reni e i cuori e che a ciascuno di voi retribuir secondo le vostre opere.

Probabilmente spieghi questo versetto il vero senso degli occhi come fiamma di fuoco: niente scappa al suo sguardo Lui scruta le profondit dedli affetti e dei pensieri umani: Sal 11,5; 17,3; Ger 4,20; Pr 17,3; 1Cr 28,9; At 15,8; Rm 8,27 (cf 1Tes 2,4) Ancora si vede limportanza delle opere, il loro merito e retribuzione da parte di Dio = Ap 22,11 (cf Ger 17,10; Pr 24,12; Sal 62,13; Rm 2,6 Ap 2,24-25: Esortazione particolare
u`mi/n de. le,gw toi/j loipoi/j toi/j evn Quatei,roij( o[soi ouvk e;cousin th.n didach.n tau,thn( oi[tinej ouvk e;gnwsan ta. baqe,a tou/ Satana/ w`j le,gousin\ ouv ba,llw evfV u`ma/j a;llo ba,roj(25 plh.n o] e;cete krath,sate a;crij] ou- a'n h[xw
24 24

Ma a tutti gli altri che, fra voi di Tiatira, non seguono la sua dottrina, che non conoscono la profondit di Satana, come essi dicono, dichiaro di non voler imporre su di voi altro peso; 25 ma quello che avete tenetelo pi saldamente fino a che io venga.

Lesortazione rivolta ai membri della Chiesa che non si sono contaminati dallidolatria Questidolatria dominata da loro come la profondit o bassezze di Satana (Genetivo epesegetico) in opposizione a Dio che scruta le profondit degli affetti w dei pensieri umani Lunico peso da portare la loro fedelt e perseveranza a Cristo. Ritornello di Ges che ritorna (cf Ap 2,16; 3,11) Promessa al vincitore (dora in poi lesortazione ad ascoltare lo spirito spostata alla fine delle lettere) Ap 2,26-27
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kai. o` nikw/n kai. o` thrw/n a;cri te,louj ta. e;rga mou( dw,sw auvtw/| evxousi,an evpi. tw/n evqnw/n 27 kai. poimanei/ auvtou.j evn r`a,bdw| sidhra/| w`j ta. skeu,h ta. keramika. suntri,betai(
26

Il vittorioso, quello che osserver sino alla fine i miei precetti, dar potest sulle nazioni 27 e le governer con verga di ferro, come i vasi d' argilla le frantumer,

Gezabele stata simbolo della monarchia perversa e negativa. Ora si impiegano i termini regali positivi. Il vincitore pu godere strettamente della regalit propria di Ges, messia davidico (il vincitore parte delle osti di Ges messia in Ap 19,14)

i caratteri regali si rifanno al sal 2,8-9 Gli dar potest sulle nazioni : le nazioni sono destinate ad essere governate dal messia (Ap 12,5); questo conseguenza della vittoria ottenuta in ap 19,15 (cf Ap 22,12) Le governer con bastone di ferro (simbolo per il giudizio): esplicita la facolt di giudicare di Ges Messia in 19,15; ma non si pu escludere il tema della sua guida sicura una volta che le nazioni si saranno convertite Le frantumer come vasi dargilla: si applica agli eserciti che si oppongono al messia in 19,18-19
w`j kavgw. ei;lhfa para. tou/ patro,j mou( kai. dw,sw auvtw/| to.n avste,ra to.n prwi? no,n proprio come io ho ricevuto dal Padre mio. Gli dar, inoltre, la stella del mattino.

Ap 2,28

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La stella del mattino si rif a Nm 24,17; dn 12,3; si riprende in Ap 22,16-17: si tratta di Ges stesso. Ges diviene ancora il premio definitivo per il vincitore, come in stata lEucaristia e la partecipazione alla sua risurrezione in 2,17. Ap 2,29: Promessa al vincitore Lo spostamento della promessa al vincitore alla fine della lettera indicherebbe la posta in pratica del rinnovamento della chiesa, al fine di ottenere la vittoria con Ges

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2. I MACARISMI

DELLAPOCALISSE

2.1. SCHEMA GENERALE Introduzione. Le sette diverse pericope. Conclusioni: perch sette ma carismi?

2.2. INTRODUZIONE Nesso: un altro settenario oltre alle lettere: perfezione numerica 1. Ci sono 50 macarismi nel NT Sin: 28; 4V: 2; Paolo: 4, Atti: 2; Ap: 7

Origine letteraria: Il macarismo nel NT originale: in rapporto stretto alle promesse di Ges. Gli elementi stilistici sono attestati nellAT. Coincide con gli apocalittici nel tema della beatitud eterna (Sal 52; 17,50; ? 58,2: Beati voi giusti ed eletti, perch la vostra sorte sar gloriosa.

2. Significato: Ebraico: ar , indica lo che per la felicit in riferimento ai beni terreni (Gn 30,13. 1 Pe 10,8; Sal 126 [127], 5). Alcuni testi sapienziali hanno una funzione parenetica (Pr 3,13; Sir 14,1) Maka,rios: per Dio: benedetto, lodato; per luomo: felice, buono, beato, benedetto. Parenessi (presente): fa riferimento a delle azioni (Att 20,35) o a della persona, spesso i contesto condizionante (Mt 5,3) Parentesi (futuro escatologico o meno): consolazioni. 3. Oggetto della Beatitudine nel Ap.

Se Ges ha gi vinto con la sua morte e risurrezione, i cristiani sono chiamati a seguire le sue orme. Incoraggiare i cristiani a restare fedeli alla loro fede in Ges non ostante la loro situazione di oppressione.

4. Caratteristiche generali dei macarismi dell Ap


Invitano allosservanza delle parole profetiche ivi contenute. Si trovano in 3 persona [singolare o plurale] Ap 1,3; 16; 20,6; 21,7 sono in singolare Ap 14,13; 19,9;22,14 sono in plurale

Interpellano direttamente la comunit. Cercano di consolare ed esortare.

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5. Il Macarismo noto anche in ambiente pagano; ma quello neotestamentario non ne pu dipendere finch non ci sono i dintorni morali o escatologici del NT: si innalza una felicit intramondana o carente della dimensione redentrice del sacrificio cristiano

Pindaro: Stato in cui si trovano gli dei e i pochi uomini che godono della straordinaria felicit (Pythia V) Aristofane: Innalza i ricchi che godono di una straordinaria felicit. Albu antari: Menandro (esprime lode, Fragm 114) Plutarco: (termine tecnico per alludere alla divinit, iside e Oriside 583), Platone (il termine designa i defunti, Logos 12, 947dC).

2.3. LE SETTE DIVERSE PERICOPE Ap. 1,3 e 22,7


Confermano la autorit dell autore Presuppongono la situazione difficile delle chiese e ne promesse per i cristiani osservanti e perseveranti.

Commento: Ap 1,3:
maka,rioj o` avnaginw,skwn kai. oi` avkou,ontej tou.j lo,gouj th/j profhtei,aj kai. throu/ntej ta. evn auvth/| gegramme,na( o` ga.r kairo.j evggu,j Beato colui che legger e quelli che ascolteranno le parole di questa profezia e metteranno in pratica ci che in essa scritto! S, il tempo vicino!

Contesto: Prologo (vv. 1-2) Macarismo di carattere liturgico: distinzione tra chi legge e chi ascolta; impegno nel mettere in pratica ci che contiene la opera: parentesi.

Il primo e lultimo macarismo fanno riferimento alla lettura dellopera: Lopera destinata ad una lettura pubblica. Viene designata come profezia. Il messaggio si caratterizza dallurgenza escatologica (gi e non ancora)

Parole di profezia:

Venerazione al unico Dio (Trinitaria) analogo allo zelo di Elia; Il senso profetico dellopera si prende per contrasto in 19,20; e nella dimensione liturgica. Profezia non in senso successivo ma provvidenziale(?): Cristo ha vinto il male. Ossia, che il veggente viene capito alla luce delle profezie del AT. La vicinanza del tempo si riferisce alla seconda venuta del Messia. Osservanza delle parole profetiche del libro; cfr. 22, 7.

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Ap 22,7:
kai. ivdou. e;rcomai tacu, maka,rioj o` thrw/n tou.j lo,gouj th/j profhtei,aj tou/ bibli,ou tou,tou Ecco: vengo presto! Beato chi osserver le parole profetiche di questo libro!.

Contesto: Epilogo dellopera (Ap 22, 6-21; ma in Ap 22,14 si trova lultimo macarismo) Ges interviene di persona nel dialogo liturgico finale come ha fatto in Ap 2, 16; 3, 11 (struttura dialogica: lettore-Giovanni-angelo, udienza, Ges o lo Spirito Santo). Questo contesto fa pensare che le parole profetiche di mettere in pratica si riferisca alle avvertenze dirette alla Chiesa: parenessi. Vicinanza della venuta di Ges: in rapporto con il riposo delle anime sgorrate(?) di Ap 6,9-11. Implica la ricompensa di ciascuno secondo le sue opere (Ap 22,12). Ap 14,13
Kai. h;kousa fwnh/j evk tou/ ouvranou/ legou,shj( Gra,yon\ Maka,rioi oi` nekroi. oi` evn kuri,w| avpoqnh,|skontej avpV a;rti nai,( le,gei to. pneu/ma( i[na avnapah,sontai evk tw/n ko,pwn auvtw/n( ta. ga.r e;rga auvtw/n avkolouqei/ metV auvtw/n Quindi udii una voce dal cielo che diceva: Scrivi: Beati i morti che muoiono nel Signore, sin da ora. S, dice lo Spirito, poich si riposeranno dalle loro fatiche; li accompagnano, infatti, le opere loro.

Contesto: seconda parte, triplice segno. Ap 14,1-5: Lagnello sul monte Sion con i 144 mila; Ap 14, 6-7: angelo col vangelo eterno; Ap 14,8: angelo che annuncia la caduta di Babilonia Ap 14,9-12: minaccia contro gli collaboratori della bestia; Novit del macarismo: pi forte delle voci degli angeli precedenti. Parla di Dio stesso: trasmette la verit di Ges, che testimonianza e profezia in Ap 19,10. Ordine di scrivere: caratteri della consolazione si oppone a 14,8-12 oi` nekroi. oi` evn kuri,w| avpoqnh,|skontej avpV a;rti

Mete in rilievo il valore della testimonianza dei martiri (cfr Ap 6, 9); avpV a;rti non ha valore limitativo (senti dellAT e del NT; cfr. Dn 12,1-3; 2 Mac 7,9-11. 23-36; Ap 6, 9-11); alla luce di Ap 6,11 aperto al futuro; Il loro riposo un premio per le loro opere buone. Questo riposo coincide ancora con quello di Ap 6, 11.
VIdou. e;rcomai w`j kle,pthj maka,rioj o` grhgorw/n kai. thrw/n ta. i`ma,tia auvtou/ ( i[na mh. gumno.j peripath/| kai. ble,pwsin th.n avschmosu,nhn auvtou/ Ecco: io verr come un ladro; beato colui che vigilante e conserva le sue vesti; cos non camminer ignudo e non lascer scorgere la sua vergogna!

Ap 16, 15:

Contesto:

Ancora triplice segno: il cap. 16 parla degli angeli con le 7 coppe dellira di Dio;

Il macarismo a cavallo tra la 6 e la 7 coppa. Caratteri:

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Lautore ha interrotto la sequenza delle coppe per avvertire la sua udienza: tra i vv 13 e 14 - reazione alla 6 coppa (i 3 spiriti immondi radunano i re della terra)- e il 16 (in Armagedon), viene inserito il terso macarismo. Questo tipo dinterruzione tipico di Gv: cfr. Ap 13,9-10.18. Chi parla Ges - colui che viene (Ap 1,7; 3,3.11; 11, 14; 22,7.12.20), che cerca di esortare i cristiani a non temere le forse ostili alla sua messianit. Limmagine del ladro si rif a Ges stesso: cfr. Mt 24,42-43; Lc 12,39-40; cfr. 1 Tes 5,2. Alla luce di Ap 6, 9-1, questo macarismo mete in rilievo il compimento imminente della promessa della vendetta divina. Immagine dei versetti:

Si rif all Ap 3,18: allude alla partecipazione alla salvezza di Cristo. Cristo ha fatto s che la vergogna sulla nudit causata dal peccato (Gn 3,7-10), venisse cancellata con la sua morte e risurrezione (Ap 1,5-6). Il commento sulla vergogna si completer in Ap 22,14.
Kai. le,gei moi( Gra,yon\ Maka,rioi oi` eivj to. dei/pnon tou/ ga,mou tou/ avrni,ou keklhme,noi kai. le,gei moi( Ou-toi oi` lo,goi avlhqinoi. tou/ qeou/ eivsin Poi l' angelo mi dice: Scrivi: Beati coloro che sono stati invitati alla cena nuziale dell' Agnello!. E soggiunse: Queste parole sono veraci, provengono da Dio.

Ap 19,9:

Contesto: inno dopo la caduta di Babilonia (Ap 19,1-6); predicazione delle nozze dellagnello (Ap 19,1-6); un angelo chi da a Gv lordine di scrivere questo macarismo; Gv cerca di adorarlo ma lui si rifiuta (Ap 19,10). Intertestualit (cfr. Mt 22,2-14; Lc 14, 16-24)

Ap 1,3; 22,7: scrittura dellopera; la sua autenticit deriva da Cristo, testimone fedele e verace (Ap 1,5; 3,14; 19,11); quello il suo contenuto: rivelazione di Gescristo (Ap 1,1) Ap 6,9-11: i martiri hanno dato la vita per la parola di Dio: si compiuta parte del loro tempo di attesa e della promessa; manca la vittoria sulla bestia, lo pseudo profeta e gli abitanti della terra (Ap 19,11-21); le loro opere compongono il vestito della sposa (Ap 19,8).

Il banchetto: Ap, 3, 20: il membro della Chiesa di Laodicea parte della chiesa universale: gode del suo banchetto; per questo beato. Contenuto:

Il macarismo cerca di consolare ponendo il banchetto escatologico come traguardo: il cristiano non deve temere i nemici dellagnello. Sta ad indicare che chi riesce a restare saldo nella sua fedelt godr del becchetto nuziale escatologico. Il beato allo stesso tempo invitato ed anfitrione (Ap 19,7-8) C un altro banchetto, macabro (Ap 19,17-21): davanti a Ges o si partecipa e si fa parte del suo banchetto di nozze oppure si rischia di diventare pasto degli annoltoi(?)o uccelli del cielo (Gn 15,11; 1 Re 14,11; 16,4; 21,4; Is 18,6; 41,11; Ger 12,9; Ez 39,4; Giobbe 28,8; Sir 43,14).

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Ap 20,6
maka,rioj kai. a[gioj o` e;cwn me,roj evn th/| avnasta,sei th/| prw,th|\ evpi. tou,twn o` deu,teroj qa,natoj ouvk e;cei evxousi,an( avllV e;sontai i`erei/j tou/ qeou/ kai. tou/ Cristou/ kai. basileu,sousin metV auvtou/ ta. ci,lia e;th Beati e santi coloro che hanno parte alla prima risurrezione: su di loro la seconda morte non ha potere; saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni.

Contesto : Ap 20,4-6

Viene inserito tra la prima e la seconda battaglia escatologica (Ap 19,11-21; 20,7-10) Riguarda i martiri che regnano con cristo (1000 anni) perch non si sottomisero al potere demoniaco Si tratta dellistaurazione del regno di Dio e di Cristo attuato nel divenire della storia La prima risurrezione (20,5) la capacit con cui i martiri o i cristiani partecipano allazione di Cristo risorto che porta avanti la storia della salvezza La veste che ricevono i martiri in rapporto alla partecipazione alla prima risurrezione (Ap 6,11a) Non saranno scagliati nello stagno di fuoco e zolfo (seconda morte: Ap 20,14) I mille anni coincidono col breve periodo di tempo che dovranno attendere mentre i loro conservi sono uccisi (Ap 6, 11b) Santi: a loro viene riservata questa beatitudine (Dn 7,27). Svolgono una mediazione sacerdotale in vista del regno di Cristo (Ap 1,6; 4,4; 5,8-10) morte seconda: annunciata in Ap 2,11. Lespressione si trova nei targumi (StrB 3:830 = esclusione dalla risurrezione o dannazione eterna) mille anni: Cf Sl 90,4 2Pt 3,8. Altre opere apocalittiche: azione di Dio nella storia per mezzo del messia. I mille anni non coincidono con la durata reale del nostro tempo. Sono una cifra imprecisa. Indirettamente si esprime il poco tempo di cui gode il demonio: limitato e debole.

Paragone col 5 sigillo


Contenuto

Parentesi culturale Il Targum: Versione parafrasi in aramaico di parti dellAT, adottata nelle sinagoghe della Palestina Secondo il Talmud (studio: raccolta delle oppinioni e discussioni rabiniche sullinsieme della legge ebraica) questabitudine risale ai tempi di Esdra (350) Consentiva una migliore comprensione del testo Dopo la cattivit babilonese del VI sec. aC. Laramaico divienne la lingua parlata dal popolo, sostituisce lebraico Ci cono le targumim: Onquelos, Jonatan e Yerushalami Ap 22,14
Maka,rioi oi` plu,nontej ta.j stola.j auvtw/n( i[na e;stai h` evxousi,a auvtw/n evpi. to. xu,lon th/j zwh/j kai. toi/j pulw/sin eivse,lqwsin eivj th.n po,lin Beati coloro che lavano le loro vesti, cos da poter mangiare dall' albero della vita ed entrare attraverso le porte nella citt.

Dopo 2 macarismi in singolare torna il plurale per far appello allassemblea

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Pare sia Ges a pronunziare questa beatitudine 1 unit: - Giovanni (22,6a) - Ges (22,7a) angelo interprete (22, 6b) angelo interprete (22,7b)

Contesto: struttura del dialogo liturgico finale:

2 unit: - Giovanni (22,8-9a) angelo interprete (22,9b) - Giovani (22,10a) - angelo interprete (22, 10b-11) Ges (22,12-13) - lo Spirito e la sposa (22,17b) - udienza (22,17d) Giovanni (22,17-10a) - udienza (22,20c) - Giovanni (22,21)

3 unit: - Giovanni (22,17a) - Giovanni (22,17c) - Ges (22,20b) Contenuto:


Limmagine della veste si rifa alla Genesi 3,10-11. La nudit simboleggia la perdita dellinocenza e dellamicizia con Dio Con la sua risurrezione Ges ci restituisce il dono dellamicizia col Padre: - Ma al posto della nudit vergognosa ricevano una veste candida: vita di grazia per mezzo del battesimo (cf lavano in Ap 7,14) Promessa di partecipazione alla sua risurrezione (Ap 2,17; 6,11)

Albero della vita: si oppone allalbero della morte (Gn 3,19). La morte in croce diviene il legno della Genesi, port la morte, il frutto dellalbero dellApocalisse sono sangue e acqua (eucaristia, battesimo) che portano alla vita. Lingresso nella citt santa: in opposizione agli esclusi di Ap 22,15

Conclusione Il perch dei 7 macarismi si capisce alla luce del messaggio di Cristo alle 7 chiese:

Ordine di scrivere (parole profetiche, veraci) Cornice liturgica (leggere, ascoltare, cambio dal singolare al plurale) Invito a convertirsi o a restare fedeli (martirio, conservare le vesti)

Il Signore viene presto: dar a ciascuno secondo le sue opere (Ap 22,12) Se si tratta dun appello composto da 7 beatitudini perch si prepara cos ad una nuova creazione. Dio vuole che tutti i cristiani facciano perte della Gerusalemme nuova (Ap 21,22-27) Chi pronunciano i diversi macarismi sono Giovanni (Ap 1,3; 20,6) Lo Spirito (Ap 14,13) Langelo (Ap 19,9) Cristo (Ap 16,15; 22,7.14) La diversit dei personaggi consiste in un ricorso letterario per chiamare lattenzione dellassemblea Questo messaggio attuale pi che mai. Fedelt in mezzo ad un ambiente ostile. Cristo ha vinto; lo proclama la chiesa ogni volta che si celebra lEucaristia

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3. IL QUINTO SIGILLO COME CHIAVE INTERPRETATIVA PER TUTTO LAPOCALISSE (HEIL)


IL CONTESTO REMOTO LApocalisse si suddivide in due parti

Ap 1,4 - 3,22 Ap 4,1 22,5

Il 5 Sigillo appartiene alla sezione della 2 parte dellAp (6,1-8,5) Dopo la presentazione dei temi del trono, dei personaggi della corte celeste e del libro sigillato (cap 4) Che solo lagnello pu sciogliere (cap 5) SCHEMA DA SEGUIRE Significato di 6,9-11 Contesto immediato previo (6,1-8) I Capp 4-5 I Capp 2-3 Il Cap 1 Contesto immediato posteriore Il 6 sigillo e le visioni delle moltitudini Il 7 sigillo e le 6 trombe La 7 tromba e le 6 coppe La 7 coppa, giudizio e vendetta Dialogo liturgico conclusivo

1) 2) 3) 4) 5) 6) a. b. 7) 8) 9)

3.1. SIGNIFICATO DI 6,9-11 Ap 6,9


Kai. o[te h;noixen th.n pe,mpthn sfragi/da( ei=don u`poka,tw tou/ qusiasthri,ou ta.j yuca.j tw/n evsfagme,nwn dia. to.n lo,gon tou/ qeou/ kai. dia. th.n marturi,an h]n ei=con All' apertura del quinto sigillo, sotto l' altare apparvero le anime di coloro che sono stati uccisi a causa della parola di Dio e della testimonianza da loro data.

Dimensione letteraria : apertura del sigillo (9), preghiera (10) e risposta (11) Quinto sigillo: unico caso in cui il numerale presede il sostantivo sigillo Vidi: nei casi precedenti dopo apr non occorre vidi, ma senti Altare: occorre qui e in 8,3; si riferisce allaltare celeste dove si trovano persone (cristiani, testimoni) ammazzate; indica che godono gi di riposo celeste Le anime: sia qui che in 20,4, fanno riferimento allesistenza elargita da Dio, che sopravvive alla morte evsfagme,nwn: il fatto di essere sgozzati come lagnello (5,6), li mette in stretto rapporto con lui. L fatto che queste anime siano sotto laltare celeste, fa pensare ad una specie di riposo (anche celeste) La causa della loro morte stata la testimonianza che hanno reso alla parola di Dio

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Ap 6,10
kai. e;kraxan fwnh/| mega,lh| le,gontej( {Ewj po,te( o` despo,thj o` a[gioj kai. avlhqino,j( ouv kri,neij kai. evkdikei/j to. ai-ma h`mw/n evk tw/n katoikou,ntwn evpi. th/j gh/j Essi si misero a gridare a gran voce dicendo: Fino a quando, o Signore, tu che sei santo e verace, non farai giustizia vendicando il nostro sangue sugli abitanti della terra?.

Gridarono: preghiera (simile alle preghiere dei santi di 5,8: ma solo qui se ne trova la risposta) che si compia la vittoria di Cristo: il suo regno sulla terra (6,2) Signore santo e verace: come in 3,7: attributi di Cristo in quanto rascendente e rivelatore fedele despo,thj indica rapporto tra Signore e servo (occorre solo qui in tutto lAp) Giudizio e vendetta: sono i compiti di Ges come colui che verr (1,4.7.8: nelle lettere alle 7 chiese Cristo avverte alle anime che verr a giudicare se non si pentono, 2,5.16.22-23; 3,3.11). Le anime chedono la sua venuta gloriosa Gli abitanti della terra designano i malvagi in quanto contrapposti ai fedeli cristiani (3,10; 6,10; 8,1311,10) Ap 6,11
kai. evdo,qh auvtoi/j e`ka,stw| stolh. leukh, kai. evrre,qh auvtoi/j i[na avnapau,sontai e;ti cro,non mikro,n( e[wj plhrwqw/sin kai. oi` su,ndouloi auvtw/n kai. oi` avdelfoi. auvtw/n oi` me,llontej avpokte,nnesqai w`j kai. auvtoi, Ma a ciascuno di essi fu data una veste bianca e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finch non si completi il numero dei loro compagni e fratelli che dovranno essere uccisi come loro.

Vste bianca: come ricompensa futura, chi la riceve, partecipa alla risurrezione di Cristo e si fa degno di camminare con Lui (3,4), non sar cancellato dal libro della vita n sar in vergognosa nudit (3,18): Ges gli render testimonianza al momento del giudizio (3,5). Fu detto a loro: passivo teologico Riposare: implica che queste anime godono gi di riposo, ma non viene detto che smettano di pregare Ancora poco tempo: giudizio e vendetta non avranno luogo mentre i loro compagni non saranno morti. La brevit del tempo in rapporto con le avvertenze che il tempo vicino Compagni e fratelli: ad essi appartiene anche lassemblea 3.2. CONTESTO IMMEDIATO PREVIO (6,1-8) I 4 primo sigilli preparano ai contenuti del 5: 1. Si rompono alcuni schemi: nei quattro primi si tratta di visioni e audizioni: il 5 solamente una visione e non occorre il verbo senti (oltre allinversione numerale sostantivo, gi vista, e sinverte lordine commando visione; qui prima si vede e poi si ordina) 2. Nei quattro primi sigili si tratta di cavalli di diverso colore; il 5 sono le anime sotto laltare celeste 3. Il 5 sigillo conseguenza del 2: fu dato (passivo divino: evdo,qh) al cavallo rosso il potere di togliere la pace sulla terra, affinch si sgozzassero (sfa,xousin; 6,4) a vicenda; quindi simboleggia luccissione propria della guerra. Ne seguir che i servi e fratelli delle anime del 5 sigillo saranno pure uccise (avpokte,nnesqai; 6,11) 4. Nei quattri primi sigilli si ripete il passivo divino evdo,qh

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Primo fa riferimento alla vittoria (6,2: il Ges risorto di 19,11-16) il che coincide con lelargizione degli idumenti di vittoria del 5 sigillo (vesti bianche; 6,9)

Ma questo in contrasto coi sigilli 2 e 4 che si riferiscono alla morte (6,4.8)

5. Quindi la preghiera del 5 sigillo (6,10) indirizzata al Cristo vittorioso del 1 sigillo contro gli abitanti della terra, gli uccissori delle anime del 5 sigillo. 3.3. I CAPP 4-5 3.1. Contesto di questi capitoli Parte II dellApocalisse: dispiegamento del piano escatologico di Dio:

3 parametri per interpretare la storia: il trono, la corte, il libro (cap.4) Lagnello come lunico che pu prendere il libro e sciogliere i sigilli (cap.5)

3.2. Elementi comuni col 5 sigillo


Ap 4,4: i 24 anziani hanno delle vesti bianche e delle corone doro: le vesti li fanno pertecipi della risurrezione e le corone sono indizio di trionfo (4,4.10 = 6,2) Ap 5,6: lagnello in piedi come sgozzato lo stesso che viene chiamato signore santo e verace in 6,10. Sia lagnello che le anime sono messi in rapporto dallo stesso verbo: sfzw (5,6; 6,9) Ap 5,8: ognuno degli esseri viventi ha delle coppe doro contenenti le preghiere dei santi: quindi la preghiera di 6,10 rappresenta una di queste preghiere che contengono le coppe degli esseri viventi Ap 5,9-10: la morte dellagnello ha fatto si che anime di ogni trib. Lingua, popolo e nazione diventino un regno e sacerdoti per Dio: ci esplicita la preghiera di 6,10 = 6,23

3.4. I CAPP 2-3 3.5. IL CAP 1


Prologo (1,1-2): i servi e fratelli sono lassemblea che rende testimonianza di Cristo assieme a Giovanni. A loro viene indirizzata lAp; coincide con 6,9 1,4-8: il contesto della venuta di Ges da intendersi in senso di giudizio, in modo che tutte le trib della terra se ne lamenteranno Si tratta duna venuta trinfale che compier la parola di Dio, la quale proclama se stessa in quanto evrco,menoj

Questi servi e fratelli sono lassemblea liturgica delle chese: lodano Ges perch le ha fatte diventare un regno di sacerdoti per Dio (1,6). reso esplicito ancora il senso della preghiera di 6,10 Lidentificazione di giovanni in quanto servo e fratello, che si trova a Patmos a causa della parola di Dio e della testimonianza di Ges (1,9), ancora daccordo con la testimonianza delle anime sgozzate di 6,9

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3.6. CONTESTO IMMEDIATO POSTERIORE (6,12- 7,17) 6.1. Il 6 sigillo e le visioni delle moltitudini

Il 6 sigillo proietta in modo universale la risposta alla preghiera delle anime del 5 sigillo. Indica che la rispostadel Signore comincia ad avverarsi (6,12-17) Cos il grido degli abitanti della terra come contrapposto alla suddetta preghiera delle anime (6,16) 6,17 un contrasto ironico con 5,6: lira dellagnello che in predi, da intendersi come sacrificio e immolazione, piuttorto che come una vittoria militare (17,14) 7,1-8 un chiaro contrasto con 6,17, o una risposta a quella domanda - Un angelo ordina ai 4 angeli di 7,1 di non recare danno alla terra n al mare n agli alberi, finch non abbiamo segnato sulla fronte i servi del nostro Dio - Il segno sulla fronte dei 144 mila protezione contro il giudizio degli angeli sugli abitanti della terra (si abbinano due temi: il resto di Ez 9,4 e la cena pasquale di Es 12,7-14)

7,9-10: continua la risposta a 6,17: incoraggia lassemblea ad essere di fronte al trono dellagnello. Come in 6,11 partecipano alla risurrezione e diventano capaci di adorarlo 7,11-17: la moltitudine che proviene dalla gran tribolazione sincorpora alladorazione celeste di Dio e dellagnello che la proteggeranno: - la gran tribolazione indica un giudizio severo (2,22-23), ma diverso dallafflizione delle chiese (1,9; 2,9-10) - incoraggia anche lassemblea a sopportare ogni uccissione (cf 1,5 = 7,14): coloro che la compongono sono certi che potranno sopravvivere al giudizio degli abitanti della terra (6,12-17)

6.1. Il 7 sigillo e le 6 trombe (8,1-11.14)

8,1-5: la preghiera dei santi: assume la forma di fumo dincenso che bruccia sullaltare (v.3) il fatto che questo fumo arriva fino a Dio indica che Dio sente le preghiere (v.4)

Il versetto 5 rafforza il senso dei vv. 3-4. Dio sta per rispondere alla preghiera dei santi per il giudizio contro gli abitanti della terra 8,11: dopo il fuoco che esce dallaltare (8,5.7-8,10) la terra parzialmente distrutta e molti uomini muoiono 8,13: col suono delle tre di 4 trombe ha luogo un suspense terribile da parte di unaquila che in mezzo al cielo annuncia altri 3 guai sugli abitanti della terra, dal resto delle 3 trombe (8,13)

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INDICE
LETTERE DI GIOVANNI......................................................................................................................................................1 1. INTRODUZIONE..................................................................................................................................................................1 1.1. LAMBIENTE DELLA TRADIZIONE GIOVANNEA............................................................................................................................1 1.2. LA FORMA LETTERARIA DELLE LETTERE..................................................................................................................................1 1.3. LINGUAGGIO E PENSIERO.....................................................................................................................................................1 1.4. GLI AVVERSARI NELLE LETTERE DI GIOVANNI..........................................................................................................................2 1.5. STRUTTURA E CONTENUTO DI 1 GV.......................................................................................................................................3 1.6. AMBIENTE E CONTENUTO DI 2GV E 3 GV.............................................................................................................................3 1.7. AMBITO, TESTIMONIANZA ESTERNA, LUOGO E TEMPO DI COMPOSIZIONE DELLE LETTERE DI GIOVANNI.................................................4 ESEGESI DI 1GV.....................................................................................................................................................................5 1. PROLOGO (1GV 1,1-4)........................................................................................................................................................5 2. ESORTAZIONE AD ESAMINARE GLI SPIRITI (1GV 4,1-6).....................................................................................6 2.1. INTRODUZIONE BREVE.........................................................................................................................................................6 2.2. DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI (4,1-3).................................................................................................................................7 2.3. DIFFERENZA FRA I CRISTIANI ED I FALSI PROFETI (4-6)............................................................................................................8 2.4. CONCLUSIONI...................................................................................................................................................................9 LAPOCALISSE.....................................................................................................................................................................10 1. DALLAPOCALITTICO ALLAPOCALISSE.............................................................................................................10 1.1. CHE COS APOCALITTICO? (SBLGP, ANNO 1979).............................................................................................................10 1.2. IL CONTESTO STORICO DELLAPOCALITTICA...........................................................................................................................10 1.3. TESTI APOCALITTICI VETEROTESTAMENTARI............................................................................................................................10 1.4. TESTI APOCALITTICI NEOTESTAMENTARI................................................................................................................................11 1.5. TESTI APOCALITTICI EXTRABIBLICI.......................................................................................................................................11 2. LAPOCALISSE DI GIOVANNI......................................................................................................................................11 2.1. GENERE LETTERARIO........................................................................................................................................................11 2.2. STRUTTURA LETTERARIA E CONTENUTO.................................................................................................................................12 ESEGESI .................................................................................................................................................................................13 1. SETTENARIO DELLE LETTERE (AP 1,4 - 3,22)........................................................................................................13 1.1. NESSO CON AP 1,19-20..................................................................................................................................................13 1.2. INTRODUZIONE ALLE 7 LETTERE..........................................................................................................................................13 1.3. LETTERA ALLA CHIESA DEFESO (AP 2,1-7).........................................................................................................................14 1.4. LETTERA ALLA CHIESA DI SMIRNE (AP 2,8-11)....................................................................................................................16 1.5. LETTERA ALLA CHIESA DI PERGAMO (AP 2,12-17)...............................................................................................................18 1.6. LETTERA ALLA CHIESA DI TIATIRA (AP 2,18-29)..................................................................................................................20 2. I MACARISMI DELLAPOCALISSE............................................................................................................................24 2.1. SCHEMA GENERALE..........................................................................................................................................................24 2.2. INTRODUZIONE................................................................................................................................................................24 2.3. LE SETTE DIVERSE PERICOPE..............................................................................................................................................25 3. IL QUINTO SIGILLO COME CHIAVE INTERPRETATIVA PER TUTTO LAPOCALISSE (HEIL).............30 3.1. SIGNIFICATO DI 6,9-11....................................................................................................................................................30 3.2. CONTESTO IMMEDIATO PREVIO (6,1-8)...............................................................................................................................31 3.3. I CAPP 4-5....................................................................................................................................................................32 3.4. I CAPP 2-3....................................................................................................................................................................32 3.5. IL CAP 1.......................................................................................................................................................................32 3.6. CONTESTO IMMEDIATO POSTERIORE (6,12- 7,17).................................................................................................................33 INDICE....................................................................................................................................................................................34

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